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λ ǯ Ǥ Ǥ Ǥ Decine di giornali rischiano la chiusura. Migliaia di posti di lavoro sono in bilico. Eppure questo fatto non fa notizia. Le emittenti nazionali e i grandi quotidiani ignorano il pericolo incombente. L’opinione pubblica, distratta dal vento anticasta, considera ogni tipo di intervento statale insopportabile e da eliminare. Stiamo parlando dei contributi all’editoria, un correttivo al mercato dell’informazione introdotto nel nostro ordinamento nel 1981, ma con origini molto più ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 lontane. Nobile l’intenzione del legislatore: favorire il pluralismo in un settore delicato e decisivo come quello dei mass media. Inoltre, l’agire dello Stato in questo settore diventa un correttivo della distribuzione delle risorse pubblicitarie per lo più orientate verso i maggiori network. Tutto questo impianto ora viene messo in discussione. Nessuno desidera che si mantengano privilegi che suonerebbero del tutto stonati, ma occorre agire con sobrietà, rigore ed equità. La gravissima crisi in atto ha ridotto in maniera drastica le risorse a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri da cui dipende il Dipartimento per l’editoria. I fondi per l’anno in corso sono il 50 per cento rispetto a quelli del 2010, già diminuiti del 10 per cento, in una successione senza soste di erosioni. Delle 189 testate che fanno capo alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), circa la metà beneficia di tali aiuti governativi, per un totale che non arriva a quattro milioni di euro. Si tratta di briciole per il bilancio statale, eppure molto importanti, se non decisive, per diversi nostri giornali. Veniamo da un 2010 terribile che ha costretto numerosi periodici a confrontarsi con l’improvviso aumento della tariffe postali del primo aprile dello scorso anno. Molti hanno tremato, ma tutti hanno retto all’urto imprevisto. Ora un’altra tegola si abbatte su tanti giornali, e noi siamo tra questi. C’è una parte di Paese che non fa notizia, ma che ogni giorno vive, opera, soffre, si danna l’anima per fornire una prospettiva positiva a un presente quanto mai incerto. A questa parte d’Italia ogni settimana diamo voce. Una voce che magari non arriva nei piani alti dei palazzi, ma che accompagna l’esistenza delle borgate, dei paesi di montagna, delle mille città di provincia di cui quasi mai ci si occupa. Togliere l’ossigeno a questi fogli (oltre a noi a diversi “giornali di idee”) significherebbe mettere il bavaglio al territorio, da sempre un’immensa risorsa per questo nostro Paese. Ci auguriamo che nessuno voglia assumersi la responsabilità di mettere il silenziatore anche a uno solo di questi giornali. Per ogni voce che si spegne nessuno ha un guadagno, ma di certo tutti ci rimettiamo in libertà e democrazia. ǤǤ Ǥ Ǥ Ǥ Tutti la desiderano, ma quanti sono disposti ad accettarne il prezzo? Nella Liturgia risentiamo la consegna di Gesù: «Vi lascio la pace; vi dò la mia pace». Sappiamo che la pace sgorga dalla Croce di Gesù ed è donata la sera di Pasqua. «Pace a voi!» è il saluto del risorto. Ma come essere in pace in mezzo alle difficoltà quotidiane, alle incomprensioni, allo stress, provocatoci talora anche dalle persone che ci vogliono bene? (non parliamo poi di quelle che ci vogliono male!). S. Margherita Maria, mistica ben radicata nella realtà (memoria facoltativa il 16 ottobre, quest’anno “assorbita” dalla domenica) indica la strada del Cuore di Gesù, che lei ha percorso con entu- siasmo. La santa esorta: «Cercate di conservare la pace del cuore, che supera qualsiasi tesoro». Con quali strumenti? «Il mezzo per ar- rivare a questo consiste nel non avere più volontà propria, ma quella di questo Cuore divino al posto della nostra». «Sia fatta la tua volontà» chie- diamo al Padre. «Sia fatta la tua volontà» chiediamo al Signore Gesù, e la potremo accogliere confidando nella misericordia infinita del suo Cuore. Brescia. La salute al tempo della crisi Ospitaletto. Una Chiesa per incontrare le persone Agricoltura. Meno quantità, più qualità per l’uva Brescia calcio. Piacere mi presento, ma ci conosciamo già ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Ǧ ǤǤ Centro salesiano. Un’offerta formativa aperta a tutti Camisasca. La famiglia porta grande speranza

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Palazzolo accoglie il 15 e 16 ottobre il Raduno del 2° Raggruppamento che porterà in riva all’Oglio 15mila penne nere. Sabato la Santa Messa con il card. Giovanni Battista Re e domenica la sfilata degli alpini per le vie del centro

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Decine di giornali rischiano la chiusura. Migliaia di posti di lavoro sono in bilico. Eppure questo fatto non fa notizia. Le emittenti nazionali e i grandi quotidiani ignorano il pericolo incombente. L’opinione pubblica, distratta dal vento anticasta, considera ogni tipo di intervento statale insopportabile e da eliminare.Stiamo parlando dei contributi all’editoria, un correttivo al mercato dell’informazione introdotto nel nostro ordinamento nel 1981, ma con origini molto più

lontane. Nobile l’intenzione del legislatore: favorire il pluralismo in un settore delicato e decisivo come quello dei mass media. Inoltre, l’agire dello Stato in questo settore diventa un correttivo della distribuzione delle risorse pubblicitarie per lo più orientate verso i maggiori network. Tutto questo impianto ora viene messo in discussione. Nessuno desidera che si mantengano privilegi che suonerebbero del tutto stonati, ma occorre agire con sobrietà, rigore ed equità. La gravissima crisi in atto ha ridotto in maniera drastica le risorse a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri da cui dipende il Dipartimento per l’editoria. I fondi per l’anno in corso sono il 50 per cento rispetto a quelli

del 2010, già diminuiti del 10 per cento, in una successione senza soste di erosioni. Delle 189 testate che fanno capo alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), circa la metà beneficia di tali aiuti governativi, per un totale che non arriva a quattro milioni di euro. Si tratta di briciole per il bilancio statale, eppure molto importanti, se non decisive, per diversi nostri giornali. Veniamo da un 2010 terribile che ha costretto numerosi periodici a confrontarsi con l’improvviso aumento della tariffe postali del primo aprile dello scorso anno. Molti hanno tremato, ma tutti hanno retto all’urto imprevisto. Ora un’altra tegola si abbatte su tanti giornali, e noi siamo tra questi. C’è una parte di Paese che non fa notizia, ma che ogni giorno vive, opera, soffre,

si danna l’anima per fornire una prospettiva positiva a un presente quanto mai incerto. A questa parte d’Italia ogni settimana diamo voce. Una voce che magari non arriva nei piani alti dei palazzi, ma che accompagna l’esistenza delle borgate, dei paesi di montagna, delle mille città di provincia di cui quasi mai ci si occupa. Togliere l’ossigeno a questi fogli (oltre a noi a diversi “giornali di idee”) significherebbe mettere il bavaglio al territorio, da sempre un’immensa risorsa per questo nostro Paese. Ci auguriamo che nessuno voglia assumersi la responsabilità di mettere il silenziatore anche a uno solo di questi giornali. Per ogni voce che si spegne nessuno ha un guadagno, ma di certo tutti ci rimettiamo in libertà e democrazia.

Tutti la desiderano, ma quanti sono disposti ad accettarne il prezzo? Nella Liturgia risentiamo la consegna di Gesù: «Vi lascio la pace; vi dò la mia pace». Sappiamo che la pace sgorga dalla Croce di Gesù ed è donata la sera di Pasqua. «Pace a voi!» è il saluto del risorto. Ma come essere in pace in mezzo alle difficoltà quotidiane, alle incomprensioni, allo

stress, provocatoci talora anche dalle persone che ci vogliono bene? (non parliamo poi di quelle che ci vogliono male!). S.

Margherita Maria, mistica ben radicata nella realtà (memoria facoltativa il 16 ottobre, quest’anno “assorbita” dalla domenica)

indica la strada del Cuore di Gesù, che lei ha percorso con entu-siasmo. La santa esorta: «Cercate di conservare la pace del cuore,

che supera qualsiasi tesoro». Con quali strumenti? «Il mezzo per ar-rivare a questo consiste nel non avere più volontà propria, ma quella di

questo Cuore divino al posto della nostra». «Sia fatta la tua volontà» chie-diamo al Padre. «Sia fatta la tua volontà» chiediamo al Signore Gesù, e la potremo accogliere confidando nella misericordia infinita del suo Cuore.

Brescia.La salute al tempo della crisi

Ospitaletto.Una Chiesa perincontrare le persone

Agricoltura.Meno quantità, più qualità per l’uva

Brescia calcio.Piacere mi presento, ma ci conosciamo già

Centro salesiano.Un’offerta formativa aperta a tutti

Camisasca.La famiglia portagrande speranza

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Sono quattro le aziende ospedaliere presenti nel Bresciano. Tre fanno riferimento al Asl di Brescia. C’è poi l’ospedale di Esine collegato all’asl di Valle Camonica.La principale per le aziende ospedaliere bresciane è quella degli Spedali civili, una delle eccellenze della sanità pubblica nazionale. Della stessa azienda fanno parte anche l’Ospedale dei Bambini, il presidio di Gardone Valtrompia e quello

di Montichiari che operano in stretta sinergia con la struttura cittadina. L’azienda ospedaliera di Desenzano (nella foto) è composta, oltre che dal nosocomio di riferimento, dalle strutture di Gavardo, Salò, Manerbio e Leno. Questa azienda ospedaliera articola la propria offerta di servizi sanitari ad un potenziale bacino d’utenza di oltre 300mila abitanti che, per la particolare collazione geografica a ridosso del Garda,

nella stagione estiva vede aumentare esponenzialmente il numero potenziale dei suoi utenti. La terza azienda ospedaliera del Bresciano è la “Mellino Mellini” di Chiari che si articola in strutture di ricovero e cura (Chiari, Iseo e Orzinuovi), strutture ambulatoriali (Chiari, Iseo, Orzinuovi, Rovato, e Palazzolo s/Oglio) e in strutture psichiatriche territori. Il suo bacino di utenti è stimato in circa 250mila persone.

a notizia diffusa come in-discrezione da un quoti-diano locale ha, com’era prevedibile, creato una forte agitazione: per via di

nuove regole nell’erogazione dei ser-vizi sanitari decise dalla Regione nei mesi scorsi (e probabilmente dettate dalla primaria esigenza di conteni-mento dei costi) l’azienda degli Spe-dali civili avrebbe deciso di tagliare alcuni dei servizi erogati dal presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia. Nell’occhio del ciclone il punto nasci-ta e del relativo servizio di neonatolo-gia destinati, secondo le anticipazioni, alla sopressione a vantaggio di repar-ti a più bassa specializzazione come quello per i sub-acuti. Le anticipa-zioni hanno creato scompiglio den-tro e fuori la struttura ospedaliera valtrumplina, tanto da spingere nei giorni successivi Cornelio Coppini, direttore generale dell’azienda ospe-daliera Spedali Civili, a un incontro con le diverse realtà operanti presso l’ospedale di Gardone. Scopo dell’in-contro l’illustrazione del progetto di riorganizzazione del nosocomio valtrumplino. Gli incontri hanno coinvolto le organizzazioni sinda-cali, gli operatori dell’area ostetri-co-ginecologica e neonatale, quella effettivamente più coinvolta nella riorganizzazione, i direttori delle di-verse unità operative del presidio e

i coordinatori infermieristici. Mol-te delle ipotesi dei “si dice” hanno trovato conferma nelle spiegazioni di Coppini. Il direttore generale ha confermato la soppressione del pun-to nascita e del correlato servizio di neonatologia. Una scelta, ha spiega-to, dettata da una recente normativa regionale che prevede la soppres-sione di quei punti nascita in cui si registrano nascite inferiori ai 500 parti/anno. E Gardone Valtrompia, purtroppo, non raggiunge i “limiti di legge”. Le proiezioni sull’anno in

sonale medico dell’ematologia degli Spedali Civili. La gente di Gardone e dei paesi limitrofi ha ascoltato le ragioni dell’azienda e, come si legge in questa pagina, ha affidato le pro-prie reazioni a una pagina Facebook contro l’annunciata riorganizzazio-ne del presidio ospedaliero. Quanto avvenuto a Gardone, alla luce delle già citate regole che la Regione ha varato nei mesi scorsi, potrebbe for-se ripertersi in un futuro non molto lontano su altri presidi delle aziende ospedaliere presenti nel Bresciano.

corso fisserebbero in 400 il numero massimo dei parti raggiungibili pres-so il presidio valtrumplino. Confer-ma, invece, per l’attività di ginecolo-gia erogata unitamente all’attività di monitoraggio per le donne in attesa di un figlio. A fronte di tale riduzio-ne di attività Coppini, confermando le anticipazioni della vigilia, ha an-nunciato l’apertura di un nuovo re-parto di sub-acuti dotato di 20 posti letto e l’avvio di un’attività di ema-tologia gestita direttamente da per-

Interessante, dunque, sentire dalla viva voce dei direttori delle stesse aziende quanto le nuove indicazio-ni regionali andranno a incidere sull’attuale organizzazione della sa-nità nel Bresciano e nei servizi of-ferti dai diversi presidi ospedalieri. Coppini, Russo (azienda ospedalie-ra di Desenzano) e Pierluigi Sbardo-lini, direttore amministrativo della Mellini di Chiari hanno indicato le prospettive entro cui intendono gui-dare le loro aziende.

