Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

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PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XV - n° 710 Domenica 17 Maggio 2015 Tempo di Pasqua Itinerario quotidiano di preghiera Fu elevato in cielo (Mc 16,19)

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Ascensione al cielo di Gesù www.nondisolopane.it

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PANE Non di solo

Sussidio di preghiera per la famiglia

Anno XV - n° 710

Domenica 17 Maggio 2015

Tempo di Pasqua

Itinerario quotidiano di preghiera

Fu elevato in cielo (Mc 16,19)

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 2

Maggio 2015

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giorna-

ta. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le paro-

le, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione

con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che conti-

nua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvez-

za del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato

Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affin-

ché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa,

prego specialmente per le intenzioni che il Santo

Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli

in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Perché, rifiutando la cultura dell’indifferenza,

possiamo prenderci cura delle sofferenze del prossimo,

particolarmente dei malati e dei poveri.

Intenzione missionaria

Perché l’intercessione di Maria aiuti i cristiani

che vivono in contesti secolarizzati a rendersi

disponibili per annunciare Gesù.

Intenzione dei vescovi

Perché le Conferenze Episcopali portino il loro

contributo molteplice e fecondo per realizzare

il senso di collegialità nella Chiesa.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e

nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.latracciameditazioni.it

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 3

Domenica 17

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Domenica di Pasqua

“Apriamo la porta allo Spirito, facciamoci guidare da Lui, lasciamo che l’azione continua di Dio ci ren-

da uomini e donne nuovi, animati dall’amore di Dio, che lo Spirito Santo ci dona!”

(Papa Francesco)

La prima testimonianza

della festa dell’Ascensione,

è data dallo storico delle

origini della Chiesa, il ve­

scovo di Cesarea, Eusebio

(265­340); la festa cadendo

nel giovedì che segue la

quinta domenica dopo Pa­

squa, è festa mobile e in

alcune Nazioni cattoliche è

festa di precetto, riconosciu­

ta nel calendario civile a

tutti gli effetti. In Italia pre­

vio accordo con lo Stato

Italiano, che richiedeva una

riforma delle festività, per

eliminare alcuni ponti festi­

vi, la CEI ha fissato la festa

liturgica e civile, nella do­

menica successiva ai cano­

nici 40 giorni dopo Pasqua.

Al giorno dell’Ascensione

si collegano molte feste

popolari italiane in cui rivi­

vono antiche tradizioni,

soprattutto legate al valore

terapeutico, che verrebbe

conferito da una benedizio­

ne divina alle acque (o in

altre regioni alle uova).

A Venezia aveva luogo una

grande fiera, accompagnata

dallo ‘Sposalizio del mare’,

cerimonia nella quale il

Doge a bord o d e l

‘Bucintoro’, gettava nelle

acque della laguna un anel­

lo, per simboleggiare il

dominio di Venezia sul

mare; a Bari la benedizione

delle acque marine, a Firen­

ze si celebra la ‘Festa del

grillo’.

Il santo del Giorno: Ascensione del Signore

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tut­

to il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà

battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi sa­

ranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome

scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano

serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; impor­

ranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo a­

ver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Di­

o. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore

agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la ac­

compagnavano.

Brano Evangelico: Mc 16,15­20

Contemplo: Fu elevato in cielo (Mc 16,19)

Il mistero dell'Ascensione di Gesù illumina ancora di più il mistero della sua ri­

surrezione. E noi sappiamo che «mistero» significa un'azione di Dio a nostro

favore! «Cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla

terra?» (Ef 4,9). Gesù è risorto e asceso al cielo, «perché la nostra fede non ven­

ga meno, la nostra speranza non vacilli e la nostra carità non si estingua. Adesso

sembra sia più lontano con la sua umanità, ma è più vicino con la sua divinità»

(Leone Magno).

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 4

G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

Gesù sale al cielo, siede alla

destra del Padre, ma non ci

lascia soli. Porta con se

brandelli della nostra umani-

tà, porta nel suo corpo glori-

ficato i segni della passione,

i segni di ogni singola soffe-

renza umana. Non ci lascia

soli. Ci affida una missione,

rimane con noi, sappiamo

dove trovarlo. Ma soprattut-

to ci chiede di diventare imi-

tatori di Dio, di portare ai

confini della terra briciole

della bontà divina. Giusta-

mente la lettera a Dionieto

sottolinea: “Se amerai Dio

diventerai imitatore della

sua bontà. E non stupirti che

un uomo possa diventare i-

mitatore di Dio: può, se [Egli]

lo vuole. La felicità infatti non

sta nel volere dominare sul

prossimo, né nel voler esser

più forte dei deboli, né nell'

essere ricco, né nell' essere

prepotente con gli inferiori.

Nessuno può imitare Dio in

questi modi, che sono estranei

alla sua grandezza. Ma colui

che prende su di sé il peso del

prossimo e che, con ciò in cui

è superiore, spontaneamente

vuol far del bene ad un altro

meno fortunato, chi usa le co-

se ricevute da Dio a favore di

chi ne ha bisogno, diviene un

Dio per coloro che le ricevono:

questi è imitatore di Dio! Allo-

ra, pur trovandoti sulla terra,

potrai vedere Dio che go-

verna nei cieli; allora co-

mincerai a parlare dei mi-

steri di Dio, allora amerai

e ammirerai coloro che

vengono perseguitati per-

ché non vogliono rinnegare

Dio, allora condannerai

l'impostura del mondo e il

suo errore, quando cono-

scerai la vera vita in cielo,

quando disprezzerai quella

che qui è ritenuta morte e

temerai la vera morte,

quella che è riservata ai

condannati al fuoco eterno che

punirà fino alla fine quanti gli

sono stati consegnati. Allora

ammirerai e dichiarerai beati

quelli che per la giustizia sop-

portano il fuoco di qui, quando

conoscerai quell'altro fuoco

(...)”. Gesù salendo al cielo

affida ai suoi amici, a coloro

che portano il suo nome, ad

ogni cristiano il compito di rap-

presentarlo, di essere un picco-

lo mistero divino agli occhi di

chi giace solo e abbandonato,

di diventare un lembo di infini-

to per coloro che ricevono da

noi un po’ di bontà. Quale mi-

stero. Gesù sale al cielo ma

rimane sulla terra attraverso la

bontà di chi vuole aprirgli il suo

cuore.

