La Voce del Popolo 2013 03

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ǯ Ǥ ǯ° ǡ ǡ ° Ǥ ǡ ǡ Ǥ La sentenza della Corte di Cassazione, n. 601/2012, che ha respinto il ricorso di un padre contro l’affido del figlio alla consorte, attualmente convivente con una compagna, afferma: “Alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pre-giudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale. In tal modo si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che dunque correttamente la Corte d’appello ha preteso fosse specificamente argomentata”. Queste parole sono state brandite come se affermassero che, tra ǯ ȗ pratica omosessuale e condizione genitoriale, c’è coerenza mentre, in realtà, si limitano a rilevare l’assenza di argomenti portati dal ricorrente, anche perché la Corte si muove all’interno del perimetro della giurisprudenza. La polemica di parte gay è solamente una strumentalizzazione che deduce conseguenze inesistenti da premesse che non ci sono. Questo lo dico per porre un punto di partenza a una riflessione che intende contribuire a fare chiarezza. Che cosa possiamo dire di un figlio che cresce all’interno di una coppia omosessuale? Anzitutto, che la fattispecie – sul piano documentario – è recente e riguarda pochi Paesi. Non si tratta di una tendenza diffusa né esprime un consenso acquisito, come mostra ciò che sta accadendo in Francia, dove le coppie gay possono stipulare i Pacs, ma è in atto lo scontro tra favorevoli e contrari al diritto d’adozione. In proposito, si osserva che il fronte avverso abbraccia sia cattolici sia credenti di altre fedi sia non credenti: quindi il rifiuto della possibilità a chi pratica l’omosessualità di avere figli non discende solo da una concezione confessionale, bensì anche da motivazioni laiche. Sul piano scientifico le valutazioni sono controverse: alle indagini empiriche favorevoli si contrappongono quelle contrarie. Dobbiamo allora rassegnarci all’arbitrio? È chiaro che il desiderio di avere un figlio è inscritto nella condizione umana, ma è altrettanto evidente che non possiamo consegnarci semplicemente alle intenzioni: essendoci di mezzo dei minori, le motivazioni soggettive dell’adulto non bastano. Una cosa è certa: la vita umana ha origine dall’incontro tra l’uomo e la donna. Anche la fecondazione artificiale inizia dalle cellule maschile e femminile. Che cosa significa? Che l’esistenza è conseguente all’unione tra uomo e donna. Il problema va quindi posto in chiave antropologica: la pratica generativa è ancorata nel dimorfismo sessuale. L’eterosessualità non basta a garantire l’integrità morale della generazione perché questa deve essere congiunta all’amore, ma l’omosessualità è radicalmente incoerente con l’origine della vita. Il figlio è bene che abbia madre e padre o comunque un uomo e una donna che se ne prendono cura: se questo non accade, l’unico adulto in campo fa il possibile per supplire la presenza mancante. Il fatto che si possa verificare questa condizione deficitaria, non significa che sia auspicabile né che si debbano promuovere forme genitoriali nelle quali l’intenzionale cancellazione di uno dei due generi è incoerente rispetto alla genealogia della vita. Il bene del figlio, la sua educazione in sintonia con la sua origine rimandano sul piano antropologico alla comunicazione tra uomo e donna. *Docente di pedagogia all’Università cattolica ǡ Italia. La politica è come la matematica? Villanuova sul Clisi. Slot machine? No, grazie ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Il Brescia verso il Varese, con l’occhio alla società Confartigianato. Politica: se ci sei... batti un colpo Giorgio Beretta. Per una cultura di pace e disarmo ǤǤ Brescia. Il bisogno di spazi per i cristiani /$ 92&( '(/ 3232/2 Tra governo e parlamento italiano non correva buon san- gue. L’uno era tecnico, l’altro era politico. Uno era stato messo lì per fare gli interessi dei cittadini, l’altro era stato di fatto retrocesso per palese incapacità a svolgere la sua funzione. Lo sblocco saranno le elezioni politiche, che si svolgeranno tra un mese. Questo in teoria. In pratica si an- drà a votare per un nuovo parlamento, nell’incertezza che questo sia migliore dell’attuale. Se è vero, infatti, che sono i cittadini che eleggono i parlamentari, è altrettanto vero che ciò avviene per tramite dei partiti e quindi, in ultima analisi, sono i partiti che scelgono i candidati. Nel nostro Paese recenti sondaggi hanno confermato che per il 94-96% dei casi i cittadini non hanno più fiducia nei partiti. Questi ultimi, sono entità evane- scenti, che diventano realtà concreta attraverso gli uomini che li rap- presentano e li qualificano. I più rappresentativi finiscono in parlamento. Come concilieranno questa loro collaborazione e la loro eventuale elezione con l’aprioristica mancanza di fiducia dei cittadini pari al 94-96%? Tempi difficili attendono la nostra abbastanza fragile democrazia. Ǥ Ǥ Ǥ T g m m d d f f s d d qu q cit c ciò a c sono s sondag s non hann n scenti, che d sc presentano e li pr Come conciliera con l’aprioristic difficili attendo

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L’Imu incide sulle famiglie in modo pesante. Ma c’è anche un altro peso di cui, in questo momento, nessuno parla ed è quello sostenuto da parrocchie e associazioni no profit bresciane per le loro strutture.

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La sentenza della Corte di Cassazione, n. 601/2012, che ha respinto il ricorso di un padre contro l’affido del figlio alla consorte, attualmente convivente con una compagna, afferma: “Alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pre-giudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale. In tal modo si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che dunque correttamente la Corte d’appello ha preteso fosse specificamente argomentata”. Queste parole sono state brandite come se affermassero che, tra

pratica omosessuale e condizione genitoriale, c’è coerenza mentre, in realtà, si limitano a rilevare l’assenza di argomenti portati dal ricorrente, anche perché la Corte si muove all’interno del perimetro della giurisprudenza. La polemica di parte gay è solamente una strumentalizzazione che deduce conseguenze inesistenti da premesse che non ci sono. Questo lo dico per porre un punto di partenza a una riflessione che intende contribuire a fare chiarezza. Che cosa possiamo dire di un figlio che cresce all’interno di una coppia omosessuale? Anzitutto, che la fattispecie – sul piano documentario – è recente e riguarda pochi Paesi. Non si tratta di una tendenza diffusa né esprime un consenso acquisito, come mostra ciò che sta accadendo in Francia, dove le coppie gay possono stipulare i Pacs, ma è in atto lo scontro tra favorevoli e contrari al diritto d’adozione. In proposito, si osserva che il fronte avverso abbraccia sia cattolici sia

credenti di altre fedi sia non credenti: quindi il rifiuto della possibilità a chi pratica l’omosessualità di avere figli non discende solo da una concezione confessionale, bensì anche da motivazioni laiche. Sul piano scientifico le valutazioni sono controverse: alle indagini empiriche favorevoli si contrappongono quelle contrarie. Dobbiamo allora rassegnarci all’arbitrio? È chiaro che il desiderio di avere un figlio è inscritto nella condizione umana, ma è altrettanto evidente che non possiamo consegnarci semplicemente alle intenzioni: essendoci di mezzo dei minori, le motivazioni soggettive dell’adulto non bastano. Una cosa è certa: la vita umana ha origine dall’incontro tra l’uomo e la donna. Anche la fecondazione artificiale inizia dalle cellule maschile e femminile. Che cosa significa? Che l’esistenza è conseguente all’unione tra uomo e donna. Il problema va quindi posto in chiave antropologica: la pratica

generativa è ancorata nel dimorfismo sessuale. L’eterosessualità non basta a garantire l’integrità morale della generazione perché questa deve essere congiunta all’amore, ma l’omosessualità è radicalmente incoerente con l’origine della vita. Il figlio è bene che abbia madre e padre o comunque un uomo e una donna che se ne prendono cura: se questo non accade, l’unico adulto in campo fa il possibile per supplire la presenza mancante.Il fatto che si possa verificare questa condizione deficitaria, non significa che sia auspicabile né che si debbano promuovere forme genitoriali nelle quali l’intenzionale cancellazione di uno dei due generi è incoerente rispetto alla genealogia della vita. Il bene del figlio, la sua educazione in sintonia con la sua origine rimandano sul piano antropologico alla comunicazione tra uomo e donna.*Docente di pedagogiaall’Università cattolica

Italia.La politica è comela matematica?

Villanuova sul Clisi.Slot machine?No, grazie

Il Brescia versoil Varese, con l’occhio alla società

Confartigianato.Politica: se ci sei...batti un colpo

Giorgio Beretta. Per una culturadi pace e disarmo

Brescia.Il bisogno di spaziper i cristiani

Tra governo e parlamento italiano non correva buon san-gue. L’uno era tecnico, l’altro era politico. Uno era stato messo lì per fare gli interessi dei cittadini, l’altro era stato di fatto retrocesso per palese incapacità a svolgere la sua funzione. Lo sblocco saranno le elezioni politiche, che si svolgeranno tra un mese. Questo in teoria. In pratica si an-drà a votare per un nuovo parlamento, nell’incertezza che questo sia migliore dell’attuale. Se è vero, infatti, che sono i

cittadini che eleggono i parlamentari, è altrettanto vero che ciò avviene per tramite dei partiti e quindi, in ultima analisi,

sono i partiti che scelgono i candidati. Nel nostro Paese recenti sondaggi hanno confermato che per il 94-96% dei casi i cittadini

non hanno più fiducia nei partiti. Questi ultimi, sono entità evane-scenti, che diventano realtà concreta attraverso gli uomini che li rap-

presentano e li qualificano. I più rappresentativi finiscono in parlamento.Come concilieranno questa loro collaborazione e la loro eventuale elezione con l’aprioristica mancanza di fiducia dei cittadini pari al 94-96%? Tempi difficili attendono la nostra abbastanza fragile democrazia.

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are a Cesare quel che è di Cesare… Quanti, an-che fra i credenti più fer-venti, hanno dovuto fare un profondo lavoro su sé

stessi per autoconvincersi che anche l’Imu era “di Cesare” e come tale an-dava pagata? Tanti, probabilmen-te moltissimi, anche perché questa ennesima tassa (una vera e propria patrimoniale sulla casa di proprietà, bene rifugio per milioni di italiani) se non li ha messi in ginocchio ha fatto almeno tremare tanti bilanci fami-liari. L’Imu, nelle sue due tranche di giugno e dicembre 2012, è stata par-ticolarmente pesante per gli italiani che hanno sperimentato sulle pro-prie tasche cosa si intende quando si parla di pressione fiscale. Forse i più dotati di senso civico, possono avere trovato una consolazione nel sapere che l’Imu era uno dei “calici amari” propinati a ogni italiano per salvare il Paese dal disastro a cui pa-reva destinato. La conferma che la tassa sulla casa è stata un carico ec-cessivamente pesante per le famiglie italiane arriva anche dall’attenzione che all'Imu dedicano le forze politi-che in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio. Berlusconi, forse con un pizzico di utopia e una buona dose di populismo (che per altro affasci-na ancora molti elettori), ne propone l’abolizione almeno per la prima ca-sa; il centro sinistra guidato da Ber-sani dice che fisserà a 500 euro la so-glia sotto la quale l’Imu sull’abitazione principale non sarà pagata. Una tale misura, secondo le proiezioni del Pd, esenterebbe dall’imposta il 45% delle famiglie italiane. Il buco di 2,8 miliar-di mancato introito dovrebbe essere compensato con una maggiore tassa-zione delle abitazioni con una rendita catastale superiore a 1,5 milioni di eu-ro, con una revisione del catasto e la delega ai sindaci del compito di deci-dere chi e quanto fare pagare. Anche Monti, che pure l’ha adottata, ammet-te che l’Imu dovrà essere migliorata. Il premier non intende certo rinuncia-re all’imposta e al suo impianto com-plessivo. Non manca però di ripetere che il gettito (24 i miliardi raccolti nel 2012) andrà più equamente tra Stato e Comuni e che si dovrà procedere a una riforma del catasto per adeguare

Se “Cesare” chiama

il valore degli immobili al mercato re-ale. Sempre Berlusconi sostiene che l’Imu dovrà restare solo sulle case di lusso. Il Cavaliere, che in caso di vittoria elettorale del centro-destra ambisce al Ministero dell’economia, ha anche indicato dove reperirà i 4

presunte regalie che lo Stato avrebbe concesso, sotto forma di esenzioni e di riduzioni, alla Chiesa e alle sue isti-tuzioni in tema di Imposta comunale unica. “Una polemica costruita sul nulla – afferma don Gianpietro Girelli, direttore dell’Osservatorio giuridico e legislativo della diocesi di Brescia – perché tutte le parrocchie hanno pagato esattamente quanto imposto dalla legge, senza alcun regalo o con-cessione particolare. Anzi, in molti ca-si, hanno probabilmente anche paga-to di più di quanto avrebbero dovuto per via di un‘interpretazione restritti-va di una normativa che ha parecchi passaggi non eccessivamente chiari”. Le parrocchie, dunque, hanno pagato quanto dovevano per quelle attività (bar, sale della comunità, etc.) in cui svolgono un’attività che ha sì qualche aspetto commerciale ma che è anche strettamente legato all‘orizzonte pa-storale a cui fanno riferimento. Se è vero, infatti, che bar e sale della co-munità forniscono servizi in cambio di un corrispettivo è pur vero che lo fanno “sottocosto”, perché il riferi-mento ultimo di queste attività non è (e non potrebbe essere diversamente) il profitto ma, appunto, la pastorale. Favorire la presenza di giovani, guo-vanissimi e famiglie al cinema par-rocchiale, far sì che il bar dell’orato-rio (nella foto centrale) diventi uno spazio per creare la comunità non è certo svolgere un’attivita commer-ciale. Il corrispettivo richiesto per il servizio offerto molte volte non con-sente nemmeno di pareggiare le spe-se sostenute. Le parrocchie, dunque, pagano, come si legge anche in que-ste pagine. Pagano, ma iniziano an-che a interrogarsi sulla sostenibilità di questo sforzo. Facile, anche se do-loroso, ipotizzare che per far fronte alla pressione dell’Imu e degli altri oneri fiscali (aumento dell‘Iva, etc.) le parrocchie, che vivono della cari-tà e della generosità dei propri par-rocchiani, potrebbero arrivare ad aumentare i prezzi dei loro servizi. Ma questo, come sostengono tanti sacerdoti, sarebbe cedere a una lo-gica meramente commerciale, con evidenti ulteriori aggravi per i bilan-ci familiari. Da qualunque parte la si analizzi, dunque, l’Imu finisce sem-pre per colpire la famiglia.

miliardi di mancato gettito (control-lo della spesa pubblica, dismissione degli immobili dello Stato e maggiori tasse su sigarette e alcolici). Gli ita-liani nutrono la speranza che il futuro governo metta realmente mano alla ri-forma dell'imposta che l‘Unione euro-pea nelle scorse settimane ha definito iniqua. Detto dell'impatto che l‘Imu ha avuto su ogni famiglia italiana, c'è però tutta una partita che in queste settimane sembra essere esclusa dal dibattito politico. Si tratta dell‘Imu che la Chiesa deve versare per i suoi immobili. Si tratta, per la verità, di un terreno a causa di una normativa non particolarmente chiara e peruna serie di polemiche ideologiche e stru-mentali che hanno viziato l‘avvio del dibattito della delicata questione. Nei mesi scorsi, infatti, troppo, e molto spesso in termini sbagliati, si è scritto sulla questione, alludendo a favori e

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Anche la Congrega della carità apostolica di Brescia ha sentito pesantemente la pressione dell’Imu. Nel passaggio dall’Ici alla nuova imposta comunale, ossia dal 2011 al 2012, il peso fiscale sopportato dalla Congrega è passato da 350mila a 940mila euro. Si tratta di costi praticamente triplicati nonostante alcune agevolazioni concesse dal Comune di Brescia. la situazione era già stata denunciata nel settembre dello scorso anno, proprio in occasione della discussione in Palazzo Loggia delle nuove aliquote dell’Imu. In quella circostanza ci fu chi (qualche consigliere comunale e amministratori dell’Aler) parlò anche di una attenzione particolare del Comune nei confronti di una realtà impegnata sul fronte del disagio abitativo. “Tutto vero - affermano in Congrega -. Le agevolazioni concesse, però, hanno inciso in modo irrisorio sui nostri bilanci e su quelli delle fondazioni amministrate”. Le citate agevolazioni non riguardano, per esempio, gli 88 appartamenti del quartiere Mazzucchelli che la Congrega ha recentemente ristrutturato e assegnato a canone moderato attraverso una convenzione con il Comune di Brescia e la Regione Lombardia. Il 73% delle unità immobiliari della Congrega è destinato a finalità sociali. Nonostante questo il peso fiscale nel 2012 è aumentato a dismisura. Quel che preoccupa i 56 Confratelli della Congrega è che questo aggravvio finirà irrimediabilmente per ricadere sulle risorse destinate alle finalità istituzionali, ossia sulla carità e sulla soddisfazione dei bisogni di un numero sempre crescente di persone.

pensare, ma l’Agenzia delle entrate potrà incrociare le informazioni di tutte le banche dati di cui la mede-sima dispone e che concernono le categorie di spesa summenzionate, sommando tra di loro quelle spese che per qualche motivo (importo, tipologia, ecc.) vengono rilevate e sono presenti appunto in qualche banca dati. Si tratta, ad esempio, di acquisti di immobili, automobili e barche, pagamento di rette scola-stiche, iscrizioni a club e associa-zioni, acquisti di elettrodomestici, stipula di mutui, effettuazione di investimenti mobiliari, ecc. e altre spese dichiarate, quindi presenti nella dichiarazione dei redditi. Al-la somma di questi dati saranno ag-giunte le spese medie per famiglia stimate dall’Istat e divise per diverse tipologie di famiglie e diverse aree geografiche. Con questi dati, l’Agenzia delle en-trate determinerà il totale delle spese effettuate dalla famiglia. Una volta rilevato uno scostamento tra il reddito dichiarato e le spese veri-ficate, all’interno di un margine di tolleranza del 20%, scatterà un ac-

certamento dell’Agenzia delle entra-te, con invito al contribuente a com-parire negli uffici dell’Agenzia delle entrate per un contraddittorio, nel corso del quale la persona convo-cata potrà spiegare gli scostamenti evidenziati dal redditometro e i red-diti dichiarati, motivando con quali risorse finanziarie, diverse rispetto a quanto risulta dalla dichiarazione dei redditi, sono state sostenute le spese: ad esempio, sono state ef-fettuate con risparmi, oppure con somme donate da un padre al pro-prio figlio, o per altre motivazioni.A prescindere dalla possibilità di essere accertati o meno e quindi essere convocati per spiegazioni, sembra chiaro che a ciascuno di noi viene “imposta” una maggiore attenzione nella conservazione della documentazione giustificativa delle proprie spese. Dovremo acquistare qualche armadio in più per la con-servazione dei documenti cartacei, sperando sempre che la spesa sia compatibile con il nostro reddito. È importante sottolineare, che nel caso in cui l’Agenzia delle entrate non dovesse essere soddisfatta dal-

le spiegazioni e quindi proseguisse con un accertamento formale di una ipotizzata evasione di imposte, il contribuente potrà sempre ricor-rere agli strumenti ordinari di im-pugnazione dell’accertamento. In ultimo, per chi volesse dilettarsi in una verifica preliminare della sua si-tuazione, può provare a verificare se le sue spese sono compatibili con il suo reddito dichiarato, scaricando il Redditest dal sito dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it). Un’applicazione che permette a ciascun contribuente di verificare immediatamente la propria coeren-za tra le spese sostenute ed il reddi-to dichiarato. (Fabrizio Spassini)

Tra qualche settimana diventerà operativo un nuovo strumento di accertamento denominato reddito-metro. Sarà un’“arma” in più nelle mani dell’Agenzia delle entrate, la quale potrà procedere con la com-parazione delle spese dei compo-nenti di una famiglia con il reddito dichiarato, segnalando poi eventuali non coerenze. In pratica un nuovo “grande fratello” verificherà se le nostre spese sono coerenti con il reddito che avremo indicato nella dichiarazione annua-le dei redditi.Anche se la tabella delle voci di spesa che potrebbero essere ogget-to di controllo è molto lunga (circa 100 voci di spesa, distribuite in set-te categorie – abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contribu-ti previdenziali, istruzione, attività sportive e ricreative, investimenti immobiliari e altre spese), lo scopo del redditometro non è di monitora-re ogni singola spesa presente nel-la tabella per ogni famiglia italiana, sommare le une alle altre e compa-rarle al reddito, come potremmo essere portati immediatamente a

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ta tenendo banco in questi giorni sui mezzi di informa-zione l’azione militare che, con libera interpretazione della risoluzione 2085 del

20 dicembre scorso del Consiglio di sicurezza dell’Onu (per l’invio di un contingente di interposizione inter-nazionale a guida africana) la Francia sta portando avanti in Mali. L’interven-to francese, bombardamenti a cui do-vrebbero aggiungersi azioni di terra, è la risposta, forse tardiva, all’offensiva dei ribelli cominciata un anno fa, con la conquista di Gao, Kidal e Timbuc-tù, a cui aveva fatto seguito il colpo di Stato militare che aveva deposto il presidente Amadou Toumani Touré. Un conflitto, quello che si sta combat-tendo nel Paese africano, che, inizia-to con tendenze indipendentiste dal gruppo Mlna (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad) ha regi-strato la progressiva partecipazionne di altri tre gruppi mossi da motivazio-ni estremiste: Ansar al Din; Aqmi, la colonna magrebina di al-Qaeda; Mu-jao (Movimento per l’unicità e la jihad nell’Africa dell’Ovest), sostenuto da Boko Haram, gruppi favorevoli alla jihad islamica. Parigi ha giustificato il proprio intervento con la motiva-zione di voler prevenire il rischio che il Mali possa trasformarsi nella culla di nuove e pericolose frange terrori-stiche. Per alcuni osservatori inter-nazionale e per chi opera, a diverso

della jihad islamica. Tanto che si teme un’estensione del terrorismo nella re-gione del Sahel. Per alcuni movimenti l’obiettivo principale è l’indipendenza del Nord ma poi l’immissione di altri gruppi ha fatto sì che la crisi si sia am-pliata, diventando una rivendicazione della jihad su tutta la regione, compre-si Niger e Burkina. È dunque molto elevata la preoccupazione interna-zionale che la regione possa diventa-re un nuovo Afghanistan, per questo si dà la definizione ‘Africanistan’, con una crisi che potrebbe destabilizzare l’intera regione. Quello della comuni-tà internazionale, magari non neces-

titolo nel Paese africano, come Moi-ra Monacelli, coordinatrice regiona-le per l’Africa occidentale di Caritas italiana, si tratta di un’ipotesi tutt’al-tro che campata per aria. I gruppi del Nord sono dichiaratamente a favore

Il conflitto in corso in Mali desta qualche preoccupazione anche a Brescia. L’Opal (l’Osservatorio per-manente armi leggere e politiche di sicurezza e difesa) analizzando i dati della recente relazione dell’Unione europea sulle esportazioni di armi ha scoperto che una parte delle ar-mi esportate nel 2011 dal Brescia-no sono di tipo e di calibro simile a quello militare e, pur a fronte delle limitazioni normative comunitarie,

sono state fornire a nazioni sottopo-ste ad embargo di armi, a Paesi in conflitto e dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani. La stes-sa relazione segnala che dall’Italia (e quindi anche dalla provincia di Brescia) sono state esportate armi ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente che nel 2011 hanno visto ri-volte e sommosse popolari. Il fatto che ad alimentare la guerra in Mali siano anche gruppi terroristici che

fanno riferimento all’area magrebi-na induce i rappresentanti dell’Opal a pensare che fra le armi utilizzate in Mali ve ne possano essere anche di fabbricazione bresciana. Per questo motivo hanno chiesto, già nei mesi scorsi, al Prefetto di Brescia di fare chiarezza sulle esportazioni di armi dal Bresciano e su altri punti legati al commercio di armi che la relazio-ne dell’Unione europea e altri do-cumenti non chiariscono del tutto.

sariamente a guida francese, era un intervento prevedibile. Secondo gli studi fatti dalle Caritas locali era solo questione di tempo, perché il gover-no del Mali non avrebbe avuto la for-za per intervenire da solo nella crisi politica al Nord. I Paesi della Cedeao (Comunità degli Stati dell’Africa occi-dentale), avevano dato disponibilità all’invio di militari, ma con l’appog-gio della comunità internazionale. Il rischio più elevato, che molti vanno paventando è che, come è avvenuto in Libia, l’intervento in Mali possa ri-velarsi più lungo e difficile di quan-to oggi la Francia voglia far credere.

Le notizie di nuove stragi sono ormai all’ordine del giorno in Siria. Quasi non fanno più notizia, a meno che le vittime non siano bambini. Per questo ha suscitato orrore e indignazione la notizia della morte di 21 bambini causata da bombardamenti su Moudamiyya al-Cham, divenuto campo di battaglia per l’esercito e i ribelli. Dalla Siria, inoltre, cominciano a giungere notizie di violenze sessuali. Sono le ong che operano nel Paese a

confermare questa nuova barbarie. Sulla scorta di queste notizie 57 Stati hanno chiesto alla Corte penale internazionale di aprire un’inchiesta sulla situazione nel Paese. Nonostante il freddo e il maltempo i siriani continuano a scappare nei Paesi vicini, ormai incapaci di accogliere e dare assistenza a tutti. Ad Amman, in Giordania, il patriarcato dei cattolici latini si è detto disposto ad aprire le chiese e mettere a disposizione ogni metro quadro per accogliere

la gente in fuga. Un rapporto scioccante dell’International Rescue Committee ha, inoltre, mostrato che una delle motivazioni principali dell’esodo è proprio la violenza sessuale nei confronti delle donne. Gli stupri da parte di uomini armati sono all’ordine del giorno. Raramente questi episodi vengono denunciati perché rappresentano un’onta per la famiglia. La Lega araba invierà presto una missione nei Paesi limitrofi per far analizzare la situazione dei rifugiati.

