Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

16
Settimanale di preghiera Anno XV - n° 756 Vi insegnerà ogni cosa (cv 14,26) Non di solo PANE Domenica 15 Maggio 2016 VII Settimana del Tempo Ordinario

description

Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.it

Transcript of Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Page 1: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Settimanale di preghiera

Anno XV - n° 756

Vi insegnerà ogni cosa (cv 14,26)

Non di solo

PANE Domenica 15 Maggio 2016

VII Settimana del Tempo Ordinario

Page 2: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756– Tempo Ordinario­ pagina 2

Maggio 2016

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Perché in tutti i Paesi del mondo le donne siano ono-

rate e rispettate, e sia valorizzato il loro imprescin-

dibile contributo sociale.

Intenzione missionaria

Perché si diffonda, in famiglie, comunità e gruppi,la

pratica di pregare il santo Rosario per

l’evangelizzazione e per la pace.

Intenzione dei vescovi

Perché Maria, Madre della Chiesa, ci insegni a vivere

sentimenti di tenerezza e compassione.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente

e misericordioso, ci impegniamo con gioia

nella costruzione della civiltà dell'amore.

Intenzioni mese di Maggio

Page 3: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 3

Domenica 15

Maggio

III Settimana del Salterio

Domenica di Pentecoste Siamo tutti peccatori, ma viviamo la gioia del perdono di Dio e camminiamo fiduciosi

nella sua Misericordia.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i

miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Parà­

clito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la

mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo

dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la

parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràcli­

to, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà

ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Brano Evangelico: Gv 14, 15­16. 23­26

Contemplo: Vi insegnerà ogni cosa (cv 14,26)

Lo Spirito Santo, il Paraclito, il Di­fensore, l'Accompagnatore, il Conso­latore, è la promessa di Gesù ai suoi discepoli, è il Dono del Padre alla Chiesa di Gesù. Sant'Agostino fa parlare Ge­sù così: «Voi mi rendere­

te testimonianza (Gv 15,27) proprio perché lo Spirito mi renderà testimo­nianza. Egli nei vostri cuori, voi con le vostre voci; Egli con la sua ispira­zione, voi facendo sentire la vostra voce secondo la profezia: "Per tutta la terra si diffonde la loro voce" (Sal 18,5)».

Agisci

... Lo Spirito scende su un gruppo di per-sone riunite insieme. La preghiera comuni-taria è importante e più potente di quella individuale. Oggi mi farò promotore di un momento di preghie-ra che coinvolga altre persone(famil iari , vicini di casa, ami-ci...).

Il santo del giorno:

Pentecoste

Presso gli Ebrei la festa era inizialmente denomi­nata “festa della mietitu­ra” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pa­squa ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei testi bibli­ci è sempre una gioiosa f e s t a a g r i c o l a . È chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette

settimane dopo la Pa­s q u a ; n e l g r e c o ‘Pentecoste’ significa 50ª giornata. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle Settima­ne”, è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31­32. Quindi lo scopo primiti­vo di questa festa, era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al po­polo ebraico, cioè la pro­mulgazione della Legge

mosaica sul Monte Sinai. Secondo il rituale ebrai­co, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da q u a l s i a s i l a v o r o , un’adunanza sacra e par­ticolari sacrifici; ed era una delle tre feste di pel­legrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

Page 4: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 4

At 2,1­11

Tutti furono colmati di Spirito san­

to e cominciarono a parlare

Babele era stato il luogo nel quale Dio

aveva confuso tutte le lingue degli uo-

mini perché essi, accecati dalla loro

superbia, non si capissero più. La su-

perbia, infatti, crea sempre divisione e

non permette di parlare una lingua co-

mune. A Gerusalemme, il giorno di Pen-

tecoste, avviene un miracolo atteso da

secoli: il peccato che aveva diviso gli

uomini viene cancellato dallo Spirito

Santo, che ricrea l'unità fra tutti gli uo-

mini e tra essi e Dio. Ora lo Spirito

scende e crea la Chiesa, cioè la comu-

nità dei credenti che per tutti i secoli

parlerà la stessa lingua: è il linguaggio

dell'amore, che unisce i cuori e rende

uomini nuovi. Tu sai parlare questo lin-

guaggio? Sai farti capire con questo lin-

guaggio da tutti coloro che ti stanno

vicino?

Dalla Prima Lettura Disponibili alla sua azione

Preghiera

Tu o Maria sei unita nella preghiera con gli

Apostoli nel Cenacolo. Lì per opera dello Spiri-

to, dono di Cristo Risorto, nasce la Chiesa,

comunità di amore, in cui ogni barriera fra gli

uomini viene abbattuta. Questa è la missione

della Chiesa e di ogni cristiano: riconciliare

gli uomini con Dio e tra loro per fare dell'u-

manità intera una comunione di persone. O

Signore, lo stesso Spirito Santo che era sceso

su Maria per far nascere in Lei Gesù figlio di

Dio, scende di nuovo su di Lei e sugli Apostoli

nel cenacolo per dare vita alla Chiesa, Corpo

Mistico di Cristo. Concedi, ti preghiamo, che i

cristiani siano nel mondo segno e forza attiva

di unità fra tutti gli uomini.

