Professione Veterinaria, Anno 2005, Nr 17

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Ricerca ANMVI ETAMETA 2005 www.anmvi.it @nmviOggi. L’informazione quotidiana on line A.N.M.V.I. 005 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 2, numero 17, dal 9 al 15 maggio 2005 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona la VETERINARIA PR O FESSI O NE 172 ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. AGENZIA ALIMENTARE “Avviare una sede italiana dell’A- genzia per la sicurezza alimenta- re, da aggiungersi a quella euro- pea localizzata a Parma. Un pro- getto che sarà definito anche con il dicastero della salute guidato dal ministro Francesco Storace, e con quello delle attività produttive presieduto da Claudio Scajola”. È quanto annunciato dal ministro Alemanno al CibusMed di Bari. LAZIO L’Istituto Zooprofilattico Sperimen- tale del Lazio e l’Assessorato all’A- gricoltura della Provincia di Roma “stringono una formale alleanza fra le due Amministrazioni in nome della sicurezza alimentare, della qualificazione delle produzioni agricole e zootecniche, della valo- rizzazione del settore biologico e del benessere degli animali”. La firma del protocollo d’intesa è an- nunciata per il 12 maggio. FVE Dal 21 aprile la FVE è ufficialmente membro dell’Advisory group on the food chain and animal and plant health della DG SANCO, la Direzione Generale europea per la Salute dei consumatori. L’Advisory group, nato nell’agosto del 2004, invia alla Commissione UE pareri su sicurezza alimentare, salute e benessere animale. CANCEROGENI L’EFSA ha lanciato dal proprio sito (www.efsa.eu.it) una consultazione pubblica per arrivare a un metodo scientifico comune e trasparente per la valutazione di sostanze can- cerogene. Tutta la Comunità scien- tifica è invitata a presentare le pro- prie osservazioni entro il 30 mag- gio 2005. AVIARE Le autorità vietnamite vogliono te- stare 600mila dosi di vaccino con- tro il virus dei polli sugli stessi ani- mali a Ho Chi Minh Ville. Lo ha re- so noto la stampa ufficiale vietna- mita. Il vaccino, prodotto dal labo- ratorio francese Merial, sarà testa- to sotto la sorveglianza delle auto- rità sanitarie locali. MON863 Sarà il Consiglio dei ministri dell’Ue ad autorizzare o meno l’importa- zione in Europa del mais transge- nico Mon863 destinato all’alimen- tazione degli animali. Nel novem- bre scorso il Comitato europeo per le autorizzazioni sugli Ogm non era riuscito a esprimere un parere. Se anche il Consiglio Ue - che ora ha tre mesi di tempo per decidere - non riuscirà a farlo la Commissione europea avrà l’ultima parola. Brevi S econdo i risultati dell'indagine te- lefonica svolta per l'ANMVI su un campione di titolari di strutture veteri- narie per animali da compagnia sono ancora molti i Medici Veterinari che non sentono l'esigenza di sottoscrive- re una polizza di resposabilità civile professionale. Il dato che emerge, dal 30 al 40%, è veramente ancora molto elevato ed in un certo senso preoc- cuapnte perché potrebbe essere il se- gno di una distrazione verso la tra- sformazione che il nostro ruolo profes- sionale ha evidenziato negli anni. Non vi è dubbio, infatti, che i proprietari di animali, certamente quelli che anche nei momenti di crisi continuano a ri- volgersi regolarmente al Veterinario, oggi sono molto più informati sui pro- blemi riferiti alla salute ed al benesse- re del proprio animale e quindi sono molto più attenti e critici verso il nostro operato. Ormai tutti i quotidiani e pe- riodici, ma anche molte trasmissioni televisive, senza dimenticare i nume- rosi siti in internet, dedicano ampio spazio al tema del benessere anima- le, spesso in modo poco professiona- le, superficiale e confuso, ma creando comunque interesse, e forse anche una migliore coscienza, che porta ad una maggior attenzione, anche criti- ca, verso il nostro operato. D'altra par- te la crescita esponenziale di denun- ce verso i colleghi della medicina umana sviluppa di riflesso un simile atteggiamento anche nel nostro setto- re facendo crescere enormemente la conflittualità con i nostri clienti. Basta- no due riferimenti per evidenziare il fe- nomeno in atto. Il servizo di consulen- za legale che viene offerto dall'ANM- VI, agli iscritti alle associazioni federa- te, sta ricevendo richieste di informa- zioni in continua crescita ed impensa- bile sino a due/tre anni fa. Dopo tre anni di gestione della polizza di RC, proposta dall'ANMVI, la compagnia assicurativa per rinnovare la conven- zione ci ha richiesto un discreto au- mento del costo dimostrandoci che erano in netta perdita essendosi ba- sati su valutazioni di rischio che in questi anni erano nettamente peggio- rate. Comprendiamo benissimo che nella situazione di difficoltà che sta vi- vendo il nostro settore, da un lato spesso una stasi, se non una riduzio- ne, del lavoro e dall'altra una continua crescita delle incombenze e dei costi, anche i 90 euro di una polizza di RC possano avere un significato ma non dimentichiamo che ci possono salva- re da rischi ben peggiori. I VETERINARI AMANO IL RISCHIO Adesso sappiamo chi ringraziare Noi crediamo che la solidarietà debba essere volontaria e non imposta dalla legge”. Così Carlo Scotti, Vice Presi- dente ANMVI, ha spiegato alle telecamere di Report la contrarietà della nostra Categoria al contributo ONAOSI. Il noto programma di Rai Tre si è occupato di ONAOSI domenica scorsa, con un servizio di Bernardo Iovene in- titolato “Solidarietà imposta per legge, perché?”, dando voce alle proteste dei sanitari privati e svelando nuove verità sull’emendamento che ha triplicato i contribuenti della Fondazione. Ma prima di fare il nome, anzi i nomi, la trasmissione ha evidenziato la scarsa trasparenza dei giochi politici: Siri (Federfarma) ha parlato di “col- po di mano”, Scotti ha confermato l’impossibilità di ricavare un nome dai resoconti parlamentari. A domanda diretta del giornalista che chiede chi sia “il politico” autore dell’emendamento, il Presidente Paci risponde: “il Parlamento”. Il mistero del “blitz”, come lo definì l’ANMVI il giorno do- po l’approvazione finale della Finanziaria 2003, alla fine viene chiarito: lo volle il capogruppo di Forza Italia Schi- fani. La rivelazione è del Sen. Ulivi, firmatario di una pdl abrogativa presentata subito dopo aver votato in Senato, ma senza rendersene conto, l’estensione dell’obbligo. Paci conferma: a Schifani sono andati i ringraziamenti della Fondazione “per aver condiviso questa impostazio- ne”. Materialmente, il “blitz” è stato seguito da ambienti politicamente at- tigui: il sen. Ronconi (UDC, medico di Perugia) dichiara fieramente: “Ne ho parlato con i colleghi di Forza Italia e UDC, Schifani e Ferrara, e sia- mo rimasti d’accordo sulla possibilità di questo emendamento che ha tro- vato d’accordo la maggioranza e anche il Governo. L’iniziativa è partita da me, non me ne vergogno, anzi difendo questa mia iniziativa”. Perché tutto questo? chiede Iovene a Ronconi: “Per dare una copertura assicu- rativa in più ai sanitari”. Ma dal servizio risulta evidente che nessuno l’a- veva chiesta e nessuno la gradisce. Report dice che intanto “bisogna pa- gare”. Paci ricorda che il contribuito è già stato ridotto. Ma il quadro complessivo non è comunque edificante: 210 su 280 ragaz- zi del collegio maschile sono paganti (4500 euro all’anno), figli di contri- buenti viventi e non orfani; la metà circa delle ragazze pure (dati confer- mati dai direttori dei collegi M. Lanari e F. Rossi). Passati in rassegna i va- ri centri studi e ricreativi dei ragazzi - con testimonianze di orfani la cui formazione è interamente dipesa dalla Fondazione - Paci chiarisce che il potenziamento delle strutture non è tipico dell’Opera, che invece punta ad assistere “a domicilio”. Ma i centri vacanze e le nuovissime residenze per anziani non vanno al di là delle vere finalità dell’Opera? Ancora Paci: “Questo indirizzo non è certo tra le priorità dell’ente”. Però in vista dell’al- largamento degli iscritti è stata ampliata la residenza di Montebello… Og- gi gli orfani assistiti sono 3.300. Ma le proiezioni al 2010, spiega Paci, danno 5400 orfani. “Proiezioni sui morti?” si chiede il giornalista che ag- giunge “Speriamo che si sbagli”. I relatori della conferenza stampa ANMVI a Zoomark International. Identikit di una professione Serve un cambio di rotta nella politica universitaria. Cinotti: chiudere le facoltà che non raggiungono i parametri EAEVE Speciale ANMVI INFORMA all'interno Se lo sai già... l'hai letto su @nmviOggi Maurizio Ronconi Giuseppe Schifani

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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    www.anmvi.it @nmviOggi. Linformazione quotidiana on line A.N.M.V.I.?/K?h?W.?V'@h??W.YeN@L?g??7H?e?31?g??@g@Lg??@fO&@@?@(?e??W2@@Ue?(Y?@K?W.M?I/X?e?J@@@?W.Y?/KV)Ke?.M??W.Y??S@@@@@@f??W&Ue?&@@@?g??7R/g@?g??3L?W.e?J5?g??S1?7He?*U?g?W&@?@?e?V/?g?*Ue@?hf?N@@?@?f@?g??@Y?@?hf??3@@@@@?@6X?g??V'X@?e?@)Xg?V'@??W&@V1g??N@??.Y@W5g?3Le?@(Yg?V/e?@H?g??/T5h??V@U?@g??W2@@)T5g?W&@X?I+Yg??W&(R/[email protected]??@V/T2@Uh??@?S(MS,h??@?7H?7Hh??@?@e@?h??@?@e@?h??3@@e@Lh??V'@@@@@h?N@e@Hh??3L?@?@?g??V/?@?@?g?@?@?g?@?@?g?@@@T5?g??J(MS(Y?g??7HW&Hh??@W&@?h??@@8he??@@?@?h??3@?he??N@?he?@Lhe?31he?V'he?

    005SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

    Anno 2, numero 17, dal 9 al 15 maggio 2005Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003

    (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB MilanoConcessionaria esclusiva per la pubblicit

    E.V. srl - Cremona

    laVETERINARIAPROFESSIONE 172ORGANO DI INFORMAZIONEDELLASSOCIAZIONE NAZIONALEMEDICI VETERINARI ITALIANI?/K?h?W.?V'@h??W.YeN@L?g??7H?e?31?g??@g@Lg??@fO&@@?@(?e??W2@@Ue?(Y?@K?W.M?I/X?e?J@@@?W.Y?/KV)Ke?.M??W.Y??S@@@@@@f??W&Ue?&@@@?g??7R/g@?g??3L?W.e?J5?g??S1?7He?*U?g?W&@?@?e?V/?g?*Ue@?hf?N@@?@?f@?g??@Y?@?hf??3@@@@@?@6X?g??V'X@?e?@)Xg?V'@??W&@V1g??N@??.Y@W5g?3Le?@(Yg?V/e?@H?g??/T5h??V@U?@g??W2@@)T5g?W&@X?I+Yg??W&(R/[email protected]??@V/T2@Uh??@?S(MS,h??@?7H?7Hh??@?@e@?h??@?@e@?h??3@@e@Lh??V'@@@@@h?N@e@Hh??3L?@?@?g??V/?@?@?g?@?@?g?@?@?g?@@@T5?g??J(MS(Y?g??7HW&Hh??@W&@?h??@@8he??@@?@?h??3@?he??N@?he?@Lhe?31he?V'he?A.N.M.V.I.

    AGENZIA ALIMENTAREAvviare una sede italiana dellA-genzia per la sicurezza alimenta-re, da aggiungersi a quella euro-pea localizzata a Parma. Un pro-getto che sar definito anche conil dicastero della salute guidatodal ministro Francesco Storace, econ quello delle attivit produttivepresieduto da Claudio Scajola. quanto annunciato dal ministroAlemanno al CibusMed di Bari.

