La Voce del Popolo 2012 15

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ǡ ǡ Ǥ ǯ Dzdz ° ǡ Ǥ Ǥ Dzdz ǫ ǯ Ǥ La tegola, questa volta, è caduta, e pesantemente, sulla testa di Bossi e family, ma il vizio è antico e riguarda più o meno tutto l’arco costituzionale. Il malcostume dell’uso illecito dei fondi destinati al finaziamento dei partiti, oltre ad essere un reato, lascia perplessi i cittadini e introduce elementi di sfiducia verso una classe politica che responsabilmente dovrebbe avere a cuore gli interessi del Paese, più che i propri interessi. La “grana” non è solo padana, come non solo padano è il “grano” (nel senso del denaro) finito nelle tasche dei maggiorenti di turno. Per questo non sono condivisibili oggi le sparate di chi denuncia i vizi leghisti per pura presa di posizione partitica, come ieri ha ǯ ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 o si sarebbe dovuto scandalizzare per quelli della Margherita, del Pd o del Pdl messi in evidenza una tantum dalle attenzioni particolari di finanza e magistratura. Il difetto resta nel manico della classe politica che sembra non aver ancora capito la posta in gioco. La necessità, infatti, di un sussulto etico che salvaguardi, come ha detto il presidente Napolitano, i presupposti di democrazia e libertà su cui si fonda il patto costitutivo dell’Italia. I sintomi del deterioramento nei cittadini sono costanti e sempre più radicati. Anzitutto il senso d’impotenza generato dalla crisi economica. Da tempo non è più solo questione di “spread” e borse, ma di stile di vita quotidiano della gente che mugugna nel fare il pieno di benzina, nel fare la spesa, pagare bollette e nel percepire sempre più vacillante il proprio posto di lavoro. La crisi è diventata una questione di debolezza psicologica degli italiani. Ci sentiamo vulnerabili, senza speranza, incapaci di sbarcare il lunario e di attivare qualcosa di creativo che apra qualche spiraglio sul futuro. La classe politica sembra inerte e se da un lato il governo dei tecnici mette mano alle riforme strutturali imponendo ulteriori sacrifici ai più deboli dall’altro i partiti non riescono a far decollare una proposta politica capace di produrre una nuova “stagione di senso”. In secondo luogo l’antipolitica che si nutre del disagio sociale e spinge a soluzioni demagogiche, si nutre del discredito dei partiti, alimenta la protesta pretestuosa e potrebbe giungere a forme imprevedibili e incontrollate ben oltre le regole democratiche. Certo le ideologie del passato che reggevano i partiti sono finite, ma l’esigenza di idee forti su cui definire progetti anche alternativi da proporre agli elettori per l’Italia di domani sono urgenti. Se infatti giungeremo alle prossime elezioni politiche come stiamo giungendo ora alle amministrative con una frammentazione generalizzata di “liste civiche” dietro le quali non c’è la società civile, ma partiti senza idee più o meno mascherati, il danno non sarà solo locale, ma diverrà nazionale. In più avremo lo smacco di non aver scelto i parlamentari perché (nonostante le dichiarazioni di rito) della nuova legge elettorale non si vede l’ombra. Infine si dovrà recuperare un patto sociale fatto della rete di tutte le forze sane della società italiana a vantaggio della vita politica: tra queste il volontariato, i sindacati, le associazioni e la Chiesa. Sono l’anima del Paese, sono la palestra in cui si formano le nuove generazioni dal punto di vista ideale e civile mettendole poi a servizio della politica e della vita democratica. Non riconoscere, da parte dei partiti, queste risorse, misconoscerle e minimizzarle, potrebbe non consentire anche il ricambio di una classe dirigente del domani, che speriamo sia meglio di quella di oggi. ǤǤ ǡ Ǥ Ǥ Ǥ La pienezza della gioia pasquale si riversa su tutto il tempo che ci conduce a Pentecoste e - in modo talora misterioso, ma reale - su tutta la nostra vita, chiamata ad assumere un “tono” pasquale. Ancora in anni ruggenti un insegnante del nostro Seminario aveva dato ad un suo libro il titolo: “Mo- rale pasquale”. Sì: tutta l’esistenza del cristiano, che si espri- me in molteplici modi (pensieri, parole, opere... speriamo poche omissioni) dovrebbe distinguersi per la sua partecipa- zione alla Pasqua (morte e risurrezione) del Signore. Grazie al coraggio di Giovanni Paolo II, la seconda domenica di Pasqua (Ottava, in Albis) è ora denominata “domenica della Divina Mise- ricordia”. Qualcuno storce un po’ il naso al riguardo ma - col tempo - potrà ben abituarcisi. “Non è forse la misericordia un ‘secondo nome’ dell’amore, colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitu- dine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono?”, si chiedeva il Pontefice nel canonizzare Santa Faustina Ko- walska. Come dargli torto? Non ne abbiamo forse tutti un grande bisogno? Sarajevo, oltre le illusioni ferite ancora aperte Sebino. Le idee sulla famiglia al tempo del relativismo Lavoro. Le parole magiche di una riforma discussa Brescia calcio. Battere la Samp per continuare a sognare ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǤǤ Agesci regionale. S’impara dal gioco e dal servizio Gherardo Colombo. Regole per la libertà e la democrazia ǯ Dz

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La Lega non perdona - Grana non solo padana

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La tegola, questa volta, è caduta, e pesantemente, sulla testa di Bossi e family, ma il vizio è antico e riguarda più o meno tutto l’arco costituzionale. Il malcostume dell’uso illecito dei fondi destinati al finaziamento dei partiti, oltre ad essere un reato, lascia perplessi i cittadini e introduce elementi di sfiducia verso una classe politica che responsabilmente dovrebbe avere a cuore gli interessi del Paese, più che i propri interessi. La “grana” non è solo padana, come non solo padano è il “grano” (nel senso del denaro) finito nelle tasche dei maggiorenti di turno. Per questo non sono condivisibili oggi le sparate di chi denuncia i vizi leghisti per pura presa di posizione partitica, come ieri ha

o si sarebbe dovuto scandalizzare per quelli della Margherita, del Pd o del Pdl messi in evidenza una tantum dalle attenzioni particolari di finanza e magistratura. Il difetto resta nel manico della classe politica che sembra non aver ancora capito la posta in gioco. La necessità, infatti, di un sussulto etico che salvaguardi, come ha detto il presidente Napolitano, i presupposti di democrazia e libertà su cui si fonda il patto costitutivo dell’Italia. I sintomi del deterioramento nei cittadini sono costanti e sempre più radicati. Anzitutto il senso d’impotenza generato dalla crisi economica. Da tempo non è più solo questione di “spread” e borse, ma di stile di vita quotidiano della gente che mugugna nel fare il pieno di benzina, nel fare la spesa, pagare bollette e nel percepire sempre più vacillante il proprio posto di lavoro. La crisi è diventata una questione di debolezza psicologica degli italiani. Ci sentiamo vulnerabili, senza speranza,

incapaci di sbarcare il lunario e di attivare qualcosa di creativo che apra qualche spiraglio sul futuro. La classe politica sembra inerte e se da un lato il governo dei tecnici mette mano alle riforme strutturali imponendo ulteriori sacrifici ai più deboli dall’altro i partiti non riescono a far decollare una proposta politica capace di produrre una nuova “stagione di senso”. In secondo luogo l’antipolitica che si nutre del disagio sociale e spinge a soluzioni demagogiche, si nutre del discredito dei partiti, alimenta la protesta pretestuosa e potrebbe giungere a forme imprevedibili e incontrollate ben oltre le regole democratiche. Certo le ideologie del passato che reggevano i partiti sono finite, ma l’esigenza di idee forti su cui definire progetti anche alternativi da proporre agli elettori per l’Italia di domani sono urgenti. Se infatti giungeremo alle prossime elezioni politiche come stiamo giungendo ora alle amministrative con una

frammentazione generalizzata di “liste civiche” dietro le quali non c’è la società civile, ma partiti senza idee più o meno mascherati, il danno non sarà solo locale, ma diverrà nazionale. In più avremo lo smacco di non aver scelto i parlamentari perché (nonostante le dichiarazioni di rito) della nuova legge elettorale non si vede l’ombra. Infine si dovrà recuperare un patto sociale fatto della rete di tutte le forze sane della società italiana a vantaggio della vita politica: tra queste il volontariato, i sindacati, le associazioni e la Chiesa. Sono l’anima del Paese, sono la palestra in cui si formano le nuove generazioni dal punto di vista ideale e civile mettendole poi a servizio della politica e della vita democratica. Non riconoscere, da parte dei partiti, queste risorse, misconoscerle e minimizzarle, potrebbe non consentire anche il ricambio di una classe dirigente del domani, che speriamo sia meglio di quella di oggi.

La pienezza della gioia pasquale si riversa su tutto il tempo che ci conduce a Pentecoste e - in modo talora misterioso, ma reale - su tutta la nostra vita, chiamata ad assumere un “tono” pasquale. Ancora in anni ruggenti un insegnante del nostro Seminario aveva dato ad un suo libro il titolo: “Mo-rale pasquale”. Sì: tutta l’esistenza del cristiano, che si espri-me in molteplici modi (pensieri, parole, opere... speriamo

poche omissioni) dovrebbe distinguersi per la sua partecipa-zione alla Pasqua (morte e risurrezione) del Signore. Grazie al

coraggio di Giovanni Paolo II, la seconda domenica di Pasqua (Ottava, in Albis) è ora denominata “domenica della Divina Mise-

ricordia”. Qualcuno storce un po’ il naso al riguardo ma - col tempo - potrà ben abituarcisi. “Non è forse la misericordia un ‘secondo nome’

dell’amore, colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitu-dine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono?”, si chiedeva il Pontefice nel canonizzare Santa Faustina Ko-walska. Come dargli torto? Non ne abbiamo forse tutti un grande bisogno?

Sarajevo, oltre le illusioni ferite ancora aperte

Sebino. Le idee sulla famiglia al tempo del relativismo

Lavoro. Le parole magiche di una riforma discussa

Brescia calcio.Battere la Sampper continuarea sognare

Agesci regionale. S’impara dal gioco e dal servizio

Gherardo Colombo.Regole per la libertàe la democrazia

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’ è stato prima il tempo del-le 100mila baionette delle valli bergamasche pron-te a marciare su Roma. Oggi pare essere giunto

quello delle scope padane. Tantissi-mi, infatti, sono stati i militanti leghi-sti che, agli ordini non più del leader dimissionario Bossi, ma di Roberto Maroni si sono dati appuntamento alla Fiera di Bergamo per la serata dell’orgoglio padano. Una levata di scudi (e di ramazze) per rivendica-re la vitalità di un movimento piega-to ma non spezzato da uno scandalo che l’ha colpito diretto al cuore. La vicenda è nota: le indagini congiunte di tre procure italiane hanno messo nel mirino l’ormai ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e la gestione “spregiudicata” dei rimborsi elettorali assegnati ai lumbard. Certo, niente di nuovo (purtroppo) visto che quasi in contemporanea si sta giocando una partita più o meno analoga tra gli ere-di di un partito morto e sepolto (ma non nelle finanze) come la Margherita e dei suoi fondi usati brillantemente dal suo tesoriere dei tempi che fu-rono Lusi per acquistare ville e altri immobili, ovviamente intestandoli a se stesso o alla propria moglie. Ma se dalla Margherita, espressione (se-condo i padani) di quella Roma cen-tralista tanto condannata da Bossi e dalla Lega Nord era un peccato quasi scontato, apprendere che della stessa colpa si sarebbero macchiati (il con-diazionale è obbligatorio in presenza di indagini della magistratura) i figli dello stesso leader e alcuni dei suoi più stretti collaboratori è stato un vero e proprio dramma. Quella che sta attraversando la Lega in queste ore appare a tutti gli effetti una vera e propria nemesi: una forza nata, cre-sciuta e radicatasi al grido di “Roma ladrona” si è scoperta a sua volta un

po’ meno onesta di quanto in tanto, militanti in testa credevano. Certo, fa sorridere che mentre altri “dirottano” i finanziamenti pubblici per l’acquisto di palazzi, di ville in giro per l’Italia, i soldi della Lega siano serviti per pa-gare il corso di laurea e altre “picco-le” spese di Renzo Bossi, o la passio-ne per le auto di grossa cilindrata di un altro figlio del Senatùr. Il popolo della Lega non ha perso tempo e con una determinazione che sino a poco tempo fa avrebbe determinato l’accu-sa di blasfemia non ha esitato a chie-dere conto dell’operato e di eventuali malefatte a Bossi & co.Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Senatùr non è più segretario del partito, il figlio (potenziale delfino ridotto dallo stesso padre al rango si trota) ha lasciato il seggio di con-sigliere regionale, Rosi Mauro, vi-ce presidente del Senato, coinvolta nella vicenda, messa pubblicamente sotto accusa e un triumvirato (Maro-ni, Calderoli e e Dal Lago) chiama-to a gestire la transizione in attesa di un appuntamento congressuale messo in calendario a elezioni am-ministrative celebrate. Un appunta-mento che molti, nei piani alti del-la politica, sembrano snobbare ma che potrebbe essere il punto di non ritorno per tutta la politica naziona-le. Perché la vicenda che in questi giorni ha colpito la Lega in realtà è un morbo che da tempo ha intaccato

Difficile, quasi impossibile districarsi in una selva così folta di candidati alla carica di sindaco e di persone in cerca di un posto in consiglio comunale. Le elezioni amministrative che per tradizione consentono un contatto diretto tra elettore e candidato in cerca di voti quest’anno rischiano nel Bresciano di trasformarsi in un cortocircuito comunicativo. Troppi i candidati in campo, sempre più limitata, probabilmente, la voglia di ascoltare della gente. Per cercare di ovviare

a questa situazione “Voce” sta cercando di organizzare in alcuni dei Comuni chiamati alle urne interviste pubbliche ai candidati per dare loro modo di presentare proposte e programmi. Si tratta di una formula già sperimentata in occasione di precedenti elezioni. Nelle prossime settimane verrà comunicato il calendario di questi incontri che rifuggendo dalla logica della “rissa verbale” che anima iniziative analoghe, consentono un minimo di confronto sulle idee.

Lo scandalo che si è abbattuto sul-la Lega Nord e che si è alimentato di accese polemiche anche nel Brescia-no, ha fatto passare in secondo piano il dibattito in quelle comunità locali chiamate il 6 e 7 maggio prossimo alle elezioni amministrative. Nei 12 Comuni del Bresciano chiamati alle urne molti si domandano quale peso possa avere la burrasca che ha colpito la Lega negli ultimi giorni sulle scelte degli elettori. Nessuno degli esponen-

ti politici intervistati in queste pagine ritiene che l’onda partita da via Bel-lerio possa travolgere con violenza i seggi elettorali del Bresciano. Per gli esponenti leghisti (Rolfi, Claretti) a pesare (a vantaggio della Lega ovvia-mente) sarà la serietà dei candidati messi in campo. Più o meno analoghe anche le considerazioni del coordina-tore provinciale del Pdl Alessandro Mattinzoli che continua a ritenere la Lega interlocutore prioritario del

suo partito nelle amministrazioni lo-cali, nonostante la frattura nazionale. Che lo scandalo possa, invece, avere qualche ripercussione sul voto ammi-nistrativo è opinione condivisa da Bi-sinella, segretario provinciale del Pd, e da Alessandrò Cè che da ex leghista non crede nella cieca fiducia dell’elet-torato lumbard. Certo, al voto manca-no ancora parecchie settimane e tutto può succedere anche perché entrano in gioco altre variabili. Prima fra tutte

Bisinella, segretario provinciale del Pd, ha definito “operazione verità”, a forze politiche che con responsabili-tà tornino a dare risposte alla gente, alle famiglie che vivono sofferenze sempre più evidenti, abbandonando definitivamente quel mondo “dora-to” in cui sembrano vivere. L’alter-nativa è, per tutti i partiti nessuno escluso, la ramazza dei leghisti.

nuova classe politica per “purificare l’aria”. Il rischio era ed è, oggi più di ieri, quello dell’antipolitica e le nu-merossime liste che sono spuntate nei Comuni bresciani che andranno al voto sono un segnale preciso. Per questo l’appuntamento elettorale del 6 e 7 maggio diventa importante. Deve portare i partiti, tutti i partiti a quella che (in queste pagine) Pietro

gran parte degli scenari politici na-zionali. Le cronache politico-giudi-ziare degli ultimi mesi testimoniano lo stillicidio di una politica sempre più invischiata con il malaffare. Non è un caso che nei mesi scorsi, pri-ma che tante bufere si abbattessero sul sistema dei partiti, il card. Ange-lo Bagnasco, presidente dei vesco-vi italiani, evocava il sogno di una

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Nessuno questa volta ha sparato sulla Croce Rossa, forse perché un po’ tutti vivono questa condizione. Al di là di metafora, il fatto che nessun partito italiano sia nelle condizioni di fare la morale agli altri in tema di gestione delle proprie finanziaria ha indotto tutti quanti al basso profilo e a una convinzione condivisa: è giunto il tempo di mettere mano alla norma che regola l’erogazione dei rimborsi elettorali che tanti grattacapi hanno provocato negli ultimi tempi ai

partiti. Iniziativa da applaudire, segnale di una politica finalmente responsabile, che in una stagione di profonda crisi per il Paese vuole darsi una regolata e mettere un freno a tanti sprechi.C’è qualcosa, però, che sembra suonare stonato. Sarà in grado la politica di raggiungere l’obiettivo ambizioso che si è prefissata? Anche perché i protagonisti sulla scena sono, salvo rare eccezioni, gli stessi che nel 1993 si inventarono la legge che oggi vogliono modificare.

All’indomani del referendum che sull’onda di tangentopoli bocciava il finanziamento pubblico dei partiti, gli stessi si inventarono (per una ragione di democraticità, per dare a tutte le forze pari opportunità di propaganda, dissero all’epoca) la legge sui rimborsi elettorali che ha finito per portare miliardi (oggi milioni di euro) nelle casse dei partiti e suscitare parecchi appetiti (in larga parte soddisfatti). Oggi c’è questa nuova proposta: la buona intenzione, almeno sulla carta, c’è.

quella della estrema frammentazione delle candidature. Mai prima di que-sto 2012 si era assistito a un prolife-rare di liste in molti dei 12 Comuni chiamati al voto. A Desenzano, per esempio, saranno 10 i candidati che si contenderanno la poltrona di primo cittadino sostenuti da ben 15 liste. Di-scorso più o meno analogo a Gussago (a destra) dove in candidati in campo sono “solo” otto. Cinque i “potenziali” sindaci di Palazzolo ( a sinistra) con

11 liste al traino. Quattro i partecipan-ti alle sfide elettorali di Rovato, Darfo Boario Terme e Gottolengo. Tre i can-didati in corsa a Cazzago San Marti-no, Acquafredda, Paspardo, Prova-glio Valsabbia e Odolo. Due, infine, i candidati in corsa a Malonno il 12° Comune chiamato al voto ammini-strativo dei maggio prossimo. Solo a Desenzano e a Palazzolo la corsa alla poltrona di primo cittadino po-trebbe avere bisogno dei tempi sup-

plementari con un eventuale ballot-taggio. La corsa, inspiegabilmente affollata, sarà quest’anno ancora più dura per via del taglio dei numero dei consiglieri comunali. Serviranno più voti per essere eletti e questo, presu-mibilmente, finirà per inasprire i to-ni della campagna elettorale prima e per consegnare poi ai sindaci eletti assemblee consiliari estremamente parcellizzate con una seria ipoteca sulla stabilità amministrativa.

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ella notte tra il 5 e il 6 aprile 1992, a Sarajevo i cecchini iniziarono a sparare su una folla di dimostranti che mani-

festava per la pace. Cominciava l’as-sedio della città, e una nuova guerra nel cuore dell’Europa. Iniziava quello che sarebbe stato il più lungo assedio della storia moderna: 1395 giorni. Nei giorni scorsi Sarajevo si è mobilitata per ricordare il triste anniversario. In Italia, invece, è stato in parte snobba-to dai mass media anche se ancora og-gi molti dei gruppi, delle associazioni nate in quegli anni per aiutare le po-polazioni martoriate, pur avendo nel tempo conosciuto alcune trasforma-zioni, continuano la loro attività, non dimenticando quella grande tragedia che sconvolse la vita di un’Europa che allora pensava di non dovere più as-sistere a guerre sul proprio territorio. Per loro quello del 6 aprile scorso è stato un anniversario importante. Nei giorni scorsi il sito www.balcanicau-caso.org, un centro studi e un centro servizi che esplora le trasformazioni sociali e politiche nel sud-est Europa, in Turchia e nel Caucaso, ha dato am-pio spazio all’anniversario. Tra i tanti contributi ospitati c’è anche quello di Christophe Solioz, segretario genera-le del Center for european integration strategies. “L’aggressione, orchestra-ta da Belgrado e Zagabria, – è l’attac-co del contributo di Solioz – assume

te? Umiliazioni e violenze di tutti i tipi, torture, assassinii”. Solioz ricorda an-che l’impotenza e l’abdicazione della “comunità internazionale”: i cessate il fuoco violati, le molteplici risolu-zioni ignorate, i vari piani di pace de-stinati al fallimento. Senza dimenti-care l’assurda missione di protezio-ne dell’Onu (Unprofor) incaricata di mantenere la pace là dove il conflitto impazzava. Il segretario generale del Center for european integration stra-tegies passa poi ad analizzare la Sara-jevo del 2012, una città che, almeno in apparenza, ha saputo rinascere. Ma sotto un’esile crosta c’è una Sa-

le pieghe di una guerra civile tra va-rie comunità, guerra di memoria e di religione”. Il bilancio finale di questa aggressione sarà di 11.541 vittime, “ci-vili – scrive ancora – per la maggior parte, occorre ricordarlo? E quante esistenze mutilate e famiglie dilania-

Sono molte di più di quanto ammesso dalle autorità le vittime dell’attentato avvenuto il giorno di Pasqua nei pres-si di una chiesa della città di Kaduna, nel nord della Nigeria: il dato è stato riferito all’agenzia Misna da Shehu Sa-ni, responsabile di un’organizzazione non governativa locale che è arrivato sul posto subito dopo l’esplosione. Sa-ni, segretario generale di Civic Rights Congress, ha parlato di oltre 50 vittime. Le vittime si trovavano nei pressi di un

parcheggio di moto-taxi, a pochi metri da un complesso che ospita una chiesa evangelica dove si stava celebrando la Messa di Pasqua. Secondo Sani, spes-so le autorità ridimensionano la porta-ta degli attentati. “I motivi – sostiene l’attivista – sono due: da un lato, non si vuole ammettere il successo dei terro-risti; da un altro, si teme che diffondere i bilanci reali possa favorire nuove vio-lenze tra le comunità”. L’attentato non è stato ancora rivendicato. Giornali e

osservatori puntano però il dito contro Boko Haram, un gruppo armato che sostiene di battersi per l’introduzione della legge islamica sia nel Nord semi-arido e a maggioranza musulmana che nelle altre regioni della Nigeria. Quella prodotta dal gruppo armato è una scia di sangue che, drammaticamente, ha unito il Natale alla Pasqua. Il primo tragico attentato, infatti, avvenne nella notte di Natale, in una chiesa alle porte della capitale Abuja.

rajevo che ancora soffre delle sue fe-rite. “La Biblioteca nazionale – scrive ancora Solioz –, ricostruita all’ester-no, tutt’ora in cantiere all’interno ne è l’esempio più eloquente. Si fa finta d’ignorarlo, ma la città è ancora di-visa. Istocno Sarajevo (la parte est) è di fatto la capitale della Republika Srpska, una delle due entità di cui è costituita la Bosnia-Erzegovina (l’altra è la cosiddetta Federazione croato-musulmana). Andando oltre le illusioni, il dopo-guerra porta le stimmate di una transizione guerreg-giata, macchiata dal sangue che non si può cancellare”.

Nuova mattanza nei giorni scorsi in Siria. Oltre 100 le vittime, tra le quali molti minori, a causa di nuovi bombardamenti dell’esercito di Damasco sulle provincie di Homs, Homa e Idlib. Colpiti anche alcuni campi profughi in territorio turco. Forte la protesta del governo di Ankara. La nuova ondata di sangue è avvenuta a poche ore dal cessate il fuoco totale, richiesto dal piano di pace dell’inviato dell’Onu e della Lega Araba, Kofi Annan, fissato per il 10 aprile scorso. Forte la

preoccupazione internazionale per il rischio che la situazione precipiti ulteriormente, dal momento che nessuno sembra rispettare i termini del piano di pace di Kofi Annan e accettato dal presidente Assad. Continua inoltre a preoccupare l’atteggiamento equivoco delle Nazioni Unite che ancora non sono giunte a una presa di posizione univoca. Russia e Cina, infatti, hanno più volte ribadito la ferma intenzione di non procedere all’approvazione di alcuna condanna

e (tanto meno) di eventuali azioni repressive nei confronti della Siria. Pozione diversa, invece, è quella dell’Europa che a più riprese ha apertamente condannato la condotta del presidente Assad. Nei giorni scorsi il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha dichiarato: “Il presidente Assad sarà ritenuto responsabile delle conseguenze catastrofiche se non decide di interrompere immediatamente l’uso della violenza”.

