La Voce del Popolo 2012 08

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Ǥ Le tasse non sono un optional e l’Ici, quando dovuta, va pagata. Senza furbizie. Se ci fossero casi accertati di elusione, bisogna perseguirli. È questa la linea, più volte ribadita, della Chiesa italiana sull’Ici, la tassa degli immobili al centro di polemiche che non si placano e di operazioni di vera e propria disinformazione: il caso del filmato dei radicali con le false accuse alla Chiesa di Ferrara sui pagamenti Ici è un esempio lampante. Il video sosteneva che la diocesi non aveva versato il dovuto, ma la realtà era ben diversa e sarebbe bastato verificare le informazioni per scoprire pagamenti e ricevute (cosa fatta da altri giornalisti, corretti e scrupolosi). “Tutto è nato da ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 un errore dell’amministrazione”, ha confessato il sindaco Tiziano Tagliani, in una conferenza stampa convocata in tutta fretta. E subito si è tolto, pure, qualche sassolino. “Dietro questa vicenda c’è anche tanta politica”. Lasciando intendere che l’operazione dei radicali è stata fortemente strumentale. La linea di piena responsabilità e di trasparenza l’ha riassunta da tempo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. E nella direzione di una legislazione sempre più chiara ed efficace si sta muovendo il governo, anche in rapporto al complesso contenzioso aperto a livello europeo. Una maggiore chiarezza sulle norme già esistenti e una loro definizione per evitare possibili fraintendimenti – questo il processo in corso – è auspicabile. Lo ha ribadito una volta di più sabato il neo cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che è stato segretario della Conferenza episcopale italiana. “Fare chiarezza nelle norme è sempre utile – ha affermato – e sarà salutato favorevolmente dalla Chiesa. Purché sia fatto salvo il riconoscimento delle attività a servizio della gente, destinate al culto e al non profit”. Allo stesso modo, nei giorni scorsi, mons. Domenico Pompili, “portavoce” della Cei, ha precisato che “ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”. Sottolineando però anche la necessità che venga “riconosciuto e tenuto nel debito conto” il valore sociale delle attività non profit della Chiesa e non solo della Chiesa. Sono queste le carte sul tavolo della partita: una legislazione da chiarire meglio, privilegi che non si vogliono, trasparenza e responsabilità. Senza il fumo dei pregiudizi e delle disinformazioni che pure si sono viste in questo periodo nei confronti della Chiesa. Con la consapevolezza che Chiesa e Stato hanno interessi comuni e non contrapposti nei riguardi del Paese. Il Nuovo Concordato, il cui anniversario ricorreva il 18 febbraio, ricorda senza mezze misure l’impegno a collaborare per la promozione dell’uomo e il bene dell’Italia. Impegno che si traduce certo nel pagare le tasse e, per quanto riguarda la Chiesa, anche nelle innumerevoli attività di servizio e sostegno alla società civile, ai poveri, agli esclusi e agli emarginati. Nelle attività educative e di promozione, come ad esempio le scuole e gli oratori. È una trama a maglie fitte, diffusa e radicata, talvolta un vero e proprio tessuto di fiducia e di speranza per l’intera società. Cercare di screditare tutto questo davvero non serve ad alcuno. Nemmeno a fare cassa. Di fronte alla verità dei fatti, anche chi non condivide un pensiero e una presenza è chiamato all’onestà intellettuale. ǡ ǡ Albania. Burel - Suç. Don Cadenelli: “Alla Chiesa, in tenda” Darfo Boario Terme. Tra problemi risolti e prospettive future ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ ǯ Intervista. Mons. Sanguineti: i miei primi 80 anni Massimo Cacciari. Credo, quindi voglio conoscere Brescia. A un passo dalla storia: sognare si può! Più scontrini, più benefici: dipende dalle scelte Ǥ ǤǤ Era la vigilia della prima domenica di Quaresima. Stavo cele- brando la Messa nella parrocchia di Santa Bibiana, a Roma (piccola, ma ricca di opere d’arte: Bernini, Pietro da Cor- tona...). Era facile il dialogo con i fedeli presenti. Parlando della Quaresima, chiesi a un certo punto quali potessero essere i nostri impegni per questo periodo. Mi attendevo di sentire: preghiera, digiuno, carità… Invece un anziano rispose con voce forte e chiara: il silenzio! Mi fermai un momento, ma dovetti acconsentire. È vero: so- no necessari i gesti concreti della conversione, che anche nel Vangelo del giorno delle Ceneri ci sono ricordati, ma, alla base, non è forse necessario il silenzio? Gesù stesso vive la sua “Quaresima” nel deserto. E cosa si può ascoltare specialmente nel deserto? Il silenzio. E cosa ci manca per ascoltare il Signore, il prossimo, il nostro cuore? Il silenzio. E cosa per- mette alla Parola di entrare nella nostra vita e portare frutto? Il silenzio. Ogni giorno di questo tempo “forte” regaliamoci un momento di silen- zio per vivere uno spazio di deserto, là dove ci troviamo, anche in città. ǯǤ ǯ Ǥ ǯ Ǥ

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Cresce in Italia e a Brescia il gioco d’azzardo. Si moltiplicano le sale da gioco che sorgono un po’ ovunque. Impressionanti i dati e tragiche le storie di dipendenza che aumentano con l’avanzare della crisi economica. Urge una maggior presa di coscienza della società civile

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Le tasse non sono un optional e l’Ici, quando dovuta, va pagata. Senza furbizie. Se ci fossero casi accertati di elusione, bisogna perseguirli. È questa la linea, più volte ribadita, della Chiesa italiana sull’Ici, la tassa degli immobili al centro di polemiche che non si placano e di operazioni di vera e propria disinformazione: il caso del filmato dei radicali con le false accuse alla Chiesa di Ferrara sui pagamenti Ici è un esempio lampante. Il video sosteneva che la diocesi non aveva versato il dovuto, ma la realtà era ben diversa e sarebbe bastato verificare le informazioni per scoprire pagamenti e ricevute (cosa fatta da altri giornalisti, corretti e scrupolosi). “Tutto è nato da

un errore dell’amministrazione”, ha confessato il sindaco Tiziano Tagliani, in una conferenza stampa convocata in tutta fretta. E subito si è tolto, pure, qualche sassolino. “Dietro questa vicenda c’è anche tanta politica”. Lasciando intendere che l’operazione dei radicali è stata fortemente strumentale. La linea di piena responsabilità e di trasparenza l’ha riassunta da tempo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. E nella direzione di una legislazione sempre più chiara ed efficace si sta muovendo il governo, anche in rapporto al complesso contenzioso aperto a livello europeo. Una maggiore chiarezza sulle norme già esistenti e una loro definizione per evitare possibili fraintendimenti – questo il processo in corso – è auspicabile. Lo ha ribadito una volta di più sabato il neo cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che è stato segretario della Conferenza episcopale italiana.

“Fare chiarezza nelle norme è sempre utile – ha affermato – e sarà salutato favorevolmente dalla Chiesa. Purché sia fatto salvo il riconoscimento delle attività a servizio della gente, destinate al culto e al non profit”. Allo stesso modo, nei giorni scorsi, mons. Domenico Pompili, “portavoce” della Cei, ha precisato che “ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”. Sottolineando però anche la necessità che venga “riconosciuto e tenuto nel debito conto” il valore sociale delle attività non profit della Chiesa e non solo della Chiesa. Sono queste le carte sul tavolo della partita: una legislazione da chiarire meglio, privilegi che non si vogliono, trasparenza e responsabilità. Senza il fumo dei pregiudizi e delle disinformazioni che pure si sono viste in questo periodo nei confronti della Chiesa.

Con la consapevolezza che Chiesa e Stato hanno interessi comuni e non contrapposti nei riguardi del Paese. Il Nuovo Concordato, il cui anniversario ricorreva il 18 febbraio, ricorda senza mezze misure l’impegno a collaborare per la promozione dell’uomo e il bene dell’Italia. Impegno che si traduce certo nel pagare le tasse e, per quanto riguarda la Chiesa, anche nelle innumerevoli attività di servizio e sostegno alla società civile, ai poveri, agli esclusi e agli emarginati. Nelle attività educative e di promozione, come ad esempio le scuole e gli oratori. È una trama a maglie fitte, diffusa e radicata, talvolta un vero e proprio tessuto di fiducia e di speranza per l’intera società. Cercare di screditare tutto questo davvero non serve ad alcuno. Nemmeno a fare cassa. Di fronte alla verità dei fatti, anche chi non condivide un pensiero e una presenza è chiamato all’onestà intellettuale.

Albania. Burel - Suç.Don Cadenelli: “Alla Chiesa, in tenda”

Darfo Boario Terme.Tra problemi risoltie prospettive future

Intervista.Mons. Sanguineti:i miei primi 80 anni

Massimo Cacciari.Credo, quindi voglio conoscere

Brescia. A un passo dalla storia: sognare si può!

Più scontrini, più benefici: dipende dalle scelte

Era la vigilia della prima domenica di Quaresima. Stavo cele-brando la Messa nella parrocchia di Santa Bibiana, a Roma (piccola, ma ricca di opere d’arte: Bernini, Pietro da Cor-tona...). Era facile il dialogo con i fedeli presenti. Parlando della Quaresima, chiesi a un certo punto quali potessero essere i nostri impegni per questo periodo. Mi attendevo di sentire: preghiera, digiuno, carità… Invece un anziano rispose con voce forte e chiara: il silenzio!

Mi fermai un momento, ma dovetti acconsentire. È vero: so-no necessari i gesti concreti della conversione, che anche nel

Vangelo del giorno delle Ceneri ci sono ricordati, ma, alla base, non è forse necessario il silenzio?

Gesù stesso vive la sua “Quaresima” nel deserto. E cosa si può ascoltare specialmente nel deserto? Il silenzio. E cosa ci manca per

ascoltare il Signore, il prossimo, il nostro cuore? Il silenzio. E cosa per-mette alla Parola di entrare nella nostra vita e portare frutto? Il silenzio.Ogni giorno di questo tempo “forte” regaliamoci un momento di silen-zio per vivere uno spazio di deserto, là dove ci troviamo, anche in città.

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asciatemi sognare con la schedina in mano... È que-sto l’accattivante colonna sonora scelta dai Monopo-li dello Stato per lo spot del

Superenalotto. Uno spot che sta im-perversando in questi giorni e che fa il paio con una massiccia campagna pubblicitaria riversata sulle pagine dei quotidiani. Mentre gli italiani sognano lo Stato incassa. Dei quasi 80 miliardi di euro giocati lo scorso anno ben no-ve sono andati direttamente nelle cas-se dell’erario. Una cifra a cui, in tempi di magra come quelli attuali, nessuno rinuncia a cuor leggero, anche se i so-gni milionari si stanno trasformando per tanti in un vero e proprio incubo. I dati sul gioco d’azzardo (legalizzato) in Italia sono da capogiro: i miliardi di euro giocati in Italia nel 2011 tra lotto, superenalotto, lotterie, slot machine e mille altri rivoli sono pari a tre finan-ziarie “lacrime e sangue” del governo e rappresentano il secondo fatturato del Paese, dopo quello dell’Eni. Dietro gli 80 miliardi “investiti nel sogno” nel cor-so del 2011, si nascondono tante sto-rie di disperazione, speranze trasfor-mate in incubi. Anche nel Bresciano. “Anche se come Caritas non abbiamo un servizio apposito – afferma Marco Venni dagli uffici di piazza Martiri di Belfiore – abbiamo la chiara perce-zione di quali effetti stia producendo la dipendenza da gioco”. Per questo la Caritas diocesana ha stretto impor-

È un vera piaga nazionale, e stando ai numeri è anche una piaga bresciana. Se ne sono occupati tutti i media anche recentemente mostrandone l’escalation vertiginosa. La denuncia va bene. Tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica è essenziale. Lo rifacciamo anche noi di “Voce”. Ne abbiamo parlato un paio d’anni fa, ne parliamo oggi e riprenderemo il discorso nelle edizioni territoriali della nostra stampa gratuita (free press). L’impatto sulle persone

fragili, sulle famiglie e sulla società è adesso ancor più devastante a causa della crisi. Serve, pertanto, un di più etico da parte della società civile e il contributo degli organi di stampa è essenziale. Nei giorni scorsi mi è stato proposto di mettere su “Voce” la pubblicità di alcune “case da gioco” in provincia. Ho rifiutato pur sapendo che la pubblicità (ben pagata) è essenziale per far vivere un giornale. Anche questo dovrebbe essere la stampa cattolica. A Brescia ci sono molti organi d’informazione.

Non pretendo che tutti facciano come noi, ma mi permetto di proporlo in nome del senso civile ed educativo che tutti diciamo di svolgere. Una scelta di obiezione non facile e che ha un costo reale. Anche i Comuni bresciani potrebbero fare qualcosa. Il Comune di Empoli ha tentato una strada. Sono certo che la fantasia nel fare il bene non mancherà. “Voce” sarà pronta, come potrà, a sostenerla e a darne il giusto valore. (Adriano Bianchi)

Nonostante costi sociali acclarati (patrimoni dilapidati, famiglie che si spaccano, marginalità sociale) solo lo Stato, per i motivi spiegati in que-ste pagine, sembra non accorgersi di queli danni provoca il gioco d’azzardo quando diventa patologia. Si spiegano così i pochi servizi attivati, la “delega” quasi assoluta al privato sociale o a forme di auto aiuto. E anche quando il pubblico si è attivato, lo ha fatto più sulla scorta della capacità di alcune

Asl di “leggere il territorio” che non a scelte di politica socio-sanitaria. Nel Bresciano, oltre a una iniziativa messa in campo dal Sert di Orzinuo-vi, una delle poche realtà in prima fi-la contro questa nuova dipendenza è la Fraternità onlus di Ospitaletto che dal 2007 ha creato “Mago di Oz”, una cooperativa che propone veri e pro-pri percorsi terapeutici per superare la dipendenza dal gioco. A parlare di questa esperienza è Simona Boglioni,

responsabile della struttura che la co-operativa ha aperto a Rezzato. “Il gio-co d’azzardo – afferma – è diventato un comportamento socialmente lega-le e accettato da chiunque in quanto fortemente incentivato dallo stato. Inoltre essendo fruibile a chiunque il gioco entra nella vita di tutti i giorni, dal tabaccaio al comune bar di pae-se”. Il numero dei giocatori aumen-ta esponenzialmente e coinvolge la casalinga come il professionista. Al

“Mago di Oz” i giocatori arrivano dai servizi sociali del Comune, dai medi-ci di base, dai consultori familiari, dai servizi psichiatrici, dai gruppi di auto-mutuo-aiuto. “A tutti – continua Simo-na Boglioni – proponiamo trattamenti ambulatoriali multidisciplinari di tipo sanitario e psicologico con il coinvol-gimento nel percorso del nucleo fami-liare”. Per combattere questa forma di dipendenza, però, la via più efficace è quella della prevenzione.

tanti collaborazioni con le altre realtà che nel Bresciano si occupano di que-sta nuova forma di povertà: i gruppi di autoaiuto e la Lega Consumatori. Cari-tas mette a disposizione gli strumenti del microcredito e il contatto con la fondazione antiusura (questo rischia di essere l’approdo di tanti giocatori patologici) San Bernardino di Milano, a patto che l’interessato “certifichi” il suo percorso di superamento della di-pendenza. “Quello del gioco d’azzardo – ricorda Fabio Scozzesi, presidente della Lega consumatori di Brescia che da anni sta interessandosi del fenome-no nel Bresciano – paradossalmente è quanto di più democratico ci sia oggi in Italia”. Tra le vittime della dipenden-za del gioco d’azzardo ci sono tutte le classi sociali: professionisti che si so-no giocati lo studio, imprenditori che hanno salutato l’azienda, semplici ca-salinghe che hanno dilapidato il loro patrimonio. Tutti, poi, hanno messo a rischio la famiglia. È il dramma nel dramma: la dipendenza da gioco, co-

me quella da droga, travolge tutta la famiglia. Con costi sociali facilmente intuibilil. “Per questo – continua Scoz-zesi – chiediamo che lo Stato destini parte di quanto incassa con il gioco d’azzardo al servizio sanitario nazio-nale per la cura della dipendenza da gioco che, ormai, è diventata una ve-ra e propria dipendenza”. La “macchi-na” (quella del gioco d’azzardo, ndr.) però ha assunto una velocità tale da non poter più essere fermata. “Lo Sta-to – ricorda Scozzesi – da quel lonta-no 21 dicembre 1994 in cui autorizzò la prima lotteria istantanea ha dato il via libera a una serie infinita di giochi d’azzardo, invitando gli italiani a so-

gnare”. Quello del gioco d’azzardo è ormai un fiume in piena, impossibile da arginare perchè da qualche tempo a questa parte si alimenta dei giochi online, poker in testa, che attraggono schiere sempre più ampie di giovani e di giovanissimi. La prospettiva, ne-anche tanto remota, è che un numero sempre più grande di persone (tante anche nel Bresciano) si sveglino dal sogno e si ritrovino nell’incubo, come dimostrano le preoccupate riflessioni di chi opera in questo campo, sia per arginarne le conseguenze (Smi Mago di Oz) e chi, per incarico istituzionale deve prevenire il fenomeno. Un impe-gno non sempre facile, come afferma

in queste pagine l’assessore Margaroli. Per tanti amministratori quella contro il gioco d’azzardo è diventata una ve-ra e propria battaglia, come racconta l’esperienza di Filippo Torrigiani da Empoli.

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“Se Brescia, a differenza di tante altre città italiane, è riuscita a porre un argine al dilagare della sale da gioco, lo deve a un regolamento che il consiglio comunale ha adottato un anno e mezzo fa”. Ad affermarlo è l’assessore al commercio del Comune capoluogo Maurizio Margaroli (nella foto). Il regolamento adottato da Brescia vieta, in sostanza, l’apertura di sale da gioco nel perimetro del centro storico, nella zona della stazione e in via Milano. “Limitazioni –

continua l’assessore – che abbiamo inserito anche nel pgt perché diventino punti di riferimento nella progettazione della città di domani”. In città, per altro sono già pienamente operative 41 sale da gioco. Potrebbero essere molte di più se, appunto non esistessero i limiti regolamentari e che, ricorda ancora Margaroli, sono di carattere urbanistico. “Il Comune – afferma al proposito – si limita a indicare i requisiti urbanistici per l’apertura di una sala come la distanza da

chiese, oratori, scuole, etc, la sussistenza di requisiti viari e di parcheggi. È lo Stato, invece, che concede le autorizzazioni all’avvio dell’attività specifica”. L’attento controllo del territorio esercitato dalle forze dell’ordine ha impedito, secondo l’Assessore, che attorno al fenomeno del gioco d’azzardo proliferasse, come avvenuto in altre zone del Paese, un sottobosco di illegalità. Un’importante azione di prevenzione, quella attuata, che va mantenuta.

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a situazione di grave cri-si in cui la Siria si dibatte da mesi, senza per altro lasciare spazio a spiragli di speranza, sta preoccu-

pando le comunità cristiane che vi-vono nell’intera area mediorientale. Già nelle scorse settimane, da que-ste stesse pagine, l’abate maronita Marcel Abi Khalil aveva parlato della grande attenzione con cui i cristiani di Beirut seguivano le sorti dei fra-telli siriani, evidenziando timori che, negli ultimi giorni sembrano essere diventati quelli dell’intera comunità cristiana che vive nell’area. Da Ge-rusalemme si è fatta sentire la voce di padre Pierbattista Pizzaballa, cu-stode di Terra Santa, che ha lancato un appello perché i cristiani di Siria non siano abbandonati al loro desti-no. “Dopo il cambiamento avvenuto in Egitto – scriveva padre Pizzaballa il 15 febbraio scorso da Gerusalemme –, la situazione in cui si trova la Siria indica in maniera inequivocabile co-me stia trasformandosi il panorama in Medio Oriente”. Ma se altri Paesi sembrano aver trovato una soluzione a scenari che sino a 12 mesi fa sareb-bero sembrati imprevedibili, diversa è la situazione in corso in Siria. “In questi mesi di grande tensione – scri-ve ancora il Custode nel suo appel-lo – il Paese sembra dilaniato da una vera e propria guerra civile. I france-scani, insieme a pochi altri esponenti

ri presenti nei suoi conventi assicura accoglienza e assistenza a tutti, sen-za alcuna distinzione di etnia e di ap-partenenza politica. “In un momento di totale smarrimento – scrive anco-ra padre Pizzaballa – molte aziende hanno chiuso i battenti, i turisti se ne sono andati, i produttori agricoli, per via dell’embargo alle esportazioni im-posto dalla comunità internazionale, sono in grave crisi.” A pagare il prez-zo più alto di questa situazione sono, ancora una volta, le fasce più deboli della popolazione. Nonostante il mo-mento di grande difficoltà i france-scani presenti in Siria non intendono

della Chiesa latina, sono impegnati a sostenere i bisogni della popolazione cristiana locale”. La Custodia di Ter-ra Santa, infatti, è presente in diverse città siriane come Damasco, Aleppo, Lattakiah e Oronte e con i dispensa-

Anche la Focsiv, la Federazione de-gli organismi cristiani servizio inter-nazionale volontario, ha espresso la propria solidarietà al popolo siria-no e si è unita all’appello, lanciato da Benedetto XVI all’Angelus del 12 marzo scorso, affinché si ponga fi-ne alle violenze e allo spargimento di sangue e tutti, a cominciare dalle autorità politiche siriane, privilegino la via del dialogo, della riconciliazio-ne e dell’impegno per la pace. “Noi

cristiani che siamo fuori dalla Siria, siamo dunque chiamati ad agire, a impegnarci, affinché non si arrivi a un intervento armato e si ristabilisca un clima di pace attraverso il dialogo – afferma Sergio Marelli, segretario generale Focsiv (nella foto) –. Solo aiutando il dialogo si potrà dare vo-ce a tutti i cristiani nel Paese che so-no paralizzati da un lato dalla paura dell’estremismo islamico e dall’altro dalla paura per la repressione del

regime”. Per queste ragioni Marelli ribadisce la necessità un tavolo di trattative e di un intervento della di-plomazia della Santa Sede per crea-re le condizioni negoziali al cessate il fuoco e alla ricerca di una soluzione politica sul terreno.” Per dare forza alle proprie proposte, lo scorso 19 febbraio scorsola Focsiv ha parteci-pato alla manifestazione di solidarie-tà promossa dal Consiglio nazionale siriano tenuta a Roma.

lasciare il Paese, “perché – scrive an-cora padre Pizzaballa nel suo appel-lo – stare con la gente, assistere chi si trova nel bisogno seznza distinzio-ne di razza, nazionalità e religione è il senso della missione francescana”. Una scelta, però, che chiede anche un notevole impegno economico. Di qui l’appello lanciato da Gerusalem-me per un gesto concreto a favore dei cristiani di Siria e delle opere di carità gestite dalla Custodia. “Gli aiuti rac-colti – conclude il francescano – sa-ranno consegnati tempestivamente ai frati residenti in Siria perché possa-no rispondere alle richieste di aiuto.

I pensionati costituiscono oggi una quota significativa e in rapida crescita della popolazione dell’Unione europea: 120 milioni di persone, cioè il 24 per cento della popolazione. Le pensioni aumentano la pressione finanziaria sui bilanci nazionali, alla luce dei tagli causati dalla crisi finanziaria ed economica. In Italia la spesa per le pensioni pubbliche è pari al 15 per cento del pil. In concomitanza con il 2012, Anno europeo dell’invecchiamento

attivo e della solidarietà tra le generazioni la Commissione europea ha pubblicato un Libro bianco su pensioni adeguate, sicure e sostenibili che esamina il modo in cui l’Ue e gli Stati possono intervenire per affrontare le principali sfide. Il Libro propone tutta una serie d’iniziative per creare condizioni che permettano a coloro che ne sono in grado di continuare a lavorare, assicurare che le persone che si trasferiscono in un altro Paese possano mantenere i

loro diritti pensionistici, aiutare le persone a risparmiare di più e garantire che le prospettive di pensione siano mantenute e che, una volta pensionate, le persone ricevano quello che si aspettavano. Presentando il Libro bianco László Andor, commissario Ue responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, ha affermato: “Assicurare pensioni adeguate in futuro è possibile se proseguiamo con i nostri impegni per la riforma”.

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e fino a qualche anno fa l’Albania non era certo fra le mete turistiche più getto-nate, oggi qualcosa sta cam-biando. In un Paese che sta

crescendo, se pur lentamente, anche nelle infrastrutture, don Gianfranco Cadenelli, dal 2002 fidei donum a Suç (nel centro-est dell’Albania a pochi chilometri da Burrel), ha fatto decol-lare grazie anche agli amici volontari di Vobarno un progetto di turismo so-stenibile per creare lavoro e dare op-portunità. È nato così il camping “Alla Chiesa“ gestito da tre giovani (25, 27 e 35 anni) che hanno la possibilità di sperimentare un percorso lavorativo e, forse un giorno, di ampliare gli spa-zi per un’iniziativa che deve diventare nelle intenzioni un’attiva economica produttiva. L’idea è piaciuta alla Bit (Borsa internazionale del turismo) che la scorsa settimana ha invitato i promotori come ospiti. Il camping vuole intercettare i camperisti ma anche motociclisti e ciclisti che, at-traversando le montagne albanesi, trovano una via privilegiata e veloce per arrivare in Medio Oriente via Tur-chia. Si tratta anche di un’opportunità per quanti (parrocchie o associazio-ni) desiderano fare un’esperienza di campeggio (quelli che vengono chia-mati campiscuola) al di là del Medi-terraneo in una struttura dotata anche di una cucina e di un ampio salone.

Considerate le condizioni climatiche, il campeggio sarà aperto da aprile a fine ottobre. La particolarità della proposta risiede nel coinvolgimento della popolazione locale, mettendo così i turisti nelle condizioni di vede-re da vicino usi e costumi, di mangia-re con le famiglie, di provare i balli

L’indicatore di Europa 2020 mo-stra come, nel 2010, circa un quarto (24,5%) della popolazione in Italia fos-se a rischio povertà, valore più elevato della media europea (21,5% se calco-lata sui soli 17 Paesi dell’area euro e 23,4% tra i 27 Paesi)”. Lo ha afferma-to il presidente dell’Istat, Enrico Gio-vannini, nel corso di un’audizione al-la Camera in commissione Bilancio. Giovanni ha osservato che “il rischio

si concentra nel Mezzogiorno (39,4%), tra le famiglie numerose (36,3%), le madri sole (30%) e gli anziani soli (32,4%). Tra gli immigrati l’incidenza arriva al 51% tra le famiglie con alme-no un componente straniero”. Il dato si assomma a quello relativo all’occu-pazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni in continua decrescita. Nel 2011, se-condo l’Istat, ha subito una flessione del 2,5% , pari a circa 80mila unità. Il

dato è stato riportato sempre da Gio-vannini. Al contempo, ha proseguito, “il tasso di disoccupazione dei giova-ni tra 18 e 29 anni è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia, se con-sideriamo la fascia 15-24 anni , come proposto dall’Ue, la disoccupazione sale al 31%,”

I sacrifici non saranno solo greci, ma europei. Per salvare Atene dal default l’Eurogruppo, assistito da Fmi e Bce, ha approvato nella notte tra il 20 e il 21 febbraio il secondo piano di aiuti: si tratta dei 130 miliardi a lungo promessi, che si vanno ad aggiungere ai quasi 110 miliardi già stanziati nel corso di una crisi che ha colpito tutta l’Ue, ma in particolare il Paese mediterraneo. L’Europa comunitaria e i suoi Stati membri faranno la loro parte, i cittadini

greci subiranno pesanti costi sociali, ma anche banche creditrici e risparmiatori di mezzo continente dovranno rinunciare a una parte dei soldi investiti nei titoli ellenici. “L’Eurogruppo accoglie con favore l’accordo raggiunto con il governo greco su un pacchetto politico che costituisce la base per il programma successivo”. Inizia con queste parole il documento finale approvato dall’Eurogruppo che sancisce il nuovo intervento di salvataggio finanziario per la Grecia.