    LAZIOLIstituto Zooprofilattico Sperimen-tale del Lazio e lAssessorato allA-gricoltura della Provincia di Romastringono una formale alleanza frale due Amministrazioni in nomedella sicurezza alimentare, dellaqualificazione delle produzioniagricole e zootecniche, della valo-rizzazione del settore biologico edel benessere degli animali. Lafirma del protocollo dintesa an-nunciata per il 12 maggio.

    FVEDal 21 aprile la FVE ufficialmentemembro dellAdvisory group onthe food chain and animal andplant health della DG SANCO, laDirezione Generale europea per laSalute dei consumatori. LAdvisorygroup, nato nellagosto del 2004,invia alla Commissione UE parerisu sicurezza alimentare, salute ebenessere animale.

    CANCEROGENILEFSA ha lanciato dal proprio sito(www.efsa.eu.it) una consultazionepubblica per arrivare a un metodoscientifico comune e trasparenteper la valutazione di sostanze can-cerogene. Tutta la Comunit scien-tifica invitata a presentare le pro-prie osservazioni entro il 30 mag-gio 2005.

    AVIARELe autorit vietnamite vogliono te-stare 600mila dosi di vaccino con-tro il virus dei polli sugli stessi ani-mali a Ho Chi Minh Ville. Lo ha re-so noto la stampa ufficiale vietna-mita. Il vaccino, prodotto dal labo-ratorio francese Merial, sar testa-to sotto la sorveglianza delle auto-rit sanitarie locali.

    MON863Sar il Consiglio dei ministri dellUead autorizzare o meno limporta-zione in Europa del mais transge-nico Mon863 destinato allalimen-tazione degli animali. Nel novem-bre scorso il Comitato europeo perle autorizzazioni sugli Ogm non erariuscito a esprimere un parere. Seanche il Consiglio Ue - che ora hatre mesi di tempo per decidere -non riuscir a farlo la Commissioneeuropea avr lultima parola.

    Brevi

    S econdo i risultati dell'indagine te-lefonica svolta per l'ANMVI su uncampione di titolari di strutture veteri-narie per animali da compagnia sonoancora molti i Medici Veterinari chenon sentono l'esigenza di sottoscrive-re una polizza di resposabilit civileprofessionale. Il dato che emerge, dal30 al 40%, veramente ancora moltoelevato ed in un certo senso preoc-cuapnte perch potrebbe essere il se-gno di una distrazione verso la tra-sformazione che il nostro ruolo profes-sionale ha evidenziato negli anni. Nonvi dubbio, infatti, che i proprietari dianimali, certamente quelli che anchenei momenti di crisi continuano a ri-volgersi regolarmente al Veterinario,oggi sono molto pi informati sui pro-blemi riferiti alla salute ed al benesse-re del proprio animale e quindi sonomolto pi attenti e critici verso il nostrooperato. Ormai tutti i quotidiani e pe-riodici, ma anche molte trasmissionitelevisive, senza dimenticare i nume-rosi siti in internet, dedicano ampiospazio al tema del benessere anima-le, spesso in modo poco professiona-le, superficiale e confuso, ma creandocomunque interesse, e forse ancheuna migliore coscienza, che porta aduna maggior attenzione, anche criti-

    ca, verso il nostro operato. D'altra par-te la crescita esponenziale di denun-ce verso i colleghi della medicinaumana sviluppa di riflesso un simileatteggiamento anche nel nostro setto-re facendo crescere enormemente laconflittualit con i nostri clienti. Basta-no due riferimenti per evidenziare il fe-nomeno in atto. Il servizo di consulen-za legale che viene offerto dall'ANM-VI, agli iscritti alle associazioni federa-te, sta ricevendo richieste di informa-zioni in continua crescita ed impensa-bile sino a due/tre anni fa. Dopo treanni di gestione della polizza di RC,proposta dall'ANMVI, la compagniaassicurativa per rinnovare la conven-zione ci ha richiesto un discreto au-mento del costo dimostrandoci cheerano in netta perdita essendosi ba-sati su valutazioni di rischio che inquesti anni erano nettamente peggio-rate. Comprendiamo benissimo chenella situazione di difficolt che sta vi-vendo il nostro settore, da un latospesso una stasi, se non una riduzio-ne, del lavoro e dall'altra una continuacrescita delle incombenze e dei costi,anche i 90 euro di una polizza di RCpossano avere un significato ma nondimentichiamo che ci possono salva-re da rischi ben peggiori.

    I VETERINARI AMANO IL RISCHIOAdesso sappiamo chi ringraziareNoi crediamo che la solidariet debba essere volontariae non imposta dalla legge. Cos Carlo Scotti, Vice Presi-dente ANMVI, ha spiegato alle telecamere di Report lacontrariet della nostra Categoria al contributo ONAOSI.Il noto programma di Rai Tre si occupato di ONAOSIdomenica scorsa, con un servizio di Bernardo Iovene in-titolato Solidariet imposta per legge, perch?, dandovoce alle proteste dei sanitari privati e svelando nuove

    verit sullemendamento che ha triplicato i contribuenti della Fondazione. Ma prima di fare il nome, anzi i nomi, la trasmissione ha evidenziato lascarsa trasparenza dei giochi politici: Siri (Federfarma) ha parlato di col-po di mano, Scotti ha confermato limpossibilit di ricavare un nome dairesoconti parlamentari. A domanda diretta del giornalista che chiede chisia il politico autore dellemendamento, il Presidente Paci risponde: ilParlamento. Il mistero del blitz, come lo defin lANMVI il giorno do-po lapprovazione finale della Finanziaria 2003, alla fineviene chiarito: lo volle il capogruppo di Forza Italia Schi-fani. La rivelazione del Sen. Ulivi, firmatario di una pdlabrogativa presentata subito dopo aver votato in Senato,ma senza rendersene conto, lestensione dellobbligo.Paci conferma: a Schifani sono andati i ringraziamentidella Fondazione per aver condiviso questa impostazio-ne. Materialmente, il blitz stato seguito da ambienti politicamente at-tigui: il sen. Ronconi (UDC, medico di Perugia) dichiara fieramente: Neho parlato con i colleghi di Forza Italia e UDC, Schifani e Ferrara, e sia-mo rimasti daccordo sulla possibilit di questo emendamento che ha tro-vato daccordo la maggioranza e anche il Governo. Liniziativa partitada me, non me ne vergogno, anzi difendo questa mia iniziativa. Perchtutto questo? chiede Iovene a Ronconi: Per dare una copertura assicu-rativa in pi ai sanitari. Ma dal servizio risulta evidente che nessuno la-veva chiesta e nessuno la gradisce. Report dice che intanto bisogna pa-gare. Paci ricorda che il contribuito gi stato ridotto. Ma il quadro complessivo non comunque edificante: 210 su 280 ragaz-zi del collegio maschile sono paganti (4500 euro allanno), figli di contri-buenti viventi e non orfani; la met circa delle ragazze pure (dati confer-mati dai direttori dei collegi M. Lanari e F. Rossi). Passati in rassegna i va-ri centri studi e ricreativi dei ragazzi - con testimonianze di orfani la cuiformazione interamente dipesa dalla Fondazione - Paci chiarisce che ilpotenziamento delle strutture non tipico dellOpera, che invece puntaad assistere a domicilio. Ma i centri vacanze e le nuovissime residenzeper anziani non vanno al di l delle vere finalit dellOpera? Ancora Paci:Questo indirizzo non certo tra le priorit dellente. Per in vista dellal-largamento degli iscritti stata ampliata la residenza di Montebello Og-gi gli orfani assistiti sono 3.300. Ma le proiezioni al 2010, spiega Paci,danno 5400 orfani. Proiezioni sui morti? si chiede il giornalista che ag-giunge Speriamo che si sbagli.

    I relatori della conferenza stampa ANMVI a Zoomark International.

    Identikit di unaprofessioneServe un cambio di rotta nella politicauniversitaria.Cinotti: chiudere le facolt che nonraggiungono i parametri EAEVE

    Speciale ANMVI INFORMA all'interno

    Se lo sai gi...l'hai letto su @nmviOggi

    Maurizio Ronconi

    Giuseppe Schifani

  • Venerd 6 maggio, pressoBolognaFiere, in occa-sione dell11a edizione

    di Zoomark International, lANMVIha presentato in conferenza stam-pa lindagine Le strutture veteri-narie per animali da compagniasvolta dalla ETAMETA Researchnel febbraio 2005 per conto del-lAssociazione. Lindagine che stata realizzata sondando uncampione di 402 titolari di struttu-re di tutta Italia, mostra un pano-rama esaustivo di questo settoredella veterinaria e ne evidenzia ledifficolt e le anomalie che la ren-dono particolare rispetto ad altripaesi europei. Per la presentazione alla stampa,sono intervenuti il Dottor MassimoBaroni, Presidente della SCIVAC(che con i suoi 8.700 iscritti laprima associazione veterinariaeuropea, la seconda nel mondodopo gli USA), il Dottor CarloScotti, Vicepresidente dellANM-VI, il Professor Stefano Cinotti,Preside della Facolt di MedicinaVeterinaria, Universit degli Studidi Bologna e il Dottor AntonioManfredi, Direttore dellANMVI.Massimo Baroni ha sottolineatolimportante ruolo della SCIVAC,ma anche le responsabilit di cuisi deve far carico e le risposte ur-genti che deve dare ai suoi iscrit-ti. Baroni ha anche ricordato cheuna soluzione a questi problemideve per forza arrivare da una si-nergia con il mondo istituzionale,in particolare quello universitarioche deve rendersi conto che la si-tuazione attuale, 1.440 laureati al-lanno, non pi sostenibile.

    Le anomalie italianeIn tutta la UE si sta vivendo una si-tuazione di crisi economica gene-rale, ma mentre negli altri paesi ilmondo veterinario ne risente inmodo molto limitato nel nostropaese le caratteristiche uniche especifiche che esprime lo rendo-no molto fragile di fronte ad unasituazione che richiede interventiurgenti per il suo sviluppo, se nonper la stessa sopravvivenza dimolte strutture. Le anomalie dellI-talia si possono sintetizzare in al-cuni punti che ne evidenziano ledifferenze e quindi le maggiori dif-ficolt (nonostante un numero dianimali da compagnia sostanzial-mente uguale a quello dei mag-giori paesi, Francia, Gran Breta-gna, Germania): minor coscienzae rispetto verso gli animali e quin-di minor attenzione verso la loro

    salute ed il loro benessere; minorconsiderazione verso questo set-tore da parte degli organismi isti-tuzionali e politici; prestazioni ve-terinarie e mangimi per animali dacompagnia soggetti al 20% diIVA; numero troppo elevato distrutture, 6.500, dovuto al numeroesagerato di laureati in medicinaveterinaria che non rapportatoalle esigenze del settore; limpos-sibilit per il veterinario italiano divendere prodotti per la salute ed ilbenessere animale (specialit far-maceutiche, parafarmaci, antipa-rassitari, diete, mangimi specifici,ecc.) se non con limiti molto rigidirispetto ad altri paesi europei do-ve la cessione dei prodotti rap-presenta pi del 50% del redditodei veterinari.

    Le soluzioni Riprendendo i dati dellindagine,Carlo Scotti ha evidenziato linso-stenibilit di una situazione che ilmondo veterinario non pu pisopportare. Troppi veterinari, unmercato sempre pi frazionato epovero che senza interventi ur-genti non in grado di progredi-re con il rischio di un forte scadi-mento qualitativo e professiona-le. Scotti ha quindi ribadito le ri-chieste che lANMVI sta avan-zando da tempo presso i ministe-ri competenti e a tutte le forzepolitiche: uno sforzo per il rilan-cio della produzione e dei consu-mi nei settori di competenza ve-terinaria per uno sviluppo occu-pazionale, impegno economico enormativo a sostenere la diffusio-ne degli animali da compagnia(riduzione al 10% dellaliquotaIVA sulle prestazioni veterinarie esui mangimi, totale recupero fi-scale dei costi sostenuti per pre-stazioni veterinarie, ecc.), atten-zione alle richieste per una dife-sa del ruolo e delloccupazionedei veterinari (riduzione del nu-mero programmato di iscritti alcorso di laurea, blocco e previ-sione di una riduzione del nume-ro delle Facolt, revisione dellelauree brevi e riduzione degliiscritti, riforma dellEsame di Sta-to, pi rigido, selettivo ed ugualesu tutto il territorio nazionale, ob-bligo di un periodo di praticanta-to dopo la laurea, lotta ad ogniforma di abusivismo, difesa del-loccupazione nelle strutturepubbliche, approvazione del ta-riffario nazionale, ecc.). Il Vicepresidente dellANMVI hasottolineato che lAssociazione ben conscia delle difficolt che ilmondo veterinario incontrer nelsostenere queste richieste ma haanche ribadito che la qualit deiservizi veterinari, sia pubblici cheprivati, e la crescita di tutto il set-tore passano anche attraversolaccoglimento di queste richie-ste.

