La Voce del Popolo 2010 47

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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 10 DICEMBRE 2010 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - 1,00 NALE WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE WWW LAVOCEDELP P POP OP OP O OP OPO OLO IT SETTIMANA LA VOCE DEL POPOLO n° 47 Esubero di Francesca Bernacchia L’amore è sempre un esubero. Come la fede. Non c’è un amore medio, un amore così così: piuttosto c’è una scelta, una decisione che recide i nastri d’inaugurazione, che toglie gli ormeggi al cuore, e lui va… deciso a farlo fino in fondo, fino alla fine, uscendo dai bordi del disegno, perché la luce è sempre fuori dal profilo delle cose, è un alone che le cose stesse promanano, che le persone irradiano. E si va fin dentro il cuore dell’altro, intenzionati a non mollare, a non impiantarsi sul- la domanda dell’opportuno, a meno che non sia anch’esso un delicato astenersi per non far male. Come la fede: essa è un moto che fuoriesce dal controllo e dal giudizio, poiché è salto ver- so realtà percepite e credute dai sensi interiori. Anch’essa è una scelta radicale, che può essere o non essere. Tu esisti, sì lo credo, lo sento dentro, senza poterlo dimostrare. La fede è un ecces- so, un esubero dai confini dei dettagli razionali, pur essendo una forma ragionevole di felicità. Iniziata con il ponte dell’Immacolata la stagione sciistica. Tante le novità dei comprensori bresciani di Ponte di Legno-Tonale, Montecampione, Borno e Maniva. Nei giorni scorsi a Darfo un convegno sulla sicurezza di chi ama divertirsi sulle piste da sci La neve in testa

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La neve in testa - Iniziata con il ponte dell’Immacolata la stagione sciistica. Tante le novità dei comprensori bresciani di Ponte di Legno-Tonale, Montecampione, Borno e Maniva. Nei giorni scorsi a Darfo un convegno sulla sicurezza di chi ama divertirsi sulle piste da sci.

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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 10 DICEMBRE 2010

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n° 47

Esuberodi Francesca Bernacchia

L’amore è sempre un esubero. Come la fede. Non c’è un amore medio, un amore così così: piuttosto c’è una scelta, una decisione che recide i nastri d’inaugurazione, che toglie gli ormeggi al cuore, e lui va… deciso a farlo fino in fondo, fino alla fine, uscendo dai bordi del disegno, perché la luce è sempre fuori dal profilo delle cose,

è un alone che le cose stesse promanano, che le persone irradiano.E si va fin dentro il cuore dell’altro, intenzionati a non mollare, a non impiantarsi sul-

la domanda dell’opportuno, a meno che non sia anch’esso un delicato astenersi per non far male.

Come la fede: essa è un moto che fuoriesce dal controllo e dal giudizio, poiché è salto ver-so realtà percepite e credute dai sensi interiori. Anch’essa è una scelta radicale, che può essere

o non essere. Tu esisti, sì lo credo, lo sento dentro, senza poterlo dimostrare. La fede è un ecces-so, un esubero dai confini dei dettagli razionali, pur essendo una forma ragionevole di felicità.

Iniziata con il ponte dell’Immacolata la stagione sciistica. Tante le novità dei comprensori bresciani di Ponte di Legno-Tonale,

Montecampione, Borno e Maniva. Nei giorni scorsi a Darfo un convegno sulla sicurezza di chi ama divertirsi sulle piste da sci

La neve in testa

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Un grande atto di solidarietà e generosità quello della provincia di Brescia nei confronti della popolazione di Monteforte d’Alpone, paese in provincia di Verona: la nostra provin-cia infatti darà un aiuto economico di 25mila euro a un paese che fino al 31 ottobre vive-va tranquillo e spensierato, quando è stato colpito dalle violenti alluvioni e tracimazioni dei fiumi nei giorni scorsi. Sono ben 830 le famiglie che hanno dovuto lasciare le loro abi-tazioni e trovare ospitalità presso strutture di soccorso a causa dell’alluvione. Si conta un danno economico pari a 39-40 milioni di euro cosi ripartito: 10 milioni per le attività pro-duttive, 27 milioni per le abitazioni civili e tra i 2,5 e i 3 milioni per beni pubblici tra i quali le scuole, le centrali termiche, la palestra e le strade. Una catastrofe che ha coinvolto non solo famiglie, ma attività commerciali e industriali. Proprio nei mesi scorsi, era iniziato da Monteforte d’Alpone il sopralluogo congiunto del presidente del Consiglio Silvio Berlusco-ni, il ministro delle Riforme Umberto Bossi e il capo della Protezione civile Guido Bertola-so dopo l’accaduto: lo Stato ha garantito l’intervento tempestivo e operativo con i fondi stanziati nei prossimi mesi, rinviando al prossimo 20 dicembre il pagamento dei contributi previdenziali per le aziende colpite dal disastro ambientale. L’alluvione non ha portato via solo mobili elettrodomestici ma ha inghiottito fotografie, giocattoli e ricordi di una vita intera di tantissime persone. Monteforte d’Alpone è un territorio vicino a noi e ha bisogno del nostro aiuto. Il presidente della provincia Daniele Molgora lancia quindi un appello a tutti i bresciani perché sottoscrivano questa causa e tempestivamente possano inviare dei fondi con la speranza che, già da domani, gli amici del Veneto possano nonostante la crisi, abbandonare la disperazione e il dolore ricominciando a vivere. (g.d.m.)

Alluvione in Veneto:un appello ai brescianiper la generositànella solidarietà

Se il Duce fosse ancora in vita avrebbe una ragione del tutto nuova per parlare della “perfida Albione”. È una locuzione da lui rispolverata (è attribuita originariamente al teologo Bossuet, vissuto tra il Seicento e il Settecento) contro la Gran Bretagna (Al-bione è l’antico nome dell’isola), accusata di spregiudicatezza politica e di far parte della cricca delle “nazioni plutocratiche” (bisogna dire che il linguaggio del Duce aveva un suo fascino immaginifico). Oggi sarebbe partico-larmente arrabbiato contro la perfida Albio-ne che contamina tutte le lingue del mondo con i suoi vocaboli, lui che proibiva l’uso delle parole straniere. Senza pensare a interventi repressivi assurdi e/o ridicoli sta di fatto che ogni giorno dobbiamo fare i conti con qual-che termine il cui significato non si può certo cercare sui vocabolari tradizionali. È il caso del

vocabolo del giorno: WikiLeaks. Si tratta di una parola composta da wiki (un termine in lingua hawaiiana che significa “rapido” op-pure “molto veloce”) e leak (dall’inglese e significa “perdita”, “fuga [di notizie]”). Wi-kiLeaks è un’organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo documenti, di carattere governativo o aziendale, coperti da segreto e poi li mette in rete sul proprio sito web. L’organizzazione dichiara di verificare l’autenticità del materiale per poi pubblicar-lo tramite i propri server dislocati in Belgio e Svezia (due Paesi con leggi che proteggono tale attività), preservando l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono impli-cati nella “fuga di notizie”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei go-verni quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia. Il sito è curato da

Corsivo di Angelo Onger

Mi scappano le notizie

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LA VOCE DEL POPOLO

Il fatto

Sicurezza e responsabilitàsulle piste da sci 04a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti

L’immigrazioneoltre i luoghi comuni 07a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia

I cento anni della rivista“Brixia Sacra” 12

di Luca Rivali

Paesi e parrocchie

Sonico. La speranzasupera gli ostacoli 19di Luciano Febbrari

Vobarno. Un appelloalla generosità 24

di Nicoletta Tonoli

Cultura e comunicazione

Patire oggi:le nuove forme del dolore 31

di Anna Tomasoni

Bagnolo Mella. Il Compianto,capolavoro di Zamara 36di Nicola Rocchi

Economia e lavoro

Desiderare:un verbo contro la crisi 45di Stefano Fontana

Sport

Brescia calcio. Fiducia,senza porsi alcun limite 51di Mauro Toninelli

Cara Voce 54

La speranza non è un sogno, ma un modoper tradurre i sogni in realtà (J. L. Suenens)

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2La cronaca di questi giorni poteva innescare una pericolosa caccia all’uomo, ma ad oggi così non è stato. La vicenda di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa lo scorso 26 novembre in cui pareva coinvolto un marocchino, poi scagionato, e la strage dei ciclisti di Lamezia Terme travolti da un giovane drogato anch’egli straniero, avevano già dato lo spunto a una sorta di reazione collettiva preventiva contro gli stranieri, che, sulla bergamasca, aveva già assunto la forma di dichiarazioni inneggianti a vendette ed epurazioni senza l’onere di verificare i colpevoli, le responsabilità e l’intervento della giustizia. Capita così in questa Italia che, ormai, reagisce in forma “sanguigna” in ogni occasione. Fortunatamente, almeno fino ad ora, la saggezza di chi ha responsabilità ha portato a ridimensionare e a marginalizzare la posizione dei facinorosi, sempre esistiti peraltro, per ridare semmai la ribalta anzitutto al dolore e alla speranza di quelle che rimangono autentiche tragedie di persone, famiglie e comunità. Tra le figure di queste ore emerge il sindaco leghista di Brembate, Diego Locatelli, che alle domande della stampa ha replicato: “Sono sicuro che la comunità saprà reagire con calma e razionalità, anche se ovviamente la speranza di tutti noi è che questa storia finisca bene. No, non ci sarà nessuna caccia all’uomo. Non è questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sarà così”. E ha continuato: “Auspichiamo che quello che è successo non sia strumentalizzato e che prevalga il senso di massimo riserbo sulle indagini che le forze dell’ordine stanno svolgendo con professionalità e con grande dispiego di energie e risorse”. Calma, quindi, razionalità, rispetto, nessuna strumentalizzazione ed estrema disponibilità a collaborare per giungere a chiarire la vicenda. Un giusto atteggiamento a cui ha dato peso anche una telefonata di solidarietà del presidente Napolitano e a cui hanno fatto eco le parole del card. Tettamanzi che a S.Ambrogio ha detto: “Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza. Ogni persona, di origine italiana o straniera, deve essere sempre giudicata singolarmente, per quella che è, non dimenticando mai che il giudizio più vero e definitivo è quello di Dio”. Frasi che sgombrano il campo alle generalizzazioni e che impegnano tutti alla ricerca della verità che certo daranno forza a chi deve sostenere questi difficili momenti d’incertezza. È, infatti, dai gesti e dalle parole nei momenti della crisi, del dolore che si vede il valore degli uomini. Penso, ad esempio, alla compostezza dei genitori di Yara, ma anche a quella delle famiglie di Lamezia Terme. Nessuna ricerca del sensazionale, ma una pulita immagine di pura dignità. Una dignità che, pur nell’immenso dolore, fa dire alla moglie di Fortunato Bernardi, uno dei ciclisti uccisi, in riferimento al giovane assassino: “Lo perdono, mio marito l’avrebbe fatto”. Parole che solo la fede può dare la forza di pronunciare. Ma è da qui che si capisce anche il valore di una comunità. È capitato un po’ anche a Brescia, in vicende ben diverse, nei giorni della gru, dove per affrontare la questione degli immigrati ha preso, infine, il soppravvento la strada della protesta civile nella legalità e la ricerca del dialogo non solo tra gli stranieri e le istituzioni, ma soprattutto nella città tra i vecchi e i nuovi cittadini. Si è parlato, infatti, di una Brescia ferita. È vero, ma è mia convinzione che se qualcosa ci sarà da sanare saranno solo l’incontro, la calma, la razionalità, il rispetto e nessuna strumentalizzazione a rinnodare i fili di un discorso che poteva essere irrimediabilmente perduto.

editoriale

di Adriano Bianchi

Il valore si vede

Buone notizie

Leno:un nuovo serviziocontro la dipendenzadall’alcol

giornalisti, attivisti, scienziati. Comunque i cittadini di ogni parte del mondo possono e sono invitati a inviare materiale “che porti alla luce comportamen-ti non etici di governi e aziende”. L’organizzazio-ne era sconosciuta fino al 2007. Lo staff afferma di avere in preparazione per la pubblicazione oltre 1 milione e 200mila documenti riservati. E in effetti ha già portato lo scompiglio a livello internazionale sull’equipaggiamento militare nella guerra in Af-ghanistan, sulla corruzione in Kenya, sulla gestione del campo di prigionia di Guantánamo. Nel luglio di quest’anno ha reso pubblico il contenuto di alcuni documenti riservati dai quali emergono aspetti na-scosti della guerra in Afghanistan. E a partire dal 28 novembre ha pubblicato la più ingente rassegna di documenti riservati sulle diplomazie occidentali mai resi noti al grande pubblico, con particolare atten-zione all’operato del Governo Usa. Mentre dei casi precedenti in Italia si era parlato poco o nulla, l’ul-

tima sfornata è diventata piombo rovente perché molti documenti riguardano i rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti, visti attraverso la lettura di documenti confidenziali e segreti. Torna la viltà delle “nazioni plutocratiche”? Non è qui il caso di entrare nel me-rito dei contenuti, ma una cosa è certa: sono docu-menti veri che raccontano quello che pensano di noi gli americani e anche qualche verità su rapporti non proprio limpidi tra l’Italia e due personaggi disisti-mati nel mondo come Putin e Gheddafi. Qualcuno ha ritirato fuori la storia dei guardoni che usano il buco della serratura per scoprire le magagne altrui. È bene ricordare che sono documenti diplomatici e non veline da gossip. È giusto che vengano pubbli-cati? Io penso di sì. Aiutano a capire. Anche questi documenti possono essere usati bene o male, ma sappiamo che esistono, mentre, per citare un esem-pio, su molti misteri della storia italiana degli ultimi decenni pesa sempre l’omertà.

Agenzia fotografica: Foto Eden

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La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributidi cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato

Associato

Centro diocesanoper le comunicazioni sociali

VOCE•MEDIA

Costituito a Leno il Nucleo operativo alcologia (Noa) che si affianca a quelli di: Brescia, Val-le Trompia e Valle Sabbia-Garda “per rispondere alla diffusione della dipendenza da alcol, occupandosi di prevenzione, cura e riabilitazione” come ha spiegato il direttore dell’Asl di Brescia, Carmelo Scarcella aggiungendo: “La dimensione crescente dell’abuso di alcol è una nuova sfida per l’Asl di Brescia, da tempo impegnata nella diffusione di iniziative di edu-cazione e di prevenzione alla salute”All’inaugurazione è intervenuto mons. Giambattista Targhetti che ha elogiato l’iniziativa. Il Noa è collocato a Leno nei locali della ex sede del Sert. Lo frequentano 220 utenti: 182 maschi (età media: 44 anni), 38 donne sui 49 anni, 17 extracomunitari (indiani e nordafricani). “L’alcol è il terzo fattore di rischio di contrarre ma-lattie, disabilità e mortalità nella popolazione” spiega Fabio Roda, direttore del Servizio di alcologia dell’Asl di Brescia. “Un’équipe definisce il progetto terapeutico, modulato sulle caratteristiche psicologiche e sui bisogni del soggetto alcolista e della sua famiglia” aggiun-ge Maria Angela Abrami responsabile del Nucleo alcologia di Leno. L’équipe è costituita da: medico, psicologo, due assistenti sociali, un educatore professionale, due infermiere. Se si manifesta l’esigenza di un ricovero ospedaliero per un programma riabilitativo residenziale, l’utente viene inviato al Reparto di alcologia dell’Ospedale di Palazzolo. Il lavoro è svolto in collaborazione con le associazioni di volontariato degli alcolisti in trattamento e degli al-colisti anonimi, e l’intervento con i servizi della psichiatria, i consultori, i medici di medicina generale e i servizi sociali dei Comuni. I Noa si occupano anche del trattamento di soggetti con dipendenza da nicotina trattata anche a Leno con intervento farmacologico e psicolo-gico in terapia di gruppo. (f.pio.)

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04 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Il fatto

a cura di Massimo Venturelli

Per le località sciistiche bresciane la data dell’8 dicembre ha segnato l’av-vio ufficiale della stagione invernale 2010/2011 anche se le precipitazioni delle ultime settimane avevano già in-dotto ad una prima apertura degli im-pianti. Tutto comunque è stato tirato a lucido e già gli operatori dei compren-sori di Ponte di Legno/Tonale, Monte-campione, Borno e del Maniva fanno i conti con una stagione che si augurano il più brillante possibile. D’altra parte, storicamente, la neve è stata sempre una voce particolarmente importante

nei bilanci turistici bresciani. Basta da-re un’occhiata ai dati in possesso della Provincia di Brescia sui flussi turistici nel Bresciano. Balza all’occhio anche del lettore più distratto che la maggior parte della presenze in Valle Camonica e Valtrompia si concentrano proprio nei mesi della stagione invernale: da dicem-bre a marzo. Nei mesi scorsi un po’ tut-te le località sciistiche bresciane hanno lavorato per migliorare gli impianti e, più in generale, la loro capacità ricet-tiva. L’avvio dell’8 dicembre è da sem-pre considerato un importante banco

Turismo Parte la stagione invernale nel Bresciano

Sicurezza e responsabilità sulle piste da sci

P

Valerio Zani e la sicurezza sulla neve

Animati da spirito solidaristico, oltre che dalla pro-fonda conoscenza dell’ambiente montano i volonta-ri del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico rappresentano un aspetto non sempre dovutamente considerato del turismo in montagna. Lo rappresta-no d’estate e, ancora di più, nella stagione invernale quando i pericoli di moltiplicano per l’imperizia di tan-ti che affrontano la neve senza la dovuta cautela. Per questo i volontari del Centro, insieme a quelli di tante altre realtà, possono essere considerati gli angeli cu-stodi dei frequentatori delle piste da sci del Bresciano.Valerio Zani è vice presidente nazionale del Cnsas e presidente della V delegazione bresciana, quella di Valle Camonica in cui si concentra il maggior numero di stazioni sciistiche della provincia. Per lui e la sua squa-dra quelli attuali sono giorni di fibrillazione. “L’avvio della stagione invernale, così come per quella estiva − afferma − diventa per i volontari un momento di gran-de impegno”. Quello del soccorso alpino è un servizio nazionale che conta anche su una parte speleologica, tanto che non sono infrequenti gli interventi a soccor-

so di escursionisti che restano bloccati negli anfratti delle montagne bresciane. Il Centro ha una articola-zione capillare che ha nelle stazioni locali, quelle più vicine alle diverse località montane, i terminali della sua organizzazione, le realtà che intervengono per pri-me in caso di necessità. “Da qualche anno − continua Valerio Zani − il nostro servizio si integra con quello dell’elisoccorso, con un parco di cinque elicottori sul territorio lombardo pronti a intervenire”.Nel Bresciano sono 200 i tecnici di soccorso alpino che fanno riferimento a sette stazioni di intervento: quelle di Ponte di Legno, Temù, Edolo, media Valle Camonica, Breno, Valtrompia e Valsabbia. I tecnici si avvalgono del servizio di elisoccorso di cui il Centro del soccorso alpino è parte integrante con la presenza di un tecni-co su ogni mezzo. Fra i volontari del centro di trovano tutte le professionalità necessarie per affrontare ogni genere di emergenza. “Ogni anno − continua ancora il vicepresidente nazionale − sono 200/200 gli interventi che il soccorso alpino realizza solo sul fronte monta-no”. Incidenti che, in grande percentuale sono causati

dall’imperizia. Lo conferma anche lo stesso Valerio Za-ni. “Sembrerebbe un’ovvietà − afferma al proposito − ma non sempre chi affronta la montagna d’inverno è a conoscenza delle insidie che la neve nasconde. Molti delle situazioni in cui è richiesto il nostro intervento sono causate dalla non conoscenza di questo elemen-to invernale”. Il primo suggerimento che Valerio Zani fornisce a quanti in queste ore si stanno attrezzando per una giornata sugli sci è quello di avere grande ri-spetto per la montagna e soprattutto di non affron-tarla in modo approssimartivo o superficiale. “Non va assolutamente sottovalutato − continua − un ambien-te che a prima vista può affascinare”. Buon senso, attenzione, valutazione corretta degli elementi meteorologici più ancora che la preparazio-ne atletica e la cura delle attrezzature sono i requisiti che il vice presidente del Centro nazionale soccorso alpino e speleologicio chiede a quanti frequentano la montagna e le sue piste da sci perché ogni precau-zione in più adottata molto spesso si traduce in un incidente in meno.

Tutti i comprensori della provincia con l’Immacolata hanno aperto la stagione sciistica.

Si presta grande attenzione agli impianti e alle strutture ricettive. Analoga “tensione” dovrebbe

però animare i turisti del “circo bianco”

Gli angeli custodi del Corpo nazionale del soccorso alpino

di prova in vista delle festività natali-zie e di fine anno prima e della stagio-ne delle settimane bianche, da genna-io a marzo. Senza contare, poi, che le località bresciane, proprio per la loro relativa vicinanza alle città di Brescia, Bergamo e Milano, puntano molto sul pendolarismo turistico. Non ci sono pe-rò solo piste da preparare, impianti da rimettere a punto. Questi semmai sono solo gli aspetti terminali della program-mazione turistica, un’operazione che vede coinvolti in prima fila gli operato-ri del settore. C’è invece tutto un altro versante, non meno importante, che va ad incidere su un piano “culturale”. È quello che vede impegnate ormai da anni istituzioni, associazioni e volontari in un’opera di sensibilizzazione fra chi frequenta da utente la montagna per-ché affronti anche questa esperienza

con responsabilità e rispetto degli altri e dell’ambiente. Particolarmente attiva su questo versante è la Provincia che per anni con i suoi operatori ha gira-to in lungo e in largo il Bresciano con il progetto “In montagna con la testa e con i piedi” che per i suoi contenuti e le sue modalità ha conquistato in passato anche importanti riconoscimenti nazio-nali. Insieme alla Provincia sono mol-te altre le realtà che hanno particolar-menrte a cuore il tema della sicurezza e che hanno approfittato dei giorni che hanno preceduto l’avvio della stagione invernale per invitare sciatori più o me-no provetti al massimo dell’attenzione una volta inforcati gli sci. Di questo e di altro ancora, per esempio, hanno parlato la conferenza stabile del-le sezioni Cai di Valle Camonica-Sebino, con le rispettive scuole di alpinismo e

Gli impianti del comprensorio Ponte di Legno/Tonale

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05LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Montecampione/Borno Pronti per la stagione

Strutture e piste per tutti i gusti e per ogni sciatoreAnche Montecampione e Borno, dopo le anteprime rese possibili dalle ab-bondanti nevicate delle scorse settimane, con l’Immacolata hanno dato il via alle loro stagioni invernali.A Montecampione c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo per il com-pletamento della nuova seggiovia biposto del Dosso rotondo che ha mandato in pensione la vecchia. Con questa nuova infrastruttura la Val Majone e, ap-punto, il Dosso rotondo diventano punto di riferimento per quanti scelgono Montecampione per trascorrere giornate sulla neve, tra piste perfettamente innevate e battute e panorami che, spaziando sino al lago d’Iseo, e alle valli circostanti sono veramente mozzafiato. Le sette piste di Montecampione 2000 e la seggiovia triposto del campo scuola posto a quota 1200 metri sono pronti per il grande assalto delle prossime settimane. Discorsi più o meno analoghi giungono anche dall’altro versante della valle. Superate alcuni intoppi di na-tura politico-istituzionali il futuro turistico di Borno si presenta meno incerto. Per il presente bastano le strutture esistenti sulle pendici del Monte Altissimo: sette piste da sci che si snodano tra i 1020 e i 1694 metri, tre seggiovie qua-driposto, una biposto e tre skilift. Le piste, adatti agli sciatori in evoluzione sono coperte al 70% da un impianto di innevamento programmato. La re-lativa tranquillità fanno di Borno meta ambita da chi ama lo sci senza stress.

scialpinismo, le Guide Alpine, Collegio regionale della Lombardia e la V delega-zione bresciana del Corpo nazionale di Soccorso alpino e speleologico nel corso della serata “Sulla neve ... sicuri?” tenuto lo scorso 3 dicembre nel palazzo dei congres-si di Darfo Boario Terme. Una volta di più sono state ribadite precauzioni, compor-tamenti e prassi che dovrebbero diventare delle buone abitudini quando si decide di trascorrere una giornata sulla neve. Com-portamenti che, anche alla luce di alcuni tragici eventi (su tutti la recente tragedia delle montagne sopra Edolo costata la vi-ta a due escursionisti bergamaschi), non sembrano avere molta presa tra le migliaia di appassionati che, con la prima neve del-le scorse settimane hanno tolto dalla nafta-lina ciaspole, sci, snowboard o motoslitte, incoscienti delle insidie che una montagna coperta di neve può nascondere.

Il comprensorio sciistico di Ponte di Legno/Tonale è considerato tra i migliori d’Ita-lia. Non a caso, dunque, è una delle mete preferite di tanti sciatori. È anche un com-prensorio, però, che non si culla sugli allori e che di anno in anno lavora per miglio-rare le propria dotazione di impianti e di strutture ricettive. Adamello Ski è la real-tà che si assume l’onere della complessa gestione del comprensorio, garantendo, per esempio che in inverno seggiovie e telecabine tecnicamente all’avanguardia portino gli sciatori dai 1155 metri di quota di Temù sino ai 3000 metri del ghiacciaio Presena, con percorsi molto diversificati tra di loro ed un paesaggio che muta in continuazione. Ad ogni avvio di stagione Adamello Ski propone interessanti novi-tà. Chi in questi giorni e nelle prossime settimane sceglierà l’alta Valle Camoni-ca potrà verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori del nuovo rifugio ai 2585 metri del Passo Paradiso, all’arrivo della cabinovia che collega il Tonale con il ghiacciaio Presena. La struttura dovrebbe essere pienamente operativa per le vacan-za di Natale e sarà uno ski bar e ristorante con modalità self service. Rappresenterà sicuramente un importante punto di ri-ferimento per gli sciatori in transito dal ghiacciaio. Si tratta di un investimento di notevole importanza che segue quelli re-alizzati nel 2006/2007 per la realizzazione della cabinovia che collega Ponte di Legno al passo Tonale. Particolarmente interes-sante anche la realizzazione del nuovo asilo nido a Temù per bambini da uno a cinque anni che non possono seguire i genitori sulle piste. Importanti novità, in-fine, anche sul versante degli skipass. Per informazioni www.adamelloski.it

Tante novità per chi sceglie l’alta Valle Camonica

Ponte di Legno/Tonale

La nuova seggiovia del Maniva

Maniva Il debutto del 4 dicembre

Supera la prova la nuovaseggiovia Persole-DasdanaLa stagione sciistica al Maniva, un altro dei comprensori sciistici bresciani, ha già preso il via lo scorso fine settimana, complici anche condizioni meteorolo-giche che hanno favorito le precipitazioni e che hanno innevato così le piste dell’alta Valtrompia. Per la nuova seggiovia Persole-Dasdana è stata un impor-tante banco di prova. Legittima, dunque, la soddisfazione dei responsabili di Maniva Ski per la struttura che garantisce un valore aggiunto a un compren-sorio che può vantare su oltre 40 chilometri di piste da sci per un totale di 17 piste (due baby, nove blu, quattro rosse e due nere) in grado di soddisfare ogni esigenza. La nuova seggiovia biposto consente di trasportare gli sciatori sino a quota 2089 metri. Per Natale, assicurano dal Maniva, sarà pronto e pienamen-te operativo anche lo Snow park realizzato in Dasdana. Importanti novità si profilano anche per gli amanti dello sci da fondo con l’anello di 5,5 chilometri nella zona dei Persek e con quello, più abbordabile, di 2000 metri a fianco del rifugio Bonardi. Interventi di rinnovo hanno riguardato anche altre strutture. 20, dichiarano da Maniva Ski, sono stati i milioni di euro investiti per il lancio definitivo della località sciistica che potrà contare anche sulla definizione di alcuni pacchetti vacanza per chi sceglie l’Alta Valtrompia. Prima ancora che la stagione 2010/2011 entri nel vivo sono state annunciate novità per la prossi-ma come un impianto di illuminazione per lo sci in notturna.

Valerio Zani

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06 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

E le luci si sono accese

di Gabriele Bazzoli

Il dolore ha sensoSaluteGiovani

di Massimo Gandolfini

Opinioni

Un servizio sul Tg1 di domenica lo ha confermato: Milano si inserisce a buon diritto tra le grandi capitali europee. Le luminarie natalizie della città ambrosiana, quest’anno, sono davvero sfavillanti, straordinarie, originali: finalmente, lascia intendere emozionato e compiaciuto l’au-tore del servizio. Anche Brescia, con i mezzi che ha, si impegna e si in-gegna. Se rimangono spente le luci delle tre torri (anzi non sono mai state accese), se sempre più spesso case sfitte o invendute per l’intera giornata non mandano bagliori, ecco spuntare nelle strade del centro le decorazioni luminose, come a dire che Natale è sempre Natale e che, almeno per un mese, possiamo dimenticare quello che non va, il lavoro che non si trova e la ripresina economica che ha restituito all’italiano il gusto del diminutivo.Non che a me non piacciano le decorazioni natalizie, ci mancherebbe, dato che il presepio di casa è pronto e le lucine intermittenti colorate si accendono ogni sera. E il gusto per tutto questo ha un motivo: deco-rare, accendere, sistemare sono il segno di un’attesa viva, partecipata per qualcosa che deve avvenire.Ma, quest’anno in particolare, provo una sensazione piuttosto spiace-vole: molto simile a quella di chi si trova a osservare, come Pirandello ha raccontato, una vecchia signora, stucchevolmente imbellettata, ve-stita e inghirlandata. Non ci sono soldi per l’università, per la scuola, per le associazioni di volontariato, i Comuni continuano forsennatamente a far costruire ca-se e negozi che spesso rimangono vuoti: non mancano però le luci per il Natale, vestigia di antica nobiltà. Nel frattempo, a ogni finanziaria, notiamo aumentare il gettito previsto dalle entrate fiscali dei giochi d’azzardo (del resto è l’unico provvedimento di cui nessuno si lamen-ta): e continuo a vedere troppi giovani della mia età, abbastanza ma-turi per gettare solide basi alla propria vita, affidare un pezzo di desti-no alle slot machine che ormai campeggiano in ogni angolo dei bar e dei centri commerciali. E così stiamo sostituendo un’etica condivisa e silenziosa della pazien-za e del lavoro, della costruzione e dell’impegno come strumenti per guardare con fiducia al futuro, alla prospettiva del subito, della fortuna, della creatività innata (che sostituisce l’apprendimento e l’esperienza): una prospettiva che si declina nelle notti bianche, nell’emozione dell’at-timo che in un attimo si dimentica, nelle vincite al lotto e, purtroppo, anche nelle lucine di Natale. Fatua emozione che, forse, incoraggia il commercio, ma, certo, nasconde in un cono d’ombra quel valore impor-tante che chiamiamo speranza.

La sconcertante vicenda della trasmissione Rai “Vieni via con me” può di-ventare un’occasione per riflettere. Proviamo a contenere il sentimento di giusta indignazione e analizziamo alcuni aspetti. Partirei dalle fonda-menta: il dovere morale, personale e sociale, di curare e prendersi cura dei malati, che affonda le sue radici nell’etica e nell’operato caritatevole del cristianesimo di sempre, viene sancito con la nascita dello “stato di di-ritto” democratico. Vengono fissate norme giuridiche di tutela della vita, della salute, della libertà di ogni cittadino, sulla base dell’uguaglianza di dignità di ogni persona umana. Bisogna riferirsi alle dittature del ‘900 per vedere riemergere gli spettri della cultura delle “vite non degne di essere vissute”, con le “mostruosità” dei lager o dei gulag, che tutti conosciamo. Sembrava un capitolo chiuso e invece ecco riapparire l’idea che “certe” vi-te, gravemente ferite da malattie e da incidenti, non possono che essere degne di un solo tipo di “solidarietà e di aiuto”, quello della loro elimina-zione. Si parla di “eutanasia pietosa”, gesto di “vero” amore, gesto di vi-ta e non di morte, scelta dolorosa ma carica di sapiente umanità! Sembra proprio che la storia non insegni nulla: il “programma P4”, quello dell’eu-tanasia legalizzata, iniziò negli anni ’30, negli ospedali psichiatrici della Germania nazionalsocialista, per porre rimedio alla “disgustosa vista” di malati di mente, vite “indegne” di questo nome, che proprio per “uma-na pietà” bisognava sopprimere. Ho sempre pensato che l’amore è soffio vitale, è spinta alla vita, è oblazione affinché “tu viva e ti senta amato”; ho creduto che amore e morte si coniugano solo quando si giunge a dare la propria vita perché un altro non muoia. Da Massimiliano Kolbe a Salvo D’Acquisto. La trasmissione Rai viene a insegnarci che si può (o si deve?) uccidere per amore. Dobbiamo avere il coraggio della verità, alzare la voce per chi non ha voce nei salotti “radical chic” della Tv pubblica, e chiedere che si ascolti chi ha scelto un modo differente di amare il proprio familiare gravemente disabile o ammalato. Perché non dire ai nostri giovani che il dolore ha senso, che la malattia ha senso, che la vita disabile ha senso, che la vita dolente e sofferente è anch’essa “vita buona”, anche se non realiz-za i nostri sogni o desideri, invece di proporre l’immorale scorciatoia del suicidio, travestito da “principio di autodeterminazione”, con il correlato del suicidio assistito o dell’eutanasia pietosa? Un noto regista, 95enne, si è gettato dalla finestra della clinica ove era ricoverato. Ci dicono che l’ha fatto perché non voleva “essere di peso” né a sé stesso né agli altri… stia-mo costruendo una società disumana, avvelenata dal concetto che quan-do sei di peso l’unica vera scelta morale è “togliersi di mezzo”. Ma non avevamo predicato che la libertà assoluta, fino al suicidio, è una vera con-quista civile, mentre l’amore e il servizio sono stantie categorie clericali?

