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C’è da chiedersi perché. Perché il ministro Profumo esterna sull’insegnamento della religione cattolica (Irc), mostrando tra l’altro di non conoscerlo molto bene? Perché adesso? Lo stesso ministro, non molto tempo fa, ha firmato un’intesa con la Conferenza episcopale italiana sulle nuove indicazioni didattiche per l’Irc nelle scuole superiori (oltre a un’altra sulla qualificazione dei docenti) che tengono certamente conto dell’attenzione alla società multietnica, della conoscenza e del rapporto tra le religioni. Quei temi che, secondo le ultime esternazioni, renderebbero invece l’Irc inadeguato e da rivedere. Già a Torino, settimana scorsa, ǯ alla festa di Sinistra, ecologia e libertà, Profumo aveva sostenuto che l’ora di religione, così com’è strutturata, avrebbe poco senso e andrebbe modificata. Perché ormai “nelle nostre classi, soprattutto alle elementari e alle medie, il 30% degli studenti è di origine straniera e, spesso, non di religione cattolica”. “Probabilmente - aveva aggiunto - quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica”. Oggi, a margine di un incontro per la presentazione della biblioteca ministeriale, è tornato sulla questione, scatenando inevitabilmente una ridda di commenti, e di confusione, sull’Irc “catechismo coi soldi pubblici”, che indottrina i ragazzi. A chi giova sollevare un polverone del genere? Tanto più che il Ministro dovrebbe sapere bene che l’Irc è ben diverso dal “catechismo” su cui insistono gli irriducibili paladini di ideologie ormai superate, non è solo per i cattolici ma è per tutti, concorre al pieno raggiungimento delle finalità della scuola pubblica, non chiede adesioni di fede, contempla, nei programmi e negli strumenti didattici, la conoscenza e il confronto con tradizioni culturali e religiose diverse. Dovrebbe sapere, anche, il Ministro, che tale insegnamento è frequentato in concreto da molti allievi non cattolici, anche stranieri, i quali evidentemente non si sentono discriminati dall’Irc e che, attraverso la conoscenza dei principi del cattolicesimo, parte del patrimonio storico del popolo italiano, contribuisce a promuovere integrazione culturale e cittadinanza. Lo ha ricordato molto bene, tra l’altro, Giuseppe Della Torre su “Avvenire”, facendo intendere come il Paese e la scuola abbiano ben altri e “gravissimi” problemi. E allora viene da pensare che il polverone – alimentato anche da un modo senza scrupoli di fare notizia (un titolo sull’ora di religione “tira” sempre, anche se c’è poco da mordere) – serve a coprire proprio i “gravissimi” problemi, che vanno dall’edilizia scolastica disastrata alla situazione precaria delle scuole terremotate, dalla situazione irrisolta del precariato al malumore e disamore di molti operatori scolastici e chi più ne ha più ne metta. Problemi che evidentemente nemmeno i proclami sulla “scuola digitale” riescono a mettere in secondo piano. Davvero non serve oggi una polemica in più sull’Irc. Ben venga una riflessione sulle didattiche innovative, sulla necessità di restare al passo con la società e i bisogni educativi delle nuove generazioni, ma senza confusioni. L’Irc in questi anni ha camminato proprio in questa direzione. Si può sempre migliorare, ma polemiche e ideologia non sono la strada giusta. C’è chi sostiene che ogni popolo ha il governo che si merita. All’opposto, c’è chi sostiene che il governo decide e orien- ta le fortune o le disgrazie del popolo governato. Autori autorevoli, anche di recente, si sono impegnati su queste teorie. A sostegno della prima si dice, ad esempio, che la politica italiana sarebbe più limpida e semplice se gli elet- tori italiani fossero più precisi e meno arruffoni. A soste- gno della seconda si cita la Cina, che sicuramente vede un popolo inquadrato dall’alto e governato da una élite politica. La questione è difficile da dirimere e ritengo che per un po’ di tempo resteranno in auge gli opposti pareri. Più semplicemente si potrebbe chiedere, o meglio dire, pretendere, che coloro che hanno la responsabilità di governo, di qualsiasi tipo (politico, economico e sociale) e a qualsiasi livello (dal Parlamento al- la cooperativa di quartiere) siano provvisti di un solo, grande obiettivo, il bene comune. Quasi dimenticavo: il bene comune è fondato sulla giusti- zia, la pace, il rispetto degli altri, la libertà e la democrazia. Brescia. La società civile per l’ora della città Maclodio. Rivive la battaglia del Carmagnola Fiat: si torna a parlare di aiuti di Stato? ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǤǤ Nuovi diaconi. Il segreto? Mettersi all’ultimo posto Brescia calcio. Nuova puntata per la questione-stadio Veltroni a Brescia. La cultura, volano della civiltà Ǥ ǡ ǣ Dz ° Ǥ ǡ ǡ dz Ǥ /$ 92&( '(/ 3232/2 ǡ ǤǤ

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Le famiglie rom e sinti di Brescia sono inadempienti nel pagamento dei servizi scolastici. Mentre si scatenano le polemiche a livello locale e nazionale, padre Mario Toffari dichiara a Voce: “Il principio è che a pagare non siano i bambini. La via principale resta, comunque, la legalità”

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C’è da chiedersi perché. Perché il ministro Profumo esterna sull’insegnamento della religione cattolica (Irc), mostrando tra l’altro di non conoscerlo molto bene? Perché adesso? Lo stesso ministro, non molto tempo fa, ha firmato un’intesa con la Conferenza episcopale italiana sulle nuove indicazioni didattiche per l’Irc nelle scuole superiori (oltre a un’altra sulla qualificazione dei docenti) che tengono certamente conto dell’attenzione alla società multietnica, della conoscenza e del rapporto tra le religioni. Quei temi che, secondo le ultime esternazioni, renderebbero invece l’Irc inadeguato e da rivedere. Già a Torino, settimana scorsa,

alla festa di Sinistra, ecologia e libertà, Profumo aveva sostenuto che l’ora di religione, così com’è strutturata, avrebbe poco senso e andrebbe modificata. Perché ormai “nelle nostre classi, soprattutto alle elementari e alle medie, il 30% degli studenti è di origine straniera e, spesso, non di religione cattolica”. “Probabilmente - aveva aggiunto - quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica”. Oggi, a margine di un incontro per la presentazione della biblioteca ministeriale, è tornato sulla questione, scatenando inevitabilmente una ridda di commenti, e di confusione, sull’Irc “catechismo coi soldi pubblici”, che indottrina i ragazzi.A chi giova sollevare un polverone del genere? Tanto più che il Ministro dovrebbe sapere bene che l’Irc è ben diverso dal “catechismo” su cui insistono gli irriducibili paladini di ideologie

ormai superate, non è solo per i cattolici ma è per tutti, concorre al pieno raggiungimento delle finalità della scuola pubblica, non chiede adesioni di fede, contempla, nei programmi e negli strumenti didattici, la conoscenza e il confronto con tradizioni culturali e religiose diverse. Dovrebbe sapere, anche, il Ministro, che tale insegnamento è frequentato in concreto da molti allievi non cattolici, anche stranieri, i quali evidentemente non si sentono discriminati dall’Irc e che, attraverso la conoscenza dei principi del cattolicesimo, parte del patrimonio storico del popolo italiano, contribuisce a promuovere integrazione culturale e cittadinanza. Lo ha ricordato molto bene, tra l’altro, Giuseppe Della Torre su “Avvenire”, facendo intendere come il Paese e la scuola abbiano ben altri e “gravissimi” problemi.E allora viene da pensare che il polverone – alimentato anche

da un modo senza scrupoli di fare notizia (un titolo sull’ora di religione “tira” sempre, anche se c’è poco da mordere) – serve a coprire proprio i “gravissimi” problemi, che vanno dall’edilizia scolastica disastrata alla situazione precaria delle scuole terremotate, dalla situazione irrisolta del precariato al malumore e disamore di molti operatori scolastici e chi più ne ha più ne metta. Problemi che evidentemente nemmeno i proclami sulla “scuola digitale” riescono a mettere in secondo piano. Davvero non serve oggi una polemica in più sull’Irc. Ben venga una riflessione sulle didattiche innovative, sulla necessità di restare al passo con la società e i bisogni educativi delle nuove generazioni, ma senza confusioni. L’Irc in questi anni ha camminato proprio in questa direzione. Si può sempre migliorare, ma polemiche e ideologia non sono la strada giusta.

C’è chi sostiene che ogni popolo ha il governo che si merita. All’opposto, c’è chi sostiene che il governo decide e orien-ta le fortune o le disgrazie del popolo governato. Autori autorevoli, anche di recente, si sono impegnati su queste teorie. A sostegno della prima si dice, ad esempio, che la politica italiana sarebbe più limpida e semplice se gli elet-tori italiani fossero più precisi e meno arruffoni. A soste-

gno della seconda si cita la Cina, che sicuramente vede un popolo inquadrato dall’alto e governato da una élite politica.

La questione è difficile da dirimere e ritengo che per un po’ di tempo resteranno in auge gli opposti pareri.

Più semplicemente si potrebbe chiedere, o meglio dire, pretendere, che coloro che hanno la responsabilità di governo, di qualsiasi tipo

(politico, economico e sociale) e a qualsiasi livello (dal Parlamento al-la cooperativa di quartiere) siano provvisti di un solo, grande obiettivo, il bene comune. Quasi dimenticavo: il bene comune è fondato sulla giusti-zia, la pace, il rispetto degli altri, la libertà e la democrazia.

Brescia. La società civile per l’ora della città

Maclodio. Rivive la battaglia del Carmagnola

Fiat: si torna a parlare di aiuti di Stato?

Nuovi diaconi.Il segreto? Mettersiall’ultimo posto

Brescia calcio.Nuova puntata per la questione-stadio

Veltroni a Brescia.La cultura, volano della civiltà

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Brescia (l’ultima na-ta), Piattaforma civica, Brescia per la gente, Donne per Brescia, ma anche Grillo e il suo mo-

vimento Cinque stelle e forse ancora altro... La città che cerca al di fuori dei partiti e della politica le risposte sul suo futuro si è messa in moto in vista delle elezioni amministrative previste per la primavera del 2013. E lo ha fatto con un dinamismo tale da rischiare di arrivare all’election day con un numero di proposte (liste) più alto rispetto a quello degli elettori. È un buon segnale? È un messaggio che l’antipolitica (che conosce diver-se declinazioni) indirizza alla politi-ca? È una severa critica a chi negli anni ha governato la città? Per dare risposte a tutte queste domande c’è tempo. Saranno i mesi a venire che dovranno dire quante delle iniziati-ve messe in campo (e di quelle che ancora probabilmente vedranno la luce da qui all’avvio della campagna elettorale) hanno veri fondamenti ci-vici e quante, invece, appartengono al genere delle liste “civetta”. Quel-lo che appare certo è che si tratta di un fenomeno che dovrebbe interes-sare i partiti che da tempo sono al lavoro per mettere a punto la stra-tegia elettorale. Ci sarà tempo nelle settimane a venire per capire come questi stanno muovendosi per met-tere a punto progetti amministrativi e per tamponare quelle falle che gli scandali nazionali hanno aperto nel-la loro credibilità anche a livello lo-cale. Per il momento, dunque, occhi puntati sulla società civile che sem-bra voler diventare protagonista del futuro di Brescia. Un obiettivo, una dichiarazione di intenti che ad oggi è uno dei pochi elementi che acco-muna la diverse realtà che hanno già fatto un passo in avanti. La confer-ma arriva anche da Davide Gaspa-retti (nella foto), della direzione del-la rivista “Città & Dintorni” che, nei giorni scorsi, ha messo intorno a un tavolo tutte le realtà che hanno co-me obiettivo le amministrative del 2013, liste civiche comprese. “Abbia-mo invitato persone qualificate, ma non i candidati sindaco – sottoliena Gasparetti – per evitare il rischio di personalizzazione”. Quello della rivi-

L

sta non è un interesse dell’ultimora. Con un editoriale, già nel 2010, aveva lanciato infatti l’idea di creare anche fisicamente lo spazio per un dialogo tra associazioni, cittadini e politici at-tenti alla domanda di cambiamento. Invito che, evidentemente, nessuno

comune di città da condividere e da costruire insieme”. Chiaro è anche il pensiero di Gasparetti sull’attendibi-lità di proposte che, pur con toni di-versi, dichiarano di di mettere al cen-tro la città, di essere trasversali e di porsi come baluardo costruttivo al-la sterile antipolitica. Per il membro della direzione di “Città & dintorni” sarebbe curioso che puntassero ad altro. “Il prendersi cura della città in cui si vive – afferma al proposito – è un obbligo per ogni cittadino impe-gnato perché significa prendersi cu-ra delle persone e dei loro bisogni. Il progresso di una città si misura dalla capacità di dare risposte ai bi-sogni reali e non fittizi”. In attesa di quella che Davide Gasparetti defini-sce “evoluzione morale individuale e collettiva” che renda possibile la convergenza di politici di sentire di-versi su temi che riguardano i bisogni e la persone, proprio le liste civiche, afferma ancora “possono diventare i soggetti politici più indicati a per-correre strade nuove, ma in politica ci si deve necessariamente misurare con il consenso. La strada è in salita. I partiti non accettano di abdicare al ruolo di indicare il candidato sinda-co”. Gasparetti indica nell’“esperien-za milanese”, che ha visto una stra-ordinaria convergenza di persone e associazioni (e che Città & Dintorni ha seguito con attenzione), il senso di una richiesta di cambiamento che, se ben interpretata dai partiti, potrebbe aiutarli a rinnovarsi e a trovare nuo-vi consensi. “Le civiche, intese come autentica espressione della pluralità – è la convinzione di Gasparetti – po-trebbero essere il capofila di questo ambizioso percorso politico”. Un ruo-lo impegnativo che apre però a una questione ulteriore: la capacità di que-ste liste di sopravvivere al momento elettorale. “È necessario distinguere tra le varie specie di civiche – afferma –. Quelle che sostengono il sindaco di un partito hanno hanno la funzione di intercettare un voto politicamente orientato e vivono la fiammata della competizione elettorale. Quelle per-sonalizzate vivono finchè c’è la luce del leader. C’è poi “la civica ideale”, che risveglia la coscienza collettiva della città con una progettualità che la rende interlocutore credibile”.

ha accolto se è vero, come dimostra la realtà cittadina, che i partiti hanno continuato a corre sui loro binari e la società civile ha percorso vie paralle-le. “Le liste civiche – è il suo pensiero rispetto al proliferare del fenomeno a Brescia – sono una risposta a un sistema democratico ripiegato sulle dinamiche interne ai partiti incapa-ci di aprirsi ai mondi concreti della città”. C’è però un rischio che Davi-de Gasparetti sottolinea ed è quello che l’attuale “civismo” finisca con l’inserirsi all’interno di un pensiero che si è radicato nella politica italia-na in questi ultimi 20 anni, ovvero la voglia di demonizzare ed enfatizzare le differenze e le negatività dell’altro. Di qui il suo invito perché “le realtà associative si esprimano in modo non neutrale per stimolare movimen-ti e partiti a trovare sintonie su temi programmatici e a proporre un’idea

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Un auditorium del liceo Leonardo stracolmo ha accolto il 22 settembre scorso, Matteo Renzi (nella foto), il sindaco di Firenze, il rottamatore, ma soprattutto candidato alle primarie per guidare la coalizione di centrosinistra alle elezioni politiche del 2013. È una platea variegata, quella bresciana, fatta di giovani e meno giovani, di molti sostenitori e di qualche semplice curioso. In sala, molti giovani sindaci della provincia di Brescia, nonché il segretario provinciale del Pd, Luigi Bisinella, quello cittadino, Giorgio De Martin, e il capogruppo in Loggia, Emilio Del Bono. Renzi, però, non ha vestito a Brescia i panni del rottamatore. Si è proposto, invece, nell’ottica di chi ambisce a guidare il centro sinistra alla conquista del governo del Paese. Debito pubblico troppo elevato, tasse troppo alte, sistema dell’educazione da rifondare: sono questi i temi toccati da Matteo Renzi, questioni non particolarmente nuove. Ma al sindaco di Firenze va riconosciuto il merito di essere tornato a parlarne, in un panorama nazionale desolante per idee, contenuti e principi e di non avere timore a dire che pensa e che, almeno sulla carta, vuol realizzare. E, infatti, si presenta bene, con un motto, “Adesso!”, che sottolinea l’urgenza del cambiamento di rotta e una campagna in tutto e per tutto in stile Obama (dalla grafica alla camicia con le maniche rimboccate). Tre sono le parole chiave su cui si è snodato l’intervento, durato circa un’ora, di Renzi a Brescia: futuro, Europa, merito. Tre parole che corrispondono a tre obiettivi da porsi per costruire un’Italia migliore. Il futuro che si costruisce a partire dall’istruzione, in ogni suo ordine e grado. Il merito, tema non facile, anzi spinoso, che ha sempre il rovescio della medaglia: il rischio di precipitare nella selezione naturale della specie e che per questo non può essere disgiunto dai temi della giustizia sociale e dell’equità. Più Europa, infine, è la ricetta renziana per superare il localismo e il rischio di essere schiacciati nelle piccole beghe di quartiere. L’Europa come risorsa e come opportunità, non come limite. (Luca Rivali)

Il proliferare anche a Brescia dei laboratori e delle liste civiche che mettono nel loro “biglietto da visita” il netto distacco dalla politica qual-che preoccupazione la sta destan-do. Se il sindaco Adriano Paroli, evi-dentemente gratificato dell’apprez-zamento espressogli da “XBrescia”, tanto da auspicare la nascita di altre realtà simili, magari disposte a tra-sformarsi da qui all’appuntamento elettorale della primavera 2013 in vere e proprie liste in appoggio alla sua candidatura, in attesa che la Le-ga e gli altri alleati sciolgano le loro riserve, c’è chi, soprattutto nell’area di quel centrosinistra che intende subentrare a Paroli nella guida del-la città guarda non senza disagio a ciò che si sta profilando all’orizzon-te. L’insofferenza verso i partiti po-litici tradizionali e chi li dirige, resa evidente dall’astensionismo sempre maggiore e dalla crescita dell’atten-zione verso proposte che si fanno vanto della loro natura antipolitica, ha spinto nelle scorse settimane 31 bresciani a sottoporre un documento partiti e ai raggruppamenti che si ri-conoscono nel centrosinistra o nelle aree ad esso contigue. I sottoscritto-ri del documento si dicono preoocu-

pati dalla blanda reazione del centro sinistra che trasmette l’imperssione di essere più interessato, anche in termini di candidature, a guardare a un passato prossimo e talvolta an-che remoto e nel quale l’elettorato legge il rifiuto di qualsiasi volontà di rinnovamento. “Una classe politica lungimirante e sensibile al bene del-la comunità, – è un altro passaggio del documenti – nell’intento di scon-giurare il grave rischio di allargare la frattura che la separa da una parte sempre più consistente dell’eletto-rato, ha il dovere di formulare una proposta politica che segni un’evi-dente discontinuità con il passato e che sia in grado di dar vita alla più ampia possibile partecipazione”. Co-me? Anche presentando personaggi nuovi, la cui storia personale sia ga-

ranzia di preparazione, competenza, serietà, “così che la città – prosegue il documento – possa arricchirsi di nuove energie che pure fanno parte del suo patrimonio e che mai come ora è doveroso liberare”. I sotto-scrittori del documento auspicano poi che le forze del centrosinistra e quelle ad esso contigue, comprese le formazioni civiche, diano inizio a un percorso di aperto confronto per la ricerca di queste nuove personalità, interessando i cittadini con iniziati-ve per pervenire all’individuazione di pochi e chiari punti programmatici e di candidature fortemente innovati-ve. I firmatari? Pompeo Anelli, Vit-torio Arena, Arianna Barbarisi, Sil-vio Betti, Giuseppe Bertinelli, Maria Gabriella Bertoli, Fiorenzo Bertuzzi, Gianluigi Bezzi, Maria Ughetta Bi-ni, Tino Bino, Francesco Capretti, Alberto Cerioli, Francesco Cerioli, Claudia Crescini, Salvatore Del Vec-chio, Ciso Gitti, Davide Guaragni, Elisabetta Lazzaroni, Andrea Lepidi, Anna Liscardi, Luisa Liscardi, Mau-rizio Lovisetti, Corrado Luzzago, Mauroernesto Macca, Carla Marche-se, Riccardo Montagnoli, Sara Re-mus, Vittorio Rubagotti, Vito Salva-dori, Enzo Trommacco, Igor Valzelli

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l polverone della Polverini rsi-chia di tracimare dalla regione Lazio all’intero sistema politico nazionale, per altro già trabal-lante di suo. La vicenda che,

dopo qualche tentennamento, ha por-tato la governatrice a rassegnare le sue dimissioni ha reso manifesta una sensazione che gli italiani da tempo avvertivano con chiarezza: la politica continua a vivere in un mondo paral-lelo a quello in cui abitano gli italiani. Quello che indigna non è solo l’uti-lizzo indebito che Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl in Regione Lazio, avrebbe fatto dei fondi copiosamen-te assegnati al suo gruppo politico, ma il fatto che tutte le forze presen-ti in quel consiglio abbiamo votato a favore dell’aumento di questi appan-naggi gestiti poi senza alcun control-lo ufficiale. Che poi qualcuno li abbia utilizzati per festini e toga party o li abbia dirottati su conti privati (di qui l’accusa di peculato nei confronti di Fiorito che ha poi scatenato il polve-rone) è solo la conferma dello stato di malattia irreversibile in cui versa il sistema politico nazionale, malattia provata anche dalla stessa Polverini che ha minacciato di raccontare tutto il male che ha visto da presidente ma che, inspiegabilmente, non ha denun-ciato (come avrebbe dovuto) prima della bufera che l’ha travolta. “Il Sole 24 Ore” nei giorni scorsi ha verificato quanto costi il sistema delle Regioni,

le dei partiti che siedono nei consigli delle 21 regioni italiane senza partico-lare motivo. A questi devono esserne aggiunti altri 220 per gli indennizzi (mancano nel calcolo quelli di Ligu-ria, Marche e Trentino Alto Adige), 150 versati come vitalizi (anche qui il calcolo è incompleto) e 260 per il co-sto del personale. Cifre astronomiche soprattutto in una stagione di grandi sacrifici per tutti gli italiani. Eppure la politica su questo tema parte non avvertire particolari imbarazzi. Certo, come va ripeptendo in questi giorni in tanti salotti televisivi, ha deliberto alcuni tagli: onorevoli e senatori gua-

oggi nell’occhio del ciclone. I risultati si commentano da soli: sono 79 i mi-lioni di euro (manca però il dato del-la regione Lazio) che dalle tasche dei contribuenti passano, come una sor-ta di finanziamento pubblico, in quel-

“Lo stallo dei partiti. La politica dei tecnici. E i cittadini?”è stato il tema scelto per uno dei laboratori temati-ci di LoppianoLab, la manifestazio-ne promossa dal Movimento dei Fo-colari dal 20 al 23 settembre scorsi nella cittadella “focolarina” a pochi chilometri da Firenze. Tra i parte-cipanti anche il politologo Antonio Maria Baggio (nella foto), docente straordinario di filosofia politica all’Istituto universitario “Sophia”,

che a Loppiano ha portato una sua analisi sulla situazione politica at-tuale e sulla possibile via di uscita da intraprendere. Baggio ha parlato della necessità di una rifondazione radicale “perché – ha spiegato – sia-mo in una fase di emergenza”. Per il politogolo il cambiamento deve ripartire da un dialogo serrato tra le forze sociali organizzate e i grup-pi di politici che sono già in politi-ca. “Ci vuole – ha proseguito – una

pressione sociale tale che con crea-tività riesca a tirare fuori dalle forze politiche quegli elementi che sono in grado di proporre dei progetti”. Per Antonio Maria Boaggio l’espe-rienza del governo Monti doveva essere usata dalle forze politiche per una loro riorganizzazione e per presentare programmi che avesse-ro una visione dell’Italia. “Una visio-ne – ha concluso – che stenta ancor ad emergere ma che va elaborata”.

dagneranno di meno (ovviamente a partire dalla prossima legislatura) perchè il Parlamento ha stabilito un taglio delle indennità e meno fondi saranno dati ai partiti come rimbor-si elettorali... La stessa politica, pe-rò, non riesce a trovare l’accordo per una nuova legge elettorale capace di restituire dignità al voto degli italia-ni. Meglio avanzare tanti se e tanti ma piuttosto che mettere nelle mani degli elettori uno strumento serio ed efficace con il quale permettere loro di esprimere un giudizio sull’operato degli eletti e il servizio svolto a favo-re della gente.

“Credo che il Paese sia cambiato. Nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e Paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che deve essere più aperto. E credo che non solo per la religione, ma anche, ad esempio, per la geografia ci voglia una revisione dei nostri programmi in questa direzione”. Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che sono state accolte con soddisfazione dai detrattori

storici dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana, hanno riaperto un dibattito mai completamente concluso e molto spesso strumentalizzato. Alle affermazioni del ministro ha replicato mons. Gianni Ambrosio, presidente della commissione episcopale per l’Educazione cattolica, la scuola e l’università. “È già cambiata la proposta dell’insegnamento della religione cattolica all’interno delle scuole – ha affermato il Vescovo di

Piacenza –. Non è di certo una lezione di catechismo, bensì una introduzione a quei valori fondanti della nostra realtà culturale che trovano la propria radice proprio nel cristianesimo. Quindi, c’è una presentazione del cristianesimo visto in modo particolare, dal punto di vista culturale perché si tratta di un’aula scolastica e quindi è giusto, che tutti i ragazzi, tutti i giovani abbiano la possibilità di conoscere la visione cristiana della vita, l’insegnamento cristiano”.

