Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

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Settimanale di preghiera PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XV - n° 743 Domenica 14 Febbraio 2016 I Settimana di Quaresima

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Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.it

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Settimanale di preghiera

PANE Non di solo

Sussidio di preghiera per la famiglia

Anno XV - n° 743

Domenica 14 Febbraio 2016

I Settimana di Quaresima

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 2

Febbraio 2016

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Perché abbiamo cura del creato, ricevuto come dono

gratuito, da coltivare e proteggere

per le generazioni future.

Intenzione missionaria

Perché crescano le opportunità di dialogo e di

incontro tra la fede cristiana e i popoli dell’Asia.

Intenzione dei vescovi

Perché il Signore ci doni un cuore misericordioso

e umile, che riconosca la propria

povertà e si spenda per gli altri.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente

e misericordioso, ci impegniamo con gioia

nella costruzione della civiltà dell'amore.

Intenzioni mese di Febbraio

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 3

Domenica 14

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Domenica di Quaresima

Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, è il momento di ascoltare

il pianto delle persone innocenti.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un i­stante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, ado­rerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Brano Evangelico: Lc 4,1­13

Contemplo: II Signore, Dio

tuo, adorerai (Lc 4,8)

Satana con le sue seduzioni vuo-

le allontanare Gesù dal Padre,

gli prospetta un modo sbagliato

di essere Figlio. Gesù non accet-

ta le sue proposte. Resta fedele

al Padre nell'umile ascolto della

sua parola e nell'obbedienza ai

suoi comandamenti. Egli ci mo-

stra, così, il vero e solo modo di

amare Dio, in una adorazione

grata e filiale, che segue in tut-

to la sua volontà.

Agisci

Se il Signore non fosse con noi nei momenti di ango-sc ia, saremmo schiacciati dal dolo-re. Oggi affiderò a lui, nella pre­ghiera, tutte le mie difficoltà e soffe-renze.

Il santo del giorno:

San Valentino

Martire

La festa del vescovo

e martire Valentino si

riallaccia agli antichi

festeggiamenti di

Greci, Italici e Roma­

ni che si tenevano il

15 febbraio in onore

del dio Pane, Fauno e

Luperco. Questi fe­

steggiamenti erano

legati alla purifica­

zione dei campi e ai

riti di fecondità. Di­

venuti troppo orridi e

licenziosi, furono

proibiti da Augusto e

poi soppressi da Ge­

lasio nel 494. La

Chiesa cristianizzò

quel rito pagano della

fecondità anticipan­

dolo al giorno 14 di

febbraio attribuendo

al martire ternano la

capacità di protegge­

re i fidanzati e gli

innamorati indirizzati

al matrimonio e ad

un’unione allietata

dai figli.

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 4

P a g i n e b i b l i c h e

«Suonate il corno in Sion e date

l’allarme in Sion

sul mio santo monte! Tremino

tutti gli abitanti

della regione, perché viene il

giorno del Signore,

perché è vicino».

Lo shofar (il corno di guerra

che, con il suo cupo richia-

mo, convocava l’antico po-

polo di Dio per la guerra) deve risuonare simbolica-

mente e misticamente nei

nostri cuori, ci deve destare

dal torpore e dal sonno che

segnano una qual forma di

lontananza da Dio e da una

vita autenticamente cristia-

na. La Quaresima è il tempo

propizio per una vera e fon-

damentale conversione, per

combattere le cattive incli-

nazioni che si annidano nel

nostro cuore, per distrugge-

re i vizi e il male che adom-brano la nostra vita impe-

dendoci di essere “luce del mondo e sale della terra”.

Si, anche se il termine non

ci aggrada, la Quaresima è un tempo di guerra e di

combattimento: una batta-

glia ardua e difficile perché avviene dentro di noi, con-

tro l’uomo vecchio che abi-ta nella vacuità del nostro

cuore così freddo e insensi-

bile. L’uomo è fragile e so-prattutto incline alle sua-

denti voci dell’“antico av-

versario”; insomma, suo

malgrado, l’uomo è per sua

costituzione “tentato”.

Questa misteriosa verità ci

viene confermata proprio

nel vangelo di Matteo dove

Gesù viene portato nel de-

serto per essere tentato dal

diavolo. «Il combattimento

vittorioso contro le tenta-

zioni, che dà inizio alla mis-

sione di Gesù, è un invito a

prendere consapevolezza

della propria fragilità per

accogliere la Grazia che li-

bera dal peccato e infonde

nuova forza in Cristo, via,

verità e vita (cfr. Ordo Initiatio-

nis Christianae Adultorum, n.25). È un deciso richiamo a ricor-

dare come la fede cristiana

implichi, sull’esempio di Ge-

sù e in unione con Lui, una

lotta “contro i dominatori di

questo mondo tenebro-so” (Ef 6,12), nel quale il dia-

volo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di

tentare l’uomo che vuole

avvicinarsi al Signore ….» (Benedetto XVI, Messaggio per La quaresima 2011).

Non ci sono dubbi: la Quare-sima è un tempo di lotta e

di battaglia interiore contro

i nostri vizi e le cattive in-

clinazioni, contro le tenta-

zioni e le insidie del Male.

Vista da questa prospettiva

la Quaresima diventa imma-

gine e sintesi di tutta la vita

cristiana. Proprio per que-

sto, durante il battesimo, il sacerdote ci ha unto con

l’olio, segno di fortezza, per

aiutarci a vincere tutte le tentazioni. Suonate il corno:

la vita del cristiano è una

continua battaglia contro le radici del male, contro il

proprio egoismo e la propria cattiveria.