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07LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Popoli e [email protected]

Da più parti nei giorni della protesta degli immigrati sulla gru e in quelli che sono seguiti alla loro discesa era stata invocata una riflessione sul fenomeno immigratorio nel Bresciano libero da pregiudizi e da letture ideologiche. L’arcivescovo di Milano, il card. Dio-nigi Tettamanzi, nel suo tradizionale discorso alla città nella vigilia della festa di S. Ambrogio, il 6 dicembre scorso, ha chiesto di non procedere a generalizzazioni sulla presenza degli stranieri in Italia.In questa prospettiva, necessaria per altro a stemperare tensioni sempre

L’immigrazione oltre i luoghi comuni

più evidenti, un valido aiuto è giunto nei giorni scorsi dalla presentazione dell’ottavo rapporto sull’immigrazio-ne straniera nella provincia di Brescia.Si tratta di uno studio che l’ammi-nistrazione di Palazzo Broletto ha realizzato in collaborazione con la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sull’immigrazione) e con l’Osserva-torio regionale per l’integrazione e la multietnicità. “Per governare un feno-meno – ha affermato l’assessore pro-vinciale Aristide Peli alla presentazio-ne del rapporto – bisogna conoscerlo in tutte le sue sfaccettature, bisogna

Da cura di Massimo Venturelli

Nelle pagine della ricerca presentata recentemente una fotografia chiara di un fenomeno spesso soggetto a pregiudizi

Studi Presentato un rapporto della Provincia

“Non strumentalizziamo ancora i più deboli ma pro-teggiamoli, senza gettarli allo sbaraglio a loro rischio e pericolo; la convivenza tra bresciani e immigrati è un fenomeno che non è destinato a finire, per questo è importante che la città si riconcili al più presto con il mondo dell’immigrazione”. Questo l’accorato appel-lo di padre Mario Toffari in occasione della presenta-zione del nuovo presidio itinerante per la questione migranti, promosso dalla diocesi di Brescia e dai tre sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Il presidio, che si protrarrà tra dicembre e gennaio, sarà organizzato dal Centro migranti della diocesi, diretto da Giovanni Boccacci, al quale, inoltre, andrà il compito di coordinare il la-voro delle 43 associazioni cattoliche che hanno scelto di aderire al progetto. Sei le zone che verranno tocca-te dal Presidio, così da coprire buona parte della cit-tà: al via quindi il 13 e 14 dicembre, dalle 16 alle 19, nella zona adiacente alla piscina di viale Piave, per passare poi, il 18 dicembre, nella zona della stazione

e il 20 e 21 dicembre all’incrocio tra via Milano e via Nullo. Sei gli appuntamenti durante il primo mese del nuovo anno: il 10 e l’11 gennaio nella zona del Cen-tro commerciale Margherita d’Este di San Polo, il 17 e il 18 nella zona dell’Ospedale Civile e, infine, il 24 e il 25 su largo Formentone, in pieno centro storico. “La politica italiana dovrebbe realizzare che la no-stra economia necessita sempre più della presenza di cittadini immigrati e dare quindi maggior importan-za al fenomeno del lavoro in nero; i problemi relativi all’immigrazione, infatti, sono legati a una legislazio-ne che non tiene conto del fatto che l’immigrazione non è uno strumento politico, bensì un tema ben più complesso. Strumenti visibili come il presidio itine-rante e l’organizzazione, ove possibile, di assemblee pubbliche, sono mezzi molto importanti e utili per parlare alla città di problemi come questo”, ha affer-mato Damiano Galletti, segretario generale Cgil. “Lo scopo di un presidio è quello di perseguire un obietti-

vo attraverso la legalità” gli ha fatto eco Enzo Torri, neo segretario generale Cisl; “il ruolo dell’associazio-nismo di fronte a problemi come questi” ha poi pro-seguito Torri, “dimostra come sia importante tenere insieme le comunità. Con la realizzazione di questo Presidio, inoltre, abbiamo dato risposta a tutte e tre le richieste dei migranti recentemente scesi dalla gru dove protestavano, fornendo loro assistenza legale, impegnandoci a organizzare nei prossimi giorni un tavolo istituzionale presso la Prefettura e mettendo-ci in prima fila per mantenere in evidenza i problemi dell’immigrazione. Ora, il nostro compito è quello di lavorare per riallacciare un rapporto tra la città e i mi-granti”. “I presidi sono la prova tangibile di come la città intera possa affrontare in modo sensato e legale i problemi; ora, lo scopo dei sindacati è quello di coin-volgere anche le associazioni imprenditoriali da sem-pre legate al mondo del lavoro” ha infine affermato Angelo Zanelli, segretario generale Uil.

Gestito da Centro migranti, Cgil, Cisl e Uil

Un presidio itinerante per i quartieri di Brescia

conoscerne l’entità e le problematiche a esso connesse”.Nelle prime pagine della pubblicazio-ne vengono così messi in risalto gli aspetti quantitavi degli stranieri nel Bresciano. All’1 luglio 2009 erano po-co meno di 190mila i cittadini stranie-ri presenti tra città e provincia, un nu-mero che, come noto, colloca Brescia immediatamente alle spalle di Milano nella graduatoria delle città della Lom-bardia scelte dagli stranieri.Il rapporto presenta poi una dettaglia-ta analisi delle aree di provenienza de-gli stranieri residenti nel Bresciano. I dati confermano ciò che da qualche anno era già noto: Marocco e Roma-nia sono i Paesi che si contendono il primato degli arrivi in provincia di Bre-scia. Pagine interessanti sono quelle che il rapporto dedica al fenomeno dell’irregolarità andata progressiva-mente calando dopo i picchi del 27% del 2002 e attestatasi nel Bresciano intorno ad una percentuale “fisiolo-gica” del 9/10%. Si tratta di numeri, però, che devono essere letti non con la lente d’ingrandimento della paura: molti degli irregolari al momento del-la raccolta dei dati perr l’elaborazione

del rapporto altro non erano che le badanti impegnate in tante case bre-sciane. Le pagine del rapporto presen-tano poi una serie di dati e di analisi di tipo sociologico sugli stranieri pre-senti nel Bresciano (età, scolarizzazio-ne, religione, condizione lavorativa e familiare). La parte più interessante è però quella relativa al livello di in-tegrazione degli stranieri nel tessuto bresciano, perché sono questi i dati più dei numeri, dei Paesi di origine e altro ancora, che possono indicare la praticabilità di quelle prospettive ri-chiamate in apertura. Lo studio com-missionato dalla Provincia indica che il livello di integrazione degli stranieri presenti sul suo territorio si colloca al di sopra, seppure di poco, della me-dia regionale. Un livello che aumenta man mano cresce anche “l’anzianità” di presenza e che è più evidente tra le donne. Non c’è, poi, sostanziale diffe-renza in termini di propensione all’in-tegrazione, a seconda della religione professata dagli stranieri. I cattolici si integrano tanto quanto i musulmani, gli induisti e i sikh (tanto per citare le religioni più rappresentate tra gli stra-nieri a Brescia).

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08 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Popoli e continenti Mondo

L’opinione pubblica mondiale ha preso coscienza del dramma vissuto da un gruppo di profughi nelle

mani di trafficanti che speculano sulla loro vita

Egitto Un dramma denunciato dal Papa

Schiavi nel deserto

del Sinai

Èa cura di Massimo Venturelli

È stato Benedetto XVI, all’Angelus dello scorso 5 dicembre, a dare at-tenzione a uno dei tanti drammi del mondo che non fanno notizia. Il Pa-pa ha invitato alla preghiera per “gli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. Da piazza San Pietro è stata così aperta una fine-stra sulla situazione di un gruppo di 250 profughi eritrei da alcune set-timane nelle mani di un gruppo di predoni in una località imprecisata del deserto del Sinai, al confine tra Egitto e Israele. Gli esuli, secondo le poche notizie a disposizione, era-no partiti dai loro Paesi di origine spinti dal miraggio di poter giunge-re in Italia. Avevano anche pagato profumatamente, più o meno 2000 dollari, per attraversare il Mediter-raneo. Una volta giunti in Libia, pe-rò, sono stati costretti a modificare i loro piani; la destinazione Italia è stata soppiantata da quella isra-

eliana. Il gruppo degli profughi si è messo nelle mani di trafficanti che oggi li tengono prigionieri nel Sinai.Per condurli in Israele avreb-bero chiesto a ciascuno di loro più del quadruplo di quanto già paga-to. L’alternativa, come per altro già avvenuto per sei di loro, è la morte violenta. Il gruppo tenuto in ostag-gio nel Sinai è composto di profughi in cerca di asilo politico, che han-no lasciato le loro terre dilaniate da una lunga guerra che non accenna a trovare soluzione. Dalla padella, però, sono caduti nella brace in ba-lia di trafficanti a cui non importa nulla delle loro condizioni persona-li. L’unica cosa che li attrae sono i soldi del riscatto. Il problema reale è trovare in Europa o nei Paesi d’ori-gine chi possa farsi carico di quel-lo che è un vero e proprio riscatto. La gravità della loro situazione è testimoniata in alcune conversa-

zioni telefoniche i prigionieri sono riusciti ad avere con i loro parenti. Raccontano, gli ostaggi, di catene, di condizioni disumane, di veri e propri campi di prigionia, seppu-re improvvisati. Quella parte della comunità internazionale che stava seguendo la loro vicenda è seria-mente preoccupata. Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha denunciato la spietatezza di questi trafficanti. “Il dramma dei 250 schiavi nel Sinai non è un episodio isolato, ma la se-conda tappa di un percorso che ha visto prima il respingimento in ma-re, la reclusione nei campi libici, la fuga” spiega invece mons. Giancar-lo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes che ha fatto appello alla Farnesina per portare alla soluzione il dramma dei 250. Mons. Perego, però, chiede anche che si ritorni a riflettere sull’impe-gno non estemporaneo per la tute-la dei richiedenti asilo e dei profu-ghi in Italia, radicalmente saldato su una legge sull’asilo che ancora manca in Italia e con una program-mazione di servizi strutturale a una politica delle migrazioni in Italia.

Esperienze

Dalla Palestina alla Volta per i cristiani di Terra SantaLa parrocchia latina di Beit Sahour in Palestina e la parrocchia dei S.S. Pie-tro e Paolo della Volta di Brescia non sono mai state così vicine e unite co-me ora: per questo Natale sarà possibile acquistare diversi articoli religiosi come corone, presepi e croci in materiale ligneo, sostenendo centinaia di famiglie cristiane povere in Terra Santa. Un’iniziativa lodevole che nasce dalla grande sensibilità dei bresciani duran-te un pellegrinaggio fatto in Terra Santa con il gruppo biblico della Volta. Incontrando al patriarcato di Gerusalemme mons. William Shomali, nuovo vescovo ausiliare, da subito i pellegrini bresciani hanno potuto constatare la situazione drammatica in cui i cristiani palestinesi vivono, organizzan-do questo progetto. “Ci hanno chiesto di aiutarli con la preghiera e, se era possibile, creare delle occasioni o iniziative di sostegno a favore delle loro famiglie. La metà dei negozi e delle attività lavorative a Betlemme oggi è chiusa: molti sono costretti ad emigrare. – afferma don Roberto Zanini, cu-

rato della Volta –. Grazie all’intervento della Cooperativa di Beit Sahour, co-operativa che tutela queste famiglie in difficoltà, Sahdi Abu Sa’da e Husam Khair hanno potuto portare in Italia i loro prodotti intagliati rifiniti a mano, frutto della manodopera palestinese”. Un lavoro di artigianato che ha ri-scosso grande successo alla Volta ma che presto coinvolgerà altre parrocchie come Castenedolo, Chiari, Palazzolo, S. Zeno nel mercatino del mercoledì e Quinzano, grazie al Gruppo di commercio equosolidale. È una situazione drammatica quella che si sta vivendo in Palestina oggi: poco a poco la pre-senza dei cristiani in Terra Santa rischia di sparire. Se ieri la presenza di fa-miglie cristiane era del 70%, oggi sono meno del 20%. L’iniziativa, seguen-do l’esempio di Paolo che fece una colletta per i cristiani di Gerusalemme, permetterà di andare incontro a queste famiglie cristiane che vivono solo di questo lavoro manuale, loro unico mezzo di sostentamento, pur rimanendo radicati nella Terra Santa.

Chi sono gli ostaggi

Un gruppo didisperatiSono 250 gli ostaggi nelle ma-ni di alcuni trafficanti di essere umani in un luogo imprecisato del deserto del Sinai. Provengo-no da Eritrea, Somalia, Sudan e sono accomunati dall’aver visto nell’approdo in Italia la solu-zione a esistenze segnate del-la sofferenza. Hanno affronta-to un viaggio che prima di loro era stato compiuto da tanti al-tri familiari che li aspettavano in Europa. Hanno pagato cifre impensabili per Paesi poveri co-me i loro: 2000 dollari. Sono ri-usciti una prima volta a imbar-carsi sulle carrette del mare che fanno la spola tra le coste della Libia e l’Italia. Sono stati però in-tercettati e respinti in Libia. Qui inizia la parte più tragica della loro odissea perché sono molte le organizzazioni umanitarie che dubitano dell’umanità dei trattamenti messi in campo da Gheddafi per questi profughi. Non a caso le 250 persone oggi prigioniere nel Sinai hanno scel-to di affrontare un altro tragico viaggio verso Israele.

Ostaggi nel deserto dei Sinai

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09LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Le pessime condizioni economiche spingono molte donne all’unica scelta possibile: emigrare per sostenere le proprie famiglie

C di Alice Ghisi

Ucraina Analisi di un fenomeno

Popoli e continenti Europa

Badanti:una sceltaper necessità

Chi sono le badanti? Secondo i dati Censis. “tra il 2001 e il 2008 il nume-ro di colf e badanti ha registrato in Italia un incremento del 37%, pas-sando cioè da 1 milione e 83mila a 1 milione 485mila”, naturalmen-te senza contare quelle irregolari. Per sintetizzare il loro profilo, pos-siamo servirci delle parole di Ales-sandro Castegnaro, docente di Po-litica sociale presso l’università di Padova, che ha così sintetizzato il loro profilo: la stragrande maggio-ranza delle badanti viene dai Pae-si dell’Est, in particolare da quelli nati con la dissoluzione dell’Urss.Tre badanti su quattro sono coniu-gate, ma solo il 15% vive in Italia con la propria famiglia. La metà ha superato i 40 anni, il 16% i 50. La scolarizzazione è elevata: il 18% è laureata, il 40% ha un diploma di scuola media superiore, molte so-no infermiere professionali e ci so-

no anche donne laureate in medici-na. È molto più remunerativo fare l’aiutante domiciliare in Italia che il medico in Ucraina o Bielorussia [...] si tratta di manodopera quali-ficata ma altamente flessibile negli orari e nelle mansioni […] Inoltre, l’afflusso di badanti in Italia com-porta forti risparmi per il welfare pubblico. Uno sguardo ai Paesi di provenienza delle badanti consen-te di analizzare le motivazioni che portano donne adulte, spesso lau-reate, a lasciare la propria terra e la famiglia. Caso emblematico è quello dell’Ucraina, uno degli stati post-sovietici che presenta un’al-tissima percentuale di migrazioni. Dal punto di vista della previdenza sociale, salta all’occhio la condizio-ne disastrosa in cui versa il Paese. La pensione minima ammonta a 180 dollari (anche tenendo conto della valuta locale e del costo del-

la vita, questa cifra è drammatica-mente al di sotto della soglia mini-ma di sopravvivenza); le strutture adibite all’assistenza degli anziani e dei portatori di handicap sono pressoché inesistenti o solo pri-vate, quindi inaccessibili alla mag-gior parte della popolazione. Non è tutto. Gli ospedali si trovano da almeno vent’anni in condizioni ca-tastrofiche: un medico generale del Pronto Soccorso guadagna circa 250 dollari, le strutture cadono a pezzi, non ci sono abbastanza me-dicinali né posti letto né materiali indispensabili a fornire un servizio minimamente adeguato alle più or-dinarie esigenze dei pazienti. Da tempo la gente e parte della stam-pa denunciano, attraverso scioperi e proteste di piazza, questa gravis-sima situazione chiedendo finan-ziamenti da parte dello Stato. Ciò nonostante i provvedimenti presi dal governo Janukovic sembrano andare esattamente nella direzio-ne opposta: la riforma delle pensio-ni prevede l’innalzamento dell’età minima, si sono proposti aumenti delle tasse e delle ore lavorative settimanali, passate da 40 a 48. In

Ucraina sembra che la società pos-sa essere schematizzata secondo una struttura quasi pre-sovietica, ovvero in tre grandi categorie. La prima è quella dei “business man”, uomini d’affari e politici: una clas-se ristretta e privilegiata. La secon-da è costituita da cittadini giovani e di mezza età che lavorano o stu-diano; questa categoria galleggia a metà fra uno stato di discreto be-nessere e di semi-povertà. Infine c’è la terza categoria, quella dei pensionati che vivono in uno stato di povertà praticamente inevitabi-le, se si escludono sostanziosi aiuti da parte dei figli. In una tale situa-zione non deve stupire che gente laureata e specializzata si trovi a dover emigrare perché non riesce a mantenere i propri genitori e i fi-gli, andando ad accudire gli anzia-ni di famiglie straniere. Svolgendo un servizio sociale importantissi-mo per le famiglie italiane molte donne ucraine riescono a sostene-re la fascia degli ultrasessantenni, i quali dopo la guerra e una vita di lavoro sotto l’Unione Sovietica, si trovano ora a doversi arrangiare come meglio riescono.

Dal 28 dicembre all’1 gennaio 2011

A Rotterdam in pellegrinaggio di fiducia con TaizéLa città portuale di Rotterdam sarà dal 28 dicembre al 1°gennaio, il centro spi-rituale dell’Europa: sono infatti 30mila i giovani attesi per il 33° incontro euro-peo organizzato dalla comunità di Taizé su invito della Conferenza dei vescovi dell’Olanda, del Consiglio generale della Chiesa protestante olandese (Pkn) e del Consiglio delle Chiese dell’Olanda. Gli organizzatori sottolineano che il “pelle-grinaggio di fiducia sulla terra”, così si chiama l’iniziativa, “prosegue il cammino che il fondatore, frère Roger, ha iniziato per sostenere i giovani in una ricerca di riconciliazione e di pace, non solo fra cristiani ma anche fra popoli”. I ragazzi, che provengono anche da altri continenti, saranno ospitati nelle comunità e nel-le famiglie di tutta la regione: al mattino saranno nelle 150 chiese di accoglien-za. Negli incontri pomeridiani i giovani saranno invitati a riflettere sulle sorgenti della fede, sul loro impegno al servizio di Cristo nella Chiesa e nella società, e su alcuni spunti tratti dalla “Lettera dal Cile” del priore frère Alois, che sarà pub-blicata dopo l’incontro per i giovani in corso nel Paese latino-americano sino al

12 dicembre. L’appuntamento di Rotterdam segue quelli che si sono svolti, dopo la prima edizione del 1978 a Parigi, in varie città europee, le ultime delle quali sono state Poznan, Bruxelles, Ginevra, Zagabria, Milano, Lisbona, Amburgo, Bu-dapest, senza dimenticare Roma. La città olandese, patria del filosofo, del XVI secolo, Erasmo, sostenitore della “pace della cristianità”, della “concordia del-la Chiesa”, e della riconciliazione fra i popoli, è stata scelta perché da un lato è inserita in un contesto fortemente secolarizzato, e, dall’altro, è rappresentativa della nuova società multiculturale e multireligiosa europea, dato che circa il 25% della popolazione è di religione musulmana. Incoraggiamento per l’Olanda e per l’Europa. “Un tale avvenimento è molto importante per l’Olanda, per l’Europa e per le Chiese”, e i giovani che “condivideranno e vivranno la loro fede saranno un segno di speranza e amore per molti”. Lo ha dichiarato mons. Adrianus van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente Comece, augurandosi che l’appunta-mento possa contribuire a costruire unità tra i giovani d’Europa .

Kiev

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Giovanni ha bisogno di capire. Invia i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è proprio lui quello per il qua-le sta preparando la strada. E Gesù non risponde se non per via indiretta. Fa assaporare a Giovanni l’avverarsi delle profezie che Dio aveva affidato a Isaia: la ricostruzione del mondo nella sua bellez-za, così come l’aveva pensato all’inizio. Ma quel che più importa è il giudizio che Gesù dà di Giovanni: più di un profeta. Giovanni non vede da lontano: è il messaggero, è quello che precede appena la venuta di Colui che deve arrivare. Per questo è grande. Ma allo stesso tempo è piccolo perché guarda da fuori, scorge il Regno, ma compito suo – come quello di tutti coloro che si avvicinano a Gesù – è quello di imparare a credere. Poco conta essere il messagge-ro più grande se si rimane sulla soglia. Se ci si ferma solo a domandare. Se ci si limita ad aspettare. È un atteggiamento ben preciso che solo la fede può far cambiare: la fede costringe all’attività, costringe a fare e non solo ad aspettare. Costringe a passare la soglia e ad andare incontro a Dio. Fino a quel mo-mento Giovanni è ‘informato’ su quello che fa Ge-sù. Ma Gesù gli chiede, anche se indirettamente, da che parte vuole stare. Così come fa con ciascuno di noi. Non basta essere informati su Gesù: bisogna entrare in rapporto con lui. È questa la differenza tra chi conosce e chi crede. Non basta domandare, non basta informarsi. Sapere non è ancora condi-videre. Sapere non è ancora essere dalla parte di Dio. Per esserci bisogna mettere in atto la fede e

quindi costringersi a scegliere. In fondo Giovanni con il suo battesimo di conversione e di penitenza chiedeva di fare chiarezza, di liberarsi da quello che poteva oscurare lo sguardo. Ma anche questo non basta. La preparazione non è ancora la strada percorsa, non è ancora l’affiancarsi al Signore che viene. Perché, in fondo, è proprio così: uscire dal-la ristrettezza del voler solo sapere o dal ‘mettersi a posto’ è fare il salto della fede e mettersi a fianco di Dio, camminare con Lui, sentirlo come Qualcu-no che chiede, che interpella, ma anche che offre una prospettiva nuova, non più percorsa da quando l’uomo ha cercato strade diverse da quelle tracciate da Dio. Questa è la promessa e questo è colui che deve venire: per l’uomo non è solo una questione di opportunità o di possibilità. È il salto della fede. È proiettarsi nella dimensione di Dio, vedere e cre-dere, esserci e non solo chiedere per sapere. Dio si comunica intero e non solo a parole. Per questo Ge-sù mette sotto gli occhi dei discepoli di Giovanni le cose che avvengono, il futuro che si compie. Non ci sono parole per esprimere il Regno di Dio ma solo i fatti che lo dicono presente. È questo il fascino di un Dio che si è costretto ad agire per via di parole così da preparare la strada alla sua Parola, Gesù, che paradossalmente compie le parole dette nella verità del compimento. Da lì nulla è come prima e il grande e il piccolo si misurano lì: nell’accorgersi che il Regno si compie e che il futuro di Dio ha fat-to il suo ingresso nella storia.

III DOMENICA DI AVVENTODal Vangelo secondo Matteo (11, 2-11)

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo

dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù

rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli

zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il

Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete

andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere?

Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re!

Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: ‘Ecco, dinanzi a te io mando il mio

messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via’. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel

regno dei cieli è più grande di lui”..

Il Vangelodella domenica

10 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

di Giuseppe Fusari

Silvio Consadori(Brescia 1909-Burano/Ve 1994)

Fa parte degli artisti che, negli anni Sessanta del Novecento, si raccolgono

all’allora cardinale Montini a Milano per trovare strade nuove per l’arte

sacra. Il suo impegno prosegue accanto a Paolo Vi nella creazione della

Collezione di arte contemporanea del Vaticano. Sue sono le vetrate della

Cappella privata del Pontefice.

“Cristo guarisce il cieco”, 1965ca.Concesio, Collezione Arte e Spiritualità.

Il più grande e il più piccolo

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Ecclesia

11

Benedetto XVI Avvento, tempo di ascolto di chi grida

Un richiamo alle coscienzesui molti deserti del mondo

È una tragedia che dura da almeno otto mesi, dal maggio scorso. Prima profughi respinti e riportati in Africa; quindi la fuga da violenze, lavori forza-ti, stupri. Infine prigionieri di una ban-da di predoni, che li trattiene in catene, ostaggi nel deserto del Sinai. Per loro – circa 250 persone che provengono da Eritrea, Etiopia, Sudan, Somalia – poche alternative: il pagamento di un riscatto, chi ha qualcuno che può farlo; una operazione per prelevare un rene, altra forma di pagamento; oppure la morte, come è già avvenuto per sei di loro. L’unica voce è un sacerdote ita-liano, don Mosé Zerai, che cerca di far conoscere il dramma di questi esseri umani dimenticati da governi e media, salvo poche lodevoli eccezioni. È lui che ha stabilito un contatto telefonico con alcuni prigionieri, ed è sempre lui che racconta ad “Avvenire” di perso-ne incatenate, alla disperata ricerca di danaro da parte di familiari emigrati in Europa, e dei loro aguzzini, armati fino ai denti e probabilmente con qualcu-no che li copre, all’interno di una zo-na controllata. All’Angelus, domenica, è papa Bene-detto ad attirare l’attenzione su questa tragedia: “In questo tempo di Avven-to – ha detto – vi invito a pregare per

tutte le situazioni di violenza, di intol-leranza, di sofferenza che ci sono nel mondo, affinché la venuta di Gesù por-ti consolazione, riconciliazione e pace. Penso alle tante situazioni difficili, co-me i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti, alle vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma degli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. Un appello per dire che “il rispetto dei diritti di tutti è il presupposto per la civile conviven-za”; afferma ancora il Papa: “La nostra preghiera al Signore e la nostra solida-rietà possano portare speranza a co-loro che si trovano nella sofferenza”.Nel Tempo dell’Avvento, ha affermato il Papa, siamo “chiamati ad ascoltare la voce di Dio, che risuona nel deserto del mondo attraverso le Sacre Scrittu-re, specialmente quando sono predi-cate con la forza dello Spirito Santo. La fede, infatti, si fortifica quanto più si lascia illuminare dalla Parola divi-na, da tutto ciò che – come ci ricorda l’apostolo Paolo – è stato scritto prima di noi, per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della conso-lazione che provengono dalle Scrittu-re, teniamo viva la speranza”. Quanti deserti ci sono oggi nella no-stra vita, e in quanti luoghi il rumore distrae da quella voce che chiama alla conversione. Ogni domenica si ripete l’invito a essere attenti alla parola, da ascoltare nel silenzio del deserto che è insieme assenza e presenza, luogo

in cui sembra non esserci nulla ma è proprio in quel nulla che si trova l’es-senziale, si ritrova quel silenzio che ci permette di ascoltare senza distrazio-ni. Il deserto è la prova, è il luogo della solitudine, delle paure, dell’incapacità a orientarsi. È dunque necessario nel deserto che attraversiamo, il deserto della nostra vita, trovare quella voce che indica la strada, prepara il tempo nuovo. Nei cammini aridi e tortuosi che possono esserci anche nella no-stra vita, è necessaria una via che non sia confusa dalla sabbia, e una guida che non ci faccia smarrire in luoghi inospitali. Il deserto è anche prova per i governi spesso distratti di fronte a situazioni di sofferenza di persone e popoli, come la tragedia dei profughi nel deserto del Sinai: ma quanti altri profughi, e quanti altri deserti ci sono nelle altre regioni del mondo. Quanti uomini e donne sono lasciati in balia di predoni senza scrupoli; quanti sono coloro che fuggono da situazioni di po-vertà, fame, miseria, violenza e soffe-renza, e non trovano una mano amica che li aiuti a non tornare in quelle si-tuazioni di disperazione. Nuovi deserti che abbiamo creato per una falsa idea di sicurezza, incapaci come siamo di “accogliere colui che si avvicina” co-me ricorda il Papa citando Romano Guardini. “Il Redentore – aggiunge – viene presso ciascun uomo: nelle sue gioie e angosce, nelle sue conoscenze chiare, nelle sue perplessità e tentazio-ni, in tutto ciò che costituisce la sua natura e la sua vita”.

È

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È un’enciclica breve, la ventesima del suo pontificato. Pio XII la firma il 6 dicembre del 1950, in prossimità della fe-sta dell’Immacolata Concezione e a pochi giorni della vi-gilia di Natale, quando la chiusura della Porta Santa nella basilica di San Pietro segnerà la conclusione del Giubileo di quell’anno. È da qui che parte la Mirabile illud, da una prima considerazione del Papa sul grande evento: “Quel meraviglioso spettacolo di concordia fraterna, offerto durante l’Anno santo dalle innumerevoli schiere di fede-li convenuti in pio pellegrinaggio a Roma, da quasi tutte le nazioni, a noi sembra che possegga una voce ammo-nitrice e costituisca dinanzi al mondo una testimonianza solenne che tutti i popoli vogliono non la guerra, non la discordia, non l’odio, ma intensamente bramano la pace”. È la pace, ancora una volta, l’assillo paterno di Pio XII. Il Papa del profetico “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra” pronunciato undici anni pri-ma, scende ancora un volta in campo per rilanciare il suo ammonimento sotto forma di breve enciclica, sull’esempio di altre encicliche altrettanto brevi (nel 1945, 1947, 1948,

nello stesso 1950, il 19 luglio, e poi nel 1956 le encicliche per l’Ungheria) che costituiscono una costante nel pontifi-cato di Pio XII, essendo tutte un pressante invito ai pastori e ai fedeli perché elevino speciali preghiere per la pace nei momenti in cui questa è maggiormente in pericolo. E nel dicembre del 1950 effettivamente è in pericolo la pace mondiale. La guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud, iniziata a giugno, è in pieno sviluppo, registra anzi un’escalation di atrocità e di violenza dopo alterne dram-matiche vicende lungo la linea di confine tracciata dal 38° parallelo. Scrive Pio XII nel suo appello per la pace: “Men-tre vediamo con animo trepidante i popoli agitarsi sotto paurose minacce di conflitti, noi ardentemente deside-riamo che tale ammonimento sia finalmente ascoltato da tutti”. Un’enciclica, la Mirabile illud, che anche a sessant’an-ni di distanza mantiene spunti di indubbia attualità, sia perché le riflessioni di Pio XII sono tuttora valide, sia per l’analogia con lo scenario mondiale proprio di questi gior-ni, che vede ancora una volta crescere pericolosamente la tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud.

L’appello per la pace e la guerra in Corea

Un’enciclica di Pio XII che compie 60 anni

LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

di Fabio Zavattaro

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12 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Ecclesia Chiesa Bresciana

Associazione ex alunni dell’Istituto Cesare Arici

Un ritratto del card. Giuseppe Siri secondo Paolo GhedaÈ stata l’associazione degli ex alunni dell’Istituto Ari-ci a voler presentare ufficialmente in città l’impor-tante lavoro curato da Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta sulla figura e l’opera del cardinal Giuseppe Siri scomparso a Genova nel 1989 a 83 an-ni. Oltre all’autore sono intervenuti padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano e fondatore del Mec e Nicola Bianco Speroni, presidente dell’Associa-zione. Introdotti dal rettore dell’Istituto Arici Bruno Frugoni i relatori hanno tratteggiato un ritratto del cardinale Giuseppe Siri, a lungo arcivescovo di Geno-va e primo presidente della Conferenza episcopale italiana. Nominato vescovo a soli trentotto anni, a quaranta prese possesso della diocesi genovese, alla

cui guida rimase per ben quarantuno anni. Cardinale dal 1953, egli si dimostrò costantemente fedele alla piena cattolicità della Chiesa, per la quale rivendicò la più completa libertà di annunciare il Vangelo con le parole e con le opere. Siri cercò di dare alla Chiesa un ruolo sociale, creò l’Ucid (Unione cristiana degli imprenditori e dirigenti) per testimoniare con una presenza forte i valori che la politica della Dc sem-brava non garantire più (è del ’74 la legge sul divor-zio e dell’81 quella sull’aborto). Siri fu uomo vigoro-so e intransigente, riteneva un dogma inconfutabile l’unità politica dei cattolici e soleva ripetere che un tempo come quello che stiamo vivendo non lo si può prendere che di petto. In base a diversi documenti

inediti, la consonanza postconciliare tra Paolo VI e il porporato ligure emerge dal lavoro presentato in modo piuttosto nitido, così come in generale i due appaiono più vicini di quanto la tradizione lascia in-tendere. L’Autore tuttavia non nega le loro divergen-ze circa il rapporto tra la Santa Sede e la Conferenza episcopale italiana, la cui autonomia stava a cuore a Siri. Anche in campo dottrinale non mancarono i momenti di frizione. Nell’imminenza del Concilio il cardinale di Genova mostrava di temere che Monti-ni, all’epoca arcivescovo di Milano, fosse indulgen-te verso le nuove tendenze teologiche. La situazio-ne mutò a partire dall’elezione di Montini al soglio pontificio (giugno 1963).

Ndi Luca Rivali

Non sono molte le iniziative umane che riescono a raggiungere e supe-rare il secolo di vita. È dunque giu-stamente con grande orgoglio che la rivista “Brixia Sacra” celebra quest’anno l’importante traguardo dei cento anni di attività. Fondata nel 1910 per iniziativa dell’allora trentenne Paolo Guerrini, “Brixia Sacra” da un secolo accompagna la conoscenza e la conservazione della memoria ecclesiastica della diocesi di Brescia.Per celebrare tale importante tra-guardo, sono stati pubblicati due poderosi e accuratissimi volumi di indici analitici, curati da Mau-ro Tagliabue e Simona Iaria, che permetteranno un’agevole con-sultazione e un accesso multiplo a questo vero e proprio repertorio di storia della cultura (non solo ec-clesiastica) bresciana. L’impresa è

utilissima, visto che è noto quanto sia difficile recuperare, a distanza di tempo, i saggi pubblicati sui pe-riodici; ancor più se si pensa che sono quasi 30mila le pagine di stu-di (per un totale di 1261 articoli) prodotte da “Brixia Sacra” in questi cento anni di attività. A completa-re le celebrazioni per il centenario, sabato 4 dicembre scorso, presso la chiesa di San Giorgio a Brescia, è stata organizzata una giornata di studio sul tema “La storia della Chiesa bresciana nel Novecento nella prospettiva storiografica di Brixia Sacra”.La giornata si è aperta con i saluti delle autorità: il cardinale Giovan-ni Battista Re ha fatto pervenire un suo personale messaggio di saluto e mons. Giacomo Canobbio, dele-gato episcopale per la cultura, ha ricordato il valore degli studi sto-

rici religiosi, come riflessione sulla presenza costante di Cristo operan-te nella storia. Mons. Antonio Fap-pani, erede di mons. Guerrini alla guida di “Brixia Sacra” e protago-nista del suo rilancio nel 1966, ha ricordato la passione e l’impegno costante del fondatore negli studi e nel lavoro redazionale, mentre parole di apprezzamento sono ar-rivate dalle autorità civili: Fabio Rolfi, vicesindaco del Comune di Brescia, e Aristide Peli, assessore alla Pubblica Istruzione e Universi-tà della Provincia di Brescia.Le relazioni hanno dapprima trac-ciato un quadro storico della rivi-sta, analizzandone i periodi di at-tività, gli interessi e gli approcci, poi si sono soffermate su singole questioni. Don Mario Trebeschi, at-tuale direttore di “Brixia Sacra”, ha ricordato gli obiettivi di Guerrini nell’intraprendere l’opera e come essa si sia poi sviluppata nel tem-po. Ennio Ferraglio, direttore della Queriniana di Brescia, ha illustrato la consistenza e la composizione dei lasciti di mons. Guerrini alla Bi-blioteca Civica (di cui fu anche di-

rettore), che sono andati a costitu-ire un vero e proprio “Fondo Guer-rini”. Venendo più specificamente alla rivista e ai temi in essa tratta-ti, Irma Bonini Valetti, redattrice di “Brixia Sacra”, ne ha inserito la fondazione nell’ambito delle inizia-tive di promozione culturale della diocesi, mentre don Giovanni Spi-nelli, segretario del Centro storico benedettino di Cesena, ha descritto l’attaccamento personale di Guerri-ni verso il mondo del monachesimo benedettino. Don Giovanni Donni, presidente dell’Associazione per la storia della Chiesa bresciana, ha annunciato che presto i saggi della rivista saranno consultabili anche su internet. Infine gli approcci che la rivista e il suo fondatore hanno avuto nei confronti dell’arte e della musica sono stati indagati rispetti-vamente da don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano di Brescia, e da Marco Bizzarrini, mu-sicologo dell’Università di Padova. Le conclusioni della giornata di lavori sono state affidate a Xenio Toscani, dell’Università cattolica di Brescia.