I 17 Paesi moneta unica, assieme al Fondo monetario internazionale (che preciserà in marzo il proprio intervento) e Banca della moneta unica, assieme a Fondo monetario internazionale (che preciserà in marzo il proprio intervento) e Banca centrale europea, hanno stabilito di far giungere i 130 miliardi necessari per evitare il default. Il primo intervento riguarda i 14,5 miliardi per rimborsare il 20 marzo una tranche di titoli in scadenza. “L’accordo – ha affermato Jean-Claude Junker,

presidente dell’Eurogruppo – garantisce la permanenza della Grecia nell’Eurozona e le dà il tempo di tornare su un percorso di crescita sostenibile”. Al contempo è stata decisa la presenza della troika ad Atene per controllare le azioni del governo al fine di ridurre il debito (dal 163 al 120,5% del Pil in 8 anni), oltre all’abbassamento da parte degli Stati creditori dei tassi di interesse verso la Grecia, e a sacrifici per i detentori di titoli del debito greco (riduzione del valore nominale).

tipici o di assistere a un matrimonio. Don Gianfranco ha avuto l’intuizione, in una zona di montagna con tanta acqua (il lago di Ulez e il fiume Mat), di mettere a disposizione uno spazio della parrocchia. A questo si aggiun-ge la possibilità di vendere ai turisti i prodotti tipici di montagna coltivati nelle serre frutto della collaborazio-ne con il territorio bresciano: tre anni fa Confcooperative ha appoggiato un progetto che ha previsto l’installazio-ne di sei serre per sei famiglie. L’Al-bania, come si diceva in precedenza, si sta strutturando: le strade sono di-ventate scorrevoli e la corrente non è più cosa rara. Per informazioni, www.campingallachiesa.com.

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Urge traduzione: apri bocca e (butti) fuori aria. Un vecchio proverbio che etichetta quelli che parlano senza controllo. Nella lingua corrente si può accostare a “quelli che parlano perché hanno la bocca attaccata alla faccia”. A vanvera. Uno dei campioni della categoria è certamente Adriano Celentano. Che parla come un oracolo per buttare fuori aria più che fritta. Ce ne sono sempre stati, definiti anche fallabollitori o, ancora in dialetto comprensibile, “contemen tante”. Anche qui, niente di nuovo sotto il sole. Non fosse per il fatto che le armi sempre più sofisticate e diffuse della comunicazione, dai cellulari al computer, dalla radio alla televisione, alla stampa fanno da cassa di risonanza a tutte le stupidaggini di tutte le discussioni da bar (con tutto il rispetto per i baristi e i loro avventori). Per cui la tentazione di trasformarsi in predicatori assale non soltanto i “missionari” di ogni specie, ma anche i “cretini di talento” (come Giorgio Bocca definì Celentano un po’ di anni fa) insieme con i semplici cretini.

“Le più belle speranze” è il titolo scelto dall’Opera pavoniana di Brescia per un ciclo di incontri sul tempo delle donne.Il ciclo prende il via il 27 febbraio con l’on. Livia Turco, membro della commissione affari sociali del Camera dei deputati, che interverrà sul tema “Donne: geografia sociale e politica”. Il 2 marzo sarà la volta dell’attrice Maria Candelaria Romero che proporrà, nel corso di una serata patrocinata

da Amnesty internationa, una relazione su “Bambole: storie silenziose di donne contro la violenza”. Il ciclo di incontri si chiuderà venerdì 9 marzo con la presenza all’Opera pavoniana di Daniela Brancati, giornalista e scrittrice che presenterà la relazione “Il piccolo schermo: donne e tv”. Tutti gli incontri del ciclo sono a ingresso libero e si terranno presso il Teatro Pavoni, in via S.Eustacchio 8 a Brescia.

Si pensi, per esempio, all’uso delle parolacce che non risparmia luoghi, circostanze, interlocutori. E a quello degli intercalari inutilmente volgari che i bambini imparano all’asilo nido. Ho in mente un leader politico, ministro fino all’altro ieri, che coniuga con facilità volgarità verbali e gestuali, accettate da anni passivamente (magari dicendo: non bisogna farci caso, lui è fatto così). Oppure all’abitudine di insultare pubblicamente persone che non

possono replicare, abusando anche degli strumenti pubblici. Oppure alla facilità con cui si inganna il pubblico mentendo spudoratamente. Oppure alle tante discussioni che vanno in onda sul piccolo schermo con la pretesa di fare informazione mentre si fa solo confusione. E potrei continuare a lungo.C’è nel pubblico un difetto di criticità. Perché altrimenti certi personaggi non avrebbero l’attenzione che non si meritano. Almeno come predicatori.

Con questi personaggi si potrebbe allestire una galleria da fare invidia al Louvre o all’Ermitage. Bisogna però riconoscere che ci sono molti (due sarebbero già troppi) che stanno ad ascoltarli e molti altri che di fronte alle sparate dei suddetti scrollano le spalle sottovalutando l’impatto che certi messaggi hanno sull’opinione pubblica provocando un contagio quasi impercettibile eppure invasivo e pervasivo.

Tuttavia c’è qualche problema anche sul versante dei fallabollitori. Quasi sempre si tratta di personaggi che di fronte al successo (di pubblico, di incassi, di audience, di voti) perdono il senso della misura e si atteggiano a unti del Signore (qualcuno dice di esserlo, altri si limitano a pensarlo), a salvatori della patria. Emblematica la prima entrata in scena di Celentano a Sanremo con immagini apocalittiche di guerra e distruzione, come a dire: questo è il mondo, adesso arrivo io e lo sistemo. E chi non è d’accordo, lo scomunico. Sono tutti personaggi che meritano l’ammonimento: rilassati, Dio esiste, ma non sei tu.Fra 15 giorni più nessuno si ricorderà di quello che ha detto Celentano, ma il problema è che dietro e davanti a lui c’è la fila di quelli come lui (e anche peggio di lui). La risposta più intelligente alle sue prediche è venuta dalla vincitrice, Emma. Domenica, sollecitata da una domanda di Giletti, ha risposto: “Non parlo di Dio perché credo che questo sia il luogo meno adatto per farlo”.

“Patì sotto Ponzio Pilato” è il titolo che riassume il programma dei concerti quaresimali promossi dalla parrocchia di S.Agata di Brescia per contemplare l’evento cristiano nella sua dimensione più diretta, quella che affronta il racconto del Mistero pasquale di Gesù. Il programma 2012 nasce sulle ali del consenso ottenuto dalle tre precedenti edizioni che hanno raccolto un pubblico sempre più numeroso e attento. Il primo concerto è in programma

per domenica 26 febbraio, prima domenica di Quaresima, propone l’esecuzione dello “Stabat Mater” di Franz Joseph Haydn a opera della corale e del gruppo strumentale “Don Arturo Molandori” diretti dal maestro Giuseppe Gelmini. Voci soliste sono quelle di Maria Elena Bonfiglio (soprano), Tania Cassetti (alto), Fabio Treccani (tenore), Giuseppe Buizza (basso). Il concerto, a ingresso libero, è in programma alle 16 nella parrocchiale di S. Agata.

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ue mandati consecutivi, una condotta amministra-tiva senza intoppi o gravi problemi, la compagine di governo della città sem-

pre ben solida anche tra le immanca-bili difficoltà e polemiche, tanti lavori programmati e tante operazioni con-dotte fino in fondo. La conclusione del periodo amministrativo da parte del Sindaco di Darfo Boario Terme segna un punto decisamente positivo. Fran-cesco Abondio, nella vita ingegnere e insegnante di fisica alle scuole supe-riori, dimostrò di credere subito nella sua funzione anche perché la compa-gine di cui era a capo allora Forza Italia e Lega Nord dimostrava di vo-ler governare seriamente la città. Da subito Francesco Abondio si trovò a dover affrontare crisi occupazionali e industriali molto delicate: le grandi fabbriche della città, la Diamalteria Italiana, lo storico imbottigliamento delle acque minerali, il comparto del turismo con oltre 30 aziende alber-ghiere, le Terme: tutto sembrava aver subito un pesante rallentamento e, in qualche caso, anche una storica chiu-sura. Abondio non si fece prendere in contropiede: con serietà pari alla determinazione, affrontò uno a uno i problemi. Molti sono stati risolti, come nel caso dell’imbottigliamento oggi di proprietà della famiglia Ponte-corvo; come ancora le Terme che ri-schiavano di non aprire più. L’ammini-

sgorgano le sorgenti minerali. A giorni varerà anche il bando per la gestione congiunta del parco termale a opera dei soggetti che operano nel turismo di Boario. A gennaio sono iniziati i lavori per un nuovo ponte sul fiume Oglio che collega gli abitati a est del-la città con la superstrada, allentando la pressione sul centro storico. Oggi Darfo Boario Terme è anche “città europea dello sport” secondo il Coni: ma potrebbe anche dichiararsi “città della scuola” grazie al polo scolastico Olivelli-Putelli che ospita 1.500 stu-denti nei sette percorsi tra istruzione e formazione professionale, con un

strazione Abondio, dopo aver trovato l’acquirente, non si è fermata: oggi il Comune, infatti, grazie a una serie di operazioni multiple e ancora in atto, sta diventando di fatto il proprieta-rio dello storico parco termale dove

Come si riconoscono e affrontano i disturbi specifici dell’apprendimen-to? Rispondono i relatori della serata “Dislessia e dintorni” organizzata dal Comune di Coccaglio e inserita in un percorso di sostegno che coinvolge famiglie, scuola e istituzioni. L’appun-tamento è per mercoledì 29 febbraio alle 20.30 nella Casa della solidarietà di Coccaglio (ingresso libero) e vedrà presenti il sindaco Franco Claretti e il dirigente scolastico Roberto Orlan-

di, insieme all’insegnante Mariagrazia Gozio, rappresentante provinciale Aid; a Francesco Vertua, che presen-terà il libro autobiografico “Dislessia” e allo psicologo dell’Asl, Augusto Bu-ratti. La serata fa da corollario ai due gruppi di supporto che l’assessorato alla Pubblica istruzione e Politiche giovanili rappresentato da Monica Lu-patini, in collaborazione con l’Istituto comprensivo e la cooperativa sociale il Nucleo, attiverà dal 28 febbraio: uno

per alunni della scuola primaria e se-condaria di primo grado e l’altro per genitori. Il laboratorio prosegue fino a giugno e si svolge il martedì dalle 14.30 alle 16 per la scuola secondaria e dalle 16.30 alle 18 per il gruppo del-la primaria, più un incontro mensile di due ore (per un totale di otto) coi genitori, da abbinare ad altre ore di verifica dei servizi. I gruppi saranno di massimo 10 alunni, su segnalazio-ne degli insegnanti.

grande istituto alberghiero e la nasci-ta del Cfp Zanardelli nel complesso della ex-Consolata, mentre nello sto-rico Palazzo Zattini di via Cimavilla ha trovato sede anche la St. George University, nell’ex-convento di via Quarteroni l’Università per infermie-ri e il Conservatorio Luca Marenzio. Francesco Abondio è attualmente an-che presidente della Conferenza dei sindaci presso l’Asl Vallecamonica-Sebino e presidente di Vallecamoni-ca servizi vendite. Come sindaco ha lavorato bene e ora può gustarsi, a buon diritto, una bella conclusione del suo mandato.

Temi e figure della teologia evangelica del Novecento è il titolo del 6° corso sull’ecumenismo promosso dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo diretto da don Claudio Zanardini. Il corso inizia sabato 3 marzo con il prof. Jörg Lauster, docente nella facoltà di teologia evangelica all’università di Magonza, che parla alle 14.30 di “Rudolf Bultmann e il programma della demitizzazione”; alle 16 tocca a don Flavio Dalla Vecchia affrontare l’argomento “Lo sviluppo

dei metodi dell’esegesi biblica”. Sabato 10 marzo, invece, Karl Barth e la teologia dialettica vengono affrontati alle 14.30 da padre Rosino Gibellini (direttore editoriale della Queriniana), mentre alle 16.30 don Angelo Maffeis si sofferma su “La teologia di fronte al totalitarismo nazista”. Sabato 17 marzo, infine, don Giuseppe Accordini fa una relazione su “Wolfhart Pannenberg e la riscoperta della storia”; alle 16 la pastora della Chiesa valdese di Brescia, Anne Zell, interviene su

“La concezione protestante della Chiesa”. Il corso si tiene, quindi, in tre giornate al Centro pastorale Paolo VI. Le iscrizioni si ricevono presso la Curia entro il 27 febbraio, telefonando al numero 0303722226, oppure online sul sito www.diocesi.brescia.it/corsoecumenismo. La quota di iscrizione è di 30 euro. Nelle precedenti edizioni si era parlato di Chiese ortodosse, Chiese della Riforma, storia del movimento ecumenico, ebraismo e divina liturgia nell’Oriente cristiano.

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itorna l’esperienza de “La Notte del Sacro”, che na-sce da una proposta for-mulata dall’Ambito terri-torio e cultura dell’unità

pastorale del Centro storico – con-divisa e ampiamente supportata dall’amministrazione comunale – per promuovere e valorizzare l’ingente patrimonio artistico custodito nelle chiese bresciane. Convinta che il pri-mo passo per una piena e concreta valorizzazione di tale tesoro artistico sia quello di farlo conoscere e gustare, l’unità pastorale ha ideato una mani-festazione che prevedesse diversi per-corsi di avvicinamento al patrimonio artistico: visite guidate, eventi artisti-ci (musicali, teatrali, cinematografi-ci), approfondimenti storico-artistici accanto a letture teologico-spirituali delle opere d’arte, produzione di bro-chure e schede per una maggiore co-noscenza e fruizione del patrimonio artistico. Tutto questo in orari incon-sueti, almeno oggi, per una chiesa: dalle 19.30 alla mezzanotte. In que-sta terza edizione il fulcro delle visi-te guidate e degli eventi artistici non saranno più le chiese, bensì i chiostri della città, ambienti sacri ancora oggi

molto affascinanti e che tanto dicono della storia e della spiritualità della città. Sono stati scelti nove luoghi, al-cuni già noti, altri sconosciuti o “na-scosti”: il chiostro di San Francesco d’Assisi; il chiostro dei Santi Cosma e Damiano (via dei Mille, 41 e attual-mente sede della Rsa “La Residenza”); i chiostri di San Faustino (attualmen-te sede della Facoltà di economia); il chiostro di San Giovanni Evangelista; i chiostri di Sant’Afra in Sant’Eufemia (via Callegari, 1 – attualmente sede del Centro documentale del Distret-to militare di Brescia); il chiostro di Santa Croce delle Ancelle della Carità di via Moretto; i chiostri di San Pietro in Oliveto (via del Castello, 10 – Mo-nastero dei Frati Carmelitani Scalzi); i chiostri di San Cristo dei missionari Saveriani; i chiostri di San Giuseppe presso il Museo diocesano di Brescia. Rimangono inalterati gli obiettivi e le

finalità dell’iniziativa: in primo luogo la valorizzazione e promozione dell’in-gente e ricco patrimonio storico-arti-stico custodito nelle numerose chiese e strutture monastiche presenti all’in-terno del centro storico di Brescia e che per vari motivi rischia di non essere sufficientemente conosciuto e apprezzato dai bresciani. Ognuno dei nove chiostri indicati sarà ogget-to di una specifica visita guidata, a partire da sabato 26 febbraio e lungo tutto il mese di marzo. Questo itine-rario si concluderà sabato 21 aprile, data prescelta per la Notte nel Sacro, in cui i chiostri rimarranno aperti al-le visite fino alla mezzanotte e ospi-teranno diversi eventi di carattere musicale, teatrale e poetico che ne rimarcheranno il significato simbo-lico-spirituale. Lo spettacolo teatrale conclusivo sarà “Apocalisse” di e con Lucilla Giagnoni.

La Compagnia dei Custodi delle San-te Croci propone un ciclo di appunta-menti che avrà come tema “Le figure veterotestamentarie del Cristo”, arti-colato in cinque meditazioni che ver-ranno dettate ogni venerdì, dal 2 al 30 marzo, in occasione degli incontri di preghiera delle ore 20.30 in Cattedra-le. L’introduzione all’argomento è di mons. Monari che il mercoledì delle ceneri ha aperto la riflessione in me-rito a quello che, secondo mons. Ivo Panteghini, cappellano della Compa-gnia, è “un tema che con una duplice valenza: teologica, perché induce al-la riflessione sul concetto di profezia, e apologetica, che mira a difendere, dunque, la fede”. Sarà ancora Monari a inaugurare il primo venerdì di me-ditazione, proponendo la riflessione in merito a “Profezia e Compimento”. “La presenza del Vescovo nei primi due incontri precisa mons. Panteghi-ni intende essere funzionale a dare a chi ascolta gli strumenti per capire il concetto controverso e spesso frain-teso di profezia, individuando quan-do l’Antico Testamento possa dirsi profetico di Cristo e quali passi ne facciano riferimento”. A seguire inter-verranno relatori che si occuperanno nel dettaglio di quattro figure emble-matiche: Andrea Tornielli si sofferme-rà su “Abele il giusto” (9 marzo); don Angelo Maffeis, docente di Ecclesio-logia presso il Seminario si occuperà de “L’obbedienza di Abramo” (16 mar-zo), mentre mons. Vincenzo Zani, sot-tosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, parlerà di “Giu-seppe: il venduto” (23 marzo). Infine,

il 30 marzo, l’ultima riflessione verrà affidata a padre Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, e sarà dedica-ta a “Isacco: il sacrificio incompiuto”. “La riflessione sul concetto di profezia potrebbe proseguire l’anno prossimo anticipa mons. Panteghini perché

l’intento sarebbe di proporre nel 2013 la meditazione in merito ai 362 passi dell’Antico Testamento considerati profetici dalla teologia”.

I Frati minori conventuali di San Francesco d’Assisi di Brescia promuovono dei momenti di preghiera e riflessione durante la Quaresima. Tutti i lunedì di Quaresima a partire dal 27 febbraio, alle 19.30 sarà possibile partecipare alla “cena povera” nel refettorio del convento di S. Francesco; si condivide con i frati e i postulanti un piatto di minestra, del pane e l’acqua. L’iniziativa si svolge in un clima di silenzio, di raccoglimento e di ascolto. Segue la proiezione di

un filmato dedicato ai “martiri del Novecento”. L’incontro si conclude con la preghiera di compieta. Una proposta che contiene l’invito a destinare ai poveri il corrispondente della cena che normalmente viene consumata. Le offerte raccolte verranno utilizzate per sostenere un centro per bambini malati di lebbra a Van Mon nel Vietnam del Nord e in particolare per favorire la formazione di due giovani francescani, Huong e Vu che sono stati scelti per frequentare un corso

biennale di formazione medica, per poter assistere al meglio i ragazzi del centro e prendersi cura dei vecchi pazienti che vivono nella vicina colonia. Per chi vuole approfittare della pausa pranzo per un momento di devozione c’è l’opportunità della “preghiera in pausa pranzo” in programma tutti i venerdì di Quaresima: 2, 9, 16, 23 e 30 marzo dalle ore 13.15 alle 14 presso la Chiesa di S. Francesco a Brescia. È il quinto anno che viene presentato questo spazio

di preghiera, quest’anno il tema sarà “Se vuoi puoi guarirmi - Gesù incontra e accoglie l’umanità ferita”. Gli incontri saranno guidati da padre Leopoldo Fior con il commento musicale di padre Mario Lorandi. A queste proposte si aggiungono altri momenti: la Via Crucis ogni venerdì sera alle 18.30; la lectio divina il mercoledì sera alle 20.30, l’adorazione eucaristica tutti i giovedì alle 20.30 nella cappella del Postulato e la recita quotidiana del Rosario alle 18. (a.t.)

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Aumenta il consumo, fra i giovani (ma non solo) delle sostanze stupefacenti, ma molto spesso il mondo adulto non ha gli strumenti per comprendere fino in fondo il problema e le relative conseguenze. A Roncadelle è stato pensato un percorso rivolto agli adulti, prima conoscitivo e poi formativo, sui mondi, spesso purtroppo interconnessi, degli adolescenti e delle sostanze stupefacenti. A farsi promotore è il “Tavolo delle politiche giovanili”,

al quale fanno riferimento il Comune, la parrocchia, il gruppo giovani, l’oratorio, i genitori della scuola media, il gruppo scout e il centro sportivo, con il duplice obiettivo di prevenire il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani e di fornire agli educatori uno strumento efficace per affrontare il problema. Si comincia con due serate presso la sala consiliare di via Roma, con inizio alle 20.30. Martedì 28 febbraio sul tema “Il fenomeno

dell’uso di sostanze e le strategie di prevenzione” interviene Margherita Marella, responsabile del Dipartimento Dipendenze Asl Brescia. Martedì 6 marzo il pedagogista Uber Sossi spiega, invece, “L’occasione evolutiva dell’adolescenza e il ruolo dell’adulto accompagnatore del percorso di crescita”. A seguire verranno attivati un percorso formativo, a numero chiuso, rivolto agli adulti, per aiutarli a diventare figure competenti

e autorevoli sul tema giovani e consumo di sostanze e uno spazio d’ascolto relativo alle sostanze stupefacenti, rivolto ad adolescenti e giovani, alle famiglie e alle figure adulte di riferimento per i ragazzi, per fornire consulenza e informazioni specifiche sulle droghe, ma anche sostegno su situazioni di possibile utilizzo. Lo spazio di ascolto si attiva chiamando il numero 3358771762 o rivolgendosi alle assistenti sociali del Comune. (v.b.)

n percorso infinito, fat-to di quattro inchieste diverse, di tre filoni di indagine principali che hanno dato vita ad al-

trettanti processi, tutti conclusi con l’assoluzione degli imputati. Anche quest’ultima inchiesta, che ha portato alla sbarra il gruppo neofascista vene-to capeggiato da Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi, accusato di aver proget-tato e organizzato la strage, e insieme a loro altri esponenti dell’estrema de-stra e l’allora capitano dei Carabinieri Delfino, si è concluso in primo grado con il generale proscioglimento degli accusati. La sentenza della Corte d’As-sise di Brescia è apparsa un po’ pove-ra e poco convincente, si è dedicata quasi per intero all’analisi e illustra-zione di questioni tecniche in ordine alla valutazione delle prove acquisite nel corso del procedimento, e ha fini-to col perdere di vista una valutazione complessiva della vicenda processua-le, che forse poteva condurre a esiti parzialmente diversi. Su tali lacune si sono concentrati i pubblici ministeri e le difese di parte civile per motivare le censure alla sentenza, e introdurre i motivi di appello, che ora saranno va-lutati dalla Corte d’Assise d’appello. Il sentimento che anima noi familiari è principalmente quello dell’attesa, con-dita da un pizzico di speranza e anche un filo di disillusione. Siamo consa-pevoli che questa è forse l’ultima oc-

casione per la giustizia italiana, e per il Paese, di poter giungere alla verità giudiziaria su un delitto che ha pro-fanato la piazza principale della città. E sappiamo che, se questa occasione sarà mancata, la fioca luce che si è nuovamente accesa attorno al destino dei nostri cari si spegnerà, e noi fini-

remo col rimanere da soli a chieder-ci chi decise di sacrificare le loro vite. Ciò che ci interessa, e ciò che credo debba interessare la città, è l’approdo all’unica verità, che si può raggiunge-re solo con uno sguardo processuale ampio, una valutazione equilibrata di prove e riscontri, un esame accurato e non reticente dell’intera vicenda. Quale che sia l’esito del processo, è certo che da esso si potranno trarre ulteriori elementi per comporre quel complesso mosaico che già oggi con-sente di valutare in modo sufficien-temente compiuto il periodo storico nel quale avvenne la strage. Ma quel-la verità storica, che pure appare già sostanzialmente acquisita, non ba-sta: perché il terreno su cui si misura la democrazia, come insegnava Aldo Moro, non è solo quello del rispetto formale delle regole, ma è anche e so-prattutto quello della giustizia. Non può esistere una democrazia senza la giustizia, senza cioè la capacità di garantire l’attuazione e il rispetto del principio in forza del quale le ragioni sono tutelate, i torti sono puniti, e i danni sono riparati. L’assenza della verità processuale, la mancata indi-viduazione e punizione dei colpevo-li, e dunque la denegata giustizia su un delitto così rilevante e importante nella vita della città e del Paese, costi-tuisce allora non solo motivo di soffe-renza per i familiari, ma una sconfitta pesante per la democrazia.

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oco prima della scaden-za del mandato gestiona-le che avverrà nell’immi-nente primavera, Brescia-tourism, per il tramite del

presidente Paolo Rossi e dell’ammi-nistratore delegato Alessio Merigo, ha tracciato le linee d’impegno della struttura per il 2012. “Il turismo bre-sciano ha chiuso il 2011 in crescita, con la provincia che ha compensato il segno negativo della città – ha det-to Paolo Rossi – e il 2012 si presen-ta, per una serie di circostanze che coinvolgono Italia ed Europa, come un anno più incerto e per tale ragio-ne è stato predisposto un ventaglio di iniziative promozionali tese al so-stegno degli operatori locali. I turisti della provincia sono per il 50% italia-ni e fra gli stranieri brillano i tedeschi – vero nostro punto di forza, ha so-stenuto Rossi – assieme a olandesi, belgi e austriaci e i nostri sforzi so-no orientati alla presenza nelle prin-cipali fiere di settore nella vecchia

“Dare la Parola alla famiglia: In cammino verso l’Incontro mondiale delle famiglie” è il tema della tavola rotonda organizzata dall’Istituto Pro Familia in programma domenica 26 febbraio alle 15 presso la sede stessa dell’Istituto a Brescia in via della Lama, 61. Il 7° Incontro mondiale delle famiglie dal titolo: “La famiglia, il lavoro e la festa” si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Si parte dalla famiglia, quale affermazione forte di un

valore basilare della società e della Chiesa (cellula fondamentale, secondo il fondatore dell’Istituto, il Servo Dio don Zuaboni) per aprirla al mondo: il lavoro e la festa sono modi con cui la famiglia abita lo “spazio” sociale e vive il “tempo” umano. “Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la

Chiesa. La Sacra Scrittura ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a recuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità

e della solidarietà” (Benedetto XVI, Catechesi preparatorie per l’Incontro mondiale delle famiglie). Alla tavola rotonda partecipano don Flavio Dalla Vecchia, docente di Sacra Scrittura e Francesco Zanotti (nella foto), giornalista e presidente della Fisc (Federazione italiana dei settimanali cattolici). Coordina mons. Gabriele Filippini. La partecipazione è aperta a tutti. Per informazioni rivolgersi al Pro Familia di Brescia telefonando al numero 030.46358 – 030.292286.