Ritornare a Dio è sempre un inizio assoluto

Suonate il corno Meditazione di don Luciano Vitton Mea

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P a g i n e b i b l i c h e

L’angolo della misericordia

Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Raoul Follereau

La preghiera alla Misericordia non è un'orazione astratta, di-

stante dalla realtà — in questo caso non sarebbe vera preghie-

ra cristiana — ma si traduce nella forma dell'impegno fattivo della carità, dell'amore del prossimo. Papa Francesco ha ri-

cordato, indicendo il Giubileo straordinario del 2016, che le

opere di misericordia sia corporale che spirituale devono tor-

nare al centro della riflessione del cristiano. La preghiera di

Raoul Follereau (1903-1977), laico che dedicò la vita ai miseri

e ai malati, in particolare ai lebbrosi, è perfetto esempio della

realizzazione terrena dell'invito celeste alla misericordia.

NON PERMETTERCI DI VIVERE FELICI DA SOLI

Signore, insegnaci a non amare noi stessi,

a non amare soltanto i nostri cari,

a non amare soltanto quelli che ci amano.

Insegnaci a pensare agli altri,

ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.

Concedi la grazia di capire che a ogni istante,

mentre noi viviamo una vita troppo felice,

protetta da Te,

ci sono milioni di esseri umani,

che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,

che muoiono di fame

senza aver meritato di morire di fame,

che muoiono di freddo

senza aver meritato di morire di freddo.

Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.

E non permettere più, o Signore,

che noi viviamo felici da soli.

Facci sentire l'angoscia della miseria universale,

e liberaci dal nostro egoismo.

Il 6 marzo 1447 fu eletto papa

il Cardinal Tommaso Parentu­

celli che prese il nome di Nic­

colò V. Dottissimo umanista, favorì le lettere

e le arti, fece tradurre in latino le maggiori

opere greche e raccolse numerosissimi mano­

scritti che costituirono il primo nucleo della

grande biblioteca vaticana. Fece ricostruire

chiese, palazzi e ponti e si avvalse dell’opera

di eminenti artisti, quali il Beato Angelico e

Benozzo Gozzoli.

Il 19 gennaio 1449 con la bolla “Immensa et

Innumerabilia” indisse per l’anno 1450 un

Santo Giubileo. Nella bolla leggiamo:

“immensi e innumerevoli, più facili da stima­

re che da computare, i favori della misericor­

dia divina che l’ineffabile clemenza di Dio

Padre e del Signore nostro Gesù Cristo ha

operato e sempre continua ad operare per la

salvezza del genere umano […].

Inoltre crediamo che tra i doni celesti sia an­

che da annoverare il fatto che alcuni romani

pontefici abbiano scelto, in qualità di ministri

di Cristo e dispensatori degli aiuti divini, al­

cuni periodi nei quali i fiumi della Divina

Misericordia potessero sgorgare con più ab­

bondanza per i fedeli, dal momento che lo

stesso Dio Onnipotente ha rinnovato in alcuni

periodi di tempo l’uomo vecchio decaduto,

ora con il diluvio, ora con la circoncisione,

ora con la legge, ora in tanti e tanti modi, e da

ultimo, in maniera del tutto nuova, tramite il

ministero del Verbo incarnato.”

Papa Niccolò V sottolinea quindi che il Giu­

bileo Veterotestamentario ha assunto, dopo la

venuta di Gesù, un valore del tutto spirituale,

e diventa quindi uno strumento particolarissi­

mo attraverso il quale si possa sperimentare

nel ministero dell’anno del Giubileo una par­

ticolare vicinanza di Dio misericordioso a

tutti coloro che appartengono alla chiesa di

Cristo.

Don Luciano

Storia dei Giubilei Immensa et Innumerabilia Papa Niccolò V

Papa Niccolò V Al secolo: Tommaso Parentu­celli Elezione: 6 marzo 1447 Fine pontificato: 24 marzo 1455 Morte: 24 marzo 1455 Anno Santo: 1450

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Lunedì 15

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Settimana di Quaresima

Il santo del giorno:

San Sigfrido di

Vaxjo

Era un vescovo mis­sionario originario dell'Inghilterra da cui si spostò intorno al 995 prima in Norvegia e poi in Svezia. Vi sarebbe giunto attra­verso la Danimarca fermandosi a Värend, dove avrebbe costruito una chiesa. Secondo quanto riferito da anti­

che tradizioni locali avrebbe affidato la gestione della sua pic­cola comunità a tre compagni missionari per recarsi presso la fonte di Husaby dove avrebbe battezzato il re Olav Skötkonung. Al suo ritorno a Vä­rend trovò che i suoi compagni erano stati decapitati. Sigfrido sarebbe stato il primo vescovo di Skara, nel­le regione del Gotland

e per la sua attività missionaria nel Paese scandinavo è sopran­nominato «apostolo della Svezia». Morì a Växjo intorno al 1030. Il suo culto è partico­larmente diffuso in Svezia, Norvegia, Fin­landia e Danimarca fin dal XIII secolo. Sue reliquie si trovano a Copenaghen e Roskil­de.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbia­mo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da be­re? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. […]

Brano Evangelico: Mc 25, 31­46

Contemplo: Convertici a te, o

Padre (Colletta)

Convertici a te, o Padre, nostra

felicità e nostra salvezza, perché,

formati alla scuola del tuo Figlio

Gesù, tua sapienza perfetta ed

eterna, possiamo vivere con te per

sempre. Donaci di vedere il tuo

Figlio Gesù in quanti hanno biso-

gno, perché possano ricevere da

noi il tuo stesso aiuto. Fa' che nel

rendere loro il nostro servizio, pos-

siamo restare a te uniti e manife-

starti la nostra gratitudine per tut-

ti i tuoi benefici.

Vivere questo Anno Santo come un momento

straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale.

Papa Francesco

Agisci

Quanto è difficile ri-

conoscere la presenza

di Gesù in coloro che

sono in difficoltà!

Pregherò la Madre

perché mi renda ca-

pace di vedere il Fi-

glio nei sofferenti che

incontrerò in questa

giornata.

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 7

Lv 19,1­2.11­18 Giudica il tuo prossimo con giusti­zia.

