Non di Solo Pane n°750
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Transcript of Non di Solo Pane n°750
Settimanale di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XV - n° 750
Domenica 3 Aprile 2016
II Settimana di Pasqua
Otto giorni dopo …..
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 2
Aprile 2016
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché i piccoli agricoltori ricevano il giusto
compenso per il loro prezioso lavoro.
Intenzione missionaria
Perché i cristiani dell’Africa diano testimonianza
di amore e di fede in Gesù Cristo in mezzo
ai conflitti politico-religiosi.
Intenzione dei vescovi
Per le coppie di giovani che desiderano formare
una famiglia e devono fare i conti con la
precarietà del lavoro e la disoccupazione.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Aprile
Non di solo pane Numero 750 pagina 3
Domenica 3
Aprile
II Settimana del Salterio
Domenica della Divina Misericordia
La Madre della Divina Misericordia apra i nostri occhi, perché comprendiamo l’impegno
a cui siamo chiamati.
Papa Francesco
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si
trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a
voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signo
re. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».
Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i pecca
ti, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei
Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli:
«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chio
di e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non
credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti
qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere
incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse:
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù,
in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma
questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,
abbiate la vita nel suo nome.
Brano Evangelico: Gv 20,1931
Contemplo: Pace a voi!
(cv 20,19.26)
Signore Gesù, l'evidenza dei fatti non sempre ci convince. Nonostante che gli Apostoli ci dica-no: «Abbiamo visto il Signore!», rimaniamo indecisi e, «andando
come a tentoni» (At 17,27), conti-nuiamo a cercare la pace che solo tu ci puoi dare. Solo tu sei «la nostra pace» (Ef 2,14) e solo nella tua Chiesa potremo trovare «giustizia, pace e gioia nello Spi-rito Santo», in modo da procla-mare con Tommaso: «Mio Signo-re e mio Dio!».
Agisci
Non capita spesso di
vedere manifesta-
zioni pubbliche di
fede come quelle
descritte nella pri-
ma lettura. Oggi
voglio essere segno
autentico di fede.
Il santo del giorno:
San Riccardo
Vescovo
Vive nel secolo XIII e
diviene prima cancel
liere dell'università di
Oxford e poi vescovo
della città di Chiche
ster. Vescovo santo, si
distingue per l'amore
alla chiesa e soprattutto
per l'amore ai poveri.
Porta innanzi la rifor
ma della chiesa; per
questo è malvisto dai
signori e dal re del suo
tempo; amato però dal
popolo, che segue la
sua santità. Esigente
con il clero, che invita
all'osservanza del celi
bato, ma ancora più
severo con se stesso.
Proclamato santo dal
papa Urbano IV il 22
gennaio 1262; le sue
reliquie vengono però
disperse per ordine del
famoso Enrico VIII, il
re inglese che dà origi
ne allo scisma d'Inghil
terra.
San Riccardo è molto
venerato nel medioevo
non solo in Inghilterra
ma in tutta l'Europa. La
sua figura ci invita a
seguire Cristo sofferen
te e risorto.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 4
P a g i n e b i b l i c h e
Nel vangelo d'oggi c'è
un cenacolo e una porta
chiusa. Una porta chiusa
per timore di qualcuno è
storia di tutti i giorni,
anticipata nel servo del-
la parabola che sotterra
il talento per paura di
perderlo. Per fortuna
che al Signore non im-
porta nulla dei nostri ca-
tenacci, ed esce ed en-
tra come vuole la sua
carità. Egli cammina o si
ferma, opera o riposa,
parla o tace, senza ba-
dare ai nostri timori. Il
Signore mostra di non
offendersi dell'incredu-
lità di Tommaso, ma ne
fa anzi un argomento
per la nostra fede. Non
è vero che al Signore di-
spiacciono certe resi-
stenze. Quando sono re-
sistenze ragionevoli,
quando è l'uomo leale,
l'uomo onesto, che, pri-
ma di affidarsi a un al-
tro, prova se può fare
da sé, il Signore non
può essere malcontento.
Basta approfondire un
po' l'episodio di Tomma-
so.
E vero che egli si è mo-
strato contegnoso e re-
nitente, e che prima di
gridare: «Signore mio e
Dio mio», ha voluto es-
sere sicuro della piccola
garanzia che offrono i
sensi, ma, adesso, il Si-
gnore sa che può conta-
re su di lui più che sugli
altri, che quel grido è un
credo che verrà continu-
ato anche davanti al
martirio. Tipi come Tom-
maso ci mettono un po'
ad inginocchiarsi, ma,
quando si inginocchiano,
si inginocchiano vera-
mente, quando amano,
amano veramente.
Quando Tommaso si of-
fre, è un uomo che si
offre. E se offre a Cristo
il proprio cuore, è un
cuore d'uomo che si of-
fre. E se china la sua te-
sta davanti a lui, è una
testa d'uomo che si chi-
na. Così comincia l'ado-
razione «in spirito e ve-
rità».
(P. MAZZOLARI, La parola che non
passa, Vicenza 1984, 138s., passim).