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egnali ricorrenti mettono in guardia rispetto alla te-nuta della democrazia in Europa. Senza inutili allar-mismi, occorre tener desta

la guardia rispetto alle involuzioni del-le opinioni pubbliche, al risorgere dei nazionalismi politici, alle barriere che si ergono tra i popoli e persino all’in-terno dei confini nazionali. E bisogna anche vigilare affinché i singoli “pila-stri” dei sistemi democratici moderni (il “governo in nome dei cittadini”, il rispetto dei diritti fondamentali, l’indi-pendenza della magistratura, la libertà di espressione, le pacifiche relazioni con gli altri Stati…) non siano mina-ti alla loro base, per evitare il crollo dell’intero edificio democratico. An-che di questo si discute, e da tempo, nelle sedi istituzionali dell’Ue e nelle capitali dei Paesi aderenti. Temi che ricorrono in queste stesse ore nella campagna elettorale in Francia, dove gli elettori saranno chiamati alle urne il 22 aprile per scegliere il Presidente della Repubblica. Si tratta di argomenti rilanciati nei Parlamenti e sui media in Germania e in Italia (qui con all’aggiun-ta del problema della corruzione e del degrado cui sembrano essere giunti alcuni partiti). Un mix di populismo, sciovinismo, esterofobia sta peraltro toccando realtà dove non aveva mai costituito un problema: è quanto spe-rimentano nazioni come la Finlandia,

l’Austria, i Paesi Bassi. Mentre in altre realtà esso si sta accentuando: vale in particolare per le repubbliche balti-che, per i Paesi di prossima adesione come la Croazia e in quelli aspiranti all’adesione, prima fra tutti la Turchia, seguita dall’intera regione balcanica. Diversi casi recenti, peraltro sempre

Il volto sfigurato della ex Casa dello studente de L’Aquila è un monumento alla memoria: sulla rete metallica che divide la strada dalla voragine che ha inghiottito le macerie del vecchio studentato sventolano ancora le foto delle otto vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Studenti uccisi dalla furia della natura ma anche e soprattutto dall’errore umano che aspettano ancora giustizia. Di fronte alle immagini dei loro volti sorridenti ogni giorno, su

via XX Settembre, gli aquilani si fermano, si fanno il segno della croce e fanno volare il pensiero alla notte di tre anni fa che ha cambiato la vita della loro città. Una vita che non è mai più tornata la stessa, nonostante le promesse della prima ora fatte dai governanti. Visitando la città, negli scorsi giorni, anche il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha dovuto ammettere che “c’è stato un intervento iniziale efficace ma

poi tutto si è bloccato”. E per rimettere in moto le cose ci vorrà “tempo”. E soprattutto servirà “un piano pluriennale di risorse e interventi”. Delle numerose promesse di ricostruzione immediata, di soluzioni rapide resta una valanga di dichiarazioni che solo in parte hanno avuto riscontro. Certo, ci sono le new town, i nuovi agglomerati in cui sono stati inseriti migliaia di terremotati. Ma è la città vecchia che gli aquilani rivogliono. Una

prospettiva lontana, a guardare il volto delle strade che si snodano per il centro. La centralissima piazza della Repubblica è ancora interdetta: reti metalliche impediscono l’accesso, entrano solo gli operai. O i politici. L’ex Prefettura, il Palazzo del Governo, è stata aperta per la prima volta ad un politico nazionale la scorsa settimana. Il ministro Profumo ha potuto vedere l’interno del palazzo che si regge solo grazie ad una fitta rete di impalcature.

da verificare, sono stati rilevati all’in-terno dei confini Ue e hanno riportato il problema sotto i riflettori. Il primo, e più noto, di tali casi riguarda l’Unghe-ria, con il percorso di rafforzamento del potere esecutivo operato dal pre-mier Viktor Orban. Altrettante pre-occupazioni stanno attraversando la Slovenia (pressioni sulla giustizia da parte del neo premier Janez Janša) e la Romania (discesa in campo di Dan Diaconescu, patron di una emittente televisiva di successo, con il suo Par-tito del popolo). Infine la democrazia è messa a dura prova fra i vicini di ca-sa dell’Europa, a partire dalla Russia, per giungere in Ucraina e in Bielorus-sia dove vige un vero e proprio regime.

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Lo scandalo della Margherita sul cattivo uso dei fondi che i partiti incassano alla voce “rimborsi spese elettorali”, con un tesoriere che ha deviato verso casa sua i soldi, ha avuto nei giorni scorsi una replica leghista, con la moltiplicazione dei reati e degli indiziati, anche se in testa alla fila c’è sempre un tesoriere. In questo caso è stato un gioco da bambini coniugare in tutte le salse lo slogan che rappresenta il punto più alto della cultura leghista: “Roma ladrona”. C’è una vecchia locuzione latina di Orazio che dice: “La Grecia, conquistata dai Romani, conquistò il feroce vincitore”. Roma conquistò la Grecia con le armi, ma questa con le sue lettere e arti riuscì ad incivilire il feroce conquistatore, rozzo e incolto. A parti rovesciate, Roma ladrona con i suoi tentacoli corrotti ha ammaliato la feroce Padania.Non occorreva essere dei geni per immaginarlo. Ho sempre considerato le analisi sulle radici sociologiche della Lega delle perdite di tempo su qualcosa che non esiste, cioè la cultura leghista. Si è sempre trattato di un tipico

La fondazione “Cocchetti” delle suore Dorotee di Cemmo propone, col centro “Asteria”, il Comune di Capo di Ponte e il festival internazionale “Corde d’Autunno”, l’evento “Suono, chitarra e natura” che avrà luogo a Cemmo da venerdì 20 a domenica 22 aprile 2012. Nel contesto della manifestazione è previsto un corso di musica antica (docente: Massimo Lonardi); un corso di chitarra classica (docente: Andrea Dieci); un corso di uditore; un corso completo. Venerdì, alle 21,

presentazione del corso. Sabato, alle 12 è previsto un concerto-aperitivo dei partecipanti al corso; alle 14 visita guidata alle incisioni rupestri; alle 17 “La voce della chitarra”, incontro con Maurizio Foti; alle 20.30, presso il Monastero di San Salvatore “Concerto di musica antica”. Domenica: “Masterclass” (Andrea Dieci e Massimo Lonardi); alle 12 Concerto-aperitivo dei partecipanti al corso; alle 20.30 recital di Sean Shibe. Per informazioni ed iscrizioni: 0364/331284.

Lo scandalo di oggi è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso o il colpo di vento che scoperchia gli altarini. E lo scandalo del cattivo uso del denaro pubblico è certamente meno grave di una politica ultradecennale di servilismo ben pagato. Fanno ridere i tentativi di rifarsi i connotati e qualcos’altro. Soprattutto da parte di quei dirigenti (Maroni, Calderoli, Castelli e via dicendo) che sono sempre stati ai posti di comando con Bossi. A loro insaputa!

Detto questo è chiaro che il problema non è rappresentato dalla Margherita o dalla Lega (o da chi altro?), ma dalla congruità dei contributi dello Stato ai partiti. Nel 1993 un referendum cancellò la legge del 1965 sul finanziamento dei partiti con il 90% dei consensi. Eravamo in piena tangentopoli, ma i partiti nel giro di pochi mesi hanno puntato su un’altra legge per i rimborsi spese elettorali e l’hanno gonfiata a più riprese. Fatto sta che in 20 anni

movimento dell’antipolitica, con qualche suggestione federalista puramente verbale. Un movimento che ha impiegato poco tempo a trasformarsi in un centro di potere che ha sacrificato la sua verginità sull’altare del berlusconismo, ingoiando rospi dalla mattina alla sera, facendo finta che fossero almeno trote, se non aragoste. Cercando di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica con lo spauracchio dei barbari invasori e con lo spettro delle moschee.

i finanziamenti sono aumentati del 600% (più o meno come le pensioni!). Nelle casse dei partiti sono entrati negli ultimi diciotto anni 2 miliardi e 300 milioni di euro che diventeranno 2,7 alla fine della legislatura in corso. La Corte dei Conti deve controllare il rendiconto delle spese elettorali: in 18 anni le spese documentate assommano a 580 milioni. La ragione dei finanziamenti è sempre stata individuata nella necessità di non lasciare la politica nelle mani dei ricchi e di combattere la corruzione. Qualcuno in questi giorni ha detto che senza contributi ai partiti resta solo Berlusconi. Perché in questi anni chi ha comandato? Quanto alla corruzione sembra di essere nel Paese di Alì Babà e i 40 ladroni. Il Parlamento dovrebbe approvare nuove norme contro la corruzione, ma teme di tagliarsi i polsi. A questo punto l’unica scelta intelligente sarebbe quella di cancellare ogni tipo di finanziamento pubblico ai partiti. Qualcuno è disposto a scommettere un euro sulla possibilità che possa succedere una cosa del genere?

La Fondazione comunità bresciana ha rinnovato parte del suo consiglio di amministrazione con l’ingresso di due rappresentanti dell’imprenditoria femminile bresciana. Si tratta di Hendrika Visenzi e Alberta Marniga. Hendrika Visenzi subentra, come rappresentate del “Fondo per il sostegno dell’infanzia Vincenzo e Itala Visenzi”, nella carica di consigliere al padre, Giuseppe Visenzi, storico membro della Fondazione della comunità bresciana, determinante per la

nascita e lo sviluppo della stessa. Già vicina in questi anni all’attività filantropica del padre, Hendrika Visenzi ricopre, tra gli altri incarichi, ruoli chiave nelle aziende di famiglia Alberta Marniga è stata cooptata in consiglio in sostituzione del dimissionario Dario Damiani. Già membro, dal 2005 al 2009, della Giunta di Confindustria, oggi è presidente della Fondazione Asm di Brescia e membro della Giunta dell’Associazione industriale bresciana.

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ubblichiamo qui di segui-to alcuni risultati, fra i più interessanti, sulla ricerca che la zona pastorale del Sebino ha promosso tra i

giovani sul tema della famiglia. Qua-le famiglia? Il 50,3% degli intervistati ritiene che si possa parlare di fami-glia sia nel caso di coppie sposate, indipendentemente se con rito re-ligioso o soltanto civile, sia in pre-senza di coppie conviventi. Il 34,5% attribuisce valore discriminante all’istituzione del matrimonio, solo il 12,2% ritiene fondativo il matri-monio religioso. La convivenza vie-ne percepita in modo positivo dal 58,4% e quattro su sei la conside-rano un’esperienza utile prima del matrimonio. Cosa serve per sposarsi. I giovani intervistati ritengono che, per po-tersi sposare, sia necessario: avere fiducia reciproca (99,3%), rispettarsi l’un l’altra (98,6%), essere innamo-rati (97,9%), accettare l’altro anche nei suoi difetti (96,0%), avere sen-so di responsabilità (94,3%). Le di-mensioni più pratiche restano meno considerate, come per esempio ave-re almeno uno stipendio fisso (ne-cessario per 68,9%) o che entrambi abbiano un lavoro sicuro (43,3%). Il principale ostacolo nel “metter su famiglia” viene identificato nella dif-ficoltà di avere una stabilità economi-ca (60,5%), in particolare lo pensano

ti. Al primo posto collocano l’essere in completa confidenza (90,7%), al secondo avere gli stessi programmi per il futuro (87,1%), al terzo avere gli stessi valori (74,7%), al quarto essere attratti fisicamente (67,1%); al quin-to posto invece si sottolinea l’impor-tanza di avere anche amicizie sepa-rate (51,7%).Relazione attuale. Tra coloro che al momento dell’indagine stavano vi-vendo una relazione affettiva stabi-le (156 in tutto), la “classifica” degli elementi che descrivono la relazione attuale cambia rispetto alla relazio-ne ideale. Gli intervistati descrivono

le ragazze (64% rispetto al 55,6% dei ragazzi). Su cosa dovrebbe basarsi una rela-zione di coppia? Sono molti gli ingre-dienti, per rendere vincente la ricet-ta, individuati dai giovani intervista-

Per tutte le famiglie curiose di cono-scere gli asini... Nessun problema: domenica 15 aprile nella Cascina Cattafame di via Seriola a Ospitaletto è tempo di “Asino Day”: giornata no-stop tutta dedicata a loro, con attività gratuite per grandi e piccini. La festa aprirà i battenti alle 10 e proseguirà senza sosta fino a sera, tra spassosis-sime passeggiate con gli asini, pranzo in cascina, giochi a squadre “da so-mari” (dalle 14), escursioni sul car-

retto e, alle 16, la messa in scena di un divertente spettacolo teatrale di strada con Dutùr Kaos, mentre ver-so sera i bambini saranno impegnati nel pulire e sistemare gli animali in stalla, non prima però di essere sta-ti premiati con della buona biada. In serata si proseguirà con la country music dei Ponderosa Ranch che al-lieteranno la cena (dalle 19). La sa-gra è ideata e realizzata da Fraterni-tà Impronta, una delle cooperative

sociali del Gruppo Fraternità, dedita ad accogliere nelle proprie comunità minori in difficoltà: l’intero ricavato verrà infatti destinato al sostegno dei progetti per i ragazzi. La Cattafame mette a disposizione anche spazi per compleanni, cerimonie e ricorrenze; attività riabilitative a contatto con gli animali della fattoria e spazi di-dattici, ludici e ricreativi per scuole, gruppi parrocchiali e grest. Per info tel. 3346810758.

la propria relazione come basata sul-la fiducia (92,2%), sull’attrazione fisi-ca (90,5%) e la completa confidenza (84,9%). Seguono poi la condivisione di valori (78,6%) e dei programmi per il futuro (73,8%). Persone di riferimento. Il 68,4% degli intervistati dichiara di aver avuto de-siderio di chiedere consigli. Sebbene il 65,6% si sia rivolto agli amici, in re-altà vorrebbero ricevere indicazioni da: entrambi i genitori (63,5%); amico/a (29,3%), sorella/fratello (20,7%), un corso religiosamente orientato (18,4%), un corso “laico” (15,8%), un sacerdote (12,8%).

Un libro e un concerto per salutare la primavera. Se la serata musicale fa parte ormai della tradizione del corpo bandistico “Santa Cecilia” di Manerbio, unico è l’avvenimento che quest’anno la precederà. Sabato 14 aprile, alle ore 18, nella hall del Teatro Politeama, l’Associazione musicale presenterà ufficialmente il libro “Musica, Manerbio!” scritto in occasione del 150° anniversario della fondazione della banda, e che ne ripercorre la storia attraverso i personaggi, i documenti d’archivio,

gli aneddoti e le fotografie.Dopo l’introduzione della presidente, Dialma Cantaboni, interverranno Guido Costa, autore del libro, i maestri Arturo Andreoli, dal 1977 direttore della Santa Cecilia, e Pietro Damiani, manerbiese già direttore della Civica Filarmonica di Lugano e, in videocollegamento con la California, il maestro Giancarlo Aquilanti, della Stanford Wind Ensemble. Durante la presentazione porteranno il loro contributo

alcuni strumentisti della civica manerbiese. Alle 21, nello stesso teatro, avrà luogo il concerto, che porterà il pubblico a compiere idealmente un viaggio musicale: da Ride alle colonne sonore di “Cast Away” e di “Star Trek” per approdare in Sud America con danze latino-americane, quindi sull’isola siciliana di Favignana per un assaggio dei canti popolari dei pescatori delle tonnare. Il finale sarà dedicato alle danze folk della tradizione israeliana. (e.u.)

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n città sono presenti da al-cune settimane dei manife-sti con la scritta “Il volonta-riato vale la pena” e anche sugli autobus cittadini sono

presenti delle locandine informa-tive sulla giustizia riparativa. L’ini-ziativa rientra nella campagna di comunicazione sociale promossa dal Centro servizi volontariato di Brescia nell’ambito del progetto “Nuovi approdi” sostenuto dalla Fondazione comunità bresciana. Il progetto è rivolto a persone che, in diverso modo e in diverso gra-do, hanno sbagliato e hanno in-crociato la loro strada con quella della giustizia.Una giustizia che il piano inten-de riparativa, definita come una possibile risposta al crimine che coinvolge il reo e la comunità e/o la vittima, nella ricerca di possi-bili soluzioni agli effetti del gesto commesso e nell’impegno concre-to per la riparazione delle sue con-seguenze.L’obiettivo chiaro dell’iniziativa è, da una parte, di sollecitare le as-sociazioni bresciane ad accoglie-re persone che hanno commes-so un reato, accompagnandole in un percorso che le porti a fare un’esperienza in parte “risarcito-ria” per la società e in parte di ri-acquisto della fiducia in sé e nella società stessa; dall’altra, sensibi-

ciso di riunire e di fare da cassa di risonanza per tre diversi progetti portati avanti da realtà bresciane: “Ripuliamo le cattive strade” pro-mosso dall’Associazione carcere e territorio, vede la collaborazio-ne anche del Garante dei detenuti del Comune di Brescia. Il progetto vuole coinvolgere detenuti, perso-ne in misura alternativa e persone in carico allo sportello di segreta-riato sociale, in attività di volon-tariato presso le associazioni e gli enti che aderiscono alla proposta. ll programma per i minorenni sot-toposti alla “sospensione del pro-cesso e messa alla prova” , è inve-ce promosso dall’Ussm di Brescia e si propone mediante attività so-cialmente utili/volontariato di fa-cilitare il reinserimento sociale dei ragazzi coinvolti.Infine il progetto “Anche noi con-tro le stragi sulle strade”, promos-so dall’Associazione italiana fami-liari e vittime della strada di Bre-scia, in collaborazione con l’Asso-ciazione carcere e territorio e l’Os-servatorio sul volontariato, partito dalla possibilità (articolo 186 del Codice della strada), data a chi è stato trovato a guidare in stato di ebbrezza, di svolgere una attività non retribuita di servizio presso enti e associazioni di volontaria-to per svolgere Lavori di pubblica utilità (Lpu).

La crisi economica e la conseguente riduzione delle risorse sono problematiche che preoccupano anche il mondo associativo bresciano. Si affacciano nuove sfide per la comunità, per le istituzioni e per il mondo del volontariato, da sempre portatore di valori di solidarietà e partecipazione. Le organizzazioni di volontariato si confrontano con risorse finanziarie sempre più limitate e con una società che cambia. Il Centro servizi per il volontariato

in collaborazione con il Comitato di gestione del Fondo speciale per il volontariato in Lombardia e la Fondazione della comunità bresciana promuove il convegno “Insieme per il volontariato”. Un’occasione di confronto e aggiornamento sul contesto locale in materia di volontariato e sul lavoro di associazioni, istituzioni ed enti erogatori sul buon uso delle risorse a vantaggio della comunità. L’incontro si terrà giovedì 19 aprile 2012 a partire dalle ore 18 presso

il Salone Vanvitelliano, in Palazzo Loggia, dove sarà allestita anche la mostra “Volontari facciamo la differenza!” che per mesi ha viaggiato per la provincia. L’evento segna la chiusura dell’Anno europeo del volontariato, un’esperienza che si è dimostrata positiva in terra bresciana per quanto riguarda le iniziative promosse e le occasioni di confronto fra reti di soggetti diversi; allo stesso tempo vuole essere un momento di valorizzazione, dibattito e confronto per il “sociale”

bresciano. I volontari sono invitati a partecipare a questa iniziativa portando il Labaro dell’associazione ed indossando la divisa. Per partecipare è necessario prenotare il pass d’ingresso telefonando al numero 030.2284900 entro venerdì 13 aprile. I posti sono limitati e, per favorire la partecipazione di più realtà associative, si accetteranno al massimo cinque iscrizioni per ogni associazione. Per visionare il programma del convegno consultare il sito www.csvbs.it.

lizzare la comunità su una tema-tica, quella della giustizia ripara-tiva, che crea non poche frizioni. Con “Nuovi approdi” il Csv ha de-

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iù di due milioni gli “arri-vi” (turisti rimasti alme-no una notte sul territo-rio), circa otto milioni e 700mila le “presenze”

(persone che hanno pernottato più di due giorni nelle strutture), per una media di permanenza di circa quattro giorni. Dati che segnano un aumento percentuale del 4,6 per quanto riguarda gli arrivi, e di quasi il 2,8 per le presenze; non rientrano nel conteggio gli “escursionisti”, os-sia i visitatori in giornata. “Pur do-vendo necessariamente distinguere il dato statistico da quello economi-co − precisa l’assessore Silvia Razzi − rileviamo un costante gradimento per l’offerta bresciana e lo sviluppo di un turismo attento all’ambiente”. Si confermano in calo i turisti ita-liani ed in aumento quelli stranieri. Tra questi ultimi, spicca la presen-za tedesca che costituisce circa il 20% degli arrivi e quasi il 30% delle presenze, seguiti da belgi e inglesi, ma con percentuali molto meno im-portanti. Turisti che soggiornano più volentieri nelle strutture extralber-ghiere, come campeggi e bed and breakfast, ma che quando scelgono l’hotel, premiano la qualità: i “5 stel-le” contano un aumento di circa il 16% sia tra gli arrivi che tra le pre-senze. Buona la distribuzione men-sile di visitatori: sono quattro i mesi, quelli estivi, che superano il milione

2011 è la Riviera del Garda ad aggiu-dicarsi il titolo di zona più visitata: il Benaco incide sul totale del turi-smo per il 63% degli arrivi e il 72% delle presenze, segnando un leggero aumento rispetto al 2010. La novità è rappresentata dal 2° posto della Franciacorta e del Lago d’Iseo, che scalza la Valle Camonica, che paga probabilmente una stagione meteo-rologica non proprio favorevole da-ta la scarsità di neve che ha porta-to ad una consistente flessione del turismo legato agli sport invernali. Al quarto posto rimane Brescia, in una condizione di sostanziale inva-riabilità: 1,8% l’aumento degli arrivi, -0,19% per quanto riguarda le pre-senze. Seguono la pianura brescia-na, che vede un incremento anche grazie alla valorizzazione dei propri prodotti enogastronomici, la Valle Sabbia - Lago d’Idro e, in chiusu-ra, la Valtrompia, seppur in leggero aumento. “I dati segnalano un cam-biamento del tipo di turismo − com-menta l’Assessore − che premia gli ambienti naturali come i laghi e se-gue le iniziative promosse sul terri-torio, come le manifestazioni sporti-ve o quelle enogastronomiche”. Per quanto riguarda la città Silvia Razzi ribadisce l’idea di “puntare sul rico-noscimento Unesco, ma di fare nel contempo rete con il resto del terri-torio per far conoscere la provincia attraverso il suo capoluogo”.

