Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE elezioni per il rinnovo dei Delegati pro- vinciali dell’Enpav, ovvero i Colleghi che eletti in ogni Ordine provinciale, andranno poi a costituire la nuova Assemblea dei Delegati. Il primo compito della assemblea sarà quello di eleggere il nuovo Con- siglio di Amministrazione che gestirà l’Enpav per il prossimo quinquennio. L’elezione del Delegato all’Enpav, co- me tutto il mondo che ruota intorno alla previdenza ed all’Enpav stessa, è un argomento poco sentito dai Colle- ghi ed in particolar modo dai liberi professionisti in quanto si immagina l’ente previdenziale come una gabel- la da pagare, che in un futuro potrà darci una pensione, argomento che viene preso in reale considerazione quando ci si avvicina alla terza età professionale e mai, a torto, prima. L’Enpav per i liberi professionisti è l’u- nico pilastro previdenziale per cui una cassa gestita con lungimiranza, pro- fessionalità e managerialità, potrà ga- rantire anche a chi oggi si affaccia al- la professione una serenità economi- ca per la vecchiaia oltre ad una serie di altri servizi che oggi l’Enpav già for- nisce e che certamente potranno es- sere ampliati in futuro. Non bisogna altresì dimenticare che il prossimo quinquennio sarà veramen- te importante per consolidare il buon lavoro fatto dal Consiglio di Ammini- strazione uscente in modo da potere garantire un lungo futuro di benesse- re della nostra cassa previdenziale. Se si cerca di vedere il panorama professionale con serenità, non si può non convenire che l’Enpav è per la massima parte patrimonio della li- bera professione, sarà quindi indi- spensabile che sia a livello di Delega- ti e quindi in ambito di futuro Consi- glio di Amministrazione questa pro- porzione venga rispettata pur con una giusta rappresentatività delle altre componenti la Classe veterinaria. È necessario che i liberi professioni- sti superino incomprensioni e divisio- ni ed in questa occasione votino uni- ti in ambito provinciale dei Delegati che siano liberi professionisti i quali dovranno poi esprimersi per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione con una simile proporzione. Quando questo nume- ro di Professione Vete- rinaria raggiungerà i Colleghi saranno in pieno svolgimento le 001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 8, mensile, agosto 2001 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona Non solo BSE Le emergenze veterinarie: tra prevenzione e attività Tra i temi affrontati, l’aspetto della comunicazione del rischio emergenza e la necessità di potenziare uffici stampa a livello veterinario. La nostra previdenza l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 17 26 Prima Pagina: Le emergenze veterinarie: tra prevenzione e attività di Fabrizio Pancini ANMVI Informa: Caso Antinori: guerra o pace? di Sabina Pizzamiglio L’Opinione: Una risata li seppellirà di Oscar Grazioli 8 21 27 Attualità: Il D.M. 306 secondo il Ministe- ro, il settore veterinario, le aziende e i distributori di Ferri, Vezzoni, Tolasi, Pradella e Vaira Rubrica Legale: Segnalare un caso personale: come farlo e perché conviene di M.T. Semeraro Lettere al Direttore: Il Collega Fabbi risponde sulla CSD a cura della redazione 13 22 32 Attualità: Aspetti contrattuali del rap- porto professionale tra me- dico veterinario e cliente di Maria C. Lopez Rubrica Fiscale: Chiarimenti dal Ministe- ro per la dichiarazione dei redditi (ultima parte) di Giovanni Stassi Letto sui quotidiani: Gli Ordini in pressing sulla formazione a cura della redazione 16 25 33 L’Intervista: L’ENPAV, un patrimonio da salvaguardare di Carlo Scotti In rete: Come rendere più veloce il collegamento ad Internet di Fabrizio Pancini Dalle Aziende: La settimana dell’artrosi del cane a cura della redazione 82 A PAG. 3 di Fabrizio Pancini I l 28 Giugno l’ANMVI ha pre- sentato a Cremona “Il Nuovo Regolamento sul Farmaco Veteri- nario”. Si prevedeva che per quel- la data il Decreto, firmato dal Mini- stro Veronesi oltre un mese prima, il 16/5/2001, fosse pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Problemi pura- mente tecnici e lentezze burocrati- che aggravate dal cambio di Go- verno, hanno invece procrastinato la sua pubblicazione al 27 luglio scorso. La presentazione del nuovo rego- lamento alla quale erano state invi- tate tutte le categorie interessate, si è quindi basata sul testo appro- vato dalla Conferenza Stato-Re- gioni all’inizio di quest’anno, du- rante una fase già avanzata dell’i- ter legislativo, testo che da quanto sapevamo non doveva aver subito successivamente modifiche signi- ficative, anzi, controllandolo ora con quello pubblicato possiamo confermare che era sostanzial- mente lo stesso. Nonostante l’au- torevole presenza del Dr. D’Adda- rio che garantiva quindi con il suo intervento la certezza che a giorni il decreto sarebbe stato pubblica- to non sono certo mancate da par- te di alcuni che da sempre hanno sperato che questo regolamento non uscisse mai illazioni, risolini e battute sul “regolamento fanta- sma” convinti che lo stesso con il cambio di governo si sarebbe del tutto arenato, facendoci fare sol- tanto, all’ANMVI, una magra figura; questo convegno secondo loro doveva essere un boomerang per la nostra organizzazione. Nono- stante queste tristi previsioni la sa- la di Palazzo Cittanova il 28/6 era decisamente movimentata e molto interesse hanno riscosso le rela- zioni di Aldo Vezzoni, Segretario della Fnovi e Consiglere ANMVI e di Giacomo Tolasi responsabile della Commissione ANMVI per il Farmaco seguite da un dibattito attento e vivace. La pubblicazione a fine Luglio del testo del Regola- mento sulla Gazzetta Ufficiale ha poi dimostrato la serietà e l’impe- gno della nostra associazione nel- l’interesse di tutta la categoria. Questo decreto arriva dopo dieci anni di fatiche e di sforzi dell’amico Vezzoni attraverso la SCIVAC sin dal 1992, negli ultimi anni poi co- me FNOVI e infine come ANMVI e la disponibilità ed attenzione di al- tri colleghi che all’interno di queste organizzazioni ed al ministero ci hanno creduto e sostenuto. Que- sto decreto è il risultato di decine di riunioni ed incontri anche con al- tre categorie professionali che lo hanno osteggiato in tutti i modi per difendere interessi monopolistici o altri settori del mondo veterinario che spesso non hanno capito fino in fondo l’importanza di questo cambiamento per tutto il settore. La sua stesura definitiva, quindi, non è proprio quella che noi avremmo voluto in quanto abbia- mo dovuto limare alcuni aspetti od accettare piccoli compromessi per poter arrivare alla sua pubbli- cazione, siamo quindi convinti che ci siano punti che potranno anche essere rivisti e migliorati e per que- sto siamo pienamente disponibili a confrontarci nuovamente non solo con tutti i colleghi che vorranno portare un loro contributo ma an- che con tutte le altre categorie in- teressate con le quali speriamo di poter sempre più instaurare un im- portante rapporto di rispettosa e proficua collaborazione per uno sviluppo serio ed importante di tut- to il settore veterinario. Questo decreto, al di là dei suoi contenuti, ha comunque raggiunto due obbiettivi importanti: che la categoria unita in un forte organi- smo rappresentativo può comun- que raggiungere obbiettivi signifi- cativi, che questo regolamento ri- conosce finalmente al veterinario il suo ruolo “medico” e professiona- le. L’immagine del veterinario pas- sa anche da questi riconoscimenti e per l’ANMVI questo è molto im- portante e può comunque essere un buon punto di partenza. Un regolamento fantasma Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091 email: [email protected] Edizioni Veterinarie E.V. srl Hill ’s * Global Leader in Pet Nutrition

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

elezioni per il rinnovo dei Delegati pro-vinciali dell’Enpav, ovvero i Colleghiche eletti in ogni Ordine provinciale,andranno poi a costituire la nuovaAssemblea dei Delegati.Il primo compito della assembleasarà quello di eleggere il nuovo Con-siglio di Amministrazione che gestiràl’Enpav per il prossimo quinquennio.L’elezione del Delegato all’Enpav, co-me tutto il mondo che ruota intornoalla previdenza ed all’Enpav stessa, èun argomento poco sentito dai Colle-ghi ed in particolar modo dai liberiprofessionisti in quanto si immaginal’ente previdenziale come una gabel-la da pagare, che in un futuro potràdarci una pensione, argomento cheviene preso in reale considerazionequando ci si avvicina alla terza etàprofessionale e mai, a torto, prima.L’Enpav per i liberi professionisti è l’u-nico pilastro previdenziale per cui unacassa gestita con lungimiranza, pro-fessionalità e managerialità, potrà ga-rantire anche a chi oggi si affaccia al-la professione una serenità economi-ca per la vecchiaia oltre ad una seriedi altri servizi che oggi l’Enpav già for-nisce e che certamente potranno es-sere ampliati in futuro.Non bisogna altresì dimenticare che ilprossimo quinquennio sarà veramen-te importante per consolidare il buonlavoro fatto dal Consiglio di Ammini-strazione uscente in modo da poteregarantire un lungo futuro di benesse-re della nostra cassa previdenziale.Se si cerca di vedere il panoramaprofessionale con serenità, non sipuò non convenire che l’Enpav è perla massima parte patrimonio della li-bera professione, sarà quindi indi-spensabile che sia a livello di Delega-ti e quindi in ambito di futuro Consi-glio di Amministrazione questa pro-porzione venga rispettata pur conuna giusta rappresentatività delle altrecomponenti la Classe veterinaria.È necessario che i liberi professioni-sti superino incomprensioni e divisio-ni ed in questa occasione votino uni-ti in ambito provinciale dei Delegatiche siano liberi professionisti i qualidovranno poi esprimersi per il rinnovodel Consiglio di Amministrazione conuna simile proporzione. ■

Quando questo nume-ro di Professione Vete-rinaria raggiungerà iColleghi saranno inpieno svolgimento le

001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 8, mensile, agosto 2001

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Non solo BSE

Le emergenzeveterinarie: tra prevenzione e attivitàTra i temi affrontati, l’aspetto dellacomunicazione del rischio emergenza e lanecessità di potenziare uffici stampa alivello veterinario.

La nostraprevidenza‘‘l’editoriale

di Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 17 26Prima Pagina:Le emergenze veterinarie:tra prevenzione e attivitàdi Fabrizio Pancini

ANMVI Informa:Caso Antinori:guerra o pace?di Sabina Pizzamiglio

L’Opinione:Una risata liseppelliràdi Oscar Grazioli

8 21 27Attualità:Il D.M. 306 secondo il Ministe-ro, il settore veterinario, leaziende e i distributori di Ferri, Vezzoni, Tolasi,Pradella e Vaira

Rubrica Legale:Segnalare un casopersonale: come farloe perché convienedi M.T. Semeraro

Lettere al Direttore:Il Collega Fabbirisponde sulla CSDa cura della redazione

13 22 32Attualità:Aspetti contrattuali del rap-porto professionale tra me-dico veterinario e clientedi Maria C. Lopez

Rubrica Fiscale:Chiarimenti dal Ministe-ro per la dichiarazionedei redditi (ultima parte)di Giovanni Stassi

Letto sui quotidiani:Gli Ordini inpressing sullaformazionea cura della redazione

16 25 33L’Intervista:L’ENPAV, unpatrimonio dasalvaguardaredi Carlo Scotti

In rete:Come rendere piùveloce il collegamentoad Internetdi Fabrizio Pancini

Dalle Aziende:La settimanadell’artrosi del canea cura della redazione

82

A PAG. 3

di Fabrizio Pancini

I l 28 Giugno l’ANMVI ha pre-sentato a Cremona “Il Nuovo

Regolamento sul Farmaco Veteri-nario”. Si prevedeva che per quel-la data il Decreto, firmato dal Mini-stro Veronesi oltre un mese prima,il 16/5/2001, fosse pubblicato sullaGazzetta Ufficiale. Problemi pura-mente tecnici e lentezze burocrati-che aggravate dal cambio di Go-verno, hanno invece procrastinatola sua pubblicazione al 27 luglioscorso. La presentazione del nuovo rego-lamento alla quale erano state invi-tate tutte le categorie interessate,si è quindi basata sul testo appro-vato dalla Conferenza Stato-Re-gioni all’inizio di quest’anno, du-rante una fase già avanzata dell’i-ter legislativo, testo che da quantosapevamo non doveva aver subitosuccessivamente modifiche signi-ficative, anzi, controllandolo oracon quello pubblicato possiamoconfermare che era sostanzial-mente lo stesso. Nonostante l’au-torevole presenza del Dr. D’Adda-rio che garantiva quindi con il suointervento la certezza che a giorniil decreto sarebbe stato pubblica-to non sono certo mancate da par-te di alcuni che da sempre hannosperato che questo regolamentonon uscisse mai illazioni, risolini ebattute sul “regolamento fanta-sma” convinti che lo stesso con ilcambio di governo si sarebbe deltutto arenato, facendoci fare sol-tanto, all’ANMVI, una magra figura;questo convegno secondo lorodoveva essere un boomerang perla nostra organizzazione. Nono-stante queste tristi previsioni la sa-la di Palazzo Cittanova il 28/6 eradecisamente movimentata e moltointeresse hanno riscosso le rela-zioni di Aldo Vezzoni, Segretariodella Fnovi e Consiglere ANMVI edi Giacomo Tolasi responsabiledella Commissione ANMVI per ilFarmaco seguite da un dibattitoattento e vivace. La pubblicazionea fine Luglio del testo del Regola-mento sulla Gazzetta Ufficiale ha

poi dimostrato la serietà e l’impe-gno della nostra associazione nel-l’interesse di tutta la categoria.Questo decreto arriva dopo diecianni di fatiche e di sforzi dell’amicoVezzoni attraverso la SCIVAC sindal 1992, negli ultimi anni poi co-me FNOVI e infine come ANMVI ela disponibilità ed attenzione di al-tri colleghi che all’interno di questeorganizzazioni ed al ministero cihanno creduto e sostenuto. Que-sto decreto è il risultato di decinedi riunioni ed incontri anche con al-tre categorie professionali che lohanno osteggiato in tutti i modi perdifendere interessi monopolistici oaltri settori del mondo veterinarioche spesso non hanno capito finoin fondo l’importanza di questocambiamento per tutto il settore.La sua stesura definitiva, quindi,non è proprio quella che noiavremmo voluto in quanto abbia-mo dovuto limare alcuni aspetti odaccettare piccoli compromessiper poter arrivare alla sua pubbli-cazione, siamo quindi convinti checi siano punti che potranno ancheessere rivisti e migliorati e per que-sto siamo pienamente disponibili aconfrontarci nuovamente non solocon tutti i colleghi che vorrannoportare un loro contributo ma an-che con tutte le altre categorie in-teressate con le quali speriamo dipoter sempre più instaurare un im-portante rapporto di rispettosa eproficua collaborazione per unosviluppo serio ed importante di tut-to il settore veterinario. Questo decreto, al di là dei suoicontenuti, ha comunque raggiuntodue obbiettivi importanti: che lacategoria unita in un forte organi-smo rappresentativo può comun-que raggiungere obbiettivi signifi-cativi, che questo regolamento ri-conosce finalmente al veterinario ilsuo ruolo “medico” e professiona-le. L’immagine del veterinario pas-sa anche da questi riconoscimentie per l’ANMVI questo è molto im-portante e può comunque essereun buon punto di partenza. ■

Un regolamento fantasma

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I l tema delle attività veterina-rie in caso di emergenze èandato assumendo un’im-

portanza sempre maggiore, collo-candosi in posizione prioritaria nelcampo delle scienze veterinarie.I recenti episodi riferibili alle emer-genze epidemiche (bse, blue ton-gue, afta epizootica, influenzaaviare, ecc...) e non epidemiche(alluvioni, diossina, eruzioni, ecc...)che hanno colpito il nostro Paesein questi ultimi anni hanno riportatoalla ribalta la necessità di poten-ziare il sistema di sorveglianza ve-terinario, sia a livello centrale, siaperiferico. Il primo passo per lamessa in atto di un efficace pianomirato di intervento è l’istituzione diadeguato sistema informativo cheveda coinvolti, oltre ai Servizi Vete-rinari già preposti quali: ASL, UfficiVeterinari Regionali, IZS, presidimultizonali di prevenzione, ecc...,anche liberi professionisti, asso-ciazioni, ecc.A tal proposito è quindi fondamen-tale l’esigenza di una formazionespecifica (ribadita peraltro anchedall’Associazione Mondiale Veteri-naria, dall’OMS e dal Consigliod’Europa), in modo tale che il per-sonale incaricato di organizzare ecoordinare gli interventi necessariin caso di calamità, possa svolge-re un’efficace azione sul territorio.Lungi dal voler approfondire inquesta sede i criteri, le linee-guidae le attività veterinarie connesse al-le specifiche emergenze (chi vo-lesse può approfondire l’argomen-to consultando la bibliografia alle-gata), è sembrato utile e interes-sante per la nostra categoria fare ilpunto della situazione italiana edinternazionale in materia. Uno tra imassimi esperti del settore è sen-za dubbio il professor AdrianoMantovani, membro della Commis-sione Nazionale di Previsione ePrevenzione Grandi Rischi, reduceda un recente Congresso Mondia-le di Storia della Veterinaria, tenu-tosi ad Oslo, in gran parte dedica-to alle epidemie degli animali edalle emergenze non epidemiche.

Prof. Adriano MantovaniDirettore del Centro diCollaborazione OMS/FAO per laSanità Pubblica Veterinaria emembro della CommissioneNazionale di Previsione ePrevenzione Grandi Rischi

La Commissione Nazionale diPrevisione e Prevenzione GrandiRischi di cui lei fa parte di cosasi occupa a livello veterinario equali attribuzioni svolge in ambi-to nazionale ed internazionale? Nella Commissione Grandi Rischisono rappresentate tutte o quasi leprofessionalità che possono dare illoro contributo in occasione diemergenze non epidemiche. Il li-vello preventivo, cioè la prepara-zione è dominante. L’Italia è, conCuba, l’unico paese ad avere unveterinario nella commissione G.R. è di rendere disponibile la cultu-ra veterinaria nella Commissione, edi inserire (rafforzare) i problemiconnessi con i disastri nella cultura

veterinaria. Purtroppo, per motiviburocratici ed economici, la Com-missione Grandi Rischi non si riu-nisce da diversi mesi. Continuaperò la costante (si può dire quoti-diana) collaborazione veterinariacon la Protezione Civile. Tra gli in-terventi possiamo citare Sarno, di-verse inondazioni che hanno colpi-to il Paese, l’emergenza Kosovo, iterremoti di Umbria e Marche, l’Et-na ed altre emergenze ancora. L’I-talia è considerata uno dei Paesipiù avanzati in questo settore, uti-lizzato come paese pilota da OMS,FAO, Consiglio d’Europa. Va ricor-dato, (anche se non è proprio “ita-liano”), il fondamentale contributodel CEMEC (Centro Europeo Medi-cina delle Catastrofi) della Repub-blica di San Marino.

Quale ruolo svolge l’epidemiolo-gia nell’ambito delle emergenzeveterinarie e quali potrebberoesserne gli sviluppi futuri? E dalpunto di vista professionale, co-me potrebbe consolidarsi edespandersi, il ruolo del medicoveterinario pubblico e privato,sia nell’ambito delle cosiddette“emergenze veterinarie” epide-miche e non epidemiche, sia nel-le valutazioni di impatto ambien-tale determinate da attività zoo-tecniche?L’epidemiologia è una materia fon-damentale, che trova applicazioniin tutte le attività veterinarie. Nelmondo accademico viene quasisempre intesa come materia “verti-cale”, cioè soprattutto come scien-za statistica. Nel mondo della pra-tica è invece una materia squisita-mente “orizzontale” (come tutta laSanità Pubblica Veterinaria) chedeve combinare (e interpretare) di-verse nozioni, che a loro volta fan-no capo a materie diverse, per ri-solvere i differenti problemi che siincontrano. Fortunatamente diver-se nozioni indispensabili nella pra-tica, fanno parte di un bagaglio(che chiamerei di buon senso) evengono applicate naturalmente.Sfortunatamente a volte mancanoalcuni strumenti non solo culturali,ma anche materiali, (ad esempiol’uso del mezzo informatico) la cuicarenza costituisce soprattutto peri giovani un vero e proprio handi-cap. Prevedo che la sfida interpro-fessionale (che, lo ripeto per l’en-nesima volta, vedo con antipatia epreoccupazione) andrà ad avvan-taggiare soprattutto le categorieche possiedono gli strumenti dellatecnologia avanzata. L’epidemiolo-gia ha un suo ruolo in tutte le oc-casioni. Citeremo alcuni casi ine-

renti le emergenze (tutte) che ri-chiedono l’uso di tecniche epide-miologiche.* Conoscenza del territorio in cui siopera per quanto riguarda geogra-fia, clima, abitanti, animali, (dome-stici, sinantropici, selvatici), indu-strie alimentari, depositi di alimentie mangimi, ecc.* Conoscenza della storia del terri-torio per quanto riguarda le emer-genze (es. terremoti, alluvioni,ecc.) fattori di pericolosità (vulcani,fiumi, industrie)* Organizzazioni presenti sul territo-rio: Dipartimento di Prevenzione,Protezione Civile, ONG, e/o asso-ciazioni di volontariato di ProtezioneCivile (ad esempio gruppi cinofili)* Strutture presenti sul territorio:forni inceneritori, discariche, ruspe* Collegamenti e programmazionein caso di emergenza: ProtezioneCivile, Istituto Zooprofilattico, Os-servatorio Epidemiologico (medicoe veterinario) ONG (Organizzazio-ni Non Governative).L’azione veterinaria nelle emergen-ze si divide in due categorie prin-cipali:A- prevenzione, cioè quello che si

fa prima della emergenza B- attività durante e dopo l’emer-

genzaQuello che sto cercando di dire e diricordare viene ripetuto da un ven-tennio, dal terremoto dell’Irpinia del1980, ed è stato scritto e divulgatoin circolari del Ministero della Sanitàed in linee guida e pubblicazionidella Protezione Civile, del nostroCentro di Collaborazione OMS/FAOe del CEMEC ed è stato oggetto dinumerosi corsi. Si tenga conto chequasi tutte le azioni utili per le emer-genze non epidemiche lo sono an-che per le epidemiche. Fanno per-tanto parte del bagaglio normale diogni struttura veterinaria (e, ovvia-mente, di ogni veterinario pubblicoe non solo).Purtroppo però, anche se maggioredi quanto non si creda, solo unaparte delle strutture si è attrezzataculturalmente e materialmente perfar fronte alle emergenze. Ciò nontoglie che l’Italia sia uno dei paesi(con Cuba, Francia e USA, in ordi-ne alfabetico) più avanzati perquanto riguarda l’azione veterinarianelle emergenze non epidemiche.Comunque, siccome i veterinaripubblici sono ritenuti molti e benpagati (è opinione, spesso incon-fessata, di chi amministra il Paesea tutti i livelli) il primo obbiettivo do-vrebbe essere di far fronte (sem-pre adeguatamente e ovunque) atutti i compiti istituzionali. Nel cam-po delle emergenze, va ricordatoche abbiamo di recente eliminatola rabbia urbana e silvestre, l’aftaepizootica, le pesti suine, il vaioloovino, la morva, il farcino e altreancora. A nostro disdoro vanno ci-tate la brucellosi e alcune pecchenell’igiene degli alimenti (e non so-lo). Ancora a nostro merito va cita-ta l’azione nelle emergenze nonepidemiche in Italia e all’estero.Mi è difficile fare previsioni per il fu-turo. Dovrei sapere quando finirà ladiscesa e quando amministratori ecolleghi vorranno impegnarsi inquesto campo che investe i tre set-

tori portanti della veterinaria pub-blica: economia, alimentazione eambiente.Il giorno di ferragosto cominceràad Oslo il Congresso Mondiale diStoria della Veterinaria. Una partesarà dedicata alle epidemie deglianimali. Renata Borroni e MarcoLeonardi, con Adriana Volpini dellaProtezione Civile, presenterannoun poster sulle emergenze nonepidemiche. Sarà in assoluto il pri-mo ingresso di tali emergenze nel-la nostra storia a livello internazio-nale. In Italia è già avvenuto un an-no fa. Due anni or sono ci hannofatto relazionare al CongressoMondiale Veterinario …è un futuroche comincia?

Nella gestione dell’ultima emer-genza BSE, così come per altremalattie, il ruolo dei media ha si-curamente influito in senso ne-gativo sull’opinione pubblica alpunto che, sull’onda emotiva ali-mentata dagli organi di informa-zione, la zootecnia ne ha subitoun forte contraccolpo economi-co. Sulla scorta di quanto suc-cesso, ritiene plausibile istituireuna struttura di coordinamentodella comunicazione del rischioemergenza (e non solo), ancheattraverso un’adeguata pro-grammazione dell’informazionesia a livello centrale (Ministero),che periferico (Regioni, ASL,ecc.), individuando veterinarispecificatamente formati alloscopo?Lasciatemi ricordare un amico Lui-gino Bellani, che negli anni ‘50 eracapo di gabinetto prima del Diret-tore Generale Altara, poi del Mini-stro Marioti. Lamentava la poca vi-sibilità della veterinaria e l’assenzadi un ufficio stampa. Poi è diventa-to Direttore Generale, ma la buro-crazia non gli ha permesso di co-stituire un ufficio stampa autono-mo. La prima volta che ho visto unufficio stampa specializzato per laveterinaria è stato negli Stati Uniti,dove l’American Veterinary Medi-cal Association nel 1951 ne avevauno molto efficiente. Un altro l’hovisto nel Regno Unito. A volte pen-so a quante frustrazioni e sconfittesarebbero state evitate con un effi-ciente Ufficio Stampa. Ma le buro-crazie credono solo ai Ministeri (osimili). E carenza di idee, scarsitàdi mezzi, conflittualità, imprepara-zione, attaccamento al volo bassohanno impedito di formarne di au-tonomi. E così ci siamo tenuti la“mucca pazza” che è stata un in-dicatore della debolezza dei nostrirapporti con allevatori (i cui ufficistampa non hanno brillato), consu-matori, mass media, politici (li homessi in ordine alfabetico) ed an-che tra noi. Ci hanno rimesso l’e-conomia, i consumatori, gli alleva-tori, nonché la veterinaria. Altri cihanno guadagnato occasioni diconflittualità e visibilità. Forse ce lasiamo cavata un po’ meglio (direimeno peggio) perché ci hanno tra-scurato, in quanto troppo indaffa-rati a bisticciare tra di loro, e a cac-cia di visibilità.Un ufficio Stampa moderno deveavere adeguate fonti di informazio-

ni (nazionali ed internazionali) epoter fornire costantemente infor-mazioni “appetibili” attraverso co-municati. Un ufficio che si occupisolo di emergenze, trova mercatosolo se prepara degli scoop che aloro volta provocano allarme socia-le. Deve pertanto divulgare tutta laVeterinaria, o perlomeno la sanitàpubblica veterinaria.Compito importante e prioritariodell’Ufficio potrebbe essere diinformare tutti gli addetti ai lavorisu ciò che viene fatto, evitando adesempio che chi prende un’iniziati-va sia all’oscuro di iniziative analo-ghe prese da colleghi con cui gra-direbbe collaborare. Nel campodelle emergenze, il nostro Centrodi Collaborazione OMS/FAO hacercato di fare un inventario dicompetenze e iniziative, riuscendoa far fronte alle richieste nelleemergenze, ma con qualche di-sguido nelle iniziative culturali.Comunque sarebbe utile uscire daquesta situazione di isolamento(che data la diffusa conflittualitàmilitante ha qualche aspetto positi-vo) e cercare strumenti di aggan-cio col pubblico. Temo però cheMinistero, Servizi Veterinari delleRegioni ed ASL abbiano ufficistampa poco interessati alla veteri-naria. Restano gli Istituti Zooprofi-lattici, i Sindacati, e le Organizza-zioni professionali. A questi spette-rebbe di trovare l’iniziativa, l’accor-do, le risorse per un progetto serioche duri nel tempo e riesca ad es-sere utile.

Dr. Giorgio ZanardiResponsabile dell’OsservatorioEpidemiologico VeterinarioRegionale della Lombardia edell’Emilia c/o IZS di Brescia

A tuo avviso, come potrebbe in-serirsi, dal punto di vista profes-sionale, il ruolo del medico vete-rinario pubblico e privato, nel-l’ambito delle cosiddette “emer-genze veterinarie” (diossina, in-fluenza aviare, blue tongue, BSEo anche valutazioni di impattoambientale determinate da atti-vità zootecniche, ecc.), anche inconsiderazione della plausibilecollaborazione interdisciplinaretra i servizi dei Dipartimenti diPrevenzione e le diverse unitàfunzionali veterinarie?Il veterinario pubblico rappresenta,sia per ruolo istituzionale sia percompetenza specifica, il cardineindispensabile per affrontare e ge-stire le emergenze in sanità pubbli-ca veterinaria. L’esperienza vissutanegli ultimi anni relativa alle emer-genze citate nella domanda ha al-tresì evidenziato, soprattutto perl’influenza aviare, la necessità diuna stretta collaborazione con i ve-terinari del privato, che, chiamatiforse per la prima volta a collabo-rare intensamente fianco a fiancocon i veterinari pubblici, hannomostrato grande disponibilità esenso di responsabilità nell’affron-tare quella che si è poi rivelata unavera e propria catastrofe per il set-tore avicolo. D’altro canto, fin dallaloro fondazione gli Istituti Zooprofi-

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lattici hanno sempre mantenutocon le proprie sezioni diagnostichestretti rapporti non solo con gli al-levatori, ma sono sempre stati vici-ni alle problematiche dei veterinariprivati o liberi professionisti, ren-dendosi disponibili ad attività diconsulenza diagnostica ed epide-miologica.Chiaramente il rapporto tra veteri-nario pubblico e privato va vistosempre alla luce dei ruoli e dellecompetenze, che comunque de-vono convergere nella tutela dellasanità pubblica, anche a discapitodegli immediati interessi economi-ci di settore.Per quanto concerne la collabora-zione interdisciplinare, posso por-tare l’esperienza nella gestione deifocolai di BSE in regione Lombar-dia e nella provincia di Brescia inparticolare, sottolineando che fuistituito un Comitato Tecnico Scien-tifico coordinato dal Direttore Sani-tario della ASL formato da rappre-sentanti del settore veterinario del-la ASL, dell’Istituto Zooprofilattico,da medici del Dipartimento di Pre-

venzione, dell’Università di Medici-na ha elaborato e ratificato le pro-cedure per affrontare la emergen-za straordinaria, divenuta poi di or-dinaria amministrazione, a partiredalla comunicazione dell’esito dipositività fino allo smaltimento del-le carcasse, con i relativi problemidi impatto ambientale e di tuteladella salute dei lavoratori. In que-sto caso il ruolo di supervisione edi coordinamento dei servizi veteri-nari regionali è stato altrettanto fon-damentale e sinergico.

Quale ruolo svolge l’epidemiolo-gia nell’ambito delle emergenzeveterinarie e quali potrebberoesserne gli sviluppi futuri?L’applicazione della epidemiologiaè fondamentale per l’aggregazionecorretta delle informazioni relativealle emergenze derivate dalle inda-gini epidemiologiche svolte sulcampo, allo scopo di fornire unquadro di insieme e produrre unareportistica spazio-temporale tem-pestiva, che risulti utile agli organidi governo per valutare la gravità

della epidemia e la sua diffusione,evidenziando potenziali fattori di ri-schio. Ma non è solo nelle emer-genze che la epidemiologia svolgeil proprio ruolo, ma bensì nella va-lutazione a posteriori dei dati epi-demiologici opportunamente ela-borati che può rilevare, con studiappositi, i punti critici in cui miglio-rare il sistema di sorveglianza epi-demiologica per prevenire l’eve-nienza epidemica o comunque perproporre gli strumenti per affrontar-la in maniera più organizzata. La ri-levazione e la conoscenza della si-tuazione demografica e sanitariaterritoriale del patrimonio zootecni-co è la base su cui costruire un si-stema di sorveglianza e per appli-care la cosiddetta epidemiologiapredittiva, in grado di simulare sce-nari epidemici e di valutare l’impat-to delle opzioni decisionali chepossono essere prese sia in termi-ni preventivi sia a contenimento egestione di eventuali focolai.

In Italia esiste una efficace pro-grammazione finalizzata al con-trollo delle emergenze veterina-rie (indagini epidemiologiche,preparazione di piani, gestione econtrollo dei focolai, vaccinazio-ni d’emergenza, azioni veterina-rie in caso di calamità naturali odi zoonosi, ecc.)?Per quanto riguarda il settore vete-rinario, le malattie inserite nella li-sta A dell’OIE sono tutte regola-mentate da appositi piani operatividi emergenza approvati dalla UE,che consentono una uniformità ecoerenza di comportamenti estesia livello europeo. È opportuno sot-tolineare che questi piani sonosoggetti a revisione sulla base del-

le esperienze epidemiche e dellaevoluzione di tecniche diagnosti-che sempre più sofisticate. Chiara-mente, le decisioni prese per af-frontare ed estinguere le epidemiesono sempre concordate a livellodi organi di governo sanitario na-zionale e regionale con l’ausilio delquadro epidemiologico fornito daicentri epidemiologici regionali enazionale. Comunque, l’approccioepidemiologico in senso lato aqualunque tipo di emergenza, an-che non epidemica, consente dielaborare piani ad hoc, fermo re-stando l’esistenza di una pianifica-zione ed attuazione di sistemi disorveglianza che consentano diacquisire le informazioni necessa-rie a ciò.

