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BIOETICA PROF.SSA GENSABELLA 15-11-2016 Oggi parliamo delle varie questioni di bioetica, tra le varie questioni di bioetica particolarmente interessanti per tutti una serie di motivi che ricadono proprio sul nostro aspetto sociale sono le questioni di inizio vita, ossia le questioni che riguardano la tutela che dobbiamo alla vita umana prima della nascita, prima della nascita la vita umana deve essere considerata come dopo la nascita o no? C’è dello stesso valore da tutelare? C’è lo stesso diritto alla vita da rispettare? O vi sono fasi della vita prenatale in cui è possibile dal punto di vista etico ed è considerato lecito dal punto di vista etico sperimentare su questa vita? O è addirittura sopprimere volutamente questa vita? Il problema non è nuovo, è un problema della bioetica oggi ma non è certamente nuovo. Questo problema veniva posto nell’antichità, veniva posto nel medioevo in particolare da padri della chiesa, come Tommaso D’Aquino che si poneva il problema se si trattasse nel caso di aborto di omicidio o di peccato grave e la risposta di Tommaso D’aquino è che in effetti solo dopo un certo periodo si tratta di omicidio, prima di peccato grave. Perché questa tesi di Tommaso D’Aquino? Non era l’unica tesi, Pertuliano per esempio era contrario a questa tesi. Si opponevano nel Medioevo due tesi fondamentali: 1. la tesi che l’animazione, quindi l’anima venisse infusa nel prodotto del concepimento, quindi nella vita umana prima della nascita subito, l’animazione immediata 2. l ‘altra tesi, ovvero quella di Pertuliano che diceva, non è possibile che non sia uomo colui che lo sarà, quindi collegava l’essere uomo, la dignità dell’essere uomo alla potenzialità, al fatto che lo sarebbe diventato. Oppure la tesi dell’animazione ritardata, che diceva, così come Tommaso sosteneva, che secondo la dottrina Aristotelica (allora filosofia e scienze erano assolutamente unite, non c’era bisogno di nessun ponte, la scienza non era una scienza sperimentale, era una scienza basata sulla riflessione sulla natura ma non sulla sperimentazione, non ci sarebbe stato bisogno del ponte della bioetica no? Perché scienza e filosofia erano la stessa cosa). Sulla base della teoria aristotelica, per cui forma e materia dovevano correlarsi, la materia non era pronta per ricevere la forma, la forma dell’anima razionale fino al quinto mese, quindi pensate fino al quinto mese, in Tommaso c’era più o meno quel limite che ora si pone anche l’aborto terapeutico. Quindi questo problema è un problema antico, che però oggi si pone in modo assolutamente nuovo, ora vedremo perché, ma in ogni caso vorrei 1

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BIOETICAPROF.SSA GENSABELLA 15-11-2016

Oggi parliamo delle varie questioni di bioetica, tra le varie questioni di bioetica particolarmente interessanti per tutti una serie di motivi che ricadono proprio sul nostro aspetto sociale sono le questioni di inizio vita, ossia le questioni che riguardano la tutela che dobbiamo alla vita umana prima della nascita, prima della nascita la vita umana deve essere considerata come dopo la nascita o no? C’è dello stesso valore da tutelare? C’è lo stesso diritto alla vita da rispettare? O vi sono fasi della vita prenatale in cui è possibile dal punto di vista etico ed è considerato lecito dal punto di vista etico sperimentare su questa vita? O è addirittura sopprimere volutamente questa vita? Il problema non è nuovo, è un problema della bioetica oggi ma non è certamente nuovo. Questo problema veniva posto nell’antichità, veniva posto nel medioevo in particolare da padri della chiesa, come Tommaso D’Aquino che si poneva il problema se si trattasse nel caso di aborto di omicidio o di peccato grave e la risposta di Tommaso D’aquino è che in effetti solo dopo un certo periodo si tratta di omicidio, prima di peccato grave. Perché questa tesi di Tommaso D’Aquino? Non era l’unica tesi, Pertuliano per esempio era contrario a questa tesi.

Si opponevano nel Medioevo due tesi fondamentali: 1. la tesi che l’animazione, quindi l’anima venisse infusa nel prodotto del concepimento, quindi nella

vita umana prima della nascita subito, l’animazione immediata2. l ‘altra tesi, ovvero quella di Pertuliano che diceva, non è possibile che non sia uomo colui che lo

sarà, quindi collegava l’essere uomo, la dignità dell’essere uomo alla potenzialità, al fatto che lo sarebbe diventato.

Oppure la tesi dell’animazione ritardata, che diceva, così come Tommaso sosteneva, che secondo la dottrina Aristotelica (allora filosofia e scienze erano assolutamente unite, non c’era bisogno di nessun ponte, la scienza non era una scienza sperimentale, era una scienza basata sulla riflessione sulla natura ma non sulla sperimentazione, non ci sarebbe stato bisogno del ponte della bioetica no? Perché scienza e filosofia erano la stessa cosa). Sulla base della teoria aristotelica, per cui forma e materia dovevano correlarsi, la materia non era pronta per ricevere la forma, la forma dell’anima razionale fino al quinto mese, quindi pensate fino al quinto mese, in Tommaso c’era più o meno quel limite che ora si pone anche l’aborto terapeutico. Quindi questo problema è un problema antico, che però oggi si pone in modo assolutamente nuovo, ora vedremo perché, ma in ogni caso vorrei richiamare vostra attenzione su un fatto, che non è poi così evidente per voi e per tutti coloro che si collocano dal punto di vista dell’osservazione scientifica sulla vita umana, questo deriva anche dalle mie esperienze sulla bioetica, spesso alcuni ginecologi mi hanno detto ma lei l’ha mai visto un embrione? Quindi il fatto del vedere l’embrione potrebbe dare la interpretazione, la tesi più coerente dal punto di vista etico sull’embrione, perché per il vostro sapere è importante vedere, per ogni sapere è importante vedere, ma per il sapere filosofico ed etico in particolare è importante non solo il vedere ma anche l’interpretare ciò che si vede, e come si interpreta ciò che si vede? Vedete qua c’è una interpretazione che passa da concetti che sono concetti e categorie filosofiche, ad esempio noi possiamo dire che l’embrione è solo un grumo di cellule così come diceva il ginecologo che mi invitava a vedere l’embrione oppure possiamo pensare e interpretare che quel grumo di cellule avendo un patrimonio genetico umano che io posso constatare anche se non posso vedere, posso analizzare, quindi posso sapere che c’è quel patrimonio genetico, non è proprio un grumo di cellule come gli altri grumi di cellule, ma diventerà o avrà la potenzialità di diventare un individuo oppure potrei dire non un individuo ma una persona oppure non un individuo e una persona, ma semplicemente un essere umano, tutti e tre queste categorie (individuo, persona, essere umano) sono piene di un senso filosofico e richiedono una riflessione filosofica per vedere se è possibile applicarla o meno all’embrione, distinguendo nettamente, ma mi pare che era emerso nella discussione che avevamo fatto, anche se a partire delle domande un po’ random tra possibilità e potenzialità.

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Altra cosa è la possibilità, cioè l’incontro possibile tra due cause tra di loro esterne, l’ovulo e lo spermatozoo, che sono tra di loro esterne, possono incontrarsi o possono non incontrarsi.