Imitatori di Dio Meditazione di don Luciano Vitton Mea

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 5

G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

Contemplatio: di Fiorella Elmetti

Parte della stessa gioia

A Lourdes, nella Basilica del Rosario, sono raffigu-

rati in forma di mosaici i misteri della gioia, del

dolore e della gloria. In quello che raffigura

l’ascensione di Gesù si può vedere che mentre Ge-

sù si stacca dalla terra e dal gruppo dei discepoli,

uno di loro, probabilmente Giovanni, bacia il lem-

bo della veste candida del Maestro che ancora può

afferrare, mentre Maria segue l’ascesa del figlio e

prega. Mi ha emozionato vedere questa rappresen-

tazione, perché nel guardarlo ho avuto la sensazio-

ne che anch’io fossi rappresentata in quella scena,

come se davvero fossi stata accanto a Gesù fino

all’ultimo istante della sua vita terrena, mio fosse

stato il bacio di Giovanni e pure mio lo sguardo

contemplativo di Maria. In effetti, credo che que-

sta scena ci riguarda un po’ tutti, perché con Gesù

al cielo salgono tutti i nostri desideri ancora irrea-

lizzati di credere, d’amare, di cercare le cose che

parlano di Dio. Del resto, anche san Paolo nella

lettera agli Efesini dice: "Ascendendo in cielo ha

portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli

uomini". Le mi-

gliaia di piccoli

tasselli che forma-

no il mosaico ci

rapp resentano ,

con i loro colori, le

loro luci e le loro

ombre. In Lui sen-

tiamoci tutti parte

della stessa gioia.

Gioia profonda,

pienezza assoluta,

comunione ampia...

scaturiscono

dalla tua risurrezione

e dalla tua ascensione,

Signore!

Cielo e terra si fondono

in un abbraccio,

che ci redime e

ci salva a partire

dalla nostra limitatezza,

da oggi redenta e benedetta.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

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Lunedì 18

Maggio

III Settimana del Salterio

Tempo di Pasqua

Il Santo del giorno: San Giovanni I Papa

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente

e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai biso­

gno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Di­

o». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già

venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete so­

lo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo

perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate

coraggio: io ho vinto il mondo!».

Brano Evangelico: Gv 16,29­33

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 6

Papa dal (13/08/523 al

18/05/526).

Sostenne per amore di

Cristo e della Chiesa la

persecuzione del re aria­

no Teodorico, che lo

aveva inviato a Costan­

tinopoli presso l'impera­

tore Giustino I a perora­

re la causa degli Ariani.

Morì in carcere a Ra­

venna e il suo corpo fu

trasferito a Roma nella

basilica vaticana, dove

venne onorato come

martire.

Martirologio Roma-

no: San Giovanni I,

papa e martire, che,

mandato dal re ariano

Teodorico a Costanti­

n o p o l i p r e s s o

l’imperatore Giustino,

fu il primo tra i Roma­

ni Pontefici a celebra­

re in quella Chiesa il

sacrificio pasquale;

tornato di lì, fu ver­

gognosamente arre­

stato e gettato in car­

cere dal medesimo

Teodorico, cadendo a

Ravenna vittima per

Cristo Signore.

Contemplo: lo ho vinto il mondo! (Cv 16,33)

Cantiamo nel Salmo: «Oracolo del Signore al mio signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi» (Sal 109) e di­ciamo nel Credo: «È salito al cielo, siede alla destra del Padre». Gesù ha vin­to il mondo: «È lui che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa. Ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, ma non è mai lontano da ciascuno di noi» (cf At 17,24 ss).

“A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che

rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto,

e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che

è amore, misericordia, perdono.”

(Papa Francesco)

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 7

A volte ci sembra proprio di capire tutto di Ge-

sù, come se tra noi e Lui non ci fossero più e-

nigmi o rebus da risolvere. La stessa contentez-

za l’hanno vissuta i discepoli, i quali dissero a

Gesù: “Ecco, adesso parli chiaramente e non fai

più uso di similitudini”. Ma Gesù ci supera sem-

pre e ci chiede fiducia, scrivendo nella nostra

storia quello che noi non concepiremmo mai.

Anche per Maria è stato così. La vita di Maria si

svolge sotto il segno del transitorio e del con-

tingente, e sotto il segno eterno di Dio. Maria

conosce le cose ordinarie della vita di ogni gior-

no e sperimenta la monotonia del loro ripetersi

continuo; sa cosa vuol dire la preoccupazione

del pane, i disagi e le ansietà della fuga e della

permanenza in una terra straniera, del viaggio

di ritorno; le incomprensioni dei vicini, il dolore

e lo sconforto della vedovanza. La sua vita, co-

me la nostra, ha una buona dose di sofferenze e

di lacrime, un mazzolino modesto di gioie,

qualche ora di felicità, un gran numero di ore

grigie e monotone, delle ore di grande soffe-

renza, ma sempre chieste nella fiducia. Le sue

ore scritte nella fiducia sono quelle che ci han-

no portato alla Salvezza.

meditazione

Con lui tutto ha senso di Fiorella Elmetti

Agisci

«Nulla è impossibile a

Dio». Dinanzi al tradi-

mento, all'infedeltà,

all'incomprensione, è

forse difficile non spe­

rimentare la solitudine, l'abbandono:

ma tutto questo non è impossibile!

Maria ne è l'esempio più grande, più

bello. Nel corso di questa giornata,

mi ricorderò spesso delle parole di

Gesù.

Grazie, Signore Gesù!

Ciascuno di noi è unico

ai tuoi occhi, amato

in modo particolare,

nella sua singolarità.

Ma ognuno è solo, per essere

meglio amato, avvinto

a te e, insieme, mirabilmente

legato ai fratelli.

