Non di Solo Pane n°764 - 10 Luglio 2016

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Settimanale di preghiera Anno XV - n° 764 Non di solo PANE Domenica 10 Luglio 2016 XV Settimana del Tempo Ordinario «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».

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Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.it

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Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

Anno XV - n° 764

Non di solo

PANE Domenica 10 Luglio 2016

XV Settimana del Tempo Ordinario

«Maestro, che cosa devo fare

per ereditare la vita eterna?».

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2

Luglio 2016

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Perché vengano rispettati i popoli indigeni, minaccia-

ti nella loro identità e nella loro stessa esistenza.

Intenzione missionaria

Perché la Chiesa in America Latina e nei Caraibi, me-

diante la sua missione continentale, annunci con rin-

novato slancio ed entusiasmo il Vangelo.

Intenzione dei vescovi

Perché i predicatori rinnovino il loro annuncio met-

tendo al centro la misericordia, virtù che

solleva le miserie altrui.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente

e misericordioso, ci impegniamo con gioia

nella costruzione della civiltà dell'amore.

Intenzioni mese di Luglio

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 3

Domenica 10

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Domenica del Tempo Ordinario

Prova fare un complimento a qualcuno.

Aumenterà la sua autostima senza

per questo diminuire la tua.

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vici­no, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo paghe­rò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Brano Evangelico: Lc 10, 25­37

Contemplo: Ne ebbe compas-

sione (Lc 10,33)

Lo sguardo di compassione del buon Samaritano è lo sguardo di Gesù che vede e sa quello che c'è in ogni uomo (Gv 2,24) perché conosce il pensiero di ogni cuore

(Lc 9,47; 24,25). Lo sguardo di Gesù che legge dentro, che capi­sce, si trasforma immediatamente in un «provare compassione», in un avvertire tutta la fatica, la mi­seria e insieme la grandezza e la dignità di ogni persona.

Agisci

L'amore per noi stessi

passa attraverso mol-

teplici premure e at-

tenzioni con cui cer-

chiamo di renderci

bella e felice la vita.

Cercherò di avere le

stesse premure e at-

tenzioni.

Il santo del giorno:

Beato Bernardo da Quintavalle Nato in Assisi negli ulti­mi decenni del sec. XII, Bernardo conobbe san Francesco e si mise al suo seguito fin dal 1209, divenendo così il primo compagno del santo e «prima plantula» dell'Or­dine minoritico. Con san Francesco fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III

per l'approvazione della Regola ; raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devono a lui i loro inizi france­scani, e con fra' Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come vogliono alcuni storici, fu ministro provinciale (1217­19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo a Sie­na. Lo ricorda il Salim­bene che nella sua Croni­ca osserva di aver appre­

so da lui cose meravi­gliose intorno a s. Fran­cesco. Quando i tre com­pagni Leone, Rufino e Angelo nel 1246 inviaro­no il loro memoriale su san Francesco al ministro generale Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placida­mente in Assisi, come gli aveva predetto san Fran­cesco, e fu sepolto nella basilica inferiore del santo.

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Preghiera

Da Gerusalemme a Gerico, stolti, superficia-li, smarriti, incappiamo nei briganti, che col-piscono e fuggono. Vicino a ogni uomo che smarrisce la via, ci sia sempre chi, a tua im-magine, sa farsi vicino, curare le ferite con l'olio della tua misericordia. Signore, aiutaci a essere insieme chi si fa curare e chi cura, chi si fa accogliere e chi accoglie. Ammini-streremo e celebreremo con te il sacramento della comune umanità, amata e riscattata, per sempre, da te che sei inenarrabile compassio-ne.

Meditiamo la Parola

Chi è il mio prossimo? Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

«Ama il prossimo tuo», dice il Vangelo (Matteo

22,38). Ma chi è il mio prossimo? Spesso ri-

spondiamo a questa domanda dicendo: «Il mio

prossimo sono le persone con le quali vivo su

questa terra, specialmente i malati, gli affa-

mati, i sofferenti, e tutti coloro che sono nel

bisogno». Ma non è questo che Gesù dice.

