Non di Solo Pane n°733 - 29 Novembre 2015
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Transcript of Non di Solo Pane n°733 - 29 Novembre 2015
Itinerario quotidiano di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XV - n° 733
Domenica 29 Novembre 2015
I Settimana di Avvento
Vegliate in ogni momento (Lc 21,36)
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 2
Novembre - Dicembre 2015
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché tutti possiamo fare l'esperienza della
misericordia di Dio, che non si stanca mai
di perdonare.
Intenzione missionaria
Perché le famiglie, in modo particolare quelle
che soffrono, trovino nella nascita di Gesù un
segno di sicura speranza .
Intenzione dei vescovi
Perché accogliamo l'invito alla rivoluzione
della tenerezza che il Figlio di Dio ci ha rivolto
nella sua incarnazione.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Dicembre
Non di solo pane Numero 733 pagina 3
Domenica 29
Novembre
I Settimana del Salterio
I Domenica di Avvento
Amate Amate e Amate.. Perché tutto
il resto non è niente se paragonato
alla forza dell'amore.
Nasce a Porto Santo Stefano, nel Grossetano, il 17 aprile 1779. A sedici anni Caterina Sordini, promessa in sposa ad un marittimo di Sorrento, si oppone al matrimonio ed entra nelle Terziarie Francescane di Ischia di Castro, nel Viterbese e riceve l'abito religioso il 26 ottobre 1799. Cambia il nome in Maria Maddalena dell'Incarnazione e nel Capitolo del
Il Santo del giorno: Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella
luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del
mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò
che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e
gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il
capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vo
stri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della
vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio
infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la
terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire
a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Vangelo: Lc 21,2528.3436
Contemplo: Vegliate in ogni momento (Lc 21,36)
L'Avvento è un tempo di preghiera, e «la bella preghiera» sarà leggere con impegno la Scrittura. Questa, «letta con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta», ci testimonia che il Signore è vicino, e che tutti dovranno comparire davanti al Figlio dell'uomo: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9,26). Con lo Spirito «teniamo viva la speranza» (Rm 15,4).
Agisci
L'Avvento inizia con
questo duplice invito
alla vigilanza e alla
preghiera, per poter
essere in grado di ac-
cogliere il Signore che
viene. Stasera ritar-
derò di un po' il ripo-
so notturno per dedi-
care più tempo alla
preghiera.
20 aprile 1802 viene eletta badessa a soli 32 anni. Si dedica al riordino economico della Casa e ad una restaurazione della vita regolare delle Terziarie. L'8 luglio 1807 lascia Isola di Castro e le Terziarie e con l'incoraggiamento di Pio VII inaugura a Roma la prima Casa delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento. Durante l'occupazione napoleonica
di Roma, la congregazione viene sciolta e Maria Maddalena mandata in esilio in Toscana. Qui incontra alcune giovani che tornano con lei a Roma nel marzo del 1814. E proprio a Roma muore il 29 novembre 1824. È stata beatificata il 3 maggio scorso in San Giovanni Laterano a Roma.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 4
P a g i n e b i b l i c h e
«Vegliate e pregate». Non
sono delle semplici racco-
mandazioni ma atteggiamen-
ti esistenziali che dobbiamo
interiorizzare, che devono
diventare stile di vita.
Vigilare significa non addor-
mentarsi nel tepore di false
certezze, nell’illusione effi-
mera di una casa “costruita
da mani d’uomo”, nella va-
cuità di granai dove confida-
re per un futuro che non ci
appartiene. La vigilanza e-
vangelica è sinonimo di sag-
gezza, di equilibrio e di salu-
tare distacco. La preghiera è
la naturale conseguenza del-
la vigilanza. Si rimane desti
quando qualcuno ti è vicino e
parla con te; non ci si appesan-
tisce nel torpore del vino quan-
do si ascoltano le parole
dell’amico, si presta attenzione
alle sollecitudini di chi ci vuole
bene. La preghiera è colloquio,
ascolto attento di una voce che
dall’eternità risuona tra i monti,
le vallate, i deserti dell’umano
esistere.
«Vegliate e pregate» perché il
Signore è vicino, è in cammino
verso la porta del mio povero
cuore, verso quell’anfratto che
rispecchia la caducità e la mise-
ria dell’uomo, di ogni uomo.
Bisogna essere desti,
pronti, lucidi perché il
Signore verrà «in modo
oscuro e silenzioso, co-
me la pioggia sul vello».
Dio non indica l’ora
precisa della sua venuta
perché ogni momento,
ogni istante sono
o p p o r t u n i p e r
convertirci, per aprirci
al Vangelo. La vigilanza
e v a ng e l i c a r e nd e
l’istante “ora opportuna”,
momento di salvezza,
compimento nel tempo
dell’eternità. Non è forse
questo il mistero del Santo
Natale?