Meditiamo la Parola

La forza dello Spirito Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Come assetati, accostiamoci alla fonte

dell'acqua viva. Riconoscendo le nostre

stanchezze interiori, chiediamo al Signo-

re di accendere un fuoco nel cuore,

spento alla gioia a motivo di effimeri,

vani entusiasmi. Egli è pronto a riversa-

re in noi quell'acqua che sazia la sete

profonda, che lava una vita offuscata da

errori e peccati. Egli vuole donarci la

fiamma che illumina, riscalda e purifica

l'uomo. Se amiamo, se solo vogliamo im-

parare ad amare alla scuola di Cristo, cu-

stodendo le sue parole, ci verrà donata

una nuova condizione di esistenza: lo

Spirito di Dio prenderà dimora in noi co-

me in Gesù, rendendoci in lui figli di Dio,

liberati dalla schiavitù del peccato e

dunque liberi di scegliere la sequela di

Cristo come via della vita. Maestro inte-

riore, egli insegna al cuore la preghiera

filiale, l'abbandono confidente del

bambino che si sa amato e portato da

suo padre. Divino artista, trasfigura il

volto interiore di ciascuno come irripeti-

bile immagine del Figlio unigenito. Testi-

mone verace, ci farà comprendere e ri-

cordare i segreti del regno dei cieli.

Page 5: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 5

Lunedì 16

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana del Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

Sant’Ubaldo di

Gubbio

Appartenente ad una nobi­

le famiglia originaria della

Germania. Rimasto ben

presto orfano di entrambi

genitori, Ubaldo fu alleva­

to da un omonimo zio che

curò la sua educazione

religiosa e l’intellettuale.

Ordinato sacerdote nel

1114, qualche anno più

tardi Ubaldo veniva eletto

priore della sua canonica,

di cui riformò la discipli­

na e il costume. La fama

del suo nome e delle sue

virtù si era diffusa al di

fuori della sua città, tanto

che Perugia nel 1126 lo

acclamò suo vescovo.

Ubaldo però, schivo di

tanto onore, si recò subito

a Roma per chiedere al

Papa Onorio II di essere

esonerato da tale incarico,

ottenendone grazia. Il

vescovo Ubaldo governò

la diocesi di Gubbio per

31 anni, durante i quali

superò felicemente avver­

sità ed ostacoli, riuscendo

a piegare con la dolcezza i

suoi nemici e ad amman­

sire gli avversari con la

mitezza d’animo.

In quel tempo, Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte e arrivando presso i disce­poli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigi­disce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragaz­zo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gri­dando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti diceva­no: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Brano Evangelico: Mc 9, 14­26

Contemplo: Aiuta la mia in-

credulità (Mc 9,24)

Un padre chiede a Gesù la guari­gione del figlio. I discepoli di Ge­sù non sono riusciti a guarirlo, e possiamo comprendere lo stato d'animo di quell'uomo. Gesù lo

invita a credere: «Tutto è possibi­le per chi crede», ed egli rispon­de: «Credo; aiuta la mia increduli­tà!». Sia questa la nostra preghie­ra quando ci sentiamo poveri di fede e siamo stretti nel bisogno.

Chiediamo al Signore di avere la tenerezza che ci fa vedere i poveri con comprensione e amore,

senza calcoli e senza timori

Papa Francesco

Agisci

... Per me che cosa significa fare opera di pace? C'è sicuramente una relazione che non vivo nella pace, con un familiare, con un collega di lavoro... Oggi mi impegnerò a fare concretamente un primo passo verso questa persona

Page 6: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 6

L’amore di Dio per te non è una

parola vana, è una parola che

realizza ciò che porta in sé, è parola efficace,

operante. Come l'incontro con l'altro ti cam­

bia, così l'incontro con il Dio di Gesù Cristo

ti trasforma nella profondità del tuo essere.

Tra il Dio trinitario e te l'alleanza è così tota­

le, così intima, così concreta, che è ormai

impossibile parlare di lui, senza parlare nello

stesso tempo di te. Fra me e te, dice Dio, vi è

un legame che nulla potrebbe infrangere, lo

sono il tuo Dio, tu sei il mio figlio. Mettere­

mo in comune, io la mia eternità, la mia vita

e la mia santità, tu il tuo quotidiano, la tua

vita terrena e la tua povertà. La tua esistenza

si unirà alla mia, e non saremo mai più sepa­

rati, perché io sono Dio e non metterò più in

questione la mia alleanza. (...)

