Non di Solo Pane n°750

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Settimanale di preghiera PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XV - n° 750 Domenica 3 Aprile 2016 II Settimana di Pasqua Otto giorni dopo …..

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Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.it

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Settimanale di preghiera

PANE Non di solo

Sussidio di preghiera per la famiglia

Anno XV - n° 750

Domenica 3 Aprile 2016

II Settimana di Pasqua

Otto giorni dopo …..

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 2

Aprile 2016

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Perché i piccoli agricoltori ricevano il giusto

compenso per il loro prezioso lavoro.

Intenzione missionaria

Perché i cristiani dell’Africa diano testimonianza

di amore e di fede in Gesù Cristo in mezzo

ai conflitti politico-religiosi.

Intenzione dei vescovi

Per le coppie di giovani che desiderano formare

una famiglia e devono fare i conti con la

precarietà del lavoro e la disoccupazione.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente

e misericordioso, ci impegniamo con gioia

nella costruzione della civiltà dell'amore.

Intenzioni mese di Aprile

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Domenica 3

Aprile

II Settimana del Salterio

Domenica della Divina Misericordia

La Madre della Divina Misericordia apra i nostri occhi, perché comprendiamo l’impegno

a cui siamo chiamati.

Papa Francesco

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si

trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a

voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signo­

re. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».

Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i pecca­

ti, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei

Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli:

«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chio­

di e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non

credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso.

Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti

qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere

incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse:

«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù,

in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma

questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,

abbiate la vita nel suo nome.

Brano Evangelico: Gv 20,19­31

Contemplo: Pace a voi!

(cv 20,19.26)

Signore Gesù, l'evidenza dei fatti non sempre ci convince. No­nostante che gli Apostoli ci dica-no: «Abbiamo visto il Signore!», rimaniamo indecisi e, «andando

come a tentoni» (At 17,27), conti-nuiamo a cercare la pace che solo tu ci puoi dare. Solo tu sei «la nostra pace» (Ef 2,14) e solo nella tua Chiesa potremo trovare «giustizia, pace e gioia nello Spi-rito Santo», in modo da procla-mare con Tommaso: «Mio Signo-re e mio Dio!».

Agisci

Non capita spesso di

vedere manifesta-

zioni pubbliche di

fede come quelle

descritte nella pri-

ma lettura. Oggi

voglio essere segno

autentico di fede.

Il santo del giorno:

San Riccardo

Vescovo

Vive nel secolo XIII e

diviene prima cancel­

liere dell'università di

Oxford e poi vescovo

della città di Chiche­

ster. Vescovo santo, si

distingue per l'amore

alla chiesa e soprattutto

per l'amore ai poveri.

Porta innanzi la rifor­

ma della chiesa; per

questo è malvisto dai

signori e dal re del suo

tempo; amato però dal

popolo, che segue la

sua santità. Esigente

con il clero, che invita

all'osservanza del celi­

bato, ma ancora più

severo con se stesso.

Proclamato santo dal

papa Urbano IV il 22

gennaio 1262; le sue

reliquie vengono però

disperse per ordine del

famoso Enrico VIII, il

re inglese che dà origi­

ne allo scisma d'Inghil­

terra.

San Riccardo è molto

venerato nel medioevo

non solo in Inghilterra

ma in tutta l'Europa. La

sua figura ci invita a

seguire Cristo sofferen­

te e risorto.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 4

P a g i n e b i b l i c h e

Nel vangelo d'oggi c'è

un cenacolo e una porta

chiusa. Una porta chiusa

per timore di qualcuno è

storia di tutti i giorni,

anticipata nel servo del-

la parabola che sotterra

il talento per paura di

perderlo. Per fortuna

che al Signore non im-

porta nulla dei nostri ca-

tenacci, ed esce ed en-

tra come vuole la sua

carità. Egli cammina o si

ferma, opera o riposa,

parla o tace, senza ba-

dare ai nostri timori. Il

Signore mostra di non

offendersi dell'incredu-

lità di Tommaso, ma ne

fa anzi un argomento

per la nostra fede. Non

è vero che al Signore di-

spiacciono certe resi-

stenze. Quando sono re-

sistenze ragionevoli,

quando è l'uomo leale,

l'uomo onesto, che, pri-

ma di affidarsi a un al-

tro, prova se può fare

da sé, il Signore non

può essere malcontento.

Basta approfondire un

po' l'episodio di Tomma-

so.

E vero che egli si è mo-

strato contegnoso e re-

nitente, e che prima di

gridare: «Signore mio e

Dio mio», ha voluto es-

sere sicuro della piccola

garanzia che offrono i

sensi, ma, adesso, il Si-

gnore sa che può conta-

re su di lui più che sugli

altri, che quel grido è un

credo che verrà continu-

ato anche davanti al

martirio. Tipi come Tom-

maso ci mettono un po'

ad inginocchiarsi, ma,

quando si inginocchiano,

si inginocchiano vera-

mente, quando amano,

amano veramente.

Quando Tommaso si of-

fre, è un uomo che si

offre. E se offre a Cristo

il proprio cuore, è un

cuore d'uomo che si of-

fre. E se china la sua te-

sta davanti a lui, è una

testa d'uomo che si chi-

na. Così comincia l'ado-

razione «in spirito e ve-

rità».

(P. MAZZOLARI, La parola che non

passa, Vicenza 1984, 138s., passim).

