La Voce del Popolo 2010 40

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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 22 OTTOBRE 2010 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - 1,00 - (Contiene I.P.) NAL WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANAL WWW LAVOCEDELP P POP OP OP O OP OPO OLO IT SETTIMANA LA VOCE DEL POPOLO n° 40 Sorgente di Francesca Bernacchia Dentro di noi. Dove sgorga sorgente dobbiamo arrivare: lì incontriamo la vena di quella medesima acqua, che - da quando è spillata - tocca ogni risvolto di uma- no; niente è lontano e nessuno è escluso da questo tocco. Per arrivare dove sgor- ga sorgente c’è la via della trasparenza, che ci porta al fondo limpido della nostra verità più profonda. Temerla è come coprirla di sabbia bagnata, maldestramente e senza vantaggio; ripu- diarla è privarsi della serenante dolcezza di chi è disarmato davanti a se stesso, e da- vanti a te, mio fratello, che cerchi come me la tua nudità. Trasparenza è luce che corre entro un vetro, fedele e indifeso. “Quando sei nato non puoi più nasconderti” dice il titolo del film di Giordana (2005). C’è un lieve corso d’acqua sotto il cuore, che attende i nostri occhi; perché temere di scendere, guardarlo e toccarlo? Non viene meno l’impegno dei missionari nel mondo. Vite evangeliche a favore della dignità umana. Mentre la Chiesa celebra la Giornata mondiale, Cuore Amico premia la bresciana suor Eleonora Liberini, i padri Somaschi e la missionaria laica Luisa Flisi Il mondo che ci piace 81 81,&2 5()(5(17( 3(5 /$ 5($/,==$=,21( ( 0$187(1=,21( ', 7877, */, ,03,$17, (/(775,&, &2168/(1=$ 7(&1,&$ ( 352172 ,17(59(172 9LDOH ,WDOLD *XVVDJR%V 7HO )D[ 7HO FDODEULD#FDODEULDFHLFRP ZZZFDODEULDFHLFRP CEI CALABRIA Centro Elettro Impianti

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Il mondo che ci piace - Non viene meno l’impegno dei missionari nel mondo. Vite evangeliche a favore della dignità umana. Mentre la Chiesa celebra la Giornata mondiale, Cuore Amico premia la bresciana suor Eleonora Liberini, i padri Somaschi e la missionaria laica Luisa Flisi

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n° 40

Sorgentedi Francesca Bernacchia

Dentro di noi. Dove sgorga sorgente dobbiamo arrivare: lì incontriamo la vena di quella medesima acqua, che - da quando è spillata - tocca ogni risvolto di uma-no; niente è lontano e nessuno è escluso da questo tocco. Per arrivare dove sgor-

ga sorgente c’è la via della trasparenza, che ci porta al fondo limpido della nostra verità più profonda.

Temerla è come coprirla di sabbia bagnata, maldestramente e senza vantaggio; ripu-diarla è privarsi della serenante dolcezza di chi è disarmato davanti a se stesso, e da-

vanti a te, mio fratello, che cerchi come me la tua nudità. Trasparenza è luce che corre entro un vetro, fedele e indifeso. “Quando sei nato non puoi più nasconderti” dice il titolo

del film di Giordana (2005).C’è un lieve corso d’acqua sotto il cuore, che attende i nostri occhi; perché temere di scendere, guardarlo e toccarlo?

Non viene meno l’impegno dei missionari nel mondo. Vite evangeliche a favore della dignità umana.

Mentre la Chiesa celebra la Giornata mondiale, Cuore Amico premia la bresciana suor Eleonora Liberini,

i padri Somaschi e la missionaria laica Luisa Flisi

Il mondo che ci piace

CEICALABRIACentro Elettro Impianti

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Tre giorni di eventi, incontri con scrittori e giornalisti, esibizioni di musica-narrazione, la-boratori e una festa finale rivolta ai lettori di qualsiasi generazione. Questo e altro per la prima edizione del Festival di letteratura “Leggere… che avventura” che si terrà dal 22 al 24 ottobre a Cellatica organizzato dal Comune con il patrocinio della Provincia. Sarà il Palazzo della Cultura il “magico” contenitore di questa ricca tre giorni, i cui vari momen-ti saranno introdotti dalla giornalista ed esperta Laura Ogna. “Un luogo dove le storie si fanno, si creano, si srotolano come fili per costruire infiniti percorsi entro la fiaba, la fan-tasia, dentro frammenti di vita e di realtà, dentro i sogni e la loro possibilità di realizzarli”, come dichiara l’assessore alla cultura Angelica Lantieri De Paratico. La manifestazione è stata ideata come un modo per mettere in comunicazione i lettori con chi immagina, crea e illustra i libri. Ogni appuntamento vedrà protagonista un personaggio che racconterà la genesi della sua opera. È il caso di Roberto Ghidoni, sportivo estremo (presente venerdì 22 ottobre) che si racconterà in parole e immagini con la proiezione del film “Tracce” di Mar-co Preti, o dei “Canti e Racconti” del noto scrittore comasco Andrea Vitali che sarà accom-pagnato sabato 23 ottobre dal gruppo musicale dei Sulutumana. Ci sarà spazio anche per racconti di vita giornalistica con l’intervento di Emanuele Turelli e Rosario Rampulla che domenica 24 ottobre, assieme ai volontari di protezione civile, racconteranno il terremoto in Abruzzo e del come si scrive “in emergenza”. Per i lettori più giovani, il Festival propone incontri specifici nelle scuole con autori del settore (Anna Lavatelli, Giovanni Caviezel, An-nalisa Strada e Giorgio Reali) e una grande festa finale (domenica pomeriggio) con tanti giochi e una sfida al Quiddich. Informazioni al 0302526866 o www.comune.cellatica.bs.it.

Cellatica:tre giorni con il Festival della letteraturaper tutte le età

Si chiamerà McWedding, dove Mc sta per McDonald’s naturalmente e wedding per matrimonio. La celebre multinazionale ha infatti annunciato che a Hong Kong dal primo gennaio del 2011 sarà possibile acquistare uno speciale ‘pacchetto matri-monio’, che comprende una torta di me-le formato nuziale, un intrattenimento in pieno stile ‘festa per bambini’ e ovviamen-te il catering firmato Ronald Mc Donald. Nel menu mancano solo gli alcolici perché nessuno dei ristoranti di Hong Kong pos-siede la licenza per venderli. Colpisce, ma non tanto, il fatto che alcuni mesi fa l’av-vocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione avvocati ma-trimonialisti italiani (Ami), avesse parlato di matrimoni fast food (che scivolano via in fretta come i pasti delle paninoteche)

perché aveva spiegato: “Sono sempre più frequenti le unioni celebrate dopo pochi mesi di fidanzamento e che hanno poche possibilità di tenuta”. Ogni anno, secondo i dati della stessa Ami, in Italia si celebrano 240mila matrimoni, di cui almeno il 20% (quindi circa 48mila) nasce da fidanzamenti di durata non supe-riore ai sei mesi. Di questi, almeno la metà fallisce entro tre anni. Aggiungeva Gassa-ni: “Le regioni che meglio resistono alla crisi del matrimonio sono senza dubbio la Campania e la Sicilia, vere roccaforti in cui si registra il maggior numero di unioni e il minor numero di separazioni”. Quindi la trovata della McDonald’s è in li-nea con i tempi. Della proposta, più che il cibo, a fare gola sono i prezzi: un banchet-to completo costa solo qualche centinaia di

Corsivo di Angelo Onger

Matrimoni usa e getta?

Direttore responsabile: Adriano BianchiDirezione - Redazione - Amministrazione e Abbonamenti:Via Callegari, 6 - 25121 - Brescia - Tel. 030 44250Fax 030 3757897 - E-mail: [email protected]@lavocedelpopolo.it

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LA VOCE DEL POPOLO

Il fatto

È grande il cuoremissionario di Brescia 04a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti

Congo. Pellegrinaggio laiconei luoghi della violenza 08a cura di Francesca Volpi

Ecclesia

Centro pastorale Paolo VI.La casa della diocesi, aperta alla città 13

a cura di Silvia Zavoli

Paesi e parrocchie

Bagnolo Mella.Vent’anni di presenza in Africa 21di Lina Agnelli

La Voce della Valtrompia.Infrastrutture solo per sport 29

di Paola Bottinelli

Cultura e comunicazione

Il rapporto tra fede e culturanel magistero di Paolo VI 33

di Giovanni Formichella

Per i 100 anni di Gillo Dorfles,il “pittore senza etichette” 38di Luca Bressanini

Economia e lavoro

Toscolano Maderno.La comunità fa fronte unito 47di Massimo Venturelli

Sport

Sci alpino. Intervista a Nadia FanchiniIl coraggio di ripartire con fiducia 59di Luciano Zanardini

Cara Voce 62

Se l’amore vi chiama seguitelo, anche se ha vie lunghe e tortuose

(Kahlil Gibran)

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2Se ne discute. Non abbastanza, purtroppo. Forse perché la si pensa questione di specialisti. In parte è vero, ma lo è anche il fatto che buone relazioni industriali concorrono in maniera determinante ad una migliore convivenza civile. Vale dunque la pena parlarne, interessarsi. E la cronaca ne offre spunto quasi tutti i giorni dando conto degli effetti della crisi economica e finanziaria con la quale siamo alle prese ormai da quasi due anni. Crisi dalla quale alcuni Paesi europei stanno uscendo meglio di quanto non riesca a fare l’Italia dove si è risposto con efficacia all’emergenza ma non si è colta l’occasione per una seria riprogettazione delle politiche industriali, per dare al sistema-paese una visione, una strategia. Numerose capitali europee restano, comunque, teatro di manifestazioni politiche e sindacali. Milioni di persone stanno chiedendo di distribuire in modo diverso il peso della crisi. Qualche settimana fa lavoratori di tutta Europa si sono concentrati a Bruxelles paralizzando pacificamente la città. In Spagna i lavoratori, che hanno bloccato i trasporti pubblici interni per due giorni, hanno costretto Zapatero a elaborare una riforma economica più concertata. In Grecia le leggi del governo, dopo il rischio di default sul debito, continuano a generare una tensione sociale simbolicamente rappresentata dal blocco dell’Acropoli trasmesso in mondovisione. Le manifestazioni maggiori si stanno svolgendo in Francia, dove il governo sta tentando una riforma delle pensioni che non incontra il consenso dei lavoratori. E mentre si fa terribilmente concreta l’ipotesi di una ripresa economica senza occupazione, anche le relazioni industriali sembrano avere perso l’opportunità di definire contenuti e modalità nuove, a cominciare dal tema della partecipazione dei lavoratori alle scelte che presiedono alla vita e allo sviluppo delle imprese. In questi giorni sono i lavoratori della Cartiera di Toscolano a misurarne tutta l’inadeguatezza. La fabbrica dipende dal gruppo Burgo, uno dei principali produttori mondiali di carta, con 12 stabilimenti in Italia, uno in Belgio e complessivamente quasi 4500 addetti. La direzione ha fatto sapere che a Toscolano intende chiudere il reparto produttivo delle carte naturali. Rischiano di perdere il posto un centinaio di lavoratori. Colpa della crisi? Non sembra. Basta andare sul sito internet del gruppo industriale per leggere che dopo la flessione dello scorso anno i risultati del primo semestre 2010 sono più che positivi: fatturato + 12,7%, margine operativo + 14,9%, ricavi + 6,8%. Che sia allora un problema specifico della Cartiera di Toscolano? Assolutamente no: l’unità produttiva gardesana ha fatto meglio di altre fabbriche del gruppo. Ed allora? Di fronte alla richiesta di un confronto avanzata dal sindacato, alla mobilitazione dei lavoratori, della popolazione e delle istituzioni, la direzione del gruppo si è limitata a confermare le sue intenzioni, senza presentare un piano industriale organico, senza fornire indicazioni sul futuro dei lavoratori in esubero, senza un pronunciamento sulle intenzioni relative all’intero insediamento industriale gardesano. Sarebbe possibile questo comportamento con relazioni industriali più moderne e avanzate? Assolutamente no, anche senza pensare al modello svedese che vede il sindacato nei consigli di amministrazione, o a quello tedesco, dove i rappresentati dei lavoratori sono nei consigli aziendali e in quelli di sorveglianza. La ricerca di un mediazione più alta tra capitale e lavoro, tra gli interessi dell’impresa e quelli dei lavoratori, è nel nostro Paese un problema aperto. Anche dalla sua definizione dipende la tenuta del clima sociale che in queste ultime settimane ha mostrato segni di preoccupante deterioramento.

editoriale

di Guido Costa

Toscolano e dintorni

Buone notizie

Brescia: sabato 23 ottobrein cinque oratorila Giornata del riuso

euro. L’idea è nata quando due fidanzati, che si erano conosciuti e dati il primo appuntamento da McDonald’s, hanno deciso di festeggiare proprio nel ‘galeotto fast food’ il loro matrimonio. “Da allora la voce si è sparsa – ha raccontato Hellen Cheung, responsabile delle pubbliche relazioni per McDonald Hong Kong al “South China Mor-ning Post” – e ci sono arrivate circa 10 telefonate al mese, chiedendoci questo particolare servizio”. Sull’onda del successo, la catena ha annunciato che si accettano anche prenotazioni per feste di fidanzamento e anniversari. D’altronde, se negli ultimi anni si è diffusa la moda degli incontri di tre minuti per conoscere l’altra persona, non c’è da sorprendersi se ora si è arrivati al matrimonio veloce. “Le agenzie matrimoniali e i siti di incontri on line stanno facendo affari d’oro – spiega Gas-sani –. C’è un’organizzazione sommersa di società che offrono dalla semplice avventura al proget-

to che dura ‘per sempre’. Ed è facile cedere alla tentazione di scegliere il partner su un catalogo”. Non bisogna dimenticare che dietro questo feno-meno ci sono anche ragioni sociali profonde, che spingono a portare avanti nel tempo il momen-to del matrimonio, e poi ci si ritrova a fare tutto di corsa: “L’indipendenza economica – prosegue Gassani – si raggiunge sempre più tardi, verso i 28-30 anni, e si fa molta fatica a trovare casa, vi-sti i prezzi dei mutui. Allora, anche il progetto di una vita a due si sposta in là nel tempo”. Se fino ai trent’anni non si ha fretta di trovare l’anima gemella, sorpassata la fatidica soglia, però, l’an-sia sale, anche per motivi biologici. “Quando ci si fidanza a 33-34 anni, chiaramente non si ha più tempo per stare insieme 10 anni prima di spo-sarsi. Se prima il fidanzamento durava almeno due-tre anni, adesso si aspettano soltanto pochi mesi, un anno al massimo”.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato

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Centro diocesanoper le comunicazioni sociali

VOCE•MEDIA

Chissà quanti oggetti giacciono abbandonati nelle nostre case, ammucchiati in soffitta o in cantina, che non utilizziamo nonostante siano in buono stato. Sabato 23 ottobre avre-mo l’occasione per dare loro una nuova vita grazie alla prima delle “Giornate del riuso”, promossa dalla Regione Lombardia e avviata dal Comune di Brescia e da Aprica Spa. Dalle ore 7 alle 18 i cittadini potranno portare i loro oggetti, ancora efficienti e in buono stato, presso i cinque oratori che aderiscono all’iniziativa: Sant’Angela Merici, Urago Mella, San Gaudenzio, Santa Maria in Silva e San Francesco da Paola. Si possono portare mobili, elet-trodomestici, giocattoli, attrezzi sportivi e da giardino, vestiti e accessori, computer e stovi-glie. I materiali raccolti negli spazi degli oratori verranno messi a disposizione di coloro che desiderano riutilizzarli. I mobili e gli elettrodomestici ingombranti possono essere lasciati sul piano stradale dopo aver compilato una cartolina, disponibile presso gli oratori, che verrà affissa in bacheca consentendo agli interessati di visionare gli oggetti depositati. Al termine della giornata, i materiali non ritirati verranno prelevati dalla società di smaltimento Aprica. L’iniziativa, inserita nel Piano d’azione per la riduzione dei rifiuti, punta a prolungare la vi-ta di molti oggetti che altrimenti finirebbero in discarica e a ridurre la quantità di rifiuti da smaltire. Purtroppo la nostra città si distingue per un triste primato regionale, classificandosi prima per produzione di rifiuti, ben 722 kg annui a persona. Le “Giornate del riuso” han-no anche l’obiettivo di promuovere un’idea solidale di riciclo contro la mentalità corrente dell’”usa e getta”, perché un oggetto scartato può diventare una risorsa per chi ne ha bi-sogno. In questa ottica, risulta determinante il contributo degli oratori, che diventano veri e propri promotori dell’educazione ambientale. (e.b.)

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04 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Il fatto

a cura di Massimo Venturelli

Brescia si appresta a vivere un fine settimana all’insegna della missiona-rietà. La celebrazione della Giornata missionaria mondiale, in calendario per domenica 24 ottobre, è prece-duta, sabato 23, dalla consegna del premio Cuore Amico, ormai univer-salmente noto come il “Nobel” dei missionari.Sono trascorsi 20 anni da quando Cuore Amico, l’associazione fondata nel 1980 da don Mario Pasini per da-re sostegno all’attività dei missionari nel mondo, in occasione del proprio decennale, istituì un “Premio missio-nario”. Era un modo, facilmente leg-gibile anche da chi aveva poca dime-stichezza con il mondo missionario,

con cui ogni anno era possibile sotto-lineare l’opera di persone che hanno scelto di dedicare la loro vita agli altri in terre lontane. Sin dalla prima edi-zione si pensò a un premio che rico-noscesse l’impegno di un sacerdote o religioso, di una religiosa e di una laico. In 20 anni l’associazione, grazie alla dotazione del Premio, è riuscita a distribuire qualcosa come tre milioni di euro. Per il 2010 sono stati scelti per i sacerdoti la Congregazione dei Padri Somaschi; per le religiose suor Eleonora Liberini della Congrega-zione delle Suore di Maria Bambina e per i laici Luisa Flisi della diocesi di Parma. La cerimonia di consegna del premio si terrà alle 9.30 di saba-

to 23 ottobre presso la chiesa di San Cristo, nel complesso dell’Istituto Sa-veriano di via Piamarta 9 a Brescia.Don Mario Pasini, fondatore di Cuo-re Amico, nel numero di ottobre 1991 della rivista scriveva: “Scopo del Pre-mio non è tanto l’aiuto economico ai missionari (grazie alla generosità dei benefattori ogni anno vengono distribuiti milioni di euro, ndr.), ma di richiamare l’attenzione, e quindi l’impegno degli italiani, su questa silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri nel mondo”. Sottolineava ancora don Mario, con parole che sono più attua-li che mai: “L’attività missionaria, pur essendo squisitamente religiosa, è in-

sieme altamente umanitaria perché il messaggio liberatore del Vangelo non viene annunciato solo attraverso la predicazione verbale, ma con una serie di opere concrete che sono le scuole, da quelle elementari alle pro-fessionali, gli ambulatori, gli ospeda-li, gli acquedotti, i pozzi e tutte le ini-ziative che creano la base indispen-sabile per liberare i popoli del Terzo Mondo dalla fame, dall’ignoranza e dalle malattie”.E aggiungeva: “Un’attività, quella missionaria, di concreta promozio-ne umana e di autentica civiltà che rappresenta, di fronte al mondo, la pagina più fulgida della Chiesa.Il Premio, almeno per ora, è destina-

Missioni Due importanti appuntamenti

È grande il cuore missionario

di Brescia

B

Un legame significativo

Anche la Chiesa bresciana, come quella universale, cele-bra domenica 24 ottobre la Giornata missionaria. Molte le iniziative che l’ufficio missionario ha messo in campo; su tutte la veglia missionaria in programma per le 20.30 di sabato 23 in Cattedrale. Il vescovo Monari consegnerà il mandato a sei giovani che, per vie diverse, hanno scel-to la via dell’impegno missionario.La celebrazione della Veglia seguirà soltanto di poche ore un altro importante evento missionario come la con-segna del premio Cuore Amico, ricordato in queste pagi-ne. Due iniziative di grande importanza che hanno più di un legame. Tanto la Veglia quanto la consegna della 20ª edizione del riconoscimento ideato da don Mario Pasini dicono della grande attenzione della Chiesa bresciana per la missione. C’è, però, un aspetto non meno impor-tante che lega indissolubilmente i due eventi ed è quello della “continuità” della testimonianza. Tra i missionari (sacerdoti, religiosi, religiose e laici) che negli anni sono stati insigniti del premio Cuore Amico e i giovani che, do-

po aver ricevuto il mandato dalle mani di mons. Monari, partiranno alla volta della missione c’è una sorta di con-tinuità, di rinnovamento di una passione e di un’atten-zione che ha Brescia non è mai venuta meno. Chi oggi si appresta a partire ha nella vita dei destinatari del “No-bel” dei missionari un’esempio costante di quanto pos-sa essere piena una vita spesa in questa dimensione. A loro volta i missionari “premiati” hanno l’opportunitò di vedere nei loro giovani successori, la certezza di un im-pegno che si rinnova. Gli uni e gli altri, poi, sono stimolo nel mantenere costante la tensione missionaria che ani-ma le comunità della Chiesa bresciana. Dall’associazione Cuore Amico affermano che non c’è niente di più forte della testimonanianza resa dai premiati per stimolare la generosità e la sensibilità di tanti (la dotazione del Pre-mio è frutto delle offerte silenziose che giungono alla as-sociazione, ndr.). Ma è altrettanto vero che non c’è nul-la di più efficace della scelta missionaria di tanti giovani per far conoscere a tanti altri coetanei che intorno a loro

c’è tutto un mondo che chiede di mettersi in gioco e che quello della missionarietà è, come ricorda Benedetto XVI, un compito a cui tutti sono chiamati. La loro diventa una testimonanza efficace per far passare l’universalità di una chiamata che non solo per “supereroi”, per persone so-pra la norma, dotate di poteri paranormali. Basta leggere quanto i giovani a cui mons. Monari consegnerà il manda-to hanno scritto su sollecitazione dell’Ufficio missionario. Non c’è nulla di eroico nei loro scritti; sono racconti di giovani, come tanti altri, che hanno accolto una sfida, si sono lasciati interpellare, hanno risposto positivamente a una chiamata che li porterà a impegnarsi in Paesi lontani, in realtà distanti anni luce da quelli in cui sono cresciuti. Nei loro scritti c’è la risposta alla domanda che si è posta Luisa Lorenzini, una delle missionarie prossime alla par-tenza per il Brasile “Perché lasciare un contratto a tempo indeterminato, una splendida famiglia, tanti amici?”. Non è una scelta controcorrente. È una scelta, uno snodo che molti, purtroppo, continuano a rinviare.

Con la consegna del Premio Cuore Amico e la Veglia missionaria in cattedrale la Chiesa

bresciana si prepara a celebrare la Giornata missionaria mondiale

di domenica 24 ottobre

La forza di una testimonianza che si rinnova

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05LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

I premiati del 2010

Missionari, esempi di impegnosparsi per il mondo

Congregazione dei Padri Somaschi

La congregazione dei Padri Soma-schi è stata fondata nel ‘500 da S. Girolamo Emiliani per il servizio agli orfani, alla gioventù abbandonata, ai poveri. Nei primi anni Venti Pio XI (la cui madre era una gran devota di San Girolamo) ha proposto ai So-maschi di recarsi come missionari in America Latina. Da lì, più tardi, han-no gettato le reti per altri continenti: Asia e, recentemente, Africa ed Au-stralia. Le principali attenzioni della Congregazione sono per gli orfani e i ragazzi di strada, I padri Somaschi sono impegnati nell’apostolato della scuola per la formazione dei ragaz-zi che provengono dai ceti più bassi e in quello a servizio di diverse par-rocchie, spesso di periferia, in aiuto a tanta povera gente.

Una veglia missionaria

to ai missionari italiani e vuol far co-noscere queste storie di vita bellissime che fanno onore all’Italia. Storie che acquistano ulteriore importanza anche alla luce della Giornata mondiale che si celebra il 24 ottobre. Così come il mes-saggio di Benedetto XVI per la Gior-nata punta a far risaltare l’importanza del servizio all’umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata, anche l’individuazione di figure a cui assegnare il premio Cuore Amico ha una valenza altamente educativa. Far conoscere pagine di generosità uma-na oltre che cristiana, scritte silenzio-samente da migliaia di missionari e da milioni di cittadini italiani che, senza salire in cattedra e senza tanti procla-

mi, con i loro sacrifici personali, fanno dell’Italia, in proporzione alla sua popo-lazione, il Paese più generoso verso il Terzo Mondo è, secondo l’associazione voluta da don Pasini, opera importante tanto quanto l’impegno missionario che, con il Premio, si vuole riconoscere. La finalità del Premio rientra a pieno titolo nell’attività missionaria che è l’impegno di Cuore Amico. Da questa maggiore co-noscenza delle opere è lecito attender-si un aumento di sostegno concreto. Il Premio di Cuore Amico, al di là del suo evidente valore di riconoscimento mo-rale ai missionari, va visto come un in-vestimento per ottenere una ulteriore crescita dell’impegno degli italiani per i Paesi più poveri del mondo”.

Suor Eleonora LiberiniSuor Eleonora Liberini è nata a Na-ve nel 1949. A 23 anni, è entrata nella Congregazione delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, det-te di Maria Bambina, oggi presenti in Europa, Africa, Asia e America. Suor Eleonora nel 1987 è stata in-viata nello Zambia, uno dei Paesi più poveri del continente. Ha reso i suoi servizi per 15 anni a Chirundu, un villaggio vicino al fiume Zam-besi, in cui sorge un ospedale dove prestano servizio le sue consorelle. Da poco tempo è stata trasferita a Kadwe, sempre nello Zambia dove è impegnata in iniziative di lot-ta alle situazioni di sfruttamento delle donne africane e per la loro emancipazione.

Luisa FlisiLuisa Flisi, nata nel 1944 a Castel-baroncolo, piccolo centro a pochi chilometri da Parma, ha scoperto la propria vocazione missionaria dopo un incontro con padre Meo Elia, missionario saveriano. È par-tita per l’Africa, come laica missio-naria, nel settembre 1972, dove è stata impegnata nella diocesi di Uvira per l’emancipazione della donna e l’educazione sanitaria per la prevenzione di alcune malattie. Nel 1976 con padre Elia e un’altra missionaria laica fondava la par-rocchia di Bunyakiri, nella diocesi di Bukavu. Nel 1999 inizia a colla-borare con il Gruppo per l’accom-pagnamento dei malati (Gram), divenendone coordinatrice, impe-gnata nell’accompagnamento dei malati di aids.

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06 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Non sempre è tutto “bello”

di Alberto Zaina

Ma le nozioni fanno male?ScuolaBeni culturali

di Luciano Pace

Opinioni

“Del bene e del bello” così intitola la Valle Camonica la sua rassegna annuale sui “beni culturali”. Quest’anno, tra le molte iniziative, quel-la dedicata a un pressoché sconosciuto, pittore del secondo Trecento, Giovanni da Volpino, non molto raffinato esteticamente, il quale pe-rò seppe farsi valere ampiamente, non solo nella sua valle, ma anche “all’estero”: salendo per i solitari sentieri delle montagne. Pezzo, il pa-ese più alto della Valle, sulla strada per il Gavia, dove il pittore nel 1362 dipinse tutta l’antica chiesetta di S. Apollonia, conserva ancora i suoi affreschi, gli ha intitolato un convegno. La rivalutazione dell’arte medioevale camuna ha fatto da palcoscenico “bello” alla grande operatività di questo pittore, piuttosto modesto, “popolaresco” che con i suoi modi espressivi, sa farsi ben riconoscere anche, e soprattutto “all’estero”: risalendo la Valle Camonica e scenden-do poi nel Trentino, dove al di là del Tonale, soprattutto nella conca di Cles, ancor oggi non c’è chiesetta, anche la più sperduta che non abbia un’immagine di questo prolificissimo pittore: e poi nelle vali intorno a Trento, e quindi giù per l’Adige, fino allo sbocco in pianura nel Vero-nese: sono centinaia i riquadri effigiati a fresco sui muri delle chiese: di Madonne e santi invocati ognuno per una specifica protezione di ca-rattere “materiale”, ma anche spirituale: gli enormi San Cristoforo ef-figiati sui campanili o sulle porte delle chiese, osservabili da lontano, così che i viandanti potessero invocare la protezione “materiale” del viaggio (così come anche oggi gli automobilisti custodiscono il suo san-tino sul cruscotto) ma anche a protezione “spirituale”, contro la morte improvvisa non in stato di grazia. E poi quante Ultime cene, Crocifissioni, il Pantocratore, Apostoli e Profe-ti, Storie di Cristo per ricordare le principali verità della fede e della vita cristiana. Pochi i colori che usava, una tecnica veloce, con visi e atteg-giamenti ripetuti centinaia di volte. Certo non un grande, eppure, ebbe a suo tempo tante committenze, in posti assai lontani, spesso impervi, lungo gli ardui sentieri delle valli; significa che aveva una importante “rete” di committenza sapendo rispondere al sentimento religioso del-la gente, con le sue opere, dove a certa dolcezza piuttosto stereotipata delle Madonne fa riscontro l’espressività rude e talvolta quasi violenta, ma intensa, delle Crocifissioni. Sapeva però parlare al cuore degli uomini, che ancora è alla base dei nostri modi di vita, la nostra “cultura”. E di cui dobbiamo conservare la memoria. Anche se non sempre si è nell’empireo dell’esteticamente e superlativamente “bello”.

“La scuola fa male”. È questo il titolo di un libro apparso in Italia nell’ago-sto scorso. Il testo è scritto da James Marcus Bach, figlio del celeberrimo scrittore Richard Bach, autore del best seller internazionale “Il gabbiano Jonathan Livngston”. Come J.M. Bach dichiara nelle prime pagine del testo, il libro non parla della scuola, ma dell’istruzione; in particolare di come ci si possa istrui-re autonomamente facendo volontariamente a meno della scuola e, al contempo, giungere ugualmente ad elevatissimi livelli di competenza in un determinato settore disciplinare. Infatti, ciò che colpisce il lettore in prima analisi è che l’autore, volontariamente ritiratosi dalla scuola supe-riore a 16 anni (“perché sentivo che era una perdita di tempo” – anno-ta), parla da esperto internazionale in ambito informatico e da docente universitario che a soli 24 anni fu assunto nell’équipe dirigenziale della “Apple”, la nota azienda informatica. In maniera affascinante ed originale (facendo uso della metafora del “bu-caniere” per descrivere il suo modo di interpretare la metodica dell’ap-prendimento) egli cerca di dar ragione di una sua idea di istruzione che, in linea di principio, potrebbe apparire corretta. Infatti, secondo tale idea: “l’istruzione non è un cumulo di nozioni. Non è rappresentata dalle ore che passiamo in classe, o dal modo in cui superiamo prove ed esami. Non è indottrinamento, né ossequio a un retaggio culturale; non significa allineamento intellettuale né prendere per oro colato le parole di altri. L’istruzione è la parte di noi che emerge dal nostro apprendimento” (J.M. Bach, “La scuola fa male” (tr. dall’inglese), Sperling & Kupfer, 2010, p. 7).Coerentemente con l’angolo di visuale proposto dall’autore, l’indottrina-mento nozionistico sarebbe il modo scolastico di istruirsi, contrapposto al modo con cui egli ha condotto il suo personale processo di apprendi-mento. Ora, poiché il sottotitolo recita “il libro che tutti gli insegnanti dovrebbero adottare”, in definitiva ciò che l’autore intende comunica-re, di là dal tono provocatorio del titolo, non è che la scuola fa male in quanto scuola, ma che la scuola fa male quando tende a promuovere apprendimenti nozionistici. Eppure – parlo da insegnante – è proprio la testimonianza esperienziale dell’autore a porsi in contrasto con questa sua idea di istruzione. Infatti durante tutto il testo egli dichiara di aver dovuto imparare precise nozioni per diventare un vero asso in informa-tica. Quindi è contraddittorio sostenere che la scuola fa male quando promuove un’istruzione nozionistica se poi si giunge a dire che, per altra via, il processo di apprendimento deve comunque condurre al possesso e all’utilizzo pertinente di precise nozioni.

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07LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Popoli e [email protected]

“La proposta del fattore famiglia nasce come un perfezionamento del quoziente familiare, soprattutto per ciò che riguarda l’attenzione ai redditi più bassi. Potremo dire che mandiamo in pensione il quoziente familiare per puntare su un siste-ma che mostra una maggiore equità fiscale, elemento per noi assoluta-mente irrinunciabile”. Così Francesco Belletti, presiden-te del Forum delle Associazioni fa-miliari, a Roma in occasione di un convegno sulla riforma fiscale or-ganizzato insieme alla Cisl, ha par-lato della nuova proposta fiscale per aiutare le famiglie con figli e in particolare quelle più fragili (della proposta si era già occupata anche Voce nelle scorse settimane, ndr.).

“In sostanza – ha spiegato Belletti − chiediamo di restituire possibilità di spesa alle famiglie con figli, che oggi sono le più affaticate: inoltre, poiché siamo pronti a scommettere che ogni beneficio fiscale sarà uti-lizzato immediatamente da queste famiglie, e che dunque ci sarà un aumento dei consumi, scegliere il fattore famiglia significa dare una iniezione di fiducia nel sistema pa-ese”. Anche perché, sono ancora considerazioni di Belletti, i con-sumi si indirizzerebbero in setto-ri chiave come quello alimentare e quello del vestiario, rafforzando anche il sistema delle imprese ita-liane. “Ci aspettiamo che il sistema paese consideri la famiglia come un capitale e che la prossima Con-

Famiglia: dal quozienteal fattore

ferenza sulla famiglia di Milano se-gni un’inversione di tendenza e che il Forum sia coinvolto nelle scelte sulla famiglia: gli ultimi governi, di destra e di sinistra, hanno ignora-to la nostra presenza e anche og-gi sull’avvio della riforma fiscale il ministro Tremonti ha convocato le parti sociali, ma non ci ha conside-rato. Un tempo accadeva il contra-rio: speriamo che le cose cambino e siamo pronti in ogni momento al confronto con gli uffici tecnici del ministero e dell’Agenzia delle entrate per valutare ed eventual-mente perfezionare la proposta del Fattore famiglia”. Si tratta di una proposta che ha il suo principale pregio nell’agire par-tendo dal basso, cioè dalla parte bassa del reddito e non dalla parte alta, come invece fanno il quozien-te familiare applicato in Francia e il metodo delle deduzioni fiscali (Bif, Basic Income Family). Il fattore famiglia, in sostanza, non è altro che un coefficiente che tiene conto del numero delle persone a carico e della situazione oggettiva della famiglia e che, moltiplicato per il reddito familiare, aiuta ad individuare una “no tax area”, cioè quella quota del reddito familiare

sul quale la pressione fiscale sarà pari allo zero. Neppure un euro pagato al fisco, in-somma, per quella parte di reddito che coincide con le necessità pri-marie dei componenti del nucleo familiare: quota che, va da sé, sarà tanto più alta quanto maggiore sa-rà il numero delle persone a carico (figli, coniuge, eventuali altri fami-liari) e quanto più diffuse saranno situazioni di disagio e di bisogno quali la disabilità, la non autosuf-ficienza, la monogenitorialità, la vedovanza, e così via. Il principio di fondo è quello di individuare un’area non tassabile proporzio-nale alle necessità basilari della famiglia, necessità che “non posso-no costituire – afferma il Forum – capacità contributiva e che quindi non possono essere tassate”. Superata tale soglia, si applicano la aliquote progressive normalmente previste, che scattano ai livelli pre-definiti, uguali per tutti. Il fattore famiglia è l’ultima pro-posta avanzata al mondo della po-litica dal Forum delle associazioni familiari, il network a cui fanno ca-po numerose (oltre una cinquanti-na) organizzazioni del mondo cat-tolico.

La cura di Massimo Venturelli

Non si tratta di una formula matematica ma di un sistema fiscale che tenga in considerazione la composizione del nucleo familiare

Società Una proposta del Forum

Dino Boffo è il nuovo direttore editoriale di Tv2000, il canale televisivo promosso dalla Conferenza episcopale italiana. L’an-nuncio, dato nei giorni scorsi, ha trovato unanimi consensi non solo nel mondo ecclesiale. Boffo, lo ricordiamo, nell’agosto dello scorso anno era stato oggetto di una squallida vicenda di cattivo giornalismo orchestrata da “il Giornale” allora di-retto da Vittorio Feltri. Con dignità aveva preferito lasciare la direzione di “Avvenire” piuttosto che trascinare il quotidiano diretto dal 1994 nel fango della polemica. Sin dalla prima ora a Dino Boffo erano giunte attestazioni di stima e di solidarie-tà. A più riprese Marco Tarquinio succedutogli alla direzione del quotidiano, ha rimarcato le qualità di Dino Boffo. In occa-sione della tavola rotonda conclusiva di “Testimoni digitali” tenuto a Roma nell’aprile scorso le parole di sentito apprezza-mento per un professionista infangato ingiustamente erano state accolte con un lungo applauso da un aula Nervi gremita di operatori della comunicazione cattolica. Per Dino Boffo la

nomina a responsabile editoriale di Tv2000 rappresenta una sorta di ritorno a casa. Per 11 anni l’ex direttore di “Avveni-re” aveva guidato la testata televisiva di via Aurelia a Roma. Tv2000 è la televisione dei cattolici italiani, nata nel 1998 con il nome di Sat2000. Si tratta di una emittente con una iden-tità precisa, capace però di rivolgersi a tutti nella consapevo-lezza che l’ispirazione cristiana non è un limite ma una risor-sa da spendere in un campo tanto ampio e vario come quello della comunicazione. Un’idea che rappresenta la traduzione in ambito giornalistico del lavoro svolto da Dino Boffo per af-francare “Avvenire” dall’immagine di “giornale dei Vescovi”. La nomina del nuovo responsabile editoriale di Tv2000 è stata accolta con grande soddisfazione dal comitato di redazione della testata giornalistica Tg2000 diretta da Stefano De Mar-tis. “Una scelta coraggiosa − si legge in una nota diramata dal cdr − che rende giustizia a un uomo e a un giornalista che 13 mesi fa si è fatto da parte con generosità e spirito di servizio”.