Non ritieni che nella gestionedell’ultima emergenze BSE, cosìcome per altre malattie, il ruolodei media abbia influito negati-vamente sull’opinione pubblicatanto da indurre a pensare che lacomunicazione del rischio deb-ba essere anch’essa program-mata?È una domanda “tendenziosa”,che contiene già un’induzione allarisposta, per questo non mi va diribadire concetti già ampiamenteespressi da più parti, a rischio dibanalizzarli. Mi interessa focalizzare l’attenzio-ne, piuttosto, sul concetto che l’a-nalisi del rischio in epidemiologiacontempla nelle sue fasi la comu-nicazione del rischio. La BSE èstata un esempio eclatante di unaopportunità non colta dal mondoveterinario, soprattutto nelle fasiiniziali, per rappresentare piena-mente ciò che esso svolge quoti-dianamente e senza clamori al ser-vizio della collettività. È emersoche il ruolo del veterinario non puòprescindere, nella sua preparazio-ne professionale, dall’acquisizionedi tecniche di comunicazione e,soprattutto, da un coerente e orga-nizzato sistema di pubbliche rela-zioni coordinato a tutti i livelli, chepresenti e valorizzi nella giusta mi-sura il lavoro, per molti versi oscu-ro, della nostra categoria nei con-fronti del mondo esterno. Niente di nuovo sotto il sole, ma èora che il veterinario dia immaginealla sostanza, con discrezione edeleganza. I media non fanno altroche il proprio lavoro e non mi va dicolpevolizzarli oltre modo, ri-schiando di fare discorsi sociologi-ci generici; sta a noi gestirli nellamaniera corretta, cogliendo le op-portunità che si presentano.

Dr. Paolo AntoniolliResponsabile Sanità Animale Ass.Sanità, Regione Lombardia

Quale ruolo svolge l’epidemiolo-gia nell’ambito delle emergenzeveterinarie e quali potrebberoesserne gli sviluppi futuri?È risaputo che il veterinario “tutto-logo” non esiste più: non per vo-lontà del singolo professionista maper esigenza professionale scatu-rita dal rapido progresso scientifi-co e tecnologico e, di conseguen-

za, dalle specifiche e sempre piùpressanti richieste-pretese dell’u-tenza.Oggi, nel processo di formazionedel veterinario, specie se orientatoal settore della sanità pubblica,l’approccio alle varie patologie de-ve essere soprattutto di tipo epide-miologico (diagnosi e prevenzio-ne) più che terapeutico (diagnosi ecura).L’epidemiologia riveste un ruolofondamentale nella prevenzionedelle malattie e nella gestione del-le emergenze epidemiche e non. Essa, per definizione, si occupadell’andamento delle malattie al-l’interno delle popolazioni (detto inaltro modo, dello stato di salutedelle stesse) e si basa sulla osser-vazione, registrazione ed analisi-elaborazione di “eventi significati-vi”, rappresentati non solo daglieventi indesiderati ma anche daquelli ad essi correlati e che pos-sono rappresentare specifici fattoridi rischio. Non basta sapere se la malattia èpresente o meno ma, ai fini dellaprevenzione, è indispensabile co-noscere i fattori che possono de-terminare-condizionare la sua pre-senza e la sua diffusione: la capa-cità di gestire correttamente questifattori determina il buon esito di unpiano di intervento.Ad esempio, la recente normativacomunitaria relativa alla BSE (Reg999/2001) si ispira a questi con-cetti: tra i criteri di determinazionedella qualifica sanitaria di un pae-se nei confronti della BSE, prevedeesplicitamente “un’analisi del ri-schio che individui tutti i fattori po-tenziali relativi all’insorgenza dellaBSE” e, più oltre, elenca dettaglia-mene i fattori che debbono essereoggetto dell’analisi.

In Italia esiste una efficace pro-grammazione finalizzata alla pre-venzione ed al controllo delleemergenze veterinarie (indaginiepidemiologiche, preparazionedi piani, gestione e controllo deifocolai, vaccinazioni d’emergen-za, azioni veterinarie in caso dicalamità naturali o di zoonosi,ecc.)?In questi ultimi anni è stata conti-nuamente ribadita la necessità dilavorare per progetti. Fare progettisignifica programmare.Il termine progetto non sta ad indi-care solo “il disegno” ma prevedeanche lo studio di fattibilità e l’indi-viduazione delle risorse necessa-rie (finanziarie, di personale ecc...)per realizzarlo. Nella definizione dei progetti si do-vrebbe tener conto di questo sche-ma logico: definizione della finalitàultima, definizione degli obiettiviconcreti (anche intermedi) con in-dicazione delle relative scadenze,individuazione delle risorse indi-spensabili (budget!) ed individua-zione dei parametri di misurazionedel risultato. In passato questi concetti, legati alprincipio fondamentale della limita-tezza delle risorse ed al concetto diefficienza ed efficacia delle azioni,non facevano ancora parte dellacultura del professionista sanitario.

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Spesso, pertanto, gli interventi sa-nitari, pur basandosi su solide ba-si scientifiche, non avevano l’effi-cacia attesa: emblematico l’esem-pio dei piani di eradicazione dellaTbc e della brucellosi, che, iniziatinegli anni ’60, non prevedevano iltermine temporale entro cui il risul-tato doveva essere conseguito e,probabilmente, non era stato af-frontato nemmeno il problema del-le risorse necessarie.Da qualche anno, grazie al cam-biamento culturale in atto, solleci-tato anche dall’aziendalizzazionedelle strutture sanitarie territoriali,vi è sicuramente maggior attenzio-ne agli aspetti dell’efficienza ed ef-ficacia degli interventi sanitari pro-grammati.A conferma di quanto detto, pos-siamo prendere anche l’istituzionein Lombardia, nel 1993, dell’Osser-vatorio Epidemiologico, cui sonostati affidati i compiti di studio ecoordinamento delle attività di sor-veglianza epidemiologica, correla-ti alla pianificazione e programma-zione delle azioni da intraprenderenel settore veterinario, soprattuttonei settori:tutela della salute pubblica; difesa degli insediamenti zootecni-ci dalle malattie trasmissibili trami-te la raccolta, gestione ed elabora-zione informatizzata dei dati sani-tari corredata da indagini epide-miologiche in grado di fornire unostrumento per la definizione dellaorigine delle malattie, la loro distri-buzione ed evoluzione temporalee spaziale sul territorio;controllo delle interazioni tra ani-mali, allevamenti e ambiente; interventi in caso di insorgenza diemergenze di Sanità Pubblica Ve-terinaria;censimento degli insediamenti zoo-tecnici e delle popolazioni animali; valutazione del rischio di introduzio-ne e diffusione di malattie esotiche; aggiornamento in campo epide-miologico; aggiornamento epidemiologico pro-fessionale dei veterinari delle AS;collaborazione con la UE, in casodi emergenze di malattie infettivedella lista A dell’O.I.E. in Europa.

A tuo avviso, come potrebbe in-serirsi, dal punto di vista profes-sionale, il ruolo del medico vete-rinario privato, nell’ambito dellecosiddette “emergenze veterina-rie” (diossina, influenza aviare,blue tongue, BSE?)La normativa comunitaria (Direttiva

97/12/CE del 17.3.97, recepita conD.Lgs 196/99) prevede esplicita-mente il riconoscimento e la colla-borazione con i Veterinari aziendali. Tale normativa prevede per questiColleghi, definiti “veterinari ricono-sciuti”, obblighi e compiti ben precisi.Tra gli obblighi:sono soggetti al controllo dell’auto-rità sanitaria competente; non devono avere legami finanzia-ri o di parentela col responsabile oproprietario allevamento;

devono possedere conoscenzaspecifica del settore;devono aggiornarsi regolarmente,soprattutto nel settore delle normesanitarie.Tra i compiti:devono fornire al proprietario ogniinformazione e assistenza utile almantenimento requisiti sanitari; devono vigilare sul rispetto dellenorme relative all’identificazionedegli animali; possono rilasciare certificazioni

sanitarie di accompagnamento;devono denunciare le malattie in-fettive del bestiame e garantire il ri-spetto delle norme relative al be-nessere animale nonché segnala-re eventuali rischi di trasmissionedi malattie all’uomo;devono accertare la causa dellamorte degli animali presenti in alle-vamento;devono verificare le condizioniigieniche dell’allevamento: tra que-ste ritengo possa essere compre-

sa anche l’intera problematica col-legata all’impatto ambientale degliallevamenti.Una tale collaborazione prevedenecessariamente l’istituzione di unflusso informativo reciproco tra l’Au-torità sanitaria ufficiale ed i Veterina-ri riconosciuti, che ampliando leinformazioni relative agli “eventi si-gnificativi” (a cui facevo riferimentoall’inizio) dovrebbe permettere digestire i fattori di rischio nel modoverosimilmente più corretto.

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Dr.ssa Renata Borroni Medico Veterinario Centro diCollaborazione OMS/FAO per laSanità pubblica Veterinaria diRoma e Ufficio EmergenzaSanitaria del Dipartimento diProtezione Civile

Di che cosa si occupa a livellodi Protezione civile in ambitoveterinario e quali sviluppi futu-

ri potrebbe riservare il settoredelle emergenze veterinarie a li-vello professionale pubblico eprivato?Le attività di Protezione Civile han-no come finalità, così come previ-sto dalla legge 225/ 92 istitutiva delServizio Nazionale di ProtezioneCivile, quella di salvaguardare lavita delle persone e i loro benimessi in pericolo da eventi calami-tosi e di mettere in atto tutti quegli

interventi necessari al ripristinodelle normali condizioni di vita.Più in particolare le attività di Pro-tezione Civile si articolano in atti-vità di Previsione, Prevenzione eGestione dell’emergenza.

In ciascuna di queste fasi occor-re prestare attenzione alle pro-blematiche sanitarie connessecon i diversi tipi di emergenza(alluvioni, eventi sismici, disse-sti idrogeologici…). In questoambito, accanto alla medicinadelle catastrofi ed al soccorso inemergenza, alla assistenza so-ciale e psicologica alla popola-zione, si collocano anche gli in-terventi veterinari.Vengono interessate tutte le areefunzionali veterinarie dalla sanitàanimale con particolare riferimentoagli allevamenti di interesse zoo-tecnico all’igiene degli alimenti edambientale. Sempre la Legge225/92 inserisce il Servizio Sanita-rio Nazionale tra le componenti isti-tuzionali del Servizio Nazionale diProtezione Civile e quindi le attivitàsopra menzionate sono essenzial-mente di competenza del medicoveterinario operante nel settoredella Sanità Pubblica Veterinaria.Del resto, quasi contemporanea-mente alla legge appena citata, ilMinistero della sanità emanava lacircolare n°11 del 18 marzo 1992in cui vengono illustrate le lineeguida per l’azione veterinaria nelleemergenze non epidemiche. Èbene sottolineare il fatto che le atti-vità svolte non consistono esclusi-vamente nella gestione delle emer-genze, ma una parte molto rilevan-te è costituita dalla previsione edalla prevenzione, quindi nel coin-volgimento dei Servizi Veterinari edel Dipartimento di Prevenzionenel suo complesso nelle attività dipianificazione delle emergenze enelle attività esercitative.Esempi di questo tipo di attività so-no costituiti dalla pianificazione na-zionale per il Vesuvio, elaboratadal Dipartimento della ProtezioneCivile, in cui gli aspetti di sanitàpubblica veterinaria sono ampia-mente trattati, e le esercitazioni na-zionali in corso di svolgimento tracui in particolare quella riguardan-te il rischio alluvione nella valle delPo nella quale, anche in conside-razione dell’intensa vocazionezootecnica della zona, i Servizi Ve-terinari sono attivamente coinvolti.Per quanto riguarda invece gli in-terventi in emergenza che hannocoinvolto i Servizi Veterinari sononumerosi a partire dal terremotodell’Irpinia ad oggi. Esperienze re-centi di notevole interesse sonostate l’intervento nella Missione Ar-cobaleno (sia in Albania, sia a Co-miso) e a Sarno dove è stata svol-ta una capillare attività di controllosulle mense allestite presso i centridi accoglienza, nonché l’attività dipianificazione e di gestione dell’e-mergenza svolta in occasione del-la recente eruzione del vulcano Et-na, attività quest’ultima che si af-fianca alle attività di pianificazioneriguardanti la Sicilia Orientale rela-tivamente al rischio sismico.Accanto al ruolo del Veterinario

pubblico, non va dimenticato l’in-tervento del Medico Veterinario li-bero professionista, tramite il coin-volgimento degli Ordini, soprattut-to per l’assistenza agli animali d’af-fezione coinvolti negli eventi cala-mitosi così come nell’ambito delleattività svolte dalle ONG quali adesempio Veterinaires sans frontiè-res, (la cui sede italiana è pressol’Istituto Zooprofilattico di Padova),per promuovere lo sviluppo dellazootecnia e della sanità animalenei paesi in via di sviluppo.

A livello formativo e informativocome e dove si può rivolgere ilveterinario che desiderasse ap-profondire le proprie conoscen-ze in questo settore?Certamente molto importante èl’attività formativa svolta in questosettore. Numerose sono le pubbli-cazioni a questo riguardo da partedel Centro di CollaborazioneOMS/FAO per la Sanità pubblicaVeterinaria di Roma, del CEMEC ela Facoltà Di Medicina Veterinariadi Messina ha recentemente svoltoin collaborazione con il Diparti-mento della Protezione Civile e conil Centro OMS/FAO un corso diperfezionamento dedicato agli in-terventi veterinari nelle situazioni dicalamità.Sempre nell’ambito delle attivitàformative, vanno segnalate dueiniziative svoltesi lo scorso anno.La prima è stata un corso tenutosipresso il centro polifunzionale del-la Protezione Civile a Castelnuovodi Porto rivolto alle associazioni ci-nofile da soccorso. Il corso che siè articolato in due giornate ha ri-guardato gli aspetti sanitari dellagestione delle unità cinofile da

soccorso. Il secondo “Igiene deglialimenti in situazioni di emergen-za” si è svolto a Forte dei Marmianch’esso articolato in due giorna-te una dedicata agli operatori pro-fessionali del settore (medici, vete-rinari, tecnici) l’altra dedicata ai vo-lontari di associazioni di protezionecivile che si occupano di gestionedi cucine e mense nei centri di ac-coglienza. Per concludere ricordoche sono in via di pubblicazione lelinee guida emanate dal Diparti-mento della Protezione Civile sugliaspetti igienico-sanitari della ge-stione delle cucine e delle mensein situazioni di emergenza, fruttodella collaborazione tra medici,igienisti, alimentaristi e medici ve-terinari.

Dr. Mario LuiniDirettore dell’I.Z.S. dellaLombardia e dell’Emilia (sezionedi Lodi)

A tuo avviso, come potrebbe in-serirsi, dal punto di vista profes-sionale, il ruolo del medico vete-rinario pubblico e privato, sianell’ambito delle cosiddette“emergenze veterinarie” (diossi-na, influenza aviare, blue tongue,BSE), sia nelle valutazioni di im-patto ambientale determinate daattività zootecniche, ecc., anchein considerazione della plausibi-le collaborazione interdisciplina-re tra i servizi dei Dipartimenti diPrevenzione e le diverse unitàfunzionali veterinarie?Certamente nell’ambito delle atti-vità di sorveglianza epidemiologi-ca come previste dalla Direttiva97/12/CE e nell’ottica della respon-

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http://www.casaleinforma.it/pcivile/index.html

Un interessante sito che dimostra come anche nei piccoli centriitaliani della provincia si può organizzare un servizio di protezio-

ne civile collegato anche agli aspetti di medicina veterinaria e si pos-sano organizzare iniziative e campagne di informazione ai cittadini.Nel sito sono raccolte alcune semplici informazioni che riguardano, adesempio, i parassiti e gli animali sinantropi che potrebbero provocareproblemi ai volontari che operano durante le emergenze veicolandomalattie e infezioni; oppure, nella sezione “infezioni ed emergenza”, sipossono consultare schede su malattie di interesse veterinario comeLeptospirosi, Micosi, Tularemia, Amebiasi, ecc.. Il sito può contare sul-la consulenza on-line di numerosi esperiti che si prestano gratuita-mente per consulenze su argomenti inerenti la protezione civile.

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sabilizzazione anche dei veterina-ri liberi professionisti e degli alle-vatori come parti direttamente incausa. Le difficoltà principali sonolegate però alla ovvia necessità dicollaborazione fra L.P. e veterinariA.S.L. per la non chiarezza deiruoli che tuttora è presente sul ter-ritorio ed alla generale diffidenzadegli allevatori per gli interventirestrittivi che possono derivaredalla attività di sorveglianza. Na-turalmente la ASL con i suoi servi-zi ed il Dipartimento di prevenzio-ne sono il perno del sistema, maun ruolo importante potrebberoavere le Associazioni Allevatorinello sviluppare una maggiorecultura preventiva ed una sensibi-lità degli allevatori per i problemidella collettività.

Quale ruolo svolge l’epidemio-logia nell’ambito delle emergen-ze veterinarie e quali potrebbe-ro esserne gli sviluppi futuri?Fondamentale come scienza chemisura e tiene sotto controllo iproblemi sanitari legati alle popo-lazioni animali. Alla base devestare la conoscenza di quelli chesono gli elementi del rischio diemergenze veterinarie epidemi-che e non epidemiche, ovvero l’u-bicazione e la consistenza degliallevamenti e dei macelli ed i fat-tori geografici e produttivi chepossono condizionare la diffusio-ne delle malattie, nonché la preci-sa conoscenza dei meccanismi didiffusione di ciascuna malattia. Lestesse conoscenze sono indi-spensabili nella gestione delleemergenze non epidemiche, nelcorso delle quali gli insediamentiproduttivi di interesse veterinario(allevamenti, macelli, industrie ali-mentari) diventano altrettanti pro-blemi da gestire. Per questo tipodi emergenze in particolare è pre-ziosissima l’esperienza del WHOCollaborating Centre for Researchand Training in Veterinary PublicHealth diretto dal Prof. Mantovanipresso l’ISS di Roma e del Dipar-timento della Protezione Civile.Anche in sede locale si stannosviluppando in collaborazionecon le prefetture piani per la ge-stione delle problematiche sanita-rie con la partecipazione dellecomponenti veterinarie.

In Italia esiste una efficace pro-grammazione finalizzata allaprevenzione ed al controllo del-le emergenze veterinarie (inda-gini epidemiologiche, prepara-zione di piani, gestione e con-trollo dei focolai, vaccinazionid’emergenza, azioni veterinariein caso di calamità naturali o dizoonosi, ecc.)?Più in generale giudico molto ca-rente l’attenzione che viene dataagli aspetti di medicina veterina-ria preventiva, che necessitereb-be una maggiore programmazio-ne, non solo di interventi in casodi emergenze epidemiche e non.Idealmente il potenziamento ed ilcoordinamento degli OsservatoriEpidemiologici Veterinari Regio-nali dovrebbe portare ad una atti-vità di monitoraggio e di informa-

zione estremamente utile ancheper gli allevatori del tipo di quellacondotta dal National AnimalHealth Minitoring System(NAHMS) americano, che tienesotto controllo campioni significa-tivi della popolazione animale re-lativamente ai principali problemidi ordine sanitario.

Nella gestione dell’ultima emer-genze BSE, così come per altremalattie, il ruolo dei media ha

sicuramente influito in sensonegativo sull’opinione pubblicaal punto che, sull’onda emotivaalimentata dagli organi di infor-mazione, la zootecnia ne ha su-bito un forte contraccolpo eco-nomico. Sulla scorta di quantosuccesso, non ritieni giustifica-to che si debba saper gestire lacomunicazione del rischio (enon solo) anche attraversoun’adeguata programmazionedell’informazione sia a livello

centrale (Ministero), che perife-rico (Regioni, ASL, ecc.), indivi-duando veterinari specificata-mente formati allo scopo?Sarebbe quanto mai opportuno. Èestremamente importante arrivaretempestivamente ai media coninformazioni corrette, trasparenti eper quanto possibile rassicurantiin occasione di queste emergen-ze. La comunicazione è però al-trettanto importante in situazionidi normalità, per far conoscere la

grande mole di attività che i Servi-zi Veterinari svolgono durantel’anno, ma anche per evidenziarein maniera obbiettiva le irregola-rità o i problemi riscontrati, comefrutto di una attività di controllo si-stematica. Questo può contribuirea creare la fiducia nelle istituzioni,che nelle situazioni di emergenzaè estremamente utile ad evitarereazioni emotive ingiustificate ecosì dannose per il sistema pro-duttivo. ■

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C ol Regolamento adotta-to con D. M. 16 maggio2001 n. 306 pubblicato

sulla Gazzetta Ufficiale del 27 lugliou.s. si è inteso disciplinare in modocompiuto il settore della distribuzio-ne dei medicinali veterinari in attua-zione dell’art. 31 comma 4 e del-l’art.32 comma 2 del decreto legi-slativo 27 gennaio 1992 n.119 comemodificato dal decreto legislativo 24febbraio 1997, n. 47, tenendo contodel decentramento amministrativointervenuto nel frattempo col decre-to legislativo 112/92, cioè con la co-siddetta Bassanini, aggiungendocosì un altro tassello fondamentaleper il completamento della normati-va riguardante il farmaco veterinarioin un’ottica di tutela della salute ani-male e del consumatore.A fronte di ciò si è realizzata quel-la che è la principale innovazioneintrodotta dal Regolamento me-desimo ossia il trasferimento dellecompetenze in materia di autoriz-zazione, finora esercitate dal Mini-stero della Sanità, ora Ministerodella Salute, alle Regioni ed alleProvince Autonome nella logica difornire un servizio più vicino aglioperatori ed eliminando i ritardidovuti alle procedure burocrati-che, anche se ad onor del veronei tempi recenti le autorizzazionivenivano concesse dal Ministerodella Salute in tempo quasi reale.Conseguentemente alla potestàautorizzativa vengono conferiti al-

la Regioni e Province Autonomemaggiori poteri, quale quello dipoter procedere, in caso di viola-zioni, alla sospensione o alla revo-ca della autorizzazione.Il nuovo Regolamento fissa in mo-do piuttosto preciso le condizionied i requisiti della autorizzazioneper la quale introduce, a garanziadegli operatori che così hanno lasicurezza di tempi certi, il princi-pio del silenzio - assenso e stabi-lisce gli obblighi di registrazionee documentazione della attività afini di vigilanza e controllo. Le Re-gioni sono quindi chiamate, perquesta come per altre attività, agarantire l’applicazione dellenuove norme sui rispettivi territorie l’uniformità della stessa è, co-me noto, direttamente proporzio-nale alla esistenza di un servizioveterinario strutturato a livello re-gionale che sia in grado di agireda polo di coordinamento effica-ce per i servizi veterinari delleAziende sanitarie locali. Già inuna prima riunione di consultazio-ne finalizzata a definire le moda-lità pratiche del trasferimento del-

le autorizzazioni alcune Regionihanno evidenziato l’esigenza distabilire criteri univoci per le atti-vità ispettive delle strutture e ladefinizione di una check list. Ildecentramento di tale attività do-vrebbe comunque consentire alMinistero della Salute di esercita-re in modo più tempestivo ed effi-cace il coordinamento anche at-traverso l’esercizio di funzioniquale quella delle verifiche in lo-co, di cui all’art.18 del d.l.vo119/92, finora mai effettuate nelsettore del commercio del farma-co veterinario. Altre innovazioni, introdotte in unaottica di semplificazione, riguar-dano sia i grossisti che la gestio-ne delle scorte da parte dei vete-rinari. I grossisti possono avvaler-si per le registrazioni anche deitabulati elettrocontabili già utiliz-zati a fini fiscali e già vidimati dal-l’autorità tributaria integrati dellefatture di vendita e dalle ricetteche, nel caso di animali da com-pagnia ad esclusione del cosid-detto uso improprio, sono conser-vate solo per sei mesi. I titolari de-gli impianti di cura degli animalid’affezione assolvono invece agliobblighi di registrazione conser-vando la documentazione di ac-quisto dei farmaci. Di conseguen-za viene dato maggiore rilievo al-la attività di farmaco sorveglianzanella distribuzione ed impiego deifarmaci negli animali produttori di

alimenti per l’uomo. Rimane daapprofondire se, come ad una pri-ma lettura parrebbe, l’alleggeri-mento delle registrazioni nel set-tore degli animali da compagniapuò creare problemi alle segnala-zioni effettuate nell’ambito del si-stema di farmacovigilanza di cuialla circolare ministeriale del 5maggio 1995, ma questo è unproblema che potrà essere risoltoin sede specifica, considerato pe-raltro che lo stesso sistema di far-macovigilanza ha mostrato gravideficienze e quindi necessita diuna rivisitazione.Un certo numero di disposizionisono rivolte ai veterinari e tra tuttecito solamente la possibilità di de-tenere scorte di farmaci ad usoumano anche cedibili solo adospedali e case di cura, ai fini del-l’uso improprio negli animali dacompagnia, la possibilità di con-segnare al proprietario dell’ani-male nei casi reputati professio-nalmente necessari il farmaco ve-terinario della propria scorta periniziare la terapia, la possibilità didetenere scorte da parte del vete-rinario che esercita, per fare unesempio l’assistenza zooiatrica,anche se non è titolare di unastruttura fissa. Tali prescrizioninormative, unitamente all’obbligoda parte del farmacista responsa-bile della vendita diretta di richie-dere l’assenso al veterinario perpoter consegnare un farmaco di-

verso da quello indicato nella ri-cetta, restituiscono in un certosenso al veterinario un ruolo cen-trale nell’impiego del farmaco,ruolo che forse era stato in passa-to in qualche modo avvilito e nellostesso tempo lo richiamano allaresponsabilità dell’esercizio dellefunzioni professionali.La previsione dell’obbligo per iproduttori di farmaci veterinari diapplicare nei tempi congrui previ-sti, diciotto mesi, sulle confezioniun codice a barre che comprendaanche il numero di lotto trova lasua logica in una facilitazione de-gli adempimenti di registrazionema, se adeguatamente gestita eguidata, ed i tempi ci sono, si pre-sta a degli interessanti sviluppi fu-turi tra i quali in primo luogo quel-lo di fornire preziose informazionisul consumo di farmaci veterinarinel nostro Paese.Naturalmente mi sono limitata acitare solo quelle che ritengo leprincipali novità ed i primi aspetticritici, ai quali si aggiungerannosicuramente altri punti suscettibilidi approfondimento e discussionee che al momento non si è in gra-do di valutare in quanto scaturi-ranno dall’applicazione praticasul territorio del nuovo Regola-mento. È positivo in ogni casoche un passo avanti sia stato fat-to e che il settore della distribu-zione sia stato finalmente dotatodi una disciplina compiuta. ■

di Gaetana Ferri

Ministero della SaluteDirigente Veterinario responsabiledell’Ufficio XI della DirezioneGenerale della Sanità PubblicaVeterinaria, degli Alimenti e dellaNutrizione

Distribuzione dei medicinali veterinari

Il nuovo regolamento sul farmacoveterinario: presentazione del Decretoe delle sue implicazioni per il settore

I l DM 16-5-01 n. 306 ricono-sce innanzitutto un princi-pio, da anni sostenuto con

estrema convinzione e determina-zione dal medico veterinario peranimali da compagnia, della di-versità delle implicazioni socio-sanitarie tra la somministrazionedi medicinali ad animali produtto-ri di alimenti per l’uomo e quellaeffettuata ad animali da compa-gnia o comunque non produttoridi alimenti per l’uomo. Mentre laprima, per l’importanza di unostretto controllo sulle sostanze far-macologiche che potrebbero resi-duare negli alimenti di origine ani-male, giustificava un certo onere

burocratico di registrazione perlasciare una tracciabilità dei me-dicinali utilizzati, la seconda situa-zione invece subiva l’obbligo ditali registrazioni come un’inutilequanto gravosa imposizione bu-rocratica, occasione d’infinitecontestazioni con gli organi dicontrollo, senza la benché minimautilità socio-sanitaria. Oggi, con ilnuovo decreto, la farmacosorve-glianza, giustamente, si concen-tra maggiormente sull’impiego deimedicinali negli animali produttoridi alimenti per l’uomo, mentre nelcaso degli animali da compagnia,non richiede più la compilazionedi un registro di carico e scarico,

ma si limita a verificare il caricodei medicinali del veterinario, me-diante la conservazione della do-cumentazione d’acquisto, per po-ter avere una correlazione plausi-bile con l’attività svolta e per veri-ficare che i medicinali acquistatisiano effettivamente utilizzati suanimali da compagnia e non river-sati illegalmente nel settore deglianimali da reddito.Un altro aspetto profondamenteinnovatore di questo decreto è lavalorizzazione professionale delmedico veterinario che opera nelsettore degli animali da compa-gnia, cui viene riconosciuta la fa-coltà di detenere scorte anche di

medicinali ad uso umano, da uti-lizzare direttamente sugli animaliin cura come uso improprio con-sentito quando mancano medici-nali veterinari specifici per quellamalattia. Questa facoltà, che erainsita già nel D.L.vo 119/92, era difatto contestata a livello di molteASL che, pertanto, con le loro in-terpretazioni rendevano estrema-mente difficoltosa l’operatività cli-nica nel settore; per quanto il me-dico veterinario che opera suglianimali da compagnia sia perfet-tamente consapevole della ne-cessità e del vantaggio di utilizza-re medicinali veterinari specifici,testati appositamente per le spe-

cie animali curate, la vastità dellesituazioni cliniche, e le esigenzedi una clientela che richiede per ipropri animali cure e trattamentiche non abbiano nulla da invidia-re a quelli forniti dalla medicinaumana, rendono indispensabilepoter attingere alla farmacopeaumana ogni qual volta non sia di-

di Aldo Vezzoni

Segretario FNOVI, ConsigliereANMVI

Cosa significa, per il medicoveterinario per animali da compagnia, il nuovo decreto sul farmaco?

Page 8: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

sponibile un medicinale veterina-rio specifico.Inoltre, il decreto colma finalmen-te un vuoto normativo che per an-ni ha penalizzato grandemente laclinica degli animali da compa-gnia: l’acquisto e l’utilizzo da par-te dei medici veterinari dei medi-cinali ad uso umano riservati a cli-niche ed ospedali e di quelli riser-vati a specialisti, contestato damolti farmacisti e dalla stessa FE-DERFARMA, che prima eranopossibili solo grazie ad estenuan-ti trattative di convincimento diqualche farmacista illuminato, so-no oggi perfettamente legali. Laserenità che deriva oggi al medi-co veterinario, dalla consapevo-lezza di poter disporre di un ar-mamentario terapeutico completoper poter far fronte a tutte le situa-zioni cliniche anche complesse,appaga la lunga e sofferta attesadi questo decreto, oltre a sancireun’equiparazione tra il medicochirurgo ed il medico veterinarionell’impiego del farmaco, così co-me già l’aveva riconosciuta anchela recentissima legge 8-2-2001 n.12 sulla Terapia del dolore.Infine, il decreto sancisce il ruolocardine del medico veterinarionella farmacoterapia attribuendo-gli la facoltà di dispensare il me-dicinale veterinario per iniziaretempestivamente la terapia; oltrea costituire un notevole migliora-mento del servizio offerto allaclientela, la dispensazione al pro-prietario dell’animale della confe-zione utilizzata per iniziare la te-rapia garantisce al medico veteri-nario di poter instaurare immedia-tamente e nel modo più proprio laterapia individuata, senza più do-ver dipendere dall’incertezza cheil proprietario dell’animale riescaa reperire tempestivamente il me-dicinale veterinario, per le risapu-te difficoltà nella reperibilità nellefarmacie di questi medicinali, oad utilizzarlo propriamente. La di-spensazione al proprietario del-l’animale delle confezioni di me-dicinali veterinari aperte per ini-ziare la terapia, pur non costi-tuendo un nuovo canale distribu-tivo del medicinale veterinario inquanto la dispensazione è stret-tamente limitata al proprietariodegli animali in cura ed alle con-fezioni appositamente iniziate perquegli animali, rappresenta co-munque un’ulteriore opportunitàper il medico veterinario per in-crementare la qualità dei serviziforniti, avvicinandolo maggior-mente ai Colleghi degli altri Paesieuropei dove questa possibilitàesiste da anni. Manca ancora unachiara definizione degli aspettieconomici e fiscali connessi allacessione del farmaco all’internodella prestazione veterinaria, an-che per le diverse aliquote IVA,che la FNOVI sta valutando, inconcerto con il Ministero delle Fi-nanze. ■

I l nuovo regolamento sul far-maco veterinario, presenta in-novazioni molto più

interessanti per il settore degli ani-mali d’affezione rispetto a quellodegli animali da reddito. È senz’al-tro un fatto positivo il risultato otte-nuto per merito in gran parte del Dr.

