La Voce del Popolo 2012 23

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Ǥ Ecco i novelli. Don Claudio e don Damiano sono i preti bresciani ordinati a 50 anni dall’inizio del Concilio. Sono un dono di Dio, la nostra gioia e il nostro futuro. Sono entrambi delle valli, di Edolo e di Pezzaze. Sono il minimo storico delle ordinazioni a Brescia. Sono il volto giovane della nostra Chiesa in cammino verso le unità pastorali. In questa sintesi si concentra ciò che ci preoccupa e ciò che ci sta a cuore. Forse non ne sono pienamente coscienti, ma su di loro ci sono i nostri occhi e non solo quelli dei cristiani della nostra terra. In loro c’è la forza dello Spirito che li spinge al dono della vita senza misura, all’amore “senza fine” e, nelle comunità che li accoglieranno, c’è oggi un’attesa sincera e carica ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 di speranza. Ma siamo sinceri, verso il ministero presbiterale, in un tempo in cui “fare il prete” non è un “mestiere” ricercato, non mancano segnali contraddittori da parte delle famiglie, della società e dello stesso contesto ecclesiale. Anzitutto le famiglie. Da un lato genitori che vogliono bene ai curati dei loro oratori quando organizzano il grest, che esigono in tanti casi dai parroci accompagnamento e risposte per i loro bisogni, che chiedono i sacramenti e la vita cristiana, generosi nella fede, ma non altrettanto verso la prospettiva di un figlio che entra in Seminario. La società, poi, non è da meno. Se ci riconosce ancora un qualche valore per il ruolo sociale e culturale delle nostre iniziative, fatica a coglierne la radice evangelica e scambia la gratuità come difesa di potere, privilegio e desiderio di egemonia. Nel frattempo quando si confronta con i problemi quotidiani bussa alla porta della canonica per chiedere soluzioni, carità, risposte immediate che come società non sempre è in grado di dare. Ma ciò che più conta è il pensiero del contesto ecclesiale. Cosa chiede la Chiesa ai preti? Ma come – direte – la Chiesa non sono i preti? No, la Chiesa è il popolo di Dio, laici, pastori, consacrati insieme. L’ha detto il Concilio. Ai preti, in particolare, Gesù ha consegnato il suo stesso ministero: spendere la vita annunciando il Regno dei cieli. Ma a volte la Chiesa stessa, quella viva, il popolo di Dio non ha chiaro cosa chiede ai suoi preti. Nasce perciò la necessità di chiarire. A Brescia, ad esempio, credo sia utile tornare a confrontarci con ciò che distingue l’identità del prete diocesano e che oggi tocca anche don Claudio e don Damiano: la carità pastorale. Essere “pastori” secondo il cuore di Dio per noi significa porre al centro della nostra spiritualità di preti diocesani proprio la carità pastorale. Quella realtà che ci “fa preti per Cristo donati alla gente”. La carità che ci rende “padri” per le famiglie, per i giovani, gli anziani e gli ammalati, i deboli e i sani, i ricchi e i poveri, per tutti e per tutta la comunità. Pastori incarnati in una storia, come Gesù. Capaci come lui di agire con “gesti e parole” (anche questo ha detto il Concilio). Ministri, non funzionari distanti del sacro, non dediti alla comunità dei “puri”, non dimentichi della radice divina del nostro impegno anche sociale e mondano. Pastori, con le mani sporche di terra e di sangue, vicini alla vita della gente, non teorici del nulla, ma concreti, appassionati e consumati nell’amore “fino alla fine”. Preti, richiamo vivente al cielo con i piedi piantati per terra. In ricerca costante, come in questo tempo sinodale, della volontà di Dio e del bene possibile. Pastori con i laici, nella responsabilità, non contro qualcuno, ma con un compito proprio che ci è dato, senza nostro merito, per tutti (anche questo l’ha detto il Concilio). ǯ ǡ Nuovi scenari. Il welfare cambia i suoi protagonisti Iniziativa Cei. Domenica 10 giugno, Colletta per l’Emilia ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Milano 2012. La Chiesa accoglie e accompagna Incontri Ccdc. Ma Gesù è un vero personaggio storico? Euro 2012. Pallone in cerca di riscatto Multiutility. Le ricadute su lavoro ed economia Ǥ ǤǤ “Affermava Pascal: “Conosciamo la verità, non solamente con la ragione, ma anche con il cuore. È il cuore che sen- te Dio. Ecco che cos’è la fede: Dio sensibile al cuore”. Nel Corpus Domini (Corpo [e Sangue] del Signore = Eucari- stia) riconosciamo Dio che si fa “sensibile” in modo uni- co all’uomo: oltre i sensi fisici, lui vuole “parlare” ai nostri sensi interiori, sino a giungere al cuore di chi crede in lui. E per fare questo sceglie degli uomini, dei preti, come suoi ministri. In tre chiese della nostra diocesi si celebrano dome- nica prossima tre prime Sante Messe. Un po’ poche - senz’al- tro - per i bisogni delle nostre comunità. Un motivo in più per pregare per le vocazioni. Siamo particolarmente vicini ai tre or- dinati, augurando loro che siano sempre più sensibili al Cuore del Signore, per rendere poi “sensibili” anche le persone loro affidate. Il beato card. Newman scelse come motto: Cor ad cor loquitur (Il cuo- re parla al cuore). Lo affidiamo a loro, ma desideriamo custodirlo anche noi: ascoltando il Cuore di Gesù, possiamo poi parlare di Lui in modo “sensibile” al cuore di chi ci incontra. Ǥ ǡ ǡ Ǥ Ǥ ǡ Ǥ Ö

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Li amò sino alla fine - Don Damiano Raza e don Claudio Sarotti saranno ordinati sacerdoti insieme a p. Carlo Binahcini, oratoriano, sabato 9 giugno dal vescovo Luciano Mornari nella Chiesa Cattedrale. Domenica 10 giugno le prime messe a Pezzaze e a Edolo. Il 17, festa a Darfo per p. Carlo

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Ecco i novelli. Don Claudio e don Damiano sono i preti bresciani ordinati a 50 anni dall’inizio del Concilio. Sono un dono di Dio, la nostra gioia e il nostro futuro. Sono entrambi delle valli, di Edolo e di Pezzaze. Sono il minimo storico delle ordinazioni a Brescia. Sono il volto giovane della nostra Chiesa in cammino verso le unità pastorali. In questa sintesi si concentra ciò che ci preoccupa e ciò che ci sta a cuore. Forse non ne sono pienamente coscienti, ma su di loro ci sono i nostri occhi e non solo quelli dei cristiani della nostra terra. In loro c’è la forza dello Spirito che li spinge al dono della vita senza misura, all’amore “senza fine” e, nelle comunità che li accoglieranno, c’è oggi un’attesa sincera e carica

di speranza. Ma siamo sinceri, verso il ministero presbiterale, in un tempo in cui “fare il prete” non è un “mestiere” ricercato, non mancano segnali contraddittori da parte delle famiglie, della società e dello stesso contesto ecclesiale. Anzitutto le famiglie. Da un lato genitori che vogliono bene ai curati dei loro oratori quando organizzano il grest, che esigono in tanti casi dai parroci accompagnamento e risposte per i loro bisogni, che chiedono i sacramenti e la vita cristiana, generosi nella fede, ma non altrettanto verso la prospettiva di un figlio che entra in Seminario. La società, poi, non è da meno. Se ci riconosce ancora un qualche valore per il ruolo sociale e culturale delle nostre iniziative, fatica a coglierne la radice evangelica e scambia la gratuità come difesa di potere, privilegio e desiderio di egemonia. Nel frattempo quando si confronta con i problemi quotidiani bussa alla porta della canonica per chiedere

soluzioni, carità, risposte immediate che come società non sempre è in grado di dare. Ma ciò che più conta è il pensiero del contesto ecclesiale. Cosa chiede la Chiesa ai preti? Ma come – direte – la Chiesa non sono i preti? No, la Chiesa è il popolo di Dio, laici, pastori, consacrati insieme. L’ha detto il Concilio. Ai preti, in particolare, Gesù ha consegnato il suo stesso ministero: spendere la vita annunciando il Regno dei cieli. Ma a volte la Chiesa stessa, quella viva, il popolo di Dio non ha chiaro cosa chiede ai suoi preti. Nasce perciò la necessità di chiarire. A Brescia, ad esempio, credo sia utile tornare a confrontarci con ciò che distingue l’identità del prete diocesano e che oggi tocca anche don Claudio e don Damiano: la carità pastorale. Essere “pastori” secondo il cuore di Dio per noi significa porre al centro della nostra spiritualità di preti diocesani proprio la carità pastorale. Quella realtà che ci “fa preti per Cristo donati

alla gente”. La carità che ci rende “padri” per le famiglie, per i giovani, gli anziani e gli ammalati, i deboli e i sani, i ricchi e i poveri, per tutti e per tutta la comunità. Pastori incarnati in una storia, come Gesù. Capaci come lui di agire con “gesti e parole” (anche questo ha detto il Concilio). Ministri, non funzionari distanti del sacro, non dediti alla comunità dei “puri”, non dimentichi della radice divina del nostro impegno anche sociale e mondano. Pastori, con le mani sporche di terra e di sangue, vicini alla vita della gente, non teorici del nulla, ma concreti, appassionati e consumati nell’amore “fino alla fine”. Preti, richiamo vivente al cielo con i piedi piantati per terra. In ricerca costante, come in questo tempo sinodale, della volontà di Dio e del bene possibile. Pastori con i laici, nella responsabilità, non contro qualcuno, ma con un compito proprio che ci è dato, senza nostro merito, per tutti (anche questo l’ha detto il Concilio).

Nuovi scenari.Il welfare cambia i suoi protagonisti

Iniziativa Cei.Domenica 10 giugno,Colletta per l’Emilia

Milano 2012.La Chiesa accoglie e accompagna

Incontri Ccdc.Ma Gesù è un vero personaggio storico?

Euro 2012.Pallone in cerca di riscatto

Multiutility. Le ricadute su lavoro ed economia

“Affermava Pascal: “Conosciamo la verità, non solamente con la ragione, ma anche con il cuore. È il cuore che sen-te Dio. Ecco che cos’è la fede: Dio sensibile al cuore”. Nel Corpus Domini (Corpo [e Sangue] del Signore = Eucari-stia) riconosciamo Dio che si fa “sensibile” in modo uni-co all’uomo: oltre i sensi fisici, lui vuole “parlare” ai nostri sensi interiori, sino a giungere al cuore di chi crede in lui. E per fare questo sceglie degli uomini, dei preti, come suoi

ministri. In tre chiese della nostra diocesi si celebrano dome-nica prossima tre prime Sante Messe. Un po’ poche - senz’al-

tro - per i bisogni delle nostre comunità. Un motivo in più per pregare per le vocazioni. Siamo particolarmente vicini ai tre or-

dinati, augurando loro che siano sempre più sensibili al Cuore del Signore, per rendere poi “sensibili” anche le persone loro affidate.

Il beato card. Newman scelse come motto: Cor ad cor loquitur (Il cuo-re parla al cuore). Lo affidiamo a loro, ma desideriamo custodirlo anche noi: ascoltando il Cuore di Gesù, possiamo poi parlare di Lui in modo “sensibile” al cuore di chi ci incontra.

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a recente approvazione del consiglio comunale di Bre-scia del nuovo piano per i servizi sociali, al di là delle polemiche e della critiche

sollevate dal provvedimento (docu-mentate anche in queste pagine) ha riproposto il tema, a lungo dibattuto, di una riforma del sistema di welfa-re (l’insieme di quei servizi che una comunità deve garantire alle perso-ne che la compongono). Un dibattito ostico, che spesso ha finito col coin-volgere la politica e pochi altri addetti ai lavori. La crisi in atto e la minaccia incombente da tempo di possibili tagli a una serie di servizi che sino a poco tempo fa Stato e Comuni garantivano gratuitamente ai cittadini ha riportato a galla il tema lanciando una formu-la nuova. Si tratta del welfare parte-cipato, termine ai più ancora scono-sciuto, che propone un nuovo modo di intendere i servizi alla persona non più erogati da un ente centrale (Stato, Regioni, Comuni) sulla base di proget-ti elaborati “in proprio”, ma progettati grazie alla collaborazione con quelle realtà fisicamente o istituzionalmen-te più vicine ai bisogni: il volontariato, l’associazionismo, la cooperazione, il terzo settore.“Il welfare partecipato – afferma Ivo Lizzola, preside della Facoltà di scien-ze della formazione della Università degli Studi di Bergamo e profondo conoscitore dei meccanismi dello stato sociale e delle sue più recen-ti attualizzazioni – altro non è che il superamento della vecchia logica della erogazione del servizio in cor-rispondenza di un bisogno. Il nuovo sistema di welfare consente di orga-

nizzare contesti nei quali persone che portano problematicità o desideri di progetto possono incontrarsi per ela-borare progetto, diventando prota-gonisti della sua costruzione”. Quel-lo delineato da Lizzola è un sistema che supera la vecchia logica di ope-ratori esperti che leggono i bisogni e cercano le modalità per rispondervi, la logica dell’utente e dell’erogatore del servizi. “L’utente – prosegue il do-cente univesitario – non è più solo tale ma viene chiamato a partecipare alla elaborazione e alla costruzione della forma del servizio. Sostanzialmente la differenza tra i tradizionali sistemi di

welfare e quello partecipato sta pro-prio in questo aspetto”. Il nuovo sistema, però, non manca di alcune criticità. “I possibili punti de-boli di un welfare partecipato – sotto-linea Lizzola – sono legati al fatto che la tessitura di legami sociali, di forme di reciprocità, di riconoscimento re-ciproco, l’attivazione di risorse che a volte, nelle famiglie più affaticate e nelle persone svantaggiate sono re-sidue, non sono così semplici e im-mediate”. Quelle evidenziate sono modalità che chiedono un’azione di promozione, un lavoro di tessitura continuo di un’etica e di valori condi-visi, di relazioni all’interno delle qua-li poter vivere un atteggiamento di fiducia e in qualche misura anche di rischio. “Tutto questo – sono ancora considerazioni di Ivo Lizzola – richie-de un atteggiamento di pedagogia so-ciale, la costruzione di trame di corre-sponsabilità che pure non preservano da una dimensione di incertezza e di vulnerabilità di quanto si va costruen-do. Eppure, senza passare attraverso l’assunzione di questa incertezza non si riesce a costituire una forma di con-vivenza che cerca una nuova densità perché nessuno resti escluso”. Questo nuovo welfare partecipato fa grande affidamento sul mondo del volontariato, dell’associazionismo, del terzo settore. Naturale domandarsi se si tratti di realtà adeguatamente strut-turate per assumere un onere che non è indifferente. “Probabilmente – sono le considerazioni di Lizzola – queste realtà non sono ancora pronte a que-sto nuovo protagonismo ma non pos-sono che diventarlo mettendosi alla prova in questa nuova logica”. A cau-

Nei giorni scorsi il Comune di Brescia ha approvato il nuovo piano dei servi-zi sociali, aprendo di fatto la strada a quel welfare partecipato di cui da tem-po di parla. Il Comune capoluogo sta facendo da apripista a tante altre am-ministrazioni bresciane che stanno ri-progettando l’ambito dei servizi socio-assistenziali. È l’assessore ai servizi sociali Giorgio Maione, a presentare la portata innovativa del piano appro-vato dal consiglio comunale. “Il piano

approvato – ha affermato l’Assessore ai microfoni di Radio Voce – tiene con-to della crisi in corso ma guarda anche oltre. Si tratta di un documento desti-nato ad avere una vita lunga, con cui il Comune cerca di agevolare tutte le realtà che intendono aiutarlo in que-sto momento particolare nel campo dei servizi alla persona”. Il nuovo pia-no garantisce ampio spazio al mondo dell’associazionismo, alla cooperazio-ne sociale e al terzo settore. In questo

nuovo contesto il Comune diventa re-gista e non più solo erogatore di servi-zi, rendendosi sussidiario per far sì che si possa collaborare alla costruzione di un sistema comune, coerente e più ca-pillare sul territorio. “Una scelta – ha sottolineato ancora Maione – operata nella consapevolezza che più si è vicini a chi è nel bisogno, a chi ha delle ne-cessità migliori sono le risposte che si possono dare. Il tutto con grande bene-ficio anche dell’efficienza di un sistema

integrato fra pubblico e privato capace di fare emergere le eccellenze esistenti nel campo dei servizi sociali”. A quel-lo approvato dal consiglio comunale l’assessore Maione ha dato il nome di welfare partecipato, che non è, come qualcuno afferma, una semplice delega al volontariato. “Tutt’altro – ha conclu-so –. Comune e terzo settore coopera-no per evidenziare la strategia migliore dall’ideazione alla realizzazione di un progetto o di un servizio”.

sa di vecchi sistemi di welfare queste realtà hanno svolto negli anni il ruolo di semplici attuatori di progetti pensa-ti da altri. Sicuramente si tratta di una sfida nuova. “Il mondo del terzo setto-re, dell’associazionismo, della coope-razione -– afferma ancora Lizzola – ha un grande vantaggio: le sue modalità di costituzione interna prevedono la presenza di valori e di sensibilità utili e necessarie per far partire l’operazione del welfare partecipato”. Proprio per-

ché quella in atto è una fase di partenza non mancano dubbi e perplessità che, in attesa di quella sperimentazione sul campo evocata anche da Lizzola, ani-mano un dibattito che, come si legge in queste pagine, ha aspetti spigolosi. Il cammino dalla teoria alla prassi, dal welfare tradizionale a quello partecipa-to, è fatto anche di fasi critiche da su-perare per evitare che le conseguenze (disservizi) cadano sulle spalle di chi si trova nel bisogno.

Nella storia della Chiesa bresciana sono molte le risposte date a bisogni che tempi diversi hanno fatto emergere nel corso dei secoli. Segni e risposte che, nati come forme di carità, nel tempo si sono “istituzionalizzati” e, pur non perdendo mai il rapporto diretto con la Chiesa, sono diventati parti di quella rete che oggi, con un inglesismo ormai noto, passa sotto il nome di welfare. Case di riposo, sportelli di ascolto, iniziative a favore delle famiglie in difficoltà, dei senza

dimora, degli stranieri, degli ultimi sono diventate parte integrante di un sistema capace di risposte efficaci. Per la loro portata sono diventati anche partner di amministrazioni pubbliche nell’erogazione di servizi che col tempo si sono fatti sempre più capillari. Hanno anche potuto contare su aiuti, per altro necessari, di Comuni e altri enti, senza dimenticare di essere parte di un disegno di Chiesa. Anche per queste realtà si impone il welfare partecipato.

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La prassi, nel Bresciano, è spesso più avanti della teoria. Anche in tema di welfare partecipato. La prova arriva dalla parrocchia cittadina di San Gio-vanni evangelista guidata da don Ame-rigo Barbieri, comunità che vivendo situazioni di “frontiera” non ha mai rinunciato a interrogarsi trovando, an-che sul piano operativo, risposte a bi-sogni concreti. Un atteggiamento che, nelle scorse settimane, è stato tradotto in un documento che, per certi versi,

incarna alcune linee guida del welfare partecipato in tema di analisi dei biso-gni e di progettualità. “Il documento – afferma don Barbieri – parte da lon-tano, con una lettera aperta dell’apri-le 2011 alla comunità e alle istituzioni per illustrare il cammino compiuto e interpretare il lavoro svolto su tema-tiche che già all’epoca andavano evi-denziandosi”. Hanno contribuito alla sua stesura anche quei servizi che la parrocchia ha attivato per dare rispo-

ste a bisogni concreti: il cag, la Caritas, il progetto “Città e mondo” per l’inte-grazione degli adolescenti stranieri, la Casa di Alice per l’accompagnamento delle donne straniere e, infine, la Co-munità dei tre volti che ospita nove adolescenti stranieri non accompa-gnati. Due, essenzialmente, i punti qualificanti del documento a partire dalla consapevolezza che il welfare ha vissuto un eccessivo rimando alla politica e allo stato, mentre dovrebbe

essere una sintesi degli interventi dei diversi corpi sociali. Il secondo è quel-lo di una rinnovata presa di coscien-za da parte della comunità cristiana del rapporto esistente tra evangeliz-zazione e promozione umana. Due punti che portano la comunità di San Giovanni avanti nella discussione sul welfare partecipato, forte com’è della convinzione che il soggetto del welfare non può essere la politica, ma la comunità.

Non c’è discussione su aspetti positivi e note negative in ordine al nuovo sistema di welfare partecipato che non finisca con “naufragare” sull’annosa questione delle risorse. Perché, come sostengono i critici, si può discutere all’infinito dell’importanza di un maggior coinvolgimento del volontariato, dell’associazionismo, delle cooperative, del terzo settore nella progettazione del welfare, ma quando si giunge alla nota dolente dei fondi che mancano e

scarseggiano ogni ragionamento si fa più difficile. Ne sanno qualcosa (ma è solo un esempio) le parrocchie o gli oratori bresciani che negli anni hanno attivato, spesso su sullecitazione delle amminitrazione comunali i cag (centri di aggregazione giovanile), servizi a carattere educativo e territoriale pensato per bambini, preadolescenti, adolescenti e giovani. Iniziative che, pur non rientrando in modo specifico nella “mission pastorale” di una

parrocchia, hanno visto un forte impegno anche economico degli oratori. Nel Bresciano (i dati sono incompleti) sono 45 i cag attivi negli oratori, frequentati ogni giorno da 1.550 ragazzi. Uno sforzo che richiede l’impegno di 105 educatori assunti per il servizio e di oltre 250 volontari. Se la crisi atto e il nuovo sistema di welfare partecipato faranno venire meno i fondi pubblici che ne sarà di tutto questo sforzo educativo (nella foto Nave)? La domanda è in cerca di risposte...

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elle scorse settimane la Fondazione Migran-tes ha presentato il suo rapporto annuale sugli italiani nel mondo (box

a fianco). Si tratta di uno studio che mette a fuoco la situazione dei conna-zionali che vivono all’estero in relazio-ne al godimento dei diritti politici (su tutti quello elettorale). Un tema che, in passato, è stato oggetto di polemi-che politiche che hanno contrapposto questi italiani agli stranieri che, giun-ti in Italia, chiedevano il godimeno di alcuni diritti. Nel rapporto 2012 non viene affrontato il tema della sorte di quelle migliaia di profughi sbarcati a Lampedusa nella primavera del 2011. Un problema non superato, anche se il Paese sembra essersi scordato di quel-la che sino a pochi mesi fa era dipinta come un’urgemza. Eppure la presenza di questi profughi e la loro condizio-ne sta producendo non pochi proble-mi. La conferma arriva da don Dani-lo Vezzoli, responsabile della Caritas di Darfo direttamente impegnato sul campo sin dai primi giorni dell’emer-genza dello scorso anno. Oggi sono solo 10 gli stranieri rimasti a Darfo. I numeri, però, non dicono della preca-rità della situazione. Se la solidarietà diffusa (quella di Darfo è soltanto un esempio) ha consentito di gestire al meglio questa presenza a fare acqua è la parte che lo Stato ha riservato a sé, ossia l’iter per la concessione dello

concessione definitiva dello status di rifugiato politico ai richiedenti. Sol-tanto una piccolissima percentuale degli stranieri, compresi quelli ospi-tati dalla Caritas di Darfo, che hanno intrapreso l’iter hanno avuto l’ambìto riconoscimento. “Per la maggior par-te di loro – continua il sacerdote – c’è stato il diniego delle autorità compen-tenti e molti, piuttosto che affrontare il tortuoso percorso dei ricorsi, hanno preferito lasciare il centro”. Ossia sono andati a ingrossare le fila della clande-stinità. Anche chi ha ottenuto lo status di rifugiati non è che navighi in acque migliori. “Non c’è lavoro – sono ancora

status di rifugiato politico e con questo l’agognato permesso di soggiorno.“Un percorso – racconta il sacerdote – che, per come è stato progettato, si è rive-lato precario”. Eccessivamente lun-ghi sono i tempi della burocrazia che potrebbe portare al 2015 la data della

Il decreto semplificazione emanato dal governo Monti obbliga i Comuni a rilasciare il certificato di residenza nell’arco di 48 ore. Una novità che, nel Bresciano, ha suscitato le reazioni di alcuni sindaci leghisti preoccupati che la stessa possa creare problemi sul campo del controllo dell’immi-grazione. I sindaci lumbard guidati dal segretario provinciale Fabio Rolfi (nella foto) hanno palesato più di una perplessità. Non sono le richieste ita-

liane a proccupare gli amministrato-ri leghisti, ma quelle presentate dagli stranieri. Le 48 ore imposte per decre-to rendono impossibile la verifica della presenza o meno del richiedente nel luogo in cui dichiara di risiedere, così come verificare le condizioni dell’al-loggio. Per questo motivo gli ammi-nistratori della Lega hanno proposto un corposo documento che punta a modificare numerosi passaggi dell’ar-ticolo che riguarda le semplificazioni

anagrafiche. Nell’occhio del ciclone anche le norme relative al rinnovo del contratto di lavoro agli stranieri, che prevedono la possibilità di una sorta di silenzio assenso da parte dell’extra-comunitario, e lo svincola dal legame lavoro-permesso di soggiorno previsto dalla Bossi Fini, una novità, secondo la Lega, rischia di far perdere completa-mente il controllo di un fenomeno già di difficile gestione. Una posizione che non mancherà di creare polemiche.

considerazioni di don Vezzoli – e que-sto genera frustazione”. Il malessere dei rifugiati rischia di andare a cozza-re contro quello di tante altre persone (anche italiane) che stanno sentendo gli effetti della crisi e chiedono aiuto alla Caritas, temendo (erroneamente) che quanto dato ai profughi possa es-sere tolto a loro. La situazione non è delle più semplici anche perché sulla Caritas di Darfo e su tutte quelle realtà che hanno accolto i profughi grava la spada di Damocle di un governo che ancora non ha detto una parola di cer-tezza sulle risorse per coprire le spese (già sostenute) del 2012.