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Nel 2012 sono stati adottati 3.106 bambini da 2.469 famiglie italiane. I dati della Commissione adozioni internazionale, aggior-nati al 4 gennaio, registrano un calo “piuttosto consistente”: del 22,8% per quanto riguarda il nu-mero di minori e del 21,7 % per le coppie adottive. Ma secondo la Cai non si tratta di una crisi vera e propria quanto piuttosto di pro-blemi legati al rallentamento del-le attività in alcuni Paesi. In Colombia, ad esempio, a causa

della revisione delle procedure dichiarative dello stato di abban-dono, e in Ucraina, sempre per difficoltà procedurali interne. In Bielorussia sono state quasi com-pletate le procedure instradate nel 2009, mentre in Vietnam, in India e in Polonia non è ancora completa la riattivazione delle procedure dopo l’entrata in vigo-re delle rispettive nuove normati-ve interne. I minori adottati provengono da 55 Paesi: Federazione russa, Co-

lombia, Brasile, Etiopia e Ucrai-na si confermano, come nel 2011, i cinque maggiori Paesi di origine dei bambini adottati dalle coppie italiane. La Federazione russa resta il primo (749 minori, il 24 per cento del totale). Nel 2012 i 1.787 minori provenienti da que-sti cinque Paesi rappresentano oltre la metà dei minori adottati nell’anno dalle coppie italiane. La Lombardia è la regione dove risiede il maggior numero di mi-nori autorizzati all’ingresso nel

2012 (563 minori) e il numero più alto di coppie adottanti; se-guono Lazio, Toscana, Veneto, Campania, Puglia e Sicilia. Si sta-bilizza l’incremento delle adozio-ni nelle regioni meridionali, con il 30,3% del totale dei minori au-torizzati all’ingresso nel 2012. Le coppie che hanno adottato sono in prevalenza coniugi con titolo di studio medio-superiore, appar-tenenti a categorie lavorative im-piegatizie, libere professioni e in-segnanti.

hi si illudeva che la politi-ca, dopo l’anno sabbatico a cui era stata costretta dall’esperienza del gover-no tecnico guidato da Ma-

rio Monti, avesse colto l’occasione per rinnovarsi e mettere a punto nuo-vi stili di confronto in vista di nuove competizioni elettorali, è stato delu-so. È bastato mettere nero su bianco la data della competizione elettorale per dare nuovamente la stura a quegli istinti che avevano caraterizzato pre-cedenti campagne elettorali. Non che questo ritorno al passato abbia più di tanto sorpreso. È la logica della pro-prietà invariantiva: se in matematica la semplice inversione dei fattori di una somma o di una moltiplicazio-ne dà sempre lo stesso risultato, co-sa c’era da aspettarsi da una classe politica refrattaria al cambiamento e sulla scena da anni? E così queste pri-me battute della campagna elettora-le che porterà al voto del 24 e 25 feb-braio hanno confermato vizi antichi: più insulti reciproci che attenzione a proposte serie e concrete per permet-tere all’Italia e agli italiani di nutrire qualche speranza di futuro. Un vizio in cui è incorso anche Mario Monti che dopo la salita in politica non ha resisti-to alla tentazione di adeguarsi ai suoi competitor. E così anche il premier tecnico nelle sue apparizioni televisi-ve ha preferito mettere da parte il suo aplomb.La speranza è che avvicinan-

dosi la data delle elezioni le diverse forze in campo prendano coscienza del fatto che agli elettori interessa di più come intendono concretamente salvare il Paese che non le strategie per sconfiggere gli avversari. C’è da dire che un po’ tutti i partiti e movi-menti devono in queste ore muoversi

su fronti diversi. C’è quello della co-municazione che impegna parecchio, c’è quello della composizione delle li-ste e, per ultimo, quello delle alleanze. Ad oggi non c’è polo che possa dire di aver chiuso la quadratura del cer-chio. Berlusconi, ottenuta l’alleanza con la Lega e con una serie infinita di partitini, deve pensare al nodo premiership (Alfano, Tremonti?) e a quello delle candidature (no ai con-dannati in via definitiva, ni a quelli sotto processo o indagati). Bersani, da parte sua, ha problemi sul fronte della composizione delle liste (poche le donne ad oggi coinvolte e troppe le anime del Pd e della coalizione che chiedono posti al sole) e della messa a punto dei confini della sua alleanza (cerca di mantenere aperta la porta con Monti nonostante la ferma oppo-sizione di Vendola che strizza invece l’occhio a Ingroia). Anche Monti de-ve confrontarsi con i limiti della po-litica: se la scelta di correre con liste separate alla Camera l’ha messo al riparo della snervante trattativa con Udc e Fli, la composizione del listo-ne per il Senato lo sta sottoponendo a una trattativa senza fine con i suoi compagni di cordata. Questo il qua-dro attuale della politica nazionale completato da Grillo che, libero dal-le incombenze dei partiti, ritiene di avere nella denuncia contro tutto e contro tutti l’unica arma per afferma-re le ragioni del proprio movimento.

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Si dice, e su certi fogli si stampa, che noi contadini abbiamo troppe pretese e che vogliamo vivere come tanti conti, e non ci accontentiamo del salario e del trattamento onestissimo che si è fatto. Falso tutto. Noi contadini non abbiamo altra pretesa che di esser trattati come uomini e di esser rispettati come tali. Ci hanno fatto tante promesse, ma quante furono mantenute? Siamo la parte grandissima della patria Italia, siamo i più oppressi dal lavoro, coi nostri sudori diamo il cibo le vesti alla nazione e siamo i più maltrattati. Il nostro vitto è poverissimo, il pane di frumento è un lusso per noi, la carne di bue la vediamo sulla nostra tavola in occasione di nozze ed in qualche annuale grande festa. Il nostro vestito val poche lire. Il salario è così meschino che non ci permette di ascriverci alla cassa nazionale di previdenza. I signori ci guardano da alto in basso e fatte le debite eccezioni non si degnano neppure di rispondere con un cenno al nostro saluto. Se andiamo nelle loro case per loro interesse ci tengono al fresco sotto i loro portici o nel cortile, come se avessimo il

Pretese dei contadini

“I paesaggi dell’anima” è il titolo di uno spettacolo che l’associazione Casa Betel e la Comunità di vita propongono alle sale della comunità del Bresciano. Si tratta del frutto di un laboratorio teatrale a cui nei mesi scorsi hanno preso parte le ospiti della Comunità di vita (uno spazio di tregua per restituire alla persona libertà e giustizia alla luce dei valori della solidarietà, della pace e della tutela dei diritti umani)che hanno avuto modo di scavare in profondità nelle

loro vite rendendo così esplicito il senso di solitudinedelle donne senza tetto, che spesso la società finge di non vedere, Il risultato è uno spettacolo che rappresenta ciò che attraversa la vita, ciò che si intreccia e si dipana nell’animo umano, una metafora del cambiamento, della trasformazioneumana, determinata talvolta da forze più grandi dell’uomo,irrazionali. Per informazioni: Associazione Casa Betel 2000 Onlus, tel. 030 48977.

contagio. Abbiamo la distinzione delle strapazzate degli insulti e non si ascoltano le nostre ragioni. Bagnati di sudore, mezzo morti per le fatiche, siamo chiamati poca voglia di lavorare, immeritevoli della paga che ci vien data tanto meschina e quando fa comodo al padrone e poco averci fatto aspettare

alla porta per ore ed ore, e ci viene data in piccoli acconti e saldata dopo un anno, se pure. Se poi abbiamo a presentarci in Municipio od in qualche ufficio, dobbiamo aspettare che passino tutti quelli che vengono dopo di noi. Siamo accolti con parole secche, e non ci lasciano parlare, bollandoci subito da ignoranti e

zotici senza cervello. Si intende che si salvano da sé gli uffici pubblici dove si ha creanza e giustizia anche per i contadini. Se siamo elettori, nel giorno delle elezioni eccoci che il padrone che ci dà una scheda coi nomi che piacciono a lui e ci stima, guai se non la deponiamo nell’urna tal quale. Ci si osserva se andiamo

Protezione civile: ruolo delle istituzioni, del volontariato dei cittadini”. L’argomento è proposto nel convegno organizzato per sabato 19 gennaio dall’Ucid Manerbio Bassa bresciana alle 17,30 nella sala Paolo VI dell’oratorio in via San Martino di Manerbio. Il presidente del sodalizio, Giuseppe Pozzi aprirà il convegno affidando poi il ruolo di moderatore a Pierluigi Colombi. Previsti interventi di:

Giuseppe Santalucia, esperto della cooperazione bresciana per la Protezione civile; Fabio Mandelli, assessore alla Protezione civile della Provincia di Brescia; Carmelo Scarcella, direttore generale Asl di Brescia. Saranno presenti: il capitano Gianfranco Corsetti, comandante la compagnia carabinieri di Verolanuova; Gabriella Mucci, commissario prefettizio del comune di Manerbio.La partecipazione è aperta alla cittadinanza.

a bere un bicchiere di vino nella Domenica, se accendiamo la pipa, e si sospetta subito di noi, che rubiamo al padrone. Quasi non fossimo abbastanza sopracarichi del lavoro si esige che facciamo tutti i servizi e che trottiamo o fatichiamo senza un grazie anche in quella poca ora di riposo, Una volta c’eran gli schiavi, ma io non so se la loro condizione fosse peggiore della nostra. Noi non siamo venduti sul mercato, non siamo ammazzati col bastone o col revolver, ma siamo carne venduta nei contratti della prestazione delle nostre forze del tempo della vita nostra con salari irrisorii e con patti che in questo ci favoriscono non sono mantenuti. Siamo sferzati dal sole, dal gelo e talvolta colpiti cogli schiaffi e coi pugni. Ci è lasciata una libertà personale, ma questa è illusoria perché bisogna che la vendiamo per un poco di grano e per la camicia. Chi ha cuore cristiano ci aiuti praticamente, perché possiamo contare come uomini, ed esser riconosciuti come tali per la mercede e per il rispetto della dignità umana.

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a morte improvvisa di don Luigi Bracchi ha la-sciato certamente un vuoto nella comunità di Verolanuova che ora si

prepara all’ingresso (il 3 febbra-io alle 15) del nuovo parroco don Lucio Sala, dal 2003 guida di Ca-priano del Colle. Don Lucio si do-vrà confrontare con una realtà più grande che supera gli 8000 abitanti, entrando – rispetto a Capriano do-ve era da solo – in una dimensione positiva di condivisione con gli al-tri sacerdoti. Una delle caratteristi-che di don Lucio, riconosciuta dai suoi parrocchiani, è proprio la sua capacità di “camminare accanto al-le persone per scoprire il volto di Dio”. Questa attenzione all’incon-tro con le persone è stata ricambia-ta dall’affetto della sua comunità. In questi anni ha badato all’essen-ziale, cercando di “vedere il bene in tutti, riconoscendo il lavoro di tut-ti”. Nella prima esperienza da par-roco non sono mancate le difficoltà legate alla burocrazia, in alcuni casi “necessaria”, in altri “un po’ pesan-te”. Si definisce un “prete normale” che ha “accompagnato la comunità, valorizzando l’esistente”. A Verola ora troverà una parrocchia viva e operosa: “Il primo passo – spiega – sarà quello di mettermi in ascolto per conoscere”. Nel suo curriculum sacerdotale ci sono anche tre tappe

in ogni giornata, intravede una sco-perta. Lascia Capriano nell’anno in cui arriva alla conclusione naturale il percorso di iniziazione cristiana, che ha saputo coinvolgere le fami-glie (c’è chi ha risposto in maniera favorevole chi, invece, un po’ me-no). “La dimensione della parteci-pazione alla vita comunitaria deve, però – afferma don Lucio – trovare altre strade: non si risolve, infatti, con l’iniziazione cristiana; la par-te formativa non coincide sempre con la vita comunitaria, anche se era ovvio che l’iniziazione cristia-na non fosse la risoluzione di tutti

significative come curato a Vesto-ne (1985-1989), Serle (1989-1995) e Bagnolo Mella (1995-2003). Tutte vissute con la stessa stoffa che gli ha permesso di affrontare la quoti-dianità con il piglio positivo di chi,

La parrocchia Santa Maria Assunta di Ghedi, in collaborazione con la Com-missione di Pastorale sociale propo-ne per lunedì 21 gennaio un appun-tamento di grande caratura culturale. Alle 20.30, nel salone Ghisleri di piaz-za Trento, è prevista la conferenza sul tema “Il Concilio Vaticano II e il car-dinale Carlo Maria Martini”. Relato-re, padre Bartolomeo Sorge, gesuita, teologo e profondo conoscitore della dottrina sociale della Chiesa e della re-

altà sociale, politica e culturale italia-na. L’evento sarà anche un’occasione per riflettere sull’attualità del Concilio anche in relazione ad una delle figure più significative e amate della Chiesa contemporanea, recentemente scom-parsa. “A 50 anni dall’inizio del Con-cilio – scriveva padre Sorge su ‘Fami-glia Cristiana’ del 19 settembre 2012 – è importante vedere in che misura la Chiesa ha assimilato ed esprime oggi l’identità cristiana, rinnovata sia nella

sua comprensione, sia nei rapporti con il mondo e delle diverse componenti ecclesiali tra di loro”. Padre Sorge è una delle voci più originali e ferme in favore di quei valori di solidarietà, ri-spetto, ricerca del bene comune, che rendono l’uomo “veramente umano”. Negli incontri offre sempre ai suoi in-terlocutori uno sguardo ampio e arti-colato sulla società di oggi e sulle te-matiche, alcune urgenti e scottanti, che animano la vita della Chiesa.

i problemi”. Al momento non cono-sce ancora Verolanuova, se non il consiglio pastorale e i sacerdoti che collaboreranno con lui, ma forse proprio questo può essere un punto di forza all’inizio del suo nuovo mi-nistero. Avrà anche l’opportunità di osservare una comunità che, ricca di attività e di iniziative, ha avuto la maturità necessaria per sopperire all’assenza del parroco grazie a un laicato responsabile. A don Lucio, ora, il compito di rendere con la sua presenza e, soprattutto, la sua testimonianza ancora più fertile la terra verolese.

Presso il Presidio ospedaliero di Iseo viene inaugurata la nuova Tac multistrato acquisita all’Unità operativa di radiologia dell’azienda ospedaliera Mellino Mellini. La nuova Tac si caratterizza come ulteriore investimento voluto da questa Direzione strategica a vantaggio di una migliore garanzia di servizio sanitario per il territorio di riferimento. Le caratteristiche tecniche dell’ apparecchiatura di marchio Ge healthcare la

pongono all’avanguardia grazie all’elevato numero di file di detettori (16), ciò che consente di eseguire in tempi molto brevi (0,42 secondi) ben 16 strati del corpo umano. L’apparecchiatura Tac è una macchina multistrato di ultima generazione, munita di seconda console di refertazione e dotata di tutti i programmi tridimensionali e dei necessari spessori inferiori al millimetro, che permettono di effettuare al meglio ed in tempi ristretti, tutti

gli esami (testa, torace, addome, vascolari,etc…) senza e con mezzo di contrasto. È dotata degli ultimi sistemi che permettono una sostanziale riduzione della dose dei raggi ricevuti che viene erogata ai pazienti durante l’esecuzione dell’esame. Rispetto ai dosaggi standard previsti dalle leggi italiane ed europee, l’apparecchiatura installata eroga dosi inferiori del 50-60%, con evidente vantaggio per gli ammalati soprattutto pediatrici.

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l problema dell’alcol si mani-festa in età sempre più pre-coce. L’Acat, Associazione club alcologici territoriali di Brescia, e la Cooperativa Tor-

nasole hanno presentato, presso il cinema teatro Eden, il progetto “Giovani in sicurezza”, rivolto agli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, teso ad affrontare con maggiore effica-cia il problema dell’avvicinamento all’alcol di un numero di giovani che va aumentando. Il progetto ha coinvolto sia il Comune di Brescia sia alcuni istituti superiori, e vede una serie di incontri negli stessi, curata dall’Acat, alternata alla for-ma di Teatro Forum, messa a punto dalla Tornasole. “Questo format è motivato dalla difficoltà incontra-ta negli adulti non sempre attenti al tema alcol-giovani – ha detto l’as-sessore alle Politiche giovanili del Comune di Brescia Diego Ambro-si – unita a quella di entrare in sin-tonia con il mondo giovanile, che

Il corso di geopolitica Fabula Mundi, organizzato dall’associazione Ipsia Onlus Brescia, in collaborazione con le Acli provinciali bresciane, è arrivato alla sua terza edizione e nel 2013 è dedicato alla memoria di alcuni eventi storici particolarmente significativi. Le ricorrenze ci aiutano a ricordare cosa è accaduto e perché, quali sono le origini dell’odio interetnico o di scontri politici, a chiederci cosa è successo nel frattempo e che

cammino hanno fatto alcuni popoli e, infine, quali sono gli scenari possibili per il futuro dei Paesi o di intere aree coinvolte nei conflitti e nelle rivolte. Gli argomenti che saranno trattati sono i Balcani e la guerra del 1992, l’America Latina e i golpe militari degli anni ‘70, il conflitto israelo-palestinese e il processo di decolonizzazione africano degli anni ‘60. La lezione storica e geopolitica, condotta da Claudio Gandolfo e dal prof. Michele Brunelli, che si svolge

il sabato mattina dalle ore 9 alle ore 12 presso la sede provinciale delle Acli bresciane in via Corsica 165 aiuta ad introdurre negli eventi e a dare una panoramica complessiva dei fatti e degli scenari possibili, mentre in altri momenti aggregativi e ludici verranno approfonditi gli argomenti delle lezioni attraverso vari linguaggi quali il teatro, il cinema, le testimonianze e la presentazione di libri. Si inizia sabato 9 febbraio. Sabato 16 febbraio, invece alle

20.30, va in scena lo spettacolo teatrale “La scelta” con Marco Cortesi e Mara Moschini nell’aula magna della scuola secondaria di Mazzano, angolo via Resistenza e via Bianchini in collaborazione con il Gas Mazzano e Amnesty International. La quota di partecipazione al corso è di 50 euro da versare al primo incontro, oppure con bonifico bancario. Per le iscrizioni (entro lunedì 4 febbraio), si può contattare il numero 030.2294030.

ci rechiamo presso le scuole e suc-cessivamente i ragazzi partecipano a una forma teatrale in cui sono protagonisti, ma tutto questo non produrrebbe gli effetti voluti se non fossimo affiancati da genitori ed in-segnanti, co-protagonisti indispen-sabili per la buona riuscita del pro-getto”. Gli eventi del Teatro Forum vedono la partecipazione di circa 200 giovani appartenenti a quat-tro istituti, il “Castelli”, all’Eden il 14 gennaio scorso, il “Golgi” il 18 febbraio presso l’auditorium della “Bettinzoli”, il “Veronica Gambara” il 15 marzo presso l’auditorium San Barnaba e il “Piamarta” il 22 aprile nella sede di via Cremona. “Questo metodo vede l’abbattimento delle barriere esistenti fra chi fa teatro e chi vi assiste – ha spiegato il presi-dente della Cooperativa Tornasole Massimo Serra – in quanto i ragaz-zi si alternano sul palcoscenico per esprimere le loro idee in merito a situazioni che proponiamo quali

emblematiche, affinché la parte-cipazione possa maggiormente in-fluire sul far propria una possibile soluzione al problema presentato. Dialogare di queste tematiche pri-ma a scuola e poi a teatro o vice-versa – ha aggiunto Serra – aiuta a capire meglio l’importanza della resistenza alle logiche del gruppo, che spesso vanificano i ‘buoni pro-positi’ presenti in ognuno quando è solo”.

purtroppo tende a ritenere lo ‘sbal-lo’ come fenomeno accettabile”. I dati Istat dell’aprile 2012 riportano che a fronte di un decremento del-le percentuali di chi assume alcol giornalmente e della compulsività nel farlo, sono in aumento i consu-mi fra le ragazze e le giovani don-ne e il consumo fuori pasto, così come è in netta diminuzione l’età di approccio all’alcol, ormai quasi attestata ad 11 anni. “È fondamen-tale la comunicazione – ha detto il segretario dell’Acat Carlo Riva – e crediamo che il lavoro in rete sia la via più efficace da seguire. Noi

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er il Moica, che ha ta-gliato il traguardo dei 30 anni, il tempo non è trascorso invano. La presidente Tina Leonzi,

ospite della rubrica Zoom di Ra-dio Voce, ha ripercorso i momenti salienti di questa lunga esperienza, sempre accanto alle casalinghe, a tutela dei loro diritti di lavoratrici. Sono state numerose le battaglie intraprese dal movimento nazio-nale che ancora oggi, seppure in un quadro culturale mutato, si po-ne in prima fila per migliorare le leggi in vigore, ad esempio sulla reversibilità della pensione. Nella quotidianità del Moica si organiz-zano raccolte firme, convegni e in-contri con la stessa energia degli esordi. 30 anni fa era fondamen-tale parlare della condizione delle casalinghe e del ruolo che svolgo-no in casa. L’Associazione è parti-ta proprio da Brescia e si è diffusa in tutta Italia, diventando un Mo-vimento nazionale conosciuto e ri-spettato anche nelle sedi istituzio-nali. Inutile quasi ricordare che in questi 30 anni è mutata la cultura di fondo che ha visto nascere e dif-fondersi la realtà delle casalinghe. “È cambiata senz’altro – conferma la Leonzi – la cultura, è cambiata la considerazione di questo lavoro nelle donne che lo svolgono e nella società. Oggi si capisce quanto que-

sto lavoro sia importante non solo a livello educativo ma anche in ter-mini economici grazie anche al no-stro Movimento”. Lo scorso anno il Moica ha consegnato al presidente Napolitano le firme raccolte per la reversibilità: “Le donne che restano sole – spiega la Leonzi – e perdono

il compagno perché muore, scivo-lano anche nella fascia di povertà”. Il 2012, che si è appena concluso, è stato quello significativo del tren-tennale. A Roma è stato promos-so un convegno sul tema “Ricerca e tecnologia al servizio della vita” contro le stragi del sabato notte. Perché? “Perché l’Europa provveda con delle direttive a far applicare il dispositivo blocca motore alle ca-se automobilistiche; alcuni Paesi, come l’Austria e la Svezia, l’hanno già introdotto”. Brescia ha ospitato, invece, il convegno internazionale “Casalinghe lavoratrici e lavoratrici casalinghe”: “Tutte le donne sono lavoratrici e tutte le donne sono casalinghe”. E, infine, il 3 dicem-bre in Campidoglio la premiazione di “Voci di casa”. “Visto il momen-to elettorale, vogliamo ribadire le nostre esigenze con un manifesto: è fondamentale che le istituzioni, finalmente, comprendano l’impor-tanza di questo lavoro. Senza que-sto lavoro non retribuito, nessun sistema potrebbe reggere”. Il lavo-ro familiare, anche nella dinamica tra tempi di lavoro e tempi di vita, è “un fattore di conciliazione”. Guar-dando all’anno nuovo, i prossimi obiettivi sono l’impegno a cambia-re le due leggi sul “pensionamento e sugli infortuni domestici perchè rispondano davvero alle esigenze delle persone che lavorano”.

“Yeah!” è il progetto, promosso da Mistral onlus di Brescia, che mette adisposizione a partire da aprile 37 stage di 13 settimane in Spagna (Barcellona), Irlanda e Germania (Berlino). Le spese di viaggio, vitto, alloggio, assicurazione sono a carico del progetto. L’ambito di svolgimento dei tirocini è quello del turismo giovanile e ambientale. In particolare si prevedono stage nei settori dell’offerta turistica, della ricettività, della ristorazione e dei servizi ai turisti. Yeah! si

rivolge a giovani diplomati in uscita dagli Istituti secondari di secondo grado e alle persone inoccupate e disoccupate in possesso di diploma, di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La scelta dei beneficiari avverrà secondo la seguente procedura:ammissione in base alla completezza della documentazione richiesta dal bando, pre-selezione sulla base dei documenti inviati, selezione in base a colloquio, documenti e test. Il partecipante, sin dal momento formalizzazione

dell’avvenuta selezione e della contrattualizzazione, dovrà impegnarsi a svolgere tutte le attività previste dal progetto con serietà, senso di responsabilità e professionalità. In caso di inadempimento contrattuale, senza considerare le conseguenze derivanti dall’applicazione della legislazione, l’ente di invio potrà porre fine al contratto. Gli eventuali danni arrecati dal partecipante a cose o persone nel corso dell’intera durata del progetto saranno ad esso

imputabili, con tutte le conseguenze e implicazioni civili e penali delcaso. Tutti i documenti devono essere inviati entro il 20 febbraio 2013. Al termine del tirocinio è previsto il rilascio dell’Europass Mobility (che certifica le competenze acquisite e ne garantisce la trasparenza a livello comunitario), degli attestati di partecipazione al programma di mobilità Leonardo da Vinci e al corso di lingua e di una eventuale lettera di referenze.

