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ǡ ǡ Ǥ ǯ ǡ ǡ ǯǤ ǯ Ǥ La sentenza della Corte di Strasburgo, che ritiene incoerente la legge italiana in materia di fecondazione assistita, ha suscitato vivaci reazioni. Secondo una sezione della Corte europea il sistema legislativo italiano in materia di vita è incoerente: da una parte la legge 194 sull’interruzione di gravidanza permetterebbe di sopprimere quelle vite umane ritenute non idonee, da un’altra parte la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta la selezione degli embrioni per impiantare quelli sani e condannare a morte quelli ritenuti affetti da patologie o da altro. Di per sé, al di là di quanto poi avviene, neanche la 194 consente l’aborto eugenetico, perché l’interruzione volontaria di gravidanza è ammessa solo in ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 presenza di un pericolo serio e grave per la salute della donna. Molti si sono levati contro la decisione, contestando che alla Corte dei diritti dell’uomo, sono tutelati solo i diritti dei più forti, cioè di coloro che possono parlare e ricorrere; non certo degli embrioni. Vale la pena di ricordare che i diritti dei deboli non sono diritti deboli e la civiltà di un popolo si coglie anche a partire dalla capacità che ha di tutelare i più fragili tra i suoi membri. Quanto avvenuto suggerisce qualche considerazione. Intanto, voci autorevoli hanno valutato il pronunciamento sotto diversi profili: umano, etico, scientifico, giuridico. Inoltre, hanno subito richiamato l’opinione pubblica su quanto di grave stava avvenendo: l’embrione ancora una volta era negato nel suo statuto e offeso nella sua dignità. Sembra che quello dei cattolici, impegnati in ambiti diversi – da quello politico a quello scientifico – sia il ruolo delle sentinelle, che vegliano sulla città, costruita nei secoli ed arricchita da un patrimonio di cultura umanistica. Essi opportunamente vigilano perché non venga meno quanto faticosamente acquisito; sono cattolici, ma non svolgono un ruolo di parte, perché sono impegnati a difendere e promuovere quell’umanità che è in ciascuno, credente o meno. Non hanno interessi di parte. Mettono un’attenzione e offrono una competenza, a cui molti altri possono attingere. La parola è la forza della Chiesa: essa, evidentemente, non dispone di alcun mezzo coercitivo né ha disposizioni forze economiche da incrementare. La parola, se è piena di significato e semplice, raggiunge le masse e coinvolge anche queste nei temi più dibattuti. In questo impegno culturale hanno un ruolo grande i mezzi di comunicazione cattolici. Rientra nella loro missione il contribuire ad arricchire il pensiero, mostrando la forza e la pertinenza della fede in ordine alle sfide contemporanee. Fare cultura attraverso i media è qualcosa di estremamente concreto, perché non si tratta di esprimersi su temi marginali rispetto all’esistenza, ma su che cosa oggi sia da perseguire e su cosa sia da evitare in ordine al riconoscimento della dignità umana. È un compito che, molte volte, ha l’importanza della stessa opera di evangelizzazione e di formazione cristiana, come ricorda il Concilio nel decreto “Inter mirifica”. Un’attenzione davvero fondamentale è quella di comporre gli aspetti di quanto accaduto nella giusta proporzione. Ad esempio, è facile che in questioni di bioetica vi sia una innegabile componente di sofferenza. Questa, evidentemente, non può essere sottaciuta o considerata solo in parte. Però, neanche, può diventare il motivo principale per ricorrere ad una pratica da laboratorio, che ha come risultato il sopprimere vite umane. ǡ Europa. Verso una nuova Unione con tanti nodi aperti Chiari. Le Quadre insieme per rinnovare la passione ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Calcio. Brescia, Salò, Lume: ognuno a casa propria Spending review. Tra strade obbligate e scelte opinabili Convegno a Nairobi. Papa Paolo VI e la sua Africa Ǥ ǤǤ ”Settembre, andiamo. È tempo di migrare”. Sono le espres- sioni di un poeta ben conosciuto, che trasmettono il desi- derio di una vita differente che però - almeno al momento - non è possibile realizzare. Infatti la poesia si conclude con una domanda senza risposta: “Perché non son io cò miei pastori?”. Non sempre possiamo essere dove vorremmo (e in alcuni casi è decisamente meglio così!), ma sempre pos- siamo vivere la nostra “migrazione”. Non mi riferisco tanto a esperienze di turismo-pellegrinag- gio, coi mezzi di trasporto più diversi, ansiose di raccogliere immagini e testimonianze da “rifilare” poi agli incauti interlo- cutori. Preferisco richiamarmi alla storia della salvezza: Abramo, Mosè, Maria, gli Apostoli... vivono autenticamente la loro “migra- zione” da un luogo all’altro, seguendo Dio che li chiama. E tutti guardando al primo e autentico “Migrante”: il Figlio di Dio, che viene sulla nostra terra per portarci la sua Redenzione. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, ma andiamo fiduciosi: se siamo fedeli alla sua Parola, Lui abiterà, camminerà, “migrerà” continuamente con noi. Pellegrinaggio. Bresciani in Polonia sulle orme di Karol Ǥ

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H1O, il primo happening degli oratori italiani, si svolgerà a Bergamo e Brescia dal 6 al 9 settembre. Un’occasione unica per gli animatori nella quale incontrarsi, conoscersi, scambiarsi esperienze e riflettere insieme sul grande valore dell’oratorio. Sabato sera la festa in piazza Loggia aperta a tutti

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La sentenza della Corte di Strasburgo, che ritiene incoerente la legge italiana in materia di fecondazione assistita, ha suscitato vivaci reazioni. Secondo una sezione della Corte europea il sistema legislativo italiano in materia di vita è incoerente: da una parte la legge 194 sull’interruzione di gravidanza permetterebbe di sopprimere quelle vite umane ritenute non idonee, da un’altra parte la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta la selezione degli embrioni per impiantare quelli sani e condannare a morte quelli ritenuti affetti da patologie o da altro. Di per sé, al di là di quanto poi avviene, neanche la 194 consente l’aborto eugenetico, perché l’interruzione volontaria di gravidanza è ammessa solo in

presenza di un pericolo serio e grave per la salute della donna. Molti si sono levati contro la decisione, contestando che alla Corte dei diritti dell’uomo, sono tutelati solo i diritti dei più forti, cioè di coloro che possono parlare e ricorrere; non certo degli embrioni. Vale la pena di ricordare che i diritti dei deboli non sono diritti deboli e la civiltà di un popolo si coglie anche a partire dalla capacità che ha di tutelare i più fragili tra i suoi membri. Quanto avvenuto suggerisce qualche considerazione. Intanto, voci autorevoli hanno valutato il pronunciamento sotto diversi profili: umano, etico, scientifico, giuridico. Inoltre, hanno subito richiamato l’opinione pubblica su quanto di grave stava avvenendo: l’embrione ancora una volta era negato nel suo statuto e offeso nella sua dignità. Sembra che quello dei cattolici, impegnati in ambiti diversi – da quello politico a quello scientifico – sia il ruolo delle sentinelle, che

vegliano sulla città, costruita nei secoli ed arricchita da un patrimonio di cultura umanistica. Essi opportunamente vigilano perché non venga meno quanto faticosamente acquisito; sono cattolici, ma non svolgono un ruolo di parte, perché sono impegnati a difendere e promuovere quell’umanità che è in ciascuno, credente o meno. Non hanno interessi di parte. Mettono un’attenzione e offrono una competenza, a cui molti altri possono attingere. La parola è la forza della Chiesa: essa, evidentemente, non dispone di alcun mezzo coercitivo né ha disposizioni forze economiche da incrementare. La parola, se è piena di significato e semplice, raggiunge le masse e coinvolge anche queste nei temi più dibattuti. In questo impegno culturale hanno un ruolo grande i mezzi di comunicazione cattolici. Rientra nella loro missione il contribuire ad arricchire il pensiero, mostrando la forza e la pertinenza della fede in ordine alle

sfide contemporanee. Fare cultura attraverso i media è qualcosa di estremamente concreto, perché non si tratta di esprimersi su temi marginali rispetto all’esistenza, ma su che cosa oggi sia da perseguire e su cosa sia da evitare in ordine al riconoscimento della dignità umana. È un compito che, molte volte, ha l’importanza della stessa opera di evangelizzazione e di formazione cristiana, come ricorda il Concilio nel decreto “Inter mirifica”. Un’attenzione davvero fondamentale è quella di comporre gli aspetti di quanto accaduto nella giusta proporzione. Ad esempio, è facile che in questioni di bioetica vi sia una innegabile componente di sofferenza. Questa, evidentemente, non può essere sottaciuta o considerata solo in parte. Però, neanche, può diventare il motivo principale per ricorrere ad una pratica da laboratorio, che ha come risultato il sopprimere vite umane.

Europa. Verso una nuova Unione con tanti nodi aperti

Chiari. Le Quadre insieme per rinnovare la passione

Calcio. Brescia, Salò, Lume: ognuno a casa propria

Spending review.Tra strade obbligate e scelte opinabili

Convegno a Nairobi.Papa Paolo VI e la sua Africa

”Settembre, andiamo. È tempo di migrare”. Sono le espres-sioni di un poeta ben conosciuto, che trasmettono il desi-derio di una vita differente che però - almeno al momento - non è possibile realizzare. Infatti la poesia si conclude con una domanda senza risposta: “Perché non son io cò miei pastori?”. Non sempre possiamo essere dove vorremmo (e in alcuni casi è decisamente meglio così!), ma sempre pos-siamo vivere la nostra “migrazione”.

Non mi riferisco tanto a esperienze di turismo-pellegrinag-gio, coi mezzi di trasporto più diversi, ansiose di raccogliere

immagini e testimonianze da “rifilare” poi agli incauti interlo-cutori. Preferisco richiamarmi alla storia della salvezza: Abramo,

Mosè, Maria, gli Apostoli... vivono autenticamente la loro “migra-zione” da un luogo all’altro, seguendo Dio che li chiama.

E tutti guardando al primo e autentico “Migrante”: il Figlio di Dio, che viene sulla nostra terra per portarci la sua Redenzione. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, ma andiamo fiduciosi: se siamo fedeli alla sua Parola, Lui abiterà, camminerà, “migrerà” continuamente con noi.

Pellegrinaggio. Bresciani in Polonia sulle orme di Karol

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rescia e Bergamo si ap-prestano a ricevere i 1200 partecipanti ad H1O, il primo Happening degli oratori italiani, promos-

so dalla Foi, la federazione che tie-ne insieme una quarantina di realtà strettamente legate alla realtà ora-toriana. Quello che si tiene dal 6 al 9 settembre tra Bergamo (che con i suoi oratori si è fatta carico del gros-so dell’accoglienza) e Brescia (che ha pensato alla programmazione delle giornate) è, come l’ha definito don Marco Mori, direttore dell’Uffi-cio per gli oratori e i giovani e presi-dente nazionale del Foi (Federazione oratori italiani) è “un incontro tra la tradizione del Nord, che forse cono-sce alcuni aspetti di stanchezza) e il dinamismo del Sud”.“Noi – afferma don Mori – dell’ora-torio conosciamo tutto: vita, morte e miracoli. Cresciamo a fianco di un oratorio spontaneamente, in certi momenti è addirittura più vissuto di casa nostra. Questa è la nostra ricchezza ma anche il nostro limite: rischiamo di abituarci all’oratorio e dimentichiamo di tenere sveglia la sua capacità educativa e pastorale”. Proprio questo si chiede ad H1O: fa-re delle diverse esperienze presen-ti in Italia un’occasione per ribadi-re che “fare oratorio” non vuol dire aumentare le riunioni o semplificare i percorsi, “ma – continua il sacer-dote – lavorare perché quello che si fa in oratorio abbia la semplicità del Vangelo e l’accoglienza umana sin-cera, quello che nel rinnovamento della catechesi si definiva il meto-do dell’incarnazione”. Spesso don

Mori viene invitato in altre diocesi a parlare d’oratorio, toccando con mano l’invidia con cui si guarda a Brescia per l’abbondanza degli edu-catori, l’importanza delle strutture e l’efficacica delle proposte... “Ovvia-mente – prosegue il presidente del Foi – quello che si vede all’esterno è più luccicante e a me viene spon-taneo raffrontare queste afferma-zioni con alcune stanchezze educa-tive che circolano nei nostri oratori, con alcune idee più o meno avverse al modello educativo dell’oratorio, con qualche incapacità a rinnovar-si perché si è sempre fatto così”. In

questa prospettiva diventa urgente, praticamente necessario, anche per la “ricca” Brescia (e come questa per altre diocesi del Nord in cui è con-solidata la tradizione oratoriana) e i suoi oratori aprirsi al confronto e al-la condivisione. “A furia di guardarsi l’ombelico – afferma don Marco Mo-ri – si muore di noia e noi rischiamo di fare esattamente questo”.La disponibilità, condivisa con Ber-gamo, ad ospitare il primo happe-ning nazionale degli oratori serve dunque per fare un’esperienza ec-clesiale di oratorio allargata su un panorama che ci permetta di re-spirare quella che don Mori defi-nisce “aria più buona”. Il direttore dell’Ufficio per gli oratori e i giova-ni è disposto a scommettere che chi avrà modo di partecipare a questo esempio (il primo di una serie che gli organizzatori si augurano lunga) rimarrà stupito della fantasia degli oratori in Italia e, di sicuro, racco-glierà molti più stimoli di quelli che si possono trovare anche nel miglio-re dei corsi.”Perché – è convinzio-ne di don Mori – gli oratori in Italia sono così: nessuno uguale all’altro, portatori di una reazione ai bisogni educativi commovente e originale, bisognosi di non fermarsi di fronte alle difficoltà”. Una ricchezza che è stata riconosciuta anche dal Presi-dente della Repubblica, che in un messaggio inviato agli organizzatori di H1O ha espresso “il vivo apprez-zamento per l’importante ruolo edu-cativo svolto dagli oratori nel nostro Paese”. “Sarebbe proprio strano – è il commento di don Mori – che si ac-corgano dell’importanza e della vita-

“La prima edizione di H1O non è de-stinata a esaurirsi nelle giornate che vanno dal 6 al 9 settembre”. Ad affer-marlo è Mauro Bignami (nella foto), già segretario del Foi e stretto collabo-ratore di don Marco Mori e della sua équipe nella progettazione di questa prima esperienza. Quando uscirà dal-le giornate bresciane e bergamasche dovrà diventare oggetto di riflessione ma anche di azione concreta in tutti gli oratori italiani per il resto dell’an-

no. “Proprio per incentivare questo aspetto – afferma Bignami che è an-che uno dei responsabili del corso di perfezionamento in progettazione, gestione e coordinamento dell’orato-rio promosso dalla facoltà di scienze della formazione dell’Univesità degli studi di Perugia – è stato approntato un kit che sarà consegnato a tutti gli oratori italiani”. Chiamato “LabOrato-rio” è uno strumento di lavoro pensato sulla scorta della definizione che i ve-

scovi italiani hanno dato dell’ oratorio, (“che adattandosi ai diversi contesti, esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animato-ri, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sin-tesi armoniosa tra fede e vita”) negli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020. Un kit che aiuterà ragazzi e giovani a pensare all’oratorio del fu-tuto confrontandosi, anche con azioni concrete, con quello che è il presente.

lità dell’oratorio quelli che ci guar-dano dalla finestra e noi, nel frat-tempo, non cresciamo nell’impegno e nella voglia di non tradire questa bellezza”.Per questo motivo il sacer-dote giudica provvidenziale il fatto che l’happening sia ospitato alla vi-gilia dell’appuntamento del Sinodo diocesano, che sull’oratorio dovrà dire alcune parole chiare per custo-dire nel futuro questo patrimonio. “H1O – è la sua conclusione – può

essere concretamente l’occasione per capire come alcune realtà ita-liane si stanno muovendo sul fronte degli oratori e per ottenere maggio-re luce su un discernimento delica-to e decisivo”. Perché dall’oratorio, che lo si riconosca o no, passa la vi-talità pastorale di una comunità: è lì che si investono le migliori risorse oggi disponibili. “È lì – termina don Marco Mori – che ci costruiamo le possibilità per il futuro”.

A chi è rivolto H1O? In oratorio, infatti, operano più figure e sono presenti più età. Agli organizzatori è apparso strategico concentrarsi su coloro che in oratorio hanno un ruolo di coordinamento e di responsabilità di singoli settori, soprattutto se nella fascia d’età giovanile (si intende dopo l’adolescenza). L’invito rivolto a ciascuno dei 6500 oratori attivi in Italia è di consentire la partecipazione a H1O a quegli educatori che, al

proprio interno, sono responsabili dei cammini. Una scelta, quella operata, per fare in modo che tutti possano trarre il massimo da questa prima edizione di H1O. Alle giornate bresciane e bergamasche prenderanno così parte rappresentanti degli oratori italiani tra i 18 e i 30 anni.1200, al momento di mandare in stampa questo numero di “Voce” sono i partecipanti che, tramite il sito www.oratori.org,

appositamente realizzato, si sono iscritti all’Happening. A questi si aggiungeranno i rappresentanti degli oratori bresciani e bergamaschi per un totale, stimato di 1500 partecipanti.“H1O – afferma don Marco Mori – non è un evento da grandi numeri, proprio perché vuole essere un proficuo momento di confronto e di arricchimento reciproco tra le diverse esperienze del fare e dell’essere oratorio oggi in Italia”.

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Anche chi dell’oratorio può essere considerato l’ideatore guarda alle giornate di H1O con grande attesa ed entusiasmo. Questi sono i sen-timenti che emergono dalle parole di fratel Francesco, della congrega-zione dei padri Filippini, figli spiri-tuali di quel San Filippo Neri che nella Roma del XVI secolo avrebbe inventato il progenitore dell’ora-torio. Fratel Francesco porterà a Brescia, nel clima di confronto e

di scambio che tutti si augurano, l’esperienza di tanti anni di orato-rio in una grande città come Roma. Non ha però una ricetta particolare da presentare se non quella, sem-plice quanto efficace che un buon oratorio è quello che riesce a fare tesoro del contesto in cui si trova. “Anche la nostra congregazione –afferma – ha sempre modellato la propria proposta oratoriana in base alla realtà in cui si è trovata ad agi-

re”. È ansioso, fratel Francesco, di conoscere le tante esperienze che saranno presentate a Brescia. Da parte sua porterà la fatica del fare oratorio in una grande città come la capitale, dove mille e mille sono le distrazioni che distolgono l’at-tenzione di ragazzi e giovani dalla proposta formulata. “Nonostante tutto – afferma – con-tinuiamo nel presentare la nostra proposta che è sicuramente alter-

nativa, perché i nostri oratori con-tinuano a essere punti di riferimen-to stabili, riconosciuti da tutti”. Tra l’oratorio, la città e le altre agenzie c’è grande rispetto e riconoscimen-to dei ruoli svolti. “Quello che ci guida nella nostra azione – conclude fratel France-sco – è la volontà di lavorare per proporre un oratorio aperto, ac-cogliente con tutti ma chiaro nella proposta che rivolge alle persone”.

6-9 settembre: queste le date di H1O. Nella giornata di giovedì 6 settembre i partecipanti all’Happening saranno accolti negli oratori ospitanti per il gemellaggio e dello scambio di esperienze, che proseguirà anche nella giornata successiva. Alle 17 del 7 settembre è previsto un incontro nella cattedrale di Bergamo alla presenza del vescovo Francesco Beschi. Sabato 8 settembre H1O si trasferisce nel Bresciano. In mattinata, dalle 8.15, presso il Centro fiera di

Montichiari è in programma la parte convegnistica nel corso della quale il tema dell’oratorio viene proposto attraverso comunicazioni, riflessioni e testimonianze. Interverranno in questa sessione mons. Francesco Beschi, delegato della Conferenza episcopale lombarda per la pastorale giovanile (“Una comunità che investe sull’oratorio”) e Giuseppe Mari, ordinario di psicologia dell’organizzazione alla Cattolica di Milano (“L’oratorio e le sfide educative oggi”). La seconda

sessione è dedicata al racconto di testimonianze di esperienze in oratorio con la partecipazione, tra gli altri, di Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia. Nel pomeriggio, a partire dalle 14, il convegno proposte 12 workshop, gestiti da altrettanti oratori. I partecipanti si sposteranno poi a Brescia per la festa, dalle 21, in piazza Loggia e, alle 23, un momento di preghiera con il vescovo Monari.Domenica 9, alle 10, la celebrazione finale in Cattedrale.

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a proposta di una “con-venzione”, una sorta di as-semblea costituente che spiani la strada in maniera definitiva all’unione poli-

tica europea, “attribuita” da giorni ad Angela Merkel, ha riportato l’attenzio-ne sul processo di integrazione comu-nitaria. L’idea, però, lascia aperti mol-teplici interrogativi. Il primo riguarda la reale intenzione della cancelliera tedesca di compiere un tale passo po-litico. Un ulteriore punto di domanda si rivolge invece all’eventuale perime-tro di tale proposta: ovvero, di quale tipo di Europa futura si sta parlando?È almeno lecito dubitare sul fatto che il capo del governo tedesco, pratica-mente alla vigilia della campagna elet-torale per il voto legislativo nazionale che si terrà tra un anno, si incammini per un sentiero tanto impervio. L’Eu-ropa non è esattamente in cima alle simpatie dell’opinione pubblica della Germania, convinta di dover aprire a più riprese il portafogli per paga-re i conti Ue, per rimettere in sesto i bilanci statali dei Paesi mediterra-nei rei, per molti tedeschi e olandesi e austriaci e finlandesi, di spendere più di quanto si possano permettere. Per tale ragione occorrerà verificare se la Merkel avanzerà effettivamente una proposta di “konvent” su scala Ue. Ma se anche la Merkel stesse pre-parando una sortita di questo genere – visto che da tempo va predicando

esi membri (una sorta di grande Con-siglio europeo straordinario), oppure può coinvolgere le altre istituzioni co-munitarie, a partire dal Parlamento di Strasburgo, unico organismo Ue elet-to a suffragio universale dai cittadini dell’Unione. E, ancora, si può decide-re il futuro dell’Ue senza coinvolgere direttamente – mediante gli istituti democratici – gli stessi cittadini euro-pei. Negli ultimi 20 anni, poi, l’Ue ha prodotto numerosi trattati o pseudo-trattati (Maastricht, Amsterdam, Niz-za, Lisbona, la Carta dei diritti fonda-mentali, la abortita Costituzione eu-ropea, Schengen, fino al recentissimo

la necessità di approfondire l’unione politica europea –, quale sarà il reale contenuto della proposta? È piuttosto lampante, ad esempio, che una con-venzione, un’assemblea costituente o realtà equivalente, può svolgersi con il solo contributo dei governi dei Pa-

Il dibattito sulla (improrogabile) ri-forma elettorale ha sostanzialmen-te fatto saltare le vacanze ai politici italiani. Nel gioco di specchi che si trascina ormai dall’inizio dell’anno sembra che si cominci ad intrave-dere una soluzione, necessariamen-te “mista”. Negli ultimi giorni, pur tra distinguo, accelerate e brusche frenate, sembra che un punto di ac-cordo, una sorta di compromesso pare essere stato raggiunto. I ripe-

tuti incontri del “comitato ristret-to” hanno messo nero su bianco un primo punto di accordo: tutte le forze politiche (almeno quelle che sembrano partecipare costruttiva-mente al dibattito) concordano sul-la necessità di modificare l’attuale “Porcellum”. Il vero (e per tanti aspetti ostico) nodo resta quello di individuare il nuovo tipo di leg-ge elettorale a cui si vuole arrivare. Una questione che si intreccia con

tante altre questioni e valutazioni particolari, a partire da quella del ritorno alle urne. Accelerazioni e frenate sulla nuova legge elettorale sono infatti direttamente collegate all’atteggiamento “variabile” delle forze politiche rispetto alla durata del governo Monti. Chi accelera, in sostanza, chiede anche di vota-re prima della fine della legislatura prevista per il 2013, una prospetti-va che crea più di una perplessità.

“fiscal compact” per il rigore dei bilan-ci nazionali…), alcuni andati a buon fine, altri meno. Non è fuori luogo do-mandarsi che accoglienza otterrebbe un nuovo trattato “istitutivo” presso i disoccupati greci o gli indignados spagnoli, fra i consumatori francesi oppure fra i risparmiatori britannici o ciprioti, nelle città dell’est Europa o nelle campagne dei Paesi baltici... So-no questi solo alcuni dei temi aperti, che non contrastano con la possibilità di rendere concreta e solida l’unione politica Ue, ma che attendono un vero dibattito pubblico sulle sue finalità e sulle modalità per costruirla.

Ancora, sembra che l’elemento più significativo sia il desiderio, che non di rado diviene diritto. Ad esempio il desiderio di un figlio diviene il diritto ad un figlio; il desiderio di un figlio sano diviene il diritto ad una figlio sano. Queste e simili posizioni devono essere accuratamente interpretate, per cogliere un’intrinseca fragilità: davvero esistono questi diritti? Se sono desideri, a quali condizioni possono

essere conseguiti? Soprattutto, occorre che la riflessione, oltre a tenere conto dei diritti di tutti, degli adulti, ma anche di quelli degli esseri umani nella fase iniziale del loro sviluppo, sia svolta sul piano dei valori e dei significati. In altre parole sul versante dell’autentica umanità. Chi è quell’embrione, di cui si stanno valutando le qualità fisiche e lo stato di salute? Non un semplice prodotto del concepimento, ma un figlio, che

pur nella sua novità biologica, ha le caratteristiche di base del padre e della madre. Egli risponderà alle attenzioni doverose che gli adulti avranno nei suoi confronti con una ricchezza di relazioni. Questa è la persona umana. A queste considerazioni, squisitamente razionali, giunge il fecondo pensiero cristiano, capace, poi, di indicare l’orizzonte soprannaturale. (Marco Doldi)

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iberalizzazione, trasparen-za e apertura al privato. I provvedimenti del decreto “Sanità e sviluppo” presen-tato dal ministro della Sa-

lute, Renato Balduzzi, e in attesa di essere discusso, venerdì 31 agosto, in Consiglio dei Ministri, si ispirano a questi tre principi. Lo stop alle vi-site intramoenia, le tasse sulle bibite gasate e i superalcolici, la prescrizio-ne di farmaci equivalenti sono solo alcune delle proposte. A Walter Ric-ciardi, direttore dell’Istituto di igiene dell’Università cattolica di Roma, è stato chiesto un punto di vista sulla riforma che potrebbe rivoluzionare la sanità nel Paese. Cosa ne pensa della proposte del ministro Balduzzi? La proposta si inquadra nel più ge-nerale programma sulla crescita. Certo, quello sanitario è un settore visto soprattutto come elemento di costo, ma è da vedere anche come elemento di sviluppo: persone sane producono di più e non costano in termini di servizi. E poi si tratta di un settore che produce posti di la-voro, quindi ricchezza. La mia valu-tazione è positiva da questo punto di vista, ma non si tratta di provve-dimenti che risolveranno strategi-camente il problema della sanità.La riforma inserisce la ludopatia tra le malattie e prevede sanzio-ni per chi vende sigarette ai mi-nori di 16 anni e tasse su bibite gasate e superalcolici...Quella contro la malattia del gioco la ritengo un’ottima iniziativa contro una patologia contemporanea che

Si è aperta lo scorso 26 agosto a Stoccolma la 22ª Settimana mondiale dell’acqua organizzata dallo “Stockholm International Water Institute”. La settimana è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1991 con l’obiettivo di far riflettere sui numerosi problemi legati all’utilizzo di questo bene essenziale. Per questa edizione del 2012, organizzata in collaborazione con la Fao i lavori hanno messo al centro il tema “Acqua e sicurezza alimentare”. “La siccità

obbliga a gestire meglio le risorse idriche per salvaguardare la sicurezza alimentare a causa della siccita’ attraverso un ‘nuovo Piano d’azione’ che prevede per esempio il riciclo delle acque per coltivare”. La Fao, con queste parole pronunciate dal direttore generlae Jose’ Graziano da Silva, ha aperto la settimana mondiale dell’acqua in programma fino al 31 agosto ricordando le “pesanti ripercussioni’’ della scarsita’ d’acqua sulla produzione

cerealicola mondiale e sul rialzo dei prezzi. Secondo la Fao è necessario trasformare il modo in cui l’acqua viene usata lungo l’intera filiera alimentare “perché – ha spiegato il direttore generale – non esiste sicurezza alimentare senza sicurezza delle risorse idriche’’. La Fao ha avvertito (in un recente rapporto) che ‘’la scarsezza d’acqua e l’inquinamento stanno mettendo a rischio interi sistemi produttivi in tutto il mondo’’.