“Nel 2012 l’Italia spenderà 30 miliardi per armi e forze armate, mentre per i prossimi anni sono previste spese per oltre 10 miliardi per 90 cacciabombardieri F35 e ben 1,4 miliardi di euro per le missioni militari all’estero.”. È quanto denuncia il Dossier 2012 della campagna “Sbilanciamoci!” sulle spese militari presentato nei giorni scorsi. “Il rigore viene applicato ai cittadini, ma non alla casta dei militari – spiegano i curatori del dossier –. La spesa

militare globale nel 2011 ha continuato ad aumentare: dello 0,3% in termini reali rispetto al 2010, raggiungendo i 1.740 miliardi di dollari; il 75% della spesa mondiale per armamenti nel 2011 riguarda appena 10 Paesi e gli Stati Uniti si confermano leader della classifica con il 43% della spesa mondiale militare. La media globale della quota del Prodotto interno lordo destinato alle spese militari è del 2,6%”. In Europa oggi ci sono circa 7 milioni di soldati

(contro il milione e mezzo degli Stati Uniti), 45mila tra carri armati e mezzi di combattimento e 3.500 aerei. Cifre che parlano da sole, ma che secondo la campagna “Sbilanciamoci!” sarebbe ora di rivedere. Risparmiare si può, spiega il rapporto. “Se si andasse verso una direzione di maggiore integrazione delle strutture di difesa europea – spiega lo studio –, si potrebbe avere un risparmio complessivo di 100-150 miliardi di euro nei vari Paesi”.

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uella di domenica 10 giu-gno, solennità del Cor-pus domini, è stata in-dicata dalla Conferenza episcopale italiana co-

me data per la colletta nazionale a favore delle popolazioni terremotate dell’Emilia. In tutte le chiese del Pae-se si raccoglieranno fondi per aiutare le zone duramente colpite dal sisma che continua a produrre i suoi effet-ti devastanti. Il ricavato sarà conse-gnato alle diverse Caritas diocesane, che provvederanno a inoltrarlo a Ca-ritas italiana, già operativa nelle zone colpite con un proprio centro di co-ordinamento. Con la colletta nazio-nale la Chiesa italiana, che già aveva messo a disposizione un milione di euro proveniente dai fondi dell’otto per mille, rinnova la sua vicinanza a una terra profondamente colpita. Da tutta Italia e dall’estero, intanto, le Caritas continuano a far giunge-re messaggi di solidarietà e dispo-nibilità a sostenere gli interventi in atto. Considerando che le necessità e i bisogni anche di ripresa del tes-suto produttivo e di riaggregazione socio-comunitaria si protrarranno nel tempo, è necessario coordina-re e programmare al meglio ogni in-tervento, a partire da una completa ricognizione della situazione nelle diverse zone. In questa prospettiva, Caritas diocesana di Brescia, in si-nergia con Caritas-Delegazione Ca-ritas Lombardia e con gli enti istitu-zionali, sta approntando progetti di accompagnamento e vicinanza alle popolazioni terremotate, con par-ticolare attenzione alle fasce di età più deboli. Per dare risposta alla ge-nerosità dei bresciani che da giorni stanno contattando la rete Caritas per manifestare la propria vicinan-za donando beni e generi alimentari

a lunga conservazione, sono stati al-lestiti tre centri-raccolta presso tre associazioni che condividono con Caritas diocesana di Brescia la pro-spettiva di un progetto di sostegno di lungo periodo alle popolazioni ter-remotate. Questi i tre punti raccolta:

“Un modo concreto per riaprire una vera finestra di solidarietà sul mondo da parte dell’Europa, recuperando la stessa visione e missione originaria che era contenuta nella Dichiarazione Schuman”, alle origini dell’integrazione comunitaria. Luca Jahier, membro del Comitato economico e sociale Ue (Cese), rilancia la proposta di designare il 2015 come “Anno europeo per la cooperazione allo sviluppo”. A Bruxelles sono ormai diversi gli appoggi espliciti giunti a tale

proposta, formulata lo scorso autunno dalla piattaforma europea delle Ong, denominata Concord, che ha raccolto il sostegno dello stesso Cese, dell’Assemblea parlamentare Acp-Ue, del commissario alla cooperazione Andris Pielbags (nella foto), del presidente del Parlamento Ue Martin Schulz, del Comitato delle Regioni. Si è pensato al 2015 perché “è l’anno in cui la comunità internazionale ha fissato l’impegno di conseguire gli Obiettivi del millennio. Dovrebbe essere il punto culminante

di una valutazione corale dei risultati raggiunti e della definizione di una nuova strategia per la decade successiva”. “Il 2015 sarà inoltre l’anno in cui si dovrà condurre la seconda revisione dell’Accordo di Cotonou, che lega i Paesi europei a quelli Acp” (Africa, Caraibi, Pacifico). Jahier cita dati di Eurobarometro che segnalano come i cittadini Ue in gran numero sostengano l’azione delle Ong che operano a favore dei Paesi in via di sviluppo. Secondo le cifre dell’Eurobarometro, circa

20 milioni di cittadini europei sono direttamente implicati nel lavoro di Ong di sviluppo e aiuto umanitario, circa 130 milioni (un quarto dei cittadini europei) effettuano annualmente almeno una donazione verso tali finalità e il 72% della popolazione europea sostiene, malgrado la crisi economica che si aggrava ovunque nel continente, l’idea di aiutare concretamente e con adeguati stanziamenti le popolazioni dei Paesi con i più bassi indicatori di sviluppo.

“Essere carità bresciana”, via Mon-te Pasubio, 20 Capodimonte di Ca-stenedolo (cell. 335/8241788, www.esserecaritabresciana.it), “Il baule della solidarietà”, via Einuadi, 1 Ro-dengo Saiano, (cell. 373/8140191, www.ilbauledellasolidarieta.com), e “Gruppo 29 maggio”, via Ugo Fosco-lo 50/a Ghedi (tel. 030/9032112, www.gruppo29maggio.org). Restano attivi anche i conti correnti presentati nel-le scorse settimane con la causale “Terremoto nord Italia - colletta 10 giugno”. Per ulteriori informazioni www.brescia.caritas.it.

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L’Incontro mondiale delle famiglie, celebrato a Milano, ha lambito anche la nostra città che ha ospitato giovedì 31 maggio un nutrito gruppo di partecipanti. Non si può certo dire che la Chiesa trascuri i problemi della famiglia e nemmeno che i cristiani siano totalmente sordi alle sue sollecitazioni. Tuttavia tutte le volte che la famiglia viene evocata secondo lo spirito e l’anima del Vangelo, a me sorge spontaneo un interrogativo: come mai l’insegnamento della Chiesa tante volte annunciato e ribadito viene ignorato da un numero crescente di persone?Mi spiego. Il momento in cui il modello cristiano di famiglia è entrato in crisi si può calendarizzare alla fine del 1970 quando il Parlamento introdusse la legge sul divorzio, confermata nel successivo referendum del 12 maggio 1974 (il 59% era favorevole e il 40% contrario). La conferma di una deriva in atto è venuta prima dall’approvazione della legge sull’aborto (maggio 1978) e poi dal nuovo referendum del maggio 1981 (il 68% era favorevole alla legge e il 32% contrario). Nei pochi anni trascorsi fra il

È

La solidarietà bresciana si è già messa in moto per l’Emilia (come si legge in altra parte del giornale). Molte le iniziative che anche a Brescia stanno prendendo corpo per aiutare le popolazioni terremotate del Ferrarese e del Modenese. Tra quelle già messe in calendario c’è il “Concerto pro terremotati dell’Emilia” promosso da Caritas diocesana, Acli provinciali di Brescia e la parrocchia di S. Maria in Silva. Il concerto si terrà venerdì 8 giugno con inizio alle 20.30 presso il Centro

parrocchiale di S.Maria in Silva in via Sardegna, 24 a Brescia. Il corpo bandistico “Luigi Pezzana” di Rovato, diretto dal maestro Giulio Piccinelli eseguirà un programma che prevede le composizioni “Vesuvius” di Ticheli, “Mexican pictures” di Cesarini, “Obliovion” e “Libertango” di Piazzolla. Il ricavato, insieme a quello della colletta nazionale che la parrocchia cittadina proporrà nelle Sante Messe di sabato 9 e domenica 10 giugno, sarà inviato alla Caritas diocesana.

approvasse, il vissuto è già fondato sul “matrimonio breve”. Il vocabolo indissolubilità è coniugato facilmente con la temporaneità, cioè al “finché dura”. Nella parentesi bresciana dell’incontro mondiale, lo storico prof. Fulvio De Giorgi ha tenuto una relazione su “La santità familiare nell’esperienza del lavoro” in cui, fra l’altro, ha osservato che “La struttura di peccato del neoliberalismo pone oggi alla fede cristiana e alla comunità ecclesiale un problema

primo e diversi problemi secondi, che si intrecciano alle dinamiche disumanizzanti dell’ingiustizia sociale”. Secondo il prof. De Giorgi il problema primo riguarda la mancanza di senso, la carenza “dell’esperienza della bontà di Dio” (Benedetto XVI). E aggiungerei che sul problema primo e sui problemi secondi incombe un problema senza numero che riguarda l’ascolto e il confronto. Forse abbiamo dedicato troppo tempo a combattere le leggi cattive o a invocare leggi buone,

primo e il secondo referendum c’era già uno scarto di otto punti percentuali, nonostante il maggior peso morale che ha l’aborto sul divorzio. Comunque dopo il secondo referendum nel mondo cattolico si disse: dobbiamo ripartire dal 32% per ricostruire il tessuto dei valori familiari. Le cose sono andate in direzione opposta. Nell’ultima ricerca di Franco Garelli i contrari in assoluto all’aborto sono il 23%. Si sta per approvare la legge sul divorzio breve; anche se non la si

e ne abbiamo speso troppo poco alla formazione delle coscienze. Durante il precedente Incontro mondiale delle famiglie (Messico, 2009) p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, sostenne che i cristiani dovrebbero impegnarsi nel mondo più con i fatti che con le parole, così come fu nei primi secoli della Chiesa: “Ho affermato – e ne sono convinto – che i primi cristiani, soprattutto nei primi tre secoli, sono riusciti a cambiare le leggi dello Stato con il loro comportamento. Oggi non possiamo pretendere di fare l’opposto, ovvero cambiare il comportamento attraverso le leggi dello Stato. Come cittadini dobbiamo fare tutto il possibile perché lo Stato adotti leggi buone, positive, che non siano contrarie alla vita, ma questo non è sufficiente. Non è sufficiente perché in una società pluralistica come quella di oggi, i cristiani di certi Paesi rappresentano già una minoranza e pertanto ci troviamo più vicini a una situazione simile a quella dei primi secoli, piuttosto che a quella del Medioevo, in cui i cristiani non erano difesi dallo Stato, ma dalla loro vita e dalla loro testimonianza”.

È in programma per le 17 di sabato 9 giugno, presso il polo culturale del lungo oglio Cesare Battisti a Palazzolo, la premiazione del concorso letterario “L’immagine parla” promosso dall’associazione “Il Maestrale”. Il concorso, giunto in questo 2012 alla sua 6ª edizione, invita i partecipanti alla realizzazione di un elaborato a partire da un’immagine scelta dalla stessa associazione. Scopo dell’iniziativa che negli anni ha conosciuto un crescente

numero di partecipanti, è la valorizzazione dei giovani scrittori e di tutti coloro che hanno fatto della scrittura un piacevole momento soggettivo di sfogo creativo e fantasioso che scava nell’interiorità e rende partecipe il lettore. Due le categorie premiate: quelle degli under 18 e quella degli “over”. Il concorso ha il patrocinio dell’Assessorato alla cultura della Regione, della Provincia di Brescia e del Comune di Palazzolo sull’Oglio.

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lcuni bresciani dicono: “Ma con che spirito si lamentano i detenuti?”. Protestano perché il car-cere di Canton Mombel-

lo è stato costruito per 200 persone, il margine tollerabile è fino a 270, og-gi si ritrova a dover accogliere una media di 530-580 reclusi di una ven-tina di etnie. Basterebbero questi da-ti impressionanti per fare chiarezza. Adesso dopo lo sciopero della fame iniziato dai detenuti, è arrivata una protesta indirizzata alla Corte euro-pea dei diritti dell’uomo per denun-ciare le condizioni disumane di Can-ton Mombello. “Il sovraffollamento, la mancanza di spazi, le condizioni intollerabili in cui versano i detenuti (otto per cella, in alcuni casi 18) so-no state portate − racconta il garante dei detenuti Emilio Quaranta a Radio Voce − all’attenzione della società ci-vile e delle istituzioni. Brescia è il fa-nalino di coda in Italia”. Lo sciopero della fame serve a rendere ancora più visibile la situazione (“non si può più considerare un’emergenza, ma un fat-tore endemico”) che evita il recupero e impedisce la rieducazione del reo. Certo servirebbe una politica più co-raggiosa che non si limiti alla costru-zione di nuove strutture di pena, ma piuttosto pensi a un piano articolato. “Ci vorrebbero − continua Quaranta − delle riforme strutturali per impedire che la gente vada in carcere, se non

di un pacchetto di caramelle dal va-lore di 1,50 euro. Oppure con un atto di coraggio il palliativo dell’amnistia che potrebbe portare a un momenta-neo svuotamento delle carceri”. Urge intanto fare il punto sulle condizioni di vita dei detenuti. Il consigliere re-gionale del Pd Gian Antonio Girelli ha inviato una lettera al presidente della Commissione speciale carceri Stefano Carugo chiedendo che ven-gano ascoltati nella prossima seduta la direttrice della casa circondariale di Canton Mombello Francesca Gio-ieni ed Emilio Quaranta, garante dei detenuti di Brescia. “ giunto il mo-

come ultima spiaggia. Come? Con una giustizia ripartiva, con una robusta depenalizzazione e con un’irrilevan-za di reati minimi. A Cremona stan-no celebrando un processo per un furto aggravato in un supermercato

Sabato 9 giugno, alle 11, a Ghedi ver-rà inaugurato il Punto acqua, una gra-ziosa struttura in marmo, costruita in pochi giorni, preposta a erogare ac-qua naturale, gassata e fresca. “È un progetto del nostro Comune – tiene a precisare l’assessore all’Ecologia Raffaele Parrucci – realizzato pro-prio dall’Ufficio ecologia. Non si tratta quindi di una struttura dell’Ato e dunque non ha niente a che vede-re con i vari punti acqua disseminati

nella provincia”. Questa monumen-tale opera in marmo di Botticino, che riporta lo stemma araldico e la dici-tura “Città di Ghedi”, è frutto di un accordo tra l’amministrazione comu-nale e una ditta privata. La sua col-locazione, nel grande parcheggio del Liceo Capirola, non è casuale. Sono almeno due i motivi che hanno sug-gerito questa scelta. “In primo luogo – spiega l’assessore Perrucci – per-ché in questa zona ci sono le scuo-

le e dunque è molto frequentata da bambini, mamme e studenti; in se-condo luogo, perché nelle vicinanze c’è il collegamento con l’acquedotto, e questo ha reso più facile l’allaccio con il sistema idrico già esistente. L’opera – conclude l’assessore – è co-stata circa 25mila euro, ma non è sta-ta pagata dal Comune, bensì da una ditta che opera sul territorio che, in cambio di pubblicità, si è sobbarcata gli oneri del punto acqua”.

mento che alle dichiarazioni spot sul tema delle carceri facciano seguito delle azioni concrete – ha dichiara-to Girelli, unico bresciano all’interno della Commissione speciale – Serve che il nuovo carcere di Brescia sia in-serito al più presto nel Piano Carceri nazionale. Il nuovo Piano di governo del territorio prevede un’area dedica-ta, ora si tratta di intercettare le risor-se ministeriali”. Secondo l’esponen-te del Pd “serve un tavolo di lavoro interistituzionale con tutti i soggetti titolari a prendervi parte: consiglie-ri comunali, provinciali, regionali e i parlamentari”.

Giunta alla seconda edizione la festa congiunta dei tre gruppi alpini di Vione, Cané e Stadolina, grazie anche al parroco alpino don Ermanno Maiolini che già l’anno scorso l’aveva proposta e che i capi dei rispettivi gruppi, Luigi Sterli, Sandro Rivetta e Mirko Rossini, molto volentieri hanno accolto e realizzato nel corso di una “due giorni”, il 2 e il 3 giugno, all’insegna della solidarietà alpina, ma anche della cultura e dell’arte. Quest’anno è toccato a Canè. Domenica

mattina, prima della tradizionale sfilata e della S. Messa celebrata in memoria dei caduti di tutti i fronti, è stata inaugurata una bella scultura in marmo bianco cristallino di Canè, intitolata alla speranza; l’installazione fa da pendant ad un altro bassorilievo scolpito su una parete di quarzo e cristalli duri, più avanti verso l’imbocco della valle che rappresenta un’allegoria delle streghe del Tonale che l’artista manda in paradiso. L’autore è lo scultore di origine canetese ma

ora trapiantato in Belgio, Bernard Tomasi, che ha voluto collocare questi monumenti in omaggio ai suoi antenati. Ai piedi della composizione, la rappresentazione di una “canaola”, lo strumento in legno per attaccare le pecore che dà il nome agli abitanti di Cané. Quella inaugurata ritrae figure e immagini che richiamano storie e vicende del passato. I “bocia” di oggi l’hanno ordinata anche per dare il benvenuto ai visitatori della Val Cané. (Luciano Demasi)

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l 31 maggio, in occasione del-la Giornata mondiale senza tabacco, l’Asl della nostra cit-tà ha allestito una postazione mobile a Salò e a Brescia, do-

ve gli operatori sanitari hanno di-vulgato informazioni sul tabagismo ed effettuato test per la rilevazione del monossido di carbonio sull’aria respirata, nonché sui livelli di in-tossicazione eventualmente in atto attribuibili anche alla dipendenza tabagica. “Questa è solo una del-le azioni che vogliono richiamare quanto abbiamo posto in essere nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute – ha detto il direttore generale dell’Asl Brescia Carmelo Scarcella, affian-cato dal direttore del Servizio alco-logia Fabio Roda, cui fanno capo i quattro centri per il trattamento del tabagismo di Brescia, Leno, Salò e Sarezzo e dalla responsabile del Servizio educazione alla salute ed attività sperimentali Fiorenza Co-mincini – perché i progetti contro il tabagismo coinvolgono gli ambi-ti scolastici, di lavoro, le mamme e gli adolescenti, anche attraverso la valorizzazione di figure quali il far-macista ed il medico di medicina generale”. Per quanto attinente lo stile di vita negli ambienti di lavoro, l’Asl di Brescia ha avviato nel 2011 un progetto che è stato recepito da tre aziende, due di ambito sanita-

stria di confezioni. “Dopo un primo momento destinato alla analisi del contesto – ha illustrato Fiorenza Comincini – è stato consegnato ai lavoratori un questionario per indi-viduare i fumatori e raccogliere in-formazioni sui loro comportamen-ti tabagici, in relazione allo stile di vita, all’alimentazione ed all’attivi-tà fisica. Abbiamo avuto 832 rispo-ste, 239 dal Fatebenefratelli, 79,8% del totale, 194 dalla Rodel, 86,2% e 399 dall’Istituto San Rocco, pari al 75,8% del totale. La mansione mag-giormente rappresentata – ha conti-nuato Comincini – è quella dell’ope-raio, 33,3%, seguita dagli infermieri con il 26,6% e dal personale tecni-co e dal socio-sanitario con il 18,1 %. Il 28,2% del totale dei fumatori dichiara di aver tentato di smette-re negli ultimi 12 mesi, con un au-mento rispetto a precedenti indagi-ni che avevano indicato il 24% ed è confortante – ha concluso Fiorenza Comincini – che l’86,3% della popo-lazione intervistata abbia dichiara-to la propria consapevolezza della pericolosità del fumo, definendo-lo ‘molto dannoso’, il che porta a dedurre che la percentuale dei fu-matori che desiderano smettere è in costante aumento, come quella, purtroppo, degli adolescenti che si avvicinano alla prima sigaretta, og-gi il 46% tra quelli di età compresa tra gli 8 e i 13 anni”.

Arriva un nuovo servizio per le strutture socio-sanitarie. La Poliambulanza propone alle strutture socio-sanitarie del Bresciano la radiologia domiciliare ovvero l’esecuzione di procedure diagnostiche di tipo radiologico tradizionale presso le Residenze sanitario-assistenziali dove soggiornano i pazienti, in particolare anziani, che subirebbero significativi disagi a essere trasportati in ospedale. Il progetto è partito a febbraio con una sperimentazione

tesa a verificare gli aspetti tecnici e operativi del servizio e ha visto la collaborazione di Fondazione Casa Industria di Brescia, della Casa di riposo per anziani e invalidi “A. Fiorini” onlus di Molinetto di Mazzano e della Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus di Brescia. Nei tre mesi di sperimentazione sono stati sottoposti ad esami oltre 50 pazienti. Le attrezzature ed apparecchiature in dotazione al servizio sono un veicolo Renault Kangoo elettrico (in forza del

progetto con A2A e Comune di Brescia), un tubo radiogeno portatile, un rivelatore d’immagini digitali e un Pc portatile dedicato per l’acquisizione delle immagini. Fondamentale per la realizzazione del progetto l’appoggio offerto dalla Fondazione Adele e Cav. Francesco Lonati che ha voluto abbracciare un’iniziativa concreta d’utilità sociale. Il supporto al progetto si è concretizzato con un contributo di 72mila euro destinato all’acquisto delle apparecchiature dedicate. Il

servizio consente l’esecuzione di esami di radiologia tradizionale e per il momento è riservato alle strutture del sistema socio-sanitario che ne fanno richiesta. Il costo del servizio varia da 20 a 25 euro a seconda della tipologia di esame effettuato.Per attivare il servizio è necessario prenotare chiamando la sede di “Poliambulanza Centro”, telefonando al numero 0303518764 o mandando una email a [email protected].

