La Voce del Popolo 2013 21

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/$ 92&( '(/ 3232/2 Ǥ ¿ Ǥ ǯ ǯ Ǥ Che il governo Letta sia un esecutivo di compromesso è chiaro. Che certe riforme che stanno a cuore alle singole parti siano agitate solo per alzare la posta in gioco: le intercettazioni a destra e lo ius soli o i matrimoni gay a sinistra, è altrettanto risaputo. Che però un paio di cose il governo Alfano - Letta le debba fare con serietà assoluta, poiché sono la causa e il fine della sua esistenza, è altresì lapalissiano. I temi sono il lavoro e le riforme. ǯ giorno dopo il voto i proclami per il cambiamento furono unanimi. Oggi scopriamo che esiste un via libera per una sua “correzione” entro l’estate in parallelo all’avvio del percorso costituzionale per le riforme. Secondo quanto emerge dal vertice governo - maggioranza la sola modifica che si prevederebbe riguarda il premio di maggioranza alla Camera. Niente preferenze, nessuna ridefinizione dei collegi: la riforma che la maggioranza sta mettendo a punto prevede l’assegnazione del premio alla coalizione che raggiunge o supera il 40% dei voti. Premio che scatterebbe sia alla Camera che al Senato. Ma il premier Letta non riteneva il percorso d lla riforma costituzionale una Dentro il percorso delle riforme “ci sarà – ha spiegato il ministro ai Rapporti con il parlamento Dario Franceschini – una norma di salvaguardia che consenta, in ogni caso, se si dovesse andare a votare prima della scadenza naturale, di non andare con questa legge elettorale. Ci sarà comunque – spiega il ministro – un referendum confermativo, perché la materia interessa tutto il Paese, a prescindere dal quorum”. Insomma oggi una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il porcellum e possa essere utilizzata se, Dio non voglia, si debba andare alle elezioni in tempi brevi, domani, forse, una riforma elettorale più organica dentro le riforme istituzionali. i redo Questa italiani. L’impressione che il “porcellum”, che significa avere una maggioranza assoluta facile scegliendo nelle segreterie i parlamentari, faccia ancora gola a Pd e Pdl non mi abbandona. Semmai la mossa, mascherata da riforma, tende solo ad armonizzare la situazione del Senato che, come è noto, è oggi ingestibile per tutti. Inoltre, appena qualche sondaggio darà l’una o l’altra parte vicina alla soglia del 40% per il premio di maggioranza o che per qualcuno sarà conveniente andare ad elezioni, c’è il rischio che tutto il disegno di riforma istituzionale complessiva salti (e con esso anche le riforme economiche). Non approvare subito una riforma coerente e che se serve, Dzdz ǡ Un anno dal sisma. Il silenzioso lavoro degli eroi quotidiani Zone. La devozione mariana di una comunità viva ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ li Artigianato e pmi. Gestire il cambiamento Don Luigi Salvetti. E Gesù abbraccia anche i suicidi ǤǤ Via Bollani 20. Ecco a voi il Polo culturale /$ 92&( '(/ 3232/2 C’è un comizio elettorale in una piazza antica, verso sera ed è maggio. Sul palco bordato di rosso un uomo parla al microfono. È contento che altri uomini e donne siano lì ad ascoltare più in basso mentre lui parla. Ascolta le sue pa- role amplificate e si compiace di quello che dice. È il suo mestiere parlare, lui fa politica. Se non sapesse parlare, o non potesse, non farebbe politica. Ci sarebbe un altro al suo posto. Deve stare attento a non perdersi dietro a questi pensieri, soprattutto adesso che parla alla gente. Attento per dire le cose nel modo migliore, cose logiche, che non lasciano spazio, che trionfino sull’avversario, che sostengano le tesi del partito, ma che lascino l’impronta, il ricordo, no, meglio, il marchio di chi le pronuncia. Parla e ogni tanto muove le braccia e le mani. Accanto ha tre uomini in vista, silenti. I muri, le imposte, i merli delle torri, perfino le pietre del selciato sembrano ridere di questo tramonto. Star lì ad ascoltare il comizio è come essere dentro un quadro o assistere allo spettacolo di un grande teatro tra scene e comparse. Nel cielo le ron- dini che volano e gridano insieme. Ǥ Ǥ Ǥ ( C e m m a a r m m n n su s pen p dire d spazio s partito, p di chi le p d Accanto ha Ac torri, perfino le tor Star lì ad as colt allo spettacolo dini che volano Ǥ Si condensano per Brescia in questi giorni snodi che possono aprirci a inedite mete o conse- gnarci ancora all’ennesima resa. La Brescia politica gioca la sfida amministrativa con dei prota- gonisti che sono noti: Paroli, Del Bono, Castelletti e Onofri e altre sei “new entry”. Cosa accadrà? Il sindaco è il volto di una città, è la storia e il domani; è l’ispirazione e il senso della realtà; è la rispo- sta ai bisogni e il riconoscimento collettivo aldilà di ogni apparte- nenza e colore. Così lo chiedia- mo e lo vorremo. La Brescia che crede è piena di domande. Rico- nosce nel vescovo Monari un ap- poggio sicuro, ma nel concreto si dibatte tra ciò che è tiepido e ciò che è essenziale. Unità pastorali e parrocchie, nuova evangelizza- zione e attenzione ai bisogni so- ciali s’incrociano troppo spesso senza incontrarsi. È lo sforzo di una tradizione gloriosa che cerca di tradursi in una nuova realtà plurale che è sempre più indiffe- rente anche se non ancora ostile. La Brescia che lavora soffre, forse più di quanto appare o sia capa- ce di esternare. Brescianamen- te parlando non smette di darsi da fare, di tirarsi su le maniche, ma c’è nello sguardo di lavorato- ri e imprese qualcosa di vacuo e stenta a prendere i toni della spe- ranza. La Brescia culturale è ric- ca di intelligenze, di idee e di ta- lenti, ma anche di protagonismi solitari. Una stagione di sinergie ci aiuterebbe a porci in modo ori- ginale nel panorama nazionale. La Brescia sportiva sogna e aiuta a sognare. Troppo spesso, però, ci ha lasciato a bocca asciutta. E co- sì ciò che è nuovo non è sempre migliore e ciò che è vecchio spesso non lascia spazio al futuro. Anche la festa rosa serva ad unirci, per lottare ancora e non arrenderci. ǡ ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ ǤǤ *LULDPR LO PRQGR “Questa festa vuole essere un incontro di popoli, di colori, di tradizioni. Ogni co- munità è invitata a manifestare la proprie tradizioni, le proprie musiche e i propri piatti tipici”. In questi termini padre Michele De Salvia ha presentato la 4ª edi- zione bresciana della “Festa dei popoli”. Spesso la diffidenza e la paura possono nascere dalla non conoscenza, ma alcune barriere si possono superare. L’associa- zione Centro migranti e l’Ufficio per i migranti della diocesi pro- muovono la “Festa dei popoli 2013: giriamo il mondo” che si svolgerà presso il Pala Banco di Brescia in via S. Zeno 168 a Bre- scia nella giornata di domenica 26 maggio. L’iniziativa, nata in seno al carisma scalabriniano, è stata realizzata a Brescia per la prima volta nel 2010. ǯ λ Dz dz ŽŵƵŶŝƚă ŝŶ ĐĂŵŵŝŶŽ %5(6&,$ ¿ λ Ǥ ǡ ǡ ° Ǥ ǯǤ ¿ ǡ ǡ Dzdz ǣ ¿ Ǥ Che il gover no Letta sia un r r esecutivo di compromesso è chiaro. Che certe riforme che stanno a cuore alle singole parti siano agitate solo per alzare la posta in gioco: le intercettazioni a destra e lo ius soli o i matrimoni gay a sinistra è altrettanto del percorso costituz riforme. 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Dopo una lunga campagna elettorale il 26 e il 27 maggio i bresciani sceglieranno il sindaco.

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Che il governo Letta sia un

esecutivo di compromesso è

chiaro. Che certe riforme che

stanno a cuore alle singole parti

siano agitate solo per alzare la

posta in gioco: le intercettazioni a

destra e lo ius soli o i matrimoni

gay a sinistra, è altrettanto

risaputo. Che però un paio di cose

il governo Alfano - Letta le debba

fare con serietà assoluta, poiché

sono la causa e il fine della sua

esistenza, è altresì lapalissiano. I

temi sono il lavoro e le riforme.

giorno dopo il voto i proclami per

il cambiamento furono unanimi.

Oggi scopriamo che esiste un via

libera per una sua “correzione”

entro l’estate in parallelo all’avvio

del percorso costituzionale per le

riforme. Secondo quanto emerge

dal vertice governo - maggioranza

la sola modifica che si

prevederebbe riguarda il premio di

maggioranza alla Camera. Niente

preferenze, nessuna ridefinizione

dei collegi: la riforma che la

maggioranza sta mettendo a punto

prevede l’assegnazione del premio

alla coalizione che raggiunge o

supera il 40% dei voti. Premio

che scatterebbe sia alla Camera

che al Senato. Ma il premier

Letta non riteneva il percorso

d lla riforma costituzionale una

Dentro il percorso delle riforme

“ci sarà – ha spiegato il ministro

ai Rapporti con il parlamento

Dario Franceschini – una norma

di salvaguardia che consenta, in

ogni caso, se si dovesse andare

a votare prima della scadenza

naturale, di non andare con

questa legge elettorale. Ci sarà

comunque – spiega il ministro

– un referendum confermativo,

perché la materia interessa tutto il

Paese, a prescindere dal quorum”.

Insomma oggi una riforma

minimalista che ricostituzionalizzi

il porcellum e possa essere

utilizzata se, Dio non voglia, si

debba andare alle elezioni in tempi

brevi, domani, forse, una riforma

elettorale più organica dentro le

riforme istituzionali.i redo Questa

italiani. L’impressione che il

“porcellum”, che significa avere

una maggioranza assoluta facile

scegliendo nelle segreterie i

parlamentari, faccia ancora gola

a Pd e Pdl non mi abbandona.

Semmai la mossa, mascherata

da riforma, tende solo ad

armonizzare la situazione del

Senato che, come è noto, è oggi

ingestibile per tutti. Inoltre,

appena qualche sondaggio darà

l’una o l’altra parte vicina alla

soglia del 40% per il premio di

maggioranza o che per qualcuno

sarà conveniente andare ad

elezioni, c’è il rischio che tutto il

disegno di riforma istituzionale

complessiva salti (e con esso

anche le riforme economiche).

Non approvare subito una

riforma coerente e che se serve,

Un anno dal sisma.Il silenzioso lavoro

degli eroi quotidiani

Zone. La devozione

mariana di una comunità viva

li

Artigianato e pmi.Gestire il cambiamento

Don Luigi Salvetti.E Gesù abbracciaanche i suicidi

Via Bollani 20.Ecco a voiil Polo culturale

C’è un comizio elettorale in una piazza antica, verso sera

ed è maggio. Sul palco bordato di rosso un uomo parla al

microfono. È contento che altri uomini e donne siano lì ad

ascoltare più in basso mentre lui parla. Ascolta le sue pa-

role amplificate e si compiace di quello che dice. È il suo

mestiere parlare, lui fa politica. Se non sapesse parlare, o

non potesse, non farebbe politica. Ci sarebbe un altro al

suo posto. Deve stare attento a non perdersi dietro a questi

pensieri, soprattutto adesso che parla alla gente. Attento per

dire le cose nel modo migliore, cose logiche, che non lasciano

spazio, che trionfino sull’avversario, che sostengano le tesi del

partito, ma che lascino l’impronta, il ricordo, no, meglio, il marchio

di chi le pronuncia. Parla e ogni tanto muove le braccia e le mani.

Accanto ha tre uomini in vista, silenti. I muri, le imposte, i merli delle

torri, perfino le pietre del selciato sembrano ridere di questo tramonto.

Star lì ad ascoltare il comizio è come essere dentro un quadro o assistere

allo spettacolo di un grande teatro tra scene e comparse. Nel cielo le ron-

dini che volano e gridano insieme.

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di chi le pdAccanto ha Ac

torri, perfino letorStar lì ad ascoltallo spettacolo dini che volano

Si condensano per Brescia in questi giorni snodi che possono aprirci a inedite mete o conse-gnarci ancora all’ennesima resa. La Brescia politica gioca la sfida amministrativa con dei prota-gonisti che sono noti: Paroli, Del Bono, Castelletti e Onofri e altre sei “new entry”. Cosa accadrà? Il sindaco è il volto di una città, è la storia e il domani; è l’ispirazione e il senso della realtà; è la rispo-sta ai bisogni e il riconoscimento collettivo aldilà di ogni apparte-nenza e colore. Così lo chiedia-mo e lo vorremo. La Brescia che crede è piena di domande. Rico-nosce nel vescovo Monari un ap-poggio sicuro, ma nel concreto si dibatte tra ciò che è tiepido e ciò che è essenziale. Unità pastorali e parrocchie, nuova evangelizza-zione e attenzione ai bisogni so-ciali s’incrociano troppo spesso senza incontrarsi. È lo sforzo di una tradizione gloriosa che cerca di tradursi in una nuova realtà plurale che è sempre più indiffe-rente anche se non ancora ostile. La Brescia che lavora soffre, forse più di quanto appare o sia capa-ce di esternare. Brescianamen-te parlando non smette di darsi da fare, di tirarsi su le maniche, ma c’è nello sguardo di lavorato-ri e imprese qualcosa di vacuo e stenta a prendere i toni della spe-ranza. La Brescia culturale è ric-ca di intelligenze, di idee e di ta-lenti, ma anche di protagonismi solitari. Una stagione di sinergie ci aiuterebbe a porci in modo ori-ginale nel panorama nazionale. La Brescia sportiva sogna e aiuta a sognare. Troppo spesso, però, ci ha lasciato a bocca asciutta. E co-sì ciò che è nuovo non è sempre migliore e ciò che è vecchio spesso non lascia spazio al futuro. Anche la festa rosa serva ad unirci, per lottare ancora e non arrenderci.

“Questa festa vuole essere un incontro di popoli, di colori, di tradizioni. Ogni co-munità è invitata a manifestare la proprie tradizioni, le proprie musiche e i propri piatti tipici”. In questi termini padre Michele De Salvia ha presentato la 4ª edi-zione bresciana della “Festa dei popoli”. Spesso la diffidenza e la paura possono nascere dalla non conoscenza, ma alcune barriere si possono superare. L’associa-zione Centro migranti e l’Ufficio per i migranti della diocesi pro-muovono la “Festa dei popoli 2013: giriamo il mondo” che si svolgerà presso il Pala Banco di Brescia in via S. Zeno 168 a Bre-scia nella giornata di domenica 26 maggio. L’iniziativa, nata in seno al carisma scalabriniano, è stata realizzata a Brescia per la prima volta nel 2010.

Che il governo Letta sia un rresecutivo di compromesso è

chiaro. Che certe riforme che

stanno a cuore alle singole parti

siano agitate solo per alzare la

posta in gioco: le intercettazioni a

destra e lo ius soli o i matrimoni

gay a sinistra è altrettanto

del percorso costituz

riforme. Secondo qu

dal vertice governo -

la sola modifica che

prevederebbe riguar

maggioranza alla Ca

preferenze, nessuna

dei collegi: la riform

maggioranza sta med l’assegnazi

Domenica 26 maggio (dalle ore 8 alle 22) e lunedì 27 maggio (dalle 7 alle 15) si torna alle urne per le elezioni amministrative. Nella città della Leonessa sono 10 i candidati. Oltre alla città, sono 15 i Comuni che rinnovano i loro consigli comunali. Leggi l’approfondimento nelle pagine 4 e 5.

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In centro storico la zona pastorale e l’unità pastorale coincidono: è la prima unità pastorale della diocesi, una primogenitura nata nel 2008. Il coordinatore delle nove parrocchie dell’unità pastorale è mons. Alfredo Scaratti. E se il cammino di fatto è già avviato da tempo, va registrato il passaggio del Sinodo diocesano che ha dato luce a ulteriori riflessioni: “Dobbiamo – spiega mons. Scaratti – trovare delle linee guida sulla vita

pastorale d’insieme. Questo chiederà un’ulteriore capacità di comunicazione, conversione e comunione. Sta prendendo sempre più corpo che alcune scelte/linee vanno condivise come unità perché diverrà una forza maggiore: nel portare avanti alcune iniziative bisogna saper fare i conti con la fatica di darsi tempi e ritmi adeguati”. Il cammino è, quindi, in crescita, ma deve trovare delle continue conferme. Le prossime stagioni,

inoltre, segneranno anche dei cambiamenti con alcuni sacerdoti prossimi al meritato riposo e con una collaborazione sempre più diretta fra le parrocchie. Lavorare all’individuazione di linee comuni, alla condivisione di scelte pastorali e, soprattutto, a una nuova via per la comunione sacerdotale sono gli aspetti che spingono il coordinatore a esprimere un giudizio positivo sui primi anni dell’unità pastorale del centro storico di Brescia. “Un

cammino – sottolinea ancora mons. Scaratti – che in parte è stato facilitato da tanti elementi comuni tra le nove parrocchie coinvolte”. La presenza di tanti stranieri (6.397 su 24.771 abitanti) ha portato ad esempio le comunità a interrogarsi sul modo di fare carità. Un altro terreno fertile per l’unità pastorale è il grande patrimonio storico e artistico: si va dalla Notte del Sacro alle iniziative culturali nel tempo del Natale.

lara, Fernanda, Anna, Ro-berto, Marco, Massimo e Fabio. Sono solo alcune delle persone che con storie e professionalità

diverse (chi nel campo sanitario, chi in quello sindacale, chi in quello im-prenditoriale…) dedicano una parte importante del loro tempo per aiutare gli altri. È quasi impossibile quantifi-care il numero dei volontari che ruo-tano attorno alle Caritas parrocchiali del centro storico. Qui, ancora prima che fosse istituita l’unità pastorale, le nove parrocchie avevano pensa-to a una struttura di coordinamento, una Caritas zonale coordinata da don Piero Lanzi. E se nel cuore della città l’incidenza degli stranieri è notevole (72 etnie per poco più di 6.000 perso-ne a fronte di un numero di abitanti che supera i 24mila), gli sportelli del-

prossime alla scadenza, alla preoccu-pazione che, a fronte di meno risorse per gli enti locali, non si verifichi una delega al volontariato di funzioni che questi non è in grado di espletare. Gli utenti, molto spesso senza particolari qualifiche e impiegati in lavori di as-sistenza o nelle pulizie domestiche, lamentano la mancanza del lavoro come causa di disagio; sarebbero di-sponibili ma non sanno dove e come rivolgersi visto e considerato che an-che le agenzie sono orfane di propo-ste. La perdita del posto determina anche il rientro nei Paesi d’origine bruciando di conseguenza le risorse investite nei decenni per l’inserimen-to economico e sociale, mettendo a dura prova anche i minori, l’anello più debole della catena. Negli ultimi mesi si sta verificando anche un altro fenomeno sociale: i padri di famiglia

la Caritas certificano una situazio-ne sociale aggravata dalla crisi nella quale da tempo non sono più solo gli immigrati a chiedere aiuto. Il paga-mento del mutuo, dell’affitto, delle utenze o della retta per la frequenza alla mensa scolastica diventano osta-coli insormontabili con risvolti psi-cologici e sociali non indifferenti. La Caritas zonale non a caso ha indiriz-zato proprio una lettera ai candidati sindaco nella quale individua la diffi-coltà dell’esistente: si va dalla richie-sta sempre maggiore di pacchi viveri (nella sola parrocchia di San Fausti-no ogni settimana viene consegnata una borsa alimentare a 180 famiglie compresi 30 studenti universitari stra-nieri) con l’auspicio che le istituzioni possano intavolare degli accordi con la grande distribuzione per un utiliz-zo proficuo delle derrate alimentari

ritornano nella loro nazione per lavo-rare e lasciano qui moglie e figli che diventano i nuovi poveri, persone che non hanno la possibilità di vivere in maniera dignitosa. La Caritas zonale in questi sette anni si è attivata per un impegno a 360° che comprende accoglienza, assistenza ed educazio-ne nello spirito caro a Paolo VI di una Chiesa attenta ai bisogni dell’uomo. E dove la Chiesa incontra l’uomo, lì

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Che il governo Letta sia un esecutivo di compromesso è chiaro. Che certe riforme che stanno a cuore alle singole parti siano agitate solo per alzare la posta in gioco: le intercettazioni a destra e lo ius soli o i matrimoni gay a sinistra, è altrettanto risaputo. Che però un paio di cose il governo Alfano - Letta le debba fare con serietà assoluta, poiché sono la causa e il fine della sua esistenza, è altresì lapalissiano. I temi sono il lavoro e le riforme. Sul lavoro, staremo a vedere. Sulle riforme è noto che il peccato originale sia la legge elettorale con cui abbiamo votato lo scorso febbraio. Mai cambiato per biechi interessi di opportunità partitica, il “porcellum” regna indisturbato. Il

giorno dopo il voto i proclami per il cambiamento furono unanimi. Oggi scopriamo che esiste un via libera per una sua “correzione” entro l’estate in parallelo all’avvio del percorso costituzionale per le riforme. Secondo quanto emerge dal vertice governo - maggioranza la sola modifica che si prevederebbe riguarda il premio di maggioranza alla Camera. Niente preferenze, nessuna ridefinizione dei collegi: la riforma che la maggioranza sta mettendo a punto prevede l’assegnazione del premio alla coalizione che raggiunge o supera il 40% dei voti. Premio che scatterebbe sia alla Camera che al Senato. Ma il premier Letta non riteneva il percorso della riforma costituzionale una priorità nell’azione del governo, e anche del Parlamento, tanto che sulle riforme, disse, si giocava la vita dell’esecutivo e della legislatura? E questo obbrobrio che sarebbe? Il “porcellino”?

Dentro il percorso delle riforme “ci sarà – ha spiegato il ministro ai Rapporti con il parlamento Dario Franceschini – una norma di salvaguardia che consenta, in ogni caso, se si dovesse andare a votare prima della scadenza naturale, di non andare con questa legge elettorale. Ci sarà comunque – spiega il ministro – un referendum confermativo, perché la materia interessa tutto il Paese, a prescindere dal quorum”. Insomma oggi una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il porcellum e possa essere utilizzata se, Dio non voglia, si debba andare alle elezioni in tempi brevi, domani, forse, una riforma elettorale più organica dentro le riforme istituzionali.Scusate, ma non ci credo. Questa messa in sicurezza della legge elettorale non mi convince proprio. Ancora una volta sento l’odore dell’ennesimo tentativo di fregatura per gli

italiani. L’impressione che il “porcellum”, che significa avere una maggioranza assoluta facile scegliendo nelle segreterie i parlamentari, faccia ancora gola a Pd e Pdl non mi abbandona. Semmai la mossa, mascherata da riforma, tende solo ad armonizzare la situazione del Senato che, come è noto, è oggi ingestibile per tutti. Inoltre, appena qualche sondaggio darà l’una o l’altra parte vicina alla soglia del 40% per il premio di maggioranza o che per qualcuno sarà conveniente andare ad elezioni, c’è il rischio che tutto il disegno di riforma istituzionale complessiva salti (e con esso anche le riforme economiche). Non approvare subito una riforma coerente e che se serve, si potrà comunque cambiare successivamente, è un errore. Per questa strada il governo Letta potrebbe aver attivato il timer per una sua fine precoce.

Un anno dal sisma.Il silenzioso lavoro degli eroi quotidiani

Zone. La devozione mariana di una comunità viva

Giro d’Italia.Piazzale Garibaldi in festa per l’arrivo

Artigianato e pmi.Gestire il cambiamento

Don Luigi Salvetti.E Gesù abbracciaanche i suicidi

Via Bollani 20.Ecco a voiil Polo culturale

C’è un comizio elettorale in una piazza antica, verso sera ed è maggio. Sul palco bordato di rosso un uomo parla al microfono. È contento che altri uomini e donne siano lì ad ascoltare più in basso mentre lui parla. Ascolta le sue pa-role amplificate e si compiace di quello che dice. È il suo mestiere parlare, lui fa politica. Se non sapesse parlare, o non potesse, non farebbe politica. Ci sarebbe un altro al suo posto. Deve stare attento a non perdersi dietro a questi

pensieri, soprattutto adesso che parla alla gente. Attento per dire le cose nel modo migliore, cose logiche, che non lasciano

spazio, che trionfino sull’avversario, che sostengano le tesi del partito, ma che lascino l’impronta, il ricordo, no, meglio, il marchio

di chi le pronuncia. Parla e ogni tanto muove le braccia e le mani. Accanto ha tre uomini in vista, silenti. I muri, le imposte, i merli delle

torri, perfino le pietre del selciato sembrano ridere di questo tramonto. Star lì ad ascoltare il comizio è come essere dentro un quadro o assistere allo spettacolo di un grande teatro tra scene e comparse. Nel cielo le ron-dini che volano e gridano insieme.

