Non di Solo Pane 702 - 22 Marzo 2015

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PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XV - n° 702 Domenica 22 Marzo 2015 V Settimana di Quaresima Itinerari di preghiera quotidiana Se il chicco di grano non muore ...

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La croce sembra che abbia niente di gradevole, niente che possa attirare; e invece no, invece proprio perché possiede la profondità dell’amore che si dona, proprio per questo, anche nella croce, nel crocifisso c’è qualcosa che può attirare e che può muovere la nostra vita ad un comportamento di conversione, di amore e di perdono verso gli altri.

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  • PANE Non di solo

    Sussidio di preghiera per la famiglia

    Anno XV - n 702

    Domenica 22 Marzo 2015

    V Settimana di Quaresima

    Itinerari di preghiera quotidiana

    Se il chicco di grano non muore ...

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 2

    Marzo 2015

    Pregare, forse il

    discorso pi urgente

    Sussidio di preghiera

    per la famiglia

    Offerta della giornata

    Cuore divino di Ges,

    io ti offro per mezzo

    del Cuore Immacolato di Maria,

    Madre della Chiesa,

    in unione al Sacrificio eucaristico,

    le preghiere, le azioni,

    le gioie e le sofferenze

    di questo giorno,

    in riparazione dei peccati,

    per la salvezza di tutti gli uomini,

    nella grazia dello Spirito Santo,

    a gloria del divin Padre.

    Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giorna-

    ta. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le paro-

    le, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione

    con il Cuore del tuo Figlio Ges Cristo che conti-

    nua ad offrirsi a te nellEucaristia per la salvez-

    za del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato

    Ges sia la mia guida e la mia forza oggi affin-

    ch io possa essere testimone del tuo amore.

    Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa,

    prego specialmente per le intenzioni che il Santo

    Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli

    in questo mese

    Intenzione del Santo Padre

    Perch quanti sono impegnati nella ricerca

    scientifica si pongano al servizio del bene integrale

    della persona umana.

    Intenzione missionaria

    Perch sia sempre pi riconosciuto il contributo

    proprio della donna alla vita della chiesa.

    Intenzione dei vescovi

    Perch limpegno quaresimale ci educhi ad uno

    stile di sobriet e di condivisione.

    Intenzione del Vescovo di Brescia

    Mons. Luciano Monari

    Perch i credenti crescano nella fede, nella speranza e

    nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.

    Offerta quotidiana

    Sito di Non di Solo Pane:

    www.latracciameditazioni.it

  • Non di solo pane - Numero 702 - pagina 3

    Domenica 22

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Domenica di Quaresima Geremia 31,31-34 Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluder un'alleanza nuova: porr la mia legge dentro di loro, la scriver sul loro cuore. Allora io sar il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Io perdoner la loro iniquit e non ricorder pi il loro peccato.

    La vita di questa santa ci nota solo attraver-so gli scritti di san Gi-rolamo, che ne parla in una lettera alla gentil-donna Marcella, ani-matrice di una comu-nit femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull'A-ventino. Anche Lea di famiglia nobile: ri-masta vedova in gio-

    vane et, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Prete-stato, chiamato ad as-sumere la dignit di console. Ma lei entra-ta invece nella comuni-t di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vi-vendo in castit e po-vert. Con questa scel-

    ta, Lea capovolge mo-di e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: tant' che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carit nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384, Lea gi morta.

    Il santo del Giorno: Santa Lea

    In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa cerano anche

    alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsida di Galilea, e gli

    domandarono: Signore, vogliamo vedere Ges. Filippo and a dirlo ad Andrea, e

    poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Ges. Ges rispose loro: venuta lora che

    il Figlio delluomo sia glorificato. In verit, in verit io vi dico: se il chicco di grano,

    caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi

    ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserver

    per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, l sar anche il

    mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorer. Adesso lanima mia turbata; che

    cosa dir? Padre, salvami da questora? Ma proprio per questo sono giunto a

    questora! Padre, glorifica il tuo nome. Venne allora una voce dal cielo: Lho glori-

    ficato e lo glorificher ancora!. La folla, che era presente e aveva udito, diceva che

    era stato un tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. Disse Ges: Questa

    voce non venuta per me, ma per voi. Ora il giudizio di questo mondo; ora il prin-

    cipe di questo mondo sar gettato fuori. E io, quando sar innalzato da terra, attirer

    tutti a me. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

    Brano Evangelico: Gv 12, 20-33

    Contemplo: sempre Pasqua: morte e risurrezione, sempre.

    Tutto il mistero pasquale giunge fino a noi, e noi siamo coin-

    volti: Ges diventa nostro contemporaneo. (Tonino Bello)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 4

    G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

    Dio glorifica il suo nome

    quando fa accadere nel mon-

    do qualche cosa che diventi

    un riflesso della sua santit.

    Avvenimenti, persone, situa-

    zioni in cui luomo pu in-

    contrate la bont e la vici-

    nanza di Dio. Non c dubbio

    che Dio ha glorificato il suo

    nome quando ha mandato

    Ges Cristo in mezzo agli

    uomini come sorgente di

    perdono e damore. Ges

    che guarisce i malati o che

    libera gli indemoniati o che

    purifica i lebbrosi: Ges che

    passa facendo del bene glori-

    fica il nome di Dio, cio fa

    vedere che Dio amore,

    bont e misericordia nei con-

    fronti di tutti. Ma la cosa

    interessante nel Vangelo

    che la glorificazione pi gran-

    de del nome di Dio non sono i

    miracoli di Ges e non sono

    quei gesti particolari e grandi

    di perdono che Ges ha offer-

    to a singole persone ma la ri-

    ve l az ione p i g r ande

    dellamore di Dio il crocifis-

    so. E quelluomo appeso alla

    croce che perde tutto quello

    che umanamente possiede:

    perde la vita e con la vita

    sembra che perda anche

    lonore e la dignit. Ma in

    questa perdita ci sta esatta-

    me n te l a r i v e l az i one

    dellamore di Dio, di quanto

    grande questo amore, di quan-

    to creativo, di quanto ca-

    pace di offrire, di mettere in

    gioco se stesso in favore degli

    uomini. Per questo, dice il

    Vangelo di oggi, che la passione

    e la morte di Ges sono come

    lesperienza del chicco di grano

    che viene sepolto nella terra e

    sotto terra marcisce. Marcisce

    vuol dire che quella ricchezza

    di vita che possiede viene di-

    spersa, perde la sua protezione

    ma per proprio in questo mar-

    cire, questo morire il chicco di

    grano diventa germe di una vita

    nuova. Cos la vita di Ges:

    passato facendo del bene e a

    portato a compimento questo

    bene attraverso il dono della

    sua vita. Appeso alla croce Ge-

    s diventa una sorgente

    damore e di perdono per tutti

    gli uomini; per questo dice

    Quando sar innalzato da ter-

    ra attirer tutti a me. La cro-

    ce sembra che abbia niente di

    gradevole, niente che possa

    attirare; e invece no, invece

    proprio perch possiede la pro-

    fondit dellamore che si dona,

    proprio per questo, anche nella

    croce, nel crocifisso c qual-

    cosa che pu attirare e che pu

    muovere la nostra vita ad un

    comportamento di conversione,

    di amore e di perdono verso gli

    altri.

    Se il chicco di grano non muore

    Meditazione di Mons. Luciano Monari Vescovo

  • G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

    Contemplatio:

    In quel tempo dice il testo evangelico tra quelli

    che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano

    anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che

    era di Betsida di Galilea, e gli chiesero: Signore, vo-

    gliamo vedere Ges.

    Alcuni greci. Commenta s. Agostino: simbolo,

    questi greci, della ragione umana, di una ragione che

    ha indagato, di una ragione che ha cercato di capire. E

    c' qualche cosa che non ancora riuscita a capire a

    fondo. E vanno anche loro a Gerusalemme. Vogliamo

    vedere Ges. Proprio perch c' qualche cosa che non

    sono riusciti a capire del tutto, il loro desiderio di ve-

    dere, di vedere Ges, molto pi di una curiosit, che

    avrebbero potuto soddisfare restando tra la folla, e sot-

    tintende il desiderio di un contatto personale con Cri-

    sto. Il problema molto al di l e pi profondo del de-

    siderio di vedere Ges: il problema esistenziale, il

    problema della tristezza, dell'angoscia, dei tormenti

    interiori, delle crisi. E vogliono parlarne con lui, con

    Ges, di cui hanno sentito parlare. Per a parte, fuori

    dalla folla; e anche qui, commenta il santo, un signifi-

    cato: non nel frastuono, non in mezzo alla moltitu-

    dine che l'uomo risolve i suoi problemi, soprattutto

    questi problemi esistenziali, ma nell'interiorit dello

    spirito, con se stesso, di fronte a se stesso, soprattutto

    di fronte a quella coscienza che parla al suo spirito. E

    quella coscienza che parla al suo spirito questo Ver-

    bo, il Verbo di Dio, che parla a ogni uomo, credente e

    non credente: al credente come Verbo conosciuto, in-

    carnato, attraverso la fede e la rivelazione, al non cre-

    dente come voce di coscienza. Ma l, nel cuore di o-

    gni uomo.

    Signore, noi ti rendiamo

    grazie perch ci attiri

    alla tua croce.

    Attiraci a te e

    troveremo il solco

    in cui macerare.

    Attiraci a te e ogni gioia,

    ogni sofferenza

    avr un senso,

    un fine. Attiraci a te e,

    senza paura, afferrata

    la tua mano, capiremo

    che il dolore il primo,

    necessario passo per

    risorgere con te.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 5

  • Luned 23

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Settimana di Quaresima

    Daniele 13,41c-62 Allora Susanna ad alta voce esclam: Dio

    eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io

    muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato

    contro di me. E il Signore ascolt la sua voce.

    Il Santo del giorno: Beata Annunciata Cocchetti

    In quel tempo, Ges si avvi verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si rec di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultrio, la posero in mezzo e gli dissero: Maestro, questa donna stata sorpresa in flagrante adultrio. Ora Mos, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Ges si chin e si mise a scri-vere col dito per terra. Tuttavia, poich insistevano nellinterrogarlo, si alz e disse loro: Chi di voi senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ci, se ne andarono uno per uno, cominciando dai pi anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era l in mezzo. Allora Ges si alz e le disse: Donna, dove sono? Nessuno ti ha con-dannata?. Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Ges disse: Neanchio ti condanno; va e dora in poi non peccare pi.

    Brano Evangelico: Gv 8,1-11

    Non di solo pane - Numero 702 - pagina 6

    Nata a Rovato (Bs) il 9 maggio 1800, Annunciata rimase orfana dei genitori a sette anni. A 17 anni apr nella sua casa una scuola per le fanciulle povere del paese. A 22 anni divenne la prima insegnante della scuola femminile di Rova-to. Alla morte della nonna, che l'aveva allevata, pass sei anni a Milano. Nel 1831 and a Cemmo in Valcamonica dove si tro-vava una scuola aperta da

    Erminia Panzerini, che fin dal 1821 la gestiva secondo lo spirito dell'Opera di Santa Do-rotea. Annunciata vi prest la sua opera di maestra per dieci anni. Alla morte della Panze-rini nel 1842 si trasfer a Venezia divenendo una suore dorotea. Nell'otto-bre dello stesso anno ritorn a Cemmo con altre due religiose e nel 1843 emise i voti. Per 40

    anni si dedic all'apo-stolato nella Valcamo-nica. Nel 1853 apr a Cemmo un noviziato proprio, sviluppandolo in modo autonomo e diffondendosi anche fuori d'Italia. Mor il 23 marzo 1882. stata beatificata il 21 aprile 1991.

    Contemplo: Se con l'eucaristia Dio prende dimora in noi, que-

    sto deve vedersi nell'irraggiamento di ci che egli : verit, a-

    more, pace, pazienza, unit. Non vi autentica eucaristia se

    non diventiamo pietre vive per la costruzione della Chiesa e lie-

    vito di giustizia per fermentare tutto il mondo.

