Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

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010 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 7 numero 9 dall’8 al 14 marzo 2010 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona 9 2 DDL1142 Veterinari, medici e farmacisti non vo- gliono correre il rischio di essere "risuc- chiati" dal Ddl 1142 "Istituzione degli or- dini e albi delle professioni sanitarie infer- mieristiche ostetriche riabilitative, tecni- co sanitarie e della prevenzione". Il Mini- stro della Salute Ferruccio Fazio appog- gia la proposta di una legge delega di riordino avanzata da FNOVI, FNOMCEO e FOFI. CCM Le emergenze infettive, "con particola- re riguardo a quelle di origine animale" e i rischi emergenti nella catena alimen- tare figurano nel capitolo della Preven- zione Universale del Piano 2010 stilato dal CCM, il Centro nazionale per la pre- venzione e il controllo delle malattie. Il Comitato strategico del CCM ha rite- nuto di confermare per il 2010 le prio- rità di intervento individuate nel 2009, disponendo di un finanziamento pari a 26.762.861,00 euro. ALBI Gli Ordini professionali preposti alla te- nuta di albi per l'esercizio di attività pro- fessionale devono comunicare all'ana- grafe tributaria i dati e le notizie concer- nenti le iscrizioni, le variazioni e le can- cellazioni dagli elenchi stessi. L’invio do- vrà avvenire entro il 30 aprile 2010, e- sclusivamente per via telematica. AIDAA Non spetta ad ANMVI "esprimere giudi- zi di merito ma alla procura della Repub- blica di Roma alla quale abbiamo invia- to una denuncia circostanziata". Lo di- chiarava il Presidente di AIDAA Lorenzo Croce. Ma la documentazione non è ar- rivata alla FNOVI che, di conseguenza, ha presentato un esposto presso la me- desima Procura. CONIGLI Apre l'Anagrafe dei Conigli per la regi- strazione della popolazione cunicola collegata ai dati del proprietario. Il pro- getto, annunciato da OIPA e AAE, era stato avviato in occasione del convegno nazionale sulle nuove norme per gli ani- mali d'affezione e ha dato vita al sito www.anagrafeconigli.it. PET THERAPY Fra gli ultimi atti della Legislatura regio- nale del Piemonte c'è l'emanazione di una legge sulle terapie e le attività assi- stite con animali. La Legge ne riconosce il valore terapeutico e istituisce un'appo- sita Commissione regionale in cui figu- rano un veterinario e un veterinario com- portamentalista "con competenza in pet therapy". PER I GIOVANI QUALE FUTURO? A PAGINA 3 TERAPIE PER LA VACCA DA LATTE A PAGINA 6 A PAGINA 10 A PAGINA 16 A PAGINA 19 A PAGINA 18 GUIDO PISANI DIPLOMATO ECVS LE PATOLOGIE CUTANEE DEL CONIGLIO MONITORAGGIO DEL PAZIENTE ANESTETIZZATO LIBERA PROFESSIONE DEI DIRIGENTI SSN RICERCA BREVI UN CODICE PER IL PET FOOD ORGANO DI INFORMAZIONE DELL ’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. la PR O FESSI O NE VETERINARIA Il nuovo Regolamento CE 767/2009 sull'immissione sul mercato e sull'uso dei mangimi incoraggia l'elaborazione di codici comunitari di buona prassi sull'eti- chettatura, sia per i mangimi per a- nimali da reddito che per gli alimen- ti per animali da compagnia. L'indu- stria europea del pet food ha raccolto l’invito a predisporre una guida per l'interpretazione del regolamento, in partico- lar modo riguardo alle dichiarazioni volontarie. Nel nostro Paese que- sto impegno alla traspa- renza è stato assunto da Assalco che, con il sostegno di ANMVI, ha contribuito alla realizzazione del "Codice Fediaf per la Corretta Co- municazione sul Pet Food". Già nel 2005, Fediad, la Federazione euro- pea delle Industrie per Alimenti per Animali da Compagnia, di cui As- salco fa parte, ha provveduto ad e- laborare il Manuale di Buone Prati- che per la Produzione di Pet Food Sicuro, pubblicato nel marzo 2007 sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue. At- tualmente, la Fediaf ha posto al va- glio della Commissione europea un Codice per la corretta comunicazio- ne sul pet food, con l’obiettivo di ar- monizzare le dichiarazioni fornite in etichetta, creando un campo co- mune per tutta l'industria europea Il nostro farmaco è veterinario Uno studio commissionato dall’ ANMVI evidenzia la specificità del medicinale veterinario del settore e assicurando una mag- gior uniformità della terminologia u- tilizzata. Tutto questo per favorire u- na maggiore trasparenza delle infor- mazioni e garantire la massima chiarezza e facilità di comparazio- ne per il consumatore, consenten- dogli di effettuare scelte informate sui prodotti più adatti a lui e al proprio pet. L’ANMVI sostiene que- sto processo di traspa- renza sul pet food e au- spica la pubblicazione del Codice sulla Gaz- zetta ufficiale europea in modo da darne pre- sto applicazione in tutta la Comu- nità, con l'obiettivo di migliorare la cooperazione tra i produttori di petfood, i medici veterinari dediti alla cura degli animali da compa- gnia e le autorità competenti. E con l’impegno a salvaguardia del consumatore attraverso l'informa- zione ai veterinari e ai proprietari di animali. Le principali novità previste dal Regolamento 767/2009 sono state presentate ad un'ampia pla- tea di addetti ai lavori dal Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, Gaetana Fer- ri, che ha spiegato come il Regola- mento, superando le normative eu- ropee precedenti modificherà così il panorama legislativo nazionale in materia di mangimi. www.anmvioggi.it [email protected] - L’informazione Veterinaria On Line La situazione del settore veterinario la conosciamo tutti e non sembra che a breve ci siano grandi possibilità di ripresa. Le cause purtroppo sono ormai no- te a tutti. Certamente stiamo vivendo una crisi generale del paese, forse anche meno pesante di altre nazioni europee che hanno avuto cali nel nostro settore molto elevati, ma continuiamo ad avere rispetto ad altri due handicap vera- mente pesanti: abbiamo troppi veterinari e non gestiamo il farmaco. Questi due aspetti ci rendono molto più fragili di fronte alle difficoltà che dobbiamo af- frontare. La possibilità di gestire il farmaco veterinario ed altri prodotti per la salute ed il benessere degli animali potrebbe infatti compensare un generale calo di fatturato professionale di quasi tutte le strutture, come sta avvenendo in altri paesi (Spagna, Francia, Belgio) da noi monitorati. Il numero dei veterina- ri in continua crescita, soprattutto nel settore degli animali da compagnia, ha creato una tale concorrenza, e quindi una rincorsa alla riduzione delle tariffe professionali applicate, da contrarre sensibilmente il fatturato di molti ambula- tori. Secondo le nostre rilevazioni in Italia non è diminuito il volume totale di prestazioni veterinarie effettuate, ma queste si sono ripartite su un numero di strutture sempre maggiore, abbiamo ormai superato le 6700, ed a tariffe sem- pre più basse. Quello che è incredibile è che in questa situazione molti giovani veterinari, dopo anni di esperienza presso diverse strutture, anche all’estero, non trovando altro sbocco professionale aprano una propria attività. Del resto quale diverso futuro potrebbero avere?

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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010SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 7 numero 9 dall’8 al 14 marzo 2010Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB MilanoConcessionaria esclusiva per la pubblicità

E.V. srl - Cremona92

DDL1142Veterinari, medici e farmacisti non vo-gliono correre il rischio di essere "risuc-chiati" dal Ddl 1142 "Istituzione degli or-dini e albi delle professioni sanitarie infer-mieristiche ostetriche riabilitative, tecni-co sanitarie e della prevenzione". Il Mini-stro della Salute Ferruccio Fazio appog-gia la proposta di una legge delega diriordino avanzata da FNOVI, FNOMCEOe FOFI.

CCMLe emergenze infettive, "con particola-re riguardo a quelle di origine animale"e i rischi emergenti nella catena alimen-tare figurano nel capitolo della Preven-zione Universale del Piano 2010 stilatodal CCM, il Centro nazionale per la pre-venzione e il controllo delle malattie. IlComitato strategico del CCM ha rite-nuto di confermare per il 2010 le prio-rità di intervento individuate nel 2009,disponendo di un finanziamento pari a26.762.861,00 euro.

ALBIGli Ordini professionali preposti alla te-nuta di albi per l'esercizio di attività pro-fessionale devono comunicare all'ana-grafe tributaria i dati e le notizie concer-nenti le iscrizioni, le variazioni e le can-cellazioni dagli elenchi stessi. L’invio do-vrà avvenire entro il 30 aprile 2010, e-sclusivamente per via telematica.

AIDAANon spetta ad ANMVI "esprimere giudi-zi di merito ma alla procura della Repub-blica di Roma alla quale abbiamo invia-to una denuncia circostanziata". Lo di-chiarava il Presidente di AIDAA LorenzoCroce. Ma la documentazione non è ar-rivata alla FNOVI che, di conseguenza,ha presentato un esposto presso la me-desima Procura.

CONIGLIApre l'Anagrafe dei Conigli per la regi-strazione della popolazione cunicolacollegata ai dati del proprietario. Il pro-getto, annunciato da OIPA e AAE, erastato avviato in occasione del convegnonazionale sulle nuove norme per gli ani-mali d'affezione e ha dato vita al sitowww.anagrafeconigli.it.

PET THERAPYFra gli ultimi atti della Legislatura regio-nale del Piemonte c'è l'emanazione diuna legge sulle terapie e le attività assi-stite con animali. La Legge ne riconosceil valore terapeutico e istituisce un'appo-sita Commissione regionale in cui figu-rano un veterinario e un veterinario com-portamentalista "con competenza in pettherapy".

PER I GIOVANI QUALE FUTURO?

A PAGINA 3

TERAPIE PER LA VACCA

DA LATTE

A PAGINA 6 A PAGINA 10 A PAGINA 16 A PAGINA 19 A PAGINA 18

GUIDO PISANIDIPLOMATO

ECVS

LE PATOLOGIECUTANEE

DEL CONIGLIO

MONITORAGGIO DEL PAZIENTE

ANESTETIZZATO

LIBERAPROFESSIONE

DEI DIRIGENTI SSN

RICERCA

BREVI UN CODICE PER IL PET FOOD

ORGANO DI INFORMAZIONE

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

MEDICI VETERINARI ITALIANIA.N.M.V.I.

laPROFESSIONE VETERINARIA

Il nuovo Regolamento CE767/2009 sull'immissione sulmercato e sull'uso dei mangimiincoraggia l'elaborazione di codicicomunitari di buona prassi sull'eti-chettatura, sia per i mangimi per a-nimali da reddito che per gli alimen-ti per animali da compagnia. L'indu-stria europea del petfood ha raccolto l’invitoa predisporre una guidaper l'interpretazione delregolamento, in partico-lar modo riguardo alledichiarazioni volontarie.Nel nostro Paese que-sto impegno alla traspa-renza è stato assunto da Assalcoche, con il sostegno di ANMVI, hacontribuito alla realizzazione del"Codice Fediaf per la Corretta Co-municazione sul Pet Food". Già nel2005, Fediad, la Federazione euro-pea delle Industrie per Alimenti perAnimali da Compagnia, di cui As-salco fa parte, ha provveduto ad e-laborare il Manuale di Buone Prati-che per la Produzione di Pet FoodSicuro, pubblicato nel marzo 2007sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue. At-tualmente, la Fediaf ha posto al va-glio della Commissione europea unCodice per la corretta comunicazio-ne sul pet food, con l’obiettivo di ar-monizzare le dichiarazioni fornite inetichetta, creando un campo co-mune per tutta l'industria europea

Il nostrofarmaco èveterinarioUno studio commissionato dall’ANMVI evidenzia la specificità del medicinaleveterinario

del settore e assicurando una mag-gior uniformità della terminologia u-tilizzata. Tutto questo per favorire u-na maggiore trasparenza delle infor-mazioni e garantire la massimachiarezza e facilità di comparazio-ne per il consumatore, consenten-dogli di effettuare scelte informate

sui prodotti più adatti alui e al proprio pet.L’ANMVI sostiene que-sto processo di traspa-renza sul pet food e au-spica la pubblicazionedel Codice sulla Gaz-zetta ufficiale europeain modo da darne pre-

sto applicazione in tutta la Comu-nità, con l'obiettivo di migliorare lacooperazione tra i produttori dipetfood, i medici veterinari deditialla cura degli animali da compa-gnia e le autorità competenti. Econ l’impegno a salvaguardia delconsumatore attraverso l'informa-zione ai veterinari e ai proprietari dianimali. Le principali novità previstedal Regolamento 767/2009 sonostate presentate ad un'ampia pla-tea di addetti ai lavori dal DirettoreGenerale della Sanità Animale e delFarmaco Veterinario, Gaetana Fer-ri, che ha spiegato come il Regola-mento, superando le normative eu-ropee precedenti modificherà cosìil panorama legislativo nazionale inmateria di mangimi.

www.anmvioggi.it [email protected] - L’informazione Veterinaria On Line

La situazione del settore veterinario la conosciamo tutti e non sembra che abreve ci siano grandi possibilità di ripresa. Le cause purtroppo sono ormai no-te a tutti. Certamente stiamo vivendo una crisi generale del paese, forse anchemeno pesante di altre nazioni europee che hanno avuto cali nel nostro settoremolto elevati, ma continuiamo ad avere rispetto ad altri due handicap vera-mente pesanti: abbiamo troppi veterinari e non gestiamo il farmaco. Questidue aspetti ci rendono molto più fragili di fronte alle difficoltà che dobbiamo af-frontare. La possibilità di gestire il farmaco veterinario ed altri prodotti per lasalute ed il benessere degli animali potrebbe infatti compensare un generalecalo di fatturato professionale di quasi tutte le strutture, come sta avvenendoin altri paesi (Spagna, Francia, Belgio) da noi monitorati. Il numero dei veterina-ri in continua crescita, soprattutto nel settore degli animali da compagnia, hacreato una tale concorrenza, e quindi una rincorsa alla riduzione delle tariffeprofessionali applicate, da contrarre sensibilmente il fatturato di molti ambula-tori. Secondo le nostre rilevazioni in Italia non è diminuito il volume totale diprestazioni veterinarie effettuate, ma queste si sono ripartite su un numero distrutture sempre maggiore, abbiamo ormai superato le 6700, ed a tariffe sem-pre più basse. Quello che è incredibile è che in questa situazione molti giovaniveterinari, dopo anni di esperienza presso diverse strutture, anche all’estero,non trovando altro sbocco professionale aprano una propria attività. Del resto quale diverso futuro potrebbero avere?

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di ROBERTO VILLA, ANNALISA ZONCADipartimento di Scienze e Tecnologie

Veterinarie - Università degli Studi di MilanoVia Celoria, 10 - Milano

Nella terapia degli animalida compagnia il medicoveterinario ricorre moltospesso all’uso in deroga u-tilizzando il farmaco uma-no in modo empirico. Alla

base di tale comportamento ci sono diverse ra-gioni: la mancanza del farmaco specie-specifi-co, la convinzione che congeneri di classe piùrecenti disponibili in medicina umana siano piùefficaci, la scarsa reperibilità in farmacia deiprodotti ad uso veterinario e non da ultimo il mi-nor costo dei farmaci generici ad uso umano.Ragioni che spesso prevalgono nella sceltadella terapia perché le conoscenze in merito aipossibili problemi connessi a tale pratica nonsono sufficienti.Da un punto di vista normativo il DL 193 del 6aprile 2006 (Codice comunitario dei medicinaliveterinari) ha previsto la possibilità di ricorrereal farmaco non specie-specifico, ma come pre-cisato all’art. 10 che recita: “il veterinario, ovenon esistano medicinali veterinari autorizzati percurare una determinata affezione può, in viaeccezionale, sotto la sua diretta responsabi-lità ed al fine di evitare all’animale evidenti statidi sofferenza, trattare l’animale interessato:a) con un medicinale veterinario autorizzato inItalia per l’uso su un’altra specie animale o perun’altra affezione della stessa specie animale;b) in mancanza di un medicinale di cui alla let-tera a):1) con un medicinale autorizzato per l’uso uma-no. In tal caso il medicinale può essere autoriz-zato solo dietro prescrizione medico veterinarianon ripetibile;2) con un medicinale veterinario autorizzato inun altro Stato membro dell’Unione europeaconformemente a misure nazionali specifiche,per l’uso nella stessa specie o in altra specieper l’affezione in questione, o per un’altra affe-zione;c) in mancanza dei medicinali di cui alla letterab), con un medicinale veterinario preparato e-stemporaneamente da un farmacista in farma-cia a tale fine, conformemente alle indicazioni

te intestinale umano. Dal momento che la com-posizione dell’epitelio intestinale è piuttosto si-mile nell’ambito delle diverse specie, si assu-me, in linea generale, che la permeabilità dellaparete intestinale sia paragonabile tra le spe-cie. Tuttavia, se questo è vero per la maggiorparte delle molecole, in alcuni casi possono e-videnziarsi alcune differenze specie-specifiche.Formulazione. La formulazione è un fattore de-terminante la biodisponibilità di un farmaco. Seda un lato, infatti, un farmaco deve essere suf-ficientemente liposolubile per assicurare la suapermeabilità attraverso le membrane biologi-che, dall’altro è necessario che possieda ungrado di idrofilia sufficiente a permetterne il dis-solvimento nei fluidi gastrointestinali. Nel formu-lare un farmaco è possibile quindi aumentarnela biodisponibilità attraverso l’impiego di ade-guati eccipienti (surfattanti, lubrificanti, diluenti,ecc…) o la modificazione del principio attivomediante, per esempio, l’inclusione in com-plessi che “intrappolano” il farmaco e ne facili-tano il rilascio una volta giunto nell’ambiente piùadeguato. Mentre alcuni complessi, una voltaraggiunta la sede di rilascio, sono prontamentedisattivati e il principio attivo è facilmente rila-sciato, in altri casi è necessaria una certa atti-vità enzimatica per permettere il rilascio del far-maco e il suo assorbimento (es. i pro-farmaci).Tale attività enzimatica è però variabile in fun-zione del tratto intestinale considerato e dellaspecie target.Un altro importante fattore da considerare nellaformulazione di un farmaco è la dimensionedelle particelle. È noto, infatti, che esiste unarelazione, con marcate differenze specie-spe-cifiche, tra dimensione delle particelle e velo-cità di transito attraverso lo stomaco. Eccipienti. Nella formulazione dei farmaci, l’in-dustria farmaceutica pone sempre più atten-zione nei confronti dell’impiego corretto e sicu-ro degli eccipienti. La valutazione di tali sostan-ze è importante perché, non essendo inerti,possono in alcuni casi provocare effetti avversiche variano da una semplice diminuzione dellabiodisponibilità del farmaco fino a possibili ef-fetti tossici, che nella maggior parte dei casi so-no specie-specifici. Senza dilungarsi, basta ci-tare ad esempio il polisorbato 80, un surfattan-te, che non solo può avere effetti tossici neineonati di molte specie (uomo incluso), ma èanche in grado di provocare rilascio di istaminacon conseguente ipotensione in numerosespecie, o il caso del glicole propilenico che puòessere impiegato in modo sicuro nella maggiorparte delle specie ma è potenzialmente tossicoper il gatto, a causa di carenze enzimatiche del-la specie felina.Palatabilità. Molti farmaci ad uso veterinariocondividono la stessa forma farmaceutica dei

farmaci ad uso umano. Tuttavia, esistono delleformulazioni (tavolette masticabili, granuli, pel-lets, ecc…) che sono di pertinenza esclusiva-mente veterinaria. L’impiego di queste formula-zioni serve a garantire, ovviamente, la correttaassunzione del farmaco da parte della specieanimale a cui la formulazione è destinata. Nellostudio di queste specifiche forme farmaceuti-che, grande attenzione viene posta soprattuttonei confronti della palatabilità del prodotto, maanche della facilità di somministrazione o di di-stribuzione. Ottimizzare la palatabilità significaprincipalmente mascherare lo sgradevole sa-pore di alcune sostanze mediante l’aromatiz-zazione di capsule o tavolette con aromi speci-fici. Contrariamente a quanto comunemente sipensi, gli studi dimostrano che, non solo trauomo e animali, come del resto è plausibile a-spettarsi, ma anche tra cane e gatto, due spe-cie comunemente associate e ritenute similari,esistono delle notevoli differenze nello spettrodi composti a cui le aree del gusto (dolce, aci-do, salato, amaro e umami) rispondono. Talidifferenze si manifestano con preferenze diver-se nel gusto tra cane e gatto, fondamental-mente dovute al fatto che mentre il gatto è uncarnivoro stretto, il cane è un carnivoro chemangia alimenti anche di origine vegetale. Aro-mi che sono considerati altamente palatabilinegli animali da compagnia sono proteine ani-mali digerite e idrolizzate, emulsioni di carne, a-minoacidi, grassi animali; al contrario, aromiche non sono apprezzati sono proteine, fibre eoli vegetali, vitamine, minerali e il gusto amaro.Inoltre, il cane gradisce carne, lievito, aromi sul-furei (aglio) o di cottura e il sapore dolce; il gat-to invece preferisce pesce, carne, sapori acidi(pH tra 4.5 e 5.5), estratti di lievito e latticini. Un importante fattore, spesso ignorato, è l’im-patto che la masticazione può avere sulla bio-disponibilità del farmaco. Esistono, infatti, diffe-renze specie-specifiche nella frantumazione dialcune formulazioni (ad es. i pellets) che pos-sono influire sulla dimensione delle particelle esul successivo assorbimento del farmaco.