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Gli approfondimenti di queste pagine si limitano com’è evidente all’analisi di quanto si sta muovendo sul fronte della sanità pubblica. Nel Bresciano è però radicata anche una presenza privata che opera su alti standard qualitativi. La Fondazione Poliambulanza (nella foto) è il fiore all’occhiello della sanità privata che opera in regime di convenzione con la Regione Lombardia. Si tratta di un polo ospedaliero che richiama pazienti ben al di là dei confini regionali. La casa di cura Sant’Anna,

la clinica Città di Brescia e l’istituto clinico San Rocco di Ome che fanno capo al Gruppo San Donato e la casa di cura San Camillo completano il panorama dell’offerta sanitaria accreditata bresciana. Seppure con aspetti diversi possoni rientrare in questa panoramica anche la Fondazione Richiedei di Gussago che mette in campo iniziative tendenti al recupero sociale dell’anziano e la Fondazione don Gnocchi che ha una struttura riabilitativa a Rovato.

logistico. Abbiamo già individuato settori in cui andare a ottimizzare le risorse con un evidente rispar-mio”. Sempre nell’ottica di una ge-stione oculata delle risorse un tema che il Direttore generale mette sul tappeto è quello dei farmaci ad alto costo. “Si tratta – afferma ancora Coppini – di introdurre il principio dell’appropriatezza, fare cioè tutto ciò che serve per curare bene il pa-ziente, nulla di meno e nulla di più”. Un’applicazione costante di questo principio consentirebbe per il Diret-tore generale di recuperare risorse significative.”Sono criteri che val-

salito a Gardone Val-trompia e ha illustrato le ragioni della riorga-nizzazione pensata per quel presidio ospedalie-

ro. La ha fatto forte della convinzio-ne, come ribadisce più volte anche nel corso dell’intervista concessa a “Voce”, che sia un dovere di una re-altà come gli Spedali civili di Brescia trovare la via per rendere compati-bile il mantenimento di livelli di ec-cellenza delle prestazioni erogate e una gestione oculata di risorse che non sono illimitate. “È questo il nocciolo del problema – afferma Cornelio Coppini, direttore generale della più importante fra le aziende ospedaliere del Bresciano – che non mi stanco di ripadire nel mio lavoro”. Una gestione oculata che in una stagione di risorse sem-pre più ridotte com’è quella attuale si consegue combattento in primo luogo le inefficienze. “Si tratta – con-tinua Coppini – di individuare quelle aree in cui si spendono risorse che, con una riorganizzazione razionale delle stesse, potrebbero essere ri-sparmiate”. Cosa questo comporti a livello pratico è lo stesso direttore generale a indicarlo. “Ogni volta che si affrontano questi discorsi - affer-ma Coppini - immediato è il riman-do a pretese revisioni di unità ope-rative, di dipartimenti. Certo, anche queste sono ipotesi che potranno es-sere valutate ma non nell’immedia-to”. Più importante per il manager è domandarsi se qualche intervento di razionalizzazione possa invece in-teressare, con effetti benefici, sulla logistica di una azienda significati-va com’è quella degli Spedali Civili. “Quello che stiamo approntando in queste settimane – afferma al propo-sito – è proprio un piano di riordino

gono non solo per la prescrizione farmaceutica – sono ancora consi-derazioni di Coppini – ma anche per quella diagnostica, per quella tera-peutica non farmacologica”.In questa prospettiva diventa impor-tante, per Coppini, un rapporto più puntuale con la medicina di base, perché non aumentino a dismisura le prescrizioni diagnostiche anche quando le stesse potrebbero essere validamente sostituite da un esame anamnestico e clinico accurato.Sono considerazioni che Coppi-ni fonda su dati numerici: l’Italia, Brescia compresa, ha un numero di prescrizioni diagnostiche di alta tecnologia decisamente più elevato rispetto a quello di altri Paesi.È in questi contesti che si può effi-cacemente lavorare per far fronte alla costante riduzione delle risor-se. Coppini non si sottrae al tema scottante delle ristrutturazioni. Le sue considerazioni, però, non sono guidate esclusivamente dal-le ragioni economiche, per altro sottolineate, ma dall’evoluzione dei contesti umani e sociali. “Con una popolazione in costante invec-chiamento – afferma al proposito – si andrà verso la cronicizzazione di alcune patologie a cui i presidi sanitari, insieme a altre realtà del territorio dovranno dare risposte”. Per il futuro, e la scelta del reparto dei sub-acuti a Gardone può essere inquadrata in questa prospettiva, si dovrà pensare a presidi ospa-delieri come il Civile in grado di affrontare la fase acuta della ma-lattia e di strutture territoriali ca-paci di un accompagnamento del paziente che non preveda neces-sariamente il ricovero in ospeda-le. È la prospettiva a cui Coppini sembra guardare.

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stato di 24 morti e 212 feriti il bilancio di alcuni violenti scontri fra cristia-ni copti e le forze di sicu-rezza registrati nei giorni

scorsi al Cairo, scontri che hanno riportato la situazione di precarie-tà che sta vivendo l’Egitto sotto i ri-flettori dell’attenzione mondiale. Le violenze sono scoppiate durante una dimostrazione voluta da copti e altri egiziani, che condannavano l’attacco di estremisti musulmani contro una chiesa ad Assuan, aggravato dall’iner-zia della polizia e del governatore del luogo. Il primo ministro Essam Sha-raf (che secondo voci non conferma-te al momento di mandare in stampa il giornale sarebbe prossimo alle di-missioni), dopo aver visitato il luo-go dello scontro, ha dichiarato che “la minaccia più grande alla sicurez-za della nazione è la manipolazione dell’unità nazionale e accendere la discordia fra musulmani e cristiani”. Queste violenze – ha aggiunto – “mi-nacciano le relazione fra il popolo e l’esercito”. Migliaia di cristiani hanno marciato dal distretto di Shubra verso la sede della televisione di Stato, chie-dendo le dimissioni del governatore di Assuan, colpevole di aver coperto gli estremisti islamici. I dimostran-ti sono stati assaliti da un gruppo di teppisti in borghese che hanno co-minciato a tirare sassi e a sparare. I cristiani hanno risposto con lancio di

e musulmani uniti, vi è stato un cre-scendo di attacchi contro i cristiani ad opera di forze islamiche fondamenta-liste. L’esercito sembra non riuscire a contenere le violenze, ma più spesso sembra incline a difendere gli estremi-sti piuttosto che i cristiani. Nei giorni successivi alla nuova strage i cristiani hanno chiesto le dimissioni del con-siglio militare e del suo presidente, il gen. Mohamed Tantawi. Secondo osservatori internazionali le violenze anti-cristiane sarebbero parte di una campagna elettorale per aumentare il consenso verso i partiti islamici in vista delle elezioni politiche previste

sassi e l’esercito ha attaccato la dimo-strazione. La polizia ha sparato sulla folla ; i dimostranti hanno tirato pie-tre e tutto quanto potevano lanciare. Dalla caduta di Mubarak, grazie ai sit-in in piazza Tahrir, tenuti da cristiani

“La rivoluzione del 25 gennaio ha potuto far cadere un regime, forte e stabile da più di 30 anni. Nello stesso tempo, il popolo si è trovato in una si-tuazione non prevista pochi mesi fa, dunque non era preparato ad affron-tarla a vari livelli: politico, di sicurez-za, economico... Anche il Consiglio superiore delle Forze Armate si tro-va in una situazione molto comples-sa: affrontare la popolazione creando un conflitto di forza, o agire con molta

cautela dando l’impressione di lentez-za e mancanza di fermezza. Questo crea confusione, e suscita molti inter-rogativi. Il futuro prossimo mostrerà le intenzioni e i piani. Con le prossime elezioni del Parlamento la situazione si chiarirà, e speriamo che sarà per il bene del Paese”. A parlare, nel giorno in cui Il Cairo ha celebrato i funerali delle vittime delle violenze, è stato il patriarca di Alessandria dei copti cat-tolici, il card. Antonios Naguib (nella

foto). “Nonostante molte preoccupa-zioni – ha affermato – guardiamo al futuro con speranza. Abbiamo fiducia che il Signore ci farà superare questa fase critica e ci condurrà a un esito che sarà per il bene di tutti. I cristiani d’Egitto hanno vissuto simili situazio-ni nella loro lunga storia di sofferenza e di pace. Continueremo a fare tutto ciò che possiamo, sostenuti dalla pre-ghiera, la fiducia in Dio, e il sostegno spirituale e morale di tutti i cattolici”.

per il prossimo 28 novembre. I cri-stiani in Egitto costituiscono il 10% dell’intera popolazione. Essi subisco-no emarginazione dalle cariche pub-bliche e freni alla libertà religiosa, sia nella costruzione di chiese che nella libertà di evangelizzare. Gli scontri dei giorni scorsi sarebbero il risultato di 30 anni di politiche basate solo sulla repressione e sulla sicurezza. È quan-to ha affermato all’agenzia AsiaNews da p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana. Secondo il sacerdote l’esercito non sta facendo nulla per risolvere il conflitto fra copti e musulmani.

La fame nel mondo è diminuita negli ultimi 21 anni, ma di poco e non in maniera uniforme. In sei Paesi, cinque africani e la Corea del nord, la situazione è addirittura peggiorata. La maglia nera spetta alla Repubblica democratica del Congo. È quanto emerge dal Global hunger index (Indice globale della fame), presentato nei giorni scorsi a Milano nella sede dell’Ispi. Curatori della versione italiana sono Link 2007, Cesvi e Cosv. L’Indice viene calcolato utilizzando

tre indicatori: la percentuale di persone denutrite, di bambini (da zero a cinque anni) sottopeso e il tasso di mortalità infantile. Nel mondo l’indice della fame è sceso da 19.7 del 1990 a 14.6 del 2011: situazione che il rapporto classifica come “grave”. L’indice è diminuito in tutte le macroaree in cui è possibile suddividere il mondo. In Asia meridionale è sceso del 25% (da 30 a 22.6), in Africa subsahariana del 18% (da 25 a 20.5), nel Vicino Oriente e Africa

del nord del 39% (da 7.9 a 4.8). Progressi consistenti nel Sud est asiatico (da 14.4 a 8.0) e in America Latina (da 8.8 a 4.9) in cui l’indice è sceso del 44%. Nell’Europa dell’est è calato del 47% (da 5.1 a 2.7). Ma è in alcuni Paesi che la situazione è “allarmante”: nella Repubblica democratica del Congo l’indice era 24 nel 1990 ed è salito a 39 nel 2011, in Burundi è passato da 31.4 a 37.9 (nel 1990 era 24), in Corea del nord da 16 a 19, alle Comore da 22 a 26, nello Swaziland da 9.1 a 10.

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tto professionisti per raccontare Brescia e la sua terra dalle pagine del più importante quo-tidiano nazionale. Dal

18 ottobre il “Corriere della sera” uscirà ogni giorno con 12 pagine de-dicate alla città e al suo territorio. Lo farà affidandosi a una apposita redazione di otto giornalisti profes-sionisti guidati da Massimo Tede-schi, firma conosciuta nel Brescia-no per il suo lavoro a “Bresciaoggi”.La redazione bresciana, che ha la sua sede in via Crispi 3, nel cuore della città, è in queste ore al lavoro per preparare al meglio il debutto.Le 12 pagine bresciane costituiran-no il “cuore” dell’inserto Milano-Lombardia. L’iniziativa editoriale risponde al disegno di un radica-mento della storica testata in un contesto, come quello bresciano, in cui già gode di un buon seguito.L’avvio di questa nuova esperienza coinciderà anche con l’apertura di un portale web del “Corriere” dedi-cato a Brescia e che si aggiungerà ai 20 già esistenti sul sito www.cor-riere.it A capitanare il gruppo di la-voro bresciano, come già detto, la direzione del quotidiano di via Sol-ferino, ha chiamato Massimo Tede-schi, per anni firma di primo piano del quotidiano “Bresciaoggi”.“Il mio stato d’animo – afferma il giornalista – è segnato da una va-rietà di emozioni. Oltre al peso della responsabilità che questa nuova ini-ziativa comporta c’è anche l’attesa per l’avvio di una nuova avventura informativa”. Un’esperienza, conti-nua Tedeschi, che mette Brescia al centro dell’attenzione di un’impor-tante testata nazionale che ha logi-ca e cultura diversa rispetto a quelle del quotidiano locale.A pochi giorni dal debutto il respon-

della redazione bresciana del “Cor-riere” sarà invece quello di offrire qualcosa di nuovo e di inedito sul fronte della qualità. “Dovremo de-dicare una grande attenzione alla scelta delle notizie – sono ancora considerazioni del giornalista – e un approccio basato sull’approfon-dimento e sulla proposta di punti di vista autorevoli capaci di animare il dibattito”. Come già ricordato la redazione di via Crispi è composta da otto giornalisti professionisti. “La cosa interessante e nuova – ricor-da Massimo Tedeschi – è che tre di questi sono usciti da una selezione pubblica, una sorta di concorso che il Corriere, forse per la prima volta nella storia dei quotidiani nazionali, ha bandito seleziona doli tra un cen-tinaio di candidati che aspiravano a questo ruolo”. Massimo Tedeschi, probabilmente, la prima pagina del debutto l’ha già in mente. Quale po-trebbe essere, però, la notizia ideale con cui aprire il 18 ottobre? “In questi giorni – afferma – abbiamo sofferto perché la cronaca ha offerto molti spunti con sui avremmo voluto ci-mentarci. Abbiamo in mente qual-che argomento e altri ci verranno sicuramente dettati dalla cronaca”. Se potesse scegliere, però, il giorna-lista opterebbe per un tema che des-se immediatamente la possibilità di far capire ai lettori che l’approccio delle pagine bresciane è dalla parte del cittadino, “per aiutarlo – conclu-de Tedeschi – a leggere i fatti senza prestarsi a fare da eco a interessi o alle dichiarazioni della politica e del mondo istituzionale. Mi piacerebbe trovare un argomento che conferma che noi ci poniamo in questa prospet-tiva, senza per altro rinunciare a rac-contare tutti quegli aspetti che quali-ficano la vita di una città importante come Brescia”.