    (Anna Maria Cnopi)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 7

    Ges andava spesso sul monte degli Ulivi per

    pregare, per incontrare il Padre nel silenzio e

    nell'intimit. All'alba Ges s'icammin verso il

    Tempio. In quel momento i farisei vanno da

    Ges con la donna sorpresa in adulterio. Ges,

    dopo aver ascoltato gli accusatori, lancia loro

    una sfida: "Chi senza peccato scagli la prima

    pietra". Alla fine del brano Ges dir:

    "Nemmeno io ti condanno...". Ancora oggi la

    donna trattata come un oggetto di piacere,

    accusata, maltrattata, picchiata. Ges rialza

    la donna, rid alla donna vita nuova, la ri

    spetta e non la condanna. Partire in missione o

    rimanere nel proprio paese portare al mondo

    il Dio Amore e far riscoprire nelle diverse so-

    ciet la dignit dell'uomo e della donna, come

    il Vangelo ce la presenta, liberare la donna

    dalle sue paure, dalla sua inferiorit, offrirle

    la consapevolezza che esiste come persona e

    che pu dare un volto nuovo al mondo. Signore

    Ges, aiutaci a non condannare, ma ad amare

    e perdonare.

    Sr Maurizia Mitelli - Nuova Caledonia

    Quelle parole

    scritte con un gesto

    assorto sulla terra

    le ignoriamo, eppure

    il nostro cuore le conosce,

    ciascuno pu leggervi

    il proprio nome, la verit

    di s, un segno necessario

    a orientare il passo,

    un dono d'amore.

    Cos simili a

    quella donna fragile

    e salvata da te,

    troppo simili, a volte,

    alla durezza di chi

    pronto a scagliare la pietra:

    scrivi per noi, Signore,

    le parole della tua giustizia,

    che solo amore

    e fa' che le sappiamo

    leggere col cuore.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci

    Oggi, e ogni volta che sto per giudicare qual-

    cuno, mi ricorder di questa celebre frase di

    Ges: Chi di voi senza peccato, scagli per primo la pietra....

    abbastanza nota ma, chiss perch, non ci pensiamo mai quando giudichiamo. Maria, madre di Mise-

    ricordia, sii il nostro modello.

    meditazione

    Dio Amore Meditazione a cura della redazione

  • Non di solo pane - Numero 702 - pagina 8

    Marted 24

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Settimana di Quaresima Numeri 21,4-9 Il popolo non sopport il viaggio. Il popolo venne da Mos e disse: Abbiamo peccato, perch abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti. Mos allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

    L'etimologia del no-me Caterina attinge al greco donna pu-ra. Tale fu Catarina Ulfsdotter, meglio conosciuta come Ca-terina di Svezia, se-condogenita degli otto figli di santa Bri-gida, la grande misti-ca svedese che ha se-gnato profondamente la storia, la vita e la letteratura del Paese

    scandinavo. Nata nel 1331, in giovanissi-ma et Caterina spo-s Edgarvon Kyren, nobile di discenden-za ma soprattutto d'animo: questi non solo acconsent al desiderio della ra-gazza di osservare il voto di continenza, ma si leg addirittu-ra allo stesso voto. A 19 anni Caterina

    raggiunse la madre a Roma, dove partecip alla sua intensa vita religiosa e ai suoi pel-legrinaggi. Alla morte di Brigida, Caterina ne riport in patria la salma e, nel 1375, entr nel monastero di Vadstena. Nel 1380 venne eletta ba-dessa; mor il 24 mar-zo 1381.

    Il Santo del giorno: Santa Caterina di Svezia

    In quel tempo, Ges disse ai farisei: Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire. Dicevano allora i Giudei: Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete veni-re?. E diceva loro: Voi siete di quaggi, io sono di lass; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati. Gli dissero allora: Tu, chi sei?. Ges disse loro: Proprio ci che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo. Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Ges: Quando avrete innalzato il Figlio delluomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato con me: non mi ha lasciato solo, perch faccio sempre le cose che gli sono gradite. A queste sue parole, molti credettero in lui.

    Brano Evangelico: Gv 8, 21-30

    Contemplo: Numerosi sono i modi con cui Dio si risveglia nell'anima; sono cos tanti che non finirei mai di enumerarli, ma questo, di cui parla l'anima, che viene fatto dal Figlio di Dio, , a mio parere, uno dei pi subli-mi e quello che produce in lei beni maggiori. Esso infatti un movimento che il Verbo fa nella sostanza dell'anima ed di tanta grandezza, gloria e soavit, da sembrare in lei che tutti i balsami, tutte le spezie odorifere e tutti i fiori del mondo vengano scossi per spargere la loro fragranza. Le pare inoltre che tutti i regni e i domini della terra e tutte le virt e i poteri del cielo si muovano; le sembra infine che tutte le virt, le sostanze, le perfe-zioni e le grazie di ogni cosa creata risplendano e facciano insieme lo stesso movimento. (San Giovanni della Croce)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 9

    I farisei mettevano della malizia nei confronti di

    Ges, rimproverando chi, come Nicodemo, apriva

    uno spiraglio di dialogo con Lui: "Sei forse anche

    tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galile-

    a non sorge profeta!". proprio il perseverare

    nelle proprie certezze che porter al fanatismo e

    alla condanna a morte di Ges, il quale, da parte

    sua, fa di tutto per respingere questo atteggia-

    mento di durezza. Perci afferma: "Dove vado io,

    voi non potete venire... Voi siete di quaggi, io

    sono di lass". Certo, provocante, tuttavia un

    modo per dire "no" a questa chiusura mentale e

    spirituale. Lo scrittore francese Voltaire rivolgen-

    dosi a Dio scrive: "...Fa in modo che coloro che

    accendono ceri in pieno giorno per celebrarti

    sopportino coloro che si accontentano della luce

    del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti

    di una tela bianca per dire che bisogna amarti,

    non detestino coloro che dicono la stessa cosa

    sotto un mantello di lana nera; che sia uguale

    adorarti in un gergo nato da una lingua morta o

    in uno pi nuovo. Fa che coloro il cui abito tin-

    to in rosso o in violetto, che dominano su una

    piccola parte di un piccolo mucchio di fango di

    questo mondo, e che posseggono qualche fram-

    mento arrotondato di un certo metallo, gioiscano

    senza inorgoglirsi di ci che essi chiamano

    grandezza e ricchezza, e che gli altri li guar-

    dino senza invidia: perch tu sai che in queste

    cose vane non c nulla da invidiare, niente di

    cui inorgoglirsi. Possano tutti gli uomini ricordarsi

    che sono fratelli! Abbiano in orrore la tirannia

    esercitata sulle anime, come odiamo il brigantag-

    gio che strappa con la forza il frutto del lavoro e

    dellattivit pacifica! Se sono inevitabili i flagelli

    della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli

    uni con gli altri nei periodi di pace...".