C'è una cosa che colpisce nel libro del

Levitico e che deve farci riflettere atten­

tamente: Dio vuole che il suo popolo sia

un popolo di santi, ma per arrivare a que­

sto non chiede di pregare, di fare digiuni,

esercizi spirituali o chissà quali pratiche

ascetiche. Dio chiede di amare il prossi­

mo attraverso gesti molto concreti: non

c'è altra via per realizzare la nostra santi­

tà. Non saranno le Messe a cui avrò par­

tecipato o le ore di adorazione che posso

aver fatto nella mia vita, che mi salveran­

no, ma saranno i concreti atti d'amore che

avrò vissuto. La preghiera e i sacramenti

sono in funzione di questo e per questo è

importante viverli: lì incontro l'Amore

che, trasformandomi. mi rende capace di

amare con la sua stessa totalità e intensi­

tà. Guai a confondere i mezzi con il fine!

Dal Libro del Levitico Non saranno le Messe ...

Preghiera

Signore Gesù, rinfresca ogni giorno la

nostra memoria e non lasciare che di-

mentichiamo i piccoli, e, al contempo, fa'

che ci ricordiamo in ogni momento di

quanto siamo piccoli. Infondi nei nostri

cuori il tuo Spirito che santifica. Lascia

che ci abbandoniamo all'amore ricevuto

e donato senza troppo pénsare.

Kyrie eleison!

Medita La Parola

Dio è nello sbilanciarsi Meditazione di Fiorella Elmetti

Un’affermazione di Albert Einstein dice: “Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono ba-sate sulle fatiche di altri uomini, vivi e mor-ti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto”. Questi uomini, “vivi o morti”, sono ritratti nei giusti del vangelo con il loro stupore. C’è stupore, infatti, quando i giusti si sentono dire: “Venite, benedetti del Padre mio, rice-vete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. C’è stupore anche nella loro domanda: “Signore, quando ti ab-biamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. I giusti hanno gli occhi aperti sul mondo, at-tenti come tanti padri e madri dalle mani callose e dal cuore generoso, aperto a tutti, senza distinzione tra chi è di casa e chi vie-ne da un paese lontano. Sono così allenati a fare il bene che non fanno distinzione tra Gesù, il re, e i poveri che incontrano ad ogni angolo del mondo. E fanno del loro amore un segno di festa. Angelo Casati in merito scri-ve: "Dio è nel segno della festa, la festa di tutti, quando ci si abbandona, ci si lascia an-dare, quando si è sbilanciati, come in una danza...Dio non è nella rigidità, Dio non è nel trattenersi, Dio non è nel chiudersi. È nello sbilanciarsi, che è lo sbilanciarsi dell’amore. Se non ti sbilanci, non è amore". Verissimo.

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 8

Martedì 16

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Settimana di Quaresima

Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere

meditate nelle settimane della Quaresima per

riscoprire il volto misericordioso del Padre!

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Santa Giuliana di

Nicomedia

Nacque intorno al 285 a Nicomedia, oggi I­zmit, in Turchia. Nella sua famiglia d'origine era l'unica cristiana. Suo padre in particola­re era un seguace ze­lante delle divinità pa­gane. All'età di nove anni, sarebbe stata pro­messa in sposa al pre­

fetto della città, un pa­gano di nome Eleusio. Secondo gli accordi raggiunti dalle due fa­miglie, le nozze si sa­rebbero celebrate quan­do Giuliana avesse compiuto 18 anni. Ma quel giorno la giovane disse che avrebbe ac­cettato solo se Eleusio si fosse fatto battezza­re. Venne quindi de­nunciata dallo stesso fidanzato come cristia­na praticante. Imprigio­

nata, non tornò sulla sua decisione neppure dopo la condanna a morte. Venne quindi decapitata verso il 305, al tempo di Massimia­no. L'iconografia la rappresenta spesso in­sieme ad un diavolo che la tormenta, ma non mancano le raffi­gurazioni delle torture da lei subite in vita, come l'essere appesa per i capelli o tormen­tata con il fuoco.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiedia­te. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdo­nerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdo­nerà le vostre colpe».

Brano Evangelico: Mc 6,7­15

Agisci

Gesù ce lo dice chia-

ramente: se non sia-

mo capaci di perdo-

nare gli altri, non

saremo perdonati da

Dio! Oggi perdonerò

di cuore qualcuno

che mi ha ferito.

Contemplo: Sia fatta la tua

volontà (Mt 6,10)

Nel "Padre nostro" chiediamo a

Dio che sia fatta la sua volontà.

Ciò significa che, da una parte,

dobbiamo accettare le vicende

liete e tristi così come avvengo-

no e, dall'altra, impegnarci nel

mettere in pratica ciò che sap-

piamo essere la sua volontà: a-

marlo con tutto il cuore e amare

il prossimo come noi stessi.

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima­ pagina 9

Medita la Parola

Abbà, Padre mio! Meditazione di don Carlo Moro parroco di Gargnabo

Con il "Padre nostro" Gesù ci fa comprendere,

anzitutto, che la preghiera, prima ancora di

essere un'orazione, vocale o mentale, è un at-

teggiamento: sentirci figli di Dio, gustare que-

sta nostra condizione, che ci fa sentire amati,

protetti e benedetti dal Padre. La condizione

di figli ci impegna a vivere da fratelli e, in

questo modo, la preghiera ci educa a combat-

tere il nostro egoismo e ad incrementare la

nostra bontà. Possiamo pregare in modi assai

diversi, insegnati dalle diverse scuole di spiri-

tualità e più adatti al nostro tem­peramento,

al tempo a disposizione, alle situazioni di vita

in cui ci troviamo. Però, affinché la nostra

preghiera sia autentica, essa deve essere in-

nalzata sulla "base" indicata dal "Padre no-

stro": l'umiltà di una creatura che riconosce di

essere sempre bisognosa della grazia; la ricer-

ca dei beni dello spirito, "il regno"; il desiderio

di praticare la volontà del Padre; l'affidamento

alla Provvidenza di Dio che sa prendersi cura

anche dei nostri bisogni materiali, la doman­

da del perdono perché ci riconosciamo pecca-

tori, la pro­messa della misericordia verso gli

altri, l'implorazione dell'aiuto divino contro le

tentazioni che vengono dal nostro cuore. Ci

accorgiamo che nel "Padre nostro" tutti i gran­

di valori del Vangelo sono mirabilmente rias-

sunti. Essa è la "preghiera perfettissima", se-

condo san Tommaso d'Aquino: Gesù, Maestro

della nostra preghiera, conosce nel suo cuore

di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue

sorelle di umanità e ce li manifesta.