Una porta chiusa Meditazione di don Primo Mazzolari

Non ho saputo resistere alla ten­

tazione di presentarvi una delle

più belle pagine scritte da don

Primo Mazzolari. Un’omelia

proprio sulla figura di Tomma­

so che, con pochi tratti, mette il

luce la bellezza di questo apo­

stolo che fa fatica a credere ma

che ci è tanto vicino nella sua

umanità.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 5

P a g i n e b i b l i c h e

L’angolo della misericordia

Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Giovanni Maria Vianney Nato alla fine del XVIII secolo e vissuto fino al 1859, quello che per

tutti fu "il Curato d'Ars" è figura decisiva per l'immagine del sacer­

dote del suo tempo: rigoroso verso di sé, appassionato pastore della

sua comunità, tenero e innamorato mistico di fronte a Dio. Di questo

innamoramento, che traspariva fino alle lacrime versate davanti alla

sua gente durante le omelie domenicali, sono testimonianza i testi

che ci rimangono quale sua eredità, dai quali citiamo la seguente

preghiera.

Il mio unico desiderio

Ti amo, mio Dio,

e il mio unico desiderio è di amarTi fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio, infinitamente amabile,

e preferisco morire amandoli, piuttosto che vivere un solo istante senza amarTi. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che Ti chiedo, è di amarTi eternamente.

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,

soltanto per avere la felicità

di amarTi perfettamente.

Mio Dio, se la mia lingua

non può dire a ogni istante: Ti amo,

voglio che il mio cuore

Te lo ripeta ogni volta che respiro.

Ti amo, o divino Salvatore,

perché sei stato crocifisso per me,

e mi tieni quaggiù crocifisso con Te.

Mio Dio, fammi la grazia

di morire amandoTi e sapendo che Ti amo. Mio Dio,

a misura che mi avvicino alla mia fine,

fammi la grazia

di aumentare il mio amore

e di perfezionarlo. Amen.

Più forte del dubbio è il deside-

rio. In questo binomio si articola

l’episodio dell’incontro tra Tom-

maso, detto Didimo, e il Risorto.

Il desiderio va oltre il dubbio per-

ché nasce da un sentimento, da

una nostalgia, dal crepuscolo in-

teriore quando scende la sera. Il

dubbio subentra con la ragione,

segue il filo rigoroso tracciato

dalla logica. E’ bene che il dubbio

visiti e vagli il cuore dell’uomo

ma è altrettanto importante che

le ragioni del cuore, purificate

dal dubbio, abbiano il sopprav-

vento. Sottolinea San Gregorio

Magno: “Di carattere esigente e

diffidente, Tommaso avanza la

sua incredulità, sperando così di

godere di una visione. «Se egli mi

appare», dice, «eliminerà la mia

incredulità. Metterò il mio dito

nelle cicatrici dei chiodi e ab-

braccerò il Signore che tanto a-

mo. Rimproveri pure la mia incre-

dulità, ma mi ricolmi con la sua

visione”. Il Signore riappare e pla-

ca il tormento ed elimina il dub-

bio del suo discepolo. Più che il

dubbio, soddisfa il suo desiderio.

Più forte del dubbio

di don Luciano

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Lunedì 4

Aprile

II Settimana del Salterio

II Settimana di Pasqua

Il santo del giorno: Sant’Isidoro

Uno dei più grandi ve­

scovi di Spagna. Fa

parte di una famiglia di

santi: santi sono i fra­

telli Leandro e Fulgen­

zio, e la sorella Fioren­

tina. Insieme a san Gre­

gorio Magno, Cassio­

doro e Severino Boe­

zio, Isidoro è uno dei

grandi maestri di teolo­

gia del medioevo fino a

dopo l'anno mille. Vive

a cavallo tra il VI e VII

secolo e dà un forte

impulso al rito mozara­

bico, una liturgia anco­

ra oggi praticata in

molte parti della Spa­

gna. Ha lasciato molte

opere teologiche, attua­

li e vive; ma fu un au­

tore molto letto già nel

medioevo, soprattutto

per le sue Etimologie,

un'utile «somma» della

scienza antica. Ci dona

un pensiero salutare:

«Dobbiamo seguire

Cristo sempre, sul Cal­

vario e sul Tabor, per

essere degni di seguirlo

anche nella sua risurre­

zione».

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chia­mata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di no­me Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, per­ché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poi­ché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec­chiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Brano Evangelico: Lc 1,26­38

Contemplo: Può un uomo

nascere di nuovo? (cf cv 3,4)

La Chiesa ci propone il colloquio notturno tra Gesù e il saggio fari-seo Nicodemo. In questo collo-quio sincero si parla di rinascita e di risurrezione. Spiega san Pao-

lo: «Se anche il nostro uomo e-steriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Noi non fissiamo lo sguar-do sulle cose visibili, ma su quel-le invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne» (2Cor 4,16-18).

Cristo e la sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo,

come tra ogni figlio e la sua madre. Papa Francesco

Agisci

Oggi ringrazio il Si-

gnore per il mistero

della sua incarnazio-

ne e mi impegno a

riflettere sul fatto

che Dio è con me in

ogni momento, so-

prattutto nelle diffi-

coltà.

Annunciazione del Signore

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 7

Is 7,10­14; 8,10

Ecco, la vergine concepirà.