Cinque sedi, 850 militi, oltre 25mila servizi erogati per circa 670mila km percorsi nel 2011. Sono solo alcuni numeri esemplificativi del lavoro svolto dalla Croce Bianca di Brescia, che in queste settimane avvia la 64ª Campagna di solidarietà. “L’obiettivo è duplice − spiega il presidente Filippo Seccamani Mazzoli − raccogliere fondi, fondamentali per le nostre attività, e rinnovare il legame con il territorio”. Fino a domenica 22 aprile oltre alla consueta raccolta

porta a porta, che vedrà alcuni volontari recarsi in negozi, uffici, aziende per raccogliere donazioni, si susseguiranno le iniziative che avranno l’intento di far conoscere le attività dell’Associazione. In particolare, sabato 14 aprile alle ore 16.30 in piazza Loggia ci sarà un incontro con il vicesindaco Fabio Rolfi; successivamente avrà luogo la sfilata dei militi e dei mezzi di soccorso lungo le vie del centro storico. Dal 19 al 21 aprile la sede storica di via Fratelli Bandiera

22 sarà invece lo scenario di tre concerti (ogni sera alle ore 21), mentre, sempre in sede, sabato 21 aprile dalle 19.30 alle 22 sarà l’occasione per conoscere le attività della Croce Bianca partecipando al “cocktail della solidarietà”. La conclusione, domenica 22 aprile, è affidata alla prevenzione: dalle 9 alle 13 un’ambulanza e un ambulatorio mobile saranno presenti in corso Zanardelli per la misurazione gratuita della pressione arteriosa e della glicemia; altre postazioni

simili si potranno trovare nelle vicinanze delle principali chiese cittadine. “Non è un caso − ricorda il Presidente − se nel linguaggio parlato, si dice ‘chiama la Croce Bianca’ intendendo genericamente l’ambulanza”. Croce Bianca è presente sul nostro territorio da oltre 120 anni e svolge attività non solo di primo soccorso con il 118, ma anche di telesoccorso per gli anziani (nel solo 2011 sono ben 44mila le telefonate ricevute e 800 gli utenti serviti). (a.g.)

di presenze, ma anche aprile, mag-gio ed ottobre hanno portato risul-tati che fanno segnare un principio di destagionalizzazione. Anche nel

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olti dei progetti stesi richiedono l’iniziati-va privata, quindi è un po’ difficile fare delle previsioni, an-

che perché il Pgt lavora su un arco temporale di 10 anni. Certo è che il mercato al momento appare anco-ra un po’ saturo, anche per questo motivo molti interventi sembrano difficili. Con l’architetto Giampie-ro Ribolla passiamo in rassegna il tema della riqualificazione delle aree degradate: in particolare via Milano (già oggetto di preceden-ti azioni) e via Sostegno nella zo-na sud della stazione. In stazione, oltre alla riqualifica, ci sarà il ten-tativo di costituire un fronte sud che si rivolge sostanzialmente ver-so Brescia Sud con la realizzazio-ne di un sottopasso più adeguato dell’esistente con la creazione an-che di un terminal per gli autobus extraurbani che quindi possono ar-rivare lì oltre che con la messa in opera di alcune infrastrutture (pro-seguimento del Parco Tarello verso ovest, investimento nel terziario e nel commercio). L’altra zona sulla quale si punta è via Milano non solo per il piano di recupero (già avviato e riconfermato). Si prevede la possi-bilità di convertire alcune industrie dismesse come l’Ideal Clima (la que-stione dell’Ideal Standard nel Pgt è stata, invece, stracciata): questa si

che non le possono utilizzare, con dei diritti edificatori che vanno a ricadere su opere già urbanizzate (aree dismesse); le aree in questione passerebbero, dopo averle messe in sicurezza, a verde: “La città − spiega Ribolla − viene così dotata di un bo-sco urbano”. Aldilà delle questioni di salvaguardia (l’esempio potrebbe essere il Parco delle Colline) il Pgt tocca da vicino anche le tematiche ambientali. Negli scorsi anni Bre-scia ha avuto un’implementazione di parchi e giardini più o meno grandi, oggi cerchiamo di mettere in campo dei grandi parchi sovracomunali: il Parco delle Cave e il parco di San Polo ovvero ambienti che “rimarran-no prevalentemente naturali”. Per il Parco delle Cave sembra che ci sia-no veramente le condizioni storiche, perché l’attività di escavazione “sta per esaurirsi. Queste sono promes-se rimaste sempre sulla carta, basti pensare − racconta Ribolla − che il parco di San Polo rientrava ancora nel progetto di Benevolo”. Una delle scelte forti è quella di realizzare un grande parco agricolo didattico che corrisponde alla Valle di Mompiano (stralciata invece la posizione della collina di Sant’Anna) che il Comune dovrebbe acquisire con il meccani-smo della compensazione (in cam-bio di diritti edificatori) utilizzando anche la Polveriera già nella dispo-nibilità di Palazzo Loggia.

Partiamo dai numeri: 12.800 iscritti, 610 punti convenzionati e 119 punti tesseramento. Sono numeri che testimoniano il successo della “Gioventù Card” il progetto rivolto ai giovani bresciani dai 18 ai 35 anni promosso dall’assessorato provinciale Giovani e politiche giovanili guidato da Fabio Mandelli (nella foto). La Gioventù Card è gratuita ed è nata con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla cultura, allo sport e al turismo, grazie alla possibilità, attraverso una serie

di convenzioni, di ottenere sconti ed agevolazioni negli esercizi commerciali, cinema, musei e teatri. “Il progetto cresce – spiega Mandelli – e piace sempre di più”. Aumentano anche le partnership e le convenzioni. Ultime quelle siglate con l’Automobile Club e con i centri di medicina dello sport Kinesis Medical Fitness, Kinesis Brescia Due, Marathon e Medical Sport. “Lo scopo è quello di ringiovanirci – dichiara Angelo Centola, direttore Aci Brescia –, offrendo ai possessori

della Card i nostri servizi con agevolazioni fino a 20 euro sul tesseramento e con la possibilità di effettuare gratuitamente corsi per il recupero dei punti-patente”. Viene incrementata l’offerta di visite medico-sportive gratuite, da 250 dello scorso anno a 300, da effettuarsi entro giugno, per la certificazione di idoneità all’attività agonistica. Ma le novità non finiscono. Anche gli studenti universitari residenti fuori dalla provincia, ma iscritti agli atenei

bresciani, possono richiedere la tessera. “Stiamo lavorando con Brescia Trasporti su ulteriori agevolazioni riguardanti la mobilità – conclude Mandelli – oltre che con Aci per l’organizzazione di corsi di sicurezza stradale”. E centrato l’obiettivo di arrivare a 10mila tessere, per il 2012 è pronta una nuova sfida: tagliare il traguardo delle 20mila. Il tesseramento può essere effettuato on line (www.gioventucard.it) o nei Gioventù Point. (v.b.)

sposa con le aree a sud inquinate dal Pcb (zona Caffaro). L’idea è di com-pensare queste aree, oggi interdette all’agricoltura e in mano ai privati

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ecnicamente vengono chiamati “disturbi spe-cifici dell’apprendimen-to”: sotto questa defini-zione è compresa un’am-

pia gamma di problematiche che colpiscono la capacità di leggere, scrivere o fare di conto. Dislessia, discalculia: sono queste forse le più conosciute. Al di là delle paro-le però, c’è l’esperienza concreta di moltissime persone, soprattutto giovani in età scolastica, che tutti i giorni sono alle prese con le diffi-coltà derivanti da questi problemi. Nella società e nella scuola italia-na se ne parla da tempo, su questo tema sono stati fatti innumerevoli convegni e corsi di aggiornamento, per preparare insegnanti, educatori e professionisti a relazionarsi e ad aiutare le persone colpite da questi

no a non molto tempo fa in Italia si girava intorno al problema, etichet-tando gli studenti come asini. Per questo motivo parlare dell’argomen-to può essere utile agli insegnanti e

a chiunque voglia informarsi”. Sulla dislessia, infatti, un confronto può aiutare moltissimo “è vero – pre-cisa Francesco – che ognuno ha il proprio percorso, ma ci possono

Il 12 aprile alle 20.30 presso l’auditorium della scuola media di Lograto viene trattato il tema “Il valore educativo dello sport e le responsabilità dei genitori”. La relatrice è Lucia Castelli, insegnante, pedagogista e docente presso la scuola dello sport del Coni Lombardia. Intervengono: Giuseppe Tedeschi (Gruppo Forestale), don Biagio Fontana (parroco di Lograto), Carla Paderni (capitano rugby femminile di Calvisano) e Giacomo Rossini

(presidente del Coni Lombardia). L’organizzazione è a cura del Gso, Gruppo sportivo dell’oratorio di Lograto, settore lotta. Un elemento fondamentale dello sport, dal punto di vista formativo, è la cultura dell’impegno. Oggi c’è una tendenza a voler cancellare la parola “sforzo” dalla nostra vita. La cultura dello sport può rappresentare una valida alternativa alla non-cultura del “Voglio tutto e subito, senza sforzarmi”. Nello sport l’impegno è fondamentale. Per arrivare al

traguardo, sono necessari tanto sudore e tanto allenamento. Per questa ragione è importante educare i giovani allo spirito di sacrificio, che può essere trasmesso anche nella vita quotidiana. Un secondo aspetto educativo sta nella cultura dell’incontro con gli altri. Oggi, purtroppo, sembra scomparire l’antica cultura del cortile e della piazza, luoghi all’aperto in cui i bambini praticavano tradizionali giochi di gruppo.

essere delle esperienze comuni da condividere. Questo vale anche per ciò che riguarda i metodi compen-sativi a partire dai quali, grazie ai nostri punti di forza, possiamo arri-vare, tramite un percorso apposito, a raggiungere gli obiettivi previsti”. Un messaggio importante, insom-ma, quello che si vuol dare, messag-gio espresso chiaramente da Fran-cesco: “non bisogna arrendersi mai – conclude – perché, nonostante le molte difficoltà, alla fine i traguardi possono essere raggiunti”.

disturbi. Ciò che più conta, però, è forse prendere coscienza di che cosa significa concretamente vive-re questa condizione, accorgersi di come possano essere complicate operazioni che normalmente si dan-no per scontate: in questa direzione si muove l’incontro intitolato “Rac-contiamo la dislessia” in programma mercoledì 18 aprile alle 20.30 presso l’aula magna della scuola elementa-re “Salvo d’Acquisto” di Orzinuovi. La serata, patrocinata dal Comune e organizzata dall’Associazione geni-tori di Orzinuovi in collaborazione con Centro italiano dislessia, Asso-ciazione italiana dislessia e libre-ria “Libri a Merenda”, è ad ingres-so libero e prevede due interventi sull’argomento. Oltre all’insegnan-te e specialista in materia Elisa Fa-bemoli, è in programma l’interven-to di Francesco Vertua, lo studente che nel libro “Dislessia. Il codice scritto, un’arrampicata a tetti con-tinui” (di cui per fine aprile uscirà la seconda edizione) ha raccontato la propria esperienza alle prese con la dislessia. Proprio lui − 18 anni il prossimo luglio, di Chiari, al quarto anno del liceo sportivo − fa capire l’importanza della serata: “incontri come questo – afferma – sono mol-to utili per confrontarsi e togliere dubbi relativi a questa tematica. Fi-

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l Piano di zona 2012-2014 − strumento programmatico de-gli interventi sociali condivisi dagli 11 Comuni del Distretto Oglio Ovest − è stato approva-

to, nonostante le gravose difficoltà economiche tipiche di questo pe-riodo. Il Piano intende indirizzare-definire le priorità sociali favoren-do l’integrazione tra enti, Asl e terzo settore, si presenta come prodotto finale del più ampio lavoro di con-fronto e condivisione tra i soggetti coinvolti (mediante la convocazio-ne delle assemblee dei sindaci e dei vari tavoli tematici) e prevede quat-tro punti strategici e trasversali alle diverse aree d’intervento: sostegno alla domiciliarità, politiche attive per il lavoro, housing sociale e di-sagio grave, politiche per i giovani/famiglia. Nonostante l’impegno se-rio e compatto dei componenti del Tavolo di programmazione zonale presieduto dal primo cittadino di Coccaglio Franco Claretti, la ridu-zione sostanziale delle risorse del fondo nazionale Politiche sociali (da 389.901 euro nel 2011 a 189.878 euro nel 2012) e del Fondo non au-tosufficienza (azzerato rispetto ai 317.146 euro del 2011) ha costret-to le istituzioni a intraprendere un approccio culturale-sociale diverso nella fase di progettazione del Piano, con una massima attenzione sui rea-li bisogni e nell’intento “di fare rete”,

futuro”. Il 2 aprile Claretti ha inviato una lettera a Roberto Formigoni, per evidenziare come “oggi i Comuni si trovino a fare i conti con grosse diffi-coltà di bilancio, tagli dei fondi e una legge (la numero 39 del 14 febbraio 2012), che impone che i familiari degli assistiti siano esentati dalla compartecipazione alle spese, sen-za valutazioni”. “Da sempre i Comu-ni sostengono gli interventi sociali per garantire il diritto d’assistenza ai cittadini – ha aggiunto Claretti – specialmente agli utenti di famiglie non in grado di sostenerne le spe-se. La nuova legge non fa altro che mettere in discussione l’uguaglianza sociale, che merita invece di essere perseguita con decisione, così ab-biamo dimostrato di voler fare con questo Piano e le sue azioni priori-tarie”. Tra esse: il mantenimento in ogni Comune dei servizi domiciliari per disabili e anziani, il sostegno al-le famiglie dei disabili per favorire la frequenza ai servizi diurni, la spe-rimentazione di servizi per disabili più leggeri e meno costosi, il soste-gno nei percorsi lavorativi per sog-getti fragili e quello alle famiglie con forte disagio economico-abitativo, il potenziamento delle azioni di orien-tamento scolastico/lavorativo per i giovani, l’incentivare i giovani verso le esperienze di scambio all’estero e la promozione dell’affido e delle azioni di tutela minorile.

Prende il via martedì 17 aprile a Chiari, lo stage teorico-pratico di musica liturgica dal titolo “Il canto del Divino”. Organizzato dalla civica scuola di musica “Città di Chiari”, in collaborazione con l’Usci, Unione società corali italiane di Brescia, il corso, 35 euro il costo, si articola in cinque incontri che si terranno presso la sede della Civica in via Rota 27 alle 20.30 e saranno coordinati dal maestro Emiliano Facchinetti. L’iniziativa, aperta a tutti, è

rivolta a maestri di coro, solisti parrocchiali, animatoriliturgici, catechisti, sacerdoti e insegnanti Irc. “Si tratta di un corso innovativo, di altissimo interesse culturale che speriamo possa suscitare la curiosità di molti” ha dichiarato il dr. Andrea Puma, presidente della civica scuola di musica, ricordando come in ogni secolo e cultura i cristiani hanno sempre voluto cantare la loro fede esprimendo la bellezza del Vangelo con

melodie e canti, citando come esempi, il “Canto del mare” dell’Esodo, interpretazione di un episodio epico come il passaggio del Mar Rosso del popolo ebraico e considerato uno dei maggiori esempi di musica sacra cristiana, e il Magnificat, nel quale Maria, loda e ringrazia Dio. La civica scuola di musica di Chiari, che da gennaio 2012 ha iniziato una nuova fase di rilancio intesa a dare nuova linfa e vigore all’associazione, ha scelto come

partner per affrontare un corso così impegnativo dal punto di vista culturale, l’Usci di Brescia in virtù della sua ventennale esperienza nell’organizzazione di corsi didattici, seminari di studio, rassegne e concerti in ambito provinciale con enti pubblici e privati, associazioni culturali, artistiche e religiose. Per aderire allo stage, presentarsi in via Rota 27 a Chiari, tutti i pomeriggi feriali dalle 14 alle 19. Per informazioni, 3484021755. (c.m.)

condividendo competenze e risorse per innescare “un processo d’inno-vazione capace di rendere il welfare locale il più possibile sostenibile nel

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A Montichiari, dal prossimo mese di maggio, partirà l’attività fornita dallo sportello gestito dall’Istituto per la mediazione e la conciliazione, il cui obiettivo sarà fornire la più ampia informazione possibile ai cittadini riguardo alla mediazione. Tale istituto consiste, appunto, nell’attività svolta da un terzo imparziale (il mediatore) che si pone come unico fine quello di facilitare l’individuazione di una soluzione concordata

di una controversia ovvero di aiutare le parti a giungere alla cosiddetta conciliazione. Essa è obbligatoria in materia di condominio, contratti assicurativi, bancari e finanziari, comodati, ma anche divisioni ereditarie, contratti locazione e di affitto, patti di famiglia, successioni e risarcimento danni da circolazione stradale e controversie tributarie, mentre è facoltativa per qualsiasi altra questione di diritto civile e

commerciale. La mediazione risulta, inoltre, particolarmente auspicabile e vantaggiosa per le questioni relative alla separazione ed al divorzio affinché i coniugi raggiungano, in prima persona, accordi che tengano conto dei cambiamenti coinvolgenti tutta la famiglia. Lo sportello, ubicato al piano terra del Municipio (di fianco al centralino) sarà attivo il 1° e 3 ° martedì di ogni mese dalle 10 alle 12,30; numero di telefono 030/9656256. (f.m.)

anta Lucia, Babbo Natale, la Befana hanno perduto un riferimento. In via XX settembre a Manerbio è stata tolta la buca delle let-

tere che i bimbi spedivano loro per le “vie del cielo”. Il negozio dei “Cigulì” ha chiuso i battenti ultimo in ordine di tempo a spegnere la vetrina in cen-tro al paese. Annuncia la decisione il semplice messaggio, certamente sof-ferto, delle sorelle Giusi e Rita Bai-guera che per decenni – proseguendo un’attività quasi secolare di famiglia – hanno procurato i giocattoli per i bambini: bambole eleganti, pupazzi di pezza, carrettini di legno ed altri trastulli di tradizione antica molti dei quali rimasti nei ricordi con l’avvento dell’elettronica. Hanno salutato i loro clienti con uno scritto incorniciato ed esposto: “ arrivato il momento dei saluti, del congedo che non può che portare con sé un grande sentimento di rammarico nel cuore. Dopo anni di attività, il nostro negozio vi salu-ta con immenso affetto e vi ringrazia per la continua fiducia e stima dimo-strataci in tutti questi anni. Abbiamo camminato al vostro fianco, abbiamo collaborato e grazie a voi siamo cre-sciuti cercando di ottenere risulta-ti migliori. Ci auguriamo che questi stessi sentimenti di vicinanza siano da voi corrisposti perché, cari clienti, la vostra cura e la realizzazione delle vostre aspettative sono sempre stati

il nostro principale obiettivo, mentre il sorriso e la gioia dei vostri bimbi sono stati il nostro risultato più bello ed appagante. Che altro resta da fare? Solo rinnovare il nostro grazie infinito per tutto, ma soprattutto raccogliere e portare con noi i bellissimi ricordi che hanno costellato il nostro lavoro

durante tutti gli anni di apertura ed operatività del nostro negozio. Un abbraccio grande”. Giusi e Rita era-no diventate titolari del negozio di giocattoli avviato nel secolo scorso da nonno Giuseppe che aveva affian-cato l’attività al laboratorio di sellaio nel quale si realizzavano finimenti per bardare i cavalli da sella o attaccare gli animali da tiro alle carrozze od ai carri da trasporto. Il mestiere nel do-poguerra degli anni Quaranta passò al figlio Lorenzo soprannominato “Lè-gor” per la vivacità e la passione con le quali seguiva l’attività paterna. As-siduo dell’oratorio San Filippo Neri, “Legor” , fu coinvolto dai fratelli Gian-maria e Francesco Saldi nella squadra che contribuì a costituire. Era la Vir-tus che debuttò sul campo di via San Martino per trasferirsi nel succedere degli eventi allo stadio attuale costru-ito dalla Marzotto. Per anni Lorenzo Baiguera s’era assunto i compiti più diversi nella squadra dai colori bianco verde, dal tenere in ordine la segnale-tica del rettangolo di gioco, al bucato delle divise e alla riparazione del ruvi-do pallone ai suoi tempi in cuoio du-ro e resistente con la camera d’aria in lattice sul quale interveniva per ogni necessità di ripristino. Morto Lorenzo il negozio è stata ereditato dalle figlie che dopo decenni hanno deciso di ab-bandonare un’attività ormai diventata non più redditizia per il sostegno di una famiglia.

Sabato 14 aprile sono previste due tappe per celebrare il centenario dell’ordinazione sacerdotale del giovane Primo Mazzolari, avvenuta il 25 agosto 1912: il Convegno (dalle 9.30 alle 17.30) alla presenza del vescovo Monari nella biblioteca comunale (il convegno è presieduto dal prof. Giorgio Campanini, membro del Comitato scientifico della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo) e la cantata sacra “La più bella avventura” nella parrocchiale di San Lorenzo.

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on è vero niente o quasi. Il luogo comune circa lo spopolamento dell’Alta Valle Camonica è un fe-nomeno che può dirsi

concluso. Se ciò, infatti, può aver ri-guardato i decenni trascorsi, nell’ulti-mo le cose sono andate diversamente. I dati Istat 2002-2011 parlano chiaro: in 10 anni da Sellero fino a Ponte di Legno il numero degli abitanti è ri-masto stabile. Anzi, a voler essere pi-gnoli, si è registrato un aumento del-lo 0,04%, passando da 23.922 a 23.931 abitanti nel complesso dei 16 Comuni dell’Alta Valle. Il flussi migratorio di stranieri è stato sufficiente ad inver-tire la tendenza legata al saldo natura-le e alle numerose partenze di giovani verso mercati del lavoro più agevoli e remunerativi. Tuttavia, se il dato complessivo tranquillizza, quello che riguarda i singoli Comuni va guardato con attenzione. Infatti una cosa sono i paesi di fondovalle, un’altra quelli di costa o comunque più periferici. In quest’ultimo caso lo spopolamento continua e in alcuni casi si acuisce in maniera significativa, come ben san-no gli amministratori pubblici. Spic-ca in particolare la situazione che ri-guarda l’area della Valsaviore, che ol-tre ai Comuni di Saviore e Cevo può essere allargata fino a comprendere anche Berzo-Demo. Ebbene a Savio-re si registra in termini assoluti il ca-lo più drastico di tutta la Provincia di

a 1744 (-5,4%). In totale una diminu-zione di 341 persone. Nei due Comuni limitrofi di fondovalle si registra il leg-gerissimo dimagrimento di Cedegolo (oggi conta 1257 abitanti con un calo decennale di quattro unità), mentre Sellero è 1502 (+1,8%) residenti. Me-desimo trend per l’ormai sparuto e pe-riferico Paisco-Loveno (198 abitanti, calo di 54 unità pari al 21,4% cioè il dato peggiore in termini percentua-li) e Malonno che conta 3346 anime (+0,8%). E risalendo sul fondovalle andrebbero analogamente ricorda-ti Sonico (oggi 1281 abitanti +6,1%), Edolo (4577 +6,4%) e Corteno Golgi (2039 +2,3%). Più complessa la situa-zione verso il Tonale, perché cala un po’ a sorpresa Ponte di Legno (oggi 1778 cittadini -4,7% rispetto al 2002), che pure è sul fondovalle come Incu-dine (403 -10,4%), come calano Vione (722 -4,2%) e Monno (568 - 2,4%). Po-sitivo l’andamento invece per Temù (1091 abitanti con un +7,8%) e Vezza d’Oglio (1483 +4,1%). Appare chiaro che nei Comuni più piccoli e perife-rici è in atto una lotta per evitare il graduale inesorabile peggioramento dei servizi alla persona: scuola, farma-cia, posta, sportello bancario, piccola distribuzione e pure servizio religio-so costituiscono baluardi che spesso sono già andati perduti, spingendo le poche nuove giovani famiglie a tro-vare sistemazioni migliori altrove, limitando l’endemico pendolarismo.

Ha cessato di battere il cuore di artista della camuna Franca Ghitti. Nel volume “Chiodi”, Fausto Lorenzi ha scritto: “Ghitti è risalita a memorie lontane alla ricerca dell’origine dei suoi gesti attuali, a quando suo padre – era appena finita la Seconda guerra mondiale – introdusse nella sua grande segheria la lavorazione delle cassette da imballaggio”. Spiega Franca: “Questo tipo di lavorazione, che richiedeva chiodi di ogni dimensione, sarebbe trapassato

nella mia scultura, in cui l’uso e la forma del chiodo sono essenziali”. Franca Ghitti nasce ad Erbanno, frazione di Darfo Boario Terme, studia all’Accademia di Brera, si specializza a Parigi e con Oskar Kokoschka, a Salisburgo, apprende l’incisione. Negli anni Sessanta realizza le prime sculture in legno. Recupera legni usurati, avanzi di segheria, chiodi. Nel 1967 realizza un ciclo di affreschi a Breno: mappe di campi, recinti, ovili, processioni di penitenti, cortei rogazionali.

Dal’69 al ’71 lavora in Kenya, ove crea grandi vetrate d’una chiesa a Nairobi. Rientrata in Italia lavora legno e ferro, rivisitando linguaggi emarginati. Dal 1972 al 1976 lavora alle vetrate della chiesa di Costa Volpino. Sue importanti mostre a: Mantova, Torino, Milano, Roma Heidelberg, Monaco di Baviera, Brescia, Vienna, New York. Fitto è il dialogo con architetti e progettisti che trovano nei suoi lavori momenti di incontro e di confronto per una riflessione viva sullo spazio come

“luogo di appartenenza”. Inizia il ciclo “Cancelli d’Europa”. Nel 2003 presenta “Maps-Mapping” sculture e installazioni a New York. Nel 2007 la mostra “Percorsi”. Nel 2008 propone “Pagine chiodate”, opere inedite realizzate con carta, cartone e chiodi. Negli ultimi anni la sfida diviene di affrontare le tecnologie, i linguaggi seriali, restituendo ad essi un ritmo di elementi esistenziali in sequenze stratificate di stampi e scarti di lavorazione del legno e del ferro. (e.g.)

