La Voce del Popolo 2012 06

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Ǥ Le parole rivolte la scorsa settimana dal vescovo Monari al consiglio comunale di Brescia, cadono in un momento particolare. Dopo il passo indietro a favore dei tecnici del governo Monti la politica nazionale è in cerca di nuova identità e fa sentire gli effetti delle sue scelte anche a livello locale. La lezione di Monari sull’urgenza della concordia a Brescia guarda avanti, spinge ad agire con responsabilità per il bene comune. Pur nell’alternarsi del gioco democratico tra maggioranza e opposizione si impone lo sforzo di tutti per cercare con realismo, possibilmente fuori da ogni egoismo individuale e di gruppo, da ogni volontà di sopraffazione ed eliminazione dell’avversario, ciò che è utile e buono per la città. “Il ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 progresso della società – ricorda il Vescovo – è il risultato cumulativo di una serie di scelte intelligenti e responsabili”. E allora Monari invita tutti, come sempre, ma offre soprattutto, agli amministratori locali, riferimenti puntuali per la loro azione. Lo fa nello stile dei miti consigli. Naturalmente tra il dire e il fare il passo non è né breve, né automatico e Brescia e provincia non fanno eccezione. Pare che le vecchie maggioranze scricchiolino e certi instabili equilibri trovino proprio nei consigli comunali il banco di prova più delicato. La cronaca di questi giorni ci restituisce la crisi della giunta di Palazzolo che si aggiunge a quella di Gussago e di Malonno. Cosa accadrà alle prossime amministrative? Con quali schieramenti si presenteranno i partiti? Mentre crescono le schermaglie tra Pdl e Lega pare che il leghista Rolfi, segretario provinciale, abbia già risposto categorico: “Nessuna intesa alle prossime amministrative”. Tanti Comuni bresciani governati dal centrodestra si trovano, quindi, a gestire una sorta di compromesso permanente per giungere a fine mandato. Prevarrà il buon senso e la forza di relazioni personali di stima per andare al di là di indicazioni di rottura che vengono dall’alto? A Palazzolo e a Gussago sono stati proprio i consiglieri a “staccare la spina” a sindaci ormai impotenti. Il timore è davvero che il contagio si propaghi. Comunque sia i Comuni della Valle Camonica, dell’Oglio e della Franciacorta andranno al voto i prossimi 6 e 7 maggio con pochi altri Comuni tra cui Desenzano e probabilmente Ospitaletto. Come ci andranno? Le carte non sono ancora tutte in tavola. In casa Pdl si gioca la prossima settimana la partita per il coordinatore provinciale, il Pd e il Terzo polo sembrano più in attesa che qualcosa accada sull’altro fronte e poi ci sono le varibili della durata del governo Monti e soprattutto quale significato assumerà la sua vita nella vicenda politica del Paese. Se poi, come pare, i partiti metteranno mano alla legge elettorale (cosa auspicabile) le variabili sono ancora parecchie. A livello locale la risorsa più fresca resteranno le liste civiche se sapranno esprimere il meglio della società civile radicata nel territorio. Insomma la campagna elettorale sembra pronta a partire, e non so se è un bene. Forse perché i cittadini sono sempre più alle prese con i problemi quotidiani: i giovani nullafacenti, il lavoro che manca, il portafoglio che è vuoto, i servizi che vengono meno. Se a questi si aggiunge anche il freddo polare, la situazione è gelida. Che i santi patroni Faustino e Giovita ci mettano una mano sulla testa e intercedano ancora per noi liberandoci, anche questa volta, “ab omni malo (da tutti i mali)”. ǡ Politica bresciana. Pdl/Lega: rapporto al capolinea? Orzinuovi. La via maestra è la sinergia tra i Comuni ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Vademecum. Ecco le condizioni per fare le feste Accademia cattolica. Fede e ragione in dialogo Calcio. El Kaddouri: non scivola nemmeno sulla neve Crescita: donne e lavoro, conciliazione possibile? Ǥ ǤǤ Davanti alla malattia e alla sofferenza dalle più diverse for- me ci accorgiamo che le nostre parole vengono meno e for- te è la tentazione di ribellarsi a quella che riteniamo una profonda ingiustizia. Non voglio fare facile poesia, specie sul dolore degli altri. Colpisce però come, nella vita della Chiesa, siano presenti con frequenza persone sofferenti, ma con grande forza e tensione apostolica. Tra di esse possiamo senz’altro collocare la splendida figu- ra di Marta Robin (si scrive così, ma si legge Robèn; nata nel 1902 e morta il 6 febbraio 1981). Ragazza intelligente ed estro- versa, si trova a trascorrere gran parte della vita inchiodata al suo letto, partecipando profondamente alla Passione di Gesù. Eppure a lei accorrono migliaia di persone, che da lei ricevono con- siglio, consolazione, stimolo per una vita cristiana più intensa. Dalla sua camera fonda i “Foyers de charité” (Focolari di carità). Il suo segre- to? Fare in modo che le comunità siano, come le ha suggerito Gesù, “la casa del mio Cuore aperto a tutti”. Non potremmo anche noi almeno un poco aprirci a condividere questo segreto? Ǥ Ǥ ° ǡ ǯ Ǥ

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Brescia congelata. La morsa del gelo stringe anche Brescia e provincia. Registrate temperature record.

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Le parole rivolte la scorsa settimana dal vescovo Monari al consiglio comunale di Brescia, cadono in un momento particolare. Dopo il passo indietro a favore dei tecnici del governo Monti la politica nazionale è in cerca di nuova identità e fa sentire gli effetti delle sue scelte anche a livello locale. La lezione di Monari sull’urgenza della concordia a Brescia guarda avanti, spinge ad agire con responsabilità per il bene comune. Pur nell’alternarsi del gioco democratico tra maggioranza e opposizione si impone lo sforzo di tutti per cercare con realismo, possibilmente fuori da ogni egoismo individuale e di gruppo, da ogni volontà di sopraffazione ed eliminazione dell’avversario, ciò che è utile e buono per la città. “Il

progresso della società – ricorda il Vescovo – è il risultato cumulativo di una serie di scelte intelligenti e responsabili”. E allora Monari invita tutti, come sempre, ma offre soprattutto, agli amministratori locali, riferimenti puntuali per la loro azione. Lo fa nello stile dei miti consigli. Naturalmente tra il dire e il fare il passo non è né breve, né automatico e Brescia e provincia non fanno eccezione. Pare che le vecchie maggioranze scricchiolino e certi instabili equilibri trovino proprio nei consigli comunali il banco di prova più delicato. La cronaca di questi giorni ci restituisce la crisi della giunta di Palazzolo che si aggiunge a quella di Gussago e di Malonno. Cosa accadrà alle prossime amministrative? Con quali schieramenti si presenteranno i partiti? Mentre crescono le schermaglie tra Pdl e Lega pare che il leghista Rolfi, segretario provinciale, abbia già risposto

categorico: “Nessuna intesa alle prossime amministrative”. Tanti Comuni bresciani governati dal centrodestra si trovano, quindi, a gestire una sorta di compromesso permanente per giungere a fine mandato. Prevarrà il buon senso e la forza di relazioni personali di stima per andare al di là di indicazioni di rottura che vengono dall’alto? A Palazzolo e a Gussago sono stati proprio i consiglieri a “staccare la spina” a sindaci ormai impotenti. Il timore è davvero che il contagio si propaghi. Comunque sia i Comuni della Valle Camonica, dell’Oglio e della Franciacorta andranno al voto i prossimi 6 e 7 maggio con pochi altri Comuni tra cui Desenzano e probabilmente Ospitaletto. Come ci andranno? Le carte non sono ancora tutte in tavola. In casa Pdl si gioca la prossima settimana la partita per il coordinatore provinciale, il Pd e il Terzo polo sembrano più in attesa che qualcosa accada sull’altro

fronte e poi ci sono le varibili della durata del governo Monti e soprattutto quale significato assumerà la sua vita nella vicenda politica del Paese. Se poi, come pare, i partiti metteranno mano alla legge elettorale (cosa auspicabile) le variabili sono ancora parecchie. A livello locale la risorsa più fresca resteranno le liste civiche se sapranno esprimere il meglio della società civile radicata nel territorio. Insomma la campagna elettorale sembra pronta a partire, e non so se è un bene. Forse perché i cittadini sono sempre più alle prese con i problemi quotidiani: i giovani nullafacenti, il lavoro che manca, il portafoglio che è vuoto, i servizi che vengono meno. Se a questi si aggiunge anche il freddo polare, la situazione è gelida. Che i santi patroni Faustino e Giovita ci mettano una mano sulla testa e intercedano ancora per noi liberandoci, anche questa volta, “ab omni malo (da tutti i mali)”.

Politica bresciana.Pdl/Lega: rapporto al capolinea?

Orzinuovi. La via maestra è la sinergia tra i Comuni

Vademecum.Ecco le condizioni per fare le feste

Accademia cattolica. Fede e ragione in dialogo

Calcio. El Kaddouri: non scivola nemmeno sulla neve

Crescita: donne e lavoro, conciliazione possibile?

Davanti alla malattia e alla sofferenza dalle più diverse for-me ci accorgiamo che le nostre parole vengono meno e for-te è la tentazione di ribellarsi a quella che riteniamo una profonda ingiustizia. Non voglio fare facile poesia, specie sul dolore degli altri. Colpisce però come, nella vita della Chiesa, siano presenti con frequenza persone sofferenti, ma con grande forza e tensione apostolica.Tra di esse possiamo senz’altro collocare la splendida figu-

ra di Marta Robin (si scrive così, ma si legge Robèn; nata nel 1902 e morta il 6 febbraio 1981). Ragazza intelligente ed estro-

versa, si trova a trascorrere gran parte della vita inchiodata al suo letto, partecipando profondamente alla Passione di Gesù.

Eppure a lei accorrono migliaia di persone, che da lei ricevono con-siglio, consolazione, stimolo per una vita cristiana più intensa. Dalla

sua camera fonda i “Foyers de charité” (Focolari di carità). Il suo segre-to? Fare in modo che le comunità siano, come le ha suggerito Gesù, “la casa del mio Cuore aperto a tutti”. Non potremmo anche noi almeno un poco aprirci a condividere questo segreto?

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e è vero che un battito d’ali di una farfalla riesce a pro-curare un uragano in altra parte del mondo, cosa ci si poteva aspettare dagli stra-

volgimenti politici che hanno segnato l’Italia negli ultimi mesi dello scorso anno. L’avvio dell’esperienza del go-verno tecnico di Mario Monti, chia-mato al capezzale di un’Italia vicina al collasso, ha di fatto portato stravolgi-menti che nessuna tornata elettorale degli ultimi 20 anni era stata in grado di produrre. Il Pdl che a malincuore (e con senso di responsabilità) ha scelto di appoggiare l’esecutivo dei Profes-sori ha dovuto subire l’abbandono ro-mano della Lega Nord, che ha scelto la via della corsa in solitaria ritaglian-dosi il ruolo di sola opposizione parla-mentare. Una scelta che l’ha portata, dopo anni di guardina, ha ridare fiato (probabilmente solo a parole) a tutta la sua foga antiromana, con il ritorno a slogan messi nel baule prima della partenza in massa dei parlamentari del Carroccio verso l’odiata Roma con compiti di governo.Qualcuno ha ritenuto che la progres-siva distanza tra la due forze (Pdl e Lega) che seppure con qualche pausa, hanno governato il Paese nel corso degli ultimi 20 anni fosse una semplice operazione di facciata. No-nostante le ripetute “dichiarazioni d’amore” dell’ex premier Berlusconi al fidato Bossi, con il passare delle settimane le voglie della Lega di fa-re da sola hanno preso sempre più consistenza. Evidentemente i mag-giorenti del partito del Senatur, per anni costretti dalla ragion di Stato a far buon viso a una alleanza che

larga parte della base leghista non vuole (chi ha avuto modo di ascolta-re anche solo occasionalmente Ra-dio Padania ha potuto toccare con mano la crescente idiosincrasia del leghista doc al modo di fare politi-ca di Berlusconi e di parte del Pdl), hanno compreso che quella iniziata con il governo Monti poteva essere una stagione di raccolta straordina-ria. La Lega ha attaccato a testa bas-sa, proprio come piaceva ai lumbard

della prima ora, molte delle misure salva Italia colpevoli, a detta dei leghisti, di colpire il Nord produt-tivo. È insomma tornata a parlare una lingua che, a torto o a ragione piace a molti, con la speranza che questo ritorno alle origini potesse far dimenticare a tanti elettori che nei mesi scorsi si erano dichiarati delusi dall’azione di governo della Lega, alcune oggettive responsabi-lità nei confronti della crisi che ha colpito il Paese. E così, con l’occhio più rivolto alle ragioni del proprio “particulare” che non a quelle del consolidamento dell’allenza con il Pdl e Berlusconi, la Lega è arriva-ta alla decisione dei giorni scorsi. Il consiglio federale riunito a Milano ha deliberato quello che i vari Caldero-li e Reguzzoni andavano dicendo da tempo, nonostante l’opera del pom-piere Maroni: la Lega alle ammini-strative di primavera andrà da sola. Lo farà in quei Comuni chiamati al voto per scadenza naturale delle le-gislature e lo farà in quell realtà (tre nel Bresciano: Malonno, Gussago e Palazzolo sull’Oglio) costrette al voto anzitempo per crisi interne al centro destra. Una decisione assunta anche in barba ad anni di lavoro di squadra, di amministrazioni che hanno tenuto, a esperienze di buona collaborazio-ne. I primi a dolersi di questa decisio-ne sono ovviamente i rappresentanti del centrodestra che guardano con preoccupazione al voto del prossimo mese di maggio. La corsa in solitaria della Lega, estesa anche al Bresciano come annunciato da Fabio Rolfi, se-gretario cittadino dei lumbard, è co-me sale sulle ferite di un partito che

Probabilmente quando la Confraternita di San Faustino ha rivolto l’invito al vescovo Monari per parlare al consiglio comunale di Palazzo Loggia non si immaginava che l’appuntamento sarebbe caduto in giornate particolarmente delicate per i rapporti tra le diverse forze politiche. E così quella che mons. Monari ha proposto ai consiglieri comunali e agli amministratori della città si è rivelata una riflessione di straordinaria

importanza. Il Vescovo, nel corso del suo intervento, non ha pronunciato una parola che potesse essere strumentalizzata. Ha soltanto tracciato un orizzonte entro il quale possono collocarsi tutti quanti dichiarano di avere a cuore il bene della città, ma nello stesso tempo ha proposto anche importanti elementi per una sorta di esame di coscienza per chi ha scelto la strada dell’impegno politico. Invitando a rifuggire dalle tentazioni di

Dopo le dichiarazioni della scorsa settimana in cui affermava che la Le-ga Nord alle prossime amministrati-ve avrebbe corso da sola, abbiamo chiesto a Fabio Rolfi, vicesindaco di Brescia e segretario cittadino dei lum-bard, di spiegare il perché di questa scelta: “Non possiamo tenere il piede in due scarpe – è stata la sua rispo-sta – far finta che nulla sia accadu-to. Il governo Berlusconi non c’è più e nemmeno l’alleanza politica con il

Pdl per il federalismo. Confermiamo l’alleanza con il Pdl per le amministra-zioni in corso per una questione di se-rietà verso gli elettori, ma dobbiamo tener conto che a Roma esso ha as-sunto una posizione in contraddizione con quanto fatto dal governo nei tre anni passati. Ignorare la cosa signifi-cherebbe ingannare i nostri elettori”. Uno strappo che però non necessa-riamente pregiudicherà l’alleanza per palazzo Loggia nel 2013: al proposito,

infatti, Rolfi afferma: “Stiamo a vede-re. Il quadro politico è in evoluzione e il nostro partito, sin dai suoi più al-ti livelli, spera che il Pdl si ravveda e ritorni a ragionare su un programma improntato ai lavori del centrode-stra”. Quali quindi i rischi per le am-ministrazioni finora governate insie-me? “Vedo in provincia – commenta Rolfi – amministrazioni che cadono per tensioni interne al Pdl. La con-seguenza è il commissariamento di

amministrazioni elette dai cittadini e questo non va bene”. Riguardo in par-ticolare a Palazzolo, l’ultima in ordine di tempo delle amministrazioni Pdl a cadere, Rolfi commenta: “Sono mol-to amareggiato perché ritengo il sin-daco Sala un ottimo amministratore, purtroppo rivalità interne e un parti-to in evoluzione non hanno consenti-to di gestire la situazione. Spero che Sala possa continuare a lavorare per Palazzolo, la Lega sarà con lui”. (f.u.)

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probabilmente, per via delle vicen-de nazionali, già temeva un ritorno elettorale del centrosinistra. Come afferma in queste pagine anche Vi-viana Beccalossi, coordinatrice bre-sciana del Pdl che si appresta a ce-lebrare il proprio congresso (in pro-gramma il 19 febbraio prossimo), la preoccupazione per le conseguenze che la scelta della Lega potrà avere sulle amministrative di primavera è forte. C’è però la speranza, seppu-re ridotta sempre più al lumicino, di un ripensamento sul filo di lana. Non resta che aspettare e guardare come nei 12, forse 13, Comuni bre-sciani chiamati al voto (la decisione su Ospitaletto è attesa per i prossimi giorni, ndr.) i partiti si muoveranno. Il test, almeno nel Bresciano, è di quelli probanti per le realtà chiama-te al voto. Con Palazzolo sull’Oglio, l’ultima realtà a iscriversi all’elenco dei votanti per una crisi tutta interna al Pdl che ha portato alle dimisisoni di Alessandro Sala da sindaco pri-ma e dal partito di Berlusconi, poi, andranno alle urne Desenzano (uno dei Comuni più popolosi della pro-vincia), Rovato, Gussago, Darfo, Caz-zago, Malonno, Gottolengo, Acqua-fredda, Odolo, Provaglio Valsabbia e Paspardo. I primi quattro Comuni, avendo una popolazione superiore ai 15mila abitanti, potrebbero avere bisogno del ballottaggio per giungere alla scelta dei rispettivi sindaci. Una situazione che rende quanto mai at-tuale il tema delle alleanze. Da que-sti Comuni potrebbe giungere una risposta all’interrogativo che tanti si pongono: quello tra Pdl e Lega è un amore ormai al tramonto?

Il 19 febbraio prossimo si tiene a Bre-scia il congresso del Pdl: abbiamo chiesto all’on. Viviana Beccalossi se sarà occasione per valutare anche lo “stato di salute” del partito: “Io credo – ha risposto – che sarà un’occasione importante per confrontarci. Dovre-mo capire che cosa fare nei prossimi mesi e nei prossimi anni”. A fronte di questi auspici la situazione attuale del partito in provincia: tiene banco il ca-so di Palazzolo, con le dimissioni dal

Pdl del sindaco Sala: malessere locale o sintomo di un disagio generalizzato? Sull’argomento l’on. Beccalossi affer-ma: “In un partito come il nostro, che amministra circa 100 Comuni in pro-vincia, purtroppo i problemi sono qua-si all’ordine del giorno. Il caso di Pa-lazzolo è però particolare: Sala avreb-be dovuto essere l’uomo di sintesi tra diverse anime della sede locale e per il dialogo con la Lega. Purtroppo non vi è riuscito e ha preferito dimettersi.

Avrebbe invece dovuto cercare di re-sistere sia per rispetto verso gli eletto-ri sia verso il partito”. Un altro fronte caldo è invece rappresentato dalle di-chiarazioni del vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi, che ha annunciato la cor-sa in solitaria della Lega alle prossime amministrative: “A me dispiace – è il commento della Beccalossi – perché dove si corre insieme ci sono buone possibilità di vittoria, mentre da soli no. Io sono preoccupata perché nella

prossima tornata votano Comuni im-portanti e la Lega si dovrà assumere la responsabilità dei risultati”. Tra questi figura anche Brescia su cui Viviana Beccalossi si esprime in questi termini: “L’attuale amministrazione, che ha per vicesindaco proprio Rolfi, dimostra come si possa lavorare bene insieme. Se si vuole rinunciare a tutto questo, ma ne dubito, e consegnare la città al centrosinistra gli elettori sapranno a chi attribuire la responsabilità”.

una politica più attenta agli interessi di parte che al bene di tutta la comunità il Vescovo ha di fatto stigmatizzato uno dei limirti più evidenti della storia recente del Paese. Chiedendo lo sforzo intellettuale e culturale di prendere in considerazione, le posizioni e le idee degli altri mons. Monari ha messo il dito nella piaga di una politica sempre più propensa alla demonizzazione dell’avversario che predisposta a un confronto costruttivo, seppur

serrato. Indicando quella che dovrebbe essere la dialettica normale all’interno di un consiglio comunale tra maggioranza e minoranza (“un gioco a somma non zero – ha affermato mons.Monari – in cui il rapporto tra le due realtà deve produrre il migliore funzionamento possibile del sistema città”) ha di fatto denunciato il diffuso malcostume di un gioco delle parti diffuso, con le diverse forze politiche sono più portate alle

delegittimazione reciproca che non a trovare soluzioni funzionali al raggiungimenti del tanto citato, spesso abusato, bene comune. “Egoismo, egoismo di gruppo, miopia del senso comune – è stato un passaggio del suo intervento – sono realtà che si oppongono al progresso della società” che pure dovrebbe essere obiettivo di ogni forma di impegno politico. “Fa impressione – è stato un altro passaggio dell’intervento del vescovo Monari – vedere

mezzi di comunicazione che sono esplicitamente faziosi; che considerano buono tutto e solo quello che sta da una parte; che considerano pregiudizialmente cattivo quello che sta dalla parte opposta”. Mezzi di comunicazione che spesso sono “al soldo” di parti politiche e che certo non contribuiscono all’edificazione di quegli orizzonti di concordia indicati dal Vescovo. “Sono cattivi maestri che deformano le coscienze e rischiano di

immettere nel tessuto sociale veleni pericolosi producendo pericolose spaccature fra le persone. Tutte positive (ma poteva essere altrimenti) sono state le reazioni della politica bresciana alle parole del Vescovo. Già le prossime giornate, ormai di aperta campagna elettorale in tanti Comuni del Bresciano, diranno se la “lezione” di mons. Monari avrà raggiunto il suo obbietivo ultimo: che il bene della città è vantaggio per tutti.

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a grave siccità che, a par-tire dagli ultimi mesi del 2010, sta mettendo in gi-nocchio il Corno d’Afri-ca, ha drammaticamente

acuito i problemi delle popolazioni di questa zona che già erano in sof-ferenza tra le situazioni di guerra, instabilità politica, fame e ingiusti-zia sociale. I dati raccolti dal Wfp, l’agenzia delle Nazioni unite per la sicurezza alimentare, certificano che nel corso dell’estate 2011 il numero delle persone bisognose di assisten-za alimentare a causa della siccità ha toccato, in tutto il Corno d’Africa, il tetto record di 13,3 milioni.Le aree maggiormente colpite da questa emergenza umanitaria, per altro non molto considerata dai me-dia, sono quelle della zona centro-meridionale della Somalia, le regio-ni del nord-est del Kenya, la parte meridionale e orientale dell’Etio-pia, l’Eritrea e il Gibuti. A più ri-prese anche il Papa ha ricordato la drammaticità della situazioni, invitando alla solidarietà nei con-fronti delle popolazioni colpite. La Conferenza episcopale italiana ha messo a disposizione un milione di euro, integrato poi con quanto rac-colto nel corso della giornata indet-ta nel settembre dello scorso anno in tutte le chiese del Paese a soste-gno delle iniziative sostenute nelle aree colpite dalla Cartitas italiana.

il proprio sostegno a tre progetti di più ampio respiro per il Corno d’Africa. Si tratta di iniziative porta-te avanti dal gruppo Scuot Brescia 11, e di altre programmate dalla onlus Amare (un progetto alimen-tare), e dai Salesiani. Queste ultime sono ancora in fase di progettazio-ne, mentre quella promossa dagli scout è già stata realizzata. Dal 27 dicembre al 10 gennaio scorso un gruppo di scout è sceso a Bukama e Mokonissa, nella regione etiope del Wollayata, per consegnare alle po-polazioni del posto, sostanzialmen-te dedite alla pastorizia, 570 pecore

La Caritas diocesana si è posta, co-me in occasione di altre emergen-ze, come punto di raccolta e di co-ordinamento delle solidarietà bre-sciana inviando i primi aiuti per la fase emergenziale. Inoltre ha dato

“Kiremba” si rinnova. Il bimestrale dell’Ufficio missionario diocesano, vero e proprio foglio di collegamen-to tra la Chiesa locale e quanti, a di-verso titolo, hanno “sposato” la causa delle missioni, è stato sottoposto a un attento lavoro di restyling grafico ed editoriale. Un’operazione, che a breve sarà sottosposta al giudizio dei letto-ri, voluta dall’Ufficio missionario per dare nuovo slancio all’animazione missionaria della Chiesa bresciana in

tutte le parrocchie e in tutti i gruppi. La revisione grafica ha portato a to-gliere dalla storica testata il sottoti-tolo di “notiziario dei missionari bre-sciani”. Una scelta, come spiega con chiarezza nell’editioriale don Raffaele Donneschi, direttore dell’Ufficio, che non comporta l’interruzione del lega-me con i missionari bresciani sparsi nel mondo. Tutt’altro. Nel nuovo “Ki-remba” la testimonianza e lo spazio per quella parte di Chiesa bresciana

che opera nel mondo ha assunto una nuova connotazione, proprio per fa-re in modo che quello slancio che anima i missionari possa contagiare anche l’azione di gruppi e comunità. A tenere le fila del nuovo corso della pubblicazione che significativamen-te prende il suo nome dall’opera sim-bolo dell’attenzione missionaria della Chiesa bresciana (l’ospedale donato a Paolo VI nel 1963) è don Carlo Tartari, vicedirettore dell?Ufficio missionario.

per far fronte ai gravi danni causati dalla siccità. Grazie agli animali do-nati dal gruppo scout Brescia 11, in collaborazione appunto con Caritas e Centro aiuti per l’Etiopia è stata offerta a tante famiglie bisognose una concreta speranza di sussisten-za alimentare. Gli altri due progetti, così come la raccolta di fondi pro-mossa dalla Caritas diocesana sono ancora in corso e, oltre ad aiutare le popolazioni del Corno d’Africa, a tenere accesi i riflettori su quella che va configurandosi sempre di più come una vera e propria catastrofe umanitaria.

Aumenta il numero delle morti civili in Afghanistan. Lo afferma il rapporto della Missione Onu in Afghanistan pubblicato nei giorni scorsi. Secondo lo studio nel 2011 sono 3.021 le vittime civili morte in attentati dei talebani e bombardamenti aerei dell’esercito, 609 in più rispetto al dato del 2009 e 231 rispetto al 2010. Dal 2007 a oggi il numero dei morti ammonta a 11.864. L’agenzia AsiaNews spiega che tale situazione è causata dall’aumento degli attentati

compiuti dalla forze antigovernative. “Tutto il Paese è ormai un posto insicuro – afferma l’agenzia – anche la capitale è diventata un campo di battaglia fra esercito e gruppi anti-governativi che appoggiano i talebani. In novembre sono morte oltre 40 persone in un attacco contro la moschea di Baghlan nel nord del Paese”. Il 77% delle vittime del 2011 è morto in attentati suicidi, esplosione di ordigni e sparatorie con una crescita del 14% rispetto al 2010. Di questi, 967 sono

stati uccisi da mine e altri ordigni piazzati in centri abitati, le vittime sono soprattutto bambini. I morti im bombardamenti delle forze internazionali e operazioni militari sono circa 410. L’agenzia sottolinea che l’incremento delle violenze contro obiettivi civili è un segno di come questa guerra decennale non sia servita a nulla. “Alle morti civili delle guerra, si devono aggiungere le centinaia di vittime silenti delle violenze tribali e familiari, sempre più comuni”.