2. Fattori legati alla specieAnatomia del tratto gastrointestinale. Le diffe-renze interspecifiche nell’anatomia del trattogastrointestinale riflettono le differenze nei co-stituenti della dieta. I carnivori possiedono villiintestinali molto sviluppati ma un colon piutto-sto semplice, caratteristiche queste correlate altipo di dieta, ricca di proteine e grassi animalima povera di fibre. Le specie onnivore (come ilsuino) possiedono un intestino tenue ben svi-luppato ma, allo stesso tempo, anche il grossointestino è più complesso in quanto destinatoalla fermentazione delle fibre apportate dalladieta. Persino negli erbivori, pur accomunatidallo stesso tipo di dieta, esistono sostanzialidifferenze anatomiche (equidi vs ruminanti). In-fine, l’apparato gastrointestinale degli uccelli sidifferenzia in modo essenziale dai precedentiper la presenza di gozzo, stomaco ghiandolaree ventriglio, e un intestino variamente confor-mato e sviluppato secondo le diverse specie.Tempo di transito gastrointestinale. In linea ge-nerale, è possibile affermare che il tempo ditransito nello stomaco influenza l’assorbimentodi farmaci che si dissolvono rapidamente; iltempo di transito intestinale influenza invece ifarmaci che sono caratterizzati da scarsa per-meabilità intestinale, da assorbimento di tipocarrier-mediato, sono soggetti a degradazioneintestinale o sostanze la cui dissoluzione è il fat-tore limitante l’assorbimento sistemico. L’im-

contenute in una prescrizione veterinaria” il le-gislatore, sulla base dei rischi connessi a taleutilizzo del farmaco ha precisato l’eccezionalitàdi questo comportamento. Purtroppo, comespesso accade quando non c’è un vincolo nor-mativo netto, l’interpretazione diventa difficile ela consuetudine nella pratica quotidiana diven-ta la norma applicata. Non bisogna poi trascurare il circolo perversoconnesso all’uso in deroga che porta ad unmercato ridotto per il farmaco veterinario conconseguente minor interesse da parte dell’in-dustria ad investire e sviluppare farmaci spe-cie-specifici che trovano uno scarso ritorno e-conomico.Prima di indicare alcune soluzioni per interrom-pere questo ricorso esagerato all’uso impropriodel farmaco è importante inquadrare dal puntodi vista scientifico i diversi fattori che possonocausare insuccessi terapeutici e/o reazioni av-verse a seguito dell’utilizzo di un farmaco nonspecie-specifico.

FATTORI CRITICI DELL’UTILIZZOEXTRA-ETICHETTA DI UN

FARMACO1) Fattori legati al farmaco 2) Fattori legati alla specie1. Fattori legati al farmacoSolubilità. Si intende la quantità di un determi-nato soluto che si dissolve in un volume speci-fico di liquido, ad esempio la solubilità in acqua.In linea generale la solubilità in acqua è diretta-mente proporzionale al numero di legami idro-geno che il composto può formare con le mo-lecole d’acqua e, pertanto, la forma ionizzatadi un composto ha maggiore solubilità rispettola forma non ionizzata. La solubilità è dunquestrettamente influenzata dal pH del solvente. Aifini farmaceutici, la solubilità di una sostanza èdeterminata sulla base del volume di solventenecessario per dissolverne la più alta concen-trazione in un range di pH tra 1 e 7,5. Conside-rando quindi questi due parametri, concentra-zione della forma farmaceutica (quantità di prin-cipio attivo) e pH del solvente (inteso come pHgastrico o intestinale della specie target), è evi-dente che la solubilità di un farmaco non puòessere considerata universale per tutte le spe-cie animali. Permeabilità. La permeabilità di un farmaco èprincipalmente funzione del grado di lipofilia edella polarità della molecola stessa. Numerosisono gli studi in vitro condotti per stabilire il gra-do di permeabilità dei farmaci nell’uomo e deivari meccanismi di trasporto, sia attivi che pas-sivi, attraverso le superfici deputate all’assorbi-mento. La maggior parte di questi studi sonocondotti mediante l’impiego di colture di cellulein monostrato che mimano l’epitelio assorben-

L’importanza del farmaco specie-specifico per una corretta terapiaL’ANMVI ha commissionato una ricerca scientifica sul farmaco veterinario

Alcuni mesi fa, nell’ambito di alcuni ap-profondimenti resisi necessari in previ-sione del confronto con il Ministero perla revisione di tutta la normativa riferita alfarmaco veterinario, anche in considera-zione delle diverse problematiche evi-denziatesi nella sua distribuzione (reperi-bilità, prezzo, uso in deroga del farmacoumano, farmacovigilanza, ecc.), l’ANMVIha commissionato al Prof. Roberto Villa,dell’Università di Milano, una ricerca diconfronto fra specialità farmaceuticheveterinarie e corrispondenti per uso uma-no, per evidenziare le differenti specificitàe caratteristiche che rendono il farmacoveterinario decisamente più efficace nel-la terapia sugli animali rispetto a quello u-mano. La ricerca ovviamente è ampia ecomplessa e richiede approfondimentiche si protrarranno nel tempo.Il Prof. Villa ci ha comunque già fatto per-venire un primo contributo introduttivoche è certamente esplicativo di come sista sviluppando la ricerca.

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patto del diverso tempo di transito nelle variespecie è stato sottolineato dall’insuccesso dialcuni studi condotti con l’impiego di cani Bea-gle come modelli per valutare la biodisponibilitàdi alcuni farmaci nell’uomo. Il cane (a digiuno) èinfatti caratterizzato da una maggiore velocitàdi svuotamento gastrico rispetto l’uomo, pro-cesso che però viene rallentato in misura mag-giore nel cane rispetto l’uomo se il farmaco èsomministrato in presenza di cibo. È necessa-rio inoltre considerare che la dimensione delleparticelle, la viscosità e il volume dei fluidi ga-strici influiscono notevolmente sulla velocità ditransito. Oltre al tempo di svuotamento gastri-co, va considerato anche il tempo di transitointestinale che, almeno in parte, è influenzatodalla diversa lunghezza dell’intestino nell’ambi-to delle diverse specie. Volume delle secrezioni gastrointestinali. Rap-presenta uno dei punti cardine nella dissoluzio-ne dei farmaci. Esistono marcate differenzespecie specifiche nella produzione giornalieradi fluidi, quali ad esempio saliva, secrezioni ga-striche e intestinali, secrezioni pancreatiche ebiliari. Basti pensare che un bovino può produr-re quotidianamente circa 160 litri di saliva, il sui-no 15 litri, il cane 0.5 litri e l’uomo 1.5 litri. Inol-tre, non è da sottovalutare anche il corredo en-zimatico che caratterizza tali fluidi: ad esempiol’amilasi è presente nella saliva dell’uomo e an-cor di più in quella di suino, ma è del tutto as-sente nella saliva di carnivori e cavallo. pH dei secreti. Nell’ambito delle varie specie siosservano ampie differenze a carico del pH neltratto gastrointestinale, differenze che possonoinfluenzare marcatamente la dissoluzione e lasolubilità dei diversi farmaci. Inoltre, la presen-za di alimento può temporaneamente modifi-care il pH e quindi, in maniera diversa nelle dif-ferenti specie, variare il grado di assorbimentodel farmaco. Sali biliari. La solubilizzazione rappresenta unfattore critico per la biodisponibilità di farmacilipofili e tale processo si basa principalmentesulla presenza e sulla composizione dei sali bi-liari. Tuttavia, sono numerose le differenze spe-cie-specifiche in merito alla produzione e com-posizione della bile, per cui la solubilizzazionepuò variare anche in modo sostanziale nelle di-verse specie. Permeabilità intestinale. La permeabilità di unfarmaco attraverso la superficie intestinale nonè un semplice processo in due fasi, solubilizza-zione e diffusione, ma rappresenta invece un

sistema complesso di eventi. Infatti, numerosifattori possono influenzare il grado di permeabi-lità di una sostanza, quali grado di lipofilia, po-larità, dimensione e flessibilità della molecola.Le differenze di specie nella composizione de-gli strati che formano l’epitelio gastrico e inte-stinale non sono tali per cui è plausibile aspet-tarsi una forte influenza sull’assorbimento deifarmaci in tale sede, almeno per la maggiorparte delle molecole. È vero però che, in ambi-to intestinale, altri fattori possono avere mag-gior peso sulla biodisponibilità dei farmaci, qualiil tempo di transito, le interazioni fisico-chimi-che con il contenuto intestinale, la digestionebatterica e la presenza, variabile tra le diversespecie, di siti specifici deputati all’assorbimen-to di alcune sostanze. Metabolismo. Senza dubbio rappresenta, tra ifattori che influenzano la biodisponibilità di unfarmaco, il più noto e studiato dal punto di vi-sta delle differenze di specie. Il corredo enzima-tico epatico deputato alla biotrasformazione deifarmaci può presentare sostanziali differenzenon solo tra le diverse specie ma anche, all’in-terno della stessa specie, tra animale giovanee anziano, soggetto sano e malato, maschio efemmina. Le differenze nel metabolismo dei far-maci che intercorrono tra le varie specie sonospesso chiamate in causa per spiegare sia ladiversa efficacia di un farmaco, sia la differentesensibilità nei confronti di eventuali effetti tossi-ci derivanti dalla molecola, così come da altresostanze xenobiotiche tra le quali gli eccipienti.I casi più eclatanti e più conosciuti di diversitàspecie-specifiche sono rappresentati dalla len-tezza o addirittura assenza di certe reazionimetaboliche in alcune specie animali, quali iprocessi di glucuronidazione nel gatto, di aceti-lazione nel cane e la coniugazione con solfatinel suino. A fronte di tutto quanto sopra ripor-tato appare evidente che gli sforzi compiuti nelcorso degli anni per approfondire le conoscen-ze in merito all’ottimizzazione della biodisponi-bilità dei farmaci, anche ad uso veterinario, sia-no stati notevoli. Tutto ciò ha portato allo svi-luppo di prodotti ad uso specifico con formula-zioni adeguate all’impiego nelle diverse specietarget. Nonostante questo, il farmaco veterina-rio spesso rappresenta la seconda scelta ri-spetto quello umano che ha, oltre una gammadi prodotti molto più vasta, il fondamentale pre-gio di avere un costo decisamente inferiore, va-nificando il lavoro svolto per il farmaco veteri-nario. Bisogna però considerare che sommini-

strare il farmaco ad uso umano in un animalenon è sempre così pratico e sicuro. Nella mag-gior parte dei casi, infatti, il prodotto deve es-sere porzionato sulla base dell’animale desti-natario della terapia, e per fare questo è neces-sario spezzare compresse, aprire capsule e fla-coni, ecc… con tutta una serie di problemati-che successive che vanno dalla dose appros-simativa alla difficoltà di somministrazione, dal-la scarsa palatabilità alla errata conservazionedel prodotto, e così via. Tutto ciò può, in defini-tiva, portare ad un esito incerto della terapia inquanto condotta in modo non sufficientemente

adeguato. In alcuni casi il farmaco ad uso ve-terinario è ritenuto meno efficace rispetto quel-lo umano, e anche per questo motivo l’uso inderoga è spesso preferito. A fronte di questaefficacia inferiore, peraltro non giustificata,spesso il Veterinario stesso ignora di avere a di-sposizione uno strumento di fondamentale im-portanza quale la farmacovigilanza. Infatti, me-diante la segnalazione di eventuali effetti avver-si o anche semplicemente della mancata effi-cacia della terapia condotta con un determina-to farmaco veterinario, è il Veterinario stessoche controlla la reale efficienza del prodotto esegnala possibili manchevolezze. Tramiteun’attenta farmacovigilanza, che tra l’altro rien-tra nei doveri professionali, la figura del veteri-nario potrebbe diventare il giusto punto di rife-rimento per il proseguimento della via dell’inno-vazione e dell’ulteriore perfezionamento del far-maco veterinario. Per quanto concerne le difficoltà delle aziendefarmaceutiche ad investire in prodotti veterinariche sovente hanno scarso ritorno economico,sia per le dimensioni del mercato, sia per l’usoin deroga di prodotti ad uso umano, è facilecomprendere che la soluzione più immediataed efficace sarebbe quella di delegare al veteri-nario la vendita del farmaco veterinario (comeavviene nei principali mercati europei). Taleprovvedimento, permettendo al veterinario diavere un ritorno economico sulla vendita delfarmaco, farebbe da volano per un maggior u-tilizzo dei prodotti ad uso veterinario, creandoun margine aziendale sufficiente per lo sviluppodi prodotti specie-specifici e permettendo unaprogressiva riduzione dei prezzi.

BIBLIOGRAFIAMartinez M. et al. (2002a). Advanced Drug DeliveryReviews, 54; 805-824.Martinez M. et al. (2002b). Advanced Drug DeliveryReviews, 54; 825-850Papich M.G. (2005). The AAPS Journal, 7 (2) Article29; http://www.aapsj.orgThombre A.G. (2004). Advanced Drug Delivery Re-views, 56; 1399- 1413 ■

ROBERTO EDOARDO VILLA Nato il 10 Luglio 1962 a MilanoFORMAZIONE1989 Laurea in Medicina Veterinaria, Università degli Studi di MilanoAbilitazione professionale e dottorato1989 Abilitazione professionale (medico veterinario) 1993 Dottore di Ricerca in Farmacologia e Tossicologia Veterinaria. 1995-2005 Ricercatore (SSD VET/07) presso l’Istituto di Farmacologiae Tossicologia Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università

degli Studi di Milano. 1996-1997 Esperto nazionale distaccato presso l’Agenzia Europea di Valutazione deiFarmaci (EMEA) a Londra 2005 Professore associato (SSD VET/07) presso il Dipartimento di Scienze e TecnologieVeterinarie per la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi di Milano. 1991 Membro dell’European Association of Veterinary Pharmacology and Toxicology(EAVPT) Incarichi 1999-2000 Componente del Senato Accademico dell’Università di Milano 2001 Componente della Commissione Consultiva del Farmaco Veterinario del Ministerodella Salute 2005 Componente del Gruppo di lavoro sulla sicurezza (Safety Working Group) del Co-mitato per i Farmaci Veterinari (CVMP) presso l’Agenzia Europea di Valutazione dei Pro-dotti Medicinali a Londra (EMEA) PRINCIPALI INTERESSI DI RICERCA Studio delle caratteristiche farmacocinetiche farmacodinamiche di antinfiammatori, a-nalgesici ed antibatterici di comune impiego in Medicina Veterinaria. Valutazione delladistribuzione tessutale e della deplezione residuale di antibatterici nelle specie animalida reddito.

ANNALISA ZONCANata il 27-11-1974 a Borgomanero (NO). FORMAZIONE2008 Dottorato di Ricerca in “Alimentazione animale e sicurezza ali-mentare”, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Milano.2003 Laurea in Medicina Veterinaria, Dipartimento di Scienze e tecno-logie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare (VSA), Facoltà di Medici-na Veterinaria, Università di Milano. Dal 2009: Cultore della materia nel corso di “Farmacologia, farmaco-

dinamia e farmacia veterinaria” per il corso di Laurea magistrale in Medicina Veterina-ria, Università degli Studi di Milano.Dal 2007: Cultore della materia nel corso di “Elementi di Farmacologia e Tossicologia Ve-terinaria” per il corso di Laurea in Biotecnologie Veterinarie, Università degli Studi di Mi-lano

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laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 20106 Osservatorio farmaco Buiatria

di G. TOLASI*, M. ABLONDI**, M. BAIGUERA*, G. BETTONI*, P. BOSSI,M. CAMMI, M. COLOMBO, M. FACCHI, G. GOGNA, L. ODDONO, A. RUGGERI*

Veterinari LLPP* Studio Veterinario “ARMIGIO”

** Studio Veterinario “Pogliacomi-Ablondi”

La normativa sul corretto usodei farmaci è al centro dicontinue riforme e revisioni.L’allevatore ed il veterinario,sia privato che pubblico sitrovano talvolta in difficoltà

nell’interpretazione e conseguentementenell’applicazione dei regolamenti. Questaconfusione, seppur per un certo verso legitti-ma, ha come conseguenza un atteggiamentonegativo che si esplicita con comportamenti“difensivi” che hanno come base una confu-sione e come conseguenza una difficoltà nelcontrollo. La considerazione che tutte le pra-tiche siano solo burocrazia inutile è un con-cetto radicato nel lavoro in campo ed è moltodifficile da smentire.In realtà se si organizza il lavoro in modo or-ganico, il risultato non è solo il rispetto pedis-sequo della normativa, ma un miglioramentoed un serio controllo di tutto il processo pro-duttivo.

NORMELe leggi riguardanti l’uso corretto del farmacosi pongono su due livelli: europeo e naziona-le. Oltre a questo vi sono tante normative cheindirettamente interferiscono con l’argomen-to. Inoltre vi sono protocolli di lavoro pubbli-cati da enti autorevoli che integrano il tuttodescrivendo e raccomandando comporta-menti virtuosi.La storia della normativa europea parte dal li-bro bianco del 2000, seguito poi dal reg. 178che ha come conseguenza la nascita dell’EF-SA e dal “Pacchetto igiene” (reg. Reg. CE852-853-854 e 882).Il farmaco è solo una piccola parte di tutto que-sto grande impianto legislativo, ma da qui par-tono tutte le conseguenti direttive nazionali.A livello nazionale dal 1992 ad oggi la norma-tiva è stata cambiata ed integrata spesso edoggi i DPR 158 e 193 sono le norme più im-portanti che regolano la materia.Con l’istituzione degli aiuti comunitari alle a-ziende agricole e l’introduzione del criterio dicondizionalità, l’OSA dichiara l’osservanza dei“criteri di gestione obbligatori” ovvero dispo-sizioni di leggi già in vigore e derivanti dall’ap-plicazione nazionale di corrispondenti dispo-sizioni comunitarie. Tra queste quelle appun-to riguardanti i farmaci.Tra le raccomandazioni ricordo EuropeanPlatform for the Responsible Use of Medici-nes in Animals (EPRUMA).

PROPOSTA SPERIMENTALELa considerazione sulla quale si fonda tutto illavoro è che è possibile, anzi auspicabile, laorganizzazione strutturata delle terapie in al-levamento. 11 veterinari liberi professionistidel nord Italia hanno deciso di usare un siste-ma comune di comportamento in 18 stalle didiverse dimensioni e condizioni di stabulazio-ne (vedi tabella) ubicate in 3 regioni e setteprovince (vedi mappa). Scopo dell’esperimento è la valutazione del-l’operatività del sistema e gli eventuali risultatiottenuti.

LAVOROPremessa all’esperimento è stata una riunio-ne nella quale si è impostata la procedura ela stesura dei documenti da redigere. Questidevono descrivere protocolli di lavoro checomprendano almeno i requisiti minimi di leg-ge e seguire il principio di “descrivere le ope-ratività aziendali e dimostrare di eseguirequanto si è scritto”.Le aree di lavoro che hanno stretta relazionecon l’uso dei farmaci sono: 1) PIANTINA DELLA STALLA CON IDENTIFI-

CAZIONE DEI GRUPPI DEGLI ANIMALI2) ORGANICO AZIENDALE3) IDENTIFICAZIONE DEGLI ANIMALI4) CONSERVAZIONE DEI FOGLIETTI ILLU-

STRATIVI5) PROTOCOLLI DI INTERVENTO

Si è deciso di limitare la stesura dei documen-ti per non creare in questa fase apprensioneper l’allevatore. I documenti riguardanti latracciabilità alimentare essendo un obbligogià da tempo stabilito, non rientrano in que-sto esperimento.

PIANTINA DELLA STALLA CONIDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI

DEGLI ANIMALIRisulta fondamentale uno schizzo che indichila dislocazione dei recinti in cui sono tenuti glianimali con la chiara indicazione della tipolo-gia dei gruppi (vitelli, manze, lattazione, a-sciutte ecc.)

ORGANICO AZIENDALEAnche nelle stalle piccole è importante descri-vere il diagramma delle risorse umane coin-volte nel processo produttivo e con l’indica-zione dei compiti affidati. Questo aiuta anchea responsabilizzare il personale e a megliochiarire i ruoli.

IDENTIFICAZIONE DEGLI ANIMALIL’identificazione degli animali ha riguardatoprincipalmente la metodologia di assegnazio-ne del numero aziendale,essendo questo cheviene usato normalmente dall’operatore distalla. La sua assegnazione deve derivare da

un metodo che permetta inequivocabilmentela corrispondenza con la marca ufficiale.Spessissimo i sistemi adottati non sono ac-cettabili e l’implementazione di un metodo lo-gico non ha creato problemi. Una volta stabilito e descritto il metodo di as-segnazione del numero aziendale e compro-vatane la logicità, si può ragionevolmente so-stenere l’uso del n. aziendale in alcune regi-strazioni ufficiali (reg. trattamenti).Un capitolo delicato è l’identificazione degli a-nimali trattati con medicamenti che implicanol’osservazione di tempi di sospensione. I me-todi usati sono risultati spesso inaffidabili opoco sicuri. Concordare con l’allevatore modidiversi ha rappresentato talvolta un problemaper la naturale resistenza al cambiamentodell’allevatore. Stabilire criteri sicuri è statomotivo di soddisfazione sia per l’allevatoreche per il veterinario.

CONSERVAZIONE DEI FOGLIETTIILLUSTRATIVI

Questa pratica obbliga a leggere dosi, moda-lità di impiego, tempi di sospensione e moda-lità di conservazione dei presidi farmacologi-ci. Questo ha comportato alcune sorprese edha aiutato a ridefinire molte procedure “impre-cise” consolidate da anni.