Tra le misure previste dal decreto “Sanità e sviluppo” verrà esaminato dal Consiglio dei ministri di venerdì 31 agostro c’è anche la creazione di centri di cura per la ludopatia. Al gioco d’azzardo il governo dedi-ca dunque attenzione con restrizio-ni per l’apertura di nuove sale da gioco e aumento di poteri ai sindaci nel controllo delle dipendenze. Per la prima volta, dunque, un gover-no prende consapevolezza che la

ludopatia può essere un problema, grave. Dovrebbe scattare il divie-to di installazione degli apparecchi per il gioco d’azzardo all’interno o in un raggio di 500 metri da scuole, o in altri posti frequentati da giova-ni, strutture residenziali sanitarie e luoghi di culto. Si tratta di misure importanti, come conferma il sociologo Maurizio Fia-sco della Consulta nazionale antiu-sura. “È un’ammissione che il pro-

blema esiste – sottolinea Fiasco –, cosa che è stata finora negata in tutti i modi, perché: l’impatto di queste istallazioni, nelle città, nelle piazze significative, nei luoghi frequentati dai minori o da persone deboli, dal punto di vista dello stato sociale, era stato sempre considerato come un ‘non problema’. Quindi potrebbe trattarsi di un precedente importan-te che porti pian piano ad una rego-lamentazione di una materia che è

stata completamente lasciata allo sviluppo più selvaggio, come non è accaduto mai in altri stati dell’Unio-ne europea”. Infine dovrebbero essere dati più poteri anche ai Comuni. I sindaci potranno disporre 30 giorni di chiu-sura o limitare gli orari di negozi o sale da gioco nelle aree interessate da casi di ludopatie. Cosa comunque non facile a farsi, visti i forti interes-si economici in campo.

è anche figlia della crisi. Sulla tassa contro bibite e alcol ho qualche ri-serva, perché secondo me andreb-be estesa anche al cibo spazzatura, seguendo esempi virtuosi come la Danimarca.Alcuni punti della riforma toc-cano più da vicino i medici: ac-cesso trasparente alla dirigenza ospedaliera, disponibilità 24 ore su 24 per i medici di famiglia...

Condivido il bisogno di trasparen-za nell’assegnazione degli incarichi, bisogna poi vedere i meccanismi di applicazione. Quanto all’associazio-nismo professionale, si tratta di una forma prevista da tempo, ma appli-cata da solo un terzo dei medici ita-liani. Sono riforme che vanno be-ne se fatte in sinergia coi medici. A proposito dell’intramoenia, ritengo che la libera professione debba es-sere esercitata in condizioni ottimaliQueste misure risolveranno il problema delle liste d’attesa? Non è con queste misure che si ri-solvono le liste d’attesa, ma riorga-nizzando la rete dell’offerta, anche con strutture nuove territoriali, o, per esempio, con gli ospedali di co-munità.

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Le settimane di agosto hanno messo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica italiana il problema dell’ambiente con un punto di riferimento preciso: l’Ilva di Taranto. Un magistrato, Patrizia Todisco, ha firmato una ordinanza di sequestro degli impianti per gravissime violazioni accertate che hanno causato morti. Gli ultimi dati ambientali disponibili (resi noti a inizio 2012) indicano che nel 2010 l’Ilva ha emesso dai propri camini: 4000 tonnellate di polveri; 11mila tonnellate di diossido di azoto; 11mila e 300 tonnellate di anidride solforosa;1 tonnellata e 300 chili di benzene (qualcuno ha quantificato circa 150 kg di sostanze emesse ogni anno per ciascun residente). L’intervento della magistratura ha scatenato reazioni contrastanti intorno a un tema che troppo spesso viene affrontato senza la necessaria percezione della posta in gioco. Come avviene anche per la produzione delle armi, molti chiudono gli occhi sui danni per la vita delle persone in nome della salvaguardia dei posti di lavoro e della produzione, cioè del profitto. Si potrebbe parlare di un meccanismo infernale per cui si

Non c’è crescita senza il rispetto dell’ambiente

Torna a settembre uno degli eventi più importanti dedicati al verde e al giardinaggio. La nuova edizione di Fiorinsieme, organizzata dall’Associazione florovivaisti bresciani e dal Comune di Brescia che si terrà dal 15 al 23 settembre si intitola “Meetings in the green”: incontri ed eventi nel verde con la splendida cornice di piazza Paolo VI, che come nel corso delle passate edizioni, si vestirà di verde con oltre 1200 mq di giardino.Una delle più belle piazze d’Italia

verrà trasformata in un grande giardino offrendo al visitatore una visuale particolare data dal binomio di elementi urbani e elementi naturali, geometrie e colori a fare da scenografia con vasche acquatiche, fioriere con arbusti ornamentali, graminacee, piante perenni, un’area gioco per bambini e un palco che ospiterà incontri ed eventi. Per informazioni: 030/3534008, e-mail: [email protected] oppure visitare il sito web www.florovivaistibs.it

come in tanti altri luoghi, si distrugge il presente non solo il futuro. Che senso ha tutto questo? Stiamo forse navigando sulla nave dei folli?Negli stessi giorni in cui si discuteva dell’Ilva, sono rimasto scioccato da un quadro grafico pubblicato su “Bresciaoggi” (19 agosto, pag. 9) illustrante il censimento delle criticità, dal punto di vista ambientale, nella zona San Polo-Buffalora, elaborato dal Codisa (Comitato difesa salute & ambiente di S. Polo e dintorni).

È una situazione allucinante con ben 21 punti critici individuati tra bitumifici, aziende, cave, discariche e logistica, a partire dal nuovo bitumificio Gaburri (a poche centinaia di metri da Buffalora) e dal polo logistico Italgros (che sottrae 200mila mq al Parco delle cave), per arrivare alla discarica Castella e al cesio 137 della ex cava Piccinelli. La denuncia della situazione è stata provocata dal progetto di A2A di realizzare in quella zona un impianto sperimentale per il trattamento

accetta la morte di alcuni (tanti) per non danneggiare il Pil. L’Europa ha varato una lunga serie di proposte e programmi per uno sviluppo sostenibile. Secondo la definizione tradizionale, lo sviluppo sostenibile è “uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”. In altri termini, la crescita odierna non deve mettere in pericolo le possibilità di crescita delle generazioni future. Ma all’Ilva,

delle ceneri leggere provenienti dall’inceneritore. Dietro e davanti a tutto questo c’è una cultura arretrata e inquinata intellettualmente. Sui problemi ambientali capita spesso di leggere o ascoltare giudizi e/o commenti, soprattutto da parte di alcuni politici, sull’Italia che non vuole crescere in cui i cittadini, ignoranti o male informati, sono visti come un ostacolo allo sviluppo economico del paese. Ma di quale sviluppo parliamo? Da tempo sappiamo che le risorse non sono infinite bensì scarse e le conseguenze ambientali sono un pericoloso feed back per l’esistenza stessa dell’uomo. La risposta razionale può arrivare soltanto dall’introduzione di un paradigma di sviluppo conosciuto appunto come sviluppo sostenibile. Non si tratta di una negazione della crescita, come molti credono, bensì della crescita economica rispettosa dei limiti ambientali. Questa nuova visione dello sviluppo è diventata una vera e propria necessità storica dell’umanità: la tutela dell’ambiente è in correlazione diretta con la crescita economica. La tutela dell’ambiente non è contro il Pil, è contro i Pirl.

Si tiene domenica 2 settembre presso il lago Mella di Poncarale, in via Martiri della Libertà 19, la 16ª edizione dell’iniziativa “Una domenica diversa”, che riunisce all’insegna del divertimento e della solidarietà numerosi ragazzi disabili, provenienti da numerosi Comuni della provincia di Brescia, e le loro famiglie. “Una domenica diversa” nasce nel lontano 1996 per volere di un piccolo gruppo di volonterosi che si riconoscevano nel

desiderio di stare vicino agli altri, soprattutto a quanti hanno difficoltà e soffrono in silenzio il disagio della disabilità. Sin dal primo mattino del 2 settembre il laghetto si animerà di persone che cominceranno a preparare gli spazi per la pesca, per il gioco, per il pranzo, accenderanno i fornelli, prepareranno le vettovaglie, nell’attesa dei ragazzi. Alle 11, sempre presso il laghetto è prevista la celebrazione della Santa Messa.

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rofessor Facchetti, co-me inizia questa manife-stazione? Qual è la sua origine?Il palio è nato 34 anni fa

come una sorta di evento sportivo di fine estate, l’ultima festa della bella stagione. Si trattava inizialmente di una corsa podistica, una staffetta su un percorso per le vie del centro stori-co, che via via si è arricchita di inizia-tive collaterali sull’onda dello spirito competitivo delle quadre, le antiche divisioni medievali della città, che si sono confrontate per esempio sul piano culinario, musicale, ma anche culturale. Ecco quindi dagli anni ‘80 le grandi rievocazioni storiche, sfilate in costume organizzate da ogni quadra che terminavano in piazza. Dal 2001 poi si è passati ad una sfilata unita-ria, sempre di soggetto storico. Tra le iniziative vi sono mostre ed even-ti organizzati sia dalle quadre sia dal Comune, come l’ormai tradizionale salto con l’asta in piazza o l’incontro di boxee, in uno schema che si ripete ma sa anche variare.Com’è cambiata in questi anni la partecipazione dei clarensi? A mio parere, quello di un clarense di Zèveto, che vive “dal di dentro” la ma-nifestazione, nel tempo è cambiato il modo di viverla. Dopo l’iniziale scetti-cismo si è passati negli anni ‘80-’90 ad un grande entusiasmo, che ha porta-to intensità creativa e partecipazione:

mata ed è mancato un ricambio gene-razionale nell’organizzazione. Inoltre c’è stato un ridimensionamento delle risorse e degli sponsor per cui non è più possibile allestire grandi eventi. Inoltre sono cambiati i visitatori: ne-gli anni scorsi moltissimi erano i cla-rensi “emigrati” che tornavano pro-prio in occasione di queste feste, che riallacciavano conoscenze e amicizie magari di 20 anni prima, oggi invece prevalgono i visitatori dei paesi vicini.Qual è il futuro delle quadre? Che cosa può dare ancora questa ma-nifestazione?Bisognerà porsi seriamente il proble-

basti pensare che per la sfilata stori-ca ogni quadra riusciva a mettere in campo come minimo 60-70 persone. Oggi si fatica a trovarne un centina-io tra tutte e quattro. Il fatto è che la curiosità, com’è ovvio, è via via sce-

”Erbusco in tavola” cala il Settebello: la cena itinerante tra le eleganti ville del centro storico di Erbusco pen-sata per unire le bontà del territorio alla solidarietà, torna in scena per la settima volta il prossimo venerdì 7 settembre. Protagonisti della serata saranno infatti gli operatori vitivini-coli e gastronomici di Erbusco e, per la prima volta, anche dei Comuni li-mitrofi: aziende agricole, ristoranti, trattorie, osterie, salumerie, macel-

lerie, fornerie, pasticcerie e bar, oltre che lavanderie, elettricisti, fioristi, ar-tisti che, gratuitamente, metteranno a disposizione i loro prodotti migliori. La manifestazione a partire dalle ore 19.30, tra le antiche dimore che sor-gono lungo la centrale via Verdi. Ad animare l’intera manifestazione sarà soprattutto la solidarietà: l’intero rica-vato della serata infatti sarà destinato a favore del progetto di restauro con-servativo degli affreschi della Pieve

Santa Maria di Erbusco, un patrimo-nio storico-artistico-architettonico di grande prestigio per tutta la comunità erbuschese. Tornando all’itinerario enogastronomico, la serata quest’an-no si svilupperà non più in tre, ma in quattro percorsi a scelta, identificato ciascuno con un colore giallo, blu, verde e rosso, e con una proposta di menù diversa. Quindi, al momen-to dell’acquisto del coupon, si potrà scegliere tra quattro differenti menù.

ma di cosa fare in futuro. Bisogna che ci siano anche idee nuove, vicine alla realtà dei giovani e al mondo che cam-bia. Fatta salva la corsa, che è il cuo-re della festa ed è intoccabile, tutto il resto penso sia riformabile. Secondo me, e lo dico da orgoglioso apparte-nente a Zèveto, ci vorrà una maggio-re sinergia tra le quadre lasciando da parte interessi particolari in favore di un’organizzazione più unitaria che permetta di sfruttare maggiormente risorse come piazza Zanardelli, or-mai un vero e proprio teatro a cielo aperto adattissimo a questo genere di manifestazioni.

Si preannuncia un settembre ricco di iniziative nel paese valsabbino di Serle: da mercoledì 5 settembre incomincia la rassegna dialettale con accompagnamento di musica folk “I mercoldè del dialèt”: quattro serate all’insegna del connubio del dialetto bresciano con la canzone popolare suddivise in altrettante tematiche: dal lavoro alla famiglia dalla fede alla patria. Giovedì 13 settembre avrà inizio, invece, la terza edizione di “Armonie e Sapori”, un viaggio nella buona

cucina tradizionale per una serie di serate che dureranno fino al 6 dicembre. L’iniziativa, proposta dalla commissione Turismo e Commercio del Comune di Serle insieme alla Pro Loco, prevede diverse cene organizzate ogni giovedì sera dalle 20 a rotazione in alcuni ristoranti del paese durante le quali i partecipanti potranno gustare un menu con una specialità della tradizione serlese; il tutto accompagnato da musica interpretata da musicisti conosciuti. Spazio alle varie specialità serlesi

“oscurate” dalla fama raggiunta dallo spiedo che ha ottenuto il marchio De.C.O., ma riscoperta di piatti tipici come ad esempio il baccalà con i marroni, il pollo in umido con finferli, la trippa in brodo alla vecchia maniera e i casoncelli al brasato. Domenica 16 settembre nel pomeriggio si terrà la Premiazione della 12ª edizione del Concorso di poesia dedicato a Virgilio Crevoli e l’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca comunale. Per info www.prolocoserle.it (n.t.)

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omenica 2 settembre, passeggiando per le vie del centro storico, sarà facile incontrare cavalie-ri, sbandieratori, famiglie

reali agghindate in abiti medievali. Nulla di strano: va in scena in “piaz-za Grande”, ossia piazza della Log-gia, la 14ª edizione della Giostra di Brescia. Un tuffo in quel 1497 in cui, per festeggiare il neonominato pode-stà Giorgio Cornaro, giunse in città la sorella, Caterina Cornaro, Regina di Cipro e delle Armenie, in onore della quale fu organizzato un torneo caval-leresco, proprio in piazza Grande. Sei cavalieri, in gara rispettivamente uno per ogni porta della città, si sfideran-no sotto gli occhi della regina Cate-rina (interpretata, quest’anno, dalla giovane cantante bresciana Elodea) in gare di abilità a colpi di lancia, per contendersi la vittoria, che è stata assegnata per due anni consecutivi al diciannovenne Paolo Tedoldi, rap-presentante della Porta Sant’Alessan-dro (l’attuale via Cremona). In gara ci saranno anche Massimo Tedoldi, Graziano Zorza, vincitore di tre edi-zioni, Marco Orsini, Fabiano Berta e la giovanissima Stefania Apostoli, di

soli 15 anni, la più giovane amazzone della storia del torneo bresciano. Ad interpretare il ruolo del Podestà sarà l’attore e regista Piero Galli, il bandi-tore sarà invece Michele Comincini. Il torneo cavalleresco è programmato per le ore 17, ma già dal mattino si pre-vede un fitto programma di appunta-menti: alle 11 si svolgerà la cerimonia di ritiro del palio da Palazzo Loggia, palio che verrà poi consegnato a don Amerigo Barbieri, parroco della chie-sa di San Giovanni, “una delle più sto-riche della città, alla quale è dedicata l’edizione della giostra in nome della collaborazione dimostrata”, spiega Maurizio Argetta, organizzatore della manifestazione. Qui inizierà alle 11.30 la Santa Messa, alla quale partecipe-ranno figuranti e cavalieri. Nel pome-riggio, alle 16, ci sarà la benedizione dei partecipanti, cui seguirà l’ingresso del corteo storico in piazza Loggia. Al-

le 17, come detto, l’inizio del torneo, mentre alle 18 concludono la giornata le premiazioni e la consegna del palio. “Novità di quest’anno – svela Arget-ta – sarà l’assegnazione del premio ‘Il futuro di Brescia’, del quale saran-no insigniti quattro giovani brescia-ni meritevoli: l’attrice Esther Elisha, vincitrice del premio speciale Astro nascente del cinema al Golden Gra-al di Roma; l’attore e regista Pie-tro Galli; la giornalista del Corriere della Sera Alessandra Troncana e l’eclettico Alex Rusconi, prestigia-tore, scrittore, giornalista e speaker radiofonico, autore di recente della biografia dell’illusionista Leopoldo Fregoli”. Novità che saranno molte di più nell’edizione 2013: “Abbiamo in mente un progetto ambizioso – annuncia Argenta – che trasforme-rà la giostra nel vero e proprio Palio di Brescia”.

In occasione del 130° anniversario del servizio delle scuole dell’infan-zia del Comune di Brescia, il Set-tore pubblica istruzione-Servizio scuole dell’infanzia e l’istituto Pa-squali-Agazzi hanno organizzato un’importante manifestazione che vede partecipi i vertici istituziona-li, pedagogisti di fama nazionale e docenti della scuola dell’infanzia.L’iniziativa si terrà mercoledì 5 set-tembre presso l’auditorium di San-Barnaba, dalle ore 8.30 alle ore 13.La manifestazione è aperta alla cit-tadinanza e il programma preve-de una fitta serie di iniziative che inzieranno, dopo la registrazione partecipanti, alle 8.50 con un pre-ludio musicale seguito dalla pre-sentazione dell’evento.Alle 9.15 il sindaco Adriano Paroli e l’assessore Andrea Arcai porte-ranno i loro saluti, quindi la giorna-ta entrerà nel vivo con la relazione “1882: problematiche educative, idee, protagonisti” tenuta da Fa-bio Pruneri, docente di Storia della scuola e delle istituzioni educative all’Università di Sassari.Dopo un intermezzo musicale-re-citativo, ci sarà spazio alle ore 11 per un coffee break, seguito dal-la tavola rotonda che avrà come argomento: “2012: La famiglia, il bambino, la scuola dell’infanzia”. Sul tema si confronteranno Luigi Pati (direttore del “Centro studi pedagogici sulla vita matrimonia-le e familiare” dell’Università Cat-tolica), Ferruccio Cremaschi (di-rettore della Rivista “Bambini”),

Italo Fiorin (nella foto, docente di Pedagogia all’Università Lum-sa di Roma e direttore della rivista “Scuola italiana moderna”) e Pie-tro Gardani (dirigente del Servizio scuole dell’infanzia del Comune di Brescia e dell’istituto Pasquali-Agazzi).Alle ore 12.35, dopo un ulteriore intermezzo musicale-recitativo, verranno esposte le conclusioni del convegno, cui farà seguito la proiezione del video “La giornata educativa nelle scuole dell’infan-zia del Comune di Brescia”.

Dopo essere partita il 26 luglio, con una tappa che ha portato dal Monte Rosa a Brescia, la spedizione denominata “7mila miglia lontano”, è arrivata a destinazione. Il 28 agosto, infatti, sono stati accolti da una vera festa nella cittadina di Maleku, ad una cinquantina di chilometri da Katmandu. Lì infatti si trova l’ospedale fondato dal “Gnaro” Silvio Mondinelli (nella foto), il bresciano collezionista degli

8000 metri. Lì il “7mila miglia lontano” ha consegnato il pickup donato dalla Greatwallmotor Italia. Si è trattato di una grande festa che ha coinvolto dottori, infermieri e volontari, le autorità e la stampa locale. Presente anche Adolfo Pascariello, presidente dell’associazione “Amici del Monte Rosa”, la realtà che sostiene il “Gnaro” nelle sue iniziative benefiche.Da lì il team si è spostato a Katmandu dove è stato accolto

dai tanti bambini che grazie alle adozioni a distanza promosse dall’associazione “Amici del Monte Rosa”, possono studiare e costruirsi un futuro. Al momento di andare in stampa apprendiamo che il programma prevede nella serata di mercoledì la consegna, da parte della Nepal mountaineering association, di un’onorificenza a Mondinelli per le sue innumerevoli imprese e per i suoi record. Dopo più di 15mila km percorsi,

dopo 11 frontiere attraversate, il team “7mila miglia lontano”, formato da Silvio Mondinelli, Giuliano Radici, Nicola Lucini, Paolo Veraldi, Villiam Caleffi e Patrizia, è riuscito nella sua impresa: portare il pick up per l’ospedale a destinazione, raccogliere fondi per le attività dell’associazione (circa 30mila euro) e soprattutto far parlare di paesi meravigliosi come appunto il Nepal che meritano di essere aiutati.

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untare sull’arte per cam-biare direzione. Questo è il senso del progetto “Container Fest – ready to dance!”, giunto alla

terza edizione, che per due setti-mane, a partire da giovedì 30 ago-sto, propone, sotto la direzione artistica di Manuela Bondavalli, eventi dedicati alla danza contem-poranea, video e arti performative. A Brescia e a Botticino, teatri, cor-tili, piazze, luoghi pubblici e priva-ti, saranno l’ideale cornice degli eventi in programma, generando tra artisti e pubblico un rapporto simbiotico. Il festival inizia con un nuovo esperimento: una “Ma-ratona di videodanza” che fino al 2 settembre trasformerà Brescia e il suo centro storico in una città dan-zante. La selezione di video danza, tra corti e lungometraggi, com-prende 40 autori da tutto il mon-do, appartenenti a diverse genera-zioni e scuole. Un canale artistico nuovo, per avvicinare la danza alla città e la città alla danza. Ad intro-durre il programma delle produzio-ni video sarà, sabato 1 alle 19 nella Stanza delle Biciclette di palazzo Cottinelli in via Battaglie, il critico di Danza&Danza Maria Luisa Buz-zi. Nel solco della continuità con le precedenti edizioni, il momento formativo. L’edizione 2012 propo-

nella danza d’avanguardia. Giove-dì 6 e venerdì 7, alle 21, un ‘dou-ble bill’ al Cinema Nuovo Eden di via Nino Bixio con la nuova crea-zione della compagnia “No frills” insieme a “Replacing me with her” della coreografa Katye Koe. Gli ul-timi due appuntamenti sono con la “Compagnia Bondavalli” che pre-senta domenica 9 alle 21, al Cen-tro Lucia di Botticino, la sua “Ali-ce Underground”, uno stravagante viaggio sotterraneo nelle profondi-tà dell’inconscio e sabato 15 e do-menica 16 a partire dalle 19.30, il lavoro ‘site-specific’, studiato per il Quadriportico di piazza Vitto-ria “Proximus, più che un vicino”, frutto della ‘Residenza Creativa’ di “Container 12”, che vede coinvol-to un nutrito gruppo di danzatori e attori locali con l’intento di dare voce e spazio alle energie creative del territorio. “Dopo aver utilizza-to nelle passate edizioni – spiega Manuela Bondavalli - le Domus dell’Ortaglia nel Museo Santa Giu-lia e la Sala delle Scenografie del Teatro Grande, si è scelto quest’an-no il Quadriportico, un luogo en plain air, di passaggio, anello di congiunzione tra le più importan-ti piazze della città”. Con “Proximus…” si vuol dar vita ad una performance effimera, in-vitando il pubblico a vedere quel

ne, da sabato 1 a martedì 4 dalle 20 alle 24, nello Spazio Container 12 di via Carducci a Botticino, uno stage intensivo internazionale de-dicato alla danza contemporanea d’avanguardia e condotto da Eva Karczag, coreografa olandese, a cui si accompagnano due master class tenute da Katye Coe e Ma-nuela Bondavalli. La stessa Kar-czag venerdì 31 agosto è protago-nista in scena, alla Terrazza Spa-cework di via Pietro Marone, con il suo ‘solo’ “Bear Scrutiny”. Grazie al corso intensivo, che rappresen-ta, fin dagli albori del festival, il cuore di Container Fest, Brescia si inserisce, a pieno titolo, in un cir-cuito internazionale che compren-de anche Seattle, Istambul, Lon-dra, Vienna ed Amsterdam, uniche città dove è possibile studiare in maniera intensiva la “Skinner Re-leasing”, ampiamente considerata la tecnica che dà forma al “corpo che danza”, così come appare oggi

Ritorna puntuale anche quest’anno la “Festa della comunità” di Folzano, giunta all’11ª edizione.La manifestazione, allestita negli ambienti dell’oratorio e resa possibile grazie al generoso lavoro di volontari di ogni età, vuole essere soprattutto un’occasione di ritrovo, di aggregazione e di svago. Così oltre alla possibilità di cenare con piatti tipici della cucina bresciana vengono proposti tornei, manifestazioni sportive e intrattenimenti musicali di

vario genere. Il ricavato della festa verrà interamente devoluto alla parrocchia per far fronte al debito per l’intervento di restauro e miglioramento sismico della chiesa (nella foto), terminato il 31 dicembre del 2010. La festa si apre venerdì sera 31 agosto con una serata dedicata ai giovani in cui sarà protagonista il gruppo Dust’ Soul. Prima della musica alle 20.30 si esibiranno le campionesse di ginnastica ritmica della società sportiva Asd Ritmica Futura. Nel

pomeriggio di sabato 1 settembre si terrà il 35° Trofeo caduti folzanesi, una gara ciclistica su strada riservata alle categorie amatoriali lungo un circuito che attraverserà le principali vie del quartiere. Domenica 2 settembre ancora spazio per i giovani con la “Prima 12 ore di calcio 3 vs 3”. La seconda settimana della festa prevede nelle sere di martedì 4 e giovedì 6 settembre una serie di tornei in oratorio, mentre mercoledì 5 settembre alle 20.30, sempre

in oratorio, una serata culturale dedicata al tema “Consumare meno, consumare meglio”. Interviene Fausto Piazza. Venerdì 7 e sabato 8 settembre si riprende con la musica e lo stand gastronomico. Domenica 9 la giornata conclusiva: alle 12.30 il pranzo per gli over 75 offerto dalla Caritas parrocchiale in collaborazione con l’amministrazione comunale, alla sera alle 21.00 musica rock e pop italiana e internazionale. Per info: 339.3175753 oppure 030.2667072

Verrà inaugurata sabato 1 settem-bre alle 17, presso il Museo nazio-nale della fotografia di Brescia, la mostra “Mama Afrika” con opere fotografiche di Sergio Cartaino. La mostra rimarrà aperta fino al 23 Settembre il sabato e la dome-nica dalle ore 16 alle 19, mentre il martedì e il giovedì sarà disponi-bile alla visita di scuole e gruppi su prenotazione. Sergio Cartaino, appassionato di fotografia fin da piccolo, amante dell’Africa, cono-sciuta frequentando una missio-

ne in Kenia e in Tanzania, è nato a Brescia nel 1976, dove risiede. Pur frequentando corsi fotografi-ci, è riuscito a dare un’impronta personale, particolare alle sue fo-tografie, sia dando risalto ai con-trasti dei colori che l’Africa offre, sia ricercando negli occhi estrema-mente espressivi dei bimbi i rifles-si di quel mondo. Così è stata alle-stita un’esposizione che non vuole essere solamente una mostra, ma un viaggio a tutto tondo nelle bel-lezze del Continente nero.

luogo con occhi diversi, per perce-pirne, magari solo per un momen-to, anche la storia. “La produzione di spettacoli dal vivo – sottolinea l’Assessore alla Cultura di Bre-scia Andrea Arcai – è un aspetto importante, che ha sempre avuto una risposta positiva da parte del pubblico e ancor più se i palcosce-nici sono al di fuori dei tradizionali spazi chiusi”. I biglietti per assiste-re agli spettacoli (prevista anche una tessera sconto) sono acquista-bili presso l’Ufficio Informagiova-ni di via San Faustino e nei giorni del festival direttamente presso i luoghi coinvolti. Cinque eventi performativi, una maratona video, un corso intensivo internazionale e una residenza creativa, per due settimane totalmente dedicate alla danza, puntando sull’arte per cam-biare direzione.

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ei giorni scorsi era sta-ta ventilata da parte di A2A l’ipotesi di una ri-chiesta di Via (valuta-zione di impatto am-

bientale) per un impianto speri-mentale per il trattamento delle ceneri leggere provenienti dall’in-ceneritore di Brescia. Si tratterebbe di una struttura in gra-do di trasformare i residui del trat-tamento inceneritorio in una sorta di sabbia o cristallo salino dalle sva-riate applicazioni, per esempio nel campo dell’edilizia. Tuttavia il sito scelto in un pri-mo momento per la realizzazione dell’impianto ha destato la contra-rietà sia delle istituzioni, sia dei co-mitati ambientalisti, primo tra tutti il Codisa, vale a dire il Comitato di-fesa salute ed ambiente di San Po-lo e Buffalora. Avrebbe dovuto tro-vare posto proprio a Buffalora, ma nonostante le ridotte dimensioni e le scarse capacità di lavorazione (si parla di un’area occupata di 400 mq e di 360 tonnellate prodotte all’an-no) a molti è parsa la classica goc-cia che fa traboccare il vaso di un territorio già duramente provato, sui

quali gravano anche altri progetti. Così il Codisa fa presente che il sito sarebbe “all’ interno del Parco delle Cave che il Sindaco si era impegna-to a sostenere e realizzare e che in questo periodo sta muovendo i suoi primi passi. L’ amministrazione co-munale che detiene ancora parte dell’azionariato di A2A, secondo il nostro punto di vista, non dovreb-be sostenere tale opera che ver-rebbe a gravare ancora di più su un territorio già martoriato che merita esclusivamente una riqualificazio-ne positiva”. Non ha mancato di far sentire il proprio parere anche Pier Raul Francesconi, presidente della commissione ambiente, che alza ad-dirittura il tiro, chiedendo che l’im-pianto venga realizzato lontano da Brescia. in una nota stampa, infine, il sindaco Paroli precisa la sua po-sizione: “Il nodo oggi è puramente

tecnico-scientifico poiché la politi-ca amministrativa riguardo al futu-ro impianto è già stata chiara. Non si realizzerà nella zona di Buffalora. Buffalora è un’area che da decenni presenta criticità ambientali e per questo in più occasioni ho assicura-to ai cittadini e ai comitati sponta-nei della zona che si sarebbe avuto finalmente un occhio di riguardo. I temi dell’ambiente oggi sono i più essenziali e quelli maggiormente sentiti dai cittadini, per questo l’al-lerta e l’attenzione continueranno a essere massimi, come massimo sarà l’impegno mio personale e dell’am-ministrazione”. Un incontro tra A2A e i comitati ambientalisti si è avuto lo scorso 23 agosto: dal faccia a fac-cia è emerso che in ogni caso l’im-pianto verrà fatto, quanto alla loca-lizzazione a Buffalora ora sembra molto lontana.

In occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro civico “La porta del parco”, la Pro Loco di Collebe-ato, con il patrocinio del Comune, organizza la 1ª edizione del con-corso fotografico “Collebeato un paese in quattro scatti”.L’iniziativa si caratterizza per la volontà di “raccontare” il nostro paese e il suo territorio attraver-so la fotografia.La partecipazione al concorso è gratuita, aperta a tutti i maggio-renni, ogni autore potrà presenta-re un numero massimo di quattro fotografie, che dovranno avere come tema gli scorci e le vedute di Collebeato e del suo territorio. Il concorso è in forma anonima, pertanto le fotografie dovranno essere consegnate in un plico ri-gorosamente anonimo, mentre il nome dell’autore della fotografia verrà conosciuto al termine del giudizio della giuria, con l’apertu-ra della busta contenente la sche-da di partecipazione.Le foto saranno esaminate da un’apposita giuria, che sceglierà tra quelle ammesse le tre vincenti con giudizio inappellabile. Verran-no premiati i primi tre classifica-ti con altrettante “smartbox” dal valore rispettivamente di 250, 150 e 100 euro.Sarà inoltre istituito un premio speciale: i visitatori dell’esposizio-ne, potranno votare la foto prefe-rita e alla prima classificata verrà attribuito il premio speciale con-ferito dalla giuria popolare.

Per informazioni è possibile ri-volgersi ai seguenti contatti: [email protected] (cell. 335 7070395) oppure, in alternativa, a [email protected] (cell. 339 4932100).La scadenza della presentazione delle fotografie per il concorso è fissata per il prossimo 15 set-tembre.

Da giovedì 30 agosto a domenica 2 settembre il Parco Giovanni Paolo II di Castel Mella ospiterà la “Festa del Fontanone”, appuntamento organizzato dall’Associazione “Amici del Fontanone” che si prefigge di raccogliere fondi per la manutenzione e il costante restyling di uno dei luoghi simbolo per l’intera comunità. Tra il Fontanone (nella foto) e Castel Mella esiste per consolidata tradizione un legame molto forte e il vero obiettivo di questa ed altre iniziative similari

è espressamente quello di offrire a questo punto di riferimento tutte le “cure e l’attenzione” che necessitano, sia per l’inesorabile scorrere del tempo che per gli agenti atmosferici. Con questo traguardo ben chiaro davanti, l’associazione “Amici del Fontanone” insieme all’amministrazione comunale, presenta l’edizione 2012 di una festa che si vuol far diventare una bella e consolidata tradizione. Un programma semplice, ma coinvolgente al tempo stesso, senza

dubbio l’invito giusto per richiamare il maggior numero possibile di persone. La festa inizia giovedì 30 agosto. A partire dalle 21 si tiene la cosiddetta serata della zucca. Il giorno dopo, sempre dalle 21, sarà la volta di una serata dedicata in modo particolare ai giovani, a quelli che amano la musica e le emozioni dello spettacolo dal vivo. Breakdance e street soccer show saliranno sul palco del “Giovanni Paolo II” regalando le loro sorprendenti esibizioni a tutti

i presenti. Dopo il sabato sera dedicato alla musica per tutti i gusti di una cover band, domenica 2 settembre proporrà il gran finale, con la possibilità di gustare lo spiedo a mezzogiorno e la musica da discoteca la sera. Il tutto per una festa che vuole coinvolgere il maggior numero di persone e che sarà accompagnata dall’inizio alla fine da gonfiabili, bancarelle e uno stand gastronomico. Con la chiara volontà di rendere omaggio e di sostenere l’amato Fontanone.

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Apre i battenti a Orzinuovi la 64ª edizione della Fiera e, come di consueto, molti sono gli eventi correlati alla manifestazione che mette in vetrina la realtà produttiva della Bassa occidentale, ma non solo. Tra di essi un posto di rilievo spetta al convegno organizzato ogni anno da Confartigianato, centrato in questa occasione sul tema, di grande attualità in questo periodo, del lavoro. Il titolo

scelto per la manifestazione, infatti, è “Riforma del lavoro: le ricadute sull’occupazione”. Sull’argomento, che da qualche mese tiene banco nelle discussioni politiche e sui media nazionali a seguito della riforma voluta dal ministro Fornero, si confronteranno diversi relatori a partire dal sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti fino al giornalista e opinionista Tonino Zana, oltre a diversi rappresentanti di Confartigianato: oltre al vice

presidente vicario nazionale Giorgio Merletti, si alterneranno al microfono anche il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti (nella foto) e Michele Turrini, responsabile del settore lavoro di Confartigianato Brescia. L’appuntamento è fissato per sabato 1 settembre alle ore 10 presso la sede di Agribertocchi lungo la statale 668 lenese. Il convegno, inoltre, fornirà l’occasione anche per la

consegna delle targhe di riconoscimento agli artigiani del mandamento di Orzinuovi per mano di Aldo Leonardi, presidente onorario di Confartigianato Brescia. Al termine del convegno sarà approntato un rinfresco. Per informazioni è possibile contattare, per il mandamento di Orzinuovi, Bruno Tomasoni al numero 0309941620, oppure nella sede bresciana Marco Metallo allo 03037451. (f.u.)

l nuovo lido estivo della pisci-na comunale di Ghedi è stato inaugurato circa un mese fa, ma nonostante questo continua a ri-manere al centro dell’attenzione

anche a causa di alcune lamentele sul suo funzionamento. La situazione ha spinto il sindaco Lorenzo Borzi a ri-spondere e fornire la propria versio-ne: “In tutta sincerità – commenta il primo cittadino ghedese – ho esami-nato personalmente la situazione e l’ho fatto in diverse circostanze. Non nego che, come avviene per tutte le cose che vengono fatte per la prima volta del resto, ci siano degli aspetti che si possono migliorare, ma guar-dando la situazione da vicino l’impres-sione che si ricava è che queste pre-sunte lamentele non siano altro che discussioni create ad arte per cerca-re di sminuire i meriti di un risultato molto importante che non solo è stato raggiunto dalla nostra Amministrazio-ne, ma che, per di più, è stato ottenuto in un periodo durante il quale siamo costretti a fare i conti con una crisi che non si vedeva da decenni”. Il sin-daco di Ghedi entra poi nel dettaglio delle condizioni attuali del lido estivo della piscina comunale: “Possiamo fa-re riferimento ad alcune migliorie co-me la necessità di rendere facilmente individuabili i gradini, segnare nel pa-vimento in modo opportuno l’arrivo della corsia, colorare in maniera più visibile altri punti particolari dell’im-

pianto. C’è poi la problematica legata al telo di protezione che per un pro-blema tecnico non protegge per po-chi centimetri l’intera superficie della piscina. Si tratta di un vero e proprio imprevisto che, comunque, la Sport Management aveva già individuato insieme alla ditta costruttrice. Avendo

visto, però, che la struttura è sempre stata ben frequentata, si era deciso di completare queste ed altre migliorie una volta finita la stagione. Non ci è certo sembrato opportuno interrom-pere il servizio solo per accorgimenti così secondari. Tra poche settimane, quando il lido estivo non sarà più uti-lizzabile, esamineremo ulteriormente tutta la struttura e con la società che gestisce l’impianto faremo in modo di rendere definitivamente completa questa nostra offerta”. Un servizio che per il sindaco Borzi presenta un’ulte-riore carta vincente che non dev’es-sere mai trascurata: “La Sport Mana-gement, la società che gestirà questo impianto per i prossimi anni, ha l’in-tenzione di creare nuovi spazi per i gonfiabili e nuove zone per rendere sempre più confortevole ed acco-gliente il lido estivo. La nostra Ammi-nistrazione è riuscita a realizzare un impianto di questo genere e metterlo al servizio dell’intera comunità in un periodo di crisi generale come quello che stiamo attraversando e lo ha fat-to a costo zero per la casse comuna-li. Non aver usato i soldi del Comune mi sembra l’aspetto più importante. Come in tutte le cose, si può e si deve sempre migliorare, ma il fatto di avere messo a disposizione di tutta la nostra comunità questo splendido impianto dev’essere visto come un motivo d’or-goglio sia per la nostra Amministra-zione che per tutta Ghedi”.

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uest’anno a Roccafran-ca sono state portate avanti tra giugno e set-tembre alcune impor-tanti iniziative che an-

dranno ad interessare due settori fondamentali per il funzionamento del Comune. Oltre, infatti, alla gara di affidamen-te dei servizi di nettezza urbana, che vedrà la sua conclusione definitiva verso la metà di settembre dopo un iter prolungatosi per più di due me-si, stanno per concludersi i lavori di riqualificazione della palestra co-munale, posta accanto alla scuola secondaria di primo grado in piaz-zetta Avis.“L’idea – spiega il vicesindaco Marco Franzelli – è stata quella di rendere disponibile e pronta all’utilizzo la palestra per l’inizio della scuola, in modo da non ostacolare le normali attività didattiche”. Per questo motivo i lavori sono in-ziati il 18 giugno, poco dopo il ter-mine dell’anno scolastico, e termi-neranno verso la metà di settembre per la ripresa delle lezioni.L’intervento è stato ampio e appro-fondito, interessando diversi setto-ri come l’ingresso e i magazzini, i servizi igienici, in particolare quel-li per i disabili, e la copertura degli spogliatoi con la sostituzione del materiale isolante. “Abbiamo realizzato in questo modo – prosegue il vice sindaco Franzelli – un grosso risparmio dal punto di vista economico ed energetico. Da questo punto di vista, inoltre, è da segnalare che stiamo mettendo in

potranno d’ora in poi essere ospitate senza problemi. Il costo complessivo dell’operazione è stato di circa 200mila euro, a costo zero per il Comune, perché intera-mente coperto da un finanziamento del ministero delle infrastrutture e dei trasporti.L’appalto è stato vinto da una ditta di Roccafranca che, come dettto, dovrebbe terminare i lavori entro la metà di settembre.“A quel punto – aggiunge Franzelli – potremo procedere con l’inaugu-razione ufficiale. Da quel momento la palestra sarà a disposizione non solo della scuola, ma anche delle società sportive e di tutte quelle at-tività che normalmente si svolgono in palestra, come la ginnastica dol-

funzione anche i pannelli solari pre-cedentemente installati, sostituendo quello che si era rotto e cambiando le tubature metalliche”.Né sarà questo il solo intervento sulla struttura: gli spogliatoi infatti, in particolare, quelli per gli arbitri, sono stati adeguati agli standard ri-chiesti dalle competizioni provin-ciali e regionali, per esempio le ga-re del campionato di pallavolo, che

Se un paesino che conta circa 500 anime nel cuore profondo della Bassa bresciana si ritrova ad es-sere invaso da decina di migliai adi visitatori per quattro giorni, ci dev’essere dietro una storia spe-ciale. Tanto più se il fatto si ripete da 37 anni. Stiamo parlando della celeberrima “Festa in biolcheria” di Longhena, una delle sagre po-polari più frequentate nella Bassa bresciana, capace di attirare visita-

tori da tutta la provincia. Si ripete anche quest’anno nei giorni a ca-vallo tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, rispettando l’antica scansione del lavoro contadino, quando i periodi di più intensa fatica estiva iniziano a volgere al termine e ci si prepara a godere dei raccolti in vista dell’autunno e dell’inverno. Ecco quindi che dal 30 agosto al 2 settembre si svolge-rà il fitto programma grazie all’im-

pegno di circa 150 volontari che, vestiti come “‘na olta” in croset-te per lui e gonna lunga per lei, si danno da fare per la realizzazione della festa. La cucina, oltre ai fa-mosi “casonsei” e allo spiedo con polenta e uccelli, propone i nostri piatti tradizionali come la trippa, il famoso “Piatto biolcheria” (com-posto da salame nostrano, lardo, polenta, formaggio fuso) bracio-le, costate e salamine alla griglia.

E poi ancora patatine fritte, pomo-dori, fagioli, contorni, acqua, birra alla spina e del buon vino sia alla spina che in bottiglia (dal “Fran-ciacorta”, al “Capriano del Colle” ai vini “Veneti”). L’intrattenimento musicale vedrà alternarsi band come i Filadel-fia e l’orchestra “Selna Valle” che eseguiranno i più grandi successi della musica popolare degli anni ‘60, ‘70 e ‘80.

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ce, attività che stiamo lavorando per incrementare. Inoltre la palestra sarà aperta, com-patibilmente con gli orari delle altre attività, anche all’affitto da parte dei singoli cittadini che ne faranno richiesta”.

Torna anche quest’anno la Festa del giovane che si tiene nel campo dell’oratorio a San Paolo. 30 e 31 agosto, 1 e 2 settembre sono le quattro giornate in cui condividere musica, cibo e compagnia oltre a quattro serate musicali da non perdere. Giovedì 30 agosto si sfideranno, votati da una giuria di professionisti, diversi gruppi musicali che cercheranno di aggiudicarsi il titolo di miglior gruppo. Il venerdì invece sarà la volta dell’Onda nomade. Quasi

superfluo spiegare la fama della band tributo ai Nomadi. Sabato 1 settembre salto nel passato, nei mitici anni ’90 quando Maz Pezzali e gli 883 facevano impazzire orde di ragazzi. Gran finale con il Mantovani, Damiani e Gabanizza Trio.Prima dell’ultima serata, verrà celebrata domenica alle 10.30 la Messa di domenica alle 10,30 celebrata in ricordo dei giovani defunti. La funzione sarà seguita dal pranzo, alle 12.30.

Che tra le attività motorie la camminata sia una delle più salutari è cosa risaputa, tanto che viene ripetutamente raccomandata la pratica di questo esercizio fisico. E in verità molte sono l comitive che marciano per le strade della Bassa godendosi contemporaneamente la bellezza del paesaggio e di alcuni scorci caratteristici. A Roccafranca questa pratica troverà presto un ulteriore incentivo a partire dalla collaborazione tra l’associazione

sportiva dilettantistica EmaFit Studio e il Comune di Roccafranca. che propongono per il mese di settembre l’iniziativa “Cammina con noi”. Vengono infatti proposte due ore di camminata alla settimana, ogni martedì e giovedì dalle 16.30 alle 17.30 con l’obiettivo del benessere psico-fisico. Il ritrovo è in piazza Europa. Per informazioni contattare il numero 3474180188 (Annachiara), per le iscrizioni invece lo 0307092005 (Annalisa).

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state tempo di vacanze e di stop alle attività? Per molti, ma non per tutti: a Montichiari i mesi estivi del 2012 si sono caratte-

rizzati per una nutrita serie di lavo-ri pubblici. Ad essere sottoposti ad interventi sono stati, in particolare, corso Martiri della Libertà e via Trie-ste, due importanti strade di comu-nicazione del centro storico. “La pre-cedente ditta – ricorda l’assessore ai Lavori Pubblici Gianantonio Rosa – non aveva probabilmente eseguito a regola d’arte la sistemazione della pavimentazione che si presentava in più punti pericolante e soprattutto fonte di disagi sia per gli automobili-sti sia per i ciclisti ed i pedoni. Ecco perché, d’intesa con la giunta comu-nale, abbiamo provveduto a verificare la situazione e ci siamo prontamente mossi per rendere più funzionale ed esteticamente piacevole questo trat-to stradale”. La decisione di realizzare l’intervento durante il periodo estivo

è stata dettata dalla necessità di evi-tare il più possibile i disagi, in conco-mitanza con la chiusura delle scuole ed il minor afflusso di automobilisti in loco. “I lavori – ricorda ancora Ro-sa – sono stati eseguiti con una note-vole rapidità e hanno permesso, così, di riconsegnare ai monteclarensi uno spazio viario importante sia per i col-legamenti con le piazze del centro sia per l’ubicazione di numerosi esercizi commerciali. L’amministrazione co-munale continuerà, come avvenuto in questi anni, a monitorare con atten-zione strade e vie del centro e delle frazioni”. Ma, come dicevamo, non sono solo corso Martiri e via Trieste ad essere passati sotto la lente degli amministratori comunali: tra i lavori più significativi ricordiamo che presto partirà il rifacimento del tetto della chiesa del Suffragio e dell’adiacente Museo delle Armi, un’opera importan-te, necessaria per mettere in sicurez-za i due edifici, “del resto – prosegue l’assessore ai Lavori Pubblici – la pri-ma ospita ogni domenica una Santa Messa molto seguita soprattutto dai ragazzi, mentre il secondo è un centro

culturale di notevole livello, custode di oggetti e cimeli risalenti alle guer-re d’indipendenza ed ai due conflitti mondiali del ‘900”. Altre opere desti-nate ad essere intraprese riguardano lo stabile ospitante fino al 2007 la bi-blioteca comunale, in via XXV Aprile, che diventerà sede di alloggi abitativi a canone sociale; analogo interven-to avverrà nell’edificio ex macello di via Arrighini dove troveranno posto appartamenti a canone agevolato. In chiusura ricordiamo che mercoledì 12 settembre alle ore 10 sarà inaugu-rata la palestra della scuola prima-ria di via Falcone, “un’opera – con-clude Rosa – attesa non solo dagli studenti del locale plesso, ma anche dalle tante associazioni che potran-no disporne in piena libertà. Mi pia-ce precisare che questa palestra si colloca nella cittadella dello sport dove già sono presenti l’unico Velo-dromo coperto d’Italia, un palazzet-to capace di 6000 posti ed il centro sportivo di Montichiarello. Presto, infine, troveranno la loro sede qui sia il nuovo stadio dell’F.C. Monti-chiari che il Palaghiaccio”.

Nell’estate monteclarense, tra i numerosi appuntamenti ricreativi e culturali in programma, sono da segnalare i tre concerti di “Note sotto le stelle”, la rassegna musicale organizzata per la 12ª edizione dall’Aido e dalla Scuola d’archi Pellegrino da Montechiaro con il sostegno finanziario della Bcc del Garda e della Fondazione Asm ed il patrocinio del Comune. Il primo, già andato in scena nel mese di luglio, ha riscosso un buon successo di pubblico con circa 150

spettatori attirati dalla bravura dei due musicisti, la flautista Fiorella Camilleri ed il chitarrista Luca Lucini. Il secondo appuntamento musicale è in programma sabato 8 settembre alle 21.30 nel cortile del “Past” (il Palazzo dell’archeologia e della storia del territorio) sulla salita al Castello e vedrà esibirsi i chitarristi Stefano e Chiara Festa in un programma particolarmente impegnativo che spazierà da Granados a Debussy, da Piazzolla a Villa Lobos passando

per Bogdanovic, Metheny e de Falla. Entrambi intraprendono lo studio della chitarra classica con il maestro Luca Lucini, per poi proseguire il loro perfezionamento presso l’Accademia del Teatro Cinghio di Parma sotto la guida del maestro Giampaolo Bandini e diplomandosi col massimo dei voti presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale di Siena. Hanno frequentato le masterclass di prestigiosi chitarristi quali David Russell, Pavel Steidgl,

Paolo Pegoraro, Marcin Dylla. “Stefano e Chiara Festa – afferma il direttore artistico Giacomo Bellini – costituiscono un duo inusuale che si propone di creare un percorso musicale partendo dalla musica classica per poi arrivare alla jazz fusion e unendo sonorità e timbri molto differenti, tipici della chitarra elettrica e della chitarra classica”. Il concerto dell’8 settembre è ad ingresso libero; per info chiamare la segreteria Aido (030/962148) o la Scuola d’archi (030/9962377). (f.m.)

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’associazione Fiamme Ver-di dell’Alta Valle Camonica organizza per sabato 1 e domenica 2 settembre un fitto calendario di inizia-

tive per celebrare il 67° anniversario della Liberazione. Nel primo fine setti-mana di settembre, come da tradizio-ne, le Fiamme Verdi tornano al Morti-rolo per “Ricordare il passato per pla-smare il futuro”, come recita il motto dell’incontro di quest’anno. Ricordare il passato: su questo le Fiamme Ver-di sono tenacemente legare al senso morale della “Libertà”, conquistata con un lungo periodo di tenace resi-stenza in climi ostili, sulle montagne innevate e alla macchia negli altri pe-riodi dell’anno, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945. il Mortirolo è terra sacra alla libertà d’Italia: qui si com-batterono battaglie importanti e de-terminanti per tornare ad essere liberi nella propria Patria. la strada che da Monno conduce al Mortirolo è disse-minata di croci, con nomi di partigiani caduti per un futuro libero da invaso-ri. Per queste ragioni, oggi le Fiam-me Verdi ritengono che il ricordo del passato aiuti a plasmare il futuro. E ogni anno, in ogni stagione ed ad ogni

appuntamento, ribadiscono questo concetto fondamentale, ma l’incon-tro del Mortirolo, in una stagione an-cora bella, dove la gente sale ancora volentieri in montagna, vuole essere particolarmente solenne e celebrati-vo. Infatti, sabato 1 ottobre ci saranno cerimonie a Edolo, Monno, Corteno Golgi, con la deposizione di corone e fiori ai monumenti ed alle croci cele-brative dei “Martiri” della Resistenza. La giornata si conclude alle 18.30 a Corteno Golgi dove il cappellano delle Fiamme Verdi, mons. Tino Clementi, celebrerà una S. Messa in suffragio di tutti i partigiani deceduti. Domeni-ca alle 9.30 ci sarà il ritrovo presso la chiesetta di S. Giacomo al Mortirolo: formato il corteo e schierati labari, gagliardetti, gonfaloni, vessilli e ban-diere, alle 10.15 mons. Tino Clementi celebrerà la S. Messa domenicale, al termine della quale la presidente delle

Fiamme Verdi, Agape Nulli Quilleri e il sindaco di Monno, Roberto Trotti, porteranno il saluto delle loro istitu-zioni, mentre il discorso ufficiale del-la celebrazione civile sarà tenuto da Paolo Franco Comensoli. La cerimo-nia sarà accompagnata dal Coro Val-lecamonica, coro ufficiale degli Alpi-ni camuni. E dal Mortirolo si guarda già alla Scuola: infatti, la Commissio-ne storia del Novecento del Centro coordinamento Servizi scolastici di Vallecamonica, Comunità montana e Bim, la Commissione scuola Anpi e Fiamme Verdi organizzano due ap-puntamenti per mercoledì 17 ottobre e lunedì 22 ottobre, entrambi alle ore 15.00, al Liceo Golgi di Breno sul te-ma generale “Resistenza e Rsi riflet-tori sulla Vallecamonica”, con rife-rimento quindi alle vicende camune ed al caso Brescia tra Resistenza e Repubblica sociale italiana.

“Bàla creèla”, cioè un antico gioco collettivo di piazza, praticato ancora oggi in Valcamonica. A questa parti-colare categoria dell’Homo ludens ha dedicato una pubblicazione Gian Franco Comella, studioso di Artogne. Era necessario non lasciar affondare nell’oblio una pratica secolare che ha costituito un aspetto importante nel modo di essere delle passate genera-zioni. “Cultura – afferma Comella – in una accezione ampia: un universo valoriale precipuo comprensivo di storia, caratteri, narrazioni, atmosfe-re, saperi, sentimenti”. Ed ancora: “La “bàla creèla” non è un trastullo fanciullesco, ma un gioco collettivo di piazza per adulti che, un tempo, coinvolgeva l’intera platea comunita-ria e che per un lungo periodo storico ha connotato il rito festivo nei paesi delle valli bresciane”. Oggi – lamenta l’estensore del saggio – la piazza del paese non è più lo spazio fisico dove si esprimeva e trovava sublimazione la socialità. Ai nostri giorni spazi e modalità son stati stravolti: a luogo deputato è stato assunto l’ambulacro che attraversa il centro commerciale, ove le famigliole si precipitano la do-

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menica pomeriggio. Poi però, la voglia di stare insieme cacciata dalla porte rientra dalla finestra: per esempio a Ferragosto nelle piazze e piazzette dei borghi valligiani si innalzano pa-diglioni ove ogni sera si commemora-no i prodotti locali con cene frequen-tatissime, più per stare insieme che per amore delle salamelle alla griglia. Il gioco della bàla creèla entrato in sofferenza a metà del Novecento so-pravvive in alcuni Comuni della valla-ta dell’Oglio: Terzano, Angolo Terme, Angone, Ono San Pietro e Gianico. Il termine bàla deriva dal latino pila ed il gioco ebbe enorme popolarità in terra camuna, dal lago al Tonale. Poi c’è la creèla, o l’arnese conosciuto an-che come tamburello. Non manca allo studio un’incursione anche nel verna-colo come “bèla”, rivincita; “cöramè-la”, striscia in pelle, e “tó onda”, cioè prendere rincorsa. (e.g.)

La Politica e la Pubblica amministrazione stanno dando risposte celeri a Sonico, su cui la Val Rabbia ha scaricato in tre diverse riprese una serie di colate di fango di diverse intensità e proporzioni. La più grave quella della sera del 27 luglio, pari a circa 250mila metri cubi di materiale; quindi quella della sera del 6 agosto, che ha spazzato via anche il guado provvisorio realizzato in tempi record dal Comune tra il capoluogo e la frazione di Rino. Infine quella di

lieve entità, dello scorso 25 agosto: solo 200 metri cubi di materiale, che però stanno ad indicare una forte attività di smottamento dei versanti. Lunedì 27 agosto gli assessori al Territorio ed al Turismo della Regione, Daniele Belotti e Margherita Peroni, con i tecnici dello Ster regionale, il parlamentare camuno Davide Caparini, i tecnici progettisti ed il geologo Luca Albertelli incaricato del monitoraggio delle frane, sono stati accolti in Municipio dal sindaco

Fabio Fanetti dove sono stati messi sul tavolo risultati concreti e immediatamente attuabili. L’assessore Belotti ha fatto il punto della situazione in merito agli interventi urgenti già finanziati e ad un nuovo stanziamento di 1.280.000 euro per lo svaso del torrente Rabbia, cifra che sommata ai 2 milioni per la costruzione del ponte, ai 300mila euro dalla Provincia ed altrettanti dallo Ster, portano ad un totale di circa 4 milioni di euro. Ora la parola d’ordine è:

“Monitoraggio”. Infatti, la zona è già oggetto di interventi da parte della Regione che ha incaricato il geologo Luca Albertelli che ha impostato un progetto avanzato di monitoraggio che si realizza tramite sonde che inviano messaggi “sms” ai palmari accreditati. Ora si pensa ad implementare il sistema, considerato il primo del genere in Lombardia. Sarà necessario allestire un altro monitoraggio con maggiore versatilità e maggior capacità predittiva. (d.a.)