I cento annidella rivista

“Brixia Sacra”

Convegno La storia della Chiesa bresciana

Fondata nel 1910, da un secolo accompagna la conoscenza e la conservazione della

memoria ecclesiastica della diocesi di Brescia

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13LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Per gli addettiagli archiviparrocchialiL’obiettivo non è quello di formare degli archivisti professionisti, ma fornire conoscenze adeguate agli attuali referenti

Corso Terminato il primo anno

Un momento del corso

Unità pastorale del centro storico

Il Natale nelle chiese della cittàNell’ambito delle iniziative per il Natale nelle chiese del centro storico di Brescia, a cura dell’unità pastorale, nei prossimi giorni sono programmati questi appun-tamenti: da sabato 11 dicembre a giovedì 6 gennaio nelle sale espositive del chiostro di San Giovanni (con-trada San Giovanni, 8) e a San Zenone all’Arco (vicolo San Zenone, 4) mostra di arte contemporanea su “Un paradosso chiamato Maria”. Sempre sabato 11 alle ore 16, nella chiesa di San Zeno al Foro, presentazione del-la Natività di Antonio Paglia. Domenica 12 dicembre nella chiesa di San Giovanni alle ore 15.30 elevazio-ne artistico musicale intorno alle opere pittoriche di Moretto e Cossali: la corale Luca Marenzio, diretto da Alberto Donini, presenta l’opera di Andrea Crescini.

Lunedì 13 dicembre nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita concerto vocale strumentale del Quintetto Ver-gilius dedicato alla Tota pulchra. Giovedì 16 dicembre nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso catechesi di don Renato Laffranchi su “Parliamo del diavolo”. Da gio-vedì 16 dicembre a domenica 9 gennaio nel chiostro San Giovanni mostra dei presepi realizzati dai bam-bini e ragazzi delle scuole cittadine della circoscrizio-ne Centro. Sabato 18 dicembre nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita concerto per la “Tenda dei popoli” con il Coro dei bambini e il Coro clandestino diretti da E. Pangrazio. Da sabato 18 dicembre a giovedì 6 gennaio mostra dei presepi artistici, a cura di Mcl, in Duomo Vecchio.

Ldi Lucia Signori

L’Archivio storico diocesano inten-de offrirsi come strumento al ser-vizio dei parroci per le necessità che riguardano la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione degli archivi parrocchiali. In questo contesto l’Archivio ha organizzatoun Corso di archivistica ecclesiasti-ca organizzato dall’Archivio storico diocesano che, per la prima annua-lità si è concluso il 27 novembre. Infatti il percorso formativo è sta-to concepito in due annualità: la prima, appena portata a termine, articolata in sei lezioni, ha inteso fornire in primo luogo un panora-ma generale delle istituzioni eccle-siastiche, quali soggetti produttori delle carte conservate nei rispettivi archivi; accanto a questo quadro so-no state tracciate alcune coordinate della storia della Chiesa bresciana per inserire in un contesto adeguato

la produzione documentaria che si è succeduta nei secoli all’interno dei confini della nostra diocesi.Questo primo anno si è aperto con gli interventi di inquadramento sto-rico del prof. Daniele Montanari sul-la Chiesa bresciana in epoca mo-derna e quindi del direttore dell’ar-chivio, prof. Mario Taccolini, sulla Chiesa bresciana in epoca contem-poranea. Don Mario Trebeschi ha approfondito gli aspetti istituzio-nali e giuridici per quanto riguarda gli archivi parrocchiali: “Le persone nell’archivio parrocchiale: confra-ternite e associazioni, culto, sacer-doti e benefici” e “Le cose nell’ar-chivio parrocchiale: chiese e am-ministrazione, legati e cappellanie, la fabbriceria”; successivamente il prof. Carlo Fantappiè (Università di Urbino) ha fornito un excursus del-la normativa riguardante gli archivi

ecclesiastici. Il Corso si è concluso con una visita all’Archivio per pren-dere contatto con i diversi fondi e tipologie documentarie e con alcuni brevi cenni introduttivi riguardanti il riordino degli archivi parrocchiali, argomento che verrà approfondito nella seconda annualità.Il secondo anno del Corso, previ-sto a partire dall’autunno del 2011, dovrebbe quindi entrare un po’ più nel “vivo” della pratica archivisti-ca, fornendo gli indirizzi generali da applicare concretamente nelle fasi di riordino e inventariazione di tali archivi.L’obiettivo del Corso non è quello di formare degli archivisti professio-nisti, ma dei referenti che possano maturare consapevolezza culturale e conoscenze adeguate per fungere da referenti di archivi parrocchiali o di congregazioni e ordini religiosi.Varia la provenienza dei sessanta partecipanti al Corso, in rappresen-tanza della maggior parte delle zone della diocesi: dalla città (Badia, S. Angela Merici, S. Faustino, S. Fran-cesco di Paola, S.Giovanni, S. Ma-ria Calchera, SS. Trinità, Volta), alle

,lta), alle

Valli (Marcheno, Lumezzane, Darfo, Sonico, Gavardo, Sopraponte), ai la-ghi (Salò, Pisogne, Lovere, Idro), al resto della provincia (Nave, Colle-beato, Rodengo, Passirano, Borna-to, Cazzago, Ospitaletto, Travaglia-to, Castelcovati, Chiari, Manerbio, Ghedi, Montichiari, Castenedolo, Borgosatollo, Serle) e anche al di fuori della provincia (Vicenza, Ber-gamo, Milano). I corsisti, in preva-lenza laici (ma hanno partecipato anche alcune religiose e qualche sacerdote), erano provenienti da di-versi ambiti ed esperienze: studiosi di storia locale, studenti universita-ri, laureati, ricercatori appassiona-ti a vario titolo, qualche archivista già formato, persone incaricate dai parroci di occuparsi dell’archivio parrocchiale.La seconda annualità, alla quale si potrà iscrivere anche chi non aves-se partecipato alla prima, prevede un più diretto contatto con i docu-menti (lettura e individuazione del-le diverse tipologie) e con la realtà concreta degli archivi, nel momento delicato del riordino e nella redazio-ne dell’inventario.

La chiesa di San Giovanni Evangelista

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Mostra

Un paradossochiamato Maria La sfida, lanciata dall’Associazione per l’ar-te Le Stelle eraccolta da oltre 60 artisti di Brescia e di va-rie zone d’Italia, ha dato vita a una tempesta d’idee sui temi mariani, in particolare pun-tando al nodo, non risolvibile con la ragione, del mistero che la circonda: Madre Vergine, Figlia e contemporaneamente Madre di Dio. Il progetto nasce da una riflessione con gli artisti maturata a seguito di importanti sol-lecitazioni sul tema, grazie al prezioso con-tributo di studiosi e teologi. È un laborato-rio, questo, che non vuole offrire traguardi raggiunti o nuove soluzioni iconografiche, ma un approccio sincero della sensibilità contemporanea, che si avvale dei molteplici e multiformi stilemi di un’arte visiva in pie-na libertà concettuale ed espressiva. Sono in-fatti presenti istallazioni, opere di scultura, pittura, incisione, fotografia e video, ognuna accompagnata in mostra da un breve com-mento dell’autore che spiega le ragioni del proprio progetto. Tra i temi ricorrenti, oltre naturalmente alla figura di Maria, talvolta con rimandi voluti a celebri capolavori del passato, la maternità e la nascita del Figlio di Dio, sintomatico ri-chiamo al tema della procreazione oggi così controverso e discusso; ancora, la persistenza dei segni della pietà mariana nella religiosità popolare, e la sintesi concettuale di quei pa-radossi di cui è piena la teologia mariana. Ha scritto Attilio Rossi, coordinatore de Il Chio-stro: “Un paradosso? Sì, certo. Se misuriamo la storia con un metro esclusivamente uma-no. Ma se lasciamo che siano la Grazia e lo Spirito a guidarci e a invaderci il paradosso si scioglie. E diventa mistero. Mistero che ge-nera vita, che suscita speranza. Mistero che fa della storia – quella paradossale di Maria come quella incerta e spesso buia dell’uma-nità – una storia di salvezza. Il migliore au-gurio, credo, per il nostro Natale”.L’inaugurazione della mostra è fissata per sabato 11 dicembre alle ore 16 in San Zeno-ne all’Arco (vicolo San Zenone) e alle ore 17 presso il Centro culturale Il Chiostro (c.da San Giovanni, 8). Orari: San Zenone all’Ar-co 16-19 (escluso lunedì e il 25, 26 31 di-cembre). Centro culturale Il Chiostro feriali 9.30-11.30 15-18; festivi: 11-12.30 e 15-18. Ingresso gratuito.

Ecclesia Chiesa bresciana14 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Assemblea Amici delle Suore Operaie onlus

Il progetto Mugutu,un’opera della carità

a cura di Renato Longhi

Sabato 11 dicembre alle ore 17.30 a Fantecolo di Provaglio d’Iseo (via Fenaroli 1) si tiene l’as-semblea e la festa dell’associazione Amici delle Suore Operaie onlus, con questo programma: as-semblea dei soci e, a seguire, proiezione video documentario “Progetto Mugutu” con la testimo-nianza di suor Ignazia Ferrari (muratore di Dio) coordinatrice del progetto; quindi comunicazioni dal Brasile e dall’Africa, festa e momento convi-viale. L’associazione “Amici delle Suore Operaie onlus” è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale; è apolitica, apartitica, e intende operare nel pieno rispetto dei principi di uguaglianza, sus-sidiarietà e pari opportunità tra uomini e donne. I soci dell’associazione sono laici che condivi-dono la spiritualità e il carisma delle Suore e dei Fratelli Operai e che con generosità, gratuità e spirito di servizio si impegnano a vario titolo a sostenerne le opere e le missioni. L’associazione si prefigge di sostenere anche economicamente progetti indirizzati allo sviluppo di attività sociali, educative e produttive delle popolazioni dei Paesi poveri; di provvedere alla raccolta e all’invio di aiuti umanitari, di generi di prima necessità e di

sollievo, alimenti, vestiario, e quant’altro possa essere utile ad alleviarne le condizioni di svan-taggio; di promuovere iniziative di conoscenza e approfondimento delle diverse realtà sociali, economiche, politiche, culturali e religiose dei Paesi poveri del mondo, con particolare interesse ai Paesi in cui operano le missioni delle Suore e dei Fratelli Operai della Santa Casa di Nazareth; sostenere e promuovere, anche attraverso speci-fici progetti, la formazione di animatori che ope-rino nei vari luoghi per la crescita e lo sviluppo individuale e sociale e per il riconoscimento della dignità umana; promuovere la vendita di prodot-ti artigianali provenienti dalle missioni stesse, fi-nalizzata al sostegno delle attività istituzionali.Nell’incontro di sabato si parlerà in particolare del progetto Mugutu. Solo un anno fa il progetto di edificare un nuovo centro sociale a Mugutu, poco distante da Gitega, ex capitale del Burundi e a tutt’oggi seconda città del Paese, sembrava un’impresa irrealizzabile. Invece, grazie al con-tributo dei molti che hanno saputo riconoscere l’importanza dell’iniziativa, oggi la struttura mu-raria, completa di impianti, è già lì, pronta per es-sere attrezzata e... vissuta. A raccontare la storia di questo progetto sarà suor Ignazia che opera in Burundi da ben 42 anni.

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19LA VOCE DEL POPOLO6 MARZO 2009 15LA VOCE DEL POPOLO

10 DICEMBRE 2010

Agenda del Vescovo

Venerdì 10 dicembreOre 15 – Toscolano Maderno – Visita alla cartiera di Maderno.Ore 21 – Brescia – Incontro di spiritualità per i giovani presso la Basilica delle Grazie.Sabato 11 dicembreOre 10 – Brescia – Benedizione dei nuovi reparti di radioterapia presso la Poliambulanza.Ore 17.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.Domenica 12 dicembreOre 11 – San Zeno sul Naviglio – S. Messa per la festa patronale.Ore 18 – Verolavecchia – S. Messa in occasione dell’inizio dell’attività di “Casa famiglia”.Lunedì 13 dicembreIn mattinata visita ai bambini ricoverati presso gli Spedali civili di Brescia.Martedì 14 dicembreOre 19 – Brescia – S. Messa per i collaboratori di Brevivet presso il Centro pastorale Paolo VI.Mercoledì 15 dicembreOre 19 – Brescia – S. Messa per la festa di Santa Maria Crocifissa di Rosa presso le Ancelle della Carità in via Moretto.

Seminario minore

Invito per i ragazziIl 27 e il 28 dicembre presso la casa del Seminario minore si svolge una due giorni per ragazzi dalla IV elementare alla III media desiderosi di approfon-dire la loro fede e di conoscere più da vicino l’esperienza del Seminario. Questo il programma: lunedì 27 ritrovo presso il Seminario minore (via Mu-sei, 58 - Brescia) alle ore 9. Martedì 28 conclusione alle ore 18. Note: pranzo al sacco per lunedì 27; sacco a pelo; effetti personali; salviette e ricambio vestiti; ciabatte e pigiama. Prenotazioni presso: don Giovanni Milesi 03037121; 3474139309 [email protected]; don Giorgio Gitti 3384753474. Entro lunedì 20 dicembre.

Unione sacristi

Ritiro spiritualeL’Unione diocesana S. Costanzo dei sacristi organizza il ritiro spirituale d’Av-vento per martedì 14 dicembre. Si svolgerà presso le Figlie di S. Angela in via Martinengo da Barco, 4 con il seguente programma: ore 9 accoglienza; ore 9.30 recita dell’ora media; ore 10 relazione di don Pierino Boselli sulla liturgia in preparazione del S. Natale; comunicazioni del Presidente; ore 11 stesura del calendario degli incontri e pellegrinaggi 2011; ore 11.40 S. Messa e pranzo.

Santa Maria in Silva

La comunità: terra degli uominiNella parrocchia di Santa Maria in Silva continuano gli incontri di vita e di fede in occasione dell’Avvento su “La comunità: terra degli uomini”. Mer-coledì 15 dicembre alle 20.45 Giuseppe Milanesi, presidente della S. Vincen-zo, presenterà la sua testimonianza su “Una comunità povera”. Alla stessa ora giovedì 23 dicembre liturgia penitenziale per una comunità riconciliata. Gli incontri si svolgono presso il centro parrocchiale in via Sardegna 24.

Invito delle Acli

Una pausa di preghieraLe Acli propongono anche quest’anno l’Holy break (pausa santa) dalla 13 alle 14 presso la chiesetta nel cortile del ristorante “Giardino” in via Spalti San Marco 37b. I prossimi appuntamenti sono fissati per venerdì 10, merco-ledì 15, venerdì 17, mercoledì 22 dicembre.

Santa Cecilia

Concerto natalizioLa Santa Cecilia per incontri con la musica propone un concerto natalizio in occasione dei 14 lustri di Giacomo Baroffio con musiche gregoriane com-mentate dall’organo. L’appuntamento è per sabato 11 dicembre alle 18.30 presso il Seminario vescovile di via Bollani.

Borgosatollo

Mostra su don MazzolariFino al 12 dicembre presso Palazzo Facchi (ex oratorio femminile) di Borgo-satollo è possibile visitare la mostra fotografica dedicata a “Primo Mazzo-lari, Brescia e i bresciani”.

Ecclesia Agenda

Incontro natalizio

Politica, economia, poteredi fronte a Dio

Il tradizionale incontro pre-natalizio per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale si terrà sabato 18 dicembre,

a partire dalle ore 9, presso il salone Ferramola delle Suore Ancelle in via Moretto 16 in Città. Il tema proposto è: “Politica, economia, potere di fronte

a Dio. Uniti in Cristo accogliendo la diversità come ricchezza”. Il programma prevede: ore 9 Per una chiave interpretativa di questa giornata; ore 9.30

lectio divina di mons. Luciano Monari su “Ma la terra venne in aiuto della Donna, spalancò la sua bocca e divorò il fiume che il dragone aveva gettato

dalla sua gola” (Ap 12,16). Seguiranno vari interventi. Alle ore 11.30 S. Messa celebrata dal Vescovo. Alle ore 12.30 Momento di convivialità. L’incontro si

potrà seguire in diretta sul nostro sito www.vocemedia.tv

Sebino e Valle Camonica

Cantata di NataleIl coro La Pineta di Costa Volpino in preparazione del Natale propone anche

quest’anno la Cantata di Natale che vede in scena una quarantina di esecutori.Dopo il felice debutto domenica 28 novembre nella chiesa parrocchiale di

Corti S. Antonio a Costa Volpino, la Cantata ritorna sabato 11 dicembre nella parrocchiale di Gratacasolo di Pisogne; sarà poi a Bossico sabato 18

dicembre, dove sarà possibile udire anche la splendida voce dell’organo Manzoni recentemente restaurato. L’ultima recita è prevista il 30 dicembre

nella chiesa parrocchiale di Temù. 

Centro Oreb di Calino

Pomeriggio di spiritualitàDomenica 12 dicembre è in programma un pomeriggio di spiritualità in

preparazione al Natale, proposto dal Movimento Pro Sanctitate e si terrà al Centro Oreb sul tema: “Ciò che abbiamo udito, veduto e toccato...”,

presentato da don Paolo Salvadori. L’esperienza  inizia alle 16 e si conclude con la celebrazione eucaristica alle 18.30. È prevista la possibilità di

intrattenere i bambini con un programma adatto a loro. 

Botticino Mattina e San Gallo

Un dvd sulle chiesePresentazione ufficiale anche a Botticino Mattina e San Gallo per il dvd

sulle chiese parrocchiali di Botticino, voluto dall’unità pastorale retta da don Raffaele Licini. Il documentario curato da Fabio Larovere, con la regia

di Claudio Uberti e la supervisione di don Italo Uberti, sarà presentato a Botticino Mattina venerdì 10 dicembre alle ore 20.30 presso il teatro

dell’oratorio, contestualmente alla presentazione del libro su don Giovanni Vespa, scritto da don Sandro Gorni. La presentazione a San Gallo avverrà

invece domenica 12 dicembre alle ore 20.30 al teatro dell’oratorio della frazione. Interverranno il Parroco e i curatori del dvd, parte di un progetto

promosso dal Centro diocesano audiovisivi.

Annuario diocesano

Segnalare correzioni È in fase di allestimento l’edizione 2011 dell’Annuario diocesano. Eventuali

correzioni e integrazioni vanno segnalate al seguente recapito: redazione Annuario diocesano, via Trieste, 13 – 25100 Brescia.

Page 16: La Voce del Popolo 2010 47

16 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 In memoria

Mons. Emilio Magrinello

Un pastore che ha speso la sua vita per le anime Venerdì 17 settembre ha cessato la sua esperienza terrena mons. Emilio Magri-nello. Era nato a Chiari il 24 ottobre 1921. Ordinato sacerdote il 3 giugno 1944, fu destinato come vicario cooperatore a San Pancrazio, dove rimase un anno per passare a Toscolano fino al 1953 e a San Francesco di Paola fino al 1956 quando divenne parroco: a San Gottardo per dieci anni e a Carcina per otto. Nel 1974 fu nominato parroco di Sant’Afra in città, incarico ricoperto per 24 anni. Lasciata la parrocchia di Sant’Afra nel 1997, ha assunto l’incarico di cap-pellano della Casa di cura San Camillo e quindi la collaborazione con la parroc-chia di Sant’Agata. Era canonico onorario della Cattedrale dal 2005. Don Emilio era certamente parroco all’antica (non ha mai abbandonato la veste talare), ma aperto al nuovo. Due i suoi strumenti pastorali: la bicicletta e la macchina da scrivere. La bici gli ha facilitato il contatto rapido con le famiglie e i parroc-chiani in casa o in ospedale, la macchina da scrivere l’ha usata per dare risalto alla Parola di Dio da lui ritenuta molto importante. Con impegno e costanza tutte le omelie erano da lui preparate per iscritto e le leggeva, ma senza mo-notonia. La sua macchina da scrivere gli serviva anche per dialogare con i gior-nali su vari argomenti (quante lettere al direttore del “Giornale di Brescia” e

de “La Voce del Popolo”) per presentare istanze e proteste alle Autorità civili e politiche, sempre con deferenza, ma con coraggio. Riteneva suo compito la difesa della verità e dei diritti della Chiesa: ricordiamo le sue battaglie contro il divorzio e l’aborto. Si considerava il parroco di tutti, anche dei lontani, degli indifferenti, degli agnostici. Sempre per una migliore comprensione della Pa-rola di Dio don Emilio ha avviato i “centri di ascolto”, incontri periodici presso famiglie o istituzioni, iniziativa che perdura. Il rapporto con i laici è stato otti-mo sia come coinvolgimento nelle varie attività parrocchiali che come cura dei diversi gruppi (liturgia, missioni, carità, oratorio). Ha sempre seguito e consul-tato il Consiglio pastorale parrocchiale e avrebbe desiderato anche costituire una sezione dell’Azione cattolica, ma un “referendum” tra i parrocchiali ave-va bocciato l’idea. Da fine musicista ha curato, anche dopo la cessazione dalla parrocchia la schola cantorum per celebrazioni sempre meglio animate. Prima che si parlasse delle unità pastorali ha tenuto cordiali rapporti di collaborazione con le altre parrocchie del centro storico. Possiamo concludere che don Emilio è stato un vero infaticabile pastore che si è speso per le anime fino all’ultimo respiro. (Giosuè Nicoletti)

Mons. Guerrini e mons. Magrinello

“Con mons. Faustino Guerrini scom-pare un pezzo di storia della Chiesa bresciana”. Così il vescovo di Brescia mons. Luciano Monari domenica 31 ottobre ha iniziato la sua omelia fu-nebre in Cattedrale, esprimendo la gratitudine di tutta la diocesi per i 17 anni trascorsi da mons. Guerrini come rettore del Seminario, seguiti poi dagli anni impegnati come economo della vasta diocesi lombarda e promotore della Scuola di musica sacra Santa Cecilia. Mons. Faustino Guerrini si è spento a 87 anni, mercoledì 29 settem-bre, dopo una luminosa vita sacerdo-tale, spesa con passione, generosità e competenza.Nato nel 1923 a Collebeato, Faustino Guerrini si trasferì ancora bambino con la famiglia a Cellatica. Entrò un-dicenne in Seminario dove condusse

gli studi liceali e teologici. Sorretto e incoraggiato dalla famiglia riuscì ad ar-ricchire la sua formazione con lo stu-dio dell’organo e della musica liturgica nella casa del ben noto maestro Giulio Tonelli. Ordinato sacerdote nel 1947 fu curato per quattro anni in S. Alessan-dro a Brescia. Nel 1950 ebbe inizio il lungo periodo di servizio pastorale in Seminario, prima come insegnante ed economo, poi, dopo una parentesi di quattordici anni a Palazzolo, come par-roco, ne divenne rettore fino al 1992, anno in cui è scelto dal vescovo Bruno Foresti come vicario per gli affari eco-nomici e delegato per il clero fino al 1999; fu poi canonico della Cattedrale.I fedeli palazzolesi più anziani lo ricor-dano come sacerdote di ampia cultu-ra, allenato alla logica più rigorosa e capace di sintesi sorprendentemente

Ca cura di Lucio Corbò lucide, dotato di piena capacità di au-

tocontrollo, le sue risposte sul piano del comportamento con il prossimo sono sempre state pacate e rispetto-se; il riferimento agli insegnamenti del Concilio appena terminato erano numerosi e continui: rispetto del Magi-stero ma anche epifania dell’uomo at-traverso la promozione integrale della sua personalità. Nei primi anni Ottanta, sorretto dalla mai sopita passione giovanile per la musica liturgica, fondò, con la colla-borazione dell’allora vicario generale e vescovo ausiliare mons. Vigilio Ma-rio Olmi, la Scuola diocesana di mu-sica Santa Cecilia di cui è stato presi-dente e animatore per più di 25 anni, fino alla morte. Venne promossa nel periodo del suo rettorato del Semina-rio anche l’istituzione della Scuola di teologia per laici.Sempre durante il rettorato, la vita di mons. Guerrini ha incrociato positiva-mente l’attività dei settimanali dioce-sani, diventando per oltre un venten-nio uno dei più appassionati sosteni-tori della Fisc, del Sir e del Consis, gli

strumenti operativi dei settimanali. Entrò nella famiglia dei settimanali quando divenne presidente del Con-siglio di amministrazione de “La Vo-ce del Popolo”. E a quel titolo entrò a far parte della Fisc Lombarda quando questa vedeva sedere attorno allo stes-so tavolo direttori e amministratori. La sua competenza, il suo appassio-nato amore alla causa della stampa cattolica e la sua intelligente capaci-tà di mediazione lo portarono a es-sere eletto per più mandati Presiden-te della Fisc lombarda, costituendo una accettata e condivisa eccezione essendo un amministrativo e non un direttore. Per “La Voce del Popolo” è stato un vero angelo custode che ha seguito passo passo varie stagioni del giornale. Sempre come presidente del Consiglio di “Voce”, si occupò con en-tusiasmo della nascita e dello sviluppo di Radio Voce.Tenere vivo il suo esempio, per i gran-di ideali che l’hanno ispirato, è un im-pegno per non disperdere, anzi per incrementare, il patrimonio che ci ha lasciato in eredità.

Una vitatanto riccae generosa

Sacerdoti Mons. Faustino Guerrini

Tenere vivo il suo esempio, per i grandi ideali che l’hanno ispirato, è un impegno per non

disperdere l’eredità che ci ha lasciato

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Il Concorso presepi alla XXXVII edizioneSei mostre di arte; due mostre di presepi e 10 installazioni in città: queste sono le an-ticipazioni degli eventi collegati al XXXVII Concorso presepi Mcl. Per l’arte bambini, studenti delle accademie e artisti esporran-no le loro opere nella sede Mcl, all’Univer-sità cattolica e nelle circoscrizioni cittadine. I Presepi (che provengono da tutta Italia e oltre) oppure allestiti appositamente da scenografi e scenotecnici saranno esposti in Duomo Vecchio, alla sala Piamarta, in chiese e piazze cittadine. Intanto continuano le iscrizioni al XXXVII Concorso, e numerosi sono i concorrenti che già hanno aderito. Famiglie, bambini, scuole, oratori, parrocchie, negozi, contra-de, gruppi, associazioni, presepi viventi, Co-muni, enti, ospedali, ecc, pronti a esercitare fantasia e perizia tecnica nel rendere tan-gibile il messaggio divino con l’allestimen-to del presepio. Il tema di quest’anno, tratto da San Luca (2,10) è: “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo”. Per iscriversi (10 eu-ro per singoli e famiglie, 15 euro per gruppi ed enti) basta contattare il Movimento cri-stiano lavoratori allo 0302807812 o, pre-feribilmente, inviare una e-mail a [email protected]; il modulo di iscrizione è scaricabile dal sito www.mclbrescia.it. Sono previsti premi per tutte le categorie e rico-noscimenti a tutti i partecipanti: al primo classificato la medaglia inviata da Bene-detto XVI. Le premiazioni avranno luogo il 15 gennaio 2010, alla presenza di mons. Luciano Monari.

Nuove norme “Collegato lavoro”

Aggiornati la leggeBiagi e l’arbitrato

di Giovanni Gut

Con la legge n.183 dello scorso 4 novembre, il cosiddetto “collegato lavoro”, sono stati intro-dotti degli importanti aggiornamenti alla legge Biagi e al diritto del lavoro alla luce dell’espe-rienza degli ultimi anni. Pur non entrando nel-lo specifico del testo legislativo, si vogliono sottolineare alcuni aspetti che fanno emergere la filosofia che ispira il provvedimento e, più in generale, che ispira la riforma del lavoro. Gli aspetti di maggior rilevanza fanno riferimento da una parte alla possibilità di un ampliamento della platea degli operatori dei servizi al lavoro, dall’altra la riforma del sistema di conciliazione, decadenze e arbitrato. Il primo aspetto sostanzialmente è volto a col-mare un vuoto legislativo laddove le Regioni non sono intervenute, come da loro competenza, in materia di intermediazione, smarrendo così di fatto alcune delle maggiori innovazioni introdot-te dalla legge Biagi. Il secondo aspetto – che ha avuto, in tema di giustizia del lavoro una vasta eco politica come ha sottolineato l’intervento del presidente della Repubblica Napolitano – è volto a fornire maggiori garanzie e certezze sia

ai lavoratori che ai datori di lavoro nella riso-luzioni delle liti. Dal “collegato lavoro” emerge una visione del mercato del lavoro in cui siano presenti una pluralità di soggetti che operino al suo interno. Si vuole qui sottolineare, in particolare, come importante sia la possibilità per i sindacati e le associazioni di essere dei soggetti attivi del mer-cato del lavoro, non solo per il ruolo che con-cretamente possono svolgere ma soprattutto per la loro rilevanza sociale. Questa possibilità, già contenuta nella legge Biagi e oggi rafforzata, è un punto particolarmente importante perché supera la semplice dicotomia pubblico-privato, per introdurre dei soggetti, il terzo settore, che rispondono a logiche diverse da quelle dei sog-getti pubblici o profit e che da essi hanno una diversa ispirazione. In passato questa aspetto è stato sottovalutato, se non direttamente osteggiato, eppure rimane un fattore di concreta speranza in un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo perché dà la possibilità alla so-cietà stessa di rispondere alle proprie respon-sabilità e di essere un fattore di crescita per la persona e per il Paese.

Uno sguardo all’Italia

Affrontare l’immigrazione oltre l’ideologiaIn Italia, il tema dell’immigrazione, più che un nodo problematico da gestire attraverso lungimiranti poli-tiche sociali, è una questione affrontata in funzione dell’ideologia della sicurezza. Ciò genera tra l’altro un divario fra le logiche istituzionali nazionali, il ruolo dei governi locali e l’opera di associazioni come Mcl, che hanno la funzione di mantenere uno stretto contat-to con la realtà concreta del fenomeno e di ricopri-re il ruolo di mediatori fra istanze locali e immigrati. Questa situazione rischia di rendere disomogeneo il trattamento sociale, culturale e istituzionale del feno-meno, determinando differenze da una realtà locale all’altra. Su questo terreno si confrontano reattività politiche orientate in maniera diversa rispetto al pro-blema. Qualora poi si concepisca lo Stato nella sua di-

mensione selettiva, discriminando tra chi appartiene alla nazione e chi no, ecco determinarsi nella realtà dell’immigrazione la percezione frustrante di trovarsi in un territorio che non accetta la propria presenza. Anche Brescia ha vissuto e sta vivendo tensioni legate al fenomeno. È un fatto naturale, visto che è proprio in realtà urbane come la nostra che si trova la maggiore complessità culturale. Eppure la nuova dimensione co-smopolita, eterogenea, multiculturale della città può tradursi in un laboratorio di progettazione culturale, in grado di creare un antidoto contro la frantumazio-ne della società. Il poter attingere a tutta la varietà etnica della città, può sviluppare nei suoi abitanti la capacità di vedere e capire tutti i lati delle questioni, potenziando le proprie capacità critiche. Non stiamo

subendo un’invasione, ma possiediamo una massa critica di abitanti in grado di gestire il processo di co-esistenza e assorbimento delle diversità. La città di Brescia dispone dell’ambiente e delle risorse umane, culturali, sociali ed economiche adatte a quell’aper-tura imprescindibile per una serena coesistenza della diversità. Un ringraziamento a padre Mario Toffari per come ha saputo affrontare la protesta di via S. Faustino. Si conferma l’adesione di Mcl al documento elaborato con tutte le altre associazioni riunite nella Cdal. Mcl è in sintonia con quanto fatto per tutelare i diritti dei migranti, lavorando nel contempo per il ri-spetto e il ripristino della legalità, ma evidenziando anche le incongruenze delle vigenti leggi in materia di immigrazione.