Quando Gesù racconta la storia del Buon Sa-

maritano (Luca 10,29-37) per rispondere alla

domanda: «Chi è il mio prossimo?», egli termi-

na dicendo: «Chi... ti sembra sia stato il pros-

simo di colui che è incappato nei briganti?». Il

prossimo, Gesù lo dice chiaramente, non è il

pover'uomo che giace sul bordo della strada,

spogliato, battuto, mezzo morto, ma il Samari-

tano che attraversò la strada «gli fasciò le fe-

rite, versandovi olio e vino, poi caricatolo so-

pra il suo giumento lo portò a una locanda e si

prese cura di lui». Il mio prossimo è quello che

attraversa la strada per me!

J.M Nouwen

Il cuore di Gesù è la sorgente delle

divine misericordie, che si versano

così abbondanti su di voi; e, siccome

è soltanto il cuore divino che si offre

come modello delle virtù più elette

alla vostra vita, come fornace d'amo-

re verso Dio e verso il prossimo alle

vostre anime apostoliche, forza e

conforto alla vostra debolezza, così

è giusto, impegnarsi ad onorare e a

pregare il cuore di Gesù. Per rinno-

vare le persone e le opere si deve

compiere il desiderio del cuore di

Gesù che, apparendo in figura di im-

menso fuoco, grida: «Sono venuto a

portare nel mondo il fuoco della ca-

rità e che voglio io se non che tale

fuoco si accenda nel cuore degli uo-

mini?! ».

Luigi Guanella

Lettura spirituale

Fonte di vita

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 5

Lunedì 11

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Settimana del Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

San Benedetto Pa-trono d’Europa

Benedetto (480-

547) nacque a Nor-

cia (Perugia), stu-

diò a Roma e si ri-

tirò a vita solitaria

nei pressi di Subia-

co (Roma). Per la

sua bontà evange-

lica fu chiamato a

guidare nella vita

spirituale altri mo-

naci. A Montecassi-

no fondò un mona-

stero di vita in co-

mune, secondo gli

ideali evangelici

dell'amore del

prossimo. Padre

del monachesimo

occidentale, scris-

se una Regola chia-

ra e di buon senso

e il suo Ordine ha

dato alla cristiani-

tà un grande nu-

mero di santi.

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e

ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro:

«In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio

dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del

mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù

d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o

madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e a­

vrà in eredità la vita eterna».

Brano Evangelico: Mt 19,27­29

Dio è infinitamente buono ed è pronto ad amare e perdonare, ma esige un minimo di buona volon-

tà dalle sue creature.

Agisci

Quanto impegno mettia­

mo per cercare di avere

cose superflue, destinate a

passare, incapaci di ren­

derci felici! Quanto sa­

rebbe diversa la nostra

vita se cercassimo con lo

stesso impegno la sapien­

za di Dio! Con l'interces­

sione di Maria, "sede del­

la sapienza", oggi chiede­

rò a Dio che mi conceda

questo suo dono.

Contemplo: Avrai in eredità

la vita eterna (cf Mt 19,29)

Pietro fa notare a Gesù che per lui

i suoi discepoli hanno lasciato

tutto, che cosa ne otterrano? Gesù

lo assicura: chi avrà lasciato tutto

per seguirlo, avrà la vita eterna e

beata nella dimora del cielo. Già

su questa terra, il discepolo fedele

vedrà che il Signore non lo ab­

bandona mai, anzi lo assiste e lo

sostiene in tutte le sue necessità.

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 6

Questa è la legge di Cristo,

che davvero portò su di sé

le nostre ferite con la sua passione,

e si caricò dei nostri dolori (Is 53,4)

con la sua compassione, amando ciò

che portava, portando ciò che ama-

va. Chi invece aggredisce il fratello

che si trova nella necessità, chi met-

te insidie alla sua infermità di qua-

lunque genere sia, costui si sotto-

mette senza alcun dubbio alla legge

del diavolo, e la adempie. Siamo pie-

ni quindi di compassione gli uni per

gli altri e amanti della fraternità,

capaci di portare le infermità, perse-

cutori dei vizi, soprattutto noi che,

alla ricerca di una disciplina più au-

stera, siamo rimasti in pochi in que-

sta solitudine nascosta e in questa

isola lontana da tutto il resto del

mondo. Ogni disciplina infatti che

persegue con profonda sincerità l'a-

more di Dio e l'amore del prossimo

per causa sua, qualunque siano le

sue osservanze o l'abito, è più gradi-

ta a Dio.