Europa, con momenti speciali dedi-cati all’area Bric, acronimo di Brasi-le, Russia, India e Cina, territori con un potenziale turistico impensabile e da conquistare. Saremo presenti a eventi particolari a Berlino, Mosca e Vienna, ma, vera novità di quest’an-no, intensificheremo il rapporto con chi utilizza la Rete, vero mezzo del futuro, attraverso campagne pub-blicitarie primaverili e autunnali sui principali social network, sempre più usati da un pubblico che non si limita ai giovani. Bresciatourism è l’unica realtà bre-sciana che, per conto di 40 soggetti legati al turismo, compie continui sforzi per la valorizzazione del nostro territorio – ha continuato Paolo Ros-si – e devo confessare il rammarico che provo di fronte all’assenza di un progetto istituzionale comunicativo ‘forte’, basato sul recente ricono-scimento che l’Unesco ha concesso alla città, così come auspico che la prossima gestione locale della Mille Miglia sappia mantenere i livelli di ri-conoscimento mondiale raggiunti da quella uscente. Purtroppo, ulteriore

motivo di rammarico ed ennesima occasione mancata – ha chiosato Pa-olo Rossi – l’aeroporto di Montichiari non ha avuto gli sviluppi per troppi anni annunciati e questo ha contri-buito al mancato sviluppo di alcune peculiarità del nostro territorio, qua-li, per citare un solo esempio, il radi-camento del polo golfistico, che, per numero e posizione dei campi, con-sente la pratica di questo sport per 10-11 mesi all’anno”. “Per il 2012 è previsto un investimento di un milio-ne e 385mila euro, per buona parte, 1,2 milioni, per opera della Camera di Commercio – ha detto Alessio Meri-go – e, a fronte dello scemare dei tour operator, Bresciatourism valorizzerà nella dozzina di fiere cui presenzierà quelle opportunità che ancora non lo sono state, perché il turismo non è ancora considerato come fattore trainante della nostra economia, ma è ritenuto un elemento residuale di altri settori. Oggi Brescia non è più solo laghi – ha aggiunto Merigo – così come il turismo deve essere conside-rato componente importante del Pil territoriale”.

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Le Olimpiadi erano il tema. E ognuno le ha declinate a suo modo: chi come l’oratorio di Sant’Anna ha ripreso il personaggio di Asterix alle Olimpiadi con tanto di biga e di soldati al seguito, chi come Santo Spirito ha messo in scena le discipline dei cinque cerchi olimpici. Tutti, però, hanno messo l’impegno e hanno speso tante serate per curare l’allestimento dei carri e per preparare i costumi. I più divertiti erano, forse, i genitori, che non si sono presi sul serio e

per un pomeriggio hanno lasciato a casa il peso della quotidianità. A ruota tanti bambini e ragazzi che con coriandoli, stelle filanti e bombolette spray hanno colorato il percorso dei carri dall’oratorio di Urago Mella a quello di Sant’Antonio. Nel carnevale erano coinvolti ben sei oratori per un bel colpo d’occhio che ha contagiato anche la zona ovest della città: Sant’Anna, Sant’Antonio, Santa Giovanna Antida, Santo Spirito, Torricella e Urago Mella hanno

partecipato con entusiasmo trascinati dai loro curati e dai loro parroci. Per tutti, poi, prima del ritorno a casa un poco più stanchi, c’è stato un momento di ristoro tra lattughe, frittelle e dolci di ogni tipo. A Sant’Antonio ha trovato posto anche uno spazio dedicato alla solidarietà con il mercatino benefico “Un pozzo per padre John” a sostegno di questo missionario che prosegue in Sud Sudan l’opera di mons. Cesare Mazzolari. Vivere l’oratorio è anche questo.

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l pellegrinaggio è pratica antica; di natura penitenziale o devo-zionale faceva comunque parte di un “andare” come processo di conversione, di rinnovamen-

to del cuore. Altrettanto antica è la fi-gura del pellegrino, non nel significato etimologico di “straniero” che si reca-va a Roma per scopi religiosi, ma nel significato di homo viator, dell’uomo consapevole di compiere un cammino seguendo le tracce di Cristo. Nell’ot-tica della finalità devozionale, la par-rocchia di Manerbio, grazie anche all’impegno del suo parroco, mons. Tino Clementi, da sempre anima dei viaggi di fede, ha stilato un calendario di pellegrinaggi che caratterizzeranno tutto questo anno (per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere all’Ufficio parrocchiale); diverse sono le date, diverse le destinazioni, ma la finali-tà è unica: andare come momento di approfondimento della fede, e vivere un cammino devozionale. Il primo ap-puntamento è per il 5 maggio con de-stinazione Caravaggio: la meta è stata scelta in collaborazione con il gruppo sportivo della Steam Boiler: a piedi, in bicicletta, in auto o in pullman sono le modalità lasciate alla libera scelta

per raggiungere il santuario mariano. Dopo alcuni giorni altra destinazione mariana; il 16 maggio sarà giorno di pellegrinaggio a Lourdes; una giorna-ta sola, ma certamente carica di inten-sità di fede. Manerbio non vuole poi mancare alla giornata mondiale per le famiglie a Milano, e così il 2 e il 3 di giugno si stringerà intorno al Papa nel capoluogo lombardo. Il “Grup-po di Santa Rita”, attivo nelle attività parrocchiali della cittadina, propone per il 3 e 4 giugno un’uscita al Santo Monte di Varese, Stresa, Isola Bel-la, Orta con il Monte dedicato a San Francesco e l’Isola di San Giulio: nel monastero benedettino, il gruppo di Manerbio incontrerà la propria con-cittadina, suor Giuseppina Montanini. Maria è ancora al centro del pellegri-naggio a Fatima proposto dal 15 al 18 giugno; mentre dal 14 al 21 agosto i giovani sono attesi in Terra Santa: è

questa un’occasione offerta ai giovani per trascorrere una porzione d’estate in modo alternativo, e vedere diretta-mente i luoghi della vita e della predi-cazione di Gesù. Specificamente per le famiglie è pensato il pellegrinaggio ad Assisi dal 18 al 21 agosto; mentre il gruppo culturale “San Lorenzo” in-vita tutti, dal 18 al 25 agosto, a Cipro, per ripercorrere il primo viaggio apo-stolico di San Paolo. Non mancano le iniziative autunnali: l’11 ottobre 2012 inizierà l’anno della fede; e il primo appuntamento, dal 12 al 16 novem-bre, sarà un viaggio a Roma. Subiaco, L’Aquila, Fermo (con visita alla tom-ba di mons. Gennaro Franceschetti) e Loreto. Proposte diverse, che de-vono essere poste nella giusta ottica e comprese alla luce della parola del salmista “Beato chi trova in te la sua forza/ e decide nel suo cuore il santo viaggio”. (Salmo 84).

La tutela dell’ambiente e del territo-rio sono da sempre il cavallo di batta-glia del circolo Legambiente: anche a Montichiari, grazie all’opera di diver-si volontari guidati dalla presidente Aura Bertoni (nella foto), il 2012 è già pieno di interessanti iniziative al riguardo. La sezione monteclarense, in collaborazione con l’Istituto sco-lastico superiore Don Milani e il Di-stretto dei soci Coop consumatori Nord-Est Montichiari, ha organizzato una serie di quattro incontri (aperti a tutta la popolazione) con esperti del settore in grado di fare chiarezza su alcune tematiche specifiche. Sabato 25 febbraio alle 9.30 al Gardaforum di via Trieste si inizia con un dibat-tito su “Quale alimentazione e quale agricoltura per il futuro del pianeta”: interverrà Gianni Tamino, docente di Biologia nell’Università di Padova ed ex parlamentare nazionale ed euro-peo. Sabato 31 marzo alle 9 sempre al Gardaforum sarà, invece, la volta de “La natura non produce rifiuti, ricicla. Ma l’uomo?”, incontro al quale parte-ciperanno Walter Ganapini, membro onorario del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente e Giuseppe Magro, presidente della sezione italiana dell’Iaia. Il terzo ap-puntamento è in programma venerdì 27 aprile alle 20.45 con un dibattito su “Escavazione e cementificazione crescenti: limitare il consumo di suolo per valorizzare paesaggio, agricoltura, storia e cultura dei territori”: l’evento sarà illustrato da Damiano Di Simine, presidente Legambiente della Lom-bardia e Mauro Donda, direttore del-

la Coldiretti di Brescia. La chiusura dei quattro appuntamenti (a ingresso libero) si terrà nella mattinata di sa-bato 26 maggio con una scampagnata fuori porta in bicicletta: verrà effet-tuata un’escursione tra cave e disca-riche della brughiera monteclarense, alla presenza delle classi dell’Istituto superiore Don Milani, per “verifica-re” sul campo la situazione. Per info, [email protected]. (f.m.)

Siamo venuti per adorarlo. I Magi entrarono a uno a uno nella grotta per adorare il Bambino avvolto in fasce, oggi a distanza di 2000 anni molte comunità si mettono in adorazione davanti al Corpo di Cristo. Ieri come oggi l’adorazione è un cercare di mettersi in ascolto di Dio per rileggere la propria esperienza quotidiana. In diocesi sono diverse le realtà (Borgosatollo, Capitanio e Gerosa, Novagli…) che sperimentano l’adorazione perpetua, coinvolgendo le comunità

nella custodia dell’eucaristia. La parrocchia di Borgosatollo, in particolare, è stata la prima a partire nell’ottobre del 2010. Ancora oggi i circa 150 adoratori si dividono le ore della giornate (24 ore su 24) e tengono fede all’impegno preso con se stessi e con Dio. E così la cappella adibita ad hoc diventa quasi un rifugio dove mettere dentro la testa per sentirsi un po’ più sicuri, per sentirsi un po’ più amati. Capita anche di vedere tante persone che si ritagliano anche

solo pochi minuti per “fare un salto all’adorazione”. La comunità, sull’esempio del parroco don Gino, si ritrova così in adorazione. E se nel paese alle porte della città, all’inizio era vista come una novità (non mancavano gli scettici), adesso l’adorazione è parte integrante della crescita pastorale della comunità. Certo la capacità del parroco è anche di stimolare i suoi fedeli: non mancano, infatti, le occasioni dove ricorda l’importanza della preghiera. Si prega per se

stessi, per la propria famiglia ma soprattutto per gli altri, per i cari defunti, per le persone dimenticate e anche per quelle persone con le quali magari abbiamo avuto qualche problema. L’essenziale è, comunque, la capacità di mettersi in silenzio e in ascolto (non è cosa scontata) di una voce che parla al cuore con tutti i limiti insiti nell’uomo. C’è la fatica indubbiamente di tenere fede a una promessa, ma c’è anche la gioia di uscire liberati anche solo per un’ora dalle fatiche quotidiane.

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li interrogativi che ri-guardano il futuro dei giovani sono all’ordi-ne del giorno in questi tempi difficili e le per-

plessità non riguardano solamente gli aspetti legati al lavoro e al teno-re di vita, ma anche e soprattutto la questione educativa: si lamenta, infatti, da più parti la perdita dei tradizionali punti di riferimento e il senso di precarietà che sta ac-compagnando l’evolversi della no-stra società. Da più parti si tenta di rispondere tramite iniziative che coinvolgano le principali agenzie educative sul territorio, come nel caso dei “Dialoghi sull’educazione” al via dalla settimana prossima a Orzinuovi. Promossi dalla Consul-ta dei dirigenti delle scuole orcea-ne e dall’assessorato alla Pubblica

na e Luciana Ferraboschi, dirigente scolastica a Manerbio) agli stranie-ri, insieme a tutto ciò che concerne la cittadinanza e il futuro del nostro Paese. E poi ancora una finestra

aperta sul mondo del lavoro, gra-zie al dialogo con figure impren-ditoriali come Angelo Baronchelli ed Eugenio Massetti, e il valore del tessuto territoriale, scandagliato

Un successo oltre le aspettative per il debutto dello spettacolo teatrale “La superficie tranquilla dell’acquario”, andato in scena lo scorso 3 e 4 febbraio presso il Teatro di Pontevico. La produzione, a cura della cooperativa sociale Il Gabbiano e dell’associazione culturale ControSenso, è parte di un progetto più ampio che impegna la cooperativa nella sperimentazione del linguaggio artistico come veicolo per riflettere sulle tematiche dei servizi di cui si occupa da oltre

20 anni. Il format dello spettacolo è stato quello di una lettura scenica, con parti in prosa e di teatro danza, ispirato al testo di Josè Saramago “Le intermittenze della morte”. Gli attori Francesco Godina e Massimiliano Grazioli (anche regista e autore dell’adattamento del testo) e la danzatrice e coreografa Enrica Olivari hanno raccontato lo scenario difficile e divertente, appassionato e contradditorio della vita vista con gli occhi della morte. La morte teatrale è stata un modo “altro” per

affrontare le tematiche delle cure palliative, poco conosciute e troppo fraintese. L’incasso delle serate è stato destinato al miglioramento degli standard di cura e assistenza offerti dall’hospice “Il Gabbiano” nell’ex ospedale di Pontevico. L’obiettivo è di promuovere nella comunità una riflessione attorno ai delicati temi con cui i servizi della Cooperativa si confrontano quotidianamente. Il Gabbiano sta valutando di riproporre l’esperienza in un progetto itinerante.

con la testimonianza di esponenti delle associazioni Libera e Grup-po Abele. Il gran finale sarà dedi-cato allo sport con una presenza d’eccezione: l’allenatore della Na-zionale di calcio Cesare Prandelli, orceano doc, che insieme a Paola Ferrari, educatrice e volontaria in gruppi giovanili, interverrà il 14 aprile alle 20.30 presso l’oratorio. La serata, coronamento del percor-so, ovviamente riguarderà l’attività sportiva come veicolo privilegiato di trasmissione di valori.

istruzione, essi fanno parte di un più ampio “Patto per l’educazione” che punta a coinvolgere una plura-lità di soggetti, dalle realtà sportive a quelle imprenditoriali, dagli ora-tori alle associazioni di volontaria-to, senza dimenticare ovviamente genitori, studenti e docenti. L’auspi-cio degli organizzatori è quello di stringere una nuova alleanza edu-cativa, in cui tutti possano ricono-scersi: per questo motivo sono stati scelti come sedi delle serate alcuni luoghi della città particolarmente significativi per diversi aspetti: la scuola primaria e il centro cultura-le “Aldo Moro”, la sala Ab e l’ora-torio. Il ciclo “Dialoghi sull’educa-zione” si articolerà in sei incontri, che esploreranno altrettanti ambi-ti strettamente legati alle temati-che educative: si comincia con la famiglia martedì 28 febbraio alle 20.30 presso l’istituto Sacra Fami-glia con gli interventi di Domenico Simeone, presidente dei consultori familiari, e Pier Paolo Triani, diret-tore della rivista “Scuola e didatti-ca”. Il programma si protrarrà in seguito fino al 14 aprile e di volta in volta il discorso verrà declinato su versanti diversi: dalla scuola, con le sfide che essa è chiamata ad affrontare (relatori Italo Fiorin, direttore di Scuola italiana moder-

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un bel sogno che si rea-lizza per chi ama scopri-re in bicicletta angoli na-scosti ancora suggestivi a ridosso del Mella: viene

eliminata l'interruzione che accoglie e lascia smarrito il ciclista partito da Brescia verso la valle, sul percorso esistente, quando arriva nei pressi del vecchio ponte a Pregno, quello che af-fianca l’attuale provinciale. Al di là di questo, poco lontano, riparte, ad oggi irraggiungibile, la pista sempre sulla riva del Mella verso Brozzo. Si tratta di un investimento di circa 450mila euro che valorizza e dà compiuta funziona-lità agli interventi già fatti a più riprese sui due tratti ora separati fisicamente in territorio di Villa Carcina. Con grafi-ci, foto, simulazioni è stato presentato in Comunità montana dal presidente Bruno Bettinsoli col sindaco di Villa Carcina Gianmaria Giraudini assieme a Giambattista Poli e Rosaria Paterlini rispettivamente rappresentante del-la Valtrompia e funzionaria nel Gal (gruppo azione locale) Golem, la so-cietà consortile pubblico-privata na-ta nel 2009 per operare all’interno del Piano di sviluppo locale (Pisl), che ha dato il contributo decisivo per l’ope-ra. Il Gal finanzia con fondi regiona-li, disponibili su misure di intervento europee, progetti sul territorio Sebi-no-Valtrompia nel settore agro-silvo-pastorale, promuovendone le risor-

se ai fini produttivi (alpeggi ecc.) e turistici. In Valtrompia ha finanziato cinque progetti per 1,3 milioni. Uno di questi riguarda l’intervento per la pista ciclabile a Pregno: su un pre-ventivo di 330mila euro, ha concesso un contributo in capo alla Comunità montana di 263mila euro. Si aggiungo-

Fondazione Le Rondini e teatro è un binomio oramai assodato da tempo. L’organizzazione che racchiude ope-ratori e volontari della Residenza per ammalati e anziani di Lumezza-ne, presieduta da Massimo Bossini, vuole continuare a solcare la strada già tracciata negli anni scorsi, pro-ponendo un nuovo spettacolo dal titolo “Viaggio nei colori della sag-gezza”. La rappresentazione prevede

il coinvolgimento attivo degli stessi ospiti della residenza, coaudiuvati da un nutrito numero di parenti, volon-tari e amici che, con grande passio-ne, prestano quotidianamente la loro opera presso la struttura valgobbina, diretta dalla dott.ssa Elena Valentini. L’ opera teatrale, come scritto sulla locandina di presentazione, coinvol-gerà emotivamente tutto il pubblico presente: annotazione certamente

importante, che conferma il taglio dato a tutti gli spettacoli. È sempre toccante e di grande impatto emotivo infatti vedere le persone che solita-mente si incontrano nei corridoi del-le Rondini trasformarsi per una sera in attori, protagonisti della scena.L’appuntamento è per sabato 3 mar-zo, alle ore 20.45 presso il Teatro co-munale Odeon, in via Marconi 5, con ingresso libero.

Per una vita ha fatto il meccanico nella costruzione degli stampi, poi è divenuto apprezzato artigiano di sculture in bronzo. Si chiama Oreste Pezzola, ha 84 anni e, pur essendo nato nella Bassa (a Orzinuovi) da sempre è lumezzanese. Proprio in Valgobbia ha cominciato negli anni Settanta a dedicarsi al mondo dell’arte, realizzando sinora una cinquantina di opere, molte sparse sul territorio valgobbino e alcune delle quali

nel 2010 giunsero perfino a Roma, destinazione Città del Vaticano. Fare lo scultore è un lavoro lungo e paziente che logora l’istintività dell’artista e la creatività, nell’intuizione intimistica, del proprio carattere fino ai limiti di una realtà sognata e trasfigurata. Ora Oreste Pezzola ha allestito una galleria permanente presso il civico 41 di via Ragazzi del ’99 a Lumezzane Sant’Apollonio, con opere che sono visibili su internet all’indirizzo www.pezzola.com.

In che situazione versa, oggi, il mondo del lavoro? E se si parla di riforma del lavoro, quali sono i nodi da sciogliere? Anche Lumezzane sente la morsa della crisi economica e molte aziende sono in forte calo di produzione, alcune di esse sono costrette a chiudere. Il Partito democratico organizza una serata, lunedì 27 febbraio con inizio alle 20.45, presso la sala “Gasparotto” di via Caselli 5 a Lumezzane Fontana per presentare anche delle

proposte. L’intento dell’incontro è quello di conoscere meglio la situazione lavorativa sul territorio e di aprire anche un dibattito-confronto con i cittadini in merito alle proposte per il mondo del lavoro. Alla serata, che sarà tenuta da Paolo Pagani (responsabile provinciale del Pd) sono attesi alcuni referenti del mondo sindacale, imprenditoriale e del comitato commercianti di Lumezzane.

no altre risorse del Comune e 150mi-la euro della Comunità per opere di completamento. L’intervento è stato denominato “Infrastrutturazione del corridoio culturale ciclo-turistico del-la Valtrompia”. Il nucleo sta nel manu-fatto elicoidale che dall'interruzione attuale sul Mella supera la provinciale con un sottopasso e risale sul ponte di Pregno riportandosi verso il fiume. Qui un chiosco multimediale fornirà informazioni: dall'illustrazione dei beni culturali ai locali di ristoro. Poi il ciclista proseguirà sul nuovo tratto in un progetto facilmente realizzabile (ex ferrovia): circa 500 metri per im-mettersi dietro Cogozzo sulla pista già esistente fino a Brozzo.

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na Quaresima dedicata alla riscoperta della Bib-bia e dell’eucaristia, ol-tre che del dialogo ecu-menico. Saranno questi i

due filoni principali del percorso qua-resimale organizzato dai frati Servi di Maria del Convento della Santissima Annunciata. L’Annunciata è uno dei punti di riferimento religiosi, spirituali e culturali della Franciacorta, anche grazie alla sua posizione centrale, sui primi contrafforti del Monte Orfano di Rovato. Per questo, gli appuntamenti messi in campo dai frati Servi di Maria abbracciano una platea di fedeli più ampia rispetto al solo bacino rovate-se. Proprio nella biblioteca del popo-loso centro dell’Ovest Bresciano, la “Cesare Cantù” di corso Bonomelli, 37, si terrà la prima iniziativa. Sabato 25 alle ore 20.30, lo psicologo Edoar-do Colombo terrà un incontro – dibat-tito su “La cittadinanza della coppia: i significati possibili”. La mattina do-po, domenica 26 febbraio, il via alla Quaresima con le Sante Messe e la celebrazione eucaristica. Mercoledì 7 marzo, invece, aprirà i battenti il semi-nario biblico “Eucaristia e riconcilia-zione”: due giorni di riflessioni e con-

divisioni curate da padre Alberto Mag-gi, del Centro studi biblici “Vannucci” che ha sede a Montefano, nelle Mar-che, presso il Convento di San Filippo Benizi dei Servi di Maria. Mercoledì 7 marzo, alle ore 20.30, ci si confronterà su “L’eucaristia come sovvertimento dei valori” (partendo dal Vangelo di Luca 12,35-40). Alle ore 21.30, inve-cem “Date loro voi stessi da mangia-re” (partendo dal Vangelo di Matteo 14,16). La serata successiva, giovedì 8 marzo, si comincia invece già dal tar-do pomeriggio, alle 17.30, con “L’eu-caristia come scandalo (argomento: il Vangelo di Giovanni 6,13). Infine, alle ore 21, “Il pane spezzato” (dal Vangelo di Matteo 26, 26-28). Gli appuntamenti della Quaresima al Convento dell’An-nunciata non finiscono comunque qui oltre alla normale liturgia di questo periodo dell’anno, si terranno infatti tre incontri biblici. Venerdì 16 mar-

zo, alle ore 20.30, “Il filo d’erba. Ri-conciliazione con il creato e le crea-ture” (relatore: Paolo De Benedetti). Mercoledì 21 marzo, ore 20.30: “Uniti nella diversità. La riconciliazione tra le Chiese”. All’Annunciata di Rovato arriverà come relatrice Lidia Maggi: teologa, la Maggi è pastora battista in servizio a Varese. Oltre alla cura delle chiese a lei affidate, si occupa di for-mazione e di dialogo ecumenico. È responsabile della rivista “La Scuola domenicale”. Collabora con diverse riviste cattoliche (Rocca, Mosaico di pace, Matrimonio fra le tante) e prote-stanti su temi biblici e di dialogo ecu-menico e interreligioso. Infine venerdì 30 marzo, ore 20.30: “Se non vi con-vertite, perirete tutti” (dal Vangelo di Luca 13,5), un incontro sulla possibile riconciliazione cristiana nel contesto contemporaneo. Ospite della serata: la pastora valdese Anne Zell.

“L’unione fa la forza” sostiene l’anti-co proverbio, ma nel caso specifico attuale e riguardante alcuni Comuni, fa anche la differenza in termini eco-nomici. Stimolati da questo duplice “vantaggio”, ben sette borghi francia-cortini Castegnato, Gussago (nella foto), Ospitaletto, Paderno Francia-corta, Passirano, Rodengo Saiano e Travagliato hanno pensato di alle-arsi e di stipulare accordi reciproci di collaborazione per la pianificazione e lo svolgimento di servizi di polizia locale. “La rinnovata decisione di ri-cercare sinergie spiegano gli inte-ressati deriva dalla comune neces-sità di potenziare il servizio di vigilan-za sull’intero territorio, sia per fatti di cronaca, che per far fronte alla generale carenza di personale negli Uffici di Polizia locale”. È così allora che, quando scarseggiano gli introi-ti e al contempo emerge la necessità di fornire un servizio efficiente alla popolazione, finalizzato soprattutto a garantire maggiore controllo e si-curezza, la soluzione si genera unen-do le energie e rafforzando l’insieme degli interventi, pur mantenendo l’in-dividuale coordinamento sul proprio territorio da parte di ciascuna ammi-nistrazione. “Come già avvenuto in passato – spiegano dai Comuni – la collaborazione scatterà anche dietro richiesta specifica della Prefettura di Brescia e sotto la direzione logistica della Questura, il tutto ai sensi della Legge 65/86 e della Legge regionale 4/2003, con i relativi protocolli d’in-tesa”. “L’impiego delle Polizie locali, che già negli anni precedenti ha dato

buoni risultati – ha commentato il vi-cesindaco di Castegnato, Patrizia Tu-relli – è previsto sia nelle ore diurne, che in quelle serali-notturne, al fine di contrastare i fenomeni di micro-criminalità diffusa, di prostituzione nella parte sud del paese, nonché le comuni violazioni al Codice del-la Strada, che provocano disordine e pericolo alla circolazione strada-le”. (a.s.)

Diverse difficoltà, differenti modi di affrontarle e altrettanti per risolverle. Non sempre, però, è semplice individuarne l’origine e la strada su cui procedere, specialmente quando si è soli e disorientati e le proprie scelte influiscono su quelle degli altri, come per esempio succede per i genitori nel confronto dei figli o per gli insegnanti coi propri studenti. In questo stadio entra in gioco l’azione dell’ascolto: efficace strategia terapeutica, in grado di alleviare

angosce e perplessità, aiutando a ristabilire quell’equilibrio interiore e quell’autostima personale di base. A volte, alla fase d’ascolto, basterebbe invece aggiungere un consiglio, un’opinione o un confronto per fare il punto della situazione, per chiarirsi le idee o semplicemente per ricevere qualche informazione o dialogare con qualcuno. Ispirato a questi intenti è nato lo spazio d’ascolto “My Space”, rivolto a tutti i genitori e gli insegnanti degli alunni frequentanti l’Istituto comprensivo

e la scuola per l’infanzia Urbani e Nespoli di Coccaglio che, insieme ad amministrazione e comunità Il Nucleo, hanno attivato il progetto da febbraio. La consulenza, gestita dalla psicologa Nadia Liborio (psicoterapeuta della cooperativa sociale di Chiari) è gratuita e vi si può accedere sia da soli, che in coppia, previo appuntamento telefonico obbligatorio allo 030/7721190. “A volte basta semplicemente un momento di pausa per fare il quadro della

situazione – puntualizzano gli organizzatori –: chiarirsi con se stessi, avvalendosi dell’aiuto di un professionista e godendo di uno spazio privilegiato di riservatezza e confidenzialità”. I colloqui si svolgono mensilmente nella scuola secondaria di I grado il sabato mattina (8-13) e in quella dell’Infanzia “Urbani e Nespoli” il lunedì pomeriggio (13.30-16.30), secondo il calendario: 27 febbraio, 10 e 26 marzo, 2 e 21 aprile, 7 e 26 maggio. (a.s.)