Fra me e te vi è una comunione di essere sul­

la quale si radica una comunione di sguardi e

di amore.

Jean Lafrance

Dalla Prima Lettura Ecco la vera sapienza!

Preghiera

Signore Gesù, la tua parola di oggi,la vicen-

da di «quel tale»,in cui ci riconosciamo: un

gioco di specchi, da un lato, nel quale cer-

chiamo e riflettiamo sempre e solo il nostro «io», in una sterilità che ci rattrista... dall'al-

tro un abbandono fiducioso al tuo amore, che

non chiede altro che di essere accolto e rido-

nato. E noi, troppo immobili, a quel bivio.

Perdonaci, Signore!

Medita La Parola

Fino a quando si sciolgono i nodi Meditazione di Fiorella Elmetti

"Bisogna pregare, pregare di più, pregare meglio

con umiltà e fiducia, pregare con Maria che tutti

può ottenere. Dobbiamo restituire alla preghiera

suo primato, la sua importanza, la sua dignità,

semplice e solenne come conviene al culto de

vero Dio e al colloquio filiale col Padre, mediante

il Figlio nello Spirito Santo". Questo bel pensiero

di Papa Paolo VI me lo sono ritrovato d'improvvi-

so davanti agli occhi, come tanti altri pensieri

che riporto qui e che mi arrivano proprio quando

servono. Calza bene con il vangelo di oggi, dove

gli apostoli sono incapaci di 'fare" come Gesù.

Loro, me lo immagino, si saranno richiamati a

compiere qualche gesto, come fanno i maghi o i

santoni. Gesù, invece, li riporta all'origine della

loro sequela. C'è l'amore di Dio da portare alla

gente, e c'è da farlo con cuore, mani e piedi di

uomo. È questa vicinanza che scuote, interroga,

risana. Pregando e stando a contatto con la gen-

te, racconta un sacerdote che ha il dono di far

esorcismi: "A volte le persone vessate dal mali-

gno stra­mazzano di colpo, per sottrarsi dall'in-

fluenza negativa, per lo scontro fra il bene e il

male, perché non reggono alla preghiera, sono

come fulminate dalla preghiera. Altre volte si

agitano e tu lo senti, ascolti, tocchi il dolore,

come il medico ascolta il cuore e i polmoni. Alcu-

ni resistono in tutti i modi. Senti la resistenza

allora insisti finché crollano e in quel crollo si

allentano le tensioni, si sciolgono i nodi, si riposa

da dure tensioni e trazioni del male che scuotono

le persone e le rendono nervose, agitate e inson-

ni". Già, ma bisogna pregare con insistenza, di

giorno e di notte, per giorni, mesi o anni, realiz-

zando con la pazienza quanto dice san Paolo di

se stesso: "noi abbiamo il pensiero di Cristo.., per

poter compiere le opere di Cristo".

Page 7: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 7

Martedì 17

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana del Tempo Ordinario

Il segreto della vita cristiana è l’amore. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini

negative che il male apre nei cuori.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideran­no; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Agisci

... Gesù, il Figlio di

Dio, si è fatto nostro

servo chiedendoci di

imitare il suo esem-

pio. Oggi coglierò

un'occasione propi-

zia per compiere un

gesto di servizio nei

confronti di qualcu-

no.

Contemplo: Umiliatevi da-

vanti al Signore (Gc 4,10)

L'umiltà è un tratto essenziale del discepolo di Gesù: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35). Questo è l'insegnamento di Gesù,

che ci invita a metterci a servizio degli altri. San Giacomo ci esorta a riconoscere la nostra miseria, coscienti che di fronte al Signore s i a mo p o v e r e c r e a t u r e : «Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà» (Gc 4,10).

Il Santo del giorno: Santa Giulia Salzano Giulia Salzano trascor­se la sua vita dai di­ciannove anni in poi nella città di Casoria, in provincia di Napoli, dov’era stata destinata come maestra elemen­tare. Non si limitò tut­tavia all’insegnamento, ma s’impegnò anche nella diffusione del catechismo. Insieme ad alcune compagne diede

vita alle Suore Catechi­ste del Sacro Cuore, col compito di far conosce­re e amare Dio da tutti gli uomini. Morì a Ca­soria il 17 maggio 1929, a 83 anni. Beati­ficata a Roma il 27 a­prile 2003, è stata ca­nonizzata il 17 ottobre 2010. I suoi resti mor­tali sono venerati nella cripta sottostante la chiesa della Casa ma­dre delle Suore Cate­chiste del Sacro Cuore

a Casoria, in piazza Giovanni Pisa 20. Martirologio Roma-no: A Casoria vicino a Napoli in Campania, beata Giulia Salzano, vergine, che fondò la Congregazione delle Suore Catechiste del Sacratissimo Cuore di G e s ù p e r l’insegnamento della dottrina cristiana e la diffusione della devo­zione. verso l’Eucaristia.