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onto alla rovescia! Anco-ra poche ore e gli eletto-ri di Brescia e di altri 15 Comuni della provincia potranno scegliere, con il

loro voto, a chi affidare per il prossi-mo quinquennio (a meno di incidenti di percorso che costringano al ritorno anzitempo alle urne, come è avvenu-to per i Comuni di Barghe, Berlingo e San Zeno che votato prima della naturale scadenza per la morte del sindaco, e Manerbio per le dimissio-ni della giunta) la guida delle proprie comunità. Mancano solo pochi giorni all’apertura dei seggi elettorali, fissa-ta in tutta Italia alle 8 di domenica 26 maggio. Saranno poco meno di sette milioni gli italiani chiamati al voto, in una tornata elettorale che segue di tre mesi esatti le politiche del febbraio scorso che, dopo l’esperienza del go-verno tecnico avrebbero dovuto dare al Paese un nuovo e forte esecutivo in grado di trascinare l’Italia fuori dalle

Fare il sindacoal tempo della crisi

secche della crisi... Tutti sanno com’è andata a finire. E tutti, anche se nes-suno lo confessa apertamente, temo-no o sperano che gli effetti del voto del 24 e 25 febbraio scorso possano farsi sentire anche sulle amministra-tive ormai prossime. Ovviamente è la città di Brescia a catalizzare l’interes-se dei media. Per le sue dimensioni e

per il fatto che in passato ha spesso rappresentato una sorta di “incuba-tore” di scenari politici poi sviluppa-tisi a livello nazionale (uno per tutti, la coalizione che nel 1994 consentì la vittoria di Mino Martinazzoli è stata considerata da molti la progenitrice di quell’Ulivo che due anni più tar-di avrebbe portato Prodi a vincere le politiche), Brescia è una sorta di sorvegliata speciale. I motivi di inte-resse non mancano e la parata di big nazionali delle ultime ore ne sono la prova. Da una parte il centro-sinistra che schiera Emilio Del Bono deve di-mostrare di avere assorbito lo shock delle politiche e cercare di portare a casa quella vittoria che in tanti sino a pochi mesi fa davano per scontata. Specularmente, il centro-destra che ha ritrovato la quadra intorno al sin-daco uscente Adriano Paroli, guarda al voto di Brescia per verificare quan-to slancio abbia ancora la ricorsa con-clusa sul filo di lana alle politiche del

febbraio scorso. C’è poi l’attesa di chi vuole vedere come si conclude una volata iniziata più di un anno fa con l’annuncio di Del Bono candida-to sindaco del Pd. Proprio quella della riproposta sembra essere la chiave di lettura delle amministrative a Brescia. Quattro dei dieci candidati in corsa (l’elenco completo, insieme a quello dei candidati degli altri Comuni bre-sciani al voto è nella tabella a fianco, ndr.), e che probabilmente alla fine si contenderanno il grosso dei voti, sono gli stessi che si “giocarono la Loggia” nel 2008. Allora fu Adriano Paroli a sbaragliare il campo, vicen-do al primo turno la concorrenza di Emilio Del Bono, di Laura Castelletti, di Francesco Onofri e di una serie di altri comprimari. I “fantastici quattro” sono ancora in campo insieme ad al-tri sei candidati su cui spicca, anche solo per il consenso che ha avuto alle recenti politiche, Laura Gamba, can-didata (o portavoce) del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nel corso delle ultime settimane, dopo aver percorso in lungo e il largo la città per costruire

con questa un progetto per la Brescia di domani, i candidati (o buona parte di questi) si sono ripetutamente con-frontati in una serie di incontri in cui sono stati sollecitati a pronunciarsi su tutto: dall’ambiente al lavoro, dai trasporti alla cultura, dai servizi alla persona ai costi della politica, dalle partecipante alle scuola... Domande e questioni che già delineano la diffi-colta di fare il sindaco in un tempo come quello attuale, segnato dalla crisi. Una stagione che indurrà mol-ti, anche solo per il bisogno di avere risposte ai propri bisogni, a tenere co-stantemente sulla graticola sindaco, assessori e consiglieri comunali, sia in città che nei 15 Comuni bresciani che andranno al voto (in ordine alfa-betico: Agnosine, Barghe, Berlingo, Berzo Inferiore, Borno, Castelcovati, Manerbio, Milzano, Offlaga, Ponte di Legno, Quinzano d’Oglio, San Zeno Naviglio, Toscolano Maderno, Trava-gliato e Trenzano) e da cui sembrano essere scomparsi i partiti politici. Dal-le valli alla Bassa imperversano le li-ste civiche e solo in pochi casi Pd, Pdl

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Lega, ma anche lo stesso Movimento 5 Stelle, presente solo a Toscolano Maderno, hanno presentato nome e simbolo. Strategie, valutazioni politi-che? Solo l’apertura delle urne, subito dopo il 15 di lunedì 27, dirà della bonta delle scelte. I Comuni della provincia conosceranno nel giro di poche ore il nome del loro sindaco. Per Brescia è facile immaginare il ricorso al bal-lottaggio che si terrà il 9 e 10 giugno prossimo tra i due candidati più vota-ti, a meno che, come accade nel 2008, qualcuno non riesca già a conquista-re il 50,01 dei voti già al primo turno.

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passato esattamente un anno dal terremoto che il 20 maggio 2012 scon-volse la vita di tantissime comunità dell’Emilia e

del basso Mantovano. Sono trascor-si 12 mesi e su quel sisma è sceso il silenzio. Le comunità colpite vivono ancora pesanti disagi, anche se la la-boriosità di questa parte d’Italia, non ha aspettato molto a rialzare la testa. La gente ha saputo sin da subito rim-boccarsi le maniche per intervenire laddove possibile. Le scosse del 20 e 29 maggio 2012 si accanirono in mo-do particolare su chiese, monumenti e aziende. Il tessuto imprenditoriale locale, pur duramente colpito, non ha sprecato molto tempo a pianger-si addosso. Tanti imprenditori hanno messo spontaneamente a disposizio-ne capannoni e altre strutture, senza curarsi nel momento del bisogno di concorrenza e quote di mercato, per dare modo a molte imprese di riav-viare in tempi sufficientemente brevi le loro attività. Dei 40mila lavoratori messi in cassa integrazione subito do-po il sisma per l’inagibilità degli im-pianti, pochissimi sono ancora quelli che attendono di rientrare al lavoro. 35 aziende emiliane particolarmente colpite dal terremoto, pur lavorando in condizioni di estrema difficoltà, hanno dato vita alla rete “Terre mos-se”, che fra i suoi obiettivi ha anche la facilitazione dell’accesso ad agevo-

è stato fatto” con “un grande lavoro di comunità”, anche se che “molto resta da fare”. Il giudizio espresso dal presi-dente della Regione Emilia Romagna in occasione dell’anniversario del si-sma riassume perfettamente lo spiri-to con cui le comunità colpite hanno affrontato le difficoltà. I problemi non mancano: nella sola Emilia migliaia di persone vivono ancora fuori dalle pro-prie abitazioni e in tanti casi alla mes-sa in sicurezza degli edifici non ha fat-to seguito l’inizio dei lavori di ripristi-no. Sono oltre 10mila le famiglie che negli ultimi mesi hanno beneficiato del Contributo di autonoma sistema-

lazioni fiscali e finanziarie alle impre-se facenti parte della rete e la parte-cipazione a programmi di ricerca ed innovazione in collaborazione con università e centri di ricerca pubblici e privati. A un anno dal sisma “molto

Ha suscitato grande attenzione la parte della prolusione dell’assemblea della Cei che il card. Angelo Bagna-sco ha dedicato all’attualità italiana. Sono state parole particolarmente impegnative, quasi di “rimprovero”, quelle che il Presidente dei vescovi ha avuto per il mondo politico. Ha parlato di “situazioni intricate e perso-nalismi, che hanno assorbito energie e tempo, degni di ben altro impiego, vista la mole e la complessità dei pro-

blemi che assillano famiglie, giovani e anziani”. Secondo il Cardinale, “do-po il responso delle urne, i cittadini hanno il diritto che quanti sono sta-ti investiti di responsabilità e onore per servire il Paese, pensino al Paese senza distrazioni, tattiche o strategie che siano”. Un evidente riferimento alle lungaggini estenuanti che han-no preceduto la nascita del governo Letta, questa sorta di “grande coali-zione” auspicata dal presidente Na-

politano che, senza il suo autorevole intervento, forse non avrebbe visto la luce. Nella prolusione hanno avu-to spazio anche il tema complesso e dibattuto della vita, dell’etica, della bioetica. Si tratta di un coacervo di problemi deflagranti, alcuni dei quali definiti addirittura “disumani e spie-tati” (dove è in gioco, come nel ca-so della tutela dell’embrione, la so-pravvivenza di un essere umano a tutti gli effetti). Il Cardinale ha fatto

riferimento – ad esempio – anche al-le richieste di riconoscimento delle unione gay, sulle quali ha affermato che si tratterebbe di “rappresentazio-ni similari” alla famiglia, che in “mo-do felpato” andrebbero a costituire un vulnus progressivo alla specifica identità della famiglia”. In aggiunta, ha affermato che queste unioni “non sono necessarie per tutelare diritti in-dividuali in larga misura già garantiti dall’ordinamento”.

zione, mentre 2.900 persone vivono in un migliaio di moduli prefabbricati abitativi. Nonostante tutto, la vita in Emilia e nel basso Mantovano è ripre-sa. Certo, il timore di una riproposta di “spettacoli già visti” in occasione di altri terremoti è concreta. Non è però un timore che blocca, che fa tremare le gambe. Semmai è una preoccupa-zione che spinge la gente colpita dal sisma a darsi da fare, a conquistarsi quell’appellativo di “eroi del quoti-diano” utilizzato dal presidente della Camera Laura Boldrini nel corso del-la commemorazione ufficiale tenuta a Ferrara.

Sì alle modalità applicative individuate dalla Giunta regionale per la realizzazione del Patto di stabilità territoriale che sblocca per quest’anno i primi 133 milioni, 100 per i Comuni e 33 per le amministrazioni provinciali. La decisione è stata assunta nei giorni scorsi dalla Commissione bilancio della Regione. I membri della commissione hanno dato parere favorevole alla delibera di Giunta che individua le modalità di distribuzione e la

cui presentazione è stata fatta direttamente dall’assessore all’Economia Massimo Garavaglia. Il Patto di stabilità territoriale prevede erogazioni finalizzate ad alleggerire il patto degli enti locali, mediante il quale i medesimi enti possono effettuare pagamenti per opere pubbliche. Per il 2013 l’87% dei 33 milioni di euro assegnati alle Provincie servirà per pagare le opere pubbliche realizzate, il 10% andrà alle zone coinvolte dal terremoto del 2012 e per gli

interventi legati all’Expo. Per quel che concerne invece i Comuni il 75,5% dei fondi liberati dal patto di stabilità regionale andrà per le opere pubbliche; il 12% è destinato a premiare i Comuni in proporzione alla virtuosità. “La tempistica di erogazione dei fondi – ha sottolineato l’assessore Massimo Garavaglia – sarà molto rapida. La Giunta però sta lavorando per aumentare i fondi e portare il plafond disponibile ai 210 milioni erogati lo scorso anno”.

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primi passi per il governo Letta, che deve districarsi anche fra le difficoltà di rapporto tra i parti-ti della sua maggioranza “allar-gata” sono indirizzati sul fronte

economico: c’è da allentare la presa fiscale su famiglie ed imprese, da in-centivare l’economia e soprattutto le assunzioni. Anzitutto l’Imu, dalla forte valenza simbolica e politica, anche se poi quest’imposta sugli immobili “pe-sa” per poco più di 5 miliardi di euro. Un decreto ha “congelato” l’acconto di giugno per le prime case non di pre-gio (secondo la categoria catastale), per i terreni e i fabbricati agricoli. Si pagherà invece per seconde case, ne-gozi e capannoni, ma la stessa Imu è sotto la lente governativa per oppor-tune correzioni: appare ingiusto tas-sare beni strumentali come capan-noni e negozi che già sono sottoposti a tassazione, e si pensa di aggravare l’imposta per chi possiede più di una “seconda casa”. Nel frattempo sono state trovate le risorse (circa un mi-

800 miliardi di euro annui, altrimenti le tasse abbassate da una parte, tor-neranno subito dalla finestra.Ma tutto questo non crea nemmeno un posto di lavoro. C’è quindi bisogno di stimola-re l’occupazione, perché la situazione è già ora insostenibile. Si ragiona su alcuni provvedimenti legislativi in me-rito a contratti a termine e apprendi-stato, in controtendenza con la stretta applicata dalla riforma Fornero che aveva come obiettivo la lotta alla “pre-carietà cattiva”. La partita più impor-tante è quella sull’età pensionabile, drasticamente alzata dalla Fornero, provocando alcuni effetti collaterali assai sgradevoli: i cosiddetti “esodati” e il blocco di un turn over tra giovani e vecchi, con i primi fuori dalla porta e i secondi obbligati a lavorare fino a 66-68 anni. Da una maggiore flessibi-lità delle regole si potranno estrarre decine di migliaia di posti di lavoro: i senior si potranno pensionare prima, con una lieve penalizzazione sull’as-segno previdenziale (quindi addio

liardo di euro) per finanziare la cassa integrazione in deroga, che pesa sul-le casse dello Stato a differenza del-la cassa integrazione ordinaria che è alimentata da contributi di imprese e lavoratori. Queste mini-manovre han-no anche un altro obiettivo: quello di cancellare il punto di Iva in più che la legge farà scattare dal primo luglio. Vale qualcosa come 2 miliardi di eu-ro: se si trovano risorse da altre parti, si può evitare che l’Iva salga dal 21 al 22%, e, conseguentemente l’ennesima mazzata ai già deboli consumi inter-ni. Si andrà a pescare tra le pieghe di un bilancio dello Stato che supera gli

24 morti accertati, di cui nove bambini, secondo gli ultimi dati delle autorità locali, ma il numero potrebbe salire con il passare delle ore. Più di 230 i feriti. Ancora senza corrente elettrica 7000 case. È questo il primo bilancio del tornado che nei giorni scorsi si è abbattuto sullo Stato dell’Oklahoma negli Stati Uniti. Le immagini trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo hanno colpito per la devastazione provocata dal fenomeno atmosferico. Gli Usa sono abituati

all’impervesare di cicloni e tornado, ma quello che si è abbattuto sul sobborgo di Moore (20 chilometri dal centro di Oklahoma City) in cui abitano 55mila persone è stato di violenza mai vista. Il presidente Barack Obama, che ha dichiarato lo stato di calamità naturale in cinque contee dell’Oklahoma, ha detto che il tornado è stato “uno dei più distruttivi nella storia” e che “l’Oklahoma ha bisogno di risposte immediate”. “Per tutti coloro che sono stati colpiti, ci rendiamo conto

che la strada da percorrere è lunga”, ha detto Obama. “C’è un enorme dolore che deve essere assorbito, ma resteremo al vostro fianco in questo percorso”. Vicinanza è stata espressa anche dalla Chiesa locale. L’arcivescovo Coakley ha espresso la sua vicinanza alla sua combattiva comunità, non nuova a catastrofi di questo tipo e ha ricordato come una serie di organizzazioni cattoliche, le Catholic Charities Okc, stanno già lavorando d’intesa con l’arcidiocesi di Oklahoma City per garantire

una risposta mirata ed efficace non solo per i bisogni immediati delle persone colpite dal violentissimo tornado, ma anche per le loro esigenze future. Il tornado di tre chilometri di diametro con venti di oltre 300 chilometri l’ora che ha distrutto un’area di 35 chilometri, è stato peggiore di quello già violentissimo del 3 maggio 1999 in cui persero la vita 36 persone, i feriti furono 700 e 8000 case vennero distrutte o gravemente danneggiate.

È in programma per sabato 25 mag-gio presso l’aula magna del liceo Calini di Brescia il convegno “Ri-congiungimento familiare e genito-rialità a distanza”, promosso dall’as-sociazione “Psicologi per i popoli nel mondo” che a Brescia trova la sua declinazione nel progetto “Pro-fessionisti solidAli”, una rete di psi-cologi, psicoterapeuti, psichiatri e altre professionaliltà di questo deli-cato settore che si è resa disponibile per accompagnare tutte quelle forme di disagio psicologico che oggi, per mille ragioni, non trovano risposta nei servizi pubblici e privati che il territorio mette a disposione. Sono una quarantina i professionisti bre-sciani che hanno deciso di dedicare gratuitamente parte del loro tempo per aiutare quelle persone (molti

stranieri ma anche tanti italiani) che vivono situazioni di disagio ma che non possono, soprattutto per motivi di carattere economico, accedere a servizi che pure esistono ma che ri-chiedono un minimo di contributo economico. “Molto spesso i pazien-ti che seguiamo con il progetto Pro-fessionisti solidali – afferma Daniela Quaresmini, responsabile scientifico del convegno del 25 maggio e una dei professionisti del progetto – so-no gli stessi che hanno frequentato i nostri studi, ma che non hanno più le risorse necessarie per proseguire il percorso”. Vengono così indirizzati al progetto che ha la sua sede in via Gorizia 13 a Brescia. Agli utenti viene chiesta semplicemente una quota di iscrizione di 5 euro per la copertura delle spese di segreteria.

esodati e maggior turn over). In più si sta studiando un meccanismo che porti a creare una staffetta tra dipen-denti pubblici, in modo da “liberarsi” dei più maturi per far entrare forze fresche. Il governo Letta deve però risolvere il problema di sempre: dove trovare soldi per la cassa integrazio-ne, per la previdenza, per gli sgravi, per l’Iva? Prima o poi, lo Stato dovrà rivolgere uno sguardo d’insieme più lungimirante sia alle proprie entrate che alle spese.

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Promossa dal gruppo “Convivium” è in programma alle 18.30 di giovedì 23 maggio, presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia una serata a ricordo di Giuseppe (Beppe) Mattei, figura di primo piano del laicato bresciano, scomparso il 14 dicembre dello scorso anno. Saranno Giovanni Falsina, Giulio Maternini e Michele Bonetti a ricordare l’impegno di Beppe Mattei nell’Azione Cattolica, nel volontariato internazionale

con la Fondazione Tovini e nel campo educativo con la Famiglia universitaria Rinaldini/Bevilacqua. A seguire una cena conviviale.Lo stesso gruppo organizza per il 14 giugno prossimo, sempre al Centro pastorale Paolo VI con inizio alle 18, un incontro con il card. Giovan Battista Re che è stato invitato a trattare il tema “Lo stile di papa Francesco e le nuove prospettive della Chiesa universale”.

La sezione bresciana dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti si trova nella necessità di attivare nuove forme di autofinanziamento per il sostegno delle proprie attività istituzionali, in considerazione del fatto che, sia lo Stato che gli enti pubblici, hanno praticamente azzerato i loro contributi. Il convenzionamento con il circuito di promozione commerciale CartAiuta, persegue lo scopo di incrementare e fidelizzare la clientela nei

confronti dei negozianti mediante uno sconto solidale da essi liberamente definito all’atto della sottoscrizione della convenzione, da riconoscere al cliente su presentazione di una apposita card e contestualmente di sostenere le associazioni aderenti mediante il versamento ad esse di una piccola quota di questo sconto. Nei prossimi giorni partirà il progetto per promuovere l’adesione degli esercizi commerciali di Brescia e provincia a questa iniziativa.

Signor Sindaco, signori assessori, egregi consiglieri, degnatevi, ora che siete stati eletti, degnatevi d’ascoltare la voce di un cittadino qualsiasi. Sono certo che, mentre io scrivo, in ogni comune bresciano i nuovi consiglieri comunali, con tutte le emozioni, le attese, i segreti e le intenzioni più o meno palesi, si sono raccolti nelle prime sedute per eleggere dal proprio seno il primo cittadino – il signor Sindaco – (...) Voi da oggi siete posti come sopra un altare e tutti vi guardano. Tutti vi giudicano. Come il novello sacerdote nel dì della sua prima messa. (...) E nella grande costruzione democratica voi siete il primo piano. Lontano, al vertice, sta il Capo dello Stato o presidente della Repubblica. Poi viene il Ministro degli interni. In sede provinciale, al terzo posto, siede il Prefetto. Ma tutti questi “signori” sono lontani(...). Ma con lei, signor Sindaco, con voi signori consiglieri e assessori, il discorso cambia. L’elettore guarda a voi, perché nell’urna ha scelto voi, ha pensato bene sul conto vostro, ha dato in mano a voi la sua cambiale in bianco firmata. (...) Voi siete al primo piano quindi. E il cittadino giudica

Che facciamo ora, signori Sindaci?

tutta l’Italia alla luce delle vostre parole e dei vostri atti. (...) voi siete posti lì sull’altare della civica amministrazione e non potete più nascondervi e sottrarvi ai titoli precisi delle responsabilità cui volontariamente e generosamente vi siete sottoposti. Non penso che taluno di voi abbia accettato la carica a cuor leggero, per vanagloria, per ripicchi o per la dolce voluttà d’esser scappellati. (...) Pensate e discutete. Ma poi agite, decidete, fate. Soprattutto fate. E fate bene. E agite democraticamente con piena

d’aver sempre la riconoscenza. Sbagliereste. Vorrebbe dire che non conoscete la natura dell’uomo. (...). C’è un’altra cosa che mi preme di dirvi(...): non chiudete l’orecchio alle critiche, che spontaneamente andranno sorgendo sul vostro operato in tutti i ceti del comune. Dirò di più: cercatele queste critiche, fatevele ripetere come si può chiedere un atto di squisita carità, a quanti, specie in veste qualificata, possono o sono tenuti a farle, al di fuori della sede comunale, al di fuori della sedute private di giunta e delle pubbliche sedute consigliari. (...) Sentite le associazioni locali, dalle Acli ai coltivatori diretti alle varie organizzazioni. Sentendo gli altri capirete meglio voi stessi e la vostra azione. (...). Assentarsi, ammantarsi di sussiego o, peggio, rivestire il manto aureo (ma stupido, illogico e piccino) “dell’indipendenza” vuol dire “sicumera” sterile e nient’altro. Vuol dire “isolarsi”, dividere, allontanarsi, con l’aria magari di rendersi più preziosi, mentre in realtà ci si fa compatire e nulla più. (...) Buon lavoro, quindi e arrivederci alla prossima competizione elettorale.

responsabilità e con inalterata fermezza. Ecco\ quanto ogni cittadino attende da voi. (...) Guardate ai comuni che hanno bene operato nei cinque anni precedenti. Non ci sono stati tentennamenti di sorta sulla vittoria. Alla luce dei fatti (...) l’elettore ha rinnovato la fiducia volentieri ai precedenti amministratori. Senza tanti raginamenti. I fatti. Ai fatti la parola. Ai fatti pensate subito e i fatti parleranno da séil linguaggio più bello e più suadente. Chi vincerà la prossima

campagna politica da cui tanto la Patria s’aspetta per le sue glorie future? Sarete voi, convincetevi. Da voi tutti, o neoeletti, più che da ogni piano macchinoso escogitato nel segreto delle direzioni politiche, dalla dimostrazione delle vostre capacità di saper portare, vivere e operare come esigono i sacri doveri della pubblica responsabilità, gli elettori tutti, giovani e vecchi, amici e avversari (onesti s’intende) sapranno come votare per bene alle prossime elezioni. (...) Con questo non aspettatevi

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on Lorenzo Pedersoli, parroco di Zone dal 2003, racconta l’attesa della co-munità montana che sta vivendo una settimana de-

dicata alla devozione mariana.La comunità si appresta a vivere per la prima volta le feste quin-quennali in onore della Madonna di San Cassiano. Quanto è impor-tante ricordare la figura di Maria?La comunità è sempre stata legata alla devozione alla Madonna e in partico-lare a questa statua che era nella chie-sa succursale antica detta di San Cas-siano. La statua ha anche una storia particolare: venne rubata e ritrovata due volte nel 1967 e nel 1972. I fedeli di Zone sono particolarmente devoti: se oggi vengono in chiesa ad affidar-si alla Madonna, un tempo chiedeva-no la protezione a Maria per i perio-di di siccità o per quando andavano all’estero a lavorare. È la prima festa quinquennale per la comunità.Come si racconta Gesù Cristo nel-la quotidianità?Ci sono incontri formativi per i ge-nitori, per le coppie e per i ragazzi. A questo si aggiungono i centri di ascolto. Credo che non ci siano cose particolarmente diverse dalle altre parrocchie. È un paese di montagna e quindi vanno valorizzate anche le sue tradizioni. C’è un bel gruppo che frequenta i sacramenti. Si fa un po’ fa-tica con i giovani e con i giovani sposi

Gli studenti, a partire dai ragazzi delle medie, devono spostarsi e fare 30/40 km per andare a studiare. Per fortu-na abbiamo uno stabilimento in paese dove sono impegnati uomini e donne. È difficile, comunque, far incontrare le persone: l’unico giorno in cui si rie-sce a fare un po’ di pastorale per adulti e genitori è la domenica. Durante la settimana c’è il catechismo, ma biso-gna fare di tutto per salvaguardare la domenica per la fede, per la comuni-tà e per la famiglia stessa. Anche l’ini-ziazione cristiana con i genitori è con-centrata nella giornata della domeni-ca: l’incontro tra genitori e ragazzi è

distanti dalla pratica cristiana, ma bi-sogna saper andare incontro anche a loro perché si sentano parte integran-te della comunità.Quanto influisce il pendolarismo lavorativo e di studio?