Is 55,10­11 La mia parola opera ciò che de­sidero. Come la piaggia e la ne­

ve ...

È un'immagine semplice, ma molto bel­

la e interessante quella che usa il profeta

Isaia per farcì capire l'efficacia e la po­

tenza della parola di Dio: è come la

pioggia e la neve che permettono alla

terra di dare frutto. II seme che farà frut­

tificare a terra irrigata non viene dalla

pioggia, ma è già nella terra, dormiente.

La pioggia lo risveglia, gli dona forza

vitale ed energia perché diventi frutto.

Così accade in noi quando ascoltiamo la

parola di Dio: scende dall'alto sulla no­

stra vita e la bagna, permettendo al bene

che c'è in noi di risvegliarsi. di crescere,

fino ad arrivare al frutto della fede e

delle buone opere. Ecco perché abbiamo

bisogno di ascoltare la Parola ogni gior­

no, con cuore attento e disponibile.

Dal Libro del Profeta Isaia

Come la pioggia

Preghiera

Signore Gesù, te lo chiediamo ancora,

te lo chiediamo sempre: insegnaci a

pregare! Maestro dei nostri cammini

interiori, ti supplichiamo ancora: inse-

gnaci a pagare il prezzo della cono-

scenza di Dio come Padre nostro, con

la memoria operosa e fattiva dei fratel-

li e delle sorelle che sono altrettanto

nostri. Kyrie eleison!

Page 10: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 10

Mi leverò e andrò da mio padre e gli

dirò: Padre, ho peccato contro il Cie-

lo e contro di te; non sono più degno

di esser chiamato tuo figlio.

Non ci resta che una nostalgia. La

nostalgia della casa paterna, del

bene, del bello. L’odore del pane,

il profumo di un giardino, dei

mandorli in fiore. Del calore di un

fuoco, del sorriso di un volto …

Nostalgia arcaica e sempre nuova.

Rumore di vento tra le fronde di

un bosco, canto di un ruscello che

corre tra i dirupi … Sussurri di

parole vere, labbra fresche da ba­

ciare, bambini da abbracciare.

Nidi da raccogliere e da posare

con delicatezza tra i rami

dell’albero, tramonti da contem­

plare, cieli stellati in cui spaziare.

Nostalgia di cose semplici e quoti­

diane ma che riempiono il cuore di

gioia e gli occhi di lacrime.

Nostalgia dei miei monti, di prati

ricamati di fiori, dell’odore del

fieno, di corse senza fine. Nostal­

gia di preghiera, di una Corona

che scorre tra le dita mentre il fre­

sco soffio del vento crepuscolare

sussurra parole dolci e piene di

amore.

Ti lascio paese lontano. Ti lascio

la mia sete di potere, le parate do­

ve primeggiare, le danze in ma­

schera dove si celebra il culto

dell’apparire, i soldi da contare, le

bellezze artificiali delle tue donne.

Torno a casa, alla mia casa. Torno

dal Padre, al suo servizio, sotto il

suo sguardo pieno di compassione

e di amore. Torno al giardino, alle

cose vere, ad un uscio che da sem­

pre mi attende. Beata nostalgia,

torno a casa.

Preambolo al commento sul figlio

maggiore.

I sentieri del cuore

Quando intraprendi il sentiero più

difficile, il sentiero del cuore, su­

bito provi un senso di smarrimen­

to che presto cede il posto alla

paura. Ti accorgi che le realtà più

bieche, le meschinità che tanto hai

combattuto sono dentro di te, sono

la palude maleodorante che tante

volte hai voluto bonificare negli

altri e nelle realtà quotidiane che

ti circondano. Nel sentiero del tuo

cuore trovi le cattive inclinazioni,

i pensieri perversi, gli urli e le

grida di istinti repressi e mai del

tutto sopiti. Ascolta, non fuggire.

Non permettere che la paura para­

lizzi il tuo affannoso cammino tra

i dirupi di quello che sei. Abbi il

coraggio di percorrerlo fino in

fondo. E’ il tuo volto piagato

quello che intravedi nel profondo

del tuo io interiore. Non temere la

verità, riconosci quel fratello mi-

nore che null’altro ti chiede che

uno sguardo di pietà, un atto di

benevolenza che tante volte hai

concesso agli altri. Non assecon­

darlo, ma ascoltalo. Dai sentieri

del cuore si ritorna nudi, umiliati,

con i bubboni scoperti ma veri ed

autentici. Solo così cresce in noi

l’uomo nuovo, l’uomo rappacifi­

cato. Con se stesso, prima che con

gli altri.

Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16

Catechesi sulla parabola

del Padre Buono/3

Il Figlio minore/3 Meditazione di don Luciano Vitton Mea

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 11

I Settimana di Quaresima

Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere meditate nelle settimane della Quaresima per

riscoprire il volto misericordioso del Padre!