Brano Evangelico: Mc 9, 30­37

Page 8: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 8

I piccoli fratelli del Sacro Cuore di

Gesù elargiranno l'elemosina, l'o­

spitalità e le medicine con estrema carità,

come a dei fratelli amatissimi, a tutti coloro

che le chiederanno, cristiani o infedeli, buoni

o cattivi. Circonderanno di cure particolari i

poveri e gli afflitti, membra sofferenti di No­

stro Signore Gesù, e i peccatori e gli infedeli,

per «vincere il male con il bene» (Rm 12,21).

Essi non faranno nessuna distinzione di per­

sone (Gc 2,9). Tranne che per ragioni di salu­

te, daranno a tutti gli ospiti, ai più poveri co­

me ai più ricchi, lo stesso cibo, lo stesso al­

loggio, le stesse cure, vedendo in tutti l'unico

Gesù. Che la loro universale e fraterna carità

risplenda come un faro, che nessuno, nemme­

no il peccatore e l'infedele, ignori che essi

sono gli amici universali, i fratelli universa­

li.., che la loro fraternità è un porto, un asilo

in cui ogni essere umano, soprattutto povero

e afflitto, è fraternamente invitato, desiderato

e accolto a ogni ora.

Charles de Foucauld

Lettura spirituale

L’ospitalità

Preghiera

Signore Gesù, noi ti ringraziamo: la tua Parola,

ineffabile, alla vigilia della tua passione e il con-

gedo umile e fiero di Paolo, conscio dell'immi-

nenza della propria morte, richiamano al nostro

cuore realtà che ci superano enormemente. Solo

la piccolezza è l'angolo privilegiato da cui con-

templare e partecipare a questi doni d'amore,

senza smarrire l'orientamento, senza farcene

sopraffare, pronti a fare il nostro piccolo passo,

quando tu ce lo chiederai. Alleluia!

Meditiamo la Parola

Accogliere il regno come bambini Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Oggi la lettera di Giacomo e il Vangelo di Marco

ci invitano all'umiltà propria del bambino. C'e, in­

fatti, l'umiltà eroica di Giobbe che sa accogliere da

Dio il bene e il male. Ma essa è di quei pochi che

crescono in saggezza, proprio attraverso le prove

della vita. C'è la cosiddetta "umiltà" di chi si ritie­

ne di per sé meschino, perché ha ricevuto un solo

talento e lo sotterra. Questa, però, non è veramente

umiltà ma si tratta di complesso d'inferiorità e di

man­canza della giusta autostima. C'è, infine, l'u­

miltà di chi si fida di Dio, sempre, soprattutto nel

tempo del dolore. È l'umiltà di Gesù che, nel Ge­

tsemani, angosciato per la morte imminente, gridò

a Dio, chiamandolo: "Abba, papà!", come fa il

bambino, quando vuole essere confortato. Quest'u­

miltà fiduciale non si inventa nel momento della

prova, piuttosto emerge in essa se prima abbiamo

fatto esperienza dell'abbraccio amoroso di Dio. Il

Getsemani sup­pone il Tabor e tutti gli altri mo­

menti di preghiera solitaria nella quale Gesù sentì

fortemente l'amore del Padre suo. Anche Maria

trovò la forza di restare sotto la croce del Figlio,

perché aveva conservato nel suo cuore le parole

con cui l'Angelo la assicurava che lei aveva trovato

sempre grazia davanti a Dio. Poi vengono i Mar­

tiri, i quali hanno saputo affrontare intrepidi i più

atroci tormenti, perché nell'Eucaristia celebrata

nelle loro Comunità avevano "gustato quant'è buo-

no il Signore". Infine, noi, che per essere umili

dobbiamo seguire "la piccola via" che ci ha propo­

sto santa Teresa di Gesù Bambino, la quale ha sa­

puto cantare all'Amore, anche quando, spiritual­

mente parlando, si sentiva all'inferno. E ha saputo

far questo perché, nel tempo della consolazione, si

è lasciata letteralmente cullare dal suo Buon Dio.

Prendiamo, dunque, sul serio i nostri momenti di

preghiera, e in essi, come bambini, lasciamoci ab­

bracciare da Dio, nostro Padre amoroso.

Page 9: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 9

VII Settimana del Tempo Ordinario

Gesù ha voluto conservare le sue piaghe per farci sentire la sua Misericordia.

Questa è la nostra forza, la nostra speranza.

Papa Francesco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno

che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché

non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è

nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare

male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Brano Evangelico: Mc 9, 38­40

Contemplo: Beati i poveri in

spirito (Salmo responsoriale)

La povertà in spirito è affidarsi in tutto al Signore, anche nelle cose di tutti i giorni. San Gia­como ci insegna a dire: «Se il Signore vorrà, vivremo e fare­

mo questo o quello» (Gc 4,15), come a dire che dobbiamo fare tutto coscienti che abbiamo bisogno dell'aiuto del Signore, certi che egli vuole il nostro vero bene e ci guida ogni gior­no con il suo amore.

