Non di Solo Pane n°751
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Settimanale di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XV - n° 751
Domenica 10 Aprile 2016
III Settimana di Pasqua
«Figlioli, non avete nulla da mangiare?».
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 2
Aprile 2016
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché i piccoli agricoltori ricevano il giusto
compenso per il loro prezioso lavoro.
Intenzione missionaria
Perché i cristiani dell’Africa diano testimonianza
di amore e di fede in Gesù Cristo in mezzo
ai conflitti politico-religiosi.
Intenzione dei vescovi
Per le coppie di giovani che desiderano formare
una famiglia e devono fare i conti con la
precarietà del lavoro e la disoccupazione.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Aprile
Non di solo pane Numero 751 pagina 3
Domenica 10
Aprile
III Settimana del Salterio
III Domenica di Pasqua
Non possiamo sfuggire alle parole del Signore, e in base ad esse saremo giudicati.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Brano Evangelico: Gv 21, 114
Contemplo: Signore, tu sai
che ti voglio bene (c,v 21,17)
La risurrezione di Gesù e il bat-tesimo nella sua Chiesa ci hanno resi capaci di amare: «L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Ogni domenica, come ha fatto con Pietro, il Signore ci chiede se noi lo amiamo, e nono-stante i nostri rinnegamenti e le nostre infedeltà egli continua ad insegnarci l'amore di Dio e del prossimo.
Agisci
Oggi Gesù chiede
anche a me se lo
amo. Cosa rispondo
in sincerità nel mio
cuore e nei fatti?
Maria ci guida ad
amare Gesù.
Il santo del giorno:
San Michele dei Santi Na cq u e a V i ch (Catalogna), non lonta
no da Barcellona, il 29
settembre 1591. Rima
sto orfano di padre a 11
anni, si sentì chiamato a
vita religiosa. Nel 1603
fu accolto nel convento
dei Trínitari di Barcel
lona, dove ebbe a mae
stro il venerabile Paolo
Aznar. Il 30 settembre
1607 emise la profes
sione religiosa. Cono
sciuta la riforma com
piuta nell'Ordine della
Santissima Trinità dal
beato Giovanni Battista della Concezione e ap
provata dal papa Cle
mente VIII, rifece l'an
no di noviziato e la
nuova professione tra i
Trinitari Scalzi. Subito
si manifestarono nel
giovane religioso feno
meni mistici. Colto da
fenomeni mistici, i su
periori lo inviarono a
Siviglia per farlo esa
minare da sacerdoti
esperti e il loro giudizio
fu quanto mai favorevole. Fu prima eletto
vicario del convento di
Baeza e poi superiore
di Valladolid, dove al
lora si trovava la corte
del re di Spagna. Morí
nel 1625.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 4
P a g i n e b i b l i c h e
Dopo i fatti successi a Gerusa-
lemme e le prime apparizioni i
discepoli ritornano in Galilea,
alla vita di sempre. “Disse loro
Simon Pietro: «Io vado a pesca-
re». Gli dissero: «Veniamo anche
noi con te»”. Tutto ricomincia
dalla Galilea delle genti, lontano
da Gerusalemme, in quella regio-
ne ibrida, di forte immigrazione,
incontro tra popolazioni e cultu-
re diverse, una sorta di “terra di
mezzo” senza un’identità ben
precisa come la Giudea. Tutto
ricomincia dalle loro case , da
quel lago, da un lavoro duro e
faticoso. Ed è proprio sulla spiag-
gia del primo incontro, del primo
sguardo, del primo amore che
Gesù risorto attende, sulla riva,
all’alba, dopo una notte di pesca
fallimentare i suoi discepoli.
Questo è un fatto importante per
la nostra vita perché dobbiamo
imparare ad incontrare il Risorto
nel tessuto della nostra esisten-
za, in quella Galilea delle genti
che troviamo nel nostro cuore.
Gesù, l’evento straordinario del-
la sua resurrezione , non lo tro-
viamo lontano da noi, tra le pie-
tre votive del Tempio. E’ nella
nostra Galilea, fatta di luci e di
ombre, di slanci di generosità e
di compromessi, di promesse e di
tradimenti che noi facciamo
l’esperienza viva e vera con la
resurrezione. Gesù ci attende,
seduto, sulla spiaggia della no-
stra esistenza, tra la sabbia, il
sudore, le delusioni e la fatica
del credere. Perché la fede, sia
chiaro, è fatica, un andare oltre
il contingente per scorgere
all’orizzonte, tra la luce incerta
di un nuovo giorno che nasce, la
figura indefinita del Risorto se-
duto accanto alle braci di un fuo-
co: “Allora quel discepolo che
Gesù amava disse a Pietro: «È il
Signore!»”. Solo se percorriamo
le strade fangose della nostra
Galilea incontreremo Gesù risor-
to e potremo cominciare a vivere
da risorti. E’ nelle nostre case,
nelle nostre famiglie, sul luogo di
lavoro che noi possiamo vivere
l’etica della “resurrezione”, la
grammatica dell’amore e del
dono gratuito. L’uomo che ha
incontrato Gesù risorto dovrebbe
vivere come suggerisce Giovanni
Crisostomo : “L'uomo, appena si
leva dal suo letto, non ricerchi
altra cosa, sia con le parole sia
con le opere, che di rendere la
sua casa e la sua famiglia più
pia. Vive veramente soltanto chi
vive per gli altri. Chi invece vive
solo per sé, disprezza e non si
cura degli altri, è un essere inu-
tile, non è un uomo, non appar-
tiene alla razza umana [...]”.