Brescia: da 1158 si è passati a 1006 abitanti, con una perdita di 152 resi-denti pari al 13,1%. A Cevo da 1025 a 936 (-8,7%) e a Berzo-Demo da 1844

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inalmente si risolve l’an-nosa questione dello sta-dio “Tassara” di Breno. Dalla Regione Lombar-dia sono in arrivo i fon-

di per la sistemazione delle tribune, crollate sette anni fa. Il campo spor-tivo, intitolato alla famiglia Tassara (legata alla ferriera omonima) era inagibile (almeno per una parte) dall’aprile 2005, da quando cioè una frana provocò il crollo delle tribune. Una spiacevole vicenda protratta-si forse troppo a lungo. Il sindaco Sandro Farisoglio ha dato in questi giorni il felice annuncio. Si tratta di un progetto da 950mila euro, che comprende diversi interventi. Alle casse comunali (e quindi ai brene-si) l’operazione non costerà nulla (o quasi). L’assessorato regionale allo Sport coprirà gli interessi sul mutuo ventennale che il Comune accende-rà presso il Credito sportivo (sono circa 530mila euro); mentre la quo-ta capitale del mutuo verrà ripaga-ta dall’impianto fotovoltaico da 200 khilowatt che verrà installato sulla pensilina della pista di atletica. Si tratta di un intervento messo a pun-to per risolvere il problema di uno degli stadi più belli della Valle, non solo per la sua lunga storia, ma an-che per la presenza nell’impianto di una pista d’atletica di tutto rispetto, per la qualità delle attrezzature e per la posizione. Il più importante inter-

no rifatte e rimesse a norma. Nella parte sottostante verranno comple-tati gli spogliatoi (oggi esiste solo lo scheletro dell’immobile) con tutti i locali necessari per giocatori, arbitri e tecnici vari. Di fronte alla parziale copertura della pista di atletica, per un tratto di circa 100 metri, verrà costruita una pensilina, sormontata dai pannelli solari. Completa il pro-getto la sistemazione della palazzi-na accessoria, oggi sede dell’Unio-ne sportiva Breno, che ha bisogno di intervento di riqualificazione e di rifacimento di tutta l’impiantisti-ca. “È un altro punto fondamentale del programma amministrativo che trova soluzione – afferma il sinda-co Farisoglio –, un progetto cui in passato nessuno sembrava esser ri-uscito a porre rimedio. La cosa più importante è che, in questo periodo di estrema difficoltà, l’impegno non graverà sulle finanze municipali. Il ringraziamento va all’assessore re-gionale allo Sport, Monica Rizzi, che si è interessata alla questione e a tut-to lo staff della Direzione generale sport e giovani del Pirellone, che ha capito l’importanza di risolvere l’an-noso problema”. Adesso il Comu-ne apre la fase della progettazione definitiva e dell’appalto. Dovranno però essere accelerati i tempi per la presentazione dei documenti per l’impianto fotovoltaico, per accede-re agli incentivi.

Domenica 15 aprile, festa della Divina Misericordia, sarà inaugurato uno spazio dedicato ai bimbi non nati nel cimitero comunale di Rogno. Si partirà in processione, pregando il Santo Rosario, dalla parrocchiale di Rogno, dedicata a Santo Stefano protomartire, alle 16 per giungere all’aiuola riservata ai bimbi non nati. Lì è stato piantato un ulivo e posto un masso in cui è stata ricavata una nicchia e alloggiata una mano che ha nel palmo un bimbo che dorme. L’olivo

simboleggia la pace nel mondo per riecheggiare le parole che la Beata Teresa di Calcutta pronunciò al ricevimento del Nobel per la pace: “L’aborto è il più grande nemico della pace, perché se una madre può uccidere il figlio, ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita e più facilmente possono uccidersi a vicenda”. La mano è la mano di Dio che si prende cura per l’eternità di questi nostri fratellini/sorelline che non sono nati sia per

cause naturali, sia perché uccisi dall’aborto procurato. Li affidiamo alla Divina Misericordia con la speranza che tali bimbi siano come piccoli angeli attorno al trono di Dio. Non possiamo dimenticare che proprio nella “carne” di ogni uomo Cristo continua a rivelarsi e a entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell’uomo, nelle sue diverse forme, è rifiuto di Cristo. Che possiamo fare noi, fragili creature? Ecco la magistrale risposta dell’Evangelium vitae: “È

urgente una grande preghiera per la vita, che attraversi il mondo intero. [...] Gesù stesso ci ha mostrato col suo esempio che preghiera e digiuno sono le armi principali e più efficaci contro le forze del male e ha insegnato ai suoi discepoli che alcuni demoni non si scacciano se non in questo modo. Ritroviamo l’umiltà e il coraggio di pregare e digiunare”. Un ringraziamento va all’amministrazione comunale per lo spazio concesso. (Andrea Mondinelli)

vento sarà effettuato sulle tribune e sugli spogliatoi. Verrà rimosso lo smottamento che aveva fatto crol-lare le tribune; queste ultime saran-

A Spiazzi di Gromo, tra le Alpi Orobie, dell’alta Val Seriana, nella rigogliosa foresta di abeti bianchi e rossi, si snoda il “Parco sospeso nel bosco”, il divertente ed istruttivo per corso che, attraverso le piattaforme ab-braccianti i fusti degli alberi e i 123 diversi giochi aerei che le collegano, nei 9 percorsi, permette a chiunque si cimenti, di vivere una giornata a diretto con tatto con il bosco, tra le fronde degli alberi, utilizzando corde, ponti, liane, reti e sceglien do i percorsi in base alle proprie capacità ed esigenze. I percorsi sono differen-ziati per grado di difficoltà con colorazioni diverse, a partire dal “baby azzurro” ampliato per i piccolissimi, il “giallo” per bambini e ragazzi dotati di minime abi-lità e preparazione, il “giallo-verde”, per un discreto grado di abilità, il “ giallo-rosso”- “giallo blu”, per un’abilità media. Con buone abilità e preparazione, si può affrontare il percorso “verde”; se l’abilità è più che buona il “rosso” è, per chi possiede preparazione atleti-ca, il percorso “blu”. Naturalmente al progredire delle difficoltà corrisponde l’elevamento in altezza, verso le

cime degli alberi, là dove osano solo gli scoiattoli! Per affrontare questa indimenticabile esperienza si partirà con un “Percorso prova” durante il quale gli istruttori illustreranno l’utilizzo delle indicazioni cartellonistiche e dell’attrezzatura messa a disposizione per avviare il nostro “barone rampante” ai percorsi. Successivamen-te il personale specializzato seguirà da terra, pronto ad intervenire per consigliare e controllare affinché tutto si svolga nella massima sicurezza. É in allestimento il Per-corso Nero, abilità e preparazione ad altissimo livello. Fruibili, all’interno del Parco Sospeso: il campo di tiro con l’arco, il persorso Parkour, la palestra di arrampica-ta sportivae il bikepark.Raggiungerci è facile: da Bergamo si prende per la Val Seriana, che percorsa nella sua lunghezza, ci porterà fino allo storico borgo medioevale di Gromo. Ai piedi della rocca del castello, si svolta a destra per Spiazzi di Gromo fino a raggiungere il grande piazzale del par-cheggio dell’Hotel Spiazzi. Qui lasciata l’automobile, si raggiunge il parco a piedi, a 20 metri di distanza.

0346-44648

www.scuolainmontagna.it

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ssendo stato il luogo formativo iniziale per molti religiosi della Pro-vincia, Adro rappresen-ta la prima casa, la casa

del cuore. Non solo: l’amore alla Madonna della Neve ha dato for-ma all’iniziale chiamata alla vita carmelitana. Il suo sguardo ha so-stenuto gli entusiasmi e ha pro-tetto nella difficoltà e nel pericolo quanti si sono accostati. Sabato 21 aprile ci sarà una solenne celebra-zione per festeggiare i 100 anni di una presenza: sono invitati tutti i religiosi, gli ex collegiali (il Geac) e gli ex alunni.Nello specifico il programma pre-vede alle ore 10.45 la Santa Messa (nel piazzale) presieduta da padre Gianni Bracchi (provinciale); alle 12.30 il rinfresco per tutti i con-venuti, alle 13 il pranzo (riserva-to agli invitati) e alle 15 l’apertura della mostra e riflessione storica con padre Rodolfo Girardello e

“Inizia con un primo grande successo l’alleanza tra Franciacorta e Slow food Italia. L’eccellenza del made in Italy trova nuova conferma ed espressione nell’accordo siglato tra le nostre due realtà per il 2012, che ci ha visti insieme nel primo incontro dell’Alleanza tra i cuochi e produttori dei presìdi Slow Food e che ci porterà durante l’anno ad essere presenti nelle più significative manifestazioni dedicate al cibo e all’agroalimentare di qualità”. Con queste parole Maurizio

Zanella (nella foto), presidente del Consorzio Franciacorta, annuncia la partnership che, per il 2012, vedrà Franciacorta a fianco di Slow Food Italia, nei principali eventi quali il Salone del gusto durante iniziative studiate ad hoc, come le Cene dell’Alleanza, nei quali buon gusto e tipicità saranno protagonisti esclusivi in diverse tra le più significative realtà enogastronomiche italiane. Il progetto di Slow Food “Alleanza tra i cuochi e presìdi Slow Food”

riunisce da tre anni una rete solidale composta da oltre 200 presìdi italiani e 290 cuochi del nostro Paese. I cuochi dell’Alleanza e i produttori dei presìdi Slow Food si sono confrontati sui temi che riguardano il loro quotidiano: dai canali distributivi alle modalità di approvvigionamento, dal ruolo della ristorazione per lo sviluppo dell’agricoltura di prossimità alla valorizzazione della biodiversità che ci circonda. Uno scambio di esperienze tra gli oltre 300

cuochi e produttori che si è svolto in un’atmosfera di entusiasmo e convivialità, arricchita dalla presenza del Franciacorta, che accompagna dal suo inizio il progetto di Slow Food. “In perfetta sintonia con i principi che guidano le azioni di Slow Food – conclude Maurizio Zanella – il Franciacorta si propone quale pura espressione di un territorio, di una storia e di chi produce con impegno e passione un vino autentico che racconta, con eleganza, la qualità assoluta”.

con padre Giuseppe Furioni. La giornata sarà allietata dalla pre-senza della fanfara dei bersaglie-ri di Palazzolo. Saranno in 500 e giungeranno ad Adro non solo dalla provincia di Brescia, ma an-che da Verona, Padova, Treviso e Venezia: gli ex-alunni delle scuole dei Carmelitani Scalzi, dal 1967, e quindi da ben 45 anni, riuniti nell’associazione Geac Amicizia (Geac sta per gruppo ex alunni car-melitani), si daranno appuntamen-to nello storico santuario adrense sabato 21 aprile per condividere la gioia di festeggiare insieme i 100 anni di presenza dei frati alla Ma-donna della Neve di Adro. Festa nella festa, l’incontro generale del Geac vivacizza cosi le celebrazio-ni per l’ambito anniversario con una serie di iniziative, prima fra le quali la pubblicazione del vo-lumetto: “1912-2012: 100 anni ben portati” , nel quale è raccolta la storia dell’Associazione nata per tenere in contatto i “ragazzi” per lo più dai 10 ai 12 anni di età, che una cinquantina di anni fa erano

reclutati a frotte nei collegi carme-litani per coltivare la vocazione al sacerdozio e alla vita carmelitana. Chiamati, a quel tempo “i fratini di Santa Teresa” (patrona dei carme-litani) o “apostolini” oggi gli ex alunni soci del Geac sono per lo più padri di famiglia, che nel cor-so degli anni grazie alla fervida at-tività del Geac e del suo dinamico presidente padre Andrea Panont, hanno mantenuto vivo il dialogo umano-cristiano riunendosi ogni anno come sarà sabato 21 aprile.La giornata si aprirà alle 9.30 con l’incontro di benvenuto propizio allo scambio dei saluti, alla pre-sentazione del programma delle celebrazioni e alla consegna della pubblicazione del centenario. In-serita dunque nell’ambito dei fe-steggiamenti per i 100 anni di at-tività dei Carmelitani ad Adro al-la giornata parteciperanno anche tutti i religiosi.Per informazioni si può consultare il sito www.geacamicizia.it. Per le adesioni email [email protected] o [email protected].

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All’insegna di una marcata frammentazione, una fitta serie di ben 11 liste e una corposa pattuglia di candidati, cinque alla carico di sindaco a meno di un mese dalla chiamata alle urne per l’elezione dei 16 seggi di consigliere comunale e del primo cittadino di Palazzolo si apprestano ad una campagna elettorale che si prospetta intensa e battagliera, considerata l’esperienza di molti e la voglia di mettersi in gioco mostrata

dai più giovani, scesi in campo per amministrare la propria città. Esclusa l’Italia dei Valori, che poteva essere la 12ª lista in campo. Il mancato raggiungimento delle firme necessarie per il deposito della lista ha fatto slittare il progetto della candidatura a sindaco di Sara De Vecchi, nonostante i gazebo al mercato e in piazza. Nei commenti delle forze politiche protagoniste della campagna elettorale prevalgono

gli argomenti di carattere locale e risuonano lontani gli echi delle diatribe e del dibattito che si svolge a livello regionale e nazionale. C’è anche da rilevare positivamente che i toni del confronti sono pacati e improntati, almeno fino ad oggi, ad un clima di serenità e di civiltà, pur con qualche lieve distinguo, specialmente rilevato negli interventi che appaiono sul blog locale organizzato da Qui Palazzolo. Ma certamente

anche a Palazzolo il quadro politico che uscirà dalle elezioni di maggio, sarà interessato da cambiamenti significativi. Ecco i candidati: Selina Grasso (Palazzolo cambia con noi, Lista + Palazzolo); Tarcisio Rubagotti (Pdl, Udc, Impegno Civica Palazzolo); Alessandro Sala (Sala Sindaco, Lega Nord); Angelo Scaratti (Movimento Cinque Stelle); Gabriele Zanni (Partito democratico; Palazzolo Città in testa; San Pancrazio con Zanni).

lla ricerca di nuove ri-sorse per assistenza e sicurezza. Due confe-renze stampa del com-missario e sub-com-

missario prefettizio per dimostra-re come per i Comuni dell’Ovest bresciano, pur in presenza di tagli e restrizioni nell’assegnazione dei fondi da parte di Stato e Regioni, non viene meno l’impegno per il settore sociale e per quello della prevenzione e sicurezza. Il Distret-to Monte Orfano (Adro, Capriolo, Cologne, Pontoglio, Erbusco, Pa-lazzolo) chiamato per legge regio-nale ad operare insieme nei servizi sociali, aprirà tavoli di lavoro con associazioni di volontariato, par-rocchie, scuole, privati per stende-re progetti condivisi e trovare stra-tegie di reperimento fondi. A cau-sa della riduzione dei trasferimenti statali e regionali, si rischia infatti di vanificare il Piano triennale va-rato dai Comuni per definire e dare risposte incisive ai reali bisogni del-la comunità. Sono esclusi dai tagli gli incontri protetti per i minori al-lontanati dalle famiglie con provve-dimenti del Tribunale che saranno affidati, come di consueto, alle Suo-re Poverelle di Capriolo e i sostegni dell’Asl alle famiglie con malati di demenza senile. Ad oggi la casa di accoglienza di Capriolo, dell’Istitu-to Palazzolo delle Suore delle Pove-

relle ospita diverse realtà educative di carattere residenziale e servizi di accompagnamento e di crescita per il minore o per l’adulto. Ognuna di esse offre accoglienza a un target diverso di utenza e può rispondere a diversi tipi di progetto educativo, proprio per essere in grado di ri-

spondere con specifica attenzione e professionalità a bisogni diversi in relazione all’età dell’ospite, alle problematiche espresse e al tipo di progetto necessario. Salvi dai tagli anche i bonus gas e affitto, coper-ti da stanziamenti municipali. Per quanto riguarda la sicurezza e la prevenzione, dopo la positiva espe-rienza dell’anno scorso, i Comuni di Palazzolo, Cologne e Coccaglio so-no tornati a siglare un accordo per coordinare una serie di pattuglia-menti notturni mirati al contrasto dell’illegalità diffusa e alle cosiddet-te stragi del sabato sera. La sinergia fra gli organici dei tre comandi del-le Polizie locali, consentirà di avere a disposizione 26 agenti al servizio di un’area omogenea. Un piccolo esercito in grado di garantire flessi-bilità e incisività nei controlli. Il va-lore aggiunto è rappresentato dalla strumentazione e dall’unità cinofila dei vigili di Palazzolo, Comune ca-pofila del progetto. A margine della presentazione del patto, il coman-dante della Polizia locale di Palaz-zolo Emilio Masucci ha illustrato un progetto innovativo sul fronte della videosorveglianza. Si tratta di una rete di telecamere di ultima generazione dotate di scanner e ocr per leggere e trasmettere alle forze dell’ordine le targhe dei veicoli in transito sulle vie di accesso all’area industriale del paese.

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irca 240 mq arredati e pronti per ampio bar e mo-derno negozio con grande terrazza per godersi sole e vista su monti e vallata in

pace; sovrasta un appartamento di 120 mq a disposizione: il tutto a 300 euro mensili per la parte commercia-le e 200 euro mensili per l’abitazione, fornita di tutti i servizi necessari con metano. È questa l’occasione a Irma da valutare con attenzione da chi, coppia o altro, ama la vita fuori da rit-mi ossessivi. Tra l’altro il complesso è in posizione ottimale, all’entrata del paese, sulla provinciale con affianca-to il Comune luogo di passaggio per le diverse necessità dei cittadini e Cen-tro civico con una grande sala, biblio-teca e spazio giochi per i più piccoli. Si aggiunge un fatto: l’anziano per le sue modeste esigenze gradisce il negozio vicino dove può giorno per giorno ac-quistare fresco quello che gli serve. Inoltre bar e punto vendita operano in regime di “monopolio”: sono i so-li nel centro del più piccolo Comune della Provincia, 150 abitanti che nella buona stagione raddoppiano e vede buon movimento di passaggio anche per la vicina Casa dell’Alpino con la colonia estiva. Il tutto, ricordiamo, era stato inaugurato a novembre 2005 quando si festeggiò insieme la fornitu-ra al paese del gas metano realizzata dell’allora Sinergia spa (Asm). L’am-ministrazione, con l’aiuto di Comunità

stato chiuso l’unico emporio, quello dei Calcari, dove si trovava dal pa-ne alle sigarette, ai bolli e poco dopo aveva tirato giù la saracinesca anche l’ultimo bar davanti alla falegnameria dei Cotelli. L’investimento pubblico aveva dato i suoi frutti: nuove nasci-te dopo quasi 15 anni, due anche lo scorso anno. Il bando per il gestore allora era stato positivo: tutto era fi-lato liscio fino a fine settembre 2010, quando il gerente se n’era andato per motivi non legati all’esercizio dell’at-tività. Era stato fatto un nuovo bando, poi rinnovato a inizio 2011 senza esito. Ora l’amministrazione ha approvato e pubblicato un nuovo bando per l’atti-vità commerciale a prezzo base d’asta di 300 euro dimezzato rispetto ai 600 del 2011. Per l’appartamento è previ-sto un normale contratto di affitto. Chiede agli interessati i requisiti per l’esercizio commerciale nello speci-fico settore (iscrizione al Rec, aver esercitato per almeno due anni anche non continuativi l’attività di vendita di prodotti alimentari, ecc.). Il soggetto, persona fisica o giuridica, che parteci-pa al bando deve possedere i requisiti per gestire entrambi gli esercizi (bar-bottega) non essendo ammessa una gestione separata. Il contratto preve-de una durata di sei anni. Il termine per presentare le offerte è il 17 aprile alle 12. Moduli necessari e informazio-ni al Comune di Irma (030/9220157) e sul sito www.comune.irma.bs.it

12 articoli per regolamentare la questione sicurezza. Questo è quanto contenuto nel “Patto per la sicurezza” siglato dal prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace (nella foto) con i Comuni di Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Lumezzane e Gardone (ente capofila). Un protocollo che coinvolge territori con esigenze simili e al quale hanno preso parte anche Comunità montana, Questura, Guardia di finanza, Forestale, comando provinciale dei Carabinieri e la

Provincia stessa. “Con questo patto – ha dichiarato il Prefetto – abbiamo dato avvio a una fondamentale forma di collaborazione tra le forze dell’ordine, che potranno intervenire in maniera più puntuale nei casi relativi ai problemi che riguardano la viabilità, i rischi di tipo ambientale con il supporto del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Brescia, i venditori ambulanti abusivi e il fenomeno dell’immigrazione clandestina, il controllo nei locali pubblici

sull’abuso di alcolici e spaccio di droga”. Un modello di gestione che sostiene anche chi agisce ogni giorno sul territorio con la fornitura di dotazioni tecniche: sono 10mila gli euro messi a disposizione dei cinque Comuni per l’utilizzo di attrezzature in forma di comodato. “Tra le forze dell’ordine – spiegano i primi cittadini – esisteva già una sinergia, ma con questo accordo non possiamo che migliorare in termini qualitativi la presenza su un territorio come quello della

Valtrompia, nel quale le nostre polizie locali si confrontano quotidianamente con grossi problemi legati a una viabilità diventata fonte di stress e pericoli, nonostante i progetti messi in campo dalle varie amministrazioni”. Un “Patto per la sicurezza” che cercherà di rendere più efficiente il lavoro della polizia, in particolar modo per i problemi legati al controllo delle attività commerciali, senza trascurare la sicurezza dei fiumi e la gestione dei rifiuti. (a.a.)

montana e Provincia, aveva realizzato la nuova opera (300mila euro) per ri-dare ai residenti un Centro di aggre-gazione e servizi: da quattro anni era

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bocciata la primavera, sul Garda scocca l’ora degli ormai tradizionali “eventi verdi”. Sono ben tre in un mese, a cavallo

tra aprile e maggio, a testimonian-za della crescente attenzione di pubblico e operatori nei confronti dell’ambiente. Si comincia nella straordinaria cornice della Rocca visconteo-veneta di Lonato che ospita nelle giornate di sabato 14 e domeni-ca 15 la 5ª edizione di “Fiori nella Rocca”, mostra-mercato di piante rare. Il complesso monumenta-le accoglierà importanti vivaisti italiani e stranieri, appassionati coltivatori e ricercatori di essen-ze rare. Nel Quartiere della Roc-chetta sarà dato spazio alle crea-zioni artistiche e dell’artigianato, vasi in terracotta e maiolica fatti a mano, attrezzi da giardino, arredi e complementi per esterni e verrà allestita una libreria con volumi dedicati al mondo del giardino e al giardinaggio. Animali realizzati con le erbe, decorazioni vegetali profumate, sete dipinte, prezio-si ricami a tema floreale, spezie, mieli e marmellate naturali, frutti, scatole e oggetti rivestiti con car-te antiche a tema floreale, torte e biscotti saranno protagonisti nel grande prato antistante la Casa del

Capitano. Da segnalare l’esposizio-ne “Floreali follie”, l’arte del “far di cappello” con i fiori, che avvicine-rà alla scoperta di uno dei simboli della storia dell’uomo, il cappello, ridisegnato in chiave floreale nelle

Fra i Comuni che vanno al voto il 6 e il 7 maggio, troviamo due piccoli Comuni valsabbini, Odolo (nella foto) e Provaglio Val Sabbia. Piccoli Comuni sì, ma non per questo elezioni meno sentite, come dimostra la presenza di ben tre liste per ognuno dei paesi. Per quanto riguarda Odolo, Comune di circa 2.000 abitanti, cerca la conferma per un secondo mandato il sindaco uscente Fausto Cassetti, capolista di AscolTiAmo Odolo. In questa tornata elettorale in lista troviamo

i candidati consigliere Roberto Ughi, Emilia Bacca detta Milly in Pasini, Mariagrazia Bonomini in Ferliga, Giulia Ziletti, Francesco Trapletti e Luca Pasini. Si presenta nuovamente Adriana Vitali che, con la sua lista Patto per Odolo e i candidati consigliere Adele Caini, Christian Pompili, Claudio Roletti, Francesca Serena, Alberto Zambelli e Andrea Zinelli, cerca di ritornare al posto che ha già occupato anni fa. Terza lista in corsa Uniti per Odolo del candidato sindaco

Luigino Caldera e i candidati consiglieri Grazia Benini, Marco Dusi, Andrea Leali, Elisa Pedersoli, Nicola Tolettini e Antonio Tomasi. Presentate tre liste anche nel Comune di Provaglio Val Sabbia, paese che conta circa un migliaio di abitanti. La lista Per Provaglio propone come candidato sindaco il giovane Marco Venturini e come candidati consigliere Davide Baruzzi, Michele Baruzzi, Angiolina Garbelli, Angelo Gussago, Federica Manni e il sindaco uscente Ermano

Pasini. La lista Provaglio che cresce propone come candidato sindaco Tamara Baldassari e candidati consigliere Clara Fiori, Ernesto Baruzzi, Alberto Caini, Dario Dolcini, Giovanni Meschini. Si scontra con queste la terza lista Un cambiamento per Provaglio del candidato sindaco Roberto Bergamini, che si presenta con i candidati consigliere Gionni Baruzzi, Angelo Dolcini, Alessandro Manni, Claudio Manni, Silvano Pezzottini, Giacomino Salice. (n.t.)

zioni editoriali dedicate al mondo del giardino e dei fiori e da confe-renze a tema. Sabato 28 e domenica 29 è imper-dibile la mostra “Il giardino di de-lizia” ospitata nel magnifico scena-rio prospettico di Palazzo Bettoni Cazzago a Bogliaco di Gargnano. Articolata in diversi settori espo-sitivi, perfettamente inseriti nel contesto ambientale del parco, in misurato equilibrio tra natura ed artificio architettonico, la mostra propone piante e fiori che rispon-dono alla tradizione degli antichi giardini, alle nuove tendenze cul-turali, al recupero ed alla diffu-sione di specie rare. Programma completo sul sito www.ilgiardino-didelizia.it.Infine dal 18 al 20 maggio va in scena la 6ª edizione di “Padenghe verde” e come ogni anno il Comu-ne valtenesino si trasforma in un luogo magico. L’asfalto e il selcia-to si coprono d’erba, le strade, le piazze e i vicoli del centro si vesto-no di verde e diventano giardini, le vie lasciano posto a piante, fiori e piccole colline, mentre splendide fontane e suggestivi angoli fiori-ti compaiono dal nulla. Sul sito www.padengheverde.it il program-ma completo con workshop, espo-sizioni e grandi eventi dedicati al mondo del verde.

sue magnifiche creazioni artistiche e le lezioni ‘Un bouquet per la mia casa’, aperte a tutti coloro che vor-ranno cimentarsi nell’arte floreale.A contorno, le visite guidate alla Casa-museo e alla Biblioteca di Ugo Da Como che consentiranno anche di ammirare l’esposizione temporanea ‘Fiori d’arte…’ con creazioni artistiche che recupe-rano la concezione futurista dei fiori di latta.Il programma della manifestazio-ne, disponibile sul sito www.fio-rinellarocca.it, è suggellato dalle presentazioni di nuove realizza-

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a Caritas zonale di Salò, che ha giurisdizione sul territorio dei Comuni da Roè Volciano a Toscolano Maderno, ha presentato il

bilancio delle attività messe in cam-po per fornire supporto e aiuto con-creto ai bisogni di sempre più larghe fasce della comunità. Nel 2011 sono state seguite 230 famiglie, il 25% ita-liane, residenti nella zona. Per alcune i volontari hanno collaborato con le assistenti sociali per approfondire la situazione. Per tutte si è provveduto all’aiuto con la distribuzione di 1.242 pacchi viveri e con 465 interventi di provviste di vestiario. Il reperimento delle derrate alimentari è stato possi-bile grazie alla disponibilità dell’agen-zia statale “Agea”, che fornisce ali-mentari della Comunità europea e a quella del magazzino diocesano “Ot-tavo giorno” situato presso il mercato ortofrutticolo di Brescia. L’iniziativa del “Microcredito” ha consentito di finanziare 16 famiglie per un totale di 38mila euro. A questo proposito i responsabili della Caritas ricordano che sono disponibili dei fondi, per cui sollecitano chi si trovasse in difficoltà per la necessità di contrarre spese di carattere familiare, come l’acquisto di un’automobile usata, di arreda-mento e di prestazioni mediche, a re-carsi presso la sede di via Canottieri. Il finanziamento massimo è di 3.000

euro, da restituire in 36 rate mensili: è indispensabile avere un reddito che dia la possibilità di pagare le rate. A questo scopo la diocesi ha costituito il “Fondo briciole lucenti” col quale interviene sui contributi erogati co-prendone la metà. Il fondo diocesa-no viene incrementato con l’iniziati-

Mercoledì 25 aprile alle ore 20.30 presso la sala del Teatro comunale di Vobarno va in scena il racconto per due voci, pianoforte e tamburo dal titolo “Radio dramma” a cura di Filippo Garlanda e Paola Cannizzaro dell’Associazione di promozione sociale Belcan di Gavardo.Narra la storia di Giuseppe Impastato detto Peppino, assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978 a soli 30 anni. Alla vita di Peppino è dedicato il film

“I cento passi” di Marco Tullio Giordana, con Luigi Lo Cascio nel ruolo di Impastato. Il film è una ricostruzione dell’attività di Peppino, e i “cento passi” che separavano casa sua da quella del boss Tano Badalamenti non sono solo una metafora usata dal regista, ma è effettivamente la distanza presente tra quella che era la casa di Peppino e la casa del boss (il bene è stato confiscato alla mafia e affidato a Giovanni Impastato).