PROTOCOLLI DI INTERVENTONelle condizioni di allevamento industriale,molte sono le patologie o le pratiche che l’al-levatore effettua senza chiamare il veterinario.Esempi sono l’asciugatura o la cura della ma-stite.Descrivere questi protocolli di intervento aiutaa puntualizzarli e a definirli meglio. Anche inquesto caso si sono corretti moltissimi errori.

CONCLUSIONIIl lavoro così organizzato è l’applicazione incampo del sistema HACCP-LIKE, auspicatodal pacchetto igiene.La descrizione di parte del processo produtti-vo nell’allevamento della vacca da latte haportato come effetto immediato alla revisionedelle pratiche aziendali che, pur essendo at-tuate con una certa affidabilità devono essere

Impiego dei farmaci nell’allevamentodella vacca da latte

continuamente verificate ed eventualmentecorrette. In particolare il corretto uso del far-maco va continuamente verificato ed i sistemidi sicurezza una volta concordati ed attuatidevono essere continuamente valutati.Nella stesura dei documenti il metodo usatodeve essere il seguente: ci si siede ad un ta-volo con l’allevatore e gli si chiede di dire co-me lui effettua una determinata pratica (ad e-sempio come identifica gli animali trattati). Siscrive quello che lui dice poi si rilegge il tuttoe si considerano le incongruenze. Gli si fannonotare e si concorda una soluzione. Si rileggeil tutto e si valuta la fattibilità del nuovo siste-ma. In una visita successiva si verifica sequanto concordato è stato applicato.È necessaria la conservazione di un faldonecon tutti i documenti. Una volta redatti, l’ag-giornamento risulta agevole e questa neces-sità è meno frequente di quanto sembri. È molto importante che il veterinario firmi incalce tutti i documenti prodotti per una suapresa di responsabilità.Questa proposta di lavoro è semplice e noncarica di ulteriore burocrazia l’allevatore, risul-ta fondamentale per un corretto uso del far-maco, è gradita all’allevatore che, dopo unprimo momento di perplessità, richiede il si-stema.È un potente mezzo per valorizzare la figuradel professionista quale direttore sanitariodell’allevamento e risulta fondamentale nellafase di verifica da parte dell’autorità compe-tente.Il sistema si presta a considerare altre fasi delprocesso produttivo come la mungitura, labiosicurezza ed il benessere animale.A nostro avviso potrebbe essere la piattafor-ma per la costruzione della figura del veteri-nario aziendale.Il passo successivo auspicabile è l’effettua-zione del momento di verifica da parte del ve-terinario ufficiale, un audit concordato ed or-ganizzato con lo scopo di una valutazionedell’organizzazione del lavoro in allevamentoe la collocazione dell’allevamento in una clas-se di rischio più o meno elevata.

BIBLIOGRAFIAFVE Policy Paper FVE/doc/08/045reg. Reg. CE 852-853-854 e 882European Platform for the Responsible Use of Medicine in Ani-malsDPR 158 e 193Herd Health and Production Management in Dairy Practice -Brand, Noordhuitzen, SchukkenManuale di BPA del Bovino da Latte - Tolasi, Cereser, Perri ■

Veterinari 11

Allevamenti 18

Regioni 3

Province 7

Vacche < 50 2

50 < 100 2

= 100 < 200 10

= 0 > 200 4

Alimentazione TMR 16

Autoalimentatori 2

Latte Alimentare 5

Caseificazione 13

Stabulazione Fissa 1

Cuccette 17

Gli autori propongono una organizzazione strutturata delle terapie in allevamenti dibovine da latte situati nel nord Italia. Il lavoro si basa sulla redazione ed implementa-zione di protocolli di lavoro. Scopo dell’esperimento è proporre un sistema che oltread essere conforme alla normativa vigente, aumenti la sicurezza del prodotto finale,senza aumentare la burocrazia.

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La Commissione ministerialeper il rilascio delle licenze dipubblicità sanitaria ha ana-lizzato l’evoluzione dei nuovimezzi di diffusione (web,mms, sms, posta elettroni-

ca) in relazione alle comunicazioni pubblicita-rie di prodotti che hanno un impatto sulla sa-lute. I criteri fino ad ora impiegati dalla Com-missione per la valutazione dei messaggi “tra-dizionali” (stampa, comunicati radio, messag-gi televisivi) si sono rivelati inadeguati di frontealla diffusione dei nuovi mezzi di comunica-zione. Dall’analisi di questo nuovo scenariomediato, è emersa la necessità di adottaredei criteri di valutazione specifici che sonostati individuati e dettagliati da una appositaLinea Guida, emanata dalle due Direzioni mi-nisteriali competenti: la Direzione generale deifarmaci e dei dispositivi medici e la Direzionegenerale della Sanità Animale e del FarmacoVeterinario. La Linea Guida è stata approvatadalla Commissione il 25 gennaio di quest’an-no e riguarda: i medicinali di automedicazio-ne, i dispositivi medici e medico-diagnostici invitro, i presidi medico chirurgici e i medicinaliveterinari. Rinviando ad @nmvi Oggi(www.anmvioggi.it) per la lettura integrale del-la Linea Guida, riportiamo di seguito le princi-pali previsioni in fatto di pubblicità per quantoriguarda i farmaci veterinari alle quali dovran-no attenersi le aziende commerciali.

NUMERI VERDIIl riferimento a numeri verdi è accettabile solose eventuali messaggi pubblicitari di medici-nali veterinari in essi contenuti siano stati pre-

ventivamente approvati dalla Commissione.Sono accettabili i numeri verdi in cui il mes-saggio registrato è predeterminato e automa-tizzato mediante strumenti elettronici; il con-tenuto del messaggio su supporto cartaceodeve essere depositato presso l'Ufficio pre-posto all'istruttoria delle istanze alla pubbli-cità. L'Ufficio medesimo può richiedere di ac-quisire i messaggi su supporti magnetici o ot-tici recanti le registrazioni in questione. Èconsentito il riferimento a numeri verdi nonautomatizzati esclusivamente nel caso in cuisiano preposti alla gestione eventuale di se-gnalazione e reclami riguardanti l'utilizzo delmedicinale. A tal riguardo l'Azienda interessata deve for-nire una dichiarazione dalla quale risulti chia-ramente l'impegno ad utilizzare il servizio conoperatore esclusivamente nel senso sopraprospettato.

INTERNET1. L'utilizzo di internet come strumento di di-

vulgazione di messaggi pubblicitari riguar-danti i medicinali veterinari aventi i requi-siti previsti dall'art 1, comma 2 del Decre-to Ministeriale 14 giugno 2002 è conside-rato alla stregua degli altri messaggi pub-blicitari pertanto è necessaria autorizza-zione ai sensi dell'art. 5 del DM sopra in-dicato. Si precisa che è ritenuta accetta-bile la richiesta di un messaggio recanteun riferimento ad un indirizzo Web a con-dizione che trattasi del sito ufficiale dell'A-zienda richiedente e che eventuali mes-saggi pubblicitari di medicinali veterinari inesso contenuti siano stati preventivamen-

te approvati dalla Commissione Consulti-va per il rilascio delle licenze di pubblicitàsanitaria.

2. Il materiale pubblicitario non è assogget-tato ad autorizzazione preventiva e puòessere diffuso anche al grande pubblicoquando il messaggio riproduce immaginiraffiguranti esclusivamente la confezionedei medicinali. L'ufficio preposto all'istrut-toria delle istanze può richiedere di visio-nare i contenuti del sito anche su suppor-to cartaceo oltre che magnetico o ottico.

3. La pubblicazione di pagine o di banners,frames a comparsa o in sovrapposizione,ed ogni altra forma di presentazione su In-ternet è da considerarsi a tutti gli effetti,come un mezzo di diffusione a sé. Il ma-teriale eventualmente già autorizzato peraltri mezzi di diffusione, non può esseredirettamente inserito in rete ed è neces-sario, pertanto, ottenere una specifica au-torizzazione. La responsabilità della do-manda ricade in capo al soggetto chepromuove il prodotto, indipendentementedal sito nel quale il messaggio è inserito.In tutti i casi nei quali è possibile, il richie-dente deve fornire informazioni circa lapagina nella quale si intende inserire ilbanner (o un'altra delle forme di messag-gio sopradescritte) in relazione al possibi-le contenuto, non espresso, che potreb-be derivare dall'associazione del messag-gio autorizzato con il testo al quale essoviene associato.

4. Messaggi promozionali molto estesi, con-tenenti sia parti informative a caratteremedico-scientifico che parti promozionalidi propri prodotti, possono risultare in-gannevoli in quanto l'intento promoziona-le può venire occultato dalla ridondanzadi informazioni. Pertanto, si ritiene oppor-tuno fornire le seguenti indicazioni:

• nel caso in cui un messaggio pubblicitariovenga inserito in un sito di cui l'Azienda ri-sulta anche titolare, questa dovrà tra-smettere alla Commissione il contenutodell'intero sito;

• è doverosa e opportuna una netta sepa-razione tra il messaggio pubblicitario e ilcontenuto informativo del sito. Pertanto,nell'ambito di siti internet, l'Azienda deve,a monte, circoscrivere il messaggio pub-blicitario, sia al fine di rendere la pubbli-cità riconoscibile come tale, sia perchél'autorizzazione ministeriale deve essereascrivibile alla porzione di testo, ben defi-nita, recante contenuti promozionali. De-ve essere, inoltre, apposta una dicituranella pagina autorizzata che chiarisca chel'autorizzazione concerne solo il messag-

gio pubblicitario; • la parte di informazioni di carattere gene-

rale inserita in un testo esteso che contie-ne, al suo interno, un messaggio autoriz-zato, deve essere, comunque, trasmes-sa alla Commissione. che deve valutare ilmessaggio pubblicitario inserito nel suocontesto, nonché valutare se quest'ultimoè ben identificabile come messaggio pub-blicitario e sufficientemente separato dal-le altre parti.

5. Link tra siti, banners o altri frames conte-nenti, ciascuno, materiale promozionaleautorizzato dal Ministero, rivolto al grandepubblico, sono accettabili a condizioneche l'Azienda responsabile del materialein rete provveda ad avvertire l'utente conla seguente dicitura: "State abbandonan-do il sito Azienda XXXXX....contenentemateriale promozionale autorizzato aisensi della vigente normativa in materia dipubblicità sanitaria".

6. Link da siti, banners o altri frames conte-nenti materiale promozionale autorizzatoverso altri siti non contenenti materialepromozionale in lingua italiana soggettoad autorizzazione (ad esempio contenentiinformazioni dì educazione sanitaria, au-tomedicazione ecc.), sono accettabili acondizione che l'Azienda responsabile delmateriale in rete provveda ad avvertire l'u-tente con la dicitura di cui al precedentepunto 5.

7. Link da siti, banners o altri frames conte-nenti materiale promozionale autorizzatoverso altri siti italiani o esteri contenentimateriale promozionale in lingua italianasoggetto ad autorizzazione, ma non auto-rizzato, non sono accettabili.

SMS E MMS1. Non è ammessa la diffusione di messaggi

pubblicitari tramite sms in quanto tale mo-dalità di promozione non consente di for-nire all'utente, in un unico messaggio, ilcontenuto minimo previsto per legge chedeve accompagnare la pubblicità di taletipologia di prodotti.

2. È ammessa la diffusione di messaggipubblicitari tramite mail o tramite Mms,previa autorizzazione, esclusivamente nelcaso in cui l'Azienda abbia preventiva-mente acquisito il consenso dell'utente al-l'utilizzo dei propri dati personali per il ri-cevimento di informative promozionali. Al-l'atto della presentazione della domandadi autorizzazione, l'Azienda deve dichia-rare che il messaggio verrà diffuso esclu-sivamente previo consenso del consuma-tore. ■

La pubblicità dei farmaci veterinariattraverso i nuovi mezzi di diffusioneWeb, mms, sms, posta elettronica: ai prodotti che impattano sulla salute non tutto è permesso

ILLECITO RIFIUTARE LA FORNITURA DI OSSIGENO TERAPEUTICO

Riceviamo segnalazioni riguardo alla man-cata fornitura di ossigeno per terapia dautilizzare da all'interno della struttura ve-

terinaria per i pazienti in cura. A beneficio deiColleghi che incorressero in questo disservizio, èbene puntualizzare che i medici veterinari titolario direttori sanitari di struttura sanitaria sono au-torizzati a richiedere e a ricevere la fornitura dalDecreto Legislativo 6 aprile 2006, n. 193 "Attua-

zione della direttiva 2004/28/CE recante codicecomunitario dei medicinali veterinari" (GazzettaUfficiale n. 121 del 26 maggio 2006). Allo scoponon rileva la sopraggiunta disposizione legislati-va che richiede, dal 1 gennaio di quest’anno, unAIC per i gas medicali. Giova quindi precisare chei medici veterinari possono, ai sensi di legge, ap-provvigionarsi di medicinali ad uso umano (qualisono i gas medicali a norma di legge) anche dai

grossisti e dai produttori i quali devono provve-dere alla fornitura prescritta, pena l’ostacolo al-l'espletamento di un'attività sanitaria autorizzata,passibile di denuncia alla Procura della Repubbli-ca. Tale fornitura deve inoltre rispettare le normedi approvvigionamento prescritte dallo stessoD.Leg. 193/2006 che prevedono la redazione daparte del medico veterinario di ricetta non ripeti-bile in triplice copia.

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di FULVIO STANGA

Guido Pisani è fresco didiploma all’ECVS (Euro-pean College of Veteri-nary Surgeons) e a sen-tirlo parlare si compren-de appieno il significato

personale e professionale di un traguardoscientificamente prestigioso e molto impe-gnativo. La notizia del conseguimento del Di-ploma ECVS è arrivata via e-mail a febbraioed ha coronato anni dedicati allo studio e allavoro. Il nostro Collega, infatti, ha affrontato ilcosiddetto alternate training programme checonsente di intraprendere il percorso verso ilCollege continuando ad esercitare la profes-sione.

È stato un traguardo difficile, inseguitoper molto tempo, e per questa ragionedeve essere ancora più gratificante. Nonè così? La gratifica deriva dal fatto che, nonostantetutte le difficoltà e i fallimenti di percorso, a-desso è un risultato acquisito e quindi possogioire del risultato. Vorrei sottolineare i meritidi un lavoro che è stato per così dire di grup-po, grazie alla disponibilità dei miei soci colle-ghi (Andrea Carli e Lorenza Chiodo ndr) nelpermettermi di affrontare questo percorso, esoprattutto grazie alla mia famiglia che hasopportato le mie assenze.

Come hai gestito lo studio e il contempo-raneo svolgimento dell’attività professio-nale quotidiana? Sacrificando la sfera personale. Ti ritrovi ad an-dare in vacanza coi libri… Esclusi i periodi dipreparazione all’esame in cui il lavoro è statocompletamente sostituito dallo studio, lo stu-

l’alternate training programme?Il mio tutor è stato inizialmente Stefano Pizzi-rani (ECVS e ACVO) e successivamente AldoVezzoni (ECVS). Li voglio ringraziare pubbli-camente per tutto quello che mi hanno inse-gnato: scienza, professionalità, etica. Il cosid-detto alternate training programme è un pro-gramma di studio per i diplomandi che hannogià una propria attività professionale e si con-trappone al residency programme che è nor-malmente rivolto ai più giovani e che prevedeun percorso a stretto contratto con il tutor. Ioho continuato a svolgere l’attività clinica nellamia struttura, avendo un rapporto più saltua-rio con i miei tutor rispetto allo studente delresidency che svolge la sua giornata di lavo-ro/studio presso la struttura del tutor, in unperiodo concentrato in circa tre anni. Con l’al-ternate, il percorso si protrae per più anni finoalla completa acquisizione delle credenziali diammissione all’esame all’università di Zurigo,nella sede logistica del college europeo.

Quanto costa diplomarsi al College?In termini economici si può dire che l’alterna-te non abbia costo, gli unici costi che ho so-stenuto sono stati quelli dell’iscrizione all’esa-me: 250 euro per sessione, quindi circa 750euro in tutto. Può avere un costo in termini ditempo sottratto all’attività di lavoro. Settima-nalmente andavo a Firenze da Pizzirani e poia Cremona da Vezzoni per svolgere l’attivitàcon il tutor e discutere i casi, preparare le co-municazioni e i casi scientifici. Ma in ogni ca-so tutti questi costi sono ripagati dal fatto chepoi lavori in un altro modo.

Cioè, come si lavora con la formazione diun College?Il valore aggiunto del Diploma non sta solo nelfatto di avere superato un esame, ma sta nelvalore del percorso fatto che ti obbliga a pia-nificare l’acquisizione delle conoscenze, allostudio critico e all’analisi dei casi clinici. E poiti costringe a confrontarti con te stesso, con iltuo tutor e col fatto che ci sarà una revisioneannuale da parte del College. Devi costante-mente confrontarti, devi abituarti a mantenerela documentazione del tuo caso, ad archiviar-

lo... L’obbligo di fare tutto questo crea unacerta forma mentis e insegna ad approcciareil caso clinico in un modo che sia controllabile.

Lo studio in lingua inglese è un fattore li-mitante per noi italiani? Per chi non è di madre lingua inglese, la lin-gua è sempre uno scoglio pur conoscendo-la. Chi vuole avvicinarsi al College prenda ladimestichezza maggiore che può con l’ingle-se e continui a confrontarsi con il mondo.Sono favorevole alla frequenza di corsi in lin-gua inglese e consiglio di non acquistare te-sti tradotti, ma di scegliere i testi in lingua o-riginale. Questo perché nel momento in cuici si abitua a studiare in questo modo ci si a-bitua anche a pensare e a parlare con un ap-proccio internazionale. Il pregio della linguainglese è di essere il trait d’union con il restodel mondo scientifico, il difetto è che noi ita-liani quando prendiamo confidenza con lalingua inglese tendiamo a non usare più l’i-taliano tecnico e a volte facciamo abuso ditermini stranieri.

Il diploma arriva in una fase di maturitàprofessionale. Dunque il college non èsolo per chi è all’inizio della carriera, an-zi possiamo dire che l’esperienza puòaiutare?Ai fini dell’esame, nel mio caso, l’esperienzanei diversi campi di azione della chirurgia miha aiutato, mi ha favorito anche nello studio.Ma per certi aspetti, quando l’apprendimentoè più vicino alla nozionistica essere più freschidi laurea è sicuramente un vantaggio.

Il titolo è pubblicizzabile. Come pensi diinvestire su questo traguardo? Il mio piacere, la mia gratificazione attualmen-te è quella di lavorare con il bagaglio culturaleche mi sono fatto nei vari campi di applicazio-ne della chirurgia. La differenza è che ora ap-plico queste competenze con un titolo e conun riconoscimento internazionale. Il punto diarrivo per me è questo, è la completezza diun percorso decisamente difficile e complica-to, portato avanti in tanti anni con tante diffi-coltà logistiche e personali.

Cosa significa far parte di un College?I college siano essi americani o europei sonola certificazione di qualità dei suoi membri. Adun College non si è iscritti, di un College si faparte. Un diplomato del College del resto nonacquisisce il titolo per averlo e basta perchédeve documentare il costante esercizio pro-fessionale secondo i canoni del college, quin-di frequentare i corsi, produrre pubblicazioni,presentazioni, ecc. Un diplomato europeo de-ve continuare ad essere attivo non solo comeesecutore delle sue competenze acquisite,ma anche come docente e come soggettoattivo di quella disciplina.

Un suggerimento ai Colleghi, soprattuttoai giovani Il College è faticoso ma costruttivo per la pro-pria formazione e per l’acquisizione delle pro-prie capacità tecniche, il mio consiglio per chiha voglia di “sbattersi molto” è di farlo. ■

dio è stato strappato alla vita personale e allafamiglia.

Qualche numero fa, con Chiara Valtolinaabbiamo parlato della tenacia e della de-terminazione che sono necessari perraggiungere un diploma. Quali motivazio-ni ti hanno sostenuto? Inizialmente la curiosità scientifica. Poi è su-bentrata la voglia di confrontarsi con profes-sionisti competenti a livello internazionale. Perquanto riguarda il momento dell’esame a so-stenermi è stata la rabbia… la volontà di arri-vare in fondo e di non buttare via gli anni deltraining.

Chi è stato il tuo tutor e in cosa consiste

Guido Pisani, classe 1963 e laurea a Pisa nel 1987, ha conseguito il Diploma ECVS.Esercita presso il Centro veterinario Pisani-Carli-Chiodo di Ortonovo (La Spezia).Nella foto è con Fulvio Stanga, Direttore scientifico della SCIVAC. Per la SCIVAC,Pisani ricopre attualmente l’incarico di Tesoriere. Ad oggi, sono 11 gli italiani mem-bri dell’ECVS, uno nel settore degli equini, due nel settore degli animali da reddito egli altri nella clinica degli animali da compagnia. A Guido Pisani le congratulazionidi Professione Veterinaria

Guido Pisani: diplomarsiall’ECVS lavorandoL’alternate training programme è il percorso di preparazione al College ECVSper chi ha già un’attività professionale

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201010 Intervista Specializzazioni

Contact address:European College of Veteri-nary Surgeons ECVS,

VetSuisse Faculty UniversityZurich, Winterthurerstrasse 260,

CH-8057 Zürich, Switzerlandphone +41-44-635 8408 or +41-44-313 0383fax +41-44-313 [email protected]

WWW.ECVS.ORG

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laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Eventi Veterinari 11

SIMUTIVSOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA D’URGENZA

E TERAPIA INTENSIVA VETERINARIA

COME DIAGNOSTICARE E GESTIRE L’INSUFFICIENZARESPIRATORIA IN PRONTO SOCCORSO

Cremona, Palazzo TrecchiDomenica 11 Aprile 2010

OBIETTIVII relatori focalizzeranno le loro relazioni sul-la gestione dei problemi respiratori in pron-to soccorso. Durante lo svolgimento dellerelazioni verranno fornite le nozioni fonda-mentali per diagnosticare le cause delleprincipali difficoltà respiratorie responsabilidi gravi alterazioni delle funzioni vitali el’aggiornamento allo stato dell’arte. L’insuf-ficineza respiratoria costituisce una vera e-mergenza, una compromissione dell’appa-rato respiratorio è causa di gravi sofferenzedell’animale, saperle riconoscere e trattarleprontamente costituisce una vera sfida peril Medico Veterinario che lavora in ProntoSoccorso o in qualsiasi altra struttura vete-rinaria.