È andato a tre donne il Premio Nobel per la pace, l’importante riconoscimento per i diritti e lo sviluppo. Ellen Johnson Sirleaf (nella foto), 72 anni, presidente della Liberia dal 2005, prima donna capo di Stato in Africa e “signora di ferro” impegnata nella ricostruzione del suo Paese, devastato da 14 anni di guerra civile che ha causato oltre 250 mila morti. Leymah Roberta Gbowee, avvocato, anch’essa liberiana, attivista e organizzatrice di un gruppo di donne cristiane e

musulmane per sfidare i signori della guerra in Liberia, vincitrice nel 2009 del Profile in Courage Award. Tawakkul Karman, 32 anni, yemenita, giornalista e madre di tre bambini, fondatrice del gruppo Women journalists without chains e distintasi nell’organizzazione delle proteste iniziate a gennaio nello Yemen contro il presidente Ali Abdullah Saleh. Sono le tre vincitrici del Nobel per la pace 2011, attribuito il 7 ottobre a Oslo e che verrà consegnato il prossimo

10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani. Per il segretario generale Onu Ban Ki-moon, il Comitato norvegese ha mandato “un messaggio chiaro: le donne sono importanti per la pace”. Un “riconoscimento della leadership femminile che sottolinea un principio fondamentale dello Statuto delle Nazioni Unite: il ruolo vitale delle donne nella promozione di pace, sicurezza, sviluppo e diritti umani”. “In tutto il mondo – sono ancora considerazioni di Ban

Ki-moon – constatiamo” che esse rappresentano la pietra angolare su cui si fondano famiglie e comunità. In maniera preponderante educano, assistono, intrecciano le maglie del nostro tessuto sociale”.“In Africa settentrionale, Medio Oriente e altrove, ho udito voci di donne chiedere giustizia e democrazia”, ha proseguito il segretario Onu sottolineando che “le donne stanno progressivamente guadagnando ruoli guida dovuti loro da tempo”.

sabile del dorso locale risponde a quanti ritengono che le 12 pagine bresciane del “Corriere” possano alla fine diventare di fatto il terzo quotidiano locale. “Il progetto pre-disposto e gli incoraggiamenti avu-ti dai lettori attraverso focus group dedicati – sottolinea Massimo Tede-schi – ci hanno ribadito di non fare concorrenza ai quotidiani locali sul volume della cronaca e delle infor-mazioni locali, anche perché gli spa-zi a nostra disposizione sono deci-samente inferiori rispetto a quelli dei quotidiani bresciani”. Obiettivo

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Il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer, impiccato dai nazisti il 9 aprile 1945, durante i due anni trascorsi in carcere scrisse lettere e riflessioni molto importanti (raccolte in “Resistenza e resa”). Fra l’altro tracciò un bilancio di dieci anni (1933-1943) del regime di Hitler, nel quale si può leggere quanto segue: “Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell’autodissoluzione, perché dietro di sé nell’uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese. Qui non si può ottenere nulla, né con proteste, né con la forza; le motivazioni non servono a niente. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere – in questi casi lo stupido diventa addirittura scettico – e quando sia impossibile sfuggire ad

La cooperativa sociale “La Rete”, nel ventennale della sua costituzione, avvia la pubblicazione de “Il Nodo”, bimestrale dedicato alle tematiche sociali che impegnano il terzo settore e il volontariato a Brescia.Il primo numero esce in concomitanza con la Giornata mondiale contro la povertà, occasione di mobilitazione per tutte le associazioni, tutti i movimenti e i soggetti che operano per il contrasto alla

povertà, inserita dall’Onu nel calendario delle Giornate internazionali dal 1992. Il giornale sarà diffuso gratuitamente in città, a tutti i cittadini, alle associazioni, alle cooperative, alle istituzioni, agli enti e a tutti i soggetti pubblici e privati che la Cooperativa Sociale “La Rete” considera interlocutori indispensabili nel proprio operare, e ai quali, con “Il Nodo”, rivolge unulteriore invito al dialogo e al confronto.

È visitabile sino al 30 ottobre, presso il Museo San Fedele, collezione Mario Pedrali, la mostra “Documenti storici del Risorgimento italiano”. All’esposizione di numerose ed inedite testimonianze degli eventi che hanno caratterizzato il Risorgimento, sia di rilevanza nazionale che locale è affiancata la mostra permanente di macchine per scrivere e da calcolo che, considerata la varietà e la rarità dei pezzi, rappresenta quanto di

più interessante nel settore anche a livello internazionale. Per l’occasione è stato concesso un annullo speciale delle Poste per una busta e un folder di tre cartoline che riproducono una macchina da scrivere Olivetti rara, la famosa Lettera 22 del giornalista Indro Montanelli e un documento dell’archivio storico del Pedrali. Questi gli orari di apertura della mostra: festivi dalle 9.30 alle 12, feriali dalle 16 alle 19.

Bonhoeffer parla di una stupidità paragonabile a una cecità della mente e dello spirito e sviluppa ampiamente la sua idea in proposito, soprattutto in riferimento al rapporto tra stupidità e potere. Osserva anche: “Queste riflessioni sulla stupidità comportano questo di consolante, che con esse viene assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà

dall’atteggiamento di coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella stupidità o più nell’autonomia interiore e nella intelligenza degli uomini”.Le grandi menti pensano all’attualità, ma con un’apertura della mente (sconosciuta agli stupidi) che è senza luogo e senza tempo. Anche perché pure la stupidità è senza luogo e senza tempo. Spesso ritorna. E può infettare gli scranni dell’Eliseo come quelli di Piffione

essi, possono essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti. Nel far questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé; anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa rabbiosamente all’attacco. Perciò è necessario essere più guardinghi nei confronti dello stupido che del malvagio. Non tenteremo mai più di persuadere lo stupido: è una cosa senza senso e pericolosa”.

(con tutto il rispetto). Quindi è bene parlare poco o nulla degli stupidi perché si fa il loro gioco, grazie anche alla cassa di risonanza dei mass-media che danno la percezione al sindaco di Piffione (se c’è) di essere importante e famoso quanto il compagno di Carla Bruni. La stupidità si insinua ovunque. Woody Allen, un genio della letteratura cinematografica che non ha mai nascosto le sue miserie e i suoi dubbi, tempo fa ha rilasciato un’intervista al “New York Times” (ripresa in parte anche dai giornali italiani), a proposito del suo film “Incontrerai uno sconosciuto alto e bruno”, sul tema della fede. “Per me – ha commentato Allen – non esiste differenza tra una cartomante, un biscotto della fortuna o una delle religioni ufficiali. Sono tutti sistemi validi o non validi, altrettanto utili”. L’intervista si conclude con questa battuta: “Sono ignorante. Leggo perché devo leggere. Per me divertimento è guardare una partita di football e bere una birra”. La banalità della stupidità.

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’anno della comunità ini-zia domenica 16 ottobre e si conclude a giugno 2012 con un convegno (un’as-semblea dal titolo evoca-

tivo “Pietre vive per una comunità viva”) al termine del quale saranno consegnate le linee guida al consi-glio pastorale parrocchiale, che avrà il compito di formulare delle proposte pastorali. Il sogno del parroco don Re-nato Musatti è quello di “Una Chiesa tra la gente” dove i laici sappiano esse-re antenne sul territorio o “piccole co-munità territoriali”. L’impegno diventa inevitabile se si considera che la par-rocchia negli ultimi 10 anni è passata dai 9 ai 15mila abitanti. Non a caso sa-rà effettuata una ricerca sociologica (coordinata dal dott. Paolo Corvo, do-cente di sociologia generale in Catto-lica) per conoscere il vissuto religioso e sociale degli abitanti di Ospitaletto nelle varie dimensioni: credenza reli-giosa, identità e appartenenze sociali, livello di partecipazione, grado di so-cializzazione, etica familiare e sociale, inserimento nella realtà parrocchiale e comunale, integrazione tra le varie zone del Comune. Da gennaio a marzo i gruppi parrocchiali saranno invitati a fare una verifica della vita comu-nitaria partendo dallo specifico del proprio servizio. In particolare per gli operatori pastorali, Marco Vergottini, docente di teologia alla facoltà di teo-logia dell’Italia settentrionale, si sof-

quale evangelizzazione?”. Sarebbero tanti gli appuntamenti e gli incontri da ricordare, fra questi meritano una menzione le proposte forti, perché “la comunione è fatta di formazione e spiritualità per essere missione”. Don Renato crede in una comunità nella quale i laici siano presente da credenti e siano al tempo stesso at-tenti a ciò che c’è attorno. L’obiettivo è quello di arrivare a un tavolo edu-cativo con le scuole e con il Comune per ragazzi, giovani e adulti. Non va dimenticata la dimensione dell’atten-zione all’altro in un contesto nel quale i cittadini stranieri si attestano al 18%.

fermerà (il 5 febbraio) sul tema “La Chiesa che vivo, la Chiesa che vorrei”: dal Concilio Vaticano II una Chiesa popolo di Dio che annuncia il Signo-re. Il 15 aprile, invece, sarà la volta di Serena Noceti con “Quale Chiesa per

Per il 20 ottobre è in calendario al Tar-taglia (nella foto) il 15° Convegno pro-vinciale per l’educazione ambientale dal titolo “Ambiente e dignità dell’uo-mo... tra scienza, storia e leggenda”. “Con questa iniziativa – afferma Gio-vanni Quaresmini, referente provin-ciale per l’educazione ambientale dell’Ust di Brescia – la scuola pre-senta alla comunità e alle istituzioni il lavoro svolto in tema di salvaguar-dia e valorizzazione dell’ambiente.

Il Convegno rappresenta una solle-citazione che la scuola rivolge a se stessa attraverso l’approfondimento delle iniziative educativo-didattiche intraprese in un reciproco scambio di esperienze”. Si pone come momento di riflessione rispetto alla situazione ambientale per un futuro sostenibile in “un’esperienza di relazione” intesa come rapporto che lega in modo in-scindibile e intimo la Terra-ambiente con la comunità degli esseri viventi

in una visione di interdipendenza e di responsabilità. “Dall’ambiente alla scuola e ritorno” era l’idea di riferi-mento all’avvio “del nostro impegno, una dichiarazione programmatica che ancora la scuola al suo territorio inte-so come relazione con tutti gli esseri viventi e con la complessità dell’am-biente”. Dopo anni di lavoro si è giunti alla conclusione del nesso inscindibi-le tra tutela dell’ambiente e della di-gnità dell’uomo.

La comunità cresce un po’ perché le aziende del territorio offrono oppor-tunità di lavoro e un po’ perché molti si allontanano dalla città: nel 2010 il saldo nascite (192) e funerali (86) è stato positivo. Una comunità che si apre all’altro è quella che conosce e incontra il vicino. In occasione dei 20 anni dalla costruzione dell’oratorio, è stato rivisitato il progetto educativo con la codifica della figura di un coor-dinatore laico dell’oratorio, una per-sona che aiuterà a gestire la struttura e permetterà al prete di essere prete cioè di avere più spazio per intessere relazioni personali.

Sabato 22 ottobre alle 19.30 presso l’oratorio della parrocchia di San Luigi Gonzaga in via Carpaccio 28 lo Svi propone “La cena giusta” a base di antipasti etnici e spiedo e al costo di 18 euro (10 per i bambini). La prenotazione è obbligatoria (entro il 17 ottobre) allo 0303367915. Il ricavato servirà a finanziare i progetti in Venezuela. Lo Svi come membro della Focsiv, aderisce all’iniziativa “Io faccio la cena

giusta”, all’interno del periodo di sensibilizzazione nazionale sul commercio equo e solidale “Io faccio la spesa giusta”, giunta alla sua 8ª edizione. “Io faccio la spesa giusta” è la settimana nazionale di sensibilizzazione dedicata ai prodotti di Commercio equo e solidale ideata dal Consorzio Fairtrade Italia, marchio di certificazione delle referenze provenienti dai Paesi del Sud del mondo che seguono i criteri del commercio

equo: eliminazione del lavoro infantile, retribuzione adeguata per i lavoratori, definizione di un margine da destinare a progetti di crescita per le loro comunità. La settimana è nata nel 2004 con l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori a questa forma di acquisto consapevole. All’interno di questa manifestazione anche lo Svi organizza, in collaborazione con realtà sensibili a queste tematiche, eventi, cene e aperitivi in Brescia e provincia.

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iglato il protocollo d’inte-sa tra l’Ufficio comunale di Censimento di Brescia e una serie di associazio-ni, appartenenti al mondo

associativo, sindacale e fiscale, per agevolare la popolazione nella com-pilazione e/o consegna del questiona-rio. “Sono tante le associazioni, ben 16 (Acli, Anmic, Amici del Calabrone, Anolf, Anteas, Acai, Cgil, Confartigia-nato, Uil, Centro migranti, Cisl, Cna Impresa, Centro servizi per il com-mercio, Gruppo campo Marte, Mcl, Ugl), alcune delle quali con più spor-telli – ha illustrato l’assessore comu-nale alle Associazioni Diego Ambrosi – che affiancheranno nelle prossime settimane i punti di supporto predi-sposti dall’Amministrazione, dall’Uf-ficio di censimento in via XX Settem-bre 15 ai molteplici predisposti dalle circoscrizioni, affinché ogni cittadino possa trovare risposta alle possibili difficoltà che potrà incontrare nella compilazione del questionario”. Gli obiettivi consistono nell’aumentare i servizi resi gratuitamente ai cittadi-ni, riducendo il disagio alle famiglie, applicando il principio di sussidia-rietà e dando alle associazioni l’op-

portunità di fornire ai propri iscritti ed ai cittadini un servizio aggiuntivo, nella consapevolezza della rilevanza del Censimento e delle conseguenze amministrative e pecuniarie che può avere la mancata risposta allo stesso. Le associazioni si sono impegnate a raccogliere i questionari precompila-ti dai cittadini, oltre che a supportarli nella compilazione medesima, anche via web. “Abbiamo contribuito, con questo protocollo – ha aggiunto il re-sponsabile del settore Statistica Mar-co Trentini – ad estendere il percorso di sussidiarietà nella città, agevolan-do soprattutto quelle fasce di popo-lazione che possono vivere situazio-ni di difficoltà come gli anziani e gli stranieri, cui va spiegato che si tratta di un’operazione informativa e non di polizia, come qualcuno potrebbe temere. Con questo accordo i punti di informazione e raccolta sono deci-

ne – ha chiosato Trentini – e va dato atto a tutte le associazioni di un alto spirito di servizio, poiché il rimborso previsto è quasi simbolico”. La sigla del protocollo è avvenuta presso la Piastra Pendolina per sottolineare come la stessa sia stata in prima fila nell’alfabetizzazione digitale rivolta agli anziani e organizzata dal Comu-ne di Brescia nell’ambito del proget-to “e-citizen, generazioni in Internet”. Dal 10 ottobre ogni punto è attivo e ogni informazione – compresi gli elen-chi e gli indirizzi dei punti predispo-sti – sarà disponibile presso l’Ufficio Censimento in via XX Settembre, tel. 030.2978001, i cui orari sono: dal lu-nedì al venerdì 8.30-19 senza interru-zione ed il sabato dalle 8.30 alle 12.30. Nel frattempo è giusto ricordare di fare attenzione: si sono già verificate truffe con falsi incaricati che bussa-no alla porta.