Al re infedele che cerca conferme da alleanze

umane e non volute da Dio, il profeta promet­

te un segno, che dovrà fugare ogni dubbio. Il

parto della vergine è dunque carico d'implica­

zioni future, soprattutto per il suo significato

simbolico. Il concepimento verginale di Gesù

nel grembo purissimo di Maria è un evento

talmente grande che persino per lei, la sede

della sapienza, è difficile comprenderne tutta

la portata. La Vergine Madre dà il suo assenso

con tutta la fede e la gioia di cui il suo giova­

ne cuore è capace, ma senza capire fino in

fondo quanto Dio le sta chiedendo. Spesso

nella tua vita Dio ti propone di fare delle scel­

te le cui conseguenze si rivelano in tutta la

loro importanza solo molto tempo dopo. In

quel caso, la fiducia in Dio e nella sua parola

è l'unica strada per aprirsi a tale mistero e vi­

vere con fecondità le sue promesse.

Dalla Prima Lettura Sede della Sapienza

Preghiera

O Gesù, credo fermamente in ciò che

professor ogni domenica: «Per noi uomi­

ni e per la nostra salvezza discese dal

cielo; per opera dello Spirito Santo si è

incarnato nel seno della Vergine Maria e

si è fatto uomo». Fa' che la con­

templazione del tuo amore infinito mi

spinga ad amarti con un amore simile al

tuo.

Medita La Parola

Dio ha bisogno di noi Meditazione a cura di Fiorella Elmetti

Oggi rileggiamo l'incontro di un misterioso e gar-

bato angelo che parla alla pari con una ragazzina

di Nazareth e scopriamo la grandezza del pensie-

ro di Dio. Perché in quella minuscola casa di que-

sto minuscolo paese accade Dio.

Dio sceglie di farsi uomo, parole, lacrime,

sorriso, tono di voce, sudore e necessita di

un corpo, abbisogna di una madre. Dio non

vuole la moglie dell'imperatore, o un premio

Nobel per la medicina, non una donna

manager dinamica dei nostri giorni, la picco-

la adolescente Maryam, Dio sceglie e a lei

chiede di diventare la porta d'ingresso per

Dio nel mondo, tutto lì. Dio sceglie Nazareth

e, a Nazareth, sceglie Maria. E a Nazareth,

per trent'anni, Dio si nasconde nella quoti-

dianità più semplice: bambino, adolescente,

giovane falegname, come suo padre. Quanto

parla questo assordante silenzio! Quanto dice

di Dio questa sua scelta! A noi, che sempre

cerchiamo il plauso e la visibilità, l'efficienza

e la produttività, Dio dice che la sua logica è

diversa. Dio non ha bisogno di grandi mezzi

per salvare il mondo, non cerca grandi prota-

gonisti della Storia, egli vuole noi. Animo,

fratelli! Quando pensiamo di avere sbagliato

la vita, di non avere avuto sufficienti oppor-

tunità, quando non siamo soddisfatti dei no-

stri risultati o siamo travolti dall'assordante

incitamento di chi ci grida: "devi riuscire",

pensiamo a Nazareth, a questo modo di ope-

rare che ci sbalordisce e ci incanta. Dio ha

bisogno di noi, oggi, della nostra piccola vita

per essere presente in questo mondo che lan-

gue.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ pagina 8

Martedì 5

Aprile

II Settimana del Salterio

II Settimana di Pasqua

La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dove­te nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».Gli replicò Nico­dèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non acco­gliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Brano Evangelico: Gv 3,7­15

Agisci

Anche io ho bisogno di

«rinascere dall'alto».

Cosa significa questo per

me? Oggi invoco lo Spiri-

to Santo affinché mi gui-

di nella comprensione,

per intercessione della

sua sposa Maria.

Contemplo: E’ salito al cielo (cf Gv 3,13)

Signore Gesù, tu sei il Figlio dell'uomo elevato sulla croce e glorificato alla destra del Pa-dre. Insegnami a confessare con la bocca che tu sei il Signore e

a credere con tutto il cuore che sei risuscitato dai morti (cf Rm 10,9), perché solo in questa speranza noi siamo stati salvati

(cf Rm 8,24).

Medita

E’ incredibile constatare quanto anche oggi sia vera l'osservazione che Gesù fa

a Nicodèmo: ci sono tante persone che hanno un livello culturale anche molto

alto e che hanno passato la loro vita a studiare, eppure sono incapaci di com­

prendere le parole di Gesù. Questo ti fa capire una grande verità: per vivere il

Vangelo, non è necessario sapere molte cose o avere una cultura universitaria

(anche se questa può essere di grande aiuto!); quello che è invece assolutamen­

te importante è avere un cuore aperto al dono della vera sapienza, che Dio do­

na anche ai semplici. Potresti conoscere tutte le culture del mondo e parlare

tutte le lingue, ma se non sai cosa significa rinascere dall'alto, hai solo sprecato

tempo. Tutto deve acquisire la vera scienza dello Spirito, altrimenti sarai sol­

tanto uno che sa delle cose, ma che non conosce la strada per giungere alla

vita.

San Vincenzo Ferreri

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 9

spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Ad ogni angolo di strada, noi possiamo incontrare il Signore e camminare con lui per i giusti sentieri.

Possiamo invece ignorare la sua presenza e percorrere le strade delle nostre false sicurezze. È molto im­

portante scegliere bene.