Vezzoni, in quanto questo regola-mento è stato steso da veterinari enon piovuto loro addosso da chis-sà dove.I punti importanti quali la condivi-sione di più veterinari della respon-sabilità delle scorte negli alleva-menti, è una cosa positiva, visto la

cadenza settimanale delle registra-zioni, però può far nascere delleconfusioni sulla responsabilità del-la terapia, qualora non ci sia unaunità di vedute tra i professionistiresponsabili. Si dovrebbe, a mioavviso, avere un veterinario re-sponsabile, il quale indichi i nomi

degli eventuali suoi collaboratori,specialmente nell’ottica di un lavo-ro organizzato in equipes o in as-sociazioni di professionisti.Altro punto controverso è la comu-nicazione all’ASL all’atto della do-manda per la responsabilità dellascorta in allevamento, dell’elenco

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 9A T T U A L I T À

Per il settore degli animali da reddito restanoalcuni interrogativi...

di Mino Tolasi

Commissione ANMVI-SIVARper il farmaco

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di tutti gli armadietti di cui si è re-sponsabili. Non è questo il metodoper combattere il fenomeno dei ve-terinari “ricettatori”. Sono convintoche i veterinari responsabili della“farmacovigilanza” conoscano be-ne il territorio in cui sono chiamatiad operare, e quindi i rapporti tragli allevatori ed i professionisti re-sponsabili della ricettazione.Non sono ancora chiarite bene lenorme sulle scorte personali infatti,mentre per gli ambulatori sono di

fatto aboliti i registri di carico e sca-rico, per i veterinari degli animali dareddito, i registri vanno tenuti.Altro punto oscuro sono i locali do-ve i farmaci sono tenuti: non si re-golamenta infatti la tenuta di questiin macchina e quindi le modalità diregistrazione nel passaggio dei far-maci dal locale di scorta all’alleva-mento.Sempre a proposito di registrazioni,nulla si dice sulla compilazione delmod.12 in caso di vaccinazioni, do-

ve si è ancora obbligati ad unadoppia registrazione, sul registro dicarico e scarico e sul mod.12, e suchi deve compilarlo, in quanto il ve-terinario che effettua la ricettazione,potrebbe essere diverso da chi èresponsabile della vaccinazione.Forse sarebbe il caso di abolire fi-nalmente la redazione di questodocumento.Circa la possibilità della cessionedel farmaco per l’inizio della tera-pia, è un passo importante verso la

possibilità di una commercializza-zione di questo da parte del veteri-nario. A mio avviso ci dovrebberoessere farmaci di uso esclusivo delveterinario, vaccini, anestetici, ecc.Questi infatti fanno parte della pre-stazione professionale e si garanti-rebbe il consumatore sull’uso cor-retto di questi particolari presidiche verrebbero tolti da una circola-zione disinvolta.La ricetta, non ripetibile in triplicecopia, ha una durata non più di

venti ma di sette giorni lavorativi,per dare un lasso di tempo che ri-spetti maggiormente i tempi clinicie di trattamento. Inoltre, non si veri-ficherà più il caso del “presunto far-maco analogo”: per cambiare laprescrizione è d’obbligo il consen-so scritto del medico veterinario.Questo costituisce, a maggior ra-gione per chi lavora su animali de-stinati al consumo umano, un mar-gine di controllo più stretto. Molto importante è l’aspetto delladispensazione del farmaco chepuò senza dubbio aprire la stradaad una maggiore professionalitàdel medico veterinario, che può in-tervenire tempestivamente con laterapia senza dipendere da unatempistica al di fuori del suo con-trollo.Uno sforzo ulteriore dovrebbeessere fatto dal mondo veterinarioper una riconsiderazione ed unanuova stesura della normativa “intoto”. Per dar vita ad una gestione corret-ta e seria del problema, ci vuole unapiù stretta collaborazione tra veteri-nario l.p. e veterinario ufficiale. Pen-so che non possa essere rimandatoulteriormente il riconoscimento delveterinario aziendale. ■

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200110

Stalle, giro divite sui farmaciROMA - Nuove norme per alle-vatori, veterinari, produttori e di-stributori di farmaci veterinari. Ilregolamento, pubblicato inGazzetta Ufficiale, introduce unsistema di adempimenti abba-stanza complesso e rigorosoper produttori e distributori eprevede la tenuta di scorte daparte del veterinario e dell’a-zienda agricola facilitando ilrapporto veterinario- allevatoresulla fornitura di medicinali.Il veterinario, infatti, ha la possi-bilità di consegnare le confezio-ni di medicinali prelevate dallascorta (propria o della strutturain cui esercita) direttamente al-l’allevatore o al proprietario de-gli animali, in attesa che questisi procurino le altre confezioninecessarie alla terapia.Altra facilitazione riguarda i far-maci “equivalenti”: in caso d’ur-genza, il farmacista può conse-gnare all’allevatore, previo as-senso del veterinario che ha ri-lasciato la prescrizione, un far-maco di denominazione diversada quella indicata nella ricetta,ma corrispondente per caratte-ristiche a quello prescritto nelcaso in cui questo non sia di-sponibile. Per certi farmaci de-stinati agli animali da utilizzareper l’alimentazione umana, la ri-cetta medica veterinaria non èripetibile, ma il nuovo regola-mento stabilisce che abbia unavalidità massima di sette giornilavorativi dalla data di emissio-ne.Altra novità importante per gliallevatori è la possibilità di tene-re delle scorte di medicinali sot-to la responsabilità di uno o piùmedici veterinari che le custodi-scano in idonei locali chiusi, te-nendo un registro di carico escarico che va conservato pertre anni. Mentre eventuali rima-nenze dovute all’interruzione oalla modifica delle terapie nonrientrano nel concetto di scortae possono quindi essere con-servate in azienda seguendo lemodalità prescritte dall’etichet-ta, ma possono essere utilizzatesolo dietro indicazione del vete-rinario.

da “AGRISOLE 10-23 AGO. 2001”

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I l decreto legislativo 16 mag-gio 2001 n. 306 rappresentala naturale conclusione di un

processo di codificazione delle re-gole di produzione e commercia-lizzazione dei prodotti per la salu-te animale in Italia, iter iniziato piùdi dieci anni or sono con il decre-to legislativo 119/92. Certo, alcunematerie (pensiamo alla pubblicitàal pubblico del medicinale veteri-nario) debbono ancora essereesplicitate in forma compiuta, cio-nonostante sembra che l’intenzio-ne del legislatore vada nella dire-zione di semplificare le procedureesistenti, senza però tralasciarealcuni fattori fondamentali volti agarantire al cittadino una sicurez-za, non solo alimentare, semprecrescente.Il decreto finalmente regola alcu-ne zone d’ombra, lasciate oscuredalle precedenti norme, andandoin particolare ad integrare il de-creto legislativo n. 119/92 e lesue successive modifiche (in par-ticolare il decreto legislativo n.47/97). Ci riferiamo principalmen-te alla possibilità, per il medicoveterinario, di cedere la confezio-ne del farmaco al proprio clienteal fine di portare a termine la te-rapia iniziata in ambulatorio. Sitratta di una rivoluzione coperni-cana, che l’Associazione Nazio-nale dell’industria della saluteanimale benedice in quanto mi-gliorativa sia del rapporto tracliente e veterinario, facilitando ilprimo nel reperimento del farma-co e il secondo nella sua veste dimedico curante. Inoltre, tale pos-sibilità è da accogliersi favorevol-mente in quanto, auspichiamo, ri-durrà sensibilmente il ricorso al-l’utilizzo del farmaco per usoumano, ricorso ad oggi piuttostodiffuso. È quasi superfluo ricorda-re come i farmaci ad uso veteri-nario siano il prodotto di un lungoprocesso di ricerca, che culminain una complessa procedura diautorizzazione all’immissione incommercio e successivamente difarmacovigilanza: questi passi ri-chiedono un importante impegnofinanziario da parte delle ditteproduttrici, che sperano in unsoddisfacente ritorno economicoe quindi in nuovi investimenti nel-la misura in cui i loro prodotti ven-gono utilizzati per le patologie as-sociate. Se tale processo è corto-circuitato, l’azienda è disincenti-vata all’investimento e quindi allaricerca.Sembra poi che la norma recente-mente adottata semplifichi in modosostanziale la complessa procedu-ra di carico/scarico per il veterina-rio: anche questo aspetto deve es-sere valutato positivamente inquanto, pur comportando una ridu-zione del livello di controllo sulleprocedure di vendita e di acquisto,essa riduce il volume di documentida produrre e da conservare.

In generale quindi, sembra che ilnuovo decreto favorisca l’utilizzodel farmaco veterinario, e di que-sto le Aziende associate ad AISAnon possono che essere soddi-sfatte.Purtroppo, però, sono da regi-strarsi alcune disposizioni chevanno nel senso esattamente con-trario a tale spirito. Facciamo rife-rimento, soprattutto, all’articolo 2comma 1: tale norma prevede chei grossisti autorizzati possano ven-dere medicinali veterinari ad azio-ne antiparassitaria e disinfestantead uso esterno (gli “ex PMC”) edaltri farmaci (ad esempio, quelliper pesci d’acquario) solamentealle farmacie e ad altri soggetti ti-tolari di autorizzazione alla venditaall’ingrosso. Vengono quindiesclusi supermercati, pet shop, ri-vendite agrarie e categorie simili,che quindi, per l’approvvigiona-mento, dovranno rivolgersi allefarmacie, ipotesi piuttosto limitan-te dell’attività commerciale diquesti soggetti, o alle case farma-ceutiche. Di fatto, quindi, è opera-ta una severa restrizione rispettoa quanto previsto dal decreto le-gislativo 119: è da sperare che lesuccessive modifiche, che auspi-chiamo vengano adottate quantoprima, coprano questa lacuna.Il secondo punto negativo, e inve-ro poco chiaro, del decreto ri-guarda l’obbligatorietà di riportarenel codice a barre anche il nume-ro di lotto di produzione (art. 8).Tale obbligo costringerà le azien-de a massicci investimenti (i mez-zi tecnici che permettono tale in-clusione sono infatti estremamen-te onerosi), con il rischio tutt’altroche remoto di dover adeguare en-tro breve l’intera catena di produ-zione a norme europee di prossi-ma adozione che, a quanto sem-bra, andranno a legiferare sullastessa questione.Se è infatti dato alle aziende pro-duttrici un periodo di diciotto me-si per uniformarsi ai dettami del-l’articolo 8, da computarsi dal-l’entrata in vigore del decreto, èd’altra parte risaputo che laCommissione Europea si sta oc-cupando della questione, e nonè da escludere che le due norme

possano entrare in conflitto, congrave danno sia per le aziendeproduttrici, che dovranno ottem-perare a due norme aventi lostesso fine in tempi ravvicinati,sia per le autorità preposte allafarmacovigilanza, che fatiche-ranno a distinguere quale tra idue criteri da applicarsi.Altri dubbi potranno sorgere dal-l’interpretazione dell’art. 9. Essoprevede, per il grossista, la ne-cessità di detenere almeno il 70 %delle specialità medicinali in com-mercio “in relazione alla specificarealtà zootecnica locale”. Si trattadi una norma piena di buon sen-so, specialmente perché giusta-mente esclude da questa obbli-gatorietà le premiscele e i medici-nali prefabbricati. Tuttavia, può ri-sultare difficile stabilire cosa si in-tende per “specifica realtà zoo-tecnica locale”, per cui c’è il ri-schio concreto di vedere la porta-ta di questa norma annacquarsidi fronte ad una definizione ap-prossimativa.Un cenno deve essere fatto allepossibili implicazioni che derive-ranno dall’implementazione del-l’art. 11, che riguarda le terapied’urgenza. L’articolo definisce lacasistica secondo la quale un me-dicinale ad uso umano può esse-re sostituito da un medicinale ve-terinario, ma obbliga il farmacistaa fornire al cliente un farmacoidentico non solo nella composi-zione quali-quantitativa del princi-pio attivo, conditio sine qua non,ma anche nella composizione de-gli eccipienti. È evidente che il far-macista può non conoscere que-sto dato, visto il mancato obbligodi riportare questa informazione infoglietto illustrativo, ma è ancorapiù evidente che un prodotto simi-le possa non essere reperibile,addirittura non esistere, per cuisarà possibile non avere un sosti-tuto per il farmaco mancante.È infine da accogliersi con soddi-sfazione la riserva di legge previ-sta dall’articolo 19, che delega alMinistero della Sanità la possibi-lità di legiferare su due ambiti almomento non normati: la pubbli-cità al pubblico del medicinaleveterinario senza obbligo di pre-scrizione (così come ora avvieneper l’umana) e l’attività dell’infor-matore medico-scientifico, figuraoggi poco chiara dal punto di vi-sta legislativo. C’è da augurarsiche il Ministero faccia seguito atali riserve con la celerità che l’at-tuale situazione d’emergenza(qual è il regime che regola lapubblicità degli “ex PMC” le cuicampagne erano autorizzate pri-ma del passaggio a medicinaliveterinari, avvenuto il 1 gennaio2001?) richiede.

Giuseppe Pradella

Presidente AISA (AssociazioneIndustrie della Salute Animale)

I l D.L.vo 47 del 1997 che hamodificato la ormai famosa119/92, è un po’ meno orfano.

Ha finalmente visto la luce il 16 mag-gio il Decreto del Ministero della Sa-nità n° 306, che tratta specificata-mente la commercializzazione deimedicinali veterinari durante il loro, avolte complesso, iter dispensatorio.Dispiace far notare come le norma-tive in “produzione” al Ministero del-la Sanità, potrebbero venire sottopo-ste, anche a solo titolo consultivo, al-le associazioni di categoria interes-sate, perché potrebbe essere cosìfornito al legislatore un insieme disuggerimenti ed appunti di praticaapplicazione della norma, che èmolto più percepibile da parte dellepersone che operano e si confron-tano quotidianamente sul territoriocon le problematiche reali del mer-cato. È naturalmente sottinteso chedeve essere fatta salva sempre e inogni modo l’attenzione alla “salutepubblica”; ma la strada per arrivarcipuò anche essere semplice e chia-ra. Risultato? che tutti gli operatoridel settore sono maggiormente in-vogliati all’osservanza di una norma-tiva facilmente applicabile.Facciamo ora riferimento al D.M.306, per soffermarci su certi puntiche a nostro avviso avrebbero ne-cessità di un chiarimento interpreta-tivo e/o modifica, sempre nell’inten-to di rendere la norma più applica-bile e funzionale.1) Riteniamo che per una corretta epiù completa interpretazione delDecreto, il campo di applicazionedovrebbe essere indirizzato a tuttigli operatori che dispensano a variotitolo il medicinale veterinario, nonescludendo nessuno.2) Con la sostituzione del Ministerodella Sanità da parte degli uffici chesaranno individuati dalle Regioni eProvince Autonome per la conces-sione delle autorizzazioni dei grossi-sti veterinari, si creerà senz’altro unasensibile disparità nelle direttive ap-plicative delle nuove autorizzazioni,e l’adeguamento di quelle già con-cesse. Riteniamo per esempio chedetti uffici periferici dovrebbero rice-vere dal Ministero delle “direttive dicarattere generale” cui adeguarsiper la concessione delle autorizza-zioni; come per esempio quelleelencate nell’art. 4, che specialmen-

te alla voce 1/d lasciata ad una lar-ga e più diversa interpretazionepossibile. Non entriamo qui nei par-ticolari, ma siamo disponibili ad undiscorso preciso ed approfondito, ri-tenendo per esempio che potreb-bero essere prese in considerazio-ne le prescrizioni già in uso nel set-tore umano.3) Il “responsabile del magazzino”per la concessione dell’autorizza-zione all’ingrosso di medicinali vete-rinari, a nostro avviso non deve ave-re l’obbligatorietà della presenza(art. 2, c.1. lettera d) in quanto lostesso ha mansioni di sovrintendereall’applicazione delle direttive im-partite per la buona e corretta con-servazione dei medicinali dal mo-mento dell’arrivo fino al momentodella consegna al cliente del grossi-sta (farmacia e/o altro grossista).Questa norma è ora in contrastocon la parallela normativa del setto-re umano (v. art. 5, c. 1-bis del D.L.n° 390 del 20/09/95). Riteniamo in-vece indispensabile e di buona pra-tica distributiva sanitaria, che il far-macista responsabile alla “venditadiretta” (Deroga dell’art. 32, c. 2 delD.L. 119/92 e segg.), debba esserepresente a tempo pieno per tutto l’o-rario di apertura dell’esercizio; comed’altronde già in essere con il De-creto del 1992.4) Vorremmo ipotizzare inoltre, chesistemata con la recente normativala commercializzazione del medici-nale veterinario, si potrebbe orapensare di porre mano anche alD.M. 28/09/93 sulla “Ricetta veteri-naria” che mostra la sua anzianità ele sue tante deficienze. Si potrebbe-ro così prendere in considerazionemolte variazioni sulla ricetta, per fa-re in modo di eliminare moltissimi“buchi” della maglia nell’odierna di-stribuzione del medicinale veterina-rio, che hanno portato il farmaco ve-terinario ad un mercato difficilissimoe sregolato, dove il controllo finaledella salute pubblica potrebbe es-sere messo veramente in pericolo.Ed è su questo punto specifico chel’ASCOFARVE ha abbozzato delle li-nee guida per una sostanziale mo-difica del D.M. 28/09/93, proponen-do un sistema semplificato, più con-trollato e controllabile, e che nellostesso tempo aiuti gli organi di con-trollo incaricati della Farmacosorve-

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 11A T T U A L I T À

...e quello di AS.CO.FAR.VE.

IVA: la soluzione migliore è ridurla al 10%

N el caso il farmaco veterinario fosse riportato sulla ricevuta fi-scale con la dizione “prestazione e terapia”, si creerebbe un

problema di IVA differente che potrebbe dare inconvenienti economi-ci al veterinario. Infatti essendo l’IVA sulle prestazioni veterinarie al20% e quella sui farmaci al 10% facendo un’unica ricevuta si dovreb-be applicare l’aliquota più alta, (20%) con una perdita del 10% sul va-lore attribuito al farmaco.La soluzione più semplice? Ottenere dal Ministero delle Finanze che leprestazioni veterinarie passino dall’aliquota del 20 a quella del 10 inconsiderazione degli importanti aspetti sanitari e sociali delle nostreprestazioni e del fatto che tutti gli altri paesi europei applicano aliquo-te inferiori.L’ANMVI da tempo sta conducendo questa battaglia e negli ultimi tem-pi possiamo anche contare sul sostegno di importanti associazionianimaliste (ENPA e Lega del Cane) che ritengono doverosa questascelta per favorire i proprietari di animali. L’iniziativa è stata ripropostaal nuovo Governo. Per noi oggi questa battaglia acquista una valenzain più: una gestione più semplice delle nostre fatture.

Il punto di vista delle aziende e dei distributoriIl parere dell’AISA...

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glianza così come espressamenterichiesta dal Decreto 336 del 1999,a vigilare su una corretta commer-cializzazione ed uso del medicinaleveterinario. Riteniamo che nell’otticadella nuova proposta, potrebbe an-che venir meno la richiesta dell’ap-plicazione da parte del produttore(art. 8 D.M. 306) del codice a barreper il numero di lotto e della sua re-gistrazione, che è complessa e in-daginosa, se si pensa che ogni con-fezione del medicinale in arrivo ed inpartenza dovrà venire sottoposta alettura ottica, con riguardo alla movi-mentazione del medicinale veterina-rio che è costituito da moltissimeconfezioni esitate, a volte preconfe-zionate ed imballate. Lo studio fattoè tale da rendere trasparente e con-trollabile tutto l’iter del farmaco, conla possibile eliminazione di quelmercato illegale che oggi rovina ladistribuzione ed annulla i controllisanitari. La nostra categoria nell’ipo-tizzare la nuova regolamentazioneha pensato anche al veterinario pre-scrittore, oggi invischiato da innu-merevoli impegni burocratici che ri-sultano molte volte veri e propri dop-pioni, creando confusione e possibi-lità d’errori anche involontari. Sug-gerendo la semplificazione dellaprescrizione pensiamo anche d’invi-tare il medico-veterinario a riappro-priarsi della sua funzione sanitaria dimedico quale consulente aziendalegarante dell’uso del farmaco e dellacorretta produzione delle derrate ali-mentari di origine animale.5) Sul problema “campioni gratuiti”(art. 19 – DM. 306/01) ci auguriamoun ritorno nella corretta dispensa-zione degli stessi da parte dell’indu-stria e dei propri propagandisti e/oagenti, perché al momento la situa-zione è davvero degenerata.Come sempre la categoria dei Di-stributori di Medicinali Veterinari, at-tenta e scrupolosamente osservan-te delle disposizioni ministeriali, sen-tendosi “operatori di sanità” e tutto ilcarico di responsabilità quali di-spensatori di un delicato prodottoqual è il farmaco del nostro settore,si auspica che tutto il medicinale ve-terinario, trovi corretta applicazione,regolata da norme precise, sempli-ci, applicabili e nello stesso tempocontrollabili. Troppo spesso opera-tori commerciali con pochi scrupoliusano il medicinale veterinario an-che come merce di scambio e dielargizione di favori per coperture ir-regolari, con i possibili sotterfugi re-si possibili da una rete di norme bu-rocratiche e inefficaci e non seria-mente controllabili.In particolare vorremmo concluderecon un auspicio affinché ognunos’impegni nel suo compito senza in-vadere situazioni e lavoro di altre ca-tegorie, per cui alla fine: il produtto-re produca il farmaco e lo propa-gandi, il medico-veterinario faccia ilsanitario consulente delle produzio-ni animali e lo prescriva, il farmaci-sta (quello in Farmacia e quello delGrossista) distribuisca correttamen-te quello che è stato prescritto. Re-sta infine all’utilizzatore finale, l’alle-vatore zootecnico, l’impegno di uncorretto uso dello stesso per garan-tire e tranquillizzare il consumatoredei prodotti d’origine animale, giàscosso dai recenti fatti della ”muccapazza”, di poter cibarsi di un sanoprodotto dei nostri allevamenti.

Luigi Vaira

Presidente AS.CO.FAR.VE(Associazione Nazionale Distributori

Medicinali Veterinari)

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200112

Il primo annuncio della pubblicazione in Gaz-zetta Ufficiale del Decreto 306 è stato lanciatosulla vet-link dell’ANMVI il 27 luglio scorso dalCollega Aldo Vezzoni che alle ore 21:50 scrive-va: “ vorrei che fosse un primo passo verso unanostra emancipazione professionale, un far va-lere i nostri diritti, anche contro l’indifferenza oaddiruttura l’ostilità degli altri”. Ne è seguito uncoro di ringraziamenti ed elogi entusiastici cheper diversi giorni ha dominato la discussioneon line e che ben presto si è ricomposto in ri-flessioni e domande sulle conseguenze prati-che del nuovo regolamento. Tentazioni a parte (bruciare in un rito collettivoe liberatorio il registro di carico e scarico eprendersi una rivincita con il farmacista che ciha snobbato per anni…), crediamo sia utile ri-portare le domande proposte in vet-link daiColleghi nei giorni scorsi. Le risposte sono di Aldo Vezzoni e sono anch’esse riprese dalla li-sta.

Il farmaco ceduto e pagato dal cliente rientranelle spese detraibili? È già noto come fattu-rare le confezioni di farmaci date ai proprieta-ri come inizio terapia? Premesso che sono detraibili le prestazioni ve-terinarie, si tratta di stabilire se fatturare il far-maco facendolo rientrare in unica voce nella ri-cevuta sanitaria tipo “prestazione veterinaria eservizi accessori” ed in tal caso si appliche-rebbe l’aliquota più alta, oppure riportando vo-ci separate per “prestazione” e “cessione difarmaco” (e quindi aliquote IVA diverse).Se il proprietario può scaricare solo la voce“prestazione” allora non potrà detrarre il costodel farmaco. D’altra parte il veterinario avrebbeconvenienza a separare le voci, per non cari-care sul medicinale dispensato un’aliquota IVApiù elevata che costituirebbe per lui un costopassivo. La condizione ideale sarebbe quelladi ottenere una riduzione dell’aliquota IVA sulleprestazioni veterinarie, magari portandola allastessa del farmaco. Tuttavia, per ora ci si può comportare come perle vaccinazioni, con una dizione generica “visi-ta e terapia” invece di “visita e vaccinazione”: ivaccini, infatti, non sono medicinali che noi di-spensiamo, da sempre, all’interno della nostraprestazione?Il Ministero delle Finanze ha informato la FNO-VI che fornirà, probabilmente in autunno, unadirettiva su come scorporare la cessione di unbene, come il farmaco, con la sua aliquota IVA,nella stessa parcella. Già questa primavera ilMinistero delle Finanze aveva espresso unorientamento favorevole in proposito. Sarebbecosì possibile inserire nella stessa parcella latariffa della prestazione professionale, con l’ali-quota IVA del 20%, ed il costo del medicinaledispensato con l’aliquota IVA del 10%, comedel resto si fa da tempo in altri paesi europei.

Come ci si comporterà con i farmaci attual-mente caricati sul famigerato registro? Il re-gistro in uso deve essere in qualche modochiuso ufficialmente, oppure no? Semplicemente smettendo di effettuare loscarico, non più richiesto e continuando aconservare, magari anche nello stesso regi-stro, usato come un raccoglitore, la docu-mentazione d’acquisto (copia della triplicericetta vidimata dal farmacista o grossista)dei farmaci acquistati dal 26 agosto. In casodi somministrazione di medicinali ad anima-li produttori di alimenti per l’uomo, vige an-cora l’obbligo di registrazione. Se invece siopera esclusivamente su animali non pro-duttori di alimenti per l’uomo, allora da do-menica 26 agosto si può archiviare il fami-gerato registro in soffitta (a disposizione pertre anni per eventuali controlli) conservando

d’ora in poi solo la documentazione d’acqui-sto.

Assolta tutta la burocrazia che la cessionecomporta, quanto ci rimane in tasca? Il decreto non obbliga alla dispensazione, mane concede la possibilità. Chi ritiene la cosanon conveniente, deve semplicemente conti-nuare a fare la sua bella ricetta, chi invece latroverà vantaggiosa, sia in termini di qualità delservizio offerto sia di remunerazione, potrà far-lo, pur nel rispetto delle condizioni previste(confezione aperta per iniziare la terapia, soloper animali in cura, solo per medicinali ad usoveterinario).

Poiché nel comma 4 dell’art. 17, relativo allemodalità di carico e scarico, non viene citatoil comma 5, relativo ai medicinali ad uso uma-no tenuti come scorta, non si potrebbe inter-pretare allora che l’utilizzo dei medicinali aduso umano tenuti nella scorta sia ancorasoggetto all’obbligo di scarico sul registro,oltre che di carico? Sul dubbio che per i medicinali ad uso umanosia ancora necessaria la registrazione delloscarico, non esistono possibilità di diversa in-terpretazione: la registrazione di scarico è ri-chiesta SOLO per medicinali somministrati adanimali produttori di alimenti per l’uomo. Nelcomma 4 dell’art. 17 non è stato citato il com-ma 5 perché il comma 4 si riferisce a medici-nali che possono essere somministrati sia adanimali produttori di alimenti per l’uomo che adanimali non produttori, come del resto anche ilcomma 1 e 6, mentre il comma 5 si riferisce so-lo a medicinali (ad uso umano) che possonoessere tenuti come scorta e somministrati soload animali non produttori di alimenti per l’uo-mo. Del resto, a fugare ogni dubbio interpreta-tivo, il comma 4, relativo alle modalità di regi-strazione, cui fa espresso riferimento il comma5, non prevede nemmeno uno scarico per me-dicinali somministrati ad animali non produttoridi alimenti per l’uomo.

Decido io se il cavallo è un “animale produt-tore di alimenti per l’uomo”? Nella nostrastruttura l’acquisto dei farmaci, e pertanto ilregistro, riguarda sia pet che cavalli e natu-ralmente alcuni farmaci vengono usati sianell’uno che nell’altro settore.Per quanto riguarda i cavalli, per il momentosono da considerare, agli effetti della normati-va sul farmaco, tra gli animali produttori di ali-menti per l’uomo. Dico per il momento, perchésia FNOVI che ANMVI si sono dati da fare perottenere una normativa che definisca le condi-zioni per cui i cavalli possano essere equipara-ti ad animali NON produttori di alimenti per l’uo-mo, normativa che speriamo possa arrivare inporto già quest’anno.

Nel caso di acquisto di farmaci solo nellastruttura principale e di utilizzo presso un pic-colo ambulatorio ad oggi si poteva scaricaredal registro della struttura principale e carica-re con tale provenienza nel registro dell’am-bulatorio. Ho pensato da oggi di usare un do-cumento di trasporto quale la bolla di accom-pagnamento. Potrebbe essere regolare? Per quanto riguarda l’impiego di medicinalidella scorta in strutture satelliti, bisogna vede-re come sono strutturate dal punto di vista au-torizzativo e fiscale, se fanno parte di un’unicaorganizzazione o meno. Nel caso si tratti diun’unica organizzazione, con sedi distaccatead opera di colleghi inquadrati nell’organico,non ci sono problemi ad utilizzare un’unicascorta, purché vengano elencati in un’autodi-chiarazione, redatta dal responsabile dellescorte e da conservare dove si raccoglie la do-

cumentazione d’acquisto, l’elenco dei veterina-ri afferenti alla scorta, copia della quale do-vrebbe essere conservata anche nelle strutturesatelliti. Viceversa, se le strutture hanno ciascuna unaloro indipendenza organizzativo-sanitaria, nonvedo come sia possibile che da una scorta, sepur nella struttura più grande e con la quale lestrutture più piccole hanno rapporti di collabo-razione, possano essere ceduti medicinali aqueste strutture piccole, trattandosi in questocaso di commercio all’ingrosso, appositamenteregolamentato da norme ben precise e chenon prevedono questi passaggi da un impian-to o struttura all’altro/a.

Cosa cambia per il farmaco umano? È eticoprescrivere un farmaco umano quando esi-ste il corrispondente prodotto veterinario sequest’ ultimo a parità di principio attivo costamolto di più? La normativa sul farmaco veterinario italianaderiva da una direttiva europea che aveva im-posto, per i trattamenti farmacologici sugli ani-mali, il rigoroso rispetto del così detto “mecca-nismo a cascata”, secondo il quale il medicoveterinario è tenuto ad utilizzare prima di tutto imedicinali veterinari registrati per la specie ani-male da curare, in mancanza di questi i medi-cinali veterinari registrati per altre specie ani-mali e, in mancanza anche di questi, i medici-nali registrati per l’uomo, per finire, in mancan-za anche della disponibilità di questi ultimi, adutilizzare preparazioni magistrali. Il sistema erastato adottato prima di tutto per ottenere unafarmacoterapia mirata, con medicinali testatiappositamente sulla specie animale destinata-ria, con adeguate prove di efficacia e tollerabi-lità, ed in secondo luogo per limitare al massi-mo la somministrazione ad animali produttori dialimenti per l’uomo di medicinali dei quali nonerano noti i tempi di sospensione per eliminarei loro residui nei tessuti. Nella clinica degli ani-mali da compagnia, ovviamente, quest’ultimamotivazione non ha motivo di esistere, ma valecertamente la prima, anche se di fronte a me-dicinali contenenti gli stessi principi attivi e ma-gari gli stessi eccipienti e magari ancora già te-stati durante la loro sperimentazione umanaanche nel cane o nel gatto, possono sorgerenon pochi dubbi di ordine pratico ed etico,specialmente in particolari condizioni di indi-genza dei proprietari. In Inghilterra, ad esem-pio, dopo alcuni anni di applicazione del mec-canismo a cascata, la più grande organizza-zione animalista del paese si era resa contoche il suo bilancio per la spesa farmaceuticaveterinaria nei suoi canili di cani e gatti abban-donati era più che triplicato, tanto che ottenneuna normativa che rendeva più blando il mec-canismo a cascata negli animali non destinatialla produzione di alimenti per l’uomo, così dapermettergli di utilizzare medicinali alternativimeno costosi. La stessa cosa è stata ottenutanel 1995 dall’American Veterinary Medical As-sociation, quando il Senato degli Stati Uniti haemesso una direttiva che differenziava il mec-canismo a cascata per le varie categorie ani-mali. In Europa è attualmente in fase di elabo-razione il ‘recasting’ della normativa sul farma-co veterinario che dovrebbe considerare an-che questi aspetti. L’avvento, inoltre, dei medi-cinali generici anche nel settore veterinario do-vrebbe già offrire delle alternative economica-mente convenienti. Il recente Decreto sul far-maco veterinario non modifica in alcun modo lanormativa vigente a questo proposito, anchese la possibilità di dispensazione di confezionidi medicinali per iniziare la terapia, essendo li-mitata esclusivamente a prodotti registrati peruso veterinario, dovrebbe favorire un maggiorimpiego di medicinali veterinari specifici.

È nato finalmente... e ora che si fa?

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N ell’attività professiona-le del medico veterina-rio capita, a volte, che al

sanitario venga richiesto, da partedel proprietario dell’animale di in-terrompere un trattamento già ini-ziato, di sospendere o rimandareun intervento chirurgico già pro-grammato, eventualmente chie-dendo la soppressione dell’anima-le per motivi economici.In queste situazioni il veterinariopuò accettare le nuove condizioniche il cliente domanda ma può an-che non condividere la volontà delproprietario dell’animale per i piùsvariati motivi: per ragioni di carat-tere tecnico-scientifico (ad esem-pio, l’interruzione della terapia puòportare alla morte dell’animale),deontologico (è il caso, ad esem-pio, in cui viene richiesta la sop-pressione eutanasica del cane an-ziché un trattamento risolutivo macostoso), o per motivi banali, comead esempio in quella data sonofuori sede, ecc. In queste ultime circostanze, il me-dico veterinario si domanda: possorifiutarmi di eseguire le richieste delcliente o, invece, sono tenuto adaccettarle? Ho diritto a portare atermine un trattamento già iniziato?Quali conseguenze possono deri-vare dal mio comportamento?Scopo del presente lavoro è far co-noscere i diritti e gli obblighi che, inquesti casi, la legge riconosce alcollega veterinario nei confronti delcliente. Si fa presente che non ver-ranno presi in considerazione gliaspetti relativi alla responsabilitàprofessionale che tale rapportopuò comportare.