Isacco della Stella

Lettura spirituale

Amanti della fraternità

Preghiera

Signore, siamo malconci, come pellegrini in viaggio da molto tempo e in cerca di pace. Ma quale pace cerchiamo, quale falsità, qua-le ambiguo prezzo, di quante lacrime è impa-stata? Ti offriamo, Signore, tutte le nostre energie, perché tu faccia chiarezza, reciden-do con forte amore ciò che dentro e fuori di noi mortifica e abbatte ogni uomo. Per il gu-sto di questa pace autentica, da costruire e difendere con incrollabile tenacia, ti rendia-mo grazie, Signore Gesù!

Meditiamo la Parola

I miei occhi saranno su di voi Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Il Signore cercandosi il suo operaio tra la

moltitudine del popolo cui rivolge un appel-

lo, di nuovo dice: «C'è qualcuno che desidera

la vita e brama lunghi giorni per gustare il

bene?». Se all'udirlo, tu rispondi: Io, così ti

soggiunge il Signore: «Se vuoi avere la vera

ed eterna vita, preserva la lingua dal male,

le tue labbra da parole bugiarde; sta' lonta-

no dal male e fa' il bene, cerca la pace e

perseguila. E quando avrete fatto questo, i

miei occhi saranno su di voi, le mie orecchie

si faranno attente al vostro grido, e ancor

prima che mi invochiate, io vi dirò: Ecco-

mi!». Che cosa vi può essere di più dolce per

noi, fratelli carissimi, di questa voce del Si-

gnore che ci chiama? Ecco il Signore, nella

sua grande bontà, ci mostra il cammino della

vita. Munìti, dunque, di una fede robusta e

comprovata dal compimento delle buone o-

pere, procediamo sulla via, sotto la guida del

vangelo, per meritare di vedere Colui che ci

ha chiamati al suo regno.

(BENEDETTO, Regola, Prologo 14-2 1).

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 7

Martedì 12

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Settimana del Tempo Ordinario

Ci sono due tipi di persone: uno che sparge

gioia e felicità dovunque va, e uno che sparge

gioia e felicità quando se ne và. Tu quale vuoi

essere?

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la

maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:

«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero

avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di

sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel gior­

no del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!

Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te,

oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la

terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Agisci

Dio continua anche oggi a operare prodigi nella storia e nella mia vita personale, ma spesso non ho oc-chi per vedere. Cer-cherò di essere atten-to alle meraviglie che Dio compie attorno a me e ne farò motivo di conversione e di lode.

Il Santo del giorno:

Santi Nabore e Fe-

lice

I santi Nàbore e Fe-

lice, martiri, erano

due soldati prove-

nienti dalla provin-

cia romana della

Mauritania. Furono

arrestati a Milano

perché cristiani.

Portati a Lodi, fu-

rono decapitati in

odio alla fede, nel

304, assieme a san

Vittore. Le loro re-

liquie furono porta-

te in trionfo, a Mi-

lano, e venerate in

una basilica cimite-

riale. In questa ba-

silica furono rinve-

nute da

sant’Ambrogio le

reliquie dei santi

Gervaso e Protaso.

Brano Evangelico: Mt 11,20­24

Contemplo: Rimproverò le cit-

tà (cf Mt 11,20)

Gesù non condanna le agglome-

razioni cittadine in cui regna di-

sordine e malavita, perché è ve-

nuto a salvare ogni condizione

umana che si crede «innalzata

fino al cielo» dalla presunzione o

«precipitata nell'abisso» dalla

discordia. Gesù ci insegna che i

suoi «Guai a voi!», di stile profe-

tico, sono rivolti a tutti coloro

che non si accorgono del miraco-

lo dell'Amore di Dio e non vedono

il disastro che il peccato fa nel

cuore di chi non ascolta la voce

di Dio.