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Cresce l’attesa per la celebrazione dei sacri tridui dei defunti, che si svolgeranno il 24, 25 e 26 febbraio. Permette alla comunità parrocchiale di Santo Stefano di accostarsi al mistero della morte di Gesù e di ripensare a quella dei fratelli che hanno condiviso un pezzo di strada terrena. “È veramente giusto e doveroso – spiega il parroco di Rogno – elevare preghiere, suppliche e suffragi per i nostri cari che hanno terminato il loro cammino terreno”. Da don

Paolo Gheza arriva un invito: “Accostiamoci ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia e non lasciamo nessuno dei nostri defunti privi di aiuto, nessuno si senta dimenticato. Molti hanno molte cose da dire, da suggerire per arrivare il più preparati possibile all’incontro di Dio”. Predicatore dei tridui sarà don Luca Paitoni, che a Rogno propone già le sue riflessioni a un gruppo di oltre 40 persone “che si preparano a loro volta – conclude don Gheza – a diventare

evangelizzatori, perché la Parola resta ma deve cambiare il modo di proporla”. Questo il programma dei tridui: venerdì e sabato alle 15 l’esposizione del Santissimo mentre la meditazione proposta da don Paitoni inizia alle 20. Per la giornata di domenica, la Messa di conclusione alle 18. Le tre serate saranno accompagnate dal Coro Monte Alto di Rogno, dalla Corale Santo Stefano di Costa Volpino e dal complesso filarmonico lombardo di Piancamuno. (g.a.)

oniugare risparmio con miglioramento dei ser-vizi sociali. È la scom-messa di amministratori, Asl e sindacati, che ora

diventa una necessità in Valle Ca-monica, come altrove, a causa della riduzione dei finanziamenti regio-nali per il sociale: si aggira attorno ai 600mila euro, infatti, la sforbicia-ta per il 2012. Il settore degli anziani e dei disabili è chiaramente quello che ne soffrirà di più, in quanto si rischia di non poter mantenere gli standard di assistenza attuali, ma c’è il problema di far fronte anche alle maggiori esigenze future con il graduale invecchiamento della popolazione, tendenza particolar-mente accentuata in Alta Valle, do-ve per altro il quadro è complicato dalla frammentazione demografi-ca. Per questo motivo a marzo ver-rà avviato in via sperimentale un piano triennale predisposto dal ta-volo tecnico istituito da Asl di Val-le Camonica, Azienda territoriale per i servizi alla persona, Comunità montana-Bim, Conferenza dei sin-daci, Cgil-Spi, Cisl-Fnp e Uil-Uilp. Sarà il primo risultato concreto del protocollo d’intesa per l’“Animazio-ne territoriale per il potenziamento della domiciliarità” che queste isti-tuzioni hanno firmato ad inizio feb-braio. Contenimento della spesa, razionalizzazione, servizi consor-

ziati, promozione del volontariato sono alcune delle parole che più vi ricorrono. Lo scopo, che invero era fra i buoni propositi anche in anni di vacche grasse, è quello di ridurre allo stretto necessario la permanenza di anziani e disabili nelle Case di riposo o nelle strut-

ture ospedaliere di Esine e Edolo. Non sorprende, quindi, che Renato Pedrini, direttore generale della Asl camuna, abbia messo sul piatto un milione e 200mila euro, che vanno aggiunti ai 600mila promessi dal Bacino imbrifero montano e alla cifra, meno definibile, provenien-te dai singoli Comuni, ma che do-vrebbe aggirarsi in totale attorno al milione di euro annui. Il proget-to tiene in debita considerazione le esigenze di anziani, disabili e del-le loro famiglie così come emerse da un’indagine del Sindacato pen-sionati italiani (Cgil) effettuata nei primi mesi del 2011 sul territorio. Le Case di riposo (fondazioni ex-Rsa) godranno di finanziamenti ap-positi se conterranno le rette con iniziative consortili (acquisti e ser-vizi comuni, ad esempio). Saran-no, comunque, le strutture da cui si partirà per realizzare finalmente dei servizi aperti sul territorio, cioè invertire la tendenza a portare l’an-ziano, anche se temporaneamente, presso la struttura residenziale. Si tratta, infatti, di avviare una ca-pillare assistenza domiciliare per i pasti, le pulizie, la lavanderia, le medicine. In questo modo anziani e disabili rimarranno nelle loro ca-se e peseranno meno sulle famiglie dei parenti, che sempre di più, dico-no le statistiche, hanno difficoltà a prendersi carico di questi loro cari.

Domenica 26 febbraio è presentata a Solato di Piancamuno la mostra di pirografia “La sacralità tra nord e sud”, un’anteprima dell’esposizione in programma a Napoli a marzo: figure sacre rappresentate su tavole di legno. La mostra, patrocinata dal Comune in collaborazione con la Biblioteca, è un’idea dell’artista bresciana Chiara Prandini. Alle 15 nella chiesa di Solato la meditazione con don Ivan Marcolini e don Guido Richini; segue l’apertura della mostra con l’artista.

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ono passati 20 anni dall’en-trata in vigore della legge 394, la cosiddetta “legge sui parchi”, che istituiva sul territorio italiano le

aree protette. E l’anniversario assu-me particolare significato per l’Alto Garda bresciano, dove poco più di 20 anni fa si decise di investire sulle aree protette, soprattutto nell’entro-terra, nelle zone ai margini dei flus-si turistici in auge nel periodo. Oggi il Parco dell’Alto Garda è una realtà consolidata che, con oltre 38mila et-tari suddivisi in nove comuni – Salò, Gardone Riviera, Toscolano Mader-no, Gargnano, Tignale, Tremosine, Limone sul Garda, Valvestino e Ma-gasa – unisce, in una straordinaria sinergia, l’ambiente lacustre e quello montano. La fascia costiera, posta a 65 m sul livello del mare, con le sue caratteristiche climatiche e vegeta-zionali di impronta mediterranea rappresenta uno degli ambienti na-turalistici e turistici italiani più co-nosciuti e apprezzati a livello inter-nazionale. L’entroterra collinare e montano, con il picco rappresentato dai 1.975 m del Monte Caplone, svi-luppa un articolato reticolo di stra-de forestali e di sentieri supportati dalla presenza di rifugi, bivacchi e altre strutture ospitali anche di tipo rurale, che promuovono una frui-zione direttamente a contatto con le

numerose particolarità di carattere geologico, geomorfologico, foresta-le, floristico e faunistico. La promo-zione del Parco va di pari passo con la sua tutela e con la valorizzazione di un territorio dove cultura materia-

Nel 25° anniversario di fondazione (1987-2012) la compagnia teatrale di Vobarno “ Il Risveglio” presenta “Che Pastis Per ‘Na Pastilia! (Le pillole d’Ercole)”. Sulle scene dal 1987, ma con una storia che risale al dopoguerra, la Compagnia “Il risveglio” prepara ogni anno una commedia brillante in dialetto che presenta con circa 30 repliche nei teatri della provincia di Brescia. Quasi per scherzo, nel 1948 un gruppo di ragazze dell’oratorio femminile di Vobarno, diretto dalle

suore Dorotee, iniziava a mettere in scena alcune rappresentazioni perlopiù a carattere religioso (Santa Bernadetta Soubirou, Santa Elisabetta d’Ungheria), oltre a commedie popolari (La nemica) e operette (Tangamal, In cerca d’acqua). Circa 40 anni dopo, alcune di queste attrici dilettanti ormai in pensione, si ritrovavano insieme per dare vita a una vera e propria compagnia teatrale dialettale. Nasceva così nel 1987 la Compagnia Teatrale “Il Risveglio” di Vobarno.

La regia è di Foscolo Staffoni. Lo spettacolo va in scena sabato 3 marzo alle 20.30 e domenica 4 marzo alle 17 al teatro dell’oratorio di Pompegnino. La trama racconta di alcuni giovani medici che, per fare uno scherzo a un collega innamorato pazzo della propria moglie, gli fanno trangugiare una droga eccitante. Sotto l’influenza della sostanza, che gli provoca uno stato di anormale eccitazione, il medico vive un’avventura con una cliente che l’ha convocato

per una visita. Questo episodio ha conseguenze imprevidibili. Il marito della signora, un imprenditore geloso, avendo scoperto l’infedeltà della moglie, esige di rendere al dottore pan per focaccia. C’è una sola cosa da fare: inventarsi una moglie fittizia da mandare fra le braccia dell’imprenditore e spedire la legittima consorte il più lontano possibile. I problemi non sono risolti, anzi aumentano con un susseguirsi d’intrighi e una sfilata di personaggi esilaranti.

la Fam a Tignale, il Museo etnografi-co di Cima Rest a Magasa, il Museo botanico Don Pietro Porta e il Museo antichi mestieri: il mulino ad acqua a Valvestino, il Museo archeologico A. Mucchi a Salò e la Limonaia al Castél a Limone. La rete museale è integrata da un Osservatorio natu-ralistico, che si snoda nella piana di Tignale all’interno della Foresta demaniale gardesana occidentale, la più estesa di tutta la Lombardia, dove, oltre a un giardino dei cinque sensi e a un frutteto di “frutti anti-chi”, è possibile osservare le princi-pali specie vegetali dell’Alto Garda e conoscere, attraverso un itinerario didattico nel bosco, le abitudini e gli animali del Parco. La rete, finalizzata a migliorare l’offerta dei servizi mu-seali, garantisce il coordinamento culturale e gestionale delle strutture espositive individuate, anche crean-do pacchetti didattici integrati, per tutelare e promuovere, non solo l’im-magine unitaria di un territorio, ma anche una coscienza civica parteci-pe di un’offerta culturale e turistica che va sinergicamente dal lago alla montagna e testimone di numerosi motivi di interesse naturalistico e paesaggistico che caratterizzano il territorio del Garda e del suo entro-terra. Le strutture del parco riapro-no l’1 marzo, per info: www.parco-altogarda.eu.

le, antichi saperi, tradizioni popolari e relazioni tra uomo e ambiente fan-no sistema. Anche attraverso i suoi musei, che descrivono il territorio, le sue peculiarità e valorizzano la cultura locale. Per questi motivi si è concretizzato un progetto di rete museale territoriale con l’obiettivo primario di un significativo recupero delle testimonianze e della memoria storica, quale patrimonio da conser-vare e tramandare. La “Rete museale Alto Garda” comprende le seguenti strutture: il Museo del Parco Alto Garda Bresciano - Centro visitatori e l’Ecomuseo della Limonaia Pra’ de

Parte a Gavardo, con iniziativa con-giunta della Fondazione “La Memo-ria” e dell’amministrazione comuna-le, il progetto “Caffè Alzheimer”, pro-posto dalla cooperativa “la Cordata”. Un progetto che, oltre a prevedere un ciclo di incontri, mira a portare un aiuto concreto alle famiglie che vi-vono quotidianamente la difficoltà di assistere una persona affetta da que-sta patologia. La prima fase dell’ini-ziativa è giunta ormai al termine e ha riguardato il coinvolgimento di tutte le parti in causa: dall’ente pubblico, alle realtà assistenziali, dalle famiglie ai medici di base. La seconda fase prevede invece un ciclo di incontri illustrativi, iniziati a partire da ieri (23 febbraio), e fissati ogni giovedì, alle 20.30, nell’auditorium “Cecilia Zane”. Giovedì 1 marzo, Franco Pe-sciatini, medico specialista in cardio-logia, dietologia e fisiatria, parlerà di

“Decadimento cognitivo: cosa si può fare in fase preventiva e riabilitati-va”. L’8 marzo l’incontro sarà tenuto dall’assistente sociale del Comune di Gavardo, Silvia Mombelli, che il-lustrerà la “Rete dei servizi sociali e socio- sanitari per l’anziano e la fami-glia”. Giovedì 15 marzo, sarà invece Mara Mutti, docente universitaria e coordinatrice dell’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) a parlare di come “Prendersi cura di chi si prende cu-ra: l’auto mutuo aiuto, una forma di sostegno per i famigliari di pazienti affetti da demenza”. Infine, l’ultimo incontro è in programma il 21 marzo (mercoledì) e i relatori saranno anco-ra due donne: la psicologa clinica Fe-derica Podda e l’operatrice Asa Ilenia Olivari. Queste avranno il compito di illustrare le modalità di “Assistenza del malato affetto da demenza nella vita quotidiana: strategie e soluzioni

per la vita di tutti i giorni”. Tutti gli incontri vertono principalmente sul-la persona affetta dalla malattia, ma allo stesso tempo tendono una mano anche ai familiari. Il risultato che gli organizzatori vorrebbero ottenere dal percorso di “Caffè Alzheimer” è pro-prio questo: “la creazione di una rete che possa essere d’aiuto alle famiglie e ai malati”. “Il tema dell’Alzheimer – spiegano i promotori del progetto – è molto presente nelle nostre famiglie

e comunità: ogni giorno veniamo a conoscenza di persone che si dedi-cano con passione e affetto ai loro cari. Questa bontà non va lasciata so-la, anzi va sostenuta con interventi in grado di fornire un supporto a chi sta aiutando gli altri”.”Crediamo – prose-guono gli organizzatori – che questa possa essere una prima risposta e il primo passo di un cammino che met-ta al centro la persona in difficoltà e la sua famiglia”.

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Nel 2000 Ataalla Nasr Hamed Haly ha preso i suoi pochi bagagli ed è partito dall’Egitto alla volta di Brescia per cercare lavoro. Da El Muonfia, una cittadina a 80 km dal Cairo, a Brescia grazie all’interessamento di alcuni amici. La sua destinazione gli permette lentamente di imparare l’italiano e di avere il necessario per vivere con lavori saltuari. Per cinque mesi si ritrova a fare il lavapiatti per tre ore al giorno. Da lavapiatti viene promosso, per la sua capacità

di apprendere, aiuto cuoco al ristorante “La Torre”. Dinamico e volenteroso Ataalla Nasr Hamed Haly, in arte “Mimmo” apprende tutti i trucchi del mestiere. Nel 2001 il giovane egiziano (classe 1973) incontra sulla strada un bresciano (Piero Valzelli) che segnerà il suo futuro. Piero, nato a Prevalle nel 1937, è un borgosatollese d’adozione se non altro perché dal 1969 vive e lavora come ristoratore nel paese in continua espansione alla periferia di Brescia. Bastano

pochi mesi per convincere Piero che il giovane egiziano ha la stoffa giusta per aiutarlo nella conduzione dell’impresa. Nel 2002 Piero e Mimmo costituiscono all’ingresso del paese (per chi viene da Brescia) la Pizzeria-Ristorante “Da Piero e Mimmo”, una Snc che a oggi prosegue. Nel 2007, dopo l’inevitabile lungo iter burocratico, ha ottenuto il ricongiungimento con la moglie dalla quale ha avuto due figli. A questo si sono aggiunti nel corso del tempo, e sempre a

Borgosatollo, prima la gestione de “Lo scampo d’oro” nella zona industriale e poi, da questa estate, l’apertura de “Il gambero rosso” nella zona centrale. Così oggi sul territorio il duo Piero e Mimmo può presentare un’offerta di ben tre pizzerie/ristoranti. In più ha dato lavoro e offerto opportunità ai familiari egiziani ma anche agli italiani. Le specialità della casa? Il pesce, la carne e tante pizze con molte promozioni a rotazione sui tre ristoranti durante la settimana.

assione, innovazione, tra-dizione: questa la formula vincente del pastificio Val-digrano di Rovato, che nel giro di una quindicina d’an-

ni si è confermato come una delle più solide e apprezzate realtà nel panora-ma gastronomico del Bresciano. Un successo costante, dimostrato dalla rapida crescita dell’azienda, in volu-mi prodotti e in fatturato, dalla sua fondazione nel 1997 ad oggi; ma non sorprendente, stante l’altissimo livel-lo qualitativo dei suoi prodotti. E da Rovato, capitale della Franciacorta, Valdigrano esporta oggi la qualità del “made in Italy” non solo in Europa, ma anche negli Usa e in Africa, Cana-da, Cina, Giappone, India, Indonesia, Israele e Sudamerica. “Noi siamo con-vinti che sia la qualità del prodotto a determinare la soddisfazione e quindi la fidelizzazione dei clienti, sia in Italia che all’estero – spiega Flavio Pagani, titolare dell’azienda –. Grazie a un’at-tenta selezione delle migliori materie prime e all’utilizzo di tecnologie di ul-tima generazione, i nostri prodotti si

caratterizzano per un ottimo rappor-to qualità/prezzo, e questo ci viene ri-conosciuto anche dal mercato, che ci qualifica tra i migliori produttori italiani di pasta”. Negli ultimi anni, in particolare, è stato il pubblico a premiare le linee Valdigrano a mar-chio proprio, La Pasta di Francia-corta, Valbio e Valdigrano Integrale, tanto da incoraggiare l’azienda, già presente capillarmente nel territorio bresciano e ben posizionata nel Nord Italia, a esplorare l’e-commerce. Pro-prio recentemente è stato attivato un canale di vendita online, in col-laborazione con una società esperta nel settore e tra l’altro anch’essa del

Bresciano (www.tuttostore.com), a testimonianza della possibilità di ri-spondere ai mercati anche facendo sistema con altre realtà locali. La Pa-sta di Franciacorta, nata da un pro-getto integrato di filiera, è prodotta con semola di grano duro Kronos® al 100%. Questa varietà di grano è una delle migliori selezioni a livello mon-diale per caratteristiche molitorie e pastificazione, in particolare per il suo contenuto proteico (14,5%) che, determinando la formazione di glu-tine (circa il 80%), ne assicura un’ot-tima tenuta in cottura. Con il suo carattere deciso, piacevole al gusto, La Pasta di Franciacorta esalta tutto il sapore del grano: perché la pasta non deve essere un semplice suppor-to al condimento, ma un vero e pro-prio ingrediente indispensabile per il corretto equilibrio dei sapori. All’ori-gine della Pasta di Franciacorta la partnership con Molino Grassi, che gestisce direttamente la coltivazione del grano Kronos in Italia e il proces-so di molitura. Ciò garantisce al con-sumatore la freschezza e la purezza

delle materie prime, grazie anche al-la professionalità e sensibilità di un operatore specializzato nella qualità di prodotti e produzioni. Valbio è la linea biologica, trafilata al bronzo, disponibile in quattro formati: fusilli, tortiglioni, penne rigate e spaghetti. I prodotti biologici Valbio sono cer-tificati da Ecocert Italia e offrono al consumatore la massima qualità e la garanzia di una produzione rispetto-sa dell’ambiente. La linea Integrale

Valdigrano è prodotta con semola di grano duro integrale al 100% (uti-lizzando cioè il chicco completo del grano non ancora privato della cru-sca e del germe), che conferisce al prodotto la sua colorazione intensa e l’8,5% di fibre. E proprio per il suo impegno e la qualità dei suoi prodot-ti, il pastificio Valdigrano si è aggiudi-cato il Premio Golosario 2011 come “migliore pastificio emergente per la valorizzazione del prodotto italiano”.

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“Commercial Market Expò”, il salone dei veicoli e delle attrezzature per il commercio ambulante, un evento unico nel panorama fieristico nazionale che, quest’anno, taglia il traguardo della 13ª edizione e rinnova il suo abbinamento con “Aliment& attrezzature” “Commercial Market Expò” è il più importante salone a livello nazionale espressamente dedicato al settore dei veicoli e delle attrezzature per il commercio ambulante, con tutte le principali

novità per gli specialisti. “Portiamo in fiera tutte le ultime proposte per l’automarket – spiega Gabriele Ponti ideatore della salone –. Offriremo una panoramica completa e articolata, a dimostrazione del rilievo e della vitalità del settore legato al commercio ambulante. La nostra manifestazione è l’unica vetrina a livello nazionale, un punto di riferimento per gli allestitori di veicoli adibiti ad automarket e per gli operatori del commercio

ambulante che utilizzano tali mezzi. Tra gli appuntamenti a corollario di “Aliment& attrezzature” c’è anche “Food&Service”, un percorso interamente dedicato al circuito del “fuori casa”: bar, caffetterie, selfservice, tavole calde, mense aziendali e pubbliche. Food&Service identifica un mercato in forte sviluppo, che si accorda alle nuove esigenze e ai ritmi della vita moderna. Con un tasso di crescita del 5% annuo, il settore coinvolge una vasta

gamma di attori: dagli specialisti del food&beverage ai produttori di impianti e arredamenti, dai migliori baristi ai fornitori di servizi collegati. Obiettivo dell’edizione 2012 di “Aliment&attrezzature”, presentata nei giorni scorsi a Palazzo Broletto. quello di raggiungere e magari superare il tetto dei quasi 17mila visitatori che lo scorso anno si sono riversati sul Centro fiera di Montichiari nelle giornate di apertura della manifestazione.

ª

na fiera specializzata e completa che sviluppa le potenzialità del ter-ritorio. Questo il profi-lo della 25ª edizione di

“Aliment&attrezzature, rassegna del settore alimentare, delle attrezza-ture professionali per la ristorazio-ne, hospitality e servizi alberghieri”, promossa dal Centro fiera di Mon-tichiari dal 26 al 29 febbraio 2012. “Aliment&attrezzature” si rivolge al circuito dei bar, ristoranti, catering, food service e tutte le realtà produt-tive e distributive che costituiscono l’ultimo anello della filiera produtti-va-commerciale. La rassegna, come da tradizione, è il punto d’incontro per gli operatori del settore alimen-tare, attivi nel settore commercio, distribuzione e somministrazione, e dell’intero comparto delle attrezza-ture per la ristorazione, dei servizi e delle forniture per alberghi. La mani-festazione promossa dal Centro fiera ha infatti caratteristiche in grado di soddisfare le necessità degli operato-ri professionali di dimensioni piccole

e medie e, al tempo stesso, di quelle realtà produttive di dimensioni mag-giori che hanno l’opportunità di raf-forzare in modo capillare la propria

presenza nel mercato domestico. Una fiera, dunque, in grado di rispondere a 360 gradi alle esigenze del territo-rio di Brescia e delle provincie limi-trofe, un’area strategica in cui l’eccel-lenza produttiva si abbina a una for-te vocazione turistica. All’interno di Aliment&Attrezzature 2012, si ricon-ferma “Commercial Market Expò”, il salone dei veicoli e delle attrezzature per il commercio ambulante.

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In quel di Soprazocco di Gavardo c’è un esercizio commerciale che puòà vantare il titolo di “negozio storico” di Lombardia. Si tratta di “Alimentari Laffranchi” che ha alzato per la prima volta le sue saracinesche nel 1927. La storia dell’esecizio commerciale è stata raccontata anche da Franco Robecchi nel volume “Negozi storici in Lombardia” edito da “La Compagnia della stampa. Massetti Rodella Editori”. L’avvio dell’attività Laffranchi si deve

al nonno dell’attuale titolare, che decise di lasciare la natia Avenone dove praticava l’attività di carbonaio, per trasferirsi, appunto, a Soprazocco di Gavardo dove era disponibile un posto di lavoro presso un forno. Iniziò così a cuocere il pane per i pochi abitanti della frazione di Gavardo. A questa attività aggiunse ben presto quella di pastaio. L’attività attraverso i decenni e si trasmise di generazione in generazione sino ad arrivare a Claudio che,

nel 1991, fresco di laurea decise di inserirsi nell’azienda di famiglia. Claudio Laffranchi (nella foto) è divenuto ben presto un punto di riferimento per i suoi clienti, letteralmente “ingolositi” dalla sua capacità di proporre prodotti di qualità, di andare a scovare produzioni di nicchia e dalla sua innata propensione ai rapporti umani. Proprio come in quell’ormai lontano 1927, Claudio Laffranchi conosce uno per uno i suoi clienti che ama intrattenere

con interessanti dialoghi culturali. I Laffranchi ancora oggi “vivono” la loro bottega 24 ore al giorno e non soltanto perché abitano ancora sopra il negozio ma perché è parte integrante della vita della famiglia. La clientale apprezza questa particolare dedizione e considera un piacere far visita al negozio in cui sono ancora conservate bilance, recipienti di ottone, l’orologio e le sedie portate in negozio da Severino Laffranchi da Avenone nel 1927.

n occasione dell’edizione 2012 di “Aliment&attrezzature” so-no come sempre numerosi gli eventi collaterali che arricchi-ranno i giorni della rassegna,

con workshop, seminari, corsi di aggiornamento ed eventi aziendali che fanno della fiera un’occasione di formazione sul campo. Tra gli appuntamenti da non perdere, da ricordare il Gran trofeo d’oro del-la ristorazione italiana, campiona-to internazionale riservato agli isti-tuti alberghieri italiani ed europei promosso dall’assessorato all’Agri-coltura, alimentazione e agrituri-smo della Provincia di Brescia. Il Gran Trofeo è una grande oppor-tunità per il territorio e le azien-de italiane, sponsor e partner, che hanno l’occasione di valorizzare e promuovere le proprie eccellenze agroalimentari ai futuri ambascia-tori dell’eccellenza made in Italy nel mondo. Il Gran trofeo d’oro può contare su partnership importanti come quelle di Alma e Castalimenti e vanta la partecipazione attiva dei

personaggi più autorevoli del setto-re come il maestro Iginio Massari e il patrocinio di Upi (Unione delle Provincie d’Italia), Inran, ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e l’ade-sione del Presidente della Repubbli-ca italiana. “Aliment&Attrezzature 2012”, inoltre, ospiterà la seconda edizione del Trofeo Aliment Pizza in collaborazione con “Pizza e pasta italiana”. Il concorso, riservato agli specialisti della pizza, rappresenta un’interessante occasione di con-fronto tecnico che coniuga innova-zione, spettacolo e qualità. Grande

attesa, inoltre, la tappa provinciale del Campionato baristi e caffetterie organizzato da TrisMoka. L’azienda di Paratico sarà nuovamente prota-gonista con un appuntamento che mette a confronto i talenti selezio-nati negli Istituti professionali e tra i baristi più promettenti del Brescia-no, dando accesso alle finali nazio-nali per selezionare i candidati ita-liani al campionato mondiale Wbc. “Aliment&Attrezzature 2012”, inol-tre, può contare sulla partecipazio-ne dell’assessorato al Turismo del-la Provincia di Brescia, presente in fiera con numerose associazioni tra cui l’Accademia bresciana arti e me-stieri della buona tavola, Arthob e l’Associazione italiana sommeliers che proporrà degustazioni di vini del territorio. Panificazione e cor-retta alimentazione saranno il filo conduttore della partecipazione ad Aliment&Attrezzature 2012 di Con-fartigianato imprese unione di Bre-scia. Durante i giorni d’apertura del-la manifestazione, infatti, un appo-sito stand accoglierà gli specialisti

dell’Associazione panificatori che mostreranno tecniche e creazioni di panificazione e pasticceria. Verterà sull’importanza di una corretta ali-mentazione il convegno promosso da Confartigianato imprese unione di Brescia dal titolo “Mangia sano, vivi meglio”, che si svolgerà il 26 feb-braio alle 11. Durante l’incontro, il prof. Piergiorgio Pietta presenterà le linee guida generali di una corretta alimentazione, tramite la rappresen-

tazione della piramide alimentare, il-lustrando qualità e principi nutritivi di alimenti e bevande. “Tutte queste indicazioni nutrizionali – sottolinea il presidente di Confartigianato im-prese unione di Brescia Eugenio Massetti – verranno quindi spiegate utilizzando prodotti tipici del nostro territorio, in modo da trarre benefi-ci per la salute, ma anche utili co-noscenze sull’economia locale, la tradizione e l’ambiente”.