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amily Hope’, l’onlus di Bre-scia fondata dalla psico-loga Elsa Belotti, autrice di numerosi libri dedicati soprattutto alle problema-

tiche familiari, si è lanciata in una sfi-da che interessa direttamente la terra camuna: la realizzazione di un luogo di preghiera per famiglie presso la Croce del Papa sul colle dell’Androla a Cevo, in Valsaviore. ‘Casa Kairòs’, il nome viene dalla parola greca che si-gnifica ‘momento opportuno’ per re-alizzare qualcosa, è un’idea che parte senza un euro raccolto, che si preve-de possa costarne circa due milioni e che si fonda sulla fiducia nella Prov-videnza, fatta non tanto da grandi fi-nanziamenti, ma dalla generosità dei piccoli. Intanto gratis gli architetti Ro-berto Pellegrini e Maria Paola Montini hanno predisposto il progetto: profi-lo esterno simile ad un cannocchiale che guarda verso la Valle, due piani per 1000 metri quadri totali all’incirca, sotto un punto di ristoro per i pellegri-

Finalmente anche Malonno ha un libro, intitolato “Vicende e personaggi della storia di Malonno”, che ricostruisce molte delle sue vicende passate e ne delinea i principali protagonisti. A scriverlo è il professor Angelo Moreschi, che ha messo a frutto anni di ricerche d’archivio. Non è un caso, quindi, che sia stato accolto nella prestigiosa collana “Terre Bresciane” della Fondazione civiltà bresciana. Il volume è suddiviso in quattro sezioni; nella prima si

ripercorre la storia della principale famiglia nobile malonnese, i Celéri poi imparentatisi coi Martinengo. La seconda illustra gli eventi che riguardano Malonno e contrade, spesso a partire dalle loro chiese per poi allargare la visuale. La terza sezione passa in rassegna i sacerdoti che hanno operato sul posto. Infine l’ultima parte del volume, la più ampia, intitolata “Gente di Malonno” ricostruisce la storia dei cognomi locali, dei trovatelli, della disastrosa frana che travolse

Malonno nel 1614; si sofferma su un sindaco sotto accusa, un contadino poeta e perfino su un testamento benefico. Anzi di testamenti si parla ancora ampiamente, prima di illustrare le vicende dei cimiteri e dell’insegnamento elementare a Malonno. Il libro, molto ben curato anche graficamente, è arricchito da un’ampia serie di immagini a colori, molte delle quali di Giuseppe Corazzina. Completano l’opera schede tematiche, bibliografia e un

utilissimo indice dei nomi. Il volume spicca per agilità di lettura. In ciò Moreschi ha messo a frutto il suo passato di insegnante di Lettere, nonché la sua pratica giornalistica. Mons. Antonio Fappani nel suo breve pensiero introduttivo definisce questo libro un “vero monumento dedicato ad una comunità” e Oliviero Franzoni, affermato studioso di storie camune, gli fa eco parlando di un“dono a beneficio di una intera comunità”. (g.c.)

ni, sopra una cappella, la ‘Casa della Parola’. Materiali prevalenti: pietra a vista, vetro e acciaio corten. Sorgerà su un terreno poco distante dalla cap-pella dedicata alla Madonna di Cara-vaggio: è stato ceduto gratuitamente da quasi tutti i proprietari. Per di più è già disponibile il benestare della Sovrintendenza, mentre il Comune ha predisposto celermente un’appo-sita variante al Pgt. Tutto ciò ha reso possibile lo scorso 19 agosto, domeni-ca, la posa e benedizione della prima pietra, al termine di una solenne con-celebrazione col vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, il parroco don Filippo Stefani, l’assistente spirituale di ‘Family Hope’ don Angelo Treccani, nonché don Franco Corbelli, parroco di Breno. Numerose anche le autorità civili, militari ed i rappresentanti delle associazioni di volontariato presenti. Nell’omelia mons. Monari si è soffer-mato sul tema della sapienza, come arte per conoscere il bene e vivere bene: “Vorremmo che questa ‘Casa Kairòs’ collaborasse a compiere il ruolo della sapienza, indirizzando i pellegrini sulla via del bene”.

Pellegrinaggio in Terrasanta

Giovani, ammalati e pellegrini

14 - 21 novembre 2012

guida mons. Paolo Angelino, Presidente Generale Oftal

Lourdes, quattro giorni in pullman € 258 6 - 9 dicembre

Lourdes, voli sp. diretti Milano Malpensa da € 612 16 - 19 settembre

Nevers e Lourdes € 335 6 - 9 dicembre

Loreto e Assisi € 385 24 -28 settembre

Fatima e Santiago, i grandi Monasteri e Porto € 849 12 - 16 ottobre

San Giovanni Rotondo, Pietrelcina € 282 9 - 12 ottobre

Terrasanta, Speciale Oftal da € 1.190 14 - 21 novembre

Messico e Yucatan, Guadalupe € 2.580 5 - 13 novembre

Czestochowa e Cracovia, Tour della Polonia € 620 4 - 8 ottobre

Turchia e Cappadocia, Sulle orme di San Paolo € 1.360 2 - 9 ottobre

La Santa Russia € 2.065 11 - 19 settembre

Armenia € 1.490 17 - 24 settembre

Terrasanta a piedi, sulle orme dei primi pellegrini e dei crociati,

Cammino di Santiago, tratto francese e altro su richiesta.

Chi Siamo

Accompagnare il pellegrino e il viaggiatore nel suo cammino, fornendo la massima

professionalità e la profonda esperienza maturata, è la passione di Sogevitour, divenuto in

breve tempo un punto di riferimento per i Pellegrinaggi e il Turismo Religioso e Culturale.

Alle classiche mete ormai consolidate come Lourdes, Nevers,Terra Santa, Fatima, Santiago,

San Giovanni Rotondo e Banneux, abbiamo aggiunto nuovi percorsi di approfondimento

turistico e culturale.

La Nostra Vocazione

Andare alle radici del nostro essere, vocazione religiosa e grande respiro culturale. Nuovi

percorsi spirituali alla scoperta di luoghi e terre in cui fede e cultura si fondono in un unico

cammino di ricerca da vivere fino in fondo per andare alle radici del nostro essere cristiani.

Vengo Anch’Io

Nel solco della tradizione dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes)

molte delle nostre proposte, pur riprendendo itinerari e luoghi comuni ad altri operatori

del settore, hanno la grande particolarità di rivolgersi anche alle persone disabili, alle quali

viene riservato da sempre un trattamento molto curato e personalizzato.

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ontinua a Collio, pres-so il Municipio, fino al 2 settembre la mo-stra “Terra di confine”. Inaugurata il 4 agosto

doveva chiudere il 19: visti i quasi 3000 visitatori è stata prorogata. Il Maniva durante la Grande Guerra del ‘15-‘18 fu retrovia con trincee e postazioni, caserme. La mostra è dedicata allo storico evento ed è stata un evento culturale molto importante nell’estate valtrumpli-na, anche per le prospettive futu-re. L’ha organizzata infatti la nuo-va associazione culturale “Vivere la nostra storia”. Costituita a no-vembre a Collio, è nata per inizia-tiva di un gruppo di compaesani appassionati che negli anni hanno fatto ricerche, raccolto documenti nelle famiglie, storiche cartoline postali, reperti tra i più svariati : hanno voluto dare organicità pra-tica al loro paziente lavoro per metterlo a disposizione di tutti. Così all’art.2 dello Statuto viene definita la ragione sociale: “diffon-dere la cultura di Collio Val Trom-pia e ampliarne la conoscenza at-traverso contatti fra persone, enti ed associazioni, porsi come punto di riferimento per quanti hanno a cuore Collio”. Si sono dati un pre-sidente esperto e “storico della memoria” come Volfango Mabeso-lani che già nel 1985 pubblicava un libretto “Cari saluti da Collio” con suggestive immagini del pae-se, quando a “passare le acque al-la Busana” andava la nobiltà bre-sciana, compresi i reali portati da

roni posti sull’abside della chiesa di Memmo di origine medioevale.Sono partiti in quarta: il vecchio mulino di Tizio, donato dalla pro-prietà privata (Fracassi) con ingra-naggi ancora in legno, è in restauro presso la ditta Ronchini che se ne è assunta l’onere. Contano inoltre su una discreta dotazione di mate-riali quali minerali, foto storiche di Collio, storia dello sci e strumenti antichi di lavoro che diventeranno, in accordo col dirigente Valenti-no Maffina, “esposizione perma-nente” presso la scuola “Ermanno Margheriti”. L’esordio ferragosta-no è stato un vero botto. Non solo la mostra, ma anche un libro con lo stesso titolo “Terra di confine”: 120 pagine e 50 fotografie. Una emo-

Giuseppe Zanardelli. Vice è Fedele Zanardelli, segretario Oscar Zanar-delli. Con loro in consiglio Valter Bianchi, Giovanni Cometti, Fabio e Ilario Lazzari. I soci ad oggi so-no oltre 120 e si conta di arrivare entro l’anno a 200. Li ospita per le notizie il bollettino parrocchia-le. Hanno scelto come simboli il cristogramma (Ihs), elaborazione grafica tratta da uno dei masche-

Sono giovani e con le idee chiare. Per lo meno per quello che riguarda la loro passione: lo snowboard. Idee talmente chiare e passione talmen-te forte che hanno portato un grup-po di ragazzi di Lumezzane “Green Crew”, come si chiamano loro, a do-cumentare le proprie avventure sul-la tavola da neve con un video che è diventato un cortometraggio di 25 minuti. Nel film, che gira sui social network più famosi, testimonia le

evoluzioni degli apprendisti attori.“Molti di noi documentavano le pro-prie peripezie – racconta Mattia, 24 anni – poi abbiamo deciso che pote-vamo montarle, metterci la musica e buttarlo in rete per farci conoscere”. E così è stato, solo dopo aver cele-brato l’evento con una festa presso “Winebar” un locale della cittadina in cui hanno mandato in anteprima il filmato. La passione per lo snow-board, cosa che percepisce dal vi-

deo, li ha portati sulle nevi francesi di Le deux alpes anche nelle vacan-ze estive. E il titolo “Sexy guys” da dove arriva? “Semplicemente dalla canzone che stavamo ascoltando quando è stata confezionata l’idea – dice Mattia – e poi perché ci sen-tiamo sexy, sia nella vita che sulla neve”. Figli di questo mondo, ma fi-gli lumezzanesi, che uniscono pas-sione e intraprendenza. Nacque così la fortuna valgobbina.

zione la visita come poi sfogliar-lo. Si chiude con l’ “albo d’oro” dei caduti di Collio nel primo conflitto mondiale. Ha collaborato alla mo-stra e catalogazione John Ceruti, direttore del Museo della Guerra Bianca in Adamello.

Macina chilometri il progetto relativo al tratto di pista ciclabile ad oggi ancora mancante (nella foto) a Villa Carcina. Un progetto inseguito da anni grazie al lavoro della Comunità montana, che negli scorsi mesi si è mossa per predisporlo a livello esecutivo. “Il progetto per il tratto di ciclopedonale a Pregno – spiega l’architetto Fabrizio Veronesi, responsabile dell’Area tecnica in Comunità montana – è in fase avanzata, e di positivo segnaliamo gli incontri

già svolti con le proprietà soggette alla cessione di aree necessarie alla realizzazione della pista, nei quali abbiamo trovato molta comprensione e disponibilità, tanto che sono stati fatti accordi bonari e non è stato necessario espropriare. Per questo ringraziamo la disponibilità dell’amministrazione del Comune di Villa Carcina, e soprattutto il senso civico dei suoi abitanti. Inoltre – continua l’architetto Veronesi – è stata redatta la perizia idraulica che ha

ottenuto l’approvazione dell’Agenzia interregionale per il Fiume Po competente per il Mella sotto il ponte di Pregno, quindi anche questo ostacolo è superato. Ora sono in corso contatti con i gestori delle reti (Terna, Telecom, Snam, A2A) per verificare e risolvere tutte le eventuali interferenze per l’attraversamento della ex ss 345; secondo i programmi dovremmo arrivare all’approvazione definitiva a settembre e quindi all’affidamento dei lavori in

autunno”. Un completamento che nei pressi del ponte di Pregno vedrebbe la realizzazione di una rampa elicoidale per superare il problema degli spazi angusti e che si ricollegherebbe al sentiero ciclabile che prosegue verso il Crocevia di Sarezzo. In attesa che anche il pezzetto mancante tra Concesio e Brescia possa risolversi entro il prossimo anno, arrivando ad avere una pista ciclopedonale che dalla città sale in Alta Valle senza soluzione di continuità. (a.a.)

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oltiplicare la nostra voce” recita il ver-so di una canzone di Zucchero, quattro parole che la Rsa di

Sarezzo ha fatto proprie per cele-brare i 60 anni dalla sua fondazio-ne con un cd musicale intitolato proprio così, cd che verrà presen-tato alle ore 20.30 di venerdì 31 agosto. “Era il 21 aprile 1952 – racconta il direttore della Rsa, Giuseppe Ron-chi – quando iniziarono i lavori di costruzione della Casa di riposo saretina, che proprio nel corso di quell’anno venne completata e re-sa funzionante in tutta la sua prima parte, grazie anche all’appoggio con-vinto dell’allora sindaco di Sarezzo Giuseppe Pansera. Lavori che poterono cominciare soprattutto per quanto disposto nel testamento della signora Ma-ria Perotti, scritto nel febbraio del 1943 e col quale lasciava tutto al ricovero”. ‘ […] Lascio tutto per il ricovero dei vecchi poveri d’ambo i sessi del Comune di Sarezzo. La casa. Il mobilio. La biancheria e tutto quanto può servire per il detto ricovero. […] Questo mio testamento è fatto an-che secondo la volontà della mia cara sorella Luigia, perché siamo sempre state d’accordo di senti-

menti, ed è frutto della medita-zione che abbiamo fatto sopra il trattamento indegno che hanno i figli per i loro genitori e per i vec-chi che quando hanno maggior bi-sogno d’affetto e assistenza, sono

Fra le dolomie al cospetto del Blumone stanno ferme e immobili rocce che hanno conosciuto le vite sacrificate di molti soldati italiani alla causa della patria. Rocce poste dall’uomo per difendersi dall’uomo, rocce che nascondono anche piccole storie come quella fatta rinascere da un giovane saretino di nome Mattia Zanagnolo. Là, fra i mattoni di pietra di una trincea giaceva da 14 anni una piccola moneta da 500 lire. Lì l’aveva incastrata nell’estate del

1998 Flavio Antonini, tra le fessure di quelle mura a 2.600 metri del passo Blumone per un futuro che un giorno dello scorso luglio il nipote 23enne Mattia Zanagnolo ha trasformato in presente. In cammino con alcuni amici lungo il sentiero numero 1 dell’Adamello, Mattia portava con sé una foto dello zio Flavio immortalato mentre se ne stava arrampicato fra le pietre per nascondere quella moneta. “Da tempo – dice Mattia Zanagnolo – avevamo programmato

l’escursione lungo il numero 1 e prima di partire ho messo nello zaino quella fotografia che ritraeva lo zio Flavio; non sapevo quale fosse il posto esatto dove stava nascosta la monetina, né sapevo se avrei trovato ancora quelle 500 lire di 14 anni fa. Poi, insieme ai miei compagni di viaggio, abbiamo notato questa trincea semidistrutta proprio sotto il Cornone di Blumone e confrontandola con la foto ci pareva proprio quella raffigurata. Così – continua Mattia –, mi

sono arrampicato, ho cercato un luccichio negli interstizi fra le rocce e come un cercatore di tesori che trova l’agognato baule, eccola lì, la moneta dello zio Flavio. L’ho tirata fuori, immortalato il momento con una foto nella stessa posizione e poi l’ho rimessa tra le rocce insieme a 50 centesimi nuovi di zecca”. Così, dallo scorso 11 luglio lira ed euro se ne stanno riposti tra le fessure di quelle rocce fatte di storia da non dimenticare e di piccole storie come questa da ricordare. (a.a.)

ª

ne un’attinenza più o meno diretta con il mondo degli anziani, osser-vato da punti di vista differenti, an-che del tutto contrapposti. Ad eseguire i pezzi sono musicisti professionisti, musicisti appas-sionati e cantanti improvvisatisi anche loro con un denominatore comune: vale a dire un contatto di-retto o indiretto con la realtà della nostra Rsa”. Un cd prodotto dal Gruppo vo-lontari Madre Teresa di Calcutta all’interno del quale ci sono le vo-ci di professionisti come Charlie e Piergiorgio Cinelli, Ivana Gatti, Sara Peli, il maestro Roberto Sog-getti, poi saretini doc come Franco e Vittorio Baroni, giovani cantan-ti locali e l’esperto gruppo “Amici miei”, gli alunni della scuola ele-mentare “A. Soggetti” e il perso-nale della Rsa. Un cd che sarà presentato dal vivo venerdì 31 agosto alle 20.30 presso la Rsa saretina, all’interno di una festa che proseguirà poi nei gior-ni seguenti, sabato 1 e domenica 2 settembre, con proiezioni di filma-ti, altri momenti musicali e tornei insieme agli ospiti. Per chi lo desiderasse, il cd “Molti-plicare la nostra voce” è disponibi-le presso la casa di riposo “Madre Teresa di Calcutta” in via Verdi a Sarezzo.

abbandonati, oppure a qualche ma-niera ricoverati, in luogo straniero per loro, che non serve altro che a farli soffrire e accorciarle la vita’. Così, le parole e la tenace volon-tà di Maria Perotti e della sorella Luigia hanno saputo trasformarsi in calce, mattoni e un’operosità che ha portato la Casa di riposo di Sarezzo a raggiungere in perfette condizioni questo 2012. “Da una voce trascritta che giunge dal passato – continua a racconta-re Giuseppe Ronchi – alle voci che si sono unite in un cd composto da brani musicali che hanno in comu-

Si terrà nel pomeriggio di sabato 8 settembre a Concesio “Be yourself”, il festival dell’autorappresentazione organizzato dal Cag naviganti insieme al Comune. Una rassegna grazie alla quale i ragazzi potranno esprimere la propria personalità in molti modi diversi, tramite una serie di iniziative che verranno messe a loro disposizione: si incomincia alle 15 con gli workshop musicali e artistici che dureranno fino alle 17, mentre a partire dalle 21 esibizione live di fronte all’oratorio Pieve con Blackout, Jabers e Marcio&Wash. Saranno inoltre attivi concorsi di fotografia, disegno e scrittura, con la presentazione di opere che esprimano la personalità dei partecipanti. L’iscrizione si raccoglie compilando la brochure che si trova negli oratori e in biblioteca, per info consultare la pagina facebook del cag Naviganti oppure chiamare il 3313415121.

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rende avvio in quel di Pue-gnago, venerdì 31 “I Giardi-ni del Benaco”, rassegna internazionale del paesag-gio e del giardino. Una ras-

segna itinerante, che coinvolge quat-tro paesi suggestivi del Garda, in tre fine-settimana di settembre, con un susseguirsi di convegni e workshop, momenti di incontro e di confronto tra esperti progettisti ed imprendito-ri di fama internazionale, bookshop, vernissage fotografici, una mostra-mercato dedicata al mondo del ver-de e degustazioni di prodotti tipici. Unico il filo conduttore “Turismo, agricoltura, paesaggio”, tracciato da un passo della Convenzione europea del paesaggio che recita: “Il paesag-gio svolge importanti funzioni di in-teresse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e co-stituisce una risorsa favorevole all’at-tività economica e... se salvaguardato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro”. La rassegna, giunta alla 3ª edizione, vuol affermare l’unicità di un territorio che si fregia di un’antica tradizione botanica. Il primo appun-tamento, a Puegnago venerdì 31 ago-sto e sabato 1 settembre, promuove 2

giornate di studio e di incontro con la partecipazione di autorevoli relatori, docenti, esponenti dell’Associazione italiana architetti paesaggisti, rappre-sentanti della Coldiretti, giornalisti di settore, agronomi e operatori turistici. Da Puegnago a Salò dove, sabato 15 e domenica 16, vanno in scena un work shop riservato a professionisti e stu-denti coordinato da un progettista di fama ed una mostra-mercato sul lun-golago dedicata al florovivaismo con espositori provenienti da tutta Italia e prodotti dell’agricoltura locale. Da Salò a Gardone Riviera che, sabato 22 e domenica 23, nella splendida loca-tion di Villa Alba ospita due giornate di confronto con professionisti inter-nazionali e figure di assoluto rilievo. Nella stessa sede una mostra fotogra-fica sul paesaggio, la presentazione di una pregevole opera artistica ed architettonica e di alcune realizza-

zioni inglesi. Nelle stesse tre date, sul lungolago di Limone sul Garda, espo-sizioni e degustazioni di tipicità gar-desane saranno ambasciatrici dell’ini-ziativa. L’organizzazione è curata da Marinella Mandelli, biologa milanese e coordinatrice scientifica della ras-segna e dalla direzione del Giardino botanico Fondazione “André Heller” di Gardone Riviera, con la collabora-zione di Francesco Merlo e Andrea Vi-getti, agronomi dell’Università di To-rino, per volere delle amministrazioni pubbliche gardesane. Il tutto per far squadra sul Garda Bresciano. In un insieme che sottende una in-trinseca relazione tra l’attività pri-maria gardesana, quella turistica, la produzione agricola e i paesaggi in cui è localizzata. Facendo della co-operazione tra uomo e natura una necessità. Il programma completo sul sito www.igiardinidelbenaco.it.

Arrivano i russi! Una brigata di oltre 40 ragazzi armati di sano ottimismo, gioia e voglia di vivere sbarcherà sa-bato 1 settembre in Italia provenien-te da Tula, una delle zone, vicine a Chernobyl, che porta ancora i segni della nube radioattiva sprigionatasi il 25 aprile 1986. E raggiunta Capoval-le, deposti armi e bagagli, passeranno tre settimane di vacanza a Coccave-glie (nella foto) ma senza tralasciare gli impegni scolastici: ogni giorno se-guiranno le lezioni tenute dagli inse-gnanti che li accompagnano; potran-no vedere con occhio disarmato ed anche toccare per la prima volta le montagne; si cimenteranno in passeg-giate sui sentieri della Valvestino; sa-ranno accompagnati in gita a Venezia, Sirmione e Gardaland dove potranno anche improvvisare danze e numeri acrobatici; parteciperanno anche ad alcuni momenti della vita comunita-ria con gli altri ospiti ed ogni dome-nica proporranno un loro spettacolo. Sembrava non dovessero arrivare, a causa del fallimento della compagnia aerea con la quale avevano acquistato i biglietti, ma la notizia ha commosso la compagnia aerea bergamasca Tra-

vel Ways, specializzata nei voli char-ter umanitari, che ha messo a dispo-sizione un volo ed a un prezzo di 390 euro invece dei 550 chiesti dalle al-tre compagnie. “Se qualcuno volesse passare una domenica con noi, con-dividendo le attività ed il vitto” – ci ha detto padre Pippo Ferrari, che da 41 anni anima gli ”Amici di Coccave-glie”– “sarà bene accetto”. La struttu-ra ospitante dava un tempo alloggio ad una compagnia di alpini ma è stata “convertita” da padre Pippo in luogo di pace e ristoro con iniziative di ca-rattere ricreativo, e sociale rivolte ai giovani, di qualunque nazionalità, con l’intento di favorire l’educazione. Per chi volesse dare una mano i recapiti sono: tel. 0365.750066 – c.c.post: n° 10595254 (associazione amici Cocca-veglie onlus) - c.c.banc: n° 14100 c/o Banco di Brescia (iban IT43S03500 11206000000014100). (g.b.)

Puegnago del Garda invita alla sua 36ª Fiera dedicata alle eccellenze del territorio del Garda bresciano, in programma dal 31 agosto al 3 settembre. Nel bel paese valtenesino una kermesse consacrata al lago più grande d’Italia e alle eccellenze che la sua terra produce. Dedicata in primis, all’olio Casaliva, varietà di extravergine del Garda, ed al vino Groppello, rosso autoctono e nota dominante della produzione enologica dell’area Valtènesi. La 36ª rassegna puegnaghese si proporrà

quest’anno in una sua nuova location di prestigio: in Villa Gàlnica (ex palazzo Tebaldini), tornata agli antichi splendori, nel cuore del centro storico. Sarà la Villa ad ospitare gli stand delle aziende vitivinicole della zona con un rapporto simbiotico tra l’enonauta ed il produttore che racconterà della sua passione e delle sue fatiche. Accanto ai vini, in Villa, gli oli. Che saranno in degustazione guidata, protagonisti di appuntamenti conviviali, di incontri

tecnici dedicati ai monocultivar di tutto lo stivale a cura di Aipol (Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi) e di Assam Marche (Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche). Appuntamento immancabile, sarà anche quello con le grappe e le acquaviti targate Garda: in degustazione guidata dall’Anag (Associazione nazionale assaggiatori grappe). La 36ª Fiera di Puegnago sarà anche palcoscenico del primo

appuntamento dell’iniziativa “I Giardini del Benaco” (di cui diamo conto nel pezzo centrale) studiata e promossa con Salò, Limone e Gardone Riviera. Rassegna internazionale del paesaggio e del giardino che coinvolgerà i quattro Comuni del Garda Bresciano, il cui incipit sarà una due giorni dal titolo “Turismo, agricoltura, paesaggio”, il 31 agosto e 1 settembre nella sala consiliare di Puegnago. Programma su www.puegnagofiera.com. (v.b.)

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l Comune valsabbino di Sab-bio Chiese si prepara all’even-to più prestigioso e sentito che coinvolge ogni 10 anni tutta la popolazione e porta da tutta la

provincia curiosi e appassionati: le Feste decennali in onore della beata Vergine Maria della Rocca. Le feste e tutte le iniziative ad esse legate co-minceranno domenica 9 settembre e termineranno domenica 16 settem-bre. Un’occasione unica per poter scoprire il piccolo borgo valsabbino passeggiando fra le sue vie che vengo-no meravigliosamente e scrupolosa-mente addobbate dai residenti e am-mirare le chiese di San Giovanni nella frazione di Pavone, San Martino nella frazione di Sabbio Sopra, San Loren-zo nella frazione di Clibbio, Sant’Ono-frio, sul monte che domina il paese da sud est, la parrocchiale di San Michele e, ovviamente, la splendida Rocca, al-la quale si accede per i 107 scalini che partono nella sottostante piazzetta. La trasformazione da fortezza a oratorio

e la risistemazione furono completa-te nella prima metà del Cinquecento. All’interno del Santuario si trovano due chiese sovrapposte: due cappel-le sono in quella inferiore, una terza nella chiesa superiore. La devozione alla Madonna della Rocca si fortificò nel tempo, durante la peste, intorno al 1521, quando la malattia non provocò le grandi perdite subite invece dai pa-esi vicini: da allora ogni decennio si venerava la Madonna festeggiandola ogni decennio fino ad oggi, con la so-la sospensione nel corso della Prima guerra mondiale. Il programma degli eventi è ricco di iniziative. Si inizia con l’inaugurazio-ne delle due mostre allestite proprio nella Rocca martedì 4 settembre: la prima, “Gli stampatori - da Sabbio alla conquista del mondo”, è dedi-cata ai fratelli Nicolini e agli altri stampatori originari di Sabbio Chie-se, un’importante passaggio nella storia della stampa a livello nazio-nale. La seconda, “Dei monti e dei laghi – Il paesaggio lombardo nella pittura dell’Ottocento, da Piccio a Segantini”, è dedicata invece ai pa-

esaggi della Lombardia prealpina e lacustre e sarà suddivisa in quattro aree tematiche: il passaggio nella pittura lombarda dal vedutismo tar-do settecentesco al paesaggio dipin-to “dal vero”, la nascita del paesag-gio romantico nella seconda e i suoi cambiamenti nella terza sezione fi-no all’ultima che vede la comparsa del tema del lavoro. Le mostre sa-ranno visitabili fino a domenica 28 ottobre. Le mostre sono solo due fra le tante iniziative organizzate: tutti i giorni il programma prevede molti eventi, dalle celebrazioni delle Sante Messe agli spettacoli, dagli incontri su temi attuali dedicati alle famiglie e ai giovani, concerti lirici ed esibizioni di cori, commedie dialettali e altri eventi collaterali. Inoltre, le strade ospiteran-no bancarelle con lavori artigianali, estemporanee, mostre fotografiche e tanto altro ancora. Il programma dettagliato delle giornate e gli orari di apertura delle mostre sono consulta-bili sul sito ufficiale della manifesta-zione, www.decennalisabbio2012.it, e sul sito del Comune di Sabbio Chiese, www.comune.sabbio.bs.it

In questi giorni una protesta agita le rive del lago d’Idro: gli esponenti del locale comitato “Amici della Terra” e le istituzioni locali hanno lamentato – prima in una manifestazione il 26 agosto, poi in una riunione nei giorni successivi con le autorità preposte alla gestione e regolazione del bacino – un eccessivo prelievo delle acque del lago che ne metterebbe a rischio l’integrità. Quest’anno, infatti, le temperature eccezionalmente elevate hanno avuto come

conseguenza una grande richiesta di acqua per l’irrigazione, evidenziando situazioni di difficoltà come quella verificatasi nel lago d’Idro, le cui acque vengono anche sfruttate dalla centrale elettrica di Carpeneda. Dopo una vicenda durata moltissimi anni, per le acque dell’Eridio è stabilito infatti dal 2007 un livello minimo vitale, che ne garantisca il naturale deflusso tramite il fiume Chiese. “È un risultato raggiunto grazie a diversi anni di azioni e presidi da parte nostra – spiega

Gianluca Bordiga, esponente del comitato “Amici della Terra” – ma quest’anno il giorno 15 agosto, è stato autorizzato dal commissario gestore un prelievo di acqua che ha fatto scendere il lago sotto la soglia minima, creando stagnazione delle acque e gravi rischi per la salute”. Una situazione che i componenti del comitato non vogliono più vedersi ripetere: “Nella riunione del 28 agosto abbiamo chiesto che il commissario gestore sia sostituito da un ente gestore

paritetico in cui anche le istanze locali possano trovare ascolto. Chiediamo che la quota di deflusso minimo vitale delle acque diventi un valore imprescindibile e che la gestione delle acque del lago, possa contemperare le esigenze ambientali con quelle energetiche e dell’irrigazione, per esempio tramite un sistema di deroghe condivise e studiate per la stagione estiva. Per questo siamo pronti, se non venissimo ascoltati, ad entrare in presidio dall’1 dicembre”. (f.u.)