In questa dialettica

misteriosa tra solitudine

e relazione profonda,

tu ci guidi e ci maturi

nel tuo Spirito.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 8

Frutto del mistero: la povertà

"Più ci si rende poveri per l’amore di Dio, più si è ric­

chi in realtà… I poveri e gli amici dei poveri sono gli

amici di Dio". San Giovanni Maria Vianney

È l'ora della notte santa in cui il Bimbo divino entra nel

nostro mondo, diventa nostro fratello e prende su di sé il destino del Salvatore … «Venne per lei il mo­

mento del parto. E diede alla luce il suo Figliuolo primogenito» (Lc 2, 6­7). Questo è avvenuto per noi

tutti e il cantico di gioia per questo felice evento non avrà mai fine sulla terra. Nella stessa ora avviene

anche una cosa che riguarda solamente Maria: Cristo si manifesta apertamente nella esistenza personale

di Lei. Egli nasce nel suo spirito e nel suo cuore. La situazione di attesa diventa ora una comunione di

vita faccia a faccia. Ineffabile realtà: Colui ch'è suo Figlio è anche il suo Redentore! Quando lo guarda,

vede Colui che è la «manifestazione del Dio vivente». Quando il suo cuore si gonfia, il suo impeto d'af­

fetto va a Colui che è venuto nell'amore del Redentore. Quando assiste la sua tenera creatura, serve il

Signore stesso che le si presenta sotto l'aspetto della debolezza umana. Questo avviene spiritualmente in

ogni cristiano tutte le volte che la vita interiore, intuita nella fede, entra nella chiarezza dell'intelligenza,

nella evidenza dell'azione, nella decisione della testimonianza. In ognuno di noi nasce il Cristo tutte le

volte ch'Egli compenetra in modo essenziale e decisivo un'azione o un sentimento. In un caso però ciò

avviene con particolare significato: quando il Cristo ci appare in maniera tutta luminosa e forte, al punto

da diventare la realtà dominante della nostra vita interiore.

Romano Guardini

INTENZIONE: per i poveri e senza tetto 1 Pater, 10 Ave, 1 Gloria.

Virtù da praticare: la povertà

L’angolo del III° Mistero Gaudioso

La nascita di Gesù A cura di don Luciano Vitton Mea

ESEMPIO ­ San Francesco d'Assisi ha amato in modo così straordinario la povertà,

da poter essere soprannominato il «Poverello d'Assisi». Eppure da giovane, prima della

sua conversione, gli piacevano i divertimenti, il lusso, le grandezze. Ma una volta dona­

tosi a Dio, per suo amore lasciò tutto e si ridusse alla più completa nudità.

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Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 9

Martedì 19

Maggio

III Settimana del Salterio

Tempo di Pasqua

Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il pro­prio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.

(Papa Francesco)

Nasce a Partinico, centro agricolo della provincia di Palermo il 18 febbraio 1915. Nel 1922 fa i suo ingresso nelle file dell'A­zione Cattolica Femmini­le come beniamina, poi aspirante e quindi giova­ne. Nel 1938 viene nomi­nata delegata delle sezio­ni minori femminili e per nove anni, dal 1939 al 1948 è segretaria della Sezione di Azione Catto­lica, nel contempo dal 1945 al 1948 è presidente

delle Giovani. Istituisce in parrocchia l'associa­zione delle «Figlie di Maria», diventandone la presidente dal 1948. Il 29 aprile 1932 nella chiesetta delle «Figlie della Misericordia e della Croce», che era la sede sociale della Gio­ventù Femminile di Ac di Partinico, emette il voto di castità. Seguen­do il desiderio, mai rea­lizzato, di vivere da religiosa, il 30 marzo

1948, insieme ad altre tre compagne, si offre come vittima per la santifica­zione dei sacerdoti. In quello stesso anno si pre­sentano i disturbi di una violenta forma di artrite reumatica, che le portò come conseguenza un difetto cardiaco. Muore improvvisamente per un infarto il 19 maggio 1950. È beata dal 2004.

Il Santo del giorno: Beata Pina Suriano

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:«Padre, è venuta l’ora: glorifica il

Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano,

perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che

conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorifi­

cato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami

davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.Ho

manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai

dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che

mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi

le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi

hai mandato.

Brano Evangelico: Gv 17,1­11

Contemplo: Ti ho glorificato sulla terra (Cv 17,4)

In Giovanni 17 c'è la preghiera di Gesù, il Sommo Sacerdote che prega per se stesso, per i suoi e per quelli che crederanno nel suo nome. Nel momento della sua gloria sulla croce, Gesù pregherà ancora versando il suo sangue. Anche la Lettera agli Ebrei usa la stessa teologia di Cristo Sommo Sacerdote che con l'unzione regale annuncia il regno di Dio, con l'unzione profetica annuncia il Vangelo ai poveri e con l'unzione sacerdotale «è sempre vivo per intercedere a nostro favore» (cf Eb 7,25).

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Papa Francesco ha più volte affermato che i

martiri di oggi sono più numerosi di quelli di ieri.

In altri tempi avrei dubitato, ma adesso che vedo

storie di decapitazione, massacri assurdi e che

leggo storie di violenza senza senso me ne con-

vinco pure io. La storia di Khiria è una testimo-

nianza di fedeltà e di glorificazione: "Sono nata

cristiana e se per questo dovrò morire, preferi-

sco morire cristiana". Così Khiria AlKas Isaac,

54 anni, cristiana irachena di Qaraqosh, fuggita

dallo Stato islamico in Kurdistan, ha risposto agli

islamisti che imprigionandola, frustandola e pre-

mendola una spada sulla gola le imponevano di

convertirsi all’islam. La donna e il marito Mufeed

Wadee’ Tobiya si sono ritrovati la mattina del 7

agosto in una città improvvisamente conquistata

dai jihadisti. Fin da subito, i miliziani l’hanno mi-

nacciata così: "Convertiti all’islam o sarai decapi-

tata". Essendosi rifiutata, insieme ad altre 46

donne è stata presa, separata dalla sua famiglia

e imprigionata per dieci giorni. Durante la segre-

gazione, le donne venivano ripetutamente frusta-

te davanti a tutte le altre perché la sofferenza di

una convincesse tutte a convertirsi. "Ho risposto

loro immediatamente che preferivo morire cri-

stiana e poi ho citato il Vangelo di san Matteo

(10,33). Gesù disse: “Chi mi rinnegherà davanti

agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Pa-

dre mio che è nei cieli”. Altre minacce sono se-

guite: "Convertiti o ti farò ancora più male...sarai

decapitata", a cui ha risposto: “Sarò felice di es-

sere una martire”. Una volta libera grazie ad una

fuga ha precisato: "Durante le frustate, piange-

vamo tutte ma tutte ci siamo rifiutate di convertir-

ci". La storia di Khiria mi insegna molto, non lo

so però se io fossi riuscita a fare altrettanto al

suo posto.

Non di solo pane ­ Numero 710­ Tempo di Pasqua ­ pagina 10

meditazione

La storia di Khiria Meditazione di Fiorella Elmetti

Ti rendiamo grazie,

Signore Gesù, per la forza

dirompente del tuo Spirito,

con il quale travolgi

il nostro bisogno di progettare,

da soli, la nostra vita!