Mercoledì 18

Maggio

III Settimana del Salterio

Agisci Mi impegnerò a vive-re questa giornata costantemente rivol-to al Signore, of-frendogli gioie e do-lori, ringraziando e invocando il suo aiu-to.

Il Santo del giorno:

Beato Guglielmo

da Tolosa

Il beato Guglielmo

nacque a Toulouse, in

Francia, verso l’anno

1 2 9 7 ed e n t r ò

nell’Ordine agostiniano

a circa 19 anni di età.

Compiuti gli studi a

Parigi, trascorse la

maggior parte della sua

vita a Tolosa. Di senti­

menti assai delicati,

buon predicatore, attirò

molte persone alla vita

religiosa. Amante della

povertà, si dimostrò

tenerissimo verso i po­

veri. Coltivò la mortifi­

cazione, ma la caratte­

ristica della sua vita fu

la preghiera, tanto che

«pregare o contemplare

o parlare di Dio» costi­

tuiva la sua attività pre­

ferita. Morì il 18 mag­

gio 1369. Il papa Leo­

ne XIII confermò il suo

culto nel 1893. Il beato

Guglielmo ci indica la

via per vivere conti­

nuamente alla presenza

di Dio.

Page 10: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10

Buona è la legge della carità e dolce,

la si sop­porta leggermente e dolcemente, anzi

essa ren­de sopportabili e leggere anche le leggi

degli schiavi e dei mercenari, che non distrugge

ma fa in modo che si compiano, perché il Si-

gnore dice: « Non son venuto ad abolire, ma a

com­piere la legge» (Mt 5,17). Essa modera

l'una, dà ordine all'altra, allevia l'una e l'altra.

La carità non si troverà mai senza timore,

ma un timore puro; non si troverà mai senza

desi­derio, ma un desiderio ben indirizzato.

La carità adempie infatti la legge dello schia­

vo, infondendovi la religiosità; adempie quella

del mercenario, stabilendo una regola alla sua

brama.

Pertanto la religiosità quando si accoppia al

timore non lo annulla, ma lo rende puro. Ne

esclude solo l'idea del castigo, cui esso rima­

neva legato finché continuava a essere quello

dello schiavo; così il timore rimane nei secoli

dei secoli, ma puro e filiale.

Bernardo di Chiaravalle

Lettura spirituale

La legge dell’amore

Preghiera

Signore, ti ringraziamo: infinitamente amati e accompagnati da te, attingiamo la forza di essere compagni di via, di a-mare e rispettare i nostri fratelli, di es-serne compagni consapevoli e per questo discreti. Grazie a te, Signore,al tuo e-sempio di custode tenerissimo, giunge a compimento la risposta definitiva alla domanda rapace di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Per te, con te, Signore, sì lo siamo, per tua gra-zia, per tutti, per sempre. Alleluia!

Meditiamo la Parola

Con due bottiglie di coca cola Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

Raccontano che una povera donna avesse avuto

sette figli con sette uomini diversi che mai si pre­

sero cura dei bambini. Non lo fecero i suoi aman-

ti (che certo la usavano approfittando della sua

limitatezza), ma, proprio a causa di ciò, non lo

fecero nemmeno i preti a cui lei si rivolse per far

battezzare i suoi figli. Solo il Card. Bergoglio, ora

papa Francesco, non appena egli venne a cono-

scenza della situazione, avvicinò la donna e i suoi

figli. Una domenica li battezzò tutti, e per l'occa-

sione diede un piccolo rinfresco con il poco che

riuscì a racimolare: due bottiglie di coca cola,

qualche sacchetto di patatine e una torta fatta in

casa. A questo aneddoto mi sono detta che di

fronte a Dio dovremo rispondere di quanti, giudi-

candoli indegni, allontaniamo dalla fede in Cri-

sto. Scrive Padre Ermes Ronchi: "Il primo posto

nel Vangelo non spetta alla morale, ma alla fede,

alla relazione affettuosa con Dio, allo stringersi a

Lui come un bambino si stringe al petto della ma-

dre e non la vuoi lasciare, perché per lui è vita".

Dobbiamo lasciare spazio al Signore, non ai giudi-

zi umani. Dobbiamo credere nell'azione dello Spi-

rito Santo, ricordando l'insegnamento di Gesù:

"Lo Spirito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà

tutto quello che vi ho detto". Questa, a detta di

Padre Ermes, è "Una affermazione colma di bel-

lissimi significati profetici. Due verbi: Insegnare e

Ricordare. Sono i due poli entro cui soffia lo Spi-

rito: la memoria cordiale dei grandi gesti di Gesù

e l'apprendimento di nuove sillabe divine; le pa-

role dette «in quei giorni» e le nuove conquiste

della mente e dell'anima che lo Spirito induce.