I due discepoli si lasciano alle spalle Gerusalemme, le loro delusioni, un passato che desidera-

no archiviare. Le loro speranze si sono infrante sul ripido sentiero del Golgota, tutto si è com-

piuto fuori dalle mura della città santa, ai piedi del ruvido legno di una croce. “Speravamo noi

che fosse lui a liberare Israele”. I due discepoli avevano proiettato su Gesù le loro aspettative,

i loro desideri; avevano ingabbiato Dio e le sue promesse nel gretto bozzolo di una liberazione

meramente politica, aspettative, in pratica, solo terrene, legate alla polvere di quaggiù. Era-

no ben lontani da un Dio che riscatta l’umanità, non una singola nazione, che libera l’uomo

dal male e dal peccato più che da un impero costruito da mani d’uomo, impastato di sangue e

di vane illusioni. Se ne tornano alle loro case, ma discutono, cercano di capire e di dare un

senso a ciò che è accaduto, alla radice velenosa della loro delusione. Questo permette a Gesù,

il Risorto, di diventare il loro compagno di viaggio, di fare un tratto di strada con la loro delu-

sione. Sempre quando l’uomo cerca un significato, una spiegazione, un senso incontra sul ci-

glio della propria esistenza un Dio sotto le sembianze di un pellegrino che diventa compagno,

che spiega, che lo aiuta ad aprire gli occhi dalla cecità della delusione e della disperazione.

Due discepoli stavano andando verso Emmaus, un villaggio lontano circa undici chilometri da Gerusalemme. Lungo la via parlavano tra loro di quello che era accaduto in Gerusa­lemme in quei giorni. Mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Essi però non lo riconobbero, perché i loro occhi erano come accecati. Gesù domandò loro: «Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate?». Essi allora si fermarono, tristi. Uno di loro, un certo Cleopa, disse a Gesù: «Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quello che è successo in questi ultimi giorni?». Gesù domandò: «Che cosa è successo?». Quelli risposero: «Il caso di Gesù, il Nazareno! Era un profeta potente davanti a Dio e agli uomini... Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele. Ma siamo già al terzo giorno da quando sono acca­duti questi fatti. Una cosa però ci ha sconvolto: alcune donne del nostro gruppo sono andate di buon mattino al sepolcro di Gesù ma non hanno trovato il suo corpo. Allora sono tornate indietro e ci hanno detto di aver avuto una visione: alcuni angeli le hanno assicurate che Gesù è vivo. Poi sono andati al sepolcro altri del nostro gruppo e hanno trovato tutto co­me avevano detto le donne, ma lui, Gesù, non l’hanno vi­sto».

Via Lucis GESÙ IN CAMMINO CON I DISCEPOLI DI EMMAUS

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ pagina 10

II Settimana di Pasqua

Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada per­duto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomi­ni hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fat­te in Dio».

Brano Evangelico: Gv 3,16­21

Contemplo: La luce è venuta

nel mondo (Gv 3,19)

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché il mondo si salvi per mezzo di lui». Signore Gesù, tu sei la luce, e sei venuto nel mondo: «Non vi sarà più not-

te!» (Ap 22,5). Guida me e il mondo a non preferire le tene-bre, sostieni me e il mondo ad operare sempre la verità, per-ché appaia chiaramente nelle nostre opere la potenza del tuo

amore.

Mercoledì 6

Aprile

II Settimana del Salterio

Agisci

La gelosia spesso ci

fa commettere in-

giustizie. Oggi chie-

do al Signore di gua-

rire il mio cuore col

suo amore.

Il Santo del giorno:

Beata Pierina Morosini Oggi ricordiamo una giovane donna che ha meritato gli onori degli altari per il grande co­raggio con cui ha saputo difendere la propria di­gnità di donna. Pierina Morosini nasce nel 1931 in Val Seriana, nel Bergamasco, primoge­nita di nove figli. La sua è una vita semplice, normale ­ casa, lavoro,

impegno nell'Azione cattolica e in attività parrocchiali ­ illuminata però dalla fede che tro­va il suo alimento nella comunione quotidiana e nella recita del rosario. Unico diversivo, nel 1947, un pellegrinaggio a Roma per assistere alla beatificazione di Maria Goretti. Un pre­sagio? Dieci anni dopo, il 4 aprile 1957, mentre rincasava dal lavoro per un sentiero solitario,

con la corona in mano, venne avvicinata da un giovane con intenzioni malsane: dinanzi al de­ciso diniego di lei, la aggredì brutalmente. Ritrovata in coma, fu trasportata all'ospedale di Bergamo, ove morì due giorni dopo. La sua tomba è stata subito meta di pellegrinaggi. Trent'anni dopo viene beatificata da Giovanni Paolo II.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 11

At 5,17­26

Ecco, gli uomini che avete messo in

carcere si trovano nel tempio a inse­

gnare al popolo.

Nulla può opporsi a Dio nel far giungere

gli uomini alla salvezza per mezzo di suo

Figlio Gesù. Di certo una prigione scru­

polosamente sbarrata non può fermare la

forza dirompente della parola del Vange­

lo che si propaga attraverso gli apostoli!

Gli appartenenti al sinedrio si rendono

conto che, nella parola degli apostoli, vi è

una potenza inaudita. Per questo essi sono

circospetti e cercano di non creare confu­

sione nel popolo. La forza della parola di

Dio non dipende né da chi la trasmette, né

tantomeno da chi la riceve o da chi cerca

di ostacolarla. L'unico ostacolo, semmai.