Per essere tuoi amici

e tuoi discepoli ci chiedi

una dedizione piena d'amore,

nella semplicità,

nella mitezza, nel dono

disinteressato di sé.

Così affronteremo

anche le tribolazioni

inaspettate che ci attendono,

con una forza che è il

frutto di questa

piena adesione a te.

Alleluia!

Agisci

Sì, la vita eterna è questo

rapporto d'amore fra Dio e

la sua creatura che poi

giungerà alla sua pienezza

nell’eternità. Dio ha più sete di noi, che

noi di Lui! Coltivo dentro di me come

Maria, questo desiderio di conoscerlo

sempre più o sono addirittura come af-

ferma la Scrittura: «Né freddo, né cal-

do»? Rispondo e decido...

Preghiamo la Parola

Page 11: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 11

G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

Nel frattempo, venuto a

mancare il vino, la ma-

dre di Gesù gli disse:

«Non hanno più vino».

“Chiedete e otterrete, per-

ché la vostra gioia sia pie-

na”. Il mio pensiero corre

alla figura di Maria, visto

che con facilità è a lei che

mi rivolgo, soprattutto

quando ho “urgenze” che

altri mi affidano. Maria di-

venta, così, la mia confi-

dente, il mio ponte sicuro

per raggiungere il cuore di

Gesù. Chi può farlo, se

non lei che è sua e nostra

madre? E mi piace pensar-

la silenziosamente insi-

stente nella preghiera.

“Non hanno più vino …”

Quante volte nella nostra

vita non abbiamo più vino

ma solo delle giare

vecchie e screpola-

te piene di acqua

non potabile che

serve solo per la-

varsi in qualche mo-

do dal fango.

Un’occhiata con

Gesù, poche paro-

le, e Maria non solo

si prende carico

delle sbadataggini degli spo-

si, ma mette fretta a Gesù, il

quale, tentennando esaudi-

sce la richiesta.

Com’è grande Maria!

A rischio di venire bollata

come sognatrice errante, sa

cogliere con delicatezza il

disagio di coloro che “non

hanno più vino” e corre “in

fretta” da Gesù, come quan-

do dopo l’annuncio

dell’angelo era corsa in aiuto

dalla cugina Elisabetta. Emi-

lia Palladino, laureata in fisi-

ca e scrittrice sensibile, in

uno scritto ha messo in rilie-

vo come “una tale dinamica

d’amore, esaltata e sostenu-

ta dallo Spirito Santo, è pro-

fondamente illuminante per

la Chiesa di oggi, alla quale

la Madonna indica una via di

accoglienza e di misericor-

dia che passa attraverso la

consapevolezza, propria di

una mamma, che non esisto-

no figli perfetti, ma solo figli

donati. Le incapacità, le su-

perficialità, gli errori, le incu-

rie e anche i peccati sono re-

almente un’ipoteca sulla rea-

lizzazione della felicità dei

figli, ma non tolgono nulla

all’immane valore che essi

hanno per la madre. Gli uo-

mini e le donne di oggi sono

tutti figli donati alla Chiesa,

che in lei cercano l’amore

senza condizioni di una ma-

dre, e non solamente un indi-

rizzo di retto comportamen-

to”.

Si, Maria è Colei che viene in

soccorso di coloro che “non

hanno più vino”, che rischia-

no di fare brutta figura davan-

ti agli invitati vestiti con i colo-

ri sgargianti della vanità.

E’ la soccorritrice tutti coloro

che hanno smarrito la via, il

senso e i valori della vita;

che si trovano in una selva

scura e tetra che genera pau-

ra e angoscia.

La vergine Santa vede e vie-

ne in soccorso di tutti coloro

“che non hanno più vino” e

insegna alla Chiesa ad esse-

re madre e non matrigna.

La Vergine del soccorso di don Luciano Vitton Mea

Page 12: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Tempo di Pasqua

Il cristiano è una persona che pensa e agisce nella vita

quotidiana secondo Dio, una persona che lascia che

la sua vita sia animata, nutrita dallo Spirito Santo.

(Papa Francesco)

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodisci­

li nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho con­

servati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si

compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo,

perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e

il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non

sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola

è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo;

per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Brano Evangelico: Gv 17,11­19

Nacque in una famiglia

nobile il 12 ottobre 1846 a

Verolanuova (Brescia).

Venne ordinato sacerdote

nel 1870. Viceparroco e

maestro elementare in Val

Trompia e successivamen­

te cappellano nella perife­

ria di Brescia fino al 1885,

si dedicò completamente

all'attività pastorale e

all'insegnamento elementa­

re, divenendo in questo

campi un precursore per

molti aspetti. Nel 1887

divenne parroco a Botti­

cino Sera (Brescia),

carica che tenne fino

alla morte. Si distinse

anche per il forte impe­

gno sociale. Fondò nel

1893 la Società di Mu­

tuo Soccorso e nel 1898

una filanda per evitare

l'emigrazione delle ra­

gazze del paese per tro­

vare lavoro; inoltre un

pensionato per lavoratri­

ci. Per assicurare l'assi­

stenza alle giovani, fondò

nel 1900 una Congrega­

zione religiosa: le Suore

Operaie della Santa Casa

di Nazareth con i tre voti

canonici, vita in comune e

abito religioso ma impe­

gnate come vere e proprie

operaie. Morì il 20 mag­

gio 1912. È stato canoniz­

zato da Papa Benedetto

XVI il 26 aprile 2009.

Contemplo: Ho dato loro la tua parola (cv 17,14)

Gesù prega il Padre e parla del Padre, che chiama «Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Dice del Padre: «La tua parola è verità». Gesù non è solo la «parola di Dio», ma è il «Verbo di Dio», ossia l'azione misericordiosa di Dio verso l'umanità. Gesù è voce, parola, pensiero e azione di Dio. Sta scritto: «Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata» (Is 55,11).

Il Santo del giorno: Sant’Arcangelo Tadini

Mercoledì 20

Maggio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 12

Page 13: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 13

“La preghiera è la forza dell’uomo e la debolez-

za di Dio”, non so bene chi abbia coniato que-

sta frase, fatto sta che di tanto in tanto me la

ritrovo sottocchio, come un perpetuo prome-

moria che riporta il mio sguardo interiore ad

immergermi nel Suo mare di bontà, con la cer-

tezza che prima o poi la mia fiducia in Lui verrà

ricompensata, non per merito mio ma perché

Egli sa essere misericordioso con le Sue creatu-

re. Infatti, poco prima di morire crocifisso, Ge-

sù dice: “Non prego per il mondo, ma per colo-

ro che mi hai dato, perché sono tuoi”.