Mcl 17LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

di Ernesto De Marco

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Paesi e parrocchie

All’interno del Comune operano alcune associazioni di volontaria-to (anche una cooperativa che si occupa dei problemi causati dalla dipendenza dall’alcol), fra queste si segnala – per la valenza sociale – la comunità di tossicodipendenti legata a don Antonio Mazzi. La re-altà di Exodus è nota in tutta Italia con più Case che si occupano del recupero dei tossicodipendenti.Non c’è solo l’attività portata avan-ti dalla Comunità, ma nel tempo so-no state sviluppate alcune azioni attraverso la creazione di “InExo-dus”. “InExodus” è una realtà fon-data nel 2001 come cooperativa di tipo B (di inserimento lavorativo)

Sonico La “Casa di Enzino” e il “Convento”

Nel Comune gravitano tre parrocchie (Garda, Rino e Sonico) e realtà di volontariato, fra queste “InExodus” inserisce a livello lavorativo ex tossicodipendenti che stanno completando il percorso nella “Casa di Enzino”

Adi Luciano Febbrari

Il parroco, don Bruno Colosio, descrive le tre parrocchie

Una comunità viva che deve crescereGarda, Rino e Sonico. Tre comunità distinte che da 30 anni hanno un unico parro-co e che nonostante le difficoltà lavorano insieme. Dallo scorso anno il timoniere di questa realtà è don Bruno Colosio. Il cammino avviato è positivo, se non altro sul versante della formazione – si pensi al catechismo e ai sacramenti – cioè a tut-to quello che ruota attorno all’iniziazione cristiana (si sta vivendo il 5° anno che il 5 giugno si concluderà con la celebrazione unitaria dei sacramenti della comu-nione e della cresima a sette ragazzi). Nella notte di Natale il parroco celebra tre Sante Messe nelle rispettive parrocchie, anche perché le distanze (Garda è a sette chilometri da Sonico) e l’inevitabile campanilismo non facilitano la concentrazio-ne delle Messe. L’obiettivo di don Colosio è quello di arrivare, in occasione del tri-duo pasquale, a una sola veglia pasquale. Il patrono originario è Sant’Andrea ed è ricordato nella chiesa più antica di Sonico dove tutti i parrocchiani partecipano il 30 novembre alle ricorrenze religiose. Agli albori del cristianesimo evidentemen-te le comunità erano unite, poi dal Medioevo fino al 1981 sono rimaste divise. Sant’Andrea rappresenta allora l’elemento identitario per le tre parrocchie che, a loro volta, festeggiano e ricordano dei singoli patroni: San Lorenzo (Sonico), Maria Bambina (Garda) e Sant’Antonio (Rino). A Sonico sono presenti le Scuole mater-ne e quelle elementari, mentre per le medie bisogna recarsi nella vicina Edolo. In particolare la parrocchia deve fare i conti con i tempi dettati dallo studio: i ragazzi che frequentano le superiori e soprattutto l’università sono quasi sempre dei pen-dolari; nella migliore delle ipotesi tornano a casa alla sera, nella peggiore vivono la comunità solo nel fine settimana. Nonostante queste premesse, va detto che sul territorio gravita un buon gruppo di giovani in un oratorio inaugurato nel 2009. Sul piano pastorale quest’anno, partendo dalla Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, si sta lavorando sulla liturgia nelle tre messe domenicali, la “prima for-ma di evangelizzazione” come sottolinea don Bruno, e sull’adorazione eucaristi-ca. A questo si aggiunge anche, nel segno della tradizione, il recupero dopo 20 anni (grazie all’impegno dei volontari) della macchina delle Quarantore a Garda. Forte anche la devozione per il santuario di Sonico dedicato alla Beata Vergine di Pradella, che ospita anche la campana più antica della Valle Camonica. Il Santua-rio e il patrono Sant’Andrea possono essere i punti dai quali ripartire per favorire una sempre maggiore coesione. Va, però, ribadito che la comunità è viva con un forte spirito di collaborazione. La pastorale prevede anche un’attenzione al turi-smo. In estate, si pensi all’Assunta, le città si svuotano e le chiese di Garda, Rino e Sonico si riempiono. Il Comune è turistico e calamita il passaggio di molte perso-ne: alcune diventano stanziali, altre scelgono questa destinazione come punto di passaggio verso altre mete vicine come Edolo e Ponte di Legno.

La speranzasuperagli ostacoli

[email protected]

per fornire un’opportunità di lavo-ro ai ragazzi ex tossicodipenden-ti che completano il percorso di recupero nella “Casa di Enzino” a Sonico. Offre diversi servizi che sono ge-stiti direttamente dagli utenti del-la Comunità di recupero. Organizza le visite guidate alla Centrale idro-elettrica e di pompaggio di Edolo, che costituisce uno dei più impor-tanti impianti d’Italia e di Europa. La prenotazione è obbligatoria, per informazioni: 0364622179. La Coo-perativa fa anche servizi di manu-tenzione del verde, di pulizia e del facchinaggio.Il fiore all’occhiello è la gestione del “Convento” a Garda di Sonico, un sito che risale ai primi anni del Novecento e realizzato a fianco dell’antica chiesa dedicata a San Lorenzo. Si tratta di un Centro va-canze (con una cucina interna e le camere per alloggiare) dedicato alle famiglie, ai gruppi e agli edu-catori che hanno intenzione di ri-tagliarsi uno spazio di riflessione. La costruzione (oltre 1000 metri quadrati di superficie coperta) sor-ge su una rupe a circa 1000 metri di quota. Il cuore del Convento è rap-presentato dalla chiesetta romani-ca adiacente all’edificio centrale. La chiesetta è tra le più antiche del-la Valle Camonica. Forse fu fondata dai primi evangelizzatori, i monaci di Tours, verso l’800 nel luogo che si trovava a metà strada tra Garda, il paese annidato ai piedi del mon-te Olda, e Comparte, il paese posto più sotto ai piedi della rupe.

LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Don Bruno Colosio durante una celebrazione in oratorio

L’altare di Sonico

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20 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

“Inauguriamo un’abitudine che vuo-le diventare prassi”. Così l’incipit del sindaco di Brescia Adriano Paroli, che, coadiuvato dal vicesindaco Fabio Rol-fi e dagli assessori all’ambiente Paola Vilardi, allo sport Massimo Bianchini e ai lavori pubblici Mario Labolani, ha presentato, subito dopo la seduta del 3 dicembre, le delibere approvate dal-la Giunta. Quattro i punti all’odg che rappresentano il “work in progress” della macchina amministrativa: acqui-sizione dell’ex caserma Randaccio, ri-qualificazione della “piccola velocità”,

Idi Vittorio Bertoni

ristrutturazione del Teatro S. Chiara e rilascio di garanzia fideiussoria per il centro tennis di via Boves. “Sarà fir-mato entro Natale – ha detto Paroli – il protocollo d’intesa fra il Comune e il Demanio che consentirà di acquisire, nel patrimonio comunale, la ex caser-ma Randaccio, futura sede di un Cam-pus universitario fatto di spazi per la ri-cerca e per la residenza”. “La struttura sarà completamente municipalizzata – ha puntualizzato Rolfi – tranne l’ala oc-cupata dai Carabinieri. Le associazioni d’arma troveranno casa nella ex sede

della V Circoscrizione in via Livorno, mentre gli uffici del Demanio (tra gli altri, lo Sportello immigrati) saranno trasferiti nella ex caserma Ottaviani, nell’ala che si affaccia su via Tarta-glia. Il tutto sarà inserito in un Piano integrato che sarà approvato entro il 30 giugno prossimo”. Significativo passo in avanti anche per l’accordo di programma che riguarda la “picco-la velocità”, ovvero il polo logistico a ovest di via Dalmazia. “La giunta ha dato il benestare – ha spiegato Vilardi – alla strada progettata per collegare da subito la ‘piccola’ con il casello au-tostradale di Brescia Ovest e, in pro-spettiva, con la Tangenziale Sud. Una operazione fondamentale per valoriz-zare il polo logistico ed evitare che il traffico pesante vada a gravare sulla città”. Un finanziamento a fondo per-

duto di 450mila euro ottenuto dal mi-nistero dell’Economia e che sarà in-tegrato da 100mila euro stanziati dal Comune servirà per il recupero del S. Chiara. “Il teatro gestito dal Ctb – ha spiegato Labolani – ha una storia im-portante e rappresenta una ricchezza per la città. Con la somma a disposi-zione sarà possibile, entro la fine del prossimo anno, recuperare un gioielli-no. La sala da 154 posti sarà sottoposta a un lifting radicale, saranno messi a norma gli impianti, verranno restaura-ti intonaci e decorazioni e sarà rifatta la platea, abbattendo le barriere archi-tettoniche”. La giunta ha sottoscritto una fideiussione da 200mila euro alla società sportiva Forza e Costanza, che da parte sua si impegna a realizzare un nuovo campo di tennis coperto accan-to ai due che già gestisce in via Boves.

“Lavoriin corso”in Loggia

Brescia Quattro delibere

Si parla dell’acquisizione dell’ex caserma Randaccio, della riqualificazione della piccola

velocità e della ristrutturazione del Santa ChiaraL’ex caserma Randaccio

Scuole Paritarie - Sede d’esami

Istituto Tecnico per il

Turismo

Istituto Tecnico delle Costruzioni, Ambiente e Territorio

Geometri

”Bianchi”

Liceo Scientifi codelle Scienze applicate

(senza latino)

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GIORNATE DI SCUOLA APERTAOPEN DAY

Sabato 11 Dicembre 2010 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

Domenica 12 Dicembre 2010 ore 10.00-13.00

Sabato 18 Dicembre 2010 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

Domenica 19 Dicembre 2010 ore 10.00-13.00

Sabato 15 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

Domenica 16 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

Sabato 22 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

Domenica 23 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

La segreteria della scuola è sempre aperta con orario continuato dalle 08.30 alle 17.30 - Sabato dalle 08.30 alle 12.30

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21LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Per i Fatebenefratelli oltre alla spe-dalità c’è anche l’ospitalità. E que-sto esprime il carisma tipico dei frati ospedalieri, che accolgono e prendo-no in carico la persona in senso glo-bale. E questo esprime bene la cultu-ra del dono e della gratuità radicata nel Bresciano. Dal 1982 in città è pre-sente l’asilo notturno maschile San Riccardo Pampuri: l’edificio di via Corsica accoglie 40 ospiti per notte. Nei giorni scorsi è stato inaugurato anche l’asilo notturno femminile San Riccardo Pampuri. Il Centro di via

L’asilo notturnocome riparoper le donneLa struttura di via Moretto 26 ospita 15 posti letto. Sarà aperta anche una casa famiglia e una residenza per tre ex ospiti del notturno maschile

Pdi Luciano Zanardini

Moretto 26 nasce con l’obiettivo di offrire un riparo alle donne senza fis-sa dimora nei mesi più freddi dell’an-no e per dare ospitalità alle donne che, a causa di problemi di diverso ti-po, si ritrovano senza una casa e sen-za risorse alternative. Con 15 posti letto da novembre ad aprile, dalle 18 alle 8 del mattino successivo, vengo-no offerti un tetto e un pasto caldo a donne con problemi legati all’assun-zione di alcol e droghe, a donne che hanno vissuto situazioni di violenza nell’ambito familiare o che sono usci-

te dalla comunità senza aver ultimato il percorso di reinserimento sociale. A queste si aggiungono rifugiate po-litiche nomadi o donne sottratte al-la prostituzione, solo per fare alcuni esempi delle fragilità che troveranno accoglienza. Lo scopo principale è quello di ricreare un ambiente fami-liare, cioè di mettere nelle condizioni gli utenti del servizio di sentirsi co-me a casa e, soprattutto, di avere la percezione che molte persone han-no a cuore la loro vita senza secondi fini o per un tornaconto personale. L’Asilo notturno femminile si collo-ca nel progetto più vasto del Villag-gio della Carità “A piccoli passi per ricominciare” voluto dalla Provincia lombardo-veneta dei Fatebenefratel-li. In questo discorso si inseriscono, rispettivamente al secondo e al terzo

piano della struttura di via Moretto, anche la casa famiglia per anziani e un appartamento dove risiederanno tre ex ospiti dell’asilo notturno ma-schile. È proprio la testimonianza di-retta di chi ha raggiunto un percorso di autonomia che può essere da sti-molo per tutti gli altri utenti. Per non parlare della presenza anziana, che di fatto rende ancora più manifesta la volontà di ricreare un habitat familia-re. Una nota di merito va attribuita ai volontari dell’associazione Sebino onlus (rappresentata dal presidente Paolo Tengattini), alle Ancelle della Carità e alla Fondazione Poliambu-lanza che con il loro impegno rendo-no possibile il servizio. Giusto ricor-dare che la Fondazione gestisce da circa un anno la parte sanitaria del Fatebenefratelli.

Fatebenefratelli Inaugurazione

L’Asl ha presentato il piccolo volume

La Carta dei Servizi si è rinnovata“Dopo cinque anni dalla prima e tenuto conto dello svi-luppo che in tale periodo hanno assunto i servizi forniti dall’Asl, abbiamo sentito la necessità di produrre una nuo-va edizione della ‘Carta dei Servizi’, affinché siano facili-tate all’utenza sia la conoscenza sia l’accesso agli stessi”. Con queste parole il direttore generale dell’Asl Brescia Car-melo Scarcella, affiancato dai direttori aziendali Francesco Vassallo e Pierluigi Colombi, presenti tutti i responsabili delle strutture distrettuali e gli operatori coinvolti nella realizzazione della Carta, ha illustrato la pubblicazione che, per consistenza, ha assunto le dimensioni di un volu-metto, comunque di agile conservazione e consultazione. La Carta dei Servizi è caratterizzata da un indice genera-le accompagnato da uno analitico per una facile ricerca dell’argomento d’interesse, vi è poi una divisione per set-tori – assistenza sanitaria, prevenzione medica, consultori familiari, utenze fragili, lavoro e ambiente, prevenzione veterinaria, prestazioni libero professionali, tutela degli utenti, sedi e recapiti – definiti da un codice colore e da un’immagine/guida che aiuta la ricerca poiché identifica la tipologia di utenza. “Nella Carta – ha aggiunto Scar-cella – viene presentato anche il ‘Codice etico azienda-le’, che definisce, quale ulteriore elemento di garanzia, le modalità con cui i dipendenti pubblici si rapportano con l’utenza. La Carta viene stampata in 250mila copie e sarà

a disposizione dei Distretti Asl dal 13 dicembre – ha pre-cisato Scarcella – e nel corso del mese sarà disponibile an-che attraverso i Comuni, le farmacie e gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scel-ta. Va aggiunto che la Carta in formato cartaceo rappre-senta la fotografia dello stato attuale dei servizi, mentre sul sito www.aslbrescia.it, già disponibile per chi la voles-se consultare o scaricare, sarà costantemente aggiornata, in quanto il portale è uno strumento dinamico, così come lo è l’intera attività dell’Asl. Mi sia consentito ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della Car-ta, che, va detto, non sono pochi, al pari di coloro che ne cureranno il costante aggiornamento”. “Nel realizzare la Carta – ha detto il direttore amministrativo Pierluigi Co-lombi – ci siamo posti dal lato del cittadino”, mentre il di-rettore sanitario Francesco Vassallo ha evidenziato come “con la Carta riteniamo colmata la lacuna della disinfor-mazione”. È stato anche comunicato che è stata avviata, in sette istituti che hanno aderito all’iniziativa, un’inda-gine dell’Asl sui disturbi respiratori nei bambini tra i 6 ed i 14 anni, con particolare riguardo alla zona di San Polo. In gennaio l’indagine riguarderà altre scuole primarie e secondarie di altre zone della città, affinché possa essere redatto un confronto sulla situazione sanitaria del territo-rio, in ordine alle patologie richiamate. (fr.a.)

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22 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Bassa

Dalla Bassa arriva un bell’esempio di sostenibilità per i bisognosi vicini e lontani. Dal 2006 è attivo a Manerbio “Arco Iris”, un mercatino dell’usato so-lidale che in pochi anni è diventato una realtà importante nel campo del volon-tariato bresciano. L’iniziativa, nata per volontà di Luigi Cosio, ha avuto un im-mediato successo, tanto che lo spazio del grande deposito di via Artigianale non basta più. L’associazione raccoglie vestiti, scarpe, mobili, materiali per la casa e tutto ciò che è ancora in buono stato e che può servire a una famiglia bisognosa. Alcuni volontari prestano

servizio durante gli orari di apertura del mercatino, nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato, dalle 9 alle 12 e dal-le 15 alle 19. Il grande impegno nelle operazioni di ritiro e di stoccaggio dei materiali ha richiesto l’inserimento di lavoratori provenienti da situazioni di disagio sociale che stanno compiendo un percorso riabilitativo. Oltre a ridur-re gli sprechi e i rifiuti nelle discariche, la raccolta ha delle finalità etiche fon-damentali. Molte persone in difficoltà economica, ad esempio gli immigrati, possono trovare abbigliamento e ma-teriali per la casa, molti dei quali pra-

“Arco Iris”:dall’usato

il necessarioIl mercatino, attivo dal 2006 a Manerbio, ha conosciuto una costante espansione. Raccontiamo anche “Fatti di speranza”

Ddi Elisa Bassini ticamente nuovi a prezzi decisamente

vantaggiosi. Il ricavato delle vendite viene destinato a progetti umanitari sostenuti dall’associazione in Africa, in America Latina e nei Paesi dell’Est Europa. In questi anni, l’iniziativa prin-cipale è stata la raccolta fondi per l’asi-lo di Imperatriz in Brasile, struttura che accoglie 180 bambini della favela e dà lavoro a 13 persone. Per favorire la microeconomia intorno alla scuola, è stato creato un laboratorio con mac-chine per cucire e un orto comunitario per la mensa scolastica. Non solo “Arco Iris”. “Fatti di speran-za”, è questo il nome e la filosofia di un gruppo di ragazzi della Bassa impegna-ti nell’aiuto ai bambini e ai giovani del-la Romania. Quest’esperienza affonda le sue radici nell’aprile 2004, quando don Claudio Andreoletti accompagna alcuni giovani bresciani in una vacan-

za di volontariato nei Balcani. La realtà che vedono con i loro occhi è fatta di miseria, povertà e di bambini-schiavi venduti per le strade. Dalla volontà di un aiuto concreto è nato così un gruppo che ogni anno organizza una serie di attività ricreative per i ragaz-zi di alcune comunità della Romania. Dopo sei anni, l’esperienza dei grest, partita da Valcau de Jos, si è allarga-ta alle comunità di Horoato Crasnei, Stirciu, Sig e La Ceràt. Non si tratta solo di semplici grest, ma l’obiettivo è quello di formare i futuri educatori, obiettivo raggiunto la scorsa estate, quando alcuni giovani rumeni han-no organizzato un grest. “Fatti di spe-ranza” può contare sul sostegno di 20 volontari provenienti da diversi paesi bassaioli come Quinzano, Borgo San Giacomo, Orzinuovi, Barbariga, Offla-ga e Pompiano.

Inchiesta La Voce della Bassa BrescianaSottovoceLuci e colori quasi ci stordiscono con il rischio di perdere per strada il significato vero del Na-tale. In questo numero cerchiamo di mettere in evidenza alcuni segni di speranza presen-ti sul territorio. Apparentemente si presen-tano sotto diverse forme, ma testimoniano senza dubbio la capacità di aprirsi agli altri. La speranza è accogliere il dono della vita, la speranza è integrare il mondo dei disabili, la speranza è dare l’opportunità a delle perso-ne che hanno attraversato un momento diffi-cile di riscattarsi. Ognuno di noi, poi, nel suo piccolo, può declinare la parola speranza nel quotidiano. E sono davvero tante le storie che si potrebbero raccontare. Nell’ambito delle iniziative parrocchiali di Borgo San Giacomo, significativo è il gruppo che, da oltre tre de-cenni, sostiene gli anziani e gli ammalati del piccolo Comune della Bassa. La prima pagina di dicembre

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23LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010Brevi

Mario Pedini,cristiano

in politicadi Federico Migliorati

La figura di Mario Pedini, l’uomo di Stato che mai dimenticò la sua Mon-tichiari, è stata al centro di un incon-tro tenutosi sabato scorso al Centro Fiera del Garda per presentare il li-bro in sua memoria, edito dalla Fon-dazione civiltà bresciana. Numerose le personalità presenti: al tavolo dei relatori si sono succeduti il sindaco Elena Zanola, l’assessore alla Pub-blica istruzione Gianluca Imperado-ri, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio, oltre all’ex ministro Sandro Fontana, al vescovo ausiliare emerito di Brescia Mario Vigilio Olmi, a mons. Antonio Fappani e a Enrico Pedini, figlio del Senatore; a moderare il dibattito è stato chiamato il giornalista Tonino Zana. Assente per impegni istituzio-nali il ministro dell’Istruzione Maria-stella Gelmini. Per il primo cittadino Pedini fu “uomo cortese, umile, intel-ligente, grande, che non si è arricchi-to con la politica, ma che l’ha usata mettendola al servizio delle perso-ne. Fu grazie a lui, per esempio, che riuscimmo a far riacquistare al Co-mune l’ex ospedale, oggi splendida

biblioteca-pinacoteca”. Imperadori ha puntato il suo intervento sull’im-portanza della riforma scolastica Gelmini mentre per Colosio “Pedini ha vissuto la straordinaria stagione dell’allargamento della base demo-cratica dello Stato, e ciò anche grazie al ruolo di prestigio che egli sempre tributò al mondo della scuola, che conosceva come pochi”. “Uomo dal-le geniali doti umane, cristiano im-pegnato laicamente in politica” sono state le dichiarazioni di Olmi, mentre mons. Fappani ne ha ricordato “la brescianità che traspariva sempre” e ha invitato “a non dimenticarsi della legge sul servizio civile che egli for-temente volle”. A Fontana è spettato leggere la lettera inviata dal ministro Gelmini per il quale “Pedini, mio il-lustre predecessore, sarà ricordato come uomo colto e raffinato i cui insegnamenti vanno raccolti e fatti fruttare”. Al termine degli interventi si è proceduto a scoprire il bassori-lievo dello scultore Dino Coffani raf-figurante il Senatore monteclarense, che fa bella mostra di sé all’ingresso dell’Auditorium.

Centro fiera del Garda Intitolato l’auditorium

Trenzano

Roccafranca di Ludriano

Ghedi

“Donne che migrano per lavoro”Il 10 dicembre l’auditorium Tullio Padovani nella piazza di via Roma a Tren-zano alle 20.30 ospita la presentazione del video ”Donne che migrano per lavoro”. La realizzazione è stata curata dagli studenti del triennio Lac dell’Itc Einaudi di Chiari coordinati dalla prof.ssa Claudia Piccinelli. Il prodotto finale rappresenta una video testimonianza delle donne che migrano nelle risaie ed è stato reso possibile grazie al regista Alberto Ciarafoni. Le mondine di Tren-zano si esibiranno con i loro canti accompagnate dal suono della fisarmonica.

“La Festa dell’albero e del creato”Domenica pomeriggio all’insegna del rispetto per la natura a Ludriano. Il 12 dicembre, infatti, nella frazione di Roccafranca si terrà a partire dalle 14 “La Festa dell’albero e del creato”, un’iniziativa realizzata in collaborazione con Legambiente, il Movimento per la decrescita felice e la Pastorale per il creato della diocesi di Brescia. Tutti gli abitanti sono invitati a presenziare all’even-to, che consisterà nella piantumazione di alberi autoctoni e da frutto nel ter-reno di proprietà della famiglia Tiraboschi situato nei pressi di via XXV Apri-le, nell’area dell’abitato che si stende verso Cizzago. In un primo momento interverrà don Gabriele Scalmana, responsabile della pastorale per il creato, in seguito il parroco, don Giancarlo Zavaglio, benedirà il frutteto. Raggiunto telefonicamente, il dott. Gabriele Pellegrini di Legambiente si pronuncia in merito all’iniziativa: “Si tratta della quarta o quinta realizzazione del gene-re sul territorio, dopo esperienze molto simili. Verranno piantumate varietà più resistenti del solito, che necessiteranno di trattamenti tradizionali, come quello con il solfato di rame. L’obiettivo è di permettere a chi si occupa del frutteto di produrre frutta sana per sé e per i propri amici in modo da ridurre la propria impronta ecologica. La frutta prodotta infatti è a “Km 0”, poiché non incide sull’ambiente per la catena dei trasporti, oltre a rappresentare un notevole vantaggio economico. Oltre al rispetto per l’ambiente ci si propo-ne di creare relazioni amichevoli tra le persone: un ritorno alla terra che con-senta all’uomo di ritrovare l’armonia con i propri simili e con il creato”. (f.u.)

Il gruppo Nexus, della parrocchia Santa Maria Assunta di Ghedi, in pros-simità delle feste natalizie, ha organizzato “Arte e religiosità”, un’ini-ziativa per annunciare il Natale attraverso l’arte della pittura, della mu-sica, della poesia e del cinema, tutte forme artistiche che nel corso della storia hanno parlato agli uomini del Natale. Nel mese di dicembre verranno dunque proposti tre appuntamenti con-centrati sulla storia e le origini della festa del Natale. Il primo incontro è in programma venerdì 10 dicembre alle 20.30 nella sala consiliare del Comune. La dott.ssa Barbara Alari, il prof. Angelo Bonini e l’architet-to Margherita Sommese parleranno dell’Annunciazione nell’arte della parrocchiale. Venerdì 17, sempre in sala consiliare alle 20.30, i relatori Barbara Alari e Margherita Sommese, parleranno della Sacra famiglia nell’arte e nella tradizione. A concludere il ciclo di “Arte e religiosità” lunedì 20 dicembre verrà proposto il film religioso-storico “Nativity”, per la regia di Catherine Hardwickh. L’appuntamento, gratuito, è alle ore 21 nella Sala della co-munità Gabbiano. Tutte le iniziative sono patrocinate dal Comune di Ghedi. (mtm)

“Arte e religiosità” a dicembre

L

Una scena del film “Nativity”

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24 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

Sono passati poco più di sei anni dal terremoto che nel novembre 2004 colpì la Valle Sabbia. Fra i paesi che subirono maggiori con-seguenze c’era anche Vobarno e le sue frazioni, edifici parrocchiali compresi. Oggi i lavori di restau-ro sono terminati e i cantieri sono stati chiusi. “E meno male, final-mente” dice don Giuseppe Savio, che abbiamo raggiunto presso la bellissima parrocchiale restaurata di Santa Maria Assunta, inaugura-ta alla presenza del Vescovo il 29 agosto scorso.La situazione creatasi successiva-mente al terremoto era gravissima, soprattutto a Pompegnino, ma la gente non si è mai persa d’animo e silenziosamente ma costantemente ha incominciato a lavorare per ri-

Un appelloalla generositàIl parroco don Giuseppe Savio fa il punto della

situazione delle chiese colpite dal sisma del 2004

Sdi Nicoletta Tonoli

mettere in sesto tutto ciò che è an-dato perduto a causa della scossa. A partire dal 2007 (don Giuseppe è arrivato a Vobarno il 23 settembre di quell’anno), sono stati aperti ot-to cantieri, fra cui quello della par-rocchiale di Santa Maria Assunta, della Rocca che domina il paese. E ancora quelli delle chiese di Te-glie, San Rocco, dell’Immacolata, del Centro anziani e della chiesa di Teglie di San Benedetto da Norcia, ora finalmente tutti chiusi. Il costo complessivo degli interventi si ag-gira sui quattro milioni di euro, tut-ti a carico delle parrocchie: una ci-fra enorme considerato anche che l’unico aiuto è arrivato solo in parte dall’assicurazione e sono ancora in attesa del saldo regionale che do-vrebbe arrivare solo una volta dato

il nullaosta dalla sovrintendenza ai lavori, eccezion fatta per la chiesa di San Rocco. Tutto questo aggra-va ulteriormente il peso dei debiti ancora da saldare, una situazione estremamente difficile e che vede ancora cifre da coprire pari a circa 190mila euro a carico della sola par-rocchia di Teglie (per capire quan-to sia gravoso, basti pensare che questa parrocchia conta solamente 180 fedeli, tanti dei quali, insieme a don Giuseppe, hanno contribuito attivamente ai lavori di restauro), 250mila euro per quanto riguarda Pompegnino e 1 milione e 350mi-la euro per il centro di Vobarno. Quindi, sì, i cantieri sono chiusi e i lavori sono conclusi, restano solo gli ultimi collaudi, ma rimangono ancora queste cifre a carico delle

parrocchie. Non per questo i par-rocchiani né tantomeno l’energico don Giuseppe, si danno per vinti e stanno con le mani in mano: vengo-no organizzate regolarmente tante piccole, grandi iniziative: feste co-me “Vobarno in piazza”, i classici mercatini di Natale, gruppi di tante persone, volontarie, che ruotano in-torno alle parrocchie e programma-no eventi (l’ultimo, per esempio, è stato organizzato dai bambini e dal-le loro catechiste). In questo perio-do natalizio, domenica 12 e 19 di-cembre, a Carpeneda di Vobarno si può fare una bellissima passeggiata tra i mercatini di Natale presso la piazza, dove si potranno acquistare tanti prodotti artigianali creati dai parrocchiani inerenti alla tradizio-ne del periodo.

Vobarno Un debito da saldare

Si svolge martedì 14, presso il Garda Family House di Castelletto di Brenzone, la presentazione del progetto europeo “Eulakes”. Ca-pofila del progetto, che studia gli effetti dei cambiamenti climati-ci sui grandi laghi europei ed è finanziato dal programma Central Europe, è la Comunità del Garda. “Il lago di Garda – spiega Aven-tino Frau, presidente dell’ente gardesano – per molteplici ragioni, ambiente, clima, accoglienza, ospitalità, frequenza assidua di euro-pei, è un privilegiato “luogo” d’Europa. Un crocevia, al quale la Co-munità del Garda fornisce il tavolo unitario politico-istituzionale”. Con Eulakes le problematiche potranno essere oggetto di appro-fondimento e di studio. Info: Comunità del Garda, tel. 0365290411.

Brevi

Comunità del Garda

Necessaria l’unità territoriale

Progetto europeo

Gli effetti del clima sul LagoSi è tenuta a Villa Mirabella di Gardone Riviera, sede della Comunità del Garda, l’annuale assem-blea generale dell’ente gardesano. La relazione del presidente Aventino Frau sull’attività svolta, sulle iniziative in corso di realizzazione e su quelle in programma per il prossimo futuro, ha rac-colto generale consenso da parte dei presenti, sempre più convinti che solo l’unità territoriale della regione gardesana potrà garantire al Benaco l’autorevolezza e l’attenzione che merita.“È indispensabile compiere una grande e seria riflessione sul futuro della regione gardesana – ha affermato Frau – e investire risorse ed energie, immaginando che cosa vogliamo lasciare alle future generazioni. In questa riflessione la Comunità del Garda intende rinnovare la propria attività incentrandola soprattutto sulla tutela del patrimonio comune”. Tra i principali settori di intervento: acque e ambiente, navigazione, sicurezza, comunicazione, promozione unitaria e valorizzazione del territorio. (v.b.)

La chiesa di Pompegnino

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25LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Finanziato e avviato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto” per l’am-ministratore di sostegno in Valle Ca-monica. L’iniziativa regionale ha valu-tato in modo positivo il piano di lavo-ro camuno e la fondazione Cariplo ne ha deliberato il contributo necessario alla sua realizzazione. Il Terzo settore della vallata dell’Oglio, che aveva at-tivato a inizio 2010 una campagna in-formativa sull’iniziativa distribuendo un pieghevole su tutto il territorio, ha ora raggiunto l’importante obiettivo di avere un progetto articolato dedicato al tema. Questo risultato – spiegava il

portavoce Guido Mensi – è stato rag-giunto dopo tre fasi di lavoro sviluppa-tesi nel 2010: il organizzazioni (Anffas, Acli, Alleanza per la salute mentale, Anteas, Associazione Casello 11, Au-ser, Percorsi di luce) hanno costituito la rete locale per la realizzazione del programma; un gruppo di esperti, indi-viduati dalle stesse organizzazioni, ha elaborato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto”; la condivisione ha ottenuto il plauso e l’appoggio dalla direzione sociale dell’Asl Valcamoni-ca Sebino e dall’Azienda territoriale per i servizi alla persona. L’operazio-

Passi avantinel sostegnoalla fragilitàFinanziato e avviato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto” per l’amministratore di sostegno che viene nominato dal giudice tutelare

Fdi Ermete Giorgi ne è stata avviata grazie all’opera di

Alessandro Fenaroli, referente locale e di Ruggero Ferrè, presidente Anf-fas. Il tutto a Breno, presso la coope-rativa sociale Arcobaleno (via Croce, 1) ove è possibile rivolgersi per avere informazioni. L’amministratore di so-stegno è figura di protezione giuridica, istituita con la legge di riforma del Co-dice civile a tutela di chi, pur avendo difficoltà a provvedere ai propri inte-ressi, non necessita di ricorrere all’in-terdizione. È un tutore delle persone dichiarate non autonome, anziane, disabili, dipendenti, con problemi di salute mentale. Viene nominato dal giudice tutelare e scelto nello stesso ambito familiare dell’assistito o da un albo di volontari disponibili. La “filo-sofia” del progetto è contenuta in un brano di Alessandro Fenaroli: “L’am-ministratore di sostegno è una grande

opportunità per tutte le persone fragili; è uno strumento per ampliare la capa-cità di agire e, chi dice di essere atten-to alle esigenze delle persone fragili, deve superare ogni difficoltà morale e legislativa per farla vivere bene, sia durante noi, sia dopo di noi. L’interes-se delle persone fragili lo conoscono bene le persone fragili; costruire con loro il loro progetto di vita è comunque un impegno morale delle persone che le hanno generate, amate e cresciute nell’ottica che ogni disabile è anche un po’ figlio di tutta la comunità che lo ha accolto”. Gli obiettivi: rafforzare la ca-pacità delle associazioni del Terzo set-tore di occuparsi di autotutela; dotare la Valle di servizi di supporto al siste-ma della protezione giuridica; favori-re la nascita di una rete fra i soggetti del pubblico e del privato; informare e sensibilizzare il territorio.