Questa è la nostra Pasqua terre-
na: vivere nella luce trasparente
della gratuità in attesa di vivere
in quella luce che non conosce
tramonto e che nessuno ci potrà
togliere.
Nella nostra Galilea Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 5
P a g i n e b i b l i c h e
L’angolo della misericordia
Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.
Paolo VI
Giovanni Battista Montini (18971978), divenuto Papa con il
nome di Paolo VI, è figura che ha saputo coniugare la profon
dità intellettuale con l'impegno fattivo nell'ambito della forma
zione, dell'educazione e della politica, grazie a capacità non
comuni di interpretazione della società ecclesiale e civile. Que
sto aspetto, unito a un'immagine pubblica un poco timida e,
solo apparentemente, distaccata, ha celato ai più la ricchezza
della sua vita spirituale, davvero esemplare e capace di sintesi
elevatissime, come quelle delle seguenti preghiere all'Amore di
Dio, scritte in momenti diversi della sua vita.
… Perché sei l’amore
Signore, nel momento della prova,
ora che il dolore e la trepidazione gravano sul mio cuore,
guidami con la chiarezza della fede a trovare
in Te l'aiuto e il conforto.
Lo Spirito Santo
mantenga in me la certezza
di essere tuo figlio
aiutandomi ad accettare tutto
dalla tua mano.
Persuadimi che Tu, Padre,
disponi gli avvenimenti al mio bene,
rispettando la libertà umana.
Fa', o Cristo,
che nella certezza del tuo amore
io trovi la risposta a quelle domande
che superano questo mistero umano.
Fa' che senta sulla mia strada dolorosa,
il tuo passo sicuro che non mi abbandona.
Credo in Te, o Gesù,
perché sei la Verità.
Spero in Te perché sei fedele. Amo Te,
perché sei l'Amore.
“Simone di Giovanni, mi ami tu più di
costoro?” è la domanda che Gesù ri-
volge a Pietro, dopo la Sua Risurrezio-
ne. Ma sentiamocela rivolta a ciascu-
no di noi, perché Gesù interpella cia-
scuno a seguirlo sulla via del Vangelo,
nel nome dell’amore da Lui abbon-
dantemente sparso. E l’amore è una
medicina di cui non possiamo fare a
meno. "In un mondo che va perdendo
la capacità di amare, man mano che
perde la capacità di conoscere Dio e,
facendo dell'uomo centro supremo
del suo pensiero e della sua attività,
divinizza se stesso, spegne la luce
della verità, vulnera i motivi della
onestà e della gioia, noi proclamiamo
la legge dell'amore che si sublima,
dell'amore che sale, dell'amore che
osa prefiggere a suo termine l'infinita
bontà... In un mondo che ha deturpa-
to l'amore in tutte le maniere, ne ha
fatto sorgente di indescrivibili bassez-
ze, che lo ha confuso col piacere, e il
piacere lo ha reso emozione animale,
che lo ha sconsacrato nell'innocenza,
lo ha deriso nella sua integrità, lo ha
mercanteggiato nella sua debolezza,
lo ha esaltato per avvilirlo, lo ha esal-
tato per renderlo complice della pas-
sione e del delitto, in questo mondo
noi proclamiamo la legge dell'amore
che purifica" (Card. Battista Montini -
discorso 8 Giugno 1956).
“Mi ami tu più di costoro?”
di don Luciano
Non di solo pane Numero 751 pagina 6
Lunedì 11
Aprile
III Settimana del Salterio
III Settimana di Pasqua
Il santo del giorno: Santa Gemma Galgani
Nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca). La mamma Aurelia muore nel settembre del 1886. Nel 1895 Gemma riceve l'ispirazione a seguire impegno e decisione la via della Croce. Gemma ha alcune visioni del suo angelo custode. L'11 novembre 1897 muore anche il padre di Gemma,
Enrico. Ammalata, Gemma, legge la biografia del venerabile passionista Gabriele dell'Addolorata (ora santo), che le appare e la conforta. Gemma nel frattempo matura una decisione e la sera dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata, fa voto di verginità. Nonostante le terapie mediche, la malattia di Gemma, osteite delle vertebre lombari con
ascesso agli inguini, si aggrava fino alla paralisi delle gambe, dalla quale però viene guarita miracolosamente. Le visioni di Gemma continuano e le viene data la grazia di condividere le sofferenza di Cristo. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala nuovamente, si riprende, ma ha una ricaduta in ottobre. Muore l'11 aprile 1903.
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Brano Evangelico: Gv 6, 2229
Contemplo: L'opera di Dio è
credere in Cristo (cf Cv 6,29)
Signore Gesù, tu lo sai che ogni gior-
no ti domandiamo: «Che cosa dob-
biamo fare per compiere le opere di
Dio?». Noi vogliamo combattere per
il trionfo del tuo Regno, ma siamo
anche convinti che sono più impor-
tanti le tue opere, perché le nostre,
tu le conosci bene, sono scarse.
«L'opera di Dio» sarà dunque la no-
stra preghiera con te e la manifesta-
zione della fede, della speranza e
dell'amore che ci hai dato.
La Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio.
Papa Francesco
Agisci
Perché cerchiamo Cri-
sto? Solo per "saziare" i
nostri bisogni (certo
Gesù ci aiuta anche in
quello) o anche perché
abbiamo capito davvero
chi è lui per noi? Chie-
diamo a Maria di aiutar-
ci a fare luce.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 7
At 6,815
Non potevano resistere alla sapienza
e allo Spirito con cui Stefano parla
va.