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Non di solo pane ­ Numero 764­ Tempo Ordinario ­ pagina 8

L’esultanza nello Spirito è un'esperienza di gioia che Gesù fa e che noi stessi pos-siamo fare. Nasce dall'interno, è costitui-ta dalla presenza dello Spirito in noi: una gioia sorgiva, che non attinge la sua mo-tivazione da un fatto contingente, anche se poi può rivolgersi a molti di questi fat-ti leggendoli nella luce di Dio. E innanzi tutto la gioia di essere ciò che sia­mo perché lo Spirito in noi ci manifesta l'a-more del Padre, perché la carità di Dio è diffusa nei nostri cuori. La gioia nello Spi-rito Santo non è soggetta a inquinamen-to, non ha suoni falsi, non è reattiva. E creativa: nasce da ciò che sono per dono di Dio. È comunicativa: nascendo dall'in-terno, la posso comunicare ad altri in maniera originale e diventare fonte di esultanza per altri. E capace di porre nel-la mia vita e nella vita di coloro che mi circondano questa qualità nuova non in-dotta dalle circostanze, non turbata dalle variazioni di umore, non soggetta ai de-perimenti della fatica o della noia perché è una sorgente che lo Spirito ha messo dentro.

Carlo Maria Martini

Lettura spirituale

Una gioia sorgiva

Preghiera

Città agitate, distratte, autosufficienti e troppo abituate al dono ineffabile della tua presenza, questo siamo! Ti chiediamo per-dono, Signore, per non aver esultato e danzato, levato canti e reso grazie per i miracoli splendidi che tu ogni giorno operi fuori e dentro di noi. Proteggi le nostre mura e conserva le nostre vie in quella pace che è tuo dono e di cui noi siamo cor-responsabili custodi per la tua gloria.

Meditiamo la Parola

Accogliamo Gesù. Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

La maggior parte dei miracoli compiuti da Gesù

non erano stati accolti dagli uomini fino a giun-

gere a credere in lui. La durezza di cuore di

molti degli abitanti delle città visitate dal Mae-

stro aveva reso sterile l'opera del Signore. Egli

era passato attraverso le loro vite, ma essi non

l'accolsero. Sodoma e Gomorra erano considera-

te dagli ebrei dell'epoca come le città del vizio

per eccellenza. Erano centri di corruzione e de-

pravazione. Luoghi dove si coltivava ogni vizio e

peccato. Tuttavia, il peccato più grave è non

accogliere Gesù. Per questo Sodoma e Gomorra

avranno un giudizio più sopportabile. Passando

per Cafarnao, Betsaida e Corazin, Gesù bussò

alle porte delle loro case, camminò per le loro

strade, predicò nelle loro sinagoghe, guarì mala-

ti, moltiplicò pani... Nulla di tutto questo fu suf-

ficiente a far breccia nei loro cuori di pietra.

Noi, a distanza di duemila anni, possiamo anche

giudicare duramente i contemporanei di Gesù,

oltre che giustificarci. "Se noi avessimo visto i

miracoli, mangiato quei pani.., sì, avremmo cre-

duto". No, non dobbiamo ingannarci. Non siamo

diversi dai contemporanei di Gesù, perché non

sono i miracoli ciò che conta, ma la docilità del

cuore con cui vengono accolti. Gesù passa anche

ora nella nostra vita. Parla ai nostri cuori. Ci

suggerisce come agire, cosa dire o tacere per

non offendere nessuno. Ci chiede di vivere la

carità con tutti, amici e nemici... Come lo acco-

gliamo? Quale effetto ha la sua parola sulla no-

stra vita?

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Non di solo pane ­ Numero 764­ pagina 9

XV Settimana del Tempo Ordinario

Avete un giorno solo da vivere sulla terra;

fate in modo di viverci in pace. La pace è frutto dell’amore, perché per vivere in

pace bisogna sopportare tante cose.