Tv2000

Dino Boffo nuovodirettore editoriale

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08 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Popoli e continenti Mondo

Nei giorni scorsi 3000 donne sono scese in piazza a Bukavu per richiamare l’attenzione del mondo su

una pratica usata come arma di guerra

Congo La Marcia mondiale delle donne

Pellegrinaggio laico nei luoghi

della violenza

Fa cura di Francesca Volpi

“Finché tutte le donne del mondo non saranno libere, noi marceremo”. Que-sto lo slogan delle circa 3000 donne che sono scese in strada per parteci-pare alla Marcia mondiale delle don-ne che si è nei giorni scorsi a Bukavu, capitale della regione del Sud Kivu, provincia orientale della Repubblica democratica del Congo, a pochi chi-lometri dal Ruanda. Uno sfogo quel-lo delle donne Congolesi e di tutto il mondo che arriva proprio qualche set-timana dopo casi di stupri di massa ri-portati nelle zone limitrofe a Bukavu, e nella zona di Walikale a pochi chilo-metri dalla base delle Nazioni Unite, dove 303 civili, di cui 235 donne, 13 uomini, 52 bambine e tre bambini so-no stati violentati da ribelli ruandesi e soldati dello stesso esercito gover-nativo congolese. La marcia è stata l’evento conclusivo di quattro giorni di incontri e dibattiti con l’obiettivo di attirare l’attenzione internazionale

su una zona del mondo martoriata da 15 anni di guerra civile e che detiene il primato per la particolare atrocità e il numero di violenze contro le don-ne. Gli incontri sono stati promossi dall’organizzazione Marcia mondiale delle donne, una rete internazionale che riunisce oltre 6000 associazio-ni presenti in più di 150 Paesi e che si propone di lottare contro la disu-guaglianza sociale, l’oppressione di genere, il razzismo, la violenza sulle donne e l’omofobia. “È importante ve-nire qui, dove la violenza sulle donne è sistematicamente usata come arma di guerra” dice Miriam Nombre, orga-nizzatrice della Marcia. L’iniziativa è stata organizzata con l’obbiettivo di combattere la violenza contro le don-ne e mostrare solidarietà con le vitti-me di stupro. Specialmente nell’est del Congo – dove si trova la Regione dei Grandi Laghi, etichettata dalle Nazio-ni Unite e da varie organizzazioni per

i diritti umani come ‘la capitale mon-diale dello stupro’, dove sono avvenuti 9000 dei circa 17mila casi di violenza registrati nel 2009 e documentati dalla “Monusco” la missione delle Nazioni Unite sul suolo della Repubblica de-mocratica del Congo. Pace e demilita-rizzazione è stato il tema centrale degli incontri in cui si è discusso delle cau-se e delle conseguenze delle violenze sulle donne. “Lo stupro − ha spiegato Mathilde Muhindo, direttrice di un’or-ganizzazione della diocesi di Bukavu a sostegno delle donne − è utilizzato come arma di guerra per distruggere la figura della donna che è la colonna portante della vita della società con-golese”. “È straordinario che le donne congolesi abbiano avuto la forza e la possibilità di esprimere il loro pensie-ro ed il loro dolore, superando la pau-ra. Stanno vivendo un momento di ri-vendicazione del ruolo della donna” è questo il pensiero di suor Giuliana Fadani, suora bresciana che lavora a Bukavu dal 1991. Intanto gli stupri e i soprusi continuano in alcune zone del Paese dove gruppi armati di ribelli si aggirano senza essere contrastati da milizie governative che dovrebbero proteggere la popolazione civile.

Alcuni incontri della Marcia

Una testimonianza sulle atrocità della guerraSabato 17 ottobre, prima dell’evento conclusivo, le partecipanti alla Marcia mondiale delle donne ha organizzato un viaggio di visita a Mwenga, zona a sud est di Bukavu, dove si sono verificati due dei più agghiaccianti tra gli abusi di potere. Sono servite cinque ore per percorrere i 140 chilometri che separano Bukavu da Mwenga. Le partecipanti alla Marcia, scortate da alcu-ni militari delle Nazioni Unite, sono state accolte con striscioni, canti e balli. La prima sosta è stata nella località di Kasika, dove nell’agosto del 1998, i guerriglieri armati dell’Rcd (Raggruppamento congolese per la democrazia sostenuti da Ruanda e Uganda) attaccarono – durante la messa − la chiesa cattolica di Kasika e massacrarono a colpi di macete 37 civili, un prete, tre suore e vari parrocchiani. Una delle suore, dopo che i guerriglieri non riusci-rono a violentarla − fu appesa ad un albero e squartata mentre i corpi dei bambini furono gettati nelle latrine. Una suora presente durante la visita ha riportato la vicenda in questi termi-

ni: “Erano in chiesa, ad un certo punto due soldati entrarono e in ruande-se si dissero: ‘falli fuori tutti.’ Il prete capì quello che si dissero in ruandese e nella lingua locale incomprensibile ai guerriglieri disse ai presenti ‘chi di voi è pronto a morire rimanga, gli altri fuggano.’ Alcuni riuscirono a scap-pare, altri furono catturati ed uccisi”. Una delle suore riuscite a sfuggire è con noi in quel luogo per la prima volta dal massacro e si commuove ricor-dando quei tragici momenti – mentre riprendiamo la dissestata strada ver-so la nostra destinazione. La seconda visita è alla località di Mwenga dove, nell’ottobre del 1999, 14 tra donne-mamme-ragazze ed un uomo furono sotterrati vivi in una fossa comune, dopo aver subito violenze sessuali e torture, perché accusati di stre-goneria. Parroco di Mwenga al tempo era il bresciano don Giuseppe Davo che, vista la situazione, si prodigò per condurre la popolazione del villag-gio nella foresta, dove rimase nascosto per due mesi assieme a molti civili.

Dorotee di Cemmo

Suoreal fronteLe suore dorotee di Cemmo del-la missione di Cimpunda, sulle colline della città di Bukavu, fe-steggiano quest’anno i loro 25 anni di presenza nella Repubbli-ca democratica del Congo. Da anni si impegnano per il recu-pero della dignità delle giovani donne congolesi. Sin dall’inizio si sono occupate delle ragazze madri offrendo loro la possibili-tà di imparare a leggere e a scri-vere e di apprendere un mestie-re. Nella missione operano un totale di otto suore; due sono bresciane: suor Giuliana Fadani e suor Ferruccia Barezzani. Coor-dinate da suor Giuliana Fadani sono attive nell’ambito sanitario e nutrizionale, e gestiscono una scuola con 1400 alunni. Sempre a Bukavu, nella zona di Ibanda, sono stanziate altre suore do-rotee impegnate in attività di alfabetizzazione della donna e assistenza medica. Le suore bresciane spinte da grande fe-de, determinazione e coraggio, sono rimaste a Bukavu durante tutti gli anni della guerra.

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09LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Non c’è Paese fra i 27 che non sia attraversato da un’ondata di contrarietà per le misure messe in campo per combattere la crisi economica

Idi Riccardo Moro

Unione europea Un fenomeno diffuso

Popoli e continenti Europa

Soluzioni per una protestasenza frontiere

Il fenomeno non è particolarmente seguito dai media italiani, ma da qual-che mese numerose capitali europee sono teatro di grandi manifestazioni politiche e sindacali legate alla crisi economica. Qualche attenzione in più, per via dell’eccezionalità dell’evento, viene data in questi giorni alle prote-ste che hanno paralizzato la Francia. I quotidiani francesi aggiornano in tempo reale la mappa delle manifesta-zioni. Nonostante il solito balletto di cifre ufficiali e ufficiose, tutti ricono-scono che da diversi giorni sono mi-lioni le persone che scendono in piaz-za in tutta la Francia. Le contestazioni principali riguardano l’innalzamento dell’età in cui si può andare in pen-sione (da 60 a 62 anni con retribuzio-ne ridotta, da 65 a 67 con retribuzione piena). Troppo elevata l’età, dicono i lavoratori, inadeguate le eccezioni per i lavori usuranti e, ciò che più conta, troppo difficile l’inserimento dei gio-

vani nel mondo del lavoro applicando queste norme. La dimensione delle proteste in Francia permette di collo-care anche la manifestazione sindaca-le di sabato scorso a Roma in questo ampio disagio che sta vivendo l’Eu-ropa e che non può essere liquidato usando il metro del proprio ombelico, come da troppo tempo avviene nella politica italiana. È urgente sviluppare una riflessione coraggiosa. Quali pro-spettive abbiamo in Europa per co-struire un equilibrio tra occupazione, sostenibilità economica e ambientale e mantenimento del benessere? Vi-viamo in un contesto internazionale mutato, sia per la globalizzazione che pur impoverendo gli ultimi coinvolge nuovi attori, sia per la crisi che crea vantaggi relativi nei Paesi emergenti. L’assenza della politica europea però preoccupa. Se la tensione tra sinda-cati e governi è pesante, non sembra emergere una visione del futuro che

indichi e offra nuovi ruoli di cittadi-nanza economica e politica. L’azione di Sarkozy pare seguire più l’attualità che un programma di governo dive-nuto vecchio, con la crisi, pochi mesi dopo la sua presentazione. In Germa-nia Angela Merkel, dopo aver ostaco-lato il consenso europeo nell’azione di stabilità con la Grecia, pare osses-sionata dagli appuntamenti elettorali regionali. L’ultima battuta pronunciata sul fallimento della multiculturalità e sull’esigenza che gli stranieri lavorino in Germania senza pesare sui servizi del Paese rivela, al di là del severo giu-dizio etico e politico che suscita, quan-tomeno un’inadeguatezza nella cura della comunicazione che un leader, nazionale se non europeo, dovrebbe avere. Dappertutto la crisi, come in Italia, genera difficoltà sia al governo sia all’opposizione, premiando, come è avvenuto recentemente in Svezia, in Olanda e in Belgio, le frange estremi-ste. Sono segnali di una crisi cultura-le e politica della quale l’Europa deve trovare soluzioni nuove, con un passo che consenta di camminare insieme a Est e Ovest, evitando il doppio rischio insidioso di guardare al breve periodo e alle competizioni tra Paesi. Nella cri-

si che stiamo vivendo i governi tendo-no a contenere la spesa pubblica mi-nacciata dalle misure straordinarie di sostegno all’economia. I grandi Paesi della vecchia Europa quindi litigano con le forze sociali, mentre Paesi con minori preoccupazioni finanziarie ga-reggiano ad attirare nuove imprese e occupazione offrendo consistenti sconti fiscali, come stanno facendo alcune nazioni dell’Est Europa. Senza governare queste tendenze l’Europa si farà male da sola, indebolendosi a favore di Paesi emergenti extraeuro-pei e senza raggiungere nuovi equili-bri interni. Per evitare queste derive, Paesi come la Finlandia cercano di ri-equilibrare la propria spesa in favore della scuola e della ricerca, strumenti leggeri ma fondamentali per favorire in futuro occupazione e investimenti. Apparentemente possono farlo perché non vincolati da un bilancio pubbli-co oberato dal peso del debito come quello italiano. In realtà possiamo far-lo anche noi. Anzi dobbiamo farlo. È proprio quando le risorse sono scarse che occorre cercare il confronto e lan-ciare nuove sfide, con progetti politici che facciano scelte chiare non accon-tentandosi solo di contenere la spesa.

Approvata una nuova direttiva europea

Amministrazioni pubbliche più celeri nei loro pagamentiIl Parlamento europeo ha votato nei giorni scorsi a favore della nuova diret-tiva per ridurre i ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali, con 612 voti a favore, 12 astensioni e 21 voti contrari: una maggioranza nettissima che ha coinvolto tutti i principali gruppi politici. La direttiva tutela i creditori, che sono nella maggior parte dei casi delle piccole e medie imprese. Gli enti pub-blici dovranno pagare le fatture entro 30 giorni, e se non lo faranno pagheran-no un interesse di mora dell’8 per cento. La direttiva è una risposta indiretta a tantissime imprese che, in questa stagione di crisi, si sentivano ulteriormente oppresse dai sistematici ritardi nei pagamenti delle amministrazioni pubbliche. Il problema, nonostante l’attenzione europea, è tipicamente italiano e si è ag-gravato recentemente: nel 2008 la media dei ritardi dei pagamenti della pub-blica amministrazione era di 40 giorni, in due soli anni la cifra è più che rad-doppiata: 86 giorni di ritardo in media nel 2010, mentre la Francia è a 21 gior-ni, la Germania a 11, il Regno Unito a 19 e la Finlandia a 4. La principale novità

introdotta dalla norma approvata è che il termine dei pagamenti per i beni e i servizi che gli enti pubblici acquistano dalle imprese viene fissato a 30 giorni, ed esteso a 60 giorni in circostanze del tutto eccezionali o in settori particolari come ad esempio quello della sanità. Per assicurare l’autonomia contrattuale delle imprese nelle transazioni commerciali tra privati, esse devono regolare le fatture entro 60 giorni, a meno che non abbiano espressamente concor-dato altrimenti e che ciò non costituisca una condizione manifestamente ini-qua. Le imprese avranno il diritto automatico di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di 40 euro a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito. Le imprese potranno co-munque esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Viene reso più facile per le imprese contestare in tribunale termini e pratiche manifestamente iniqui, e viene introdotta maggiore trasparenza e un’accre-sciuta sensibilizzazione del pubblico.

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È innegabile che, a una prima lettura, la nostra simpatia vada al pubblicano: troppo altezzoso l’al-tro, troppo perfetto, troppo sicuro di sé e delle sue ragioni. Andando più in profondo, però, l’atteggia-mento del fariseo è quello che più facilmente ci rappresenta: facciamo quello che dobbiamo fare, non abbiamo debiti né con gli uomini né con Dio, siamo sufficientemente onesti.Insomma: non abbiamo niente da rimproverarci. E quindi non abbiamo niente da chiedere a Dio, soprattutto non dobbiamo chiedere la sua mise-ricordia. E perché dovremmo? Forse non siamo spudorati come il fariseo che si sente così supe-riore agli altri da ringraziare Dio per questa sua distinzione. Ma, sottilmente, siamo sicuri di non aver bisogno di niente. Forse, addirittura, non sen-tiamo nemmeno il bisogno di ringraziare. Ci basta la tranquillità della nostra coscienza. Siamo così a posto da non aver bisogno di niente. E neanche di Dio. Siamo riusciti a barattarlo con la tranquillità della nostra coscienza e con le nostre misure. Né più né meno di quanto faceva il fariseo stando nel-le misure della legge. E come dargli torto? E come darci torto? La sua e la nostra coerenza si reggono sul non aver bisogno di altro che della tranquilli-tà della coscienza. Quindi nessun bisogno di Dio e nessun bisogno degli altri.Questa idea di coscienza maschera l’autosufficien-za e l’autoreferenzialità nell’agire e nel pensare. Ci mette al riparo da quello che non ci piace e ci in-terroga. È una coscienza che non si interroga per-ché sente di non averne bisogno. Perché fa tutto

quello che è necessario, mette in ordine le cose secondo un criterio soggettivo, di comodo e di au-toassoluzione. Il fariseo in piedi davanti a Dio non ha bisogno di Dio per ritenersi giusto; esattamente come noi. Chi può scalfire il nostro punto di vista? Per che cosa potremmo barattarlo? Chi ci può far cambiare idea? E per che motivo? C’è un pubblicano in fondo al tempio. Lui sa che su di lui pesa il giudizio, prima il suo e poi quel-lo degli altri. Sa che contro di lui c’è tutto, fuori e dentro. La sua grande fortuna è di saperlo, di ac-corgersi, di esserne consapevole. E di mettersi in rapporto con l’Altro. A lui Dio è necessario. Non potrebbe esserci per lui soluzione alla situazione esistenziale che sta vivendo se non guardando a Dio. In altri termini: sa che non può essere lui a darsi la soluzione, ad assolversi, a giustificarsi. È disposto a cambiare idea, ma anche a cambiare strada. La sua coscienza lo interroga. Sa dove è andato e dove non dovrà più andare. Mette in or-dine le cose secondo il criterio di Dio, riconosce la sua distanza da Lui, sente che da solo non potrà colmare questa distanza. Non si sente giusto. Ma ne sente il bisogno. Dei due è l’unico che guarda il futuro e lo intende come possibile; per l’altro esi-ste l’eterno presente del sentirsi già perfetto così, l’immobilità del non avere bisogno.Al pubblicano Gesù concede il ritorno a casa giu-stificato mentre per l’altro solo un cenno per se-gnare l’immobilità della statua, l’impenetrabilità granitica di chi è degno di stare nel tempio come dio di se stesso.

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIODal Vangelo secondo Luca (18, 9-14)

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di

esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo,

stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri

uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte

la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi

a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo:

O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a

differenza dell’altro, perché si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

Il Vangelodella domenica

10 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

di Giuseppe Fusari

Virginio Faggian (1929-2003)

Ha accostato alla carriera di illustratore quella di pittore,

scultore e intarsiatore. Sue opere di tematica sacra si

trovano in diverse chiese di Brescia, in particolare a Santa

Maria della Vittoria e alla Volta bresciana.

“Il peccatore”, Sant’Eufemia della Fonte, parrocchiale.

L’ordine delle cose

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Ecclesia

11

Nella Bibbia la vedova e l’orfano sono le categorie più bisognose, perché in-difese e senza mezzi. Ed è proprio una vedova che Luca pone in primo piano nel racconto evangelico di domenica scorsa, assieme a un giudice che cerca solo il proprio interesse, “non ha timo-re del giudizio di Dio e non ha rispetto per il prossimo”, dice papa Benedetto. Come si articola il racconto? La vedo-va, una donna in situazione di debolez-za, cerca giustizia e la chiede al giudi-ce, pur sapendo che le sue possibilità di essere ascoltata sono praticamente nulle, “perché il giudice la disprezza ed ella non può fare nessuna pressione su di lui. Non può nemmeno appellar-si a principi religiosi, poiché il giudice non teme Dio”. Possibilità quasi nulle ricorda il Papa, ma la donna insiste e alla fine riesce ad ottenere dal giudice il risultato. Luca fa dire queste parole al giudice: “anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continua-mente a importunarmi”.Ottiene, dunque, giustizia, la donna.

Benedetto XVI I cristiani e la preghiera

Pregare sempre,senza stancarsi

Commenta il Papa: “se un giudice di-sonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quan-to più Dio, che è buono, esaudirà chi lo prega. Dio infatti è la generosità in persona, è misericordioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le pre-ghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera”. Luca scrive: “Dio non fa-rà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?”.Proviamo a riflettere su questo brano. Tre parole mi sembra sia opportuno cogliere: preghiera, giustizia, eletti. Il primo insegnamento, “fondamentale” dice il Papa, è “la necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Talvolta noi ci stanchiamo di pregare, abbiamo l’impressione che la preghiera non sia tanto utile per la vita, che sia poco effi-cace. Perciò siamo tentati di dedicar-ci all’attività, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e non ricorriamo a Dio”. Ed è proprio l’immagine del giudice disonesto che si fa convincere dalla preghiera insi-stente della vedova a dirci l’importan-za di pregare e di guardare al giudice buono e misericordioso. E la sicurezza che l’appello sarà accolto, per il cre-dente, è nella terza parola: eletti. Chi è l’eletto per eccellenza? Colui che nel-la prova ha saputo guardare e crede-

re nella vittoria di Dio ed ha ottenuto giustizia nella resurrezione. Cosa dob-biamo temere allora? “Dio infatti è la generosità in persona, è misericor-dioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera”. Ci interpella, infine, l’interrogativo che troviamo a conclusione del brano di Luca; doman-da che interpella la nostra coscienza di credenti: “il Figlio dell’uomo, quan-do verrà, troverà la fede sulla terra?”. È una domanda che va letta nel signi-ficato giusto; ricorda il Papa: con que-sta frase Luca vuole scuoterci, “vuole suscitare un aumento di fede da parte nostra. È chiaro infatti che la preghie-ra deve essere espressione di fede, al-trimenti non è vera preghiera. Se uno non crede nella bontà di Dio, non può pregare in modo veramente adeguato. La fede è essenziale come base dell’at-teggiamento della preghiera”. E questo è anche il messaggio che viene dai sei nuovi santi che il Papa ha proclamato in piazza San Pietro. Tra queste figure ricordiamo le due italiane, Giulia Sal-zano, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuo-re di Gesù, la monaca clarissa Battista Camilla Varano; e la prima santa au-straliana, Mary MacKillop, che venne sospesa dal suo Vescovo per alcuni mesi per disobbedienza.

N

[email protected]@lavocedelpopolo.it

L’impegno per contrastare la povertà non si improvvisa e richiede un’ampia alleanza tra soggetti pubblici, società civile, volontariato di varia ispirazione; si tratta di una bat-taglia a largo raggio e di lungo periodo, il quale esige al contempo azioni che vadano in profondità, laddove affon-dano le molteplici radici dell’indigenza.La recente iniziativa ecumenica, che s’inserisce nell’An-no europeo contro la povertà, lascia intravvedere questi e altri punti fermi, solo attraverso i quali è possibile og-gi pensare a efficaci interventi per ‘imbrigliare’ le diverse forme di povertà e di esclusione sociale, in Europa e nel resto del mondo. Caritas Europa, la Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee (Cec), il segretariato della Commissione degli episcopati della Co-munità europea (Comece) ed Eurodiaconia hanno realiz-zato una pubblicazione intitolata “Non negate la giustizia ai vostri poveri”, con una convincente analisi della realtà e formulato 14 raccomandazioni politiche alle istituzioni nazionali e all’Unione europea, che toccano svariati setto-ri, dal sostegno alla famiglia al lavoro, dalla casa ai servizi pubblici, fino ad alcune condizioni particolari, come quel-le dei soggetti svantaggiati. Il documento è stato poi pre-sentato al Parlamento Ue (30 settembre) alla presenza,

fra gli altri, del presidente Jerzy Buzek e dell’arcivescovo di Monaco, mons. Reinhard Marx. Al di là dei pur prege-voli risultati di questa specifica iniziativa, l’approfondito lavoro di preparazione dell’evento e l’apprezzamento che esso ha ricevuto suggeriscono ancora alcune riflessioni. Anzitutto Caritas Europa, Cec, Comece ed Eurodiaconia in-dicano chiaramente che chi si pone dinanzi alla condizione di povertà deve subito darsi l’obiettivo di un’azione di ‘respi-ro universale’, senza limitarsi a valutare le necessità di una singola persona o di un gruppo sociale o di un territorio: la vastità delle cause (storiche, sociali, culturali, ambienta-li…) e degli effetti della povertà sono infatti pari ai disa-gi, ai dolori, alle solitudini che essa provoca nelle persone. In secondo luogo occorre realizzare – in tale ambito – una stretta collaborazione tra pubblico e privato che, pur nel rispetto dei differenti ruoli, si origina dal senso della con-divisa responsabilità verso chi è nel bisogno. In questo sen-so – terza annotazione, emersa anche nel dibattito svoltosi nella sede dell’Euroassemblea – ogni persona deve sentirsi chiamata in causa dall’indigenza e dalla esclusione sociale e nessuno può in coscienza delegare ad altri quanto po-trebbe e dovrebbe fare per aiutare il povero e i poveri che così numerosi abitano nelle nostre città.

Solidarietà ecumenica nella battaglia contro la povertà

Caritas Europa, Chiesa e società della Conferenza delle Chiese e altri

LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

di Fabio Zavattaro

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12 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Ecclesia Chiesa bresciana

Si è conclusa, la scorsa domenica, la 46° Settimana sociale dei catto-lici italiani di Reggio Calabria, che si era aperta giovedì 14 ottobre. Ci sarà tempo per fare bilanci ap-profonditi sui risultati dell’assise. Intanto abbiamo raccolto la testi-monianza del gruppo bresciano. Il gruppo di ritorno dai quattro inten-si giorni trascorsi a Reggio Cala-bria, ha portato con sé una diffusa sensazione di soddisfazione per il lavoro svolto.I cattolici bresciani hanno potu-to farsi portatori di una concreta preparazione tecnica agli incontri che, insieme alle esperienze del-le oltre 1200 persone presenti, ha contribuito a dare senso e valore alla definizione che era stata scel-ta: “un’agenda per sperare”. Una preparazione che i giovani parte-cipanti hanno costruito partendo

S

Il convegno di Reggio Calabria non è stato un evento fine a se stesso ma un punto

d’incontro nel quale i partecipanti hanno fatto convergere le riflessioni maturate

durante il percorso che lo ha preceduto e dal quale tutti hanno potuto ripartire arricchiti

di nuove idee e nuovo impegno da diffondere nelle singole comunità di appartenenza

Settimana sociale La partecipazione bresciana

Un confronto a tutto campo sull’agenda per sperare

di Emma Bettinardi

da lontano. Da un anno, infatti, i cattolici della città avevano inizia-to un percorso di lavoro attorno ai cinque temi del convegno.Gli incontri e i relatori di Reggio Calabria si sono rivolti ai presenti con impegno e qualità comunica-tive non indifferenti e hanno per-messo a ognuno di lavorare e por-tare il proprio contributo in manie-ra ben strutturata nei laboratori e nei forum. L’organizzazione è par-tita dalla nostra città come da al-tre, con l’idea che Reggio Calabria non fosse un evento unico ma una svolta, un punto d’incontro al quale portare le riflessioni maturate du-rante il percorso che lo ha prece-duto e dal quale ripartire arricchiti di nuove idee e nuovo impegno da diffondere nelle singole parrocchie di appartenenza.Il gruppo dei giovani bresciani del-

la Sfisp e della pastorale sociale ha espresso attraverso le parole dei suoi componenti la soddisfazione di vedere concretizzarsi l’impegno profuso durante l’anno preparato-rio nel momento dell’incontro con gruppi caratterizzati da maggiore esperienza nell’ambito sociale e da tempo attivi sul campo. L’entusia-smo dei più giovani è stato accolto e premiato da uno svolgimento de-mocratico e all’insegna del rispetto reciproco degli incontri dove, dav-vero a tutti, è stato dato spazio di parola e di ascolto. Incontrare così tante persone, di ogni età, disposte a impegnarsi so-cialmente in prima persona ha per-messo di guardare al lavoro educa-tivo e di formazione che attende i cattolici con una prospettiva di speranza concreta. Nonostante si siano trattate tematiche impegna-

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13LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

tive nell’ambito di un percorso co-munque faticoso, non sono manca-ti, proprio grazie all’ottima organiz-zazione, momenti di condivisione non strutturati, ma che hanno la-sciato la possibilità di confrontar-si e a volte scontrarsi mantenendo alti i valori di rispetto e cordialità e favorendo l’inizio della costru-zione di una rete di rapporti basa-ti proprio sull’impegno sociale dei cattolici. Infine non è da trascurare l’impatto che una realtà come quel-la della Calabria e dei suoi cittadini impegnati nella lotta alla criminali-tà organizzata, ha avuto sui ragazzi bresciani non certo abituati a una vita di lotta, ma aperti e disposti a diffonderne i principi.Il gruppo di Brescia ha potuto ave-re un rappresentante per ognu-no dei cinque temi trattati: Giulia Ghidini, Sofia Cemmi e suor Luisa, delle Suore Operaie nel gruppo “In-cludere nuove presenze”; France-sco Messali in “Slegare la mobilità sociale”; Paolo Sarti “Completare la transizione istituzionale”; Enzo Torri “Intraprendere”; Enza Cardi-le della pastorale del creato e don Mario Benedini “Educare”. Il grup-po si riunirà a breve per amalgama-re e dare continuità lavorativa alle tematiche proseguendo e concre-tizzando così il percorso di lavoro che hanno condotto e condiviso a Reggio Calabria.

Intervista Mons. Mascher sul Centro pastorale Paolo VI

La casa della diocesi, aperta alla cittàa cura di Silvia Zavoli

Il 20 e 21 settembre si sono riuniti all’Eremo di Mon-tecastello i vicari zonali confermati o rinnovati nella consultazione del giugno scorso. Tema centrale della discussione introdotta dal Vescovo sono state le unità pastorali, ma nel corso dell’incontro sono state fornite informazioni su alcuni aspetti della vita diocesana. Fra l’altro, il vicario generale mons. Gianfranco Mascher ha

presentato una relazione informativa sull’attività del Centro pastorale Paolo VI. Sull’argomento abbiamo po-sto a mons. Mascher alcune domande. Innanzitutto gli abbiamo chiesto di ricordare come è nata l’idea del Centro pastorale e con quali obiettivi.Come è noto, all’inizio degli anni settanta del secolo scorso, il Seminario vescovile diocesano, trovò colloca-zione nella nuova sede di via Bollani e l’allora vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini, decise di istituire nella sede del vecchio Seminario Santangelo un Cen-tro pastorale, intitolandolo al bresciano papa Paolo VI. L’istituzione del Centro divenne espressione concreta del desiderio e dell’impegno di tradurre nell’esperienza della Chiesa diocesana lo spirito e le direttive del Conci-lio ecumenico Vaticano II. Gli obiettivi vennero chiara-mente determinati nello statuto che recita: “Il Centro ha lo scopo di promuovere la formazione permanente del clero, dei religiosi e delle religiose e l’animazione apostolica del laicato”. Da sempre il Consiglio di presi-denza del Centro opera attenendosi a quanto previsto dallo statuto e dal relativo regolamento, e seguendo, in quanto condivise, le indicazioni che, man mano, i Vescovi che si sono succeduti, hanno offerto.Nella sua relazione c’è un dato molto significativo: i servizi resi alla diocesi rappresentano il 25% dell’atti-vità del Centro e il 4,5% dei ricavi. È un segnale preci-so, forse non sempre conosciuto. O sbaglio?Vale davvero la pena di essere precisi. Nel 2009 sono stati promossi incontri di formazione per il clero, ini-ziative organizzate da Uffici di curia o da gruppi che fanno riferimento alla diocesi o alle istituzioni presen-ti sul territorio per un numero totale di 1154 incontri, pari al 73% dell’attività svolta dal Paolo VI. Più specifi-catamente, le attività promosse dagli Uffici della curia diocesana (riunioni, convegni, corsi di aggiornamento, corsi di formazione e servizio di appoggio logistico) so-no state, nel 2009, 383, pari al 25% delle attività ospi-tate dal Paolo VI. Per i servizi resi per queste attività, il Centro ha emesso regolari fatture alla diocesi per un fatturato che corrisponde al 4,5% del fatturato totale del Centro pastorale. Nessuna meraviglia: il Centro Pa-

olo VI è semplicemente la ‘casa’ della diocesi.Non si fa pubblicità dei servizi disponibili presso il Cen-tro. Come mai?Il Paolo VI, nel corso della sua storia, non ha mai fatto nessun tipo di attività pubblicitaria o di marketing; que-sta è stata ed è una scelta precisa in quanto il Centro pastorale non è e non vuole essere un albergo né un

qualsivoglia Centro congressi. Le varie iniziative ven-gono accolte non prima di essere attentamente valu-tate e chiaramente giudicate non in contrasto con le finalità del Centro.Chiesa e Città. Il Centro è solo un punto di incontro o qualcosa in più?Il Centro pastorale si pone, primariamente, a servizio degli Uffici pastorali e dell’intera diocesi, ma è anche luogo fisico di incontro, segno forte di apertura al mon-do, e, perciò, anche a realtà non immediatamente ri-conducibile alla Chiesa. Proprio in questa prospettiva, il Centro ha raccolto la sfida della Chiesa che è in Bre-scia allo scopo di rafforzare il rapporto con la comunità bresciana in ogni suo volto, nel considerare propria la capacità di essere ponte tra Chiesa e realtà laicali. Og-gi il Centro è considerato ‘casa’, casa aperta e sicura, tranquilla e accogliente, serena e riservata: un luogo di incontro sopra le parti, aperto a quanti condivido-no i principi e le finalità che lo ispirano, un vero punto di incontro tra la Chiesa e la Civitas. Non poche istitu-zioni trovano nel Centro il luogo adatto e privilegiato, l’ambiente serio e rigoroso presso il quale realizzare iniziative istituzionali e corsi di formazione. Nel 2009 tali istituzioni hanno promosso iniziative pari all’8% del totale delle attività ospitate presso il Centro e in-contri di formazione pari al 9%.Negli anni, sono state realizzate importanti opere di ristrutturazione. Come sono state pagate?Dopo la sistemazione sommaria che è stata realizzata nei primi 15 anni di attività, dal 1990 a oggi, il Centro, al fine di adempiere agli obblighi previsti dalla legge e di rendere gli ambienti accoglienti e in linea con le richieste dell’utenza, ha realizzato numerosi e onero-si interventi, utilizzando risorse proprie, provenienti, in massima parte, dalle attività svolte. Per far fronte all’ingente spesa, il Centro ha dovuto ricorrere a mu-tui che vengono regolarmente affrontati rispettando piani finanziari ben precisi. Per la gestione ordinaria, negli ultimi 20 anni, il Centro non ha mai avuto biso-gno di ricevere un sostegno economico da parte della Curia diocesana.

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14 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Ecclesia Chiesa

Il Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente

Il dovere dell’annuncio e la missione di pace “Confermare e rafforzare i cristiani nella loro identità e rin-novare la comunione ecclesiale per offrire ai cristiani le ragio-ni della loro presenza, per confermarli nella loro missione di rimanere testimoni di Cristo”. Gli scopi del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente sono stati ribaditi dal relatore generale dell’assemblea, Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti, che, il 18 ottobre, ha tenuto una relazione nella quale ha riassunto gli interventi dei Padri sinodali. “La nostra regio-ne – ha detto – rimane fedele alla Parola di Dio, fonte di ispi-razione della nostra missionarietà e testimonianza”. Naguib ha puntualizzato che “l’annuncio è un dovere”, e “se rispet-toso e pacifico non è proselitismo. La formazione missionaria è indispensabile”. Il patriarca Naguib “pur condannando la violenza da dovunque provenga e invocando una soluzione

giusta e durevole del conflitto israelo-palestinese” ha espresso la solidarietà del Sinodo ai palestinesi, “la cui situazione attuale favorisce il fondamentalismo. Chiediamo alla politica mondia-le di tener sufficientemente conto della drammatica situazio-ne dei cristiani in Iraq”. Il Sinodo condanna anche “l’avanza-ta dell’Islam politico che colpisce i cristiani nel mondo arabo” poiché “vuole imporre un modello di vita islamico a volte con la violenza e ciò costituisce una minaccia per tutti” . “Le nostre Chiese rifiutano l’antisemitismo e l’antiebraismo. Le difficoltà dei rapporti fra i popoli arabi e il popolo ebreo sono dovute piuttosto alla situazione politica conflittuale. Noi distinguiamo tra realtà politica e religiosa. I cristiani hanno la missione di es-sere artefici di riconciliazione e di pace, basate sulla giustizia per entrambe le parti”.

Mons. Elias Lahham con Giovanni Sesana

Conferenza stampa per il Sinodo

L

di Mauro Toninelli

L’arcivescovo di Tunisi mons. Maroun Elias Nimeh Lahham è stato ospite della nostra diocesi sabato 16 e do-menica 17 ottobre: ha visitato in par-ticolare le parrocchie di Lumezzane Gazzolo, S. Antonio e San Francesco da Paola in città. La sua presenza in Italia è dovuta al Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente; abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo in occa-sione di un educational in Tunisia or-ganizzato da Brevivet e lo abbiamo intervistato.Ci sono molti tunisini cattolici?Ce ne sono alcuni, ma si contano con le mani. Noi facciamo un’esperienza di pellegrini perché la maggior parte dei cattolici qui è di passaggio; c’è chi resta uno, due anni o chi arriva a 20. Con una pensione italiana qui vivono da re. Dunque la comunità cattolica a Tunisi è una comunità diversifica-ta e pluralista, da un punto di vista culturale. Come sono i rapporti con le au-torità locali?Ottimi. La Tunisia è un Paese arabo-musulmano ma è giovane, aperto al turismo e all’Occidente. I rapporti sono buoni e la Chiesa è rispettatissi-

ma. Quando c’è un piccolo problema parlo con i responsabili: il Sindaco o il Ministero. La Chiesa sa che ci sono delle linee rosse da non oltrepassare. Quali sono?Fa quello che vuoi, ma non toccare la politica. La politica non è il mio mon-do. C’è la libertà di professare la pro-pria fede, pure la libertà di cambiare la propria fede. È l’unico Paese arabo a concederlo. Secondo la concezione tunisina un musulmano può ricevere il battesimo, se è adulto e lo chiede lui. Proibito invece fare il proseliti-smo. Io non posso andare in piazza e dire “Ragazzi, devo parlare della Croce”. Questo non si può fare, uma-namente. Anche in piazza Navona si metterebbero a ridere. Qui non si può fare anche per rispetto dell’autorità.La comunità cattolica è in espan-sione, costante, in flessione?Costante, ma in movimento continuo. Ogni quattro anni cambiamo fedeli: turisti, studenti, diplomatici, lavora-tori... C’è un residuo, ma non è più del 20%. La diocesi è una sola. Ci sono 40 preti che seguono le scuole, gli stu-denti, i centri di educazione e altro.Che difficoltà incontra?

Io mi sono sempre detto il vescovo più felice del mondo, perché non ho difficoltà, se non assicurare il rinnovo delle persone religiose. Assicurare le attività delle parrocchie, delle scuole e delle altre realtà.Dal Sinodo che cosa si attende? Che risposte può dare la Chiesa di Roma a quelle del Medio Oriente?Le risposte devono venire dal Me-dio Oriente e non da Roma. Il Medio Oriente è un mosaico, ma è forte quan-do c’è unità. Ci sono due problemi: da-re un appoggio morale alla cristianità e provare a fermare l’emigrazione cri-stiana che ci priva delle forze migliori; lavorare alla comunione fra le varie Chiese. L’Oriente è una realtà comples-sa. Mi auguro che possiamo lavorare alla comunione, liberi dai piccoli ghet-ti che ci siamo creati, in cui ognuno vi-ve da solo. Spero che il Sinodo rompa questi muri. I nostri fedeli hanno dirit-to ad avere dei responsabili religiosi più aperti, più pluralisti, più semplici. I nostri fedeli arabi hanno bisogno del-la testimonianza di una Chiesa umile, meno attaccata alle ricchezze terrene e più libera dalle paure; comprensibili. Spero che sia come acqua e sapone.

Per costruirela comunione

tra i popoli

Mons. Elias Lahham La Tunisia e il Sinodo

Il Medio Oriente è un mosaico, ma è forte quando c’è unità. Bisogna

dare un appoggio morale alla cristianità

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15LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Un impegnoper l’oggie per il futuroSabato 30 ottobre il convegno annuale dei delegati e domenica 7 novembre la giornata diocesana per “La Voce del Popolo”

Stampa cattolica Il tempo della diffusione

Bdi Renato Longhi

Benedetto XVI ha rivolto, il 7 ottobre, un discorso ai partecipanti al Con-gresso sulla stampa cattolica pro-mosso dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, in cui ha det-to, fra l’altro: “Il vostro compito, ca-ri operatori della stampa cattolica, è quello di aiutare l’uomo contempora-neo a orientarsi a Cristo, unico Sal-vatore, e a tenere accesa nel mondo la fiaccola della speranza, per vivere degnamente l’oggi e costruire adegua-tamente il futuro. Per questo vi esorto a rinnovare costantemente la vostra

scelta personale per Cristo, attingen-do da quelle risorse spirituali che la mentalità mondana sottovaluta, men-tre sono preziose, anzi, indispensabi-li. Cari amici, vi incoraggio a prose-guire nel vostro non facile impegno e vi accompagno con la preghiera, per-ché lo Spirito Santo lo renda sempre proficuo. La mia benedizione, piena di affetto e di gratitudine, che volen-tieri imparto, vuole abbracciare voi qui presenti e quanti operano nella stampa cattolica in tutto il mondo”.Queste parole del Papa sono una in-

troduzione appropriata a due appun-tamenti che richiamano l’attenzione degli animatori bresciani e di tutta la comunità diocesana intorno alla stampa cattolica. Sabato 30 ottobre è previsto il convegno dei delegati parrocchiali appunto per la stampa cattolica. Si svolgerà presso il Cen-tro pastorale Paolo VI, con questo programma: ore 9.30 Arrivi e acco-glienza; ore 10 Santa Messa presie-duta da mons. Cesare Polvara; ore 11 Saluto del vescovo Luciano Monari; incontro con don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del Popolo” e Annachiara Valle, direttrice di “Ma-dre”; ore 12.30 pranzo. Ricordiamo alle delegate e ai delegati che è indi-spensabile confermare la partecipa-zione sia al Convegno che al pranzo, telefonando allo 030/44250. Per co-

loro che vengono con mezzi propri possibilità di parcheggio presso il Centro pastorale Paolo VI. Per i re-sidenti in Valle Camonica è previsto un pullman della ditta Maroni con partenza da Ponte di Legno alle ore 7.30 (fermate intermedie su prenota-zione). Per tutti coloro che intendono usufruire del servizio pullman (fino a esaurimento posti) è obbligatoria la prenotazione. Domenica 7 novembre invece le par-rocchie sono invitate a celebrare la giornata de “La Voce del Popolo”. Chi lo desidera può chiedere copie del settimanale per una diffusione stra-ordinaria del settimanale. Ricordia-mo che quanti vorranno promuovere la diffusione della “Voce”, soprattutto i gruppi parrocchiali, potranno trat-tenere il 40% delle quote incassate.