è nel cuore di chi la riceve: è la nostra

libertà, che può accettare o meno la pro­

posta di gioia e di salvezza di Dio.

Dalla Prima Lettura

La forza della parola di Dio

Preghiera

Ti ringrazio, Dio della pace e della luce,

per l'amo­re sconvolgente con cui mi hai

salvato e guarito. Dammi la forza e il

coraggio degli apostoli per non lasciar­

mi irretire dal mondo e per costruire,

pazientemente ma con decisione, la civil­

tà dell'amore, della giustizia e della vita.

Medita La Parola

Credere nel Figlio di Dio Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Gesù dice a Nicodèmo che la salvezza non è

racchiusa nelle pratiche della legge mosaica,

ormai ridotta a semplici precetti umani che

con l'idea originaria di Dio non aveva più nul-

la a che fare: l'unica vera opera che si deve

fare, che merita la vita eterna, è credere nel

Figlio di Dio. Questo, per una certa mentalità

è difficile da accettare, perché anche noi

siamo convinti che la salvezza sia qualcosa

che bisogna guadagnarsi con le nostre opere

buone. Eppure quante persone compiono

buone opere, ma non credono nel Figlio di

Dio? Gesù, a tal proposito, è molto chiaro:

chi non crede è già giudicato poiché si è fida-

to delle sue opere, più che della grazia dona-

taci gratuitamente dal Figlio di Dio. Chi non

crede in Lui, sceglie di vivere nelle tenebre,

cioè nella lontananza da Dio. Credi dunque

con tutto il cuore nel Figlio di Dio che ti ama

e che ti salva per sua grazia.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 12

Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

La domenica, i fratelli si danno appuntamento e si ritrovano insieme a «spezzare il pane». Pane di vita,

che Gesù ha promesso di dare a tutti i credenti. Dovremmo attenderlo con ansia ogni settimana e conside­

rarlo come un vero appuntamento di Gesù con i suoi amici.

Gesù entra con i discepoli «per rimanere con loro» (Lc 24,29). Secondo Luca, è questo il senso

della risurrezione: ovunque noi camminiamo, Gesù cammina con noi e, ovunque noi sostiamo,

egli pranza con noi. E per Luca è proprio l'eucaristia il luogo nel quale noi incontriamo il Risor-

to. Lo descrive con grande effetto: «Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la bene-

dizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui spa-

rì dalla loro vista» (Lc 24,30s.). Gesù è invitato dai discepoli, ma qui agisce come fosse il pa-

drone di casa, prendendo il pane, benedicendo la mensa, spezzando il pane e distribuendolo.

Da come Gesù fa tutto questo i discepoli riconoscono evidentemente il Risorto. E da allora in

poi il quotidiano spezzare il pane è il luogo nel quale sanno che il Risorto è in mezzo a loro.

Ogni volta che si spezza il pane, in ogni eucaristia è Gesù stesso risorto a spezzare il pane ai

discepoli e a mostrare loro il proprio amore.

Prega: Signore nostro Gesù Cristo, solamente in te è la sorgente della vita. Concedi a noi un grande a­

more per il tuo Pane eucaristico e rendici degni di nutrirci sempre del tuo grande Dono. Tu che vivi e regni

nei secoli dei secoli.

Arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece

finta di voler continuare il viaggio. Ma quei due discepoli

lo trattennero dicendo: «Resta con noi, perché il sole or-

mai tramonta». Perciò Gesù entrò nel villaggio per rima-

nere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane,

pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò e comin-

ciò a distribuirlo. In quel momento gli occhi dei due di-

scepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla

loro vista. Si dissero l’un l’altro: «Noi sentivamo come un

fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci

spiegava la Bibbia!». Quindi si alzarono e ritornarono

subito a Gerusalemme. Là, trovarono gli undici discepoli

riuniti con i loro compagni. Questi dicevano: «Il Signore

è risuscitato veramente ed è apparso a Simone!». A loro

volta i due discepoli raccontarono quello che era loro ac-

caduto lungo il cammino, e dicevano che lo avevano rico-

nosciuto mentre spezzava il pane (Lc 24,29-35).

Via Lucis

Gesù si manifesta nello spezzare il pane ...

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 13

Giovedì 7

Aprile

II Settimana del Salterio

II Settimana di Pasqua

La misericordia di Dio si è riversata in noi rendendoci giusti, donandoci la pace.

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Giovanni Batti-

sta de La Salle Uno dei più grandi san­ti educatori di tutti i tempi. Fondatore dei Fratelli delle scuole cristiane, vive in Fran­cia nella seconda metà del secolo XVIII e muore il 7 aprile 1719 all'età di 68 anni, dopo che papa Be­nedetto XIII ha approvato il suo pregevole Ordine.

San Giovanni Battista de La Salle inizia il suo apostolato istituendo le prime scuole parroc­chiali in Francia, dedi­candosi alle ragazze povere e aprendo le prime scuola di carità per i ragazzi abbando­nati. Passa poi a Parigi, ove istituisce scuole cattoliche e dà inizio a una famiglia religiosa di professori e maestri laici, non sa­cerdoti, che si dedicano esclusi­

vamente alla scuola. Accusato dal governo e impedito nello sviluppo delle scuole cattoliche, tira dritto per la sua strada, arriva a Roma, e apre scuole in altre par­ti d'Europa. I Fratelli delle scuole cristiane hanno quasi mille scuo­le, sparse nei cinque continenti, con oltre seimila Fratelli.