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Siria, Iran e fondamentalismi sono stati al centro dell’intervento del presidente Usa Barak Obama che ha aperto i lavori della 67ª assem-blea generale dell’Onu in corso a New York. Parlando della situazio-ne siriana Obama ha evidenziato la necessità che il regime di Assad giunga presto a conclusione, non solo per mettere fine alle violenze che stanno causando migliaia di vittime. “In Siria – sono le consi-derazioni del Presidente Usa – il futuro non può appartenere a chi

massacra la gente. Oggi dobbiamo unirci contro un regime sanguina-rio e dobbiamo far sì che una pro-testa iniziata come pacifica non si concluda con una guerra settaria. Dobbiamo pensare a un futuro in cui tutti i siriani abbiano una voce in capitolo. È questo il risultato verso cui lavoreremo”. Altrettanto chiare sono state le sue parole sull’Iran e sulla sua rincorsa al nucleare. Obama ha usato parole di condanna anche per il film su Maometto e per le violente rea-

zioni dei fondamntalismi islamici. Mentre Obama pronunciava il suo discorso, in Siria, nel territorio circostante il villaggio di Rableh, situato tra il confine libanese e la città di Qusayr, nella provincia di Homs, trovava una vicenda solu-zione che rischiava di ingarbuglia-re ulteriormente una situazione già complicata. Il patriarca greco-cattolico di Da-masco, Gregorios III Laham (nella foto) che nei giorni precedenti aveva denunciato il rapimento di

240 fedeli cattolici, maroniti e so-prattutto greco-cattolici che aveva gettato nella paura la comunità cristiana del Paese, ha dato la notizia della loro liberazione. Un risultato dovuto, come ha ricorda-to lo stesso Patriarca, al dialogo tra la gente del villaggio di Rableh e i rapitori armati. “Si tratta – sono state le conclusioni di Gregorios III Laham – di un nuovo esempio per dire che con il dialogo si può fare tutto, o meglio si può fare molto”.

a fatto tappa anche a Brescia il tour che Giu-lio Boscagli, assessore regionale alla Famiglia, conciliazione, integra-

zione e sussidiarietà, sta compien-do in tutte le province lombarde per incontrare soggetti pubblici e privati attivi nel campo delle politiche so-ciali. Obiettivi del viaggio: arrivare alla stesura di un patto per il welfare condiviso tra tutti i soggetti, Regio-ne in testa, che hanno parte attiva in questo delicato settore della politi-ca regionale. “L’attuale impianto di protezione sociale costruito dal do-poguerra in avanti – è la premessa da cui è partito l’assessore Boscagli – mostra in maniera evidente i propri limiti sia da un punto di vista econo-mico che da quello della capacità di rispondere ai bisogni”.Istituzioni locali, sindacati, associa-zioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del vo-lontariato, cooperative e, più in gene-rale, tutti i soggetti protagonisti del welfare sono stati chiamati a questo confronto con la Regione. Brescia, territorio che da questo punto di vi-sta vanta presenze considerevoli per numero e per qualità dell’attività svol-

di discussione è stato un progetto in sette punti, elaboratodalla Regione sulla scorta del lavoro compiuito negli ultimi anni in tema di politiche socia-li. Centralità della famiglia, passaggio dalla domanda all’offerta, fattore fa-miglia, semplificazione, integrazione, sussidarietà, inclusione e coesione so-ciale sono i punti fermi che, chiuso il giro di consultaizoni, dovrebbero co-stituire il perimentro del nuovo patto regionale per il welfare. Un patto che punta, nelle intenzioni degli assessori Boscagli e Peroni, ad un unico obietti-vo: quello dell’equità. “In tempi come quelli attuali – hanno ribadito – non ha più senso parlare di egalitarsimo nell’accesso ai servizi. È più rispetto-so dei bisogni e di risorse sempre più ridotte pensare che ci possa essere una compartecipazione all’erogazio-ne dei servizi direttamente proporzio-nale alle disponibilità di ogni famiglia e di ogni singola persona”. In questa prospettiva si inserisce anche la spe-rimentazione in 15 Comuni lombardi del fattore famiglia, disciplina che re-gola l’accesso ai servizi sulla base sia della valutazione dei bisogni che del-la situazione ecomomica. Palazzolo e Malegno le realtà bresciane coinvolte in questa fase.

ta (come ha avuto modo di sottoline-are Margherita Peroni, per anni alla presidenza della compentente com-missione regionale, presente all’in-contro) ha risposto in modo massic-cio all’invito. Anche a Brescia la base

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Per alcuni giorni il seno di Kate Middleton, la principessa di Cambridge, ha oscurato la crisi. Se, come ripete Monti, vedevamo l’uscita dal tunnel, ad attenderci era un branco di guardoni. Non è il caso di attardarsi a commentare perché sono troppi quelli che badano più al seno che al senno. Così come devono essere respinte al mittente le perorazioni in nome della libertà di stampa e di informazione. Se quella è informazione è meglio chiudere baracca e burattini.Su un altro piano, ma sempre nell’ambito della libertà di espressione, c’è anche il problema dei film, dei video e delle vignette contro l’Islam. Serpeggia nell’opinione pubblica la convinzione che bisogna stare attenti a non provocare le reazioni violente dei musulmani, mentre sono pochi quelli che si preoccupano del rispetto verso chi ha un credo diverso. Quali che siano i meriti o i demeriti dell’altro. Sono tutti capaci (lo dice il vangelo) a essere buoni con chi è buono, di amare chi ti ama. Il problema si pone quando devi rispettare anche chi non ti rispetta, se non vuoi essere travolto dalla

La globalizzazione e la legge della giungla

Con questo numero di “Voce” cambia l’autore delle riflessioni che, settimanalmente, aprono le pagine del giornale. Si tratta dei pensieri brevi e agili, ma non per questo meno profondi, ospitati nello spazio posto a fianco della testata. Don Diego Facchetti, direttore diocesano dell’Apostolato della preghiera, che ha accompagnato i lettori dal settembre del 2011, lascia spazio alla firma di Agostino Mantovani. Figura di spicco del panorama

culturale bresciano che non necessita di grandi presentazioni. Presidente dell’Unione agricoltori, europarlamentare, presidente della Focsiv, in anni recenti ha legato il suo nome a quello della Fondazione Cab che tanto ha fatto e ancora sta facendo per la crescita culturale della città e del Bresciano, Mantovani proporrà riflessioni su diversi aspetti della quotidianità. Un grazie, quindi, a don Diego Facchetti e un buon lavoro ad Agostino Mantovani.

tutti i processi che sono decisivi ai fini della vita umana e sociale sono strettamente connessi con le comunicazioni. Chi non se ne rende conto rischia di diventare schiavo del pensiero unico dei più forti.Prendiamo in considerazione uno degli ultimi esempi, che si ricollega alle violenze islamiche. La presidenza americana è entrata in conflitto con YouTube proprio a proposito della limitazione della libertà di parola e di espressione. Google

ha deciso di non tenere conto della richiesta della Casa Bianca di “riconsiderare l’opportunità di tenere in circolazione il video anti-Islam che ha scatenato la violenza e le manifestazioni anti-americane e anti-occidentali in tutto il mondo arabo”. Google si è appellata all’auto-governo e ha precisato di avere già controllato affinché il video non violi i termini della legge americana sull’incitamento all’odio e di avere oscurato il video in alcune regioni del mondo, per esempio l’Egitto,

spirale dell’odio. Fine della predica.In realtà i problemi più preoccupanti in fatto di comunicazione si determinano, spesso nel silenzio, ad altri livelli. So bene che ne parlo spesso. Non è per deformazione professionale. Il fatto è che la comunicazione governa l’intera vita sociale, politica, culturale, economica, incide sui ritmi della vita, sul flusso dei pensieri e su ogni situazione in cui possono trovarsi persone e popoli interi. Oppure possiamo invertire i fattori così:

la Libia, l’India e l’Indonesia. La decisione di Google si basa su un protocollo che la compagnia ha adottato per risolvere decisioni controverse: nel prendere decisioni sulla pubblicazione di materiale sui suoi siti deve tener conto non soltanto delle leggi e delle politiche dei Paesi, ma del contesto etico e tradizionale. Di fronte al pluralismo Google vuole essere sensibile alle “culture locali”, ma non permette ad alcun potere di qualsiasi Paese di imporle una sua linea di comportamento. Alle critiche Google ha risposto così: “A Google noi nutriamo un pregiudizio in favore dei diritti della gente alla libera espressione in tutto ciò che facciamo... ma riconosciamo anche che la libertà di espressione non deve o non dovrebbe essere senza limiti. La difficoltà consiste nel decidere dove porre questi limiti”. Google non riconosce alle autorità dello Stato, di nessuno Stato, il potere di fissare dei limiti.Siamo al tema fondamentale della globalizzazione: tutto il mondo è paese. Un Paese senza sindaco, senza consiglio comunale, senza regole. O, meglio, vale la regola della forza (come nella giungla).

Giovedì 27 settembre alle 20.45 presso il teatro comunale di Borgosatollo, nell’ambito della 5ª edizione della rassegna “Esperienze vere, storie di testimoni del nostro tempo”, don Aniello Manganiello sarà ospite del Comitato per la pace di Borgosatollo. Don Aniello è stato per oltre 16 anni alla guida di una delle parrocchie di frontiera di Scampia. Dopo il suo trasferimento don Manganiello ha deciso di prendersi un anno sabbatico e ha dedicato del tempo a lavorare al

suo libro “Gesù è più forte della camorra”, scritto a quattro mani con Andrea Manzi. Edito da Rizzoli (i proventi saranno completamente devoluti in beneficenza al centro Don Guanella di Scampia e alle famiglie indigenti) il testo racconta i 16 anni di lotta e misericordia che lo hanno visto protagonista sul campo. Dopo il dibattito, coordinato da Fernando Scarlata, fondatore del Comitato Antimafia Peppino Impastato, ci sarà spazio per interventi e domande dal pubblico.

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i pare, sinceramente, che non ci sia un odio razziale in questa pre-sa di posizione”. Padre Mario Toffari, direttore

dell’Ufficio diocesano per i migranti, non ha dubbi sulla questione che in queste ore sta portando Brescia al centro della cronaca nazionale. Fac-ciamo un passo indietro. Ha fatto di-scutere, e non poco, la scelta del Co-mune di sospendere ai nuclei familia-ri in debito con i pagamenti verso la Loggia i servizi scolastici (scuolabus, mensa e materna) per i campi Rom e Sinti di via Borgosatollo e di via Or-zinuovi. “Bisogna mettere d’accor-do due realtà sussistenti. La prima è che non devono pagare i bambini. Se a monte c’è una mancanza, non possiamo – spiega padre Mario – far-la pagare ai bambini; non possiamo nemmeno pensare che una categoria di persone possa dire: ‘Io non pago, tanto sono della tal categoria e quindi non posso pagare’. Ovviamente si va incontro alle possibili esigenze della persona povera. “C’è da vedere vera-mente se queste persone non possono pagare, ma non è una questione di raz-za. Il Comune vuole 1/3 o di 2/3 della spesa (in nove anni il pregresso do-vrebbe essere di 140mila euro, nda)”. Come in tutte le vicende c’è il rischio che, per come vengono annunciate o spiegate, certe azioni rispondano an-che a un possibile calcolo elettorale.

tenzione ai bambini. Viviamo in una società nella quale non è più possibile dire io vivo solo e ho tutti i diritti: hai tutti i diritti perchè vivi in una socie-tà”. Si parla del servizio di trasporto, ma anche della mensa. “Se il papà non paga, il bambino deve chiaramente mangiare. Non ho, invece, approfon-dito bene la questione del traspor-to, perchè effettivamente si tratta di verificare la sicurezza del bambino. Comunque anche un’organizzazione privata può andare incontro a uno specifico bisogno; non perché sussi-ste un diritto inalienabile collegato a quella categoria, altrimenti sarebbe

“Dobbiamo arrivare, e su questo la no-stra Chiesa si è impegnata senza fare denunce o clamori, a togliere l’aspetto politico-partitico e a proporre un ta-volo di dialogo che convinca le parti interessate degli adulti a prestare at-

Era cominciato giusto 12 mesi fa con la presenza del vescovo Lucia-no Monari. L’ha terminato domeni-ca scorsa mons. Vigilio Mario Olmi che ha presieduto con l’arciprete don Luca Giuseppe Ferrari la solen-ne S.Messa. Parliamo dell’anno del centenario della parrocchiale dei Ss. Cosma e Damiano a Marmen-tino. La chiesa, ricorda una lapide dietro l’altare maggiore, fu consa-crata, parroco don Carlo Zubani,

nel 1911, il 26 settembre festa dei patroni. Ma la sua storia è quasi mil-lenaria. Prima dell´attuale vi era un altro edificio, più piccolo e basso a tre navate (ne rimane il portichetto esterno con brani di affreschi) risa-lente al XIII secolo, consacrato l´8 maggio 1550. Poi la chiesa si arric-chì con le rimesse degli emigranti a Venezia a lavorare armi: splendide pale del Moretto e del Bagnadore, paliotti marmorei, opere lignee. Agli

inizi del ́ 900 il parroco don Antonio Cosi ne decise il rifacimento parzia-le e l´ampliamento: un´unica navata con altari laterali. In occasione del centenario la comunità ha realizza-to il ripristino del vecchio sagrato. Nel fine settimana la festa patronale: sabato 29 alle 20,45 il Concerto del coro “Le voci di Zefiro” di Brescia; domenica 30 alle 11 la Messa con don Armando Scarpetta, già parro-co di Marmentino .

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una discriminazione”. Difficile, pe-rò, trovare un equilibrio. “Il principio è che i bambini non devono pagare, ma attenzione a ogni strumentaliz-zazione. La via dell’integrazione si fa uscendo dalla politica, dicendo a tutti (Sindacato e Comune) che dobbiamo promuovere la persona nei suoi dirit-ti e nei suoi doveri. Se vengono dati i soldi, ad esempio, dalla Regione per i libri scolastici, questi vanno utilizza-ti per quella finalità”. Al momento è stata avviata una trattativa perchè le famiglie paghino qualcosa degli arre-trati. Potrebbe essere una soluzione ragionevole.

Il Vittoriale degli Italiani è il vincitore della decima edizione del premio “Il Parco Più Bello d’Italia”. L’arte dei giardini, è stato detto, somiglia straordinariamente alla poesia, il poeta fa con le parole ciò che il giardiniere fa con le piante, i cespugli, i fiori, le acque, le statue. Il pensiero corre subito al Vittoriale degli Italiani, la cittadella di Gardone Riviera ove Gabriele d’Annunzio approda nel 1921 per poi stabilirvi la sua ultima dimora, che concepisce come un mausoleo

della propria prodigiosa avventura di artista e di eroe. Ed è proprio al parco e ai giardini del Vittoriale degli Italiani che quest’anno viene assegnato l’importante riconoscimento di Parco Più Bello d’Italia 2012. La giuria dell’ormai famoso Premio di Parchi e Giardini, giunto quest’anno alla decima edizione, si è infatti riunita ed ha eletto il Parco del Vittoriale degli Italiani vincitore dell’edizione 2012 del concorso. Il parco del Vittoriale degli Italiani, che proprio l’anno

prossimo festeggerà i 150 anni dalla nascita del poeta, è stato prescelto tra una rosa di dieci finalisti selezionati in primavera tra gli oltre ottocento parchi e giardini italiani iscritti al concorso e pubblicati nella guida online ai parchi più belli d’Italia www.ilparcopiubello.it. Il Vittoriale è un giardino polimaterico di piante ma anche di parole scritte sulle pietre. È una quintessenza di luoghi teatrali, di emergenze e di massi erratici; dove anche le acque si fanno poesia.

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’ecomuseo, erede dei “mu-sei del territorio”, si qualifi-ca oggi come “museo diffu-so” che ha come oggetto di esposizione il territorio in

tutte le sue componenti. Nonostante gli ecomusei siano ancora realtà poco conosciute, in provincia di Brescia se ne contano attualmente già una deci-na. Tra questi l’Ecomuseo del Botti-cino, riconosciuto ufficialmente dal-la Regione Lombardia nel novembre 2011, vanta il più vasto ambito terri-toriale di intervento. Include infatti 11 Comuni compresi tra S. Eufemia e Gavardo: Botticino, Serle, Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Pre-valle, Paitone e Valio Terme. Si tratta di un’area geografica caratterizza-ta da importanti componenti natu-ralistiche, storiche, architettoniche, economiche e culturali unificanti: dal bacino marmifero all’altopiano di Ca-riadeghe, dal Naviglio grande al fiume Chiese, dalle chiese ai siti storici, dai musei agli impianti di archeologia in-dustriale. Sabato 29 e domenica 30 settembre giunge a compimento il primo progetto di marketing cultu-rale e turistico denominato “Il sen-tiero degli antenati”, nato dalla col-

laborazione tra ecomuseo e più enti: Regione Lombardia, Comuni del ter-ritorio ecomuseale, Turismo Verde e Agriturist Lombardia. Il progetto che il presidente Marco Luppis illustra con soddisfazione, si concretizza at-traverso 85 sagome di antenati scelti tra i personaggi significativi, vissuti nei Comuni che fanno riferimento all’Ecomuseo del Botticino, ciascu-na con approfondimento biografico e 10 bacheche illustrative del territorio che verranno istallate sulla strada ci-clopedonale della Gavardina, lungo il canale Naviglio. L’evento è valorizzato da un nutrito programma, articolato in tre giornate che include, oltre alla presentazione ufficiale prevista per sabato 29 alle ore 11 presso il palaz-zo Morani di Prevalle, alla presenza di autorità regionali, provinciali e locali, varie iniziative culturali proposte per “passeggiare con la storia”. Venerdì

28 alle ore 20.45 presso la sala consi-liare di Prevalle si terrà la conferenza “Ecomuseo del Botticino e Sentiero degli antenati: storia locale, ricchezza da preservare”. Sabato 29 alle 17.30 si inaugureranno gli scavi della villa ro-mana di Nuvolento e alle 18.30 pres-so la cascina Saleri di Botticino verrà presentato il libro “ Palazzi, ville e ca-scine di Botticino Mattina” promosso dal Comune di Botticino. Domenica 30, al mattino, con partenza alle 10 o da Treponti o da Gavardo viene orga-nizzata una biciclettata lungo la Ga-vardina per conoscere le figure degli antenati; mentre nel pomeriggio alle ore 16, in ogni Comune del territorio ecomuseale, è prevista la visita a un bene culturale, con la guida di storici e ricercatori. Sarà offerta l’opportuni-tà di conoscere più da vicino monu-menti, edifici religiosi, musei, archi-tetture civili e ambienti naturalistici.

I Giovani delle Acli (GA) e Ipsia (l’As-sociazione delle Acli che si occupa di promuovere la mondialità e nuovi stili di vita), in collaborazione con le Acli provinciali di Brescia, organizza-no l’evento denominato “Futurando - Giovani sostenibili” che si svolgerà venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 settembre presso il circolo Acli di S. Polo a Brescia. Il titolo dell’iniziativa vuole dare l’idea di un futuro in pro-gress, in costruzione; infatti si inten-dono affrontare i temi del lavoro, in particolare quello dell’imprenditoria giovanile, degli stili di vita sostenibili e del consumo in un’ottica di promo-zione di proposte concrete e realiz-zabili per un futuro migliore, di cui i giovani si rendano co- costruttori e responsabili. L’obiettivo dell’evento è di: far conoscere esperienze virtuose che hanno attivato processi o proget-ti negli ambiti sopraccitati; invitare a una riflessione condivisa su che ti-po di modello di sviluppo desidera-no i giovani per continuare ad avere un futuro chesia per tutti in modo equo e solidale; ribadire l’impegno delle Acli, attraverso il suo gruppo di giovani e Ipsia Brescia, su questi temi. Durante le tre giornate, ciascu-na dedicata a un tema in particolare,

verranno proposti: tavole rotonde (dalle 18.30 alle 20) per condividere alcune esperienze e riflettere insie-me ad associazioni e altre realtà del terzo settore; concerti e spettacoli teatrali (dalle 21) come occasioni di riflessione; stand gastronomico aper-to tutte le sere con prodotti a km 0; animazione per i bambini e per i gio-vani con giochi, laboratori, caccia al tesoro; stand di associazioni o realtà rappresentative di un modo più so-stenibile ed equo di intendere i rap-porti con gli altri popoli, mangiare, abitare, viaggiare, fare cultura, etc. La particolarità dell’evento è che oltre a veicolare dei contenuti con le attività in programma, si intende mantenere uno stile coerente con i temi, attraverso alcune scelte signi-ficative come l’utilizzo dell’acqua del rubinetto, la stampa di magliette in cotone bio ed ecologico, l’utilizzo di stoviglie biodegradabili, etc.

I dati di Asl e Arpa parlano chiaro: Brescia è una delle città più inquinate d’Italia sia per la propria collocazione sia per la sua lunga storia industriale che, pur portando enormi benefici ha, al contempo, creato situazioni gravose a livello ambientale. Tra le zone che maggiormente necessiterebbero di un intervento di “bonifica ambientale” c’è senza dubbio il territorio della Circoscrizione Est, compreso tra San Polo e Buffalora, dove, accanto a quattro grandi

arterie stradali, convivono diversi insediamenti industriali di non poco conto; ed è proprio da questa zona che il Partito democratico ha deciso di ripartire. Un momento informale è stata l’occasione, per il Pd locale, di illustrare ai bresciani alcuni piani che i suoi esponenti vorrebbero realizzare per la città. All’incontro, tenutosi a San Polo storico, hanno preso parte, oltre al candidato sindaco Del Bono, l’onorevole Paolo Corsini, il segretario cittadino Giorgio De Martin, il consigliere

comunale Valter Muchetti e Gianni Fornoni del Circolo Brescia Est. Un momento che ha aperto una due giorni di presenza sul territorio da parte dei massimi esponenti del Pd bresciano per presentare il proprio programma elettorale e l’impegno che, da sempre, hanno scelto di porre nella tutela ambientale della città. “Oggi Brescia ha bisogno di segni netti: più attenzione alla qualità di vita che alla quantità, fine del consumo di suolo agricolo, riqualificazione

delle aree esistenti dismesse, nuova cultura nella gestione del ciclo dei rifiuti e maggior attenzione alla raccolta differenziata” ha detto Del Bono. “Se saremo noi a governare, costruiremo il Parco delle Cave, un vero e proprio polmone verde per la città e adotteremo maggior attenzione alla mobilità ciclo-pedonale, rafforzando i parcheggi scambiatori nei dintorni delle stazioni metro. La nostra sarà una vera e propria inversione di rotta” ha concluso. (fr. a.)

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Anche quest’anno i Frati Minori Conventuali di Brescia hanno preparato una serie di proposte ed appuntamenti per la solennità di San Francesco. In particolare venerdì 28 settembre 2012, alle 20.30 nel Salone del Convento verranno ricordate la figura e l’opera di Maria Baxiu, da parte del teologo padre Antonio Maria Sicari con la presentazione del libro di Mario Sgarbossa “Maria Baxiu - donna del dialogo giudaico cristiano”. Mentre alle ore 21.15 in chiesa è previsto il

“Concerto di San Francesco” con l’orchestra da Camera Arteviva, guidata dal maestro Matteo Baxiu, in collaborazione con il Coro Polifonico Theophilus, eseguirà la Messa da Requiem di W. A Mozart. Gli appuntamenti proseguiranno la prossima settimana: lunedì 1 ottobre alle 20.45 è prevista la veglia di preghiera ecumenica per il creato con la presenza dei ministri delle diverse chiese cristiane presenti a Brescia mentre mercoledì 3 ottobre alle 21 si terrà la celebrazione

del Transito di San Francesco nel Chiostro. “La solennità di S. Francesco d’Assisi ci porta a pregare – spiega padre Giancarlo Paris – per la pace e soprattutto per il dialogo con l’Islam”. Per la solennità di San Francesco, giovedì 4 ottobre, saranno celebrate le Sante Messe con orario festivo (alle 7; 8; 9.30, 10.30 e 11.30). Nel pomeriggio alle 16 la preghiera per il Creato e la benedizione degli animali. La Messa Solenne si terrà alle 18.30 preceduta dai

Vespri cantati alle 18. Quest’anno sarà la comunità di Concesio ad offrire l’olio per la lampada della pace che verrà accesa dal Sindaco di Concesio Stefano Retali. La S. Messa sarà presieduta da mons. Dino Orsi, animerà la Corale di San Francesco. Dopo la celebrazione, nel piazzale della chiesa ci sarà il concerto della Banda Musicale di Concesio. L’olio che è offerto a turno da un Comune bresciano esprime il desiderio di un impegno comune per la pace. (a.t.)

ambia il Presidente, ma non mutano gli impe-gni. Michele Bonetti, già membro del Comitato permanente, raccoglie

il testimone del compianto Giu-seppe Camadini, presidente per quasi 30 anni della Fondazione To-vini. “L’eredità è molto esigente, però possiamo – spiega l’avvoca-to Bonetti – contare su una rete di persone, su una comunità inserita nella comunità più grande brescia-na”. La Tovini è una Fondazione pedagogica che può contare su 55 anni di storia alle spalle. In passa-to l’avvocato Bonetti, subito dopo la laurea, fu proprio un borsista della Tovini attraverso la quale ap-profondì i suoi studi nel campo dei diritti umani. La cultura bresciana, in particolare cattolica, è sempre stata marcata molto dalla passio-ne educativa. E Giuseppe Tovini è un alfiere di questa passione edu-cativa; la Fondazione a lui dedica-ta fu voluta fortemente tra gli altri da Vittorino Chizzolini (è in corso il processo di canonizzazione), anima per decenni dell’Editrice La Scuola. La Fondazione Tovini è un labora-torio in cui si sperimenta e si fa ri-cerca sull’educazione. Educazione significa anche impegno per i giova-ni con la famiglia universitaria che, come recita il nome stesso, indica il tentativo di non essere un qualcosa

di neutrale: “È proprio una famiglia nella quale coesistono persone di-verse con studi diversi e ambizioni diverse”. Quest’anno i Padri della Pace hanno offerto l’intero stabi-le di Villa San Filippo, ecco allora che “la Famiglia universitaria ha la possibilità di mettere sul tavolo

nuove iniziative, lasciandosi inter-rogare dalle esigenze formative per dare delle risposte”. Sono sì molte le iniziative per gli universitari con il collegio, ma la Fondazione ha anche la “genialità particolare del volontariato e della cooperazione internazionale; si fa volontariato con la prospettiva educativa di far crescere le persone e ampliare il lo-ro livello di conoscenza”. A propo-sito di scambio culturale, in questi giorni sono presenti a Brescia alcu-ni ragazzi del Benin accompagnati dai loro professori: “Serve a loro, ma soprattutto a noi che avendo un rapporto diretto con persone provenienti da un altro mondo non possiamo non acquistare una mag-giore conoscenza”. In cantiere ci sono tanti piccoli progetti, ma fra questi piace ricordare proprio il Se-minario pedagogico di cooperazio-ne internazionale che prevede al-cuni momenti di approfondimento perché “bisogna formarsi per anda-re e incontrare gli altri; l’obiettivo finale è quello di mettere in rete e costituire delle collaborazioni con le diverse associazioni locali”. Giu-sto ricordare che la Fondazione è un’espressione chiarissima dei laici cattolici. “Il segreto di queste cose – come ricordava Camadini – è darsi reciprocamente una serie di stimo-li, ciascuno mantenendo la propria identità ma costruendo insieme”.