Il gruppo genitori della parrocchia S. Michele arcangelo di Puegnago del Garda organizza un ciclo di incontri rivolto ai genitori. L’obiettivo è di fornire un aiuto nel delicato e difficile “mestiere di genitore” individuando possibili strategie nell’ambito dell’educazione familiare. Si inizia venerdì 13 con il prof. Paolo Ferliga sul ruolo del padre nella crescita dei figli. Si prosegue il venerdì successivo con Ilaria Marchetti

sulle esperienze dei figli di genitori separati e sui gruppi di parola. Nell’ultimo incontro di venerdì 27 tocca a Mariella Bombardieri e a Ennio Pasinetti intervenire sul tema della “resilienza” familiare e sulla possibilità di reggere ai dolori e alle fatiche del vivere in famiglia. Gli incontri iniziano alle 20.30. I primi due si svolgono nei locali dell’oratorio, mentre l’ultimo si tiene nella bella Villa Galniga, poco distante dalla parrocchia.

va chiamata “Supercent”. Grazie alle occasioni organizzate sul territorio, come la “Giornata della carità” presso le parrocchie, la pesca di beneficenza e il Banco libri, ai contributi di enti e a quello dell’associazione “Santa Lu-cia golf” e alle offerte dei parrocchia-ni, che hanno avuto un incremento rispetto al passato, è stato possibile elargire contributi consistenti. Ne hanno beneficiato l’associazione Me-dici senza frontiere, le Chiese dell’Est, il Corno d’Africa, gli Alpini di Salò, diversi monasteri, l’oratorio di Salò e l’associazione Cuore Amico. Prestiti diretti, senza interessi e con restitu-zione mensile, sono stati messi a di-sposizione per necessità inderogabili.

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La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa. (...)

“…Voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere”. Pietro nel giorno di Pentecoste, an-nuncia la risurrezione di Gesù. Lo fa in modo semplice, presentandola come una sorpresa inaspettata, introdotta dalla congiunzione avversativa “ma”. La sorpresa è il tema ricorrente della Scrittura ed è la condizione di chi vi-ve nell’obbedienza a Dio: Abramo è sorpreso quando in tarda età arriverà il figlio della promessa; sarà sorpreso quando Dio gli chiede di sacrificarlo; verrà sorpreso dall’angelo che ferma la sua mano mentre scende per col-pire Isacco. Sorpreso sarà Giacobbe nel ritrovare Giuseppe, il figlio credu-

il peccato come azione sbagliata ci impedisce di concepire pienamente il dono del Risorto: peccato è lonta-nanza da qualcuno che si ama, timore che quello che si ama abbia chiuso il suo rapporto con noi. Non è senso di colpa per un’azione sbagliata ma man-canza verso qualcuno che sappiamo non merita questa azione. La superfi-cialità nel considerare il peccato por-ta forse al senso di colpa, porta alla complicazione psicologica, all’infeli-cità esistenziale. Ma è tutto riferito a noi, parte e si conclude in noi e ha ri-flesso sugli altri. Ma non è il peccato al quale rimedia Dio con la sua pace: questa è data come sicurezza che non noi ma Lui non conta i nostri sbagli, che Lui non si arrende alle nostre in-capacità, soprattutto all’incapacità di tradurre l’amore per Lui nell’amore per gli altri. Paradossalmente è più difficile per noi assolverci che aspet-tare che Dio ci assolva: la nostra na-tura si ribella alle nostre incapacità e ci vorrebbe perfetti, mentre Dio non ha bisogno della nostra perfezione, sa di cosa siamo fatti, chiede e aspetta.

Per noi il peccato, o meglio, l’errore è una sconfitta, per Lui l’occasione per farci crescere; per noi la man-canza è una voragine che inghiotte le nostre capacità, per Lui è occasione per colmare, per ridare senso. Senza la sua pace siamo poveri come chi è lasciato solo a realizzare un progetto infinitamente più grande di lui; con la sua pace abbiamo la certezza che al nostro cammino si accosta Lui, che rialza, conforta, spinge a fare. Questa è l’azione dello Spirito e la certezza data dal Risorto, questa l’impossibile strada di quelli che escono dal cena-colo e non sono più gli stessi perché lo hanno incontrato diverso, nuovo, risorto. Non sanno capire cosa sia quella forza, ma è la pace promessa, il senso più profondo della salvezza che sta nel riconoscere che il suo amore ci supera e continua a farlo, nonostante il nostro bisogno sia quello di toccare la realtà, scontrarci con essa e pro-varci. Chiede di credere senza vede-re a quell’amore che è la consistenza del Risorto. Crede di accettare quello Spirito che è il segno della sua pace.

ace. Non è un caso che il primo dono di Gesù risor-to ai discepoli sia la pace. Le loro tensioni, le paure, l’incertezza a credere era-

no già un motivo sufficiente per por-tare loro qualche conforto. La pace di Cristo però non è solo questo, non è una rassicurazione. È un dono che guarda e proietta sul futuro, indica quello che sarà il cammino dei disce-poli da lì in poi. È il presupposto del mandato. Perché non si può testimo-niare, non si può raggiungere l’angolo più remoto della terra senza aver den-tro il senso della pace di Dio; non si percorre il mondo se non per fare lo stesso dono. Che si traduce nel perdo-no dei peccati e quindi nella certezza che esiste la salvezza e questa è stata portata attraverso Gesù. Pace, Spiri-to e perdono dei peccati sono tre re-altà inscindibili nel dono del Risorto, sono una in rapporto all’altra come segno dell’amore vero di Dio, sono la certezza che a vincere non è la no-stra incapacità di amare ma l’amore di Dio. Il nostro modo di intendere

to morto, vivo e ricco in Egitto. E così di sorpresa in sorpresa arriviamo alla gioia di Maria di Nazareth e alla sor-presa di Giuseppe di fronte all’annun-cio di una nascita inaspettata. Sorpre-sa è il vino nuovo di Cana, “più buono” di quello precedente. Sorprese sono i miracoli operati da Gesù che inne-stano novità di vita su di un corpo e su di una vita segnata dal male. I Giu-dei vedendo il pianto di Gesù davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro sono sorpresi a tal punto da dire “Guarda quanto l’amava!” Sorprendente per il fariseo Simone è che Gesù si lasci baciare, lavare e profumare i piedi da una peccatrice e sorprendente è Ge-sù nel suo rapporto con la Legge e il sabato, interpretati a partire dall’uo-mo e dall’amore. Sorpreso è Pilato di

fronte al silenzio di Gesù. Sorpreso il Centurione al Calvario e per lui la sorpresa sarà l’inizio della fede. Sor-prese le donne al sepolcro nel vedere la pietra già rotolata via. Maddalena verrà sorpresa più tardi dalla voce del Maestro. Sorpresi i due discepoli quando nella casa riconoscono il Ma-estro dallo spezzare il pane. Sorpreso è Pietro nel dialogo con Gesù Risorto che gli chiede con insistenza “Mi ami tu?”. Sorpreso dalla Luce è Saulo sulla via di Damasco. La vita senza Risorto è vita senza sorprese e si riduce a de-stino. La morte rimane l’ultima paro-la e il vivere è solo tempo che sfugge dalle dita. La resurrezione di Cristo non è solo promessa per l’uomo di vita eterna, ma possibilità di sorprese nella vita presente.

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l percorso di Toniolo si presenta come una sottile trama di diver-se scelte vocazionali: la sua vita interiore, in primo luogo, così come appare nel suo diario, è

una continua ricerca della “volontà di Dio”, che si avvale, insieme alle forme tradizionali di raccoglimento e di meditazione, di una buona guida spirituale. Scriverà così nel novem-bre del 1890, pregando il Sacro Cuo-re: “Concedetemi un padre spirituale conforme al vostro cuore”. Lo stesso atteggiamento di ricerca vocaziona-le lo si riscontra nei riguardi dello studio; scrive ancora nelle sue note spirituali: “Gesù, dirigete gli studi e l’attività mia al mio perfezionamento e alla Vostra gloria”. La visione che ha dello studio può far parlare di una vera e propria vocazione che diviene sempre più consapevole nel corso de-gli anni. Toniolo non è solo un insigne studioso, ma è propriamente un cri-stiano che abbraccia in maniera con-sapevole la strada della cultura come

La seconda domenica di Pasqua dall’anno del Grande Giubileo è chiamata anche “Domenica della Divina Misericordia”. Giovanni Paolo II è stato beatificato proprio lo scorso anno nella festa della Divina Misericordia. Il tema della misericordia è presente in molti discorsi e testi di papa Giovanni Paolo II e in particolare nell’enciclica Dives in Misericordia. In questa domenica (il 30 aprile del 2000) Giovanni Paolo II aveva canonizzato la

grande apostola della Divina Misericordia, suor Faustina Kowalska”. “Sappi, Figlia mia, − diceva Gesù a Santa Faustina Kowalska − che il mio cuore è la misericordia stessa. Da questo mare di misericordia le grazie si riversano sul mondo intero. Nessun’anima che si sia avvicinata a Me, è ripartita senza essere stata consolata. Ogni miseria affonda nella mia misericordia e da questa sorgente scaturisce ogni grazia salvifica e santificante…Desidero

che questa misericordia si riversi sul mondo intero tramite il tuo cuore. Chiunque si avvicina a te, non parta senza la fiducia nella mia misericordia che desidero tanto nelle anime. Prega quanto puoi per gli agonizzanti; impetra loro la fiducia nella mia misericordia, poiché essi hanno più che mai bisogno della fiducia e ne hanno tanto poca. Sappi che la grazia della salvezza eterna di alcune anime, all’ultimo momento, è dipesa dalle tue preghiere. Tu conosci tutto

l’abisso della mia misericordia; attingi perciò da esso per te e soprattutto per i poveri peccatori”. Alla base della spiritualità di suor Faustina si trova il mistero della misericordia divina che essa meditava nella Parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo.

degli argomenti dei suoi studi: “Fatta questa scelta, mi concentrerò in que-sti temi, rinunziando a tutto il resto, non divagando”. Per Toniolo la vasta ed enciclopedica attività intellettuale trovava punti di riferimento nei prin-cipi morali e soprattutto religiosi. La ricerca scientifica per lui è un’esigen-za non solo della mente, ma anche del suo spirito religioso; è un’indagine dei fenomeni umani condotta alla lu-ce delle verità divine, per ritrovare la presenza provvidenziale di Dio disse-minata nel corso degli eventi umani. Ma qual è l’impianto di fondo del suo pensiero? L’approccio metodologico usato è largamente debitore della mi-gliore filosofia scolastica, soprattutto di S. Tommaso D’Aquino.

scelta di vita. L’approfondimento e il dibattito sui problemi suscitati dalla storia del proprio tempo sono per lui i mezzi fondamentali nel cammino di formazione e di impegno umano e cri-stiano; la sua vocazione intellettuale

rappresenta il modo originale con cui ha personalizzato e cercato di incar-nare il suo ideale di santità, non tra-scurando di coltivare quella che era una inclinazione naturale. Scrive nelle sue “Memorie religiose” a proposito

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francese e altro su richiesta.

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interviene S. E. Mons. Luciano Monari vescovo di Brescia

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e la profonda esperienza maturata, è la passione di Sogevitour, divenuto in breve tempo un punto

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consolidate come Lourdes, Nevers,Terra Santa, Fatima, Santiago, San Giovanni Rotondo e Banneux,

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Vengo Anch’IoNel solco della tradizione dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) molte

delle nostre proposte, pur riprendendo itinerari e luoghi comuni ad altri operatori del settore,

hanno la grande particolarità di rivolgersi anche alle persone disabili, alle quali viene riservato da

sempre un trattamento molto curato e personalizzato.

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e unità pastorali diventa-no una scelta necessaria perché molte parrocchie sono e saranno ancor più in futuro un bacino troppo

ristretto per l’attuazione di un serio programma pastorale”. In poche paro-le se il servizio deve specializzarsi an-che solo un poco, “se debbo mettere in piedi un liceo o una scuola profes-sionale, ho bisogno di poter contare su un bacino di utenza più ampio. La pastorale del futuro non potrà essere solo una pastorale di base; dovrà di-ventare una pastorale che affronta e plasma i diversi ambiti dell’esperienza delle persone e quindi una pastorale articolata, creativa, specializzata: ini-ziazione cristiana, mistagogia, gestio-ne educativa dell’oratorio, catechesi degli adulti, preparazione e accompa-gnamento dei fidanzati e dei giovani sposi, pastorale scolastica, sociale e della cultura, accompagnamento dei malati, pastorale dei portatori di handicap, sport, arte…”. Si può vera-mente immaginare, oggi, una pastora-le che non prenda in considerazione queste diverse dimensioni della vita dei cristiani? Inutile dire che una sin-gola parrocchia di mille abitanti (“che può contare al massimo su una cin-quantina di volontari tra ministranti, catechisti, lettori, amministratori e così via”) difficilmente può progetta-re efficacemente tutte queste attività?“Possiamo continuare − ha detto Mo-

tenenza alla Chiesa; se desideriamo formare i cristiani ad affrontare con coerenza le numerose e difficili sfide della società contemporanea, dobbia-mo impostare qualcosa di pensato, deciso, verificato, cambiato, rinnova-to”. Questo non è oggettivamente pos-sibile se non si lavora, insieme, a un livello più di quello della singola par-rocchia: “Le unità pastorali non risol-vono tutti i problemi, ma vanno nella linea giusta”. A chi avanza il dubbio che le unità pastorali siano una sorta di divisione a tavolino della diocesi “un accorpamento mascherato delle parrocchie”, il Vescovo risponde che

nari − come si è sempre fatto se ci ac-contentiamo di offrire ai fedeli cele-brazioni sacramentali ‘valide’. Ma se desideriamo che le celebrazioni siano capaci di esprimere il mistero di Cri-sto, di trasmettere il senso di appar-

“La mia messa, il mio parroco, il mio oratorio”: proseguono fino al 22 mag-gio le serate di “Voci nell’Agorà” con inizio alle 20.30. Il prossimo appun-tamento è a Odolo, il 16 aprile nella Sala della comunità Splendor: tocca a mons. Renato Tononi (vicario epi-scopale per i laici e la pastorale), ad Angelo Onger (presidente della Fon-dazione San Francesco di Sales) e a don Renato Musatti (parroco di Ospitaletto) parlare di “Annuncio, li-

turgia e carità nelle unità pastorali”. Su “Organismi di comunione e unità pastorali” l’oratorio Jolly di Orzinuo-vi, il 23 aprile, accoglie don Antonio Lanzoni (direttore dell’Ufficio orga-nismi ecclesiali di partecipazione), Renato Zaltieri (presidente regionale Ial Cisl) e don Ermanno Turla (parro-co di Pisogne). Don Massimo Orizio (assistente diocesano Azione cattoli-ca), Mauro Salvatore (economo dio-cesano) e suor Sabrina Pianta (suora

operaia) riflettono, il 26 aprile, su “I ministeri nelle unità pastorali” nelle scuole medie di Villa Carcina. Ogni martedì don Adriano Bianchi con-duce – dal 13 marzo alle ore 13 – la trasmissione “Brescia in diretta spe-ciale Sinodo” con i commenti (tele-fonando allo 0303774592, via sms al 3389722994 o su Facebook all’indi-rizzo www.facebook.com/radiovoce) degli ascoltatori sugli appuntamenti di “Voci nell’Agorà”.

non è così: “La pastorale ha sempre a che fare con le persone concrete e deve quindi arrivare fino a toccare le singole persone nel loro vissuto quo-tidiano. Dobbiamo programmare e decidere insieme, ma per riuscire a farci vicini a ciascuno”.

Egr. direttore, a più riprese torna nelle discussioni suscitate dalle schede di consultazione il tema della responsabilità dei laici. Sinceramente sono un po’ infastidito da tutta questa roboante enfasi consultativa. Vorrei approfittare di questo spazio per fare ai bresciani un discorso nudo e crudo perchè il tema delle unità pastorali, così come mi sembra presentato dall’architettura sinodale,

potrebbe non essere chiaro a tutti. Cari battezzati bresciani, come vedete i preti sono sempre di meno, sono sempre più vecchi, stanchi ed oberati di fatiche. Molti di loro attraversano difficoltà personali che rendono difficile affrontare il peso del ministero pastorale. Di seminaristi ce ne sono pochi e non pare che cresceranno nei prossimi anni. Se si vuole provvedere almeno al bisogno dei sacramenti molti preti dovranno servire più parrocchie

e tutti capite che andando avanti così non si potrà più pensare che un prete faccia il parroco e il curato nella parrocchia e basta. Lamentarsi non serve. Se i laici vogliono mantenere tutte le altre cose della vita parrocchiale bisognerà che ci mettiamo attorno a un tavolo e discutiamo i tempi, i modi e le condizioni dell’impegno dei laici nella vita pastorale.Questo mi sembra un dialogo comprensibile. Speriamo serva. (l.i.)

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a passione educativa che fonda, anima e sostie-ne la vita degli scout, di ciascuna comunità capi e di ciascun capo, è sta-

ta confermata anche dal 6° Conve-gno capi della Lombardia vissuto a Mantova. Dallo scorso febbraio la Commissione episcopale lombarda ha nominato il bresciano don Ales-sandro Camadini, assistente eccle-siastico regionale.Don Alessandro, qual è il ruo-lo dell’assistente nella forma-zione e nell’accompagnamento degli scout? Lo statuto dell’Agesci risponde chiaramente affermando che “gli assistenti ecclesiastici sono corre-sponsabili della proposta educativa dello scoutismo fatta dall’Associa-zione. In relazione al loro incarico partecipano alla vita delle Comuni-tà capi, condividendone il proget-to educativo, e alla vita delle Unità e dei vari livelli associativi. Eser-

nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi e il metodo dello scouti-smo, adattato ai ragazzi e alle ra-gazze nella realtà sociale di oggi, nella prospettiva dell’antropologia cristiana. I 33 gruppi Agesci sul ter-ritorio bresciano sono raggruppati nella zona Brescia (19 gruppi: città e zona sud orientale – Val Sabbia, Garda, Bassa bresciana) e nella zo-na Sebino (14 gruppi: Val Camoni-ca, Val Trompia, e zona occidentale della provincia). Gli scout bresciani hanno dato vita nel 1970 alla Fonda-zione S. Giorgio al fine di dotarsi di una base propria (invidiata da altre realtà nazionali e internazionali) a Piazzole di Gussago.A chi non la conosce, come de-scriverebbe la realtà scout?Una boccata di aria pura. In un contesto sociale in cui le relazioni sono frantumate, mediate, negate, abusate, stravolte, mercificate, lo scoutismo propone un’esperien-

citano il mandato pastorale, loro affidato dall’Ordinario del luogo, e insieme con gli altri soci adulti annunciano, celebrano e testimo-niano la fede cristiana, con le mo-dalità educative e le caratteristiche proprie dello scoutismo.Può fare una fotografia del mon-do scout a Brescia?L’Associazione guide e scouts cat-tolici italiani (Agesci) conta più di 177mila soci a livello nazionale, 18mila a livello regionale e 3.100 a livello bresciano; è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e

za di relazione bella con se stessi, con gli altri e con Dio. Tutto que-sto si impara lietamente dal gioco, dall’avventura e dal servizio. For-se la risposta più bella, però, non è tanto parlare di quello che si fa, ma del risultato: uomini e donne che affrontano la vita gioiosamen-te, compiendo il proprio dovere verso Dio e verso il proprio Paese per aiutare gli altri in ogni circo-stanza. L’episcopato italiano ci ha ricordato oltre alla necessità della comunicazione del Vangelo in un mondo che cambia, anche la mo-dalità con la quale perseguire ta-le obiettivo: l’educazione alla vita buona del Vangelo. Lo scoutismo è una bella modalità per realizzare questa finalità.Quali sono i margini di crescita di un movimento che parte da lontano?In un contesto in cui le parole ono-re, fiducia, cortesia, obbedienza, letizia-nelle-difficoltà, laboriosità,

Sabato 14 aprileOre 9.30 - Verolanuova -Convegno sudon Primo Mazzolaripresso laBiblioteca comunale.Ore 18 - Adro -Cresime.

Domenica 15 aprileOre 11 - Brescia -S. Messa in occasione del10° anniversario di beatificazione

di Ludovico Pavoni presso laparrocchia di S. Maria Immacolata.Ore 16 - Rudiano - S. Messadi apertura delle missioni popolari.

Martedì 17 aprileOre 15 - Brescia -Consulta regionale per la catechesi presso l’oratorio della Volta.

Mercoledì 18 aprileOre 20.30 - Bagnolo Mella -Incontro con l’Oftal.

economicità, purezza, fraternità universale sono desiderate come necessarie per l’animo umano, al-lora ci sarà sempre margine per la crescita dello scoutismo, essendo queste le parole maestre della leg-ge scout, alla quale è orientata ogni progettualità educativa.

Nel giorno della Santa Pasqua si è spento don Renato Poetini. Nato a Temù il 4 settembre del 1929; ordinato a Pontagna nel 1953; della parrocchia di Pontagna; studente a Roma 1953-1955; vicario parrocchiale a Temù 1956-1957; vice-assistente diocesano Azione cattolica adulti 1968-1975; insegnante in Seminario 1957-2001.

deceduto a Brescia l’8 aprile ed è stato funerato e sepolto a Brescia il 10 aprile 2012.

I familiari del clero si preparano a vivere il loro ritiro mensile. Il Signore che chiama all’amore è quel Gesù risorto che con il suo amore abbraccia la terra. I familiari del clero lo pregano perché il Signore dia loro la forza di camminare sulla via di questo amore esigente e liberante. Con questi sentimenti si apprestano a vivere il ritiro martedì 17 aprile, dalle 9 alle 15, presso il Centro Paolo VI; sarà guidato da don Gianni Pierani.