Domenica 19 maggio, solennità di Pentecoste, mons. Luciano Mona-ri ha inaugurato i lavori di restauro della chiesa parrocchiale di Niardo. La S. Messa è stata concelebrata dal parroco don Angelo Corti, l’ex parroco don Fausto Murachelli e mons. Mario Rebuffoni. All’inter-no della chiesa era ancora presente l’urna contenente le spoglie del Be-ato Innocenzo da Berzo, nativo di Niardo, momentaneamente traslata

dal Santuario di Berzo Inferiore al-la parrocchiale. I moltissimi fedeli che hanno riempito la grande chie-sa, hanno potuto osservare i risulta-ti del lungo lavoro di restauro, ini-ziato anni orsono da don Fausto, e completati con grande spirito d’ini-ziativa da don Angelo. Il restauro, affidato all’équipe del bresciano Le-onardo Gatti, ha messo in luce gli equilibri cromatici andati perduti, rivalutando l’aspetto architettonico

dell’imponente chiesa. All’interven-to sulle murature, ha fatto seguito il restauro dei vari altari, delle edico-le, quello di un imponente e splen-dido crocifisso, e di altre cinque statue. Sempre da Gatti è stata poi restaurata la grande tela del pitto-re Giovanni Battista Nodari (1881-1930), raffigurante S. Obizio, collo-cata nel maestoso omonimo altare, nel quale sono racchiuse le spoglie del santo.

significativo anche a livello sociale.Bisogna considerare anche l’af-flusso turistico...D’estate il paese si raddoppia. La co-munità nei tre mesi estivi si sfalda un po’ perché molte persone hanno le cascine sui monti; c’è un’attività spe-cifica per i turisti.E per quanto riguarda il cammino delle unità pastorali?Siamo all’inizio. Il paese di Zone è isolato con una distanza non indif-ferente. Evidentemente sarà impor-tante una collaborazione tra parroci sulle attività. Deve essere un cammi-no graduale.

Sabato 25 e domenica 26 maggio due manifestazioni animeranno la Valle di Lozio, espressione la prima delle realtà associative che la animano, la seconda delle due scuole locali e dei bambini che rappresentano il futuro di questa piccola comunità montana della media Camonica. Sabato 25 si svolgerà presso la chiesa parrocchiale dei SS. Nazzaro e Celso (località San Nazzaro), la rassegna di canti popolari e di montagna “Fior di Note”. La serata (a partire

dalle 20.30) è stata organizzata dalla corale “L’Eco della Concarena” di Lozio in collaborazione con la Pro Loco. Il gruppo loziese, attivo dal 1996 e diretto dal maestro Bettino Pedersoli, si compone di una ventina di elementi (uomini e donne), rappresentanti non solo delle quattro contrade della valle di Lozio, ma anche provenienti da altri paesi (soprattutto da Ossimo ed Erbanno). Domenica 26 invece si svolgerà la festa di fine anno scolastico dei bambini della scuola

materna, cui si uniranno anche i colleghi poco più grandi della scuola elementare. Dopo la Messa celebrata nella parrocchiale di Villa e dedicata ai bambini delle due scuole, è previsto un pranzo aperto a tutti presso l’asilo. Alle 14 poi, a conclusione di un progetto annuale, avrà luogo lo spettacolo teatrale “Io sono Io. La storia di Pezzetino”, animazione sulla ricerca della propria identità da parte dei più piccoli realizzata dalla Cooperativa teatro laboratorio di Brescia.

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l primo momento della manife-stazione del 28 maggio – spiega Manlio Milani, presidente del-la Casa della memoria – sarà caratterizzato dai ragazzi delle

scuole, dalle elementari in su, che ri-empiranno ancora una volta i covoni, gli otto covoni, con fiori, messaggi. Il secondo momento, molto importan-te, sarà invece di riflessione. In San Barnaba (alle 11.30) sarà presente Vladimiro Zagrebelsky che terrà una lezione su ‘Europa e la giustizia come diritto umano’, dandoci quindi un mo-mento di riflessione ampio ripropo-nendo il tema dell’impunità della stra-ge ma anche il tema del diritto di ave-re giustizia”. Brescia lo scorso anno ha pensato a un Memoriale a ricordo delle vittime. “Quest’anno inaugurere-mo un secondo step: sono mattonelle che riportano i nomi delle vittime di tutto il terrorismo italiano. Alla fine saranno oltre 400”. Nei prossimi mesi verranno collocate 135 formelle con le vittime sul tracciato ideato da piaz-za Loggia a salire in Castello. Gli stu-denti di scenografia dell’Accademia Laba provano a trasmettere la loro emozione con l’installazione lumino-sa “Nessun dorma”: viene inaugurata

presso la stele dei Caduti il 25 mag-gio alle 18 e resta visibile fino al 30). Lunedì 27 sarà la volta del teatro con lo spettacolo, ospitato alle 21 al cine-ma Sereno, “Un giorno come gli altri” nel quale la compagnia “Ora.Azione” mette in scena i tragici momenti del-la strage. La giornata di martedì 28 si aprirà alle 8.30 con la celebrazione eu-caristica al Vanvitelliano e proseguirà con la deposizione delle delegazioni di omaggi floreali; alle 10.15 inizierà la commemorazione ufficiale. Sabato 25 maggio la chiesa di San Giovanni ospita, a ingresso libero, il concerto in memoria dei Caduti con le musiche di Antonio Vivaldi e Pasquale Cafaro. Anche lo sport ricorda la strage con una giornata, domenica 26, in biciclet-ta e a piedi: a tutti verrà distribuita la maglietta “Brescia non dimentica”. Il ritrovo è alle 8.30 presso il Polivalente di Collebeato con soste ai monumenti

della Resistenza; gli sportivi sono at-tesi alle 8.30 presso Campomarte da dove partirà un serpentone che rag-giungerà piazza Loggia. Il program-ma dettagliato si può leggere sul sito www.28maggio74.brescia.it. Le cele-brazioni si sono aperte mercoledì 22 con la proiezione del film “Sfiorando il muro” di Silvia Giralucci, che raccon-ta la storia del padre Graziano, mili-tante del Msi e una delle prime vittime delle Br. Il tempo è maturo per supe-rare gli opposti estremismi? “Credo di sì, fra l’altro è un film splendido ed è una riflessione che fa la figlia par-tendo dalla vicenda di suo padre ma allargando enormemente gli orizzonti; cercando di far emergere la violenza, le modalità della violenza. Come di-ciamo nel Memoriale, le vittime sono uguali, è la storia che le divide. Ma è la storia – conclude Milani – che dob-biamo comprendere”.

Lunedì 20 maggio, il salone Faini di via Spalto San Marco ha ospitato la presentazione del libro “Marta Rea-li – Testimonianze e scritti”. L’incon-tro, organizzato dalle Acli Provincia-li di Brescia, in collaborazione con il Centro di documentazione ha visto la partecipazione di Luca Ghisleri, direttore del Centro, Angela Manto-vani, già presidente di Azione catto-lica e Vera Lomazzi, responsabile del Coordinamento donne Acli, introdot-ti e moderati da Gianbattista Lanzani, presidente del Centro di documen-tazione. Marta Reali, classe 1911, fu un’importante figura del movimento cattolico bresciano nello scorso se-colo; per anni si occupò dell’ufficio parrocchiale di Sant’Alessandro, in città, e del Centro per anziani Ba-lestrieri; attiva nella Resistenza, fu protagonista della nascita e dello svi-luppo delle Acli bresciane, segretaria del Consiglio diocesano dell’Azione cattolica e collaboratrice de “La Vo-ce del Popolo”. “Il volume che viene presentato”, scrive Roberto Rossini, presidente delle Acli bresciane, “è il racconto di una vita dedicata al lavo-ro nella Chiesa e nella democrazia: si vive infatti ciò che si afferma e sono i testimoni come Marta a coinvolgere e creare fiducia”. “Conobbi Marta Reali in Azione cattolica, tra la fine degli an-ni ’60 e l’inizio dei ’70; mi colpì molto la sua semplicità e il suo modo di ri-dimensionare i problemi senza bana-lizzarli. Marta fu sempre sostenuta da una grande spiritualità, e fondò la sua vita su una corresponsabile apparte-nenza attiva alla Chiesa” ha ricordato

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Angela Mantovani durante la presen-tazione del libro. Il volume, edito da Morcelliana nel 2012, si compone di due parti: la prima che racchiude nu-merose testimonianze di chi conobbe la Reali e la seconda, dov’è possibile leggere alcuni degli scritti della stessa su svariati temi. “Marta Reali vide nel-la cultura uno strumento di crescita e agì sempre con grande accuratezza nel fare, dire, operare e presenziare, profondamente innamorata di ciò che faceva” ha concluso Lanzani. (l.d.p.)

“La figura del padre. La paterni-tà. Com’è e come può essere”. È questo il titolo del percorso pro-posto nella parrocchia Sante Ca-pitanio e Gerosa di Brescia. Per la verità, dietro c’è un gruppo di mamme che da tempo si fa chia-mare “Mamme del lunedì”. Quel-le mamme che, quasi per caso, in-contrandosi, hanno cominciato a condividere necessità, problemi per scoprirsi poi in cammino. In-sieme. Sulle questioni della vita: si può essere felici? Che ne sarà

dei figli? Come affrontare le fati-che dei rapporti o della scuola? L’inizio per essere poi un gruppo che continua a ingrandirsi e ad aprirsi a nuovi stimoli; si affron-ta tutto e tutto alla luce della fe-de. E dal cammino del gruppo na-scono anche proposte aperte a tutti. Ecco quindi prendere vita la proposta “La figura del padre. La paternità. Com’è e come può essere” che si declina in tre pro-poste. “Nessuno genera se non è generato, alla scoperta di Omero,

Dante, Tolkien”, un percorso at-traverso i classici della letteratura per raccontare l’esperienza della paternità. La mostra è stata realiz-zata dalla Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo e aperta sa-bato e domenica dalle 14.30 alle 18 fino al 3 giugno. Inaugurazio-ne venerdì 24 maggio alle 21. Ne-gli altri giorni visite su prenota-zione 3357167675 (mamma Moni-ca). Il secondo appuntamento in programma è domenica 26 mag-gio alle 16 con Ferdinando Zullo,

incontro provocazione dal tito-lo “Mi avete dato il necessario e anche il superfluo. Mi è mancato l’indispensabile”. Il terzo appun-tamento che chiude la proposta del gruppo “Mamme del lunedì” è lunedì 3 giugno alle 21 con Mau-ro Toninelli, autore del libro “Io, papà? 9 mesi coi baffi”, il diario di un papà alla prima gravidanza. Tutti gli appuntamenti si svolgono presso la sala della comunità del-la parrocchia Sante Capitanio e Gerosa (via Botticelli, 5).

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“È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. È con le parole di Albert Einstein che il Cfp Zanardel-li ha deciso di presentare il proget-to “Diversamente uguali” realizzato nell’ambito dell’iniziativa regiona-le “Progettare le parità in Lombar-dia”. Sconfiggere gli stereotipi: que-sto l’obiettivo dell’iniziativa che ha preso avvio nell’ottobre dello scorso anno vedendo coinvolti 214 ragazzi e 15 docenti-tutor dell’Istituto di via Gamba. Bisogna “lottare contro gli stereotipi – riferiscono gli organizza-

tori del progetto – attraverso l’ana-lisi del linguaggio mediatico al fine di stimolare una visione critica da parte dei ragazzi”. Agli studenti sono stati forniti diversi questionari dal-le cui risposte i tutor hanno potuto analizzare il livello di consapevolez-za dei ragazzi in merito alle varie ti-pologie discriminatorie presenti nel-la società: dal sessismo al razzismo. Particolare attenzione è stata po-sta alla discriminazione femminile e a ciò che essa rappresenta, sia dal punto di vista maschile che da quel-

lo femminile. “Le problematiche esi-stono – ha dichiarato l’assessore al-la Pubblica istruzione, Aristide Peli (nella foto) – soprattutto per la don-na in televisione, la donna oggetto”. Dai dati sono emerse tre tipologie di approccio al problema. Un primo gruppo si è soffermato sull’analisi delle differenze e delle analogie fra i due sessi; un secondo gruppo ha denunciato l’uso improprio dell’uti-lizzo del corpo femminile da parte della società dello spettacolo. Sono stati presi in considerazione filmati

e brani musicali noti al pubblico, so-prattutto quello adolescenziale, sot-tolineandone i messaggi discrimina-tori. Il terzo e ultimo gruppo si è in-terrogato sulle diverse opportunità che vengono offerte alle donne, ri-spetto agli uomini, nell’inserimento del mondo del lavoro. Dal progetto è scaturita una nuova sensibilità de-gli studenti rispetto alle disparità ti-piche della società. Un nuovo modo di vedere il mondo che ha portato i ragazzi ad elaborare diversi prodotti multimediali. (r.g.c.)

ervire, interessarsi dell’azio-ne supportata e portare a termine l’intervento. Anche a Brescia la presenza con-creta dei Lions (l’acronimo

inglese indica che con la libertà e con la comprensione tra i popoli si crea la sicurezza della propria nazione) è sotto gli occhi di tutti. La sensibilità dei Lions è orientata al sociale. Si ri-corda il sostegno al progetto “Nati per vivere” per i bambini prematuri con l’accreditamento regionale, ma anche la sistemazione dei letti da ospedale nelle case degli ammalati cronici o la sollecitazione per l’assistenza day hospital ai sieropositivi. Hanno con-tribuito al restauro di beni artistici e architettonici come la chiesa di San-ta Maria della carità o della chiesa dei miracoli, al recupero di fontane storiche e al percorso botanico di-dattico al Parco Odorici, ma anche a progetti di formazione: dal “Proget-to Martina” di educazione a una vita sana per gli studenti delle superiori con un medico volontario che entra in classe, alla sicurezza stradale, dal-la lotta alla violenza sulle donne alle iniziative a favore dei carcerati. Solo nel 2012 tutti i Club di Brescia hanno raccolto 35mila euro per la comunità Mamre fondata da don Pierino Fer-rari. Come? Attraverso iniziative ed eventi (concerti) ma anche a raccol-te come la vendita del panettone nel periodo natalizio realizzate dal club

dei giovani; ogni socio paga poi una quota annuale che varia a seconda del gruppo di appartenenza (va precisa-to che tutte le cariche direttive sono annuali). L’appartenenza al club non va vista unicamente nello spirito con-viviale che anima le cene. Se il Lions Club è nato nel 1917 negli Stati Uniti,

nel 1952 è approdato in Italia (a Bre-scia nel 1956). Il Lions Club a livello mondiale, presieduto da un america-no (quello precedente era un cinese) riunisce 46mila club suddivisi in 207 nazioni con un milione e 350mila so-ci; Brescia, Bergamo e Mantova fanno parte di un unico distretto con 55 club e 1900 soci; 25 di questi circoli sono localizzati nel Bresciano. Grazie al vo-lontariato, ai Lions costa mediamen-te solo sei dollari riabilitare la vista o prevenire la cecità: ridà e mantiene la vista a 20mila persone ogni settimana (due al minuto) e ad oggi ne sono sta-te assistite 120 milioni. Lo stesso raf-fronto si può fare con la malaria (in Africa sono stati vaccinati 41 milioni di bambini) o con il morbillo. Negli anni si sono distinti anche per la rac-colta degli occhiali usati: un centro in Piemonte li sterilizza, li smonta, li ri-cicla e li cataloga prima di imbustarli e spedirli nei Paesi poveri. Volontari Lions leggono e registrano audiolibri per i ciechi. A Brescia, in particolare, sta prendendo forma un progetto in-teressante di sviluppo di un software che permetta una mappatura della città per i disabili. Il gruppo più sto-rico, Brescia Host, ha la sua sede al centro anziani della parrocchia di San Lorenzo. A giugno verranno premiati anche i giovani musicisti studenti del Conservatorio che si sono distinti nel concorso “Gasparo da Salò” indetto proprio dal club bresciano.

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uella che si celebrerà do-menica 26 maggio a livel-lo nazionale è la 12ª edi-zione di un importante evento volto a sensibiliz-

zare sul tema della terapia del dolore e delle cure palliative. Torna anche quest’anno, infatti, la “Giornata del sollievo”, promossa dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione nazionale “Gigi Ghirotti”, il giornalista de “La Stam-pa” morto nel 1974 per un linfoma di Hogkind. La Giornata nazionale del sollievo vuole essere un passo avanti nella consapevolezza e nell’afferma-zione del diritto al sollievo, del di-ritto a non soffrire di dolore inutile, insopportabile e insensato, ad allen-tare la morsa della sofferenza. La cu-ra globale della sofferenza dovrebbe includere anche la fase del sollievo, soprattutto al termine della vita. La giornata trova particolare ricezione a Orzinuovi dove da anni è attivo l’Hospice, l’unità di cure palliative dell’ospedale “Mellino Mellini” di Chiari. Diretta dal dott. Emanuele Borra, nel tempo si è costituita co-me punto di riferimento sul territo-

rio per questo ambito curativo, an-che grazie alla collaborazione con diverse associazioni di volontariato. Tra di esse “Il vischio”, quest’anno propone un’iniziativa nella serata di domenica, proprio a sostegno di questa realtà. In collaborazione con il gruppo dialettale “Kei del furmai”, infatti, propone una serata di spet-tacolo e solidarietà a partire dalle 21 nel piazzale retrostante la rocca di San Giorgio, ad ingresso gratui-to. Una delle finalità è anche quel-la dell’informazione tra le persone poiché, come viene riportato in se-de di presentazione dell’evento “Il paziente sofferente di dolore croni-co si rivolge ad uno specialista del dolore solo nel 5,8% dei casi. Da ciò deriva l’importanza della sensibiliz-zazione”. L’aspetto divulgativo con-nesso a questa giornata è promosso anche dall’azienda ospedaliera che,

nella giornata di venerdì 24 maggio, nelle vicinanze del mercato, allestirà uno stand nel quale incontrare, dalle 9 alle 12, i cittadini di Orzinuovi co-sì da diffondere, attraverso i propri esperti medici di cure palliative e terapia del dolore, in collaborazione con alcune Associazioni di volonta-riato, il messaggio propositivo della Giornata: medici e volontari, infatti, spiegheranno alle persone l’impor-tanza della cultura del sollievo e di come essa venga declinata in parti-colare a livello locale. Il messaggio che si vuole diffondere, fanno sape-re dall’ospedale, è che “il sollievo è raggiungibile anche quando non è più possibile la guarigione e, se si punta sul sollievo, si vince sempre: vince la dignità della persona soffe-rente”. Nella convinzione che quan-do non c’è più niente da fare c’è an-cora tanto da fare.

Incentivi diretti al commercio loca-le e concreto sostegno alle famiglie trovano comune campo d’azione in “Consumare in paese”, neo-progetto di promozione e sensibilizzazione orientato verso una spesa sempre più razionale e responsabile da par-te dei cittadini. L’iniziativa, pensata dall’Associazione genitori di Ponto-glio, ha coinvolto l’adesione e l’en-tusiasmo di numerosi commercian-ti del paese. “In un periodo di così grande sofferenza economica – han-no sottolineato gli ideatori dell’Age – abbiamo riflettuto su come unire le forze e dar vita ad una convenzione che permetta al commerciante che vi aderisce di applicare uno sconto alle nostre famiglie associate (circa 150 nuclei): in questo modo si è pensa-to di incentivare le famiglie aderenti all’Age di dirottare i propri consumi entro i confini pontogliesi e, al con-tempo, di permettere ai commer-cianti di mantenere o attirare nuovi clienti, praticando sconti ed agevola-zioni, secondo loro libera e completa discrezione”. Famiglie quindi soddi-sfatte, ma i commercianti? “Fino ad ora la stragrande maggioranza dei commercianti contattati nel comu-ne bassaiolo ha aderito con grinta ed entusiasmo, ritenendo il proget-to un valido e innovativo metodo per favorire e incentivare l’incontro tra le nuove ed emergenti esigenze delle famiglie e quelle più dirette che ca-ratterizzano il mondo della vendita e del mercato”.Un’altra novità che allarga il raggio d’azione degli interessati all’inizia-

tiva riguarda invece l’estensione d’invito all’adesione non solo a ne-gozianti e commercianti, ma anche a molte altre categorie come per esempio quelle degli artigiani o dei liberi professionisti, ma anche colti-vatori, ristoratori o imprenditori. Per qualsiasi delucidazione sulle catego-rie coinvolte, sugli sconti e su come prendere parte al progetto, è possi-bile rivolgersi direttamente all’Age scrivendo via e-mail a: [email protected]. (a.s.)

Due giornate di maggio sul fiume Oglio in nome dell’avventura, della musica e della solidarietà. “Le no-te dell’avventura” di sabato 25 (dal-le 14 la discesa del fiume sui gom-moni, alle 19 apre la cucina e alle 21 la musica dal vivo) e domenica 26 maggio (alle 11 l’inizio delle at-tività) saranno l’occasione per sco-prire, con il patrocinio del Comune di Verolavecchia, il parco dell’Oglio nord, scendere il fiume con i gom-moni da rafting, percorrere gli argini in mountain bike, provare l’arram-

picata sportiva su parete artificiale, partecipare alle visite guidate al bor-go per adulti e bambini e tanto altro. Le serate, dopo l’aperitivo musicale e cena sull’aia, saranno dedicate alla musica, sulla grande corte di Mon-ticelli d’Oglio. Sabato appuntamen-to con alcuni gruppi locali, dome-nica alle 21 invece spazio alle note del chitarrista di Fabrizio De Andrè, Giorgio Cordini con Gaspare Bona-fede e Alessandro Adami con il con-certo: “Un mondo a due voci” un ricco repertorio di canzoni di Fabri-

zio De Andrè e di Ivano Fossati. L’in-gresso al concerto è libero. Il ricava-to dell’iniziativa andrà ai progetti di Emergency e in particolare al man-tenimento della corsia pediatrica dell’ospedale di Kabul, in Afghani-stan. Una grande festa nello splendi-do borgo di Monticelli d’Oglio. L’an-tico villaggio di origine quattrocen-tesca è rimasto intatto, impreziosi-to dai porticati delle case coloniche perfettamente disposte a chiudere la grande corte, dove si affacciano la chiesa e il palazzo gentilizio. Il ca-

stello sulla destra del borgo, sorge sopra un’altra collina. I due giorni sul fiume sono organizzati dall’asso-ciazione “Avventura dietro l’angolo”. “Avventura dietro l’angolo” nasce dall’idea di un gruppo di amici con la vocazione di condividere con tan-te persone la passione per lo sport, la natura e le emozioni intense. Quell’avventura che comincia dalla porta di casa per scoprire un territo-rio a noi tutti così vicino, ma troppo spesso ancora inesplorato. Per info, www.avventuradietrolangolo.it

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iulio Aleni, gesuita bre-sciano, nel XVII secolo fece conoscere la cultu-ra europea ai cinesi, in-tegrandosi a tal punto

da essere considerato il Confucio dell’Occidente. Dopo secoli, impren-ditori bresciani sono ripartiti verso l’Oriente, seguendo le orme dell’au-dace gesuita con un viaggio organiz-zato da Cassa Padana che fra Bre-scia e la Cina ha dato occasione di un nuovo impulso. L’iniziativa si deve alla Fondazione dominato leonense di Leno che ha presentato il reporta-ge di un’esperienza recente con una spedizione in quella terra della quale hanno riferito professionisti brescia-ni che hanno partecipato al viaggio fi-nalizzato a internazionalizzare la loro attività. In una volume curato da An-tonio Fappani e Giuseppe Marchet-ti, sono raccolte le testimonianze di Marco Bonometti (Omr), Ettore Lo-nati (Gruppo Lonati), Attilio Camoz-zi (Gruppo Camozzi), Luigi Pettinati

(Cassa Padana), Carlo e Filippo Maf-fioli (Promos), Andrea Croci (Ubi Banca), Riccardo Paderno (Antis In-fortunistica) e Sante Pasotti (Omp). L’iniziativa non si è limitata all’aspet-to economico, ma ha aperto un pon-te per scambi culturali, fra i quali bi-sogna annoverare il contributo: del maestro Pier Carlo Orizio che ha per-messo di approfondire la conoscen-za della musica europea e cinese; di Alessandra Giappi che, con la Laba, ha aperto corsi di design e glamour in due diverse università cinesi; di Al-berto Rovetta, professore di robotica spaziale nell’Università di Pechino; di Antonio Gardoni che, sempre a Pe-chino, ha aperto uno studio di archi-tettura assumendo giovani architetti cinesi. Serietà, attaccamento al lavo-ro e al dovere, acutezza e prudenza di giudizio, lungimiranza nelle scelte, sono le qualità che gli imprenditori bresciani rivelano nel loro contatto con il mondo cinese. Messa al bando ogni improvvisazione, l’imprenditore di casa nostra dimostra di saper in-staurare una proficua rete di rapporti umani e di entrare in un circuito eco-

nomico in cui, a differenza di quan-to accade nel mondo occidentale, il valore non sta nell’individuo, ma nel sistema delle sue relazioni interper-sonali. Tutti fanno emergere una Bre-scia tenace e combattiva, capace di reagire, pronta ad accettare le sfide del presente nel momento di gene-rale sgomento di fronte all’incalzare di una crisi economica senza prece-denti. Dalla Cina giunge di rimando in Occidente una ventata di entusia-smo, di desiderio di valorizzazione delle capacità creative e innovative dei giovani. La convinzione che la Cina sia solo un serbatoio umano di manodopera a basso prezzo viene corretta nelle interviste dalla visione di una Cina che ha sete di conoscen-za, di tecnologia e, nello stesso tem-po, capace di offrire ottimi sbocchi di mercato per prodotti della nostra terra. La moda, il fashion, il design, il cibo italiano attraggono l’interesse di un pubblico cinese sempre più vasto ed esigente, che, proprio perché or-goglioso della sua civiltà millenaria, sa ammirare lo stile di vita, il gusto, l’arte e la cultura italiane.