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o scorso weekend, con la consegna al Gruppo Alpi-ni di Paganica di un’am-bulanza dismessa da parte della Croce Bianca di Bre-

scia, si è chiuso un capitolo del lungo libro della solidarietà che distingue il sodalizio bresciano anche e ben oltre i confini provinciali, per aprirne subi-to un altro, quasi a voler rinforzare, se mai ve ne fosse bisogno, il lega-me fra la frazione de L’Aquila, fra le più duramente colpite dal sisma del 6 aprile di tre anni fa e la storica as-sociazione cittadina. “Questo mez-zo è destinato alla colonna mobile dell’Ana del 4° raggruppamento, che viene attivata nel centrosud in occa-sione di grandi e drammatici eventi – ha detto il capo gruppo degli alpi-ni Pietro D’alfonso – ma non rimarrà inattiva, perché, augurandoci di non doverla mai usare in ambito naziona-le, sarà a disposizione sul piano loca-le per tutti i servizi che non riguarda-no l’emergenza”. L’ambulanza, dopo la consegna formale avvenuta nella sede di Brescia della Croce Bianca nel luglio scorso, è stata portata a Pa-ganica dal gruppo storico che ha av-viato quella che venne denominata,

quasi fosse un’azione militare, “Ope-razione Paganica”, i capisquadra Ric-cardo Chiodelli, Giancarlo Pelizzari e Claudio Sbrofatti, assieme al giovane milite Paolo Vignoni. “Tutto nacque circa sei mesi dopo il terremoto – ri-corda Pelizzari – quando, affiancati ad un’iniziativa dell’Associazione ‘La Porta dei Quartieri’ presieduta da Se-rena Perini, raggiungemmo il capo-luogo abruzzese per consegnare le prime attrezzature destinate all’Asl di Paganica. A questa frazione ne fanno capo molte, da Onna a Monticchio, da San Gregorio a Tempera, a Baza-no ed altre ancora per oltre 20.000 abitanti e fu lì che scattò la scintilla dell’operazione, perché venimmo a contatto con una realtà inimmagina-bile e con persone splendide, quali il presidente della circoscrizione Paga-nica Ugo De Paulis, il capo gruppo alpini Pietro D’Alfonso, il direttore

dell’Asl Lino Scoccia ed il comandan-te la locale stazione dei Carabinieri Maurizio Facchini. Con l’onestà che contraddistingue chi ha le mani puli-te – sottolineano Pelizzari, Chiodelli e Sbrofatti – ci chiesero, sollecitati da noi, le cose di cui avevano bisogno, per cominciare a riprendere una vita quasi normale e da allora non ci sia-mo mai fermati. In tre anni e mezzo abbiamo compiuto circa una decina di viaggi a Paganica, nel corso dei quali è stato attrezzato di tutto l’am-bulatorio di Paganica dell’Asl, dai mobili agli strumenti informatici ai presidi sanitari di prima necessità. Anche la circoscrizione ha ricevuto computer e stampanti ed i ragazzi dai 7 ai 15 anni del Paganica Calcio sono stati dotati di attrezzatura sportiva completa, perché la vita ricomincia anche con lo sport”, evidenzia Ric-cardo Chiodelli.

Dopo il successo della prima edi-zione, l’Associazione culturale no profit “Mille 1 Evento” ripropone “Delicious Vintage” a Cascina Mag-gia sabato 29 settembre dalle 14 alle 20, per un pomeriggio interamente dedicato al vintage e all’handmade, che accontenterà sia il pubblico fem-minile che maschile, senza dimenti-care i bambini e l’impegno sociale. Swinging London il tema della ma-nifestazione, che calerà il pubblico nel clima londinese anni ’60, che ha segnato una rivoluzione culturale nel mondo occidentale, in un “oscillare” di tendenze (to swing), che ha coin-volto moda, musica, arte. Oltre ad innumerevoli occasioni di shopping tra oggetti ricercati vintage, artigia-nato, vinili, truccatrici e decoratrici unghie saranno a disposizione gratu-itamente per far vivere alle visitatri-ci lo stile di quegli anni. Ciglia a ra-gno ed eyeliner marcato resi famosi dalla modella Twiggy, labbra neutre e unghie “british”, degne dell’ultima moda presentata alle Olimpiadi 2012, trasformeranno le presenti per il set fotografico gratuito sullo sfondo del-la Londra di quegli anni. La più for-tunata sarà estratta per vincere un cesto di prodotti di bellezza. Un ra-duno d’auto d’epoca d’oltreoceano terrà occupati i visitatori tra rombi di motore e luccicanti carrozzerie. Pez-zi davvero rari nel mondo automobi-listico, nelle dimensioni e nello stile, che accontenteranno gli esperti più preparati e toglieranno il fiato anche ai profani dei motori. Per i bambini, e per i più golosi, l’immancabile tè

delle 5, da gustare presso l’Osteria di Cascina Maggia con i biscotti “fatti in casa”. All’interno del parco altalene, scivoli e giochi. Il tutto con una va-lenza sociale: i volontari dell’Associa-zione Bimbo chiama bimbo saranno presenti per raccogliere abiti usati (uomo, donna, bambino) per il Guar-daroba che mettono gratuitamente a disposizione di oltre 500 famiglie ogni mese che non possono permet-tersi il lusso di shopping e negozi. In caso di pioggia, la manifestazione si terrà sotto gli accoglienti portici di Cascina Maggia.

“L’ambulanza è il mezzo che chiude l’Operazione Paganica della croce Bianca, ma è stata preceduta da due Opel Agila destinate al trasporto del sangue e ai prelievi a domicilio – specificano i capisquadra Giancarlo Pelizzari e Claudio Sbrofatti – mezzi dismessi non già in quanto non in grado di operare, ma perché, per età, non rispondenti più alle specifiche imposte dalla Regione Lombardia, ma che, ricondizionate e spogliate dalle attrezzature per l’emergenza, sono pronte per una

nuova vita”. Assieme all’ambulanza – benedetta dal parroco di Paganica, il colombiano don Dionisio Rodriguez – sono state portate alcune attrezzature, quali maglie, divise, palloni, destinate ai bambini di Onna, che hanno come campo sportivo il sagrato della chiesa, più piccolo della metà di un campo da tennis. Il parroco di Onna, il venezuelano don Cesare Cardozzo, ha detto che “i bresciani sono la testimonianza di una carità operosa e non parlata, perché dopo quasi

quattro anni sono ancora qui e non sembrano intenzionati a fermarsi”. Questo è confermato da un nuovo progetto, che vedrà il parco di Paganica arricchirsi dell’attrezzatura per i giochi dei più piccoli, non appena verranno reperite le necessarie risorse. “Quanto fatto fino ad ora non è costato nulla alla Croce Bianca – tiene a sottolineare Giancarlo Pelizzari – perché ogni cosa portata a Paganica è stata donata da aziende, negozi e privati”. “Va aggiunto – è Claudio

Sbrofatti a dirlo – che i mezzi erano frutto di donazioni e che, trovando una seconda vita anziché la rottamazione, tramandano il nome di chi ne aveva fatto dono alla Croce Bianca, in una continuazione concreta della sua volontà”. Il parco porterà un nome legato a Brescia quale segno della continuità del legame che si è instaurato fra le persone che va ben oltre gli oggetti e le istituzioni; un legame che risponde all’amicizia e alla solidarietà. (fr.a.)

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Inaugurati l’ampliamento e la ristrutturazione della Rsa Giroldi Forcella Ugoni di Pontevico con la presenza dell’abate mons. Antonio Tomasoni, che ha benedetto le nuove strutture. Nel salone dell’istituto il presidente Franco Gobbi ha illustrato le novità e ringraziato i volontari che realizzano valide iniziative tra le quali laboratori di teatro, musica e musicoterapia, arte terapia, riabilitazione e stimolazione cognitiva. Con il coordinamento

della direttrice della Rsa Laura Corbellini hanno preso la parola il sindaco Roberto Bozzoni e il direttore sanitario del distretto Augusto Olivetti. Poi la visita alle 20 nuove camere che assicurano un miglior accoglienza agli anziani ospiti e ai loro familiari, alla nuova palazzina degli ambulatori dei medici di base e per le visite specialistiche. Sono interventi finanziati con fondi della Rsa che dall’1 ottobre avrà un nuovo Consiglio d’amministrazione

composto da Antonella Acerbis (presidente) e dai consiglieri: Antonio Baronio, Giovanni Triglia, Mara Griffini, Marzia Bernardini, Gian Andrea Gennari e Pierangelo Bosio. Subentrano al consiglio uscente del presidente Franco Gobbi e composto dai consiglieri: Luigi Marini, Ernesto Grazioli, Nella Ziletti, Erminia Arisi, Umberto Beccagutti, Mara Biaggio; a questi è stato riconosciuto il merito di aver gestito in maniera ottimale la Fondazione. (f.pio)

i sono alcuni appunta-menti che segnano la vita di una comunità e resta-no indelebili. I festeggia-menti per la ricorrenza

dei 150 anni dalla proclamazione di Chiari a Città con Regio Decreto del Re d’Italia Vittorio Emanuele II,avvenuto il 5 ottobre 1862, han-no segnato a mesi alterni, tutto il 2012, a partire dalla festa patrona-le dei Santi Faustino e Giovita il 15 febbraio. Venerdì 5 ottobre sarà il momento topico di questo anno. E mentre i bracieri sulle balaustre il-lumineranno la torre campanaria e piazza Zanardelli sarà vestita con drappi giallo-rossi in omaggio ai colori delle campiture dello stem-ma della Città di Chiari, in Duo-mo, alle 20.30 si svolgerà la solen-ne celebrazione di ringraziamento del Te Deum. Il canto K.141 in do maggiore di Mozart, composto nel 1769, verrà interpretato al termi-ne dell’omelia di mons. Verzeletti, dalla Schola Cantorum S. Agape diretta da don Giuseppe Fusari e accompagnata da un’orchestra da camera composta prevalente-mente da musicisti clarensi. Vista la solennità dell’evento, su invi-to della parrocchia prepositurale clarense e dell’Amministrazione, saranno presenti le autorità civi-li, religiose e militari. Invito esteso anche al Prefetto di Brescia, alle re-

altà associative clarensi d’Arma, ai rappresentanti delle istituzioni sco-lastiche del territorio e a i presiden-ti delle quattro Quadre. Momenti si-gnificativi della celebrazione, oltre al Te Deum, saranno l’esposizione sull ‘Altare Maggiore del Santissi-mo Sacramento al canto dell’inno

eucaristico di Chiari “O Cristo dei secoli”, composto dal maestro Car-lo Capra in occasione del Congres-so eucaristico svoltosi a Chiari nel 1938, e l’uscita, sempre del Santis-simo, per la benedizione alla Città impartita dal Prevosto dalla porta centrale del Duomo mentre il Corpo Pedersoli intonerà l’Inno eucaristico di Chiari. Dopo la preghiera comuni-taria, verrà diffuso il canto “Tantum Ergo” di Mozart eseguito dal coro. A concludere, il discorso celebrativo dei 150 anniCittà di Chiari da parte del sindaco Mazzatorta.La giornata di venerdì 5 sarà ricor-data anche per un altro evento. Su iniziativa del Circolo collezionisti Città di Chiari – che si è avvalso del-la collaborazione del Gruppo Alpini clarensi e del Circolo Filatelico Nu-mismatico di Salò – dalle 9 alle 18, in piazza Zanardelli si terrà l’annullo filatelico “Chiari città da 150 anni” in collaborazione con Poste Italiane e la Federazione fra le Società fila-teliche italiane.Sabato 6 e domenica 7 , nei locali di Villa Mazzotti saranno allestite due mostre :”Chiari in immagini dal 1900 ad oggi” e “Numismatica: dal-la lira all’euro 1862-2012”. Quest’ul-tima sarà il tema della conferenza di sabato alle ore 11 in Villa con il prof.Giuseppe Avantaggiati presen-tato dal vicedirettore del Giornale di Brescia Claudio Baroni.

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È possibile nell’arco di tre giorni fare un salto in-dietro nel tempo di quasi 600 anni? Tornare a quel 1427 nel quale gli eserciti

di Milano e Venezia si affrontarono nella battaglia immortalata dal Man-zoni con i celebri versi “S’ode a de-stra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”? Eppure è pro-prio ciò che accadrà dal 28 al 30 set-tembre a Maclodio, che rivivrà il più importante avvenimento della pro-pria storia. La battaglia in cui rifulse la figura del conte di Carmagnola, protagonista dell’omonima tragedia manzoniana, verrà resa attuale con una rievocazione storica che fa parte ormai degli appuntamenti tradiziona-li del paese, da diversi giorni parato a festa con bandierine e gonfaloni bianchi e azzurri ad ogni finestra e balcone. Tutto era incominciato 25 anni fa e inizialmente la manifesta-zione si teneva, a distanza di un an-no, a Maclodio e poi a Carmagnola, per poi osservare una pausa di tre anni. Successivamente la tradizio-ne è stata mantenuta solamente qui a cadenza quinquennale, per quella che oggi è la settima edizione. Fitto

il programma delle iniziative, cura-te dalla Pro-loco, che trasformerà il paese in un autentico borgo anti-co, almeno per la durata di un we-ekend. Si comincia venerdì 28 alle 18 con l’apertura ufficiale presso la Sala civica, seguita dall’insediamen-to delle prime compagnie d’armi e l’esibizione degli arcieri in serata. Sabato, invece, appuntamento alle 16 in castello per la presentazione del libro “Maclodio e la sua battaglia” e del romanzo storico di Pietro Orizio “Gli Ottone, la battaglia della vita”. Alle 18, invece, inaugurazione della mostra “Arti e mestieri del Medioe-vo”, anche se la novità di quest’anno sarà la “Cena medievale con delitto” allestita in serata presso la cascina Ciocchino. Il clou della manifesta-zione è ovviamente previsto per do-menica: alle 10.30 verrà celebrata la Messa con la benedizione di cavalli

e cavalieri e alle 14 si terrà la sfilata storica. Finalmente alle 16 saliranno in arcione, per il 6° torneo cavalle-resco, i campioni che si sfideranno quindi per tenere alto l’onore di Ma-clodio, Chiari, Rudiano, Orzinuovi e Carmagnola. “È davvero una grande emozione – commenta la presidente della Pro-loco Cristina Rivetti – per-ché per me, come per molti altri è la prima rievocazione da organizzatori. Voglio ringraziare i veterani, senza il cui impegno tutto ciò non sarebbe possibile. Non vediamo l’ora che la rievocazione inizi e siamo sicuri che la gente parteciperà numerosa e spe-riamo anche soddisfatta. Abbiamo dovuto fare un po’ di economie, visto il contesto di crisi e il budget ridotto, ma siamo sicuri del buon risultato di un anno e mezzo di lavoro”. Che squillino le trombe e rullino i tam-buri dunque, e il torneo abbia inizio.

Oltre 900 pezzi esposti a rievocare la quotidianità della vita agricola dei nostri bisnonni: apre a Milzano il museo contadino, in uno stabile del ‘700 in via S.Michele, a due passi dal centro del paese. L’inaugurazione è sabato 6 ottobre, alle 19.30, nell’am-bito della Sagra della madonna del rosario. L’esposizione permanente è divisa in due sezioni: al piano terra le stanze della vita privata di mezza-dri e mandiari, con cucina tipica, ca-mera da letto e stalla, al piano supe-riore gli strumenti da lavoro. Tutto è sistemato esattamente come era al-lora, per riprodurre le abitudini del-la tradizione agricola, con la monè-ga a scaldare il letto e la toletta in camera, pentolame in rame e lumi in cucina, scalére per i bachi da se-ta e fieno nella stalla. Entrando nel museo si viene immersi nella cultu-ra contadina del passato e si scopre quanto fosse misera, eppure ordina-ta, la vita in campagna a inizio‘900, si svela l’origine di detti tramandatoci dai nonni e si assaporano le antiche usanze. Salendo la scalinata, oltre l’affresco di Sant’Antonio, si arriva al granaio, dove sotto la santella di San Biagio, protettore di Milzano, sono rievocati antichi mestieri e si-ti del tempo: la scòla con banchi e lavagna, l’angolo del masadùr, gli at-trezzi del calzolaio come la macchi-na per cucire il cuoio e molto altro. Tra gli oggetti interessanti e dai più mai visti ci sono il rosario ad anello con i 10 pater noster, le vecchie ra-seghe, le pialle del fabbro ed i fini-menti per i cavalli. Da almeno dieci

anni Lucio Bulgari, Giuseppe Girar-dini, Francesco Pancera, Francesco Olivetti e gli altri “Amici del Museo” collezionano gli oggetti che ora tro-vano casa nell’esposizione perma-nente, per ridare vita agli ambien-ti e testimoniare la passione per la tradizione.A far da cornice all’inaugurazione, sabato 6 ottobre, ci saranno la rie-vocazione di antichi mestieri, pigia-tura dell’uva e sgranatura del mais quarantino, domenica 7 ottobre vi-site al museo contadino e sfilata di venti trattori d’epoca. (l.o.)

Da venerdì 28 a domenica 30 settembre, il paese di Bassano Bresciano celebra il patrono San Michele Arcangelo. Sono tre giorni dell’annuale sagra che apre venerdì sera con l’appuntamento al cinema: sullo schermo “El pret nof” che conta nelcast l’allenatore della Nazionale, Cesare Prandelli; l’ingresso è gratuito. Sabato verso sera apertura del “mercatino dell’hobbistica e prodotti enogastronomici”; alle 20 nella piazzetta del mercato musica anni

Ottanta; alle 20,30 cinema sotto le stelle. Domenica alle 10 nella parrocchiale la Messa con i canti della Schola cantorum; ore 11 inaugurazione della sagra e sfilata dei trattori e mezzi agricoli d’epoca; ora 15 sfilata del corteo medioevale in costumi con partenza da palazzo Luzzago; a seguire sgranatura e accartocciatura del mais quarantino e mostra dei mestieri d’una volta. “Ogni anno – commenta il sindaco Giampaolo Seniga – con la sagra di San Michele cerchiamo di

di riaffermare le nostre radici radicate nella cristianità, il lavoro manuale e la solidarietà. Per questo – prosegue il sindaco – proponiamo manifestazioni in un clima festoso in collaborazione con associazioni e realtà del volontariato del nostro paese in un impegno collettivo che auspica la crescita sociale ed economica”. Tra le iniziative più recenti quella di Pro Loco e Consulta giovanile che hanno realizzato la “Quarta festa giovane durante le serata

dell’estate nella cornice del Centro sportivo. Nei giorni della sagra i commercianti sono promotori di interessanti iniziative. I ristoranti promettono in tavola piatti locali e prelibatezze tipiche della pianura come biscotti e sbrisolona, polenta e stufato, tortelli e altre eccellenze dell’enogastronomia. Il programma è coordinato dal Comune che registra la collaborazione di Fondazione Pianura Bresciana, Coldiretti provinciale, Pro Loco e Consulta giovanile. (f.pio)

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ono 11 anni all’insegna di “piacevole” cultura. Così si potrebbe riassumere la storia della Libera Univer-sità di Manerbio (Lum), che

si appresta ad inaugurare un nuovo anno accademico. Giovedì 4 ottobre, alle ore 15.15, il Piccolo Teatro di Ma-nerbio tornerà ad ospitare fino all’ini-zio di maggio i pomeriggi a base di musica, letteratura, storia, arte, eco-nomia e altre discipline. Tema princi-pale di quest’anno sarà il Novecento, dopo che lo scorso anno la Lum aveva fatto una lunga cavalcata dal Medioe-vo fino al 1860/1861, gli anni dell’Unità d’Italia. A partire dalla prossima setti-mana, il secolo appena trascorso sa-rà esaminato negli avvenimenti che lo hanno segnato negli aspetti posi-tivi e in quelli più controversi. Anche quest’anno, all’interno del programma è stato scelto un “corso monografico”. Nell’anno accademico 2011-2012, il fi-lo rosso era stato “Conoscere l’Italia attraverso le sue capitali”, un viaggio attraverso le città italiane che simbo-leggiavano un determinato periodo. Il filo conduttore dell’anno alle porte sarà il “cinema”, un’arte novecentesca per eccellenza. Lezioni sul cinema e la cinematografia, oppure proiezioni cinematografiche saranno appunta-menti fissi durante l’anno. Intanto il 4 ottobre si comincia con la musica, come tradizione vuole. A inaugurare l’anno della Lum sarà il maestro Ed-mondo Savio, manerbiese di nascita, pianista, direttore, ora alla guida del “Coro Città di Brescia”: “Visions fug-gitive: un assaggio musicale” è il tito-lo della lezione-concerto che intende aprire una finestra sulle novità musi-cali nate nel Novecento. La settimana successiva inizieranno le lezioni: gio-vedì 11 ottobre, sarà di scena la sto-ria con la relazione del prof. Giovanni Gregorini, docente di storia economi-ca all’Università cattolica di Brescia e già apprezzato relatore lo scorso anno. Il titolo del suo intervento sarà “Gli italiani e la valigia: emigrazione e sviluppo fra XIX e XX secolo”. Il gio-

vedì successivo sarà dedicato al pri-mo degli incontri dedicati al cinema. Enrico Danesi, esperto conoscitore del settore, terrà una lezione sugli esordi di questa arte con “L’alba del

cinema: dai Lumière (il cinema co-me documento) a Mèliès (il cinema come gioco) a Griffith (il cinema co-me narrazione). Chiuderà il mese di ottobre, il 25, il prof. Damiano Solsi,

Il Circolo Acli di Verolanuova, in collaborazione con i circoli della zona bassa ovest (Bassano Bresciano, Bagnolo Mella, Leno, Manerbio, Milzano, Motella, Quinzano e San Gervasio) organizza il Corso di formazione all’impegno socio-politico e amministrativo “La partecipazione dei cittadini alla gestione del bene comune: il Comune”. Il corso si prefigge di far conoscere quali sono i principali settori in cui può operare un Comune, con quali modalità può e

deve svolgere le proprie funzioni e quali sono le possibilità che ha a disposizione per incidere sulla qualità della vita dei cittadini. Vista la breve durata, non può e non vuole essere esaustivo degli argomenti trattati, ma solo un primo passo verso la conoscenza del “come i cittadini possono partecipare alla gestione del bene comune”. Si rivolge a chi desidera informarsi e conoscere quali sono i meccanismi di gestione di un Comune. Pertanto è consigliato sia a chi ha intenzione

di avvicinarsi alla “vita politico-amministrativa” sia a coloro che, da semplici cittadini, sono interessati a sapere come funziona la “macchina amministrativa di un Comune”. La durata (presso la sede del Circolo Acli Verolanuova Via Dante, 13) è di 12 ore, suddivise in sei incontri di due ore cadauno, distribuiti nell’arco di un mese. Per l’iscrizione viene richiesto un contributo di 10 euro per la fornitura del materiale del corso. Informazioni ai numeri 030/932174–3384074641.

docente dell’Istituto cittadino “Arici” con una lezione di filosofia: “L’oltreu-omo sia il senso della terra!”. La filo-sofia di Nietzsche e il Novecento ” è il titolo scelto. Sempre secondo una tra-dizione ormai decennale alle lezioni verranno intervallate uscite, la prima delle quali già dovrebbe svolgersi in ottobre e avere come meta Rovereto. Allo stesso modo, anche quest’anno verrà riproposto il corso di disegno, visto il successo finora riscosso, ma non si esclude la possibilità che altri corsi possano essere attivati.