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Le richieste di asilo sono aumentate nell’Unione europea: nel secondo trimestre 2011 sono state quasi 69mila, provenienti da 142 Paesi, più 23% rispetto al secondo semestre del 2010. L’Istituto di statistiche della Commissione europea, Eurostat, ha reso noti i dati trimestrali (aprile-giugno 2011) delle domande e delle relative decisioni di prima istanza nei 27 Paesi dell’Ue. Questa pubblicazione si basa sulle statistiche ufficiali che i ministeri degli Interni degli

Stati membri, o le loro agenzie nazionali, sono tenuti a trasmettere a Bruxelles ogni tre mesi, in applicazione del Regolamento europeo 862/2007 concernente le statistiche sulla migrazione e la protezione internazionale. Come riflesso delle crisi civili e politiche del Nord Africa, nella sola isola di Malta il numero di richiedenti asilo è aumentato di oltre 60 volte rispetto all’anno precedente (1600 richieste nel secondo trimestre 2011, contro appena 25 nel 2010).

Per le medesime ragioni, i Paesi da cui proviene il maggior incremento di richieste sono Libia e Tunisia, rispettivamente sei e cinque volte più numerose dell’anno precedente. In termini assoluti, il maggior numero di richieste d’asilo provengono da Afghanistan (6460), Iraq (3900) e Russia (3465). In Italia invece, le richieste di asilo provengono soprattutto da Nigeria (1280), Ghana ((820), Costa d’Avorio (530), Tunisia (520) e Mali (495). Tre principali Paesi di

destinazione hanno accolto da soli circa la metà delle tutte le domande di asilo nell’Ue: Francia (14505), Germania (10820) e Belgio (7160). Al quarto posto l’Italia, con 6.875 richieste. Italia e Belgio sono anche i Paesi con il più alto aumento di richiedenti asilo in termini assoluti (+ 4225 per l’Italia e + 2 255 il Belgio). Malta è invece il Paese con il più alto numero di richieste di asilo in rapporto alla popolazione residente: 3820 richieste per milione d’abitanti.

l tema della riforma della legge elettorale, evidentemente, non è solo nell’agenda del Parla-mento. Anche la Regione Lom-bardia si è posta il problema del-

la modifica dei proprio meccanismi elettorali. Entro due mesi, infatti, par-tirà l’iter per la revisione della legge elettorale regionale. Lo ha deciso nei giorni scorsi il consiglio regionale che approvato all’unanimità una mozione che, su proposta del capogruppo del Pdl Paolo Valentini, “impegna l’Uffi-cio di presidenza ad avviare entro 60 giorni il percorso per l’elaborazione e l’approvazione della nuova legge elettorale regionale”. Lo spunto è sta-to dato da una mozione inizialmente presentata dai gruppi di minoranza e illustrata dal capogruppo del Partito democratico Luca Gaffuri: “Occorre un provvedimento che garantisca la stabilità della maggioranza, l’accesso paritario alla lista elettorale e l’equili-brata rappresentanza, il numero cer-to di 80 componenti senza deroghe e la rappresentanza certa di tutti i ter-ritori. Inoltre – ha aggiunto Gaffuri – bisogna abolire il listino regionale e distribuire sul territorio l’eventua-le premio di maggioranza”. Nei loro interventi i capigruppo Stefano Zam-poni (Idv) e il bresciano Gianmarco Quadrini (Udc) hanno evidenziato come questi principi potessero esse-re pienamente condivisibili da tutti i gruppi e come potessero costituire la

base di una nuova proposta di legge elettorale, quanto mai indispensabile e necessaria. “Diamo vita a un comita-to ristretto che lavori sulla nuova leg-ge elettorale con l’obiettivo di portarla all’approvazione entro 60 giorni”, ha aggiunto Zamponi. Il testo così for-mulato e i principi esposti hanno pe-

rò riscosso il giudizio contrario della Lega Nord, con il capogruppo Stefano Galli che ha evidenziato la disponibi-lità a esprimere una posizione e una volontà politica chiara a favore della necessità di rivedere la legge eletto-rale ma senza però entrare da subito nel merito. “Bisogna attendere gli svi-luppi normativi e l’evoluzione di alcu-ni passaggi istituzionali – ha spiegato Gall –: se ad esempio dovesse essere confermata l’abolizione delle Provin-ce, dovremo rivedere anche il concet-to delle circoscrizioni elettorali su ba-se provinciale. Meglio allora fare un passo per volta a tempo debito”. “La maggioranza – ha detto il capogruppo del Pdl Paolo Valentini – è disponibile a esprimere una volontà politica forte e chiara concordando sulla necessità di dare vita a una nuova legge eletto-rale, quella attuale necessita sicura-mente di modifiche e migliorie. C’è però una commissione appositamen-te deputata in materia, la commissio-ne Affari istituzionali, lasciamo che la discussione nel merito si svolga lì che è la sede competente e limitiamoci oggi a prendere l’impegno formale di avviare il percorso di revisione entro due mesi. Già questo è comunque un utile e importante punto di partenza perché cominciamo a darci dei palet-ti temporali certi”. Difficile, anche in virtù di certe turbolenze della politica, prevedere se e quando l’iter si trasfor-merà in una nuova legge.

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La scorsa settimana a Londra Chris Huhne, ministro dell’Ambiente e dell’Energia, numero due del partito liberaldemocratico, ha rinunciato volontariamente al suo incarico perché incriminato per un “delitto mostruoso”: ha cercato di nascondere un’infrazione al codice della strada, sostenendo che alla guida della sua auto, sorpreso da un autovelox in eccesso di velocità, c’era sua moglie, Vicky Price. Ma, avendo la consorte scoperto che lui la tradiva con una donna più giovane, lo ha lasciato e ha deciso di raccontare la verità alla polizia. L’inchiesta giudiziaria si è conclusa con la decisione di incriminarlo e sottoporlo a processo per “ostruzione di giustizia”, un reato da multa e magari da ritiro della patente. “Sono innocente e risponderò delle accuse in tribunale”, ha dichiarato il Ministro, ma si è dimesso. Il mio primo pensiero è andato a tutti gli automobilisti che scaricano sulle mogli, sulle madri o sulle suocere le infrazioni stradali. Il secondo ai politici italiani che non si dimettono nemmeno di fronte alla richiesta di arresto da parte

Si terrà il 3 e 4 marzo il primo corso di formazione per volontari dell’Ail Brescia, l’associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma. Le due giornate sono finalizzate alla formazionie di persone che desiderino offrire supporto e assistenza ai malati e ai loro familiari o che possano partecipare alle campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi che l’associazione periodicamente propone sul territorio. L’Ail bresciana non richiede ai potenziali

volontari particolari competenze se non quella di mettere a disposizione parte del proprio tempo. Per informazioni e iscrizioni gli interessati possono rivolgersi (nella prima parte della giornata) allo 030/3456057 oppure scrivere a [email protected]. La sezione Ail di Brescia è nata nel 2001 per volere di persone che hanno deciso di dedicare una parte importante della propria vita all’aiuto volontario e gratuito di tanti malati sia bambini che adulti.

emendamento sulla responsabilità dei giudici con criteri che vengono considerati punitivi e minatori nei confronti della magistratura.Invece di perseguire i ladri, si minacciano le guardie. Quasi in concomitanza con il voto, in un incontro pubblico a Verona il magistrato Piercamillo Davigo, oggi consigliere della Corte di Cassazione e un tempo membro del pool di Mani pulite, ha evidenziato che “la corruzione è aumentata” e che, da parte della politica, non solo non è stato

fatto nulla per contrastarla ma è stato invece fatto il possibile per impedire di punirla. Il voto citato e gli scandali di corruzione politica di questi giorni, anzi di tutti i giorni, sembrano organizzati apposta per dimostrare che Davigo ha ragione.Nonostante gli sforzi del governo dei tecnici, ci sono molti segnali che dimostrano l’incapacità della classe politica di uscire dall’angolo in cui l’ha relegata la crisi economica. Basti pensare alle polemiche sui sacrifici

dei giudici. Secondo le regole inglesi il vero peccato commesso dal Ministro è quello di aver mentito. Se tutti i parlamentari italiani, che hanno mentito o hanno messo la loro firma (con il voto) sotto le menzogne di altri, dessero le dimissioni, andremmo di filato alle elezioni anticipate. Infatti negli stessi giorni in cui il Ministro inglese si dimetteva la nostra Camera dei deputati, su iniziativa della Lega con il consenso del Pdl e di altri parlamentari, ha votato un

chiesti ai cittadini comuni che pagano le tasse e i sacrifici che i politici non vogliono fare. Si è fatta pubblicità intorno a una riduzione delle indennità dei parlamentari che non c’è stata. Infatti l’introduzione di nuovi calcoli sulle trattenute degli stessi parlamentari doveva produrre un aumento delle spettanze pari a 1300 euro mensili. I politici, bontà loro, hanno deciso di rinunciare all’aumento quindi in busta paga si ritroveranno gli stessi soldi di prima. Introdurre aumenti sarebbe stato scandaloso, ma rinunce vere non ne hanno fatte. E ora alcuni parlamentari ed ex- parlamentari sollevano obiezioni anche sulla questione dei vitalizi. Molti politici parlano di demagogia, antipolitica e qualunquismo. A me la classe politica sembra uscita dallo stampo del lamento biblico del salmista: “I loro idoli sono argento e oro, opera di mani d’uomo. Hanno bocca ma non parlano, hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non odono, (...)hanno piedi ma non camminano; con la loro gola non emettono suono alcuno” (salmo 115).

Sabato 11 febbraio, alle ore 21, il teatro Montini di Verolavecchia ospita “Pregare non è solo muovere le labbra – Il Novecento di Paolo VI”, uno spettacolo è centrato sulla figura del Papa bresciano. Nella narrazione sono stati privilegiati gli anni del pontificato e le grandi questioni che lo hanno caratterizzato, senza tuttavia ignorare le vicende legate alla formazione dell’uomo e del sacerdote Montini, i suoi stretti legami con la famiglia, la sua terra,

gli ambienti nei quali è nato e cresciuto. Dal Montini seminarista negli oratori bresciani fino al Montini papa, con la conduzione dello storico Concilio Vaticano II. Uno spettacolo che evoca i passi più importanti dell’uomo che ha tenuto saldo il timone della Chiesa attraverso il Novecento ed è ancora vivo con molti dei suoi insegnamenti e una rassicurazione: che si può camminare sui sentieri della vita, ogni giorno, in compagnia dei propri limiti, con serena umiltà.

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in carica come sindaco di Orzinuovi dal 2009 e si trova quindi a metà del suo mandato, un buon momento per tentare di

tracciare un primo bilancio con uno sguardo rivolto al futuro: il sindaco Andrea Ratti parla della situazione della città e delle azioni intraprese dalla sua amministrazione. “Anche Orzinuovi, purtroppo, non è estranea alla crisi che attanaglia la nostra eco-nomia, anche se è di ottimo auspicio che sul territorio vi siano aziende e re-altà che reagiscono e crescono, inno-vando e creando eccellenze. Tuttavia è innegabile che la crisi si faccia sen-tire: molte persone si trovano senza lavoro. In questo momento in gran-de sofferenza si trova l’edilizia, pra-ticamente ferma, e le conseguenze si fanno sentire anche sul commercio, che rappresenta la principale attività orceana”. Un quadro piuttosto preoc-cupante, insomma, che non manca di interrogare il Comune guidato da An-drea Ratti, che prosegue: “Anche l’en-te locale, di conseguenza, ha avuto a disposizione meno risorse e il taglio dei trasferimenti statali non ha cer-to aiutato. Abbiamo quindi faticato a garantire determinati servizi che allo stato attuale sono ancora più neces-sari, per esempio i servizi sociali; per mantenerli abbiano tolto risorse ad altre voci di bilancio, come la manu-tenzione e le opere pubbliche. In que-

centreremo i nostri sforzi per avere un paese accogliente, caratterizzato da una buona vivibilità. Perciò, sen-za mettere in cantiere grandi opere, che non abbiamo la possibilità di re-alizzare, faremo qualche investimen-to per migliorare l’arredo urbano; so-no cose che una volta erano normale amministrazione, ma ora diventano dei traguardi. Allargando l’orizzonte, cercheremo di intensificare la colla-borazione tra i Comuni: è una strada su cui si deve investire per il futuro. Orzinuovi non è obbligato a farlo, ma per la nostra tradizione dobbiamo es-sere centro di riferimento anche per

sto senso è stata importante anche la collaborazione con altri Comuni del distretto della Bassa bresciana occi-dentale”. Che cosa aspettarsi, quindi, a Orzinuovi per il futuro? “A livello cittadino – risponde il Sindaco – con-

L’ascolto è... dialogo! Su questa mas-sima nasce e si sviluppa il progetto “Spazio Ascolto”, firmato dall’Age di Pontoglio e rivolto a genitori e adul-ti che lavorano con bambini o ragaz-zi, quali insegnanti, allenatori, edu-catori, catechisti, assistenti sociali. L’iniziativa è resa possibile dall’ap-provazione del progetto “Famiglie in ascolto”, finanziato nell’ambito della Legge 23 della Regione e ideato in partnership con l’Age di Palazzolo e

l’Agesc; s’inserisce in un piano che include l’aspetto formativo dei geni-tori nel campo educativo-affettivo e la promozione della festa “L’ascolto del fiume”, aperta alle famiglie del-le scuole di Pontoglio e Palazzolo e alle associazioni locali che operano sul territorio. Lo “Spazio Ascolto” si orienta verso due tipologie di destina-tari. Da una parte i genitori, ai quali è offerto un confronto con personale specializzato e di un supporto mirato,

mediante l’avvio di consulenze indivi-duali. Dall’altra i cosiddetti “adulti si-gnificativi”, che svolgono un ruolo di rilievo nell’accompagnamento e guida dei ragazzi. In questo contesto s’inse-risce la figura della pedagogista. Il suo intervento, in gruppo o in colloqui in-dividuali, è mirato a dare indicazioni sul come intervenire per affrontare e sanare situazioni di disagio; il servizio, attivo due giorni a settimana, decolla questo mese nella scuola secondaria.

gli altri in modo da risparmiare e spe-cializzare sempre più le nostre risor-se”. A proposito di tradizioni, un ac-cenno meritano le personalità illustri legate alla città di Orzinuovi: “Penso per esempio – afferma al proposito Andrea Ratti – a Mino Martinazzoli, scomparso lo scorso settembre, o anche, in un altro campo, a Cesare Prandelli. In ambiti molto diversi fra di loro hanno portato in alto il nome di Orzinuovi con le loro qualità profes-sionali, ma soprattutto umane. Penso che oggi ci sia molto bisogno di esem-pi positivi e in questo senso è un ono-re essere il sindaco della loro città”.

La commissione di pastorale sociale della zona del Sebino si sta occupando quest’anno del problema famiglia in concomitanza con la celebrazione dell’Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al 2 giugno, con la partecipazione del Papa. La commissione ha organizzato prima di Natale due incontri nel corso dei quali si è riflettuto sulla questione famiglia dal punto di vista socio-politico

e sui modelli di famiglia proposti dalla cultura contemporanea. In questo quadro si è ritenuto opportuno promuovere una ricerca sul territorio per capire che cosa pensano le giovani generazioni della famiglia. Sono stati coinvolti i giovani impegnati della zona che hanno elaborato il questionario sul quale si stanno raccogliendo le risposte. Il questionario è rivolto a chi ha più di 13 anni e meno di 35 ed è stato inserito in internet

per facilitare le risposte dei giovani della zona, ma anche per coinvolgere tutti i coetanei che sono interessati a esprimere la loro opinione. Si può trovare in una pagina di Facebook (www.facebook.com/GiovaniSebino). I tempi della ricerca prevedono la chiusura della raccolta dati domenica 4 marzo. Seguirà l’elaborazione delle risposte e i risultati saranno presentati e commentati in un incontro che si terrà giovedì 19 aprile.

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a Fondazione banco far-maceutico onlus, in colla-borazione con Cdo Ope-re sociali e Federfarma, organizza il prossimo 11

febbraio la 12ª Giornata nazionale di raccolta del farmaco. L’iniziativa si terrà in oltre 3.500 farmacie distri-buite in 85 province e in più di 1.200 Comuni italiani (lo stesso giorno an-che in Spagna e Portogallo). Anche dall’ultimo rapporto Censis emerge come la società italiana stia vivendo un momento drammatico, di grave crisi economica, ma non solo. Una crisi che tocca tutti poveri e ric-chi e che sembra minare alla ra-dice le ragioni per cui vale la pena continuare a sperare e a costruire: ci si sente sempre più isolati e soli di fronte ai bisogni della vita. Papa Benedetto XVI affrontando il tema della crisi ha detto: “È un’esigenza di carità e giustizia che nei momen-ti difficili coloro che hanno mag-giori disponibilità si prendano cura di chi vive in condizioni disagiate”. L’esperienza di positività e di cari-tà cristiana che viviamo risveglia e sostiene il nostro desiderio e ci per-mette di proporre a tutti la Giorna-ta di raccolta del farmaco. Un gesto semplice di gratuità e condivisione che aiuta i più poveri e che ridesta chi vi partecipa. Sabato 11 febbraio, nelle farmacie che esporranno la lo-

candina della Raccolta, circa 10mi-la volontari spiegheranno l’iniziati-va ai cittadini. Gli stessi farmacisti, rispetto alla domanda degli enti as-sistiti, consiglieranno il tipo di far-maco da banco (cioè quelli senza

Sabato 11 febbraio alle 16 dalla basilica dei patroni alla Loggia c’è la cerimonia “Ab omni malo o Del capèl”. In corteo dal sagrato della Basilica dei Santi Faustino e Giovita, facendo rivivere un’antica tradizione, rappresentanti dei corpi musicali, della polizia municipale e provinciale, delle istituzioni e del tempo libero a nome di tutti i bresciani accompagnano il parroco di San Faustino che si reca in Loggia per consegnare al sindaco il galero rosso, simbolo tangibile

della protezione concessa alla città dai Santi Patroni. Sempre sabato 11 febbraio, alle 20.30, nell’auditorium San Barnaba di corso Magenta è invece in programma il concerto delle bande musicali giovanili (Banda giovanile Ass. Filarmonica “Isidoro Capitanio”, Banda giovanile Città di Travagliato, Banda giovanile di Bovezzo). Domenica 12 febbraio alle 20.30 nella basilica dei Santi Faustino e Giovita va in scena l’oratorio “Sanctorum meritis o Le tanie de

San Faüstí”. La lunga litania dei santi bresciani, evocati a far corona ai Patroni, nella rappresentazione che la parola drammatizza in forme remote e contemporanee, auliche e popolaresche, al ritmo di una musica che rafforza l’esigenza della preghiera e l’urgenza dell’invocazione. Mentre lunedì 13 febbraio l’Associazione Artisti Bresciani in vicolo delle Stelle, 4 organizza il convegno “Restaurare/restituire la città antica. Il caso di Santa Maria della Carità”. Un

monumento testimone della generosità dei bresciani del passato si appella alla generosità dei bresciani d’oggi per rivivere e rendere ancora più mirabile lo splendore del cuore antico della città. Come far partecipare la città al recupero di un bene-simbolo della propria storia e identità? La regia è dell’Associazione artisti bresciani, della Fondazione Cab in collaborazione con Almed, Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo, Università cattolica.

zionati con il Banco farmaceutico sul territorio bresciano potranno ritirarli o distribuire ai loro assistiti dei buoni con cui ritirare gratis i far-maci depositati presso le farmacie. Quali farmaci? La raccolta riguarda i farmaci da banco, quelli che non prevedono una ricetta medica per l’acquisto, quali farmaci per la feb-bre, per il raffreddore e per lo sto-maco, antidolorifici, antinfluenzali, lassativi, collirio, fermenti lattici e disinfettanti. Lo scorso anno, nelle 60 farmacie della provincia di Bre-scia che hanno aderito alla Giorna-ta, sono stati raccolti 7.400 farmaci. A beneficiare delle donazioni sono stati i 3.000 assistiti dei 30 enti bre-sciani convenzionati con la Fon-dazione Banco farmaceutico On-lus (quest’anno sono 27, fra questi l’associazione Bambino emopatico, l’associazione Comunità Mamrè di Clusane d’Iseo e il Dormitorio della San Vincenzo de’ Paoli). In 11 anni di attività il Banco farmaceutico ha raccolto sul territorio nazionale ol-tre 2 milioni e 400mila farmaci, per un valore di circa 15,4 milioni di eu-ro. Nel 2011, in occasione dell’11ª Giornata nazionale di raccolta del farmaco, sono stati raccolti 365mila farmaci, per un valore di 2 milioni e 300mila euro, distribuiti ai 420mila assistiti degli oltre 1.390 enti con-venzionati.

prescrizione medica) di cui è mag-giormente avvertita la necessità. A beneficiare dell’iniziativa saranno le oltre 450mila persone che quoti-dianamente sono assistite dai 1.390 enti caritatevoli convenzionati con la Fondazione banco farmaceutico onlus in tutta Italia. Nella provincia di Brescia saranno 63 le farmacie a esporre la locandina della Raccol-ta accogliendo i volontari che invi-teranno i cittadini a donare un far-maco da banco a chi vive al di sotto della soglia della povertà. I farmaci raccolti resteranno presso le farma-cie. I 27 enti assistenziali conven-

“Sì... viaggiare 2012”. Domenica 12 febbraio alle 16 il circolo Acli di Cristo Re con il sostegno della Circoscrizione Nord presenta “Il Camerun e la missione di padre Gianni Abeni” nel racconto e nelle immagini di Paolo Bonzio e di Sergio Faini. La sede dell’incontro è il Circolo Acli di Cristo Re in via Trento 62 a Borgo Trento. Per informazioni, telefonare al numero 030303254. Padre Gianni Abeni è un missionario saveriano, nato a Brescia, che ha operato in diversi Stati africani dal 1976 e che è attualmente in Camerun. Il 23 ottobre 2011 è stato proclamato santo il fondatore dei Saveriani, Guido Maria Conforti (1865-1931). Conforti aveva sempre pensato di farsi missionario, ma per la malferma salute non riuscì a realizzare il suo sogno. Per questo concepì l’audace disegno di fondare una Congregazione missionaria, che andasse fino ai confini del mondo ad annunciare l’amore di Dio.

Come appare la famiglia italiana

sui grandi schermi? Il libro offre uno

sguardo d'insieme su come il cinema

racconta questo particolare soggetto

nelle sue varie declinazioni

(famiglia tradizionale,aperta, allargata),

proponendo anche interviste

a professionisti del settore e schede

dei film più recentisull’argomento.

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LA SCUOLA

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nche l’amministrazio-ne comunale di Ron-cadelle ha aderito alla campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa a li-

vello nazionale da 19 organizzazioni laiche e cattoliche della società civile. Due sono gli obiettivi che i promotori si propongono di perseguire attraver-so una proposta di legge di iniziativa popolare: riconoscere la cittadinanza italiana a tutte le persone nate in Ita-lia da genitori regolarmente residenti nel nostro Paese da almeno un anno, il cosiddetto “ius soli” e concedere il diritto di voto per le elezioni ammi-nistrative a chi risiede stabilmente e regolarmente in Italia da cinque an-ni. Per raggiungere questi obiettivi le due proposte di legge debbono rac-cogliere 50mila firme entro la fine di febbraio, da qui l’idea del Comune di Roncadelle di aderire ufficialmen-te alla campagna e di promuovere la raccolta delle firme in Municipio. Una adesione che è stata presentata e spiegata a tutti i cittadini attraverso un volantino in distribuzione in tutte le case. “Quello della migrazione – af-ferma il sindaco Michele Orlando – è diventato in questi ultimi anni un fe-nomeno strutturale della nostra socie-tà un fenomeno fatto di persone che fuggono da guerre e miseria e cercano un futuro migliore, contribuendo allo sviluppo economico dei Paesi ospi-

tanti. Servono serie politiche di acco-glienza, nella consapevolezza che una società più giusta e sicura non si co-struisce con le paure, ma con una ve-ra integrazione”. A Roncadelle la pre-senza degli stranieri è pari al 13,51% sul totale dei residenti, poco meno di 10mila, in linea con la media provin-

Anche l’amministrazione comunale di Collebeato ha aderito alla Campagna di sensibilizzazione e di raccolta firme “L’Italia sono anch’io”. Tale campagna si propone di sensibilizzare l’opinio-ne pubblica sui diritti dei cittadini di origine straniera sostenendo due pro-poste di legge di iniziativa popolare: la prima sul diritto di cittadinanza, in particolare dei minori, e la seconda sul diritto di voto agli stranieri rego-lari (www.litaliasonoanchio.it). A Col-lebeato varie associazioni locali, tra cui Azione cattolica, Acli, Age, Cisl, Arci, Gruppo zona, Gas, Caritas, Cgil hanno concordato di promuovere ini-ziative di informazione e sensibilizza-zione sui tema proposti dalla campa-gna. Per questo, in collaborazione con l’amministrazione comunale, è stato proposto un incontro pubblico con la proiezione del film-documentario “18 ius soli”. L’Azione cattolica coor-

dina il gruppo di associazioni locali che propone, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, la Marcia per la pace per sabato 11 feb-braio. L’iniziativa “Passi di pace 2012 – Marcia fiaccolata per le vie del pae-se” prevede quattro soste con l’anima-zione della Banda musicale di Colle-beato e la lettura di testi a cura delle varie associazioni aderenti (Azione cattolica, oratorio, Caritas, Age, Gas, Arci, Gruppo zona, Cisl, Acli, Gruppo anticendio, Gruppo alpini, Aido e Spi Cgil). La partenza è alle 20.30 al san-tuario della Madonna della Calvarola e la conclusione sarà a Palazzo Mar-tinengo con un momento di fraterni-tà e intrattenimento con musica afro con il gruppo Siko. Tra le novità di quest’anno si prevede una sosta nel cortile della scuola primaria all’albe-ro di cachi della pace, piantato a Col-lebeato nel 2010. I semi di tale albero

provengono da un albero di cachi so-pravvissuto al bombardamento ato-mico del 9 agosto 1945 a Nagasaki, in Giappone. La semina dell’albero di cachi a Collebeato fa parte di un progetto che, iniziando da Nagasaki e proseguendo sino a scuole di varie località giapponesi, si è sviluppato in tutto il mondo, spargendo in tutto il mondo i semi del cachi superstite. Gli alberi nati dai semi del vecchio cachi di Nagasaki ricordano che la pace ha bisogno di radice profonde e di con-vinzioni altrettanto profonde, in un mondo che solo in apparenza è paci-fico, ma nella realtà nasconde centi-naia di guerre. L’albero di cachi è ora un simbolo di pace e un invito a im-maginare un futuro senza guerre. Al termine della Marcia ci sarà anche il banchetto per la raccolta delle firme a sostegno della campagna “L’Italia sono anch’io”.