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Il consiglio comunale di Castegnato ha approvato la variante al Piano di governo del territorio con la quale si prevede che il sito Bosco Stella, anziché discarica, si tramuti in un innovativo Polo energetico e delle energie rinnovabili. La notizia giunge mentre sul fronte della Regione Lombardia continua a regnare il silenzio in ordine alla procedura di Via per la discarica in questione e sul fronte provinciale le attese e conclamate contrarietà all’impianto castegnatese non sono

suffragate da atti concreti. “Anziché una discarica per quattro milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi – ha commentato il primo cittadino Giuseppe Orizio (nella foto) –, il Comune di Castegnato prevede che negli oltre venti ettari di Bosco Stella a seguito del Programma integrato d’intervento anche a iniziativa pubblica possano insediarsi attività di serra, impianti tecnologici, impianti alimentati da fonti rinnovabili e di cogenerazione, fabbriche e officine, inclusi

laboratori di sperimentazione”. “Le attività terziarie – ha aggiunto Orizio – svilupperanno attività di ricerca e sperimentazione, formazione e informazione di carattere scientifico nel campo delle energie rinnovabili e, proprio a tale scopo, saranno ammessi istituti di ricerca, centri di formazione, società ad alto contenuto tecnologico e spin off accademici”. “La variante – ha puntualizzato inoltre l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente, Edoardo Corongiu – è nata in

seguito di una decisione unanime dei consigli comunali di Castegnato, Ospitaletto, Paderno e Passirano, come segno forte che non vogliamo, ne ora ne mai, una discarica a Bosco Stella, ribadendo, tramite questa decisione, con fermezza e convinzione, che in tutto il territorio di Castegnato verrà vietato l’insediamento di nuovi impianti di conferimento e smaltimento rifiuti in quanto incompatibili con il contesto ambientale ed ecologico esistente”. (a.s.)

requisiti sono semplici e chia-ri: essere giovani (avere un’età compresa tra i 18 e i 30 anni) ed essere in cerca di un’occu-pazione.

È a tutti coloro che si riconoscono in queste due caratteristiche che si rivolge l’invito alla serata del 12 set-tembre organizzata dall’Assessorato alle politiche giovanili di Coccaglio rappresentato da Monica Lupatini per presentare i percorsi territoriali di sviluppo all’auto-imprenditoriali-tà e all’auto-impiego giovanile, oltre che per discutere in tema di riforma del mercato del lavoro e sulle relati-ve tipologie contrattuali.L’appuntamento è fissato alle 20.30 nell’Auditorium San Giovanni Batti-sta in Castello e l’ingresso è libero, anche se la partecipazione è rivol-ta in modo particolare ai ragazzi in uscita dalla scuola e dall’università e alle prese con il primo impiego.Tra le relatrici della serata sarà presente l’esperta Luciana Sossi, responsabile dell’Ufficio paghe e consulenza del lavoro Conf coope-rative di Brescia, che spiegherà le evoluzioni del mondo del lavoro e come muoversi alla luce delle va-rie tipologie contrattuali che pos-sono essere proposte a un giovane in cerca di un’occupazione, e Maria Grazia Savardi, in rappresentanza della Provincia di Brescia, che si soffermerà invece ad illustrare basi

e linee guide che ispirano il proget-to provinciale “Intraprendere: una finestra sul mondo del lavoro per i giovani” articolato in cinque distinti percorsi territoriali.Il progetto prevede la costituzione di gruppi di 15-20 giovani e impegna-ti in corsi di formazione sul territo-

rio bresciano dal titolo “Promozio-ne della nascita e sviluppo di nuove idee imprenditoriali” e strutturati in tre moduli: un incontro di orienta-mento, tre incontri di formazione in aula sui temi Marketing, Diritto ed Economia e un workshop, con il coinvolgimento di imprese del terri-torio: ogni corso sarà quindi struttu-rato in cinque incontri per un impe-gno totale di 21 ore (partecipazione gratuita) e rilascio di un attestato a fine corso.Per avere maggiori informazioni è possibile rivolgersi al Centro In-formagiovani o Centri per l’impie-go della Provincia e sarà possibile iscriversi compilando il modulo di adesione scaricando la scheda di iscrizione dal sito www.provincia.brescia.it, dopo di che saranno or-ganizzati colloqui di selezione indi-viduali, mentre a fine percorso sa-rà organizzato un grande convegno finale e un concorso per la premia-zione delle migliori idee imprendi-toriali: primo e secondo premio da 1500 euro e terzo premio corrispo-sto con un’esperienza di tirocinio da svolgersi in Europa del valore di 3600 euro. I prossimi corsi par-tiranno all’incirca da metà settem-bre nelle sedi di Chiari, Orzinuovi e in Valle Camonica. Per maggiori informazioni, scrivere a un’e-mail [email protected] oppure telefonare al 3298368579.

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Saranno almeno 8.000 in più, gli studenti che beneficeranno della Dote scuola nell’anno scolastico 2012-2013. Dal 3 settembre 2012 all’1 ottobre 2012 sarà possibile presentare la domanda per l’assegnazione della Dote scuola – Componente “Merito” conseguito nell’anno scolastico 2011/2012. Le procedure più snelle e via internet, l’unificazione delle modalità e dei tempi, una comunicazione più incisiva e unificata hanno

consentito a molti più studenti e famiglie di accedere ai contributi che neppure conoscevano o ritenevano complicati. Ne beneficiano gli studenti delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado statali o dell’Istruzione e Formazione professionale regionale, le cui famiglie presentino un Isee (Indicatore socio-economico equivalente) inferiore a 15.458 euro. Sostituisce i contributi per i

libri, gli assegni e le borse di studio già previsti per questa tipologia di beneficiari, consentendo di presentare un’unica domanda, presso un solo ente (Regione).Tutte le informazioni sono disponibili chiamando al numero verde gratuito 800.318.318, oppure sul sito della Regione Lombardia: www.istruzione.regione.lombardia.it dove è possibile compilare la domanda on line, munendosi di Carta regionale dei servizi e Pin.

iunge alla 10ª edizio-ne il “Meeting del libro usato”, organizzato dal Centro culturale Pier Giorgio Frassati. Ospi-

tato nei locali dell’oratorio Beato Luigi Palazzolo di via Botta a Bre-scia, il Meeting nasce dall’esigenza concreta di dare un aiuto alle fa-miglie degli studenti, contribuen-do all’abbattimento del ‘caro libri’, ma si sviluppa come un evento culturale. La raccolta dei libri, delle scuole medie e superiori, è partita il 29 agosto e fino al 14 settembre è pos-

sibile acquistare e vendere i libri usati al 50% del prezzo di copertina. Gli orari di apertura, che escludono il sabato e la domenica, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17. In contemporanea, dal 2 al 19 set-

tembre animano le serate della ma-nifestazione, nei locali del Teatro San Carlino, spettacoli teatrali e musicali e incontri con personaggi del mondo della cultura. A legarli, come in passato, un tema comune che quest’anno è riassunto nel motto “Dalla terra l’opera che cresce”, ripreso dalle ‘Lettere sul dolore’ di Emmanuel Mounier. Il ca-lendario prevede, sempre con inizio alle 20.30, presso il Teatro San Car-lino: mercoledì 5, “Il lavoro e l’ope-ra nella prosa italiana dell’800”, ve-nerdì 7, “Sindone: testimone di una presenza”, lunedì 10, “Solovkij: Dio

dirà l’ultima parola” e mercoledì 12, “Dentro la crisi: visione di alcune scene di film documentari”. L’inau-gurazione avrà luogo domenica 2 settembre alle 10.30 con una cele-brazione eucaristica nella chiesa parrocchiale del Beato Palazzolo. A seguire la presentazione della mostra, allestita nei locali dell’ora-torio, “Generosità, costanza e ge-nialità” e curata da studenti e do-centi delle università bresciane, che mira a illustrare gli ideali, con le loro declinazioni architettoni-che, che hanno fatto sorgere cat-tedrali e cantieri come il Duomo

di Modena, la Certosa di Pavia e la Sagrada Familia di Barcellona. Altri due appuntamenti di rilievo sono quelli di martedì 11 in chiesa, con l’incontro di testimonianza “Il parto dell’Opera che cresce” pre-sentato dalla Famiglia missionaria di Notre-Dame di Neige sulla nuo-va evangelizzazione famigliare e la conclusione affidata ad una gran-de festa, in programma venerdì 14 e sabato 15 nella piazza antistante la parrocchia, con stand gastrono-mici e musica live a partire dalle 19. Tutte le informazioni sul sito www.meetinglibrousato.it.

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In vista dell’avvio di un nuovo anno scolastico, incontriamo i segretari territoriali Cisl Scuo-la di Brescia, Luisa Treccani, e della Valle Camonica, Elisabetta

Possessi, per delineare il quadro della situazione. I due segretari descrivono in modo molto dettagliato questioni per le quali servirebbero intere pagi-ne editoriali, evidenziando gli aspetti problematici ancora aperti sulle ope-razioni propedeutiche all’avvio del nuovo anno. Affrontando la questione delle assunzioni, i Segretari territoria-li non possono che esprimere soddi-sfazione per il piano di immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2012/13.

“Sono previste 21.112 assunzioni di insegnanti, come atto conseguente al piano triennale di assunzioni varato nel corso dell’anno scolastico scorso, grazie proprio alle intese sindacali di cui la Cisl Scuola è stata protagonista

determinante, insieme alla Uil Scuo-la, allo Snals ed alla Gilda”. Il piano triennale sopraccitato, tenacemen-te sostenuto proprio dalla Cisl e Cisl Scuola, rafforza l’obiettivo della sta-bilizzazione del lavoro nella scuola, con le conseguenti ricadute positive sugli interessi dei lavoratori, su una più efficace organizzazione del lavoro e sulla crescita qualitativa dell’offerta formativa. Sono 403 i posti assegnati al territorio bresciano: 26 assunzioni su sostegno da ripartire nei vari ordini di scuola, 21 docenti scuola d’infanzia, 121 della scuola primaria, 167 per la secondaria di primo grado e 68 per la secondaria di secondo grado.

La spending review anche a scuola. “Parlando di ruolo, ci preme descrivere – raccontano i segretari territoriali Cisl Scuola di Brescia, Luisa Treccani (nella foto), e della Valle Camonica, Elisabetta Possessi – anche la situazione che la spending review ha generato sul personale non docente: le assunzioni del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario sono, infatti, bloccate a causa delle norme sugli esuberi e sugli inidonei!

Dal momento che le disponibilità di posti superano il numero degli esuberi, la Cisl Scuola sostiene l’urgenza di autorizzare il più velocemente possibile le assunzioni anche per tali profili visto il carico di lavoro che grava quotidianamente sulle segreterie delle istituzioni scolastiche e tenendo anche conto del processo di dematerializzazione che le vedrà protagoniste”. La questione del personale docente dichiarato permanentemente

inidoneo deve essere risolta in modo definitivo con criterio e rispetto delle persone, dal momento che tali lavoratori si ritrovano già in una situazione personale e di salute delicata. “La spending review ha ingenerato un ulteriore problema: la sospensione del pagamento delle ferie non godute al personale supplente”. Descrivono anche due questioni aperte: il ripristino degli scatti di anzianità e l’Intesa sul lavoro pubblico del 3 maggio 2012.

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In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. (...)

La “colpa più grave” di Giuda “fu la falsità, che è il marchio del diavo-lo”. Così Benedetto XVI si è rivolto ai fedeli, alla recita dell’Angelus, dal palazzo apostolico di Castel Gandolfo del 26 agosto scorso, in-vitando, per intercessione di Ma-ria, “a credere in Gesù, come San Pietro, e a essere sempre sinceri con Lui e con tutti”.Il Papa ha ripreso il Vangelo del-la domenica, che “presenta la rea-zione dei discepoli” al discorso – meditato nelle scorse domeniche – sul “pane della vita”, “che Gesù pronunciò nella sinagoga di Ca-farnao dopo aver sfamato migliaia di persone con cinque pani e due pesci”. “L’evangelista Giovanni – che era presente insieme agli altri

la religione. L’uomo può amare solo in concreto, può amare solo quando in-contra qualcuno dall’altra parte. L’osse-quio, non è ancora amore e l’amore per l’ideologia è la faccia oscura del fon-damentalismo. Lo si legge facilmente guardando la storia dell’umanità. Chi non si è lasciato sporcare dalla gene-ralizzazione dei sentimenti è stato ca-pace di guardare l’uomo e i suoi biso-gni e ha scoperto anche come l’agire di Dio fosse sempre creativo oltre che creatore e che non c’è storia già scrit-ta se non quella della ricerca di amore tra gli uomini e con Dio. Il resto sono le generalizzazioni e le scuse e le cate-gorie di comportamento che piaccio-no o scandalizzano, che fanno gridare alla libertà o alla costrizione. Ma chi giudica libertà e costrizione? Catego-rie sociali o la profondità dell’animo dell’uomo? Quello che dice Gesù è fondamentale per rispondere a questa domanda. Lo spirito interiore sporcato e corrotto dalle categorie umane non riesce più a guardarsi dentro e a sco-prire la sua radice di creatura, cioè di essere fatto da Dio e strutturalmente a

lui legato. Le categorie umane che co-stringono alla sicurezza e che sembra-no mettere al sicuro dalle costrizioni delle ideologie sono esse stesse ideo-logie perché generalizzano e narcotiz-zano la ricerca interiore di quello spi-rito che è l’opera iniziale di Dio e che Gesù chiede di recuperare al di là delle facciate di sicurezza, delle mode e dei possibili valori alternativi. L’incrosta-zione dell’interiorità rende difficile, e talvolta impossibile, la scoperta dell’in-teriorità spirituale e il discorso di Gesù pare ingenuo a chi lo interpreta come il semplice richiamo a non lasciarsi dominare dalle leggi degli uomini: è invece un appello fondamentale che scoperchia l’ipocrisia di ognuno, so-prattutto di chi crede di essere libero e di decidere per se stesso. È il richia-mo a guardarsi dentro e a ripulirsi da quelle incrostazioni che non fanno più sentire il richiamo di amore di Dio. E che fanno pesare l’uomo per quanto sta nelle categorie e non per quel fra-tello da amare nelle sue contraddizio-ni e nella sua storia personale. È solo credersi liberi e al sicuro.

Guardarsi dentroassato. In alcuni casi la sto-ria e l’esperienza invece che insegnare uccidono la coscienza. Offrono motivi per non pensare e per non

guardare, per accontentarsi di non sba-gliare. Ma solo formalmente. Perché questo modo di pensare – che uccide la visione interiore delle cose – garanti-sce soltanto la correttezza e non tocca in nulla la vita. A questo modo di pen-sare si è dato il nome, in epoca moder-na, di ideologia e, se si vuole, in ambito ecclesiale, di tradizionalismo (non di tradizione), a indicare un sistema che chiede un’adesione assoluta ad alcune certezze indotte e, di converso, garanti-sce una certa tranquillità d’animo, una sicurezza che, andando a guardare in-vece le cose una a una, a verificarle, a scoprirle e ad amarle, non si potrà mai raggiungere. È il pensiero massificato, il giudizio regolato dal pre-giudizio, è la scaramanzia e la superstizione. In un concetto solo: è tutto quello che entra nel cuore dell’uomo e lo sporca, lo cor-rompe. Non si amano le cose in gene-rale, e non si ama l’umanità, la libertà,

Apostoli – riferisce che ‘da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui’”, ha ricordato Benedet-to XVI, “perché non credettero alle parole di Gesù che diceva: Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vivrà in eterno”. Parole, ha aggiunto a braccio il Papa, “difficilmente accettabili e comprensibili”: infatti “questa ri-velazione rimaneva per loro in-comprensibile, perché la inten-devano in senso solo materiale, mentre in quelle parole era prean-nunciato il mistero pasquale di Ge-sù, in cui Egli avrebbe donato se stesso per la salvezza del mondo”. “Vedendo che molti dei suoi disce-

poli se ne andavano, Gesù – ripor-ta papa Benedetto – si rivolse agli Apostoli dicendo: ‘Volete andarve-ne anche voi?”. Da qui la risposta di Pietro – “Signore, da chi andre-mo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciu-to che tu sei il Santo di Dio” – ma anche la reazione di Giuda, che “avrebbe potuto andarsene, come fecero molti discepoli; anzi, avreb-be dovuto andarsene, se fosse sta-to onesto”. Invece Giuda “rimase con Gesù” perché “si sentiva tra-dito, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito”: egli “era uno ze-lota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese”.

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uattromila volontari, 98 incontri con 271 relato-ri, 21 spettacoli e nove mostre. In sette giorni di Meeting, a Rimini sono

state registrate circa 800mila presenze, provenienti da più di 40 Paesi. Il tema dell’edizione 2013 sarà “Emergenza uo-mo” mentre a maggio in Egitto si terrà il Meeting del Cairo su “L’educazio-ne alla libertà” (www.meetingrimini.org). Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli commenta, in questa intervista, l’edizione conclusa il 26 agostoÈ già possibile un bilancio del Meeting 2012? “Il bilancio è positivo. Quello con-dotto nei giorni scorsi è stato un dibattito sui grandi temi. Mediante una interlocuzione reale col mondo della politica ci si è confrontati su giovani, crescita, tasse e lavoro. È evidente come l’incontro tra le di-versità nasca da qualcosa che vie-ne prima, non dopo: ci si incontra a partire dalla passione per la verità e la bellezza. Questa è un’energia popolare capace di rappresentare la realtà viva e imprenditoriale del Paese. Quello che accade qui è vera-mente patrimonio di risorse e ener-gie indispensabili’”.“Emergenza uomo” è il tema del prossimo Meeting. Perché que-sta scelta?“Viviamo, come diceva Pier Paolo

ripetibilità dell’uomo. Chiediamo la libertà a partire dalla necessità degli uomini di vivere all’altezza dei loro desideri. Il desiderio, lo ha detto ad Assago nel 1987 don Luigi Giussani, è l’unico vero punto di forza anche nei confronti del potere”.I politici ospiti hanno detto che vedono l’uscita dalla crisi. Un Meeting all’insegna dell’ottimi-smo. Se lo aspettava?“Questo è uno di quei casi in cui si fa davvero fatica a distinguere ciò che ci si aspetta da ciò che si spera”.Sono venuti dal Meeting segna-li per un nuovo impegno politi-

Pasolini, in una cultura che tende a omologare i desideri, che poi sono il tratto distintivo e il punto di forza dell’umano. Bisogna difendere l’uo-mo da questa cultura che tende ad anestetizzarlo. Nel desiderio c’è l’ir-

Ha destato impressionea notizia della morte di Neil Armstrong (nella foto), il primo uomo a sbarcare sulla Luna. Aveva da poco compiuto 82 anni. Alle 22, 17 minuti e 40 secondi di domenica 20 luglio 1969 (ora italiana) il modulo lunare Lem “Aquila” atterrava sulla Luna, nella zona chiamata Mare della Tranquillità. Sei ore più tardi, alle 4 e 57 minuti, del 21 luglio Armstrong mette-va piede sul suolo lunare. L’impresa fu un evento televisivo seguito in diretta

da circa 600 milioni di spettatori. Tra questi c’era anche Paolo VI. Pochi mi-nuti dopo l’approdo del Lem inviava ai protagonisti questo messaggio: “Ono-re, saluto e benedizione a voi, conqui-statori della Luna, pallida luce delle nostre notti e dei nostri sogni! Portate ad essa, con la vostra viva presenza, la voce dello spirito, l’inno a Dio, nostro Creatore e nostro Padre. Noi siamo a voi vicini con i nostri voti e le nostre preghiere”. Non fu l’unico intervento

del Papa per la storica impresa. Il 20 luglio all’Angelus, da Castel Gandolfo, aveva auspicato che la conquista della spazio significasse anche un vero pro-gresso per l’umanità afflitta da guerre e dalla fame. Paolo VI avrebbe poi ri-cevuto in udienza Armstrong e i suoi due colleghi il 16 ottobre. “Con la vo-stra intrepida avventura – furono le sue parole – l’uomo ha compiuto un altro passo verso una maggiore co-noscenza dell’universo”.

co da parte dei cattolici italiani? La politica è fatta dagli uomini. C’è bisogno di persone che credano nel bene comune. I cattolici sono uomi-ni come gli altri, ma dovrebbero ave-re una motivazione in più: il loro im-pegno dovrebbe partire dalla fede”.

“L’impegno della Chiesa nella promozione della coesione sociale in Europa”. Di questo parleranno vescovi e delegati delle Conferenze episcopali d’Europa responsabili per le questioni sociali a Nicosia (Cipro) dal 3 al 5 settembre. A convocare l’incontro è la Commissione del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) per le questioni sociali “Caritas in veritate”, presieduta da mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste. Accolti

dall’arcivescovo di Cipro dei Maroniti, mons. Youssef Soueif, i vescovi europei cercheranno di rispondere ad una serie di domande: “Su che cosa si basa oggi la coesione sociale? Quali sono gli elementi che la mettono a repentaglio a livello locale ed europeo? È possibile un’Europa coesa che dimentichi le sue radici cristiane? E, qual è il ruolo della Chiesa?”. Ad aprire i lavori sarà il vice-presidente del Ccee, il card. Angelo Bagnasco.

Il 26 agosto del 1978, 34 anni fa, saliva al soglio pontificio il patriarca di Venezia, Albino Luciani (nella foto), che assunse il nome di Giovanni Paolo I in omaggio ai suoi due illustri predecessori: Giovanni XXIII e Paolo VI. Il “Papa del sorriso”, come venne immediatamente definito, fu trovato esanime nel suo letto la mattina del 28 settembre, appena 33 giorni dopo. La brevità del suo pontificato non ne ha offuscato comunque

la grandezza. A sottolinearlo è stato mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace e biografo di papa Luciani, in un lungo articolo pubblicato nei giorni scorsi da “L’Osservatore Romano”. Mons. Bertolone ha richiamato l’eredità di Papa Luciani, di cui ricorre anche il centenario della nascita, e il suo invito ai fedeli a prendere sempre maggiore coscienza delle proprie responsabilità e a essere pronti testimoni della fede.

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a Polonia di Karol Wojtyla è la meta del quarto pel-legrinaggio diocesano di questo 2012, dopo quelli a Fontanellato, all’Abbazia

di Lèrins (per sacerdoti), a Santiago de Compostela, presieduto da mons. Giacomo Canobbio e in Bulgaria con il vescovo Monari. A guidare questo nuovo pezzo del cammino della Chie-sa bresciana nel mondo sarà il vicario generale mons. Gianfranco Mascher. Anche il pellegrinaggio in Polonia, che prende il via martedì 4 settembre, ri-sponde all’intento, sottolineato anche dal Vescovo nella presentazione del programma 2012, di porsi come aiu-to pastorale nella riscoperta di queste tre dimensioni attraverso gli elementi essenziali che lo costituiscono, cosi come sono presentati dal vademecum per la pastorale dei pellegrinaggi della diocesi: ascolto della Parola, peniten-za e conversione, celebrazione euca-ristica e carità-testimonianza.Nella giornata di martedì 4 settem-bre mons. Mascher e i pellegrini che hanno accolto questo nuovo invito partiranno da Bergamo alla volta di Cracovia, per trasferirsi, poi, a Cze-stochowa. La mattinata di mercoledì 5 settembre sarà interamente dedi-cata alla visita del santuario mariano di Jasna Gora, il più importante della Polonia, che custodisce l’immagine della Madonna nera cara alla devo-zione e pietà popolare dei polacchi. Nel pomeriggio il gruppo dei pelle-grini bresciani, una cinquantina, farà tappa a Wadowice, città natale di Ka-rol Wojtyla per la visita della casa mu-seo e della chiesa parrocchiale dove

Prenderà il via il 3 settembbre prossimo il cammino di preparazione che il Santuario della Grazie di Brescia ha pensato per la solennità della Natività della Beata Vergine Maria. Quella dell’8 settembre è una solennità particolarmente cara ai bresciani e ai devoti che da ogni parte della provincia arrivano al santurio cittadino delle Grazie. Il 3 settembre prende così avvio la novena di preghiera che prevede alle 20 l’esposizione del S. Sacramento e

alle 20.30 la recita del S. Rosario meditato e la benedizione eucaristica. La novena si concluderà venerdì 7 settembre, vigilia della solennità della Natività della Beata Vergine Maria, quando alle 20.30 prenderà il via la veglia eucaristica mariana in preparazione alla festa patronale che si protrarrà sino alle 6 di sabato 8 settembre. Al proposito la comunità degli oblati delle Grazie ha ai chiesto fedeli e devoti del Santuario la partecipazione a un’ora di adorazione. Durante

tutto il tempo della veglia saranno disponibili sacerdoti per le confessioni. Molte le celebrazioni in programma per la giornata di sabato 8 settembre. Sante messe verranno celebrate alle 7, 8, 9, 10 e 15. A queste si aggiungeranno quella delle 11 presieduta dal Patriarca di Gerusalemme, quella delle 16 presieduta da mons. Mario Piccinelli, rettore del Santuario, con la Benedizione dei bambini, e il solenne pontificale delle 18 presieduto dal vescovo Monari.

È in programma per il 1° settembre la 7ª edizione della Giornata per la salvaguardia del creato, un appun-tamento fortemente voluto dalla Conferenza episcopale italiana per favorire la riflessione e la presa di coscienza di come la tutela dell’am-biente, dono di Dio, sia un campo in cui ogni credente deve dare il proprio contributo. “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra” è il

tema che i Vescovi italiani hanno scelto per il messaggio che accom-pagna l’imminente giornata. Nel te-sto, per altro già diffuso da tempo, si legge che: “Celebrare la Giornata per la salvaguardia del creato signi-fica, in primo luogo, rendere grazie al Creatore, al Dio Trino che dona ai suoi figli di vivere su una terra feconda e meravigliosa”. È un invito, quello espresso nel do-cumento della Cei, che non dimen-

tica le tante sofferenze che anche la terra italiana ha conosciuto nel corso dell’anno, a partire dal recen-te terremoto che ha colpito l’Emilia e il Mantovano. Chiaro l’invito espresso dai vesco-vi: comprendere “che la creazione ci è donata da Dio, che essa stessa si fa percorso verso Dio e ci fa spe-rimentare il dialogo tra di noi nella verità, come fratelli che hanno ri-conosciuto la paternità gratuita di

Dio”. Per sensibilizzare le parroc-chie bresciane a dare il dovuto ri-salto alla Giornata del 1° settembre, don Gabriele Scalmana (nella foto), che all’interno dell’Ufficio per l’im-pengo sociale si occupa di tutela del creato, ha provveduto ad invia-re a ogni parroco una dettagliata pubblicazione in cui, oltre al mes-saggio dei Vescovi, sono contenu-te indicazioni per la preparazione e l’animazione delle celebrazioni.

sosteranno in preghiera. Sempre nel nome del Beato Giovanni Paolo II sa-rà anche la sosta al santuario mariano di Kalvaria, frequentato dalla famiglia Wojtyla e ricordato più volte dal Papa nel corso del suo lungo pontificato. In serata i pellegrini giungeranno nuo-vamente a Cracovia, ricca di storia e di cultura, città di cui Karol Wojtyla è stato arcivescovo sino al giorno del-la sue elezione a successore di Pietro.

Anche le tappe della terza giornata del pellegrinaggio, quella di giovedì 6, sono strettamente legate alla figura di Giovanni Paolo II. Nel corso della mattinata, infatti, mons. Gianfranco Mascher e i pellegrini bresciani visi-teranno a Cracovia il monastero che custodisce le spoglie di Santa Fausti-na Kowalska, per rendere omaggio al culto della Divina Misericordia. Si porteranno poi a per Wieliczka per la visita alle miniere di salgemma. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita di Cracovia, luogo collegato all’ordi-nazione sacerdotale ed episcopale di Karol Wojtyla. Venerdì 7 settembre, i pellegrini visiteranno Auschwitz, oggi museo del Martirologio. In giornata, poi, il trasferimento in aeroporto per il ritorno a Brescia.

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elle prime ore del 28 agosto scorso è morto all’età di 93 anni mons. Maffeo Ducoli, vesco-vo emerito di Belluno.