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a valle del Fossato a Pre-stine, che si snoda a nord dell’abitato verso la Val-grigna, non ha un torren-te con sorgente a monte:

drena le acque dei versanti ripidi della zona chiamata da sempre “Fo-sàt” sulla quale insistono calanchi franosi di argilla e tufo chiamate in loco “Garaìne”. Con tre mesi di lavoro e con il contributo determi-nante della Regione Lombardia, pa-ri all’interno del Piano di sviluppo rurale della Comunità montana di Valle Camonica 2007-2013, dell’im-porto totale di 200mila euro, Iva in-clusa, la valle che si presentava in forte degrado è stata rimessa in si-curezza, allestendo nuove briglie di contenimento e restaurando quelle ancora un buone condizioni. L’ope-razione ha visto come ente attuato-re il Consorzio Forestale bassa Val-lecamonica che ha lavorato per tre mesi, sfruttando la parte migliore della stagione, per realizzare i la-vori in tempo utile per l’autunno, con un numero variabile di perso-ne coinvolte, a seconda delle opere murarie, forestali e di trasporto, in media pari a 10. Un lavoro partico-larmente interessante sul piano sto-rico e urbanistico è la scelta della tipologia di griglia di contenimen-to che è stata fatta in analogia alle briglie già esistenti agli inizi degli anni sessanta: l’opera quindi si pre-

senta anche piacevolmente inseri-ta nella valle delle Garaìne crean-do anche un armonioso linguaggio artigianale, ricco di sfaccettature e rispettoso dei lavori fatti nel pas-sato. Infatti, sono stati recuperati i blocchi di granito squadrati a mano in loco oltre 50 anni fa e accatasta-

ti sulle rive del torrente, , numerati e riposizionati a fregio delle nuove briglie, maggiormente consolida-te con cemento armato e più resi-stenti rispetto alle precedenti. Con l’occasione del rifacimento dei la-vori in alveo, sono stati sistemati i versanti, disboscandoli dalla vege-tazione infestante e consolidandoli con con geotessili e semina di prato autoctono. Il Piano di sviluppo ru-rale (Psr in sigla), sul quale la Co-munità montana di Valle Camonica ha investito mole energie di ricer-ca e progettazione, ottenendo dalla Regione Lombardia nel settennato 2007-2013 la cifra considerevole di oltre 20 milioni di euro, si sta dimo-strando ogni giorno di più uno stru-mento di grande importanza per la montagna. Infatti, dalle strade alle malghe, dai boschi ai corsi d’ac-qua,. Dal recupero di muri di con-tenimento alla bonifica e di frane e smottamenti, la Comunità mon-tana di Valle Camonica ha saputo costruire con attenzione e acume il finanziamento per opere importan-ti su tutto il territorio. Soddisfatto il sindaco di Prestine Franco Mon-chieri e il Direttore del Consorzio forestale che ha eseguito i lavori, Alessandro Fiora, perché ora anche Prestine può avere una maggiore si-curezza. Grazie all’imbrigliamento della valle del Fossato e la bonifica dei versanti.

Ci sono preti che segnano il cuore di tanti. Uno di questi fu don Battista Fanetti (Sellero 1912-Villaggio Badia 1997). A lui è dedicato un bel libro di Giacomo Fanetti, l’autore di Sonico cui si deve, tra gli scritti, la biografia di don Vittorio Bonomelli “Quando tornerà il sereno” (Breno 2009). Quest’ultima fatica porta il titolo “ ‘L cüradì” (Breno-Brescia 2012) e in 237 pagine racconta grazie a lettere e altri documenti d’archivio, ma pure con testimonianze orali, la vita di questo prete magrolino e

fragile nel corpo, ma forte e deciso nell’animo. Si ripercorrono così le tappe della vita di un prete capace sempre di un di più, rispetto alla normalità del ministero. Ordinato sacerdote nel ‘35 fu curato a Breno, dove porta una ventata di gioventù, ma non si allinea alla disponibilità verso il fascismo di mons. Regazzoli. Così nel 1942 si offre come cappellano militare sul fronte balcanico. Tornato con i suoi alpini e, stabilitosi a Brescia come mansionario del Capitolo

della Cattedrale, opera a favore della Resistenza. Nonostante la tubercolosi, è cappellano all’ospedale dei Fatebenefratelli e assistente del Centro volontari della sofferenza. Poi il breve (1971-1973) soggiorno in Valle, a Megno, piccola frazione in Val di Corteno. Infine il ritiro al Villaggio Badia, dove una cardiopatia non lo risparmierà. Un pregio di questo libro è di porre in evidenza il grande spessore morale della personalità de ‘l cüradì’, capace di una pastorale

d’oratorio in anticipo sui tempi, ma anche impegnato nella Resistenza al servizio della libertà e poi, col Dopoguerra, dell’onestà; colpisce la sua testimonianza di malato e di prete vicino a chi soffre, assieme al suo amore per la montagna dove riconosceva le sue radici (Sonico, paese natale del padre) e dove ha voluto essere sepolto (Corteno Golgi). In appendice anche una serie di testi, preghiere e poesie di don Battista nonchè una sezione fotografica. (g.c.)

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hi, giunto in via Convento a Gardone Val Trompia, entra nella antica chie-sa e giunge al presbiterio sulla parete destra nota

subito una lapide con scolpita in la-tino la scritta: “Questa Basilica di S. Maria degli Angeli fu consacrata il 29 settembre del 1513”. Per celebrare il 500° anno che sta per cominciare, la Parrocchia di S. Marco con apposita commissione, supportata anche dai servizi culturali di Comunità montana e Comune, ha programmato 12 mesi di eventi pubblici e religiosi. Il calen-dario è stato presentato dal parroco don Francesco Bazzoli mentre don Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano, ha tenuto una stimolante dissertazione su ”Arte e spiritualità nella Basilica di S. Maria degli Ange-li”. Sabato 29, giorno della ricorrenza della consacrazione, sarà il cardinale Giovanni Battista Re a dare il via agli eventi religiosi, presiedendo alle 17.30 la Messa. Domenica alle 16 Vespri e adorazione eucaristica. Poi prende-rà il via una intera settimana con te-ma “I Segni Sacramentali”. La storia dell’edificio religioso inizia nel 1442 quando S. Bernardino da Siena dei fra-

ti Minori Osservanti sarebbe giunto a Gardone Val Trompia, due anni prima della sua morte all’Aquila. Certo è l’at-to in data 20 aprile 1442 redatto in ca-sa dei nobili Avogadro a Ponte Zanano con la donazione del terreno necessa-rio ad erigere “... chiesa la quale sa-rà chiamata la Madonna degli Angeli ed anche il Convento” con diritto dei donatori d’essere sepolti nella chiesa e di innalzarvi il loro stemma. Il pri-mo atto notarile relativo alla fabbri-ca affidata all’architetto Bernardino da Martinengo è del 1496: preesisten-te vi era sicuramente una cappella dedicata a S. Bernardino già elevato agli altari nel 1450. Accanto alla chie-sa sorge il complesso conventuale che ripete le architetture del tempo: un quadrilatero con poche aperture esterne e splendido chiostro interno su due piani con sul lato nord la Basi-lica. Questa con l’ampia aula ad una

navata con tre cappelle sulla sinistra, ha presbiterio e abside ricco di note-voli affreschi. Nella lunetta centrale sta quello che raffigura la Madonna degli Angeli con in braccio il Bambin Gesù: è datato 1502 e giudicato di scuola foppesca. Consacrata, vedrà la presenza costante nel convento dei francescani che saranno cacciati una prima volta nel 1798 “... per causa del-la Municipalità gardonese tutta senza religione”. Ritornati a furor di popolo, saranno definitivamente allontanati nel 1803. Il parroco Giuseppe Borra ne ha curato il restauro completo ne-gli anni 1970/75. Nel programma di celebrazioni definite da don Bazzoli di “memoria, cultura, arte e fede” che si susseguiranno ogni mese, spiccano anche i due giorni (23 e 24 marzo) del Fai con le visite guidate. Il complean-no, il 29 settembre 2013, sarà festeg-giato dal vescovo Monari.

È stato firmato lunedì 24 settembre il Protocollo di intesa tra l’Asl di Bre-scia e la Comunità montana di Valle Trompia per il pagamento elettronico dei diritti di istruttoria per le pratiche dello Suap (Sportello unico attività produttive). Un accordo volto a for-nire una più efficiente e rapida mo-dalità nelle risposte alle istanze dei cittadini. “Si tratta del primo caso in Lombardia di istituzione del servizio di pagamento online per questo tipo di pratiche da parte della Pubblica amministrazione – dice Fabrizio Ve-ronesi, responsabile dell’area tecnica dell’ente sovracomunale –. Un esem-pio virtuoso e concreto dell’applica-zione delle leggi vigenti in materia di digitalizzazione e semplificazione dell’azione amministrativa. In parti-colare, i decreti impongono ai comuni l’obbligo di istituire un ufficio unico cui fanno riferimento tutti i procedi-menti del proprio territorio legati alle attività produttive”. Il Suap, che com-prende commercio, servizi e attività manifatturiere e produttive, deve ac-quisire per conto dell’utente tutte le autorizzazioni e i nulla osta necessa-ri per l’avvio (o la modifica o la chiu-sura) di un’attività (Scia), evitando al cittadino di doversi recare presso tutti gli enti che hanno una parte di compe-tenza sul procedimento (tra questi an-che l’Asl). Un Suap che in Valtrompia è gestito dalla Comunità montana, per dare aiuto operativo ai comuni che non hanno la forza economica e le co-noscenze tecnologiche per affrontare questo passo strategico. “Secondo da-ti statistici della Camera di Commer-

cio di Brescia – prosegue l’architetto Veronesi – il bacino di utenza della Valtrompia ha prodotto un volume di circa 2.000 pratiche l’anno. Almeno la metà di queste sono interessate dal pagamento di diritti Asl per i sopral-luoghi o l’istruttoria di competenza. Il nuovo sistema (operativo da ottobre) permette la condivisione telematica delle informazioni tre le due ammini-strazioni, e l’utente che si rivolgerà al Portale Suap avrà il vantaggio di poter esaurire in un unico sito (www.suap.valletrompia.it) le incombenze per la presentazione della pratica”. (a.a.)

Arriva a 30 edizioni lo storico “Autunno musicale” di Gardone, cresciuto anno dopo anno da quando nel 1982 si scommise sulla possibilità che attorno alla magnificenza del ristrutturato e sontuoso organo della parrocchiale di San Marco Evangelista avrebbe potuto prender avvio un percorso artistico-musicale di spessore. “Grazie all’iniziale interessamento di soggetti privati – dice l’assessore alla Cultura William Fantini –, raccolti intorno all’allora parroco

e organista mons. Giuseppe Borra, all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Bondio e all’assessore alla Cultura Giorgino Entrata, ogni edizione ha permesso di offrire alla cittadinanza l’incontro con artisti, orchestre, cori di grande levatura nazionale e internazionale. Il pubblico ha avuto la possibilità di approfondire la propria cultura musicale e di accedere a una proposta culturale sempre più elevata e mai disattesa dal direttore artistico, il maestro

Enrico Sandrini”. Tra le novità di quest’anno c’è la proposta di domenica 30 settembre con il “Quintetto d’ottoni” dell’orchestra “Arturo Toscanini” di Parma in un programma vario che spazierà dal periodo barocco fino all’epoca moderna (ore 20.45 all’auditorium della Pieve di Concesio). Sabato 6 ottobre toccherà alla parrocchiale di Marcheno ospitare l’organista Alberto Barbetta in un concerto che inaugurerà l’organo appena restaurato, mentre venerdì 19

ottobre presso la basilica di S. Maria degli Angeli a Gardone il concerto per organo e soprano in omaggio a mons. Giuseppe Borra con Enrico Zanovello e Cristina Baggio. Una lunga serie di appuntamenti che proseguiranno il 26 ottobre con un concerto per pianoforte, la rassegna di giovani artisti russi (3 novembre), il concerto per flauto, arpa e soprano (11 novembre) e la chiusura il 17 novembre con “Natale in Veneto” nella chiesa gardonese di San Marco. (a.a.)

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i è aperta lo scorso 17 settembre la festa che Cailina ogni anno dedica a S. Michele Arcangelo, con una serie di appun-

tamenti che faranno della frazione di Villa Carcina un attivo luogo di ritrovo fino al prossimo 7 ottobre. Una lunga festa che, dopo l’iniziale settimana di tornei e di spunti di riflessione con alcune conferenze e dibattiti (fra gli altri quello con don Adriano Santus, cappellano della casa circondariale di Brescia dal 1991), proseguirà giovedì 27 al-le ore 20.30 con il torneo di boc-ce per giovani e adulti all’interno delle sfide che le contrade della frazione stanno disputando per la conquista del titolo 201; e venerdì sempre al medesimo orario ci sa-rà l’esibizione di calcio femminile. Sabato 29 settembre sarà un pome-riggio tutto da vivere in oratorio e dedicato ai più piccoli con tornei di tiro alla fune, palla bollata e

Un Piano regolatore ben studiato può determinare il destino urbanistico di un paese e incidere sulla vivibilità dei cittadini che devono nascere. Uno strumento fondamentale che a Sarezzo è stato presentato con importanti paletti da tenere in considerazione. Il sindaco Massimo Ottelli ha parlato di un dispositivo che ruota attorno a un fulcro inderogabile: una diminuzione di edifici sul territorio. Una direttiva che l’Amministrazione

comunale saretina intende seguire fermamente nel vagliare il documento finale del Pgt, anche in considerazione delle 120 istanze presentate dai cittadini. Una disamina delle richieste di cui tener conto nella redazione di un piano che accoglierà progetti già in cantiere: l’ampliamento di via San Bernardino a Noboli, la realizzazione della bretella verso Polaveno sulla Sp 345 (la questione dipende dalle risorse della Provincia) e una ridefinizione

dell’incrocio di Ponte Zanano, la modifica di via Bailo, la riqualificazione dell’ex oratorio di San Nicola, dove verrebbero ospitati altri uffici comunali e spostata la sede della polizia. Progetti che riguarderanno il rifacimento della scuola elementare di Ponte Zanano, la realizzazione di un’area camper in via Seradello, dove oggi sorge un parcheggio; quindi l’idea di un parco pubblico in località Cagnaghe e di uno attorno al cimitero di Zanano. “L’iter per l’approvazione

del Pgt – dice il sindaco Massimo Ottelli – è iniziato con l’avvio del procedimento e la prima raccolta delle proposte e il contestuale avvio del procedimento di Vas del Documento di piano. Nella prima conferenza di Vas sono stati incontrati gli Enti sovracomunali e le associazioni. A breve sarà convocata una seconda conferenza per valutare, mediante il Rapporto ambientale, le scelte d’indirizzo anche relative alle trasformazioni territoriali proposte”. (a.a.)

appuntamento con il palo della cuccagna. Una cornice di eventi che ruota attorno alla ricorrenza ufficiale di domenica 30 settembre, quando San Michele sarà ricordato con una S. Messa solenne alle ore 10.30 in parrocchiale, prima di un pomeriggio di divertimento per i bambini con i giochi gonfiabili in oratorio e dalle 14.30 con l’aper-tura della pesca di beneficenza. E nella prima settimana di ottobre si continuerà con i giochi (brisco-la, ping pong, scala 40). Venerdì 5 l’incontro formativo con Roberto Merli, presidente dell’Associazione vittime della strada, sabato 6 alle ore 20 una S. Messa e nel saloncino dell’oratorio cena e asta dei cusci-ni fatti a mano dalle parrocchiane, prima di chiudere i festeggiamenti domenica 7 ottobre alle 10.30 con la S. Messa. Quindi, alle ore 15 la gara di torte in oratorio, la tombo-lata e alle 20 la proclamazione del-la contrada vincitrice.

bandierina, mentre alle 18 si terrà una S. Messa in onore al 45° anni-versario di ordinazione sacerdo-tale di don Pierino Ongaretti; poi, dalle 18.30 apertura dello stand gastronomico e in serata l’atteso

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n progetto che fa sen-tire i nostri ragazzi vi-vi, che li aiuta a capire che non sono soli, che li motiva a crescere nella

società”. Nelle parole di Gianfran-co Bertolotti, presidente Anffas di Desenzano, è racchiuso il senso del progetto “Apprendisti viticoltori” na-to da un’idea del Centro Socio Edu-cativo gardesano e che ha trovato accoglienza e supporto da parte di Coldiretti Brescia, dell’azienda vi-nicola “La Perla del Garda” di Lona-to e del ristorante “Desenzanino” di Desenzano, gestito dalla cooperati-va sociale “La Cascina”. Una trentina di persone, 18 ragazzi ospitati nelle strutture del centro e i loro accom-pagnatori, sarà impegnata, per un paio di giorni, nei vigneti dell’azien-da lonatese nella vendemmia, pro-seguirà poi all’interno con la fase di spremitura e la conoscenza del ciclo di lavorazione del vino. Seguirà infi-ne tutta la produzione, dall’imbot-tigliamento all’etichettatura. Tutte queste fasi avverranno nella massi-ma sicurezza grazie ad un protocollo studiato ad hoc, in contemporanea e in contiguità con la normale attività dell’azienda, con i ragazzi immersi nell’atmosfera lavorativa e sociale del contesto vitivinicolo delle colline moreniche. Il prodotto che nascerà sarà poi utilizzato per creare una pic-

cola linea di vino, con una speciale etichettatura alla cui creazione par-teciperanno gli stessi ragazzi con le loro elaborazioni grafiche. Giovan-na Prandini, titolare della cantina situata lungo la strada che collega Lonato al Santuario della Madonna della Scoperta, ha accolto con entu-siasmo il progetto perchè “crediamo

Giovedì 27 settembre alle ore 20.30 presso l’auditorium C. Zane (via Quarena 8) parte la quarta edizione del percorso formativo denominato “Genitori in cammino 2012 2013”. Il progetto è realizato dall’Associazione genitori insieme al Comitato genitori e all’Istituto Comprensivo in collaborazione con l’Ac Gavardo e l’associazione Resilience e con il contributo dell’Amministrazione comunale. Lo scopo del progetto, che prosegue fino ad aprile 2013,

è di sostenere la genitorialità e l’educazione dei figli nelle varie fasce d’età che vanno dall’infanzia all’adolescenza. Intrecciare un rapporto più stretto e collaborativo con la scuola, istituto fondamentale per l’educazione e lo sviluppo dei figli con l’intera comunità educante. L’obiettivo finale è quello di promuovere la conoscenza e la solidarietà fra le famiglie e le realtà educative del territorio con incontri e percorsi formativi.

modificare la percezione e la cultura che la società ha nei confronti della persona diversamente abile”.Con questa nuova iniziativa prose-gue l’opera dell’Anffas di Desenzano che, a partire dalla sua costituzione avvenuta nel 1980, ha sempre svolto un importante ruolo di stimolo e di impulso perchè la persona disabile abbia pari dignità sociale. Il centro oggi accoglie una settantina di per-sone adulte con compromissione del funzionamento intellettivo, al mo-mento non collocabili in ambiente lavorativo, ma che possiedono ca-pacità relazionali, di comunicazio-ne e margini di autonomia che pos-sono essere sviluppati in ambienti ‘normali’.

che queste iniziative siano in grado di rimuovere ostacoli culturali e favori-re l’inclusione sociale e l’uguaglianza tra le persone. In questo senso l’atti-vità vitivinicola si presta ad aumen-tare le autonomie relazionali con grande soddisfazione e felicità dei ragazzi coinvolti”. Ettore Prandini, presidente Coldiretti Brescia, spiega l’adesione convinta dell’associazione per una iniziativa che è rivolta al so-ciale e che guarda con lungimiranza al concetto di ‘filiera corta’. “Il vino che nascerà dal progetto “Apprendi-sti viticoltori” sarà inserito nel menù del ristorante Desenzanino e farà il suo debutto alla prossima edizione di Vinitaly, per far conoscere l’iniziati-va al grande pubblico e contribuire a

Senti il desiderio o il bisogno di condividere con altri il tuo dolore per essere capito e ascoltato? Ti senti isolato nel tuo dolore? Non conosci nessuno che sta vivendo con una persona affetta da disagio psichico? A queste domande ci so-no delle risposte che si possono tradurre in alcune parole chiave: sostegno, solidarietà, sincerità, spontaneità e speranza. A volte,

Ama di auto - mutuo - aiuto, è na-ta a Bedizzole lo scorso febbraio ed ora sta muovendo i primi passi per raccogliere un numero mag-giore di membri. L’intenzione dei partecipanti, che mantengono vi-vo il loro impegno programman-do le attività di ciascun incontro, è quella di favorire il più possibile l’ingresso di nuove persone grazie al sostegno professionale del dott. Nobili e del dott. Seggioli.L’Ama è nata Montichiari nel 1997 e da allora si è sviluppata in altre sedi nelle provincie di Brescia, Mantova e Cremona seguendo l’esempio di Peter Kropotkin. Gli incontri, alle 17.30 di ogni primo e terzo Giovedì del mese presso i locali di San Vito in Bedizzole, af-frontano tematiche di grave pro-blematicità come il divorzio, il lutto o la malattia, cercando di ri-

stabilire la salute mentale dell’in-dividuo anche con il solo stare assieme. “Oltre Le Nuvole” vuole farsi conoscere e consentire ad altre persone che si trovano nella medesima condizione di poter tro-vare un valido sostegno. Se le re-ti sociali di oggi mancano di vera solidarietà e condivisione che al-levia l’anima, L’Associazione pun-ta sulla forza della condivisione, della disponibilità e della speranza dalle quali può nascere un deside-rio nuovo di ritrovarsi ancora e di stare insieme, andando così “oltre le nuvole”.Per maggiori informazioni, soi può contattare il Gruppo di auto-mutuo-aiuto per la salute mentale “Oltre Le Nuvole” tel. 327/6691816 oppure l’Ufficio servizi sociali del Comune di Bedizzole 030/6871700 - 030/6873105.

L’ adolescenza è una fase della vita caratterizzata dalla ricerca della propria identità. Questo processo di crescita è raramente indolore sia per l’adolescente che per i genitori. Martedì 2 ottobre alle 20.30 nell’aula magna dell’istituto “Giacomo Perlasca” di via Treviso 26 è in programma un incontro formativo. La Comunità montana di Valle Sabbia e l’istituto Perlasca invitano i genitori con figli dai 14 ai 19 anni a una serata sul tema

“Genitori e Figli”. Intervengono la dott.ssa Mariella Bombardieri (psicopedagogista e formatrice) e il dott. Angelo Mattei (Pedagogista e Counselor - Cooperativa Il Calabrone). Seguiranno tre incontri di formazione nelle serate del 9, del 16 e del 23 ottobre. L’adolescenza è una fase caratterizzata da frequenti conflitti con i genitori. Questi conflitti, se non sono spinti all’eccesso, hanno una valenza positiva e di crescita.

però, ci si può trovare disorientati senza sapere come muoversi nella difficoltà. L’Assessorato ai servizi sociali del Comune di Bedizzole, in collaborazione con la Provincia di Brescia, annuncia la nascita di un nuovo progetto assistenziale de-dicato a tutte quelle famiglie che devono fare fronte alla sofferenza di un parente con disagio psichico, o coloro che sentono il bisogno di condividere il proprio dolore con la certezza di essere capiti. Ora queste persone non sono più so-le grazie al Gruppo “Oltre Le Nu-vole” che si propone come nuovo punto di riferimento ed aiuto per coloro che si trovano a fronteggia-re il dolore in ogni sua sfumatura, anche di una persona cara, grazie ad un percorso specifico di mutua assistenza.“Oltre Le Nuvole”, Associazione

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na giornata piena, dedi-cata alla rievocazioni e alla riflessione su 40 an-ni di storia rivolta al so-ciale di Palazzolo, con

il tema: “Il volontariato regala colore e calore alla vita” quella di domenica 23 settembre, che ha dato modo ai re-sponsabili e ai volontari dell’associa-zione “Cor Unum” di esprimere, alla fine della giornata, una grande sod-disfazione e uno stimolo in più per continuare nel loro impegno quotidia-no. La giornata del 40° anniversario è stata un’occasione per “capitalizzare” questa energia e farla conoscere alla cittadinanza, per favorire un proficuo scambio di esperienze, di competenze e per promuovere la partecipazione, in particolare, delle giovani generazio-ni. Al mattino tutti i volontari si sono ritrovati presso il Centro diurno “G. Orsatti”, dove alle ore 11 è stata ce-lebrata la S. Messa, officiata da don Angelo Anni. Dopo il pranzo sociale, la compagine associativa si è trasfe-rita presso l’Auditorium S. Fedele per gli appuntamenti in programma: la tavola rotonda, meglio una intervista pubblica, sul tema: “Nel servizio agli altri la persona costruisce la propria identità”, la premiazione dei volontari emeriti e l’estrazione dei premi della lotteria. Si sono alternati una serie di interventi in risposta alle domande di Massimo Venturelli e intercalati dalle note musicali dei maestri Davide Bot-tarelli e Silvia Muscarà del Centro di formazione musicale “Riccardo Mo-sca”: hanno portato il loro contribu-to Urbano Gerola (presidente Csv), Diego Mesa (sociologo e responsabi-

pegno, sulle motivazione dell’attività svolta, sulla necessità dell’aggiorna-mento formativo e del rinnovamen-to dei volontari per la continuità, su uno sfondo sociale di autentica soli-darietà, interpretata anche alla luce del Vangelo, sull’importanza della di-mensione spirituale della personalità e dell’attività del volontario. Ognuno, per le sue competenze ed esperienze, ha saputo esaurire le materie propo-ste con spunti di interesse comune che hanno sottolineato la necessità di una testimonianza competente, moti-vata e rinnovata, ispirata ai principi e valori di solidarietà, trasparenza ma anche di attenzione alle istanze del mondo associativo che a sua volta deve incalzare la politica perché in-tervenga sulle cause dei disagi.

le della promozione e formazione del volontariato giovanile della Caritas di Brescia) e padre Franco Inversini (dehoniano), che ha raccolto da mons Guerini l’eredità dell’assistente spiri-tuale dell’associazione, oggi parroco a Milano; hanno rappresentato per l’esercito dei volontari presenti vere e proprie lezioni magistrali, contributi formativi importanti con spunti sulla identità del volontario e del suo im-

“Può capitare di sentirsi disorien-tati, non sapere come affrontare una particolare situazione, non ri-uscire a trovare soluzioni oppure non sapere con chi parlarne e a chi rivolgersi... A volte, invece, si sente semplicemente il bisogno di un break, per fare il punto della si-tuazione e chiarirsi con se stessi”.In risposta a queste esigenze, è stato concepito il riservato e confi-denziale spazio d’ascolto “My Spa-

ce”, gestito dalla professionista Nadia Liborio, psicologa- psicote-rapeuta della cooperativa sociale “Comunità Il Nucleo” di Chiari e aperto a tutti i genitori e gli inse-gnanti degli alunni frequentanti l’Istituto comprensivo e la Scuola per l’infanzia “Urbani e Nespoli” di Coccaglio. I colloqui (gratuiti, ma su ap-puntamento obbligatorio allo 030/7721190) avranno luogo nel-

la scuola secondaria di I grado un sabato mattina (dalle 8 alle 13) al mese (20 ottobre, 24 novem-bre e 15 dicembre) e nella scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli (su richiesta). Successivamente, sarà divulgato anche il calendario delle prossime date da gennaio a giugno 2013, mentre per chi fosse assolu-tamente impossibilitato il sabato mattina sarà possibile accordar-si direttamente con la segreteria.