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appar­tiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Brano Evangelico: Gv 3,31­36

Contemplo: Senza misura e-

gli dà lo Spirito (Cv 3,34)

Dopo il colloquio con Nicodemo e la professione di fede di Gio-vanni Battista, il quarto Vangelo ci presenta un monologo, ispira-to dallo Spirito Santo, per illu-minarci sulla storia del mondo:

tutti i profeti dell'Antico Testa-mento sono mossi dallo Spirito di Dio, ma la piena rivelazione dell'amore del Padre si compie solo in Cristo Gesù: «Il Padre ama il figlio e gli ha dato in ma-

no ogni cosa» (Gv 3,35).

Agisci

Quante volte siamo di-

sposti a obbedire a Dio invece che agli uomini? Spesso ci preoccupiamo più di non fare "brutta

figura", e questo è uma-no ma, oggi e sempre, desidero essere davvero

libero e sincero nel vive-re la mia fede, sull'e-sempio di Maria.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 14

Medita la Parola

Aprirsi alla fede Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Giovanni non ci dice quale fu la reazione di Ni-

codèmo di fronte a Gesù, ma noi possiamo facil-

mente immaginarla: egli rimase certamente

molto stupito dalle parole di questo rabbì che,

praticamente, si faceva uguale a Dio. Egli, in-

fatti, aveva affermato che Dio stesso aveva po-

sto tutto il potere nelle sue mani, cioè egli sta-

va affermando di essere anche lui Dio. Il proble-

ma più grosso per i Giudei del tempo di Gesù

era proprio questo: per loro, il Signore era un

bestemmiatore che andava lapidato per le ere-

sie che diceva. Invece, il Vangelo non ci riporta

nessuna obiezione da parte di Nicodèmo, segno

che egli ascoltava le parole del Maestro con at-

tenzione ed interesse. Troveremo ancora Nico-

dèmo sotto la croce; le parole del Signore in lui

ebbero l'effetto di aprirlo alla fede nel Figlio di

Dio. Apriti anche tu alla fede in queste parole, e

conoscerai la salvezza.

At 5,27­33

Di questi fatti siamo testimoni noi

e lo Spirito Santo.

È difficile tacere se si è stati testimoni

di un evento importante. Pietro e Gio­

vanni, di fronte alle minacce e ai rim­

proveri del sinedrio, osservano che non

possono tacere quello che hanno vissuto

con Gesù e che, anzi, devono condivide­

re la parola ascoltata e testimoniare il

mistero pasquale di passione, morte e

risurrezione di Cristo. Sperimentano che

la paura, le minacce e gli ordini intimati

dagli uomini divengono molto relativi:

avvertono una forza e una certezza che

niente e nessuno può scalfire. Cosa c'è

nel nostro cuore quando dobbiamo testi­

moniare la nostra fede con le opere? Se

vi è ancora paure: o timore, forse do­

vremmo chiederci come rafforza la no­

stra adesione al Signore Gesù.

Dalla Prima Lettura

È difficile tacere

Preghiera

Vieni, Spirito d'amore, ad insegnar le cose

di Dio. Vieni, Spirito di pace, a suggerir le

cose che Gesù ha detto a noi. Noi ti invo­

chiamo, Spirito di Cristo, vieni tu dentro di

noi. Cambia i nostri occhi, fa' che noi ve­

diamo la bontà di Dio per noi. Insegnaci a

sperare, insegnaci ad amare, insegnaci a

lodare Iddio. Insegnaci a pregare, insegna­

ci la via, insegnaci tu l'unità.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 15

Venerdì 8

Aprile

II Settimana del Salterio

II Settimana di Pasqua

Rimanere in Gesù significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento di Gesù.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo segui­va una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Brano Evangelico: Gv 6,1­15

Contemplo: Sapeva ciò che

stava per compiere (Gv 6,6)

Gesù ci ha resi figli di Dio. Ha dato se stesso per noi, ci ha resi suoi fratelli e così siamo chiamati anche noi figli di Dio. La vita in Cristo possiede, come sua grande novità, una così inti­ma parteci-

pazione dell'uomo alla divinità, da creare una fusione senza con-fusione. Scrive san Tommaso d'A-quino: «L'effetto proprio dell'Eu-caristia - sacrificio di Cristo e ringraziamento al Padre - è la trasformazione dell'uomo in Dio».

Agisci:

Oggi, con la premura

di Maria, avrò partico-

lare attenzione e ri-

spetto per il creato, e

in modo particolare mi

impegno a non spreca-

re il cibo. Inoltre oggi

pregherò per chi sta

sprecando la propria

vita e i doni ricevuti

dal Signore.

Il Santo del giorno:

Sant’Agabo Si tratta di uno dei per­sonaggi citati dagli Atti degli Apostoli. Vissuto a Gerusalemme nel I secolo. Negli Atti com­pare la prima volta al capitolo 11, collocato in una più ampia categoria di "profeti" giudeo­cristiani, come erano note alcune figure cari­smatiche. Questo il rac­

conto: «Alzatosi in pie­di, egli annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'im­p e r o d i C l a u ­dio» (11,28). L'annun­cio di Agabo aveva una finalità di solidarietà: la più ricca comunità cri­stiana di Antiochia, in­fatti, si autotassò per sostenere i fratelli della

Giudea (11,29). Agabo riappare poi a Cesarea: «Presa la cintura di Pao­lo, si legò i piedi e le mani e disse: Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà lega­to così dai Giudei a Ge­rusalemme e verrà con­segnato quindi nelle mani dei pagani». (At 21,11­13).