    Verso il creato

    che ci affascina,

    verso le molte persone

    che con noi si affannano,

    verso la storia

    del nostro tempo,

    in luoghi lontanissimi

    e verso i vicinissimi poveri,

    verso le molte ingiustizie

    da sanare...

    alziamo lo sguardo,

    Allarghiamo i confini del cuore,

    smettiamo di lamentarci

    e preoccuparci, focalizzati

    in un'unica direzione, la nostra!

    Alziamo lo sguardo, una volta

    per tutte, verso la tua croce

    santa che d ordine,

    significato profondo,

    orizzonte sconfinato

    alla nostra vita!

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci

    Oggi rivolger una

    preghiera al Signore

    sia per me che per

    tutti i fratelli soffe-

    renti. Sperimenter la bellezza

    della preghiera di interces

    sione in favore degli altri,

    sull'esempio di Maria, mediatri-

    ce di ogni grazia.

    meditazione

    In orrore la tirrania sulle anime Meditazione di Fiorella Elmetti

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 10

    G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

    Parlare dell'annienta-

    mento di Ges davvero

    osare l'impossibile. L'uomo

    Ges vince perdendo. Vin-

    ce negando a se stesso co-

    me uomo il potere di do-

    minare, di affermarsi di

    fronte agli altri e sugli al-

    tri. Ne aveva una lucidissi-

    ma consapevolezza che

    traspariva da tutto il suo

    insegnamento e da tutta

    la sua vita.

    Curiosi investigatori o gen-

    te bramosa di conoscenza

    e di esperienze ecceziona-

    li, alcuni Greci lo volevano

    accostare negli ultimi suoi

    giorni a Gerusalemme. Egli

    esce con quella bellissima

    immagine che richiama cos

    da vicino la parabola del

    regno dei cieli: In verit,

    in verit vi dico: se il chicco

    di grano caduto in terra

    non muore rimane solo; se

    invece muore, produce mol-

    to frutto (Gv 12,24). II

    chicco di frumento lui

    stesso: Ges. La abbassa-

    mento dell'incarnazione

    raggiunger infatti il suo

    estremo limite nella passio-

    ne e nella morte sulla cro-

    ce. Ma l'immagine del chic-

    co di grano, che muore e d

    la spiga e poi il pane, ha

    pure un nesso molto eviden-

    te con il mistero dell'eucari-

    stia.

    La vitalit di quel seme

    sepolto prodigiosa. La leg-

    ge del seme quella di mori-

    re per moltiplicarsi: non ha

    altro senso, altra funzione

    che questa: un servizio alla

    vita. Cos l'annientamento di

    Ges Cristo: seme di vita se-

    polto nella terra. Per Ges

    amare servire e servire

    scomparire nella vita degli

    altri, morire per far vivere.

    Ogni dono di s una se-

    mina di amore che fa nasce-

    re amore. L dove pi dif-

    ficile accettare l'annienta-

    mento di essere servi degli

    altri e di essere mangiati da-

    gli altri, l si raccoglie pi

    abbondante il frutto della

    carit.

    Ecco, ci conceda il Signore

    di arrivare a questa resa to-

    tale del nostro essere ogni

    volta che ci troviamo a fargli

    le nostre rimostranze con

    discorsi da ragazzi petulanti

    e sconsiderati. Ci conceda di

    immergerci nel suo mistero

    di umilt e di gloria mal

    grado la nostra incapacit a

    capirlo

    (A.M. CNOPI, L'annientamento di Cri-

    sto, perpetuato nel mistero eucaristico...,

    in Deus absconditus, Ghiffa 1980, 60-69,

    passim).

    Morire per far vivere Pagina curata da Cristina e Tiziana

  • Non di solo pane - Numero 702 - pagina 11

    V Settimana di Quaresima

    Isaia 7,10-14 Il Signore parl ad Acaz: Chiedi per te un segno dal Signore. Acaz rispose: Non lo chieder, non voglio tentare il Signore. Allora Isaia disse: Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perch ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi dar un segno. Ecco: la vergine concepir e partorir un figlio, che chiamer Emmanue-le, perch "Dio con noi".

    In quel tempo, langelo Gabriele fu mandato da Dio in una citt della Galilea, chia-

    mata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di

    nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallgrati,

    piena di grazia: il Signore con te. A queste parole ella fu molto turbata e si doman-

    dava che senso avesse un saluto come questo. Langelo le disse: Non temere, Maria,

    perch hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e

    lo chiamerai Ges. Sar grande e verr chiamato Figlio dellAltissimo; il Signore Dio

    gli dar il trono di Davide suo padre e regner per sempre sulla casa di Giacobbe e il

    suo regno non avr fine. Allora Maria disse allangelo: Come avverr questo, poi-

    ch non conosco uomo?. Le rispose langelo: Lo Spirito Santo scender su di te e

    la potenza dellAltissimo ti coprir con la sua ombra. Perci colui che nascer sar

    santo e sar chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec-

    chiaia ha concepito anchessa un figlio e questo il sesto mese per lei, che era detta

    sterile: nulla impossibile a Dio. Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore:

    avvenga per me secondo la tua parola. E langelo si allontan da lei.