Una porta chiusa Meditazione di don Primo Mazzolari
Non ho saputo resistere alla ten
tazione di presentarvi una delle
più belle pagine scritte da don
Primo Mazzolari. Un’omelia
proprio sulla figura di Tomma
so che, con pochi tratti, mette il
luce la bellezza di questo apo
stolo che fa fatica a credere ma
che ci è tanto vicino nella sua
umanità.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 5
P a g i n e b i b l i c h e
L’angolo della misericordia
Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.
Giovanni Maria Vianney Nato alla fine del XVIII secolo e vissuto fino al 1859, quello che per
tutti fu "il Curato d'Ars" è figura decisiva per l'immagine del sacer
dote del suo tempo: rigoroso verso di sé, appassionato pastore della
sua comunità, tenero e innamorato mistico di fronte a Dio. Di questo
innamoramento, che traspariva fino alle lacrime versate davanti alla
sua gente durante le omelie domenicali, sono testimonianza i testi
che ci rimangono quale sua eredità, dai quali citiamo la seguente
preghiera.
Il mio unico desiderio
Ti amo, mio Dio,
e il mio unico desiderio è di amarTi fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio, infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoli, piuttosto che vivere un solo istante senza amarTi. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che Ti chiedo, è di amarTi eternamente.
Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità
di amarTi perfettamente.
Mio Dio, se la mia lingua
non può dire a ogni istante: Ti amo,
voglio che il mio cuore
Te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, o divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con Te.
Mio Dio, fammi la grazia
di morire amandoTi e sapendo che Ti amo. Mio Dio,
a misura che mi avvicino alla mia fine,
fammi la grazia
di aumentare il mio amore
e di perfezionarlo. Amen.
Più forte del dubbio è il deside-
rio. In questo binomio si articola
l’episodio dell’incontro tra Tom-
maso, detto Didimo, e il Risorto.
Il desiderio va oltre il dubbio per-
ché nasce da un sentimento, da
una nostalgia, dal crepuscolo in-
teriore quando scende la sera. Il
dubbio subentra con la ragione,
segue il filo rigoroso tracciato
dalla logica. E’ bene che il dubbio
visiti e vagli il cuore dell’uomo
ma è altrettanto importante che
le ragioni del cuore, purificate
dal dubbio, abbiano il sopprav-
vento. Sottolinea San Gregorio
Magno: “Di carattere esigente e
diffidente, Tommaso avanza la
sua incredulità, sperando così di
godere di una visione. «Se egli mi
appare», dice, «eliminerà la mia
incredulità. Metterò il mio dito
nelle cicatrici dei chiodi e ab-
braccerò il Signore che tanto a-
mo. Rimproveri pure la mia incre-
dulità, ma mi ricolmi con la sua
visione”. Il Signore riappare e pla-
ca il tormento ed elimina il dub-
bio del suo discepolo. Più che il
dubbio, soddisfa il suo desiderio.
Più forte del dubbio
di don Luciano
Non di solo pane Numero 750 pagina 6
Lunedì 4
Aprile
II Settimana del Salterio
II Settimana di Pasqua
Il santo del giorno: Sant’Isidoro
Uno dei più grandi ve
scovi di Spagna. Fa
parte di una famiglia di
santi: santi sono i fra
telli Leandro e Fulgen
zio, e la sorella Fioren
tina. Insieme a san Gre
gorio Magno, Cassio
doro e Severino Boe
zio, Isidoro è uno dei
grandi maestri di teolo
gia del medioevo fino a
dopo l'anno mille. Vive
a cavallo tra il VI e VII
secolo e dà un forte
impulso al rito mozara
bico, una liturgia anco
ra oggi praticata in
molte parti della Spa
gna. Ha lasciato molte
opere teologiche, attua
li e vive; ma fu un au
tore molto letto già nel
medioevo, soprattutto
per le sue Etimologie,
un'utile «somma» della
scienza antica. Ci dona
un pensiero salutare:
«Dobbiamo seguire
Cristo sempre, sul Cal
vario e sul Tabor, per
essere degni di seguirlo
anche nella sua risurre
zione».
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Brano Evangelico: Lc 1,2638
Contemplo: Può un uomo
nascere di nuovo? (cf cv 3,4)
La Chiesa ci propone il colloquio notturno tra Gesù e il saggio fari-seo Nicodemo. In questo collo-quio sincero si parla di rinascita e di risurrezione. Spiega san Pao-
lo: «Se anche il nostro uomo e-steriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Noi non fissiamo lo sguar-do sulle cose visibili, ma su quel-le invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne» (2Cor 4,16-18).
Cristo e la sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo,
come tra ogni figlio e la sua madre. Papa Francesco
Agisci
Oggi ringrazio il Si-
gnore per il mistero
della sua incarnazio-
ne e mi impegno a
riflettere sul fatto
che Dio è con me in
ogni momento, so-
prattutto nelle diffi-
coltà.
Annunciazione del Signore
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 7
Is 7,1014; 8,10
Ecco, la vergine concepirà.