In un trittico marmoreo, custodito a Santa Giulia, i Santi Faustino e Gio-vita affiancano il vescovo Sant’Ono-rio, noto, come ricorda don Arman-do Nolli (nella foto), presidente della Confraternita dedicata ai Patroni del-la città, come “colui che guarisce dai mali pensieri”. Pensieri negativi che caratterizzano parte del vivere socia-le e negano la realizzazione di un cli-ma concorde. Per riportare al centro della comunità un valore definito pro-vocatoriamente “inattuale”, la Confra-ternita dei Santi Faustino e Giovita ha indetto un concorso sul tema della concordia, invitando gli alunni delle scuole primarie, secondarie e superio-ri della provincia a presentare, entro il 31 gennaio 2012, un elaborato libero (narrativo, poetico, artistico, musica-le, ecc.) che riprenda l’argomento, de-clinato in base al tipo di indirizzo sco-lastico. Gli elaborati vincitori saranno presentati nella settimana precedente la celebrazione della festività dei San-ti Patroni. “Santi giovani – sottolinea Andrea Ghezzi, consigliere nella Com-missione Comunale per l’istruzione, la cultura, lo sport e le politiche giova-nili – la cui azione pacificatrice deve essere d’esempio per i giovani d’oggi, chiamati a riscoprirne il valore etico”. “Si tratta di un tema di grande valo-re culturale e civile – sottolinea il di-rigente scolastico provinciale Maria Rosa Raimondi – e abbiamo accolto volentieri l’invito anche perché è reso stimolante dalla multidisciplinarietà”. “La Confraternita – spiega il segreta-rio Angelo Baronio – vede il coinvolgi-mento di molte istituzioni: Comune e

Provincia di Brescia, Camera di Com-mercio, Università statale e Cattolica, e le Fondazioni Brescia Musei, Asm, Civiltà bresciana, Banca San Paolo e Ateneo”. “È un esempio di come la concordia tra istituzioni possa pro-durre un cambiamento in positivo per la città”, conclude Maurizio Ber-nardelli Curuz, direttore artistico di Fondazione Brescia Musei. Per info, tel. 0302400640. (a.g.)

“Siamo qui non tanto per ricordare le opere compiute, quanto per celebrare il cammino impegnativo di costruire la comunità cristiana, quella fatta di pietre vive, che ha bisogno di rinnovarsi in ogni generazione”. Nel saluto di don Elio Pitozzi, terzo parroco della SS. Trinità, alla presenza del vescovo Monari, è racchiuso il senso del ritrovarsi 50 anni dopo, a ringraziare il Signore per i tanti doni elargiti. Sono passati 50 anni da quell’8 ottobre 1961, giorno nel

quale faceva il suo ingresso sul territorio il suo primo pastore don Francesco Zilioli, che ricevendo in dono l’effigie di una neonata in una culla la paragonava alla “nuova comunità parrocchiale che deve crescere con l’amorevole preoccupazione e collaborazione di tutti”. E la comunità parrocchiale è cresciuta, inserita negli avvenimenti che hanno interessato la Chiesa universale. Prova di questa crescita l’esperienza di “pastorale integrata” voluta a partire dal 1974

da don Secondo Moretti, parroco per 30 anni. Commentando la parabola del banchetto nuziale Monari ha affermato come “l’uomo è un affamato di vita: nel commercio, nell’economia, nella politica, nell’arte, nella musica, nella scienza, nella filosofia, c’è un’anima, un desiderio profondo di vita che motiva ogni nostro comportamento”. E come Dio risponda a questo desiderio preparando un banchetto, che significa abbondanza di vita e gioia

di fare festa stando insieme. “Il banchetto di nozze è pronto, tutti sono invitati, nessuno escluso, ma bisogna che la disponibilità a partecipare sia piena, senza riserve. Il dono del Signore deve essere messo al di sopra di tutto”. A suggellare la celebrazione, le benedizioni impartite dal Vescovo ai catechisti impegnati nell’iniziazione cristiana, ai missionari per la visita alle famiglie della parrocchia e alla coppia di sposi in partenza missionaria per Taiwan. (v.b,)

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Venerdì 21 ottobre la Casa di cura San Camillo inaugura il nuovo blocco operatorio recentemente ristrutturato. La cerimonia sarà preceduta alle ore 14.30 da una celebrazione eucaristica presieduta mons. Luciano Monari in onore dei Beati Fondatori dell’Istituto Figliedi San Camillo, padre Luigi Tezza e madre Giuseppina Vannini. Il progetto di aggiornamento tecnologico e organizzativo che la Casa di cura San Camillo ha eseguito con questa ristrutturazione,

è stato teso principalmente all’adeguamento degli obbiettivi e dei dettami che il Piano sanitario regionale ha stabilito per la miglior tutela e garanzia del “cittadino” quale figura centrale da cui far dipendere la qualità dell’intero sistema sanitario regionale. In particolare il progetto ha previsto un miglioramento strutturale ed impiantistico teso a migliorare l’organizzazione funzionale del precedente blocco operatorio ottimizzando gli spazi,

creandone di nuovi dedicati ad attività di day surgery e a piccoli interventi migliorando le risposte differenziate, alle domande di bisogni sanitari del territorio in un’ottica di ottimizzazione ed efficienza dei costi del sistema. Particolare attenzione è stata posta sull’aspetto dell’umanizzazione del ricovero e della cura. Adeguata la sala operatoria principale con moderni applicativi, attrezzandola come una “sala ad alta integrazione”.

Sabato 15 ottobre, alle ore 11, presso l’Aula Magna G. Tovi-ni dell’Università cattolica in via Trieste, 17, si tiene la Cerimonia di consegna dei diplomi e delle me-daglie commemorative agli stu-denti e alle studentesse che hanno sostenuto l’Esame di Stato nell’an-no scolastico 2010-11. Intervengo-no Giorgio Arici (Università catto-lica di Brescia) e madre Marisa Va-rini, superiora dell’Istituto Canos-sa e Antonella Belometti (ex alun-na, oggi avvocato).

nche le biblioteche in-terne dei due istituti penitenziari brescia-ni, Canton Mombello e Verziano, aderiscono

ai servizi provinciali della Rbb, Re-te bibliotecaria bresciana, coordi-nata dall’Ufficio biblioteche della Provincia. La Giunta provinciale ha deliberato due apposite convenzioni che con-fermano e formalizzano il progetto “Biblioteche in carcere” avviato dal 2005 a Canton Mombello e dal 2008 a Verziano. “Ho colto la necessità – spiega Silvia Razzi, assessore alle

attività e beni culturali della nostra provincia – della presenza della Pro-vincia all’interno delle carceri, come segno tangibile che la cultura diven-ti fruibile anche da chi non la può vivere sul territorio”.Le biblioteche sono ormai inserite nel circuito della pubblica lettura del territorio, in piena coerenza con il compito istituzionale degli enti locali di favorire la solidarie-tà sociale tra la comunità esterna e quella interna agli istituti.“Da questo progetto deriva poi una serie di azioni collaterali tese ad arricchire la dotazione documen-

taria delle biblioteche, supportan-do anche diverse iniziative cultura-li come la distribuzione di segnali-bri, l’avvio del gruppo di volontari “Valelapena” e “Dona un libro alla biblioteca”.E sono in fase di definizione nuovi corsi di rieducazione e formazione all’interno dei due istituti. Penso a corsi di lingue e la realizzazione di incontri incentrati sulla conoscen-za del territorio attraverso imma-gini e filmati presentati da esperti di vari settori della nostra cultu-ra, fatta di arte, storia, ambiente ed enogastronomia”. “La bibliote-

ca di Canton Mombello – precisa Francesca Gioieni, direttore della Casa circondariale – non è solo un luogo fisico, ma rappresenta soprattutto un luogo mentale ed ideale all’interno del quale le rifles-sioni ed i pensieri possono trovare spazio ed alimentarsi in un conte-sto ‘normale’”. “La biblioteca – ri-badisce Francesca Paola Lucrezi, direttore della Casa di reclusione di Verziano – come possibilità di accesso alla conoscenza deve di-ventare il centro di riferimento per tutte le attività che si collegano all’esterno”.

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ambiano il pelo ma non il vizio. Sono i ladri dei sogni, i truffatori degli anziani. Nonostante le campagne di sensibiliz-

zazione, non mancano in città e provincia le truffe a danno degli an-ziani. La cronaca degli ultimi giorni racconta anche di sedicenti inca-ricati dell’Ufficio censimento che passano a riscuotere casa per casa (ma anche nelle chiese per fantoma-tici inventari): chiaramente queste persone vanno segnalate alle forze dell’Ordine. E per combattere il fe-nomeno si realizza anche il “passa-porto antitruffa”. A proporlo l’asso-ciazione “Non solo pensionati” che dal 2009 è attiva su tutto il territorio provinciale per combattere l’odioso problema delle truffe perpetrate ai danni degli anziani. Per Fabio Rol-fi, vicesindaco cittadino e assessore alla Sicurezza, “insieme alla preven-zione e alla repressione è necessa-rio portare avanti una campagna

di guarire con pomate e massaggi miracolosi), consigli utili e nume-ri telefonici da contattare nei casi sospetti. “I risultati migliori – ha af-fermato Daniele Ceresa, presiden-te dell’associazione – si ottengono in un grande gioco di squadra con le istituzioni. Per questo ringrazia-mo Regione Lombardia, Provincia e Comune di Brescia, Associazione comuni bresciani, Questura, Cara-binieri, Fondazione Asm, Centro servizi del volontariato e Banca Valsabbina per la fattiva collabora-zione nella realizzazione di questo vademecum tascabile che l’anziano può e deve portare sempre con sé e usarlo in tutte le situazioni poco chiare”. A preoccupare non è solo l’immediato danno economico rela-tivo alla perdita di denaro e di og-getti preziosi, legati il più delle vol-te agli affetti più cari, ma anche il prolungarsi nel tempo di sofferenze che possono provocare danni sul-lo stato di salute. “Per questo – ha

permanente di sensibilizzazione sul fenomeno. Con il ‘passaporto antitruffa’ continua dunque e si ar-ricchisce di un nuovo strumento il percorso iniziato con ‘Fermiamo i ladri dei sogni’ e ‘Non aprite quel-la porta’ per portare a conoscenza dei nostri anziani le regole basilari che li aiutino a vivere il più possi-bile serenamente”.Il passaporto, di semplice consulta-zione, contiene una serie di vignet-te che illustrano i principali raggiri messi in atto dai truffatori (l’ultimo in ordine di tempo è quello di fin-gersi medici e fisioterapisti in grado

Anche quest’anno la delegazione Fai di Brescia aderisce alla campagna di raccolta fondi intitolata “Ricordati di salvare l’Italia”. Da 35 anni il Fondo ambiente italiano si impegna nel recupero di palazzi, parchi e giardini salvandoli dall’incuria e dall’abbandono. Dall’1 al 31 ottobre chiunque può aderire alla campagna, inviando un sms del valore di 2 euro al numero 45506. A Brescia l’evento che veicolerà la raccolta fondi sarà una grande festa nell’area verde

dell’ex polveriera di Mompiano, in programma per domenica 16 ottobre. La scelta del luogo non è casuale: la piazza dell’ex polveriera, dopo le recenti opere di bonifica degli ordigni bellici, si configura come una vasta area collinare di 146.510 mq. Acquisita nel 2007 dall’Amministrazione comunale, la zona è sottoposta a vincoli paesaggistici ed ora giace inutilizzata ma, vista l’ampiezza e l’interesse storico e naturalistico che essa ricopre, potrebbe diventare

un luogo complementare al Parco delle Colline. La giornata di domenica sarà l’occasione per vedere alcuni dei progetti che hanno partecipato al bando comunale “Manifestazione di interessi alla sistemazione finale dell’area dell’ex polveriera di Mompiano” chiusosi nel febbraio 2011 (in caso di pioggia nella sala della Circoscrizione Nord di via Rampinelli 5). Ogni 30 minuti i volontari del Fai terranno delle visite guidate nell’area, della durata di un’ora, illustrando l’ecosistema

del bosco e la struttura dell’ex zona militare con i suoi edifici (ultima partenza alle 17). L’area sarà raggiungibile tramite bus navetta dal parcheggio di via Lama, mentre l’Associazione “Amici della bici” organizzerà due partenze di gruppi in bicicletta da piazza della Loggia, alle 10 e alle 14.30. Durante l’orario di apertura i visitatori saranno accompagnati dalle performance degli attori del Teatro Inverso che reciteranno fiabe della tradizione bresciana. (e.b.)

Voucher contro la crisi. L’amministra-zione comunale ha stanziato 10mila euro per l’assegnazione di voucher (buoni lavoro) attraverso bando e successiva graduatoria. Il valore massimo dei voucher per persona è di 1000 euro lordi, che corrispondo-no a 100 ore di lavoro. I beneficiari dell’iniziativa saranno quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che si trovano in cassa integrazione; è possibile la partecipazione anche di altri purché abbiano una situazione economica al di sotto di una determi-nata soglia e siano in grado di svolgere 100 ore di lavoro nei mesi di novem-bre e dicembre 2011. L’assegnazione dei voucher avverrà tramite una gra-duatoria che sarà stilata avvalendosi d’indicatori economici (Isee) che va-luteranno i redditi reali percepiti nei

primi otto mesi del 2011. Gli interes-sati possono chiedere chiarimenti e ritirare il modulo per la presentazione della domanda presso l’Ufficio servizi sociali del Comune. Il termine per la presentazione delle domande è il 25 ottobre 2011. Gli assegnatari svolge-ranno attività lavorative per il Comu-ne (lavori di pulizia, manutenzione del patrimonio pubblico e supporto agli uffici amministrativi) tra novembre e dicembre di quest’anno. In questo tempo in cui la crisi economica ha colpito anche alcune persone della nostra comunità, il bando voucher rappresenta il tentativo di dare una risposta concreta alle necessità delle famiglie. Viene offerta infatti la possi-bilità di lavorare per esigenze della co-munità in cambio di una retribuzione economica per le attività effettuate.

concluso Ceresa – la nostra associa-zione in futuro svilupperà altre ini-ziative che andranno ad ampliare il progetto iniziale delle rappresenta-zioni teatrali organizzate nelle par-rocchie, nelle circoscrizioni e nelle sedi di enti e che con l’impegno di tutti consentirà di raggiungere un numero sempre maggiore di cittadi-ni”. Il passaporto antitruffa, stampa-to in 30mila copie, è a disposizione nella sede di “Non solo pensionati” in via Parenzo 23 a.