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Novità mondiali nell’ambito della rassegna Aliment. A tutti sarà capitato alcune volte, di trovarsi nelle aree esterne di un bar, per l’aperitivo di rito, oppure sulla terrazza o dehor di un ristorante o pizzeria, magari in centro storico. Se ciò è avvenuto nei periodi ancora “freschi” di primavera, o in tarda estate, senz’altro l’ambiente sarà stato riscaldato da funghi funzionanti a gas, oppure delle lampade a infrarossi, che non garantiscono, però, un perfetto

riscaldamento. Una nuova tecnologia tutta italiana,elimina tutti questi inconvenienti,ed offre numerose nuove possibilità. Sarà presentata, dal 26 al 29 febbraio, alla rassegna “Aliment” dalla ditta Gandellini Eugenio, che la espone al padiglione 5. Si chiama “Coccola” ed è una pedana componibile che si scalda, a prova di acqua e acquazzoni. La temperatura è stabilizzata per rendere calda e confortevole e diffusa, la zona dei piedi (la più

delicata) e di conseguenza tutto il corpo della persona. Il caldo temperato si irradia dal basso all’alto. Questo nuovo brevetto mondiale offre numerosi altri vantaggi. È ecologico (fatto in pietra naturale), non inquina e non emette anidride carbonica, come i funghi a gas. Consuma poco quindi è economico, arreda con classe e personalizza, è lavabile con detergenti a ph neutro, offre una facile manutenzione,è riciclabile al 100 %. È costruito completamente

in Italia. Chi desidera può avere un finanziamento. All’esterno del padiglione ci sarà una “Coccola” funzionante e ogni visitatore potrà rendersi conto dei reali vantaggi. Le sue caratteristiche si configurano nel pieno rispetto del protocollo di Kyoto in quanto, come richiesto, porta benefici ambientali. Lo sforzo di eliminare tutto ciò che inquina deve essere fatto da tutti compreso chi è responsabile e ci rappresenta nelle istituzioni nazionali e locali.

ante aspettative ed entu-siasmo tra i finalisti che concorreranno all’8ª edi-zione del Campionato baristi e caffetteria, por-

ta d’accesso alla finale nazionale ed eventualmente al campionato mon-diale (Wbc). Grande attesa anche tra gli organizzatori della Trismoka, la qualificata torrefazione di Paratico che più di altre ha saputo investire sulla formazione e sulla crescita dei giovani talenti della caffetteria. “Ab-biamo capito che fare qualità non è sufficiente – afferma Paolo Uberti – in quanto è altrettanto importan-te essere al fianco del professioni-sta per aiutarlo a valorizzare il pro-dotto”. Tre giorni di competizioni, da domenica 26 a martedì 28 feb-braio, decreteranno il vincitore per le province di Brescia e Bergamo. Circa 200 gli aspiranti concorrenti che dopo una prima fase di selezio-ne si sono ridotti a 12 finalisti: Gre-ta Barone del Cfp di Clusane d’Iseo; Veronica Bazatin dell’Ipssar Mante-gna di Brescia; Davide Berti, titolare

de “La Chichera Cafè” di Mori (Tn); Samuel Bonomi dell’Istituto Perla-sca di Idro; Davide Cavaglieri del “Bar L’Oasi” di Erbusco, da due anni

campione in carica; Irene Gerardini del Cfp Canossa di Brescia; Riccar-do Grassi, titolare della Caffetteria Caprini di Lovere; Bacaintan Dan Ioan, barman; Binetou Sarr dell’Ips-sar Caterina de Medici di Desenza-no; Maurizio Valli, titolare del “Bu-ganvillea cafè” di Bergamo; Stefano Zanetti del bar “Frutta Nuda cafè” di Desenzano; Claudia Zanotti dell’Isti-tuto Olivelli di Darfo Boario Terme.

Antonio Magli

Centro Fiera di MONTICHIARI26/27/28/29 febbraio 2012

COMMERCIAL MARKET EXPÒ13° Salone dei veicoli e delle attrezzature

per il commercio ambulante

ALIMENT&ATTREZZATURE25a Rassegna del settore alimentare,

delle attrezzature professionali per la ristorazione, hospitality e servizi alberghieri

al tavolo della Ristorazione dell’Hospitality e dei Servizi Alberghieri

Un posto riservato

Organizzazione:

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E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.

“È fuggita l’estate, / più nulla rimane. / Si sta bene al sole. / Eppure questo non basta. Quel che poteva essere / una foglia dalle cinque punte / mi si è posata sulla mano. / Eppure questo non basta. Né il bene né il male / so-no passati invano, / tutto era chiaro e luminoso. / Eppure questo non ba-sta. La vita mi prendeva, / sotto l’ala mi proteggeva, mi salvava, / ero dav-vero fortunato. / Eppure questo non basta. Non sono bruciate le foglie, / non si sono spezzati i rami.../ Il gior-no è terso come cristallo. / Eppure questo non basta”. Questa è poesia stata scritta da Arse-nij Tarkovskij poeta di origine ucrai-na, padre del famoso regista Andreij Tarkovskij. Nel 1932, accusato di mi-sticismo, deve abbandonare il suo

da Gesù: è un tempo che deve passa-re, non può essere la condizione natu-rale, perché è prima di tutto prepara-zione e attesa. È superamento anche della condizione spaziale di Giovanni che nel deserto viveva: Gesù non re-sta nel deserto ma passa la parentesi dell’attesa, dell’attesa del compimen-to. Perché il suo compito non è quello di preparare ma quello di annunciare, di dire che il Regno è arrivato. Perciò la conversione che chiede Gesù non è più quella di Giovanni, una conversio-ne di attesa: la sua è una conversione che nasce dalla presenza del Regno. Come a dire che il tempo del deserto è finito e con lui il tempo della prepa-razione: anche Gesù esce dal deserto e comincia a camminare sulle strade della Palestina. La terra promessa è lì, è di nuovo promessa del Regno che si compie. Così convertirsi non è più compiere un atto di penitenza ma capire come agire secondo la logica nuova di Dio. È qualcosa di infinita-mente più grande perché costringe a impostare in modo diverso non un momento ma la vita. Questo impone il

coraggio di credere: imparare a essere come Dio chiede e questa è la Parola che Gesù comincia a dire. Questo è il Regno presente ed è ciò che sconvol-ge quelli che cedono e ascoltano Gesù e che noi oggi difficilmente riusciamo a comprendere. Non capiamo la me-raviglia che suscitavano le parole e gli atti di Gesù e, paradossalmente, Mar-co trascrive poche volte queste prime parole preferendo mostrare i risultati e l’impatto. Ma questo perché ad affa-scinare la gente che incontrava Gesù era proprio il senso del nuovo incon-tro con Dio che vedeva compiersi in Lui. È il bisogno di ritrovare questo nuovo incontro con Dio che dovreb-be segnare anche la nostra parentesi di tempo in attesa della Pasqua: anche per noi 40 giorni per uscire dal labi-rinto, dalla prigione del nostro modo umano di pensare per abbracciare il punto di vista di Dio, per riconosce-re ancora cos’era quello sconvolgente incontro che si realizzava per mezzo di Gesù e che costringeva a ricono-scerne l’assoluta novità e bellezza. La Sua presenza.

arentesi. I 40 giorni di Ge-sù nel deserto assumono nel Vangelo di Marco il sa-pore di una veloce annota-zione. Non c’è la descrizio-

ne delle tentazioni: c’è solo Satana in agguato e la solitudine selvatica delle bestie, attenuata dalla presenza degli angeli che lo servono. Poche cose, povere indicazioni che fanno diven-tare questo momento una parentesi tra il battesimo e l’inizio della predi-cazione, il tempo di attesa in vista del compimento. Certamente simbolico è il numero quaranta e il ritorno nel de-serto: non può che ricordare il popolo nel deserto e le sue tentazioni prima di arrivare nella terra promessa. De-serto allora è prima di tutto viaggio, è percorso, è cammino. Non è un tem-po (e un luogo) statico, ma ha biso-gno di movimento interiore ed este-riore; è un’attesa perché si compia il tempo e il regno di Dio arrivi. Non è da sottovalutare questa componente di attesa che ricorre in Marco e che sottolinea ancora di più il senso di pa-rentesi del tempo del deserto vissuto

lavoro. Nel 1943 gravemente ferito in guerra, subisce l’amputazione di una gamba. Muore a Mosca nel 1987. Come ogni poesia, si tratta di un te-sto non immediato, eppure capace di evocare pensieri profondi. Il merco-ledì delle ceneri ci ha toccato con la sua liturgia, il nostro capo si è china-to davanti al sacerdote per ricevere la cenere e le parole della conversio-ne. Ora abbiamo 40 giorni importanti davanti a noi per prendere consape-volezza della nostra esistenza, per ri-trovare la rotta, per contemplare la meta. Tempo penitenziale, non di sof-ferenza ma possibilità di guarigione, di rinnovamento. Abbiamo dedicato le nostre forze e le nostre energie al-le cose che passano e ci accorgiamo che “Eppure questo non basta”. Ep-

pure… realtà, persone e situazioni hanno attirato la nostra attenzione, hanno suscitato in noi pensieri buo-ni, ci hanno lasciato una sensazione piacevole e ci hanno fatto gustare la bellezza della vita. Allo stesso tempo l’esperienza drammatica e vera che questo non basta. È stato bello, ma non ci ha saziato, non ha esaudito la sensazione di vuoto. “Solo Dio ba-sta” dice Santa Teresa d’Avila e San Francesco aggiunge: “Mio Dio e mio tutto” e ancora “Tu sei il Bene, ogni Bene, tutto il Bene”. La Quaresima è solo questo: riportare la nostra at-tenzione verso Colui che è risposta alle nostre attese. La cenere ci sug-gerisce che non possiamo bastare a noi stessi e che pieno compimento è Lui, non altri e non altro.

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on bisogna tacere di fron-te al male”. Il Papa stig-matizza quella “mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena,

non la considera in prospettiva esca-tologica e accetta qualsiasi scelta mo-rale in nome della libertà individua-le”. “Una società come quella attuale – la denuncia di Benedetto XVI – può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita”. “Nel nostro mon-do impregnato di individualismo – la tesi del Papa – è necessario riscopri-re l’importanza della correzione fra-terna, per camminare insieme verso la santità” e scongiurare così il peri-colo di una sorta di “anestesia spiri-tuale”. Di qui l’importanza di “ammo-nire i peccatori”, recuperando quella dimensione della “carità cristiana” che la tradizione della Chiesa “ha an-noverato tra le opere di misericordia spirituale”. Benedetto XVI critica l’at-teggiamento “di quei cristiani che, per

Papa Benedetto XVI il 18 febbraio ha pubblicato la data della canonizzazione del Beato Giovanni Piamarta. La canonizzazione avrà luogo a Roma nella Basilica Vaticana domenica 21 ottobre 2012. Insieme a padre Piamarta verranno elevati agli onori degli altari: Giacomo Berthieu (sacerdote professo della Compagnia di Gesù); Pedro Calungsod (catechista laico e martire); Maria del Monte Carmelo (fondatrice della Congregazione delle suore

Concezioniste missionarie dell’insegnamento); Maria Anna Cope (religiosa professa della Congregazione delle Suore del Terz’Ordine di San Francesco di Syracuse); Caterina Tekakwitha (laica) e Anna Schäffer (laica).La Congregazione S. Famiglia di Nazareth è stata fondata a Brescia nel 1900 dal Beato Giovanni Piamarta e si dedica all’educazione dei giovani del mondo del lavoro. A essi, continuando il progetto del Fondatore, offre percorsi di

fede, di formazione umana, di preparazione al lavoro e alla vita. La Congregazione è presente in Italia, in Brasile, in Cile, in Angola e in Mozambico. La sera del 3 dicembre 1886, padre Giovanni Piamarta celebra la S. Messa con quattro ragazzi nella chiesa del Seminario di San Cristo e raccoglie i suoi “artigianelli” in due vecchie case a ridosso del colle di Santa Giulia. Per quei ragazzi, bisognosi di tutto, vuole essere come un ‘padre’ che li forma alla fede, al

lavoro e alla vita, negli anni difficili di fine Ottocento. Per quei ragazzi padre Piamarta lascia l’incarico di parroco di Pavone Mella e si dedica a tempo pieno alla loro educazione e all’edificazione del nuovo Istituto. I primi tempi furono molto difficili, ma Piamarta credeva ciecamente nell’aiuto della Provvidenza di Dio e sapeva di non poter compiere solo con le sue forze l’opera iniziata. in cuor suo aveva la certezza che i sogni di Dio vanno realizzati.

cia del Papa – si è assai sensibili al di-scorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace sulla responsabilità spirituale verso i fratelli”. “Non così deve essere nella comunità cristiana”, ricordando che Cristo “comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un pec-cato”, e che il verbo usato per definire la correzione fraterna “è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male”. “Fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, ed essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estra-nei, indifferenti, alla sorte dei fratelli”: questo l’invito del Papa, che esorta a “prendersi cura dell’altro”.

rispetto umano o per semplice como-dità, si adeguano alla mentalità comu-ne, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la veri-tà e non seguono la via del bene”. Il

rimprovero cristiano, precisa il Pa-pa, “non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericor-dia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello”. “Oggi – la denun-

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l Concilio Vaticano II ha in-dicato chiaramente per i lai-ci il compito di “ricondurre il mondo a Cristo”. Una corre-sponsabilità che condividono

con i ministri ordinati. Una vera ri-voluzione che il Concilio ha sotto-lineato, ma che stenta ancora a tro-vare le sue strade. C’è chi dice che il calo delle vocazioni sia, in questo senso, quasi una grazia perché spin-gerebbe, finalmente, a dare spazio a tutto il popolo di Dio, laici inclusi. Catechisti, animatori, responsabili di “gruppi di ascolto” nelle case, vi-sitatori delle famiglie, accompagna-tori delle giovani coppie non avreb-bero così soltanto un ruolo margi-nale o occasionale, non sarebbero soltanto collaboratori dei ministri ordinati, ma appunto corresponsabi-li all’interno della Chiesa. Rileggere oggi l’Apostolicam Actuositatem, ci pone di fronte al tema di quanto sia-no stati effettivamente coinvolti i lai-ci nell’adempimento della missione della Chiesa e nell’opera di evangeliz-zazione e santificazione dell’umanità intera. Non solo ci ricorda anche una “particolare forma di ministerialità laicale” che è quella esercitata – ed espressamente riconosciuta dal Con-cilio – dall’Azione cattolica. Le unità pastorali possono, in questo, essere una straordinaria occasione sia per valorizzare i ministeri già esistenti, in particolare il lettorato e l’accolitato, sia per “esplorare” nuove strade e ca-pire se esistono – e quali siano – altri doni da valorizzare. Con l’avvertenza di rispettare la laicità. Il calo di vo-cazioni non può trasformare i laici

conda della situazione di partenza) per costituire una comunità coesa, che non sia solo la somma delle par-rocchie che le compongono. Orga-nizzazione di momenti aggregativi, visita delle famiglie, ascolto delle esigenze del territorio sono solo al-cuni dei compiti che attendono i laici. Chiamati forse anche a un ministero nuovo, quello della ricerca di senso. Essere compagni di strada, colmare i vuoti, andare incontro alla gente, fa parte di quella missionarietà che oggi coinvolge i laici più che i preti. Stando attenti però a lavorare insie-me. Dividere chiaramente i compiti dei sacerdoti da quelli dei laici non è possibile e forse neanche auspi-cabile. C’è sicuramente una sfera che spetta ai soli ministri ordinati e campi che spettano ai soli laici, ma

in “quasi preti”. Un certo rischio di clericalizzazione è sempre in aggua-to, soprattutto laddove non si riesce a lavorare in équipe. Un gruppo sta-bile, infatti, sembrerebbe più adatto a valorizzare nelle differenze il ruo-lo di ciascuno. I laici, in particola-re, potrebbero essere chiamati a un maggiore impegno sul territorio. Le unità pastorali, infatti, richiedono un lavoro (più o meno complesso a se-

Don Leonardo Farina (nella foto) è il coordinatore dell’erigenda unità pa-storale di Maderno: dal 2003 di Mader-no e Monte Maderno, dal 2007 anche di Gaino e Cecina e, infine, dal 2009 anche di Toscolano e Fasano. A pro-posito dei ministeri nell’unità pastora-li don Leonardo ha le idee chiare: “È uno degli aspetti fondanti spiega il coordinatore per salvare il tessuto parrocchiale e per curare così vari aspetti della famiglia e della liturgia”.

Concretamente all’interno dell’unità pastorale si decidono le linee pro-grammatiche, poi ogni parrocchia (sono sei i sacerdoti sul territorio) si muove in totale autonomia. Succede così che sono operativi alcuni gruppi dell’unità pastorale come il gruppo famiglia-missioni o il gruppo liturgi-co. Capita anche che dalla parrocchia più grande arriva un aiuto concreto a quella più piccola con i sacerdoti e i laici che per l’occasione e a seconda

delle esigenze si spostano. Don Le-onardo e agli altri sacerdoti hanno cercato di creare e formare persone significative all’interno delle singole comunità. Ogni aspetto viene cura-to: per quanto riguarda la liturgia, si presta una particolare attenzione agli animatori liturgici (letture e canti). A questo si aggiungono anche i compi-ti dei ministri straordinari dell’eucari-stia, che hanno il compito di prestare il loro servizio al mondo degli amma-

lati e, più in generale, ai bisogni del-le famiglie. Ovviamente il percorso è graduale e non in tutte le parrocchie è stato recepito, anche per questo è indispensabile una fase di accompa-gnamento e di maturazione. Diventa fondamentale, quindi, l’impegno dei laici coinvolti direttamente nell’uni-tà pastorale: con il loro impegno e la loro testimonianza possono ovvia-re alle inevitabili difficoltà dovute al cambiamento.

gli uni e gli altri non agiscono sepa-ratamente. Su molti terreni l’azione è comune e sarebbe probabilmente un errore pensare a sacerdoti tutti dedi-ti al proprio ministero che lasciano i laici andare per proprio conto, con una divisione che è tutto il contrario della corresponsabilità.

Ci sono argomenti che meritano di essere discussi. Il Sinodo diocesano vuole essere un’esperienza di discernimento spirituale comunitario, in vista della definizione di alcuni orientamenti per una migliore realizzazione della missione ecclesiale. È questo il senso della consultazione diocesana in vista del Sinodo sulle unità pastorali per la quale sono state elaborate le nove schede che stiamo presentando in queste settimane.

Oltre alla consultazione in gruppo e quella individuale si aggiunge ora l’itinerario di Voci nell’Agorà. Lo scorso anno tema dell’iniziativa fu la lettera del vescovo “Stranieri, ospiti, concittadini”, quest’anno si intendono promuovere i temi del Sinodo con l’obiettivo di dare spazio a più voci (giornalisti, ospiti, pubblico). Nove incontri che prenderanno il via alla Sala Piamarta in via S. Faustino a Brescia il prossimo lunedì 12 marzo alle 20.30 sul tema: “Non mi

vergogno del Vangelo. Missione ecclesiale, unità pastorali e territorio” con il vescovo Luciano Monari, don Angelo Maffeis, docente di ecclesiologia del Seminario di Brescia e Riccardo Venchiarutti, sindaco di Iseo. Il 19 marzo a Palazzolo presso la Sala della comunità Aurora si parlerà de “I miei vicini e i miei lontani. Unità pastorali e segni dei tempi”. Gli incontri proseguiranno sino al 22 maggio. Il programma completo sul sito www.diocesi.brescia.it.

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Èpassato molto tempo – 20 anni – da quando padre Antonio Maria Sicari, teologo di fama, carmelitano e fondato-

re del Mec (Movimento ecclesiale carmelitano) diede il via ai “Ri-tratti di Santi”. Oggi questo stra-ordinario percorso quaresimale attorno alle vite dei santi è diven-tato uno dei momenti più rappre-sentativi del Movimento ecclesiale carmelitano. Sempre scritti e presentati da pa-dre Antonio Maria Sicari, in questi 20 anni di storia hanno tracciato un vero e proprio itinerario di av-vicinamento alla Pasqua; vengono proposti a Brescia e in provincia ma anche in molte altre città ita-liane e straniere. Quest’anno si co-mincia a Brescia presso la chiesa di San Pietro in Castello martedì 28 febbraio alle 20.30, con il ritrat-to di San Tommaso Becket, “mar-tire per l’onore di Dio e la libertà

La settimana successiva (martedì 6 marzo) sarà la volta del Servo di Dio padre Matteo Ricci S.J. (1552- 1610), missionario in Cina, “genio della fede e della cultura”; colto e pieno di carisma, padre Ricci ha scritto e tradotto in lingua manda-rina molti trattati fondamentali per la scienza occidentale come i primi sei libri degli “Elementi di Eucli-de” e il “Manuale” di Epitteto; nel 1584 ha scritto un breve catechi-smo, primo libro stampato da stra-nieri in Cina. Terzo appuntamento (martedì 13 marzo) con il Servo di Dio Rosario Livatino (1952-1990), un magistrato “martire della giu-stizia e della fede”; la sua figura è ricordata nel film di Alessandro Di Robilant “Il giudice ragazzino”, uscito nel 1994, è invece del 1992 il libro omonimo, scritto da Nan-do Dalla Chiesa; nel 2006 è stato realizzato il film-documentario “La luce verticale” per promuovere la causa di beatificazione di Rosario

della Chiesa”. Nato a Londra ver-so il 1117 e ordinato arcidiacono e collaboratore dell’arcivescovo di Canterbury, Tommaso fu nominato cancelliere da Enrico II. Dopo aver rifiutato di riconoscere le “Costi-tuzioni di Clarendon” del 1164, pe-rò, Tommaso fu costretto alla fuga in Francia, dove visse sei anni di esilio. Ma al rientro come primo atto sconfessò i Vescovi che era-no scesi a patti col re. Accolse i si-cari inviato dal re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri e si la-sciò pugnalare senza opporre resi-stenza; era il 23 dicembre del 1170.

Livatino. Il quarto ritratto (marte-dì 20 marzo) è sempre dedicato a un Servo di Dio, Jérome Lejeune (1926-1994), padre della genetica moderna: “difensore della verità sulla vita umana”. Gli stessi testi, sempre contestualizzati in sostitu-zione dell’omelia della Santa Mes-sa, vengono quest’anno presentati anche in provincia, nel Santuario Madonna della Neve di Adro il gio-vedì (l’1, l’8, il 15 e il 22 marzo sem-pre alle 20.30) e nella chiesa di S. Pietro in Vincoli a Roè Volciano il mercoledì (29 febbraio, il 7, il 14 e il 21 marzo). La conclusione di “Ri-tratti di Santi” vedrà tutti riuniti, come da tradizione, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie di Bre-scia, martedì 27 marzo alle 20.30, con la presentazione della vita della Beata Elisabetta della Trini-tà, carmelitana, “la cui esistenza è stata una continua comunione con Dio”. Un percorso intenso, ricco di fede ma con riferimenti dove-

Giovedì 23 febbraioOre 18.30 - Brescia -Benedizione nuova sede di ricerca geriatrica presso la sede della Congrega della carità apostolica.Ore 21 - Brescia -S. Messa per Cl presso la chiesa di San Faustino.Venerdì 24 febbraioOre 20.30 - Brescia -Incontro sul tema“Una Chiesa in ascolto con la storia”presso il Centro pastorale Paolo VI.

Sabato 25 febbraioPellegrinaggio diocesano a Fontanellato.Domenica 26 febbraioOre 10.30 - Zone - S. Messa.Ore 18.30 - Brescia - Rito di elezione dei catecumeni adulti in Cattedrale.Lunedì 27 febbraioOre 20.30 - Castenedolo - Catechesi introduttiva agli esercizi spirituali parrocchiali presso la parrocchiale.Martedì 28 febbraioOre 8 - Brescia - S. Messa per il personale della Curia in episcopio.Mercoledì 29 febbraioGiornata di studio per i sacerdoti sul Vangelo di Marco pressoil Centro pastorale Paolo VI.

rosi al contesto storico nel quale i diversi santi sono collocati, per ribadire come i Santi siano per noi delle presenze vive e attuali, dalle quali attingere continuamente for-za e slancio spirituale. Il calenda-rio completo dei “Ritratti di San-ti” 2012 è disponibili sul sito www.mec-carmel.org.Ad accompagnare le celebrazio-ni a Brescia ci sarà come di con-sueto il Coro San Luca diretto da Rosa Tomasini e ad Adro il Coro Madonna della Neve diretto da Ma-ria Spatola.

L’Ufficio catechistico ricorda che domenica 26 febbraio 2012 si tiene presso il Paolo VI la Giornata di spiritualità diocesana dei catecumeni adulti (dalle 15.30 alle 17.30). Al termine della giornata, alle 18.30, verrà celebrato in Cattedrale il rito della elezione per i catecumeni che, dopo aver percorso il cammino del catecumenato per almeno due anni, riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella notte della prossima Pasqua.

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Mercoledì 29 febbraio 2012, dalle ore 14.30 alle 17, presso il Centro pastorale Paolo VI è in programma l’incontro formativo dell’apostolato della preghiera. Il tema è “La preghiera in famiglia”: il contributo dell’Apostolato della preghiera e della spiritualità del Cuore di Gesù e di Maria. Il pomeriggio si concluderà con la S. Messa.L’incontro è aperto a tutti, anche a coloro che possono partecipare solo ad alcuni momenti.