Ecclesia Chiesa bresciana

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Page 16: La Voce del Popolo 2010 40

Ecclesia AgendaEcclesia Agenda16 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Agenda del Vescovo

Parrocchia SS. Trinità

I 40 anni di sacerdozio di don ElioDon Elio Pitozzi, parroco dal 2003 alla SS. Trinità di Brescia, ha celebrato, do-menica 17 ottobre, 40 anni di ordinazione presbiterale.“Rendo grazie al Signo-re per l’aiuto ricevuto – ha detto don Elio nell’omelia – e ringrazio i miei geni-

tori, fondamentali nell’educazione e nella trasmissione della fede, il Seminario per la formazione e la maturazione sacerdotale e tutte le esperienze vissute in

questi 40 anni nelle parrocchie di Pontevico, Erbusco, Monte Isola, S. Stefa-no e la SS. Trinità a Brescia, nella missione in Africa e nell’Ufficio missionario,

perché ho avuto modo di incontrare tante realtà: da ognuna ho ricevutoqualcosa e ho imparato che bisogna far tesoro di ogni momento della

nostra storia. Per tutto questo ringrazio il Signore”.

Ingressi

Mons. Bassi a Cerveno e LosineSabato 16 e domenica 17 ottobre, mons. Angelo Bassi ha dato inizio al nuo-

vo impegno ministeriale come parroco di Cerveno e di Losine. L’ingresso ha avuto due momenti distinti, sabato pomeriggio a Cerveno e domenica a Losine. A presiedere i riti di immissione è stato il vicario zonale don Aldo

Mariotti. Mons. Bassi è originario di Ossimo superiore, sacerdote dal 1977. Già religioso francescano, è stato cappellano militare dal 1984 al 2009. Nel-le omelie pronunciate durante le celebrazioni eucaristiche, il nuovo Parro-co ha sottolineato la sua volontà di spendersi in uguale maniera per le due parrocchie senza alcuna distinzione, nel nome dell’unico Cristo della fede.

Commentando le letture della Parola di Dio incentrate sulla preghiera e sulla fede, ha richiamato la necessità di pregare senza stancarsi per impa-

rare a camminare insieme verso il Signore.

Mercoledì 27 ottobre presso il Centro Paolo VI

Corso per i bollettini parrocchialiSi ricorda che l’incontro d’apertura del corso per animatori della cultura e del-

la comunicazione sui bollettini parrocchiali si terrà mercoledì 27 ottobre con inizio alle ore 20.15 presso il Centro pastorale Paolo VI.

Chiari

Settimana AntonianaUn legame particolare unisce Chiari a Padova in questi giorni di fine ottobre: dal 24 al 31, infatti, si celebra quella che è stata chiamata la Settimana Anto-

niana. Per tutta la settimana verrà esposto nella chiesa dei Ss. Faustino e Gio-vita un busto-reliquia del Santo. Un’altra reliquia più piccola invece, negli stes-si giorni, verrà portata in diversi luoghi della parrocchia, dalla Casa di riposo,

all’ospedale, al Centro Giovanile 2000. Nella giornata di venerdì 29 ottobre sempre il Centro giovanile ospiterà un cineforum in cui verrà proiettato il film “Antonio guerriero di Dio”, alla presenza del regista Antonello Belluco. La pre-

senza dei Padri conventuali e di quello che viene conosciuto come “il Santo dei miracoli”, in quella che potrebbe essere quasi una piccola “missione anto-

niana”, vuole diventare occasione di preghiera anche per le parrocchie vicine, invitate a organizzare piccoli pellegrinaggi.

Missionari di passaggioIl sacerdote diocesano don Bruno Moreschi, fidei donum in Mozambico dal 1997, dopo essere stato missionario in Zaire dal 1983 al 1990, è rientrato ed è ospite della Casa del clero a tempo indeterminato per motivi di salute. Il suo

numero di cellulare è 3396144213. Padre Vincenzo Savoldi della congregazio-ne degli Scalabriniani, missionario in Brasile, trascorre un periodo di riposo in

Italia presso la famiglia a Ciliverghe. Resta fino al 2 dicembre.

CancelleriaNomine e provvedimentiLa cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordina-rio diocesano, comunica i provvedimenti della settimana:Il rev.do sac. Arturo Balduzzi, già parroco di Chiesanuova e Noce in Brescia, è stato nominato parroco di Gottolengo.Il rev.do sac. Daniele Faita, direttore spirituale del Seminario, è stato no-minato parroco di Cellatica.Il rev.do sac. Francesco Monchieri, già parroco di Mura, Casto e Comero, è stato nominato parroco di Sabbio Chiese e Clibbio.Il rev.mo mons. Giulio Sembeni, docente del Seminario diocesano, è stato nominato parroco di Fiesse.Il rev.do sac. George Houry, del clero maronita di Cipro, è stato nominato vicario parrocchiale di Inzino.Il vescovo mons. Luciano Monari, ha costituito il Servizio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità. Il rev.do sac. Roberto Lombardi è stato nominato responsabile del Servizio stesso.

Apostolato della preghiera Ritiro e assembleaL’Apostolato della preghiera invita al primo incontro dell’anno 2010-2011. L’appuntamento è fissato per mercoledì 27 ottobre al Centro pastorale Pa-olo VI, dalle ore 9.30 alle ore 17. Nella mattinata: ritiro con meditazione sulla Lettera pastorale del Vescovo e S. Messa. Nel pomeriggio: assemblea, con inizio preparazione al pellegrinaggio a Paray-le-Monial e Ars 2011. In conclusione: adorazione eucaristica e vespri. L’incontro è aperto a tutti, an-che a coloro che possono partecipare solo ad alcuni momenti.

Movimento apostolico ciechiGiornata dell’amiciziaIl gruppo diocesano del Movimento apostolico ciechi di Brescia (Mac), do-menica 31 ottobre celebra, presso i Padri Oblati, via Spalto S. Marco n.37/bis, (stesso cortile Acli) l’annuale Giornata dell’amicizia nella condivisione. Nello spirito del movimento il Consiglio del gruppo ha deliberato di asse-gnare l’attestato dell’amicizia nella condivisione a due amici che si sono particolarmente distinti nell’aiutare il prossimo. Il programma della mani-festazione prevede alle 10.30 il saluto della Presidente, una riflessione sul tema dell’amicizia e la consegna degli attestati dell’amicizia. Seguirà alle 11.30 la Santa Messa e alle 12.30 il pranzo sociale

GargnanoCorso per catechistiMercoledì 27 ottobre alle ore 20.30, presso l’oratorio di Gargnano, si ter-rà il quarto incontro del Corso interzonale per catechisti “Catechismo, sì… ma come? Un metodo semplice”, organizzato dallo stesso oratorio in col-laborazione con l’Ufficio catechistico diocesano. Interverrà p. Ezio Gaz-zotti, catecheta dehoniano, redattore della rivista “Evangelizzare”. Tema dell’incontro: “Programmare la catechesi".

Sabato 23 ottobreOre 9.30 – Brescia – Partecipa al premio Cuore Amico nella chiesa di San Cristo.Ore 16 – Esenta di Lonato – Incontro e Santa Messa con il Grimm.Ore 20.30 – Brescia – Veglia missionaria in Cattedrale.Domenica 24 ottobreOre 10.30 – Villa di Salò – Cresime e prime comunioni.Ore 18 – Brescia – Inaugurazione Seminario minore e S. Messa nella chie-sa di S. Maria in Calchera.Lunedì 25 ottobreOre 18.30 – Brescia – S. Messa per l’inaugurazione dell’anno accademico dello studio teologico Paolo VI del Seminario maggiore.Martedì 26 ottobreOre 20.30 – Brescia – Assemblea degli animatori vocazionali della dio-cesi presso il Centro pastorale Paolo VI.Mercoledì 27 ottobreVisita ai sacerdoti della zona XIX della Bassa Valsabbia.Giovedì 28 ottobreVisita ai sacerdoti della zona XX dell’Alta Valtrompia.

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Caritas 17LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Carcere: specchiodi comunità di Chiara Tomasi

“Quali fragilità nella città. Quale comunità dalle fragilità”. Due affermazioni che suona-no come due interrogativi. Due provocazioni sulle quali si è soffermato il vescovo Lucia-no durante l’incontro di presentazione della lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” all’interno del carcere di Canton Mombello, lo scorso 3 settembre in occasione della set-timana di Agorà. Il carcere è una comunità nella comunità; il carcere, dice mons. Monari, è “uno specchio nel quale ci possiamo rico-noscere e comprendere meglio”. Se è vero che esso rappresenta le fragilità della città, è anche vero che ogni fragilità è occasione di crescita perché “dentro la fragilità possono nascere sentimenti di solidarietà, sentimenti di collaborazione...”. Con l’intento di condi-videre questa esperienza è stato realizzato un dvd che racchiude alcuni dei momenti vissuti durante l’incontro: in apertura l’in-tervento della direttrice della Casa Circon-dariale di Canton Mombello, Francesca Gio-ieni; a seguire il video nel quale la comunità del carcere si presenta, dal titolo “Carcere: specchio di comunità”; successivamente, la presentazione della lettera pastorale da par-te del vescovo Luciano Monari; per finire, le conclusioni affidate al diacono Giorgio Co-telli, direttore della Caritas diocesana. Per richiedere il dvd contattare gli uffici della Caritas diocesana (tel 030 3757746 – email: [email protected]).

Avvento di Carità 2009 All’insegna delle briciole

Il posto degli ultimi,forza di comunione

pagina a cura di Chiara Buizza

L’Avvento di Carità 2009, muovendo dall’invito del Vescovo, a soffermarsi sulla centralità essenziale dell’eucaristia nella vita delle comunità cristiane (Lettera pastorale 2009/10), si è sviluppato attor-no alla dimensione del dono. Il titolo della propo-sta, “Le stagioni del pane”, suonava infatti come un richiamo alla dinamica relazionale del dono: il ciclo del dono (dare, ricevere, reciprocare, molti-plicare) tende a ripetersi, così come il ciclo delle stagioni. Il pane distribuito e “ricevuto” durante la Giornata del Pane si è fatto infatti dapprima “spez-zato”, poi “condiviso” e infine “moltiplicato”. “Pa-ne moltiplicato” ha contraddistinto l’ultima tappa delle “Stagioni del pane” e ha accompagnato anche l’inizio dell’ “Anno Europeo per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale”: la sensibilizzazio-ne verso l’obiettivo “Zero Poverty” è cominciata da un segno semplice, il pane. Nel sostare sull’esperienza dello scorso anno, una consapevolezza: affinché il pane sia condiviso e moltiplicato, si faccia “pane nostro”, ha bisogno di essere spezzato: “anche voi fate della vostra

vita un dono d’amore perché anche la vostra vita diventi realmente pane spezzato e sangue versato per la vita del mondo” (Lettera pastorale 2009/10: p. 29). E nello spezzarsi del pane, la possibilità del dono, ma anche il prodursi di briciole.Tanti i significati che potrebbe assumere un Avven-to di Carità all’insegna delle briciole: dalla sobrie-tà degli stili di consumo alla riscoperta del valo-re dei piccoli atti d’amore. Alla luce della Lettera pastorale 2010/11, le briciole sembrano rimanda-re agli ultimi. E con San Paolo ai Corinzi “proprio le membra del corpo che sembrano deboli sono le più necessarie”, le briciole suonano come un richiamo al “posto degli ultimi, forza della comu-nione”: “Al centro dell’interesse della comunità debbono essere collocati i bambini, che non han-no ancora nessun potere, gli anziani, che non han-no più potere, i malati o i deboli in genere; e tutto questo non perché queste persone siano migliori delle altre, ma semplicemente perché sono più de-boli. È un modo rivoluzionario di considerare la famiglia umana e il dinamismo della vita sociale (p.55).” Facendo nostro l’invito del Vescovo, l’Av-vento di Carità 2010 sarà dunque all’insegna degli ultimi, briciole lucenti.

Caleidociclo della carità “Nella comunità”

Padre Giacomo: Ecco un’altra prospettiva con cui possiamo rileggere la nostra esperienza di uomini e donne della carità: la traccia “nella comunità”. È importante saper cogliere come si vive insieme, come si lavora, in che modo si affidano l’uno all’al-tro le responsabilità, come si risolvono i conflitti, come si cerca la comunione. Mario: qualche anno fa abbiamo deciso di partire dal basso, riformulando un’esperienza di Caritas parrocchiale. O meglio, un’esperienza di Caritas parrocchiale che potesse permettere di collegare le quattro parrocchie presenti nel nostro Comune e magari far suonare insieme i quattro campanili. Già questa era una scommessa. È stato un periodo di discernimento in cui, più vol-te, ci siamo trovati a pregare per cercare di capire se era una nostra volontà o una volontà Sua. Così, nel maggio 2005 abbiamo avviato un laboratorio

di carità ed è stato come tessere una ragnatela. Abbiamo costituito un embrione di Caritas che coinvolgeva i gruppi presenti sul territorio, fino ad arrivare a un coinvolgimento di tutte e quat-tro le parrocchie. Padre Giacomo: Ci puoi dire qualcosa sul lavoro di coinvolgimento? Mario: Non è stato un lavoro semplice, perché se è difficile coniugare insieme, intorno a un tavo-lo, i gruppi della stessa parrocchia (dove è facile sentire discorsi del tipo: “Io ho i miei poveri, tu i tuoi!”), è ancora più difficile pensare di far suo-nare insieme quattro campanili!Ma la scommessa che il Vescovo ha dato alla no-stra diocesi è quella della costituzione delle uni-tà pastorali e credo che noi abbiamo giocato un po’ in anticipo, perché intorno ai bisogni è più facile giocare in anticipo! C’è voluta pazienza,

ci sono volute tenacia e pazienza![…]. Abbia-mo iniziato questa esperienza e subito abbiamo dovuto fermarci (abbiamo dovuto sostare), per prendere fiato, per pregare, per riflettere, cer-cando un coinvolgimento il più largo possibile.. Un coinvolgimento che costa fatica, ma non fa abbassare la guardia e tiene desta la comunità, la responsabilizza. La Caritas è un gruppo che lavora a nome di tut-ti, quindi tutti devono essere partecipi. Quando mi dicono: “Voi della Caritas…” Rispondo: “Se tu sei un cristiano, sei anche tu Caritas!”.Padre Giacomo: il sostare nelle difficoltà, ha por-tato a un altro modo di essere nella comunità: il cercare l’aiuto di altri, implicandoli e rendendoli corresponsabili. Un passo avanti fatto nel modo di lavorare insieme: da un ridotto gruppo di persone, piano piano, l’esperienza si è fatta di comunità.

L’esperienza della Caritas parrocchiale di Montichiari

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CSV18 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Parlamento Una proposta non concordata che fa discutere

Manca un dialogo costruttivo

pagina a cura di Nicola Migliorati

Da anni si parla di una riforma organica della legge 266 del 1991, la cosiddetta “Legge quadro sul volontariato”, nel senso di un maggior ricono-scimento e valore sociale delle tante organizza-zioni di volontariato italiane. Ecco perché coglie ancor più di sorpresa ciò che sta accadendo in Parlamento. Andando per ordine dobbiamo rife-rire che le maggiori realtà associative di volonta-riato italiane sono venute a conoscenza che alla V Commissione della Camera dei Deputati è in discussione il Progetto di Legge 41 “disposizioni in favore dei territori di montagna”, il cui art. 5 modifica profondamente e in modo quantomeno inusuale anche la Legge quadro sul volontariato. Csvnet, il Forum del terzo settore, la Consulta na-zionale del volontariato presso il Forum e la Con-Vol – ossia l’intero panorama delle Organizzazioni che in Italia rappresentano il mondo del volonta-riato e del privato sociale – esprimono profonda preoccupazione e dissenso in merito alle ipotesi di modifica contenute nel testo. Nel dettaglio la modifica prevede di aggiungere sia a chi gestisce

Area formazione

L’area formazione del Csv mette in campo due nuove proposte indirizzate a responsabili e volontari del-le associazioni di volontariato bresciane. La prima si compone di due serate in cui si intende formare i partecipanti sulle modalità di gestione contabile e amministrativa delle associazioni senza fini di lu-cro, sulla corretta impostazione del bilancio, sulle normative in vigore e sulle modalità di adempiere agli obblighi derivanti. Conoscere e gestire i prin-cipali documenti collegati alle operazioni ammini-strative e i relativi adempimenti fiscali risulta ormai fondamentale per rispondere non solo agli obblighi di legge, ma anche e soprattutto per rappresentare in modo completo e corretto agli associati le opera-zioni stesse. La seconda proposta (sempre due sera-

te per un totale di quattro ore) vuole invece fornire utili strumenti per la stipula di convenzioni basate su corretti rapporti tra le Organizzazioni di volon-tariato e gli Enti pubblici. Il rapporto di convenzio-ne costituisce una azione efficace nella costruzione e nel consolidamento delle relazioni tra Organiz-zazioni di Volontariato e Istituzioni, non solo per “gestire” servizi ma anche per il coinvolgimento delle associazioni nelle funzioni di progettazione e di programmazione dei servizi di pubblica utilità. Gli incontri si terranno a novembre (10 e 17 il primo corso, 15 e 18 il secondo) presso la Sala Formazione del Centro servizi per il volontariato in via Salgari, 43/b a Brescia. Scheda d’iscrizione sul sito www.bre-sciavolontariato.it.

Proposte per i volontari

i Csv e sia a chi usufruisce dei loro benefici, oltre alle organizzazioni di volontariato, anche tutte le onlus, le cooperative sociali, le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni bandi-stiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche, le associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare; di destinare almeno il 10% delle risorse di tutti i Csv ai soli Csv che operano in territori montani e di consentire che la quota eventual-mente eccedente le loro attività di servizio ven-ga utilizzata per acquistare attrezzature, materiali e mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale; di estendere la ti-pologia di progetti finanziabili dall’Osservatorio nazionale del volontariato dalle emergenze so-ciali, tradizionale area di intervento dei progetti, agli interventi nei territori montani e nelle aree territorialmente marginali. Il modo e i contenuti del progetto di legge hanno fortemente stupito: “Questa iniziativa legislativa ci sconcerta sia nel metodo che nei contenuti – affermano i quattro promotori della protesta – . Riguardo al metodo, ci sconcerta che su modifiche di tale impatto, che intervengono su uno strumento di sostegno destinato specificatamente al volontariato, am-

pliandone la fruizione a moltissimi altri soggetti senza modificare l’entità delle risorse disponibili, non si interpellino le organizzazioni che il mondo del volontariato collettivamente rappresentano. Inoltre spiace constatare che ancora una volta si tenti di modificare alcuni articoli della legge sul volontariato non affrontandola direttamente, ma attraverso modifiche singole inserite in provve-dimenti normativi che si occupano di altri temi”. Una normativa che si presenta come mirata sul tema della montagna, se così approvata, rischia di andare a intaccare risorse ordinarie destina-te al volontariato che, dopo trattative e accordi, sembravano aver trovato un seppur difficile equi-librio. Anche il Centro servizi per il volontariato di Brescia si è unito al coro di protesta (una let-tera è stata inviata ai parlamentari per spiegare le ragioni del dissenso) per far sì che venga mo-dificato il progetto di legge: la normativa in ma-teria di volontariato ha probabilmente bisogno di essere rivista e aggiornata, ma con un intervento che affronti l’argomento in modo organico, evi-tando di intervenire con progetti che nascono per regolamentare altre materie e che nulla hanno a che fare con esso.

Alla Camera si discute la revisione della Legge quadro sul volontariato. Le associazioni unite esprimono profonda preoccupazione e dissenso in merito all’ipotesi di modifica. Anche a Brescia sale la protesta

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Congrega carità apostolica 19LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Protagonisti Per sua volontà sono state avviate molte opere di solidarietà

Gaetano Bonoris, benefattore

di Angela Iussig

La figura del conte Gaetano Bonoris non è sta-ta oggetto sino ad oggi di studi approfonditi, sia in ragione dello stile di vita schivo, sia a causa della relativa carenza di fonti documentarie a lui relative.Gaetano nacque il 21 gennaio 1861 da Achille e Marianna Soncini – discendente da un’antica e nobile famiglia bresciana – la quale morì quando il piccolo aveva tre anni.I Bonoris erano un’attivissima famiglia della borghesia mantovana, tradizionalmente dedita all’imprenditoria e al commercio: nel 1870 il pa-dre di Gaetano era un riconosciuto esponente del mondo finanziario, “censore della Banca na-zionale del Regno d’Italia, amministratore della Banca provinciale bresciana e titolare dell’esat-toria di imposte e dazi per il governo”.Sappiamo che il futuro conte condusse i propri studi all’estero, in particolare presso il Politec-nico di Zurigo, anche se nel 1884 – con l’avanza-re dell’età del padre – fu costretto a rientrare in patria per gestire in prima persona il patrimonio familiare. Poco più che ventenne, dimostrò ca-

pacità e prudenza tali da riuscire addirittura ad ampliare la sostanza paterna: da allora scelse di condurre una vita signorile, seppur appartata, trasferendo la propria residenza a Montichiari, dove nel 1890 poté offrire ospitalità ad Umberto I. Gaetano Bonoris, all’epoca ventinovenne, ave-va contribuito con cura alla preparazione delle manovre militari che richiesero la presenza del re a Montichiari: “Sessantamila uomini in arme e una spesa valutata in 800mila lire. La brughie-ra torna a essere quel colossale Campo di Marte ch’era stato ai tempi di Napoleone Bonaparte: il luogo ideale per innalzare uno smisurato bivac-co, simulare scontri d’artiglieria e di cavalleria, ma anche per impressionare gl’infiltrati osserva-tori stranieri. Un grandioso spettacolo per cen-tomila curiosi”. Grazie anche a tale patriottica dimostrazione, nel 1891 gli fu conferita l’inve-stitura a conte. A tale titolo Gaetano Bonoris tenne molto, co-me dimostra anche la progettazione e l’esecu-zione dei lavori di ristrutturazione del castello acquistato nel 1890 dal Comune di Montichia-ri: all’impresa il conte dedicò ogni attenzione, dispiegando in essa gusto artistico e sensibili-

tà architettonica, oltre che rivelando il proprio carattere non facile, se non eccentrico. I lavori diretti dall’architetto Antonio Tagliaferri inizia-rono nel 1892 e proseguirono sino al 1900, por-tando alla realizzazione di un modello ideale di fortificazione medievale subito prescelta dal conte come propria dimora.Nello stesso anno Bonoris fu eletto parlamenta-re della XXI legislatura, durante la quale il bre-sciano Giuseppe Zanardelli fu a capo del gover-no: a convincerlo a candidarsi nelle file del par-tito liberale fu molto probabilmente l’autorevo-le senatore Ugo da Como, che aveva stabilito la propria residenza nella vicina rocca di Lonato.L’attenzione per i meno abbienti caratterizzò tutta l’esistenza di Gaetano Bonoris. Gli aiuti individuali andavano di pari passo con le largi-zioni a favore di enti ed istituzioni benefiche in Brescia e Mantova, con particolare attenzione alle necessità dei minori; attenzione che ebbe come esito naturale e coerente la volontà di af-fidare il proprio patrimonio alla Congrega della carità apostolica “perché la gioventù infelice di Brescia e di Mantova ritrovasse la speranza in Dio padre e le cure di una madre”.

La Fondazione amministrata dalla Congrega

Nel 1923 il conte Gaetano Bonoris dispose un lasci-to a favore della Congrega della carità apostolica, mirato ad istituire una fondazione che portasse il suo nome. Indicato quale amministratore del nuo-vo ente, l’antico Sodalizio fu di fatto investito della cura di un vasto patrimonio, mentre dell’erogazione delle rendite fu incaricata un’apposita Commissio-ne composta da tre membri, rispettivamente indi-cati dal Vescovo di Brescia, dal Vescovo di Mantova e dalla famiglia Soncini.Gran parte dell’impegno della Fondazione fu dispie-gato nella gestione dell’istituto “Bonoris” di Mom-piano in Brescia – inaugurato il 28 ottobre 1940 ed attivo sino alla metà degli anni Settanta – distintosi per decenni nell’assistenza ai bambini più bisognosi

delle province di Brescia e Mantova, e in particolare a quelli affetti dalle varie forme di disabilità psichica.Lo Statuto della Fondazione attribuisce alla Congre-ga della carità apostolica la responsabilità di vaglia-re le richieste pervenute, e di formulare proposte di erogazione da sottoporre all’approvazione della Commissione consultiva.Nel 2011 ricorrerà il 150° anniversario della nasci-ta del conte Bonoris: per celebrare la significativa ricorrenza, la Congrega della carità apostolica e la Fondazione conte Gaetano Bonoris intendono or-ganizzare, tra Brescia e Mantova, eventi culturali ed incontri scientifici dedicati all’approfondimento del profilo biografico di tale indiscusso protagoni-sta della storia politica e sociale, non solo bresciana.

Da quasi 100 anni a sostegno dei giovani

La figura di questo nobile bresciano non è mai stata oggetto di studi approfonditi per mancanza di fonti documentarie a lui relative

Gaetano Bonoris

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Paesi e parrocchie

Ventesimo anniversario dell’associa-zione “Progetto Tanzania onlus”, a favore delle missioni in terra d’Afri-ca. L’associazione coordinata da Gigi Marini, con un attivo gruppo di ami-ci all’opera, è intervenuta decine di volte in Tanzania sostenendo progetti con finalità sociali e umanitarie pro-mossi da suor Rosaria Gargiuolo e don Vincenzo Boselli, bagnolese. Da quasi 10 anni è impegnata a favore del grande “Villaggio della speran-za”, a Dodoma, capitale tanzaniana. Lì, in struttura protetta e familiare, aperta comunque al territorio e alle

Bagnolo Mella Progetto Tanzania onlus

L’Associazione, coordinata da Gigi Marini, è operativa in Tanzania. Sostiene progetti umanitari: da quasi 10 anni è impegnata nel “Villaggio della speranza”, una struttura che ospita bambini orfani e contagiati dall’Aids

Vdi Lina Agnelli

Intervista al Parroco

Una comunità controcorrente“Una comunità che ha conservato la propria identità nonostante i tempi di bufera e di stravolgimento che stiamo vivendo, rischiando massificazione e indifferenza”.Così, di primo acchito, il parere di mons. Severino Chiari, parroco a Bagnolo da otto anni, da subito immerso, con passione, nella realtà bagnolese. L’immersione gli è stata facile grazie alla spiccata predisposizione alle relazioni; il fatto poi di poter poggiare con una certa sicurezza i piedi su terreno riconoscibile, era ed è dovuta alla precisa circostanza che Bagnolo ha ancora confini di paese, cultural-mente intesi. Un paese, dice don Severino, che dal punto di vista dell’attenzione pastorale e devozionale ha due poli di riferimento: il santuario della Stella e l’ora-torio. Non spende parole, il parroco, a proposito delle Feste quinquennali da poco concluse, ma se un dato è evidente, quello è riferito alla grande partecipazione a manifestazioni corali, in buona parte legate alla tradizione, quali sono state ad esempio le processioni. In quanto all’oratorio (di cui sono stati inaugurati la scorsa settimana gli spogliatoi e il campo di erba sintetica) esso ha una ricca storia alle spalle, con curati estre-mamente coinvolti. Risultato: l’alta frequenza alla catechesi e alle varie attività ora coordinate dal giovane don Gabriele Fada, giunto a settembre fresco di ordi-nazione e già ben addentro nella realtà parrocchiale e oratoriana. Nello specifi-co settore della catechesi – ma non solo – una realtà estremamente significativa, anche se molto discreta nel proporsi, è quella delle Suore Canossiane, presenti in paese da oltre 100 anni: uno dei conventi dell’ordine più attivo e numeroso, con quattro religiose coordinate con evidente sensibilità pastorale da madre Lilia-na carica di preziose energie. Tutto questo, dalle considerazioni di don Severino Chiari che sottolinea anche il fatto che la comunità bagnolese si caratterizza per numerose esperienze di solidarietà e di vicinanza, fondate su quel patrimonio di un’identità mantenuta. E, allora, l’elenco dei gruppi è lungo. “Ci sono i volontari della Casa di riposo che sono un’ottantina. Il Mato Grosso bresciano, quasi quasi, nacque a Bagnolo. Ancora, i Giovani sempre, gli Alpini, la Protezione civile solle-citi nei momenti di bisogno, e oltre. C’è pure il Centro Santa Elisabetta, per madri in difficoltà, e da vent’anni – un anniversario che festeggiamo proprio domeni-ca 24 ottobre – è attivo il gruppo Progetto Tanzania, coordinato da Gigi Marini”. Certo, Bagnolo non è un’isola felice e non sfugge ai problemi dei nostri giorni. “I matrimoni religiosi, in otto anni, da quando sono arrivato a Bagnolo – dice don Severino – sono dimezzati, ed è calato notevolmente anche il numero dei matri-moni civili. Il numero dei battesimi però è inalterato. Una scelta dettata dalla tra-dizione, dalle pressioni sociali? Teniamo acceso il lumicino…”. Un lumicino che si alimenta di speranza e fiducia.

Vent’annidi presenzain Africa

[email protected]

sue necessità, sono ospitati, curati ed educati più di 100 bambini, orfani e contagiati dal virus dell’Aids. Parlare di “miracolo”, forse, non è azzarda-to considerate le premesse dell’ope-razione e gli esiti. Gli esiti: bambini negativizzati, cioè guariti; donne con-tagiate che provenendo dall’esterno, seguite con opportuni medicinali pri-ma e dopo il parto, hanno speranza di mettere al mondo bimbi sani; la scuo-la primaria frequentata da circa 500 ragazzini provenienti da ogni dove. Ed ora, al giro di boa, la scuola se-condaria per ragazze, capace di dare accoglienza tra un paio di anni a circa 500 adolescenti, già nella condizione di essere frequentata da 160 alunne. Questo per dire, in parte, quanto da Bagnolo si è cercato di fare, con va-rie alleanze e collaborazioni.Dunque, festa del ventesimo anno di fondazione del gruppo. Come sot-tolinea Gigi Marini, sarà occasione per riflettere sul lavoro condotto ne-gli anni, sui risultati raggiunti, sulle prospettive. Significativo perciò, sa-rà incontrare benefattori, sostenito-ri, suore e sacerdoti missionari che hanno condiviso il lungo percorso dell’associazione. Il programma del-le celebrazioni vede due momenti importanti. Il primo è per sabato 23 ottobre. Alle 14.30 presso la Filanda di Palazzo Bertazzoli ad associati, re-sponsabili delle congregazioni mis-sionarie e a quanti vorranno esserci, verrà presentato un video e una pub-blicazione sull’attività svolta. Dome-nica, invece, alle 10 verrà celebrata la messa in basilica in occasione della Giornata missionaria, aperta a tutta la comunità.

LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

I nuovi spazi dell’oratorio

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22 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

di Luciano Zanardini

Chi ha la fortuna di viaggiare si ac-corge, ogni volta che arriva in una città importante, della comodità della metropolitana. Se questa possa esse-re anche una soluzione per una città medio-piccola come Brescia è ancora presto per dirlo, di certo il tentativo di decongestionare il traffico è positivo. In attesa che il Consiglio comunale si prepari ad affrontare la questione metropolitana, si segnala la presenza di una Commissione ad hoc presie-duta dall’esponente della Lega Nord Nicola Gallizioli che sta seguendo di-rettamente i lavori. “Per il momento – spiega Federico Manzoni, membro della Commissione e rappresentante

del Pd – do un giudizio positivo sulla Commissione, sulle discussioni e sui rapporti che si sono creati”. L’opposi-zione non discute l’utilità della Com-missione, ma “le scelte unilaterali. Bisogna capire se si può invertire la rotta o se l’Amministrazione vuole an-dare avanti con il suo programma, sa-pendo che la metropolitana per essere ripagata in termini sociali ed economi-ci necessita di politiche mirate”. “La scelta del Sindaco di voler costituire la commissione della metropolitana – afferma Gallizioli – nasce proprio dall’esigenza di fare un po’ il punto sullo stato di avanzamento dei lavori”. “Per due anni – ribatte Manzoni – non

Brescia Trasporti e mobilità sostenibile

Metropolitana, un oggetto

sconosciuto?

Csi è parlato di stato di avanzamento dei lavori, del rispetto della tempisti-ca dei cantieri, dei conti e dell’equili-brio economico finanziario. Si sono interrotti una serie di canali informa-tivi che BresciaMobilità faceva ogni sei mesi in Consiglio comunale”. Ma qual è il reale stato di avanzamento dei lavori? “La metropolitana è al 70-75%, il problema è tutto il resto: il pro-blema economico, il costo del bigliet-to, il piano finanziario dell’opera e di quelle complementari”. Per mesi si è discusso se i conti erano stati fatti cor-rettamente o se erano stati sottova-lutati degli aspetti. “La prima volontà mia e della Commissione – specifica l’esponente della Lega – è stata quel-la di riportare l’attenzione sull’ope-ra”. A Manzoni non bastano, però, le intenzioni, ma si esorta la maggioran-za a una maggiore “coerenza perché un’opera di tale portata deve essere accompagnata da politiche del traffi-

co, del trasporto pubblico, della sosta, coerenti con questo investimento”. “La politica del centro storico – conti-nua Manzoni – va verso una liberaliz-zazione del traffico con la limitazione delle Ztl. Lo stesso vale per via Cremo-na con la corsia riservata alle Lam, per non parlare del progetto della Lam 3 che doveva collegare l’Oltremella al centro storico e non è più stata presa in considerazione”. Manzoni rimarca il fatto che in pas-sato c’era una maggiore attenzione per le aree pedonalizzate con più li-mitazioni al traffico privato e, quindi, una maggiore tutela del centro stori-co. “La giunta Paroli ha voluto dare un segnale di discontinuità rispetto a questi temi, mentre la metropolitana richiedeva interventi sulla mobilità sostenibile, l’interscambio bus-fer-rovia e una serie di opere ora al pa-lo”. Resta il problema dei conti. “Nel 2011 il Comune – dice Gallizioli – de-

Pareri a confronto

Entro due anni dovrebbe entrare in funzione la metro-politana, ma, oltre a controllare lo stato di avanzamen-to dei lavori, l’attenzione corre alla fase due, quella che dovrebbe raggiungere le zone maggiormente scoperte della città e dell’hinterland cittadino. “Il nuovo piano di governo del territorio – esordisce Manzoni – non può prescindere dal fatto che tra poco più di due anni ci sarà in servizio una infrastruttura come la metropolitana. Alcune scelte fatte non ci sembrano in linea con la metropolitana come l’idea di fare una nuova sede degli Uffici comunali, spostando gli uffici dalla zona di via Marconi (sorgerà una stazione della metropolitana) o di piazzale Repubblica (vi-cina alla zona della stazione e servita dai trasporti) a una zona periferica come quella degli ex Magazzini generali. Vogliamo capire se il nuovo Pgt manterrà lungo l’asse del metrobus le funzioni essenziali di una città, cioè quelle che creano domanda di movimento, traffico, mobilità e spostamento delle persone. Lo stesso stadio può andare in una zona dove la metropolitana non arriva? Chiediamo

all’Amministrazione di sfruttare il Pgt non solo come oc-casione per confermare la scelta della metropolitana ma anche per motivare ulteriormente tale scelta. Laddove si fanno delle scelte dovrebbero coincidere con le aree più servite dalla metropolitana per una valorizzazione di que-sto investimento”. “Anche la zona di piazzale Repubblica – evidenzia Gallizioli – non è direttamente collegata alla metropolitana, ma noi pensiamo già alla fase due con la linea Lamarmora-Fiera che potrebbe risolvere il proble-ma”. L’altro punto dibattuto è sullo stadio: “Faremo un collegamento con il parco dello sport, mentre dove og-gi c’è lo stadio arriva la metropolitana e non il trasporto privato (mancano i parcheggi). Nel Pgt metteremo que-ste opere (stadio, sede unica e parcheggio sotto il Castel-lo) e disegneremo un nuovo Pianoche tenga conto della metropolitana uno e due, cosa che invece l’opposizione non ha fatto”.L’argomento metropolitana è un tema di-scusso che ha attraversato ben due referendum (1998 e 2001) e che, ancora oggi, continua a dividere. Di questo

ne sono consapevoli sia Gallizioli che Manzoni. Maggio-ranza e opposizione concordano sul fatto che bisogna far comprendere ai bresciani l’importanza di questa nuova in-frastruttura che di fatto stravolgerà la città. I bresciani, se-condo Gallizioli, stanno ancora subendo la decisione: “La metropolitana è concepita come un problema. I cantieri bloccano la città e in molti si domandano che senso ha una metropolitana che va da Sant’Eufemia e arriva all’Ospe-dale lasciando fuori molte zone”. Non a caso la Lega, che dichiara di voler dare una propria impronta al tema della mobilità cittadina, organizza il convegno “Metropolitana: problema o opportunità?” venerdì 22 alle 18 nella sede di Confartigianato. La sede non è casuale, perché il traccia-to della fase uno e i futuri collegamenti possono essere delle zone dove investire e aprire nuove attività. Fra un po’ arriverà l’Alta velocità: sostanzialmente si arriverà da Milano a Brescia in venti minuti. Una volta che si arriva a Brescia, la metropolitana diventa strategica per chi vuole posizionare servizi o uffici in città”.