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ltrepassare, andare ol-tre la morte. Alla Fon-dazione Poliambulan-za, precisamente in au-la magna, ritorna padre

Giuseppe Barzaghi, sacerdote do-menicano, che affronta un ciclo di quattro incontri su “L’aldilà. Il destino dell’uomo”. Nell’Anno del-la fede era, forse, doverosa una riflessione sull’aldilà, l’orizzon-te che interroga ogni uomo e che attende ogni uomo. Parafrasando Benedetto XVI, l’umanità, “in sua larga parte, mai si è rassegnata a credere” che al di là della morte “vi sia semplicemente il nulla”. “Solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere – afferma il Pa-pa – una vita a partire dalla spe-ranza. Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimen-sione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata (...) L’uo-mo è spiegabile, trova il suo sen-so più profondo, solamente se c’è Dio”. Se la nostra anima è protesa all’oltrepassamento, solo la fede ci fa questo dono del traguardare. Sicuramente padre Giuseppe è una persona carismatica, basti pensare che ogni domenica alla Messa del-

per partecipare alla celebrazione e ascoltare le sue omelie. Con pa-role semplici e con uno stile qua-si teatrale, smonta e rimonta il Logos del Vangelo, mostrando le “meccaniche” della fede e coinvol-gendo chi lo ascolta. C’è anche un sito che approfondisce e presenta questi incontri in giro per l’Italia: l’Accademia del Redentore nasce, infatti, come amicizia tra alcuni sacerdoti e laici che condividono una passione per lo studio della teologia, della filosofia, della poe-sia e della musica. Li accomuna la stima verso padre Giuseppe Barza-ghi, che vive e insegna a Bologna. Il blog (www.accademiadelreden-tore.it) si propone di far conoscere in particolare le lezioni e gli inter-venti di padre Barzaghi, offrendo, a chi lo desidera, la possibilità di entrare in contatto con la ricchez-za del suo insegnamento.Il primo appuntamento è per gio-vedì 7 febbraio alle 20.45 in via Bis-solati 57 a Brescia con “Il primo e l’ultimo”, il 14 febbraio con “Il giu-dizio universale e la trasfigurazione del mondo”, il 21 con “La Resurre-zione: per la gioia o per il dolore” e il 28 febbraio con “La morte e il suo significato cristiano”. L’iniziati-va bresciana è frutto della regia del Centro culturale “La verità della re-altà” di Manerbio e della Cappella-nia dell’Ospedale Poliambulanza.

Se ne parlava da tempo, adesso è ufficiale. A sostegno di Emilio Del Bono, candidato per il Partito democratico nelle prossime amministrative, arriva la lista civica “Brescia con la gente”. Chi sono? Sono un gruppo di volontari che da oltre un anno si sono riuniti in associazione, uniti dalla medesima condivisione dell’idea di città. “Sono felice e orgoglioso – dice Emilio Del Bono – di questa scelta che è figlia di un percorso”. Del Bono apprezza la carica e lo spirito di questo

gruppo (giovani e meno giovani rappresentati dal portavoce Alberto Comizzoli) al servizio della città, ma che di fatto stanno già servendo la città nei diversi ambiti in cui sono impegnati a vario titolo nel mondo sociale come volontari o come esperti: si occupano di bambini, giovani, donne, famiglie, anziani, ammalati, disabili e di chi vive una situazione di disagio. Per Del Bono la “priorità oggi è la coesione della città; lo sforzo è di costruire un polo di attrazione; la nostra città ha

tutte le risorse per voltare pagina, insieme si può”. Convergenza totale tra il candidato alla Loggia e “Brescia con la gente” sul piano del metodo (“con il passare dei mesi la città chiede di essere ascoltata e coinvolta”) e sul piano del merito (“la città deve orientare le risorse per i cittadini e le famiglie”). Del Bono nei giorni scorsi è tornato anche “sull’incompetenza della giunta Paroli che è costata alla città tre milioni e 856mila e 500 euro. Ma attenzione non

stiamo parlando di soldi spesi male dall’amministrazione per inefficienza, perché la cifra sarebbe molto più alta. Ci riferiamo ai denari buttati in operazioni che dall’inizio si sapeva non sarebbero potute andare in porto per la mancanza del fondamento di legittimità o perché impossibili da realizzare. C’è il caso emblematico del Bonus bebè che tra novembre 2009 e gennaio 2013 è costato 97mila euro per le sette condanne finora collezionate dal Comune”.

le ore 22 riempie la basilica di San Domenico di Bologna: un miglia-io di persone, soprattutto ragazzi e adolescenti, entrano in chiesa

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ono passati quasi 50 anni da quando l’allora segretario di Gardone Giovanni Zuc-ca cercava di unire privati e istituzioni per valorizzare

i Piani di Caregno, la zona che si svi-luppa per circa 140 ettari nei Comu-ni di Gardone, Marcheno, Tavernole, porta del Parco del Gölem: è di allora la strada asfaltata che vi sale da Inzino passando per Magno. Attorno alla sto-rica “Fabbrica”, crebbero villette pri-vate e, più recentemente, belle strut-ture con valenza anche sociale. Ora si dà il via per la prima volta a un piano organico di rilancio che vede insieme i tre Comuni e la disponibilità della Associazione Amici di Caregno. Con-ta su risorse per 161mila euro messi a disposizione dal Gal Gölem, l’ente nato per valorizzare con fondi europei il patrimonio agricolo e boschivo del territorio fra il Sebino e la Valtrompia. Durante la sua illustrazione a Gardo-ne con gli assessori comunali, Rosaria Paterlini, presente per il Gal, sottoli-neava come il progetto proposto, ini-zialmente approvato e non finanzia-to poi si è “imposto” per la sua forza comprensoriale di realtà territoriale omogenea in linea come pochi altri per il bando del programma sviluppo rurale 2007-2013 “Incentivazione atti-vità turistiche”. Ci sono voluti quasi 21 mesi di paziente tenacia ma finalmen-te a dicembre scorso è arrivato l’esito positivo: spesa ammessa 178.557 eu-ro, contributo concesso 160.702 euro. Il resto viene diviso pariteticamente tra i tre Comuni. Realizzazione in 15 mesi. L’intervento prevede una attenta riqualificazione in funzione del turista

sinergia con gli operatori della zona decisivi per il decollo e obbiettivi del progetto. Per loro era presente Abra-mo Sabatti (Azienda Agricola Pesei) che ha ricordato come l’Associazione Amici di Caregno ha tesserato oltre 200 soci e tra questi il nucleo storico degli operatori. Inoltre il Comune di Gardone ha già a bilancio per la pri-mavera l’asfaltatura della strada da Magno per 110mila euro con contribu-ti di Provincia e Comunità montana. La Promosport cura un evento in pro-gramma sabato 19 alle 19: “Sapori di Malga sotto le Stelle”, un’affascinante camminata notturna sulla neve adatta a gruppi e famiglie con bambini (600 presenti l’anno scorso), degustando prodotti tipici. Informazioni su www.promosportvallibresciane.it.

ospite: sistemazione accessi a 18 aree di sosta individuate; posizionamento cestini e staccionate; 80 pali in legno con 200 cartelli indicativi di sentieri e mete; realizzazione di tre infopoint e 20 bacheche informative. Insieme predisposizione e diffusione del ma-teriale d’informazione, proposta di pacchetti di offerte con la promozio-ne di prodotti e tradizioni locali, su un comodo itinerario adatto a tutti, in

Fino a domenica 20 gennaio la parroc-chia di Sant’Antonio abate torna sotto i riflettori per una settimana di festa ricca di eventi religiosi, culturali, mu-sicali, teatrali, ludici e gastronomici. La festa di Sant’Antonio abate vuol ri-tornare a essere quella ricorrenza che, fino a buona parte del secolo scorso, ha rappresentato un’importante occa-sione d’incontro per la gente della Val-le Trompia; proprio in vista di questo obbiettivo il comitato organizzatore

ha creato un programma decisamente ricco di eventi religiosi, culturali, mu-sicali, teatrali, ludici e, ultimi ma non meno importanti, gastronomici. Ve-nerdì 18, sempre alle ore 21, sempre presso il Palasantantonio, il grande cabaret con lo spettacolo “The show” di e con Cristian Calabrese e Andrea Zappacosta. Sabato 19, alle ore 15, presso l’oratorio, partenza della se-conda Maratona di Sant’Antonio, una passeggiata non competitiva di circa

8 km fra i Comuni di Villa Carcina e Sarezzo. Possibilità di iscrizione fino alle ore 14.30. A partire dalle 14 e fi-no alle 23: trattamenti shiatsu presso l’oratorio con offerta libera da devol-vere in beneficenza. Alle 21 il grup-po musicale Almatravia in un tribu-to dedicato alla musica dei Nomadi. Domenica 20 è la giornata più ricca di eventi: alle 10.30 la S. Messa, alle 11.30 la benedizione degli animali. A partire dalle 10.30 e fino alle 17.30 in

via Tolotti: esibizione di Madonnari. A partire dalle 15 e fino alle 23: trat-tamenti shiatsu presso l’oratorio con offerta libera da devolvere in benefi-cenza. A partire dalle ore 14.30 e fino alle ore 17.30 gli artisti di strada si esi-biscono in via Tolotti. Durante tutta la fascia pomeridiana saranno attive: bancarelle, la pesca di beneficenza, giochi per bambini, mostre di pittura e di artigianato e un’esposizione di veicoli storici.

L’anno 2012 dell’amministrazione comunale si è chiuso con la pianificazione delle opere da mettere in cantiere per i prossimi tre anni. La redazione di un Piano triennale delle opere pubbliche che è giunto sul tavolo con qualche situazione lasciata nel limbo. Le risorse non consentono voli pindarici, dovendo rimanere entro i vincoli del Patto di stabilità. “In linea di massima – sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici, Mario Salvinelli – siamo riusciti a mettere

tutta una serie di cantieri da aprire entro il 2015, con un investimento complessivo quantificato in circa 15 milioni di euro, che saranno così ripartiti: un milione e 247mila euro (2013), 5 milioni e 480.200 euro (2014) e otto milioni e 335.200 euro (2015)”.La grossa somma prevista per le opere di rilevanza pubblica sarà raccolta anche grazie ad alcuni contributi regionali specificatamente dedicati, ad alienazioni da attuare, oneri

di urbanizzazione e risorse già accantonate precedentemente dal Municipio lumezzanese. “Tra i progetti che avranno priorità – aggiunge l’assessore Salvinelli – vi sono la sistemazione delle strade, la messa in sicurezza del campo di Rossaghe e la bonifica dell’area in Val di Put per la realizzazione di un nuovo campo di rugby e di una pista da pattinaggio (alle tre opere in totale verranno destinati 1 milione 250 mila euro). Inoltre, è nostra intenzione spostare la biblioteca

in un edificio più consono alla sua funzione nella centrale piazza Giovanni Paolo II, trasformare il vecchio cimitero di San Sebastiano in un parco pubblico, ricostruire l’ala nord della scuola elementare “Caduti per la Patria”; e ancora creare già questa primavera una rotatoria tra le vie Garibaldi e Armieri nella frazione di Mezzaluna e provvedere al collegamento fognario tra le vie Brescia e Magenta per poter così convogliare i reflui al collettore”. (a.a.)

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’associazionismo con i fini aggregativi e di so-cializzazione è uno degli ambiti che nel Bresciano riceve maggiori attenzio-

ni e non a caso: tanti sono, infatti, i volontari che si prodigano nel tes-suto sociale nei più vari campi, da quello più prettamente volontari-stico a quello sportivo, dal mondo culturale a quello della cura della persona. E a tal proposito il Comu-ne di Calvisano, da tempo, sta tro-vando “casa” per molte associazio-ni locali: una delle ultime ad aver preso dimora stabile è la sezione di Malpaga della Federcaccia che proprio recentemente ha trovato spazio nei locali un tempo riservati alle scuole primarie della frazione stessa. “Nell’ottica di una sensibi-lità sempre maggiore verso le real-tà associative – ricorda l’assessore ai Servizi sociali del Comune Cin-zia Candrina – abbiamo deciso di mettere mano a strutture ed edifici presenti sul territorio al fine di ren-derli disponibili ed usufruibili come luogo di incontro e di riunione per i tanti sodalizi del settore”. Esem-pi eloquenti sono quelli relativi alla Pro loco ed all’Avis, sodalizi fonda-mentali nel Comune calvisanese, che hanno di recente trovato una sede adeguata per le loro attività. Ed è sempre lo stesso assessore a ricordare che “non intendiamo fer-

rà sino alla scadenza della legisla-tura”. Tornando alla Federcaccia di Malpaga, la cui fondazione ri-sale al 1980, è da tenere presente che la nuova sede è stata concessa con la formula del comodato d’uso gratuito “e l’auspicio – prosegue Candrina – è renderla sempre più frequentata, per esempio con nuo-vi iscritti, perché no”. Con oltre 70 collaboratori al proprio attivo, un numero significativo rispetto a re-altà similari presenti sul territorio, il gruppo di cui è presidente Pie-rangelo Bartoli e segretario-ammi-nistratore Mario Solazzi ha mes-so in cantiere diverse iniziative in ambito venatorio e di volontariato per tutta la popolazione: già a feb-braio, per esempio, saranno orga-nizzati degli incontri con le scuo-le per far conoscere agli studenti il mondo, spesso poco noto, della fauna locale senza dimenticare le consuete gare cinofile e le attività di ripopolamento della specie che si tengono durante tutto l’anno e il cui successo è sempre garantito. Si tratta, dunque, di un’associazio-ne di primo piano a Calvisano che porta avanti una tradizione storica come quella della caccia: la nuova sede consentirà di meglio program-mare i vari momenti associativi che hanno fatto della Federcaccia calvi-sanese un importante elemento nel tessuto associativo locale.

A 98 anni ha fatto ritorno alla Casa del Padre. Teresa Alghisi da Faverzano è scomparsa il giorno dell’Epifania; al suo funerale presieduto da don Felice Frattini non sono mancati i tanti sacerdoti aiutati in questi anni. La vita di Teresa è una testimonianza credibile per chi l’ha conosciuta e per chi, pur non avendola conosciuta, può osservare quanto sia forte il suo ricordo in tutta la comunità. Ha lasciato molte opere parrocchiali, ha contribuito all’edificazione e alla

cura di diverse realtà: dalla chiesa parrocchiale edificata nel 1959 alla canonica e all’oratorio. Con la scomparsa del padre, ha preso in mano l’azienda paterna. Lavorando i campi. È cresciuta nell’Azione cattolica e da questa ha imparato l’attenzione alla formazione e alla preghiera. Sì, la formazione è stata il suo specifico ed è la sua eredità preziosa. Nell’Azione cattolica ha ricoperto diversi incarichi, fra cui quello di presidente parrocchiale. I più longevi ricordano ancora

gli esercizi spirituali organizzati a Villa Pace dove Teresa amava portare i suoi associati; Villa Pace era un po’ la sua seconda casa. Nei suoi servizi alla Chiesa c’era anche la raccolta e la motivazione degli iscritti all’Associazione del rosario perpetuo con la recita, una domenica al mese, del rosario comunitario. La preghiera è stata la cifra di tutta la sua esperienza cristiana: andava a trovare gli ammalati e portava alle comunità claustrali le intenzioni di preghiera

per i vari casi che le venivano proposti. In questi anni, fino all’ultimo giorno, ha aiutato le vocazioni sacerdotali e ha donato se stessa alla causa missionaria. Fedele alle celebrazioni eucaristiche la sua presenza con il bastone era anche uno stimolo per quanti, magari, si fermavano davanti a un raffreddore. E così la missione di Teresa prosegue anche oggi grazie al suo indelebile ricordo tanto che sono in molti a ringraziare il Signore per il dono della sua vita.

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marci qui perché tanto resta ancora da fare: l’impegno dell’amministra-zione comunale è ai massimi livelli anche in questo campo e continue-

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Una giornata per ricordare un piccolo grande testimone di quel-la spiritualità della malattia che caratterizza associazioni come il Centro volontari della sofferen-za e la famiglia religiosa dei Si-lenziosi operai della croce, nate dall’intuizione profetica di mons. Luigi Novarese, apostolo dei ma-lati. Si terrà infatti domenica 27 gennaio a Cigole, organizzato da queste due realtà, il ricordo del servo di Dio Angiolino Bonetta nel 50° anniversario dalla morte:

il giovane, originario del paese, morì a soli 15 anni per le conse-guenze di un sarcoma osseo che già a 12 lo privò di una gamba. Venuto a contatto con la sezio-ne bresciana del Centro volon-tari della sofferenza fece propri i valori trasmessi dalla Madon-na a Lourdes, fino a consacrarsi nei Silenziosi operai della croce per offrire la propria sofferen-za fisica alla salvezza dei fratel-li. Il processo canonico, apertosi nel 1998, ha visto conclusa la fa-

se diocesana due anni più tardi. Il programma della giornata pre-vede alle 10.40 la visita alla tom-ba nel cimitero di Cigole, con la possibilità per chi non andasse al cimitero di ritrovarsi presso il palazzo Cigola Martinoni.Seguirà alle 11.30 presso la chie-sa parrocchiale la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Gianfranco Mascher, vicario ge-nerale della diocesi di Brescia. Dopo il pranzo al palazzo Cigo-la Martinoni, in programma per

le 13, si terrà alle 15.30 una serie di testimonianze per conoscere meglio la figura di Angiolino Bo-netta.Si tratta di una ricorrenza che acquista ancor più valore in re-lazione al grande evento previ-sto per il sabato 11 maggio 2013, quando mons. Luigi Novarese, fondatore del Cvs e dei Silenziosi operai della croce, verrà dichia-rato beato nella basilica roma-na di San Paolo fuori le Mura dal cardinale Tarcisio Bertone. (f.u.)

i concluderanno dome-nica 20 gennaio i 10 gior-ni di festeggiamenti che la parrocchia di Castel-covati dedica al proprio

patrono Sant’Antonio abate. 10 giorni per una ricorrenza molto sentita, che assomma diversi ap-puntamenti da sempre oggetto di grande attesa.Cuore dell’evento è ovviamente il ricordo di Sant’Antonio abate, la cui memoria liturgica si lega alle origini più antiche del nostro terri-torio, a quella civiltà contadina che lo venerava protettore della cam-pagna e del bestiame. Ecco allora che, nel 2013, quando gli utensili più diffusi sono lo smartphone e il tablet e buona parte delle occu-pazioni si svolgono via internet, è possibile assistere al rinnovarsi di un rito antico e suggestivo come la benedizione degli animali.E se l’acqua santa ricade ancor oggi sulle teste di animali da stal-la e cascina come mucche, caval-li, polli e galline, ma soprattutto il maiale che accompagna il San-to nella tradizionale iconografia, non è raro che anche animali da compagnia vengano accostati alla cerimonia. Nè è questa solamente l’unica caratteristica legata ai fe-steggiamenti religiosi: ad essi in-fatti si legano aspetti più profani come le tradizioni e le specialità

gastronomiche, che a Castelcovati sono rappresentate dai tradizionali “canunsèi de Sant’Antone”. Si trat-ta dei tipici ravioli che, secondo un’usanza locale invalsa da tempo immemorabile vengono preparati in casa il giorno della vigilia per poi essere gustati nel giorno della

festa. Oggi il menù viene ripropo-sto anche dai ristoranti della zona e dall’oratorio parrocchiale.Vista la vicinanza della ricorrenza alle feste natalizie, inoltre, rimarrà aperto fino a domenica 20 gennaio il presepio storico con personaggi in movimento che da 24 anni viene allestito nella chiesa di Sant’Alber-to di fronte alla parrocchiale.Tra le manifestazioni che si ter-ranno nei giorni conclusivi della sagra, estendendosi anche alla di-mensione civile, bisogna segnalare per venerdì 18 alle 20.30 la presen-tazione del nuovo stemma comu-nale, mentre sabato 19 si terrà dal-le 15.30 alle 17.30 il torneo di mi-nibasket dell’Uso Olimpia basket e alle 20.30 la commedia dialetta-le in due atti “Separacc en casö”, portata sulla scena dalla compagni teatrale “Gli stortignacoli”.Nella giornata conclusiva di do-menica, infine, si terrà per tutto il giorno presso l’ex casa Cadei la mostra fotografica del pittore Ot-tavio Tomasini, organizzata dal lo-cale circolo fotografico “L’iride” e la serata danzante presso l’orato-rio “San Giovanni Bosco”.Le celebrazioni religiose trove-ranno la loro conclusione con la processione che, dall’anno giubi-lare del 2000, porta la statua e la reliquia del Santo lungo le vie del paese della Bassa.

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l maestro Paroto da Cemmo è vissuto a metà del Quattro-cento. Di lui si ha notizia nel 1447 quando firma il politti-co per la chiesa di San Siro

a Cemmo. Nel 1852 il capolavoro lascia la Valcamonica per il Museo Cavalleri di Milano e quindi emigra in Francia alla fine dell’Ottocento. Ricompare in una collezione pri-vata ed ultimamente alla Walde-stein Gallery di New York. Dopo la recente esposizione a Brescia (in seguito all’acquisto dell’opera da parte della Fondazione Cab), presto (dal 19 al 30 al gennaio) il dipinto su legno sarà visibile al pubblico a Cemmo, presso la Fon-dazione Cocchetti in via Tolera, 4 e dall’1 febbraio al 4 aprile a Breno, presso il Museo camuno (Camus), nel Palazzo della Cultura (via Ga-ribardi, 8).Il polittico è composto da un pan-nello centrale raffigurante una Madonna col Bambino, un dona-

tore e due scomparti laterali con i santi Ludovico, Giovanni Battista, Stefano, Siro, Giovanni evangeli-sta, Agata, Michele e Apollonia. L’opera, battuta all’asta da So-theby è stata acquistata per 217mi-la sterline dalla Fondazione Cab; ci si sarebbe aspettato venisse ri-collocata nella pieve per cui era stata realizzata; la presenza però di condizioni ambientali e clima-tiche che potrebbero nuocerle in maniera significativa inducono a non sistemarla, nemmeno tempo-raneamente, nella sede d’origine. Con le esposizioni di Cemmo e di Breno avranno luogo le conferen-ze: sabato 19 gennaio a Cemmo, ore 16, “Un pittore atipico, uno strano polittico”, intervento di Andrea De Marchi, dell’Università degli studi di Firenze; venerdì 25 gennaio, a Cemmo, alle ore 20.30 “Paroto, dettagli tecnici per un contesto storico” con l’intervento di Vincenzo Gheroldi, dell’Univer-

Innovare è davvero un progetto che richiede tempo, risorse, inventiva e voglia di fare. Il Distretto culturale di Valle Camonica intende valorizzare la cultura d’impresa, il saper fare che le aziende della Valle racchiudono, la loro capacità di rinnovarsi e di essere un luogo di lavoro fertile, aperto alla sperimentazione ed alla ricerca. “Siamo consapevoli – scrive la segreteria del Distretto culturale – che una cultura d’impresa forte, radicata nel

territorio, conscia del proprio ruolo sociale ed aperta ai processi di innovazione sia il perno attorno al quale ruota la competitività della vallata dell’Oglio”. “Innovare è un’impresa!” è un progetto a lungo termine del Distretto che prende avvio da una serie di incontri su alcuni dei temi-chiave attorno ai quali si gioca l’innovazione di un’impresa e la competitività di un territorio: la capacità di far rete, la possibilità di rendere virtuosa la relazione fra

finanza locale e finanza globale, la valorizzazione del saper fare attraverso azioni di comunicazione del brand aziendale e del brand territoriale insieme, la promozione del ruolo dell’impresa in campo sociale ed etico, la comunicazione “2.0” ed altro ancora. Per tutto questo ecco un ciclo di incontri: il 18 gennaio alle ore 18.30, Palazzo della Cultura di Breno interviene Alessandro Profumo; il 25 gennaio, Casa degli artisti di Bienno (nella foto), ore 18.30,

tocca a Paola Navone (mondo del design); il 31 gennaio Casa degli artisti di Bienno, ore 18.30, parla Maria Grazia Mattei (il mondo della comunicazione); il 5 febbraio, ore 18.30 all’Incubatore d’impresa Cividate Camuno, con Aldo Bonomi (Confindustria). “Vorremmo che – conclude il documento – ciascuna impresa della Valle fosse rappresentata e si sentisse chiamata in causa, sperando che l’iniziativa sia utile e foriera di buoni esiti”. (e.g.)

sità degli studi di Bologna; venerdì 1 febbraio, a Breno, Palazzo della Cultura, ore 20.30: “Pittori e botte-ghe nella Valle Camonica quattro-centesca” con l’intervento di Ma-rio Marubbi del Museo Ponzone di Cremona; sabato 23 febbraio, ore 20.30, Palazzo della Cultura a Bre-no: “Strutture ecclesiastiche e reli-giose nel Medioevo camuno”, con l’intervento di Gabriele Archetti, dell’Università cattolica; venerdì 15 marzo, ore 20.30, palazzo della Cultura Breno, “Restauro e conser-vazione di tre opere: “Paroto, Calli-sto Piazza e Gerolamo Romanino” con Romeo Seccamani dell’Ateneo di Brescia.Oltre ai Comuni di Breno e di Capo di Ponte, l’operazione è patrocina-ta da: Fondazione Cab, Fondazio-ne Cocchetti, Distretto culturale di Valcamonica, Comunità mon-tana di Valcamonica, Provincia di Brescia. Una nota stampa recente-mente diffusa giustamente sotto-

linea che il lungo soggiorno fuori d’Italia del polittico in questione e l’impossibilità di studiare l’ope-ra osservandola dal vero hanno ostacolato il progredire delle va-lutazioni sulla personalità dell’ar-tista e del suo catalogo.