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i siamo accompagnati con gioia, ci siamo lasciati con dispiacere seppure con tranquillità perché si sa-peva che dovevo lasciare

l’incarico”. Mons. Giulio Sanguineti ricorda ancora con una punta di no-stalgia il suo periodo da Vescovo di Brescia. Eccellenza, lei ha quasi 57 anni di presbiterato (dal 1955 al 2012), 32 di questi da Vescovo (quasi nove a Brescia). Se dovesse fare un bilancio della sua esperienza sacerdotale cosa direbbe?Ho avuto un’esperienza ricca con ser-vizi diversi e differenti sollecitazioni. Mi sono adattato a situazioni sempre nuove, ma non mi sono trovato a disa-gio. Ho cercato di non piegarmi sotto il peso dell’esperienza, ma semmai di portarla con i limiti insiti in ogni uo-mo: non ho mai preteso di avere tutte le risposte precise. Non ho mai consi-derato di costruire il mio essere prete giorno dopo giorno da solo, ma ho vissuto con la fede di chi sa di vivere con Gesù Cristo che ti accompagna e non ti sfida. Quando fai qualche bilan-cio, ti rendi conto che non eri solo ad affrontare le situazioni.Dalla data della sua ordinazione

a oggi è cambiato molto il quadro sociale. Quanto è mutato l’esse-re prete?I preti della mia generazione quando sono stati ordinati avevano in mano le situazioni da governare. Quando siamo cresciuti, il maestro Concilio Vaticano II ci ha sapientemente pro-vocato a essere servi delle situazioni senza esserne succubi: la figura del prete è cambiata, abbiamo imparato nell’esperienza culturale e pastorale quello che Gesù aveva insegnato nel Vangelo. Questo non ha comportato delle crisi di identità, anzi abbiamo vissuto un’esperienza di responsabi-lità secondo lo stile del Vangelo, se-condo la figura del Cristo che viene a servire. A questo si aggiunge anche il cambiamento che ha toccato le no-stre comunità cristiane: sono diventa-te sempre più ridotte e abbiamo dovu-to assistere a questo depauperamento numerico e anche di tono; è aumen-tata, però, la qualità, perché i cam-biamenti culturali sfidavano la nostra preparazione e il nostro passato.A proposito di Concilio Vatica-no II, sembra ancora disatteso il coinvolgimento nella Chiesa dei laici. Oggi la loro presenza, visto il calo delle vocazioni al sacerdozio,

diventa ancora più necessaria…Il dato di partenza è la fiducia, quel-la fiducia che mette nelle condizioni i sacerdoti di accettare di rischiare la collaborazione dei laici: il laico non nasce, infatti, adulto nella fede e nel-la pastorale. Abbiamo avuto un po’ di timore nel rischiare con il laicato e oggi il laicato risente di questa poca fiducia da parte nostra. Non occorre dare ai laici compiti che non hanno, ma attribuire loro i compiti previsti dalla teologia conciliare. Dobbiamo fare dei passi cadenzati, ma decisi; non ipotizzati, ma realizzati.Qual è il suo ricordo di Brescia?I ricordi piacevoli sono tanti e sono quelli che sono rimasti. All’ingresso (sorprendente anche se molto stan-cante) ero spaesato perché non cono-scevo nulla di Brescia, ma mi aveva colpito il calore lombardo e la traspa-renza del mondo laicale e presbitera-le. Durante il periodo di lavoro sono stato aiutato da molti collaboratori validi e non mi sono sentito giudicato. Il lavoro a Brescia è immane e sner-vante, ma penso sempre a Brescia con tanta nostalgia. Abbiamo camminato insieme, un cammino che mi ha porta-to anche a sviluppare gli aspetti meno aperti del mio carattere.

Giornata di lavoro serrato quella dello scorso 18 febbraio per il Con-siglio pastorale diocesano riunito presso il Centro pastorale Paolo VI. Primo dei tre appuntamenti pre-visti per la consultazione sinodale. L’introduzione alla tematica è sta-ta affidata a mons. Renato Tononi e a mons. Cesare Polvara che han-no presentato l’uno le tappe del Si-nodo tra preparazione, assemblea sinodale e pubblicazione dei decre-ti attuativi, e l’altro il percorso del-

la consultazione nelle parrocchie e nelle zone e che porterà a racco-gliere le schede individuali compi-late per la fine di marzo. Altro di-scorso per quelle dei gruppi e dei consigli pastorali che potranno la-vorare e consegnare i propri con-tributi fino a giugno. Così anche il Consiglio pastorale diocesano, nel suo peculiare ruolo di massimo or-ganismo di partecipazione dell’inte-ro popolo di Dio, ha affrontato il te-ma della terza scheda dedicata alla

fisionomia delle unità pastorali. Dopo una mattinata dedicata al di-scernimento dei gruppi, il segreta-rio Giovanni Falsina ha proposto una sintesi circa gli elementi essen-ziali, i compiti e le competenze del-le unità e i criteri di costituzione. Il Consiglio ha manifestato grande in-teresse e ha scelto di discutere col medesimo metodo le altre schede in modo da giungere infine a una serie di mozioni che saranno po-ste al voto. Da parte sua il vescovo

Luciano ha espresso alcune consi-derazioni circa il ruolo del parroco moderatore e i compito del consi-glio dell’unità pastorale rispetto ai consigli pastorali e zonali. “Il suo compito specifico è la progettazio-ne pastorale. Di grande importanza per le unità pastorali ha detto Mo-nari sarà l’imparare a program-mare insieme”. Tra le comunicazio-ni la presentazione del vademecum “La festa in parrocchia”. (Adriano Bianchi)

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embra si sia tutti d’accor-do sul fatto che l’attuale welfare vada riformato.Si leggono già proclami e scadenze da parte dei ver-

tici della nostra politica, ma il dub-bio che dietro quella parola anglo-sassone si nascondano molte idee diverse di Stato sociale resta forte.A ben vedere la traduzione letterale (welfare state equivale a stato di be-nessere) dovrebbe aiutare nella re-alizzazione di un nuovo stato socia-le che, per definizione, si fonda sul principio di uguaglianza sostanziale, da cui deriva la finalità di ridurre le disuguaglianze sociali. Se si potes-sero misurare oggi lo stato di ugua-glianza e di benessere intorno a noi sono certo, per ciò che si vede dal punto di vista della San Vincenzo, che i risultati sarebbero da brivido.I numeri sono freddi, ma dietro a essi ci stanno persone reali, in car-ne ed ossa, e se li analizziamo con attenzione, senza faziosità, non pos-

il fatto che il pubblico, da solo, non ce la può fare, bisogna rassegnarsi.In un momento storico di vertigino-so aumento dei bisogni la crisi (e in-felici scelte strategiche, anche non recenti) ha diminuito drasticamente le risorse. Si riaprono anche i libri di matematica, per cercare una formu-la scientifica che giustifichi logiche distributive che possono solo dare una parvenza di equità, ma non pos-sono certo moltiplicare i pani e i pe-sci. Il rischio che aumentino tensio-ni e conflitti sociali è tutt’altro che remoto. Un grande architetto vien-nese del secolo scorso diceva che “Lo spirito moderno è uno spirito sociale”. Oggi più che mai, in vista dell’interesse generale, ognuno deve fare la sua parte. La San Vincenzo è pronta, non solo con le sue risorse umane e materiali, ma anche con le proprie idee, istanze e proposte.In questi giorni si è sentito molto parlare di “politica di Dio” e di “po-litica degli uomini”. Esiste forse un

siamo che constatare il fallimento di un sistema politico ed economico, ormai incapace di occuparsi dei più deboli, che una certa mentalità di-lagante vede solo come una zavor-ra della società. Gli Enti locali boc-cheggiano, alle prese con conti che non tornano, e se non hanno nem-meno un cantante che allunga loro qualche soldo del suo cachet, devo-no rivolgersi alle associazioni bene-fiche, chiamate a coorte per cerca-re di salvare il salvabile. Si riaprono allora i dizionari, ma dietro parole come sinergia, sussidiarietà, azio-ne concertata, sta essenzialmente

La ricerca della giustizia sociale rientra a pieno titolo tra i tanti compiti della San Vincenzo.Il beato Federico Ozanam, conscio che ai problemi politici dell’epoca si sarebbero presto sovrapposti quelli sociali e per questo non esitò a prendersi cura degli operai e del proletariato urbano, diceva: “È troppo poco consolare l’indigente che soffre giorno dopo giorno. Bisogna mettere mano alla radice del male e, tramite sagge riforme,

ridurre le cause della miseria pubblica.”Basterebbe fare memoria di questa importante affermazione per capire che l’impegno socio-politico per una maggiore giustizia sociale e per la rimozione delle cause della povertà è parte integrante del carisma e della vocazione vincenziana.È vero che la Conferenza non nacque per affrontare in modo specifico la questione sociale,

ma la presa di coscienza della grande dimensione della povertà, unita al pericolo di drammatici conflitti sociali, l’ha condotta ad assumere l’impegno sociale come dimensione importante della sua missione. La Conferenza è così una formidabile scuola di apprendistato di ciò che è la miseria e svolge un’insostituibile funzione sociale verso gli assistiti, che trovano nei confratelli delle persone che

si pongono al loro fianco per aiutarli nelle necessità più urgenti, ma anche per farli crescere in umanità e far prendere coscienza della loro dignità e dei loro diritti. Analoga funzione sociale la San Vincenzo la svolge anche nei confronti degli stessi confratelli che, messi costantemente a contatto con la miseria, si fanno portatori delle esigenze dei poveri e promotori di una maggiore giustizia sociale.

distinguo per chi vede intorno a sè dei fratelli e non solo altri compo-nenti del genere umano?Credo che un passaggio del me-morabile discorso che il vincenzia-no Giorgio La Pira fece nel 1954 al consiglio comunale di Firenze possa chiarire più di ogni altra cosa quali debbano essere le priorità:“Signori consiglieri... io ve lo dichia-ro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: si-gnor sindaco, non si interessi delle creature senza lavoro, senza casa, senza assistenza (vecchi, malati, bambini). È il mio dovere fonda-mentale questo: dovere che non am-mette discriminazioni e che mi deri-va prima che dalla mia posizione di capo della città - e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina -, dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in gioco la sostanza stessa della Grazia e dell’Evangelo!”.

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er tutte le attività e per tutti i gusti. Il Centro servizi per il volontaria-to di Brescia anticipa le stagioni climatiche e lan-

cia le “Proposte primavera 2012”; si tratta di corsi di formazione del tut-to gratuiti per i volontari che vi par-tecipano. L’offerta è particolarmente ampia e spazia in diverse tematiche, da quelle motivazionali a quelle più propriamente tecniche. La stagione è stata inaugurata con un percorso per ampliare le capacità progettuali delle associazioni; vi sono ora all’orizzonte nuovi percorsi: il 6 marzo partirà, in collaborazione con l’Ufficio associa-zionismo della Provincia di Brescia, un ciclo di incontri sul burn-out; ter-mine inglese che significa “bruciato” e indica un particolare crollo psicofi-sico che colpisce proprio quelle figu-re impegnate sul fronte delle intense relazioni umane e che, per svariati motivi (l’impossibilità di rispondere a tutti i bisogni di chi si sta aiutando, un sovraccarico di richieste, la man-canza di tempo, ecc.), possono svi-luppare un forte senso di disagio e insoddisfazione, fino all’abbandono dell’associazione e del proprio ruo-lo di volontario. L’obiettivo generale del percorso formativo è sviluppare nei partecipanti una maggior consa-pevolezza e conoscenza del burn-out, evidenziandone i meccanismi, le cau-se principali e le caratteristiche con le quali questa si manifesta, allo scopo di renderli in grado di riconoscere i segnali di allarme per prevenirne la possibile insorgenza.Il 10 marzo ci sarà invece la prima di

le attività intraprese e le prospettive future. Nelle settimane successive sa-rà la volta “reperire nuovi volontari”, di imparare a “fare found raising” e di “comunicare tra mondi diversi con i volontari che incontrano altre cultu-re”; senza dimenticare i nuovissimi percorsi sugli strumenti di comunica-zione web: oltre alla “vetusta” posta elettronica anche lezioni su Facebook e Twitter. Tutte occasioni di crescita per un volontariato sempre più pre-sente sia nelle competenze che nelle relazioni con la cittadinanza. Il pro-gramma completo è pubblicato sul si-to internet www.bresciavolontariato.it. Per informazioni e iscrizioni: Vero-nica Sbaraini, tel. 030/2284911, [email protected]

due lezioni su come redigere il bilan-cio sociale; il corso di formazione si propone di fare conoscere le oppor-tunità proprie del bilancio sociale che rappresenta un efficace strumento per promuovere un confronto sui va-lori, sull’identità, sugli scopi dell’as-sociazione; per riconoscere i risultati realizzati e per comunicare all’esterno

Secondo una recente indagine di Eurobarometro il 71% dei cittadini europei è consapevole che la popolazione del continente sta invecchiando, ma questa situazione rappresenta una preoccupazione solo per il 42% dei casi. L’Anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, che ha visto il suo avvio ufficiale lo scorso 18 gennaio 2012 a Copenaghen, si propone di sensibilizzare le popolazioni del

vecchio continente sul contributo che gli anziani possono fornire alla società e di promuovere misure che consentano a nonni e nonne di rimanere attivi. In particolare, nel corso di questi mesi si cercherà di far luce su tre dimensioni della senilità. La prima è l’invecchiamento attivo nel mondo del lavoro, che implica il miglioramento delle condizioni di lavoro e il loro adattamento allo stato di salute e ai bisogni dei lavoratori

anziani; la seconda dimensione è la partecipazione alla società, per migliorare le opportunità e le condizioni degli anziani cosicché possano contribuire alla società facendo opera di volontariato od occupandosi della famiglia, evitando l’isolamento sociale e i problemi a esso connessi; infine si punterà l’attenzione sulla vita autonoma degli anziani, sulla promozione della salute e la medicina preventiva. Un obiettivo informativo, di certo, non da poco.

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upercent, la campagna di microbeneficenza promos-sa dalla Fondazione Opera Caritas San Martino e dal-la Congrega della Carità

apostolica, sotto l’egida della Caritas diocesana Brescia, rilancia la propo-sta di una raccolta ramificata, capil-lare, estesa di centesimi attraverso quattro spot-video che andranno in onda nelle prossime settimane sulle principali emittenti locali e sul sito internet dedicato (www.supercent.it). Protagonista della campagna di microbeneficenza e degli spot video è infatti Supercent, un supereroe sui ge-neris: piccolo, quanto un centesimo; semplice, quanto un disegno carta e matita; che “pensa positivo”, perché crede che insieme si può cominciare (e ricominciare) da uno, dalle piccole cose. La sequenza di spot, realizzata con la regia di Claudio Uberti e l’ap-porto dell’Ufficio comunicazioni della diocesi di Brescia, racconta la storia di un bambino e della sua famiglia al-la scoperta del valore dei centesimi: apparentemente senza valore se con-siderati “isolati”, ma in grado di pro-durre valore se messi “insieme”. Le somme raccolte confluiranno infatti in un apposito “Fondo di microbene-ficenza” finalizzato a rispondere in maniera capillare ai bisogni di singoli e famiglie della diocesi di Brescia nel far fronte alle spese per utenze dome-stiche, affitto, cibo, salute. In questa prima fase, Supercent si propone di raggiungere i titolari di un conto cor-rente bancario. In pratica, rivolgendo-si alle banche aderenti (Ubi Banco di Brescia, Ubi Banca di Valle Camoni-

bonifico (senza spese), una donazio-ne mensile corrispondente almeno a tanti centesimi quante sono le opera-zioni. Considerando il numero medio di operazioni di conto corrente, si trat-terà di una donazione mensile di po-chi centesimi. Spiccioli, briciole, che però messe insieme diverranno un aiuto prezioso per chi è nel bisogno. Supercent si qualifica dunque come un progetto di microbeneficenza, ma soprattutto come un’occasione di coinvolgimento delle nostre comu-nità, affinché prendano consapevol-mente parte, anche a partire da pic-coli segni, a un più ampio progetto di attenzione alle situazioni di difficoltà, legate in particolare alle ripercussio-ni della crisi economico-finanziaria.

ca, Credito bergamasco, Intesa San Paolo, Banche di credito cooperati-vo della provincia di Brescia, Monte dei Paschi di Siena), i titolari di conto corrente possono chiedere il modulo di adesione all’iniziativa: verrà indica-to loro il numero di operazioni di con-to corrente mediamente svolte in un mese, così da disporre, attraverso un

Lo scorso 17 febbraio, i presidenti dei Rotary bresciani e della Fondazione comunità bresciana hanno incontrato il Vescovo Monari per la consegna di un contributo di 50mila euro da destinare alla Fondazione Opera Caritas San Martino. Specifica la motivazione di questo contributo: riconoscere l’emblematicità del progetto e assicurare un sostegno all’ Ottavo giorno, la piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione di generi alimentari

alle Caritas, impegnate a tendere una “mano fraterna” di fronte alle crescenti situazioni di ordinaria vulnerabilità. L’Ottavo giorno si propone infatti di sollevare le Caritas dalla quotidiana fatica del reperimento di alimenti di prima necessità e liberare tempo ed energie da dedicare all’ascolto e alle relazioni di quotidiana prossimità. Nel grazie del vescovo Monari, la sottolineatura della centralità del valore umanizzante del dono, che edifica la comunità

ogni qualvolta è ispirato da evangelica testimonianza. Nel grazie del diacono Giorgio, la sottolineatura dell’importanza delle “tante piccole cose che rendono il cuore leggero” e del “lavorare in rete e di rete” soprattutto di fronte alle tante nuove vulnerabilità. Con il sostegno dei Rotary bresciani, e il rinnovato impegno della Fondazione comunità bresciana, si allargano dunque le “sinergie istituzionali” a sostegno dell’Ottavo giorno.

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a nostra esistenza è ca-ratterizzata solo dalla di-mensione naturale, quindi meccanica e necessaria, oppure ha in sé la capacità

di autodeterminarsi, di essere libera, di sganciarsi dalle ferree leggi della natura? Si tratta di una questione fon-damentale per la filosofia e per la no-stra vita, in quanto riguarda il nostro modo di essere, la nostra essenza, le nostre speranze per il futuro. La conferenza di padre Giuseppe Barzaghi ha affrontato proprio questo tema. Egli afferma che la questione è molto complessa, perché richiede un’analisi impegnativa e difficile. L’es-sere umano, come ricorda Tommaso d’Aquino, ha, da una parte, una natu-ra che rientra nel mondo animale, per cui deve nutrirsi, respirare, muoversi, da un’altra parte, dei caratteri propri, che lo elevano al di sopra della natu-ra, come il pensare, il ragionare, l’ave-re coscienza di sé.Infatti, secondo Barzaghi, esiste una

libertà di spontaneità, che consiste nello svolgere azioni naturali, senza una scelta, come, appunto, il respi-rare: essa è “leggera”, poiché non ri-chiede decisioni, riflessioni, percorsi di pensiero. Questa libertà non è pro-pria dell’uomo: fa parte, come dice Tommaso, delle “azioni dell’uomo”, che non sono esclusive dell’essere umano. Tuttavia, l’uomo, per le sue caratteristiche di essere che esiste ed è cosciente di esistere, agisce e sa di agire. Di conseguenza, anche le azio-ni naturali sono attuate dall’uomo in modo mediato, con un certo control-lo: ad esempio, il mangiare in un certo

modo, il camminare in modo corret-to. L’essere umano può dominare la natura, attraverso la sua spiritualità, la sua intelligenza, la sua volontà. Inoltre, Barzaghi afferma che esiste anche una libertà di scelta, che con-siste nel decidere tra due beni: essa è propria dell’uomo e fa parte, secon-do Tommaso, delle “azioni umane”. Noi abbiamo la facoltà di scegliere costantemente nella nostra vita, per cui individuiamo due possibilità e ne escludiamo una: la scelta, però, per essere libera, non dev’essere pura-mente arbitraria, perché altrimenti è casuale, non libera. La libertà di scel-ta implica il ragionamento, ma essa non è ancora l’assolutamente libero. Infatti spesso i ragionamenti sono astratti, lontano dalla realtà, non ci danno principi validi di azione. Per esempio, se diciamo “bisogna voler bene ai genitori”, non riusciamo a fissare delle regole d’azione: il voler bene cambia in relazione all’età dei figli, ad alcune circostanze, a situa-

zioni particolari. Inoltre, il ragiona-mento, se è troppo evidente, come quello matematico, non è del tutto libero, in quanto non possiamo non aderire alle verità evidenti. Allora, come si vede, il quadro è più complesso di quello che possa sem-brare. Dove si trova l’assolutamen-te libero? In quale libertà? Secondo Barzaghi, essa si fonda sulle cifre fondamentali dell’essere umano, che sono l’intelletto, la volontà e la sfera naturale-corporale. Noi non siamo perfetti, quindi dobbiamo scegliere tra beni minori del mondo: la perfe-zione sarebbe il non dover decidere, il vivere nel bene sommo. L’uomo, essendo imperfetto, deve conciliare la parte più nobile di sé, l’intelligen-za e la volontà, con la parte più natu-rale, la spontaneità degli atti corpo-rali. L’assolutamente libero, allora, è l’azione compiuta con una scelta, che rafforza la nostra natura. La ve-ra libertà nasce dall’incontro tra l’in-telletto che ragiona, che ci illumina,

ci guida sui nostri fini, e la volontà che ci fa agire, mette in atto le no-stre scelte. In questo modo, noi non andiamo contro la natura, ma la ele-viamo, la inveriamo, secondo la di-mensione della spiritualità. L’uomo, in tale quadro, presenta, in sé, un connubio di spirito e natura, intelli-genza e volontà, infinito e finito: esso diventa assolutamente libero, quando vive con “leggerezza” le sue azioni, dominando se stesso, orientando la propria esistenza, rispettando tutto il proprio essere, sia nella dimensione spirituale e intellettiva, sia nella sfera naturale e fisica.

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opo Pinocchio, hai fat-to Peter Pan, poi Ro-bin Hood e Aladin, per ritornare a Peter Pan. Peter Pan aveva avuto

veramente richieste incredibili, che mi hanno anche abbastanza sorpre-se. 2006-2007 sono state le stagioni che mi hanno coinvolto, poi un’altra stagione senza di me, con successo, e nonostante ciò c’era richiesta di que-sto spettacolo, dunque ho accettato la proposta di tornare a farlo.Come ti trovi nei panni di Peter?Io da sempre, come sai, dico che sono affetto dalla sindrome di Peter Pan; Anche in tempi non sospetti, cioè pri-ma di cominciare la saga di questi per-sonaggi, il Peter Pan che era in me ha aiutato il Pinocchio. La voglia di non crescere, di rifiutare le responsabilità dell’adulto nella vita, mi ha aiutato ad affrontare il personaggio.Fai una classifica dei primi tre personaggi cha hai interpretatoNon riuscirei a fare una classifica;

con i Pooh. Il terzo è Peter Pan, che fin dal debutto ha sorpreso tutti. Quando un progetto parte uno spera sempre il meglio, ma le certezze non le hai. Per due stagioni consecutive il musical più visto, con due “Biglietti d’oro”, il Teatro Arcimboldi, con circa 3000 po-sti, sempre esaurito. Dove sta il segreto?È uno spettacolo per tutti, anche se sembra strizzare l’occhio ai bimbi. L’adulto con la scusa dei figli ci torna volentieri; in più in questo contesto storico aiuta a svagarsi e sognare, sen-za responsabilità per due ore e mezza.Sei un talismano per il successo...È una cosa bella, quello che dici. Fa piacere sentire che il tuo nome è dive-nuto una garanzia, però non mi sono mai seduto sui successi. Ho sempre un terrore tremendo ogni volta che riparte un progetto. Sono stato abi-tuato a non dare nulla per scontato. Pesa l’essere arrivati da successi. C’è una responsabilità maggiore.Gesti scaramantici?

ne scelgo tre a cui sono affezionato in egual misura, per motivi diversi. Il primo Cosmo Brown; è il personag-gio che ho interpretato in “Cantando sotto la pioggia”, il primo ruolo che mi ha permesso di farmi conoscere alla critica e al pubblico. Questo tito-lo faceva parte dei miei miti cinema-tografici; volevo interpretare proprio il ruolo del comprimario e ho avuto la fortuna di farlo. Poi c’è Pinocchio, perché ha segnato una tappa impor-tante; è stato un evento eccezionale per l’Italia. Stiamo parlando del 2003, è stato definito colossal, è stato co-struito un teatro apposta, l’incontro

Lo spettacolo “La mia lettera siete voi. Paolo scrive ai credenti di og-gi” va in scena venerdì 24 febbraio alle 20.30 al Teatro delle ali di Bre-no. È opera del religioso dei Servi di Maria padre Ermes Ronchi ed è stato scritto in occasione del bimil-lenario della nascita dell’Apostolo delle genti. Padre Ronchi fa risuo-nare la storia di fede di San Paolo, la ricchezza di colori della sua uma-nità, il grande e universale interesse della sua vicenda non solo per i cri-stiani ma per chiunque voglia riflet-

tere sull’esperienza religiosa. Dopo il Prologo, si succedono sette qua-dri scenici, corrispondenti alle sette epistole che San Paolo indirizza lun-go il suo itinerario missionario agli uomini di oggi: ai cercatori di Dio, a chi non può vivere senza il mistero; a un amico; ai cristiani perseguitati; ai cristiani omologati e conformisti; ai popoli e a chi ha paura; a chi non si fonda sulla roccia; a coloro che si sentono fragili e deboli, a coloro che amano il potere. Sul palco l’attore Luciano Bertoli.