Hai notato come per i discepoli di Gesù si av
vera la Parola che il Maestro aveva detto loro?
Egli aveva annunciato loro che se avrebbero
perseguitato il capo, tanto più avrebbero
perseguitato i discepoli. Ciò significa che per
essi è previsto il suo stesso destino di rifiuto e
di morte. Nel caso di Stefano poi, san Luca
sottolinea la similitudine con gli eventi della
passione di Gesù: i falsi testimoni, la cattura ed
il processo farsa davanti al Sinedrio. Eppure,
Stefano sembra non accorgersi di ciò che sta
avvenendo attorno a lui: egli ormai è catturato
completamente dalla presenza di Dio, che lo
guida e lo prepara per la testimonianza supre
ma. Quando sei unito a Dio e sei nella sua gra
zia, difficilmente tutto ciò che ti circonda può
spaventarti o turbarti: anche se tutto attorno a
te crolla e viene meno, nulla può toglierti la tua
incrollabile fiducia in lui. Ma per giungere a
questo, devi impegnarti attimo per attimo a
confidare in lui.
Dalla Prima Lettura I falsi testimoni
Preghiera
Gesù Cristo, fedele amico della mia ani-
ma, ti rinnovo l'offerta della mia vita, af-
finché mi insegni a compiere la tua vo-
lontà, mi rafforzi nel seguirti, così che
possa imitarti nelle virtù cristiane: la
bontà, la carità, l'umiltà, la giustizia.
Medita La Parola
Senza la grazia non possiamo nulla Meditazione a cura di Fiorella Elmetti
Come spiegare la risurrezione di Gesù? Papa
Francesco ce l'ha ben spiegato a pasquetta: "...
se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo
risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio
aspetto che non è buono, che può far male a me
e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di
affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azio-
ne benefica. Questo è il potere della grazia! Sen-
za La grazia non possiamo nulla! E con la grazia
del Battesimo e della Comunione eucaristica pos-
so diventare strumento della misericordia di Dio,
di quella bella misericordia di Dio". Ecco l'aned-
doto di un missionario che viveva da tantissimi
anni in Cina. Non aveva battezzato nessuno, ma
era riuscito a stabilire una bellissima relazione
con un vecchietto con cui passava le ore e le
giornate a chiacchierare del più e del meno, e a
discutere delle cose di Dio. Era stupendo per en-
trambi potersi scambiare le proprie esperienze di
fede. Era bello poter scoprire, grazie all'altro, un
altro volto di Dio, un altro colore del Suo arcoba-
leno, un altro raggio della Sua luce. Un giorno il
missionario arrivò a parlare della risurrezione.
Come spiegare al suo amico il mistero della risur-
rezione di Gesù? Era facile raccontargli della vita
di Gesù, del bene che aveva fatto, di come la
gente semplice lo ricordasse proprio come un uo-
mo buono che aveva fatto tanto bene. Ma come
spiegargli la risurrezione? Provò, e riprovò, cercò
esempi, metafore... ma il suo grande amico non
riusciva a comprendere tale stupefacente miste-
ro. Finché un giorno il vecchio cinese disse al suo
amico missionario: "Ascolta, da tanti giorni ti
sforzi di spiegarmi quello che io non posso capi-
re. Credo ci sia un unico modo perché io possa
capire cos'è la risurrezione di Gesù: mostrami la
tua risurrezione!".
Non di solo pane Numero 751 pagina 8
Martedì 12
Aprile
III Settimana del Salterio
III Settimana di Pasqua
L’amore di Dio è reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù.
Papa Francesco
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Brano Evangelico: Gv 6, 3035
Agisci
Oggi medito su queste
parole di Gesù: «lo sono
il pane della vita», e le
ripeto in ogni difficoltà
che incontrerò durante
la giornata; so che egli
può nutrirmi nel profon-
do e darmi vita. Maria,
Vergine dell'Eucaristia,
accompagnaci sempre
alla fonte dell'amore.
Contemplo: lo sono il pane
della vita (Gv 6,35)
La «manna» che discese dal cielo è la figura meravigliosa, ma or-mai solo figura, del vero pane che Dio ci dona nel presente. Pri-ma di Cristo e al di fuori di Cristo
è tutta una figura: «La realtà in-vece è Cristo!» (Col 2,17). Dio ha sempre cura del suo popolo, in tutta la storia. Cristo vive in mez-zo a noi. Il vero pane è una per-sona: «Colui che discende dal cie-lo». Egli ha una missione precisa:
«Dare la vita al mondo» (Gv 6,33).
Medita La rivelazione di Gesù raggiunge qui il suo apice: Gesù, dopo aver aiutato la folla a prendere coscienza della sua fame di vita eterna, annuncia loro che il vero pane che dona tale vita è lui. Nella storia dell'umanità ci saranno ancora tanti popoli affamati di pane materiale, ma quello che egli dona va al di là del semplice cibo. Ciò che il Signore ti dona è sé stesso, cioè il pane che ti sfama per la vita senza fine: per questo ci saranno tante cose che potranno mancarti nella vita, ma certamente non verrà mai meno il pane che ti dà la forza per camminare verso Dio e per giungere alla pienezza della vita eterna. Tutti coloro che non mangiano di questo pane, anche se sono sazi di tante cose; in realtà sono affamati di quella fame tremenda che porta alla disperazione, che è la mancanza di Dio.