Al re infedele che cerca conferme da alleanze
umane e non volute da Dio, il profeta promet
te un segno, che dovrà fugare ogni dubbio. Il
parto della vergine è dunque carico d'implica
zioni future, soprattutto per il suo significato
simbolico. Il concepimento verginale di Gesù
nel grembo purissimo di Maria è un evento
talmente grande che persino per lei, la sede
della sapienza, è difficile comprenderne tutta
la portata. La Vergine Madre dà il suo assenso
con tutta la fede e la gioia di cui il suo giova
ne cuore è capace, ma senza capire fino in
fondo quanto Dio le sta chiedendo. Spesso
nella tua vita Dio ti propone di fare delle scel
te le cui conseguenze si rivelano in tutta la
loro importanza solo molto tempo dopo. In
quel caso, la fiducia in Dio e nella sua parola
è l'unica strada per aprirsi a tale mistero e vi
vere con fecondità le sue promesse.
Dalla Prima Lettura Sede della Sapienza
Preghiera
O Gesù, credo fermamente in ciò che
professor ogni domenica: «Per noi uomi
ni e per la nostra salvezza discese dal
cielo; per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine Maria e
si è fatto uomo». Fa' che la con
templazione del tuo amore infinito mi
spinga ad amarti con un amore simile al
tuo.
Medita La Parola
Dio ha bisogno di noi Meditazione a cura di Fiorella Elmetti
Oggi rileggiamo l'incontro di un misterioso e gar-
bato angelo che parla alla pari con una ragazzina
di Nazareth e scopriamo la grandezza del pensie-
ro di Dio. Perché in quella minuscola casa di que-
sto minuscolo paese accade Dio.
Dio sceglie di farsi uomo, parole, lacrime,
sorriso, tono di voce, sudore e necessita di
un corpo, abbisogna di una madre. Dio non
vuole la moglie dell'imperatore, o un premio
Nobel per la medicina, non una donna
manager dinamica dei nostri giorni, la picco-
la adolescente Maryam, Dio sceglie e a lei
chiede di diventare la porta d'ingresso per
Dio nel mondo, tutto lì. Dio sceglie Nazareth
e, a Nazareth, sceglie Maria. E a Nazareth,
per trent'anni, Dio si nasconde nella quoti-
dianità più semplice: bambino, adolescente,
giovane falegname, come suo padre. Quanto
parla questo assordante silenzio! Quanto dice
di Dio questa sua scelta! A noi, che sempre
cerchiamo il plauso e la visibilità, l'efficienza
e la produttività, Dio dice che la sua logica è
diversa. Dio non ha bisogno di grandi mezzi
per salvare il mondo, non cerca grandi prota-
gonisti della Storia, egli vuole noi. Animo,
fratelli! Quando pensiamo di avere sbagliato
la vita, di non avere avuto sufficienti oppor-
tunità, quando non siamo soddisfatti dei no-
stri risultati o siamo travolti dall'assordante
incitamento di chi ci grida: "devi riuscire",
pensiamo a Nazareth, a questo modo di ope-
rare che ci sbalordisce e ci incanta. Dio ha
bisogno di noi, oggi, della nostra piccola vita
per essere presente in questo mondo che lan-
gue.
Non di solo pane Numero 750 pagina 8
Martedì 5
Aprile
II Settimana del Salterio
II Settimana di Pasqua
La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Brano Evangelico: Gv 3,715
Agisci
Anche io ho bisogno di
«rinascere dall'alto».
Cosa significa questo per
me? Oggi invoco lo Spiri-
to Santo affinché mi gui-
di nella comprensione,
per intercessione della
sua sposa Maria.
Contemplo: E’ salito al cielo (cf Gv 3,13)
Signore Gesù, tu sei il Figlio dell'uomo elevato sulla croce e glorificato alla destra del Pa-dre. Insegnami a confessare con la bocca che tu sei il Signore e
a credere con tutto il cuore che sei risuscitato dai morti (cf Rm 10,9), perché solo in questa speranza noi siamo stati salvati
(cf Rm 8,24).
Medita
E’ incredibile constatare quanto anche oggi sia vera l'osservazione che Gesù fa
a Nicodèmo: ci sono tante persone che hanno un livello culturale anche molto
alto e che hanno passato la loro vita a studiare, eppure sono incapaci di com
prendere le parole di Gesù. Questo ti fa capire una grande verità: per vivere il
Vangelo, non è necessario sapere molte cose o avere una cultura universitaria
(anche se questa può essere di grande aiuto!); quello che è invece assolutamen
te importante è avere un cuore aperto al dono della vera sapienza, che Dio do
na anche ai semplici. Potresti conoscere tutte le culture del mondo e parlare
tutte le lingue, ma se non sai cosa significa rinascere dall'alto, hai solo sprecato
tempo. Tutto deve acquisire la vera scienza dello Spirito, altrimenti sarai sol
tanto uno che sa delle cose, ma che non conosce la strada per giungere alla
vita.
San Vincenzo Ferreri
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 9
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Ad ogni angolo di strada, noi possiamo incontrare il Signore e camminare con lui per i giusti sentieri.
Possiamo invece ignorare la sua presenza e percorrere le strade delle nostre false sicurezze. È molto im
portante scegliere bene.