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rio, quali l’Istituto clinico San Roc-co e il Centro San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli e una del settore produttivo, la Rodel Spa, un’indu-

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A partire da venerdì 8 giugno e fino alla fine del mese di giugno la parrocchia di San Giovanni festeggerà il proprio Santo Patrono con appuntamenti culturali, religiosi, ludici ed aggregativi. “Gli eventi − spiega il parroco, don Amerigo Barbieri − saranno il modo per riscoprire e valorizzare non solo la vita della comunità parrocchiale, ma anche la memoria di tutto un quartiere storico grazie ad iniziative dal sapore popolare”. Diversi i filoni

proposti. Non mancheranno momenti prettamente liturgici: ogni domenica, la celebrazione della Santa Messa sarà anche una buona occasione per ascoltare ensemble musicali che accompagneranno la liturgia. Il 10 giugno spetterà al Coro di voci bianche del Conservatorio, diretto dal maestro Silvio Baracco, esibirsi in una particolare Messa Jazz (A little jazz Mass di Bob Chilcott) alle ore 10, mentre la celebrazione

delle ore 17 vedrà la presenza del Coro Erica di Paitone, diretto dal Maestro Enzo Loda. Ci sarà anche il tempo per festeggiare: venerdì 8 giugno alle 19.30 si svolgerà in chiostro la prima delle tante feste in programma, con un buffet di specialità etiniche ed intrattenimento musicale. Per il programma completo, www.sangiovanniev.it. Sul prossimo numero di “Voce”, il mese nel dettaglio. (a.g.)

n camper dalle fattezze stravaganti da circa 15 anni si aggira per la città, vegliando con discrezio-ne sui giovani, sulle loro

abitudini, sulle loro notti brave. Si af-fianca loro, li conosce, non li giudica. Questo è, in sintesi, “Itinera”, oggetto di una serata di riflessione sul passa-to, il presente e il futuro del progetto svoltasi a Casa Foresti, promossa da Comune di Brescia, Centro oratori bresciani e Cooperativa Agoghé, in-titolata “Dalla notte alla piazza post-moderna”. “Il progetto − ha spiega-to Diego Mesa, che nel 1997 era nel gruppo fondante di quello che poi sarebbe diventato ‘Itinera’ − fu for-temente voluto da don Amerigo Bar-bieri e dall’allora Segretariato Oratori per esplorare le dimensioni giovanili partendo dall’idea che per costruire un rapporto con i ragazzi bisogna in-nanzitutto conoscere loro ed i luoghi che frequentano”. Il camper del grup-po “La notte” si appostava dunque nei piazzali fuori dalle discoteche e inter-cettava i giovani in maniera non inva-siva, incuriosendoli: “Una chitarra, un fuoco acceso ed un tè caldo richiama-vano l’attenzione − prosegue Mesa − e i ragazzi si fermavano a chiacchiera-re, riflettendo su come fosse possibi-le divertirsi in modo sano”. “Itinera” ha saputo stringere una rete di alle-anze con le istituzioni ed attivare un sistema di coordinamento che le ha

permesso di fare un salto di qualità in un momento − l’inizio degli “anni zero” − in cui reperire i ragazzi diven-tava complesso per via di quella plu-riappartenenza che non li faceva più aggregare in un unico luogo. “Il ruolo dell’operatore non è stato semplice − testimonia Gabriele Bazzani − perché,

in alcuni casi, l’esperienza ti porta a confermare il pregiudizio in merito ad un’idea dei giovani come persone inconcludenti, senza stimoli, apatici”. Inserirsi con discrezione in situazioni non condivisibili, ascoltare in silenzio e partire dalle provocazioni per sti-molare una riflessione ha permesso agli operatori di sintonizzarsi emoti-vamente con ragazzi giovani ed altri più adulti, offrendo loro l’occasione di creare un rapporto trasparente e por-tare avanti progetti di peer education, ovvero momenti in cui i ragazzi stessi potevano entrare in contatto con altri gruppi e confrontarsi. Negli ultimi an-ni, sono cambiati anche i luoghi e le modalità di socializzazione. “Il centro commerciale Freccia Rossa − spiega Michele Bordin, attuale coordinatore di ‘Itinera’ − è diventato la piazza post-moderna in cui i ragazzi si ritrovano”. Preso coscienza di tale situazione, gli operatori hanno cambiato il modo di approcciarsi, agganciando ragazzi at-traverso la promozione di contest ed eventi a partire dai quali raccogliere attorno a sé dei piccoli gruppi, anche grazie all’utilizzo dei social network e la promozione di un “talent show” pensato in funzione di un concerto collettivo. “Itinera ha saputo negli anni evolversi, cambiare, adattarsi ai giovani e alle loro esigenze − ha com-mentato l’assessore Ambrosi − il suo ruolo educativo sarà indispensabile in un periodo di bilanci ristretti”.

Piazza Loggia ospita un grande concerto di “liscio”. Succederà venerdì 8 giugno dalle 20.30. Piazza Loggia sarà aperta per una serata gratuita. Il grande concerto di liscio sarà offerto dall’emittente radiotelevisiva Super Tv. Protagonista la grande orchestra di Pietro Galassi. La serata offre momenti di solidarietà con l’associazione “Lotta ai tumori” e la Coldiretti bresciana impegnata a proporre il grana padano delle zone terremotate.

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ono 25 gli anni di storia di una realtà molto cono-sciuta su tutto il territorio. Stiamo parlando della Coo-perativa solidarietà, la più

antica organizzazione di commer-cio equo-solidale della Lombardia: fondata a Rovato nel 1987, gestisce con il contributo di molti volontari le cinque botteghe del commercio equo a Brescia (via San Faustino), a Rezzato, Gavardo, a Ghedi e a Rova-to. Nelle botteghe nasce la passione per il consumo critico, per la voglia di decidere cosa comprare, la neces-sità di scoprire chi sono le persone che si nascondono dietro ai prodotti sullo scaffale. Sabato 9 e domenica 10 giugno si svolge a Brescia presso il Centro pastorale Paolo VI l’assem-blea di metà mandato del Consorzio Ctm Altromercato, la prima e più grande organizzazione di commercio equo e solidale del Paese. L’Assem-blea del Consorzio si tiene a Brescia proprio per sottolineare quanto sia radicato il commercio equo-solida-le. Il Consorzio riunisce oggi 124 soci che gestiscono circa 350 punti vendita. Altromercato gestisce, inol-tre, rapporti internazionali con circa

170 organizzazioni di produttori del Sud e del Nord del mondo in Africa, Asia, America Latina e Europa per la realizzazione di progetti di coope-razione. Sono circa 6000 i volontari attivi in tutta Italia nei vari negozi. I prodotti sono i seguenti: alimentrai confezionati, abbigliamento e cura della casa e della persona. L’obietti-vo è quello di rafforzare filiere equo-solidali corte e trasparenti per com-mercializzare prodotti di alta quali-tà e contenuto valoriale (buoni per chi li produce e per chi li consuma). Si creano così dei rapporti diret-ti e continuativi con i produttori, a prezzi equi e trasparenti, attraverso anche delle forme di cooperazione e di assistenza tecnica. La meta fi-nale è quella di realizzare un consu-mo sostenibile e responsabile con un’economia che metta al centro le persone, la coltivazione e produzione

ecocompatibile, la solidarietà con il prossimo e il rispetto dei diritti uma-ni. In particolare per festeggiare l’an-niversario l’auditorium San Barnaba di corso Magenta ospita “Corimè”, il concerto che porta in scena la musi-ca mediterranea. L’appuntamento è alle ore 21, l’ingresso è libero; l’even-to è realizzato con il patrocinio del Comune di Brescia. La Cooperativa solidarietà compie, quindi, 25 anni e tra le tante iniziative c’è certamente l’attenzione al bilancio sociale, una sorta di carta d’identità dell’organiz-zazione. “Sono passati − racconta il presidente Ivano Baldi − tanti anni, tante persone, tante situazioni. Nel frattempo il commercio equo e so-lidale, anche a Brescia, si è andato consolidando, tra sfide vinte e sfide perse, con l’aumento della professio-nalità e il sempre più forte impegno dei volontari”.

Domenica 10 giugno via Pace a Bre-scia ospiterà due importanti iniziati-ve culturali: “Flauto che passione” e “Passaggio in via Pace”. Sfondo di tut-ta la giornata sarà la manifestazione “Flauto che passione”, giunta alla 5 edizione, nell’auditorium della Scuo-la superiore di musica in via Pace, 12 con inizio alle 9; sono previsti concer-ti, musica nella via, lezioni collettive e un laboratorio musicale con flautisti professionisti. Saranno presenti 200 flautisti al seguito di noti e importan-ti maestri. “Siamo molto orgogliosi di aver raggiunto il quinto compleanno – ha dichiarato il maestro Francesco Luzzago – direttore della Scuola supe-riore di musica – e di essere riusciti a realizzare un’occasione così partico-lare per tutti a conferma di quanto la musica e il flauto possono essere lin-guaggio dell’arte e della vita. La festa di fine anno accademico sarà un mo-mento per provarsi, confrontarsi, co-noscersi e suonare il flauto insieme”. Altrettanto interessante la proposta “Passaggio in via Pace” promossa dai commercianti di via Pace con il patro-cinio della Circoscrizione Centro. Il tema è “l’acqua” che si intreccia con lo scorrere del tempo e con la musi-

ca. Alle 15 è prevista la visita guida-ta alle antiche fontane all’interno dei cortili della via, condotta dall’archi-tetto Roberto Pizzicara, con partenza dalla Torre della Pallata. Un invito a osservare e gustare attività e negozi unici, progetti e prodotti particolari, storie senza tempo raccontate con stile, indirizzi da annotare sul taccu-ino, come segnali preziosi. “L’obietti-vo della giornata – ha spiegato Anna Maria Beretta, titolare di Rosantico e promotrice dell’iniziativa – è far sco-prire le bellezze artistiche e cultura-li della via, solitamente dimenticata e fuori dalle rotte degli amanti dello shopping e promuovere i piccoli ne-gozi. Botteghe dove incontri persone che privilegiano ancora scambiare due parole. Un commercio visto co-me presidio del territorio e che va salvaguardato maggiormente”. (a.t.)

Il 13 giugno ricorre la Festa di Sant’Antonio da Padova. Nella chiesa di San Francesco sono previsti alcuni importanti appuntamenti. In particolare, sabato 9 giugno alle 21, il “Concerto per la festa di Sant’Antonio” con l’orchestra da camera Arteviva, guidata dal maestro Matteo Baxiu. Le celebrazioni inizieranno domenica 10 giugno; durante la Messa delle 11.30 verrà accolta la reliquia del Santo di Padova. Da quest’anno è stato fatto dono alla

chiesa di S. Francesco di un busto con la reliquia di S. Antonio. Il busto contiene parte della massa corporis raccolta nell’ultima ricognizione del corpo del Santo, una reliquia cara che verrà portata in chiesa da alcuni rappresentanti della comunità cingalese che animeranno la celebrazione. C’è un legame che unisce questa comunità a S. Antonio: ogni anno, l’1 maggio, la comunità cingalese si dà appuntamento a Padova e partecipa alle celebrazioni

liturgiche. Per la festa del Santo, mercoledì 13 giugno, saranno celebrate le Messe alle ore 8, 9.30, 10.30, 11.30, la messa delle 10.30 sarà rivolta agli abbonati alle riviste antoniane. La Messa delle 18.30 sarà presieduta da mons. Alfredo Scaratti, concelebreranno i sacerdoti dell’unità pastorale. “L’intenzione che diamo a questa festa − ha detto padre Leopoldo, superiore della Comunità dei Frati Minori Conventuali di S. Francesco − ruota attorno al tema “Antonio:

Vangelo e carità”. Si inseriscono qui le iniziative e i progetti che la Comunità francescana di Brescia porta avanti: le adozioni a distanza, l’aiuto per la formazione dei giovani seminaristi dell’Asia, il sostegno all’attività dei missionari. Proprio a favore delle missioni francescane, dal 7 al 13 giugno, nel salone del convento di S. Francesco, verrà allestita la mostra/mercatino dove sarà possibile acquistare oggetti di artigianato e piccoli doni. Per informazioni, 030.2926701. (a.t.)

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ono 25 gli anni di azione costante nell’educazio-ne alla prevenzione. Un imperativo, quando si parla di malattie cardio-

vascolari, prima causa di morte in Italia. E a promuovere il diktat che “prevenire è meglio che cura-re”, attraverso conferenze, scree-ning gratuiti, presenza sulle piaz-ze, collaborazioni importanti, è l’associazione “Amici per il cuo-re”, onlus clarense, quasi mille gli iscritti, presieduta da 15 anni con entusiasmo da Giacomo Fogliata, affiancato dall’instancabile Beni-to Zizioli.Cinque lustri di impegno sociale fatto di azioni concrete-basta ci-tare il servizio gratuito di riabili-tazione cardiologica in sinergia con l’azienda ospedaliera clarense che verranno celebrati venerdì 8 giugno alle 20.30 presso il salone Marchetti a Chiari, in via Ospedale Vecchio, alla presenza delle autori-tà civili, religiose e militari.Per l’occasione verrà presentato il libro curato da Mino Facchet-ti, dal titolo “Amici per il cuore: 1987-2012” (Clarense Edizioni). “È soprattutto un libro fotografico − spiega il curatore − delle iniziati-ve dell’Associazione, dalle origini ai giorni nostri, accompagnato da due pagine di aforismi sul cuore e

da disegni di bambini”. In coper-tina, rielaborazione del designer Andrea Facchetti di una litografia realizzata appositamente da Marco Facchetti, un albero, simbolo della vita, e un cuore, motore dell’uomo.

Non una visita pastorale, ma un invito da parte dell’Amministrazione comunale nell’ambito della celebrazione dei 150 anni dall’intitolazione di Chiari a città. Questo lo spirito della mattinata che mons. Luciano Monari il 6 giugno, ha trascorso nella cittadina clarense. Ad accoglierlo in Duomo con un fragoroso applauso, la cittadinanza accorsa numerosa, il prevosto mons. Rosario Verzeletti, il sindaco Sandro Mazzatorta, il presidente del consiglio comunale

Fabiano Navoni, oltre alle autorità civili e militari e gli esponenti delle associazioni d’Arma e del volontariato cittadino. “La vita è un lungo apprendistato oblativo” è stata la conclusione dell’omelia di Monari, il cui messaggio era focalizzato sull’importanza della famiglia, dei legami affettivi e del reciproco sostegno. A Messa terminata, un fuori programma di pochi minuti carichi di commozione. Il Vescovo ha lasciato il Duomo dall’uscita

laterale della sacrestia e si è recato a passo svelto per un rapido saluto alla Fondazione Bertinotti Formenti, residenza di persone con forti disabilità intellettive. Molti gli abbracci, le carezze e una preghiera finale. Dopo i saluti e i ringraziamenti del sindaco in Piazza Zanardelli, durante i quali ha sottolineato il risalto dato in questi anni alla matrice cristiana di Chiari, la mattinata è proseguita con la visita del Museo della Città, della Fondazione Morcelli Repossi,

dove ad accogliere il Vescovo c’erano la presidente Ione Belotti e il consiglio di amministrazione. A seguire l’incontro con gli ospiti della residenza sanitaria Pietro Cadeo. Ultime due tappe, il Palazzetto dello sport di via Lancini colmo di un migliaio di alunni festanti degli Istituti comprensivi statali Martiri della Libertà, Toscanini e della Scuola paritaria dei Salesiani di San Bernardino e la visita guidata dell’Azienda ospedaliera Mellino Mellini. (Claudia Morandini)

portanti. Fondata nel 1987 da un gruppo di pazienti e alcuni medici e paramedici della cardiologia di Chiari con l’intento di sviluppare iniziative di prevenzione secon-daria, nel giugno del 2000 il pre-sidente Fogliata, accompagnato da una cinquantina di clarensi, ha ricevuto i ringraziamenti ufficiali in piazza San Pietro da Papa Gio-vanni Paolo II per un’iniziativa a favore del Terzo Mondo.Se le azioni sul campo si concre-tizzano con la rilevazione gratu-ita dei parametri del colesterolo e pressione arteriosa su oltre 500 persone, oltre all’effettuazione di oltre 70 elettrocardiogrammi du-rante la Giornata mondiale del cuore, in sinergia con la cardio-logia e il supporto degli alpini, è verso il mondo della formazione che l’Associazione sta volgendo lo sguardo.Nell’ottobre 2010 è stato stipula-to un protocollo con l’Università di Brescia nel quale gli Amici per il cuore, unici in Lombardia, met-tono a disposizione della Facoltà di Scienze motorie materiale e do-centi per insegnare agli studenti le manovre base in caso di arresto cardiaco. Manovre “salva vita”, che in futuro verranno insegnate anche agli studenti degli Istituti superiori.

Sullo sfondo, una Chiari riconosci-bile ad uno sguardo attento. Nel corso della serata verranno do-nati defibrillatori semiautomatici agli Istituti clarensi Einaudi e Cfp.Omaggio del quale, negli anni, han-no beneficiato anche i Vigili del fuoco di Chiari, il Centro sportivo di Capriolo e il Pronto soccorso dell’ospedale di Iseo.Domenica 10 giugno, alle ore 11 in Duomo, il parroco mons. Rosa-rio Verzeletti celebrerà la Santa Messa seguita dal pranzo sociale. La storia dell’Associazione è ricca di riconoscimenti e traguardi im-

Sabato 9 giugno, a Leno va in scena la 2 edizione della “Notte bianca”. Organizzano gli Assessorati al commercio (delega a Cristina Tedaldi) e alla cultura (Rossella De Pietro) della giunta del sindaco Piero Bisinella. La manifestazione coinvolge il centro di Leno con musica, giochi e gastronomia. Ospite d’onore dj Albertino, che trasformerà la piazza principale in discoteca. In programma lo show del comico Paolo Franceschini; il “Sugi Trial Show” (moto e bike trial), la magia di Charly & Gabriel, le acrobazie di “Asante Kenya” e le musiche di Dee Jay Fabry e di cover come Green Day, Sololiga, 60 Lire e il quartetto jazz. Bar e ristoranti aperti unitamente agli esercizi commerciali. Il commento del sindaco Pietro Bisinella: “Una manifestazione che è importante perché unisce in questa lunga serata tutta la comunità e perché riesce a coinvolgere un numero crescente di persone”. (f.pio.)

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l terremoto della settimana scorsa che ha dato il colpo di grazia a costruzioni (ca-pannoni, chiese e palazzi) già lesionate in Emilia, ha provo-

cato danni anche nei confronti del-le chiese bresciane. A Cignano, nel caseificio sociale sono rovinate a terra le scalere del formaggio gra-na: 20mila forme sono cadute delle impalcature ed il danno, comunque notevole, è da quantificare. Altri danni anche a Verolavecchia dove le scosse di martedì 29 maggio del-le ore 9.02 e delle 12.56 hanno pro-vocato lesioni al campanile piccolo che sovrasta la sacrestia della par-rocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Sono state, quindi, dichiarate, ina-gibili la parrocchiale e la canonica. Il parroco, don Pierino Boselli ha segnalato la situazione al munici-pio ed il sindaco Sergio Zanetti ha delegato gli accertamenti ai vigili del fuoco di Verolanuova che dopo un sopralluogo hanno consigliato prudenza ed invitato a sgomberare quattro abitazioni vicine compresa la canonica. Lo stesso edificio del-la chiesa maggiore è stato dichiara-to non agibile. Nulla di tragico ma

solo una precauzione per una not-te fino alla conclusione dei lavori per la messa in sicurezza della pic-cola costruzione appartenuta alla vecchia parrocchiale attiva fino a quando fu costruito il nuovo tem-pio solo all’inizio del Novecento affiancato dal campanile che domi-na il territorio. Questa costruzione non ha subito danno alcuno per il terremoto che invece ha lesionato il piccolo campanile sopra la sacre-stia ed adiacente alla canonica. I la-vori per la messa in sicurezza del piccolo campanile sono stati atti-vati con l’imbragatura del manu-fatto sul quale sono state rilevate lesioni su tre lati mentre l’asse oriz-zontale risulta spostato di almeno dieci centimetri. Al momento in cu-ria sono arrivate diverse telefona-te da Montirone, Isorella, Saiano, Provezze e Iseo, solo per fare al-

cuni nomi di chiese che sembrano presentare dei piccoli cedimenti. Risultano inagibili: le chiese sussi-diarie di Odolo (Santa Maria Bam-bina) e Mura (San Domenico) e la parrocchiale di Gussago (inagibile dalla facciata al presbiterio); a Bre-scia è inagibile anche la chiesa di San Clemente. Resta da verificare se si tratta solo di pezzi di intona-co che si sono staccati o se siamo in presenza di situazioni più gravi che necessitano di un intervento più strutturato. Per informazioni e chiarimenti, si può contattare l’Uf-ficio dei beni culturali al numero 0303722248. Sul sito della diocesi, oltre a un modello per la comuni-cazione in caso di eventi naturali catastrofici, si può trovare anche il vademecum specifico “Cosa fa-re in caso di eventi naturali cata-strofici”.

Si avvicina l’estate e per la sezione Ai-do di Montichiari è tempo di attività intense con premiazioni e concerti. Già giovedì 7 giugno alle ore 10, al-la scuola media statale Alberti, è in programma la consegna della borsa di studio Cristian Tonoli, un evento finanziato dalla famiglia Tonoli. Dopo la valutazione di un’apposita commis-sione, sono stati ritenuti meritevoli della vittoria finale i seguenti studenti: primo posto per Paola Tedoldi della scuola paritaria Kolbe, secondo po-sto assegnato a Simone Rodella del-la terza H della Alberti e terzo posto per Manveet Kaur Cheema della ter-za G sempre della Alberti. I vincitori si sono prodotti nella realizzazione di temi e disegni legati alla donazione di organi dimostrando particolare at-

tenzione alla questione e proponendo anche delle idee originali. Un grazie particolare viene rivolto dal presiden-te dell’Aido Paolo Percassi (nella fo-to) ai dirigenti e agli insegnanti delle due scuole secondarie di primo grado monteclarensi “per aver accolto con interesse la nostra iniziativa”. Sempre a marchio Aido, con la preziosa colla-borazione della Scuola d’archi Pelle-grino da Montechiaro, sarà anche la rassegna musicale “Note sotto le stel-le”, ormai divenuto un appuntamen-to tradizionale per l’estate cittadina. Il primo concerto si terrà il 4 agosto nella Pieve di San Pancrazio e vedrà l’esibizione della flautista Fiorella Ca-milleri e del chitarrista Luca Lucini (brani di Ibert, Granados e Piazzol-la); l’8 settembre, nel cortile del Pa-lazzo dell’Archeologia e della Storia del Territorio (salita al Castello) avrà luogo il secondo appuntamento con il concerto del duo chitarristico Chia-ra e Stefano Festa e musiche di Villa-Lobos, Paganini e Piazzolla per chiu-dere al Gardaforum, il 6 ottobre, con l’Ensemble Horus Percussion che si esibirà in musiche di Green, Jobim e Piazzolla. “Si tratta di eventi di grande rilievo – conclude Percassi – per cui mi aspetto un folto pubblico”. Tutti i concerti, come sempre, sono ad in-gresso libero; info 030/962148. (f.m.)

Un’iniziativa per “dare un calcio” al bollettino di guerra proveniente delle nostre strade: si è tenuta a Trenzano la “Settimana della sicurezza stradale” che troverà la sua conclusione venerdì 8 giugno con una serata del tutto particolare. Alle 18, infatti, presso il centro sportivo di via Marconi, si terrà un inedito triangolare di calcio a 7: ad affrontarsi in campo, smesse le uniformi e i completi per indossare maglia, pantaloncini e scarpini, ci saranno una selezione di sindaci

bresciani, una squadra delle forze dell’ordine e una composta da volontari delle associazioni trenzanesi. Il campo quindi come mezzo per affermare una cultura della vita, un messaggio lanciato giocando da parte di quanti sono impegnati in prima linea per la promozione della sicurezza stradale e la prevenzione degli incidenti. Tra quanti hanno anticipato la propria partecipazione ci sono per esempio gli amministratori di alcuni comuni della Bassa come Lograto,

Comezzano-Cizzago, Castrezzato, Castelcovati, Gottolengo, Ghedi e Pontoglio. Non è tutto però: la serata proseguirà poi con uno spettacolo di beneficenza all’interno del quale si terrà un numero di magia e, soprattutto, l’esibizione di Riccardo Maffoni, il cantante di Orzinuovi che nel 2006 era risultato vincitore del premio Sanremo Giovani; nel contempo saranno presenti anche stand gastronomici e i gonfiabili per i più piccoli. La serata è stata organizzata

dal Comune in collaborazione con l’associazione “Condividere la strada della vita che riunisce i familiari delle vittime della strada svolgendo attività di testimonianza e informazione su tutto il territorio provinciale. Insieme ad essi anche il Comitato del monumento alle vittime della strada di Trenzano: l’ingresso alla manifestazione è libero, le offerte raccolte saranno devolute alle attività di quest’ultimo nelle scuole di Trenzano e Cossirano. (f.u.)