Altra cosa è la potenzialità di questa prima cellula, lo zigote che racchiude in se, ha in se questa capacità di sviluppo, non ha bisogno di incontrarsi ancora con un’altra causa. Naturalmente se il problema è antico, oggi si colloca in un contesto scientifico diverso, qual è questo contesto scientifico? e quali sono queste nuove sfide che ci portano a ripensare la domanda antica: come considerare la vita prima della nascita, alla luce delle possibilità attuali, per prima di tutto la contraccezione; se vi ricordate nella prima lezione era quella una delle cause più o meno remote, perché risale agli anni ’50, dell’inizio di una riflessione bioetica, cioè questa separazione il più possibile netta e parliamo di una possibilità del 99%, quindi di un’altissima possibilità, e chimica tra la sessualità e il concepimento, quindi la negazione della possibilità di una trasmissione della vita, che ricade però sempre nella possibilità e non nella potenzialità, vedete anche per l’etica più rigida sul problema di inizio vite, che è l’etica che è strettamente collegata al magistero della chiesa cattolica, beh si tratta sicuramente di qualcosa che è illecito, per la chiesa cattolica è illecita ogni separazione tra sessualità e procreazione, si tratta di qualcosa che è illecito ma non nella stessa gravità della soppressione dell’embrione, anche all’interno di un contesto che è tutto di liceità, noi non abbiamo lo stesso grado di liceità, là c’è la negazione della possibilità, se noi sopprimiamo l’embrione c’è la negazione della potenzialità. Ma ancora le altre sfide, quelle più attuali, perché a essere sinceri la contraccezione non è considerata illecita la maggior parte di noi, anche da parte dei cattolici, rimangono dei dubbi però quando si passa da un contesto che chiaramente contraccettivo, a un contesto in cui c’è la possibilità che la fecondazione sia già avvenuta, la pillola del giorno dopo quando si prende? Si prende quando c’è un rapporto sessuale non protetto e non si sa se sia avvenuta o meno una fecondazione, diciamo nel dubbio per evitare qualche cosa. Ma ancora la pillola dei 5 giorni dopo, quindi che cosa si dovrebbe impedire qua? Si dovrebbe impedire se c’è l’impianto, andando avanti, l’aborto farmacologico che è ancora una pillola, che dal punto di vista etico, si configura assolutamente come l’aborto, però ha una metodica diversa, una metodica che potrebbe consentire anche un uso non ospedaliero, e quindi uso non secondo la normativa, un ultimo è la maternità surrogata, però io vi ho messo la maternità con le tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché per maternità surrogata che cosa intendiamo? Intendiamo una pratica, non una tecnica vera e propria, è una pratica sociale la maternità surrogata, ed è una pratica antica, pensate che noi ne abbiamo traccia in diverse culture e anche nella bibbia, quando queste donne che erano spose di profeti, praticamente parliamo della sposa di Abramo ad esempio, erano sterili e a chi ricorrevano? Ricorrevano a una schiava che partorisse sulle ginocchia del marito un figlio che diventava loro, la pratica era antica e non c’era semplicemente in questa cultura ebraica, c’era anche il altre, però passava attraverso la sessualità, le tecniche di procreazione medicalmente assistita consentono ora un passaggio che non è un passaggio attraverso la sessualità ma è un passaggio attraverso un inseminazione artificiale o attraverso la fecondazione in vitro, con tutto ciò che ne deriva, cioè possibile per la donna che abbia delle malformazioni all’utero ma che abbia gli ovuli, avere un figlio suo attraverso un'altra, ma sono possibili anche tanti altri passaggi diversi, fino ad arrivare fino a 5 genitori, due genitori intenzionali o sociali che sono i genitori committenti, una madre portatrice o surrogata, una madre donatrice e un donatore, quindi vedete la maternità surrogata che è una pratica sociale servendosi della tecnica muta completamente il suo volto e crea problemi che sono i problemi di prima, non era stato poi facilissimo per la madre surrogata a dover vivere in un contesto in cui la padrona non era assolutamente diciamo in amicizia con lei, i problemi della conflittualità tra le due madri ci sono sempre stati nei contesti sociali, così come ci sono stati dei rapporti di buona amicizia, ma a parte quei problemi noi abbiamo ora dei problemi nuovi, che riguardano il rapporto tra l’identità genetica e la genitorialità.

Cominciamo dal primo problema, che è questa domanda che si trova in un testo, il testo di Norman Ford “When did I begin?”, ossia quando comincia la vita umana, perché questa domanda assume un tono diverso? Perché non è più la domanda che si poneva Tommaso sul fatto se la donna che aveva in grembo una vita e non la voleva, commettesse un illecito. È la domanda invece su che cosa possiamo fare di un embrione che è fuori dal grembo e che in qualche modo è un soggetto diverso, sempre lo stesso dal punto di vista della sua struttura biologica è lo stesso, ma dal punto di vista dei nostri doveri verso l’embrione, del nostro

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atteggiamento e delle possibilità che abbiamo di lavorare su di lui, rapportarci a lui è diverso perché è fuori dal grembo e non è più solo a disposizione della donna che può decidere o meno, perché lo decideva anche prima la donna, in tanti modi anche a costo della sua vita, lo decideva anche prima, non è più solo a disposizione della donna ma è a disposizione delle tecniche, perché è in vitro ossia come dice un ginecologo jat star, è nelle nostre mani, quest’embrione come lo considereremo? Vedete le varie possibilità che abbiamo anche in qualche modo discusso quando abbiamo detto vi ricordate il discorso del sillogismo e del paralogismo, è un essere umano? Ma come lo consideriamo? Come essere umano come noi o come un appartenente alla specie umana? Il discorso cambia perché se lo consideriamo come un essere umano come noi, gli dobbiamo lo stesso rispetto che dobbiamo a noi, se lo consideriamo come un appartenete alla specie umana, dobbiamo giustificare se la nostra specie ha più diritto delle altre specie alla vita oppure se questo diritto alla vita è correlato ad alcune caratteristiche che in alcuni esseri umani ci sono e in altri no. Ancora lo consideriamo un individuo? Anche qua bisogna intendersi, perché che cosa è un individuo? L’individuo è qualcuno che è indivisibile, diviso da tutti gli altri ma è esso stesso indivisibile?beh allora in questo caso, l’embrione fino a quando può dividersi in più embrioni, è il caso della scissione embrionaria, il caso dei gemelli monozigoti, beh fino ad allora non è un individuo e quindi c’è una fase pre-embrionale , in cui la tutela si indebolisce e si può fare sperimentazione, ma c’è un'altra interpretazione, che vede l’individuo come ciò che è, cioè che ha in se una sostanza, e che ha accentua l’essenza dell’embrione, e questa essenza qual è?è l’essenza umana, il patrimonio genetico umano, detto in termini scientifici, che ci sarà in uno o in due o in tre, se si scinderà, però non ne verranno mai embrioni di specie diverse, ma ne andranno tutti embrioni della specie umana, ancora è persona? Dobbiamo intendere che cos’è la persona? Chi è la persona? Perché se noi per persona, intendiamo un essere in relazione l’embrione non è in relazione, o meglio inizia ad essere in relazione quando si annida, ma se è in vitro, ancora non è annidato e non è in relazione con nessuno, e allora questa è la tesi che dice che prima dell’impianto non può esserci né relazione né persona. Ecco che abbiamo le diverse tesi sull’identità e lo statuto dell’embrione, che è stata una grande questione e continua ad essere una questione della bioetica, chi è l’embrione? Quale statuto ontologico riconosciamo all’embrione?

1. Allora la prima tesi è nel momento in cui si avvia il processo della fecondazione là c’è vita umana, là c’è un essere umano, da quel momento in poi quella vita umana è degna di tutela, bisogna rispettarla, il che vuol dire che c’è un processo continuo che solo per un nostro artificio, per una nostra comodità. Questa è la tesi della bioetica personalista e questa è la tesi che noi troviamo in tantissimi testi di bioetica personalista

2. La tesi della singlamia, che dice che fino a quando, è vero che c’è la fecondazione, ma non c’è l’unione dei due patrimoni genetici, del padre e della madre fino ad arrivare a un unico patrimonio genetico , che sarà quello nuovo dell’embrione, beh fin allora non c’è un identità genetica, e se non c’è un identità genetica noi non possiamo parlare di una nuova vita che abbia in se una sua identità, in sostanza lo ootide, non viene considerato ancora zigote, ma viene considerato ovulo fecondato, ci sarebbe allora una zona finestra, per quanto limitata, che riguarda il periodo dalla fecondazione alla singlamia.

3. ancora la tesi dell’impianto, cioè quello che vi ho detto prima, l’inizio della relazione, la prima relazione, la relazione con la madre, segna che quella c’è, noi non possiamo parlare di persona???, non possiamo parlare di una vita in relazione, ossia di una vita veramente umana.

4. La tesi del quattordicesimo giorno, che è poi la tesi più accreditata nei paesi come la Gran Bretagna, in cui si fa sperimentazione sugli embrioni, il limite è proprio il 14° giorno, perche da li in poi inizia quell’essere individuo per cui lo interpretano come essere indivisibile ecco che vi ho riportato alcuni documenti che sono dei documenti sempre trovati, perché si trovano sempre in letteratura. Un documento del 1985 di questa commissione Warlock che è una commissione voluta dal governo della Gran Bretagna, per stabilire i principi etici nella sperimentazione sulle cellule embrionali. Si dice che prima del 14° giorno, quindi fino a quando c’è la possibilità della scissione embrionaria, si debba parlare di pre-embrione, da questo documento nascono anche altri documenti tra cui un manifesto voluto da scienziati, che porta anche la firma di Rita Levi Montalcini, che parla

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della necessità di usare questo termine pre embrione fino ai 14 giorni. In questo momento in cui ci sono molte pressioni per la sperimentazione sugli embrioni, per interventi di ingegneria genetica molto avanzati, beh in questo momento si cerca di forare questo limite, di andare oltre il 14esimo giorno, c’è una forte pressione per scavalcare questo limite.