San Giulio I Papa
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 9
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Solo dopo la Risurrezione Gesù ha trasmesso agli apostoli il potere di perdonare i peccati. È chiaro il riferimento
alla sua morte redentrice. La croce è il prezzo del peccato; la croce è la morte che ci ha portato la vita. Per poco
che riflettiamo sopra l’amore di Dio e la realtà della nostra condizione di peccatori, il cuore ci si riempie di profon-
da riconoscenza.
C’è un legame strettissimo tra la resurrezione e la remissione dei peccati. L’assoluzione che rice-
viamo tutte le volte che ci accostiamo al Sacramento della penitenza è un’anticipazione dei beni
futuri, è risorgere a vita nuova. Il peccato è una porta chiusa, un cuore avvolto nella penombra
della decadenza, una sorta di pietra posta all’ingresso di un sepolcro. La risurrezione di Gesù, e
quindi anche il potere che Egli da alla Chiesa di rimettere i peccati, spalanca le porte del nostro
cuore, è luce che penetra e dissipa le tenebre dei nostri peccati. Osserva Anselm Grun: “Il Risorto
passa attraverso le porte chiuse. La paura dei discepoli non riesce ad impedirgli di giungere a loro
attraverso le porte sprangate e di augurare loro la pace. È una stupenda immagine della risurrezio-
ne. Abbastanza spesso noi teniamo chiuse gli uni agli altri le nostre porte. Non facciamo entrare
nessuno in casa nostra. Ci nascondiamo dietro una corazza di paura. Risurrezione significa che nes-
sun lucchetto e nessun catenaccio riesce ad impedire al Risorto di raggiungere il nostro cuore e di
entrare in casa nostra”.
Preghiamo: Signore Gesù, nostro Salvatore, ispiraci una fiducia illimitata nella tua misericordia, insieme a un pro
fondo desiderio di combattere il peccato in tutte le sue forme. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Dal Vangelo di Giovanni.
La sera di quello stesso giorno, il primo della set-
timana, i discepoli se ne stavano con le porte
chiuse per paura dei capi ebrei. Gesù venne, si
fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicen-
do: «La pace sia con voi». Poi mostrò ai discepoli
le mani e il fianco, ed essi si rallegrarono al ve-
dere il Signore. Gesù disse di nuovo: «La pace sia
con voi. Come il Padre ha mandato me, così io
mando voi». Poi soffiò su di loro e disse:
«Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i
peccati, saranno perdonati; a chi non li perdone-
rete non saranno perdonati» (Gv 20,19-23).
Via Lucis Gesù da il potere di rimettere i peccati.
Non di solo pane Numero 751 pagina 10
III Settimana di Pasqua
Il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una
rinnovata azione pastorale.
Papa Francesco
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Brano Evangelico: Gv 6, 3540
Contemplo: Lo risusciterò
nell'ultimo giorno (Cv 6,40)
«Chi viene a me non avrà più
fame e chi crede in me non
avrà più sete». L'insegnamen-
to di Gesù va ben al di là del-
la lotta quotidiana per il nu-
trimento. Il cibo materiale,
conquistato con il lavoro di
tutti e con il rispetto per tut-
ti, è ben poca cosa di fronte
al cibo spirituale promesso da
Gesù nella risurrezione.
Mercoledì 13
Aprile
III Settimana del Salterio
Agisci
Oggi medito sul do-
no della vita eterna
e della risurrezione
finale. Con questa
luce rivedo la mia
vita.
Il Santo del giorno: Madonna dell’arco
Era un lunedì di Pasqua, il giorno della cosiddetta ‘Pasquetta’, cioè la famosa gita fuori porta di una volta e nei pressi di Pomigliano d’Arco, alcuni giovani stavano giocando in un campetto a “palla a maglio”, oggi diremmo a bocce; ai margini del campetto sorgeva un’edicola sulla quale era dipinta una immagine della Madon
na con il Bambino Gesù, ma più propriamente era dipinta sotto un arco di acquedotto; da questi archi viene il nome di Madonna dell’Arco Nello svolgersi del gioco, la palla finiva contro un vecchio tiglio, i cui rami ricoprivano in parte il muro affrescato, il giocatore che aveva sbagliato il colpo, in pratica perse la gara; al colmo dell’ira il giovane riprese la palla e be
stemmiando la scagliava contro l’immagine sacra, colpendola sulla guancia che prese a sanguinare. La notizia del miracolo si diffuse nella zona, arrivando fino al conte di Sarno, un nobile del luogo, con il compito di ‘giustiziere’; dietro il furore del popolo, il conte imbastì un processo contro il giovane bestemmiatore, c o n d a n n a n d o l o all’impiccagione.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 11
At 8,18
Andarono di luogo in luogo, annun
ciando la Parola.
A volte, quelle che sembrano delle disgrazie
in realtà sono delle grandi opportunità. Così,
la prima persecuzione della Chiesa si trasfor
ma in una opportunità per annunciare la sal
vezza operata da Gesù. I risultati non si la
sciano attendere, e nuovi credenti si aggiun
gono alla comunità. Certi imprevisti, poi, in
realtà sono davvero provvidenziali, in quanto
manifestano una volontà di Dio assoluta
mente imprevedibile: è il caso di Sàulo, il
quale ancora non sa quale destino lo attende.