Gesù quindi usa la preghiera come dialogo col

Padre e non trattiene nulla per sé, ma tutto re-

stituisce al Padre con l’offerta di ciò che Egli è

stato disposto a vivere e ad amare in nome Suo.

Anche la preghiera di Maria è offerta. Offerta di

sé alla volontà del Padre quando orante accetta

pienamente l'annuncio di Gabriele. Offerta di

Gesù al Padre, quando lo presenta al tempio.

Offerta dolorosa ai piedi della croce, quando

presente vicino al Figlio, soffre con lui, accetta

la sua morte e lo offre al Padre e si offre con

lui, facendo olocausto di ogni suo diritto mater-

no e del suo materno amore.

meditazione

La preghiera nell’offerta Di don Luciano Vitton Mea

Grazie, Signore,

per le tue benedizioni

che spesso abbiamo

preso per scontate.

Grazie per il tempo passato,

costellato di volti

e care memorie.

Grazie per il tempo presente,

che grida di restare

per sempre.

Grazie per il tempo futuro,

colorato di sogni e speranze.

Grazie per quella

tua forza d'amore

che riscalda i nostri cuori

e incendia la terra.

Grazie, Signore,

perché sei qui con noi.

Amen

Agisci

Perché proprio oggi

che sono giù devo ral-

legrarmi con te? Per-

ché devo piangere

con te quando oggi le cose mi

vanno per il verso giusto? Decisa-

mente, la Parola di Dio oggi mi

chiede una sola cosa: dimentica

te stesso!

Preghiamo la Parola

Page 14: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 14

Frutto del Mistero: La venuta dello Spirito San-to nei nostri cuori. "Lo Spirito Santo è come un giardiniere che lavora nel­

la nostra anima… Dobbiamo soltanto dire "Si" e la­

sciarci guidare." San Giovanni Maria Vianney

«Io non vi lascerò orfani» (Gv 14, 18).

Quando partì, furono veramente orfani, poiché Dio non era più presso di loro nella maniera in cui lo era

nella persona del Cristo. Però, nel giorno della Pentecoste, Dio tornò nella persona dello Spirito Santo da

Lui mandato. Adesso non erano più orfani: l'amico, «l'appoggio», la celeste guida era con loro. La sua

opera era di «introdurli in ogni verità» e «dar loro Cristo» (cfr. Gv 16, 13­14). A noi pure è mandato lo

Spirito Santo e perciò non siamo orfani. Egli è con noi, purché noi vogliamo rimanere con Lui. Egli con­

clude la nostra vita attraverso tutto quello che ha di incomprensibile; noi però dobbiamo lasciarci guida­

re: quando lo supplichiamo e ci apriamo a Lui con intelligenza ed amore, Egli ci insegna a comprendere

Cristo, ed in Cristo la nostra stessa esistenza. Quando poi l'oscurità rimane impenetrabile, poiché la vita

terrena è sigillata, Egli ci dà in un divino «ciononostante», come dice Paolo, testimonianza che siamo

«figli di Dio» e la certezza che «tutto ci serve per il meglio, quando amiamo Dio» (Rm 8, 16 e 28).

Romano Guardini

INTENZIONE: per tutta la Chiesa. 1 Pater, 10 Ave, 1 Gloria.

Virtù da praticare: corrispondenza alla Grazia.

L’angolo del

III° Mistero della Gloria

La discesa dello Spirito Santo

A cura di don Luciano Vitton Mea

ESEMPIO - «La statua del Pensieroso»: così fu chiamata la statua di Giuliano dei Medici, duca d'Urbino,

scolpita da. Michelangelo e conservata nella cappella Medicea a Firenze. A dei giovani che si erano fermati

per osservarla, un giorno san Filippo Neri con la solita arguzia disse: «Questa statua, pensa e ripensa, ma non

si decide mai... È proprio come quelli che vorrebbero convertirsi e provvedere all'anima loro, lasciando il

peccato: ma non si decidono mai: a domani, a domani! ... ». «Questi tali ripongono la loro fiducia nel tempo,

nella forza di volontà, nella Grazia. Ma non sanno forse che il domani nessuno ce lo può assicurare e che la

morte può cogliere d'improvviso? San Paolo insegna: «Non vi fate illusioni: Iddio non si lascia deride­

re» (Gal 6,7).

Page 15: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Giovedì 21

Maggio

III Settimana del Salterio

Tempo di Pasqua

Se noi ci comportiamo come figli di Dio, sentendoci

amati da Lui, la nostra vita sarà nuova, piena

di serenità e di gioia.

(Papa Francesco)

Nato ad Aix in Provenza il

1° agosto 1782 figlio di una

nobile famiglia, Carlo Giu­

seppe Eugenio Mazenod

trascorre la sua gioventù in

Italia, esule della rivoluzio­

ne francese. Torna in patria

nel 1802, sei anni più tardi,

entra nel Seminario di San

Sulpizio a Parigi e viene

ordinato sacerdote ad A­

miens nel 1811. Torna ad

Aix e qui, nel 1816, fonda

la Società dei missionari di

Provenza che più tardi si

chiameranno Oblati di

Maria Immacolata. No­

minato vicario della dio­

cesi di Marsiglia e poi,

nel 1837, vescovo " per

ben 37 anni" , attua pie­

namente il suo motto:

«Mi ha mandato per e­

vangelizzare i poveri».

Muore il 21 maggio

1861, lasciando in testa­

mento agli Oblati che lo

circondava queste parole:

«Praticate tra voi la cari­

tà, la carità, la carità" e a

al di fuori lo zelo per la

salvezza delle anime». E'

stato beatificato il 19

ottobre 1975 da Paolo VI

e proclamato santo da

Giovanni Paolo II nel

1995.

Etimologia: Carlo = for­

te, virile, oppure uomo

libero, dal tedesco arcai­

co.

Il Santo del giorno: San Eugenio Mazenod

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]«Non prego solo per

questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti

siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché

il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a

loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me,

perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai

amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con

me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché

mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha cono­

sciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io

ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi

hai amato sia in essi e io in loro».

Brano Evangelico: Gv 17,20­26

Non di solo pane ­ Numero 710­ Tempo di Pasqua ­ pagina 15

Contemplo: Li hai amati come hai amato me (Gv 17,23)

Gesù cambia il mondo con la rivoluzione della tenerezza di Dio, e fa ca­pire agli uomini che «Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). Paolo canta l'inno all'amore di Dio: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il pro­prio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi... Chi ci separerà dall'amo­re di Cristo?» (Rm 8,31­39).