Breno Presso la cooperativa “Arcobaleno”

Paesi e parrocchie Valle Camonica

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26 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Sebino/Franciacorta

La multiutilities franciacortina Coge-me ha presentato nei giorni scorsi i dati 2009 e 2010 relativi alla raccolta differenziata globale “porta a porta”, oggi attiva in 13 amministrazioni co-munali dell’Ovest bresciano, da Pader-no Franciacorta a Villachiara, per un totale di circa 90mila abitanti. Il ser-vizio prevede la rimozione dei casso-netti stradali, sostituiti da contenitori monofamiliari, uno per ciascuna del-le frazioni di rifiuto raccolto, vuotati a domicilio secondo specifica frequenza e calendario. A ogni famiglia sono stati

consegnati contenitori per la raccolta di carta e cartone, vetro e lattine, im-ballaggi in plastica, frazione organica e un contenitore carrellato per il rifiuto indifferenziato, ovvero i rifiuti residui della raccolta differenziata. Il carrello è inoltre dotato di un rilevatore elet-tronico (“tag”), che permette in futuro la registrazione dell’effettivo svuota-mento e la conseguente misurazione della produzione in termini di volume di rifiuto. Anche grazie all’aiuto della tecnologia e del “tag”, la media di rifiu-ti recuperati con il passaggio al nuovo

Come anticipato sul numero precedente,la Franciacorta rappresenta un modello per tutto

il territorio bresciano, un sistema da esportare

Ldi Daniele Piacentini

Il successodel “porta

a porta”

Cogeme I risultati della differenziata

sistema “globale” si aggira intorno al 70%: un dato sicuramente di prestigio, se si considera che la città capoluogo – Brescia – veleggia a stento nei dintor-ni del 50%. I numeri forniti da Cogeme parlano di eccellenze non casuali, ma di sistema: quattro dei cinque Comuni bresciani più “ricicloni” del 2009 sono infatti gestiti dalla società con sede in via XXV Aprile a Rovato. Si tratta, nell’ordine, di Paderno Franciacorta, Passirano, Coccaglio e Castegnato, a cui va aggiunto Travagliato, unica re-altà estranea al lavoro di Cogeme Ge-stioni. “Non c’è solo questo – aggiunge il presidente del gruppo, Gianluca Del-barba –. Le percentuali di differenziata dei primi 10 mesi del 2010 vanno anco-ra nella direzione giusta: da Cazzago, con oltre il 76%, a Rovato, con il 67,5%, passando per Castrezzato (72,1%), Ru-

diano (69,5%) e Erbusco (68,5%)”. Se-condo il numero uno di Cogeme, “la raccolta differenziata è uno dei temi sui quali maggiormente i cittadini sol-lecitano Comuni e aziende”. Sulla stes-sa linea Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno Franciacorta, Comune dove la raccolta porta a porta ha raggiunto il risultato più significativo arrivando a sfiorare quota 80%: “Il risultato straor-dinario ottenuto da Paderno, ma anche dagli altri Comuni, è giunto grazie alla partecipazione dei nostri cittadini, che hanno colto l’importanza della scelta di effettuare la raccolta differenziata. Inoltre – ha concluso Vivenzi – questi risultati giungono anche grazie alla for-te sintonia con l’azienda, che intendia-mo mantenere e valorizzare. Cogeme è – e deve rimanere – un valore aggiunto per il territorio e per i nostri Comuni”.

Continuiamo insieme a migliorare la qualità dell’ambiente e della vita: con la raccolta differenziata si riduce al minimo il rifiuto indifferenziato. E la natura ringrazia.

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Salute Un’iniziativa promossa dall’Asl

La proposta, che vede anche il coinvolgimento del locale assessorato ai Servizi sociali e di associazioni del territorio, punta sull’attività fisica come momento di prevenzione di altre malattie

N

È partitoil “Gruppo di cammino”

27LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Nonostante il maltempo che ha im-perversato per tutto il periodo so-no state tante le persone che, il 16 novembre scorso, hanno risposto al primo appuntamento del “Gruppo di cammino”. Guidati dalla trainer Pa-trizia Ragno, diplomata Isef, muniti di giacche impermeabili, cappellini, scarpe comode e ombrelli, i parteci-panti hanno affrontato l’esperienza dello stare insieme camminando per circa un’ora lungo il percorso protet-to del Parco fluviale “Metelli” in Pa-lazzolo. Il progetto “Gruppi di cammi-no” è stato messo in campo dall’Asl di Brescia in stretta collaborazione con l’assessorato ai Servizi sociali del Co-mune di Palazzolo e le associazioni locali (in particolare l’Associazione pensionati) per favorire il regolare svolgimento di attività fisica di per-sone over 50 e offrendo l’opportuni-tà di muoversi facendo passeggiate in compagnia, sotto la guida e le indica-zioni di un esperto. Tra i partecipanti si è evidenziata una netta prevalenza di signore ma non sono mancate le adesioni di signori molto motivati; tutti sono giunti al gruppo inviati dai propri medici di base che hanno ri-

tenuto opportuno “prescrivere” non medicine ma un’attività motoria che permetta di mantenere entro i limiti corretti alcuni parametri importanti quali, ad esempio, la pressione san-guigna, la glicemia, i livelli di coleste-rolo nel sangue e di mantenersi vitali anche attraverso la socializzazione. Nei prossimi mesi i medici hanno as-sunto l’impegno di monitorare que-sti parametri per valutare i benefici conseguiti. La camminata del gruppo è stata prevista della durata di circa un’ora, per tre volte la settimana (il lunedì pomeriggio dalle 16,15 alle 17,15 e il martedì e venerdì, al matti-no, dalle 10 alle 11) lungo il sentiero circolare del Parco Metelli ma, nella bella stagione, verranno affrontati percorsi più impegnativi lungo le ri-ve dell’Oglio, tenendo presente che deve essere un momento non di af-faticamento ma di piacevole socia-lizzazione unita all’attività motoria. In primavera il progetto sarà pubbli-cizzato ampiamente per favorire la nascita di gruppi di cammino “liberi” formati da gruppi familiari. La parte-cipazione alle inizitive che saranno programmate è gratuita.

di Luciano Demasi

La Voce di Palazzolo

Appuntamenti

Incontro al Natale in musicaPalazzolo, in occasione delle festività natalizie, si trasforma ormai da anni in una sorta di piccola capitale della musica. Sono tante le realtà cittadine che scelgono questa espressione artistica per rivolgere alla comunità il proprio augurio. Ac-cademia musicale, Amici della Musica, Coro la Rocchetta, sono solo alcuni degli ensemble musicali che arricchiscono il panorama delle Associazioni impegnate nel settore artistico e musicale non solo cittadino. A loro, in occasione del tem-po del Natale, si aggiungono anche alcuni istituti cittadini che impegnano i loro studenti nella preparazione di concerti natalizi. Punto di riferimento per la ricca proposta musicale del periodo natalizio è l’Au-ditorium San Fedele. Il programma prenderà il via la sera del 14 dicembre con il concerto, alle 20.30, del Coro e dell’orchestra della Provincia di Brescia, diretti dal maestro Rojatti con un programma che comprende musiche di W.A. Mozart, O. Respighi, S. Barber e P. I. Chajkovskij. Mercoledì 15 alle 20 si terrà lo spetta-colo in musica dei ragazzi delle Scuola primaria di Mura cura della maestra Titti Rodondi Ragni. Il giorno successivo, alle 20.30, sarà la volta dei ragazzi e ragaz-ze delle Scuole delle Suore Ancelle della Carità. Sabato 18, sempre alle 20.30, si esibirà il Coro della Soldanella di Villa Carcina, diretto dal maestro Pasquino Zanotti. Lunedì 20 e martedì 21, alle 19, Concertino della scuola Materna. Mer-coledì 22 dicembre, alle 20.30, la 26ª Edizione del concerto “Tutti insieme per cantare il Natale” a cura del Coro Polifonico La Rocchetta, con Coro Voci Bian-che, Ensemble strumentale “Ars Nova”.Domenica 19 dicembre, alle 16.30, presso il Palazzetto dello Sport si terrà il Con-certo di Natale del Corpo musicale cittadino diretto dal maestro Giuseppe Orizio che presenterà gli auguri alla città con un concerto in due momenti. Nella pri-ma parte, come da tradizione, verrà proposta l’opera di Ruggero Leoncavallo “I pagliacci”. Nella seconda, invece, spazio all’operetta con l’esecuzione di brani di Strauss e una selezione de “La vedova allegra” di Lear. Con questo Concerto di Natale il Corpo musicale Città di Palazzolo realizza un importante obiettivo: lo spettacolo è stato realizzato quasi interamente in pro-prio, a prova di un percorso di crescita e di perfezionamento, di cui i responsa-bili dell’Associazione vanno giustamente orgogliosi, grazie alla disponibilità e all’impegno di tanti, soprattutto ragazzi. È il modo migliore con il quale Il Cor-po musicale cittadino desidera fare gli auguri di Buon Natale e felice Anno nuo-vo a tutta la città.Unico rischio di un programma tanto ampio è la frammentazione. Il pubblico, come spesso accade, potrebbe scegliere di seguire soltano uno di numerosi ap-puntamenti, tutti per altro ricchi di fascino.

[email protected]

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28 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 La Voce di Palazzolo

Tra le recenti decisioni del Consi-glio comunale cittadino due, adot-tate nel corso della seduta del 22 novembre scorso in materia di Via-bilità e di Disciplina della pubblici-tà, sono particolarmente significa-tive per la loro caratteristica di uti-lità e di innovazione. Nel progetto relativo al piano di lottizzazione in un’area posta all’angolo di via Ken-nedy e la via Vedra, in prossimità della piscina comunale, del palaten-da e dell’istituto scolastico poliva-lente, in funzione del cambio di de-stinazione d’uso, è stata approvata

No a pubblicità violente

e offensiveIl Consiglio comunale ha deliberato una importante modifica al regolamento per

le affissioni, recependo una direttiva europea

Ta cura di Luciano Demasi

la realizzazione di aree standard (a verde), con formazione di ulteriori parcheggi lungo la via Vedra oltre a quelli previsti. Inoltre, il progetto di variante prevede la realizzazione di ulteriori opere di urbanizzazione esterne al perimetro del piano di lot-tizzazione, che contribuiranno alla riqualificazione della viabilità della zona, tra cui la sistemazione dello sbocco della via Kennedy sulla via Brescia, con la formazione di una pi-sta rialzata. In corrispondenza di ta-le intersezione verranno, a spese dei lottizzanti, rettificate le recinzioni

delle proprietà confinanti, in modo da garantire una migliore visibilità nell’immissione dei veicoli sulla via Brescia e dare continuità ai marcia-piedi attualmente interrotti. Tra le opere di urbanizzazione previste si segnalano anche la realizzazione di un impianto per la videosorveglian-za e l’installazione di un dissuasore mobile all’ingresso della via Vedra che comporterà una modifica della viabilità, accessibile dalla contro strada della via Vedra. In materia di pubblicità, l’amministrazione comu-nale si è impegnata a mettere mano alla modifica del “Regolamento co-munale per la disciplina della pub-blicità e delle pubbliche affissioni e per l’applicazione della relativa tassa”, così da recepire e diffonde-re i principi della parità di genere, in recepimento dei contenuti di una

Iniziative Alcune recenti decisioni

risoluzione del Parlamento europeo del settembre 2008, relativa all’im-patto del marketing e della pubbli-cità sulla parità tra donne e uomini e di una deliberazione già assunta dal Consiglio comunale nei primi mesi di questo 2010. I messaggi pub-blicitari esposti saranno quindi im-prontati al principio di uguaglianza di genere e dovranno poter dare pari opportunità di sviluppo individuale e commerciale ai soggetti di sesso femminile e maschile. A tal fine sa-ranno vietati, in qualunque forma, i messaggi pubblicitari che possano incitare all’odio basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, handicap, età e orientamento sessuale. Saranno vietati anche messaggi pubblicitari che promuovano forme di violenza contro le donne.

La struttura affondata

Controcorrente: accertamenti in corsoIl 2010 che va a chiudersi sarà ricordato a Palazzolo come l’anno dell’affondamento del bar “Controcor-rente”, la struttura galleggiante che per mesi era stata una delle principali attrazioni del parco fluvia-le “Metelli”. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio 2010 la struttura sotto la spinta della piena dell’Oglio subiva danni irreparabili. Al di là delle polemiche che l’even-to calamitoso ha suscitato, l’iter burocratico-giudizia-rio per l’accertamento di eventuali responsabilità ha fatto e sta facendo il suo corso. Il 14 giugno scorso il Tribunale di Brescia ha nominato l’ing. Pezzagno quale consulente tecnico d’ufficio (ctu) nell’accerta-mento tecnico preventivo promosso dal Comune di Palazzolo sull’Oglio. Le operazioni peritali, iniziate sul luogo il 13 luglio successivo, sono continuate dal 20 al 28 luglio con il tentativo di rimessa in galleg-giamento della struttura. In seguito a tali operazioni il bar è stato messo solo in parziale galleggiamento in quanto quattro dei 20 galleggianti sui quali ap-poggiava erano irrimediabilmente danneggiati. Il consulente del tribunale, accertata l’impossibilità di riportare a galla la struttura senza ricorrere ad azioni che avrebbero potuto compromettere l’accertamen-to della cause del sinistro, con istanza depositata il 4

ottobre scorso ha chiesto al giudice una proroga per il deposito della perizia e l’autorizzazione a esegui-re altri interventi. Tra le richieste dell’ing. Pezzagno il rilievo batimetrico della zona di affondamento nell’ansa del fiume Oglio, il rilievo plano-altimetrico per individuare la posizione della struttura rispetto alla sponda sinistra del fiume, il rilievo della posizio-ne dello scarico di emergenza della centrale idroe-lettrica Italgen e della traversa fluviale posta imme-diatamente a valle e, per ultimo, lo smontaggio, il trasporto e il rimessaggio della struttura galleggian-te affondata per poter esaminare in dettaglio i vari componenti da sottoporre anche a prove di labora-torio. Nell’udienza del 18 ottobre il consulente ha illustrato al Presidente del Tribunale alcune possibili cause dell’affondamento. Nel corso della stessa udien-za è stato previsto di procedere con la realizzazione di un modello fisico (in scala ridotta) in vasca presso un istituto universitario. È stato inoltre autorizzato lo smontaggio e la messa a secco della struttura da parte di un comitato che, facente capo alla Protezio-ne civile, si è costituito per togliere gratuitamente dal fiume la struttura. Le operazioni di smontaggio sono iniziate il 30 ottobre scorso.

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29LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Novità al Centro medico Richiedei di Palazzolo che dal 20 novembre scorso ha esteso l’apertura del suo punto prelievi. Il centro ha così ampliato i servizi offerti alla popolazione, affiancan-do questo servizio agli interventi di cura e di riabilitazione, effettuati in regime di ricovero ordinario e diur-no, ambulatoriale e domiciliare. Sempre sul versante della struttu-ra sanitaria palazzolese c’è anche da registrare la recente discussio-ne e approvazione in Consiglio co-munale di una mozione presentata

Ndal sindaco e da alcuni consiglieri comunali con cui è stato richiesto un preciso impegno alla Regione Lombardia. La mozione ricorda come la ge-stione della Fondazione Richiedei abbia accumulato negli ultimi sei anni pesanti perdite economiche e che in un prossimo futuro la stessa dovrà sostenere forti investimenti per realizzare i requisiti strutturali oggetto di crono programmi elabo-rati dalla Regione e dall’Asl. Si tratta di investimenti di oltre 3 milioni di euro per adeguamen-

ti strutturali sui fabbricati dell’ex ospedale di Palazzolo di proprietà dell’azienda ospedaliera Mellino Mellini di Chiari. Il testo approva-to dal Consiglio comunale ricorda anche come il consiglio di ammini-strazione della Fondazione Richie-dei abbia anche approvato e sotto-posto agli istituti bancari un “Piano economico finanziario 2010-2015”. Dopo tutte queste considerazioni il Consiglio comunale palazzolese ha chiesto al Presidente della Regione di farsi promotore delle necessità sanitarie e socio-sanitarie del terri-torio che possono essere soddisfat-te proprio con l’incremento delle attività della Fondazione. La mozione ha anche chiesto che gli assessorati competenti (Sanità e Famiglia, conciliazione, integra-zione e solidarietà sociale) rece-

piscano le richieste di posti letto precisate nel progetto di ristruttu-razione del Piano. Senza un intervento regionale per l’aumento dei posti letto, non c’è – hanno scritto i quattro firmatari – alcun futuro per la Fondazione. Attualmente, oltre ai servizi già ci-tati in apertura, l’offerta palazzo-lese della Richiedei comprende: un’unità operativa di geriatria con 15 posti letto e un’unità di tratta-mento e riabilitazione di alcologia; un’unità operativa di riabilitazione, un servizio di voucher e credit e un’unità operativa di radiologia e diagnostica per immagini. Per avere maggiori dettagli sui ser-vizi, è possibile contattare il Centro telefonandi ai numeri 03073031 e 0307303300 o cercare sul sito www.richiedei.it.

Il futuro del CentroRichiedeiIl punto prelievi dal 20 novembre è aperto anche il sabato mattina. Dal Comune un invito alla Regione Lombardia perché presti attenzione alla Fondazione

Novità Servizi ampliati

Esperienze

Il ricordo di croci e voltiSono passate alcune settimane, ma chi tra i palaz-zolesi ha avuto modo di partecipare alle iniziative promosse nell’ambito della Giornata mondiale per le vittime della strada del 21 novembre, mantiene vive le emozioni di questo importante appuntamen-to. Palazzolo, infatti, è stata scelta come sede delle iniziative provinciali che ogni anno vengono messe in programma per sensibilizzare sul tema della si-curezza stradale. Iniziative che hanno chiamato in causa soprattutto i più giovani, quelli tradizional-mente più esposti al rischio incidenti. Particolar-mente coinvolgente è stata la giornata conclusiva del 21 novembre. Le croci, i volti, i fiori, le immagi-ni delle stanze vuote che hanno riempito le navate dell’Auditorium San Fedele hanno lanciano un mes-saggio di dolore ma anche di speranza. Moltissime le persone che sono accorse nella Pieve dove sono state collocate le 112 croci in ricordo delle vittime della strada registrate nel 2009 nella sola provincia di Brescia. Dopo la S. Messa celebrata nella parroc-chiale di Santa Maria Assunta il vice sindaco Roma-na Turra e il consigliere comunale con delega per le Politiche giovanili, Selina Grasso hanno rivolto dei messaggi specialmente ai giovani perché si di-

vertano responsabilmente e diano alla vita il giusto peso. La voce di Roberto Merli, presidente dell’As-sociazione familiari e vittime della strada, ha dato spessore al racconto di molte famiglie che hanno perduto i propri cari sull’asfalto. Le altre autorità presenti al momento conclusivo di tre giornate ve-ramente intense hanno portato, accanto al saluto delle istituzioni rappresentate, il ringraziamento per chi interviene costantemente nelle scuole per sensibilizzare e aiutare i giovani a una maggiore responsabilità. Un lavoro che non può conoscere interruzioni e stanchezza perché, nonostante il nu-mero di vittime registrate in provincia di Brescia stia lentamente diminuendo, quella della prevenzione e dell’educazione alla disciplina stradale deve esse-re una attenzione costante e condivisa da tutte le agenzie educative del territorio, scuola in testa. Un impegno a cui non si è sottratta la scuola media M. L. King che ha proposto un breve intervento tea-trale. Un gruppo di studenti, coordinato dalla pro-fessoressa Sara Scaratti, ha portato in scena alcuni spezzoni di quanto raccontato dal giornalista Marco Bonari e dall’agente di polizia locale Mauro Foglia nel loro libro “Raccolti per strada”.

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30 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Valtrompia

È stata una S.Barbara speciale quest’anno in Alta Valle: la protettri-ce dei minatori è stata ricordata con cerimonie religiose, civili ed eventi in cinque paesi. Ci sono state le Messe alle cappelle, coi minatori, gonfaloni, pranzi sociali, nel giorno della festa, a S.Colombano, Bovegno, Marmentino. La sera, nel complesso monumentale di S. Maria degli Angeli, che ospita il sistema culturale della Comunità mon-tana, lo spettacolo “Dà le ses ale dò-dal le dò ale dès” della rassegna “Natale nelle Pievi”, seguito dal percorso eno-

gastronomico con chef alla scoperta del formaggio nostrano di Valle Trom-pia, unico di produzione bresciana al traguardo del riconoscimento Dop europeo. Si è concluso a Pezzaze con la Messa nella Miniera Marzoli dove c’è una bella statua della Santa e la proiezione degli “Archivi di impresa della Miniera Stese e Torgola”. Ma so-prattutto la strenna: il libro “La via del ferro e delle miniere in Valtrompia” cu-rato dalla Comunità montana. Il tutto all’interno di un progetto: investire in “memoria e cultura” ,valorizzare i pro-

In cinque paesi ricordata la protettrice dei minatori con cerimonie ed eventi. Presentata

“La via del ferro e delle miniere in Valtrompia”

Èdi Edmondo Bertussi

Il maglio di Ome

Investirein memoria

e cultura

Alta Valle Santa Barbara

dotti di eccellenza della Valle, raziona-lizzare in sinergia quanto consolidato in questi anni (Parco Minerario,Via del ferro, siti museali, ecc.) per il rilancio della zona. In questo senso va la par-tecipazione all’iniziativa del nuovo ne-gozio con i formaggi (il Nostrano di Valle Trompia) e confetture, all’Outlet Village a Rodengo Saiano con il Con-sorzio Alta Valle Trompia che riunisce una cinquantina di produttori. Insie-me il prodotto d’eccellenza culturale, il libro “La via del ferro e delle minie-re in Valtrompia” alla terza edizione, con “padre” iniziale Carlo Simoni, da oltre trent’anni studioso della realtà valligiana, curato nell’ultima da Fran-co Ghigini con 17 contributi di diversi autori. Nel 2002, anno della prima edi-zione, erano sette: il libro si può dire è cresciuto col sistema culturale (Sibca)

e le realizzazioni di questi anni. Un vo-lume di 230 pagine con un apparato di oltre 400 fotografie, un libro prezioso: con un taglio divulgativo unito a rigore storico, con una straordinaria ricchez-za di informazioni, conduce per mano il lettore attento sulla “Via del ferro” attraverso la storia e i siti della ope-rosità e cultura triumplina, impregna-ta da secoli di lavoro in miniera e del metallo. Si parte dagli Statuti minerari alla fine del dominio veneto (Vincen-zo Rizzinelli), ai forni fusori e magli alla grande industria (Carlo Simoni). Insieme l’illustrazione dei siti museali: Magli di Ome e Sarezzo, Forno fusorio di Tavernole, le miniere di Collio e Pez-zaze e Bovegno, Museo delle armi di Gardone. Un vademecum è reperibile a Gardone negli uffici della Comunità montana (tel 030/8337494).

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Cultura e [email protected]

Dopo aver indagato lo scorso an-no la realtà del “dono”, quest’anno negli incontri proposti dall’associa-zione culturale “Il Chiostro” della parrocchia di San Giovanni Evan-gelista, in città, viene affrontata la tematica del “dolore”, un’espe-rienza universale che segna e ca-ratterizza fortemente il nostro es-sere uomini, anche se in misure e modalità diverse. Ospite del primo appuntamento è stato Paolo Ferli-ga, psicologo analista e docente di storia e filosofia al Liceo classico “Arnaldo”. Dopo una premessa in-troduttiva a cura di Attilio Rossi, responsabile del Centro, che ha ricordato gli obiettivi e le finalità dell’iniziativa, Ferliga ha sviluppa-to la sua relazione concentrandosi sulle nuove forme della sofferenza oggi. Il dolore, a detta del relatore, si inserisce in un contesto politico in quanto colpisce il singolo all’in-terno della comunità; riflettere sul dolore è anche riflettere su come una comunità lo vive, seguirlo co-me una spia di un qualcosa che ri-guarda tutti, sia come singoli che come polis. Nel corso della storia dell’uomo il dolore è stato oggetto di riflessione in tutti i campi del sa-pere: la medicina, la psicologia, ma anche l’arte, la letteratura, la poe-

Brescia Ciclo di incontri

Patire oggi:le nuoveformedel dolore

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di Anna Tomasoni

sia. A titolo esemplificativo Ferliga ha letto la decima elegia (tratta da “Elegie duinesi”) del poeta tedesco Rainer Maria Rilke dedicata al te-ma. Il poeta nel testo mette in luce due aspetti del dolore: il desiderio dell’uomo di fuggirlo e l’impossibi-lità di eliminarlo, nonostante i pas-si enormi compiuti dalla scienza e in particolare dalla medicina. Co-me mette in risalto Rilke “la soffe-renza trascende il tempo, ci mette in contatto con l’anno segreto. I do-lori sono luogo, sede e giaciglio”. Il dolore ha un carattere inevitabile, fa parte dell’essenza dell’uomo, ci mette in contatto con la nostra fra-gilità ma ci permette anche di or-ganizzare le risposte. Nella secon-da parte dell’incontro Ferliga ha approfondito le nuove forme della sofferenza psichica con alcuni ri-chiami a Sigmund Freud. Freud ca-pì che la genesi della malattia che colpiva le donne nella casa di re-clusione di Salpêtrière non era or-ganica, ma legata alla psiche e con la psicanalisi si adoperò per guarir-le. Semplificando tre sono i tipi di malattia mentale: la melanconia o depressione, la nevrosi ossessiva e l’isteria. Queste patologie oggi sono ancora presenti ma si stanno modificando: la depressione è una

malattia ancor molto diffusa un po’ tutti noi infatti abbiamo vissuto dei momenti di depressione. La nevro-si ossessiva porta a rituali ossessivi che sono una difesa verso la spinta aggressiva interna. L’isteria la ve-diamo oggi a esempio nei disturbi alimentari (anoressia, bulimia) e nella dipendenza da sostanze stu-pefacenti e dal gioco. Per il relato-re la maggior parte dei disturbi psi-chiatrici possiamo chiamarli con il termine narcisismo. “Al tempo di Freud – ha spiegato Ferliga –, il narcisismo era una patologia grave; oggi la società liquida del consumo sta diffondendo un narcisismo me-no grave ma che colpisce le giova-ni generazioni. Un narcisismo che si sposa con le sostanze stupefa-centi che danno sensazione di on-nipotenza (cocaina e alcool) è un dolore non visto che si nasconde e colpisce persone che in apparenza sembra stiano bene”. Il narcisista si illude di essere completamente au-tosufficiente, ha difficoltà a costru-ire relazioni affettive in quanto non riesce ad accettare la dipendenza dall’altro. “Il dolore – ha concluso Ferliga – quando è possibile va evi-tato; la sofferenza è ineluttabile e trascendente ed è un segnale bio-logico importante”.

Il tema della sofferenza è stato il filo conduttore della seconda tappa degli incontri culturali “Dialoghi in Chiostro”, promossi dall’associazione culturale “Il Chiostro”della parrocchia di S. Giovanni Evangelistadi Brescia. Il percorso si inserisce in un cammino triennale incentrato su tre tematiche: dono, dolore, rinascita, concetti essenzialiper la vita dell’uomo, che rimandanoalla cadenza del Triduo pasquale

LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Vista sul chiostro di San Giovanni

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32 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Famiglia

D

Spesso per stare meglio bisogna ‘semplicemente’ percepire diversamente. Ma spesso per cambiare il proprio punto di vista ci vuole l’aiuto di un’altra persona che sappia

prospettarne uno diverso. Se si cambia la percezione, poi i cambiamenti vengono da sé. Se un coniuge percepisce in maniera corretta

il partner, si comporterebbe diversamente con lui. E lui, di conseguenza, si comporterebbe

diversamente con lei. Così si instaurerebbe un circolo virtuoso di azioni e retro-azioni. Certo,

anche il partner può dare il via a questo circolo di azioni e retro-azioni positive, cercando di favorire una percezione più positiva di sé da

parte del coniuge

Psicologia La qualità della vita matrimoniale

La sindrome di Peter Pancolpisce anche chi è sposato

di Rossella De Peripsicologa

Daniele mi contatta perché è insod-disfatto del suo matrimonio. “Trasci-na” la moglie con lui in studio: Sara non sente il “bisogno dello psicolo-go”, ma acconsente alla richiesta del marito di chiedere aiuto per miglio-rare la qualità della loro vita matri-moniale. Daniele dice che non liti-gano spesso, invece in generale c’è un’atmosfera negativa, c’è silenzio, si parla poco e solo delle questioni strettamente relative al ménage fa-miliare e dei problemi dati dai figli. Lui non sa bene identificare cosa c’è che non va, il perché la loro vita di coppia è così: trascinata, senza en-tusiasmo, senza niente da dirsi. Da-niele si è ritagliato i suoi spazi: si ri-trova tutti i mercoledì sera con i so-ci del “circolo della motocicletta”, la

domenica mattina aperitivo con gli amici, centri commerciali per gli ac-quisti relativi ai suoi vari bisogni (più o meno ritenuti tali dalla moglie).Sara, di contro, non riesce a ritagliar-si tempi liberi da dedicare a se stes-sa o per seguire il marito quando le propone di fare qualcosa insieme. Sara lavora e si occupa di tutte le questioni di casa: dal leggere la posta al pagare le bollette, alle faccende di casa, ai colloqui scolastici per i figli, alle riunioni condominiali.Daniele dice che non vuole sentirsi imbrigliato in queste cose: non gli interessano, non sono importanti, sono pesanti. Però qualcuno le de-ve fare: se le sobbarca quasi in toto Sara. Quelle poche volte che Daniele prova a fare qualcosa in casa viene

redarguito da Sara perché non l’ha fatto bene o perché era meglio fa-re diversamente. Sara tutte le volte perfeziona ciò che Daniele ha fatto. Daniele allora fa sempre meno, si de-responsabilizza. Sara gli rimprovera che non fa niente per la casa e che lei deve accollarsi tutte le incombenze. E via dicendo, come un cane che si morde la coda: più Sara lo rimpro-vera, più Daniele si demotiva e fa meno; meno Daniele fa, più Sara lo rimprovera e si aggrava di pesi che la stanno schiacciando.Sara, diventata consapevole di que-sto meccanismo, deve “ritirarsi” un po’, lasciar fare a Daniele, anche se porta avanti le cose meno bene di lei. Ma Sara è una perfezionista. È dura per lei accettare l’imperfezione, evitare di intervenire nel controlla-re che tutto vada al meglio secondo i suoi criteri. Sara deve avere tutto sotto controllo. Fa fatica a delegare ad altri perché teme che non faccia-no al meglio, come farebbe lei. Que-sta modalità logicamente la adotta

anche nel lavoro, dove ha un ruolo dirigenziale, ma si sobbarca molto più di quel che dovrebbe perché in-capace a delegare. E inoltre assilla molto i subalterni per il suo bisogno di controllo e il suo perfezionismo. Non stupisce che Sara abbia svilup-pato un disturbo d’ansia che ha pre-so la forma di attacchi di panico.Daniele, che di suo ha bisogno di non sentirsi imbrigliato in una scialba quotidianità, che aspira a sensazioni forti, che mal tollera le responsabili-tà, ha trovato la moglie perfetta che si assume tutte le noiose incomben-ze e responsabilità. Ma con quale pe-sante carico emotivo per entrambi? Con quale sofferenza per entrambi (anche se per motivi diversi)? Con quale insoddisfazione di vita per en-trambi? Daniele potrebbe sembrare nella posizione migliore, quasi un Peter Pan. Invece è lui che, quasi paradossalmente, mi ha contattato per chiedere aiuto: questo significa che porta un buon carico di males-sere. Sara mi dice più volte: “Io non

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33LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

voglio fare niente di più di quel che già faccio! Non ce la farei! Non mi chieda di cambiare!”. E le credo: non potrebbe fare di più! Potrebbe però fare qualcosa di diverso, che non la aggrava, ma la sgrava. Spesso per stare meglio bisogna ‘semplicemen-te’ percepire diversamente. Se Sara percepisse che il marito non fug-

ge da lei, ma dagli impegni, che sta fuori casa non perché non apprezzi più lei, ma perché ha bisogno di eva-dere, che non fa non perché sia un irresponsabile, ma perché si sente inadeguato rispetto alle alte aspet-tative della moglie. Se Sara insom-ma cambiasse la sua percezione del marito, molto probabilmente acqui-

sterebbe più serenità. Ma spesso per cambiare il proprio punto di vista ci vuole l’aiuto di un’altra persona che sappia prospettarne uno diver-so. Se si cambia la percezione, poi i cambiamenti vengono da sé. Se Sara percepisse diversamente suo marito, si comporterebbe diversamente con lui. E lui, di conseguenza, si compor-

terebbe diversamente con lei. Così si instaurerebbe un circolo virtuoso di azioni e retro-azioni.Certo, anche il marito, può dare il via a questo circolo di azioni e retro-azioni positive, cercando di favorire una percezione più positiva di sé da parte della moglie: Peter Pan non mi risulta che fosse sposato.