L’altro documento che vi riporto è quella congregazione per la dottrina della fede o dolgo vitae. allora una cosa su cui vi pregherei di fare attenzione è distinguere da quello che sono i documenti del magistero della chiesa cattolica, che non sono dogmi, sono indicazioni del magistero dal punto di vista morale, da cui questo sull’inizio vitae e quello che è invece la riflessione che alcuni pensatori cattolici compiono in ambito bioetico sulle tematiche di inizio vita, sono due cose diverse. I primi vengono da un indicazione di magistero, la chiesa cattolica come voi sapete è gerarchica, e sono strettamente collegati a dei principi, ma anche ad una riflessione di fede, non sono dogmi ma sono degli orientamenti chiari, i secondi sono degli atti basati su delle riflessioni razionali e sono argomentati, sono due cose diverse, ecco perché nel vostro libro di testo voi trovate bioetica laica e bioetica cattolica, ma trovate anche un capitolo e un modello sulla bioetica personalista che è influenzata dall’essere di dotti pensatori che la praticano, cattolici ma non coincide, all’interno della bioetica personalista ci sono ad esempio degli orientamenti diversi, quell’orientamento che io vi ho detto dello otide che è presente anche in bioeticisti che lavorano all’interno della bioetica personalista, in questo testo noi troviamo questa frase che ha fatto molto discutere perché è un interrogativo retorico, come può l’individuo umano non essere considerato come persona? Alcuni bioeticisti dicono che neanche la chiesa dice che l’embrione è persona, dice come può l’individuo non essere considerato come persona? Ma non dice che è persona. È un interrogativo retorico però, dal punto di vista della dottrina morale della chiesa non ci sono esitazioni sul fatto che la vita umana è indisponibile dal primo momento ossia dal momento della fecondazione. Il terzo documento è un documento del comitato nazionale per la bioetica, il comitato nazionale per la bioetica è un organo del consiglio dei ministri che è stato voluto dal governo italiano nel 1991 , la bioetica muoveva in Italia i primi passi, nasce in America negli anni’70 , muove i primi passi in Italia negli anni ’90, la prima cattedra di bioetica è nell’ 85 in un università cattolica, la prima cattedra di bioetica statale è in un università cioè quella di Messina nel ’91. Sempre nel 91 viene costituito questo comitato nazionale per la bioetica in analogia ad altri stati e ad altri comitati. Che cosa vuol dire comitato nazionale per la bioetica? Vuol dire un insieme di studiosi che a partire da prospettive diverse, da discipline diverse, ci sono medici,ad esempio il primo presidente era un ginecologo molto importante,bon piani, ci sono giuristi, un altro presidente è un filosofo del diritto d’agostino, ci sono diologi, filosofi, questa complessità delle discipline è accompagnata anche da una pluralità dei punti di vista, ci sono persone di ispirazione cattolica, ci sono persone di ispirazione laica e all’interno dei cattolici e dei laici ci sono differenze, ci sono anche rappresentanti di altre religioni, l’attuale vicepresidente ad esempio è stato rabino capo, a Roma, riccardo pisani. Il comitato nazionale per la bioetica si è espresso nel ‘96 in questo documento ‘’identità e statuto dell’ embrione umano’’ con la frase molto forse e molto incisiva, l’embrione umano è uno di noi, naturalmente questa frase è in un contesto che è il testo di riferimento della maggioranza del comitato, proprio la composizione pluralista del comitato, fa sì che su problemi cauti come questo, era cauto anche nel ’96, non è cauto solo ora, il comitato non trovasse una univocità di consensi, alcuni non erano d’accordo su questa frase, ad esempio un prof. di bioetica, componente del comitato, che insegna nella nostra università, Demetrio Neri, ha insegnato anche a medicina, sicuramente non è d’accordo, e quindi sicuramente ha firmato il documento di minoranza che dice non siamo d’accordo, l’embrione umano non è uno di noi, ma la maggioranza, che allora trovò consenso su questo, che cosa vuole ribadire? Vuole ribadire che è non solo un essere umano ma un essere umano di pari vita a quella che è la considerazione di tutti gli esseri umani persone come noi. Allora, dopo questa diciamo carrellata molto veloce sulla identità e lo statuto dell’embrione, che è indispensabile però per cercare di capire poi quello che segue, vediamo quali sono queste tecniche che ci consentono di lavorare sull’embrione, di avere l’embrione nelle nostre mani.

Queste tecniche sono delle tecniche che vengono chiamate ‘’tecniche di procreazione medicalmente assistita’’ la sigla è PMA o TMA. Il fatto di chiamarle tecniche di procreazione medicalmente assistita è molto in uso però a volte si può trovare tecniche di riproduzione, non è proprio la stessa cosa, usando il

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termine procreazione noi vogliamo lasciare, possiamo chiamare la dignità nella trasmissione della vita umana, qualcosa che distingue dal momento tecnico della produzione o della riproduzione, vogliamo distanziarle, riproduzione è un po’ più vicino a tutto ciò che è il processo tecnico in cui si produce e si riproduce, comunque sia negli ultimi 40 anni, queste tecniche si sviluppano e si sviluppano soprattutto con uno scopo, che è quello della cura della sterilità, però la parola cura è da mettere tra virgolette, perché molto spesso queste tecniche non curano, nel senso che non guariscono la sterilità, non è che una persona è sterile e dopo aver fatto ricorso a inseminazione artificiale o a fecondazione in vitro, diventa fertile, però aiutano nel senso che si raggiunge quello che era il desiderio che causava la sofferenza, e quindi in qualche modo sono delle tecniche che incidono molto sulla salute, intesa la salute come benessere fisico, psichico e sociale, perché la sterilità è oggettivamente una sofferenza per chi vuole un figlio ed è una sofferenza molto forte, molte persone hanno un forte problema con la loro sterilità, molte donne e molti uomini.

Allora queste tecniche se aiutano e se curano in questo senso lato, sono sicuramente da prendere sul serio, però queste tecniche non fanno solo questo, non solo rivolte solo a questo, l’uso di queste tecniche è un uso più vasto, e il loro impatto nella società è molto più importante, intanto sottolineiamo una cosa, che la sterilità è molto più diffusa oggi nei paesi occidentali rispetto a prima, i motivi sono evidenti, è il rinvio della fase in cui si vuole trasmettere la vita, si inizia a cercare di trasmettere la vita, questo rinvio è dovuto a motivi sociali sicuramente, il motivo più forte è quello dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, ma non solo ci sono dei motivi economici sicuramente, la difficoltà di trovarlo poi questo lavoro, la difficoltà di avere una stabilità affettiva ma anche economica, una casa in cui crescerli questi figli, allora la sterilità aumenta perché aumenta e si innalza il tempo in cui si cerca di trasmettere la vita e dopo i 35 anni è più difficile avere delle gravidanze, ma non c’è solo questo come impatto sociale di questa situazione, c’è anche la possibilità che queste tecniche offrono di avere una diagnosi pre-impianto in casi di rischi di patologie genetiche, prima di queste tecniche si c’erano delle possibilità, cioè la possibilità di fari diagnosi in gravidanza ma la gravidanza era già iniziata, la diagnosi sui villi coriali, l’amniocentesi, ma la gravidanza era già iniziata, qua c’è la possibilità di fare diagnosi sull’embrione prima ancora che la gravidanza inizi, perché è prima dell’impianto, questo naturalmente vuol dire molto, vuol dire molto per la donna e per la coppia; ancora queste tecniche consentono a coppie che abbiano il rischio di trasmettersi l’un l’altro o di trasmettere al figlio delle patologie e che erano in qualche modo destinate a o rischiare o restare senza figli, aver la possibilità attraverso questa nuova tecnica, che separa sessualità e procreazione, un figlio senza questo rischio, ma ancora e qua l’impatto sociale si alza, consentono a donne che siano sole o per scelta o per destino, o a coppie omosessuali di avere un bambino, questo è un impatto sociale che modifica profondamente anche il nostro modo di intendere genitorialità e famiglia, ancora per consentire la genitorialità anche in età avanzata, età in cui non si è più naturalmente fertili, io non ho messo l’ultima possibilità, è una possibilità un po’ residuale, però queste tecniche possono consentire anche una genitorialità post mortem, perché pensate se degli ovuli di una donna sono congelati, e la donna nel frattempo ha un incidente e muore, ma vale anche per il seme del marito, e poi tutto questo viene a confluire in una fecondazione in vitro di chi è quel figlio? C’è stato un caso a Messina, una donna che ha richiesto di essere inseminata con il seme del marito anche se era morto , ma non gli è stato consentito, per la legge italiana non si può fare, la legge italiana prevede che sia coppia eterosessuale convivente vivente, non a caso mette anche vivente.

Problemi bioeticiAllora i problemi bioetici sono anche problemi prima ancora che bioetici, antropologici, perché quando noi parliamo dell’assetto della genitorialità, che cosa intendiamo essere genitori oggi? Essere genitori oggi? Essere madre e padre oggi? Noi andiamo proprio a nuclei base della antropologia ossia dello studio dell’essere umano, abbiamo anche una trasformazione di quello che significa famiglia, noi per famiglia che cosa intendiamo? Noi qui ora nell’occidente intendiamo un uomo, una donna, un bambino, questo intendiamo, una coppia eterosessuale che dà alla luce un figlio, ma queste tecniche rendono possibile un altro assetto di famiglia, e un altro assetto di genitorialità, una genitorialità che può essere multipla, perché noi possiamo dire che abbiamo un padre e una madre, o meglio un uomo e una donna che vogliono diventare padre e madre, dei genitori intenzionali e si assumono la responsabilità di diventare un giorno se ci riescono

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diventando genitori sociali, ma avremo anche dei genitori biologici, i donatori, donatore di seme e donatrice di ovulo, e certo la madre portatrice o madre surrogata complica ancora di più il quadro, allora chi sarà la famiglia? Ma ancora, è possibile pensare a una famigli costituita da una donna single e il suo bambino? È possibile considerare famiglia una coppia omosessuale e il loro bambino? Che sarà loro, anche se non completamente loro, perché sicuramente si saranno dovuti avvalere i una donatrice-madre portante se sono due uomini, e di un donatore se sono due donne. Allora, attuando la fecondazione al di fuori del corpo, queste tecniche mettono ancora nelle nostre mani l’embrione, vedete abbiamo da una parte quella tematica di liceità sull’uso dell’embrione e sulla cautela che dobbiamo all’embrione, dall’altra un’altra tematica che è antropologica ma anche etica che riguarda l’assetto che deriva da quelle tecniche che può derivare da quelle tecniche, e in tutto questo i medici che cosa sono? Pensateci un attimo, i medici che praticano queste tecniche diventano non semplicemente medici, ma anche mediatori sociali, perché fanno transitare dai loro centri delle mediazioni sociali, degli incontri o a volte degli scontri tra genitorialità diverse, non a caso poi questi centri sono sottoposti anche a delle regole diverse, che non sono solo delle regole mediche di controllo, il controllo della sanità tra donatori ecc , ma anche la possibilità che in alcuni paesi è necessità di conservare i dati dei donatori perché i donatori vengano rintracciati.