Il rapporto professionale medicoveterinario-cliente nel CodiceCivileDal punto di vista del diritto il rap-porto professionale che si stabili-sce tra il medico veterinario ed ilcliente rientra nel campo civilisticoe viene regolato da precisi articolidel Codice Civile (C.C.) – del con-tratto – e, più in particolare, dall’art.2230 CC e seguenti (Prestazioned’opera intellettuale).Dal momento in cui il proprieta-rio/detentore di un animale si rivol-ge ad un medico veterinario solle-citando la sua professionalità (pre-stazioni professionali) e, quest’ulti-mo accetta, anche tacitamente, sistabilisce un rapporto contrattualeche crea delle obbligazioni a tuttedue le parti che hanno partecipato.Tale contratto viene denominato“d’opera professionale”: il sanitariosi obbliga ad eseguire la prestazio-ne mentre il cliente si obbliga allasua retribuzione, essendo una ca-ratteristica tipica di questo tipo dicontratto l’obbligazione di mezzi enon di risultato e, cioè, il veterinario

si obbliga a svolgere, a favore delcliente, una determinata attivitàsenza, tuttavia, garantire il risultatoche da questa attività il cliente si at-tende (il veterinario si obbliga a cu-rare l’animale ma non garantisce lasua guarigione).Al fine di poter stabilire quali diritti equali obbligazioni comporta questospecifico tipo di rapporto profes-sionale si devono tener presenti al-cune nozioni fondamentali del dirit-to civile e, più precisamente, quel-le relative al contratto in generale,in quanto, come si vedrà a conti-nuazione, assumono notevole im-portanza per le particolarità che hail rapporto contrattuale tra veterina-rio-cliente.

Elementi del contrattoAffinché il vincolo tra veterinario –cliente possa essere definito con-

tratto, non è sufficiente la concordevolontà delle parti (requisito de-terminante ma non unico) in quan-to occorrono altri elementi essen-ziali:- La causa ovvero la funzioneeconomico-sociale del contratto:scambio di una prestazione con ilpagamento della retribuzione (doperché tu faccia, faccio perché tudia). Tuttavia, il veterinario potreb-be prestare la propria opera a titologratuito purché, come prescrive ilCodice deontologico, la forma ed ilmodo di tale comportamento noncostituiscano artificio per una illeci-ta concorrenza. In funzione della causa i contrattivengono distinti in contratti onerosi,i primi, e contratti gratuiti, nel se-condo caso. - L’oggetto: la prestazione o pre-stazioni che il veterinario si obbliga

a eseguire a favore del cliente. L’oggetto del contratto può riguar-dare una singola prestazione (ani-male con ferita per courettage chi-rurgico o per una vaccinazione)oppure un insieme di prestazionisuccessive ma ciascuna di esse è,rispetto all’altra, una diversa pre-stazione o complementare alla pre-cedente. Nel campo della medicina veteri-naria è difficile limitare l’attività delveterinario ad una singola presta-zione. Infatti, anche nel caso in cuiil cliente sollecita un’unica presta-zione professionale, vaccinazionedell’animale, tale prestazione èpossibile soltanto dopo visita del-l’animale al fine di stabilire se il suostato sanitario consente la presta-zione richiesta e, pertanto, le pre-cedenti attività, comunemente ac-cettate nella pratica veterinaria, ne-cessarie per adempiere all’obbli-gazione principale del contratto(vaccinazione) s’intendono inclusenell’oggetto del contratto. Nel caso in cui il cliente solleciti lacura di un animale politraumatizza-to, l’oggetto del contratto (cura del-l’animale) è, di per sé, costituito daun insieme di prestazioni, succes-sive l’una rispetto all’altra ed inter-dipendenti tra di loro, che devonoattuarsi al fine raggiungere l’obbli-gazione principale. In quest’ultimocaso il contratto viene definito con-tinuativo. In definitiva si può ritenere che,normalmente, nell’ambito della me-dicina l’oggetto del contratto non

sia definito in tutti i suoi particolariperò tutte le prestazioni, comune-mente accettate dalla prassi veteri-naria, necessarie per raggiungerel’obbligazione principale sono daconsiderare incluse nel contenutodel contratto.A ulteriore chiarimento si specificache in ambito ambulatoriale, il piùdelle volte l’oggetto del contratto èstato definito (cura dell’animale)ma non viene specificato in tutti isuoi dettagli. Nell’esempio dell’ani-male politraumatizzato la cura del-l’animale (oggetto) comporta unaserie di prestazioni continuative ecomplementari tra di esse, elemen-ti che non furono definiti nella stipu-lazione del contratto ma che sonoda considerarsi inseriti in esso inquanto indispensabili e, quindi, ta-citamente eseguiti nella prassi ve-terinaria.

- La forma, che rappresenta lamodalità con la quale viene ma-nifestata la volontà delle parti.Essa può risultare da una manife-stazione espressa (orale o scrit-ta) o tacita. Solitamente, in ambi-to ambulatoriale la manifestazio-ne della volontà avviene in modoorale o in modo tacito, in quantosi desume dal comportamentodelle parti: il cliente manifesta lasua volontà nel portare l’animalein ambulatorio, mentre il medicoveterinario nell’accettare la visitadell’animale. Soltanto in presenza di tutti e quat-tro gli elementi sopra citati, possia-

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 13A T T U A L I T À

Aspetti contrattuali del rapporto professionale tra medico veterinario e cliente

di Maria Del Carmen,

Moreno Lopez*

* Istituto di Medicina Legale e Legislazione Veterinaria, Università degli Studi di Milano

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mo affermare che il contratto è per-fezionato e ha forza di legge e,quindi, è in grado di produrre effet-ti: si creano dei diritti e delle obbli-gazioni alle parti che lo hanno sot-toscritto. Da quel momento le partisono tenute a rispettarlo e per scio-glierlo, ci vuole il mutuo dissensodelle parti o cause ammesse dallalegge, come il recesso, che a se-guito verranno illustrate.

Obbligazione principale edobbligazioni accessorie delcontrattoNel rapporto professionale che sistabilisce tra cliente e veterinario,l’obbligazione principale alla qualeil medico veterinario si obbliga (cu-ra dell’animale) è composta, a suavolta, di altre obbligazioni accesso-rie. Una generale obbligazione ac-cessoria è quella di comportarsicon correttezza (art. 1175 C.C.);correttezza reciproca (cliente-vete-rinario) significa che l’uno devecooperare per soddisfare l’interes-se dell’altro. Una applicazione spe-cifica è il “dovere d’informazione”che il medico veterinario ha neiconfronti del cliente e che s’identifi-ca con il consenso informato, siaorale che scritto.

Fase pre-contrattuale e faseesecutiva del contrattoDifferenziare la fase precontrattua-le o precedente alla conclusionedel contratto dalla fase esecutivadel contratto, o successiva al suoperfezionamento, è molto impor-tante in quanto, come visto in pre-cedenza, permette di stabilire ilpreciso momento dal quale nasco-no le obbligazioni ed i diritti chepossono essere esercitati da ognu-na delle parti (ad esempio quandoho l’obbligo di eseguire o quandoho diritto di rifiutare l’esecuzionedella prestazione). Quando il proprietario di un’animaleentra in ambulatorio veterinariochiedendo al medico veterinario dioccuparsi dalla salute del proprioanimale, manifesta la sua volontà distabilire un rapporto contrattualecon il professionista. In questa fase,denominata pre-contrattuale, il me-dico veterinario potrebbe rifiutarsi dieffettuare la prestazione e, cioè, po-trebbe manifestare il suo diniego ad

accettare la cura dell’animale perdiversi motivi e, quindi, il contrattonon verrebbe concluso. Se inveceaccetta la cura dell’animale, il con-tratto è perfezionato, e da quel mo-mento nascono le obbligazioni del-l’uno nei confronti dell’altro: fase diesecuzione del contratto.

Classificazione dei contratti aseconda di quando avvienel’esecuzioneA seconda di quando venga ese-guita la prestazione oggetto delcontratto, i contratti possiamo clas-sificarli:❏ C. istantaneo: la conclusione

del contratto e la sua esecuzio-ne avvengono quasi contem-poraneamente, come ad esem-pio quando arriva in ambulato-rio un animale con ferita percourettage chirurgico;

❏ C. differito: la esecuzione delcontratto avviene in un momen-to successivo alla sua conclu-sione, ad esempio quando siprogramma un intervento chi-rurgico o un trattamento dia-gnostico specialistico (TAC).

❏ C. continuativi: il contrattocomprende una serie di presta-zioni continuative come nel ca-so della cura dell’animale di-splasico, che normalmente ri-chiede, visita clinica, trattamen-to diagnostico, prove pre-ope-ratorie, trattamento chirurgico,terapia post-operatoria, ecc.

❏ C. periodici: il contratto preve-de delle prestazioni che devo-no essere periodicamente ri-petute nel tempo, come adesempio nel caso di un anima-le affetto da malattia cronicache necessita di trattamentiperiodici.

Rifiuto da parte del medicoveterinario ad eseguire unaprestazioneOltre ai casi in cui il Codice Deon-tologico (art. 12) impone al medicoveterinario di rifiutare le proprieprestazioni professionali:- quando abbia ricevuto offesa

dal richiedente;- quando il richiedente non ab-

bia corrisposto gli onorari dovu-ti e già richiesti;

- quando il professionista venga

a conoscere l’esistenza di inter-vento professionale ancora incorso da parte di altro collega;

- quando il cliente sia notoria-mente moroso nei confronti dialtri colleghi,

è opportuno segnalare altre situa-zioni nelle quali il veterinario ha il di-ritto di rifiutarsi di eseguire le pre-stazioni che vengono richieste dalcliente.Innanzitutto il diritto del medico ve-terinario di rifiutarsi di eseguire le ri-chieste del cliente, senza nessunagiustificazione, può essere eserci-tato se si trova nella fase precon-trattuale. Si è visto che requisito es-senziale per la stipulazione delcontratto è il mutuo accordo delleparti e, in base a questo principio,il medico veterinario non è obbliga-to ad accettare di compiere atti oprestazioni contrarie sia alla suadeontologia (conchectomia), sia al-la sua scienza e coscienza (tratta-menti omeopatici), sia alla sua pre-parazione tecnico-scientifica (ri-chiesta cura di animali esotici). Co-me prescrive l’art. 7 del CodiceDeontologico: “Il medico veterina-rio non deve mai rinunciare alla sualibertà ed indipendenza professio-nale; deve ispirarsi sempre alle co-noscenze scientifiche ed alla pro-pria coscienza”.Si desume, pertanto, che nella fa-se precontrattuale, il rifiuto daparte del medico veterinario adeseguire una prestazione profes-sionale rappresenta un suo dirit-to, in quanto rientra nell’autono-mia contrattuale delle parti, ca-ratteristica propria dei contratti ericonosciuta dalla legge. Il rifiutoad eseguire una determinata pre-stazione durante la fase di ese-cuzione del contratto, invece, de-ve avvenire per giusta causa inquanto un rifiuto non giustificatopotrebbe comportare delle re-sponsabilità giuridiche (inadem-pimento del contratto).Si ricordi sempre che solo nei ca-si di urgenza, anche se non invi-tato, il medico veterinario ha l’ob-bligo di prestare le prime cure aglianimali a meno che l’opera disoccorso comporti pericolo o l’in-tervento sia sconsigliabile pergiusta causa (Art. 11 CodiceDeontologico).

RAPPORTO CONTRATTUALE:obblighi e dirittiUna volta che il medico veterinarioed il cliente abbiano stabilito lacausa, l’oggetto, la forma e abbia-no manifestato la mutua volontà avincolarsi, il contratto si è perfezio-nato e nasce così il rapporto con-trattuale d’opera professionaleintendendo come tale l’insieme deidiritti e delle obbligazioni recipro-che che nascono dal contratto: ilmedico veterinario si obbliga, neiconfronti del cliente, a mettere asua disposizione tutte le sue cono-scenze, tecniche e scientifiche, perraggiungere il risultato senza, però,assicurarglielo mentre il cliente siobbliga alla corresponsione dell’o-norario. In precedenza si è visto che l’ogget-to del contratto (richieste che vengo-no fatte dal cliente) possono riguar-dare una singola prestazione, adesempio tatuaggio del cane, oppureun insieme di prestazioni successivee complementari tra di loro, è il casodi un animale politraumatizzato (visi-ta clinica, diagnosi, chirurgia, ecc.) oprestazioni periodiche (terapia croni-ca). Tale aspetto è di fondamentaleimportanza perché stabilisce le ob-bligazioni alle quali si impegnano siail veterinario sia il cliente e ci indicaquando il rapporto contrattuale è daconsiderarsi estinto oppure recesso,con i conseguenti doveri e diritti.In ogni caso si deve sempre ricor-dare che la scelta tecnica del tipodi prestazione ritenuta più idoneaper raggiungere l’oggetto del con-tratto (curare l’animale) spetta almedico veterinario poiché la suapreparazione professionale lo met-te su un piano superiore, in quantoa conoscenze tecniche e scientifi-che della medicina, rispetto al pro-prietario dell’animale ed il medicoveterinario si libera dell’obbligazio-ne eseguendo l’una o l’altra presta-zione (art. 1285 C.C.).Ciò nonostante, il sanitario ha l’ob-bligo d’informare il cliente dellasua scelta (obbligazione accesso-ria) in quanto questa potrebbe nonessere condivisa e/o accettata dalcliente. È il caso, ad esempio, incui il medico veterinario consigli ilcliente sull’opportunità di soppri-mere l’animale che si trova in con-dizioni critiche o ritenga opportunoeseguire un trattamento chirurgico(più costoso ma risolutivo) piuttostoche un trattamento farmacologico,(meno costoso ma non risolutivo). Ilproprietario dell’animale ha diritto anon accettare tali proposte, rece-dendo il contratto. Il medico veteri-nario non può, in nessun caso, im-porre le sue scelte e ha diritto sol-tanto al pagamento delle prestazio-ni svolte fino al momento del reces-so del contratto.

Evoluzione del rapportocontrattuale: estinzione,recessione, integrazione,risoluzioneNella realtà degli ambulatori veteri-nari, una volta che il cliente ed il ve-terinario hanno stabilito la causa,l’oggetto, la forma ed è manifesta lavolontà delle parti di stabilire un rap-porto professionale, può succedere:- Che ognuna delle parti adem-

pia alle proprie obbligazioni e,pertanto il contratto si estingue.

- Che le parti decidano, di mutuoaccordo, di costituire una obbli-gazione diversa da quella con-cordata: ad esempio l’interven-to chirurgico programmato vie-ne sospeso in quanto le condi-zioni dell’animale si sono ag-gravate e non è consigliabilel’intervento.

- Che, per cause non imputabilialle parti, morte dell’animale,non sia più possibile portare atermine il contratto.

- Che le parti decidano, di mutuoaccordo, di integrare o modifi-care i contenuti del contratto.

- Che una parte decida di inter-rompere il rapporto contrattua-le: recesso unilaterale del con-tratto.

- Che una parte non adempia al-le obbligazioni a cui si era im-pegnata: inadempimento.(Questo aspetto sarà trattato inun altro momento)

Del recessoPer recesso unilaterale s’intende lavolontà solo di una parte di scio-gliere il contratto senza l’acconsen-timento dell’altra.Del recesso unilaterale tratta l’art.1373 C.C: quando a una parte è at-tribuita la facoltà di recedere tenen-do presente che quando l’oggettodel contratto è riferito ad una unicaprestazione, tale facoltà può esse-re esercitata prima dell’inizio dell’e-secuzione, mentre nei contratti adesecuzione continuativa o periodi-ca può essere esercitata successi-vamente all’inizio dell’esecuzioneperò le prestazioni già svolte o incorso di esecuzione, devono esse-re retribuite.Nel contratto d’opera intellettuale, ilC.C. ammette il recesso unilateraleda parte del cliente. L’esercizio di ta-le diritto, a seconda il tipo di contrat-to di cui sopra, produce diversi effet-ti o può essere esercitato in diversimomenti: nei contratti istantanei e dif-feriti prima dell’esecuzione; nei con-tratti continuativi o periodici, anche inmomenti successivi però il veterina-rio ha diritto al compenso per le pre-stazioni già effettuate o in corso diesecuzione fino a quel momentononché per le spese connesse.Il recesso parte dal momento in cuiil cliente comunica alla controparte(Medico-Veterinario) la propria vo-lontà e rappresenta un diritto che lalegge riconosce al cliente di farcessare il rapporto contrattuale.Particolare attenzione si deve pre-stare al momento in cui avviene ilrecesso: se la volontà, da parte delcliente, viene espressa quando l’a-nimale si trova o in una fase la cuil’interruzione può dar luogo a con-seguenze irreparabili o compro-mettere la salute dell’animale, ilmedico veterinario ha l’obbligod’informare il proprietario delle pos-sibili conseguenze che l’interruzio-ne del trattamento comporta non-ché delle conseguenze sul pazien-te (meglio per iscritto o con testi-moni per evitare ulteriori contesta-zioni) in modo d’informare il clientedei danni che può provocare sull’a-nimale una sospensione del tratta-

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200114

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mento o dell’intervento.Riguardo, invece, al recesso da par-te del medico veterinario, il C.C. di-spone che può essere esercitatosoltanto per giusta causa ed in mo-do da evitare pregiudizio al cliente.Motivi di carattere deontologico,competenza professionale, scienzae coscienza, visti precedentemente,possono ritenersi cause giuste. Si ricordi comunque che le sceltedel medico veterinario per raggiun-gere la obbligazione principale sonolibere è devono basarsi sulla suascienza e coscienza. Se il veterinarioritiene che deve effettuare un deter-minato intervento o terapia secondoscienza e coscienza (non opero,sopprimo), il cliente ha diritto a rifiu-tare tale scelta (non lo sopprima, loporto a casa), o viceversa, il clientevuole sopprimerlo perché troppo co-stoso l’intervento. In questo caso ilVeterinario non ha nessun diritto aproseguire l’intervento ma non èneanche obbligato a procedere allasoppressione dell’animale, contrariaalla sua scienza e coscienza.Anche in queste situazioni il medi-co veterinario ha diritto al rimborsodelle spese sostenute e al com-penso per le prestazioni svolte.

Contratto e consenso informatoIl consenso informato non è sinoni-mo di contratto ma una nota infor-mativa che rientra tra le obbligazio-ni accessorie del contratto “Obbli-go d’informazione”. La firma delconsenso informato dimostra sol-tanto che il proprietario dell’anima-le è stato informato dei rischi o del-le conseguenze, ecc. che l’inter-vento comporta ed il cliente, anchein presenza del consenso firmato,ha diritto a chiedere la recessionedel contratto.In conseguenza, il consenso infor-mato non ha valore giuridico perchiedere la conclusione del con-tratto, e, cioè, non obbliga al clien-te nei confronti del medico veteri-nario ad esigere che la prestazio-ne, l’intervento chirurgico, debbaarrivare a termine o debba essereeffettuata.

CONCLUSIONISi è visto che quando il proprietariodi un animale si rivolge ad un me-dico veterinario si stabilisce un rap-porto contrattuale d’opera profes-sionale. Salvo che nella fase inizia-le non siano chiarite le condizionied i limiti delle prestazioni profes-sionali, il rapporto è da considerar-si aperto e si presuppone che ilcliente sia a conoscenza che, perquel tipo di richiesta da lui fatta (cu-rare l’animale con una frattura), so-no necessari una serie di interven-ti, diagnostici, chirurgici, ecc. a co-sti stabiliti dai tariffari professionali.Non c’è dubbio che il progressoscientifico e tecnologico metta a di-sposizione del veterinario tecnichedi diagnostica e terapia comples-se, sicuramente più sicure, menoinvasive (TAC) ma qualche voltapiù costose, nei confronti delle tec-niche classiche. Sebbene, comeabbiamo affermato, la scelta dellametodica da utilizzare competa alprofessionista, dal momento chetali scelte possono incidere sui co-

sti da pagare, è opportuno che ilveterinario si chieda: quali risultatici possiamo attendere? I costi giu-stificano la scelta? Tutelo così gli in-teressi del cliente? Pertanto, il me-dico veterinario deve prestare par-ticolare attenzione al dovered’informare il proprietario dell’ani-male, soprattutto quando la meto-dica da utilizzare sia da conside-rarsi innovativa rispetto alla prassiveterinaria o abbia dei costi ecce-zionali rispetto alla normalità. Inoltre, fermo restando il diritto di

recesso del cliente, è importantetenere conto di quando tale dirittoviene esercitato, soprattutto quan-do si è in un momento delicato diesecuzione del contratto o partico-lare, nel quale oramai i costi da pa-gare comunque rimangono però sicompromette la vita dell’animale.Informare il proprietario delle con-seguenze della sua decisione èfondamentale e, se comunque ri-mane la sua volontà di sospendereil contratto, lasciare traccia dellanostra informazione.

Consenso informato e interventiaggiuntiviPrima di un intervento è sempre im-portante richiedere al cliente il suoconsenso scritto per evitare l’even-tuale contestazione della nostra pre-stazione. Un pronunciamento dellaCorte di Cassazione però - su uncaso di chirurgia umana ma facil-mente rapportabile anche al nostrosettore - dice che qualora il consen-so sia limitato ad un particolare in-tervento e durante il medesimo su-bentri l’urgenza di ampliare l’opera-

zione il medico può procedere sen-za dover richiedere alcuna ulterioredichiarazione di consenso. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 15A T T U A L I T À

Il ritorno di uncervello in fuga

Ci scusiamo con Margherita Gracisper un’inesattezza riportata nel suocurriculum vitae (Professione Vete-rinaria 6/2001, pag 11 ndr). Rien-trata in Italia, la dottoressa svolgeattività libero-professionale a Mon-za e a Milano e si occupa esclusi-vamente di odontoiatria e chirurgiaorale.

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PROFESSIONE VETERINARIA 8/200116

C ome ho evidenziatonella mia relazione al-l’Assemblea dei Dele-

gati di giugno, il risultato più posi-tivo che ha raggiunto questa Am-ministrazione è stata, a mio pare-re, la ritrovata compattezza e lavolontà di reciproca collaborazio-ne tra le varie componenti dellaCategoria.L’approvazione all’unanimità delBilancio Preventivo 2001, e del Bi-lancio Consuntivo 2000 ne sono laprova più evidente.Il mantenimento di questa com-pattezza dovrà essere il primo im-pegno del prossimo Consiglio,perché solo con questa potrà rag-giungersi quel fondamentale tra-guardo che è il riconoscere chel’ENPAV è un patrimonio da salva-guardare per tutti i Veterinari.

Volendo però entrare più neldettaglio delle cose fatte, qualisono state le iniziative più im-portanti prese dal Consiglio diAmministrazione?Non voglio ripetere quanto ho giàespresso sul Notiziario Enpav n°11ma, in estrema sintesi, direi che l’a-vere riacquisito l’utilizzo dell’attua-le Sede è stato l’atto più rilevanteall’inizio del nostro mandato.

La recente inaugurazione dellaSala Convegni intitolata a MarioSchianchi, consentirà inoltre di or-ganizzare frequenti incontri siacon i Delegati, sia con gli Ordini,sia con gli altri rappresentanti del-la Categoria, al fine di ottempera-re all’obbligo di trasparenza e diinformazione che ha il nostro Ente.Sulle importanti modifiche statu-tarie e regolamentari, approvatedall’Assemblea dei Delegati, cisiamo più volte soffermati e sia-mo certi che il prossimo Bilancio

Tecnico, elaborato con proiezio-ne a 40 anni, confermerà la giu-stezza delle nostre scelte, finaliz-zate al mantenimento dell’equili-brio di Bilancio, così come previ-sto dal D. Lgs. 509/94. Ma vorreianche ricordare quanto il Presi-dente degli Psicologi Dr. Houlis,ha affermato al Convegno Enpavdi Palermo “Spero che si possatrovare una soluzione che ci per-metta di avere dei Bilanci sani,che ci garantiscano come Ammi-nistratori, ma che, soprattutto ga-rantiscano tranquillità ai nostriiscritti e consentano ai nostri Entidi erogare quelle prestazioni chedaranno poi la possibilità ai nostricolleghi, in età avanzata, di poteravere realmente una protezionesociale”.

Ma se le modifiche apportate sidimostrassero non sufficienti, sipuò ipotizzare che possano es-sere ritoccati in alto il contribu-to soggettivo e quello integrati-vo?Come ho già espresso, il D. Lgs.509/94 ci obbliga al mantenimen-to dell’equilibrio di Bilancio e per-tanto non si può escludere a prio-ri che possa essere maggioratal’attuale percentuale del 10% del

contributo soggettivo. Certamen-te, a mio parere, questa soluzionedovrà essere l’ultima ratio.Io sono certo che se tutti i Veteri-nari interessati, siano essi LiberiProfessionisti, Dipendenti Asl,Universitari o Ministeriali, appli-cassero correttamente il contribu-to integrativo 2% il rischio di doverricorrere a ritocchi del contributosoggettivo, sarebbe veramentepiù teorico che reale.Noi abbiamo molto lavorato neivari Enti pubblici perché il 2% ve-nisse applicato su tutte le presta-zioni veterinarie e spesso, vedi gliultimi accordi con alcuni IstitutiZooprofilattici, abbiamo ottenutolo scopo previsto. Ma, purtroppo,devo ammettere che incontriamoancora oggi le maggiori resisten-ze proprio da parte dei ColleghiVeterinari, i quali, per ingiustifica-to autolesionismo, opponendosiall’applicazione del contributo in-tegrativo 2%, non solo danneg-giano tutta la Categoria, ma dan-neggiano soprattutto se stessi,non recuperando in tutto o in par-te il contributo integrativo obbliga-torio già versato con la cartellaesattoriale. In questo ci distin-guiamo veramente da tutti gli altriProfessionisti!

Elezioni 2001

L’ENPAV, un patrimonio da salvaguardareIl prossimo mese di novembre verrà rieletto il nuovo Consiglio di AmministrazioneEnpav. Volendo fare un consuntivo delle attività svolte dal Consiglio uscente qualisono stati gli obiettivi più significativi raggiunti in questo quinquennio?

di Carlo Scotti

L’Enpav è parte integrante del-l’Adepp, l’Associazione degliEnti Privatizzati Privati. Qualivantaggi tale Associazione puòcomportare per la nostra Cate-goria?L’essere nell’Adepp è estrema-mente importante per l’Enpav. Nu-merose sono infatti le iniziative al-lo studio: innanzitutto l’iniquo trat-tamento fiscale delle nostre Cassecon la doppia tassazione: vengo-no infatti tassati sia i redditi pro-dotti con i versamenti contributividegli iscritti (ricordo che dobbia-mo garantire il mantenimento del-la riserva legale alle cinque an-nualità delle pensioni in essere)sia le pensioni maturate dagliiscritti!Paghiamo l’IVA sugli acquisti im-mobiliari e sulle relative spese dimanutenzione e non possiamo re-cuperarla e siamo soggetti all’IR-PEG, sui redditi derivanti dagli im-mobili, come qualsiasi società dicapitale!Altra importante iniziativa è l’eli-minazione del provvedimento in-serito nell’art. 34 del collegato fi-scale, alla Finanziaria per il 2001che prevede che i compensi de-rivanti dai rapporti di collabora-zione coordinata e continuativache non rientrano nei compiti isti-tuzionali compresi nell’oggettodell’attività di lavoro autonomo,siano fiscalmente consideratiredditi di natura non professiona-le e, di conseguenza, devono es-sere attratti alla contribuzione afavore dell’INPS. Contributi per iquali (probabilmente?) non siavrà mai una corrispondentepensione!Per ultimo voglio ricordare la re-cente iniziativa della costituzionedel Fondo di Previdenza Integrati-va individuale “Gencasse”, unajoint-venture costituita al 50% trale Casse aderenti all’Adepp e leAssicurazioni Generali e aperta atutti i Professionisti.Credo che quanto ho elencato, sepur sommariamente, giustifichiampiamente la nostra permanen-za nell’Adepp.Voglio ancora evidenziare che ilcontinuo confronto con altri Pro-fessionisti ha certamente contri-buito a migliorare la nostra profes-sionalità e la nostra conoscenzadelle problematiche previdenziali.L’auspicio che formulo per il nuo-vo Consiglio è che coloro che locomporranno abbiano un soloobiettivo, quello di garantire lapensione ai professionisti anchefra cinquant’anni! ■

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Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

“La clonazione umana è più sicu-ra sull’uomo che sugli animali”, in-siste il ginecologo Severino Anti-nori impegnato a difendere il suoesperimento di procreazione assi-stita. Ma gli scienziati dell’Acca-demia di Washington irridono lesue parole e il professore se neesce con l’ormai famosa frase“veterinari, allevatori da fattoriadegli animali!”. Il caso si presta ad almeno duelivelli di approccio: uno sul pianomorale e uno su quello scientifi-co. Quanto al primo livello, puòdarsi che i giornali abbiano tra-dotto male dall’inglese e titolatocon intenzione polemica, ma re-sta il fatto che per Antinori quali-ficare un soggetto come veteri-nario costituisce un’offesa gravee che con questo appellativo hareplicato sprezzante ai suoi col-leghi proprio per denigrarli. Èquesto il nodo cruciale della vi-cenda ed è questo il fondamen-to di possibili azioni legali sia insede civile che penale. I consu-lenti dell’ANMVI infatti hannoravvisato nelle esternazioni diAntinori una grave lesione dell’o-norabilità della classe veterina-ria, consigliando di pretenderequanto meno una rettifica. Eccodunque su queste pagine la let-

tera di scuse che il professoreha inviato all’Associazione Na-zionale dei Medici Veterinari Ita-liani. Sull’esistenza dei presupposti perprocedere legalmente, come au-spicato anche dall’OnorevoleMancuso, questa volta non ci so-no dubbi: non ci troviamo di fron-te alla sceneggiatura di un formatamericano o di uno spettacolod’intrattenimento sui generis, maalle dichiarazioni di un uomo discienza, che parla di scienza adun autorevole consesso di uominialtrettanto di scienza. È sull’op-portunità di un’azione legale, chemanca un accordo interno alla ca-tegoria veterinaria. Per qualcunoinfatti offendersi per le parole diAntinori equivale ad accreditarlo.Per altri, ed è l’illustre caso di Ce-sare Galli, il confronto andrebbespostato sul piano della ricercascientifica. Intanto il Ministro Sirchia ha mi-nacciato la radiazione dall’albo,Bush ha tuonato il suo “no” allaclonazione, ma Severino Antinoriandrà avanti e ha già annunciatoche a partire da novembre farà isuoi primi esperimenti per la crea-zione di embrioni derivati da cel-lule umane. E la clonazione animale? ■

Clonazione e Diffamazione

Caso Antinori: guerra o pace?Lo sdegno della categoria e le scuse del professore

di Sabina Pizzamiglio

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 17A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

Ancora bloccata la clonazione animale, ma per il tribunale di Cremona è un abuso

L a situazione sulla clonazione animale in Italia è ferma all’ordinanza Bindi, reiterata di recente daSirchia, il quale ha anche dichiarato di essere assolutamente favorevole alla clonazione animalee che non reitererà comunque l’ordinanza alla prossima scadenza. L’utilizzo dell’ordinanza per

bloccare la clonazione è un abuso di potere come ha stabilito il tribunale di Cremona quando ha archiviato ilprocedimento giudiziario nei miei confronti per la clonazione di Galileo. Il CIZ ha chiesto al TAR del Lazio la sospensione dell’ordinanza ed entro l’autunno dovremmo avere una ri-sposta in merito.Riguardo ad Antinori, penso che sia una persona intelligente ma soprattutto scaltra ed abbia usato i media asuo piacimento traendone una notevole pubblicità. Poi in una recente intervista ha smentito tutto dicendo che non ha nessuna intenzione di clonare l’uomo masolo di sviluppare terapie con cellule staminali, tipico dei politici più scaltri. Stessa tecnica già collaudata daRichard Seeds, il medico americano che un 2-3 anni fa aveva fatto lo stesso annuncio: stiamo ancora aspet-tando i primi bambini clonati. Notizie che servono a riempire i giornali nei periodi con scarsità di notizie. Anche se non lo conosco di persona, debbo dire che mi è simpatico, fu l’unico ai tempi della vicenda Galileoa schierarsi apertamente dalla nostra parte con una lettera al ‘Il Giornale’ intitolata ‘salvate il toro da Rosy Bin-di’ (martedì 28 Settembre ’99).Penso che l’aver apostrofato gli scienziati della National Academy of Sciences con la parola “veterinari” siauna battuta e come tale vada presa. Tutti sanno che le tecniche di riproduzione assistita sono state speri-mentate e sviluppate prima in campo animale e questo dovrebbe essere un vanto della professione, questoforse non tutti i veterinari lo sanno.Non mi sento di associarmi al coro di indignazione della categoria cui appartengo, non serve a niente; la ca-tegoria non ha fatto niente per me durante la mia ingiusta inquisizione. A parte la solidarietà a volte inaspet-tata di molti colleghi, la veterinaria “ufficiale” è stata indifferente al tutto, anzi da più parti è stato sollecitato unintervento ‘punitivo’ nei miei confronti, reo di screditare la categoria nei confronti delle istituzioni.Come uomo di scienza a me interessano i dati di fatto, ed è un dato di fatto che nella riproduzione assistita scien-ziati di formazione veterinaria hanno contribuito e continuano a contribuire progressi importanti. Apostrofare “ve-terinari” scienziati di punta potrebbe anche essere un riconoscimento alla professione, non un insulto.

Dr. Cesare GalliLaboratorio di Tecnologie della Riproduzione. - www.ciz.it

Ordinanza del Ministero della Salute del 27 giugno 2001

ART. 11- (…) l’efficacia dell’ordinanza del 5 marzo 1997 recante il divieto di qualsiasi forma di sperimentazione e diintervento, comunque praticata, finalizzata, anche indirettamente, alla clonazione umana o animale, è pro-rogata al 31 dicembre 2001.2 - Il divieto non si applica alla clonazione di animali transgenici utilizzati per medicinali innovativi ottenuti conbiotecnologie ed ai processi per essi impiegati, a condizione che ciascun intervento sia in ogni caso preven-tivamente notificato al Ministero della Sanità - Direzione Generale della Valutazione dei Medicinali e della Far-macovigilanza – e all’Istituto Superiore di Sanità. La notifica deve in particolare contenere specifiche relativealla denominazione, alla sostanza e al processo utilizzato per ottenere detti medicinali.3 - Parimenti il divieto non si applica alla clonazione attuata a salvaguardia di specie o razze animali invia di estinzione, a condizione che ciascun intervento sia preventivamente notificato al Ministero della SanitàDirezione Generale della Sanità Pubblica Veterinaria degli alimenti e della nutrizione- ed all’Istituto Superioredi Sanità. La notifica deve indicare le specie o razza animale che si intende clonare e contenere i dati che nedocumentino l’effettivo rischio di estinzione.