A Betlemme l’Eterno si fa
tempo presente, ciò che era
lontano diventa vicino, vicino
…
«Vegliate e pregate» perché
ogni momento diventi la
“nostra ora” e ogni giorno
Natale di salvezza dove il Si-
gnore celebra per sempre il
mistero “di una vicinanza”
che mai avrà fine.
don Luciano
Vegliate e pregate di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 5
P a g i n e b i b l i c h e
Contemplatio a cura di don Luciano
Una domanda seria. Vigilare: cosa vuol dire, per Cri
sto? Essere vigilanti. Non si tratta soltanto di crede-
re, ma di stare in vedetta. Sapete che cosa vuol dire
aspettare un amico, aspettare che venga quando ri-
tarda? Che cosa è stare in ansia per qualcosa che po-
trebbe accadere oppure no? Vigilare per Cristo è
qualcosa di simile. Vigilare con Cristo è guardare a-
vanti senza dimenticare il passato. E non dimentica-
re che egli ha sofferto per noi, è smarrirci in contem-
plazione attratti dalla grandezza della redenzione. E
rinnovare continuamente nel proprio essere la pas-
sione e l'agonia di Cristo, è rivestire con gioia quel
manto di afflizione che Cristo volle prima indossare
lui e poi lasciarsi indietro salendo al cielo. È distacco
dal mondo sensibile e vita nell'invisibile, con questo
movente: Cristo verrà, e verrà nel modo che ha det-
to. Desiderio affettuoso e riconoscente di questa se-
conda venuta di Cristo: questo è vigilare.
(J.H. NEW , Diario spirituale e meditazioni, Novara s.d., 91-93).
Di lettera in lettera il cuore
ti canti, Signore. Per tutte
le ore del giorno fioriscano
salmi: Dio è più grande del nostro cuore,
più grande di ogni peccato è l'Amore...
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Tutti i sentieri del Signore sono amore
e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza
e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Ti preghiamo, Signore, perché questo nuovo cammino di Avvento ci aiuti a coltivare il dono santo della perseve-ranza, il dono di restare saldi nel tuo amore, muovendo i nostri passi verso di te, nonostante tutto. E nonostante tutto mantieni lieve il nostro cuore, nutrito di speranza, al sicuro, perché nascosto in te, e tu in noi. Vieni, vieni ancora, Signore Gesù.
Non di solo pane Numero 733 pagina 6
Lunedì 30
Novembre
I Settimana del Salterio
I settimana di Avvento
Il Santo del giorno: Sant’Andrea Apostolo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Ze
bedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Brano Evangelico: Mt 4, 1822
All’apostolo Andrea spetta il titolo di 'Primo chiamato'. Ed è commovente il fatto che, nel Vangelo, sia perfino annotata l’ora («le quattro del pomeriggio») del suo primo incontro e primo appuntamento con Gesù. Fu poi Andrea a comunicare al fratello Pietro la scoperta del Messia e a condurlo in fretta da Lui. La sua presenza è sottolineata in modo particolare nell’episodio della moltiplicazione dei pani. Su di lui non abbiamo altre notizie certe, anche se, nei secoli successivi, vennero divulgati degli Atti che lo riguardano, ma che hanno scarsa attendibilità. Secondo gli antichi scrittori cristiani,
l’apostolo Andrea avrebbe evangelizzato l’Asia minore e le regioni lungo il mar Nero, giungendo fino al Volga. È perciò onorato come patrono in Romania, Ucraina e Russia. Commovente è la 'passione' – anch’essa tardiva – che r a c c o n t a l a m o r t e dell’apostolo, che sarebbe avvenuta a Patrasso, in Acaia: condannato al supplizio della croce, egli stesso avrebbe chiesto d’essere appeso a una croce particolare fatta ad X (croce che da allora porta il suo nome) e che evoca, nella sua stessa forma, l’iniziale greca del
nome di Cristo. La Legenda aurea riferisce che Andrea andò incontro alla sua croce con questa splendida invocazione sulle labbra: «Salve Croce, santificata dal corpo di Gesù e impreziosita dalle gemme del suo sangue… Vengo a te pieno di sicurezza e di gioia, affinché tu riceva il discepolo di Colui che su di te è morto. Croce buona, a lungo desiderata, che le membra del Signore hanno rivestito di tanta bellezza! Da sempre io ti ho amata e ho desiderato di abbracciarti… Accoglimi e portami dal mio Maestro».
Contemplo: Vi farò pescatori di uomini (Mt 4,19)
Nella festa di sant'Andrea, fratello di san Pietro, ricordiamo san Paolo che cita Isaia: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!». E poco prima: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?». Sono «pescatori di uomini» coloro che amano come Gesù.
E’ meglio illuminare gli altri
che brillare solo per se stessi.
Agisci
Sono diventato cri-
stiano perché qualcu-
no mi ha parlato di
Gesù. Oggi anch'io,
s u l l ' e s e mp i o d i
sant'Andrea, cercherò
qualche occasione
buona per poter par-
lare di Gesù a chi mi
vive accanto.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 7
E’ appena iniziate l’Avvento e subito la liturgia
della Chiesa ci dona una piccola pausa e ci chiede
di sostare, come accade davanti ad una piccola
edicola sacra posta all’inizio di un sentiero, davan-
ti all’icone dove Gesù dona all’apostolo Andrea,
ma anche a ciascuno di noi, la profondità del suo
sguardo.