    3laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    Pubblicata la Ricerca ANMVI ETAMETA 2005

    Indagine sulla veterinaria per animali da compagniaDati ed elaborazioni presentate alla stampa a Zoomark International

    Seguire i parametri EAEVE

    L analisi, pur relativa al solo settore degli animali da compagnia (odaffezione) si propone di prevedere la situazione occupazionalenel medio termine (5 anni) attraverso il rilevamento dei cambiamenti in cor-so sia per quanto attiene la formazione universitaria, sia per quanto ri-guarda la tipologia degli aspiranti professionisti.Primo rilievo la ormai irreversibile tendenza a divenire una professionedonna (oltre l85% nel 2010).Altro rilievo la stabilit del numero dei laureati per anno: a fronte dei 14corsi di laurea il numero chiuso (alcune Facolt lo stanno riducendo) por-ta ad una produzione costante nel tempo di laureati.Redditi: una professione, almeno per la parte dei piccoli animali, scar-samente redditizia e per quanto riguarda gli spazi occupazionali si attestaa un + 3% nel lungo periodo (2020). evidente come lindagine ponga in risalto una figura professionale molto

    complessa sia sotto il profilo della preparazione teorica ma anche e, soprattutto, pratica. Infatti oltre alla ne-cessit di sapere utilizzare ogni tipo di strumentazione clinica, chirurgica ed elettromedicale in genere devenaturalmente darsi per scontata la capacit di saper correlare la capacit del fare con quella dellinterpretaree diagnosticare.In sintesi le Facolt devono saper formare professionisti completi. Sono in grado di farlo? La risposta nontutte e non tutte in egual maniera.Quali quindi i requisiti formativi minimi? Non certo quelli Ministeriali ma quelli suggeriti dalla EAEVE in accordocon la FVE.

    Facolt promosse in Europa

    C ome previsto dalla Direttiva 78/1027/CE, la Commissione Europea si data lobiettivo di assicurare inambito comunitario livelli qualificati ed omogenei di formazione universitaria veterinaria. Lo scopodella Direttiva anche quello di sviluppare la cooperazione fra i Paesi membri per linnalzamento della forma-zione scientifica veterinaria in Europa.Per questo la EAEVE (European Association of Establishments for Veterinary Education) dal 1993 incaricatadella valutazione delle singole facolt di medicina veterinaria attivate nel territorio comunitario, per verificarnela rispondenza ai requisiti formativi e didattici stabiliti dalla EAEVE in collaborazione con la FVE (Federation ofVeterinarians of Europe). Le Facolt interessate alla promozione europea aderiscono ai programmi di valutazione stabiliti dalla EAEVEsu base volontaria, per iniziativa del corpo docente. In Italia, delle 13 facolt esistenti, solo 3 rispondono ai cri-teri stabiliti dalla EAEVE: Torino, Bari e Bologna (questultima si recentemente sottoposta ad una seconda pro-va di valutazione europea per conformarsi ai pi recenti requisiti formativi richiesti dalla EAEVE).Dopo un primo rapporto di autovalutazione, le facolt di veterinaria che si sottopongono allesame della EAE-VE, vengono visitate da un team di valutatori che per alcuni giorni verificano in loco la sussistenza dei requisi-ti europei. Questi ultimi interessano:

    - le materie di studio (sia di base che specifiche, es. produzioni animali, clinica, igiene degli alimenti, nonchconoscenze professionali per trasmettere ai futuri medici veterinari non solo lesercizio tradizionale della ve-terinaria pratica ma anche la cognizione dello status professionale del medico veterinario):

    - la qualit della didattica (con particolare insistenza sulla didattica pratica affinch si coinvolga il pi possi-bile il singolo studente, in quanto per la EAEVE la mera osservazione dellaltrui pratica clinica e chirurgicanon accettabile, cos come si richiede attivit pratica in zootecnia e nei macelli. Fra i requisiti EAEVE rien-trano naturalmente le biblioteche di facolt e gli ausili didattici resi possibili dalle moderne tecnologie);

    - la presenza di animali (secondo la EAEVE, presso le universit si deve trovare il maggior numero di specieanimali rilevanti per la formazione veterinaria)

    - le strutture (ambienti e strutture adeguati alle attivit didattiche, sicure e igieniche e dotate di personale ad-detto, ricoveri per gli animali e ospedali didattici adeguatamente attrezzati in modo da riflettere lo stato del-larte della medicina veterinaria);

    - linsegnamento (incentivi alla didattica deccellenza ad esempio sotto forma di progressione di carriera, staffaccademico qualificato, docenti impegnati almeno per il 50% del loro tempo nella ricerca e in attivit acca-demiche diverse dalla docenza)

    - laccoglienza degli studenti (presenza di alloggi e ambienti ricreativi, ma anche collocazione topograficadella facolt rispetto ad esempio alla disponibilit di mezzi di trasporto);

    - laccesso (lEAEVE sottolinea il rigore nella selezione degli aspiranti studenti e lopportunit di verificare co-stantemente la motivazione degli studenti, attraverso una selezione competitiva).

    - i laureati (degli studenti si chiede sia il numero di immatricolati che di laureati)

    - specializzazioni post laurea

    - programmi e attivit di ricerca post-laurea

    - laggiornamento post-laurea (collaborazione con organizzazioni professionali e autorit competenti per fa-vorire programmi di aggiornamento permanente)

    Presidente della EAEVE oggi il Prof. Marcel Wanner della Facolt di Medicina Veterinaria di Zurigo. Unico ita-liano del Direttivo EAEVE il Prof. Stefano Romagnoli della Facolt di Medicina Veterinaria di Padova, che ri-veste la carica di Segretario EAEVE. http://www.eaeve.ed.ac.uk/

    SPECIALE ANMVI INFORMA

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    Stefano Cinotti, Preside della Fa-colt di Veterinaria di Bologna

  • la

    Lindagine effettuata daEtameta su incarico del-lAnmvi sulle strutture per

    animali da compagnia va a costi-tuire un insieme unico con linda-gine Vet 2020 realizzata da Nomi-sma un anno fa, sempre commis-sionata dalla nostra Associazione.Gli spunti di riflessione offerti dal-le due indagini sono tantissimi ecertamente persone pi qualifica-te potranno leggerci molti indica-tori su dove va la professione ve-terinaria sugli animali da compa-gnia.Io mi vorrei soffermare sui datimacroscopici che le due indaginici hanno offerto.Si evidenziano infatti immediata-mente alcuni parametri che sonoassolutamente significativi dellostato di salute della nostra profes-sione.Il numero dei Medici Veterinariiscritti agli ordini professionali,che nei prossimi 15 anni raddop-pier fino a raggiungere le oltre40.000 unit, a fronte di una cre-scita delle possibilit occupazio-nali del 3% che equivale in realta crescita zero.Sul totale dei Medici Veterinari og-gi in attivit, ben oltre la met sidedica ad attivit privata nel set-tore degli animali da compagnia,che, per una certa quota di Medi-ci Veterinari considerata una oc-cupazione di ripiego quando nonsi riesce ad ottenere incarichipubblici. Il reddito medio mensile dei pro-fessionisti che operano nel settoredegli animali da compagnia che di poco superiore al migliaio diEuro ed il volume di affari nazio-nale del settore che di circa 300milioni di , ovvero quanto fatturauna media azienda manifatturiera.Lindagine evidenzia inoltre, ed un dato importante, che ormaiuna percentuale superiore all85%degli animali da compagnia vienesottoposto a cure mediche, quindiil margine di crescita del settore prossimo alla saturazione.Per quanto riguarda lorganizza-zione del lavoro sugli animali dacompagnia lanalisi di Etametadenota come si abbia una fram-mentazione in strutture al di sottodei 100 mq che rappresentanol85% di tutte quelle esistenti inItalia e di queste circa la met nonarriva ai 50 mq di metratura.

    Il 90% delle strutture non ha per-sonale dipendente e vi sono oc-cupati una media di 1,6 veterinari.Infine un ultimo dato che va con-siderato che circa il 90% dellestrutture sono in attivit dagli an-ni ottanta in poi e di queste il70% dagli anni 90, segno infattidi una professione giovane do-ve solo il 6% di professionisti api di 55 anni.Credo che questi dati macrosco-pici siano sufficienti per fare unaseria analisi di dove va la profes-sione veterinaria in generale, manello specifico quale futuro ri-servato allattivit privatistica nelsettore degli animali da compa-gnia.La lettura di questi dati evidenziauna crisi profonda del settore epi specificatamente:Immissione in un mercato saturodi una massa di disoccupati di-sposti a tutto pur di lavorare afronte, per i prossimi 10 anni di unricambio di professionisti del set-tore pari a meno di un migliaio diunit. Ovvero per uno che escedal mercato ne entrano dieci!La redditivit della professionedichiarata al di sotto della sogliadi povert, con un giro di affariglobale irrisorio per qualsiasimercato.Inoltre si nota una polverizzazionedellattivit in microstrutture inca-paci di pianificare investimenti intecnologie e aggiornamento.Se anche dovessimo considerareuna quota di sommerso della pro-fessione pari al 100% i dati nonmodificherebbero una situazioneche ormai ha del paradossale.Da un lato limmaginario collettivoche continua a dare una visionedistorta del medico veterinarioche fa s che ogni anno si abbia-no circa 5000 richieste di accessoalle nostre facolt per un mercatoche sta esplodendo.Le facolt ed i Corsi di laurea con-tinuano a moltiplicarsi allinfinito fi-no ad avere raggiunto ben 14 siti,destinati peraltro ad aumentareancora.Lo scenario che ci aspetta a bre-ve quello di una selezione spie-tata che, visto che non ha saputofarlo la Categoria, lo far il merca-to, espellendo dalla professioneoltre il 40% dei Medici Veterinaridel settore.Dati alla mano, non si pu pensa-re che un professionista, dopo glianni di formazione, sopravvivacon meno di 35-40.000 annui, quindi matematico che su di unfatturato globale del mercato di300 milioni di che con il som-merso possiamo portare per as-surdo anche a 500, si vede chec capacit occupazionale per 8/9000 professionisti.Non ipotizzabile immaginare unraddoppio della popolazione ve-terinaria in un arco di tempo bre-ve a fronte di un mercato saturo,senza che non accadano eventidrammatici e traumatici.A fronte dello scenario impietoso

    che ci presenta lindagine Anmvi,vanno posti in essere dei corretti-vi immediati e drastici.Diminuzione drastica ed imme-diata del numero di studenti chesi iscrivono a veterinaria, fino adipotizzare il blocco delle iscrizioni.Blocco dellapertura di nuovi Cor-si di Laurea in Medicina Veterina-ria, chiusura di tutti i Corsi di lau-rea che non siano tenuti allinternodi strutture universitarie pensatead hoc per la formazione di un se-rio professionista.Riforma dellaccesso alla profes-sione, attraverso lavvio di un tiro-cinio pratico post laurea di dueanni da effettuarsi in sinergia traattivit pubblica e privata, riformadellEsame di Stato che diventicentralizzato quindi uguale pertutti e che selezioni in base ad un

    reale merito, tenendo conto an-che delle richieste di mercato.Recupero delle competenze pro-fessionali del Medico Veterinariooggi erose da altre professioni eallargamento verso nuovi settoridi sviluppo della nostra professio-ne. Contemporanea incentivazio-ne degli studenti a rivolgersi adaltri settori della professione di-versi da quello degli animali dacompagnia.Questi correttivi vanno apportatiimmediatamente. Questo non sal-ver da una durissima selezione,ma garantir che nellarco di 10anni la professione veterinaria ingenerale e nello specifico quellasugli animali da compagnia pos-sa ritrovare uno sviluppo ed unadignit degna di una professionesanitaria qualificata.