Colui che in principio covava le grandi acque e si

librava sugli abissi, continua ancora a covare le

menti e a librarsi, creatore, sugli abissi del cuo-

re".

Page 11: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 11

Giovedì 19

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana del Tempo Ordinario

I Sacramenti sono la presenza di Gesù Cristo in noi. Per questo è importante

confessarsi e fare la Comunione.

Papa Francesco

Il Santo del giorno: Beato Agostino Novello Il beato Agostino nac­que a Tarano (Rieti). Studiò a Bologna di­ritto e fece parte della corte del re Manfredi di Sicilia. Entrò nell’Ordine come fra­tello laico nell’eremo di Rosia, presso Lec­ceto, occultando la sua cultura e la sua

posizione sociale con una vita austera e pe­nitente. Scoperto il suo valore, fu condot­to a Roma dal beato Clemente e avviato al sacerdozio. Nominato penitenziere della Cu­ria romana, nell’anno 1298 fu eletto Priore Generale. Nel 1300, rinunziò al suo ufficio e si ritirò nell’eremo di San Leonardo al

Lago, presso Lecceto. Morì il 19 maggio del 1309 o 1310. I suoi resti mortali sono ve­nerati nella chiesa parrocchiale di Ter­mini Imerese (PA).

Etimologia: Agostino

= piccolo venerabile,

dal latino.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestin­guibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Brano Evangelico: Mc 9, 41­50

Contemplo: Siate in pace tra

voi (cf Mc 9,50)

Gesù ci esorta ad «avere sale» in noi stessi e a essere «in pace gli uni con gli altri» (Mc 9,50). Il sa­le è il simbolo della sapienza, di ciò che porta sapore alla vita, la rende degna di essere vissuta. Oc­

corre saper valutare le cose alla luce di Dio, secondo la sua sa­pienza, questo ci aiuterà nei mo­menti di difficoltà a ristabilire la pace nell'intimo di noi stessi e tra di noi.

Agisci

Cercherò di fare at-

tenzione alle espe-

rienze di bene che

ho attorno a me e

troverò il modo di

collaborare con chi

vi opera.

Page 12: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12

Giac 5,1­6 Il salario dei lavoratori che voi non avete pagato, grida, e le loro proteste

sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente.

Ciò che Giacomo nella sua lettera

condanna, non è la ricchezza in

quanto tale, ma quella ricchezza ac-

cumulata per mezzo del sopruso e

della violenza, dell'ingiustizia e della

frode. Arriverà il momento del giudi-

zio e questa ricchezza si trasfor­

merà in accusa contro colui che l'ha

conseguita così, determinandone la

rovina. Sono passati molti secoli da

quando Giacomo scriveva queste co-

se, ma ancora oggi e, forse, oggi più

di allora, sono molti quelli che scel-

gono di arricchirsi sfruttando gli altri

e calpestandone la dignità. La Chiesa

non ha mai smesso di far sentire la

sua voce anche in questo campo,

Chiedendo a ogni cristiano di dare il

suo contributo, ovunque si trovi a

operare, per una società più giusta e

rispettosa della dignità di ogni uomo.

Lettura spirituale

La dignità di ogni uomo

Preghiera

Come bambini, Signore, il nostro cuore si altera al pensiero che qualcuno sia più amato di noi, come bambini dubitiamo e vacilliamo, se la tua forte mano non ci sostiene e non ci afferra. Ma come bam-bini possiamo rialzarci a ogni caduto e, ritrovato il sorriso del cuore, rispondere con la mano tesa al tuo richiamo, che manifesta il tuo progetto per noi: «Seguimi!». Alleluia!

Meditiamo la Parola

La morte, ma non peccati Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

La messa in guardia di Gesù dagli scandali e le

maniere drastiche che egli ci propone per evitar-

li, non sembrarono troppo dure al giovane Dome-

nico Savio che, alla scuola di san Giovanni Bosco,

aveva formulato questo proposito: "Preferisco

morire, piuttosto che peccare". Alle stesse con-

clusioni arrivò la santa che oggi ricordiamo: Rita

da Cascia, sposa, madre, vedova, poi monaca a-

gostiniana. Lei, mamma tenerissima dei suoi due

figli, piuttosto che vederli peccare per vendicarsi

di un grave affronto subito, chiese al Signore che

li facesse morire ancora innocenti. E fu esaudita,

perché la vita dell'anima dei suoi figli valeva, ai

suoi stessi occhi, più di quella del corpo. Con

questa sua scelta, Rita dimostrò di non essere da

meno della coraggiosa madre di cui ci parla il se­

condo libro dei Maccabei. Questa donna, "pur

vedendo morire sette figli in un sol giorno, sop-

portava tutto serenamente, per le speranze po-

ste nel Signore", e al più piccolo arrivò a dire:

"Figlio, accetta la morte, perché io ti possa ria-

vere, insieme con i tuoi fratelli, nel giorno della

misericordia" (2Mac 7,20.29). Scelte del genere,

oggi ci sembrano umanamente assurde; eppure,

se prendiamo sul serio il Vangelo, non c'è altra

via per la quale possiamo entrare nel Regno. Sen-

za arrivare all'estrema conseguenza della morte,

possiamo almeno intraprendere la strada, antica

ma sempre attuale, della mortificazione. Così,

per esempio, non scandalizziamo il povero tenen-

do chiusa la mano all'elemosina, ma priviamoci

almeno del superfluo per condividerlo con lui. E,

in­vece d'affrettare i nostri piedi per andare in

casa di amiche dove ci sarà impossibile vincere la

tentazione di spettegolare sugli altri, mettiamo

un freno alla nostra lingua, come ci chiede la

Scrittu­ra. Infine, non diamo più spazio alla cu-

riosità morbosa, lasciando che i nostri occhi si

fermino troppo a lungo su immagini tele­visive

affatto edificanti; facciamoci, piuttosto ciechi,

secondo il Vangelo, avremo più tempo e libertà

per "vedere Dio" in una preghiera più profonda e

meno disturbata

Page 13: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 13

Venerdì 20

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana del Tempo Ordinario

Vivere la carità significa non cercare il proprio interesse,

ma portare i pesi dei più deboli e poveri.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli inse­gnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria mo­glie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argo­mento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, com­mette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, com­mette adulterio».

Brano Evangelico: Mc 10, 1­12

Contemplo: Benedici il Signo-

re, anima mia (Salmo responsoria-

le)

Ogni giorno dovremmo ringrazia­re il Signore per quello che ci dà. Se a volte è facile ringraziarlo per i benefici, altre volte dobbiamo

riconoscere di aver bisogno di pa­zienza. San Giacomo ci ricorda che sono beati quelli che sono sta­ti pazienti (cf Gc 5,11). Dobbia­mo, in fin dei conti, benedire il Signore e ringraziarlo anche per quei momenti in cui dobbiamo aver pazienza, perché questa è la via della vera beatitudine.

Agisci:

Per amare il prossi-

mo non è necessario

compiere gesti eroi-

ci, bastano le picco-

le attenzioni. Oggi

compirò un gesto di

generosità offrendo

qualcosa a qualcu-

no.

Il Santo del giorno: San Bernardino da Siena Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, era nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile fa­miglia senese degli Albizze­schi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu allevato a Siena da due zie. Frequentò lo Studio senese fino a ventidue anni, quando vestì l'abito francescano. In seno all'ordine divenne uno dei principali propugnatori

della riforma dei francesca­ni osservanti. Banditore della devozione al santo nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di le­gno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche. Stenografati con un metodo di sua invenzio­ne da un discepolo, i discor­si in volgare di Bernardino sono giunte fino a noi. Ave­va parole durissime per quanti «rinnegano Iddio per un capo d'aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe

che rodono le ossa del pove­ro». Anche dopo la sua morte, avvenuta alla città dell'Aquila, nel 1444, Ber­nardino continuò la sua opera di pacificazione. Era infatti giunto morente in questa città e non poté te­nervi il corso di prediche che si era prefisso. Persi­stendo le lotte tra le opposte fazioni, il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue e il flusso si arrestò soltanto quando i cittadini dell'Aquila si rappacificaro­no.

Page 14: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14

Gesù a poco a poco ha educato

i discepoli a contemplare il mistero di

Dio unico, non come mistero solitario

ma come mistero di amore e di dono.

E noi a mano a mano che facciamo l'e-

sperienza di un posto, di una ricerca, di

una identità secondo il Vangelo giungia-

mo a capire un poco di più dove ci porta

il mistero di Dio e dove stiamo andando.

Certamente ci sono nel mondo molti ma-

li, molte ingiustizie, molte crudeltà,

molti misteri; molti li viviamo anche noi

da vicino, ma sappiamo che Gesù è vit-

torioso sul male del mondo, non può la-

sciare che il male del mondo trionfi.

Abbiamo in mano la vittoria, la carta

vincente e con essa operiamo, pur

nell'umiltà e nella modestia della nostra

vita storica.

Carlo Maria Martini

Lettura Spirituale

Vittoriosi con Cristo

Preghiera

Signore Gesù, noi ti ringraziamo! La tua parola di oggi porta a compimento il Vangelo di Giovanni e gli Atti degli apo-stoli. Eppure il nostro cuore attende an-cora… altre parole, altri gesti… Tutto è compiuto da te, ma tutto è da compiere ora, per ciascuno di noi. Nella sequela, nella preghiera e nell'amore reciprocosi scriveranno le nuove parole del vangelo di vita con la nostra vita. Alleluia!