130mila euro devoluti nel solo 2012 a parrocchie, missioni, scuole, associazioni ed attività di beneficenza: è il dato principale che contraddistingue l’attività dell’associazione Davide Rodella onlus di Montichiari che si è riunita in assemblea per approvare il bilancio dello scorso anno e programmare le iniziative. Nel 2012 il lavoro della realtà associativa è stato scandito da due eventi in particolare: la consegna a Benedetto XVI dello stemma papale

realizzato dall’artista bresciano Giuseppe Ponzanelli e l’intitolazione della Sala dialisi dell’ospedale di Montichiari a Davide Rodella. Il nosocomio ha potuto beneficiare, tra l’altro, di una nuova piattaforma ecografica portatile multidisciplinare acquistata grazie ai fondi dell’associazione e che consente un esame diretto sul paziente direttamente sul letto di degenza. Il 2013 costituisce, per la realtà presieduta da Giuseppe Baronchelli, una tappa

fondamentale per la ricorrenza di due anniversari: il 25° dalla morte di Davide Rodella, giovane che tanto bene ha prodotto in vita, e il 15° della nascita dell’associazione che ha erogato complessivamente oltre 1 milione 600mila euro al mondo del volontariato. Molta attenzione è stata e verrà garantita alla ricerca scientifica con la borsa di studio Francesco Rodella, organizzata in collaborazione con le sezioni di Aido e Avis, in programma ogni anno nel mese di dicembre: in

questa occasione viene assegnato un premio del valore di 10mila euro al miglior progetto di ricerca. Anche lo sport non è esente da aiuti, come è accaduto per la Contadi Castaldi di basket maschile e più in generale per tutto il mondo agonistico e amatoriale per il quale la “Davide Rodella” ha da sempre un occhio di riguardo. Tra le scuole un contributo importante è stato fornito alla paritaria Tovini-Kolbe per la messa in sicurezza dell’immobile. (f.m.)

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enerdì 7 giugno viene inaugurata ufficialmen-te la stagione dei Rifu-gi bresciani al Passo del Vivione. L’iniziativa si è

concretizzata grazie alla collabora-zione di Assorifugi Lombardia, di cui è presidente il bresciano Gino Bacca-nelli, gestore del Rifugio Tita Secchi e Guida Alpina, d’intesa con la Federa-zione volontari per la libertà e l’asso-ciazione Fiamme Verdi. Come già ac-cadde due anni orsono al Rifugio An-tonioli al Mortirolo, dove ai rifugisti venne consegnata la bandiera d’Italia da esporre come simbolo e richiamo per tutti gli escursionisti, quest’anno viene consegnato un altro simbolo dell’unità e della democrazia: una co-pia del libro “Nina e la Costituzione” che dovrà essere esposto all’interno di ogni singolo rifugio per chi vorrà leggerlo, magari nelle sere davanti al fuoco. L’iniziativa è stata ribattezzata con il nome di “Festa della Repubbli-ca ad alta quota”. Nina e la Costituzio-ne, di cui è autrice Paola Trotti, è sta-to sperimentato con successo come traccia per approfondire i temi legati alla Costituzione presso alcune clas-si della Scuola primaria e secondaria.

L’incontro del Vivione consente ad Assorifugi di presentare il calendario delle manifestazioni con i progetti più forti che vengono condivisi dai rifugi-sti bresciani e lombardi: “Gira rifugi e malghe”; “Cantarifugi”; “Vino all’al-tezza”; “Scatta in montagna”; “Sempre più in alto: le bollicine”. Il luogo pre-scelto è un simbolo della lotta per la liberazione d’Italia dal nazifascismo: ed è lì che le Fiamme Verdi vogliono onorare i Caduti sulle montagne dove hanno vissuto per donare agli italiani la libertà. La mattinata sarà caratteriz-zata dall’incontro dei partecipanti, tra cui molti sindaci della Vallecamonica, della Valle di Scalve e della Val Seria-na. Quindi ci sarà la celebrazione del-la Messa officiata dal cappellano delle Fiamme Verdi mons. Tino Clementi, parroco di Manerbio, come momento di preghiera per tutti coloro che vivo-no e operano in montagna, al termine

della quale verrà distribuita la copia del libro sulla Costituzione italiana. I Rifugi bresciani partecipanti all’inizia-tiva, iscritti ad Assorifugi Lombardia, sono in totale 18: Rifugio alla Cascata a Vezza d’Oglio; Baita Adamé e Lisso-ne nella valle Adamé; Baita Iseo sulla Concarena; Baitone, Premassone, Val Malga, Gnutti e Tonolini in Val Malga di Sonico; Rifugio Bozzi al Montozzo e Corno d’Aola nell’omonima località a Ponte di Legno; De Marie al Volano di Cimbergo; Garibaldi nella conca del Venerocolo; Roccolo Ventura a Temù; Malga Stain a Edolo; Stella Al-pina a Fabrezza, Valmalza nella Valle delle Messi, Tita Secchi al Lago del-la Vacca e Valtrompia in Pontogna di Pezzoro. A questi si aggiungono i Rifugi Vivione, Cimon de la Bagozza, Tagliaferri e Albani in Valle di Scalve. La giornata del Vivione dà l’avvio alla loro stagione.

Nonostante la sua vocazione turistica, non mancano le emergenze ambien-tali in Alta Valle, ma si contano anche iniziative che vanno nella direzione di un maggiore rispetto della natura. Mentre i cittadini stanno da più di 20 anni aspettando che si ponga mano al depuratore delle acque reflue almeno sull’asse Edolo-Sonico-Malonno, gli amministratori si impegnano in altri ambiti. A Malonno partirà a giorni il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti col sistema porta a porta; si spera in questo modo non solo di rag-giungere la quota del 65% stabilità dai canoni europei per il 2015, ma anche di abbattere i costi. Parallelamente è stato ampliato a tre mattinate l’ora-rio di apertura dell’isola ecologica fra Sonico e Malonno. A Paisco-Loveno, invece, è stato riaperto il Giardino botanico alpino (nella foto) creato dal Consorzio forestale dell’Allione: ospita 400 diverse specie di fiori del-le Alpi centrali. Fra scolaresche e al-tri ospiti lo scorso anno si era arriva-ti a 600 visitatori. Ora si spera che la disponibilità di una nuova foresteria da 26 posti letto, inaugurata un anno fa e costata 450mila euro tra fondi eu-ropei e regionali, possa far lievitare quel numero. Intanto a Forno Allione il Comune di Berzo Demo ha risolto il contenzioso con la Graftech per la bonifica di un’area utilizzata come di-scarica prima da Union Carbide e poi Ucar. Anche l’inquinamento elettrico-paesaggistico in questa stessa area è destinato a diminuire grazie alla ripre-sa dei lavori Terna per l’interramento di alcune linee elettriche aeree. A Sel-

lero è stata bonificata un’ampia disca-rica abusiva in località Creda presso la frazione di Novelle: sorprende il fatto che avesse potuto sopravvivere finora questa pattumiera lungo l’an-tica Valeriana. L’area non è lontana dalla località Ruk oggetto in questo periodo di un altro importante inter-vento (400mila euro): la riqualificazio-ne dell’area di 8000 mq comprensiva della vasca di accumulo della centrale idroelettrica di Cedegolo, ora trasfor-mata in museo. (g.c.)

Tutto ha inizio con un documento dalla Lega Nord di Breno: “L’ammi-nistrazione comunale di Breno di-venti interlocutore credibile per i privati che vogliono investire nel turismo. Il sindaco si dice contra-rio alla trasformazione dell’albergo ‘Giardino’ in un centro di accoglien-za, ma sostiene la cooperativa ‘K-Pax’ che ha come attività prevalente la gestione dei centri di accoglien-za, appartamenti residenziali e/o di emergenza esercitata in Valle Camo-nica”. Ovviamente il sindaco Sandro

Farisoglio pubblicamente risponde: “O il segretario Salvetti e i suoi com-pagni di partito non conoscono il Pgt oppure semplicemente vogliono cavalcare le voci infondate per mon-tare una polemica. L’amministrazio-ne comunale è contraria alla trasfor-mazione dell’albergo in un centro di accoglienza, o residenze protet-te per gli immigrati, non solo per-ché la cittadina si vedrebbe privata dell’unico albergo in cambio di una ‘struttura ghetto’, ma anche per gli stessi stranieri. Riteniamo che l’in-

serimento di rifugiati in grossi nu-meri e concentrati in un’unica strut-tura non favorisca l’integrazione, bensì crei solo disagi. Siamo invece per un’accoglienza diffusa, come già sperimentata per l’emergenza Nord Africa, che prevede l’integrazione di un numero ristretto di stranieri per territorio comunale”. Terzo comu-nicato, questa volta della cooperati-va sociale “K-Pax” onlus che si dice stupita per le insinuazioni. “L’asso-ciazione è operativa da cinque anni e oggi è animata e gestita da 12 gio-

vani camuni. Siamo conosciuti per aver progettato e per aver agito con enti locali e del terzo settore nel-la risoluzione delle problematiche connesse all’emergenza Nord Afri-ca in provincia e in Valle attraverso lo strumento della micro accoglien-za diffusa e quindi riteniamo persi-no grottesca l’insinuazione di voler cambiare destinazione del Giardi-no in centro di accoglienza”. Esiste un progetto della cooperativa: una struttura ricettiva bed and breakfast anche in vista di “Expo 2015”. (e.g.)

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Da sempre i fiori e i dolci sono un pensiero gradito e gentile, nonché un presente festoso in occasione di una lieta occasione. Così lo sarà an-che per il Gruppo comunale dell’Ai-do che, in collaborazione con i lo-cali Gruppo volontari del soccorso e Gruppo sportivo “Vita per la Vita”, organizzeranno nella giornata di do-menica 26 maggio l’iniziativa bene-fica “Un fiore e un dolce a sostegno dell’Aido” che s’inserisce nell’ambi-to della più ampia Festa delle asso-ciazioni, tradizionalmente proposta

col patrocinio del Comune duran-te l’ultima domenica di maggio. È così che, dalle 9 e fino alle 18, nel-la centrale piazza Luca Marenzio di Coccaglio ci si potrà quindi accosta-re allo stand dell’associazione pre-sieduta da Lino Lovo (nella foto) e contribuire con la propria offerta ai suoi progetti. Buoni propositi tut-tavia che non si esauriranno nel-la semplice giornata di domenica, ma che proseguiranno anche nella successiva: domenica 2 giugno è in programma infatti uno spiedo a so-

stegno del progetto “Aiutiamo suor Martina”: missionaria coccagliese che da anni opera in Kenya e dove, tramite l’associazione “Acoma on-lus”, è impegnata nella realizzazione di un dispensario. Nella Casa della solidarietà di Coccaglio alle 11.30 verrà aperto lo “Spiedo da aspor-to” (spiedo, polenta e patatine) a 10 euro, mentre alle 12.30 presso il sa-lone delle feste verrà imbandito un mega pranzo sempre a base di spie-do, polenta, patatine, dolce, acqua e vino inclusi (contributo di 15 euro).

La sera alle 20.30 la festa proseguirà poi con “Cori in concerto” con l’esi-bizione del Piccolo Coro Primavera, di quello femminile Luca Marenzio e maschile Montorfano, insieme al Duo Antìtes, composto da Stefano Rosa e Marina Betti. Durante la se-rata il sindaco Franco Claretti con-segnerà anche ai diciottenni la Co-stituzione, mentre al termine si ter-rà un’estrazione della sottoscrizio-ne a premi. Per info e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri: 3397390192 – 3392830815. (a.s.)

n principio furono i monaci benedettini che, insediatisi nei territori limitrofi al lago d’Iseo, in virtù dell’esenzione dal paga-mento dei dazi, potevano far

circolare liberamente in quelle “cur-tes francae” i loro prodotti – compre-so il prezioso liquido frutto della fer-mentazione del’uva – da qui il nome che da secoli contraddistingue la più rinomata “strada del vino” a Brescia: la Franciacorta. Una lunga tradizio-ne vitivinicola arrivata fino ai nostri giorni. Per festeggiare e per far co-noscere le eccellenze franciacortine, l’Associazione strade del vino ha da-to il via a Franciacortando, un’espe-rienza “on the road”, della durata di tre giorni, che dal 31 maggio al 2 giugno terrà impegnati i visitatori in un ricchissimo calendario di appun-tamenti. Al pubblico verrà offerto un percorso da sperimentare attraverso esperienze dirette che si svilupperà attraverso questo territorio straor-dinariamente vocato alla viticoltura, con cui si identifica il suo prodotto più pregiato: il Franciacorta. Varie realtà, legate all’associazione promo-trice, organizzeranno visite guidate, degustazioni e microeventi nelle can-tine e nei laboratori di prodotti tipici, stuzzicanti menu a tema in ristoran-ti e agriturismi, passeggiate guidate a piedi, in bicicletta e a cavallo. Per l’occasione saranno realizzati specia-li pacchetti weekend in hotel, agritu-

rismo, campeggio, dimore storiche e bed & breakfast e sarà attivata la Franciacortando Card, che permet-terà di ottenere sconti e facilitazioni. Numerosi gli eventi in programma. Il primo di giugno, alle 17, l’artista francese Franki Criquet intratterrà gli spettatori con le sue performance

all’Abbazia di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo. Per gli amanti della cucina e della buona compagnia lo chef Andrea Sposini ha organizzato il “Ma’ hidden kitchen supper club”. Per chi si trovasse a passare da Er-busco e da Rovato, fra una sosta e l’altra, potrà assistere alle sessioni di acquarello all’aperto con il maestro Angelo Gorlini. A Rodengo Saiano è stata invece allestita una mostra foto-grafica di Pierpaolo Metelli che con il suo obiettivo ha saputo immortalare i momenti magici che accompagna-no il processo di vinificazione. Alcuni cineasti sono stati, invece, coinvolti nel concorso FranciaCorti, un con-test che ha lo scopo di presentare e promuovere produzioni audiovisive di cortometraggi di giovani cineasti che avranno come tema la strada. Un’occasione unica per gli amanti della cinepresa che, grazie a Fran-ciacortando, avranno la possibilità di approdare al Milano film festival. Questi sono solo alcuni dei principa-li eventi in programma. Degustazioni e percorsi guidati aspettano infatti i visitatori nelle maggiori cantine del-la Franciacorta. Particolarmente in-teressante è la manifestazione “Iseo Gourmand, dalle vigne al lago. Viag-gio attraverso i sapori di Sebino e Franciacorta”: una cena itinerante per le vie ed il lungolago d’Iseo, pre-vista alle ore 19, del 31 maggio. Per informazioni, 0307760870.

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a zootecnia dell’alta Valle Trompia diventa sempre più occasione di lavoro diverso alla quale guar-dano le giovani leve. Il

“Nostrano Valtrompia” dop, dopo il riconoscimento europeo a luglio 2012, conclusione di una pratica ultradecennale portata avanti con tenacia dal Comitato promotore e Comunità montana, cammina: si attendono le ultime istruzioni mini-steriali per la formazione del “Con-sorzio di produzione” obbligatorio ma il dado è tratto.La razza vaccina Bruna valtrum-plina che ne deve fornire la mate-ria prima (il latte) è di qualità e in salute. Sono queste le buone noti-zie emerse durante la 2ª Rassegna della Bruna valtrumplina a S. Co-lombano. A monte vanno ricorda-ti gli investimenti ormai milionari dei Comuni nell’adeguamento delle malghe degli alpeggi, dalle pendici del Gölem a quelle di Maniva e Ario, ma anche di privati per ottenere il “bollino blu” di legge per la lavora-zione del latte sia di origine vacci-na che caprina. Nei mesi trascorsi da luglio − spiega il presidente del Comitato Silvio Zanini − si sono po-ste le basi concrete per l’avvio della filiera: dopo il periodo “transitorio” comincia quello ufficiale regolato dal capitolato europeo vincolante. Attualmente in valle ci sono circa 1200 capi di qualità. Lo hanno dimo-strato i 62 presenti alla rassegna di S. Colombano provenienti da 16 al-levamenti, esaminati dai giudici Al-cide Patelli dell’associazione nazio-

ce (Csqa) autorizzata dal Ministero dell’agricoltura, ha già monitorato tutto il processo produttivo, dalla mungitura alla stagionatura, di sei stalle dei soci che andranno a costi-tuire il Consorzio. Solo loro potran-no dotare le “fasére”, che stringono il caglio per la stagionatura, della guaina interna col logo e marchio approvato “Nostrano Valtrompia”, a testimoniare il prodotto. Dopo un anno ci sarà la marchiatura a fuo-co certificazione finale dop. Si par-te con una produzione di “nicchia” tra le 2.500/3000 forme da 8 a 18 kg. Una partenza “soft” gradita perché (si sottolinea) ha il vantaggio di ri-goroso controllo a tutelare l’imma-gine del prodotto, base per ottenere un adeguato risultato economico.

nale Bruna alpina con Pablo Soardi e Mario Lussignoli (Apa): tutti capi “in forma” con giudizio complessi-vo “molto buono”. Giudizio esteso poi ai capi di sei allevamenti caprini gestiti da giovanissimi imprendito-ri. La loro presenza ha entusiasma-to un po’ tutti: sono la garanzia del futuro. Il Capitolato impone poi se-vero controllo e ispezione del luogo di produzione: l’azienda certificatri-

La Valgobbia non è solo terra di pen-tole, tondini e laboriosità. La Valgob-bia è ben altro: è fratellanza, soccor-so reciproco, solidarietà. infatti da Lumezzane che proviene l’ultima toc-cante storia che ha visto per protago-nista lo spirito solidale che contrad-distingue la gente della valle. Sapere di avere un tumore spaventa, atterri-sce, a qualsiasi età, sia che di anni tu ne abbia 50 o 13, proprio come il ra-gazzino di Lumezzane che sta lottan-

do strenuamente contro un tumore alla tiroide. Un male terribile che lo costringe a sottoporsi a continue ed estenuanti cure in ospedale. Tutto ciò ha un costo e non solo per quanto ri-guarda la salute del ragazzo, ma an-che per le finanze della famiglia che, data la crisi, non è più in grado di so-stenere le spese mediche. Per anda-re in aiuto dei familiari del ragazzo, la Virtus Lumezzane ha deciso di de-volvere il ricavato della prima gara

play-off in programma domenica 19 maggio, proprio alla famiglia del tre-dicenne. Un messaggio di solidarietà, quello lanciato dalla squadra di ba-sket valgobbina, che si spera arrivi al maggior numero di “realtà” possibili e disponibili a replicare il gesto. Identi-ca vicinanza al ragazzino e ai suoi fa-miliari è stata espressa dal Comitato genitori della scuola Dante Alighieri di Lumezzane. Una volta saputo della malattia, i componenti del Comitato

genitori si sono dati immediatamen-te da fare dando il via ad una raccol-ta fondi destinata alla copertura delle spese mediche. stato quindi attivato un conto corrente affinché il 13enne possa continuare a curarsi, potendo così, in futuro, coltivare la sua pas-sione di sempre: il canto. Per maggio-ri informazioni in merito è possibile contattare il presidente del Comitato genitori, Claudia Cani, telefonando al numero 3296239791.

Quella di Inzino, nonostante le fattezze, è a tutti gli effetti una basilica, come è ricordato nella recente “Storia religiosa della Lombardia, Diocesi di Milano”. In onore della preziosa chiesa incastonata nell’alta Valtrompia, nell’aprile scorso è stato presentato il volume “La Pieve di San Giorgio di Inzino” a cura di Carlo Sabatti, pubblicato in elegante veste editoriale, curata dalla tipografia Batan. “Attraverso le numerose ed accurate immagini

è quasi possibile accarezzare le opere d’arte” scrive don Gabriele Banderini. Tra le testimonianze artistiche su cui l’autore si è maggiormente soffermato ricordiamo l’insieme della cappella medioevale del Corpus Domini in cui primeggia la pala di Ottavio Amigoni, raffigurante “L’istituzione dell’Eucaristia”, risalente al XVII secolo. Significativa è la cappella maggiore dedicata a S. Giorgio, sull’arcone del presbiterio è infatti individuabile una grande cartella

barocca in stucco raffigurante due eleganti rami laterali e la testa di un cherubino in basso, al centro, ovale, si nota invece la dedica a San Giorgio: “Divo Georgio dicatum”. Notevoli gli interventi di restauro che si sono susseguiti negli anni, a partire dagli affreschi. Sulla parete di testa della navata sinistra un tempo si poteva ammirare una tela raffigurante San Lorenzo, racchiusa in una pesante cornice. Nel 1982 il dipinto venne rimosso per essere sottoposto a restauro

ma, negli spazi nuovamente illuminati si scoprì che la tela nascondeva un affresco di grande interesse databile intorno alla metà del XV secolo. L’intervento di recupero restituì allo sguardo un “San Giorgio a cavallo”, avvolto in un’atmosfera quasi fiabesca. Il volume del Sabatti, in virtù della molteplicità delle opere prese in analisi, è una rara testimonianza della fede nell’alta valle, un libro che ogni buon inzinese dovrebbe avere nella propria libreria. (r.g.c.)

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olpenazze del Garda si ap-presta a celebrare la 64ª edizione della “Fiera del Vino Valtènesi-Garda clas-sico Doc”, storica manife-

stazione enogastronomica, in pro-gramma dal 24 al 27 maggio: quattro giorni dedicati alla scoperta e alla conoscenza dei vini della Valtènesi e ai sapori del territorio. Uno degli appuntamenti enogastronomici in assoluto più amati e popolari dell’in-tero bacino gardesano: vetrina di an-tichissime tradizioni, nata nel 1947 ed ancor oggi appuntamento molto gettonato non solo dagli appassiona-ti del luogo, ma dai gourmet di tutta Italia. È la rassegna più completa ed esaustiva per chi voglia approfondire la conoscenza della produzione enoi-ca raccolta sotto la Doc Garda Clas-sico, alla quale dalla vendemmia del 2011 si è affiancata la nuova denomi-nazione di origine controllata “Valtè-nesi”, che punta in maniera ancor più netta ad identificare i vini prodotti in zona con il terroir di produzione at-traverso specifici disciplinari di pro-duzione. “La Fiera è un appuntamen-to radicato nella storia – afferma il sindaco di Polpenazze e presidente

della Fiera Andrea Dal Prete – che nel tempo ha saputo crescere per andare incontro sia alle evoluzioni della filiera produttiva che al muta-mento del gusto dei consumatori. Oggi vogliamo continuare ad essere uno specchio delle tipicità del terri-torio offrendo una panoramica il più possibile completa”. Nel concorso enologico nazionale della Doc Garda Classico è stata quindi inserita anche la nuova Doc Valtènesi, con l’inten-zione di offrire degna rappresentan-za a quel doppio binario nel quale la produzione locale si è differenziata dopo l’entrata in vigore della nuova denominazione. Alla competizione hanno preso parte 60 campioni, 32 dei quali hanno raggiunto il punteg-gio di 85/100 ottenendo la qualifica di vino eccellente. Il Comitato Fiera ha inoltre voluto istituire un proprio riconoscimento per la valorizzazione

del Valtènesi: le tipologie Valtènesi Doc 2011 nell’espressione del ros-so e Valtènesi Doc Chiaretto 2012 che avranno ottenuto il punteggio più alto riceveranno un premio spe-ciale da parte dell’amministrazione comunale. In Fiera saranno presen-ti gli stand di 18 cantine: i visitatori potranno degustare i vini proposti munendosi di sacca e bicchiere e pagando le singole degustazioni, in un percorso nel quale si potranno assaggiare diversi prodotti tipici. Nel Borgo Bio spazio ai sempre più nu-merosi produttori che hanno scelto l’agricoltura biologica, mentre nella “Corte degli assaggi” verranno pro-poste degustazioni guidate e compa-rate di tutti i vini premiati al concor-so abbinati ai migliori formaggi del territorio. Il cartellone è completato da numerosi momenti culturali, mu-sicali e artistici.