I due discepoli si lasciano alle spalle Gerusalemme, le loro delusioni, un passato che desidera-
no archiviare. Le loro speranze si sono infrante sul ripido sentiero del Golgota, tutto si è com-
piuto fuori dalle mura della città santa, ai piedi del ruvido legno di una croce. “Speravamo noi
che fosse lui a liberare Israele”. I due discepoli avevano proiettato su Gesù le loro aspettative,
i loro desideri; avevano ingabbiato Dio e le sue promesse nel gretto bozzolo di una liberazione
meramente politica, aspettative, in pratica, solo terrene, legate alla polvere di quaggiù. Era-
no ben lontani da un Dio che riscatta l’umanità, non una singola nazione, che libera l’uomo
dal male e dal peccato più che da un impero costruito da mani d’uomo, impastato di sangue e
di vane illusioni. Se ne tornano alle loro case, ma discutono, cercano di capire e di dare un
senso a ciò che è accaduto, alla radice velenosa della loro delusione. Questo permette a Gesù,
il Risorto, di diventare il loro compagno di viaggio, di fare un tratto di strada con la loro delu-
sione. Sempre quando l’uomo cerca un significato, una spiegazione, un senso incontra sul ci-
glio della propria esistenza un Dio sotto le sembianze di un pellegrino che diventa compagno,
che spiega, che lo aiuta ad aprire gli occhi dalla cecità della delusione e della disperazione.
Due discepoli stavano andando verso Emmaus, un villaggio lontano circa undici chilometri da Gerusalemme. Lungo la via parlavano tra loro di quello che era accaduto in Gerusalemme in quei giorni. Mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Essi però non lo riconobbero, perché i loro occhi erano come accecati. Gesù domandò loro: «Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate?». Essi allora si fermarono, tristi. Uno di loro, un certo Cleopa, disse a Gesù: «Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quello che è successo in questi ultimi giorni?». Gesù domandò: «Che cosa è successo?». Quelli risposero: «Il caso di Gesù, il Nazareno! Era un profeta potente davanti a Dio e agli uomini... Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele. Ma siamo già al terzo giorno da quando sono accaduti questi fatti. Una cosa però ci ha sconvolto: alcune donne del nostro gruppo sono andate di buon mattino al sepolcro di Gesù ma non hanno trovato il suo corpo. Allora sono tornate indietro e ci hanno detto di aver avuto una visione: alcuni angeli le hanno assicurate che Gesù è vivo. Poi sono andati al sepolcro altri del nostro gruppo e hanno trovato tutto come avevano detto le donne, ma lui, Gesù, non l’hanno visto».
Via Lucis GESÙ IN CAMMINO CON I DISCEPOLI DI EMMAUS
Non di solo pane Numero 750 pagina 10
II Settimana di Pasqua
Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Brano Evangelico: Gv 3,1621
Contemplo: La luce è venuta
nel mondo (Gv 3,19)
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché il mondo si salvi per mezzo di lui». Signore Gesù, tu sei la luce, e sei venuto nel mondo: «Non vi sarà più not-
te!» (Ap 22,5). Guida me e il mondo a non preferire le tene-bre, sostieni me e il mondo ad operare sempre la verità, per-ché appaia chiaramente nelle nostre opere la potenza del tuo
amore.
Mercoledì 6
Aprile
II Settimana del Salterio
Agisci
La gelosia spesso ci
fa commettere in-
giustizie. Oggi chie-
do al Signore di gua-
rire il mio cuore col
suo amore.
Il Santo del giorno:
Beata Pierina Morosini Oggi ricordiamo una giovane donna che ha meritato gli onori degli altari per il grande coraggio con cui ha saputo difendere la propria dignità di donna. Pierina Morosini nasce nel 1931 in Val Seriana, nel Bergamasco, primogenita di nove figli. La sua è una vita semplice, normale casa, lavoro,
impegno nell'Azione cattolica e in attività parrocchiali illuminata però dalla fede che trova il suo alimento nella comunione quotidiana e nella recita del rosario. Unico diversivo, nel 1947, un pellegrinaggio a Roma per assistere alla beatificazione di Maria Goretti. Un presagio? Dieci anni dopo, il 4 aprile 1957, mentre rincasava dal lavoro per un sentiero solitario,
con la corona in mano, venne avvicinata da un giovane con intenzioni malsane: dinanzi al deciso diniego di lei, la aggredì brutalmente. Ritrovata in coma, fu trasportata all'ospedale di Bergamo, ove morì due giorni dopo. La sua tomba è stata subito meta di pellegrinaggi. Trent'anni dopo viene beatificata da Giovanni Paolo II.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 11
At 5,1726
Ecco, gli uomini che avete messo in
carcere si trovano nel tempio a inse
gnare al popolo.
Nulla può opporsi a Dio nel far giungere
gli uomini alla salvezza per mezzo di suo
Figlio Gesù. Di certo una prigione scru
polosamente sbarrata non può fermare la
forza dirompente della parola del Vange
lo che si propaga attraverso gli apostoli!
Gli appartenenti al sinedrio si rendono
conto che, nella parola degli apostoli, vi è
una potenza inaudita. Per questo essi sono
circospetti e cercano di non creare confu
sione nel popolo. La forza della parola di
Dio non dipende né da chi la trasmette, né
tantomeno da chi la riceve o da chi cerca
di ostacolarla. L'unico ostacolo, semmai.
è nel cuore di chi la riceve: è la nostra
libertà, che può accettare o meno la pro
posta di gioia e di salvezza di Dio.