RELATORIMarco Bertoli, Roma - Paolo Gaglio, RomaChiara Valtolina, Utrecht (B)Fabio Viganò, Milano

PROGRAMMA8.30 Registrazione dei partecipanti9.00 Dove è localizzata la causa dell’in-

sufficienza respiratoria, e di che in-sufficienza si tratta? Prima valuta-zione e diagnosiF. Viganò

10.00 Interpretazione dell’emogasanalisiin pazienti con insufficienza respira-toria utilizzando casi cliniciP. Gaglio

11.00 Pausa caffè11.30 Valutazione e gestione della di-

spnea di origine cardiacaC. Valtolina

12.30 Pausa pranzo14.30 Casi clinici (gestione delle patologie

dello spazio pleurico e utilizzo di undrenaggio toracico di piccolo diametro,inserito con la tecnica di Seldinger)C. Valtolina

15.30 Casi clinici (c. estranei, paralisi la-ringea, polmonite ab ingestis)M. Bertoli

16.30 Valutazione dell’apprendimento, con-segna degli attestati e chiusura dei lavori

ISCRIZIONIL’incontro è gratuito per tutti i soci SIMUTIVin regola con l’iscrizione 2010. Non è richie-sta la pre-iscrizione. Presentarsi in sedecongressuale per la registrazione.Quote di partecipazione (verrà rilasciata u-na ricevuta fiscale per la quota versata):Socio SIMUTIV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00

PER INFORMAZIONISegreteria Società Specialistiche SCIVACTel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: [email protected]

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

SIODOVSOCIETÀ ITALIANA DI ODONTOSTOMATOLOGIA VETERINARIA

TERAPIA ENDODONTICA: DALLA DIAGNOSI ALLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA

Cremona, Palazzo TrecchiSabato 10 e Domenica 11 Aprile 2010

RELATORIFrancesca Amitrano, Torino Dea Bonello, Torino Alessandro De Simoi, Belluno Paolo Squarzoni, Bologna

PROGRAMMASABATO 10 APRILE 201014.30 Anatomia endodontica e sue varia-

zioni - D. Bonello15.15 Patologie pulpari e periradicolari - D.

Bonello16.00 Pausa16.30 La diagnosi in endodonzia: quando

fare una terapia canalare - D. Bonel-lo

17.15 Anatomia e patologia comparata:cosa possiamo imparare dall’odon-toiatria umana - F. Amitrano

18.00 Termine dei lavori

DOMENICA 11 APRILE 20109.30 Vie d’accesso e preparazione della

cavità d’accesso: strumentario - P.Squarzoni

10.15 Detersione e sagomatura canalare:strumentario e materiali - A. De Si-moi

11.00 Pausa11.30 Tecniche ed esperienze in odontoia-

tria umana - F. Amitrano12.30 Pausa pranzo14.00 L’otturazione tridimensionale del si-

stema canalare: strumentario e ma-teriali (guttaperca e cementi canala-ri) - A. De Simoi

15.00 Tecniche ed esperienze in odontoia-tria umana - F. Amitrano

16.00 Pausa16.30 Presentazione di casi clinici a cura

dei soci SIODOV17.00 Valutazione dell’apprendimento,

consegna degli attestati e chiusuradei lavori

ISCRIZIONIL’incontro è gratuito per tutti i soci SIODOVin regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presen-tarsi in sede congressuale per la registra-zione.Quote di partecipazione (verrà rilasciata u-na ricevuta fiscale per la quota versata):Socio SIODOV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00

SEDECremona, Palazzo Trecchi

PER INFORMAZIONISegreteria Società Specialistiche SCIVAC- Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: [email protected]: www.scivac.it sezione SOCIETÀSPECIALISTICHE

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

SIDEVSOCIETÀ ITALIANA DI DERMATOLOGIA VETERINARIA

PROTOCOLLI DIAGNOSTICI E SCELTE TERAPEUTICHE NELLE PODODERMATITI E NELLE MALATTIE UNGUEALI

DEL CANE E DEL GATTOCremona, Palazzo TrecchiDomenica 11 Aprile 2010

RELATORIFrancesco Albanese, Napoli Antonella Vercelli, Torino

PROGRAMMA8.30 Registrazione dei partecipanti9.00 Approccio diagnostico terapeutico

alle pododermatiti del cane e delgatto - A. Vercelli

10.00 Approccio diagnostico terapeuticoalle malattie ungueali del cane e delgatto - F. Albanese

11.00 Pausa 11.30 Qual è la vostra diagnosi?12.30 Assemblea elettiva SIDEV13.30 Pausa pranzo14.30 Qual è la vostra diagnosi?15.30 Casi clinici a cura dei soci SIDEV17.30 Valutazione dell’apprendimento, con-

segna degli attestati e termine dei la-vori

ISCRIZIONIL’incontro è gratuito per tutti i soci SIDEV in

regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la pre-iscrizione. Presentarsiin sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata u-na ricevuta fiscale per la quota versata):Socio SIDEV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00

SEDECremona, Palazzo Trecchi

PER INFORMAZIONISegreteria Società Specialistiche SCIVAC- Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: [email protected] Web: www.scivac.it sezione SOCIETÀSPECIALISTICHE

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

SIGAVSOCIETÀ ITALIANA DI GASTROENTEROLOGIA VETERINARIA

AGGIORNAMENTI TERAPEUTICI NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE GASTROENTERICO ACUTO E CRONICO

Cremona, Palazzo CittanovaSabato 10 Aprile 2010

RELATORIGiovanni Aste, Teramo - Enrico Bottero,Cuneo - Giuseppe Febbraio, Bari - Ugo Lot-ti, Pistoia - Pietro Ruggiero, Roma - Ros-sella Terragni, Bologna

PROGRAMMA8.30 Registrazione dei partecipanti9.00 Gestione del paziente con sintoma-

tologia acuta - U. Lotti9.45 Aggiornamenti terapeutici sulle più

comuni malattie del pancreas eso-crino: EPI pancreatite - G. Aste

10.30 Pausa11.00 Aggiornamenti terapeutici sulle pa-

tologie esofagee funzionali e mec-caniche - P. Ruggiero

11.45 Aggiornamenti terapeutici sul mega-colon felino - R. Terragni

12.30 Pausa pranzo14.00 Terapia nutrizionale in corso delle

principali gastro-enteropatie acute ecroniche - G. Febbraio

14.45 Terapia immunosoppressiva, pre-biotici e probiotici nel paziente cro-nico - E. Bottero

15.30 Pausa 16.00 Casi clinici a cura dei soci SIGAV17.00 Valutazione dell’apprendimento, con-

segna degli attestati e chiusura deilavori

ISCRIZIONEL’incontro è gratuito per tutti i soci SIGAV inregola con l’iscrizione 2010.Non è necessaria la pre-iscrizione. Presen-tarsi in sede congressuale per la registra-zione.Quote di partecipazione (verrà rilasciata u-na ricevuta fiscale per la quota versata):Soci SIGAV: GratuitoSoci SCIVAC: € 50,00Non Soci: € 100,00

PER INFORMAZIONISegreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: [email protected] Web: www.scivac.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

PARTECIPAZIONE: La partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata aiSoci SCIVAC, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quotaassociativa dell’anno in corso. I Soci SCIVAC possono partecipare a qualsiasi incontro

regionale organizzato da SCIVAC in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con sé latessera SCIVAC con il bollino dell’anno in corso).

PER INFORMAZIONISegreteria SCIVAC, Monica Borghisani Tel. 0372403506 - [email protected]

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laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201012 Eventi Veterinari

AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICICremona, Palazzo Trecchi

27-28 Marzo 2010

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICISOCIETÀ FEDERATA ANMVI

RESPONSABILE SCIENTIFICOMarco Bedin

MODERATORECristina Stocchino

PROGRAMMASabato, 27 Marzo 2010

8.30 Registrazione dei partecipanti e ve-rifica presenze

9.25 Saluto ai partecipanti del Presiden-te, presentazione del/i relatore/i edinizio dei lavori

Sessione Coniglio da Compagnia e Roditori

9.30 Odontoiatria nella cavia e nel cincillàAlessandro Melillo

10.05 Terapia d’emergenza nei piccoliroditoriVanessa Partata

10.40 Pausa

Sessione Rettili11.15 Ipotiroidismo nel drago barbuto

Tiziana Marchetti11.50 Esame ecografico come ausilio nel-

la riproduzione intensiva degli ofidiMichele Capasso

12.25 Pausa pranzo

Sessione Psittaciformi14.00 Approccio al piccolo psittaciforme

malatoDario D’Ovidio

14.35 Un caso di auto-deplumazioneMarzia Possenti

Sessione Rapaci e Animali Selvatici15.10 Gestione negli animali velenosi

Marco Salvadori15.45 Pausa

16.15 Allevamento dei piccoli orfaniLaura Clemenzi

17.00 Assemblea dei soci

Domenica 28 Marzo 2010

Sessione Furetto9.00 Caso di stenosi tracheale in un furetto

Simone Scoccianti9.35 Un caso di filariosi cardiopolmonare

in un furettoGiordano Nardini

10.10 Pausa

Sessione Nuovi Relatori11.00 Normativa, detenzione e commercio

degli animali esoticiLuisa Corbetta

11.35 Agopuntura in una Caretta carettaCristina Stocchino

12.10 Test di valutazione dell’apprendi-mento e discussione finale

12.30 Consegna degli attestati di parteci-pazione e termine dell’evento

ISCRIZIONEL’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE inregola con l’iscrizione 2010.Non è richiesta la pre-iscrizione.Gli interessati devono registrarsi diretta-mente in sede d’incontro presentandosi al-le ore 08.30 presso la segreteria.

PER INFORMAZIONISegreteria SIVAE - Elisa FeroldiTel. 0372/40.35.00 - [email protected]

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

CORSO REGIONALE DI ONCOLOGIARagusa, 11-13 Giugno 2010

OBIETTIVIIl corso si propone di dare al partecipantele basi per una corretta conoscenza del-l’oncologia clinica e medica. Saranno trat-tate le più comuni malattie tumorali degli a-nimali da compagnia oltre ad un approcciocorretto alla patologia neoplastica parten-do dalle metodiche di biopsia e proseguen-do con l’analisi delle due terapie più impor-tanti: chirurgia e chemioterapia. Durante i3 giorni del corso ci sarà poi la possibilitàdi imparare ad utilizzare in pratica gli stru-menti bioptici. Sarà inoltre dato il giusto pe-so allo studio delle singole forme neopla-stiche.

RELATORIGiorgio RomanelliMagda Gerou-Ferriani

PROGRAMMAVenerdì, 11 Giugno 2010

9.00 Registrazione partecipanti - Saluti9.30 Approccio al paziente neoplastico,

dalla presentazione alla terapia Magda Gerou Ferriani

10.15 Principi di biopsia tissutaleGiorgio Romanelli

11.00 Pausa caffè11.15 Principi di chirurgia oncologica

Giorgio Romanelli12.00 Concetti di Chemioterapia: quando,

cosa e come - 1a parteMagda Gerou Ferriani

12.45 Pausa pranzo13.45 Concetti di Chemioterapia: quando,

cosa e come - 2a parteMagda Gerou Ferriani

14.30 Emergenze dovute alla chemiotera-pia: come risolvere i problemiMagda Gerou Ferriani

15.15 Pausa caffè15.30 Terapie di supporto nel paziente

oncologicoGiorgio Romanelli

16.15 Sindromi paraneoplastiche e tumorlysis syndrome: evitando le compli-cazioniMagda Gerou Ferriani

17.00 Fine della 1a giornata

Sabato, 12 Giugno 20109.00 Neoplasie cutanee: generalità, dia-

gnosi e principi di trattamentoGiorgio Romanelli

10.30 Pausa caffè11.00 Mastocitoma: presentazione clinica,

diagnosi e trattamento chirurgicoGiorgio Romanelli

11.45 Mastocitoma: trattamento medicoMagda Gerou Ferriani

12.30 Pausa pranzo13.30 Sarcomi dei tessuti molli

Giorgio Romanelli14.15 Tumori ossei

Giorgio Romanelli15.00 Esercitazioni pratiche: ago aspira-

zione linfonodale, biopsia con tru-cut, asportazione di neoplasie cuta-nee con margine corretto

16.30 Fine della 2a giornata

Domenica, 13 Giugno 20109.00 Linfoma nel cane: dalla diagnosi al

“rescue protocol”Magda Gerou Ferriani

10.30 Pausa caffè11.00 Tumori mammari nel cane e nel gatto

Giorgio Romanelli12.30 Pausa pranzo13.30 Tumori dell’urinario

Giorgio Romanelli14.15 Tumori del cavo orale

Giorgio Romanelli15.00 Esercitazioni pratiche interattive su

casi clinici con discussione collegiale16.30 Fine del corso

ISCRIZIONIScadenza pre-iscrizioni: 31 maggio 2010.Quote di partecipazione:Soci SCIVAC: € 250,00 + IVA 20%Non soci SCIVAC: € 400,00 + IVA 20%

SEDE: IZS Ragusa

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

Società federata ANMVI

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC BASILICATA QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE

Matera, 11 Aprile 2010

OBIETTIVIAffrontare e risolvere situazioni più o menocomplesse (neoplastiche e non) dal puntodi vista chirurgico (si affronteranno le pato-logie di più frequente riscontro). Gli aspettidiagnostici saranno trattati solo nei loro e-lementi fondamentali e pratici. Fornire ele-menti prognostici.

RELATOREPaolo Buracco

PROGRAMMA9.25 Saluto ai partecipanti del Presiden-

te, presentazione del relatore ed ini-zio dei lavori

9.30 Indicazioni cliniche e tecniche di ri-costruzione di ampie soluzioni dicontinuo in diverse regioni corporeenel cane e nel gatto

11.00 Pausa11.30 Indicazioni cliniche e chirurgia di co-

lon/retto, regione perianale e peri-

neale nel cane e nel gatto13.00 Spazio per eventuale relazione com-

merciale (nel caso non si svolga larelazione il programma nel pomerig-gio sarà anticipato di mezz’ora)

13.30 Pausa14.30 Casi clinici interattivi 15.30 Pausa16.00 Casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendi-

mento e discussione finale17.30 Consegna degli attestati di parteci-

pazione e termine della giornata

SEDEHilton Garden InnVia Germania (Borgo Venusio) 75100 Matera

3 CREDITI ECM

Società federata ANMVI

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LIGURIAPATOLOGIE NEUROLOGICHE COMUNI NELLA PRATICA

CLINICA: IL PAZIENTE PARAPARETICO E QUELLO EPILETTICOGenova (Nervi), 11 Aprile 2010

OBIETTIVIIn questa giornata verranno trattati due deitemi di più frequente riscontro nella clinicadi routine e specialistica neurologica, par-tendo dalla visita di base, passando attra-verso gli esami collaterali, fino alla sceltadel trattamento medico e chirurgico. L’obiet-tivo principale sarà quindi quello di sensibi-lizzare il medico veterinario al paziente pa-raparetico ed epilettico, anche grazie all’au-silio dei casi clinici interattivi, che permette-ranno di condividere e discutere le diverseopinioni ed i differenti punti di vista.

RELATORECristian Falzone

PROGRAMMA8.30 Registrazione dei partecipanti e ve-

rifica presenze9.25 Saluto ai partecipanti del Presiden-

te, presentazione del relatore ed ini-zio dei lavori

9.30 Il paziente paraparetico: ernie deldisco vs traumi spinali

11.00 Pausa11.30 Gestione del paziente epilettico:

vecchie e nuove frontiere terapeuti-che

13.00 Spazio per eventuale relazione com-merciale (nel caso non si svolga larelazione il programma nel pomerig-gio sarà anticipato di mezz’ora)

13.30 Pausa14.30 Casi clinici interattivi: Il paziente pa-

raparetico e paraplegico: come dar-gli le giuste chances

15.30 Pausa16.00 Casi clinici interattivi: Il paziente e-

pilettico: impariamo a riconoscere egestire le diverse cause

17.00 Test di valutazione dell’apprendi-mento e discussione finale

17.30 Consegna degli attestati di parteci-pazione e termine della giornata

SEDEAstor Hotel - Via delle Palme, 16 16167 Genova (Nervi)

RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM

Società federata ANMVI

Professione Veterinaria 9-2010:Professione 9-2010 9-03-2010 16:41 Pagina 12

Page 13: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

Nel passato le metodicheusate si basavano su os-servazioni empiriche as-sociate a tradizioni e su-perstizioni. Gli Ebrei, iGreci, i Romani, usavano

bruciare lo zolfo a scopo antisettico. La legnaaromatica arsa per le strade avrebbe dovutodebellare la lebbra ed allontanare la peste. InPersia, la legge obbligava a conservare l’ac-qua in recipienti di rame lucidati. I prodotti del-la combustione di molte sostanze fatte respi-rare ai pazienti contenevano formaldeide.I primi studi razionali risalgono al 1827, annoin cui Alcock sperimentò l’azione disinfettantedell’ipoclorito di sodio. Successivamente nel1838 Boinet impiegò la tintura di iodio per cu-rare i processi suppurativi e nel 1847 Sen-nelweis riprese a studiare gli ipocloriti, impie-gandoli per il lavaggio delle mani nelle camereoperatorie.Robert Kock nel 1861 propose il sublimatocorrosivo come disinfettante, nello stesso an-no altri adottarono sali di argento.Nel 1865 Lister, unitamente a Pasteur, im-piegò il fenolo come disinfettante per gli stru-menti chirurgici e per il campo operatorio.Nel 1884 Pasteur e Chamberlan descrisseroparticolari filtri atti alla sterilizzazione delle so-luzioni.Nel 1896 Ernest Von Bergmann introdusse lasterilizzazione a vapore dei teli e delle garze u-tilizzati negli interventi operatori.Per opera di W.S. Halsted i chirurghi indossa-rono camici e guanti sterili.Nel 1903 venne stabilito il coefficiente fenolicoper valutare l’attività dei disinfettanti; nel 1909il campo operatorio veniva deterso con iodio.Dopo la prima guerra mondiale vi fu un ritornoagli ipocloriti, mentre i tensioattivi anionici ecationici comparvero solo dopo il 1945. Neglianni ’50 la sterilizzazione si evolse verso siste-mi perfezionati sui principi già affermati e com-parvero le autoclavi a vapore con rimozioneforzata dell’aria e riduzione dei tempi di steri-lizzazione.Negli anni ’60 si realizzarono le prime autocla-vi a gas (ossido di etilene) conseguenti all’in-troduzione in chirurgia dei materiali termolabili.

LA STERILIZZAZIONE DELLESUTURE

La sterilizzazione, condizione indispensabileper qualunque tipo di materiale di sutura utiliz-zato nel vivente, deve essere la più rigorosapossibile.I possibili sistemi di sterilizzazione devonosoddisfare alcuni requisiti fondamentali:• sicurezza assoluta nella distruzione di ger-

mi e spore;• processo affidabile e standardizzabile.• Il tipo di sterilizzazione non deve determina-

re alterazioni o danneggiamenti nella strut-tura funzionale del filo e, comunque, non aldi sotto degli standard qualitativi previsti

dalla Farmacopea Ufficiale.• I residui dell’agente sterilizzante non devo-

no essere tossici e, comunque, non devo-no superare i livelli di concentrazione tolle-rati dalle Norme Sanitarie.

TIPI DI STERILIZZAZIONE USATIDALLE INDUSTRIE DEL SETTORE

Le suture della Ethicon sono irradiate con Co-balto 60 (raggi gamma) oppure trattate con ilgas ossido di etilene (ETO). Entrambi questiprocessi alterano le proteine, gli enzimi, ed, inparticolar modo, il DNA delle cellule in mododa impedire ai microrganismi di riprodursi o dicausare infezioni. L’irradiazione con Cobalto60 e l’ETO sono considerati processi di steri-lizzazione a freddo; infatti, le radiazioni (raggigamma) sterilizzano a temperatura ambientee l’ETO agisce a temperature (al massimo di60°C), in ogni caso più basse del calore a sec-co con vapore a pressione di alcool anidro(120° per 60 minuti) o in autoclave (134° per60 minuti).

STERILIZZAZIONE AL COBALTO 60(RAGGI GAMMA)

CaratteristicheLa sterilizzazione mediante irradiazione, di cuila ETHICON è stata la pioniera, è ottenuta me-diante esposizione delle suture ad una dosesufficiente di radiazioni ionizzanti: i raggi gam-ma. Queste sono radiazioni elettromagnetichein alta frequenza con potere sterilizzante lega-to al fenomeno della ionizzazione.I raggi gamma attraversano il materiale di su-tura in funzione inversa alla sua densità.Il decadimento del materiale radioattivo avvie-ne secondo leggi fisiche, che consentono undosaggio molto accurato ed affidabile.La dose minima di radiazioni previste dalleLeggi Sanitarie è 2,5 megarad (Mrad), regola-bili con precisione attraverso l’apposita con-solle di comando del sistema. Questa dosegarantisce l’assoluta sterilità delle suture.La sterilizzazione con Cobalto 60 rimanesenz’altro la più efficace. Infatti, dopo lunghistudi è stato stabilito che i raggi gamma (e be-ta), prodotti da isotopi radioattivi, sono gli uni-ci in grado di distruggere realmente tutti i bat-teri vegetativi e le spore rendendo, in questomodo, le suture sicuramente e definitivamentesterili.La norma internazionale ISO 11137 stabiliscei requisiti necessari affinché le attività legate alprocedimento di sterilizzazione con raggigamma vengano portate a termine in modocorretto. Tali attività comprendono i program-mi di lavoro messi a punto per dimostrare cheil procedimento di irradiamento, operando neilimiti specificati, è in grado di trattare costan-temente i prodotti con dosi che rientrano neilimiti prestabiliti.