Per maggiori informazioni, tutti gli interessati potranno liberamente partecipare a due serate di presen-tazione del progetto, incentrate sul tema “I desideri dei nostri figli”: martedì 30 ottobre alle 20.30 pres-so l’Istituto comprensivo e giovedì 8 novembre sempre alle 20.30, ma presso la Scuola dell’infanzia, do-ve s’inizieranno ad esplorare “bi-sogni, risorse e sfide dell’essere genitori ed insegnanti oggi”.

In questo anno speciale nel quale il Papa ha indetto l’Anno della fede, la parrocchia di San Lorenzo Martire in Zocco, ha pensato di introdursi invitando la statua della Madonna pellegrina di Fatima. II messaggio di Fatima, che riflette ilVangelo, sottolinea i seguenti punti: la conversione permanente; la preghiera e specialmente la recita dellaCorona del Santo Rosario;il senso di responsabilità

collettiva e la pratica della riparazione. Oltre ad essere un privilegio è occasione per rafforzare la devozione mariana e l’affidamento a Lei di tutta la comunità parrocchiale. La statua arriverà domenica 30 settembre alle 19.30 dalla vicina parrocchia di Cologne portata dagli Alpini, accompagnata dai corpi musicali delle rispettive comunità. L’intenso programma prevede specifici incontri per famiglie, ragazzi, giovani

e malati. Nel pomeriggio di domenica 7 ottobre, festa della Madonna del S. Rosario saluteremo solennemente la statua della Madonna che partirà, dopo la Messa delle 15.30, con l’elicottero alla volta di Clusane nelle opere di carità fondate da don Pierino Ferrari. Provvidenzialmente proprio il giorno 7 di ottobre ricorre il 5° anniversario dell’ingresso del parroco don Dario Pedretti nella parrocchia di Zocco.

È

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a 45ª edizione della Festa dell’uva e dell’autunno a Gussago, che fa da conte-nitore alle manifestazioni che la Pro-loco organizza,

sta per giungere a completa realizza-zione. Tutto è cominciato sabato 8 settembre con una commedia a Ron-co di Gussago, prima frazione ospi-tante, per poi transitare da Civine, Navezze, Pièdeldosso, dove si sono rispettivamente esibite le compagnie teatrali “La ruota” di Gussago, il “Te-atro del borgo” di Borgo San Giaco-mo, il Gruppo “Don Angelo Tedoldi” di Poncarale e il “Fil de fer” di Villa-nuova sul Clisi. Lo spettacolo è con-tinuato poi in piazza Vittorio Veneto con intrattenimenti musicali e con il servizio ristoro gestito dai volontari, che con la loro concreta disponibilità collaborano con la Pro-loco. L’iniziati-va culinaria, oltre a fornire i tradizio-nali piatti locali, serve anche a soste-nere le spese di tutto il programma delle manifestazioni settembrine. Tra di esse spicca quella di sabato 15 set-tembre nel parco del vecchio giardino storico ”Il terrazzo di Villa” dove, per la prima volta dopo l’inaugurazione, si è trovato lo spazio per l’esibizione

della banda musicale “Santa Maria Assunta”, con un repertorio di classi-ci brani musicali e particolari colon-ne sonore internazionali. Tutto questo verrà coronato dagli eventi dell’ultima settimana, tra i quali spiccano ulterio-ri commedie teatrali nelle contrade di Casaglio, Sale e Croce con le compa-gnie “Piccola ribalta” di Travagliato, “Fontanì de Giona” di Paderno Fran-ciacorta e il gruppo “Gto” di Zanano, oltre agli spettacoli musicali ancora in piazza Vittorio Veneto. Giovedi sa-rà la volta di “Gussago’s talent” che ospiterà l’emergente cantante Elodea, cui si aggiunge la serata di ballo con “Andrea e Rosa” e il tributo ai “Pink Floyd”. La conclusione è prevista per domenica 30 settembre con la grande sfilata dei carri allegorici che i contra-daioli delle frazioni di Gussago han-no realizzato rispondendo al tema: “Quando il lavoro del contadino era… braccia forti e cervello fino”. La parata sarà arricchita dalla banda musicale di Gussago “Santa Maria Assunta” e dal coro locale “La zerla”, insieme ai tradizionali e colorati gruppi folklo-ristici “Gli sbandieratori & musici di Zeveto” di Chiari e “I cuori ben nati” di Rivoltella del Garda.

Nel programma dell’ “Autunno gussaghese”, momento di festa e di allegria ma anche di riscoperta di antiche tradizioni e del patrimonio artistico ed ambientale, vengono inserite iniziative proposte da associazioni operanti sul territorio diverse dalla Pro-loco. Quest’anno è stata la volta del gruppo Sentieri e del movimento “L’acqua non si vende”, che hanno organizzato

un doppio appuntamento: oltre all’allestimento di una suggestiva mostra fotografica, è stata anche organizzata una visita guidata “Ai luoghi dell’acqua”, per conoscere meglio il territorio e stimolare una riflessione su questo irrinunciabile e prezioso prodotto della natura. Il tutto si tiene nella cornice di giornate trascorse con parenti e amici a degustare il tipico spiedo con polenta,

accompagnato da un bicchiere di vino e un assaggio d’uva, che a fine giornata viene servito al prezzo di 13 euro. Per aderire alla degustazione gastronomica è gradita la prenotazione, che sarà possibile nelle serate in calendario e nella giornata di domenica 30 settembre in Piazza Vittorio Veneto per tutta la durata della festa. In alternativa è possibile rivolgersi allo 0302521800 o allo 0302770388.

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In quel tempo, Giovanni disse a Gesù:“Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo,perché non ci seguiva”.Ma Gesù disse: “Non glielo impedite,perché non c’è nessuno che faccia un miracolonel mio nome e subito possa parlare maledi me: chi non è contro di noi è per noi.Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acquanel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messaal collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala:è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna,nel fuoco inestinguibile.E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo:è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”.

La morte di don Ivan Martini nel-la sua chiesa colpita dal terremoto, la scomparsa del card. Carlo Maria Martini (“Studioso appassionato del-la Bibbia, pastore creativo sul fronte della nuova evangelizzazione, cerca-tore indomito di strade che portino a incontrare gli uomini del nostro tempo”) pochi giorni dopo quella del vescovo emerito mons. Maffeo Du-coli, e i “tradimenti impensabili” che hanno riguardato la casa pontificia sono stati richiamati dal cardinale presidente, per ricordare una verità: “La Chiesa non è moribonda come a volte si vorrebbe e viene rappresen-tata… la Chiesa è unita e, seppure sotto sforzo, vuole affrontare le tra-versie del tempo con umiltà, vigore e lungimiranza”. Da questo ricono-

che sono più cresciuti e il loro com-pito non è quello di provocare ma di educare. Le parole di fuoco rivolte agli scribi e ai farisei non sono quelle che potrebbe dire ai piccoli. Gesù incalza quelli che sono (o credono di essere) maturi perché il Regno è un’urgenza che possono e devono avvertire; ma i piccoli non devono essere incalzati e non c’è motivo, nemmeno la fede, che possa spingere a scandalizzare questi piccoli. Per loro valgono regole piccole e quella constatazione disar-mante: chi non è contro di noi è con noi. Cosa così piccola rispetto alle grandi richieste che fa Gesù ai suoi. Perché loro possono e devono capire, ma i piccoli devono essere presi per mano. Così quell’ordine di tagliarsi mani e piedi e cavarsi gli occhi quan-do sono di scandalo non significa per forza che queste membra stiano com-piendo qualcosa di sporco o di immo-rale: basta che mettano in scena l’atto di orgoglio di credersi capaci di scan-dalizzare un piccolo nella fede, basta che servano a dividere, a impedire e a invocare una purezza della fede che

può sconcertare chi è piccolo. È il pe-ricolo di segnare i confini tra chi crede e chi non crede, come aveva tentato di fare Giovanni impedendo di far mi-racoli a chi non li seguiva. È il perico-lo di scrivere noi le regole dello stare dalla parte di Gesù e di dimenticare che in mezzo a quelli che stanno ai margini delle nostre esperienze forti ci sono molti che non saprebbero che balbettare qualche sillaba di fede ma che, allo stesso tempo, sentono l’at-trazione di questo Cristo che passa e che non riescono ancora a seguire. Sono piccoli da non scandalizzare e non solo con le nostre incoerenze, ma anche con le nostre imposizioni da adulti (nella fede), scandalizzando non tanto perché facciamo male ma perché diventiamo inflessibili esecu-tori delle leggi invece che amorevoli compagni di viaggio per tanti piccoli che vorrebbero cominciare a cammi-nare. Per questo l’occhio scandalizza: perché non li vede. Per questo la ma-no scandalizza: perché non stringe la loro. Per questo il piede scandalizza: perché non cammina al loro fianco.

Lo scandalo ontro. In un altro passo del Vangelo Gesù dichia-ra beato chi riuscirà a non scandalizzarsi di lui: e lo scandalo è il paradosso di

vedere sconfitto quello che si propo-neva come il Salvatore, come il Mes-sia. Da quel paradosso può uscire la fede, la possibilità di vedere al di là della sconfitta umana il disegno di Dio. È uno scandalo possibile, anzi, necessario per portare alla maturità della fede, diverso dallo scandalo di cui parla qui Gesù: in questo passo lo scandalo tocca i piccoli che credono, quelli che non sono ancora pronti per lo scandalo della fede, per quello che stanno ancora imparando a credere. Stanno all’inizio del cammino e, come bambini, devono imparare a stare in piedi, a muovere i primi passi. Così lo scandalo, la provocazione, non può portare a nulla di buono, è solo provo-cazione, inciampo, ostacolo. Lui che provoca i grandi impone una grande umiltà a vantaggio dei piccoli. Come a dire che la strada per credere non è uguale per tutti; che ci sono quelli

scimento ha quindi fatto derivare il legame del popolo cristiano con gli eventi che ci attendono: Anno della fede, Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, ricordo dei 50 anni del Concilio e dei 20 del Catechismo della Chiesa cattolica. Ha auspicato per questi tempi nuovi e difficili “una pastorale non più solo stanziale” ma aperta a “un contesto culturale dina-mico”. Di fronte a un Dio “diventato per molti il grande Sconosciuto” ha auspicato un annuncio più incisivo, fatto anche con gli strumenti di cui la Chiesa italiana dispone. I protagonisti di questo impegno per riavvicinare gli uomini a Dio – ha poi ricordato – so-no da un lato il clero, per il quale urge “una decisa accelerazione alla pasto-rale vocazionale” per avere “preti en-

tusiasti, con una chiara identità”; e il laicato fatto di “credenti di prim’ordi-ne, con una forte presa soprannatura-le”. Non ci uniscono però solo le tra-gedie, ci uniscono di più – nel senso che ci edificano insieme – gli esempi di quanti ci ricordano che solamente delle esistenze non mediocri riesco-no ad incidere nel vissuto ecclesiale e sociale. E che, senza lo spirituale nella persona e nella società, c’è una povertà strutturale incolmabile, si de-termina una perdita per tutti, anche per chi tale dimensione non la coltiva o non la stima. Siamo inoltre aiutati, e quasi sospinti a stare costruttiva-mente insieme, dalla testimonianza d’amore e dalla sapiente iniziativa di Benedetto XVI: la sua figura sempre emerge nitida e disarmante.

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otto la guida di Benedetto XVI, presidente del Sinodo dei vescovi, rappresentanti dell’episcopato del mondo intero in un ambiente di

preghiera, di dialogo e di fraterna co-munione, rifletteranno sulla trasmis-sione della fede cristiana. Il prossimo evento riguarda solo i vescovi? Certa-mente essi sono i primi interessati, a motivo della missione che svolgono, ma il tema a motivo della sua portata riguarda tutto il popolo di Dio. Nessu-no, infatti, può rimanere indifferente al fatto che in alcune regioni della ter-ra la fede vada estinguendosi o che il discorso su Dio sia considerato non significativo per l’uomo contempora-neo. Inoltre, la prossima assemblea sinodale avverrà in un momento par-ticolarmente significativo per la Chie-sa cattolica: il 50° anno dall’apertura del Concilio Vaticano II e il 20° dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica, che è uno dei frutti più belli della teologia del Concilio. Ora, proprio i padri conciliari senti-rono forte il desiderio di rinnovare la vita di tutti i cristiani – pastori e fede-li – guidandoli a un’adesione sempre più personale a Cristo Gesù. E dalla contemplazione del volto di Cristo na-sce il desiderio, prima che impegno, della nuova evangelizzazione. Questa dinamica la riaffermò con chiarezza il beato Giovanni Paolo II al termine del grande Giubileo, altro evento signifi-

un continuo ripartire dal volto di Cri-sto. Un ripartire per il miglioramento di sé, secondo la meta alta e ordinaria insieme della santità, un ripartire per annunciare al mondo il Vangelo di Cri-sto. Un impegno, questo, che riguarda tutti coloro che compongono, nella loro diversità e complementarietà, il Corpo mistico di Cristo. Su questo c’è da fare un passo in più per recuperare la prospettiva globale del Concilio; in questi 50 anni si è giustamente insisti-to che la Chiesa ha inteso rivalutare la condizione battesimale dei fedeli al fine di renderli partecipi della missio-ne evangelizzatrice. Questo è vero, ma

cativo del periodo postconciliare. Se la preparazione aveva avuto lo scopo di mantenere lo sguardo fisso su Ge-sù, se il Giubileo era stato una grande celebrazione di Cristo Salvatore, gli anni a venire avrebbero dovuto costi-tuire un grande impegno, inteso come

“Il Concilio è il nostro presente e il no-stro futuro. È la chiamata a rinnovare il nostro patto di fedeltà alla Chiesa e a dare risposte alle aspettative di que-sto nostro tempo, carico di drammi e pur fecondo”. Così il presidente na-zionale dell’Azione Cattolica, Franco Miano (nella foto), ha concluso a Ro-ma il convegno nazionale “Legami di vita buona. Azione Cattolica, Chiesa locale e Chiesa universale”, che dal 21 al 23 settembre ha riunito oltre 350

tra presidenti e assistenti unitari dio-cesani e regionali. Con lo sguardo al nuovo anno associativo, che s’inseri-sce e si orienta nel cammino tracciato dalla coincidenza di tre grandi eventi – i 50 anni dall’apertura del Concilio, l’inizio dell’Anno della fede e l’inaugu-razione del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione –, Miano ha rinnovato la “promessa” dei laici di Ac di “costruire legami di vita buona con tutti gli uomini e le donne di buona

volontà, nel cammino ordinario com-piuto da ciascuno di noi nelle diocesi e nelle parrocchie”. “Ogni fondamen-to di “vita buona”, ha spiegato mons. Domenico Sigalini, presuppone una “fede intelligente”, poiché “una fede senza intelligenza è un insulto a noi stessi e allo stesso Signore che non vuole automi o persone compiacen-ti”, bensì “persone vere, intere, diritte nella loro dignità; non vuole atteggia-menti servili, compromissori”.

non è tutto. Prima ancora, il Concilio ha voluto mostrare la bellezza della vita cristiana e la chiamata a parte-cipare alla vita stessa di Dio, come dono offerto a tutti. Essere cristiani è anzitutto un dono, che porta con sé l’alta vocazione alla filiazione divina: il Padre nel suo Figlio ci accoglie come figli e in questa intimità ci genera. Di-menticare l’orizzonte soprannaturale è un po’ come non considerare l’aria che respiriamo. Se ci si limita a pensa-re al ruolo dei laici nel popolo di Dio, a quello che possono o non possono fare, si può facilmente cadere nelle rivendicazioni di ruoli e posti.

L’evangelizzazione “non è opera di alcuni specialisti, ma dell’intero popolo di Dio, sotto la guida dei pastori”. E ogni fedele, all’interno della comunità ecclesiale e con essa, è chiamato a “sentirsi responsabile dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo”. Incontra, Benedetto XVI, nella sala degli Svizzeri a Castel Gandolfo, i vescovi di recente nomina partecipanti al convegno promosso dalle congregazioni per i vescovi e per le Chiese orientali e si

sofferma a riflettere sul tema della nuova evangelizzazione. E lo fa partendo dalle parole di Giovanni XXIII secondo il quale il Vaticano II sarebbe stato “un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze”; per questo affermava che “è necessario che questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo”. Il Concilio stesso,

nei suoi tempi e nei suoi luoghi, aveva fatto capire che spirava un vento nuovo. Giovanni XXIII pronuncia il suo celebre discorso di apertura - “Gaudet Mater Ecclesia” - prendendo le distanze dai cosiddetti profeti di sventura e invitando a usare la medicina della misericordia piuttosto che condannare. Pronuncia il suo discorso nella basilica di San Pietro davanti a un numero incredibile di vescovi e rappresentanti delle Chiese sorelle. (Fabio Zavattaro)

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i muove la macchina or-ganizzativa. Conclusa la fase preparatoria del si-nodo diocesano a norma dell’Istruzione sui sinodi

diocesani della Congregazione per i Vescovi e considerato l’esito dei la-vori della Commissione preparato-ria, il vescovo Monari ha convocato la celebrazione del 29° sinodo dioce-sano sul tema delle unità pastorali. Il sinodo verrà celebrato nei giorni 1-2 dicembre e 8-9 dicembre 2012 presso la sede del Centro Pastorale Paolo VI in Brescia. Con il decreto è stato presentato anche il calenda-rio dei lavori e approvato il regola-mento per il corretto svolgimento dell’assise sinodale, composto da 13 articoli. In qualità di presidente del sinodo, il Vescovo ha nominato i membri degli Organismi sinodali: il vicario generale, mons. Gianfran-co Mascher, come vice presidente. I moderatori dei lavori dell’assemblea sinodale, con funzioni di direzione, coordinamento e programmazione sono mons. Cesare Polvara (provi-cario generale) e mons. Renato To-noni (vicario episcopale per i laici e la pastorale). La segreteria generale è affidata a don Pierantonio Lanzo-ni (coordinatore), a don Gianfranco Rossi e a Angela Mantovani. Per la commissione di coordinamento le persone coinvolte sono le seguenti: mons. Giacomo Canobbio (presi-

scovile), mons. Rosario Verzeletti e da don Daniele Mombelli. Al fine di avviare l’iter per la com-posizione della Assemblea sinodale, che verrà approvata con un succes-sivo decreto, in ogni zona pastorale il vicario zonale competente deve provvedere all’elezione di un presbi-tero (e di un suo supplente in caso di impedimento) e di tre rappresen-tanti laici facenti parte del Consiglio pastorale zonale (di cui uno sia un giovane tra i 18 e i 30 anni e uno sia una donna). Queste elezioni avverranno secon-do le consuete modalità adottate

dente), don Mario Metelli, don An-gelo Maffeis, don Massimo Orizio, Francesco Tomasoni e Giovanna Foresti Arrighini. La Commissio-ne arbitrale, infine, è composta da mons. Marco Alba (cancelliere ve-

Domenica 30 settembre alle ore 16, presso la Basilica della Madonna delle Grazie a Brescia, il vescovo Luciano Monari presiede la celebrazione eu-caristica in ricordo del 115° anniver-sario della nascita del Servo di Dio Papa Paolo VI, avvenuta a Concesio il 16 settembre 1997. Il 30 settembre ricorre inoltre l’anniversario del bat-tesimo, ricevuto dal futuro Paolo VI nella Pieve di Concesio, per le mani dell’arciprete don Giovanni Fiorini.

In prossimità della ricorrenza del 50° anniversario dell’apertura del Con-cilio Vaticano II (11 ottobre 1962), diventa particolarmente importante rinnovare nella preghiera la memoria di papa Paolo VI, il Papa che con la sua azione saggia e prudente ha gui-dato il cammino del Concilio e ne ha favorito la piena attuazione. Davanti a una realtà sociale che tendeva sem-pre più a separarsi dalla spiritualità, che andava progressivamente secola-

rizzandosi, di fronte a un difficile rap-porto chiesa-mondo, Paolo VI seppe sempre mostrare con coerenza quali sono le vie della fede e dell’umanità attraverso le quali è possibile avviare una solidale collaborazione verso il bene comune. Il Concilio è uno degli eventi che maggiormente ha segnato la vita della Chiesa del Novecento. Fortemente voluto da Papa Giovan-ni XXIII, per una chiesa viva e segno profetico nel mondo.

nei Consigli pastorali zonali; i cin-que nominativi delle persone elette saranno poi comunicati alla Segre-teria generale del sinodo. il decre-to, regolamento e programma sono già scaricabili dal sito della diocesi (www.diocesi.brescia.it).

Si è conclusa la consultazione con migliaia di schede individuali e di gruppo che sono pervenute in Curia. Presto i dati saranno diffusi sul sito della diocesi (www.diocesi.brescia.it). A partire dalle schede una piccola commissione ha elaborato il documento preparatorio del sinodo. L’assemblea si riunirà nella chiesa del Centro pastorale Paolo VI come avvenne per il sinodo del 1978. Il documento preparatorio sarà pubblicato dopo

la metà di ottobre e sarà inviato a tutti i sinodali perché ne possano discutere nel mese di novembre all’interno delle parrocchie e delle zone pastorali. Questo documento sarà strutturato a proposizioni. Tutti i sinodali hanno diritto di proporre interventi relativi al “testo base di lavoro” (Instrumentum laboris) e alla “bozza del documento finale”. I partecipanti al sinodo saranno circa 420, oltre agli eletti sono membri di diritto fra gli altri il Consiglio episcopale, il Consiglio presbiterale,

il Consiglio pastorale diocesano, i rappresentanti della vita consacrata e i responsabili delle aggregazioni laicali. Diversamente dal 1978, dove non furono effettuate votazioni, il sinodo sulle unità pastorali prevede alcune votazioni in aula. Il “documento finale” approvato dall’Assemblea sinodale verrà poi consegnato al Vescovo per la redazione dei provvedimenti che riterrà più opportuni. Nel sinodo diocesano l’unico legislatore è il Vescovo.

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icevi il Vangelo di Cri-sto del quale sei dive-nuto l’annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò

che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”. La formula con la quale il Vescovo ha consegnato simbolicamente il Vangelo ai set-te diaconi vale più di mille tratta-ti di teologia. Sono frasi che ac-compagneranno sempre la vita di Angelo Bonardi, Mauro Cinquetti, Davide Corini, Michele Flocchi-ni, Mauro Merigo, Claudio Pluda e Nicola Santini: a giugno questi giovani bresciani saranno ordina-ti sacerdoti. Molte persone hanno testimoniato la loro vicinanza a questi giovani partecipando alla Santa Messa in Cattedrale: amici, parenti e compagni di viaggio nel percorso della vita. C’erano anche le parrocchie di Passirano, Quinza-no d’Oglio, San Vigilio, Provaglio, Toscolano, Borgosatollo e Offlaga. Le stesse comunità che hanno vi-sto crescere nella fede questi se-minaristi che rappresenteranno il futuro della Chiesa bresciana. Nel corso della solenne cerimonia di ordinazione diaconale, i sette – ac-compagnati dai rispettivi parroci delle comunità d’origine – hanno ascoltato le parole di Monari che ha ripreso e ha suggerito di impa-rare a memoria il brano del Van-

spaventare e niente che vi possa sottomettere al suo volere”. È im-portante, ha spiegato Monari, met-tersi all’ultimo posto, in una posi-zione che di certo non è invidiata. L’invito è quello di non cercare il proprio prestigio. L’annuncio del-la Parola di Dio, la celebrazione dell’eucaristia e dei sacramenti, la preghiera e la capacità di crea-re legami comunitari sono lo spe-cifico dell’esperienza sacerdotale. E in quanto al contesto sociale di oggi, il Vescovo ha praticamente fatto capire che non è poi cambia-to molto rispetto al periodo della

gelo di Marco quando al capitolo 9 recita: “Se uno vuole essere il primo, sia servitore di tutti”. “Se riuscite ad assimilare queste pa-role – ha sottolineato il Vescovo – diventate delle persone libere. Non c’è più niente che vi possa

Dal 24 al 26 settembre il Vescovo ha incontrato i 32 vicari zonali a Montecastello per l’inizio dell’anno pastorale. In particolare al centro della riflessione c’erano le sette e i nuovi movimenti religiosi e il nuovo rito delle esequie. Il fenomeno dei movimenti religiosi e delle spiritualità alternative interroga da vicino la Chiesa. Qual è la fede degli italiani? In cosa credono? Molti si definiscono cattolici, ma sono

anche aperti a nuove spiritualità di origine orientale o a gruppi religiosi nuovi. Il compito della Chiesa, oggi come ieri, è quello di proporre il Vangelo. Con il nuovo anno liturgico entra in vigore anche il nuovo rito delle esequie. L’azione liturgica deve essere rapportata alla dimensione umana. La visita alla famiglia e la benedizione della bara rimandano a due degli ambiti del Convegno di Verona: l’affettività e la fragilità.

Celebrare il rito delle esequie significa partire dalla fragilità della famiglia colpita nella sua affettività e attraverso i riti e le preghiere e i canti annunciare che il Signore è risorto di fronte al pericolo di strumentalizzazione dello stesso rito delle esequie. La Chiesa ci ricorda, ha sottolineato don Boselli (nella foto), che la celebrazione del rito delle esequie è celebrazione del rito pasquale di Cristo.

sua ordinazione, perchè già allora si parlava di un cambiamento del-la visione del sacerdote nella co-munità. Anche per questo motivo, cadute alcune protezioni sociali, il prete deve contare su stesso e sulla Parola di Dio, la vera forza per affrontare la quotidianità. L’au-spicio finale è nell’invocazione del Vescovo allo Spirito Santo: “Soste-nuti dalla coscienza del bene com-piuto, forti e perseveranti nella fe-de, siano immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giungano con lui alla gloria del tuo regno”.