Dalla Prima Lettura
La forza della parola di Dio
Preghiera
Ti ringrazio, Dio della pace e della luce,
per l'amore sconvolgente con cui mi hai
salvato e guarito. Dammi la forza e il
coraggio degli apostoli per non lasciar
mi irretire dal mondo e per costruire,
pazientemente ma con decisione, la civil
tà dell'amore, della giustizia e della vita.
Medita La Parola
Credere nel Figlio di Dio Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Gesù dice a Nicodèmo che la salvezza non è
racchiusa nelle pratiche della legge mosaica,
ormai ridotta a semplici precetti umani che
con l'idea originaria di Dio non aveva più nul-
la a che fare: l'unica vera opera che si deve
fare, che merita la vita eterna, è credere nel
Figlio di Dio. Questo, per una certa mentalità
è difficile da accettare, perché anche noi
siamo convinti che la salvezza sia qualcosa
che bisogna guadagnarsi con le nostre opere
buone. Eppure quante persone compiono
buone opere, ma non credono nel Figlio di
Dio? Gesù, a tal proposito, è molto chiaro:
chi non crede è già giudicato poiché si è fida-
to delle sue opere, più che della grazia dona-
taci gratuitamente dal Figlio di Dio. Chi non
crede in Lui, sceglie di vivere nelle tenebre,
cioè nella lontananza da Dio. Credi dunque
con tutto il cuore nel Figlio di Dio che ti ama
e che ti salva per sua grazia.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 12
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
La domenica, i fratelli si danno appuntamento e si ritrovano insieme a «spezzare il pane». Pane di vita,
che Gesù ha promesso di dare a tutti i credenti. Dovremmo attenderlo con ansia ogni settimana e conside
rarlo come un vero appuntamento di Gesù con i suoi amici.
Gesù entra con i discepoli «per rimanere con loro» (Lc 24,29). Secondo Luca, è questo il senso
della risurrezione: ovunque noi camminiamo, Gesù cammina con noi e, ovunque noi sostiamo,
egli pranza con noi. E per Luca è proprio l'eucaristia il luogo nel quale noi incontriamo il Risor-
to. Lo descrive con grande effetto: «Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la bene-
dizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui spa-
rì dalla loro vista» (Lc 24,30s.). Gesù è invitato dai discepoli, ma qui agisce come fosse il pa-
drone di casa, prendendo il pane, benedicendo la mensa, spezzando il pane e distribuendolo.
Da come Gesù fa tutto questo i discepoli riconoscono evidentemente il Risorto. E da allora in
poi il quotidiano spezzare il pane è il luogo nel quale sanno che il Risorto è in mezzo a loro.
Ogni volta che si spezza il pane, in ogni eucaristia è Gesù stesso risorto a spezzare il pane ai
discepoli e a mostrare loro il proprio amore.
Prega: Signore nostro Gesù Cristo, solamente in te è la sorgente della vita. Concedi a noi un grande a
more per il tuo Pane eucaristico e rendici degni di nutrirci sempre del tuo grande Dono. Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece
finta di voler continuare il viaggio. Ma quei due discepoli
lo trattennero dicendo: «Resta con noi, perché il sole or-
mai tramonta». Perciò Gesù entrò nel villaggio per rima-
nere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane,
pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò e comin-
ciò a distribuirlo. In quel momento gli occhi dei due di-
scepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla
loro vista. Si dissero l’un l’altro: «Noi sentivamo come un
fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci
spiegava la Bibbia!». Quindi si alzarono e ritornarono
subito a Gerusalemme. Là, trovarono gli undici discepoli
riuniti con i loro compagni. Questi dicevano: «Il Signore
è risuscitato veramente ed è apparso a Simone!». A loro
volta i due discepoli raccontarono quello che era loro ac-
caduto lungo il cammino, e dicevano che lo avevano rico-
nosciuto mentre spezzava il pane (Lc 24,29-35).
Via Lucis
Gesù si manifesta nello spezzare il pane ...
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 13
Giovedì 7
Aprile
II Settimana del Salterio
II Settimana di Pasqua
La misericordia di Dio si è riversata in noi rendendoci giusti, donandoci la pace.
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
San Giovanni Batti-
sta de La Salle Uno dei più grandi santi educatori di tutti i tempi. Fondatore dei Fratelli delle scuole cristiane, vive in Francia nella seconda metà del secolo XVIII e muore il 7 aprile 1719 all'età di 68 anni, dopo che papa Benedetto XIII ha approvato il suo pregevole Ordine.
San Giovanni Battista de La Salle inizia il suo apostolato istituendo le prime scuole parrocchiali in Francia, dedicandosi alle ragazze povere e aprendo le prime scuola di carità per i ragazzi abbandonati. Passa poi a Parigi, ove istituisce scuole cattoliche e dà inizio a una famiglia religiosa di professori e maestri laici, non sacerdoti, che si dedicano esclusi
vamente alla scuola. Accusato dal governo e impedito nello sviluppo delle scuole cattoliche, tira dritto per la sua strada, arriva a Roma, e apre scuole in altre parti d'Europa. I Fratelli delle scuole cristiane hanno quasi mille scuole, sparse nei cinque continenti, con oltre seimila Fratelli.