    PROFESSIONE VETERINARIA 17/20054SPECIALE ANMVI INFORMA

    L'ANMVI chiede interventi urgenti

    Il nostro settore in emergenzadi Carlo Scotti

    Conoscere percreare sinergie

    L a presentazione di unindagi-ne sulle strutture veterinarieprivate per animali da compagniacostituisce un momento importanteper tutte le componenti del mondoVeterinario italiano. Vorrei fin da oraringraziare ANMVI, per la realizza-zione del lavoro presentato. Unparticolare ringraziamento va inol-tre al Prof. Cinotti, Preside della fa-colt di Medicina Veterinaria del-lUniversit di Bologna, per averaccettato di condividere con noi

    questa conferenza, dando voce al mondo Universitario, componenteessenziale della nostra categoria.La Veterinaria per Animali da compagnia, cos come tanti altri ambiti nelnostro paese, sta vivendo un momento particolare e difficile, sicura-mente con aspetti contrastanti, in cui convivono realt positive di fortesviluppo scientifico accanto a situazioni di altrettanto significativo re-gresso professionale.SCIVAC rappresenta la societ culturale pi grande in ambito naziona-le, contando su pi di ottomila iscritti ed ha il compito di promuovere,attraverso le sue iniziative scientifiche, il costante aggiornamento delveterinario italiano per animali da compagnia. Deve farlo e lo fa daventanni, avendo sempre ben presente la situazione professionale e leesigenze del momento.Indubbiamente il primo passo per essere sempre al passo con i tempi quello della conoscenza della situazione attuale. Per questo motivola societ plaude ad iniziative come questa, che pongono le basi infor-mative per progettare il futuro. Occorre dire che, in ogni ambito, i mi-gliori risultati si ottengono utilizzando in maniera sinergica le energieche si hanno a disposizione. Ora, in ambito veterinario, i componenti ingioco sono costituiti dallUniversit, che deve formare i futuri professio-nisti, dalle societ culturali che devono mantenerne ed accrescerne lacultura specifica e dalle Associazioni professionali che devono studia-re e presentare le esigenze del veterinario pratico. In passato, anche in un passato recente, le diverse componenti che hoappena citato, hanno certamente giocato il proprio ruolo, anche in ma-niera molto positiva, ma spesso peccando di sinergia.Oggi siamo tutti qui rappresentati. La speranza che questo momentodi conoscenza, ponga le basi per un lavoro futuro sinergico. Immaginoun nostro mondo in cui lUniversit formi i professionisti con un occhioattento alla situazione culturale, professionale e sociale, in cui le societculturali, SCIVAC in primis, possano seguire la crescita scientifica delprofessionista in sinergia con ANMVI e Universit ed infine unANMVIstessa, che in maniera sempre pi forte, rappresenti la nostra catego-ria di fronte alla societ, rendendo esplicite sia le nostre capacit pro-fessionali che le nostre esigenze. Lavorando insieme otterremo moltoe riusciremo certo a portare la veterinaria per animali da compagnia al-la stessa dignit di cui gode nei paesi anglosassoni, storicamente e so-cialmente pi evoluti in questo ambito.

    Carlo Scotti, Vice-Presidente ANMVI

    Massimo Baroni, Presidente SCIVAC

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    LuniversitIl Professor Stefano Cinotti, dopoaver ricordato che le 14 Facolt diMedicina Veterinaria hanno giiniziato a ridurre il numero degliiscritti riuscendo quindi a mante-nere costante il numero di laurea-ti, ha sottolineato due dati impor-tanti: nel 2010 l85% dei laureatisaranno donne e la crescita deglispazi occupazionali prevista al2020 solo del 3% a fronte di unacrescita di iscritti agli Ordinidell80-90%. Parlando poi, nellospecifico, degli aspetti relativi almondo universitario ha ricordatoche le Facolt di Medicina veteri-naria devono essere in grado diformare professionisti veterinaricompleti ma non tutte le facoltsono in grado di farlo e comun-que non tutte nello stesso modo econ lo stesso livello qualitativo. Haconcluso ricordando che i requisi-ti formativi minimi previsti dal Mini-stero per le Facolt di Veterinariasono insufficienti per garantireuna formazione professionalmen-te accettabile. Secondo Cinotti irequisiti minimi dovrebbero esse-re quelli previsti a livello europeodalla EAEVE in accordo con laFVE. Se cos fosse, aggiungiamo noi,saremmo ben contenti di poteravere poche Facolt di grande li-vello, come in Gran Bretagna oFrancia, con un numero di laurea-ti decisamente ridotto ma profes-sionalmente pi preparati. Se do-vessimo applicare oggi i parame-tri europei avremmo in Italia solole Facolt di Bologna, Torino e Ba-ri. Diamo quindi alle Universit treanni, facciamo pure cinque, peradeguarsi ai parametri europei ese non ci riusciranno saranno co-strette a chiudere o a limitarsi acorsi di laurea brevi o meglio an-cora master o specializzazioni in-dirizzandosi su settori specificidella veterinaria. Del resto la libe-ra circolazione dei professionistiin Europa costringer per forza ilnostro paese ad adeguarsi ai pa-rametri della EAEVE per poterpermettere ai nostri laureati, chenon trovano lavoro in Italia, di tra-sferirsi allestero.Quattro o cinque facolt in tutto,quattrocento iscritti ogni anno,300/350 laureati preparati e moti-vati con specializzazioni nei diver-si settori. Questo dovrebbe esse-re il futuro della veterinaria maprobabilmente soltanto un so-gno.

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  • Dopo l'indagine realizzatadall'ANMVI nel luglio del2003 in collaborazione

    con la Nomisma di Bologna, Anali-si della professione veterinaria inItalia: caratteristiche e prospettive",che per la prima volta permettevadi avere un quadro globale della si-tuazione del settore veterinario,l'Associazione continua lo sforzo diindagine del mondo veterinario conuna nuova ricerca relativa al settoreper animali da compagnia: Lestrutture veterinarie private per ani-mali da compagnia". Questa ricerca stata sviluppata con la ETAMETAresearch&trend ed in collaborazio-ne con la SCIVAC e sar seguita daaltre specifiche per i vari settori del-la veterinaria: animali da reddito,equini, animali esotici, medicinapubblica, ecc. e per argomenti diparticolare interesse: l'informazio-ne, la formazione continua, ecc.L'ANMVI ritiene che questo grossosforzo organizzativo ed economicosia necessario per poter valutare ecapire le caratteristiche e gli orien-tamenti del nostro settore e per po-ter intervenire sulle istituzioni e sulmondo politico sia mostrando datireali della situazione che il mondoprofessionale veterinario sta viven-do, o subendo, sia arrivando conproposte specifiche che possanoessere concrete soluzioni ai proble-mi che emergono dai dati raccolti.Ovviamente i risultati delle indaginida noi commissionate non vengonotenuti nascosti in un cassetto sol-tanto a nostro consumo ma vengo-no diffusi, non solo nel mondo istitu-zionale/politico, ma anche nel mon-do associativo, universitario, azien-dale, in centinaia di copie e pubbli-cati su Professione Veterinaria inmodo che chiunque sia coinvolto oabbia interessi nel nostro settorepossa usufruirne.

    Il settore medicoveterinario in ItaliaLa prima immagine che riportiamoraccoglie alcuni dati, in gran parteda noi gi pubblicati, che riassu-mono la situazione del settore Me-dico Veterinario in Italia. I dati sonoraccolti in tre gruppi, quelli riferitiagli Ordini Professionali, alle Fa-colt di Medicina Veterinaria ed alLavoro del Medico Veterinario.Ognuno di questi raggruppamentideve per essere letto in strettacorrelazione con gli altri visto chesono fortemente dipendenti unocon l'altro. Ad esempio, sarebbe discarso significato il fatto che, par-lando di futuro occupazionale,questo nel 2003 fosse stato valuta-to in prospettiva al 2020 di una po-tenziale crescita del 3% se non locollegassimo all'altro dato che pre-vede per lo stesso periodo un in-cremento di iscritti agli Ordini Pro-fessionali di almeno l'80%. Che fu-turo avranno quindi i veterinari cheiscrivendosi agli Ordini in questianni faranno parte di quel 77% (80-3=77) che non trover lavoro nelsettore veterinario? E quel 77% si-

    gnifica qualche migliaio di mediciveterinari. Finiranno tutti, come ulti-ma spiaggia, ad aprire nuovi am-bulatori per animali da compagnia?Il primato mondiale nel rapporto frail numero di animali da compagnia(7,5 milioni di gatti e 7 di cani) ed ilnumero di ambulatori (6.500) spet-ta gi all'Italia. Non il caso di insi-stere. Basta andare a vedere i datirelativi al volume d'affari medio del2003 di un veterinario (uomini26.866 euro, donne 16.700 euro) oquello del reddito riferito allo stessoanno (14.850 euro, donne 9.262euro) per rendersi conto che mol-to meglio risparmiare qualche annodi universit e fare l'idraulico o ma-gari l'infermiere in ospedale vistoche prende 1.300 euro netti al me-se pi tutto il resto in termini di si-curezza e vantaggi. Nonostantequesto, erano 4.780 gli studentiche hanno fatto domanda di iscri-zione al corso di laurea in Medicina

    Veterinaria per il 2004/2005. 1.498quelli ammessi di cui il 65% donne.Degli oltre 1300 laureati nel 2004 ledonne erano il 75% e questa per-centuale arriver nel 2010all'85/90%. Una professione quindisempre pi femminile e sempre piorientata verso la medicina veteri-naria per animali da compagnia.

    Il settore veterinariodegli animali dacompagniaUna indagine del 2003 aveva evi-denziato che circa il 14% dei cani egatti non vede mai un veterinario eche, quindi, gli animali sottoposti acontrollo sanitario, almeno una vol-ta all'anno, erano 12 milioni e mez-zo. Pu darsi che questo dato sialeggermente migliorato ma certa-mente la crisi economica che stia-mo vivendo da un paio di anni nonaiuta a cambiare l'atteggiamento

    dei proprietari di animali verso unamaggior coscienza animalista cheli renda pi attenti al benessere edalla salute dei loro animali. Anzi,dall'autunno del 2003, aumentatala fascia di proprietari marginali,quelli cio che vanno dal veterina-rio solo in caso di estrema neces-sit. Chi ne ha risentito di pi sonoovviamente quelle strutture veteri-narie di piccole dimensioni, gestiteda un solo veterinario e spesso ingrado di fornire solo prestazioni ge-neriche. I veterinari che operano inquesto settore, anche se non tutti atempo pieno, sono circa 13/14.000.Le strutture come abbiamo gi det-to sono 6.500 e, considerando cheuna buona parte sono studi asso-ciati, abbiamo calcolato che sonoalmeno 9.500 i Medici Veterinari ti-tolari della struttura in cui svolgonola proria attivit professionale. Il vo-lume d'affari prodotto dal settoreveterinario per animali da compa-

    gnia pu essere valutato in circa250/300 milioni di euro. Decisa-mente pochi per 6.500 strutture. Nederiva un costo medio per presta-zione di circa 30/35 euro. Un valo-re in assoluto molto basso anche inconfronto alle tariffe degli altri pae-si europei. Un settimanale impor-tante basandosi su questi stessidati aveva concluso che i veterina-ri sono cari! Forse non aveva maiavuto bisogno di un idraulico.Per completare il panorama delsettore ricordiamo che la SCIVAC,l'associazione italiana dei veterina-ri che si occupano di animali dacompagnia, ha superato gli 8.700iscritti, di cui il 51% donne. Per nu-mero di iscritti la prima in Europae la seconda nel mondo dopo gliUSA. evidente che in questi nu-meri vi un forte e reale squilibrioche sta purtroppo portando a si-tuazioni di mercato sempre pi in-sostenibili.