Intanto, egli fa la sua parte e crede di servire
Dio imprigionando gli appartenenti a questa
nuova dottrina. Dio sa essere paziente e sa
attendere il momento opportuno per rivelarsi:
quando apri anche solo uno spiraglio nella
tua vita, egli entra e compie grandi miracoli e
cambiamenti insperati. Non preoccuparti se
Dio permette qualche persecuzione: forse chi
ti perseguita sta per divenire discepolo di Cri
sto più fervoroso di te.
Dalla Prima Lettura
Dio sa essere paziente
Preghiera
Padre di bontà, proclamiamo con il sal-
mista: «Stupende sono le tue opere!».
Mirabile è, infatti il tuo agire per noi.
Concedimi, di essere portatore del tuo
amore per i fratelli che incontrerò.
Medita La Parola
Troppo duri nel cuore e testardi nella mente Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Andare a Gesù: è questo che il Padre vuole
da ciascuno di noi. Eppure, coloro che ascol
tavano Gesù non erano ben disposti, per cui
molti di loro non credevano alle sue parole.
Tu, che conosci la grazia e la promessa rea-
lizzatasi in Cristo, purtroppo a volte ti com-
porti proprio come i Giudei contemporanei
del Maestro: troppo duri nel cuore e testardi
nella mente, essi non hanno la volontà di ac-
cogliere il dono che Gesù fa a tutta l'umani-
tà. Credere in lui significa avere già su que-
sta terra la caparra della vita eterna che è
dono di Dio, ma che Egli fa a coloro che cre-
dono nel Figlio divino. Hai mai pensato che
ogni volta che ricevi la comunione, ti viene
donato il pegno di quella vita senza fine che
un giorno vivrai assieme a tutti gli angeli ed i
santi? Per questo, cerca di non fare come
tanti cristiani che ricevono il corpo di Cristo
in maniera distratta o superficiale.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 12
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
È una storia strana quella
di Maria, la discepola di
Gesù originaria di Magdala,
un villaggio di pescatori sul
lago di Tiberiade, centro
commerciale ittico deno-
minato in greco Tarichea,
cioè "pesce salato". La sua
figura fu, infatti, sottopo-
sta a una serie di equivoci.
Noi vorremmo partire pro-
prio da quell'alba primave-
rile evocata da un brano
del Vangelo di Giovanni
che la liturgia di Pasqua ci
propone, sia pure parzial-
mente (20, 1-18). Maria è
davanti al sepolcro ove po-
che ore prima era stato
deposto il corpo esanime
di Gesù. Paradossale è l'e-
quivoco in cui cade la don-
na che scambia quel Gesù,
ritornato a nuova vita e
presente davanti a lei, col
custode dell'area cimite-
riale. Come è potuto acca-
dere questo inganno? La
risposta è nella natura
stessa dell'evento pasquale
che incide nella storia ma
è al tempo stesso un atto
soprannaturale, misterio-
so, trascendente. Per
"riconoscere" il Risorto non
bastano gli occhi del volto
e neppure aver camminato
con lui e ascoltato i suoi
discorsi sulle piazze pale-
stinesi o cenato con lui. E
necessario uno sguardo
profondo, un canale di co-
noscenza superiore. Infatti
Maria "riconosce" Gesù
quando la chiama per no-
me e gli occhi della sua
anima si aprono ed escla-
ma «in ebraico Rabbunì,
che significa: Mae-
stro!» (20, 16) e, così, ri-
ceve la missione di essere
testimone della risurrezio-
ne: «Va' dai miei fratelli e
di' loro: Io salgo al Padre
mio e Padre vostro, Dio
mio e Dio vostro. Maria di
Magdala, allora, andò su-
bito ad annunziare ai di-
scepoli: Ho visto il Si
gnore! e anche ciò che le
aveva detto» (20, 17-18).
Personaggi Pasquali
Per rivivere la gioia di un incontro
Maria di Magdala
di Mons. Gianfranco Ravasi
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 13
Giovedì 14
Aprile
III Settimana del Salterio
III Settimana di Pasqua
È il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità,
degli affetti, della stessa vita.
Papa Francesco
Il Santo del giorno: San Tiburzio e com-pagni I tre santi martiri Tiburzio, Valeriano e Massimo, vissuti nel III secolo a Roma, sono ricordati da antiche fonti sin dal V secolo, tuttavia vi sono due versioni che trattano la loro personalità ed esistenza storica; una è legata alla «Passio» di S. Cecilia mentre l'altra è riporta
ta dal «Martirologio Geronimiano».Secondo la «Passio», Valeriano era sposo di Cecilia e da lei convertito, fu battezzato dal papa Urbano I e a sua volta convertì al cristianesimo il fratello Tiburzio; ambedue furono condannati a morte dal prefetto Almachio, che l i a f f i d ò a l «cornicularius» Massimo,il quale prima di fare eseguire la senten
za, si convertì anche lui, venendo così condannato e ucciso qualche giorno dopo. Valeriano e Tiburzio furono martirizzati e sepolti in un posto chiamato Pagus da Cecilia, a quattro miglia da Roma, ma che non è stato identificato, e che poco dopo seppellì anche Massimo in un diverso sarcofago.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Brano Evangelico: Gv 6, 4451
Contemplo: Saremo ammae-
strati da Dio (cf Gv 6,45)
Gesù annuncia alla Nuova Geru-salemme: «Tutti i tuoi figli sa-ranno discepoli del Signore» (Is
54,13). Nella Nuova Alleanza, scritta non più sulla pietra ma nel cuore, «nessuno avrà più da
istruire il suo concittadino, né alcuno il proprio fratello, dicen-do - Conosci il Signore! Tutti in-fatti mi conosceranno» (Ger 31,31-
34, citato in Eb 8,8-12). «Non ci sarà più bisogno di lampada né di lu-ce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà» (Is 60,19 e Ap 22,5).