Torna per il secondo anno la manifestazione “Brescia con Amore”, organizzata dall’assessorato al Marketing urbano e Altre Events con la Circoscrizione Centro. Sabato 11 febbraio corso Zanardelli sarà lo scenario all’interno del quale, a partire dalle 15.30, si alterneranno musica, danza e teatro. Tre le pedane allestite: sulla prima, Mister Freezer, Titty Twister e Custogne offriranno la loro musica, mentre le compagnie La Clandestina,

Extravaganza e Danza Laboratorio daranno un assaggio di tango argentino, latino americano e danza contemporanea sulla seconda. Terza e ultima pedana riservata all’Associazione racconti di scena che intratterrà il pubblico con rappresentazioni teatrali. Alle 17.30, invece, un flashmob (ribattezzato “kiss flashmob”) irromperà lungo corso Zanardelli per approdare all’Hotel Vittoria. Nella cornice dell’Hotel Vittoria dalle 15.30 alle 19.30 saranno proiettati a rotazione

il filmato “Brescia in 3D” e il cortometraggio “In volo sospinti dal vento”, curati da Albatros Film in collaborazione con A1 Holding e Le Cantorie Franciacorta di Gussago, che offriranno una degustazione di vini. Nell’hotel sarà allestito un set fotografico per immortalare gli innamorati e un videobox all’interno del quale registrare messaggi d’amore che saranno pubblicati sul canale youtube di “Brescia con Amore”. Verranno distribuiti coupon grazie ai quali

dall’11 al 13 febbraio sarà possibile usufruire di uno sconto del 20% su aperitivi e cene consumati nei bar e ristoranti convenzionati. “Si tratta di un gesto d’amore nei confronti della città e dei cittadini”, ha spiegato l’assessore Maurizio Margaroli (nella foto), al quale ha fatto eco il Presidente della Circoscrizione Centro Flavio Bonardi: “Vogliamo dare ai cittadini uno stimolo per rivivere e amare il centro storico, che sarà la capitale dell’amore”. (a.g.)

ciale. “Qualche anno fa – conclude il Sindaco – alcune persone tentarono di utilizzare questi dati per diffonde-re inutili paure: in realtà, questa pre-senza di stranieri sul territorio non ha prodotto ghettizzazione, aumen-to della criminalità, tensioni sociali, segno che l’integrazione, pur con le problematiche che segnano questi fenomeni, sta procedendo, a partire dalle nostre scuole. Ora bisogna fare un passo in più, ma dal punto di vista legislativo. Da qui l’adesione alla cam-pagna”. Chi fosse interessato a soste-nere la proposta può firmare presso la segreteria del Comune dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 12, il lunedì e il mercoledì anche dalle 16.30 alle 18.

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a che freddo fa. Fa freddo per chi di notte può rintanarsi in una casa calda, figurarsi per chi ogni sera, per

le cause più disparate, non ha un posto dove trovare riparo. Succede anche a Brescia. In città per con-trastare il fenomeno dei senza tetto che con le temperature rigide ogni giorno rischiano la vita sono attive diverse strutture che con l’ausilio di molti volontari offrono un ripa-ro. Sono 200 i posti letto a Brescia e sono così suddivisi: 65 nella strut-tura comunale di via Rose gestita dal Calabrone, 60 nell’asilo nottur-no Pampuri (attivo dal 1982), 57 nel dormitorio della San Vincenzo, 12 al Fatebenefratelli (accoglienza fem-minile) e sei nella Casa Betel della Caritas. A questi si sono aggiunti 20 posti letto messi a disposizione dalla parrocchia del Duomo con la collaborazione della Caritas, della San Vincenzo e della Protezione ci-

L’associazione sportiva dilettantistica Sport Show in collaborazione con l’assessorato Giovani, politiche giovanili e informagiovani della Provincia e in occasione della “Fiera dello Sport”, che si svolgerà presso Brixia Expo dal 23 al 25 marzo 2012, indice il bando di concorso “Sport e graffiti” – Concorso per il sostegno e la promozione della creatività giovanile. Il concorso, nell’ambito del progetto “Gioventù Card”, è finalizzato

al sostegno, alla valorizzazione del talento creativo e artistico giovanile e alla promozione dello sport. Si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni alla data di pubblicazione del bando residenti in provincia di Brescia e possessori della Gioventù Card. La partecipazione è gratuita. Ogni artista può partecipare con un’opera. Il concorso consiste nella realizzazione di un’opera in stile graffiti e che abbia per tema lo

sport. I partecipanti dovranno consegnare un bozzetto indicativo dell’opera che intendono realizzare in formato 37,5 x 60 cm. cartaceo al Servizio sport e giovani della Provincia. Il bozzetto dovrà riportare, scritto sul retro, nome e cognome dell’autore e il titolo dell’opera con relativa firma. Verranno selezionati tre partecipanti che dovranno realizzare la propria opera su un pannello di legno, colore

bianco, di 2,5 x 4 metri fornito dall’organizzazione durante la giornata del 22 marzo 2012 presso Brixia Expo. La tecnica base dovrà prevedere l’utilizzo di bombolette spray, in aggiunta alle quali è consentito l’utilizzo di altre tecniche miste. I vincitori si faranno carico dei materiali occorrenti per realizzare la propria opera. La classifica finale verrà determinata tramite una votazione effettuata dai visitatori della Fiera dal 23 al 25 marzo.

vile. In questo scenario non vanno dimenticate le associazioni come Camper emergenza, che escono sul territorio di sera per consegnare un pasto caldo, coperte e vestiti. Il Camper (338/1939313) esce la sera, con la disponibilità a incontrare co-loro che vivono per strada. L’incon-tro, mediato dall’offerta di prime ne-cessità, intende dare un volto uma-no all’emarginazione. Chi esce con il camper intende corrispondere alla propria necessità di esprimere una

nota caratteristica del Vangelo e un diverso livello di civiltà, che si fon-da sul riconoscimento della comune dignità e si traduce in accoglienza e ospitalità”. Camper non lavora da solo, ma ha stretto legami con altre realtà benefiche per realizzare una rete di primo aiuto nel territorio cit-tadino. L’associazione sta cercan-do nuovi volontari per il servizio in strada alla sera oppure per la men-sa domenicale “Vieni a pranzo con noi”, è richiesta attenzione e dispo-

nibilità verso chi è in situazione di povertà. Concretamente operano anche i volontari delle Caritas par-rocchiali cittadine che prestano il loro servizio gratuito. 200 persone, dunque, trovano accoglienza in cit-tà, ma anche se le stime in questi casi non sono facili forse altrettan-ti ne avrebbero bisogno. Gli italiani, che non devono evitare i possibili controlli della Polizia, dormono nei vagoni della stazione; gli stranieri cercano, invece, sempre sistema-zioni di fortuna nelle fabbriche di-smesse o nelle case abbandonate. In tanti bussano alle porte di chiese e conventi. Brescia, quindi, risponde presente alle tante richieste di aiuto, anche se il pensiero, inevitabilmen-te, va a quanti oggi come oggi non ri-escono a trovare un’accoglienza per la carenza di posti. Resta importante sottolineare che, oltre a un’opera di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni, ogni cittadino è chiama-to dove possibile a impegnarsi in prima persona o a mettere a disposi-zione materiale utile, una coperta di lana o un giubbino pesante...

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Nell’ambito delle iniziative della Giornata nazionale per la vita il 4 febbraio in Poliambulanza la diocesi ha proposto un momento di riflessione con mons. Gianfranco Mascher che ha benedetto i nuovi reparti di ostetricia e ginecologia. Le circa 900 mamme che ogni anno partorivano nella struttura del centro del Fatebenefratelli, oggi partoriscono nella struttura di via Bissolati. A fine febbraio sarà anche realizzata una nuova unità di terapia intensiva neonatale che sarà

in grado di assistere i nati presso le nostre sedi. La mattinata si era aperta con la presentazione del libro edito dalle Paoline (15 euro) “Maternità interrotte” da parte di Massimo Gandolfini. “Maternità interrotte Le conseguenze psichiche dell’interruzione volontaria di gravidanza (Problemi sociali d’oggi)” di Tonino Cantelmi, Cristina Cacace ed Elisabetta Pittino. Oggi la gravidanza è quasi sempre rappresentata come un evento gioioso e atteso, ma in

alcuni casi può avere un’evoluzione estremamente dolorosa: l’aborto volontario. Si tratta di un evento tragico, una soluzione violenta e mortifera, che da molte donne viene vissuto come un trauma. Alla morte fisica del bambino, infatti, corrisponde la morte di una parte della psiche della madre. In questo libro gli autori parlano di aborto a partire dalle donne e dalle sofferenze che questa decisione spesso determina in loro e nell’ambiente che le circonda.

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l taglio del nastro è avvenuto ve-nerdì 3 febbraio: in quella data è stato inaugurato il primo trat-to di 17 km, da Azzano Mella a Montichiari, della cosiddetta

Corda molle, l’infrastruttura viaria realizzata da Centropadane che col-lega il casello di Ospitaletto della A4 con quello di Poncarale della A21, passando a sud della città. Essa rap-presenta un fattore di grande innova-zione nella viabilità bresciana, sotto diversi punti di vista: oltre a interse-care e collegare le due autostrade, infatti, la Corda molle si spinge fino allo scalo monteclarense “Gabriele D’Annunzio”, interessando quindi an-che il traffico aereo. Inoltre, in futu-ro, il tracciato prevede collegamenti con la Brebemi, la nuova autostrada Brescia-Bergamo-Milano, all’altezza della barriera di Castrezzato e con il sistema viario della Valtrompia, spingendosi fino a Concesio lungo il tracciato della strada provinciale 19. Il territorio che maggiormente sarà

bilità della Bassa era stato affrontato anche nel corso di un convegno, or-ganizzato da Confartigianato, tenutosi a inizio settembre in occasione della Fiera di Orzinuovi dal titolo”Brebemi e Corda molle, nuova viabilità per un nuovo sviluppo della Bassa?”. In quell’occasione il discorso era stato allargato anche allo stato della viabi-lità collegata alla nuova strada, via-bilità che in effetti presenta non po-chi problemi: il tracciato delle strade statali e provinciali che a essa si col-legano nella maggior parte dei casi attraversa molti centri abitati, con le immaginabili conseguenze sullo scor-rimento del traffico e sui disagi per i residenti. Il riferimento è, per esem-pio, a situazioni come quella di Orzi-vecchi, attraversato dalla 235 che tra le case si stringe fino a rendere quasi impossibile la circolazione dei mezzi pesanti. Per ovviare al problema era in corso di realizzazione una variante che bypassasse il centro abitato, ma i lavori sono stati fermati dalla magi-

interessato dalla nuova infrastruttura 30 km su due corsie per ogni sen-

so di marcia, più quella d’emergenza è però la Bassa bresciana: la Corda

molle, infatti, interseca tutte le strade che da sud convergono a raggiera sul-la città, dalla statale 235 di Orzinuovi alla Quinzanese, contribuendo quindi a smistare il traffico in entrata. Non solo, in alcuni casi, specie per i mezzi pesanti, potrebbe porsi come alterna-tiva alla statale 668 lenese che attra-versa in direzione est-ovest la Bassa da Orzinuovi a Montichiari, statale con cui però manca un collegamento diretto. L’impatto dell’opera sulla via-

Green Hill resta in primo piano: un po’ per la tenacia di chi protesta, un po’ per la pressione politica più garantista per gli animali, un po’ per la pazienza dei monteclarensi che si sono trovati, tra capo e collo, a doversi barcamenare tra tv e stampa nazionale. Provo a condividere con voi un paio di considerazioni. Anzitutto c’è da notare che la vicenda si colloca dentro una crescente attenzione nell’opinione pubblica verso la vita degli animali. Ogni giorno tg e riviste dedicano

spazio alle storie dei nostri “amici migliori”. Gli animali sono creature di Dio e a loro si deve rispetto e cura, ma mi sorge un dubbio: tutta questa sensibilità è vero amore gratuito o non evidenzia, ancora una volta, lo stato di solitudine di una società che fatica sempre di più a costruire legami umani significativi capaci di dare senso all’esistenza? Non è forse strumentale l’affetto per un cane e un gatto se è solo il surrogato di altro amore che costa più fatica? Il dubbio mi

resta, come il rischio di una certa “ideologizzazione” della protezione degli animali che abbia altri fini. Mi ha colpito, poi, il dibattere sulla sperimentazione. Green Hill è contestata perché alleva cani per la vivisezione. A nessuno si dovrebbero somministrate sofferenze inutili e gratuite, ma mi chiedo, da ignorante: ci sono altre vie per la ricerca medica? Per chiarire: un nuovo farmaco è meglio sperimentarlo sui cani o sugli uomini? Se ci sono alternative

ben venga la fine di Green Hill, ma va ribadito anche eticamente che prima della protezione degli animali viene la vita e la salute degli uomini. Infine penso a Montichiari. Pare che molti cittadini hanno mal sopportato questa storia. Forse non si sono spiegate adeguatamente le ragioni, forse la comunità avrebbe preferito le luci della ribalta mediatica su temi più urgenti per il territorio come le discariche, ma questa è un’altra storia. (Adriano Bianchi)

stratura nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto la ditta bergamasca Lo-catelli sullo smaltimento di materiali tossici nei sottofondi stradali, inchie-sta allargatasi successivamente anche ad alcuni cantieri della Brebemi coin-volgendo l’ex presidente del consiglio della Regione Franco Nicoli Cristiani. Molti sono quindi gli aspetti che ri-mangono da affrontare, in un quadro che comunque è stato profondamente rinnovato da quest’opera e che atten-de in futuro ulteriori sviluppi.

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Decisamente in controtendenza a Capriano del Colle il costo delle rette dell’asilo nido, anziché aumentare, diminuiscono. Dal mese di gennaio, infatti, frequentare l’asilo nido comunale L’Aquilone costa un po’ meno alle famiglie: mediamente un 10% in meno. L’asilo nido L’Aquilone, collocato all’interno della nuova struttura della Scuola materna comunale di Capriano del Colle (realizzata nella frazione Fenili Belasi), accoglie fino a 17 bambini in età compresa fra

i tre mesi e i tre anni. “Non c’è da sottovalutare questa ubicazione, che non è casuale – ha riferito il sindaco Claudio Lamberti –. Allestire il nido all’interno della stessa struttura della Scuola materna consente ai piccoli di vivere le loro prime esperienze in comunità nello stesso contesto pedagogico, educativo e ludico in cui ci sono anche i bambini della materna. Questo garantirà loro di continuare un percorso educativo”. Gli orari di apertura prevedono il tempo pieno, dalle 7.30

alle 16.30 con possibilità di richiesta di tempo prolungato fino alle 18.30; il part-time mattutino, che si svolge dalle 7.45 alle 12.45, mentre il part time pomeridiano, dalle 11 alle 16.30. Per la gestione del nido il Comune si avvale della Cooperativa Tempo Libero. “L’amministrazione comunale – riferisce l’assessore ai Servizi sociali e Pubblica Istruzione Loretta Romano – sta investendo in modo importante nel nido l’Aquilone, migliorandone sempre più la qualità degli spazi. Vogliamo

essere più vicini alle famiglie e andare incontro alle loro esigenze. La crisi economica e sociale che stiamo vivendo ha portato con sé un aumento delle richieste di supporto dei nuclei familiari e noi, come amministratori, abbiamo risposto attuando una riduzione delle rette del nido e creando agevolazioni economiche che possano essere un concreto aiuto”. Si ricorda che le iscrizioni si ricevono fino al 28 febbraio o comunque fino a esaurimento posti. (mtm)

Castenedolo fu l’Inquisi-tore domenicano di Bre-scia a costituire la com-pagnia del sacro triduo e scelse per protettore

dell’Unione da lui fondata S. Pietro martire. I giorni stabiliti per le solen-ni celebrazioni in suffragio dei defunti furono la penultima domenica di car-nevale e i due giorni seguenti, come è tuttora. Nel 1872 Andrea Pisa di Ca-stenedolo fece dono alla parrocchia di un apparato per il triduo artistico di stile secentesco. Occupava tutto il coro ed era illuminato da mille cande-line di cera. Questo apparato ogni an-no viene montato e smontato da una ventina di volontari della parrocchia, aiutati da un’impresa appaltatrice che coordina i lavori nell’ambito della si-curezza; è uno scenario di legno, con sfondo di color bordeaux, tutto orna-to di cornici dorate e arricchito di cir-ca 600 candele di cera. Al centro, in al-to, il luogo dell’ostensione del Santis-simo, con un meccanismo di nuvolet-te che si apre solo quando l’ostensorio è stato sistemato. “La struttura del Sa-cro Triduo di Castenedolo si colloca prepotentemente tra quei macchinari che esaltano l’idea della tridimensio-nalità, soprattutto poiché espone le scalinate alla vista dello spettatore, che può percepire, almeno per il pri-mo tratto, la salita del corteo sacerdo-tale. Una gloria in oro brunito ornato da teste di putti dorate in rilievo fa da

cornice a uno spettacolare sipario di nuvole di colore azzurro-grigio che sono chiuse a celare un sole raggiato giallo, al cui centro è dipinto l’occhio di Dio”. (Ivana Passamani Bonomi, “Il disegno dei Tridui. Il tempo e la me-moria nello spazio della chiesa”). Og-gi come nel passato l’apparato serve

per dire anche esternamente l’onore dovuto all’eucaristia e il desiderio che le preghiere dei fedeli siano come tan-te fiammelle che si uniscono a Gesù nell’unica lode al Padre e nella pre-ghiera di suffragio per i defunti. La celebrazione prevede il canto del ve-spro (o la Messa), la meditazione, l’ac-censione una per una delle candele di cera da parte di una decina di uomini adulti, l’esposizione del Sacramento, l’adorazione guidata e la preghiera per i defunti, l’ascensione del clero sotto il luogo dell’esposizione, men-tre si canta il Tantum ergo (si spen-gono le luci, le candele illuminano e creano il clima di raccoglimento), la benedizione dall’alto dell’apparato e la discesa dall’apparato con l’ostenso-rio per la reposizione del Santissimo e la conclusione. Le celebrazioni nei tre giorni sono sette, di cui due dedicate ai ragazzi. Il Triduo dei defunti per la parrocchia è, sì, il momento della preghiera per i cari che ci hanno pre-ceduto nell’al di là, ma è anche un’oc-casione per un tempo di formazione e per approfondire il tema indicato dal Vescovo per l’anno pastorale, riformu-lato così dalla parrocchia: “Comunità in cammino alla sequela della Parola”. Il tema specifico dei Tridui è “Tu solo hai parole di vita eterna” e sarà svolto da don Franco Bertanza, già parroco di Castenedolo dal 1978 al 1991. Le Messe del Triduo sono domenica al-le 18, lunedì e martedì alle 9 e alle 20.

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gricoltura, commercio, artigianato, arte, ga-stronomia, luna park, cinema e spettacoli, auto e moto storiche.

Dal 10 al 14 febbraio Calvisano vi-vrà la Fiera e Sagra della Beata Cri-stina, tradizionale appuntamento annuale: l’edizione 2012, voluta co-me sempre dal Comune, prevede un ricco menù di appuntamenti sia sa-cri che profani per dar modo a tutta la popolazione di sentirsi comunità feconda e serena. “L’edizione 2012 ha commentato Andrea Favagros-

sa, presidente di Calvisano Eventi presenta alcuni cambiamenti so-

stanziali come l’ampliamento della zona giochi dedicata ai più piccoli, che si sviluppa nell’area antistante le scuole elementari e piazza dei Caduti e il diverso utilizzo del chio-stro domenicano che non ospita la pista di pattinaggio sul ghiaccio ma bensì alcune attrazioni”. Anche qui si è dovuto fare i conti con la crisi, anche se Calvisano Eventi di con-certo con l’amministrazione comu-nale non ha voluto ridimensionare una festa così importante per i suoi cittadini. “Tutto è stato valutato nell’ottica di una riduzione sem-pre maggiore dei costi cercando sempre e comunque di mantenere

spiega Favagrossa una manife-stazione di ottimo livello per quan-

to riguarda le aree espositive e le numerose manifestazioni collatera-li. Ulteriore novità è il supporto del neonato direttivo della Pro loco che si occuperà delle celebrazioni lega-te all’apparizione della Beata Cristi-

Sabato 11 febbraio 2012 torna l’appuntamento da non perdere con la Fiera agricola di Calvisano e tutti gli eventi correlati legati alla Sagra della Beata Cristina, fino a martedì 14. Una Fiera fortemente sostenuta da Provincia e Regione, dalla parrocchia, dalla Commissione giovani e dalla Pro Loco, per rilanciare la tradizione valorizzando cultura e prodotti del territorio. Eventi per bambini come il Paese

dei balocchi, degustazioni e manifestazioni, bancarelle e mercatini, esposizioni e momenti di riflessione. Un appuntamento che l’anno scorso ha richiamato decine di migliaia di visitatori. Durante la manifestazione sono in programma incontri di operatori agricoli e commerciali, mostre, rassegne corali, esposizioni di macchine agricole, stand enogastronomici. Non mancheranno, poi, opportunità di svago e divertimento per i più

piccoli, che potranno usufruire di un’ampia area giochi e attrazioni scelti accuratamente nell’area antistante le scuole elementari e piazza dei Caduti.Per gli adulti, che avranno modo di apprezzare l’area espositiva con le molte novità e il mercato in fiera, sempre piacevole e variegato, all’insegna dell’agricoltura, del commercio, dell’arte e della gastronomia locale. Lo storico chiostro domenicano, ospita,

invece alcune esposizioni. Il neonato direttivo della Pro Loco si occuperà delle celebrazioni legate all’importante ricorrenza del 500° anniversario dell’apparizione della Beata Cristina Semenzi, patrona del Paese. Per maggiori informazioni telefonare a Calvisano Eventi 030.9968353 o alla polizia municipale 030.9689818. Calvisano eventi è presieduto da da Andrea Favagrossa.

nazione di materiale tecnologico e didattico all’Istituto comprensivo e alla scuola dell’infanzia Bonaldi di Calvisano. La serata si aprirà, alle 20.30, con momenti ricreativi e film dedicati ai bambini, nella palestra della scuola media. Il clou della sagra è previsto per domenica 12 febbraio con il mercato in fiera (du-rante tutta la giornata), le giostre, il Fofy Day (manifestazione non competitiva di veicoli 4x4, giun-ta alla 4ª edizione), la sfilata della fanfara dei bersaglieri per le vie del paese (alle 11.30), il Truccabimbi (alle 14.30) e l’Open day in biblio-teca (dalle 15) con distribuzione di gadget a tutti i piccoli presenti. Alle 16, nella chiesa parrocchiale, si terrà la 18ª Rassegna corale con la partecipazione del Coro Santa Cecilia di Calvisano, del Coro San Lorenzo di Verolanuova e del Coro San Rocco di Isorella; a chiudere la giornata di festa, alle 20, lo spet-tacolo musicale “School of rock” a cura dell’associazione Ideando, nella palestra della Scuola media. Gli ultimi appuntamenti della festa si terranno il 14 con la processione religiosa (alle 19) a cui farà seguito, a partire dalle ore 20, un rinfresco in piazza offerto dall’Associazione artiglieri. La comunità non manche-rà: l’anno scorso vi parteciparono 2000 visitatori.

na”. Si parte il 10 alle 17 nella Sala delle Tele Serafini con l’inaugura-zione della mostra personale dello scultore Ilario Mutti, organizzata dall’associazione culturale Arte Amici di Calvisano; alle 20.30 è pre-visto un convegno sul mondo agri-colo, che tratterà gli ultimi svilup-pi della tecnologia legata al biogas. L’11 si apriranno l’area espositiva, lo stand dei cacciatori e, nel chio-stro domenicano, la mostra di pan-nelli e immagini sacre della Beata Cristina. L’inaugurazione ufficiale della Fiera è in programma alle ore 10.30 e, a seguire, avrà luogo la do-

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Non soltanto Villa Carcina offre a chi lo desidera il servizio di telesoccorso, ma da 12 anni portano avanti l’impegno in questo campo anche i volontari della Croce Bianca di Lumezzane con sede in via Madre Lucia Seneci a San Sebastiano. “Il servizio di telesoccorso – spiegano i due responsabili, Claudio Lazzari e Maurizio Polotti – consiste in un apparecchio attraverso cui l’utente può richiedere un intervento medico d’emergenza. Consente un’immediata connessione telefonica

tra il privato cittadino e l’unità operativa, che è raggiungibile 365 giorni l’anno 24 ore su 24 tramite la pressione di un bottone, che inoltra così la chiamata d’emergenza sanitaria. Quando l’utente preme il pulsante rosso per la chiamata di soccorso, presso il nostro centralino arrivano su due monitor i dati del paziente, riportanti le malattie di cui soffre e i numeri di telefono dei parenti stretti da contattare. Si tratta di un servizio che è offerto a chiunque ne faccia richiesta in

modo gratuito: l’unico onere per l’utente è l’acquisto o il noleggio mensile dell’apparecchio. E presso la nostra sede sono depositate le chiavi degli appartamenti, per evitare di sfondare e rovinare porte in caso di emergenze occorse agli utenti che beneficiano del servizio”. Un servizio che può essere richiesto anche da persone non residenti a Lumezzane, con l’unica differenza che al momento della richiesta d’intervento del 118 l’ambulanza pronta a recarsi sul posto non sarà

necessariamente quella valgobbina, ma quella più vicina al luogo dell’emergenza. “L’installazione del sistema – specificano Lazzari e Polotti – così come le chiamate fatte dalla nostra sede (per un saluto, un controllo o anche solo per ricordare di prendere dei medicinali) e l’assistenza fornita sono gratuiti”. Per informazioni, www.crocebiancalumezzane.org, [email protected] o telefonicamente allo 030829717.

(a.a.)

i sono in provincia 120 fa-miglie “allargate” da un gesto generoso: hanno adottato e stanno seguen-do educazione e crescita

di altrettanti bambini ad Hardemann in Bolivia, dove nel 1975 era arrivato in missione padre Remo Prandini, sa-lesiano lodrinese, laggiù scomparso il giorno di Natale del 1986. Celebrata la Messa di Natale, nel pomeriggio era partito con la bicicletta diretto ai villaggi vicini per portare ai bambini i doni, pur sapendo di dover attraversa-re canaloni gonfi di acqua: “Ne stava attraversando uno su un tronco con la bicicletta in spalla e gli zaini pieni di regali. C’erano due giovani a pesca-re. Si fermò e passò la bicicletta e gli zaini ai due ragazzi. Poi tentò di tor-nare indietro appoggiandosi a un pa-lo che i campesinos avevano piantato per aiutarsi a passare il canalone. Ma all’appoggiarsi questo cedette e don Remo cadde nell’acqua in un mulinel-lo che lo assorbì e lo fece sparire...”. È un passo di un libro speciale col ti-tolo “Destinazione... Bolivia” che tut-te le famiglie hanno ricevuto assieme alle fotografie e agli auguri autografi dei loro figli adottivi. L’ha voluto l’on-lus Amici di padre Remo nel 25° della scomparsa del missionario. L’hanno curato Serenella Gitti e Giambattista Freddi. Racconta e documenta i 18 anni trascorsi, ricchi di opere con-crete realizzate assieme alle suore

missionarie della Dottrina cristiana dell’Aquila: nel 1985, poco prima della sua scomparsa, padre Remo le aveva chiamate a dare una mano e ne con-tinuano l’opera. Ricorda il religioso valtrumplino attraverso testimonian-ze di chi l’ha conosciuto, infaticabile e pronto a donare tutto, coerente col

suo motto: “Amico è colui che intui-sce quando abbiamo bisogno di lui”. Le prime copie erano ad Hardemann il giorno di Natale: una delegazione di lodrinesi era là per ricordare, con tut-to il villaggio, il 25° della scomparsa del salesiano. Una ordinanza munici-pale subito dopo la scomparsa aveva chiesto che la chiesa da lui costruita dedicata a “Maria Auxiliadora” fosse chiamata “S. Remo”. Nella piazza prin-cipale il monumento bronzeo voluto dalla municipalità (alto 2,70 m) lo ri-corda ritto con al fianco la bicicletta, conservata come reliquia nel salone a fianco della chiesa che ha sul por-tale ligneo, in due delle sei formelle scolpite dai campesinos, le immagi-ne della parrocchiale e Santèl di Lo-drino. Il giorno di Natale sono stati in pellegrinaggio con loro al Santèl bo-liviano, la cappella costruita sul luo-go della scomparsa del missionario. C’era anche Remina, nata proprio lì su una canoa il giorno del funerale del religioso e che ha poi chiamato Remo il suo primo figlio. Hanno inau-gurato sei nuove casette del Villaggio Marcolini costruito (dopo la scuola, il dispensario medico, il convitto e i laboratori per ragazze, ecc.) su un terreno donato dalla cooperativa lo-cale. Sono ora 28 su 32 in progetto: tutte portano una targa con la dedica voluta dalle famiglie bresciane che le hanno donate; una ha inciso il nome di Fulvio Manzoni.