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an Maurizio, con Sant’Obi-zio e Costanzo e ora anche con il beato Innocenzo da Berzo, sono i santi partico-larmente venerati a Niardo,

i cui altari, con reliquie, quadri e sta-tue, sono ben conservati all’interno della grande chiesa nella quale ven-gono venerati, dedicata a S. Maurizio. Dopo gli interventi degli anni scorsi che hanno visto un profondo restau-ro del presbiterio e quindi della fac-ciata esterna, ora il complesso è stato sottoposto ad un profondo restauro. 400mila euro il bilancio finale degli interventi di pulizia e restauro, che ha visto rinnovato il colore interno della grande aula rettangolare, gli apparati, le suppellettili, gli infissi, le decorazioni, gli arredi, le lampade, il pavimento. Prima ancora, nel 2008, l’allora parroco don Fausto Mura-chelli aveva curato il restauro dello splendido organo Tonoli, affidato alle sapienti mani di G. Luca Chiminelli. Mancano ancora alcuni ritocchi, ma ormai il lavoro è terminato e tutto è pronto per la solenne festività che il paese celebra annualmente a mag-gio in occasione dei suo santi par-toni. Un aspetto di grande fascino è rappresentato dalla decorazione del cornicione marcapiano interno, rea-lizzata ex-novo su autorizzazione del-la Sovrintendenza ai beni architetto-nici di Brescia, che nobilita l’ampia aula e mette in evidenza la luce del-

le volte con i tre grandi ovali senza decorazioni: ma proprio l’assenza di immagini pittoriche aiuta a concen-trare lo sguardo sul tema fondamen-tale della chiesa, rappresentato dagli altari dei suoi santi e dallo storico crocifisso. Il lavoro di restauro ha interessato anche i banchi con uno

speciale trattamento antitarlo, men-tre una speciale attenzione è stata posta al complesso delle statue e dei quadri dell’edificio, tutti sottoposti a pulizia ed alcuni a restauro conser-vativo. Il fonte battesimale è quello originale dove ricevette il battesimo Giovanni Scalvinoni, diventato poi sacerdote e cappuccino con il nome di Innocenzo da Berzo e quindi Bea-to. Il fonte è stato restaurato: è stata ripulita la pila in marmo, asportato il coperchio in ottone dorato e rimes-so quello originale in legno dei primi anni dell’Ottocento ed ora sarà ripo-sizionato nella sua nicchia all’ingres-so della chiesa. Domenica 28 aprile verrà traslata a Niardo l’urna con i resti del Beato Innocenzo; la prima domenica di maggio il card. Giovan-ni Battista Re celebrerà un solenne pontificale; quindi la processione di S. Obizio vedrà la presenza di mons. Gianfranco Mascher, vicario genera-le della diocesi, mentre domenica 19 maggio, festa di Pentecoste, il vesco-vo Luciano Monari celebrerà la con-clusione delle solenni festività per i patroni ed il restauro della chiesa. L’attuale parroco, don Angelo Corti, ha lavorato alacremente con i suoi collaboratori per questo progetto. Infine, il Comune ha affidato alla par-rocchia anche la gestione della casa natale del Beato Innocenzo, tappa del pellegrinaggio di tanti fedeli che salgono a Niardo ogni anno.

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Le centraline idroelettriche sono un affare. Perciò l’acqua, che in Alta Valle abbonda, fa gola ai privati, singoli o in società. La locale sezione di Legambiente con il presidente Guido Cenini, alla testa di altre 17 associazioni fra cui Italia Nostra e il Cai, da tempo invoca una moratoria, ma dalla Provincia, cui si attribuiscono le maggiori responsabilità, in due anni è stata rilasciata un’ottantina di concessioni e un altro centinaio arriverà a breve. Pare che

invocando la “pubblica utilità” si possano autorizzare centraline all’interno di aree protette. Chi ottiene la concessione, a seconda della potenza dell’impianto, otterrà dal Gestore servizi energetici dai 150 ai 500mila euro di entrate annue per un trentennio. Così in pochi mesi la Sit Service di Ponte di Legno, braccio creato ad hoc dalla Sit guidata dal sindaco in scadenza Bezzi, ha inaugurato tre unità produttive vicino a Pezzo e Precasaglio lo scorso 30 dicembre

(2 milioni di euro annui l’introito previsto), dopo investimenti per 15 milioni di euro. Entro febbraio sarà la volta di una quarta centralina più potente appena oltre il confine dalignese, a Pontagna, con una condotta di tre chilometri da Poia, rallentata da una faccenda di espropri, ma voluta con 12 milioni di euro investiti da Leptine, società edolese-gardesana che a un certo punto ha ceduto il 50% della partecipazione a Sit Service. A Corteno Golgi il concessionario in

piena Riserva naturale delle Valli di S. Antonio ha potuto posare tutte le tubazioni di derivazione prima della sospensiva dello scorso novembre, in attesa della revoca della concessione chiesta dal sindaco Martinotta. A Edolo gli ambientalisti raccolgono firme e affiggono manifesti funebri annunciando la morte dell’Ogliolo, il torrente su cui dovrebbe sorgere a breve dentro un Parco agricolo-turistico un impianto destinato a deviare le acque per due chilometri. (g.c.)

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ono trascorsi 10 anni, ma in pochi avrebbero scom-messo sulla sua veloce evoluzione. La Fondazio-ne Cogeme onlus nasce

nel 2002 da Cogeme, società di pro-prietà di 70 Comuni bresciani e ber-gamaschi lungo il bacino del fiume Oglio con finalità di solidarietà so-ciale sul territorio. All’inizio si oc-cupava prevalentemente di rispon-dere alle richieste di finanziamento per i progetti locali, poi per rispon-dere efficacemente alle crescenti richieste, decide di diventare una fondazione operativa, promuoven-do direttamente progetti plurien-nali che abbiano ricadute su tutto il territorio. Il documento etico di riferimento è la Carta della Terra, un grande manifesto per il futuro dell’umanità voluto dall’Onu con il contributo dei popoli del mondo e alla cui redazione ha contribuito un giovane della Franciacorta, Vit-torio Falsina. Ecco alcuni numeri per spiegare meglio la diffusione della Fondazione: la popolazione interessata è di circa 300mila abi-tanti con il coinvolgimento di 80 Co-muni. Gli ambiti di intervento sono

i seguenti: l’educazione, il territo-rio e l’ambiente, le politiche socia-li e la formazione, ricerca e svilup-po. In particolare, dal 2007 è attiva una rete tra 12 istituti comprensi-vi per un totale di quasi 50 scuole, che promuove percorsi formativi e strumenti per recpire la Carta della Terra nei curricola scolastici. Insie-me a Cogeme e a Lgh viene anche promosso annualmente un premio nazionale per le cinque migliori tesi di laurea su energia, acqua-rifiuti, e-government e Carta della Terra. Per quanto riguarda l’ambiente, “Terra della Franciacorta” è un progetto ambizioso, di cui la Fondazione cura il coordinamento, nel quale 20 Comuni stanno costruendo, in-sieme agli operatori privati, un mo-dello di sviluppo sostenibile locale. A proposito della grande famiglia di Cogeme, mercoledì 16 gennaio

Cogeme Gestioni in collaborazione con l’amministrazione comunale di Villachiara ha inaugurato un nuo-vo, moderno e funzionale Centro di raccolta (l’ex Isola ecologica) in via Roma – Campo Grande. La so-cietà con sede a Rovato gestisce dal 2010 a Villachiara il servizio di Igie-ne urbana. In particolare, proprio la raccolta differenziata porta a porta rappresenta un fiore all’occhiello per il paese di Villachiara, che ha concluso il 2012 con una media di raccolta differenziata pari al 72%. Il Centro di raccolta assolve alla fondamentale funzione di essere lo spazio destinato ad accogliere quei rifiuti, prodotti dalle utenze dome-stiche e da quelle non domestiche villaclarensi che, per caratteristiche o quantitativi, non sono inseriti nel circuito del servizio di raccolta ri-fiuti “porta a porta”.

Dopo il conto alla rovescia, nel Cine-ma teatro parrocchiale di Cologne di via Martinelli 22, è ormai stagione inoltrata per l’articolata rassegna fil-mica aperta ad adulti e piccini, pen-sata e voluta dall’oratorio in collabo-razione con la locale Associazione culturale “Officina delle Camelie” Il tutto reso possibile grazie alla pro-posta dell’iniziativa cineforum sul Festival di Venezia, ideata nell’in-tento di offrire al pubblico l’occa-sione di visionarie valide pellicole filmiche sulle quali poi confrontarsi e discutere alla presenza di critici ed esperti, ma anche agli appuntamenti di svago rivolti in modo particolare a bambini, ragazzi e famiglie nel cor-so del week end, in cui saranno pri-vilegiate le pellicole d’animazione. Dopo la proiezione d’esordio “Pie-tà” di giovedì 10 gennaio, seguita da “Ralph spaccatutto” di sabato 12 e domenica 13 gennaio, questo gio-vedì (17 gennaio) alle 20.30 si terrà la proiezione del film “È stato il fi-glio” (nella foto, il primo realizzato da Daniele Ciprì, tratto dall’omo-nimo romanzo di Robero Alajmo e che racconta di una storia accadu-ta veramente a Palermo negli anni Settanta), cui seguirà il commento di Daniele Poli.Sabato 19 e domenica 20 gennaio sul grande schermo verrà invece proiettato il film “Le 5 leggende”, mentre giovedì 24 gennaio sarà la volta del film “Reality”, commenta-to dall’esperto Matteo Asti.A chiudere la rassegna di gennaio ci penseranno invece il film per tut-

ti “Cloud Atlas”, in scaletta sabato 26 gennaio alle 20.45 e domenica 27 gennaio alle 17.15, e, infine, per il ci-clo cineforum sul Festival di Vene-zia, il film “Un giorno speciale” in agenda giovedì sera 31 gennaio, con inizio sempre alle 20.30. Il prezzo del biglietto d’ingresso al cinema è di 4 euro, con riduzione a 3 euro per le famiglie (minimo tre persone) e per tutti i tesserati all’Associazione Of-ficina delle Camelie. (a.s.)

Due percorsi distinti, ma interse-canti in un’unica missione: quella d’emozionare attraverso la lettu-ra. Si tratta dei due corsi di let-tura (ad alta voce e di fiabazio-ne) promossi dall’Ufficio servizi sociali insieme alla Biblioteca e rivolti a genitori, educatori e in-segnanti della scuola elementa-re e dell’infanzia al fine di forni-re “utili ausili per affrontare le quotidiane difficoltà, nonché i problematici momenti di passag-gio legati alla crescita dei figli”.

Il primo Corso di lettura creati-va è tenuto dalla psicologa Ste-fania Mariotto, inizia martedì 5 febbraio alle 20.30 (seguiranno gli incontri il 12, 19 e 26 febbra-io e il 5 marzo) e si propone di far conoscere a chi riveste, sia direttamente che indirettamente una funzione genitoriale, le po-tenzialità della lettura quale stru-mento di crescita personale, di comprensione di sé e del mondo, di canale privilegiato d’accesso ed elaborazione delle emozioni.

Il secondo Corso di fiabazione si svolgerà invece secondo il ca-lendario di cinque incontri: il 12, 19 e 26 marzo e il 2 e il 9 aprile, strutturati con la finalità di tra-smettere, sia conoscenze teori-che di base sui diversi processi psicologici coinvolti nella lettura, che strumenti pratici per un’ef-ficace lettura ad alta voce attua-bile coi bambini, nella consape-volezza che l’utilizzo delle storie per bambini nelle loro varie for-me (con un occhio di riguardo al-

la fiaba) rappresenti un efficace strumento per affrontare ed ela-borare momenti e passaggi criti-ci della crescita individuale. Gli incontri a cadenza settimanale si terranno nella sala Gervasio Pa-gani (sopra la biblioteca); il costo del corso è di 35 euro a persona. Per le iscrizioni (il termine è il 29 gennaio con minimo quattro par-tecipanti e massimo sette) e in-formazioni è possibile rivolgersi direttamente in Biblioteca o tele-fonare allo 030/7702868. (a.s.)

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l gioco è bello quando dura poco”. Un ammonimento che vale la pena di seguire per evi-tare che il gioco si trasformi in ludopatia, in un’attività patolo-

gica ripetitiva. Peggio, in una nuova forma di dipendenza legata in questo caso ad un comportamento compulsi-vo, qual è il gioco d’azzardo. Che non risparmia fasce d’età e classi sociali. Che divora pensioni, stipendi, profitti e addirittura abitazioni, lasciando in eredità alla società situazioni indivi-duali e familiari sempre più difficili e pericolose. Ermanno Comincioli, sin-daco di Villanuova sul Clisi, è preoc-cupato. Per questo lancia un’idea che spera presto di trasformare in qualco-sa di concreto. “Propongo un premio a quei locali pubblici che decidono di disfarsi delle ‘macchinette mangiasol-di’, magari riducendo la Tarsu, la tassa sui rifiuti. Per il Comune si trattereb-be di rinunciare a qualche migliaia di euro. Gli esercenti da parte loro dif-ficilmente verrebbero rimborsati del tutto per i mancati introiti derivanti dalle macchinette, ma contribuireb-bero a dare un segnale positivo per limitare questo preoccupante feno-meno”. Una provocazione, una goc-cia nell’oceano. Ma è un inizio. “Da qualche parte bisogna incominciare per fermare quella che sta diventan-do una vera e propria emergenza”. Comincioli sa di camminare su car-boni ardenti. Da un lato lo Stato che introita dai giochi cospicue entrate e che affida al Ministero del tesoro e delle finanze, al limite del conflitto di interessi, il ruolo di tutelare i cittadini dai problemi sociali e sanitari correla-

Peccato che le ripercussioni sulla vita di chi si lascia prendere dalla smania della possibile vincita siano devastan-ti”. L’ultima idea è solo la punta di un iceberg. “Stiamo predisponendo una serie di iniziative che vanno nell’ottica del dialogo e della collaborazione – il coinvolgimento di enti e istituzioni, lo svolgimento di conferenze e dibattiti, la creazione di un centro di ascolto – che creino un filo diretto con la citta-dinanza e che portino come risultato una accresciuta conoscenza e una maggiore sensibilità nei confronti del problema”. Per arginare il quale non sono di certo sufficienti la campagna di comunicazione basata sullo slogan “giocare responsabilmente” e l’impe-dimento ‘formale’ che “il gioco è vie-tato ai minori di anni 18”.

ti alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del set-tore; dall’altro le attività commerciali che, in modo del tutto legale, instal-lando al loro interno le macchinette rimpolpano le casse tutt’altro che pin-gui di questo periodo. “Come sindaco non posso restarmene con le mani in mano. Ormai anche da noi quasi tutti i locali pubblici danno la possibilità di giocare. Intendiamoci è tutto legale.

Sabato 19 gennaio, il teatro Cristal di Salò sarà la cornice dell’11ª Ras-segna provinciale delle scuole di danza bresciane, promossa dall’as-sociazione Salò Ballet, con il soste-gno di Comune, Provincia, Regione, Comunità montana Parco Alto Gar-da bresciano e Comunità del Gar-da. La scuola di danza Salò Ballet è stata fondata nel 1982 a Salò da Rossella Schiavoni. La finalià della Scuola è di formare allievi con una

solida preparazione nel classico e una adeguata esperienza anche di moderno e contemporaneo.Di pari passo con l’attività didattica la scuola svolge da 30 anni anche un’intensissima attività artistica con l’allestimento di innumerevoli spet-tacoli, performance sperimentali e importanti rassegne di danza. Si segnalano, inoltre, fra le attività la Rassegna provinciale delle Scuole di danza bresciane “Stelle d’inverno”

e la Rassegna nazionale scuole di danza “Garda danza estate”. La dire-zione artistica è curata da Rossella Schiavoni, direttrice della scuola sa-lodiana, e dal primo ballerino Enkel Zhuti. La direttrice artistica, danza-trice, insegnante e coreografa, è lau-reata presso l’Accademia nazionale di Danza di Roma ed è membro del-la Russian Ballet. Questa è la prima rassegna nella nostra provincia che ha riunito a partire dal 2001 le varie

realtà che operano nel campo del-la danza, in una formula all’insegna della collaborazione e dell’incontro/confronto costruttivo. Questa rasse-gna offre un’ampia vetrina dell’arte coreutica del territorio bresciano e contribuisce a diffondere e ad av-vicinare i giovani allo studio della danza. La rassegna prenderà il via alle 16.30 e vedrà sul palco ben 14 compagnie di danza bresciane. L’in-gresso costa 10 euro.

È in salute l’Azienda ospedaliera di Desenzano. Lo confermano il bilancio, di poco superiore ai 200 milioni di euro, in parità, ma soprattutto la conclusione dei tanti lavori avviati per riqualificare le strutture e gli investimenti programmati che guardano al futuro. A tracciare bilancio e prospettive i tre direttori: Marco Votta, generale, Annamaria Indelicato, sanitario e Cesare Meini, amministrativo. L’Azienda è composta dai tre presidi di

Desenzano-Lonato, Gavardo-Salò e Manerbio-Leno che dispongono di 784 posti letto ordinari e di 54 day hospital. “Lo scorso anno – precisa Votta – sono stati effettuati 33.096 ricoveri e 17.287 interventi chirurgici, abbiamo avuto 2.851 parti, 141.539 accessi al pronto soccorso e 2.767.343 prestazioni ambulatoriali”. Numeri importanti per una struttura con un organico di circa 2.500 persone che copre un territorio vastissimo e che nel periodo estivo somma alla

popolazione residente quella composta da turisti e vacanzieri. “A Desenzano si stanno per concludere i lavori per la realizzazione del nuovo servizio ambulatoriale di chirurgia ad indirizzo senologico, saranno avviati a breve i lavori per la ristrutturazione della cascina prossima al parcheggio e destinata ad accogliere uffici amministrativi ed è stato trasmesso in Regione il progetto per la ristrutturazione delle vecchie sale operatorie. A Gavardo sono terminati i lavori

per l’ampliamento dell’intero complesso, è stato ricollocato il nuovo punto prelievi del laboratorio analisi, con l’erogazione anche di alcune attività ambulatoriali e a breve verrà avviato il nuovo servizio pre-ricovero, che valuta e prepara il paziente in vista di un intervento chirurgico programmato e permette di eseguire tutti gli esami pre-operatori in un’unica giornata. In entrambi i presidi sono state acquistate nuove apparecchiature elettromedicali”. (v.b.)

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La Fidae (Federazione italiana delle scuole cattoliche) e l’Ufficio diocesano di pastorale della scuola promuovono una giornata aperta d’incontro e riflessione tra le scuole, le famiglie, le istituzioni e i cittadini dal titolo: “Scuola cattolica: frontiere le sfide dell’educazione interpellano il sistema pubblico paritario”.L’appuntamento è in programma per lunedì 21 gennaio 2013, dalle ore 16.30 presso la sala

polifunzionale dell’Università cattolica di Brescia, via Trieste 17, Brescia.Sono previsti gli interventi di mons. Angelo Vincenzo Zani, consacrato vescovo il 6 gennaio scorso e nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, di Piero Cattaneo, dirigente scolastico e docente di Metodi e strumenti per la sperimentazione educativa presso la sede di Piacenza dell’Università cattolica e del

vescovo Luciano Monari.L’invito è aperto alle scuole statali e paritarie, alle associazioni, ai genitori e studenti, a tutta la cittadinanza. Prima dell’inizio dell’incontro si terrà l’apertura di una esposizione allestita dalle scuole paritarie della provincia di Brescia sul tema trattato poi dai relatori invitati. Per informazioni Comunità e scuola 030 46781, [email protected] .

urante la recente cele-brazione della Giorna-ta europea dei genitori nella scuola, il ministro Francesco Profumo si è

confrontato con i rappresentanti del-le associazioni di genitori risponden-do ad una serie di loro domande. In particolare l’Agesc ha riproposto il tema della parità, evidenziando come il 4 ottobre 2012 sia stata pubblicata una risoluzione del Parlamento euro-peo dal titolo: “Il diritto alla libertà di scelta educativa in Europa”. I princi-pi affermati nella Risoluzione sono, dal 1975, il motivo stesso di esisten-

di questo percorso virtuoso e si pro-pone come interlocutore privilegiato per rappresentare le istanze delle nu-merose famiglie che in provincia scel-gono e sostengono la scuola paritaria, anche nella prospettiva della forma-zione professionale (per informazioni www.agesclombardia.it).

za dell’Agesc, che ha visto concre-tizzarsi gli stessi nel marzo dell’anno 2000 quando il Parlamento italiano ha votato la legge 62/2000 proposta dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer. Purtroppo però in questi 12 anni la legge 62 non è mai stata pienamente applicata e in Italia le famiglie (soprattutto del ceto me-dio-basso) continuano a subire una forte discriminazione sia nell’accede-re che nel continuare a mantenere i figli nella scuola pubblica paritaria. Dal canto suo il ministro Profumo su questo tema ha risposto che effetti-vamente “la legge Berlinguer attuò

un riconoscimento della pari dignità della scuola paritaria e io condivido la necessità di una sana concorrenza. Oggi c’è una sperequazione di tratta-mento verso queste scuole che rap-presentano il 10% ma le difficoltà di questo momento ci chiedono di pre-servare quello che è stato costruito sperando di avere in futuro maggio-ri risorse da destinare alla scuola”. Il presidente nazionale dell’Agesc Ro-berto Gontero ha sottoposto al Mi-nistro la situazione della formazio-ne professionale, constatando che i percorsi di formazione professionale sono ritenuti a torto una scuola infe-

riore, mentre l’Agesc ritiene che per combattere la dispersione scolastica siano essenziali. Al riguardo il Mini-stro così ha risposto: “la scuola come ascensore sociale era il modello che la nostra generazione ha vissuto senza tener conto dell’inserimento nel mon-do del lavoro. Quest’anno si è inver-tita la tendenza nella scelta tra licei e scuole professionali. Occorre investi-re nell’orientamento anticipandolo e costruendo un orientamento che ab-bia un percorso con tre attori: gli stu-denti in primo luogo, un collegamento tra i percorsi scolastici e formativi e il loro sbocco professionale e istituzio-ni, più capaci di interventi costruttivi”. L’Agesc vuole diventare protagonista

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Orientamento scolastico: come ogni anno le famiglie e gli studenti delle classi di passaggio si trovano davanti al bivio delle scelte con più dubbi che certezze, con domande più che risposte e con l’ansia come cattiva consigliera! Va.ri.o. è un servizio proposto dalla cooperativa Agoghé di Brescia, per aiutare a sciogliere i dubbi, trovare risposte alle domande e rasserenarvi verso la decisione finale…. consapevole e soddisfacente. Va.ri.o. mette a

disposizione delle famiglie e dei singoli studenti tutor esperti che accompagnano in un percorso di consapevolezza in merito alle personali competenze ed attitudini, di orientamento delle proposte formative del Bresciano e di conoscenza dei percorsi scolastici e settori che oggi maggiormente hanno sbocchi professionali. Per chi invece già frequenta la scuola secondaria di 2° grado, ma con alcune difficoltà e malesseri che portano

a pensare che ci sia bisogno di un supporto, Va.ri.o. piò fornire un aiuto a ri-orientare la scelta verso una maggiormente adeguata. Il servizio mira a sostenere lo studente nel recupero scolastico con lezioni private e di piccolo gruppo. In breve Va.ri.o. offre tutoring e lezioni individuali, o di piccolo gruppo, per colmare le lacune scolastiche, prepararsi adeguatamente per compiti in classe, interrogazioni, recuperare i debiti formativi e preparare

l’esame di Stato. Altro servizio è quello dell’orientamento attitudinale e pedagogico per la scelta scolastica e/o professionale e ri-orienamento, e, per ultimo, anche un’aula studio. Per informazioni anche sui costi puoi chiedere un appuntamento al n° 334.2813428 o via mail a [email protected]. La sede di Va.ri.o. si trova a Brescia in via P. Veronese, 28/D accanto alla Questura ed è gestito dalla cooperativa sociale Agoghé.

a scuola cambia e si ag-giorna con gli strumenti tecnologici sempre più avanzati che il mondo contemporaneo mette a

disposizione. A determinare il segno del cambiamento dei tempi sono, ad esempio, le lavagne interattive mul-timediali grazie alle quali è possibile trasmettere nelle aule contenuti didat-tici come esperimenti di fisica, dimo-strazioni geometriche, immagini arti-stiche e molto altro. Alcune case edi-trici inoltre già stanno fornendo oltre ai libri cartacei la versione digitale che può essere comodamente visualizzata

sui tablet. Le nuove generazioni sono abituate a una forma nuova di comu-nicare e di apprendere, con strumenti tecnologici che hanno modificato le modalità di intessere, costruire e man-tenere le relazioni. Anche i processi di

apprendimento e il modo di ricevere e elaborare le informazioni richiedono spesso strumenti tecnologicamente adeguati. Alla scuola resta il compi-to di proporre e costruire percorsi di formazione più profondi e prolungati rispetto al mondo immediato del “di-gitale”, in grado di lasciare un segno più significativo e duraturo. Il dialogo educativo con gli adolescenti, però, passerà inevitabilmente anche attra-verso le strade virtuali della comu-nicazione. Nell’Istituto Arici, grazie a un fondo regionale, gli studenti di tre classi del liceo classico hanno in comodato d’uso gratuito per tre anni

uno strumento multitouch sul quale è possibile visualizzare alcuni libri di te-sto. Le finalità del progetto infatti non sono quelle di cambiare i contenuti: le discipline, dalla scuola primaria al liceo classico sono quelle di sempre. Nuovi e certamente più vicini alla re-altà dei “nativi digitali” sono piuttosto gli strumenti. Non mancano i benefi-ci; la digitalizzazione può contribui-re inoltre ad alleggerire il peso degli zaini e a ridurre l’impatto ambientale legato al ciclo della carta. Grazie allo stesso progetto regionale, denomina-to “Generazione web.2”, le aule delle tre classi coinvolte sono state dotate

di monitor touch di ultima genera-zione. I fondi dell’Istituto stesso e un contributo privato hanno poi portato questi ultimi anche nelle aule di in-formatica della scuola secondaria di I grado e della primaria. La sfida pa-re duplice: acquisire da una parte gli strumenti e le competenze tecniche per il loro utilizzo, dall’altra proporre agli studenti modalità d’uso efficaci e utili alla propria crescita come per-sone, come cristiani e come cittadi-ni. La scuola è pronta ad affrontarla ed è proprio ciò che ha deciso di fare l’Istituto Cesare Arici di Brescia, una scommessa sul futuro.