Papa Francesco

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la

condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Brano Evangelico: Lc 11, 29­32

Contemplo: Lavami, o Dio,

dalla mia colpa (Sal 50,4)

«Lavami tutto dalla mia colpa,

dal mio peccato rendimi pu-

ro» (Sal 50,4). La nostra esperien-

za quotidiana ci insegna che

siamo poveri peccatori, fragili

e incostanti nel bene, nella fi-

ducia in Dio. Riconoscere da-

vanti a Dio il nostro peccato e

chiedergli perdono è il primo

passo verso la pace interiore.

Saremo così capaci di compren-

dere e perdonare il nostro pros-

simo.

Il Santo del giorno:

San Costabile Nacque verso il 1070 a Tresino in Lucania dalla nobile famiglia Gentilcore. A sette anni Costabile fu affi­dato all'abate di Cava dei Tirreni, Leone I, divenendo poi monaco nella stessa Abbazia. Dimostrò un impegno encomiabile nella Re­gola benedettina nella

vita monastica, tale che fu incaricato dall'abate di importan­ti trattative di affari. Il 10 gennaio 1118, con il pieno consenso dei monaci, fu elevato dall'abate a suo coa­diutore, succedendogli poi nella carica alla sua morte, il 4 marzo 1122. Morì il 17 feb­braio 1124 a soli 53 anni. Dopo la morte apparve varie volte agli abati suoi succes­

sori, venendo in loro aiuto nelle contingen­ze. Si ricordano i suoi interventi prodigiosi per la salvezza delle navi, che in seguito appartennero all'Abba­zia, al punto che per tutto il Medioevo fu ritenuto protettore dei marinai dell'Abbazia stessa.

Mercoledì 17

Febbraio

I Settimana del Salterio

Agisci

Per un sincero percorso

di conversione c'è biso-

gno di umiltà. Finché

restiamo seduti sul no-

stro trono, sentendoci re

e padroni assoluti della

nostra vita, non c'è pos-

sibilità di vero penti-

mento. Chiederò a Ma-

ria, modello di umiltà,

che mi aiuti a rinunciare

alle mie false sicurezze

per affidarmi a Dio.

Page 12: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 12

Gionata 3,1-10

I Niniviti si convertirono dalla

loro condotta malvagia.

L'appello alla conversione è rivolto a tut­

ti, anche a chi non appartiene al popolo d'

Israele. come ali abitanti di Nìnive. Que­

sto invito alla conversione raggiunge i

niniviti attraverso la voce del profeta Gio­

na, che accetta di mettersi a servizio di

Dio per il bene degli altri, anche se non

sono suoi fratelli e non appartengono al

suo popolo. Hai mai pensato che Dio può

chiedere anche la tua collaborazione per

chiamare alla conversione i lontani che

incontri nella vita di ogni giorno e che

forse non avranno altre occasioni di arri­

vare alla fede se non attraverso di te? È

proprio così: Dio ti chiede, oggi, di accet­

tare di attraversare la Nìnive in cui vivi,

annunciando a tutti il suo amore.

Dal Libro del Profeta Giona Appello alla conversione

Preghiera

Signore Gesù, infondi nel nostro cuore

l'umiltà di chi crede nell'altro prima di

credere troppo in se stesso. Dona alla

nostra mente la santa curiosità di chi sa

sperare come i bambini, i quali si aspet-

tano sempre qualcosa di nuovo e di bel-

lo. Ricordaci ogni giorno che il inondo

degli altri viene da te e che tu te ne pren-

di cura chiedendoci di fare altrettanto.

Kyrie eleison!

Medita La Parola

… ma qui nel mondo Meditazione di Fiorella Elmetti

"Voglio stare nel mondo, dare un senso alla mia

vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri", diceva

una canzone di Pierangelo Bertoli. In questi bre-

vi versi si rileva la volontà di condividere la vita,

anche se difficile, cercando di migliorarla e di

renderla più vivibile. Ben diverso è stato il com-

portamento di Giona che per paura fugge prima

la vocazione che Dio gli assegna, poi la accetta

anche se a malincuore, predicando la necessità

della conversione dai peccati. Eppure, Dio non lo

mette in castigo come un profeta fallito, ma fa

di lui “un segno per quelli di Ninive”. Con Gesù

la nostra vita acquista profondità: “qui vi è uno

più grande di Giona”. Etty Hillesum ce lo confer-

ma a modo suo: "E' vero, ci portiamo dentro pro-

prio tutto, Dio e il cielo e l'inferno e la terra e la

vita e la morte e i secoli, tanti secoli. Uno sce-

nario, una rappresentazione mutevole delle cir-

costanze esteriori. Ma abbiamo tutto in noi stes-

si e queste circostanze non possono essere mai

così determinanti, perché esisteranno sempre

delle circostanze - buone e cattive - che dovran-

no essere accettate, il che non impedisce poi

che uno si dedichi a migliorare quelle cattive.

Però si deve sapere per quali motivi si lotta, e si

deve cominciare da noi stessi, ogni giorno da ca-

po". Di certo, non possiamo contare sulle nostre

forze umane. Di certo, dobbiamo tenere gli oc-

chi aperti e il cuore in ginocchio per non lasciar-

ci assorbire dalla routine, dal “tanto…cosa posso

fare io?”. Don Aldo Vignola affermava che occor-

re “una vita di preghiera, ma qui nel mondo: do-

ve si vive, si condividono e si devono santificare

con Cristo i valori e le tensioni del proprio tem-

po, le fatiche e le gioie, le aspirazioni e le pene

degli uomini, per cercare insieme in Cristo la

risposta ai loro problemi…”.

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 13

Giovedì 18

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Settimana di Quaresima

Riscopriamo le opere

di misericordia corporale!

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Beato Giovanni da

Fiesole

Il beato domenicano

Giovanni di Fiesole è

meglio conosciuto

come Beato Angeli­

co. Esercitò l'arte

predicatoria con il

pennello, dipingendo

moltissimi capolavo­

ri tra i quali la cele­

berrima Annuncia­

zione. Nato alla fine

del Trecento ­ con il

nome di Guido ­ a

Vicchio di Mugello,

entrò con il fratello

Benedetto nel con­

vento di Fiesole. O­

però a Firenze, in

tutta la Toscana, a

San Pietro e nei pa­

lazzi vaticani, su in­

vito di Eugenio IV.