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l treno ritorna alla stazione di Brescia verso le 16.15 di mar-tedì pomeriggio. Si conclude così il 39º pellegrinaggio a Lourdes organizzato dal Cen-

tro volontari della sofferenza: più di 700 persone tra pellegrini, malati e volontari, partiti martedì 3 aprile, hanno trascorso i giorni di Pasqua là dove la Vergine comparve a Ber-nadette Soubirous nel 1858. Difficile tradurre in parole le sen-sazioni del viaggio, le emozioni su-scitate dai momenti comunitari e dalle celebrazioni, ma soprattutto dal quotidiano contatto con i ma-lati, con le loro storie e la loro ca-rica umana e spirituale. Meglio la-sciare a loro la parola, a Giada che nell’incontro per i giovani afferma “io non cambierei la mia carrozzina con nulla al mondo perché senza di essa non sarei quella che sono”, a Paolo e Giordano che illustrano un percorso di fede nella malattia. È forse questo che spinge centinaia di volontari, tra i quali moltissimi gio-vani, ad affollare ogni anno il treno e prestare il proprio servizio a Lou-rdes, ogni mattina dalle 7, quando in Accoeuil (la struttura che ospita i malati) viene data la sveglia, per

tutta la giornata, finché la sera, con la preghiera sotto la grotta di Mas-sabielle, si conclude la giornata con la preghiera alla Vergine: ogni mo-mento è l’occasione per stabilire una relazione autentica e sincera, lo si percepisce chiaramente guar-dandosi intorno, nei gesti e nelle parole scambiate tra i volontari e i malati, colme di intesa e di allegria. Un modo vero e profondo di vivere la Pasqua, grazie anche alle celebra-zioni, sia quelle proprie del pellegri-naggio, presiedute dal vescovo eme-rito di Brescia Bruno Foresti che ha guidato anche quest’anno il viag-gio, sia quelle internazionali, vissu-te insieme a tutti gli altri pellegrini presenti a Lourdes nella suggestiva cornice della basilica sotterranea dedicata a San Pio X. Quest’anno, inoltre, molti sono stati i motivi che hanno reso speciale il viaggio, a partire dal ricordo, con un ro-sario continuato per 24 ore, della prossima beatificazione di mons. Luigi Novarese, il fondatore del Centro volontari della sofferenza e dell’istituto di via consacrata dei Silenziosi operai della croce, per la quale quest’anno è stato indetto un “anno novaresiano”. In ogni caso si

tratta di un’esperienza che lascia il segno, come si comprende bene an-che dalle testimonianze raccolte in diversi momenti di queste giornate, da chi partecipa al pellegrinaggio per la prima volta e si commuove nel provare a raccontare ciò che sta vivendo, a chi parte come volonta-rio da molti anni, riscoprendo ogni volta, interiormente, di aver ricevu-to molto. C’è posto nella memoria anche per piccoli flash: la simpatia di Angelo che con abilità e qualche palloncino fa divertire i piccoli che si affollano intorno a lui, la faccia buona di uno spagnolo di mezza età che presta servizio alle piscine, dove ci si immerge nell’acqua che sgorga dalla fonte chiedendo alla Vergine guarigione fisica e spirituale. Tutti insieme formano un mosaico gioio-so che ha il volto del Cristo risorto. È di tutto questo che il treno è colmo mentre corre sui binari attraverso la Francia e poi di nuovo in Italia, una lieta carovana nella quale si percepi-sce forte la fraternità creatasi. Basta vedere gli abbracci scambiati sulla banchina della stazione nel turbinio di bianco e blu delle divise delle da-me, saluti che suonano già come un arrivederci al prossimo anno.

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ª

“Pensavamo non capissero nulla, poi abbiamo scoperto un mondo”. Giovanbattista Guizzetti, primario del centro Don Orione di Bergamo, racconta di quanto scoperto in cin-que mesi dopo anni che si occupa di 24 malati ricoverati in stato vegetati-vo. Da novembre 2010 è in atto una sperimentazione condotta dall’ing. Daniele Salpietro. L’idea è stata quella di usare sui pazienti in stato vegetativo i caschi che indossano i piloti militari americani. Questi mar-

chingegni sono dotati di un software capace di leggere gli impulsi neuro-nali della persona. Il casco funziona captando il pensiero e la volontà di chi lo indossa. “La cosa incredibi-le è che abbiamo fatto delle scoper-te pazzesche a costi bassi, dato che un casco costa sui 90 euro” spiega Guizzetti. Ma che risposte hanno da-to i pazienti? “Tanti di loro vorreb-bero muoversi o rispondere ai nostri comandi, anche se non ci riescono. Abbiamo visto che in momenti in

cui noi eravamo assenti i pazienti si muovevano, oppure rispondevano al comando impartito quando noi eravamo già usciti di stanza”. Cri-stina non faceva nulla. Solo quando ha capito che i familiari e i medici hanno compreso che era coscien-te, lei ha iniziato a reagire per farsi sentire. La donna è riuscita a parla-re al marito Aldo: “Dite ad Aldo che sono felice”. Sul tema “Comunica-re con le emozioni. I pazienti in sta-to vegetativo ci parlano attraverso

la lettura degli impulsi del cervello” si tiene un incontro il 13 aprile, ore 20.30 presso l’auditorium San Salva-tore di Rodengo Saiano. Intervengo-no Giovanbattista Guizzetti, medico responsabile Centro stati vegetati-vi Don Orione Bergamo, e Daniele Salpietro, responsabile del proget-to “Sostegno alla Comunicazione” che presentano i risultati della ricer-ca. L’incontro è promosso dall’Uf-ficio per la pastorale della salute e dall’associazione Scienza e Vita.

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e difficoltà nelle quali si dibattono le democrazie avanzate comportano il ri-disegno e il riequilibrio dei rapporti tra istituzioni loca-

li, nazionali ed internazionali, econo-mia e società civile. La crisi in atto è in realtà un’occasione anche per tor-nare a investire su tutto ciò che pro-duce valore. Ciò comporta l’ apertura di una stagione di grande innovazione istituzionale che sarà possibile e soste-nibile solo attraverso il cambiamento dei comportamenti e degli stili di vi-ta, e di un forte rilancio di un comune senso morale. Una fase che non potrà prescindere da due evidenze: l’insuf-ficienza delle risorse pubbliche e col-lettive, la scarsa efficacia della mano pubblica. La politica sarà chiamata a governare un tale ri-orientamento e, in particolare, a mobilitare risorse ed energie per compensare spinte reces-sive con nuovi stimoli a intraprendere e investire; a individuare nuove realtà di soddisfacimento dei bisogni socia-li emergenti; a ricostruire una econo-mia socialmente e ambientalmente più sostenibile. Chiediamo una politica capace di rafforzare i valori popo-lari condivisi e di mobilitare grandi energie collettive. Una politica co-raggiosa e lungimirante, frutto della consapevolezza di dover affrontare problemi complessi, nel rapporto con una molteplicità di attori nella ricerca delle soluzioni possibili. Una politica saggia, moderata e riformi-sta. Siamo consapevoli che è urgen-te rinnovare e rilanciare i contenuti dei cattolici al servizio del bene co-mune, alla ricerca di una via origina-

contesto internazionale, solidale al suo interno. Il nostro contributo al rinnovamento della politica dovrà articolarsi principalmente attraver-so due canali: la partecipazione al-la formazione dei programmi delle linee di azione e di governo e il mi-glioramento della qualità delle clas-si dirigenti, nel dialogo aperto con le principali culture ed esperienze sociali e politiche presenti nel Pae-se. Per favorire questi ambiziosi ob-biettivi il Forum che ha organizzato Todi deve, necessariamente, fare un salto in avanti per essere in grado di interloquire efficacemente con le rappresentanze che parteciperanno, nei prossimi mesi, alla costituzione della Terza Repubblica.

le per l’ uscita dalla crisi economica che valorizzi e riconosca la straor-dinaria quantità delle reti famigliari, sociali ed economiche, che caratte-rizzano la vita delle nostre comuni-tà locali, del nostro popolo. Sono queste reti che consentono ancora al nostro Paese di essere un protago-nista economico, sempre vitale nel

Non accennano a diradarsi dubbi e nubi sulla stagione fiscale che chiama i contribuenti alla raccolta dei documenti necessari alla dichiarazione dei redditi. Soprattutto in tema di Imu, il balzello che va a sostituire l’Ici ed è fonte di inquietudini visto che non è ancora possibile stabilire gli importi da liquidare. Senz’altro si godrà di una franchigia per la prima casa (200 euro), e si pagheranno gli acconti a giugno con le aliquote minime (4% prima

casa e 7,6% altri immobili) ma per quanto riguarda il saldo in calendario a dicembre, si dovranno attendere nuove istruzioni dall’Ufficio delle entrate. Intanto gli uffici Mcl sono aperti ad orario continuato (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 il sabato dalle 8 alle 12 in corso Garibaldi n.29/a a Brescia) per delucidazioni e calcoli su tale imposta e la possibilità di fornire la visura catastale sugli immobili di proprietà per tutto il territorio nazionale. Presso gli

stessi uffici è possibile ricevere consulenza sul modello 730 (31 euro, gratuito precompilato) e sul modello Unico (42 euro). Chi è in grado di utilizzare apparecchiature informatiche, potrà inoltre accedere direttamente alla documentazione sui servizi fiscali ottenuti presso i nostri uffici: 730, Unico, Isee, Iseeu, ecc. (previa comunicazione dell’indirizzo e-mail). Per informazioni e prenotazioni 030.49492.mclbrescia.it

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Il consiglio provinciale di Confcooperative Brescia, eletto nel corso dell’Assemblea del 25 febbraio, ha provveduto, nei giorni scorsi, a nominare i membri del consiglio di presidenza che risulta così composto da 13 membri. Presidente è Marco Menni affiancato da tre vicepresidenti che, riprendendo gli scopi di Confcooperative previsti dallo Statuto, avranno incarichi trasversali e operativi: Valeria

Negrini per la tutela delle cooperative associate, Valerio Luterotti per la promozione del movimento cooperativo e Paolo Foglietti per l’assistenza. I nove Consiglieri sono: Marco Baresi, Cristiano Belli, Dario Ciapetti, Vincenza Corsini, Alessandro Fenaroli, Vincenzo Gaspari, Luigi Losi, Giacomo Tomasini e Maurizio Zani. Un consiglio di presidenza totalmente rinnovato poiché nove dei 13 membri sono di nuova nomina.

on il corso di educazione cooperativa, proposto con Confcooperative Brescia l’Istituto per i servizi per l’agricoltura e lo sviluppo

rurale di Lonato, sede coordinata del “Dandolo” di Bargnano, ha avviato un percorso di formazione che dovrebbe portare alla costituzione di una asso-ciazione cooperativa scolastica all’in-terno della scuola, così come è avve-nuto in numerosi altri istituti, in molte parti d’Italia. La prima parte del corso ha illustrato i principi e le parole chiave della cooperazione come il principio democratico, lo scopo mutualistico, l’assenza di fini speculativi, l’organiz-zazione di un sistema di rete, un volo sulla storia della cooperazione. Si è poi compiuta una visita alla cooperativa agricola Alpe del Garda e alla coope-rativa di consumo di Vesio. Gli studenti sono poi stati invitati a proporre pro-getti imprenditoriali su cui approfon-dire la riflessione nel corso dei prossi-mi mesi al fine di individuare bisogni cui dare concrete risposte attraverso la cooperazione. Proprio in vista della citata costituzione il preside dell’istitu-to Piero Maffeis ritiene che l’educazio-ne cooperativa possa aiutare l’orienta-mento dei giovani, fornendo i termini di confronto per acquisire una più chiara consapevolezza delle proprie capacità e la conoscenza del contesto lavorativo e sociale, sviluppando abili-tà organizzative e propensioni impren-ditoriali, istituendo rapporti organici con il mondo del lavoro e stimolando la sensibilità verso l’impegno solidale con le fasce deboli della società. Con questa proposta l’istituto di Lonato in-

ritiene indispensabili all’interno di un progetto di promozione cooperativa che intende proporre ai giovani un mo-do di lavorare in autonomia all’interno delle regole del mercato. La coopera-zione vista anche come possibilità di realizzare le proprie idee, i propri so-gni, di guidare la propria vita lavorativa secondo un modello economicamente sostenibile ed eticamente condivisibi-le. Confcooperative punta sulle nuove generazioni per innovare, crescere e competere, nella sede di via XX Set-tembre 72 esiste uno sportello per l’im-prenditoria giovanile dove confronta-re l’idea imprenditoriale e trovare la formula societaria più corretta per la sua realizzazione (www.brescia.con-fcooperative.it link “giovani).

tende così avviare un itinerario forma-tivo che mira allo sviluppo completo dell’uomo, del cittadino solidale e del lavoratore, anche nella direzione di una imprenditorialità protagonista e responsabile. L’iniziativa (che ha già vissuto la sua prima fase dal 27 feb-braio al 10 marzo scorso) rientra nelle attività che Confcooperative Brescia

Maurizio Ottolini è stato confermato alla guida di Confcooperative Lombardia nel corso dell’Assemblea che si è tenuta il 31 marzo scorso a Milano. Oltre al presidente l’assemblea ha eletto il nuovo consiglio regionale di Confcooperative Lombardia dove siedono i bresciani: Giancarlo Felicioli, Luigi Losi, Giovita Fausto Marchini, Valeria Negrini, Diego Serughetti e Matteo Tebaldini.

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voi piacciono le rego-le? Vi piace che qual-cuno vi dica cosa do-vete fare o non fare?” Attende al varco le ri-

sposte l’energico ex pubblico mini-stero Gherardo Colombo che ha in-calzato così la folta platea del Vil-laggio Sereno, che ha accolto con entusiasmo l’invito al confronto. La via che ha scelto oggi, dopo 33 anni di intenso servizio nella magi-stratura italiana durante i quali ha cercato di far funzionare la giusti-zia, è quella di aiutare il popolo a riflettere e capire, attraverso libri divulgativi e incontri pubblici, il si-gnificato più profondo di democra-zia e sul valore della Costituzione italiana. Facendo un passo indie-tro, nella storia non proprio anti-ca d’Italia, fa vedere come, quando la società era organizzata in mo-do piramidale, con un re o un du-ce a comandare, le regole fossero un’imposizione, spesso un’anghe-

Regole per libertàe democrazia

della vita politica non si limita a subirla o a esserne in balia, ma la fa attivamente con gli strumenti che la carta costituzionale mette da sempre a disposizione. Solo at-traverso una conoscenza specifica di diritti e doveri il cittadino può essere libero. Una speranza arriva, dice Colombo, dalle scuole prima-rie dove spesso, durante i suoi in-contri ha trovato insegnati attivi e bambini molto più preparati degli adulti sul tema. Rimane ad ognu-no il “compito” a casa assegnato dall’ex pm: leggere e conoscere la Costituzione come dovere di ogni singolo cittadino.

ria da subire. Un’imposizione che ha spaventato e che è rimasta im-pressa nel concetto di legge della maggior parte degli italiani, anche in quelli che l’autoritarismo non l’hanno conosciuto. Ma le regole non sono questo, spiega l’ex pm, le regole fondate sul principio di democrazia oltre a sancire i doveri difendono le libertà individuali di fede, di cultura, di genere e molto altro. Le conosce tutte a menadito, ma non le snocciola ad una ad una come in una lezioncina frontale. Le fa emergere dalle persone presenti con esempi concreti, il più in auge

quello dell’evasore fiscale che, in quanto tale, non avrebbe diritto a strade, illuminazione, acqua po-tabile, ospedali e ambulanze, in-somma a nulla di ciò che la civiltà quotidianamente ci offre. Ma non scherza Gherardo Colom-bo e non permette a nessuno di prendersi in giro, tutti in Italia sia-mo evasori in diverse misure per-ché nessuno riconosce davvero il valore di ciò che la Repubblica ci offre. Una vera missione la sua e la racconta ai convenuti con pa-role semplici, dopo anni passati a far applicare la legge in tribuna-le si è reso conto che agli italiani mancava un pezzetto. Non è infatti possibile rispettare una legge della quale non si conosce e riconosce il senso e il valore. È stato così che, dopo anni di onorato e onesto ser-vizio, ha scelto di “istruire” il po-polo sul significato della democra-zia, lavorando sulla relazione che esiste tra il popolo e le regole. La

Costituzione, continua, si fonda su tre assi le persone, che hanno tutte pari diritti, la garanzia di questi ad ogni individuo e le pari opportuni-tà. Tutto il resto è volto a garantire l’attuazione di questi tre punti di base, solo così la Costituzione en-tra a far parte del nostro concetto di libertà. È necessario però che il popolo inizi a cambiare il proprio modo di pensare perché il cittadi-no che obbedisce ciecamente al sistema premi/punizioni rimane sempre vincolato a chi lo guida con la conseguenza che se man-ca la guida manca tutto. Per cam-biare è necessario uno sforzo da parte di ogni singolo cittadino, un impegno che guarda ad un futuro di cambiamento. È indispensabile avere idee chiare e una coerenza di pensiero e lo sottolinea più vol-te, se il cittadino sa cosa vuole, sa anche in che direzione andare. Il cittadino così diventa il centro, il protagonista della Costituzione e

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uccesso di numeri, di pub-blico e di qualità. Conferme queste per la rassegna di Crucifixus in queste setti-mane con spettacoli ancora

in Valle Camonica e proposte che ar-ricchiscono la città e la accompagna-no al grande evento “Notte nel sacro” di sabato 21 aprile. Ma l’edizione 2012 è anche la prima in cui è stato proposto il concorso per le scuole primarie “La primavera e la luce”, interpretabile da un punto di vi-sta artistico e scientifico. Il concorso ha visto la partecipazione di 14 istituti scolastici della città e della provincia e ha coinvolto attivamente oltre 650 bambini. I vincitori e le menzioni spe-ciali verranno resi noti in occasione delle premiazioni del concorso in pro-gramma per sabato 21 aprile alle ore 11 presso l’Auditorium San Barnaba. In quest’occasione verranno esposti tutti i lavori.Tornando alla Valle Camonica: vener-dì 13 aprile a Cerveno nella chiesa di San Martino di Tours “Per Grazia ri-cevuta” (20.45, 21.20 e 22); il silenzio sacrale profanato dal ritmo della co-struzione. Le tele si compongono sot-to l’occhio dello spettatore coinvolto in un’esperienza mistica e sensoriale. Caravaggio si sente, si assapora, si tocca, si respira, si vede. Sabato 14 a Darfo Boario nell’Enoteca Fratelli Foppoli “Seduti in quel caffè” per re-spirare la magia degli anni ‘60. In città si comincia il 18 aprile nella Chiesa di San Giovanni alle 21 “Il si-lenzio di Dio”. Uno stesso silenzio – il silenzio di Dio – risuona sia in “Casa

d’altri” (tratto dal racconto di Silvio D’Arzo) sia in “Domani ti farò brucia-re” (ispirato a I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij). Alla sommessa domanda di una vecchia che vorreb-be togliersi la vita, fa eco la furente requisitoria di un demone che vor-rebbe incarnarsi. In entrambi i casi non c’è risposta. Sarà invece il progetto teatrale “Cuore a mille” nel Salone del Museo diocesa-no giovedì 19 aprile alle 21. Il progetto

è nato dall’incontro e dalla raccolta di alcune testimonianze offerte dai fami-liari delle vittime della strada dell’As-sociazione CONdividere la strada del-la vita. Cuore a mille è il cuore di chi resta, che stretto come in un pugno, gocciola sangue e pulsa una vita che chiede con forza di essere vissuta.Venerdì 20 aprile nella chiesa del Car-mine alle 21 è la volta di “Per voce e ombra” che riattraversa quella ricca peripezia sonora, col suo accurato e immenso ascolto, intorno al tema del male e di ciò che al male si oppone. Tutto viene composto per due voci, una femminile, quella di Mariangela Gualtieri, che dei testi è anche autri-ce e una maschile, quella dell’attore Leonardo Delogu, già interprete dei grandi affreschi del Teatro Valdoca. In scena il percussionista Enrico Malate-sta accompagna dal vivo le due voci.Si chiude con il grande evento “Tri-logia della spiritualità” di Lucilla Gia-gnoni. In una sola notte nella chiesa di San Giuseppe è proposta l’esperienza unica di un viaggio teatrale, dalla Na-scita alla Rivelazione, dal grembo alla fiducia. Da “Vergine Madre” (inizio al-le 20), a “Big Bang” (inizio alle 22.20), ad “Apocalisse” (inizio alle 00.30), Lu-cilla Giagnoni interpreterà, uno dopo l’altro, i suoi tre lavori dedicati alla ri-cerca del senso.La “Notte nel sacro” inizia alle 18.30 con la Messa in Cattedrale; alle 19.30 percorsi tematici nei nove chiostri e nelle chiese del centro storico con musica, poesie e teatro. Alle 00.30 per tutti ritrovo per “Apocalisse” di Lucilla Giagnoni.

La Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in collaborazione con i padri filippini della Pace, propone anche quest’anno le Lezioni di filosofia, un’iniziativa di promozione culturale – creata da Matteo Perrini nel 2000 e giunta ora alla sua 11ª edizione – che intende contribuire a diffondere sempre di più all’interno della nostra società il ruolo educativo e la funzione sociale del pensiero filosofico. L’attenzione sarà rivolta ai pensatori

del Novecento “partendo dal presupposto che per un’adeguata comprensione del presente – raccontano gli organizzatori – è opportuno anche soffermarsi sulle filosofie a noi più vicine, che non sempre nel corso dell’insegnamento superiore tradizionale riescono ad essere oggetto di un opportuno approfondimento”. L’argomento delle lezioni sarà legato al problema di Dio. I filosofi Freud (nella foto), Maritain e Weil, ovvero il fondatore della psicoanalisi e lo scopritore

dell’inconscio, il filosofo neotomista dell’analogia e dell’umanesimo integrale e la pensatrice religiosa francese della critica a ogni forma di oppressione sociale e del mistico annullamento di sé. I tre incontri si tengono nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, con inizio alle 18, venerdì 13 aprile (Mauro Fornaro su Sigmund Freud), giovedì 19 aprile (Giovanni Grandi su Jacques Maritain) e venerdì 27 aprile (Giancarlo Gaeta su Simone Weil). Ingresso gratuito.

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arà presentato venerdì 20 aprile alle 17.30 il libro “Primo Mazzolari. In cam-mino sulle strade degli uomini. - Scritti e discorsi

in terra bresciana” curato da Ansel-mo Palini presso la libreria Paoline, in via Gabriele Rosa. Intervengono don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo e Paolo Corsini, autore della prefazione al libro. Presente ovvia-mente anche il curatore del libro e don Pierantonio Lanzoni, che intro-durrà l’incontro.Gli scritti e i discorsi riportati nel volume (343 pagine e pubblicato da Editrice Ave) permettono di segui-re l’evoluzione del pensiero di don Primo Mazzolari, fino alle sue posi-zioni profetiche, sui temi della pace della giustizia sociale, dell’impegno politico, dei lontani, del rinnova-mento della Chiesa, della necessità di un laicato più autonomo, maturo e responsabile. Gli interventi propo-

tutto i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani. Tra questi si era già avvicinato alla fi-gura di don Mazzolari con il volume “Primo Mazzolari. Un uomo libero”, pubblicato nel 2009.Così scrive Paolo Corsini nella pre-fazione al libro: “dopo il Cremonese, là dove Mazzolari ha esercitato il suo ministero sacerdotale e la sua attivi-tà pastorale, diffondendo la propria predicazione, il territorio bresciano rappresenta indubbiamente una me-ta d’elezione, segnando una presen-za senza soluzione di continuità, a partire dall’ordinazione sacerdota-le avvenuta a Verolanuova, una lo-calità dalle ‘bellissime tradizioni re-ligiose’, il 25 agosto 1912 ad opera di mons. Giacinto Gaggia, vescovo ausiliare della diocesi” e più avanti continua “Don Primo sente, insom-ma, di appartenere pienamente alla Chiesa bresciana della quale vive periodicamente gli impegni, le sca-denze, le celebrazioni e ricorrenze,

sti, alcuni dei quali inediti, aiutano a riconoscere il grande amore per la Chiesa che ha sempre animato Mazzolari, la sua incessante ansia pastorale, il suo desiderio di coniu-gare fede e vita, Vangelo e storia. Ci troviamo di fronte a un parroco in cammino sulle strade degli uomi-ni per portare loro un messaggio di giustizia e pace.Testi e citazioni, alcune delle quali tratte dal nostro settimanale, che raccontano anche la passione per la figura del sacerdote da parte di Anselmo Palini, autore che nei suoi testi e studi ha approfondito soprat-

Mondi immaginari, fantasia e mistero alla Paci Contemporary: sono le opere dell’artista americana Sandy Skoglund, fra le maggiori esponenti della Staged Photography, sperimentazione artistica che consiste nel creare realtà fittizie grazie all’ausilio della fotografia. “Winter. Work in progress”, entra a far parte del tema delle Quattro Stagioni, iniziato nel 2004, con l’obiettivo di rappresentare primavera, estate, autunno e inverno attraverso paesaggi

artificiali nei quali mette in scena il rapporto tra uomo e natura. Set complessi in cui emerge la sua grande abilità di arredatrice e scultrice che le consentono di realizzare ambienti a volte inquietanti a volte burleschi, nei quali trovano posto mobili colorati e altri oggetti, per un lavoro che impegna l’artista per diversi mesi e che si conclude con la realizzazione di scatti caratterizzati da un forte contrasto e da una combinazione di colori monocromatici, che

causano stupore e shock nello spettatore. “Il contrasto tra la bellezza visiva di Winter e la fredda realtà dell’atmosfera sono impressionanti”, afferma la Skoglund; se l’inverno congela tutto ed è metafora della morte, i lavori della Skoglund intendono capovolgere la situazione, colgono l’attimo e attraverso il surrealismo e l’onirico ci pongono di fronte alla realtà, una realtà “di contrasto e complessità che oggi caratterizza gli Stati Uniti”, in cui l’artista avverte

la necessità di smascherare le contradditorietà della società di oggi. Scrive Gigliola Foschi: “Nella nostra epoca, i confini tra natura e postnatura si sono fatti sempre più labili, proprio in seguito ai massicci interventi dell’uomo. Ecco che la Skoglund mima tale progressiva interconnessione creando paesaggi ibridi, dove natura e artificio appaiono intrecciati in modo assurdo e rovesciato”. La mostra è visitabile fino al 5 giugno da martedi a sabato (10-13 e 15-19.30). (l.b.)