Via Trieste, 17 - BRESCIA - tel. 030.42432 / cell. 380.4385309E-mail: [email protected] * www.istitutoarici.it

Insegnamento di una seconda lingua straniera

basato sul sistema comunicativo

Maggiori possibilità di usufruire di progetti

di studio all’estero

Utilizzo di nuove tecnologie

secondo il progetto:

GENERAZIONE WEB 2.0

LICEO CLASSICOCESARE ARICI

E POTENZIAMENTO

NELLE LINGUE MODERNE

cultura classica

APRITI AL

MONDO

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Con la ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie per la scuola c’è già un importante appuntamento: quello delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, questa volta con la “novità” (non assoluta, in verità) delle procedure on line. Si comincia il 21 gennaio e ci sarà tempo fino al 28 febbraio. Le pratiche coinvolgeranno un milione e 600mila famiglie alle prese con un protocollo informatico che dovrebbe garantire facilità

di accesso, comodità e più ampia informazione a supporto delle scelte da fare (via web si potranno anche spulciare le offerte formative dei diversi istituti, naturalmente collegandosi ai link appositi, passando dal sito internet del ministero). Come si farà a iscriversi? Basterà registrarsi al sito web (www.iscrizioni.istruzione.it) e inviare il modulo elettronico predisposto dalle scuole, che invieranno per e-mail la ricevuta alle famiglie. Attraverso

una particolare applicazione sarà inoltre possibile per mamme e papà seguire l’iter della domanda fino al suo accoglimento definitivo. Naturalmente le scuole dovranno sostenere chi non ha un computer a casa offrendo “un servizio di supporto”. La procedura vale per chi iscrive i figli alle scuole statali, mentre per le scuole paritarie “la partecipazione al progetto iscrizioni on line è facoltativa”. Un passo avanti, dunque, verso quella scuola moderna e “digitale” di cui

si fa un gran parlare recentemente. Solo che c’è da immaginare che la “rivoluzione web” nelle segreterie non è così scontata. Non solo deve fare i conti con le attrezzature delle stesse scuole (che stanno adeguandosi in questi anni), ma anche con il cosiddetto “digital divide” e in particolare con la poca dimestichezza che tuttora hanno diverse famiglie con gli strumenti informatici. C’è da augurarsi che il “servizio di supporto” funzioni davvero. (Alberto Campoleoni)

’anno scolastico si è aperto con una novità di grande rilievo per la Scuola bot-tega artigiani San Polo. Hanno infatti preso avvio

i corsi di formazione professionale organizzati nella nuova sede di via Ragazzi del 99 n. 11, che si è affian-cata alle già esistenti di via Carduc-ci a Brescia e in via Conte Berardo Maggi a Mezzane di Calvisano. Al via quindi i corsi di meccanico, elettrici-sta, termoidraulico, addetto alle ven-dite, sartoria, oltre che ai corsi di asa oss, riqualifica asa in oss, apprendi-stato, informatica e servizi al lavo-

Open day sabato 19 gennaio dalle 15 alle 18 e Scuola aperta tutti i martedì di gennaio. Per la sede di Mezzane di Calvisano, open day sabato 12 e saba-to 26 dalle 15 alle 18 e scuola aperta il 16 gennaio. Per ulteriori informazioni visitate il sito della scuola http://www.scuolabottega.org.

ro. È il direttore della scuola Rosario Forganni a presentare le innovazioni che caratterizzeranno questo nuovo anno formativo. “I vantaggi di avere una nuova sede – afferma – che vanta la vicinanza con la sede operativa di via Carducci, con contestuale amplia-mento del comprensorio territoriale di riferimento alle cui necessità for-mative si potrà rispondere in manie-ra più completa”. Forganni ha anche sottolineato la nuova metodologia didattica basata sull’utilizzo dell’Ipad come strumento di studio e di lezione partecipata tra docente ed alunni che riceveranno sui loro Ipad i contenu-

ti didattici multimediali proposti dal docente suscettibili di integrazione ed approfondimenti in tempo reale tra-mite internet. Altra novità di questo avvio di anno scolastico sono i nuovi laboratori completamente attrezzati con nuovi macchinari di ultima gene-razione che permetteranno una pre-parazione completa e all’avanguardia rispetto alle richieste del mondo del lavoro e il registro elettronico del do-cente con il quale le famiglie, in tempo reale, potranno essere informate circa l’andamento scolastico del proprio fi-glio. Novità di grande rilevanza, dun-que, quelle della Scuola bottega arti-

giani di San Polo nata per rispondere alla domanda di famiglie e ragazzi che cercano percorsi individualizzati, su misura delle loro aspirazioni. Punti di forza della scuola sono le metodolo-gie di studio (dal fare al sapere) e di conduzione delle lezioni, anche con strumenti multimediali e laborato-ri specialistici, finalizzate ad un ap-proccio più efficace e produttivo per i ragazzi. La Scuola bottega proporrà nelle prossime settimane una serie di open day per presentare le sue pro-poste. Questo il calendario messo a punto: per la sede di via Ragazzi del ’99 sabato 19 gennaio dalle 15 alle 18 e scuola aperta tutti i giovedì di gen-naio. Per la sede di via Carducci 88,

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L’Istituto “Mariano Fortuny” di Brescia presenta “Alla scoperta del feltro”, una mostra di abiti scultura e complementi di arredo realizzati dagli alunni dei settori moda e arredamento. La mostra, visitabile dal 20 al 27 gennaio presso la Pieve di Urago Mella, in via della Chiesa, 136 a Brescia, consente di apprezzare abiti, sculture e complementi di arredo, ideati, progettati e realizzati dagli alunni delle classi dell’istituto. I manufatti sono il frutto dell’attività di ricerca

e sperimentazione laboratoriale che li ha visti impegnati, in questi ultimi due anni, nello studio di nuovi materiali tessili e nell’acquisizione di tecniche specifiche di lavorazione. Accanto ai prodotti della loro creatività ci sono spazi predisposti con pannelli informativi e proiezioni per illustrare il lavoro svolto. Inoltre sono previste, per le mattine dal 21 al 26 di gennaio, attività laboratoriali gestite dagli alunni e rivolte agli alunni delle classi di scuola media invitati a visitare la mostra. La

scelta del feltro, come materiale di studio, è scaturita dall’esigenza di dare una risposta forte alla sempre più pressante necessità di tutelare l’ambiente e le risorse del pianeta, senza che ciò condizionasse la possibilità di creare in libertà. Si è partiti poi dalla constatazione che il feltro è una risorsa rinnovabile ed ecologica con l’aiuto dei docenti, gli studenti hanno scoperto le proprietà e la versatilità di questa importante materia che consente una vasta gamma di impieghi.

nche i nostri ambienti educativi, pur senza vo-lerlo, si lasciano invade-re da quel malessere che serpeggia nella società

moderna e che porta l’uomo a cerca-re l’immediato, il benessere, dimenti-cando la dimensione dell’interiorità e del trascendente. Proprio per questo diventa tanto più necessaria l’urgen-za di educare per aiutare ogni perso-na a ricomprendersi, a riacquistare il desiderio di stili di vita più sani e più autentici, a cercare la verità, senza ar-rendersi di fronte alle tante proposte allettanti, ma anche superficiali che invadono la vita quotidiana di molti giovani, i quali si trovano spesso soli immersi in una realtà abitata da ba-nalità. Qui si deve innestare l’azione educativa fondata sulla consapevo-lezza e la responsabilità dell’adulto che si fa carico di promuovere nelle giovani generazioni una stimolante crescita di se stesse. Non possiamo fermarci ai margini della strada a osservare incerti quello che accade,

non possiamo lasciar correre tutto accontentandoci delle apparenze o semplicemente della buona riuscita scolastica. C’è qualcosa che va oltre e che tocca in modo profondo la vi-ta di ogni adolescente, c’è qualcosa a cui, come educatori, siamo chiamati a collaborare attraverso la trasmissione dei contenuti disciplinari. Si tratta di quella dimensione umana e cristiana della quale ognuno ha bisogno per po-tersi realizzare veramente. Saper of-frire agli studenti criteri di scelta per la maturazione della loro personalità, mettere sul tavolo delle proposte al-ternative alle forme di indifferenza, ebbene, tutto questo va ben oltre le

conoscenze didattiche e contribui-sce a rendere ancora più bello e più ampio il compito del docente. Del re-sto gli adolescenti sono sempre alla ricerca di modelli con cui confron-tarsi e quindi il mondo degli adulti ha l’opportunità di essere un segno, un segno consapevole della missione a cui siamo chiamati, un segno forte e comprensivo al tempo stesso che non ha grandi pretese, ma cerca di lasciare una traccia sicura. Educare è un’azione coraggiosa che sa metter insieme libertà dell’educando e capa-cità di proposta da parte dell’educa-tore, parola e testimonianza di vita, capacità di suscitare delle decisioni, offerta di un progetto futuro che dà senso all’esistenza e suscita entusia-smo e speranza senza però ignorare la fatica dell’impegno quotidiano. Si può riuscire in tutto questo se si guarda ai giovani non con fastidio, ma come a una risorsa preziosa, come a un do-no da valorizzare, credendo che, se guardati con fiducia, sono capaci di cose grandi.

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Dove vuoi.

DOVEVAI?Al lavoro. Senza lo stress del traffico.

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In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono” (...)

“Chi non avrebbe ascoltato con ter-rore quel lamento che si esprimeva con parole e tuttavia non era di que-sto mondo? Chi non avrebbe almeno dubitato della propria ragione? Ma il santo di Lumbres, lo sguardo fisso la suolo, pensava alle anime che costui aveva perduto…”. Si tratta di un pas-so tratto dal romanzo di Georges Ber-nanos intitolato “Sotto il sole di Sata-na”. Un prete di campagna chiamato dalla gente il Santo di Lumbres lot-ta perennemente contro il Male. Un giorno mentre si reca ad un villaggio vicino per le confessioni comincia ad avere sentimenti di orgoglio e il de-monio lo raggiunge nelle sembianze di un sensale. Gli indica una scorcia-toia che in realtà lo porta sempre a ritornare al punto di partenza. L’aba-

ma, come accade in Giovanni, è la Chiesa stessa che chiede a Cristo di affrettare l’ora nella quale sarà piena la sua manifestazione. E no-nostante questa costruzione stra-ordinariamente complessa, il rac-conto delle nozze a Cana rimane anche il racconto di una festa vera, con gente vera e un bisogno vero; come vero è lo stupore e la fede suscitata nei discepoli per un pro-digio che percepiscono non essere solamente fatto in soccorso di ami-ci che avevano sbagliato la quanti-tà del vino da servire, ma come se-gno di qualcosa di nuovo che stava cominciando. È una strana nostal-gia quella che si respira nel Vangelo (e qui in particolare), una nostal-gia contraddittoria perché si salda con la speranza, perché costringe a ricordare qualcosa che riguarda il passato ma che apre al futuro. Non è una nostalgia umana per-ché la nostalgia umana imprigiona nel passato e àncora il presente al passato; mentre la speranza guar-da al futuro e allaccia il presente al

futuro. È una nostalgia particolare perché costringe a vedere anche nel futuro le tracce di quello che è stato e che si è compiuto e che at-tende ancora di essere perfetto. I discepoli capiscono che quel vino migliore non è solo un regalo per gli sposi e quella madre accanto a Cristo non è solo una delle ma-dri: sentono dentro che quello che aspettavano è lì e ne percepisco-no la nostalgia; ricordano Isaia e i profeti, bevono un vino che non è solo prodigio ma compimento, imparano ad assaporare la gloria come discreta manifestazione di ciò che è migliore e che è donato per colmare un’assenza alla quale non ci si abitua e, se accade, lascia un vuoto e una mancanza che an-nullano la radice della gioia e del-la speranza. Provano un’ebbrezza che quel vino migliore solo riesce a dare perché costringe a credere nel futuro di Dio, in un futuro che, paradossalmente, si conosce gra-zie al passato. Perché il passato di Dio è profezia dell’uomo.

La scelta miglioreigliore. Nulla, in que-sto brano di Vangelo, è quello che appare a prima vista: Giovan-ni costruisce la sce-

na sulle forzature, sui paradossi e sul valore simbolico delle parole. Il contesto delle nozze è simbolo del nuovo patto di amore tra Dio e l’uomo in Cristo; il vino che prima manca e poi arriva in abbondanza è simbolo ancora del banchetto de-gli ultimi giorni promesso da Isaia; e poi è un vino che non è degli uo-mini, ed è migliore, è inaspettato. E quindi è dono che colma la man-canza umana; e viene dalla povertà dell’acqua che si trasforma. Valore simbolico che si aggancia al para-dosso del fare qualcosa che è privo di senso come riempire le anfore destinate all’acqua per la purifica-zione; e simbolo ancora della nuo-va purificazione che avviene attra-verso il vino-sangue di Cristo. E la forzatura, infine, della madre che costringe Cristo ad affrettare l’ora: e non è semplicemente la Vergine

te Donissan, questo il nome del pre-te, è sfinito e senza forze: svuotato. Il demonio l’ha nelle sue mani. L’episo-dio gioca molto sulla simbologia ed il peccato è visto con una delle sue più terribili e angoscianti conseguenze: il non progredire, il ritrovarsi sempre al punto di partenza, il non procedere oltre. Un po’ come l’effetto comico di quelle porte girevoli che si trovano negli hotel, dove, se non presti atten-zione rischi di rimanere coinvolto in alcune giravolte insensate. Il pecca-to ha davvero questa caratteristica, soprattutto quei peccati ricorrenti dai quali facciamo fatica a sganciar-ci. Le chiamiamo “fragilità” per guar-darci con maggiore tenerezza, ma in fondo sono peccati tanto forti che non ci lasciano liberi di camminare.

Ci tengono in qualche modo legati come la spina nel fianco di San Pa-olo. Potrei fare molti esempi, ma mi ha colpito come nel modo di pensa-re attuale, le “porte girevoli” siano davvero trappole contraddittorie. La società gira su se stessa e sembra non avere possibilità di cavarsela: la politica corrotta, gli interessi perso-nali dei politici, l’evasione fiscale, le ingiustizie sociali in questi giorni di dibattiti televisivi, sembrano sempre giustificabili: “fanno tutti così”… “si è sempre fatto così”… e gira e gira quando mai usciremo da questa si-tuazione? Chi fermerà una volta per tutte questo girare a vuoto? Quando diventeremo adulti, responsabili, ca-paci di progettare un mondo migliore e più onesto per i nostri figli?

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grandi storici concordano che nel cristianesimo degli inizi le donne avevano posizioni di prestigio e di autorità”. Una delle caratteristiche di Rod-

ney Stark, sociologo delle religioni e docente alla Baylor University del Texas, è la determinazione. Il suo re-cente “Il trionfo del cristianesimo” (Lindau, 543 pagine) non le manda a dire a nessuno, sia se affronti le origi-ni sia se si confronti con la questione delle eresie, di Galileo o dell’inquisi-zione. Una cosa è certa: andare con-trocorrente gli piace, se con questa espressione si intende andare contro il conformismo di alcuni storici che si sono appoggiati a una tradizione an-ti-cristiana. Ad esempio, il supposto anti-femminismo delle origini: Stark affronta la questione, capovolgendo le conclusioni. Sì, è vero, l’antichità era chiusa al mondo femminile, ma non i cristiani. Semmai i pagani, che isolavano le donne, non concedendo loro alcuna libertà e anzi favorendo, talvolta programmaticamente, l’abor-to e l’abbandono della donna e degli infanti. Il cristianesimo rappresenta una prima forma di convivenza civile tra uomo e donna e, secondo Stark, al-cune punte anti-femministe della pre-dicazione paolina potrebbero essere spurie, cioè interpolazioni successive. “Una situazione superiore delle donne cristiane rispetto alle sorelle pagane cominciava con la nascita. Nell’impe-

la barbarie diffusa tra i pagani di far sposare bambine a uomini molto più vecchi: se uno volesse addolcire la pillola, immaginando che l’atto ses-suale veniva procrastinato, verrebbe deluso dallo studioso, che mette su-bito in chiaro le cose: “Ci sono storie che parlano della deflorazione di mo-gli di sette anni!”. Qual è l’obiettivo di Stark? Controbattere il luogo comune di un mondo classico e pagano supe-riore per costumi e civiltà a quello cristiano; combattimento che conti-nua nell’accezione di Medioevo come periodo di barbarie, che lui impugna veementemente. I “secoli bui” videro

ro romano l’esposizione dei neonati non desiderati era diffusa, e le bam-bine avevano più probabilità rispetto ai maschi di essere abbandonate”, an-che perché la decisione di abbando-nare a se stesso un neonato spettava, tra i pagani, al padre. Stark fa notare

Comincia, dal cuore dell’Italia, la vi-sita ad limina dell’episcopato italiano (nella foto, la visita del 2007 di mons. Sanguineti), la seconda a Benedetto XVI. Hanno iniziato i vescovi del Moli-se e un primo gruppo di presuli abruz-zesi, il 16 febbraio toccherà ai vescovi lombardi. È un appuntamento perio-dico, previsto dalle norme giuridiche della Chiesa, ma è anche un momen-to sostanziale, l’incontro dei vescovi e, attraverso di loro, di tutte le Chiese

dell’Italia, con il Papa. Vuole innanzi-tutto testimoniare quanto gli italiani vogliono bene al Papa e, in partico-lare, a Benedetto, che ha pian piano, silenziosamente, macinato molti re-cord di afflusso di pellegrini, secon-do i dati periodicamente diffusi dalla Prefettura apostolica. Gli italiani vo-gliono bene e si riconoscono sponta-neamente nel Papa, che a sua volta li ricambia, sia pure nelle forme sobrie, ma convincenti che gli sono consuete.

Questo legame spontaneo, di popolo, è un legame profondo, che va al di là dell’attualità o della cronaca. E cer-tamente va al di là delle vicende, che pure in Italia sono tradizionalmente molto vivaci, della politica. Perché guarda alla sostanza e alla realtà del-la vita. Gli italiani – e in questo l’uni-tà d’Italia è indiscussa e indiscutibile – guardano al Papa come a un riferi-mento appunto paterno, cioè sicuro, autorevole e comprensivo.

una esplosione d’invenzioni utili per la gente e non solo per i nobili, come i mulini a vento e ad acqua, e le colti-vazioni ebbero un grande impulso a opera dei monaci che insegnarono le nuove tecniche ai contadini.

Il Battesimo di Gesù nel Giordano “si pone nella stessa linea dell’Incarnazione, della discesa di Dio dal più alto dei cieli all’abisso degli inferi. Il senso di questo movimento di abbassamento divino si riassume in un’unica parola: amore, che è il nome stesso di Dio”. Lo ha detto Benedetto XVI prima di guidare l’Angelus con i fedeli a piazza San Pietro. Questo Gesù, ha proseguito, “è il Figlio di Dio che è totalmente immerso nella volontà di amore del Padre” ed “è l’uomo

nuovo che vuole vivere da figlio di Dio, cioè nell’amore; l’uomo che, di fronte al male del mondo, sceglie la via dell’umiltà e della responsabilità, sceglie non di salvare se stesso, ma di offrire la propria vita per la verità e la giustizia”. Essere cristiani significa “vivere così, ma questo genere di vita comporta una rinascita: rinascere dall’alto, da Dio, dalla Grazia”. Questa rinascita è “il Battesimo, che Cristo ha donato alla Chiesa per rigenerare gli uomini a vita nuova”.

Non è “compito” della Chiesa dare “indicazioni di natura partitica” per le elezioni regionali, e le parole dei vescovi “sono soprattutto di metodo e di alcuni contenuti. Poi – ha affermato l’arcivescovo di Campobasso mons. Giancarlo Bregantini (nella foto) – toccherà ai singoli partiti poter essere capaci di fare programmi ben dettagliati. La cosa che ci interessa – ha detto Bregantini – è soprattutto il metodo, non contrapposizione, esclusione, ma condivisione e

capacità – davanti ai problemi di un territorio così piccolo – di non staccarsi, né frastagliarsi, ma di coordinarsi”. Mons. Bregantini, ricevuto dal Papa nell’ambito della visita ad limina dei vescovi di Abruzzo e Molise, ha riferito “luci ed ombre” della sua regione. “Le luci –ha detto – di un popolo mite, buono, attento che ascolta ancora molto la voce della Chiesa che ha tradizione antiche. Però dall’altra parte troviamo anche i drammi del presente, specialmente la crisi.

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I vincitore del 39° Concorso è suor Provvidenza della scuola materna don F. Sciotta di Ro-vato: è salita sul palco a rice-vere il premio per il suo “pre-

sepio sul furgone”. I premi speciali sono stati assegnati ai Padri Ro-gazionisti di Desenzano del Garda (miglior interpretazione del tema), ad Andrea Craveri di Nave (premio “Buona Notizia” Fulvio Manzoni), a Davide e Simone Monceri di Monti-celli Brusati (premio “Buona Noti-zia don Eridano Torri”). Di seguito i premi conferiti ad ogni categoria. Famiglie: 1° classificato (premio in-titolato a Giacomo e Rosa Aliprandi) Gian Paolo Donati di Bagnolo Mella, 2° ex-aequo Luca Rossi di Villa Car-cina e a Vincenzo Apollonio di Bor-go San Giacomo, 3° ex aequo Carlo Bonera di Brescia, Renato Andreoli di Brescia e Laura Bettoni di Gussa-go; categoria Oratori 1° classificato oratorio centro giovanile Samber di Chiari, 2° Gruppo Presepio oratorio

2° Scuola dell’infanzia comunale Vittorino Chizzolini di Ospitaletto, 3° Scuola materna Santa Maria del-la Vittoria Brescia; Presepi viven-ti: 1° classificato Amici del prese-pio vivente di Gavardo; categoria Aziende e negozi: 1° classificato “Il Casoncello di Stefano e Letizia” di Barbariga; categoria parrocchie: 1° Premio intitolato a Virginio Prandi-ni, Amici del presepio di Marcheno, 2° ex-aequo parrocchia San Giorgio di Capriolo, parrocchia San Martino di Magno di Gardone Val Trompia e Parrocchia di Borgo San Giacomo, 3° ex-aequo parrocchia Santa Maria in Calchera di Brescia e parrocchia Sant’Angela Merici di Brescia; cate-goria Rassegne/Mostre/Concorsi: 1° Premio Arte Casa Bianca di Monti-chiari; Categoria istituzioni pubbli-che: 1° Premio Fondazione Gamba-ra Tavelli di Verolanuova; Categoria fuori Provincia 1° premio Gruppo Amici del Presepe di Costa Volpino di Lovere.

San Gallo di Botticino, 3° oratorio San Valentino di Breno della parroc-chia SS. Salvatore; categoria ospe-dali/centri per anziani 1° classifica-to Centro diurno Ferrante Aporti di Brescia, 2° ex-aequo Istituto Cre-monesini di Pontevico e Chirurgia pediatrica Spedali Civili di Brescia, 3° Spedali civili di Brescia 1ª divi-sione infettivi; Categoria Gruppi 1° Gruppo giovani Gaino di Toscolano Maderno, 2° Amici del Presepio di Verolavecchia, 3° Associazione cul-turale “Accademia del Gamber” di Gambara; Scuole 1° Premio (intito-lato a Gianfranco Migliorati) Scuo-la infanzia di Beata di Piancamuno,

Venerdì 18 gennaioOre 6.50 - Brescia -Santa Messapresso il Seminario minore.

Sabato 19 gennaioOre 16 - Botticino Sera -Liturgia della Parolae Cresime. Ore 18.30 - Brescia -Santa Messaper Ordo Virginumin Cattedrale.

Domenica 20 gennaioOre 16 - Brescia - Santa Messa con mons. Vincenzo Zani in Cattedrale.

Lunedì 21 gennaioOre 8.30 - Brescia - Santa Messa di apertura dell’anno accademico dell’Università statale presso la parrocchia di San Lorenzo.

Mercoledì 23 gennaioOre 20.45 - Brescia - Preghieraecumenica presso la chiesa valdese.

Giovedì 24 gennaioOre 11 - Brescia - Santa Messae incontro con i giornalisti presso il Centro pastorale Paolo VI.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti:Il sac. don Giovanni Calorini, è stato nominato presbitero collaboratore festivo delle parrocchie di Lavenone, Nozza e Vestone.Il diacono Enrico Cabra della parrocchia di Gambara è stato nominato per il servizio pastorale della parrocchia di Gambara.Il diacono Gabriele Moretti della parrocchia di Castegnato è stato

nominato per il servizio pastoraledella parrocchia di Castegnato.Il diacono Mauro Polotti della parrocchia di Lumezzane Pieve è stato nominato per il servizio pastorale delle parrocchiedi Lumezzane Pievee Lumezzane Fontana.Il diacono Lionello Tabaglio della parrocchia di Calcinatello è stato nominato per il servizio pastorale della parrocchia di Calcinatello.Il padre Carlo Clessi – religiosopavoniano – è stato nominatovicario parrocchiale delle parrocchie di Santa Maria Immacolatae di San Barnaba in città.