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 16

Medita la Parola

Un “pane” molto importante

Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

A Gesù non interessa affatto il plauso della

folla, o che essi gli attribuiscano un titolo che

non è assolutamente il suo. Questo è il motivo

per cui egli fugge di fronte alla gente che vor-

rebbe farlo re, soltanto perché ha dato loro da

mangiare ed ha risolto un problema contingen-

te. In realtà, egli insisterà molto sul fatto che

quella moltiplicazione dei pani, come del resto

tutti gli altri miracoli, è un segno che rimanda

ad una verità molto più profonda. Allo stesso

modo in cui egli ha moltiplicato quel pane,

moltiplicherà un pane molto più importante e

necessario, che è il suo Corpo ed il suo San-

gue. Quando Dio ti concede delle grazie, non

fermarti al significato materiale di esse, ma

vai oltre: forse egli vuole farti capire che da te

si aspetta qualcosa di più proprio perché sei

stato oggetto della benevolenza dell'Altissimo.

At 5,34­42

Gli apostoli se ne andarono via dal

sinedrio, lieti di essere stati giudi­

cati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Quando si è in una situazione emotiva­

mente critica, può capitare di prendere

decisioni sbagliate. Il saggio Gamalièle

suggerisce un ottimo metodo per discer­

nere quando ci si trova di fronte a un'o­

pera di Dio. Per cogliere i segni di Dio

ci vuole tempo, pazienza e un cuore li­

bero da ogni attaccamento. Questo me­

todo, così semplice eppure così efficace,

è in grado di dirci davvero dove stiamo

an­dando e cosa stiamo costruendo per

il Signore. Il cristiano dovrebbe allearsi

con il tempo, perché attraverso esso può

scrutare la realtà e capire, in mezzo al

rumore e alla confusione, gli impulsi di

bene e di novità prodotti dallo Spirito di

Dio.

Dalla Prima Lettura

Cogliere i segni di Dio

Preghiera

Signore, Padre buono, che ci hai dona­

to la Chiesa come casa e famiglia nella

nostra vita, aiutaci ad amarla, con un

amore che veglia, che lotta, perdona,

coglie i palpiti di sua Madre, la medita

nella fede, l'accoglie nella docilità, la

diffon­de nell'apostolato e la santifica

nella vita.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 17

spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

La fatica di credere

Gli undici apostoli e i loro compagni stavano parlando di

queste cose. Gesù apparve in mezzo a loro e disse: «La pa­

ce sia con voi!». Sconvolti e pieni di paura, essi pensavano

di vedere un fantasma. Ma Gesù disse loro: «Perché avete

tanti dubbi dentro di voi? Guardate le mie mani e i miei

piedi! Sono proprio io! Toccatemi e verificate: un fantasma

non ha carne e ossa come me». Essi però, pieni di stupore e

di gioia, non riuscivano a crederci: era troppo grande la

loro gioia! Allora Gesù disse: «Avete qualcosa da mangia­

re?». Essi gli diedero un po’ di pesce arrostito. Gesù lo pre­

se e lo mangiò davanti a tutti. Poi disse loro: «Era questo il

senso dei discorsi che vi facevo quando ero ancora con voi!

Vi dissi chiaramente che doveva accadere tutto quello che

di me era stato scritto nella legge di Mosè, negli scritti dei

profeti e nei salmi!».

Rifletti

La fede, per essere vere ed autentica, ha bisogno di crescere, di passare nel crogiuolo del dubbio.

Anche i discepoli hanno dubitato, hanno avuto bisogno di crescere nella fede nel Risorto. Da Pa-

squa alla Pentecoste Gesù appare più volte e in vari modi per confermare e rassicurare gli apostoli

e i discepoli. Tanti dubbi, che come ombre accompagnano il nostro cammino di fede, hanno se-

gnato anche l’esperienza di coloro che avevano seguito il Signore dalla Galilea a Gerusalemme.

Nel brano che vi abbiamo proposto in questa tappa della via Lucis, Gesù cerca di dissipare i dubbi

dei suoi discepoli in tre momenti. Innanzitutto gli parla. E’ importante la parola quando evoca al-

cuni momenti significativi e indelebili della vita. Tramite la parole la persona comunica se stessa,

i suoi sentimenti, le sue confidenze. In un secondo momento Gesù si fa toccare, fa mettere le dita

degli amici nelle sue ferite, il prezzo della fedeltà e dell’amore. Infatti “non c’è amore più gran-

de di chi da la vita per i suoi amici”, di chi si sacrifica ed è disposto a pagare per coloro che ama.

Le ferite, ogni ferita, sono i segni dell’amore. Infine mangia con loro, diventa, seppur in modo

diverso, uno di loro. Un fantasma non può mangiare. Il Risorto è un uomo in carne e sangue: può

mangiare e può parlare. La stessa cosa accade anche a noi quando ascoltiamo la Parola di Dio,

contempliamo il Crocefisso e ci accostiamo all’Eucarestia.

Via Lucis

Gesù si mostra vivo ai discepoli

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ pagina 18

Sabato 9

Aprile

II Settimana del Salterio

II Settimana di Pasqua

L’aiuto di Dio consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza.