Agisci
Dio stesso ci istrui-
sce, parla al nostro
cuore e alla nostra
mente attraverso la sua Parola. Oggi de-
sidero riconoscere la
grandezza e la bel-lezza di questo.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 14
Medita la Parola
Uno sguardo nuovo Meditazione di don Luciano Vitton Mea
L’episodio della manna nel deserto, narrato
nell’antico testamento, era un fatto di primaria
importanza per la tradizione giudaica. Eppure
Gesù sta dicendo a coloro che lo ascoltano, che
essi sono ben più fortunati dei loro padri, i quali
poterono mangiare quel cibo che veniva diretta-
mente da Dio: essi infatti nonostante tutto mo-
rirono comunque mentre chi di loro accetterà di
nutrirsi del vero pane disceso dal cielo, cioè
della carne di Gesù, non conoscerà la morte.
Per scorgere però la presenza del Divino in un
frammento di pane consacrato bisogna andare
oltre il contingente, guardare la realtà con uno
sguardo contemplativo. Solo questa capacità di
andare oltre può salvare la nostra anima e il
mondo intero. Ci ricorda A. Frossard: “Se il ven-
tunesimo secolo si convertirà, ciò avverrà per
uno sguardo nuovo, per lo sguardo mistico che
ha la proprietà di vedere le cose per la prima
volta in una maniera inedita.” E’ proprio questo
sguardo che ci permette di vedere in Gesù il pa-
ne vivo disceso dal cielo.
At 8,2640
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa
impedisce che io sia battezzato?
Il dialogo tra Filippo e l'eunuco etiope
ricorda tanto le catechesi che venivano
impartite ai catecumeni che si prepara
vano a ricevere il Battesimo; inoltre,
tutto il brano sembra costruito su un
cammino ideale che l'apostolo fa com
piere all'uomo il quale, dal buio dell'in
comprensione e della mancanza di fede,
arriva man mano alla pienezza della lu
ce della rivelazione della salvezza.
Quando la rinascita nelle acque del Bat
tesimo è compiuta, la presenza di Filip
po non è più necessaria, ed egli viene
rapito dallo Spirito mentre il nuovo cre
dente continua il suo cammino pieno di
gioia. A volte il Signore ci fa fare degli
incontri, lungo la nostra strada, che sono
solo apparentemente casuali, ma che in
realtà ci cambiano la vita: ringrazia Dio,
se egli si è servito delle persone più im
pensabili o da cui meno te lo aspettavi,
per risvegliarti ad una fede più forte e
più salda.
Dalla Prima Lettura
Un cammino pieno di gioia
Preghiera
Eterno Padre, «ti prego affinché ti de-
gni di condurre me peccatore a quell'i-
neffabile convito dove tu con tuo Figlio
e con lo Spirito Santo sei per i tuoi san-
ti luce vera, sazietà piena, gaudio eter-
no, gioia completa, felicità perfet-
ta» (san Tommaso d'Aquino).
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 15
Venerdì 15
Aprile
III Settimana del Salterio
III Settimana di Pasqua
Gesù, dinanzi alla moltitudine di persone che lo seguivano, stanche e sfinite, smarrite e senza guida,
sentì una forte compassione per loro.
Papa Francesco
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi man
gia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Brano Evangelico: Gv 6, 5259
Contemplo: Chi mangia que-
sto pane vivrà in eterno (Gv
6,58)
Nell'eucaristia il cristiano riceve la partecipazione alla vita stessa di Dio. Le parole del quarto Van-gelo, nel capitolo 6, riportano la fede di Giovanni e dei dodici a-
postoli, uguale in tutto allo scrit-to più antico che conosciamo sull'istituzione dell'eucaristia: «Gesù prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e dis-se: "Questo è il mio corpo che è per voi... Questo calice è la nuo-va alleanza nel mio san-gue» (1Cor 11,23-26).
Agisci:
San Paolo, subito
dopo la sua conver-
sione, va ad annun-
ciare che Gesù è il
Figlio di Dio. Oggi
chiedo al Signore un
po' del suo entusia-
smo e della sua for-
za.
Il Santo del giorno: San Marone Le più antiche notizie rinviano al tempo in cui a Roma sul trono imperiale sedeva Domiziano (8196), della dinastia dei Flavi. Apparteneva alla famiglia dei Flavi anche Domitilla, giovanissima cugina dell'imperatore, "pecora nera" nella famiglia imperiale, per
ché cristiana. Promessa sposa, già da bambina, ad Aureliano, di nobile famiglia senatoria, venne dissuasa dalle nozze da Marone, insieme ai suoi amici Eutiche e Vittorino, cristiani anch'essi. Aureliano spinse così l'imperatore a condannarla all'esilio sull'isola di Ponza. Accompagnarono Domitilla, per curarne la for
mazione, anche i tre amici cristiani Marone, Eutiche e Vittorino, che agli occhi di Aureliano apparvero come i responsabili del rifiuto da parte di Domitilla. Marone fu condannato ai lavori forzati e inviato sulla Salaria, a 130 miglia da Roma, dove morì nell'anno 100.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 16
Medita la Parola
Smettere di vivere per se stessi
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
In fondo, le obiezioni dei Giudei sono comprensibi-
li: Gesù sta dicendo loro che essi devono nutrirsi
materialmente di lui, e questo poteva facilmente
creare degli equivoci. Ma il Signore non abbassa il
tiro, anzi: egli con grande chiarezza dice ai suoi
ascoltatori che tra lui e coloro che mangiano di lui
si crea un rapporto così intimo che essi rimangono
in lui. È un modo per dire che la comunione che si
crea tra lui e i suoi fedeli che vivono del pane del-
la vita eterna è così piena, che niente può di
struggerla. Non solo: mangiare quel pane significa
smetterla di vivere per se stessi, per le proprie i-
dee e per i propri progetti: vuol dire assumere nel-
la propria vita lo stile di vita di Gesù, con i suoi
desideri e la sua ansia di portare la salvezza a tutti
gli uomini. Vogliamo accettare la sua vita in noi e
fare in modo che sia lui a vivere in noi? Mangiamo
con fede il suo corpo e beviamo il suo sangue, e
sarà lui a vivere in noi.