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Parrocchia Conversione di S. Paolo in Flero

CHIESA PARROCCHIALE DI

FLERO

Anno 2010

Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO

A VEROLANUOVA

Anno 2010

Parrocchia di S. Stefano protomartire - Bedizzole (BS)

SANTO STEFANO MARTIRE

DI BEDIZZOLE

Anno 2011

Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

IL DUOMO DI MONTICHIARI

Anno 2009

Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

LA CHIESA PARROCCHIALE

DI GHEDI

Anno 2011

Parrocchia di San Marco - Gardone Valtrompia (BS)

CHIESA PARROCCHIALEDI SAN MARCOGARDONE VALTROMPIA

Anno 2011

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I locali di Palazzo Cominelli di Cisano (frazione di San Felice) ospitano la sede della Fondazione Raffaele Cominelli, il cui Cda nel febbraio 2011 ha lanciato il progetto “Fondazione aperta tutto l’anno” con l’obiettivo di “far vivere Cisano tutto l’anno, grazie al sociale”. Il progetto si sta rivelando un successo. “Attraverso ‘Fondazione aperta tutto l’anno’ spiega il presidente Michele Cassarino ci poniamo tre obiettivi importanti: rendere

la Fondazione un centro di aggregazione aperto 365 giorni l’anno, superando l’attività culturale primaverile ed estiva, aumentare le occasioni di incontro, per far scoprire le bellezze del borgo, ma soprattutto di far vivere lo stesso e aprire uno spazio per l’associazionismo, dando un supporto soprattutto ad attività che puntano a tramandare le tradizioni e la cultura del territorio”. L’iniziativa ha visto il recupero di un’ala del palazzo e la

messa a disposizione della stessa, a titolo gratuito, ad associazioni no profit. Al momento ospita tre associazioni, cui fanno riferimento quattro gruppi, per oltre 50 persone coinvolte: l’associazione “Auto mutuo aiuto Brescia”, presente con il gruppo “Il Filò”, che stimola a riscoprire il senso di appartenenza e di identificazione alla propria comunità, mediante un recupero dei luoghi, delle tradizioni, della cultura e delle abitudini perdute

di mutuo aiuto tipiche del buon vicinato e con il gruppo “Il Bozzolo”, familiari di persone con problemi legati ai disturbi dell’alimentazione, l’associazione “Quilt Benaco”, che attraverso il patchwork riscopre la comunità e le proprie radici, intessendo relazioni e legami in un clima amichevole e di condivisione e l’associazione “Volontari di San Felice”, che effettua servizi di accompagnamento e di assistenza. (v.b.)

a chiesa di San Vito in Be-dizzole, dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescen-zia, venne eretta con deli-bera consiliare del Comu-

ne di Bedizzole nel lontano 1509: le vicende dei tre Santi, iconografica-mente ritratti nella pala dell’altare maggiore, raccontano che Modesto era il pedagogo di Vito; Crescenzia, la nutrice, che condivise con Vito la prigionia sotto Diocleziano. Gui-da pastorale della comunità è don Gianpaolo Goffi. Classe 1952, ori-ginario di Gavardo, don Gianpaolo, per tutti don Paolo, è parroco a San Vito dal 2005. Dopo le preceden-ti esperienze pastorali che l’hanno portato a Nave e Verolanuova, don Paolo cerca ogni giorno di vivere l’evangelizzazione come concreta missione a stretto contatto con i fedeli, cercando di migliorare ogni giorno quanto sia già stato fatto nel-la sua parrocchia. La comunità ha già avviato un cammino liturgico di riflessione e condivisione, seguendo il documento del Vescovo “Comuni-tà in cammino”. Non a caso San Vito ha scelto come motto per il nuovo anno liturgico “In cammino di comu-nione - amore con Dio”: per don Pao-lo, tutti possono passare da una spi-ritualità individuale e solitaria a una comunitaria, lottando contro l’indi-vidualismo che spesso ci accompa-gna. “Nella parrocchia, nello stesso

momento in cui l’individualismo è vinto, la comunità è veramente pron-ta a vivere il cammino delle unità pa-storali – afferma don Paolo – . L’uni-tà pastorale di San Vito, Bedizzole, Calvagese, Mocasina, Carzago, si è già riunita: a breve è in programma un pellegrinaggio; un appuntamento

formativo in Avvento ed un’altro in Quaresima. È in fase di progettazio-ne la creazione di un gruppo giova-ni dell’unità”. Se prima il momento della confessione era vissuto in ma-niera personale e individuale, ora nella parrocchia di San Vito diventa momento vivo e comunitario. Tra le numerose occasioni di condivisione si segnalano l’adorazione eucaristica tutti i venerdì sera, i centri di ascolto e la prima domenica del mese dedi-cata alla carità. In parrocchia, ogni evento diventa occasione per sta-re insieme: in oratorio, i ragazzi del cammino d’iniziazione cristiana si incontrano solitamente il sabato o la domenica sera; il Gruppo Adole-scenti il Martedì sera con il supporto della Cooperativa sociale “La nuvo-la nel sacco”; il gruppo dei diversa-mente abili il sabato pomeriggio con le attività di musicoterapia curate dall’“Associazione il Faro”. Da non dimenticare il Gruppo missionario, il Gruppo famiglie, la Caritas, il Co-ro, il Gruppo sportivo con l’oratorio che ogni anno collaborano insieme per la festa patronale del 15 giugno. In un momento storico dove il pro-blema principale è quello di trovare nuovi stimoli per vivere pienamen-te il senso della comunità, a San Vi-to in Bedizzole con don Paolo non mancano mai occasioni per crescere insieme creando cammini comuni di crescita spirituale.

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uò la raccolta differenziata essere un volano non solo per migliorare la qualità del territorio e della vita di migliaia di persone, ma an-

che per il ritorno di carattere econo-mico? Secondo i partecipanti al con-vegno di Cogeme sì. A discutere dei riscontri ambientali ed economici dei rifiuti si sono ritrovati a Rovato i prin-cipali attori provinciali e nazionali del-la filiera del rifiuto differenziato: il re-sponsabile nazionale di Federambien-te, Daniele Fortini, l’assessore provin-ciale Stefano Dotti, l’amministratore delegato di Linea group holding, Fa-brizio Scuri e il numero uno di Coge-me, Gianluca Delbarba. La presenza dei sindaci è stata anche l’occasione per commentare i dati dell’Osserva-torio provinciale rifiuti per il 2011. Il documento, redatto dalla Provincia, contiene l’analisi completa Comu-ne per Comune della produzione di materiali per l’anno appena trascor-so. “Scorrendo i dati ha detto il di-rettore di Cogeme Gestioni, Stefano Querci si scopre che il sistema por-ta a porta introdotto in una dozzina di Comuni dell’Ovest bresciano da Cogeme rappresenta un’eccellenza. I primi quattro posti della classifica bresciana – ha aggiunto Querci – sono occupati proprio da Comuni che han-no introdotto la raccolta porta a porta globale di Cogeme: Cazzago San Ma-rino col 78,86%, Passirano col 78,67,

spuntano, nell’ordine, Mazzano, Tra-vagliato, Rezzato, Castrezzato, Adro, Cortefranca, Castegnato, Provaglio d’Iseo. E a seguire: Erbusco, Ghedi, Rudiano, Pontevico e Rovato, con i suoi quasi 20mila abitanti e il 68,63%”. E nel resto della Provincia? Le co-se migliorano, anche se lentamente. “Durante il 2010 – ha detto al riguardo l’assessore provinciale Stefano Dotti – la media bresciana di materiali recu-perati attraverso la raccolta differen-ziata, comprensiva degli ingombranti avviati a recupero, è giunta al 43,41%: due punti percentuali in più rispetto al 2009. L’aumento è dovuto all’attivazio-ne, in numerosi Comuni, del servizio di raccolta domiciliare della frazione umida domestica, anche secondo le modalità previste dall’accordo pro-vinciale per l’incentivazione di una fi-liera economicamente sostenibile per la produzione di compost di qualità”. Gianluca Delbarba ha posto l’accen-to sulla necessità di “integrare la dif-ferenziata con l’intero ciclo dei rifiuti: un passaggio fondamentale, assieme alla collaborazione di cittadini e am-ministratori, per ottenere l’eccellenza, tanto che ora sono numerose le ammi-nistrazioni interessate”. La differen-ziata globale, ha rilevato poi Fabrizio Scuri, l’ad di Lgh, è infine sostenibile economicamente. Un grande gruppo, come Lgh, consente gli investimenti necessari in materia di riciclo e riuti-lizzo in termini energetici”.

“Ciò che davvero conta è la passione”. Uno slogan conciso ed efficace che potrebbe valere un po’ ovunque, ma che in particolare l’associazione per diversamente abili Active Sport, presieduta da Marco Colombo, ha scelto come testimonial dei tantissimi progetti che da anni la animano. Tra le iniziative, s’inserisce anche la promozione, in collaborazione con assessorato allo Sport di Castegnato, volontari e centro tennis La Fenice, del secondo

torneo nazionale “inFranciacorta” di tennis su sedia a rotelle, rilevante competizione agonistica riservata ad atleti disabili, spalmata su quattro giorni di competizione, da venerdì 17 a lunedì 20 febbraio.Durante il torneo, inserito nel calendario nazionale della Federazione italiana tennis (settore Paralimpico), si prevede sia la partecipazione dei migliori atleti italiani, che il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole medie, “nell’intento di far

loro comprendere che lo sport consente di superare barriere e confini fisici e culturali”. Da un lato il grande evento sportivo, quindi, e dall’altro l’oculata sensibilità verso il sociale e la valorizzazione della pratica sportiva intesa come utile mezzo d’integrazione delle persone disabili che con caparbietà s’impegnano oggigiorno per vivere in armonia “superando traumi e adattandosi alle proprie difficoltà in una nuova esistenza intensa e ispirata”. Alla competizione sono

in lista ben 24 atleti provenienti da più regioni italiane e dei quali 20 tra i più forti nella classifica nazionale, inclusa la partecipazione del Team ActiveSport con ben sette atleti iscritti, che schiera nel doppio la coppia Boriva-Cullea (già campione d’Italia nel 2009 a Montichiari e vincitrice lo scorso anno), il giovane promettente Mattia Berzi, Maurizio Antonini e l’atleta desenzanese Giancarlo Meriti. Info: 3313028079 (Maurizio Antonini) - [email protected]. (a.s.)

Paderno Franciacorta con il 76,29% e Coccaglio con il 75,58%. Scorrendo la classifica, l’Ovest bresciano continua a farla da padrone: dopo Coccaglio

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Al via da febbraio (e fino a maggio) “I Mercoledì dell’arte”, l’ormai tradizionale ciclo di conversazioni/conferenze dedicate all’arte, organizzate dall’Associazione culturale “Il Maestrale” di Palazzolo sull’Oglio. Il primo di questi quattro appuntamenti, programmato per mercoledì 22 febbraio 2012 a Cologne, presso la splendida cornice di Villa Gnecchi (Sala Teosa) alle 20.30, sarà incentrato sul tema del riciclo, anzi dell’arte del riciclo. Ne seguiranno altri

mercoledì 14 marzo, 18 aprile e 9 maggio. L’incontro dal tema “Quando il riciclo si fa arte - arte del riciclo” sarà trattato dalla prof.ssa e artista Maria Chiara Belotti, docente di grafica pubblicitaria, che spiegherà e mostrerà come ridar vita, in maniera creativa, a oggetti o materiali destinati a diventare dei rifiuti. L’associazione propone anche un calendario di visite guidate, la prima vicina, per domenica 19 febbraio 2012; al mattino: Gandino, Museo della Basilica di Gandino,

sorto nel 1929; il pomeriggio ad Alzano Lombardo, le tre sagrestie, lavoro delle botteghe di Fantoni e Caniana nel Seicento, riportate allo splendore nel 1994; la Basilica; il Museo d’arte sacra San Martino nato nel 1995 organizzato in 16 sale su tre piani. Conferma entro sabato 11 febbraio con il pagamento dell’intera quota più eventuale quota trasporto. La seconda, per il 12-17 giugno 2012. Per informazioni e prenotazioni: Antonella Bonadei tel. 030 7400719 – cellulare 3391003726.

omenica 5 febbraio, Gior-nata nazionale per la vi-ta, è stata per il Centro d’ascolto “La Porta Ami-ca” una data significativa:

ha compiuto infatti 10 anni di attività. La ricorrenza è stata ricordata in tutte le parrocchie della zona pastorale du-rante le celebrazioni liturgiche. L’idea di un Centro d’ascolto risale all’anno giubilare 2000, pensato nell’ambito di alcuni gruppi e associazioni di vo-lontariato già presenti nella zona pa-storale come risposta “concreta” in seguito ad una profonda riflessione sulla carità. Progettare e realizzare “La Porta amica” richiese tempo, im-pegno, discernimento, chiarezza nel definire i fini e stabilire i contatti con i servizi sociali e le varie associazioni. In quel periodo fu preziosa la guida di don Piermodesto Bugatti, allora re-sponsabile della commissione Caritas zonale. Si diede primaria importanza alla formazione dei volontari (affida-ta a formatori e operatori della Cari-tas), che avrebbero aderito al servizio presso il Centro di ascolto e, trovata la sede, messa a disposizione dalla par-rocchia di S. Maria Assunta, si scelse come data di inizio della sua attività il 3 febbraio 2002, Giornata per la vita. Accoglienza, ascolto, accompagna-mento e aiuto caratterizzano lo stile dei volontari che operano nel Centro d’ascolto; ma nei 10 anni trascorsi, protagonista dei molteplici interventi

di aiuto e sostegno è stato l’ascolto: i volontari sanno che mettersi a fianco di chi viene alla Porta Amica non è so-lo espressione di una scelta persona-le, ma anche di attenzione, rispetto, volontà di bene della comunità cristia-na che e con molti limiti essi rappre-sentano. Tra coloro che si rivolgono

al Centro, in 10 anni oltre 600 persone con circa 500 ascolti annuali, un’atten-zione è stata data alle donne in condi-zioni di grave disagio economico con bambini piccoli. Le richieste di aiu-to più frequenti in questo periodo di crisi riguardano il posto di lavoro, un alloggio di emergenza, il pagamento di bollette, viveri, vestiario e mobilio. Date, però, le modeste risorse di cui il Centro dispone, dovute alle offerte raccolte nella Giornata del pane e alla generosità di alcuni privati, si è potu-to soddisfare solo in modo limitato le numerose richieste. Dall’ottobre 2009 viene effettuata la distribuzione men-sile di pacchi-viveri (in collaborazio-ne con l’Ottavo giorno (Magazzino di alimentari della Caritas diocesana), di indumenti, pannolini, latte in polvere e medicinali per neonati. Attivato an-che un servizio di consulenza e assi-stenza gratuita, in collaborazione con il Patronato Acli, per la compilazione di documenti inerenti ai permessi di soggiorno e richieste di cittadinan-za. La presenza in alcune parrocchie della Caritas parrocchiale costituisce per il Centro d’ascolto un’importante e vitale fonte di collaborazione, come altrettanto utile e indispensabile è la rete che col tempo si è andata sempre più rafforzando, oltre che con la Ca-ritas e il Centro migranti di Brescia, con la Croce Rossa e la S. Vincenzo, presenti a Palazzolo, e il Centro aiuto per la vita di Capriolo.

L’Avis comunale di Palazzolo sull’Oglio tiene la sua assemblea annuale domenica 26 febbraio alle 8.30 in prima convocazione (valida con la presenza della metà più uno degli iscritti), alle 9.30 in seconda convocazione (valida con qualsiasi numero), presso il Centro diurno “G. Orsatti” (Associazione Anziani) in via Zanardelli 23. Il calendario delle donazioni è il seguente: 19 febbraio, 1 aprile, 20 maggio, 1 luglio, 29 luglio, 30 settembre, 28 ottobre, 18 novembre.

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el 2012 dovrebbe appro-dare in Alta Valcamoni-ca la superstrada camu-na, cioè la Statale 42. In questa direzione vanno le

rassicurazioni dei responsabili Anas, nonché degli amministratori provin-ciali. Circa il 90% dei lavori relativi al tratto fra Nadro di Ceto e Forno Allio-ne nel territorio di Berzo Demo (lot-ti V e VI) è stato completato. A fine mese o al più tardi a marzo dovrebbe essere completato lo scavo della gal-leria di Capo di Ponte. Intanto dallo scorso 2 febbraio il traffico da e per l’Alta Valle è stato deviato a Forno Allione per consentire un più veloce e sicuro avanzamento dei lavori, al-cuni dei quali in galleria, relativi agli svincoli previsti all’uscita Nord del tunnel che taglia la montagna di Sel-lero. Per questa deviazione sono sta-ti realizzati da un’azienda locale due nuovi grandi ponti metallici, costati circa sei milioni di euro. In questo modo il tracciato della Statale passa per circa mezzo chilometro sul ver-sante destro della Valle, oltrepassan-do per due volte il corso dell’Oglio e attraversando il tratto più meridiona-le dell’area industriale di Forno Allio-ne. I manufatti sono stati collocati lo scorso autunno e consistono in due ponti gemelli caratterizzati da fian-cate semicircolari metalliche: quel-lo più a sud, denominato “Saletto” misura 64 metri, mentre quello più

avanzata in data più recente dagli enti locali (Comune di Berzo Demo, Comunità montana e Provincia): le opere di realizzazione, previste per i prossimi mesi, delle due gallerie (“Berzo” e “Demo”) necessarie agli svincoli in entrata e uscita avrebbe-ro comportato lunghe interruzioni del traffico, ben più problematiche dello sporadico ricorso a un semaforo co-me nei mesi scorsi. Il concomitante problema costituito dalle condizioni di sicurezza da garantire agli operai impegnati in cantiere e agli utenti del-la strada, ha condotto all’ideazione di questa soluzione i cui costi assor-bono gli investimenti che sarebbero comunque occorsi per garantire per-corsi alternativi. In effetti il costone roccioso in quest’area non permette facilmente interventi agevoli, veloci e sicuri. I ponti gemelli permetteran-no un regolare scorrere del traffico consentendo nel contempo al can-tiere della superstrada di avanzare senza intoppi e rispettare quello che all’Anas chiamano cronoprogramma. Restano, infatti, da realizzare accanto ai brevi tunnel anche tratti di viadot-to, oltre a spezzoni di carreggiata, che comportano un ulteriore ampliamen-to della sede stradale sulla sponda del fiume. A nord si renderà necessaria la creazione di una rotonda per distribu-ire il traffico da e per gli svincoli, ma anche verso Forno Allione e la Valle di Paisco-Loveno.

Fra le pubblicazioni che illustrano e pubblicizzano i vari luoghi del Parco dell’Adamello è stato edito recentemente un dépliant che riguarda “Il percorso della memoria”. Si tratta di un sentiero lungo 5,5 chilometri che ripercorre un vecchio tracciato militare collegante il fondo Valcamonica (strada statale 42 “Del Tonale e della Mendola” non lontano dall’abitato di Malonno) al “Doss de l’Ora”. Il testo e le foto d’epoca sono stati

pubblicati in collaborazione col Museo della guerra bianca in Adamello di Temù. “La mulattiera – spiega l’estensore dello scritto – presenta le tipologie caratteristiche della viabilità militare ed è valorizzata da una serie di interessanti manufatti della Grande guerra fra cui 17 grotte-ricovero, quattro postazioni di artiglieria antiaerea, una zona probabilmente sede di baraccamenti, alcune postazioni per mitragliatrici, due gallerie,

trincee e la postazione d’artiglieria del “Doss de l’Ora”. Ma, al tempo del primo conflitto mondiale, com’erano le strade militari? Si riconoscevano soprattutto per la larghezza della sede viaria, l’andamento lineare e la pendenza ridotta e costante. Nel nostro caso, il tracciato segue la morfologia della montagna, compiendo lunghi giri e tornanti per guadagnare quota gradualmente fino a raggiungere la vetta, permettendo in tal modo

il traino (da parte di muli e Alpini) dei pezzi d’artiglieria di medio e grosso calibro ed il trasporto del materiale alle altezze più elevate. Com’erano invece le postazioni antiaeree? I basamenti su cui venivano collocati i pezzi d’artiglieria dovevano consentire al pezzo di girare facilmente su se stesso, compiendo una rotazione di 360°. Il complesso fortificato di “Doss de l’Ora” era collocato in posizione dominante sulla media vallata dell’Oglio. (e.g.)

a nord, battezzato “Forno Allione”, è di 10 metri più corto. Nel proget-to originario questa soluzione non era stata prospettata dall’Anas, ma

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Academia Ikon Rus propone un viaggio affascinante fra le icone russe, alla scoperta del culto ortodosso e della storia iconografica in Russia, con la mostra “Quando l’arte racconta la fede”. La mostra, ospitata presso l’edificio della scuola media G. Ferraglio, comprende più di 40 esemplari appartenenti alla collezione privata di Academia Ikon Rus di Montichiari in provincia di Brescia. Un viaggio nella

storia artistica della Russia e della religione ortodossa, che parte dal XVI al XIX secolo. La raccolta viene esposta con un percorso temporale, composta da icone dipinte nelle migliori scuole russe tra cui la scuola di Mosca, di S. Pietroburgo, di Palek e di M’Stera, di Yaroslav, di Novgorod. Tra le opere in esposizione alcune sono rare, altre sono di alta epoca, altre ancora impreziosite con riza (copertura metallica) in argento

e pietre preziose. La tecnica di questa arte figurativa è rimasta la stessa fin dalla sua nascita: l’immagine, realizzata sia con i colori, sia con le tessere di mosaico viene eseguita su legno, lino o pietra. La maggior parte delle icone raffigurano il volto di Cristo o della Madre di Dio, dei Santi, degli Angeli e delle feste della liturgia ortodossa. Si può acquisire presso la mostra stessa un libro specifico sull’esposizione e vari gadget.

a sanità camuna compie un altro passo verso la si-curezza collettiva: da que-sto mercoledì 1 febbraio, come preannunciato da

tempo, è stata consegnata una nuova automedica che supporterà il lavoro delle ambulanze di base e avanzate che operano sul territorio, da Pisogne fino a Ponte di Legno. Per ragioni lo-gistiche, basate sulle distanze chilo-metriche da un centro geografico del-la Valle Camonica, la sua ubicazione fissa è a Cedegolo nei locali attigui al municipio, dove è stato allestito an-che un locale per ospitare le attrezza-ture, un garage riscaldato per l’auto, i collegamenti wireless con i sistemi in-formatici dell’ospedale di Esine e i lo-cali per il personale medico e parame-dico. L’automedica, per definizione, è un mezzo che trasporta velocemente un medico rianimatore sul luogo dove c’è l’emergenza. La funzione del me-dico, in questo caso, è fondamentale soprattutto nei casi di problemi car-diorespiratori acuti e in generale per tutti i casi nei quali è determinante il trattamento del paziente entro massi-mo otto minuti dall’evento drammati-co. In particolare, il medico rianima-tore interviene in collegamento con i colleghi dell’ospedale concertando le terapia d’urgenza come nei casi di in-farto, ictus, edema cerebrale, emorra-gie imponenti e arresti cardiaci. L’au-tomedica di Valle Camonica è dotata

della strumentazione necessaria per le emergenze-urgenze e in particola-re di una macchina di ultima genera-zione che funziona da defibrillatore, determinante per la riattivazione del battito cardiaco in caso di arresto. Ma l’apparecchio ha una trentina di funzioni tra cui quella dell’elettro-

cardiografo e dello spettrometro che analizza i gas respiratori. Ogni elettro-cardiogramma effettuato dal medico rianimatore viene spedito via internet all’unità coronarica dell’ospedale di Esine che provvede a fare l’immediata diagnosi. Tempi ridottissimi, dunque, per salvare una vita. Inoltre, su attiva-zione da parte della centrale operati-va del 115 di Brescia, l’automedica si reca sui luoghi di crisi spesso in sup-porto all’ambulanza medicalizzata di base (per intenderci: quella senza in-fermiere professionale), garantendo quindi anche le corrette procedure sanitarie di intervento. E non è in-frequente che sul luogo venga fatto convergere anche l’elicottero del 118. L’automedica non può essere attivata privatamente: sarà la centrale operati-va del 118, valutate le condizioni e le informazioni ricavate dalla chiamata in emergenza, a stabilire i suoi movi-menti. Ora il servizio, così come de-scritto dall’Areu di Brescia, è partito anche in Valle Camonica. Dopo una prima fase sperimentale e i necessari aggiustamenti di tiro, sarà il servizio di eccellenza per la sicurezza di tutti i cittadini. Certamente è un servizio ad altro valore aggiunto e quindi co-stoso: ma se serve per salvare anche una sola vita è un ottimo investimen-to. E per i tanti operatori turistici della montagna camuna è certamente una sicurezza in più a supporto delle sta-gioni estiva e invernale.

Domenica 12 febbraio a Ponte di Legno si terrà il Trofeo S. Apollonia, una tradizionale staffetta di fondo non competitiva che quest’anno viene proposta in un’edizione speciale rievocativa dedicata ai 100 anni della Coppa Camillo Martinoni. L’evento rientra fra le manifestazioni celebrative dei 100 anni di turismo a Ponte di Legno, che nel 1912 venne definita dal Touring club italiano “prima stazione di turismo e sport invernali”.

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L’84ª edizione della Fiera agricola e zootecnica italiana aprirà i battenti alle 9 di venerdì 17 febbraio in concomitanza con il mercato nazionale del bestiame, del foraggio, fieno e paglia ospitato negli spazi del Centro servizi agricoli. Il primo appuntamento in programma è quello con la mostra provinciale bovini razza frisona, con l’esposizione dei suini, la festa del cavallo Haflinger, di quello maremmano e con le mostre interprovinciali avicole e cunicole.