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Brano Evangelico: Gv 3,3136
Contemplo: Senza misura e-
gli dà lo Spirito (Cv 3,34)
Dopo il colloquio con Nicodemo e la professione di fede di Gio-vanni Battista, il quarto Vangelo ci presenta un monologo, ispira-to dallo Spirito Santo, per illu-minarci sulla storia del mondo:
tutti i profeti dell'Antico Testa-mento sono mossi dallo Spirito di Dio, ma la piena rivelazione dell'amore del Padre si compie solo in Cristo Gesù: «Il Padre ama il figlio e gli ha dato in ma-
no ogni cosa» (Gv 3,35).
Agisci
Quante volte siamo di-
sposti a obbedire a Dio invece che agli uomini? Spesso ci preoccupiamo più di non fare "brutta
figura", e questo è uma-no ma, oggi e sempre, desidero essere davvero
libero e sincero nel vive-re la mia fede, sull'e-sempio di Maria.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 14
Medita la Parola
Aprirsi alla fede Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Giovanni non ci dice quale fu la reazione di Ni-
codèmo di fronte a Gesù, ma noi possiamo facil-
mente immaginarla: egli rimase certamente
molto stupito dalle parole di questo rabbì che,
praticamente, si faceva uguale a Dio. Egli, in-
fatti, aveva affermato che Dio stesso aveva po-
sto tutto il potere nelle sue mani, cioè egli sta-
va affermando di essere anche lui Dio. Il proble-
ma più grosso per i Giudei del tempo di Gesù
era proprio questo: per loro, il Signore era un
bestemmiatore che andava lapidato per le ere-
sie che diceva. Invece, il Vangelo non ci riporta
nessuna obiezione da parte di Nicodèmo, segno
che egli ascoltava le parole del Maestro con at-
tenzione ed interesse. Troveremo ancora Nico-
dèmo sotto la croce; le parole del Signore in lui
ebbero l'effetto di aprirlo alla fede nel Figlio di
Dio. Apriti anche tu alla fede in queste parole, e
conoscerai la salvezza.
At 5,2733
Di questi fatti siamo testimoni noi
e lo Spirito Santo.
È difficile tacere se si è stati testimoni
di un evento importante. Pietro e Gio
vanni, di fronte alle minacce e ai rim
proveri del sinedrio, osservano che non
possono tacere quello che hanno vissuto
con Gesù e che, anzi, devono condivide
re la parola ascoltata e testimoniare il
mistero pasquale di passione, morte e
risurrezione di Cristo. Sperimentano che
la paura, le minacce e gli ordini intimati
dagli uomini divengono molto relativi:
avvertono una forza e una certezza che
niente e nessuno può scalfire. Cosa c'è
nel nostro cuore quando dobbiamo testi
moniare la nostra fede con le opere? Se
vi è ancora paure: o timore, forse do
vremmo chiederci come rafforza la no
stra adesione al Signore Gesù.
Dalla Prima Lettura
È difficile tacere
Preghiera
Vieni, Spirito d'amore, ad insegnar le cose
di Dio. Vieni, Spirito di pace, a suggerir le
cose che Gesù ha detto a noi. Noi ti invo
chiamo, Spirito di Cristo, vieni tu dentro di
noi. Cambia i nostri occhi, fa' che noi ve
diamo la bontà di Dio per noi. Insegnaci a
sperare, insegnaci ad amare, insegnaci a
lodare Iddio. Insegnaci a pregare, insegna
ci la via, insegnaci tu l'unità.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 15
Venerdì 8
Aprile
II Settimana del Salterio
II Settimana di Pasqua
Rimanere in Gesù significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento di Gesù.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Brano Evangelico: Gv 6,115
Contemplo: Sapeva ciò che
stava per compiere (Gv 6,6)
Gesù ci ha resi figli di Dio. Ha dato se stesso per noi, ci ha resi suoi fratelli e così siamo chiamati anche noi figli di Dio. La vita in Cristo possiede, come sua grande novità, una così intima parteci-
pazione dell'uomo alla divinità, da creare una fusione senza con-fusione. Scrive san Tommaso d'A-quino: «L'effetto proprio dell'Eu-caristia - sacrificio di Cristo e ringraziamento al Padre - è la trasformazione dell'uomo in Dio».
Agisci:
Oggi, con la premura
di Maria, avrò partico-
lare attenzione e ri-
spetto per il creato, e
in modo particolare mi
impegno a non spreca-
re il cibo. Inoltre oggi
pregherò per chi sta
sprecando la propria
vita e i doni ricevuti
dal Signore.
Il Santo del giorno:
Sant’Agabo Si tratta di uno dei personaggi citati dagli Atti degli Apostoli. Vissuto a Gerusalemme nel I secolo. Negli Atti compare la prima volta al capitolo 11, collocato in una più ampia categoria di "profeti" giudeocristiani, come erano note alcune figure carismatiche. Questo il rac
conto: «Alzatosi in piedi, egli annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'imp e r o d i C l a u dio» (11,28). L'annuncio di Agabo aveva una finalità di solidarietà: la più ricca comunità cristiana di Antiochia, infatti, si autotassò per sostenere i fratelli della
Giudea (11,29). Agabo riappare poi a Cesarea: «Presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà consegnato quindi nelle mani dei pagani». (At 21,1113).