At 9,120
Egli è lo strumento che ho scelto
per me, affinché porti il mio nome
dinanzi alle nazioni.
La conversione di Sàulo sembra istantanea:
in realtà, il Signore va a scavare nelle pro
fondità stesse del suo cuore e fa appello alla
sua ricerca di verità e di amore. Dunque,
dopo un vero e proprio terremoto interiore,
Sàulo è pronto per vedere con occhi nuovi
la realtà che lo circonda e, soprattutto è in
grado di capire chi deve servire ed è degno
della sua lode. Gesù si rivela a lui mostran
dogli come. nella persecuzione al suo corpo
che è la Chiesa, si perseguita anche lui. Il
cambiamento è talmente radicale che anche
le comunità cristiane fanno fatica a credere
a questo cambiamento: eppure, solo con il
tempo il neoconvertito comprenderà che per
testimoniare la persona e la salvezza del
Cristo è necessario soffrire molto e pagare
personalmente per conquistare alla causa di
Gesù e del Vangelo. Se vuoi aiutare Gesù a
convertire più cuori possibile, non dimenti
carti che senza sofferenza si ottiene ben
poco.
Dalla Prima Lettura
Fare fatica a credere
Preghiera
«Buon Pastore, vero pane, o Gesù, pie-
tà di noi: nutrici e difendici, portaci ai
beni eterni nella terra dei viventi. Tu
che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla
terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola
del cielo nella gioia dei tuoi san-
ti» (dall'inno eucaristico "Sion, loda il
Salvatore").
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 17
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Uno dei dodici discepoli, Tommaso detto Gemello,
non era con loro quando Gesù era venuto. Gli altri
discepoli gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!».
Tommaso replicò: «Se non vedo il segno dei chiodi
nelle sue mani, se non tocco col dito il segno dei
chiodi e se non tocco con mano il suo fianco, io non
crederò». Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuo-
vo lì, e c’era anche Tommaso con loro. Le porte era-
no chiuse. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a
loro e li salutò: «La pace sia con voi!». Poi disse a
Tommaso: «Metti qui il dito e guarda le mani; acco-
sta la mano e mettila nel mio costato. Non essere
incredulo, ma credente!».
Tommaso gli disse: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù
gli disse: «Tu hai creduto perché hai visto; beati
quelli che hanno creduto senza aver visto» (Gv 20,24
-29).
Rifletti
La tua grande pazienza, Signore! La tua grande bontà! Anche gli altri discepoli ne hanno avuto
bisogno. Tu eri pronto a dare spiegazioni, a fornire notizie circa il mistero della tua vita di invia-
to del Padre. Anche noi ne abbiamo bisogno.
Anche se ci può sembrare strano e ingiusto all’apostolo Tommaso viene concesso ciò che è stato
negato ad altri. Infatti Gesù aveva negato a Maria Maddalena di toccare le sue mani e il suo co-
stato. La sera di Pasqua ai suoi discepoli aveva solamente mostrato i segni della sua passione.
Ora, invece, invita Tommaso a porre le sue dita nei segni dei chiodi delle proprie mani e a toccare
con la sua mano la ferita del proprio costato. Ma anche noi, come Tommaso, siamo dei privilegia-
ti. Infatti, nell'eucaristia, Gesù non solamente è in mezzo a noi, ma si fa anche toccare. Quando
egli pone il suo corpo nelle nostre mani nella specie del pane, noi mettiamo le nostre dita nelle
sue ferite. Infatti è la sua carne, offerta per noi, offerta per la vita del mondo (cfr. Gv 6,51). E
quando noi beviamo dal calice, beviamo il sangue che sgorga dalla ferita del suo costato. Accade
in quel momento esattamente quanto Gesù permette a Tommaso. Se, credendo, mettiamo le no-
stre dita nelle ferite delle sue mani e la nostra mano nella ferita del suo costato, allora nelle sue
ferite può accadere il miracolo della fede. Si realizza la sua promessa, fatta nel discorso eucaristi-
co: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui» (Gv 6,56).
Via Lucis
Gesù conferma nella fede l’apostolo Tommaso
Non di solo pane Numero 751 pagina 18
Sabato 16
Aprile
III Settimana del Salterio
III Settimana di Pasqua
Il perdono delle offese diventa l’espressione più evidente dell’amore misericordioso.