Intervista Paola Bignardi

Educare alla vita con gesti e parole“Rieducare alla vita è restituire alla vita la sua consape-volezza e umanità nel senso più vero del termine” recu-perandone e valorizzandone “le dimensioni legate non all’efficienza, bensì ai significati del vivere”. Ne è convin-ta Paola Bignardi, pedagogista, già presidente nazionale dell’Azione cattolica e attualmente membro del Comi-tato per il progetto culturale promosso dalla Cei, da noi intervistata, mentre rischia di diventare argomento di contrapposizioni ideologiche e di perorazione di un pre-sunto ‘diritto a morire’ anche un gesto disperato come il suicidio, nei giorni scorsi, del regista Mario Monicelli. Un atto così disperato può essere considerato “estremo scatto di volontà” e “gesto di libertà” come affermato da qualcuno?No. Il suicidio mi sembra un gesto di disperazione e di estrema solitudine che deve essere guardato con profon-da compassione e partecipazione umana. Di fronte alla morte autoinflitta e alla voragine di dolore che l’ha de-terminata, non resta che un silenzio dolente e rispettoso che porti a chiedersi se si è fatto tutto ciò che si doveva fare per essere più vicini a chi ha assunto una decisione così drammatica, e a riflettere sul significato della vita.Che ricadute hanno in termini educativi i frequenti tentativi di legittimare in qualche modo l’introdu-zione del cosiddetto “diritto a morire” e, allo stes-so tempo, la rimozione culturale della sofferenza e della morte o l’idea che vi possano essere vite non degne di essere vissute?Già oggi questi atteggiamenti si riflettono sulle nuove generazioni inducendole a pensare che la vita valga a certe condizioni: a patto che godiamo di buona salute,

siamo giovani ed efficienti. Quando queste condizio-ni vengono meno anche la vita sembra perdere digni-tà e significato. È come se si stabilisse una gerarchia di valore, si parla di ‘qualità della vita’; per questo le sue espressioni più drammatiche vengono oscurate perché ritenute inquietanti. È in corso un profondo mutamen-to antropologico che lascia ai margini i più poveri e i più deboli, abbandonandoli alla loro solitudine quasi fosse-ro un’umanità di serie B. Tuttavia, man mano che si re-stringe l’orizzonte dell’uomo e viene estromessa dalla vita la prospettiva di Dio, la vita stessa si impoverisce. Un’esistenza priva di dimensioni trascendenti si riduce a una vita ‘su misura’ dell’uomo, del quale rispecchia tutti i limiti. Rassicurante solo in apparenza; nei momenti più duri la mancanza di prospettive ‘alte’ e di speranza può farla sembrare insopportabile. Quali i linguaggi più adatti per “rieducare” alla vita? Anzitutto quelli che non fanno leva sull’emotività. L’obiettivo non è irretire o commuovere, ma convincere con le ragioni della pacatezza e dell’equilibrio. Occorre interrogarsi sulla cultura nella quale viviamo, che è un insieme di linguaggi, gesti, stili di comportamento. A mio avviso il primo linguaggio che dovremmo recuperare è quello dei gesti. Si parla del valore della vita nella misu-ra in cui, anche nelle sue condizioni più fragili e compro-messe, si è capaci di accoglierla mostrandole rispetto e attenzione. Se compiuto non nella privatezza quasi na-scosta di chi lo sceglie, ma assunto anche come stile del vivere sociale, questo gesto diventa un linguaggio im-portante che dice il valore della vita di ognuno, in qual-

siasi condizione. Certo, i gesti hanno sempre bisogno di essere accompagnati dalle parole. Forse bisogna toglie-re le esperienze fragili della vita dal silenzio nel quale le abbiamo avvolte e confinate. Bisogna ammettere che talora ci mancano le parole per dire il dolore, la malat-tia, la solitudine, esperienze oggi relegate nel privato di ciascuno. A chi vive queste condizioni manca la possibi-lità di comunicarle agli altri: sulla dimensione più debo-le dell’esistenza c’è una sorta di congiura del silenzio. Come “risollevare” questo “sipario”?Ritornare a parlare con coraggio e pacatezza della ma-lattia, della sofferenza e della morte come di dimensioni naturali della vita umana può essere un modo per iniziare a restituire a esse dignità nella nostra cultura. Ma dove cominciare?Dalla famiglia. L’efficacia delle esperienze educative è proporzionata all’autorevolezza delle sedi in cui vengono proposte. Secondo me è la famiglia il luogo privilegiato in cui si devono trovare sia le parole per dire il dolore, sia il calore per accogliere le persone più fragili, anziani e malati, a cominciare dai nonni o dai vicini di casa abban-donati a se stessi. È anzitutto in famiglia che si insegna e trasmette la ‘passione’ per la vita. Ma l’educazione alla vita – come qualsiasi genere di educazione – costituisce un impegno a 360° cui nessuno può far fronte da solo: in sinergia con la famiglia si devono muovere la comunità cristiana e anche la scuola. Quest’ultima, in particolare, ha tra le mani uno straordinario strumento: la cultura umanistica. Deve solo avere il coraggio di utilizzarlo. Ri-educare alla vita è restituire alla vita la sua consapevo-lezza e la sua umanità nel senso più vero del termine.

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34 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Eventi

Ciufoli il Genio:vorrei desideri

per tutti

C

di Mauro Toninelli

Che ci fa Ciufoli in “Aladin”?Come che ci fa; sguazza nel suo pro-prio perché è uno spettacolo diverten-te innanzitutto. Io faccio quello che so fare, cioè faccio ridere, e poi faccio qualcosa che non è nel mio norma-le, cioè cantare e ballare. È una bella soddisfazione. Ovviamente non ballo da ballerino e non canto da cantante, ma l’insieme è quello che fa il risulta-to e l’insieme mi sembra sia stato sod-disfacentre, per me e per il pubblico che ci segue numerosissimo. In tutte le date abbiamo fatto il tutto esaurito, speriamo che possa continuare così.Avresti immaginato di interpre-tare un Genio nella tua carriera?(Ride di gusto alla domanda, ndr.) Ve-ramente no, questa è stata una sorpre-sa. Quando hanno pensato di scrivere una parte così, allora mi è sembrato un segno. Il genio pelato potevano farlo molti attori, ma il genio pelato e cial-trone potevo farlo solo io.D’Orazio, autore di testi e musi-che, ha scritto che il Genio è logor-roico, esagerato, spaccone, arguto e ironico ma buono e consapevole di essere Genio. Quanto c’è di te?Ho paura a dirti tanto (risata, ndr.). In ogni caso c’è quanto basta per essere

riuscito ad avvicinarlo. Con Stefano ci siamo divertiti a trovare un abito che si calasse addosso a me. In questo so-no stato aiutato dalla regia di Fabrizio Angelini, in collaborazione con Gian-franco Vergoni. Un regista che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce per far passare quello che diceva perché ha sufficiente carisma e buone idee per essere ascoltato e seguito. Poi ci sono i compagni di viaggio a partire da Manuel Frattini, che è straordinario, agli altri che danno una grossa mano a entrare nel personaggio e a divertirsi.Nel tuo percorso artistico “Ala-din” in che posizione si inserisce?Mi piace vivere la mia esperienza pro-fessionale con curiosità. Quando sto vivendo una cosa, quella è al primo po-sto. Quest’estate mi è capitato di fare il musical e il dramma sacro “Processo a Gesù” di Fabbri per la regia di Panici. Ho vissuto due esperienze, ciascuna con tanto interesse.Come passi da un spettacolo sacro al musical?Dal sacro al profano. Ci passo con im-pegno e determinazione; con voglia di fare il mio mestiere nel modo miglio-re, calandomi in panni diversi senza pregiudizi, anche per il pubblico. Al

pubblico del teatro andrebbero fatti monumenti, partendo dai costi che de-ve sostenere, senza arricchire i poveri attori che sono ancora più martoriati da tagli criminali. Ci sono i vizi capitali nel musical, ma lo spettatore li percepisce?Non sono così evidenti. C’è la perce-zione della vita, perché i vizi fanno parte della vita. Solo se diventano co-stanti diventano vizi. In ogni caso i per-sonaggi possono rappresentare alcuni momenti, ma sempre in modo ironico e scanzonato. Non sono pesanti.Quali personaggi ti piacciono, ol-tre al Genio?“Aladin” di Manuel è divertente; lui salta, balla, canta come un folletto. Ci sono due personaggi Jafar e Iago interpretati da Simone Sibillano e An-drea Spina. Uno è l’antagonista cattivo e l’altro è l’alter ego del Genio, non un pappagallo ma un umano.Se fossi il Genio che magia faresti?Uhhh! Prima farei scomparire qualcu-no per ridare il sorriso a molti. Avrei per me un paio di desideri, ma me li tengo. E poi vorrei che tutti potesse-ro avere dei desideri e non dei bisogni. Bisogna sperare nel futuro e avere dei desideri. I desideri sono belli.

PalaBrescia Sabato 11 dicembre

Brescia

“Il Cantico delle Creature” tra dipinti e graficheIl Museo diocesano ospiterà, dall’11 dicembre al 6 gennaio prossimi, una serie di opere di don Renato Laffranchi e di Martino Gerevini, ispirate al “Cantico delle Creature”, di cui ne è stato fatto un calendario, presentato nei giorni scorsi presso il circolo culturale Piano Nobile di Brescia. “Una mo-stra e un calendario – ha detto il critico d’arte Fausto Lorenzi – che ambiscono a essere una festa per gli occhi, attraverso l’architettura modulare di 12 più 12 ‘brani’ che, partendo da una variazione su base armonica, conferiscono all’insie-me, quasi fossero variazioni sul tema, accordi iconografico-musicali. Si tratta infatti del “Cantico delle Creature” nei dipinti di Renato Laffranchi e nelle variazioni grafiche di Martino Gerevini. Se Laffranchi accoglie la pienezza amo-rosa del Cantico – ha aggiunto Lorenzi – altrettanto espri-

me la mano di Gerevini, che ha sostituito gli strumenti del-la vecchia tipografia con il mouse, sapendo trasformare la geometria in canto”.“Da anni osservo come Martino riprende le mie opere – ha detto don Renato, che ama definirsi un ‘quasi pittore’ – fa-cendo di esse cose stupende e quando gli ho chiesto di fare qualcosa di suo assieme a me, come il calendario, mi sono accorto che apparteniamo a uno stesso mondo, pur con ori-gini completamente diverse”.“Ho sempre visto don Renato come un maestro, troppo in al-to per essere avvicinato – ha ribattuto Martino Gerevini che, tra le molte definizioni che lo identificano preferisce quella di ‘aspirante artista’ – e questo lavoro che abbiamo compiu-to assieme è una tappa importante del mio cammino”. (fr.a.)

L’attore, in esclusiva per noi, parla di “Aladin”, musical con testi e musiche di D’Orazio

con Manuel Frattini nei panni del protagonista Roberto Ciufoli, nei panni del Genio

La locandina della mostra

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Brevi 35LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Brescia

Verso il Natale con il CtbLa stagione 2010-2011 del Centro teatrale bresciano – Teatro Stabile di Brescia è cominciata nel migliore dei modi; tre spettacoli (due le produzioni dello Stabile) che hanno emozionato gli spettatori i quali proprio questo chiedono al Ctb: messe in scena che lascino il segno, che si facciano ricordare per ciò che hanno saputo risvegliare. L’ultimo mese dell’anno è ancora ric-co di opportunità perché se al Santa Chiara prosegue fino al 19 dicembre il Barbablù di Cesare Lievi, al Sociale, dove ha messo in scena il “Sogno di una notte di mezza estate” di William Sha-kespeare, è tornato Andrea Battistini per proporre le letture drammatizzate “Verso i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Ma andiamo per ordine. Al Santa Chiara, la bomboniera che sembrerebbe finalmente prossima a un serio restauro, c’è tempo fino al 19 per ammirare la straordinaria mac-china ottica nella quale prende vita la rappresentazione del “Barbablù” di Georg Trakl secondo la traduzione e regia di Cesare Lievi. Il regista, ricordando che “lo spettacolo è stato realizzato a Gargnano 26 anni fa e che da lì è partito per essere allestito non solo in tutta Italia ma sulle principali scene europee”, non trascura di sollecitare i giovani a “lavorare senza pensare al suc-cesso ma all’arte e a ciò che fanno”. Lievi, inoltre, riconosce che Trakl ha una visione cupa del mondo ma guardando lo spettacolo resta intatta una speranza: “l’immaginazione, la fantasia l’arte possono vincere il male”. Dal Santa Chiara al Sociale per le Letture drammatizzate firma-te Andrea Battistini. Tre, le opere per altrettanti appuntamenti che si ripeteranno per due cicli, fino al 17 del mese: “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Cuore” di Edmondo De Amicis, “I Vicerè” di Federico De Roberto. È inoltre previsto un 4° incontro nel corso del qua-le saranno letti brani di autori di grande interesse storico e letterario. Sicuramente un modo nuovo di approcciarsi alla storia, valorizzando le emozioni e i sentimenti come solo l’esperienza teatrale può dare. Le repliche mattutine sono per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado mentre quelle pomeridiane sono rivolte a tutti. “Abbiamo già sperimentato questa modalità teatrale per altri temi – ha affermato il regista ‘tosco-bresciano’ – e il direttore del Ctb, Angelo Pastore, ha reputato che la proposta, ripensata in chiave locale, fosse idonea anche per valorizzare l’importante ricorrenza nazionale. Sono testi importanti, letti da attori accompagnati da note di pianoforte. Testi efficaci nel metterci a confronto con il nostro passato e mostrarci che, nonostante gli anni, le questioni, le preoccupazioni, le aspirazioni degli italiani di allora sono quelle che noi viviamo oggi”. Info: www.ctbteatrostabile.it - 0302928611. (m.l.)

Città e provincia

Brescia

Natale a teatro 2010con debutto del TelaioCon l’arrivo dell’Avvento torna la rassegna “Natale a Teatro”, enclave natalizia all’interno della stagione teatrale per ragazzi “Storie storie storie” del Teatro Telaio. Dopo alcuni spettacoli riservati alle scuole, l’8 dicembre inizieranno quelli dedicati alle famiglie. Cinque gli appuntamenti di quest’anno. Il primo è al Teatro parrocchiale di Cologne, in occasione dell’Immacolata, alle 15.30. In scena, l’ultima produzione del Telaio: “Aspettando Natale”, un collage di storie e di personaggi che si incontrano intorno al presepe. Lo spettacolo sarà replicato il 26 dicembre al Teatro Arcobaleno di Fiumicello (Brescia), sempre alle 15.30. Il 2 gennaio, al Teatro Arcobaleno, Ditta Gioco Fiaba presenterà il celebre “Canto di Natale”, tratto da Dickens. Dedicato all’asino del Presepe “L’asinello di Shamar”, il 6 gennaio presso il Centro civico di Castegnato. In scena il Teatro Evento, con una poeticissima storia che aveva ispirato anche Walt Disney. Il 9 gennaio, per concludere, andrà in scena “Lady Befana”, an-cora di Ditta Gioco Fiaba, sempre presso il Teatro Arcobaleno di Fiumicello.Biglietti 5 e 7 euro (ma lo spettacolo di Castegnato e di Cologne ha ingresso unico a 3 euro). Info: www.teatrotelaio.it - 03046535.

Una mostra al FranciscanumFino al 18 dicembre è aperta presso l’Istituto Franciscanum (via Calle-gari 11) la 10ª edizione della tradizionale mostra scientifica che, per il 2010, affronta il tema “Atmosphera”. Obiettivo: presentare la realtà e i miti dei cambiamenti climatici nel presente e nella storia del nostro pianeta. L’orario di visita è ampio (dalle 8 alle 16) e l’ingresso è gratuito. L’esposizione, allestita dagli studenti del liceo scientifico Luzzago, è co-stituita da una serie di pannelli illustrativi, due dvd e alcuni esperimenti didattici. Il problema dei cambiamenti climatici ci costringe a prendere coscienza dei fattori essenziali del rapporto tra uomo e natura nell’era post moderna. Per informazioni (le scuole possono prenotare la visita guidata), telefonare al numero 0303757998.

Marco Cupellari e Maria Alberta Navello nel “Barbablù”

Foto di scena da “Aspettando Natale”

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a“Don Angelo Zanetti fu una figura di sacerdote affascinante, coinvolgente, convincente; capace di orientare ver-so un umanesimo integrale, plenario. Ebbe quelle doti particolari per vivere, con piena responsabilità, il tempo che gli fu dato, ossia i 70 anni di vita, ma sempre con lo sguardo rivolto al tra-scendente, all’eterno (…). La sua affa-bilità, la sua ampia cultura, ecclesiolo-gica e sociale, quel suo sorriso aperto, il suo stile nel rapportarsi con le perso-ne che, volentieri, incontrava metteva ognuno a proprio agio per interloqui-re, cordialmente con lui. Per questo possiamo dire che ‘la Chiesa bresciana ha avuto in lui uno dei sacerdoti più significativi del Novecento’. Il mio pri-mo obiettivo, che considero per me un dovere, è di fare memoria, rievocarne la figura e la grande opera pastorale e sociale. Rendere testimonianza del suo progetto d’amore e di verità, che senza risparmio di energie, ha cercato di realizzare in mezzo a noi, e con noi, fraternamente” (Giuseppe Delfrate)

MonsignorAngelo Zanetti

GIUSEPPE DELFRATE (A CURA DI)GAM, RUDIANO (BS) 2010,EURO 5,00

Voce Libri

“Tra le pagine che ora rileggo mi sor-prendono e mi restano cari alcuni tratteggi: ‘Sono i gesti poveri, feriali, le parole sommesse, bisbigliate, le at-tenzioni sottili che danno la vita’. O altrove. ‘Da brandelli di verità si può essere condotti alla Verità’. O ancora: ‘Le ore intense impongono sobrietà e semplicità. Si è raggiunti solo dall’es-senziale’. Si tratta di segnavia del vi-vere che reputo molto preziosi e pro-fondi per chi, come me, è un cristiano ‘semplice’, ma anche per il laico che gioca lealmente la sua ricerca, l’uno e l’altro attanagliati da una propria in-domabile insoddisfazione per l’angu-sto contingente. Credo che la mission dei minuscoli componimenti qui feli-cemente raccolti sia soprattutto quel-la di offrire una direzione di senso… Il filo esile che aiuta a non perdersi nel dedalo dei tanti quotidiani labi-rinti” (Dall’Introduzione di D. Boffo). E. Ghini, monaca carmelitana scalza al Carmelo di Savona, si è laureata a Bo-logna dove ha praticato alcuni anni di ricerca in filosofia teoretica.

Cantico

EMANUELA GHINIMARIETTI, GE-MI 2010,EURO 26,00

Cultura e comunicazione Leggere e conoscere36 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

U

Bagnolo Mella Restauro concluso

di Nicola Rocchi

Il Compianto,capolavoro

di Zamara

Un capolavoro poco noto del Rinasci-mento bresciano, restituito alla bel-lezza dei suoi colori originari. E uno scultore-notaio dall’esistenza inquieta, animato da molteplici interessi cultu-rali. L’opera è il Compianto ligneo cu-stodito nel santuario di Santa Maria della Stella, a Bagnolo Mella: 14 statue che compongono la classica iconogra-fia della “lamentazione” intorno al cor-po del Cristo morto. Lo scultore che le realizzò, tra il 1519 e il 1525, fu Cle-mente Zamara: nato a Chiari intorno al 1475, è un artista sulla cui produzione ancora molto deve essere conosciuto.Nel 2009 si è concluso il delicato re-stauro delle statue avviato nel 2005 dallo studio di Marina Baiguera, con la supervisione della Soprintenden-za per i beni storici, artistici ed etno-antropologici di Brescia, Cremona e Mantova. Alcuni giorni fa, al castello di Padernello, è stato presentato “Lo

splendido teatro del dolore”, il libro edito da Grafo che documenta gli esi-ti del restauro.Il Compianto di Bagnolo – ricorda San-dro Guerrini, lo storico dell’arte autore dei testi del volume – “prende vita sul-lo sfondo di pestilenze, carestie e de-vastazioni di eserciti”. Lo studioso ha ripercorso la biografia artistica dello scultore di cui ha fornito nel volume una sintesi aggiornata. Nel Compian-to “echeggiano dolori e tragedie vis-suti dall’artista, duramente provato dall’esilio inflittogli nel 1515-16 per-ché compromesso con i francesi, e costretto poi a viaggiare continuamen-te in cerca di lavoro”. Nelle statue lo Zamara fonde “la tradizione foppesca quattrocentesca con il cromatismo ve-neto e l’emergere di stilemi primitivi e di elementi persino gotico-nordici”: sintetizzando le molte influenze in un esito fortemente drammatico, caratte-

rizzato da un’asciuttezza tipicamente “bresciana”. Le 14 figure sono state di-pinte da un importante maestro ope-rante in quegli anni nel Bresciano. Re-nata Casarin – che ha diretto i lavori di restauro per conto della Soprintenden-za – ha spiegato nel dettaglio come il restauro abbia permesso di eliminare le sovradipinture che nei secoli ave-vano alterato la policromia originale, riportando alla luce la “raffinatezza esecutiva e d’intaglio” del Compianto bagnolese, la “plasticità delle figure, la gamma intonata delle vesti, la ricerca-ta spazialità dei movimenti”.Il restauro, e il libro che lo racconta, rendono così pieno merito all’impegno del gruppo “Amici del santuario della Stella”, del parroco di Bagnolo don Severino Chiari e di tutta la comuni-tà parrocchiale, che hanno seguito e sostenuto con passione il recupero di questa mirabile testimonianza di fede.

Il Compianto ligneo (ph: Virginio Gilberti)Nelle immagini, una miriade di dettagli cromatici

e compositivi difficilmente osservabili dal vero

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Brescia Presentazione libro

Non giudicare: forse è colpevole, certamente soffre“Prete da galera” è un libro scritto da Silvio Valota, pubblicato dalle edizio-ni San Paolo nel marzo scorso e nelle cui pagine si possono leggere storie di persone recidive che si trovano attualmente in carcere e di chi, invece, non avrebbe mai pensato di entrarvi. Le pagine del volume ripercorrono inoltre una parte di storia d’Italia in stretta connessione con alcune vicende legate alle case circondariali nazionali: storie di semplici ladri o di brigatisti, di suici-di dopo lo scoppio del caso Mani pulite, di sacrifici e di chi, come qualcuno, è pronto alla reclusione pur di salvare un amico e risparmiargli una simile espe-rienza. Narratore di molti degli episodi del libro è don Luigi Melesi, cappellano nel carcere di San Vittore dal 1978 che, per oltre 30 anni ha ascoltato, conso-lato e consigliato i detenuti della casa circondariale milanese, fino a quando ha dovuto lasciare il delicato incarico per gravi motivi di salute. Prete salesia-no, e quindi educatore per vocazione, durante la sua lunga esperienza dietro le sbarre don Melesi ha conosciuto brigatisti, rapinatori, assassini ma anche tanta gente semplice, che ha commesso piccoli reati comuni, a volte solo per procurarsi il pane per vivere. Occasione per riflettere su questi argomenti è stata la presentazione bresciana del libro, tenutasi presso la Sala multimedia-le della parrocchia dei salesiani, alla quale hanno preso parte oltre all’autore del libro, don Adriano Santus (cappellano della casa circondariale di Brescia) e Angelo Canori (presidente del Vol.ca onlus). (l.d.p.)

Lograto

Inediti: le grafichedi Giacomo BergomiA Villa Morando, sono in esposizione opere inedite di Giacomo Bergomi che cattu-rano per l’immediatezza e la profondità delle immagini evocate.“Come testimoniano i carboncini della prima sala – ha affermato Agostino Garda inaugurando la mostra –, Giacomo coglie lo spirito della nostra Bassa, del fiume Oglio e delle cascine, dei canneti, delle nevicate. Qua e là uno spolvero di pastello per precisare un’emozione. Scampoli di terra sempre più rari perché l’aggressivi-tà postmoderna inneggia, nei fatti, alla cementificazione. Opere documento per sostenere i volti segnati dalle rughe modellate da fatiche di sempre, dall’essere contadini e contadine per passione o per forza. Nelle misurate concessioni di co-lore l’artista non si compiace nella narrazione. Assolutamente pudichi i nudi della terza sezione. Perle di suggestione, di immaginario femminile, dispiegate con ge-sto rapido, sicuro, competente di un’anatomia più vissuta che scolastica. Intensi gli sguardi degli occhi a mandorla ora socchiusi, ora sgranati, ora sottolineati dal truc-co per imprimere ancor più leggiadria alla perfezione degli ovali”.Una mostra che, all’insegna del modus vivendi del mondo contadino celebrato da Bergomi nei lavori esposti, è trionfo di sobrietà, assenza di ostentazione.L’artista è considerato dalla maggior parte della critica e per consenso popolare uno dei protagonisti più significativi della pittura bresciana del ’900. Dalla giovi-nezza fino all’affermazione artistica ha vissuto a Lograto e a esso è rimasto unito anche in seguito, come dimostrano le indimenticabili mostre che furono allestite negli anni ’80 e ’90 presso Villa Calini Morando (Palazzo Municipale). Nelle sue pri-me opere impresse i volti della gente e gli scorci del paese fissando il suo sguardo su un periodo della storia di Lograto.In collaborazione con il Comune, Anna e Stefano Bergomi, familiari del pittore, con i loro collaboratori, Gianbattista Gaffurini e Gianbattista Piscioli, propongono alla po-polazione di Lograto un progetto per rac-cogliere testimonianze e per censire (cata-logare) le opere dell’artista. Lo scopo è di allestire nel 2013 (decimo anniversario del-la morte) una mostra, con un catalogo, in-titolata “Lograto e Giacomo Bergomi”, con la quale approfondire la conoscenza della figura dell’artista e compiere un servizio al-la memoria storica locale. Info: www.giaco-mobergomi.itLa mostra è aperta fino al 9 gennaio 2011 a Villa Calini Morando - via Calini, 9 - Logra-to il sabato (escluso il 25 dicembre) ore 15-18.30; domenica (inclusi l’8 dicembre e il 6 gennaio) ore 10-12 e 15-18.30.

ANSELM GRÜNQUERINIANA, BRESCIA 2010,EURO 16,50

L’arte della vita consiste nell’abbandonar-si al processo di trasformazione interiore dell’esistenza. In quest’arte ogni giorno possiamo esercitarci. Sono importanti il corpo e l’anima, i rapporti interpersona-li, ma anche le domande sul senso della vita. Lo sguardo alla terza età si limita ad acuire gli interrogativi che, in realtà, valgono per l’intera esistenza. La vita è adesso. E, in fondo, non viviamo per re-stare giovani, ma per diventare vecchi. “Nell’espressione ‘diventare vecchi’ è de-scritto qualcosa di importante, qualcosa di positivo: l’invecchiare è un movimento. C’è ancora qualcosa in divenire nell’esse-re umano. C’è qualcosa che cresce. Ogni persona ha bisogno di una sensibilità per ciò che può essere realizzato specifi-camente nella fase dell’esistenza che sta attraversando” (Anselm Grün).L’autore, dottore in teologia e mona-co benedettino, è priore amministrato-re dell’Abbazia di Münsterschwarzach in Germania. È uno dei più letti autori di spiritualità in campo internazionale.

Sullo sfondo di una oramai decaden-te Venezia repubblicana, si sviluppa la storia d’amore tra Andrea Memmo e Giustiniana Wynne; lui giovane erede di una delle più antiche famiglie del-la Serenissima, lei fanciulla di origine anglo-veneziana, dalla personalità accesa e dall’intelligenza vivace ma, ahimé, segnata dalla nascita illegitti-ma. Tra palazzi di amici, ridotti di tea-tri, stanze in affitto, i due vivranno in segreto il loro amore sino al giorno in cui la famiglia di Giustiniana si trasfe-risce all’estero. L’autore – giornalista esperto di politica estera – ci fa riper-correre, attraverso il lungo e costan-te scambio epistolare tenuto dai due amanti, l’evoluzione della loro storia d’amore e, in parallelo, i cambiamen-ti che si sviluppano all’interno della società veneziana. Questa storia ha in sé tutti gli elementi che fanno “gran-de” un romanzo e il fatto che si basi su una vicenda realmente accaduta rende il tutto ancora più interessante. (Elisa Abeni per conto della Libreria Ferrata)

Un amoreveneziano

ANDREA DI ROBILANTCORBACCIO, MILANO 2010EURO 18,60

La vitaè adesso

LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

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38 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione

SAB DOM

Tv2000, h. 18.30CONTROVENTOMonica Mondo conduce un interessante momento di ap-profondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’in-tento del programma è quel-lo di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola.

Tv2000, h. 20.50LA COMPAGNIA DEL LIBROSaverio Simonelli ci accompa-gna alla scoperta della lettu-ra, presentandoci le ultime novità letterarie nazionali e internazionali. Aggiorna-menti su fiere e manifesta-zioni legate all’industria del libro. Consigli e commenti da esperti nel settore, interviste a scrittori e giornalisti.

Televisione La sfida per vincere l’audience

Quando la Tv “approfondisce”

la tragedia

Ddi Alberto Averoldi

Da più di tre mesi il caso di Avetrana è di-ventato il piatto forte dell’offerta televisiva italiana.I dati Auditel sull’ascolto, per calcolare la me-dia degli ascolti di un canale, devono ormai tener conto dei momenti quotidiani in cui la triste vicenda dell’uccisione di Sarah Scazzi viene ricostruita in diretta, passo dopo passo, da persone che stanno trasformando questa disgrazia nel momento più fortunato della lo-ro carriera televisiva. In questo, sia Rai che Mediaset stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per creare lo spettacolo an-che dalla morte. È sorprendente verificare quotidianamente quanto sia ancora tangibile e forte la compo-nente di magia nera che uno strumento audio-visivo come la televisione esercita sulla folla, quella folla vittima e carnefice di se stessa, che con la medesima concitazione accorre sul luogo del disastro o sul luogo del prodigio; la folla pronta a rivivere delle sue più ance-strali risorse, gonfia di una natura umana e disumana allo stesso tempo, un luogo sociale impossibile da definire prima che lo squillo di trombe richiami l’attenzione sulla singola vittima, ovvero sul singolo colpevole.Il caso televisivo di Avetrana, come tanti al-tri in precedenza, ci ricorda con beffarda in-sistenza l’arrogante debolezza dell’informe moltitudine umana che muove disarticolata contro un obiettivo, per mutare da “tanti” a “uno”, per acquisire identità e innalzarsi sopra la dignità dell’individuo, qualunque esso sia. Il caso di Sarah Scazzi ci dimostra come sia possibile riversare questa magia contempo-raneamente sia sul carnefice che sulla vitti-ma: la forza mimetica che viene liberata non si frammenta; al contrario raddoppia e ren-de il contesto ancora più schizofrenico, do-pato, esplosivo.Ecco il danno che la televisione porta nella società nel momento in cui usa le sue effica-ci risorse audiovisive per amplificare ciò che già tutti gridano.Sono, colorati di televisivo illuminismo, gli stessi secoli delle folle festanti alle impicca-gioni, ai roghi o alle lapidazioni, questi mo-menti non hanno coordinate temporali, esi-

stono di per se stessi e si alimentano della violenza che generano. Ma se c’è un danno per le centinaia di ore televisive spese nei confronti della morte della povera Sarah, c’è anche una beffa: chi trasforma questa scintil-la inestinguibile, questo primitivo principio di sacrale partecipazione collettiva in un fuoco distruttivo, e lo alimenta giorno dopo giorno, lo sta facendo solo per accrescere il proprio potere, economico, culturale, politico. La televisione in questi frangenti assume l’au-torità del sacerdote pagano che offre al mon-do le vittime sacrificali da innalzare al sacro ruolo di innocenti o colpevoli, le due facce di una stessa medaglia. In queste vicende più giudiziarie che televisive, lo schermo assume il ruolo del tribunale più attendibile, è la ve-ra arena pubblica in cui la ricerca della veri-tà coincide pericolosamente con la gestione dell’opinione pubblica. Quando i riflettori televisivi capiranno che è giunto il momento di volgere lo sguardo su un altro caso, nessuno si lamenterà, il pub-blico volerà a posarsi laddove la luce si è ri-accesa, in attesa che voci e immagini lontane possano di nuovo riempire la vita.

Fx, h. 6.05BORISCanale Sky 131. Divertente serie tv italiana che racconta con ironia non-sense le av-venture di una troupe televi-siva alle prese con la produ-zione di un’improbabile soap opera…

Tv2000, h. 11.30LA GRANDE MUSICALe registrazioni dal vivo dei migliori brani di musica clas-sica eseguiti da importanti or-chestre internazionali.

Discovery Ch., h. 13.00COM’È FATTOCanale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune.

Rai Tre, h. 14.55TV TALKMassimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio professori universitari e studenti leggono la settima-na televisiva e ne commenta-no le novità.

Cielo, h. 21.00X-FILESDigitale Terrestre. Telefilm americano che ha appassio-nato tutto il mondo negli an-ni ’90, con David Duchovny e Gillian Anderson. Due agenti dell’Fbi sono assegnati a mi-steriosi casi che hanno a che fare con la sfera paranormale.

Rai Tre, h. 11.20TGR MEDITERRANEOUn appuntamento settima-nale per scoprire i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterra-neo: luoghi, culture, storia…

Rete Quattro, h. 12.00MELAVERDEEdoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellez-ze del nostro territorio. Uno sguardo privilegiato sul pae-saggio e sulle bontà enoga-stronomiche del nostro Paese.

Rai Tre, h. 12.55RACCONTI DI VITAGiovanni Anversa è alle pre-se con le piccole grandi sto-rie delle famiglie italiane. Le testimonianze di chi, nono-stante numerosi problemi, ha saputo trovare nei suoi cari la forza di combattere.

Rai Tre, h. 21.30REPORTLa puntata di questa sera del programma di Milena Gaba-nelli è dedicato al Pil (Prodot-to interno lordo), per mettere a fuoco i meccanismi che rego-lano uno dei tabù della cultu-ra economica.

Tv2000, h. 22.15RETROSCENA –I SEGRETI DEL TEATRODigitale Terrestre. Approfon-dimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Con reportage interessanti e molto curati Sciancalepore viaggia attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.

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Telecomando 39LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

LUN MAR MER GIOV VEN

Rete Quattro, h. 21.10IL PADRINOUn classico del cinema di tutti i tempi. Francis Ford Coppola racconta l’epopea della fami-glia del boss mafioso don Vi-to Corleone, un uomo potente nella criminalità organizzata di New York. Il figlio predilet-to è un soldato americano che non vuole avere a che fare con i traffici del padre… Una storia avvincente e ben architettata.

Rai Uno, h. 21.10SISTER ACTDivertente commedia del 1992 con Whoopi Goldberg. Deloris Van Cartier, una cantante che si esibisce nei casinò di Las Ve-gas, assiste ad un omicidio e in attesa di testimoniare in tribu-nale viene nascosta dalla poli-zia in un convento sotto men-tite spoglie. Qui decide di met-tere le sue capacità canore al servizio delle nuove sorelle…

Sky Hits, h. 21.00TROPIC THUNDERSpassosa commedia del 2008 con Ben Stiller, Jack Black e Tom Cruise. La parodia dei più famosi film di guerra. Una troupe cinematografica è alle prese con un colossale film sul-la guerra del Vietnam. Gli atto-ri però non sembrano entrare nei loro personaggi. Verranno abbandonati nella giungla per essere spronati a dare il loro meglio. Non sanno che una vera guerra incombe…

Rai Movie, h. 21.00LA GIUSTA DISTANZAPellicola del 2007, diretta da Carlo Mazzacurati, con Valen-tina Lodovini. In un piccolo paese di provincia arriva una nuova e affascinante maestra dalla città. Due ragazzi si inna-morano di lei, ma le cose non sono affatto facili. Un miste-rioso omicidio precipiterà tut-ta la popolazione in un turbine di sospetti e pregiudizi…

Cielo, h. 21.00BUONGIORNO AFGHANISTAN – DIARIO DI FABIO CARESSAUn documentario realizzato per Sky dal cronista sportivo Fabio Caressa, che si è trasformato per l’occasione in cronista di guer-ra, visitando le basi militari in Afghanistan, riportando testi-monianze di vita, analizzando i molteplici problemi quotidiani di una nazione occupata e del difficile ruolo dei soldati ameri-cani ed europei.

Rai Uno, h. 6.10QUARK ATLANTE – IMMAGINI DAL PIANETABrevi documentari su curiosi animali esotici e sui più affa-scinanti luoghi del pianeta. In questa puntata vengono svelati i segreti della giungla grazie a fenomenali riprese dall’alto.

La 7, h. 7.00OMNIBUSUn’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schiera-menti politici, giornalisti e opinionisti.