Il Vescovo, fortemente legato alla comunità di Breno (paese d’origine dei genitori), è morto all’ospedale di Verona-Negrar, dove era degente da tempo. L’annuncio della morte è sta-to dato da mons Giuseppe Andrich, suo successore alla guida della dio-cesi bellunese. ‘‘L’anima di questo pastore – ha scritto mons. Andrich – che ha servito per due decenni la diocesi di Belluno-Feltre e per otto anni, quale vescovo ausiliare, quel-la di Verona, ritorna al Signore ric-ca di meriti e di opere’’. Tra i meri-ti di mons. Ducoli anche l’invito e l’ospitalità di Giovanni Paolo II a Lorenzago di Cadore, per le sue pri-me vacanze fuori Castelgandolfo. Le esequie sono state presiedute dal presidente della Conferenza episco-pale triveneta, il patriarca di Vene-zia Francesco Moraglia, nella basi-lica di Santa Anastasia a Verona. Al termine della celebrazione, la salma di mons. Maffeo Ducoli ha fatto ri-torno a Breno dove è stata tumulata nella chiesa di San Maurizio. Negli anni del suo episcopato a Belluno-Feltre, dal 1975 al 1994, mons. Du-coli ha lasciato un’impronta in vari settori, dalla religiosità, all’organiz-

zazione burocratica (sua la unifi-cazione della diocesi di Feltre con quella di Belluno), alla conservazio-ne ed edificazione di edifici sacri, tra i quali spicca il Santuario della Madonna del Nevegal sopra la città

di Belluno. Particolare attenzione è stata prestata dal vescovo Ducoli alla “pastorale del turismo”, con la valorizzazione del patrimonio pae-saggistico delle Dolomiti anche in prospettiva spirituale e religiosa. Nato a San Mauro di Saline, nel Ve-ronese, il 7 novembre 1918, mons. Ducoli venne ordinato sacerdote il 30 maggio 1942 a Savona. Il suo primo incarico fu quello di vicario cooperatore a Sciarborasca (in pro-vincia di Genova e diocesi di Savo-na), prima di trasferirsi a Roma co-me alunno del Pontificio seminario lombardo a Roma. Nel dicembre del

1948 venne inviato come addetto al-la Nunziatura di Honduras, quindi segretario anche della nunziatura di Nicaragua ed incaricato d’affari “ad interim” in Honduras. Nel 1952 rientra a Roma e prende servizio in Segreteria di Stato, sezione affa-ri ordinari, ove era sostituto mons. Giovanni Battista Montini, poi pa-pa Paolo VI. Il 22 aprile 1967 venne eletto vescovo ausiliare di Verona. Il 22 novembre 1975 iniziava il suo ministero a Belluno e Feltre che si concluse, con l’accettazione delle sue dimissioni da parte di Giovanni Paolo II, nel 1994.

Sabato 1 settembreOre 15 - Bienno - Incontro con il mondo educativo delle parrocchie dell’erigenda unità pastorale della Val Grigna presso la Sala della comunità.Domenica 2 settembreOre 10 - Novagli - S. Messa nell’aniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale.Martedì 4 settembreOre 16 - Brescia - Incontro presso la sede della Cgil.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti.Il sac. don Franco Bresciani, parroco di Barghe, è stato nominato amministratore parrocchiale delle parrocchie di S. Michele Arcangelo in Provaglio Val Sabbia (sopra) e S. Maria Assunta in Provaglio Val Sabbia (sotto).Il sac. don Carlino Cirelli, già parroco delle parrocchie di Tavernole sul Mella e Lavone, è stato nominato per il servizio pastorale presso la diocesi di

Almenara in Brasile.Il sac. don. Gianni Festa, assistente ecclesiastico delegazione lombarda Università Cattolica, già presbitero collaboratore per incarichi diocesani, è stato nominato presbitero collaboratore di Castegnato.Padre Manuel Ceola, dell’Istituto dei religiosi Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, è stato nominato presbitero collaboratore festivo delle parrocchie di Tremosine (Pieve, Sermerio, Vesio e Voltino).

Ne danno il triste annun-cio la moglie Lucia Corti, i figli Bruno con Barbara, Dario con Rossana, la so-rella Rosalba con Sergio, la cognata, Ida con Gian-ni, nipoti e parenti tutti.Un particolare ringraziamen-to alle Reverende Suore e a tutto il personale me-dico e paramedico della Domus Salutis di Brescia.

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Il 10 novembre dello scorso anno terminava la sua esistenza ter-rena don Francesco Dorofatti. Nato a Verolanuova il 7 novem-bre del 1941 era stato ordinato a

Brescia il 25 giugno 1966. Tutta la sua vita sacerdotale è stata spesa per il Se-minario diocesano, che ha servito dal 1966, come vicerettore prima e come insegnante poi. Don Dorofatti è stato uno di quei preti che hanno fatto della scuola la loro principale forma di mi-nistero sacerdotale. Per molti preti ri-marrà per sempre “il Preside”, quasi a perenne memoria della sua gioiosa ed entusiasta dedizione all’Istituto Zam-marchi, la Scuola media e superiore del Seminario minore di via Bollani, divenuto la sua casa, il luogo di tutta la sua vita. Di carattere buono e gioviale, era facondo, versatile, a volte spumeg-giante, capace di relazioni serene con tutti. Anche quel pizzico di ingenuità fanciullesca che manifestava non era percepito come un limite ma come una sua grande libertà che rifuggiva dai condizionamenti dei giudizi. Nelle molteplici relazioni che coltivava e nel-le sue attività non è mai venuta meno la prospettiva educativa e quella cultu-rale. Come educatore non è stato so-lo un teorico della pedagogia, ma si è misurato lui stesso sul campo facendo il vicerettore e l’insegnante, seguendo in diocesi gruppi vocazionali di adole-scenti e giovani. Nell’ordine culturale era convinto che i valori evangelici e

curò la stesura di alcuni libri e collabo-rò ad alcune riviste pastorali. Cessata la scuola del Seminario minore e già coinvolto nella malattia, si è dedicato ad un volume che non è riuscito a ve-dere stampato: una copia è stata posta nella sua bara, con gesto gentile e ami-chevole. La totale dedizione a tempo pieno alla scuola del Seminario non è stata in don Dorofatti una ragione, pur plausibile, per evitare una pasto-rale più diretta: ha servito volentieri e con prontezza le parrocchie e le zo-ne: giornate del Seminario, corsi per catechisti ed educatori, conferenze e celebrazioni straordinarie lo hanno sempre coinvolto, tutte le domeniche e tante sere dei giorni feriali. Questo gli permise di essere un buon cono-scitore della diocesi, delle sue poten-zialità e dei suoi problemi. E ne par-lava volentieri, con passione e com-petenza. Questo suo amore radicato e profondo alla Chiesa bresciana lo ha sorretto anche nei mesi della sof-ferenza: nei lunghi periodi di ricovero la sua mente e il suo cuore andavano ad una questione o l’altra della vita diocesana, desideroso di essere anco-ra utile alla comunità. Ma i progetti di Dio non sono i nostri. Per don Franco Dorofatti c’era un altro disegno: con-tinuerà a servire la Chiesa bresciana nella comunione dei santi, dopo aver lasciata una splendida testimonianza di cosa significhi “educare alla vita buona del Vangelo”.

L’elenco dei sacerdoti scomparsi in questo 2012 si è allungato. Il 9 agosto ha concluso la sua esistenza terrena mons. Luigi Bonometti (primo da sinistra), nato a Castel Mella il 22 luglio del 1921. Ordinato sacerdote a Brescia il 15 luglio del 1946 ha svolto il suo primo incarico come vicario parrocchiale a Bagnolo Mella dall’ordinazione al 1957. In quell’anno arrivò come direttore spirituale al Seminario minore; dal 1960 al 1970 lo vide Superiore dello stesso. Nel 1971 assunse la carica

di presidente della Caritas e della commissione diocesana assistenza. Impegni che lasciò l’anno successivo quando il Vescovo lo indicò come parroco a Rovato. Nella cittadina franciacortina rimase sino al 1989 quando fece ritorno a Brescia come assistente spirituale del Centro Paolo VI. Canonico della Cattedrale dal 1989. È stato funerato e sepolto a Flero l’11 agosto scorso. Il 21 agosto è scomparso don Giuseppe Olivetti (secondo da sinistra), originario di Pralboino, dove era

nato il 5 settembre del 1930. Dopo l’ordinazione avvenuta a Brescia il 19 giugno 1956 don Olivetti era stato, come vicario parrocchiale a Mairano (1956-1959), a Milzano (1960-1968). Dopo un anno a servizio, come cappellano, della casa di riposo a Chiari (1968-1969) il sacerdote arrivò Comella, dove fu parroco per un trentennio, dal 1973 al 2003. Don Giuseppe Olivetti è deceduto all’Ospedale di Manerbio e i suoi funerali sono stati celebrati a Milzano il 23 agosto.

i concetti portanti del cristianesimo dovevano essere comunicati in tutti gli ambienti con un linguaggio chiaro, suadente e convincente. Per questo

Sono ormai trascorsi quasi 10 mesi dalla scomparsa di don Giovanni Ar-righetti. Nato a Bossico l’8 gennaio dal 1942, ordinato a Brescia il 17 giugno 1967; ha svolto il suo ministero sacer-dotale come vicario cooperatore nelle parrocchie di Malegno, dal 1967 al 1974 e di Salò (1974-1979) e come parroco a Demo di Berzo (1979-1989), Pisogne (1989-2002); Toline (1997-2002). Dece-duto il 27 novembre dello scorso an-no, i suoi funerali sono stati celebrati

nella chiesa di Pisogne, a significare l’intenso rapporto che don Giovanni Arrighetti aveva instaurato con quel-la parrocchia che unisce il Sebino alla Valle Camonica. Un rapporto anche sofferto perché lasciò la guida della comunità anzitempo, ad appena 60 anni, dopo 10 anni esatti dal suo arri-vo nel 1989. Quando cominciarono a manifestarsi i primi disturbi fisici, la diagnosi fu infausta: si trattava di una di quelle malattie progressive ma ine-

sorabili: si sarebbe aggravato sempre di più, fino alla infermità totale. Allora decise di ritirarsi in un appartamento messo disposizione dalla parrocchia di Pisogne. Sull’alto Sebino don Gio-vanni Arrighetti era giunto con entu-siasmo, raccogliendo l’impegnativa eredità pastorale lasciata da mons. Fortunato Spertini, chiamato a Bre-scia fra i collaboratori diretti del ve-scovo mons. Bruno Foresti. Cercò di mettersi subito al lavoro, proseguendo

le attività già avviate con frutto e cer-cando di essere attento ad individua-re anche nuove esigenze e necessità. È stato infatti un gran lavoratore e si indignava facilmente di fronte a tante cose che non andavano come dove-vano. Gli anni della malattia l’hanno purificato come l’oro nel crogiolo, vi-vendo in tutto il suo essere il mistero pasquale e testimoniando alla comu-nità pisognese che solo dalla croce di Cristo scaturisce la salvezza.

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la chiesa di brescia dal concilioal sinodo sulle unità pastorali

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La comunicazione di Caritas diocesana Brescia si avvale del supporto della rete: il sito internet www.brescia.caritas.it è stato di recente aggiornato con l’intento di documentare puntualmente il cammino in corso relativamente ai quattro ambiti di intervento di Caritas. Nell’area dedicata a Mano Fraterna segnaliamo le pagine riguardanti Fondo Briciole Lucenti e Ottavo Giorno, all’interno delle quali è sempre possibile trovare informazioni aggiornate e

modulistica necessaria ai fini della compartecipazione ai progetti da parte delle parrocchie. Con il lancio durante i mesi estivi della nuova campagna di comunicazione dell’Ufficio promozione volontariato giovanile, ContamINazione ha invaso anche il web. La sezione relativa racchiude tutte le proposte di volontariato destinate ai giovani dai 18 ai 30 anni.Anche il settore Emergenze e Mondialità si mantiene al passo con gli interventi della rete Caritas

in questo ambito, al momento attuale con un’attenzione specifica a ciò che si colloca nel contesto dell’emergenza terremoto in Nord Italia. La comunicazione multimediale passa anche da BresciaCaritas Newsletter. Per chi desidera restare aggiornato sulle novità in corso, è sufficiente inviare un’email con la richiesta di iscrizione: [email protected]. È possibile consultare l’archivio delle newsletter presente sul sito nella sezione dedicata.

osì, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio pensiero vada e si arre-sti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai

soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire insie-me tutto ciò che appartiene davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano di-visioni, contrasti, distacchi.

La figura del ponte, tratteggiata da Andric (1995) riverbera per Caritas diocesana Brescia l’immagine di una Caritas come “casa tra le case”, im-pegnata a tessere la rete dei lega-mi, a moltiplicare le relazioni tra le persone, tra le famiglie, tra gruppi sociali, tra parrocchie. Sul versante educativo, l’immagine del ponte sollecita invece una for-mazione come accompagnamento (... si avvicinò e camminava con lo-ro, Lc 24,15); invita a muovere dai bisogni formativi per costruire per-corsi ad hoc; offre la possibilità di attraversare le esperienze, le prati-che e i saperi; chiede di connettere ciò che si presenta disgiunto (emer-genza-quotidianità; dimensione in-dividuale-comunitaria, fede-vita).Questa suggestione di una “forma-zione-ponte” trova concretizzazione nella proposta di Caritas diocesa-na Brescia dei “laboratori di cari-tà”: per-corsi di accompagnamento formativo finalizzati ad animare e sostenere la maturazione di stili di testimonianza comunitaria della ca-rità, a partire dagli specifici bisogni formativi espressi da una realtà par-

l’altra rivolta ai referenti locali del Progetto di microcredito sociale.A supporto della realizzazione di questi “ponti di formazione” sono state curate alcune “Proposte per sostare” (i sussidi: Tracce di comu-nità e il relativo Caleidociclo della carità, L’icona della Trinità, Con-segnati alla Parola) e alcuni “Stru-menti per” (i dvd: Animare la carità in parrocchia, Nella carità riscopri-si comunità, Carcere specchio di relazioni, Chiesa, profumo di rela-zioni, Artigiani di Carità). Le “Pro-poste per sostare” sono disponibili anche sul sito www.brescia.caritas.it, mentre i dvd si possono richiede-re in Caritas diocesana Brescia (030 37 57 746).

rocchiale. Accanto ai laboratori di carità, asse portante della proposta di accompagnamento educativo-for-mativo per una pastorale delle rela-zioni, dall’anno pastorale 2009/2010 sono attive altre due proposte for-mative: una rivolta ai referenti dei centri di ascolto partecipanti al Collegamento dei centri di ascolto,

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Il 23 aprile del 1813 nasceva a Milano il Beato Federico Ozanam. Il prossimo anno, dunque, sarà dedicato ai festeggiamenti per il bicentenario di una figura che ha cambiato la storia e le sorti di molti. Quella di Federico Ozanam, infatti, è una storia straordinaria, un esempio illuminante di come si possa concepire una vita piena, seppur breve, da laico innamorato di Dio e per questo degli uomini.

Molte saranno le iniziative a livello nazionale e locale ancora in fase di programmazione e di cui verrà data notizia nelle settimane a venire. Quello che già oggi è importante sottolineare è il senso che, complessivamente, dovrebbero avere queste celebrazioni.Dal punto di vista teologico e liturgico il “fare memoria” non è infatti semplicemente un ricordare, il riportare alla mente qualcosa di già accaduto, ma il

fatto viene reso presente, con i suoi frutti ed i suoi effetti.Il memoriale per eccellenza è per i credenti, l’eucaristia nella quale si rendono nuovamente attuali la passione, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo.Se non vi fosse questa dimensione di comunione spirituale con Federico Ozanam a poco varrebbero le feste, gli eventi, le parole versate ed i brindisi. Obiettivo delle celebrazione che saranno messe

in campo per il bicentenario sarà quello di rendere attuale la domanda: cosa può fare oggi per noi, Federico? Forse riaccendere un po’ di passione nei nostri cuori, che paiono sempre più rassegnati alle nubi che si accumulano di un presente pieno di incertezze e di un futuro arido di speranza. Lui era un mite, ma con le idee chiare su quale fosse lo scopo della vita: vedere ed amare Dio in ogni fratello che incontrava.

arà Mariella Bombardie-ri a coordinare il progetto di formazione proposto ai volontari delle Case della San Vincenzo, che partirà

il 25 settembre alle ore 18.30 col tema “Essere volontari della San Vincenzo: uno stile di aiuto, una filosofia nella re-lazione con l’ospite e con l’organizza-zione”. Il 24 ottobre ed il 28 novem-bre si terranno i due successivi con i seguenti temi: “Essere volontari capaci di cambiare e di collaborare” e “La gestione delle emozioni nella relazione d’aiuto”. Gli incontri si ter-ranno presso i locali dell’oratorio di S. Zanino, adiacenti alle Case. La formazione è un percorso che dura tutta la vita poiché in tutte le età è possibile cambiare, apprendere co-se nuove, fare nuove esperienze. Il volontariato può essere una di que-ste nuove esperienze e richiede una preparazione adeguata. Per essere volontari infatti è importante non solo la motivazione e la spinta emo-tiva ad aiutare, ma anche la forma-zione. Il volontariato non è solo un sentimento di “vaga compassione”, ma anche di impegno sociale e cul-turale e religioso. Per questo serve un progetto, uno spazio di pensie-ro, una rielaborazione. Il desiderio di fare volontariato è solo il punto di partenza per l’azione di aiuto e di solidarietà che rischia di perde-re di incisività senza un sostegno ed una preparazione. È pensiero e riflessione, è un itinerario, è un in-vestimento perché chi aiuta abbia un’identità, un ruolo, un’autorevo-lezza ed una competenza adeguate

strarsi, per appagare propri biso-gni. Queste cose possono accadere anche oggi. Essere in formazione vuol dire porsi delle domande, in-sinuare dei dubbi, accorgersi delle proprie confusioni per trovare una strada che permetta davvero di met-tere al centro la persona che riceve l’aiuto. La formazione può evitare inoltre che il volontariato scada in qualcosa di routinario, burocrati-co o può sostenere i volontari in un momento di crisi e diviene una opportunità per potersi ricaricare e rimotivare alla relazione d’aiuto. Spesso si pensa che il progettare sia tempo rubato all’azione, invece il tempo per pensare aiuta ad affron-tare meglio l’azione.

all’intervento e alle necessità delle persone in difficoltà. Deve aiutare a porsi delle domande: perché aiuto, in base a quali obiettivi, a quale vi-sione di uomo? La storia dimostra che non sempre l’aiutare il più po-vero è stato un gesto di reale cari-tà poiché talvolta è stato un modo per ostentare la ricchezza, per mo-

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on la pausa estiva ormai alle spalle – anche se per molti volontari si è tratta-to di un periodo di inten-sa attività – riprendono

gli appuntamenti e gli impegni di ri-flessione, discussione e programma-zione all’interno del mondo del vo-lontariato. Si inizia con tre incontri rivolti alle associazioni bresciane in preparazione della 6ª Conferenza na-zionale del volontariato che si svol-gerà quest’anno a L’Aquila, dal 5 al 7 ottobre. Si tratterà di un momento ampio di confronto e dibattito per ri-flettere sul ruolo che assume oggi il volontariato e su come possa rappre-sentare una valida risposta per usci-re dalla crisi che coinvolge il nostro Paese, dando il proprio responsabile contributo per un radicale e costrut-tivo cambiamento. Gli appuntamen-ti nella nostra provincia, nei quali si inizierà a discutere i diversi temi po-sti sul tavolo, seguiranno questo ca-lendario: lunedì 3 settembre ore 18 presso la sede del Csv di via Salgari 43/b – Brescia (tel. 030/2284900 - [email protected]); martedì 4 settembre, sempre alle 18, presso lo Sportello Csv di Gardone V.T. via Matteotti, 300/e e mercoledì 5 settem-bre alle 18 alla Cassa Padana di Ceto in via Badetto, 4. Per partecipare agli incontri è necessario iscriversi invian-do una mail o contattando i referenti dello Sportello Csv sul territorio. Da non dimenticare poi che il 2012 è l’An-no europeo dell’invecchiamento atti-vo e della solidarietà tra generazioni. L’Anno europeo mira a sensibilizzare l’opinione pubblica al contributo che

buone pratiche e proposte per un efficace dialogo intergenerazionale. Con questo incontro si intende infat-ti condividere e far conoscere le buo-ne pratiche di invecchiamento attivo promosse, in particolare, dalle Asso-ciazioni bresciane. Queste iniziative di cittadinanza attiva rappresentano un capitale sociale di grande valore in grado di contrastare la solitudine e promuovere energia positiva nella nostra comunità. Il convegno si terrà venerdì 28 settembre alle 20.30 presso la Rocca S. Giorgio a Orzinuovi. Per questioni organizzative è necessario iscriversi entro martedì 25 settem-bre contattando la sede del Csv tel. 0302284900 o inviando una mail a [email protected].

le persone anziane possono dare alla società. Per sviluppare queste tema-tiche il Coordinamento delle Associa-zioni di volontariato anziani, in colla-borazione con il Centro diurno Nolli di Orzinuovi e il Centro servizi volon-tariato di Brescia, organizza il conve-gno “Anziani e comunità nell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo”

Bagnolo Mella riproporrà dal 7 al 9 settembre la 19ª edizione della “Fiera della Bassa”. Nata come una sagra di paese, è divenuta negli ultimi anni un vero e proprio evento espositivo in grado lo scorso anno di attirare l’attenzione di oltre 10mila visitatori, e di fondere in un unico evento commercio, agricoltura, industria, artigianato e volontariato. Organizzata dall’amministrazione comunale e patrocinata oltre che dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Brescia anche da

diversi Comuni della Bassa, la manifestazione si declinerà lungo un arco temporale di tre giorni densi di iniziative che vedranno – oltre ad un ampio spazio espositivo – il susseguirsi di spettacoli di cabaret con interpreti da Colorado Cafè e da Zelig Off, spettacoli di supercross, sfilate cinofile, auto e trattori d’epoca. Nel presentare la manifestazione il sindaco di Bagnolo, Cristina Almici, parla della scelta di riproporre la Fiera della Bassa Bresciana. Sottolineando

che “solo se avremo la capacità di rispettare il nostro passato, fatto di una brescianità imperniata su un tessuto sociale importante – in cui cittadini, imprese e associazionismo non vivono scollate ma in sinergica collaborazione – potremo guardare al domani come ad una scommessa da vincere e non ad un azzardo improbabile”. Lo scenario di questa tre giorni sarà una tensostruttura allestita in viale Europa per ospitare, stand, esposizioni e punto ristoro.

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a storia di quella che oggi conosciamo come via Pulusella, in città – una delle tante e belle traverse dell’antica e fa-

mosa via San Faustino – inizia solo nel 1904. All’inizio del nuovo seco-lo, infatti, il governo iniziò a stu-diare i mezzi migliori per favorire la costruzione di alloggi popolari, tanto che il 31 maggio 1903 vide la luce la legge che istituì gli Istituti per le case popolari. Sull’onda del rinnovato interesse nazionale per le fasce meno protette della popo-lazione, i Confratelli della Congre-ga – proseguendo la propria seco-lare attenzione al disagio abitativo – ritennero di intervenire in modo più sistematico in favore di quanti avevano necessità di un’abitazione ma non disponevano dei mezzi per procurarsela sul normale mercato immobiliare.Fu così che nell’ottobre del 1904 la Congrega acquistò dal Comune di

sufficientemente ampia, ariosa e soleggiata.Sono dunque trascorsi più di cent’anni e, nel frattempo, la città ha cambiato volto: nella via, però, si è mantenuto quell’equilibrio di abitazioni e di esercizi pubblici che da sempre la caratterizza. A fianco di 28 unità immobiliari, infatti, ci so-no un bar, un fiorista, un negozio di vestiti e oggetti antichi e una libre-ria antiquaria.Oltre a queste realtà commerciali, che ravvivano il vicolo con la loro presenza, ve ne sono tre che per le proprie finalità meritano un cenno particolare: la Congrega, infatti, sce-glie di riservare una parte del pro-prio patrimonio immobiliare ad enti e associazioni non profit che si im-pegnano nella tutela dei più deboli. Al civico 6 ha così sede il laborato-rio sArte, promosso dalla Fonda-zione Alessandro Cottinelli e gesti-to dalla cooperativa sociale Aesse: nell’atelier, che mira a sostenere un

Brescia alcune casupole, affacciate su via San Faustino e note come “ex Cavaglieri”: una volta demolite, pre-sero avvio i lavori di costruzione di tre grandi edifici liberty di tre piani, che furono completati nel 1906. Nel-le nuove case trovavano posto una trentina di appartamenti, nei piani superiori, e una decina tra negozi e magazzini al pianterreno. Fu solo allora, in effetti, che nacque via Ca-millo Pulusella – in ricordo di uno degli innumerevoli benefattori del Sodalizio – allo scopo di congiun-gere via San Faustino con contrada Santa Chiara mediante una strada

La Caritas diocesana di Mantova in collaborazione con la Fondazione Conte Gaetano Bonoris ha completato i lavori di ristrutturazione di un antico complesso nel comune di Guidizzolo. La struttura, che si compone di due corpi di fabbrica, sarà destinata all’accoglienza di donne che hanno superato situazioni di difficoltà: il luogo nasce, infatti, con lo scopo di favorire il loro ritorno ad una vita normale. Il

progetto intende, da un lato, far fronte alla necessità, per queste madri, di poter disporre di un’abitazione a condizioni agevolate e, dall’altro, di poter affidare i propri figli durante il tempo del lavoro.Proprio per questo, il complesso sarà destinato a due distinte funzioni. Un corpo di fabbrica – che sarà intitolato a “San Vincenzo de’ Paoli” – ospiterà sei appartamenti, mentre l’altro – intitolato a “Gaetano Bonoris” –

diventerà uno spazio di custodia, gioco e socializzazione per i piccoli figli delle ospiti, compresi nella fascia da zero a tre anni. Il centro – che è uno dei progetti di solidarietà sostenuti dalla Fondazione Bonoris nell’ambito del 150° anniversario della nascita del conte, posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – sarà inaugurato dal vescovo di Mantova, mons. Roberto Busti (nella foto), giovedì 27 settembre 2012 alle 11.

percorso di inserimento lavorativo e di maturazione dell’autonomia per-sonale, si svolgono lavori di alta sar-toria e di riparazione e adattamento di capi di vestiario per conto sia di privati che di esercizi commerciali (030/290324). Al civico 14 ha sede l’associazione Vol.Ca. (Volontaria-to Carcere), che si prefigge lo sco-po di aiutare le persone che vivono l’esperienza carceraria, le loro fa-miglie, come anche le loro vittime (030/42322), attraverso diverse for-me di sostegno, ma soprattutto con la presenza di volontari negli istitu-ti di pena cittadini. Al civico 10 ha invece sede “Piccoli passi”, un’ini-ziativa di mutuo aiuto rivolta alle fa-miglie italiane e straniere che hanno bambini nella fascia di età da zero a sei anni: è un luogo di incontro, di crescita, di gioco, di riflessione per condividere l’esperienza educati-va con gli altri genitori ed aiutare i bambini a crescere in contesti aperti ed accoglienti (030/3775454).

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’1 e il 2 agosto scorso si è svolto a Nairobi, promos-so dall’Istituto Paolo VI di Concesio e dalla Catho-lic University of Eastern

Africa (Cuea), il convegno interna-zionale sul tema Paolo VI e la Chie-sa in Africa. Il convegno, che ha visto la partecipazione di molti studiosi ed ecclesiastici di diversi Paesi africani, ha messo a fuoco il grande contributo offerto dal Papa bresciano per la cre-scita della Chiesa africana.Paolo VI fu il primo papa a recarsi in Africa. Lo fece nel 1969, quando com-pì un viaggio apostolico in Uganda per rendere omaggio ai martiri ugandesi.Il giorno del suo arrivo a Kampala, il 31 luglio, pronunciò un memorabile discorso ai vescovi dell’Africa, nel quale, tra l’altro, esortò gli africani a farsi missionari essi stessi. Questo viaggiò rivestì un’importanza parti-colare per Paolo VI, che al ritorno in Italia, nella sua prima udienza gene-rale del mercoledì, a Castel Gandol-

fo, il 6 agosto 1969, comunicando le sue impressioni sulla visita in Ugan-da, sottolineò tre punti: la Chiesa è missionaria, universale e modello di umanità per l’attenzione a tutta la persona umana e alla sua dignità. Ma egli aveva già rivolto attenzione ai te-mi peculiari della Chiesa africana con il messaggio Africae terrarum, pub-blicato il 29 ottobre 1967, testo consi-derato una sorta di Magna Charta del cristianesimo in Africa.A dare il benvenuto ai partecipanti al convegno è stato l’arcivescovo di Nairobi, il cardinal John Njue, cui è seguito il ricordo di Giuseppe Cama-

dini, presidente dell’Istituto Paolo VI, scomparso qualche giorno prima. La prolusione della sessione inaugura-le è stata tenuta dal cardinale Poly-carp Pengo, presidente della Secam, il Simposio delle conferenze episco-pali dell’Africa e del Madagascar. Ha ricordato come l’identità dell’episco-pato africano e delle stesse Chiese lo-cali trovi in Africa il suo radicamento e la sua forza innovatrice proprio nel carisma di papa Montini, che ha po-sto le premesse per una Chiesa che oggi appare sempre più adulta, essa stessa missionaria. Nel corso delle due giornate si sono susseguiti nu-merosi interventi di carattere stori-co, biblico e teologico. Tra i relatori, il nunzio apostolico in Kenya, mons. Lebeaupin; l’arcivescovo di Blantyare (Malawi) e rettore del Cuea, mons. Zi-yaye; il card. Pengo; il rev. Mpala, teo-logo del Cuea; il card. Arinze, prefetto emerito della Congregazione del culto divino; mons. Ventura, Nunzio aposto-lico in Francia; il rev. Béré, professo-

re ad Abidjan e presso il Cuea; mons. Adoukonou, segretario del Pontificio consiglio della cultura; il rev. Rtechira, segretario del Cuea, il card. Turkson, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, il rev. Kinpon, vice-presidente del Pontificio istituto “Gio-vanni Paolo II” per gli studi su matri-monio e famiglia; la sig.ra Muthigani, della commissione per l’educazione e l’educazione religiosa della Confe-renza episcopale del Kenya, il card. Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; mons. Onaiyekan, arcive-scovo di Abuja; il rev. Segeja, della Facoltà di teologia del Cuea; p. Alba-nese, direttore delle Pontificie opere missionarie e della rivista “Popoli e missione” ed il card. Re, Prefetto eme-rito della Congregazione per i vescovi. Negli interventi sono state sottolinea-te la grandezza profetica di Paolo VI e il valore del suo insegnamento per quello che riguarda l’Africa. Sono stati evidenziati, in particolare, il suo invi-to affinché gli africani fossero al con-

tempo “africani e cattolici” e la sua esortazione ad essere missionari della loro terra. Naturalmente il cammino della Chiesa africana è ancora molto lungo: questioni sociali, economiche, politiche e religiose esigono a livello continentale un rinnovato impegno per la causa dell’evangelizzazione. L’auspicio condiviso è stato quello che ha espresso Benedetto XVI nella con-clusione dell’Esortazione apostolica Africae munus, al termine del Sino-do sull’Africa, in cui il Papa si augura che il Continente diventi un polmone spirituale per l’intera Chiesa cattolica.