    Brano Evangelico: Lc 1, 26-38

    Festa del Signore, l'An-nunciazione inaugura l'evento in cui il figlio di Dio si fa carne per con-sumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all'obbedienza del Cristo, vivendo sa-cramentalmente nella fede il significato pa-squale della annuncia-

    zione. Maria la fi-glia di Sion che, a coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo 'Fiat' e con-cepisce per opera del-lo Spirito santo il Sal-vatore. In lei Vergine e Madre il popolo della promessa diven-ta il nuovo Israele, Chiesa di Cristo. I nove mesi tra la con-cezione e la nascita

    del Salvatore spiegano la data odierna rispetto alla solennit del 25 dicembre. Calcoli eru-diti e considerazioni mistiche fissavano u-gualmente al 25 marzo l'evento della prima creazione e della rinno-vazione del mondo nel-la Pasqua.

    Contemplo: L'Ostia Immacolata ti ricordi l'Immacolata Madre

    di Ges! a Maria che dobbiamo l'Eucaristia. Essa l'Aurora

    del SS. Sacramento. (Maria Candida dell'Eucaristia)

    Il Santo del giorno: Annunciazione del Signore

    Mercoled 25

    Marzo

    I Settimana del Salterio

  • A Lourdes, nelloscura grotta di Massabielle, la sta-

    tua della Bianca Signora, come amava definire la

    Madonna Bernardette Soubirous prima di conoscere

    la sua vera identit, se ne sta raccolta in preghiera.

    La sua una presenza che rivela il Mistero. Basta

    incrociare il suo sguardo per sentirsi sfiorare

    dallamore, avvolti in una carezza piena di tenerez-

    za. E di tutti coloro che passano ai suoi piedi lei a-

    scolta le preghiere, annerendo per il fumo delle

    candele, sempre accese e numerose. Da pochi anni,

    una luce la illumina la sera, ma per tutti sempre

    stato chiaro che lei pi che un angelo, luce nella

    luce, come lo chiunque opera la volont di Dio.

    Come la luna che risplende nelloscurit della not-

    te. Come i raggi del sole che si irradiano negli ango-

    li pi disparati del mondo. Per questo Maria

    piena di grazia e il suo Eccomi risuona come

    quel giorno in cui a Nazareth langelo Gabriele fu

    mandato da Dio. LIncarnazione di Dio nella storia

    non una favola, ma il compimento della promessa

    di Dio che non lascia luomo senza speranza. Eppu-

    re, Dio non fa tutto da solo, non forza gli eventi, ma

    attende che lei sappia ritrovare se stessa dopo un

    attimo di smarrimento. Per questo, come fa notare

    padre Ermes Ronchi, necessario molto silenzio

    per ascoltare lo stupefatto silenzio di Dio Ma non

    temere, Maria. Dio entra nella vita, che fatta an-

    che di turbamenti, di emozioni confuse, e porta

    nuove stelle polari. Entra nella vita, anche se ina-

    deguata. O forse proprio per questo!. La festa di

    oggi ci dice proprio questo: Non temere, se non

    siamo sempre allaltezza della situazione, Dio vie-

    ne, questo che importa. Come venuto a sostene-

    re la sconvolgente maternit di Maria, cos viene a

    sostenere il nostro cammino, il nostro fragile s, se-

    me di vita.

    Come in ogni dialogo d'amore

    un s non pu

    che essere preceduto

    da una domanda,

    da un proporsi

    delicato e irresistibile.

    Mentre contempliamo,

    ancora e sempre,

    quell'Eccomi di Maria,

    che lascia spazio

    al disegno di salvezza d

    i Dio oggi riflettiamo

    con esultanza

    sull'inizio degli inizi:

    Dio innamorato dell'uomo si

    propone, si fa avanti,

    crede nella nostra umanit

    e continua a credervi.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci

    Dio con noi, questa

    certezza deve accom-

    pagnarci in ogni i-

    stante della nostra

    giornata. Egli ha voluto condivi-

    dere anche la nostra esperienza

    umana, con tutte le sue difficol-

    t. Penso mai a questo? Quali

    conseguenze ha per me?

    meditazione

    Non temere a cura Tiziana e Cristina

    Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 12

  • Non di solo pane - Numero 702 - pagina 13

    Gioved 26

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Settimana di Quaresima Genesi 17,3-9 Abram si prostr con il viso a terra e Dio parl con lui: Quanto a me, ecco, la mia alleanza con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai pi Abram, ma ti chiamerai Abramo, perch padre di una moltitudine di nazioni ti render. Stabili-r la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di genera-zione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te[]

    Nata a Chieri, nel Torine-se, il 15 novembre 1847, la sesta di otto figli. Il padre muore nel 1855 quando gi cinque dei suoi figli erano morti. Maddalena, a soli otto anni, inizia a lavorare con il telaio e a dieci sente il desiderio di fare la mae-stra. Il suo sogno si avve-ra dopo cinque anni. Il parroco di Buttigliera d'Asti apre una scuola materna e Maddalena,

    non ancora quindicen-ne, assunta come ma-estra. Nel 1877 Madda-lena confessa alla ma-dre il suo desiderio di farsi suora, ma avendo compiuto trent'anni, respinta sia dalle Figlie della Carit sia dalle Domenicane. L'anno successivo don Bosco l'accetta nella sua Con-gregazione e il 4 set-tembre 1879 emette la professione religiosa

    nelle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ricopre subito incarichi di re-sponsabilit poi viene trasferita in Sicilia: in 26 anni fonda 19 case, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 4 convitti, 3 scuo-le di religione. Muore il 26 marzo 1908. stata beatificata il 5 novem-bre 1994.

    Il Santo del giorno: Beata Maddalena Caterina Morano

    In quel tempo, Ges disse ai Giudei: In verit, in verit io vi dico: Se uno osserva la

    mia parola, non vedr la morte in eterno. Gli dissero allora i Giudei: Ora sappiamo

    che sei indemoniato. Abramo morto, come anche i profeti, e tu dici: Se uno osserva

    la mia parola, non sperimenter la morte in eterno. Sei tu pi grande del nostro padre

    Abramo, che morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?. Rispose Ge-

    s: Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica il Pa-

    dre mio, del quale voi dite: nostro Dio!, e non lo conoscete. Io invece lo conosco.

    Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osser-

    vo la sua parola. Abramo, vostro padre, esult nella speranza di vedere il mio giorno;

    lo vide e fu pieno di gioia. Allora i Giudei gli dissero: Non hai ancora

    cinquantanni e hai visto Abramo?. Rispose loro Ges: In verit, in verit io vi dico:

    prima che Abramo fosse, Io Sono. Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di

    lui; ma Ges si nascose e usc dal tempio.

    Brano Evangelico: Gv 8, 51-59

    Contemplo: Mentre la mia anima era piena di gioia e si trovava nel seno della Trinit, dentro il tabernacolo nel quale si ripone il corpo di Cristo, capiva che egli in ogni luogo e riempie tutto l'universo. Allora l'anima, presa dalla meraviglia, come incantata guardava quel tabernacolo e in mezzo alla sua gioia esclam: Perch pro-vo tanta gioia nel contemplarti in questo tabernacolo? E perch, trovandoti tu in ogni luogo, non provo uguale gioia in ogni luogo?. Egli mi disse parole cos oscure che non le ricordo pi perfettamente, ed anche: Sono prigioniero in questa cella per le parole ch'io faccio pronunciare, e questo faccio per singolare miracolo. (Angela da Foligno)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 14

    Osservare e conoscere sono i due verbi che emer-

    gono in questo testo. Ma non sono sciolti, anzi, l'uno porta di conseguenza all'altro, come un fra-

    goroso temporale pu portare alla bellezza

    dell'arcobaleno o come una prova di dolore pu

    portare alla fede. Mi sembra importante in merito la testimonianza di Nek, noto cantante che re-

    centemente si esibito al Festival di Sanremo:

    "Prima ero un po tiepido con Dio, mentre ora provo sempre pi il bisogno di non sentirmi solo.

    Il mio rapporto con la religione un cammino

    continuo; un continuo conoscere, conoscersi, ac-cettarsi, capire i propri limiti. A volte ci si riesce,

    altre no, si cade, ci si rialza, ma limportante

    andare avanti. Per capire il posto che la fede oc-

    cupa nella mia vita non mi sono limitato a leggere il Vangelo, ma ho voluto toccare con mano; sono

    andato a Medjugore, ma pure nelle comunit per

    capire perch una persona che magari ha smarri-to la sua dignit la ritrova attraverso

    unesperienza di fede. Dopo ventanni di vita as-

    sieme qualche incomprensione pu arrivare. Quattro anni e mezzo fa la nascita della nostra

    piccola Beatrice, con tutte le criticit che un e-

    vento cos importante a volte comporta, ha ri-

    schiato di allontanarmi da mia moglie Patrizia. Grazie al cielo fra noi bastato uno sguardo per

    capire labisso che si stava aprendo e siamo tor-

    nati indietro. Il dolore forse lunica cosa che ti fa capire cos utile e cosa futile. Tre anni fa,

    ad esempio, ho perso mio padre Cesare; dopo due

    anni e mezzo di sofferenza, ho visto leroe della mia vita spegnersi piano piano. Una parte di me

    ha pianto quel vuoto, mentre laltra attraverso la

    fede ha accettato la condizione; non lha subita,

    non ne ha fatta una colpa al mondo, ma ha cerca-to di reagire. Anche se in certe situazioni

    tuttaltro che facile".

    Signore, perch temiamo?

    Tu sei nostro alleato,

    nostro amico, nostro scudo.

    Tu sei al nostro fianco,

    compagno che non delude

    e non tradisce, ma che,

    tradito e deluso,

    insegna amore e perdono.

    Signore dei pellegrini

    alleato prezioso

    e fonte di ogni vita,

    di ogni nuova partenza,

    noi ti rendiamo

    grazie per la tua.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci

    meditazione

    Un cammino continuo Meditazione di Elmetti Fiorella

    Ricordiamoci che, nono-

    stante tutto, noi possia-

    mo essere pieni di gioia,

    perch abbiamo potuto

    conoscere ci che il Salvatore ha fatto

    per noi. Oggi dedicher la mia giorna-

    ta al tema della gioia vera, che ci vie-

    ne dal Signore e dalle piccole cose

    che egli ci dona nella giornata.

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 15

    G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

    Di fronte alla morte di un

    bambino o di una giovane

    mamma, alla sofferenza in-

    nocente del giusto o alla

    lenta agonia provocata da un

    male incurabile si pu reagi-

    re in vari modi: bestemmian-

    do o pregando, scivolando

    lentamente nel baratro del

    non senso o aggrappandosi

    tenacemente alla tenue radi-

    ce della fede. La sofferenza

    difficilmente neutra: ci

    interpella, ci spinge sulla

    strada di un paese lontano

    o ci fa bussare alla porta

    socchiusa della casa pater-

    na, ad un focolare da sem-

    pre preparato e eccesso dal-

    la provvidenza per le buie e

    fredde notti invernali. La

    sofferenza metto sempre e

    comunque a dura prova, la-

    scia i segni, ferite che si ri-

    marginano con gli anni ma

    che lasciano comunque una

    cicatrice.

    La sofferenza interpella,

    sempre e comunque. Lo

    scrittore napoletano Erri De

    Luca ricorda:

    Accompagnavo, con una pic-

    cola folla, alla sepoltura una

    bambina di dieci anni morta di

    cancro. Nel fruscio dei passi

    del piccolo corteo si lev d'im-

    provviso il grido terribile del

    padre di quell'unica figlia, un

    muratore mio compagno di

    lavoro. Grid: Torturatore,

    me l'hai fatta torturare per un

    anno, mi fai schifo, grid

    dritto al cielo le sue bestem-

    mie guardando in alto e poi

    sputando in terra, lui ateo di

    sempre. Era il tu di un uo-

    mo a Dio, un tu antico che

    veniva dagli urli dei profeti e

    dopo un lungo sonno s'impen-

    nava nelle mie orecchie in un

    fiato di puro dolore. Quel

    tu era cos forte che dimo-

    strava l'esistenza di Dio alme-

    no in quell'ora e in quell'uo-

    mo. Credo che Dio non si of-

    fenda dei gridi dell'uomo, se

    hanno il tu nel dolore.