Rai Due, h. 13.50TG2 MEDICINA 33Un appuntamento quotidiano con l’informazione medica: le ultime scoperte scientifiche e i consigli per preservare la salute.

Rete Quattro, h. 20.30WALKER TEXAS RANGERChuck Norris interpreta un Texas Ranger, poliziotto che difende i diritti dei più debo-li e dà la caccia a pericolosi criminali.

La 7, h. 20.30OTTO E MEZZOLilli Gruber analizza l’asset-to politico e sociale dell’Italia commentando le ultime noti-zie insieme a esponenti politi-ci, del mondo della comunica-zione e della cultura italiana.

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Rai Due, h. 7.55SHAUN VITA DA PECORADivertente cartone animato per bambini ma anche per chi ha qualche anno in più. Attraverso ottime animazioni in plastilina seguiamo le spas-sose avventure di una pecora e dell’amico cane pastore alle prese con i problemi quotidia-ni della loro fattoria

Rai Tre, h. 11.00APPRESCINDEREMichele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi pro-blemi dell’Italia.

Tv2000, h 13.00DANIEL BOONEDigitale Terrestre. Diverten-te e avvincente telefilm della vecchia scuola. Un pioniere americano vive in ogni pun-tata incredibili avventure, vis-sute insieme all’inseparabile amico, un Sioux.

Sky Uno, 20.00DAVID LETTERMAN SHOWCanale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società ame-ricana, fra divertenti gag e in-terviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale.

Rete Quattro, h. 21.10C’ERA UN CINESE IN COMAFilm commedia del 2000 firma-to da Carlo Verdone. Racconta la storia di un autista che per necessità si trasforma in una stella di prima grandezza del-lo spettacolo.

Rete Quattro, h.7.55STARSKY E HUTCHSerie tv squisitamente ameri-cana prodotta nella seconda metà degli anni ’70. Le avven-ture di una delle più famose coppie di poliziotti della te-levisione.

Rai Due, h. 9.15TGR MONTAGNELa nuova stagione per il set-timanale dedicato al mondo della montagna italiana in tutte le sue sfaccettature. Og-gi visiteremo la Val d’Ossola, in Piemonte, e le sue centrali idroelettriche.

Rai Uno, h. 11.05OCCHIO ALLA SPESARubrica quotidiana dalla par-te del consumatore: consigli e notizie utili alla scelta del prodotto migliore al super-mercato. Oggi si parla dei prodotti tipici di tutte le re-gioni.

La 7, h 16.00ATLANTIDE – STORIE DI UO-MINI E DI MONDIUna serie di interessanti do-cumentari che riguardano la storia e la scienza. Luoghi e volti, storie del passato e sce-nari dal futuro.

Tv2000 h. 20.00NOVECENTO CONTROLUCELa giornalista Paola Saluzzi ospita in un accogliente stu-dio televisivo importanti per-sonaggi della vita pubblica italiana, che hanno vissuto in prima persona i cambia-menti più importanti del se-colo scorso.

Rai Due, h. 7.00CARTOON FLAKESLo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più pic-coli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima ge-nerazione.

Rete Quattro, h. 8.50HUNTERTelefilm americano ambienta-to a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia.

Current, h. 14.15VANGUARDCanale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica rea-lizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare real-tà che il resto della comunica-zione televisiva spesso lascia nell’ombra.

Rai Due, h 16.10LA SIGNORA IN GIALLOUn classico dei telefilm gialli della tv degli anni ’90. Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli, è sempre alle prese con un caso di omicidio.

Tv2000 h. 21.00TG TGIl tg dei telegiornali naziona-li: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclu-si e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comuni-cazione televisiva e sociologi.

Rai Tre, h. 7.00TGR BUONGIORNO REGIONEUno sguardo approfondito sul-la Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione.

Rai Tre, h. 8.00LA STORIA SIAMO NOIGiovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti do-cumentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo.

Rai Due, h. 9.30SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla comu-nità ebraica in Italia. Gli ulti-mi aggiornamenti, gli appun-tamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontata e spiegata da esperti del settore.

Tv2000, h. 18.30FORMATO FAMIGLIAInteressante talk-show dedica-to alle famiglie. Arianna Ciam-poli e Antonio Soviero studia-no la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta fami-glia in Italia.

La 7, h. 21.10L’INFEDELEIl giornalista Gad Lerner ci conduce con professionalità nel mondo dell’Italia che deve cambiare. Affilato commen-to al mondo della politica a 360 gradi.

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40 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Radio e Media

ProgrammazioneSi intitola “La repubblica del sole” il terzo cd del cantautore bresciano Et-tore Giuradei, musicista al quale l’ap-pellativo di promessa va ormai stretto, dopo tre lavori di spessore, la vittoria al Premio Nuova Canzone d’Autore al Mei di Faenza del 2006, la finale al Premio Fuori dal Mucchio 2006 e al Premio De Andrè 2006 e la partecipa-zione al Premio Tenco nel 2008. Que-sto album pare restituire dignità alla figura del cantautore, quasi evaporata al giorno d’oggi sotto la pressione di troppi impulsi che tendono a emargi-nare chi con la musica e le parole, pur senza far rivoluzioni, riesce a instillare semi di riflessione in una società sem-pre più vacua. Non è un caso quindi che Ettore sia stato definito come il “sovvertitore impegnato del pop”, per la sua capacità di andare in profondi-tà senza perdere di vista la leggerezza e l’immediatezza. Il disco si apre con la title track, una canzone dal grande appeal, secca come una fucilata e di-retta come solo il pop sa essere, che delinea in un certo senso il percorso musicale di questo disco. Un pop vesti-to di impegno, con in mente il destino di chi – Pasolini, Gaber, Rino Gaeta-no e molti altri – è stato trascurato o messo al bando in vita per poi essere recuperato da morto, spesso per sem-plice opportunismo. Assolutamente da non perdere il video della canzone, in onda sulle piattaforme digitali. L’in-tero album presenta un suono meno

Sdi Ricky Barone

Musica Quota tre per il bresciano Ettore Giuradei

Il sovvertitore del pop

Con l’Avvento è iniziato il conto alla rovescia verso il Na-tale. Un Natale come sempre, e nonostante la crisi, ricco di proposte musicali. Questa settimana riferiamo di una news importante sui Coldplay, una delle band più considerate dalla critica e tra le più amate dal pubblico. Questo in vir-tù di un successo crescente, un’avventura iniziata nel 2000 con l’album “Parachutes” seguito nel 2002 da “A Rush Of Blood To The Head”, disco che fa approdare oltre oceano la band capitanata da Chris Martin. La storia prosegue nel 2005 con “X&Y”, album che si distingue dai predecessori per una maggiore ricercatezza del suono e culmina con il trionfo dell’ultimo cd “Viva La Vida Or Death And All His Friends” (pubblicato il 12 giugno 2008). Un cd che ha con-sentito alla band guidata da Chris Martin di raggiungere in un solo anno il record di oltre 40 milioni di album venduti in tutto il mondo. In occasione di questo Avvento, i Coldplay

hanno regalano al pubblico la canzone “Christmas lights’”, brano che è approdato nelle radio e su ITunes dal 1 dicem-bre. “Mercoledì 1° dicembre, dalle ore 20, pubblicheremo la nostra nuova canzone ‘Christmas lights’ che sarà dispo-nibile su Itunes e ovuque. Vi auguriamo un felice Natale e buone vacanze. Sempre Vostri. Coldplay”. È così che i Col-dplay, in attesa del quinto disco ufficiale al quale stanno già lavorando, hanno annunciato sul loro sito l’inatteso regalo natalizio per il loro pubblico. Un regalo che va ad allunga-re la fila delle Christmas song, una tradizione molto nota in ambito anglo-americano e invece piuttosto trascurata in Italia, dove generalmente si assiste a riproposte derivative e raramente originali. Sulla rete circola già un video che an-ticipa “Christmas lights”, un brano che, a quanto pare, era in fase di gestazione dal Natale precedente. E con il brano, è stato realizzato anche il video correlato. (r.b.)

Cd Nuovo brano musicale e video correlato

Tra le Christmas song anche i Coldplay

nervoso dei precedenti, più lineare e in un certo senso più levigato, con la presenza, come sempre decisiva, del fratello Marco, pianista dal grande senso musicale e abile regista del suo-no. Rimangono ben salde, comunque, certe caratteristiche tipiche di Ettore Giuradei, come la propensione a me-scolare le carte nei testi, onirici, imma-ginari, bambineschi, che rimandano talvolta al nonsense. Un punto fermo rimane anche la sua voce, piacevol-mente sgraziata. Qualche accenno alle canzoni. Bella, sinuosa e ritmata, come potrebbe essere un pezzo di Pa-olo Conte, è “Sbatton le finestre”, che esalta la qualità dei musicisti, tra cui

indomito rimane Danilo Di Prizio alle chitarre, consolidato collaboratore di Giuradei, che fa da spalla alla pietra angolare dei suoni che rimane Marco Giuradei, mentre nuovi e abili colla-boratori partecipano a questo proget-to. “Eva” parte lenta per crescere gra-dualmente, sorretta da un ottimo filo di basso. Dopo “Paese” incontriamo la simil-filastrocca dal sapore dean-dreiano “Il vicino”, breve ma intensa, solo piano e voce con la melodia che ricorda “Per te” di Jovanotti. Dolce e delicata è “Sensazioni”, in perfetto sti-le Giuradei, canzone che ci dà la cifra di un artista non più piccolino. Chiude “Macchinina cocaina”, canzone quasi sghemba sul significato subdolo e am-maliante di slot machine e cianfrusa-glie varie. Album bello ed equilibrato per un’altra gemma musicale brescia-na, ormai entrata nella lista dei nomi più interessanti della nuova genera-zione della canzone d’autore italiana.

LA SANTA MESSA IN TVLa S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del saba-to, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assun-ta in Gussago.

LA BUONA NOVELLANelle domeniche d’Avvento il commento al Van-gelo è di mons. Luciano Monari. Nella nuova ru-brica “Arte per lo spirito” Carmela Perrucchetti ci presenta opere e mostre sacre contempora-nee. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la do-menica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Ma-nerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte).

VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, lo spazio dedi-cato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.

LA BUONA NOTIZIAGli argomenti trattati: ordinati due nuovi dia-coni permanenti; “ceri e rose”: l’Immacolata in San Francesco; il nuovo asilo notturno femmini-le dei Fatebenefratelli; il centenario della rivista “Brixia sacra”. La rubrica “4 parole” è con Mauro Toninelli e presenta il film “Io sono con te”. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10.

BELLI DENTROÈ tornato a grande richiesta il programma pre-serale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Quasi due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di fi-nire la giornata lavorativa.

VOCE SPORTLa trasmissione “100%Brescia”, dedicata alle Rondinelle, con interviste e approfondimenti, va in onda dal lunedì al venerdì alle 14. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.

La copertina del nuovo disco

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SABATO

41LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

DOMENICA DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

Via Callegari, 6 - BresciaTel. 030 3774592 - 3383636104

Fax 030 3757897e-mail: [email protected]

Vocegiornale notiziario radiofonico principaledal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30.VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabatoalle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45.Rassegna stampa quotidiana appuntamentocon le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30.Almanacco previsioni del tempo.Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8.Stremadès storia e varia cultura locale venerdìalle 17 e domenica alle 11.Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17.Una proposta musicale al giorno programma musicaledal lunedì al sabato alle 13.Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22.E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

Radio VoceCamuna

Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs)Tel. 0364.22342 fax 0364 320906

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Le nostre frequenze

Città e Provincia 88.300Franciacorta 88.500

Lago d’Iseo 88.400 - 93.500Alta Valle Camonica 88.050

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Bassa Valle Camonica 88.200Media Valle Camonica 88.300

Alta Valle Sabbia 88.500Valle Trompia 88.500

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25014 Castenedolo (Bs)Tel. 0302731444 Fax 0302130911

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Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella

che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03;sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00

Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Informazione locale

ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provinciaDal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03.Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30.COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provinciaDal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

Rubriche

Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09Oggi parliamo di… Lunedì 11.30Fuori Gioco! Lunedì 18.00Letture Martedì 10.09Sul filo della memoria Martedì 10.40

Bienvenida America latina Martedì 20.05Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09Giovedì insieme Giovedì 10.09Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09Cucina e tradizione Venerdì 12.15Amico liscio Sabato 9.03La buona novella Domenica 15.00

6.00 Ecclesia6.30 S. Messa6.55 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 L’apertura con Mario Ricci7.25 Rassegna stampa nazio-nale7.55 Pane per il viaggio (replica)8.15 L’apertura (2ª parte)9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer12.50 L’informalavoro14.05 100% Brescia15.00 Pomeriggio inBlu17.10 Belli dentro18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana- Zona relax21.00 La musica della sera- lun: La reserva de Pedro- mar: Alta rotazione con Alessan-dro Gardenato- mer: Brescia music play con Ri-cky Barone- gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo- sab: Disco Story22.00 Effetto notte

6.00 Ecclesia7.00 Gr7.05 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 Il nuovo numero del set-timanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu8.00 Gr Radio Vaticana9.00 Gr- Voce mattina con Tony Marano (prima parte)11.00 Gr- Voce mattina (seconda parte)12.00 Gr Radio Vaticana13.00 Gr- Radio Voce greatest hits18.00 Gr18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana19.50 Zona relax21.00 Disco Story

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare...9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte- Commento al Vangelo di mons. Luciano Monari - Sette giorni in diocesi con An-gelo Onger- Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano10.00 S. Messa dalla Cattedrale11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della famiglia- Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti- Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari- L’agenda della settimana12.00 Recita dell’Angelus14.00 Gr Radio Vaticana14.35 Diretta Sport19.30 Gr Radio Vaticana

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Cinema “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”

La felicità? È credere

alle illusioni

42 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Sala della comunità

PROGRAMMAZIONE

Alfie (Anthony Hopkins) e Sally (Naomi Watts) in una scena del film

Winx Club Magica Avventuradi Iginio Staffi

Sala della comunitàSAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: domenica 12 dicembre ore 15.00, 17.30; SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 17.30, 20.45; IL GABBIANO – GHE-DI: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 16.00; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 12 dicembre ore 15.00; AURORA – PALAZZOLO: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 16.00, 20.30; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 12 dicembre ore 16.15; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 12 dicembre ore 14.30

L’ultimo film di Woody Allen è dominato dall’ombra della morte, fonte dell’angoscia che travolge i protagonisti; si salva solo Helena che riesce

a buttare lo sguardo oltre i limiti della vita

Stanno tutti benedi Kirk Jones

Sale della comunitàSANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 12 dicem-bre ore 20.45; martedì 14 dicem-bre ore 20.45; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 13 di-cembre ore 20.30

Una vita tranquilladi Claudio Cupellini

Sala della comunitàIDEAL – CASTENEDOLO: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 21.00

Una vita tranquillaL’incredibile viaggio della tartarugadi Nick Stringer

Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: lunedì 13 dicembre ore 15.00

Porco rossodi Hayao Miyazaki

Sala della comunitàPAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 16.00

Figli delle stelledi Lucio Pellegrini

Sala della comunitàIL GABBIANO – GHEDI: domenica 12 dicembre ore 21.00; lunedì 13 dicembre ore 21.00

Adèle e l’enigma del faraonedi Luc Besson

Sala della comunitàSAN COSTANZO – NAVE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 17.00, 20.30

Winx Club Magic

L’incredibile viaggio della tartaruga

Alla scuola per fate di Alfea si fe-steggia l’inaugurazione del nuo-vo anno, quando il party viene interrotto da Icy, Darcy e Stor-my, le perfide Trix. Le Winx, sen-za Bloom, sono costrette a rime-diare allo scompiglio creato dalle streghe che, dopo aver mandato a monte la festa, rubano un og-getto potentissimo e misterioso. Bloom è su Domino, dove sta vi-vendo i momenti più belli della sua nuova vita da principessa...

Il concertodi Radu Mihaileanu

Sala della comunitàSAN GIOVANNI BOSCO – LUMEZ-ZANE S. SEBASTIANO: domenica 12 dicembre ore 20.45; GIOVANNI PAOLO II – AGNOSINE (cineforum): mercoledì 15 dicembre ore 21.00

Uomini di Diodi Xavier Beauvois

Sala della comunitàGLORIA – MONTICHIARI (in digi-tale con microcinema): sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 21.00; lunedì 13 di-cembre ore 21.00

Il concerto Uomini di Dio

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di Nicola Rocchi

B

43LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Buone notizie dall’aldilà: siamo desti-nati a vivere più d’una vita. Speriamo però che non siano tutte insensate co-me quelle dei protagonisti di “Incon-trerai l’uomo dei tuoi sogni”, l’ultimo spietato meccanismo narrativo di Wo-ody Allen. In teoria una commedia, in realtà un film in cui solo poche battute provocano la risata, dominato com’è dall’ombra della morte che è la fon-te – evidente o nascosta – dell’ango-scia da cui sono travolti i personaggi. Un’inquietudine ben nota allo stesso regista, che da sempre la combatte con l’ironia e ha dichiarato di essere

“fermamente contrario alla morte”. Un terrore al quale scampa solamente Helena (Gemma Jones), l’anziana si-gnora che all’inizio del film vediamo uscire da un taxi londinese per infi-larsi nello studio di una cartomante, della quale implora l’aiuto.Il marito Alfie (Anthony Hopkins, me-no gigione del solito), in cerca di un rimedio all’incalzare della vecchiaia, l’ha abbandonata per risposarsi con una prostituta giovane e vistosa. La figlia Sally (Naomi Watts) chiede sol-di per tirare avanti un matrimonio in crisi: è sposata con Roy (Josh Brolin),

scrittore da un solo libro che, incassa-to il successo dell’esordio, non riesce più a produrre niente di valido. Moglie e marito occhieggiano altrove in cerca della felicità. Lei si invaghisce del suo principale (Antonio Banderas), titola-re di una galleria d’arte; lui flirta con la bella dirimpettaia (Freida Pinto).Un crescendo inesorabile – ma un po’ sbrigativo nella scrittura, al contrario di quanto avviene generalmente con Allen – condanna i personaggi all’in-felicità. Nemmeno attenuata da qual-che sussulto morale: a restare più im-presso è Roy, pronto a sfruttare cini-camente le disgrazie altrui pur di non dissolversi nel nulla letterario. L’unica a non uscirne con le ossa rotte è ap-punto Helena. Sentimentale, sincera fino all’eccesso, parecchio affezionata alla bottiglia, credulona per ingenuità ma anche per convenienza, la donna

trova nei responsi della cartomante il sostegno che le dà la forza di frappor-re un argine alle richieste altrui. Con-vinta dalla maga di essere destinata alla reincarnazione, condivide questa certezza con un coetaneo che attende segnali dalla moglie defunta.La commedia umana di Allen ha oggi spesso il difetto di mancare proprio di “humanitas”, di un briciolo di con-divisione e pietà. Il regista sbeffeggia i suoi personaggi che annaspano sen-za speranza sull’orlo della voragine. Non fa mistero di ritenere che solo le illusioni, le “favole antiche” di leopar-diana memoria, possano regalare agli uomini qualche malinteso momento di felicità. Pure, Helena appare l’uni-ca che – sia pure in modo ingenuo – è capace di gettare lo sguardo oltre il limite temporale della vita. È questa la sua salvezza, e anche la nostra.

La passionedi Carlo Mazzacurati

Sala della comunitàCRYSTAL – LOVERE: venerdì 10 dicembre

ore 21.00

The social networkdi David Fincher

Sala della ComunitàSAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 10 dicembre ore 20.45; sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 20.45

Cineforum

Cattivissimo medi P. Coffin, C. Renaud, S. Pablos

Sale della comunitàSERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 11 dicembre ore 20.45; do-menica 12 dicembre ore 15.00, 20.45; lunedì 13 dicembre ore 20.45; INZINO – INZINO: lunedì 13 dicembre ore

Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardianidi Zack Snyder

Sale della comunitàSAN LUIGI – LODRINO: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 di-cembre ore 20.30; ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 11 di-cembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 14.30, 17.30, 20.30; AU-RORA – PAVONE MELLA: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 15.00, 20.45; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 11 dicem-bre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 16.00, 20.45

Maschi contro femminedi Fausto Brizzi

Sala della comunitàLA ROCCA – SABBIO CHIESE: saba-to 11 dicembre ore 21.00; domeni-ca 12 dicembre ore 15.00

The social n

Il regno di Ga’Hoole – La l

Affascinato dalle storie del padre, Soren, un giovane gufo, sogna di diventare uno dei Guardiani di Ga’Hoole, un mitico corpo di gufi guerrieri, che salvarono tutti i gu-fi sconfiggendo i cattivi Pure Ones, nel corso di una epica battaglia. Un giorno, discutendo con il fratello ca-dono dalla loro casa sull’albero e so-no rapiti dai Pure Ones e portati nel loro territorio. Soren, capisce che la loro unica possibilità raggiungere il Grande Albero...

Harry Potter e i doni...di David Yates

Sale della comunitàAURORA – PONTE CAFFARO: sa-bato 11 dicembre ore 21.00; do-menica 12 dicembre ore 21.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.00

Saltdi Phillip Noyce

Sala della comunitàPAOLO VI – PREVALLE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.30; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 20.30

Salt

Ti presento un amicodi Carlo Vanzina

Sala della comunitàSPLENDOR – ODOLO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 20.30

Cattivissimo me

In una sera d’autunno del 2003 Mark Zuckerberg siede al suo com-puter e inizia con passione a lavo-rare a una nuova idea. Quello che prende vita nella sua stanza diven-terà presto una rete sociale globa-le che rivoluzionerà la comunica-zione. In soli sei anni e con 500 mi-lioni di amici, Mark Zuckerberg è il più giovane miliardario della sto-ria... ma per lui il successo porterà anche complicazioni sia personali, sia legali...

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45LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Economia e lavoro

Il Censis è pessimista. Nelle consi-derazioni generali del 44° Rapporto dedicato alla situazione del Paese Giuseppe De Rita adopera toni molto duri sulla situazione attuale evocan-do “sensazioni di fragilità sia perso-nali che di massa, che fanno pensare ad una perdita di consistenza (anche morale e psichica) del sistema nel suo complesso”. Il Rapporto fa notare al-cune contraddizione italiane. Alcune riguardano il mondo del lavoro e del-la produzione: aumentano disoccu-

Desiderare: un verbo contro la crisi

pazione e precarietà ma ci sono più di 2 milioni di giovani che non fanno nulla perché non trovano il “lavoro adatto”; si dice che occorre flessibi-lità ma siamo il Paese europeo che fa meno uso degli straordinari che so-no il modo più semplice per essere flessibili; abbiamo creato nell’ultimo decennio più posti di lavoro di ogni altro Paese europeo ma ciò non si è tradotto in aumento di ricchezza; la popolazione residente è aumentata anche per gli immigrati ma ciò non si

è tradotto in un aumento del prodot-to interno lordo, anzi il reddito pro-capite è diminuito. Il Censis ritiene che il modello italiano abbia retto la crisi. Rimaniamo al quinto posto tra i Paesi più industrializzati, superiori a Francia e Gran Bretagna, le esporta-zioni aumentano anche se il volume complessivo della quota di mercato internazionale diminuisce perché ora ci sono anche altri nuovi Paesi emer-genti. Eppure, secondo il Censis, si tratta di un modello non più replicabi-le, ossia giunto al capolinea. Non solo perché l’immobiliare non tira più, ma soprattutto perché “siamo una socie-tà in cui gli individui vengono sempre più lasciati a se stessi, liberi di perse-guire ciò che più aggrada loro senza più il quotidiano controllo di norme di tipo generale o dettate dalle diver-se appartenenze a sistemi intermedi”; “È l’insicurezza il vero virus che ope-ra nella realtà sociale di questi anni”. Il mondo di esprimersi di questi Rap-

porti è spesso letterario: non manca il “deserto che avanza”, né la “so-cietà piatta”. Forse il giudizio è trop-po severo e tranciante, ma che nella società italiana serpeggi comunque un’aria di incertezza e difficoltà lo si nota da tanti segni. Quale la proposta del Censis davanti a questo quadro? Si tratta di un appello a ricominciare a “desiderare”: “Torniamo a deside-rare” può apparire una indebita inci-tazione profetica, ma è piuttosto la riproposizione di una virtù civile, un ritornante raccogliersi sulla dimen-sione più intima dei singoli e delle comunità”. Si riparte quindi dal bas-so, dalle persone, dalle associazioni, dalle realtà locali. Di fronte all’inerzia conservatrice delle burocrazie e dei grandi apparati il messaggio del Rap-porto ripropone la vitalità innovativa della società civile, delle autonomie e delle originali esperienze innovative, senza farsi condizionare dalla “offer-ta continua” del tardo capitalismo.

I di Stefano Fontana

Giuseppe De Rita, dopo avere analizzato la situazione complessiva del Paese ancora in balia delle paure e dei timori causati dalla crisi, indica potenziali piste per risollevare l’Italia e rilanciare un sistema in sofferenza

Analisi Il 44° Rapporto del Censis

Quello che va a concludersi è stato per l’associazione che riu-nisce i titolari delle farmacie bresciane un anno di particola-re impegno, diviso tra la tensione al costante miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza e la preoccupazione di fa-re comprendere alla politica che il mondo della farmacia non può essere considerato una della tante casseforti a cui attin-gere in momenti di crisi.Ha preso le mosse proprio da quest’ultima considerazione il bilancio di fine anno di Clara Mottinelli, presidente dell’asso-ciazione in prima linea nella battaglia contro il prelievo for-zoso sul sistema sanitario nazionale previsto dalla legge di stabilità. “La proposta originaria − afferma la dott.ssa Motti-nelli − caricava sul sistema delle farmacie un prelievo forzoso del 3,6%. A fronte delle nostre proteste la politica ha capito la sperequazione commessa e ha ridotto del 50% il prelievo stesso, non addossandolo però solo sulle farmacie ma su tut-te le realtà che con queste costituiscono la filiera del farmaco: produttori e magazzini”.Il 2010 è stato per le farmacie anche l’anno del rinnovo delle cariche sociali, con l’elezione di Clara Mottinellli, già presiden-

te di Atf Brescia, alla presidenza dei titolari di farmacie rurali e il conseguente inserimento nell’esecutivo di Federfarma Lom-bardia. Il sistema delle farmacie ha guardato con grande atten-zione anche ad alcuni passaggi legislativi. Con soddisfazione ha accolto l’emanazione di tre decreti attuativi della legge 69 del 2009. Il primo disciplina l’attività di infermieri e fisiotera-pisti, il secondo istituzionalizza le farmacie come centro unico prenotazioni e il terzo individua le prestazioni diagnostiche sanitarie eseguibili in farmacia. “Passo dopo passo − afferma al proposito Clara Mottinelli − le farmacie stanno evolvendo in centri di cure primarie, confermandosi una fondamentale rete sul territorio a servizio dei cittadini”. Di qui l’impegno per fare in modo che tutte le farmacie dell’associazione possano essere messe nelle condizioni di erogare i servizi, una volta definiti, garantendo al pubblico elevati standard di qualità. In questa prospettiva si colloca un impegno che Atf ha assunto per il prossimo anno: quello di lavorare in sinergia con le al-tre professionalità coinvolte (medici di base su tutti) per fare in modo che i decreti emanati non restino lettera morta ma diano seguito ad azioni concrete.

Bilanci di fine anno

Il 2010 delle farmacie

bresciane

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47LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Il digitale, una sfidaper i distrettiEsperti del settore a confronto su un tema che potrebbe avere sviluppi nel Bresciano

Ndi Roberto Barucco

Nuove prospettive per una provin-cia digitalizzata, ma sempre inferio-re per quote percentuali all’assetto lombardo. Il tema è stato affrontato nelle scorse settimane nell’ambito del convegno “Col ferro e col silicio” tenuto in Aib. Un passaggio epocale a suon di bit e mega che il territorio non può perdere, complice il rischio di una perfomance scarsa in termini di competitività globale. Titolo azzec-cato, allora, quel “col ferro e col sili-cio”, da un lato la tradizione: appunto quel ferro che è nel dna dei bresciani e delle loro imprese. Dall’altro il sili-cio, simbolo dello sviluppo tecnolo-gico, della competizione globale. Fer-

ro e silicio, passato e futuro, hanno convissuto nel summit, il primo del genere, organizzato dall’Associazio-ne industriale in sinergia con il Csmt (Centro servizi multisettoriale e tec-nologico). Il focus si è concentrato sulla tecnologia, sul digitale porta-to a livello pubblico e d’impresa e, ovviamente, sul mezzo per poterci lavorare, la banda larga. “Una priori-tà strategica per la competitività del Paese, con Confindustria impegnata direttamente nella realizzazione di un progetto di sistema – ha confermato Gabriele Galateri di Genola, delega-to di Confidustria per Comunicazio-ni sviluppo banda larga . Un progetto

che si traduce in efficienza azienda-le, risparmio, vantaggi che derivano dalla dematerializzazione del carta-ceo per arrivare al ricorso all’Ict nel business, seguendo un percorso ben tracciato dalla presidente Emma Mar-cegaglia: utilizzare al massimo la leva dell’Ict per incrementare la produtti-vità delle imprese, l’efficienza della Pubblica amministrazione e la qualità di vita dei cittadini”. Dalle infrastrut-ture alla tecnologia, visti in una nuo-va ottica, nel ruolo di elementi abili-tanti, per creare modelli competitivi e di business. È la necessità di una nuova consapevolezza e di una nuova prospettiva nell’accostarsi all’Ict, che ha unito nel Summit 2010 i rappre-sentanti delle aziende medio-grandi, i responsabili di multinazionali, i ver-tici della Camera di Commercio loca-le, Università di Brescia, docenti del Politecnico di Milano e dell’Ecole des hautes études commerciales Paris.

“Serve un progetto aggregatore for-te – ha sottolineato Gabriele Galateri – e ritengo che una realtà come l’Aib sia assolutamente idonea per questo ruolo. Gran parte delle proposte sono state recepite dal Governo. Tuttavia, a oggi, anche a causa della crisi econo-mica, questi piani sono stati realizzati solo in parte, lasciando di fatto al ter-ritorio l’onere di favorire lo sviluppo di un ecosistema digitale”. Non esserci, è stato evidenziato nel corso del convegno, significa perde-re quote di mercato. Ecco perché, tra le tante iniziative, trova spazio la di-sponibilità del Comitato “Banda Lar-ga” a intervenire in tavole rotonde regionali, proprio in considerazione della crescente importanza delle Re-gioni nella definizione, nell’attivazio-ne e nella realizzazione di piani per lo sviluppo e di servizi digitali. Una serie di passaggi che comprende anche il progetto ‘distretti industriali’.

Innovazione Un convegno promosso da Aib

Economia e lavoro

Tessuto

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48 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Economia e lavoro Agricoltura

Si è svolta il 4 dicembre scorso nella sala conferenze di Ubi Ban-ca l’assemblea generale elettiva di Coldiretti Brescia, che ha ricon-fermato Ettore Prandini alla cari-ca di presidente. L’assemblea ha eletto il Consiglio direttivo (per statuto interamente composto da imprenditori agricoli), il Collegio dei revisori dei conti e il Comitato dei probiviri. Con l’assemblea di è formalmente concluso il lavoro di rinnovamento che aveva preso il via il 25 ottobre con il rinnovo del-

Sdi Massimo Venturelli

le cariche delle sezioni comunali e intercomunali. Proprio i 148 pre-sidenti di sezione – con l’aggiunta del delegato Giovani impresa, del-la responsabile Donne impresa e del presidente dell’Associazione pensionati – sono stati chiamati al voto per il rinnovo del consi-glio direttivo della sigla di via San Zeno. L’organismo neo eletto si è auto-convocato al termine dell’As-semblea per l‘elezione della giun-ta esecutiva composta, oltre che dal presidente Ettore Prandini, dal

delegato Giovani impresa Michele Saetti, dalla responsabile Donne impresa Maria Gerola e dal presi-dente dell’Associazione Pensionati Giacomo Usardi, dai cinque mem-bri eletti: Andrea Cristini, Guerino Gheza, Walter Giacomelli, Marusca Turelli e Michelangelo Zucchi. I pri-mi e prioritari obiettivi, ha annun-ciato Ettore Prandini, “riguardano innanzitutto la direttiva nitrati, che dev’essere ridiscussa e non solo prorogata, e questo ci vede ope-rare con l’appoggio dell’assessore regionale Giulio De Capitani, oltre alla prosecuzione del progetto di una Filiera tutta agricola e tutta italiana con la realizzazione di una rete di Vendita diretta organizzata”. Ettore Prandini, nella sua relazione, ha parlato di “un appuntamento fon-

damentale, e non solo di routine”, e ha proseguito stilando un excursus dei precedenti quattro anni di atti-vità, passando da un inquadramen-to della situazione nazionale a una panoramica dell’attività della Fe-derazione provinciale, degli obiet-tivi raggiunti e dei traguardi che si profilano all’orizzonte per il futuro. “Concludo – è stato il passaggio fi-nale della relazione del confermato presidente Prandini - ricordando a me stesso e a tutti voi che abbiamo il dovere, da imprenditori quali pre-tendiamo di essere, di avere fiducia nel futuro, in Coldiretti e nelle no-stre scelte, convinti che l’avvenire migliore non è quello che subiamo, ma quello che sappiamo costruire con le nostre mani e con la nostra intelligenza”.