Papa Francesco
Brano Evangelico: Gv 6, 6069
Contemplo : È lo Spirito
che dà la vita (cv 6,63)
Con Gesù di Nazareth, con la sua morte e risurrezione, Dio ha cam-biato radicalmente il destino degli uomini, nel corpo, nell'anima e nello spirito. Il «Padre degli spiri-ti» (Eb 12,9) dà la vita all'uomo nella
sua completezza: all'elemento ma-teriale si deve aggiungere quello immateriale, che consiste nell'ani-ma e nello spirito. La Madre di Ge-sù, vero Dio e vero uomo, ci aiuti a «distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo» (Fil 1,10).
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Agisci
Con la fede di Pietro,
oggi desidero portare
conforto a chi soffre
per aiutarlo a rialzarsi
almeno nello spirito e
nel cuore, portandogli
la certezza che Gesù
gli è vicino e lo sostie-
ne davvero!
Il santo del giorno: Santa Bernadetta de Soubirous
Quando, l'11 febbraio
del 1858, la Vergine
apparve per la prima
volta a Bernadette presso la rupe di Massabiel
le, sui Pirenei francesi,
questa aveva compiuto
14 anni da poco più di
un mese. Era nata, in
fatti, il 7 gennaio 1844.
A lei, povera e analfabeta, ma dedita con il
cuore al Rosario, appa
re più volte la
«Signora». Nell'appari
zione del 25 marzo
1858, la Signora rivela
il suo nome: «Io sono l'Immacolata Concezio
ne». Quattro anni pri
ma, Papa Pio IX aveva
dichiarato l'Immacolata
Concezione di Maria un
dogma, ma questo Ber
nadette non poteva saperlo. La lettera pasto
rale firmata nel 1862
dal vescovo di Tarbes,
dopo un'accurata in
chiesta, consacrava per
sempre Lourdes alla
sua vocazione di santu
ario mariano interna
zionale. La sera del 7
Luglio 1866, Bernadette Soubirous decide di
rifugiarsi dalla fama a
SaintGildard, casa ma
dre della Congregazio
ne delle Suore della
Carità di Nevers. Ci
rimarrà 13 anni. Costretta a letto da asma,
tubercolosi, tumore
osseo al ginocchio,
all'età di 35 anni, Ber
nadette si spegne il 16
aprile 1879.
Non di solo pane Numero 751 Tempo di Pasqua pagina 19
At 9,3142
La Chiesa si consolidava, e con il
conforto dello Spirito Santo cresce
va di numero.
Gli Atti degli Apostoli ti riportano alcuni mi
racoli compiuti da Pietro, che ormai compie le
stesse cose che faceva il Maestro: anzi, in que
sto brano egli nel nome di Gesù addirittura
opera una risurrezione. Ma c'è anche un altro
aspetto su cui è bene soffermare la tua atten
zione: il brano spiega le qualità di Gazzella,
che viene chiamata discepola, e la cui vita
abbondava di opere buone. Nella comunità di
Gesù, dunque, trovano spazio ed hanno un
ruolo importante anche le donne: questo parti
colare ha qualcosa di rivoluzionario, poiché al
tempo di Gesù alle donne non era ammesso
seguire una dottrina o un rabbì che insegnasse
loro dottrine religiose. Esse erano dunque e
scluse dalla vita sociale e religiosa del tempo:
la primitiva comunità cristiana, in questo sen
so, manifesta il superamento di questa menta
lità, in vista di una uguaglianza e di un rispetto
reciproco assolutamente profetico.
Dalla Prima Lettura Rispetto reciproco
Preghiera
Gesù Cristo, credo che sei il Figlio e-
terno del Padre e il Salvatore degli uo-
mini. Credo che sei la Via, la Verità e
la Vita. Credo che tu solo hai parole di
vita eterna e che con te posso tutto. Au-
menta la mia fede. Fa' che, credendo in
te, ti conosca più intimamente, e cono-
scendoti intimamente, ti ami più inten-
samente.
Medita La Parola
Nella pienezza di noi stessi Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Dopo il discorso di Gesù, molti non andarono
più con lui. L’evangelista dice il motivo di
questa scelta: il suo discorso era troppo du-
ro. Ma in che senso il messaggio evangelico è
duro e tante volte ci sembra improponibile?
La risposta è semplice: spesso gli uomini, in
generale e i cristiani in particolare, ragiona-
no con categorie troppo legate alle cose di
questo mondo, mentre la proposta di Dio fa
“scoppiare” i nostri schemi e ci propone una
strada nuova che passa attraverso il tortuoso
sentiero del sacrificio e dell’amore. Ma è
possibile, se ci abbandoniamo con fiducia
alla parola del Signore, vivere secondo i suoi
insegnamenti. Osserva H. Kung: “l’esempio
di molti Santi dimostra che è possibile, a un
cristiano, vivere nel mondo secondo il van-
gelo e attuare nel mondo l’imitazione di Cri-
sto, in mezzo alla propria famiglia, ai propri
possedimenti e alla vita politica: è possibile,
in queste varie situazioni, vivere con sobrie-
tà, semplicità e onestà senza fantasmi e
“bigotterie” in modo serio e gaio nello stes-
so tempo.”
La parola del Signore è apparentemente du-
ra ma in realtà, se la lasciamo scendere nel
profondo del nostro cuore, diventa semplice
e luminosa come un raggio di sole e ci per-
mette di percorrere la strada della vita nella
pienezza della propria realizzazione.
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 751
Domenica 10 Aprile 2016
Chiuso il 05/04/2016
Numero copie 1400
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
www.nondisolopane.it