Lo sguardo di Dio ci visita nella quotidianità delle
nostre giornate, quando siamo occupati nelle cose
di tutti i giorni, mentre stiamo gettando le reti
dell’umana esistenza. Lo sguardo di Dio ci prece-
de, sempre e comunque, perché «quando Gesù
cammina non lo fa a occhi bassi, quasi per non far-
si disturbare e contaminare dal mondo che lo cir-
conda. Al contrario, Gesù cammina accanto alle
nostre storie umane a occhi aperti e guarda e ve-
de, ancor prima di lasciarsi guardare e lasciarsi ve
dere». Il brano evangelico di oggi ci rivela una
grande verità che non possiamo e non dobbiamo
ignorare: Dio vede e trasforma, i suoi occhi guar-
dano la piccolezza della nostra esistenza e la rin-
nova, la ricrea. “In quel tempo, mentre cammi-
nava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due
fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea
suo fratello, che gettavano le reti in mare; e-
rano infatti pescatori. E disse loro: «Venite
dietro a me, vi farò pescatori di uomini»”.
I due fratelli sono dei poveri pescatori, gente
rozza e ignorante, ma Gesù vede i loro cuori,
scruta le possibilità di bene nascoste nelle pie-
ghe della loro interiorità, li chiama e trasfor-
ma la loro vita: “vi farò pescatori di uomini”.
Davanti all’icona posta all’inizio del nostro
cammino d’Avvento lasciamoci visitare dallo
sguardo di Gesù, lasciamoci trasformare in
nuove creature.
Ora sappiamo perché tante
stelle e sappiamo perché tanti
fiori: siamo noi la coscienza
del loro splendere, noi la co-
scienza del loro fiorire; ed è la tua legge la
fonte di ogni esistere, la ragione del nostro
pensare ed agire.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani
annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida
il racconto e la notte alla notte
ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde
il loro annuncio e ai confini
del mondo il loro messaggio.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Signore Gesù, per intercessione cli sant'Andrea, di cui oggi celebriamo la santa memoria, noi ti preghiamo per il cammino compiuto insieme, per la parola spezzata. Per chi ha scritto, ha studiato, ha letto e pregato in questo tratto di vita e quotidiana eucaristia, ti preghiamo. Resti unanime il cuore, pure su cammini diversi, sia unico il passo dietro a te, Signore. Be-nedici e custodisci i cuori e le strade di chi in questi anni ha camminato su queste pagine e vieni, vieni ancora, vieni sempre nella nostra vita, Signore Gesù!
Meditiamo la Parola
Uno sguardo che crea Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 733 pagina 8
Martedì 1
Dicembre
I Settimana del Salterio
I settimana di Avvento
L'uomo potrà conquistare terre, mari, monti, persino lo spazio, ma l'impresa più ardua resterà
sempre quella di conquistare un cuore.
Nacque a Chaptelat (presso Limoges in Francia) intorno al 590. Una leggenda racconta che gli si presentò il diavolo vestito da donna: e lui, Eligio, rapido lo agguantò per il naso con le tenaglie. Questa colorita leggenda è raffigurata in due cattedrali francesi (Angers e Le Mans) e nel duomo di Milano, con la vetrata di Niccolò da Varallo, dono degli orefici milanesi nel Quattrocento. L'Eligio storico, figlio di gente
modesta, deve aver ricevuto tuttavia un'istruzione, perché venne assunto come apprendista dall'orefice lionese Abbone, che dirige pure la zecca reale. Sotto Clotario, Eligio va a dirigere la zecca di Marsiglia e intanto continua a fare l'orefice. Col nuovo re Dagoberto I (623639) viene chiamato a corte e cambia mestiere: il sovrano ne fa un suo ambasciatore, per missioni di fiducia. Altri incarichi se li prende da solo: per esem
pio, riscattare a sue spese i prigionieri di guerra, fondare monasteri maschili e femminili. Morto il re, sceglie la vita religiosa, e il 13 maggio 641 viene consacrato vescovo di NoyonTournai dove s'impegna nella campagna di evangelizzazione (e rievangelizzazione) nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosa e della Scelda, nelle terre dei Frisoni. Muore nel 660.
Il Santo del giorno: Sant’Eligio Vescovo
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo
lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai
deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno
sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse:
«Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e
re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò
che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Brano Evangelico: Lc 10, 2124
Contemplo: Beati gli occhi che vedono (Lc 10,23)
L'Avvento, come tutta la nostra vita, è un cammino, una salita verso il «santo monte». Secondo una bella preghiera della Chiesa, questo monte è il Cristo, che ancora «esulta di gioia nello Spirito Santo» e rende lode al Padre, perché lo ha inviato a rivelare il suo amore verso gli uomini. Diceva san Gregorio Magno che «la Scrittura cresce con chi la legge», così anche la nostra fede cresce ogni giorno «perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare» (Is 11,9).
Agisci
Oggi chiederò allo
Spirito Santo il dono
di poter sperimenta-
re un po' della gioia
che viene da lui e
cercherò di diffon-
dere la gioia di Dio
intorno a me.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 9
Lo sapevate che per nascere un bambino deve chi-
nare il capo? Finché mantiene la testa alta egli non
fa altro che procurare dolorose contrazioni alla
mamma. La vita fin dall’inizio è scritta nel segno
della piccolezza, ma nella logica del Vangelo essere
piccoli acquista una dimensione particolare: vuol
dire essere semplici di cuore, non avere manie di
grandezza, saper stare con tutti, riconoscersi biso-
gnosi e figli di Dio Padre, dare molta gioia … Qual è
il piccolo che non dà gioia ai suoi genitori? Chi non
si intenerisce di fronte ad un bambino di pochi me-
si? Nessuno ha paura di chi è piccolo, caso mai è
vero il contrario: i grandi sanno far paura ai piccoli,
perché sanno fare loro molto male, e questo è un
peccato mostruoso. Essere piccoli vuol dire avere
fiducia di in Dio, affidarsi a Lui, perché il suo dise-
gno d’amore si compia, come è stato per Gesù. Da
Dio grande si è fatto piccolo uomo per essere uno di
noi e raggiungerci tutti con la sua divinità fattasi
umanità.