“Sette fiabe per crescere”, una rac-colta di fiabe pensata per affrontare argomenti complessi, che vengono proposti a misura di bambino. Fiabe divertenti e educative, che partono da spunti di vita concreti per i bambini dai 7 ai 12 anni. Nel libro sono raccol-te sette fiabe che ricorrono ai buoni sentimenti e agli “eroi positivi”, per far trionfare la bontà, il senso della fami-glia, l’amicizia, l’amore e la generosità.La scelta di affrontare temi così com-plessi è nata dall’esigenza di parlare ai bambini e rispondere alle loro do-mande di senso, con un linguaggio im-mediato e una modalità comunicati-va diretta e comprensibile allo stesso tempo. Sfiorare temi alti con vicende semplici rappresenta ormai da tempo un’efficace strategia comunicativa con i più piccoli.

Così, con questa serie di fiabe le autri-ci Angela Baselli e Federica Ranghetti hanno intrapreso un percorso narra-tivo, per presentare e approfondire i principali argomenti che i bambini si trovano ad affrontare nel loro cammi-no di crescita personale. Il progetto assume, quale finalità ultima, il desi-derio di instaurare un circolo virtuo-so di sentimenti attraverso storie che possano costituire un bonum exem-plum nel cuore e nella mente dei più piccoli. In quanto, scopo delle narra-zioni è raccontare la realtà dei bambi-ni e renderli protagonisti, conducen-doli per mano nel regno della fantasia. In un percorso che li sappia orientare alla comprensione di vicende quoti-diane che talvolta turbano e talaltra rappresentano occasioni di crescita insostituibili.

ed alla quale reca un contributo di testimonianza – di vita e di pensiero – non solo nei momenti topici previ-sti dal calendario liturgico e dai suoi appuntamenti, ma pure attraverso una presenza che si dilata ad am-bienti laici, a cenacoli culturali – è il caso ad esempio degli incontri in casa Tosana –, a realtà impegnate ad alimentare linfa e assicurare conti-nuità alla tradizione politica di quel cattolicesimo democratico sottopo-sto alla repressione fascista”.

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Apre le porte il 15 aprile e sarà visitabile fino al 24 giugno Chiesa dei disciplini, a Castiglione delle Stiviere la mostra “La chiesa sul colle”, una delle manifestazioni organizzate in occasione del 250° anniversario della riedificazione del Duomo di Castiglione. Il recente ritrovamento di un rilevante fondo di splendidi progetti e disegni originali inediti del XVIII e XIX, opere di architetti, scultori, marmorini ed ebanisti che lavorarono per

il Duomo di Castiglione delle Stiviere ha permesso di allestire una mostra nella quale il visitatore è accompagnato alla scoperta di questo imponente edificio sacro, costruito nella seconda metà del Settecento su progetto dell’architetto bresciano Giovan Battista Groppi. Mostra e catalogo a cura dell’architetto Massimo De Paoli, storico dell’architettura e docente al politecnico di Brescia, con il contributo di Luca Beschi, Arturo Biondelli e Giuseppe Fusari.

n occasione della 14ª Settimana della cultura, promossa dal Mi-bac dal 14 al 22 aprile, i Musei civici d’arte e storia e Fondazio-ne Brescia Musei offrono alla

città un denso calendario di invitanti opportunità culturali che si svolge-ranno nei suggestivi spazi del Museo di Santa Giulia e del Museo delle armi Luigi Marzoli in Castello.Aprirà la rassegna sabato 14 aprile al-le 16 la presentazione al pubblico di tre affreschi di Floriano Ferramola, apprezzato pittore cinquecentesco, seguito dalla visione, in anteprima, di un artistico video dedicato al patrimo-nio museale. Mentre in Castello, con inizio al Museo delle armi, è proposto un itinerario dedicato ai protagonisti e ai luoghi del Sacco di Brescia, nei primi decenni del Cinquecento. Lunedì 16 aprile “Spazi della cultura.Cultura degli spazi. Il futuro dei Mu-sei” è il titolo dell’incontro nella Sala conferenze di Santa Giulia alle 17.30. Mercoledì 18 aprile alle 15.45, nella Basilica di San Salvatore, si terrà l’in-contro “Il calendario di Guidizzolo, Feste e culti di età romana”, in cui sa-rà presentato lo studio sul frammento di lastrina in terracotta. Sulla lastra sono registrate le principali feste del calendario romano. Venerdì 20 aprile

alle 15.45 nella tensostruttura di San-ta Giulia sarà proposto un viaggio fo-tografico nei nove siti Unesco della Regione LombardiaLa manifestazione terminerà nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 con Museumfestival, pensato per celebrare l’iscrizione del monaste-ro di San Salvatore – Santa Giulia e dell’area archeologica del Capitolium nella prestigiosa World Heritage List, in attesa della cerimonia che rende-rà ufficiale questo importante rico-noscimento.Negli spazi del Museo i visitatori sa-ranno sollecitati a sperimentare di-verse possibilità. Santa Giulia: sa-bato 21 aprile alle 11 “Brindiamo al Museo!” alle 11 nella tensostruttura; sempre alle 11 “Musei in mostra” in cui diverse realtà museali storico-archeologiche nazionali espongono il materiale informativo sulle loro attività. “Sapori longobardi” alle 12 offre al prezzo di 10 euro (prenota-zione obbligatoria) una degustazio-ne guidata di prodotti locali abbinati ai vini della Strada del Vino Colli dei Longobardi. Alle 15.30 nel coro delle monache, con ingresso a 6 euro, Va-lerio Massimo Manfredi sarà la guida alla scoperta del patrimonio musea-le. Alle 15 nella Domus dell’Ortaglia

video-installazione di Enrico Ranzani-ci. Dalle 15 in alcuni ambienti museali sarà possibile anche ascoltare brani musicali grazie alla collaborazione con il Conservatorio Luca Marenzio. Alle 15 e alle 16.15 sono proposte vi-site tematiche dedicate al tema longo-bardo. Workshop per adulti e bambini alle 14.45 e alle 15.15 (su prenotazio-ne). Domenica 22 aprile alle 11 pre-sentazione degli affreschi Ferramola; Sempre alle 11 nella tensostruttura D’Annunzio ed Ermengarda, conver-sazione con Massimo Ghidinelli. Alle 12 “Sapori Longibardi” e presentazio-ne della mostra “Colli dei Longobar-di. Un territorio da scoprire”. Dalle 15 “Museo in musica” e video instal-lazione nella Domus dell’Ortaglia. Percorsi tematici alle 15 e alle 16.15 e appuntamento al museo con Mau-rizio Donizelli come guida alle 15.30 nel Coro delle monache.

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Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti il ritorno del pedagogista Luigi Domenighini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

Ogni martedì dopo il Gr delle 13 don Adriano Bianchi conduce uno speciale di approfondimento in preparazione al Sinodo diocesano. All’interno della diretta viene data la possibilità agli ascoltatori di intervenire in diretta allo 0303774592. In ogni puntata viene proposto un approfondimento sulle nove schede di consultazione e vengono riassunti in sintesi gli incontri dell’iniziativa “Voci nell’Agorà” che si sta svolgendo sul territorio.

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Ci aveva provato qualche mese fa il governo Berlusconi nella persona dell’ex ministro dello Sviluppo Pao-lo Romani: l’ideazione di un “beau-ty contest” per assegnare le sei fre-quenze televisive lasciate libere in seguito al passaggio dall’analogico al digitale. Nessuna asta pubblica, ma bensì una vera e propria “gara di bel-lezza”: le emittenti che avessero avu-to le caratteristiche richieste dal mi-nistero dello Sviluppo avrebbero ot-tenuto gratuitamente altre frequenze dove creare nuovi canali. Insomma: più sei bella, più lo sarai. Un vero affare per gli imperi Rai e (guarda caso) Mediaset: i grandi network na-

zionali, già in possesso dei requisiti richiesti, avrebbero vinto automati-camente, accrescendo il loro potere economico e sociale; le piccole reti sarebbero sparite o avrebbero dovu-to cercare un compromesso con le vincitrici. Infatti, una volta scaduto il vincolo di possesso di cinque an-ni, le tv privilegiate avrebbero potuto vendere queste frequenze, ottenute gratuitamente, al migliore offerente. Sembrava proprio un’altra legge “ad personam”. Il settore televisivo era insorto: gli esclusi chiedevano di gareggiare in un’asta pubblica, come era succes-so con le frequenze del settore del-

la telefonia, con grande guadagno per le casse dello Stato, circa 3,9 miliardi di euro. Finita l’era Berlu-sconi, appena insediatosi il governo dei tecnici, il ministro dello Svilup-po Corrado Passera aveva ricevuto una diffida da parte di Altroconsumo e Femi (Federazione media digitali indipendenti), che rivendicavano un’asta pubblica anche per il settore televisivo. Dopo mesi di silenzio sul-la questione finalmente si è arrivati a una svolta: il beauty contest sarà revocato, così afferma il ministro Passera, riaprendo i giochi sull’as-segnazione delle frequenze. Servirà il vaglio della Commissione euro-

pea e l’esame dei partiti di maggio-ranza, poi l’Agicom (l’Autority per le garanzie nelle comunicazioni) deciderà tempi e modalità dell’asta, che probabilmente si svolgerà prima dell’estate. Il bollettino di Medioban-ca di febbraio ha calcolato il possibi-le incasso dello Stato dall’asta delle frequenze tv: si parla di 1,2 miliardi di euro, contro il guadagno zero dei regali del beauty contest. Un segno positivo, finalmente. Considerando che il presidente del Consiglio Ma-rio Monti, in passato, ha rivestito anche il ruolo di commissario euro-peo per la concorrenza, da tempo ci si aspettava questa scelta anti-trust,

che sembrava non arrivare mai. Ora, cancellate le posizioni di privilegio, si dovrebbe assistere a una gara me-no pilotata nell’assegnazione delle sei frequenze tv. La speranza è quel-la di assistere alla crescita del plu-ralismo nell’offerta televisiva, che elimini il duopolio Rai-Mediaset e favorisca un’offerta più completa. È la strada corretta per risanare il mer-cato televisivo: aumentare le parti in gioco, creare concorrenza. E quando c’è più concorrenza aumenta anche la creatività, l’organizzazione, si af-frontano i problemi, si creano pro-grammi di qualità. È proprio quello che serve.

In Primo Piano alle 9.30 va in onda l’intervista di Massimo Venturelli al vescovo Luciano Monari sulla lettera indirizzata ai sacerdoti e presentata al termine della S. Messa crismale del Giovedì Santo. Da domenica 15 aprile il commento al Vangelo è di Chiara Pedraccini, vicedirettore dell’Ufficio famiglia. In Ecclesia (alle 11) Simone Agnetti presenta i concorsi di Punto.Art. In “Musica per lo spirito” (alle 11.30) don

Alberto Donini guida all’ascolto di pagine sacre per il tempo di Pasqua.Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio Raphaël alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” apre con il servizio “Veglia pasquale in Cattedrale”, nel corso della quale è stato ripercorso il cammino dell’umanità. A seguire: “Pasquetta al Santuario di Comella”, le telecamere della Buona Notizia nella chiesa romanica vicina alla confluenza del Mella con l’Oglio; “La biblioteca del Seminario” il cui catalogo elettronico ha superato i 100mila titoli; “Barco a Crucifixus”: la ben nota Via Crucis di Barco è

tra gli appuntamenti del Festival di primavera 2012. La rubrica “4 parole...” è con don Alessandro Camadini sulla realtà scoutistica bresciana. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche il pellegrinaggio in Terra Santa con l’Oftal.

La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Niente paura, arriva anche la me-la. Ma non al momento e nel modo che si aspetterebbe chi conosce la fiaba di Biancaneve tramandata dai fratelli Grimm o la sua trasposizione cinematografica più celebre, quella disneyana del 1937. Il film di Tar-sem Singh attinge alle versioni più antiche di questo racconto popola-re, le frulla in un pentolone saturo di colori, e fa ruotare il tutto attorno a un’attrice famosa per i suoi ruoli da “brava ragazza”: Julia Roberts,

e sue apparizioni “nel mondo” sono merce rara, da quando, molti anni fa (1978), decise di ritirarsi a vita privata, fatta ecce-

zione per la pubblicazione costante di nuovi album. Ma il suo mito non è tramontato, anzi, pare essersi raffor-zato proprio grazie alla sua “scompar-sa”. Stiamo parlando di Anna Mazzini, in arte Mina, la più grande cantante italiana di tutti i tempi (naturalizzata svizzera), una voce che tutto il mondo ci invidia. È appena stata pubblicata la riedizione del disco dal vivo “Dal-la Bussola. Mina” che, per celebrare i quarant’anni dalla sua pubblicazio-ne, esce in una edizione speciale, ri-masterizzata e ampliata, che sorpren-derà i suoi numerosissimi ammiratori. Prima di entrare nel dettaglio di que-sto album è doveroso ricordare che a questo live del 1972 seguì nel 1978 un altro disco registrato sempre dal vivo alla Bussola, che nel frattempo aveva modificato il suo nome in BussolaDo-mani. Il disco in questione si intitolava semplicemente “Mina Live 1978” ed è importante perché documenta l’ulti-ma esibizione dal vivo di Mina, il 23 agosto 1978, che proprio dopo quel-la serata di Viareggio annunciò l’ab-bandono delle scene. Ma torniamo a

“Dalla Bussola. Mina”, che sarà dispo-nibile solo fino al 31 dicembre 2012, il che lo rende ancora più prestigioso e appetibile. L’album, rispetto all’origi-nale del 1972, contiene anche il “Me-dley di successi” (“Non credere”, “E se domani”, “Insieme”, “Bugiardo e incosciente”, “Parole parole”, “Io e te da soli”), precedentemente escluso, in modo che la scaletta originale del concerto venga riprodotta fedelmen-

menti serrati di “Mina e l’Orchestra”, formula da lei stessa coniata: un’idea e un’esclusiva che, forte della poten-za dell’unica artista italiana in grado di reggere una big band (diretta da Gianni Ferrio), con ritmica e sezioni di fiati formate da decine dei più im-portanti jazzisti del panorama musi-cale italiano, catapultarono la Versi-lia nella magia e nella ricchezza mu-sicale delle notti di Las Vegas e Los Angeles, Londra e New York. Grazie a concerti come quelli di Mina e di al-tri big (tra cui l’esordio dal vivo di Fa-brizio De Andrè, refrattario ai live), la Bussola assunse il carattere di arena unica per la musica italiana. Per que-sto il valore aggiunto del recente cd diventa l’esclusivo libretto di 24 pagi-ne contenente foto di Mina durante il concerto. Un disco imperdibile, che potrà contribuire a far conoscere la “tigre di Cremona” anche alle giovani generazioni, abituate ad altre vocali-tà forse più moderne ma di spessore inferiore. Questa la tracklist del cd: The groove merchant (Strumentale); Fly me to the moon (In other words); E penso a te; Fiume azzurro; Io vivrò (senza te); You’ve made me so very happy; Medley; Laia ladaia (Reza); Someday (You want me to want you); The groove merchant (Strumentale).

te e disponibile per la prima volta. Al cd è abbinato anche il dvd, già pubbli-cato in tiratura limitata nel 2003, con le riprese video restaurate. Un docu-mento straordinario che conferma la statura gigantesca di una cantan-te fuori dal comune, dotata di voce perfetta, limpida, potente, capace di estensione unica. L’album documenta un periodo straordinario: “Dalla Bus-sola. Mina” testimonia gli appunta-

Parte un percorso che offre la possibilità di intraprendere un’esperienza di conoscenza e sviluppo del proprio potenziale espressivo, comunicativo e ideativo. Lo strumento d’indagine è il teatro: il lavoro attinge al patrimonio che la propedeutica teatrale ha sviluppato con un’attenzione particolare alla funzione educativa ed esplorativa. La funzione pedagogica e trasformativa dello strumento

teatrale viene messa a disposizione di operatori sociali, studenti universitari e insegnanti. Ancora tre incontri: 28 aprile “Poetica del linguaggio corporeo: estetica della comunicazione non verbale”; 12 maggio “La relazione all’interno della ricerca teatrale: aspetti comunicativi ed espressivi”; 26 maggio “Elementi di pedagogia teatrale: metalettura e trasposizione scenica”. Tutti al Museo diocesano. Info allo 03040233.

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divertita nel recitare la parte della regina crudele, talmente invidiosa della figliastra da commissionare il suo omicidio.In un film dal sapore volutamente anacronistico – è stato girato in vasti set a Montreal, dando peso a scene e costumi più che agli effetti speciali – la Biancaneve di Lily Collins, occhi sgranati e capelli neri, ha il look di un’Audrey Hepburn rediviva. Dopo la scomparsa del re e l’arrivo di un aitante principe (Armie Hammer),

la regina vuole conquistare l’amo-re – e le ricchezze – del ragazzo. Il quale è naturalmente assai colpito dalla bellezza di Biancaneve, che la matrigna tiene segregata nel palaz-zo. Il fido Brighton (Nathan Lane, il più spassoso tra gli interpreti) vie-ne così incaricato di portarla nella foresta ed eliminarla. I tremori del servo e l’incontro con una curiosa compagnia – i sette nani, non mina-tori ma briganti – cambieranno il corso della storia.

Il produttore Bernie Goldmann ha dichiarato l’intenzione di “fare una versione cinematografica della fiaba classica, con attori in carne e ossa, che però conservasse l’atmosfera di un film di animazione”. Per rag-giungere l’obiettivo Tarsem Singh ha scatenato il suo talento visivo, più da illustratore che da regista. Il film, discontinuo nel ritmo, è una successione di quadri viventi, ognu-no dei quali sfodera dettagli folgo-ranti. Straordinari i costumi creati

da Eiko Ishioka, dalle enormi vesti rosse o dorate della regina fino agli abiti indossati ai balli dai cortigiani; sorprendenti le scenografie di Tom Foden, che ci fa passare da una reg-gia a picco sul nulla alla baita con tappezzeria “rustica” dei simpatici nani. A regolare il meccanismo è un’ottima Julia Roberts: che affron-ta la parte con la giusta ironia, sot-toponendosi a un certo punto anche a un trattamento estetico di racca-pricciante originalità.

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a parola magica attorno al-la quale il governo, le forze politiche e quelle sindaca-li, i mass media e buona parte dei cittadini italia-

ni hanno proposto, discusso, litigato nelle ultime settimane, è stata “rein-tegro”. Cioè quel che prevede l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori in caso di licenziamento individuale senza giusta causa, nelle aziende con più di 15 as-sunti. La giusta causa la valutava il giu-dice; se non la riscontrava, il lavorato-re aveva diritto ad essere reintegrato nel suo posto di lavoro. Aveva facoltà di chiedere un indennizzo economico, se preferiva andarsene. Parliamo al passato perché si presume che il pros-simo futuro non sarà più così. Ecco: in verità la parola magica doveva essere un’altra. Indennizzo. Perché è su que-sto che verte la riforma Fornero-Monti in tema di licenziamenti. Ora l’inden-nizzo è sempre possibile, e la decisio-ne spetta al giudice del lavoro. Comin-ciamo dal licenziamento disciplinare. Il lavoratore lo può impugnare, l’azien-da deve dimostrare la giusta causa o il giustificato motivo che l’hanno spinta a tale misura. Se non lo fa, e cioè se il fatto contestato non c’è stato o non l’ha commesso il lavoratore in que-stione; o infine se il fatto contestato aveva un’altra procedura di punizione prevista dai contratti collettivi, allora il giudice annulla il licenziamento e ordina il reintegro del lavoratore. Ma

un’indennità risarcitoria variabile tra i 12 e i 24 mesi di stipendio mensile. Set-timane di acerrime discussioni hanno infine partorito questa disciplina del licenziamento economico (cioè do-vuto alla difficoltà o all’impossibilità dell’azienda di pagare quello stipen-dio). Se impugnato, scatta il reintegro solo nel caso in cui il giudice riscontri la manifesta insussistenza di un giu-stificato motivo per licenziare. Detta in parole povere: se dietro al licenzia-mento economico si nasconde una cacciata per questioni disciplinari o, peggio, discriminatori (in quest’ultimo caso il licenziamento è sempre nullo

solo in questi casi. Altrimenti il giudi-ce – rilevando la mancanza di giusta causa ma comunque riscontrando la fine del feeling tra le parti – dichiara risolto il contratto di lavoro tra le parti e condanna l’azienda al pagamento di

Nel passaggio dall’Ici all’Imu, anche le famiglie di persone disabili si tro-veranno a pagare conti salati. Il decre-to Salva Italia, che pure prevede uno sconto di 50 euro per ogni figlio a ca-rico fino a 26 anni, non concede nulla alle famiglie di disabili adulti, spesso gravi e gravissimi, a carico per tutta la vita. La casa, per queste famiglie, non rappresenta una scelta facoltativa, ma spesso un “obbligo sociale”, visto che spesso non vengono concessi immobi-

li in affitto alle persone con disabilità. A lanciare l’allarme è l’associazione “Claudia Bottigelli”, una realtà che si fa carico della difesa dei diritti umani e dell’aiuto alle famiglie con figli disa-bili gravissimi che si fa portavoce, in questa come in molte altra cause, delle preoccupazioni e dei bisogni delle fa-miglie di persone disabili. “Come as-sociazione, visti gli ultimi avvenimenti che hanno previsto aumenti di tasse e l’introduzione di nuove, vogliamo sot-

toporre alla sua attenzione una proble-matica non indifferente che noi e le fa-miglie della nostra associazione ci tro-veremo ad affrontare oltre alle spese ingenti che già la gestione delle nostre famiglie comporta – scrive Marina Co-metto, presidente dell’associazione –. L’Imu, che da giugno causerà un nuovo salasso nelle famiglie italiane, per noi sarà un’ulteriore dimostrazione che quando si legifera non si tiene conto di noi , famiglie disabili”.

e il reintegro obbligatorio). Se non ri-scontra la “manifesta insussistenza” ma solo che il licenziamento pare az-zardato, eccessivo, allora via libera all’indennizzo. Il lavoratore comunque se ne va, ma si porta in tasca da 12 a 24 mensilità di risarcimento. Si dirà: i tribunali esploderanno di cause. Già oggi… Ecco perché è stato previsto lo strumento della conciliazione presso le Direzioni territoriali del lavoro (Dtl). A queste l’azienda comunicherà la sua intenzione di licenziare Tizio. Entram-be le parti saranno convocate dalla Dtl entro sette giorni, ed entro venti si dovrà arrivare ad una conclusione.

Il 5,5% della ricchezza del Paese è garantito dalle 454mila imprese gestite da stranieri, che producono un valore aggiunto di quasi 76 miliardi di euro. Lo rende noto la Fondazione Leone Moressa di Mestre, che segnala come la Toscana sia la regione in cui il contributo degli stranieri alla produzione di ricchezza è maggiore (7,7%). Seguono l’Emilia Romagna (6,7%) e il Friuli Venezia Giulia (6,4%). In generale, il quadro nazionale presenta una spaccatura tra Nord e Sud: a eccezione

dell’Abruzzo (quarto in classifica), il contributo degli immigrati è più forte al Centro e al Nord, mentre al Sud l’incidenza si ferma al 2,5% in regioni come la Campania e la Basilicata. Il valore maggiore in termini assoluti, invece, si ritrova in Lombardia, dove gli immigrati producono un valore aggiunto di 18,277 miliardi di euro. Seguono il Lazio (con 9,075 miliardi), il Veneto (8,182) e l’Emilia Romagna (8,108).La maggior parte del valore aggiunto si deve al settore dell’edilizia

(13,8%) e al commercio (10,1%). Meno incisivo il contributo del manifatturiero (6,6%) e dei servizi alle persone (6,3%). Ma sono le aziende attive nei servizi alle imprese che nel complesso concorrono alla creazione della maggiore ricchezza in termini assoluti, con 21 miliardi di euro (il 27,6% del totale). A un’analisi più approfondita si nota che la regione con il maggior contributo straniero alla creazione di valore aggiunto nell’edilizia è la Liguria (21,5%).