Papa Francesco

Brano Evangelico: Gv 6,16­21

Contemplo : Sono io, non ab-

biate paura! (cv 6,20)

Il «segno» di Gesù che moltiplica i pani e il «segno» di Gesù che cammina sulle acque non sono altro che una preparazione agli insegnamenti e alle opere del Maestro dei maestri e del Signore

dei signori. Gesù, uomo e Dio, creatore della natura e delle sue leggi, non vuole impaurirci con la sua potenza, ma incoraggiarci con il suo amore. Il mare della nostra vita è sempre agitato e solo Ge-sù, vivo in mezzo a noi, lo può calmare. Maria, Stella del mare e Madre della Chiesa, intercedi per noi.

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agi­tato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Agisci

Oggi ringrazio il Signo-

re per il dono dei dia-

coni e cerco di soste-

nere il loro servizio

con le preghiere e, se

necessario, con aiuti

pratici, come farebbe

Maria.

Il santo del giorno: San Massimo di Alessandria Un santo martire molto celebrato non solo in Egitto, ma in tutto l'Oriente cristia­no. Sperimenta, insie­me al vescovo Dioni­gi, l'asprezza della persecuzione di Vale­riano. Questo impera­tore romano nei primi anni del suo impero lascia in pace i cri­stiani, poi scatena contro di essi una

persecuzione resa più aspra dal prefetto dell'Egitto. Compaio­no molti cristiani, tra cui anche san Massi­mo, che accetta con fede il martirio; con lui muoiono anche diversi preti e diaconi e molti cristiani. Tutti offrono la vita per testimoniare la fede. Nel 264, morto il ve­scovo Dionigi, san Massimo è eletto ve­scovo di Alessandria

d'Egitto, resta in ser­vizio per diciotto anni fino al suo martirio. Non può partecipare al concilio di Antio­chia, ma riceve dai padri conciliari una lettera di conforto. Molte fonti antiche e molti storici parlano della vita e della san­tità di san Massimo.

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Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 19

At 6,1­7

Scelsero sette uomini pieni di Spiri­

to Santo.

Anche nella prima comunità cristiana c'era­

no contrasti. La Chiesa non è fatta di santi,

che vanno sempre d'accordo: sarebbe dav­

vero illusorio pensare che ciò possa avveni­

re. La comunità cristiana è fatta di uomini

concreti, con i loro caratteri e le loro sensi­

bilità diverse: eppure, è proprio questo il

punto. Lo Spirito Santo suscita, in mezzo a

diversità e opinioni diverse, l'ispirazione

comune che guida i credenti a fare l'espe­

rienza più bella e più importante: quella

della comunione dei cuori. La diversità,

quindi, non solo non è un limite, ma è addi­

rittura una risorsa, nel momento in cui essa

viene vissuta i come modalità per cercare

con più passione la volontà di Dio. La solu­

zione al problema, nella lettura, viene data

attraverso la nomina dei primi diaconi: Dio

suscita sempre soluzioni per il bene e attra­

verso le persone.

Dalla Prima Lettura La Chiesa non è fatta di santi

Preghiera

«Maria, donaci Gesù! Fa' che lo se­

guiamo e lo amiamo! Lui è la speranza

della Chiesa, dell'Europa e dell'umani­

tà. Lui vive con noi, in mezzo a noi, nel­

la sua Chiesa. Con te diciamo: "Vieni,

Signore Gesù" (Ap 22,20): la speranza

della gloria infusa da Lui nei nostri

cuori porti frutti di giustizia e di pa­

ce!» (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa).

Medita La Parola

Imbarcare il Signore Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

A volte le difficoltà o i problemi ci tolgono

la giusta visuale delle cose: ci sembra di es-

sere sbattuti dalle onde e di non riuscire a

vedere al di là dei nostri problemi. Chi vive

sul lago conosce bene cosa significhi naviga-

re in acque agitate. In queste situazioni, ab-

biamo persino difficoltà a conoscere la pre-

senza di Gesù, proprio come gli apostoli. Ma

solo se abbiamo il coraggio di farlo salire

nella nostra barca, miracolosamente, toc-

chiamo la riva del porto sospirato. Egli, an-

cora una volta, ci invita a non avere paura;

egli non ci promette che non avremo proble-

mi o che non dovremo affrontare difficoltà.

Ci invita invece alla fiducia in lui e nella sua

potenza. Allora, guardando alle nostre croci

da questo punto di vista, tutto diventa più

chiaro e più accettabile. Per questo, confi-

diamo sempre in lui e, qualsiasi cosa ci acca-

da, restiamo sempre abbracciato a lui: pre-

sto lo vedremo camminare verso di noi,

mentre ci porge la mano e ci guida nelle dif-

ficoltà. “Se imbarchiamo con noi il Signore

Gesù, sapremo gestire il nostro cuore

«agitato» (Gv 6,18) e affrontare serenamen-

te le esigenze di quella « assistenza quoti-

diana » (At 6,1) della compassione, da cui

nessuno deve essere escluso. L'amore, infat-

ti, non solo moltiplica il pane della benevo-

lenza e della condivisione, ma allarga «

grandemente» (At 6,7) la complicità nell'a-

more”.

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333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 750

Domenica 03 Aprile 2016

Chiuso il 29/03/2016

Numero copie 1400

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai:

Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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