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ul Garda calano i Longobar-di. Lo fanno a teatro pro-tagonisti di “Ermengarda, l’amore oltre”. Il dramma in due atti è incentrato sul-

la figura della figlia di Desiderio ul-timo re longobardo, moglie di Carlo Magno re dei Franchi, scelta prima e ripudiata poi sempre in nome del-la ‘ragion di Stato’. Eroina roman-tica nei celebri versi dell’“Adelchi” del Manzoni, donna fedele alla pa-rola data e che lotta per la pace nel-lo spettacolo che il Centro teatrale desenzanese “Le Maschere” porta in scena sulle rive gardesane, in omag-gio all’iscrizione di Brescia longo-barda nei siti Unesco patrimonio dell’umanità. Dopo i primi positivi riscontri dello scorso anno a Sirmio-ne, Desenzano e Soiano, viene pro-posto per questa stagione estiva con il supporto dell’Assessorato provin-ciale alla cultura e al turismo e dei Comuni gardesani nei quali si susse-guono quattro repliche. Gli appunta-menti, alle 21 e a ingresso libero, por-tano al Castello di Moniga, venerdì 23 giugno, alla Corte agriturismo La Filanda di Manerba, domenica 1 lu-glio, alla Rocca Viscontea di Lonato, martedì 10 e nel cortile del Munici-pio di Padenghe, giovedì 19. “Rivive il racconto di un amore – spiega l’as-sessore Silvia Razzi – che vince ogni cosa, di un giuramento religioso che

nessun accordo tra potenti e nessun esercito può cancellare, di una fe-deltà a tutti i costi alla parola data, in nome della pace tra i popoli. Er-mengarda può diventare oggi un ri-chiamo irresistibile, il simbolo idea-

Un defibrillatore come salvavita. In questi mesi sono stati regalati alle scuole bresciane molti defibrillatori, ultimo in ordine di tempo quello consegnato all’Istituto superiore Perlasca di Idro dalle associazioni “Live” e “Brianza per il Cuore. La presenza di un defibrillatore nelle scuole o nelle sedi delle società sportive possa diventare obbligatorio. Perché proprio il Perlasca? Per la distanza che lo separa dalla struttura ospedaliera più vicina, quella di Gavardo. Il

presidente dell’associazione “Live” Andrea Salamena, la rappresentante di “Brianza per il Cuore” Gabriella Cantù e il 29enne calciatore bresciano Alberto Quadri (nella foto, oltre ad aver militato nell’Inter, ha recentemente raggiunto la promozione in prima divisione con la maglia del Catanzaro) hanno consegnato l’apparecchiatura davanti a un’aula magna gremita di studenti in ascolto. Live è un’associazione che sostiene iniziative benefiche coinvolgendo

gli sportivi. Brianza per il Cuore è intenzionata a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta alle malattie cardiovascolari, con un sogno: realizzare dei totem con defibrillatore nei centri urbani. Un progetto che prevede di educare la cittadinanza all’uso di questo strumento. L’associazione Brianza per il Cuore ha, quindi, questi scopi: promuovere e coordinare tutte le iniziative sociali e sanitarie rivolte a combattere e prevenire le malattie cardiovascolari; la diffusione della

cultura necessaria per la lotta alle malattie cardiovascolari; la formazione e l’aggiornamento del personale docente delle scuole per la promozione della salute; lo stimolo e il sostegno alla organizzazione di un sistema di allarme sanitario e di pronto intervento di livello europeo; la promozione della ricerca in ambito cardiovascolare o iniziative atte ad arricchire le dotazioni e a promuovere la formazione professionale degli operatori.

per amore, che non incontrerà mai più il suo sposo, ma col quale resterà legata per l’eternità”. ‘L’amore oltre’ porta Ermengarda ad amare il suo Carlo oltre le difficoltà, oltre le poli-tiche matrimoniali, oltre la vita. “Per la compagnia Le Maschere – preci-sa il direttore Guglielmo Tosadori – l’adattamento al teatro del racconto di Roberto Denti rappresenta una sfida: dopo 20 anni di apprezzata at-tività tra teatro dialettale o brillante si affronta una vicenda tragica in un gradevole mix tra storia e fantasia”. Della giovane principessa longobar-da non resta alcuna traccia, non c’è una tomba, non c’è un’immagine. Ep-pure, Ermengarda potrebbe essere il simbolo ideale di una Brescia ritro-vata, città d’arte e di amore per l’arte e la bellezza. “Grazie ad Ermengarda – ribadisce il regista Dante Di Carlo – si rivive l’amore anche per il nostro territorio, la nostra storia e le comu-ni radici: tutto un tessuto su cui si intrecciano poi le tradizioni e l’iden-tità locale. Un patrimonio culturale da salvare e da proteggere, con or-goglio, nel futuro”. Ermengarda a Brescia, come Giulietta a Verona. “È bello anche solo pensare – conclude l’assessore Razzi – che in una fiction immaginaria le due giovani potreb-bero idealmente darsi la mano”. Per intraprendere una nuova strada turi-stica. Vale la pena di provarci.

le di una identità locale ritrovata. Ma il primo passo da compiere è verso una maggiore e diffusa conoscenza di un comune glorioso passato, di pagine di storia che tutti i bresciani, a partire dai giovani, dovrebbero di-fendere con passione e un pizzico di orgoglio”. Tutto nasce da un sogno. “Ho immaginato la mia Ermengar-da – chiarisce l’autore del testo Ro-berto Denti – come una figura forte, che tiene fede alla parola data e che lotta per la pace. Usata come ‘mer-ce di scambio’ si rifugia a Brescia in San Salvatore e qui si vive il dram-ma di una ragazza che si consuma

Sul Garda si respira un intenso pro-fumo d’estate e le amministrazioni dei Comuni che si affacciano sul Benaco, pur in tempo di crisi, si pro-digano per allestire ‘cartelloni’ di in-ziative per ospiti e turisti. Del resto anche gli ultimi dati confermano che il bacino gardesano costituisce da solo oltre il 70% del turismo brescia-no. Diventa quindi indifferibile pro-porre iniziative che puntino sempre più spesso alla qualità. Diamo alcuni ‘assaggi’, in termini musicali, girova-gando qua e là per le rive gardesane. A Gardone Riviera si svolge “Sacri Suoni del Garda”, itinerario musica-le nelle chiese gardonesi. “Concerto inaugurale” sabato 9 alle 21.15 nella parrocchiale di San Nicolò da Bari. A seguire, domenica 17 alle 10.30 nella chiesa dei Ss. Fabiano e Sebastiano, a Fasano Sopra “Pregarcantando”. Sabato 23 alle 21.15 nella parrocchia-

le dei Ss. Faustino e Giovita a Fasano Sotto “Le quattro stagioni e la scuola italiana del Settecento”. Infine, saba-to 30 alle 21.15 nella chiesa di San Martino a Tresnico, “Le sonate da chiesa e il corale di Sant’Antonio”. Gargnano è “in jazz”, sul lungolago Zanardelli dalle 18 di ogni venerdì a partire dal 15 e anche “in musica”, con lo spettacolo di venerdì 29 in Sala Castellani alle 20.30. Salò si ani-ma, da giovedì 14 e per tutti i giovedì d’estate dalle 18.30 alle 24, con “Hap-py blue hour”, un aperitivo speciale, una nuova occasione di incontro e di festa sulle rive del magnifico golfo e nel centro storico. Nella due giorni, sabato 16 e domenica 17, di “Salò e la musica” la Sala dei Provveditori ospita concerti-conferenze che ce-lebrano “la musica come beneficio dell’essere umano”. A Desenzano, sabato 23 in occasione del 153° an-

niversario della battaglia risorgimen-tale si svolgono due concerti: alle 18 quello del “Mozart quartet” per flau-to, violino, violoncello e viola pres-so la chiesa ossario del Complesso monumentale di San Martino della Battaglia e alle 21 quello per “Ban-da & operetta”, a cura dell’Ente fi-larmonico cittadino e del gruppo corale “Dissonanze armoniche” di San Martino, presso il Complesso monumentale. Infine Manerba. Anti-

cipando la grande stagione musicale di luglio e agosto, la perla della Val-tenesi propone al porto di Dusano, ogni mercoledì sera a partire dal 20, dalle 18.30 alle 23.30 “Live music!” e nel corso di “Shopping sotto le stel-le”, il mercatino serale del centro storico, in programma martedì 12, 19 e 26, i visitatori saranno accom-pagnati da un piacevole sottofondo musicale. Riparte in musica la lunga estate gardesana.

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a pochi giorni è transita-bile in Alta Valcamonica il Passo del Gavia, uno dei “luoghi” consacrati dalle imprese dei campioni del

ciclismo degli ultimi anni. vero che la carovana del Giro d’Italia quest’an-no non è passata lungo questa temibi-le strada d’alta quota, che offre pano-rami spettacolari e che approda, sa-lendo o dalla Valle Camonica o dalla Valtellina, a quota 2652 metri, ma è anche vero che turisti e appassiona-ti chi in bici, chi in moto, chi in auto non sono mancati già in questi pri-mi giorni di riapertura dopo la lunga chiusura invernale. Va ricordato che la strada ormai da qualche tempo non è più gestita dall’Anas, ma è passata sotto la cura dell’Assessorato provin-ciale ai lavori pubblici. Ciò ha permes-so di venire incontro più facilmente alle esigenze degli operatori turistici locali. Una volta bisognava attendere addirittura metà estate per ottenere la riapertura, perché i lavori di ripristino del manto stradale, l’eliminazione dei materiali ammassati sulla carreggiata da frane piccole e grandi, il ripristi-no di muri di sostegno e quant’altro procedevano solitamente molto a ri-

lento. Oggi, invece, a seconda delle condizioni meteo stagionali questi interventi di manutenzione vengo-no avviati già a maggio e, quindi, nel breve volgere di qualche settimana il Passo Gavia viene aperto al traffico. Così è stato quest’anno il giorno 22. A dire il vero si era già levata qualche lamentela, data l’impossibilità fino all’ultimo di garantire con certezza l’apertura in occasione dell’afflusso di cicloturisti in zona in occasione del tappone del Giro d’Italia del 26 maggio, quando la lotta decisiva per la maglia rosa si sarebbe fatta molto serrata sul Tonale, Aprica, Mortirolo per concludersi sullo Stelvio. Basta-va riuscire ad aprire qualche giorno prima ed il pienone era garantito. Comunque alla fine le cose non so-no andate poi così male. Una novità da segnalare è che i due assessorati competenti delle Province di Brescia

e di Sondrio hanno finanziato i lavo-ri di illuminazione della pericolosa galleria che sorge prima del passo. Da tempo se ne lamentava la man-canza dato che non pochi cicloturi-sti ne hanno fatto le spese. Il sistema prevede un’alimentazione derivante dall’installazione di pannelli solari. L’assessore provinciale Maria Teresa Vivaldini confida che l’inaugurazione possa avvenire il prossimo 16 giugno. In quella circostanza al Passo del Ga-via sarà posto il traguardo dell’8 tap-pa del Giro ciclistico d’Italia Dilettanti che si distende per oltre 168 km dopo la partenza da Rovereto, in Trentino. Ovviamente si tratta della tappa de-cisiva, dato l’arrivo in quota ed il fat-to che il giorno successivo il Giro si concluderà ad Asiago. Dal Broletto si fa sapere intanto che c’è l’intenzione di prolungare l’apertura del passo al-meno fino al 30 settembre.

La Finanziaria di Valle Camonica spa, diretta da Battista Albertani, che da anni opera sul territorio camuno contribuendo allo sviluppo di inizia-tive nel campo economico, sociale e culturale, ha istituito un bando di concorso per l’erogazione di borse di studio a beneficio di studenti frequen-tanti le scuole secondarie ed i corsi universitari. Complessivamente ven-gono messi a disposizione 50mila eu-ro. Possono partecipare al bando gli studenti che hanno residenza in Valle: l’importo singolo è fissato in 500 euro per gli studenti delle scuole seconda-rie ed in 1.000 per gli universitari ed i frequentanti di “master” universitari. Il progetto della Finanziaria Valcamo-nica è denominato “Merito in Valle” ed è coerente con le sue finalità sta-tutarie. Ai partecipanti è richiesto il conseguimento di una votazione che sia indicazione di merito. Le doman-de devono pervenire alla segreteria della Finanziaria, a Breno, in piazza Vittoria, 19 entro il 30 luglio 2012 e saranno vagliate da un apposito co-mitato. Gli assegnatari delle borse verranno informati direttamente dal-la Finanziaria entro il 31 ottobre 2012.

Requisiti minimi per accedere alla fa-se istruttoria: possono partecipare al bando gli studenti aventi residenza in un Comune della Valle. I concorrenti devono essere rientranti in una del-le seguenti fattispecie: studenti delle scuole secondarie di secondo grado frequentanti il II, III, IV, V anno scola-stico che hanno conseguito la promo-zione nell’anno scolastico 2010-2011, con votazione media pari o superio-re a 8/10 e voto di condotta pari a 10. Studenti universitari frequentanti il II e III anno dei corsi di laurea trien-nali, aventi il voto di maturità pari o superiore ad 80/100; inoltre aventi, al 30 aprile 2012, almeno il 70 % dei cre-diti formativi universitari previsti dal manifesto degli studi degli anni pre-cedenti a quello di iscrizione ed una media di voti pari, o superiore a 25/30. Per informazionei: telefonare al nu-mero 0364/ 320012. (e.g.)

Simona, la castellana del Castello di Breno, comunica che dal primo giugno è riaperta la Rocca brenese. Per i primi tempi l’appuntamento sull’altura sarà domenicale, poi diverrà giornaliero. Il programma per ora prevede tre laboratori gratuiti per bambini: della creta (organizzato da laboratorio d’arte di Nadia Gozzi ed Adelmo Zanotti); di musica per i più piccini (con Elisa Richini della scuola “Il Pentagramma” di Piamborno); di arte e musica (con Barbara

Belotti dell’associazione musicale “La fabbrica dei suoni” di Cividate Camuno e Silvia Angeloni. Poi il “Mercatino”; occorrente per giocare: una coperta per allestire lo spazio. Per questa attività servono tutti i vecchi giochi, strumenti, libri, cd, dvd che non desideri più possedere. Avrai la possibilità di scambiarli con altri giochi, o di venderli. Tutto il materiale di scambio dev’essere in buono stato. Esiste la possibilità di trasporto sul colle per oggetti ingombranti

(ore 9.30- ore 10 con ritrovo nella sottostante piazza Mercato). Per i genitori si offre l’opportunità di effettuare una visita guidata gratuita al Castello. A mezzogiorno pranzo (su prenotazione): polenta, spiedini, patatine fritte (10 euro). Alle 15.30: pausa merenda (torta più bibita tre euro). Alle 16: lettura di una fiaba da parte di un collaboratore del brenese del Centro culturale teatro camuno. il caso di ricordare che, nel 2011, è stata completamente rinnovata la strada di accesso ai

resti della Rocca; poche decine di metri, unico punto d’accesso al monumento-simbolo della Valcamonica. Negli ultimi anni sulla sommità del colle sono stati portati a termine vari lavori di conservazione e ristrutturazione, in particolare alle torri. Sotto la torre maggiore sono stati ritrovati (nelle campagne di scavo del prof. Francesco Fedele) reperti di un’abitazione neolitica. La prima chiesa brenese, dedicata a San Michele Arcangelo è sorta qui. (e.g.)

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n una società in cui la morte, la vecchiaia e la sofferenza ven-gono continuamente rimosse, nascoste, celate, parlare di as-sistenza, cure palliative e con-

forto sembra essere una scelta con-trocorrente. A Pisogne però gli am-ministratori della Fondazione Santa Maria della Neve, l’ente proprietario e gestore della locale casa di riposo, sanno che il fine vita è un momento estremamente delicato, in cui le fa-miglie hanno bisogno di essere ac-compagnate con sensibilità e profes-sionalità sia sotto il profilo medico che quello psicologico. Ecco perché gli sforzi degli ultimi tre anni si sono concentrati sulla struttura inaugurata sabato scorso dal vescovo Monari: la nuovissima palazzina realizzata a ri-dosso della residenza socio-assisten-ziale ospita all’interno un hospice e una residenza sanitaria per disabili. 20 posti letto in tutto, 10 dei quali ri-servati ai malati terminali e 10 alle persone disabili che rimangono sen-za genitori o senza familiari in grado di seguirli nelle loro esigenze quoti-diane. “Quando c’è una persona ca-ra che giunge alla fine dell’esistenza – ha spiegato il presidente della fon-dazione Enzo Raco – e magari questa fase della sua vita è segnata anche da pesanti sofferenze fisiche e psicolo-giche, la sua famiglia ha bisogno di una struttura e di personale che pos-sa alleviare la sofferenza del malato

compagnato dalla massima sereni-tà”. L’hospice della fondazione Santa Maria di Pisogne è il primo della Valle Camonica, visto che finora soltanto l’ospedale di Esine metteva a dispo-sizione alcuni posti letto per i malati terminali. Ecco perché “Questa ini-ziativa privata realizzata a Pisogne – ha aggiunto Renato Pedrini, direttore generale dell’Asl Valle Camonica Se-bino – si integra alla perfezione con il resto dei servizi socio-assistenziali già presenti sul territorio ed erogati dall’azienda sanitaria pubblica”. I po-sti riservati ai disabili invece sono uno spazio in cui queste persone, una vol-ta rimaste sole, possono muoversi in autonomia, senza perdere le capacità di cui dispongono, e allo stesso tem-po trovare l’assistenza e l’aiuto che ricevevano in famiglia. Per realizzare il nuovo hospice, la Fondazione San-ta Maria della Neve ha investito com-plessivamente tre milioni e mezzo di euro: uno è arrivato dalla Fondazione Cariplo, 250mila euro dal Comune di Pisogne, 50mila euro dal Bim, 80mi-la euro da alcuni benefattori privati e per il resto è stato aperto un mutuo. I lavori erano iniziati tre anni fa, con la posa della prima pietra nel maggio del 2009. Manca solo un tassello, impor-tante per le tasche degli utenti: l’ac-creditamento con la Regione in modo che i costi per l’assistenza non ricada-no totalmente sugli utenti ma siano in parte coperti dal sistema sanitario.

L’associazione Don Bosco 3A “Operazione Mato Grosso” approda nelle stanze dell’ex Villa Gnecchi di via Facchetti. Per circa tre settimane il Centro pastorale parrocchiale ospita l’esposizione d’arte e carità “Mostra dalle Ande”, patrocinata dal Comune e curata da un gruppo di volontari. Con l’ufficiale inaugurazione di sabato 2 giugno, alla presenza del clarense salesiano Padre Ernesto Sirani, da oltre 30 anni attivo missionario in Perù, allietata dall’esibizione del

gruppo “Appel” di percussionisti itineranti, la mostra d’artigianato ha aperto i battenti, restando liberamente visitabile secondo gli orari: mercoledì, giovedì, venerdì dalle 20 alle 22; sabato e domenica dalle 15 alle 21. In vetrina possono essere ammirati e acquistati pezzi unici di mobilio, oggettistica, soprammobili e componenti d’arredo, con una vasta gamma di pregiati mobili in lenga e caoba tipici delle Ande, opere d’arte sacra e sculture

in legno e marmo realizzati in collaborazione con “Artesanos don Bosco Perù”, ma anche crocifissi e madonnine artistici, cornici intarsiate in massello, quadri dipinti a mano, accessori etnici e originali borse. Il ricavato sarà devoluto all’operazione “Casas de los pobres: dona una casa e un sorriso” incentrata sulla costruzione, da parte dei giovani poveri oratoriani che frequentano la scuola del posto per imparare a intagliare e scolpire pietra e legno, di case

gratuite da offrire ai più bisognosi, a fronte della fornitura da parte della parrocchia dei materiali. Parallelamente saranno proposte a corollario alcune iniziative musicali: venerdì 8 giugno alle 21 quintetto d’ottoni in “Concerto 5/4 brass”; domenica 17 alle 16 “Concerto Dulse canto” di repertorio vario e domenica 24 giugno alle 16 “Concerto Take it Voices” con voci gospel. Per info telefonare: 331.6823921-333.9345215 o visitare il sito www.donbosco3a.it. (a.s.)

e la fatica dei suoi cari. L’Hospice ha proprio questa funzione, offrire un luogo in cui il difficile momento del passaggio dalla vita alla morte sia ac-

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a 37ª Settimana dello sportivo scalda i moto-ri. Dal 6 giugno, per 12 giorni Cellatica tornerà a essere la capitale di cul-

tura, sport e spettacolo, con il tra-dizionale evento che saluta l’arrivo dell’estate. La manifestazione, con il ricco programma di appuntamen-ti, è iniziata mercoledì 6 giugno con l’esibizione dell’orchestra spettaco-lo i Filadelfia che festeggeranno in-sieme al pubblico di appassionati i propri 20 anni di attività. Dal ballo liscio si passerà giovedì 7 al lati-no americano con la scuola Spazio Danza. Venerdì 8 giugno l’inaugura-zione ufficiale con la consueta sfi-lata per le vie del paese alle 19.45 accompagnata dalla consueta ban-da musicale, madrina della serata l’orchestra spettacolo di Serena Valle. Ancora il ballo liscio prota-gonista del primo weekend di festa con la serata danzante con l’orche-stra spettacolo di Daniele Cordani

Sarà il comico Gabriele Cirilli (nella foto) l’ospite principale del ricco programma di spettacoli offerto dalla 37° Settimana dello sportivo in programma dal 6 al 17 giugno a Cellatica. Il noto comico sbarcherà in Franciacorta mercoledì 13 giugno alle 21.30 proponendo alcuni dei propri personaggi storici come Kruska, Ninnetto, che sapranno strappare una risata anche in un contesto di crisi come questo (entrata 6 euro).

Diplomatosi presso il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Roma, diretto da Gigi Proietti, lavora in teatro, cinema e televisione. Diventa popolare grazie alla partecipazione a varie edizioni di Zelig, all’inizio vestendo i panni della borgatara romana Kruska, l’amica di Tatiana, da cui nasce il tormentone”Chi è Tatiana?!...”, che dà anche il titolo, oltre che a un libro omonimo e a uno spettacolo teatrale, al film “Chi è Tatiana”, regia di Roberto

Campili. Il suo primo ruolo da protagonista al cinema è nel film “Un bugiardo in paradiso” con Paolo Villaggio. Lavora anche in alcune fiction. Dal 2009 è nel cast di “Un medico in famiglia”. Nel 2012 partecipa al talent di Rai 1 Tale e Quale Show. Da non perdere, però, sul palco del centro sportivo comunale saranno anche le esibizioni delle orchestre spettacolo di Nicola Congiu e Omar Codazzi rispettivamente venerdì 15 e

sabato 16 giugno alle 21. Due delle band più apprezzate da parte della musica da ballo. Non potrà passare inosservato all’affezionato pubblico della Settimana dello sportivo, l’appuntamento con l’orchestra Filadelfia che, proprio sul palco cellatichese, festeggerà mercoledì 6 giugno alle 21.15 il ventennale di fondazione, ospitando alcuni big della canzone italiana che hanno accompagnato la band nei numerosi tour in giro per l’Italia.

sul palco sabato 9 giugno alle 21.30, mentre domenica 10 tornerà a esi-birsi uno degli ospiti più longevi del-la settimana dello sportivo, vale a di-re Genio e i suoi Perrot’s. Domenica sono previste le finali del torneo gio-vanile di calcio, da alcuni anni una delle principali vetrine per i giovani talenti calcistici bresciani. La soli-darietà sarà protagonista della se-rata di lunedì 11 giugno con la sagra benefica del dolce, a cui seguirà la commedia dialettale tutta da ridere, “La Madona del Dutùr” interpretata dalla compagnia teatrale di Sant’Eu-femia. Anche quest’anno sarà prota-gonista la “bellezza” con l’elezione, martedì 12, di “Miss provincia di Brescia”, selezione inserita all’inter-no del Concorso nazionale di Miss Italia. Mercoledì 13 giugno l’evento clou della rassegna con l’esibizione del noto cabarettista Gabriele Ciril-li. Giovedì 14 giugno torna ancora una volta protagonista la scuola di ballo Zero in Condotta, mentre per il gran finale tre grandi orchestre saliranno sul palco dell’area feste nel centro sportivo comunale. Si

inizierà con Nicola Congiu e la sua orchestra, una delle più apprezzate nel panorama danzante a cui segui-rà, sabato 16 giugno alle 21.15, Omar Codazzi, un’altra vecchia conoscen-za della rassegna. La chiusura con il tradizionale spettacolo pirotecnico e con l’estrazione della lotteria le-gata alla manifestazione con in pa-lio una Nissan Micra, vedrà invece l’esibizione di Raf Benzoni e la sua band per una serata danzante indi-menticabile. Per la buona riuscita della manifestazione sportiva, so-prattutto in tempo di crisi, sono in-dispensabili gli aiuti degli sponsor come ricorda il presidente Dino Del-la Fiore: “Non va dimenticato che il grande merito per la realizzazione di questa manifestazione va a tutte le realtà commerciali, gli sponsor, gli inserzionisti, i mezzi di comunica-zione, l’amministrazione comunale per il loro patrocinio e a tutti i diri-genti e collaboratori che con il loro impegno e dedizione, mettendosi a disposizione con il solo intento di fare volontariato per il bene dei giovani”.