E noi dovremmo essere questi
monti di pace; le messi di grano
che ondeggiano sulle colline.
Noi la fioritura di questa giusti-
zia messianica, segno che egli è venuto, e vie-
ne, e verrà. Ma potremmo cantare, con cuore
pacifico, questo Amen davanti alle sempre
deluse speranze dei poveri?
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Signore Gesù, mite e umile di cuore, tu non giudichi secondo le apparenze, ma conosci nella verità il nostro cuore. Infondi in noi la gioia e lo stupore che
dimorano in chi è piccolo; rinnova la nostra vita facendo germogliare in es-sa i frutti dello Spirito, e donaci cono-scenza e timore perché sappiamo giu-dicare secondo il tuo cuore e scegliere secondo la tua volontà.
Meditiamo la Parola
Nel segno della piccolezza Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 10
Quando con i miei scout
andavo in route
l’atteggiamento più diffi-
cile da condividere era
quello dell’attesa. E’ dif-
ficile aspettare chi ha un
passo più lento del tuo,
dare la mano a chi si
sente schiacciato dal pe-
so del proprio zaino, se-
dersi sul ciglio del sen-
tiero ed attendere chi si
è attardato ai bordi di
una piccola fonte. E’ più
facile condividere un
tozzo di pane o un goc-
cio d’acqua da una bor-
raccia intiepidita dalla
calura che attendere
“chi non ha il tuo stesso
passo”. Conosco donne
che hanno atteso per tut-
ta la vita il loro primo a-
more disperso nella step-
pa gelida della Russia;
mamme, come Santa Mo-
nica, che hanno atteso
per anni la conversione o
il cambiamento di un loro
figliolo. Le donne sanno
attendere perché generare
è attesa. L’Avvento è una
grande attesa, l’attesa di
una visita, di un Dio che
vuole essere concepito e
poi venire alla luce nella
miseria e nella povertà
della nostra vita. L’attesa
cristiana non è una per-
dita di tempo ma dare
pienezza al desiderio che
Dio ha deposto dentro di
noi.
Ci ricorda H.J.M. NOU-
WEN: «Attendere è un
atteggiamento enorme-
mente radicale verso la
vita. È avere fiducia
che ci accadrà qualco-
sa che è molto al di là
della nostra immagina-
zione. È abbandonare il
controllo del nostro fu-
turo e lasciare che sia
Dio a determinare la
nostra vita. È vivere
con la convinzione che
Dio ci plasma secondo
l'amore di Dio e non se-
condo la nostra paura. La
vita spirituale è una vita
in cui noi aspettiamo,
stiamo in attesa, attiva-
mente presenti al mo-
mento, aspettando che
cose nuove ci accadano,
cose nuove che sono mol-
to al di là della nostra
stessa immaginazione o
previsione. Questo, certa-
mente, è un atteggiamen-
to molto radicale verso la
vita in un mondo preoc-
cupato di controllare gli
eventi».
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
L’avvento è una grande attesa, l’attesa di una visita
Attesa: pienezza di un desiderio di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 733 pagina 11
I settimana di Avvento
La comprensione è la ricompensa della fede. Perciò non cercare di capire per credere,
ma piuttosto credi per capire.
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò.
Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti
altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di
stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano
e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi
discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me
e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno
lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto
tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani ave
te?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per
terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i disce
poli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte
piene.
Brano Evangelico: Mt 15, 2937
Cromazio fu vescovo di Aquileia dal 387/388 al 407/408, succedendo a Valeriano. È autore di un Commento al Vangelo di Matteo, rimasto probabilmente incompiuto e di numerosi Sermoni che sono un’importantissima testimonianza della fede e della vitalità dell’antica Chiesa aquileiese. Come esponente dell’ortodossia fu tra i promotori della sconfitta ariana: partecipò
come presbitero al Concilio del 381. Fu animatore di un fervente cenacolo presbiterale al quale attinsero numerosi uoimini di fede e di cultura, tra cui S. Girolamo e Rufino. È il più documentato e valido esempio di vita cristiana e di impegno pastorale che ci giunge dall’antica Aquileia. Del suo zelo pastorale, della sua ardente carità e fermezza
abbiamo testimonianza da S. Girolamo e S. Giovanni Crisostomo. Condivise fino alla morte le travagliate vicende del suo popolo a cause delle invasioni barbariche. Il suo culto ha ricevuto in questi decenni notevole impulso in seguito alla riscoperta e ampia trattazione dei suoi scritti, rimasti per secoli quasi del tutto sconosciuti.