Morì a Roma nel

1455 nel convento di

Santa Maria sopra

Minerva, dove tutto­

ra sono conservate le

sue spoglie. Giovan­

ni Paolo II l'ha pro­

clamato nel 1984 pa­

trono universale de­

gli artisti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede ri­ceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Brano Evangelico: Mt 7,7­12

Contemplo: Chiedete e vi

sarà dato (Mt 7,7)

Ispiraci, o Padre, pensieri e

propositi santi, in modo da

chiedere ciò che realmente ci

aiuta nella fedeltà ai tuoi co-

mandamenti. Tu vuoi infondere

in noi il tuo Spirito, affinché

siamo realmente tuoi figli, e ci

hai donato il tuo Figlio diletto,

per mostrarci in lui tutto ciò

che dobbiamo fare e come

dobbiamo camminare dinanzi a

te in purezza di cuore.

Agisci

Ci sono dei momenti

nella vita in cui ci

sembra di essere com-

pletamente soli, ab-

bandonati da tutti. In

chi cerchiamo aiuto?

Con l'intercessione di

Maria, aiuto dei cri-

stiani, oggi mi rifugio

presso il Signore.

Page 14: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 14

Medita la Parola

Nel segreto Meditazione di Fiorella Elmetti

«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;

bussate e vi sarà aperto».

Gesù si rende presente attraverso la bontà dei suoi

figli, attraverso tanti gesti di generosità che vengo-

no compiuti nel segreto, senza fatti eclatanti, nel

silenzio che avvolge la semplicità di piccole azioni

quotidiani. Il miglior commento al Vangelo di oggi

è questo episodio accaduto a Madre Teresa di Cal-

cutta.

Un giorno, a Calcutta, venne un uomo con

una ricetta e disse: «Il mio unico figlio sta

morendo e questa medicina la si può trovare

soltanto fuori dall'India». Proprio in quel mo-

mento, mentre stavamo ancora parlando,

venne un uomo con un cesto pieno di medi-

cine e, proprio sopra a tutte, c'era il farma-

co che ci occorreva. Se fosse stato sotto le

altre non l'avrei scorto. Se fosse venuto pri-

ma o subito dopo, non l'avrei potuto vedere.

Ma in quel preciso momento, tra milioni e

milioni di bambini nel mondo, Dio, nella sua

tenerezza, si era preoccupato di quel picci-

no che stava negli slums di Calcutta fino a

mandare, nel momento esatto, quel cesto di

medicine per salvarlo. Sia lode alla tenerez-

za dell'amore. di Dio, poiché ogni piccolo,

sia che appartenga a una famiglia ricca o a

una povera, è figlio di Dio, creato dal Crea-

tore di tutte le cose.

Ester 4,17

Non ho altro soccorso fuori di te, o

Signore.

Spesso la nostra preghiera diventa vera

solo quando siamo alle strette e ci ve­

diamo senza più nessun appiglio. Proba­

bilmente la ragione è da ricercare nel

fatto che, quando siamo nella sof­

ferenza, diventiamo più veri e realisti

nei confronti di noi stessi e di Dio. Ab­

biamo bisogno di aiuto e sappiamo che

solo lui può darcelo davvero. La regina

Ester, di fronte alla minaccia che in­

combe sul suo popolo, si rivolge all'uni­

co in grado di mostrare una via, una so­

luzione per una situazione altrimenti

senza uscita. In questa Quaresima prova

a esercitarti in una preghiera più essen­

ziale e semplice, ma anche più vera e

autentica: quella che nasce dal cuore.

nella fiducia e nella certezza che lui ti

ascolta sempre, anche quando ti sembra

che non sia così.

Dalla Prima Lettura Dal Libro di Ester

Preghiera

Signore Gesù, anche noi talora siamo

davanti a te come orfani alla ricerca di

un riparo, di un conforto, di un'ispira-

zione capace di rimettere in moto la

vita e di rinnovare la speranza. La pre-

ghiera che ti rivolgiamo sia per noi un

intimo laboratorio attraverso cui il no-

stro cuore divenga sempre di più conte

il tuo. Kyrie eleison!

Page 15: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 15

Venerdì 19

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Settimana di Quaresima

Essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno

concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella

degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli

antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi

dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi

poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice:

“Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta

all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono

davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo

dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,

perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga getta­

to in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino

all’ultimo spicciolo!»

Brano Evangelico: Mt 5,20­26

Contemplo: Riconciliati con il

fratello (cf Mt 5,24)

I doni che offriamo in chiesa so-

no importanti, ma più importan-

te è avere il cuore libero da ri-

sentimenti. Facciamo in modo

che nel nostro intimo non riman-

gano contese e gelosie, disponia-

moci al perdono, alla riconcilia-

zione, affidando a Dio le nostre

fatiche e le nostre sofferenze.

Allora potremo offrire a Dio un

dono a lui gradito.

Agisci:

È questo il punto cen-

trale di un cammino di

conversione: formare

un cuore nuovo, un

nuovo modo di pensa-

re, sentire, agire. Og-

gi chiederò a Dio que-

sta grazia, perché an-

che io possa essere,

come Maria, una

"dimora tutta consa-

crata a Dio".