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e

della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai

rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevo­

lenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio

se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al

quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Brano Evangelico: Mt 11,25­27

Contemplo: Ti rendo lode, o

Padre (Mt 11,25)

I destinatari della rivelazione di salvezza sono i «piccoli», cioè gli umili e i semplici, coloro che so­no disponibili e aperti al nuovo e all'imprevedibile. Gesù li con­

trappone a chi si crede dotto e scaltro nel disprezzo degli altri. Per alcuni il progetto di Dio ri­mane nascosto e incomprensibile, ma «Dio non ha forse scelto i po­veri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del Regno che ha promesso a quelli che lo amano?» (Gc 2,5).

Mercoledì 13

Luglio

III Settimana del Salterio

Agisci

... Quando ci facciamo prendere dalla paura e dallo spavento è perché è venuta meno la nostra fede in Dio e nel suo amore. Con Maria, che non ha mai dubitato del-la divina provvidenza, oggi rinnoverò la consa-pevolezza che in ogni momento la mia vita è saldamente nelle mani di Dio.

Il Santo del giorno: Sant’Enrico Impe-ratore

Enrico 11 (973-

1024), "il Buono';

imperatore del sa-

cro romano impe-

ro, nacque nei

pressi di Hilde-

sheim. Educato da

san Wolfang, ve-

scovo di Ratisbona,

Enrico conservò, in

tutta la sua vita,

l'amore alla liturgi-

a e la pratica

dell'assidua pre-

ghiera personale,

uno spirito sereno

e la competenza

straordinaria di

citare sempre nei

suoi discorsi la Sa-

cra Scrittura. Fu

incoronato re d'Ita-

lia a Pavia, e im-

peratore a Roma.

Con la moglie, san-

ta Cunegonda, fa-

vorì in tutti i modi

la fede in Cristo.

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10

Sorridendo e abbandonando-ci, e cioè aprendoci delibe-

ratamente all'influsso concretissimo dello Spirito, noi ci disponiamo a en-trare nel clima di dolcezza che è proprio del mistero stesso di Dio. Non dovremmo mai dimenticare que-sta caratteristica essenziale di Dio, la sua dolcezza: «gioia piena nella tua presenza/dolcezza senza fine al-la tua destra» (Sal 15,11). E lo Spiri-to Santo è detto poi, nella famosissi-ma sequenza liturgica, Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Tanto che po-tremmo arrivare a dire che dove non c'è dolcezza e tenerezza non c'è Dio, e quindi non c'è nemmeno autentica transformazione. Sorridendo con dol-cezza, invece, e proprio attraverso la dolcezza accogliente del nostro sorriso interiore, ci poniamo sulla lunghezza d'onda di quella Potenza che può davvero operare la nostra progressiva liberazione.

Marco Guzzi

Lettura spirituale

Liberazione

Preghiera

Signore Gesù, la piccolezza, l'apparente marginalità e insignificanza, il silenzio mite ci conducono verso nuove regioni del cuore, verso terre più dolci, miti e rivelatrici dei segreti del tuo amore, che brilla intensissimo in un sorriso innocen-te, in una parola sussurrata, in un gesto appena accennato. Questa piccolezza, forse, ci salverà? Sì, la tua piccolezza ci salva!

Meditiamo la Parola

Ti rendo lode o Padre. Meditazione a cura della Redazione

La tentazione originaria dell’uomo è quella

di escludere Dio dalla propria esistenza. L'uo-

mo che rifiuta Dio si chiude nel ghetto dei

propri istinti, delle proprie vedute, di un'in-

telligenza che, per quanto possa percorrere

gli spazi siderali o inoltrarsi nelle particelle

infinitesimali della materia, non sa trovare la

via della gioia, della pace, della pienezza in-

teriore. Così, paradossalmente, l'uomo, che

si sente padrone del mondo e dell'esistenza

propria e altrui, non riesce a cogliere il cuore

del vivere, il suo significato ultimo che, solo,

gli dà consistenza. È ciò che, invece, viene

svelato a chi accetta la realtà di essere crea-

tura, piccola di fronte al Creatore, eppure

preziosa per lui, tanto da chiamarla a parte-

cipare alla medesima sua vita. È 'piccolo' chi

è contento di ciò che è, chi sa di non essere

onnipotente e perciò si apre alla relazione

con Dio. È 'piccolo' chi riconosce di aver rice-

vuto ogni cosa in dono e la usa non da padro-

ne o da predatore, ma da servo, con gratitu-

dine. Chi è 'piccolo' in tal modo conosce

qualcosa dell'amore del Padre e del Figlio.