    5laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    Identikit del veterinario per animali da compagnia

    Dati e cifre delle strutture veterinarie privateUn panorama completo attraverso 402 interviste

    di Antonio Manfredi

    SPECIALE ANMVI INFORMA

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  • Nota metodologica Obiettivo: questa ricerca offre unavisione di sintesi delle strutture ve-terinarie private per la cura deglianimali da compagnia presenti inItalia, mettendone a fuoco le princi-pali caratteristiche tecniche, orga-nizzative e professionali.Metodologia dintervista: intervi-ste telefoniche (CATI).Periodo di rilevazione: febbraio2005.Target dintervista: titolari di strut-ture private per la cura di animalida compagnia.Tecnica di campionamento: cam-pionamento casuale stratificato se-condo due livelli area geografica (Nord/Centro

    Sud, incluse isole) ampiezza del comune (fino a 100

    mila abitanti/oltre 100 mila abitanti)

    Il campioneSono stati selezionati 402 nominati-vi di titolari di strutture veterinarieprivate per la cura degli animali dacompagnia scelti fra le 6.500 pre-senti sul territorio nazionale.AREA GEOGRAFICA EAMPIEZZA COMUNEIl 62,6% delle strutture nel Norddell'Italia rispecchiando quella che la distribuzione delle strutture edei veterinari che operano nel set-tore degli animali da compagnianel nostro paese. Lo stesso valeper i comuni oltre i 100mila abitan-ti, il 62% delle strutture si trova nel-le citt di maggiori dimensioni doveil mercato gi saturo da qualcheanno e la concorrenza ormai inso-stenibile.TIPOLOGIA DELLA STRUTTURANon essendo ancora stata recepitada tutte le regioni la nuova normati-va sulle strutture veterinarie la clas-sificazione da noi riportata potreb-

    be non essere omogenea basan-dosi su quella utilizzata preceden-temente dalle varie regioni e quindicon alcune diversificazioni nellastessa denominazione.ZONA DI UBICAZIONELe strutture veterinarie sono omo-geneamente ridistribuite fra cen-tro abitato 48,8% e periferia48,5%. Nel Nord si evidenziaper una maggior ubicazione inperiferia 55,2% mentre nel CentroSud la tendenza contraria, lamaggior presenza nel centroabitato 55,3%. La stessa situazio-ne si trova nel confronto fra i co-muni oltre i 100mila abitanti dovela maggioranza delle strutture

    centrale, 56,9% rispetto ai comu-ni pi piccoli dove si preferisceposizionare la propria attivit inperiferia, 56,2%.ANIMALI CURATIOvviamente il 100% dei veterinariintervistati ha dichiarato di occu-parsi di animali da compagnia maalcuni non solo di questi. Il 15,9% attivo anche nel settore deglianimali esotici ed interessantenotare che questi sono quelli chesembrano utilizzare maggiormen-te internet per la propria attivitprofessionale. Il 3,7% si occupaanche di cavalli e normalmente fariferimento a strutture situate in co-muni meno grandi. Il 4% opera an-

    che nel settore degli animali dareddito ed in genere sono profes-sionisti di sesso maschile e lavora-no in comuni di medie e piccoledimensioni.

    Chi sono i titolariCARATTERISTICHEANAGRAFICHELa prima cosa che possiamo evi-denziare che la categoria dei me-dici veterinari una categoria piut-tosto giovane. L'et media dei tito-lari intervistati infatti di 45 anni, enon dimentichiamo che stiamo par-lando di titolari di struttura, veteri-nari cio che per forza di cose de-vono avere alle spalle anni di espe-rienza sia scientifica che professio-nale. Il 64% del nostro campionedichiara una et compresa fra i 41ed i 55 anni. Oltre i 55 solo il6,2%. Le donne risultano esseresolo il 27,9% e questo potrebbecontrastare con altri dati da noi ri-portati precedentemente: nel 2004il 75% dei laureati erano donne, il51% degli 8.720 iscritti alla SCIVACsono donne. La verit che vi so-no molte motivazioni a questa per-centuale ancora cos bassa fra i ti-tolari di strutture: solo negli ultimianni si avuto un forte incrementodi iscrizioni a medicina veterinariada parte delle donne spinte da unaevoluzione culturale del nostropaese e da un diverso atteggia-mento verso gli animali, pi co-sciente e pi rispettoso. Le veteri-narie si occupano principalmentedi animali da compagnia ed in par-ticolare si orientano verso settoriprecisi, la dermatologia, la medici-na interna, la medicina felina, lamedicina comportamentale, princi-palmente. evidente quindi che laloro costante crescita corrispondea quella che ha avuto il settore ve-

    terinario per animali da compa-gnia. Infatti se andiamo a vedere lapercentuale di donne iscritte agliOrdini professionali (6.700 su23.600 iscritti) questa soltanto del28% rispetto al 51% degli iscritti al-la SCIVAC. Il forte incremento diiscrizioni a Medicna veterinaria daparte delle donne non ancora ar-rivato ad incidere fortemente sulnumero dei titolari di strutture chedi solito hanno alcuni anni di attivitper essere arrivati a questa autono-mia professionale. Inoltre moltedonne laureate per motivi famiglia-ri, principalmente, preferiscononon avere impegni e responsabilitche le obblighino ad orari troppolunghi e rigidi preferendo orientarsiverso il part time o altre forme dicollaborazione o di consulenza pielastiche. La prospettiva, comun-que, per il settore veterinario peranimali da compagnia quella diuna presenza femminile semprepi alta, nel 2010 fra i laureati ledonne saranno l'85/90%. Gi oggifra i giovani professionisti sono lamaggioranza. I titolari di et pielevata, ed in genere uomini, si ri-scontrano principalmente nel Nord,nelle strutture pi vecchie e gestiteda un solo titolare. Se invece ana-lizziamo le strutture pi recenti lapresenza femminile molto alta an-che perch i titolari sono pi giova-ni ed hanno in genere un profiloprofessionale pi moderno".INFORMAZIONE EDAGGIORNAMENTOPROFESSIONALE DEI TITOLARISu 402 titolari intervistati 228 (il56,7%) dichiarano di utilizzare in-ternet per la propria attivit profes-sionale. L'indagine non entravanella tipologia di utilizzo ed diffici-le quindi valutare se gli intervistatihanno ritenuto come professiona-

    6 laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    Animali curatiTipologia della struttura

    Zona di ubicazione

    SPECIALE ANMVI INFORMA

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  • le un semplice collegamento adun sito di una associazione per ve-dere le iniziative programmate, lasola adesione ad un forum di di-scussione o la partecipazione aprogrammi di aggiornamento FAD. comunque un dato importante esignificativo, soprattutto in nettacrescita visto che circa due anni faquesta stessa percentuale era fer-ma al 30/35%. Chi utilizza internetsono principalmente professionistigiovani che lavorono in grandistrutture e si aggiornano regolar-mente. A rifletterci bene chi do-vrebbe utilizzare internet per la pro-pria crescita culturale e professio-nale dovrebbero essere soprattuttoquei professionisti che operano dasoli, in piccole strutture e che pervari motivi si aggiornano poco. Non cos invece e questo merita un ra-gionamento attento anche perch,come abbiamo gi sottolineato pri-ma, molti veterinari che corrispon-dono a queste caratteristiche sonoquelli di et pi avanzata.240 veterinari dichiarano di fre-quentare regolarmente corsi e con-gressi, sono il 59,7%. Il 36,1% di-chiara di farlo solo saltuariamenteed il 4,2% ammette di non farlomai. Questi ultimi sono soprattuttooltre i 45 anni.MOTIVI CHE LIMITANO LAREGOLARITDELL'AGGIORNAMENTOPROFESSIONALE stato chiesto ai 162 titolari cheavevano dichiarato di frequentarecorsi e congressi solo saltuaria-mente o mai quali fossero i motiviche li costringevano a limtare la lo-ro possibilit di aggiornamento. Fraquesti la domanda non prevedevarisposte che invece erano statesuggerite in altre occasioni: convin-zione di non averne bisogno, delu-sione o insofferenza verso la pro-fessione, ecc. Ovviamente 'per ri-spetto verso gli intervistati non po-tevano essere previste anche que-ste risposte e sarebbe abbastanzatriste pensare che possano essere

    effettivamente motivi che hanno al-lontanato il professionista dal pro-prio aggiornamento anche se l'in-troduzione dell'ECM, con le sue lo-giche ministeriali e burocratiche,ha certo tolto un po' di passione almondo veterinario. Il 65,4% dichia-ra di aggiornarsi poco per man-canza di tempo e questa motiva-zione arriva al 75,8% nel Nord ed riferibile soprattutto alle piccolestrutture con un unico titolare che ineffetti ha molta difficolt a chiuderel'attivit o a trovare un sostituto perpartecipare ad un corso o ad unseminario. L'altra motivazione ab-bastanza forte il costo elevato, ed espressa dal 18,5% di coloro cheraramente o mai partecipano adiniziative residenziali. Questa ultimamotivazione decisamente pocogiustificata perch la stessa SCI-VAC propone in tutte le regioni ini-ziative gratuite o comunque, quan-do sono a pagamento, a costi mol-to bassi rispetto al valore dell'inizia-tiva o in confronto a tutti gli altripaesi europei. Le altre motivazionisi limitano a percentuali talmentebasse da non meritare una rifles-sione. Possiamo solo aggiungereche il 3,1% che dichiara di conte-stare l'organizzazione si riferisceprincipalmente agli aspetti ECM.

    Come sonoorganizzate lestruttureDIMENSIONI DELLESTRUTTURESono solo il 13,2% le strutture chesuperano i 100 mq. La maggiorparte, il 63,9% ha una dimensioneinferiore ai 75 mq. Il dato per piimportante, e che dimostra la forteframmentazione del mercato veteri-nario nel settore degli animali dacompagnia, che il 37,8% dellestrutture non arriva ai 50 mq. ov-viamente difficile pensare che in di-mensioni cos limitate si possano of-frire prestazioni specialistiche o ser-vizi collaterali, ma a nostro avviso

    importanti, come la gestione del far-maco o il pet corner. Questa tipolo-gia di struttura un po' tipica dellasituazione italiana: un unico veteri-nario, spesso con buona esperien-za ed in grado anche di offrire pre-stazione di livello ma normalmentelimitate alla medicina generale.Queste strutture sono quelle chestanno risentendo maggiormentedella crisi iniziata nel secondo se-mestre del 2003. I proprietari cheoggi, soffrendo la crisi economica,sono stati costretti a contenere lespese veterinarie per il loro animalesono principalmente clienti di que-sto tipo di struttura. Non solo, questisono anche quelli che risentonomaggiormente della forte concor-renza dovuta alla continua aperturadi nuove strutture su tutto il territorionazionale ma soprattutto nelle gran-di citt. Inoltre, la difficolt che tro-vano, per motivi economici, ma an-che per mancanza di tempo, ad in-vestire in atrezzature ed in aggior-namento professionale li rendesempre pi fragili ed indifesi versouna concorrenza giovane ma spes-so anche preparata ed agguerrita.La dimensione media di una struttu-ra veterinaria in Italia di 80 mq,nettamente inferiore ad altri paesieuropei dove esistono meno ambu-

    latori ma decisamente pi grandi,con pi veterinari e ben attrezzati. interessante anche vedere come ledimensioni siano rapportatae ad al-tri fattori. Ad esempio nelle grandicitt l'ampiezza media si riduce a72,4 mq, quella riferita a strutturecon un solo titolare si ferma a 67,5mq. Chi non utilizza internet per laprofessione in genere ha una strut-tura pi piccola, 67,3mq di media elo stesso vale per chi si aggiornapoco, 63,7mq. I motivi di questecorrelazioni li abbiamo gi valutatiprecedentemente.ANZIANIT DELL'ATTIVITL'anno medio di inizio attivit mol-to recente, il 1991, a dimostrazioneche questo un settore molto gio-vane e che in pochi anni vera-mente esploso sia per i cambia-menti culturali del nostro paese siaper il diverso interesse degli stu-denti di medicina veterinaria. Nondimentichiamo che solo venti annifa le facolt di medicina veterinariaerano orientate soprattutto agli ani-mali da reddito ed i veterinari che sioccupavano di cani e gatti eranosoprannominati cagnari dai colle-ghi in modo evidentemente dispre-giativo. Oggi su 16.000 professioni-sti privati sono circa 13.000 quelliche si occupano di animali da

    compagnia. A dimostrazione diquanto detto basti vedere che soloil 10,4% ha iniziato l'attivit primadel 1980. L'esplosione del settoresi avuta in 5 anni, dal 1990 al 95.Ben il 28,9% ha cominciato in que-sti anni. Negli ultimi 5 anni ha ini-ziato l'attivit il 16,7%. Decisamen-te troppi per un mercato ormai sa-turo. Le strutture pi recenti dellamedia si riscontrano in corrispon-denza di: comuni meno grandi, di-mensioni minori, titolari giovani edonne.ORGANIZZAZIONEPROFESSIONALEIl 75,9% delle strutture ha un solo ti-tolare. Nel 68,4% opera un solo ve-terinario, il titolare, ovviamente. Il15,7% due titolari, il 5% tre ed il2,9% oltre i tre. Non vi dubbio chei veterinari non amano molto lavo-rare in societ con altri colleghi. un vero peccato perch siamoconvinti che, al contrario, il merca-to avrebbe bisogno di meno strut-ture, con pi soci veterinari, pigrandi ed in grado di dare maggio-ri e migliori servizi. Spesso inveceaccade il contrario. Due o tre colle-ghi partono insieme e dopo un po'non vanno pi d'accordo. Da unastruttura ne nascono due o tre conconteziosi spesso legali. Le richie-