Vantaggi– La sterilizzazione avviene dopo il confezio-

namento del materiale di sutura.– Totale assenza di residui tossici (radioatti-

vità) sul prodotto.– L’operazione avviene a temperatura am-

biente.– Rischio inesistente per gli operatori perché

il sistema non richiede la presenza di per-sonale durante la fase di irradiamento.

– Possibilità di rilascio immediato del prodot-to previa dosimetria (la ETHICON esegue, amaggior garanzia, ulteriori prove di sterilitàche comportano 14 giorni aggiuntivi di fer-

mo del prodotto).

SvantaggiPossibile deterioramento di alcuni materiali(imbrunimento, infragilimento) che non resisto-no agli effetti delle radiazioni.

STERILIZZAZIONE AD OSSIDO DIETILENE (ETO)

CaratteristicheL’ossido di etilene (ETO), scoperto nel 1935ed usato durante la Seconda guerra mondialecome agente sterilizzante dall’industria elettro-nica e spaziale degli Stati Uniti, è un gas inco-lore, dotato di reattività molto elevata e di o-dore etereo ben riconoscibile.Nonostante alcuni inconvenienti, l’ETO è di-ventato il gas più utilizzato nelle tecniche disterilizzazione a freddo specie per i materialitermolabili.L’ETO agisce per alchilazione, alterando i pro-cessi di ionizzazione delle proteine e le attivitàenzimatiche con conseguente morte della cel-lula batterica.L’ETO sterilizza in superficie e, pertanto, ha bi-sogno di venire in contatto con il materiale disutura. Per questo motivo è prassi sterilizzarele confezioni delle suture una prima volta aper-te e, successivamente, chiuse, in apposita ca-mera sterile. Per ovviare ai problemi di infiam-mabilità ed esplosività le aziende del settoreusano, in base alle norme U.N.I., miscelare l’E-TO o con freon o con anidride carbonica ocon azoto, in proporzioni prestabilite.

VantaggiL’ETO permette di sterilizzare suture che con iraggi gamma si deteriorerebbero o che nonsopportano temperature elevate. Infatti, conl’ETO si usano temperature comprese tra 30°e 60°C.

Svantaggi– È una metodica più delicata e complessa ri-

spetto a quella a raggi gamma; infatti, il pro-cesso ETO prevede ben quattro fasi (pre-umidificazione del prodotto, contatto con ilgas sterilizzante, essiccamento e degas-sing, sigillatura degli involucri).

– Le confezioni devono rimanere aperte e,poi, venir chiuse in apposita camera sterile.

– Presenza in ogni caso di residui tossici sulprodotto sterilizzato (anche se non superio-ri a 2 ppm, come da Circolare Ministero Sa-nità del giugno 1983).

– Necessità di degasificazione del prodottoper ridurre la percentuale residua di ETOtramite un sistema di ventilazione in camerea temperatura di 50-60°C e per un periododa 3 a 7 gg.

– Necessità di controlli medici periodici sulpersonale addetto.

– Necessità di costosi impianti di sicurezzaed allarme.

– La tossicità del gas comporta possibili pro-blemi di inquinamento ambientale (non e-cocompatibile).

I prodotti una volta sterilizzati vengono posti inquarantena in attesa del completamento deicontrolli di sterilità, del contenuto residuo delgas sterilizzante e di tutti gli altri controlli clini-co-fisici previsti per il prodotto finito sterile.

***Le aziende produttrici non sono in ognicaso responsabili della qualità o dellasterilità dei materiali da sutura risteriliz-zati in ospedale o, comunque, sul luogod’uso. Questa pratica eventuale, in riferi-mento anche alla direttiva 93/42/CE, è daabbandonare in quanto tutte le suturesterili in commercio portano sull’etichet-ta l’indicazione non risterilizzare, trattan-dosi di prodotti rigorosamente monouso.Gli strati che compongono i materiali di confe-zionamento non sopportano l’esposizione alcalore della sterilizzazione a vapore sulla parteesterna della bustina e si rischia un danno fisi-co al contenuto.Le bustine in laminato possono esplodere o lesaldature possono aprirsi sotto la pressionedel vapore.

Raggi gamma + ossido di etilene = tossicità!

Tutte le confezioni di prodotti sterilizzate a rag-gi gamma (specie se contengono PVC o simi-lari) non devono essere risterilizzate ad ossido

Tabella di Muntsch

Percentuale Tempo di d’aria sterilizzazione

100% 55 minuti75% 42 minuti50% 36 minuti35% 23 minuti15% 9 minuti10% 5 minuti0% 5 minuti

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Chirurgia Focus 13

La sterilizzazione delle sutureRisposte recenti ad un’esigenza sentita anche in tempi lontani

Tabella di Kouroch

Temperatura Tempo di del vapore °C sterilizzazione

100 dopo 20 ore ancora crescita

108 7 ore110 2 ore113 30 minuti115 15 minuti120 6 minuti125 4 minuti130 1 minuto135 30 secondi

Temperatura delle miscele aria-vapore

Pressione ATE 0,4 0,6 1 2,1 % ariaBar 1,4 1,6 2 3,1 % aria

72 90 100 121 50%Temperatura °C 96 105 112 128 25%

109 115 121 135 0%

Questi valori sono determinati ipotizzando omogenea nella camera di sterilizzazione la miscela aria+ vapore, il che in pratica non si realizza perché l’aria è assai più densa del vapore e tende a stra-tificarsi sul fondo dell’autoclave ed a rimanere concentrata entro i materiali porosi.

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di etilene. Questo perché il contatto con l’os-sido di etilene, liberando radicali-cloro, portaalla formazione di una sostanza tossica: la clo-ridrina etilenica.

LA STERILIZZAZIONE INAMBULATORIO

L’autoclaveRientra nella categoria degli sterilizzatori a va-pore d’acqua saturo con rimozione forzatadell’aria. Comunemente vengono denominatiautoclavi.Il vapore occorrente per la sterilizzazione vie-ne prodotto da un generatore.Si consiglia di usare vapore prodotto da unacentrale termica perché il materiale potrebbeessere inquinato dalle sostanze chimiche usa-te per la depurazione dell’acqua di alimenta-zione delle caldaie.

Procedimenti di sterilizzazioneSi basano sul procedimento di rimozionedell’aria contenuta nell’autoclave, con l’aiutodell’azione del vapore e con una pompa di a-spirazione ad anello liquido.Successivamente gli oggetti da sterilizzare

vengono sottoposti al contatto del vaporeche, operando allo stato puro e non miscelatocon aria, agisce sui microrganismi con un pro-cesso di coagulazione.Questo comporta temperature di sterilizzazio-ne differenti rispetto al calore secco che agi-sce invece per ossidazione.I procedimenti di sterilizzazione con rimozioneforzata dell’aria mediante aspirazione conpompa sono definiti procedimenti sotto vuotoe classificati come segue:• Procedimento ad alto vuoto, articolato su

– un’unica aspirazione nella camera di ste-rilizzazione fino ad una pressione di 20mbar.

– e sull’immissione di vapore fino alla pres-sione di esercizio.

• Procedimento a vuoto frazionato, articolatosu– ripetute aspirazioni nella camera di steri-

lizzazione fino ad una pressione di 130mbar, alternate con immissioni di vaporea pressione inferiore o superiore a quellaatmosferica.

– e sull’immissione di vapore fino alla pres-sione di esercizio.

• Procedimento ad iniezione di vapore, arti-colato su– un’unica aspirazione nella camera di ste-

rilizzazione fino ad una pressione di 70mbar.

– sull’immissione di vapore, mantenendol’aspirazione e una pressione assolutanella camera maggiore di 150 mbar.

– e sull’immissione di vapore fino alla pres-sione di esercizio.

Per la sterilizzazione del materiale medico-chi-rurgico sono preferibili le autoclavi con proce-dimenti sotto vuoto ed a funzionamento auto-matico.

Solo con questi tipi di apparecchi è possibileridurre i tempi di sterilizzazione e meglio ade-guarsi alle moderne metodiche che prevedo-no l’uso di buste, films plastici, carte.Si consiglia l’impiego di sterilizzatori che sfrut-tano sistemi a gravità per l’eliminazione spon-tanea dell’aria e che necessitano di operativitàmanuali. L’esigenza di ridurre il tempo e latemperatura di sterilizzazione dovuta alla ne-cessità di contenere entro valori minimi il gra-do di deterioramento del materiale e dellastrumentazione di costo elevato, richiede l’a-dozione di procedimenti di sterilizzazione sot-to vuoto. Inoltre, la possibilità di incorrere in er-rori, che possono influire negativamente sul ri-sultato finale del processo di sterilizzazione,sconsiglia l’uso di apparecchiature a funziona-mento manuale.

TemperaturaLa temperatura è quella, in gradi Celsius, chedeve essere raggiunta in ogni punto del mate-riale da sterilizzare e varia in modo inversa-mente proporzionale al tempo occorrente perla distruzione di microrganismi.Come è noto, ad ogni valore di pressione delvapore saturo corrisponde anche un determi-nato valore di temperatura; tale valore varia seil vapore viene miscelato con aria presentenella camera di sterilizzazione.È frequente l’errore di considerare come uni-co parametro della sterilizzazione la pressioneesistente nella camera di sterilizzazione pen-sando che ad essa corrisponda la relativatemperatura, non valutando, nel contempo,l’eventuale percentuale di aria presente nellacamera di sterilizzazione che modifica sostan-zialmente tale valore.A tale riguardo W. Adam riporta i valori speri-mentali (vedi tabella alla pagina precedente).La scelta della temperatura di sterilizzazionedipende dalla qualità del materiale, dalla suaresistenza alla penetrazione del vapore e dal ti-po di sterilizzatore disponibile.

Tempo di sterilizzazioneIl tempo di sterilizzazione dipende direttamen-te dalla temperatura del vapore saturo. Inte-ressante è a questo proposito lo studio diMuntsch basato su una temperatura di122°C, che agisce su spore resistenti.La tabella di Kouroch indica i tempi necessariad uccidere spore molto resistenti, a diversetemperature. Dalla tabella si può notare comeper la sterilizzazione da 120° a 135°C, tempe-rature generalmente usate negli apparecchisterilizzatori, il tempo di sterilizzazione (TSter)

sia molto breve a condizione della certezza dimancanza assoluta di aria. Una verifica, a com-pletamento di quanto esposto, è fornita dallostudio di W. Adam sulla resistenza dei germi alcalore (vedi tabella gradi di resistenza).“La resistenza delle spore del grado IV è cosìalta che questi microrganismi non vengono di-strutti mediante la sterilizzazione a vapore cheutilizza tempi di sterilizzazione di 20 minuti a120°C e di 3 minuti a 134°C. A rigor di termi-ni, quindi, non si ottiene la sterilità. D’altra par-te, prolungare i tempi di sterilizzazione o innal-zare le temperature significherebbe danneg-giare seriamente i materiali.Ciò non appare necessario se si considerache i risultati dell’attuale sterilizzazione a va-pore, se correttamente eseguita, non posso-no essere messi in discussione in quanto glisporigeni altamente termoresistenti sono an-che termofili non patogeni, il cui optimum disviluppo si trova al di sopra della temperaturacorporea dell’uomo. È anche discutibile chesiano presenti diffusamente sui materiali sani-tari da sterilizzare. Pertanto ai fini della steriliz-zazione in medicina essi sono privi di impor-tanza. Si intenderà pertanto per sterilizzazionela distruzione dei microrganismi fino al III gra-do di resistenza incluso”.Il tempo di sterilizzazione (TSter) è la sommadel tempo di bilanciamento (TB), di uccisione(TU) e di sicurezza (TSic).

TSter = TB + TU + TSic

Il tempo di bilanciamento (TB) è quello inter-corrente tra il raggiungimento della tempera-tura di funzionamento ed il raggiungimentodella temperatura di sterilizzazione.Il tempo di uccisione (TU) è quello necessarioalla temperatura di sterilizzazione, per uccide-re i microrganismi.Il tempo di sicurezza (TSic) è la parte del tem-po di sterilizzazione che deve tener conto deirischi non calcolabili e che nei procedimentisotto vuoto si può valutare in 5 minuti.In linea di massima, per l’uso pratico, si sug-geriscono questi tempi di sterilizzazione infunzione delle temperature maggiormente inuso:

5 ÷ 7 minuti a 134°C15 ÷ 20 minuti a 121°C

Tratto da: Manuale delle Suture e degli altriProdotti per la Chirurgia Veterinaria

Edizioni SCIVAC, 2006

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201014 Focus Chirurgia

Tabella gradi di resistenza

Gradi di resistenza 80° 100° 120° 134°

1ª PlasmodiFlagellati –Virus (*)Batteri asporigeni 1-5Lieviti min – –Muffe

1b Spore di lieviti e muffe 5-10 1 minmin

II Spore bacillari di minore – 1-60 1 minresistenza min

III Spore bacillari ad alta – 60 minresistenza – 60 h 8 min 1 min

IV Spore altamente – – – fino atermoresistenti 6 h

*La termoresistenza dei virus dell’epatite è ancora indeterminata. Alcuni autori ritengono proba-bile una resistenza di 1-5 minuti a 100° e pertanto questo virus sarebbe da collocare nel gradodi resistenza II.

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di MARIA GRAZIA MONZEGLIO

Negli ultimi 15 anni l'obiet-tivo di riferimento utiliz-zato per giudicare favo-revole l’esito di un'ane-stesia è cambiato, pas-sando dalla mancanza di

mortalità alla ridotta morbilità anestesiologica.Per questo motivo, il College americano deglianestesisti veterinari (ACVA) ha rivisto le pro-prie Linee guida per il monitoraggio dell'ane-stesia originariamente sviluppate nel 1994 epubblicate nel 1995 (JAVMA 1995; 206(7):936-937). Il cambiamento verso una riduzione della mor-bilità anestesiologica è stato facilitato da unapiù oggettiva definizione e una più precoce i-dentificazione di condizioni fisiopatologichequali l'ipotensione, l’ipossiemia e l’ipercapniagrave. Ciò è stato possibile grazie all'imple-mentazione di nuove modalità di monitorag-gio da parte di personale esperto nell'assi-stenza anestesiologica.Nel Position statement delle sue Linee guida,l’ACVA riconosce che è possibile monitorare egestire adeguatamente un paziente anestetiz-zato anche in assenza di attrezzature speciali-stiche e che alcune di queste modalità posso-no essere poco pratiche in determinate situa-zioni cliniche. Inoltre, l’ACVA non suggerisceche l'utilizzo di alcune o tutte queste modalitàgarantisca un esito specifico dell'anestesia, oche il loro mancato utilizzo sia associato a unesito negativo.Tuttavia, poiché lo standard delle cure veteri-narie progredisce continuamente e aumenta-no le aspettative dei clienti, il College ha rite-nuto necessario rivedere le linee guida per ri-flettere l'importanza di un monitoraggio vigile.L'obiettivo delle linee guida ACVA, si legge, èil miglioramento della gestione anestesiologicadel paziente veterinario. Requisiti per migliora-re la qualità dell'anestesia del paziente veteri-nario sono il monitoraggio frequente e conti-nuo e la registrazione dei segni vitali nel perio-do perianestetico da parte di personale adde-strato, e l'uso intelligente di diversi sistemi dimonitoraggio. Ecco i punti affrontati nelle Li-nee guida.

CIRCOLAZIONEObiettivo: assicurare un'adeguata funzione cir-colatoria. Metodi:1) Palpazione del polso periferico per determi-narne frequenza, ritmo e qualità, valutazionedel colore delle mucose (MM) e del tempo diriempimento capillare (CRT).2) Auscultazione del battito cardiaco (steto-

scopio; stetoscopio esofageo o altri monitorcardiaci acustici). Monitoraggio continuo (mo-nitor acustici cardiaci o del polso) o intermit-tente della frequenza e del ritmo cardiaci.3) Pulsossimetria per determinare la saturazio-ne di emoglobina percentuale.4) Elettrocardiografia (ECG) continua per l'i-dentificazione di aritmie.5) Determinazione della pressione ematica:a. Non-invasiva (indiretta): metodo oscillome-trico: identificazione del flusso mediante eco-grafia Doppler.b. Invasiva (diretta): catetere arterioso connes-so a un manometro aneroide o a trasduttore eoscilloscopio. Raccomandazioni: È indispensabile possede-re una consapevolezza continua della fre-quenza e del ritmo cardiaci durante l'aneste-sia, unitamente a una valutazione macrosco-pica della perfusione periferica (qualità del pol-so, colore delle MM e CRT). Occorre anchemonitorare la pressione ematica arteriosa el’ECG. In alcune situazioni, queste determina-zioni possono essere temporaneamente im-praticabili, ad esempio in caso di spostamen-to di un paziente anestetizzato in una diversaarea della clinica.

OSSIGENAZIONEObiettivo: garantire l'adeguata ossigenazionedel sangue arterioso del paziente. Metodi: (1)Pulsossimetria (stima non invasiva della satu-razione di emoglobina). (2) Emogasanalisi arte-riosa della pressione parziale di ossigeno(PaO2). Raccomandazioni: La valutazione dell'ossige-nazione dovrebbe essere effettuata, se possi-bile, mediante pulsossimetria. L'emogasanali-si dovrebbe essere impiegata quando neces-sario per pazienti in condizioni più critiche.

VENTILAZIONEObiettivo: garantire l'adeguato mantenimentodella ventilazione del paziente. Metodi: (1) Os-servazione dei movimenti della parete toraci-ca, oppure della borsa respiratoria quandonon può essere valutato il movimento della pa-rete toracica.(2) Auscultazione dei rumori respiratori constetoscopio esterno, stetoscopio esofageo omonitor acustico del respiro.(3) Capnografia (misurazione della CO2 nell'a-ria espirata). (4) Emogasanalisi arteriosa della pressioneparziale di biossido di carbonio (PaCO2).(5) Respirometria (misurazione del volume ti-dalico).Raccomandazioni: La valutazione qualitativadella ventilazione descritta nei punti 1 o 2 è es-senziale; la capnografia è consigliabile, insie-me, quando necessario, all’emogasanalisi.

TEMPERATURAObiettivo: garantire che il paziente non vadaincontro a gravi deviazioni dalla temperaturacorporea normale. Metodi: (1) Termometro ret-tale per misurazioni intermittenti. (2) Sonde ret-tali o esofagee per misurazioni continue. Rac-comandazioni: La temperatura dovrebbe es-sere misurata periodicamente durante l'ane-stesia e il risveglio e, se possibile, di nuovo va-lutata alcune ore dopo il ritorno nei ricoveri.

BLOCCO NEUROMUSCOLAREObiettivi: valutare l'intensità del blocco neuro-

muscolare e la sua successiva risoluzione.Metodi:(1) Stimolatore nervoso periferico manuale. (2)Spirometro. Raccomandazioni: Nei pazienti incui si effettua un blocco neuromuscolare, èessenziale controllare la ventilazione, monito-rare attentamente i segni di coscienza ed ac-certare la risoluzione del blocco prima del ri-sveglio dall'anestesia. Si può considerare av-venuto il ripristino della funzionalità neuromu-scolare quando la risposta evocata (contrazio-ne o twitch e/o riduzione del risposta tetanica)da uno stimolo nervoso e il volume respirato-rio tidalico misurato con uno spirometro ritor-nano al 70% almeno dello stato pre-blocco.Anche la CO2 di fine espirazione può essereutilizzata come indicatore di un'adeguata ven-tilazione in un paziente con ventilazione spon-tanea.

CONSERVAZIONE DELLECARTELLE ANESTESIOLOGICHE

Obiettivi: (1) Conservare una registrazione le-gale degli eventi significativi avvenuti duran-te l'anestesia. (2) Favorire il riconoscimentodi cambiamenti significativi o di valori inusua-li dei parametri fisiologici e consentire la va-lutazione della risposta agli interventi. Rac-comandazioni:(1) Registrare tutti i farmaci somministrati aciascun paziente nel periodo perianestetico enelle prime fasi del risveglio, annotando la do-se, il tempo e la via di somministrazione, cosìcome qualsiasi reazione avversa a un farmacoo a un'associazione farmacologica.(2) Registrare regolarmente (minimo, ogni 5-10 min) le variabili monitorate durante l'ane-stesia. Le variabili minime che devono essereregistrate sono la frequenza cardiaca e respi-ratoria e, se monitorate, l’ossigenazione e lapressione ematica.(3) Registrare la frequenza cardiaca e respira-toria e la temperatura nella fase iniziale del ri-sveglio.(4) Qualsiasi evento avverso o circostanza in-solita deve essere registrato per motivi legali eper consultazione in caso di una futura ane-stesia del paziente.