Nicola Gallizioli, presidente della commissione consiliare Metro, e il consigliere del Pd, nonché

membro della Commissione, Federico Manzoni, descrivono progetti, speranze e perplessità

legate alla nuova infrastruttura cittadina

La necessità di legare il Pgt alla metro

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Santa Maria in Calchera

Si inaugura il Seminario minoreDomenica 24 ottobre il Vescovo alle 18 celebra una Santa Messa nella par-rocchiale di Santa Maria in Calchera per l’inaugurazione del Seminario minore che trova spazio negli ambienti dell’oratorio. Il Vescovo taglierà il nastro e benedirà la nuova struttura prima della Santa Messa. La serata si concluderà con un momento di festa. La parrocchia accoglie con soddi-sfazione nel proprio oratorio la sede del Seminario minore e contempo-raneamente prosegue la tradizionale attività oratoriale di catechesi e di animazione per ragazzi. Grazie a un gesto di collaborazione, quest’anno ai catechisti già presenti si aggiungeranno quattro studenti del Seminario. Non è semplice portare avanti un discorso di pastorale giovanile all’inter-no della città, anche per questo l’iniziativa può avere un riscontro positi-vo. Da 50 anni l’oratorio di Santa Maria in Calchera porta avanti la propria attività catechistica e ludico-educativa nei confronti dei ragazzi, che, an-che quest’anno, sono iscritti in 169. Con questa decisione “favoriamo – ha spiegato don Giorgio Gitti, vicerettore del Seminario minore dal 2004 sullo scorso numero di ‘Voce’ – non solo i rapporti familiari ma anche quelli par-rocchiali, nella comunità in cui siamo inseriti. Vogliamo che la loro crescita educativa maturi in rete, con il contributo della famiglia, della scuola, del-la parrocchia. Si tratta di una vocazione a 360°, che può approdare anche verso altre scelte esistenziali oltre a quella sacerdotale”. In seguito alle dimissioni per raggiunti limiti di età di don Giuseppe An-soldi, la parrocchia di Santa Maria in Calchera dal 24 settembre è stata af-fidata al parroco di Sant’Afra, don Nino Prevosti, che da 13 anni guida la comunità di via Spalto San Marco. Anche questa realtà rientra nel progetto dell’unità pastorale del Centro storico dove le nove parrocchie non avran-no tutte la presenza di un Parroco, ma manterranno la specificità tipica delle parrocchie. Attualmente la zona del Centro storico è coperta dalla presenza di sei parroci. Tornando alla realtà di Santa Maria in Calchera e di Sant’Afra, è giusto ricordare che il vescovo Monari ha nominato – oltre a don Nino Prevosti – due collaboratori per le due parrocchie: don Gior-gio Rosina e don Marino Cotali. Don Giorgio, che era curato a Gussago dal 2002, si occuperà della gestione dei due oratori e, più in generale, aiuterà don Manuel Donzelli per tutto quanto concerne la pastorale giovanile del Centro storico. Don Marino, invece, arriva dall’esperienza di San Colom-bano di Collio dove dal 2002 era parroco: risiederà nella canonica di Santa Maria in Calchera e collaborerà al servizio di tutta la pastorale.

San Luigi Gonzaga

“Facciamo la cena giusta”Fino al 31 ottobre sono in programma a livello nazionale 15 giorni di appuntamenti, iniziative e cene per promuovere e diffondere i prodotti certificati Fairtrade: “Io faccio la spesa giusta” rappresenta un’occasio-ne ulteriore per sostenere i produttori e il commercio equo. Focsiv con lo Svi di Brescia inaugura l’iniziativa con una “Cena giusta” a sostegno dei progetti Svi in Africa e America Latina. Chi vuole può partecipare a “Facciamo la cena giusta”, sabato 30 ottobre a Brescia alle 19.30. Dove? Presso l’oratorio di San Luigi Gonzaga (San Polo nuovo). Si può preno-tare allo Svi entro il 25 ottobre al numero 0303367915 o mandare un’e-mail a [email protected].

San Gaetano

Un concerto per ricordare ScarpatLa figura e l’opera di Giuseppe Scarpat, docente universitario, fondatore del-la Casa editrice Paideia e appassionato musicofilo, saranno ricordati sabato 23 ottobre alle 17, nella chiesa di San Gaetano in città (via Callegari, 7) su ini-ziativa della Scuola diocesana di Musica Santa Cecilia. Eva Frick Galliera, con-certista di fama internazionale, si esibisce in un concerto d’organo con brani di Frescobaldi, Bach, Franck, Arnaldo Galliera e Vincenzo Petrali, tutti editi da Paideia e cari al Professore; a metà concerto, don Antonio Zani, studioso di Pa-trologia, tiene una prolusione dal titolo “Giuseppe Scarpat editore”. L’ingresso è libero. “La posizione accademica unita alla passione e alla cultura musicale facevano del prof. Scarpat una personalità di spicco nel territorio bresciano – dice don Tullio Stefani, direttore della Scuola diocesana –, alla quale Scarpat ha lasciato il suo fondo librario musicale. Molti titoli sono editi da Paideia: specializzata nella filologia greca e latina oltre che nella saggistica biblica e orientalistica antica, Paideia esprime gli interessi anche musicali del fondatore. “L’omaggio alla memoria di Giuseppe Scarpat – spiega don Stefani –, oltre che un dovere, significa per noi l’impegno a non cessare di promuovere, anche con la nostra attività didattica e concertistica, la formazione di persone come lui colte, appassionate, disinteressate, generose, che alla professione affiancano la voluptas di sani e mai sufficientemente celebrati otia, anche musicali”. (f.l.)

23LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

ve pagare una maxi rata di 54 milioni di euro; per il costo annuo della me-tropolitana a regime sono altri 20/25 milioni di euro, in più BresciaMobilità ha 16 milioni di euro di mutuo annuo. E poi ci sono i costi (80 milioni, ma a disposizione ne abbiamo 20) delle opere complementari. Ci sono, inol-tre, le riserve che Ansaldo ha chiesto per tutte le problematiche legate al-la costruzione. Il piano economico è complesso, ma lo si risolve se si rivede quello finanziario, che sta in piedi se il biglietto viene portato a 1,90 euro: di fatto è impossibile perché una leg-ge regionale impone a 1,25 il prezzo massimo del biglietto per il traspor-to pubblico. Vedremo come attrarre nuove utenze e come coprire i costi di gestione. Vogliamo coinvolgere altri enti, i Comuni limitrofi, la Provincia e la Regione. BresciaMobilità potrebbe chiedere un mutuo di 54 milioni: per poterlo fare deve essere ricapitalizza-

ta, cioè qualche bene comunale deve passare a BresciaMobilità”. “È chiaro che questo provvedimento – sul quale non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci – deve passare in Con-siglio comunale” chiosa Manzoni.La maggioranza sta studiando insieme a BresciaTrasporti e a BresciaMo-bilità il biglietto unico: “Un biglietto – prosegue Gallizioli– che possa es-sere utilizzato per parcheggiare, per prendere l’autobus o la metropolita-na e per Bicimia. Un biglietto che sia una sorta di carta di credito. Il mezzo pubblico non deve essere concepito come alternativa a quello privato ma complementare: così si spiega un par-cheggio nuovo in centro o l’ingresso delle auto in centro. È il cittadino che in base alle sue esigenze deve sceglie-re quale mezzo usare, non deve essere forzato come ha fatto la giunta Corsi-ni: vogliamo rendere il mezzo pubbli-co più competitivo di quello privato”.

La cerimonia della posa della prima pietra nel novembre 2003

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24 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

Arriva con alle spalle un’esperien-za intensa, “immerso in una Chiesa locale (il Patriarcato latino di Ge-rusalemme), a contatto con un ca-leidoscopio di culture, razze, lingue sulle tre piste delle tre grandi reli-gioni monoteiste”. Don Gianmario Biemmi, già fidei donum presso il patriarcato latino di Gerusalemme, è stato nominato parroco di Maria Madre della Chiesa in città. Nativo di Provaglio d’Iseo, a Gerusalemme è stato anche rettore del santuario “Nostra Signora di Palestina” e del Centro di accoglienza per gruppi

Insieme sulla strada

pensata da DioDon Gianmario Biemmi, già Fidei donum in Terra

Santa, succede a don Evandro Della Dote

Adi Luciano Febbrari

e singoli. Nella terra della Bibbia, là dove il cielo costellato di stelle è stato contemplato da Gesù, si è reso disponibile per il sacramento della riconciliazione per sacerdoti e religiosi, oltre a essere canonico nella basilica del Santo Sepolcro quando c’erano le celebrazioni del Patriarca. A Gerusalemme (“la pu-pilla dell’occhio di Dio, città uni-ca al mondo che non appartiene a nessuno, ma solamente a Dio: è un mistero che si rivela in parte e non in tutto”) ha avuto modo di stare alla sequela del card. Martini, rac-

cogliendo anche il suo pensiero co-me fonte di ispirazione: “Noi dob-biamo essere pellegrini come tutti i nostri antichi padri e camminare insieme, mettendo una mano sul-la spalla dell’uno e un’altra mano sulla spalla dell’altro. Intercedere insieme sulla strada degli uomini alla ricerca del volto di Dio”.Torna in una Brescia mutata nei suoi aspetti. L’uomo però rimane sempre quello che “a volte si lascia condizionare dall’ambiente, ma ri-mane sempre uomo con le sue gio-ie e i suoi dolori, le sue fatiche e le sue speranze”. Si appresta a iniziare il suo nuovo ministero con l’auspicio di cammi-nare giorno per giorno per “scopri-re i segni della tenerezza di Dio. A livello personale e comunitario, lasciamoci guidare da Lui per co-

Brescia Maria Madre della Chiesa

gliere in ogni uomo il volto di Dio”. Ha già ricoperto l’incarico di par-roco a Tremosine (1977-1982) e a Sulzano (1987-1995). La parrocchia Maria Madre della Chiesa è giova-ne (36 anni di storia) con un buon numero di collaboratori: “Cerche-rò di essere attento – spiega don Gianmario – a chi incontro sulle strade di questo nuovo quartiere. Non mancherò di cogliere istanze e bisogni”. Nell’agenda di don Biem-mi non ci sono programmi prede-finiti, perché “l’esperienza che mi viene dal cammino fatto fin qui mi sarà più facile nel sentirmi uno di loro per percorrere insieme il tratto di strada preparato dal Signore. Se saremo attenti all’altro, faremo fa-miglia, superando i nostri egoismi e quella sete di primeggiare propria del nostro tempo”.

Iniziativa dell’Asl di Brescia per le categorie a rischio

Dal 3 novembre la vaccinazione è gratuitaCon l’avvicinarsi della stagione influenzale, l’Asl di Bre-scia ha predisposto, con il Servizio sanitario regionale, la campagna per la vaccinazione gratuita e facoltativa rivolta a una serie di categorie di utenti. “Dal 3 novem-bre – ha detto il direttore generale dell’Asl cittadina Carmelo Scarcella – le categorie individuate potranno rivolgersi al proprio medico curante o pediatra di li-bera scelta che aderiscono all’iniziativa. Avremo a di-sposizione 175mila vaccini – ha continuato Scarcella – valore definito dal trend storico, con il quale ritenia-mo di poter coprire tutte le categorie interessate. Va sottolineato che la collaborazione dei medici è deter-minante e lo dimostra l’elevata adesione degli stessi all’iniziativa, che negli scorsi anni ha superato l’80%. I pazienti di chi non aderisse, potranno avvalersi del-le strutture dell’Asl, le cui sedi e orari saranno pub-blicizzate con appositi manifesti presso le farmacie, i municipi e gli ambulatori distrettuali. L’obiettivo del programma – ha chiosato Scarcella – è il raggiungi-mento della copertura vaccinale del 75% delle perso-ne a rischio e va rilevato come l’Asl di Brescia, per gli over 65, ha raggiunto una delle percentuali più alte della Lombardia, attestandosi mediamente negli an-ni scorsi al 74.39%”. “Il vaccino è trivalente - ha pre-cisato il direttore sanitario Francesco Vassallo – com-

prendente anche l’H1N1, il ceppo che lo scorso anno determinò la pandemia influenzale, ora declassata a semplice influenza. Le categorie interessate, come per gli scorsi anni – sono gli over 65, i soggetti porta-tori di malattie croniche, le donne in gravidanza, gli operatori e i pazienti delle strutture socio-sanitarie, gli appartenenti alle forze dell’ordine, i bambini con età inferiore ai 10 anni, che richiedono un richiamo del vaccino, ed altri ancora. Sono altresì importanti – ha sottolineato Vassallo – le misure da adottare per la protezione personale, utili a ridurre la trasmissione del virus, quali, ad esempio, il lavarsi spesso le mani o un isolamento volontario in casa se affetti da malattia respiratoria febbrile”. Queste sono alcune indicazioni fornite dall’Asl di Brescia e gli elenchi dei soggetti che potranno vaccinarsi gratuitamente, presso il proprio medico curante o tramite le strutture pubbliche, so-no disponibili, oltre che nei luoghi già citati, sul sito www.alsbrescia.it. Il termine della campagna è previ-sto per il 26 novembre, mentre il picco influenzale è atteso per la fine dell’anno. “Dei 175mila vaccini ri-chiesti, 160mila saranno di tipo ‘split’ – ha illustrato il direttore Dipartimento di prevenzione medico dell’Asl Fabrizio Speziani – cioè con virus frammentati e con basso livello di effetti collaterali”. (fr.a.)

Don Gianmario Biemmi

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25LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Brevi

Il sostegnoscolastico

è una prioritàdi Federico Migliorati

L’attenzione per le persone in diffi-coltà e per l’ambito scolastico con-tinua a rimanere alta a Montichiari e si esplicita in 600mila euro a ciò destinati. In merito al primo aspet-to si può affermare come esso co-stituisca uno dei fiori all’occhiello nell’ambito dei servizi sociali “un settore che – afferma l’assessore Gianluca Imperadori – l’amministra-zione comunale intende continua-re a finanziare e a supportare con grande impegno. Anche nel 2010, nonostante la difficoltà economica generale, abbiamo deciso di mante-nere e garantire con ingenti risorse e personale questo importante am-bito”. Corrisponde a 270mila euro, con un aumento rispetto allo scor-so anno, il contributo stanziato dal Comune al quale va aggiunto l’ap-porto di tre giovani volontari i quali andranno ad affiancare i docenti e gli assistenti professionisti. “Inoltre – continua Imperadori – il ministero dell’Istruzione, attraverso l’Ufficio scolastico provinciale, ha assegna-to due nuovi insegnanti che com-pleteranno l’organigramma garan-

tendo così un livello di assistenza ai nostri bambini diversamente abili molto alto, addirittura maggiore ri-spetto a quello riconosciuto negli scorsi anni”. Per quanto riguarda le scuole, in questo caso un ruolo fondamentale lo rivestono le con-venzioni con le parrocchie tramite le quali l’amministrazione comunale offre alle famiglie monteclarensi e ai loro figli l’attività di doposcuola utilizzando gli spazi del Centro gio-vanile San Giovanni Bosco della parrocchia di Santa Maria Assunta, del Centro San Lorenzo di Novagli e dei locali della parrocchia Santa Maria Immacolata di Borgosotto. “Le convenzioni, che hanno visto un contributo complessivo da parte del Comune di oltre 320mila euro – con-clude Imperadori – garantiscono un servizio di qualità e una comparte-cipazione ridotta da parte delle fa-miglie, segno dell’importanza che l’amministrazione comunale pone a questo riguardo”. Comune e par-rocchie, dunque, sono sempre uni-te nel segno dell’educazione e della crescita dei nostri ragazzi.

Montichiari Collaborazione con le parrocchie

Roccafranca

Travagliato

Leno

Padernello

La comunità è in festaper il nuovo anno pastoraleDomenica 24 ottobre comunità in festa a Roccafranca. Dopo la messa mattuti-na, all’interno della quale i catechisti ricevono il mandato, il ritrovo è previsto al-le 14 presso l’oratorio. I più piccoli potranno divertirsi con i giochi dedicati a San Luigi, gli adulti e gli anziani con la tombolata. Nel pomeriggio la castagnata.

Le liriche di OrlandiSulla copertina la silhouette di una donna che si libra con gesto armonico sul mare, mentre l’acqua e le nubi si arrossano per i raggi del sole: a ben pensarci nessuna immagine sembra più adatta alle parole che la sovrastano: “Spiccan-do il volo”. È questo il titolo della nuova raccolta di 60 liriche di Patrizia Orlan-di, che viene presentata alle 20.30 di sabato 23 ottobre presso la sala Nicolini di Travagliato. Nonostante la disabilità, causata da una malattia nel periodo dell’infanzia e il deteriorarsi della vista che l’ha condotta sino alla completa cecità, la poetessa travagliatese, nata in Francia da genitori italiani, continua a incantare i lettori con versi essenziali e profondi, come si addice a una poe-sia che fiorisce nel buio e nel silenzio. (f.u.)

Fa discutere la chiusura dell’ArpaChiuso l’ufficio Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di Leno. La decisione è della Regione che ha disposto il trasferimento di perso-nale e struttura presso la sede provinciale di Brescia. Ma la questione allarma i sindaci della Bassa i quali prevedono, per eventuali emergenze, tempi di in-tervento lunghi mentre dovrebbero essere rapidi e tempestivi per la tutela del territorio caratterizzato da agricoltura e allevamento intensivi, con tutte le problematiche derivanti dall’utilizzo dei presidi chimici nel trattamento del-le colture e dallo sversamento dei liquami zootecnici e dei fanghi sui terreni.

Fiera del gusto e dei sapori locali a Padernello: uno sfizioso viaggio alla risco-perta della tradizione culinaria bresciana che diventa anche storia del territo-rio e della civiltà che l’ha caratterizzato. Domenica 24 ottobre dalle 9.30 alle 18.30, nell’ambito dell’iniziativa “Buono, pulito e giusto”, sotto il prestigioso patrocinio dell’associazione Slow Food International, si terrà nella splendida cornice del famoso castello un mercato dei prodotti tipici della nostra provincia e in particolare della Bassa bresciana. L’appuntamento consentirà ai visitatori di venire a conoscenza di alcune delle eccellenze enogastronomiche presenti sul territorio. Saranno in vendita i casoncelli di Cigole, preparati con farina di monococco, le birre artigianali da Manerbio, la marronata e altre confetture da Gottolengo, oltre a numerose varietà di farine, miele, salumi e formaggi. Con un piccolo sforzo di immaginazione sembrerà di fare un salto indietro nel tempo, seppure per un giorno soltanto: volgendo lo sguardo dal castello e dal suo fossato fino alla campagna circostante, abbastanza lontana dal traffico e dai segni più evidenti della modernità, si potrebbe persino pensare di essere capitati in pieno Medioevo, quando dal contado gli abitanti giungevano a ven-dere prodotti. Era quello giorno di mercato, giorno di incontri e di allegria, di scherzi e di risate, la cui eco risuona ancora tra le volte dell’antico castello. (f.u.)

Fiera del gusto e dei sapori localiL

Paesi e parrocchie Bassa

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26 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Bassa

Un corteo aperto dalla banda mu-sicale cittadina diretta dal maestro Mario Mazza ha rallegrato la sfilata delle 24 “pedine”, in costumi me-dioevali appositamente confezio-nati da Lucia Piva, Sandra Rodella, Nadia Bonazza e Flavia Franzoni, dal piazzale della Casa di riposo fi-no all’oratorio femminile. Nel cor-tile dell’oratorio femminile, com-pletamente ristrutturato, attorno alla scacchiera ricavata sul selcia-to erano disposte più di 250 sedie messe a disposizione di coloro che volevano godersi la doppia rappre-

sentazione vivente del gioco della dama. Il cortile, gremito all’invero-simile di bambini e adulti, ha fatto riaffiorare il ricordo di come era vivo e gioioso l’oratorio femminile alcune decine di anni fa.Prima dell’inizio della sfida, il par-roco don Franco Tortelli ha pre-sentato a tutti il card. Giovanni Battista Re, per la prima volta a Carpenedolo, che ha rivolto un bel-lissimo pensiero a tutti i presenti; ha elogiato i bambini e i ragazzi presenti invitandoli a frequenta-re l’oratorio e a farlo diventare la

La damavivente

in costumeIl card. Re ha benedetto i nuovi spazi esterni e un

busto dedicato a Paolo VI. Nel cortile è andata poi in scena una singolare rappresentazione

Uloro seconda casa e ha esortato i genitori a rimanere sempre accan-to ai loro figli in modo vigile e co-struttivo. Ha recitato una preghiera all’interno della chiesetta recente-mente restaurata e ha benedetto il busto raffigurante il papa brescia-no Paolo VI, che in seguito verrà posizionato davanti all’ingresso principale della nuova sala poliva-lente. All’inizio della prima grande sfida di dama vivente a Carpenedo-lo erano presenti anche il sindaco Gianni Desenzani e l’assessore al-la cultura Antonio Tafelli. Si sono sfidati due maestri di dama italiana e internazionale, Pierluigi Perani di Carpenedolo e Diego Signorini di San Polo, campioni italiani in-dividuali e a squadre. In due parti-te hanno mostrato le loro migliori mosse e alla fine il verdetto finale è

stato di parità. L’ingresso nel corti-le, la disposizione delle pedine sul-la damiera, le mosse annunciate, le mangiate e ogni arrivo a dama sono stati eseguiti con movimenti coreo-grafici al ritmo di tamburo suonato da Roberto Rodella.Unico neo la troppa luce solare che non ha permesso di utilizzare il ma-xi schermo appeso sotto il balcone, sul quale dovevano essere proietta-te in diretta le mosse eseguite sul-la damiera. Solo verso la fine della manifestazione il pubblico ancora presente ha potuto riconoscersi nelle immagini trasmesse in diret-ta con particolare gioia dei bambi-ni e dei ragazzi. Visto il successo dell’iniziativa, si sta già pensando a una prossima edizione d’estate in notturna, magari preceduta da un torneo aperto ai ragazzi.

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27LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Don Daniele Faita

In 13 anni, tanto il tempo trascorso nel suo servizio in Seminario, ha po-tuto conoscere da vicino tanti ragaz-zi e giovani. Molti di questi oggi sono diventati sacerdoti o genitori e lo ve-dono ancora come il loro padre spi-rituale. Dal 1998 don Daniele Faita segue nel loro percorso i ragazzi che vanno dalla prima media all’ultimo anno delle superiori. Adesso si pre-para al nuovo incarico, anche se per il momento mantiene il contatto con il Seminario minore, come parroco di Cellatica. “Ho chiesto al Vescovo – spiega don Daniele – di dedicarmi

a qualcosa di nuovo, anche perchè il Seminario minore ha bisogno di una guida spirituale più giovane e più vi-cina ai linguaggi dei ragazzi. Posso, però, dire di aver instaurato con tutti i ragazzi un buon rapporto che è pro-seguito nel tempo”. Dal suo osserva-torio privilegiato don Faita ha potuto leggere le pieghe della vita dei ragaz-zi e dei giovani a cavallo tra il XX e il XXI secolo: “Ho sempre desiderato che i giovani – sottolinea – facessero esperienza di Dio, l’unico capace di realizzare i desideri più grandi del-le persone. Ho cercato di aiutarli a

Testimoniarela speranzadel VangeloDopo 13 anni di guida spirituale nel Seminario minore, don Daniele Faita si prepara alla nuova comunità senza che nessuno si senta escluso

Idi Luciano Febbrari scoprire la bellezza e il valore della

Parola di Dio, puntando sull’imita-zione di Gesù possibile solo attraver-so il Vangelo. Con tutti i limiti umani mi sono impegnato a comunicare la speranza del Vangelo”.Gli incontri con le persone fatti in Seminario occupano un posto sta-bile nel suo cuore. “Ho imparato il valore e l’importanza della dimen-sione spirituale, ponendo una grande attenzione alla capacità di discerni-mento e a trovare modalità di aiutare a guardare con speranza il cammino indicato da Dio a ciascuno”. Nel periodo in via Bollani si è licen-ziato anche in Teologia spirituale presso la facoltà di Milano, riflet-tendo in modo particolare sulla vita cristiana dei santi. Prima dell’espe-rienza in Seminario era stato curato a Marcheno e Castegnato. Tornando

al presente, in attesa di incontrare il consiglio pastorale e di mettersi in ascolto della nuova realtà, don Faita non nasconde che avrà un’attenzio-ne specifica per la dimensione spiri-tuale: “Mi piacerebbe che i giovani facessero l’esperienza di Gesù”. Un altro aspetto da evidenziare è che il suo ingresso si colloca all’interno del cammino della diocesi alla luce della Lettera pastorale, cioè “che le comunità siano modelli di comunio-ne nella società”. La conclusione del pensiero di don Daniele si ricollega a quanto detto dal Vescovo nell’incontro con i sa-cerdoti durante l’Agorà ovvero di “prodigarsi perché davvero nessu-no si senta abbandonato e solo. Cer-cherò in modo particolare di essere attento agli ultimi e alle famiglie in difficoltà”.

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28 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Valtrompia

L

di Edmondo Bertussi

La Polisportiva Pezzaze ha com-piuto 35 anni. Una storia importan-te per tutto il paese di circa 1600 abitanti. Da due generazioni, chi fa sport è cresciuto nel sodalizio, che coinvolge almeno 200 persone di tutte le età. Nella ricorrenza dei 35 anni è stata celebrata la Festa della Montagna alla Stese, una tradizione ormai importantissima per raccogliere le risorse necessarie alla sua in-tensa attività, e che è durata ben 10 giorni, impegnando un centina-io di volontari.Per l’occasione è stato redatto un opuscolo speciale che ha ricorda-to i 35 anni con pagine particola-ri dedicate alle discipline sportive che vedono impegnati i colori del-la società.Fondata nel 1975 da alcuni volon-tari con primo presidente Felice Richiedei e il sostegno dell’Ammi-nistrazione comunale (mai venu-to meno), si era posta un chiaro obiettivo: promuovere le attività sportive non solo come momen-to di attività fisica competitiva ma come momento di incontro, diver-timento e reciproco rispetto nella

competizione sportiva e nella vita. Altra caratteristica: partecipare a campionati ufficiali e promuovere eventi in tutte le stagioni capaci di coinvolgere il paese intero.Così sono nate, con occhio parti-colare ai giovanissimi, le diverse formazioni di calcio (una sessan-tina di soci), lo sport più amato in paese con tradizionali rivalità delle tifoserie locali.La Polisportiva ha partecipato l’an-no scorso onorevolmente al cam-pionato Csi maschile con una squa-dra under 10 e quest’anno grazie all’aiuto di genitori e amici sponsor si è aggiunta una squadra under 14. Gioca poi nel campionato eccel-lenza la collaudata squadra open adulti: l’anno scorso si è laurea-ta campione con un’ultima partita al cardiopalma contro il Sarezzo. Sempre più importante la pallavo-lo nel 2009 (e continua nel 2010) ha debuttato nel campionato Csi Giovanissime la squadra femmini-le, disputando poi anche il Trofeo Leonessa.Alla fine le è stato assegnato un premio di grande significato: la Coppa Disciplina riservata alla

squadra più corretta della catego-ria. Da segnalare poi annuali corsi di nuoto a Gardone per le scuole (30 alunni) e quelli di karate. Con presidente Alex Zilberti gli ultimi cinque anni sono stati particolar-mente intensi.Nella scorsa stagione ci sono state due gare di sci con la partecipazio-ne di una quarantina di soci. E si è guardato oltre i confini del paese: la Ciaspolata al Prato Nuo-vo (due edizioni); la Half Mara-thon con partner la Promosport Valli Bresciane, giunta alla terza edizione e già classica gara di cor-sa in montagna (150 concorrenti nell’ultima).Infine fiore all’occhiello, il Palio della Montagna inventato quattro anni fa: nel 2010 ha coinvolto sei Comuni (Pezzaze, Marcheno, Col-lio, Lodrino, Bovegno, Tavernole) con 600 atleti nelle diverse sfide: tornei di calciobalilla, bocce, cal-cio, briscola, tiro al piattello, staf-fetta podistica, pesca. Recentemente il sodalizio ha rin-novato il suo direttivo: tocca a Cri-stian Gipponi raccogliere i frutti positivi seminati da Zilberti.

La Polisportiva

L’incontronell’attività

sportivaIn una piccola realtà permangono significativi

i valori legati allo sport, strumento per uniree rafforzare l’unità: l’esempio della Polisportiva

Pezzaze Anniversario

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29LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Gardone Val Trompia

Le associazioni unite da un unico obiettivoAssociarsi significa avere più forza nel perseguire uno stesso obiettivo e condividere le stesse passioni con-tando l’uno sull’entusiasmo dell’altro. Questo il sen-so della festa delle associazioni organizzata a Gardo-ne Val Trompia da venerdì 22 a domenica 24 ottobre. Cornice della manifestazione sono i Capannoncini al Parco del Mella, animati nella serata di venerdì dal concerto della banda musicale “C. Gottardi”, cui fa seguito un repertorio di canzoni tradizionali a cura del “Gruppo Stella Canta con noi”. Sabato 23, invece, il pomeriggio si aprirà alle ore 15 con un’animazione per i più piccoli realizzata dai Pionieri della Croce Rossa e dall’Ecomuseo “La montagna e l’industria”, mentre alle 20.30 i Gruppi giovanili gardonesi tratterranno il pubblico con un concerto di musica rock. “Sabato 23 – dice l’assessore alla Cultura in Comunità montana, Elisa Fontana – la festa entra nel vivo con un’intensa giornata di appuntamenti scanditi da un convegno sul-lo spirito del fare associazione e sul pratico esempio di Valtrompiacuore, che dirige i suoi sforzi nel tentativo di far conoscere a quante più persone possibili qua-li siano le malattie cardiovascolari e come si possano prevenire”. Una giornata particolare quella di dome-nica 24, che comincia all’insegna di “Volontariato in rete: la nuova sfida dell’associazionismo”, convegno a

cura della Comunità montana di Valle Trompia e con il fattivo coinvolgimento delle associazioni culturali e sociali di Gardone. Il via ai lavori alle ore 9.50 con l’in-tervento di Diego Mesa su “L’associazionismo trium-plino: spunti e provocazioni da una ricerca sul campo” e alle 10.30 Maria Paola Mostarda con “Tra il dire e il fare: linee progettuali per un lavoro in rete”. Due esposizioni seguite alle 11.10 dalla presentazione delle consulte, delle associazioni e del Forum territoriale del terzo settore Valle Trompia. Una giornata che prose-gue con lo spiedo (ricavato devoluto all’associazione Valtrompiacuore) e nel pomeriggio, alle 15, una lettu-ra animata a cura degli Amici della biblioteca; sempre alle 15 presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Gardone la possibilità di effettuare uno screening cardiologico (prenotazioni venerdì e sabato durante la festa). In particolare, quest’ultimo è l’appendice di un evento nell’evento: la ‘Giornata cardiologica’, con una conferenza sulle problematiche legate alle malat-tie cardiovascolari e, appunto, gli esami con rilevazione pressione arteriosa, rilevazione colesterolo, Ecg (Elet-trocardiogramma) e stima del rischio cardiovascolare spalmati su cinque turni (ore 8, 10, 12, 14, 16). Info su Valtrompiacuore al numero di telefono 030.8912382 o a [email protected]. (a.a.)

Infrastrutturesolo per sportLa Valtrompia è ricca di proposte e di attività sportive. Focus su Lumezzane, Gardone e sulla pista ciclopedonale. Dicono la loro gli oratori

Inchiesta La Voce della Valtrompia

Nella routine quotidiana, fatta di cor-se e rincorse, con la difficoltà di rita-gliarsi del tempo libero, un importante spazio è quello che si dedica allo sport, quello praticato. Lo sport è da sempre, a tutti i livelli, un tema che affascina l’uomo. Associazio-ni sportive, più o meno professioni-stiche, nascono, crescono e si svilup-pano in tutta la Valle Trompia; alcune sono storiche e altre meno. Proposte sportive che annoverano i classici cal-cio, pallavolo o nuoto ma che non tra-lasciano ciclismo, bocce, danza, ten-nis e basket per citarne alcuni; e poi

Ndi Paola Bottinelli

il tema degli sport invernali, presenti in alta Valle. Indubbio il valore socia-le dello sport; ma l’inchiesta di questo numero ha voluto sondare lo status di alcune infrastrutture cogliendo l’occa-sione della conclusione e dell’annun-cio della fine dei lavori di ristruttura-zione e sistemazione.L’apertura dell’inchiesta è dedicata alla situazione degli impianti sportivi lumezzanesi. Il paese valgobbino ne-gli ultimi 10 anni ha avuto diverse que-stioni legate alle infratrutture sportive. Una su tutte il campo per il rugby: “Il sindaco e la sua giunta hanno deciso di

destinare la Val de Put alla realizzazio-ne del campo da rugby. Con esso sor-gerà una pista da pattinaggio e un par-co che farà da sfondo al centro spor-tivo – dice l’assessore allo sport del Comune valtrumplino Lucio Facchi-netti –. Mi auguro che entro la fine del mandato dell’attuale amministrazione il nuovo campo possa essere comple-tato”. Nell’intervista l’assessore tocca la situazione di altri impianti: il pala-fiera, il campo sportivo del Villaggio e le piscine. Altra infrastruttura che si è andata a chiudere è quella realizzata dal Comune di Gardone nel parco di Rovedolo, dove l’amministrazione ha trovato e realizzato una struttura che possa ospitare le squadre di pallavolo, calcio, pallacanestro e le classi scola-stiche. Spazio richiesto dai cittadini e in breve tempo realizzato. E poi un’al-tra questione è aperta nell’intera Val-

le: la conclusione della pista ciclope-donale e che permetterebbe di salire da Brescia, fino a Marcheno senza in-contrare la strada carrabile. Progetto presentato in Regione e in attesa del finanziamento. Grande importanza nel mondo dello sport ce l’hanno anche gli oratori. Non esiste oratorio che non abbia almeno un piccolo campetto da calcio, un canestro o un cortile do-ve praticare attività sportiva, per non pensare a realtà parrocchiali ben più organizzate e attrezzate con infrastrut-ture degne dei migliori centri sporti-vi. In molti possono praticare attività sportiva grazie al Csi (Centro sportivo italiano) a cui proprio le realtà orato-riane, e quindi cristiane, si affiliano. Sarebbe lungo farne l’elenco; ciascu-na parrocchia, più d’una, coscienti che anche lo sport possa crescere un uo-mo prima, un cristiano poi.

SottovoceOggi c’è lo sport da copertina e da tv; c’è lo sport professionistico ma con meno at-tenzione mediatica, e c’è lo sport, quello che a noi più interessa, che pratica la gente valtrumplina. Per praticare uno sport, qua-lunque esso sia, non serve essere campioni ma avere passione. Quella passione che ha permesso alla Valle di raggiungere tanti tra-guardi, in più campi. La passione poi si spo-sa con strutture che possano permettere ai cittadini di praticare lo sport che più piace. A questi va aggiunto il mondo degli orato-ri e delle parrocchie, dove lo sport è pasto-rale, progetto educativo in maniera chiara e decisa. Lo sport, qualunque esso sia, oltre a sviluppare il fisico e la fisicità, fortifica la persona, la educa, la aiuta a crescere, le in-segna a stare con gli altri e ad affrontare sfide e difficoltà. La prima pagina di ottobre

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30 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Valle Camonica

Con l’arrivo dei mesi autunnali e in-vernali diventa sempre più di attuali-tà la prevenzione contro le malattie da freddo. In questo delicato settore, che colpisce vasti strati di popolazione con ricadute sociali e sanitarie, ma anche economiche, da sempre le Terme ita-liane si adoperano per trovare la mi-gliore risposta, preventiva e curativa. Infatti, la prevenzione a tutto campo è sempre il metodo migliore per scon-giurare il ripetersi di fenomeni legati alle improvvise comparse di raffred-dori, tosse, lacrimazione e muco na-sale, con le ben note complicanze che

possono diventare anche serie. In que-sti ultimi anni è diventato, poi, sempre più drammatico il tema dell’inquina-mento ambientale e delle polluzioni industriali e da traffico: particelle sem-pre più insidiose e velenose colpisco-no con frequenza e con particolare ac-canimento soprattutto le fasce di età più esposte: i bambini che camminano a livello dei gas di scarico delle auto e che respirano anche la porzione più pesante delle particelle inquinanti che si depositano a terra. Anche per que-sta ragione, dall’ottobre di quest’anno le Terme di Boario hanno ideato una

Prevenireper combattere

il raffreddorePresso le Terme è stata ideata un’iniziativarivolta a genitori, scuole e società sportive

per aumentare le difese personali

Cdi Franco Garattini campagna di prevenzione con cicli di

cure inalatorie con le acque particolar-mente ricche di calcio, zolfo, magne-sio e bicarbonato: acque della salute in grado di migliorare la pervietà delle vie aeree superiori, aiutare a rinforzare le difese immunitarie dei tessuti respi-ratori, creare uno scambio veloce tra materiale inalato espellendo le sostan-ze tossiche. Le Terme hanno aperto la campagna con un appello ai genitori, alle scuole, agli educatori sportivi, ai medici di famiglia e ai pediatri perché provvedano per tempo a sensibilizza-re soprattutto i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, sulla necessità di una ro-busta campagna di prevenzione con-tro quelle che genericamente vengono definite “malattie da raffreddamento”. Si tratta di un progetto su vasta scala che, con la collaborazione di tutti, può portare tanti bambini (dai tre anni di

età in avanti) a migliorare le proprie difese personali contro i tanti insulti che quotidianamente colpiscono l’al-bero respiratorio. Il progetto si avvale di cicli di terapie inalatorie (uno o due cicli, a distanza di sei-otto mesi tra lo-ro), che comprendono ciascuno 12 ae-rosol più 12 inalazioni. Le acque di Bo-ario, che contengono zolfo molto ben tollerato perché inglobato in molecole di ossigeno (quindi acque ottime an-che per l’alimentazione), sono indica-te come presidio dell’albero respira-torio. Ma anche il calcio è un ulterio-re aiuto proprio nella fase di crescita del corpo. Per dare un aiuto concreto alle famiglie, il reparto inalazioni del-le Terme sarà aperto nei giorni feriali dalle 16 alle 18, oltre che al mattino, consentendo quindi ai bambini ed ai ragazzi che escono da scuola di poter effettuare la cura termale.

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31LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Brevi

Al via la Scuoladi alta

formazionedi Ermete Giorgi

Il prossimo 29 ottobre prende il via la prima annualità della Scuo-la di alta formazione di Assocamu-na, nata dalla partnership tra l’as-sociazione degli imprenditori e il “Mip School of management” del Politecnico di Milano, una tra le più importanti “Business school” riconosciute a livello nazionale e internazionale. La scuola apre le porte a laureandi e neo imprendi-tori attraverso l’erogazione di quat-tro borse di studio di formazione, sostenute da imprese ed enti del territorio. Banca di credito coope-rativo di Brescia, Gtm s.r.l., Abra-Beta s.p.a. e Consorzio servizi Val-camonica sono le realtà che insie-me ad Assocamuna hanno deciso di investire sul futuro dei giovani del territorio camuno-sebino, offrendo quindi un’opportunità veramente unica di crescita e di confronto con gli imprenditori per laureandi e neo impresari. Il bando è aperto da su-bito. Per i laureandi sarà necessa-rio aver compiuto i 26 anni d’età; che siano laureandi in discipline economiche o ingegneristiche; che

abbiano superato l’80% degli esami previsti dal piano di studi, o alter-nativamente abbiano conseguito la laurea di primo livello e siano iscritti al secondo livello; che siano residenti in uno dei Comuni della Valle Camonica, del Sebino, o del-la Valle di Scalve. Requisiti prefe-renziali: buona conoscenza della lingua inglese; valutazione media negli esami sostenuti; forte moti-vazione allo sviluppo delle com-petenze professionali nel territo-rio d’origine; esperienza di stage, o lavorativa pregressa in aziende del territorio di riferimento.Per i neo imprenditori invece i se-guenti requisiti: aver avviato atti-vità imprenditoriale nel territorio a partire dal 2009; rappresentare un’impresa che potrebbe svilup-parsi anche all’estero; non aver su-perato i 40 anni; l’attività impren-ditoriale dev’esser stata avviata ex-novo. Domande (entro il 25 ot-tobre 2010) ed ulteriori informazio-ni ad Assocamuna, piazza Medaglie d’oro, 3G 25047 Darfo Boario Ter-me, telefono 0364/534580.

Assocamuna Prima annualità

Darfo Boario Terme

Darfo Boario Terme

Breno

Un successo il raduno alpinoNonostante la pioggia, il cattivo tempo non ha fermato la sfilata delle penne di Darfo Boario Terme in occasione del raduno alpino “Secondo Raggruppa-mento” di Lombardia ed Emilia Romagna. La sfilata, che ha visto partecipare 10mila persone, è iniziata allo stadio comunale di Darfo, proseguendo poi per via Quartieroni, corso Lepetiti, viale Tassara, corso Italia, viale Repub-blica e via Manifattura. La popolazione ha vissuto con partecipazione i vari momenti ben orchestrati dalla sezione locale e dall’Ana di Valle Camonica.