    7laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    Informazione e aggiornamentoprofessionale dei titolari

    Caratteristiche anagrafiche

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  • ste di consulenza legale o fiscaleche arrivano all'ANMVI vedono alprimo posto le contestazioni deiclienti e subito dopo i conflitti fracolleghi. Avevamo gi scritto cherapportando i dati del capione al-l'universo veterinario risulta che al-meno 9.500 vetrinari siano, da solio con soci, titolari di struttura. Il va-lore medio dei titolari di 1,4 perstruttura mentre quello dei veterina-ri presenti risulta essere di 1,7. Unadifferenza abbastanza ridotta cherapportata in percentuale rispettoal numero dei titolari di solo il21%. Soltanto il 10,7% ha dipen-denti che in genere svolgono man-sioni di receptiion, contabilit o in-

    fermiere veterinario anche se que-sta figura professionale oggi nonesiste ancora.DIPENDENTI NON VETERINARIPu sembrare strano ma sono so-prattutto le strutture del Centro Sudche utilizzano dipendenti non vete-rinari. Infatti il 16% di questi ha al-meno un dipendente contro il 7,5%del Nord. Inoltre sono le strutturenei centri sotto ai 100.000 abitantiad utilizzare maggiormente i dipen-denti non veterinari esprimendouna percentuale del 14,4% rispettoal 8,4% dei grossi comuni. Le ra-gioni dei primi dati varrebbe la pe-na approfondirle e non sono facilida individuare mentre per quanto

    riguarda le differenze fra comunivalgono gli stessi ragionamenti giproposti precedentemente.DOTAZIONE STRUMENTALEDELLE STRUTTURECredo che non ci sia molto dacommentare. Sono dati che vannoletti per quello che sono e per le in-dicazioni che danno. Potremmo di-re che il 25% delle strutture non haun apparecchio radiografico e checirca il 45% non dispone di un ap-parecchio di anestesia gassosa.Pi del 50% non utilizza un elettro-cardiografo. Potremmo continuarema mi sembra che siano dati checonfermano i ragionamenti gi fatti.Certo dispiace vedere che solouna struttura su tre dispone di unriunito dentistico quando sappiamoche l'odontostomatologia un set-tore ancora con grosse possibilitdi crescita. Ovviamente le struttureche hanno una dotazione miglioree completa risultano essere quelledi maggiori dimensioni e gestite dapi di un titolare. Possiamo aggiun-gere che queste sono anche quel-le che per la capacit di offrire allaclientela un'ampia gamma di pre-stazioni, anche specialistiche, e di-versi servizi collaterali risentonomeno della situazione di crisi delsettore. Il titolare, o titolari, di que-ste strutture risultano dall'indagineessere veterinari che utilizzano fre-quentemente internet per la forma-zione e si aggiornano molto anchefrequentando corsi e congressi.

    Attivit quotidiananelle struttureDall'indagine risulta che la quasi to-talit delle strutture, il 99,3%, prestavisite generiche e preventive. Il fat-to che non si arrivi al 100% dovu-to soltanto alla decisione di alcunestrutture di erogare esclusivamenteprestazioni di consulenza speciali-stica o solo di riferimento per altre

    strutture. La chirurgia di base unaattivit normale per il 94,5% dellestrutture veterinarie mentre quellaspecialistica si limita al 46%. Abba-stanza diffuse le analisi cliniche dibase, 63,7%, le analisi specialisti-che, invece, sono in grado di farlesoltanto il 12,7% delle strutture.Avevamo gi visto che il 73,9% del-le strutture in grado di erogareprestazioni di radiologia di base,quella specialistica si riduce al27,6%. Per l'ecografia si passa dal43,3% per quella di base al 23,4per quella specialistica. Fanalino dicoda la endoscopia che probabil-mente ancora poco recepita nel-

    le sue diverse potenzialit, 1,5%.Fra altre prestazioni di cura le pidiffuse sono quelle riabilitative,11,2%, seguite a distanza da quel-le comportamentali, 1,7%, e quellechemioterapiche, 1,2%. Le medici-ne non convenzionali non trovanolo stesso spazio che hanno nellamedicina umana e sono ancora fer-me al 2,5% delle strutture coinvoltenell'indagine. Passando alle presta-zioni collaterali il servizio di Day Ho-spital quello maggiormente diffu-so, 51,5%, quasi allo stesso livellodella reperibilit 24h, servizio offer-to ai clienti dal 49,3% delle struttu-re. Il ricovero invece limitato al22,4% pi o meno come il prontosoccorso, 20,9%. La cessione delfarmaco ed il Pet Corner non sonoancora molto diffusi fra le strutture.Solo il 24,9% gestisce il farmacomentre per il Pet Corner ci si fermaal 10,9%. Questi due servizi in ge-nere sono proposti dalle stessestrutture. Questo ultimo argomentomerita un approfondimento soprat-tutto per le cause ed i motivi che nestanno rallentando lo sviluppo macredo che sia meglio rimandarlo aduna trattazione specifica ragionan-do anche su quella che dovr es-sere l'evoluzione delle strutture ve-terinarie per animali da compagniaper essere al passo delle trasfor-mazioni culturali ed economichedel nostro paese. Possiamo trarrequalche riflessione riassuntiva perquesta ultima parte. Analizzando idati a disposizione, si pu osserva-re l'esistenza di una relazione posi-tiva all'interno delle diverse tipolo-gie di prestazioni specialistiche etra di esse e l'offerta complessiva(di base e specialistica) di esamiradiologici e di analisi cliniche. Leattivit di pronto soccorso, reperibi-lit, ricovero e Day Hospital sonopositivamente correlate fra di loro,le relazioni pi forti si registrano trareperibilit e pronto soccorso, rico-vero e Day Hospital.

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    Dimensioni delle strutture

    Anzianit dellattivit Dotazione strumentale delle strutture

    Organizzazione professionale

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    Base: 398 strutture

  • Parla di necessarie corre-zioni lOn. Luana Zanel-la, prima firmataria di una

    proposta di legge che ha lobiet-tivo di cambiare il titolo del CapoIX-bis del libro II del codice pe-nale. Dallagosto dello scorso an-no questo Capo si chiama Deidelitti contro il sentimento per glianimali. Ma per lesponente deiVerdi e per 36 parlamentari di va-ri schieramenti partitici sarebbeopportuno ribattezzarlo Dei de-litti contro gli animali. una dif-ferenza di termini o di sostanza?Questa modifica - spiega lOn.Zanella- a suo tempo era stata ri-chiesta dalla XII Commissione af-fari sociali della Camera dei de-putati e assume maggiore rile-vanza in considerazione dellaproposta di modifica dellarticolo9 della Costituzione: senza que-sta modifica - precisa la parla-mentare - si continua a tutelarenon gli animali in s come esserisenzienti, ma solo il sentimentodi noi umani verso di loro, andan-do cos in senso opposto rispettoallo spirito della riforma dellarti-colo 9 della Costituzione. questa la ragione di fondo percui la legge 189/2004 ha destatogrande inquietudine in molteassociazioni animaliste e prote-zioniste; la legge potrebbe com-portare in alcuni casi addiritturauna tutela inferiore rispetto aquella garantita dal previgentearticolo 727. La stessa Commis-sione affari sociali aveva osser-vato che il Senato ha apportatocambiamenti al testo licenziato inprima lettura dalla Camera chehanno ridotto in modo significa-tivo la portata della legge e nehanno parzialmente svuotato laratio che lha ispirata e lefficaciain fase di applicazione.

    Punire la colpaViene inoltre prevista la possibi-lit di perseguire i reati per mal-trattamento o uccisione anche atitolo di colpa, cos come avvienecon il vigente articolo 727 del co-dice penale, tramite la previsionedi pene ridotte a un terzo rispettoallesecuzione dolosa del reato. importante - dice lOn. Zanella- in quanto, ad esempio - comeha dichiarato il procuratore gene-rale dl Trento, Stefano Dragone -la norma non punisce chi lasciaun cane a soffrire il caldo in mac-china. Questo perch non sonosanzionati i comportamenti col-posi.Qualora la morte dellanimale de-rivi da condotta gravemente col-posa, si applicherebbe la penadella reclusione da un mese a seimesi. E ancora: qualora la lesio-ne dellanimale dipenda da con-dotta gravemente colposa, la re-

    clusione sarebbe da un mese aquattro mesi, la multa da 1.000 a5.000 euro.

    Confisca degli animaliLa proposta di legge estende laconfisca degli animali anche aicasi di abbandono e di detenzio-ne in condizioni incompatibili conla natura dellanimale: Il rappor-to affettivo tra lanimale e il suoaffidatario/proprietario risultereb-be irrimediabilmente compro-messo dopo la consumazionedei reati in questione- pertantocontinua la parlamentare- la con-fisca risulta conseguenza neces-saria per evitarne la possibile ri-petizione.

    Caratteristiche etologicheInoltre, si introduce nel testo del-larticolo 544-quater del codicepenale il concetto della salva-guardia delle caratteristiche eto-logiche nel caso degli spettacoli(attivit insostenibili per le carat-teristiche etologiche) e a punireanche la mera partecipazione siaagli spettacoli suddetti sia aicombattimenti.