Il Ministro Sirchia - Roma, 27/06/2001

Le reazioni del settore

I veterinari nonsono medici diserie BEgr. Direttore,mi consenta di esprimere lo sde-gno di credente e medico veteri-nario, sdegno causato dalla far-neticante dichiarazione rilasciatadal dott. Antinori, ripresa da tutti imedia mondiali.Questi afferma: “sono vent’anniche mi occupo di vita, questi chemi criticano sono dei veterinari dafattoria di campagna”.Non voglio, certo, giudicare il per-corso e lo spessore scientifico di

un uomo solo per poche parolevirgolettate, ma ritengo di poteresprimere un parere diverso. Èsorprendente che questi parli del-la “vita” come se si trattasse diuna pratica professionale, comeuna causa legale, un atto notarile,un progetto tecnico o una presen-tazione medica di routine.È poi, gravemente lesivo dell’im-magine professionale del veteri-nario il commento gratuito con ilquale paragona alcuni medici ri-cercatori americani a veterinari dicampagna.Giova ricordare che i veterinarisono medici che curano gli ani-mali, che si formano con un duro

corso di studi autonomo; chescelgono di quale branca occu-parsi: animali d’affezione, alleva-menti zootecnici, cavalli, pubbli-ca amministrazione, (Ministero,Regione, A.S.L., Istituti Zooprofi-lattici, ecc…); che coltivano ilproprio aggiornamento scientifi-co con specializzazioni post-lau-rea, congressi, corsi e quant’altrooccorra.Realisticamente non è correttoparagonarli ai medici che curanole persone, facendoli passare permedici di “serie B”!Oltretutto nel recente passato leconoscenze scientifiche veterina-rie sui retrovirus dei gatti, delle pe-

core e dei primati, sono stati la ba-se di partenza per approfondire ilretrovirus dell’H.I.V. che colpiscel’uomo determinando l’A.I.D.S..Stando al campo di studio delDott. Antinori, da molti decenni sipraticano sugli animali di tutto ilmondo, inseminazione artificiale etrasferimento degli embrioni.Segnalo che interesserò il Dott.Domenico D’Addario, PresidenteNazionale F.N.O.V.I. (FederazioneNazionale degli Ordini VeterinariItaliani), dell’accaduto affinchépromuova un’azione legale a tute-la dell’onorabilità della professio-ne veterinaria.Ringraziandola per la cortese at-

tenzione, la saluto e le augurobuon lavoro.

On. Dott. Gianni Mancuso(Parlamentare A.N.

e Medico Veterinario)

Clonazione, ioPresidente deiveterinaricontestoAntinori

I n qualità di componente del-la Federazione dei veterinari

Europei (FVE) e quale presidente

Cari colleghi veterinari, sono oltremodo rammaricato che la stampa italianami abbia voluto attribuire delle dichiarazioni che nonmi sono mai sognato di fare. Durante il meeting diWashington ho semplicemente confutato le afferma-zioni di un collega veterinario circa il rischio dellemalformazioni. Mi sono limitato a riportare gli ultimi studi di Killian etal. che evidenziano come questo pericolo sussista

per gli animali. Ho pertanto aggiunto “lei ha esperienze nel mondo ani-male e non può fare affermazioni per l’umano”. Sono a vostra disposi-zione per ulteriori chiarimenti. Vi confermo la mia stima per il vostro lavoro e vi saluto cordialmente.

Severino Antinori

Page 17: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

della Federazione Nazionale de-gli Ordini dei Veterinari Italiani(FNOVI), denuncio il comporta-mento oltremodo scorretto, tenu-to dal prof. Severino Antinori inoccasione dell’incontro di Wa-shington.Le frasi, pronunciate a difesa diun proprio “progetto”, non con-diviso da altri ricercatori e scon-sideratamente abbinate ai vete-rinari, riportate dalla stampa na-zionale ed estera, sono da con-siderare, in concreto, esterna-zioni offensive per i medici vete-rinari.Ciò, in valutazione dei principi“deontologici” che regolano lavita professionale dei “sanitari”.Principi, che anche il prof. Anti-nori è tenuto a conoscere e adapplicare.Questa Federazione, rappre-senterà il “caso” deontologica-mente perseguibile, all’Ordinedei Medici Chirurghi e Odon-toiatri di Roma, nel quale il sud-detto sanitario risulta iscritto,per provvedimenti di “rito” e alleIstituzioni interessate, riservan-dosi, nel contempo, ogni altrainiziativa, nelle sedi opportune,a tutela dell’immagine della ca-tegoria.

Dott. Domenico D’AddarioPresidente della Federazione

Nazionale degli Ordini deiVeterinari Italiani

(da La Gazzetta delMezzogiorno dell’11/08/017)

Scienza ospettacolo?

Spett. Redazione di “La Repubblica”In riferimento all’articolo appar-so sul quotidiano La Repubblicadi mercoledì 8 agosto 2001 rela-tivo alla risposta del Dott. Anti-nori agli scienziati U.S.A. (que-st’ultimi sono stati definiti dal ri-cercatore italiano volgari veteri-nari) esprimo a nome mio per-sonale ed a nome di tutta la Fe-derazione Nazionale degli Ordi-ni dei Medici Veterinari italianirincrescimento, stupore edamarezza.Che il Dott. Antinori fosse moltopiù vicino ai riflettori accesi dellaribalta nazionale che ai laboratoridi ricerca è oramai noto a tutti.Che avesse poi l’opinione che agliscienziati non si risponda con ar-gomenti scientifici, ma con gli epi-teti, non mi sorprende più di tanto,ma che si utilizzi poi un’intera ca-tegoria professionale per clonare,questa volta si, un epiteto aggiun-gendovi l’aggettivazione “volgari”è assolutamente insopportabile.Come è possibile che quest’uomoabbia potuto rispondere alloscherno dei suoi colleghi utiliz-zando, quale risposta offensivacon intenzione di chiaro spregio,tutta una categoria di professioni-sti che per loro funzione e ruolosono un architrave importante allasalvaguardia della salute umanae della salute animale?L’unica spiegazione è che que-

sto “eminente studioso” vivauna condizione culturale chetrova le sue radici in una conce-zione irriguardosa, incivile edoffensiva dell’umanità e tantospiega, semplificando, il valoredelle sue ricerche.

IL COMMISSARIO I.Z.S.M. Dott. Antonio LIMONE

Consigliere FNOVI

Comunicatostampadell’ordine diMilano del 10agosto

Èun onore per i medici ve-terinari, che nel campo

della riproduzione sono da sem-pre impegnati a livelli di eccel-lenza, poter essere al fianco deiricercatori dell’Accademia Ame-ricana delle Scienze. Non lo sarebbe di certo essereaccomunati ad un signore, giàsanzionato dall’Ordine dei Me-dici, che dimostra una volta dipiù di essere in cerca di facilepubblicità presso un pubblicodisposto a pagare qualunqueprezzo pur di poter essere as-secondato nelle proprie speran-ze di paternità/maternità o diimmortalità.

Paolo Bossi Presidente dell’Ordine dei

Medici Veterinari dellaProvincia di Milano

ComunicatoStampadell’Ordine diBrescia

I n seguito alla notizia diffusada radio e TV, ed alla quale

ampio spazio hanno dedicato lastampa nazionale ed internazio-nale, secondo cui il Dott. Anti-nori nella riunione dell’accade-mia delle scienze americana haapostrofato l’embriologo scoz-zese IAM WILMUT, direttore delRoslin Institute di Edimburgo,dal quale è uscita DOLLY, con leparole: “Lei che è veterinariopensi alla sua fattoria degli ani-mali”,l’ORDINE dei Veterinari di BRE-SCIA tiene a precisare:che è motivo di orgoglio per tut-ti i veterinari essere in prima li-nea negli studi di questo tipo,che scienza medica e veterina-ria procedono con pari impegnoed uguale dignità nella ricerca.Ci stupisce che studiosi pensi-no che il valore di una ricercasia insito non tanto nel contenu-to della stessa, ma sia dato daltipo di laurea posseduto dall’au-tore.Dissociandoci dall’atteggiamentorozzo ed oscurantista dell’Antino-ri, ci riserviamo ogni legittimaazione nelle sedi dovute.

L’Ordine dei Veterinari di Brescia

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200118A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

ANMVI e Ministeri

La riapertura dell’attività parlamentare impegnerà l’ANMVI in vari incontri con i rappresentanti dei ministeri diriferimento e di varie commissioni parlamentari. Questo in sintesi il programma dei risultati fino ad ora conse-guiti e dei lavori futuri.Dal Ministero delle Finanze, tramite la CONSILP, si era già ottenuto che anche il mondo libero professionalerientrasse nei vantaggi della Legge Tremonti, ma si continuerà a discutere di studi di settore e di riduzione del-l’aliquota IVA sulle prestazioni veterinarie.Con il Ministero della Pubblica Istruzione, dopo l’impegno assunto dal Ministro per un maggior coinvolgi-mento del mondo professionale nella ridefinizione dei corsi di laurea e delle specializzazioni affronteremo an-che il problema della disoccupazione nel nostro settore chiedendo una revisione del numero delle facoltà diveterinaria e degli iscritti.Al Ministero per le Politiche Agricole abbiamo già espresso la nostra posizione sul ventilato passaggio del-la veterinaria all’Agricoltura e sulla richiesta dell’AIA di gestire direttamente l’anagrafe bovina ribadendo lacentralità del ruolo del veterinario anche come insostituibile garante della filiera agroalimentare e dell’epide-mio-sorveglianza. Della necessità di introdurre la figura del veterinario riconosciuto o aziendale stiamo discu-tendo anche con il nuovo Commissario per la BSE Ambrogi. Infine, con il Ministero della Salute, stiamo lavorando, fra l’altro, su ECM, Tariffario, Anagrafe canina, Struttu-re e Cani pericolosi. I fronti aperti sono molti anche perché questo dicastero è il naturale riferimento della ve-terinaria. Anche in ragione dell’importante lavoro svolto fino ad oggi con il Dipartimento Alimenti, Nutrizione eSanità Pubblica Veterinaria”, l’ANMVI si batterà affinché il riordino dei dicasteri non sopprima il nostro Diparti-mento.

Dalla Sanità alla Salute

I l Ministero della Sanità hacambiato nome.

Con la legge 3 agosto 2001,n.317, per le MODIFICAZIONI AP-PORTATE IN SEDE DI CONVER-SIONE AL DECRETO- LEGGE 12GIUGNO 2001, n. 217, all’articolo1, al comma 1, capoverso 1, n.12), le parole: “Ministero della sa-nità”, sono sostituite dalle se-guenti: “Ministero della salute”. Intempi di riordino (e soppressioni?)dei Dicasteri, come interpretarequesto cambiamento? Aiutati dal-l’etimologia, possiamo dire da sa-ni a salvi?

Un ECM ad hocper il veterinario

L a Commissione Nazionaleper l’applicazione dell’ECM

non si è ancora espressa sul-l’obbligo di Educazione Conti-nua in Medicina per i veterinariliberi professionisti. L’ANMVI siè già dichiarata contraria ad im-posizioni tout court e a metodidi valutazioni di stampo ragio-nieristico (crediti, punti, ecc.).Ci si rende d’altra parte contodell’esigenza che un operatoresanitario, una volta laureato,continui ad aggiornarsi per lacrescita della propria professio-nalità. Sarebbe pertanto dove-roso che l’esigenza di una for-mazione continua partisse dallacategoria veterinaria stessa,proponendo che i criteri e le re-gole dei programmi educativifossero elaborati, come hannogià fatto altre categorie profes-sionali, direttamente dagli Ordi-ni. La FNOVI infatti potrebbeprevedere che l’aggiornamento,già previsto dal Codice Deonto-logico Veterinario, diventi condi-zione per mantenere l’iscrizioneall’Ordine, come previsto dallariforma degli Ordini su indica-

zioni europee. Lo scopo è ga-rantire la qualità delle prestazio-ni a la tutela dell’utente/consu-matore. Indipendentemente da quanto de-

ciderà la Commissione dell’ECMsarebbe elegante da parte dellaCategoria affrontare direttamente laquestione prima di subire imposi-zioni e autoritarismi.

C on l’insediamento del nuo-vo Governo, si è ripreso a

parlare di conflitto di interessi.Non solo di quello “originale” delPresidente del Consiglio, ma an-che di alcuni politici di spicco co-me Taormina, noto avvocato pe-nalista ora Sottosegretario allaGiustizia, o come Lunardi, Mini-stro delle Infrastrutture e dei Tra-sporti e titolare di aziende incari-cate di realizzare opere pubbli-che. Anche a livello parlamentare,molti deputati sono liberi profes-sionisti che per la loro attività pro-fessionale di provenienza potreb-bero trovarsi in posizioni conflit-tuali in sede legiferante: sono al-meno 95 al Senato e 164 alla Ca-mera. (I due Colleghi eletti alle po-litiche, Mancuso e Rollandin, da

tempo si dedicano soltanto all’atti-vità politica, tuttavia anche il setto-re veterinario potrebbe conoscerecasi di conflitto di interesse, ma-gari in sede di amministrazione lo-cale). Per risolvere e scongiurareeventuali problemi di conflitto traprofessione e incarico pubblicoalcuni Ordini hanno già avviatoautonomamente progetti di rego-lamentazione interna, sulla basedel proprio codice deontologico. Si osservi la tabella sulla presen-za delle libere professioni in Par-lamento: oltre ad esserci 12 Sotto-segretari avvocati, i forensi sonorappresentati al Senato con 44presenze ed alla Camera con 71deputati. Passerà mai un decretoo una legge che a loro non vadabene? ■

I liberi professionisti in ParlamentoProfessionisti Camera Senato

Avvocati 71 44

Giornalisti 41 14

Medici 22 15

Dottori Commercialisti 11 5

Ingegneri 4 8

Architetti 4 1

Notai 1 2

Veterinari 1 1

Agronomi 0 1

Altri * 10 5

TOTALE 164 95

(*) Liberi professionisti per i quali non è specificato l’Ordine di appartenenza.

Fonte: elab. del Sole 24 Ore

Libere professioni e incarichi politici

Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

Ipotesi dicontratto perdipendenti distudiprofessionali

L a CONSILP Confprofessioni,alla quale aderisce anche

l’ANMVI, ha trovato un’ipotesi diaccordo con la Confedertecnica ela CIPA da proporre ai sindacatidei dipendenti degli studi profes-sionali.L’obbiettivo è quello di raggiunge-re in autunno un accordo contrat-tuale che tenga conto delle esi-genze specifiche degli studi pro-fessionali in termini di lavoro inte-rinale, a tempo determinato, ma-ternità, malattia, ecc... Il Presiden-te della CONSILP ha dichiarato:“Il contratto costituirà un salto diqualità nelle relazioni sindacali.Potremo avviare enti bilaterali perla formazione. Inoltre, metteremoin cantiere strumenti per monito-rare l’andamento del settore. In-somma, puntiamo a creare istitutiche possano sostenere i profes-sionisti nel loro sviluppo.” ■

S ul numero scorso aveva-mo pubblicato i diversi

commenti di vari esponenti dellamaggioranza di Governo a pro-posito della auspicata riformadegli ordini.

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 19A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

I punti fermi del CUP

I l Comitato Unitario delleProfessioni (CUP) aveva

indicato alla Presidenza delConsiglio, nel luglio del 2000, iseguenti punti come irrinuncia-bili ai fini della stesura definitivadella riforma degli Ordini:1. Distinguere tra attività profes-

sionale e attività d’impresa2. Prevedere un esplicito riferi-

mento agli Albi esistenti3. Chiarire il rapporto tra Ordini

e associazioni, evitando so-vrapposizioni di attività

4. Garantire che almeno il 50%dei componenti delle Com-missioni per gli esami di sta-to sia designato dagli Ordinie dai Collegi

5. Mantenere le tariffe minimee le tariffe di riferimento perle prestazioni obbligatorie

6. Introdurre società professio-nali ad hoc, senza soci di ca-pitale, con la possibilità di so-cietà multiprofessionali (davalutare con i singoli Ordini)

Il Presidentedella CONSILPGaetano Stella

di Aldo Vezzoni

A . N . M . V . I . I N B R E V E

L’indicazione del DPEF

C ome indicato in sede comunitaria nelle BEPGs del 2001, si impone per l’Italia di accelerare il pro-

cesso di definizione di un assetto normativo per il sistema di professioni, che ne valorizzi il contributo

al funzionamento dell’economia e alla garanzia dei diritti fondamentali del singolo cittadino. Il Governo nella

sua opera di riforma si propone di: • massimizzare il livello qualitativo della prestazione professionale;• massimizzare il livello di garanzie per l’utente;• rendere il sistema delle professioni nel suo insieme più efficiente e competitivo.Una regolamentazione che risponda a tutti questi obiettivi è complessa, nella misura in cui vi possonoessere possibili conflitti tra gli obiettivi stessi, particolarmente in un contesto caratterizzato dalla pre-senza di asimmetrie informative e dalla possibile natura di bene pubblico di alcuni servizi professiona-li. È inoltre importante che il processo di regolamentazione non si ponga come ostacolo all’affermarsi di nuo-ve professioni e ne agevoli la libera circolazione nel mercato comunitario. In linea generale, è essenziale chela regolazione tenga conto dei criteri di necessità e proporzionalità, come la stessa Autorità Antitrust ha piùvolte affermato, in modo tale da sottoporre a regolazione solo ciò che necessita di un controllo esterno da par-te dello stato. A tale riguardo, un aspetto chiave per l’ammodernamento del settore riguarda la libertà di crea-re delle associazioni di professionisti riconosciute dallo Stato sulla base delle garanzie che esse offrono allatutela del consumatore. Un’ulteriore spinta alla riforma del settore può scaturire dalla considerazione dell’ur-genza di adeguare la regolazione delle professioni alla evoluzione del mercato e al contesto economico, veri-ficando che i vincoli all’accesso alle professioni rispondano effettivamente all’esigenza di tutela dell’utente edi massimizzazione della qualità della prestazione professionale. Il processo di formazione delle tariffe svolgeun ruolo chiave nel conseguimento degli obiettivi di riforma. Attualmente vi sono tariffe profondamente diffe-renziate, sia nelle modalità di determinazione che negli strumenti normativi adottati dal legislatore per quantoconcerne la fissazione degli onorari minimi e massimi, creando in tal modo squilibri anche tra le diverse cate-gorie professionali.

Da: paragrafo III.6 dell’ «Analisi» al «Documento di programmazione economica e finanziaria 2002 – 2006». Il paragrafo è intitolato «La liberalizzazione degli Ordini professionali».

La zootecniadopo la BSE

I n attesa della conferma del 25°caso di BSE, siamo comunque

ancora tra i paesi europei a minor in-cidenza epidemiologica.È stato varato il decreto che preve-de il controllo sui capi macellati nonpiù solo dai 30 mesi di età ma a par-tire dai 24.Questa decisione renderà ancorapiù elevati i livelli di sicurezza ali-mentare in attesa che i test sui capivivi rendano possibile un controllopreventivo a tappeto. La crisi dellaBSE ha nel frattempo spinto molti al-levatori a lasciare il settore produtti-vo accelerando una tendenza cheera emersa già negli ultimi anni peraltri motivi. In Emilia, per citare un dato diffusorecentemente, i capi allevati (bovinie suini) sono diminuiti in 10 anni del33%.

Blue Tongue: in Sicilia

la vaccinazione

Alla fine, dopo varie e lunghediscussioni, l’assessore re-

gionale alla Sanità della Sicilia hadeciso, per frenare la diffusionedella Blue Tongue di rendere ob-bligatoria la vaccinazione per ovi-ni, caprini e bovini. Il piano di vac-cinazione riguarderà per ora le

Province dove si sono riscontraticasi della malattia: Trapani, Paler-mo ed Agrigento ed interesseràcomunque più di 600.000 capi. Il vaccino sarà gestito dall’IstitutoZooprofilattico Sperimentale di Pa-lermo e dai servizi veterinari delleASL competenti. Data l’urgenza edil notevole numero di capi, sarannoanche attivate convenzioni con i ve-terinari liberi professionisti delle zo-ne interessate.

AlbiProfessionali

G li elenchi degli iscritti ad unalbo professionale sono

pubblici, cioè a disposizione delprivato che volesse consultarlo.Gli Ordini dei Dentisti peresempio stanno già pubblican-do i nomi degli iscritti per difen-dersi da possibili abusi di pro-fessione. In questa direzionepotrebbe muoversi anche il no-stro settore. Il Garante della Pri-vacy ha chiarito che spetta aciascun Ordine provinciale de-cidere come soddisfare le ri-chieste di informazione dei pri-vati. Il Garante ha anche preci-sato che gli Ordini dovrebberopubblicare entro il mese di Feb-braio di ogni anno, il proprio al-bo, inviandolo in copia ad alcu-ne amministrazioni pubblicheprevedendone anche l’affissio-ne presso la Prefettura.

Un Codice per iDipendenti

S ulla Gazzetta Ufficiale n°183 dell’8 Agosto è stata

pubblicata la circolare del 12 Lu-glio del Ministro della FunzionePubblica, Franco Frattini riguar-dante il “codice deontologico”dei dipendenti pubblici. Ripren-dendo i principi che avevanoispirato il Codice di Comporta-mento emanato con decreto del28 Novembre 2000, il Ministro ri-corda ai dipendenti pubblicil’obbligo di perseguire esclusi-vamente l’interesse pubblico in-staurando un rapporto di fiduciacon il cittadino e svolgendo ilproprio lavoro con diligenza,lealtà ed imparzialità. Siamo certi che per la maggiorparte dei nostri colleghi questisiano richiami inutili.

Articoli eDeontologia

F irmare articoli di scienza ve-terinaria o d’informazione

professionale, può suscitare leperplessità dei colleghi che vi leg-gono una forma di pubblicità indi-retta. In tali casi, viene interessatala FNOVI affinché valuti caso percaso la correttezza del comporta-mento rispetto alla legge sullapubblicità sanitaria.

In medicina umana esistono già deiprecedenti.La Commissione Centrale pergli Esercenti le Professioni Sani-tarie ha stabilito che non si po-teva prendere provvedimentinei confronti del direttore sani-tario di una clinica accreditata(si sta parlando di medicinaumana) malgrado un giornalelocale avesse pubblicato ap-prezzamenti molto positivi sullasua struttura. L’Ordine dei medi-

ci aveva invece contestato l’arti-colo perché non esclusivamen-te rivolto ad operatori del siste-ma sanitario, ma la Commissio-ne citata aveva evidenziato latotale assenza di malafede e discopi secondari di natura pub-blicitaria. Questo aneddoto puòessere riferito anche al nostrosettore specie nell’evidenza dicome i limiti in campo di pubbli-cità sanitaria siano difficilmentedefinibili.

Sulla ricetta per auto prescrizione di farmaci stupefacenti, è neces-sario/obbligatorio scrivere in tutte lettere i numeri? No, nella ricetta di auto-prescrizione non è richiesto che la quantità diconfezioni ed i numeri dei dosaggi siano scritti in tutte lettere. È chiaroche se li si scrive in lettere invece che in cifre, la ricetta vale ugualmen-te, ma se li si scrive in cifre la validità della ricetta non può essere con-testata.

Farmaci e Internet, un mercato illegaleGli organismi di controllo della Comunità Europea hanno già evidenzia-to in varie occasioni come il mercato on line dei farmaci sia difficilmentesorvegliabile e quindi rischioso. Si potrebbe infatti creare un commerciosovranazionale di farmaci provenienti da paesi che non offrono adegua-te garanzie di sicurezza e serietà. Alcune società estere stanno già pro-ponendo in rete una vasta gamma di prodotti farmaceutici senza ricetta,non registrati in Italia o addirittura non distribuibili nel nostro paese. Daulteriori controlli è risultato che alcuni farmaci sono il bottino di furti o ra-pine ai danni di aziende farmaceutiche, centri di distribuzione e ospe-dali.

O S S E R VAT O R I OF A R M A C O

Riforma degli Ordini Il Governo ora, sollecitato nuova-mente dalla Commissione Euro-pea, ha inserito nel Documentodi Programmazione Economica eFinanziaria 2002-2006 un para-grafo specifico dal titolo “La libe-

ralizzazione degli Ordini profes-sionali” il cui testo viene qui ri-prodotto. Dopo gli insuccessi dei Governiche lo hanno preceduto, ecconelle mani del Governo Berlusco-

ni questa patata bollente. Intan-to, il Presidente del CUP si èespresso con molta cautela ricor-dando i punti principali che se-condo gli Ordini professionalierano irrinunciabili. ■

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I l ruolo svolto dalle asso-ciazioni a tutela degli in-teressi di un determinato

gruppo di soggetti accomunatidall’appartenere ad una mede-sima categoria professionale haassunto, anche nel nostro Pae-se, una rilevante valenza politi-ca e sociale.Per quanto riguarda le profes-sioni intellettuali il fenomeno as-sociativo risponde anche all’esi-genza di affrancare il professio-nista da una rappresentazionemeramente individualista deiproblemi collegati all’eserciziodella propria attività: attraversol’associazione i singoli profes-sionisti trovano una loro colloca-zione in quanto categoria ingrado di interagire con maggiorpeso nella dialettica politicacon le Istituzioni non solo per latutela dei propri diritti ma ancheper meglio significare la funzio-ne e le finalità della professionemedesima.L’A.N.M.V.I. è inserita a pieno ti-tolo all’interno di tale fenomenostante l’elevato numero di vete-rinari iscritti e stante l’attività diricerca scientifica e culturaleche la caratterizza unitamentead una attività propulsiva, a tut-to campo, nei confronti delleIstituzioni a tutela degli interessidei veterinari.All’interno di tale ampia attivitàsi colloca anche la consulenzalegale, tributaria e fiscale chel’Associazione mette a disposi-zione dei propri associati avva-lendosi di più figure professio-

nali e di più collaboratori fraquesti.Con riferimento al servizio lega-le che l’A.N.M.V.I. ha inteso e in-tende offrire ai propri iscritti tro-va spazio sia la presente rubri-ca legale sia l’attività diretta afornire pareri personalizzati conriferimento a casi concreti.I quesiti evasi nella presente ru-brica sono frutto del lavoro del-l’Associazione che, sulla basedi segnalazioni ricevute dai ve-terinari iscritti, evidenzia alcuneproblematiche che possonoavere una rilevanza giuridicaper tutta la categoria e su cui in-vita gli esperti a fornire pareri.Stante la complessità giuridicadi alcuni temi, quale ad esem-pio quello della responsabilitàcivile in caso di danni provocatidagli animali di cui la rivista si èoccupata, il parere dell’avvoca-to in risposta a quesiti di carat-tere generale non può mai esse-re esaustivo, anche se lo sforzoè quello di tratteggiare alcunidei principi giuridici fondanti l’i-stituto, per esempio, della re-sponsabilità civile nell’ipotesisuddetta.Le rubriche legali, costituisconosempre, un rischio per l’avvoca-to che accetta di sottoscriverle(da parte mia ho accettato coninteresse e piacere) perché l’at-tività dell’avvocato deve basarsisu un attento esame e su unaprecisa e diretta conoscenzadel verificarsi del fatto concretoa cui adeguare l’uno o l’altroistituto giuridico.

Una circostanza, infatti, che allaparte può sembrare irrilevantetanto da ritenere inutile la suarappresentazione all’avvocatopuò, per questi, essere invecesignificativa ai fini della invoca-ta tutela di diritti.Ritengo, però, che pur avendopresente il limite che le rubrichelegali hanno in sé e per sé, giu-dico più che buono il lavoro discriminatura effettuatodall’A.N.M.V.I. nel sottoporrequesiti che servono effettiva-mente a chiarire alla categoriaveterinaria l’ambito giuridico en-tro cui vanno ad inquadrarsi al-cune delle problematiche colle-gate all’esercizio della profes-sione veterinaria.Molte volte il parere dell’avvo-cato entra, per così dire, in col-lisione con la percezione che ilsingolo veterinario ha dei propridiritti in relazione ad un determi-nato fatto o situazione.Succede, infatti, a volte che il ri-corso all’avvocato, in merito adun caso concreto, non soddisfile aspettative del veterinarioche si sente negare la possibi-lità di agire in giudizio con suc-cesso in quanto l’ordinamento,in quel dato caso, non gli rico-nosce tutela.Il verificarsi di una tale ipotesinon deve scoraggiare i veteri-nari dal sottoporreall’A.N.M.V.I. e al suo ufficiolegale tutte le questioni chevengono ritenute degne di tu-tela nell’interesse vuoi perso-nale vuoi di categoria.Tali segnalazioni sono, infatti,preziose al fine di uno studio edi una ricerca diretta ad ap-profondire, anche sotto l’aspet-to giuridico, i reali bisogni dellacategoria al fine di offrirle mag-giore tutela, vuoi attraverso unsempre presente sforzo inter-pretativo della normativa vigen-te e dei principi dell’ordinamen-to giuridico applicabili, vuoi at-traverso il lavoro di proposizio-ne di nuove leggi e regolamentiche ne permettano la realizza-zione.È per questo che l’invito che misento di rivolgere, anche daquesta rubrica, agli iscrittiA.N.MV.I. è quello di essereconsapevoli che, sul fronte deidiritti della categoria e della lo-ro tutela, non va dato per scon-tato nulla e che, proprio il lavorodi segnalazione dei problemi èfondamentale al fine della loroconoscenza e del loro supera-mento.La richiesta è allora quella didocumentare il più possibile ilquesito e di non limitarsi a pren-

dere atto, per esempio, di unaprima risposta legale che può,come già detto, anche solo con-sistere nel rilevare che non èpossibile iniziare subito unacausa perché occorrono altrielementi prima di ottenere giu-stizia sic et sempliciter.Capita, inoltre, che, su questio-ni anche complesse, al primoparere fornito dall’avvocato chesegnalava, come, per uno svi-luppo successivo della vertenzafosse necessaria una presa diposizione diretta nei confronti,per esempio, dell’A.U.S.L. o diun’altra istituzione, non è statopossibile procedere per il man-cato impulso del veterinario odel gruppo di veterinari interes-sati.Il fatto è, che come ho cercatodi spiegare nel parere com-parso nel numero precedentedi questa rubrica, l’Associa-zione A.N.M.V.I., in quanto ta-le, non sempre (anzi assai ra-ramente) può sostituirsi alsingolo veterinario soprattut-to nel promuovere azioni le-gali.Ci sono, peraltro, anche situa-zioni in cui l’A.N.M.V.I. nonpuò contestare determinaticomportamenti di Enti, Asso-ciazioni o privati che danneg-giano il singolo associatosenza fare diretto riferimentoa questi.L’Associazione può ed inten-de certo appoggiare le iniziati-ve giudiziarie e, comunque, le-gali dei propri associati, ma lopuò fare solo ed in quantol’associato decida di esporsiin prima persona.Questo, e sia ben chiaro, nondipende dall’A.N.M.V.I., dipen-de dai principi che regolano ilnostro ordinamento giuridicoa cui l’A.N.M.V.I. non può cheadeguarsi.Sono ben conscia delle diffi-coltà che il singolo veterinarioincontrerebbe, in determinatesituazioni, a doversi esporre an-che di persona ma è pur sem-pre valido il noto brocardo cherecita “dura lex, sed lex!”Ritengo che compito dell’Asso-ciazione sia quello di predispor-re un servizio legale mettendo,a disposizione degli iscritti, queiprofessionisti in grado di pre-stare un’attenzione specifica aibisogni e agli interessi della ca-tegoria. Tale attenzione, unitaalla conoscenza del diritto, puòcerto costituire uno dei mezziper il raggiungimento di unamaggiore tutela dell’eserciziodella professione veterinaria.In alcuni casi l’iscritto può certo

Brevi note in merito al servizio legale A.N.M.V.I.

Segnalare un caso personale: come farlo e perché conviene

anche fruire personalmente del-l’assistenza del legale dell’as-sociazione in giudizi che legitti-mamente intende promuovere oin cui è chiamato a difendersi.Qualora, però, l’iscritto sia già di-feso da un proprio legale di fidu-cia sarà a questo che dovrà chie-dere di accettare l’intervento nelladifesa in giudizio di un altro colle-ga. Ragioni di natura deontologi-ca inibiscono, infatti, ad un avvo-cato di intervenire con pareri datidirettamente all’interessato in me-rito ad una causa già patrocinatada altro avvocato.

Ciò che vorrei qui evidenziareè che un buon servizio legalenon può prescindere dalla col-laborazione dei fruitori dellostesso i quali: a) debbono fornire all’Associa-zione tutti i dati e i documentiin loro possesso a fronte diuna determinata questioneche ritengono suscettibile ditutela giuridica,

b) non devono demordere difronte a pareri che, sciente-mente dati, possono tradursiin valutazioni che dissentonodalla percezione che dei dirittiha il singolo e dal suo senso digiustizia,

c) debbono porre all’attenzio-ne dell’Associazione e deiconsulenti legali le questionisu cui si ritiene necessario in-vocare l’intervento del legisla-tore, così partecipando al la-voro di ricerca e studio perpromuovere l’emanazione diuna normativa più idonea allatutela e al progresso della ve-terinaria rispetto a quella at-tualmente in vigore,

d) confidare che l’assunzionein prima persona della tuteladei propri diritti se effettuatacon il sostegno dell’Associa-zione non solo non è detto chesi traduca in un danno per l’i-scritto ma è proprio l’unicastrada praticabile per otteneretutela giuridica.Da ultimo segnalo il problemarelativo a quelle questioni chevedono un veterinario contrap-porsi ad altro veterinario.Sono le situazioni più delicate,quelle su cui l’intervento dimediazione dell’Associazionepuò essere certo invocato, fer-mo restando quanto previstodal codice deontologico e dal-la legge professionale in meri-to alla competenza degli Ordi-ni in tale materia.