Page 16: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 16

Agisci

Ecco, il grande desi-

derio di Cristo: l'uni-

tà! Gesù pregò per

questa intenzione:

«Non prego solo per questi». E

questo non sarà stato anche il

grido di Maria? Voglio unirmi alla

loro preghiera: reciterò un santo

Rosario.

È possibile per chi ama, soffre e segue Cristo "far

conoscere" l'amore che sa dare senso alla vita e al

mondo stesso? Papa Francesco ne è davvero convin-

to ed ha offerto due immagine bellissime. La prima

è della canna che si abbassa ma non si spezza, la

seconda della rugiada che disseta la terra arida,

piena di dolori e ingiustizie. Egli infatti ai cristiani

ad Erbil ha detto: "Vi ringrazio della testimonianza

che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testi-

monianza. Grazie! Sembra che lì non vogliano che ci

siano i cristiani, ma voi date testimonianza di Cri-

sto. Penso alle piaghe, ai dolori delle mamme con i

loro bambini, degli anziani, degli sfollati, alle ferite

di chi è vittima di ogni tipo di violenza. […] Cristiani

e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle loro

case, hanno dovuto abbandonare ogni cosa per sal-

vare la propria vita e non rinnegare la fede. La vio-

lenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti,

simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler

cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro. In

qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denun-

ciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti

umani!Io oggi vorrei avvicinarmi a voi che sopporta-

te questa sofferenza, esservi vicino… E penso a san-

ta Teresa del Bambin Gesù, che diceva che lei e la

Chiesa si sentiva come una canna: quando viene il

vento, la tempesta, la canna si piega, ma non si

rompe! Voi siete in questo momento questa canna,

voi vi piegate con dolore, ma avete questa forza di

portare avanti la vostra fede, che per noi è testimo-

nianza. Voi siete le canne di Dio oggi! Le canne che

si abbassano con questo vento feroce, ma poi sorge-

ranno! Fratelli e sorelle, la vostra resistenza è mar-

tirio, rugiada che feconda".

Meditiamo la Parola

Due immagini bellissime Meditazione di Fiorella Elmetti

Signore Gesù, abbiamo

costruito e regolato

la nostra vita con

buona volontà,

osservando le leggi

e le norme etiche

e morali che da sempre

ci hanno insegnato.

Eppure, Signore Risorto,

tu entri nel nostro mondo

ordinato, così come in quello

rigoroso e pieno di serietà

dei farisei, e lo trasformi

in un giardino, lo fai fiorire,

lo sconvolgi, profumandolo

di coraggiosa eternità:

è il giardino della tua

risurrezione.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

Page 17: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 17

Frutto del Mistero: La Conversione

"Nostro Signore che è la verità stessa, non fa distinzio­

ne tra la Parola e il suo Corpo. E’ totalmente impossi­

bile amare Dio e piacergli senza essere nutriti da que­

sta Parola divina". San Giovanni Maria Vianney

Dopo che Giovanni fu arrestato, taceva in quella

terra la voce della giustizia e della conversione.

La Parola è come incatenata. Anche oggi, di fronte alla forza del male e della violen-

za, sembra che non ci siano più parole di giustizia e di speranza. Ma Gesù, ancora una

volta, riprende ad annunciare la “buona notizia” di un mondo di amore e di pace, e

continua a chiedere a tutti di cambiare vita, di non essere più schiavi del male e di

lasciarsi guidare da Dio. Il Signore Gesù, all'inizio di questo nuovo millennio, chiede a

ciascuno di noi di riprendere a leggere e a comunicare il Vangelo. Ogni volta infatti

che la Parola di Dio viene ascoltata e messa in pratica accadranno miracoli di amore.

Così accadde anche a Maria.

Il regno di Dio, secondo la parola del nostro Signore e Salvatore, non viene in modo da attirare

l'attenzione e nessuno dirà: Eccolo qui o eccolo là; il regno di Dio è in mezzo a noi, poiché assai

vicina è la sua parola sulla nostra bocca e nel nostro cuore (Origene).

INTENZIONE: per chi ha bisogno di conversione. 1 Pater, 10 Ave, 1 Gloria.

Virtù da praticare: meditare il Vangelo.

L’angolo del III° Mistero della Luce

L’annuncio del regno di Dio

A cura di don Luciano Vitton Mea

ESEMPIO ­ Santa Teresa voleva che le preghiere, i digiuni, le austerità delle sue figlie, le carmelitane, fossero offerti per tutti i seminatori della divina parola. Il cuore le sanguinava e gli occhi le si riempivano di lacrime, quando pensava alla sterilità della divina semenza in gran numero di anime, e soprattutto quando le si parlava dei danni fatti dall'eresia prote­stante in mezzo ai fedeli. Allora si rivolgeva a Dio con lacrime e sospiri, scongiurandolo di fecondare al centuplo il lavoro dei ministri della parola. Uniamo le nostre alle preghiere della Santa.

Page 18: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Venerdì 22

Maggio

III Settimana del Salterio

Tempo di Pasqua

Gesù Cristo, per amore nostro, si è spogliato della sua gloria divina; ha svuotato sé stesso, ha assunto la forma di servo e si è umiliato fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e lo ha fatto Signore dell’universo. Gesù è Signore! (Papa Francesco)

La tradizione ci rac­conta che, portata alla vita religiosa, fu data in sposa ad un uomo bru­tale e violento che, convertito da lei , ven­ne in seguito ucciso per una vendetta. I due figli giurarono di ven­dicarlo e Rita, non riu­scendo a dissuaderli, pregò Dio farli piutto­sto morire. Quando ciò si verificò, Rita si ritirò

nel locale monastero delle Agostiniane di Santa Maria Maddale­na. Qui condusse una santa vita con una parti­colare spiritualità in cui veniva privilegiata la Passione di Cristo. Du­rante un'estasi ricevette una speciale stigmata sulla fronte, che le ri­mase fino alla morte. La sua esistenza di mo­glie di madre cristiana,

segnata dal dolore e dalle miserie umane, è ancora oggi un esem­pio. Patronato: Donne ma­ritate infelicemente, Casi disperati. Etimologia: Rita = ac­corc. di Margherita.