Allora le prime tecniche di procreazione medicalmente assistita sono le inseminazioni, dove voi sapete che le inseminazioni sono la tecnica più facile, e partono addirittura dalla fine del ‘700, nel ’53 c’è la prima nascita ottenuta con l’uso di sperma congelato, quella possibilità di congelamento che ora è anche per gli ovuli, naturalmente anche l’inseminazione che pure viene praticata all’interno del corpo della donna, quindi non abbiamo più il nesso tra la sessualità e la procreazione, ma restiamo all’interno del corpo però anche l’inseminazione ha dei problemi, perchè? Ci può essere un donatore esterno alla coppia, può essere solamente un aiuto per la coppia ma ci può essere un donatore esterno alla coppia, ci può essere un inseminazione omologa ma anche eterologa, e questa può essere all’interno di coppie eterosessuali ma anche all’interno di coppie omosessuali chiaramente, può essere anche praticata e richiesta da una donna single, quindi quell’impatto sociale forte di cui abbiamo parlato alla fine sulla costituzione della famiglia c ‘è a partire da questo.

Le PMA extracorporee sono più recenti e ci portano a problemi di altro rilievo perché non tanto per l’ingresso del donatore o della donatrice che già c’era ma per questo fatto dell’essere fuori dal corpo, che porta a delle conseguenze soprattutto per quello che riguarda la tutela dell’embrione, la prima nascita è la prima nascita di una bambina del 1978, questa bambina ora è madre di altri figli,, naturalmente ci sono ora dei miglioramenti ??45 in queste tecniche, uno di questi è lo sviluppo del lizzi?? Ma anche dei ragionamenti su quello che è il processo sia di congelamento e di conservazione degli ovociti sia del prelievo degli spermatozoi e il loro utilizzo anche in forme immature.

Problemi bioetici delle fecondazioni extracorporeesicuramente tutela dell’integrità di tutti i soggetti coinvolti compreso poi il concepito che è assolutamente esposto nella provetta, consenso dei genitori, il consenso dei genitori è importante perché come in tutte le tecniche ci sono dei rischi per la salute soprattutto nella donna chiaramente, è sul corpo della donna che tutto questo viene fatto, come iperstimolazione ovarica con prelievo degli ovuli e così via, tutela dell’embrione, divieto della commercializzazione di parti del corpo umano come i gameti, pensate che in tutto questo c’è sempre la scappatoia del ricorso , è difficile pensare che una donna si sottoponga all’iperstimolazione ovarica, prelievo degli ovuli in laparoscopia ecc per altri a meno che non ci sia una relazione amicale forte, una motivazione affettiva forte, se non c ‘è un compenso, e dietro il rimborso si nasconde molto spesso il compenso, però dal punto di vista diciamo della norma etica ma anche giuridica negli stati europei non è possibile che la convenzione di oviego sulla tutela dei soggetti umani, non è possibile una commercializzazione del corpo e nemmeno delle sue parti neanche dei gameti. la possibilità di utilizzare per varie scopi gli embrioni in eccesso, su questo c’è una fortissima battaglia in questo momento anche in Italia, proprio perché sono aumentate le possibilità di sperimentazione sugli embrioni, proprio perché c’è una forte attenzione per quelli che sono gli interventi di ingegneria genetica si vorrebbe che almeno gli embrioni che non sono utilizzati e sui quali non c’è più il divieto di utilizzarli da parte dei genitori,si potesse su questi

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sperimentare. La possibilità di usare gameti esterni alla coppia relativamente eterologa, vediamo la legge italiana, allora tenete in mente la data in cui c’è la prima bambina concepita in provetta 1978 in Gran Bretagna, la legge in Italia arriva nel 2004, non è che prima in Itali non si facesse fecondazione in vitro, non si facessero tecniche di procreazione medicalmente assistita, si facevano eccome e c’erano anche moltissimi dibattiti su questo, su come si facevano, perché si facevano, quali limiti si dovessero porre, e c’erano montagne e montagne di disegni legge e di emendamenti sui disegni legge, però non si era arrivati a un consenso tale da poter varare una normativa, i documenti per il comitato nazionale della bioetica su queste tematiche risalgono alla metà degli anni ’90, ma si deve arrivare al 2004 per avere la legge, questa legge viene molto molto criticata e allo stato attuale questa legge resta molto poco, questa legge è stata definita cattolica, cioè si è detto che viene da una maggioranza cattolica dove i cattolici si sono imposti, in effetti non può essere definita tale perché per il magistero della dottrina della chiesa la fecondazione in tutte le sue forme, omologa o eterologa comunque sia, non è ammessa perché non è ammessa la separazione tra sessualità e procreazione, quindi secondo la chiesa cattolica doveva esserci un solo rigo, la fecondazione in vitro è proibita. Tuttavia è anche vero che questa legge è stata difesa dal mondo cattolico, proprio per quella differenza che c’è, e che io vi ho sottolineato tra quelli che sono i documenti del magistero della chiesa che è quello che poi si muove nella realtà, nella società e nel pensiero nel mondo cattolico. E perché è stata difesa? Perché veniva considerata come il male minore, forse neanche solo per questo perché c’era poi alla fine un consenso da parte di molti cattolici sul fatto della fecondazione in vitro omologa, cioè all’interno della coppia, col patrimonio genetico della coppia. Perché questa legge era tanto difesa? Per due punti fondamentali, in questa legge c’è una forte tutela dell’embrione, questa tesi viene anche chiamata embriocentrica cioè l’embrione al centro, e c’era un chiaro NO alla fecondazione in vitro eterologa, siamo nel 2016 e dal 2004 al 2016 noi non possiamo dire che questi due punti fermi siano rimasti tanto fermi.(è quello che vorrei farvi notare è che dal testo che voi avete e che non viene chiaramente sostituito dalle slide, le slide possono essere una guida ma non sostituiscono il testo, allora nel vostro testo che è del 2009 alcuni degli aggiornamenti su questa legge non ci sono, io vi prego allora di prendere nota a lezione, perché è assurdo che voi non ne abbiate conoscenza)

Allora vediamo però intanto quali sono i principi ispiratori della legge, che sono chiari all’art. 1 al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità, dall’infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita alle condizioni e secondo le modalità prevista dalla presente legge che assicura i diritti in tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito, questo articolo 1 dimostra che per la legge l’embrione fa parte dei soggetti da tutelare, al pari degli altri ma dimostra anche un'altra cosa, che questa legge è rivolta a dare l’accesso alle persone che hanno problemi di sterilità e di infertilità, è consentito l’accesso a queste coppie non ad altre. Requisiti soggettivi, il ricorso alle tecniche è consentito solo quando sia accettata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità, quindi vedete gli altri usi della tecnica di procreazione medicalmente assistita, quindi la diagnosi genetica pre impianto, la possibilità di utilizzarli per problemi che non erano di sterilità o infertilità ma per condizioni di vita, l’orientamento sessuale e i casi di donne single ecc, tutto questo non è consentito, possono accedere alle tecniche coppie di maggiorenni, di sesso diverso, coniugati o conviventi, vedete qua c’è un passaggio che ci dice che non c’è proprio il magistero della chiesa cattolica con la mano di sopra, in età potenzialmente fertile quindi non c’è neanche quell’uso ultimo che vi avevo messo, la possibilità di accedere per donne avanti nell’età ed entrambi viventi. C’è una cosa che ho sempre notato, questo fatto del convivente, non c’è assolutamente nulla che stabilisca un accertamento di questo fatto che siano conviventi, coniugato o convivente, uno può dire io sono convivente, si può girare benissimo in sostanza ma come spesso accade nella norma, la norma non può prevedere sempre tutto. Allora, principi per l’accesso alle tecniche, i seguenti principi, da una parte la gradualità, non si può andare subito a fecondazione in vitro, a procreazione medicalmente assistita in genere, prima bisogna cercare di vedere perché, e cercare di curare questa sterilità e poi il consenso informato, qua ci dovrebbe essere un grande capitolo, perché queste tecniche non è che garantiscano queste altissime % di successo, fino a quando ho letto io le % erano del 20%, ora si sono un po’ innalzate, ma le % vengono abbassate perché c’è la fase

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più delicata, cioè quella dell’impianto, nel momento dell’impianto spesso la tecnica fallisce; è vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, questo era valido nel 2004, in cui si la fecondazione in vitro si poteva fare solo all’interno della coppia, questo divieto è stato ora scardinato da una sentenza della corte costituzionale nel 2014.