Giovedì 27 settembreOre 16 – Iseo – Incontro e S. Messa per la Giornata mondiale del turismo.Sabato 28 settembreOre 9.30 – Brescia – S. Messa inoccasione della festa patronale della Polizia di Stato presso la parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa.Ore 20 – Costa Volpino –S. Messa di apertura delle missioni popolari presso la chiesa di Corti.Domenica 30 settembreOre 10 – Magno di Gardone VT– Cresime e prime comunioni.

Le Monache carmelitane scalze di via Amba d’Oro 96 invitano apregare con loro in occasione della festa di S. Teresa di Gesù Bambino, dottore della chiesa e patrona delle missioni. Lunedì 1° ottobre con le Messe alle 7 alle 17.30 (presieduta da padre Gianni Bracchi). Domenica 14 ottobre, solennità liturgica di Santa Teresa, alle 17 c’è la celebrazione della divina liturgia in rito bizantino slavo con il coro di Russia cristiana; lunedì 15 ottobre alle 7 la Messa.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti:Don Fausto (Tino) Bergamaschi, già parroco di Lumezzane Sant’Apollonio, è stato nominato parroco della parrocchia di San Lorenzo in Montirone.Don Italo Lombardi, già parroco della parrocchia di San Rocco in Lumezzane Fontana, è stato nominato presbitero collaboratore delle parrocchie di Carpeneda, Collio di Vobarno, Degagna, Pompegnino, Teglie e Vobarno.

Ore 16 – Brescia – S. Messanel 115° anniversario della nascita del servo di Dio papa Paolo VI presso la Basilica delle Grazie.Lunedì 1 ottobreOre 9 – Brescia – Incontro con i seminaristi della diocesi di Fermo presso il Centro Paolo VI.Ore 15 – Brescia – Assemblea degli educatoridel Seminario diocesano.Martedì 2 ottobreIl Vescovo partecipa alla Cela CaravaggioMercoledì 3 ottobreOre 9.30 – Bienno – Incontro con i sacerdoti della macrozonapresso l’Eremo.

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Laici (giovani e adulti) - Domenica 7, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno.Donne - Martedì 9, dalle 10 alle 16,30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi - Mercoledì 10 a Limone dai padri Comboniani, dalle 9.30 alle 14, per celebrare, nel primo ritiro annuale del presbiterio gardesano, la memoria

gioiosa di San Daniele Comboni. Il servizio della Parola è offerto da don Giampietro Prandelli, parroco a San Polo, il ministero della riconciliazione dai padri Cappuccini di Barbarano. Fidanzati della zona XVII della Madonna di Montecastello - L’itinerario di fede in preparazione alla celebrazione del matrimonio ha sede presso l’oratorio di Gargnano, il giovedì sera dalle 20.30 alle 22.30, a partire da giovedì 4 ottobre per concludersi giovedì 22 novembre: unica

eccezione la serata di mercoledì 31 ottobre. Il ritiro spirituale si terrà a Tignale, presso l’Eremo di Montecastello, domenica 28 ottobre dalle 9.30 alle 17. Esercizi spirituali per le religiose e consacrate: 13-20 ottobre, don Dino Capra si sofferma sul libro dell’Esodo “Cantate al Signore, perché ha mirabilmente trionfato”. Esercizi per presbiteri, diaconi e religiosi: 4-9 novembre, don Francesco Cattadori, parroco a Rivalta tiene una lectio divina sul libro dell’Esodo “Mia forza e

mio canto è il Signore”; per laici: 6-9 dicembre, don Dino Capra sul capitolo 8 della Lettera ai Romani “Quello che era impossibile Dio lo ha reso possibile”. Esercizi spirituali per giovani, giovani adulti, coppie di giovani sposi per riscoprire la vita come chiamata a farsi dono: 26-30 dicembre, don Dino Capra sui capitoli 7-8 della Lettera ai Romani “Predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio”. Per informazioni, telefonare allo 0365760255.

a alcuni anni le diocesi lombarde vivono il pel-legrinaggio dei migranti all’insegna della gioia e della speranza, un’inizia-

tiva nata per per dare una visibilità agli immigrati cattolici della Lom-bardia ma anche per “far parlare la quotidianità”. Una quotidianità fatta di volti e di storie che possono esse-re motivo di arricchimento cultura-le. Quest’anno è stata scelta Brescia come meta. Il pellegrinaggio in pro-gramma domenica 7 ottobre è per i migranti con i credenti bresciani: è importante, quindi, che ci siano i bresciani. Nel cerimoniale è stato in-serito il saluto al Sindaco e gli immi-grati deporranno anche una corona ai Caduti di piazza della Loggia per testimoniare che vogliono un inse-rimento nella società che non veda altri martiri dell’odio. Il pellegrinag-gio, fin dall’inizio quando si svolse a Caravaggio, è sempre stato mariano. La frase che accompagnerà i fedeli è “Maria si mise in cammino... beata te, che hai creduto”. Un grande cor-teo partirà da Campo Marte alle ore 11 poi ogni gruppo di immigrati, ri-uniti per continente di origine, par-tiranno in corteo con canti e colori tipici per vivere, alle 13, un momento di preghiera in diverse chiese della città: gli immigrati europei andranno al Carmine, gli immigrati asiatici nel-la chiesa della Grazie, gli immigrati

dell’America Latina si porteranno nella chiesa della Pace e gli africa-ni nella chiesa di San Francesco. La Santa Messa, presieduta dal vesco-vo Monari, è in Cattedrale alle ore 15. Nel Bresciano le comunità più numerose sono di origine ucraina e ghanese; sono, invece, circa 30mila

gli immigrati cattolici all’interno del-la diocesi. L’Ufficio diocesano per i migranti, guidato da padre Mario Toffari, segue pastoralmente le co-munità immigrate: fa catechesi al-la prima generazione, mentre i figli sono indirizzati alle rispettive par-rocchie per favorire l’integrazione all’interno della comunità. I migran-ti cattolici possono essere autentici “portatori di speranza” nel mondo di oggi, e per questo motivo le as-sociazioni ecclesiali devono cerca-re di mettersi il più possibile al loro servizio per aiutarli a far fronte alle sfide che devono inevitabilmente af-frontare. Accompagnare i lavoratori migranti e le persone che sono co-strette a spostarsi e non vivono nella propria patria è molto impegnativo. Richiede di essere sensibili e attenti alla loro situazione, e di capire come i loro bisogni cambino nel corso del tempo. In questo panorama, le asso-ciazioni cattoliche possono essere uno strumento prezioso per dare ai migranti non solo sostegno mate-riale e spirituale per far fronte alle loro necessità, ma anche l’opportu-nità di condividere e donare. Parte della missione è camminare con loro perché possano sentirsi parte della Chiesa e diventarne membri matu-ri. La Parola di Dio e i sacramenti li aiuteranno ad acquisire la forza per vivere pienamente la loro vocazio-ne cristiana.

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l 22 settembre 2006 veni-va inaugurata la nuova sede del Consultorio diocesano in via Schivardi 58, per volon-tà dell’allora vescovo Giulio

Sanguineti, con l’intento di offrire al territorio diocesano un servizio alla coppia e alla famiglia che avrebbe dovuto “rispondere evangelicamen-te a tutti, senza distinzioni di perso-ne, ma sempre con grande chiarezza di identità”. Al tempo il nuovo con-sultorio si poneva in diretta conti-nuità con l’esperienza del “Centro di consulenza” alla famiglia istitui-to dal vescovo Bruno Foresti in via Spalto san Marco. Oggi, sulla scia di ventisei anni di esperienza nel cam-po della consulenza ai singoli, alla coppia e alla famiglia, Il Consultorio diocesano assume una nuova for-ma organizzativa per continuare a perseguire la sua finalità pastorale d’origine, tenendo conto dei nuovi bisogni e delle nuove problematiche che hanno investito la realtà delle relazioni coniugali e familiari. Non si tratta quindi di un “nuovo inizio”, ma di una trasformazione e di un adattamento alla situazione attuale.In particolare, il “Centro famiglia diocesano – questo il nuovo nome del consultorio – specificherà la sua opera in tre distinte forme di servi-zio. La prima rimane la “consulen-za familiare” (di coppia, educativa,

Il 7 ottobre alle ore 17.30 il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia, animato dalle Suore Dorotee di Cemmo, dà inizio alle attività dell’anno 2012/2013 offrendo uno spazio di fruizione artistica che permetta ai partecipanti di gustare i temi della spiritualità attraverso le forme della danza e della parola. Tre saranno le sezioni in programma: una prima parte guidata dalla danza contemporanea di Marina Rossi; “Una strada nell’anima” condurrà a guardare

l’esperienza mistica femminile espressa dal movimento del corpo, tra tensione e abbandono. Seguirà una partitura vocale, realizzata ed eseguita da Anna Teotti, “L’anima canta”, che dà voce al segreto dell’anima che prega, implora e chiama Dio. Al termine, le Suore del Centro presenteranno le iniziative dell’anno offrendo ai presenti la brochure che ne riporta il calendario. Di seguito riportiamo le iniziative previste per il mese di ottobre. Martedì 9, 16, 23 e 30 (ore

20,30/22,30) – “La terra... l’incontro”: quando le parole umane diventano simbolo che dice Dio.Martedì 9, 16, 23 e 30 (ore 9/10,30) – lectio divina settimanale: lettura, riflessione condivisa e dialogo sulla Lettera di S. Paolo ai Romani.Sabato 13 (ore 16/17,30) – “Forti nella debolezza”: percorso di spiritualità per persone disabili, loro familiari e operatori.Da domenica 14 a domenica 21: esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici con don Carlo

Molari (diocesi di Cesena).Domenica 21 (ore 9/16) – Incontro di formazione per giovani animatori.Domenica 21 (ore 9/17) – “Perdonarsi”: percorso laboratoriale sull’arte del perdono. Sabato 27 e domenica 28 – Meditazione cristiana con padre Andrea Schnöller.Per maggiori dettagli e iscrizioni, contattare il Centro Mater Divinae Gratiae di via S. Emiliano 30 a Brescia al numero 030.384721 o consultare il sito www.materdivinaegratiae.it

nell’ambito della consulenza, ma si configuravano come vere e proprie richieste di ordine psico-terapeuti-co. Il servizio di psicologia clinica – il quale è proposto a pagamento, in quanto non rientra nelle ordina-rie prestazioni consulenziali – si offre come tentativo di far fronte a questa specifica area di bisogno. La terza forma di servizio riguarda l’ambito della “promozione di in-formazione e formazione” tramite l’offerta di percorsi di educazione alla salute; di educazione affettiva e sessuale per preadolescenti, ado-lescenti e giovani; di sostegno alla genitorialità, sia naturale che adotti-va; di educazione e sostegno alla re-lazione di cura in situazioni difficili. Tutte queste iniziative si rivolgono a parrocchie, oratori, centri giovanili, scuole, istituti religiosi, enti e istitu-zioni pubbliche e private. A livello logistico ed organizzativo, ogni ser-vizio è gestito da tre diverse equipe di professionisti (consulenziale, te-rapeutica e formativa), supervisio-nate dal coordinatore del personale e delle attività.Per ulteriori informazioni e contat-ti è possibile telefonare al numero 030/396613, inviare una e-mail all’in-dirizzo di posta elettronica [email protected] oppure recandosi direttamente al Centro.

giuridica, medico-sanitaria, psicolo-gica, religiosa) per adulti e minori, secondo le disposizioni specifiche stabilite ancora a partire dalla legge del 29 luglio 1975, n. 405.La seconda forma di servizio è da-ta dalla “clinica psicologica”. Infat-ti, dal 2006 in avanti, gli operatori dell’ambito psico-socio-pedagogi-co presenti in consultorio si sono accorti di come molte delle richie-ste che giungevano non rientravano

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l volontariato dice la sua con un percorso di riflessione che ha attraversato tutto il Paese, a partire da L’Aquila: punto di partenza e di arrivo di questa

maratona della solidarietà. La 6ª Conferenza nazionale del volonta-riato si terrà infatti dal 5 al 7 ottobre nella città colpita ormai tre anni fa dal tremendo terremoto. L’appun-tamento vedrà la partecipazione di tutto il mondo del volontariato, chiamato a ripensare il proprio ruo-lo e a dare il proprio responsabile contributo per un radicale e costrut-tivo cambiamento. Fino a domeni-ca 30 settembre, le associazioni, i volontari e tutti coloro che sono interessati a prendere parte all’ap-puntamento in programma dal 5 al 7 ottobre, possono iscriversi attra-verso l’apposita scheda online rag-giungibile dal sito www.csvbs.it. Il programma della tre giorni è denso e fitto di appuntamenti fin dal po-meriggio di venerdì che verrà aper-to da un intervento del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero. Il rapporto politica-asso-ciazionismo è proprio uno dei pun-ti maggiormente indagati e discus-si anche negli incontri zonali che si sono tenuti nelle scorse settimane a Brescia e in provincia. È emerso che le organizzazioni intendono dire concretamente ai leader politici, al mondo economico e ai sindacati che il volontariato deve essere conside-rato come soggetto attivo, indispen-sabile alla vita della comunità, e quindi soggetto politico da coinvol-gere nei momenti decisionali, con

te riduzione delle risorse sono pro-blematiche che preoccupano anche il mondo associativo bresciano. La situazione colpisce soprattutto le fasce più deboli e fragili: anziani, disabili, giovani, immigrati e geni-tori separati. Per i giovani la man-canza di lavoro toglie la possibilità di guardare al futuro con voglia di partecipazione ed entusiasmo. Ed è questo aspetto di un impoverimento non solo economico ma anche socia-le e culturale che va combattuto ed arginato da parte delle associazioni. La Conferenza nazionale rappresenta un’occasione per provare a dialogare, istituzioni e associazionismo, attorno a tematiche fondamentali per la co-munità tutta.

la convinzione che il volontariato è chiamato a contribuire al sistema del welfare e a sperimentare nuovi interventi e servizi in relazione ai bi-sogni emergenti, recepiti da struttu-re leggere che stanno sul territorio, con le persone e fra le persone. Altro tema centrale riguarda la situazione economica: la crisi e la conseguen-

L’Università cattolica di Brescia in collaborazione con l’Osservatorio sul volontariato promuove il convegno “Verso un volontariato giovane. I rapporti intergenerazionali nelle associazioni di volontariato”. Il convegno si terrà giovedì 11 ottobre dalle 9,30 presso l’Aula magna dell’Università cattolica in via Trieste, 17 a Brescia.Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati della ricerca “I rapporti intergenerazionali

nelle associazioni di volontariato”, una tematica ampia e ricorrente nel mondo associazionistico che continua ad essere di difficile risoluzione.Da una parte si fatica a passare la mano e a cedere il timone di associazioni molte volte create da chi oggi si trova per motivi anagrafici a doverlo fare, dall’altra una difficoltà di dialogo e di “lavorare insieme” con modalità che sono spesso diverse da quelle proposte dai giovani.

I lavori verranno introdotti da Luigi Pati (nella foto), direttore dell’Osservatorio sul volontariato e da Maria Paola Mostarda, assegnista di ricerca dell’Osservatorio stesso. I risultati della ricerca verranno poi analizzati e discussi nel resto della mattinata. Durante il pomeriggio sarà organizzata una tavola rotonda a più voci seguita da alcune testimonianze di volontari bresciani di diverse generazioni.

Dipartimento Giustizia MinorileUfficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Brescia

www.vittimestrada.orgAIFVS

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A 50 anni dal Concilio Vaticano II, a 40 dalla istituzione della Caritas italiana, la Caritas diocesana di Brescia ha inteso guardare ai gesti, ai segni, alle tante opere di carità che hanno contribuito a rendere la Chiesa bresciana una “comunità in cammino” per dire “Semplicemente grazie”. Sabato 15 settembre, nell’ambito di Agorà 2012, il grazie ha trovato espressione tra parole, musica, immagini. I grazie del direttore Caritas Giorgio Cotelli e di mons

Luciano Monari, riportati in questa pagina, sono stati accompagnati da quelli di alcuni uomini e donne della carità che, nel video “Insieme. Incontri di volti” hanno raccontato e condiviso, il loro grazie a partire da fatti, fatiche, frutti legati ad esperienze di carità. 12 grazie che si sono fatti “insieme” nel grazie comune (grazie a tutti coloro che nella carità continuano a dare ragione della speranza che è in loro) e all’unisono hanno espresso

la forza e la bellezza di dire “Semplicemente grazie”.La compositrice Maria Ventura, accompagnata da La Fauci, Naclerio, Bini, ha interpretato in musica la riconoscenza gioiosa del grazie. L’artista William Fantini, a partire dal discorso di Benedetto XVI in occasione della celebrazione per i 40 anni di Caritas italiana, ha realizzato en plain air “Le stagioni del grazie”. (vedi: www.brescia.caritas.it)

ono state parole sentite, di sincero ringraziamento quelle che il vescovo Lu-ciano Monari ha pronun-ciato nel corso di “Sem-

plicemente grazie”. “Il Vescovo – ha affermato – è quel-lo che dovrebbe ringraziare di più ha più debiti nei confronti delle per-sone”. Per questo motivo il grazie di mons. Monari è stato molteplice: il primo lo ha pronunciato nei con-fronti dei preti, dei diaconi e delle comunità cristiane.È stato un grazie sentito perché proprio una comunità che vive in armonia è una di quelle cose che allarga il cuore di un Vescovo “ perché fa vedere – ha continuato mons. Monari – che il Signore ha messo dei legami di fraternità tra le persone, che ci fa diventare po-co alla volta un unico popolo che costruisce un senso di gioia nell’es-sere insieme”. Se la presenza di tanti volontari

sentito, anche se non direttamen-te collegato con il tema della festa proposta dalla Caritas, stava par-ticolarmente a cuore al vescovo Monari: quello ai bambini e ai gio-vani, “perché – ha spiegato – quan-do incontro i ragazzi della cresima o gruppi di giovani nelle scuole è come se la speranza si allargasse, è come se il loro futuro diventas-se anche il mio”. Ai suoi molteplici grazie il Vescovo ha voluto aggiun-gere un’appendice perché l’attesta-zione di gratitudine è impegnativa. Perché dire grazie a qualcuno, è sta-to il pensiero del Vescovo, chiede poi unatteggiamento di rispetto, di stima, di attenzione. “Se ringrazio le comunità cristiane – ha continuato – vuol dire che so di avere una responsabilità nei loro confronti, bisogna che faccia il pos-sibile perché l’annuncio del Vange-lo che devo dare alle comunità cri-stiane sia dato nel modo migliore”. Un atteggiamento che deve essere

che si impegno nelle comunità so-no un segno, come ha ricordato il Vescovo, della Provvidenza che passa attraverso l’attenzione delle persone vicine. “E allora – ha proseguito – ci sono da ringraziare con tutto il cuore queste persone. Bisognerebbe rin-graziare i poveri, tutti quelli che bussano alla nostra porta, perché, se è vero che nella loro faccia c’è il volto del Signore, nascosto ma vero, per noi sono un dono grande enei loro confronti dobbiamo dire grazie con tutto il cuore”. Un altro ringraziamento, chiaro e

universale.”Insomma – sono state ancora considerazioni del Vescovo –, il grazie ci compromette sempre; è in realtà una cosa bella perché lo possiamo dire a persone che ci so-no amiche, che consideriamo ami-che, che non solo ci hanno fatto un dono, ma l’hanno fatto con il cuore e quindi che riconosciamo vicine e per questo ci danno sicurezza”. Per questo il grazie è bellissimo, è una delle cose che allarga il cuore. Non bisogna però dimenticare, è stata la conclusione di mons. Lu-ciano Monari, che il destinatario ultimo di ogni ringraziamento è il Signore. “Tutto va ricondotto a Dio – ha precisato il Vescovo - perché i preti e i diaconi me li ha dati il Si-gnore; le comunità cristiane me le ha date il Signore; e anche i giova-ni e i ragazzi sono dono del Signo-re anche loro; i volontari vengono dal Signore. Quindi grazie, sempli-cemente grazie, ma con responsa-bilità!”.

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ristotele afferma che la filosofia pura, quindi la cultura nella sua acce-zione più alta, che ha come scopo la sapien-

za, non “serve” a niente: non nel sen-so che è superflua o insignificante, ma nel senso che, immediatamente, sembra inutile, non dà vantaggi pra-tici visibili. Proprio per questo, pe-rò, essa è la più nobile delle scienze, perché è libera.Nel nostro mondo, in un’ottica tec-nicistica egemonica, appare come rilevante solo ciò che è utile nell’im-mediato, che dà esiti pratici eviden-ti, vantaggi materiali, mentre tutto ciò che è legato al pensiero puro, alla cultura, all’attività dello spiri-to umano sembra irrilevante, mar-ginale. Questo quadro è condiziona-to anche dal momento contingente, in cui c’’è una grave crisi economi-ca, che fa sì che la politica si occu-pi maggiormente delle emergenze finanziarie, trascurando il mondo

della cultura. L’incontro organizza-to nell’ambito de “Le Xgiornate di Brescia”, dal titolo “La cultura della politica per una nuova politica cul-turale”, con Walter Veltroni intervi-stato da Massimo Tedeschi, affronta proprio uno dei nodi cruciali della nostra temperie attuale.Veltroni fa notare il fatto che la cul-tura è il perno di una civiltà, poiché si fonda sulle qualità intrinseche dell’essere umano. Essa contribu-isce alla nostra crescita spirituale, intellettiva, etica: in un certo senso, è il nostro “volano”, che ci stimola a camminare verso il nostro compi-

mento. A tale riguardo, Veltroni ri-corda i primi umanisti del ‘400, co-me Poggio Bracciolini, che viaggia-no per l’Europa, cercando antichi testi e salvandoli dall’oblio. L’Italia non può dimenticare queste radici, non per sentirsi superiore, in una logica di rozzo nazionalismo, ma per ritrovare se stessa, per porre le fondamenta del proprio futuro. La vera cultura, inoltre, essendo frut-to del pensiero e dello spirito, vive nella libertà: un popolo colto, con-scio della propria anima, è senz’al-tro un popolo libero. Non a caso le dittature, come primo atto di politi-ca culturale, bruciano i libri, in ag-ghiaccianti roghi preparati nei cen-tri delle città.La politica attuale, gravata dalle prospettive della crisi economica, rischia di perdere di vista tale valo-re della cultura. Secondo Veltroni, invece, bisogna rendersi conto che la politica culturale di un gover-no, oltre ad implicare una crescita

morale, e spirituale della nazione, presenta anche innegabili vantaggi pratici. Infatti, essa, se organizza-ta bene, con criteri razionali e con progetti fondati, può causare un au-mento del Pil, poiché provoca una crescita delle presenze turistiche, un movimento di affari commercia-li, con ricadute positive sul bilancio dello stato. Il politico richiama gli esempi delle notti bianche romane o dei grandi eventi musicali, che hanno comportato notevoli espe-rienze di massa, la partecipazione di migliaia di persone, anche per spettacoli di alta cultura, come il “Don Giovanni”.Certo, questa politica richiede del-le condizioni basilari: una gestione corretta delle finanze, un’ottima organizzazione dell’evento, una ca-pacitò di creare infrastrutture per-manenti, magari usando sia gli in-terventi pubblici sia quelli privati.Se si riuscisse a realizzare tale azio-ne governativa, potremmo anche

migliorare la qualità della vita del-le nostre città, perché gli eventi cul-turali, rivolti a un ampio pubblico, riescono a creare un clima di pace, di serenità, di dialogo tra le perso-ne. Invece un paese senza cultu-ra, ricco solo di centri finanziari e commerciali, diventa arido, indivi-dualista, chiuso nelle proprie parti-colarità isolate, frammentato in un atomismo sociale che nega il senso della collettività, del bene comune, della “polis”.Allora la vera emergenza è proprio questa, non tanto la crisi economi-ca, che pure è rilevante e ci ferisce: dobbiamo recuperare , tanto sul pia-no politico quanto su quello perso-nale, il vero valore della cultura, che è sia lo studio, la ricerca, il pensiero e l’attività spirituale, sia la formazio-ne, l’azione, la crescita umana, la “paideia” greca, se vogliamo evita-re il triste tramonto dell’Occidente verso l’inaridimento delle persone e l’imbarbarimento dei costumi.