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uno stillicidio senza fine. Sono sempre di più i pic-coli imprenditori, artigiani e semplici lavoratori che, caduti nella spirale della

crisi, del fallimento delle loro imprese o della perdita del posto di lavoro, non trovano altra via d’uscita che quella del suicidio. Dal 2008 al 2011, i suicidi per motivi economici sono aumentati in Italia quasi del 25%. Negli anni della crisi si sarebbero verificati oltre 1000 suicidi tra persone disoccupate o che avevano perso il lavoro da poco o che erano state costrette a chiudere la loro attività. Si calcola, inoltre, che negli ul-timi 10 anni, in Italia, si sarebbero sui-cidati circa 2500 imprenditori, causan-do la chiusura di oltre 10mila imprese e la perdita di almeno 50mila posti di lavoro “Ogni suicidio – scrive il pre-sidente di Confartigianato di Brescia Eugenio Massetti in una lettera aperta – rappresenta una tragedia personale e sociale che si unisce a quella di tan-tissimi altri imprenditori e lavoratori colpiti in maniera inesorabile dagli effetti della crisi economica”. I dati impongono, secondo Massetti, una ri-flessione. “La scelta del darsi fuoco di fronte agli uffici di esazione delle im-poste – continua il presidente di Con-fartigianato – è simbolica ed esprime un chiaro segno del disagio delle pic-cole imprese nei confronti delle pre-tese del Fisco che sembra non tenere

conto della crisi di persone e imprese”. Se questa è l’analisi ben più cruda è la sintesi a cui giunge Massetti: sarebbe dello Stato la responsabilità ultima del numero in costante crescita di questi suicidi. Imprenditori che si sono sen-titi soli, isolati non hanno avuto altra scelta che quella del suicidio”. Masset-

È in programma per le 17 del 12 aprile presso il Museo della Mille Miglia, in viale della Bornata a Brescia il seminario “Accordo banche-imprese: la moratoria”. Promosso dalla Compagnia delle Opere di Brescia, in collaborazione con Bfs & Partners e il Confidi province lombarde (con cui ha recentemente stretto un accordo di partnership per il sostegno alle imprese), il seminario è interamente dedicato al tema del rapporto fra le

imprese e le banche. La giornata prende le mosse dalla moratoria realizzata con l’adozione di quelle nuove misure, concordate grazie alla mediazione del governo tra il mondo della produzione e quello bancario, per il credito alle pmi che dovrà aiutare il mondo imprenditoriale in questa fase di scarsa liquidità, in una congiuntura recessiva, in cui la mancanza di finanziamenti rischia di portare a un circolo vizioso, e dalle novità che

introduce. Nel corso del seminario Francesco Figaroli, responsabile Servizio Finanziario Cdo di Brescia, Abele Alloni, direttore generale di Confidi province lombarde e Stefania Bergamaschi, coordinatrice e responsabile segmento Imprese area Lombardia Sud-Est Intesa Sanpaolo, cercheranno di dare risposte ad alcune importanti questioni: sospendere o allungare i mutui può servire? Quali potrebbero essere i

vantaggi? Come utilizzare le opportunità offerte dalla moratoria? Quali nuove competenze servono oggi alle imprese per dialogare con gli istituti di credito? Le banche sono in grado di valutare gli asset positivi del proprio territorio e del tessuto imprenditoriale che le circonda? Il seminario è condotto da Alessandro Berti, amministratore delegato R&A Consulting e docente Scuola d’Impresa.

È

ti, però, è convinto che anche da questi drammi si possa imparare qualcosa. “Dobbiamo tralasciare le logiche in-dividualistiche del passato – afferma –. Serve un salto evolutivo nell’innova-zione tecnologica, nell’organizzazione produttiva e dei servizi e che sia entra-ta in relazioni produttive-commerciali con imprese più grandi che si sono in-ternazionalizzate”. Anche lo Stato, però, deve fare la sua parte. Deve riflettere, secondo il presidente di Confartigianato, e “agire subito assicurando quei mec-canismi di salvaguardia e di gradua-lità che non tolgano alla fine ogni speranza a chi ha fatto del lavoro la propria vita”.

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i attendeva con molta cu-riosità il famoso trittico Reggina-Verona-Sampdo-ria. A due terzi del com-pito, la valutazione è più

che positiva. L’entusiasmo e la spinta della vittoria maturata al 90’ contro i cugini scali-geri è stata una vera e propria iniezio-ne di ottimismo e adrenalina. Che ha fatto immediatamente dimenticare il pareggio-beffa, quasi a tempo sca-duto, di Reggio Calabria. Mettiamoci pure che una diretta inseguitrice co-me la Sampdoria e tornata alle spal-le, anche se vicinissima, e il bilancio non può che essere positivo. Ora bisogna continuare di questo passo: proprio a Genova, sponda blu-cerchiata, questo sabato ci si gioca una fetta importante della torta play off. Provando a mettere da parte l’amarcord (sfida particolare per gli ex mister Beppe Iachini, Eder, Juan Antonio e lo squalificato Berardi que-sti ultimi due passati a gennaio sotto la Lanterna), la gara di Marassi è un crocevia quasi decisivo per le ambi-zioni delle Rondinelle. La prima di una doppia trasferta vi-sto che poi si andrà ad Ascoli e suc-cessivamente si tornerà al Rigamon-ti per ricevere il Sassuolo secondo in classifica nell’anticipo delle 19 di venerdì 27. Partiamo dalla gara di Genova. A centrocampo torna la spinta sulla

fascia di capitan Marco Zambelli che ha scontato il turno di squalifica mentre davanti alla difesa Salamon è stato appiedato dal giudice sportivo. Verrebbe subito da dire che il sostitu-to naturale sarà Cordova in attesa del recupero definitivo di Budel (ci vor-ranno almeno altre due settimane). Ma attenzione perché secondo Calo-ri il cileno, che scalpita dopo il capo-lavoro al 90’ nel derby contro il Vero-na, non sarebbe in grado di gestire sulle gambe un’intera partita. Allora ecco che potrebbe ritrovare

conferma dal primo minuto Man-dorlini, Rossi pare intoccabile così come Daprelà sull’esterno. El Kaddouri, decisamente stanco e bisognoso di rifiatare, potrebbe es-sere sacrificato ancora una volta co-me trequartista prima di un leggero tourn over che partirebbe ad Asco-li per essere nuovamente interrotto nel big match contro il lanciatissimo Sassuolo. In avanti l’unica certezza si chiama Jonathas, un po’ in ombra contro il Verona ma come fai a tenerlo fuori

quando ha già messo in cascina 14 reti? Piuttosto il problema si sposta sulle alternative al brasiliano. Pio-vaccari non è sinonimo di garanzia ed è la brutta copia del capocanno-niere di due campionati fa a Cittadel-la. Fecsezin si è perso dopo le prime sette giornate di campionato, Foti si è dimostrato una meteora, Maccan è praticamente sempre in tribuna e pa-re non rientrare nei piani di Calori. Un passo per volta: sperando di usci-re da Marassi con punti e morale an-cora più alto.

Non c’è tempo per festeggiare la conquista della Coppa Italia per l’An Brescia (storico 5-4 agli avversari di sempre del Recco, nella foto) che questo fine settimana torna in acqua per la caccia allo scudetto nel massimo campionato di A1. Dopo la sosta di tre settimane, dunque, si riparte il rush finale. Per il settebello guidato da coach Bovo l’avversario è la Florentia con gara 1 in programma sabato 14 fra le mura amiche della

piscina di via Rodi. Return match sette giorni dopo in casa dei gigliati, eventuale spareggio di nuovo in città mercoledì 25. Si gioca, dunque, al meglio delle due vittorie su tre incontri. Biancoazzurri giunti secondi al termine della stagione regolare; settimo posto per gli avversari. Il resto dei quarti di finale prevede le seguenti sfide: Pro Recco-Bogliasco, Savona-Camogli e il derby campano fra Acquachiara e Posillipo. (r.m.)

Smaltite le vacanze pasquali, comin-cia il rush finale per la Centrale del Latte Brescia in piena corsa per un posto play off dopo la promozione in Lega 2 dello scorso giugno. Le doppie vittorie con Brindisi e Forlì hanno ridato nuova linfa al gruppo tornato in carreggiata dopo una leg-gera sbandata. Alla fine della stagio-ne regolare, infatti, mancato sola-mente quattro giornate e bisognerà dare tutto. A partire dalla sfida casa-

linga di questa domenica alle 18,15 (diretta integrale sugli 88.3-88.5 di Radio Voce e in streaming su radio-voce.it) contro Imola, quest’ultima – al contrario – invischiata nella lotta per non retrocedere. Domenica 22 – poi – si andrà a Piacenza (quest’ulti-ma non se la passa così tanto bene) mentre domenica 29 arriverà Scafati al San Filippo, seconda forza del tor-neo a -2 da Reggio Emilia. Chiusura, sabato 5 maggio, alle 20.30 in quel di

Ostuni sperando che la formazione brindisina sia già salva. Insomma il calendario non è poi così male. Bre-scia al settimo posto con 26 punti as-sieme allo Jesi: sarebbe importante mantenere il leggero vantaggio di quattro punti (tradotto in cifre, due vittorie) dalle inseguitrici Veroli, Ve-rona e Piacenza. Difficile riprendere il Barcellona, quinto a quota 30. Mai dire mai: questa Centrale ai miracoli ci ha già abituato.

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l Centro sportivo italiano ha un grande sogno: portare la ban-diera arancioblù ad Haiti e vin-cere la povertà e la miseria con lo sport. Un progetto ambizioso

in cui confluiscono numerose inizia-tive e gesti concreti fatti da singole persone. Il mese di aprile vedrà pro-tagonisti sul campo della solidarietà i fischietti ciessini, impegnati nel soste-gno alla campagna nazionale di rac-colta fondi denominata Day Arbitro. Ciascun comitato territoriale potrà chiedere ai propri arbitri di devolve-re nel progetto pro-Haiti la diaria di una gara arbitrata nel mese di apri-le. Il Day Arbitro è un appuntamento ormai consolidato e ricorrente nel ca-lendario primaverile del Csi, cambia soltanto il destinatario delle somme raccolte. Cifre importanti, raccolte grazie alla sensibilità di fischietti e dei Comitati. Lo scorso anno aderi-rono 60 Comitati, e alla fine si con-tarono in cassa 36mila euro, affidati alla Fondazione Operation Smile, che opera in tutto il mondo per aiutare i fanciulli nati con deformazioni al vi-so. Quest’anno l’obiettivo è fare an-cora meglio, raccogliendo almeno un euro in più per realizzare il centro in cui i piccoli haitiani potranno vivere qualche momento di serenità giocan-do a calcio. Sono già arrivati i primi fischi solidali. Ad oggi sono più di 60 i comitati che hanno detto sì: Acqui Terme, Agrigento, Ancona, Ascoli Pi-ceno, Bari, Belluno, Bergamo, Biella,

L’occasione è propizia per fare il punto della situazione sulle attività e i progetti che la commissione ciclismo ha coltivato nelle ultime settimane, soprattutto in ambito giovanile. A tal proposito il mese di marzo si è chiuso con un’importante riunione che ha posto le basi per l’attività sportiva dedicata ai giovanissimi, organizzata in collaborazione con la Federazione ciclistica italiana, reduce dalla tre giorni della Fiera dello Sport, dove i maestri di ciclismo hanno

dato ai più piccoli la possibilità di cimentarsi sulle due ruote con prove di mountain bike e gimkane su strada. Il calendario provinciale della Junior Bike è pronto e sarà proprio il Csi Brescia ad inaugurare la manifestazione con l’esordio di Bovezzo previsto per domenica 15 aprile alle 16. In programma una gimkana e prove di abilità. Seguiranno altri 17 appuntamenti – cinque dei quali targati Csi – che impegneranno i ciclisti del futuro fino agli inizi di ottobre.

ª

Bologna, Brescia, Brindisi, Caserta, Catania, Crema, Cremona, Cuneo, Faenza, Ferrara, Firenze, Forlì, Ge-nova, Imola, La Spezia, Lecce, Lec-co, Livorno, Lucca, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano, Milazzo - Patti, Modena, Napoli, No-vara, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro - Urbino, Pisa, Pisto-ia, Prato, Ravenna, Reggio Calabria,

Reggio Emilia, Rimini, Roma, Rovigo, Siena, Sondrio, Teramo, Torino, Tra-pani, Treviso, Vallecamonica, Varese, Venezia, Verbania, Vicenza, Viterbo. È dunque doveroso un ringraziamento sincero al settore arbitrale Csi, sem-pre pronto a dare il suo contributo dentro e fuori dal campo. A tal pro-posito sono illuminanti le parole del presidente nazionale Massimo Achi-ni a riguardo: “In occasione del Day Arbitro ci vorrebbe un bel cartello a bordo campo con scritto “vietato fi-schiare il direttore di gara”. Lo scor-so anno in occasione dell’evento due squadre aspettarono l’arbitro all’in-gresso dell’oratorio e lo accolsero in-sieme con un grande applauso.

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I tesori della politica

Egr. direttore, ho letto di un esperto di economia che si era rivolto ad un suo conoscente psicologo perché alla rubrica di con-sulenza fiscale che teneva su una ri-vista arrivavano richieste “strane”. Si trattava di giovani, figli di imprenditori e ricchi industriali, che interpellavano l’esperto su come entrare in posses-so della ricchezza dei genitori senza dover aspettare anni in attesa della loro morte. A loro – giovani, belli e pimpanti – interessava gestire la ric-chezza subito, senza dover aspettare per troppo tempo. L’esperto di fron-te a queste richieste si trovava un po’ confuso. L’amico psicologo gli suggerì: “Dì a quei giovani di guadagnarsi quei soldi che vorrebbero spendere”. Di fronte a tanti episodi di mala gestione di soldi pubblici, di “rimborsi” eletto-rali per spese mai sostenute, per que-sta gestione allegra di bilanci a opera di tesorieri più o meno improvvisati, scelti forse più in base al pelo sullo sto-maco che all’onestà e merito, mi chie-do se all’origine di tutto c’è quello che anche San Paolo avvertiva ricordando ai cristiani di Tessalonica: “Chi non vuol lavorare neppure man-gi” (2Ts 3,10). Quando si hanno soldi e ricchezze che non si sono guadagnati col proprio lavoro, o in un modo spro-porzionato, si scialacquano e infine portano alla miseria e alla morte (a partire dal figliol prodigo del Vangelo di Luca, capitolo 15 per arrivare a tan-te celebrità rovinate dall’alcool e dalla droga). Non so se è una leggenda me-tropolitana, ma sarà vero che parecchi che hanno vinto cifre astronomiche ai vari concorsi e lotterie, alla fine si so-no trovati peggio di prima? Se hai tanti soldi da “dover” spendere alla fine li

spendi male e finisci per farti del ma-le (o te lo fanno gli altri). Non vorrei fare un discorso qualunquista, ma non so se i nostri politici e i nostri partiti si sono guadagnati quelle facilitazioni e quel tesoro di cui sembrerebbero di-sporre. Secondo me anche i loro sti-pendi e il finanziamento ai loro partiti dovrebbero essere collegati all’anda-mento dell’azienda che dovrebbero governare (la nostra povera Italia). Facilitazioni e tesoro che poi sono lo-ro stessi ad elargirsi! E il discorso si apre: com’è possibile che in parlamen-to siedano persone indagate e/o segna-te da condanne? E addirittura protette dal parlamento stesso? necessario cambiare politica! Un esempio, forse qualcuno si irriterà: che senso ha ave-re un partito dei pensionati o il partito dei verdi? Un partito, secondo me, non può portare avanti un aspetto partico-lare della realtà, ma deve presentare una visione complessiva della socie-tà e dello Stato. Noi elettori dobbia-mo conoscere queste proposte e, col nostro voto, premiare o punire, pro-muovere o scoraggiare. Occorre avere il coraggio di guardare al bene comu-ne, al bene complessivo, non ai singo-li interessi di categoria. Ultimamente un’attività che sembrerebbe rendere bene è quella di fondare un partito: ma vi sembra giusto! Dove sono finiti gli ideali, dove sono finiti i valori mo-rali? Io che non sono più giovane, mi ricordo di una espressione “questio-ne morale” che tanti anni fa agitava il clima politico e l’opinione pubblica. Anche se l’espressione verbale è ve-nuta meno, il problema è sempre sta-to presente, perché quando una o più persone hanno tanto potere di muove-re montagne di soldi, si capisce che la tentazione di allungare la mano per il proprio borsino è sempre lì. Quindi o

si possiede una forte caratura morale e di onestà (e politici così ci sono di sicuro) per attraversare questi mari di allettanti sirene o si rischia di essere travolti da una mentalità da “arraffa arraffa” e da “finché ce n’è, viva il re”. Senza dimenticare che se una persona o una organizzazione accumula trop-po denaro in rapporto all’andamento della società, c’è qualcosa che non va: il denaro che si concentra in mano di pochi è sottratto a tanti altri. Così il denaro da strumento diventa merce e quindi un fine (vedi i giochetti della speculazione finanziaria).Finisco questa mia lettera citando due principi della teologia morale ai tem-pi degli studi in Seminario: primo non cercare di arricchirti. Secondo se hai, hai per dare. una frase di don Lo-renzo Milani che dedico a tutti quanti (me compreso):“Fa’ strada ai poveri, senza farti strada”.

don Alberto Tomasini

Di ritorno dalla Via Crucis cittadina

Egr. direttore,le scrivo di ritorno dalla Via Crucis cit-tadina per esprimere il mio rammarico per la scarsissima presenza di sacer-doti e soprattutto di parroci della cit-tà. Questi ultimi si potevano contare sulle dita di una mano e certamente non è stato confortante per i fedeli vedere sia all’uscita da San Faustino che sull’altare di San Pietro attorno al Vescovo una sparuta pattuglia di pre-sbiteri che avrebbero dovuto testimo-niare la condivisione di un momento significativo per le comunità cittadine e invece documentavano solo un’indif-ferenza che fa male.L’appuntamento della Via Crucis citta-dina è ormai venticinquennale e non si

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

può certo invocare il sopravvenire di altri più pressanti impegni: suggerisco comunque ai parroci di segnare sulla propria agenda fin da gennaio l’impe-gno cosicché una programmazione a così lunga scadenza consenta di es-sere presenti e di rendere concreti e credibili gli appelli alla partecipazio-ne di cui sono maestri. Cordiali saluti

Adriana Pozzi

Cuba e il miracolodi Benedetto XVI

Egr. direttore, la visita di Benedetto XVI è stata un messaggio al mondo intero, che mo-stra quanto la Chiesa cattolica sia al cuore dell’identità spirituale e cultu-rale del continente. Ora so perché a Cuba la Chiesa è sopravvissuta a Fi-del Castro. La fede di Benedetto è più grande di tutti i soprusi. Un miracolo del Santo Padre per i fedeli cubani e... un grazie al governo cubano che ha mostrato tanto rispetto per il San-to Padre, a proposito della decisione delle autorità cubane di dichiarare il Venerdì Santo festivo: le autorità han-no accolto la richiesta di Benedetto XVI, così come era già accaduto per il Natale all’epoca del viaggio del Be-ato Giovanni Paolo II. certamente un segno molto positivo. Che regalo per il compleanno del Papa... L’augu-rio per i suoi 85 anni con il miracolo in Cuba è che il suo sguardo possa ri-manere ancora per tanti anni lo stes-so, una piccola fessura che ci permette di intravedere la luce di Dio. La testi-monianza più forte della fede viva dei cubani è che i regimi passano, Cristo rimane. Il nuovo umanesimo cristiano proposto da Benedetto XVI altro non è che il ritorno a quella visione evan-gelica che le prime comunità perse-

guitate dei cristiani avevano 2000 an-ni fa. questa la lezione della Chiesa cubana: hanno cercato in tutti i modi di annientarla, ma è rimasta talmente viva da proporsi come modello per noi europei. Ma soprattutto c’è una prima-vera della fede e attraverso la fede è importante che i cubani lavorino ve-ramente insieme, guardino davanti e rimodellino la loro identità attingendo dalla tradizione della Chiesa cattolica, che è anche parte di questa cultura. Quella, per capirsi, di riuscire a parla-re a uno stesso tempo al cuore e alla ragione per arrivare alla verità, mentre si parla di Dio. Come nell’ultima ome-lia in Plaza de la Revolucion all’Avana a Cuba, quando ha ricordato come “alcuni, come Ponzio Pilato, ironizza-no sulla possibilità di poter conosce-re la verità, proclamando l’incapacità dell’uomo di raggiungerla o negando che esista una verità per tutti”, atteg-giamento che “come nel caso dello scetticismo e del relativismo, produce un cambiamento nel cuore, rendendo freddi, vacillanti, distanti dagli altri e rinchiusi in se stessi”; tutto ciò men-tre, dall’altra parte, “ci sono altri che interpretano male questa ricerca del-la verità, portandoli all’irrazionalità e al fanatismo, per cui si rinchiudono nella loro verità e cercano di imporla agli altri. Certamente non è l’irrazio-nalità, ma l’ansia della verità quello che promuove la fede cristiana. Ogni essere umano deve scrutare la verità ed optare per essa quando la trova, anche a rischio di affrontare sacrifi-ci”. Così, e solo così, si arriva a fon-dare un’etica che riconosca la dignità inviolabile dell’essere umano e possa avvicinare gli uomini tra loro. Non si ricorda mai abbastanza che il mondo venne a trovarsi sul baratro della terza guerra mondiale al tempo dello scon-

tro tra Cuba e gli Stati Uniti, e che fu il Papa allora regnante a salvarci tutti dalla catastrofe. Il 22 ottobre 1962, a conclusione di un crescendo di vio-lenze verbali e di minacce sempre più pesanti, Kennedy decretò il blocco na-vale contro Cuba e chiese all’Unione Sovietica l’immediato smantellamento dei missili strategici. A questo punto il mondo tremò, poiché sembrava ormai alle porte non tanto una guerra locale, quando lo scoppio del terzo conflitto mondiale. Fu allora che intervenne Giovanni XXIII, implorando Kruscev e Kennedy di riprendere il dialogo e di risparmiare al mondo una carnefi-cina che, dato l’armamento atomico delle grandi potenze, sarebbe stata senza uguali. Quanto alla Chiesa cat-tolica, nessuna gratitudine, da parte di Castro (che pure era un ex allievo dei gesuiti) verso il Pontefice roma-no che tanto aveva contribuito a ri-sparmiare un’ecatombe. La Mosca di Kruscev, poi di Breznev, fino al 1985, quando il nuovo segretario del Pcus, Michail Gorbaciov, iniziò a prende-re le distanze, era stata sempre la grande protettrice di Cuba ed ave-va sostenuto con piogge di danaro la sua traballante economia. Venuta meno la “casa madre”, Cuba dovette intraprendere un faticoso cammino verso l’integrazione nella politica e nell’economia mondiale. In queste condizioni, Castro trovò un insperato e provvidenziale aiuto nella generosa mano che gli venne tesa da Giovanni Paolo II, pronto a riceverlo in Vatica-no nel 1996, durante il suo viaggio in Italia, e a ricambiare la visita l’anno seguente, nel 1997. Castro ricambiò con una serie di aperture alla Chiesa cattolica cubana e un definitivo allen-tamento della tensione nei confronti degli Stati Uniti. Il 23° viaggio inter-

nazionale di Benedetto XVI, che l’ha portato in Messico e a Cuba di cer-to, per la storia, è tutta un’altra fac-cenda. Non c’è dubbio, infatti, che da Leòn all’Avana, papa Ratzinger ha marcato un nuovo, deciso, passo del suo itinerario di evangelizzatore. A Cuba certamente il Signore riserva un grande futuro nel mondo cattoli-co. Nessuno si illuda gli ultimi dinan-zi a Dio sorpasseranno i primi... me-ditino le Chiese d’Europa! A proposi-to della crisi economica mondiale, il Pontefice l’ha ricondotta a “una pro-fonda crisi di tipo spirituale e mora-le”, che “ha lasciato l’uomo senza va-lori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglie”: così non si può andare avanti, ha detto Ratzinger, senza “un’etica che col-lochi al centro la persona umana” e tenga conto “delle sue esigenze più autentiche”, in primo luogo “la sua dimensione spirituale e religiosa”. Per “rigenerare” le società e il mondo servono “uomini retti e di ferme con-vinzioni morali e alti valori di fondo che non siano manipolabili da inte-ressi limitati”.

Celso Vassalini

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