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onosciamo le malattie del corpo, con qualche diffi-coltà le malattie dell’ani-ma, quasi per nulla le ma-lattie della mente: eppure,

anche le idee delle mente si ammala-no, talvolta si irrigidiscono, talvolta si assopiscono, talvolta, come le stelle, si spengono e, siccome la nostra vita è regolata dalle nostre idee, di loro dobbiamo aver cura...”. È il pensie-ro del filosofo e professore monze-se Umberto Galimberti ad illuminare quest’anno il percorso antropologico sui “Miti collettivi” del nostro tempo, inserito nell’ambito delle iniziative culturali dedicate all’arte di vivere e promosse dai frati Servi di Maria. Per sei lunedì-martedì, dal 17 settembre e fino al 22 ottobre dalle 20.30 alle 22.30, il Convento dell’Annunciata sul Mon-te Orfano diverrà centro pulsante di conoscenza, discussione, dibattito e confronto su “Le ambiguità del tem-po presente”, a cui verranno dedica-ti, grazie alla conduzione di relatori

di Pedagogia interculturale Raffaele Mantegazza. Lunedì 15 ottobre l’at-tenzione si sposterà su “L’economia del dono. La dittatura del mercato” con l’accademico Carlo Sini, mentre lunedì 22 si chiuderà il percorso “Ol-tre i fanatismi, i fondamentalismi e le idolatrie” guidati dal letterato Marco Gallizioli.“A differenza delle idee che pensia-mo – spiegano gli organizzatori – i miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici, e quindi radi-cati nel fondo della nostra anima, do-ve anche la luce della ragione fatica a far giungere il suo raggio. E questo perché i miti sono idee semplici che noi abbiamo mitizzato perché sono comode, non danno problemi, facili-tano il giudizio e, in un’unica parola, ci rassicurano”. Il ciclo d’incontri, pro-mosso in collaborazione con i Comu-ni di Rovato e Coccaglio, si prefigge di stimolare tutti coloro che intendono aderirvi a “recuperare la propria pre-

esperti, interessanti incontri-conve-gno aperti a tutti. Si partirà lunedì 17 settembre, concentrandosi su “Il mito della libertà. Pretese di autosufficien-za e rifugio nella serialità” accompa-gnati dal docente di filosofia teoretica Salvatore Natoli, per giungere martedì 25 settembre a discorrere di “Econo-mia e salvezza. Il mito della sicurezza” insieme a Stefano Zamagni. Lunedì 1 ottobre, in compagnia del sociologo Aldo Bonomi, si affronteranno invece “I sei volti del mostro. La globalizza-zione”, mentre lunedì 8 i riflettori pas-seranno su “L’angelo e la tempesta. Il mito del progresso” con il docente

senza (attiva e partecipe) al mondo attraverso una rivisitazione dei miti (sia individuali che collettivi)”, per-ché “chi non ha il coraggio di aprirsi alla crisi, rinunciando a quelle idee-mito che finora hanno diretto la sua vita, non guadagna in tranquillità, ma altresì si espone a quell’inquietudine propria di chi più non capisce, più non si orienta”. Per maggiori informazioni sul percorso, è possibile visitare il sito www.servidimariarovato.191.it oppu-re telefonare al numero 030/7721377.

Misurare l’infinito, affermazione di-cotomica sulla quale intellettuali, po-eti, pittori, artisti di ogni estrazione si sono concentrati, producendo nu-merose forme di espressione artisti-ca nel corso dei secoli. “Misure d’in-finito” è proprio il tema della mostra che vede come protagonisti gli artisti del gruppo Gac - Giovane Arte Con-temporanea, inaugurata mercoledì 29 presso Palazzo Martinengo, e che rimarrà allestita fino al 30 settembre, organizzata dall’Ufficio oratori e gio-vani e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi.Primo piano e mezzanino dello stabi-le di via Musei sono dedicati alle ope-re di Stefano Crespi, Liuba Gabriele, Anna-Rikka Emilia Leppälä e Fabia-na Zanola; il piano nobile è riservato alla vincitrice del concorso Punto.Art 2011: Camilla Franzoni (nella foto un’opera). “Ci sentiamo figli di Paolo

VI per quanto riguarda la sensibilità nei confronti delle espressioni artisti-che, ed in onore della sua figura sono stati pensati sia il gruppo Gac che il concorso Punto.Art, che dal 2003 ad oggi hanno accompagnato i giovani nella loro crescita artistica”, spiega don Marco Mori che, nella doppia veste di direttore dell’Ufficio oratori e giovani e di presidente del Forum degli oratori italiani, ricorda che la mostra è inserita nelle iniziative del primo happening degli oratori, in programma dal 6 al 9 settembre, che porterà a Brescia circa 1500 ragazzi che avranno modo, tra le altre atti-vità, di visitare Palazzo Martinengo. Accanto alla mostra saranno inoltre organizzati alcuni eventi collaterali: sabato 8 settembre, alle ore 14 e alle 15.30, Paolo Bolpagni, storico dell’ar-te, curatore della mostra, terrà un workshop sull’arte contemporanea

durante il convegno H1O presso il Centro fiera del Garda di Montichia-ri (sempre nell’ambito dell’happening degli oratori). Il sabato successivo, 15 settembre, alle ore 20.30 nella sala dedicata a Stefano Crespi, a Palazzo Martinengo, sarà invece l’architetto Stefano Abbastianotti, scenografo e allestitore, a parlare in merito a “Dare spazio alla contemporaneità: allestire l’infinito”. A conclusione del periodo espositivo, inoltre, il 29 settembre, sempre alle 20.30, nella sala dedicata a Fabiana Zanola, l’artista stessa, an-che architetto, ed il professor Raffae-le Galli, illustreranno l’iniziativa “Ar-chitetto italiano”, nata per promuo-vere l’edilizia nei luoghi di missione, in una conferenza dal titolo “Misura dell’infinito: l’architettura di Dio”. La mostra è visitabile gratuitamente tutti i giorni (lunedì escluso) dalle 16 alle 19, il sabato fino alle 22.

Calato il sipario sul suggestivo palco del Vittoriale per il Festival “Tener – a –mente”, che ha ospitato artisti del calibro di Paolo Conte, Patti Smith, Pat Metheny, New York City Ballet, Francesco De Gregori e molti altri, è tempo di bilanci. Uno tra tutti: nonostante la crisi, la kermesse ha battuto se stessa. Sei infatti i sold out per il cartellone estivo a cui va aggiunto quello del concerto di James Taylor nell’anteprima primaverile del 14 marzo, un incremento di pubblico del 20%,

15.500 spettatori totali, un più 146% di acquisti on line dall’estero, 1.820 la media giornaliera di pagine del sito visitate, tre pagine facebook. Il numero dei sold out (e in molti casi relativo overbooking) è ancora più significativo se si pensa che quest’anno la capienza del teatro è passata da 1370 a 1500 grazie al ripristino della prima fila e all’aggiunta di alcune poltrone in platea. Significativi anche i dati sulla provenienza degli acquisti: ben 27 nazioni, 18 regioni e 77

province italiane. Il segreto? A quanto pare la formula vincente è un’equa miscela tra un cartellone di qualità, un luogo suggestivo come quello del Vittoriale e una politica di marketing efficace. “È stata una stagione da record, in cui la risposta del pubblico ha superato le nostre migliori aspettative – dichiara Viola Costa, direttrice artistica del Festival – il pubblico sa scegliere e, malgrado la crisi, vuole scegliere. E, con il Vittoriale, sceglie non solo la qualità del cartellone, ma

anche un luogo incantevole”. Forte dei risultati ottenuti, la macchina del Festival sta già lavorando per la stagione del 2013, anno che si preannuncia straordinario, vista la concomitanza del 150° anniversario della nascita di D’Annunzio. Da attendersi quindi grandi sorprese già a partire da settembre, sia sul fronte del Festival firmato re:think-art, sia su quello della Fondazione il Vittoriale degli Italiani guidata da Giordano Bruno Guerri, che da due anni collaborano.

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opo il grande successo ottenuto dai “Viaggi di Acqua”, che hanno regi-strato la presenza di un folto pubblico durante le

serate, toccando punte di circa 600 spettatori in alcune occasioni, il 30 agosto prenderà il via la seconda se-zione del Festival, “Memorie di Terra”, che promette di ribadire il medesimo successo sia per le proposte musicali, sia per quelle teatrali. Saranno 10 gli appuntamenti in programma fino al 15 settembre, diffusi sul territorio del-la provincia bresciana e in particolare delle Amministrazioni comunali che hanno raccolto l’invito partecipando ai due momenti del Festival. Le sera-te di apertura (30 e 31 agosto) saran-no dedicate agli amanti della musica celtica e d’oltralpe. Si inizia con Suo-ni e balli d’Irlanda, che vede sul pal-co la formazione emiliano-romagnola dei Cisalpipers, che mescola classica, pop, world music, etnica e brani tra-dizionali, suonati con le pive emilia-ne, le cornamuse scozzesi, i whistles, la batteria e le percussioni. La serata successiva gli Chemin de Fer faran-no ballare il pubblico al ritmo del Bal Folk, spaziando tra melodie tradizio-nali, e brani di nuova composizione: danze valdostane, occitane, piemon-tesi e delle diverse regioni della Fran-cia. Nel cuore della programmazione di Memorie di Terra c’è, come d’abi-tudine, il teatro. Tre le proposte, re-plicate in più occasioni: oltre al gra-dito ritorno delle “Donne di Terra” (9 settembre a Gavardo) reduci dal suc-cesso delle tre repliche nella prima

parte de festival, torna sul palco per far divertire la platea di spettatori Pa-ola Rizzi nei panni della tanto amata “Siura Maria”: dopo, “Paese mio che stai sulla collina”, “Non voglio mica la luna” e “Non sono una signora”, John Comini, autore, e Peppino Co-scarelli, regista, presentano “Una vi-ta spericolata”, ironicamente definito “quarto episodio della Trilogia della Signora Maria, nuovo ed attesissimo spettacolo del Teatro Gavardo (1, 2,

4 e 6 settembre). In quest’episodio la protagonista è alle prese con un viaggio a Roma e con un’incessante girandola di caratteri e di sorprese, con situazioni e battute che regalano l’immediatezza e il lato comico della vita, in un dialetto bresciano di uso comune che offrirà anche una lettu-ra ironicamente sociologica degli stili di vita delle nostre zone. Mercoledì 5 settembre la Marmolux di Nuvolera (sostenendo, tra l’altro, interamente i costi della serata) ospiterà invece il primo passaggio provinciale di “Scar-pagnante”, di e con Giorgio Felicetti, liberamente tratto dal romanzo “Sal-tatempo” di Stefano Benni. Dopo il successo riscosso nei teatri d’Italia, Felicetti, bravissimo attore/narratore, porta a Nuvolera un autentico raccon-to di formazione, emozionante e pal-pitante, fatto di commozione, con un retrogusto di malinconia dolcissima e nostalgia per un’infanzia, non così lontana negli anni, ma lontanissima nei tempi, in cui comicità, pathos e divertimento si alternano offrendo una genuina boccata d’aria pura per tutte le età. Infine, in chiusura torna la musica mediterranea, suonata da Corimè (7 settembre) ed Etnikos (15 settembre), entrambe band “di casa nostra”. I siciliani fratelli Giannone, che dal 2006 hanno dato vita ai Cori-mè, si esibiranno in La musica del ma-re, proponendo brani tratti dall’ultimo album “Zagara”, mentre agli Etnikos spetterà chiudere l’edizione 2012 di Acque e Terre con Danze e musiche dalle terre di confine, rispettando in pieno lo spirito del Festival.

Con la prospettiva di valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio palazzolese, riprenderà dopo l’estate “Le meraviglie della terra del fiume – scopri i tesori palazzolesi”. Ciò grazie alla fondamentale collaborazione delle Associazioni e dei Gruppi di volontariato locali e con la presenza degli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore “G. Falcone”, cui sarà affidato il ruolo di accompagnatori durante le visite presso la Pieve. Il Progetto

prevede l’apertura al pubblico dei monumenti più rappresentativi della città a partire da domenica 1 settembre, in concomitanza con l’iniziativa “La piazza si accende” organizzata dall’Associazione commercianti San Fedele, per continuare in tutte le domeniche del mese di settembre, dalle 14.30 alle 18. Tra i monumenti visitabili la Torre del Popolo, il Castello medioevale con i camminamenti sotterranei, l’Antica Pieve (oggi Auditorium S. Fedele), la Torre

Rotonda di Mura, la Cappella di S. Rocco, il Museo di storia ed architettura Navale, il Museo dei Ricordi di Guerra ed il parco del Palazzo Damioli-Cicogna sede della Fondazione Cicogna Rampana. Già proposto tra marzo e giugno ha contato migliaia di visitatori, un risultato importante a dimostrazione del ruolo chiave dei luoghi storici come punto cardine da cui partire per un sempre più ampio sviluppo del settore turistico. (l.d.)

“La piazza si accende” promossa dall’Associazione commercianti San Fedele di Palazzolo propone per domenica 1 settembre una serie di iniziative in piazzetta V. Rosa a partire dalle 16 con l’esposizione di opere dei bambini delle primarie per “Disegna la tua piazza in festa”. Seguono esibizione del gruppo di ginnastica artistica (17.30), di capoeira (18.30 con aperitivo a seguire), di tango argentino (20.30). Alle 21 concerto dei Mascoulisse Quartet e dalle 22.30 Dj set.

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l Museo diocesano propone anche per quest’anno quat-tro conferenze con i maggiori nomi della storia dell’arte. Il tema, sotto cui si riuniranno

tutti i quattro interventi è “L’ombra degli antichi - Il rapporto (contrad-dittorio) con il Classico in epoca moderna”.Al centro della prima di queste con-ferenze la figura del Moretto e le pa-role di Valerio Guazzoni approfondi-ranno la scelta del naturale e il dia-logo con i modelli del classicismo ri-nascimentale del pittore bresciano. Storico dell’arte, si è occupato di pittura dal Cinquecento all’Ottocen-to in area lombarda con particolare riguardo ai territori di Brescia, Cre-mona e Bergamo. Ha partecipato al comitato di alcune mostre (fra cui: Moretto da Brescia, Brescia, 1987; Il Seicento a Bergamo, Bergamo, 1988; Sofonisba Anguissola e le sue sorel-le, Cremona, 1994; Vincenzo Cam-pi: scene del quotidiano, Cremona,

na, dal Seicento al primo Ottocento. La sua produzione annovera lavori consistenti dedicati alla pittura di Carlo Maratti del quale è considera-ta la maggiore esperta mondiale. Ha collaborato anche a diverse mostre ed esposizioni.Il terzo appuntamento vedrà Liliana Barroero intervenire sul tema “Le arti e i lumi: l’Illuminismo e le arti figurative”. Dal 2008 è titolare della cattedra di Storia della Critica d’Arte presso la Facoltà di Lettere dell’Uni-versità di Roma Tre. Le sue ricerche, prevalentemente sulla cultura figu-rativa dell’Italia centrale dei secoli XVII-XIX hanno dato origine a pub-blicazioni dedicate sia a temi di ca-rattere generale, sia a singoli artisti tra i quali si ricordano Nicolas Pous-sin, Orazio Gentileschi, Caravaggio. Si chiude il 27 settembre con “Il giro di boa: l’anima dell’Ottocento” con l’intervento di Barbara Cinelli, allie-va di Paola Barocchi presso la Scuo-la normale superiore di Pisa, è pro-

2000) e dal 1983 al 2002 ha curato una collana di monografie dedica-te alla storia e all’arte del territo-rio cremonese, di cui sono apparsi sette volumi. Nel 2006 ha redatto il saggio storico-artistico per il volume sull’età degli Asburgo di Spagna nel-la Storia di Cremona.Il 13 settembre Stella Rudolph in-terverrà sul tema “Tra classico e barocco. Carlo Maratti e l’arte del Seicento a Roma”. Stella Rudolph, anglo-americana, risiede a Firenze da oltre 45 anni. Professoressa e storica dell’arte è specializzata nella pittura e scultura, soprattutto roma-

Forse non è il titolo più adatto per chi ha deciso di smettere di fumare l’ultimo romanzo di Donato Carrisi “La donna dei fiori di carta” (Editrice Longanesi, suggeritoci dalla Libreria Ferrata). Il noir dell’uomo da 350 mila copie (a tanto le vendite dei suoi precedenti romanzi), è il dialogo intenso tra due uomini che si raccontano la vita attraverso sorprese e colpi di scena. Un noir che tiene legato il lettore alle pagine e lo porta nel mondo e nelle storie dei protagonisti. Il teatro

del dialogo è una caverna, sul Monte Fumo, durante la guerra del 15/18. Gli italiani vinsero una battaglia con gli austriaci tra il 12 e il 16 aprile 1916 sulle pendici di questo monte. Ma non si parla di battaglie, si parla di uomini. La battaglia è la cornice in cui sono inseriti i protagonisti: il medico militare Jacob Roumann e un graduato alpino italiano catturato, di cui solo alla fine si scoprirà l’identità. Proprio per conoscerla viene mandato il medico che si porterà del tabacco, bene

prezioso in quelle condizioni. Grazie al fumo offerto al prigioniero questo comincia a parlare e, nel racconto di Carrisi, si inserisce il racconto dell’italiano che porterà il lettore in viaggio per l’Europa insieme al protagonista Guzman, l’uomo che aveva fatto dell’arte del fumo e del racconto la propria ragione di vita. Come una serie di scatole cinesi i racconti si intersecano, ma l’autore è bravo, e qualche volta anche un poco perfidamente divertito, sospendendo una storia

per riportarci nell’altra, così da vivere gli ultimi attimi della battaglia sul Monte Fumo e le vicende della vita di Guzman. Tra una sigaretta e l’altra; segno di pace tra due uomini che dovrebbero essere nemici. E poi le donne… tante, alcune più importanti, tra cui quella dei fiori carta… perché non ci sono storie di vita che non contemplino amore e poesia… perché tutto può essere visto con occhi nuovi e scoprire persino le montagne cantare. E non è proprio una metafora. (m.t.)

La creatività artistica si può rintrac-ciare anche in comuni cittadini i qua-li, ispirati dalle bellezze della natura, sanno tradurre in realtà idee e pensie-ri. Accade così per la monteclarense Marisa Ardenghi, la quale, da qualche anno, si dedica con passione a tele e pennelli. Due sono le mostre recenti che l’hanno vista protagonista, tappe di successo di un’evoluzione conti-nua: la prima, nella Torre Romana (se-de della Fondazione Canossi) a Bove-gno, costituiva una personale in cui i visitatori hanno ammirato 25 dipinti a olio con paesaggi e scorci di paese. Tra gli ospiti anche il prefetto di Bre-scia Livia Narcisa Brassesco Pace che non ha fatto mancare la sua presen-za attirata da affascinanti riproduzio-ni della natura. Analogo successo ha riscosso l’esposizione collettiva che

ad agosto si è svolta all’Istituto Sale-siano San Bernardino di Chiari: tra gli otto artisti presenti, la monteclarense Ardenghi si è fatta notare per la fre-schezza e l’originalità delle sue opere, sprigionanti colore e vivacità. “Dipin-gere – confessa l’artista – è un modo per esprimere la mia personalità. Nel corso degli anni ho affinato tecnica e ispirazione, ma è chiaro che punto a migliorarmi continuamente. Devo rin-graziare l’associazione Martino Dolci, di cui sono membro nonché uno dei probiviri, che mi ha sostenuto e nella quale mi trovo a mio agio per le indi-cazioni preziose che mi fornisce”. In programma un’altra mostra che vedrà protagonista Ardenghi: a novembre esporrà nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Brescia in una collettiva particolarmente interessante. (f.m.)

fessore associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tre. Tra le molte attività ha partecipato ad alcune esposizioni sull’Ottocento ed ha collaborato con il Museo civico di Riva del Garda per la risistemazione della sezione otto-centesca delle collezioni.Tutte le conferenze si tengono nel Salone del refettorio del Museo dio-cesano, via Gasparo da Salò a Bre-scia, con inizio alle 21.

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L’Associazione artistica e culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari di Brescia (Aref), con l’Università cattolica del Sacro Cuore di Brescia e della Fondazione Luigi Micheletti, nell’ambito della 5ª edizione del Premio Biennale Emilio Rizzi 2012, bandisce per l’anno 2012-2013 un concorso per una borsa di studio di 2.000 euro realizzata con il sostegno finanziario della famiglia Aldrighi, che in questo modo vuole ricordare il decennale della morte del pittore bresciano Ugo Aldrighi (1917-

2003). La borsa di studio prevede la realizzazione di una ricerca sul tema L’immagine di “ieri” della città di Brescia. La ricerca deve analizzare in dettaglio le immagini che l’arte pittorica e fotografica hanno proposto della città di Brescia, dagli anni Venti del ‘900 al dopoguerra. Possono aderire gli studenti, i ricercartori e i dottorandi iscritti, in qualsiasi anno di corso, di Lettere e Filosofia, Accademia Santa Giulia e l’Accademia Laba. Info e dettagli su www.aref-brescia.it

nche quest’anno l’Acou-stic Franciacorta, Festi-val dedicato alla chitar-ra acustica, si appresta a conquistare addetti ai

lavori, semplici ascoltatori ma anche i curiosi che si avvicinano per la pri-ma volta a questi suoni in finger pi-cking style che affascinano per la loro intensità e pulizia. Il Festival, come sempre curato nei minimi dettagli da Giorgio Cordini per quanto concerne la direzione ar-tistica e da Luisa Moleri per quella organizzativa, è iniziato il 25 agosto con un trittico di concerti molto in-teressanti. Sul sagrato della chiesa di Marone si sono esibiti Luca Pedro-ni che ha fornito un saggio del suo modern fingerstyle, il combo Stile Libero, progetto di Giorgio Cordini con Maria Alberti e Cesar Riviero e il grande Goran Kuzminac, autore di un paio di brani di successo alcuni decenni fa, “Stasera l’aria è fresca” e “Ehi ci stai”. L’artista slavo nativo di Zamun (Belgrado), oltre ad eseguire questi due pezzi nel corso della sera-ta ha mostrato un’invidiabile tecnica chitarristica. Il Festival riprende poi questo fine settimana, il 31 agosto a Iseo sul sa-grato della Pieve di Sant’Andrea (in-

gresso 10 euro) con altri tre ottimi ar-tisti, Giovanni Ferro, Piera Dadomo e il mitico Shel Shapiro degli altrettan-to mitici Rokes. La sera successiva, sabato 1 settembre presso la Cascina Clarabella di Cortefranca, altri due ot-timi concerti, con il Marco Zappa duo e Emil Ernebro. Il giorno seguente, nel convento dell’Annunciata di Ro-vato, il pomeriggio sarà dedicato al seminario con Peter Finger “Accor-dature e tecniche della chitarra acu-stica” (20 euro), mentre la sera altri tre concerti, con Gabriele Zanetti e Anca Vasile (classica), Peo Alfonsi (jazz) e Peter Finger (fingerstyle).Dopo alcuni giorni di pausa l’Acou-stic Franciacorta riprenderà poi il 6 settembre a Capriolo nella piazza Mu-nicipale, con un’altra triade di concer-ti, ospiti la band On the roof con un tributo ai Beatles, il modern finger-style di Sergio Altamura e la chitarra classica di Mauro Di Domenico. Venerdì 7 settembre, nel Santuario della Madonna dell’Avello di Ome, alle 18.30 un incontro con Pino Fo-rastiere e Jon Gomm e con le chitar-re del liutaio Marco Tonoli e la sera, alle 21, concerto dei due artisti con l’aggiunta del blues di Francesco Piu, preludio di uno scoppiettante fine settimana. Troppi gli eventi previsti

sabato 8 e domenica 9 per poterli elencare tutti, tra esposizioni, dimo-strazioni, presentazioni, laboratori e dibattiti, che si svolgeranno tra Pro-vaglio d’Iseo ed Erbusco. Tra questi segnaliamo in particola-re sabato 8 a Palazzo Francesconi di Provaglio il concerto delle 21 con Massimo Varini, Emanuele Buono e Antonio Farcione, che forniranno tre esibizioni separate, e la conclusione al palazzo municipale di Erbusco do-menica 9, alle 20.30, con il concerto finale che vedrà la partecipazione di Giovanni Pelosi (fingerpicking), Jontom (uklele) e l’ottimo arpista Vincenzo Zitello, maestro dell’arpa celtica. Inevitabile, vista la ricchezza del pro-gramma rimandare al sito www.fran-ciacortalaif.it, oppure al contatto per mail a [email protected] o tele-fonico al numero 320/7038793.

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In settembre il palinsesto del mattino si avvia alla programmazione ordinaria a partire dalla S. Messa feriale che torna in onda alle 6.25 (non più alle 7.30 dunque) dalla Casa Madre delle Ancelle della Carità di via Moretto. Celebra don Faustino Guerini. Nell’occasione Radio Voce ringrazia per la collaborazione e la disponibilità di questi mesi estivi i Frati Minori Francescani della chiesa di S. Gaetano in via Callegari.

Anche nel periodo estivo, dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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Per cominciare devi essere bella, anzi bellissima. Le forme sinuose, il porta-mento elegante e lo sguardo ammic-cante, insomma deve essere tutto al posto giusto. Devi far vedere il tuo corpo a tutti, anche a chi non cono-sci e non vedrai mai in faccia. Devi metterlo in mostra vestendolo poco, sfilando e danzando a comando. De-vi avere sempre il sorriso sulle lab-bra, ironica e spigliata quando serve, ma anche riflessiva e profonda se la situazione lo richiede. I tuoi sogni e le tue ambizioni devono essere sem-pre al di là di ogni aspettativa, devi raccontare storie e aneddoti interes-santi, appassionanti. A una battuta

cattiva devi reagire con autoironia, devi assecondare con gentilezza un complimento malizioso. Ecco, devi essere tutte queste cose, per comin-ciare. Una volta fatto questo, hai il permesso di essere anche te stessa, se c’è ancora un po’ di spazio. Ma il consiglio è quello di aspettare, perché se diventerai ricca e famosa ti dimen-ticherai presto com’eri quando tutto è iniziato. Vademecum per sfondare in tv come “velina”. Le vediamo da mesi, in orario da cena estiva, calcare il palco ambulante che gira per l’Italia ammorbando le piazze delle località turistiche più popolari, e riscuotendo ovviamente gran succes-

so fra il pubblico in loco e il pubblico in poltrona. “Veline 2012”, di Antonio Ricci. L’en-nesima dimostrazione che l’idolatria televisiva ha antiche radici, che sia-no quelle del sacrificio della vergine o quelle dell’adorazione del vitello d’oro: forze viscerali, disperate, ane-lanti, che ora più che mai stritolano e solleticano le ossa della gente che compatta si esibisce in un 15% di sha-re, un dato più che significativo per la programmazione estiva.Le ragazze di Ezio Greggio sono tutto quello che dovrebbero essere e nien-te di più, perché la tv non tollera fuo-ricampo. Il valore di una donna nel

fiore dei suoi anni si misura con cen-timetri e chili, con i passi di danza e i bacetti lanciati verso la telecamera.Anoressia e bulimia sono malattie da debellare, si sa, lo dice anche la tv, soprattutto la tv: ed è sempre la tv, il paradosso della nostra epoca, che in-neggia ogni ora al primato della per-fezione del corpo, e in prima linea c’è la patinata e impolverata Mediaset e quei suoi bei programmi vedo-non-vedo nati dal peggio del peggio degli anni Ottanta, mantenuti in vita sotto mentite spoglie, epurati e angelicati quanto basta per non suscitare giu-stificate indignazioni. Gli ingredienti sono dosati con maestria: poche in-

quadrature strette, altrimenti si vede proprio tutto, argomenti sbarazzini ma mai esplicitamente volgari… il resto lo deve fare l’immaginazione del telespettatore. Ma il messaggio, anche se edulcorato e politicamente corretto, resta sempre lo stesso: se non diventi come tv comanda, non sei nessuno. Se non sei una donna televisiva, non sei una donna. Devi smussare i tuoi spigoli, i tuoi difetti, le tue semplicità, le tue debolezze, le tue paure, le tue pazzie, cioè tutto quello in sostanza che ti rende unica e irripetibile. Devi diventare rotonda, devi rotolare. Ti spingono loro, dove vogliono loro, dove serve loro.