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 11

Giovedì 14

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Settimana del Tempo Ordinario

Nella vita è come nel firmamento: mentre al-

cune costellazioni declinano da una parte, ne

sorgono di nuove dall’altra.

Il Santo del giorno:

San Camillo de Lellis Camillo de Lellis

(1550-1614), dopo

una giovinezza dis-

soluta, si convertì a

Dio dedicandosi al-

la cura dei malati

negli ospedali. Non

potendo far fronte

da solo alla mole di

lavoro, coinvolse

un gruppo di amici:

nacque l'Ordine dei

Ministri degli Infer-

mi. Per quarant'a-

nni l ospedale fu la

sua casa, la scuola

dove addestrò cen-

tinaia di giovani. I

suoi insegnamenti

sono condensati

nelle Regole per

servire con ogni

perfezione gli in-

fermi.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e

oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e impa­

rate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vo­

stra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Brano Evangelico: Mt 11,28­30

Agisci Tutto ciò che accade nella nostra vita ha un senso. Perché Dio ha permesso che nella mia vita accadesse ciò che, di fatto, ho vissu-to? Rileggerò la mia storia personale cer-cando di cogliervi il manifestarsi del suo progetto.

Contemplo: Il mio giogo è dol-

ce (Mt 11,30)

La rivelazione del mistero di Dio

non è concepita da Gesù come

un carico di leggi e di obbligazio-

ni pesanti, ma come una cono-

scenza liberatrice della «via»

che conduce al Padre. Gesù ci

libera da ogni peso, stanchezza

e noia, e ci rende più felici e

sicuri nella vita. Vivere seguendo

il disegno d'amore di Dio è un

bene per tutti. Il vero giogo e il

vero peso è il peccato che ci a-

liena da Dio e dal prossimo!

Page 12: Non di Solo Pane n°764 - 10 Luglio 2016

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12

Dacci la pace, o Signore, c'è

una guerra e io non possie-

do parole. Tutto quello che

posso fare è usare le parole

di Francesco d'Assisi.

E mentre prego

questa antica preghiera

io so che, ancora una volta,

tu trasformerai la guerra in pace

e l'odio in amore.

Dacci la pace, o Signore,

e fa' che le armi siano inutili

in questo mondo meraviglioso. Amen.

Madre Teresa di Calcutta

Lettura spirituale

Dacci la pace

Preghiera

Affaticati e quasi schiacciati, così siamo, Signore, tu lo vedi, lo senti nel profondo, eppure non ci allontani. «Venite»: questa è la tua parola amorevole. «Venite a me!» e ci chiama il tuo cuore, con amore sa-piente, come sostegno benedetto, parola di vita per «tutti»: ristoro, riposo che commuove, nel grande abbraccio che tutti ci sostiene, fratelli tra noi, figli e fratelli tuoi. Grazie, oggi e sempre, Signore!

Meditiamo la Parola

Venite a me! Meditazione a cura di Fiorella Elmetti

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ri-storo per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.