Il Santo del giorno: Beato Corrado Confalonieri

Nato a Piacenza nel 1290, era di nobili origini. Un giorno accusò un uomo innocente di un incendio appiccato da lui stesso durante una battuta di caccia. Di fronte alla con­danna a morte per l'uomo accusato ingiustamente Corrado si mosse e pietà e ammise la sua respon­

sabilità. Dopo aver paga­to i danni causati si ritro­vò in povertà. Assieme alla moglie vendette gli averi e ne diede il ricava­to ai poveri. Abbracciate la regola di Francesco e Chiara decisero di diven­tare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio. Dopo aver vagabondato in solitudine approdò all'isola di Mal­ta. Da qui riprese il mare e giunse al porto di Palaz­

zolo e da qui a Noto An­tica. Giunto nella Val di Noto vi passò trent'anni, tra la preghiera, il servi­zio e il romitaggio. Gli si attribuiscono molti mira­coli. Morì mentre era in preghiera, il 19 febbraio 1351. Gli e' comunemen­te attribuito il titolo di santo. Cosi' fa pure la Bibliotheca Sanctorum. Il Martyrologium Roma­num, invece, lo qualifica come "beato".

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 16

Medita la Parola

Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere Meditazione di Eletti Fiorella

La giustizia cristiana deve essere superiore a

“quella degli scribi e dei farisei”, perché si fa

davvero presto ad “uccidere”, sia col pensiero

che con la lingua. Così è per l’invidia, sottolinea

Papa Francesco, “uccide e non tollera che un

altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre

soffre, perché il cuore dell’invidioso o del gelo-

so soffre. E’ un cuore sofferente!... Ma quante

volte nelle nostre comunità per gelosia si ucci-

de con la lingua. Uno ha invidia di questo, di

quell’altro e incominciano le chiacchiere: e le

chiacchiere uccidono! E io, pensando e riflet-tendo su questo passo della Scrittura, invito me

stesso e tutti a cercare se nel mio cuore c’è qualcosa di gelosia, c’è qualcosa di invidia, che

sempre porta alla morte e non mi fa felice; per-

ché sempre questa malattia di porta a guardare quello che di buono ha l’altro come se fosse

contro di te. E questo è un peccato brutto! E’ l’inizio di tante, tante criminalità. Chiediamo al

Signore che ci dia la grazia di non aprire il cuore

alle gelosie, di non aprire il cuore alle invidie, perché sempre queste cose portano alla morte.

Pilato era intelligente e Marco nel Vangelo dice che Pilato se ne era accorto che i capi degli scri-

bi gli avevano consegnato Gesù per invidia.

L’invidia, secondo l’interpretazione di Pilato,

che era molto intelligente ma codardo!, è quella

che ha portato alla morte Gesù. Lo strumento,

l’ultimo strumento. Glielo avevano consegnato per invidia. Anche chiedere al Signore la grazia

di non consegnare mai, per invidia, alla morte

un fratello, una sorella della parrocchia, della

comunità, neanche un vicino del quartiere: o-

gnuno ha i suoi peccati, ognuno ha le sue virtù.

Sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non

uccidere con le chiacchiere per invidia o per ge-losia”.

Ez 18,21­28

Forse che io ho piacere della morte

del malvagio, o non piuttosto che

desista dalla sua condotta e viva?

Ciascuno di noi ha per la salvezza o la

perdizione degli altri, un ruolo impor­

tante. Chissà quante volte avresti potuto

avvisare coloro che il Signore ti ha mes­

so accanto per riportarli a lui e al suo

amore e, per tanti motivi, non lo hai fat­

to. Dunque la responsabilità è grande: a

volte, con tatto e rispetto, puoi dire sem­

plici parole o fare piccoli gesti che pos­

sono tirare fuori dal buio coloro che,

forse, hanno bisogno anche solo di un

incoraggiamento. Del resto, anche tu lo

avrai sperimentato: quante volte Dio ti

ha mandato la persona giusta al momen­

to opportuno perché tu potessi incon­

trarlo o vederlo più chiaramente? Que­

sto è un vero ministero nella Chiesa, che

si manifesta nella semplicità ma ha in sé

un valore infinito.

Dal Libro del profeta Ezechiele

La correzione fraterna

Preghiera

Grazie, Signore Gesù! Riceviamo da te, ogni giorno, il dono inestimabile della tua misericordia, che ci rende creature nuove: più profondo lo sguardo, più accogliente il cuore, più sicuro il passo. Come possiamo, salvati dalla forza del tuo amore, negare ai fratelli «lo spic-ciolo» della nostra fiducia, del perdo-no, di una mano tesa, di una parola di speranza? Kyrie eleison!

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Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 17

spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Perdonare le offese ricevu-

te non è solo un' opera di

misericordia spirituale, l'a-

pice e la perfezione dell'a-

more, ma è una necessità,

una sorta di pulizia psichica

e interiore. Perdonare è un

bene che facciamo a noi

stessi prima che all'altro, è

un atto dovuto alla nostra

esistenza più che un' opera

virtuosa. E' necessario per-

donare, fa bene perdonare.

Il rancore è una sorta di

morbo maligno, inquina le

sorgenti del cuore, rende

l'uomo cattivo, fa emergere

dagli abissi interiori il peg-

gio di noi. Le offese devono

rimanere sole; guai se tro-

vano delle resistenze, cioè

dei rancori, s'infiammeran-

no sempre più, distruggen-

do chi le ha subite. La

scrittrice Isabel Allende,

nipote del presidente Allen-

de, morto durante il golpe

del "funeralissimo" e

"benedettissimo" Arturo Pi-

nochet, confessa: «Ho per-

donato Pinochet perché non

potevo più sopportare di

provare rabbia e odio. Non

avrebbe fatto male a Pino-

chet, ma a me». Il risenti-

mento è preludio di danna-

zione, o meglio, è un picco-

lo inferno sulla terra; ogni

anelito al compimento, il

desiderio di pace, il soffio

vitale della beatitudine si

infrangono sugli scogli gelidi

e ruvidi del livore. Il per-

dono delle offese implica

un “lasciar andare”, uno

spezzare non certo il ricor-

do, ma il debito contratto

da chi ha commesso il male.