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Cesare Bazzoni, componente del consiglio comunale di Pontevico, è stato nominato vicepresidente vicario nell’esecutivo di Federsanità Anci. Giacomo Bazzoni è attivo da anni nel settore del welfare e della sanità ed è presidente della commissione Welfare di Anci e del dipartimento Welfare e sanità di Anci Loombardia. Egli è presidente e amministratore delegato della cooperativa “Il Gabbiano” che ha fondato con un gruppo di amici e opera nella gestione di servizi socio-

sanitari, assistenziali ed educativi nelle province di Brescia, Cremona e Mantova con un radicamento nel territorio del proprio Distretto socio-sanitario di Leno. “In un momento in cui le risorse dei Comuni si stanno esaurendo – dichiara Bazzoni – mi impegnerò ad essere particolarmente attento a ricercare tutte le possibilità di integrazione e compenetrazione con le politiche sanitarie e sociali”. “La nomina di Bazzoni è il giusto riconoscimento del suo impegno

di anni a difesa dei servizi socio-sanitari dei Comuni e delle fasce più deboli della popolazione – aggiunge il segretario di Anci Lombardia Pier Attilio Superti –. Il lavoro che lo attende è ancora più impegnativo, perché oggi i servizi essenziali dei Comuni sono messi in dubbio dalla manovra e dai tagli alle risorse di Regioni e Ministeri, occorrerà ripensare il sistema di welfare provando a integrare le risorse e a gestirle con ancora più efficienza”. (pio)

omenica di sentimenti contrastanti per la co-munità cristiana di Lo-grato. Gioia e tristezza si sono mescolate negli

animi di tutti durante la celebrazio-ne eucaristica che ha concluso le solenni feste quinquennali in onore della Madonna del Rosario. I fedeli della parrocchia, infatti, han-no salutato con entusiasmo la pre-senza tra di loro del vescovo di Bre-scia Luciano Monari, accolto dalle autorità civili e dalle realtà associa-tive del territorio. Dopo il saluto del sindaco Mezzana, intorno alle 17 il Vescovo ha fatto il suo ingresso nella parrocchiale di Ognissanti, offrendo in seguito nell’omelia una significativa inter-pretazione del ruolo della devozione mariana nella vita dei credenti e del-le comunità cristiane. “La Vergine – ha affermato mons. Monari – non si sostituisce in nessun modo a Dio, la devozione mariana è motivata dal fatto che in lei la grazia del Signo-re ha potuto agire compiutamente, grazie alla risposta senza reticenze che ella ha offerto al suo progetto. Maria diventa quindi un esempio perché anche la nostra possa essere una risposta sempre più convinta”. Al termine della celebrazione si è te-nuta la tradizionale processione che ha attraversato il paese tutto pave-sato di bianco ed azzurro, sostando

presso i numerosi altarini innalzati per l’occasione in onore della Ma-donna, alla cui protezione è stata solennemente affidata la comunità. Una bella serata da consegnare alle memorie parrocchiali, insomma, di quelle che si ricordano con piacere a distanza di anni. E allora perché

la tristezza di cui si diceva? Essa è nata poiché questa celebrazione ha anche fornito al Vescovo l’occa-sione per l’annuncio ufficiale della partenza del parroco: don Domeni-co Amidani, a Lograto dal 2001, è stato destinato alla parrocchia di Orzinuovi. La notizia era già nell’aria da qual-che giorno e a testimonianza di quanto la comunità tenga al suo pastore sta un toccante episodio avvenuto poco prima della S. Mes-sa. Davanti a mons. Monari appena sceso dall’auto, infatti, si sono pre-sentate con semplicità alcune ragaz-ze dell’oratorio per manifestargli il loro apprezzamento per la persona e l’operato di don Domenico e per chiedere di lasciarlo nella propria parrocchia. In questo modo le so-lennità mariane, così sentite dagli abitanti di Lograto, sono diventate anche una cornice significativa per incominciare a prendere congedo dal loro parroco. Per una curiosa coincidenza la medesima festività ha costituito l’occasione anche per don Franco Bertanza di salutare la comunità di Orzinuovi, nella quale ha prestato servizio come parroco dal 1991: domenica mattina, infatti, in piazza Vittorio Emanuele II al ter-mine della processione ha ricorda-to: “Sono arrivato qui 20 anni fa pro-prio in occasione di questa festa e nello stesso modo adesso vi saluto”.

La Fondazione Castello di Padernello e SlowFood Condotta Bassa Bresciana, domenica 16 ottobre, dalle 9.30 alle 18.30 organizzano “Il mercato del buono pulito e giusto”. Condotta Bassa Bresciana propone una degustazione dalle 15 alle 17: l’iniziativa realizzata per sostenere il progetto Slow Food “Mille Orti in Africa”. Oltre alle delizie della Bassa saranno proposti assaggi di due dolci: la Spongarda di Crema e la Spongada della Valle Camonica.

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opo 36 spettacoli dal 21 ottobre al prossimo 25 marzo: è, in sintesi, quan-to propone il cartellone di Teatro Bonoris di Monti-

chiari per la stagione 2011/2012. Du-rante la presentazione alla stampa il sindaco Elena Zanola e il vicesindaco Gianantonio Rosa hanno ricordato come “pur in un contesto di tagli agli enti locali, l’amministrazione comu-nale e l’associazione Teatro Sociale non hanno voluto ridurre in alcun modo la quantità e la qualità degli ap-puntamenti teatrali. Credo sia dove-roso, da parte nostra, ricordare due persone che hanno fatto molto per il nostro teatro, la compianta Elvira Bicelli, custode di lungo corso e stra-ordinaria figura di amante della cul-tura e il dottor Alberto Verzotti che ha poco rassegnato le dimissioni da con-sigliere di amministrazione dell’asso-ciazione teatrale”. Si parte, come det-to, il 21 ottobre con “La scuola delle mogli”, opera immortale di Molière portata in scena dalla compagnia te-atrale I Guitti per poi lasciare spazio, domenica 23, al concerto pianistico a quattro mani dei maestri Daniela Pio-vani e Manuela Dalla Fontana. Per la

prosa sono da sottolineare alcuni ap-puntamenti di rilievo come “Toccata e fuga” di Benfield con Gigi Sammar-chi e Patrizia Rossetti (il 2 dicembre), “La bisbetica domata” di Shakespea-re, a cura della compagnia teatrale di Genova Salamander (il 20 gennaio), “Questa sera si recita Pirandello” del-lo stesso Pirandello, con I Guitti (il 27 gennaio), “Honour” di Murray-Smith con Paola Pitagora e Roberto Alpi (il 16 marzo). Sono riconfermate la Ras-segna concertistica e quella dialettale: la prima vedrà l’esibizione dei migliori allievi dei Conservatori del Nord Ita-lia (Bolzano, Milano, Brescia, Manto-va, Padova, Vicenza, Parma, Piacenza e Verona). Il concerto di apertura è previsto il 6 novembre, mentre quel-lo di chiusura con la premiazione dei vincitori avrà luogo il 4 marzo. Da ricordare che anche quest’anno tut-ti gli ingressi agli eventi della Rasse-

gna concertistica sono gratuiti. Altro punto di forza del “Bonoris” è il dia-letto e la consueta Rassegna vernaco-lare, in partenza il 20 novembre con la commedia “Casimiro ciao ciao” a cura della Compagnia de Riultela, che si concluderà con “Sota la nef el pà” della immarcescibile compagnia monteclarense Café di Piöcc (in tre appuntamenti il 24 e 25 marzo). La Stagione teatrale propone inoltre il concerto della Scuola d’archi Pelle-grino da Montechiaro (il 10 dicembre) e della Banda cittadina (il 23 dicem-bre). Gli abbonamenti alla stagione, divisi tra prosa (92 euro in platea e 68 in galleria) e Rassegna dialettale (ri-spettivamente 48 e 32 euro) sono sot-toscrivibili fino al 20 ottobre esclusi il 15, 16 e 17) dalle 16 alle 19 presso la biglietteria di Teatro Bonoris. Per informazioni, si può chiamare il Tea-tro al seguente numero 030/961115.

Sette anni di vivace attività sono il grande patrimonio che può portare a proprio vanto la Pro loco di Carpene-dolo guidata da Mario Ferrari (nella foto), sodalizio che sarà chiamato al consueto appuntamento assembleare per rinnovare (o confermare) il diret-tivo. L’associazione dei carpini ha sa-puto entrare in contatto con le realtà del paese sia istituzionali che minori dialogando con loro e intraprendendo un cammino comune. “Il grande meri-to della Pro loco – afferma Ferrari – è stato di proporre un linguaggio popo-lare accessibile a tutti con proposte a qualsiasi livello affiancando alla cul-tura d’élite una più popolare, ma nel medesimo tempo condivisa da tutti. L’organizzazione del nostro gruppo ha fatto strabiliare non pochi attiran-do numerosi interessi, tanto da esse-re divenuta un prezioso e fondamen-tale punto di riferimento soprattutto per l’aspetto partecipativo di molti volontari”. Si è trattato di “un impe-gnativo lavoro di ricerca, creativo e di responsabilità – continua Ferrari – che ha permesso di svolgere una funzione altamente sociale verso tutte le realtà presenti: culturali, artistiche, sociali, ricreative ed economiche. In questi ultimi anni, nel momento in cui sono venuti meno i contributi dell’en-te locale, il lavoro certosino di pre-senza e dialogo soprattutto in campo economico ha permesso di ripianare le necessità finanziarie consentendo-ci di diventare autonomi. Questo ha consentito, grazie a una precisa piani-ficazione e un’attenta funzione ammi-nistrativa, di gestire tutte quelle risor-

se ottenute con parsimonia, risparmio e oculatezza per far quadrare i conti e continuare nel grande lavoro di ri-lancio delle tradizioni e di sostegno a tante iniziative”. In assemblea verrà presentato un patrimonio consisten-te in un’organizzazione amministrati-va e logistica di eccellenza oltre a un grande spirito di volontariato di tante persone che anima da sempre il soda-lizio carpenedolese. (f.m.)

“La Comunità acquafreddese è chiamata a porgere un saluto che, se da un lato, è carico di gratitudine e ricco di riconoscenza, dall’altro è permeato da un sentimento di smarrimento, a cui si mescolano stupore e preoccupazione, commozione”. Con queste parole il parroco di Acquafredda, don Marco Lancini, riassume bene i sentimenti di tutta la comunità per le suore Ancelle, che dopo 105 anni salutano la parrocchia.

Domenica 16 ottobre alle 10 è fissato il ritrovo presso l’asilo con il corteo verso la chiesa parrocchiale; alle 10.30 la S. Messa solenne presieduta da mons. Mario Vigilio Olmi. Martedì 18 ottobre il personale e i bambini della scuola dell’infanzia “Margherita Marchi” salutano le suore. Sabato 22 ottobre, invece, nella chiesa parrocchiale c’è, alle 20.30, il concerto “Viaggio nella musica sacra” da Bach a Frisina. Domenica 23 ottobre,

infine, alle 10.30 la S. Messa per la celebrazione comunitaria degli anniversari di matrimonio e il saluto della comunità a madre Rosalia e a suor Cesarina. “Il ritiro delle Suore Ancelle presenti ad Acquafredda, comporta purtroppo – spiega don Lancini – anche la dolorosa e sofferta decisione di chiudere la comunità delle Ancelle della Carità, che dal 1906 nel servizio della scuola dell’infanzia, nella visita agli ammalati e anziani,

nell’assistenza oratoriale dei ragazzi, nella catechesi dei piccoli, nell’animazione della liturgia e della Carità hanno saputo onorare il loro carisma e rendere onore alla loro Santa Fondatrice: S. Maria Crocifissa Di Rosa”. Nel momento dei ringraziamenti, è anche giusto guardare avanti alla luce della fede: “Questo paese non può arrendersi ai fatti, essi sono davanti a noi e ci interrogano: diamo dunque una risposta che sia quella della fede e della speranza”.

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Con l’edizione 2011 di “Rassegna antiquaria” in programma dal 29 ottobre al 6 novembre, ritorna al Centro fiera di Montichiari un appuntamento ormai divenuto tradizione per il pubblico di collezionisti e appassionati. “Rassegna antiquaria ha un’identità perfettamente riconoscibile nel panorama degli eventi dedicati all’antiquariato.”, spiega Ezio Zorzi, direttore del Centro fiera. “L’offerta è senza dubbio di alto profilo e non

mancherà di riscuotere interesse tra i numerosi appassionati che, ogni anno, confermano l’attenzione del territorio per l’arte e l’antiquariato”. “Rassegna antiquaria”, dunque, si ripropone all’insegna della qualità. Nelle giornate della mostra, i visitatori potranno ammirare proposte che spaziano dai mobili antichi alle tele e ai dipinti, dall’oggettistica d’alto antiquariato ai pezzi da collezione, con legni antichi, tappeti orientali e caucasici,

libri d’epoca, olii, tempere, in un percorso che attraversa la tradizione del Vecchio Continente, con aperture all’arte popolare europea e americana, fino ad arrivare ad inserti di vintage e collezionismo. Ad impreziosire l’edizione 2011 di “Rassegna antiquaria” è in programma un evento collaterale di assoluto prestigio dal titolo “Cesare Monti: libertà espressiva tra Novecento e Post-impressionismo”, a cura di Guido e Stefano Cribiori.