Contemplo: Prese i pani e rese grazie (cf Mt 15,36)
I discepoli di Gesù si domandano ancora oggi: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». È il deserto del mondo senza Dio, il deserto senza amore. Ma la volontà di Gesù è chiara: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio» (Lc 18,27). Gesù prende i nostri poveri pani e, rendendo grazie al Padre, fa sì che ancora oggi, nel deserto del nostro mondo, tutti noi possiamo avere in lui il cibo di vita eterna.
Il Santo del giorno: San Cromazio Vescovo
Mercoledì 2
Dicembre
I Settimana del Salterio
Agisci Il Signore ci nutre e
prepara per noi un
banchetto. Oggi, con
la premura di Maria,
preparo qualcosa di
buono da mangiare
per portarlo n dono a
chi non ne ha.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 12
Gesù, il Dio fatto uomo, viene tra noi. Desidera
ristorarti e consolarti. Se stai zoppicando lungo
la vita, ti curerà quel piede. Se la tua vista è an-
nebbiata e non riesci più a vedere dove cammini,
perché la confusione o la disperazione comin
ciano ad invadere la tua anima, mettiti ai piedi
di Gesù e lascia che tocchi i tuoi occhi, e ti resti-
tuirà la vista. "E la folla era piena di stupore".
L'azione di Dio nella nostra anima è efficace e
causa gioia e stupore. Non siamo mai lontani dal
dolore, nella nostra esistenza terrena. Siamo
toccati soprattutto dalle sofferenze interiori,
che nessuno vede né capisce. Sofferenze che so-
no a volte frutto delle delusioni nelle nostre re-
lazioni con le persone care. Poniti ora alla pre-
senza di Gesù, e sappi che lui vede dove nessuno
può vedere e che vuole restituirti la pace e la
speranza. Forse non ti toglie il dolore, ma ti
chiede di offrirlo al Padre insieme a lui. Ed il do-
lore portato insieme a Gesù purifica, ci fa cre-
scere nella fede e ci permette di vincere l'egoi-
smo. Contemplando Gesù e la sua morte di cro-
ce, il dolore può trasformarsi in speranza e sal-
vezza. Egli, poi, ti offre il suo pane, l'Eucaristia,
il dono di sé, forza e sostegno per il cammino e
l'inizio, già qui, della tua vita per sempre, in pa-
ce con Lui.
Dio, o pastore di costellazioni, Spirito che apri il volo agli infi-niti stormi di uccelli verso i ter-minali delle loro migrazioni;
Spirito che spiri avanti tutti i pensieri degli uomini buoni e giusti; Spirito che conduci i pellegrini dello spirito negli incantati pascoli della santità, e gli erranti riconduci da sper-duti deserti sulle vie della vita, e mai desisti, Divino mendicante, di cercare la pecorella smarrita: se il vederti con gli occhi del corpo è di troppo in questa valle oscura, che almeno sempre oda i tuoi passi mentre mi cammini accanto, o Compagno di traversata; e ciò sia a tua gloria più ancora che il prestarti a gui-dare le stelle nella notte. Amen.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Vieni, Signore Gesù, verso la nostra umanità affaticata e stanca; rivolgi verso di essa il tuo sguardo di compas-sione. Non possiamo camminare senza la forza del tuo pane. Continua, o Si-gnore, a spezzare e donare il tuo pane perché anche noi possiamo sperimen-tare la potenza della tua misericordia e da essa essere sostenuti nel faticoso sentiero della vita.
Meditiamo la Parola
Seguire Gesù sul monte Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Non di solo pane Numero 733 pagina 13
Giovedì 3
Dicembre
I Settimana del Salterio
I settimana di Avvento
Aggiungi la carità: sono utili tutte le cose; sottrai
la carità: a nulla giovano tutte le altre cose.
Sofonia fu il primo di una serie di profeti inviati da Dio nel regno meridionale di Giuda, tra la caduta del regno settentrionale nel 722 a.C. e prima della sua caduta nel 587 a.C. Il contesto storico in cui si colloca la sua vicenda è dopo la morte del re Ezechia con l'ascesa al trono di suo figlio Manasse. Ma questo favorì il ritorno alle pratiche pagane, quali il culto di Baal, l'astrologia, l'adorazione degli
spiriti e il sacrificio di bambini. Perseguitò infine i profeti ed arrivò addirittura a sopprimere il culto a Dio. Suo figlio Amon proseguì sulla strada tracciata dal padre, mentre Giosia, figlio di Amon, tentò di invertire la disastrosa rotta intrapresa dai suoi avi. Nel 621 a.C. infatti attuò una riforma religiosa e morale di vasta portata, in parte stimola
to proprio dagli ammonimenti del profeta Sofonia. Sofonia definì il "resto" con l'immagine della Figlia di Sion (3,1418): una piccola comunità povera di beni materiali, ma soprattutto libera di falsa ricchezza interiore, una comunità sicura della presenza del suo Dio, i cui occhi sono perciò illuminati dalla fede e dalla certezza della vittoria di Dio.
Il Santo del giorno: San Sofonia Profeta
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette
in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Brano Evangelico: Mt 7,21.2427
Contemplo: Ha costruito la sua casa sulla roccia (Mt 7,24)
Chi ascolta le parole di Gesù e le mette in pratica «ha costruito la sua casa sulla roccia». La roccia, affidabile e sicura, dalla quale sgorga l'acqua viva, «è il Cristo» (cf 1Cor 10,4). «Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna. Egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città superba» (Is 26,45). Gesù è la «pietra viva, rifiutata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio». Con Lui la sua Chiesa è «edificio spirituale» (Pt 2,45).