Nell’ambito del progetto “Eulakes”, volto a individuare un punto di in-contro tra le più recenti conoscenze scientifiche sul tema della qualità e quantità delle acque lacustri e la ge-stione locale, si svolge giovedì 30 nella sede della Comunità del Garda a Villa Mirabella di Gardone Riviera un work shop dal titolo “Qualità e utilizzo so-stenibile della risorsa acqua nel Lago di Garda e nei grandi laghi europei”. L’evento, ricco di interventi di elevato valore scientifico, è organizzato dalla Fondazione “E. Mach” di San Michele all’Adige in collaborazione con la Co-munità del Garda, capofila del proget-to finanziato dall’Unione europea ed è rivolto a quanti sono impegnati nelle attività di fruizione, governo, tutela e valorizzazione del Garda. “Le espe-rienze e ricerche effettuate e rese di-sponibili dai rappresentanti dei laghi Balaton, Charzikowskie e Neusiedl coinvolti nel progetto – afferma Gior-gio Passionelli, presidente della Co-munità – aiuteranno a comprendere meglio l’utilità di progetti transnazio-nali, come quello che stiamo portando avanti”. I grandi laghi dell’areale pa-dano rappresentano una delle risorse naturali ed economiche strategiche a livello italiano ed europeo. È dunque di fondamentale importanza studia-re e analizzare i principali fattori di stress ambientale che controllano la qualità ecologica delle acque di questi grandi ecosistemi, i potenziali impatti sull’ecosistema lacustre e sull’utilizzo delle acque per scopi di balneazione e potabili. I cambiamenti osservati rap-presentano segnali di allarme che ri-

chiedono di essere affrontati con op-portune misure di contenimento e mi-tigazione. “La sfida è stata raccolta a livello europeo nell’ambito del proget-to Eulakes al quale partecipano enti governativi, istituti di ricerca e univer-sità. Scopo principale è di promuove-re, attraverso la definizione di singo-le azioni pilota, un nuovo approccio integrato finalizzato allo studio delle principali vulnerabilità dei grandi eco-sistemi lacustri”. Per la partecipazio-ne telefonare allo 0365290411. (v.b.)

Il disagio giovanile e le modalità per affrontarlo: questi i temi tratta-ti nell’opuscolo “Nodi da scioglie-re”, il frutto di otto incontri-dibattito svoltisi nei mesi scorsi nei Comuni valsabbini. Particolare attenzione è stata riservata ai casi borderline; i casi di quei giovani che si trovano in situazioni al limite della legalità, spesso provenienti da famiglie ca-ratterizzate da gravi problematiche interne. “I giovani sono la pietra del nostro futuro; a noi adulti il compito di levigare queste preziose gemme e

farle splendere nella società che sa-premo costruire per loro”. In questi termini, il presidente dell’associa-zione “Nodi da sciogliere”, Massimi-liano Basile, ha dato il via alla pre-sentazione dell’opuscolo. Numero-si gli enti istituzionali coinvolti nel progetto: la Procura ordinaria e dei minori di Brescia, la questura, il co-mando provinciale dei carabinieri, l’Associazione industriale e l’Asso-ciazione artigiani, l’Ufficio scolasti-co regionale e provinciale, la Provin-cia di Brescia, l’Accademia di belle

arti Santa Giulia, l’ordine dei con-sulenti del lavoro, il Centro oratori bresciani oltre a vari esponenti del-lo sport e dello spettacoli tra i quali Marco Zambelli e Omar Pedrini (nel-la foto). Apprezzamento da parte degli organizzatori è stato espresso per l’interesse dei giovani coinvol-ti nell’iniziativa, soprattutto quelli di sesso maschile, di solito i più restii a partecipare a progetti di questo ti-po. Un ruolo centrale all’interno del progetto è stato svolto dai questio-nari sottoposti ai partecipanti i qua-

li hanno fornito i dati e le proposte che hanno reso possibile la stesura dell’opuscolo. L’augurio degli orga-nizzatori è che l’iniziativa intrapresa abbia un seguito, uno sviluppo, an-che e soprattutto nel mondo del la-voro. Tra le aziende che hanno avu-to un ruolo attivo nel progetto si se-gnala la Feralpi spa che ha dato la possibilità a 60 ragazzi di poter ac-cedere a stage qualificanti dai quali sono scaturite 48 assunzioni. Un ap-proccio diverso e innovativo al co-siddetto “disagio giovanile”. (r.g.c.)

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La Scuola bottega artigiani San Polo che già propone agli studenti che stanno per lasciare la scuola media alcune interessanti proposte formative che fanno capo all’area meccanica, a quella elettrico-elettronica e quella dell’abbigliamento-sartoria, lancia per il prossimo anno scolastico anche una serie di percorsi nell’ambito della filiera lattiero-casearia e dell’allevamento del bestiame.

Anche i nuovi percorsi formativi usufruiranno dei punti di forza delle proposte che la Scuola bottega artigiani segue già da tempo: nuove metodologie didattiche che prevedono l’utilizzo delle più moderne strumentazioni come l’Ipad per un rapporto più stretto e proficuo tra alunni e docenti, nuovi laboratori attrezzati con macchinari di ultima generazione, il registro elettronico per una più veloce

interazione tra la scuola, gli studenti e le loro famiglie.La Scuola bottega artigiani San Polo dispone di tre sedi operative. Due sono a Brescia, in via Ragazzi del ‘99, 11 e in via Carducci, 88 e una a Mezzane di Calvisano, in via Berardo Maggi, 6. Maggiori informazioni sui corsi ormai collaudati e sulle proposte formative di recente attivazione sono disponibili anche sul sito www.scuolabottega.org o al 030/8374454-030/8374010.

iventate capaci di gene-rare il bene nel mondo, di trasmettere gioia agli altri”. È questo l’invito che il vescovo Luciano

Monari ha rivolto agli studenti delle scuole cattoliche bresciane della Fi-dae riuniti nei giorni scorsi in Catte-drale per la celebrazione eucaristica di fine anno scolastico. L’incontro, ormai tradizionale, tra il Vescovo e il variegato mondo dell’istruzione che fa capo alla Fidae per la fine dell’an-no scolastico ha avuto quest’anno un significato in più oltre a quello eviden-ziato in apertura da don Alessandro

Carpi, è una prima risposta all’appello lanciato dal vescovo Monari agli stu-denti delle scuole cattoliche brescia-ne perché portino la gioia agli altri, fa-cendo risaltare quella bellezza di Dio che, ha ricordato ancora il Vescovo, “è in ogni uomo ma chiede impegno e dedizione”.

Camadini. “Nelle nostre scuole – sono state le parole del sacerdote – c’è una competenza all’ascolto. Oggi, con lei, ci mettiamo in ascolto della parola”. La celebrazione accolta sotto le vol-te della Cattedrale è servita anche per cementare i rapporti di solidarietà tra le scuole della Fidae bresciana e l’Isti-tuto Sacro Cuore, una scuola cattolica della diocesi di Carpi, adottata dagli studenti bresciani. Giusto un anno fa la scossa di terremoto che ha sconvol-to l’Emilia si era accanita anche sulle strutture della scuola che era (e con-tinua a essere) un punto di riferimen-to, oltre la dimensione educativa, per

l’intera Chiesa di Carpi. Gli studen-ti delle scuole cattoliche bresciane hanno raccolto13mila euro che, nel corso della celebrazione, sono stati consegnati a mons. Francesco Ca-vina, vescovo della cittadina emilia-na. Il presule, prima dell’inizio della celebrazione, ha voluto sottolineare la grandezza di un gesto che, al di là della cifra raccolta, testimonia la vi-cinanza, la solidarietà di tante Chiese sorelle a quella di Carpi pesantemente colpita nelle sue strutture. “Toccare con mano che a un anno di distanza dal terremoto del maggio 2012 – sono le considerazioni del vescovo Cavina

– ci sono ancora tanti giovani, espres-sione della Chiesa bresciana, che ci manifestano nel concreto la loro vi-cinanza è per noi motivo di speranza”. Quella speranza che sembra fare ca-polino nonostante le difficoltà di una ricostruzione condizionata dai tempi della burocrazia. “Nonostante tutto – è la conclusione di mons. Cavina – stiamo per riaprire alcune chiese, in altre i lavori sono ormai al via, co-sì come stanno per aprire i cantieri per la costruzione di chiese nuove in quelle comunità in cui il terremoto è stato particolarmente violento”. For-se la raccolta dei 13mila euro che po-tranno alleviare, almeno in parte, le sofferenze e i disagi dei coetanei di

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La Chiesa per la scuola. È stato il tema del “laboratorio nazionale” proposto a Roma nelle scorse settimane dalla presidenza della Cei, prima tappa di un percorso più ampio di sensibilizzazione sulle tematiche della scuola e della formazione professionale per coinvolgere la comunità ecclesiale e tutta la società in una riflessione sull’importanza della scuola come ambiente educativo, nel quadro degli orientamenti pastorali per il decennio in corso “Educare alla

vita buona del Vangelo”. È chiara la consapevolezza che, in questo decennio dedicato all’educare, la scuola tutta intera costituisce un punto di riferimento ineludibile. Una scuola non idealizzata, ma quella concreta, di cui ben si conoscono i limiti strutturali, le carenze di risorse, i conflitti che resta un ambiente prezioso per la crescita delle persone. “Per questo la Chiesa – come ha spiegato il card. Angelo Bagnasco, introducendo i lavori del laboratorio nazionale – è

per la scuola, perché interessata a una formazione integrale e armonica dell’individuo”. La Chiesa si mette in gioco, misurandosi anche con la scuola. Lo fa con realismo, denunciando le carenze e i rischi che la scuola corre, proposta talvolta come “supermarket delle conoscenze”, in difficoltà con l’elaborazione del mondo dei valori, finendo per operare una riduzione della persona umana e della sua complessità. Lo fa, anche, rivendicando investimenti, riforme

e azioni strutturali che possano dare al mondo scolastico più possibilità d’incidere in chiave educativa. Così, ad esempio, ecco la questione del sistema scolastico integrato, con le scuole paritarie da riconoscere pienamente nell’ottica della libertà di educazione delle famiglie e della proposta formativa di qualità. Temi ricorrenti, ma non scontati, dal momento che in Italia, pur essendoci precise leggi a riguardo, la questione della parità scolastica resta incompiuta.

uante volte si sente dire che quella cattolica, chia-mata, impropriamente “privata”, è scuola solo per “ricchi”. Una affer-

mazione che, in parte, corriponde a verità perché in Italia non è ancora stato riconosciuto alle famiglie il dirit-to di scelta libera in ambito scolastico. Chi vuole mandare i propri figli in una scuola paritaria è costretto a pagare una retta, non perché i gestori di quel-la scuola vogliono arricchirsi, ma per il semplice fatto che il personale che vi lavora non percepisce alcun stipen-dio dallo Stato e quindi bisogna chie-dere una retta alle famiglie. Chi ope-ra in questo ambito e crede nel valore della scuola cattolica non vorrebbe certo che questo accadesse perché è un disagio per tutti e toglie, almeno in parte, quell’originalità iniziale e spe-

cifica a scuole che sono nate proprio per prendersi cura dei meno abbien-ti, dei più bisognosi. Per poter soste-nere la causa di una scuola paritaria cattolica bisogna innanzitutto crede-re nel suo valore e nella sua impor-tanza. Soltanto se uno è convinto del potenziale di questa realtà, sarà anche disposto a valorizzarla e a spendersi perché possa essere una presenza si-gnificativa là dove esiste, nonostante le difficoltà economiche. Il desiderio

di chi opera in questo ambito è quel-lo di far sì che i battenti della propria scuola possano essere aperti per tutti nell’attenzione alla persona vista qua-le creatura di Dio. La scuola cattolica è luogo del sapere, dove ci si impegna per offrire una visione alta della vita, proponendo obiettivi che aiutino gli studenti a superare il caos che pro-viene dalle molteplici offerte propo-ste dalla società. Per questo, prima ancora dei mezzi economici, serve la convinzione che la scuola cattoli-ca permette di realizzare relazioni in cui l’adulto può dare valore alla vita quotidiana di tanti giovani, aiutando-li a saper scommettere su se stessi, a costruire percorsi significativi all’in-terno di questa nostra società. Parten-do da qui possiamo fare della scuola cattolica un bene che sia per tutti e di tipo inclusivo.

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porta anche Dio. Questa è la sfida al-la quale è chiamata anche la comuni-tà diocesana: perché non valorizzare (ministeri istituiti?) uomini e le don-ne, segno forte di una corresponsabi-lità laicale, che si impegnano a fianco di preti e suore a testimoniare l’urgen-za della carità? In ogni Caritas parroc-chiale c’è un centro di ascolto che fa una sorta di screening dei bisogni, poi grazie all’aiuto dei singoli, delle asso-ciazioni o delle Fondazioni come la Folonari o la Congrega della carità apostolica si cerca di programmare un intervento strutturato. Insegnanti in pensione ed ex infermieri tengono corsi annuali molto partecipati di lin-gua italiana e di assistenza familiare che terminano con la consegna di un attestato, anche se forse si potreb-be arrivare – con il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico - a una certifi-cazione ufficiale per garantire un più veloce inserimento lavorativo. Per le madri straniere, spesso confinate nel-le mura domestiche, l’apprendimento della lingua italiana rappresenta una tappa fondamentale nel processo di integrazione con ricadute positive sui

Si tratta di un’occasione preziosa per conoscere, condividere e apprezzare le diversità di espressioni culturali, linguistiche ed etniche. Si può vivere l’uno accanto all’altro, nonostante la diversità di colori e provenienze, anzi più ci si conosce e più si riesce ad apprezzare l’altro. La giornata di domenica 26 maggio è così suddivisa: alle 9 l’accoglienza, alle 11.30 la celebrazione della Messa presieduta da Monari e alle 13 il pranzo multietnico.

figli. L’oratorio è il luogo privilegiato delle esperienze di scambio e di con-fronto reciproco con gli immigrati di seconda generazione (bambini nati e cresciuti in Italia). Interessante an-che l’esperimento del microcredito nonostante le reticenze degli istituti bancari: ad oggi sono state seguite 35 persone, ma di queste solo una non ha restituito il prestito. Ovviamente per finanziare gli interventi a favore dei poveri servono anche idee curiose co-me quella, ad esempio, messa in cam-po da San Faustino che in fondo alla chiesa ha predisposto un carrello di generi alimentari con la scritta prendi uno e paghi due, chiedendo uno sfor-zo di solidarietà ai suoi parrocchiani. C’è da aggiungere che le persone han-no compreso fino in fondo lo stato di necessità, anche per questo motivo non mancano gli aiuti generosi. La Caritas zonale fa un incontro mensile di coordinamento e di progettazione con corsi per i volontari perché siano in grado di muoversi nella macchina istituzionale. L’attenzione della Cari-tas all’uomo si esplica anche nella Ca-sa per gli anziani (a San Lorenzo e a San Faustino e prossimamente anche a S. Alessandro) e nelle iniziative per i ragazzi (Cag e Grest) perché la cari-tà non fa distinzioni. Piace ricordare anche la felice intuizione della setti-mana della carità vissuta dalle nove parrocchie ogni anno a novembre: tut-te le comunità sono coinvolte in una riflessione teorica, in un’esperienza diretta e in una Messa finale unitaria.

Potranno degustare i piatti dei più rinomati chef. Nelle stazioni della metropolitana (Lamarmora, Bresciadue, Stazione FS, Vittoria, San Faustino e Ospedale) è stata allestita una mostra fotografica sul Giro. Dalle 20.30 alle 24 musica e visite guidate: S. Faustino e Giovita, S. Afra, Santi Nazaro e Celso, Duomo Vecchio, S. Giuseppe e San Giovanni aprono le porte. Alle 21.15, in piazza del Foro, lo spettacolo “Dinamismo di un ciclista”.

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In quel tempo,disse Gesù ai suoi discepoli:“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.Quando verrà lui, lo Spirito della verità,vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà uditoe vi annuncerà le cose future.Egli mi glorificherà, perché prenderàda quel che è mio e ve lo annuncerà.Tutto quello che il Padre possiede è mio;per questo ho detto che prenderàda quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Siamo nella provincia di Bergamo negli anni ’50. La guerra è finita da poco. Molti non sono tornati. Ognu-na delle nostre famiglie ha un morto o un disperso. Io stesso ne ho due, uno sul Caucaso da parte di mia ma-dre, e l’altro, da parte di mio padre, finì disperso in Russia, era un ufficia-le. Ricordo la “Nona Cesca” seduta col volto triste al tavolino guardare la foto di quel figlio senza tomba su cui versare una lacrima, posare un fiore. La vita del paese, riprende sen-za troppa fatica: c’è voglia di vivere, c’è la libertà, c’è il lavoro. Lei, “V” è giovane, non bella, piccolina, magri-na, esilina, tutto in “ina”. Con le sue amiche hanno adocchiato “G”, uno dei più bei giovanotti del paese. Alto, bello, con un buon lavoro, serio. A

i modi e la traduzione dell’amore ne esce deformata. Ma alla base della famiglia sta questa volontà (e il de-siderio) di armonia che si esprime non solo con le parole ma con gli atti e l’ambiente che si genera. Visto così il discorso di Gesù sembra più chiaro e illumina un po’ quel mistero che non capiremo mai nella sua pro-fondità. Vien fuori prepotente la pre-occupazione educativa: ‘non potete ancora sopportare il peso di quel che vi dovrei dire’ e la necessità che la crescita sia equilibrata. Occorre che sia lo Spirito ad annunciare le verità e quindi ad accompagnare la cresci-ta. Non si diventa adulti in un istante. Così le parole dette da Gesù, i suoi gesti, devono essere accompagnati dal gesto educativo dello Spirito che prende e annuncia, che – cioè – con forza e dolcezza aiuta a comprendere a seconda delle forze e delle capaci-tà. La tensione è verso la verità tutta intera. Che è la verità del Padre che si rende visibile nel Figlio. Ma il peso è ancora troppo grande e la tentazio-ne di ridurre il Cristo a solo spunto

umano è sempre dietro l’angolo. Co-me succede guardando da fuori una famiglia: si coglie spesso l’azione e non lo spirito. Si vede con il limite del non far parte, del non essere dentro. Ma lo Spirito permette di compren-dere perché annuncia quello che da fuori non si potrebbe capire. È il pe-so del visibile, della tentazione di ac-contentarsi di quel che si vede, anche di Gesù. Peso che non si può togliere se non con l’annuncio che lo Spirito porta con sé, perché è lui a prende-re il necessario e a farlo conoscere. Come in famiglia quando si riesce a comunicare non solo l’atto ma l’amo-re che circola dentro, e solo per via di immagini e di intuizioni. E solo quando dall’altra pare c’è la capaci-tà e la possibilità di incontrare. Co-sì è nella famiglia quando l’estraneo diventa familiare ed è un po’ di mio e tuo che, senza dividersi, diventa un “nostro” in modo nuovo. Lo Spirito è la possibilità di non fermarsi davan-ti al nostro modo di vedere Dio. È la possibilità di conoscerlo nella sua misura. Eterna.

Invisibile agli occhirendere. È la prima azio-ne che descrive lo Spiri-to: prendere. Ma non per tenere, perché quel che prende è già suo: lo pren-

de per annunciarlo. E quel che an-nuncia è suo perché è ciò che è e dice il Padre, cioè l’essenza stessa di Cri-sto. Sembra un discorso complicato (e in fondo lo è) ma se lo traspor-tassimo in un orizzonte più umano, nell’ambiente familiare, potremmo comprenderne meglio l’essenza. Nel-la famiglia esiste il mio e il tuo, ma è sempre a disposizione del “nostro” e i confini sono labili e si muovono a seconda del bisogno. Nella famiglia c’è chi parla e chi agisce, chi educa e chi indulge; è una polifonia di azioni che si costruiscono in equilibrio ed esprimono le capacità di amore della famiglia stessa. E quando il peso non è ben distribuito nascono le incom-prensioni, le difficoltà e gli squilibri che si manifestano nei figli. Spesso questi squilibri non sono voluti e le tensioni non nascono dal ragiona-mento. Spesso si sbagliano i tempi e

lei piace ma non ha speranze: le al-tre hanno le curve giuste, un po’ più di carne dove serve, l’altezza giusta. Le più “moderne” si tingono i capel-li alla Jean Harlow con l’acqua ossi-genata. “V” con il tempo si rassegna a rimanere zitella. Ma una domeni-ca a Messa, si accorge che dall’altro lato della chiesa, dove siedono gli uomini, “G” la guarda. La stessa co-sa si ripete per alcune domeniche. Poi un giorno alla fine della Messa lui l’aspetta sul sagrato. La avvici-na e chiede se possono “parlarsi”. Cominciano a frequentarsi. “V” non crede ai suoi occhi, ma non è stupi-da. Le amiche si complimentano, la incoraggiano; altre invece le dicono che “G” la sta solo prendendo in gi-ro. Dopo pochi mesi, “G” le chiede di

sposarlo. Lei risponde di sì, ma vuo-le sapere, perché lei, così piccina, bruttina, magrina, timidina… e non le sue amiche più belle. Lui la guarda e le dice: “Tö mia dech che tà spùse perché tà sé bèla, ma perché go ca-pìt che tà pö es òna bràa mader per i me scech” (Non ti ho detto che ti sposo perché sei bella, ma perché ho capito che puoi essere una brava ma-dre per i miei figli). Due mesi dopo, le nozze. Nascono due figli. 54 anni di matrimonio, due nipoti, il lavoro del nonno “G” ora lo portano avanti loro. Lui è morto da pochi mesi, abi-tando vicino al cimitero “V” diverse volte al giorno apre la finestra, guar-da verso il camposanto e parla con il marito e un figlio morto giovane che l’aspettano “di là”.

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onverte papa Francesco, attira le folle e pungola, spinge tutta la Chiesa, ma più in generale tutti ver-so Cristo. C’è una paro-

la, una parolina, l’unica pronunciata nella sua lingua madre, per chiarire la prospettiva del Papa, che assicura: “Il Signore sempre ci primerea”. Questa parola ci spiega che ci sono due cam-mini che s’incontrano, il nostro che cerca Cristo e Cristo, che ci cercava da prima, è già lì ad aspettarci. “È il primo che ci viene incontro”, in qual-che modo ci anticipa, anche se pre-suppone il nostro cammino. C’è poi una seconda immagine, quella della porta, che il Papa ha riproposto con convinzione. “Il Signore sta alla por-ta”, constata. “Allora dobbiamo aprir-le le porte, quelle del nostro cuore co-me quelle delle nostre Chiese”, ripete papa Francesco. “Il Signore sempre ci primerea”, ha detto parlando con passione a braccio a una folla immen-sa alla veglia di Pentecoste. È il terzo

Libertà di religione in Europa e rapporto tra Stato e religione. Se ne è parlato nel seminario di studio a Istanbul promosso dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, al quale hanno partecipato due nutrite delegazioni delle Chiese ortodossa e cattolica. Ne parliamo con mons. Roland Minnerath, arcivescovo di Dijon, che ha partecipato ai lavori.Quali sono le situazioni che preoccupano di più le Chiese?