Prandini confermato presidente

Con il rinnovo del Consiglio concluso un lavoro avviato nel mese di ottobre

Coldiretti L’assemblea generale

Ettore Prandini con Luca Zaia

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49LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Accordoper il contratto dei tessiliÈ stato sottoscritto da Confartigianato, da sindacati e organizzazioni di categoria

Cdi Massimo Venturelli

Confartigianato con i sindacati e le altre organizzazioni di categoria dell’artigianato, lo scorso 3 dicem-bre, hanno firmato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo na-zionale di lavoro dell’area tessile-moda (che comprende i settori tes-sile, abbigliamento, calzaturiero, pulitintolavanderie, occhialeria). Si tratta di un importante sottoscri-zione che riguarda anche tanto l’ac-cordo, che ha durata triennale (1 gennaio 2010 - 31 dicembre 2012), prevede un aumento medio men-sile a regime (riferito al 3° livello operaio specializzato) di 76 euro. Gli incrementi salariali saranno

erogati in tre tranche: la prima, di 30 euro, con la retribuzione di di-cembre 2010; la seconda, di 20 eu-ro, con la retribuzione di settembre 2011; la terza, pari a 26 euro, con la retribuzione di giugno 2012. Verrà inoltre erogata una somma a tito-lo di una tantum di 122 euro in due tranches la prima di 61 euro con la retribuzione di marzo 2011 e la seconda di 61 euro a marzo 2012. Soddisfazione per l’accordo viene espressa da Eugenio Massetti, Pre-sidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia, il quale fa rileva-re “la novità dell’accorpamento in un unico contratto d’area dei con-

tratti dei settori tessile, abbiglia-mento, calzaturiero, pulitintolavan-derie, occhialeria, così come previ-sto dal nuovo modello contrattuale dell’artigianato”. Massetti fa rileva-re che “l’intesa valorizza la pratica della bilateralità e prevede l’avvio, a partire dall’1 gennaio 2011, di un fondo sanitario integrativo per i di-pendenti delle imprese dei settori interessati dal contratto”. Le parti si incontreranno a genna-io per procedere anche al rinnovo del contratto nazionale di lavoro del tessile, abbigliamento e calza-ture delle piccole e medie imprese. Organizzazioni imprenditoriali e sindacati di categoria hanno sot-toscritto un avviso comune sul made in Italy per individuare azio-ni di tutela delle imprese dell’area tessile-moda. Anche se la crisi in atto si è fatta sentire pesantemente su un com-

parto come quello del tessile e dell’abbigliamento, il settore con-tinua a essere importante per la Brescia che non a caso è sede, nel-la Bassa, di un apposito distretto. Il Distretto della Bassa Bresciana comprende 12 Comuni: 10 della provincia di Brescia (Alfianello, Barbariga, Bassano Bresciano, Ci-gole, Manerbio, Offlaga, Pontevico, San Gervasio Bresciano, Seniga, Verolanuova) e due della provincia di Cremona (Corte de’ Frati, Gab-bioneta Binanuova). All’interno del suo territorio risiede una po-polazione di circa 43mila abitanti. Il distretto è specializzato nelle confezioni e abbigliamento. Nel 2007 prima della crisi erano 1188 le aziende del settore operanti nel Distretto, qualcosa come 11mila i suoi occupati, il loro fatturato sfio-rava i 300 milioni di euro. Poi, ov-viamente, c’è stata la crisi.

Lavoro Un importante traguardo

Economia e lavoro

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GIORNATA DI VOCE 7 NOVEMBRE 2010

LA VOCEDEL POPOLO

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Modalità di abbonamento

Abbonamento online con carta di credito su www.lavocedelpopolo.it

Abbonamento con bollettino postale intestato a:Fondazione Opera Diocesana San Francesco di Sales n. 18881250

Abbonamento presso il Centro per le Comunicazioni Sociali di via Callegari, 6 - 25121 Brescia.

Per qualsiasi informazione:Ufficio abbonamenti Tel: 030 44 250e-mail: [email protected]: 030 280 93 71

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n° 30

I quattro amori della Traviatadi Giancarlo Paris, ofm conv.

Sera d’estate, davanti alla tv ascoltando “La traviata” di Verdi. Quattro atti e quattro

amori. Nel primo la “mantenuta” scopre per la prima volta la gioia di “essere amata,

amando”: San Francesco piange all’idea che l”’Amore non è amato”. La corrispon-

denza degli affetti oggi, è quanto mai rara e fragile. Nel secondo atto, Violetta deve

compiere l’ “amaro sacrifizio” di rinunciare ad Alfredo per l’onore della di lui famiglia:

anche Gesù trasfigura il suo amore in Sacrificio per restituire l’onore al peccatore. Nel

terzo, Alfredo che non ha compreso “tutto l’amore” di Violetta la svergogna in pubblico

e lei accetta di amare “sino al prezzo del tuo disprezzo”. Anche qui il pensiero va a Gesù

non solamente umiliato, ma deriso, schernito al Calvario. Infine sul letto di morte l’amore di

Violetta, riscattato, si trasforma in preghiera per quella “pudica vergine” che un giorno prende-

rà il suo posto nel cuore di Alfredo. Lei, “nel ciel tra gli angeli” pregherà per lei e per il suo amato.

Una prostituta non solo ci precede nel Regno, ma ci insegna i gradi dell’amare.

Quella che a Duisburg, in Germania, doveva essere una festa

della musica si trasforma in una tragedia: 21 i morti, 516 i feriti.

Tra le vittime la giovane bresciana Giulia Minola

i G i df t

Inutile strage

WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 23 LUGLIO 2010

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n° 29

Segni che parlanodi Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno prepa-rato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per

ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi sono nudi, perché si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma.

Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi prote-

so a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. Così anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un

bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua bocca”, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerà onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo.

Mentre il Governo fa marcia indietro e ridimensiona la “legge-bavaglio” sulle intercettazioni telefoniche, nessuna novità

sul fronte delle agevolazioni postali che mettono a rischio la stampa del territorio e i settimanali cattolici.

Questa “nuova legge bavaglio”, definita da Avvenire “delitto mediatico”, colpisce anche la nostra “Voce”

Leggebavaglio

WWW.LAVOCEDELPOPOLO.ITSETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 9 LUGLIO 2010

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n° 27

Ragazze speciali: Giulia

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Giulia voleva sposarmi ma troppe cose ci separavano: lei aveva vent’anni più

di me e poi era speciale. Ricoverata da anni nell’Istituto Palazzolo di Grumel-

lo per un grave handicap mentale. Un bruto aveva approfittato di lei e Giulia

aveva avuto un bambino che poi è stato dato in adozione a un’altra famiglia;

però lei se lo ricordava: si toccava la pancia e diceva “è piccolo!”. Giulia aveva

delle intuizioni incredibili. Un giorno siamo entrati nella cappella dell’Istituto. Le

ho mostrato il tabernacolo dicendo: “Là c’è Gesù”. Lei ha guardato e a voce bas-

sa ha detto: “Ma è anche nel mio cuore”. Sono partito e Giulia mi mancava molto.

Quando tornavo a casa passavo dall’Istituto prima di andare da mia madre (lei lo sa e

mi ha perdonato questa “preferenza”: ho una mamma buona). Suor Ornella mi riferiva

che Giulia per giorni diceva: “Ti aspettavo ieri!... Mi ha detto che arrivava…”. Sembrava

“avvertire” il mio ritorno. Davvero una donna speciale.

Dopo la marcia

indietro del Governo

sui tagli all’assistenza

per i disabili, resta

in campo il tema

del sussidio di

accompagnamento.

Segno di speranza

sono, anche a Brescia,

le tante associazioni

che s’impegnano a

servizio dei più deboli

Figli di un dio

minore

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51LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Sport Brescia Beretta è il nuovo allenatore

Fiducia, senza porsi alcun limite

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anche con lo stesso modulo ma quello che ogni allenatore porta sono concet-ti diversi. Il mio 4-4-2 può essere diver-so da quello di un altro allenatore”. A Siena Mario Beretta si salvò giocan-do con un trequartista dietro alle due punte, un po’ come ha giocato il Bre-scia: “Questo modulo si può adattare alle corde dei giocatori del Brescia, ma ritengo che bisogna avere più pos-sibilità, sia di moduli, sia inserendo nello stesso modulo giocatori diversi. Non è detto che un modulo sia più o meno offensivo di un altro in base al numero ma in base al movimento del-la squadra in fase offensiva e in fase difensiva” aggiunge il nuovo mister. Entusiasmo e fiducia nella squadra: “Dobbiamo puntare innanzitutto alla salvezza, aggiungere stimoli nuovi” di-ce mister Beretta. Ma indiscrezioni dicono che sul con-tratto ci sia una clausola di un premio per il raggiungimento dell’Europa Le-ague: “Non poniamoci limiti, dalla sal-vezza all’Europa”. E il bello è che il mi-ster ci crede e chiede anche ai tifosi di crederci e di restare vicini ai giocatori e alla squadra, soprattutto in momen-ti difficili. In questo senso l’iniziativa per la partita contro la Sampdoria (al momento della stampa non siamo an-cora in grado di sapere cosa si farà) “Orgoglio bresciano”: nei settori a 15 euro il biglietto acquistato allo stadio o in sede costerà 10 euro.Fiducia nei giocatori: “Solo allenandoli scopro dinamiche caratteriali e di altro tipo che non contano con la tecnica” dice mister Beretta e non tralascia di raccontare che anche l’esperienza fat-ta come insegnante serve, “che siano ragazzi delle superiori o calciatori, un poco più adulti, è un’esperienza che serve per capire. Ma non vuol dire che non si sbaglia. Si deve sbagliare meno possibile e attaccare il tempo, perché non ne abbiamo. Bisogna ca-pire molto più in fretta”. Un’attenzio-ne alla relazione oltre che al calcio e alla tecnica. Si vince anche così. Senza porsi limiti...

di Mauro Toninelli

Il presidente Gino Corioni e il nuovo mister Mario Beretta

Nato a Milano, 51 anni, non è mai retrocesso dalla Serie A alla Serie B. Sostituisce

in panchina Beppe Iachini, che ha salutato Brescia mercoledì 8 dicembre.

L’obiettivo del nuovo tecnico (ascolta su www.radiovoce.it) è la salvezza ma sul

contratto c’è un premio per la qualificazione in Europa League. Un passo alla volta, ma

“senza porsi limiti” sottolinea il neo mister

Fiducia nella squadra. È questa la sen-sazione che Mario Beretta trasmette alla sua presentazione. Ad inizio setti-mana Giuseppe Iachini, dopo la parti-ta persa con il Milan, è stato sollevato dall’incarico dalla società: “Gli imputo di non aver saputo vincere” ha chiuso Gino Corioni, ringraziando e lodando comunque l’ormai ex-tecnico delle Rondinelle. A Iachini va comunque il nostro affetto e gratitudine per il ri-torno nella massima serie e per aver-ci mostrato in determinate situazioni una squadra che sapeva giocare a cal-cio e imporre gioco.Il presidente ha anche fatto una bat-tuta sul mercato: “Il Brescia deve ven-dere, faremo qualche sacrificio con la primavera, anche se mi costa. Carac-ciolo non si muove fino a giugno. Se lo vendiamo perché arriva una proposta molto interessante non sarà certo il 31 gennaio, perché dobbiamo ovviamen-te muoverci per rimpiazzare”.Presentando Mario Beretta, 51 anni compiuti lo scorso 30 ottobre e nati-vo di Milano, il patron biancoazzurro ha aperto dicendo che la presentazio-ne di un tecnico subentrato in corsa è una cosa che non si vorrebbe mai fa-re, ma che lui è portato spesso a fare perché “a Brescia restano solo gli alle-natori bravi che sanno portare la squa-dra in Serie A o che se, sono in Serie A, la mantengono. Beretta non è mai retrocesso dalla Serie A alla Serie B”; che sia di buon auspicio. Mario Beretta è cambiato negli anni, dalla sua presenza a Lumezzane è cre-sciuto “le esperienze positive e negati-ve ti cambiano e si spera ti cambino in meglio”. Nelle sue parole anche il ringraziamento a Iachini per il lavoro fatto e la costatazione che il Brescia “ha giocato bene, è stato sfortunato e ha raccolto meno di quanto meritas-se”; ritornello non nuovo, mister! Poi la tecnica, il lavoro, come mette-rà la squadra in campo: “Lavoreremo su tutto all’inizio. Se devo dire quello che da fuori mi è parso di vedere, al Brescia manca il gol. Si può giocare

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52 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010 Sport

N

di Roberto Moscarella

Non si vive di solo calcio. O meglio, magari fosse così. Nel nostro territo-rio, però, c’è chi – almeno una volta all’anno – vuole dare spazio e pre-miare tutti quegli atleti che nel corso del 2010 hanno portato in alto il no-me della nostra città e i colori della provincia nelle cosiddette discipline “minori”. Si tratta del premio “Sport e passione”, riconoscimento alla prima edizione e assegnato nei giorni scorsi nella Sala consiliare di Palazzetto Bro-letto. Cerimonia presentata da Gianni Poli, storico vincitore della maratona di New York nel 1986. 12 i premi asse-gnati nel corso della serata presieduta dall’assessore provinciale allo sport Fabio Mandelli. A partire da Luca Colosio, argento nel peso e oro nella staffetta per poi proseguire con Silvia Preti, atleta disabile oro nel giavellot-to e nella staffetta 4X100. A seguire, Sarwar Ghulam che – nel baseball per ciechi – è stato fra gli artefici dei tre scudetti consecutivi conquistati dalla formazione meneghina dei Thunder’s Five. Per quanto riguarda il running – invece – si è contraddistinta Valentina Belotti, campionessa italiana di corsa in montagna, campionessa del mon-

do a squadre e detentrice del record mondiale nel chilometro verticale. Premiate anche due coppie: quella composta da Cristina Zatti e Marco Pescatori, argento agli Europei di pat-tinaggio artistico a rotelle. E che dire della morra? Ebbene sì, i numeri uno sono Bernardo Pavarini e Giannino Ferrari. Si sono uniti, sportivamente, nel 2005 conquistando quattro titoli italiani di fila e quattro Coppe Italia. Per la mountain bike, il punto di rife-rimento rimane sempre Carlo Man-fredi Zaglio che, in questa stagione, ha aggiunto altre perle al suo curri-culum sportivo vincendo Mondiale, Europeo e tricolore nella categoria Master 3. Dalle due ruote alla preci-sione dei tiratori: è il turno dei fra-telli Luca e Andrea Miotto, campioni d’Italia ad appena 14 e 20 anni. Il più esperto Esterino Magli, invece, è re-duce dall’oro ai Campionati europei (categoria standard senior) nel tiro dinamico sportivo. In ultimo, ma non per importanza, assegnati due premi speciali: al Moto Club Collebeato (che nella classifica regionale è terzo per risultati conseguiti da piloti, per l’at-tività di promozione del trial e per nu-

mero di tesserati) e al maestro di judo Franco Capelletti, una vera e propria istituzione tutta “made in Brescia” nel panorama delle arti marziali. Non a caso Capelletti, oltre a essere il fon-datore dell’omonima società sportiva, è l’unico italiano a essere in possesso della cintura nera nono dan oltre ad essere insignito della stella d’oro sia del Coni che della Federazione italia-na judo karate e arti marziali.“Il Premio – ha spiegato Fabio Man-delli – nasce dalla volontà di dare la giusta visibilità, a quelle discipline che difficilmente, o solo con fatica, riescono ad avere riscontri sui me-dia pur dando lustro al nome della provincia bresciana. Atleti, tuttavia, che nulla hanno da invidiare per spi-rito, passione, sacrificio e impegno a discipline e atleti più famosi. Siamo giunti alla prima edizione di un pre-mio che, mi auguro, possa diventare tradizione nel panorama provinciale. In attesa che questo secondo passo si realizzi – conclude Mandelli – rinno-vo i complimenti per un 2010 ricco di soddisfazioni e un “in bocca al lupo” per il 2011, a tutte le persone che ho avuto l’onore di premiare”.

Un premioagli sportivi

brescianiPrima edizione di “Sport e passione”, premio

riservato ad atleti di discipline definite “minori”

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I verbi da coniugareGioire, servire, vincere, confrontarsi, sfidare, allenarsi, vivere. Infiniti presenti per il futu-ro del Csi. Tutte voci del verbo essere Centro sportivo italiano. Assisi 2010 si chiude con al-cuni rappresentanti dell’associazione sul palco a testimoniare la gioia e la necessità di vivere un meeting davvero unico. Prenotandosi per il prossimo anno, ciascuno con differenti intenzio-ni. E le motivazioni di una kermesse così ricca e affascinante le spiega al meglio il presidente nazionale, Massimo Achini, nella sua relazione finale, “dopo un tragitto di due giorni inten-si, un ultimo chilometro che può portarci alla vittoria”. La domenica, giornata conclusiva del Meeting di Assisi 2010 si era aperta con la me-ditazione del consulente ecclesiastico naziona-le Csi, mons. Claudio Paganini e il successivo in-tervento di padre Kevin Lixey, responsabile per il Pontificio consiglio per i laici della “Sezione Chiesa e Sport”. “Lo sport è un bene comune, perché formato da individui che fanno collet-tività” è l’incipit del discorso fatto dal sacerdo-te statunitense. “Uno sport fisico e morale, che contribuisca alla educazione dei futuri cittadini. Sono molte le associazioni che si occupano di sport con grande tecnica e passione. Ma il Csi sa proporre un’attività di qualità che ha ulteriori prerogative”. Ecco allora il quintetto base dei principi che contraddistinguono il Csi come as-sociazione cattolica: essere strumento di forma-zione (impegno nel volontariato; confessare la fede cattolica, e lo fa attraverso scelte di alcune mete non casuali (Assisi, Terra Santa); la comu-nione con la Chiesa locale e universale (invito alla Gmg 2011); evangelizzare, essere lievito del-lo sport come disse Pio XII; vivere la solidarietà.

Centro Sportivo Italiano 53LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

Assisi Meeting di fine anno

Il bene comunee l’attività fisica

di Bruno Forza

Sport e bene comune si sono abbracciati ad Assisi lo scorso fine settimana in occasione del meeting di fine anno del Centro sportivo italiano, che ha radu-nato nella città francescana 700 ciessini provenienti da ogni angolo dello Stivale. Il tradizionale appun-tamento umbro è stato, come ogni anno, occasio-ne di incontro, condivisione e riflessione, con un occhio rivolto al presente e al futuro del comitato arancioblù. Ai convegni hanno preso parte perso-nalità illustri che hanno regalato spunti di rilievo ai presenti. Gianni Rivera ha parlato di bene comune: “Per me significa che i più capaci devono mettersi a disposizione di chi ha meno possibilità. Nello sport chi ha più talento ha più chance di arrivare primo. Sempre nel rispetto delle regole, però”. E ancora: “Lo sport è un’esperienza straordinaria: presuppo-ne vita sana, condivisione con i compagni per fare squadra, rispetto per l’avversario. E lo sport può cambiare il mondo: guardate che cosa ha fatto Man-dela”. C’è anche un privato da raccontare. I primi calci in strada, con i cappotti che facevano da pali di porte improvvisate. E poi la scoperta dell’oratorio, e di quei religiosi che in qualche modo imponevano

Calcio, pallavolo e atletica

Anche quest’anno il calcio a 5 raddoppia l’offerta spor-tiva con l’avvio del campionato provinciale juniores, che prende il via agli inizi del 2011. Il torneo riservato ai giovani funamboli indoor riguarda i nati dal 1993 al 1996. Potranno partecipare alla manifestazione gli atleti di compagini già iscritte ad altri campionati cies-sini, ma anche formazioni allestite per l’occasione. Per iscriversi ci sarà tempo fino al 18 dicembre. Mentre il Csi Brescia si prepara all’organizzazione del campio-nato giovanile le sfide tra gli open proseguono sen-za sosta. In Eccellenza sono al comando Faggi di Eva e Travagliato. I valtrumplini guardano tutti dall’alto nel girone A dopo il successo esterno su Gritti Elettro-tecnica (3-1), ma le cugine di Capriolo Real e Virtus distano tre soli punti dalla vetta. I bassaioli guidano

un girone B in cui l’equilibrio regna sovrano, con le prime sei squadre raccolte in due punti. In Promozio-ne il divario tra le prime della classe e le inseguitrici inizia a farsi corposo. Domina il trio dei 30 punti, con Bar la Corsina e Celtic Urago appaiate nel gruppo A 5 lunghezze avanti a Tony Team S. Paolo e Polpenazze capolista del gruppo B, già a +8 su Filippini Rettifiche.Pallavolo. Le sfide sotto rete del campionato open femminile proseguono senza soste. La notizia di mag-gior spicco è che il sestetto del Consorzio Vela Carpe-nedolo ha finalmente trovato avversarie in grado di dargli filo da torcere. Nel girone A, infatti, le campio-nesse in carica dovranno sudare per avere la meglio su Star Volley Academy Nord, capace di conquistare sette vittorie consecutive senza perdere nemmeno un set.

Anche S. Pancrazio ha le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e ha tutte le intenzioni di restare a lungo in zona podio. Nel girone B la squa-dra da battere è Serafica San Carlo, prima a quota 15 e reduce dal successo esterno nella palestra del San Faustino. Castenedolo e S. Angela Merici sono le di-rette inseguitrici. Il gruppo C, invece, è guidato dal Nave, ma Resto del Maury e Ponte Zanano hanno le carte in regola per stupire. Atletica. Domenica l’atletica torna protagonista del fine settimana sportivo arancioblu. L’appuntamen-to è a Rivarolo Mantovano, dove si svolgerà la prima prova del XX Trofeo regionale di corsa campestre. Il ritrovo è fissato per le 9, mentre la partenza delle ga-re avverrà alle 10.

Tutto pronto anche per l’indoor di calcio

un momento di preghiera alla fine del gioco. “C’era-no due campi, divisi da una fila di alberi. Da una parte si allenavano i più piccoli, dall’altra i grandi. Io, per età, ero tra i piccoli. Ma ci restai appena un giorno. All’allenamento successivo mi avevano già spostato fra i grandi. E fu con quella squadra e nel Centro sportivo che cominciai la mia avventura di calciatore”. Da un campione del calcio ad uno del-la pallavolo: Andrea Zorzi: “Considerare sport solo quello che le televisioni consentono di vedere è un grave errore – ha affermato ‘Zorro’ – e c’è dunque il rischio che gli attori in campo traducano male i veri valori genuinamente espressi”. Zorzi si è sofferma-to anche sui concetti di vittoria e sconfitta: “È bene che non vengano cancellati. Il bello dello sport è che il giorno dopo una sconfitta si può già pensare a recuperare per giocarsi la rivincita”. Anche la Chiesa ha fatto sentire la sua voce con l’in-tervento di mons. Pompili che ha affermato l’impor-tanza del Csi all’interno di una società sempre più digitale e virtuale. “La Chiesa – ha dichiarato – chie-de al Csi di realizzare cinque gol: fare esperienza e non solo esperimenti; agire e non solo gareggiare; dare voce alla parola e non solo alle parole; educar-si e non solo educare”. Una sfida da intraprendere nel segno dello sport per il bene comune.

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Cara Voce

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla re-sponsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sin-tetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblica-te lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popo-lo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a [email protected].

54 LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

L’amore, per essere eterno, ha bisogno di tempo

Egr. direttore,facciamo riferimento alla lettera di Lu-ca Pedroni sui percorsi per fidanzati e vorremmo esprimere anche il nostro parere essendo, oltre che sposi, anche animatori di percorsi di fede in prepara-zione al matrimonio. Concordiamo sul fatto che il sacramento del matrimonio possa essere, ed è, capace (con la gra-zia di Cristo), di esemplificare realmen-te l’immagine e l’Amore di Dio; come tale non può quindi essere supportato da una preparazione minima, risicata e ristretta. Non ci sembra che siano i fidanzati a chiedere poco; piuttosto, notiamo che le proposte dei nostri pa-stori, a volte, svalutano la domanda dei fidanzati, la bellezza del matrimonio e la grandezza della famiglia. Un legame così indissolubile, fedele, unico, totale e fecondo avrebbe bisogno di una con-tinuità di “formazione” e di relazioni interpersonali ben più lunghe, intense e importanti dei pochi incontri che i percorsi della nostra diocesi spesso of-frono. Questo per permettere a tutti di conoscere e discernere l’azione di Dio nella propria vita e diventare testimo-ni gioiosi del dono ricevuto. Accompa-gnare oggi i fidanzati in questo loro pre-zioso tempo di grazia, nella relazione con Cristo, vuol dire intessere rappor-ti significativi che richiedono tempo, pazienza, possibilità di confronto ve-ro e profondo, disponibilità reciproca

ad aprirsi e camminare in comunione con la Chiesa. Nella nostra esperienza riconosciamo di essere semplici stru-menti nelle mani di Dio, intravediamo la possibilità di scoprire Cristo in tutti e questi nostri fratelli, che chiedono di sposarsi in Chiesa, ci rammentano l’im-portanza del nostro esempio di relazio-ne gioiosa tra noi e con Dio. Purtroppo ci troviamo spesso nell’impossibilii-tà, anche temporale, di approfondire queste belle relazioni d’amore. Viene da chiederci: ma tra noi sposi e i nostri sacerdoti c’è realmente un confronto per comprendere cos’è il matrimonio e la vita coniugale? Troviamo uno strano strabismo: prontezza nel giudizio mora-le (morale coniugale) ma trascuratez-za nella preparazione, anche remota, e quasi assenza nell’accompagnamento. Tutto oggi sembra andar di fretta, ma i tempi di Dio non sempre sono i nostri tempi. Per ascoltarci e ascoltarLo è ne-cessario scegliere di stare tra di noi e con Lui. Costruire una relazione d’amo-re è già cosa lunga e difficile, costruir-la in Cristo ha tante altre prerogative che difficilmente potrà avvenire con le poche possibilità che oggi vengono offerte, proposte e/o richieste: l’Amore, per essere eterno, ha bisogno di tempo.

Fulvio e Anna

La Messa in latino

Egr. direttore,certamente ai lettori più giovani le pa-role Introibo ad altare Dei non diran-

Le ricette della settimana

Omnibus

Avvenimenti10 dicembre 1979A Oslo, in Norvegia, madre Teresa di Cal-cutta ritira il premio Nobel per la pace. Il riconoscimento include un aiuto in dena-ro di 1 milione di corone

11 dicembre 1997Viene redatto il Protocollo di Kyoto che prevede entro il 2012 la riduzione del-le immissioni dei cosiddetti gas serra del 5,2% rispetto al 1990

12 dicembre 1969Una bomba esplode all’interno della Ban-ca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana a Milano. 16 persone muoiono, circa 100 restano ferite

no nulla, ma per chi ha qualche anno in più la mente correrà subito al salmo con cui iniziava la celebrazione della messa prima della riforma liturgica de-gli anni ’60, secondo il rito che Giovan-ni XXIII aveva fissato per consegnare alla Chiesa universale la custodia del patrimonio della liturgia in latino e del canto gregoriano, che, invece, a poco a poco vennero dimenticati. Più recente-mente, grazie a significative decisioni dei pontefici, prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI, l’attenzione per

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questi tesori sta rinascendo. Anche a Brescia un gruppo di giovani si è im-pegnato per riproporre alla comunità cristiana la celebrazione, senza nostal-gie o rimpianti sterili, ma nella convin-zione che si tratta di una ricchezza che la Chiesa non può dissipare e che va fatta conoscere e amare anche a chi, per ragioni anagrafiche, ne ignorava l’esistenza. Così da un paio di anni, con l’autorizzazione del Vescovo e la disponibilità di mons. Serafino Corti, nella chiesa di San Zeno al Foro il sa-

Crema di gamberetti

Ingredienti: 300 g di gamberetti sgusciati, 150 g di misto per soffritto, 1 porro sottile, 2 cucchiai, olio d’oliva, 30 g di burro, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 100 cl di brodo vegetale, 500 g di patate, 1/2 bicchiere di vino, sale, pepe.

Preparazione: Unire il soffritto e il porro a rondelle a olio e bur-ro caldi, cuocere a fuoco dolce per 10 minuti, versare il brodo, unire le patate a pezzi e cuocere per 30 minuti. Unire i gambe-retti e il vino e dopo un po’ frullare il tutto, rimetterlo in pentola, salare, riportare a bollore e servire con pepe macinato di fresco.

Malfatti di spinaci

Ingredienti: 450 g di spinaci surgelati, 250 g di ricotta, 80 g di burro, 1 tuorlo d’uovo, formaggio parmigiano grattugiato, poca farina, noce moscata, pepe, sale.

Preparazione: Lessare gli spinaci, passarli al passaverdure e farli insaporire nel burro, aggiungere il tuorlo, la ricotta, la noce moscata, pepe e sale. Fare delle palline grandi come no-ci, infarinarle e gettarle in acqua salata in ebollizione. Quando vengono in superficie, scolarle e metterle in una pirofila im-burrata, cospargere con il burro e il parmigiano e metterle per 10 minuti al forno.

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Telefono

Cognome

Nome

Al concerto con “Voce”

Vinci due biglietti dei quattro disponibili per “Film in concer-to - Song song movie” domenica 26 dicembre alle 18 al PalaBrescia con Omnya Symphony Orchestra e il maestro Santori. Quest’anno è il settimo per l’evento benefico.Spedisci il tagliando entro il 17 dicembre a “Al concerto con ‘Vo-ce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Remo Tomasini ha vinto i biglietti per il concerto dei Nomadi del 3 dicembre al PalaBrescia.

“Film in concerto”

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

55LA VOCE DEL POPOLO10 DICEMBRE 2010

bato pomeriggio alle 18 si celebra que-sta messa in latino secondo il messale dell’editio typica del 1962. Certamente la messa ha un suo valore intrinseco, indipendente dalla lingua e dai canti che la accompagnano e la partecipa-zione alla celebrazione eucaristica non può né deve essere guidata da scelte estetiche o da gusti personali, ma è pur vero che la dignità e la sobrietà di questa celebrazione potranno essere per molti una bella scoperta e un mo-do per inserirsi nel pieno della grande tradizione della chiesa cattolica, favo-rita dal raccoglimento di una liturgia essenziale e solenne, in cui silenzio e contemplazione aiutano la mente e il cuore alla preghiera e alla lode.

Adriana Pozzi

La protesta pacificadegli studenti

Egr. direttore,dalla scuola all’Università finalmente i giovani sono sulle prime pagine dei quotidiani, al posto della cronaca nera e del gossip! La generazione definita dagli esperti “precaria e invisibile” ha deciso di salire in alto per farsi vedere, ascol-tare. Chi li ha bollati come vecchi e ha sentenziato “vadano a casa a studiare” è maleducato e si copre di ridicolo. A non studiare in questo Paese è una classe politica di governo che si ostina a fare lo struzzo, che promette di salvarci con queste e altre Riforme, anziché appron-tare un piano urgente, programmatico

e strategico, di rinnovamento sociale ed economico di lungo periodo come accaduto in molti altri Paesi europei, in primis in Germania dove per uscire dalla crisi si sono raddoppiate le spe-se in istruzione e ricerca. Molti giovani hanno chiaro il pericolo e sono stanchi della propaganda che non li rassicura. Ma far valere i propri diritti è dura: i na-ti dopo il 1970 nel nostro Paese sono più di 28 milioni e contano assai poco, la gerontocrazia da un lato e il mercato del lavoro mai riformato dall’altro. Sono stati in molti a stupirsi, a condannare e ridicolizzare l’ondata di protesta. Nelle città abbiamo visto schieramenti di polizia da guerriglia, si vuol far pas-sare il dissenso come una questione di ordine pubblico? L’immagine del fronte studenti con i libri-scudo davanti alla polizia è il vero e bel messaggio. Certo i provocatori e i facinorosi sono da iso-lare, ma gli studenti bravi sono la mag-gioranza, lo sanno da soli e si organiz-zano per difendersi dai provocatori. In questi giorni la Riforma Gelmini ha fat-to da bersaglio, ma i bisogni dei giova-ni sono ancor più strutturali. E anche i punti accettabili del decreto svanisco-no di fronte alla scelta ben più grave: mancanza di fondi e investimenti zero. La discordia non è più tanto e solo sui problemi pratici e sugli articoli della Ri-forma. No, la questione è un’altra: i gio-vani delle scuole hanno sentito dai loro colleghi dell’Università il forte richiamo alla comune condizione di incertezza, e insieme condividono il timore per un

futuro incerto e precario, dove i loro sforzi, anche di studio, rischiano di non servire a nulla. I giovani non stanno di-fendendo i baroni (pessimo slogan del ministro Gelmini), ma il loro diritto a crescere. Per fortuna i giovani ci sono ancora e a loro modo si sono fatti sen-tire, e bene, senza violenza, con idee e suggerimenti, vogliono contare di più, esserci e dialogare. Chi ne ha paura, chi teme di incontrarli e ascoltarli, rice-verli? Dobbiamo chiuder loro bocca e speranze? No, non ci sto, sono anche la nostra coscienza critica, meritano ascol-to e rispetto. Come vicepresidente del Consiglio di Istituto al liceo classico ho seguito le fasi della protesta. Ho consta-tato che l’idealismo dei nostri giovani è ancora la vera e unica motivazione a muoversi, che dal velleitarismo e dalla disorganizzazione i ragazzi possono im-parare e migliorare, che agli adulti chie-dono di conoscere modi e strumenti, e che noi dobbiamo continuare a ribadire e far applicare le regole basilari della de-mocrazia. Ad esempio con il dialogo e il confronto gli studenti dell’Arnaldo sono passati da un’improvvisata e vaga occu-pazione di pochi, a proporre un’attività culturale e di approfondimento che può coinvolgere tutta la scuola. E all’assem-blea generale di sabato hanno invitato insegnanti e genitori. Lavorare insieme si può e si deve. Una bella lezione an-che verso quella politica tutta italiana, che con il muro contro muro sta invece bloccando l’intero Paese.

Carla Bisleri

13 dicembre 2002Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Mal-ta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria entrano a far parte dell’Unione europea

14 dicembre 1911 Dopo secoli di fallimenti una spedizione riesce a raggiungere il Polo Sud, è com-posta da cinque uomini guidati da Roald Amundsen

15 dicembre 1979La Rai inaugura la terza rete tv che, con una programmazione nazionale e regio-nale, dovrebbe contrastare il crescente in-teresse verso le emittenti private

16 dicembre 1990Nelle prime elezioni democratiche di Haiti, Jean-Bertrand Aristide viene eletto presidente

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

D.: Nel 2010 ho iniziato il percorso che nel 2011 mi porterà ad adottare un bambino indiano. Mi hanno detto che in sede di dichiarazione dei redditi posso portare in deduzione le spese è vero?

R.: L’informazione che le hanno dato è corretta. La legge prevede la dedu-cibilità dal reddito complessivo del 50% delle spese sostenute per l’esple-tamento della procedura di adozione internazionale. Per poter usufruire della deduzione si deve essere in possesso della certificazione di un ente autorizzato che deve riportare sia le spese sostenute direttamente sia quelle sostenute dai futuri genitori. Le spese vanno dedotte per cassa e possono riguardare le traduzioni, i visti, i soggiorni. Si può usufruire della deduzione a prescindere dalla conclusione della procedura. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030 2409884.

Aforismi

L’erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù

(Ralph Emerson Waldo)

Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza

(Immanuel Kant)

Quando gioco con il mio gatto, chissà se sono io che mi sto divertendo con lui, o lui con me

(Michel de Montaigne)

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