    Anche la bestemmia, parados-

    salmente, nellora orrenda del

    distacco e del dolore diventa

    un incontro faccia a Faccia

    a muso duro con Dio.

    E per chi crede? Diventa sentie-

    ro, un sentiero simile a quello

    che troviamo nei boschi di

    montagna e che i taglialegna

    chiamano sentieri della le-

    gna. Sono i sentieri tracciati

    dal continuo passaggio dei tron-

    chi e delle fascine. Sono sem-

    pre puliti dal continuo passag-

    gio della legna ma pieni di cor-

    tecce e rami spezzati. Non ci

    sono curve sui sentieri della

    legna, vanno dritti alla vetta.

    Sono sentieri faticosi ma una

    volta percorsi aprono alla soli-

    dariet e alla comprensione. Ci

    ricorda don Giovanni Antonioli:

    I sentieri del dolore assomi-

    gliano tanto ai sentieri della

    legna e tu puoi muovere in soc-

    corso dei viandanti per aiutarli

    a portare dei pesi. sempre

    autentica la storia del Cireneo

    che aiuta Ges. Noi tutti pos-

    siamo aiutare il nostro fratello

    a portare i suoi pesi oppure

    possiamo condannarlo a porta-

    re anche i nostri. Quando noi

    cincontriamo su questi sentieri

    possiamo aiutarci e mettere a

    disposizione le nostre capacit,

    tenendoci per mano.

    Cari genitori in questora buia

    e tetra imprecando o con la

    corona tra le dita incontrarci

    sui sentieri della legna, al-

    ziamo gli occhi verso il cielo,

    raggiungiamo insieme la vetta.

    Imprecando o pregando. Pagina curata da Cristina e Tiziana

    Da unomelia di don Luciano

  • Non di solo pane - Numero 702 - pagina 16

    Venerd 27

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Settimana di Quaresima Geremia 20,10-13 Sentivo la calunnia di molti: Terrore all'intorno! Denunciatelo! S, lo denunceremo. Ma il Signore al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perch non avranno successo, sar una vergogna eterna e incancellabile. Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perch ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

    Gli Atti di sant'Au-gusta furono redatti alla fine del XVI seco-lo da Minuccio de' Minucci di Serravalle, segretario di papa Cle-mente VIII. Le notizie sono leggendarie, co-me del resto accadde per molti martiri dei primi tempi del cri-stianesimo. Augusta sarebbe stata figlia di

    Matruco, capo aleman-no (dell'Alemagna, la Germania), che aveva conquistato e sotto-messo il Friuli. Questi risiedeva a Serravalle (attuale borgo antico della citt di Vittorio Veneto) ed era un ac-canito nemico della religione cristiana. Au-gusta abbracci la nuo-va fede segretamente,

    ma il padre ne venne comunque a conoscen-za e la fece arrestare. Giacch si rifiut di apostatare, intorno all'anno 100 fu gettata in un carcere e dopo varie torture, venne decapitata.

    Il Santo del giorno: SantAugusta di Serravalle

    In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Ges. Ges disse loro:

    Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete

    lapidarmi?. Gli risposero i Giudei: Non ti lapidiamo per unopera buona, ma per

    una bestemmia: perch tu, che sei uomo, ti fai Dio. Disse loro Ges: Non for-

    se scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete di? Ora, se essa ha chiamato

    di coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio e la Scrittura non pu essere annul-

    lata , a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: Tu be-

    stemmi, perch ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Pa-

    dre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle

    opere, perch sappiate e conosciate che il Padre in me, e io nel Padre. Allora

    cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfugg dalle loro mani. Ritorn quin-

    di nuovamente al di l del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e

    qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: Giovanni non ha compiuto nessun

    segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero. E in quel luogo

    molti credettero in lui.

    Brano Evangelico: Gv 10, 31-42

    Contemplo: Il martire il testimone per eccellenza di Cristo.

    Come mai il martirio rende testimonianza a Cristo se non per-

    ch fra Cristo e il mondo vi opposizione? Un accordo tra mon-

    do e cristianesimo non pu essere mai senza pericolo: la forza

    e la vita del cristianesimo si rivela nel suo martirio: la santit

    della Chiesa in questa testimonianza perenne. (Divo Barsotti)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 17

    Signore Ges,

    quale tremenda angoscia

    hai sopportato fino al terrore:

    si prepara la tua Pasqua

    e si raccolgono pietre,

    per lapidarti, per distruggere

    a sassate il bene,

    per innalzare la croce...

    Con quanta forza

    e con quanta sofferenza

    tu hai saputo trasformare

    questo terribile male

    in denuncia forte e chiara,

    in strumento

    di discernimento per tutti,

    in rovesciamento della logica

    per cui le lapidi segneranno

    i sepolcri imbiancati

    di chi resiste alla vita.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci

    Signore, scruta il mio

    cuore e la mia mente

    e donami la tua gra-

    zia. Non mi nasconde-

    r davanti a te, oggi metter a

    nudo i miei pensieri, i miei risenti-

    menti, le mie ferite, i miei pecca-

    ti... sapendo che mi ami, che puoi

    risanarmi, che mai mi lasci.

    Nell'occasione della festa della dedicazione del

    tempio, quella che culminer con la decisione

    di uccidere Ges, egli si dichiara Figlio di Dio:

    lui e il Padre sono una cosa sola, il Padre vive in

    Ges e Ges nel Padre. E di questo i Giudei do-

    vrebbero accorgersi, per lo meno dalle opere

    che Ges compie, che sono le stesse opere del

    Padre. Figlio di Dio, e lo si pu vedere. Le ope-

    re sono un segno. Il progetto di rinnovamento

    pastorale della nostra Diocesi di Ciudad Guaya-

    na invita tutti i cattolici a farsi prossimo, ad av-

    vicinarsi agli altri, fratelli e non, cos da mani-

    festare il volto di un Dio che si fatto vicino

    all'uomo per condividere con noi la sua vita e

    offrirci la sua salvezza. Dalle nostre parti quasi

    tutti si fanno vicini, pi che alle persone, all'o-

    ro, e se alle persone, bisogna stare attenti a co-

    sa pensano: nel giro di quattro giorni due sono

    stati uccisi: oro-soldi; soldi-ubriachezza, ubria-

    chezza-molestia, molestia-violenza, violenza-

    morte. Dona Iria, settant'anni gi suonati, un

    tipino brillante, madre di 16 figli, continua a

    seguire il cammino di fede in parrocchia. Lei

    non cerca oro; quella che visita le case della

    gente portando una ventata di allegria e che

    nei, novenari dei defunti, guida la recita del ro-

    sario. E di casa dappertutto. Grazie a lei si sa

    anche in EI Dorado che Dio si fatto vicino alle

    persone e in ogni situazione per offrire la sua

    pace e serenit.