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 16
Medita la Parola
Un “pane” molto importante
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
A Gesù non interessa affatto il plauso della
folla, o che essi gli attribuiscano un titolo che
non è assolutamente il suo. Questo è il motivo
per cui egli fugge di fronte alla gente che vor-
rebbe farlo re, soltanto perché ha dato loro da
mangiare ed ha risolto un problema contingen-
te. In realtà, egli insisterà molto sul fatto che
quella moltiplicazione dei pani, come del resto
tutti gli altri miracoli, è un segno che rimanda
ad una verità molto più profonda. Allo stesso
modo in cui egli ha moltiplicato quel pane,
moltiplicherà un pane molto più importante e
necessario, che è il suo Corpo ed il suo San-
gue. Quando Dio ti concede delle grazie, non
fermarti al significato materiale di esse, ma
vai oltre: forse egli vuole farti capire che da te
si aspetta qualcosa di più proprio perché sei
stato oggetto della benevolenza dell'Altissimo.
At 5,3442
Gli apostoli se ne andarono via dal
sinedrio, lieti di essere stati giudi
cati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
Quando si è in una situazione emotiva
mente critica, può capitare di prendere
decisioni sbagliate. Il saggio Gamalièle
suggerisce un ottimo metodo per discer
nere quando ci si trova di fronte a un'o
pera di Dio. Per cogliere i segni di Dio
ci vuole tempo, pazienza e un cuore li
bero da ogni attaccamento. Questo me
todo, così semplice eppure così efficace,
è in grado di dirci davvero dove stiamo
andando e cosa stiamo costruendo per
il Signore. Il cristiano dovrebbe allearsi
con il tempo, perché attraverso esso può
scrutare la realtà e capire, in mezzo al
rumore e alla confusione, gli impulsi di
bene e di novità prodotti dallo Spirito di
Dio.
Dalla Prima Lettura
Cogliere i segni di Dio
Preghiera
Signore, Padre buono, che ci hai dona
to la Chiesa come casa e famiglia nella
nostra vita, aiutaci ad amarla, con un
amore che veglia, che lotta, perdona,
coglie i palpiti di sua Madre, la medita
nella fede, l'accoglie nella docilità, la
diffonde nell'apostolato e la santifica
nella vita.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 17
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
La fatica di credere
Gli undici apostoli e i loro compagni stavano parlando di
queste cose. Gesù apparve in mezzo a loro e disse: «La pa
ce sia con voi!». Sconvolti e pieni di paura, essi pensavano
di vedere un fantasma. Ma Gesù disse loro: «Perché avete
tanti dubbi dentro di voi? Guardate le mie mani e i miei
piedi! Sono proprio io! Toccatemi e verificate: un fantasma
non ha carne e ossa come me». Essi però, pieni di stupore e
di gioia, non riuscivano a crederci: era troppo grande la
loro gioia! Allora Gesù disse: «Avete qualcosa da mangia
re?». Essi gli diedero un po’ di pesce arrostito. Gesù lo pre
se e lo mangiò davanti a tutti. Poi disse loro: «Era questo il
senso dei discorsi che vi facevo quando ero ancora con voi!
Vi dissi chiaramente che doveva accadere tutto quello che
di me era stato scritto nella legge di Mosè, negli scritti dei
profeti e nei salmi!».
Rifletti
La fede, per essere vere ed autentica, ha bisogno di crescere, di passare nel crogiuolo del dubbio.
Anche i discepoli hanno dubitato, hanno avuto bisogno di crescere nella fede nel Risorto. Da Pa-
squa alla Pentecoste Gesù appare più volte e in vari modi per confermare e rassicurare gli apostoli
e i discepoli. Tanti dubbi, che come ombre accompagnano il nostro cammino di fede, hanno se-
gnato anche l’esperienza di coloro che avevano seguito il Signore dalla Galilea a Gerusalemme.
Nel brano che vi abbiamo proposto in questa tappa della via Lucis, Gesù cerca di dissipare i dubbi
dei suoi discepoli in tre momenti. Innanzitutto gli parla. E’ importante la parola quando evoca al-
cuni momenti significativi e indelebili della vita. Tramite la parole la persona comunica se stessa,
i suoi sentimenti, le sue confidenze. In un secondo momento Gesù si fa toccare, fa mettere le dita
degli amici nelle sue ferite, il prezzo della fedeltà e dell’amore. Infatti “non c’è amore più gran-
de di chi da la vita per i suoi amici”, di chi si sacrifica ed è disposto a pagare per coloro che ama.
Le ferite, ogni ferita, sono i segni dell’amore. Infine mangia con loro, diventa, seppur in modo
diverso, uno di loro. Un fantasma non può mangiare. Il Risorto è un uomo in carne e sangue: può
mangiare e può parlare. La stessa cosa accade anche a noi quando ascoltiamo la Parola di Dio,
contempliamo il Crocefisso e ci accostiamo all’Eucarestia.
Via Lucis
Gesù si mostra vivo ai discepoli
Non di solo pane Numero 750 pagina 18
Sabato 9
Aprile
II Settimana del Salterio
II Settimana di Pasqua
L’aiuto di Dio consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza.