Non mi piace chiamarlo così. Con il debutto di Aladin abbiamo sfatato il viola con un “Purple carpet”. Faccio un gesto affettivo. Ho ereditato questa passione da mio padre, perso quan-do avevo 13 anni; porto il suo anello e quello che faccio è stringerlo forte prima di andare in scena. Il tuo momento preferito...È anche quello più temuto. Quando cerco l’aiuto del pubblico per riani-mare Trilly. Chiedo di gridare “Io cre-do alle fate”. È un urlo di speranza in cui uno mette quello che vuole. È un momento tosto, anche per me, perché chiedere di alzarsi, al di là dell’età, mi preoccupa e mi affascina. Poi quando succede che la nonnina si alza e urla, trattengo a stento le lacrime.I talent formano realmente...No, no, no, no. È fantascienza. Sono vetrine importanti ma rischiose, la

Parte sabato 3 marzo la 15ª edizione del Brescia Festival di Danza, orga-nizzato da Danzarte. L’iniziativa ospi-ta da 15 anni compagnie di alto livel-lo e fama internazionale come Ater-balletto, Sosta Palmizi, Ersiliadanza, Abbondanza/Bertoni, Virgilio Sieni, Quelli di Grock, L’Excuse, Aldes-Ro-berto Castello, C.ia José Huertas, Ar-temis, Balletto dell’Esperia. Storiche realtà italiane e straniere della danza contemporanea accanto a compagnie emergenti fanno di Brescia una città dove poter incontrare danza di alta qualità nonché professionisti affer-mati, poeti del movimento fisico. Ogni anno vengono attivate interessanti e diversificate attività collaterali di ap-profondimento come mostre fotogra-fiche sulla danza contemporanea, se-minari e corsi di formazione, incontri con gli autori. Il primo appuntamento è sabato 3

marzo alle 21 al Santa Chiara con “I lost something on the hill” di e con Fernando Suels Mendoza e estratti da “Butterfly” e “Lago dei cigni” di Er-siliadanza. venerdì 9 marzo allo spa-zio Aref incontri con l’autore Angelin Preljocaj. Sabato 17 marzo ore 21 nel-le Sale delle scenografie del Grande “Man size” con Daniele Ninarello e “Spic & span” con D’Agostin, Fosca-rin e Nardin. Lunedì 26 marzo alle 21 all’Audiorium S. Barnaba “La scatola dei sogni” e omaggio a Claude Debus-sy nel 150° anniversario dalla nascita in collaborazione tra conservatorio Luca Marenzio e Danzarte. Venerdì 20 aprile ore 21 allo spazio Aref incontri d’autore con Maguy Marin. Dome-nica 29 aprile alle 18 all’Auditorium San Barnaba “Platform_Bs - Giorna-ta mondiale della danza”. Sabato 5 maggio alle 21 “Le vent noir” con la compagnia Susanna Beltrami. Vener-

dì 11 maggio alle 21 allo spazio Aref incontro con Roland Petit. Saranno organizzate iniziative collaterali. Info su danzarte.info. Sempre proposte di danza quelle di “Container12”. Il percorso va da mar-zo a settembre si articola in tre moduli di lavoro: un primo periodo durante il quale la frequenza sarà libera per per-mettere ai partecipanti di avvicinare la danza e il lavoro fisico attraverso semplici giochi ed esercizi; il secon-do periodo dedicato all’approfondi-mento; il terzo periodo, con obbligo di frequenza, finalizzato alla creazio-ne di uno spettacolo. “Free! Aperto a tutti” con Manuela Bondavalli tutti i lunedì dal 5 marzo al 16 aprile, dalle 20.30 alle 22 all’esplorazione di nuo-ve tecniche di movimento, allo studio della grammatica corporea e del dia-logo spazio-corpo. Info sul resto delle iniziative: container12.it

Iniziate le prevendite all’Odeon di Lumezzane per lo spettacolo “Il racconto d’inverno” di Shakespeare nell’allestimento del Teatro dell’Elfo, in programma giovedì 1 marzo. Intero 19 euro, ridotto 16 euro. Il testo, forse uno dei meno frequentati di Shakespeare, si trasforma sotto la regia di Ferdinando Bruni e di Elio De Capitani in uno spettacolo ricco di umori, attraversato da continui colpi di teatro. Una sorta di “Romeo e Giulietta a lieto fine”.

popolarità di cui si gode è effimera. Serve la gavetta per essere preparati.Ballare, cantare o recitare?Nasco ballerino, ma non saprei ri-spondere; il musical è completo. Frattini e Brescia.C’è sempre un’accoglienza forte e calorosa. Per me è un piacere gran-de. Amo il PalaBrescia, il pubblico, l’entusiasmo, l’attenzione che c’è per questo tipi di spettacolo e anche ver-so di me. Colgo volentieri l’occasione per ringraziare il pubblico di Brescia.

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nche nel Bresciano ar-rivano “I Teatri del Sa-cro”, progetto artistico culturale dedicato alle intersezioni tra il teatro

e la ricerca spirituale e religiosa: un corpo a corpo libero e sincero con le domande della fede. Il teatro San Gio-vanni Bosco di Edolo, il San Costan-zo di Nave e l’Aurora di Palazzolo le Sale della comunità sul territorio di Brescia hannno vinto il bando, insie-me ad altre Sale nazionali, per rien-trare nel progetto. “Un teatro di tutti e il più possibile per tutti, affinché lo spettacolo torni a essere, prima e oltre l’estetica della performance, un’oc-casione di partecipazione popolare, una festa a servizio della collettività e del suo ‘bene comune’, in nome di una bellezza concepita come gesto comunitario”. Con questo spirito la Federgat, Federazione gruppi attività teatrali, insieme all’Associazione cat-tolica esercenti cinema (Acec), porta avanti dal 2008 il progetto “I Teatri del Sacro”, la rassegna di spettacoli sui temi della spiritualità, sostenuta dal Servizio nazionale per il proget-to culturale e l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Si inizia il primo marzo a Edolo con lo spettacolo “Lazzaro, vieni dentro!” giovedì 1 marzo (20.30), della com-pagnia Carlo Pastori di Bergamo. È un mistero allegro in cui si racconta della seconda vita di Lazzaro, che do-po essere stato rianimato dall’amico Gesù non vuole più saperne di tornare a stare in un luogo chiuso. E vive in cortile. Giovedì 22 aprile (20.30) “Pa-rabole di un clown (...E Dio nei cieli ride)” del teatro minimo di Ardesio: un nonno, con un passato da clown in un circo e suo nipote, quarantenne in crisi, si mettono in viaggio su una vecchia 500, a ripercorrere le tappe di una vita segnata dal segreto della risata e dalla dolcezza della spirituali-tà. Ultima data a Edolo il 26 aprile con “Vigilia” del Teatro a Pedali: Lo spet-tacolo si svolge su due piani paralleli: il primo si colloca nel presente, in un ospedale dove si assiste alla decisione tra la sopravvivenza di una madre o della figlia nascitura; il secondo piano è costituito da una serie di immagini tratte dal passato. Info Iat 036471065. Prezzo del biglietto 15 euro, con for-ma di abbonamento a 40 euro.A Palazzolo si comincia invece il 17 marzo alle 21 con “L’amore impazien-te” della compagnia Intergea di Gravi-na di Puglia con Daniela Poggi. Sotto gli occhi dello spettatore si dispiega,

attraverso il personaggio femmini-le, un universo a sé, coinvolgente e impervio, fragile e duro, ossessivo e malinconico. Il 24 marzo alle 21 “Pa-rabole di un clown (...E Dio nei cieli ride)” del teatro minimo di Ardesio. Info 030731502. Biglietti: intero 7 eu-

Fino a domenica 26 febbraio al Teatro Grande di Brescia di Brescia andrà in scena lo spettacolo “La resistibile ascesa di Arturo Ui” di Bertolt Brecht, con Umberto Orsini (nella foto) nei panni del protagonista. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro di Roma, è diretto da Claudio Longhi ed è una mordace parabola satirica sulla corruzione del potere. Per invenzione dell’autore, la Berlino dominata dai nazisti, si trasferisce in

una coeva Chicago in cui l’industria del commercio dei cavolfiori prospera all’ombra sinistra del gagster Arturo Ui, satirico “alias” di Adolf Hitler. Farsa storica ironica, sagace e epica nel contempo, che ricosctruisce la tragicomica epopea di un trust scalcagnato in una città corrotta, ammiccante alla situazione economica-politica in dissesto nella Germania dello stesso periodo. Fino a sabato alle 20.30; domenica 26 alle 15.30. Prezzi dei biglietti: 12 euro, 18 euro

e 16 euro. Riduzioni disponibili. In vendita al Teatro Sociale dalla 16 alle 19 nei giorni feriali e mezz’ora prima dello spettacolo nella biglietteria del Teatro Grande. Info: ctbteatrostabile.it o 0302928611.Umberto Orsini incontrerà il pubblico sabato alle 17 al Nuovo Eden. L’attore sarà intervistato da Daniele Pelizzari. Seguirà la proiezione del film “La caduta degli dei” di Luchino Visconti, in cui compare anche Orsini. Ingresso gratuito, fino a esaurimento posti.

ro, ridotto 5 euro. L’ultima Sala a co-minciare è il San Costanzo di Nave. Martedì 13 alle 21 “Lazzaro, vieni den-tro!”. Martedì 20 aprile “Giobbe oggi” del gruppo giovani adulti di Nave: lo spettacolo tenta di attualizzare la vi-cenda biblica di Giobbe. Il 27 aprile al-le 21 “Guai a voi ricchi” compagnia di Diana di Roma: il narratore comincia lo spettacolo e ci porta negli anni ’60 e racconta… Ogni racconto provoca domande e tormenta la coscienza…Info 03032531100. Biglietti: 7 e 5 euro.

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Due mostre monografiche, una delle quali dedicata alla giovane artista Francesca Pasquali, con opere seducenti ed enigmatiche, realizzate attraverso materiali plastici e polimerici industriali, intrecciati e disposti nello spazio con grande perizia tecnica, sperimentazioni e un’irrefrenabile fantasia creativa. In contemporanea una personale dell’artista bresciano Severino Del Bono, la cui pittura è classica, praticata con una sorta di religiosa venerazione: volti

umani silenziosi e meditativi, per un’indagine che ha come oggetto un’espressività perturbata da elementi di alterazione a volte sottili e a volte deformanti. “A me gli occhi”, inaugurazione sabato 3 marzo ore 17, fino al 24 maggio. “Severino Del Bono. Fortunae”, inaugurazione sabato 3 marzo ore 16.30, fino al 10 maggio. Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13 – Brescia, da martedi a sabato (10 - 12 e 15 - 19), domenica dalle 15 alle 19.

Ultimi giorni per visitare la collettiva dedicata a maestri della scultura italiana, tedesca e svizzera, , realizzate in acciaio, marmo, ceramica, zinco e argento. Fantasia, surrealismo, matericità, a creare visioni astratto-costruttive di alta qualità plastica. “Piccole sculture. Hilbert – Hitzler – Martinazzi – Sartori – Skubic – Trubbiani”, Maurer Zilioli – Contemporary Arts, via Trieste 42/b, fino al 25 febbraio, da mercoledi a sabato dalle 15.30 alle 19.30.

ella crisi di sistema ge-neralizzata l’uomo deve rispolverare il senso di responsabilità e, soprat-tutto, deve ritrovare il

gusto della relazione facendosi pros-simo dell’altro. A Massimo Cacciari, classe 1944, non manca certo la sete di conoscenza: affascina per la sua capacità di argomentare ed è prepa-rato a tal punto da sembrare, errone-amente, una persona fredda e distac-cata. Filosofo, accademico (insegna estetica e forme del fare nella facoltà di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele) e politico (dal 2005 al 2010 è stato sindaco di Venezia), nel tempo libero scrive molto, ma forse vorrebbe avere ancora più tempo a di-sposizione per farlo. In questa lunga intervista parla anche della fede che non è altro rispetto alla ragione, per-ché “se credo, voglio comprendere e conoscere ciò in cui credo. E chi sa non può ignorare la grande tradizione

religiosa e teologica del mondo in cui vive”. Ha dimostrato anche di scende-re dalla cattedra e di mettersi in gioco nell’agone politico.La vita di ciascuno è fatta di in-contri anche sui libri attraverso lo studio... C’è un pensatore che l’ha influenzata?Sono tanti. Fra gli autori classici, nell’ambito moderno-contempora-neo, posso dire di aver frequentato di più Hegel, Nietzsche e Heidegger; nell’ambito della filosofia classica, Platone è quello che, forse, ho amato di più e continuo ad amare.E, invece, una persona che le ha “cambiato” la vita?Nessuno mi ha cambiato la vita, ma con alcune persone, soprattutto in passato, ho collaborato in maniera in-tensa: Mario Tronti, Asor Rosa… Ho tante persone con le quali ho avuto delle collaborazioni come Giacomo Marramao, Biagio De Giovanni….Quando altri parlano di Cacciari

Che idea si è fatto della situazio-ne politica? Riflette la società italiana?È una tipica crisi di sistema politico-sociale. Sono saltati tutti i collega-menti: tra corporazione e corporazio-ne, tra settore e settore, tra interesse e interesse. È una città sfasciata. Es-

cosa le dà più fastidio? I giudizi sul Cacciari politico o i soliti luo-ghi comuni sul filosofo che è di-staccato dalla realtà?Sono interessato a parlare con chi ha qualcosa da dirmi, mentre chi si limi-ta a fare battute, può dire quello che vuole perché non mi importa.Nell’attraversamento di questa crisi materiale e, forse, anche mo-rale, a che cosa ci possiamo appel-lare? Dove l’uomo può trarre se-gnali di speranza?Da se stesso e da quello in cui crede o sa. Non ha senso cercare altrove colpe o virtù; non ha alcun senso at-tribuire ad altri responsabilità, perché la responsabilità è sempre personale. Di fronte a determinate situazioni, sei tu che devi cercare, se sei capace, di fare o di non fare qualcosa; qualsiasi operazione scarica barile o qualsiasi discorso che attribuisca ad altri la re-sponsabilità di fare o non fare qualco-sa è infantile. Sei tu che devi deciderti.

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Una mostra fotografica che ripercorre gli ultimi 25 anni di carriera di Phil Borges, uno dei maggiori fotografi contemporanei, che documenta la vita delle popolazioni tribali del mondo, utilizzando il “ritratto ambientale” per sollevare le problematiche delle popolazioni indigene e per consentirne la conoscenza. La personale offre questa volta l’opportunità di scoprire un nuovo modo di raccontare la realtà, in cui il maestro sublima la quotidianità

a noi più vicina e intima, osserva Vanessa Valerio, immortalando ritratti di amici e famigliari. Parallelamente una sala espone le sperimentazioni sull’“Arte della Luce” di Nicola Evangelisti, che si basano sull’artificio di luce bivalente che cambia la sua fisionomia se vista di giorno o di notte. “Pensieri in cammino. Thoughts on the way”, Pacicontemporary, via Trieste 48 – Brescia, fino al 27 marzo, da martedi a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30.

Un’indagine sul binomio leggerezza pesantezza nell’arte di oggi e su come queste due vengono utilizzate simbolicamente per indicare possibilità e limiti della società. In esposizione opere a tecnica mista su tela di numerosi artisti, tra cui Luca Bidoli, Carlo Cane, Rudy Cremonini, Andrea Palamà, Manlio Sacco. “Gli elefanti non sanno saltare”, Galleria d’Arte Delle Battaglie, via Battaglie 69/a – Brescia, fino al 10 marzo, da martedi a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30.

Una mostra di circa 40 opere dedicata ad Ottavio Amigoni, protagonista della pittura bresciana del ‘600, capace di coniugare esperienze diverse, frutto dell’incontro con la pittura genovese, mantovana e bolognese, fino ad avvicinarsi negli anni ‘40 al colorismo della pittura milanese. “Ottavio Amigoni. 1606-1661”, Museo diocesano d’arte sacra, via Gasparo da Salò 13 – Brescia, fino al 25 marzo, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 escluso il mercoledi.

sendo una crisi di sistema, è inuti-le pensare di poterla rimediare con questa o quella riforma economica o istituzionale. Dobbiamo ripensare in-tegralmente il nostro essere insieme: questo vale per l’Italia ma vale anche per l’Europa.Ha scritto il libro “Ama il prossi-mo tuo” con padre Enzo Bianchi. Dall’Antico Testamento, quindi dalla religione fatta dalle leggi, si passa alla legge dell’amore del Nuovo Testamento. Nella società contemporanea il trascendente non è passato di moda, ma si fa-tica a vedere l’altro come il pros-simo. Chi è il nostro prossimo?Il prossimo è chi si approssima. Quan-do chiedono a Gesù chi è il mio pros-

simo, Gesù risponde che il prossimo è ognuno di noi nella misura in cui sa farsi prossimo; non è una persona che sta lì davanti a te, sei tu che devi av-vicinarti a questa persona. Devi sen-tire una responsabilità, un richiamo o una curiosità buona nei confronti dell’altro per farti prossimo. Laddo-ve in questa crisi di sistema cultura-le quelle relazioni non esistono più, diventa impossibile farsi prossimo. Il prossimo allora diventa semplice-mente quello che abita vicino, ma è difficile provare curiosità o amarlo, perché 90 volte su 100 ti dà fastidio e diventa un incubo. Se il prossimo è so-lo quello che ti abita vicino, sarà sem-pre un incubo. O ritroviamo anche il gusto della ricerca, della conoscenza e della relazione oppure è impossibile ogni possibilità.Il farsi prossimo è ancora più dif-ficile nello scenario della città globale?Nella città globale le gerarchie di va-lore si confrontano solo in termini conflittuali senza un riconoscimento comune. I cittadini della città globale, come accadeva nel passato con Ro-ma, sono diversi per etnia, religione, cultura... Oggi, invece, c’è il rischio che la città diventi un insieme di cor-pi che vogliono immunizzarsi l’uno rispetto all’altro. Vi sono alcune que-stioni come la sfera giuridica (diritto di cittadinanza) e le politiche di inte-grazione (processi di accoglienza e di riconoscimento reciproco) che favo-riscono la messa in crisi di questi mec-canismi immunitari. La città attuale non è definibile. Noi siamo anche nel-la misura in cui abitiamo, colloquia-mo, accogliamo. Se le nostre città im-pediscono queste relazioni, alla fine diventeranno invivibili: la vita all’in-terno non sarà, infatti, possibile. Le città globali moltiplicano le difficoltà del rapporto e della relazione, ma nel momento stesso rendono sempre più

necessario affrontare queste difficol-tà. Se non affrontiamo la questione dal punto di vista antropologico-cul-turale si corre il rischio di una guerra civile permanente, che viene risolta separando o ghettizzando per classi o interessi. Le nostre città saranno sempre di più dei non luoghi e diven-teranno semplicemente un insieme di funzioni. Dobbiamo conoscerci e riconoscerci al di là dell’interesse in-dividuale, altrimenti non viviamo più.Qual è il rapporto con la fede? Credo che non ci sia nessuna morta separatezza tra fede e ragione o tra fi-losofia e teologia. Nella nostra cultura l’intreccio, il meticciamento, ha fatto il pensiero forte, ha fatto la teologia forte, ha fatto la fede forte. La fede non è niente di negligente: se credo, voglio comprendere e conoscere ciò in cui credo. Questa è la fede. Non c’è da una parte la fede e dall’altra la ragione. La fede stessa intende il sapere e chi sa non può ignorare la grande tradizione religiosa e teologi-ca del mondo in cui vive. Dove c’è lo spirito di relazione, ci sono il dialogo e il colloquio.In merito alla vicenda San Raffa-ele, si è detto e si è scritto molto sulla persona di don Verzè. Lei ha avuto il coraggio di difendere un sistema di eccellenza. Cosa può dire al riguardo?È un sistema di eccellenza, poi quel-lo che può essere stato fatto di catti-vo lo ignoro e sarà la magistratura ad accertarlo.Quali sono i progetti nel cassetto di Cacciari? Sto scrivendo. Vorrei avere più tem-po, ma poi bisogna anche girare e chiacchierare un po’ (ride, nda). Ho vari progetti sulla storia del pensiero italiano, mi piacerebbe riuscire a svi-luppare e a scrivere qualcosa di com-piuto sulla riconsiderazione delle pe-culiarità del pensiero italiano.

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Pop, nel suo significato più lettera-le significa “popolare”, ovvero che piace alla gente. Gente, nel suo si-gnificato più superficiale: “massa”, ovvero un gran numero di persone che la pensano allo stesso modo. Ed ecco spiegata la musica “pop” che piace tanto alla “gente”. A loro volta queste definizioni si possono riassumere in una sola parola, un termine che meglio di qualsiasi altro spiega il fenomeno della musica leg-gera: televisione. Il burattinaio ha sempre bisogno di un pubblico. Di-versamente non avrebbe ragione di esistere E farà di tutto per raggiun-gere il suo obiettivo. Il pubblico ha

sempre bisogno di un burattinaio. Diversamente non avrebbe ragione di esistere. Anche il pubblico farà di tutto per raggiungere il suo obietti-vo. Lo stesso meccanismo succede anche in tv: il potere delle immagini sonore è stato imposto a chi presto ne ha riconosciuto una reale neces-sità. È per questo che la musica pop nasce e vive in televisione. Alla ra-dio, o almeno a quel che resta del-la radio, il compito di sottolineare ciò che la tv ha già deciso. Il recen-te Festival di Sanremo è un’eccel-lente conferma di questa prassi. I vincitori di quest’anno avevano già trovato la loro celebrità mediatica

grazie ad altre trasmissioni musi-cali: Emma con “Amici di Maria De Filippi”, Noemi con “X-Factor”, lo stesso programma tv dove Arisa ha consolidato la sua fama mediatica; Alessandro Casillo, vincitore nella categoria Giovani, fu il pupillo di Gerry Scotti in “Io canto”. Il burat-tinaio ha dovuto moltiplicare i suoi spettacoli, per moltiplicare il pub-blico. Il pubblico ringrazia e vota la musica nata nei talent-show, for-mat americani, che invade quello che era lo spettacolo italiano per eccellenza, il Festival di Sanremo. Le canzoni, belle o brutte, devo-no essere prima di tutto orecchia-

bili, e poco più. Come se un qua-dro dovesse essere “guardabile”… L’importante è che chi le canta sia già un po’ famoso in tv. È questa la principale qualità che garantisce af-fidabilità. La tv si impegna con voi, piccoli talenti del piccolo schermo. Diventerete famosi. Perché su di voi sono stati investiti dei soldi. Poteva capitare a chiunque altro. Milioni di voci con la stessa armonia e poten-za, milioni di voci regolate sulle no-te rassicuranti della musica pop. Ma è capitato a voi. Quindi sarete voi a tenere gli altri milioni di voci sotto la vostra ombra, perché la luce del-la tv è l’unico riflettore che conta.

Il potere del piccolo schermo non è principalmente quello economico. I soldi investiti nelle produzioni te-levisive sono sempre troppi e spesi male, e spesso capita di chiudere in perdita. Ciò che però tranquillizza l’impero del sole quadrato è che tut-ti gli investimenti – denaro, energie, tempo – sono destinati a fruttare per sempre. Fanno tutti parte di un percorso sociale e culturale che nei decenni ha cambiato la testa delle persone. Vanno tutti inseriti nel cal-derone dell’intrattenimento televi-sivo. Sono pur sempre un piccolo passo in avanti per la tv. E un grande passo indietro per l’umanità.

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Non si può rimanere indifferenti davanti alle vicende di Matt King. E forse questa è la maggior dote di “Paradiso amaro” di Alexander Pay-ne con George Clooney nei panni del protagonista. Uno dei belli del gran-de schermo dimostra, ancora una volta, di essere un grande attore, di essere maturato e cresciuto. Il capel-lo fluente grigio, la corsa impacciata, gli occhiali per leggere del personag-gio ricordano che non è più un giova-notto, ma un uomo maturo. E questo

mma con “Non è l’Infer-no” ha vinto, come da pronostico, la 62ª edizio-ne del Festival di Sanre-mo. Un’edizione che va

annoverata tra le peggiori degli ultimi anni, vista la pochezza delle proposte artistiche. Poche le proposte degne di essere ricordate quest’anno, e tra queste qualcuna è stata eliminata pri-ma della finalissima. Sanremo giova-ni: vittoria assegnata al quindicenne Alessandro Casillo con “È vero (che ci sei)”, inferiore sia al brano secon-do classificato, “Nella vasca da bagno del tempo” di Erica Mou, premio della critica, sia alla canzone “Guasto”, del terzo classificato Marco Guazzone.Emma “Non è l’inferno”. Tra le favori-te Emma, dopo il secondo posto con i Modà lo scorso anno, trionfa in que-sta edizione. Al solito mette in campo una notevole dose di grinta, ma que-sto non è sufficiente a far decollare un brano non trascendentale. Arisa “La Notte”. Svestiti i panni dell’adolescente disadattata Arisa conferma le sue qualità, al servizio di una canzone bella e raffinata. “La Not-te” piace perché rivela un’eleganza in-trinseca, che la cantante lucana riesce a mettere in luce grazie al suo talento.Noemi “Sono solo parole”. La terza posizione pare giusta per questa can-

tante dai registri canori intriganti ma non sempre ben calibrati. Il pezzo è piacevole; manca il cambio di passo.Samuele Bersani “Un pallone”. Che sia tra i migliori cantautori di questa generazione è fuor di dubbio, lo con-ferma il meritato premio della critica assegnatogli quest’anno. Il duetto con Bregovic su “Romagna mia” è entrato negli annali del Festival.Francesco Renga “La tua bellezza”. Il

talmente sentimentale da diventare stucchevole. L’unica nota positiva l’ha regalata Gianluca Grignani nel duetto con Pierdavide del venerdì sera. D’Alessio – Bertè “Respirare”. È stata la coppia più chiacchierata del Festi-val, forse per coprire le qualità non ec-celse della canzone. La Bertè contrap-pone alla consueta grinta una voce ormai sfiorita, più che rock roca; per D’Alessio diciamo che dalla canzone napoletana ci attendiamo di meglio. Nina Zilli “Per sempre”. Nina Zilli vive nel suo mondo musicale, un po’ retrò ma affascinante. Da lì non si muove, ma quell’ambiente sonoro lo conosce. Nina, forse non molto fantasiosa, ha un suo perché, come “Per sempre”, tra le poche canzoni ascoltabili. Eugenio Finardi “E tu lo chiami Dio”. Aveva bisogno di questo passaggio sanremese per ricordare a tutti chi è. Il pezzo non è straordinario, anche se il titolo lascia trapelare un’indubbia profondità. Anche l’interpretazione di Finardi, tendenzialmente rock, non ci pare la più adatta a questa canzone. Dolcenera “Ci vediamo a casa”. Eter-na incompiuta presenta una canzo-ne che non va in nessuna direzione. Il solito, trito e ritrito, pop melodico all’italiana, appesantito da una melo-dia che pare risalire a una tradizione musicale sepolta.

nostro Francesco è una garanzia, la sua ugola è da tutti considerata co-me un bene prezioso per la canzone italiana. “La tua bellezza” si apre alla maniera del Liga poi però fatica a de-collare, e a nulla valgono gli sforzi vo-cali di Francesco e un testo esplicito e positivo, cosa rara di questi giorni. Carone – Dalla “Nanì”. Il mix tra il gio-vane Pierdavide Carone e il canuto Lucio Dalla non ha convinto, a causa anche di una canzone dal contenuto

Danilo Di Prizio è prima di tutto artista: pittore e disegnatore sul versante figurativo, straordinario chitarrista su quello musicale. Dal 2003 ha condiviso il palco in concerti e festival italiani con musicisti di fama internazionale come Shooglenifty, Avion Travel, Walter Lupi, Michael Manring, Vincenzo Zitello, Cisco Bellotti, Modena City Ramblers, Jaqueline Perkins. Nel 2006 compone musica per immagini con i “Nuovi mottetti

ladini” opera vocale, colonna sonora originale del film “Vita da paur” di Andrea Lanzi. Dal 2007 riscopre la musica d’insieme, collaborando con il cantautore bresciano Ettore Giuradei nei suoi due ultimi lavori “Era che Così” (2008) e “La Repubblica del Sole” (2011). Sul finire del 2011 è uscito l’album “L’altra metà”, suo primo lavoro, con 13 brani originali per chitarra sola, ora in tour. Info [email protected]

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film pare proprio consacrarlo nella maturità. Con cinque nomination agli Oscar (tra sabato 25 e domenica 26 marzo; film, regia, sceneggiatura, at-tore protagonista e montaggio) Pay-ne dà a Clooney un ruolo da ricorda-re, magari con una statuetta. George è Matt, discendente di un’antica fami-glia delle Hawai (il paradiso, appun-to). È un avvocato che potrebbe vi-vere dei soldi accumulati, ma, come suo padre, vuole educare le figlie e lasciar loro abbastanza soldi per fare

qualcosa, ma non così tanti da non fare niente. Il rapporto con le figlie è uno dei capitoli spinosi della sua vita, così come quello con la moglie: la vediamo su un letto di ospedale in coma, che scopriremo irreversibile e che la condanna a uno stato vegetati-vo. La causa è un incidente nautico. Da qui Clooney e il suo personaggio si mettono in viaggio, per riscopri-re il senso e il significato di una vi-ta scappata di mano, di una famiglia più estranea di quanto immaginato.