Alle 18 è in programma una serie di comunicazioni su alcune tematiche di particolare attualità per il comparto zootecnico nazionale. Alle 20 ultimo appuntamento della prima giornata con il convegno “Il mercato lattiero-caseario internazionale e la posizione del settore italiano. Competitività, gestione del rischio, implicazioni e strumenti finanziari a disposizione delle imprese agricole” a cui prenderanno parte Danilo Lorenzoni, presidente di Comazoo, Daniele Rama, dell’Università

cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Luigi Pace, presidente del Cis.Anche la giornata di sabato 18 febbraio sarà caratterizzata da numerosi momenti espositivi. Alle 14 il programma prevede un incontro con allevatori e proprietari di cavalli maremmani residenti al nord Italia. La giornata di chiusura, quella di domenica 19 febbraio, sarà interamente dedicata ai momenti espositivi delle diverse razze presenti a Montichiari.

i rinnova nel Centro fiera di Montichiari l’appunta-mento con il meglio della zootecnia nazionale. Aprirà infatti i battenti tra il 17 e 19

febbraio la Fazi (nella foto una delle passate edizioni) - acronimo che sta per Fiera agricola zootecnica italia-na – una della più importanti manife-stazioni dedicate al settore primario e in particolare alla branca della zo-otecnia, che quest’anno taglia il tra-guardo delle 84 candeline. Molteplici i motivi di interesse dell’edizione 2012: all’interno dei padiglioni si potranno trovare articoli che spazieranno dalle

diglioni il meglio della propria produ-zione. La Fiera agricola e zootecnica di scena a Montichiari sarò visitabile dalle 9 alle 20 di venerdì 17 febbraio, per l’intera giornata di sabato 18 (con il momento dell’avvio ufficiale fissato alle 11) e di domenica 19.

macchine e attrezzature agricole alle attrezzature e prodotti per la zootec-nia fino a soluzioni innovative per le stalle e le strutture di ricovero e al-levamento degli animali. Uno spazio particolare, inoltre, sarà dedicato alla nuova frontiera delle energie da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre i costi di gestione delle aziende agrico-le e offrire nuove opportunità di busi-ness in campo energetico. Il tutto distribuito su una superficie di oltre 40mila metri quadrati coper-ti, 6000 dei quali interamente dedica-ti alle mostre zootecniche. Numerosi e qualificati sono infatti gli appunta-

menti del settore previsti a Montichia-ri, che rappresenta il fiore all’occhiel-lo della rassegna: tra di essi, in una po-sizione di privilegio, al centro del ring, i fari sono puntati sui bovini da latte con il Winter Show, la mostra dedica-ta alla vacca di razza frisona. Sempre nell’area dedicata alla zootecnia spa-zio anche ai suini, la cui produzione è ampiamente rappresentata nella no-stra provincia, toccando in alcune zo-ne livelli addirittura da record. Oltre ai due “pesi massimi” dell’alle-vamento bresciano, non mancheran-no gli spazi dedicati anche ad altri tipi di allevamenti: per quanto riguarda le

razze equine, in particolare saranno in mostra il cavallo Haflinger e ma-remmano, mentre non mancherà lo spazio anche per le razze cunicole e avicole che, soprattutto nelle aree montane e pedemontane del Bre-sciano, costituiscono una variante piuttosto apprezzata alle più diffuse vacche da latte. Questi gli aspetti salienti di un appun-tamento, come quello monteclarense, che da sempre occupa un posto im-portantissimo nel contesto zootecni-co bresciano ma anche italiano. Anche in questa occasione il settore sarà presente in forze sotto la bandie-ra dell’Associazione provinciale alle-vatori di Brescia, schierando tra i pa-

84a Fiera AgricolaZootecnica Italiana

Febbraio 201217/18/19

ESPOSIZIONE SUINIRazza DUROC, LANDRACE,

LARGE WHITE

W I N T E R S H O WMOSTRE BOVINI

MOSTRE ED EVENTI

ZOOTECNICI

CENTRO FIERA S.p.A. - Via Brescia, 129 - 25018 Montichiari (BS) - Tel. 030.961148 - Fax 030.9961966

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Per misurare il successo dell’edizione di quest’anno della Fazi, uno degli strumenti più probanti sarà quello del confronto con i dati dell’edizione dello scorso anno. Nel 2011, infatti, sono stati 430 gli espositori che hanno occupato i nove padiglioni presi d’assalto, nei giorni di apertura della fiera, da oltre 42mila visitatori. L’area totale occupata dalla manifestazione è stata di poco inferiore a quella dell’edizione prossima al via. La

Fazi del 2011 era stata archiviata come un’edizione molto positiva. Lo aveva sottolineato a più riprese anche Ezio Zorzi, direttore del Centro, che a kermesse appena conclusa aveva manifestato tutta la sua soddisfazione per un’edizione che aveva tenuto nonostante la crisi. Zorzi, chiudendo l’edizione 2011 della Fazi aveva mostrato particolare apprezzamento per i contenuti della fiera zootecnica. “In particolare – aveva spiegato – mi

riferisco agli eventi zootecnici che, essendo di qualità, hanno chiamato a raccolta un grande numero di addetti ai lavori”. Risultati simili sono attesi anche per l’edizione prossima al via, anche in considerazione del fatto che gli eventi messi in programma sono in gran parte dedicate a tematiche di grande attualità per un mondo come quello della zootecnia che, al pari di altri, si confronta con una stagione non particolarmente brillante.

e la Fiera agricola e zootec-nica italiana di Montichiari, con le sue 84 edizioni e un storia che può vantare le proprie radici sin nell’epo-

ca medievale, vuol dire prima di tut-to tradizione, non manca di certo una caratteristica apertura al futuro. Porte aperte, dunque, alle nuove sfide che attendono il settore, prima tra tutte la questione del ricavo di energia da fonti rinnovabili, soprattutto nell’ot-tica di uno strumento che valorizza l’opportunità per le aziende di aprirsi a una vera multifunzione. Il discorso è tanto più importante in un momen-

to in cui molte aziende si trovano a fare i conti con la volatilità dei mer-cati per quanto riguarda i mangimi e i prezzi delle carni e la differenziazione dell’attività può risultare a conti fatti una carta vincente. Tra i dibattiti, inol-

tre, che diventano occasione per cre-scere e confrontarsi, un posto d’ono-re spetta alla situazione della politica agricola comunitaria, che proprio nel 2012 sarà oggetto di discussione a Bruxelles per adottare i provvedimen-ti relativi al prossimo periodo 2014-2020. Grazie quindi a questi momenti la fiera agricola zootecnica italiana assume un valore che va ben oltre il ruolo espositivo, per approdare all’in-contro di idee. La rassegna dedicata all’agricoltura, infatti, rappresenta un esempio concreto di marketing terri-toriale e di promozione dell’economia di una provincia come Brescia, fra le

più importanti in Italia per la produ-zione lorda vendibile del territorio. Una provincia regina nella produzio-ne di latte e di suini, che in questi set-tori non smette di investire e mante-nersi all’avanguardia. In particolare per quanto riguarda i suini, la fiera di Montichiari rappresenterà una tra le più importanti esposizioni a livello ita-liano. La provincia di Brescia, infatti, è considerata a ragione tra le capitali della suinicoltura italiana e il vertice di primo piano del quadrilatero lom-bardo costituito anche da Mantova, Cremona e Lodi. Quello dei suini è un ritorno decisamente importante e

particolarmente atteso dagli alleva-tori, poiché il nostro territorio offre punte di eccellenza dell’allevamento e ben rappresenta il livello di quali-tà assoluta delle produzioni italiane. L’appuntamento con l’esposizione dedicata ai suini sarà il confronto più atteso dal mondo allevatoriale. Vi sa-ranno, infatti, in prima fila, alcuni dei migliori capi della selezione genetica nazionale, ma non solo: l’esposizione sarà supportata anche da momenti di approfondimento come convegni e workshop che saranno dedicati agli aspetti più attuali della suinicoltura bresciana e nazionale.

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Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Alcuni giorni fa, dopo aver sentito che le condizioni di due nostri frati ricoverati si erano aggravate, siamo partiti in auto insieme al guardiano per raggiungerli. Padre Teodoro, 91 anni, di cui 51 trascorsi a Brescia, era presso la nostra infermeria a Pedavena. Siamo entrati nella sua stanza, abbiamo pregato e ammi-nistrato il Viatico. L’ultimo saluto e poi in auto fino a San Pietro di Barbozza, nell’altro convento-in-fermeria dove è ricoverato ormai da più di un anno, padre Tomma-so, 84 anni, anche lui con 20 anni trascorsi nella nostra fraternità di Brescia. Non parlava ma seguiva tutto, con le labbra capivamo che pregava insieme con noi. Gli abbia-mo detto che tutti i frati lo saluta-

nemmeno permettersi di chiedere. Davvero non chiede, non può farlo perché non-è e non ha diritti. La sua è una condizione di tale subumanità che nemmeno potrebbe domandare qualcosa. Allora affida all’altro; come un atto di carità, come una cosa che non è pretesa. È una speranza che si avvicina alla richiesta di un’elemosi-na per lui – il lebbroso – diversa dal solito, ma sempre un’elemosina, un atto di affidamento all’altro senza possibilità di pretesa. Ma Gesù sca-valca il fossato dei non-uomini e non tanto nel gesto impossibile del toc-care l’impuro (che la Legge vietava) ma nell’averne compassione. È lì, credo, che si manifesta la radice del volere: nel senso di compassione che fa diventare uomo quel non-uomo e permette la purificazione. È già sa-nato nel momento nel quale Gesù sente compassione di lui perché è tornato a essere uomo e il gesto di toccarlo e di dire ‘lo voglio’ sono so-lo l’esplicazione del riconoscimento della dignità di questo che è di nuo-vo un uomo. Come prima la malattia

esteriore era segno di quella interio-re, ora la purificazione esteriore se-gna il cambiamento interiore. È una guarigione emblematica: mette da-vanti agli occhi un cambio radicale del profondo della persona e questo avviene perché un uomo ha dato la sua volontà in mano a quella di Dio. Non è stata disperazione ma solo certificazione della propria pochez-za, della distanza tra la volontà e la possibilità. Quell’uomo non potrebbe nulla; solo Gesù può fare quello che lui non potrebbe sperare. Nelle paro-le del lebbroso si cela il bisogno della salvezza prima ancora di quello della salute, della purificazione prima del-la guarigione. È un desiderio ancora umbratile in queste prime pagine del Vangelo secondo Marco, mentre si va delineando la missione di Gesù, il suo insegnamento e la sua opera. Qui credere è sinonimo di lasciare nelle sue mani la nostra volontà perché la purifichi: uno dei primi passi (e tra i più difficili) nel progresso della fe-de. Il primo dei modi per scoprire la meraviglia della sua compassione.

olere. Le poche righe di questo racconto evan-gelico nascondono una grande complessità di temi che si intrecciano

attorno alla guarigione del lebbroso. Guarire dalla lebbra non è solo gua-rire da una malattia; al tempo di Ge-sù era qualcosa di più profondo: era tornare a essere una persona. Essere purificato coincideva con l’essere ri-ammesso alla comunità dei vivi e la scomparsa della malattia esteriore era il sintomo della guarigione della malattia interiore. Il lebbroso – tra tutti gli uomini – era l’essere che con maggiore facilità faceva trasparire all’esterno il male interiore e quindi doveva stare lontano dal popolo: non primariamente per il contagio fisico ma per quello interiore. Così diven-tava non-uomo perché non apparte-neva più al popolo. Guarire è torna-re puri: è molto di più che tornare sani. Lui, il lebbroso, a Gesù chiede proprio questo: essere purificato. Ma lo fa come un non-uomo. Dice: ‘se vuoi’ come a dire che lui non può

no e quando abbiamo aggiunto che anche la cagnolina Trilli lo salutava ha sorriso, forse il suo ultimo sor-riso. Siamo rientrati a Brescia e il giorno dopo, al mattino presto, la notizia che padre Teodoro è man-cato e poi nel pomeriggio viene co-municata anche la morte di padre Tommaso. Se ne sono andati insie-me, insieme li avevamo salutati il giorno prima. Due personalità op-poste tanto era chiuso e riserva-to il primo, tanto era socievole ed espansivo l’altro. In questi giorni in cui le salme sono nella nostra chiesa prendiamo consapevolezza che lasciano un vuoto in molte per-sone che vengono, pregano, li rac-comandano al Signore. Anche per la nostra fraternità si tratta di un

tempo forte, a volte sale il magone perché erano “di famiglia” come si dice tra frati della stessa comunità. Una vera famiglia, coi giovani e coi nonni. Così, quando la “sorella”, co-sì la chiamava San Francesco, rag-giunge qualcuno di noi, si soffre, si spera e ci si accorge che ci si vuole bene. È bello vedere le due salme accostate nella Cappella dell’Imma-colata; a Maria padre Tommaso ha dedicato gli ultimi anni della sua vita pastorale seguendo la Milizia dell’Immacolata, padre Teodoro, era curioso di vedere se il volto di Maria corrispondeva a quello che lui si era immaginato. Ora salgono insieme, “in fraternità” verso il Pa-radiso, accompagnati dalla preghie-ra e dall’affetto di tutti.

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La Giornata mondiale del malato 2012 è dedicata dal Santo Padre al tema “Al-zati e va’, la tua fede ti ha salvato!” (Lc 17,19). Nel

suo Messaggio propone alla nostra meditazione e preghiera l’episodio di guarigione di Luca 17,11-19, il quale “lascia intravedere che la salute ri-acquistata è segno di qualcosa di più prezioso della semplice guarigione fisica, è segno della salvezza che Dio ci dona attraverso Cristo”. Come di-re che “quando c’è la salute, non c’è tutto”, contrariamente a quanto af-ferma un noto detto. La salute (e il benessere, con il quale sempre più si tende a confonderla) rimane un va-lore, ma non assoluto. Non ciò con il quale sta (e senza il quale cade) il valore e il senso di una vita. La guari-gione donata dal Signore al lebbroso indica e rivela che il disegno di Dio è di condurci alla pienezza della vita (Gv 10,10). La guarigione fisica orien-ta alla guarigione globale, integrale, olistica. Il dono della salute è segno che apre alla speranza di partecipa-re del dono ben più grande che Dio prepara per coloro che lo accolgono nella fede: la condivisione della Sua vita divina, la comunione con il Do-nante, l’esperienza della prossimità di Dio. La 20ª Giornata mondiale af-fronta perciò uno dei problemi più sentiti dalle persone: il rapporto tra una buona salute fisica e una buona vita spirituale. Papa Benedetto ci in-vita, perciò, durante questa Giornata mondiale, a recuperare il valore della preghiera e specialmente a porre l’ac-cento sui “sacramenti di guarigione”,

Vescovi, parroci, “persone qualificate e rappresentative” in numero stimato di 5000 nelle diverse regioni, “molte più di quante qualsiasi convegno di studio promosso dall’Ufficio nazionale possa coinvolgerne”: così don Guido Benzi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, ha annunciato a Roma, aprendo l’Incontro nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani, coloro che saranno coinvolti nella verifica sull’iniziazione cristiana

che prende il via con questo convegno. Si aprono ora una serie di convegni regionali che si terranno dal 13 aprile (Abruzzo-Molise) fino al 30 settembre (Umbria). “Un convegno diffuso nelle 16 regioni ecclesiastiche” lo ha definito don Benzi, precisando che “questa verifica investe le strutture ecclesiali e anche realtà quali le case editrici, le facoltà teologiche e gli istituti di scienze religiose, il mondo dei religiosi, gli istituti secolari, le associazioni e i movimenti

ecclesiali. Per la catechesi questo è un tempo importante – ha aggiunto – e il rischio di non cogliere questo ‘kairos’ è reale”. “Nella Lettera apostolica Porta Fidei – ha poi affermato don Benzi – il Papa ha indetto l’Anno della fede, motivato dalla constatazione che nell’attuale cultura secolarizzata non sia più possibile pensare alla fede come ‘un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti – ha scritto il Papa – questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso

viene perfino negato’”. “Con la secolarizzazione osserviamo che non siamo più ‘nati cristiani’ come una volta succedeva, ma non abbiamo ancora accettato la conseguenza di questo, cioè che dobbiamo riorganizzare la vita ecclesiale per poter ‘diventare davvero cristiani’”. È quanto ha affermato Stijn Van Den Bossche, segretario per la Conferenza episcopale belga della Commissione interdiocesana di catechesi e docente universitario.

L’anno 2012 è particolarmente signi-ficativo per la storia della catechesi nella nostra diocesi, perché ricorre il centenario del Congresso catechi-stico nazionale di Brescia (3-5 set-tembre 1912). Tale avvenimento ha segnato in modo rilevante la storia della catechesi e della formazione religiosa in Italia. Nell’orizzonte del cammino sinodale, mettersi in ascol-to della propria storia può indubbia-mente favorire la presa di coscienza

di appartenere a una “Chiesa in cam-mino”. Ciò permette, peraltro, di as-sumere uno sguardo profetico anche dinanzi alle sfide del nostro tempo relative alla trasmissione della fede e alla formazione cristiana. È que-sta la finalità entro cui sono pensati i due incontri che si terranno il 17 e il 24 febbraio presso il Centro pasto-rale Paolo VI (via G. Calini, 30), alle ore 20.30. Nel primo sono previsti due interventi: don Mario Trebeschi

sul tema “Mons. Pavanelli e il ruo-lo della Chiesa bresciana nel rinno-vamento catechistico d’inizio ‘900”; Luciano Pace sul tema “Evoluzione dei modelli formativi religiosi e cate-chistici da San Pio X”. Nel secondo incontro interverrà il vescovo Mo-nari. Gli incontri sono rivolti a cate-chisti, insegnanti di religione e, più in generale, a persone impegnate nel campo dell’educazione e formazione cristiana.

stupisce che, dei 10 guariti, soltanto uno sia tornato a rendere lode a Dio. Non soltanto l’atto taumaturgico del Cristo coinvolge l’uomo nella sua glo-balità. Anche l’approccio alla persona malata da parte di chi se ne prende cura sia che si tratti dell’operatore sanitario sia che si tratti del familiare o dell’operatore pastorale se vuole essere corretto, deve mirare a curare tutto l’uomo, non solamente la sua dimensione fisica (o solo psichica, o solo spirituale...), ma anche le altre dimensioni della sua umanità. Esige, accanto alla competenza necessaria a svolgere il proprio ruolo, anche una visione della persona come unità e l’amore verso il sofferente. In un si-stema di cura come è il nostro, in cui vanno moltiplicandosi le specializ-zazioni, le attenzioni all’atto tecnico, le preoccupazioni per l’efficienza e il contenimento dei tempi e dei costi, il rischio di disumanizzare l’opera di cura è tutt’altro che remoto ed esige un di più di coscienza e motivazione. La terra bresciana non ha probabil-mente mai ospitato un numero così considerevole di persone ammalate come fa oggi. È una conseguenza di-retta dell’elevarsi del tenore di vita conosciuto negli ultimi 60 anni e dei progressi dell’arte e della scienza me-dica. La medicina oggi cura meglio e prolunga la vita (influendo sull’in-vecchiamento della popolazione), anche se spesso non guarisce, bensì cronicizza la malattia. Abbiamo più malati di cui prenderci cura, mentre le risorse economiche e di personale sono limitate e lo saranno ancor più, complice la crisi economica.

cioè “sul sacramento della peniten-za e della riconciliazione, e su quello dell’unzione degli infermi, che hanno il loro naturale compimento nella co-munione eucaristica”. Il Papa osserva che “ogni sacramento esprime e attua la prossimità di Dio stesso, il Quale, in modo assolutamente gratuito, ci tocca per mezzo di realtà materiali…, che Egli assume al suo servizio, facen-done strumenti dell’incontro tra noi e Lui stesso”. La malattia non tocca solamente il corpo (o la psiche) della persona: aggredisce la persona stessa nella sua globalità. E anche il prodi-gio di guarigione compiuto da Gesù in Luca 17 non è soltanto un’azione di restitutio ad integrum del fisico, ma intende toccare tutto l’uomo, in

ogni sua dimensione: fisica, psicolo-gica, sociale, compresa la dimensione spirituale, religiosa e morale, giacché l’uomo è creato “a immagine di Dio” e perciò è uno spirito incarnato, un cor-po spirituale. Per questo il Signore si

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el leggere la quarta sche-da “Annuncio, liturgia e carità nelle unità pasto-rali” ho colto un sorta di imbarazzo soprattutto

per la seconda parte della provocazio-ne: “... al tempo stesso, nella pastorale della Chiesa non può mancare l’atten-zione alle situazioni della vita umana, sulle quali ha richiamato l’attenzione il Convegno ecclesiale di Verona (vita affettiva, lavoro e festa, tradizione, cit-tadinanza). In che misura l’attenzione alle situazioni umane richiede un ri-pensamento delle strutture pastora-li?”. Mi verrebbe da dire che più che ripensamento è necessario una vera e propria pensata. È chiaro che i con-tenuti espressi nel Convegno eccle-siale sono stati oggetto di riflessione e approfondimento nell’immediato dopo-convegno, ma poi, non si sono diffusi, non sono divenuti patrimonio della quotidianità pastorale. Io credo che uno dei motivi per cui non si in-travedono azioni o reazioni a questo tipo di richieste, sia perché essere ri-chiedono un impegno particolare, più complesso e da costruire. In questo mi sembra ci sia qualche difficoltà. Chiedere ai presbiteri di strutturare dei percorsi che aiutino i fedeli (e an-che i non fedeli) laici ad “abitare” da cristiani questi ambiti, che non sono altro che la nostra quotidianità, non è facile. E su questo punto l’unità pa-storale penso possa essere una risor-sa. Sicuramente in termini di confron-to, perché si va oltre l’appartenenza al proprio territorio e il legame alla propria parrocchia. E anche in ter-mini formativi. Come non essere sti-

tidiano, capillarmente nelle parroc-chie, ma condivisi ed elaborati a un livello più ampio come quello delle unità pastorali. Rispetto alla liturgia credo che una possibile lettura dei segni dei tempi sia da dedicare alla partecipazione alla Messa domeni-cale. Ogni parrocchia ha strutturato e pensato degli orari e delle modalità a seconda delle fasce di età a cui si rivolge: bambini, adulti e giovani. Ci-to una frase tratta da un saggio sulla progettazione educativa che condivi-do: “L’educazione passa attraverso il metodo, non passa attraverso le co-se che si fanno, o meglio le cose che si fanno cambiano molto a seconda del metodo con cui le facciamo, non è soltanto un problema di tecniche, non è soltanto riempire un menù di attività, dobbiamo domandarci ogni

molati da un percorso formativo che metta al centro il senso e il significato della “festa” piuttosto che il mio esse-re “buon cittadino”? Non c’è dubbio che la forza di un percorso proposto, pensato e organizzato da una unità pastorale sia molto maggiore di quel-lo di una parrocchia. E penso anche alla attenzione progettuale necessa-ria per non perdere di vista i bisogni e le necessità che emergono dal quo-

Nove parrocchie, nove realtà e no-ve esperienze diverse. Il centro sto-rico si presenta così con gli inevi-tabili rallentamenti, dopo tre anni e mezzo di attività, dati dalla com-plessità della situazione. “Dall’eu-foria iniziale, siamo arrivati a una fase di accostamento. Stiamo co-struendo spiega il vicario zonale, mons. Alfredo Scaratti (nella foto) un obiettivo, cioè impostare una

programmazione d’insieme. Non

può bastare un accostamento del-le varie iniziative, ma è necessaria un’impostazione unitaria”. Concre-tamente questo significa che non tutte le nove parrocchie devono fare corsi per fidanzati o iniziati-ve identiche, ma piuttosto sarebbe già bello pensare a una formazio-ne unitaria dei catechisti che per il momento non c’è. “L’unità pastora-le racconta mons. Scaratti deve orientare le parrocchie, non è una

sovrapposizione a quello che già c’è. Tocca al Consiglio dell’unità pa-storale, che deve allo stesso tempo essere un organismo applicativo e consultivo, decidere quelle finalità che poi hanno delle ricadute sulle singole parrocchie”. Se con la ca-techesi si fatica ancora a lavorare insieme, bisogna, invece, sottoline-are, l’operato della Caritas zonale, che “interagisce con il territorio e imposta le linee comuni che poi

ogni parrocchia è chiamata a decli-nare”. Questo comporta un coinvol-gimento diretto dei volontari delle singole parrocchie, che conoscono da vicino il territorio. Con la Caritas zonale si richiede una condivisio-ne dei dati e delle esperienze. Così durante l’anno è stato pensato an-che un momento visibile e concre-to come la Settimana della carità, che ogni parrocchia sceglie poi di vivere come meglio crede.

volta questa attività, con quale stile, con quali modalità la realizziamo”. Io credo che sia un principio valido an-che per la celebrazione eucaristica, soprattutto rivolta ai giovani. In que-sto l’unità pastorale non può essere che una risorsa, un luogo per riflette-re, valutare, cambiare.

Caro direttore, le unità pastorali, oltre che una necessità, possono essere un’opportunità. Non potranno essere una “super-parrocchia” o assomigliare al modello di una parrocchia con alcune chiese sussidiarie come ci ha già suggerito don Maiolini. Per questo bisognerà agire su due fronti. Il primo è quello di dare più responsabilità ai laici. Spesso un laico non si impegna per disinteresse, ma spesso l’impegno laicale viene stoppato dallo “zelo” dei sacerdoti. I laici

dovrebbero avere responsabilità precise e istituzionalizzate che dovrebbero essere indipendenti dalla decisione finale del sacerdote, soprattutto per le attività non strettamente sacramentali come gli aspetti amministrativi della parrocchia. Il prete dovrebbe solo verificare che le decisioni prese siano “in ordine con le cose della fede”. Oggi non è così. Anche gli organismi di comunione sono dipendenti dal tipo di sacerdote presente in parrocchia. Secondo

fronte è la “de-clericalizzazione” della vita della Chiesa. Non tutte le decisioni e attività pastorali devono avere il placet del clero per essere legittimate. Intendiamoci la responsabilità del sacerdote va contestualizzata per poter essere ancora più efficace. Per concludere, è solo nella “corresponsabilità”, con una presa di coscienza dei propri ruoli e responsabilità, che si potrà aiutare notevolmente la nascita delle unità pastorali. (Giandomenico Girardelli)

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ungo i secoli non so-no mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e al-la mozione dello Spirito,

hanno scelto, come scrisse Giovanni Paolo II, questa via di speciale se-quela di Cristo. Anch’essi hanno la-sciato ogni cosa, come gli Apostoli, per stare con Lui e mettersi, come Lui, al servizio di Dio e dei fratelli. In questo modo essi hanno contri-buito a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i molte-plici carismi di vita spirituale e apo-stolica che loro distribuiva lo Spirito Santo, e di conseguenza hanno pure concorso a rinnovare la società. Il 2 febbraio, Giornata della vita consa-crata, è stata celebrata in Cattedrale la Santa Messa per i religiosi e le reli-giose della nostra diocesi. Nell’ome-lia di mons. Monari, letta dal vicario generale mons. Mascher, il Vescovo ha ringraziato i religiosi per il dono che fanno con la loro presenza alla

realizzazione che oggi si impongono all’immaginazione delle persone. “Non è facile, però, andare più in profondità e comprendere con mag-gior precisione quali sono gli ostaco-li che impediscono di desiderare di vivere da consacrati. Forse una del-le difficoltà maggiori è l’attenzione che l’uomo di oggi presta a ciò che chiamiamo mondo, cioè l’insieme di tutte le realtà, strutture, rapporti che costituiscono l’ambiente di vita su questa terra: il lavoro e la politi-ca, la scuola e l’economia, l’arte e il cinema, la musica e lo sport. La vita oggi offre a un ragazzo, a una ragaz-za una gamma immensa di possibili-tà di presenza nel mondo, quale non è mai stata offerta alle generazioni precedenti. Si pensi anche solo alla partecipazione politica attiva, alla ricerca e alle conoscenze nei diver-si campi del sapere, alle opportuni-tà di ritagliare tempo per interessi personali, alle possibilità di carriera, di ricchezza, di divertimento… Co-

Chiesa bresciana. Ha ricordato an-che a tutti i bresciani che il valore della vita consacrata è insostituibile. I religiosi e le religiose bresciane si distinguono per l’impegno nei campi della sanità e della educazione con slancio e generosità. A questo si ag-giungono anche le forme di vita con-templativa, “che appaiono meno uti-li in un’ottica di risultati immediati, vogliono avere un peso sul modo in cui il mondo vive. La consacrazione è un modo stupendo di spendere la vita e di portare a maturità la propria vocazione umana”. Purtroppo come ha scritto Monari sono altre le vie di

me è stato notato, sono tante e tali queste realtà che uno può rimaner-ne affascinato e sperimentarle una dopo l’altra, spinto dall’interesse del momento; ed è possibile che uno ar-rivi fino alla fine della vita senza mai chiedersi il perché delle cose che sceglie, senza mai cercare di dare un senso globale alle sue esperien-ze, senza proporsi mete e obiettivi precisi. Insomma, sono tante e tali le occasioni di azioni interessanti che si può vivere ‘distratti’ fino a quando la morte bussa alla nostra porta”. E oggi? “Questo modo di pensare è in concorrenza rispetto alla concezio-ne cristiana che invece tende a una meta precisa, quella che ci è offerta dalla promessa di Dio in Gesù Cri-sto. “A noi, persone religiose, con-sacrate, il successo mondano de-ve interessare poco e niente. Ma ci deve interessare, e come, la serietà nel lavoro, l’attenzione agli altri, la responsabilità di rendere migliore il mondo. La consacrazione conclu-

Venerdì 10 febbraioOre 21 - Brescia - Incontrodi preghiera con i giovanipresso la Basilica delle Grazie.Sabato 11 febbraioOre 9.30 - Brescia - Presentazione della lettera apostolica Verbum Domini presso Casa S. Angela.Ore 15.30 - Manerbio - Visita eS. Messa all’Ospedale.Domenica 12 febbraioOre 10 - Nuvolera - S. Messa in occasione dei restauri della chiesa parrocchiale.