Le situazioni che sono state evocate nel corso del seminario riguardano specificamente gli ultimi avvenimenti in Nigeria, Siria, India ma richiamano anche i nostri Paesi europei dove il secolarismo porta a un’interpretazione molto restrittiva della libertà religiosa. Si è rilevato un po’ dappertutto che c’è una discriminazione diffusa soprattutto nei confronti dei cristiani. Si è infatti visto che la comunità cristiana è quella tra le più discriminate nel mondo. Ma ciò avviene non solo

nei Paesi dove ci sono movimenti fondamentalisti come nel mondo islamico o indiano, ma anche nelle nostre avanzate democrazie occidentali.Sta facendo riferimento al caso francese, in cui governo e Parlamento hanno approvato una legge sui matrimoni gay?“Nel caso francese, il governo e il presidente della Repubblica hanno ritenuto di non prendere sul serio le manifestazioni di milioni di persone e l’opinione, quindi, di chi ha

espresso chiaramente e con ragioni la loro contrarietà nei confronti della legge. Non hanno nemmeno ritenuto necessario impostare con quella parte della società civile un dialogo per conoscerne la posizione. Quello che però più preoccupa è la pretesa o il pretesto di garantire ed estendere una libertà per tutti, ma chiudendosi poi e, quindi, discriminando una visione dell’uomo e del genere che non è di tutti. È un paradosso”. (Maria Chiara Biagioni)

sere meglio articolata. Per questo ha indicato, nell’omelia di Pentecoste, tre parole-chiave: novità, armonia, missione. Indicazioni aperte e strin-genti, che sono esortazione, esame di coscienza, programma. A proposito di associazioni e movimenti sembra lontano il tempo di conflitti, che re-stano una tentazione. Oggi con tutta evidenza è il tempo dell’evangelizza-zione, per cui la varietà diventa una risorsa, vissuta nella comunione: “Se ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella co-munione della Chiesa”. Così si può essere capaci di novità e nello stesso tempo efficaci nella testimonianza, anche se il Papa è ben consapevole che molto c’è da fare per evitare tan-ti riflessi di chiusura. Anche a Pente-coste il Papa ha avuto parole chiare e forti sulle ingiustizie e la povertà. Ed ha insistito sulla grande questio-ne che sta sotto la crisi.

grande raduno dei movimenti e delle associazioni, 15 anni dopo la convo-cazione di Giovanni Paolo II del 1998, riproposta da Benedetto XVI nel 2006. 150 sigle, segno di una vitalità sempre nuova, che deve sempre es-

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Sono molte le parrocchie e i singoli bresciani che si stanno muovendo per partecipare all’udienza privata da papa Francesco sabato 22 giugno. Si ricorda che è possibile richiedere il pass gratuito (basta comunicare i nu-meri) dell’udienza direttamente pres-so la Curia. Anche la Brevivet ha rica-librato la sua proposta con due opzio-ni: una di tre giorni e una di due. Nella proposta più lunga (la quota di parte-cipazione è di 280 euro più 30 per la gestione della pratica) si parte al mat-tino presto di venerdì 21 in pullman (sosta lungo il percorso per il pranzo libero); arrivo e visita alle catacom-be di S. Callisto e celebrazione della Santa Messa d’apertura del pellegri-naggio; sistemazione in istituto con la cena e il pernottamento. Sabato 22 (pensione completa) il trasferimento

in Vaticano: celebrazione eucaristica e rinnovo della professione di fede in S. Pietro, omaggio alle tombe dei Papi e partecipazione all’udienza privata. Nel pomeriggio visita guidata alla Ro-ma barocca. Domenica 23 la celebra-zione di chiusura del pellegrinaggio presso la chiesa di S. Spirito in Sassia, tempo libero e partecipazione all’ An-gelus in Piazza S. Pietro; poi si riparte per il rientro in serata con la sosta per il pranzo libero. Brevivet ha predispo-sto anche una proposta (125 euro) in vista dell’udienza. La partenza è fis-sata alle 12 del 21 giugno con l’arrivo in serata. Sabato il trasferimento in Vaticano: celebrazione eucaristica e rinnovo della professione di fede in S. Pietro, omaggio alle Tombe dei Papi e partecipazione all’udienza privata. Al termine si rientra a Brescia.

e 27 bandiere degli Stati membri e quella a dodi-ci stelle dell’Europa gar-riscono infuriate al ven-to freddo di Strasburgo,

mentre l’edificio circolare del Par-lamento europeo è battuto da una pioggia fastidiosa. Dentro il palazzo i visitatori si affrettano a raggiunge-re il salone delle fotografie per es-sere immortalati dinanzi ai vessilli dei Paesi dell’Unione europea. La foto ricordo precede l’ingresso in Aula, dove dalla tribuna si assiste a una discussione – poco animata vi-sto il ridotto numero di parlamenta-ri presenti – sulle politiche energe-tiche comunitarie. Il commissario tedesco Guenther Oettinger rispon-de a una interrogazione sulle fonti rinnovabili, mentre dai banchi ci si prenota per intervenire sul succes-sivo punto all’ordine del giorno. Il presidente di turno parla in ingle-se, il parlamentare pone il quesito nella propria lingua, il commissario

scussione. Basta schiacciare un ta-sto sulla piccola consolle a disposi-zione di ciascun ospite per passare dall’inglese al francese, dallo spa-gnolo al tedesco, dall’olandese al portoghese. E naturalmente all’ita-liano, la lingua scelta dai 45 brescia-ni che lunedì scorso hanno visitato la sede del Parlamento europeo. Non un pubblico qualsiasi, ma una platea di futuri politici, aspiranti a tuffarsi nell’agone sociale e politico dopo aver frequentato due anni di lezioni. Sono i corsisti della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) della diocesi, che hanno appena ultimato uno dei tre percorsi proposti in altrettante zo-ne della provincia: a Bienno, Rova-to e Gavardo.Dopo aver appreso sui banchi i concetti fondamentali riguardanti lo Stato, la democrazia e la dottri-na sociale della Chiesa, il viaggio d’istruzione (durante il quale c’è stato il tempo anche per uno scam-

risponde in tedesco. Un nugolo di interpreti traduce istantaneamente per i politici e per il pubblico la di-

bio di opinioni con i rappresentanti delle Acli di Basilea e di Friburgo, nonché per una passeggiata lungo le vie di Colmar e una escursione in battello sul fiume Ill che bagna Strasburgo) è stata l’occasione per avvicinarsi al mondo delle istituzio-ni europee. Oltre ad assistere alla sessione plenaria, i corsisti e i tu-tor della Sfisp (18 provenienti dal-la Scuola della Valcamonica, 10 da Rovato, 13 da Gavardo, quattro da Brescia, tra i quali anche don Ma-rio Benedini, responsabile dell’Uf-ficio per l’impegno sociale, e Mi-chele Busi, già direttore della Sfi-sp) hanno incontrato Patrizia Toia, parlamentare europeo del Partito democratico, e un funzionario del-la direzione comunicazione della sede di Strasburgo. La discussione

è spaziata dalle attuali problema-tiche dell’Ue (disoccupazione gio-vanile, immigrazione, scarso euro-peismo) alle sfide future: sviluppo sostenibile, integrazione politica, cessione di competenze.

Sabato 25 maggioOre 9.15 – Brescia –Convegno gruppi Caritaspresso la Saladella comunità Santa Giuliaal Villaggio Prealpino.Ore 15.30 – Brescia –Cresime in Cattedrale.Ore 18 – Brescia –S. Messa di ringraziamentoper la beatificazionedi don Luca Passipresso la chiesa del Carmine.

Domenica 26 maggioOre 9.30 – Duomo di Rovato –S. Messa per il centenario di presenza delle suore adoratrici.Ore 11.30 – Brescia –S. Messa in occasionedella festa dei popolipresso il Pala Banco di Brescia.Ore 18 – Cogno – S. Messa.Lunedì 27 maggioOre 17 – Brescia –Incontro con la commissione oratori presso Casa Foresti.

Giovedì 30 maggio il vescovo Luciano presiede la processione cittadina del Corpus Domini. Alle 18 celebra la Santa Messa nel santuario delle Grazie, alle 19 l’adorazione eucaristica e alle 20 il vespro solenne prima della processione verso la Cattedrale.La solennità del Corpus Domini(espressione latina che significa Corpo del Signore) è chiamata anche Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

Martedì 28 maggioOre 20 – Ghedi –S. Messa con l’Associazione29 maggio.Mercoledì 29 maggioOre 15 – Brescia –Convegno “Carcere e prevenzione” presso il Centropastorale Paolo VI. Giovedì 30 maggioOre 19 – Brescia –S. Messa e processione cittadinaa partire dalla Basilica delle Grazie.

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a diocesi di Brescia ha il suo polo culturale là, nell’ex Seminario di via Bollani 20, dove per anni sono state formate gene-

razioni di giovani. Sta per arrivare a compimento un’operazione studiata nei minimi particolari che crea così un contenitore ideale per la cultura diocesana e non solo. Di fatto nella parte della struttura “abitata” dalla biblioteca diocesana e dalla scuo-la diocesana di musica della Fon-dazione S. Cecilia e dall’incubatore dell’iniziativa Spes at Work, a breve si inseriranno alcune realtà curiali e associative anche per colmare il vuoto lasciato dal trasferimento del Seminario. Anche in questo caso è stata scelta la modalità di una com-missione di coordinamento (mons. Canobbio, mons. Bertazzi, Mauro Salvatore e Davide Guarneri) che ha preso in mano la situazione e ha cercato, pur nella diversità delle si-gle, di attribuire coerenza all’opera-zione. Comunità e Scuola e la pasto-rale scolastica e quella universitaria (i due servizi di curia che fanno ri-ferimento alla figura di don Raffae-le Maiolini) saranno le prime realtà a spostarsi a settembre: Comunità e Scuola lascerà la sede di via Della Rocca, mentre l’Ufficio per la scuo-la lascerà il posto in Curia al Centro missionario guidato da don Carlo

Sopra la biblioteca diocesana (a que-sto proposito va sottolineata l’inten-zione del Vescovo di farne un luogo a disposizione delle parrocchie sem-pre più ricco di libri e di testi per lo studio e le ricerche) dovrebbe esse-re collocato l’Istituto di storia del prete (oggi a San Giuseppe) che tra le altre attività ricopre un ruolo im-portante nella catalogazione delle vite dei sacerdoti. Tutto lascia pre-supporre che a breve possa arrivare anche il via libera dalla Fondazione civiltà bresciana, cuore della storia bresciana, che lascerebbe i locali

Tartari. Nell’ala del Seminario ha un posto di rilievo anche l’Opera pia don Giovanni Carboni che, presiedu-ta da don Flavio Dalla Vecchia, so-stiene seminaristi poveri e con borse di studio ad hoc anche gli studenti.

del centro storico e sarebbe ospitata gratuitamente dalla diocesi. Giusto ricordare che lo scorso 28 dicembre è stato siglato il rogito con il quale il Seminario ha donato alla diocesi una porzione dello stabile di via Bolla-ni. Non mancheranno aule dedicate all’archivio musicale del Seminario, all’archivio storico del Seminario, a Brixia Sacra e al Museo Zammarchi. Le associazioni o le realtà coinvolte dall’operazione polo culturale non pagheranno l’affitto, ma contribui-ranno in parte alle spese di ristrut-turazione dell’immobile, eccezion fatta per due realtà scolastiche non strettamente collegate alle diocesi che invece lo pagheranno. L’idea è quella di arrivare a regime entro il 2014. La presenza di una aula ma-gna permetterà di ospitare anche iniziative di carattere formativo e culturale. Inutile ribadire che l’in-tervento, molto oneroso per le cas-se diocesane, permette di attrezzare una struttura che altrimenti sarebbe sotto utilizzata; non dimentichiamo-ci che nell’area un tempo teatro del Seminario oggi ci sono il Lunardi e la Casa del clero. E un domani, for-se, ci sarà anche la Cattolica 2. La concentrazione di più aggregazioni culturali facilita anche un lavoro di squadra e diminuisce le possibilità di dispersione di energie e risorse; la diocesi vuole continuare a essere protagonista della società e, quando possibile, essere di supporto anche alle singole iniziative.

Il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, mercoledì 15 e giovedì 16 era a Milano accolto come “dono del Signore” dal cardinale Angelo Scola. Si è trattato di un incontro storico, che ha fatto sentire più vicine le due Chiese sorelle come le ha chiamate lo stesso patriarca durante il discorso pronunciato in Santa Maria Podone affidata nel 2012 dalla diocesi alla Chiesa greco-ortodossa. L’avvenimento rientra nell’ambito delle manifestazioni per il 1700°

anniversario dell’Editto di Milano, meglio conosciuto come Editto di Costantino dell’anno 313, con cui si pose fine alle persecuzioni religiose. Bartolomeo I era accompagnato dal metropolita d’Italia e Malta Gennadios. Ospiti il console generale di Grecia George Papadopoulos e, tra gli altri, Costantino Buzalis e Angelo Locatelli (cattolico, madre greca originaria di Cefalonia), presidente e vicepresidente della Comunità ellenica di Brescia e Cremona.

Apprezzamenti e ringraziamenti reciproci sono stati fatti dal Cardinale e dal Patriarca che ha invitato Scola a Costantinopoli nel mese di gennaio 2014. Bartolomeo I ha affermato di sentirsi in sintonia con papa Francesco con il quale ha aperto un dialogo di amicizia in Cristo. Il 15, presso il Palazzo Reale, il card. Scola e Bartolomeo I hanno tenuto una lectio magistralis a due voci partendo dal versetto del vangelo di Giovanni “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”

con richiami alla libertà di religione e alla pacificazione tra islam e cristianesimo per far sì che anche la situazione dei cristiani in alcuni Paesi musulmani possa migliorare e avere possibilità analoghe “a quelle che i musulmani godono nei Paesi cristiani”. La visita si è conclusa con una preghiera ecumenica in Sant’Ambrogio e il dono a Bartolomeo I di una capsella con le reliquie del santo riconosciuto anche dalla Chiesa d’Oriente.

All’ultimo consiglio presbiterale il vicario per la pastorale e i laici, don Renato Tononi, ha annunciato l’ipotesi di un piano pastorale qua-driennale per “identificare e met-tere a fuoco uno o più aspetti del-la vita ecclesiale”, che si ritengono prioritari in un dato momento con l’intento di farli diventare elementi unificanti e convergenti della pa-storale diocesana. Dalle tre lettere pastorali del Vescovo, emerge un certo piano pastorale incentrato sullo schema dei tre uffici: profe-tico (Parola), sacerdotale (liturgia e sacramenti) e regale (comunione e servizio). La proposta prende in esame il quadriennio 2013-2017 af-finché questo periodo possa essere un valido spunto per un cammino unitario e condiviso nella direzione delle unità pastorali. Per il biennio 2013/2014 e 2014/2015 si può pen-

sare un piano diocesano attorno al tema della nuova evangelizzazione caro a Benedetto XVI, facendo rife-rimento esplicito alla nuova lettera pastorale del Vescovo sulla missio-ne e riprendendo la lettera di Mo-nari sulla Parola. Nelle intenzioni il biennio si potrebbe concludere con un Sinodo diocesano sulla nuo-va evangelizzazione. Per il biennio 2015/2016 e 2016/2017 è stato ipo-tizzato un piano diocesano attorno al tema “nuova evangelizzazione e sacramenti” con un’attenzione spe-ciale ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. Secondo Tononi sarebbe utile e provvidenziale riprendere la lettera del Vescovo sull’eucaristia e prendere in considerazione le indi-cazioni della Cei sull’iniziazione cri-stiana, confidando che nel frattem-po esca proprio un documento spe-cifico dei Vescovi. Anche in questo

caso il biennio si potrebbe conclu-dere con un Sinodo sull’iniziazione cristiana nella diocesi di Brescia per verificare la tenuta e la diffusione dell’Icr per una sua eventuale corre-zione e per un rilancio maggiormen-te condiviso. Sta prendendo corpo l’idea che la modalità sinodale spe-rimentata con le unità pastorali pos-sa essere davvero riproposta nello spirito più volte annunciato da Mo-nari di discernimento comunitario e di coinvolgimento delle persone. L’esperienza del Sinodo vuole esse-re uno stile specifico di fare Chiesa. La proposta del piano giungerà at-traverso i vicari zonali alle congre-ghe dei sacerdoti che si esprimeran-no nei prossimi giorni sul percorso. Il Consiglio pastorale diocesano, invece, si incontrerà il prossimo sabato 1 giugno al Centro pastora-le Paolo VI.

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È fissata al 10 luglio la prossima scadenza per la presentazione del quinto semestre delle domande di compartecipazione al Fondo Briciole lucenti. Promosso nell’ambito dell’Avvento di carità “Gli ultimi, forza della comunione” (anno pastorale 2010/211), il Fondo Briciole lucenti, al 31 dicembre 2012, ha “tirato le somme” dei primi due anni di attività. Ecco alcuni numeri che dicono della sofferenza finanziaria che attanaglia molte famiglie,

ma anche del lavoro di ascolto e accompagnamento realizzato nella capillarità dalla rete Caritas: 710 le famiglie sostenute, delle quali per tre su quattro si registrano problemi di lavoro, 45 le caritas che hanno presentato domanda di compartecipazione, 177.530 l’ammontare in euro del contributo elargito da Fondazione Opera Caritas San Martino, pari al 50% delle spese sostenute dalle caritas. I soggetti titolati ad accedere al Fondo Briciole lucenti

sono infatti le Caritas che si sono attivate nell’accompagnare la risposta al bisogno e chiedono una compartecipazione (fino al 50%) a copertura delle erogazioni concesse per piccole spese inerenti la casa (canoni di affitto, spese condominiali, utenze domestiche), l’istruzione (rette scuola, mensa, trasporto), la salute. Per scaricare il modulo di domanda: www.brescia.caritas.it; per info: 030 3757746.

ndare, andare … rima-nere, rimanere... Forse sarebbe meglio: rimane-re per andare. Rimanere ovvero “stare accanto”

ad un amico, Gesù, che ci ha accom-pagnato in tutti i convegni Caritas con il dono della sua Parola. Era il 19 apri-le 2008, un giorno radioso dopo il tem-porale, ecco che alle 9 un fazzoletto di azzurro squarcia il cielo plumbeo, carico della minaccia di pioggia: da quell’anno, quell’amico non ci ha più lasciati, come il sole non ha lasciato i nostri convegni. In tutti questi anni la Parola ci ha visitati e ha reso lo spa-zio del convegno uno spazio gravido e generativo. Averlo accanto ed avere accanto la sua Parola ci ha permesso di “vedere”, donandoci occhi nuovi: ci ha dato di poterlo riconoscere ne-gli uomini e nelle donne di carità; la possibilità di riconoscerlo nelle pa-role del vescovo Luciano, che non ci ha mai fatto mancare il suo affetto e il suo sostegno; di riconoscerlo nei fragili, ai quali Lui ci riconsegna ogni giorno quando, sin dal mattino, ci pre-cede in ogni opera di carità. Gesù ad-destra le nostre mani per impastare la nostra vita con la sua Parola. Egli si immerge per primo in ognuno di noi, facendo fiorire il deserto che a volte ci abita. Quest’anno non solo ci ver-rà chiesto di riconoscerlo mentre ci cammina accanto, ma proveremo a rimanere in Lui, mettendo nelle sue mani la nostra fragile vita. Gli appar-teniamo e con noi tutti i fratelli più feriti di questo mondo smemorato di Dio. Devo confessarvi che non è facile resistere alla tentazione di fuggire dal

mente ringrazio la comunità che ha come patrona Santa Giulia che acco-glie il nostro farci convegno. Un pen-siero particolare va a don Luciano, a don Pietro che sta accompagnando i bambini e i giovani a riscoprire la ca-rità “a portata di mano”. L’augurio che faccio a tutti, soprattutto a chi non po-trà essere presente, è che possiamo aprirci all’ascolto di Lui che ci invita: “Rimanete in me” per aprire il cuore a servirlo prontamente nei fratelli. So-lo impastando la nostra vita con Ge-sù troveremo il coraggio di spingerci nelle “periferie esistenziali” indica-te da papa Francesco nella Veglia di Pentecoste. Con voi, nell’affidare allo sguardo materno di Maria, il nostro “rimanere per andare”

rimanere, ma, in questo Anno della fe-de, accogliamo l’invito a diventare in-sieme piccoli segni discreti di fedeltà, aprendoci ad un’amicizia discreta e priva di ogni ambiguità, con Gesù che è l’amico compassionevole. Vi aspetto tutti al convegno delle Caritas parroc-chiali al Villaggio Prealpino sabato 25 maggio (dalle 9 alle 16). Anticipata-

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Domenica 26 maggio ritorna al Pala Banco di Brescia di via Ziziola, in città, la Festa dei popoli promossa dall’Associazione centro migranti in collaborazione con la Cooperativa Scalabrini Bonomelli e le diverse comunità etniche. Il titolo dato alla manifestazione è “Giriamo il mondo - Vieni a scoprire i mille volti della tua città”. Una città, com’è Brescia, che più di altre racchiude in

sé, nel proprio tessuto sociale, il tema dell’immigrazione, con le sue potenzialità e difficoltà che in questo periodo vanno a comporre un quadro sociale mutato profondamente rispetto al passato e in continuo divenire; ecco allora i mille volti da scoprire, da conoscere per poter convivere in una società più aperta ed inclusiva, che sostituisca al timore e alla diffidenza l’integrazione e la collaborazione.