Il Santo del giorno: Santa Rita da Cascia

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costo­ro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, fi­glio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti vo­glio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie peco­re. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

Brano Evangelico: Gv 21,15­19

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ pagina 18

Contemplo: Tu lo sai che ti voglio bene (cv 21,15)

Sant'Agostino, nel suo grande e ammirato Commento al Vangelo di Giovanni dice: «Pietro, che ha rinnegato ma era forte nell'amore, presuntuoso nel glo­riarsi e umiliato quando ha rinnegato, purificato nel piangere e forte nel pro­fessare la fede, è stato coronato nel martirio e ha capito l'inesplicabile: chi ama Dio ama se stesso, e chi non ama Dio non ama se stesso». Gesù ha spie­gato così il comandamento dell'amore: «Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 10,39).

Page 19: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 19

Agisci

È meraviglioso pen-

sare che Gesù abbia

chiesto a Maria:

«Mamma, quanto mi

ami?». Egli si rivolge

anche a me ed attende una ri-

sposta... Cosa e come gli ri-

sponderò?

A conclusione del nostro tempo pasquale, leggia-

mo oggi lo splendido incontro tra Pietro e Gesù

alla fine del vangelo di Giovanni. Il dialogo - co-

nosciuto da molti - è straordinario e sigilla la de-

finitiva amicizia tra Pietro e il suo Maestro. La

lingua greca è piena di sottigliezza che la tradu-

zione italiana in parte tradisce. In greco esistono

tre modi per indicare l'amore: l'amore di attra-

zione, erotico, quello di amicizia e l'amore gran-

de, quello ideale, quello legato all'esperienza di

Dio. Gesù le prime due volte chiede a Pietro: «Mi

ami di amore grande?» e Pietro risponde, sconso-

lato: «Ti amo di amore di amicizia». Povero Pie-

tro! L'apostolo entusiasta, il focoso, l'irruento,

quello disposto a morire per il Maestro, ha misu-

rato il proprio fallimento, il proprio limite e non

osa più esporsi, sbilanciarsi. Credeva di amare

Gesù di un amore focoso e travolgente, ma nel

cortile del Sinedrio una serva ha mostrato l'in-

consistenza del suo amore... Per la terza volta

Gesù parla. Questa volta è lui che abbassa lui il

tiro e chiede a Pietro un amore di amicizia. Pie-

tro tace, è rattristato, è stato Dio a dover abbas-

sare le pretese, e risponde: «Cosa vuoi che ti di-

ca, tu mi conosci, sei tu che misuri il mio amo-

re!» Grande Pietro! A te il Signore ora chiede

fedeltà, a te di occuparti dei fratelli, senza so-

gni smisurati, senza pretese, senza illusioni. Ora

potrai davvero essere un buon pastore, non un

giudice, perché cosciente del tuo limite...

Meditiamo la Parola

Essere un buon pastore

Meditazione a cura della Redazione

Quante volte, Signore,

siamo perplessi,

riflettendo con onestà

sulla nostra fede,

sulla nostra reale disponibilità

ad amarti e seguirti!

Ma ti rendiamo grazie,

Signore Gesù,

perché tu conosci

i nostri cuori e ci raggiungi,

là dove siamo e ci ami,

accogliendo il nostro amore,

con tutti i suoi limiti,

al di là di ogni nuova

e motivata perplessità.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

Page 20: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 20

Frutto del mistero: La pazienza nelle prove

“Nostro Signore è il nostro modello: prendiamo la nostra

croce e seguiamolo. Se temete che il coraggio vi manchi,

portate lo sguardo sulla Croce dove Gesù Cristo è morto,

e vedrete che il coraggio non vi mancherà". San Giovanni Maria Vianney

Tutto quel che ci pesa nella nostra esistenza

raggiunge qui il massimo del suo orrore: la fati-

ca, le miserie, i dolori, le persone che ci circondano, il nostro essere, la pesantezza

dell'animo, l'intimo vuoto, l'insopportabilità di tutte le cose. In fine dei conti tutto è

«peso»; non perché la vita sia dolorosa anziché lieta, ma perché il peccato vi ha por-

tato la maledizione della pena. L'uomo cerca di sottrarvisi; non vuole accettarla, non

vuole sopportarla: ignavia, viltà, resistenza contro il peso della vita, tutto ciò diventa

qui per Cristo la sofferenza di dover portare ciò che supera le sue forze. L'antica dot-

trina della vita spirituale addita l'accidia, l'ignavia come la prima e più dannosa delle

debolezze umane. Qui possiamo comprenderne la ragione; possiamo capire meglio

noi stessi, quale sia il nostro posto, quale il peso che abbiamo da portare, la fatica da

sostenere, il compito in cui dobbiamo perseverare - la nostra pena personale in cui

s'aduna, per così dire, la pena dell'esistenza umana. Romano Guardini

INTENZIONE: per gli ammalati e i sofferenti. 1 Pater, 10 Ave, 1 Gloria.

Virtù da praticare: la pazienza.

L’angolo del IV° Mistero Doloroso

Gesù porta la croce

di don Luciano Vitton Mea

ESEMPIO - Santa Teresa d'Avila, nella sua vita monastica, soffrì innumerevoli e durissime pene, anche da parte di persone buone e molto spirituali. La credevano una pazza, un'illusa dal demonio, e senz'altro ritenevano false e ipocrite tutte le sue orazioni e rivelazioni. Per questo alcuni la vole­vano esorcizzare come un'ossessa; ed altri l'accusarono al Santo Ufficio. Soffrì ancora molte con­traddizioni e contrarietà perché si era fatta riformatrice dell'Ordine del Carmelo, fondando nuovi monasteri. La pazienza infatti è il miglior distintivo della santità, come insegna il grande dottore della Chiesa, san Tommaso d'Aquino. A chi un giorno chiese a questo Santo da qual segno si può intuire un Santo, egli prontamente e con sicurezza rispose: «Dalla pazienza».

Page 21: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Sabato 23

Maggio

III Settimana del Salterio

Tempo di Pasqua

Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di

amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l'amore.“ (Papa Francesco)

Tra i praetermissi del

23 maggio i Bollandi­

sti elencarono questo

Fedele, discepolo di s.

Fiorenzo, notando però

che le loro ricerche sul

culto, sia a Strasburgo

come altrove, erano

riuscite vane. Nel IV

volume di novembre,

poi, pubblicavano la

Vita di s. Fiorenzo

dalla quale risulta che

i compagni del vesco­

vo di Strasburgo furo­

no Arbogasto, Teodato

o Idolfo. Nessun ac­

cenno ad Fedele: que­

sto personaggio non

sarebbe quindi mai

esistito. Il nome sareb­

be una errata trascri­

zione di un alsaziano

che nel sec. XV, tra­

ducendo e riassumen­

do in tedesco la Vita

di s. Fiorenzo, avrebbe

trasformato l'avverbio

«videlicet», posto fra i

nomi dei menzionati

discepoli, in Videlis

(Fidelis).