PERIODO DEL RISVEGLIOObiettivi: garantire un risveglio dall'anestesiasicuro e confortevole. Metodi: (1) Osservazio-ne della respirazione. (2) Osservazione del co-lore delle mucose e del CRT. (3) Palpazionedella frequenza e della qualità del polso. (4) Mi-surazione della temperatura corporea e appli-cazione, se indicato, di appropriati metodi diriscaldamento o raffreddamento. (5) Osserva-zione di qualsiasi comportamento che indichidolore e intervento farmacologico appropriatocome necessario. (6) Altre misurazioni indica-te dalle condizioni mediche del paziente, ad e-sempio glicemia, pulsossimetria, ematocrito,proteine totali, emogasanalisi ecc. Raccoman-dazioni: Il monitoraggio minimo del periodo dirisveglio dovrebbe includere la valutazione del-la frequenza e della qualità del polso, del colo-re delle mucose, della respirazione, dei segnidi dolore e della temperatura corporea.

PERSONALEObiettivi: garantire che una persona respon-sabile sia continuamente a conoscenza del-la condizione del paziente durante l'aneste-sia e il risveglio e che sia preparata a inter-

venire quando indicato o ad avvisare un ve-terinario incaricato di eventuali cambiamentidelle condizioni dell'animale. Raccomanda-zioni: (1) Possibilmente, un veterinario, untecnico o un’altra persona responsabile do-vrebbe rimanere con il paziente continuati-vamente ed essere dedicato esclusivamentead esso.(2) Se non è possibile, una persona affidabi-le e conosciuta dovrebbe controllare le con-dizioni del paziente regolarmente (almeno o-gni 5 minuti) durante l’anestesia e il risveglio.(3) Nello stesso ambiente dovrebbe esserepresente un responsabile, benché non ne-cessariamente dedicato soltanto al pazienteanestetizzato (per esempio, il chirurgo puòessere responsabile della supervisione del-l’anestesia).(4) Nelle situazioni ai punti (2) o (3), devonoessere disponibili sistemi di monitoraggiocardiaco e respiratorio.(5) Una persona responsabile dedicata e-sclusivamente alla gestione e alla cura delpaziente durante l’anestesia deve rimanerecol paziente continuativamente sino al termi-ne del periodo di anestesia (Raccomandatoper tutti i pazienti in stato ASA III, IV o V e peri cavalli anestetizzati con anestetici inalatorie/o in anestesia per più di 45 minuti).

SEDAZIONE SENZA ANESTESIAGENERALE

La sedazione è uno stato caratterizzato dadepressione centrale accompagnata dasonnolenza durante la quale il paziente è ge-neralmente inconsapevole di ciò che lo cir-conda ma risponde alle manipolazioni dolo-rose (Thurmon JC, Short CE [2007] Historyand Overview of Veterinary Anesthesia. In:Lumb & Jones’ Veterinary Anesthesia and A-nalgesia. [4th edn]. Tranquilli WJ, ThurmonJC, Grimm KA [eds]. Blackwell Publishing,Ames Iowa, p. 5)Se in un paziente sedato l’ottundimento èsufficiente a determinare la perdita del con-trollo dei riflessi protettivi delle vie aeree, ilmonitoraggio dovrebbe essere lo stessoprevisto per l’anestesia generale. Obiettivo:garantire l’adeguata ossigenazione e la sta-bilità emodinamica del paziente sedato. Me-todi: (1) Determinazione mediante palpazio-ne della frequenza, del ritmo e della qualitàdel polso. (2) Osservazione del colore dellemucose e del CRT. (3) Osservazione dellafrequenza e delle caratteristiche del respiro.(4) Auscultazione. (5) Pulsossimetria. (6)Somministrazione di ossigeno. Raccomandazioni: Negli animali sottoposti asedazione profonda si dovrebbe effettuared’abitudine il monitoraggio intermittente deiparametri respiratori e cardiovascolari di ba-se. Devono sempre essere disponibili l’ossi-geno, un tubo endotracheale e materiale perla cateterizzazione endovenosa. In particola-re, vanno controllati con attenzione i canibrachicefalici perché particolarmente a ri-schio di ostruzione delle vie aeree in seda-zione profonda.* Recommendations for monitoring anesthe-tized veterinary patients", ACVA Update,2009. ■

Il monitoraggio del pazienteanestetizzato Il College degli anestesisti americani aggiorna le proprie Linee guida

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201016 Vet Journal Attualità scientifica o

Le notizie di Vet Journalsono consultabili on line

all'indirizzo

www.vetjournal.it/

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2nd International Congress on Canine Leishmaniasis2° Congresso Internazionale sulla Leishmaniosi Canina

PisaPalazzo dei Congressi

April 17th-18th 201017-18 Aprile 2010

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Una sessione del Corso ba-se teorico-pratico di com-portamento, medicina echirurgia del coniglio or-ganizzato da SIVAE a Cre-mona (25-27 novembre

2009) è stata dedicata alle patologie dermato-logiche. Marta Avanzi (Med Vet, CastelfrancoVeneto, TV) ha parlato di ectoparassiti, derma-tofiti, mixomatosi e dermatiti tipiche di questaspecie, iniziando dalle modalità diagnostiche.

TECNICHE DIAGNOSTICHEGli esami collaterali utili nella diagnostica dellepatologie dermatologiche del coniglio sono glistessi che si impiegano in cane e gatto. Esameemocromocitometrico ed esame chimico-clini-co raramente forniscono informazioni utili. L’e-same microscopico del pelo può fornire prezio-se informazioni: sul pelo è possibile trovare pa-rassiti, loro uova, ife e artrospore fungine; l’e-stremità del pelo, se spezzata, indica la presen-za di traumatismo, ad esempio barbering o au-torosicchiamento. Poiché molti problemi cuta-nei sono causati da ectoparassiti, particolar-mente utile, nonché di facile realizzazione, è loscotch test. In caso di lesioni crostose i ra-schiati cutanei sono utili per la ricerca di acaridella rogna sarcoptica, ma possono anche evi-denziare la presenza di dermatofiti. In caso dineoformazioni l’esame citologico permette didifferenziare ascessi da neoplasie, e spesso dicaratterizzare queste ultime. L’esame citologi-co può anche essere effettuato da materialepresente nel condotto uditivo per evidenziarela presenza di lieviti o infezioni batteriche. Le-

sioni insolite per presentazione e decorso pos-sono validamente essere indagate tramite bio-psia ed esame istologico. Le colture, micotichee batteriche, trovano le stesse indicazioni e lestesse metodiche di esecuzione che nei mam-miferi convenzionali.

LA MUTAI conigli a 5-6 settimane di età compiono la pri-ma muta, seguita a circa 4-5 mesi da un’altramuta che porta allo sviluppo del mantello adul-to. In seguito la muta si svolge circa due volteall’anno, normalmente in primavera e in autun-no. Nei conigli pet, che vivono dentro le case, ilfotoperiodo e la temperatura artificiali possonomodificare questo pattern. Le modalità con cuisi svolge la muta sono molto diverse rispetto acane e gatto e questo può indurre a scambiareil normale ricambio del pelo per patologie der-matologiche. La muta non interessa contem-poraneamente tutto il mantello ma procedegradualmente dalle regioni craniali, ossia la te-sta, in direzione caudale, verso il resto del cor-po, interessando per ultimo l’addome. Risultaquindi ben netta la delimitazione tra il pelo increscita attiva e il vecchio manto, che può es-sere facilmente asportato a ciuffi. Nei conigli apelo lungo, inoltre, prima della ricrescita del pe-lo si possono osservare per diversi giorni areedi cute completamente alopecia, integra.

DERMATOFITOSILe infezioni fungine cutanee si osservano so-prattutto nei soggetti giovani, in particolare neiconiglietti acquistati da poco, mentre sono po-co comuni nei conigli pet adulti. L’agente ezio-logico più frequente è Trichophyton menta-grophytes. Le localizzazioni più comuni sono alivello di dita, orecchie, muso, palpebre. Le le-sioni possono avere diverso aspetto; tipica-mente appaiono alopeciche, ricoperte di pic-cole scaglie grigiastre, e la cute sottostante èinfiammata. Talvolta, nei punti in cui il coniglioarriva con la bocca, le scaglie vengono aspor-tate con il leccamento e le lesioni appaiono acute liscia. Il prurito in genere è scarso.Poiché l’aspetto non è patognomonico, il so-spetto diagnostico va sempre confermato tra-mite gli esami collaterali: l’esame microscopicodel pelo e la coltura micotica. La lampada diWood raramente risulta utile perché solo alcuniceppi di Microsporum canis (più raro come a-

gente di dermatofitosi nel coniglio) danno fluo-rescenza agli ultravioletti. In diagnosi differen-ziale si deve considerare principalmente la ro-gna sarcoptica, che presenta una distribuzionedelle lesioni simile, soprattutto nelle sue fasi ini-ziali. In corso di rogna le croste tendono con iltempo a diventare molto più spesse e il pruritoè più intenso.Poiché i bagni nel coniglio in alcuni soggettipossono risultare stressanti, è più pratica lasomministrazione orale di itraconazolo (5-10mg/kg q24h), il prodotto più efficace e sicuro(anche se non registrato nel coniglio). Piccolelesioni localizzate possono essere trattate conprodotti topici per cani e gatti (es. enilconazoloo miconazolo); tuttavia ciò non esclude che l’a-nimale colpito non resti portatore sano. L’am-biente può essere trattato con enilconazolo al-lo 0,2%, e come disinfettante ambientale è effi-cace l’ipoclorito di sodio alla diluizione di 1:10.Non si deve dimenticare che la dermatofitosi èuna zoonosi e che inoltre il coniglio infetto puòcontagiare gli altri animali della casa. Uno deimotivi di fallimento della terapia è rappresenta-to dalla presenza di portatori sani, su cui nonviene effettuato il trattamento.

ECTOPARASSITILe infestazioni da ectoparassiti sono le condi-zioni dermatologiche più frequenti nei conigli.Nella terapia si deve tener presente che è ne-cessario trattare tutti i conigli a contatto.

MIASILa miasi è una patologia che complica ferite edermatiti; si verifica nella stagione calda soprat-tutto in soggetti poco seguiti. Dopo la deposi-zione delle uova, le larve si schiudono in appe-na 24 ore e iniziano ad aggredire i tessuti, cau-sando forte malessere. Le larve vanno aspor-tate utilizzando una pinzetta o lavaggi con so-luzioni disinfettanti; se la procedura risulta do-lorosa si devono somministrare analgesici o se-dativi. Poiché per svilupparsi le larve necessita-no di un ambiente umido e protetto, l’area col-pita deve essere tosata con cura, lavata e a-sciugata (anche utilizzando un asciugacapelli);se presente, il tessuto necrotico va completa-mente asportato.La parte colpita va medicata con una crema abase di sulfadiazina argentica e tenuta rigoro-samente pulita e asciutta, e si somministrano

antibiotici sistemici e analgesici. Per prevenirenuove infestazioni il coniglio va alloggiato in unambiente pulito e al riparo dalle mosche. Oltread eliminare con cura le larve è necessario i-dentificare e trattare le cause primarie. La pre-senza delle larve è molto irritante e debilitanteper l’animale. Se il coniglio è anoressico, occor-re eseguire l’alimentazione assistita e la reidra-tazione.

DERMATITE PERINEALELa cute del coniglio è sottile e delicata e si in-fiamma rapidamente se rimane a contatto confeci o urine, con la formazione di una dermatiteulcerativa che può complicarsi con necrosi cu-tanea, infezioni batteriche secondarie e, nellastagione calda, con miasi. La dermatite peri-neale è sempre una condizione secondaria aproblemi molto diversi, ad esempio diarrea, al-terazione del cecotrofo, patologie urinarie (n-continenza urinaria secondaria a lesioni neuro-logiche, cistite, calcolosi o ipercalciuria), pro-blemi articolari, scheletrici o neurologici che im-pediscono al coniglio di assumere una posizio-ne corretta per urinare, patologie dentali cheimpediscono di tenere la zona pulita o di con-sumare il cecotrofo, obesità. Una volta instau-rata la dermatite, il dolore che provoca rappre-senta un fattore perpetuante in quanto impedi-sce al coniglio di assumere una posizione cor-retta per urinare o defecare, con ulteriore im-brattamento della parte, instaurando un peri-coloso circolo vizioso.La diagnosi è immediata, su base clinica; piùcomplicato può essere la determinazione dellecause. Possono essere utili allo scopo esamiradiografici ed ematochimici.La terapia deve essere aggressiva, per impedi-re che la condizione si aggravi rapidamente,portando anche alla morte. Il trattamento si ef-fettua preferibilmente in sedazione con la deli-cata rasatura della parte, che viene quindi lava-ta, asciugata con cura e disinfettata. Si sommi-nistrano antibiotici sistemici ed analgesici. Ilproprietario va istruito a ispezionare, lavare e a-sciugare più volte al giorno la zona perineale,affinché resti sempre asciutta e pulita. Local-mente si possono applicare alluminio acetatoal 5% come astringente e una crema conte-nente sulfadiazina argentina, o una crema allozinco per proteggere la cute dal contatto confeci e urine. Il coniglio va tenuto su un substra-

Le patologie cutanee del coniglio Dermatiti, parassitosi e infezioni. Marta Avanzi al corso teorico-pratico SIVAE

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La mixomatosi è una malattia virale molto contagio-sa per il coniglio, causata da un orthopoxvirus, unvirus DNA a doppia elica con diversi ceppi a virulen-

za variabile. Può essere trasmessa per via diretta dagli a-

nimali ammalati o portatori a quelli sani o per via indirettatramite artropodi (zanzare, pulci, pidocchi, zecche, ecc.)che fungono da vettori passivi. Dopo un singolo pasto disangue una zanzara può restare infettante fino a 220 gior-ni. L’andamento della malattia può essere acuto, subacutoo cronico; alcuni conigli restano portatori asintomatici.L’incubazione è di 5-15 giorni. I sintomi comprendono: ab-battimento, febbre, congiuntivite, scolo oculare, tumefa-zioni cutanee sulla testa e gli arti, infiammazione degli or-gani genitali. Le lesioni cutanee sono rappresentate daplacche eritematose di dimensioni variabili da pochi milli-metri ad alcuni centimetri. La morte sopravviene in 8-30giorni per complicazioni dovute ad infezioni batteriche se-condarie. Esiste anche una forma caratterizzata da con-giuntivite e sintomi respiratori, senza lesioni cutanee, macon edema dei genitali. La mortalità è elevata e, secondoil ceppo, può andare dal 50 al 100%. I conigli che soprav-vivono possono eliminare il virus per lungo tempo, fungen-do da serbatoio della malattia.La mixomatosi è endemica nel nord Italia, è presente nel

centro e nella Campania, ed è poco diffusa nel resto delsud Italia e nelle isole. La diagnosi si può emettere in base alle caratteristiche le-sioni. La certezza diagnostica si ottiene con il ricorso almicroscopio elettronico, ad esami di laboratorio che ricer-cano l’antigene o ad esami sierologici. Non esiste alcunaterapia efficace. La malattia può essere prevenuta con la vaccinazione, chedà una buona protezione ed è sempre consigliabile neglianimali da compagnia che vivono in zone endemiche. Laprima vaccinazione può essere effettuata a partire dallaquarta settimana di età, con richiami successivi ogni 4-6mesi. Per un’immunizzazione ottimale il vaccino deve es-sere inoculato superficialmente, a livello intradermico,senza impiegare alcol per la disinfezione e senza massag-giare successivamente la zona di inoculo. Di norma il vac-cino è ben tollerato e non dà luogo ad effetti collaterali. Ilregolamento di polizia veterinaria prevede la soppressionee la distruzione dei soggetti infetti e la comunicazione al-l’AUSL dei trattamenti immunizzanti.

MIXOMATOSI

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to pulito e asciutto, ad esempio pannoloni as-sorbenti. Il trattamento porta ad una rapidaguarigione della cute, ma la risoluzione definiti-va richiede la rimozione della causa.

DERMATITE UMIDA DELLA GOLAQuesta condizione è caratterizzata dalla mace-razione della regione della gola, con eritema, a-lopecia, erosioni e infezione batterica seconda-ria. È solitamente associata a salivazione ec-cessiva secondaria a patologie dentali, pertan-to richiede sempre l’ispezione della cavità oralee l’esecuzione di radiografie del cranio. Occa-sionalmente si osserva una macerazione dellacute della gola associata all’uso della ciotoladell’acqua, soprattutto nei soggetti con giogaiamolto sviluppata. Talvolta si osserva una colo-razione bluastra della cute causata dallo svilup-po secondario di Pseudomonas aeruginosa. Iltrattamento è analogo a quello della dermatiteperineale, ma ovviamente per risolvere la con-dizione è necessario trattare le punte dentali.

PODODERMATITELa pododermatite è una patologia che inte-

ressa la superficie inferiore degli arti, più fre-quentemente i posteriori. È una patologia ul-cerativa cronica e progressiva che inizia co-me lesione ischemica da compressione; simanifesta inizialmente con diradamento delpelo ed eritema della superficie plantare, chein seguito appare ulcerata e crostosa. Si in-staura quindi un’infezione secondaria, gene-ralmente da S. aureus; la lesione può progre-dire fino all’osteomielite rendendo la prognosimolto riservata.La diagnosi è su base clinica, ma è importantericonoscere e, se possibile, correggere le cau-se che hanno portato allo sviluppo della podo-dermatite:• Traumi alla superficie inferiore degli arti (es. il

battere frequente degli arti posteriori nei co-nigli nervosi o agitati).

• Mancanza di movimento, per altri problemidi salute o per il confinamento costante in u-na piccola gabbia.

• Substrato inadeguato (troppo abrasivo, co-me il ghiaino per gatti, o duro, come pavi-menti).

• Obesità, che aumenta la pressione sulla par-te e ne ostacola il circolo ematico.

L’esame radiografico permette di evidenziarel’eventuale coinvolgimento delle strutture os-see. La terapia consiste nella pulizia della par-te, con rimozione di sporcizia, croste e tessu-ti necrotici, e l’applicazione locale di una po-mata antibiotica. La superficie inferiore degliarti non deve essere tosata, ma vanno accor-ciati i peli che ricoprono le ulcere per tenerepulita la lesione. Idealmente le zampe dovreb-bero essere protette con fasciature, ma i co-

nigli le tollerano male. Si possono sommini-strare, secondo i casi, antibiotici per via pa-renterale e analgesici. È essenziale fornire unsubstrato morbido, asciutto e pulito ed elimi-nare, se possibile, i fattori predisponenti.Quando la pododermatite progredisce fino adinteressare i tessuti profondi, con spostamen-to del tendine flessore superficiale e osteo-mielite, la guarigione è molto difficile e posso-no comunque permanere lesioni permanenticon alterazioni della deambulazione. In casodi osteomielite avanzata, se è interessato unsolo arto può essere presa in considerazionel’amputazione, ma se sono interessati più artiè consigliabile l’eutanasia. (M.G.M.)Da: Atti del Corso base teorico-pratico SIVAEdi comportamento, medicina e chirurgia delconiglio (Cremona, 25-27 novembre 2009). ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Attualità scientifica Vet Journal 21o

Identificato in un maiale nel distretto diHong Kong il riassortimento del viruspandemico H1N1 con un virus influen-

zale suino. La ricombinazione è stata in-dividuata dall'Università di Hong Kong esegnalata dalla International Society forInfectious Disease. Non ci sono tuttavia e-lementi di preoccupazione per la salutepubblica. Il rischio di un riassortimento trail virus pandemico e un altro virus influen-zale è che possa emergere un nuovo virusinfluenzale che sia nello stesso tempo ag-gressivo per l'uomo e capace di diffonder-si con estrema facilità. La ricombinazione è stata individuata nel-l'ambito del programma di sorveglianzacondotto dall'Università di Hong Kong e ilcampione è stato prelevato il 7 gennaioscorso da un maiale di un grande alleva-mento nei pressi di Hong Kong, a SheungShui. Frammenti di materiale genetico delvirus pandemico H1N1 sono stati riscon-trati in un virus dell'influenza suina. Secondo Ilaria Capua (Istituto Zooprofilat-tico delle Venezie) occorre aumentare lasorveglianza per segnalare in tempo lacomparsa di nuovi virus influenzali. Il rias-sortimento dei due virus influenzali in unmaiale segnalato è ''la dimostrazione, at-tesa, che il virus pandemico è in grado diriassortirsi con virus animali. È anche laprova che la sorveglianza c'è, ma forsenon è abbastanza, considerando che ilcampione nel quale è stato rilevato il virusè stato prelevato il 7 gennaio e che il risul-tato è stato reso noto molto più tardi''. Se-condo Capua aumentare la sorveglianzaè una priorità soprattutto in aree comel'Asia, dove in molte zone c'è ancora unagrande promiscuità fra animali e uomini,e l'Africa, dove è molto diffusa l'influenzaaviaria. (M.G.M.)

RIASSORTIMENTO DIH1N1 CON UN VIRUSINFLUENZALE SUINO

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di GIOVANNI STASSIDottore Commercialista, Torino

Le nuove disposizioni riguar-dano esclusivamente lacompensazione dei crediti I-VA con altre imposte e tribu-ti, contributi previdenziali eassistenziali o altre somme

di cui all’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio1997, n. 241, in genere quindi tutte le compen-sazioni che è possibile effettuare sul modelloF24 (compensazione orizzontale).Restano invariate invece le modalità di com-pensazione dei crediti IVA con debiti relativi allamedesima imposta (IVA da IVA - compensazio-ne verticale). I nuovi vincoli introdotti dal legi-slatore alla compensazione “orizzontale” deicrediti IVA si applicano soltanto nel caso in cuigli importi oggetto di compensazione superinoi 10.000 euro annui.Nel caso in cui la compensazione “orizzontale”dei crediti IVA superi l’importo di 15.000 euroannui, le nuove norme prevedono anche l’ob-bligo di richiedere l’apposizione del visto diconformità (ex articolo 35, comma 1, lettera a)del Decreto Legislativo n. 241 del 1997 sulladichiarazione dalla quale emerge il credito.Le nuove modalità di utilizzo in compensazio-

ne dei crediti IVA sono entrate in vigore a de-correre dal 1° gennaio del 2010.L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 1 del15 gennaio 2010 ha chiarito che la nuova di-sciplina si applica soltanto con riferimento aicrediti esposti nelle dichiarazioni IVA presenta-te a partire dal 1° gennaio 2010.Quindi il credito IVA annuale relativo al 2008 (e-videnziato nel modello UNICO 2009) potràcontinuare ad essere utilizzato liberamente incompensazione anche nel corso del 2010, fi-no al momento in cui viene presentata la di-chiarazione annuale IVA per l’anno 2009.In sostanza le ipotesi che si possono verificaresono le seguenti:• utilizzo di credito IVA fino a 10.000 euro an-

nui: nulla è cambiato rispetto a prima. Il cre-dito può essere utilizzato liberamente.