’assessorato ai Servizi so-ciali del Comune di Ca-stenedolo, avendo rileva-to nel proprio contesto territoriale la presenza di

numerosi nuclei familiari che ogni giorno, con estrema difficoltà e tal-volta con senso di smarrimento e di isolamento, convivono con persone affette da gravi forme di decadimento cognitivo, intende promuovere per-corsi di integrazione fra i vari sogget-ti, pubblici e privati, che già si occu-pano dell’assistenza a questi pazienti e del sostegno alle loro famiglie. In collaborazione con l’Asl di Brescia, il Centro S. Giovanni di Dio e la Fonda-zione pio ricovero inabili al lavoro, il Comune di Castenedolo vuole offrire alle famiglie di cittadini affetti da de-ficit cognitivo, una serie di iniziative che abbiano come fine il supporto ai caregiver (“coloro che si prendono cura”) su cui ricade l’onere dell’as-sistenza, favorendo nel contempo la permanenza del paziente nella pro-pria abitazione e nel proprio contesto relazionale. Già nel maggio scorso si sono tenuti incontri di informazione dei caregivers con notevole successo in termini di partecipazione e di gradi-mento. Dal 4 ottobre è stato attivato presso l’Ufficio servizi alla persona del Comune di Castenedolo un punto di accesso, con linea telefonica dedi-cata (339 7868625 ) in funzione cin-que giorni alla settimana, dal lunedì

al venerdì dalle 9 alle 12, affidato ad un educatore professionale dipenden-te comunale (Luisa Tagliani) che ha maturato una specifica preparazio-ne nell’ambito dei disturbi cognitivi. A tale operatore potranno rivolgersi tutti coloro che, per motivi personali o professionali, vivono situazioni di

relazione, assistenza, gestione di pa-zienti affetti da decadimento cogniti-vo. L’intervento dell’educatore forni-rà supporto e indicazioni specifiche, attraverso la consulenza telefonica, ma anche recandosi nelle famiglie che vorranno avvalersi del suo aiuto. Egli avrà anche il compito di formare e supportare gli operatori domiciliari che erogano servizi comunali inter-venendo in occasione di difficoltà e problematiche che possono presen-tarsi con pazienti dementi. Appena il servizio sarà stabilizzato, le famiglie potranno avvalersi di una consulen-za sanitaria e assistenziale specifica con personale dell’Irccs, presso gli ambienti del Pio ricovero. Ad integra-zione degli interventi sopra descritti, sono ripresi presso la Casa di ripo-so anche i percorsi di formazione ed educazione per le famiglie: lunedì 10 ottobre è intervenuto il dott. Christian Bonanno, psicologo dell’Asl, mentre lunedì 17 i dott. Angelo Forti e Manue-la Botticchio proporranno l’esperien-za di un gruppo di auto-aiuto (Gruppo Agapè) formato dai familiari di ospiti della Rsa affetti da problemi di deca-dimento cognitivo; si coinvolgeranno altre persone che si prendono cura di persone affette da demenza, affinché si sentano meno sole nella gestione quotidiana dei loro cari. Gli incontri si tengono presso il Centro diurno del Pio ricovero in via Pluda 10 a Caste-nedolo alle 20.30.

Tre giorni di eventi. Come ogni autunno si rinnova l’appuntamento con la prestigiosa sagra del fungo chiodino giunta alla 21ª edizione. La manifestazione è in programma dal 21 al 23 ottobre nel centro storico di Dello. Non solo profumo di funghi (uno dei prodotti più ricercati), ma anche di vino e altri prodotti con la presenza in piazza dei mercatini. Per informazioni, si può telefonare al numero 0309718012 o consultare il sitowww.comune.dello.bs.it.

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romossa dall’Amministra-zione comunale di Edolo torna EdoloTeatro, la sta-gione teatrale che ospitata presso il Teatro San Gio-

vanni Bosco (via Roma 3) riapre il palcoscenico agli appassionati della Valle Camonica. Il rinnovato impegno, inoltre, mette in cantiere non solo ap-puntamenti per il pubblico serale, ma spettacoli destinati ad altre anime del-la comunità edolese. Una stagione in grado di far ridere e sorridere, anche di noi stessi, con momenti di svago e divertimento ma anche di riflessione, calata in diversi contesti temporali ma che in un certo modo rispecchiano an-che la nostra epoca. L’inaugurazione è affidata ad una delle attrici più ama-te del panorama italiano, Lella Costa, che giovedì 3 novembre apre la stagio-ne portando in scena, in prima provin-ciale, “Arie”, una raccolta di brani di precedenti lavori che hanno come filo conduttore la musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio

to, porta sul palco del teatro edolese la sua ultima fatica: “Terra promessa. Briganti e migranti”. Partendo dalla vicenda del brigante Carmine Croc-co, lo spettacolo esplora, con la solita passione civile, alcune “zone oscure” della storia dell’unificazione italiana. Ad accompagnare le parole del nar-ratore, compaiono in scena, come apparizioni fantasmatiche, altri per-sonaggi: un mosaico di racconti fat-to di voci e punti di vista differenti. Mercoledì 25 gennaio riapre il sipa-rio una delle più interessanti realtà bresciane composta da giovani atto-ri, l’Associazione S.R. Lo spettacolo, su testo di Alessandro Quattro e per la regia di Alessandro Mor, vede rap-presentata in scena “La fine del Tita-nic”. L’atmosfera all’inizio è quella di un film d’epoca. Siamo a bordo del Titanic, ma anche di qualunque nave da crociera, dove gli animatori turi-stici impazzano. Chiude la sezione serale del programma di Edoloteatro, giovedì 23 febbraio, un’altra presenza

come voce altra, come complice di palcoscenico. Giovedì 24 novembre sarà la volta della Compagnia Gank con uno dei testi più rappresentativi di Luigi Pirandello, “Questa sera si re-cita a soggetto”, che nella versione di Alberto Giusta ripropone con l’ener-gia di questa giovane ma apprezzata compagine il gioco del teatro nel te-atro in cui vertiginosamente si pas-sa dal tono della commedia a quello del melodramma, per infine sfiorare la tragedia. A chiudere l’anno sarà, giovedì 15 dicembre, un altro grande artista, Marco Baliani, che dopo il fe-licissimo debutto al Festival di Spole-

La festa del “Badalìsc” di solito ha luogo ad Andrista (frazione di Cevo in Valsaviore) il 4 ed il 5 di gennaio. Ne parliamo adesso perché di questa figura mitica s’è trattato in questi giorni a Breno nel corso del convegno “Carnevali e folclore delle Alpi”, organizzato dall’associazione “Lontàno verde” e dal movimento “Incontri per lo studio delle tradizioni alpine”. Sul “Badalìsc” ha tenuto un’interessante comunicazione la studiosa e giornalista Fulvia Scarduelli.

La figura di questo animale ha origini molto antiche, legate a riti pagani. Nei bestiari è una creatura mitologica che si riteneva avesse il potere di uccidere col solo sguardo, o col fiato. Il mostro ha corpo peloso, occhi infuocati, bocca enorme (che ricorda vagamente il televisivo Gabibbo). Sotto il travestimento si cela un ragazzo del borgo montano. Quando è il momento, gli altri giovani (mantello da pastore, cappello e bastone) si riuniscono e salgono verso i boschi

per catturare la bestia; una volta fattala prigioniera la trascinano in paese. Un tempo la creatura entrava nelle stalle e cominciava a parlare, indirizzando allusioni verso i presenti: tradimenti matrimoniali, ruberie varie, calunnie infondate ed in genere peccati di una piccola comunità, panni sporchi che sarebbe opportuno non lavare nemmeno in casa. Ai nostri giorni invece tutti si raccolgono nello spazio deputato alle riunioni, alle manifestazioni, o alle feste. La

gente ovviamente cerca di catturare la benevolenza della belva con l’offerta di cibo, anche perché se si riesce a riempire quelle enormi fauci, forse, almeno per un po’, si ottiene il silenzio dell’implacabile accusatore che sciorina in pubblico, senza pietà, le malefatte di tutto un anno. Attorno alla presenza magica è nato prima il salame, poi la polenta del “Badalìsc” ed alla fine tutti i salmi finiscono in gloria, con una tavolata che rimette d’accordo, dopo l’elenco delle odiose malefatte.

La proposta teatrale di Edolo si am-plia come di consueto ad altre anime della comunità edolese. Due infatti sono gli appuntamenti dedicati agli studenti. Martedì 24 gennaio, Oscar De Summa e la sua compagnia pro-pongono “Amleto a pranzo e a cena”, un modo per far toccare con mano ai ragazzi delle scuole superiori come il teatro di Shakespeare possa fornir-ci strumenti quanto mai efficaci per interpretare il tempo in cui viviamo, per mostrarci quanto Amleto abiti il nostro quotidiano, costantemente, a pranzo e a cena. Giovedì 2 febbraio, Teatri Possibili propone al pubblico delle scuole medie Pinocchio a testa in giù, riscritto e progettato da Wil-liam Medini, ispirato chiaramente al capolavoro collodiano. Uno spetta-colo (vista la pluriennale esperienza

circense e di teatro di strada del re-gista) che si può leggere a più strati, ma legato a tematiche dell’età adole-scenziale, quali la coscienza, la capa-cità di scegliere, il bullismo, le cattive compagnie, il rapporto genitori/figli, tutto in chiave divertente ma nello stesso tempo poetica.Gli abbonamenti per la stagione tea-trale si possono sottoscrivere presso la Biblioteca di via Porro 27 a Edolo, fino a venerdì 21 ottobre negli orari di apertura (da lunedì a venerdì: 8.30-12 e 14,30-18) al costo di 80 euro per l’intero e 70 euro per il ridotto. Gli eventuali biglietti (18 euro intero e 15 euro ridotto) si potranno acquistare, per tutti gli spettacoli in cartellone, da lunedì 24 ottobre e sempre pres-so la Biblioteca Civica di via Porro 27 a Edolo.

d’eccezione: Ascanio Celestini. Il suo “La pecora nera” è un lavoro pieno di personaggi esilaranti, ma è, nel com-plesso, uno spettacolo in cui prevale la poesia fondata sull’indagine, una indagine nella memoria personale e collettiva del presente come luogo di sedimentazione di storie diverse. “La pecora nera”, è uno squarcio sul prima e sul dopo la riforma della psi-chiatria attuata in Italia con la legge 180, meglio conosciuta come Legge Basaglia.

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L’ultima assemblea della Bim ha deciso di stanziare 600mila euro. Le opposizioni hanno contestato la decisione perché non “distribuisce fondi ai Comuni”. La cifra più considerevole è destinata all’allargamento della strada statale di Edolo. Per il completamento della cantina comprensoriale di Losine e per il settore dei servizi sociali sono stati stanziati rispettivamente 150mila euro. Altri 50mila euro saranno utilizzati per la costituzione di una struttura tecnica

all’incubatore di Cividate Camuno e altrettanti per finanziare le spese correnti. Per la nuova società di gestione del demanio sciabile di Montecampione sono stati previsti 400mila euro. Il resto sarò speso per l’integrazione di alcuni interventi in spesa corrente: 90mila euro per la gestione e la salvaguardia del territorio, 20mila per il fondo Comuni della Valtrompia e altrettanti per “Impresa e territorio” per il progetto Esco e 10mila per la mostra “Pitoti”.

’evento è stato giusta-mente definito “Una fe-sta per aprire le ali e ini-ziare a volare”. Non si tratta soltanto dell’inau-

gurazione del nuovissimo “Teatro delle Ali”, ma della conclusione di un lungo itinerario che ha visto sorgere l’Accademia arte e vita, un centro culturale di prima grandez-za frutto della generosità dei co-niugi Romain ed Hélène Zaleski. I benefattori hanno permesso che il progetto delle Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei Poveri (meglio conosciute come suore messica-ne) decollasse (visto che si tratta di ali). In questi giorni – neanche a farlo apposta – ricorre il 50° an-niversario (1961-2011) dell’arrivo a Breno delle prime quattro religiose dal Messico, per diretto interessa-mento – a suo tempo – del brene-se mons. Maffeo Ducoli. Dapprima le monache venute d’oltreoceano si occuparono di un collegio-con-vitto di studentesse valligiane che frequentavano qui, poi, col tempo, dovettero adattarsi e inventarono l’Accademia di cui s’è detto e da quel momento “la cultura ha mes-so le ali”. “Motore” instancabile che ha sempre pulsato è stata ma-dre Luciana Bertoglio, superiora del convento di Breno che sottoli-nea: “Si vuole proseguire, assieme all’Accademia arte e vita, la mis-sione educativa intrapresa negli

anni. Si propone come un luogo dove i giovani possano saziare la loro sete di protagonismo. E vuo-le essere anche strumento di rina-scita dei valori del Vangelo, della civiltà e della cultura cristiana”. In questi ultimi giorni è stato da-to il “via” alla settimana di spetta-coli, predisposta per solennizzare l’apertura della sala da spettaco-

lo. Ovviamente l’inizio del fitto ca-lendario di avvenimenti ha avuto luogo nel duomo, ove il cardinal Re ha concelebrato col parroco di Breno mons. Franco Corbelli, col vicario generale mons. Gianfranco Mascher, don Aldo Mariotti e don Alessandro Nana. All’omelia, il por-porato ha parlato a lungo dell’im-pegno delle suore per Breno e per la Valcamonica nell’intento di argi-nare quella che Benedetto XVI ha definito “emergenza educativa”. “Educare – ha concluso l’oratore – è trasmettere valori ed ideali”. Alla fine della Messa vespertina, calata ormai la sera, tutti i presenti si son recati presso l’enorme edificio che ospita tutte le attività. Qui mons. Re ha benedetto una lapide in ri-cordo ed ha pubblicamente ringra-ziato i coniugi Zaleski e tutti coloro che han prestato la loro opera per l’iniziativa. Brevi parole anche da parte dei due benefattori (recente-mente insigniti della cittadinanza onoraria di Breno) e del sindaco Sandro Farisoglio. Ha condecorato il tutto la banda musicale cittadina. Nella notte, l’edificio avveniristico del nuovo teatro illuminato a gior-no ha offerto le sue forme ai molti obiettivi puntati (macchine foto-grafiche e telecamere). Da poco è cominciato anche l’anno scolastico e quasi 400 alunni si sono iscritti alla miriade di discipline artistiche e pratiche.