Quando l’acqua raccontaPresso l’Istituto comprensivo “Darfo 2” di via Polline a Boario Terme, è aperta la mostra “Quando l’acqua racconta: un itinerario fotografico tra l’Adamello e il lago d’Iseo” dell’insegnante e formatore Alessio Domenighini, col patro-cinio dell’ Università popolare di Valcamonica-Sebino ed il contributo dell’am-ministrazione comunale di Darfo Boario Terme. “Questa rassegna – ha sotto-lineato l’autore in sede di presentazione – nasce dal bisogno di riflettere su uno dei beni naturali più preziosi per il nostro territorio. L’urgenza di questa considerazione-valutazione è suggerita da una legge, la quale prevede che la gestione del prezioso elemento venga affidata a qualche società privata. Giusto il caso di chiedersi che cosa rimarrà ai Camuni? Quanto pagheranno? Quale possibilità avranno ancora di godere di un bene che da sempre è stato di proprietà collettiva”?.Tre sono i filoni attorno ai quali ruotano idealmente le immagini presentate. Il primo riguarda l’acqua nei suoi aspetti culturali e simbolici. Essa è all’origi-ne della vita di tutti gli esseri viventi e costituisce uno dei diritti fondamentali, come ha recentemente dichiarato anche l’Onu. Molte culture l’hanno eletta a fondamento della loro esistenza. Già le incisioni rupestri l’hanno raffigura-ta; i romani, a “Spinéra” di Breno hanno creato un luogo-santuario-ospedale dedicato ai riti delle polle sorgive. Il secondo aspetto concerne l’acqua come bene naturale e come modellatrice di paesaggi. Il terzo e ultimo grande aspet-to attorno a cui si coagulano molte immagini riguarda il rapporto dell’acqua con il lavoro e le attività umane nel corso dei secoli.

Per la manifestazione “Del Bene e del Bello”, all’interno della quattrocen-tesca chiesa di Sant’Antonio abate nel centro storico di Breno si è svolta la presentazione-premiazione dell’iniziativa “Alla cieca”.15 fotografi selezionati hanno presentato i loro scatti per il concorso “Le cose e il paesaggio”. Si è trattato di raccontare il loro viaggio in Valle Camonica. L’obiettivo di questa ricerca, per sole fotografie, era quello di sondare la relazione tra cose e paesaggio. Questo incontro era il luogo privilegiato di quest’indagine; un colloquio difficile da cogliere per la mancanza di corrispondenza tra le due aree; altero il paesaggio, dome-stiche le cose. Unico strumento a disposizione del partecipante: un obiet-tivo, in grado di far migrare in pochi centimetri di pellicola e poi di carta lo spessore di un racconto. 15 poeti della camera oscura, lungo la vallata dell’Oglio, dal 3 luglio al 15 settembre hanno vagabondato alla ricerca della relazione tra cose e paesaggio, 15 sguardi impegnati a scavare nel-la cultura materiale valligiana, dentro e fuori i musei, per comprendere un territorio in profondità, farlo proprio e trattenere una parte cospicua della sua storia. Fra qualche giorno verranno fornite le immagini vinci-trici, perché siano rese pubbliche.

La relazione tra cose e paesaggio

I

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32 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

Anche la Valle Sabbia non sta cer-to a guardare. L’autunno è appena cominciato e se per fare una pas-seggiata o una gita magari fa un po’ freddo, non manca comunque una rosa di iniziative a cui prendere parte nel tempo libero e non solo. Il Comune di Vobarno e le associa-zioni presenti sul territorio, offro-no ai loro abitanti a ottobre e no-vembre diverse opportunità che vanno dallo svago all’impegno e coprono più fasce d’età.L’Assessorato alla Cultura, in colla-borazione con la Biblioteca comu-nale, organizza il 23° Premio d’Arte denominato: “Vobarno, i suoi colo-ri” 2010, terzo concorso di pittura a tema dal titolo: “Vobarno: l’uomo, l’ambiente, il lavoro”.Il concorso si svolgerà a Vobarno

Proposted’autunno

Sono molteplici le iniziative, fra queste alcuni appuntamenti sulla realtà dell’affido in Valle

Adi Nicoletta Tonoli

presso la biblioteca dal 30 ottobre al 14 novembre 2010, dove verrà al-lestita una mostra delle opere, ed è aperto a tutti gli artisti, italiani e stranieri, che possono partecipare con una sola opera incorniciata e munita di attaccaglia.Sempre l’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Bibliote-ca comunale e l’Anpi – sezione di Vobarno e le Associazioni d’Arma, organizzano una serie di incontri di dibattito e riflessione sulla storia in occasione del 4 novembre, inizia-ti mercoledì 20 con la visita al sito storico di Solferino della Battaglia.Venerdì 29 ottobre alle 20.30 presso il teatro comunale ci sarà la proie-zione del film del 1959 “La Grande Guerra” di Mario Monicelli.La mattina di domenica 7 novem-

bre sarà dedicata alla commemora-zione della festa dell’Unità nazio-nale, in ricordo dei caduti di tutte le guerre: a partire dalle 9.15 con il Saluto del Sindaco, la Santa Messa alle 10 e la successiva deposizione di una corona d’alloro al Monumen-to dei Caduti.Infine martedì 23 novembre dal-le 7.30 è in programma una visita sul Piave al sacrari di Fagarè della Battaglia e del Montello (Nervosa) e al Museo della Grande Guerra di Vittorio Veneto. Proseguono le iniziative gratuite organizzate dal gruppo Anziani In-sieme incominciate a settembre che si concludono momentane-amente con il torneo di bocce di venerdì 29 ottobre presso il boc-ciodromo. Si segnalano, inoltre,

due incontri patrocinati dai Co-muni di Vobarno, Roè Volciano, Salò, Gavardo e Villanuova sul Clisi in cui l’Aibi – Associazione amici dei bambini illustreranno la realtà dell’affido in Valle Sabbia e su come si può diventare coppia adottiva, con testimonianze di fa-miglie affidatarie e adottive. Aibi è un’organizzazione non governa-tiva costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie che dal 1986 lavora ogni giorno al fian-co dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono.Gli incontri si terranno nella sala consiliare del Comune di Villanuo-va venerdì 22 ottobre e venerdì 5 novembre dalle ore 20.30 e non è necessaria l’iscrizione.

Vobarno Tra concorsi, visite guidate e riflessioni

Il 15 dicembre 1860 veniva conferito al Borgo di Salò, da Eugenio di Savoia, il titolo di Città, con nomina a capoluogo di circondario. E la cittadina gardesana è la prima, nella provincia, a ottenere tale conferimento. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia sabato 23 e domenica 24 Salò ospita due appuntamenti celebrativi incentrati su un aspetto della vicenda unitaria: quello legato alla moneta. Nella Sala dei Provveditori del Palazzo municipale sabato alle 16 il prof. Giuseppe Avantaggiati tiene una conferenza sulla “Storia monetaria dall’Unità d’Italia a oggi”, mentre il Circolo fi-latelico numismatico della cittadina allestisce la “Mostra della Li-ra, con l’avvento dell’Unità d’Italia”, visitabile nelle due giornate.

Brevi

Padenghe

“Il libro parlante” e “Lettori si nasce”

Salò

Il 150° dell’Unità d’ItaliaLa Biblioteca comunale ha attivato anche quest’anno una serie di iniziative per incentivar-ne la fruizione in modo intelligente, facendo diventare i locali di via Roma, un ambiente di socializzazione oltre che di cultura. Per i lettori “adulti” è stato avviato “Il libro par-lante”. Ogni terza domenica del mese, dalle 16 alle 18, tra un caffè e un dolcetto, viene dato spazio ai lettori che potranno diventare protagonisti, raccontando e commentan-do un libro, o assistere da spettatori. Per i lettori più piccoli prosegue “Lettori si nasce”, una serie di appuntamenti all’insegna di letture animate e laboratori creativi. L’agenda, domenica 7 novembre, propone, a partire dalle 16, un appuntamento in cui i bambini sono attesi con i costumi dei personaggi più amati. Le due iniziative sono un modo per condividere il piacere della lettura, per conoscere nuovi autori e nuovi libri, per dare e ricevere suggerimenti, ma soprattutto per un piacevole pomeriggio in biblioteca.

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33

Cultura e [email protected]

L’Occidente, nell’età moderna e contemporanea, vive un forte pro-cesso di secolarizzazione, per cui viene svalutato tutto ciò che richia-ma la dimensione della trascenden-za. In questo modo, si tende a sepa-rare nettamente la fede dalla cul-tura, assumendoli come fenomeni incompatibili tra di loro, come due mondi distinti. Da una parte viene vista la cultura, come sinonimo di ragione, di ricerca scientifica, di lettura dell’esperienza umana; da un’altra parte viene collocata la fede, come sinonimo di scelta irrazionale, di soggettiva visione del mondo, di rifugio sentimenta-le dell’uomo.Proprio su questo argomento si è soffermato mons. Giacomo Canob-bio nella sua conferenza dello scor-so 14 ottobre tenuta presso il Chio-stro di San Giovanni, a Brescia.Secondo il teologo, lo iato che si è creato tra fede e cultura nasce da una concezione errata, tipica dell’Occidente, che identifica tale rapporto con la relazione antino-mica fede-ragione.In realtà, la cultura non si può esau-rire nella ragione ma è un feno-meno ben più complesso, che im-plica il “vissuto” dell’uomo, i suoi valori, le sue visioni del mondo, la

Brescia Nel 32° anniversario dalla morte

Il rapporto tra fede e cultura nel magisterodi Paolo VI

L

di Giovanni Formichella

sua memoria. Nello stesso tempo, la fede non è sinonimo di irrazio-nalità ma, come atto umano di vo-lontà, coinvolge anche il pensiero, l’intelligenza.Canobbio ricorda, a questo propo-sito, la sorprendente attualità del magistero di Paolo VI che, nella Evangelii nuntiandi, approfon-disce il legame tra il Vangelo e la cultura. L’essere umano, secondo il Papa bresciano, vive sempre in un contesto culturale, in un ambiente ricco di tradizioni, porta con sé un “ethos”, con cui filtra la realtà. Non esiste, infatti, né un pensiero puro, scisso da ogni riferimento concreto della realtà, né una fede pura, che prescinde da ogni vissuto umano. Paolo VI considera la cultura co-me un sistema simbolico, con cui l’uomo comprende la sua esisten-za. Ogni civiltà ha un suo sistema di cultura, in cui bisogna discerne-re una parte “buona”, che viene da Dio, e una parte cattiva, frutto del peccato. La vera evangelizzazione, secondo il Papa, si attua quando il Vangelo riesce a dialogare con le varie culture, a capirle, a cogliere la loro parte buona per inverarla nell’unità universale della verità. Con questa opera, secondo Canob-bio, la Chiesa si rivela “cattolica”,

nel senso etimologico di apertura universale a tutta l’umanità.È significativo, a tale riguardo, il di-scorso di Paolo VI del 1969, a Kam-pala, in Uganda, in cui parla della necessità di far nascere una Chiesa africana che, rispettando i principi basilari del cristianesimo, sia capa-ce di salvare anche i caratteri della cultura africana, in una sintesi che conservi sia l’unità della dottrina sia la molteplicità delle tradizioni culturali. Il discorso del Papa evita il pericolo di costruire gerarchie di culture, per cui esistono civiltà su-periori, che devono “civilizzare” il mondo, e civiltà inferiori.I testi di Paolo VI ci offrono prezio-si spunti di riflessione, nella loro evidente attualità. La cultura uma-na è una ricerca finita, ricca di lati deboli e di momenti di elevazione: ogni popolo ha la sua dignità legata al suo percorso culturale.La Chiesa cattolica, nella sua aper-tura universale al mondo secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, si arricchisce infinitamente dialo-gando con le varie culture, dando e ricevendo luce, in un unico per-corso che ci orienta tutti verso la Verità che, nella sua unicità, fon-da la molteplicità delle realizza-zioni umane.

Si è tenuto nel Chiostro di San Giovanniun approfondimento sul legame tra fedee cultura nel magistero di Paolo VI.Mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la pastorale della Culturae docente di Teologia dogmaticanello Studio teologico Paolo VI di Bresciae nella Facoltà teologica di Milano,ha sviluppato una riflessione sul pensieroe sugli scritti di papa Montini

LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Giacomo Canobbio

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34 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Cultura e comunicazione Famiglia

In queste settimane spesso abbia-mo sentito parlare di violenza, di uccisioni, di reazioni incontrollate ma anche di indifferenza, freddez-za, egoismo, collusione da parte di coloro che assistevano a questi fatti. Come società stiamo vivendo oggi una grave crisi valoriale. Mancano precisi riferimenti al bene e al ma-le; tutto sembra possibile in nome di una libertà che rischia però di distruggere la persona e le sue re-lazioni. Alcuni tra i fatti più gravi accaduti in questo periodo hanno coinvolto non solo adulti ma anche adolescenti e giovani. Facilmente si perde il controllo, si cancellano an-che i legami familiari più profondi, si utilizza il dolore per mostrarsi e per affermarsi. L’educazione ai valo-ri coinvolge tutti: bambini, giovani,

adulti ma è ai più piccoli, a coloro che stanno crescendo e che saran-no il nostro futuro che si deve dare maggiore attenzione. Le difficoltà non sempre portano a cose negative; a volte le crisi servo-no per recuperare aspetti importan-ti che si sono persi lungo la strada. Come educatori dobbiamo crede-re che l’emergenza può portare a un nuovo impegno verso il buono e il giusto. Troppo spesso queste due parole vengono associate al diritto del sin-golo: “basta che io mi realizzi”, “ba-sta che io stia bene”. Ma che bene può essere quello che fa del male agli altri? Di queste cose dobbiamo parlare in famiglia, a scuola, negli oratori. Nella società di oggi troppo spesso predomina il soggettivismo,

I

L’emergenza educativa non è uno slogan ma un problema

serio di cui farsi carico tornando a chiedersi come adulti quali

valori guidino le nostre scelte. L’educazione deve considerare,

accanto alla dimensione psicologica e sociale, anche

quella legata ai principi di rispetto, dignità, solidarietà, giustizia. Certo non è facile

passare dalla teoria alla pratica. Probabilmente le parole non

sono sufficienti ed è necessario utilizzare il linguaggio delle

cose concrete. Le persone non vedono i nostri valori, vedono

piuttosto i nostri comportamenti

Genitori e figli Le radici della violenza

Educare ai valori per sconfiggere l’aggressività

di Mariella Bombardieripsicopedagogista, formatrice

l’edonismo e il narcisismo portati all’eccesso con una grande atten-zione al singolo, al culto dell’io e delle capacità individuali. Ciò crea difficoltà rilevanti a mettersi in re-lazione profonda con gli altri, a tes-sere legami costruttivi, ad andare incontro all’altro. Il sociologo Bauman definisce la no-stra società “liquida” dove è facile cambiare forma, dove molte relazio-ni sono strumentali e dove è forte il senso di solitudine e di impotenza di fronte ai problemi. L’emergenza educativa non è uno slogan ma un problema serio di cui farsi carico tornando a chieder-si come adulti quali valori guidino le nostre scelte. L’educazione deve considerare, accanto alla dimen-sione psicologica e sociale, anche quella legata ai principi di rispetto, dignità, solidarietà, giustizia. Certo non è facile passare dalla teoria al-la pratica. Probabilmente le parole non sono sufficienti ed è necessa-rio utilizzare il linguaggio delle co-se concrete. Le persone non vedo-

no i nostri valori vedono piuttosto i nostri comportamenti. Come adulti dobbiamo essere autocritici e chie-derci quale esempio stiamo dando con le nostre scelte di vita. I valori restano come un faro e non si mo-dificano perché non si riesce ad at-tuarli, perché c’è confusione, per-ché richiederebbero un impegno; i valori restano e servono soprattutto nei momenti difficili. Ai nostri figli, alunni, ragazzi dell’oratorio dobbia-mo insegnare con la vita che ogni persona è importante perché rac-chiude in sé un’enorme ricchezza. Ogni persona ha valore anche se è diversa da noi per sesso, cultura, età, provenienza. Considerare la persona come valore vuol dire edu-care al dono. Donare è un atto di fi-ducia e spesso è difficile da mettere in atto. Ci sono molte persone che non sanno riconoscere i doni degli altri, che non sanno ricambiare e dire grazie. La famiglia può dive-nire luogo dove imparare l’arte del gratuito non solo perché i genitori donano ma perché anche ai figli vie-

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35LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Convegno Un problema che tocca famiglie e società

I bambini e il dramma della detenzione dei genitoridi Anna Tomasoni

Nei Paesi dell’Unione europea sono circa 800mila i bambini separati ogni anno dai loro genitori detenuti. In Italia sono circa 4500 i bambini che hanno la mamma in carcere, mentre 90mila quelli che hanno il padre in cella. Cosa succede a un bambino quando il genitore vive l’esperienza della carcera-zione? Chi si prende cura di lui? Come mantenere i legami familiari durante la detenzione? I bambini come vivono la lontananza dal genitore? Qual è il ruolo del volontariato? Sono questioni che riguardano tutta la comunità, ma a cui purtroppo non si pensa mai con sufficienza. Questi i temi affrontati, lo scorso martedì 12 ottobre, nel corso di un partecipato convegno che si è tenuto presso i Missionari Saveriani di Brescia.“I bambini e il dramma della detenzio-ne dei genitori” il titolo dell’incontro, organizzato dall’As-sociazione solidarietà in cammino in collaborazione con il Centro servizi volontariato, il Forum del turismo sociale e una rete di organizzazioni no profit che operano nell’am-bito del carcere, con il patrocinio del Comune di Brescia. Nella nostra città attualmente non ci sono bambini in carce-re, ma in passato a Verziano sono stati ospitati alcuni bam-bini di etnia rom. Ma circa la metà di chi sta scontando una pena ha dei figli. I bambini di genitori detenuti sono ‘dop-piamente’ colpiti, perché non soffrono solo per la separa-zione dal proprio genitore, ma soffrono quotidianamente, anche a causa del marchio del reato, della vergogna, del rifiuto sociale e del conseguente isolamento che ne deri-va. Spesso i figli soffrono della detenzione più del genito-re stesso, pagando il prezzo di una colpa che non hanno commesso. I bambini subiscono un trauma che si ripercuote

sul comportamento e col passare del tempo, sullo sviluppo psicologico. Dopo i saluti introduttivi è intervenuta Indira Rana Magar, fondatrice e presidente dell’Associazione “Pa(Prisoners assistance) Nepal” che opera a favore dei figli dei detenuti. Indira ha raccontato la sua ventennale esperien-za e l’impegno con i bambini figli di detenuti. I prigionie-ri nepalesi sono circa 8000: 7500 uomini e 500 donne, ma dal momento che gli uomini hanno più mogli il problema coinvolge moltissime famiglie. L’organizzazione fornisce assistenza residenziale per oltre 120 bambini a Kathman-du, Sankhu, e Palpa e sostiene progetti educativi volti ad aiutare i minori delle comunità più povere. Delle attività e dell’impegno della onlus “Bambini senza sbarre” ha parla-to la presidente Lia Sacerdote. ‘Bambinisenzasbarre’ oggi è attiva presso le carceri milanesi dove organizza spazi di attesa per i bambini in visita e laboratori sulla genitoria-lità. La missione di ‘Bambinisenzasbarre’ è promuovere il mantenimento della relazione figlio-genitore durante la detenzione e sensibilizzare la società civile perché si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni interna-zionali, in favore dei minori separati dai propri genitori de-tenuti, affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.“Il carcere è il luogo in cui è maggiormente necessario tute-lare il diritto alla genitorialità – ha spiegato Lia Sacerdote – per contrastare le possibili conseguenze dovute all’interru-zione dei legami affettivi, dannose anche per la comunità, che vede, come statisticamente provato, aumentare i casi di detenzione nelle biografie dei figli di genitori detenuti,

incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devian-za giovanile, disoccupazione, illegalità, disagio sociale”. Un intervento di sostegno e accompagnamento della relazio-ne genitoriale, durante l’esperienza della carcerazione si configura quindi come intervento di prevenzione sociale. È un intervento che si rivela duplice in termini di preven-zione: aiuta a prevenire le difficoltà emozionali e relazio-nali del bambino e il loro effetto negativo sul suo sviluppo psicoaffettivo e aiuta il genitore a conservare e continuare a svolgere il suo ruolo genitoriale. Carlo Alberto Romano, presidente dell’associazione ‘Carcere e territorio’ dopo aver illustrato la disciplina normativa in merito e le misure alter-native alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli ha ribadito la necessità di intervenire su entrambi i poli della diade: il genitore e il soggetto in età educativa lavorando anche sulla famiglia all’esterno. Su questo fron-te l’associazione ‘Carcere e territorio’ ha attivato a Brescia il progetto “Affettività oltre le sbarre” che mira a tutelare i figli dei carcerati e rafforzare l’identità genitoriale. Nel-la parte finale dell’incontro hanno preso la parola alcuni rappresentanti delle associazioni che operano nell’ambi-to della detenzione: Angelo Canori, presidente del Volca (Volontariato carcere), suor Marisa Buffoli, responsabile di Casa Emmaus accompagnata da Roberta che ha portato la propria testimonianza come mamma che ha vissuto il dram-ma della carcerazione e la lontananza dai figli. La strada da percorrere per favorire al meglio la relazione genitoriale anche nella separazione causata dalla detenzione è ancora lunga e richiede l’impegno di tutta la società.

ne richiesto di fare la propria parte. Come genitore so benissimo che questo non è facile; a volte per fretta, senso di colpa o altro siamo portati a sostituire i nostri figli an-che nei compiti che spetterebbero a loro. All’altruismo ci si educa non solo vedendo persone generose ma anche facendosi carico di piccoli compiti quotidiani. Se i nostri figli si sono assunti degli impegni non dob-biamo fare al loro posto, dobbiamo spronarli ad assumersi le proprie re-sponsabilità. Spesso nelle famiglie ci sono relazioni a senso unico: chi si impegna e chi attende sempre di ricevere. Ai figli va anche insegna-to il senso della giustizia una parola che oggi pare in disuso. Essere giu-

sti vuol dire ammettere i propri er-rori, restituire qualcosa che abbia-mo tolto a un’altra persona senza un buon motivo, modificare comporta-menti che ledono la dignità degli al-tri. Eppure anche in questo caso vi sono genitori che pur di difendere il proprio figlio fanno gravi ingiustizie verso gli altri. “Non è stato mio fi-glio”, ”Mio figlio è stato provocato”, “Conosco bene mio figlio”: parole di genitori che non sono disponi-bili a interrogarsi, che difendono a spada tratta senza nemmeno avere considerato ciò che è accaduto. Vi sono genitori che insegnano l’ingiu-stizia come strada per arrivare da-vanti agli altri, a discapito degli al-tri, magari anche dei più deboli. Ma

l’ingiustizia semina rancore, rabbia e lascia soli. Per questo come genitori dobbiamo educare alla solidarietà e alla cura degli altri. Perché il senso del nostro esistere sta nelle relazioni con gli al-tri e non solo con noi stessi. Perché quando un figlio ha raggiunto gran-di mete ma da solo non potrà gioir-ne con alcuno. Paolo Donati, noto sociologo italiano, parla di capitale sociale come di un insieme di rela-zioni sociali, e precisamente quelle relazioni in cui le persone mostra-no e praticano la fiducia reciproca e seguono norme di cooperazione, solidarietà, reciprocità. Esso non è un attributo degli individui o delle strutture sociali, né una qualità di

tutte e qualsivoglia le relazioni, ma unicamente delle relazioni sociali che valorizzano i beni relazionali. La famiglia aumenta il capitale so-ciale quando le persone che la com-pongono agiscono in modo da va-lorizzare le relazioni familiari stes-se: quelle tra i membri e quelle con l’esterno, con la comunità; quando le persone investono nella famiglia e non solo la usano; quando non si pensa solo ai propri vantaggi ma an-che a quelli degli altri. Se aumenta il capitale sociale le persone vivono meglio e si sentono meno sole. L’im-magine è quella di tante mani, picco-le e grandi che si tendono non per derubarsi o farsi del male ma per so-stenersi e aiutarsi reciprocamente.

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36 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Cultura e comunicazione Eventi

Un Flauto per sognare

l’amore

W

di Piergiorgio Vittorini

Wolfgang Amadeus Mozart conclude la stesura del “Flauto magico” alla fine di settembre 1791. Completerà la sin-fonia solo poche ore prima del debut-to. Di lì a un mese morirà, il 5 dicem-bre. Raccontano che si ritirasse in un gazebo posto nel giardino del teatro per comporre. Segno emblematico di un isolamento dell’artista dall’ambien-te paludato nel quale aveva cercato di consolidare il proprio successo. Pro-babile. Segno, altresì, della presa di di-stanza dal mondo, quasi una premoni-zione della morte imminente? Affasci-nante prospettazione, ma pura ipotesi storiografica. Non esiste riscontro su qualsivoglia evidente preannuncio di malattia del Nostro. Certo il tempo dei fulgori era svanito, se mai esistito. La moda lo stava abbandonando, ma non pare che egli ne traesse conclusioni eccedenti la constatazione di oggetti-ve ristrettezze economiche. Quel 1791 evidenzia una produzione quantitati-vamente ridotta rispetto alle consuetu-dini mozartiane e dei compositori suoi contemporanei. Inoltre a eccellenze superlative (concerto per clarinetto K 622, per dirne una) si accompagna-no esercizi su commissione, destinati a pubblici ed esecuzioni dozzinali. Il

bisogno di denaro non esclude scelte coscienti, che pure non elidono il so-spetto di equivalente desiderio di gio-care con la propria arte, di divertirsi e divertire un pubblico nuovo, lonta-no dal sussiego della corte imperiale, ma per questo spontaneo e ingenuo. In sintonia con quella spontaneità (spesso grossolana, se non addirittu-ra greve) riscontrabile nell’epistolario mozartiano.Per altro verso è indubbio che il “Flau-to magico” suggerisca più di un’illazio-ne per congetturare che nell’opera si dissimuli una sorta di commiato, un lungo dolcissimo e struggente addio. Si rifletta sull’argomento favolistico, sulla libertà assoluta della narrazio-ne, sulla commistione del magico e dell’umano; tutti elementi che depon-gono coerentemente per il distacco dal reale e la ricerca di una dimensione rasserenata dove l’autore volesse rifu-giarsi in un mondo meno refrattario. E ciò senza limitarsi alla grama condi-zione economica del momento. Anche i rapporti personali più intimi (specie coniugali) apparivano compromessi. Cosicché un Mozart solo per scelta e (felicemente?) ritirato nel gazebo al-la periferia di Vienna ammetterebbe

l’idea di una marginalità gradita e con-sapevole. E senza scandalo per l’ardire deduttivo. Tuttavia può essere consi-gliabile anche solo abbandonarsi con virtuosa umiltà al piacere di gustare tutti i suggerimenti che l’invenzione mozartiana ci propone. Perché, per tale via, si percepiscono – sulla pelle e nell’anima – la vitalità profonda del genio di Salisburgo, la suggestione della vita come itinerario, la dinamica inesauribile del male e del bene, la va-lenza di scelte morali interiori, il rifiuto di ipocrisie di comodo. E soprattutto la forza incommensurabile e cristalli-na dell’amore, descritto nei suoi più spontanei caparbi modi nelle giova-nili figure di Tamino e Pamina, uniti e liberi nella scelta di superare insieme ogni avversità.Se mai lo spettatore volesse aggiun-gere qualcosa di suo a questo piacere così perfetto, gli suggerisco di acco-modarsi in teatro con l’ingenuità di un bambino, e, nella penombra che pre-cederà l’attacco della sinfonia, sillaba-re a se stesso un “C’era una volta…”.Ritroverà i suoi sentimenti più profon-di, magari dimenticati, la bellezza del proprio vissuto, insieme alla nostalgia di un futuro migliore.

Teatro Grande Stagione lirica

Brescia

Presentata l’11ª edizione de “Il Sociale dei bambini”Il Centro teatrale bresciano - Teatro stabile di Brescia, dopo le esperienze maturate con “Nell’antro del teatro, alla cor-te del prof. Propp” e “Vita, morte e miracoli di Pinocchio, burattino di legno” – percorsi spettacolari sull’arte scenica all’interno dei teatri di tradizione dedicati ai ragazzi – pro-pone un “viaggio” dedicato al teatro di Shakespeare con lo spettacolo “Il Gran Teatro del mondo” della Compagnia te-atro Città Murata.I piccoli spettatori (circa 100 a replica) di età compresa tra i sei e gli 11 anni verranno accompagnati attraverso la struttura del teatro Sociale ad assistere a una vera e propria rappresen-tazione teatrale itinerante, suddivisa in vari momenti spetta-colari riferiti ai testi delle più famose opere shakespeariane.“Otello e Desdemona” accompagneranno i giovani spettato-

ri che incontreranno anche il mago “Prospero”, assisteranno all’apparizione improvvisa, dagli angoli più bui del teatro, di Ariele (da “La Tempesta”) e infine assisteranno alla triste sto-ria di “Romeo e Giulietta” dalla voce stessa dei personaggi.Tutto questo e altre sorprese ancora aspettano i piccoli spet-tatori i quali, oltre a partecipare allo spettacolo, prenderan-no confidenza con i personaggi e scopriranno, percorrendo-li, gli spazi teatrali, le funzioni e i segreti dei principali mec-canismi scenici.Hanno aderito all’iniziativa, che si svolgerà dal 25 al 28 otto-bre, 16 Istituti scolastici di Brescia per un totale di 915 bambini e 85 insegnanti. A conclusione del percorso, “Il gran teatro del mondo” sarà stato replicato nei quattro giorni 16 volte (alle ore 9 e poi alle 10.30, 12 e 15). Biglietto d’ingresso 1 euro.

Il capolavoro mozartiano sulla lotta interiore, in scena il 29 ottobre alle 20.30 e il 31 alle 15.30

Foto di scena da “Il flauto magico”

Immagine della passata edizione

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Brevi 37LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Brescia

Dèdalo, i concerti “in ricordo di Fiore”L’Associazione Dèdalo ensemble ha presentato la 16ª edizione di “Sulle ali del Novecento”. Nonostante le ristrettezze economiche che caratterizzano questo 2010-2011, dunque, e gra-zie al sostegno di tanti soggetti pubblici e privati, anche quest’anno Daniela Cima e Vittorio Parisi sono giunti a proporre alla cittadinanza la rassegna di concerti gratuiti mirata alla diffu-sione della musica del XX secolo e contemporanea, nata, ancora una volta, dalla comunanza di obiettivi con il “Gruppo musica insieme” di Cremona e “Diabolus in musica” di Mantova.Due le produzioni di Dèdalo ensemble: “Urlicht-Luce delle origini”, il 23 ottobre, per celebra-re Gustav Mahler attraverso un lavoro di trascrizione di Mauro Bonifacio con il quale si inau-gura la stagione; “In viaggio con Dèdalo” il 6 novembre, per ricordare le trasferte all’estero dell’ensemble, attraverso una dedica del socio e violoncellista Guido Boselli. Prosegue la col-laborazione con la Galleria Aab con la quale si è realizzato l’appuntamento “Un’ora con…”, il 24 novembre. In cartellone formazioni cameristiche e interpreti di prestigio: l’11 dicembre le musiche di Gabrio Taglietti ispirate alla figura di Hölderlin, con Luciano Bertoli; i Solistas de Sevilla il 4 dicembre; i pianisti Leonardo Zunica il 13 novembre e Ruggero Ruocco in chiu-sura (dialogando con Giancarlo Facchinetti). L’incentivo alle nuove generazioni e alla divul-gazione della nuova musica ha portato Dèdalo a consolidare alcune esperienze tra le quali lo “Spazio giovani” con l’Ensemble del Conservatorio di Como (20 novembre); l’impegno di-dattico con le lezioni-concerto per gli studenti del Liceo musicale V. Gambara (23 ottobre e 11 dicembre); la collaborazione con l’associazione Piano Nobile che ospita l’ultimo appunta-mento. Continuano anche le brevi guide all’ascolto. Il 31 ottobre serata “In ricordo di Fiore” con la presenza del Gaetano Liguori Jazz Trio; l’obiettivo è la divulgazione delle tematiche riguardanti la donazione di midollo osseo per la cura delle leucemie nel ricordo di una per-sona molto cara all’Associazione.Segnaliamo inoltre che nel marzo 2011, in occasione della presenza a Brescia della Giuria del Concorso “... a Camillo Togni”, verrà eseguita dai musicisti di Dèdalo ensemble la Sonata op. 9 per pianoforte e violoncello di Camillo Togni, prima ripresa dal 1940. Il 30 maggio 2011 si terrà invece il concerto di premiazione del Concorso al quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito quest’anno una propria targa di rappresentanza, tanto inat-tesa quanto gradita da Dèdalo.

Brescia

Brescia

Al Museo diocesano una mostra all’insegna dell’ecumenismoSono state presentate al Museo diocesano di via Gasparo da Salò le atti-vità correlate alla mostra “San Francesco nel cuore dei russi” che si ter-rà nello stesso Museo dal 30 ottobre al 14 novembre. In esposizione 40 quadri raffiguranti episodi della vita di San Francesco, dipinti da artisti russi di confessione ortodossa. L’inaugurazione della mostra sarà prece-duta da una conferenza sul tema “San Francesco, il santo dell’incontro tra l’Est e l’Ovest” mentre in chiusura, la chiesa di San Giuseppe ospite-rà il concerto del quartetto d’archi Elysion di Milano. “Ho un’idea nel cuore – ha affermato padre Fiorenzo Reati, francescano dell’Accademia di S. Pietroburgo –, un’idea che coltivo da anni, che i santi monaci Est Ovest sono i pionieri dell’incontro ecumenico delle chiese perché i santi non conoscono barriere ecclesiastiche. Ecco perché San Francesco è un santo nostro, cattolico, italiano, ma è anche un santo molto amato dai russi, anche per i tratti del carattere. Francesco ha un carattere simile a quello tipico russo e quindi riteniamo che sia un santo che ci aiuta a ritrovare l’unità cristiana perduta”.

Torna il “Città di Brescia”Proseguono fino al 24 ottobre le prove eliminatorie dei 64 giovani talentuosi strumentisti provenienti da tutto il mondo esaminati da una giuria interna-zionale formata da violinisti del calibrio di Suna Kan, Alexey Lundin, Mihaela Martin, Marco Rizzi, Dora Schwarzberg, Kyoko Takezawa una delle più stra-ordinarie e ricercate violiniste del nostro tempo (ha recentemente ricevuto il prestigioso Idemitsu Award), e da Filippo Juvarra. Sabato 30 ottobre il Museo di Santa Giulia, ospiterà la Cerimonia di premiazione e il Concerto di Gala dei vincitori. Il concorso “Città di Brescia” nasce nel 1979, per volontà di Mario Conter, con lo scopo di valorizzare i grandi talenti. Organizzato dalla Fon-dazione Romano Romanini, con la direzione artistica di Domenico Nordio, è stato ammesso nel 2005 alla Federation Mondiale des Concours di Ginevra.

Daniela Cima, presidente di Dèdalo ensemble

Uno dei quadri esposti (particolare)

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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

aPregare il rosario con le icone è met-terci in silenzio davanti al mistero che vogliamo celebrare e che l’icona ren-de a noi visibile, lasciarci guardare, la-sciarci cambiare il cuore, farci accom-pagnare dalla sua presenza nel cam-mino della vita. Preghiamo il rosario con le icone in compagnia di Maria, lasciandoci trasformare dal mistero che celebriamo per riprendere il cam-mino con rinnovata gioia e con vera pace. Domenica Ghidotti, nata a Tre-mosine, nel 1963, si è diplomata alla Scuola d’arte di Gargnano. Dopo aver frequentato per tre anni i corsi di ico-nografia presso il Centro Russia Cristia-na di Seriate, in provincia di Bergamo, con il maestro padre Egon Sendler, ha seguito corsi di specializzazione in Rus-sia, presso l’Accademia teologica di San Pietroburgo, e in Italia, sotto la guida del maestro padre Andrej Davidov. Ha presentato le sue opere in diverse mo-stre sia personali che collettive. Con Àncora ha pubblicato nel 2003 “Icone per pregare” e nel 2008 “Nuove icone per pregare”.

Pregare il Rosario con le Icone

38 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

DOMENICA GHIDOTTIÀNCORA, MILANO 2010,EURO 11,50

Voce Libri

G

Mostre d’arteColossi arte contemporanea

Un piccolo libro per riflettere sul miste-ro della Chiesa nel momento presente, percorrendo la via delle immagini e dei simboli. Una lettura molto godibile e arricchente, scritta con sincera passio-ne. Il titolo è intrigante: “Quanti mi-steri in questa chiesa”. I capitoletti lo sono ancor di più: “Il mistero della lu-na”, “Il mistero dell’arca”, “Il mistero di Ulisse”, “Il mistero delle due città”, “Il mistero della madre e della figlia”, “Il mistero della casta prostituta”, “Il mistero della colomba”, “Il mistero della scala”, “Il mistero del bacio”, “Il mistero della luce trisolare”. Dai Padri al giorno d’oggi: attorno a immagini della tradizione, si sviluppa una appas-sionata riflessione sulla Chiesa nella temperie presente. Pier Giordano Ca-bra è autore di scritti di spiritualità, tra-dotti in varie lingue. In questa collana (dal titolo “Meditazioni”), presso l’Edi-trice Queriniana, ha pubblicato: “Con tutto il cuore”(2008); “Con tutte le for-ze”(2001); “Con tutta l’anima”(2002).