• utilizzo di credito IVA oltre ai 10.000 euro an-nui e fino a 15.000 euro. Il credito può esse-re utilizzato solo dopo la presentazione delladichiarazione IVA.

• utilizzo di credito IVA oltre ai 15.000 euro an-nui. Il credito può essere utilizzato solo dopola presentazione della dichiarazione IVA sucui deve essere apposto il visto di confor-mità.

Esaminiamo in dettaglio le diverse ipotesi.

UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DICREDITI IVA FINO A 10.000 EURO

ANNUIFino al predetto importo di euro 10.000 il cre-dito IVA potrà essere utilizzato liberamente apartire dal 1° gennaio 2010 senza particolariformalità.

UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DICREDITI IVA OLTRE AI 10.000

EURO ANNUI E FINO AD EURO15.000

Le nuove norme stabiliscono che la compen-sazione di crediti IVA oltre i 10.000 euro è su-bordinata ai seguenti adempimenti:• presentazione della dichiarazione IVA an-

nuale;• compensazione non prima del giorno 16 del

mese successivo a quello di presentazionedella dichiarazione IVA;

• la delega di pagamento (modello F24) puòessere presentata solamente tramite i serviziEntratel oppure Fisconline.

Per quanto riguarda la dichiarazione annua-le IVA, a partire da questo anno essa può es-sere presentata in forma autonoma (quindisganciata dal modello UNICO) a partire dal 1°febbraio 2010.La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 1 del15 gennaio 2010, ha precisato che i contri-buenti che espongono in dichiarazione un sal-do IVA a debito restano ancora obbligati a pre-sentare la dichiarazione IVA all’interno del mo-dello UNICO.La dichiarazione IVA può essere quindi presen-tata separatamente dal modello UNICO sola-mente dai contribuenti che espongono nella di-chiarazione un credito (da compensare o dachiedere a rimborso).Si segnala inoltre che a partire dall’anno 2010chi presenta la dichiarazione IVA entro il mesedi febbraio è esonerato dalla presentazionedella “Comunicazione annuale dati IVA”.Per quanto riguarda la data da cui è possibi-le utilizzare il credito, superiore a 10.000 eu-ro, la nuova norma stabilisce che l’utilizzo po-trà essere effettuato a partire dal giorno 16 delmese successivo a quello di presentazionedella dichiarazione.Chi ha presentato la dichiarazione IVA relativaall’anno 2009 nel mese di febbraio 2010, po-trà utilizzare il credito IVA, superiore a 10.000euro, a partire dal 16 marzo 2010; chi la pre-senterà a marzo 2010 potrà iniziare ad utilizza-re il credito dal 16 aprile 2010 e così via.Per quanto riguarda le modalità di presenta-zione delle deleghe di versamento (model-lo F24) le nuove disposizioni (articolo 37, com-ma 49-bis, Decreto Legge 4 luglio 2006, n.223) stabiliscono nuove modalità di trasmissio-ne delle deleghe.Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, con prov-vedimento del 21 dicembre 2009, ha determi-nato modalità e termini di effettuazione dellacompensazione dei crediti IVA. In particolare, quanto alle modalità, è stato pre-visto che le deleghe di versamento possonoessere trasmesse direttamente dai contribuen-ti, mediante i canali Entratel o Fisconline, ovve-ro tramite gli intermediari abilitati al servizio En-tratel (dottori e ragionieri commercialisti, con-sulenti del lavoro, ecc.).Non è più possibile quindi utilizzare per la pre-sentazione delle deleghe di pagamento model-lo F24 che evidenziano una compensazionedel credito IVA (per importi annui superiori a10.000 euro) i servizi di home banking messi adisposizione dalle Poste Italiane o dalle Ban-che.L’Agenzia delle Entrate, nella citata Circolare n.1 del 15 gennaio 2010 ha precisato che “.... intutti casi in cui il contribuente intende desti-nare alla compensazione crediti IVA di impor-to superiore a 10.000 euro annui, è opportu-no utilizzare i servizi telematici messi a dispo-

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sizione dall’Agenzia delle Entrate anche per latrasmissione di deleghe contenenti singolar-mente compensazioni Iva inferiori ai 10.000euro ovvero la cui somma non ha ancora rag-giunto il limite dei 10.000 euro”.Per quanto riguarda i termini di trasmissionedelle deleghe il citato provvedimento del Di-rettore dell’Agenzia delle Entrate ha stabilitoche la presentazione deve essere effettuata apartire dal decimo giorno successivo a quellodi presentazione della dichiarazione IVA dacui emerge il credito. Ciò per dare tempo al-l’Amministrazione finanziaria di poter verifica-re mediante il controllo delle dichiarazioni il di-ritto del contribuente all’utilizzo del credito.Dopo la trasmissione telematica di una dele-ga di pagamento il contribuente (o l’interme-diario preposto) riceverà una prima comuni-cazione attestante l’avvenuta acquisizione delfile da parte dei servizi telematici dell’Agenziadelle Entrate. Nel caso di utilizzo di un credito IVA, la dele-ga è successivamente sottoposta ad ulterioricontrolli finalizzati alla verifica del rispetto deirequisiti previsti dall’articolo 10 del decretolegge n. 78 del 2009, a fronte dei quali è pro-dotta una seconda comunicazione attestantel’esito di accettazione o di scarto. È pertanto prudente procedere alla trasmis-sione delle deleghe contenenti compensazio-ni IVA con alcuni giorni di anticipo rispetto allascadenza dei termini di versamento, così daavere la possibilità, in caso di scarto della de-lega, di ritrasmetterla previa rimozione dell’er-rore che ne ha determinato la mancata accet-tazione, evitando di incorrere nelle conse-guenti sanzioni.Tutti i vincoli e gli adempimenti sopra illustratisi applicano, come chiarito dall’Agenzia delleEntrate, ai soli casi in cui l’importo effettiva-mente utilizzato in compensazione superi ilpredetto limite annuale di euro 10.000 e nonquindi ai casi in cui il credito IVA sia superiorea tale limite, ma l’importo utilizzato in com-pensazione sia pari o inferiore a 10.000 euro.Quindi, esemplificando, nell’ipotesi di un con-tribuente che nel mese di gennaio non ha an-cora predisposto la dichiarazione IVA ma èben consapevole che dalla stessa emergerà

un credito, ad esempio di 14.000 euro, già nelmese di gennaio può iniziare ad utilizzare ilcredito fino alla concorrenza dell’importo di10.000 euro. Dopo la presentazione della di-chiarazione IVA potrà utilizzare il credito resi-duo.

UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DICREDITI IVA OLTRE AI 15.000

EURO ANNUI.Nei casi in cui la compensazione dei crediti I-VA superi l’importo di 15.000 euro annui, laLegge ha imposto un ulteriore obbligo che siaggiunge a quelli sopra elencati.In questo caso infatti, il contribuente ha l’ob-bligo di richiedere l’apposizione del visto diconformità sulla dichiarazione dalla quale e-merge il credito. Il visto attesta la conformità dei dati delle di-chiarazioni predisposte alla relativa documen-tazione e alle risultanze delle scritture conta-bili, nonché di queste ultime alla relativa do-cumentazione contabile.I soggetti abilitati ad apporre il visto di confor-mità sono, come precisato dall’Agenzia delleEntrate nella circolare n. 57 del 23 dicembre2009, quelli identificati dall’articolo 35 del De-creto Legislativo. n. 241 del 1997:• i soggetti iscritti nell’albo dei dottori com-

mercialisti e degli esperti contabili• i consulenti del lavoro• i soggetti iscritti alla data del 30 settembre

1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dal-le Camere di commercio, industria, artigia-nato e agricoltura per la sub-categoria tri-buti, in possesso di diploma di laurea ingiurisprudenza o in economia e commer-cio o equipollenti ovvero di diploma di ra-gioneria

• i responsabili dell’assistenza fiscale deiCAF (Centri di assistenza fiscale) che sianoiscritti nell’albo dei dottori commercialisti edegli esperti contabili.

Per l’apposizione del visto di conformità i sog-getti appartenenti alle prime tre categorie so-pra evidenziate devono richiedere la preventi-va autorizzazione alla Direzione Regionaledell’Agenzia delle Entrate competente per ter-ritorio.

I soggetti che intendono apporre il visto de-vono inoltre essere abilitati alla trasmissionetelematica delle dichiarazioni fiscali, rilasciatadall’Agenzia delle Entrate.Ulteriore condizione per l’apposizione del vi-sto è che le dichiarazioni siano state predi-sposte e le relative scritture contabili sianostate tenute dal soggetto che dovrà apporreil visto. Le dichiarazioni e le scritture contabilisi intendono predisposte e tenute da tali sog-getti anche quando sono predisposte e tenu-te direttamente dallo stesso contribuente acondizione che tali attività siano effettuatesotto il diretto controllo e la responsabilità del-lo stesso professionista o CAF.L’Agenzia delle Entrate ha precisato, nella ci-tata circolare 57 del 2009, che nelle ipotesi incui per la tenuta delle scritture contabili il con-tribuente si avvalga di un soggetto che nonpuò apporre il visto di conformità, egli ha co-munque la facoltà di rivolgersi ad un soggettoabilitato all’apposizione del visto o ad un CAF.Detti soggetti, una volta incaricati, sono tenutia svolgere tutti i previsti controlli e a predi-sporre la dichiarazione.Per concludere è opportuno soffermarsi sullesanzioni applicabili per il mancato rispettodei nuovi vincoli e per l’infedele rilascio del vi-sto di conformità.Le violazioni degli obblighi derivanti dallenuove disposizioni introdotte per il controllopreventivo delle compensazioni “orizzontali”dei crediti IVA sono punite, sempre che siaconstatata l’esistenza del credito, con lasanzione prevista per i casi di omesso ver-samento dall’art. 13 del decreto legislativo18 dicembre 1997, n. 471, pari al 30 percento del credito indebitamente utilizzato incompensazione.L’Agenzia delle Entrate ha precisato (circolaren. 1 del 2010) che tale sanzione è irrogabilenel caso di compensazione di crediti IVA esi-stenti per importi superiori al limite di 10.000euro in data precedente a quella di presenta-zione della dichiarazione annuale, ovvero perimporti superiori al limite di 15.000 euro sen-za che sia stato apposto sulla dichiarazione ilprescritto visto di conformità.Ove il contribuente utilizzi invece in compen-sazione crediti inesistenti (in misura superioreal credito risultante dalla dichiarazione IVApresentata), la sanzione applicabile è quellaprevista dall’art. 27, comma 18, del DecretoLegge 29 novembre 2008, n. 185, che va daun minimo del 100 per cento ad un massimodel 200 per cento dell’ammontare dei creditiindebitamente compensati. La nuova misura delle sanzioni maggiorate siapplica alle violazioni commesse a decorreredal 29 novembre 2008L’articolo 7 comma 2 del Decreto Legge 10febbraio 2009 n. 5, ha precisato che, nel ca-so di utilizzo in compensazione di crediti “ine-

sistenti” per un ammontare superiore a50.000,00 euro per ciascun anno solare, siapplica la sanzione del 200% della misura deicrediti compensati. La disposizione si applicaalle violazioni commesse a partire dall’11 feb-braio 2009.Per quanto concerne i crediti IVA annualid’importo superiore a 15.000 euro, per l’uti-lizzo dei quali è necessaria l’apposizione delvisto di conformità sulla dichiarazione, l’Agen-zia delle Entrate ha ammesso che il contri-buente possa modificare la propria scelta dinon corredare la dichiarazione annuale del vi-sto di conformità. Può accadere infatti che il contribuente pre-senti la propria dichiarazione senza il visto diconformità, prevedendo di non utilizzare incompensazione crediti oltre il limite di 15.000euro, e che, successivamente, sia costretto arivedere tale previsione avendo necessità disuperare detto limite.In tali casi, secondo quanto precisato dall’A-genzia delle Entrate, il contribuente potrà pre-sentare una dichiarazione correttiva/integrati-va completa di visto di conformità, al più tardientro 90 giorni dalla scadenza del termine dipresentazione della dichiarazione, ai sensidell’art. 2, comma 7, del D.P.R. n. 322 del1998.Qualora tale dichiarazione sia presentata en-tro il termine di scadenza ordinario (30 set-tembre dell’anno successivo a quello di riferi-mento) nessuna sanzione potrà essere irro-gata al contribuente; nel caso in cui detta di-chiarazione sia presentata, invece, entro i 90giorni successivi al termine di scadenza (dun-que, dopo il 30 settembre, ma entro il 29 di-cembre successivo), si renderà applicabile lasanzione amministrativa per la tardiva presen-tazione della dichiarazione.Attenzione quindi all’utilizzo dei crediti (diqualsiasi tipo: IVA, IRPEF, IRAP, ecc.) in com-pensazione. Accade facilmente, infatti, che ilcontribuente che vanta un credito possa pro-cedere ad effettuare compensazioni in misurasuperiore al credito disponibile. In tal caso lasanzione applicabile andrà da un minimo del100% ad un massimo del 200% dei crediti in-debitamente compensati.Ove il contribuente si accorga dell’errorecommesso potrà mettere in atto la procedu-ra del “ravvedimento operoso” (ex articolo13 del Decreto Legislativo 18 dicembre1997, n. 472) versando l’importo del creditoindebitamente compensato oltre alla sanzio-ne ridotta, nella misura dell’8,33% (un dodi-cesimo della sanzione minima del 100% equindi 100:12) se l’errore è sanato nei 30giorni successivi, oppure nella misura del10% (un decimo della sanzione minima del100% e quindi 100:12) se l’errore è sanatooltre i 30 giorni dalla data in cui la violazioneè stata commessa. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201024 Fisco Contabilità

In data 25 febbraio 2010 ilMinistero del Lavoro e del-le Politiche Sociali, d'inte-

sa con il Ministero dell'Eco-nomia e delle Finanze, ha ra-tificato, senza sollevare alcunrilievo, il nuovo Regolamentoper il riscatto degli anni dilaurea e del servizio militare,così come approvato dall'As-semblea Nazionale dei Dele-gati dello scorso 28 novembre. Le nuove disposizioni regolamentari hanno decorrenzadal 1° marzo 2010. Tre le modifiche principali del regolamento: 1. la riduzione da 5 a 3degli anni di iscrizione all'Ente necessari per poter richiedere il riscatto; 2. l'introduzio-ne della possibilità, anche per i pensionati di invalidità, di presentare la domanda di ri-scatto; 3. l'aumento del numero delle rate per il pagamento dell'onere del riscatto, peril quale è stata consentita una rateazione fino ad un massimo di 72 rate bimestrali.

LAUREA E LEVA: SÌ AL REGOLAMENTO ENPAV

Audizione ENPAV in Commissionebicamerale

Nell’ambito dell’indagineconoscitiva sulla situazio-ne economico-finanziariadelle casse privatizzate,anche in relazione allacrisi dei mercati interna-

zionali, mercoledì 3 marzo la CommissioneParlamentare di controllo sulle attività degliEnti gestori di forme obbligatorie di previden-za ed assistenza sociale, ha convocato il Pre-sidente dell’Enpav Gianni Mancuso ed il Di-rettore Generale, Giovanna Lamarca. Il Presi-dente Mancuso, dopo una breve presentazio-ne introduttiva dell’Ente, ha relazionato sulleprincipali modifiche al Regolamento di Attua-zione dello Statuto, recentemente approvatedai Ministeri vigilanti. Le innovazioni introdotteproducono effetti positivi sul sistema previ-denziale vigente. In particolare, ha precisato ilPresidente Mancuso, il Ministero del Lavoroha rilevato che la riforma introdotta risulta in-dispensabile per garantire il rispetto della sta-bilità della gestione in un arco di tempo noninferiore ai 30 anni richiesti dalla legge finan-ziaria per il 2007, quale garanzia dell’equilibrio

economico - finanziario delle gestioni previ-denziali. I componenti della Commissionehanno chiesto approfondimenti circa le com-ponenti - obbligazionaria ed azionaria - delpatrimonio mobiliare dell’Ente. Considerazionipositive sono state espresse dal Presidentedella Commissione, On. Jannone, che ha sot-tolineato come la situazione dell’Ente, anchegrazie alla recente riforma, non desti preoc-cupazioni. ■

Professione Veterinaria 9-2010:Professione 9-2010 9-03-2010 16:41 Pagina 24

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

di ANTONIO MANFREDI

Da un’indagine svolta dalquotidiano Libero sulleassociazioni animalisterisulta una situazione im-pressionante. I dati chela giornalista Silvia Cri-

vella ha raccolto non provengono dal Mini-stero della Salute, visto che per ora non esi-ste ancora un elenco nazionale. Ma alloraquanti sono veramente gli animalisti in Italia?Un volontario indica in qualche migliaia il nu-mero delle associazioni, alcune, forse unadecina, presenti su tutto il territorio naziona-le, e tante altre, con presenza solo locale,composte a volte da due o tre iscritti in tutto.Il suggerimento è di vedere i registri provin-ciali ai quali dovrebbero essere iscritte tutte.Con qualche telefonata l’autore dell’articoloriesce così a raccogliere alcuni dati: “Solonella provincia di Milano ci sono 79 associa-zioni animaliste. In provincia di Bologna sono45, 26 quelle registrate nella provincia di Na-poli, 12 fra Ancona e dintorni, in tutte le Mar-che si parla di 39 Associazioni. L’operazionesi potrebbe moltiplicare per le 110 provincieitaliane e si può facilmente immaginare diraggiungere diverse migliaia di unità”. Facen-do un breve calcolo forse più di 3/4000.Considerando gli iscritti a queste associazio-ni e tutti i volontari che operano in modo au-tonomo e personale, i “liberi professionisti”del volontariato, come li chiama l’autricedell’articolo, che agiscono da soli, è evidenteche stiamo parlando di un vero esercito, for-se 400/500mila volontari che oltre al numerohanno la forza della disponibilità, dell’impe-gno e della convinzione che la loro battagliasia giusta e doverosa. Questa forte crescitadel movimento animalista, sviluppatasi so-prattutto negli ultimi anni, lo ha reso ancheun importante riferimento politico che inte-ressa tutti i partiti, che cercano attenzione econsenso, rendendosi ovviamente conto delvalore elettorale che le associazioni animali-ste possono esprimere. L’ANMVI da sempreha collaborato con le principali associazioninazionali: ENPA, LAV, Lega del Cane, trovan-do in loro una forte capacità di collaborazio-ne per uno sforzo comune su obiettivi condi-visi. Pensiamo alla battaglia per la riduzione

dell’IVA sulle prestazioni veterinarie e sulpetfood, al sostegno che ci viene dato per laStagione della Prevenzione, a proposte legi-slative per quanto riguarda il benessere e lasalute degli animali, ecc. Ci capita a volte dinon trovarci pienamente d’accordo in situa-zioni specifiche o locali, ma questo non hamai interrotto un rapporto di stima e di fidu-cia reciproca. Ci troviamo invece anche inforte conflitto con Associazioni che esprimo-no posizioni rigide o integraliste o che svilup-pano iniziative che non rispettano il ruolo, lecompetenze e la professionalità del MedicoVeterinario. Non possiamo neppure condivi-dere logiche espresse da alcune associazio-ni che portano ad azioni illegali e terroristiche.Abbiamo quindi segnalato e denunciato suinostri mezzi d’informazione, ma anche concomunicati stampa o azioni legali, attivitàmutualistiche fuori dalle norme deontologi-che o dalle buone pratiche veterinarie, abbia-mo condannato interventi che non rispetta-vano la professione veterinaria, abbiamo di-feso veterinari privati o pubblici ingiustamen-te criticati o accusati da gruppi animalisti, edabbiamo attaccato duramente il protagoni-smo di alcune associazioni che pur di trovarespazio sui media lanciano insinuazioni e ca-lunnie contro la categoria veterinaria senzaalcun elemento che possa giustificare questeazioni.Fra tante migliaia di associazioni animaliste,quindi, sono veramente poche quelle con lequali riusciamo a collaborare, e questo nono-stante la sensibilità dei veterinari verso le te-matiche animaliste sia certamente aumenta-ta negli ultimi anni. Sono molti oggi, infatti, gliiscritti agli Ordini che si definiscono animalistie collaborano in modo attivo con diverse as-sociazioni. Anni fa avevo scritto su questastessa rivista che un Medico Veterinario ani-malista avrebbe avuto grosse difficoltà nellosvolgere questa professione. Fare il veterina-rio perché si amano gli animali rischia di es-sere un errore fondamentale. Meglio fare l’in-gegnere o l’avvocato e poi dedicare il tempolibero al volontariato. Ho visto negli anni trop-pi casi in cui l’ideologia animalista ha condi-zionato la crescita professionale. Allora que-ste mie riflessioni erano state accolte positi-vamente, oggi temo che potrebbero esserefraintese o criticate. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Società Riflessioni 25

Più animalisti che animaliSono migliaia le associazioni animalisteche operano in Italia