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 21R U B R I C A L E G A L E �

a cura di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

Abbandono di animali, un reato in diminuzione

R ispetto all’agosto dell’anno scorso il numero degli animaliabbandonati è diminuito: si è passati da 16.000 a 5.000 casi.

Una differenza notevole che merita una riflessione. È cambiato l’at-teggiamento dei proprietari verso i propri animali? È aumentata la co-scienza animalista nel nostro paese? Si tenga presente che anche senon c’è violenza, in quanto maltrattamento, l’abbandono è reato. Loaveva già stabilito una sentenza della Cassazione nell’ottobre del2000, dicendo che l’articolo 727 del Codice Penale tutela gli animali inquanto autonomi esseri viventi dotati di sensibilità psico-fisica e capa-ci di sentire il dolore dell’abbandono. Si tratta quindi di una forma dimaltrattamento ambientale, comportamentale e omissivo che non pre-vede necessariamente, per essere definito tale, la violenza attiva. Certamente le continue campagne di sensibilizzazione diffuse dallepiù importanti associazioni animaliste, in alcuni casi direttamente so-stenute dall’ANMVI, hanno dato il loro risultato come può aver influitoanche la maggior disponibilità ad accettare animali nei luoghi di va-canza da parte delle strutture alberghiere. Un ruolo certamente im-portante lo hanno avuto anche i colleghi che hanno aiutato i loro clien-ti ad assumere un atteggiamento più cosciente e responsabile.Il punto debole resta un’anagrafe canina gestita seriamente con unacentrale operativa a livello nazionale. La possibilità di poter sempre ar-rivare al proprietario attraverso i dati del microchip sarebbe sicura-mente un deterrente molto forte contro l’abbandono.

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PROFESSIONE VETERINARIA 8/200122

P roseguiamo la pubbli-cazione della Circolaren. 55/E del 14 giugno

2001, la cui prima parte è statapubblicata sullo scorso numero.

Interessi passivi per mutui ipotecariVariazione dell’abitazione princi-paleD. Il contribuente perde il dirittoalla detrazione per gli interessi sumutui ipotecari dall’anno succes-sivo a quello in cui l’immobile nonè più adibito ad abitazione princi-pale. Se in anni successivi lostesso immobile torna ad essereutilizzato come abitazione princi-pale, il contribuente può, a decor-rere da tale momento, detrarrenuovamente gli interessi passivi?R. Si ritiene che nel caso pro-spettato, il contribuente possa ri-cominciare ad esercitare il dirittoalla detrazione d’imposta per in-teressi passivi su mutui ipotecaricontratti per l’acquisto dell’immo-bile da adibire ad abitazione prin-cipale, in relazione alle rate paga-te a decorrere dal momento in cuil’immobile torna ad essere utiliz-zato come abitazione principale.La continuità non è un requisito ri-chiesto per usufruire della detra-zione.

Termine per stabilire la dimoraabitualeD. Per i mutui stipulati nel secon-do semestre del 2000 è possibilestabilire la dimora abituale nell’im-mobile entro il termine più vantag-gioso di dodici mesi previsto dal-la legge n. 388 del 2000 o si devefare riferimento per tutti i mutui sti-pulati fino al 31 dicembre 2000 altermine di sei mesi? R. La disposizione contenuta nel-l’articolo 2 della legge n. 388 del23 dicembre 2000 ha elevato dasei mesi ad un anno il terminemassimo entro il quale adibirel’immobile acquistato ad abitazio-ne principale. Si ritiene che taledisposizione, entrata in vigore il 1gennaio 2001, possa essere ap-plicata anche con riferimento aimutui stipulati nell’anno 2000,sempreché al 31 dicembre 2000non sia già decorso il termine se-mestrale stabilito dalla previgentedisposizione.

Abitazione principale assegnataal coniuge separatoD. Un contribuente ha stipulatoprima del 1993 un mutuo ipoteca-rio per l’acquisto della propria ca-sa di abitazione; in seguito essen-dosi separato dal coniuge, la ca-sa è stata assegnata con senten-za del giudice in godimento a

quest’ultimo ed al figlio. Può ilcontribuente proprietario dell’im-mobile che non è più adibito apropria abitazione principale de-dursi gli interessi passivi del mu-tuo a lui intestato?R. Per i mutui ipotecari stipulati indata antecedente all’anno 1993 ilcontribuente potrà usufruire diuna detrazione d’imposta relativaagli interessi passivi e relativi one-ri accessori commisurata ad unimporto non superiore a lire 4 mi-lioni per ciascun intestatario delmutuo, che spetta qualora l’abita-zione acquistata non sia adibitaad abitazione principale.Il contribuente non potrà inveceusufruire dell’elevazione di dettoimporto a lire 7 milioni che spettasolo se gli interessi passivi e glialtri oneri accessori si riferisconoad un mutuo contratto per l’acqui-sto dell’unità immobiliare adibitaad abitazione principale ed acondizione che tale requisito con-tinui a permanere.Si rammenta comunque che conla disposizione contenuta nell’ar-ticolo 2, comma 1, lettera f) dellalegge n. 388 del 23 dicembre2000, entrata in vigore il 1 gen-naio 2001 è stata modificata lalettera b) dell’articolo 13-bis delTuir al fine di consentire la detra-zione, calcolata su un importo pa-ri a lire 7 milioni, anche nell’ipote-si di acquisto di immobile adibitoad abitazione principale di un fa-miliare. Pertanto, a partire dal pe-riodo d’imposta 2001 al coniugeche a seguito di separazione hatrasferito la propria dimora abitua-le potrebbe spettare comunque ladetrazione commisurata all’im-porto di 7 milioni nell’ipotesi in cuipresso l’immobile acquistato ab-bia la propria dimora abituale unsuo familiare (ad esempio il figlio

o il coniuge separato fintanto chenon intervenga una sentenza didivorzio).

Rinegoziazione di mutui contrattiper interventi di ristrutturazioneediliziaD. Un contribuente, che ha stipu-lato un contratto di mutuo ipote-cario per interventi di ristruttura-zione edilizia nel 1997, nell’anno2000 ha rinegoziato con la bancail contratto ad un tasso più favore-vole. È possibile detrarre gli inte-ressi passivi sul mutuo rinegozia-to?R. L’articolo 7 della legge n. 448del 1998 ha modificato la letterab) dell’articolo 13-bis del Tuir,concernente la detraibilità degliinteressi passivi per mutui ipote-cari contratti per l’acquisto dell’u-nità immobiliare da adibire adabitazione principale, offrendo lapossibilità di detrazione ancheper gli interessi passivi pagati invirtù di un nuovo contratto di mu-tuo intervenuto per la rinegozia-zione del precedente, a determi-nate condizioni. Di contro, non èstata prevista analoga possibilitàper i mutui contratti per la ristrut-turazione degli immobili. Peraltro,la detrazione per interessi passiviper mutui ipotecari contratti per laristrutturazione edilizia è conces-sa solo per i contratti stipulati nelcorso dell’anno 1997, per cui, nelcaso di specie, essendo il nuovomutuo stipulato nell’anno 2000,gli interessi non danno diritto alladetrazione d’imposta.

Spese per medicine veterinarieD. Per spese veterinarie si inten-dono esclusivamente quelle so-stenute per prestazioni del medi-co veterinario od anche quelle re-lative all’acquisto di medicinali

specifici da questi prescritti, ne-cessari per la cura dell’animale?Inoltre il limite di spesa di lire750.000 su cui calcolare la detra-zione spettante deve essere riferi-to al soggetto che effettua la de-trazione o è stabilito in relazionead ogni animale posseduto?R. È possibile usufruire della de-trazione sia per le spese relativealle prestazioni professionali resedal medico veterinario che perquelle relative all’acquisto di me-dicinali specifici da questi pre-scritti.Si chiarisce che il limite di spesadi lire 750.000 deve essere riferitoalle spese veterinarie complessi-ve sostenute dal soggetto che in-tende usufruire della detrazioneindipendentemente dal numero dianimali posseduti.Si precisa al riguardo che la de-trazione spetta al soggetto che hasostenuto la spesa anche se nonproprietario dell’animale.

Spese per ristrutturazione edili-ziaCessione dell’immobile oggetto diristrutturazioneD. Nel caso di cessione di immo-bile è previsto che le spese di ri-strutturazione possono esserededotte dall’acquirente. Si chiededi conoscere, se in deroga aquanto sopra, la detrazione pos-sa continuare ad essere effettuatadal soggetto cedente. R. Come già precisato con la cir-colare n. 57/E del 1998, ai sensidel comma 7 dell’articolo 1 dellelegge n. 449 del 1997, il diritto al-la detrazione per le spese di ri-strutturazione viene trasferito al-l’acquirente dell’immobile. Trat-tandosi di un principio stabilitonormativamente, non è possibilealcuna deroga.

Cessione dell’immobile oggetto diristrutturazioneD. Un soggetto ha ceduto l’im-mobile nel mese di ottobre 1999ed ha stipulato un accordo conl’acquirente in base al qualeavrebbe sostenuto le spese di ri-strutturazione condominiale nel-l’anno 2000, pur non essendo piùproprietario dell’immobile. In talcaso può dedurre le suddettespese pur non essendo più pro-prietario?R. La domanda formulata nonconsente di comprendere se nelcaso di specie il venditore con-serva ancora, nel 2000, il posses-so o la detenzione dell’immobile.Comunque, come è già statochiarito con la Circolare n. 57/Edel 1998, poi riconfermata dallaCircolare n. 121/E del 1998, la de-

Chiarimenti forniti dal ministero dellefinanze per la predisposizione delladichiarazione dei redditi(Seconda parte)

trazione ai fini dell’IRPEF compe-te, se ha sostenuto le spese equeste sono rimaste effettivamen-te a suo carico, al possessore o aldetentore dell’immobile sul qualesono stati eseguiti i lavori e cioè,al proprietario o al nudo proprie-tario, al titolare del diritto realesullo stesso (uso, usufrutto, abita-zione) nonché all’inquilino o al co-modatario.

Immobile in comproprietàD. Nel caso di immobile in com-proprietà, le spese di ristruttura-zione per le quali compete la de-trazione del 41 o del 36 % devo-no essere detratte in base allaquota di proprietà, ovvero posso-no essere detratte in relazione al-l’effettivo onere sostenuto daicomproprietari? In quest’ultimocaso, quale documentazione ènecessario porre in essere per di-mostrare l’effettivo onere sostenu-to, anche se il pagamento è statoeffettuato con unico bonifico?R. La detrazione d’imposta per lespese di ristrutturazione competea chi ha effettivamente sostenutol’onere, sempreché sia titolare deldiritto di proprietà sull’immobile,ovvero di un diritto reale, o deten-ga l’immobile sulla base di un ti-tolo idoneo. È necessario che nelbonifico siano riportati i nominati-vi di tutti i soggetti che hanno par-tecipato alle spese, e le fatturesiano intestate agli stessi nomina-tivi. Tuttavia, come già precisatocon la circolare n. 122/E del 1999,in presenza di una pluralità disoggetti aventi diritto alla detra-zione e dell’indicazione nel bonifi-co bancario del solo codice fisca-le del soggetto che ha trasmessoil modello di comunicazione alCentro di servizio competente, ildiritto alla detrazione da parte dialtri soggetti non viene meno qua-lora venga esposto nella dichiara-zione dei redditi, nello spazio pre-disposto nella sezione relativaagli oneri per i quali compete ladetrazione del 41 o del 36 %, ilcodice fiscale già riportato sul bo-nifico bancario. Nel caso in cui lapartecipazione alle spese di piùsoggetti non coincida con le pro-prie quote di possesso, è neces-sario annotare nel documentocomprovante la spesa -la fattura-la percentuale di ripartizione.

Costruzione di box pertinenzialeD. Un contribuente stipula conuna cooperativa edificatrice uncontratto preliminare per l’acqui-sto/assegnazione dell’abitazionee del box pertinenziale in corso dicostruzione. A conclusione dei la-vori che si protrarranno per più

R U B R I C A F I S C A L E

di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

Studi di settore anche per i veterinari

P er la denuncia dei redditi del 2001 anche i veterinari si trove-ranno a fare i conti con gli studi di settore. È previsto infatti

che per il 2002 gli studi di settore diventino operativi anche per le ca-tegorie sanitarie. Gli studi di settore hanno la finalità di individuare pa-rametri propri e strutturali di ogni specifico settore per poterne valuta-re, sia pure in maniera induttiva, l’effettiva redditività.Questi studi, realizzati raccogliendo dati su tutto il territorio nazionale,dovrebbero avere la capacità di esprimere in modo obbiettivo la po-tenziale capacità di reddito sulla quale possono essere determinantifattori esterni, comunque considerati, quali la zona di collocazione, ilbacino di utenza, l’esperienza del libero professionista, gli orari di aper-tura, la tipologia di attività svolta, ecc...L’ANMVI non ha mancato di evidenziare al Ministero i limiti che questosistema presenta per il settore veterinario, un settore estremamente va-riegato che non permette di porre le sue diverse attività sullo stessopiano. Si rischierebbero cantonate veramente pesanti. Infatti mentre ilsettore della medicina umana è stato suddiviso in cinque tipologie di at-tività differenti, quello veterinario prevede un solo codice di attività.

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anni sarà stipulato il rogito di as-segnazione. Si chiede se ai fini della detrazio-ne del 36 per cento dei costi direalizzazione del box sia neces-sario che l’abitazione sia ultimatae acquistata, anche se con il me-desimo atto di acquisto del boxoppure se sia possibile usufruiredella detrazione durante i lavori dicostruzione.R. Ai sensi dell’articolo 1, comma1, della legge n. 449 del 1997 ladetrazione dall’IRPEF, nella misu-ra del 36%, spetta anche in rela-zione alle spese sostenute per gliinterventi relativi alla realizzazionedi autorimesse o posti auto perti-nenziali ad immobili residenziali,anche a proprietà comune.La norma richiede, quale condi-zione essenziale per usufruiredella detrazione la sussistenzadel vincolo pertinenziale tra l’edi-ficio abitativo (bene principale)ed il box.Con circolare n. 121/E dell’11maggio 1998 è stato affermatoche la detrazione compete ancheal promissario acquirente dell’im-mobile alle condizioni però chesia stato regolarmente stipulatoun compromesso di vendita del-l’unità immobiliare, che per dettocompromesso sia stata effettua laregistrazione presso l’Ufficio com-petente e che gli estremi della re-gistrazione siano indicati nel mo-dulo di comunicazione da presen-tare al centro di servizio. Anchenel caso in esame, alle condizionisuddette, si ritiene che la stipuladel preliminare per l’assegnazio-ne e la vendita, di entrambi gli im-mobili, quello abitativo e la relati-va pertinenza, consenta di effet-tuare la detrazione d’imposta del-le spese sostenute per la realizza-zione del box. Per quanto concer-ne la sussistenza del vincolo per-tinenziale si ritiene che non rileva,nel caso in esame, la circostanzache gli immobili non siano ancorastati realizzati in quanto la desti-nazione funzionale del box, al ser-vizio dell’abitazione da realizzarerisulta dal contratto preliminare diassegnazione. Si richiama, inoltre,quanto precisato in occasionedella videoconferenza sul modello730 dell’anno 2000 (circ. 95/E del12.05.2001) in merito alla rilevan-za che assume, ai fini della detra-zione in esame, la costituzione delvincolo pertinenziale. In tale occasione è stato, infattiaffermato che acquistando con-temporaneamente casa e box daimmobiliare o da cooperativacompete la detrazione relativa-mente alle spese di realizzazionedel box.

Altri quesiti in materia di oneri espeseAdozioni internazionaliD. È possibile dedurre il 50%delle spese sostenute per l’ado-zione di un minore prima dell’e-manazione del decreto che rego-lamenta la procedura valendosidi un ente che non è poi stato ri-conosciuto dallo stesso regola-mento tra gli enti autorizzati a se-guire le pratiche di adozione in-

ternazionale?R. Come già precisato con la riso-luzione n. 55/E dell’8 maggio2000, fino alla data di approvazio-ne dell’albo degli enti autorizzati aseguire le procedure di adozioneinternazionale -16 novembre2000- è consentita la deduzionedel 50% delle spese sostenute, aisensi dell’articolo 10, comma 1,lettera l-bis), del Tuir, anche se gliaspiranti genitori si sono avvalsi dienti non autorizzati o hanno postoin essere le procedure di adozionesenza l’aiuto di intermediari.La deduzione compete, qualoral’istruttoria sia stata curata da en-ti non autorizzati o senza il tramitedi alcun ente, anche per le spesesostenute dopo il 16 novembre2000, a condizione, però, che laprosecuzione della procedura siaconsentita dalla Commissione perle adozioni internazionali. In tale ipotesi, l’inerenza alla pro-cedura delle spese sostenute do-vrà essere autocertificata daicontribuenti ai sensi dell’articolo47 del DPR n. 445 del 2000, con-cernente il Testo unico delle di-sposizioni legislative e regola-mentari in materia di documenta-zione amministrativa.Resta inteso che le spese soste-nute per le procedure di adozio-ne iniziate dopo la data del 16novembre 2000 sono deducibilidal reddito solo se certificate daenti autorizzati all’espletamentodelle procedure di adozione in-ternazionale.

Adozioni a distanzaD. Con la circolare n. 95/E del2000 è stato affermato che le spe-se sostenute per le adozioni a di-stanza non rappresentano néonere deducibile né onere detrai-bile. Come è noto, invece sonooneri detraibili le erogazioni libe-rali a favore delle ONLUS. Sonodetraibili le somme erogate a fa-vore di ONLUS per adozioni a di-stanza?R. Si ritiene che sia possibileoperare la detrazione previstadall’articolo 13-bis, lettera i-bis)per le erogazioni liberali in denaroa favore delle ONLUS a condizio-ne che l’erogazione in denaro siautilizzata nell’ambito dell’attivitàistituzionale della ONLUS volta afavore i soggetti che versano inuna condizione di bisogno e acondizione che l’erogazione siaindicata nelle scritture contabilidell’Organizzazione non lucrativa.A tal fine è necessario che sia lastessa ONLUS che percepiscel’erogazione a certificare la spet-tanza o meno della detrazioned’imposta.

Assicurazioni vita per familiariD. Nel rigo E12 del modello 730si indicano i premi per le assicu-razioni sulla vita, i premi per le as-sicurazioni contro gli infortuni e icontributi previdenziali non obbli-gatori per legge, per un importocomplessivo non superiore a lire2.500.000.Può essere operata la detrazioneanche per i premi pagati per i fa-miliari a carico?Può essere operata la detrazioneanche nell’ipotesi in cui l’assicu-rato sia un familiare non a caricoed il contraente della polizza sia ilcontribuente? R. In base al comma 2 dell’arti-

colo 13-bis del Tuir è possibileoperare la detrazione anche nell’i-potesi in cui i premi siano stati pa-gati nell’interesse di familiari fi-scalmente a carico. Con la circo-lare n. 95/E del 12 maggio 2000 èstato chiarito che la detrazionespetta anche qualora il contri-buente (contraente) stipuli e versii premi relativi ad un’assicurazio-ne vita per il figlio minorenne (as-sicurato e beneficiario) in quantoricorre il presupposto dell’oneresostenuto nell’interesse del fami-liare a carico.Si precisa però che fuori dall’ipo-tesi di contratto stipulato nell’inte-resse del familiare a carico è ne-cessario ai fini della detraibilitàdel premio assicurativo che ilsoggetto contraente e assicuratocoincidano.

Detrazionid’imposta

Detrazione per figli a caricoD. Per quanto concerne l’ipotesidi mancanza del genitore, consi-

derato che alcune decisioni dellacommissione tributaria centrale ri-badiscono che l’articolo 12 com-ma 2 del Tuir, in materia di detra-zioni per figli a carico, non “fa al-cun riferimento al motivo dellamancanza sia essa fisica o giuri-dica o di fatto” del coniuge, sichiede se debba ritenersi correttal’interpretazione che riconosce ta-le detrazione anche al coniugeseparato o divorziato.R. La detrazione prevista dalcomma 2 dell’articolo 12 del Tuirin base alla quale può essere uti-lizzato per il primo figlio a caricol’importo della detrazione previstodalla lettera a) del medesimo arti-colo per il coniuge a carico spet-ta nelle ipotesi di mancanza delgenitore.Si deve ritenere che la mancanzadel genitore sia ravvisabile, oltreche nell’ipotesi di figlio naturalenon riconosciuto, solo nel caso didecesso e non semplicementequando il genitore manchi perchéseparato o divorziato. L’esistenzain vita dell’altro genitore impedi-sce la possibilità di usufruire di ta-le detrazione.

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 23R U B R I C A F I S C A L E

Spese veterinarie detraibili

A pprodato fuori tempo massimo in GU (n. 164 del 17 luglio2001), il Decreto delle Finanze che individua le tipologie di

animali per i quali si ha diritto alla detrazione d’imposta sul reddito si ri-ferisce a spese sostenute per la cura di animali legalmente detenuti ascopo di compagnia o per la pratica sportiva. Il Ministero non ha pro-ceduto per elencazione, quindi, ma ha preferito indicare la funzione delrapporto tra proprietario e animale. Sono escluse dalla detraibilità lespese sostenute per animali destinati al consumo alimentare, alla ripro-duzione e all’allevamento.

PER INFORMAZIONI: A.N.A.S.B, Sig. Angelo Coletta, Via Cesare Battisti, 56 - 81100 CASERTA - Tel. 0823/35.67.43

1° CONGRESSO NAZIONALE

SULL’ALLEVAMENTO DEL BUFALO

3-5 Ottobre 2001Azienda Agricola Improsta - S.S. Tirrenia Inferiore, km 79.8 Eboli (Sa)

ASSOCIAZIONE NAZIONALEALLEVATORI SPECIE BUFALINA

DIPARTIMENTO SCIENZE ZOOTECNICHEED ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI

REGIONE CAMPANIA CAMERA DI COMMERCIODI SALERNO

CONSORZIO INCREMENTOPRODUTTIVO ALLEVAMENTI BUFALINI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARIANIMALI DA REDDITO

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

Ulteriore detrazioneD. L’ulteriore detrazione di cuiall’articolo 13, comma 2, delTuir, compete anche nell’ipotesiin cui l’unità immobiliare è adibi-ta ad abitazione principale delfamiliare?R. La detrazione d’imposta pre-vista dal comma 2 dell’articolo13 del Tuir compete per i sog-getti che detengono solo redditidi pensione per un importo nonsuperiore a lire 18.000.000, diterreni per un importo non supe-riore a lire 360.000 e quello del-l’unità immobiliare adibita adabitazione principale e delle re-lative pertinenze. A norma del comma 3-bis del-l’articolo 10 del Tuir, per abitazio-ne principale si intende quellanella quale il contribuente o isuoi familiari risiedono abitual-mente. Per cui nel caso prospet-

tato è consentita l’ulteriore detra-zione.

Detrazione per canoni dilocazioneContratto di locazioneantecedente all’entrata in vigoredella legge n. 431 del 1998D. Nel caso di contratto stipula-to prima dell’entrata in vigoredella legge n. 431 del 1998, manel rispetto degli accordi localitra le organizzazioni della pro-prietà edilizia e quella degli in-quilini, si chiede se il locatariopossa usufruire della detrazioned’imposta prevista dall’articolo13-ter del Tuir.R. La detrazione spettante ai ti-tolari di contratti di locazione diunità immobiliari adibite ad abi-tazione principale è applicabilesolo con riferimento ai contrattistipulati o rinnovati ai sensi degli

articoli 2, comma 3, e 4, commi 2e 3 della legge 431 del 1998. Ladetrazione in parola non potràpertanto essere riferita a contrat-ti di locazione stipulati prima del-l’entrata in vigore della predettalegge.

Contratto di locazione tra unente pubblico ed un soggettoprivatoD. Nel caso di contratto di loca-zione di immobile utilizzato co-me abitazione principale stipula-to tra un ente pubblico ed unsoggetto privato, secondo quan-to disposto dalla legge 431 del1998, si chiede se quest’ultimopuò usufruire della detrazioned’imposta spettante agli inquilini.R. La detrazione prevista dal-l’articolo 13-ter del Tuir spettaesclusivamente agli inquilini cheabbiano stipulato o rinnovato un

contratto di locazione a normadegli articolo 2, commi 3 e 4,commi 2 e 3 della legge 9 di-cembre 1998, n. 431. Le disposi-zioni previste dalla legge citatanon sono applicabili per espres-sa previsione normativa “agli al-loggi di edilizia residenzialepubblica, ai quali si applica larelativa normativa vigente, stata-le e regionale”.Pertanto, come già si è avutomodo di chiarire in particolarecon la circolare n. 95/E del 2000l’agevolazione non è applicabileai contratti di locazione interve-nuti tra enti pubblici e contraentiprivati.La circolare citata precisa inoltreche non possono beneficiare del-la detrazione in esame i soggettititolari di contratti di locazione diunità immobiliare, stipulati con gliIstituti Case Popolari.

Redditi deifabbricati

Contratto di locazione modificatonel corso dell’annoD. È corretto ritenere che nel ca-so in cui un immobile risulti affitta-to per un periodo dell’anno conun contratto normale e per l’altraparte con un contratto convenzio-nale ai sensi della legge n. 431del 1998 dia diritto all’ulteriore ab-battimento del 30% del canone dilocazione per l’intero anno?R. No. L’ulteriore abbattimentodel 30% del canone di locazionein aggiunta all’abbattimento ordi-nario previsto dall’articolo 34,comma 4-bis, del Tuir, nella misu-ra del 15%, spetta solo in relazio-ne alla parte di canone relativa alperiodo nel quale l’immobile risul-ta locato con regime convenzio-nale. A tal fine è necessario indi-care l’immobile in due righi diver-si del quadro dei redditi dei fab-bricati.

Contratto a canoneconvenzionaleD. Nelle istruzioni al 730 del 2001si parla genericamente di contrat-ti concessi in locazione a canoneconvenzionale per immobili ubi-cati in comuni ad alta densità abi-tativa. Con tale affermazione si in-tende che per poter usufruire del-l’ulteriore riduzione del 30 percento il locatore debba aver stipu-lato un contratto esclusivamentein base al comma 3 dell’articolo 2della legge 431 del 1998?R. Come già chiarito con la circo-lare n. 95/E del 12 maggio 2000 ilocatori possono beneficiare del-l’agevolazione prevista dall’artico-lo 8 della legge 9 dicembre 1998,n.431, oltre che con riferimento aicosiddetti contratti tipo di cui alcomma 3 dell’articolo 2 anche re-lativamente ai contratti transitoriredatti per soddisfare le esigenzeabitative degli studenti universita-ri, nonché ai contratti stipulati da-gli enti locali per soddisfare esi-genze abitative di carattere transi-torio.

Contratti transitoriD. Quali requisiti bisogna posse-dere per poter fruire dell’agevo-lazione prevista dall’articolo 8della legge n. 431 del 9 dicem-bre 1998 relativamente a contrat-ti transitori redatti per soddisfarele esigenze abitative degli stu-denti universitari?R. Affinché il locatore possa usu-fruire della riduzione del 30 percento del reddito imponibile delfabbricato con riferimento a con-tratti stipulati per soddisfare leesigenze transitorie degli studentiuniversitari è necessario che l’in-quilino sia iscritto ad un corso dilaurea in un comune diverso daquello di residenza e che il con-tratto sia redatto in conformità aicontratti tipo promossi dai Comu-ni sede di Università nel rispettodelle disposizioni indicate dall’ar-ticolo 3 del decreto ministeriale 5marzo 1999. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200124R U B R I C A F I S C A L E

DIRETTORE: MAURIZIO PASINATO

RELATORI: ROBERTO MARCHESINI, OMBRETTA PEDICONI

Da venerdì 26 ottobre a domenica 28 ottobre 2001, presso il CentroStudi SCIVAC a Cremona, si svolgerà il corso “Avanzato di Zooantro-pologia Applicata alla Didattica”.Il corso è riservato a 40 partecipanti.Il costo è di L. 600.000 (IVA inclusa) pari a 309,87 euro.

Il Corso intende formare un pool di docenti di didattica zooantropologi-ca che andranno a far parte del programma nazionale della “Scuola diInterazione Uomo Animale”, un progetto che si propone di realizzare inmodo capillare e sistematico l’educazione dei giovani delle scuole del-l’obbligo sui temi dell’interazione uomo-animale e del benessere anima-le. Questa iniziativa può costituire un’interessante opportunità di lavoroper quei veterinari che vogliono operare nel campo dell’etologia appli-cata e della zooantropologia, anche perché coloro che supereranno l’e-same finale potranno entrare direttamente nel programma nazionale eusufruire del materiale didattico da distribuire nelle scuole. Per essereammessi al corso è necessario aver già partecipato ad almeno un cor-so di zooantropologia teorica o applicata o ad altri corsi di etologia di ba-se o applicata al benessere animale che verranno valutati da un’appo-sita commissione giudicatrice.