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na manifestazione frut-to anche di tanto entu-siasmo. Alla luce del-le difficoltà economi-ca imposte dalla crisi,

sembra che per portare avanti una tradizione che quest’anno spegne le 37 candeline come quella della Setti-mana dello sportivo di Cellatica ser-va anche un po’ di quel entusiasmo in grado di rendere possibile quello che altrimenti non lo sarebbe. Ser-ve anche tanto impegno, componen-te imprescindibile nel momento in cui lo sforzo organizzativo richie-de l’intervento di molte persone. E questo non è mai scontato, specie in questi momenti difficili dal punto di vista economico e sociale. Il vero valore aggiunto della festa è dato, quindi, dai tanti volontari che ogni sera spendono tempo ed energie in maniera gratuita: arrivano prima e vanno a casa tardi per permettere il buon funzionamento di una manife-stazione alla quale il Comune di Cel-latica deve molto, anche in termini di visibilità. “La Settimana dello spor-tivo è un’occasione importante per

Con l’arrivo della stagione estiva, torna ad aprire i battenti l’Arena beach di via Breda Vecchia 2 a Cellatica che inaugurerà la stagione 2012 con un appuntamento di livello: si tratta dell’International Beach Soccer, il mondiale di calcio su sabbia in programma dal 9 al 10 giugno. Quattro le nazionali impegnate per la conquista del podio: Argentina, Brasile, Germania e ovviamente l’Italia. Si comincia sabato 9 con la prima semifinale,

tutta sudamericana, tra Argentina e Brasile. A seguire la nazionale italiana affronterà la Germania. Le vincenti si affronteranno il giorno successivo alle 16.30 per la conquista del podio. Al termine delle premiazioni, festa finale con “spritz party” e proiezioni sui maxi schermi della prima gara degli europei di calcio fra Italia e Spagna. A sottolineare l’importanza della manifestazione, la presenza delle telecamere di Sky che riprenderanno la due

giorni di gare. Per informazioni e programma dettagliato: www.arenabeach.it.Il complesso sportivo Arena beach si estende su una superficie di 8000 mq ubicata in Franciacorta tra le verdi colline di Cellatica. All’interno il centro possiede una vasca di sabbia di 2500 mq specifica per gli sport su sabbia, con otto campi da beach volley che all’occasione si trasformano in otto da beach tennis in due da beach rugby o due da beach

soccer. L’Arena Beach mette a disposizione l’intera zona beachlandia per gruppi e scuole che intendono portare i bambini a trascorrere un’emozionante giornata all’insegna dell’allegria e del gioco in spiaggia. Allestita anche un’area fitness coperta completa di attrezzatura ed un’area Expo dove i nostri migliori partner hanno la possibilità esporre o di organizzare eventi. Per prenotazioni, telefonare al numero 334 9970261.

La regia organizzativa di tutto è nel-le mani dell’Usd Cellatica che con il suo presidente Dino Della Fiore sa contagiare i molti volontari (genitori dei giocatori, allenatori e collabora-tori della società o semplici simpa-tizzanti) che partecipano all’evento. Tutti uniti da un unico desiderio: aggregare, divertendo e diverten-dosi, il mondo giovanile attraverso lo sport di base. Non possono, però, bastare solo l’entusiasmo e le capa-cità del Presidente: a questo, infatti, si deve aggiungere una rete di validi collaboratori sia sul piano umano che tecnico.Va ricordato che l’Unione sportiva si segnale anche per i meriti raggiun-

ti sul campo con un settore giova-nile di tutto rispetto (per quantità e per qualità) nel panorama sportivo bresciano.Molte di queste squadre (piccoli amici, pulcini, esordienti, giovanis-simi e allievi) scendono in campo durante la Settimana dello sporti-vo che attira diverse squadre del territorio provinciale. Per infor-mazioni e iscrizioni alle squadre dell’Usd Cellatica, ci si può rivolge-re alla segreteria di via Breda 2 (tel. 030/2773267). Le porte sono aperte anche a chi vuole offrire con sem-plicità il proprio contributo di tem-po. Questo è lo spirito che anima e contraddistingue l’Usd Cellatica.

pubblicizzare il territorio e le sue peculiarità – rimarcano il sindaco di Cellatica, Paolo Cingia, e l’assesso-re comunale alle Realtà associative Pierluigi Frassine –. La longevità e il successo riscosso testimoniano la vitalità dell’Associazione che nel tempo ha saputo mantenere fede a importanti obiettivi, come quello aggregativo, soprattutto nel mondo giovanile. Esprimiamo il nostro rin-graziamento e quello della comunità a tutti i membri dell’Unione sporti-va, ai collaboratori e agli sponsor che si sono impegnati per dare vita a questa 37ª edizione della manife-stazione che, siamo certi, si conclu-derà con un successo”.

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i sono voluti tre anni ma entro l’estate sarà realtà un progetto moderno di promozione del turismo con potenzialità interna-

zionali. Avviato dall’Agenzia territo-riale Valtrompia Turismo, ha il suo cuore nei totem multimediali, “enci-clopedia” computerizzata consulta-bile su quanto il territorio può offrire di bello e attraente al turista, da po-sizionare in luoghi pubblici frequen-tati. L’Agenzia costituita nel 2001, ricordiamo, è stata sciolta a marzo scorso. Contemporaneamente è nato il Servizio turistico Associato, ricono-sciuto dalla Regione, con 13 Comuni aderenti: questo ha ereditato e por-tato a conclusione il progetto. Lo ha fatto con una versione aggiornata del totem inizialmente proposto: più ele-gante e “touch-screen”, schermo tat-tile da sfiorare con un dito per visua-lizzare i diversi ”capitoli”. I palinsesti dei contenuti sono stati definiti e sono in implementazione. Entro giugno ne

la che farà da raccordo in quel punto alla pista ciclabile sul Mella, opera già progettata in Comunità e finanziata dal Gal Golem che offrirà l’attrattiva di un percorso suggestivo al sicuro sul fiume da Brescia all’alta valle. So-no tre i banner (la striscia che titola il sito) a disposizione sull’ ampio scher-mo del totem: “Ufficio turistico” con tutte le informazioni generali dell’or-ganismo del Sibcab (sistema cultura-le valtrumplino) con sede a Gardone, aperto anche il sabato a S.Maria degli Angeli; “Valle Trompia a piedi e in bi-ci movimento lento” con schede illu-strative tematiche sintetiche e chiare scaricabili dei diversi percorsi (www.valtrompia.movimentolento.it). Insie-me al totem è stata illustrata da Bruno Bottini della Bbs di Paderno Francia-corta una interessante convenzione proposta ai Comuni. La Bbs si impe-gna con 1000 euro all’anno di costo a promuovere tutte le informazioni e risorse turistiche ambientali dei sin-goli Comuni aderenti.

saranno dislocati quattro: allo Cha-let Maniva, all’Ospedale di Gardone VT, all’Outlet Franciacorta, a Brescia nell’Ufficio Turistico a Palazzo Mar-tinengo. Un quinto, sarà collocato al Ponte Pregno di Villa Carcina nell’iso-

In occasione dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni continua l’impegno del direttivo che gestisce la Rsa “Villa Fiori” di Nave. Si tratta di una delle maggiori strutture socio-assistenziali della Valtrompia con i suoi 131 posti letto (100 accreditati dalla Regione, 24 presenti all’interno dei mini alloggi e sette posti di sollievo). Proprio nel mese di maggio appena trascorso ha dato avvio a una iniziativa di ristrutturazione, grazie all’opera

del Cda insediatosi qualche mese fa e che vede come presidente Nicoletto Boretti. “Proprio in quello che è l’Anno europeo per l’invecchiamento attivo – dice il presidente Boretti – stiamo portando avanti importanti progetti che riguardano la Rsa, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica al contributo che le persone anziane possono dare alla società. Sappiamo che bisogna incoraggiare e sollecitare i responsabili politici e le parti interessate a intraprendere, a

ogni livello, azioni volte a migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e potenziare la solidarietà tra le generazioni”. Un impegno che si è tradotto a Nave nella sistemazione completa del secondo piano, quello “azzurro” (come vuole la suddivisione in colori adottata presso la struttura), all’interno del quale si stanno rifacendo le pavimentazioni e adeguando tutti gli impianti alle normative vigenti. Un intervento non da poco, tanto che il direttivo

ha sollecitato la popolazione nel dare una mano con sottoscrizioni libere (ad oggi sono stati raccolti già 50mila euro), dando in cambio in segno di ringraziamento l’intitolazione delle stanze. Una struttura ben inserita nel tessuto sociale del paese, all’interno della quale si tengono spesso dibattiti e incontri, da ultimo quello del 9 giugno, con la psicologa di Civitas Stefania Gambera che chiuderà un ciclo di approfondimento sulla vita nella Rsa. (a.a.)

Spagna cattolica € 1.190 27 aprile - 1 maggio

Andalusia da € 1.045 23 - 28 aprile

Gran tuor della Polonia € 1.340 14 - 20 maggio

La Santa Russia € 2.065 11 -19 settembre

* Terra Santa a piedi, sulle orme dei primi pellegrini e dei crociati, Cammino di Santiago, tratto

francese e altro su richiesta.

Pellegrinaggio Diocesano - Sezione di BresciaLourdes 6 - 12 agosto 2012

interviene S. E. Mons. Luciano Monari vescovo di Brescia

Lourdes, quattro giorni in pullman € 258 28 aprile -1 maggio

12 - 15 agosto

6 -9 dicembre

Lourdes, voli sp. diretti Milano Malpensa da € 612 23 - 27 aprile

18 - 21 giugno

26 - 30 luglio

16 - 19 settembre

Nevers e Lourdes € 335 28 aprile -1 maggio

12 - 15 agosto

6 - 9 dicembre

Banneux € 395 6 - 11 giugno (Bus)

€ 455 7 - 11 giugno (Aereo)

Oropa da € 155 11 - 14 luglio

22 - 23 agosto

Loreto e Assisi € 385 24 -28 settembre

Fatima e Santiago, i grandi Monasteri e Porto € 849 7 - 11 maggio

Lourdes, cammino Santiago e Fatima € 745 12 - 19 agosto

Fatima, Lisbona e Coimbra € 585 22 - 25 aprile

18 - 21 agosto

12 -16 ottobre

San Giovanni Rotondo, Pietrelcina € 282 22 - 25 aprile

28 aprile -1 maggio

Terrasanta classico, Speciale Oftal da € 1.360 14 - 21 novembre

Chi SiamoAccompagnare il pellegrino e il viaggiatore nel suo cammino, fornendo la massima professionalità

e la profonda esperienza maturata, è la passione di Sogevitour, divenuto in breve tempo un punto

di riferimento per i Pellegrinaggi e il Turismo Religioso e Culturale. Alle classiche mete ormai

consolidate come Lourdes, Nevers,Terra Santa, Fatima, Santiago, San Giovanni Rotondo e Banneux,

abbiamo aggiunto nuovi percorsi di approfondimento turistico e culturale.

La Nostra VocazioneAndare alle radici del nostro essere, vocazione religiosa e grande respiro culturale. Nuovi percorsi

spirituali alla scoperta di luoghi e terre in cui fede e cultura si fondono in un unico cammino di

ricerca da vivere fino in fondo per andare alle radici del nostro essere cristiani.

Vengo Anch’IoNel solco della tradizione dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) molte

delle nostre proposte, pur riprendendo itinerari e luoghi comuni ad altri operatori del settore,

hanno la grande particolarità di rivolgersi anche alle persone disabili, alle quali viene riservato da

sempre un trattamento molto curato e personalizzato.

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ulcano di iniziative e progetti, l’associazione Valtrompiacuore conti-nua a trovare spunti per promuovere attività so-

lidali. Prossimo appuntamento sarà domenica 10 giugno alle ore 20.45, quando l’annuale evento musica-le gardonese si terrà in piazza San Marco insieme alla Banda cittadina. Da cinque anni diretta dal maestro Paolo Ghisla, la banda è anch’essa attiva e da poco è terminato il pro-getto “Suonare per capire” realizza-to con l’amministrazione comunale e il locale istituto comprensivo “A. Canossi”. “Il concerto di sabato – dice il maestro Paolo Ghisla – pre-vede l’esecuzione di brani estrapo-lati dal vasto repertorio bandistico e adatti all’esecuzione all’aperto, partendo dalla marcia “Stars and Stripes Forever” di J.P. Sous, pas-sando da “Oblivion” e “Liber Tan-go” di Piazzolla a “Symphonich Marches” di J. Williams, “Children

Avviata nel 2011, continua anche quest’anno la collaborazione tra il Comune di Sarezzo e la filiale di via Repubblica della Bcc di Brescia, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo delle associazioni operanti sul territorio, sostenendone le attività svolte nei più svariati ambiti. “Grazie a questa sintonia d’intenti – dice il sindaco Massimo Ottelli –, accanto alle risorse che il Comune di Sarezzo impegna a favore delle realtà associative ogni anno, si aggiungono i contributi a

scopo di beneficenza che verranno devoluti dalla Bcc di Brescia ad alcune associazioni, grazie alle segnalazioni del Comune”. Gli assegni dell’importo di 250 euro ciascuno verranno consegnati a breve, dalla banca, ai legali rappresentanti delle seguenti associazioni saretine: Associazione gruppo volontari “Madre Teresa di Calcutta”, Happy Handy Day, Iride, Aido, Avis comunale, Gam Sarezzo S. Emiliano, Protezione civile Squadra antincendio, Unione

società sportive Comune di Sarezzo (300 euro). Una somma complessiva di 2.050 euro cui s’aggiungono altri 250 euro che la Bcc di Brescia intende devolvere alla scuola media “Giorgio La Pira” per sostenere l’acquisto di una lavagna Lim destinata, in primis, a un ragazzino affetto da neurofibromatosi che frequenterà a settembre la prima media. Inoltre, il Credito cooperativo erogherà un assegno di 400 euro anche al Comune di Sarezzo per le attività legate al

quinto anno di gemellaggio rivolte ai cittadini più giovani, nell’ambito del concorso “L’Europa dei cittadini”. “Come amministrazione – aggiunge il sindaco Ottelli –, riconoscendo l’attenzione del Credito cooperativo di Brescia nei confronti del territorio e di quanti volontariamente operano per il bene comune nello sport, nel sociale, nella cultura e nell’istruzione, spero che questa significativa collaborazione possa proseguire e svilupparsi ulteriormente”.

of Sanchez” di Chuck Mangione e “Caravan” di Duke Ellington, prima di concludere con l’accattivante “In the Mood” di Joe Garland”. Un con-certo (in caso di pioggia la manife-stazione si svolgerà presso i Capan-noncini del “Parco del Mella”) che ne precederà un altro il 13 giugno alle 20.45 in via Giusti, poi seguito da una sottoscrizione a premi in favore delle iniziative di Valtrom-piacuore. Una realtà molto viva e conosciuta anche fuori dall’ambito triumplino, tanto che proprio sa-bato 9 e domenica 10 giugno sarà ospite all’Arena Beach di Cellatica, invitata dallo staff per farsi cono-scere contestualmente ai tornei di beach volley del weekend. “Siamo molto contenti – dice il presidente di Valtrompiacuore, Mario Mari – di poter uscire anche dai confini della Valle per parlare comunque della Valtrompia, supportati anche dagli opuscoli freschi di stampa da distribuire alle famiglie triumpline. Cerchiamo sempre di essere impe-gnati su vari fronti, tenendo come saldo punto di riferimento il no-

stro scopo sociale sulla prevenzio-ne delle malattie cardiovascolari. Proprio in questo mese di giugno stiamo definendo un programma di massima con alcuni dirigenti sco-lastici della Valle per alcuni incon-tri di educazione del cuore, rivolti agli alunni di elementari e medie”. Un impegno portato avanti con ini-ziative come quella dell’imminente concerto o del libro in preparazio-ne sulle bande musicali gardonesi, senza prescindere mai dalla fatti-va e costante collaborazione con il presidio ospedaliero di Gardone. “Proprio nel mese di luglio – spie-ga Mario Mari – doneremo ufficial-mente al reparto di Cardiologia un ecocardiografo portatile, e sempre da luglio il servizio di radioterapia raddoppierà il proprio impegno, ri-manendo aperto un intero giorno alla settimana. Inoltre, siamo in at-tesa di conoscere quali associazioni appartenenti a due Comuni dell’Al-ta Valle potranno beneficiare di due defibrillatori semiautomatici che ci siamo impegnati a donare loro”. Per info, www.valtrompiacuore.it.

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Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: “Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi”. I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. (...)

Dal 10 al 17 giugno Dublino acco-glierà 25mila pellegrini per il 50° Congresso eucaristico internazio-nale. Il tema è “Comunione con Cristo e tra di noi”. Questo tema ha le sue radici nella Costituzio-ne dogmatica sulla Chiesa dove si legge: “Partecipando realmen-te del corpo del Signore nella fra-zione del pane eucaristico, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi: ‘Perché c’è un solo pa-ne, noi tutti non formiamo che un solo corpo, partecipando noi tutti di uno stesso pane’ (1 Cor 10,17). Così noi tutti diventiamo membri di quel corpo (cf 1 Cor 12,27), ‘e siamo membri gli uni degli altri’ (Rm 12,5)” (Lumen Gentium, 7). Questo tema può essere sviluppato

all’inizio aveva creato. Allora il vino non è più vino, ma segno dell’attesa del vino nuovo e del Regno di Dio, quello stesso che Gesù dice di aspet-tare per poter gustare un vino nuo-vo che non è più promessa e attesa ma realtà del compiersi del futuro di Dio. E sono le nostre parole che non creano ma significano soltanto che non riescono a correre dietro a questo mistero dell’agire di Dio, e il nostro credere che ha bisogno di toccare, ancora una volta, tenta di farsi categorie che possano spiega-re quello che l’uomo non può e non sa fare: creare il nuovo. Così il dono della cena introduce al nuovo per-ché cambia non le cose ma il loro senso e non le fa più essere come prima: sono qualcosa di nuovo e il nostro stare nel vecchio, nell’atte-sa non può che intuirne per fede la novità senza ancora vederne la dif-ferente essenza. Possono sembrare considerazioni difficili. E lo sono. Sono il mistero di un amore che co-stringe le cose a cambiare nel loro essere più profondo e chiede che

anche noi facciamo lo stesso: che ri-maniamo nell’essenza uomini e don-ne come gli altri ma che il nostro es-sere profondo non sia più così. Non può bastarci la superficie. Anche noi siamo (e possiamo essere) ri-creati da Dio ma non solo perché faccia-mo qualcosa di diverso o scegliamo qualcosa di diverso. Essere di Cristo non è solo scegliere di fare qualco-sa; al limite non è nemmeno imitar-lo. Essere di Cristo è scoprire quel nuovo che tanto l’ha costretto alla visibile nostalgia di desiderare che già fosse lì. In quella frase così pre-gnante teologicamente si nasconde anche il suo desiderio umanissimo: che il futuro del Regno fosse lì, vi-cino e immediato, tanto da pensare di ritrovare i suoi alla stessa tavola, con quel vino nuovo che si è costret-to a non bere più fino a quel giorno. È un desiderio che gli brucia dentro e segna quel tempo che non è nostro e che non era Suo. Noi ancora nel tempo, nell’attesa del nuovo; Lui nell’attesa che quel Regno si com-pia. Nuovo.

uovo. Se non ci fosse questo aggettivo sareb-be appannata l’altezza di quello che Gesù sta facendo. È il testo cen-

trale della fede nella sua presenza e il più incomprensibile per chi riduce la figura di Cristo alla sua altissima umanità, alla sua predicazione per i poveri, al suo messaggio di amo-re. Qui si ferma la comprensione dell’umano: spogliati dei miracoli e delle pagine sulla risurrezione i Van-geli sono accettabili nel loro conte-nuto. La cena è però una parentesi di incomprensibilità per l’umano, per-ché parla del futuro di Dio con paro-le umane ma chiede a queste parole di essere come quelle di Dio, chiede che queste siano parole che fanno, che creano, anzi che ri-creano. Per l’uomo è desiderio, per Cristo è ne-cessità, per chi crede è speranza: quel pane che è corpo e quel vino che è sangue non sono solo paro-le con significato diverso dal solito ma segno della novità di Dio, della possibilità di Dio di ri-creare, come

secondo molteplici punti di vista al fine di contribuire ad una rinno-vata comprensione della centrali-tà dell’eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa. Eccone al-cuni esempi: comunione con Cri-sto; comunione con gli altri; eu-caristia e sacerdozio ministeriale; eucaristia e matrimonio cristiano; la vita religiosa; eucaristia e ricon-ciliazione; solidarietà cristiana; il mondo della sofferenza; comunio-ne ed ecumenismo; i fedeli defunti; comunione dei Santi. Il Congresso coinvolgerà 223 speaker e il pro-gramma prevede 160 workshop tra tavole rotonde, gruppi di riflessio-ni, concerti. Sono 7.000 i pellegri-ni che arriveranno a Dublino in rappresentanza di 123 Paesi del

mondo: saranno presenti delega-zioni dal Giappone alla Tanzania, ma anche da Emirati Arabi e Tai-wan. Circa 80mila persone sono in-vece attese per la Statio Orbis, la cerimonia conclusiva che si terrà domenica 17 giugno a Croke Park e sarà presieduta dal card. Marc Ouellet (nella foto), prefetto del-la Congregazione per i vescovi, nominato dal Papa come legato pontificio per la celebrazione del Congresso eucaristico. Il Congres-so eucaristico è preceduto fino al 9 giugno da un Simposio teologi-co internazionale, con 320 parteci-panti attesi, e vedrà come relatori il card. Kurt Koch (Pontificio con-siglio unità dei cristiani) e card. Rodriguez Maradiaga (Honduras).