Ore 16 - Brescia - S. Messanella Giornata del malatopresso la Basilica delle Grazie.Martedì 14 febbraioOre 16 - Brescia - Consulta regionale per la catechesipresso l’oratorio della Volta.Mercoledì 15 febbraioOre 9.30 - Brescia -Incontro all’Ateneo di Brescia.Ore 10.30 - Brescia -Preghiera al Rovarotto.Ore 11 - Brescia - S. Messaper i Santi patronipresso la Basilica dei Santi Faustino e Giovita.Ore 16 - Brescia - Incontro presso la Fondazione civiltà bresciana.

de Monari non deve diventare un alibi per non essere seri nelle cose che facciamo. Al contrario la serie-tà deve essere ancora più alta: il mi-glioramento del mondo ci interessa, e molto, proprio perché interessa a Dio. È Dio che ha messo il mondo nelle mani dell’uomo e ha chiesto all’uomo di lavorarlo, di costruire una società nella quale le singole persone possano trovare rispetto e aiuto a vivere al meglio la loro vita. Questo siamo consacrati a fare, in obbedienza a Dio”.

La Cancelleriadella Curia diocesana,a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano,comunica i provvedimentidella settimana:

Il sac. don Francesco Bacchetti,già parroco delle parrocchiedi Ossimo Inferiore e Superioree già Amministratore parrocchialedelle parrocchie di Lozioe Villa di Lozio,

è stato nominato vicario parrocchiale delle parrocchiedi Idro, Anfo, Capovalle,Lavenone e Treviso Bresciano.

Il sac. don Luigi Salvetti,già presbitero collaboratoredella parrocchiadi San Giovanni in città,è stato nominato presbitero collaboratore della parrocchiadi San Giuseppe Lavoratoreal Villaggio Violino, in città.

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utte le parrocchie, chi più e chi meno, orga-nizzano attività diverse rispetto a quelle più pro-priamente “di religione

e di culto” per aggregare ma anche “per fare cassa”. In diocesi si senti-va, però, la necessità di aggiornare quanto stabilito dal vescovo Fore-sti nel lontano 1984; lo scorso 26 gennaio mons. Monari ha così ap-provato il vademecum “La festa in parrocchia”: indicazioni e disposi-zioni pastorali per l’organizzazione e l’ospitalità di feste, eventi e mani-festazioni in ambienti parrocchiali (oratori, sale della comunità, luo-ghi di culto). Alla stesura del docu-mento che colma alcune lacune e fa chiarezza su tante zone d’ombra hanno collaborato Uffici e servizi diocesani. La precondizione indi-spensabile è che le iniziative de-vono avere uno stretto rapporto con le finalità pastorali della par-rocchia. A questo si aggiungono anche lo stile della sobrietà (si fa riferimento esplicito alla pruden-za nell’invitare artisti particolar-mente onerosi e si incentiva l’uso di materiale biodegradabile) e il rispetto doveroso in ossequio alla

legalità delle norme civili in mate-ria. La festa, come è scritto nel va-demecum, può essere un elemento di aiuto o, al contrario, può invece rivelarsi un ostacolo nel cammi-no di crescita di una comunità cri-stiana. Da questo punto di vista la normativa ecclesiastica e civile è chiara: la festa deve rientrare nel quadro della programmazione pa-storale della parrocchia; si possono inserire raccolta fondi per le ope-re parrocchiali o per altro, ma non deve venire meno la dimensione religiosa e pastorale. Anche se può sembrare scontato va ricordato che la titolarità giuridica è del parroco e che ci sono alcuni adempimen-ti giuridici da seguire e rispettare. Nel secondo capitolo il documento entra nel merito delle feste o del-le manifestazioni di enti pubblici o provati in ambienti parrocchiali. Alcuni “no” possono essere neces-sari o opportuni sia per garantire il rispetto delle identità delle opere della parrocchia sia per educare le persone a quei valori che costitui-scono motivo di crescita per i sin-goli e per l’intera comunità cristia-na. Non mancano gli esempi con-creti: le manifestazioni non legate a

tradizioni cristiane come Hallowe-en non sono ammesse, così come non è possibile rendere disponibili gli spazi parrocchiali per riunioni di partito; non sono neppure ammes-se negli ambienti parrocchiali feste della birra o manifestazioni legate ad altre bevande alcoliche. Saggez-za e prudenza anche nei confronti delle feste di fine anno o feste par-ticolari, mentre non sono ammesse le feste legate a giochi di ruolo che simulano l’uso delle armi; sono al-tresì da evitare atteggiamenti, abiti o comportamenti non decorosi nei saggi di danza o di musica. Sobrietà anche per quanto riguarda le feste di compleanno. Le parrocchie devono anche rispon-dere no alle richieste di ambienti per il culto di religioni non cristiane, ma anche per attività religiose psi-co-terapeutiche o sociali che fanno riferimento a gruppi di confessione religiosa o spiritualità non cristiano-cattolica. La parte finale del docu-mento ospita anche un’appendice con le procedure corrette da seguire nell’organizzazione di feste, eventi e manifestazioni. Il vademecum in-terrogherà sicuramente le comuni-tà cristiane.

“Signore, Ti ringrazio che mi hai chiamato alla vita, ed ancor più che, facendomi cristiano, mi hai ri-generato e destinato alla pienezza della vita”. Prendo spunto dalle pa-role del “Testamento” di Paolo VI perché credo che esse siano l’epilo-go più bello della vita del diacono Giuseppe Birbes, il primo diacono ordinato della diocesi. Fu una lun-gimirante scelta del vescovo Mor-stabilini a dare inizio al cammino diaconale nella nostra terra, il 4 di-

cembre 1982; quest’anno avrebbe festeggiato il 30° anniversario di ordinazione. Il suo primo incarico, nelle parrocchie di Pezzaze e Pez-zoro, fu una esperienza ricca, che gli permise di crescere spiritual-mente e pastoralmente. Una cresci-ta che gli consentì di affrontare con maggior intensità e capacità altri impegni parrocchiali a Costalunga, al Villaggio Prealpino e nella sua parrocchia di origine, S. Eufemia alla Fonte. Il suo dinamismo, la sua

voglia di fare, il suo forte carattere diaconale lo spinsero ad accoglie-re e cercare altri incarichi e servizi che svolse con carità evangelica, in modo particolare verso i carcerati e l’aiuto e l’assistenza ai sacerdoti an-ziani e ammalati ricoverati. Sempre parlava dei “suoi” sacerdoti e sape-va cogliere in loro non una vita che finisce, ma un’esistenza che si com-pie in pienezza. Questo stesso amo-re era offerto agli ammalati ogni anno quando nel mese di agosto si

recava a Lourdes con l’Oftal. L’as-sistenza agli scout fu un altro dei suoi legami affettivi come l’evan-gelico impegno missionario che lo vide viaggiare verso l’Etiopia, do-ve aiutava economicamente un or-fanotrofio, e verso il Brasile, per aiutare don Stefano Bertoni. Qua-lità e generosità che non fece mai mancare nella Comunità diaconale. Don Sergio Passeri, salutandolo il giorno del suo funerale, lo ha defi-nito “leale”. (Claudio Fiorini)

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La richiesta alla Regione Lombardia di finanziamento del progetto di creare un mercato intercooperativo ha preso le mosse dalla volontà di prendere in considerazione le molteplici forme di finanziamento pubblico (bandi l.53 e l.125, bandi Asl, bandi regionali, dote conciliazione, ecc.) per dare sostanza a idee progettuali sul tema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Il voucher sarà spendibile per servizi per la prima infanzia (per es. asili nido,

baby-sitting), per servizi scolastici, educativi, ricreativi e culturali (studio accompagnato, laboratori, corsi extracurriculari, centri estivi, spazi gioco) per servizi di assistenza e cura a domicilio, per prestazioni mediche e paramediche e anche per servizi di supporto per la famiglia (piccoli lavori domestici, stireria, lavanderia). I destinatari dei servizi sono i 363 dipendenti delle sette realtà cooperative aderenti al partenariato (Assocoop, Cerro

Torre, Cooperativa di Bessimo, Cobrema, Gaia, Il calabrone, La Fontana); i fornitori “socio-sensibili” della rete sono circa 20 cooperative sociali attive nel territorio di residenza dei beneficiari dei voucher. L’incontro tra domanda e offerta sarà mediato da un portale di progetto, realizzato dalla cooperativa di servizi informatici Di Rete di Desenzano, con area riservata a uso degli utenti dei servizi e dei fornitori di servizi di conciliazione.

empo permettendo: è que-sto il titolo del progetto di welfare territoriale ideato da Cobrema, la Cooperati-va bresciana di mutua as-

sistenza e finalizzato alla realizzazio-ne di una rete di servizi ad alto conte-nuto di conciliazione. L’idea cardine è la sperimentazione di un modello di raccordo tra domanda e offerta di ser-vizi di welfare nell’ambito di un mer-cato intercooperativo, che agevoli in particolare l’incontro tra la domanda di servizi che favoriscono la concilia-zione dei tempi vita-lavoro e l’offerta di fornitori “socio-sensibili”, impe-gnatisi a garantire condizioni econo-miche di vantaggio e di erogazione delle prestazioni con un implicito va-lore aggiunto conciliativo. Grazie a un contributo regionale di circa 200mila euro, sarà possibile soprattutto spe-rimentare forme innovative di soste-gno ai dipendenti con carichi familiari (bambini e/o disabili e/o anziani non autosufficienti) e ai dipendenti svan-taggiati, portatori essi stessi di docu-mentate gravi infermità, sotto forma di voucher per l’acquisto di servizi di conciliazione. Il progetto “Tempo per-mettendo” trae spunto da un’attività di ricognizione dei bisogni di conci-liazione dei dipendenti, stimolata in particolare da Confcooperative Bre-scia, soggetto aderente all’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale per la concilia-zione. Nel corso dei due anni di du-rata di “Tempo permettendo” ci sarà anche l’opportunità di studiare, con riguardo specifico a ogni organizza-zione aderente al partenariato, come

risultati di un’indagine e finalizzata alla sottoscrizione di una convenzio-ne impegnativa almeno per la durata del progetto verranno distribuiti i pri-mi voucher, il cui valore varia da 150 a 500 euro in funzione del grado di biso-gno di conciliazione espresso, entro la prossima estate. In sintesi, il progetto insiste sulla diffusione della cultura della conciliazione secondo le linee di indirizzo provinciali di attuazione dell’Accordo per la conciliazione, av-valendosi in ciò anche dell’autorevo-le beneplacito e della disponibilità a collaborare per il buon esito delle at-tività resi dall’Ufficio della consigliera di parità della Provincia di Brescia, da Confcooperative Brescia e dalle parti sociali coinvolte.

dare forma strutturata all’erogazione dei voucher di conciliazione, possi-bilmente mutandoli in benefit azien-dali o creando le condizioni perché i voucher rientrino fra gli elementi negoziali di un accordo sindacale di secondo livello. Dopo la fase di ne-goziazione specifica con i fornitori della rete, condotta in funzione dei

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omandate pace per Geru-salemme. L’appello di re David (Salmi 122, 6) per una Gerusalemme città di pace, sembra vano.

Perché quella che, da un punto di vi-sta storico-profetico, è una delle città più celebri del mondo, resta una zona critica dal punto di vista geopolitico. Attualmente, infatti, la città di Geru-salemme è contesa fra diversi credi religiosi e al conflitto si aggiungono Israele e le Autorità nazionali pale-stinesi che a loro volta rivendicano Gerusalemme come loro capitale. Eppure, malgrado la pace resti appa-rentemente un miraggio, opportuna-mente il patriarca di Gerusalemme Fouad Twal sostiene che “Gerusa-lemme rimane la chiave per la pace di tutto il Medio Oriente.” Del tema si è parlato il 7 febbraio nell’incontro “Gerusalemme chiave per la pace” te-nutosi nella sala Fanin del Movimen-to cristiano lavoratori di Brescia, a introduzione del quale, il presidente Luca Pezzoli ha illustrato il progetto per la costruzione a Gerusalemme di 80 case per giovani coppie cristiane, “dando loro la possibilità di abitarci e lavorare e impedire che i Luoghi san-ti diventino musei senza vita.” Stefa-no Costalli (docente studi strategici dell’Università cattolica), dopo aver tracciato l’evoluzione storica che ha forgiato l’attuale presenza dei cristia-ni nella Terra Santa, ne ha evidenzia-to, a fronte di una modesta consisten-za numerica, la funzione moderatrice nella complessa relazione tra palesti-nesi e israeliani. I cristiani di Gerusa-lemme costituiscono una risorsa da

tivi e l’assoluta indifferenza dello Sta-to d’Israele. Don Pierantonio Bodini (direttore di Terrae Caritatis) ha ricor-dato che Gerusalemme è l’hic della storia della salvezza, il luogo in cui “il Verbo si è fatto carne”, la città santa delle grandi religioni monoteiste. Mo-tivi che rendono doveroso, anche in un momento di crisi, il costante inte-resse dei cristiani nei confronti della Terra Santa. A conclusione dell’incon-tro, Noè Ghidoni (presidente Mcl Lom-bardia), ha messo in risalto l’impegno di Mcl, nel suo 40° di fondazione, nel sostenere il progetto del Patriarca di Gerusalemme. Il senso di tale impegno è quello di tenere viva l’attenzione sui cristiani che in diverse aree del mondo si trovano in gravi difficoltà.

valorizzare, ma che purtroppo si sta sempre più assottigliando a causa della costante emigrazione. Concetto ripreso da Alessandro Lonati (presi-dente di “Amici del Patriarcato latino di Gerusalemme”) che ha sottolineato l’importanza della costruzione di case per i cristiani, altrimenti costretti ad abbandonare l’area, dati i costi proibi-

Politica, Stato, democrazia e soprattutto di dottrina sociale della Chiesa sono i temi trattati nella Scuola di formazione impegno sociale e politico promossa dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Brescia, in collaborazione con l’Ufficio oratori e pastorale giovanile, l’Ufficio migranti e con la partecipazione di Comunità e Scuola, Acli, Focolarini, Mcl e Ucid. La scuola, iniziata il 5 novembre scorso alla presenza

di mons.Luciano Monari, si rivolge ai giovani, tra i 18 e i 25, anni che desiderano impegnarsi in ambito sociale e politico, e si sviluppa in due annualità, il primo anno si focalizza sulle nozioni di base del nostro sistema politico e sociale, durante il secondo anno vengono analizzati alcuni concetti fondamentali alla luce degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa.Lo scopo è promuovere un impegno sociale e politico

attraverso la formazione teorica e pratica e i momenti dialogo e confronto tra i partecipanti. Vista la crisi della politica che caratterizza il nostro tempo è incoraggiante notare che ci siano tanti giovani interessati a queste tematiche che desiderano ricercare le radici del loro impegno e formarsi, per essere in grado di creare opinioni e affrontare impegni significativi, dopo un’attenta analisi sociale e politica.

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ue novità che interessa-no la didattica e la rela-zione scuola-famiglia si affacciano all’orizzonte dell’istituto di via Cap-

pellazzi. Esse riguardano sia il li-ceo che la scuola secondaria di pri-mo grado e verranno implementate a partire dal prossimo anno scola-stico. Partiamo dalla prima novità, che concerne l’aspetto della tecno-logizzazione dei dati. È già in fase di testazione da alcuni mesi il primo modulo del software di rilevazione e gestione dei dati informatizzato, quello cioè che sostituirà i registri cartacei di classe, sia dell’insegnan-te che degli alunni. Attualmente è in uso ancora il registro in formato cartaceo, ma l’obiettivo, ormai pros-simo al traguardo, è di trasformare la sperimentazione in sistema a re-gime a partire dal prossimo anno scolastico. Questo consentirà tra l’altro alle famiglie uno strumen-to di informazione e di interazione con la scuola semplice ed efficace.Da questo punto di vista le scuole del Bonsignori sono dotate di una lavagna multimediale, presente in ogni classe e utilizzata dai docen-ti per una didattica che si affian-chi e si integri al libro di testo. Per quanto riguarda invece la didattica quest’anno sarà il banco di prova per il “Curricolo di Istituto”, mes-so appunto dal Collegio dei docenti lo scorso anno scolastico. A questo lavoro è collegato un progetto di aggiornamento dei docenti, sem-pre più necessario per andare nella direzione di un insegnamento per

maggior ragione oggi in un quadro di grandi cambiamenti e di grandi incertezze. Non di meno siamo con-vinti che ciò sia necessario per af-frontare l’emergenza educativa che oggi chiede alla scuola non solo di istruire ma anche di coinvolgere i giovani nel processo formativo”, spiega il dirigente scolastico Giu-seppe Raineri. Nel frattempo, per chi lo desiderasse, c’è ancora tem-po per iscriversi alla prima classe del Liceo scientifico del prossimo anno scolastico. La Direzione è di-sponibile a visite personalizzate da parte di alunni e famiglie. Per informazioni è necessario preno-tare la propria visita in segreteria (030.957113).

competenze, rinnovando le mo-dalità di approccio al concetto di apprendimento. “Come corpo do-cente siamo convinti che la parte relativa a un diversa proposta di-dattica costituisca una sfida molto impegnativa, perché richiede a ogni insegnante la disponibilità a modifi-care l’approccio alla professione, a

I ragazzi della terza media della scuola parrocchiale “Don Orione” in questi giorni hanno riflettuto sul tema della povertà oggi. Queste alcune delle loro riflessioni.“La parola povertà è probabilmente una delle poche espressioni che da più tempo tormenta il nostro mondo”. Tuttavia solo in questi ultimi tempi si è prepotentemente tornato a parlare di povertà anche in Italia. Il termine povertà sembra “far riferimento al solo problema economico, invece, una riflessione

più profonda ci porta a usare lo stesso termine per indicare la mancanza dei diritti, delle idee, dell’uguaglianza e della dignità”.Come viene affrontata la povertà? Sembra una contraddizione ma sono i poveri ad insegnarci come uscire dalla povertà, o dall’indifferenza che gran parte del mondo sembra riservare a questo tema? Come possiamo uscire da questa gabbia di indifferenza che ci impedisce di affrontare la vita? Ecco alcune possibili soluzioni:

la bontà può cambiare il mondo, anche solo tramite i piccoli gesti gratuiti; si dovrebbe iniziare ad eleggere al governo qualcuno che invece che spendere soldi pensando ai propri interessi, pensi al Paese, al mondo; è a importante mettere la solidarietà al centro della società e dei rapporti tra i popoli. La solidarietà garantisce la promozione dell’uguaglianza e della giustizia che dovrebbero essere la base di ogni rapporto umano.

(La classe terza media)

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l 19 gennaio del 2004, nell’Ac-cademia cattolica di Monaco di Baviera, avviene l’incontro tra il teologo Ratzinger e il filo-sofo Habermas, sui rapporti tra

ragione e fede. Proprio per ricordare questo evento, l’Accademia cattolica di Brescia ha recentemente organiz-zato la conferenza dal titolo “Quale posto per le religioni nella società? Confronto tra Habermas e Ratzinger”, tenuta dal prof. Michele Nicoletti, do-cente di Filosofia della politica, pres-so l’Università di Trento. Secondo il relatore, l’incontro in questione è cru-ciale per la cultura contemporanea. Nicoletti sottolinea tre aspetti cen-trali del dialogo. Il primo è di natura storica: Habermas, fino al 2001, non si occupa di religione, anzi, si considera “stonato” in tale campo. Dopo l’atten-tato del 2001 alle Torri gemelle, egli scrive “Fede e sapere”, in cui esprime la necessità di riprendere un dialogo forte tra sapere e religione, cultura e fede. L’uomo contemporaneo, secon-

do lui, deve superare le fratture tra la ragione e altri ambiti del sapere e della coscienza umani: come ci inse-gna Hegel, la modernità deve saper conciliare la cultura con la religione, evitando sterili dualismi, che portano solo all’affermazione astratta di una delle due polarità.Un secondo elemento è la riflessione sulle trasformazioni della natura uma-na. Habermas critica la genetica e la scienza contemporanea, quando esse vogliono manipolare l’uomo, usarlo come oggetto, strumento, non come soggetto libero. Il filosofo difende la dignità della persona, trovando, in

questo senso, una certa sintonia con la religione cristiana.Il terzo punto è la maggiore conside-razione della cultura contemporanea verso la religione. Per Habermas, il fenomeno religioso ha un senso po-sitivo: ha un contenuto veritativo, che si esplica sia sul piano sociale sia su quello della sapienza. Nella dimensio-ne religiosa, a prescindere dalla fede che si può avere, l’uomo viene colto nella sua verità, quindi nella sua digni-tà. Infatti la tradizione religiosa “sal-va” alcune cifre dell’essere umano, che altrimenti andrebbero perdute: ad esempio, la sacralità della sepoltura, del momento della morte, che spes-so la nostra cultura banalizza o con-sidera come fatti insensati. In questo senso, il filosofo ricorda che, grazie alla religione, l’uomo può compren-dere la finitezza dell’esistenza, avere una visione più completa della vita. Ratzinger apprezza l’apertura del fi-losofo laico e neo-illuminista Haber-mas, cercando di sviluppare un dia-

logo costruttivo con lui. Il teologo insiste sulla reciproca giustificazione tra ragione e religione: una religione senza ragione diventa fanatismo cie-co; una ragione senza religione diven-ta razionalismo arrogante. Ratzinger pone l’accento anche sulla dimen-sione interculturale e interreligiosa del mondo contemporaneo: bisogna tenere presente il fatto che esistono varie prospettive e che l’Occidente è solo una di queste. Inoltre, secondo lui, la religione ci dà il senso della di-pendenza dell’uomo come creatura: uno degli errori più gravi della cultu-ra moderna è quello di chiudere l’es-sere umano nella sua autosufficienza. In realtà, noi siamo dipendenti, la no-stra vita in sé non è compiuta, tutto il nostro essere “chiama” la trascen-denza. La nostra stessa libertà, da una parte ci fa sentire potenti, autonomi, dall’altra parte ci indica i nostri limiti, la nostra finitezza. Secondo Ratzinger, questo senso del limite, della “creatu-ralità” è fondamentale non solo per

la religione cristiana ma anche per la filosofia e la cultura contemporanee. A tale proposito possiamo parlare di etica del limite, compatibile con la vi-sione di Habermas. Pur nella differen-za notevole tra un teologo e un non credente, essi ci mostrano un terreno comune. Infatti, secondo loro, l’esse-re umano, in sé, ha dei limiti, che ci fanno diventare coscienti del nostro essere; la persona ha sempre un va-lore, non è mai un mezzo, ma è sem-pre un fine; la realtà non può esaurir-si nella ragione, ma ha una sua com-plessità, che ci spinge “oltre”. Questa trascendenza, per Ratzinger è Dio, per Habermas è una dimensione di civiltà terrena, di crescita umana, di comuni-tà politica e linguistica, in cui assume un significato meramente “culturale” anche la religione. Entrambi elabo-rano un nuovo “umanesimo”, che ri-esce a cogliere nell’esistenza umana un bene in sé e un fine, nella storia un cammino di crescita verso una civiltà, che assuma l’uomo nella sua essenza.

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hi non lo ricorda, con quel suo occhio nero e il cami-ce bianco Paolo Migone è uno dei comici storici di “Zelig”. In esclusiva per

i lettori de “La Voce del popolo” e ascoltatori di Radio Voce un’intervi-sta esclusiva. Il comico sarà a Castel Mella giovedì 16 febbraio alle 21 con il suo spettacolo “Completamente spettinato”, portato a Brescia da Ci-piesse. Ingresso 18 euro, in preven-dita; 20 euro la sera dello spettacolo. Info:cipiesse-bs.it.Come stai Paolo?Bene, perché ho registrato la quarta puntata di “Zelig” e ore sono all’Abe-tone sugli Appennini a sciare con la mia famiglia. C’è un casino di neve ed è veramente bellissimo. A cavallo tra televisione e teatro. È più facile fare sketch, magari di pochi minuti, o stare su un palco per un intero show?Io dico sia più difficile dare il massi-mo in quei cinque minuti, un po’ co-

grande pubblico con una comici-tà surreale?Non è facile; siamo rimasti in pochi: c’è Gene Gnocchi, c’erano Cochi e Renato. Diciamo che se tu tratti i te-mi del quotidiano come il caos delle macchine, il traffico, le città, i pro-blemi economici, la gente ci si rico-nosce, poi sta alla bravura dell’atto-re dargli questo taglio quasi assurdo. La gente viene a teatro e per i primi 10 minuti non ride, poi comincia a fidarsi e ride.C’è un personaggio che trovi ir-resistibile?Il mio guru è Charlie Chaplin. Ma an-che Buster Keaton mi ha sempre ispi-rato con la sua sobrietà: mi sembra un personaggio venuto dalla luna.Se non avessi fatto il comico, co-sa saresti diventato?Io penso un barbone alla stazione Termini. Non saprei. Ho fatto agra-ria, ma con pessimi risultati. Mi ricor-davo solo l’ultimo esame resettando quelli precedenti. Il mio cervello è na-

me uno sciatore che in un minuto de-ve dare il 100%. Magari aspetti cinque o sei ore, vai sul palco freddo, e devi rendere al massimo. È molto difficile rimanere concentrati.Cosa accade in questo spettacolo che sta girando l’Italia?Sta andando molto bene, in tutta Ita-lia e praticamente è tutta la mia vita. Racconto i problemi che ho in fami-glia, con mia moglie. Tutti se li rive-dono nelle proprie case però li rac-conto con il mio taglio, molto surre-ale. Devo dire che piace dalla Sicilia al Trentino.Come si fa ad affascinare un

to per sparare stupidate enormi. Ma-gari avrei fatto il vignettista, perché so disegnare e da giovane l’ho fatto per un po’. Sempre cose buffe però, sempre cose ironiche. La mia anima è buffa, sono un giullare.Perché venire giovedì nell’audi-torium Gaber a Castel Mella a vedere lo spettacolo?Ho sempre amato Giorgio Gaber e sono onorato di venire al Gaber. Ci vediamo là, spero di far ridere tutti, anche il siparista.