Il programma della giornata si aprirà, dopo l’arrivo dei partecipanti, con la celebrazione della Santa Messa alle 11.30, a cui faranno seguito la degustazione di piatti tipici e uno spettacolo animato dalle comunità etniche con la partecipazione di Scalamusic. La Festa è a ingresso libero e sarà corredata dalla presenza di stand culturali gestiti da diverse realtà; anche il Csv sarà presente con un proprio spazio.

l Centro servizi volontariato di Brescia con PerPiù Forum delle associazioni giovanili brescia-ne, in occasione dell’Anno eu-ropeo dei cittadini, promuove

l’iniziativa “Giovani e partecipazione”. Il 28 maggio alle 17 presso la Sala Piamarta con la professoressa Adria-na Apostoli, docente di diritto costi-tuzionale all’ Università degli studi Brescia, si parlerà di Europa “patria dei diritti”; Francesco Temporin di PerPiù racconterà invece del ruolo dei giovani nell’Ue e delle aspettative per il prossimo futturo. In un periodo storico in cui l’Unione europea è vi-sta a volte come un bene, altre come un vincolo impositivo, soprattutto in materia economica, è bene fermarsi un attimo a riflettere sul percorso in-trapreso. È ormai assodato – come si legge nel manifesto dell’European Year of Citizens 2013 Alliance – che l’Europa fa parte della vita quotidia-na dei suoi cittadini, ma i diritti e i benefici che derivano da questa “cit-tadinanza del mercato unico” sono al momento essenzialmente limitati alla mobilità e che quindi diventano effettivi solo “all’estero”; ci accorgia-mo insomma di essere cittadini eu-ropei quando passiamo le Alpi e non dobbiamo mostrare il passaporto. E che ne facciamo di chi non viaggia, né studia o lavora all’estero – si chiede il manifesto – che ne facciamo invece dei residenti che lavorano, pagano le tasse, sono impegnati in attività so-ciali o nella comunità, ma non hanno un passaporto di uno stato membro dell’Ue? Ecco allora che emerge il bi-sogno di costruire l’Unione europea

tivo generale dell’Anno europeo dei cittadini è di rafforzare la consape-volezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilità connessi alla cit-tadinanza dell’Unione per permettere alle persone di esercitare pienamente i propri diritti. Cittadinanza attiva si-gnifica in primo luogo coinvolgimen-to attivo dei cittadini come parteci-pazione alla vita delle loro comunità, e quindi alla democrazia. Partecipa-zione attraverso l’impegno profuso nei territori che abitiamo, territori non solo bresciani, non solo italiani, ma anche europei. Il 28 maggio alla Sala Piamarta in via San Faustino si parlerà di questo; a seguire aperitivo e animazione a cura del Forum asso-ciazioni giovanili bresciane “PerPiù”.

fra il sentire comune delle persone, fra i valori di fondo, fra le chiacchie-re delle persone, le azioni, l’impegno, il vivere quotidiano. Un percorso cer-tamente non breve né privo di insidie. Nel 2013 ricorre il 20° anniversario della cittadinanza dell’Unione, istitu-ita dal Trattato di Maastricht, entrato in vigore il 1° novembre 1993. L’obiet-

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grandi pittori sono grandi ca-techisti che interpretano pro-grammi di catechesi fatti da chi gli ha commissionato l’opera” suggerisce don Luigi Salvetti

nella chiacchierata sulla conclusio-ne del ciclo di pitture nella chiesa del Villaggio Violino. Classe 1939, or-dinato sacerdote nel 1963, ha sempre affiancato l’essere sacerdote con l’es-sere artista. “Di chiese ne ho dipinte una valanga − spiega don Salvetti − ma non ho tradito la mia missione; parlavo continuamente di Gesù. Ho vissuto nella catechesi in maniera ininterrotta, anche come insegnante di Storia dell’arte”. Il ciclo della chie-sa del Villaggio Violino copre il peri-metro interno della chiesa e la parte absidale. In questi dipinti si vede “la storia della salvezza, come argomen-to fondamentale del ripensamento cristiano − spiega − della vita. Sono partito da un dipinto, il primo entran-do a destra, che presenta la situazio-ne umana di sempre citando la frase

di Isaia: un popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce”. Da qui i dipinti continuano: i profeti che annunciano Gesù Cristo, la lu-ce, l’esperienza del popolo ebraico e poi del popolo nuovo che è la Chie-sa. Questo, in sistesi, il percorso da destra a sinistra. “Nell’abside ho svi-luppato le feste liturgiche cristiane − illustra − con un polittico che si apre a libro. Con il polittico chiuso c’è l’immagine di Cristo maestro al cen-tro, con San Giuseppe, patrono della chiesa, e sulla destra Maria, simbolo della devozione cristiana. Aprendo c’è il Natale, sulla sinistra l’Avvento

con San Giovanni e il suo martirio e sulla destra i martiri del Natale, se-gni dell’accoglienza di Cristo. Nella seconda apertura si trova la Pasqua con al centro morte e risurrezione. Sulla sinistra le Palme e l’ultima ce-na, a destra gli episodi di Tommaso e dei discepoli di Emmaus. Nell’ultima apertura c’è la Pentecoste, al centro, e ai lati due immagini dello Spirito: acqua e fuoco con la raffigurazione del buon samaritano e del Padre mi-sericordioso”. I dipinti di don Luigi Salvetti raccontano una storia. Sono al servizio di un racconto e ricorda-no molto quanto si faceva nel Medio-evo in cui le raffigurazioni servivano a far conoscere al popolo la storia di Cristo, dei Santi. “Ritengo sia anco-ra necessario − afferma senza alcun dubbio − perché oggi si parla di anal-fabetismo di ritorno anche per la fe-de. L’annuncio del Vangelo è annun-cio di fatti, di episodi. Ho scelto come cifra di questo una frase di Cassiano ‘Narrare le gesta del Signore significa

lodarlo’. Ritengo che il racconto, co-sì disprezzato da tanta arte moderna, è essenziale per la fede, perché la si tramette attraverso la storia di Gesù. Non pretendo, ovviamente, di essere quello che fa il racconto migliore − si schermisce − ma io sono convinto della possibilità di fare arte decoro-sa e decente anche con il figurativo”. Certo la storia dell’arte mondiale non può non tenere presente la relazione forte che c’è con la Chiesa e il cri-stianesimo. Non ci sarebbero alcu-ne grandi opere se non ci fosse stata questa collaborazione e il desiderio di raccontare il messaggio cristiano all’uomo contemporaneo all’artista. La storia della Chiesa “è un documen-to di come l’arte sia parallela al ma-gistero, all’annuncio e alla catechesi. Le Chiese sono piene di opere d’arte di cui gode l’umanità, anche chi non crede, perché la Chiesa ha voluto ab-bellire i templi e farne segni di annun-cio. Poi è chiaro che l’artista esprime il suo gusto e le sue scelte, non solo

pittoriche e artistiche, ma anche spiri-tuali” commenta don Luigi. Sono mol-te le opere che don Salvetti negli an-ni ha dipinto, chiedendogli quale sia l’artista a cui è più legato, un po’ sor-prende, confermando l’attenzione al classicismo reinterpretato, ma i suoi amori sono “nell’arte tedesca, come gusto e capacità di rappresentare con grande emozione le storie cristiane. I grandi pittori nordici, con le loro fan-tasie di mostri epici e leggende, che ci tramandano una pittura di grande passionalità. Penso a Grünewald”. Se gli si chiede quale dipinto del ciclo gli sia più chiaro risponde “Gesù Cristo”. e poi citando Pasternak come colui a cui arrivano i secoli come le chiat-te sul fiume verso la foce. Cioè Ge-sù che abbraccia, citando De Andre senza irriverenza, i suicidi o i marti-ri dell’Algeria. In qualche misura ho voluto renderlo presente nella storia drammatica, triste, ma sempre glorio-sa della fede cristiana”. Un’interpreta-zione diversa dal solito. Decisamente.

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a promessa, con la creazio-ne della Fondazione, era di fare del Teatro Grande un contenitore di aperto 365 giorni all’anno. L’obiet-

tivo è ambizioso, ma non pare impos-sibile da raggiungere. E così, dopo aver proposto nelle scorse settimane “Brimborius”, un’opera lirica che ha visto il coinvolgimento di oltre 150 giovani studenti bresciani, il Grande ha presentato il cartellone della sta-gione d’opera e balletto 2013. Una sta-gione che ha nei bicentenari verdiani e wagneriani il suo punto di forza, con le rappresentazioni di “Otello” (il 25 e 27 ottobre) e de “L’olandese volante” (29 novembre, 1 dicembre). L’atten-zione ai bicentenari che ha guidato le scelte di Umberto Fanni, direttore artistico della stagione, ha portato a mettere in cartellone anche il “Tan-credi” di Giochino Rossini a 200 an-ni dalla sua prima rappresentazione. Il sipario si alzerà ufficialmente l’11 ottobre, con replica il 13, con la rap-presentazione de “L’esilir d’amore” di Gaetano Donizetti, che ritorna a Brescia a nove anni dalla sua ultima rappresentazione, in una nuovo alle-stimento prodotto dai teatri del Cir-

cuito lirico lombardo (Brescia, Cre-mona, Como e Pavia) e dal Centro culturale S. Chiara di Trento. Prota-gonisti dell’“Elisir” saranno i giovani cantanti vincitori della 64ª edizione del concorso Aslico. Sul podio An-drea Battistoni, uno dei talenti emer-genti nel panorama internazionale della direzione d’orchestra. Secondo titolo in cartellone sarà, il 25 e 27 ot-tobre, il già citato “Otello” di Giusep-pe Verdi, atteso da bresciani da oltre 40 anni. Con la proposta dell’opera della vecchiaia del genio di Busseto il Grande completa il ciclo dedicato al rapporto tra Verdi e Shakespeare, che negli anni scorsi ha visto la rap-presentazione del “Macbeth” prima e di “Falstaff” poi. Per la messa in sce-na del dramma del moro di Venezia i teatri del Circuito hanno pensato ad un cast di alto livello in cui spiccano Walter Fraccaro nella parte del prota-

gonista e Alberto Gazale, uno dei più apprezzati baritoni della scena inter-nazionale. La direzione è affidata a Giampaolo Bisanti già applaudito al Grande. Regia della messa in scena è Stefano De Luca, già assistente di Giorgio Strehler. “Giselle” è il ballet-to in programma il 23 e 24 novembre, nella proposta del Balletto Yacob-son di San Pietroburgo. debutterà al Grande il 29 novembre, con replica il 1° dicembre, “L’olandese volante” di Richard Wagner, frutto della già cita-ta collaborazione tra i teatri lombar-di. Chiuderà la stagione 2013, il 13 e 15 dicembre, il “Tancredi” di Rossini in un nuovo allestimento con i can-tanti usciti dall’Aslico. A precedere il tutto, come lo scorso anno, la Festa dell’opera, in calendario per il 21 set-tembre. Tra le novità gradite: i prezzi invariati e la possibilità di pagare gli abbonamenti in due rate.

Il prossimo 31 maggio, alle 21.30, presso la Cantina Contadi Castaldi di Adro, Gino Paoli (nella foto) e Danilo Rea, reduci dai successi ottenuti sui palcoscenici più prestigiosi in Italia e all’estero per la prima volta si esibi-scono insieme nel cuore della Fran-ciacorta. In occasione del decennale dell’Associazione culturale Claudio Moretti di Erbusco, I due grandi arti-sti, che già avevano collaborato nel 2010 con l’associazione per la realiz-zazione di un cd a scopo benefico a favore dei bambini ricoverati negli ospedali italiani, tornano a esibirsi per la “Claudio Moretti”, in occasio-ne del suo decennale. I due protago-nisti della scena musicale nazionale si esibiranno nel concerto “Due co-me noi che…” in cui la voce e il ca-risma di Gino Paoli si fonderà con l’arte di uno dei più lirici e creativi pianisti riconosciuti a livello inter-nazionale come Danilo Rea. I due artisti si cimenteranno con un repertorio che annovera alcune del-le più belle canzoni italiane, molte delle quali scritte dallo stesso Pao-li, come “Averti addosso”, “Il cie-lo in una stanza”, “Vivere ancora”, “Perduti”, “La gatta” e “Come si fa”, “Canzone dell’amore perduto” e an-cora “Bocca di rosa” (strumentale) di De André, “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, “Vedrai vedrai” di Tenco e “Se tu sapessi” di Bru-no Lauzi. Il concerto è stato pensato per va-lorizzare quanto realizzato dall’As-sociazione culturale Claudio Mo-retti nei suoi primi 10 anni di vita.

Il costo dell’ingresso al concerto è di 45 euro (30 + 15 come quota as-sociativa per i non soci). I biglietti si possono acquistare presso la se-de dell’Associazione culturale Clau-dio Moretti in via Enrico Fermi n. 9 a Erbusco, tel. e fax 030 7267203, cell338 2228245 - [email protected] www.claud10moretti.it www.claudiomoretti.it o presso “The Musical Box” in via Costa n. 5 a Erbusco - tel. 030 7268421 - [email protected]

È in programma per venerdì 24 maggio, alle ore 20.45, nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia la presentazione del il nuovo libro di p. Giulio Cittadini. “Credere: perché no?”, edito dalla Morcelliana 2013. Alla serata intervengono il prof. Pietro Gibellini e mons. Gabriele Filippini, parroco dei Santi Nazaro e Celso. L’incontro è promosso da Padri filippini della Pace, in collaborazione con la casa editrice Morcelliana e la

Ccdc. L’ultima opera di p. Giulio Cittadini rappresenta, nell’anno della fede voluto da Benedetto XVI, un’occasione per chi si dice cristiano a riesaminarsi sul significato del questo grande dono spirituale, che è la fede. La presentazione del 24 maggio rientra nella programmazione degli incontri mensili promossa dalla Ccdc in collaborazione con gli stessi padri della Pace e altre realtà del panorama culturale bresciano.

Viene presentato alle 18 di lunedì 27 maggio, alla libreria dell’Università cattolica in via Trieste, il libro di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, e Mauro Ceruti, professore ordinario di filosofia della scienza all’Università di Bergamo, “La nostra Europa. Cosa possiamo sperare? Cosa dobbiamo fare?” I due autori delineano un appassionato ritratto dell’Europa, della sua storia ambivalente intrecciata di civiltà e barbarie, e si chiedono come sia possibile

scongiurare il rischio di paralisi e di disgregazione, mostrando che le ragioni della speranza si annidano paradossalmente nelle ragioni della disperazione. Il libro si pone come un vero e proprio manifesto per una rinascita della cultura e della politica europee. Coordinati da Marco Roncalli, intervengono alla presentazione Agostino Mantovani, segretario della Fondazione Cab e il sen. Paolo Corsini. L’intervento conclusivo della presentazione è dello stesso Marco Ceruti.

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Il gruppo culturale Naviter invita all’inaugurazione della mostra fotografica “Il mio sguardo libero, volti per la legalità” di Fiorenza Stefani. L’evento è in programma per domenica 26 maggio alle 17 nella chiesetta laterale della parrocchiale di Nave, in via Brescia a Nave. La mostra è inserita nella manifestazione “Trame per la legalità” e prevede un altro evento in data 1 giugno presso Villa Zanardelli a Cortine di Nave.A partire dalle 15 sarà possibile

confrontarsi con il tema della legalità: per i ragazzi con il concorso di murales, per i bambini con laboratori sulla legalità, per gli adulti con testimonianze di legalità. La giornata si chiuderà con una “Cena della legalità” Con una parte del ricavato verrà sostenuto l’impegno che Maddalena Rostagno sta portando avanti per ottenere giustiza per suo padre Mauro Rostagno (ucciso dalla mafia nel 1988) nel processo che è stato riaperto a fine 2011.

a Galleria Agnellini Ar-te Moderna ospita “Gli angeli, la pittura e il No-vecento italiano”, espo-sizione di capolavori di

grandi maestri del ‘900 italiano, tra i quali Osvaldo Licini, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Lu-cio Fontana. Punto di partenza sono gli Angeli di Licini, pure e semplici forme che si librano nell’aria, figure sospese tra cielo e terra vibranti di un’emozio-nante incertezza, incentrate su una fantastica spazialità ed una vena di sincero lirismo, motivo di riflessio-ne sul ‘900 italiano, la cui diversità e ricchezza consentono di affermare la sua importanza, spesso minimiz-zata, nel confronto con i movimenti che si svilupparono contemporanea-mente in Francia e Germania. Atmo-sfere silenti e sospese, metafisiche, nelle quali il dipinto si pone come tramite tra l’esterno e l’animo degli artisti, mondi figurativi inquietanti

e fantastici compaiono nei lavori di Savinio, che, sulla scia del fratello De Chirico, inserisce nei dipinti ele-menti dell’antichità e creature dalle sembianze primordiali. Una pittura che rimane dunque in disparte dal-le polemiche estetiche per perorare la causa di un sentire profondo, in

favore di un’arte eterna, che rende anche conto della complessità dello spirito umano.Sensibile al dramma della condi-zione dell’uomo moderno, Mario Sironi adotta un linguaggio arcai-cizzante per dar vita a forme sin-tetiche ma nello stesso tempo mo-numentali, concentrate sulla soli-dità delle masse e sulla densità dei volumi, attraverso cui la pittura diviene il più significativo mezzo di espressione artistica del perio-do delle avanguardie. Completa-no l’esposizione le celebri Nature Morte di Morandi ed alcuni Con-cetti Spaziali di Fontana, suddivi-si tra idropitture di colore rosso, bianco e argento.L’esposizione “Gli angeli, la pittu-ra, il Novecento” è visitabile pres-so la galleria realizzata una porzio-ne dell’ex cotonificio Ferrari, in via Soldini 6/a a Brescia, sino al 20 luglio, dal martedì al sabato dal-le 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso domenica e lunedì.

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Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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“Guardare la televisione può frena-re lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incoraggiare la passività, causare so-vreccitazione e turbe del sonno”. In Francia questo è l’avviso obbligato-rio da mandare in onda sulle reti tele-visive tematiche dedicate al pubblico dei piccolissimi, le cosiddette Baby-tv. Lo ha deciso qualche anno fa l’Au-torità per le comunicazioni francese, in risposta alla preoccupazione delle associazioni dei consumatori riguar-do alla nascita di canali tv dedicati ai bambini da zero a 36 mesi.In Italia è presente nella piattaforma satellitare Sky il canale “Baby tv”, ov-

viamente senza alcun “ammonimen-to autoritario” di cui sopra. Sul sito della rete appare questa dicitura: “24 ore di programmazione priva di pub-blicità (troppo buoni, ndr) creata per favorire nel bambino l’apprendimen-to e la consapevolezza di sé”. Grazie Sky, chissà come si faceva a crescere i figli prima che arrivassi tu…Il palinsesto di “Baby tv” inizia alle 6 del mattino con “Dolce risveglio con gli amici di Baby tv”, prosegue ininterrottamente tutto il giorno fra cartoni animati e cantastorie fino alla programmazione notturna, dal-le 21 con trasmissioni come “Relax e distensione”, “Notti da sogno”,

“Dolci suoni”, e si conclude alle 5 del mattino con “Dalla notte verso un buon mattino”. È un pacchetto all-inclusive. La ciliegina sulla torta? Alle 7 del mattino va in onda “Eserci-zi mattutini”, così descritto: “Un po’ di movimento per i piccoli, dopo la colazione”. Stupisce che il logo del-la rete sia una farfalla sorridente e non una flebo per endovena, forse più realistica.A oggi, fra digitale terrestre e tv sa-tellitare, i canali televisivi tematici interamente dedicati ai bambini e agli adolescenti sono ben 22. Non si tratta dello spazio per i ragazzi di cui si occupavano, per qualche

ora al giorno, le reti nazionali fino a qualche anno fa. Siamo di fronte a un flusso continuo di input proget-tati esclusivamente per i più piccoli. Dai cartoni animati alle soap-opera per teenager, dai programmi sull’ab-bigliamento/arredamento fino ai ta-lent-show adattati per i più piccoli, il rischio è quello di passare gran parte dell’infanzia davanti alla tv, quando non si sta giocando ai videogame.È bene ripetere che l’accumulo delle radiazioni luminose dello schermo televisivo (e ovviamente anche quel-le del computer) modifica nel corpo umano il livello di melatonina, l’or-mone che regola il ritmo di veglia e

di sonno. Ciò vale a qualsiasi età, ma nei primi anni di vita lo scompenso di melatonina può causare seri pro-blemi. Gli studi sull’apprendimento dell’età evolutiva dimostrano che, oltre a non favorire le interazioni sociali e l’espressività linguistica e corporea, il consumo massiccio di “realtà bidimensionale” dello scher-mo addirittura rallenta l’acquisizio-ne della stabilità nelle tre dimensioni dello spazio.La bambinaia elettronica non fun-ziona, nonostante molti genitori si sentano a posto con la coscienza sedando e sacrificando l’infanzia dei propri figli davanti alla tv.

Giustizia punitiva o giustizia riparativa ? Se ne parla da tempo anche a Brescia senza giungere a soluzioni condivise da mettere in opera, per contrastare il drammatico e ormai cronico sovraffollamento di Canton Mombello. Al tema viene dedicato il 29 maggio un convegno promosso dalla diocesi (Caritas, Ufficio per l’impegno sociale, Commissione giustizia e pace, Pax Christi). In Primo Piano (ore 9.20) intervengono don Mario Benedini

e Luciano Eusebi, docente di diritto penale all’Università cattolica. Da questa domenica il commento al Vangelo è a cura di don Diego Facchetti. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito www.radiovoce.it

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notizia” apre con il servizio su “Il meeting dell’Azione cattolica” diocesana che si è svolto a Rovato sul tema “Legami aperti”. A seguire: il rito di istituzione presieduto dal vescovo Monari di nove nuovi ministri, “I nuovi lettori e accoliti” che si è svolto nella parrocchiale di San Bartolomeo; “‘Missione Oggi’ a convegno” sul tema “Sulla soglia di un nuovo mondo”; i “Giovani pellegrini a Valverde” che si è

svolto il 19 maggio. La rubrica “4 parole...” è con don Mario Benedini per il convegno “Carcere o prevenzione”. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche lo speciale “Il Corpo mostrato” della sezione “Terre di fede” dell’Agorà.

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ensare di mettere mano a un classico della lette-ratura americana prima e della storia del cinema poi come “Il Grande Gatsby”

non è impresa che molti registi pro-babilmente accetterebbero. Non così per il visionario Baz Luhrmann che, accantonata l’esperienza di “Austra-lia” probabilmente fuori dalle sue corde, mette mano a questa vicenda nella linea dei suoi precedenti, riusci-ti, “Romeo+Giulietta” e “Moulin Rou-ge”. Si potrebbe dire che, in qualche maniera, questo nuovo lavoro, che ha inaugurato il Festival di Cannes, componga con i precedenti una sor-ta di trilogia. E la cifra con cui il re-gista australiano rilegge il classico di Francis Scott Fitzgerald è proprio quella visiva, spettacolare, di lustrini e paiette, di luci, di musica con lunghi tratti di film che potrebbero sostitu-irsi a video musicali pop moderni e ostentanti lo sfarzo e la bellezza. Lo stile è il suo. Talmente preponderan-te da sacrificare a tratti la storia e la profondità del libro.Fin dall’inizio il ritmo è vorticoso, emozionale e stimola i sensi dell’udi-to e della vista, quasi bombardando-li. Dalla prima luce verde, quella de-siderata da Gatsby alle altre luci è un continuo di ritmo, di corse, di balli,

di ostentata ricchezza. Con la pre-senza incombente, ma quasi assente per mezz’ora, del vero protagonista, Gatsby (Leonardo Di Caprio), le pa-role pronunciate fuori campo da Nick Cassaway (Tobey Maguire), aspiran-te scrittore in analisi, utilizzato da Fitzgerald per raccontare le vicende, accompagnano questo roboante tri-pudio, quasi indigesto, di colori, luci e suoni. Poi il ritmo rallenta, la mac-china da presa si muove più delicata-mente, l’abbuffata di emozioni lascia spazio all’assaggio di sentimenti più profondi. E si scopre che tutto que-sto è stato fatto per amore. Che ogni cosa che ha guidato Gatsby è stato il desiderio di raggiungere l’amata Dai-sy (Carey Mulligan). E il roboante racconto si fa poco a poco più silen-zioso, con le sole parole e i sospiri a accompagnare la profondità dietro le maschere. I sentimenti si toccano,

ma forse non si condividono. Troppo bravo Di Caprio il cui Gatsby esce ma-stodontico, la cui solitudine nel caos si tocca, la speranza di raggiungere la luce verde e il meglio si condivide. Ma tutto è sopra le righe e per uscire la personalità di Gatsby necessita di una grande interpretazione, così come quella degli altri personaggi. Tobey Maguire è sulla strada giusta. Piace e, finalmente, si toglie di dosso la tu-ta da Spiderman che ne aveva segna-to la fama. Non è così per la giovane Mulligan che non convince. Non che non sia brava, ma il tripudio di sapo-ri generato da Luhrmann necessita di qualcosa di più perché anche Daisy trovi il posto che le spetta. Perché poi il finale accelera di nuovo; tanto sui sentimenti, quanto sui movimenti in-tervallati da pause fino all’inevitabile fine. E in questa New York degli anni ‘20, del jazz, dell’epoca che poi sfociò nella grande depressione restano le parole di Fitzgerald: “Così continuia-mo a remare, barche contro corren-te, risospinti senza posa nel passato”. E Gatsby rimane, con i suoi difetti, l’unico la cui vita “deve puntare in al-to, deve andare avanti”; l’unico che continuava ad avere un grande sogno; l’unico che non perdeva la speranza; l’unico, forse, vero. E questo è di Fit-gerald e un po’ di Di Caprio.

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onostante il titolo scelto per l’incontro (“Un nuo-vo inizio. Dalla resisten-za al cambiamento”) i dati presentati certifica-

no, una volta di più, la situazione di pesante difficoltà che il comparto dell’artigianato lombardo sta attra-versando. In un momento economi-co ancora difficile, è stato il monito di Eugenio Massetti, da pochi mesi alla guida di Confartigianato impre-se Lombardia, sono pochi i segnali incoraggianti. La presentazione del Rapporto 2013 su artigianato e picco-le imprese, tenuta a Milano nei giorni scorsi, ha fornito l’occasione per una riflessione su come quello che prima era definito un “momento di crisi”, possa essere visto d’ora in avanti co-me una fase economica più ampia, di fronte alla quale serve porsi in un mo-do nuovo per affrontarla con gli stru-menti giusti. “Ci sarebbe piaciuto – è stato l’esordio di Massetti – arrivare al quarto anno con dei dati positivi. Ma forse la crisi non passerà più e all’in-terno di questa dimensione dobbiamo governare il cambiamento”. Compito delle associazioni di categoria, come Confartigianato, diventa quello di essere al fianco degli imprenditori, supportandoli concretamente nelle loro esigenze, per affiancarli nel lo-ro percorso di sviluppo, combatten-do perché possano ottenere migliori condizioni in cui operare e aiutandoli

a trovare strumenti efficaci per rinno-vare ogni giorno quel “saper fare” che ci ha resi una realtà unica al mondo. L’artigianato lombardo, rappresenta-to da 260.063 imprese, al primo tri-mestre 2013 conta 5.626 imprese in meno rispetto al primo trimestre del 2012, registrando una flessione pari al 2,1%. Si tratta del peggiore primo trimestre degli ultimi quattro anni. La Lombardia nonostante la crisi rimane

una realtà unica dove le imprese con meno di 20 addetti sono 872.864, pari al 97,4% del totale delle imprese non agricole. Tra queste, le imprese arti-giane sono 265.690, pari al 27,9% del totale. 362.615 imprenditori artigiani di cui 328.985 titolari e 33.630 collabo-ratori. E se in Italia la dinamica del pil previsto per quest’anno è ancora in di-scesa del 1,3% e con il calo del 2,4% del 2012 si delinea un altro pesante bien-

In aprile l’attività economica delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato una nuova contrazione, giustificata dal minore numero di giorni lavorativi rispetto a marzo, nonché dal perdurante clima recessivo che continua a caratterizzare l’industria nazionale e locale. La conferma arriva dall’analisi congiunturale mensile elaborata dal Centro studi Aib. Nel dettaglio, la produzione è risultata in diminuzione per 39 operatori su

100, con un saldo negativo del 24% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 56% del campione. La debolezza dell’attuale quadro congiunturale viene confermata dall’indice pmi manifatturiero italiano, attestatosi in aprile poco al di sotto della media relativa al primo trimestre del 2013 e stabilmente in area recessiva da 21 mesi consecutivi.