L’atto del perdono si mo-

stra così capace di guarire

non solo l’offensore, ma

anche l’offeso: “il perdono

è l’unica reazione che non

si limita a reagire, ma che

agisce nuovamente e ina-

spettatamente, non condi-

zionato da un atto che l’ha

provocato, e che quindi li-

bera dalle sue conseguenze

sia colui che perdona sia

colui che è perdona-

to” (Hannah Arendt).

Anno della Misericordia 2015/16

Le opere di Misericordia

Perdonare le offese Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Page 18: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 18

Sabato 20

Febbraio

I Settimana del Salterio

I Settimana di Quaresima

"Un anno di misericordia" è questo quanto viene

annunciato dal Signore e che noi desideriamo vivere.

Papa Francesco

Brano Evangelico: Mt 5, 43­48

Contemplo : Siate perfetti co-

me il Padre (Mt 5,43)

«Siate perfetti come è per-fetto il Padre vostro cele-ste» (Mt 5,43). Signore Gesù, tu ci chiedi qualcosa di vera-mente difficile per le nostre povere forze, ma apri i nostri

cuori alla tua grazia, e so-stienici con il tuo amore, al-lora potremo davvero amare e perdonare il nostro prossi-mo, accogliendolo come tu ci

hai insegnato a fare.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vo­stri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vo­stro celeste».

Agisci

Non sono le cose che

diciamo che contano,

ma quelle che faccia-

mo. La parola di Dio ci

viene data per essere

messa in pratica. Oggi

farò particolare atten-

zione affinché alle mie

parole seguano coeren-

temente i fatti.

Il santo del giorno: San Leone di Catania Vescovo Leone, nacque a Ra­venna, nel 720 d.C.. Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto vescovo di Cata­nia. Si narra che i cata­nesi, dovendo eleggere un nuovo vescovo, a­

vessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vives­se Leone che sarebbe stato la persona giusta. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, rifiutò, ma dopo molte insistenze, accettò. In quegli anni, in tutto l'Impero bizantino era in atto la distruzione delle immagini sacre «iconoclastia». Coloro che non ubbidivano all'editto che metteva al

bando le icone veniva­no incarcerati. Leone si oppose a questa legge. Per tale ragione il go­vernatore della Sicilia ne ordinò l'arresto e Leone fu costretto a rifugiarsi sulle monta­gne. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e dove morì il 20 febbraio 789.

Page 19: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 19

Dt 26,16­19

Sarai un popolo consacrato al

Signore tuo Dio.

Dio si impegna con Israele in un'alle­

anza. Ma un'alleanza, per essere valida,

deve avere dei diritti e dei doveri da

parte di entrambe le parti: ciò significa

che Dio sarà fedele alle sue promesse a

patto che il popolo eletto si impegni a

osservare la sua legge. II premio per

questa promessa adempiuta è che Israe­

le sarà un popolo particolare, cioè avrà

con l'Altissimo una confidenza che nes­

suno ha mai avuto. Dio ha stipulato que­

sta alleanza d'amore anche con te, ma

ricorda che anche tu hai dei doveri. Ge­

sù, che ha pagato questa alleanza d'amo­

re tra te e il Padre. ti chiede di fare la

stessa cosa che lui ha fatto. Dunque,

non si tratta tanto di offrire a Dio dei

sacrifici o di osservare letteralmente

delle regole, quanto piuttosto di donar­

gli tutto te stesso, così come lui ha fatto

con te.

Dal Libro del Deuteronomio

Diritti e doveri

Preghiera

Signore Gesù, noi non sappiamo se siamo giusti o ingiusti... non lo sappia-mo di noi stessi e come potremmo mai saperlo degli altri? Aiutaci ogni giorno a rifuggire dalla ricerca dello straordi-nario e insegnaci le vie ordinarie di un amore che è sempre unico.

Kyrie eleison!

Medita La Parola

La bellezza dell’amore Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Perché devo amare sempre e comunque? Perché

questo bene deve andare oltre gli umani limiti,

fino ad accettare quelli che mi hanno fatto del

male, coloro che il Vangelo di oggi chiama

“nemici”? Non ho mai capito fino in fondo questo

“estremo”, questa legge evangelica che mi rende

debole e “stupido” agli occhi degli uomini. Alcuni

giorni fa ho trovato alcuni appunti relativi ad un

corso di esercizi che risalgono agli anni di teologi-

a. Avevo appuntato una citazione tratta da “le

Meditationes” di Guigo I, priore certosino (1083

circa - 1137): «l'essere privato di una bellezza o di

una perfezione naturale non è ugualmente danno-

so ad ogni cosa. Infatti se la rosa cessasse di avere

il suo colore naturale o il giglio di profumare, il

danno sarebbe piccolo per me, che pur amo que-

ste sensazioni; ma per essi, ossia per la rosa e per

il giglio, sarebbe molto più terribile, perché priva-

ti della loro propria e naturale bellezza».

L’amore, come la bellezza, non può perdere il

proprio colore, la fragranza del suo profumo, la

freschezza di una giovinezza che va oltre i limiti

del tempo e delle stagioni. Se un fiore si altera e

appassisce perde tutte le sue prerogative; così

l’amore: se non abbraccia tutti gli uomini, anche

coloro che ci hanno offeso o fatto del male, perde

il suo pregio, la propria virtù. E l’amore, quando

perde di qualità, si altera, subisce una metamor-

fosi e si trasforma nella propria antitesi: cattive-

ria, rancore, odio. La perfezione di cui parla Gesù

nel Vangelo non può essere corrosa dai torti subi-

ti, da quelle naturali antipatie che avvertiamo nei

confronti “di chi non la pensa come noi”, dalle

invidie o dai rancori che si accavallano, come on-

de spinte dal turbine, dentro di noi. “Beati i miti

perché erediteranno la terra... ; beato l’uomo

che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra

i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli in-

giusti».

Page 20: Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 743

Domenica 14 Febbraio 2016

Chiuso il 09/02/2016

Numero copie 1470

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai:

Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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