Angelo Canossi fu colui che “al dialet-to bresciano diede luce di vera poe-sia”, come recita la targa incisa sulla salita del Castello in suo onore. Can-tore della brescianità, in occasione del 150° anniversario della sua nascita il Ctb ha organizzato alcune iniziati-ve che saranno soltanto un assaggio della celebrazione del poeta, che pro-seguirà con altri eventi, in via di defi-nizione, per il 2012. Si parte dunque in questo mese con due spettacoli teatrali (ingresso 8 eu-ro, ridotto 5) al Teatro Santa Chiara: “So nassit nüd - Omaggio a Canossi” (9 e 10 febbraio, 20.30) e “Curt dei Pu-lì” (21 - 25 febbraio, ore 20.30, domeni-ca 26 alle 15.30). Il primo vedrà in sce-na Sergio Mascherpa e Bruna Gozio, quest’ultima anche autrice del testo, nato nel 2003 e presentato da Coope-rativa Teatro Laboratorio. “Si tratta di un recital delle più famose poesie

di Canossi – spiegano – che abbiamo realizzato con la consapevolezza che lavorare sui suoi versi significa ine-vitabilmente misurarsi con una Bre-scia molto diversa da quella attuale”. Il tradizionale “Curt dei Pulì” sarà ri-portato in scena dai giovani attori del-la Piccola Compagnia Stabile di Bre-scia con la regia di Filippo Garlanda e impreziosito dalla partecipazione straordinaria di Edi Gambara, che 45 anni dopo il debutto dello spettacolo reinterpreta il ruolo della “Ecia Cop-pi”. “L’obiettivo – precisa Paolo Peli, direttore artistico dell’Associazione Culturale Sr, che con Ctb presenta lo spettacolo – è dimostrare che anche attori giovani possono cimentarsi con un testo carico di storia rendendolo attuale”. Spettacolo la cui regia nel 1967 fu curata proprio da Costanzo Gatta, autore di una biografia del poe-ta, “Canossi. Vita e opere”, presentata

martedì nel foyer del Teatro Sociale. “Con questo libro – sottolinea – ho vo-luto rendere un’immagine del poeta lontano dall’essere una macchietta o un poetuncolo, ma un uomo di grande cultura”. In 600 pagine, Gatta ripercor-re le esperienze formative di Canossi alla Sorbona, i contatti con d’Annun-zio, il suo rientro a Brescia e le sue imprese giornalistiche all’avanguar-dia, allontanandolo da un cliché che lo ha ingabbiato nell’unico ruolo di poeta dialettale. “Le iniziative – anti-cipano Carla Boroni e Angelo Pastore, rispettivamente presidente e direttore di Ctb – proseguiranno con la messa in scena della Maccheronica Cicero-nessa, la ripresa in estate di Curt dei Pulì e la produzione di un altro spetta-colo da valutare sulla base degli attori bresciani che stiamo selezionando, in linea con una grande attenzione nei confronti del contesto urbano”.

Il 10 febbraio dalle 14 alle 18.30 presso l’aula Magna della Facoltà di Economia (via San Faustino, 74/B), l’Accademia cattolica di Brescia propone, in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia, il convegno nazionale “Urbanistica comune e bene comune. Un volto per la città di Brescia”. Interverranno Massimo Cacciari, Giacomo Canobbio, Letizia Cariello, Francesco Karrer, Michela Tiboni e Maurizio Tira. L’urbanistica vive una stagione di cambiamenti. In

crisi è soprattutto il modello di crescita a oltranza e di un governo del territorio impositivo, affidato al primato del pubblico. Tuttavia il compito dell’agire urbanistico è, oggi come nel passato, contribuire a dare risposte alle aspirazioni e alle paure che gli abitanti esprimono nei confronti del proprio ambiente di vita. È dunque richiesta la capacità di trovare un equilibrio tra mondo artificiale e mondo naturale, per uno sviluppo più attento al risparmio delle risorse, all’integrazione

sociale, alla democrazia. Si tratta di una sfida culturale prima che tecnica: anche a Brescia non è in gioco solo la trasformazione urbanistica della città, ma i futuri assetti economici, la qualità di vita dei cittadini, l’immagine che lasceranno ai propri figli le generazioni che hanno costruito questo ambiente urbano complesso.Con questo convegno ci si propone dunque di ri-trovare un filone di pensiero in materia urbanistica che declini il contributo fecondo

dell’umanesimo cristiano nella costruzione della città di pietra, oltre che della città dell’uomo. L’iniziativa si colloca dentro la riflessione che l’Accademia cattolica va conducendo su “Religioni e convivenza civile”, tema che intende sviluppare nei primi tre anni della sua attività. Quest’anno vengono approfonditi i modelli teorici di pensiero. Ma con un occhio sempre rivolto alla concretezza storica e territoriale della città di Brescia.

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econdo l’art.1 della legge n. 92 del 30 marzo 2004 “La Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’,

al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dal-le loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.C’è voluta una legge, con 60 anni di colpevole ritardo, per onorare i 10mila italiani ‘infoibati’, gettati, per la maggior parte ancor vivi, nei buchi neri delle cavità istriane e per ridare dignità e rispetto a 350mila connazionali che dalla conclusione della Seconda guerra mondiale alla fine degli anni Cinquanta, in seguito al trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 con il quale l’Italia cedette al-la Jugoslavia buona parte delle ter-re del confine orientale, furono co-stretti a scappare e abbandonare la loro terra, le loro case, il lavoro e gli amici. Ma oltre la legge, ripercorrere con la memoria quelle assurde pagi-ne di storia è un dovere. Che diven-ta un messaggio rivolto alle giovani generazioni: conoscere e ricordare, per non dimenticare.Il Comune di Brescia dà il suo con-tributo alla commemorazione pro-ponendo venerdì alle 10, all’Audi-torium del Museo di Santa Giulia, il convegno “La serenissima Repub-blica di Venezia, Istria, Fiume e Dal-mazia, baluardi di civiltà ai confini orientali d’Italia” che vede la parte-

cipazione di docenti universitari e di storici di fama internazionale. “Un modo – ricorda il sindaco Adriano Paroli – per fare memoria affinché gli errori del passato non abbiano a ripetersi”.L’assessorato alle Politiche giovani-li della Provincia, guidato da Fabio Mandelli, interviene nel ‘ricordo’ con la stipula di una convenzione e con l’organizzazione di una serata di approfondimento. “La convenzione

stipulata con la Fondazione Centro mondiale per la cultura giuliano-dalmata onlus di Brescia, presie-duta da Luciano Rubessa – spiega l’assessore Mandelli – prevede una erogazione al sodalizio di 4000 euro all’anno per tre anni per supportare l’organizzazione di progetti storico-didattici rivolti ai giovani”.La serata, in programma venerdì 10 alle 20.30 al Teatro Sancarlino di corso Matteotti, vede protagoni-sti Paolo Cittadini e Laura Mantovi. Cittadini, giornalista, figlio e nipo-te di esuli, presenterà il suo volu-me, “Esodo a Brescia. La diaspora giuliano-dalmata”, dove ripercorre il dramma dell’esodo e racconta l’approdo degli 8.500 profughi, tra uomini, donne e bambini, nel Bre-sciano. Il volume viene distribuito anche nelle scuole. Mantovi, attrice e autrice, a seguire, metterà in sce-na lo spettacolo “Foibe. Storie nella storia” che propone una narrazione sulle vicende millenarie del territo-rio istriano, giuliano e dalmata dal periodo romano al trattato di Pari-gi, seguendo il filo conduttore che “il passato non dà le risposte... ma aiuta a formulare meglio le doman-de”. Lo spettacolo, fino all’inizio di marzo, viene proposto anche in nu-merose scuole.“Occorre conoscere – conclude Ru-bessa - e diffondere la memoria di quella ‘notte buia’ della storia nella quale 350mila italiani scelsero l’esi-lio alla morte e alla schiavitù, nella quale l’adulto divenne povero e il bambino divenne adulto”.

Sabato 11 febbraio (ore 20.30) e domenica 12 febbraio (ore 16) è proposto “Vesperanza” uno spettacolo ideato e realizzato dall’Accademia “Arte e Vita” di Breno e dedicato alla figura di padre Josè Maria Yermo Y Parres, santo messicano dell’Ottocento e fondatore dell’ordine delle Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei Poveri. Tra miniere di carbone e miseria di massa, lo spettacolo racconta la storia di un uomo che ha fatto della propria vita un esempio.

Il 15 febbraio (ore 16) nel salone “Mario Piazza” (vicolo San Giuseppe 5) sarà consegnato il premio Santi Faustino e Giovita 2012 (poesia in dialetto, in italiano, giornalismo e arte) e ci sarà l’inaugurazione delle attività della Fondazione civiltà bresciana. Dopo il benvenuto del presidente della Fondazione Antonio Fappani, Alfredo Bonomi ne presenterà le attività. Interverranno mons. Monari, il sindaco Paroli, il presidente Molgora e Giovanna Prandini.

Il maestro olandese Hardy Mertens, uno dei più grandi compositori e direttori a livello internazionale, dal 2009 cura la preparazione della banda di Borgosatollo in vista del concorso mondiale Wmc 2013 a cui l’associazione parteciperà. Il 17 e il 18 febbraio sarà a Brescia ospite dell’associazione per uno stage e sabato 18 alle 21.15 all’auditorium San Barnaba il corpo musicale si esibirà con la partecipazione del maestro olandese.

“A cosa serve la politica” di Piero Angela e “Licenziare i padreterni” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzi sono i due volumi che vengono presentati venerdì alle 20.45 nella sala civica dei Disciplini dall’associazione Aldo Moro di Castenedolo. Saranno presenti per dialogare sui libri e sull’attualità che essi raccontano Piero Angela e Gian Antonio Stella, l’onorevole Roberto Maroni, il senatore Marco Follini e Maria Latella direttrice di “A”.

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er quanto a proprio agio con le tecnologie i nativi digitali hanno bisogno di protezione”. È una delle conclusioni a cui è arri-

vata la ricerca sulla “mediazione ge-nitoriale nell’uso di internet e dello smartphone”, condotta da “OssCom”, il centro di ricerca sui media e la co-municazione dell’Università cattolica di Milano, in collaborazione con Voda-fone Italia. L’indagine è stata condotta su tre gruppi di genitori di ragazzi tra i 10 e i 14 anni e su un gruppo di ragaz-zi della stessa età. “Nei rapporti con internet e gli smartphone – spiegano i ricercatori – possiamo riconoscere una superiorità di competenze tecno-logiche proprie dei figli”, un vero gap generazionale, ma, allo stesso tempo, “una loro ridotta consapevolezza cri-tica che gli espone a rischi”. Giovanna Mascheroni, qual è il ruolo dei genitori in questa asimmetria tra ragazzi e adulti?Prima di tutto devono riconoscere

sui cellulari, non sostituiscono il loro ruolo di genitori, ma lo integra. In al-cune famiglie l’installazione di questi software è diventato un momento di confronto sui rapporti con internet.Il dialogo rimane il primo sistema di prevenzione dei rischi?Assolutamente sì. La campagna di sensibilizzazione che accompagna il ‘Safer Internet Day’ di quest’anno – ‘Insieme. Più connessi, più sicuri!’ – va nella direzione di favorire lo scambio tra genitori e figli nel rapportarsi con le nuove tecnologie. Apprendere in-sieme. I genitori potrebbero iniziare chiedendo ai figli di aiutarli a impara-re a usare le nuove tecnologie, spes-so poco conosciute, e sfruttare quelle occasioni per aiutare i figli a maturare senso critico. Attraverso il progetto “Eu Kids on line” si occupa del rapporto tra minori e internet.La sfida più grande oggi è la diffu-sione, anche tra i giovanissimi, degli smartphone che permettono di colle-

l’esistenza di questo gap: i genito-ri riconoscono la facilità dei ragazzi nell’uso delle tecnologie, ma è impor-tante che riconoscano la loro man-canza di capacità critica e valutativa, soprattutto riguardo alla reputazione e alla privacy on-line.I genitori mancano anche di cono-scenza delle opportunità offerte dai sistemi di “parental control”?C’è una certa diffidenza di fronte a queste tecnologie che si conoscono poco. È importante far capire come questi strumenti che permettono, ad esempio, di limitare gli orari di acces-so a internet o di filtrare le chiamate

Alla Galleria civica G.B. Bosio di Desenzano del Garda, fino al 19 febbraio, la nuova esposizione di Franco Oneta, con opere inedite e un omaggio alla città attraverso la storia di Sant’Angela Merici. La rassegna si sviluppa in un percorso di circa 80 opere che presentano un’interessante evoluzione della produzione artistica dell’autore, con alcune tavole inedite dedicate a Desenzano, e una sezione riservata alla vita della sua Patrona, Sant’Angela Merici. Alla storia della

santa, ricca di episodi sorprendenti e avventurosi, Oneta ha dedicato un lungo e appassionato lavoro di ricostruzione, tradotto in immagini originali e minuziose, che ci riportano alla realtà della vita sulle zone del lago del XV secolo. Una ricerca che si spinge fino alla ricostruzione visiva dell’aspetto di S. Angela, ma che soprattutto ne valorizza la figura di coraggiosa sostenitrice della fede, capace di iniziative rivoluzionarie per l’epoca, soprattutto a difesa della difficile

condizione femminile del tempo. La vitalità del disegno di Oneta non si rivolge soltanto allo studio del passato, ma si focalizza anche su altri aspetti della vita desenzanese, rappresentati in grandi tavole traboccanti di particolari insoliti, che costituiscono una seconda sezione della mostra. Nello stesso stile, non possono mancare tavole di ispirazione varia, dove l’artista esprime al massimo la sua ironia e attenzione ai dettagli. Una full immersion in un mondo di colori

e fantasia che riporta in primo piano i personaggi che hanno reso Oneta apprezzato a livello internazionale, facendone una figura di spicco nell’ambito del fumetto e dell’illustrazione per ragazzi, con intrecci con il mondo dei disegni animati. Ritroviamo la saga dell’eroe della giungla “Zembla”, le serie di Hanna e Barbera disegnate per “Il Giornalino”, le storie scritte e disegnate in prima persona con i propri personaggi: Olivo lo sportivo, Lilla, Leti e Mac Mac e molti altri.

La chiesa di San Salvatore, sito dell’Italia Langobardorum e ora pa-trimonio Unesco, è stato oggetto di accurate ricognizioni materiali pre-sentate in un incontro tenuto dagli studiosi che hanno presieduto ai can-tieri di restauro. Gian Pietro Brogiolo, professore di Archeologia medievale presso l’Università di Padova, ha illu-strato le diverse fasi della chiesa lon-gobarda sulla base degli scavi e delle analisi stratigrafiche sulle murature. Con i moderni sistemi tecnologici a disposizione degli archeologi, è sta-to possibile individuare una prima struttura con pianta a croce, databile alla fine del VII secolo, la quale è sta-ta successivamente modificata (metà VIII sec.) con l’aggiunta della cripta. Vincenzo Gheroldi, storico dell’arte della Soprintendenza per i beni archi-

tettonici, ha analizzato gli stucchi che ornano la chiesa, dimostrando come queste decorazioni appartengano alla prima fase costruttiva, perché anco-rate con grappe metalliche agli archi durante la loro messa in opera. Infine gli archi sarebbero stati abbelliti con clipei molto simili a quelli di Cividale, confermando le affinità già riscontra-te in entrambi i siti longobardi. Moni-ca Ibsen, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Padova e attenta studiosa dell’architettura gar-desana, si è occupata delle colonne e capitelli dell’edificio, analizzando le diverse tipologie architettoniche e le evidenti difformità stilistiche e qua-litative, segno del riuso di materiali romani tipico dell’epoca e della conti-nuità con il mondo classico delle ma-estranze della corte longobarda. (e.b.)

garsi a internet in qualsiasi momen-to. I ragazzi possono navigare da so-li e questo pone sfide ai genitori, ma anche alle aziende. Le normative, in particolare, per quanto riguarda le in-formazioni sui minori in Rete si sono fatte molto più rigide, ma a essere dif-ficile è il controllo. L’accesso a Face-book, ad esempio, è vietato ai minori di 13 anni a seguito di una normativa americana che vieta la conservazione d’informazioni sui minori di quell’età. Ma come evitare che un bambino di 10 anni non crei un proprio profilo falsi-ficando l’età. A volte sono addirittura i genitori a creare il profilo ai propri figli non sapendo di queste limitazioni.Diventa importante quello che voi definite “monitoraggio sociale”?Più che andare a controllare il com-puter dei figli è importante stare in contatto con gli altri genitori per ca-pire se emergono segnali di disagio o fenomeni particolari; con gli amici so-litamente emergono situazioni di cui i minori non parlano con i genitori.

Quanto è importante dare visibili-tà ai temi della sicurezza on line?Credo si debba ribadire la necessità di tutelare i minori, ma senza demo-nizzare la rete. Non dobbiamo creare nuove forme di esclusione. Per i ra-gazzi nativi digitali l’utilizzo costrut-tivo di internet è una condizione es-senziale perché non saper utilizzare certe tecnologie potrebbe rappresen-tare in futuro una penalizzazione. Tut-ti i genitori sperano che i propri figli utilizzino internet per scopi alti, ma è inevitabile che il primo approccio al-la Rete sia di tipo ludico per giocare e parlare con gli amici. È importante che prendano dimestichezza e siano accompagnati verso un utilizzo matu-ro, al riparo però dai rischi.

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Dopo le splendide raccolte di poesie sui fiori, la Fondazione Zanetto di Montichiari regala un’altra perla letteraria, incentrata stavolta sugli animali. Si intitola proprio “Alfabeto animale” ed è realizzato da Eloisa Guarracino, giovane insegnante milanese e collaboratrice di una casa editrice per l’infanzia. È un condensato di 175 poemi di 168 poeti italiani e stranieri. La parte predominante la occupano tutti quegli animali che troviamo nelle nostre case: il

cane, “la cui libertà è l’amare” (come afferma Marialuisa de Romans), è considerato quasi un essere superiore “perché Dio, se potesse scegliere il suo cervello lo prenderebbe dal cuore dei cani e farebbe dell’umanità una ciotola di speranza” (sono le parole di Barbara Tonon). E che dire dei versi dedicati ai felini più amati, i gatti, “che attendono – scrive Mirco Maltauro – che gli uomini si chiudano nelle case per miagolare d’amore”.

ttavio Amigoni (1606-1651), da pittore “pro-vinciale ritardatario al più grande del suo tempo”, così l’ha defi-

nito Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano, che ha curato la mostra e che da anni sta valoriz-zando la figura di questo assai po-co conosciuto pittore del Seicento. Dopo il gran fervore di rinnova-mento degli edifici sacri, seguito al Concilio di Trento nelle parroc-chiali bresciane, non manca quasi mai qualche opera dei pittori che, succedutisi nella committenza a Moretto, Romanino e i loro epi-goni, dominano la scena tra fine Cinquecento e la prima metà del Seicento: Cossali, Giugno, i due Gandino, Antonio e il figlio Ber-nardino. È un periodo in cui si as-siste sempre più all’arrivo di opere da territori dell’Alta Italia, da Ve-nezia, da Milano (i due Procacci-ni e i due Fiammenghini) e anche dall’Emilia. Si aggiungono pittori che eleggono Brescia come secon-da patria: il “lucchese” Ricchi e il cremasco Barbelli. In mezzo a questo crogiuolo Otta-vio Amigoni ha fatto fatica a farsi riconoscere nel tempo, forse per-

ché è pittore dalle molte sfaccet-tature che lo rendono meno “rico-noscibile”; ma questa caratteristi-ca costituisce anche il suo pregio, con il suo desiderio di aggiornarsi perennemente. Già nella sua prima opera di Ser-gnana di Provaglio d’Iseo (1632) si respira un’aria che dimostra la co-noscenza di Bernardo Strozzi (pit-tore genovese operante a Venezia) che emerge anche negli affreschi che decorano la navata centrale della chiesa del Carmine a Bre-scia, dipinti in collaborazione con Bernardino Gandino e Domenico Bruni. L’importanza dell’Amigoni si rileva anche dal suo viaggio in Svizzera, nei primi anni Quaranta del secolo lasciando sul percorso una pala nei Grigioni e una trac-cia anche in Valtellina, opere che risentono della mossa drammati-cità della pittura “milanese” dei Sacri Monti, mentre verso la fine degli anni Quaranta si hanno in-flussi emiliani, per approdare ver-so la fine della sua vita a un fare molto monumentale e con una ta-volozza schiarita. Le sue pale si trovano in partico-lar modo nella zona del lago d’Iseo (Lovere, Vello, Zone, Marone) e in

Valtrompia, ma non mancano an-che nella Bassa (Pontevico, Chia-ri, Quinzano, Verolanuova, Calvi-sano) e in alcune tra le maggiori chiese della città (in Sant’Agata con l’Annunciazione), con la sua presenza riconosciuta anche ne-gli affreschi della recentemente recuperata chiesa di San Giorgio. La mostra con le tele dell’Amigoni e il relativo catalogo costituiscono un punto d’arrivo di una ricerca dove il pittore si pone come rac-cordo tra la pittura locale e quella “foresta”, e quindi un “ponte” teso verso la seconda metà del secolo, dove si faranno avanti il suo allie-vo Ghitti e quindi più tardi Fran-cesco Paglia.La mostra “Ottavio Amigoni” è aperta fino al 25 marzo dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Chiuso il mercoledì.

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30 anni di spietata concorrenza, tra-bocchetti, alleanze e voltagabbana, plagi e ritorsioni. È la guerra degli ascolti che Rai e Mediaset hanno combattuto – e tuttora combattono – davanti agli occhi dei telespettatori per accaparrarsi il territorio dei sol-di e del potere mediatico. Ora questa guerra sta per finire, per due motivi. Il primo è che la televisione generali-sta, quella dei film interrotti dai “con-sigli per gli acquisti”, quella della Si-gnorina Buonasera e dei quiz televi-sivi, è destinata a lasciare spazio a un mondo di interattività senza bandie-ra, in cui l’utente avrà l’ultima paro-la su ciò che vuole vedere, o almeno

crederà di averla. Il secondo motivo è che il duopolio Rai-Mediaset, che per decenni ha convinto i suoi uten-ti che non ci fosse altra scelta, altra via di scampo, si sta finalmente con-frontando con una nuova realtà me-diatica, un terzo polo televisivo che renderà sicuramente più interessan-te la quotidiana lotta all’ultimo tele-spettatore. Si tratta di La7, una realtà che in meno di 10 anni è uscita allo scoperto dimostrando di avere tutte le carte in regola per competere con le altre reti nazionali e di meritarsi i migliori professionisti disponibili sul mercato.La 7 è nata nel 2002 con un’impronta

giovanile e d’intrattenimento, ma ne-gli anni ha saputo modellarsi in ba-se alle esigenze di mercato e ai gusti del pubblico, investendo su numero-se trasmissioni di approfondimento giornalistico.Dopo il boom di ascolti del tg con-dotto da un redivivo Enrico Menta-na, dal 2010 direttore della testata, il pubblico ha iniziato a frequenta-re con più fiducia programmi come “L’infedele”, che Gad Lerner porta avanti da ben 10 anni, o “Otto e mez-zo”, dal 2008 sotto la guida di Lilli Gruber. Gli ultimi nati sono “Piazza Pulita” e “Gli intoccabili”, settima-nali di inchiesta che si rifanno, con

ottimi risultati, ai più blasonati “Re-port” e “Presadiretta”, raccontando i segreti e gli scandali di un’Italia tut-ta da rifare. Inoltre l’esperimento di “Ma anche no”, contenitore domeni-cale condotto da Antonello Piroso, nonostante sia stato cancellato per gli ascolti al di sotto delle previsioni, ha dimostrato che si può passare il pomeriggio di festa senza per forza spegnere il cervello.E non ci sono solo giornalisti ad aver scelto La7 dopo esperienze in Rai e Mediaset. Il comico Maurizio Croz-za, che collabora con la rete dal 2006, ha un passato sia a Viale Mazzini che a Cologno Monzese. E anche Geppi

Cucciari, ora conduttrice del conte-nitore preserale “G’day”, ha lavorato sia per Canale 5 che per Italia 1. Per non parlare di Serena Dandini, che ha recentemente abbandonato Rai Tre dopo anni di fortunate trasmis-sioni e a La7 ha iniziato due settima-ne fa il suo “The show must go off”. E a marzo sarà la volta della comica Sabina Guzzanti.Fra informazione, approfondimento, intrattenimento e satira politica, ne-gli ultimi mesi La 7 si è rivelata un’ec-cellente controproposta di qualità ri-spetto al resto dell’offerta – ben poca – delle reti nazionali, che accusano il colpo perdendo pubblico e sponsor.

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Fin dalla prima, bellissima sequen-za che introduce gli spettatori agli spazi – aperti e celati – della gran-de stazione dove si svolge la storia, appare chiaro che “Hugo Cabret” è uno dei rari film nei quali il 3D non serve solo a far lievitare il prezzo del biglietto. Il regista Martin Scor-sese lo utilizza con misura d’autore nei grandi quadri d’insieme come nelle riprese in dettaglio, per dare consistenza poetica ai personaggi e ai tanti pezzi meccanici di cui il

Si chiude sabato 11 febbraio (ore 21) al Grande la 1ª edizione del Concorso internazionale di canto lirico “Giacinto Prandelli”, organizzato, d’intesa con la famiglia del tenore lumezzanese scomparso, dall’Associazione culturale Brixia Symphony Orchestra. I primi tre classificati, avranno, oltre a premi in denaro, la possibilità di debuttare ne “La Traviata”, prossimo allestimento lirico della Brixia Symphony Orchestra, quest’estate.

ome è scritto sul suo sito, la “notizia del giorno” è la conquista da parte di Ra-phael Gualazzi dell’ambi-to Eurostar Awards 2011,

battendo in finale numerosi altri can-tanti e gruppi di livello europeo. Così, dopo la vittoria al Festival di Sanremo 2011 categoria giovani un altro suc-cesso per questo anomalo cantante pianista, tanto timido quanto bravo. La sua musica, pur rifacendosi a sti-lemi non certo nuovi, appare parti-colarmente fresca, questo grazie al linguaggio e soprattutto alla manie-ra che Gualazzi ha di presentarsi in concerto, con un approccio al canto che va oltre gli schemi. Un successo meritato quello di Gualazzi, come di-mostra il suo disco di esordio “Rea-lity and Fantasy”, che a distanza di diversi mesi dalla sua uscita appare ancora molto attuale, tanto da spin-gere il cantante a ripartire con un nuovo tour, dopo quello estivo. Pro-prio la scorsa estate, a Villa Fenaro-li di Rezzato i bresciani avevano già avuto modo di apprezzare le sue doti dal vivo. Il tour invernale, ripresa di quello estivo, è stato inaugurato con il doppio sold out dei due concerti di anteprima svoltisi l’11 dicembre a Ro-ma, nella Sala Santa Cecilia dell’Au-ditorium Parco della Musica e il 12

dicembre a Milano al Teatro degli Arcimboldi. Dopo la pausa natalizia il tour, sponsorizzato dall’Eni, che ha creduto nel talento emergente di Gua-lazzi affidandogli anche l’esecuzione di “Don’t stop”, colonna sonora della pubblicità Eni gas & Power, è riparti-to il 9 gennaio e vedrà Raphael Gua-lazzi esibirsi nuovamente a Brescia, domenica 12 febbraio questa volta al Teatro Grande, con inizio alle ore

Live Documentary contenente il con-certo dell’artista all’Auditorium Parco della musica di Roma e un’intervista in cui Raphael si racconta. Da segna-lare che su I-tunes sono disponibili anche due bonus tracks in esclusiva “Madness of Love Gilles Peterson re-mix”, remissaggio a opera del noto dj e produttore e “Reality and Fan-tasy Alex G. Mix”, riarrangiata con le sonorità del dj di Dublino. I cinque brani nuovi mostrano la capacità di Raphael di intrecciare la tradizione con la modernità come in “Zuccheri-no dolce”, brano tra i più ironici della produzione di Gualazzi con un testo scritto da Oliviero Malaspina. Atmo-sfere tzigane e mamouche invece per “Carola” che racconta di un tormento d’amore. Non poteva poi mancare un brano dedicato a New Orleans, la ca-pitale del jazz e del blues, a cui Gua-lazzi dedica il brano omonimo che racconta il sogno di un viaggio nella città che più di ogni altra ha ispirato i musicisti di tutto il mondo. Su un rit-mo che si rifà alla migliore tradizione reggae nasce invece la versione origi-nale di “A Three Second Breath”, bra-no già contenuto nell’album “Reality and Fantasy”. Infine “Don’t Stop”, una versione completamente rivisitata del successo degli anni ’70 dei Fleetwood Mac, tra motown e rhythm and blues.