    La sofferenza non vadimostrataLa pdl introduce nel codice pe-nale i reati di abbandono e di de-tenzione in condizioni incompati-bili con la natura dellanimale, inquanto delitti e non come con-travvenzioni. Linserimento di ta-li reati - spiega lOn. Zanella - richiesto al fine di farli ricaderenei delitti contro gli animali, equindi di non sottrarli alla prescri-zione (pi breve) prevista per lecontravvenzioni, in quanto sialabbandono, sia la detenzione incondizioni incompatibili con la lo-ro natura rappresentano alcunedelle forme pi comuni e pi cru-deli di maltrattamento. Non si ri-tiene di dover inserire la neces-sit di dimostrare la sofferenza -aggiunge lonorevole - in quantola detenzione in condizioni in-compatibili con la loro naturaprovoca di per s sofferenza aglianimali; riprova ne sia che lat-tuale formulazione dellarticolo727 del codice penale non pre-vede tale necessit per la punibi-lit in caso di detenzione in con-dizioni incompatibili con la loronatura, avallato in ci dalla giuri-sprudenza. La punibilit, comeavviene ora, prevista anche neicasi di colpa grave, con pene ri-dotte a un terzo. Si avrebbe quindi un articolo ag-giuntivo, un art. 544-septies (Ab-bandono di animali e detenzionenon idonea) che esplicita:Chiunque abbandona animalidomestici o che hanno acquisitoabitudini di cattivit punito con

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    Pdl per modificare ulteriormente il CP

    Il Codice Penale non tutela gli animali, ma i sentimenti delluomoTrentasette deputati chiedono di tornare allo spirito originario della Legge 189/2004 tradito dal Senato

    laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI CODICE PENALE CAPO IX-BIS

    (Legge 20 luglio 2004, n.189 in vigore dal 1 agosto 2004)Art. 544-bis. - (Uccisione di animali). - Chiunque, percrudelt o senza necessit, cagiona la morte di un ani-male punito con la reclusione da tre mesi a diciottomesi. Art. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque,per crudelt o senza necessit, cagiona una lesionead un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a com-portamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per lesue caratteristiche etologiche punito con la reclusio-ne da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a15.000 euro.La stessa pena si applica a chiunque somministra aglianimali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sotto-pone a trattamenti che procurano un danno alla salutedegli stessi.La pena aumentata della met se dai fatti di cui al pri-mo comma deriva la morte dellanimale. Art. 544-quater. - (Spettacoli o manifestazioni vietati). -Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunqueorganizza o promuove spettacoli o manifestazioni checomportino sevizie o strazio per gli animali punitocon la reclusione da quattro mesi a due anni e con lamulta da 3.000 a. 15.000 euro.La pena aumentata da un terzo alla met se i fatti dicui al primo comma sono commessi in relazione alle-sercizio di scommesse clandestine o al fine di trarneprofitto per s od altri ovvero se ne deriva la morte del-lanimale. Art. 544-quinquies. - (Divieto di combattimenti tra ani-mali). - Chiunque promuove, organizza o dirige com-battimenti o competizioni non autorizzate tra animaliche possono metterne in pericolo lintegrit fisica pu-nito con la reclusione da uno a tre anni e con la multada 50.000 a 160.000 euro.La pena aumentata da un terzo alla met:1) se le predette attivit sono compiute in concorso conminorenni o da persone armate;2) se le predette attivit sono promosse utilizzando vi-deoriproduzioni o materiale di qualsiasi tipo contenen-te scene o immagini dei combattimenti o delle compe-tizioni;3) se il colpevole cura la ripresa o la registrazione inqualsiasi forma dei combattimenti o delle competizioni.Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato, allevan-do o addestrando animali li destina sotto qualsiasi for-ma e anche per il tramite di terzi alla loro partecipazio-ne ai combattimenti di cui al primo comma punitocon la reclusione da tre mesi a due anni e con la mul-ta da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applicaanche ai proprietari o ai detentori degli animali impie-gati nei combattimenti e nelle competizioni di cui al pri-mo comma, se consenzienti.Chiunque, anche se non presente sul luogo del reato,fuori dei casi di concorso nel medesimo, organizza oeffettua scommesse sui combattimenti e sulle compe-tizioni di cui al primo comma punito con la reclusioneda tre mesi a due anni e con la multa da 5.000 a 30.000euro. Art. 544-sexies. - (Confisca e pene accessorie). - Nelcaso di condanna, o di applicazione della pena su ri-chiesta delle parti a norma dellarticolo 444 del codicedi procedura penale, per i delitti previsti dagli articoli544-ter, 544-quater e 544-quinquies, sempre ordina-ta la confisca dellanimale, salvo che appartenga apersona estranea al reato. altres disposta la sospensione da tre mesi a tre annidellattivit di trasporto, di commercio o di allevamentodegli animali se la sentenza di condanna o di applica-zione della pena su richiesta pronunciata nei con-fronti di chi svolge le predette attivit. In caso di recidi-va disposta linterdizione dallesercizio delle attivit

    medesime. 2. Allarticolo 638, primo comma, del codice penale,dopo le parole: punito sono inserite le seguenti:salvo che il fatto costituisca pi grave reato. 3. Larticolo 727 del codice penale sostituito dal se-guente:Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque ab-bandona animali domestici o che abbiano acquisitoabitudini della cattivit punito con larresto fino ad unanno o con lammenda da 1.000 a 10.000 euro. Allastessa pena soggiace chiunque detiene animali incondizioni incompatibili con la loro natura, e produttivedi gravi sofferenze. Art. 2.Divieto di utilizzo a fini commerciali di pelli e pellicce)1. vietato utilizzare cani (Canis familiaris) e gatti (Fe-lis catus) per la produzione o il confezionamento di pel-li, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteriacostituiti od ottenuti, in tutto o in parte, dalle pelli o dal-le pellicce dei medesimi, nonch commercializzare ointrodurre le stesse nel territorio nazionale. 2. La violazione delle disposizioni di cui al comma 1 punita con larresto da tre mesi ad un anno o con lam-menda da 5.000 a 100.000 euro. 3. Alla condanna consegue in ogni caso la confisca ela distruzione del materiale di cui al comma 1 Art. 3.(Modifica alle disposizioni di coordinamento e transito-rie del codice penale)1. Dopo larticolo 19-bis delle disposizioni di coordina-mento e transitorie del codice penale sono inseriti i se-guenti: Art. 19-ter. - (Leggi speciali in materia di animali). - Ledisposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice pe-nale non si applicano ai casi previsti dalle leggi specialiin materia di caccia, di pesca, di allevamento, di tra-sporto, di macellazione degli animali, di sperimenta-zione scientifica sugli stessi, di attivit circense, di giar-dini zoologici, nonch dalle altre leggi speciali in mate-ria di animali. Le disposizioni del titolo IX-bis del libro IIdel codice penale non si applicano altres alle manife-stazioni storiche e culturali autorizzate dalla regionecompetente. Art. 19-quater. - (Affidamento degli animali sequestratio confiscati). - Gli animali oggetto di provvedimenti disequestro o di confisca sono affidati ad associazioni oenti che ne facciano richiesta individuati con decretodel Ministro della salute, adottato di concerto con il Mi-nistro dellinterno: 2. Il decreto di cui allarticolo 19-quater delle disposi-zioni di coordinamento e transitorie del codice penale adottato entro tre mesi dalla data di entrata in vigoredella presente legge. Art. 4.(Norme di coordinamento)1. Allarticolo 4 del decreto legislativo 27 gennaio 1992,n. 116, al comma 8, le parole: ai sensi dellarticolo 727del codice penale sono sostituite dalle seguenti: conla reclusione da tre mesi ad un anno o con la multa da3.000 a 15.000 euro. 2. Il comma 5 dellarticolo 5 della legge 14 agosto1991, n. 281, abrogato. 3. Alla legge 12 giugno 1913, n. 611, sono apportate leseguenti modificazioni:a) larticolo 1 abrogato;b) allarticolo 2, lettera a), le parole: dellarticolo 491del codice penale sono sostituite dalle seguenti: deltitolo IX-bis del libro II del codice penale e dellarticolo727 del medesimo codice;c) allarticolo 8, le parole: dellarticolo 491 sono sosti-tuite dalle seguenti: dellarticolo 727.

    ATTUALIT

  • la

    la reclusione fino ad un anno ocon la multa da 1.000 a 10.000euro. La stessa pena di cui alprimo comma si applica a chiun-que detiene animali in condizioniincompatibili con la loro natura.La pena ridotta della met se ilfatto dipende da colpa grave.

    Interventi abrogativi La proposta di legge comportalabrogazione dellarticolo 727del codice penale e dellarticolo19-ter aggiunto dalla 189/2003 alRegio decreto 28 maggio 1931,n. 601 (disposizioni di coordina-mento e transitorie del codicepenale). La Commissione affarisociali aveva gi chiesto labro-gazione del 19-ter esprimendosiil 20 gennaio 2004 in questi ter-mini: appare grave larticolo ag-giuntivo alle disposizioni di coor-dinamento e transitorie del codi-ce penale relativamente alleleggi speciali in materia di ani-mali, attraverso il quale si ri-schia di creare una inopportunaambiguit della normativa sulmaltrattamento, mentre sono ne-cessarie norme chiare e strin-genti, soprattutto per la tuteladegli animali dallevamento edegli animali selvatici; un ulte-riore elemento negativo derivadallintervenuta limitazione dellefunzioni di polizia giudiziaria perle guardie volontarie delle asso-ciazioni ambientaliste alle solefattispecie che riguardano glianimali daffezione.

    VigilanzaSi chiede di modificare anche isoggetti che effettuano la vigilan-za sul rispetto della legge. Traquesti sono state aggiunte leguardie ecologiche volontarie ri-conosciute secondo le leggi re-

    gionali e viene soppressa la di-citura prefettizi relativa ai de-creti delle guardie perch oggi,in seguito alla cosiddetta rifor-ma Bassanini, molte guardie vo-lontarie operano grazie a decretidi nomina rilasciati dalle provincee non pi dalle prefetture - ufficiterritoriali del Governo. Viene eli-minato il termine riconosciute inquanto risulta una qualifica trop-po generica e quindi fonte di in-certezza interpretativa. Viene infi-ne eliminata la limitazione dellavigilanza volontaria ai soli anima-li di affezione.

    Gli animalistiLOn. Zanella si augura un rapi-do esame e conseguente appro-vazione della proposta di leggee ricorda le molte associazionianimaliste che la sostengono,circa 40 sigle attive su scala re-gionale, nazionale ed internazio-nale. Da questo punto di vista -dice - la proposta di legge offrela possibilit a tali Associazioni difar sentire la loro voce, e in que-sto modo di avvicinare concreta-mente le istituzioni rappresentati-ve ai cittadini e alle loro forme diorganizzazione volontaria.

    I firmatariLa proposta di legge di iniziati-va dei deputati Zanella, Amici,Annunziata, Bellini, Benvenuto,Boato, Bova, Bulgarelli, BuraniProcaccini, Camo, Cento, Cima,Coluccini, Deiana, Fanfani, Fiori,Gasperoni, Alfonso Gianni, La-bate, Lion, Lucchese, Maccani-co, Paola Mariani, Maurandi, Ne-si, Panattoni, Pecoraro Scanio,Luigi Pepe, Ranieri, Rizzi, RussoSpena, Sasso, Sciacca, Trupia,Valpiana, Giacomo Ventura, Zac-caria.

    Con questo titolo, il 22aprile Libero ha pubbli-cato un articolo di Oscar

    Grazioli sul caso di Lucky, unmeticcio di piccola taglia che hasalvato Melissa, una gatta do-nandogli il sangue. Lepisodio, ri-preso dal quotidiano @nmvi Og-gi, veniva cos commentato dalCollega-giornalista: Trasfonderesangue da cane a gatto scon-sigliabile. A parte il rigetto, si cor-re il rischio di contaminare il gat-to con microrganismi che, a con-tatto con quelli felini, potrebberodare origine a virus o batteri din-sospettabile pericolosit e nonsolo per gli animali. Ma sonoconvinto che Melissa se ne frega.Lei viva e le restano sei vite. Largomento fa discutere. Il profGeorge Lubas della Facolt diPisa dice di aver avuto un sus-

    sulto e un moto di sconforto.Commentando larticolo, Lubasscrive: Questultimo episodio diemotrasfusione interspecie, dive-nuto di risonanza pubblica peressere stato ripreso da importan-ti network di comunicazione, sti-mola un approfondimento suquesto aspetto della medicinaveterinaria. Dal punto di vistascientifico, occorre rispettare lapi possibile aderenza alla com-patibilit emogruppale nellambi-to della stessa specie e quindi sconsigliato luso di trasfusioniinterspecie. In questo secolo lamedicina trasfusionale degli ani-mali daffezione riconosce unampio e sempre pi esteso svi-luppo ed utilizzo grazie alla diffu-sione delle tecniche e delle co-noscenze per un pi appropriatoimpiego anche delle emocompo-nenti ematiche preparate in cen-tri trasfusionali veterinari apposi-tamente precostituiti. Inoltre, dovere del veterinario garantire ilricevente contro la trasmissionedelle pi frequenti malattie infetti-ve potenzialmente trasferibili at-traverso lemotrasfusione sia nelcane e sia nel gatto. Altrettanto, importante che anche al donato-re sia garantito il benessere in re-lazione alla frequenza delle do-nazioni e allo stress da prelievo. Per esperienza personale mi ri-cordo che alla mia prima comuni-cazione internazionale sul temadei gruppi sanguigni negli ani-mali daffezione a Parigi nel 1994(Lubas G., Furlanello T. - Recent

    advances in the treatment of theanaemic cat - Proc. 1st Eur.Cong. CNVSPA-FECAVA, Paris18-20 nov 1994, 673), mi fu chie-sto, dopo aver presentato i mieidati in cui riportavo luso delletrasfusioni nel gatto, da un con-gressista in platea se avessiesperienza sulluso di sangue dicane per trattare gatti anemici.Rimasi sensibilmente perplessodalla domanda e spiegai che dif-ferenze di specie ne precludeva-no lutilizzo anche perch il gattopresenta una situazione immu-noematologica simile a quelladelluomo. Infatti, vi pu essere lapresenza di anticorpi agglutinan-ti ad alto titolo responsabili direazioni trasfusionali gravi, che simanifestano anche nelle trasfu-sioni fatte alla cieca, cio senzalaccertamento della compatibi-lit emogruppale nella stessaspecie. Quindi figuriamoci traspecie diverse. In quella occa-sione sollecitai il collega cheaveva formulato la domanda per-ch avesse pensato a questopossibile impiego nel gatto delsangue di cane. Questi candida-mente mi rispose che in Franciaquesta pratica era abbastanzaabituale ed aneddotica nei vete-rinari pratici poich allora vi era adisposizione sangue di cane Anegativo (cio da donatore uni-versale) che una ditta francesecommercializzava in farmacia.Vista questa disponibilit di san-gue di cane i colleghi la impiega-vano con una certa frequenzaanche nelle situazioni difficili delgatto. In seguito questa stessadomanda cio limpiego di san-gue di cane nel gatto mi stataformulata in altre occasioni an-che in Italia. Purtroppo la praticadellemotrasfusione interspecietra cane e gatto tuttora segna-lata aneddoticamente anche inaltri paesi europei (ad es. Ger-mania) e quindi non solo un fe-nomeno tutto italiano.