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e “storie storie storie” del Teatro Telaio, giunte quest’anno alla sedicesi-ma edizione, propongo-no un calendario diffu-

so sul territorio provinciale e ricco di novità. La rassegna di teatro per ragazzi debutta il 20 ottobre con “Il viaggiatore”, spettacolo sul senso della felicità, riservato ai detenuti del carcere di Verziano e alle loro famiglie. “La scelta – spiega il diret-tore organizzativo Maria Rauzi – va letta in funzione del nostro essere un teatro con finalità sociale ed educa-tiva, per questo ci rivolgiamo anche alle famiglie, per così dire, carcera-te, per offrire loro un pomeriggio di normalità”. L’apertura al pubblico avverrà il gior-no seguente alle 16.30 presso il Te-atro Santa Giulia: in scena, “Persi e ritrovati. Storia di un bambino e di un pinguino”, in una particolare ver-sione tradotta nel linguaggio dei se-gni realizzata in collaborazione con la scuola Audiofonetica di Mompia-no. Lo spettacolo, che pone già nella sua versione originale una particola-re attenzione al linguaggio non ver-bale, è stato scelto per sensibilizzare l’opinione pubblica circa il tema del-la disabilità uditiva, ed ha ottenuto attenzione anche nei festival inter-nazionali, tanto da approdare in Ro-mania e Turchia alla fine del mese. Non mancheranno come di consue-to gli appuntamenti della domeni-ca pomeriggio per le famiglie, che vedranno in cartellone, tra le altre numerose proposte, due spettacoli dedicati ai papà, “L’aggiustaorsetti”

le superiori, e la nuova produzione dedicata ai più piccoli, “Gocce”, che affronterà la scoperta dell’acqua. I tre spettacoli andranno a comporre la sezione “Teatro+Scienza”, realiz-zata in collaborazione con Ambien-teParco. Altre novità per le scuole sono “Teatro in lingua”, che proporrà spettacoli in inglese, tedesco e spa-gnolo, differenziati per età, e “Pal-coscenici Superiori”, riservato alle secondarie di secondo grado, che integrerà gli spettacoli scientifici e quelli in lingua straniera con una produzione ad hoc, “Giulietta e Ro-meo - Anime”, centrata sulla difficol-tà di comunicazione tipica dell’età adolescenziale. In occasione della giornata della memoria, sarà inoltre proposto lo spettacolo “Cara Kitty”,

e “Fantastico papà”, oltre al il gra-dito ritorno degli spettacoli natalizi. Per la sezione dedicata alle scuole, che prevede in tutto dalle 50 alle 70 repliche, tema caro alle “storie” sa-rà quest’anno la scienza, alla quale saranno dedicati gli spettacoli “E il cielo si fece rosso”, per i ragazzi da-gli 8 ai 14 anni, “Questo spettacolo contiene almeno un errore”, basato sul tema del paradosso, per le scuo-

Il 28 settembre l’Università Cattolica offre il proprio contributo alla Notte europea dei ricercatori. L’iniziativa, che si svolge da 8 anni, vede per la prima volta la partecipazione della Facoltà di Scienze matematiche, fi-siche e naturali della sede bresciana dell’ateneo, in collaborazione con le principali Università lombarde. “La nostra attività – spiega il prof. Alfre-do Marzocchi, preside della facoltà – ha bisogno di essere spiegata, ed è

questa l’occasione per sollecitare il re-perimento di fondi sempre necessari e per dimostrare che la ricerca non è qualcosa di astratto, ma un lavoro affascinante, con applicazioni prati-che”. Dalle 15 alla mezzanotte, nella sede di via Musei 41, i ricercatori sa-ranno protagonisti di visite guidate, conferenze e momenti di svago, con l’obiettivo di porre l’accento sull’im-portanza del proprio lavoro, stimo-lare l’interesse e facilitarne la com-

prensione. Alle ore 15 sarà possibile entrare in laboratorio e compiere un percorso guidato alla scoperta degli effetti quantistici della luce e della ma-teria (per le scolaresche, è necessa-ria la prenotazione); alle 17, Alessan-dro Musesti sarà protagonista di una conferenza interattiva, “Sotto le stelle della matematica”, dedicata all’analisi della “Tassellazione di Penrose” e del legame con i “quasicristalli”, partico-lari strutture della materia scoperte

dal fisico israeliano Dan Shechtman, vincitore del Nobel per la Chimica nel 2011. Alle 18, sulla base della prece-dentemente discussa tassellazione di Penrose, il cortile della sede di via Mu-sei sarà ricoperto dai tasselli che ver-ranno consegnati al pubblico parteci-pante, che si guadagnerà la possibilità di posare un frammento rispondendo a semplici quesiti di matematica. Dal-le 19 a mezzanotte, infine, happy hour ed intrattenimento musicale.

basato sul diario di Anne Frank. Po-tenziato anche il progetto “Storie di classe”, che permette di mettere in scena gli spettacoli direttamente nel-le sedi scolastiche. Biglietti: adulti 7 euro, bambini 5; per le scuole, 4.50 euro. Per info: teatrotelaio.it.

La decima edizione delle Settimane Barocche di Brescia è un omaggio a Johann Sebastian Bach ed alla sua famiglia di musicisti. Dopo i primi due appuntamenti, con i due ensemble Brixia Musicalis e L’Armoniosa, il programma di concerti proseguirà fino al 2 dicembre prossimo, e vedrà sui palchi di Brescia e della Provincia artisti di calibro internazionale alternarsi con giovani promesse della musica. La collaborazione con la Fondazione Teatro Grande

ha portato all’inserimento in cartellone di tre appuntamenti che avranno luogo nelle sale del Teatro cittadino: il 27 ottobre il Ridotto ospiterà l’ensemble Cafè Zimmermann; il 19 novembre sarà la volta delle “Cantate d’amor tradito” proposte dal soprano Emanuela Galli, mentre il 2 dicembre, nella Sala Grande, andranno in scena le opere barocche “The Fairy Queen” e “Pygmalion”, protagonista l’Orchestra Barocca dell’Unione Europea. Tra gli ospiti, l’ensemble

Sonar Cantando, gli allievi del Masterclass Internazionale di Musica Antica Parzanica 2012, il duo Cristiano Contadin - Michele Barchi e i vincitori del Premio delle Arti 2012. Accanto al Festival è nato “Controfestival Divertissement Musicali”, per stimolare l’interesse per il barocco nei giovani: tra gli ospiti il violoncellista Marco Frezzato, il Quintetto Bislacco e The Swingle Singers. Ingresso 10 euro, fino a 25 anni gratuito. Info: settimanebarocche.com. (a.g.)

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l Teatro Comunale Odeon di Lumezzane inaugura il 31 otto-bre una nuova stagione nel se-gno dell’equilibrio tra intratte-nimento e ricerca. Il calenda-

rio degli appuntamenti comprende nove spettacoli di prosa, a cui si ag-giungono i momenti musicali “Ode-on Classic”, la rassegna “Schegge di cinema” e le immancabili serate de-dicate alle tradizioni popolari “Vers e Ùs”. Spettacoli di prosa che promet-tono di “produrre verità attraverso la sorpresa ed un po’ di ruvidezza – parola del direttore artistico Vittorio Pedrali – e consolidano la maturità artistica di un teatro che in quindici anni ha saputo mantenere alta su di sé l’attenzione grazie alla scoperta di esordienti oggi famosi e alla pro-posta di attori consolidati”. Anche quest’anno, dunque, grandi nomi. L’esordio spetta alle Sorelle Marinet-ti, che riporteranno il pubblico agli anni ‘30 con la pièce di teatro mu-sicale “Non ce ne importa niente”. A seguire, due graditi ritorni: Maria Paiato, che il 15 novembre scivole-rà nella follia di “Anna Cappelli”, e Marco Paolini, che il 6 dicembre pre-senta “Studio per una ballata di uo-mini e cani”, tributo a Jack London e spunto per parlare del senso del limite nella vita d’oggi. Esordio a Lu-mezzane di Stefano Accorsi in veste teatrale, con “Furioso Orlando”, per la regia di Marco Baliani, liberamen-te tratto dal capolavoro di Ludovico Ariosto (10 dicembre). Dall’amore tormentato al dolore esistenziale, il passo è breve: il Premio Ubu 2012 Mario Perotta in “Atto Finale - Flau-

Iscrizioni aperte per l’anno scolastico 2012-2013 alla Scuola Diocesana di Musica Santa Cecilia di Brescia, in via Bollani. L’attività è articolata in tre settori: formazione liturgico – musicale, con l’Ufficio Liturgico della Dio+esi; formazione musicale; proposte musicali per bambini e ragazzi. “Finalità principale della Scuola – spiegano presidente e direttore don Tullio Stefani e don Alberto Donini (nella foto) – è curare la formazione dei responsabili e animatori della

musica e del canto nella liturgia. L’offerta didattica è pure rivolta a un’utenza più ampia, con particolare attenzione ai ragazzi e ai giovani”. La Fondazione “promuove iniziative per la conservazione e l’incremento della tradizione religiosa locale, soprattutto valorizzando e custodendo il patrimonio storico – artistico della Chiesa bresciana”. Iniziative di formazione rivolte a chi opera in parrocchia: corsi di organo, direzione di coro, canto liturgico, canto gregoriano,

laboratori di letteratura e vocalità corale; vi sono incontri per direttori di coro e organisti parrocchiali, il laboratorio di canto gregoriano, nuovi canti liturgici e le voci dell’organo (quest’ultimo per ragazzi dagli 11 ai 14 anni). La Scuola è attiva con diversi corsi di strumento (pianoforte, clavicembalo, violino e chitarra) e con il corso di composizione; vi sono i corsi di perfezionamento mentre in ambito vocale quelli di vocalità rinascimentale e barocca,

canto e lettura della musica. A queste discipline si affiancano quelle teorico pratiche. Vi sono quindi i corsi preparatori agli esami di accesso alla formazione musicale pre-universitaria e accademica. L’attività per bambini e ragazzi è sostenuta dalla Fondazione Asm e dalla Fondazione Comunità Bresciana. Tra i corsi il coro di voci bianche, fiore all’occhiello della scuola, diretto da Mario Mora. Iscrizioni aperte. Info: 0303712233; santaceciliabrescia.it. (f.l.)

Con la presentazione nel salone Van-vitelliano di palazzo Loggia ha pre-so il via l’avvicinamento all’edizione 2013 della Mille Miglia. Conclusa la gestione ‘romana’, l’organizzazione della corsa, che giunge alla 31ª rievo-cazione storica, torna ad essere ‘bre-sciana’. L’Aci Brescia, proprietario del nome e del marchio della Freccia Rossa, ha ritenuto doveroso preserva-re ogni aspetto della tradizione che ha reso celebre Brescia quale “Città del-

la Mille Miglia” e, con la costituzione della società “1000 Miglia srl”, ha de-ciso di organizzare la “corsa più bella del mondo” in prima persona. Di or-goglio bresciano e di importanza che la corsa riveste per la città e per il nostro territorio ha parlato il sindaco Adriano Paroli. “Non è solo un ecce-zionale avvenimento sportivo, ma fa parte della nostra stessa cultura, che racconta di sacrifici, di passione e di obiettivi da raggiungere”. A dirigere

è stato chiamato Stefano Sacco, ma-nager con esperienza di marketing e gestione di marchi a livello mondiale. Ha fornito alcune anticipazioni facen-do capire che la Freccia Rossa sarà un mix di tradizione e di modernità, sa-ranno “entusiasmo e professionalità: le parole d’ordine con le quali affron-tare la nuova avventura e cogliere gli obiettivi preposti”. Il via il prossimo 16 maggio, con la tradizionale parten-za da viale Venezia; toccherà i luoghi

che hanno reso mitica la corsa, con il ricordo di Giannino Marzotto e Mar-co Crosara, vincitori delle edizioni del 1950 e 1953 e al presente, con il pas-saggio nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto. Ritorno a Brescia il 18 e premiazioni il 19 maggio. L’edizio-ne 2013 è allo start, ma già si guarda avanti. Al 2015 quando la Mille Mi-glia passerà da Milano in occasione dell’Expo. Le iscrizioni apriranno il 15 ottobre. Tutto su 1000miglia.it.

bert” affronta in un mix di sorrisi e profondità il dramma della morte del commediografo che lascia un’opera incompiuta (5 febbraio). Un altro grande interprete, Silvio Orlando, porta in scena il 12 marzo “Il nipote di Rameau”, capolavoro satirico del ‘700 che manca dai teatri dall’inizio degli anni ‘90. I momenti dedicati al-la risata sono invece affidati a Zuz-zurro e Gaspare in “La cena dei cre-

tini” l’11 gennaio e al comico di Zelig Maurizio Lastrico, reso celebre dalla rivisitazione degli endecasillabi dan-teschi, in “Facciamo che io ero io” (10 aprile). La chiusura della stagio-ne di prosa prevista per il 30 aprile è infine dedicata ad una coproduzio-ne internazionale tra Ravennna Te-atro ed il Belgio, dedicata a Marco Pantani, per la regia di Marco Marti-nelli, che ripercorre la parabola del “pirata” offrendo spunti di riflessio-ne sulla società di massa e sulle sue vittime sacrificali. Tutti gli spettacoli iniziano alle 20.45. Rinnovo abbonamenti dal 28 settem-bre (115 euro, ridotto 110). Nuovi abbonamenti dall’8 ottobre, biglietti per i primi spettacoli dal 23 ottobre (20-25 euro). Info: teatro-odeon.it

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Un’ esposizione di opere dell’artista bresciana di Elena Monzo, che riempie le sagome sinuose dei corpi femminili con composizioni di lembi di tessuto multicolor, carte, glitter e tratti di colore dark; un lavoro di collage, un mix di stoffe a creare un mondo caotico, visionario e provocatorio. In contemporanea in galleria una mostra personale dell’artista newyorkese Thomas Bee che, accostando svariati materiali semplici, dai chiodini

colorati ai biglietti dei gratta e sosta, riproduce, con una trama tridimensionale vicina al pixelismo, immagini quotidiane e i loghi delle multinazionali, rielaborando il linguaggio pop in modo innovativo e gioioso. “Elena Monzo, Happy Packaging”, dal 29 settembre al 10 novembre, “Thomas Bee, Pop Up”, dal 29 settembre al 17 novembre, Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13 - Brescia. Da martedì a sabato (10-12 e 15-19).

Una mostra sul tema della solitudine, una realtà dal duplice volto: condizione connaturata all’esistenza e esaltazione dell’unicità della creatura umana. In esposizione 20 opere a tecnica mista su tavola e su tela dei giovani artisti Elisa Anfuso e Jessica Rimondi. “Solitudo. Elisa Anfuso e Jessica Rimondi”, Spazio Arte Duina, via Italia, 1, Paitone – Brescia. Dal 6 ottobre al 10 novembre, apertura da martedì a sabato (9-12 e 15.30-19).

o Spazio Espositivo di Via Gorini di Palazzo-lo ospita una persona-le dell’artista varesino Roberto Carullo. Attivo

fra l’Italia e New York, Carullo spe-rimenta nelle sue opere l’utilizzo di polimeri di Pvc, per riprodurre volti di personaggi dello spettaco-lo alla maniera di fumettista, attra-verso la combinazione di svariate tinte vivaci. Poesia, materia e co-lore si fondono così in un unicum, dopo mesi di meticoloso lavoro, che denotano la perizia artigiana-le del maestro. In seguito ad un incontro con l’as-sistente di Stan Lee, fumettista e creatore del supereroe SpiderMan, rimasto affascinato da uno dei suoi quadri, in cui veniva ritratto con originalità il supereroe, L’Uomo Ragno, la fortuna critica di Carul-lo aumenta considerevolmente; l’artista decide di trasferirsi nella metropoli americana, nella quale apre una galleria d’arte, con la con-seguente opportunità di affacciarsi con successo sul mercato dell’arte d’oltreoceano. Attento conoscito-re del cinema, della sua storia e del

suo linguaggio, i moderni affreschi di Carullo riproducono a tecnica mista su tela volti di numerose ce-lebrità e di icone dei cartoni e dei fumetti, tra cui Pinocchio, Spider Man, Peter Pan, Lupin, Diabolik, Michael Jackson, Lady Diana, Eva Kant, Valentino Rossi. Collocati in ambientazioni reali, quali gli edifi-ci delle grandi città, seppur in sce-nari dall’aspetto ludico e giocoso, i suoi soggetti manifestano talvolta una velata ironia per denunciare

malinconicamente le problemati-che della società, osserva Chiara Seghezzi. Lavori dai quale emerge un istinto quasi fanciullesco, sem-plice ma non semplicistico, di un artista che fa dell’arte un espres-sione positiva che vuole emoziona-re sé stesso e lo spettatore.“Roberto Carullo. Moderni Affre-schi” sarà visibile fino al 28 ottobre con i seguenti orari: sabato dalle 16 alle 19, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

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Una mostra che vuole illustrare la produzione incisoria definita “maniera nera” del giapponese Narumi Harashina che, mediando tra le culture orientale e occidentale alla base della propria formazione, sviluppa un dialogo personale con le umili e semplici cose che fanno parte del vivere quotidiano, descritte con minuziosità, per creare una forte valenza emozionale. Una tecnica antichissima, che risale alla tradizione germanica seicentesca, e

poco praticata oggi perché richiede pazienza e sforzo . Lavori su lastre di rame da cui viene cavato il segno che deve presentare una texture di solchi tracciati con un berceau – una specie di mezzaluna di metallo – che restituiscono allo sfondo sulla carta, un aspetto morbido e vellutato. “La Magia del Nero. Incisioni alla maniera nera di Narumi Harashina”, Piazza Loggia 11/f – Brescia, fino al 21 ottobre, da giovedì a domenica (16-19.30).

mar arriva e ringrazia af-fettuosamente i fan, un saluto ai cuochi, con as-saggio d’obbligo, e poi via, di corsa sul palco.

Lo ritroviamo dopo il concerto, mol-to apprezzato e partecipato.Il tuo viaggio prosegue, tra l’affet-to di chi continua a volerti bene.Certamente, sto bene e sono in per-fetta forma. Ho aggiunto questa serata benefica al tour estivo, che mi ha re-galato ottime sensazioni e grandi sod-disfazioni, come l’altra sera ad Udine. Sono contento di questa serata, che mi ha permesso di raccontare con le canzoni, le parole e le immagini il mio magico mondo, che parte dalla musi-ca ma che si muove in mille direzioni.Un posto speciale lo riservi al ci-nema, che tu conosci da appassio-nato ma anche da protagonista.Amo il cinema e ho la fortuna di co-noscere registi bresciani molto bravi come Claudio Uberti, con cui ho avu-to il piacere di collaborare in un paio di corti; mi piace citare il docu-film “Francesco Bussone - La battaglia di Maclodio”, nel quale interpreto il ruolo del protagonista, tra l’altro con molto divertimento. Mi piace ricor-

particolare con i giovani: talvolta si arrendono prima di combattere.Non ho la presunzione di dare mes-saggi, vorrei dire loro che dopo una caduta c’è sempre la possibilità di ri-alzarsi, e che, grazie a Dio, si può an-che ripartire meglio di prima, come è capitato a me. Dopo il grave problema al cuore sono rinato e ora mi ritrovo con tantissime passioni che riesco con grande impegno ma con altret-tanto entusiasmo a portare a termine.Progetti per il futuro?Tanti, in particolare un paio. Il primo esclusivamente musicale riguarda il mio prossimo disco, che mi vede già impegnato nelle registrazioni. Con stasera chiudo le date e mi rifugio in sala di registrazione. Il secondo inve-ce è un progetto nato con Nicola No-cella, bravissimo attore che ho cono-sciuto sul set de “Il figlio più piccolo”. Con Nicola è emerso il desiderio di dare voce ad una passione comune verso John Belushi, prematuramen-te scomparso 30 anni fa. Per noi è un mito; abbiamo pensato di costruire un’opera teatrale sulla sua figura, che abbiamo intitolato “Sangue impazzi-to” e che presenteremo per dieci da-te di fila al Teatro Parenti di Milano.

dare anche il cameo nel film di Pupi Avati “Il figlio più piccolo”, nel quale eseguo il mio brano “Il figlio del ven-to”. Lì ho conosciuto attori bravissimi come Christian De Sica, Laura Moran-te, Luca Zingaretti e Nicola Nocella.Questa sera abbiamo ammirato il video de “La follia”, ricreato da Giovanni Missaglia partendo dal-le opere del papà Renato, stima-to pittore bresciano che di ammi-reremo nei prossimi mesi in una sua esposizione al Santa Giulia.Renato è un amico di Gussago, oltre che un importante artista. Era inevi-tabile, vista la mia predilezione per la pittura, far nascere qualcosa di ri-levante con lui. Renato ha prodotto circa 200 opere per il video de “La fol-lia”, il cui risultato per me è splendido.Sappiamo che tu hai uno slancio

Nel Castello di Padernello, una mostra di medaglie celebrative, realizzate dall’artista Cesare Monaco. Volti di ninfe protettrici delle acque che circondano il cuore della campagna di Padernello. “Nymphe. La committenza a Cesare Monaco”, Fondazione Castello di Padernello, via Cavour 1, Padernello di Borgo San Giacomo – Brescia. Fino al 18 novembre, da martedì a sabato su prenotazione; domenica (14.30-18.30).

Giorno e notte: immagini di Nicola Civiero e Grace Weston. Civiero pone attenzione sui simboli religiosi, esprimendo la solidità del concetto e del mistero; nelle fotografie della Weston luce, miniature e modellini danno vita a un’atmosfera di umore e fantasia. “Night and day. Nicola Civiero and Grace Weston”, Pacicontemporary, via Trieste, 48 – Brescia, dal 29 settembre al 20 novembre, da martedì a sabato (10-13; 15.30-19.30).

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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La colonizzazione culturale dell’Ita-lia da parte dell’America è una sto-ria che dura da almeno 70 anni. La nostra sudditanza nei confronti del sogno americano è una realtà tangi-bile e mai come oggi vissuta come la più normale delle consuetudini. Ma considerando che oltre a dipendere dai cosiddetti sogni viviamo anche gli incubi, (uno fra tanti il moloch finanziario ed economico a stelle e strisce che da qualche anno ci sta crollando addosso), forse sarebbe necessario limitare l’invasione di prodotti dell’industria culturale ame-ricana. Invece la televisione commer-ciale da decenni ci propone sempre i

soliti quattro tormentoni: sesso, sol-di, potere, divertimento. Sono stru-menti di controllo sociale che fun-zionano nella misura in cui vengono dati per scontati, reali, inevitabili. E quale mezzo migliore per abituare le persone all’ineluttabile, se non la tv? Ci ha addirittura convinti della data precisa della fine del mondo…Lo zio Sam può aggiungere un’al-tra tacca al suo fucile, se c’è ancora spazio: è arrivato in Italia, in onda su Cielo Tv, “The Apprentice”, format americano venduto in 26 nazioni in tutto il mondo.Ideato dall’impren-ditore Donald Trump, lo show rac-conta quanto sia faticoso entrare a

far parte dell’entourage di un gran-de uomo d’affari e di quando debba essere spietata la selezione fra i con-tendenti. Il boss, che nella versione italiana è Flavio Briatore, deve sele-zionare una dozzina di astanti, scelti fra più di 5000 iscritti, valutando le loro capacità nel campo dell’impresa a 360 gradi, dalla gestione dei soldi alla qualità delle scelte, dal carisma alla risolutezza nelle più disparate si-tuazioni: fare squadra in mezzo a una palude, comprare e vendere pesce al mercato, procurarsi oggetti di lusso per un ristretto target di acquirenti… ovviamente l’obiettivo di queste pro-ve è il profitto. Vince chi guadagna

più soldi. Chi decide arbitrariamen-te la sorte dei partecipanti è sempre il boss, un Briatore arrogante e po-co credibile, che risulta autoritario quando dovrebbe essere autorevole e viceversa. In palio c’è uno “stipen-dio a sei cifre”, la massima ambizione per questi mini-manager che spera-no di fare il botto e sistemarsi per la vita. Uno su 1000, anzi 5000, ce la fa, gli altri non sono nessuno.Il pubblico ovviamente è attratto dal-le sfide e dalle faide interne ai gruppi, dalle liti, dalle lacrime e le coalizio-ni: un po’ come il “Grande Fratello” insomma, ma meno kitsch. Se il GF veicolava il disvalore dell’ozio e dei

vizi, “The Apprentice” ci convince che avere successo nella vita signi-fica semplicemente avere tanti soldi, e che per raggiungere questo obiet-tivo si deve essere disposti a tutto… In poche parole: il sogno americano.In un periodo così problematico per il mondo del lavoro, proporre un si-mile spettacolo è uno schiaffo per milioni di persone che hanno un nor-male impiego, che lo stanno cercan-do, che l’hanno perso.Nessuno in tv ci ricorda che il la-voro è un diritto, che non bisogna umiliarsi per ottenerlo, che ciò che conta non è il lusso di pochi ma la dignità di tutti?

Con il mandato agli animatori della pastorale famigliare, domenica scorsa si è aperto il cammino del nuovo anno pastorale dell’Ufficio famiglia sul tema “Famiglia: chiesa domestica. In Primo Piano (alle 9.30) interviene il direttore dell’Ufficio, don Giorgio Comini, per illustrare l’anno di impegni . Tra le nuove proposte si segnala il seminario di studio “Pensare la famiglia”: sei serate a cadenza mensile per approfondire i significati ricchi e

profondi della famiglia così come voluta da Dio. Il commento al Vangelo festivo è a cura di don Roberto Domenighini, direttore dell’Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno.Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” apre con il servizio “Sette nuovi diaconi”. A seguire: “I vicari a Montecastello”, al centro della riflessione tenuta con il Vescovo, sette e nuove religioni, e il nuovo rito delle esequie; il Centro famiglia diocesano e la sua nuova forma organizzativa, a 26 anni dalla costituzione; “La devozione di Nuvolera” in onore della Beata Vergine di Loreto. La rubrica “4 parole...” è con padre

Mario Toffari sul pellegrinaggio dei migranti cattolici lombardi a Brescia. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche “Il Concilio davanti a noi”, il documentario a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II (1962-2012).