Dalla “Canzone del sole” a “Pensiero stupendo”, passando per “Emozioni” e “Parole, parole, parole”. È un viaggio nella memoria musicale collettiva quello che viene riproposto a Darfo Boario Terme con la serata dedicata alla musica leggera italiana, in cui i grandi che hanno fatto la storia del genere vengono idealmente messi a confronto. “Mina contro Battisti”, questo il titolo della manifestazione, è in programma venerdì 14 ottobre

alle 21, presso il teatro San Filippo della città. Intervallati dalla conduzione di Ambrogio Minini, verranno proposti sul palco i maggiori successi della canzone italiana con performance dal vivo accompagnate dalla band “Zona Franca”. Ognuno degli spettatori potrà così rivivere, durante la serata, sentimenti ed episodi della propria vita legati indissolubilmente nella memoria alla colonna sonora di una particolare canzone del

repertorio nazionale.L’evento è stato sponsorizzato dall’assessorato alla Cultura e dall’Avis intercomunale di Darfo Boario Terme, cui fanno riferimento anche i Comuni di Artogne, Gianico, Pian Camuno e Angolo Terme. Il costo dell’ingresso è di 6 euro; i biglietti, non rimborsabili, possono essere acquistati in prevendita presso la biblioteca civica di Darfo Boario Terme fino ad esaurimento posti.

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anno cominciato i ra-gazzi della primaria di Marcheno, hanno conti-nuato quelli della secon-daria di Sarezzo: sono i

primi alunni che hanno goduto di una esperienza e giornata straordinaria in Pesèi, l’azienda agricola in Caregno immersa in 100mila metri di verde coltivato con frutti di montagna. Han-no assistito, con adeguata lezione re-lativa, all’inanellamento e liberazione di uccelli migratori per il monitorag-gio ornitologico del progetto “Alpi” dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di Bologna in collaborazione con la Facoltà di scienze naturali di Trento. Un esperto dell’ente ha illustrato e curato l’operazione nella “passata” appena sotto il roccolino con al cen-tro la splendida “bresciana”, il casel-lo in muratura di pietra locale con lo “sbrof” (sistema di stracci) per far abbassare gli uccelli in volo: entra-vano così nelle reti in circolo rese in-visibili dalle piante potate e curate con arte secolare. È l’ultima proposta didattica dell’azienda, nata nel 1997, quando Amedeo Materossi, laureato in agraria, lasciava la affermata azien-

da paterna in Brescia, per questa av-ventura: lassù sotto Caregno su quel dosso panoramico c’erano cascine, prati, roccolo, destinati al degrado, di proprietà materna, una Piotti di Pez-zaze. Amante dell’aria aperta, con la laurea giusta vi vedeva il sogno della sua vita. Trovava spalla convinta in Abramo Sabatti, esperto rappresen-tante di commercio, giusto per pen-sare poi alla vendita del prodotto. Ristrutturate le cascine, hanno svi-luppato e consolidato con passione e grandi sacrifici una produzione di nicchia: ribes rosso e nero, lampone, uva spina, mora, rosa canina, sambu-co, piante aromatiche sia per la ven-dita del prodotto fresco, sia per far-ne confetture, finite anche a Londra. Hanno rivalutato, recuperando tecni-che antiche, prodotti poco conosciuti ma di pregio come il miele di melata. Una storia esemplare di imprendito-

ria giovanile. L’azienda si è strutturata nella cascina principale: laboratorio con autorizzazione Asl per la smiela-tura (un centinaio di arnie) e il con-fezionamento del miele. Si aggiunge la lavorazione della frutta prodotta in azienda, la cella frigorifera per il suo stoccaggio, magazzini per il pro-dotto. Un’ampia sala ospitale, aperta a tutti di domenica, consente assag-gi e degustazioni, dimostrazioni, ac-quisti. C’è anche un piccolo apparta-mento per l’ospitalità di chi volesse trascorrere più di una giornata nella azienda. Da 10 anni si è affiancata la proposta didattica affidata ora alla dr.ssa Carla Fausti. La giornata tipo prevede l’arrivo in azienda alle 10, ri-creazione e divisione in gruppi (max 20/22 alunni) poi la visita a pianta-gioni, arnie ecc, sui vari percorsi di-dattici. Per informazioni contattare Abramo: 335 372332.

Dallo scorso 1 ottobre le pratiche da inviare ai Comuni sulle attività pro-duttive vanno inviate in forma digita-le, potendo contare sul portale inter-net r www.suap.valletrompia.it. D’ora in poi non saranno più ammesse tra-smissioni di documenti cartacei (si parla di oltre 3.000 pratiche archiviate nel 2010), con un risparmio di cellulo-sa e uno snellimento della parte buro-cratica. Un servizio che viene gestito in maniera associata dalla Comunità montana di Valle Trompia per conto di tutti i Comuni valtrumplini più quel-li extra-territoriali di Cellatica e Col-lebeato. Proprio nella sede dell’ente sovracomunale in via Matteotti 327 a Gardone è stato presentato il nuovo servizio web: un’occasione durante la quale Antonio D’Azzeo (conservatore del registro delle imprese della Came-ra di commercio di Brescia) ha illu-strato le novità introdotte dal decre-to legislativo 160/2010 e fatto il pun-to sulla trasmissione telematica delle istanze. Nel corso della mattinata è stato distribuito ai Comuni, agli uten-ti e ai professionisti presenti il lettore di smart card necessario per svolgere le pratiche tramite la ‘Carta regiona-le dei servizi’. “Con questo progetto – spiega il dirigente dell’area tecnica in Comunità montana, Fabrizio Ve-ronesi – tutta la Valtrompia si è uni-ta per mettersi in regola con il D.lgs 160/2010, istituendo uno Sportello unico per cittadini e imprese che deb-bano presentare richieste di autoriz-zazione per avvio, sospensione o mo-difica di attività produttive sul territo-rio. Una volta presentata la domanda,

l’utente non dovrà più recarsi presso le diverse istituzioni per acquisire gli eventuali pareri di competenza (Asl, Vigili del fuoco, Sovrintendenza), ma sarà lo Sportello unico che dovrà pro-curarseli. Inoltre, se la domanda sarà corredata da tutte le certificazioni o dichiarazioni di rito, potrà autorizzare subito l’avvio dell’attività, lasciando alle pubbliche amministrazioni solo il compito di controllare la veridicità di tali dichiarazioni”.

Sta per concludersi la 51ª edizione del “Settembre inzinese”, la tradizionale manifestazione di arte, folklore, cultura e sport che è incominciata il 10 settembre scorso e che ha attirato come consuetudine molte persone nella piccola località valtrumplina. Il ricco programma della fiera ha occupato ogni giornata del mese con mostre – tra le quali ricordiamo quella intitolata “Reale e immaginario” dell’artista Tiziano Calcari – degustazioni ed eventi

sportivi come la gara podistica non competitiva tenutasi tra i Comuni di Marcheno e Gardone Val Trompia. L’appendice di ottobre ha, invece, visto svolgersi, il giorno 15, la 17ª edizione della rassegna di cori e canti della montagna con la collaborazione del coro “Inzino”. La conclusione della manifestazione è prevista, infine, per il 22 ottobre, alle 21, con uno spettacolo di danza presso il cinema teatro della località valtriumplina.

Il gruppo di volontari dell’Associazione Autolettiga Avis e il Comune di Villa Carcina avevano chiesto alla Provincia l’installazione di un semaforo a chiamata sulla SP BS 345 “delle tre valli” all’altezza dell’incrocio tra via Monte Guglielmo e via Bernocchi. La richiesta era scaturita al fine di evitare alle autolettighe del 118, lunghe soste nell’incrocio, perdendo così minuti preziosi sull’intervento. Dallo scorso sabato 17 settembre l’impianto è operativo e può essere

attivato solo dai volontari tramite un telecomando. “Sono convinta – ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Brescia Mariateresa Vivaldini – dell’importanza di quest’opera, la spesa sostenuta servirà a ridimensionare i tempi d’attesa delle autolettighe nei casi di emergenza.” La Provincia ha disposto di compartecipare all’iniziativa con lo stanziamento di una somma di 10mila euro da erogare al Comune di Villa Carcina.

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ªÈè partito ufficialmente il progetto “GenerAzio-ni”, avviato dopo che il ministero della Pubbli-ca istruzione ha ricono-

sciuto la Valle del Mella come “area a forte processo migratorio” (17% della popolazione scolastica 2010 costituita da alunni stranieri). “Il pro-getto – spiega Valter Tanghetti della cooperativa sociale ‘Il mosaico’ – è nato dalla collaborazione in rete fra gli istituti superiori ‘C. Beretta’ di Gardone, ‘P. Levi’ di Sarezzo, ‘F. Mo-retti’ e ‘V. Bachelet’ di Lumezzane, la nostra cooperativa oltre a Fondazio-ne Cariplo e Comunità montana. La spesa complessiva sarà di 100mila euro (60mila finanziati da Cariplo) spalmata sui due anni del progetto e interessando due aree di lavoro: lo sviluppo di una proficua relazione scuola-famiglia e una serie di per-corsi educativi di cittadinanza attiva e globale”. “Gener-Azioni” si articola in sei azioni, seguendo alcune prassi operative e valorizzando figure pro-fessionali come quella del mediatore linguistico-culturale. “La mediazione – spiega Enrica Coccoli, referente del Cti (Centro territoriale intercultura, ndr) – servirà a rendere autorevole e riconosciuta la voce della scuola nei confronti di genitori stranieri, troppo spesso non coinvolti nella vita scolastica dei figli. Con questo

progetto potremo disporre di 200 ore di mediazione, avendo l’opportunità per rendere saldo un rapporto fra la scuola e le famiglie di questi ragazzi, figli di una prima generazione che sta cambiando la nostra società”. Oltre al supporto del mediatore, verran-no attivati un servizio di counseling

Il 7 ottobre si è tenuta a Roma la pre-miazione del Concorso “Aggiungi un posto in classe, c’è un compagno in più”. All’interno dell’auditorium dell’Itis Galilei, l’Associazione Cesar onlus ha consegnato i riconoscimenti ai vincitori delle tre categorie previste dal Concorso. Aria di brescianità tra i vincitori, grazie agli studenti della primaria “Anna Frank” dell’istituto comprensivo di Nave. Guidati dai loro insegnanti e dalla maestra Maria Rita Gugliotta hanno conquistato il terzo posto, salendo di diritto sul podio. L’Associazione Cesar è stata fondata nel 2000 dal compianto mons. Cesa-re Mazzolari (nella foto), combonia-no bresciano scomparso improvvisa-mente alcuni mesi fa e già vescovo di Rumbek. Creata allo scopo di coordi-nare gli enti impegnati a promuovere attività di cooperazione e di sensibi-lizzazione a favore delle popolazioni

del Sud del Sudan, essa ha realizzato interventi in ambito educativo, sani-tario e umanitario. Cesar promuove lo sviluppo attraverso la gestione di una Bottega di commercio equo e so-lidale e grazie a iniziative quali il con-corso nazionale “Aggiungi un posto in classe, c’è un compagno in più!”, per sensibilizzare gli studenti italiani al diritto all’istruzione dei coetanei sud sudanesi. L’evento, inserito nelle ini-ziative a favore della costruzione del centro di formazione per insegnanti che l’associazione Cesar sta realizzan-do a Cuiebet, è stato promosso con il patrocinio del ministero dell’Istruzio-ne, università e ricerca, e ha visto Rai Educational in qualità di media part-ner. Il bando richiedeva di utilizzare i diversi linguaggi dell’espressione artistica, per rappresentare il diritto all’istruzione. Quindi, grazie a poesie, cartelloni dipinti a mano e due video

dai titoli eloquenti (“Quello che non ho” e “Costruiamo insieme il futuro”), gli alunni della scuola primaria di Na-ve hanno conquistato il terzo posto tra i 70 Istituti italiani partecipanti per-ché “hanno saputo veicolare in modo chiaro e originale il progetto di cui il concorso è promotore, esprimendo nei loro lavori l’importanza dell’istru-zione a ogni latitudine”. I lavori realiz-zati dagli studenti diventeranno ora le immagini della prossima campagna di sensibilizzazione che Cesar proporrà nell’autunno 2011 e saranno proposti a livello nazionale sui media; grazie al loro utilizzo si potrà cercare di rende-re partecipe la popolazione italiana di una causa importante come la costru-zione di un vero e proprio centro di formazione per docenti che ogni anno formerà 30 insegnanti qualificati per dare un’istruzione di base completa ad oltre 5.000 bambini.

il Comune di Marcheno ha organizzato quattro appuntamenti (“150 anni di unità... un’idea senza età”) per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo i primi due, il terzo è in programma giovedì 20 ottobre nella sala consigliare alle ore 20.30: “Il Risorgimento in celluloide”, relatore Lionello Anelli. Giovedì 27 ottobre, sempre nella sala consigliare alle ore 20.30, Roberto Rizzini affronta il tema “Lingua,

letteratura, nazione”. Con i partecipanti del corso verrà concordato un appuntamento integrativo (probabilmente il 3 novembre) realizzato presso una sede archivistica o museale, per approfondire i temi esposti negli incontri. In tale occasione verrà proiettato il filmato “Le unità degli Italiani” realizzato per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

La parrocchia di San Vigilio di Concesio sta celebrando il centenario della consacrazione della chiesa parrocchiale con una serie di eventi che culmineranno il 21 ottobre (giorno esatto del centenario). La casa di Dio è il segno di una comunità che vuole essere edificio spirituale fatto di pietre vive, attraverso l’ascolto e l’annuncio della Parola, la vita sacramentale e la carità.Martedì 18 ottobre alle 20.30 nella parrocchiale c’è

l’adorazione eucaristica, mentre venerdì 21 ottobre alle 20.30 il vescovo Monari presiede la Santa Messa. La chiesa era stata consacrata il 21 ottobre del 1911 dall’allora vescovo Giacinto Gaggia; l’avvenimento è attestato da una lapide in latino collocata in sacrestia.In queste settimane la parrocchia ha invocato Maria perché aiutasse la comunità a camminare con amore fraterno sostenuta dal Signore.

interculturale e altre quattro azioni. “Importante – spiega la prof.ssa Ma-ria D’Abrosca, referente per il ‘Primo Levi’ di Sarezzo – sarà la formazione in rete rivolta a insegnanti e opera-tori sociali sui diversi modelli edu-cativi delle persone provenienti da Paesi stranieri; poi l’attivazione di alcuni percorsi guidati, fra cui le vi-site alla mostra ‘Ritorno a Timbuctù’, i laboratori interculturali per ragazzi e adulti, i gruppi di parola e confron-to. Inoltre, creeremo un gruppo ‘mul-ticulturale’ di ragazzi che possano svolgere il ruolo di ‘facilitatori cul-turali’ e faremo partire un percorso socio-educativo dall’apprendimento dello sport e delle regole del cricket”.