Tutela del nascituro, allora vuol dire, abbiamo parlato e vedremo ora che ci sono gli articoli che tutelano l’embrione ma qua si tutela non l’embrione, ma il figlio che verrà, e questo è un capitolo molto importante su cui la legge dice qualcosa ma forse troppo poco, i nati da PMA hanno uno stato di figli legittimi o di figli riconosciuti dalla coppia perché in effetti siccome la fecondazione avviene al di fuori del corpo e siccome in qualche modo avviene separando sessualità e procreazione bisogna mantenere fermo che sono figli come figli ‘’naturali’’, qualora si ricorra a pma di tipo eterologo il coniuge o convivente non può esercitare l’azione di disconoscimento della paternità, la madre del nato da pma non può dichiarare la volontà di non essere nominata, allora qua la legge si contraddice, è una contraddizione abbastanza felice, perché si contraddice? Perché prima ha detto non è possibile la fecondazione in vitro eterologa ve la vieto e allora perché la legge si preoccupa del nato da fecondazione medicalmente assistita eterologa, che fa ammette che quel divieto non valga? Beh si ammette che non valga, perchè siamo in un mondo che ha anche le frontiere aperte e in cui sappiamo benissimo che la fecondazione in vitro eterologa viene praticata all’estero, e allora che cosa era accaduto e che cosa poteva accadere? Poteva accadere che il padre che aveva acconsentito la fecondazione in vitro eterologa tornato in Italia e avvalendosi della legge italiana che consente al padre che abbia dei dubbi sulla propria paternità di sottoporsi e sottoporre il figlio a test Dna e quindi a disconoscerlo se dal test risulta geneticamente non suo, c’erano casi di disconoscimento, naturalmente chi va di mezzo in tutto questo? Il figlio, la legge italiana ha però un'altra tutela, che forse è un eccessi di cautela, si erano verificati casi di questo tipo per la paternità , la paternità è diversa dalla maternità, la maternità passa dal corpo e dalla gestazione, beh casi di donne che dopo questo percorso che viene definito come un ‘’percorso ostinato da combattente’’, quindi stimolazione ovariche, prelievi ecc, gravidanza a rischio quasi sempre, parto, e poi disconoscono perché l’ovulo non è loro? Molto difficile, però la legge dev’essere cauta, e anche l’eccesso di cautela in questo caso è dovuto perché nella legge italiana come voi sapete, la madre può al parto chiedere di non essere nominata, per abbandonare il figlio, darlo, allora questo non deve avvenire chiaramente perché il figlio così voluto dev’essere tutelato. In caso di dna di tipo eterologo il donatore di gameti non acquisisce alcuna relazione giuridica parentale, cioè non è possibile per chi ha donato i gameti rivendicare questa paternità attraverso un test dfi dna.

Tutela dell’embrione, che cosa è vietato? 1. È vietata la sperimentazione se non per finalità terapeutica o diagnostiche, vedete ad esempio per

quegli interventi di terapia genica o di ingegneria genica in genere che oggi vengono tanto richiesti da molti scienziati e genetisti, beh ci potrebbe essere in Italia questa scappatoia della sperimentazione a finalità terapeutica, una volta accertato che l’embrione ha dei problemi genetici attraverso una diagnosi genetica reimpianto, si potrebbe dire noi interveniamo per curarlo, naturalmente qua però ci sarebbe il problema nel problema, perché questi interventi sono ad altissimo rischio, allora chi si assume questi rischi per l’embrione? In ogni caso la legge vieta la sperimentazione che non sia a fini terapeutici, così come lo considera l’embrione come un minore, così come per il minore non si può sperimentare su di lui se non per lui, per curarlo, allo stesso modo per l’embrione

2. è vietata anche la produzione di embrioni a fini di ricerca, cioè non si possono produrre embrioni in più e destinarli alla ricerca

3. è vietato ogni forma di selezione eugenetica o manipolazione genetica e state attenti qua, cosa si intende per selezione eugenetica? Che ci sia una diagnosi e che poi vengano scartati gli embrioni che non sono sani.

4. Interventi di clonazione e scissione precoce ectogenesi? 1 02 la fecondazione di gameti umani con gameti di specie diverse nella produzione di ibridi o chimere, non so se vi sembra eccesivo però sono esperimenti che si sono fatti, io anzi ho assistito a un bioeticista?? anche piuttosto famoso molto anziano ora, che in un convegno si lamentava che si sentiva molto perseguitato dalla chiesa cattolica

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e dallo stato italiano perché gli avevano interrotto un esperimento di questo tipo ma insomma non credo che la chiesa cattolica e lo stato italiano abbiano fatto poi tanto male a interrompere un esperimento in cui si incrociava un gamete umano con uno animale.

5. Tutela dell’embrione quindi sono vietati crioconservazione e soppressione degli embrioni, fermo restando quanto previsto dalla legge 194, ossia la donna che si sottopone a una fecondazione in vitro non può chiedere la soppressione dell’embrione però può ricorrere una volta che entra in gravidanza all’aborto.

Ora vedremo come cambiano alcuni punti di questa legge. La produzione di un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario per un unico e contemporaneo impianto comunque non superiore a 3, perché questo? Perché si era visto che intanto questi embrioni prodotti in eccesso, davano grandi problemi non solo se venivano impiantati di più, ma anche dal punto di vista etico se poi venivano congelati, perchè qual è il limite poi della conservazione dell’embrione? E qual è il destino dell’embrione conservato? Di queste vite sospese? Allora questa legge è stata pattata in molti modi, tutte le leggi bioetiche sono sottoposte ad attacchi e sono sottoposte a rivisitazioni normative, tant’è che in un paese come la Francia le leggi bioetiche sono già di base a scadenza, dopo 5 anni scadono, devono essere ripensate riviste, e forse è giusto che sia così perché il cambiamento della scienza ma anche il cambiamento della convinzione sociale sui criteri di liceità, porta dei mutamenti dal punto di vista giuridico.

Quali sono i divieti caduti? 1. Prima di tutto quello che riguardava l’accesso, vi ricordate? Potevano accedere solo coppie che

avevano problemi di sterilità o infertilità, già da molto possono accedere anche coppie che abbiano dei problemi di malattie sessualmente trasmissibili, e questo già dalle linee guida successivamente pubblicate subito dopo la legge

2. ancora il divieto di produrre un numero di embrioni superiori a 3, in una sentenza della corte costituzionale del 2013 si dice che questo divieto è ingiusto, perché entra nelle vostre questioni, entra in un parere che dev’essere del medico, secondo la tipologia della problematica medica che ha la donna a stabilire il numero di embrioni da impiantare, ci può essere una variante sia per l’età ma anche per le condizioni generali della donna

3. il divieto della fivet eterologa, sentenza della corte costituzionale del 2014, questo divieto che fa molto ancora molto discutere perché non ci sono state ancora delle linee guida sull’applicazione di questa fecondazione in vitro eterologa che presenta notevoli problemi, a livello di controllo di donatori, a livello di utilizzo di conservazione dei dati dei donatori, problemi di vario tipo

4. divieto della diagnosi pre impianto sentenza della corte costituzionale 5. divieto della selezione degli embrioni sani sempre la stessa sentenza

Questa sentenza forse, del 2015 è la sentenza che lascia aperta una grandissima questione, a partire da una nota che è la nota del contraddizione all’interno del diritto, il diritto italiano consentiva alla donna che dimostrasse di avere seri problemi di salute intesa la salute non solo in senso fisico ma anche psichico a portare avanti avanti una gravidanza, essendo a conoscenza del fatto che il bambino aveva un problema di disabilità, di patologia, consentiva a quella donna di abortire e di abortire anche fino a un determinato numero di settimane, intorno al 5° mese, però non consentiva la legge italiana, la selezione dell’embrione di cui si fosse accertata la patologia genetica, c’era quindi una incongruenza che era stata denunciata, da diverse coppie affette da patologie genetiche, che avevano fatto ricorso, l’iter è sempre quello, il ricorso di soggetti che si sentono lesi nei loro diritti da leggi ingiuste, ricorso che passa attraverso i vari stadi, tribunale, corte d’appello fin arrivare alla corte di cassazione e fino ad arrivare anche alla corte di diritti umani che è la corte europea. La corte europea dei diritti umani aveva dato ragione ad alcune di queste coppie e aveva chiesto all’Italia di rettificare questa che era secondo la corte dei diritti umani una incongruenza nel nostro diritto, la sentenza della corte costituzionale 2015 accoglie questa indicazione della corte europea dei diritti umani e accetta la diagnosi pre-impianto e la conseguente selezioni, perché non si tratta qua solo della diagnosi pre impianto, la diagnosi pre-impianto è un primo step, ma la conseguenza è la selezione dell’embrione, rimane però il grande problema, ovvero l’embrione malato è pur sempre un embrione.