Sembra davvero una contraddizione. Il giogo

non evoca la fatica del lavoro nei campi con

l'aratro aggiogato ai buoi? E non è fatica il

dover imparare? Come dunque trovare

"riposo" in queste cose? Eppure Gesù ha ap-

pena detto: "Venite a me, voi tutti affaticati

e stanchi e io vi ristorerò". La promessa è ac-

cattivante. Oggi soprattutto. Perché il tipo

frenetico di vita esaspera spesso le vicende

personali, sì che stanchi lo siamo tutti davve-

ro! Ecco: quel che va evidenziato è che il

giogo da prendere è il suo, non il nostro. Im-

parare poi non solo da Lui ma, come dice il

testo nell'originale greco, "imparate me": im-

parare Gesù! Che è come dire di unirci a Lui,

configurandoci, con semplice movimento d'a-

more, al suo essere Amore. E l'amore non è

mai pesante. L'Amore, che è Lui stesso, non

ti schiaccia; anzi ti solleva, ti porta. Così la

fatica non è più la nostra, ma sua in noi. Tut-

to cambia senso; cambia peso, diventa sop-

portabile e leggero. A un patto però che im-

pariamo l'umiltà e la mitezza del suo cuore.

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 13

Venerdì 15

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Settimana del Tempo Ordinario

Quando tralascerete la preghiera per il servizio dei poveri non perderete nulla, poiché servire i poveri significa andare a trovare Dio.

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi di­

scepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.

Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello

che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello

che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella

casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni

era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei

giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza

colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compre­

so che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste con­

dannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Brano Evangelico: Mt 12,1­8

Contemplo: Gesù è signore del

sabato (cf Mt 12,8)

Il Figlio dell'uomo è Signore del sabato e il sabato è il giorno del riposo di Dio (Gn 2,1­3). La co­munità cristiana non ha del tutto abbandonato la «nostalgia» del sabato, perché considera il sabato

una «figura» della domenica, ed è tutta protesa nell'aspettativa della domenica ultima e definitiva, il vero «giorno del Signore». Per questo dedica il sabato alla vene­razione della Madre di Dio e della Chiesa, in un anticipo di riposo e di dolcezza familiare.

Agisci: Più si è semplici e u-

mili e più si "capisce"

Dio. In questo, Maria è

per noi un esempio e

un modello da imita-

re. Cercherò di sem-

plificare il mio modo

di pensare e di vivere.

Il Santo del giorno: San Bonaventura

Bonaventura (1218­

1274) nacque a Ba­

gnoregio (Viterbo).

Studente a Parigi, en­

trò tra i Francescani e

insegnò la Sacra Dot­

trina. Con san Tom­

maso d Aquino difese

la vita "in povertà" di

Francescani e Dome­

nicani. Diventò Mini­

stro Generale dei

Francescani e riorga­

nizzò l'Ordine stilan­

done le Costituzioni.

Scrisse la Vita di san

Francesco d Assisi e

mirabili opere spiri­

tuali, per le quali fu

chiamato il “Dottore

serafico”: Nominato

vescovo di Albano e

cardinale, partecipò al

II concilio di Lione e

ivi morì.

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Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14

Vogliamo vivere questo Anno

Giubilare alla luce della parola del

Signore: Misericordiosi come il Pa-

dre. L'evangelista riporta l'insegna-

mento di Gesù che dice: «Siate mise-

ricordiosi, come il Padre vostro è mi-

sericordioso» (Lc 6,36). È un pro­

gramma di vita tanto impegnativo

quanto ricco di gioia e di pace. L'im-

perativo di Gesù è rivolto a quanti

ascoltano la sua voce (cfr. Lc

6,27).Per essere capaci di misericor-

dia, quindi, dobbiamo in primo luogo

porci in ascolto della Parola di Dio.

Ciò significa recuperare il valore del

silenzio per meditare la Parola che ci

viene rivolta. In questo modo è pos-

sibile contemplare la misericordia di

Dio e assumerlo come proprio stile di

vita

Francesco

Lettura Spirituale

Amore indispensabile

Preghiera

Quella spiga strappata, Signore, una piccola trasgressione per esprimere una gioia grande: la dolcezza e la libertà di camminare nei campi, insieme a te, Ge-sù, e noi fratelli e la natura intorno, un inno alla bellezza. Perché giudicare, perché mormorare, perché contristare lo Spirito? Signore, fa' che il nostro cuore tenda sempre all'amore e a questo sol-tanto sappia ordinare e sottomettere tut-te le realtà della vita. Sia lode a te, Si-gnore Gesù!