Agisci Signore, oggi ti affido
le guerre che sono nel
mio cuore, i miei con-
flitti interiori e quelli
che vivo con gli altri.
Signore, confido in te,
desidero accettare me
stesso e gli altri e vi-
vere nella tua pace.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 14
Su cosa stiamo costruendo la nostra casa interio-
re? sulla sabbia delle opinioni del mondo o sulla
roccia della Parola immutabile di Dio? Spesso,
troppo spesso, siamo travolti dalle cose da fare
e diamo per assolute una serie di verità che tali
non sono. È il mondo a stabilire le nostre priori-
tà, i nostri sogni, i nostri umori. Se avessimo il
coraggio infine, di prendere sul serio il vangelo!
Di metterlo come fondamenta delle nostre scel-
te quotidiane! Chiederci, davanti a una scelta,
cosa avrebbe fatto Gesù al posto nostro e chie-
dere allo Spirito di intervenire nel nostro discer-
nimento! Le nostre sono case fragili che costrui-
scono quartieri fragili che costituiscono grandi
città fragili basate sull'opinione, sull'emozione,
sulla rabbia, sulla parte oscura che abita in cia-
scuno di noi! Basta un soffio di vento per ribalta-
re le nostre opinioni, per cambiare le nostre pro-
spettive. Siamo preda del sentire comune, inca-
paci, spesso, di avere idee personali. Mettiamoci
alla scuola del vangelo, davvero, sul serio. Fac-
ciamo in modo che sia la Parola a valutare le no-
stre scelte a fornire un giudizio credibile e defi-
nitivo sul mondo.
P.Curtaz
Che mai alcuno confidi in questi potenti; piuttosto scelga di esse-re disperato, minore sarà la sua infelicità. E poi il grande dono
di non sentirsi mai soli e abbandonati! Così il Signore, sia sempre con noi. Perché le battaglie dell'anima sono anche più feroci delle altre battaglie.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
Benedetto colui che viene
nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Come roccia salda è la tua Parola, o Signore. In essa noi troviamo fedeltà e misericordia, in essa noi troviamo pa-ce e sostegno. Ogni giorno, nell'ascol-to della tua volontà, possiamo costrui-re su di essa la casa della nostra vita. Non sappiamo quali venti possono ab-battersi su di essa, ma di nulla avremo timore, perché tu sei con noi.
Medita la parola
Alla scuola del Vangelo
Meditazione a cura della Redazione
Non di solo pane Numero 733 pagina 15
Venerdì 4
Dicembre
I Settimana del Salterio
I settimana di Avvento
Non mandate al domani il bene che potete fare
oggi, perché forse domani non avrete più tempo.
Nacque intorno al 675 a Damasco (da cui Damasceno) in Siria. Suo padre era ministro delle finanze. Colto e brillante, divenne consigliere e amico del Califfo cioè il prefetto arabo che guidava la regione. La frequentazione del monaco siciliano Cosmo, portato schiavo a Damasco, determinò in lui il desiderio di ritirarsi a vita solitaria, in compa
gnia del fratello, futuro vescovo di Maiouna. Andò dunque a vivere nella «laura» di San Saba, piccolo villaggio di monaci a Gerusalemme, dove ricevette l'ordinazione sacerdotale e in virtù della sua profonda preparazione teologica, ebbe l'incarico di predicatore titolare nella basilica del Santo Sepolcro. Tra le sue opere accanto agli inni e ai trattati teo
logici dedicati alla Madonna, è autore del compendio di teologia «Fonte della conoscenza» e de i «Tre discorsi in favore delle sacre immagini». Teologo illuminato e coltissimo, si meritò il titolo di «San Tommaso dell'Oriente». Nel 1890 Leone XIII lo ha proclamato dottore della Chiesa.
Il Santo del giorno: San Giovanni Damasceno
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gri
dando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi
gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare que
sto?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e dis
se: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli
occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sap
pia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella re
gione.
Brano Evangelico: Mt 9, 2731
Contemplo: Avvenga per te secondo la tua fede (cf Mt 9,29)
Cristo, mio Dio, tu hai umiliato te stesso per prendere me, pecora smarrita, sulle tue spalle; su pascoli erbosi mi fai riposare e mi conduci alle acque tranquille della retta dottrina data dai tuoi pastori. Essi, nutriti da te, pascolano il tuo gregge eletto e nobile. Signore, mi hai chiamato per mezzo del tuo sacerdote a servire i tuoi discepoli. Tu solo conosci il tuo disegno. Però, Signore, figlio di Davide, abbi pietà di me e alleggerisci il peso dei miei peccati (Giovanni Damasceno).