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Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

Le emergenze epidemichedegli ultimi anni hanno mes-so in luce l'importanza di di-sporre di esperti e operatorispecializzati, adeguatamen-te formati per contrastare e

gestire le malattie animali. Nell'Unione Euro-pea, le attività di eradicazione possono con-tare su un'ampia esperienza d'intervento,maturata nel corso degli anni e ora messa alservizio della Comunità e degli Stati Membriattraverso il Community Veterinary Emer-gency Team, istituito dalla Commissione Eu-ropea con la Decisione 2007/142/EC. Il Team si compone di esperti candidati dagliStati Membri, principalmente provenienti daicampi delle scienze veterinarie, della virolo-gia e della fauna selvatica, nonché esperti dilaboratorio e gestione del rischio. L'elenco degli esperti nominati per il 2010 ve-de la presenza di 11 italiani: Bellini Silvia, Broc-

chi Emiliana, Calistri Paolo, Caporale Vincen-zo, Capua Ilaria, Dalla Pozza Manuela, Giovan-nini Armando, Alberali Giovanni Loris, Maran-gon Stefano, Rutili Domenico e Savini Giovan-

ni. In tutto sono 97 gli esperti pronti ad entra-re in azione in base all'evoluzione dello sce-nario europeo e alla chiamata della Commis-sione Europea che li selezionerà in base alle

esigenze degli Stati Membri ma anche deiPaesi Terzi colpiti da emergenze sanitarie a-nimali. Le attività del Team sono rendicontatedalla Commissione Europea allo StandingCommittee on the Food Chain and AnimalHealth. Gli esperti del Team sono chiamati acoadiuvare la Commissione Europea dando: a) assistenza scientifica, tecnica e gestionalein loco, a fini di sorveglianza, verifica, control-lo ed eradicazione delle malattie, in strettacollaborazione e cooperazione con le auto-rità competenti dello Stato membro o delpaese terzo interessati da focolai di malattiao da sospetti tali; b) consulenza scientifica specifica sull’ade-guatezza dei metodi diagnostici e sulle inda-gini epidemiologiche, in collaborazione con ilaboratori di riferimento; c) assistenza specifica al fine di coordinare gliuffici veterinari degli Stati membri, dei paesiterzi e laboratori di riferimento. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201026 Europa 2010

SABATO 10 APRILE 2010 SESSIONE DEL MATTINO 9:30-13:00

Saluti delle AutoritàSaluto del Presidente Senior ANMVI: Carlo ScottiSaluto del Direttore dell’IZS Abruzzo e Molise: VincenzoCaporale

Chairman: Margherita De Bac, giornalista

Il terremoto in Abruzzo ed il Sistema di Protezione CivileGuido Bertolaso, Sottosegretario con delega alla Protezione Civile

La Funzione Sanità della Direzione Comando e Controllo(Di.Coma.C.) Dipartimento di Protezione CivileSalvatore Squarcione, Responsabile Funzione Sanità D.P.C. durantel’emergenza terremoto in Abruzzo

La tutela della sanità pubblica veterinaria in occasione delterremoto in AbruzzoVincenzo Caporale, Direttore IZS Abruzzo e Molise

Le istituzioni e le organizzazioni: ruoli, interventi etestimonianzeIntervengono: Giuseppe Bucciarelli (Servizi Veterinari RegioneAbruzzo), Giuseppe Matricardi (ASL - L’Aquila), Cap. MarcelloSciarappa, (NAS - Pescara), Giuseppe Aseleti (Presidente OrdineVeterinari L’Aquila), Paolo Dalla Villa (Presidente Ordine VeterinariPescara), Maurizio Manera (Presidente Ordine Veterinari Teramo),

Enzo Di Pretoro (Presidente Ordine Veterinari Chieti), Marco DellaTorre (Presidente ANMVI Abruzzo), Gaetano Penocchio (PresidenteFNOVI), Gianni Mancuso (Presidente ENPAV).

Il contributo delle organizzazioni di volontariato per laprotezione degli animaliPaolo Migliaccio, Coordinamento Nazionale AssociazioniProtezionistiche di Volontariato

TAVOLA ROTONDA*: 14:30-17:30LA GESTIONE STRUTTURATA

DELLE EMERGENZE NON EPIDEMICHEChairman: Giancarlo Belluzzi, Responsabile ANMVI International

Practical Applications of the Scientific Method: LessonsLearned from Veterinary Disaster ResponsesWayne E. Wingfield, Professor of Emergency and critical caremedicine, Colorado State University

Emergency management system in natural disastersTony Callan, Emergency Management Unit, Department ofAgriculture, Fisheries and Forestry, Australia

Emergency management in Italy: from experience toexpertiseDaniela Morelli, IZS Abruzzo e MoliseNicola Ferri, IZS Abruzzo e MoliseGiacomo Migliorati, IZS Abruzzo e Molise

Discussione e chiusura dei lavori

*È prevista la traduzione in lingua italianaNel corso della prima giornata verranno consegnati alcuniriconoscimenti per quanto fatto nella fasi di emergenza post-sismica

DOMENICA 11 APRILE 2010SESSIONE DEL MATTINO 9:30-13:00

Chairman: Rossella Lelli, Vicedirettore IZS Abruzzo e Molise

Quali emergenze oggi, in un mondo in continuocambiamento? Vincenzo Caporale, Direttore IZS Abruzzo e Molise

Il Centro Nazionale di lotta ed emergenza contro lemalattie animaliUgo Santucci, Dir. Ufficio III Dipartimento Sanità Pubblica Veterinariae Sicurezza Alimentare - Ministero Salute

Saper prevedere per poter prevenire: strumenti per lagestione delle emergenze epidemichePaolo Calistri, IZS Abruzzo e Molise

Esperienze di gestione di emergenze sanitarieIntervengono: Cristina Schneider, Veterinary Public Health Unit at the Pan American Health Organization, Daniela Marongiu,ASL 1 Sassari, Giacomo Migliorati, IZS Abruzzo e Molise

Dibattito e chiusura lavori

1° CONVEGNO INTERNAZIONALE

La Veterinaria nelle emergenzePreparazione, programmazione e intervento in situazioni di calamità naturali e di emergenze epidemiche

10-11 Aprile 2010 - Montesilvano (PE) - Hotel Serena Majestic

Richiesto l’alto patrocinio della A.N.M.V.I.ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

organizzano il

Hanno contribuito alla realizzazione di questo evento

Progetto formativo per l’internazionalizzazione della professione veterinariaIstruzione, Formazione e Lavoro

Prestigiosa presenza italiana nelCommunity Veterinary Emergency Team

★★

★★★★★★

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Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

Chi ha già conseguito laqualifica di RSPP (Re-sponsabile dei Servizi diPrevenzione e Protezio-ne) dovrà aggiornare lapropria formazione. Ma

non è ancora stato stabilito come. È infatti al-lo studio della Conferenza Stato Regioni unaproposta di Accordo in grado di fornire defi-nizioni chiare e puntuali sulla durata, i conte-nuti minimi e le modalità di erogazione dellaformazione in materia di sicurezza. Il TestoUnico sulla sicurezza sul lavoro richiede chela formazione dell'RSPP sia aggiornata ad in-tervalli di 5 anni, ma nel contempo rinvia (ar-ticolo 34) espressamente all'adozione di unospecifico Accordo Stato Regioni, ricono-scendo nel frattempo la validità della forma-zione conseguita antecedentemente.Malgrado il quadro normativo non sia statoancora perfezionato, il mercato della forma-zione offre già innumerevoli proposte di ag-giornamento per RSPP la cui durata e i cuicontenuti non sono tuttavia fissati per legge.

Infatti, non è ancora stato emanato l'Accor-do Stato Regioni che dettaglierà le modalitàdi aggiornamento del datore di lavoro RSPP.I corsi di aggiornamento della qualifica RSPPorganizzati in mancanza di un Atto ufficialeche ne disciplini i contenuti formativi potreb-bero non essere riconosciuti. Per questo mo-tivo l'ANMVI ha scelto di non organizzare icorsi di aggiornamento per i medici veterinariche hanno già conseguito la qualifica di R-SPP e di provvedervi solo in seguito all'ema-nazione dell'Accordo Stato Regioni.Sono comunque attese a breve importantinovità. Per quanto al momento sia possibilefare solo una serie di previsioni sulle "propo-ste di accordo", le prime anticipazioni parla-no di una netta distinzione tra la "formazionegenerale", comune a diversi settori di attività,e la "formazione specifica" che per contenutie durata sarà definita in funzione dei rischipresenti in azienda.Inoltre, nella proposta di Accordo viene am-messa la FAD per aggiornare il titolo di R-SPP. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Sicurezza sul lavoro Attualità 27

L’RSPP deveaggiornare la qualifica?

In ambulatorio non si fuma. Lo dicela legge, lo dice la sensibilità alproblema del fumo che nella co-scienza civile della società è ormaimolto forte. I lavoratori italiani so-no prevalentemente dei non fuma-

tori (statistiche dell’ISTAT e dell’Istituto supe-riore di sanità) e passano gran parte della gior-nata in ambiente lavorativo: migliorare la salu-brità dell’ambiente di lavoro vuol dire migliora-re, significativamente, la qualità di vita delle

persone. Come fare quando ci sono colleghie personale fumatori? Una politica di controllodel fumo in ambiente di lavoro, è frutto di unapolitica d’insieme, di collaborazione e condivi-sione all’interno della struttura, che non deveperdere di vista il divieto di legge: l'art. 51 del-la Legge 3/2003, al comma 1 recita: "è vieta-to fumare nei locali chiusi ad eccezione diquelli privati non aperti ad utenti o al pubblico.Il divieto di fumo si applica, quindi, anche neglistudi professionali e a maggior ragione in unastruttura sanitaria che ospita dei pazienti. I car-telli che evidenziano il divieto di fumare devo-no risultare adeguatamente visibili, e riportarela scritta "VIETATO FUMARE", integrata dalleseguenti indicazioni: la prescrizione di legge(art. 51 della Legge 3/2003); le sanzioni appli-cabili ai contravventori; i soggetti a cui spettavigilare sull’osservanza del divieto e quelli cuicompete accertare le infrazioni. Si dovrà ap-porre un cartello completo con tutte le indica-zioni, ben in vista all'ingresso e, negli altri lo-cali, cartelli semplici con il solo richiamo al di-vieto di fumo. ■

Il fumo negliambienti di lavoro

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Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

La Commissione Affari Socia-li ha adottato il testo base u-nificato sui principi fonda-mentali in materia di gover-no delle attività cliniche.L'attività libero-professiona-

le dei dirigenti del Servizio sanitario nazionalepotrà assumere tre forme: con esclusiva, conesclusiva e libera professione intramuraria econ esclusiva e intramoenia allargata. Di se-guito il testo dell'articolo Art. 10 (Attività libe-ro-professionale dei dirigenti medici e sanitaridel Servizio sanitario nazionale).

I PRINCIPI FONDAMENTALI1. Le regioni disciplinano l'attività libero-pro-fessionale dei dirigenti medici e sanitari delServizio sanitario nazionale nel rispetto deiseguenti princìpi fondamentali:a) il dirigente medico e sanitario dipendentedel Servizio sanitario nazionale intrattiene conlo stesso un unico rapporto di lavoro. Talerapporto è incompatibile con ogni altro rap-porto di lavoro dipendente, pubblico o priva-to, e con altri rapporti, anche di natura con-venzionale, con il medesimo Servizio sanita-rio nazionale;b) l'esercizio dell'attività libero-professionaledel dirigente medico e sanitario dipendentedel Servizio sanitario nazionale è compatibilecon il rapporto unico d'impiego, purché siaespletato fuori dell'orario di lavoro all'internodelle strutture sanitarie o all'esterno dellestesse, con esclusione delle strutture privateconvenzionate con il Servizio sanitario nazio-nale;

c) il dirigente medico e sanitario dipendentedel Servizio sanitario nazionale può svolgerel'attività libero-professionale nelle seguentiforme: con rapporto non esclusivo, di cui alcomma 2, lettera d); con rapporto esclusivoed attività libero-professionale intramuraria;con rapporto esclusivo ed attività libero-pro-fessionale intramuraria in studi professionali(cd. allargata);d) il dirigente medico e sanitario dipendentedel Servizio sanitario nazionale esercita il suodiritto allo svolgimento dell'attività libero-pro-fessionale in una delle forme di cui alla letterac);e) il ruolo istituzionale del servizio svolto dal-l'azienda sanitaria locale od ospedaliera di-retto ad assicurare l'accessibilità alle cure sa-nitarie necessarie a chiunque ne faccia ri-chiesta è salvaguardato secondo i princìpi diuniversalità e di equità che regolano il Servi-zio sanitario nazionale.

LE MODALITÀ D’ESERCIZIO2. Le regioni disciplinano le modalità di eser-cizio dell'attività libero-professionale nel ri-spetto dei seguenti princìpi:a) al fine di assicurare un corretto ed equili-brato rapporto tra attività istituzionale e atti-vità libero-professionale, nonché di concor-rere alla riduzione progressiva delle liste di at-tesa, nel rispetto dei piani di attività previstidalla programmazione regionale e aziendale,il volume delle prestazioni di attività libero-professionale non deve superare, per cia-scun dipendente, quello assicurato per icompiti istituzionali, né deve richiedere un im-pegno orario superiore al 50 per cento diquello richiesto in attuazione del rapporto diservizio con l'azienda sanitaria locale od o-spedaliera per lo svolgimento dei compiti isti-tuzionali;b) la tariffa professionale per l'attività libero-professionale è definita, previo accordo-qua-

dro aziendale con le organizzazioni sindacalidella dirigenza sanitaria firmatarie del contrat-to collettivo nazionale di lavoro, dal singolodirigente, d'intesa con l'azienda sanitaria lo-cale o ospedaliera;c) è facoltà dell'azienda sanitaria locale od o-spedaliera non attivare, o attivare solo par-zialmente, la libera professione intramuraria.In caso di attivazione, la stessa è gestita dal-l'azienda mediante un centro unico prenota-zioni, con spazi e con liste separati e distintitra attività istituzionale e attività libero-profes-sionale, con pagamento delle prestazioni econ ripartizione dei proventi secondo moda-lità e termini fissati da linee guida regionali;d) l'esercizio dell'attività libero-professionalesvolto all'esterno delle strutture aziendali nondeve comportare oneri per l'azienda sanitarialocale od ospedaliera né per il professionistanei confronti dell'azienda stessa. Tale attività èconsentita presso studi professionali privati,anche in forma associata tra più sanitari dipen-denti del Servizio sanitario nazionale, oppurepresso strutture private non convenzionatecon il medesimo Servizio sanitario nazionale;e) la regione, anche avvalendosi dell'Agenzianazionale per i servizi sanitari regionali (AGE-NAS), svolge attività di monitoraggio e dicontrollo sullo svolgimento della libera pro-fessione in termini di tempi e di prestazioniper garantire il rispetto dei princìpi di cui allalettera a);f) ai dirigenti con rapporto di lavoro esclusivoè attribuita un'indennità di esclusività nellamisura prevista dai contratti collettivi di set-tore; tale indennità non è revocabile, se nonin caso di opzione per il rapporto non esclu-sivo, e non è destinabile dalle aziende sani-tarie locali o ospedaliere ad altre funzioni;g) le modalità di svolgimento dell'attività libe-ro-professionale sono stabilite dal direttoregenerale con apposito regolamento azienda-le, in conformità alle linee guida regionali dicui alla lettera c) ed alle previsioni dei contrat-ti collettivi nazionali di lavoro. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201028 Parlamento Affari Sociali

A.V.M.Associazione Veterinari Modenesi

Federata ANMVICon il patrocinio dell’Ordine dei Medici Veterinari di Modena

PROGRAMMA EVENTI 2010• 18 Marzo 2010: serata a tema sugli

aspetti clinico-patologici dei pro-cessi coagulativi nel cane e nel gat-to. Relatrice: Dr.ssa Vanessa Turri-ni, Dipl. ECVCP, IDEXX - VetMed-Lab.

• 11 Aprile 2010: Incontro di una gior-nata, in cui il Prof. A. Boari tratteràle patologie tiroidee e surrenalichedel cane e del gatto, sia da un pun-to di vista clinico che clinico-pato-logico, nonché terapeutico-gestio-nale.

• 09 Maggio 2010: In collaborazionecon SIVAE-regione Emilia Romagnae l’Ordine dei Medici Vet. Di Mode-na, la giornata sarà dedicata allaMedicina e Chirurgia del Coniglioda compagnia. Relatore: Dr. G. Nar-dini, Spilamberto (MO).

• 26 Settembre 2010: incontro con il Dr. G. Romanelli, per un interessante ap-profondimento su argomenti di chirurgia plastica e ricostruttiva del cane e delgatto.

• Novembre 2010: Giornata di studio sui risvolti pratici, nell’attività clinica quoti-diana, dell’utilizzo delle tecniche di TC e RNM nei piccoli animali.

Per ulteriori informazioni, potrete rivolgervi al n. 338/6693151, oppure scrivere ad [email protected].

10° MOTOVET6° EUROMOTOVET

18-19-20 giugnoTOSCANA

Nel week end del 20 Giugno prossimo si terrà la decima edizionedel motovet, il raduno internazionale dei Motociclisti Veterinari.

Dopo il bellissimo raduno sulle montagne della Svizzera quest’annoil raduno ritorna sulle strade Italiane (ottimo asfalto, curve da

sogno… per non parlare del cibo…).Tutti i veterinari motociclisti italiani sono invitati a partecipare per

incontrare e festeggiare con i nostri colleghi europei.

Per informazioni ed iscrizioni:[email protected]

dott. Massimo Raviola 3355655116

Sempre più libera la libera professione dei dirigenti SSNPronto il testo base sui principi fondamentali

Professione Veterinaria 9-2010:Professione 9-2010 9-03-2010 16:41 Pagina 28

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 9

Domenica 21 febbraio adAncona si è tenuto il pri-mo incontro annuale del-la delegazione regionalemarchigiana della SCI-VAC. Il relatore della

giornata, il collega Giorgio Romanelli, ha pre-sentato una relazione riguardante i tumori cu-tanei, la loro diagnostica e gli aspetti chirur-gici ed ha attratto una grande quantità di col-leghi (più di 100 i presenti ai lavori) dalle Mar-che e dalle regioni limitrofe. A cena, la seraprecedente l'incontro, avevamo chiesto aGiorgio quale sarebbe stato l'indirizzo dellarelazione, e lui ci ha risposto che avrebbeparlato un po’ di filosofia...In effetti cosi è stato e, come Giorgio ha ap-prezzato la cena con la delegazione, così ipresenti hanno apprezzato domenica il suoexcursus su alcune patologie neoplastiche dicute ed annessi, ma anche una parte dellarelazione in cui Romanelli si è divertito a sfa-tare alcuni miti.

Infatti il chirurgo esperto può riportare la pro-pria esperienza anche nel caso sia utile asmentire dati teorici che si leggono pubblica-ti, ma che poco hanno a che fare con la pra-tica. Così il relatore ha dato una serie di con-sigli utili, essenziali e diretti, con pareri anchenon allineati con quelli riportati in letteratura,ma che sono risultati essere molto preziosinella pratica chirurgica di tutti i giorni al finedi scegliere le tecniche più agevoli, semplicida applicare e di migliore successo.Nella seconda parte della giornata, Roma-

nelli ha affrontato l'argomento “mastocitoma”non solo in maniera convenzionale, ma an-che chiarendo quanto ancora ci sia da capirea riguardo ed ancora una volta analizzandoin maniera critica comportamenti diagnosticie chirurgici che possono portare ad errori. Altermine il relatore ha mostrato una carrellatadi interessanti casi clinici.A Giorgio Romanelli va l'apprezzamento e ilringraziamento dei presenti e dei delegatimarchigiani.

Per il sostegno offerto all’attività della dele-gazione marchigiana dobbiamo citare e rin-graziare le ditte Eukanuba, Royal Canin e P-fizer, presenti alla giornata con i loro rappre-sentanti. Il contributo degli sponsor aiuta lo svolgimen-to di incontri regionali con tale elevato con-tenuto scientifico. ■

PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVACPer informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: [email protected] - www.scivac.it

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Dipl ECVIM-CA (Card), Med Chir, MilanoDavid Chiavegato, Med Vet, Dot Ric, Padova

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organizzato da Soc. Cons. a r.l.

Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001:2008

Una giornata della delegazione Scivac Marche Primo incontro annuale ad Ancona

Da sinistra: Martina Andreoni, Giorgio Romanelli, Federico Leone, Andrea Carletti eWalter Crotti. Il prossimo incontro della delegazione marchigiana sarà domenica 3ottobre. Argomento: nefrologia. Relatrice: Paola Scarpa.

laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 2010 Ancona Dalle Associazioni 29

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laPROFESSIONE VETERINARIA 9 | 201030 Calendario attività Dal 14 marzo all’11 aprile

2) Le infezioni profonde del dito bovino sono spesso lacomplicazione di infezioni superficiali, quali ad esempio:

a ulcera soleare (pododermatite circoscritta) ed ascesso della suola (pododer-

matite settica della suola);

b flemmone interdigitale;

c ferite penetranti;

d malattia della linea bianca;

e tutte le condizioni sopraelencate.

1) Quale distanza cassetta-sorgente radio-logica è ottimale per avere una buona qua-lità dell'immagine con voltaggio contenuto?

a 40 cm.

b 60 cm.

c 80 cm.

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Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Se-greteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: [email protected]

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28 MARINCONTRO SISCA LA RESPONSABILITÀ MEDICO LEGALE DEL MEDICO VETERINARIO COMPORTAMENTALISTA - Centro

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28 MAR INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA.....D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: MonicaBorghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

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