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el vivere il matrimonio –ha detto il Papa, rivolgen-dosi con affetto al milio-ne di fedeli a Bresso – voi non vi donate qualche co-

sa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzi-tutto per voi stessi”, “nella procrea-zione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente” e “per la società, perché il vissuto fami-liare è la prima e insostituibile scuo-la delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la co-operazione”. Un invito poi ad aver cu-ra dei figli e, “in un mondo dominato dalla tecnica”, a trasmettere loro “le ragioni del vivere, la forza della fede”. Ma anche i figli mantengano “sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura” verso i genitori. Il progetto di Dio sulla coppia umana – ha chiarito il Pontefice – trova la sua pienezza in Gesù Cristo, che ha elevato il matrimonio a sacramento”. “La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella

che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra sofferenza e fatica. Vi in-coraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le dio-cesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza”. Nel libro della Genesi, “Dio affida alla coppia umana la sua creazione”. Per il Papa, “nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utili-taristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quel-la che può concorrere ad uno svilup-po armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esa-sperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disa-gio nelle famiglie”. Anzi, “la mentali-tà utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergen-ze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto so-ciale”. Famiglia, lavoro, festa sono “tre doni di Dio, tre dimensioni della

“Durante i primi incontri di lavoro, man mano che il dibattito si faceva sempre più stretto intorno alle parole famiglia, lavoro e festa andava crescendo in noi la riflessione di quanto un tema del genere potesse risultare stonato in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo”. L’ammissione di una perplessità, la semplice esternazione di un dubbio ha dato il là alla tavola rotonda, nel pomeriggio del 31 maggio, per 450 partecipanti al 7°

Incontro mondiale delle famiglie. L’innocente outing è servito a Carlo e Maria Volpini, marito e moglie responsabili internazionali del movimento delle Equipes Notre Dame, moderatori del confronto sul tema “La santità familiare nell’esperienza del lavoro”, per sottolineare al contrario la portata profetica dell’abbinamento di quelle tre parole. Una portata profetica che ha finito con risaltare anche sotto le volte della Cattedrale. A Fulvio De Giorgi, docente di

dell’amore – ha aggiunto – è una re-altà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo. Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e par-tecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, sa-per perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, re-sponsabili nella società civile”. Rivol-gendosi ai fedeli che “sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione”, ha precisato: “Sappiate

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nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’ave-re”. La crisi della famiglia non è solo economica, ma anche di relazioni. Nella festa della testimonianza del sabato Maria Marta e Manoel Ange-lo Araujo, di Porto Alegre, in Brasile, avevano raccontato il loro servizio di psicoterapeuti e del desiderio di alcu-ni divorziati risposati di “riavvicinarsi alla Chiesa da cui si sentono esclusi”. “Quello dei divorziati risposati è una grande sofferenza della Chiesa”, ha spiegato Benedetto XVI che ha di-chiarato di “non avere ricette”, ma ha invitato “parrocchie e singoli all’acco-glienza” a “far sentire che la Chiesa li ama”. “Anche senza la ricezione cor-porale dell’eucaristia – ha detto il Pa-pa – queste persone possono entrare in comunione spirituale con il corpo di Cristo, donando la loro sofferenza come dono per la Chiesa”. Il Papa ha ricordato, però, anche l’accompagna-mento delle coppie che “non devono mai restare sole”, fin dal momento dell’innamoramento.

storia della pedagogia, presso l’Università di Modena e di Reggio Emilia, è stato affidato il compito di delineare contesti attuali segnati da molteplici ideologie che producono effetti profondi su vissuti personali e famigliari, a partire da quello della fede pesantemente messo alla prova. Proprio i legami coniugali e familiari, autentica scuola di comunione – ha sottolineato De Giorgi, entrando nello specifico della tavola rotonda – possono essere antidoto all’individualismo

imperante”. La conferma, il passaggio dalla teoria alla prassi è venuto dalle testimonianze portate da Alejandro e Maria Rosa Scarano, dall’Argentina e da Eric e Marielle Barthelemy, dalla Francia. Due coppie accomunate dal vivere, grazie a un costante riferimento alla fede e al Vangelo, in modo autentico la dimensione della santità familiare che non è completa e autentica se non irradia anche altre dimensioni della vita, compresa quella del lavoro. (Massimo Venturelli)

Nelle foto pubblicate a destra vengono proposti alcuni scatti delle giornate milanesi come l’attesa nell’area di Bresso che per la Messa con il Santo Padre ha ospitato un milione di persone. Molti (circa 3000 i bresciani) sono partiti alle quattro del mattino con passeggini al seguito per non mancare all’appuntamento mondiale. Un tripudio di colori e bandiere per una grande festa della comunione. Un messaggio di speranza anche per chi non ha potuto essere a Milano.

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a Cdal, costituita nel 1984, si compone di 43 aggrega-zioni (associazioni, movi-menti, gruppi ecclesiali). Ha introdotto l’incontro

il segretario della consulta, Silvana Platto, che ha sottolineando come il lavoro fatto nel comitato sul tema delle nuove unità pastorali si sia poi riversato positivamente sul Consiglio pastorale diocesano. La Consulta si articola in tre commissioni: “spiri-tualità di comunione”, “formazione ed emergenza educativa” e “dottrina sociale”. In particolare la commissio-ne dottrina sociale si è interrogata sull’impatto della crisi economica nel tessuto sociale bresciano parten-do dal confronto con la Caritas e la Congrega della carità apostolica, due realtà cattoliche che operano nell’as-sistenza e nella carità. “I dati presen-tati dalla Caritas − ha evidenziato Mauro Verzelletti coordinatore della commissione − mostrano un’impres-sionante aumento delle situazioni di

lavoro promosso dal Centro di soli-darietà della Compagnia delle opere; il progetto microcredito per Brescia promosso dalle Acli e l’usato come risorsa attivato dal Baule della soli-darietà. In questa prospettiva rien-tra anche “Super cent” la campagna promossa dalla Caritas. Nella secon-da parte il Vescovo è intervenuto sul tema “Per una lettura sapienziale della crisi come segno dei tempi”. “Bisogna che l’uomo tenga il cuore aperto a ciò che è oltre il mondo − ha rimarcato Monari − la crisi nasce dalle scelte sbagliate che sono state fatte, bisogna imparare a capire le scelte errate per evitarle. Ricono-scere i propri errori è fondamentale per uscire dalla crisi”. Il Vescovo ha concluso, ringraziando la Cdal per il cammino fatto nell’aiutare la Chiesa bresciana a mettere al centro l’espe-rienza laicale: “Voi laici – ha ricor-dato il Vescovo – avete il compito di trasformare le attività secolari in esperienze di fede”.

difficoltà, allargate anche a fasce di popolazione che in precedenza non ne erano toccate. Le categorie più in difficoltà sono gli anziani e i giovani adulti. Ciò che sta andando in crisi, a nostro avviso, è un modello di uo-mo, un’antropologia che ha smarri-to l’orientamento spostando la per-sona ai margini”. Di fronte a questa situazione la prima azione che come cristiani possiamo mettere in atto è la testimonianza. Sono state pre-sentate tre “buone pratiche” attuate dalle aggregazioni laicali per rispon-dere alla crisi economica in atto: losportello incontro domanda-offerta

Giovedì 7 giugnoOre 18 - Brescia -S. Messa presso la parrocchia di S. Alessandro e processione cittadina. Venerdì 8 giugnoOre 8.15 - Brescia - S. Messa per il Moica in occasione della 30Assemblea nazionale presso il Centro pastorale Paolo VI.Sabato 9 giugnoOre 9.30 - Brescia - Consiglio pastorale diocesano presso il Centro Paolo VI.

Mercoledì 13 giugno, dalle 9.30 alle 12.30, presso il Centro pastorale Paolo VI è in programma la riunione dei vicari zonali: verifica del cammino dell’anno pastorale 2011-2012 (don Tononi); un primo bilancio sulla visita vicariale in corso 2011-2013; nuovo anno pastorale 2012-2013; varie ed eventuali. Si ricorda, inoltre, la tradizionale “Tre giorni vicari” dal 24 al 26 settembre all’Eremo di Montecastello.

Ore 16 - Brescia - Ordinazionipresbiterali in Cattedrale.Domenica 10 giugnoOre 11 - Verolanuova - Cresime e prime comunioni.Martedì 12 giugnoOre 20.30 - Brescia - Incontro presso il Chiostro di S. Giovanni Evangelista.Mercoledì 13 giugnoOre 9.30 - Brescia - Incontro con i vicari zonali presso il Centro pastorale Paolo VI.Ore 18 - Brescia - S. Messa in occasione della memoria di San Josemaria Escrivà de Balaguerin Cattedrale.

Sabato 9 giugno, alle ore 16 in Cattedrale, il vescovo Monari ordina tre sacerdoti, seme di speranza per la Chiesa: due diocesani (don Damiano Raza della parrocchia di Pezzaze, don Claudio Sarotti di Edolo) e un religioso (padre Carlo Bianchini della congregazione dell’oratorio dei Padri della pace e originario di Darfo). Il motto scelto per l’ordinazione è “Li amò sino alla fine”.

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orna anche quest’anno l’appuntamento con il Convegno biblico dio-cesano, organizzato dall’Ufficio per la cate-

chesi e dal Settore dell’apostolato biblico. Si svolgerà a Villa Pace di Gussago il 17 giugno dalle 9 alle 17, con il titolo: “La fede dall’ascolto (Rom 10,17)”.Papa Benedetto XVI, con la lettera apostolica Porta Fi-dei, ha indetto un Anno della fede che si aprirà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Accogliendo la sollecitazione del papa, il Con-vegno approfondirà il tema della fede alla luce della Sacra Scrittu-ra, la quale, attraverso la narrazio-ne delle vicende di una porzione di umanità e la parola di coloro che hanno accolto la chiamata divina, si propone ai suoi lettori come gui-da e compagna per aprire la mente e il cuore alla comprensione della propria esistenza e così percorre-re il cammino della vita illuminati da una speranza che si fonda sulla vicinanza del Dio che rimane fe-dele, nonostante gli smarrimenti delle sue creature. La giornata sa-rà dedicata a mettere in risalto la struttura dell’atto di fede e la di-namica antropologica dell’ascol-to, nella convinzione che la “Porta della fede (cfr. At 14,27) che intro-

duce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta. È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla

In molti definiscono la Grotta delle apparizioni il cuore spirituale del mondo cattolico, non solo per gli oltre cinque milioni di pellegrini che vi sostano ogni anno, ma per la serietà e l’intensità del clima spirituale che vi regna. Dal 6 al 12 agosto l’Oftal organizza un pellegrinaggio diocesano (sono attese circa 450 persone tra ammalati, accompagnatori e semplici pellegrini) a Lourdes con la partecipazione del vescovo Luciano e del delegato vescovile

don Piero Bonetta. L’Oftal è un’associazione ecclesiale il cui fine è l’assistenza e l’accompagnamento di malati, disabili e pellegrini a Lourdes e presso gli altri luoghi di devozione mariana e Terrasanta. Sarà l’occasione per vivere il tema dell’anno pastorale di Lourdes: pregare il rosario con Bernadette. Pregare è avere orizzonti e sentimenti vasti sui quali incontrare gli occhi di Dio e fidanzarli con quelli dell’uomo, perché dall’innamoramento reciproco

possa scaturire sempre vita feconda. Lo scorso aprile il vescovo Monari aveva presentato proprio questo tema nella sede dell’Oftal davanti a più di 200 persone. Il Vescovo accompagnerà il pellegrinaggio dall’8 al 10 agosto. La quota è di 420 euro per gli ammalati, 480 per il personale e gli accompagnatori; per i pellegrini ci sono due categorie (economica e standard). Sono previsti degli sconti particolari per le famiglie (i bambini fino ai 5 anni, ad esempio, non pagano).

Le iscrizioni sono aperte fino al 30 giugno presso la sede dell’Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes a Bagnolo Mella in via Mazzini 2 dal lunedì al sabato dalle 13 alle 18. Per info, si può contattare il presidente Celeste Cotelli (all’ora dei pasti, 0306821720) o Renato Claudio (3293145393). In agosto l’Oftal vivrà un altro appuntamento significativo: il pellegrinaggio, dal 18 al 21, a Fatima. Anche in questo caso le iscrizioni sono aperte a tutti (ammalati e pellegrini).

nella prima parte della Bibbia, vi è l’invito all’ascolto, motivo ripreso anche da Gesù quando propone i suoi insegnamenti. Nel contesto odierno la dimensione dell’ascol-to si colora di svariate sfumature, visti i tanti strumenti disponibili. Nello stesso tempo oggi è possibi-le anche un rapporto diretto con il libro, dato che pressoché tutti nella nostra società sono in grado di leggere. Tanti strumenti, tante abilità. Appunto qui si colloca, pe-rò, una prima esigenza: il silenzio e la concentrazione, affinché quello che l’Altro mi sta dicendo non sia colto soltanto superficialmente, quasi fosse un motivo musicale che si canticchia o uno spot che può farci sorridere. È un silenzio atti-vo, in cui ci si dispone a entrare in relazione, con il quale si permette alla nostra vita di fare una sosta: «il silenzio è l’inizio dell’ascolto, ma l’ascolto a sua volta ci rende a poco a poco silenziosi, fa tacere in noi quello che ci impedisce di sen-tire, a cominciare dal rumore della nostra agitazione permanente” (P. Durrande). Il convegno è rivolto ai gruppi biblici e a tutti coloro che, sollecitati dal Concilio, ricercano “un contatto continuo con le Scrit-ture mediante una lettura spiritua-le assidua e uno studio accurato” (Dei Verbum 25).

grazia che trasforma” (Lettera apo-stolica Porta Fidei 1). Ci aiuterà ad approfondire la riflessione la prof.ssa Stella Morra, teologa e anima-trice dell’Associazione culturale “L’Atrio dei Gentili” di Fossano. Co-me ogni parola umana, anche quel-la della Scrittura (nella quale Dio “ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana”, Dei Verbum 12), richiede per essere accolta la nostra disponibilità all’ascolto. Ed è difficile fare posto a una parola in mezzo al chiasso, ma soprattutto in mezzo all’assillo di tante occupa-zioni. Tra le esortazioni ricorrenti

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e elezioni non finiscono mai. Anche la provincia di Brescia è stata pro-tagonista della recente tornata elettorale con le

amministrative in 12 Comuni: Ac-quafredda, Cazzago, Darfo, Desen-zano, Gottolengo, Malonno, Odolo, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Paspardo, Provaglio Valsabbia, Rovato.Se volessimo sintetizzare l’anda-mento del voto, senza entrare nel merito dei risultati specifici, po-tremmo dire che anche la nostra provincia soffre di alcuni sintomi da sindrome di antipolitica: affluen-za alle urne decisamente in calo ri-spetto alle precedenti elezioni, ri-scossa delle liste civiche a scapito dei partiti tradizionali, exploit di alcuni giovani candidati. Smaltita l’ubriacatura da vittoria, ringraziati a dovere gli elettori, defi-nita, nella migliore delle ipotesi, an-che la composizione della giunta, si

re le priorità nella formazione del bilancio avendo cura di stare dalla parte dei più deboli. Urge innova-zione, non basta dire che non ci so-no più soldi”.Innovazione significa trovare idee nuove ed efficaci a problemi che non vogliamo s’incancreniscano. Il rinnovamento delle idee passa sì per il ricambio della classe diri-gente, ma soprattutto per un modo nuovo di intendere la politica, a ser-vizio di un’intera comunità e non a vantaggio di gruppi d’interesse.È necessario conoscere molto be-ne il tessuto economico e socia-le di un luogo prima di agire su di esso, dotandosi della buona arte dell’ascolto. Ascoltare i cittadini, però, non si-gnifica esaudire i loro desideri, ma interpretarli nel modo più adatto alle esigenze della collettività. Se concordiamo che il bene comune non è la semplice somma dei beni individuali, non possiamo che ap-

tratta ora di dare sostanza agli im-pegni presi in campagna elettorale.Lo scenario che i nuovi ammini-stratori si trovano davanti non è dei più semplici: la crisi economica è ancora la protagonista indiscussa e il disagio sociale che ne deriva ormai allarmante. Come aiutare da una parte le imprese a risollevarsi e dall’altra le famiglie a non collas-sare? La soluzione non può essere aumentare le tasse, ma nemmeno tagliare il welfare: durante il recen-te congresso provinciale, Roberto Rossini ha affermato che “in que-sti momenti occorrerebbe rivede-

Estate: tempo di Fest’Acli. Un’occasione per incontrarsi, divertirsi, stare insieme, ma anche per riflettere su problemi della nostra società.Come ogni anno, l’appuntamento si rinnova in numerosi circoli della città e della provincia. Il momento principale è sicuramente quello della Fest’Acli provinciale, che quest’anno si terrà a Gussago dal 16 al 23 giugno. Titolo provocatorio: “Partiti. Per dove?” a indicare

la crisi che sta attraversando i partiti politici, uno dei principali strumenti per la nostra democrazia. Rifletteremo su questo tema e su altri legati alla nostra vista democratica (gioco d’azzardo, giovani e lavoro, Primavera araba). Oltre all’appuntamento di Gussago sono molti i circoli che hanno in calendario delle Fest’Acli. Due si sono già svolte: a Concesio Pieve e a Motella di Borgo San Giacomo per la zona della Bassa centrale.

A San Polo la festa si terrà dal 22 giugno al 1 luglio; il 27 giugno inizierà invece a Sant’Anna (sempre in città), e il 29 giugno a Calvisano organizzata dalla zona Bassa est e Garda. Infine, dal 30 agosto al 2 settembre è in programma la Fest’Acli a Urago Mella (che lo scorso anno ha ospitato la festa provinciale) e a Concesio Sant’Andrea. Sempre a San Polo, a fine settembre, si terrà Futurando: nuovo evento organizzato dai Giovani delle Acli.

prezzare la portata della definizio-ne di bene comune presente nella Gaudium et Spes: “L’insieme di quelle condizioni della vita socia-le che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di rag-giungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”. Sembrerebbe un impegno molto se-rio, soprattutto se chi se ne fa por-tatore è un candidato sindaco. Ep-pure quest’espressione è lo slogan più usato e, oserei dire, abusato in numerose campagne elettorali, di qualsiasi orientamento politico. Il cittadino si sente rassicurato da questo impegno e spesso premia chi si assume la responsabilità di volerlo attuare. Il compito del vo-tante non si conclude però dopo aver messo una x su qualche sche-da elettorale, ma egli è chiamato a vigilare affinché quella promessa non sia solo un proclama. Che la corresponsabilità diventi un effica-ce antidoto per l’antipolitica?

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i è svolta sabato 26 mag-gio 2012, presso la Casa Foresti della parrocchia Beato Luigi Palazzolo di Brescia, l’annuale as-

semblea ordinaria degli associati all’Adasm-Fism di Brescia, a cui sono intervenuti da tutta la provin-cia circa un centinaio di presiden-ti, amministratori, coordinatrici e consulenti delle scuole dell’infan-zia associate. L’incontro si è aperto con un momento di preghiera pro-posto dall’assistente ecclesiastico don Angelo Chiappa. Nella relazione di apertura il pre-sidente Lorenzo Albini, dopo aver illustrato attraverso alcuni da-ti l’importante attività formativa dell’Associazione, ha sottolinea-to come la perdurante crisi eco-nomica, unita a una diminuzione dei contributi pubblici, metta a rischio la sopravvivenza stessa di alcune scuole, punto di riferimen-to per le rispettive comunità. Una

gazione dei contributi da parte de-gli enti pubblici. Non poteva man-care un bilancio della 16ª edizione di Seridò, la grande festa promossa dall’Adasm-Fism per i bambini e le famiglie, che si è chiusa lo scorso 1 maggio con circa 150mila pre-senze, ma che soprattutto è riusci-ta ancora una volta a coinvolgere tante realtà – del mondo educati-vo, istituzionale, del volontariato giovanile – per una manifestazio-ne che è riuscita una volta di più a far salire al ruolo di protagoni-sti assoluti famiglie e bambini. E a proposito di rapporto con le fa-miglie, dopo una fase sperimentale è attesa ad un prossimo definitivo varo online la rivista “Noi Genito-ri”, che da tanti anni rappresenta un apprezzato fascicolo dal tono informativo e divulgativo a dispo-sizione di mamme e papà con figli in età prescolare. Rilevante l’in-tervento del Segretario nazionale della Fism, Luigi Morgano, che ha

situazione che impone una volta di più l’assunzione delle proprie responsabilità da parte di tutti i protagonisti della vita sociale e amministrativa, con particolare ri-guardo per la salvaguardia dei di-ritti dei bambini. Martino Massoli ha portato in assemblea le novità che riguardano il rinnovo del cc-nl, mentre è stato presentato un accordo fra Ubi Banca e Adasm Fism di Brescia e di Bergamo, a beneficio delle realtà scolastiche che ne vorranno approfittare, che prevede fra l’altro particolari linee di credito legate ai ritardi dell’ero-

“La famiglia è sempre stata corresponsabile con la scuola dell’infanzia Fism nella realizzazione del progetto educativo. Ecco perché la Federazione ha deciso, convintamente, di partecipare all’incontro mondiale delle famiglie a Milano”. Così afferma Luigi Morgano, segretario della Federazione italiana scuole materne (Fism). “La presenza delle scuole dell’infanzia promosse dalla comunità

cristiana – conclude Morgano – ha preceduto ed ha accompagnato l’intervento degli Enti Locali e la loro diffusione ha permesso, con l’istituzione delle scuole statali, il rapido conseguimento del traguardo di civiltà costituito dalla generalizzazione del servizio educativo pressoché a tutti i bambini e bambine italiani. Ciò nonostante, ancora non si è realizzato quell’obiettivo della parità economica che consenta concretamente alle famiglie,

che vogliano scegliere le scuole paritarie, di poterlo fare senza sacrifici aggiuntivi”. Fra le iniziative più significative per la famiglia la Fism ricorda la Festa del bambino, appuntamento ormai tradizionale di primavera in tutte le scuole Fism, sulla base di un percorso di approfondimenti annuali su specifici aspetti educativi, che viene realizzato con modalità più diverse, ma sempre con la partecipazione attiva dei genitori.

illustrato il lavoro che continua-mente la Federazione svolge a li-vello ministeriale perché si giun-ga al giusto riconoscimento del servizio pubblico che svolgono le scuole dell’infanzia associate che, se fossero costrette a chiudere la propria attività, costringerebbero lo Stato a impiegare oltre 4 miliar-di di euro del proprio bilancio per garantire la stessa offerta educa-tiva. Prima dell’approvazione del bilancio 2011, è stato dato spazio al dibattito, durante il quale gli amministratori delle scuole hanno chiesto ulteriori approfondimenti circa le novità contrattuali e mes-so in evidenza, ancora una volta, le difficoltà che i gestori stanno at-traversando, non solo di carattere economico ma anche amministra-tivo e normativo che, nonostante l’impegno quotidiano e volontario, rendono sempre più complessa la conduzione delle loro realtà sco-lastiche.