È tutto pronto per il 1° Happening degli oratori che si terrà a Brescia e Bergamo dal 6 al 9 settembre. Un’esperienza per educatori e animatori che si ritroveranno a ragionare sul fare oratorio oggi, tra convegni, workshop, momenti di festa e condivisione. Attesi oltre un migliaio di partecipanti provenienti da tutta Italia. In Primo Piano (alle 11.20 circa)intervengono don Marco Mori sul senso e il programma di questo evento e Mauro Bignami

curatore del Kit educativo. Il commento al Vangelo è a cura di don Diego Facchetti . Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, in estate va in onda in versione ridotta dalle 11 alle 12. Dal 2 settembre torna anche su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; su Radio Ponte Manerbio alle 12.30 e su Radio Raphaël alle ore 9.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia”, e la web tv, manderanno in onda il documentario “Start Up”, i ragazzi della mistagogia incontrano mons. Monari al PalaBrescia. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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on è un mondo fantasti-co, quello in cui agisce il “Cavaliere oscuro” in-terpretato da Christian Bale, ma un rispecchia-

mento incrudelito delle polemiche contro le storture dell’oggi. Basti pensare che, in una scena del ter-zo e conclusivo episodio della saga di Batman firmata da Christopher Nolan, il terrorista Bane (Tom Har-dy) guida un esercito di delinquen-ti all’assalto della Borsa di Gotham City, in una sorta di revisione esa-sperata e violenta del movimento Occupy Wall Street. Ad essere oc-cupata, a un certo punto, è l’intera città, sottomessa a una minaccia atomica: con l’instaurazione di un regime di terrore da post Rivoluzio-ne francese, in cui processi lampo condannano i buoni (e i ricchi) a una sorte inesorabile.Una situazione talmente drammati-ca da costringere l’uomo pipistrello a tornare in azione dopo otto anni di silenzio, nei quali si era addos-sato la colpa della morte del pro-curatore distrettuale Harvey Dent. Bruce Wayne, il miliardario che in-dossa la maschera di Batman, è in scarsa forma fisica e psicologica; anche il fidato maggiordomo Mi-chael Caine cerca di trattenerlo.

Ma lo spettacolo deve comincia-re, sia pure dopo un interminabile prologo: e di spettacolo coi fiocchi ancora una volta si tratta, fra stadi affollati che si disgregano, impo-nenti scene di massa, inseguimenti a perdifiato tra i grattacieli, il tut-to calato in un’atmosfera di epico pessimismo.Alla fine, però, è impossibile negare una certa delusione. Quello realiz-zato da Nolan rimane un prodotto ben superiore alla qualità media dei film di supereroi. Non riesce però a eguagliare il secondo episodio della serie, un capolavoro, terremotato dal talento di Heath Ledger e dalla spinta del suo Joker anarchico e devastatore. Di quel film ripropo-ne quasi alla lettera lo schema, un crescendo trionfale del caos che nemmeno Batman sembra più in grado di arginare. Con una scelta singolare il protagonista sparisce a lungo dalla storia, rinchiuso in una prigione dalla quale quasi nessuno è riuscito a evadere. Scompare per un bel pezzo anche Selina, la ladra divenuta sua ambigua alleata, che Anne Hathaway trasforma con grin-ta nel migliore dei coprotagonisti; vincendo il duello con Marion Co-tillard, donna d’affari invischiata in una scalata all’impero economi-

co di Bruce, difficile da seguire nei suoi rivolgimenti. Come in tutti gli intrecci di Nolan – che firma anche questa sceneggiatura insieme al fra-tello Jonathan – non mancano colpi di scena, divagazioni e controver-sie interiori. Al regista inglese pia-ce raccontare storie, non si limita a mettere in moto carrozzoni spetta-colari senz’anima. Stavolta però il meccanismo mostra segni di stan-chezza e lascia filtrare pure un po’ di noia, con la sensazione che il per-sonaggio e i tormenti di Batman sia-no stati spremuti quanto era possi-bile – certamente al meglio – e che questo episodio non abbia in fondo molto da aggiungere. Lo spettacolo prende così la sua rivincita: la parte finale del film, concitata e grandio-sa, con le ultime sorprese inaspet-tate, si segue ammirati dimentican-do banalità e passaggi a vuoto.

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i sta delineando l’insieme di misure governative atte a far ripartire l’economia italiana. Mancando gio-coforza l’idea vincente, si

procede con un mix di piccole e me-die decisioni che, nel loro complesso, dovrebbero fare da lievito alla ripresa economica. Uno stock di assunzioni nella scuola, un’accelerata alla digita-lizzazione di un Paese ancora caren-te di infrastrutture per internet, l’idea di non gravare con l’Iva alcune opere pubbliche di notevole importanza, il via a tutta una serie di leggi e regola-menti amministrativi che traducano lo sforzo riformista del governo Monti da buona volontà a regola quotidiana. Insomma, avanti per i sentieri che si sono dimostrati percorribili, dato che le ricette roboanti – non molte per la verità – si sono rivelate alla prova dei fatti impraticabili. Le tasse non si possono proprio diminuire, in un’Ita-lia che sta sforzandosi a farle pagare a tutti; la vendita di beni dello Stato presuppone l’esistenza di compratori disposti a pagare bene; i grandi tagli alla spesa pubblica o le patrimoniali presuppongono indirizzi politici chia-rissimi che certamente un governo tecnico non ha. Tra i meriti di questo esecutivo, c’è pure quello di aver riav-viato la cosiddetta spending review, cioè una continua valutazione della spesa pubblica, per capire se e quanto essa sia positiva e ben disposta, strada

una mano alle nuove generazioni con un riequilibrio del mercato del lavoro che, tra l’altro, portasse ad una mino-re precarizzazione del lavoro stesso. In questo caso, però, le buone inten-zioni non sono state tradotte in bril-lanti azioni. Quanto proposto dal go-verno sembra portare a una crescita della disoccupazione, soprattutto gio-vanile. Si tratta di una serie di novità – in particolare sulle partite Iva e sui contratti a tempo determinato – par-torite più nell’astrattezza delle aule universitarie che nella concretezza dell’economia attuale. L’idea che la precarizzazione si combatta con la

per altro mai battuta in passato. In ge-nerale sono stati perseguiti due obiet-tivi giusti ed equi: quello di evitare che il debito pubblico finisse tutto intero sul conto delle future generazioni. E poi quella volontà di dare appunto

Cala la fiducia degli italianiAd agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori mostra una lieve di-minuzione, passando da 86,5 a 86,0. Lo rileva l’Istat. La componente riferita al clima economico generale aumen-ta da 68,7 a 69,4, mentre diminuisce da 92,9 a 92,0 quella relativa al clima personale. L’indicatore del clima cor-rente aumenta da 92,6 a 94,0, mentre quello relativo alla situazione futura diminuisce da 79,8 a 76,7. Migliorano lievemente i giudizi sulla situazione

economica dell’Italia (da -139 a -134 il saldo), mentre diminuiscono le attese (da -66 a -67). Le attese sulla disoccu-pazione risultano stazionarie (112 il saldo). Migiorano i saldi riguardanti le valutazioni e le attese sulla situazio-ne economica della famiglia (da -70 a -64 e da -41 a -36 rispettivamente), ma peggiorano le opinioni su opportunità attuale e possibilità futura di risparmio (i saldi scendono, rispettivamente, da 131 a 122 e da -71 a -92). I giudizi sul-

la opportunità all’acquisto di beni du-revoli segnano un miglioramento (da -104 a -102). Il saldo dei giudizi sull’evo-luzione recente dei prezzi al consumo è in netto calo (da 64 a 50). Le valuta-zioni sull’evoluzione nei prossimi dodi-ci mesi indicano un’attenuazione della dinamica inflazionistica (il saldo dimi-nuisce da 24 a 14). A livello territoriale il clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest mentre diminuisce nel Nord-est, al Centro e nel Mezzogiorno

regolarizzazione forzata è ottima, ma puramente teorica: chiunque viva fuo-ri da quelle aule universitarie sa che la reazione di tanti piccoli e medi im-prenditori non sarà quella di “mettere in regola” alcune centinaia di migliaia di persone che ora lavorano ma con tutele e stipendi inferiori. Il rischio, invece, è quello di un taglio di massa di altrettanti “posti” di lavoro. Un im-prenditore, se ha assoluta necessità di quel lavoratore, lo assume; altrimenti tende a precarizzarlo. Probabilmente ci saranno decine di migliaia di assun-zioni controbilanciate da altrettanti addii a giovani che ora lavorano.

Il record del prezzo del pieno di benzina ha un effetto valanga sulla spesa delle famiglie in un Paese come l’Italia, dove l’88% delle merci viaggia su strada. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che “il rincaro dei carburanti sommato all’aumento complessivo dei costi energetici per le bollette di luce e gas favorisce la ripresa dell’inflazione e mette a rischio la ripresa dell’economia. Il caro benzina colpisce gli alimentari con ogni

pasto che percorre in media quasi 2.000 chilometri prima di giungere sulle tavole”. A subire gli effetti del caro carburanti sono, continua l’associazione, “anche le imprese agricole che in questo momento consumano grandi quantità di gasolio per garantire l’irrigazione nei campi per salvare le coltivazioni agricole dal caldo e dalla siccità. L’aumento dei costi energetici colpisce in realtà l’intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e

distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale. Fare il pieno dell’automobile alle famiglie ora costa di più che fare la spesa settimanale”. Secondo le elaborazioni della Coldiretti fare il pieno in una automobile con un serbatoio di 60 litri è arrivato a costare 120 euro, un importo superiore ai 111 euro che mediamente le famiglie italiane spendono ogni settimana per fare la spesa, secondo l’Istat.

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uella del premier Mario Monti (che è arrivato addirittura a chiedere ai giornalisti Rai di non usare più il termine “fur-

bi” nei servizi televisivi) è una vera e propria guerra contro l’evasione fi-scale. Lorenzo Caselli, docente eme-rito di etica economica all’Università di Genova, in questa intervista, for-nisce alla “guerra” del premier quel-la che potrebbe essere una strategia importante: passare da un “circolo vi-zioso” a uno virtuoso per combattere l’evasione fiscale, consapevoli che la responsabilità non è solo del singolo che non paga le tasse, ma anche di un tessuto culturale “compiacente”. Condivide la necessità della “guerra” all’evasione?“Sono perfettamente d’accordo con quanto detto da Monti. Il bene comu-ne, d’altronde, non è un’affermazione generica, ma va tradotto in atti con-creti. ‘Fare’ il bene comune chiede innanzitutto – appunto – di pagare le tasse, secondo il principio per il quale chi ha di più deve dare in misura mag-giore. In realtà ci troviamo nell’ambito di una circolarità viziosa alimentata da chi evade, ma pure dal luogo co-mune secondo il quale dal fisco ci si deve difendere”.Come uscirne fuori?“Questa circolarità va spezzata. Da una parte, dando vita a un fisco più

efficiente, più equo, con il presuppo-sto che le risorse verranno effettiva-mente usate per il bene di tutti. Insom-ma, bisogna entrare nell’ottica di un fisco che da ‘nemico’ diventa ‘amico’. Dall’altra, combattendo con sempre maggior efficacia l’evasione”.Non dare al fisco ciò che gli spetta

Nel condividere la necessità di dare concrete risposte sociali alle persone ed alle loro famiglie, colpite dalla profonda crisi economica che sta mettendo a dura prova molte realtà produttive del Bresciano, il Banco di Brescia ha aderito all’invito del Comune di Pontevico di agevolare i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità della società in fallimento “Citman s.r.l.” (nella foto). Si tratta di 45 i lavoratori residenti in Pontevico

che, in attesa del rinnovo della cassa integrazione guadagni per proroga di sei mesi – per altro già avanzata presso il Ministero dalle organizzazioni sindacali – potranno ottenere, recandosi agli sportelli dell’istituto di credito bresciano un’apertura di credito in conto corrente a frazioni mensili per un importo complessivo di 2.800 euro. L’importo disponibile mensilmente, per un massimo di quattro mesi, sarà al massimo di

700 euro. Tale facilitazione non sarà gravata da alcun costo, sarà regolata a tasso zero e avrà una durata massima di tre mesi, a far data dall’ultima erogazione.Un importante ruolo, nella definizione di questo accordo, è svoto dal Comune di Pontevico che si è fatto garante delle anticipazioni salariali a favore dei lavoratori residenti, come disposto con deliberazione di Giunta comunale n. 106 del 6 luglio 2012.

è un fenomeno diffuso e da alcuni “giustificato”…“L’evasione è il male profondo del no-stro Paese, da un punto di vista eco-nomico, ma anche socio-culturale” Come generare un cambiamento culturale?“Serve un forte richiamo ai valori e far capire che evadere è un furto, non dichiarare per intero i propri redditi una menzogna. ’. Ci vorrebbe, poi, an-che un cambiamento antropologico”.In che senso?“Il fisco considera oggi il contribuen-te come uno che non paga tutto il do-vuto, che deve dimostrare di essere in regola. Capovolgere questa con-cezione sarebbe un segnale forte”.

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on la chiusura del merca-to estivo nell’ultimo gior-no del mese di agosto, ci sarà spazio per i risultati sul campo. Niente scuse:

se a Crotone la sconfitta a tempo ab-bondantemente scaduto è stata giu-stificata con una rosa corta e assen-ze varie, sabato alle 20.45 contro la Juve Stabia il Brescia deve fare botti-no pieno. Prezioso sarà il rientro dal primo minuto di Alessandro Budel, che ha saltato il debutto nel torneo cadetto sette giorni prima dovendo scontare un turno di squalifica. In-somma l’avvio delle Rondinelle non è stato dei migliori (per mettere a tacere i primi mugugni la società ha presentato mercoledì scorso il nuo-vo sito www.bresciacalcio.it) e sotto i riflettori di Mompiano ci si aspetta un pronto riscatto. Ecco, proprio il capitolo Rigamonti continuerà a far discutere: i lavori per la realizzazio-ne della nuova Curva Nord avvici-nata al campo sono in ritardo quindi verranno aperte – come in occasione del primo turno di Coppa Italia con la Cremonese – le due tribune men-tre la Sud resterà a disposizione del-la tifoserie ospite. La nuova data di consegna, dunque, è fissata per il 25 settembre (difficile per la successiva casalinga contro il Padova) in occa-sione di Brescia-Modena mentre il cantiere era partito lo scorso mer-coledì 8 agosto.

Chi, invece, ha risolto i propri pro-blemi con l’impianto di gioco è la Fe-ralpi Salò di Lega Pro 1 che questa domenica debutterà in trasferta (gi-rone A) sul campo del Pavia. In ex-tremis la Lega Calcio ha rilasciato la deroga per disputare le gare interne al Lino Turina dopo un’estate di pas-sione e stilettate a relativa distanza con i cugini del Brescia Calcio. I gar-

desani avrebbero disputato la prima parte di stagione al Rigamonti come da accordi scritti con il Comune di Brescia in attesa della messa a nor-ma del proprio impianto. Si torna alla normalità e i lavori di amplia-mento delle tribune dovranno essere completati in questo biennio in colla-borazione con l’Amministrazione co-munale lacustre. “Abbiamo lavorato

Si chiama Brixia Sport Spa ed è la nuova società sportiva che ha recentemente acquisito la struttura di Liquigas Sport SpA che, dal 2004, ha gestito la formazione verde-blu. L’esperienza maturata in otto anni di attività non si perderà ma, anzi, ne verrà garantito il prosieguo. In vista della stagione 2013, Brixia Sport ha definito il rinnovo di contratto con 19 atleti dell’attuale organico: fra questi spiccano Ivan Basso, Moreno Moser e Damiano Caruso, considerati i punti di

riferimento. Tre, invece, i nuovi ingaggi: Alessandro De Marchi (dall’Androni-Venezuela), l’austriaco Matthias Krizek (neoprofessionista dal Team Marchiol-Emisfero-Site) e l’australiano Cameron Wurf (proveniente da Champion System) che già nel 2011 aveva militato nella Liquigas-Cannondale. Oltre al completamento dell’organico, Brixia Sport lavorerà per il mantenimento della licenza Uci World Tour, già in possesso della squadra fino al 2014. (m.r.)

Sarà l’unica squadra italiana impe-gnata in Champions League, la più importante manifestazione continen-tale per club. Con questo biglietto da visita riparte la nuova stagione dell’An Brescia di pallanuoto. Che sarà impe-gnata su altri due fronti: il massimo campionato di A1 (reduci dal secondo posto avendo perso la finale scudetto col Recco) e la Coppa Italia (strappa-ta proprio ai liguri sul neutro di Napo-li). Si ripartirà da Sandro Bovo (nella

foto) al timone della squadra, nono-stante il lungo corteggiamento degli stessi recchelini del dimissionario e facoltoso presidente Volpi. Il primo appuntamento sarà proprio la Cham-pions il 26 settembre (i gironi verran-no sorteggiati il 7 settembre). Il primo turno prevede un raggruppamento a sei squadre con le prime quattro che si qualificheranno alla fase successi-va. Per il campionato, invece, si do-vrà attendere il 13 ottobre. Squadra

che vince non si cambia o quasi. Par-titi Miotto e Gitto sono arrivati due pezzi da novanta, ovvero l’ex Savona Goran Fiorentini (un ritorno dopo di-versi anni per rilanciarsi e riprender-si la nazionale), oltre al promettente difensore partenopeo Giuseppe Va-lentino. A questi bisogna aggiunge-re le riconferme di capitan Calcater-ra (un giovanotto che ha scavallato i 40 anni e all’ultima stagione prima dell’addio), gli ex nazionali e gioca-

tori d’esperienza Leonardo Binchi ed Enrico Mammarella oltre alla punta di diamante Christian Presciutti, reduce dall’argento alle Olimpiadi di Londra con la nazionale azzurra. Conferma-to anche lo staff dirigenziale: dal team manager e “pietra miliare” Piero Bo-relli, al presidente Andrea Malchiodi fino al main sponsor Marco Bonomet-ti delle Officine Meccaniche Rezzate-si, quest’ultimi due al secondo anno di un progetto di durata quadriennale.

molto per trovare questa soluzione – spiega il presidente del Salò Giu-seppe Pasini – ci teniamo al nostro territorio, alla nostra identità e non abbiamo mai smesso di credere che un giorno saremmo potuti tornare a giocare al Turina. Ora che sappiamo che non inizieremo il campionato a Brescia, siamo davvero molto soddi-sfatti”. Sempre nello stesso girone, esordio questa domenica alle 15 an-che per il Lumezzane che farà visita alla “nobile e decaduta” Reggiana. Squadra rinnovata e rafforzata quel-la valgobbina allenata quest’anno da Gianluca Festa. Molte le aspettati-ve da parte della dirigenza: su tutti è uscito alla scoperta il presidente Cavagna che, senza giri di parole, ha dichiarato di volere la promozio-ne in serie B. Più cauto il tecnico sardo che è soddisfatto della prepa-razione pre-campionato. “Sono arri-vati tutti i giocatori che volevamo – spiega – sia i giovani che i senatori Marcolini, Torri e Mandelli. Gente motivata e che si è integrata subi-to. Sarà un campionato abbastanza equilibrato”.

Presentata la campagna abbonamenti del Basket Brescia. La società propone ai tifosi i carnet più popolari allo stesso prezzo della stagione passata ma con ben cinque partite gratuite per i settori gradinata Leonessa (curva e gradinate basse) e tribuna verde numerata, tre per la tribuna rossa e due per il parterre. Una ulteriore promozione è la possibilità, per chi acquista contemporaneamente tre abbonamenti di gradinata Leonessa in unica soluzione, di ottenerli

a 300 euro risparmiandone 60. Lanciata, dunque, la sfida ai propri tifosi per il raggiungimento di un sogno: la sottoscrizione di 1000 tessere. “Insieme esisteremo sempre” è lo slogan per dimostrare ancora una volta che il Basket Brescia di Lega 2 è patrimonio della città, della provincia e soprattutto dei suoi tifosi. Gli abbonamenti sono sottoscrivibili fino al 28 settembre presso la sede della Leonessa al Centro Sportivo San Filippo in città. (m.r.)

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l primo Happening degli ora-tori è in dirittura d’arrivo. L’evento si svolgerà dal 6 al 9 settembre a Brescia e Ber-gamo. Ovviamente il Csi sa-

rà in prima fila. Il progetto nasce dal Forum oratori italiani, e ha come obiettivo quello di far luce sugli elementi essenziali dell’es-sere e del fare oratorio oggi. Ide-atore e anima dell’evento è don Marco Mori.Oggi la missione educativa è sempre più ardua. Quali stru-menti peculiari e attuali può mettere in campo l’oratorio?“L’oratorio sembra un po’ Davide contro Golia. I mezzi a disposizio-ne non possono competere con i luccichii che tanta cultura contem-poranea offre ai ragazzi sul diverti-mento o sui modelli di interazione. L’oratorio è semplice, immediato, reale. Ha mezzi poveri ma auten-tici. Con essi occorre riscrivere la convinzione che educare sia una missione vincente”.L’educazione richiede un con-corso di forze e di soggetti. Di quali compagnie deve giovarsi la realtà oratoriana?“L’oratorio è un luogo aperto a tut-ti, anche alle istituzioni: scuola, amministrazioni pubbliche, asso-ciazioni sportive e culturali. Que-sta è una benedizione e non lede l’identità oratoriana, a patto che al centro ci sia il bene dei ragazzi”.

Il fuoco olimpico non si è spento, si è solamente sopito. A ravvivarlo ci hanno pensato gli atleti che il 29 agosto hanno dato il via alle Paralimpiadi di Londra, a caccia di medaglie fino al 9 settembre. L’Italia ha ottenuto la qualificazione in 12 discipline. Il Centro sportivo italiano sarà presente con una delegazione nazionale nella capitale britannica, dove un sogno colorato di sorrisi – come lo ha definito il presidente del Cip Luca Pancalli – diventerà realtà. “Non

c’era definizione più azzeccata – ha commentato il presidente ciessino Massimo Achini – lo abbiamo potuto riscontrare alle finali nazionali del Csi, dove abbiamo inserito gare o esibizioni di disabili respirando l’autentico spirito dello sport. Saremo in prima linea a Londra, ma soprattutto nella splendida avventura di ampliare l’offerta sportiva per gli atleti ai quali la natura ha tolto qualcosa, ma ha regalato un’incredibile capacità di essere tosti nella vita”.

In tutto questo che ruolo assu-me il Csi?“Il Csi ha un regalo da fare a tutti gli oratori: aiutarli a tenere aperti più canali educativi. La tentazio-ne, oggi, è quella di semplificare e ridurre le azioni educative a quel-le più sicure, mentre, al contrario, c’è bisogno di moltiplicarle. Il Csi ci ricorda che non possono esiste-

re solo i cammini formativi basati, ad esempio, sugli incontri. Tutto educa: non c’è contraddizione tra umanità e spiritualità, tra muscoli e cervello, ma ricerca dell’unità”.Come si inserisce lo sport nei processi educativi e pastorali?“Non bisogna isolare lo sport, ma farlo diventare parte integrante della proposta di un oratorio, pun-tando sul gioco, sulla polisporti-vità e dando tempo alle relazioni con ragazzi e famiglie. Il tutto ela-borando un progetto sportivo. Co-sì lo sport non entra nell’oratorio, ma è già oratorio”.Per informazioni sull’evento www.oratori.org.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Un grazie dalla Segreteriadi Stato

Egr. direttore,in occasione della Giornata per la carità del Papa, celebrata domeni-ca 24 giugno scorso, ella ha dispo-sto che il periodico “La Voce del Popolo” diffondesse tra i lettori il pieghevole curato dall’Ufficio Obo-lo di San Pietro. A nome del Santo Padre, La ringrazio vivamente per la sua attenta e generosa collaborazio-ne con l’iniziativa della Segreteria di Stato, che era volta a presentare il significato spirituale ed ecclesia-le, come pure le modalità pratiche di un sostegno fattivo delle opere del ministero apostolico e caritati-vo del Sommo Pontefice come Pa-store della Chiesa universale. Sua Santità Benedetto XVI, invocando la materna intercessione della Bea-ta Vergine Maria, è lieto di impartire a Lei e ai collaboratori la benedizio-ne apostolica, che volentieri estende ai familiari. Profitto dell’occasione per confermarmi con sensi di distin-to ossequio.

+ Angelo Becciu, Sostituto

La funzione sociale dei mezzi di produzione

Egr. direttore,nei mesi scorsi abbiamo assistito, con una certa attesa per i risultati, al dibattito un po’ aspro, sulla riforma del mercato del lavoro. Il governo Monti, in pochi mesi non poteva certo né supplire alle mancate riforme ne-cessarie da alcuni decenni e neppure stravolgere la situazione trovata in merito alle tematiche riguardanti il la-voro. L’obbiettivo e l’impegno princi-pale del ministro Elsa Fornero consi-

ste nel voler ridurre le macroscopiche disuguaglianze di trattamento esisten-ti tra il lavoro svolto nel settore pub-blico (garantito) e le altre tipologia di lavoro esercitato alle dipendenze di terzi, in proprio, o attraverso una par-tita Iva. Coloro che non hanno voluto riconoscere l’urgenza e quindi la bon-tà della iniziativa del governo Monti dimostrano miopia politica da un lato ed egoismo puro dall’altro. Ma i pro-blemi collegati al lavoro, quale diritto fondamentale per tutti i cittadini, san-cito dalla Costituzione, sono pure di altra natura. È il continuo venir meno di posti di lavoro che deve preoccupa-re. Si tratta, quindi, di rivedere tutta l’organizzazione del lavoro al fine di trovare sufficiente offerta di impiego per tutta la forza, individuare nuove opportunità lavorative. Prendiamo in considerazione l’industria. Dopo la fine della grande fabbrica e la ri-duzione di ogni tipo di produzione, a partire da quella siderurgica diventa inevitabile la contrazione dei posti di lavoro. Nel settore delle costruzioni ben sappiamo che, in quasi tutti i co-muni, ci sono molti alloggi in esubero; di nuova costruzione o divenuti inser-vibili ai proprietari. Si potrebbero ri-strutturare i vecchi edifici portandoli a norma delle leggi attuali, per poi ri-proporli sul mercato immobiliare. Ma senza aumento della popolazione ri-mane una scommessa. Nel commer-cio non è che possiamo continuare a far “girare” i prodotti; pertanto è dif-ficile incrementare manodopera con l’apertura di nuovi supermercati, a cui corrisponde la chiusura dei ne-gozi tradizionali. Il terziario e i servi-zi in genere potrebbero aumentare le persone occupate, a patto che i ser-vizi vengano qualificati meglio e lo Stato sociale non venga smantellato.

Rimane l’agricoltura, compreso il set-tore zootenico che riesce a occupare circa il 10% di chi trovava lavoro nel settore agricolo fino a circa 50 anni fa. La proporzione con l’intera forza lavo-ro, in ampie zone di agricoltura come quella bresciana, stenta a raggiungere il 5%.Va annotato, inoltre, che le azien-de agricole piccole e medie, che nel passato erano la vitalità dell’agricol-tura, sono quasi scomparse, cedendo i loro appezzamenti di terra a poche aziende che, attualmente, controllano centinaia e centinaia di ettari di ter-reno agricolo. Questo fenomeno di accentramento, che riguarda anche la produzione del latte e l’allevamen-to di bestiame, lo si riscontra un po’ ovunque e non solo nella pianura pa-dana. In tali contesti come è possibile trovare una occupazione che produca reddito familiare per ogni potenziale lavoratore o lavoratrice? Gli auspici e le speranze di ripresa sono dei buo-ni sentimenti; null’altro. In una situa-zione competitiva normale lo Stato deve svolgere il suo ruolo di arbitro, mentre, attualmente, necessita un suo intervento ri-equilibratore delle stor-ture prodotte da un liberismo senza regole, che, recentemente, ha prevari-cato e distrutto ogni parametro di giu-stizia e di equità sociale. Credo che nella realtà attuale sia importante un intervento dei Poteri pubblici, ponen-do alcuni paletti, onde evitare il conti-nuo accentrarsi del potere economico in pochi gruppi. In definitiva, ritengo che vada riscoperta la funzione so-ciale dei mezzi di produzione, come del resto è stato più volte indicato nei documenti della dottrina sociale del-la Chiesa e ribadito nella Centesimus annus di Giovanni Paolo II del 1991. Cordialmente.

Giuseppe Delfrate

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