Quanti misteriin questa chiesaPIER GIORDANO CABRAQUERINIANA, BRESCIA 2010,EURO 8,50

di Luca Bressanini

Per i 100 anni di Gillo Dorfles,il “pittore senza

etichette”

Già presente nel contesto della mo-stra “Luna e l’altra, the art side of the moon”, dedicata allo sbarco dell’uo-mo sulla luna nel suo quarantesimo anniversario, Gillo Dorfles torna a esporre alla galleria Colossi arte con-temporanea, che per l’occasione gli dedica un’antologica. Il modo miglio-re, dunque, per celebrare i 100 anni di vita del maestro, nato a Gorizia nel 1910. Filosofo e critico d’arte, Dorfles inizia a dipingere verso la fine degli anni ’20, anni in cui realizza opere di carattere strettamente privato. Suo primo modello è il concittadino Artu-ro Nathan, dal quale gli derivano certi impasti cromatici e un’atmosfera vi-

sionaria e fiabesca. La sua vocazione di pittore rimane pressoché scono-sciuta al grande pubblico per circa due decenni, fino a quando decide di aderire al movimento Arte concreta, fondato a Milano nel 1948 insieme a Atanasio Soldati e Bruno Munari, basato su un astrattismo prevalen-temente geometrico. Sono anche gli anni in cui escono alcune pubblica-zioni con le quali Dorfles traccia il profilo artistico di Klee, Kandinsky, Mondrian, Mirò e altri artisti delle avanguardie del ’900 e nei quali si possono rintracciare le radici della sua vena artistica.Dorfles si definisce pittore senza eti-

chette e la sua ispirazione nasce in particolare proprio da Klee e Mirò ma anche da quegli artisti che recen-sisce, fra i quali Capogrossi, Fontana e Scialoja, oltre che da istanze espres-sioniste e surrealiste che rivendica-no il potere del sogno, dell’incon-scio, della libertà gestuale e segnica. Tra le opere in mostra ne è un esem-pio “La mezza luna nera”, realizzata nel 1992, dai toni scuri e drammati-ci, nella quale il tema e l’importan-za dell’astro lunare sono un motivo onirico e surreale, spesso presente nelle sue opere, come osserva Ilaria Bignotti. Dipinti che allo stesso modo richiamano il tema del viaggio, moti-vo che accomuna l’operato di Dorfles alle ricerche di Riccardo Gusmaroli, il cui lavoro è visibile in “3 oceani, 7 mari, 149mila km quadrati di terra”, mostra alla quale la Colossi arte de-dica una sezione in contemporanea a quella di Dorfles. Un viaggio, quello

di Gusmaroli, evanescente e incalzan-te al contempo, solcando gli oceani e attraversando migliaia di chilometri di mondo, alla ricerca di un diverso modo di guardare e vivere i giorni e i luoghi, le notti e i cieli che accolgono la nostra individualità.Tornando a Dorfles, la sua pittura si può definire un perfetto connubio tra segno e colore, quest’ultimo interpre-tato in maniera libera e personale, priva di calcoli cromatici e rapporti ottico-percettivi. Dice Dorfles a pro-posito del colore: “Che sia figurativo, astratto, tridimensionale, luminoso, è un mezzo espressivo straordinario, irrrinuciabile”. E aggiunge: “Non ho niente da dire sulla mia pittura, oltre-tutto non credo che la pittura debba dire qualcosa se non forme colorate”.Entrambe le mostre resteranno aper-te fino al 18 dicembre, da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 15 alle 19.

Gillo Dorfles, “L’incubo cornuto”, 1999, acrilico su tela

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DINO MARINO TOGNALIPARROCCHIA S. REMIGIO DI VIONE, 2010

“Saluto con particolare gioia la pubblica-zione di questo piccolo volume che narra le origini, la storia e la devozione legate al Santuario della Madonna Annunciata di Cortaiolo. (…) In una parrocchia dove è presente un Santuario dedicato a Ma-ria viene coltivata con particolare inten-sità la devozione alla Madonna, infatti le varie celebrazioni che vi si svolgono vedono l’accorrere di numerose persone (…). Questo libro vuole raccontare la vera storia, riccamente documentata, del luo-go sacro con un’ampia spiegazione delle opere d’arte ivi contenute. Interessante il capitolo riguardante la devozione che il mondo cattolico riserva alla Madre di Dio. Apprezzabile è la nota finale che descrive il ‘Santèl di Rive’ posto all’imbocco della strada che conduce a Cortaiolo, quasi a preparare l’anima all’incontro con la Ma-dre di tutti noi. (…) Auguro che questa pubblicazione contribuisca ad incremen-tare la fiducia e l’amore verso la Madre di Dio” (dalla Presentazione di don Er-manno Magnolini).

“Voi non dovete pagare nulla a nes-suno per vivere insicuri e timorosi co-me siete”. È tra ironia, inquietudine, superstizione, giustizia sociale, san-gue e vino che s’intreccia la trama di questo romanzo di Vargas Llosa che vede il caporale Lituma, affiancato dal malinconico Tomasito, alle prese con tre improvvise sparizioni in quel di Naccos, desolata località andina oc-cupata solamente dai manovali di un cantiere minerario. Sullo sfondo di un paesaggio dal clima austero quanto i suoi abitanti, Lituma compirà le pri-me indagini seguendo le azioni san-guinarie dei terrucos – movimento ri-voluzionario d’ispirazione maoista – e lasciandosi coinvolgere dai racconti sui pishtaco (creature demoniache) di una donna che tutti chiamano strega. In evidenza la miseria del vivere quoti-diano dei manovali. Un’esistenza fatta di fragilità, paura, stenti e una voglia di riscatto che non trova realizzazio-ne e soccombe in un bicchiere di vino scaltramente versato dall’ammaliatore cantiniere Dionisio. (recensione a cura della Libreria Ferrata)

Il caporale Lituma sulle AndeMARIO VARGAS LLOSAEINAUDI, TORINO 2010,EURO 12,00

Il Santuariodella Madonna di...

39LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

“Violent Paintings”e “In memoriam”“Violent Paintings” è il titolo della mo-stra presente in questi giorni alla Fabio Paris Art Gal-lery, la seconda per-sonale del collettivo artistico “Altera-zioni video”. Nato a Milano nel 2004, il gruppo è compo-sto da cinque arti-sti attivi tra Milano, New York e Berlino. Distanti fra loro, i protagonisti fanno della loro comuni-cazione, per lo più mediata tra telefono e internet, un aspetto chia-ve del fare arte; “Violent Paintings” sono infatti il risultato di immagini trovate in rete e manipolate attraverso software con risultati bizzarri a creare visioni fantastiche e surreali. Un divertente lavoro di taglia e incolla di fotografie trasferite attraverso stampa serigrafica su lastre in pvc deformate, che danno l’idea di fogli di carta stampata accartoc-ciati. I “Violent Paintings” non sono solo una sorta di provocazione nei confronti della comunicazione mediata che, ostacolata da fusi orari e caratteriz-zata spesso da brevi messaggi via chat, rende più labile la comunicazione verbale, ma anche l’inten-zione di dimostrare la pervasività di internet e dei social network. Fino al 20 novembre, dalle 15 alle 19 tutti i giorni escluso i festivi.In memoriam, presso la galleria Maurer Zilioli, presenta invece alcune opere della fotografa tici-nese Stefania Beretta, immagini in bianco e nero di paesaggi devastati da incendi in Italia, Francia e Ticino. La scelta dell’artista di non utilizzare il colore conferisce alle opere maggiore malinco-nia, contribuendo inoltre a creare un’atmosfera di silenzio e inquietudine. Fino al 20 novembre, da mercoledì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. (l.b.)

Galleria UcaiVicolo San Zenone, 4 – BresciaUltimi giorni per visitare “E la porta fu chiusa”, mostra de-dicata al racconto evangelico delle vergini stolte e pruden-ti, con protagoniste le opere di alcuni artisti bresciani e dei rispettivi allievi. Fino al 24 ottobre, dalle 15.30 alle 19.30.

KanalidarteVia Alberto Mario, 55 – Brescia“Le Condition d’instabilitè de la vision”. In esposizione ope-re del Grav, Group de ricerche d’Arte visuel, nato a Parigi nel 1960 che fa dell’arte una ricerca di alterazioni ottico-visive. Tra gli artisti in mostra H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellec, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral. Fino al 18 dicembre, da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19.30, sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Domenica su appuntamento.

Ken Damy e Spazio ContemporaneaCorsetto Sant’Agata, 22 – Brescia“Verso il 2014”. In occasione del 20° anniversario della scomparsa di Guglielmo Achille Cavellini, il museo Ken Damy dedica una mostra all’artista bresciano, presentan-do i momenti più salienti del suo percorso artistico. Fino al 27 novembre, da martedì a sabato, dalle 15.30 alle 19.30.

Ab ArteVicolo San Nicola, 6 – Brescia“Dopo Corrente” presenta alcune opere del gruppo Cor-rente, che si diffuse a Milano tra il 1938 e il 1943 e che si distinse per l’intento di aprirsi alla cultura moderna euro-pea, rifiutando l’isolamento culturale imposto dal regime fascista. “Corrente – osserva Andrea Barretta, curatore della mostra –, fu l’unico movimento a esprimere nuovi impulsi creativi in un’Italia sonnecchiante agli eventi che pur si prefiguravano con toni minacciosi; e la sua storia è ancora tutta da scrivere insieme all’altro importante mo-vimento, il Futurismo, che l’aveva preceduto e poi perso in quelle vicissitudini che Corrente invece pose come cardine del suo agire”. In mostra opere di Domenico Cantatore, Emilio Vedova, Aligi Sassu, Gabriele Mucchi, Ennio Morlot-ti, Giuseppe Migneco, Renato Guttuso, Piero Gauli, Bruno Cassinari e Domenico Cantatore.Fino al 27 novembre, giovedì dalle 15.30 alle 19.30, vener-

dì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.

Allegrini Arte ContemporaneaPiazza Cesare Battisti, 17 – Brescia“Stratofilm”, presenta gli ultimi “ready made” di Renzo Nucara, esponente dal ’93 del Cracking Art Group, che in-tercalano strati di legno e plexiglass traforato subliman-do le immagini degli oggetti/cellule incastonati. La sua è un’arte che coagula naturale e artificiale puntando su al-chimie di trasparente e ruvido, metamorfosi ed ebollizio-ni, senza mai rinunciare a un retrogusto giocoso e ironico. Fino al 20 novembre, da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Marchina Arte ContemporaneaVia Violino di Sopra, 10 – Brescia“La storia si ripete”. In un momento di totale appiattimen-to e conformismo imperante l’artista Johan Friso frantuma il muro della grigia normalità estetica imponendo all’at-tenzione degli appassionati dell’arte contemporanea una serie di manifesti politici rivisitati con aggressiva ironia perfettamente aderente al clima politico reale. Fino al 20 novembre, da lunedì a sabato dalle 15 alle 19.

Galleria delle battaglieVia delle Battaglie, 69/a – Brescia“Cartacea” è la mostra collettiva di 34 artisti contempora-nei che presenta opere interamente eseguite su supporto cartaceo. Sono affiancati artisti affermati da anni ad ar-tisti emergenti tra i più promettenti sulla scena dell’arte contemporanea, con particolare attenzione alla ricerca e sperimentazione nel campo della figurazione. Fino al 18 novembre, da martedì a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.

Galleria dell’incisioneVia Bezzecca, 4 – Brescia“Le fate operose” è l’esposizione di una quarantina di ope-re dell’artista sarda Maria Lai, realizzate in carta e collages, ceramiche, tele e libri cuciti. Tra i lavori più suggestivi la serie “Fate operose”, carte realizzate con fili d’oro e d’ar-gento e stoffe preziose. Fino al 23 novembre, tutti i giorni dalle 17 alle 20 escluso il lunedì.

Calendario delle mostre

“Alterazioni video”, Car Wash

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40 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Cultura e comunicazione

SAB DOM

Tv2000, h. 10.25RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRODigitale Terrestre. Approfon-dimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Attraverso reportage interes-santi e molto curati Sciancale-pore viaggia attraverso l’Ita-lia alla ricerca delle novità nel teatro italiano. Interviste ad attori e registi, scoprendo co-sa ci aspetta per la prossima stagione teatrale.

Rai Tre, h. 21.30REPORTTornano ad appassionare gli italiani le inchieste dei gior-nalisti coordinati da Milena Gabanelli, alla ricerca di sto-rie per raccontare un’Italia che, nonostante tutto, ha la voglia di rialzarsi e risolvere i suoi problemi. Il programma ha più di 15 anni; nelle pun-tate della scorsa stagione si sono raggiunti picchi di ascol-to di quattro milioni di tele-spettatori.

Televisione Ecco la ricetta per fare un bambino

Desta perplessità il programma

legato a Peter Pan

Sdi Alberto Averoldi

Sicuramente tutti avremo visto almeno una vol-ta in tv immagini di scimmie vestite come esseri umani, messe intorno a un tavolo e che fingono di prendere il tè o che fumano vere sigarette. Ani-mali privati della loro natura, usati per dare spet-tacolo al circo o in qualche telefilm.Un divertimento che, se sussiste, dura pochi se-condi e che comunque tende a scadere in un sim-patico pietismo, pieno di tenerezza e stupore. Sna-turare una creatura e rivestirla di atteggiamenti grotteschi che non le appartengono, ricostruir-la a proprio piacere, secondo le proprie idee. È lo stesso procedimento simbolico, ovviamente quest’ultimo più politicamente corretto, del pro-gramma di Canale Cinque “Chi ha incastrato Pe-ter Pan?”, giunto alla sua quarta edizione, in onda ogni giovedì sera.Il titolo si riferisce a quel mondo infantile che molti rimpiangono, ricordando quanto fosse faci-le la vita, come la sincerità vincesse sulla falsità, e quanto la spensieratezza rimuovesse i piccoli problemi di tutti i giorni. Una squadretta di bam-bini in tenera età, dai cinque ai nove anni, si mi-sura con il mondo dei grandi ponendo domande a personaggi dello spettacolo. Peccato però che a suscitare questi nobili sentimenti sia solo il ti-tolo del programma perché il mondo infantile è stato perfettamente ricostruito in base al volere degli autori del programma. Pochi e semplici ac-corgimenti rendono possibile questa vera e pro-pria aberrazione. Innanzitutto per poter partecipare al programma i piccoli astanti devono superare una selezione, un controsenso che già sconfessa l’impostazione del programma: i bambini devono essere “di un certo tipo”. Quindi esistono bambini giusti e bam-bini sbagliati. Peter Pan non sarebbe d’accordo.Ma c’è un aspetto più determinante che svela la malizia di Bonolis e amici: le domande che i bam-bini pongono ai grandi sono palesemente scritte da un adulto e recitate pedissequamente dai pic-coli malcapitati, che non sono credibili nemme-no per un attimo. Sbagliano nell’esporre la do-manda e ricominciano daccapo; hanno il classi-co sguardo di chi sta recitando una poesia e che deve ricordare come va a finire; se incalzati dalla risposta dell’adulto non sanno cosa rispondere: il tono delle domande ha una malizia e un’ironia da adulti, politicamente corretta anche quando la

domanda sembra scomoda. Gli autori hanno mes-so in bocca ai bambini la loro personale idea di “uomo in miniatura”, e li fanno recitare contro la loro natura. La caricatura di un bambino, costret-to a recitare la parte dell’adulto rimasto piccolo. È da un pezzo che la psicologia ha confermato che i bambini non sono “uomini piccoli”, come in passato si pensava. Bonolis vorrebbe fare un sal-to indietro nella crescita sociale, etica e culturale dell’umanità? Vada pure, il problema sono i sei milioni di telespettatori che abboccano a un’esca che per di più dal punto di vista estetico non è af-fatto piacevole: la trasmissione è registrata e poi messa in onda, questo per tagliare ed eliminare, con un pessimo montaggio di recupero, i punti in cui molto probabilmente i bambini sono real-mente sinceri ma non seguono le regole del pro-gramma: mi piace immaginare che si alzino dalle loro poltrone per farsi una corsa, si stanchino e mettano a piangere, vadano a cercare i genitori nel pubblico, facciano scena muta al momento di fare la domanda assegnata… insomma dei veri bambini, duri da mettere alle strette, da incastra-re. La tv invece ci illude di essere riuscita a fare anche questo. Bonolis non ha incastrato Peter Pan, ma solo il suo riflesso.

Rai Tre, h. 7.00LA GRANDE VALLATAUn classico dei telefilm we-stern, realizzato negli anni Sessanta. La storia, ambien-tata nella San Joaquin Valley, in California, narra le avven-ture quotidiane della fami-glia Barkley, proprietaria di un ranch.

Rai Tre, h. 10.20IL GRAN CONCERTOSettimanale dedicato alla mu-sica d’orchestra. Alessandro Greco introduce i bambini nel favoloso mondo della musica.

Rai Uno, h. 14.00EASY DRIVERMarcellino Mariucci e Ilaria Moscato presentano una ru-brica settimanale dedicata ai motori. Al volante delle ulti-me novità in commercio at-traversano l’Italia scoprendo-ne le bellezze paesaggistiche.

Rete Quattro, h. 15.15PERRY MASONIn onda i migliori film-tv rea-lizzati sulla scorta del successo della serie di telefilm che da 50 anni appassionano il gran-de pubblico.

La 7, h. 20.30IN ONDASpazio al giornalismo d’in-chiesta politica con Luca Te-lese e Luisella Costamagna. In discussione i fatti più signifi-cativi della settimana politica appena conclusasi.

Rete Quattro, h. 12.00MELAVERDEEdoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bel-lezze del nostro territorio. Dall’agricoltura all’enogastro-nomia, senza dimenticare le affascinanti sfumature cultu-rali del Belpaese.

Tv2000, h. 12.15ANTIVIRUSDigitale Terrestre. Il poeta e giornalista Davide Rondoni presenta una striscia settima-nale dedicata alla poesia. In un quarto d’ora scopriremo scrittori italiani e internazio-nali, stili e nuove avanguardie poetiche.

Rai Tre, h. 13.25PASSEPARTOUTIn questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, ana-lizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia contemporanea.

Rai Tre, h. 18.00PER UN PUGNO DI LIBRIL’attore Neri Marcorè conduce un divertente e leggero quiz-show dedicato alla passione per la lettura. Due squadre, formate da studenti delle scuole superiori, si affronta-no sulle domande relative a un romanzo sul quale si sono preparati in gruppo.

Tv2000, h. 18.30FORMATO FAMIGLIADigitale Terrestre. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui vi-viamo e cercano di capire, in-sieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pia-neta famiglia in Italia.

Paolo Bonolis

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Telecomando 41LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

LUN MAR MER GIOV VEN

Rete Quattro, h. 21.10DON CAMILLO MONSIGNORE.. MA NON TROPPOUn classico del cinema italiano. Dal genio dello scrittore Gio-vannino Guareschi una storia stupenda che racconta quell’Ita-lia che è ormai un bel ricordo. La lotta fra l’ex sindaco comunista Peppone, ora senatore e don Camillo, diventato monsignore, continua nonostante non viva-no più a Brescello. Vi ritorneran-no per sistemare certe cose…

Tv2000, h. 21.00TG TGDigitale Terrestre. Il tg dei te-legiornali nazionali: in mez-zora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte insieme a esperti di comunicazione te-levisiva e sociologi. Confron-tare l’offerta complessiva per giudicare i metodi comunica-tivi di infotainment.

Sky Cinema Hits, h. 23.30TWILIGHTCanale Sky 306. Nonostante sia diventato un cult-movie per teenager questo film del 2008 ha parecchi spunti inte-ressanti: lei è una bella e miste-riosa ragazza, lui è un vampi-ro “gentiluomo”, ha scelto di non uccidere umani e sceglie di amarla senza però poterla avvicinare. Tematiche interes-santi nonostante prevalga una certa vena commerciale.

Rete Quattro, h. 21.10THE ILLUSIONISTOttimo film del 2005 con Edward Norton e Paul Gia-matti. Vienna, fine ‘800. Un abile illusionista, dopo aver ap-preso l’arte in giro per il mon-do, torna nella sua città nata-le per riscattare il suo passato. Ritrova la donna che ha sem-pre amato e che lo ricambia, ma è promessa sposa all’erede al trono. Cercherà di risolvere la situazione utilizzando le sue abilità. Da vedere.

Rete Quattro, h. 16.10SEABISCUITUna storia vera, avvincente e che da speranza. Stati Uniti, an-ni ’30. Un imprenditore di suc-cesso compra un cavallo in cui nessuno crede, nonostante sia il figlio di uno stallone vincente. Lo farà plasmare dai modi rudi di un anziano cowboy e dall’af-fetto di un improbabile fantino. Un cast eccezionale: Jeff Brid-ges, Tobey Maguire e Chris Co-oper. Per tutta la famiglia.

Rai Tre, h. 7.00TGR BUONGIORNO REGIONERubrica dedicata al territorio. Informazioni sulla viabilità e sul meteo, collegamenti in diretta per i fatti del giorno, rubriche e inchieste dedicate al sociale, all’economia e al mondo del lavoro.

Rete Quattro, h. 8.50HUNTERTelefilm americano anni 90 ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, de-tective della squadra omicidi della polizia.

Rai Tre, h. 12.45LE STORIE – DIARIO ITALIANOIl giornalista Corrado Augias torna anche per questa sta-gione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show.

Rai Due, h. 16.10LA SIGNORA IN GIALLOUn classico dei telefilm gialli della tv degli anni 90. L’attri-ce Angela Lansbury è Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli alle prese, in ogni pun-tata, con casi d’omicidio da risolvere.

Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIADigitale Terrestre. Interes-sante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cer-cano di capire, insieme ai nu-merosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta fa-miglia in Italia.

Rai Due, h. 8.00L’ALBERO AZZURROIn onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove av-venture e tante storie per ap-passionare i più piccoli.

Tv2000, h. 13.00DANIEL BOONEDigitale Terrestre. Diverten-te e avvincente telefilm del-la vecchia scuola. Un pioniere americano vive in ogni pun-tata incredibile avventure, vissute insieme all’insepara-bile amico, un indiano Sioux.

Tv2000, h. 17.30TESORI D’ARTE SACRADigitale Terrestre. Un viaggio a puntate per l’Italia delle chiese e dei santuari, alla sco-perta delle bellezze artistiche che spesso vengono sottova-lutate, ma che fanno parte di un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia.

Sky Uno, h. 20.00DAVID LETTERMAN SHOWCanale Sky 109. Il comico e anchorman David Letter-man spara a zero sulla socie-tà americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz inter-nazionale.

Tv2000, h. 20.00 FESTE STORICHE ITALIANEDigitale Terrestre. Una serie di documentari prodotti dal-la Duea, società di Antonio e Pupi Avati. I reportage rac-contano l’Italia delle antiche tradizioni, delle feste popola-ri che ancora oggi dopo secoli vengono celebrate.

Rete Quattro, h. 8.10STARSKY E HUTCHSerie tv squisitamente ameri-cana prodotta nella seconda metà degli anni 70. Le avven-ture di una delle più famose coppie di poliziotti della te-levisione.

Rai Due, h. 9.45TRACY E POLPETTAPer gettare le basi di una lin-gua straniera anche nei più piccoli telespettatori è sta-ta creata questa sit-comedy recitata in parte in un faci-le inglese.

Fox Retrò, h. 18.00MAC GYVERCanale Sky 121. Tutte le sta-gioni di un telefilm cult degli anni ’80 e ’90: un ex agente segreto, ora al servizio della Fondazione Phoenix, corre sempre in aiuto dei più de-boli grazie alle sue ingegno-se invenzioni.

Iris, h. 21.00ALIEN 3Digitale Terrestre. Ottimo se-guito della saga affidato al regista David Fincher. Il te-nente Ripley arriva con una navetta di salvataggio su un pianeta-penitenziario, do-ve vivono criminali di ogni specie, abbandonati dalla società…

Italia Uno, h. 21.10ALE & FRANZ SKETCH SHOWIn prima serata le diverten-ti gag del duo comico più in voga del momento: dal palco-scenico di un teatro i due at-tori presentato brevi filmati e recitano davanti al pubblico.

Rai Tre, h. 11.00APPRESCINDEREMichele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia.

Rai Due, h. 13.50TG2 MEDICINA 33Una rubrica quotidiana dedi-cata alla salute e all’informa-zione riguardo le ultime sco-perte scientifiche applicate alla medicina.

Current, h. 14.15VANGUARDCanale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica rea-lizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare real-tà che il resto della comunica-zione televisiva spesso lascia nell’ombra.

Rai Tre, h. 14.50TGR LEONARDOLe notizie più interessanti dal mondo della scienza e della tecnologia. Le ultime scoper-te e i nuovi traguardi da rag-giungere.

Tv2000, h. 22.30 LA GRANDE MUSICADigitale Terrestre. Tv2000 propone ogni giorno per tut-ta la mattina e in tarda sera-ta numerosi concerti di mu-sica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmo-niche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica.

Rai Tre , h. 8.00LA STORIA SIAMO NOIGiovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti do-cumentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo.

Rai Uno, h. 11.05OCCHIO ALLA SPESAAlessandro Di Pietro presen-ta uno storico appuntamen-to quotidiano che si occupa dei consumatori italiani: ogni puntata potremo conoscere le caratteristiche di un ali-mento di uso comune e sco-prire come scegliere sempre la qualità. Oggi parleremo di castagne.

La 7, h. 20.30OTTO E MEZZOQuotidiano appuntamento con l’approfondimento gior-nalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber.

Rete Quattro, h. 20.30WALKER TEXAS RANGERContinuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengo-no pulite le strade americane. In questa puntata Walker per-de la vista a causa di un esplo-sione: in convalescenza incon-tra un vecchio capo indiano…

Italia Uno, h. 21.10ROCKY IVForse il più celebre degli epi-sodi che raccontano la vita e la carriera di Rocky Balboa, il personaggio che ha reso ce-lebre l’attore Sylvester Stallo-ne. Rocky, all’apice del succes-so, viene sfidato dal temibile Ivan Drago.

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42 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Cultura e comunicazione Radio e Media

ProgrammazioneRobbie Williams, nonostante o forse grazie ad alcuni atteggiamenti deci-samente sopra le righe, è uno degli artisti più amati del circuito interna-zionale. Artisticamente parlando è un fenomeno, dotato di voce cristal-lina, tipicamente pop e tipicamente inglese, che lo rende assolutamen-te piacevole, sia che canti brani per adolescenti, come all’epoca dei Take That, sia che interpreti classici dello swing, come nel notevole cd “Swing when you’re winning”. Certo, alla vo-ce Robbie abbina un ego esasperato che lo spinge ad atteggiarsi volentieri a star, categoria alla quale del resto ef-fettivamente appartiene. Non è il caso di scandalizzarsi però di fronte a certi suoi atteggiamenti, è l’eterno dilemma della musica pop, che mescola onto-logicamente slanci artistici ad aspet-ti più marcatamente commerciali e di facciata. Sulle sue qualità di cantante non ci sono però dubbi, è uno che ha lasciato senz’altro il segno e che ora, dopo 20 anni di carriera, pubblica un doppio cd presentato – a torto – come la sua prima raccolta di successi: “In and out of consciousness - The Grea-test Hits 1990-2010”. L’uscita del disco è stata anticipata dal singolo “Shame”, al quale partecipa Gary Barclow, l’ex Take That con cui Williams non col-laborava dal 1995, mentre in un’altra canzone del cd, “Supreme, Kids” è ospite la cantante Kylie Minogue. Ri-torna quindi in questo disco un po’ di

Rdi Ricky Barone

Musica Robbie Williams da membro di una boy band a solista

Una carriera sfolgorante

Andrea Romano, bresciano, è un personaggio atipico e un uomo dalle mille risorse, artista, cantante, musicista, pro-duttore, imprenditore, che ha da poco pubblicato il suo pri-mo disco, “Specchio nel blu”. Il disco inizia proprio con la title track, con il piano subito in prima linea. Un piano che lascia poi spazio alla ritmica, che si dilegua lieve quando è la melodia vincente – caratteristica di tutte le canzoni – a entrare in gioco con decisione. Un disco moderatamente leggero, che avvolge ma è capace di inebriare, sia quando il sound diventa giocoso sia quando pare declinare verso la malinconia, come in “Piove”. Con lo stile che lo contraddi-stingue Andrea Romano è riuscito a colpire con un disco che denota la sua visione poetica della vita, fatta di poesia, tal-volta miscelata al nonsense, ma anche di concretezza. L’ar-ma vincente di questo disco ci pare la capacità di fusione e di sintesi di vari elementi, anche apparentemente lontani,

che Romano riesce però a tenere a bada con grande “equi-librio e simmetria”. Un equilibrio musicale che consente al-lo chansonnier bresciano di dosare sapientemente i suoni, trasformando l’elettronica, materia difficile da trattare, in un pop elegante e maturo, che lascia vibrare echi cantau-torali, risalenti agli ascolti dei vari Paolo Conte, Lucio Dalla e Domenico Modugno. Un disco nato quasi per gioco, con canzoni uscite da serate attorno al piano a far baldoria con gli amici, riprese e trattate poi con grande accuratezza, gra-zie anche all’aiuto di musicisti di qualità ed esperienza com-provate, come Roberto Giribardi, Max Comincini, Giovan-ni Rovati e il cantautore bresciano Daniele Gozzetti. Tra le canzoni dell’album ne scegliamo una, quella più vivace ed estiva “Cornetto gelato”, nobilitata dai cori di Elena Sbal-chiero e dal wurlitzer di Lino Sabbadini e che ci ricorda il buon vecchio Sergio Caputo. (r.b.)

Cd Il primo disco di Andrea Romano

La poesia miscelata con il nonsense e la concretezza

Take That, la boyband più osannata degli ultimi decenni, campioni di ven-dite grazie alle loro splendide “canzo-nette” capaci di conquistare schiere di ragazzini. C’è voluto però l’abban-dono dei Take That per far ripartire il cantante inglese, oggi neo-sposo. Si è spalancata per lui una nuova storia costellata talvolta da pose provoca-torie ma indubbiamente riqualificata da un punto di vista musicale e – co-sa che non guasta – gratificata da un successo “commerciale” notevolissi-mo. I numeri della carriera di Robbie Williams sono infatti impressionanti. Le vendite dei suoi album sono sba-lorditive (oltre 57 milioni di copie ven-

dute), come quelle dei singoli (oltre 11 milioni). Ci sono poi i sette album “Numero uno” nelle classifiche ingle-si e i 16 Brit Awards conquistati. Alla base di queste cifre ci sono le sue can-zoni, puro pop di classe adamantina, che si possono ascoltare o riascoltare in questo nuovo cd nel quale troviamo brani che hanno attraversato il tempo, come “Angel”, premiata come miglior singolo degli ultimi 25 anni. In defini-tiva Robbie Williams con questa rac-colta si conferma ancora una volta un cantante favoloso, in grado di adatta-re la sua voce a tutti i tipi di canzoni, da quelle sentimentali a quelle d’as-salto. La sua bravura trova riscontro in concerto, autentico banco di pro-va per tutti i cantanti, come dimostra il cd “Live at Knebworth”, pubblicato nel 2003 durante la strepitosa perfor-mance nel villaggio in cui si tiene il più grande concerto all’aperto d’In-ghilterra.

LA SANTA MESSA IN TVLa S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assun-ta in Gussago.

LA BUONA NOVELLAIl commento al Vangelo festivo è di don Giusep-pe Fusari, direttore del Museo diocesano. La ru-brica “Ecclesia” in ottobre è in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria. Continua-no gli appuntamenti di Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia e i Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine. Il pro-gramma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Vo-ce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte).

VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

LA BUONA NOTIZIAGli argomenti trattati: il prossimo Convegno in-terassociativo; la Giornata contro la povertà; la Settimana sociale; il concerto di musica barocca in San Giovanni. La rubrica “4 parole” è con don Armando Nolli, sul premio Cuore amico 2010. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11.

BELLI DENTROÈ tornato a grande richiesta il programma prese-rale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gor-ni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il mo-do più piacevole di finire la giornata lavorativa.

VOCE SPORTNuova stagione per “100%Brescia”: trasmissio-ne in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con in-terviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichia-ri, Rodengo) e del Brescia di serie A.

Robbie Williams

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SABATO

43LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

DOMENICA DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

Via Callegari, 6 - BresciaTel. 030 3774592 - 3383636104

Fax 030 3757897e-mail: [email protected]

Vocegiornale notiziario radiofonico principaledal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30.VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabatoalle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45.Rassegna stampa quotidiana appuntamentocon le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30.Almanacco previsioni del tempo.Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8.Stremadès storia e varia cultura locale venerdìalle 17 e domenica alle 11.Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17.Una proposta musicale al giorno programma musicaledal lunedì al sabato alle 13.Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22.E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

Radio VoceCamuna

Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs)Tel. 0364.22342 fax 0364 320906

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Le nostre frequenze

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Bassa Valle Camonica 88.200Media Valle Camonica 88.300

Alta Valle Sabbia 88.500Valle Trompia 88.500

Dal lunedì al venerdìGR Nazionali dalle 7 alle 18

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25014 Castenedolo (Bs)Tel. 0302731444 Fax 0302130911

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che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03;sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00

Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Informazione locale

ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provinciaDal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03.Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30.COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provinciaDal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

Rubriche

Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09Oggi parliamo di… Lunedì 11.30Fuori Gioco! Lunedì 18.00Letture Martedì 10.09Sul filo della memoria Martedì 10.40

Bienvenida America latina Martedì 20.05Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09Giovedì insieme Giovedì 10.09Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09Cucina e tradizione Venerdì 12.15Amico liscio Sabato 9.03La buona novella Domenica 15.00

6.00 Ecclesia6.30 S. Messa6.55 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 L’apertura con Mario Ricci7.25 Rassegna stampa nazio-nale7.55 Pane per il viaggio (replica)8.15 L’apertura (2ª parte)9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia...10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer12.50 L’informalavoro14.05 100% Brescia15.00 Pomeriggio inBlu17.10 Belli dentro18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana- Zona relax21.00 La musica della sera- lun: La reserva de Pedro- mar: Alta rotazione con Alessan-dro Gardenato- mer: Brescia music play con Ri-cky Barone- gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo- sab: Disco Story22.00 Effetto notte

6.00 Ecclesia7.00 Gr7.05 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 Il nuovo numero del set-timanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu8.00 Gr Radio Vaticana9.00 Gr11.00 Gr12.00 Gr Radio Vaticana13.00 Gr- Radio Voce greatest hits18.00 Gr18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana19.50 Zona relax21.00 Disco story

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare...9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte- commento al Vangelo di don Giu-seppe Fusari - Sette giorni in diocesi con An-gelo Onger- Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano10.00 S. Messa dalla Cattedrale11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria- Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia- Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari- L’agenda della settimana12.00 Recita dell’Angelus14.00 Gr Radio Vaticana14.30 Diretta Sport19.30 Gr Radio Vaticana

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Cinema Seconda opera per la regia di Ben Affleck

“The Town”e il rapinatore con un’anima

44 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Cultura e comunicazione Sala della comunità

PROGRAMMAZIONE

Toy story 3 – La grande fugadi Lee Unkrick

Sala della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 16.00.

Toy story 3 – La grande fuga

Claire (Rebecca Hall) e Doug (Ben Affleck) in una scena del film

L’ultimo dominatore dell’ariadi M. Night Shyamalan

Sale della comunitàSAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 23 ottobre ore 21.00; dome-nica 24 ottobre ore 15.00, 17.30. SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: ve-nerdì 22 ottobre ore 20.45; sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 20.45.

Karate Kid – La leggenda...di Harald Zwart

Sale della comunitàAURORA – PALAZZOLO: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 16.00, 21.00; AU-RORA – RONCADELLE: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.00.

Karate Kid – La leggenda...

È da quasi un secolo che la Nazio-ne del Fuoco porta avanti la sua campagna mortale per il dominio globale contro le altre nazioni di Aria, Acqua e Terra. Non offre che una scelta: la resa completa o il completo annientamento. Sostenuti da possenti eserciti e armi di distruzione, i dominato-ri del fuoco hanno già elimina-to tutti i dominatori dell’aria del pianeta. Ma qualcosa è destinato a cambiare...

A Boston si svolgono circa 300 rapine di banche all’anno e i rapinatori risiedono quasi tutti

a Charlestown, quartiere della città. Il canovaccio del gangster anni ‘20 è rispettato e aggiornato:

un’etica nuova che offre provocatorie soluzioni

Shrek e vissero felici e contentidi Mike Mitchell

Sale della comunitàPAOLO VI – DESENZANO: domenica 24 ottobre ore 15.00; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 24 ottobre ore 16.15; PAOLO VI - PREVALLE: sabato 24 ottobre ore 20.30; domenica 25 ottobre ore 15.30; SAN DO-MENICO - SERLE: sabato 24 ottobre ore 20.30; domenica 25 settembre ore 15.30.

Mordimidi Jason Frieberg

Sala della comunitàAURORA – PONTE CAFFARO: ve-nerdì 22 ottobre ore 21.00; dome-nica 24 ottobre ore 21.00; lunedì 25 ottobre ore 21.00.

Mordimi

Shrek è sposato con Fiona, è un padre amorevole e impegnato e le sue giornate si ripetono tutte uguali. Insoddisfatto e incastra-to in una noiosa routine deside-ra poter tornare alla sua vecchia vita. Pane per i denti di Tremo-tino, che gli propone uno dei suoi terribili accordi: rivivere la sua vecchia vita in cambio di un giorno del suo passato. La scelta lo catapulterà in una realtà in cui non è mai nato...

La passionedi Carlo Mazzacurati

Sala della comunitàSANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 24 ottobre ore 20.45; martedì 26 ottobre ore 20.45.

Eclipsedi David Slade

Sala della comunitàIL GABBIANO - GHEDI: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 15.30.

La solitudine dei numeri primidi Saverio Costanzo

Sale della comunitàSERENO – BRESCIA. VILL. SERENO: sabato 23 ottobre ore 20.45; dome-nica 24 ottobre ore 20.45; INZINO – INZINO: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.00.

Page 45: La Voce del Popolo 2010 40

di Mauro Toninelli

T

45LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

“The town”, la città, quella di Boston che nel film con la regia di Ben Affleck non è una città casuale. Affleck torna alla città che l’ha adottato e che è stata anche la location del suo primo film “Gone baby gone”. Nel nuovo lavoro però la città è una protagonista e si muove con gli altri protagonisti della vicenda. Ma c’è anche un altro motivo: a Boston ci sono 300 rapine in banca all’anno e la maggior parte dei rapinatori vive nel quartiere di Charlestown. Storie di gan-gster; quelle di un tempo, quello secon-do il canone della storia del cinema che collezionavano ambientazioni cittadine

o metropolitane, amori impossibili, spa-ratorie, l’ingresso a più livelli della socie-tà comtemporanea al film, un antieroe sul limite della redenzione e la presenza di una donna solitamente bruna, simbolo della possibilità di redenzione e il suo al-ter ego biondo, con un passato più o me-no lontano di amore con il protagonista e che prima della fine del film lo tradisce.Canovaccio che Affleck prende, rispet-ta e rielabora, proponendolo aggiornato. Ben Affleck è anche il protagonista della pellicola. Interpreta Doug Mac Ray, lea-der di una banda di rapinatori masche-rati. Pur essendo il loro capo è diverso

da loro , di un’altra pasta: avrebbe po-tuto essere qualcuno nella vita e nello sport. Avrebbe potuto, ma segue le or-me del padre. Ogni rapina della banda è segnata da un travestimento diverso e dalla legge chiara di non spargere san-gue e non fare ostaggi. Tutto bene fino alla rapina con cui inizia il film, subito dopo aver presentato Boston. Jem, in-terpretato da Jeremy Renner, prende in ostaggio anche se per poco tempo la di-rettrice della banca Claire, interpretata dalla brava e bella Rebecca Hall. È la mora, c’è anche la bionda nel film, e secondo il canovaccio descritto poco prima si può subito intuirne il ruolo. La lasciano andare; è ovvio che la polizia e l’Fbi le stanno addosso. Su tutti l’agen-te Frawley, il John Hamm noto per il te-lefilm “Mad Men”. Doug, che conosce il grilletto facile dell’amico e quasi fratel-lo Jem, decide di avvicinarla per capire

quanto sa e cosa sa. Inutile dire che da qui la storia non sarà più la stessa.Doug si svela a poco a poco, tanto a Claire, quanto a se stesso e allo stesso tempo allo spettatore. Attore protagoni-sta in tutto questo anche la città. Cine-matograficamente parlando, reali i per-sonaggi, ben tratteggiati anche nei loro rapporti e nelle loro reazioni. Affleck si muove bene tra ritmo, azione e primi piani dei dialoghi. Ma c’è una differenza sostanziale dal canovaccio del gangster, datati soprattutto anni ‘20. Affleck rac-conta un antieroe, protagonista della pellicola, con uno spessore morale, con un’intelligenza e un’anima che lo metto-no in crisi e lo costringono a fare il punto della situazione su di sé e sulla propria vita. Una seconda occasione offerta da un’etica che è disposta a non condan-nare a priori chi si rende conto di aver sbagliato. In questo senso, provocatorio.