    La risposta di GrazioliPrima di riprendere, nel mio arti-colo su Libero, la notizia di cro-naca - spiega Oscar Grazioli - hotelefonato ad una mezza dozzinadi illustri colleghi, compreso ilprof. Lubas (che purtroppo ave-va il cellulare spento e in facoltnon era reperibile). Il moto di sor-presa lho avuto anchio, nellap-prendere che la trasfusione dacane a gatto effettuata quasi diroutine, specie nel centro sud,senza peraltro effetti collateralidegni di rilievo, almeno in primabattuta. Come si legge nel mioarticolo ho giustificato un attoeroico e condannato una prati-ca scientificamente scorretta epericolosa, anche se la realtparrebbe mostrarci il contrario.Ma questo ce lo diciamo fra dinoi - conclude Grazioli - non co-ram populo.

    PROFESSIONE VETERINARIA 17/200510ATTUALIT

    Se il cane d il sangue per una gatta

  • Il parere inviato a fine aprile al-lANMVI dallAutorit Garanteper la Concorrenza ed il

    Mercato non fa una piega: farsipubblicit perfettamente in sinto-nia con i principi della libera con-correnza. Bene fanno quindi le ASLe le cliniche veterinarie universita-rie (ma diciamo pure tutti gli orga-nismi veterinari pubblici in genere)a promozionare in TV i loro servizi.E bene fanno le associazioni mu-tualistiche che curano gli animalicon pietose collette, facendo bel-la mostra di s su stampa e TV, per-ch le tariffe degli ordini per lAnti-trust sono strumenti corporativi, an-zi medievali. Tutto perfettamente moderno econcorrenziale, dunque. Tutto per-fettamente a vantaggio del cittadi-no/utente che ha diritto ad essereinformato e a concordare la tariffa.Ma non sar concorrenza slealeverso i medici veterinari privati chedevono invece attenersi alle rigoro-sissime norme sulla pubblicit sa-nitaria (salvo procedimenti discipli-nari per un grassetto di troppo sul-le Pagine Gialle) e ai minimi tariffariprovinciali (salvo essere considera-ti esosi)? Per lAntitrust no. E alloradov la stortura? Per lAntitrust nelle stesse norme che limitano lapubblicit e fissano i tariffari. Che sia ora di rivoltare come unguanto la 175/92 fuor di dubbio.Per la stessa Commissione degliesercenti le professioni sanitarie iprocedimenti disciplinari avviatidagli ordini professionali per viola-zioni sulla pubblicit sanitaria van-no derubricati. Pi o meno la fi-ne che ha fatto lesposto dellANM-VI: archiviato.

    LESPOSTO DELLANMVIIl 17 gennaio lANMVI scriveva alGarante della Concorrenza in questitermini: la scrivente Associazionedesidera sottoporre alla SV alcunefattispecie di concorrenza riscontra-bili sul mercato dei servizi professio-nali veterinari e richiedere una auto-revole valutazione di merito. Dettefattispecie si caratterizzano per il ri-corso a forme di pubblicit presso ilpubblico non riconducibili alla nor-mativa del settore o comunque ido-nee a creare condizioni di disparited alterazioni dei principi della con-correnza professionale.

    Premesse normative - la professione veterinaria sog-getta, in quanto professione sanita-ria, alla Legge 5 febbraio 1992 n.175, che regolamenta la pubblicitconcernente lesercizio delle pro-fessioni sanitarie;- alla citata Legge n. 175/1992 seguita lemanazione del Decreton. 657 del 16 settembre 1994 cheregolamenta la disciplina delle ca-ratteristiche estetiche delle targhe,insegne e inserzioni per la pubbli-cit sanitaria;- ai sopra citati dispositivi normativisi ispirato il Regolamento sullaPubblicit Sanitaria approvato dal-

    la Federazione Nazionale OrdiniVeterinari Italiani FNOVI in data 7maggio 1995;- le forme di pubblicit consentitesono disciplinate dal Codice Deon-tologico Veterinario (Capo VII, artt.54-57)- la professione veterinaria, malgra-do la legge n. 244/1963 prevedalapprovazione per decreto di untariffario nazionale ed il Ministerodella Salute ne abbia previsto lap-plicazione per via analogica al set-tore veterinario, ancora in attesadellemanazione del predetto tarif-fario; gli Ordini provinciali veterinarihanno pertanto emanato elenchitariffari propri (tariffe minime) chetrovano applicazione nei confrontidei loro iscritti in forza del CodiceDeontologico Veterinario (capo VIII,artt. 58-64)

    ArgomentazioneStante le citate premesse, la pro-fessione medico veterinaria eserci-tata in regime libero professionale,vede ampiamente regolamentate elimitate le forme di pubblicit con-sentite presso il pubblico. Per contro, si riscontrano frequentiiniziative pubblicitarie, di chiarostampo promozionale, attivate dasoggetti pubblici (es. Cliniche Vete-rinarie di Facolt Universitarie,Aziende Sanitarie Locali) che ero-gano prestazioni e servizi di naturamedico veterinaria al pubblico, op-pure attivate da soggetti privati or-ganizzati in forma cooperativo-mu-tualistica sempre aventi per ogget-to lerogazione di prestazioni medi-co veterinarie. Tali iniziative pubbli-citarie si avvalgono di strumenti dicomunicazione di particolare rilievomediatico, ad esempio trasmissionitelevisive a diffusione nazionale,con riprese filmate degli ambientisanitari, interviste a docenti univer-sitari e medici veterinari erogatoridei servizi promozionati, nonchlesplicitazione dellesatta indentifi-cazione dei professionisti, delleprestazioni offerte e dellubicazionedelle strutture pubblicizzate. La scrivente Associazione ritieneche le circostanze segnalate pon-gano il medico veterinario privatoche si attenga ai limiti dettati dallanormativa in vigore in oggettivecondizioni di sfavore sul mercato. Il ricorso alla comunicazione televi-siva nazionale e il prestigio conse-guentemente acquisito presso lo-pinione pubblica da parte dei sog-getti promozionanti collocano i me-desimi su posizioni dominanti, talida influenzare ed orientare la do-manda delle prestazioni veterina-rie. Accanto a quella che apparecome una indebita libert di pro-mozione pubblicitaria, si segnala-no anche casi di applicazione di ta-riffe inferiori ai minimi indicati dagliOrdini veterinari provinciali e nonconcordate con questi ultimi, maderivate da accordi mutualistici frautenti privati o da regolamenti pro-fessionali intramurari emanati daaziende ospedaliere locali.

    11ATTUALIT

    Il Garante risponde allANMVI

    Antitrust: cari veterinari non avete ragione

    laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    di Sabina Pizzamiglio

    La risposta del Garante

    Sulle presunte restrizioni della concorrenza in tema di pubblicit e tariffe dei servizi professionali veteri-nari, lantitrust ha risposto a fine aprile allANMVI come segue: si rende noto che lAutorit, nella suaadunanza del 20 aprile 2005, ha ritenuto che in relazione alla fattispecie segnalata non risultano emergere ele-menti di fatto e di diritto sufficienti a giustificare ulteriori accertamenti ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n.287, recante norme a tutela della concorrenza e del mercato e ne ha, pertanto, disposto larchiviazione.Infatti, il divieto per i medici veterinari di pubblicizzare la loro attivit utilizzando il mezzo televisivo nazionale,deriva da una specifica disposizione di legge segnalata dallAutorit per lintroduzione, tra laltro, di limitazioniingiustificate allutilizzo di determinati mezzi pubblicitari (Segnalazione relativa alle Disposizioni in materia diprofessioni sanitarie del 29 ottobre 1998, in Boll. N. 43/1998). In particolare, lutilizzo del mezzo televisivo qua-le veicolo per una pubblicit informativa nei confronti dei professionisti intervistati e delle strutture sanitariepubblicizzate, laddove chiaramente riconoscibile, non sembra configurare una violazione della legge n.287/90, costituendo al contrario uno strumento idoneo ad agevolare la concorrenza, consentendo ai consu-matori di prendere decisioni di acquisto informate.Infine, secondo il consolidato orientamento dellAutorit, la fissazione, da parte di un Ordine provinciale, di ta-riffe minime, anche laddove queste siano solo consigliate, non conforme ai principi del libero mercato. Per-tanto i compensi professionali non dovrebbero costituire unemanazione della volont della categoria profes-sionale ed essere elaborati ex ante dai professionisti che erogano i servizi, ma dovrebbero essere fissati libe-ramente dal singolo professionista.

  • Viva la riforma delle pro-fessioni, ma non quelladel Ministro Castelli che

    fortunatamente stata stralciatadal Decreto sulla competitivit.Troppe cose non andavano: pri-ma di tutto il fatto che fosse inse-rita in un provvedimento che nullaaveva a che fare con lo specificodelle professioni intellettuali. Insede di travagliato dibattito parla-

    mentare (maxiemendamento, su-bemendamenti, la crisi di Gover-no, le dimissioni del Sottosegreta-rio Vietti, Castelli che non ha pi ladelega sulle professioni, il Gover-no che cade e poi di nuovo tuttodaccapo), il Senatore Cavallarolamentava, fra applausi e congra-tulazioni, che la materia delle libe-re professioni avrebbe meritatoun intervento in linea con la lunga

    elaborazione prodotta dal Parla-mento e dalle categorie interessa-te. Si giunge invece ad una con-fusa declamazione di principi, pri-vi di alcun concreto sbocco nor-mativo. Un altro indicatore nega-tivo andava visto nel consensodel CUP al maxiemendamento vo-luto dal Ministro Castelli: gli ordinisi trovavano rafforzati nel loro ruo-lo e monopolisti delle sorti dei loro

    iscritti, dallaccesso alla formazio-ne continua.Al sollievo per lazzeramento delprogetto-Castelli segue per la-marezza per lennesima Legislatu-ra persa: il riordino giuridico delleprofessioni intellettuali non vedrla luce in questo breve anno checi separa dalle elezioni politiche. Itempi tecnici rendono infatti im-possibile il passaggio in Parla-

    mento di un nuovo disegno di leg-ge. A meno che i professionistinon siano in grado di incidere nel-la competizione elettorale, magarifacendo in modo che la riformatragga ispirazione dai suggeri-menti dellAntitrust (v. ProfessioneVeterinaria 16/2005), anzichignorarli sdegnosamente come hafatto il Ministro Castelli.

    12ATTUALIT

    La Riforma morta, viva la Riforma

    laPROFESSIONE VETERINARIA 17/2005

    Seminarionazionale

    La movimentazione di cani, gatti

    e furettiAnimali in viaggio

    e in compravendita:il ruolo del veterinario

    dopo il Regolamento (CE) n. 998/2