Meditiamo la Parola

I due saranno una carne sola Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Se ai tempi di Gesù ci si rifaceva all'autorità di

Mosè per giustificare il divorzio, oggi ci si appella

soltanto alla propria coscienza e ai "casi della

vita". Separarsi è più facile e frequente; con gra-

ve danno della stabilità familiare e della stessa

nostra società. Ma è inutile piangere o recrimina-

re sui tempi cattivi. Occorre, piuttosto, rievange-

lizzare il matrimonio e accompagnare con una

pastorale adeguata le coppie che vogliono vivere

coerentemente il sacramento di cui sono stati —

e sono ancora — ministri. Dobbiamo tutti seguire

gli insegnamenti di Gesù e riandare al progetto

divino che ha fatto della famiglia un'icona perfet-

ta della Trinità. I coniugi tra loro, e i genitori nel

riguardo dei figli, sono e devono rimanere diver-

si, ma restare uniti dall'amore che valorizza le

differenze nella complementarietà. Per attuare

tale progetto, gli sposi cristiani devono arrivare

ad amarsi "come Cristo ha amato la Chiesa, fino

al punto di sacrificare se stesso per lei" (Ef 5,25-

27). Se il Signore chiede tanto a quei suoi discepo

­li chiamati alla vocazione matrimoniale, è per-

ché, con la grazia propria del sacramento, dà lo-

ro una forza sufficiente, anzi sovrabbondante. Le

inevitabili difficoltà della vita di coppia devono

essere superate con il perdono quotidiano, mai

con le rotture senza alternativa, come oggi, trop-

po spesso, si arriva a fare. È sano realismo appli-

care agli sposi la raccomandazione che san Bene-

detto fa ai suoi monaci, nella Regola: ogni giorno

preghino insieme e ad alta voce il Padre nostro,

perché «vincolati dalla promessa fatta con l'ora-

zione stessa quando dicono: "Perdona a noi come

anche noi perdoniamo", risolvano tutte le spine

dei contrasti che nascono abitualmente» in ogni

tipo di convivenza umana. Questo suppone che i

coniugi cristiani preghino abitualmente insieme e

credano alla promessa d'efficacia che Gesù ha

legato alla preghiera fatta in comune.

Page 15: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

Meditiamo la Parola

Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Non di solo pane ­ Numero 756 ­ pagina 15

Sabato 21

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana del Tempo Ordinario

L’amore di Dio non è generico. Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna,

con un nome e cognome.

Papa Francesco

Brano Evangelico: Mc 10, 13­16

Contemplo : Ti rendo lode,

Padre (Canto al Vangelo)

Gesù rende lode al Padre poiché ha dato il regno dei cieli ai bam­bini e a quelli che sono come loro: «Lasciate che i bambini vengano a me: a chi è come loro

infatti appartiene il regno di Di­o» (Mc 10,14). Facciamo nostra la lode di Gesù, ringraziamo il Padre e chiediamogli di liberare il nostro cuore da ogni pre­sunzione per diventare semplici e puri come i bambini.

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse,

ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e

disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite:

a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico:

chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non

entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo

le mani su di loro.

Agisci

Se ho vissuto l'espe-

rienza del matrimo-

nio, oggi mediterò su

questo sacramento

che ha trasformato

la mia vita; se non

sono sposato preghe-

rò per tutti gli sposi,

perché possano man-

tenersi fedeli nel lo-

ro amore.

Il santo del giorno: Sant’Eugenio Mazenod Nato ad Aix in Proven­za il 1° agosto 1782 figlio di una nobile famiglia, Carlo Giu­seppe Eugenio Maze­nod trascorre la sua gioventù in Italia, esule della rivoluzione fran­cese. Torna in patria nel 1802, sei anni più tardi, entra nel Semina­rio di San Sulpizio a Parigi e viene ordinato

sacerdote ad Amiens nel 1811. Torna ad Aix e qui, nel 1816, fonda la Società dei missio­nari di Provenza che più tardi si chiameran­no Oblati di Maria Im­macolata. Nominato vicario della diocesi di Marsiglia e poi, nel 1837, vescovo " per ben 37 anni" , attua pienamente il suo mot­to: «Mi ha mandato per evangelizzare i pove­ri». Muore il 21 mag­gio 1861, lasciando in

testamento agli Oblati che lo circondava que­ste parole: «Praticate tra voi la carità, la cari­tà, la carità" e a al di fuori lo zelo per la sal­vezza delle anime». E' stato beatificato il 19 ottobre 1975 da Paolo VI e proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1995.

Page 16: Non di Solo Pane n°756 - 15 Maggio 2016

333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 756

Domenica 15 Maggio 2016

Chiuso il 10/05/2016

Numero copie 1400

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai:

Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it