Terra madredi Ermanno Olmi

Sala della comunitàPAOLO VI – DESENZANO: saba-to 23 ottobre ore 21.00

The Hurt Lockerdi Kathryn Bigelow

Sala della comunitàAURORA – PAVONE MELLA: martedì 26 ottobre ore 20.45.

Il mio amico Ericdi Ken loach

Sala della comunitàIL GABBIANO – GHEDI: lunedì 25 ottobre ore 21.00.

Inceptiondi Christopher Nolan

Sale della comunitàSALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: domenica 24 ottobre ore 20.45;ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 23 ottobre ore 20.30; do-menica 24 ottobre ore 14.30, 17.30, 20.30; GLORIA – MONTICHIARI: do-menica 24 ottobre ore 21.00; lunedì 25 ottobre ore 21.00.

Incept

Cineforum

L’apprendista stregonedi Jon Turteltaub

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 otto-bre ore 15.00, 21.00, ITALIA – LONATO: domenica 24 ottobre ore 15.00;CORALLO – VILLANUOVA: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 14.30, 20.30.

Dom Cobb possiede una facoltà speciale: è in grado di inserirsi nei sogni altrui per prelevare i segreti nascosti nel più profondo del subconscio. Viene contattato da Saito, un potentissimo indu-striale di origine giapponese, il quale gli chiede di tentare l’ope-razione opposta. Non deve pre-levare pensieri celati ma inserire un’idea che si radichi nella mente di una persona. Costui è Robert Fischer Jr...

Tutto ebbe inizio con la fine di Merlino. Una storia di scontri fra stregoni che continua da secoli per trovare la fine nella Manhat-tan dei giorni nostri. Per i discepoli di Morgana, capitanati da Maxim Horvath, l’obiettivo è la liberazio-ne della strega e il dominio del mondo intero. Per l’unico seguace di Merlino Balthazar Blake l’obiet-tivo è impedire la liberazione della strega e, più ancora, la ricerca del “Sommo Merliniano”...

Sharm el Sheik – Un’estate...di Ugo Fabrizio Giordani

Sala della comunitàSPLENDOR – ODOLO: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 20.30.

Tata Matilda e il grande bottodi Susanna White

Sala della comunitàAURORA – PAVONE MELLA: saba-to 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 15.00, 20.45.

Cani e gatti – La vendetta...di Brad Peyton

Sale della comunitàGLORIA – MONTICHIARI: dome-nica 24 ottobre ore 15.00; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 24 ottobre ore 14.00, 17.00, 20.30.

Benvenuti al suddi Luca Miniero

Sala della comunitàLUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.30, 18.00, 20.30; lu-nedì 25 ottobre ore 20.30.

Sansonedi Tom Dey

Sale della comunitàSALA DELLA COMUNITÀ – BIEN-NO: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore15.00; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 24 ottobre ore 15.00, 21.00

Cani e gatti – La vendetta... Benvenuti al sud

Page 46: La Voce del Popolo 2010 40

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47LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Economia e lavoro

Il 28 settembre scorso, in concomitan-za con la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2010 della Burgo group (che certificava una prima ti-mida ripresa dopo anni di crisi), nel corso di un incontro tra la direzione aziendale della Cartiera di Toscolano (gruppo Burgo) e le rappresentanze sindacali unitarie, veniva presentato, in modo del tutto inaspettato, un pia-no di ristrutturazione che prevede di fermare parte della lavorazione del-lo stesso impianto gardesano, quello

La comunitàfa fronteunito

realizzato dalla “macchina 11” per la produzione di carte naturali, utilizzate per i libri, agende e block notes. Una scelta, quella annunciata, che secondo le sigle sindacali non avrebbe precise ragioni industriali. A rischio, se le in-tenzioni espresse dall’azienda saran-no confermate, ci sarebbero tra i 100 e i 120 posti di lavoro a fronte dei 300 occupati, senza dimenticare l’indotto. La cartiera di Toscolano è infatti l’ul-tima grande impresa presente sulla sponda bresciana del Garda ed è im-

portante elemento per il tessuto so-ciale di Toscolano e di alcuni comuni limitrofi. Immediata è stata la risposta all’annuncio della proprietà e a difesa della cartiera e dei suoi posti lavoro non si sono mossi solo i sindacati e le amministrazioni comunali coinvol-te. Quello che si è creato è un vero e proprio movimento popolare che non tiene conto di appartenenze politico-sindacali e sociali. È l’intera comunità che si è mossa chiedendo alla Burgo di indicare chiaramente le ragioni di una scelta che rischia di mettere in ginoc-chio tantissime famiglie della zona. A guidare questo movimento è il sin-daco di Toscolano Maderno, Roberto Righettini, che della Cartiera è anche dipendente. “Abbiamo più volte chie-sto alla dirigenza del gruppo Burgo di darci spiegazioni sul perché di questa scelta − afferma − dichiarando tutta la nostra disponibilità a metterci intorno a un tavolo per cercare di trovare una soluzione”. Ma le iniziative sino a oggi

realizzate non sembrano aver prodot-to grandi risultati. A un primo tavolo istituzionale la Burgo ha confermato l’intenzione di “spegnere” macchina 11 dal 1° gennaio prossimo. Altret-tanto netta è stata la posizione assun-ta dalla comunità che in una affollata assemblea ha chiesto a gran voce alla Burgo di spiegare la volontà di fermare una linea di produzione che ha chiuso il 2009 in attivo. 3000 persone hanno poi partecipato alla fiaccolata organiz-zata per la serata del 14 ottobre scor-so. Con le rappresentanze sindacali, le amministrazioni locali e le parrocchie ha sfilato tantissima gente a testimo-niare che quello della Cartiera non è un problema che riguarda l’azienda e chi ci lavora ma è un tema che inter-pella l’intera comunità. Quella stessa comunità che seguirà con apprensione le prossime iniziative che saranno pro-grammate a tutela di quella che non è solo una fabbrica ma parte integrante della storia locale.

I di Massimo Venturelli

La Burgo ha comunicato il 28 settembre scorso l’intenzione di chiudere la “macchina 11” dello storico complesso gardesano. La notizia ha unito l’intera realtà gardesana nel chiedere al gruppo un ripensamento

Toscolano Maderno Tagli alla Cartiera?

“No, non ci sentiamo soli in questa nostra battaglia. Sappia-mo di potere contare sull’appoggio di tanti” e questo è un elemento non indifferente per Roberto Righettini, sindaco di Toscolano Maderno e, allo stesso tempo, dipendente della Car-tiera su cui nelle scorse settimane si è abbattuta la scure della Burgo. Il primo cittadino ha assunto sin da subito, insieme al-le rappresentanze sindacali dell’azienda, la difesa dei posti di lavoro messi a rischio dalla volontà di chiudere una parte della produzione realizzata in riva al lago. “Sin da subito − afferma − abbiamo avuto il pieno sostegno da parte della politica. Il sottosegretario Stefano Saglia si è infatti messo a disposizione della nostra causa”. Analoga disponibilità è giunta da tutte le forze politiche e istituzionail. Importanti risposte sono giunte dalla Provincia e dalla Regione che si sono dichiarate dispo-nibili a operare, secondo le proprie competenze, per fare in modo che la scelta della Burgo (che mette a rischio 100/120 posti di lavoro sui 300 dell’azienda) non produca gravi conse-guenze sul tessuto produttivo e sociale locale. Per il primo cit-tadino esistono però ancora margini per cercare un confron-to con la Burgo. “Anche se i termini indicati dalla Burgo sono

abbastanza ravvicinati − sono ancora considerazioni del Sin-daco − non disperiamo di poter trovare una soluzione”. Per i prossimi giorni sono in programma un consiglio comunale e un incontro del tavolo istituzionale per cercare qualche passo in avanti. Nel frattempo il primo cittadino di Toscolano e i la-voratori che sarebbero colpiti dalla chiusura di “macchina 11” possono contare sul sostegno dell’intera comunità, parrocchie in testa. Anche mons. Monari ha preso carta e penna e ha scrit-to alla Burgo per invitare l’azienda ha ripensare alla decisione assunta. Particolarmente apprezzati sono stati gli interventi alla fiaccolata del 14 ottobre scorso di don Leonardo Farina e di don Carlo Moro, parroco e curato di Maderno, che hanno invitato la comunità a procedere unita in questo momento di grande difficoltà. “La gente e non solo quella direttamente toccata dall’eventuale riduzione di personale alla Cartiera − ha affermato don Carlo Moro − ha condiviso la scelta che anche le parrocchie, come parte integrante del tessuto comunita-rio locale, abbiamo scelto di condividere questo momento di grande difficoltà rimanendo fisicamente al fianco di chi si sta impegnando per scongiurare questa grave crisi”.

Un impegno condiviso

La crisi non è solo

della Cartiera

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48 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Economia e lavoro

I vertici nazionali di Confcommercio, con il presidente Carlo Sangalli e il vi-ce presidente vicario Renato Borghi, per la prima volta a Brescia per fare il punto della situazione sia locale che nazionale delle problematiche che gra-vano sulla categoria. A fare gli onori di casa il presidente provinciale Carlo Massoletti, e i circa 150 rappresentanti delle sezioni comunali di Ascom della provincia e i presidenti dei sindacati di settore aderenti alla Federazione. “Il momento, pur intravedendo la luce in fondo al tunnel, rimane molto difficile

Idi Franco Armocida

– ha detto Carlo Massoletti – perché le piccole imprese fanno molta fatica a riprendersi, poiché in Italia non si è ancora verificata la ripresa dei consu-mi come in Germania, Austria, Svizze-ra e Olanda”. Brescia avrebbe bisogno, secondo Massoletti, di una politica che permetta la ripresa dei consumi, di un maggiore credito alle imprese da parte delle banche, (“pur se il nostro Confidi – ha precisato – ha più che raddoppia-to nell’ultimo anno le garanzie verso le imprese) e di un incremento delle infrastrutture che possano favorire il

turismo e il terziario, colonne fonda-mentali dell’economia locale. Il pre-sidente Ascom ha ricordato ai vertici nazionali di aver chiesto alle istituzio-ni locali maggiore attenzione verso il territorio per favorire l’incremento dell’affluenza del pubblico. Tra cen-tro storico e immediato circondario sono oltre 1500 le imprese commer-ciali che potrebbero trarre vantaggio da questa nuova attenzione. Invece sono sempre di più quelle costrette ad abbassare definitivamente le serrande. La provincia bresciana ha la più alta densità commerciale d’Italia, grazie all’esplosione dei centri commercia-li che si è verificata negli ultimi anni, e questo è uno dei fattori che hanno determinato il calo dei fatturati, cui non ha corrisposto un’analoga dimi-nuzione dei costi”. “Siamo di fronte

a una prospettiva di crescita lenta e fragile – ha detto Carlo Sangalli – e per una sua accelerazione e irrobusti-mento serve una ‘buona politica’, che, oltre a favorire l’accesso al credito e a incrementare le infrastrutture, favo-risca l’innovazione e, nel settore turi-stico, uno dei più trainanti, consenta di allineare le aliquote Iva alle nazio-ni nostre competitrici dirette, in un quadro di legalità e sicurezza, senza le quali non vi può essere sviluppo”. Anche il Presidente nazionale di Con-fcommercio ha ribadito la necessità di un ‘patto sociale’ in cui le piccole/medie imprese, l’ossatura dell’eco-nomia nazionale, possano giocare il ruolo che loro compete. Le ‘buone politiche’ – ha chiosato Sangalli – si fanno anche tramite le riforme, la cui madre è quella fiscale”.

Una politica attenta

al commercioAl presidente nazionale Sangalli le richieste

di un comparto ancora in difficoltà

Ascom A Brescia i vertici nazionali

Carlo Sangalli

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Page 49: La Voce del Popolo 2010 40

49LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Sempre più belli, sempre più utiliSono in aumento le case in cui trovano spazio questi componenti d’arredo

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Il caminetto è ormai diventato parte integrante di un numero sempre più ampio di abitazione. Molto spesso è un semplice elemento architettoni-co anche se si sta ampliando la gam-ma dei prodotti che possono anche riscaldare l’abitazione. Per questo motivo è importante conoscere al me-glio come è fatto e quale può essere la funzione di un caminetto. Le sue parti più importanti sono il focolare, la griglia, il cassetto raccogli cenere, l’architrave, i piedritti. Seguono poi la cappa, la canna fumaria e il comigno-lo. Ogni elemento ha la sua importan-za al fine di un buon funzionamento. Il focolare va realizzato con materia-

li refrattari e resistenti al calore, e il vano che lo contiene può aggettare dal muro oppure può essere ricavato all’interno del muro stesso. I piedritti e l’architrave possono essere in mar-mo, muratura, mattoni, legno, pietra, a seconda dei gusti personali e gli usi locali. La cappa, di solito a forma di piramide tronca, viene costruita uti-lizzando comuni tavelle da edilizia e internamente può essere rivestita di metallo per favorire l’irradiamento di calore nell’ambiente e il tiraggio dei fumi. La griglia fatta in genere in ghisa, va collocata sul pavimento del focolare e non deve avere maglie troppo larghe per evitare che le bra-

ci cadano dentro il cassetto raccogli cenere. La canna fumaria ha la fun-zione di convogliare all’esterno i fu-mi per effetto del tiraggio, costruita in acciaio o muratura con materiali refrattari resistenti alle alte tempera-ture e impermeabili ai gas, è preferi-bile abbia una sezione circolare e nel suo percorso è bene evitare strozza-ture o inclinazioni superiori a 45 gra-di rispetto alla verticale. Può anche essere realizzata a sezione quadrata o rettangolare e in quest’ultimo caso occorre che i lati non differiscano tra loro di più di 2/3. Nel caso la canna fumaria sia esterna occorre isolarla e rivestirla in modo da impedirne il raf-freddamento che potrebbe compro-mettere il tiraggio. Il tiraggio di una canna fumaria è proporzionale alla radice quadrata della sua lunghezza, quindi più una canna è lunga e miglio-re sarà il tiraggio. Nel valutare la se-zione della canna fumaria invece, oc-

corre tenere presente la potenza del camino che è l’elemento più impor-tante. Occorre poi valutare l’altezza sul livello del mare in cui viene posto il camino ricordando che la sezione aumenta all’aumentate dell’altezza sul livello del mare. Altro elemento è la lunghezza complessiva della canna fumaria, per cui la sua sezione sarà inversamente proporzionale alla sua lunghezza. Nel progetto del caminet-to occorre tenere presente che il re-quisito più importante per un camino è che non faccia fumo; infatti tutta la poesia di un bel caminetto viene rovi-nata se all’atto pratico questi non tira e fa fumo rendendo invivibile il locale nel quale è collocato. Per evitare ciò occorre che la bocca del camino sia più larga che alta e la canna fumaria non sia troppo lunga rispetto alla sua sezione. Altro requisito importante è che il camino sia in grado di riscalda-re il più possibile.

Caminetti Alcuni consigli

Economia e lavoro Stufe e Camini

Page 50: La Voce del Popolo 2010 40

50 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Economia e lavoro Stufe e Camini

Da oltre 157 anni le stufe Morso dif-fondono il loro calore all’interno del-le abitazioni, creando indimenticabili atmosfere di autentica felicità, inti-mità, sicurezza e comfort, tanto che, garantiscono i produttori, tra alcuni anni, quando i possessori si troveran-no a raccontare della stufa Morso, non parleranno del design, della ghi-sa o dell’attenzione all’ambiente, ma di come la sua presenza abbia cam-biato l’idea di casa. Sempre più negli anni la stufa sarà uno degli elementi più amati della casa, parte integrante

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della vita, come un buon amico con il quale condividere sensazioni specia-li di pace e di armonia interiore. La stufa Morso rappresenterà una vera propria sorgente di comfort, che fa-rà innamorare per i suoni, lo stile e il calore emanato nella casa, anno do-po anno. La stufa Morso è l’unica e originale stufa in ghisa. Se si potesse chiedere a 100 danesi, presi a caso, di citare il nome di un produttore di stu-fe, per molte buone ragioni, 90 di essi risponderebbero sicuramente Morso. Per intere generazioni ha rappresen-

tato la stufa danese per eccellenza. Una gamma di stufe moderne ma al contempo caratterizzate da un design senza tempo, efficienti, confortevoli e in solida ghisa. La gamma di stufe Morso è molto ampia, con una varie-tà di modelli in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Quindi, nonostan-te l’istinto naturale sia quello di sce-gliere il modello preferito basandosi sui propri gusti, dando uno sguardo iniziale ai vari modelli, è prima ne-cessario tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali per una scelta corretta. Esistono principalmente due tipi di stufe: stufe radianti e stufe a conve-zione. Le stufe radianti concentrano il calore attorno al corpo della stufa, mentre quelle a convezione distribui-scono l’aria calda all’interno dell’am-

biente con estrema rapidità. Pertan-to, il modello da scegliere varia in base all’uso che il cliente intende fare della stufa. Se si desidera creare un ambiente intimo e caldo nelle zone più vici-ne alla stufa, allora uno dei modelli radianti può rappresentare la solu-zione ideale. Se invece la stufa deve essere utilizzata come soluzione di riscaldamento primario per l’abita-zione, allora preferita è una stufa a convezione. La scelta della stufa di dimensione corretta rappresenta un fattore es-senziale per poter usufruire appieno dei vantaggi offerti dal proprio inve-stimento. In tale ottica, la scelta di un modello troppo potente può cre-are gli stessi problemi creati da un modello sottodimensionato.

Bella, sicura, economica:

la stufa in ghisaAnche nel Bresciano sono sempre più diffuse

grazie ai vantaggi che sono considerevoli

Novità Presente in tante case

Page 51: La Voce del Popolo 2010 40

51LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Le stufe a pellet si potrebbe definire le stufe del Ventunesimo secolo, dal mo-mento che coniugano la tradizione con la tecnologia e l’ecologia. In apparenza sono simili alle stufe tradizionali, ma il loro funzionamento è diverso e de-cisamente più pratico! È necessario liberare la mente dall’immagine dalle cataste di legna, indispensabile per ri-fornire di frequente le stufe tradiziona-li, con i relativi problemi di ingombro, di costi e pulizia. Le stufe a pellet sono, infatti, dotate di moderne tecnologie che consentono di regolarne l’accen-

Tanto sempliciquanto efficaci e... diffuseEstremamente pratiche e funzionali sono ormai entrate in tante case

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sione e la temperatura, aspetti fonda-mentali per garantire serenità alle no-stre frenetiche giornate. Termostati molto intuitivi da usare permettono di garantirsi il giusto calore nei diver-si momenti della giornata, regolando anche la temperatura dell’acqua oltre che degli ambienti. Altra caratteristi-ca delle stufe a pellet è il loro contri-buto nella tutela dell’ambiente, tema estremamente rilevante. Tali sistemi di riscaldamento utilizzano, infatti, il pel-let, ovvero lo scarto della lavorazione del legno, e in tale maniera non sfrut-

tano risorse energetiche esauribili, ma al contrario riciclando materiale che andrebbe altrimenti sprecato. Anche l’aspetto economico è determinante nella scelta e la resa termica delle stu-fe a pellet è notevole. Si calcola che la riduzione delle spese di riscaldamen-to superi il 30% rispetto agli impianti tradizionali e in alcuni casi i costi per mantenere la casa calda sono più che dimezzati! Un ultimo tratto essenzia-le è la semplicità nella manutenzione e l’estrema pulizia. Il pellet non lascia residui, tranne un poco di cenere fa-cilmente rimuovibile, e dalle stufe non fuoriesce il fastidioso fumo che rende l’aria irrespirabile e sporca i muri. Vi sono pertanto validi motivi per appro-fondire la conoscenza degli impianti di riscaldamento originari del Canada e sempre più diffusi nel Paese... Il fun-

zionamento delle stufe ecologiche è molto semplice, merito soprattutto di pannelli di comando intuitivi che con-sentono di programmarne l’accensio-ne anche a distanza temporale e spa-ziale. L’operazione indispensabile da eseguire manualmente consiste nel caricare il pellet nell’apposito serba-toio, un gesto naturale che ci riporta alle nostre comuni origini contadine, ma al contempo ci consente di bene-ficiare dei progressi della tecnica. Il pellet, infatti, è leggero, non sporca e occupa poco spazio, al contrario del-la legna tradizionale, molto romanti-ca, ma poco pratica! Trascorsi pochi minuti da quando si è accesa la stufa e versato il combustibile esso inizia a bruciare riscaldando in breve l’am-biente. A questo punto è sufficiente programmare il termostato!

Stufe a pellet Non sono solo economiche

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52 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Economia e lavoro Stufe e Camini

Il riscaldamento con stufe a legna è in assoluto il più economico, in più, con stufe, focolari, camini e caminetti a legna con lunga autonomia di fuoco, e riesce a sfiorare la comodità del pel-let. Il principale pregio di una stufa a legna sta nella sua lunga autonomia, che può andare anche oltre le 24 ore. Un altro vantaggio della stufa a legna, è il comfort termico: la stufa a pellet è fortemente convettiva ma emette so-lo aria calda. La stufa a legna, invece, emette un calore completamente dif-ferente, più salubre, intenso, piacevo-

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le e durevole, questo verrà percepito con un senso di maggiore comfort ambientale. La stufa a legna a lunga autonomia, ha bisogno di una buona canna fumaria con un buon tiraggio, questo le permetterà di funzionare con una piccola ma efficiente fiam-ma anche al minimo della sua poten-za, garantendo la buona combustio-ne dei gas volatili emessi dalla legna. All’esaurimento delle componenti vo-latili, la fiamma si spegnerà ma con-tinuerà per lunghissime ore la com-bustione del carbonio, sotto forma di

ardenti braci. al contrario di ciò che si può pensare evocando il ricordo della vecchia stufa della nonna, il ri-scaldamento domestico a legna, og-gi, è un sistema che può dare ampie soddisfazioni. Il comfort termico che la stufa procura, generalmente, è per-fetto, solitamente migliore rispetto a quello realizzabile con i termosifoni, i quali, in situazioni particolari, nono-stante le grandi spese sostenute, non riescono a colmare problemi struttu-rali dell’edificio. Un esempio può es-sere dato dall’impossibilità di riscal-dare con un termosifone, un gran bel salone con altezza di quattro o cinque metri, il quale sarà sempre freddo. Un altro caso potrebbe essere dovuto al fatto che, con il solo pensiero di sape-re quanto ci costerà la bolletta del gas metano, tenderemo a tenere tempera-

ture un po’ troppo basse e poco con-fortevoli. Si pensa erroneamente, che soltanto con i termosifoni si possa di-stribuire il calore in maniera unifor-me nelle varie stanze dell’abitazione ma ciò non è affatto vero. Una stufa contemporaneamente sia convettiva che irraggiante, dimensionata corret-tamente (adottando se necessario al-cuni semplici accorgimenti tecnici) è imbattibile in quanto a calore emesso, a confort e piacevolezza termica ed è in grado di diffondere il suo calore in tutte le stanze dell’abitazione. Il ri-scaldamento a legna, darà grandi sod-disfazioni, non solamente per il com-fort del calore fisicamente percepito, ma anche per il fascino stesso della stufa o del camino, talvolta realizzati addirittura in ceramica, che supera qualsiasi design di termosifoni.

Tanto caldo con poca spesa

Sta riprendendo piede, anche grazie alla tecnologia moderna, un riscaldamento antico

Stufe a legna Tradizione che si rinnova

stufe e camini

Fornitura e posa:

•marmo•pietre•parquet•stufe in pietraollare•camini

di Lusetti Ugo

Sede Via Monsignor Rossi, 24 - 25018 Montichiari (BS)Esposizione: Via trieste,136 - 25018 Montichiari (BS)

Tel. 030 9650277 - Cell. 348 [email protected]

GLOBUS CERAMICHE

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53LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Mancano ancora due mesi alla scan-denza del suo mandato ma per la dott.ssa Mara Azzi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano è tempo di bilanci.”Quelli ormai pros-simi alla scadenza − afferma la dott.ssa Azzi − sono stati tre anni intensi. Anni di grande impegno da parte di tutta l’azienda che ha profuso il mas-simo impegno per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di organizzazione aziendale”. Oltre alla soddisfazione per aver condotto in porto la realizzazione di nuovi repar-ti, la ristrutturazione di altri e per aver dato avvio ai grandi cantieri dei presi-di ospedalieri di Gavardo e Manerbio (“ma questi sono obiettivi comuni alle direzioni di tutte le aziende ospedalie-re” sono considerazioni della dott.ssa Azzi) c’è un altro aspetto che contri-buisce a rendere positivo il triennio prossimo alla conclusione. “Con un certo orgoglio − afferma al proposito il Direttore generale − posso dire che l’azienda, nel suo insieme ha raggiun-to quello che per me era un obbietti-vo importante: quello della relazione tra i suoi diversi operatori”. Un aspet-to che per la dott.ssa Azzi ha portato

Traguardi raggiuntie sfide futureLa dott.ssa Mara Azzi, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano, “racconta” tre anni intensi

M

di Massimo Venturelli

a un miglioramento complessivo an-che nei rapporti con l’utenza. “Essere riusciti a creare un rapporto di colla-borazione e di comunicazione all’in-terno dell’azienda − continua il Diret-tore generale − ha comportato anche concreti passi in avanti nel rapporto quotidiano con tutte quelle persone che si sono rivolte ai nostri servizi”. Se nel bilancio di fine mandato del di-rettore generale di una azienda ospe-daliera è importante che compaia il raggiunginento di obiettivi struttura-li, dalle considerazioni della dott.ssa Mara Azzi pare di capire che non me-no significativo è il poter annoverare tra le “voci” attive anche la soddisfa-zione delle persone che, in situazione di bisogno, hanno trovato nei servizi e nelle strutture dell’azienda risposte adeguate ai propri bisogni. “Certo − afferma il Direttore generale − ci so-no ancora aspetti che possono essere migliorati, ma aver reso operativi tutti gli organismi collegiali ha permesso di arrivare sempre all’assunzione di de-cisioni condivise e non percepite co-me imposizioni dall’alto”. Ad oggi la dott.ssa Azzi ancora non sa se per il prossimo trienno sarà riconfermata

dalla Regione alla direzione generale dell’azienda ospedaliera. Il suo auspi-cio, però, è che anche per il futuro si continui con quello spirito di fattiva collaborazione che ha portato negli ultimi tre anni ai traguardi ricordati. Fra gli obiettivi prioritari del futuro il Direttore generale annovera la qualifi-cazione della struttura ospedaliera e il potenziamento dell’ospedalizzazione territoriale. “Far diventare l’ospedale una struttura altamente specializzata in cui una persona resta durante la fa-se acuta della sua patologia − afferma la dott. Azzi − e creare le condizioni perchè il paziente possa essere segui-to a domicilio o in strutture a più bas-sa intensità di cura, come previsto dal piano socio-sanitario regionale è una delle sfide che anche l’azienda ospe-daliera di Desenzano dovrà necessa-riamente affrontare”. Una sfida che non può essere elusa, non solo perché prevista da apposite direttive regiona-li, ma anche perché è dettata dall’evo-luzione demografica della popolazio-ne, anche di quella che risiede nel bacino di utenza dell’azienda ospe-daliera affidata sino al prossimo 31 dicembre a Mara Azzi.

Desenzano Bilanci di fine mandato

Economia e lavoro Salute

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54 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Economia e lavoro Salute

S

a cura di VoceMedia Pubblicità

Si terrà dal 21 al 23 ottobre una nuova edizione del prestigioso con-gresso internazionale “Colloquium dental”, quest’anno congiuntamente alla terza edizione del notissimo con-gresso di Odontotecnicamadeinitaly. Assopadana, sempre attenta alla for-mazione e all’aggiornamento profes-sionale, promuove anche per questa edizione del “Colloquium dental” e sarà presente alla manifestazione con un proprio spazio espositivo.La decisione di raggruppare in un unico evento manifestazioni cultura-li diverse è il risultato di un accordo tra i soci di Assopadana Siced, So-cietà italiana ceramica dentale, e Teamwork Media srl, casa editrice specializzata nel settore dentale. È questo un appuntamento tradizio-nale con la cultura professionale per gli odontoiatri e odontotecnici di tutta Italia e non solo del nostro Paese: è atteso un pubblico interna-zionale, grazie alle collaborazioni di Teamwork Media srl con diversi Pa-esi del mondo. La tecnica di lavorazione digitale sa-rà il tema conduttore della manife-stazione. L’appuntamento si svolge-

rà in uno dei padiglioni della Fiera di Brescia in cui sarà allestita una sala congressuale attrezzata con particolari tecnologie audiovisive e dotata di cabine per la traduzione simultanea.Nello stesso padiglione sarà allestita l’esposizione di materiali e attrezza-ture odontoiatriche e odontotecni-che. L’ingresso alla zona espositiva è libero. Le più affermate aziende del settore dentale hanno confermato la loro adesione all’importantissi-mo evento, unico nel suo genere nel Nord Italia, e tutti gli stand disponi-bili sono stati prenotati. Chi non ha tempo per partecipare al congresso, è atteso per una visita agli stand che, oltre a essere gratuita, rappresenta un ottimo mezzo per l’aggiornamen-to sulle novità del mercato dentale.Nella giornata di giovedì 21 si svolge-rà il Simposio della 3i Implant in cui interverranno odontoiatri di fama in-ternazionale. Il venerdì 22 sarà tutto dedicato al “Digital Symposium” in cui le relazioni si alterneranno tra relatori italiani e relatori stranieri in una specie di connubio tra odonto-tecnica “made in Italy” e odontotec-

nica internazionale. Sabato 23 sono previsti gli interventi in coppia con il dentista di notissimi odontotecni-ci italiani.Da sempre Teamwork Media srl e Siced collaborano per le rispettive manifestazioni; questa volta si è de-ciso di unire i due congressi realiz-zandoli insieme nella sede naturale di Brescia. La decisione è stata presa in pieno accordo poiché per l’orga-nizzazione promotrice e per entram-be le aziende organizzatrici, il 2010 è un anno assai speciale.La Siced e la Teamwork Media srl fe-steggiano i 20 anni della loro fonda-zione e per questo hanno deciso di concedere l’ingresso gratuito a tut-ti i loro clienti e di organizzare una grande festa a cui fin da ora sono in-vitati tutti gli odontotecnici italiani. Il programma culturale è pubblica-to sul sito www.colloquium-dental.com. L’appuntamento ha un insie-me di importanti significati e sarà tanto più utile ai partecipanti tanto maggiore sarà la presenza dei colle-ghi: per questo confidiamo nell’at-tenzione e nella partecipazione di un numero elevatissimo di presenze.

A Bresciail “Colloquium

dental”

Appuntamenti Dal 21 al 23 ottobre

Assopadana, da sempre attenta alla formazione professionale, sarà presente

con un proprio spazio espositivo

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55LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Lo studio dentisticode “La Rete”La cooperativa ha aperto un ambulatorio in via Milano per aiutare un numero crescente di persone bisognose di cure

Brescia Un servizio “sociale”

L

a cura di VoceMedia Pubblicità

La cooperativa “La Rete”, che si av-vicina ormai ai primi vent’anni di at-tività ha aperto, lo scorso anno, uno studio dentistico a Brescia; perchè questa scelta? “Perchè − affermano i responsabili − ci siamo interrogati se non fosse possibile provare a da-re una risposta cooperativa anche a bisogni e domande di tipo sanita-rio”. Il problema dell’accessibilità ad adeguate cure odontoiatriche non ri-guarda infatti solo le fasce deboli di cui da anni “La Rete” si occupa ma, a causa degli elevati costi, coinvolge una fascia ben più ampia della popo-lazione, rendendo difficile se non in alcuni casi proibitiva la possibilità di curarsi a un numero sempre cre-scente di persone. Il principio che sancisce “il bisogno del paziente è l’interesse preminen-te” si scontra da una parte con l’in-sufficienza delle risposte in odonto-iatria da parte del Servizio sanitario nazionale (basti pensare che solo poco più del 5% dei trattamenti sono assicurati dalle strutture pubbliche a fronte del fatto che invece quasi il 98% della popolazione ha bisogno di assistenza in questo campo); dall’al-

tro con l’aspetto economico, e cioè che sempre meno persone e famiglie sono in grado di sostenere questa spesa sanitaria. Così nell’odontoia-tria si sono ciclicamente instaurate delle “mode per risparmiare”, come i viaggi fuori dai confini nazionali, soluzioni queste che però non ga-rantiscono continuità assistenziale, interventi in emergenza, igiene. Per dare una risposta concreta a questo bisogno “La Rete” ha aperto nel marzo 2009 uno studio dentistico in via Milano, 59 a Brescia offrendo risposte efficienti e di qualità nelle prestazioni sanitarie odontoiatriche a tutti i cittadini, con la professio-nalità, la competenza e l’ esperienza della direzione sanitaria, dei medici odontoiatri e di tutto il personale di supporto.Il servizio, garantito da personale specializzato e aggiornato e da at-trezzature moderne ed efficienti si caratterizza per la particolare atten-zione alla persona e ai suoi bisogni che passa anche attraverso l’im-portanza data alle relazioni all’in-terno dei contesti di cura sanitaria. Il controllo esercitato dalle autorità

competenti in materia, l’osservanza scrupolosa delle norme in materia di salute e sicurezza, nonché le proce-dure mutuate dal sistema di gestio-ne della qualità sono altri elementi che assicurano la serietà del servizio.Diverse le prestazioni effettuate: prevenzione e terapia malattie orali, igiene, ortopantomografia, conser-vativa ed endodonzia, ortodonzia, odontoiatria protesica fissa e mo-bile, chirurgia orale, implantologia.I principi ispiratori della cooperazio-ne, quali la mutualità, la solidarietà, la democraticità, lo spirito comuni-tario, il legame con il territorio, in-sieme con la caratteristica di onlus e l’obbligo statutario di non avere scopo di lucro garantiscono la man-canza di interessi speculativi da par-te dell’impresa cooperativa; l’unico interesse è contribuire a dare rispo-ste adeguate e di qualità alla doman-da di salute di tanti cittadini e delle loro famiglie.L’accesso ai servizi dello studio den-tistico di via Milano, 59 è possibile previo appuntamento telefonico, chiamando allo 030 311736 oppure al 340 6764903 da lunedì a venerdì.

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56 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Economia e lavoro Sposi

Si tiene domenica 24 ottobre, dalle 10.30 alle 20, la seconda edizione di “Butterfly wedding”, originale mo-mento di incontro, ospitato nella splendida cornice di Villa Calini a Coccaglio. Come già per l’appun-tamento di primavera, anche do-menica 24 le coppie intenzionate a compiere il grande passo potranno incontrare, con quella calma che spesso manca nei grandi eventi fieristici, selezionati operatori del settore disponibili a presentare i loro servizi in vista dell’organizza-

Sa cura di VoceMedia Pubblicità

zione del giorno del sì. L’ingresso a “Butterfly wedding” è gratuito ma è consigliata una telefonata al-lo 030/7243574 per l’iscrizione alla lista d’ingresso. Gli organizzatori della giornata, a partire dai tito-lari di Villa Calini, si augurano di superare i numeri registrati nella prima edizione tenuta nella pri-mavera scorsa. Allora le presenze furono tra le 500 e le 600. Grazie alla collaborazione con “Il giorna-le della sposa” uno dei must per le fidanzate che si accingono a prepa-

rare il matrimonio, i numeri della prima edizione dovrebbero essere superati. Particolarmente apprez-zata, in quella prima edizione, è stata la formula della giornata che verrà riproposta anche il 24 otto-bre. Negli spazi di Villa Calini non saranno allestiti stand. Le coppie potranno incontrare invece esper-ti e operatori del settore in piena tranquillità e con questo confron-tarsi sulle ultime novità in tema di matrimoni. “Butterfly wedding” darà anche modo a molte coppie di conoscere la location di “Villa Calini” una splendida dimora del Cinquecento riscoperta dallo chef Alessandro Cappotto che da pochi mesi ha assunto la sfida di rilan-ciarla per farne una location par-ticolarmente adatta ai matrimoni.

In piena Franciacorta Villa Calini, prima ancora che per le proposte formulate dallo chef, affascina per la sua archittetura. Villa Calini di-spone infatti di sale e salette in gra-do di soddisfare ogni esigenza dei futuri sposi che la scelgono come location per il momento di festa del loro matrimonio. Tra le coppie che avranno modo di partecipare al “Butterfly wedding” di domeni-ca 24 ottobre sarà estratto un corso di cucina in tre lezioni organizato dallo stesso Alessandro Cappotto. Tre lezioni per consentire anche alla più sprovveduta (dal punto di vista culinario, ovviamente) fra le future spose di prendere per la gola il proprio marito. Un motivo in più per programmare per domenica 24 ottobre una gita a Coccaglio.

Torna “Butterfly wedding”

L’appuntamento è per domenica 24 ottobre. Una originale vetrina per i futuri sposi

Coccaglio Nella cornice di Villa Calini

domenica 24 ottobre 2010 h.10.30/20.00

INGRESSO GRATUITO Chiamare lo 030 7243574 per l’iscrizione alla lista d’ingresso

SECONDAEDIZIONE

Via Ingussano 19, Coccaglio in Franciacorta - Brescia Tel 030 7243574 - Fax 030 7705883 [email protected] www.villacalini.com

Una giornata insieme agli esperti, per scoprire tutto quello che serve per organizzare un momento da celebrare e renderlo indimenticabile

Con il Patrocinio

Comune di Coccaglio

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57LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Qualche anno fa aveva suscitato un certo interesse un volume intitolato “Generazione1000 euro” in cui rac-contava la vita possibile di tanti gio-vani lavoratori retribuiti appunto con uno stipendio di 1000. Le coppie che si trovassero a navigare in internet alla ricerca di spunti e soluzioni per l’or-ganizzazione del loro matrimonio po-trebbero imbattersi in una notizia che ha del sensazionale. È opinione diffusa che, oggi, per organizzare al meglio un matrimonio serva un considerevole in-vestimento economico. Anche ciò che

Il matrimonio a “1000 euro”?È possibileIn internet il resoconto dettagliato di come sia possibile sposarsi senza svenarsi

Qla televisione propone al proposito, so-prattutto con i canali satellitari, sem-pre confermare l’“impegno”. Via web è invece rimbalzata la notizia che ci si possa sposare anche con una spesa di soli 1000 euro. Possibile? La risposta è data via internet da due giovani di Udi-ne che hanno coronato il loro sogno senza svenarsi. Partiti dal presuppo-sto che l’importante era condividere un momento così intimo con le perso-ne che per loro contavano veramente, con un migliaio di euro sono riusciti ad organizzare un matrimonio molto

originale. Il segreto? In alcuni punti fondamentali. La cerimonia è avve-nuta in luglio e la scelta degli abiti è caduta su capi freschi, leggeri e colo-rati che hanno consentito agli sposi di risparmiare una cifra considerevole. Le partecipazioni sono state spedite via internet, per e-mail o tramite Fa-cebook. Gli sposi hanno anche detto no alle bomboniere, preferendo dei semplici portaconfetti realizzati dalla mamma dello sposo a uncinetto. La spesa complessiva non ha superato i 50 euro. Il ricevimento di nozze è stato realizzato in un parco privato messo a disposizione da un amico degli sposi e per le decorazioni colorati palloncini sono stati preferiti agli addobbi flore-ali. Singolare anche il menù di nozze: Rinfresco classico con olive, sottace-ti, patatine e quadretti di pizza prepa-

rati dagli sposi. Primo piatto, cucina-to dalla sposa la sera prima, a base di pasta fredda con pomodoro, mozza-rella e basilico ed insalata di riso. Il secondo, una grigliata mista, è stato preparato da uno dei testimoni degli sposi nel corso dello stesso party. Per la torta nuziale la scelta è caduta su un dolce di pasta frolla, crema pasticcera e guarnita di frutta fresca. Non pote-va mancare poi la scritta, ovviamente curata dagli sposi!Ovviamente quello descritto è un ca-so limite, difficilmente riproponibi-le anche perché, spesso e volentieri, nell’organizzazione di un matrimonio entrano in gioco fatti che esulano dal-la volontà degli sposi. Il matrimonio a 1000 euro, però, può indurre a una ri-flessione su quanto sia lecito spendere per il giorno del sì.