Papa Francesco
Brano Evangelico: Gv 6,1621
Contemplo : Sono io, non ab-
biate paura! (cv 6,20)
Il «segno» di Gesù che moltiplica i pani e il «segno» di Gesù che cammina sulle acque non sono altro che una preparazione agli insegnamenti e alle opere del Maestro dei maestri e del Signore
dei signori. Gesù, uomo e Dio, creatore della natura e delle sue leggi, non vuole impaurirci con la sua potenza, ma incoraggiarci con il suo amore. Il mare della nostra vita è sempre agitato e solo Ge-sù, vivo in mezzo a noi, lo può calmare. Maria, Stella del mare e Madre della Chiesa, intercedi per noi.
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Agisci
Oggi ringrazio il Signo-
re per il dono dei dia-
coni e cerco di soste-
nere il loro servizio
con le preghiere e, se
necessario, con aiuti
pratici, come farebbe
Maria.
Il santo del giorno: San Massimo di Alessandria Un santo martire molto celebrato non solo in Egitto, ma in tutto l'Oriente cristiano. Sperimenta, insieme al vescovo Dionigi, l'asprezza della persecuzione di Valeriano. Questo imperatore romano nei primi anni del suo impero lascia in pace i cristiani, poi scatena contro di essi una
persecuzione resa più aspra dal prefetto dell'Egitto. Compaiono molti cristiani, tra cui anche san Massimo, che accetta con fede il martirio; con lui muoiono anche diversi preti e diaconi e molti cristiani. Tutti offrono la vita per testimoniare la fede. Nel 264, morto il vescovo Dionigi, san Massimo è eletto vescovo di Alessandria
d'Egitto, resta in servizio per diciotto anni fino al suo martirio. Non può partecipare al concilio di Antiochia, ma riceve dai padri conciliari una lettera di conforto. Molte fonti antiche e molti storici parlano della vita e della santità di san Massimo.
Non di solo pane Numero 750 Tempo di Pasqua pagina 19
At 6,17
Scelsero sette uomini pieni di Spiri
to Santo.
Anche nella prima comunità cristiana c'era
no contrasti. La Chiesa non è fatta di santi,
che vanno sempre d'accordo: sarebbe dav
vero illusorio pensare che ciò possa avveni
re. La comunità cristiana è fatta di uomini
concreti, con i loro caratteri e le loro sensi
bilità diverse: eppure, è proprio questo il
punto. Lo Spirito Santo suscita, in mezzo a
diversità e opinioni diverse, l'ispirazione
comune che guida i credenti a fare l'espe
rienza più bella e più importante: quella
della comunione dei cuori. La diversità,
quindi, non solo non è un limite, ma è addi
rittura una risorsa, nel momento in cui essa
viene vissuta i come modalità per cercare
con più passione la volontà di Dio. La solu
zione al problema, nella lettura, viene data
attraverso la nomina dei primi diaconi: Dio
suscita sempre soluzioni per il bene e attra
verso le persone.
Dalla Prima Lettura La Chiesa non è fatta di santi
Preghiera
«Maria, donaci Gesù! Fa' che lo se
guiamo e lo amiamo! Lui è la speranza
della Chiesa, dell'Europa e dell'umani
tà. Lui vive con noi, in mezzo a noi, nel
la sua Chiesa. Con te diciamo: "Vieni,
Signore Gesù" (Ap 22,20): la speranza
della gloria infusa da Lui nei nostri
cuori porti frutti di giustizia e di pa
ce!» (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa).
Medita La Parola
Imbarcare il Signore Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
A volte le difficoltà o i problemi ci tolgono
la giusta visuale delle cose: ci sembra di es-
sere sbattuti dalle onde e di non riuscire a
vedere al di là dei nostri problemi. Chi vive
sul lago conosce bene cosa significhi naviga-
re in acque agitate. In queste situazioni, ab-
biamo persino difficoltà a conoscere la pre-
senza di Gesù, proprio come gli apostoli. Ma
solo se abbiamo il coraggio di farlo salire
nella nostra barca, miracolosamente, toc-
chiamo la riva del porto sospirato. Egli, an-
cora una volta, ci invita a non avere paura;
egli non ci promette che non avremo proble-
mi o che non dovremo affrontare difficoltà.
Ci invita invece alla fiducia in lui e nella sua
potenza. Allora, guardando alle nostre croci
da questo punto di vista, tutto diventa più
chiaro e più accettabile. Per questo, confi-
diamo sempre in lui e, qualsiasi cosa ci acca-
da, restiamo sempre abbracciato a lui: pre-
sto lo vedremo camminare verso di noi,
mentre ci porge la mano e ci guida nelle dif-
ficoltà. “Se imbarchiamo con noi il Signore
Gesù, sapremo gestire il nostro cuore
«agitato» (Gv 6,18) e affrontare serenamen-
te le esigenze di quella « assistenza quoti-
diana » (At 6,1) della compassione, da cui
nessuno deve essere escluso. L'amore, infat-
ti, non solo moltiplica il pane della benevo-
lenza e della condivisione, ma allarga «
grandemente» (At 6,7) la complicità nell'a-
more”.
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 750
Domenica 03 Aprile 2016
Chiuso il 29/03/2016
Numero copie 1400
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
www.nondisolopane.it