    Don Antonio Polana - Venezuela

    Meditiamo la Parola

    Se tu conoscessi il dono di Dio

  • Sabato 28

    Marzo

    I Settimana del Salterio

    V Settimana di Quaresima Ezechiele 37,21-28 Cos dice il Signore: Io prender i figli d'Israe-le dalle nazioni fra le quali sono andati e far di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele, li purificher e saranno il mio popolo e io sar il loro Dio. Il mio servo Davide regner su di loro e vi sar un unico pastore per tutti. Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele.

    La storia di Stefano Harding rimanda alle origini dell'ordine monastico dei cister-censi, tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo. Questo monaco inglese origi-nario di Shelburne infatti accanto a san Roberto di Molesme e ad Alberico quando nel 1098 fondano il

    nuovo monastero a Citeaux in Borgogna. Il principio ispiratore di questa nuova co-munit era la volont di ristabilie l'obbe-dienza alla Regola benedettina nella sua integrit. Di Citeaux Stefano Harding di-verr anche abate. E sar lui ad accogliere qui san Bernardo, la

    figura che col suo carisma contribuir alla grande fioritura del nuovo ordine mo-nastico. Gi sotto la guida di Stefano Har-ding furono dodici le fondazioni nate da Citeaux. Morto nel 1134, stato cano-nizzato nel 1623.

    Il Santo del giorno: Santo Stefano Harding

    Brano Evangelico: Gv 11, 45-56

    In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ci che Ge-s aveva compiuto, ossia la risurrezione di Lzzaro, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Ges aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sindrio e dissero: Che cosa fac-ciamo? Questuomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare cos, tutti crede-ranno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazio-ne. Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quellanno, disse loro: Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!. Questo per non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quellanno, profetizz che Ges doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di uccider-lo. Ges dunque non andava pi in pubblico tra i Giudei, ma da l si ritir nella re-gione vicina al deserto, in una citt chiamata fraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Ges e, stando nel tempio, dicevano tra loro: Che ve ne pare? Non verr alla festa?.

    Non di solo pane - Numero 702 - pagina 18

    Contemplo: S, in tutta verit, se la mia anima fosse pronta

    come quella di Nostro Signore Ges Cristo, il Padre operereb-

    be in me puramente quanto nel suo Figlio unigenito e non di

    meno, giacch egli mi ama con lo stesso amore con cui ama

    s stesso. (Meister Eckhart)

  • Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 19

    Signore,

    ogni passo che ci avvicina

    alla tua Pasqua

    ci immerge nel mistero

    della tua tremenda

    lotta con il male

    che in noi, tra noi!

    Predisponiamo il cuore

    a entrare nel vivo

    di questo dramma,

    non cos certi

    di non avere pietre

    nelle tasche.

    Entrare con te nel

    compiersi della profezia,

    lo vogliamo con forza,

    ma da soli non ce la faremo.

    Kyrie eleison!

    Preghiamo la Parola

    Agisci Dio vuole dimorare in mezzo ai suoi figli. Co-me lo accolgo? Preparo la sua dimora co-struendo relazioni d'a-more con gli altri o vi-

    vo nell'egoismo? Oggi chiedo allo Spirito il dono di un cuore rinno-vato, per poter portare e vivere l'amore intorno a me.

    "Che cosa facciamo?", si chiedono "i capi dei sa-

    cerdoti e i farisei" preoccupati della crescente no-toriet di Ges, dopo la risurrezione di Lazzaro. C'era infatti un numero sempre pi crescente di discepoli che lo ascoltavano e le autorit temeva-no di perdere il "potere" sulla gente. Loro si inter-rogavano, di certo, ma invece di capire giudicava-no e avevano gi la risposta in tasca: ucciderlo. Loro, ovviamente, non lo ammettono, ma questa paura ci rivela che Ges, nemmeno per loro u-no qualunque. E per noi oggi chi veramente

    Ges? Papa Francesco cos ce ne parla: "Ges il Figlio fattosi Servo, inviato nel mondo per realiz-zare attraverso la Croce il progetto della salvez-za, per salvare tutti noi. La sua piena adesione alla volont del Padre rende la sua umanit tra-sparente alla gloria di Dio, che lAmore. Ges si rivela cos come licona perfetta del Padre, lirradiazione della sua gloria. E il compimento della rivelazione; per questo accanto a Lui trasfi-gurato appaiono Mos ed Elia, che rappresenta-no la Legge e i Profeti, come per significare che

    tutto finisce e incomincia in Ges, nella sua pas-sione e nella sua gloria. La consegna per i disce-poli e per noi questa: Ascoltatelo!. Ascoltate Ges. E Lui il Salvatore: seguitelo. Ascoltare Cri-sto, infatti, comporta assumere la logica del suo mistero pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla volont di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mon-dane e di interiore libert. Occorre, in altre parole,

    essere pronti a perdere la propria vita, donando-la affinch tutti gli uomini siano salvati: cos ci in-contreremo nella felicit eterna. Il cammino di Ge-s sempre ci porta alla felicit, non dimenticate-lo!".

    Meditiamo la Parola

    Ges non uno qualunque Meditazione di Fiorella Elmetti

  • 333/3390059 don Luciano

    Anno XV- n. 702

    Domenica 22 Marzo 2015

    Chiuso il 17 Marzo 2015

    Numero copie 1450

    Coordinatrice Fiorella Elmetti

    Redazione

    don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

    don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

    Grafica e stampa

    don Luciano Vitton Mea

    Ideato da don Luciano Vitton Mea

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