Ripercorre Matt, e noi con lui, la vi-ta della moglie, recupera quegli atti-mi che erano sfuggiti ripartendo dal rapporto con le figlie: da recuperare, con la più grande, da costruire con la più piccola. Ci sono tutte le diffi-coltà del caso, quelle di un uomo di mezza età che si trova a dover gesti-re all’improvviso una famiglia senza la persona amata. Amata nonostante tutto, perché Elizabeth non è poi san-ta come suo padre continua a crede-re. È sublime Clooney nel dipingere

un personaggio tanto umano quanto vero; è eccezionale Payne nel raccon-tare con silenzi, immagini e storia, la vita e la morte, la rinascita e il perdo-no, la durezza e la tenerezza davanti a temi che interrogano tutti: la morte, il testamento biologico, il rapporto di fedeltà, l’amore e la scelta coraggio-sa rispetto alla più facile. Attorno a un minimal Clooney un cast perfetto. Perché parlare dell’uomo, significa parlare di un paradiso che, talvolta, può essere amaro.

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i sono gesti e azioni, co-me i i blitz della Guardia di Finanza in certe rino-mate località turistiche, o nelle grandi città, che

hanno un valore molto più simbolico che reale. Sconfortante leggere l’alta percentuale di situazioni trovate fi-scalmente fuori regola. Si diceva che il valore simbolico è ben maggiore: fa capire a tutti gli italiani che evadere le tasse è sempre più rischioso, sem-pre più soggetto a controlli. Ingenera la sensazione che le cose non siano più come prima, e che è meglio fa-re quello scontrino o quella ricevuta fiscale. L’effetto – se ci sarà come è auspicabile – lo si vedrà nei prossimi mesi, con un aumento appunto delle entrate fiscali. Il “nero” occulta al Fi-sco italiano decine di miliardi di euro all’anno. Sono soldi che si ha il dove-re di recuperare. Poi si avrà la possi-bilità di utilizzare. Come? Il maggio-re introito fiscale potrebbe rilancia-re (o almeno smuovere) l’economia italiana finanziando opere pubbliche o infrastrutturali che nell’immediato darebbero molto lavoro, e nel medio termine permetterebbero a certi terri-tori di essere più competitivi. Oppure si potrebbe fare un’operazione asso-lutamente non eclatante, ma econo-micamente virtuosissima: destinare i maggiori introiti all’abbattimento del debito pubblico, che ha sforato quota 1900 miliardi. Abbassando il debito, si

degli interessi da pagare. Meno so-no, più euro ci rimangono in tasca. Più facile immaginare che le mag-giori entrate fiscali serviranno, come annunciato da Monti, ad allentare la pressione attorno al portafoglio di chi le tasse le paga tutte, da sempre. Perché la situazione è insostenibile, soprattutto dopo le manovre dei me-si scorsi che hanno stretto ancora di più il nodo scorsoio. È stato dato il via libera a Comuni e Regioni di au-mentare l’Irpef sui redditi da lavoro; è cresciuta l’Iva; è stata reintrodotta l’Ici sotto forma di Imu. Ci sono poi le accise sui carburanti: che fanno della

abbassano anche gli interessi da paga-re, con forte segnale a tutto il mondo sulla capacità italiana di far fronte a esso. Se ne avvantaggerebbero le quo-tazioni dei Bot e Btp, innescando un ulteriore circolo virtuoso sul fronte

Gli interventi previsti con le liberaliz-zazioni in discussione al Parlamento azzerano le competenze delle ammi-nistrazioni locali nel determinare le condizioni per l’esercizio delle attivi-tà commerciali e turistiche, con parti-colare riferimento alla gestione degli orari e delle aperture festive. Dopo il pronunciamento del Consiglio re-gionale che, lo scorso 24 gennaio, ha impegnato la giunta lombarda a im-pugnare il provvedimento davanti alla

Corte costituzionale, Confesercenti, con un comunicato a firma del diret-tore Alessio Mergo (nella foto) invita i Comuni a fare sentire la loro voce. L’associazione di via Salgari ha indiriz-zato una lettera a sindaci e assessori al commercio bresciani per chiedere l’approvazione di un ordine del giorno condiviso con Anci Lombardia, indi-rizzandolo al Presidente del consiglio e ai capigruppo delle forze politiche parlamentari, in cui sostanzialmente

si richiede un impegno ad apportare tutte le modifiche necessarie alla nor-mativa che ha introdotto liberalizza-zioni al fine di riportare in capo alle Regioni ed ai Comuni le funzioni di regolazione degli orari e delle apertu-re domenicali e festive per le attività commerciali e di somministrazione alimenti e bevande; di confermare in capo alle Regioni e ai Comuni la com-petenza in materia di programmazio-ne urbanistica e commerciale.

benzina e del gasolio italiano i più ca-ri dell’Occidente. Cose che incidono (e non poco) sui bilanci familiari; che hanno dato una forte spinta al-la recessione che interesserà l’Italia almeno per tutto il 2012. Quindi l’ab-bassamento delle aliquote Irpef sui redditi da lavoro compenserebbe i sacrifici finora fatti dai contribuen-ti onesti. L’unica perplessità è che l’eventuale abbassamento non sia nemmeno avvertito, che abbassare di un punto o due la prima aliquota, alla fine non cambi di molto le cose. In teoria aiuta chi guadagna di me-no. O chi dichiara di meno.

In queste settimane la Rai sta mandando in onda uno spot con cui spiega che anche le aziende devono pagare il canone tv. “In questo febbraio 2012 – afferma il presidente dell’Associazione artigiani di Brescia e provincia, Enrico Mattinzoli –, numerose aziende e uffici hanno già ricevuto una lettera ufficiale da parte della Rai in cui si richiede il pagamento del canone per la detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni

radiotelevisive al di fuori dell’ambito familiare, compresi computer collegati in rete, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti’. Questa notizia ha suscitato il comprensibile stupore degli imprenditori, dei commercianti e dei professionisti. La richiesta di denaro (dai 200 ai 6000 euro per realtà produttiva) si basa su un regio decreto del 1938, che prevede che “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è

obbligato al pagamento dei canone di abbonamento”.La vicenda, che ha già dato il via anche a interrogazioni ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia e finanze da parte di alcuni senatori, sta suscitando la più ampia protesta a livello nazionale. Per Mattinzoli si tratta di una vera e propria nuova tassa sul lavoro, che colpirebbe cinque milioni di imprese italiane e studi professionali, proprio nel momento in cui ci si appella alla ripresa.

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itorna “Brescia casa de-sign”, lo storico appun-tamento primaverile de-dicato ai settori casa e living che si svolgerà nei

due primi fine settimana del mese di marzo (2-4 e 9-11) negli spazi di Bri-xia Expo. L’edizione 2012 vuole sor-prendere il suo pubblico con novità, eventi e iniziative. Per la nuova edizione, l’appunta-mento di primavera con l’universo dell’abitare, propone una grande novità realizzata in collaborazione con la PrincipeAdv: “dC dentroCa-sa” design, il salone nel salone che ospita, nel suo spazio esclusivo, i più importanti nomi italiani del set-tore arredamento, indoor/outdoor, accessori e servizi, attribuendo co-sì maggior prestigio alla tradizionale offerta espositiva di Brescia casa.La nuova alleanza prevede la pre-senza, in Brescia casa, di un gruppo di aziende importanti che rappre-sentano l’eccellenza della distribu-zione nel Bresciano e non solo. No-mi storici, rivenditori di importanti

firme dell’interior e dell’outdoor design nazionale e internazionale, faranno così il loro ritorno, per la prima volta dopo decenni. “Parlia-mo di aziende che, per motivi di-versi, hanno abbandonato la vetrina espositiva locale per rivolgersi alle grandi città come Milano e Verona, o addirittura che hanno completa-mente abbandonato il settore fiere, la maggior parte delle quali sono clienti in ‘dentroCasa’, e da oltre 10 anni ci hanno dato fiducia visti gli importanti riscontri ottenuti proprio tramite la testata del nostro gruppo” commenta Gianpaolo Natali, ceo Principeadv. Le aziende che sceglie-

ranno di esporre nella zona ‘dentro-Casa design’, un’area elegantemente allestita di oltre 6.000 mq, separata e ben identificabile, nella parte finale del padiglione, potranmno contare su una sorta di grande salotto luxu-ry dove il pubblico di Brescia casa potrà trovare il meglio dell’offerta per arredare, personalizzare e rin-novare il proprio spazio abitativo.“Abbiamo voluto siglare questa alle-anza, unendoci a un partner che da anni opera nel settore arredamento e complementi per la casa, che gode della stima e fiducia di molte real-tà commerciali di alto profilo – af-ferma Carlo Massoletti, presidente Fiera di Brescia – la scelta è stata dettata dalla necessità di investire maggiore attenzione nella qualità dei nostri espositori e garantire al nostro pubblico un elemento distin-tivo, che restituisca alla rassegna Brescia casa il prestigio e l’interesse di un tempo, rispondendo al diffuso bisogno di un orientamento verso il contemporary home”.Per quanti in-vece sono alle prese con l’organizza-

zione del proprio matrimonio, torna la seconda edizione di “Carlotta Si Sposa”, la soluzione a tutti i quesiti in fatto di wedding, location, cate-ring, abbigliamento, e servizi vari. L’evento Artisti & Designer, quest’an-no con taglio “eco”, ripropone il tra-dizionale concorso dedicato a stu-denti e giovani professionisti, i cui progetti verranno esposti nell’area d’ingresso. Inoltre, nello spazio “Bre-scia casa on demand 3d”, esperti in-

terior designer, sono a disposizione del pubblico, per realizzare progetti di rinnovamento del proprio spazio abitativo.“Brescia casa” sarà visita-bile a partire da venerdì 2 marzo, dalle 17 alle 21, sabato 3 marzo, dal-le 14 all 20 e domenica 4 domenica 4 marzo dalle 10 alle 20. Orario ana-loghi saranno quelli del fine settima-na successivo, quello da venerdì 9 a domenica 11 marzo. Il costo del bi-glietto d’ingresso è di 8 euro.

“Da subito mi è sembrata un’ottima opportunità di rilancio per la nostra Brescia Casa – afferma Francesco Bettoni (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Brescia, proprietaria del marchio – abbiamo voluto elevare la qualità dell’offerta espositiva, nella convinzione che i nostri visitatori percepiscano il cambiamento e arrivino in fiera sempre più numerosi”. Non ha dubbi il presidente della Camera di commercio bresciana

nello “sposare” (nessun verbo calza meglio di questo visto lo specifico della manifestazione, ndr.) il nuovo corso assunto dall’appuntamento di primavera con l’universo dell’abitare, per questo 2012 e caratterizzato dalla definizione di un’importante alleanza con PrincipeAdv, società di consulenza commerciale bresciana organizzatrice di grandi eventi che può garantire un servizio integrato, analizzare, promuovere, sviluppare e risolvere le difficoltà che le

aziende riscontrano sul mercato di riferimento. La scelta è stata assunta, come ricorda Bettoni, per contrastare un trend abbastanza diffuso. “Il nostro territorio – afferma il presidente – vanta nomi importanti nella filiera della distribuzione, aziende che troppo spesso guardano a eventi fuori Provincia, perché privi di valide alternative”. Il salone ‘dC dentro Casa’ design è stato così pensato proprio come casa dell’eccellenza bresciana e non solo. L’obiettivo

sarà fornire al visitatore un appuntamento d’eccellenza con l’abitare in grado di offrire un’offerta ampia e trasversale al mondo del living, design e outdoor. La nuova partnership con PrincipeAdv (che ha curato in ogni minimo dettaglio ‘dc dentroCasa’) permetterà al marchio Fiera di Brescia di essere visibile a un sempre maggior numero di operatori e la ricaduta sull’economia locale sarà indubbiamente un valore da non sottovalutare”.

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Parrocchia Conversione di S. Paolo in Flero

CHIESA PARROCCHIALE DI

FLERO

Anno 2010

Parrocchie di Botticino

CHIESE PARROCCHIALIDI BOTTICINO

Anno 2010

Parrocchia di S. Stefano protomartire - Bedizzole (BS)

SANTO STEFANO MARTIRE

DI BEDIZZOLE

Anno 2011

Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

IL DUOMO DI MONTICHIARI

Anno 2009

Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

LA CHIESA PARROCCHIALE

DI GHEDI

Anno 2011

Parrocchia di San Marco - Gardone Valtrompia (BS)

CHIESA PARROCCHIALEDI SAN MARCOGARDONE VALTROMPIA

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on i piedi per terra. Ma sognare si può, si deve. I numeri parlano di storia, le sfide in arrivo raccon-trano di grandi sfide e i

play off non sono così lontani. Calo-ri tiene i piedi per terra ma: “Vorrei che si sognasse, sempre, ma rima-nendo concentrati e umili. L’obietti-vo iniziale non cambia, per adesso”. L’obiettivo iniziale, per rimembrare i tempi andati, era la salvezza; ma-gari prima possibile. Il termine sicu-rezza per raggiungere la salvezza è fissato indicativamente a 50 punti; le Rondinelle sono a 39, cioè a so-lo 11 punti dal traguardo, quando mancano ancora 14 giornate alla fi-ne del campionato, più una gara per gli uomini di Calori da recuperare domenica 26 alle 12.30 al Rigamonti contro il Torino. In palio quindi ben 42 punti, quindi tutto può ancora es-sere possibile.Il primo traguardo in vista è il re-cord di imbattibilità di Arcari e del-la squadra stessa. Per Michele Ar-cari, il numero uno, all’ennesima stagione che l’ha visto partire come secondo e riporsi come titolare, ba-stano ancora 30 minuti per essere il migliore di sempre nella storia del Brescia. E quando si dice di sempre, vuol dire di sempre, di tutta la storia del Brescia.Calori e i suoi ragazzi hanno colle-zionato otto risultati positivi conse-

cutivi (due pareggi e sei vittorie); in qualche partita meno belli di altre, ma si volevano i punti e non la bel-lezza; per quando è stato lasciato a casa Scienza. E anche se il curricu-lum di mister Calori non sembrava dei migliori, sta dimostrando a suon di fatti che su questa panchina siede uno che pare avere le carte in rego-la per fare bene: otto gare 20 punti. Rullino da prime della classe.

Sabato e domenica la Serie B si fer-ma; lascia spazio ai recuperi delle gare che per motivi meteorologici sono state rinviate: per cui venerdì sera Pescara-Reggina; sabato Gub-bio-Modena e Sassuolo-Ascoli; do-menica Brescia-Torino. Un passo alla volta; al Rigamonti do-menica arriva la prima della classe, reduce dalla vittoria con la Sampdo-ria. Sulla panchina siede Giampiero

In 100 foto a colori si coglie l’anima di un campione. Luca Rocca, fotografo ufficiale di Marco Simoncelli, presenta a Brescia la sua raccolta di immagini del grande campione prematuramente scomparso lo scorso anno dal titolo“Super Sic 58. Marco Simoncelli” (Armando Curcio Editore). Marco Simoncelli (Cattolica, 20 gennaio 1987 – Sepang, 23 ottobre 2011) è stato campione del mondo della classe 250 nel 2008. Conosciuto fra gli appassionati

con il nomignolo di SuperSic, è morto a soli 24 anni durante il Gran Premio della Malesia, disputatosi sul circuito di Sepang. Nelle fotografie si ricordano i momenti più belli della carriera di Marco simoncelli, il 24enne pilota della Honda Gresini. Parte del ricavato della vendita del libro andrà alla Fondazione creata in onore di Marco. L’incontro con l’autore è in programma sabato 25 febbraio alle 17 presso la Libreria Mondadori di via Mazzini, 20.

Ci sono gli Assoluti, c’è il sogno dell’Inghilterra e l’assegnazione di ruoli che significano il divenire di una vita di sport. Soprattutto c’è il sorriso, che vale anche di più di tanti mesi di fatica, quel sorriso dei ragazzi della Polisportiva “No Frontiere” di Bor-gosatollo. Ragazzi con diverse abili-tà, fisiche o legate alla vista, che si impegnano nella fatica quotidiana di un allenamento che per loro vale dop-pio e per noi che abbiamo assistito a

una serata di preparazione, vale come messaggio diretto all’anima. È il nuo-to il fulcro di tutto e il riferimento di tante giornate. Un rito che si ripete di sera nelle vasche di via Rodi. Lo scorso dicembre i ragazzi e le ra-gazze della Polisportiva hanno brillato al 2° Meeting Internazionale e trion-fato anche in Coppa Italia, con un meritatissimo oro conquistato dalle ragazze. L’obiettivo, per alcuni, sono addirittura le Paraolimpiadi, come

per l’atleta Efrem Morelli, autentico uomo di punta della “No Frontiere” o Gabriel Greotti, giovane promettente già noto alla Nazionale giovanile. Cuo-re, passione e grinta. Tuttavia, al so-dalizio, manca qualcosa: il sostegno dei privati, gli sponsor. Non si tratta di aiuto, ma di potenzialità di ritorno. Basta rivolgersi alla Polisportiva “No Frontiere” di Borgosatollo. In inter-net, senza difficoltà. E un sostegno vale decine di sorrisi, anche i vostri.

Ventura, uno abituato a collezionare promozioni. La squadra ha la miglior difesa del campionato; a conferma che per vincere bisogna avere prima una forza difensiva. Visto che anche il Brescia targato Calori ha fatto del-la fase difensiva la sua forza, sarà da vedere chi per primo riuscirà a scardinare i meccanismi difensivi.Gara importante, di quelle che si se-gnano sul calendario, di quelle che segnano l’inizio del tour de force delle V bianche. Da questa partita comincia un nuovo campionato. In questo momento, la Serie B lo è da sempre, comincia la vera corsa. Nel bene e nel male, anche il Brescia e la sua storia lo sanno. In questo periodo persero i play off Maran, sostituito da Zeman, o ottenne la Serie A Iachini, solo per citare due stagioni nella mente di molti tifosi biancoblù. E allora continuiamo a sognare, mister Calori, visto che fa tanto bene a noi e alla città. In fon-do tu, quest’anno, ci hai ricordato come si fa.

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opo due settimane di astinenza da pallone l’in-verno ha fatto un passo indietro. La lunga pausa natalizia e i rinvii causati

dal maltempo hanno portato grande voglia di calcio nel mondo del Csi e nei quattro gironi di Élite si è visto, con gare combattute fino all’ultimo secondo. Nel girone A l’unica forma-zione ad avere vita facile è stata la ca-polista Saip, che ha svolto un buon al-lenamento contro il Drink Shop, come dimostra il 6-1 finale. Nelle altre sfide c’è stato grande equilibrio, certificato dal 4-2 del Marcheno a S. Giovanni ma soprattutto dai successi di Ospitaletto e Duomo Rovato (3-2 all’Ome e 5-4 al Colombaro). Per il sette di “Ospi” si tratta della tanto attesa prima vittoria stagionale, ma a -14 dalla zona salvez-za servirebbe un miracolo per raddriz-zare la stagione. Nel girone B il Bar Ci-ringhito non è più il rullo compressore del girone d’andata, come dimostra il risicato 1-0 sul S. Antonio, penultimo in classifica. I punti di vantaggio sulla Noce, tuttavia, restano cinque e sono rassicuranti. I vicecampioni provin-ciali vincono di misura sul S. Zeno A e si mantengono al secondo posto a +3 sulla Smv, che strappa con i denti l’intera posta in palio al S. Francesco e mostra di volere le finali provincia-li, traguardo già messo in cassaforte dalle prime tre della classe del girone C: Carrozzeria Bosini, Lonato 2 Sgb e Ponte Zanano, raccolte in tre punti e

Nell’Élite del calcio femminile la vittoria per 7-3 del Pavone sul Sale suona come un verdetto. La capolista spegne la speranza di rimonta delle rivali e vola a +9 dal terzo posto. Solo il Club Azzurri resta in corsa per il primato dopo il 10-2 inflitto al S. Benedetto che lo mantiene a -2 dalla vetta. In coda Nuvolera e Guidizzolese ferme a quota 10 e 6 sembrano condannate alla retrocessione. Nei tre gironi dell’open riflettori puntati sul big match tra Brozzo e

Torricella, prima contro terza del gruppo C. La prima non ha fallito e ha fatto sua la posta in palio con un 8-4. Virtus S. Faustino tiene il passo con il 6-4 sui Lions. Nel girone B solo successi in zona podio. S. Angela Merici, S. Zenone Ronco e Prevalle passeggiano su Pompiano, Giaffa Clusane e Pontevichese. Il raggruppamento A è il più equilibrato, con le prime quattro raccolte in cinque punti, ma la capolista Rgs Francesco ha una gara da recuperare.

capaci di creare un vuoto alle spalle. L’Intrepida B – quarta in classifica – dista 11 lunghezze dal terzo posto. C’è più equilibrio nel gruppo D, ma davanti a tutti ci sono i soliti noti del Cafè Noir, abituati da tempo ai palco-scenici più prestigiosi e reduci da una sfida epica nello scontro diretto con il Verolavecchia, terminato 7-7. Non ha saputo approfittarne la seconda forza

del campionato: Er Costruzioni in fer-ro, bloccata dalla Gelateria Marameo in un altrettanto avvincente pareggio a suon di gol che si è chiuso con dodi-ci reti messe a segno. Nel calcio a 11 è il caso di focalizzarsi sulla categoria minore perché il campionato di Pro-mozione. Negli ultimi anni non si era mai visto un torneo tanto equilibrato. I numeri parlano chiaro: sei squadre raccolte in cinque punti, anche se Avis Isorella (terzo), Norton (quinto) e Berzo Inferiore (sesto) hanno all’at-tivo una gara in meno. Mancano otto giornate alla fine, con 24 punti in pa-lio per salire sull’ascensore che porta in Élite, riservato alle prime quattro della classe.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Sulla Beata Cristina

Egr. direttore,le chiedo, come cittadino di Calvisa-no religiosamente coinvolto e lettore critico in senso propositivo de “La Voce del Popolo,”di avere un breve spazio in pagina per integrare e defi-nire storicamente in modo esaustivo il personaggio citato nell’articolo ap-parso sul settimanale a pag. 14 nel n° 6 del 9 febbraio scorso con il titolo “Santa Cristina. Leggenda e verità”. Premesso che attualmente le spoglie della Beata, morta nel 1458, sono conservate nella chiesa di S. Grego-rio Maggiore a Spoleto, per risolve-re definitivamente la controversia sulle spoglie della Beata mi limito a citare testualmente lo storico mons. Antonio Fappani che nel volume XVII dell’“Enciclopedia Bresciana” alla voce ‘Semenzi (o Somenzi) Cri-stina, beata’ così scrive: “Divergen-do da quanto è nella voce “Cristina da Spoleto, beata” gli studi condotti in questi ultimi anni da mons. Fau-sto Balestrini e da Virginio Prandini (Intorno alla Beata Cristina Semenzi di Calvisano) hanno dimostrato che le antiche tradizioni calvisanesi ri-guardanti la Beata (...) poggiano su testimonianze veritiere e che le loro opere meritano seria accoglienza…Gli storici calvisanesi hanno voluto dimostrare l’errore in cui era cadu-to il Guerrini per dimostrare la non esistenza di C. S. di Calvisano (…). Lungo i secoli i calvisanesi fecero nu-merosi pellegrinaggi a Spoleto con offerte per la celebrazione di Messe e per il decoro della tomba, come risulta da numerose ricevute. Il 19 gennaio 1999, l’arcivescovo di Spole-to mons. Riccardo Fontana, nel dare l’incarico al cancelliere arcivescovi-

le di completare la ricognizione ca-nonica dei resti mortali della Beata, riconosceva Cristina essere oriunda da Calvisano, della famiglia Semenzi. Dall’urna fu tolto l’abito che venne donato alla comunità di Calvisano”.Mi permetto di aggiungere che, assie-me alla ricognizione, venne effettua-ta dall’Università di Pisa una perizia necroscopica autorizzata dal Vesco-vo spoletino per risolvere la secolare controversia sulle spoglie sacre pre-senti a Spoleto dal 1458 attribuibili alla Cristina Semenzi di Calvisano, deceduta ivi a 22 anni, o all’altra deceduta tale Agostina Camozzi di Como cinquantenne dal burrascoso passato. Nella suddetta relazione si attesta che “L’apparato masticatorio è integro… Sono presenti segni di usura assai lievi, in armonia con la giovane età della donna”. Questione risolta dunque, documenti storici ed analisi necroscopiche hanno defini-tivamente dimostrato che la salma è di Cristina Semenzi. Coerentemente l’Arcivescovo fece collocare sulla cassa reliquiaria presente a Spoleto la dicitura “Beata Cristina di Calvisa-no”. Nel febbraio del 2004 le spoglie mortali della Beata ritornarono per due settimane nel paese natale dopo 500 anni, accolte con entusiasmo e fede dalla comunità civile che l’aveva già titolata sin dal 1512 patrona del Comune e, con delibera consigliare del 28-11-2000, “Assunta per tutto il terzo millennio a Santo Patrono Ci-vile e Protettrice del Comune di Cal-visano”. Con questo mio intervento spero di aver contribuito a eliminare definitivamente il dubbio al riguar-do e ricordando con riconoscenza i mons. Fappani e Balestrini, insigni maestri di rigore nell’analisi storica.

Bruno Bresciani

Chiesa, Ici e tantamalafede

Egr. direttore,e dai con quell’Ici! Che secondo cer-ti laicisti, in evidente cattiva fede la Chiesa dovrebbe pagare. Anche le se-di dei vari partiti hanno questa esen-zione, oltre le varie Chiese che hanno un patto con lo Stato. E allora perché si accusano solo i cattolici di questa cosa? Leggo che anche molti sindaci, anche non cattolici, affermano che è giusto che la Chiesa cattolica abbia questo diritto. Inoltre in Italia vi sono decine di migliaia di poveri che nelle varie mense del Paese possono risto-rarsi con cibi caldi e trovare un letto per riposare senza dormire sotto le stelle. Leggevo con ammirazione in questi giorni di Chiara che a Bologna sa dove abitano i poveri e ogni giorno porta loro vivande, medicinali e vesti-ti perché possano vivere con serenità la loro vita. Eppure questa giovane è lieta e gioiosa in quanto sa bene che aiutare i poveri è donare a Gesù che ha detto: fatevi dei tesori in Cielo con la vostro ricchezza... E Chiara, come tanti altri, con quella gioia che prova facendo il bene riceve quel cento per uno che Gesù promette nel Vange-lo. Ma quei signori che accusano la Chiesa di fare il male che loro stessi commettono sono davvero conten-ti? Lo escludo a priori. Se così fosse non avrebbero il dente avvelenato per chi fa il bene. Lo so bene che vi sono anche diversi laici che fanno queste opere di carità e questi individui do-vrebbero seguire e aiutare i loro ami-ci e allora sì che potrebbero essere davvero contenti. Perché più forte dell’egoismo è l’amore, più grande dell’odio è la carità.

Domenico Marchesi

Page 48: La Voce del Popolo 2012 08