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pochi giorni dall’uscita nelle sale di “Monsieur Lazhar”, Giuseppe Pic-cioni con “Il rosso e il blu” porta nuovamen-

te il cinema in un’aula scolastica. Meglio non indugiare sul confron-to tra l’ordinata scuola del film ca-nadese e il liceo romano dove il re-gista ambienta la storia, nel quale i professori difendono col proprio corpo le sedie degli allievi, fatico-samente recuperate; e la preside Margherita Buy passa in rassegna i bagni la mattina presto, munendo-li della carta igienica portata da ca-sa. Anche quegli alunni smaliziati e distratti all’inizio non danno molto conforto: ma il film racconta anco-ra una volta come dalla relazione che nasce in classe nessuno, tra ragazzi e professori, possa crede-re di uscire indenne. Scrive Marco Lodoli, l’insegnante scrittore al cui libro il film è ispirato: “Nell’univer-so degli adulti spesso tutto sembra assodato, si ripetono noiosamente certezze e frasi fatte: ma la scuola non ha queste sicurezze, tutto è mo-bile, indefinito, sorprendente, ogni lezione può diventare una rivelazio-ne, ogni ora in classe può cambia-re i destini”.Certo però che lasciano un sapore

di malinconia i destini di questi in-segnanti, tutti un po’ soli, irrisolti e facili da mettere in crisi. La presi-de Giuliana è attenta a marcare le distanze tra il “fuori” e il “dentro”, sia nella scuola sia nella vita priva-ta. L’anziano professor Fiorito (Ro-berto Herlitzka, sempre bravo ma fin troppo teatrale nella recitazio-ne) interpreta la parte del disincan-tato all’ultimo stadio. Ha rinunciato all’idea che la scuola possa trasmet-tere alcunché a giovani per lui irre-parabilmente ottusi, e nell’apparta-mento dove conduce vita solitaria medita anche il suicidio. Non sop-porta i giovani insegnanti idealisti come il supplente Giovanni (Ric-cardo Scamarcio), ancora convin-to che si possano cambiare i cuori con la poesia.Tutti i mutamenti sono innesca-ti dall’incontro tra i professori e i ragazzi. Nella preside è il solitario Brugnoli, stranito e ammalato, a suscitare il sentimento genitoria-le che la donna si era fino a quel momento negata. Per Fiorito pe-sa l’incontro con una insistente ex allieva. Giovanni si confronta con l’alunna più assenteista e distrat-ta, capace però di far emergere le sue contraddizioni. Perché tutti ri-velano un volto sfaccettato, asse-

condando un andamento narrativo un po’ troppo meccanico: il primo della classe fuori dalla scuola è un adolescente spaesato, l’insegnan-te cinico ha un cuore che gronda passione, il supplente buono non mostra antenne sensibili a ciò che avviene intorno a lui.La “colonna sonora” del film sono le poesie di Leopardi che contri-buiscono a creare un’atmosfera di delicata tristezza, caratteristica del cinema di Piccioni. Il regista pare condividere i dubbi e l’ostinazio-ne dei suoi personaggi: “Tutto ciò che è fuori dalla scuola – dichiara – sembra essere infinitamente più forte nella capacità di creare con-dizionamenti negativi, rispetto alla quotidiana fatica di tutti i migliori insegnanti. E nello stesso tempo non si può fare a meno, a ragione, di continuare a credere e a lavorare”.

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e anche in economia va-lesse la parabola dei talen-ti Marchionne dovrebbe al Paese molto di più dei 20 miliardi di euro promessi

in investimenti ma che nelle ultime settimane ha messo in discussione. L’amministratore delegato di quella che continua a essere la più impor-tante industria italiana dopo aver promesso importanti investimenti in cambio del via libera a un vigoro-so piano di ristrutturazioni aziendali sembra tentennare. Oggi, questo in sintesi il suo pensiero, non esiste-rebbero più le condizoni per passa-re dalle parole ai fatti. Troppi lacci e lacciuoli, uniti alla stagnazione del mercato interno dell’auto, imporreb-bero al manager italo canadese una sostanziale marcia indietro rispetto al progetto di Fabbrica Italia. Solo due anni fa, la casa torinese aveva annun-ciato il progetto che avrebbe dovuto essere accompagnato da investimenti per 20 miliardi di euro. Obiettivo del piano industriale elaborato da Sergio Marchionne era la produzione entro il 2014, in Italia, oltre un milione di vei-coli destinati all’esportazione, di cui circa 300mila da immettere sul mer-cato statunitense. Secondo il piano la percentuale di esportazioni di Fiat sarebbe passata dal 44% nel 2009 al 65% nel 2014. Anche il livello degli in-vestimenti destinato all’Italia sul pe-riodo di piano sarebbe stata enorme,

durre lo stesso premier Mario Mon-ti a invitare Marchionne e i vertici Fiat a Palazzo Chigi per un incontro chiarificatore. Fiat, da parte sua, ha confermato la strategia dell’azienda a investire in Italia, seppure nel mo-mento idoneo, nello sviluppo di nuovi prodotti per approfittare pienamente di una auspicata ripresa del mercato. Molti osservatori hanno letto in que-ste affermazioni indefinite, per altro precisate nei giorni successivi nel cor-so di un’assemblea con tutti i quadri Fiat, una ennesima richiesta di aiuto dell’impresa torinese allo Stato. Una storia non nuova, dal momento che

pari ai due terzi di quelli di tutti i bu-siness del Gruppo Fiat a livello mon-diale. Sono bastati meno di due anni per rimettere in discussione tutto e a gettare un’ulteriore ombra di pre-occupazione sul Paese, tanto da in-

Sconti sulla quota energia Uno sconto reale del 5% sulla quo-ta energia rispetto alle tariffe fissa-te dall’autorità per l’energia elettri-ca ed il gas ed una riduzione di un centesimo al metro cubo sul gas metano. Sono questi gli elementi fondamen-tali dell’accordo siglato tra Confar-tigianato di Brescia e Linea Più, sul modello di quanto avviato in ambito nazionale da Confartigianato ener-gia per le imprese presieduto da Eu-

genio Massetti (nella foto), rivolto ai 14mila associati all’organizzazione bresciana, ai loro dipendenti ed agli addetti dell’organizzazione stessa. I termini dell’intesa sono stati presen-tati nei giorni scorsi nella sede di via Orzinuovi dal presidente di Confar-tigianato Brescia Eugenio Massetti, dal segretario generale Carlo Picci-nato, dal responsabile del settore energia Giovanni Zaina e dai rap-presentanti di Linea Più Spa, Mario

Corsini e Davide Gatti, e di Coge-me, azionista della multiutility Linea Group Holding, Eugenio Taglietti. Per il momento l’accordo per l’ener-gia comprende solo il Bresciano, ma la sinergia avviata con Linea Più, che contempla anche l’assistenza ai clienti con le soluzioni tecniche più adatte ed una più incisiva formazio-ne sul risparmio, lascia prevedere per il futuro un’estensione ad altre zone di quest’esperienza.

secondo calcoli più o meno precisi Fiat avrebbe avuto dallo Stato, nel corso della sua storia, aiuti diretti e indiretti per una cifra di quasi 100 mi-liardi di euro. Un sostegno costante che dovrebbe, come molti ritengono, indurre Marchionne a riflettere sul de-bito di riconoscenza che Fiat ha (o do-vrebbe avere) nei confronti del Paese. L’industraia, come esperti e osserva-tori ricordano, dovrebbe avere un po’ più di coraggio per iniziare a pensare seriamente a un modo per restiture se non moltiplicato, il tanto che ha avuto dall’Italia senza condizionare questo impegno ad altre forme di aiuti.

Giunge da Coldiretti Brescia la notizia di un imminente incontro con un importante gruppo industriale per valutare la definizione di un nuovo prezzo del latte alla stalla. L’incontro sarà l’occasione per verificare il posizionamento dell’industria rispetto alle richieste di Coldiretti che, rispetto agli attuali 38 centesimi, punta a far recuperare agli allevatori la clamorosa impennata dei costi di produzione che si è verificata

in questi ultimi mesi. Sul punto il Presidente provinciale e regionale di Coldiretti Ettore Prandini è perentorio: “In questi mesi – si legge in un comunicato diffuso nell’imminenza del già ricordato incontro – il mercato dei prodotti lattiero-caseari ha dato segnali positivi mentre gli allevamenti stanno attraversando una fase delicatissima e cruciale anche per il futuro del settore. I costi di produzione si sono in molti casi moltiplicati mentre le imprese

devono anche fare i conti con provvedimenti, come la direttiva nitrati o quella sulle emissioni, che comportano investimenti, oneri burocratici e costi non più sopportabili senza che gli allevamenti possano ottenere un adeguato riscontro sul prezzo dei loro prodotti”. In caso di risposte non adeguate, conclude Prandini, e in assenza della possibilità di ragionare di questo con l’industria di trasformazione, Coldiretti è pronta a mobilitarsi.

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Con la parola firewall – che letteralmente significa muro tagliafuoco – si definisce un sistema di protezione che mette al riparo i computer dai virus informatici. Proprio per questo motivo i postali (Slp) e bancari (Fiba) della Cisl ha scelto il concetto di firewall per una serie di iniziative in Lombardia che intendono riflettere e far riflettere sulle infiltrazioni mafiose nell’economia della regione.“Firewall: responsabilità e

conoscenza contro il virus delle mafie” è appunto il titolo del percorso messo a punto da Slp e Fiba Cisl, in collaborazione con il “Progetto San Francesco – Centro studi sociali contro le mafie“. Il progetto ha fatto tappa a Brescia il 25 settembre scorso con il convegno ospitato dall’auditorium della Cisl in via Altipiano d’Asiago. Partendo dalle misure legislative contro il riciclaggio di denaro frutto ai attività malavitose il convengo ha permesso di fare il

punto sulla lotta all’infiltrazione mafiosa al Nord Italia. Un virus, quello dell’infiltrazione mafiosa, che si combatte con gli strumenti legislativi ma anche attraverso la creazione di strumenti sociali in grado di leggere e aggredire il fenomeno. Relatori del convegno sono stati Mario Capocci, del Coordinamento quadri direttivi Fiba nazionale, e Alessandro De Lisi (nella foto), direttore del Centro studi sociali contro le mafie.

rima ha fatto parte del-la delegazione sindacale che ha che incontrato il Governo a palazzo Chigi; il giorno successivo, poi,

si è presentato al Consiglio generale della Cisl bresciana convocato per una prima verifica dopo l’entrata in vigore della riforma del mercato del lavoro. Giorgio Santini, Segretario generale aggiunto della Cisl, è sta-to nelle scorse settimane ospite del sindacato di via Altopiano d’Asiago per illustrare ai bresciani la richie-sta avanzata dal Governo alle im-prese e ai sindacati per un accordo sulla produttività e sulla competiti-vità per la crescita e l’occupazione. Santini, nel suo intervento al consi-glio generale della Cisl bresciana, ha cercato di rispondere a un interro-gativo con il quale il sindacato di via Altopiano d’Asiago si confronta da tempo: ci sono spazi per archiviare le vecchie logiche di contrapposizio-ne e instaurare un clima di coopera-zione che abbia come scopo quello di risollevare il Paese? Non ha usato particolari giri di parole il numero 2 della Cisl nazionale per dare una risposta alla questione. “Non ha piùsenso – ha affermato a Brescia – continuare ad aumentare la conflit-tualità discutendo su come è stata fatta la riforma del lavoro: quello che bisogna fare è concentrarsi sul-

le parti da tutti ritenuti positive”. Santini ha focalizzato la sua atten-zione su due questioni: il contratto di apprendistato definito dal segre-tario aggiunto “una misura di forte innovazione sulla quale vale la pe-

na di investire per inserire il mag-gior numero possibile di persone nel mercato”, e gli accordi per la ri-collocazione degli addetti in cassa integrazione che potrebbero por-tare a qualcosa di positivo per chi è fuori dal ciclo produttivo. Due questioni che, come ha evidenziato Giorgio Santini, richiedono serie-tà e responsabilità di tutte le par-ti coinvolte: dal governo che deve provvedere all’emanazione degli adempimenti, al sindacato chiama-to a gestire le intese sul territorio. Fresco reduce dell’incontro di Pa-lazzo Chigi con il governo Santini

ha ribadito l’urgenza di avviare al più presto una trattativa sul tema della crescita e dello sviluppo. “Bi-sogna trovare il modo per alzare la produttività – ha affermato – , tanto nel suo insiemequanto nei singoli settori. Un impegno che deve es-sere del governo che dal suo inse-diamento a oggi ha, per ammissione dello stesso premier Monti, attuato una politica di rigore e risanamen-to obbligata, che ha finito col pro-durre pesanti effetti recessivi. Per questo il governo non può sottrar-si alla responsabilità di invertire la tendenza”.

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on c’è pace per il Riga-monti. Il motto “casa dolce casa” pare dav-vero essere inadatto all’impianto che ospita

le partite casalinghe delle Rondinel-le, già al centro di numerosi intrighi quest’estate. Prima i soldi anticipati al Comune per l’adeguamento del-la struttura e rimasti infine, per de-cisione consensuale, in carico alla Società, poi il rinnovo – a canone “simbolico” – della convenzione con l’amministrazione cittadina per l’utilizzo dello stadio, ivi compreso l’accordo per il pagamento di circa 100mila euro di arretrati a partire da febbraio 2013. Senza dimenticare, ovviamente, l’ipotesi di un possibile nuovo im-pianto a Borgosatollo o, nell’immi-nenza dell’iscrizione ai campionati, la ventilata “convivenza” nell’im-pianto cittadino con la Feralpi Salò, successivamente sfumata.Molte quindi le questioni e gli in-teressi che si sono accesi intorno al vecchio impianto di Mompiano, sulla cui condizione strutturale ha riportato l’attenzione il presidente delle lega di Serie B Andrea Abodi, a margine della partita casalinga di martedì scorso con il Modena. In occasione dell’incontro, vinto per 2 a 1 dal Brescia grazie alla doppiet-ta di Andrea Caracciolo, è arrivata da parte sua l’ennesima sottolinea-

tura dell’inadeguatezza dell’impian-to. “La prima impressione entran-do in questo stadio – ha detto – è stata proprio quella che da anni il Presidente Corioni mi descrive. Il Rigamonti è uno stadio inadatto, inadeguato, in netto contrasto con i principi della società Brescia Cal-cio e della città di Brescia” Una si-tuazione che, ha osservato, si pro-

lunga da molti anni: “Corioni – ha aggiunto – è presidente del Brescia Calcio dal 1990 e da subito ha ini-ziato a parlare di un progetto inno-vativo per realizzare un nuovo sta-dio. Credo sia paradossale che una squadra debba avere una ‘casa’ in queste condizioni”. A fronte di questa analisi il Presi-dente ha inoltre annunciato l’avvio

Il Velodromo di Montichiari ospiterà per questo fine settimana i campio-nati italiani assoluti su pista dal 26 al 29 settembre. Quattro giorni molto intensi che vedranno impegnati at-leti delle categorie juniores e open, uomini e donne per la conquista di 34 titoli tricolori ai quali vanno ag-giunti i 16 titoli del paraciclismo. Al-la presentazione dell’evento sono in-tervenuti, oltre agli amministratori del Comune di Montichiari, guidati

dal sindaco Elena Zanola e dal suo vice Gianantonio Rosa, e al diretto-re del Velodromo e presidente pro-vinciale della Federazione ciclistica italiana Piero Bregoli, il consigliere della Regione Lombardia, Clotilde Lupatini e l’assessore alla pubblica istruzione della provincia di Brescia, Aristide Peli che hanno espresso pa-role di elogio per il lavoro svolto fi-no ad ora nell’impianto che rappre-senta un punto di riferimento dell’at-

tività ciclistica e un fiore all’occhiel-lo per questo territorio. Nel corso della presentazione, alla quale han-no partecipato anche i tecnici della nazionale Marco Villa ed Edoardo Salvoldi oltre agli atleti Elia Viviani ed Elena Cecchini, il responsabile tecnico del velodromo, Fabio Pere-go, ha illustrato anche i programmi dell’attività invernale del Velodro-mo “Fassa Bortolo” che prevedono anche il campionato d’Europa Der-

ny che si correrà sabato 10 novem-bre con la regia organizzativa della Smo. È stato presentato inoltre il ca-lendario delle manifestazioni che si svolgeranno nel corso della stagio-ne 2012/2013: sette appuntamenti da novembre all’8 marzo, con prove ri-servate ad esordienti, allievi e open. Il programma completo è consulta-bile sul sito internet www.velodro-mofassabortolo.com. Info line: tel. 030 9651362.

Prende il via la nuova stagione agonistica dell’An Brescia di pallanuoto che ha esordito mercoledì in Champions League. Oltre alla massima competizione continentale per club, i biancoazzurri saranno impegnati anche in A1 e a difendere la Coppa Italia conquistata ad aprile sul neutro di Napoli. Squadra che vince non si cambia, dopo il secondo posto in campionato della passata stagione. Il gruppo si è rafforzato con il ritorno dal Savona di

Goran Fiorentini e della giovane promessa Giuseppe Valentino (difensore). Confermatissimi capitan Calcaterra, all’ultima annata prima di appendere la calottina al chiodo, Leonardo Binchi, Enrico Mammarella e soprattutto l’olimpionico Christian Presciutti. Il gruppo è guidato da Sandro Bovo: “Quest’anno abbiamo tutti i presupposti per migliorarci – spiega il tecnico ligure – abbiamo una gran voglia di fare bene e toglierci altre soddisfazioni” (ma.ric).

di un piano per monitorare gli stadi di serie B e le loro condizioni. Nel frattempo, il prossimo impegno per le Rondinelle sarà fuori casa, sa-bato 29 contro l’Empoli al “Castel-lani”, nel quale la squadra cercherà continuità di risultato.Al ritorno tra le mura amiche, infine, i tifosi dovrebbero trovare aperta e funzionante la nuova curva nord. I lavori, infatti, come ha dichiarato l’assessore Mario Labolani, si con-cluderanno in tempo per la gara del 6 ottobre contro il Lanciano, dopo la modifica del progetto che, su ri-chiesta dei Vigili del fuoco, ha visto l’inserimento di una via d’accesso anche nel settore centrale. La nuova curva è una struttura più vicina al terreno di gioco, che do-vrebbe consentire una migliore vi-sibilità degli incontri. Un nuovo tassello, si spera, in dire-zione di un’accoglienza sempre mi-gliore per tifosi e appassionati.

Presentazione ufficiale, nella splendida location delle cantine Montorfano De Filippo di Coccaglio, dei due nuove americani della Centrale del Latte Brescia che esordirà il 7 ottobre a Jesi nel campionato di Legadue. Si tratta di Giddens, perfettamente ristabilito dall’infortunio al polso sinistro per il quale era stato operato nel gennaio scorso, e Jenkins. Entrambi si sono detti felici della loro scelta e pronti a mettersi al

servizio della squadra di coach Martelossi. Jenkins, inoltre, ha aggiunto che ha parlato con il suo amico Goldwire, il quale gli ha descritto molto bene Brescia ed il basket italiano spendendo solo elogi per la sua esperienza nel bel paese. Giddens dal canto suo si è descritto come un giocatore molto emozionale che fa della voglia e della grinta la base del suo gioco e che è pronto a far divertire il pubblico bresciano (r.m.).

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e pendici dell’Amiata si sono colorate di bandiere arancioblù lo scorso fine settimana, quando bici-clette da tutta Italia sono

giunte in Toscana per il Gran premio nazionale di ciclismo. La tre giorni è iniziata venerdì con la crono indi-viduale. In lizza per il titolo ciclisti da Brescia, Cremona, Roma e Gros-seto. La medaglia d’oro è andata al veterano Paolo Nardini (Conti D’An-geli edilfer Pomezia), con il tempo di 27’00”53. Argento e bronzo brescia-ni, con Mario Carlesso della Sprint bike Lumezzane e Massimo Piccini del Team Loda millennium. Sabato trasferimento in località La Selva, sul tracciato di 9,5 km della mountain bi-ke da ripetere tre volte. Primato per Emanuele Digilio (Gc Tondi sport) in 2h01’10”57. Il pomeriggio, largo alla ciclopasseggiata sul Monte Amiata e ritorno a Santa Fiora. Il trofeo della specialità è andato alla Leonessa 99: la squadra più numerosa. Domenica prova in linea su un percorso di 28 km da percorrere tre volte. Successo per Cristian Nardecchia davanti a Nicola Loda (Team Loda millennium) e Gio-vanni Tiburzi (Borgosatollo Cycling). Il Csi Brescia torna a casa con una scorpacciata di maglie e medaglie, con un poker nella crono e nella pro-va su strada. Più scarno, invece, il bi-lancio nella mountain bike. Questa la lista completa dei campioni nazionali: cronometro cadetti: Caiati (Leonessa

“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. In questa celebre frase di San Francesco c’è tutto il senso della missione del Csi, da rispolverare come ogni anno in una delle capitali arancioblù: Assisi. Sarà il fine settimana dell’Immacolata il momento ideale per incontrarsi, pregare e riflettere. La meta resta la stessa di ogni anno: la città francescana dove si svolgerà il meeting ciessino. Gli esponenti

di tutti i comitati italiani vi si raduneranno dal 7 al 9 dicembre. L’organizzazione è al lavoro al fine di garantire la presenza di tre relatori di spicco provenienti dai mondi ecclesiale, sportivo e civile.Ciò che è certo è che sono previste interessanti novità rispetto al passato, mirate a rafforzare e valorizzare la dimensione spirituale e aggregativa dell’esperienza.Il modulo di iscrizione sarà disponibile online sul sito del Csi a partire da ottobre.

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99); juniores: Scarcella (Montanini Alice ceramica); senior: Consolidani (Tem nepi); veterani: Nardini (Conti D’Angeli edilfer Pomezia); gentlemen: Piccini (Team Loda millenniun); sga: Negro (Nuova larianese); sgb: Ales-sandrini (Battistelli extreme); donne A: Conforti (Leonessa 99); donne B: Foresti (Team Loda millennium). Mtb – Deb: Cappelli (Kulamula Mtb Cre-

mona); cadetti: Costantini (Center bike); junior Giuducci (Extreme bi-ke); senior: Sebastianelli (Team nepi); veterani: Marinucci (Santa Marinella cicli Montanini); gentlemen: Caperna (Mtb club Rieti); sga: Crescentini (Te-am B-mad); sgb: Cedroni (Center bi-ke); donne A: Conforti (Leonessa 99); donne B: Vosse (Team B-mad). Strada – cadetti: Caiati (Leonessa 99); don-ne A: Conforti (Leonessa 99); donne B: Vosse (Team B-mad); gentlemen: Garofalo (Forhans team); junior: Nar-decchia (Nardecchia team); senior: Carli (Team Loda millennium); sga: Negro (Nuova larianese); sgb: Cedro-ni (Center bike); veterani: Loda (Team Loda millennium).

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Come conservarei beni culturali

Egr. direttore,le chiese costituiscono un patrimo-nio inestimabile di oggetti sacri e di culto, opere d’arte, sculture, organi, decorazioni, paragonabile al con-tenuto di un museo, oltre a essere esse stesse autentici monumenti e beni culturali. È inutile dire come questo inesti-mabile patrimonio vada tutelato e protetto dalle ingiurie del tempo e come il Codice dei beni culturali all’art. 30 obblighi i proprietari di tali beni a “garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza” e quindi im-ponga loro di mettere in atto tutto ciò che è possibile per la loro pro-tezione. I fattori che possono causare il de-perimento di un manufatto posso-no essere raggruppati nelle tre se-guenti categorie: danni fisici, danni di natura chimica e danni biologici. Gli elementi che influiscono in mo-do determinante sulla conservazio-ne dei beni culturali, e che quindi causano spesso danni irreversibili, sono umidità relativa, temperatura e illuminazione le cui reciproche relazioni determinano in modo si-gnificativo il microclima nel quale tali opere sono immerse. La scienza della conservazione ha dimostrato in modo inequivocabile che per una corretta conservazio-ne dei beni culturali (di qualsiasi natura essi siano) è necessario che tali elementi siano mantenuti entro determinati limiti e possibilmente controllati e monitorati nel tempo. È chiaro a questo proposito sotto-lineare come la scelta di un impian-

to di riscaldamento di una chiesa sia determinante sull’andamento del microclima interno dell’edifi-cio e quindi sulla conservazione o meno degli oggetti d’arte in essa contenuti. L’utilizzo di un sistema di riscal-damento inadeguato può causare fondamentalmente quattro tipi di problemi: danni all’integrità fisica delle opere, deposizione di inqui-nanti e annerimento delle superfi-ci, condensazione dell’eccesso di vapore sulle superfici fredde, de-grado biologico. In modo rapido e schematico pos-siamo ricordare alcune tra le condi-zioni necessarie alla durabilità dei beni culturali: temperatura non ele-vata e, soprattutto, stabile. È infatti l’alternarsi di caldo e fred-do prodotto dal susseguirsi di ac-censione-spegnimento dei riscalda-menti ad attivare (assieme a sposta-menti d’aria che recano inquinanti e microorganismi) le continue di-latazioni-contrazioni che (benché non se ne sappia constatare l’esito se non a disastri resi visibili soltan-to dopo qualche tempo) rovinano i materiali anche prolassando le tele, incrinando tavole e sculture lignee, facendo sollevare e cadere le pelli-cole pittoriche.Altra condizione per garantire la durabilità dei beni culturali è la limitazione dell’umidità, che può favorire il formarsi di macchie e di colture di microorganismi (che, soprattutto, “mangiano” le pellicole pittoriche, ma anche legni e marmi e intonaci); altrettanto importante è il controllo degli scarichi delle grondaie (perché non investano le fondazioni), delle funzionalità dei tetti (non sostituire una tegola rot-

ta o non riposizionarne una mal-posta, può imporre il rifacimento di un tetto); ma anche controllo e sistemazione di finestre che non riparino dalla pioggia; illuminazio-ne ridotta e senza raggi né infra-rossi (che scaldano), né ultravio-letti (che decolorano); assenza di movimenti d’aria che trasportano polveri ovunque: da qui l’urgenza della stabilità della temperatura e il controllo della perfetta chiusura di porte e finestre. Uno studio della Comunità europea (concordato con l’Ufficio naziona-le della Cei per i beni culturali ec-clesiastici) e pubblicato da Electa nel 2006 analizzava i vari sistemi di riscaldamento e propone una particolare forma di riscaldamen-to a banco. Il volume è esaurito da tempo, ma l’editore ha consentito all’Istituto Mnemosyne di trarne le ampie ci-tazioni che sono leggibili in www.istituto-mnemosyne.it (il nostro Istituto è disponibile inoltre a for-nire consulenze gratuite). A proposito del riscaldamento a pa-vimento, oggi privilegiato rispetto ad altri sistemi di riscaldamento, gli autori ne sottolineano, ad esempio, alcune problematicità: generazione di un incessante moto convettivo dell’aria sovrastante il pavimento con conseguente forte deposizio-ne di inquinanti su pareti e soffitti, mobilitazione di vapore dal sotto-suolo con possibile risalita capilla-re lungo le murature, innesco di ci-cli termici nella parte inferiore del-le murature con possibile ripetuta dissoluzione-ricristallizzazione dei sali igroscopici presenti.

Carlo Minelli presidente Istituto Mnemosyne

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