Il Santo del giorno: San Fedele di Strasburgo Vescovo

Brano Evangelico: Gv 21,20­25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava,

colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore,

chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che

cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a

te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepo­

lo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma:

«Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il disce­

polo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimo­

nianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero

scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che

si dovrebbero scrivere.

Contemplo: Venga, Signore, il tuo Spirito (cf Preghiera sui doni)

Venga, Signore, il tuo Spirito, perché illumini i nostri cuori e ci mo­stri la via della vita che tu hai preparato per noi. Fa' che ogni giorno ci poniamo alla tua scuola di sapienza, perché siamo fedeli alla tua paro­la e ai tuoi insegnamenti. Apri il nostro cuore e rafforza la volontà di seguirti, perché non ci smarria­mo nelle difficoltà e nelle tribolazioni. Sostienici nei nostri propositi di bene, per giungere a te che sei la luce che non conosce tramonto.

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 21

Page 22: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

Agisci

Dio odia la violenza,

ma nonostante tutto

ama il peccatore ed

attende il suo ritorno.

Da parte mia, quante

volte giudico, disprezzo, ma cosa

faccio perché si affretti questo

ritorno alla casa del Padre. Che

cosa mi suggerisce la carità?

Mentre Pietro se ne va con Gesù Risorto lungo il ma-

re di Tiberiade (per andare oltre) egli chiede di Gio-

vanni, che resta a guardare il loro cammino:

"Signore, che cosa sarà di lui?". Di certo era una pre-

occupazione legittima, motivata dall'affetto di chi ha

condiviso tempo, amicizia, dolori, gioie, speranze.

Ma era una preoccupazione non indispensabile, per-

ché ogni vocazione non ha certezze da dare. Ogni

vocazione cristiana, infatti, risponde al "Tu seguimi"

di Gesù senza sapere cosa effettivamente accadrà.

Giovanni era chiamato a vivere la sua vocazione in

modo diverso da Pietro. La sua era la vocazione fe-

riale, quella che vive la stragrande maggioranza dei

cristiani. A casa sua, al posto di lavoro, nel proprio

vicinato. Ma non per questo quella di Giovanni è sta-

ta una vocazione sterile. Tutt'altro! Egli ebbe il privi-

legio di vivere con Maria, realizzando così l'ultima

consegna all'uomo di Gesù prima di morire in croce.

Dice il vangelo: "Gesù allora, vedendo la madre e lì

accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla

madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al di-

scepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il

discepolo la prese nella sua casa". Chissà quante co-

se ha appreso da lei durante le serate passate insie-

me a parlare di Gesù! Non è un caso, credo, che Gio-

vanni concluda così il suo vangelo: "Vi sono ancora

molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero

scritte una per una, penso che il mondo stesso non

basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scri-

vere". Oltre ad ascoltare Maria, Giovanni come lei

meditava nel suo cuore gli eventi che con Gesù aveva

vissuto e condiviso, ma anche le parole, i gesti, le

scelte che ne sono derivati durante la sua lunga vita.

"Tu seguimi" sia anche la nostra chiamata.

Meditiamo la Parola

Ogni vocazione non ha certezze da dare

Meditazione a cura della Redazione

Signore Gesù, grazie

per il forte richiamo

di quest'oggi a non

disperdere le energie

del nostro cuore.

Centrati su di te,

concentrati sulla luce

gioiosa della tua risurrezione,

possiamo irradiare

la luce di una speranza

che non muore e, nonostante

tribolazioni e persecuzioni,

sempre più capace

di comunicare gioia

e bellezza.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

Non di solo pane ­ Numero 7010 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 22

Page 23: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

G l i a p p r o f o n d i m e n t i d i N o n d i s o l o p a n e

Una notte ho fatto un so-

gno splendido e ve lo devo

proprio raccontare. Nel

mio sogno vidi una strada

lunga, una strada che si

snodava dalla terra e sali-

va su nell'aria, fino a per-

dersi tra le nuvole, diretta

in cielo.

Ma non era una strada co-

moda, anzi era una strada

piena di ostacoli, cosparsa

di chiodi arrugginiti, pie-

tre taglienti e appuntite,

pezzi di vetro. La

gente camminava

su quella strada a

piedi scalzi. I chio-

di si conficcavano

nella carne, molti

avevano i piedi

sanguinanti. Le

persone però non

desistevano: vole-

vano arrivare in

cielo. Ma ogni pas-

so costava sofferenza e il

cammino era lento e peno-

so. Ma poi, nel mio sogno,

vidi Gesù che avanzava. Era

anche lui a piedi scalzi.

Camminava lentamente, ma

in modo risoluto. E neppure

una volta si ferì i piedi.

Gesù saliva e saliva. Final-

mente giunse al cielo e là si

sedette su un grande trono

dorato. Guardava in giù,

verso chi si sforzava di sali-

re. Con lo sguardo e i gesti

li incoraggiava.

Subito dopo di lui, avanzava

Maria, sua Mamma.

Maria camminava ancora più

veloce di Gesù. Sapete per-

ché? Metteva i suoi piedi nel-

le impronte lasciate da Ge-

sù. Così arrivò presto accan-

to a suo Figlio, che la fece

sedere su una grande poltro-

na alla sua destra. Anche

Maria si mise a incoraggiare

quelli che stavano salendo e

invitava anche loro a cammi-

nare nelle orme lasciate da

Gesù, come aveva fatto lei.

Gli uomini più saggi facevano

proprio così, e procedevano

spediti verso il cielo. Gli al-

tri si lamentavano per le fe-

rite, si fermavano spesso,

qualche volta desistevano

del tutto e se ne stavano sul

bordo della strada, pieni di

tristezza.

Le orme A cura di Tiziana e Cristina

Non di solo pane ­ Numero 710 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 23

Ti racconto Maria Alcune storie per parlare della mamma di Gesù

di Bruno Ferrero

Page 24: Non di Solo Pane 710 - 17 Maggio 2015

333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 710

Domenica 17 Maggio 2015

Chiuso il 12 Maggio 2015

Numero copie 1450

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

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