È in programma per il 27 maggio, presso l’auditorium della Camera di commercio di Brescia, l’assemblea generale dell’Associazione industriale bresciana. Si tratta del momento fina-le di una stagione assembleare avvia-ta dall’associazione di via Cefalonia nelle scorse settimane con gli incon-tri delle sue diverse sezioni. “L’Euro-pa e l’Italia nel secolo asiatico”, è il tema scelto da Aib per l’assemblea 2013, mutuato, per altro, da una ri-

cente ricerca del Centro studi di Con-findustria. Uno studio che ha messo in evidenza l’improrogabilità di rifor-me strutturali all’interno dell’Unione europea, da realizzarsi anche con il contributo italiano, perché vengano individuati obiettivi comuni e strate-gia per superare quella che gli esperti chiamano “eurosclerosi” e rimettere il “Vecchio continente” nelle condizioni di reggere la competizione con i mer-cati asiatici. Si tratta di un percorso

non facile né breve a cui anche l’Aib intende dare il proprio contributo a partire dalle riflessioni che verranno proposte nel corso dell’assemblea del 27 maggio prossimo. Dopo un pri-mo momento “privato”, riservato alle aziende associate, l’assemblea entre-rà nel vivo a partire dalle 16.30 con la seduta pubblica. Sarà il presidente uscente Giancarlo Dallera (nella fo-to) a proporre la relazione annuale sullo “stato dell’arte” dell’associazio-

ne e del complesso contesto econo-mico attuale. Luca Paolazzi, direttore del Centro ricerca di Confindustria, e Giacomo Vaciago, presidente di Ref ricerche si confronteranno sul già ricordato tema scelto per l’assem-blea. Il programma prevede poi la proclamazione del nuovo presidente Aib (che dovrebbe essere Marco Bo-nometti, indicato dalla stessa giun-ta). Chiuderà l’intervento di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria.

nio recessivo dopo quello del 2008 – ‘09, la Lombardia rimane protagoni-sta nell’economia mondiale. Il Rap-porto rappresenta una vera e propria radiografia dello stato di salute delle imprese artigiane lombarde. L’econo-mia lombarda – testimoniano i dati – produce un pil di 333.475 milioni di euro, pari a circa un quarto (21,1%) di quello nazionale. Per esportazioni, la Lombardia rappresenta la 31° eco-nomia nel mondo e il territorio euro-peo con il più alto numero di impren-ditori e lavoratori autonomi: 918.600, secondo il censimento di Eurostat. A preoccupare Confartigianato è la sta-gnazione, nel contesto dell’economia globale: sulla base delle previsioni contenute negli scenari di sviluppo, la Lombardia registrerà, infatti, per l’anno in corso, un calo del pil dello 0,7%. Molti i problemi che attanaglia-no le imprese lombarde: dal credito, all’eccessiva e crescente pressione fiscale, all’Imu che ha aggravato ul-teriormente l’attuale stato di salute delle imprese.

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Il 20 maggio ha preso il via a Vallio la stagione termale 2013, in un complesso moderno (nella foto), appena ristrutturato, accreditato dal Servizio sanitario nazionale al primo livello super per cure idropiniche ed inalatorie. Alle Terme di Vallio si praticano due tipi di cure in convenzione con il Servizio sanitario nazionale:la terapia idropinica e la terapia inalatoria. In convenzione significa che è sufficiente presentare alle Terme la sola richiesta-ricetta del

proprio medico di base per poter usufruire gratuitamente delle cure con oneri a carico del Servizio sanitario e pagando il solo tickets in alcuni casi (persone con età superiore ai 65 anni e bambini con età inferiore ai sei anni pagano solo il costo della ricetta - 3,10 euro). La terapia idropinica è la metodica di somministrazione di acqua minerale per bibita a scopo sia preventivo sia terapeutico. La cura presso le Terme si pratica al mattino a digiuno, sorbendo

lentamente acqua tiepida, in quantità variabile a giudizio del medico. La terapia inalatoria invece, consiste nell’assunzione di acqua termale nebulizzata e micronizzata attraverso specifiche apparecchiature. L’acqua Castello è indicata per i disturbi renali, per le infiammazioni croniche delle vie urinarie e biliari, per i disturbi dell’apparato gastroenterico, per quelli del fegato; per quelli dell’apparato respiratorio.

e ne parla con maggior frequenza con l’approssi-marsi della bella stagio-ne come di una possibile conseguenza di una erra-

ta esposizione al sole, Ma il melano-ma è qualcosa in più di una banale patologia di stagione. La conferma arriva da Ausilia Maria Manganoni, responsabille Dermatologia oncolo-gica e melanoma della clinica derma-tologica degli Spedali Civili Brescia Brescia. “ Il melanoma – afferma la Ausilia Maria Manganoni – è un tu-more considerato fino a pochi anni fa una neoplasia rara, oggi, però mostra

un’incidenza in crescita costante so-prattutto in chi ha la pelle chiara”.Chi è a maggior rischio di svilup-pare il melanoma?I soggetti a maggior rischio sono adulti con fototipo caratterizzato da capelli biondi o rossi, occhi chiari, carnagione chiara, presenza di efe-lidi, difficoltà ad abbronzarsi e faci-lità alle scottature solari. Elementi che possono essere indicatori di melanomi sono: presenza di nume-rosi nei o di più nei irregolari, pre-cedenti episodi di scottature solari specie in età infantile, presenza di nei di grandi dimensioni e presenza

di melanoma nei familiari.Cosa si può fare per prevenire? Bisogna evitare le esposizioni nelle ore centrali della giornata (tra le 11 e le 16) per non arrossarsi. Quando, poi, ci si espone al sole è importan-te utilizzare sempre la protezione solare contro i raggi Uva e Uvb con fattore di protezione solare alto e su tutta la pelle prima di esporsi. È anche importante evitare l’esposi-zione a fonti artificiali di raggi ul-travioletti (lampade/lettini/docce abbronzanti).Il sole fa anche bene?Sì, sono da ricordare anche gli effet-

ti favorevoli di una corretta esposi-zione al sole, come, per esempio, la produzione di vitamina D per la pre-venzione dell’osteoporosi e il miglio-ramento di alcune patologie derma-tologiche, come psoriasi.Cosa valuta il dermatologo per fare diagnosi iniziale di mela-noma?Valuta in particolare, e soprattutto nei soggetti adulti, modificazioni di nei o la comparsa di nuovi che ten-dono a crescere o a modificarsi. Si valuta in particolare la presenza di lesioni più scure, che hanno forma irregolare o si modificano, cioè cre-

scono o cambiano d’aspetto. Nel caso si osservassero delle le-sioni sospette, cosa bisogna fare? Bisognerà contattare il proprio me-dico curante, che se confermerà il sospetto suggerirà una visita derma-tologica. Di melanoma si può guari-re grazie a una diagnosi precoce e a un’escissione chirurgica completa. La diagnosi definitiva è posta gra-zie all’esame istologico elaborato dall’anatomopatologo. In caso di conferma di melanoma, si procederà con l’iter previsto in conformità alle linee guida sul melanoma, costante-mente aggiornate.

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rmai quasi ci siamo. La corsa rosa, che ha ini-ziato a snodarsi lungo le strade d’Italia a parti-re da Napoli il 4 maggio

scorso, si sta sempre più avvicinan-do al traguardo finale che la porterà in piazzale Garibaldi. Dopo l’anti-pasto di mercoledì 22, con la tappa Caravaggio-Vicenza ad attraversa-re la Bassa bresciana passando per Orzinuovi, il Giro d’Italia arriverà in Veneto e di lì, passando per le mon-tagne, ritornerà in Lombardia e in terra bresciana con la lunga tappa finale che da Riese Pio X arriverà nella città della Leonessa.Finora la corsa ha riservato alcune sorprese, per esempio con il ritiro di Wiggins, vincitore del Tour de France, ed Hesjedal, maglia rosa finale lo scorso anno, condizionati dal maltempo che ha caratterizza-to le prime fasi del Giro.I loro forfait, uniti a quello di Ivan Basso prima ancora della partenza a causa di una cisti, hanno spiana-to finora la strada a Vincenzo Ni-bali, ma i verdetti della corsa non sono an-cora scritti, con Cadel Evans al se-condo posto che promette battaglia al corridore dell’Astana, così come Michele Scarponi della Lampre. In attesa delle ultime cinque tappe, però, vale la pena di ricordare an-che momenti di grande commozio-

ne, come lo sconfinamento in terra francese e la salita al Col du Gali-bier proprio all’altezza del monu-mento dedicato all’indimenticato Marco Pantani.Ed è proprio la memoria del Pirata a riportare alla memoria le gran-di tappe di montagna, come quelle che attendono i corridori, passando per lo Stelvio e le Tre Cime di Lava-redo, tappe in grado di accendere

la passione e di regalare un afflato epico alla corsa.Sarà quindi carica di queste sug-gestioni la carovana che arriverà infine domenica 26 maggio nella nostra città al termine di una tap-pa lunga 199 km: prima si lambirà la sponda meridionale del lago di Garda, attraversando Sirmione e Desenzano, per poi addentrarsi in provincia fino ad arrivare in città.

Si è conclusa con la vittoria dell’argentino Juan Tonconogy insieme a Guillermo Berisso la Mille Miglia 2013. La coppia è rimasta al comando dalla 14ª all’ultima prova. Scorrendo i primi posti della classifica si può notare che il sudamericano, al volante di una Bugatti T40 del 1927 ha preceduto Giordano Mozzi e Mark Gessler su Alfa Romeo 6C 15che del 1933. Terzo gradino del podio per Giovanni

Moceri e Tiberio Cavalleri che replicano il podio della passata edizione a bordo di una Aston Martin Le Mans del 1933. Quarto classificata Gianmario Fontanella su Ford B, quinto Bruno Ferrari sulla Bugatti T37 del 1927. Cala così il sipario sull’edizione 2013 caratterizzata anche da iniziative di solidarietà verso i territori emiliani colpiti dal terremoto proprio durante l’edizione dello scorso anno della Freccia rossa.

Il mese di maggio, si sa, è tempo di bilanci al termine dei campio-nati di diverse discipline sportive. Quest’anno gli sport di squadra della nostra città hanno riservato, a diversi livelli, delle buone sod-disfazioni dal punto di vista dei risultati. Si è fermata solamente in finale, infatti, la cavalcata della Systema Brescia, che si è arresa solamente nel doppio confronto in finale contro la Pro Recco.

Resta invece in corsa nella palla a spicchi la Centrale del Latte, che ha superato Forlì con un secco 3 a 0 nel primo turno dei playoff ed ora si troverà ad affrontare la grande sorpresa Bitumcalor Tren-to che ha inaspettatamente elimi-nato con lo stesso risultato la pri-ma della classe Sigma Barcellona. Un’avversaria quindi da prende-re con le molle, ma la solidità dei ragazzi di coach Martelossi, di-

mostrata durante tutta la stagio-ne, potrebbe rivelarsi la chiave di volta per proseguire un cam-mino in grado di coronare un’ot-tima annata.Il discorso porta inevitabilmente, parlando di calcio, al Brescia, che ha acciuffato la qualificazione ai playoff all’ultimo respiro.L’emozionante partita al Rigamon-ti contro il Varese ha infatti messo di fronte le due pretendenti al se-

sto posto: l’ha spuntata il Brescia con i gol del capitano Zambelli e di Andrea Caracciolo.Il confronto adesso si fa proibiti-vo nella doppia sfida contro il Li-vorno, ma si può dire già da ora che la stagione è andata ben oltre le aspettative, anche grazie alla valorizzazione di alcuni elementi della rosa e delle soluzioni impo-state da Calori. Ora l’attenzione si concentra sul prossimo anno.

Il passaggio da piazzale Arnaldo, la salita al Castello e poi il circuito nel centro cittadino, 4 km da ripetere per sette volte.Una vetrina importante per Bre-scia, che si prepara ad accogliere al meglio l’evento, facendolo precede-re dalla “Notte Rosa”, tra spettacoli, concerti, gastronomia e l’elezione di Miss Brescia in Rosa. Soprattutto però sarà un momento magico di sport per tutti gli appas-sionati bresciani e non solo, che rinnoverà il ricordo di altri grandi arrivi di tappa e di imprese sulle due ruote alle quali la nostra città fece da sfondo, come la vittoria di Merckx nel ‘68. Non solo, sarà soprattutto il coro-namento di un movimento forte-mente radicato nel nostro territo-rio, fatto di grandi campioni (Ber-toglio o Dancelli, per citare solo al-cuni nomi), ma anche e soprattutto di semplici appassionati, che ogni fine settimana si mettono in sella, attratti irresistibilmente dalla poe-sia e dall’armonia di due ruote che filano veloci sull’asfalto. Il Giro a Brescia è anche per loro.

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iserano è un paesino in provincia di Bergamo di circa 6.000 anime. Qual-cuno lo ricorda per la fe-sta di San Giuliano. Gli at-

leti del Judo Monterotondo lo ricorde-ranno per avervi vissuto un’esperien-za da incorniciare. L’11ª edizione del campionato nazionale di judo targato Csi, infatti, ha offerto ottime indica-zioni ai maestri del sodalizio brescia-no. Gli atleti hanno dimostrato di es-sere in ottima forma regalando alla squadra risultati di spicco. Scudet-to sul judogi per Marino Fiorentino (esordienti B 45 kg), che ha avuto la meglio sull’avversario aggiudicando-si un’interminabile finale. Oro e gio-ia immensa anche per Filippo Arcari nella categoria cadetti 46 kg e per Sa-brina Mazzola categoria 48 kg master. Il bottino di medaglie franciacortine non finisce qui. Due i bronzi, messi al collo da Nicole Ferrari (da poco tornata alle competizioni) nella ca-tegoria cadette 57 kg e Alessia Loda, esordiente A 44 kg neo agonista. En-trambe hanno sfoderato tutta la loro determinazione per ottenere un podio che vale tantissimo. Note di merito anche per Lorenzo Tognoli, esordien-te B 40 kg e Simone Scanu, esordien-te A 60 kg, che pur non riuscendo a salire sul podio hanno messo in mo-stra ottime qualità. Sorrisi, abbracci e medaglie anche alla scuola d’infanzia Giovanni Pascoli di Montichiari, dove 45 bambini tra i tre e i sei anni hanno

Voglia d’estate. Domenica il Csi Brescia anticiperà la stagione più amata colorando di arancioblù l’Arena Beach di Cellatica per il Beach Day, giornata dedicata agli sport su sabbia. In programma tornei di beach volley e beach soccer. Due le categorie in gara: junior (14-18 anni) e open (over 18), ma non solo. Gli organizzatori garantiscono anche entusiasmanti sfide di battute e schiacciate, oltre a numerose sorprese. Sarà un beach day a misura di giovani,

ma pensato anche per le famiglie. “Potranno partecipare giocatori di tutte le età – afferma il dt Emiliano Scalfi – ma abbiamo deciso di aprire le porte alle famiglie degli atleti garantendo loro l’ingresso gratuito. Gli animatori offriranno ai bambini la possibilità di cimentarsi in giochi sulla sabbia. Sarà una bella giornata per tutti”. C’è tempo fino a venerdì per iscriversi. 40 euro a squadra per il beach soccer, 30 euro a squadra per il beach volley. Per info www.csi.brescia.it (030.312328).

conosciuto il judo sottoforma di gio-co grazie al progetto messo in atto dal Judo Calcinato. Il percorso è iniziato a marzo, e parallelamente agli incon-tri di judomotricità per bambini nor-modotati ha avuto inizio l’attività per bambini disabili. Un’esperienza che rappresenta la conseguenza dell’at-tività formativa del Csi Lombardia, con il recente corso di Lecco che ha

costituito l’ispirazione per la società bassaiola. Fondamentale la stretta collaborazione con dirigenti scolasti-ci e insegnanti. Grande spazio all’ap-prendimento e alla “semina” della pas-sione per le arti marziali, ma senza di-menticare la sana competizione. I più grandi si sono sfidati in un torneo che ha incoronato come “primi della clas-se” Alice, Vanessa, Diego e Ikram. An-che Aurelio, Giovanni, Diana, Daniel e Lupita hanno potuto esultare dimo-strando di essere diversamente abili e straordinariamente sportivi. Hanno insegnato a tutti che il primo compito di ogni atleta è misurarsi con se stesso e vincere i propri limiti. Ognuno di noi ne ha. Ognuno di noi li può superare.

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Tutti da papa Francesco

Egr. direttore, qui a Chiari abbiamo accolto con gioia il tuo invito di partecipare all’Udienza particolare con papa Francesco del 22 giugno! Siamo già una cinquantina di persone e ci sia-mo organizzati tutti autonomamente acquistando online il biglietto aereo per andare e tornare in giornata par-tendo dall’aeroporto di Orio al Serio. Ora stiamo pensando di prenotare an-che un pullman che da Ciampino ci porti direttamente a Piazza S.Pietro! San Bernardino invece sta organiz-zando il viaggio per andare e tornare da Roma in pulmann. In ogni caso W il papa Francesco.

Mauro Iore

Grazie per l’inviodi “Voce”

Egr. direttore, voglio ringraziare i responsabili de “La Voce del Popolo” per la bella ini-ziativa di omaggiare i componenti dei consigli pastorali di alcune copie del nostro giornale. Mi auguro che l’ini-ziativa stimoli la curiosità dei lettori perché il nostro giornale lo merita. Ringrazio e porgo i migliori saluti,

Marco Pedersoli

Confronti e timori

Egr. direttore, tra poco saranno cinque secoli del-la Riforma che provocò una frattura religiosa, sociale ed economica tra il sud e il nord d’Europa. Stante alle attuali tensioni esistenti all’interno dell’Unione europea è ipotizzabile una nuova e tragica frattura, dalle conseguenze inimmaginabili, tra il Sud e il Nord dell’ Europa? Il confron-

to tra la realtà italiana, la Germania e i paesi del Nord Europa è impietoso. Di seguito alcuni esempi. L’ Italia è uscita dal nucleare civile nel 1987; la Germania uscirà, forse, nel 2020. Nel frattempo l’Italia ha pro-dotto milioni di tonnellate di anidride carbonica e si è dissanguata spenden-do miliardi per importare: gas, petro-lio ed elettricità. La Germania invece, nello stesso periodo, non ha speso per importare combustibili fossili e ciò gli ha permesso di effettuare profon-de e radicali riconversioni industriali e investimenti nelle sue industrie e, quello che è più interessante, non ha prodotto anidride carbonica.La Germania ha recentemente inau-gurato una centrale termoelettrica alimentata a carbone, mentre da noi il Sindaco di Brindisi vuol chiudere definitivamente la centrale termoe-lettrica esistente nella sua città e ali-mentata con il carbone proveniente dall’Indonesia, nonostante che A2A abbia presentato un progetto di ricon-versione che prevede la drastica ridu-zione delle importazioni di carbone e l’utilizzo dei rifiuti urbani della città e località limitrofe.I Paesi scandinavi e non solo quelli sono alla ricerca di rifiuti urbani per alimentare le loro centrali termoelet-triche, mentre noi discutiamo intorno al termoutilizzatore di Parma.Recentemente in Bulgaria si è svolto un referendum per proseguire il com-pletamento di una centrale o due elet-tronucleari. Il leader socialista bulga-ro Sergey ha impostato la sua cam-pagna con questo slogan: “ Vogliamo essere una nazioni di ingegneri o di pastori?”. La scelta l’Italia l’ha già fatta optando per la professione di Abele.Alla luce di questo risultato è molto probabile che l’Ansaldo Nucleare sia venduta e che i suoi migliori tecnici

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di questa prestigiosa società vada-no all’estero. La Germania e i tedeschi hanno nel loro dna il ricordo della Repubblica di Weimar con le conseguenza tragi-che che da esse sono derivate e per questo vedono con grande preoccu-pazione l’inflazione e guardano con sospetto e diffidenza a tutte le spese non produttive e non finalizzate allo sviluppo.In conclusione si tratta di guarda-re con realismo alla situazione e in-terrogarci se siamo di fronte ad una nuova e tragica frattura fra l’ Europa mediterranea e quella continentale.

Francesco Zanatta

La piattaformadi “Valori in azione” Egr. direttore, alla scadenza della campagna elet-torale per la futura amministrazione della nostra città ci permetta espri-mere attraverso lo spazio concesso alle lettere dei lettori, il pensiero del Forum provinciale delle associazio-ni familiari che rilancia la piattafor-ma dei “Valori in azione”. Riteniamo che l’ideale di un’amministrazione pubblica debba fondarsi sul criterio della responsabilità: ognuno di noi è cittadino, e le regole servono per aiu-tarci ad essere cittadini. Prima delle regole e delle leggi, però, c’è il com-pito di essere, ciascuno nel proprio posto, costruttori e testimoni di be-ne, di progetto, di futuro, di relazio-ni. La parola responsabilità pertanto si traduce in una chiamata alla lega-lità nei comportamenti personali e in quelli pubblici. Poiché abbiamo col-to in queste settimane di campagna elettorale una equiparazione di varie forme di convivenze al matrimonio tra un uomo e una donna, accompa-

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

gnata dall’auspicio e dall’impegno di istituire appositi “registri”, chiediamo ai futuri amministratori della città di “investire” sulla famiglia socialmente responsabile che è quella dell’art. 29 della Costituzione “fondata sul matri-monio”, perché è luogo di generatività e libertà. “Investire” su un nuovo si-stema di welfare, che sia comunitario, sussidiario, plurale, promozionale, a misura di famiglia. Chiediamo di pro-muovere una società dell’accoglienza, dove sia sostenuta anche economica-mente la libertà di educazione, una società dell’integrazione equilibrata nella società interculturale. Invitia-mo i nostri associati e i cittadini tutti a sostenere e votare le forze e i mo-vimenti politici nonché i candidati che ispirandosi ai predetti “valori” negarantiscono la concreta applicazio-ne nella loro azione politica. Ringra-ziando per la cortese ospitalità, por-giamo cordiali saluti.

Fabrizia QuecchiaPresidente Forum provinciale delle

associazioni familiari

L’amore e la fedecancellano il dolore

Egr. direttore, nei giorni scorsi con il Centro volon-tari sofferenza siono stato a Roma in occasione della beatificazione del no-stro fondatore mons. Luigi Novarese. Ho avuto la gioia di rivedere fratelli e sorelle lontani che conosco per vari motivi. L’unica che è mancata a tut-ti è stata quella di potere incontrare papa Francesco. Sabato 11 maggio si è svolta la cerimonia della beatifi-cazione presieduta dal card. Berto-ne. Una cerimonia molto bella dove erano presenti decine tra cardinali, vescovi e sacerdoti. Finita la San-ta Messa ho avuto la prima e la più

grande gioia della circostanza. Ho potuto vedere Emma, una signorina di Cesenatico colpita da varie sfortu-ne nella sua vita. L’avevo conosciuta a Re qualche anno fa. Aveva un dol-cissimo sorriso sul volto. Mi raccon-tò che da ragazza cadde da un cilie-gio e si ruppe la spina dorsale. Poi più avanti negli anni un male ad un rene le tolse una parte della vista. Poi mi scrisse in una lettera che una fistola alla gamba la costringeva a stare a letto. Eppure nei suoi scritti c’era e c’è quell’effusione d’amore verso Ge-sù crocifisso che donò la sua vita per la nostra salvezza. Così è divenuta la mia maestra e punto d’appoggio per divenire migliore, nel saper accettare le mie malattie per amore di quei fra-telli che soffrono, ma non sanno ac-cettare il loro dolore perché non han-no la fede e l’amore che Dio dona a tutti i suoi figli, lasciando però anche la libertà di accettare il suo dono. Ed io ho letto come tanti peccatori sia-no tornati all’ovile del Buon Pastore negli ultimi anni di vita grazie alle preghiere di persone care e al dono della sofferenza di tanti infermi. Sap-piamo sempre pregare e donare e sa-remo più felici quando sapremo che il nostro dono ha dato il suo frutto. Così, quando andremo in paradiso, potremo tenere per mano una per-sona che era nelle tenebre dell’erro-re Allora noi saremo doppiamente felici una per aver salvato la nostra anima, l’altra per aver portato tra le braccia del Salvatore un fratello che non è mai stato amato da nessuno. Altre gioie ho provato nella capitale della cristianità, ma non le metto nel novero, dico solo che son tornato a casa felice, con amici nuovi che mi hanno donato una gioia nella gioia, una gioia di più.

Domenico Marchesi

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