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l cristianesimo, essendo una re-ligione rivelata, vive in una dia-lettica tra storia e assoluto, tra tempo ed eternità. Esso, perciò, si radica nella storia, anche se

non si esaurisce nella sfera temporale, ma trova il suo fine nella trascenden-za. Per approfondire il senso storico della figura di Gesù, la Cooperativa cattolico-democratica di cultura ha organizzato la conferenza dal titolo “Gesù nei Vangeli canonici e apocri-fi”, tenuta dal prof. Enrico Norelli, do-cente di Storia del Cristianesimo delle origini, presso l’Università di Ginevra.Secondo Norelli, lo storico, nel suo la-voro di studio, non deve confondere il piano della fede con quello dei fatti: la storia deve solo esaminare gli even-ti, non può dare risposte metafisiche, non può dire che Gesù è figlio di Dio. La questione del Gesù storico nasce fin dai primi secoli del Cristianesimo, però solo nell’età moderna nasce un vero metodo storico per ricostruire la vita del Cristo. Infatti nell’antichità

Ma Gesù è un vero personaggio storico?

si ferma qui, non può andare oltre. Il significato di quella tomba vuota sta alla base di tutta la storia dell’umanità e del cristianesimo: se quel sepolcro vuoto è solo un “fatto” terreno e si ri-solve nelle sue contingenze storiche, allora tutta la storia resta “vuota”, sen-za un senso; se, invece, quella tomba non è solo un fatto, un banale acca-dimento storico-politico, ma contiene in sé un oltrepassamento delle coor-dinate spazio-temporali, un incontro della storia con l’eternità, allora tutto il cammino dell’umanità viene illumi-nato da un senso profondo, in un oriz-zonte non di morte e di nulla, ma di vita e di salvezza.

e nel Medioevo, la storia dei Vangeli viene accettata in modo assoluto, con finalità prevalentemente morali e pa-dagogiche. Invece nei secoli moderni, si pone l’accento sul metodo storico, che deve valutare tutte le fonti, nei loro contesti e nella loro varietà. Ad esempio, con l’opera di Albert Sch-weitzer, “Storia della ricerca sulla vi-ta di Gesù”, del 1906, emerge la com-plessità di tutte le testimonianze e gli studi su Gesù, a partire dalla prima fase, in cui domina l’oralità.Lo storico, allora, deve tenere conto di tutti i materiali disponibili, sia dei testi canonici, come i quattro Vange-

li, sia di quelli apocrifi, cercando di ricostruire la verità storica. Secon-do Norelli, bisogna considerare che ogni fonte è autonoma, staccata dal-le altre: anche i Vangeli sono scritti singolarmente, non in una visione unitaria. Gli autori, inoltre, scrivono con finalità particolari, perché vivono in contesti storico-culturali ben defi-niti: ad esempio, Matteo sente molto il problema dei rapporti tra Gesù e il popolo ebraico; Luca dà una certa im-portanza alle relazioni dei cristiani coi pagani. I testi risentono di questi fatto-ri, evidenziando anche divergenze nel racconto dei fatti della vita di Gesù, come per la narrazione dell’episodio dei mercanti del tempio o dell’ultima cena. Ciò non significa che i Vangeli contengono delle falsità, ma, per lo storico, indica che i fatti sono narrati in modi diversi, in relazione alla cul-tura, agli interessi, alle contingenze storiche degli autori. Anzi, proprio tale molteplicità di letture e prospet-tive dimostra che esistono dei nuclei

storici certi, che poi sono stati rielabo-rati con accenti e modalità differenti.Gli stessi Vangeli apocrifi sono signifi-cativi per lo studio storico del Cristo, poiché contengono delle narrazioni, che, pur non avendo un valore ogget-tivo, ci mostrano una rielaborazione dei fatti, inserita in contesti diversi. In questo modo, essi indicano una tradi-zione storica, con diverse percezioni degli eventi tramandati, conferman-do la pluralità delle voci narranti e la presenza indubitabile di un fonda-mento fattuale. La storia, in conclusione, non può ricostruire, in modo univoco, la vita di Gesù in relazione al mistero della resurrezione o degli avvenimenti so-prannaturali o della sua dimensione psicologica. Essa può approfondire la pluralità dei racconti dell’esistenza del Cristo, seguendo i vari approcci culturali, storici, archeologici, antro-pologici. Lo storico ci porta a indivi-duare alcuni fatti certi, come il ritro-vamento della tomba vuota, ma esso

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iamo solo a giugno, ma è già tutto pronto per la sta-gione ottobre-dicembre 2012 del Teatro Grande di Brescia, una stagione che

prosegue lungo la direttrice imboc-cata da due stagioni, cioè quella di un porsi come polo di attrazione culturale. “Da quando poco più di due anni fa è incominciata l’attivi-tà della Fondazione Teatro Grande – ha affermato durante la presen-tazione della stagione il sindaco Adriano Paroli, che della Fonda-zione è anche presidente – abbiamo costruito un rapporto molto stretto tra la città e il Teatro, in modo che quest’ultimo è diventato il riferi-mento per diverse realtà culturali che operano in città”.Così nel programma figurano, per esempio, tre date del festival “Setti-mane Barocche di Brescia”, ospitate tra il ridotto e la sala grande: “Una bella festa per i 10 anni della mani-festazione – come ha avuto a dire il presidente della rassegna Emanuele Beschi – che vedrà la partecipazione anche quest’anno dell’orchestra ba-rocca dell’Unione europea”. Dalla musica barocca al jazz, la col-laborazione si estende anche a Jaz-zinEden, la realtà cittadina con la quale il Grande ha da qualche mese instaurato un’importante sinergia: il risultato sarà il concerto del 10 no-vembre di Wayne Shorter, uno dei più grandi musicisti jazz dei nostri tempi che si esibirà per la prima vol-ta a Brescia accompagnato dal suo storico quartetto.

Per quanto riguarda la danza con-temporanea bisogna sottolineare la serata del 20 ottobre con la pre-senza del famoso coreografo giap-ponese Saburo Teshigawara in uno spettacolo denominato “Mirror and Music”: è questa la proposta del so-vrintendente della Fondazione Um-berto Angelini, fresco vincitore del premio “Danza&Danza” nella cate-goria operatore.Scorrendo il cartellone, balza inol-

tre all’occhio la rivisitazione per-sonale dell’Amleto di Shakespeare da parte del regista lituano Nekro-sius, prevista per il 16 ottobre alle 20, oltre all’anteprima, il 17 novem-bre, del “Festival degli archivi mu-sicali”. Si tratta di un assaggio del-la nuova iniziativa del Grande, che vedrà la luce il prossimo anno, de-dicata all’ascolto e alla visione del materiale d’archivio dei più grandi produttori mondiali di musica colta.Non va inoltre dimenticata la grande serata di musica classica di venerdì 30 novembre con Ensemble Berlin – I solisti dei Berliner Philarmoni-ker: il loro repertorio, proposto per la prima volta nel 1999, abbraccia musica da camera del periodo clas-sico, romantico e moderno.L’ultima serata, martedì 18 dicem-bre, è intitolata “Pensavo fosse Bach”: essa vedrà l’esibizione di Ma-rio Brunello che, all’interno di una singolare installazione in ferro, la-miera e tulle, interpreterà, accompa-gnato di tanto in tanto dalla compar-sa in video di Vinicio Capossela, al-cuni brani del maestro di Eisenach.Riprendono, infine, i laboratori e le installazioni per bambini negli spa-zi del teatro, iniziative denominate “Il grande per i piccoli”.Confermata, inoltre, la politica dei biglietti, con la riproposizione del-la “Teatro Grande Card”, una sor-ta di abbonamento aperto per la stagione 2012, grazie alla quale è possibile creare il proprio palinse-sto, scegliendo di volta in volta gli spettacoli.

Oltre 400 tra adolescenti e insegnanti della Scuola bottega artigiani di San Polo si sono dati appuntamento nei giorni scorsi al parco Movieland, a Lazise. Non una semplice gita scolastica, come a prima vista appare ma “un segnale forte di appartenenza per i ragazzi − sottolinea il direttore Rosario Forganni − che non si trovano mai tutti insieme. E da qui nasce l’associazione degli ex alunni”. Euforia al massimo per questa prima convention della scuola che

ha due sedi, e qui si spiega perché non si trovino mai insieme: a Mezzane di Calvisano e a Brescia. La Scuola Bottega nasce nel 1984 ad opera di un gruppo di artigiani della zona di San Polo, soci fondatori tra i quali l’attuale presidente Bruno Lugana, per rispondere alla domanda di famiglie e ragazzi che cercano percorsi su misura delle loro aspirazioni. “All’inizio c’erano 34 alunni − racconta con orgoglio il direttore alla platea di ragazzi e amici della scuola − oggi siamo più

di 400”. A queste parole, come ad altre, si susseguono boati, fischi e cori da stadio che ritmano “Bottega! Bottega! Bottega!” La grande energia degli oltre 400 adolescenti, difficilmente contenibile nel teatro, era pari al loro forte senso di appartenenza: tutti indossavano con scritto sul petto “Scuola bottega di S. Polo”. La convention, chiusasi con esibizioni fatte dai ragazzi di break dance e acrobazie, ha poi lasciato spazio al divertimento offerto dal parco. (m.t.)

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li autori di questo libro, scritto per gli studenti del triennio finale delle scuole secondarie supe-riori, sono da anni impe-

gnati, con vari ruoli, nel mondo della scuola e dell’università, avendo fra l’altro lavorato nel gruppo di lavoro ministeriale che ha prodotto il testo firmato il 4 marzo 2009 dal ministro Gelmini come Documento d’indiriz-zo per la sperimentazione dell’inse-gnamento “Cittadinanza e Costitu-zione”. È questo il nuovo nome da-to dall’art.1 della legge 30.10.2008, n.169 a un “oggetto curricolare” che ha preso il posto dell’educazione ci-vica, senza disporre però di un ora-rio scolastico dedicato (se non nei pochi corsi dov’è rimasto l’insegna-mento di diritto ed economia), data la contrazione degli organici e degli orari d’insegnamento previsti dalla legge 6.8.2008, n.133. La 169 infat-ti impegna la scuola ad assicurare, “nel primo e nel secondo ciclo, l’ac-

In questa prospettiva il libro propo-ne ai giovani una sorta di visita gui-data alla “galleria” dei 139 articoli della Costituzione, per coglierne le implicazioni di carattere storico, etico, giuridico, politico, in modo da facilitare in loro la scoperta e la va-lorizzazione del “tesoro” che i “padri costituenti” hanno costruito intorno alla metà del secolo scorso. Gli au-tori hanno inteso, con questa scelta di tipo “dialogico”, aiutare docenti e studenti a mettere la Costituzione e i documenti internazionali sui diritti umani al centro della cultura e della vita scolastica, non come icona da venerare, ma come germe vitale da coltivare. Dopo un’accattivante pre-sentazione, il primo capitolo è dedi-cato a esplorare lo scenario storico in cui sono maturati i diritti di cit-tadinanza, per poi passare (cap. 2) alle idee in cui si concretizza la svol-ta degli anni ’40, e alle fondamenta della Costituzione (cap. 3). La par-te centrale del libro (capp. 4-8) pre-

quisizione delle conoscenze e com-petenze relative a Cittadinanza e Costituzione, nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previ-sto per le stesse”. Gli autori si sono impegnati a lavorare in questa situa-zione critica e ambivalente, cercan-do di valorizzare i macro-concetti “Cittadinanza e Costituzione”, da un lato come contenuti d’insegna-mento propri delle aree disciplinari citate, e dall’altro come “conoscen-ze e competenze” da raggiungersi in maniera “trasversale”, e cioè con la collaborazione di tutti i docenti.

La Galleria Colossi Arte Contemporanea ospita “Ma l’educazione!”, personale dell’artista Fidia Falaschetti che presenta una serie di carte geografiche vintage dipinte ad acrilico, con un forte impulso critico nei confronti dei vizi della società contemporanea. Un mondo burlesco, comico e bizzarro, ma che attraverso la sua auto irrisione, mostra senza reticenze gli spigolosi angoli della sofferenza umana. Falaschetti utilizza materiale scolastico

(mappe, banchi rovinati dalle scritte degli studenti e lavagne) per dare sfogo alla sua denuncia sociale, adottando un linguaggio comunicativo immediato che si avvicina alla Pop- Art nel colore e nella rappresentazione di grandi marchi famosi di multinazionali e non solo, icone di miti e falsità da smascherare (nella foto “Nestalnd”). L’obiettivo è dunque di “educare” lo spettatore, calato dall’artista nel contesto della scuola, nel tentativo di ammonirlo a non lasciarsi

ingannare dalle numerose realtà che la società moderna ci pone di fronte, emblema di un mondo di fittizio benessere. È disponibile in Galleria il catalogo della mostra, completo della riproduzione a colori di tutte le opere esposte e di un testo critico di Alberto Mattia Martini. In parallelo visitabile in galleria “Che colore sei?”, personale dell’artista italo-egiziano Omar Hassan, che invita ciascuno ad identificarsi nell’energia vitale dello spruzzo della bomboletta e

nella molteplicità delle macchie di colore che ne derivano. Un modo di fare istintivo, che si traduce in opere di un cromatismo acceso e vibrante, di gusto quasi pollockiano. Il gesto essenziale dello spruzzo diviene, come sottolineava Ivan Quaroni, “atto performativo, come action painting fisica, energetica, muscolare, tutta compresa nella velocità inafferrabile dell’attimo”. Entrambe le mostre resteranno aperte fino al 4 luglio, da martedì a sabato (10-12 e 15-19). (l.b.)

Gran vía edizioni presenta “Gioven-tù dorata. Tre vite nella Francia della Belle Époque” di Kate Cambor, una ri-costruzione storica che − come scrive il famoso critico Harold Bloom − “si legge come un romanzo di Balzac… è una narrazione meravigliosa e insie-me una visione oscura sull’inquietudi-ne dell’influenza famigliare”.Il libro racconta il clima e le atmosfere della Belle Époque francese che − co-me riporta Le Figaro − “sotto la penna della Cambor rivive come in un rac-conto di Henry James”. Ambientato in Francia nel periodo che va dal 1870 fino ai primi anni Quaranta del Novecento, il testo of-fre il ritratto di una generazione tra-scinata dagli eventi, in anni di follia e di crisi profonda. I protagonisti sono i discendenti di alcuni degli uomini più

osannati nella Francia dell’800: Léon Daudet, figlio dello scrittore Alphonse Daudet; Jean-Baptiste Charcot, figlio del celeberrimo neurologo Jean-Mar-tin Charcot che fu anche mentore di Sigmund Freud; Jeanne Hugo, nipote prediletta di Victor Hugo.Le vite dei tre amici d’infanzia, fine-mente connesse e ricostruite dall’au-trice, si intrecciano con alcuni dei più significativi avvenimenti sociali e politici del periodo. Sogni e illusio-ni di un’infanzia dorata abbattuti dal-la vita che si dipana, dal crollo delle certezze, dalla perdita dei loro cari e la consapevolezza di non poter più vi-vere sotto il loro nome. Con uno stile raffinato e una lingua ricercata. Kate Cambor insegna Storia alla Yale Uni-versity. Edizioni Gran vía, 320 pagine, prezzo 18 euro.

senta il testo della Costituzione, per fornirne una mappa ragionata, colta nella sua genesi e nelle sue poten-zialità formative, in ordine alla vita culturale, sociale e politica. Il nono capitolo completa il percorso, en-trando nella dimensione europea e in quella mondiale. On line sono rag-giungibili una guida per insegnanti, materiale integrativo, bibliografia e sitografia. I glossari hanno il com-pito di accompagnare gli studenti nel corso della lettura e molto altro.

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Una mostra su un fumetto dedicato al famoso psichiatra Franco Basaglia, un’occasione per un dibattito sulle sue idee: è questo, in estrema sintesi, il programma dell’iniziativa denominata “Viva Basaglia!”, in programma al Castello di Padernello per sabato 9 maggio. A partire dalle 15 si terrà una tavola rotonda sulla centralità del discorso teorico di Franco Basaglia per una cultura della salute mentale e dei diritti di cittadinanza. Tra i relatori figurano le collaboratrici dello

psichiatra veneziano Maria Grazia Giannichedda e Giovanna Gallio e lo psichiatra Graziano Valent, coordinati dalla psicologa Maria Rosa Tinti. Il dibattito inaugura la mostra sul fumetto “Viva Basaglia!”, pubblicato da Stefano Alghisi, Livio Tinti e Maria Rosa Tinti per Moretti&Vitali Editori, mostra realizzata da utenti e operatori della cooperativa “La Nuvola” con la direzione artistica di Giacomo Andrico. La mostra resterà aperta fino all’1 luglio. (f.u.)

ruce Springsteen, colui che in questi tempi incar-na l’apoteosi del rock, è di scena questa settima-na per tre concerti italiani

che si preannunciano entusiasmanti: giovedì 7 giugno allo stadio Meazza di Milano, domenica 10 giugno allo sta-dio Franchi di Firenze e lunedì 11 giu-gno allo stadio Nereo Rocco di Trie-ste. Il tour, organizzato per supporta-re la pubblicazione del nuovo album di inediti “Wrecking ball” ha preso il via a fine maggio con i concerti eu-ropei dopo il tradizionale ‘’warm up’’ alla Convention Hall di Asbury Park nel New Jersey. Ad accompagnarlo la nuova E Street band, che prevede una “line up allargata” composta fra l’altro da una sezione fiati di cinque elementi, che andrà a supplire all’as-senza dell’insostituibile Clarence Cle-mons, il sassofonista storico mancato nel 2011. Spicca nell’elenco Jake Cle-mons, nipote di “Big Man” Clarence, che entra per la prima volta nella E-Street Band proprio al sassofono, ruolo che condividerà sul palco con Eddie Manion. Con loro a completa-re i fiati Curt Ramm e Barry Danielian alla tromba e Clark Gayton al trom-bone, mentre ai cori ritroviamo altri due nomi storici come Curtis King e

Cindy Mizelle. Con il boss ci saranno poi i compagni Roy Bittan alle tastiere e alla fisarmonica, l’amico Stevie Van Zandt alla chitarra, voce e mandolini, Max Weinberg alla batteria e alle per-cussioni, Garry Tallent al basso, Nils Lofgren alla chitarra, fisarmonica e mandolino e la moglie Patty Scialfa alla voce. In aggiunta Soozie Tyrrell al violino, alla voce e alla chitarra acustica e Charles Giordano all’orga-no, alle tastiere e alla fisarmonica. Un concerto che si preannuncia colossa-le, nel quale a fianco dei brani di “Wre-cking ball”, sfileranno canzoni entra-te nell’immaginario dei fan di Bruce. Oltre tre ore di musica per un artista che pare non conoscere cedimen-ti, nonostante l’età non più verde (il Boss è nato il 23 settembre 1949). Uno spettacolo in cui il coinvolgimento è assicurato, grazie a canzoni capaci di scuotere le corde dell’emozione, di far vibrare il cuore e di mettere in moto i sensi. Un concerto che diven-ta anche una continua sorpresa, co-me afferma l’organizzatore Claudio Trotta: “Ogni concerto è diverso, la setlist subisce continui mutamenti. La durata dello spettacolo sarà di tre ore e un quarto. In scaletta ci saran-no moltissimi brani nuovi, che nella versione da vivo − nonostante i suoni

particolari creati in studio con loop e beat elettronici − hanno un’ottima re-sa. Per il resto, come Springsteen ci ha abituato da anni, lo show avrà la musica al centro. Non ci sarà nessun effetto speciale, solo degli schermi ad alta risoluzione che rimanderanno le immagini dell’esibizione. Le luci sa-ranno sobrie ma molto curate. E la vera sorpresa sarà l’impianto audio”. Un’autentica festa, un concerto che una volta nella vita ciascuno dovreb-be vivere. Springsteen è artista uni-co, forse monocorde musicalmente ma incredibilmente vero, capace di coniugare l’intimo e il sociale, di far riflettere e di andare direttamente al cuore delle questioni. Anche l’ultimo album ne è l’ulteriore conferma, com-posto com’è da brani che “trattano” di argomentii esistenziali dai quali nes-suno è escluso: rabbia, fede, patriot-tismo, morte, politica, rock ‘n’ roll.

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Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti, le indicazioni della dietista Anna Zanardini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

Sabato 9 giugno alle 16 il vescovo Luciano Monari presiede in Cattedrale la solenne funzione delle Ordinazioni presbiterali. Diventano sacerdoti don Damiano Raza di Pezzaze e don Claudio Sarotti di Edolo (entrambi classe 1983 formatisi nel nostro Seminario) e padre Carlo Bianchini dei padri Filippini della Pace. Un momento di festa per la Chiesa bresciana che Radio Voce seguirà in collegamento diretto, come tradizione, per i propri ascoltatori.

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Con la fine del mese di maggio arriva-no i Teleratti: un evento del web, or-ganizzato dal blog di Davide Maggio, che premia il peggio della tv, proprio come i Telegatti premiano il “meglio”. Una giuria di critici televisivi dei mag-giori quotidiani nazionali, affiancata dal voto degli utenti del blog, ha as-segnato le scomode statuette ai per-sonaggi e ai programmi televisivi che negli ultimi mesi hanno contribuito ad abbassare ulteriormente la quali-tà della tv italiana. Regine indiscusse di quest’anno Belen Rodriguez e Bar-bara D’Urso; “premiati” anche pro-grammi flop come il “Grande Fratel-lo” e “Baila!”.

Nonostante l’edizione dei Teleratti si sia appena conclusa, è comunque doveroso dedicare un’ideale statuetta fuori concorso a Rai Tre, che la scor-sa settimana è riuscita a farsi lo sgam-betto da sola, rovinando una diretta autoprodotta.Venerdì 1 giugno, in occasione della visita di Benedetto XVI a Milano per l’Incontro mondiale delle famiglie, il maestro Daniel Barenboim ha diret-to l’Orchestra e il Coro del Teatro al-la Scala nell’esecuzione della Nona di Beethoven. Un evento imperdibile, in onda in diretta sul terzo canale pub-blico. Presente in sala come ospite d’onore c’era appunto il Papa, che al-

la fine del concerto è salito sul palco per saluti e ringraziamenti. Un discor-so inedito ai più, perché papa Ratzin-ger, appassionato di musica, ha dato un’esauriente spiegazione dell’opera appena sentita. Una breve lezione di musicologia e di semantica musicale, alla quale si è legato per ricordare le vittime del terremoto in Emilia Roma-gna e ribadire “il valore fondamenta-le della solidarietà, della fratellanza e della pace”. Queste ultime sono pa-role estrapolate dal suo intervento. Il problema è che nessuno, a eccezione del pubblico della Scala, le ha sentite: si possono trovare solo su internet. Per quale motivo, visto che l’evento

era in diretta televisiva? Perché Rai Tre, arrivate le 21.15, ha pensato be-ne di “tagliare” il Papa a metà del suo discorso, terminando il collegamento con un giornalista imbarazzato che sa-lutava frettolosamente. A seguire, la pubblicità del prosciutto e una serie di altri spot, prima di un documenta-rio sulla vita di San Padre Pio. Era necessario? Non si poteva pro-prio aspettare due minuti (sarebbero bastati), considerando che il palinse-sto era già stato sensibilmente rivolu-zionato per l’occasione?Ricordiamo ai dirigenti di Rai Tre che il concerto in questione era sta-to organizzato proprio per il Papa.

E che quindi il suo discorso finale era da considerarsi parte essenziale dell’evento. Se si taglia il Papa per rispettare una fascia pubblicitaria, allora forse è meglio evitare l’inte-ra diretta a lui dedicata. Se a parlare fosse stato un altro capo di Stato, co-me Napolitano o Obama, nessuno si sarebbe mai permesso di metterlo a tacere mandando la pubblicità.Un’altra occasione persa, un altro evento rovinato: come un pasticcere che, guarnita con cura una torta, la fa cadere per terra. Oltre il danno la beffa: in questo caso la torta caduta l’abbiamo già pagata, a gennaio, co-me ogni anno.

Sono molteplici le proposte estive promosse dalla diocesi e rivolte alle diverse fasce d’età: dal Grest ai pellegrinaggi, dai campi estivi agli esercizi spirituali itineranti. Quest’ultima iniziativa a cura dell’Ufficio pastorale sociale e salvaguardia del creato, si terrà dal 19 al 24 giugno in Valcamonica. Le presenta in Primo Piano (alle 9.30) don Gabriele Scalmana. In Ecclesia (alle 11) interviene don Claudio Zanardini, direttore dell’Ufficio turismo e

pellegrinaggi. Il commento al Vangelo è a cura di mons. Aldo Delaidelli, parroco di Roncadelle (alle 9.05). Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio Raphaël alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” apre con il servizio intitolato “Il Family 2012” sulla partecipazione bresciana all’Incontro mondiale delle famiglie a Milano. A seguire: il musical messo in scena dai 18 ragazzi della comunità del Seminario minore “L’isola di Nede”; “Pisogne: inaugurato l’Hospice” nuovo servizio realizzato dalla Fondazione Santa Maria della Neve; da ultimo il servizio “Il Vescovo incontra Chiari”. La rubrica “4 parole...” è

con Silvana Platto per l’incontro che la Cdal ha avuto con il Vescovo. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche l’incontro del ciclo “Negli occhi della libertà” tenuto alla Poliambulanza e intitolato “La libertà dell’uomo nella libertà di Dio”.

La Messa del sabato alle 18.30, trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115) riprende il 16 giugno.