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L’Ufficio pastorale per l’ecumenismo organizza dal 2 marzo il 7° corso sull’ecumenismo su “Spiritualità ecumenica”.Sabato 2 marzo, alle ore 14.30, interviene padre Tecle Vetrali o.f.m, direttore della rivista “Studi Ecumenici” di Venezia, su “I fondamenti per una spiritualità ecumenica”; alle 16 tocca al prof. Natalino Valentini, direttore dell’istituto di Scienze religiose “A. Marvelli” della diocesi di Rimini parlare di

Pavel Aleksandrovic Florenskij. Sabato 9 marzo, sempre alle 14.30, madre Carla Bettinelli, Figlie di Betlem e docente presso l’Istituto di scienze religiose di Milano, racconta la figura di Edith Stein - Santa Teresa Benedetta della Croce, mentre alle 16.30 la testimonianza di Chiara Lubich è oggetto della riflessione del prof. Gianluca Falcone, docente di Filosofia e ricercatore presso l’Institut Catholique di Parigi.Sabato 16 marzo, alle 14.30,

su “Una spiritualità per una riconciliazione” porta il suo contributo frère John della Comunità di Taizé, mentre il dott. Bruno Rostagno, pastore della Chiesa valdese, racconta la storia di Dietrich Bonhoeffer (nella foto). Bonhoeffer viene considerato uno dei 10 “testimoni” della cristianità del secolo scorso. A questo titolo, dal 1998, la sua statua è stata collocata in una nicchia della facciata dell’abbazia di

Westminster, in Inghilterra; tiene in mano una Bibbia, ed è in compagnia, fra gli altri, di Martin Luther King, del vescovo Oscar Romero, di San Massimiliano Kolbe, in un ecumenismo del martirio. Il corso si terrà presso il Centro pastorale Paolo VI in via Calini 30 a Brescia. Le iscrizioni si ricevono presso la segreteria generale della Curia entro il 25 febbraio, telefonando al numero 0303722226. La quota di iscrizione è di 30 euro.

utte le parrocchie si so-no attivate per celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio. In tutta la

diocesi una sola, però, quella di Bre-no ha scelto coerentemente di dare in uso una propria chiesa a un’altra comunità cristiana, quella rumena. Sarebbe opportuno citare mons. Pa-glia per ribadire che “chi è evangeli-co è ecumenico e chi è ecumenico è evangelico”. Destinare alcune delle chiese, spesso vuote, a un altro culto è un segnale forte di accoglienza e al tempo stesso di dialogo. Basti pensa-re che per la comunità ortodossa la divina liturgia è catechesi e spiritua-lità e richiede uno spazio idoneo, che non sia necessariamente un capan-none dismesso. Ma se guardiamo so-lo alla città di Brescia quante sono le chiese sussidiarie vuote o che hanno una minima attività? Scorrendo l’an-nuario diocesano se ne trovano mol-te, alcune certo come San Clemente sono ricche a livello artistico grazie alle tele del Moretto: una soluzione si potrebbe trovare, magari spostan-do le tele al Museo diocesano e collo-cando delle copie nella chiesa stessa. Interessante notare che per stabilire l’utilizzo viene redatto un accordo rin-novabile tra la parrocchia e la diocesi attraverso l’Ufficio per l’ecumenismo dove la Chiesa cattolica si riserva la possibilità di utilizzare la struttura per

due/tre eventi particolari come le fe-stività patronali. Sarebbe interessan-te formare anche dei singoli comitati che si occupano del mantenimento nel rispetto della struttura. Se per il momento la sensibilità delle parroc-chie è ancora lontana, è interessante registrare che altre realtà hanno da-

to, invece, la loro disponibilità. A Bre-scia i rumeni sono ospiti dell’Istituto Razzetti (in attesa della costruzione di una chiesa a Sanpolino), mentre padre Vladimir Zelinsky dell’esarcato russo di Costantinopoli, in attesa di una sistemazione più adeguata, guida la sua comunità in una sala del con-vento di San Cristo dei Saveriani. La comunità moldava del Patriarcato di Mosca si ritrova nella chiesa dei San-ti Cosma e Damiano presso La Resi-denza di via Cairoli, i copti celebrano nella chiesetta cittadina di San Marco, mentre i greco-cattolici vanno nella chiesetta delle Ancelle di via Moret-to, ma alla domenica traslocano, dati i numeri, nel santuario di Sant’Angela. C’è anche un gruppo di moldavi di lin-gua romena in trattativa con la chie-setta di S. Maria alle Grazzine. Servi-rebbero nuove strutture: i cristiani ortodossi sono più di 15mila, 5000 i rumeni, un migliaio i moldavi divisi in due parrocchie a Brescia e Chiari, i greco ortodossi superano il migliaio, mentre i copti sono circa 300. Interes-sante quanto è successo a Chiari dove l’unità dei cristiani è partita dal basso: la chiesetta di San Sebastiano nella proprietà privata degli Almici è stata data in uso alla comunità moldava per le celebrazioni al sabato pomeriggio e alla domenica mattina; lì la chiesa viene utilizzata, secondo gli accordi e in alcune occasioni specifiche, anche per il rito cattolico.

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rixia fidelis ha sempre at-tinto nel corso dei secoli alla testimonianza di fede degli antichi martiri, ve-dendo nel loro ancorarsi

a una Verità trascendente il supporto imprescindibile di quella iustitia che deve essere il fondamento del vive-re di una comunità civile. Si è volu-to inoltre unire ai Santi Faustino e Giovita un’altra patrona, Angela Me-rici, vissuta tra il XV e il XVI secolo e pure cara al cuore dei bresciani: una presenza femminile che offre una te-stimonianza di fede più vicina alla realtà del nostro tempo, il quale non richiede tanto il martirio (almeno nei Paesi europei) quanto la difficile pro-va di saper comprendere e valutare le esperienze del vivere quotidiano alla luce delle verità credute. Proprio dalla semplice vita quotidiana di una donna del popolo, Angela attinge la forza per compiere un cammino inte-riore sempre più luminoso e deciso. Giunta dal natio lago di Garda in una città lacerata e offesa dal feroce sac-cheggio dei soldati di Gaston de Foix e turbata dal primo diffondersi della dottrina luterana, ella trova intorno a sé tanto dolore, tante ferite, ma anche tanti odi e inimicizie radicati; vede la miseria materiale e morale di un po-polo che ha subito profondamente il passaggio della guerra; comprende le gravi e laceranti ingiustizie sociali.

Domenica 27 gennaio, solennità di Sant’Angela, le Messe sono in programma alle 7.30, alle 9 e alle 16; alle 8.30 le lodi. La celebrazione eucaristica delle 10.30 è presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi (nella foto). Dalle 14.30 alle 15.30 i diaconi permanenti guidano l’adorazione eucaristica, mentre alle 15 parte il pellegrinaggio a piedi dalla parrocchia di Sant’Angela a San Polo fino al santuario di Sant’Angela (via Francesco

Crispi 19, Brescia). Sempre alle 15.30 viene inaugurata la sezione pedagogica “Dal gioco alla consapevolezza di regole e responsabilità”. Alle 16 la Santa Messa, alla quale partecipa il Seminario, è presieduta da mons. Monari. Alle 17.30 i vespri solenni, mentre alle 18.15 nella cripta del Santuario va in scena il concerto con il coro di voci bianche della scuola diocesana di musica “S. Cecilia” di Brescia diretto dal maestro Mario Mori.

vitabile che vi sia discordia; dove c’è discordia, lì senza dubbio c’è rovina”. Nell’impegnarsi in prima persona alla necessaria ricostruzione di un vivere più sereno, fiducioso, solidale, Ange-la trova il significato del suo essere donna, una femminilità accolta e vis-suta come un talento da far fruttare nel modo migliore. La sua scelta di consacrare a Dio la propria vita, pur restando nel mondo, diviene stimolo ad approfondire quelle caratteristiche della personalità femminile che insie-me la realizzano e la aprono agli altri: la sponsalità e la maternità. La matu-rità piena della donna sta in questo suo saper unire in sé la piacevolezza, il sorriso, la partecipazione, la fermez-za della sposa con la premura, la pre-senza affettuosa, la continua capacità di dono della madre. Nella consacra-zione a Dio questo diventa l’itinerario spirituale di Angela, itinerario che non si allontana affatto dal cammino quo-tidiano di tante semplici spose e ma-dri del suo e di tutti i tempi, ma che viene illuminato profondamente da una “indubitata e ferma fede”, anima-ta dalla “speranza nella infinità bon-tà divina”. A contatto con l’ambiente fervoroso e impegnato della Riforma cattolica nella Brescia pretridentina, Angela si dedica a una missione tipi-camente femminile: ascoltare, con-fortare, consigliare, pregare, offrire parole di pacificazione.

Terziaria francescana, coglie con mol-ta attenzione la duplice valenza del messaggio di Francesco: la sempre più profonda conoscenza di sé attra-verso la preghiera e la riflessione sul Vangelo con cui confrontare giorno per giorno la propria vita, e l’apertu-ra verso le persone e le situazioni per capirle e dire la parola di pace che può salvare e ricostruire. Così infatti riflette Angela in uno dei suoi scritti: “Dove c’è diversità di volontà, lì è ine-

Alle 9.15 il Museo diocesano ospita l’incontro formativo per giovani, studenti ed educatori su “Il fascino e il colore del bello e dell’armonia in S. Angela Merici”. Alle 20.45 la Sala della comunità di via Cimabue 271 a San Polo ospita uno spettacolo di voci, musica e brani composto e adattato da Giorgio Pellegrino sui testi di Gianpiero Belotti: il 27 gennaio ricorre la celebrazione di Sant’Angela Merici e il ricordo, nel Giorno della memoria, della figura di Edith Stein.

Nella chiesa di San Giovanni viene presentata, veneerdì 25 gennaio alle 21, la scena sintetica “Et fati vita nova. Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni” di Gianpietro Belotti con la drammaturgia e la regia di Antonio Fuso.Sabato 26, invece, alle 8 parte il pellegrinaggio a piedi dalla località Grezze di Desenzano sulle orme di Sant’Angela fino a Brescia organizzato dagli Amici di S. Angela.

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“ConcertiAmo – la musica che rende” è un progetto promosso dal Conservatorio “Luca Marenzio”, insieme a partner pubblici e privati, volto ad avvicinare nuovo pubblico alla cultura – e alla musica, in particolare – attraverso una forma innovativa di incentivazione. L’idea è quella di promuovere un ciclo di concerti il cui costo è restituito sotto forma di buoni culturali per un valore doppio rispetto a quanto investito (visite guidate ai siti Unesco di Brescia

e della Valcamonica, spettacoli teatrali e di danza, cinema d’essai ecc.). “ConcertiAmo” si rivolge in primo luogo agli inquilini delle case della Congrega e dell’Aler, in un’ottica sempre più inclusiva ed attenta ad allargare il pubblico delle proposte culturali, indirizzandosi a soggetti che di solito affrontano altre priorità. Gli eventi saranno programmati in orari non convenzionali ma di facile accessibilità, per permettere una maggior partecipazione:

è previsto anche il trasporto sino al luogo del concerto. Ogni concerto prevede poi un percorso di accompagnamento guidato all’ascolto degli eventi musicali, realizzato in forma accattivante e coinvolgente da un’associazione teatrale del territorio. Gli abbonamenti a “ConcertiAmo”, al costo di 35 euro, possono essere acquistati dagli utenti delle case della Congrega e dell’Aler e da tutta la cittadinanza fino al 7 febbraio 2013.

na cerimonia semplice, senza fronzoli, com’è nello stile di chi è abi-tuato a fare del bene. Così, nei giorni scorsi,

presso la sede della Congrega della Carità Apostolica, Renzo Catellani, vice presidente dell’istituzione cari-tativa, ha proceduto all’estrazione di biglietti della lotteria promossa dal-la Fondazione Dominique Franchi nell’ambito delle iniziative lanciate nel periodo natalizio per raccoglie-re fondi da destinare all’azione della stessa fondazione. Quella dedicata a Dominque Franchi è l’ultima nata fra le fondazioni che fanno capo alla Congrega. È stata creata nel 2011 con lo scopo di “prestare aiuti, morali e materiali, a minori in qualunque mo-do bisognosi”, come cita l’art. 3 dello Statuto. La Fondazione è stata volu-ta dai coniugi Alessandro Franchi e Brigitte Meschede a ricordo della fi-glia Dominique, scomparsa nel 2008 all’età di quattro anni. Sin dall’inizio la fondazione, per dotarsi delle risor-se necessaria al perseguimento dei suoi obiettivi ha cercato di affiancare ai consueti canali come le donazioni e il 5xmille modalità innovative. Per il Natale appena trascorso sono state così varate tre diverse proposte. Ol-tre alla lotteria già ricordata la Fon-dazione ha messo in vendita biglietti natalizi e lettere solidali personaliz-zabili con relative buste coordinate da utilizzare per gli auguri di Natale a parenti, amici e conoscenti. La possi-bilità di vivere in modo solidale e ori-ginale il Natale 201è stato particolar-mente apprezzato da chi conosce la

20mila euro. Un risultato importante, raggiunto anche grazie alla solidarietà di realtà con Brevivet, Supermedia e Gioielleria Saleri che hanno donato, anche in una stagione non propria-mente felice, i premi della lotteria. Il week-end per due persone messo in palio dal tour operator di via Monti è stato assegnato al biglietto n°513, il televisore 40 pollici donato da Supe-media è stato abbinato al biglietto n° 129. Il terzo premio, una coppia di oro-logi della Gioielleria Saleri è andato al biglietto n°854. “È importante – ha affermato Giovanni Lodrini, ammini-stratore delegato di Brevivet, presen-te all’estrazione – che si crei un rap-porto virtuoso con la Congrega che da sei secoli aiuta la città di Brescia”.

Fondazione Franchi. A fronte di una donazione la Fondazione dava poi la possibilità ai donatori di possibile inviare una nostra cartolina virtuale (e-card) personalizzabile con nome e logo aziendali, per gli auguri di Na-tale 2012. Le tre iniziative, insieme al-la cena degli “amici” di cui si parla a fianco hanno permesso la raccolta di

È ancora aperto il bando per l’assegnazione dei posti letto che la Congrega e la Fondazione Alessandro Cottinelli riservano agli studenti universitari che frequentano le facoltà e le accademie bresciane: si tratta di 19 appartamenti nuovi ed ammobiliati, situati a due passi dalle sedi di economia e di giurisprudenza. Sul sito internet www.congrega.it è pubblicata la procedura per l’assegnazione degli appartamenti.

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Il consorzio Gli Acrobati nasce il 28 gennaio 2010 dalla collaborazione di alcune cooperative che si occupano di servizi delle dipendenze: coop. di Bessimo, coop. il Calabrone e coop. Gaia. Ogni cooperativa ha messo a disposizione le risorse e le competenze sviluppate nei servizi residenziali, nei progetti di prevenzione, di reinserimento lavorativo e nei progetti di bassa soglia. Il progetto “Mettiti in gioco” si caratterizza per importanti

elementi innovativi: procedure snelle e semplificate, aperture pomeridiane e serali, attivazione di programmi diversificati basati sui bisogni e sulle caratteristiche della persona, con il coinvolgimento di un’ampia rete territoriale e con una particolare attenzione alla famiglia. È previsto l’accesso diretto, gratuito e senza vincoli di residenza. L’équipe multidisciplinare è composta da un team di psicoterapeuti, psicologi, educatori ed assistente

sociale. Gli sportelli sono a Concesio via Europa 110, presso Smi Gli Acrobati tel. 0302060130; Gardone V.T., presso Consorzio Valli tel. 3450159326; Brescia, Casa delle Associazioni, via Cimabue 16 tel. 3450159509; Montichiari presso il poliambulatorio Hygea tel. 3450159509; Villanuova s/C presso il Consultorio familiare Nodi, tel. 3450159328. Per informazioni: tel.030.2060130 ; www smigliacrobati.it; Facebook: Smi Gli Acrobati Onlus.

i comincia giocando nella speranza che una grossa vincita possa cambiare la propria vita e quella della propria famiglia. Inseguire

ostinatamente la vincita è una delle condizioni che porta le persone verso una situazione di gioco d’azzardo pa-tologico. Certo! Ogni tanto una vinci-ta arriva, ma quanti sono i soldi persi? Alla fine si corre il rischio di mettere in palio non solo i soldi (necessari per vivere, per pagare il mutuo…), ma anche gli affetti, le amicizie, la fami-glia e il lavoro! Ci si trova così in una condizione di solitudine, di vergogna, di sotterfugi che la persona con pro-blemi di gioco d’azzardo patologico deve quotidianamente affrontare, da solo. L’industria del gioco d’azzardo in Italia muove un fatturato di oltre 60 miliardi di euro (in costante aumen-to). Nel gioco investe di più chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccu-pati. Gioco d’azzardo non significa per forza gioco patologico; la stragrande maggioranza dei giocatori non ha nes-sun problema, ma le ricerche interna-zionali condotte per accertare il nu-mero di giocatori patologici stimano dall’1 al 3% la popolazione vittima del gioco patologico: in Italia ciò equiva-le ad una cifra oscillante fra 700mila e 1 milione e 400mila persone. I gio-chi d’azzardo preferiti sono: il gratta e vinci, il superenalotto e il lotto; se-guono a breve distanza slot machine e gioco on line entrambi in forte e pre-occupante crescita. Il gioco d’azzardo può diventare patologico quando si

tivo il consorzio Gli Acrobati ha deci-so di attivare il progetto “Mettiti in gio-co” con l’apertura di cinque sportelli territoriali. Si tratta di un progetto sperimentale, finanziato dalla Re-gione Lombardia e dagli enti parte-cipanti finalizzato all’accoglienza e alla presa in carico di persone con problemi legati al gioco d’azzardo (slot, vlt, gratta&vinci, lotto, poker, casinò on line, scommesse, bingo, ecc.) che offre direttamente presso lo sportello una valutazione diagno-stica effettuata dallo Smi Gli Acro-bati (con lo psicologo del servizio) a cui seguirà la possibilità di scegliere un percorso basato sulla reale mo-tivazione del giocatore e sulle sue caratteristiche.

è in presenza di un comportamento persistente, ricorrente, disadattivo di gioco d’azzardo che compromette il funzionamento personale, sociale e lavorativo dell’individuo. Negli ultimi anni si è assistito ad un’enorme diffu-sione del gioco d’azzardo con il conse-guente aumento di situazioni di gioco d’azzardo patologico. Per questo mo-

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i è tenuto giovedì 10 genna-io nella sede dei Missiona-ri Comboniani di Brescia l’incontro “Impegnandoci per una cultura di pace e

di disarmo”. Rientra nel ciclo “Riac-cendere la speranza” promosso dai Comboniani in collaborazione con il Centro missionario diocesano. Ospi-te della serata Giorgio Beretta, ricer-catore ed esponente della Rete per il disarmo. Beretta, da circa 10 anni, svolge attività di ricerca sui temi del commercio di armamenti. Nel corso dell’incontro ha parlato dell’esporta-zione di armi in Europa e in partico-lare in Italia, del ruolo delle banche armate e soprattutto del necessario impegno di tutti per una cultura di pace. Riguardo alla questione delle armi, secondo Beretta, solitamente ci sono tre approcci: c’è l’atteggia-mento di chi considera le armi utili e necessarie per la difesa; c’è la cultura pacifista che chiede un mondo senza armi perché ritiene che le armi siano

lesive; nel mezzo c’è il pensiero di chi ritiene che le armi possano essere uti-lizzate solo in alcuni casi e solamente con controllo e regolamentazione. A questo proposito Beretta ha ricorda-to che, a livello nazionale, è la legge 185 del 1990 a regolamentare l’espor-tazione di armamenti e porre seri con-trolli al loro commercio. La normati-va prevede che l’Italia (e le imprese italiane) non possa esportare armi a Paesi in guerra, sottoposti ad embar-go dalle Nazioni Unite o che violano i diritti umani. Prevede una serie di autorizzazioni e di controlli necessa-ri per qualsiasi esportazioni di armi.

La legislazione precedente risaliva al 1938, in periodo fascista, in quegli anni tutto ciò che riguardava le armi era “segreto di Stato” e così dal 1938 al 1990 l’Italia ha esportato armi in tutto il mondo. Secondo la legge 185 il Presidente del Consiglio è tenuto ogni anno a relazionare al Parlamen-to sulle armi esportate dall’Italia. A livello europeo non c’è una direttiva comune sull’esportazione delle armi. “Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea viene pubblicata ogni anno la ‘Relazione annuale sul control-lo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari’ – ha spiegato Beretta – senza nessun comunicato stampa o conferenza; i dati sono per diversi aspetti già obsoleti: la relazio-ne Ue del dicembre 2012 riporta le cifre delle autorizzazioni e delle con-segne di armamenti dei Paesi membri per l’anno precedente, cioè il 2011. Le informazioni della Relazione sono in-complete e carenti, mancano infatti i dati di alcuni Paesi”. Ne riprendiamo

alcuni dati. Nel 2011 le autorizzazioni all’esportazione di armamenti nel loro insieme sono cresciute del 18,3% rag-giungendo la cifra di oltre 37,5 miliar-di di euro (31,7 miliardi nel 2010). Ol-tre ai trasferimenti di armamenti tra i Paesi dell’Ue (14,5 miliardi di euro) mostrano una forte ripresa le espor-tazioni verso i Paesi asiatici (dai 4,7 miliardi del 2010 agli oltre 5,5 miliardi di euro nel 2011) e, in particolar mo-do verso il Medio Oriente. In crescita anche le esportazioni verso l’Africa sub-sahariana che superano i 493 mi-lioni di euro. Nella seconda parte dell’incontro ha spiegato la questione “banche arma-te” illustrando il ruolo del mondo finanziario nel commercio di armi. Nel settore del commercio delle ar-mi le banche hanno un duplice ruo-lo. Da un lato offrono i propri servizi per la transazione di denaro garan-tendo, grazie alla loro presenza in-ternazionale, fluidità e sicurezza nei pagamenti, dai quali ricavano “com-

pensi per intermediazione”. In se-condo luogo le banche offrono alle ditte produttrici di armi, loro clienti spesso privilegiati, possibilità di an-ticipi e crediti. Dal 1999 è stata atti-vata da “Mosaico di Pace”, “Nigrizia” e “Missione Oggi” una campagna di pressione alle “banche armate” chiedendo trasparenza. Alla cam-pagna hanno aderito varie associa-zioni e molti cittadini che hanno in-viato una lettera alla propria banca chiedendo spiegazioni sull’operato. Molti istituti bancari hanno assunto l’impegno di non fornire, totalmente o in buona parte, servizi di appoggio al commercio delle armi. Una cam-pagna che dimostra l’importanza di ciascuno. “Essere promotori di pace è una bellissima cosa – ha concluso Beretta – ma ci chiede di essere at-tenti, propositivi tutti i giorni, senza abbassare la guardia”. Per maggiori informazioni è possi-bile consultare i siti. www.banche-armate.it; www.disarmo.org.