Meditiamo la Parola

Misericordia io voglio e non sacrificio Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Gesù è il Signore della storia, il padrone del

sabato, il Figlio del Padre. Ha la sovranità su

ogni cosa, e tutto è assoggettato a Lui. Ma il

suo modo di agire non è dispotico. Sa coman-

dare con mitezza, e sa decifrare con fermez-

za la nostra ipocrisia la durezza del nostro

cuore. Dall'alto della sua autorità, che è am-

mantata di benevolenza, oggi ci apre il suo

cuore e ci chiede di concentrarci su ciò che è

essenziale. Dio preferisce la misericordia ai

sacrifici: ci chiede di perdonare il nemico, di

comprendere chi sbaglia - come, del resto,

noi stessi sbagliamo , e di amare tutti, anche

i nemici. Bisogna però fare attenzione ad un

pericolo; cioè quello che la nostra obbedienza

ai comandamenti del Signore non sia fine a se

stessa. I comandamenti bisogna interiorizzar-

li. Infatti, non si può piangere con chi piange,

gioire con chi gioisce, soccorrere chi soffre,

se questi ci sembrano obblighi gravosi e non,

piuttosto, desideri spontanei del cuore. C'è il

rischio di diventare ridicoli, se si arriva a im-

porre con le norme di comportamento ciò che

appartiene alla libera generosità. Regole e

precetti sono, e devono rimanere, utili stru­

menti per aiutarci a seguire la strada del Si-

gnore, giorno dopo giorno, per servire Dio e il

prossimo. Sta a noi impostare all'origine il no-

stro modo di operare nel senso pieno e cor-

retto del divino Legislatore: tutto l'opposto

dell'atteggiamento di fittizia compunzione e

perfetto formalismo esteriore.

Page 15: Non di Solo Pane n°764 - 10 Luglio 2016

Meditiamo la Parola

Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 15

Sabato 16

Luglio

III Settimana del Salterio

XV Settimana del Tempo Ordinario

Chi è innamorato di Dio non pretende né gua-dagno né premio,ma desidera solo perdere se stesso e ogni cosa per amore di Lui.

S. Giovanni della Croce

Brano Evangelico: Mt 12,14­21

Contemplo : Non spezzerà la

canna incrinata (Mt 12,20)

Il Vangelo di Matteo usa le parole di Isaia per presentare Gesù come il «Servo del Signore» nel Battesimo al Giordano (Mt 3,17), e nel Vange­lo di oggi riporta tutto il testo profe­tico di Is 42,1­3. L'annuncio della

buona volontà e della giustizia di Dio non significa solo condanna del male (giudizio), ma è soprattutto perdono (grazia): Dio vuole parlare al cuore dell'uomo. L'intercessione materna di Maria ci spiega meglio il cuore materno di Dio.

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per

farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo

seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché

si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco

il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio

compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle na­

zioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la

sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una

fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo

nome spereranno le nazioni».

Agisci ... Cerchiamo ristoro in moltissime persone, cose, esperienze.., ma invano. Solo accoglien-do la volontà di Dio e lasciandoci guidare da essa come da un giogo, troveremo la pace che cerchiamo. Oggi "andrò da Gesù" per imparare da lui...

Il santo del giorno:

Beata Vergine

del Carmelo

Il Monte Carme-

lo, in Terra San-

ta, è una bella

altura verde, un

tempo amata dal

profeta Elia. "Lo

splendore del

Carmelo" ( I s

35,2) è prover-

biale, e per indi-

care la desolazio-

ne più triste si

dice: "È inaridita

la cima del Car-

melo" (Am 1,2).

Fin dal sec. XII

qui si raccolsero

dei monaci che,

dopo essere fug-

giti in Europa, si

chiamarono i Fra-

ti della beata

Vergine Maria del

Monte Carmelo

(Carmel i tan i ) ,

impegnati a dif-

fondere la devo-

zione alla Vergi-

ne Maria.

Page 16: Non di Solo Pane n°764 - 10 Luglio 2016

333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 764

Domenica 10 Luglio 2016

Chiuso il 6/07/2016

Numero copie 1350

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

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