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l protagonista di “Molto for-te, incredibilmente vicino” è un ragazzo parecchio ostina-to: come quel Billy Elliot che, nel 2000, attirò subito l’atten-

zione sul regista inglese Stephen Daldry. Se nel film d’esordio era centrale il conflitto tra Billy, aspi-rante ballerino, e il padre minato-re, qui è la scomparsa della figura paterna a pesare sulla vita di Oskar Schell (il bravo Thomas Horn). Un padre quasi perfetto, Thomas Schell interpretato da Tom Hanks, che al figlio dedicava tempo, gio-chi, idee, impegnandolo in esplora-zioni urbane piene di enigmi capaci di instillargli curiosità per il mon-do e di fargli dimenticare le paure nevrotiche delle quali era preda.All’inizio del film tutto questo è passato. A falciarlo via è stato il “giorno più brutto”. L’11 settembre, l’attacco alle Torri Gemelle ha pri-vato Oskar del padre, condannan-dolo a vivere spaesato in un mon-do al femminile: la madre (Sandra Bullock) con la quale è più difficile far scorrere l’amore (“Avrei prefe-rito che là ci fossi tu” le dice il fi-glio in una delle scene più doloro-se); e la nonna, che abita nella casa di fronte dove, da qualche tempo, ospita un misterioso inquilino. A ri-

condurlo per le strade sarà ancora il padre. Una chiave, casualmente trovata fra le sue cose, e il nome sconosciuto ad essa collegato sca-tenano una nuova “esplorazione”, destinata non a prolungare la per-manenza del fantasma paterno – come Oskar all’inizio spera – ma ad aprire finalmente al giovane le porte della vita.Adattando – con lo sceneggiato-re Eric Roth – il romanzo di Jona-than Safran Foer edito in Italia da Guanda, Daldry si è trovato a ma-neggiare un materiale difficile, per la densità emotiva dell’argomento e la complessa architettura del ro-manzo. Il film risulta un po’ artifi-cioso nel seguire gli snodi della tra-ma, destinati a funzionare meglio sulla carta: l’intreccio tra il presen-te e il ricordo del giorno fatale, il tono letterario di certi dialoghi e

situazioni, la stessa risoluzione finale del mistero. Risulta invece convincente – e capace di susci-tare emozioni – quando si concen-tra sui personaggi e li segue con la forza di uno sguardo partecipe e penetrante.È intenso il ritratto di Oskar, tanto spigoloso e vero che lo spettatore soffre con lui senza identificarsi: nevrotico fino all’autolesionismo, dilaniato dal bisogno di trattene-re un passato che non può torna-re, è anche capace di incanalare l’ossessione in una ricerca che lo riconsegna all’umanità. Il film lie-vita quando a lui si unisce lo sco-nosciuto inquilino della nonna, un grandioso Max von Sydow che gli fa da compagno e padre sostituti-vo, con un’espressione di straluna-to dolore capace di “parlare” più di tanti dialoghi. Due fuscelli nel traf-fico di New York, sovrastati dalle tragedie della storia: la Seconda guerra mondiale e l’11 settembre. Rievocando quest’ultimo evento, il film rivela quanto tempo sia già passato da allora: il pudico reali-smo esibito dagli autori nei primi film girati dopo i fatti ha lasciato posto a una visione più estetizzan-te, che smorza inevitabilmente la violenza di quel giorno.

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olitica, lavoro ed econo-mia si intrecciano quando si parla di servizi energeti-co-ambientali di pubblica utilità. Per alzare l’atten-

zione su elementi che hanno ricadute importanti nei processi produttivi e nelle dinamiche occupazionali la Cisl bresciana ha organizzato il convegno “Multiutility, lavoro ed economia lo-cale”. I lavori, introdotti dal segretario generale Enzo Torri, hanno visto i con-tributi di Bruno Tabacci, assessore al Bilancio del Comune di Milano, Fausto Di Mezza, neo eletto vice presidente del consiglio di sorveglianza di A2A, Gianluca Delbarba, presidente Coge-me, Stefano Saglia del Pdl, Erminio Quartiani del Pd e Fulvio Giacomassi, segretario Cisl. “Occorre predisporre politiche energetico-ambientali – ha spiegato Torri – che pensino alla so-stenibilità in una visione d’insieme. Occorre discuterne urgentemente in maniera libera e approfondita, anche perché l’accelerazione del quadro nor-mativo italiano ed europeo riguardo le liberalizzazioni dei servizi di pubblica utilità e le nuove disposizioni su ener-gia ed ambiente porteranno un inevi-tabile riposizionamento delle attività economiche e sociali del nostro ter-ritorio”. Quali possono essere le rica-dute nel Bresciano? Secondo Tabacci “Brescia deve puntare sul ciclo dei ri-fiuti e su tutta la filiera dell’ambiente che presenta una dinamica di business

quelle tra Brescia e Rovato auspicate da Delbarba. “Se in futuro le multiuti-lity saranno solo società di dividendi la terza stagione non darà opportuni-tà per i territori. Ma ci sono cose che una società che guarda al territorio de-ve fare. Per questo ci possono essere spazi per una collaborazione”. Anche per Saglia “C’è il rischio di trasforma-re le aziende di servizi pubblici locali in semplici esattori di tasse per conto dei comuni, mentre dobbiamo preoc-cuparci dello standard qualitativo dei servizi offerti”. Quartiani guarda ad una grande multiutility del Nord. “La forza sta nella sinergia. Per questo ser-

sicuramente interessante”. Per Di Mez-za “Per valorizzare il nostro territorio e l’economia locale si dovrà ragionare su un progetto industriale che porti più lavoro nella nostra provincia”. E anche studiare nuove sinergie. Come

Germano Pè è stato confermato pre-sidente dell’Associazione provincia-le allevatori di Brescia per il triennio 2012-2014. L’elezione è avvenuta ad opera del nuovo comitato direttivo, che dopo l’integrazione dei presidenti di sezione indicati dai rispettivi comi-tati risulta ora composto dai vicepre-sidenti Giancarlo Panteghini e Mas-simo Della Bona, oltre che da Davide Antonioli, Bruno Barbieri, Gianmaria Bettoni, Ennio Bonomi (presidente

sezione Razza Bruna), Andrea Cristi-ni (presidente sezione Suini), Rena-to Facchetti, Giuseppe Franceschi, Gianpietro Gaetarelli, Alfredo Ghirelli (presidente sezione Equini), Roberto Gualeni (presidente sezione Ovini-Caprini), Giuseppe Miglioli, Giovan-ni Rolfi (presidente sezione Conigli), Gianluigi Scaroni, Paolo Sterni, Sergio Turelli e Giampietro Zotti (presidente sezione Frisona). Del collegio sinda-cale fanno invece parte Michele Lussi-

gnoli, Mauro Belloli e Enzo Ferrazzoli.“I prossimi anni saranno decisivi per il futuro del sistema allevatori – ha dichiarato il confermato Pè –. La co-stante contrazione dei contributi pub-blici all’attività di assistenza tecnica e dei controlli funzionali sta impo-nendo scelte non facili ma doverose. L’obbiettivo prioritario del mio man-dato sarà quello di traghettare l’asso-ciazione verso una riorganizzazione che tenga conto delle nuove priorità”.

vono player nazionali che ci aiutino nella riconversione energetica del Pae-se. Solo così si ottengono benefici non solo finanziari ma anche ambientali e di miglioramento della qualità della vita”. Il tema energetico è strategico per la crescita. “Siamo preoccupati – ha concluso Giacomassi – e vogliamo capire se si riesce a dare una prospetti-va al lavoro e all’occupazione. Quando parliamo di energia la sfida non è solo nella produzione, ma riguarda anche le reti di distribuzione e l’efficienza energetica”. È solo vincendo questa sfida che ci potrà essere crescita oc-cupazionale.

Prende il via il 14 giugno la 5ª edizione de ‘I giovedì di Agriturist… a cena d’estate in campagna’, varata dalla sezione Agriturist dell’Unione provinciale agricoltori per promuovere l’attività agrituristica di ristoro con i prodotti più tipici della provincia di Brescia. Sono 26 le aziende agrituristiche del territorio bresciano che offriranno, tutti i giovedi, a partire dal 14 giugno al 4 ottobre, un menù completo,

bevande comprese, al prezzo di 25 euro. L’iniziativa punta alla valorizzazione del territorio bresciano, delle sue bellezze naturali, della varietà dei suoi paesaggi, passando attraverso l’eccellenza dei suoi prodotti agroalimentari. Le aziende agrituristiche e i menù proposti sono “documentati” in una ‘brochure’ disponibile in tutti gli agriturismo aderenti all’iniziativa ed è consultabile

anche on line sul sito dell’Unione provinciale agricoltori di Brescia (www.confagricolturabrescia.it) e su quello di agriturist lombardia (www.agriturist.confagricolturalombardia.it). Quest’anno, importante novità, partecipano ai “Giovedì” anche numerose aziende agrituristiche di altre province lombarde, a conferma della validità di una proposta che nell’edizione 2011 ha coinvolto più di 10mila persone.

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l conto alla rovescia è finito. Per gli amanti del pallone giocato, l’attesa si conclude. Il fischio d’inizio di Euro 2012 (Polonia-Ucraina) è venerdì 8 giugno alle

18 con la partita Polonia-Grecia.L’esordio degli uomini di Cesare Pran-delli sarà domenica 10 giugno alle 18 con i campioni del mondo in carica: la Spagna. Test d’inizio importante, che saggerà fin da subito le potenzia-lità degli azzurri, al di là della vittoria. Per la verità quest’ultima sarebbe ben gradita, visto che da tre gare la Na-zionale italiana non riesce a vincere. Queste le ultime tre partite degli az-zurri: Italia-Uruguay 0-1 (15 novembre 2011); Italia-Stati Uniti 0-1 (29 febbra-io 2012) e Italia-Russia 0-3 (1 giugno 2012). I numeri di questa situazione difficile, che qualcuno definisce cri-si, parlano chiaro: 300 minuti dall’ul-timo gol (11 novembre 2011, Italia-Polonia 2-0, secondo gol di Pazzini); erano passati ben tre anni dall’ultimo 0 a 3 (21 giugno 2009, Italia-Brasile 0-3); sono passati tre anni dalle ultime tre gare senza segnare reti (18 giugno 2009 Italia-Brasile 1-0; 21 giugno 2009 Italia-Brasile 0-3; 12 agosto 2009 Sviz-

zera-Italia 0-0). Tornando al presente e al futuro immediato, le grane per mister Prandelli sono diverse: dagli infortuni al modulo con cui schiere-rà i propri undici. Il modulo preferi-to dal tecnico di Orzinuovi è un 4-4-2 che prevede quattro difensori, quattro centrocampisti e due punte, una più di peso; nell’amichevole, l’unica, pre-europeo ha testato anche un 4-4-3. A dire la verità entrambi poco convin-centi. Nei giorni successivi ha testato anche una difesa a tre, la quale però prevedeva l’impiego del gruppo Juve, visto che avrebbe ricalcato il modulo dei bianconeri, creando così un 3-5-2, modellabile in base alle fasi di gioco. L’intoppo è stato causato dall’infortu-nio di Barzagli, perno fondamentale nella difesa a 3. E anche per questo

sono ancora in sospeso decisioni re-lative alla sostituzione del centrale di-fensivo, partito comunque con i com-pagni per Casa azzurri a Cracovia.La scelta di sfruttare il gruppo Juven-tus, con innesti ad hoc potrebbe rive-larsi chiave vincente per la Nazionale, visto l’affiatamento e i meccanismi di gioco in cui potrebbero inserirsi Balo-telli e compagni. In attesa di Andrea Barzagli il sostituto, non naturale ma rimediato potrebbe essere Daniele De Rossi, che ha già ricoperto quel ruolo nella Roma di Enrique. Per ora nessun’altra convocazione; in allerta Astori, ma Mimmo Criscito, escluso per le implicazioni nel calcio scom-messe, polemizza dicendo che nel caso il posto avrebbe dovuto essere suo. Tra i convocati sono tanti i gio-

Conclusa la stagione con la vittoria della Coppa Italia e dello scudetto, è tempo di vacanze per i giocatori del Calvisano e di programmazione per la società bassaiola. I primi movimenti di mercato parlano della conferma di coach Cavinato in panchina e di alcune partenze. Tra queste quella di uno dei protagonisti, Samu Vunisa che in questi giorni ha lasciato l’Italia per far ritorno al suo Paese d’origine. Le pressioni del Calvisano per trattenerlo sono state tante, ma

la terza linea giallonera di 24 anni ha un contratto da rispettare col Taranaki e per il momento è tornato a casa. Mentre Samu vola alle Fiji con la promessa di tornare, o almeno di farci un pensierino, il club presieduto da Gian Luigi Vaccari ha deciso di confermare Paìno Hehea, il seconda linea tongano, autore della meta della finale scudetto. due metri d’altezza per 118 kg, il gigante buono resterà per un’altra stagione nella Bassa. (m.r.)

catori che vogliono confermare le proprie qualità o riscattare un’annata così così. Le chiavi del gioco azzurro sono affidate principalmente ai piedi e al genio di Andrea Pirlo, reduce da un’annata strepitosa con la Juventus; alla faccia di chi l’aveva battezzato come finito. Dopo l’esordio con gli uomini guidati da Xavi che si gioche-rà nell’Arena Gdansk a Gdansk (co-nosciuta da noi come Danzica), gli azzurri giocheranno giovedì 14 giu-gno alle 18 contro la Croazia alle 18 nello stadio comunale di Poznan che ospiterà anche l’ultima gara contro la Repubblica d’Irlanda, guidata da Gio-vanni Trapattoni. Ma le preoccupazioni non finiscono qui. Continua, e continuerà, l’inda-gine per il calcioscommesse che sta colpendo calciatori, società e tesse-rati del mondo del pallone nostrano. La promessa è quella di fare piazza pulita del marcio. Di marcio, è certo, c’è il disprezzo nei confronti di coloro che faticano ad arrivare a fine mese; e non sono certo i calciatori che, nono-stante stipendi faraonici, si ritrovano a realizzare combine per guadagnare ancora di più. Avidi e poverini, verreb-

be da dire, perché di povertà si tratta, anche se non economica. Le analogie al 2006, quando il mondo del pallone italiano subì il ribaltone più grande della sua storia come calciopoli, sono più che evidenti. In quell’occasione, la Nazionale guidata da Marcello Lippi sul campo reagì, trovando l’orgoglio e il desiderio di dimostrare quanto valesse. Riavvicinò così il mondo del pallone alla gente, nonostante tutto. Questo è quello che i tifosi sperano. Poi c’è l’altra faccia della medaglia: giustizia ordinaria e giustizia sporti-va faranno il loro dovere, con con-seguenze che peseranno sulle classi-fiche, con retrocessioni annunciate e radiazioni a vita. Basta non avere troppa fretta, anche se bene o ma-le il campionato ricomincerà a fine agosto, come sempre, con il rischio, già patito nel 2006, che solo una par-te del marcio venga fuori e che i fur-bi o i fortunati si ritrovino più avanti con un reato caduto in prescrizione. Ma intanto, tutti insieme, forza azzur-ri. Scriveva il Magnifico, con le stesse radici fiorentine del gioco del calcio: “Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza”.

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Tempo di programmazione per la Centrale del Latte Brescia che a settembre prenderà parte per il secondo anno consecutivo alla Lega 2. A giorni sarà ufficializzato il prolungamento di contratto a coach Dell’Agnello che, in vacanza, oltre a riposarsi ha teso le orecchie a diverse sirene provenienti da Avellino ma soprattutto da quella Caserta che conosce molto bene avendoci giocato per otto anni vincendo scudetto e Coppa Italia. Il direttore generale Costa sta

lavorando alla riconferma (il tecnico livornese ha un altro anno di contratto) mentre sul fronte giocatori sarà ridimensionamento. Thompson è nel mirino di Reggio Emilia neo promossa nel massimo campionato di Lega 1, Busma non verrà riconfermato, Goldwire costa troppo. L’intento della società è passare dai 2 milioni di euro investiti nella passata stagione al milione e 200mila euro come tetto massimo. Sarà difficile trattenere anche Ghersetti, tra i protagonisti

dell’ultima annata culminata con i play off promozione. L’argentino è richiestissimo da Caserta, Avellino e Reggio Emilia in Lega 1 ma anche da Ferentino, Veroli e Biella. Richiestissimo anche Farioli. Si dovrebbe ripartire da capitan Rezzano e Stojkov mentre è da definire la situazione dei senatori Gergati e Rombaldoni. A Scanzi, infine, un campionato in panchina non è gradito al giovane prodotto bresciano che verrebbe girato in prestito. (m.r.)

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n’occasione per ripen-sare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aper-ta alla vita, ben inseri-

ta nella società e nella Chiesa. La tre giorni milanese di Benedetto XVI ha trasmesso, in estrema sintesi, questo messaggio che il Centro sportivo ita-liano ha il dovere di raccogliere come associazione di ispirazione cristiana impegnata in campo educativo. Il te-ma della famiglia ci coinvolge piena-mente. È il nostro primo e insostitu-ibile alleato. Non siamo Csi solo per occuparci di attività sportiva, ma an-che per essere al servizio di una vita buona, quella che viene dal Vangelo e che ha nella famiglia il suo nucleo fon-dante. Nella lettera inviata all’allora arcivescovo di Milano Tettamanzi, il Papa introduceva così l’importan-za dell’Incontro mondiale delle fa-miglie: “Occorre promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, Pa-squa settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della fa-miglia, della comunità e della solida-rietà”. Queste tematiche interpella-no le 13mila società sportive del Csi d’Italia, impegnate quotidianamen-te nell’aiutare le famiglie nella loro opera. L’impegno educativo del Csi è mirato ad accompagnare la fami-

Quello alle porte sarà il fine settimana dell’assemblea elettiva nazionale del Centro sportivo italiano, nel palazzo dei congressi di Salsomaggiore. Massimo Achini (unico candidato) è pronto al secondo mandato, ma dalle urne usciranno anche i nomi dei nuovi consiglieri nazionali. In lizza per la circoscrizione Nord la presidente del comitato bresciano Amelia Morgano. Il programma prevede l’accoglienza e accreditamento degli aventi diritto al voto dalle

8 alle 12 di sabato. Alle 9.15 avrà inizio l’assemblea con il ritratto del quadriennio concluso, discussione e approvazione del consuntivo 2011. Nel pomeriggio relazione del candidato a presidente nazionale, dibattito e apertura dei seggi. In serata la Santa Messa sarà presieduta da mons. Mariano Crociata. Alle 23 la proclamazione degli eletti. L’evento si chiuderà domenica con le anticipazioni sulla prossima stagione sportiva e l’insediamento del nuovo consiglio.

glia nel suo fondamentale compito di educare i figli. L’esperienza spor-tiva è un’opportunità preziosa per i ragazzi, ma se non c’è la famiglia il compito educativo diventa proibiti-vo. Pertanto, cooperare con la fami-glia, significa per una società spor-tiva del Csi, mettersi in un atteggia-mento di ascolto e di proposta, per ricercare un’alleanza educativa così

che l’azione dell’uno rafforzi quella dell’altro. Non si può pensare di fa-re educazione attraverso lo sport se la vita sportiva dei ragazzi rimane un’esperienza isolata dal contesto famigliare o, peggio ancora, come un modo di “parcheggiare i figli”. Il problema non è assegnare alle so-cietà sportive un ruolo del tutto so-stitutivo, di supplenza alla funzione educativa delle famiglie, ma di cer-care le vie per una cooperazione ma-tura, improntata al rispetto dei ruoli specifici all’interno di un progetto educativo comune, premessa indi-spensabile per ricostruire un tessu-to efficiente di educazione giovani-le, oggi assai sfilacciato.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Evidenza dei fattie ipocrisia delle presunzioni

Egr. direttore,qualche giorno fa, Adriano Sofri dalle colonne di “Repubblica” si indignava perché sempre più medici scelgono l’obiezione di coscienza rifiutandosi così di praticare aborti. Questa presa di posizione ci fa tornare alla mente l’ipo-crisia dei sapienti dei tempi di Gesù che invece di stupirsi e rallegrarsi dei miracoli che Gesù compiva sotto i loro occhi si indignavano perché li faceva di sabato. Invece di costatare l’evidenza dei fatti si arroccavano sulle loro pre-sunzioni. Forse Sofri non ha pensato che i medici sono i primi a rendersi conto che nell’utero materno c’è una vita, c’è un essere vivente a tutti gli ef-fetti. Forse Sofri non ha compreso che i medici sono sempre più consapevo-li che l’aborto è sopprimere un essere umano vivente. Perché Sofri prima di prendere posizione non guarda un’eco-grafia di un bimbo nel grembo mater-no che… ride, si succhia il pollice, si gratta la pancia ma che poi a contatto con l’aspiratore abortivo si agita mol-tissimo (le pulsazioni raggiungono i 200 battiti al minuti), cerca rifugio nella parte superiore dell’utero e poi pezzo a pezzo viene dilaniato dall’aspiratore?Non è difficile basta che vada su you-tube e digiti “l’urlo silenzioso” dove assisterà anche alla testimonianza di Bernard N. Nathanson, prima convin-to medico abortista poi, con l’intro-duzione delle nuove tecnologie eco-grafiche, assoluto difensore della vi-ta. Perché Sofri non si confronta con Gianna Jessen una ragazza che, contro ogni aspettativa e per una serie di for-tunate coincidenze, è sopravvissuta ad una aborto salino e che oggi gira il mondo per portare la sua testimonian-

za? Non è difficile basta collegarsi con youtube e digitare Gianna Jessen! Noi oggi abbiamo tutti i mezzi per essere assolutamente certi e consapevoli che l’aborto è un omicidio. Per questo ri-volgendomi direttamente ad Adriano Sofri mi appello alla scienza e gli chie-do di lasciare i preconcetti, le posizioni partitiche e di assumere una posizione intellettuale onesta e scientificamente corretta. Ma, come si sa, anche nelle nostra epoca supertecnologica non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Giorgio Marusi, Giovanni Viviani

Si fa presto a dire Sinodo

Egr. direttore,si fa presto a dire Sinodo: strada, insie-me, dal passato al futuro. Quella che deve percorrere la Chiesa oggi, per non rendere insignificante la proposta del Regno. Il Vescovo invita tutti a riflette-re su un problema vitale: la carenza dei preti e la nuova presenza della Chiesa sul territorio. Il nostro gruppo di rifles-sione da tempo si è messo a cercare e discutere. Abbiamo consegnato il no-stro contributo alla segreteria del Sino-do: vedremo quale strada prendere, in diocesi, quando a dicembre discutere-mo di tutte le proposte pervenute. Que-sta è la nostra. La Chiesa è un segno della presenza di Dio in mezzo alla gen-te e, con tutti i suoi limiti, la incarna. Le parrocchie sono la Chiesa sul ter-ritorio, sono l’ultima evoluzione delle comunità evangeliche iniziate al tempo degli apostoli. Allora c’era una distri-buzione di incarichi fra i vari membri, poi, nel corso dei secoli, gli incarichi si sono progressivamente accentrati nel-le mani di una persona sacra: il sacer-dote. Adesso ci troviamo a far fronte a una progressiva diminuzione di sa-

cerdoti e a una secolare passività dei fedeli che nemmeno il Vaticano II ha saputo riattivare in pieno. Le unità pa-storali che sono poste alla riflessione del Sinodo dovrebbero far rinascere la partecipazione di tutti i fedeli alla vita della parrocchia e non ridurre il sacer-dote a essere il funzionario-burocrate della liturgia che è presente a ore nelle parrocchie che gli sono affidate. Nel progetto delle unità pastorali formula-to nei documenti proposti dalla diocesi e in via di attuazione, a nostro avviso, c’è il rischio di avere un prete peren-nemente il viaggio da una parrocchia a un’altra. Una comunità parrocchiale viva, invece, fa nascere al suo interno le ministerialità che le servono per la comprensione della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti e la te-stimonianza della carità, in comunio-ne con il vescovo, segno di continuità con il ministero apostolico. Solo una comunità parrocchiale viva e parteci-pe sarà capace di rendere presente, nei problemi del suo territorio, il segno di speranza che Dio ci ha comunicato in Gesù e troverà il modo per annunciar-la. Si richiede quindi una profonda re-visione dei ministeri nelle parrocchie con il coinvolgimento della responsa-bilità di tutti i battezzati per una mag-gior attenzione a attualizzare la Parola di Dio nel qui e ora, per una continuità della trasmissione della fede, oggi così a rischio, anche nella realtà bresciana. Questo è quanto abbiamo cercato di analizzare e proporre nel documento-contributo che abbiamo consegnato alla riflessione sinodale. A quanti fos-sero interessati alla analisi integrale del documento, per proposte critiche e per la riflessione, suggerisco di ri-chiederlo al seguente indirizzo mail: [email protected].

Giancarlo Pianta

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