21. La tournée è ripartita anche per spingere la nuova versione del disco, denominato ora “Reality and Fantasy Special Edition”. Il progetto contiene il disco, il live e un video-racconto di se stesso: c’è tutto Raphael Gualazzi, che annotiamo come la sorpresa mu-sicale italiana dell’anno. Anticipato in radio dal brano “Love goes down slow”, il cd e il dvd raccolgono tutta la track list di “Reality and Fantasy” arricchita da cinque nuovi brani più il

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film è composto. Hugo Cabret (Asa Butterfield) è infatti un ragazzino orfano, addetto alla cura degli oro-logi che scandiscono il tempo di una stazione parigina all’inizio degli anni Trenta. Il padre (Jude Law) è morto in un incendio. Hugo vive acquattato dietro le quinte, tra cunicoli e stan-ze segrete, sfuggendo alla guardia ferroviaria (Sacha Baron Cohen) e spiando le vite altrui.Nella sua esistenza malinconica entrano due uomini. Uno, mecca-

nico, è l’automa che il padre aveva ritrovato e che non è mai riuscito a riparare. L’altro, in carne e ossa, è l’anziano proprietario del nego-zio di giocattoli della stazione (Ben Kingsley), tutore della giovane Isa-belle (Chloë Grace Moretz), appas-sionata di letteratura. Hugo adora invece il cinema, soprattutto i film dell’epoca del muto da poco archi-viata. Eppure non sa che a due passi da lui vive, dimenticato da tutti, un gigante di quel mondo scomparso:

Georges Méliès, il geniale creatore dei primi film fantastici, autore nel 1902 di quel “Voyage dans la lune” di cui molti conoscono l’immagine più celebre, il razzo infilato come un dito nell’occhio della luna.Intorno al ricordo commosso di Méliès e delle sue creazioni, Scor-sese costruisce un racconto dav-vero meraviglioso: perché invita a tornare alle origini della meravi-glia, mostrando come essa risieda non solo e non tanto nella fantasia

delle invenzioni, quanto nella quali-tà di uno sguardo capace di posar-si in modo unico sulle cose. In un film “per ragazzi” (tratto da un bel libro illustrato di Brian Selznick) e per cinefili di ogni età, tra riflessio-ni sul tempo e sul posto che ognuno occupa nel congegno dell’universo, il regista ricrea in tre dimensioni il mondo e i film di Méliès. Regala im-magini sognanti, apertamente inat-tuali: per questo destinate a soprav-vivere nel tempo.

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no dei temi più dibat-tuti di questo periodo è quello della crescita. Ci si chiede come poter ri-accendere i motori per

incrementare la crescita economica ed evitare un impoverimento gene-ralizzato degli italiani. In questo con-testo si colloca una giornata di stu-dio promossa recentemente dal Cnel (Consiglio nazionale di economia e lavoro) dedicata al tema “Il lavoro del-le donne in Italia”. Una delle questio-ni più urgenti in questa prospettiva è proprio quella della partecipazione al lavoro delle donne. È sufficiente mo-strare le statistiche sul mercato del lavoro. Balzano agli occhi immediata-mente due aspetti. Il primo riguarda il mercato del lavoro, dove si rileva da una parte il basso tasso di occupate in Italia: nel 2010 lavorava solamente il 46,1% delle donne (in Europa solo a Malta il tasso è minore), dall’altra parte un maggiore tasso di disoccupa-zione femminile 9,7% rispetto a quello maschile (nel resto d’Europa avviene il contrario). Il secondo aspetto a cui le statistiche rimandano è l’assenza di mercato del lavoro. Infatti in Italia il tasso di inattività (quello di persone che pur essendo in età lavorativa non cercano un’occupazione) tra le donne arriva al 48,9% contro il 35,5% del re-sto del continente. Sembra semplice essere d’accordo con gli economisti: facilitando la presenza femminile nel

dirimere è la conciliazione famiglia lavoro. Il carico dei compiti familiari per le donne è sempre più impegna-tivo, hanno generalmente almeno un figlio in casa, una madre e un padre da accudire, impegni da conciliare con quelli del lavoro. Molto spesso, poi, la disponibilità delle donne al lavoro si scontra con l’assenza di un’offerta adeguata.“Per le donne che potenzialmente potrebbero en-trare nel mercato del lavoro, specie per le meno istruite – è stato ribadi-to nella giornata di studio –, il reddi-to atteso è inferiore o poco superio-re ai costi di sostituzione del lavoro

mercato del lavoro si potrà aumenta-re sia il tasso di occupazione femmi-nile sia incentivare la crescita econo-mica, quella calcolata con il famigera-to Pil. La soluzione non sembra però così lineare, perché la questione da

Per scongiurare il taglio di 1,4 mi-liardi di euro all’agricoltura ita-liana e superare le contraddizioni contenute nella riforma della poli-tica agraria (pac) presentata dalla Commissione europea, contraddi-zioni per altro evidenziate anche dai vertici bresciani in occasione della giornata del Ringraziamento del 2011, Coldiretti ha pensato a una road map di incontri con i principali protagonisti del negoziato. Il presi-

dente nazionale di Coldiretti Sergio Marini (nella foto) ha già incontrato il commissario europeo per l’agri-coltura, il romeno Dacian Ciolos, i presidenti delle principali asso-ciazioni agricole francesi e inglesi per la ricerca di alleanze all’interno dell’Unione. L’obiettivo è quello di portare gli estensori della pac a im-pegnarsi per la soluzione di alcuni problemi strutturali dell’agricoltura nei diversi Paesi europei e per fare

sì che l’impegno italiano in tema di sicurezza, qualità, biodiversità, occupati e ricchezza prodotta per ettaro non si trovi a essere quello maggiormente penalizzato dalle politiche agrarie comunitarie. “Bi-sogna superare nel negoziato – ha affermato Marini nei giorni scorsi intervenendo a un convegno della Fiera agricola di Verona – le criticità che riguardano l’insostenibile taglio delle risorse disponibili”.

domestico”. Insomma, lavorare per 1000 euro al mese quando baby sit-ter, mensa e pulmino scolastici, colf per le pulizie casalinghe costano 800, induce a ritenere che il gioco non valga la candela. Insomma ri-solvere il tema della conciliazione diventa di capitale importanza se si vorrà risolvere la questione della partecipazione femminile al lavoro remunerato. Per questo servono dei servizi di cura più attenti alla fami-glia, ma altrettanto importante sa-rà la capacità di ridistribuire il cari-co dei compiti familiari tra i generi all’interno della coppia.

Innovazione, creatività, dinamismo e know-how: questi i ‘segni particolari’ delle eccellenze italiane chiamate a partecipare al prossimo China Trader Award, il premio riservato alle piccole e medie imprese organizzato da Cathay Pacific e che Ubi Banca sostiene per il terzo anno consecutivo, rivolgendo un invito alle imprese bresciane che operano nei più svariati settori, anche in joint venture con imprese cinesi (dal manifatturiero ai

servizi, spaziando dall’high-tech al fashion, dal design alle fonti rinnovabili) a candidarsi per l’assegnazione del riconoscimento. In questa fase congiunturale ancora molto difficile, ove il mercato domestico è saturo – ha dichiarato Stefano Kuhn, vice direttore generale del Banco di Brescia presentando l’iniziativa – le aziende bresciane, storicamente dotate di un marcato spirito imprenditoriale, devono puntare sui mercati internazionali. Sarebbe

ovviamente auspicabile che, nell’attività di penetrazione dei mercati, si potessero individuare e promuovere iniziative di aggregazione, soprattutto per le piccole e medie imprese, che consentano di concentrare le singole forze, per essere competitivi e garantire maggiori percentuali di successo”. La scheda di partecipazione (www.cathaypacific.it) deve essere compilata, entro e non oltre il 15 febbraio prossimo.

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n questo periodo gli amanti del pallone hanno scoperto di ave-re un’altra passione, quella me-teo. Il freddo, il gelo e la neve hanno condizionato molte par-

tite, tanto in Serie A, quanto in Serie B. Quando si dice condizionate, non si intende solo rinviate, ma anche gio-cate con evidenti conseguenze sulla partita stessa. Partite falsate, in tutti i sensi, dalla precaria possibilità di gio-care a pallone e dal timore che i gio-catori hanno di farsi male; farsi male sul serio, si intende, non farsi male un poco, perché gli acciacchi con questi campi sono all’ordine del giorno co-me ricordano Zambelli e compagni. E l’allerta meteo, ammesso che ci azzecchino e che i nostri meteorolo-gi non siano figli di astrologi d’altri tempi, parlano di neve nel fine setti-mana, anche su Cittadella. E da una settimana, senza che sia arrivata la conferma (per lo meno all’atto di an-dare in stampa) si dice che non si gio-cherà. Partita in forse, quello contro la ex squadra del bomber Piovaccari, che gioca contro la maglia con cui ha vinto, nella scorsa stagione, il titolo di capocannoniere. È certo che, sempre che si giochi, sarà per lui una partita emozionante, perché in più è la prima con la V bianca sul petto, visto che sa-rà quasi sicuramente schierato da mi-ster Calori (forse dalla panchina). E qui si capirà qualcosa solo avvicinan-dosi alla partita di sabato, visto che il

filotto di risultati positivi della nuova vita del Brescia è passato da un modu-lo con un attaccante e un trequartista. Come schiererà il Brescia il mister? Potrebbe rinunciare a un centrocam-pista, giocando con un trequartista dietro alle due punte. Il trequartista in questione è El Kaddouri, l’uomo più in forma di questa seconda vita delle Rondinelle, certo del posto; “Seconda punta o trequartista dietro due attac-

canti – dice il numero 7 biancazzur-ro – per me non cambia, così come quando giocavo mezz’ala. Gioco dove decide il mister”. Le sue prestazioni continuano a esse-re di grande livello, anche sul campo innevato contro la Juve Stabia; non a caso Alessandro Calori l’ha paragona-to a Zidane: “Lasciamo Zidane dov’è: io sono solo El Kaddouri. Zinedine è stato per anni il mio idolo, e solo il

Prende il via domenica 12 alle ore 17 presso la piscina Lamarmora di via Rodi in città il campionato della neonata Millennium Sport & Fitness Brescia. Il movimento, oltre alla compagine di serie B femminile, include da due anni la “preagonistica” e “Aquagol”, attività rivolte a ragazzi e ragazze che amano le discipline sportive acquatiche. La Millennium vuole essere soprattutto il traino e lo stimolo di un nuovo progetto giovanile che apre le porte alle

ragazze dagli 11 ai 17 anni che avranno la possibilità di allenarsi sia all’interno della struttura Millennium, sia nell’impianto di via Rodi sede degli allenamenti della prima squadra. “Obiettivo di questa stagione – precisa il tecnico Cristian Tabellini – è quello di ben figurare nel campionato nazionale, facendo crescere ulteriormente le giocatrici che già hanno esperienza, oltre che inserire nuove leve che provengono dal vivaio”. (ma.ric.)

La neve e il ghiaccio, con le tem-perature precipitate sotto lo zero in questi giorni, oltre a paralizzare il calcio ha fermato anche il mas-simo campionato di rugby. Così la sfida di domenica scorsa tra Calvisano e Padova – rinviata per gelo – verrà recuperata questa domenica allo stadio San Michele con inizio alle ore 15. Partita che andrà in scena a causa di un altro rinvio. La formazione bassaiola,

infatti, avrebbe dovuto disputa-re proprio domenica 12 a Prato la finale di Coppa Italia in campo neutro contro la Lazio. Ma l’indi-sponibilità del terreno toscano, per via delle abbondanti nevicate, ha costretto la federazione italia-na rugby a rinviare la finalissima a venerdì 6 aprile alle 15. Ma lo stesso recupero di campionato in programma, come detto, questa domenica alle 15 contro Padova

potrebbe slittare ulteriormente. Le previsioni meteorologiche dan-no per l’intera giornata di sabato ulteriori nevicate. Sta di fatto che per la federazione, Calvisano-Pa-dova – valida per il recupero della prima giornata di ritorno del Su-per 10, è stata riprogrammata per domenica prossima alle 15. Con i gialloneri che, in caso di vittoria, balzerebbero in testa alla classifica del massimo campionato italiano.

fatto di essere paragonato per carat-teristiche a un grande così fa immen-so piacere”. Omar El Kaddouri ora è nuovamente tornato ad essere uno degli osservati speciali per il merca-to. Lontano, ma si ricordi che il suo contratto scade nel 2013. Intanto confermato il recupero con il Torino: domenica 26 febbraio ore 12.30, allo stadio Rigamonti, quando la Serie B si ferma.

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ono un tipo in gamba”. Battuta pronta e sorriso smagliante. Si presenta co-sì Francesco Messori, tre-dicenne di San Tommaso

d’Aquino (Reggio Emilia) nato senza una gamba e cresciuto con un immen-so amore per il calcio.Fan sfegatato di Lionel Messi, Fran-cesco non ha mai vissuto la sua con-dizione come un handicap, e ha fatto della sua passione una vera mission. Si allena e gioca nel Mandrio e – no-nostante le stampelle – è perfettamen-te a suo agio nel ruolo di ala destra.In allenamento non manca mai, ma a oggi attende con ansia il suo esordio in una gara di campionato. Un sogno apparentemente banale, per lui, è vita-le: giocare con i suoi compagni in una partita ufficiale. Per questa ragione ha fatto un appello sul web, a cui il Cen-tro sportivo italiano ha prontamente risposto presente invitando France-sco e la sua squadra a Cremona in occasione del quadrangolare di calcio a 5 riservato agli under 14 che si è di-sputato lo scorso fine settimana. Fino a oggi la voglia di sport di Francesco si era infatti scontrata con l’ostacolo dei regolamenti. Egli non si è perso d’animo e alla fine ha vinto: “La con-vocazione per il quadrangolare è sta-ta una grande conquista, perché sono consapevole di aver contribuito per primo a superare una barriera. Spero che questo possa aiutare altri ragazzi con la mia stessa disabilità e passio-

Sarà il lago di Garda a fare da sfondo al Meeting polisportivo regionale. L’evento radunerà a Sirmione, Desenzano e dintorni i giovani atleti del Csi provenienti da ogni angolo della Lombardia, per sei giorni di sport e festa dal 20 al 25 aprile. Under 10, 12 e 14 invaderanno le terre di Catullo dal 20 al 22, poi largo ad allievi, juniores e top junior, che vivranno questa esperienza a cavallo del ponte per la festa della Liberazione. Il primo giorno sarà dedicato all’accoglienza

e alla sistemazione, a cui farà seguito la serata inaugurale. La giornata seguente spazio a giochi polisportivi per i piccoli e alle gare di atletica per i grandi, poi incontri tra squadre e la festa serale dell’amicizia. La mattinata dell’ultimo giorno sarà dedicata ad altre sfide sportive, poi la Messa conclusiva e le premiazioni. Il 22 febbraio è il termine per le adesioni di massima, mentre l’iscrizione definitiva dovrà pervenire entro e non oltre giovedì 15 marzo.

ne per il calcio. La mia prossima sfida sportiva sarà potermi confrontare in campo con altri 21 giocatori in stam-pelle: allora conoscerò il mio vero va-lore di calciatore”.Il presidente del Csi Massimo Achini ha fatto sentire la sua voce in merito a questa vicenda. “Crediamo che sia-no le regole a dover essere cambiate a favore della vita e non il contrario.

Il regolamento di gioco è stato mo-dificato a tempo di record per con-sentire a Francesco e ad altri ragazzi come lui di inseguire i propri sogni. Anzi, c’è dell’altro. È proprio per asse-condare la rincorsa al più grande so-gno di Francesco – incontrare il suo idolo Messi – che abbiamo scritto al presidente del Barcellona Rosell, af-finché lo ospiti a un allenamento dei blaugrana”.Sogno dopo sogno, dunque. Perché niente e nessuno può e deve tarpare le ali alla passione sportiva di bambi-ni, giovani e adulti. La storia di Fran-cesco Messori, il suo coraggio e la sua voglia di vivere sono per tutti un grandissimo esempio di vita.

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Le ragioni di un viaggio nella povertà

Egr. direttore, devo il mio viaggio in Africa a don Duilio Lazzari, ormai per tutti don Du che, ancora prima del suo in-gresso in qualità di nuovo parroco della mia parrocchia in Padergnone a Rodengo Saiano, avevo volute co-noscere, come altri tanti curiosi, per cercare a quale sacerdote il Vesco-vo ci aveva affidati. Ho così appre-so del suo curioso abbraccio con la terra africana del sud del Mali. Vuoi vedere che ci mandano un prete missionario, mi sono detto! E così il suo ingresso in parrocchia si è tra-sformato in una bellissima giornata. L’intera comunità ha finalmente ac-colto il nuovo Parroco che ha fatto il suo arrivo accompagnato da un sacerdote di colore che, ne corso dell’ omelia ha detto di essere della diocesi di San nel Mali e amico fra-terno di don Duilio Lazzari. Allora i conti tornano, mi sono detto ancora, e don Du è un prete del mondo! In-fatto poco più tardi ha informato la sua nuova comunità dell’intenzione di tornare nelle settimane successi-ve in Mali insieme ad un gruppo di odolesi e di altre parrocchie. A noi, suoi nuovi parrocchiani è parso co-me un invito a compiere col nuovo pastore un viaggio di educazione, di incontro e di condivisione? Perché no! Ho accolto l’invito. Siamo par-titi il 27 dicembre per dare ritorno il 5 gennaio. È stato un breve sog-giorno, sufficiene, però, a compren-dere la distanza tra come i giornali racconto l’Africa e come la stessa si disvela nel contatto diretto. Spesso le televisioni e le testate più impor-tanti parlano dell’Africa mettendo

in risalto il lavoro delle varie orga-nizzazioni umanitarie. Poco, quasi mai, si racconta ri parla dell’impe-gno e dell’abnegazione di tanti reli-giosi, religiose e laici che dedicano la loro vita aquelle terre lontane. E ancor meno invece ho mai letto ser-vizi dedicati a tutte quelle semplici organizzazioni che nel silenzio ogni anno raccolgono fondi, derrate, at-trezzature e altri aiuti da destinare a chi, in Africa, con coraggio ogni giorno cerca di far fronte alla mise-ria. Queste considerazioni sono le stesse che hanno animato il cuore e la mente degli altri parrocchiani che, con me, sono partiti per il Sud del Mali nella diocesi di San dove abbiamo incontrato il vescovo Jean Gabriel Diarrà e fatto visita alle par-rocchie villaggi sperduti, a scuole, seminari, orfonatrofi in un territorio privo di ogni servizio pubblico. È in queste situazioni che abbiamo avu-to modo di incontrare preti e suore di colore che con tenacia, nelle dif-ficoltà quotidiane, si sono rimboc-cati le maniche forti solo della con-vinzione che è inutile emigrare per restare poveri in altri paesi, meglio rimanere qui sulla propria terra con fatica e con dignità. Abbiamo così toccato con mano la dignità calpe-stata di un popolo in assoluto stato bisogno ma sorretto dalla speranza di potere ssere riconosciuto dalla Chiesa parte integrante della coo-perazione missionaria. È una terra dove tra i molti minareti e i pochi campanili senza campane girano tantissimi bambini. Sono quelli che sono riusciti a sopravvivere, per-chè anche da quelle parti alta è la mortalità infantile. Bellissimi sono i colori dei vestiti delle donne che tuttavia non nascondono la povertà

nella miseria di tutti i giorni che dav-vero si tocca con mano. È proprio vero che la miseria non può produr-re che miseria, come il carbone non cambia colore quando si lava,anche la povertà abbellita dai colori più smaglianti rimane sempre pover-tà. Tuttavia ho incontrato sempre grande generosità e accoglienza. Tutti con un sorriso come a dire: io non ho nulla ma ti dono tutta la mia gioia. Quando mai dalle nostre parti qualcuno sorride disinteressa-to? Una provocazione per la nostra accoglienza di facciata, in comuni-tà ancora segnate da atteggiamenti che tengono sempre più distanti le persone immigrate e non aiutano una vera conoscenza. Ci servono, ma non le vogliamo tra i piedi, per-ché si avverte un senso infondato di paura e di diffidenza da chi ha una pelle diversa dalla nostra. Una pelle come quella dei bambini nati nel no-stro bel Paese, che parlano il nostro dialetto, che siedono nei banchi di scuola e negli asili insieme ai nostri figli e solo perchè i loro genitori so-no stranieri vogliamo che non siano italiani. Contro ogni populismo che vuole rozzamente ostacolare questo cammino di civiltà penso sia impor-tante, seguendo il magistero dei Ve-scovi italiani contribuire a costrui-re occasioni e percorsi di incontro, di condivisione, di conoscenza, di relazione,di accoglienza per ridise-gnare il volto delle nostre comuni-tà senza escludere nessuno e fare proprie le parole di San Paolo “ non dimenticate di essere ospitali con gli stranieri, perchè alcuni hanno ospitato degli angeli senza saperlo. Queste sono le ragioni del mio viag-gio.

Alessandro Ferrari

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Una duplice richiesta

Egr. direttore, su “Voce on line” della scorsa setti-mana abbiamo letto con interesse una lettera che sollecitava alla let-tura o rilettura di “Esperienze pa-storali” di don Lorenzo Milani, for-se l’unico libro scritto direttamente da don Milani che, nonostante con la prefazione “critica” di un vesco-vo (che dava l’Imprimatur) è stato accolto con diffidenza e resistenza nella Chiesa. Allo stesso modo con cui da Roma si pose il veto su alcuni libri di don Mazzolari editi a Brescia da Tom Gatti. Gli anni nuovi, gli anni del dopo Concilio, hanno restituito piena dignità sia a Mazzolari che a don Milani, “uomini che – come ha detto l’allora card. Montini – hanno avuto il passo più lungo del nostro”. Da qui la duplice richiesta che, a no-me del gruppo don Milani locale, mi permetto di avanzare un invito alle librerie bresciane perché rilancino il libro, un invito ai sacerdoti e laici impegnati nella consultazione per il Sinodo, a trovare tempo per leggere questo prezioso documento pastora-le del vicepriore di Calenzano, poi priore di Barbiana. Non è una lettu-ra facile non tanto perché frutto di un’analisi della vita e della pastorale di 40 anni fa, ma perché le coordina-te per leggere la realtà delle nostre parrocchie sono duramente attuali. Una lettura “dal passo più lungo” non può che fare bene.

don Angelo Chiappa

Riflettere sul Giorno della memoria

Egr. direttore,come ogni anno il 27 gennaio la co-

munità di Angone, coordinata dal parroco don Battista Dassa, ha or-ganizzato una serata di riflessione e commemorazione del Giorno della memoria. È un’occasione importan-te per riflettere su quanto accaduto in passato e pregare perchè queste tragedie non si ripetano più. Nume-rose le persone presenti nella nostra piccola chiesa, illuminata da tanti lumini e arricchita da foto storiche, da pensieri e memorie di soldati e di gente comune internata nei lager. Con l’ausilio di un videoproiettore abbiamo potuto percepire e condi-videre le angosce e le sofferenze dei soldati impegnati nella battaglia di Nikolajewka, dei prigionieri di Au-schwitz e degli altri campi di con-centramento. Non c’è sicuramente bisogno di dire quanta sia stata la commozione di tutti i presenti.Un grazie particolare al nostro par-roco per la sensibilità dimostrata nel riproporre queste tematiche e un caloroso invito a continuare su questa strada perché anche le nuove generazioni possano conoscere la storia dei loro padri e dei loro nonni.

Lettera firmata

Per sorridere un po’

Egr. direttore,ho trovato tra le vecchie carte un ri-taglio di giornale dell’ottobre 1962, dei giorni di apertura del Concilio (purtroppo non ho la citazione esat-ta, credo che fosse l’Osservatore Ro-mano, ma in questo caso la fonte non è importante). È l’inserzione pub-blicitaria di una ditta di autonoleg-gi, la particolarità è che è in latino. Evidentemente in quei giorni Roma si andava riempiendo di vescovi da tutto il mondo, e il latino era la lin-

gua ufficiale del Concilio. La cosa mi aveva divertito, e avevo voluto conservare il pezzo.Glielo mando allegato, nel caso le sembrasse opportuno pubblicarlo, in occasione di qualche iniziativa nel cinquantenario del Concilio; per sorridere un po’ (gaudet mater eccle-sia!). Naturalmente, a suo giudizio. Può anche cestinarlo se crede. L’ori-ginale è un po’ fragile e ingiallito: è comunque a sua disposizione se fos-se necessario.

Maurizio Bestagno

Unità pastorali: ne basta la metà

Egr. direttore,sulla questione delle unità pastora-li mi chiedo se è proprio necessario che tutte le parrocchie della diocesi debbano entrare in questo schema. Ci sono parrocchie grandi che sono autonome e potrebbero coordinar-si sufficientemente all’interno della pastorale zonale; ce ne sono altre che sono talmente slegate per moti-vi storici, ambientali e religiosi che saranno sempre in conflitto. Senza parlare delle difficoltà di molti preti a collaborare. Forse bisognerebbe insistere su criteri di omogeneità e fondata possibilità di collaborazio-ne. Se le unità pastorali interessasse-ro anche solo il 50% delle parrocchie bresciane sono certo che sarebbe già una grande riforma.

Lettera firmata

Il grazie del Vol.ca.

Egr. direttore,in qualità di presidente del Vol.ca. (Volontariato carcere onlus) vorrei ringraziare da queste pagine la Com-

missione giustizia e pace della dio-cesi che, in occasione della Marcia nazionale della pace tenutasi il 31 dicembre scorso, propose ai parteci-panti di offrire quanto non speso per la cena di Capodanno per finanzia-re la nostra associazione per le nu-merose necessità che si presentano nell’assistere le persone detenute e le loro famiglie. Tra le tappe della Marcia è risultata particolarmente significativa quella presso il carcere di Canton Mombel-lo dove i detenuti dalle finestre han-no comunicato con i partecipanti. In questo periodo di ristrettezze econo-miche, in cui sono venuti a mancare per tutte le onlus contributi di ogni genere a sostegno del loro operato, dovendo il Vol.ca. gestire gli ospiti di 10 accoglienze per un totale di 20 persone perennemente presenti pri-ve di qualsiasi genere di possibilità economica; l’offerta della raccolta si è dimostrata veramente provvi-denziale. Quindi il mio grazie unito a quello di tutti i volontari che al Vol.ca. opera-no a vario titolo, va alla Curia nella persona del vescovo Luciano Monari che ha favorito questo contributo.

Angelo Canori

Page 48: La Voce del Popolo 2012 06