Maurizio Pasinato - Presidente SiscaRobero Marchesini - Direttore Quaderni di BioeticaOmbretta Pediconi - Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo eMolise “G. Caporale”

ALBERGHI NELLE VICINANZE DEL CENTRO STUDIHotel Astoria*** - Vicolo Bordigallo, 19 – CR - (0372/461616)600 m. dal Centro StudiHotel IBIS*** - Via Mantova – CR – (0372/452222)000 m. dal centro Studi con Autorimessa privataHotel Duomo*** - Via Confalonieri, 13 – CR – (0372/35242) 750 m. dal Centro StudiLa Locanda*** - Via Pallavicino, 4 – CR – (0372/457834)1.200 m. dal Centro Stud

PROGRAMMA SCIENTIFICO

VENERDÌ 26 OTTOBRE 20019.00 Registrazione9.15 Introduzione al corso

Maurizio Pasinato9.30 Approccio metodologico della zooantropologia applicata

Roberto Marchesini10.15 Obiettivi pedagogici nella didattica zooantropologica

Roberto Marchesini11.00 Pausa caffè11.15 La percezione dell’animale nel bambino

Roberto Marchesini12.00 Comunicare ai bambini, gestire la classe

Roberto Marchesini13.00 Pausa pranzo

14.30 L’interazione con l’animale nel bambino problematicoOmbretta Pediconi

15.15 Attività educative e rieducative assistite da animaliOmbretta Pediconi

16.00 Pausa caffè16.15 Devianze zooantropologiche nei bambini

Roberto Marchesini17.00 Tecniche di didattica avanzata

Roberto Marchesini18.00 Discussione

SABATO 27 OTTOBRE 20019.30 Il rapporto con gli insegnanti e con le agenzie educative

Roberto Marchesini10.15 Costruire un percorso educativo: i temi

Roberto Marchesini11.00 Pausa caffè11.15 Costruire un percorso educativo: gli spazi

Roberto Marchesini12.00 Insegnare l’etologia ai bambini

Roberto Marchesini13.00 Pausa pranzo14.30 Il bambino e l’animale: le opportunità e i rischi

Roberto Marchesini15.15 Il materiale di supporto

Roberto Marchesini16.00 Pausa caffè16.15 I protocolli didattici di zooantropologia I

Roberto Marchesini17.00 I protocolli didattici di zooantropologia II

Roberto Marchesini18.00 Discussione

DOMENICA 28 OTTOBRE 20019.30 La Scuola di Zooantropologia Didattica

Roberto Marchesini10.15 Le precauzioni che il veterinario deve avere

Roberto Marchesini11.00 Pausa caffè11.15 Le esperienze e i laboratori nelle scuole

Roberto Marchesini12.00 Le verifiche e la conclusione dei percorsi

Roberto Marchesini13.00 Pausa pranzo14.30 Esame finale con presentazione di un percorso didattico

Libri consigliati per partecipare al corso:R. Marchesini, Lineamenti di zooantropologia, Calderini-Edagricole, 2000H. Montagner, Il bambino, l’animale, la scuola, Alberto Perdisa Editore, 2001

INFORMAZIONISCIVAC - PALAZZO TRECCHI - 26100 CREMONATel. 0372/403506-460440

Corso Avanzato di ZooantropologiaApplicata alla Didattica

PER LA FORMAZIONE DI VETERINARI OPERATORI DIDATTICI

Cremona 26, 27, 28 ottobre 2001

Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

È fuor di dubbio che chiun-que abbia stipulato uncontratto telefonico e,

nella fattispecie, un collegamentoalla Rete, sia particolarmente atten-to a limitare al massimo l’importodella bolletta telefonica. Di qualsia-si gestore si tratti.Dal momento che più è veloce ilcollegamento e meno sarà il temponecessario alla navigazione (anchese per coloro che viaggiano in Re-te indipendentemente dalla velo-cità per navigare per larga partedella giornata tale regola è del tut-to superflua) e che comunque èspesso esasperante aspettare ilcaricamento delle pagine web sulnostro monitor, ci sono alcuni ac-corgimenti che possono aiutarci avelocizzare il nostro collegamentoad Internet.A questo proposito posso consi-gliarvi tre sistemi per rendere piùveloce la navigazione: il primo con-siste nel disabilitare la visualizza-zione delle immagini durante l’e-splorazione dei siti, quando stiamocercando una pagina che ci inte-ressa e di riattivare la stessa soloquando troviamo la pagina deside-rata. Il secondo suggerimento èquello di potenziare la memoriaRAM del computer in quanto, se ilnostro PC è a corto di RAM, è co-

stretto a collocare temporanea-mente su disco parte delle informa-zioni che riceve da Internet (in par-ticolare le immagini) e rileggerle unpo’ per volta per mostrarcele sulmonitor. Se invece la memoria RAMè sufficiente o meglio ancora so-vrabbondante, questo continuo“parcheggio” temporaneo non sarànecessario e le pagine web com-pariranno molto più speditamentesul nostro schermo.Il terzo trucco che potete adottare(e che oltretutto è gratuito) consistenell’aumentare le dimensioni dellecache fino al massimo valore pos-sibile. Un buon browser, infatti, hadue cache: una veloce nella me-moria RAM, dove tiene di scorta idati più recenti ricevuti da Internet,e una più lenta ma più capiente suldisco rigido. Grazie a queste ca-che, se tornate a una pagina webgià visitata, il browser la legge dauna delle cache locali invece diprelevarla di nuovo da Internet. Au-mentate le dimensioni di entrambe. C’è un altro metodo gratuito per mi-gliorare l’efficienza della connes-sione a Internet ed è utilissimoquando il traffico in Rete, in certeore della giornata, si fa intenso.Per coloro che non lo sanno, sonogli snodi principali, cioè quelli dacui passano tutti i navigatori, che si

bloccano per primi. Uno di questi“punti difficili”, è il cosiddetto do-main name server del vostro forni-tore d’accesso, cioè il computerche si occupa di convertire in cifreil nome del sito che volete visitare.Non importa quale sito volete rag-giungere: per farlo dovete comun-que passare dal domain nameserver, il quale, se si blocca, puòmandarci su tutte le furie. Ma c’èun trucco semplice che permettedi aggirare l’ostacolo che consi-ste nel digitare l’indirizzo numeri-co corrispondente (es:192.52.129.134) al nome del sitoche volete visitare. Forse non tutti sanno che quandodigitiamo nel nostro browser il no-me di un sito, la prima cosa che fail programma non è quella di col-legarsi al sito, ma al domain nameserver del nostro fornitore d’ac-cesso per sapere l’indirizzo nu-merico corrispondente al nomedel sito che avete digitato. Una volta ricevuta la risposta daldomain name server il browsertenta di collegarsi con il sito desi-derato. Dato quindi che ogni voltache cambiamo pagina il PC si col-lega per prima cosa al domain na-me server, se questo non è bengestito e ampiamente dimensio-nato, sempre più spesso si for-merà un fastidioso intasamentodella Rete. Quando memorizziamo nel brow-ser un sito che prevediamo di volervisitare spesso, possiamo sostituireil nome del sito con l’indirizzo nu-merico corrispondente. Ci sono vari modi per scoprire l’in-dirizzo numerico.Ad esempio, alcuni browser lo mo-strano nell’angolo in basso a sini-stra pochi istanti dopo aver digitatoil nome del sito; ma esistono altrimodi per ottenere lo stesso risulta-to. Tutti i sistemi operativi infatti of-frono un programma o un coman-do con i servizi ping e traceroute;(in Windows, ad esempio, trace-route è un comando da eseguire inuna finestra DOS ed è abbreviatoin tracert). Data la complessità peri neofiti o per coloro che non ama-no “smanettare” sul PC in alternati-va si può scaricare da Internet unqualunque programma che ese-gua il cosiddetto DNS lookup, cioèla ricerca della corrispondenza franome e numero del sito.Questo espediente velocizza note-volmente la connessione a un de-terminato sito ed è indispensabilequalora il metodo tradizionale falli-sca. Se siete in grado di persona-lizzare i parametri della connessio-ne a Internet, ci sono due ulterioriperfezionamenti di questa tecnica:il primo è immettere nell’appositospazio l’indirizzo numerico del do-main name server, velocizzando ul-teriormente la consultazione. Il se-condo è specificare due DNS, uno

primario e uno secondario, appar-tenenti a fornitori d’accesso diffe-renti, in modo tale che se uno dei

DNS è intasato o non funziona, lavostra connessione viene garantitaautomaticamente all’altro. ■

I N R E T E

Come rendere più veloceil collegamento a Internet

di Fabrizio Pancini

http://www.zoobiodi.it/

È il sito ufficiale dell’Associazione Italiana di Zootecnia Biolo-gica e Biodinamica, una delle numerose associazioni che si

occupano del settore “Biologico” più che mai d’attualità in questo dif-ficile momento della zootecnia italiana ed europea. Il sito è gestitodall’Istituto di Zootecnia dell’Università degli Studi di Milano (facoltàdi medicina veterinaria) e vuole rappresentare il settore della Zoo-tecnia biologica e della Zootecnia biodinamica nei confronti delle isti-tuzioni ed amministrazioni, delle organizzazioni economiche, politi-che, sindacali e sociali, locali, nazionali, comunitarie ed internazio-nali, nonché la tutela del consumatore e della professionalità dei pro-duttori associati. L’Associazione intende stabilire rapporti con le au-torità italiane e comunitarie preposte al settore della zootecnia e del-l’agricoltura biologica e non, collaborando con Enti pubblici e priva-ti, Scuole, Università, ecc. sui problemi della formazione e dell’inse-gnamento della zootecnia biologica e biodinamica e di materie affiniper l’organizzazione, diretta o indiretta, di ricerche, studi, dibattiti econvegni, su temi tecnico-scientifici, economici e sociali d’interessedel settore.

25PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001

Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200126

“Veterinari!”. L’invettiva è ri-suonata nella sala dove Antino-ri stava tenendo la sua relazio-ne. Fino a quel momento il gi-necologo ostetrico italiano ave-

va, con il suo inglese penoso ele sue affermazioni icastiche,suscitato l’ilarità dei convenuti.E, lo sappiamo bene, se c’èuna cosa che fa paura al relato-

re non è la contestazione, la do-mandina carogna nel dibattito,ma il ridicolo. Tutti sghignazza-vano di fronte a questa mac-chietta che ricordava molto l’Al-

berto Sordi del cinema realisti-co italiano. Quando Antinori, non sapendopiù come contestare chi lo sat-va mettendo alla berlina, ha ur-

lato la sua invettiva, finalmentec’è stato un attimo di silenzio edi smarrimento. Nessuno capiva la battuta. Ho parlato con un giornalistapresente in sala. Mi ha detto che pochi, a partelui che era italiano, hanno capi-to la stupidità di quell’epitetoche voleva essere offensivo.Witman, laureato in ingegneriadella produzione animale, siguardava in giro come perchiedere aiuto. In sala numero-si erano i veterinari, i biologi, gliembriologi, gli ingegneri gene-tici. Solo quando Antinori ha speci-ficato: «Chi mi contesta è unveterinario da fattoria» è torna-ta un’ombra di sorriso sui voltidegli astanti. Adesso si comin-ciava a capire. Lui pensava diclonare l’uomo mentre Witmane gli altri lavoravano su pecore,topi e tori. Capito la battuta?Che simpaticone questa mac-chietta. Stavano tutti ridendoancora quando l’anziana dotto-ressa con i capelli bianchi haafferrato il microfono e con vo-ce gelida ha detto: «Questa,dottor Antinori, è cattiva scien-za» A quel punto è sceso il si-lenzio e Antinori è uscito di sce-na.Ci siamo arrabbiati, confessia-molo. Ci siamo arrabbiati molto.Sono partite lettere dell’ANMVI,della FNOVI, più di cento fax(ed eravamo sotto ferragosto)che difendevano con sarcasmoal vetriolo la nostra professiona-lità. Da una parte mi ha fattoenorme piacere. I veterinari for-se cominciano a rendersi contoche esistono e che, lavorandoassieme, possono ottenerequella cassa di risonanza chenon hanno mai curato. Dall’altra parte, con il senno dipoi, ci siamo arrabbiati per po-co, per un episodio che all’e-stero non ha visto una riga sul-la stampa e che in Italia ha avu-to risonanza solo tra di noi.Qualcuno dirà: «Come? Belvetci trascina all’attacco, poi sipente?» Non, non mi pento pernulla. Abbiamo fatto bene, madobbiamo imparare che, invecedi rintuzzare chi ci vuole scredi-tare come medici di serie B, èbene cominciare seriamente alavorare uniti per l’obbiettivopiù faticoso, ma più soddisfa-cente. Quello di farci considerare deiveterinari di serie A. Il giorno in cui sorrideremoguardando la puntata di E.R.,dove Romano opera il suo caneurlando «Non vorrai che lo fac-cia massacrare da un veterina-rio!», quel giorno sarà un granbel giorno. Avremo trovato noistessi. ■

Caso Antinori e dintorni

Una risata li seppellirà

di Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

L ’ O P I N I O N E

CORSO BASE

Sanità Animale

FSAFONDAZIONE SALUTE ANIMALE

9.00 Saluto ai partecipanti ed obiettivi del corso9.15 Displasia dell’anca: sviluppo ed aspetti clinici9.45 Displasia dell’anca: proiezioni e posizionamento corretto per

l’esame radiografico10.15 Displasia dell’anca: aspetti radiografici10.45 Classificazioni internazionali della displasia dell’anca

11.35 Coffee break offerto

12.00 Displasia del gomito: sviluppo ed aspetti clinici12.30 Displasia del gomito: proiezioni e aspetti radiografici

13.00 Light lunch offerto

14.30 Displasia del gomito: classificazione internazionale IEWG15.00 Protocollo FSA per il controllo della displasia dell’anca e del

gomito e club di razza aderenti15.30 Rapporto dei veterinari con gli allevatori ed i proprietari dei

cani

16.00 Coffee break offerto

16.30 Valutazione precoce della displasia dell’anca e del gomito nelcane in accrescimento

17.00 Possibilità terapeutiche in caso di displasia dell’anca o del gomito17.30 Valutazione dell’apprendimento e discussione18.15 Fine del Corso

Controllo della displasia dell’anca e del gomito nel cane

2001sabato 22 settembre - Palazzo Trecchi - Via Trecchi 20 - Cremona

domenica 14 ottobre - Alexander Palace - Via M. d’Ungheria, 24 - Abano Terme (PD)

domenica 18 novembre - Jet Hotel - Via della Zecca 9 - Caselle Torinese (TO)

domenica 2 dicembre - Centro Culturale AVULP - Via A. Morettini 19 - Perugia

FSA - ENTE NON PROFIT

Programma scientifico

Da inviare a: EV srl - Via Trecchi, 20 - 26100 CremonaSara Cazzaniga - Tel. 0372/403511 - Fax 0372/457091 - e-mail [email protected]

LE PRE-ISCRIZIONI DEVONO PERVENIRE ENTRO:per Cremona entro il 12 settembre 2001per Abano Terme (PD) entro il 4 ottobre 2001per Caselle Torinese (TO) entro l’8 novembre 2001per Perugia entro il 23 novembre 2001

Cognome ...................................................................................................................................................

Nome ..........................................................................................................................................................Via ................................................................................................... n. ......................................................Città ........................................................... Provincia ..................... CAP ..................................................Telefono (lavoro) ......................................................... E-mail ....................................................................Fax ..............................................................................................................................................................

QUOTA DI ISCRIZIONE

Medici veterinari ❐ L. 100.000 (€ 51,64) IVA compresa

La partecipazione al corso è riservato ai Medici Veterinari.È possibile partecipare unicamente previa PRE-ISCRIZIONE.

NON saranno accettate iscrizioni in sede congressuale.

BARRARE LA SEDE PRESCELTA❐ sabato 22 settembre – Cremona❐ domenica 14 ottobre – Abano Terme (PD)❐ domenica 18 novembre – Caselle Torinese (TO) - in collaborazione con SOVEP❐ domenica 2 dicembre – Perugia - in collaborazione con AVULP

PAGAMENTOIl pagamento viene effettuato tramite (non saranno accettate domande di iscrizione accompagnate da for-me di pagamento diverse dalle seguenti):❐ assegno bancario non trasferibile o assegno circolare (da allegare alla presente domanda) N.

della banca ...........................emesso in data ............................ intestato a E.V. srl

❐ vaglia postale, intestato a E.V. srl - Palazzo Trecchi, 26100 Cremona. Si prega di indicare la causaledel versamento (allegare la fotocopia del versamento)

❐ Carta di Credito ❍ Carta Si ❍ Mastercard ❍ Visaintestata a ................................................................................................................

Numero della carta(non si accettano CCR elettroniche)

Scadenza (mese e anno)

FATTURAZIONELa fattura va intestata ...................................................................................................Domicilio fiscale ............................................................................................................

Partita IVACodice fiscale ...............................................................................................................(solo se non in possesso di partita IVA)

Data ....................................... Firma ............................................................................

Ai sensi dell’art. 10 L. 31/12/96 n. 675 informiamo i partecipanti in merito al trattamento dei dati personali riportati sulla presente scheda diiscrizione, circa la necessità di destinare a terzi tali dati (agenzie di spedizione e di organizzazione congressuale di nostro riferimento, azien-de, associazioni o altri soggetti che collaborano all’organizzazione di questo evento congressuale). Il mancato consenso al trattamento deidati personali compromette tale adempimento. Il firmatario autorizza la SCIVAC, ai sensi dell’art. 11 L. 31/12/1996 n. 675, al trattamento deidati indicati.

SCHEDA D’ISCRIZIONE AL CORSO BASE

Controllo della displasia dell’anca e del gomito nel cane

RelatoreDr. Aldo VezzoniMed. Vet., SCMPA, Dipl. ECVS, Libero professionista a Cremona, Presidente FSA, Segretario FNOVI, Segretario ESVOT, Componente della CTC dell’ENCI

Obiettivi del corsoIl controllo e la prevenzione delle malattie ereditarie, ed in particolare della displasia del-l’anca e del gomito del cane, vengono sempre più richieste ai medici veterinari per un’au-mentata consapevolezza, da parte di allevatori e proprietari di cani, dell’importanza diuna selezione riproduttiva finalizzata anche alla salute ed al benessere.Il Corso, nell’ambito della Centrale di Lettura della FSA, si propone di fornire ai mediciveterinari la competenza specifica per poter meglio inserirsi nel sistema di controllo delladisplasia dell’anca e del gomito del cane e di aumentare le proprie conoscenze su questepatologie per poter offrire ai propri assistiti una consulenza competente ed aggiornata.

Per questi corsi è stato chiesto l’accreditamento E.C.M.

L’iscrizione comprende:• partecipazione al corso• attestato di frequenza• coffee break e light lunch offerti

Per informazioniSegreteria FSA- Via Trecchi, 20 - 26100 CremonaSara Cazzaniga: Tel. 0372/403511 - Fax 0372/457091e-mail [email protected] www.fsa-vet.it

Animal Coder ®

Il sistema di identificazione a transponder

380098101025462

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

Egr. dr. Scotti, chiedo cortesemente ospitalitàa Professione Veterinaria perpoter avere la possibilità di re-plica e offrire chiarimenti es-sendo stato chiamato personal-mente in causa.Ho letto infatti con sorpresa edanche un po’ di amarezza (co-me veterinario) la lettera appar-sa sul n° 6 di Professione Vete-rinaria a firma anonima “tre col-leghi” nella quale vengo citatoa seguito dell’ampia eco (dura-ta in verità pochi giorni) gene-rata dal problema della Malattiada graffio del gatto. I “tre colle-ghi” affermano che “se moltiproprietari hanno tempestato ditelefonate il loro veterinario o sequalcuno ha abbandonato deigatti il merito va attribuito aicolleghi dell’Istituto Zooprofilat-tico di Pavia”.Ritengo che ciascun individuosia responsabile delle proprieazioni e, pur dispiacendomi pergli abbandoni che possono es-servi stati, non mi sento respon-sabile per azioni commesse daaltri.Come Dirigente responsabiledella sezione diagnostica diPavia dell’Istituto Zooprofilatti-co Sperimentale della Lombar-dia e dell’Emilia Romagna edautore con altri colleghi dellostudio citato dalla stampa misento in dovere di puntualizzarealcuni aspetti toccati, non sen-za tono polemico e sarcastico,da questi colleghi dei quali, pe-raltro, non conosco i nomi. Credo che se vari clienti o uten-ti ci chiamano per avere notiziee ci “tempestano” di telefonateè perché hanno fiducia in noiVeterinari e questo non mi pareun fatto negativo a meno che,non conoscendo bene la pro-blematica, ci trovassimo inqualche difficoltà a dare questichiarimenti che ci vengono ri-chiesti, nel qual caso scatte-rebbero probabilmente reazionidi fastidio ed insofferenza. Anche noi siamo stati, in queimomenti, per così dire “tempe-stati” di telefonate; di queste,ovviamente la mia valutazione èpostuma e forzatamente ap-

prossimativa, il 30% circa era diproprietari di gatti che chiede-vano informazioni generali, il5% di associazioni protezioni-stiche con identica finalità, il40% circa di colleghi che chie-devano le modalità per esegui-re i controlli sui gatti, un 20% dicomuni cittadini ai quali (o ai lo-ro parenti) era stata sospettatao diagnosticata la malattia e vo-levano maggiori ragguagli, il3% circa di medici ospedalieriche chiedevano supporto dia-gnostico per l’uomo, un paio die-mail da colleghi che inveceavevano rimostranze nei nostriconfronti e una telefonata “qua-si minatoria” da un ente prote-zionistico per il fatto che questainformazione era passata conampia eco e toni “terroristici”attraverso la stampa. Posso ca-pire che qualche persona, pre-sa da isterismi e spaventata daitoni allarmistici tipici di certimedia, arrivi ad abbandonare ilproprio gatto ma forse, se aves-sero avuto informazioni preven-tive dal proprio veterinario di fi-ducia, probabilmente nessunodi quei proprietari avrebbe ab-bandonato il suo gatto. Cosapotrebbe succedere infatti seun gatto infettasse un membrodi una famiglia, magari un bam-bino (appaiono i più esposti)?Non potrebbe succedere che sivenisse a chiedere conto a noiVeterinari “del perché non ab-biamo informato dell’esistenzadi questo rischio e soprattuttodel perché non si è controllatolo stato sanitario dell’animale”?O non potrebbe raggiungerciuna denuncia per imprudenza -imperizia -incompetenza, comesempre più spesso accade sianella nostra Professione ma so-prattutto in campo medico? Credo quindi che l’atteggia-mento che possiamo assumeredi fronte a questo problemadebba essere di due tipi: o farfinta di nulla, ignorare e spera-re che possa andare tutto beneoppure, in coscienza, informar-ci, informare senza allarmare,suggerire controlli per preveni-re e questa mi pare la posizionepiù corretta dal punto di vista

professionale, deontologico ol-tre che morale. Partendo dal dubbio dei colle-ghi esposto alla fine della lette-ra devo “purtroppo” confermareloro di essere un “regolare” Ve-terinario con specializzazionein Sanità Pubblica Veterinaria eresponsabile di un Centro Na-zionale di Referenza oltre che,come già accennato, della Se-zione Diagnostica Provincialedi Pavia dell’Istituto Zooprofilat-tico Sperimentale della Lom-bardia e dell’Emilia Romagna.Veterinari come me sono poitutti quelli che hanno partecipa-to alla ricerca (gli Istituti di Ana-tomia Patologica e di PatologiaGenerale della facoltà di Medi-cina Veterinaria dell’Universitàdi Milano, 3 distretti del ServizioVeterinario dell’ASL di Pavia euna collega dell’ASL di Bre-scia).Sulle modalità di comunicazio-ne alla stampa “cercando loscoop” e sulla domanda se nonfosse stato giusto “dare un co-municato soppesato dandoneprima notizia al mondo veteri-nario” informo i colleghi che es-sendo stato invitato a tenereuna relazione su questo argo-mento al Convegno Nazionaledell’Associazione MicrobiologiClinici Italiani (AMCLI) ed es-sendo presente un UfficioStampa nella sede del conve-gno, dopo aver letto gli abstractdelle comunicazioni scientifi-che (compresa la nostra) l’Uffi-cio stesso ha ritenuto, di pro-pria iniziativa, di inviare l’infor-mativa all’agenzia ANSA. Lastampa, si sa, è quotidiana-mente impegnata nella ricercadi scoop e probabilmente que-sta notizia, per come è statadata, era ritenuta degna di rap-presentare appunto uno scoop,probabilmente dopo “l’affievoli-mento giornalistico” del proble-ma BSE che così a lungo avevaoccupato, a proposito e a spro-posito, le prime pagine dei gior-nali e dei telegiornali.È evidente quindi che la vogliadi scoop non è stata nostra.Posso altresì aggiungere a que-sto proposito di aver personal-

mente passato giorni piuttostodifficili continuamente pressatoda giornalisti, radio e televisionirifiutando ripetutamente intervi-ste e apparizioni televisive pernon dare il più possibile spazioa manipolazioni o distorsionisempre frequenti in questi fran-genti. Sul fatto di dover dare una cor-retta informazione “dandonemagari notizia prima al mondoveterinario” sono perfettamented’accordo con loro, ed è forseper questo che le facoltà di Me-dicina Veterinaria di Milano, diTorino, di Padova, le Scuole diSpecializzazione di Sanità Pub-blica Veterinaria e di Sanità Ani-male di Milano ci hanno invitatoa trattare questa problematicapiù volte. Abbiamo altresì pub-blicato vari articoli sulla CSD(malattia dell’uomo) e Bartonel-losi del gatto, senza contare ladisponibilità di centinaia di arti-coli scientifici sulle varie rivisteinternazionali e raggiungibili an-che da Internet; mi pare quindiche l’informazione scientificacorretta ci sia e ci sia stata.La sensibilizzazione auspicataper la nostra categoria nei ri-guardi di questa infezione eche sembra aver provocato co-sì forte risentimento da partedei colleghi, poggia sul forte

presupposto che mai nessunproprietario di un gatto/i por-terà il suo/suoi animali dal vete-rinario in quanto malato/i diBartonellosi trattandosi di sog-getti in ottimo stato di salute esenza alcun segno clinico. Ed è proprio qui che si deve in-serire la nostra professionalitànon solo finalizzata alla cura diuna patologia (che in questocaso non esiste nel gatto) maalla informazione e alla preven-zione.Colgo altresì l’occasione dellacortese ospitalità che Profes-sione Veterinaria potrà dedicar-mi, scusandomi in anticipo seporto via più spazio del dovuto,per puntualizzare alcuni aspettidi questa problematica con l’a-nimo di portare un piccolo con-tributo per ulteriori riflessioni. Diverse volte ho potuto scam-biare opinioni ed informazionicon amici colleghi e rilevareche non tutti erano perfetta-mente a conoscenza dell’aspet-to eziologico-patogenetico-cli-nico dell’infezione da Bartonel-la nel gatto. Alcuni ad esempioconfondono la bartonellosi delgatto da Bartonella henselae,B. clarridgeiae, B. koehlerae oAfipia felis, sostenuta da batte-ri gram negativi e filogenetica-mente vicinissimi al genere Bru-

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 27

L E T T E R E A L D I R E T T O R E @

Se si guarda negli occhi unanimale, tutti i sistemi

filosofici del mondo crollano Luigi Pirandello

Apro la rubrica di questo numero con un lungo quanto gradito intervento del Collega Massimo Fabbi, Dirigente Responsabile della Sezione Dia-gnostica di Pavia, che, chiamato in causa da alcuni Colleghi a proposito di CSD, replica ai medesimi approfondendo esaustivamente gli aspettieziologico-patogenetico-clinici dell’infezione da Bartonella nel gatto e le ricadute sull’opinione pubblica di un atteggiamento purtroppo ben notoe ingiustificato che la stampa nazionale assume quando è a corto di notizie o tentata dagli scoop.Sarei lieto se la vicenda, assolutamente ricomposta e chiarita nei suoi aspetti giornalistici e d’informazione interna alla Categoria, si sviluppassesul versante della ricerca e della prevenzione come auspicato dallo stesso Fabbi. Mi è sembrato altrettanto corretto lasciare spazio alla contro-replica del Collega Grazioli, nel rispetto del diritto-dovere della Categoria al dibatti-to scientifico-professionale. Con lo stesso spirito e come avevo già annunciato sul numero scorso, faccio seguire alla lettera del Collega Mazzet-ti (AISA e Veterinaria, P.V. n.7/2001, pag 28, ndr) la replica del dottor Pradella Presidente AISA.

Carlo Scotti

Graffio del gatto: la parola al Collega Fabbi

Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

cella (asintomatica e trasmissi-bile all’uomo), con la emobarto-nellosi da Haemobartonella fe-lis, sostenuta da microrganismiassimilati recentemente ai My-coplasmi (clinicamente rilevabi-le, con quadri patologici precisied evidenti, oltre che noti datempo ma non trasmissibile al-l’uomo). Altri, a loro dire, non ri-tengono interessante l’argo-mento non essendo una “pato-

logia rilevabile e manifesta”(nel gatto) ignorando magariche anche il cane può contrarrel’infezione in forma complicatasviluppando quadri clinici edanatomo-istopatologici sovrap-ponibili a quelli dell’uomo. Tut-tavia, pur con difficoltà, è un’in-fezione che può essere trattatae in ogni caso l’approccio alproblema richiede la professio-nalità e l’opera del Medico Ve-

terinario.È pur vero che la Malattia dagraffio del gatto nell’uomo è no-ta dal 1931 ma è altresì veroche l’agente eziologico è statodefinitivamente individuato solonegli anni ’90, quindi gli studiepidemiologici intrapresi a livel-lo mondiale sulla diffusione del-l’infezione tra le popolazioni digatti (Europa, USA, Giappone,ecc.) sono iniziati e si sono

estesi dal 1995 in poi con risul-tati peraltro analoghi a quelli re-gistrati da noi in Italia; in sintesila nostra casistica su circa 800gatti di colonia aveva rilevato il18% circa di animali batteriemi-ci e il 6% su gatti di proprietà incirca 100 soggetti, mentre unaltro studio condotto dall’Istitu-to di Malattie Infettive della fa-coltà di Veterinaria dell’Univer-sità di Parma ha rilevato, su un

campione di oltre 200 gatti diproprietà, una prevalenza dicirca il 10% di soggetti batterie-mici.Su questa problematica quindi idati Italiani arrivano, se voglia-mo, “un po’ in ritardo” rispettoad altri studi intrapresi in altripaesi.Anche la sensibilizzazione dellaclasse medica nei riguardi diquesta malattia è cresciuta ne-gli ultimi tempi grazie alla con-siderevole massa di lavoriscientifici pubblicati su varie ri-viste internazionali legata alprogredire delle conoscenzesoprattutto nel settore dell’eziologia, diagnosi e della tera-pia. Tuttavia il numero di casi umaniappare ancora molto sottosti-mato dato che non in tutti gliospedali viene fatta la diagnosidi questa malattia e soprattutto,non esistendo obbligo di notifi-ca, non si conosce la reale di-mensione del problema; a que-sto proposito sarebbe per meinteressante sapere da chi af-ferma che la Malattia da graffiodel gatto è praticamente assen-te ed irrilevante, da quale fonteabbia assunto queste informa-zioni non essendo a me noti da-ti statistico-epidemiologici nésegnalazioni sulla reale dimen-sione del problema se non leinformazioni assunte da amici econoscenti che hanno contrattola malattia. A titolo puramenteindicativo segnalo che a Pavia,presso l’Istituto di Malattie In-fettive del Policlinico S. Matteovengono diagnosticati in media2 casi al mese di questa patolo-gia (dr. Piero Marone,I.R.C.C.S. Policlinico S. Matteo- Pavia, comunicazione perso-nale). Concludo questa mia con unpaio di flash passati di recentealla nostra osservazione. Un collega ed amico, normoer-gico, ha contratto questa infe-zione in forma complicata (leforme complicate rappresenta-no circa il 25% delle CSD totali)attraverso un morso da uno deisuoi 9 gatti con febbre, linfoa-denite e sviluppo di lesioni gra-nulomatose a localizzazioneepato-splenica; guarigionecompleta in circa un anno emezzo, 9 gatti su 9 sono risulta-ti batteriemici al momento delcontrollo. Circa due mesi fa una donna alsesto mese di gravidanza hacontratto la malattia dal suogatto, è stata ricoverata pressoil Policlinico S. Matteo di Pavia,trattata con successo e dimes-sa; il suo gatto, da noi control-lato ha mostrato una batterie-mia di 30.000 ufc/ml di sanguedi Bartonella henselae tipo 1. Anche in questo caso come inmolti altri analoghi, la nostra cate-goria giunge dopo che la malattiaè già stata contratta dal pazientee questo dovrebbe farci meditare

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200128

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

WEVAWEVASocietà ItalianaVeterinari per Equini

7th WEVA-SIVE CONGRESS

WARWICK BAYLY, DVM (USA)

FERNANDO CANONICI, Med Vet (IT)

NORMAND DUCHARME, DVM, MSc (USA)

SUE DYSON, MA, VetMB, DEO, FRCVS (UK)

TIM MAIR, BVSc, PhD, DEIM, MRCVS (UK)

JONATHAN PYCOCK, DVM (UK)

CLAUDE RAGLE, DVM, Dipl ACVS, Dipl ABVP (USA)

REUBEN ROSE, DVsc, DipVetAn, PhD, FRCVS (AUS)

MICHAEL ROSS, DVM, Dipl ACVS (USA)

FABIO TORRE, Med Vet (IT)

WENDY VAALA, VMD, Dipl ACVIM (USA)

LESLEY YOUNG, MA, VetMB, DEO, FRCVS (UK)

ALVES ANA LIZ GARCIA (BRAZIL)

BARAGLI PAOLO (ITALY)

BENAZZI CINZIA (ITALY)

BORGES ALEXANDRE SECORUN (BRAZIL)

BUSONI VALERIA (BELGIUM)

CHENCHEV IVAJLO (BULGARIA)

CORAZZA MICHELE (ITALY)

CUBEDDU GIAN MARIA (ITALY)

DE GRESTI ANTONIO (ITALY)

GALLI CESARE (ITALY)

GEHLEN HEIDRUN (GERMANY)

GOTO MOTOAKI (JAPAN)

GUGLIELMINI CARLO (ITALY)

HUSSNI CARLOS ALBERTO (BRAZIL)

LEADON DES (IRELAND)

MEHDL SAKHA (IRAN)

MENDES LUIZ (BRAZIL)

OKUMURA MASAHIRO (JAPAN)

OLIVA MARIO LÓPEZ (ARGENTINA)

PEIRÓ JULIANA REGINA (BRAZIL)

PICCIONE GIUSEPPE (ITALY)

SANNA PASSINO ERALDO (ITALY)

STADLER PETER (GERMANY)

VIDELA DORNA IGNACIO (ARGENTINA)

WEEKS JENNIFER (USA)

WILLIAMS COOPER (USA)

ZERPA HECTOR (VENEZUELA)

7th WEVA-SIVE CONGRESS5-7 OCTOBER 2001

SORRENTO (Naples) - ITALY

INVITED SPEAKERS

ORAL ABSTRACTS PRESENTED BY:

BAILEY SIMON (UNITED KINGDOM)BARBACINI SANDRO (ITALY)BRENDEMUEHL JIM (USA)CHAMBERS THOMAS (USA)CORDES TIM (USA)COSSU IGNAZIO (ITALY) DONATI STEFANO (ITALY)EL-MAGHRABY HUSSEIN (EGYPT)FERRUCCI FRANCESCO (ITALY)GIBSON KATHY (AUSTRALIA)GLEED ROBIN (USA)GOEHRING LUTZ S. (HOLLAND)GRULKE SIGRID (BELGIUM)

HACKETT RICHARD (USA)HÖPPNER STEFANIE (GERMANY)KAMPMANN CLEMENS (GERMANY) KATZ LISA (UNITED KINGDOM)LAUNOIS T (FRANCE)MARTIN BENSON (USA)MATTOZZI CLAUDIO (ITALY)NANNARONE SARA (ITALY)NORWOOD GARY (USA)O'GRADY STEPHEN (USA)ORDIDGE ROBERT (UNITED KINGDOM)PELLEGRINI MASINI ALESSANDRA (ITALY)PEPE MARCO (ITALY)

PETRIZZI LUCIO (ITALY)QUIRION PATRICIA (USA)REEF VIRGINIA (USA)RODGERSON DWAYNE (USA)RUSSO MARCO (ITALY)SADEGHI KHASHAYAR (IRAN)SARDARI KAMRAN (IRAN)SLOVIS NATHAN (USA)TEDESCHI DANIELE (ITALY)TIMONEY PETER (USA)VILLARD ISABELLE (FRANCE)WILKINS PAMELA (USA)ZUCCA ENRICA (ITALY)

POSTERS PRESENTED BY:

For further information please contact:SIVE (Ludovica Bellingeri) - Via Trecchi 20 - 26100 CREMONA - ITALY

Tel.: +39 0372 403502 - Fax: +39 0372 457091 - Email: [email protected] - web www.sive.it

FORT DODGE®

FORT DODGE ANIMAL HEALTH

Animal Health

Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

sul reale concetto di prevenzione.Pur non volendo fare allarmismi, amio parere il problema sicura-mente esiste ma la sua reale di-mensione appare molto difficileda valutare se non con una inda-gine mirata che coinvolga soprat-tutto cliniche pediatriche, Istituti diMalattie Infettive, cliniche derma-tologiche, ecc. concentrando ilpiù possibile le indagini dove ladiagnostica di questa malattiavenga realmente e correttamenteeseguita. Sono pertanto fermamente con-vinto che la nostra categoria pos-sa e debba giocare anche in que-sto caso un ruolo professionale diprimo piano sia nella salvaguar-dia della salute degli animali chedi quella dell’uomo che con essiconvive. P.S. Leggo anche sul n° 7 di Pro-fessione Veterinaria ne “l’Opinio-ne” un breve articolo del collegadr. Grazioli sull’argomento e, fer-me restando le considerazioni suesposte che richiamano in partepunti toccati dal collega, approfit-to dell’ospitalità e mi permetto di

nuovo di esprimere il nostro pare-re su altri punti che ci chiamano incausa.Innanzitutto il collega Grazioli cicita come “ricercatori dell’Univer-sità” risentendosi quasi perchéqualcuno possa “essersi permes-so” di auspicare per i Veterinariuna maggior coscienza sul pro-blema. Confermo anche a questocollega di essere un Veterinariocome più sopra riportato e quindinon dell’Università anche perchéla facoltà di Medicina Veterinariaa Pavia non esiste. Dissento dal collega quando af-ferma che “eseguire l’emocolturasui gatti sia ridicolo e che i test so-no poco attendibili” in quanto, nel-la nostra esperienza, su circa 900emocolture ad oggi eseguite ab-biamo potuto diagnosticare l’infe-zione in circa 150 soggetti; la sen-sibilità e specificità di un test dia-gnostico si misurano riferendosi alcosiddetto “gold standard” perpoter fare raffronti e l’emocoltura,ad oggi, in Medicina Veterinaria,rappresenta lo standard di riferi-mento. Lui che casistica ha avuto? Hapotuto fare raffronti tra test?Con quali risultati?Forse il collega confonde i pro-blemi diagnostici che ci sono incampo umano in cui l’emocoltu-ra è poco utile alla diagnosi inquanto spesso i pazienti conCSD giungono all’osservazioneclinica dopo aver subito varitrattamenti farmacologici; ed èper questo che per la CSD nel-l’uomo si sta sempre più affer-mando la diagnostica moleco-lare (PCR) che, peraltro, anchenoi impieghiamo nel gatto manel quale ha una sensibilità in-feriore rispetto all’emocoltura. Riguardo la durata della batterie-mia, quando il collega affermache in gatti infettati sperimental-mente dura solo tre mesi, faccio amia volta notare che in un gruppodi gatti naturalmente infetti e lega-ti a episodi di CSD nell’uomo è ri-sultata anche di 18 mesi dalla dia-gnosi di malattia nell’uomo. (Jour-nal of Clinical Microbiology, 1995,12, p.3245-3251). Ma il punto cruciale è se noi pos-siamo fare qualcosa in questi pe-riodi a rischio. A mio parere sì, apartire dal controllo delle pulciche appaiono l’elemento centralenella diffusione dell’infezione tragatti, e successivamente prende-re in considerazione la possibilitàdi un approccio terapeutico. Esi-stono infatti studi (anche se nonmolti per la verità) sull’efficacia ditalune molecole nell’abbattere si-gnificativamente la batteriemia edin taluni casi in grado di soppri-merla. Si è visto inoltre che i gattitrattati con varie molecole e in cuila batteriemia era scomparsa, sereinoculati, non si sono reinfettati.Evidentemente il sistema immuni-tario, anche se forse con molto ri-tardo e fatica riesce in qualchemodo a “contrastare” l’infezione.Del resto diversi autori raccoman-

dano comunque il trattamento far-macologico o l’allontanamentodel gatto infetto in presenza dipersone immunocompromesse.I molti lati oscuri che la caratte-rizzano, la difficoltà del suocontrollo, la complessità dellasua patogenesi rendono l’ap-proccio alla Bartonellosi felinasicuramente difficile; è per que-sti motivi forse che qualcuno ar-riva a definire questa infezioneuna sorta di “brucellosi del gat-to”. La strada del vaccino po-trebbe essere forse quella deci-siva anche se probabilmenteancora un po’ lontana. Rimango comunque del parereche le polemiche “di bottega”portino assai poca ricchezza(culturale e forse anche econo-mica) ma che la nostra catego-ria debba essere in prima lineaanche questa volta.