Agisci:
Il Signore illumina il
mio cammino: gli
chiedo luce per af-
frontare una situa-
zione che mi blocca,
per imboccare la
giusta strada che mi
indica. Con l'aiuto di
Maria, cerco poi di
seguirla.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 16
"Tanta gente e tanti problemi", questo viene da
pensare, quando si leggono le pericopi, i passi re-
lativi alle guarigioni, che si susseguono in questa
parte del Vangelo. I tempi non sono cambiati. Og-
gi, certo, con la diffusione capillare dei mass me-
dia, l'ammonimento di Gesù ai due ciechi, di non
far sapere a nessuno della loro guarigione, sareb-
be stato ancora più urgente. Altrimenti quanti an-
cora accorrerebbero! Ma perché Gesù non vuole
che la gente sappia dei miracoli? Certo, se lui vo-
lesse, con un cenno potrebbe guarire i ciechi di
tutta la Palestina. In un batter d'occhio, per suo
volere non ci sarebbe più dolore nel mondo inte-
ro. Ma Gesù non cede a questa tentazione. Egli
vuole la nostra fede, non che lo seguiamo perché
esaudisce i nostri desìderi. Credere in Gesù è una
decisione fondamentale. Anche pei i ciechi. A noi,
forse, la loro risposta appare così semplice. Natu-
ralmente chiedono a Gesù di poter vedere; in fon-
do, cosa hanno da perdere? Anziché continuare
nel tentativo di sopravvivere da "ciechi", seduti
alla porta della città ed elemosinando ciò che ser-
ve per vivere, decidono di cambiare completa-
mente. Anche a noi è data questa possibilità. Sta
a noi decidere. Da un lato la comodità di una quo-
tidianità difficile ma conosciuta, dall'altra la pro-
messa della "vera vita". La promessa di vedere
molto oltre. Siamo noi a scegliere, noi a chiedere
con insistenza, quasi urlando. Per il nostro bene.
Chi urla ne è certo. Il Signore chiede anche a noi,
ogni giorno, come ai ciechi: "Credete che io possa
fare questo?". Credete che io possa sostenere la
vostra vita? Credete che tutto quello che vi serve
io ve lo darò? Avete fiducia in me? La risposta af-
fermativa ci sembra così semplice e scontata
quando Gesù si rivolge ai due ciechi. Essi cambie-
ranno completamente la loro vita, la loro situa-
zione di sopravvissuti, il loro ambiente. E noi?
Meditiamo la Parola
Lasciarsi guarire da Gesù Meditazione a cura di don Fabio Marini
«Non paura» di te o dell'uomo
e più, brama di vederti è la fe-
de: il tuo santuario ora è la
terra, e il nido della mia fiducia il tuo cuore.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la
bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Signore Gesù, noi crediamo che tu puoi aprire gli occhi del nostro cuore alla luce vera che illumina la nostra vita. Non lasciarci camminare senza meta, nella nostra cecità. Togli il velo che copre i nostri sguardi. Tu sei que-sta luce vera che ci dona gioia: in te ogni realtà diventa luminosa, bella, vera. Signore, Figlio di Davide, abbi pietà di noi!
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 17
Martedì 8 Dicembre inizie-
rà il giubileo della miseri-
cordia, un Anno Santo, stra-
ordinario dove potremo e-
sperimentare la sollecitudi-
ne di un Dio “che fa più fe-
sta in cielo per un solo pec-
catore che si converte che
per novantanove giusti che
non hanno bisogno di con-
versione”.
L’anno giubilare è innanzi-
tutto un’esperienza di libe-
razione e di rinnovamento:
potremmo definirlo l’inizio
di una nuova crea-
zione, di nuove
opportunità. Nel
Libro del Levito, al
capitolo venticin-
quesimo, viene
prec isato che
“Dichiarerete san-
to il cinquantesimo
anno e proclame-
rete la liberazione
nel paese per tutti
i suoi abitanti. Sa-
rà per voi un giubi-
leo; ognuno di voi
tornerà nella sua
proprietà e nella
sua famiglia”.
Nell’anno giubilare gli schia-
vi venivano liberati, le pe-
ne e i debiti condonati, la
terra ritornava ai legittimi
proprietari. Era un ritorno
alle origini, una sorta di
“anno zero”. Il Cristianesi-
mo ha comunicato al Giubi-
leo ebraico un significato
più pieno e più profondo.
Esso è infatti un perdono
generale, una remissione
totale di tutti i peccati,
compresa la pena che do-
vremmo scontare prima di
accedere alla pienezza del-
la vita eterna. Ma un even-
to così importante per la
vita spirituale e per la sal-
vezza dell’anima non può
prescindere dall’esperienza
del giubileo ebraico, non
può essere distaccata da un
rinnovamento delle nostre
relazioni, dalla capacità di
azzerare le offese e i torti
ricevuti o recati e quindi
sanare qualsiasi forma di
frattura che ci separa da
chi ci sta accanto.
Non sarebbe un giubileo
della misericordia se non
siamo capaci di voltare pa-
gina, di riconoscere i nostri
errori e di perdonare coloro
che ci hanno fatto soffrire.
In quest’anno santo le fami-
glie che vivono antichi o
recenti rancori devono rico-
minciare a parlarsi; le ami-
cizie assopite nel sonno
dell’indifferenza devono
ritrovare una nuova linfa, le
discordie cedere il passo ad
una mutua comprensione.