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Il destino degli embrioni in sovrannumero, in Italia da quando c’è la legge non dovrebbero più esserci questi grandi numeri di embrioni congelati, non dovremmo più viaggiare sui grandi numeri, proprio perché la legge impediva che venissero fecondati più ovuli di quanti ne erano impiantati, e limitava la crioconservazione ai casi di estrema necessità, cioè qual’ora la donna non fosse impossibilitata all’impianto da motivi fisici di salute fisica, però gli embrioni soprannumerari continuano ad esistere, continuano ad esserci, allora qual è il loro destino? Sicuramente il destino migliore è il fatto che i genitori vadano a riprenderseli, nel momento in cui desiderano un secondo figlio, però non è detto che ci vadano, intanto perché non è detto che vogliano un secondo figlio e poi non è detto che se è trascorso del tempo non preferiscano l’embrione fresco, perché dell’embrione crioconservato non c’è una certezza che dica fino a quando come e perché, non c’è una data di scadenza chiara, certo si sa che più tempo passa più l’embrione crioconservato può essere non viabile, si impianta ma non vive, però non c’è un tempo ci può essere quindi l’abbandono dei genitori e ci può essere la distruzione, in Inghilterra ne sono stati distrutti moltissimi tanti anni fa e costantemente ne vengono distrutti, ci può essere allora un’altra soluzione per chi è fortemente convinta che quegli embrioni siano delle vite umane, l’adozione prima della nascita e per la nascita, c’è un bel documento voluto dal comitato nazionale per la bioetica che parla di questa adozionje e anche su questo documento i cattolici si dividono, per alcuni cattolici strettamente osservanti si tratterebbe quasi di una fecondazione eterologa, non è una fecondazione eterologa perché lembrione giàc’è, quindi semmai è un adozione, non c ‘è il figlio, però c’è già una vita , c’è già un patrimonio genetico, allora potrebbe essere un adozione prima della nascita e per la nascita, il problema che hannop tante coppie nell’adozione di voler il figlio il più presto possibile, più piccolo possibile qua sarebbe addirittura bypassato perché sarebbe un figlio che nasce dal grembo di quella donna, però non è figlio suo non è figlio del coniuge, è figlio di altri, ecco perché si tratta di una vera e propria adozione, non c’è una legge in proposito,potrebbe essere anche come molti scienziati chiedono, il destino per la ricerca, anche su questo c’è un documento del comitato nazionale della bioetica che dice ma se si trovase un criterio per gli embrioni crioconservati che dice, da quel momento in poi non sono più viabili, non possono se impiantati vivere, allora siamo d’accordo, dovrebbe essere un criterio analogo a quello per la morte cerebrale, ma c’è un piccolo particolare, il criterio ancora non c’è quindi il documento è si un’ipotesi ma non da un orientamento chiaro.

Naturalmente gli scienziati che cosa vogliono? Non vogliono il criterio di viabilità, basta per loro il fatto che i genitori facciano una revoca al fatto del volerli per loro, dicono noi ormai li abbandoniamo e destiniamo alla ricerca, li doniamo alla ricerca, ma per chio è convinto dall’inizio che l’embrione sia essere umano questo chiaramente non basta, ci vorrebbe un criterio per accertarne la non viabilità. Da questo punto di vista c’è una sentenza della corte europea dell’uomo che è molto interessante, una donna si sottopone a fecondazione in vitro con suo marito e però in tutto questo questi embrioni vengono crioconservati perché subentra per lei una impossibilità all’impianto, subentrata questa indisponibilità all’impianto, tragicamente il marito muore, la moglie a questo punto non vuole più l’impianto degli embrioni, nascerebbero degli orfani, ma vuole destinarli alla ricerca, la legge italiana lo impedisce, la donna ricorre alla corte europea per i diritti umani dicendo gli embrioni sono miei e io dispongo così perché no? E la corte europea che dice secondo voi? Risp: non da il consenso. E secondo voi è giusto che non dia il consenso? Risp: no. Allora la motivazione della Corte Europea è che gli embrioni non sono della donna, non possono essere considerati come un possesso della madre e che quindi lei noin possa disporne come di una cosa di cui ha il possesso e che quindi la corte europea non entra nel merito della legge italiana e del divieto della sperimentazione sugli embrioni che c’è in Italia ma non c’è in altri paesi e non può farlo chiaramente no? Perché darebbe ragione a uno stato e torto a un altro, ma stabilisce un principio, che la donna non possa disporre degli embrioni come di una cosa, giusto o sbagliato secondo voi? Risp: dipende da come si considera l’embrione. E voi come lo considerate? Allora in alcuni paesi è possibile l’accesso alla fivet per la donna single alla fecondazione in vitro giusto? Risp: giustissimo. Siete tutti convinti? Risp: sbagliato perché io ritengo che siano corrette queste metodiche esclusivamente per cercare di curare l’infertilità di coppia perché in questo caso è un trattamento terapeutico, tutte le altre evenienze sono delle

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metodiche scientifiche volte a soddisfare un egoismo di una donna signle o di una coppia omosessuale, che forzando la natura vuole soddisfare un proprio desiderio innaturale.

Però nella sua argomentazione c’è un problema allora l’uso di questa argomentazione dell’egoismo, sa perché c’è un problema? Perché siamo tutti egoisti, cioè il fatto dell’amore di se no? Se noi per l’ egoismo intendiamo l’amore per se siamo tutti egoisti e aggiungo tutti giustamente egoisti perché vogliamo soddisfare i nostri desideri. Quando l’egoismo diventa condannabile? Quando si dimostra che quel desiderio lede gli interessi di qualcuno e allora qua bisognerebbe dimostrare che il desiderio della donna single di avere un figlio lede gli interessi di qualcuno, ovvero del nascituro. Se noi riusciamo a dimostrare che il figlio della donna single ha un interesse leso allora si. Anche l’altro argomento che lei usa del naturale è un argomento molto tosto, sa quanto ci piacerebbe usare l’argomento naturale? Perché ne usciremmo facilmente ma natura e artificio per l’uomo sono strettamente collegati e attraverso il fatto di usare la legge naturale nella storia si è fatto di tutto e di più sugli esseri umani, quindi l’argomento naturale dev’essere usato con un grandissimo cautela,. L’argomento forte è invece se questo desiderio di maternità che è inutile la donna ha anche se è single, perché il desiderio di trasmettere la vita e proiettarsi in avanti, è quasi un desiderio di immortalità, il desiderio di genitorialità alla fine è questo. Questo fa male a qualcuno? Quello è il problema serio. E io su questo qualche dubbio ce l’ho ma vediamo le altre argomentazioni.Risp: io sarei un po più pragmatico a tal proposito, una donna single può anche espletare un atto sessuale per diventare una madre. Vabbè ma il problema etico per la donna single c’è lo stesso, c’è il problema etico ma non bioetico perché non ci si serve della scienza e non c’è neanche il problema del biodiritto, cioè è chiaro che lo stato non è che può proibire a una donna single di avere rapporti con un uomo solo ai fini di farsi un figlio sennò diventa uno stato etico che vigila sulle questioni sessuali delle donne, però lo stato deve pensare a delle norme bioetiche visto che c’è la possibilità di accedere a queste tecniche, è diverso il discorso. Allora c’era qualcuno che diceva si, argomentiamolo. Questa richiesta è abbastanza in crescita anche per motivi sociali e motivi strettamente connessi alla diversa identità sociale della donna, la donna si è rafforzata infatti lavora, guadagna ma spesso è sola perché il suo lavoro la portano a rinviare l’età del matrimonio. Allora qualche argomentazione.Risp ragazza: a prescindere da quel che dice lui sull’egoismo e posso essere d’accordo fino a un certo punto, però alla fine sono moltissime le donne che si trovano mamme single senza bisogno di ricorre re alla FIVET, quindi nel momento in cui ci sono donne che non hanno un uomo, perché impedirglielo? Non credo che nella gestione del bambino la donna abbia bisogno cosi tanto di un uomo. Ragazzo: la stessa cosa per un uomo, io dico fivet volta per una patologia di coppia, tutto il resto è mettere in mano la scienza per soddisfare altre esigenze

Questo è importante però diciamo che la medicina ha dei rapporti con la società e con le dinamiche sociali , che non solo per la Fivet ma anche in molti altri campi vengono incontro a delle istanze che vanno oltre il concetto stretto della salute e della cura, tanto è vero che la stessa definizione di salute oggi è mutata rispetto a prima, non è solo l’assenza della malattia, ad esempio la chirurgia estetica, il potenziamento farmacologico, beh ci sono tanti campi di una medicina che non è poi strettamente collegata alla cura della malattia ma che recepisce de3lle istanze che vengono dalla società e che dice di si a queste istanze, la cosiddetta medicina dei desideri, la vogliamo allora considerare tutta una medicina? Perdete molti posti di lavoro ma soprattutto viene meno quel circuito che è un circuito importante e anche molto pericoloso tra medicina e istanze sociali e che fa si che tante malattie vengano considerate o non considerate tali a secondo del contesto sociale, l’esempio classico è l’omosessualità che è stata considerata per tanto tempo una malattia e ora non lo è più, ma non solo questo, anche tante istanze che prima non venivano considerate come istanze da dare alla medicina, pensate a tutti gli interventi di estetica su donne anziane, quando mai prima.

Studentessa: però secondo me fare un figlio non è come rifarsi il seno, è semrpe un desiderio ma poi il figlio lo devi crescere, cioè ok tu stai realizzando il desiderio della donna single pero poi sa che deve crescere il figlio, quindi non è sicuramente ….