Dr. Massimo Fabbi, Dirigente Responsabile

Sezione Diagnostica di Pavia, Istituto Zooprofilattico

Sperimentale della Lombardiae dell’Emilia Romagna

Per Fabbi

Le informazioni che mi provengo-no dalla divisione di malattie infet-tive presso l’Arcispedale S. MariaNuova di Reggio Emilia sono che“Non ho mai visto un ricovero perCSD in 25 anni. Ricordo forse unAIDS terminale in cui trovammoANCHE la Bartonella. Per noi è unproblema pressoché inesistente”(Prof. E. Gabbi- Comunicazionepersonale).Lascio poi la parola al Prof.Dott. Luigi Bruni, libero docentein Clinica Dermosifilopaticapresso l’Università di Pavia(che coincidenza) che in data16 – 07 – 01 mi scrive: “ …. Lamalattia può insorgere anche inseguito a graffi di altri animali, apunture di insetti, a punture dispine di rose e altre piante, adinfissione di schegge di legnoecc… e il gatto è spesso inno-cente... Non sto a dilungarmisugli esami di laboratorio, inuti-li nella stragrande maggioranzadei casi… L’interessamento ge-nerale è rarissimo e la malattiaspesso regredisce da sola…Confermo, come frutto di 50 an-ni di esperienza, quanto da leiscritto in maniera garbata, viva-ce e simpatica su Libero”. Un dèjà vu mi prende quanto ilcollega Fabbi ricorda che “di-versi autori raccomandano co-munque il trattamento farmaco-logico o l’allontanamento delgatto infetto in presenza di per-sone immunocompromesse”.Come per la Toxoplasmosi e ledonne gravide?Concordo con il collega Fabbiche i veterinari debbano esserein prima linea. Lo sono statomille volte, quando la battaglia

mi pareva giusta. Altrimenti me-glio le retrovie o l’infermeria.

Dr. Oscar Grazioli

Il legame traAISA e mondo

veterinario

Gent. Dr. Scotti, La ringrazio sentitamente per averfatto pervenire in Associazione lalettera che il veterinario GianlucaMazzetti ha scritto a proposito diun articolo su AISA recentementeapparso su “La Settimana Veteri-naria”.Premetto che non è per me op-portuno rispondere a nome dei re-dattori che hanno scritto l’articolo;ci terrei tuttavia a fornire alcuneprecisazioni al Vostro lettore. Ilconcetto principale, mi è sembra-to di capire, è la mancanza di pe-so che l’articolo stesso (e quindiAISA quale soggetto dell’articolo)dedicherebbero al mondo dellaveterinaria, anzi: “al” veterinario.Posso rispondere con due osser-vazioni. Innanzitutto, l’elementopiù importante è quello meno evi-dente: AISA ha una consuetudinepiù che decennale alla cura deirapporti con tutte le associazionie i sindacati dei veterinari. Lamaggior parte dei dipendenti d’A-zienda attivi in Associazione,compreso chi Le scrive, vantauna laurea in veterinaria. Questoper spiegare che questo mondonon è, al contrario di quanto affer-mato nella lettera, estraneo allacultura di AISA, ma ne è partefondante. Ne sia riprova la conti-nua interazione in occasione difiere, convegni, incontri e

quant’altro, eventi che spesso civedono vicini.In secondo luogo, vorrei porreuna questione di merito. L’articolocitato, nella concezione di chi haaderito all’invito per un’intervistadi Le Point Veterinaire Italie, siproponeva di illustrare le attività diAISA a chi forse non le conoscecosì bene. Questo, in special mo-do per ciò che concerne l’outputin termini di servizi per le Aziendeassociate. Qual è il ruolo dell’As-sociazione? Perché esiste? Qualiservizi offre ad un’azienda che in-tenda aderire? Da chi è formatal’Associazione?Poi si è analizzata l’interazione traAISA e il mondo della veterinariaitaliano, di cui il mondo associati-vo rappresenta senz’altro partepreponderante, ma non esclusiva:nel nostro mestiere oggi giorno èl’informazione attenta, puntuale eaggiornata che fa la differenza; diconseguenza è tassativo per leaziende farmaceutiche che ope-rano in questo settore essere vigi-li e proattive presso l’Unione Euro-pea, i vari Ministeri italiani, il mon-do dell’università e della ricerca, iservizi sanitari regionali, le ASL etutti quegli attori che guardano anoi come al primo anello della fi-liera agro-alimentare: i produttoridi mezzi tecnici per la zootecnia eper gli animali da compagnia esportivi.Mi sento quindi di tranquillizzare ildr. Mazzetti: forse i profondi lega-mi tra AISA e “il veterinario” nontraspariranno in modo così evi-dente dall’articolo, ma posso assi-curare che essi sono solidi e sin-ceri.

Giuseppe Pradella

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 29

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

NELSONFONDAMENTI DI MEDICINA

INTERNA DEL CANE E DEL

GATTO

1a edizione italiana, 1100 pagine,

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Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

ANMVI edemocrazia

Ho seguito la discussione svi-luppatasi dopo la presa di posi-zione dell’ANMVI per mantene-re la Veterinaria nell’ambito delMinistero della Sanità. Questaposizione la condivido piena-mente e sono certo che 99 ve-terinari su 100 siano pienamen-te d’accordo, capisco ancheche il ragionamento espressoda qualche collega non fossetanto la scelta fatta ma il comel’ANMVI aveva preso questascelta. Pur comprendendo il si-stema di democrazia indirettache caratterizza la nostra asso-ciazione, sistema che io ritengopienamente corretto, varrebbeperò la pena su decisioni fon-damentali per la veterinaria ita-liana allargare l’indagine o il di-battito a tutti i colleghi che vor-ranno esprimere il proprio pare-re. Se poi anche questo daràscarsi risultati per lo meno nes-suno potrà più lamentarsi. Lademocrazia è anche la libertàdi esprimere il proprio parerema la libertà, ricordando il titolodi una storica canzone di Ga-ber, è partecipazione.

Luciano F.

Farmaco eresponsabilità

Caro Carlo, il caso Lipobay mi ha portato ariflettere su alcuni aspetti delfarmaco veterinario e permetti-mi di esprimere alcune consi-derazioni. Farmacovigilanza: nel settoreveterinario credo che sostan-zialmente non esista. Anch’iocome tutti, del resto, quando micapita una situazione dubbianormalmente evito di segnalar-

la alla ASL e raramente la co-munico all’azienda farmaceuti-ca produttrice. Perché? Sempli-cemente per non crearmi pro-blemi in più rispetto ai tanti cheho già. Se ho dei dubbi smettodi usare quel prodotto e finita lì.Ma è sbagliato perché in que-sto modo altri colleghi conti-nueranno ad usarlo senza sa-pere i rischi che corrono. Aggiornamento del Veterinario:penso che il Ministero dopoquanto accaduto non avrà al-cun dubbio, che noi lo si vogliao no, a rendere obbligatorial’ECM (Educazione Continua inMedicina) anche per tutti i libe-ri professionisti, veterinari com-presi. Foglietti Illustrativi: sap-piamo tutti come spesso sianoilleggibili, evitino di evidenziarealcuni aspetti ed a volte ne tra-lascino altri, non per niente so-no chiamati “bugiardini“. È quindi nostro compito solle-citare le aziende ad una mag-giore attenzione e chiarezza masoprattutto approfondire le no-stre conoscenze per potere uti-lizzare al meglio i vari farmacidando al cliente tutte le infor-mazioni del caso. Il Prontuario Terapeutico SCI-VAC, che non mi è ancora arri-vato ma ho già avuto modo divedere da un fortunato collega,è uno strumento unico ed inso-stituibile per la sua ampia infor-mazione ma soprattutto per l’in-dipendenza ed obbiettività del-la stessa. Penso anche che il caso Lipo-bay debba fare ripensare aquei progetti di maggior libera-lizzazione e promozione dei far-maci. Solo l’uso attento su prescrizio-ne e sotto il controllo di un pro-fessionista serio, attento edinformato eviteranno di trasfor-mare il farmaco in una arma le-tale.

Paolo Accorsi

Ma siamoproprio

evasori?

La categoria veterinaria è sem-pre stata ritenuta fra quelle amaggior rischio di evasione fi-scale. I nostri valori medi di de-nuncia dei redditi sono spessoritenuti troppo bassi, anzi ridi-coli! Non voglio certo dire chetutto questo non è assoluta-mente vero e che siamo tuttisanti, ma scagli la prima pietrachi in vita sua non ha mai toltoallo Stato una lira di tasse! E poi quanti clienti vogliono unafattura caricata del 20% di IVA?La possibilità di poter detrarrele spese veterinarie non hacambiato in alcun modo la si-tuazione. Proviamo a partire da dati pre-cisi. La spesa, nel settore animali dacompagnia, per l’assistenza ve-terinaria (compresi i vaccini, gliinterventi chirurgici, insommatutto ciò che è rapportabile alveterinario) nel 2000 è stata di420 miliardi. In Italia ad oggi

abbiamo, purtroppo, 5200 am-bulatori, il doppio dell’Inghilter-ra e della Francia che hanno unmercato ben diverso dal nostro!Proviamo a fare 420 miliardi di-viso i 5200 ambulatori e ci vienfuori un fatturato medio per am-bulatorio di circa 80 milioni. Fatturato, non reddito, perchédagli 80 milioni dobbiamo poidetrarre tutti i costi (affitto, am-mortamenti, materiale di consu-mo, farmaci, costi di gestione,ecc…) e alla fine cosa ci resta?soltanto una grande invidia peri colleghi che lavorano nel set-tore pubblico e che magari alla

sera fanno anche la libera pro-fessione. Non vi è dubbio chela soluzione non è “evadere letasse” e che la gestione direttadel farmaco ed il pet corner po-tranno dare un po’ di sollievoma come può un ambulatorioche non ha neppure la sala d’a-spetto a pensare di gestire ilpet corner? La soluzione vera è meno vete-rinari e meno ambulatori comeè in tutti gli altri paesi europeialtrimenti rischiamo di conti-nuare ad essere una categoriada terzo mondo.

Paola Costa

PROFESSIONE VETERINARIA 8/200130

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L a neo-mini-stro allaP u b bl i c a

Istruzione LetiziaMoratti ha recen-temente ricordato

come la riforma dell’Università e deiprogrammi dei corsi di laurea deb-bano svilupparsi e definirsi attraver-so un serio e aperto confronto con ilmondo professionale. È mai avvenuto questo nel settoreveterinario? È mai capitato che ilnostro mondo professionale venissechiamato dalle università per discu-tere delle modifiche da apportare alcorso di laurea per renderlo più mo-derno e maggiormente collegato al-l’evolversi delle diverse e nuovepossibilità di impiego di un laureatoin veterinaria? A memoria di veteri-nario direi mai, al massimo è capita-to che gli Ordini venissero invitati, acose fatte, a prendere atto di ciòche era già stato deciso. Finita lì eamici come prima. Eppure, solo il confronto con l’espe-rienza del mondo professionale puòrendere l’università in grado di re-stare al passo coi tempi. Sarebbeanche l’occasione per avviare corsidi specializzazione - molti di quelliavviati sino ad ora non sono neppu-re riconosciuti - che offrano realisbocchi di occupazione. A questo riguardo, AlessandroSchiesaro ha firmato per il Sole 24Ore di fine luglio un interessante ar-ticolo sulle università italiane, in cuisi evidenzia: “è l’abolizione del valo-re legale del titolo di studio, che lariforma in atto rende sempre piùanacronistico, e che andrebbe so-stituito da un sistema di accredita-mento”; più avanti nell’articolo siparla di quella devolution che ren-derà le regioni sempre più autono-me anche nel settore universitario,lasciando al ministero soltanto ilcompito di “elaborare linee guidastrategiche, definire con gli atenei ilsostegno finanziario per la formazio-ne di un certo numero di studenti,controllare la qualità dei processiformativi e la qualificazione dei lau-reati”.Tutto questo rientra nella filosofia didecentramento del nuovo Governo,ma per noi potrebbe significare ilrischio di veder aumentato il nume-ro delle facoltà di veterinaria, inquanto ogni regione potrebbe pen-sare di farne almeno una. Già si par-la di sbloccare quella di Udine e diuna nuova a Terni. Di questo passopotremmo arrivare a 20/25 facoltà,che, pur applicando il numero chiu-so o programmato, potrebbero pas-sare dagli attuali 1500 nuovi iscrittiogni anno a 2500 e forse anche più.Un’ipotesi pazzesca che, abbinataal possibile corso di laurea juniorper ausiliari veterinari, renderà il no-stro futuro veramente grigio. Secondo Schiesaro un rinnovamen-to importante della struttura universi-taria si avrebbe rivedendo lo statogiuridico dei docenti universitari e imeccanismi di concorso. “Per quan-

to riguarda i concorsi va senz’altrorecuperata un’ottima proposta delministero uscente, che abolisce ilperverso meccanismo dell’idoneitàe impone, come vuole il buon senso,che a ogni posto bandito corrispon-da un solo vincitore. Al contempo va

eliminata la distinzione altrettantodannosa tra trasferimenti e concorsi,per favorire una vera mobilità internabasata sul merito.” Tutte cose sem-plici sulla carta, ma all’interno del si-stema universitario sarebbero unavera e propria rivoluzione.

L’articolo tocca anche il tema dellaformazione a distanza, un progettosul quale l’Italia è molto in ritardo elo è “in larga misura per la resisten-za di molti atenei a veder nascereun soggetto autonomo in questocampo: il solo che possa realmente

Anacronismi, resistenze e ritardi impedisconoall’Università italiana di stare al passo coi tempi

di Luigi Poretti

rispondere, sul modello delle grandiuniversità a distanza europee, allecrescenti esigenze del mercato.Questa resistenza difensiva è com-prensibile, ma non giova agli inte-ressi del Paese.” È evidente che il mondo veterinariocambierà e si trasformerà soltantose l’università riuscirà a stare al pas-so coi tempi. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 31R I F L E S S I O N I

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PROFESSIONE VETERINARIA 8/200132

L a formazione continua èormai diventata un’esigen-za diffusamente sentita

in tutte le categorie: si accentuasempre più, tra gli Ordini e i Col-legi professionali, la coscienza diun ruolo meno burocratico e lapresenza di una funzione prima-ria, quella della formazione, dagarantire soprattutto nei confron-ti della collettività nella quale ilprofessionista opera.Da ciò deriva un coinvolgimentosempre maggiore delle organiz-zazioni di categoria, nell’indirizzoe nella scelta dei temi e dei con-tenuti dell’aggiornamento profes-sionale degli iscritti; coinvolgi-mento che ha spinto il Consiglionazionale forense a chiedere,nella relazione annuale, «unaprevisione legislativa a favoredella formazione continua». Pe-raltro, già la nuova legge sulla di-fesa d’ufficio prevede che la de-signazione del difensore d’ufficioavvenga a cura dell’Ordine, sullabase di criteri oggettivi quali lareperibilità e la prossimità allasede del procedimento e dellespecifiche competenze del pro-fessionista, del quale l’Ordinedeve certificare la idoneità validaai fini dell’iscrizione, sulla basedella dimostrazione dell’esercizioin sede penale da almeno dueanni o della frequenza ai corsi te-nuti dagli stessi Ordini e dalleCamere penali.Costituisce per molti versi un’e-sperienza – guida quella che sista conducendo nella sanità: lasperimentazione iniziata il primogennaio 2001 di «Ecm - Educa-

zione Continua in Medicina» hacoinvolto circa 350mila medicichirurghi e odontoiatri del Servi-zio sanitario nazionale e oltre2.400 organizzatori di program-mi formativi. Parte ora la secon-da fase, che si rivolge a tutte leprofessioni del settore sanitario,per le quali la formazione conti-nua è stata organizzata in un si-stema di accreditamento chedeve portare al riconoscimentodi almeno 150 punti in tre anni,utili per la carriera e i riconosci-menti economici.

L’etica esige formazioneIl dovere morale del professioni-sta di aggiornarsi assiduamente èperaltro stabilito, se non dalle leg-gi dello Stato (una previsione in talsenso era contenuta nel Ddl dele-ga di riforma delle professioni,presentato quasi al termine dellascorsa legislatura), da quelle in-terne delle categorie professiona-li sottoposte alla vigilanza di Ordi-ni o Collegi, che sanciscono nelproprio codice deontologico taledovere. Così, per esempio, le pro-fessioni economiche e giuridiche,riportano tutto un preciso doveredi aggiornamento all’interno deiloro codici etici.A sostegno del dovere deontolo-gico alcuni Ordini hanno attuatoazioni specifiche. Il Consiglionazionale dei dottori commer-cialisti ha emanato le norme perl’attuazione del programma diformazione professionale conti-nua degli iscritti, riconducibilesia alla partecipazione a semi-nari, lezioni, corsi eccetera, sia

ad azioni positive quali l’attivitàdi docenza, la redazione di librie articoli su riviste specializzate,la partecipazione a gruppi di la-voro e commissioni di studio ecosì via.

Formazione e qualitàIl Consiglio nazionale dei consu-lenti del lavoro ha, invece, istitui-to la «Certificazione di qualitàprofessionale» che dovrebbe es-sere rilasciata dai consigli pro-vinciali dell’Ordine, su domandadegli iscritti in possesso di requi-siti, di regolarità contributiva edeffettivo esercizio dell’attività pro-fessionale, sommati alla parteci-pazione ad almeno tre convegnio seminari o giornate di studio inun anno o a nove in triennio. Adifferenza da quanto visto per icommercialisti, il Consiglio nazio-nale dei consulenti del lavoronon riconosce crediti formativiagli iscritti che svolgono un ruoloattivo nella formazione o redigo-no articoli o testi in materia pro-fessionale.Appare inoltre impropria la deno-minazione attribuita dall’Ordinedei consulenti alla certificazione:in effetti, l’Ordine non potrà certi-ficare che la partecipazione alleiniziative di formazione, mentre la“qualità” professionale di un sog-getto (fatta di esperienza, prepa-razione, intuito, serietà, etica, equant’altro di imponderabile sicollega all’esercizio serio e atten-to di un’attività professionale)non può essere oggettivamentecertificata. ■

Tratto da “Il sole 24 Ore”

Sempre più diffuse le disposizioni dei codici deontologici che prevedono l’aggiornamento degli iscritti

Gli Ordini in pressing sulla formazione

Le regole eticheLe previsioni in materia di formazione permanente nei Codici etici del-le professioni economico – giuridiche

AVVOCATIArticolo 13 – Dovere di aggiornamento professionale. È dovere del-l’avvocato curare costantemente la propria preparazione professiona-le, conservando e accrescendo le conoscenze con particolare riferi-mento ai settori nei quali è svolta l’attività

DOTTORI COMMERCIALISTIArticolo 6. Il dottore commercialista ha il dovere del continuo aggior-namento professionale

CONSULENTI DEL LAVOROArticolo 11. È dovere morale del consulente del lavoro curare la pro-pria preparazione professionale e aggiornare costantemente la pro-pria conoscenza delle discipline che formano la base cognitiva dellaprofessione con particolare riferimento ai settori nei quali svolge l’atti-vità. A tal fine collabora e partecipa ai corsi di qualificazione e aggior-namento promossi dall’Ordine o dalle Associazioni professionali perassicurare un esercizio tecnicamente adeguato della professione nel-l’ambito nazionale, nei paesi dell’Unione europea e in quelli extraco-munitari

RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI Articolo 1. Il professionista è tenuto a mantenere alto il livello dellapropria competenza in tutte le materie professionalmente più rilevanti.A tal fine deve partecipare periodicamente ai corsi di formazione pro-fessionale e ai programmi di aggiornamento organizzati e promossidal Cnr. Deve altresì perfezionare la propria formazione di base e do-tarsi delle principali strutture di informazione specifica necessarie alcorretto esercizio della professione

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Hill’s è lieta di presentarela 4a edizione del libro di dieteticaclinica veterinaria dei piccoli animali,il testo più autorevole e completo,completamente rivisto e aggiornato.Questa nuova pubblicazionerappresenta lo strumento diconsultazione essenziale per ognimedico veterinario liberoprofessionista e comprende ilprezioso contributo tecnico di oltre79 esperti con illustrazioni e testi dioltre 100 casi clinici documentati.

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SEMINARI DI OTTOBRE

Page 31: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

21-26 Ottobre2001: lasettimanadell’artrosi delcaneIOVA ha organizzato un ciclo diincontri scientifici locali perdiffondere in Italia la “cultura del-l’artrosi”.Sollecitata dall’ottima riuscita del1° Simposio Internazionale IOVAsull’artrosi del cane (Milano, 2-4marzo 2001), IOVA – sotto l’atten-ta regia del proprio ComitatoScientifico - ha organizzato per ilprossimo Ottobre una settimanadi incontri, volti a diffondere inItalia la cultura dell’artrosi.Intesi un po’ come “estratti” delsimposio internazionale, gli in-contri sono stati progettati in ter-mini di manifestazioni locali, incui condensare le informazionipiù importanti emerse durante ilconvegno dello scorso marzo.Ospite d’eccellenza, la farmaco-loga americana Dawn MertonBoothe riproporrà una relazionesui moderni trattamenti farmaco-logici adottabili in corso di artro-si.Nelle serate del 23 ottobre (Cata-nia) e del 25 ottobre (Bologna), lasua lezione sarà preceduta dadue interventi di taglio clinico-diagnostico, tenuti entrambi dalprofessor Carlo Maria Mortellaro,cattedratico dell’Università di Mi-lano e Presidente del ComitatoScientifico di IOVA.Più denso il programma del pri-mo incontro, quello organizzato aNapoli per domenica 21 ottobre,che occuperà tutta la giornata evedrà affiancarsi al binomioBoothe-Mortellaro altri noti relato-ri dell’ortopedia veterinaria - tra iquali il professor Bruno Peironedell’Università di Torino -, impe-gnati ad illustrare l’approccio chi-rurgico al paziente artrosico e leartriti infettive nel cane.La settimana IOVA sull’artrosi delcane si chiuderà venerdì 26 otto-bre a Padova, dove il professor

Mortellaro e la professoressaBoothe riproporranno le loro le-zioni magistrali alla platea delPre-Congress Day SITOV.La partecipazione agli incontri ègratuita (tranne quella del 26 ot-tobre, vincolata all’iscrizione SI-TOV) ed aperta a tutti i veterinariinteressati. Per ulteriori informa-zioni contattare IOVA: e-mail [email protected]; tel. 049.898.73.19;fax 049.898.73.21; web www.in-novet.it./iova/iova.html.

Comitato Scientifico IOVA: Presi-dente, Prof. Carlo M. Mortellaro;Componenti, Prof. David Ben-nett, Prof. Giorgio Brunelli, Prof.Maurizio Del Bue; Dott. Aldo Gio-vannella, Prof. Bruno Peirone,Dott. Massimo Petazzoni, Dott.Gian Luca Rovesti.

Fortekor®,registrato ancheper iltrattamentodell’insufficienzarenale cronicafelinaIl farmaco che ha aiutato mi-gliaia di cani viene ora impiega-to con grande efficacia ancheper i gatti.FORTEKOR®, il medicinale che hagettato le basi per il trattamentodell’Insufficienza Renale Cronicanel gatto. Prodotto da NovartisAnimal Health, leader mondialenella cura della salute degli ani-mali, FORTEKOR® migliora laqualità della vita e prolunga il tem-po di sopravvivenza dei gatti conInsufficienza Renale Cronica dia-gnosticata.L’Insufficienza Renale Cronica è ilrisultato del deterioramento lento,progressivo e irreversibile dellefunzioni escretorie, regolatrici edendocrine del rene.La distruzione di queste funzioniporta a manifestazioni quali l’azo-temia, l’uremia, lo sbilanciamentoelettrolitico, l’anemia e problemi dipressione sanguigna.Il tardo presentarsi dei sintomi in-sieme alla molteplicità dei disturbiassociata ad una patologia com-plessa, rende la diagnosi e la ge-stione dell’Insufficienza RenaleCronica una delle sfide più diffici-li per i Medici Veterinari.Le nefropatie sono la secondacausa di morte nei gatti. Tra le va-rie terapie attualmente utilizzabili,FORTEKOR® è l’unico ace-inibito-re autorizzato per il trattamentodell’Insufficienza Renale Cronicafelina. Studi clinici in doppio ciecocontrollati con placebo hanno di-

mostrato che nei gatti che soffro-no di Insufficienza Renale Croni-ca, FORTEKOR® ha migliorato laqualità della vita e prolungato iltempo di sopravvivenza, special-mente nei casi più gravi.

FORTEKOR® riduce la pressionesistematica e intraglomerularementre mantiene il tasso di filtra-zione glomerulare (GFR). Riducela perdita di proteine nell’urina eporta ad un aumento dell’appetitoe del peso corporeo.FORTEKOR® è nei gatti principal-mente escreto per via epatica(85%), eliminando così il rischio disovraesposizione in pazienti conproblemi renali.

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Pedigree® eWhiskas® conENPA per ilWorld AnimalDay4-7 ottobre 2001: tre giorni disolidarietà a favore degli ani-maliIl 4 ottobre prenderà il via ilWorld Animal Day organizzatoda Dolma, consociata italianadel gruppo Mars Inc. in collabo-razione con l’ENPA: tre giorni diattività di beneficenza a favore ditutti gli animali, ma soprattutto diquelli meno fortunati.Il WAD, giunto ormai alla sua 15a

edizione, rappresenta un’occa-sione concreta per dimostrareaffetto e rispetto verso i miglioriamici dell’uomo. L’attività è voltaa sensibilizzare i sempre più nu-merosi proprietari di animali do-mestici verso un possesso con-sapevole e responsabile e so-prattutto intende spiegare, a chiancora non possiede un anima-le, quanti e quali sono i beneficiche derivano dall’affettuosacompagnia di un cane o di ungatto. Tutti coloro che collabore-ranno alla realizzazione dei pro-getti a favore dell’ENPA, sia at-traverso le attività Dolma in-storesia aderendo alle iniziative ENPAnelle piazze d’Italia, riceverannoin omaggio un’utile videocasset-

ta dedicata al mondo degli ani-mali domestici, oltre ad un sim-patico omaggio. Il video, realiz-zato da Pedigree® e Whiskas®

anche grazie all’autorevole par-tecipazione del famoso etologoGiorgio Celli, ha per oggetto im-portanti tematiche, con partico-lare attenzione alle fondamentaliregole per il possesso responsa-bile di animali domestici, intendedivulgare le finalità e attività del-l’Ente Nazionale Protezione Ani-mali e rispondere, attraverso ilparere degli esperti ENPA, alledomande più consuete riguar-danti i nostri amici animali.Il WAD è diventata un’attività isti-tuzionale che Dolma è orgoglio-sa di ripetere ogni anno e che ot-tiene un sempre maggiore con-senso di pubblico: nel 2000 so-no stati infatti quasi 47.000 i con-sumatori che hanno contribuitoall’ottimo successo della manife-stazione.La meccanica dell’attività 2001prevede che, per ogni 10.000 li-re di spesa in prodotti della lineaPetfood Dolma, il consumatorericeva un coupon compilando ilquale potrà donare un pasto gra-tis agli animali curati dall’ENPA e

collaborare alla realizzazione diun ambulatorio di pronto soccor-so veterinario nonché alla dona-zione di cucce e rifugi per glianimali ospitati dai volontari EN-PA.Una postazione WAD sarà pre-sente in 350 punti vendita dellaGDO e in 800 petshop, dove lehostess spiegheranno i mecca-nismi della promozione e infor-meranno i consumatori sulle atti-vità di solidarietà del World Ani-mal Day.

UFFICIO STAMPA DOLMASay What?Giada MendaTel 02 31 91 18 [email protected]

PROFESSIONE VETERINARIA 8/2001 33A T T U A L I T ÀA T T U A L I T ÀN O T I Z I E D A L L E A Z I E N D E

Al suo terzo lavoro il Comitato Bioetico per laVeterinaria ha pensato di affrontare uno degliargomenti più scabrosi tra quelli che caratte-rizzano il rapporto uomo-animale: le uccisionidegli animali.Credevamo che le difficoltà affrontate nei primidue lavori, il primo sui trasporti, il secondo sulconsenso informato in veterinaria, avrebberopotuto costituire un adeguato bagaglio per in-traprendere con una certa tranquillità quest’ul-timo sforzo. Così non è stato.

La questione delle uccisioni degli animali continua a rivestire tuttorauna posizione centrale e di grande difficoltà nel rapporto uomo-anima-le. Anche se nella pratica quotidiana le questioni etiche relative al tra-sporto, alla convivenza, all’allevamento, sono largamente più presentinel dibattito pubblico che non l’uccisione per macellazione, per praticadi profilassi o per eutanasie, comunque, come significato simbolico,l’uccisione, quindi il procurare la morte, riveste di gran lunga un’impor-tanza superiore.A ben pensarci la cosa era inevitabile: infatti l’uccisione, sebbene tem-poralmente copra un breve lasso di tempo rispetto a pratiche che sicompiono in tempi ben più dilatati, costituisce qualcosa di assoluta-mente definitivo e irreparabile. Qualcosa che, se ripetuto sistematica-mente come avviene nella zootecnia più avanzata, palesa il più assolu-to dominio umano nei confronti degli animali mai finora verificatosi nel-la storia della domesticazione.Eppure tutto ciò coesiste, nel nostro mondo, con la sensazione, oramaimolto diffusa, per la quale parlare di diritti animali non è affatto astruso,bensì la stessa nozione di diritti animali rappresenta oggi un’idea lar-gamente condivisa.Nel suo stile, che è anche una modalità scientifica di lavoro, il Comita-to non ha aggirato il tema ma lo ha invece affrontato, ben sapendo cheil rischio nel quale si sarebbe potuti incorrere sarebbe stato rappresen-tato dal non riuscire a formulare giudizi univoci e da tutti condivisi suquesto delicato tema: ciò tuttavia è stato valutato un rischio minimo ri-spetto a quello ben più grave di un atteggiamento ipocrita, inevitabil-mente connesso alla scelta di non scontrarsi con la questione dell’uc-cisione degli animali, o di farlo in una maniera accademica e distacca-ta dalla realtà quotidiana di questa pratica.Ancora una volta ci sembra, con i risultati apprezzabili o meno che so-lo il Lettore è titolato a giudicare, di avere assunto un compito da “cac-ciatori di fantasmi”, da “ghostbusters” : un gruppo di persone che, for-ti della loro organizzazione, cercando di non fuggire i luoghi popolati difantasmi ma invece li invadono.

Pasqualino SantoriPresidente del Comitato Bioetica per la Veterinaria

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Page 32: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 8

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DOMENICA 14 OTTOBRE 2001

ORE 8.30CREMONA

PALAZZO TRECCHIVIA TRECCHI 20

PRESENTAZIONE CASI CLINICI

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI

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