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erché? Pur essendo la for-ma elementare di quesito, la risposta ad ogni “per-ché” risulta sempre diffi-cile da dare. Lo è molto di

più quando il tema è la Shoah, strage dentro la strage della Seconda guerra mondiale. Per questa ragione, l’As-sociazione culturale Filosofi lungo l’Oglio ha organizzato la seconda edizione del ciclo di incontri dal ti-tolo “Fare memoria: perché?”, che si svolgeranno tra il 17 gennaio ed il 21 febbraio in otto Comuni della Provincia bresciana e vivrà un’im-portante appuntamento il 6 marzo, quando verrà inaugurato a Brescia il “Giardino dei giusti”.“L’edizione 2013 è dedicata alla fi-gura del cardinal Martini, costrut-tore del dialogo ebraico-cristiano – precisa Francesca Nodari, direttore scientifico della manifestazione – e concentrerà l’attenzione sui motivi, sulle connivenze e sui silenzi che permisero la Shoah”. Il percorso in-dagherà il tema da un punto di vista filosofico, storico, teologico e lette-rario, con personalità di grande ca-ratura: spiccano i nomi di Paolo De Benedetti, a Palazzolo giovedì 7 feb-braio, che si interrogherà sul tema “Il futuro di Dio”, e di Bernhard Ca-sper, che a Travagliato presenterà in prima nazionale il suo ultimo lavoro (“In ostaggio per l’Altro”, ed. Ets) il 13 febbraio. Procedendo con ordine, il 17 gennaio a Orzinuovi lo psico-logo di origini ebraiche David Me-ghnagi approfondirà il rapporto tra scrittura e testimonianza, con parti-colare attenzione all’opera di Primo

e saggista David Bidussa il 21 feb-braio a Leno si soffermerà su “Edu-care alla memoria”. Filosofi lungo l’Oglio si spostano anche in città con l’appuntamento di giovedì 31 genna-io all’auditorium San Barnaba, dove Simona Forti esporrà “La questione del male”, e con l’inaugurazione del Giardino dei giusti, in collaborazio-ne con il Comune di Brescia, la Ca-sa della Memoria e il Comitato per la foresta dei giusti-Gariwo, presie-duto da Gabriele Nissim. “La data è stata individuata nel 6 marzo alle 11, Giornata europea dei giusti – preci-sa Francesca Nodari – e a Brescia il Giardino avrà sede al Parco Tarel-lo”. In questo luogo, verranno asse-gnati sei pruni ad altrettanti “giusti” (i nomi non sono ancora stati rive-

Levi, mentre il semiologo Ugo Volli si concentrerà su “Antisemitismo al di là dell’antisemitismo” a Castrez-zato, il 22 gennaio. Massimo Giuliani sarà protagonista dell’incontro del 5 febbraio ad Erbusco con “Perché sperare dopo Auschwitz?”. A Rova-to il 19 febbraio Gabriele Nissim af-fronterà il tema de “La memoria del bene e l’educazione alla responsabi-lità personale”, mentre il giornalista

Gli anni ‘70 sono i protagonisti del ci-clo di conferenze “Piombo, violenza e speranze”, promosso dall’Associazio-ne Culturale Chirone con Casa della Memoria, Comune e Provincia di Bre-scia. Sette incontri serali (20.30) che avranno luogo in altrettanti Comuni della Bassa bresciana e che saran-no replicati il mattino seguente nelle scuole, per cercare di porre l’atten-zione dei più giovani su un periodo storico travagliato. La prima serata, il

18 gennaio a Bagnolo Mella, si aprirà con la cronaca, a cura di Manlio Mila-ni e dell’avvocato di parte civile Silvia Guarnieri, della strage che colpì nel 1974 la nostra città. Sempre in quel 1974 segnato dal sangue morì Grazia-no Giralucci, militante missino, prima vittima delle Brigate Rosse. La figlia Silvia, regista, autrice del docufilm “Sfiorando i muri”, presentato fuori concorso a Venezia, ripercorrerà la vicenda insieme a Stefania Paternò,

amica del padre e come lui ex militan-te dell’Msi, il 1° febbraio a Cigole. Figli che ripercorrono i tragici destini dei padri saranno anche Eugenio Occor-sio, figlio del magistrato Vittorio, ucci-so nel 1976 dal terrorista neofascista Pierluigi Concutelli, Agnese Moro e Benedetta Tobagi (nella foto), rispet-tivamente protagonisti il 19 febbraio a Bassano Bresciano, il 2 marzo a Ma-nerbio e il 4 aprile a Leno. Il 26 aprile a San Gervasio si passa all’analisi di

un’altra strage, quella di Bologna, con le testimonianze del magistrato Clau-dio Nunziata, che ha svolto le prime indagini sull’attentato, e di Paolo Bo-lognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980. Si chiude il 17 maggio a Verolavecchia una tavola rotonda a cura degli storici Paolo Corsini, Fran-cesco Germinario e Andrea Rapini. Tutte le serate sono ad ingresso libe-ro. Info: associazionechirone.com.

lati): “Il pruno – aggiunge – è segno di semplicità così come lo furono questi uomini, che misero a rischio o persero la propria vita per salva-re quella altrui”. Tutti gli incontri iniziano alle 20.45 e sono ad ingres-so libero. Info: filosofilungologlio.it

Si inaugura il 19 gennaio, e rimarrà aperta fino al 28 luglio, la mostra “Pictor Caeli” della Fondazione Castello di Padernello, con il sostegno di Franchini Acciai s.p.a. e tra gli altri la collaborazione con la diocesi di Brescia, Uffico beni culturali ecclesiastici, si presenta come un grande evento che coinvolgerà tutto il territorio lombardo, dando la possibilità di conoscere il grande artista Gian Battista Tiepolo, senza dubbio il pittore veneziano più celebre

del Settecento, l’instancabile realizzatore di opere di soggetto sia sacro che profano, tele luminose di contenuto storico, mitologico e religioso, tanto da essere considerato l’ultimo grande pittore sacro d’Europa, e di capirne l’iconografia. Le due tele fotografate da Virginio Gilberti sono: la “Caduta della manna” e il “Sacrificio di Melchisedec” (nella foto) entrambe del 1740 conservate nella Basilica di Verolanuova. L’allestimento ideato da Giacomo Andrico e realizzato

dai mastri artigiani del Castello prevede la realizzazione nello spazio di sei sale di ponteggi in legno dove saranno messi in mostra parti delle tele, come se il pittore Gio Batta Tiepolo stesse realizzando le pitture direttamente da un ponteggio. Visitabile dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30. Sabato su prenotazione e domenica 14.30-18.30. Ingresso 5 euro. Informazioni, prenotazioni e laboratori per le scuole: 0309408766 o www.castellodipadernello.it

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ontinua la stagione tea-trale proposta dal Ctb. Fino a domenica 20 gen-naio il Teatro Sociale ospita “Un marito idea-

le” di Oscar Wilde per la regia di Ro-berto Valerio con lo stesso Valerio, Valentina Sperlì e Pietro Bontempo. Sir Robert Chiltern e Lady Chiltern vivono tra agi e ammirazione. Lady Chiltern ama suo marito e lo con-sidera incapace di qualsiasi atto immorale, Sir Robert è stimato in società per la sua lealtà; è sottose-gretario agli Affari Esteri e sta per diventare ministro. Ma un segreto inconfessabile è all’origine della sua fortuna: neanche la moglie ne è al corrente perché egli teme di per-derne l’amore. Battute caustiche, dialoghi frizzanti e aforismi trasfor-mano il “teatro di genere” in arma affilata contro l’ipocrisia vittoria-na, e interrogano, oggi più di ieri, il rapporto tra politica, morale e sen-so dell’amore coniugale. Al centro della commedia campeggiano temi quanto mai attuali come la corruzio-ne e l’integrità dei governanti, che il regista Roberto Valerio, scarnifican-do il testo fino all’osso, evidenzia,

puntando la lente d’ingrandimento su alcuni urgenti interrogativi. Ma in questi giorni il Ctb Teatro Sta-bile di Brescia presenta, a cura del prof. Roberto Gazich, le conversa-zioni con esperti su temi inerenti l’interazione tra varie forme espres-sive: dal testo letterario o dramma-turgico, alla prosa, dall’arte figura-tiva alla musica. Come nella passa-ta edizione, sono in programma il martedì pomeriggio con cadenza quindicinale, dal 22 gennaio (“Wa-gner e la tragedia classica” a cura di Gazich) al 2 aprile, con inizio al-le ore 17.45.Del tutto nuova invece l’iniziativa che partirà da febbraio da un’idea di Costanzo Gatta a cura di Carla Bo-roni “Tesi alla ribalta”, i mercoledì di febbraio alle 17.45. Si comincia dal 6 febbraio con la tesi di Ilaria Lo-renzi “Il magico viaggio nella Torre

delle favole” a colloquio con Lucio Facchinetti, assessore alla cultura del Comune di Lumezzane, e Laura Staffoni, responsabile Ufficio cul-tura del Comune di Lumezzane e curatrice della Torre delle favole. A marzo parte “Il nuovo teatro”, conversazioni sulla storia del teatro contemporaneo condotte da Gaeta-no Oliva, docente di teatro d’anima-zione alla Facoltà di Scienze della formazione presso l’Università Cat-tolica, con la collaborazione di Tea-tro Telaio e degli allievi del Teatro d’animazione alla Facoltà di scien-ze della formazione dell’Università cattolica. Due appuntamenti in marzo, giove-dì con inizio alle ore 17.45.Ma le proposte non si esauriscono qui. Ci sono eventi, incontri e molte altre iniziative. Tutte le informazio-ni sul sito ctbteatrostabile.it

Il tango, quella danza che molti amano per la sensualità e l’eleganza dei movi-menti, quelli che l’hanno reso noto in tutto il mondo sarà il protagonista di “Tango Macho” domenica 20 gennaio alle 21 al PalaBrescia (biglietti da 20 a 30 euro, a cui aggiungere prevendite).I fratelli Macana (Enrique e Guillermo De Fazio) sono i protagonisti dello spettacolo. I due sono presenze in-discusse dei festival di tango in tut-ti i continenti. Sono considerati una delle coppie di ballerini più talentuo-se del panorama “tanguero” interna-zionale. Il significato del loro nome d’arte Macana, derivante dal gergo popolare di Buenos Aires, li identi-fica come picareschi, giocosi, tipi in gamba. Oggetto della più sbalordita ammirazione per le loro straordina-rie doti e per l’inconsueta particola-rità di esibirsi in coppia, Los Herma-nos Macana, rievocano le origini del tango come i “compadritos” (i guappi dell’epoca) che, per carenza di donne, erano costretti ad allenarsi e ballare tra di loro, desiderosi di primeggiare, mostrando le loro abilità e doti. Ma-grissimi, altissimi, eleganti, ironici e anche un po’ sbruffoni, Los Herma-nos Macana, sorprendono gli spetta-tori, catturando con grinta e masco-linità in interpretazioni uniche, con passi impeccabili e velocissimi, uniti a tanto divertimento. L’originalità del loro stile li consacra come una coppia unica capace di miscelare talento, di-vertimento, energia e grande rispetto per la magnifica arte del tango. La loro interpretazione trasmette leggerezza e scioltezza nei movimenti, il ballo

è per loro così naturale, quanto per noi lo è respirare. Ad impreziosire lo spettacolo, uno straordinario corpo di ballo e le musiche dal vivo di una strepitosa orchestra della nuova ge-nerazione “tanguera” di Buenos Aires.A impreziosire le personalissime co-reografie, la straordinaria orchestra “Decarisimo Quinteto” che eseguirà le proprie composizioni originali dal vivo e i grandi classici del tango. As-sieme a loro altri otto ballerini. Info: palabrescia.it

Tutti, o quasi, hanno amato le vicende dell’orco verde Shrek al cinema. Le sue avventure sono diventate un musical di successo, prima a New York, Londra e Parigi e ora sbarcano in Italia.Nella tournée non poteva mancare la tappa bresciana al PalaBrescia venerdì 18 gennaio alle 21. Shrek, orco verde e malizioso, e il suo leale amico Ciuchino vivono un’emozionante avventura nel tentativo di salvare

la principessa Fiona, tenuta prigioniera in una torre da un terribile drago: queste le vicende musicali di “Shrek the musical”. Biglietti a partire da 27 a 36 euro.La regia dello spettacolo è di Ned Grujic e Claudio Insegno. Nei panni, grossi e verdi, del protagonista è Nicolas Tenerani, in quelli di Fiona è Alice Mistroni, Emiliano Geppetti è Ciuchino, Piero Di Blasio è Lord Farquaad.

Mercoledì 23 gennaio alle 21 al PalaBrescia, data organizzata da Cipiesse, con “Inmezzo@voi” torna Giorgio Panariello. Riporta in scena la sua fantasia, quella che da sempre gli italiani apprezzano, quella che nel suo one man show in televisione “Panariello Non Esiste” ha registrato una media di 5 milioni e 500mila spettatori. Torna a “dipingere” la realtà con personaggi vecchi e nuovi, per raccontare con la sua amabile ironia vizi, capricci e peccati

della nostra Italia. L’attualità e la quotidianità saranno ancora protagoniste dei suoi monologhi esilaranti, ritratti brillanti del nostro tempo in cui ognuno potrà ritrovare un po’ di se stesso e ridere, sorridere e riflettere. Tra le novità il pulcino Pio, gli omaggi a Dalla e Marchesi e l’interazione con il pubblico. Biglietti in prevendita da 25 a 46 euro. La sera dello spettacolo da 27 a 48 euro.Per informazioni 0302791881 o cipiesse-bs.it

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iunge dalle Marche, sua terra d’origine, “Un pub-blicitario dietro le quin-te”, libro dedicato alla fi-gura di Renato Borsoni.

Scritto da Luca Celidoni e Pierfran-cesco Giannangeli, giornalisti e cri-tici teatrali e pubblicato da Metauro Edizioni è stato presentato, insieme al protagonista, nel foyer del Teatro So-ciale da Carla Boroni, presidente del Ctb e da Tino Bino, che del Ctb è stato il primo presidente, quando Borsoni, dopo la fondazione nel 1975, ne fu il primo direttore artistico. Nasce a Je-si nel 1926 e si fa adottare da Brescia dal secondo dopoguerra, partecipa nel 1953 alla nascita della cooperativa del Piccolo teatro della città, nel 1961 apre uno studio di grafica ed è uno dei fondatori della Compagnia della Log-getta che guiderà fino alla trasforma-zione in Ctb, di cui sarà direttore fino al 1988. Da quegli anni teatro e grafica si alternano per tutta la vita. Celidoni e Giannangeli dipingono con soavità

quella professionale. “Borsoni è si-nonimo, simbolo e storia del teatro a Brescia”. Tino Bino rivela qualche aneddoto e rievoca alcune delle tan-tissime emozioni provate nel lungo sodalizio. “La vicenda di Renato ha una identità profondamente teatra-le. Il suo è in realtà il ruolo dell’orga-nizzatore, catalizzatore tra le idee e il pubblico” e suggerisce di conside-rarlo un “macchinista dietro le quinte, capace di antivedere, di anticipare i tempi preparando il terreno perché il nuovo si ponga all’attenzione del pub-blico, in quanto tale, assumendo il suo significato vero e concreto”. Esauri-to l’omaggio a Borsoni, il libro regala una seconda parte altrettanto signi-ficativa perché presenta per la prima volta una ‘teatrografia’, una raccolta preziosissima del teatro bresciano. “Un pubblicitario dietro le quinte” ri-entra nella collana “Teatro di Marca. Figure marchigiane nel teatro di pro-sa del Novecento” promossa dall’Uni-versità di Urbino con l’obiettivo di

i contorni di Borsoni uomo di teatro, personalità sfuggente, difficilmente incasellabile, ma importante per il teatro italiano. “La cosa più difficile – spiegano gli autori – è stata proprio la collocazione di Borsoni, alla fine la scelta è caduta sulla categoria dei ‘critici’, ma non è stato facile scegliere nemmeno il titolo del libro, avversa-to fino all’ultimo da Borsoni, che alla definizione di pubblicitario preferisce quella di grafico”.È il racconto di un lungo viaggio tra il palcoscenico e le quinte. Tutto, senza mai dimenticare l’importan-za dell’esperienza umana e non solo

È fissata per lunedì 4 febbraio la data d’inizio dei nuovi corsi del catalogo inverno-primavera del Centro San Clemente di Brescia. Oltre un centinaio le proposte, dalla cultura generale, al tempo libero, fino alla formazione per le aziende, macroaree all’interno delle quali si aggiungono alcune novità, per rispondere alle esigenze di un’utenza negli ultimi due anni in crescita. “Per quanto riguarda la cultura generale – spiega la responsabile organizzativa

Benedetta Albini (nella foto) – sono sempre le lingue a farla da padrone”. I corsi di inglese, francese, spagnolo, tedesco, ma anche russo, portoghese, arabo, cinese, giapponese e italiano per stranieri si confermano tra i più ambiti. Novità, invece, per quanto riguarda l’informatica, con la presenza delle esercitazioni Ecdl, e nella cultura in senso stretto, con i corsi dedicati a “Virgilio e il poema dell’uomo”, alla bioetica e alla comicità. Seconda in termini di richieste è la

macroarea del tempo libero, che va dalla musica al benessere, dall’arte alla cucina, dalla manualità alla pasticceria. In questo settore le novità riguardano i corsi di pittura, di creatività per realizzare borse e oggetti con la carta. Al passo con le mode lezioni di zumba fitness e latino americano, in collaborazione con Spazio Danza. Infine, il settore legato alla formazione delle aziende offre la possibilità di svolgere i corsi obbligatori per la sicurezza sul lavoro, propone servizi ad hoc

pensati per le imprese e comprende i corsi dedicati alla comunicazione.Nuova la possibilità di seguire corsi via Skype, confezionati su misura dell’utente, e prendere parte a esperienze formative all’estero.Le iscrizioni (a pagamento) sono aperte presso la Segreteria di via Luzzago 1 (lunedì - venerdì 8-19, sabato 9-12, tel. 0303770554) e sul sito centrosanclemente.it, dove è possibile visualizzare l’elenco completo dei corsi e delle serate gratuite di presentazione. (a.g.)

Si può contare qualcosa per qual-cuno? Certamente sì e la risposta sono i legami, quelli che si crea-no, si spezzano, si riallacciano o si annientano. Sono questi l’oggetto principale de “I legami che aiutano a vivere”, il nuovo libro di Dome-nico Barrilà, psicoterapeuta, pub-blicato da Urra editrice (14 euro) e acquistabile da feltrinelli.it.Contare qualcosa per qualcuno é un programma per la vita che, ap-parentemnete è elementare, con-diziona il nostro agire, quello di tutti i giorni eppure spesso è diffi-cile da trasformare in risorsa per sé e per gli altri.Domenico Barrilà mette a nudo i meccanismi che stanno alla base della capacità di ciascuno di co-struire relazioni stabili, vitali e non

distruttive, a partire dalle impres-sioni acquisite nel corso dell’in-fanzia quando prendono corpo le linee fondamentali dello stile di vita. “Per il ruolo vitale che rive-stono – scrive Domenico Barrilà nell’introduzione, – per il modo in cui li creiamo e li viviamo, i legami costituiscono un rivelatore atten-dibile delle nostre vere aspirazioni e dei nostri paesaggi interiori. Lo stile di vita, la maniera caratteristi-ca con cui ognuno di noi si avvici-na ai propri obiettivi si palesa con precisione”. Si mostra così in que-sto libro il dipanarsi del filo rosso che intesse la storia delle relazio-ni, in coppia, in famiglia o con gli amici, aiutando a individuare e ri-conoscere i nodi che ne bloccano la carica vitale.

ricostruire un panorama del teatro del ‘900 disegnando rapidi profili di attori, autori, registi, capocomici e critici di nascita o adozione marchi-giana che hanno contribuito con la loro attività allo sviluppo della vita teatrale italiana. Gli altri volumi pubblicati riguarda-no Valeria Moriconi, Antonio Conti, Giuseppe Bertolucci, Sonia Antino-ri, Glauco Mauri, Annibale Ninchi, Anna Bonacci, Ercole Luigi Morselli, Ruggero Ruggeri e Franco Graziosi.

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L’Istituto Cesare Arici, nell’ambito della formazione dei genitori, propone, in occasione dell’open day di sabato 19 gennaio, alle 9, nelle Sale affrescate, un incontro con Martino Mattei sul tema “Da anatroccolo a cigno. La fatica e la bellezza di diventare grandi”.L’incontro con il professor Mattei stimolerà i genitori e darà loro la possibilità di confrontarsi sul tema del divenire grandi. Partecipazione libera, con possibilità di parcheggio nel cortile dell’Istituto.

n “Le due madri di Papa Wojty-la. Emilia Kaczorowska e Gian-na Beretta Molla”, editrice Àn-cora, si racconta una storia ec-cezionale che rivela particolari

poco noti della vita di Giovanni Paolo II, e, per certi versi, anche inediti. “Il legame delle due donne del titolo del mio libro con Giovanni Paolo II è co-stituito dalla maternità – dice l’auto-re Renzo Allegri –. Non una maternità ‘normale’, ma una maternità ‘eroica’, nel senso che quelle due donne hanno sacrificato la loro vita a favore di quel-la del figlio che portavano in grembo. Gianna Beretta è la donna italiana che Giovanni Paolo II ha voluto beatifica-re e proclamare santa perché ‘marti-re’ della maternità. Ma, e questo pochi lo sanno, anche Emilia Kaczorowska, madre di Giovanni Paolo II, fu una martire della maternità”. Il gesto di Gianna Beretta è noto. Nel settembre del 1961, Gianna, che aveva già tre fi-gli, rimase incinta per la quarta volta, e contemporaneamente scoprì di ave-re un tumore all’utero. Poteva salvare la propria vita solo con un intervento chirurgico immediato. Gianna scelse di offrire al bambino l’opportunità di vivere. Nell’aprile del 1962 diede alla luce una bambina, e una settimana dopo morì. Nel 1994, Gianna venne

proclamata beata da Giovanni Paolo II e 10 anni dopo, nel 2004, santa. “La parte nuova del mio libro riguarda Emilia, la madre di Giovanni Paolo II – racconta Renzo Allegri – come Gian-na Beretta, Emilia, molti anni prima, si trovò di fronte alla stessa drammatica scelta: o ricorrere all’aborto e salvare se stessa, o sacrificare la propria vita a favore del bambino che portava in grembo. E anche Emilia, come Gian-na, non ebbe esitazioni: offrì coscien-temente la propria vita per il bambino, diventando, come Gianna, ‘martire’ per la maternità. Emilia non è stata proclamata santa, ma papa Wojtyla, mentre elevava alla gloria degli altari Gianna, pensava certamente anche al-la sua mamma”. Emilia Kaczorowska era una donna gracile. Si sposò nel 1904, a 20 anni, e nel 1906 diede alla luce il suo primo figlio, Edmondo. Un parto che ne compromise la salute. “I medici le dissero che doveva accon-tentarsi; successive maternità sareb-bero state pericolose. Emilia cercò di ascoltare il consiglio – continua Alle-gri – ma, nel 1914, rimase di nuovo incinta. La gravidanza fu difficile, il parto complicato e nacque Olga, che visse qualche ora, forse un giorno. La salute di Emila peggiorò ancora. Nel 1919 rimase incinta del futuro Papa. I

medici consigliarono l’aborto, ma lei rifiutò. Il bambino nacque il 18 mag-gio, ma per Emilia iniziò il calvario. Doveva restare a letto per giorni e spesso veniva ricoverata all’ospedale di Cracovia. Poiché le crisi erano con-tinue, suo marito, dovette chiedere di andare in pensione anticipata per poter accudire lei e i figli”. La situa-zione andò sempre peggiorando fino al 1929, quando Emilia cessò di vive-re. Aveva 44 anni. “Giovanni Paolo II, quando conobbe la storia di Gianna – continua l’autore – pensò alla propria madre e a sé. Seguì personalmente la causa di beatificazione. E quando ne potè proclamare la santità, lo fe-ce con gioia, convinto che con quella proclamazione esaltava anche la pro-pria madre Emilia e le numerosissime donne che onorano l’amore materno affrontando la morte per dare la vita ai loro figli”.

Sabato 19 gennaio presso la libreria Mondadori di Brescia alle 18 Paolo Cognetti presenta il suo nuovo libro “Sofia si veste sempre di nero”, edito da Minimum fax. È una donna, ancora, la protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da 10 racconti autonomi che la accompagnano lungo 30 anni di storia: dall’infanzia in una famiglia borghese apparentemente normale, all’adolescenza tormentata, alla passione per il teatro, al momento della maturità e dei bilanci.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Dal lunedi al venerdi a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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Politica, versione 2.0. Ora più che mai la tv domina la cosa pubblica, per il semplice fatto che la tv è di-ventata la cosa pubblica. In un’in-dagine statistica di qualche anno fa un dato allarmante registrava che l’80% degli italiani decide a chi dare il proprio voto in base all’idea che si è fatto seguendo la politica in televi-sione. Il dato col tempo è destinato a crescere, e di pari passo aumenta la percentuale di coloro che decido-no di non recarsi alle urne. Il piccolo schermo è il nostro consigliere per-sonale in fatto di scelte politiche. E il dubbio che sia un buono o cattivo consigliere è reale, se consideriamo

come vanno le cose in Italia. Si de-cide del proprio futuro (giacché i sinonimi del termine “politica” so-no “lavoro”, “tasse”, “pensione”, “salute”) standosene comodi a casa propria, seguendo il telegiornale, o qualche confronto faccia a faccia fra i leader dei partiti. E più teatra-le è quella faccia, più voti guadagna. Dopo decenni di ideologie politiche, in cui si votava a destra o a sinistra solo in base a un principio assoluto, senza curarsi dei nomi e dei cogno-mi ma basandosi esclusivamente sul “colore” delle fazioni, oggi si è passati all’opposto: è il singolo uo-mo politico a catturare l’attenzione

dei cittadini. Il tifo della politica è cambiato: facendo un paragone cal-cistico, se prima si difendeva la pro-pria squadra del cuore, ora si segue la carriera del singolo calciatore, il fantasista, il fenomeno che riesce a incantare il suo pubblico con finte e acrobazie.In questo la televisione ha avuto un ruolo fondamentale. Ha creato i per-sonaggi. Li ha raccontati. Li ha resi innanzitutto celebri e poi, se proprio serviva, anche efficaci. Nel mondo dello spettacolo ciò che conta è l’im-magine, cioè la superficie, il guscio. Alla gente non importa sapere cosa e chi si muova dietro le quinte: lo

spettacolo offre tutto ciò di cui il pubblico ha bisogno. E cosa c’è di più avvincente di un sistema politi-co che si contorce su se stesso? Ciò che conta è che la lotta fra le fazio-ni sia infinita, il telespettatore deve avere l’impressione che il dibattito prosegua anche quando lui non è davanti allo schermo, deve avere un costante bisogno di essere aggiorna-to sugli ultimi mutamenti dell’asset-to politico, deve sentirsi in qualche modo coinvolto, almeno per qualche mese prima delle elezioni.Non importano la ragionevolezza o l’insensatezza delle argomentazioni, perché nella politica da stadio nes-

suno dei giocatori prende in consi-derazione gli avversari. Proprio co-me gli ultras che urlando dalla loro curva non possono capire i cori dei loro rivali. Non importa cosa dico-no, importa solo come lo dicono. Questa è la quintessenza della tele-visione. È il totale scollamento dalla realtà: non conta il programma di un partito, conta solo quale spettacolo riesce a mettere in piedi, quanta im-magine riesce a offrire.Divide et impera, dicevano gli anti-chi romani. Se solo avessero saputo che dopo 2000 anni ogni cittadino avrebbe pagato per avere in casa il suo personale divisore…

Dal 19 al 27 gennaio si celebra la Settimana mericiana, in onore di S. Angela Merici, patrona secondaria di Brescia. Una settimana di iniziative culturali e religiose tra preghiera, educazione, storia e spettacoli per divulgare e approfondire il messaggio di straordinaria attualità della santa bresciana fondatrice della Compagnia di S. Orsola: in Primo Piano (alle 9.30) interviene Irma Valetti dell’Istituto mericiano. In gennaio la rubrica

Ecclesia (ore 11) continua a occuparsi di scuola: la puntata di questa domenica ospita suor Alba Comolatti, delegata provinciale della Fidae, su ricchezza e futuro della scuola cattolica. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” apre con il servizio “Testimoni della fede”, che presenta una delle tante iniziative dedicate a questo tema nell’Anno dedicato. A seguire: l’incontro vocazionale dei gruppi giovanili; la “Festa dell’impegno vocazionale” dell’Istituto Pro Familia; la “Settimana educativa” che diverse parrocchie organizzano nel mese di gennaio. La rubrica

“4 parole...” è con Maria Teresa Pezzotti su Sant’Angela Merici. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche lo speciale “Democrazia e democrazie: modelli storici”, con relatore Paolo Costa.