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Non ho fatto la contro argomentazione alla vostra collega però completi la sua argomentazione, lei diceva giustamente fare un figlio non è come rifarsi il naso

Risp: si nel senso che lei è egoista sta realizzando il desiderio di essere madre però secondo me il gioco vale la candela, cioè secondo me il figlio lei poi si impegna a crescerlo quindi io sono d’accordo.

Lei pensa che sia giusto per la donna purchè si impegni.

Studentessa: io penso che la donna che magari ha una relazione per anni, poi improvvisamente l’uomo la lascia, alle soglie del matrimonio e lei non è libera? Secondo me è giusto

Però sapete qual è la contro argomentazione qua? Ci sono delle cose che accadono e delle cose che noi decidiamo che accadano, la prospettiva etica è diversa, la donna che viene lasciata dal padre di suo figlio se lo cresce da sola no? Non c’è un problema etico della donna, le è accaduto questo , anzi lei assume la responsabilità, il problema etico è semmai chi lascia e abbandona il figlio se non se ne prende cura anche dopo la separazione. Ma altro è progettare dall’inizio, cioè è la donna che dall’inizio vuole la gravidanza e il figlio sapendo che lo crescerà da sola.

Studente: però è anche da capire il motivo per il quale la donna è sola, potrebbe essere anche un soggetto psichiatrico

Però vedete anche questo si è detto, bisognerebbe accertare la idoneità, ma chi è che accerta l’idoneità a essere genitori? Vedete tutti gli accertamenti che vengono condotti sui poveri genitori intenzionali che cercano l’adozione, ma chi mai li ha fatti questi accertamenti prima della genitorialità naturale, da questo punto di vista un grande allarme sociale sapete qual è? Che queste tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno consentito a molti di avere figli anche parzialmente propri, ma che apparentemente sono propri perché poi la coppia non è che va in giro a dire c’è il donatore, c’è la donatrice, ma hanno diminuito le adozioni. Quindi ad esempio una cosa che è accaduta che ho letto recentemente che in India su un bambino che viene adottato, sapete che l’India era un paese in cui si andava per le adozioni internazionali, ora su un bambino adottato ce ne sono 5 che nascono da madri surrogate, questo vuol dire che ci saranno sempre più bambini abbandonati.

Studentessa: si, però professoressa mi scusi questo è un problema della burocrazia delle adozioni.

Sicuramente una delle urgenze che abbiamo in Italia è quella di una riforma delle leggi sull’adozione e di uno snellimento ma anche di maggiori controlli, da una parte uno snellimento della burocrazia, dall’altra maggiori controlli su quelli che sono le ingiustizie e anche gli interessi illeciti.

Allora la fecondazione eterologa è possibile in quasi tutti i paesi europei, recentemente anche in Italia, in alcuni non era autorizzata la donazione degli embrioni, oltre l’Italia anche la Germania proibisce la produzione di embrioni soprannumerari.

Allora sapete quali sono i problemi degli operatori sanitari e dei giuristi nelle linee guida? Sicuramente per gli operatori sanitari i controlli sanitari, però vedete non basta controllare che i donatori siano sani, perché c’è un problema di salute nella fecondazione in vitro eterologa che continua, ossia il donatore o la donatrice, possono essere sani in quel momento, non avere nessuna patologia genetica che si riveli ma può subentrare una problematica medica che può essere importante da conoscere per la progenie, per i figli biologici di quelle persone, e quindi il problema della salute riguarda anche l’anonimato del donatore o della donatrice, nella sentenza della corte costituzionale non c’è nulla in merito, c’è semplicemente un richiamo generico a tutto quello che riguarda la donazione, ma la donazione dei gameti non è equivalente a quella degli organi o dei tessuti, là c’è l’anonimato ed è giusto che ci sia, qui l’anonimato è molto discutibile prima di tutto per un problema di salute. Che cosa chiede il medico? L’anamnesi familiare, suo padre, sua madre, ma se questo vostro paziente non ha conoscenza delle sue origini perché i genitori, e qua ci sono delle indagini, degli studi che dicono che quasi sempre la maggior parte delle persone che scelgono la fecondazione in vitro eterologa non dicono ai figli il modo in cui sono stati concepiti, questo è molto seria

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come cosa, perché questo tema del segreto che in qualche modo è spiegabile, perché chi fa fecondazione in vitro eterologa desidera un figlio suo, non va in adozione non solo perché è tanto difficile l’adozione, ma anche perché vuole un figlio suo, almeno parzialmente suo, quindi si spiega che poi mantenga il segreto, c’è una rimozione quasi di tutto ciò che è il donatore o la donatrice esterna, ma è giusto? La salute, c’è un documento del CNB (Comitato Nazionale per la Bioetica) su questo, sul segreto delle origini, sul diritto del nato dalla fecondazione in vitro eterologa a conoscere le proprie origini, prima di tutto la salute, per la salute il nato deve sapere che è nato da qualcuno che non è il papà o che non è la mamma, ma non basta ci devono essere dei dati, ma ci dev’essere solo un’identità genetica? Sembrerebbe di si per alcuni, però fino a un certo punto secondo me, perché la rintracciabilità e l’impegno da parte del donatore o della donatrice, a rendersi rintracciabili e a sua volta a contattare il nato in caso abbia delle patologie che possono essere trasmissibili e che quindi vengano scoperte, per questo mi sembra che appartenga ai diritti del nato. Può bastargli questo fatto della conoscenza genetica anche dal punto di vista psicologico? Se noi facciamo un esperimento su noi stessi, se noi sapessimo arrivati a un certo punto di non essere nati da coloro che consideriamo i nostri genitori, vorremmo sapere semplicemente il patrimonio genetico di questo papà o di questa mamma biologica? O vorremmo saperne di più, ad esempio vederlo in faccia? Vedete anche qua, c’è una contraddizione nella nostra legge, perché questo non è disciplinato mentre per il bambino che va in adozione è disciplinato, si dice che il bambino adottato ha diritto a conoscere le proprie origini biologiche, a conoscere i propri genitori biologici. Naturalmente questo diritto poi si scontra con tante cose, difficoltà della famiglia, difficoltà di relazione, difficoltà psicologiche del nato, o anche il riservo della madre naturale a farsi conoscere. C’è una sentenza molto interessante della corte europea sul ‘’caso Borelli’’, pensate una donna di più di 65 anni che aveva tanto sofferto di questo fatto di scoprire verso i 10 anni di essere stata adottata, che aveva da allora cercato di sapere chi era la vera madre, ancora a 65 anni cercava ancora di capire chi era la vera madre, e dimostra che ha avuto delle sofferenze psichiche per questo, delle turbe psichiche per questo. Allora il diritto all’anonimato della madre dev’essere talmente forte come barriera da impedire il diritto del figlio a conoscerla? O ci può essere una via di mezzo? La sentenza della corte europea dice che l’Italia deve trovare una via di mezzo, e dovrebbe essere il fatto che la madre viene contattata e le viene richiesto di rimuovere il suo anonimato, vedete è quasi un bilanciamento tra due diritti, chiaramente rimuovere completamente il diritto della madre all’anonimato non sarebbe un bene, perché questo diritto è stato messo per impedire l’aborto, molte donne hanno rinunciato ad abortire e hanno continuato la gravidanza perché sapevano poi di non essere nominate, c’era un contesto sociale in cui dal punto di vista psicologico per loro era quello il problema. Però il diritto del nato a conoscere le proprie origini, assume ora un rilievo che prima non aveva, questo può valere, deve valere anche per il nato,la fecondazione in vitro eterologa? Secondo voi? Lo vorreste sapere? E come lo vorreste sapere? A quale età e da chi? Perché sicuramente come nel figlio adottato non si può entrare a gamba tesa negli ambiti familiari, né ci può essere una lettera raccomandata che arriva insieme alla torta dei 18 anni, sarebbe veramente tremendo secondo me, e in alcuni stati è previsto questo fatto. Però se non c’è in qualche modo una rivelazione del segreto non ci può essere l’esercizio del diritto, io non posso neanche chiedere di conoscere chi è mio padre e mia madre se non so che non sono nata da due genitori, quindi vedete non è molto semplice.

E poi il c’è il problema che la discussione sulla legge Cirinnà è stata molto segnata da questo, cioè sul fatto della stepchild adoption che poi è stata stranciata dalla legge, ma la Stepchild Adoption da che cosa deriva? Deriva dal fatto che molte coppie omosessuali avevano fatto ricorso o nel nostro paese, perché nel nostro paese per esempio per le coppie sessuali femminili era abbastanza facile, 1 42 pensate all’inseminazione artificiale non è che ci voglia tanto, o ricorrendo all’estero hanno avuto dei bambini ma è possibile adottare da parte dell’altro? Non dal genitore biologico, ma dal suo compagno, dalla sua compagna? È possibile adottare quel figlio? Sapete la Stepchil Adoption è stata stranciata dalla legge Cirinnà e in tutto questo viene ora sanato dove? Dove vengono sanate molte questioni bioetiche, cioè nei tribunali, in sede giurisprudenziale, sempre di più il nostro biodiritto diventa un biodiritto che segue le tracce del diritto angloamericano ,più che dal punto legislativo, si opera e si innova dal punto di vista della giurisprudenza, in sostanza le norme poi le fanno i giudici e non il parlamento, ma questo apre il problema della possibilità invece, o della liceità di dare accesso a queste coppie anche nel nostro paese, che cosa ne pensate?