Curiosità Un caso esemplare

Liste nozze on line

Punto Casa

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Musil: un progetto da sostenere

“Parlare del futuro Museo dell’industria e del lavoro come di una cattedrale nel deser-to suona come un’offesa a una città e a una provincia che tutto deve alla tradizione di im-presa e di lavoro della sua popolazione”. Lo dice la Segreteria della Cisl dopo l’annuncio del disimpegno del Comune rispetto alla re-alizzazione del Musil. L’assessore all’urbanistica del Comune di Bre-scia Paola Vilardi non poteva essere più espli-cita e più chiara nel delineare presente e futu-ro di uno dei maggiori progetti culturali della città che dovrebbe sorgere nella zona ex Tem-pini del comparto Milano: “Ci sono problemi di bilancio e l’Amministrazione comunale sta rivedendo le sue priorità. Fra esse non c’è il Museo dell’industria e del lavoro”. Il progetto sembra dunque destinato a restare sulla carta. “La definizione delle priorità − scrive la Segre-teria Cisl in un documento − diventa dunque un passaggio obbligato per qualsiasi Giunta ed è sicuramente apprezzabile che lo faccia anche Palazzo Loggia. È un esercizio difficile che però andrebbe maggiormente condiviso: un conto infatti è fare un elenco di progetti stabilendo tra di essi una priorità, un altro è dire dei sì e dei no senza la possibilità di capir-ne la logica. La scelta di disimpegno sul Musil annunciata dal Comune rientra purtroppo in questo secondo caso. La Cisl ritiene che Palaz-zo Loggia dovrebbe riconvocare gli attori di questo progetto e riprogrammare, non can-cellare, il percorso per la realizzazione del Museo dell’industria e del lavoro”.

Cisl58 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Parla Renato Zaltieri Un clima sempre più avvelenato

Cisl: scelte difficili e responsabili

di Guido Costa

“Se dopo il fumogeno lanciato contro Bonanni a Tori-no e il primo ‘assalto’ alla sede Cisl di Treviglio c’era qualcuno che liquidava l’accaduto come bravate di isolate teste calde, i tanti, troppi episodi registrati nelle ultime settimane, hanno purtroppo dimostrato che intimidazione e intolleranza sono atteggiamenti pericolosamente diffusi”. Renato Zaltieri, segretario generale della Cisl bresciana, parla del clima avve-lenato che si è venuto a creare attorno alle scelte sindacali, dall’accordo sulla riforma dei livelli con-trattuali fino a quello per il rilancio di Pomigliano, accordi firmati da Cisl e Uil e osteggiati dalla Cgil e dalla Fiom in particolare. Perché si vive questa deriva nelle relazioni sindacali?“Non è la prima volta che accade. Succede in quei momenti in cui si è chiamati a far fronte a nuove emergenze, a ricercare soluzioni innovative e più aderenti ai cambiamenti che l’economia impone per tutelare meglio i lavoratori di fronte a questi nuovi scenari. La Cisl si è sempre assunta questa responsa-bilità: dalla contrattazione aziendale nel 1951 sino al nuovo modello contrattuale del 2009 che ha permes-

È il nuovo Segretario generale della Femca Cisl

Beppe Marchi è il nuovo segretario generale della Femca Cisl di Brescia, la federazione dei lavoratori dei settori energia, moda, chimica e affini. Eletto dal Consiglio generale della categoria, prende il posto di Francesco Salottini che per cinque anni ha ricoperto il massimo incarico nella federazio-ne e che ora è stato chiamato alla responsabilità dell’Ufficio Vertenze e Legale della Cisl.Marchi ha 52 anni. Delegato sindacale della sua fabbrica dal 1983, un’azienda di occhiali a Volta Mantovana, nel 1987 è diventato operatore dei tessili della Cisl nel Comprensorio del Garda. Nei primi anni Novanta ha vissuto in Brasile dando vi-ta a un progetto di volontariato in favore dei mi-nori di strada di Rio de Janeiro. Tornato in Italia

e al suo lavoro nel 1996, ha ripreso gli studi fino a conseguire la laurea in sociologia con una tesi proprio sull’esperienza nella favelas brasiliane. È nella segreteria della Femca di Brescia dal 2005.Com’è nata la decisione di fare un’esperien-za in Brasile?Ci arrivavano testimonianze straordinarie sia dal mondo ecclesiale che laico ed è stato quasi impos-sibile non sentire la spinta a partire per immer-gersi nelle realtà popolari di quel Paese e cercare di costruire dei ponti di scambio tra il nostro e il loro mondo.È un’esperienza che le ritorna utile nell’im-pegno sindacale?Il mondo sindacale dovrà sempre più attrezzarsi e

coordinarsi a livello europeo e internazionale per reggere le sfide della globalizzazione. Questo l’ho capito in Brasile, molto prima che il tema entras-se nelle agende della politica, dell’economia e del sindacato di casa nostra. La quotidianità della fa-vela, con il suo carico di emarginazione e violen-za, è stata una scuola straordinaria di solidarietà. I poveri sanno costruire relazioni vere e attraverso di esse riesce a sopravvivere e – anche se può sem-brare paradossale – a vivere “senza la vergogna di essere felici e cantando la bellezza di sentirsi eterni apprendisti” dice una bellissima canzone brasiliana. Mi pare una lezione attuale per la no-stra società di oggi, così profondamente malata di individualismo.

Beppe Marchi: operaio e sociologo

so il rinnovo in un anno difficilissimo di quasi tutti i contratti nazionali nel settore privato. Strade nuove, contestate nell’immediato ma poi sempre condivise e fatte proprie dall’insieme del movimento sindacale”.La manifestazione della Fiom di sabato scor-so è stata particolarmente dura nei toni e nei giudizi sulla Cisl...“Di fronte a un mondo che sta cambiando ancora più velocemente di quello che appare, se vogliamo tutelare veramente i lavoratori non basta chiudersi in difesa di una condizione che non c’è più ma van-no ricercate quelle risposte, magari diverse da situa-zione a situazione, più utili per svolgere al meglio il nostro compito. La Cisl vuole contrattare a tutti i li-velli, nei confronti del Governo e nei confronti delle tradizionali controparti datoriali, evitando il rischio, questo sì concreto, che nell’assenza di proposte e di interlocutori altri decidano per conto del sindacato confederale”.Oggi il sindacato italiano sembra condannato alla divisione.“Ci auguriamo tutti la ripresa di percorsi più comuni. Occorre però voltare pagina. Non è più accettabile che ci sia qualcuno che pretende di avere la verità in tasca e dispensa patenti di legittimità agli altri. Il sindacato deve fare sindacato. E basta”.

Renato Zaltieri e, a destra, Beppe Marchi

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59LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Sport

A distanza di nove mesi dalla rottura dei legamenti crociati, la vita sporti-va di Nadia Fanchini riprende forma e consistenza. Non è facile superare certi momenti e, soprattutto, allon-tanare la paura di non poter tornare quella di prima dell’infortunio. Lo sa bene Nadia che racconta come ha fatto a riprendere gli sci e con loro il sogno di una vita. Nessuna ricetta, ma semplicemente la capacità di stringere i denti e di affidarsi alle persone giuste, quelle che sanno essere positive per gli altri. Tutto facile? No, nelle pieghe dell’infortunio ci sono il dolore fisico e l’amarezza per un’Olimpiade mancata. Nadia, cosa significa tornare in pista nove mesi dopo l’infortunio nel super gigante di Saint Moritz (31 gennaio 2010)?Sicuramente è stata più dura delle al-tre volte, anche perché l’infortunio era più grave. Ho raggiunto un traguardo importante al termine di una riabili-tazione dura. Quando ero sulla sedia a rotelle, non mi aspettavo di torna-re in pista.Dove hai trovato la forza di ri-partire?In alcuni momenti soffrivo parecchio, in altri ero più tranquilla. Con l’aiuto dei miei familiari e di tutte le persone che mi sono vicine ho reagito. Ogni tanto volevo rinunciare, perché la sof-ferenza era atroce; mi chiedevo se era il caso di soffrire senza avere la sicu-rezza di poter tornare sugli sci.Quanto hanno influito le origini?So che il carattere ha influito. Sono stata brava a reagire, mettendo un po’ di positività in quello che facevo e pensando a degli obiettivi. Adesso so-

Sci alpino Intervista a Nadia Fanchini

Il coraggiodi ripartirecon fiduciaL’infortunio di Saint Moritz del 31 gennaio 2010 sembra ormai un ricordo lontano. Dopo un recupero più veloce del previsto, Nadia è ripartita dallo Stelvio, dove ha rimesso gli scarponi ai piedi, per tornare a essere protagonista. La stagione femminile iniziail 23 ottobre con il Gigante di Soelden

A

[email protected]

no guarita con un tempo di recupero molto veloce.Il dolore fisico si è unito al dispia-cere per l’Olimpiade…Resta sì il rammarico dell’Olimpiade, un appuntamento molto atteso dagli sportivi che in quella sede vogliono giocarsi le loro carte. C’era il ramma-rico e c’era l’infortunio. Diciamo che i due aspetti si compensavano, mi pe-sava molto il pensare di dover rifare tutto da capo.Quanto tempo ci vorrà per vedere la migliore Nadia?Non posso sapere quanto tempo ci vorrà, bisogna vedere le situazioni: non dimentichiamoci che ho appena ricominciato a sciare.Sarà più facile recuperare in di-scesa o in Supergigante?Uno spera di tornare subito ai suoi li-velli, ma molto dipende da come rea-gisce il fisico e dalle discipline. In Su-pergigante dovrebbe essere più facile perché la velocità è più bassa, mentre in discesa si deve avere più fiducia. La fiducia si trova nelle gare. Parliamo di Coppa del mondo. Quali sono le ambizioni di tua so-rella Elena e delle altre italiane?Per le italiane può essere una buona annata. Per Elena spero possa esse-re un anno decisivo, cioè che possa tornare ai fasti del 2005/2006 quando vinse anche una medaglia ai Mondiali di Bormio. Tra le prime 15 al mondo c’è anche la Merighetti (un’altra bre-sciana, nda). Se partiamo con il piede giusto, in discesa l’Italia può fare be-ne. Anche nel Gigante siamo cresciute: ha fatto vedere delle belle cose Denise Karbon, uno dei miei modelli.

di Luciano Zanardini

Nadia Fanchini

Rugby A1: Vaccari nuovo presidenteNon c’è due senza tre. Gianluigi Vaccari è il successore del dimissionario Francesco Casali sul-la poltrona del club bassaiolo. Ex giocatore e già patron dal 1982 al 1986 e dal 2001 al 2002, Vaccari torna al timone eletto dal Consiglio societario. Premiata la sua fede al Calvisano: oltre a essere stato uno dei fondatori, entrambi i figli (Paolo e Alessandro) hanno indossato la ma-glia giallonera e ha fondato l’attuale Lega Rugby d’Eccellenza essendone anche presidente.“Non credo d’aver bisogno di presentazione – ha detto – mi conoscete tutti, sapete chi sono e probabilmente conoscete i pochi pregi e i molti difetti che ho come uomo e come dirigente, Devo ringraziare il Consiglio, per la sensibilità d’avermi chiesto d’assumere questo ruolo. De-vo ringraziarlo perché la sensazione che ho avuto nel sentirmi riproporre di occupare questo spazio è stata la sensazione di un genitore al quale viene richiesto di dare una mano a una sua creatura”. Mercoledì scorso, infine, la presentazione ufficiale della squadra che – iniziato il campionato di A1 – punta al ritorno nel Super 10. (ro.mo.)

Maratona di Chicago: sugli scudi RubinoDopo la vittoria all’ultima edizione della Brescia Marathon nella categoria Master 45, Natalia Rubino si è confermata prima atleta italiana a tagliare il traguardo della Maratona di Chica-go. Nella classifica generale, la 48enne atleta bresciana (tesserata per la Millennium Running) è giunta sesta di categoria con il fantastico tempo di 3h 09’ 17’’. La Maratona di Chicago è stata l’ottava della carriera di Natalia e ha migliorato il suo precedente personale segnato a Boston in 3h13’, con un’invidiabile media di 4’30” al chilometro. “Mi alleno tutti i giorni – prosegue Natalia, che nella vita di tutti i giorni esercita la professione di avvocato – anche se corro circa quattro volte a settimana. Continuo a nuotare almeno un giorno a settimana ef-fettuando una dieta equilibrata”. Natalia Rubino ha iniziato a correre solo quattro anni fa, all’età di 44 anni e oggi, anche grazie all’ottimo lavoro svolto con il suo allenatore, stupisce anche oltre oceano. (m.r.)

Ciclismo: Elite bresciana al VelodromoSono Alessio Fazzolari e Alberto Taormina i nuovi campioni regionali della Corsa a punti Esor-dienti e Allievi disputata il 17 ottobre al Velodromo di Montichiari. Il primo (Cicliamanti Sena-go), vincitore di tre volate, si è imposto con 15 punti davanti a Giacomo Cretti e Nicolò Brescia-nini entrambi del primo anno del team Barblanco. Il secondo, al primo anno nella Polisportiva Molinello, ha vinto con 28 punti aggiudicandosi una volata e guadagnando il giro insieme ad Alberto Dell’Aglio della Monteclarense poi terzo nella generale: sulla piazza d’onore un altro atleta della Monteclarense, Damiano Zanotti con 27 punti. Prima dei due Campionati regiona-li si sono svolti due omnium per Esordienti e Allievi vinti rispettivamente da Alessio Fazzolari (che così si impone in tutte le prove di giornata) e da Michael Bresciani della Monteclaren-se. Il prossimo appuntamento è per il 30 ottobre con le gare di Esordienti, Allievi e Juniores.

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60 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010 Sport

Cara Brescia (città, tifo, squadra e so-cietà, ndr.), tanto sei bella, tanto sei strana. Sono tre le sconfitte conse-cutive nel tabellino delle Rondinelle. Risultati negativi raccolti contro Bari, Lazio e Udinese, ma non meritati. In settimana si è discusso su Beppe Ia-chini, capendo e interpretando le af-fermazioni del presidente Corioni co-me un ultimatum al mister: “è un bra-vo allenatore ma si deve svegliare” e “i cambi sono da fare prima”.Certo tre sconfitte consecutive non sono una manna dal cielo, anzi.; pos-

Cdi Mauro Toninelli

sono veramente minare la serenità e la fiducia. Ad altri, tre sconfitte con-secutive sono costate il posto. Unica eccezione nella storia recente del cal-cio bresciano è stata la permanenza di Mazzone nella stagione 2001-2002 che non venne mai messo in discussione. Bella e strana Brescia, che si ritrova ora a rimettere in discussione l’allena-tore che, in corsa è riuscito a riportar-la in Serie A dopo cinque anni; bella e strana Brescia, che aveva chiesto, solo qualche mese fa da più parti, la perma-nenza del tecnico nato ad Ascoli Pice-

no; bella e strana Brescia che quando aveva i risultati voleva il bel gioco, e quando ha il bel gioco vuole i risultati. “Rispetto le idee del presidente ma io faccio con la mia testa. Siamo in linea con quello che dovevamo fare – ha det-to Iachini – . Vedo che la squadra sta crescendo e sta giocando un buon cal-cio. Ora è un momento in cui non rac-cogliamo ciò che seminiamo”. Certo tre sconfitte consecutive non sono buona cosa, ma per dovere di cronaca, arrivano dopo tre vittorie consecutive. La partita con il Lecce è importante e lo era al di là dei risulta-ti e delle polemiche della settimana. Il Lecce è una delle avversarie dirette alla salvezza delle Rondinelle. A pro-posito di avversarie dirette la classifi-ca parla di Brescia a nove punti con tutte le concorrenti alle proprie spalle:

Cesena e Lecce (otto punti), Cagliari e Bologna (sette punti); a pari punti il Catania. La media dei giocatori di Ia-chini è di 1,285 a partita. Con questa media i punti finali sarebbero 48,83. La salvezza è stimata attorno ai 45. Il de-stino del Brescia passa domenica dallo stadio di Via del mare. Sarà importan-te una vittoria visto che il calendario presenta poi tre gare difficili: Napoli, Inter e Juventus. Diffiicile sulla carta vincere, ma il bello del calcio è che re-sta un po’ di imprevedibilità e di cuo-re; quelle cose che statistiche e numeri non possono calcolare ma che suscita-no passione ed entusiamo. Noi siamo convinti: col bel gioco arriveranno le vittorie. E questo Brescia, tanto bello con Iachini, sarà anche vincente. Fi-ducia a Iachini. Ce l’ha insegnato lei, pres., a suo tempo.

Brescia,tanto bella...

La partita che si giocherà allo stadio di Via del mare è contro una tra le dirette

concorrenti alla salvezza. Tutte queste, eccetto il Catania, sono dietro alle Rondinelle che sono

in media: 1,285 punti a partita; così sarebbero a fine stagione 48,83. Salvezza stimata a 45

Calcio Domenica contro il Lecce

Beppe Iachini

diamo voce anche al basket brescia

in collaborazione con

radiocronaca di Alberto BanzolaDomenica 24 Ottobre 2010 ore 17:45

La radio dello sport brescianosms: 3383636104 - [email protected]

vsBrescia LeonessaCastelletto Ticino

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Calcio a 7:le protagonistesi fanno notareLa massima categoria del calcio a 7 è giun-ta alla quinta giornata di campionato ed i valori delle formazioni candidate a recita-re un ruolo da protagoniste in ottica finali provinciali iniziano ad emergere.È il caso di Master Pubblicità, che domina il gruppo A a punteggio pieno dopo il 4-1 ottenuto in casa di Adea Service. L’unica che tiene il suo passo – seppur staccata di 3 pun-ti - è Saip, che espugna per 5-3 il campo di una formazione con una grande tradizione ma in evidente crisi di risultati: il Cafè Noir.Il gruppo B è il più equilibrato. Al comando c’è il trio composto da Gardo-nese Park, Casto Valsir e Polisportiva Alta Valtrompia Bovegno, che ha una gara in meno ma è già a quota 10. Dietro c’è gran-de bagarre, con le rimanenti nove squadre raccolte in soli 6 punti.Cigole e Invicta, invece, volano nel gruppo C con cinque vittorie su cinque e sono pronte ad affrontarsi nello scontro diretto previsto per martedì a Calcinato. In terza posizione resiste New Entry con 12 punti, poi inizia già a crearsi il vuoto, con Sirmione e Lona-to 2 Comeca quarte ma già a -8 dalla vetta.Con un successo di misura su Smv (4-3) Elet-tro 2000 mantiene inviolata la vetta del gruppo D e tiene a distanza di una lunghez-za la Noce, reduce dal roboante 7-0 inflitto al San Filippo Neri A. È crisi nera, invece, per Tinteggiature Eri-ka, unica compagine di Elite ancora ferma a 0 punti.

Centro Sportivo Italiano 61LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

Genova Un commento sugli incidenti nella gara Italia-Serbia

I bambini smarritisugli spalti

di Massimo Achini

L’hanno chiamato la bestia. Il suo volto e i suoi tatuaggi hanno fatto il giro del mondo. E, per for-tuna, anche la fotografia del suo arresto mentre cercava di nascondersi in uno dei pullman serbi. C’è un’altra immagine della serata di Maras-si che non riesco a dimenticare: si tratta dello sguardo smarrito di centinaia di bambini sedu-ti in tribuna non lontano dalla postazione degli ultras serbi. Loro erano andati allo stadio pensando ad una serata di festa: pensate che la Federazione aveva regalato a ciascuno una bella maglietta azzurra ed una bandierina per tifare Italia. Prima ancora di tradire lo sport i teppisti serbi hanno tradito loro e tutti i ragazzi seduti a casa davanti ad un televisore. Riparare i danni alle vetrate e ai cancelli sarà facile, non altrettanto semplice sarà cancella-re nei piccoli spettatori l’idea che una partita di calcio sia motivo per scatenare il peggio che c’è in ciascuno di noi. Parole di grande saggezza educativa sono arri-vate dal mister della nazionale Cesare Prandelli,

Ospitaletto

La solidarietà sarà assoluta protagonista del fine set-timana ciclistico ciessino. La stagione è ormai conclusa e domenica vivrà il sentito epilogo con la ciclo passeg-giata “Pedala con noi”, organizzata da Unione Ciechi Brixia e Cicli Perani su un percorso di 40 km che partirà da Ospitaletto. L’evento è aperto a tutti ed il ritrovo è fissato per le 8 all’oratorio San Giovanni Bosco. Parten-za alle 9. Pallavolo. La lunga attesa è finita. Anche la stagione del volley arancioblù è pronta a partire. Da stasera e per tutto il fine settimana scenderanno in campo le formazioni delle otto categorie in lizza per il titolo provinciale: under 8, under 10 maxi, under 14, juniores, top junior e il trittico degli open: maschile, femminile e misto. Tennis tavolo. Sarà una domenica intensa anche per i pongisti del Csi, impegnati nella

palestra comunale di Borgo S. Giacomo per la prima prova del campionato individuale. Alle 9 è previsto l’inizio delle gare giovanili, seguite alle 10 dalla sfida femminile. Nel pomeriggio impugneranno le racchet-te i senior, poi largo alle gare del doppio. Facendo un passo indietro non va dimenticata la presentazione del nuovo corso arbitri di calcio e basket che si è tenuta ieri nella sede provinciale di via Chiusure. Il Csi Brescia, infatti, è sempre a caccia di nuovi fischietti da inserire nel proprio organico. Lo scorso weekend la palestra Bushido di via Sondrio ha ospitato la festa dell’Asso-ciazione Scuole Ju Jitsu Arte e Cultura con esibizioni di atleti di tutte le età. Oltre a forbici volanti, caprio-le in velocità e proiezioni acrobatiche c’è stato spazio per i racconti del maestro Rocca e per comunicare ai

presenti l’istituzione di un corso di difesa persona-le per anziani. Sul fronte delle due ruote, invece, si è svolto il Gran Premio Nazionale di Mountain Bike Cross Country di Tivoli. Ai nastri di partenza si sono presentati 140 biker, che hanno gareggiato su un cir-cuito di 8,2 km. La corsa è stata dominata dagli atleti della categoria senior, che hanno monopolizzato le prime posizioni della classifica. La coppia bresciana composta da Domenico Fagoni (Mtb Italia) e Alberto Glisoni (Csi Ciclobrescia) ha ottenuto rispettivamente un 12° e un 55° posto assoluti. Il tricolore, invece, è andato ad Alessandro Pasquali della Centro Italia Bi-ke Montanini, che si è aggiudicato il gradino più alto del podio davanti a Vladimiro Tarallo (Team B-Mad) ed Emanuele Orsini (Forhans Team).

“Pedala con noi”: la solidarietà in vetrina

il quale ha ribadito che nonostante tutto l’uni-ca strada possibile rimane quella di investire su una nuova cultura dello sport tra i ragazzi ed i giovani. Siamo d’accordo, e lo siamo anche sul fatto che bisognerà arrivare ad un giorno nel quale entra-re in uno stadio con un vero “arsenale bellico” diventerà impossibile. Come sostiene Prandelli non tutti gli ultras sono “delinquenti”, ma con le curve bisogna avere fermezza e quel dialogo serio che viva la fatica di una relazione educa-tivamente difficile ma possibile.Tornando ai ragazzi e ai giovani mi piacerebbe affidare a loro la risposta del dopo Marassi. Fos-se possibile, convocherei domani stesso un’Ita-lia-Serbia per giovanissimi, e in prima fila tra di loro gli smarriti bambini delle tribune di Maras-si. Li convocherei per una partita da trasmettere in mondovisione, proprio da Marassi, per resti-tuire loro la fiducia nello sport e testimoniare a tutti i loro coetanei che una partita di calcio non è una guerra e che è possibile viverla in allegria ed amicizia, rivelandosi così molto più saggi di quanto siano certi adulti. Per ora è un sogno. Nelle prossime settimane mi piacerebbe si tra-sformasse in un bellissimo progetto.

di Bruno Forza

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Cara Voce

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla re-sponsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sin-tetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblica-te lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popo-lo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a [email protected].

62 LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

La vera questione in gioco

Egr. direttore,con una lettera su “La Voce del Popo-lo” del 15 ottobre don Mario Benedini prende posizione su un mio intervento pubblicato dal quotidiano “Bresciaoggi” il 13 ottobre dandone una lettura che ri-tengo scorretta e fuorviante. E lo fa sen-za mai nominarmi e scrivendo su un pe-riodico diverso da quello sul quale sono intervenuto. Strano modo di partecipare a un dibattito. In ogni caso mi rimetto all’intelligenza dei lettori de “La Voce del Popolo” invitandoli ad andarsi a legge-re quanto avevo scritto. Personalmen-te avevo preso carta e penna dopo aver letto su “Bresciaoggi” alcuni stralci del-le esternazioni di due parroci bresciani, don Neva e mons. Filippini, apparse sul-la rivista “Città e dintorni”. Per quanto mi riguarda tengo a precisare anzitutto che non ho mai fatto questioni di nume-ri, di quantità di associazioni, di rapporti di forza o di schieramenti. Anche se ci fosse una sola associazione o una sola persona impegnata in un serio tentativo di rendere presente le ragioni della fede nella realtà, questa va guardata con sim-patia. Lo considero un segno di grande speranza per tutti. Don Benedini non può pertanto farmi dire quello che non penso. In secondo luogo mi preme far capire di cosa stiamo parlando e qua-le sia il livello del dibattito. Dopo aver letto gli estratti degli interventi dei due parroci ho recuperato i testi integrali dei loro scritti per scoprire in quello di

don Neva diversi passaggi contro Comu-nione e Liberazione, movimento a cui appartengo, la Compagnia delle Ope-re, Formigoni, colpevoli di essere pre-occupati solo – cito – di “incrementare il proprio potere”. E ancora vi si legge dei “giovani ragazzi di Cl guidati dagli ex giovani di Cl diventati adulti nel po-tere, che applaudono il potente di tur-no, consegnandogli persino prospettive messianiche”. Volutamente nel mio in-tervento su “Bresciaoggi” non ho fatto menzione di tali attacchi, la cui grevità e la banalità trita e ritrita non meritano repliche. Prima ancora che esprimere una valutazione sull’incidenza cultura-le e politica dei cattolici, mi interessava affermare un giudizio di fondo su quale sia la vera questione oggi in gioco e sug-gerire il punto da cui ripartire. Così mi sono affidato alle indicazioni del Santo Padre. Cl comunque non ha certo biso-gno della mia difesa. A questo basta un fatto: anche tanti che dissentono dalle posizioni del movimento una volta che lo hanno conosciuto da vicino lo guarda-no con simpatia e rispetto per la sua vi-vacità culturale e la qualità della propo-sta educativa. Non è certo l’unica realtà, ma credo che come esistono tanti altri movimenti e associazioni che danno il loro contributo positivo alla vita della Chiesa, allo stesso modo vada ricono-sciuta anche la presenza di Cl. Non ho neppure fatto riferimento al-le critiche sguaiate di don Neva verso mons. Fisichella. Anche qui non ser-vono difensori d’ufficio. Mi domando

Le ricette della settimana

Omnibus

Avvenimenti22 ottobre 1978A Roma papa Giovanni Paolo II, al seco-lo Karol Wojtyla, inaugura il suo pontifi-cato. Una folla enorme segue la solenne cerimonia

23 ottobre 2002Uomini armati irrompono nel teatro Du-brovka di Mosca, prendendo in ostaggio circa 700 persone. Il commando chiede la fine della guerra in Cecenia

24 ottobre 1929L’ordine è di vendere, a qualsiasi costo. Oltre 13 milioni di azioni vengono cedu-te con gravi perdite. È il “giovedì nero” della Borsa di New York

se sia un caso che il Papa abbia voluto proprio Fisichella a guidare l’organismo per la nuova evangelizzazione. Di tutto questo nella lettera di don Benedini non c’è traccia. Dice solo che si tratta di te-sti vecchi di mesi. Allora gli chiedo solo come mai quando sono stati pubblicati non ha avuto la stessa reazione risenti-ta che il mio intervento gli ha suscitato? Non mi risultano infatti sue lettere per chiosare don Neva.

Graziano Tarantini, presidente Fondazione San Benedetto

[email protected]

Il Premio Cuore Amico per i bambini handicappati

Egr. direttore,vi raggiungo in questo momento in cui sto vivendo alcuni giorni in famiglia a Nave grazie a persone care e buone che hanno lavorato per candidarmi al pre-mio “Cuore Amico 2010” e grazie alla omonima associazione che mi ha scelto come religiosa per assegnarmi questo ri-conoscimento. Qualcuno qui mi ha quasi rimproverato : “Non sappiamo più cosa

Agnello ai funghi

Ingredienti: 1 kg di spalla d’agnello disossata arrotolata, 500 g di funghi porcini, 25 g di burro, 25 cl di panna, un ciuffo di prez-zemolo, 2 spicchi d’aglio, olio d’oliva, sale e pepe.

Preparazione: Salare e pepare la spalla, spennellandola accura-tamente con un po` d’olio leggermente salato. Adagiarla in una teglia con quattro cucchiai d’olio e cuocere per un’ora in forno preriscaldato a 200 gradi. Ritirare e tenere al caldo. In un tega-me versare un bicchiere d`acqua calda, la panna e 100 g di gam-bi dei funghi ben puliti e tagliati a pezzetti. Lasciar cuocere per un quarto d’ora. Nel frattempo, in una padella con il burro in-saporire velocemente le cappelle dei funghi tagliate a fettine a fuoco vivace. Aggiungere gli spicchi d’aglio interi. Salare e pepa-re. Continuare la cottura a fuoco moderato per un quarto d’ora,

unire il prezzemolo tritato, poi eliminare gli spicchi d’aglio. Sul piatto da portata servire l’agnello tagliato a fettine nappate con la salsa calda e con il contorno di funghi porcini.

Farfalline al tonno

Ingredienti: 400 g di pasta tipo farfalline, 3 acciughe, 1 kg di pomodori, 300 g di tonno, 1 spicchio d’aglio, origano, sale, pepe.

Preparazione: Cuocere la pasta con acqua salata. Fate dora-re l’aglio con l’olio, poi ritiratelo e aggiungete le tre acciughe che avrete lavato, spinato e tagliato a pezzettini. Fate dorare il tutto e poi aggiungere i pomodori. Cuocete per 15 minuti. Quando il sugo diventerà denso, aggiungere il tonno sminuzza-to con un po’ d’origano. Scolare la pasta e condirla con la salsa.

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63LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

chiacchiere mangiando un gelato o pas-seggiando per le vie del centro. Il princi-pale “luogo” di ritrovo per i ragazzi oggi è diventato il computer e qui va per la maggiore Facebook. Facebook, come ormai quasi tutti sanno, è stato ideato nel 2004 da uno studente in un colle-ge americano proprio per mantenere i contatti con i compagni. Non a caso le espressioni come: “Quanti amici hai su Facebook?” o: “Hai accettato l’amicizia di Francesco?” indicano proprio la fun-zione prevalentemente sociale/relazio-nale di questa possibilità della rete in-ternet. Il computer permette anche di accedere rapidamente a un enorme ba-cino di informazioni. Ogni ragazzo però ammette facilmente che l’utilizzo preva-lente del pc è di natura ludico-sociale: per divertirsi, coltivare interessi e so-prattutto per “incontrare” amici vecchi e nuovi. Su Messanger si comunica con gli amici, si possono esprimere le emo-zioni attraverso le emoticon, segni, im-magini espressivi dei diversi stati emo-tivi. La rapidità, il voler tutto e subito va spesso a braccetto con la superficialità. Le relazioni più profonde, di amicizia o di coppia, si costruiscono pian piano, dedicando all’altro del tempo e delle attenzioni che non si limitano al battere dei tasti su una tastiera. Potremmo ag-giungere che abbiamo anche bisogno di relazioni più dirette e che nessuna “fac-cina” potrà mai sostituire e comunicare la stessa intensità di una lacrima, un sor-riso, una stretta di mano o un abbraccio.

Lettera firmata

fai”. In periferia di Kabwe , cittadina nel nord dello Zambia, ho il mio programma pastorale: visito ogni giorno le famiglie bisognose e porto l’eucaristia agli am-malati. Tutte le settimane, alternando le visite, mi reco alle prigioni visitando, due volte al mese gli uomini e due vol-te le donne. Queste visite significano molto non solo per le donne recluse ma anche per me perché rifletto sul valore della libertà e sulla gioia di possederla. Certe volte pensando alla situazione di queste persone mi sento una stretta al cuore: le giornate per loro sono sempre uguali senza nessuna novità. Questi no-stri fratelli e sorelle parlano della loro situazione con sincerità e libertà e pos-so dire che sebbene siano di confessio-ni diverse, essi manifestano tutti il desi-derio e la necessità di avere momenti di spiritualità e di preghiera. Qui a Kabwe stiamo ultimando la chiesa parrocchiale che è stata iniziata più di 10 anni fa. Se avessimo qualche aiuto economico pen-so potremmo finire la nostra chiesa. Per il momento le funzioni vengono svolte presso una comunità di religiose che ci mettono a disposizione la loro cappella, che però è troppo piccola rispetto alla gente che partecipa alle celebrazioni. In questo momento alla nostra chiesa per essere ultimata mancano i serramenti, gli impianti, le tinteggiature e gli arredi (banchi ecc.). La popolazione è coin-volta nella costruzione ma ancora non sono in grado di finirla da soli. C’è an-cora tanto da fare! Io spero tanto nella Provvidenza, perché abbiamo bisogno

di entrare nella nostra chiesa. Come pro-getto della mia famiglia religiosa – noi suore di Maria Bambina a Kabwe – ab-biamo in animo di costruire un centro per bambini handicappati che qui vivo-no, perché non essendoci in Zambia luo-ghi simili che siano di esempio, costoro non vengono considerati come persone ma abbandonati a se stessi. Utilizzere-mo il premio che mi verrà consegnato dalla “Associazione Cuore Amico” per questo progetto. Ringrazio di cuore per l’aiuto continuativo che date ai bambi-ni e ragazzi delle adozioni e vi ricordo nelle mie preghiere.

suor Eleonora Liberini

Per costruire una societàpiù giusta e più cristiana

Egr. direttore,in questo difficile momento della storia, di fronte a una società dove predomina il dio denaro, che ha portato a così palesi e sostanziali ingiustizie, dove la perso-na umana non solo non è più rispettata nella sua dignità ma la si calpesta, la si travolge; si arriva a uccidere anche solo per dare sfogo ai peggiori istinti, serve delineare un progetto sociale complessi-vo, per ricostruire la gerarchia dei valori che hanno reso possibile l’affermarsi di ogni civiltà, almeno nella bi millenaria storia dell’era cristiana. Se è vero, co-me è vero, che aumentano i poveri co-me quantità e pure come caduta in una situazione di isolamento sociale, che la-scia poco spazio alla speranza per una

vita dignitosa, è dovere morale, di ogni società, ricreare le condizioni perché i numerosi poveri possano tornare a “se-dersi” alla mensa comune, ossia condi-videre i beni e i frutti del creato, in un clima di fiducia nella vita e nel futuro. Spetta alle autorità morali, laiche o reli-giose, e alle donne e agli uomini di “pen-siero” riflettere e indicare gli strumenti da adottare, e i percorsi da seguire. Alla politica e alle scelte politiche di coloro che rappresentano i cittadini compete l’obbligo di assumersi le responsabilità per decisioni in linea con gli obbiettivi di una piena giustizia sociale. Dobbia-mo ritornare a chiedere alla politica il coraggio di andare, anche, contro cor-rente, sostenendo scelte appropriate per evitare che i ricchi diventino sem-pre più ricchi, mentre le povertà intellet-tuali, materiali, morali e spirituali sono in continuo aumento. Questa richiesta deve trovare ampia convinzione, voce e spessore, sia negli ambienti cattolici che laici. Altrimenti ogni affermazione di principio rimane sterile, e la speranza per un futuro migliore svanisce. Anche alla luce di quanto è emerso alle Setti-mane sociali di Reggio Calabria mi pare essenziale rinnovare il nostro impegno per una società migliore.

Giuseppe Delfrate

Emozioni in internet

Egr. direttore,sono ormai passati i tempi in cui ci si incontrava solo a casa di amici, per due

25 ottobre 1944Per contrastare l’attacco americano al-le Filippine, piloti giapponesi si lanciano contro obiettivi nemici, suicidandosi pur di colpire. Nascono i kamikaze

26 ottobre 2002Un blitz delle teste di cuoio russe mette fine al sequestro di 700 persone nel te-atro Dubrovka di Mosca iniziato la sera del 23 ottobre

27 ottobre 1904Viene inaugurata la prima linea metropo-litana della città di New York. Nel primo giorno di attività la provano circa 150mi-la persone

28 ottobre 1958In Vaticano fumata bianca per Ange-lo Giuseppe Roncalli. Il cardinale pa-triarca di Venezia assume il nome di Giovanni XXIII

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

D.: Volevo sapere se un lavoratore dipendente in condizione di: invalidità del lavoro del 40%, linfoma non di Hodgkin riscontrato da un medico speciali-sta, 1940 settimane di versamento Inps, può richiedere la pensione anticipa-ta e, nel caso non fosse possibile, se è invece applicabile la Legge 104/1992.

R.: Un lavoratore dipendente può ottenere la pensione di vecchiaia a 60 anni in caso sia riconosciuto invalido almeno all’80%. Nel suo caso e con la maturazione di 1940 contributi è però forse più consigliabile verificare il diritto alla pensione di anzianità. Per quanto riguarda invece il riconosci-mento della legge 104, questo è indipendente da qualsiasi pensione e va richiesto all’Asl tramite una procedura telematica. Per un ulteriore consul-to non esiti a contattare il nostro Patronato Acli al numero 030.2294011.

Auguri a...

Villanuova sul Clisi89 anni per Giuseppe

Giuseppe Franceschini il 23 ottobre compie 89 anni: è festeggiato dai fi-gli don Giacomo, parroco dal 1997 di Villanuova sul Clisi, e AnnaMaria. Agli auguri si unisce anche la reda-zione di “Voce”.

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La SOSTENIBILITÀ del Gruppo A2A

Il Gruppo persegue un livello di prestazioni volto alla piena soddisfazione dei propriinterlocutori, inquadrando tutte le iniziative in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Gli impegni, i risultati, le sfide di A2A in quest’ambito sonoriassunti nel BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2009.Il documento integrale è disponibile in formato elettronico sul sito www.a2a.eu

Il 2010,

ANNO INTERNAZIONALE

della BIODIVERSITÀ,

ha ispirato

la scelta delle immagini

c he rappresentano

la RICCHEZZA

NATURALISTICA

dei NOSTRI TERRITORI.

www.a2a.eu