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“La migliore offerta” ricade nel la-to “notturno” di Giuseppe Tornato-re, un regista che alterna ai gran-di affreschi narrativi (da “Nuovo Cinema Paradiso” all’ultimo “Ba-arìa”) un cinema più intimo, spes-so carico di intenti metaforici. Racconti che sembrano attingere a un dialogo dell’autore con il pro-prio inconscio, condotto con una sincerità capace a volte di genera-re inquietudine: come avveniva ne “La sconosciuta”, forse il più inte-

Riparte “Donatori di musica”. L’associazione è una rete di musicisti, medici e volontari, nata nel 2009 per realizzare e coordinare stagioni di concerti negli ospedali. L’esperienza emotiva ed umana dell’ascolto della musica dal vivo è un diritto di tutti, e in particolare di chi si trova ad affrontare situazioni critiche. In quest’ottica vengono proposti durante l’anno concerti nei reparti degli Spedali Civili.Cominciato il 16 gennaio con

il concerto di Irene Verziano al pianoforte si continuerà il 31 gennaio con la soprano Delia Mazzola Gavazzeni con Luca Schieppati al pianoforte, l’8 febbraio Alessandro Mazzamuto al pianoforte, il 14 febbraio Enrico Dindo al violoncello e Monica Cattarossi al pianoforte, il 21 febbraio il Trio Broz con violino, viola e violoncello. Gli appuntamenti sono fissati fino al 13 giugno. Info: spedalicivili.brescia.it

e i calciatori, a fine carrie-ra, appendono le fatidiche scarpette “al chiodo”, an-che i musicisti, ad un cer-to punto, decidono di dire

basta. È successo, sta succedendo, a Francesco Guccini che, in concomi-tanza con la pubblicazione del nuovo album “L’ultima Thule”, ha annuncia-to il suo ritiro dalle scene. Non solo per quanto riguarda i concerti, mo-menti straordinari ma certamente molto impegnativi dal punto di vista psico-fisico, ma anche per quanto concerne la pubblicazione di dischi. “Preferisco scrivere altro, mi è più consono e poi è più comodo”, dice Francesco riferendosi alla sua attività parallela di scrittore di gialli in compa-gnia di Loriano Macchiavelli. Anche se, subito dopo, ammette: “Certo, po-trà capitare di scrivere ancora qualco-sa, ma a questo punto preferirò rega-larla a qualcuno, magari ai Nomadi vi-sto che sono stati tra i pochi a cantare le mie canzoni”. A 72 anni Francesco Guccini decide quindi che è giunto il tempo di staccare con le canzoni ma soprattutto con il baraccone che ne deriva, fatto di management sempre più spinti e aggressivi (“i discografici oggi ti parlano di banner, di pre-order, usano un gergo che non mi appartie-ne, io sono un uomo della prima metà

del Novecento”) e di coordinate dif-ficili da comprendere per uno che da qualche anno si è rifugiato nella sua Pàvana, località montana dove visse nella sua infanzia. Francesco Guccini è riconosciuto da tutti come il “mae-strone” dei cantautori italiani, il primo capace di trasformare autenticamen-te il linguaggio della canzone italiana, figlia del melodramma e poco usa a trattare di temi sociali e politici e allo

“In morte di SF”, “L’avvelenata”, “La locomotiva”, “Il vecchio e il bambino” e molte altre, incasellate in lp imper-dibili come “Folk beat n.1”, “Radici”, “Via Paolo Fabbri 43”, “Amerigo”. Un addio un po’ triste, come tutti gli ad-dii, ma che ci fa capire la statura di un cantautore straordinario e ci stimo-la a gustare con maggior attenzione le canzoni di “L’ultima Thule”, nome attribuito ad un’isola leggendaria nei mari del Nord, divenuta metafora di terra estrema. L’album comprende ot-to canzoni inedite, otto racconti sulla vita osservata con lo sguardo di chi l’ha attraversata con grande pienez-za e intensità, e che, dopo il periodo bolognese, ricco di creatività e di fer-menti, ha deciso di chiudere il cerchio ritornando a casa, da dove era parti-to. Simbolico a questo proposito il fatto che l’album sia stato registrato nel mulino dei suoi nonni, nella natia Pàvana. “L’ultima Thule” è un album di ricordi, con canzoni ancora una volta dalla forte impronta letteraria. Ma in questo disco, il 17° della serie, forse anche perché costituisce l’ulti-mo sigillo della sua vicenda artistica, i brani sembrano ancora più sinceri, come a rappresentare l’ultimo mar-chio, indelebile e incontestabile, po-sto al termine di una navigazione du-rata tutta un’esistenza.

stesso tempo distante da una maniera non banale di scrivere d’amore. Guc-cini ha assorbito la lezione dei “padri” del songwriting americano (“Bob Dy-lan su tutti) e della Beat generation ponendo le basi per il linguaggio del nascente cantautorato italiano at-traverso canzoni senza tempo: “Au-schwitz (Canzone del bambino nel vento)”, “Dio è morto”, “Noi non ci saremo” (affidati anche ai Nomadi e all’Equipe 84), ma anche “Eskimo”,

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ressante tra i film di questo filone. Dalle suggestioni psicologiche per-sonali non deriva però uno spetta-colo per pochi. “La migliore offer-ta” è un film di confezione impec-cabile in ogni dettaglio, dalla sce-neggiatura (del regista) alla scelta degli attori e delle location fino alle musiche di Ennio Morricone: un prodotto non connotato come “italiano”, ma facilmente spendi-bile sul mercato internazionale.Gli manca purtroppo l’imprevedi-

bilità, perché già a metà del rac-conto non è impossibile immagi-nare come finirà la storia di Virgil Oldman (Geoffrey Rush, calato nel ruolo alla perfezione), antiqua-rio temuto e stimatissimo, tanto amico dell’arte quanto è nemico dell’umanità. Nella sua casa im-peccabile, decine di donne lo fis-sano dai quadri appesi alle pareti. Lui però indossa sempre i guanti per non rischiare il contatto fisico con le persone reali, e si rivolge

anche ai pochi amici (il pittore in-terpretato da Donald Sutherland) con sincerità impietosa. A metter-lo in crisi è la comparsa di una don-na (Sylvia Hoeks) che lo convoca nella sua villa per una valutazione. Claire, che soffre di agorafobia, ha trascorso la vita nascosta e rifiuta di mostrarsi anche a Virgil: che ne viene dapprima incuriosito e poi sempre più attratto.Nella trama entrano anche i pezzi di un prezioso automa settecente-

sco da ricostruire; e l’intero film esibisce con compiacimento un po’ freddo il proprio meccanismo narrativo, giocato sul rapporto am-biguo tra vero e falso, tra ciò che appare e ciò che è reale. Indossa una maschera anche Virgil che – come il protagonista di un altro film di Tornatore, “La leggenda del pianista sull’oceano” – si confron-ta fino in fondo con la paura e il ri-chiamo del mondo: fino a uscirne straziato ma, forse, migliore.

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olitica, se ci sei... batti un colpo”. È l’esortazione che accompagna il “Manifesto per la crescita”, 10 propo-ste redatte dai responsa-

bili e delegati della Confartigianato di Brescia. “Si tratta di un insieme di misure fattibili – ha spiegato il presi-dente Eugenio Massetti – per evita-re il collasso economico del Paese e che rivolgiamo al mondo della politi-ca per condividerle. È giunto il mo-mento che la politica a tutti i livelli dia segnali forti e prenda decisioni importanti sul fronte dello sviluppo per cercare di risolvere uno stato di crisi che sta generando sconforto tra cittadini, famiglie ed imprenditori”. Il decalogo inizia dall’attuazione di una seria riforma del fisco e delle entrate tributarie. “Solo per quanto riguarda l’Imu, nel 2012 le imprese bresciane hanno sborsato per gli immobili pro-duttivi 290 milioni di euro pagando l’aliquota più alta, pari al 10,6‰, della Lombardia. Se si fosse applicata l’ali-quota minima, pari al 7,6‰, a fronte di un gettito di 207 milioni, le impre-se ne avrebbero risparmiati 83. Ma il ‘capannone’ per le imprese e i lavora-tori costituisce di fatto la loro ‘prima casa’: pertanto applicando l’aliquota relativa, pari al 4‰, il risparmio per le imprese salirebbe a 170 milioni, cifra che potrebbe essere destinata a inve-stimenti e occupazione creando 5.600 nuovi posti di lavoro”. Un intervento

viene richiesto anche sulla Tares, la futura tassa sui rifiuti, affinché alle imprese che operano direttamente lo smaltimento dei rifiuti prodotti dalla propria attività venga applica-ta la riduzione massima. “Occorre promuovere investimenti a breve e medio termine nelle infrastrutture stradali e ferroviarie, aeroportuali ed immateriali per dare sviluppo a tutto il Nord-Italia, così come è necessario

rilanciare il comparto casa e quello delle opere pubbliche in un’ottica di risparmio energetico e tenendo conto delle problematiche antisismiche”. Al-tri capitoli: credito “le banche devono tornare ad agevolare le imprese”, giu-stizia “bisogna stabilire tempi certi e celeri per le sentenze” e costi di ener-gia, gas e gasolio “occorre arrivare ad una drastica riduzione”. Contrastare il lavoro nero, l’abusivismo e la concor-

La famiglia di un adolescente italiano su due è stata colpita dalla crisi. E i ragazzi sentono il peso della situazione tanto che il 33% rinuncia alla paghetta per venire incontro a mamma e papà. Lo rivela l’Indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia edizione 2012 di Eurispes-Telefono Azzurro.La crisi morde e si sente: nel 2010 più di un adolescente su quattro riteneva che avesse colpito la propria famiglia (29%), oggi ben

la metà dei ragazzi (50,1%) si dice consapevole della difficile situazione che si vive in casa. E sebbene nel 64,9% dei casi la situazione professionale dei genitori complessivamente appaia invariata, in quasi una famiglia su tre (30,9%) la crisi ha costretto a dei cambiamenti nella condizione lavorativa. E non solo: il 59,2% dei ragazzi riferisce che la propria famiglia ha dovuto prestare negli ultimi mesi maggiore attenzione alle spese tagliando quelle extra.

La notizia aveva creato notevole e giustificato allarmismo. Con una cir-colare del 28 dicembre 2012 l’Inps stabiliva che il limite di 16.123,30 euro limite massimo di reddito per l’erogazione agli invalidi civili totali dell’assegno di invalidità, a partire dall’anno in corso non doveva più in-tendersi personale, ma comprensivo anche dei redditi del coniuge. Una “novità” che avrebbe comportato la soppressione della prestazione a

molti invalidi totali e non autosuffi-cienti con conseguenze pesanti nel-le situazioni già di estrema fragilità. L’immediata reazione dei sindacati è giunta sino nelle stanze del Ministe-ro del lavoro, tanto che il ministro Fornero aveva avviato un’istruttoria, comunicando al presidente dell’Inps che ogni decisione al merito avrebbe dovuto essere presa solo a istruttoria completata”. A fronte di questa situa-zione l’Inps ha deciso di fare marcia

indietro e di ritirare la circolare che aveva creato nei giorni scorsi gran-di preoccupazioni e polemiche. Per la pensione degli invalidi al 100%, ha confermato il direttore dell’Inps Mario Nori, si continuerà dunque a far riferimento al reddito personale e non al reddito familiare. Soddisfa-zione è stata espressa dalla Cisl e dalla Federazione dei pensionati: “Il ritiro della circolare – scrivono in una nota – riporta nell’ambito di que-

sta questione un barlume di equità e buonsenso, visto che si trattava di un provvedimento scellerato e peri-coloso, che avrebbe privato migliaia di invalidi di un diritto sacrosanto”. Con un comunicato congiunto le segreterie Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil di Brescia hanno anche invita-to il ministro Fornero a dare segui-to agli impegni assunti nei giorni scorsi e chiarire definitivamente la questione.

renza sleale e favorire il Made in Italy e l’internazionalizzazione possono es-sere di slancio per il rilancio di chi ha sempre lavorato con serietà. A patto che si metta la parola fine agli sprechi di denaro pubblico e che si semplifi-chi il più possibile la vita dei cittadini e degli imprenditori. “Il nostro mon-do, fatto di 14mila imprese, 40mila ad-detti e 150mila cittadini in provincia, non ne può più di saltimbanchi, bar-zellettieri e facili promesse per lo più disattese. È il momento che i politici, a livello locale e nazionale, compren-dano che l’artigianato contribuisce in modo determinante all’occupazione e alla creazione di ricchezza e di svilup-po e che sottrarre ulteriori risorse a queste imprese significa sferrare un altro duro colpo alla loro competi-tività e di conseguenza a tutto il tes-suto civile”. Il “Manifesto per la cre-scita” sarà presentato, con una serie di incontri, ai candidati in corsa alle prossime elezioni per programmare insieme azioni di sviluppo delle im-prese attive sul territorio.

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e si guarda solamente al rettangolo verde, biso-gnerebbe concentrarsi sul prossimo 22 genna-io, quando le Rondinelle

andranno a far visita al Varese alle 18.30 al “Franco Ossola” per recu-perare il match del 26 dicembre so-speso per nebbia. Sarà l’impegno che spezzerà in qualche modo que-sta lunga sosta di gennaio, che si prolungherà fino all’incontro con la Juve Stabia del 28, ripresa uffi-ciale per il campionato cadetto. Ripresa alla quale il Brescia, pro-prio grazie a questo impegno, po-trebbe presentarsi notevolmente rinfrancato, poiché in caso di vit-toria sopravanzerebbe a quota 34 punti proprio il Varese, portandosi nuovamente in zona playoff.Del resto proprio la pausa dal cal-cio giocato ha favorito in questo periodo lo sviluppo di molti al-tri discorsi che vanno ovviamen-te dal mercato, tormentone che continuerà fino al 31 gennaio, fi-no alle ipotesi di nuovi assetti so-cietari che si rincorrono da qual-che tempo.Le trattative del mercato di ripa-razione continueranno ancora per circa due settimane, ma nel frat-tempo alcune certezze sono state acquisite: Caldirola è tornato a ve-stire la maglia del Brescia in presti-to dal Cesena, mentre il talentuoso

trequartista brasiliano Saba nelle sue dichiarazioni respinge al mo-mento le sirene del mercato. Nella lista delle cessioni figura sempre il nome di Daprelà, per il quale però non sono ancora arrivate offerte considerevoli. Dalla sua cessio-ne dovrebbe arrivare una cifra da reinvestire in altri due acquisti, di-versamente si punterà su un cen-

trocampista di esperienza a costo zero come Munari e Cascione, per i quali però il problema è rappre-sentato dall’elevato ingaggio.Per quanto riguarda il fronte so-cietario, invece, dopo l’endorse-ment (termine parecchio di moda in questo periodo anche in altri campi) espresso da Gino Corioni la scorsa settimana per il ritorno

Porta a spasso per il parquet i suoi 194 cm di talento contribuendo non poco all’ottima stagione della Palla-canestro Cantù. Stiamo parlando di Pietro Aradori (nella foto), da Logra-to, da diversi anni uno dei migliori giocatori italiani nel ruolo di guardia e ala piccola, protagonista in questo numero della nostra rubrica dedicata agli sportivi bresciani. Pietro, che giudizio daresti finora alla tua stagione?

Quest’anno mi sto esprimendo su ot-timi livelli, gioco con continuità in un basket di altissimo livello. La soddi-sfazione va di pari passo con quella che viene dalle prestazioni molto po-sitive della squadra, che sta ottenen-do ottimi risultati e questo è molto importante.Quali finora i momenti migliori e quelli peggiori?Tra i momenti più difficili il mio infor-tunio prima della gara contro Siena e

l’eliminazione dall’Eurolega, mentre il derby vinto contro Milano ci ha dato una grande carica.A settembre in Slovenia si terrà l’Europeo di basket, come guardi a questo appuntamento?La preparazione vera e propria non è ancora incominciata, ma siamo tutti determinati a fare benissimo. È un gruppo che ha ottenuto grandi risul-tati nelle qualificazioni e vogliamo far bene anche nella competizione.

La tua carriera è iniziata in for-mazioni bresciane, cosa ti senti-resti di dire ai ragazzi che nella nostra provincia si avvicinano a questo sport?Il basket secondo me è lo sport più bello del mondo! Certo, bisogna fa-re sacrifici per allenarsi, magari non uscire la sera o rientrare prima perché il giorno dopo si deve giocare, ma alla fine i sacrifici sono ripagati mille vol-te, qualsiasi sia il livello a cui si gioca.

Si sono ufficialmente aperte nei giorni scorsi le iscrizioni alla 15ª edizione della 500 miglia Touring, manifestazione per veicoli d’epoca in programma il 26, 27 e 28 aprile 2013. La 500 miglia dal 1999 propone un percorso attraverso i luoghi più belli del Nord Italia partendo secondo tradizione dal cuore storico di Brescia, Piazza della Loggia. Anche nella prossima edizione verranno attraversate quattro regioni – Lombardia,

Veneto, Trentino -Alto Adige, Emilia Romagna – in un percorso turistico, culturale ed enogastronomico. All’atto della presentazione di quest’anno si è inoltre tenuto fede alla promessa fatta nel 2012 di devolvere una percentuale delle iscrizioni della 500 Miglia alla fondazione Ant Onlus che si occupa di assistenza domiciliare ai malati di tumore e di prevenzione oncologica. Per info e iscrizioni: 030.3580187 e [email protected].

in via Bazoli di Roberto Baggio all’interno dell’organigramma o in un posto di responsabilità tecnica, l’attenzione pare ora spostarsi su un’altra figura.È infatti lo stesso Corioni a ri-velare che vedrebbe bene come suo successore, non comunque nell’immediato, l’attuale vicepre-sidente Luca Saleri. Il discorso ov-viamente si appunta sulle modalità di questa transizione, se si tratta di una vendita diretta della squadra o una forma di partecipazione an-che economica alla gestione della squadra che mantenga in qualche modo alcuni degli scenari attuali. In ogni caso, come in altre occasio-ni, più che di un discorso concre-to pare trattarsi di un’ipotesi dai contorni ancora non ben definiti e comunque piuttosto avanti nel tempo: anche l’interessato infatti ha confermato di volersi muovere in maniera graduale.

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iovani e sviluppo. Sono queste le parole chiave scelte da Amelia Morga-no per inaugurare il 2013 del Csi Brescia.

Presidente, il settore giovanile sarà la vostra priorità.Senza dubbio. Vogliamo e dobbiamo seguire la linea dettata dal nazionale. Al consiglio elettivo di Salsomaggio-re Massimo Achini è stato chiaro. Il Csi deve investire sui più piccoli per adempiere pienamente alla sua vo-cazione, quella di uno sport educati-vo che costituisca un valore aggiunto per la società civile. È un discorso di campo, ma anche associativo. Ricor-do ai giovani che vogliono mettersi in gioco all’interno dell’associazione che le porte sono sempre aperte.Su quali progetti state lavoran-do nella fucina dell’area tecnica?Abbiamo un motore ben rodato, ma siamo al lavoro per rinnovare l’offer-ta sportiva e creare nuovi percorsi, perché il Csi deve stare al passo con i tempi. Le nuove proposte relative a bi-liardino e calcio a 5 hanno avuto suc-cesso e verranno consolidate, ma non sono le uniche a bollire in pentola.È un Csi che si sta aprendo al territorio. Importante l’alleanza con la Figc.Siamo passati dalle parole ai fatti. Crediamo che sia la via giusta per far nascere progetti importanti nell’inte-resse degli sportivi e soprattutto dei giovani.

L’agenda del biliardino targato Csi Brescia si infittisce. Dopo la tappa di Provaglio d’Iseo il pincanello sarà protagonista domani a Virle Tre Ponti, in occasione del III Torneo a coppie che si terrà al bar dell’oratorio della parrocchia dei santi Pietro e Paolo. Boom di iscrizioni, con 30 coppie che saranno suddivise in cinque gironi da sei. 16 formazioni accederanno alla fase finale, che si disputerà sabato dalle 21. La sinergia con gli oratori per la diffusione del

biliardino non finisce qui, e contagia anche il mondo del polisportivo. I bambini del settore giovanile si cimenteranno in questa disciplina sabato 2 febbraio a Fiumicello dalle 16 alle 21, per conquistare punti bonus da aggiungere alle classifiche della regular season di calcio e pallavolo. All’ombra del campanile della chiesa di Santa Maria Nascente si giocherà anche il giorno successivo dalle 14.30 in poi, quando chiunque potrà impugnare le aste con gli omini rossi e blu.

Un gruppo sportivo in ogni par-rocchia. Obiettivo possibile?Tutto è possibile. L’oratorio per noi è il luogo ideale in cui esprimere la nostra visione dello sport. Mi auguro che nel prossimo futuro sempre più società di parrocchia sposino i nostri progetti aderendo anche alle iniziati-ve formative per allenatori e dirigenti.Modello di sport accessibile a tut-

ti. Come può crescere in qualità?Sviluppando idee nuove e sempre più avvincenti dentro e fuori dai campi, fidelizzando sempre più le società facendole sentire protagoniste e pun-tando con decisione sulla formazione di allenatori e dirigenti, aspetto su cui lavoreremo con impegno.Un’altra scommessa del 2013 è la comunicazione.Raccontare nel migliore dei modi ciò che facciamo e avvicinarci alle socie-tà è fondamentale. Intendiamo incre-mentare i nostri canali di comunica-zione, primo fra tutti il sito internet, che sarà completamente rinnovato per dare un importante servizio ai tesserati.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Natale: un regalo per la vita

Egr. direttore,Natale è tempo di regali e per quello appena trascorso ho avuto un’idea diversa. Perché, mi sono chiesto, non donare la vita a un bimbo de-stinato all’aborto? Così ho scritto al Movimento per la vita, per il Proget-to Gemma, e mi hanno risposto che la donna alla quale salverò il figlio è una signora nigeriana cattolica, spo-sata, con tre figli e in attesa del quarto. Con 160 euro al mese è possibile far nascere un bimbo destinato, invece, a una triste fine prima di nascere. Per questo vorrei dire a chi leggerà que-sta lettera che la vita di una creatura nel grembo materno è già quella di un uomo. Purtroppo certi soloni di oggi pensano il contrario e nel cosiddetto mondo civile nascono sempre meno bambini. Sono convinto di avere fat-to felice la mamma del bimbo che na-scerà dopo Pasqua. Quando il Centro per l’aiuto alla vita mi invierà la sua fotografia nel suo sguardo mi parrà di sentire una voce silenziosa che mi di-rà grazie perché mi hai salvato la vita. Allora sarò doppiamente felice! Ma ho un altro motivo per gioire. Con il rega-lo che mi sono fatto a Natale ho accu-mulato un tesoro in paradiso che vale molto di più dei soldi frutto dei miei risparmi. Una cosa sola chiederò ai miei amici e fratelli che sto aiutando, sempre che loro accettino. Mettere il nome dei miei genitori al figlio o figlia che nascerà. In tal modo mi sembre-rà di rivedere, nel loro viso il volto di quelle amate creature che mi hanno donato la vita e mi hanno insegnato ad amare tutti come fratelli ed aiutato a far del bene.

Domenico Marchesi

Gli spunti di Agostino Mantovani

Egr. direttore,leggo sempre con interesse l’articolo in prima pagina di Agostino Mantova-ni, che io chiamerei “spunti di rifles-sione”. Quello pubblicato la scorsa settimana sul n.2 di “La Voce del Po-polo” si intitolava “Per paura di per-dere il posto”. Un pensiero questo che da molto tempo condivido: un’Euro-pa che ha bisogno di politica comune per tutti gli Stati membri, un potere centrale che decida sulle cose essen-ziali, una legge elettorale uguale per tutta l’Unione europea evitando che si perdano anni senza decidere niente. Basta politici, sono troppi sia quelli a Roma, sia quelli locali. Sono i costi della politica che fanno salire il debi-to pubblico: basti pensare alle spese per il mantenimento dei palazzi pro-vinciali e regionali, senza considerare i costi dei politici e dei loro privilegi. Fare politica dovrebbe essere un servizio al Paese, fatto per amore di patria, non un mestiere per lucrare soldi alla comunità. Sogno ad occhi aperti, perché un giorno non lontano si realizzi questo per le nostre gene-razioni future.

Marco Pedersoli

Tasse e ipocrisie

Egr. direttore,lo spirito che ha sempre animato “La Voce del Popolo” è racchiuso in quel “fede, lealtà e coraggio” che campeg-gia in prima pagina. In questo motto mi sono riconosciuto per oltre mezzo secolo e lo sono tutt’ora. “La verità è l’essenza della carità” ebbe ad affer-mare Giuseppe Lazzati in un incontro con i giovani di Azione cattolica anco-

ra prima del Concilio. Quelle parole mi rimasero fisse nella memoria. Dire la verità anche in politica e come rap-presentanti delle istituzioni democra-tiche è un dovere morale; chiedere la compartecipazione alla spesa socia-le per assicurare una vita dignitosa a tutti i cittadini, compresi gli sfortunati senza lavoro, o colpiti da fattori inva-lidanti, magari precoci, è praticare la giustizia sociale. E per garantire la qualità della vita in genere, con ser-vizi socio-sanitari appropriati, non è possibile ridurre le risorse pubbli-che, come si è fatto negli ultimi anni. In un tempo di forte crisi economica e di macroscopiche disuguaglianze di reddito è dovere primario della Stato intervenire per riequilibrare il teno-re di vita dei suoi cittadini attraver-so la eliminazione di ogni privilegio, la contrazione delle spese superflue e quindi il travaso di risorse verso persone o settori di effettivo biso-gno. Fuori da questo percorso c’è soltanto demagogia e populismo, che non aiutano a raddrizzare le stortu-re che si sono consolidate attraver-so un modello super liberista senza regole. D’altro canto, ogni cittadino deve sentirsi corresponsabile nel ri-vedere i propri stili di vita rendendoli più sobri, con la capacità di guardare anche a coloro che stanno peggio. In definitiva mi pare che sia giusto che ognuno contribuisca in modo pro-porzionato alle sue effettive capaci-tà impositive, anche se fosse alla pari della vedova al tempio, pretendendo, al tempo stesso, che quanti sono te-nuti a dare cento facciano altrettanto in modo esplicito. Quindi, smasche-rare l’ipocrisia dominante è, oggi, la più alta forma di giustizia e di carità cristiana.

Giuseppe Delfrate

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del Sebino

Lombardia