Guai varcare la Porta Santa
di questo anno di grazia
senza il fermo proposito di
tornare alle origini, di at-
tingere alle sorgenti di una
nuova e più autentica fra-
tellanza.
don Luciano
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Guai varcare la Porta Santa senza il fermo proposito di tornare alle origini
Un fermo proposito di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 733 pagina 18
Sabato 5
Dicembre
I Settimana del Salterio
I settimana di Avvento
Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle
invisibili, perché le cose visibili sono di un momento,
quelle invisibili invece sono eterne.
Nato nel 1856 a Lu
Monferrato nell'Ales
sandrino, Filippo Rinal
di a 21 anni conobbe
don Bosco. Divenuto
prete nel 1882 e mae
stro dei novizi, fu invia
to in Spagna dove divenne Ispettore e contribuì allo sviluppo dei Salesiani in loco. Da vicario generale della congregazione, diede
impulso ai coopera
tori, alla pastorale
vocazionale, istituì le
federazioni mondiali
degli ex allievi e al
lieve, fu attento al
mondo del lavoro.
Sostenne le Figlie di Maria Ausiliatrice e intuì il ruolo delle «Zelatrici», future «Volontarie di don Bosco». Nel 1921 fu
eletto terzo successore
di don Bosco. Morì
nel 1931 a Torino. È
stato beatificato da
Giovanni Paolo II il
29 aprile 1990 nella
piazza antistante la
Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, dove riposa nella cripta della stessa Basilica.
Il Santo del giorno: Beato Filippo Rinaldi
Brano Evangelico: Mt 9,3510,1.68
Contemplo: Gratuitamente avete ricevuto (Mt 10,8)
È facile capire «gratuitamente avete ricevuto», ma la parola seguente «gratuitamente date» significa «servizio». Tutto ciò che abbiamo lo abbiamo ricevuto (1Cor 4,7), ma il modello della Chiesa è Maria: «Ecco la serva del Signore», piena di gratuità. San Paolo, a Mileto, ricorda Gesù che dona gratuitamente e insegna: «Si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35).
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sina
goghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore
che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma
sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai
nella sua messe!».Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiri
ti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando
loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predica
te, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamen
te date».
Agisci
Non voglio farmi giu-
dice delle situazioni
e degli altri. Oggi
affido il giudizio di
ogni cosa a Dio, così
da essere libero di
amare senza ranco-
ri.
Non di solo pane Numero 733 Tempo di Avvento pagina 19
Per il commento a questo Vangelo, mi sono confron-
tata con un’amica, la quale mi ha detto che le parole
significative di questo brano sono insegnare, predica-
re, curare e dare. Effettivamente, sono queste le
parole che emergono dalla lettura del testo. E sono
importanti, perché si comprende che sono tutte azio-
ni che partono dall’esempio stesso di Gesù. Tuttavia,
quell’espressione “Vedendo le folle ne sentì compas-
sione” non riesco proprio a scacciarla dalla mia men-
te. E quel “vedendo” lo traduco con “volendo vede-
re”. Gesù infatti è venuto a cercarci, e se sente com-
passione è perché si lascia scuotere dalla nostra mi-
seria, e ad essa vuole dare risposte. L’esperienza di
Gesù mi sembra ben incarnata da Madre Teresa che
in un’intervista ha raccontato: “Un giorno, mentre
ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ritor-
nare nella mia stanza, ho visto una donna che giace-
va sul marciapiede. Era debole, sottile e magrissima,
si vedeva che era molto malata e l'odore del suo cor-
po era così forte che stavo per vomitare, anche se le
stavo solo passando vicino. Sono andata avanti e ho
visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza
speranza, e mi sono detta: questa è la cosa peggiore
che hai visto in tutta la tua vita. Tutto quello che
volevo in quel momento, era di andarmene via il più
presto possibile e dimenticare quello che avevo visto
e non ricordarlo mai più. E ho cominciato a correre,
come se correre potesse aiutare quel desiderio di
fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima
che avessi raggiunto l'angolo successivo della strada,
una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta lì,
sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che
ora conosco così bene, e ho visto che quella non era
l'unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata
dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffri-
re su quel marciapiede. Mi sono voltata e sono torna-
ta indietro da quella donna, ho cacciato via i topi,
l'ho sollevata e portata al più vicino ospedale”. Se il
cuore di Cristo non avesse “voluto vedere” la donna
abbandonata sul marciapiede, neppure il cuore di
Madre Teresa si sarebbe mosso a compassione.
«È detto nel Salmo: per-
ché buono è il canto al
nostro Dio. Rabbi Eli-
melec così interpretava:
È bene se l'uomo fa cantare Iddio in
lui» (M. Buber).
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
Preghiamo la Parola
Preghiera
Vieni, Signore Gesù, e donaci la forza di annunciare il tuo amore. Sotto il nostro sguardo c'è una messe abbon-dante da raccogliere e noi ci sentiamo stanchi, senza forze. Siamo pochi. Do-naci il coraggio di pregare il Padre perché mandi operai nella sua messe; donaci l'umiltà di lavorare senza la-mentarci, senza contarci, nella fiducia che tu ogni giorno chiami operai che silenziosamente lavorano nel campo del tuo Regno.
Meditiamo la Parola
Volendo vedere Meditazione di don Fiorella Elmetti
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 733
Domenica 29 Novembre 2015
Chiuso il 24/11/2015
Numero copie 1350
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
www.nondisolopane.it