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Studentessa: lei ha detto che è egoismo se può ledere qualcuno, in effetti se la madre, la donna single fa un figlio con la fivet, il bambino poi magari arriverà a una certa età in cui chiede alla madre mamma ma mio papà dov’è? Questo effettivamente potrebbe ledere il bambino. Infatti non è concesso a una donna single adottare un bambino, infatti l’obiettivo è quello di dare a un minore una famiglia. Cosa diversa è quando il padre abbandona la famiglia, perché in questo caso non è previsto.

E per le coppie omosessuali secondo lei? Qua non c’è neanche il segreto perché lo vedono che hanno due mamme e due papà. Può essere un danno o no?

Studentessa: io so che oggi in Italia magari vedendo in TV ci sono delle coppie omosessuali che hanno figli e dicono i bambini crescono bene, io ci credo che loro diano amore ai loro figli per carità, però io non lo so, noi non possiamo metterci nella mente del bambino che ha 10 anni che ha le due mamme, è difficile.

Allora ci sono molti studi su questo, c’è molta letteratura sia in un senso che nell’altro, anche perché, per capire come stiano questi bambini, bisogna seguirli nel tempo. Bisognerebbe mettere coppie di figli eterosessuali e coppie di omosessuali, però pensate a quante variabili ci sono, per pensare all’equilibrio psicologico dei bambini nell’arco del loro sviluppo, io non lo so come si fa a fare questi studi perché è difficilissimo e naturalmente questi studi sono anche difficili da pensare perché chiaramente la prospettiva dell’osservatore varia molto, varia molto poi i criteri che vengono applicati.

Ultimo punto: qualcuno di voi mi ha chiesto ma di maternità surrogata non parliamo? Io per ora mi sto occupando proprio di questo, diciamo che sono due mesi che lavoro sempre su questo. Voi sapete che in Italia se n’è parlato di maternità surrogata soprattutto per la legge Cirinnà, perché si è detto facciamo la Stepchild Adoption sicuramente poi entra la maternità surrogata. La maternità surrogata in Italia è vietata dalla legge 2004 e nella sentenza 2014 si dice chiaramente guardate però che rimane saldo e fermo il divieto della maternità surrogata. Ma che cosa è la maternità surrogata? Non è una tecnica, è una pratica sociale ed è anche abbastanza antica, antica perché anche anticamente in alcune culture c’era, una madre e l’altra madre, due madri, una che voleva il figlio ma non poteva portarlo in grembo perché aveva dei problemi, e un’altra che si offriva o veniva offerta, spesso veniva offerta perché era di rango inferiore, le schiave o una cameriera, e naturalmente attraverso rapporti sessuali con quello che era il compagno della donna. Ora possiamo farlo senza rapporti sessuali, il che cambia le cose, cambia molto le cose e all’inizio si faceva come? La madre portatrice era spesso anche la madre donatrice. Cioè la donna che si offriva di avere questo figlio, stabilendo già dall’inizio e per contratto e per contratto che lo avrebbe dato, avrebbe rinunciato a lui, era anche colei che geneticamente era madre, coincideva, madre genetica e madre gestante. È il caso famoso di Baby M negli Stati Uniti, di questa donna che aveva difficoltà economiche, aveva difficoltà economiche e voleva fare studiare i figli e decide di fare questo, decide di fare questo con una coppia committente, solo che quando nasce questa bambina, la donna non lo vuole più dare, si è legata a questa bambina e nasce un contenzioso, con due giudici, il primo che dice no e dice che qua c’è un contratto e il contratto deve essere rispettato anche se in quello stato non c’era nulla che dicesse sulla maternità surrogata, sui contratti della maternità surrogata, ma il giudice dice c’è un contratto ti sei impegnata e ora glielo dai, la donna ricorre e il secondo giudice e dice no ma questo contratto non si può fare, questo contratto che è? Una vendita di bambini, per carità di Dio i bambini non si vendono, e quindi riconosce alla madre genetica e gestante insieme il fatto della maternità, della genitorialità, però il giudice pensa a con chi starebbe meglio la bambina, beh starebbe meglio con la madre che è un po’ strana così come il marito o starebbe meglio con la coppia committente, col padre genetico con la moglie di lui, che sono ricchi, stanno bene, sono brave persone ecc ecc, no starebbe meglio con gli altri e quindi guardate che sentenza, la genitorialità viene riconosciuta alla madre surrogata chiamiamola, gestante, genetica, quello che volete, ma la bambina viene data nel suo superiore interesse alla coppia committente, beh che vita avrà avuto questa bambina? Intanto si era beccata due nomi, uno dato dalla madre e l’altro dato dalla coppia, la madre a questo punto esce 1 51 dalla sua genitorialità con dei diritti di visita, una vita pasticciata quindi per lo meno.

La maternità surrogata è abbastanza praticata anche se non in modo pauroso, si calcola che in Italia 30 coppie l’anno ricorrono alla maternità surrogata, queste coppie sono quasi tutte eterosessuali, poi ci sono

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anche una coppia di minoranza di omosessuali, naturalmente per le coppie omosessuali maschili è l’unico modo per avere un figlio, e quindi se per caso si ammettesse poi il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita, non si potrebbe negarla questa maternità surrogata tranne volere una disparità, che cosa si fa però? Si separa quasi sempre la maternità genetica dalla maternità gestante, perché? Perché così la donna non si lega, non lo riconosce come suo, ma a volte la donna si lega lo stesso, allora qua vedete c’è una forte tensione all’interno del pensiero delle donne e se vi ricordate ci sono stati anche dei manifesti firmati da femministe in Francia e anche in Italia, e c’è stato un tentativo di bandire a livello internazionale la maternità surrogata, perché è vero che qua da noi non si può fare ma si può fare in altri paesi, il che vuol dire alcune coppie vanno fuori, lo fanno e poi al ritorno bisogna vedere che cosa farà il nostro stato. Allora il problema che divide il pensiero delle donne in questo momento (ora accenniamo e poi lo riprendiamo la prossima volta) è, si tratta di una conquista delle donne, di un allargamento delle possibilità della donna di divenire madre laddove il suo utero non lo consente e la gravidanza è impossibile ma hanno ancora una possibilità di fecondità perché hanno ancora degli ovuli, si tratta anche di un maggiore libertà perché la donna che ha problemi economici può scegliere di mettere a disposizione il suo utero perché no? Si devve pagare un mutuo, gli studi, alla fine è una prestazione d’opera dicono alcune femministe, sono state schiacciate per secoli dal peso della maternità, ora invece ne facciamo un occasione di guadagno, perché no? Allora le femministe dicono no, assolutamente no, perché è un modo per ridurre la donna ad oggetto e per mercificare la maternità, ma ancora è un modo anche per sfruttare le donne più povere, e di fatto ci sono tante madri surrogate, ci sono madri surrogate nei paesi ricchi e ce ne sono tantissime nei paesi poveri, ma se la maternità surrogata non la si vedesse come onerosa e la si vedesse come altruistica? Perché vedete in paesi come la Gran Bretagna ma anche in altri paesi, la maternità surrogata onerosa è bandita, ma è consentita la maternità surrogata a titolo altruistico, e se lo si facesse per amicizia o per amore? Che ne pensate?

Studente: ma non c’è una legislazione ad esempio se viene fatta in africa o in America per regolare se rappresenta una sorta di guadagno per la donna o meno?

Allora, il panorama legislativo nel mondo è molto variegato, ad esempio se parliamo dell’America si sono stati in cui è bandita e stati in cui è legalizzata, ad esempio la California, è un esempio facile, basta pensare al caso di Nicky Vendola. Ci sono paesi in cui è tollerata a livello di titolo gratuito, quindi il panorama legislativo a livello internazionale è molto variegato. Nelle slide che vi darò ci sono le slide con i vari paesi e come è normato. Ed è molto interessante il fatto di vedere come si tenti di normare anche il criterio della possibilità dell’adozione, quasi in analogia anche alla nostra, ad esempio in Gran Bretagna non deve essere essere a livello commerciale, e tutti gli intermediari che cercano di lucrare a livello commerciale se vengono beccati, vengono puntiti, ma ci dev’essere anche una normativa per facilitare poi l’adozione il più presto possibile, per sanare attraverso un atto di adozione in modo da non danneggiare il nato, quindi è abbastanza complesso come fenomeno, ma il problema grosso è per le donne, come le consideriamo? Per il nato sicuramente, l’interesse del nato lo dobbiamo tutelare e lo dobbiamo tutelare con la legge, il punto veramente difficile nel nostro dibattito, in Italia, è stato il fatto di lasciare poi questi bambini già nati senza protezione. Ma per le donne si tratta di una conquista o no? Questa nuova pratica sociale sa un po di antico, però viene vissuta in modo diverso, visto che qua il patrimonio genetico può essere in qualche modo recuperato. La prossima volta continueremo con la maternità surrogata, ma poi andremo avanti.

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