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Desenzano, una delle capitali dell’industria turistica della provin-cia, la sezione dell’Udc ha organizzato all’ora-

torio Giovanni XXIII un convegno su “Sviluppo e lavoro nella vocazione turistica del Garda”. “L’incontro – ha spiegato il segretario locale Luigi Ca-valiere – è nato sull’onda di dati po-sitivi che indicano arrivi e presenze in aumento, con il ritorno dei turisti stranieri che negli ultimi anni aveva-no un po’ latitato”. Una prova che il Garda rappresenta un biglietto da vi-sita appetibile e uno stimolo a coglie-re le opportunità che il turismo può offrire sotto l’aspetto occupaziona-le. “L’invito a partecipare rivolto al-le categorie produttive, albergatori, artigiani, industriali e commercianti, focalizza l’attenzione sulle concrete possibilità di queste opportunità”. Se partiamo dai numeri – il 20% del Pil mondiale è mosso dal turismo –, la nostra provincia assorbe oltre il 17% degli arrivi e il 28% delle presenze di turisti in Lombardia e il solo lago di Garda attrae oltre il 70% del turismo provinciale, possiamo affermare che queste opportunità devono davvero

essere colte e concretizzate in occu-pazione. “Sul Garda – ha esordito Vit-torio Cerini, presidente del Consorzio albergatori Desenzano – il turismo di massa è decollato a partire dagli anni ‘60. Dai 2 milioni di turisti si è passati con una crescita esponenziale agli ol-tre 20 milioni degli ultimi anni, quan-do a Desenzano abbiamo registrato 700mila presenze. Abbiamo una forza di 6.000 posti letto cui si aggiungono un migliaio di seconde case, ci sono 250 tra ristoranti e bar e 600 esercizi commerciali”. Sono numeri che sot-tolineano la vocazione turistica della cittadina gardesana. “Quello che man-ca – ha detto il presidente Alessio Me-rigo, presidente della Confesercenti di Brescia – è un progetto condiviso di tutta l’area rivierasca. Basta eccessivi localismi e particolarismi. C’è un tu-rismo mordi e fuggi, ma certe attività sono cresciute con questo. Mancano

le grandi marche? Le indagini di mer-cato fatte prima di posizionare un ne-gozio non sempre coincidono con le intenzioni locali”. “A Desenzano va forte l’artigianato di servizi – ha spie-gato Eugenio Massetti, presidente del-la Confartigianato di Brescia – e ci au-guriamo che il federalismo fiscale non si tramuti in più tasse. Per fare rete e condividere progetti è stata creata la Confartigianato del Garda in collabo-razione con quelle di Verona, Manto-va e Trento”. L’imprenditore locale Renzo Scamperle ha ricordato che il lavoro manuale è un lavoro dignitoso e redditizio e ha aggiunto: “Il proble-ma delle imprese è che sono troppo piccole e non possono reinvestire. Un imprenditore deve guardare al futuro, deve avere progettualità”. Dagli inter-venti è emerso come il Garda abbia bisogno di puntare sul turismo per creare occupazione.

Presentato il progetto “Università del-la vela di Campione del Garda” nuovo centro di preparazione che consentirà di espandere l’offerta e le strutture fi-nalizzate al turismo sportivo in Lom-bardia, incontrando le aspettative e le richieste di molti operatori. “Cam-pione è frazione a lago di Tremosine – commenta il sindaco Diego Ardigò – Comune che offre un territorio con caratteristiche uniche per la pratica degli sport velici, del turismo di mon-tagna e dell’equitazione. Il territorio offre eccellenze enogastronomiche tra cui tartufo, olio e formaggi. Il pro-getto Università della vela costituisce un valido complemento ai punti di forza che già il territorio offre”. L’idea dell’Università della vela di Campione nasce nel 2007 e rientra nel più ampio progetto che comprende la realizza-zione di una rete di Centri di prepara-zione federale a livello nazionale per gli atleti della Federazione italiana ve-la. I Centri sono pensati sia per offrire agli atleti e ai tecnici spazi e strumenti idonei alla loro preparazione, sia per ospitare attività complementari fra cui stage, convegni e meeting azienda-li. Nei periodi in cui il centro non verrà utilizzato per il programma di prepa-razione degli atleti sarà a disposizione di realtà nazionali e internazionali che potranno beneficiare delle strutture e delle particolarità climatiche del luogo. Il centro, la cui disponibilità è prevista per maggio 2012, sarà dotato di tutte le attrezzature necessarie per l’allenamento e la pratica della vela agonistica per classi olimpiche e para-olimpiche e offrirà vitto e alloggio ad

ª

atleti e tecnici. Comprenderà una fo-resteria con camere, palestre, piscine, spogliatoi, aula per lezioni tecniche, rimessaggio e alaggio imbarcazioni. L’Università della Vela rappresenta un ulteriore passo avanti nel progetto di riqualificazione di Campione: l’obiet-tivo è di valorizzare il borgo attirando attività produttive e servizi richiesti dal mercato puntando sul binomio sport e turismo.

Disaffezione dei giovani dalla politica? A smentire questa tesi ci prova il convegno organizzato domenica 16 a Villa Alba di Gardone Riviera. Giovani amministratori under 35, europarlamentari, onorevoli, sindaci, assessori e consiglieri, discuteranno di “buone pratiche politiche”. L’iniziativa è promossa da Stefano Ambrosini, consigliere di Gardone. “L’obiettivo della manifestazione è quello di fare rete fra i giovani amministratori

che, in futuro, saranno la nuova classe dirigente locale, nazionale ed europea”. I lavori sono moderati da Gianluigi Nuzzi, autore de “L’infedele” ed Eva Giovannini, inviata per Piazza Pulita. Al convegno hanno concesso il patrocinio Regione Lombardia, Anci Giovane e oltre 80 realtà comunali e per dare un esempio concreto è organizzato grazie al sostegno di sponsor privati. Informazioni sul sito www.ypbpr.it.

Per gli appassionati di musica, Sabbio Chiese e Gavardo ospi-teranno due appuntamenti del-la Rassegna bandistica brescia-na organizzata dall’Associazione culturale Choros che tocca diver-si paesi del territorio bresciano fino al 23 ottobre. Nel corso di queste serate si ten-gono una serie di esibizioni musi-cali di corpi bandistici bresciani. Domenica 16 ottobre alle 20.30 presso la chiesa di San Miche-le Arcangelo di Sabbio Chiese si

esibiranno in un concerto a tema sacro l’Associazione filarmonica Conca d’Oro, l’Associazione Ban-da Cittadina di Salò G. Bertolot-ti e il Corpo musicale G.Sgotti di Nuvolera.Sabato 22 ottobre a Gavardo al-le ore 20.30 presso il Palafiera di via Avanzi si esibiranno in un concerto bandistico a tema libe-ro il Corpo musicale Viribus Uni-tis, il Corpo bandistico sociale di Vobarno e il Corpo musicale Vin-cenzo Capirola di Leno. (n.t.)

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a semplicità di un giardino per alleviare la sofferenza. La bellezza di un fiore per scacciare la solitudine. I colori dell’anno che varia-

no con il passare delle stagioni. I pro-fumi nell’aria che richiamano i ricor-di. Questi solo alcuni dei significati racchiusi dal “Giardino dei semplici”, ospitato all’interno dell’articolato par-co della Fondazione Richiedei, a cui è stato donato proprio dalla onlus “Il giardino dei semplici” costituitasi nel 2005 proprio con questo scopo. Molte le iniziative messe in campo perché questo “monumento alla sofferenza”, come è stato definito dagli stessi fon-datori, potesse vedere la luce e recare un po’ di sollievo ai tanti anziani ospi-tati nella casa di riposo gussaghese. “Accogliamo con gratitudine questa realizzazione che contribuirà ad alle-viare le sofferenze degli ospiti, questo bel gesto che aiuta a rendere l’acco-glienza più umana e più funzionale” ha detto ringraziando l’associazione il presidente della Fondazione Fausto Gardoni. Il costo dell’opera realizzate grazie al grande impegno dei numero-si soci dell’associazione e al contribu-to dei progettisti: l’architetto Paolo Di Rosa e l’ingegner Duilio Conti e l’agronomo Fausto Nasi, ha raggiunto gli 80mila euro, necessari per allestire lo spazio del giardino, non solo con piante ma per permettere che questo

luogo non rappresentasse alcun tipo di pericolo per gli ospiti della Rsa gus-saghese e del Centro diurno integrato, permettendole l’assoluta fruibilità in ogni momento. L’opera è quasi ultima-ta ed è stata accolta con attenzione e sensibilità sia dagli ospiti che dai pa-renti che si trovano ad affiancarli in

A grande richiesta e a seguito del suc-cesso riscosso nella frazione di Zocco, a Erbusco e Ospitaletto, la compagnia “Il sogno nel cassetto” è pronta a far tappa anche nel Cine-teatro dell’ora-torio di Cologne con una doppia data: 22 e 29 ottobre alle 20.30. Lo squadro-ne da 50 (tra attori, collaboratori e co-risti) salirà sul palco per proporre, in modo accurato e coinvolgente, il mu-sical “Forza venite gente” di Michele Paulicelli, secondo una rivisitazione abilmente interpretata dalla neo com-pagnia dell’oratorio San Domenico Savio di Zocco d’Erbusco (una delle scene del musical con San Francesco (nella foto San Francesco - Gabriele Sottini e Sorella Morte-Daniela Bo-nassi), affidata alla direzione artistica del diacono Costantino Raineri, alla regia di Pasquino Sottini e con l’ap-poggio del parroco don Dario Pedret-ti. La prima del musical risale all’au-

tunno 2009, quando alcuni erbuschesi pensarono di dedicare uno spettacolo alla compianta maestra d’asilo Anna Corioni, scomparsa (settembre 2009) a soli 50 anni, lasciando un profondo vuoto tra tutti coloro che l’avevano conosciuta, soprattutto nell’ambito di scuola e oratorio, dove era impe-gnata nel curare divertenti scenette teatrali. Ci vollero alcuni mesi e un infinito impegno prima di riuscire a concretizzare l’ambito progetto: da gennaio a ottobre due sere obbliga-torie di prove a settimana, la costitu-zione di un coro del musical ad hoc diretto da Anna Aimo e Vincenzo Co-rioni, ma anche l’affiatata collabora-zione di esperte sarte-costumiste (An-gelina Armanelli e Clemi Cominardi) e l’affabilità di scenografi e tecnici di vario genere. “Tra sacrifici e gioie, è come se fossimo diventati una gran-de famiglia – ha espresso soddisfat-

to il direttore artistico Costantino –: è capitato di chiudere le prove alle 2 di notte, magari finendo a discutere, stimolati proprio dal voler ancor più approfondire per meglio interpretare la vita di San Francesco, su temi de-licati e profondi, come quello del do-lore o della religione”. La prima del musical andò in scena un anno fa (22 ottobre 2010) nella tensostruttura da 300 posti vicina all’oratorio: da lì fu subito decollo. “Vista la sentita par-tecipazione e i sinceri apprezzamenti – ha aggiunto il regista Pasquino – ab-biamo manifestato la disponibilità a riproporci scrivendo a tutti gli asses-sorati alla Cultura dei paesi limitrofi, mentre l’augurio è quello, sulla scia di questa prima e positiva esperienza, di riuscire a imbastire un nuovo musical puntando stavolta sulla vita di un altro santo di grande importanza soprattut-to per i giovani: don Giovanni Bosco”.

Nel segno dello spiedo, piatto della tradizione bresciana che raggiunge nella cucina gussaghese una dei migliori risultati. Continuerà tutti i giovedì fino al 24 novembre la seconda edizione della rassegna “Lo spiedo scoppiettando” in 15 ristoranti aderenti nel territorio di Gussago. L’occasione è quella di degustare il piatto tipico della cucina gussaghese con un menù al prezzo fisso di 22 euro e bere le migliori etichette del Franciacorta o le

grappe delle numerose distillerie. Quest’anno poi lo spiedo ha ottenuto il marchio Deco, una certificazione di tipicità.Tra i tesori più preziosi del nostro Paese c’è di sicuro quello dei cibi, dei vini, delle mille e mille specialità della tradizione gastronomica localePer tutte le informazioni è possibile contattare l’Ufficio sviluppo economico del Comune di Gussago al numero di telefono 0302522919. (a.g.)

Il silenzio della natura, il bosco intorno, i filari di viti e il panorama molto probabilmente cattureranno i podisti. Domenica 16 ottobre a Calino di Cazzago va in scena alle 9.30 la prima edizione della “Corri Boschi” in ricordo di Graziano Gatti (un giovane atleta scomparso l’estate scorsa a Calino a seguito di un incidente stradale). Si tratta di una corsa su strada provinciale (9 km per gli uomini e 5 per le donne) organizzata dal Running di Cazzago in collaborazione con

il Comune. Il ritrovo è fissato in via Sala 41 (agriturismo “Le fattorie priore”). Il percorso è collinare, ma interamente asfaltato. Per informazioni, www.runningcazzago.blogspot.com.Domenica 16, invece, la comunità di Calino festeggia la Madonna del Rosario: si rinnova la tradizione popolare che fa seguito alle celebrazioni che si sono tenute, la prima e la seconda domenica di ottobre, a Provaglio d’Iseo e a Passirano.

alcuni dei momenti difficili della vi-ta, in cui i ritmi della natura, vedono spesso la sofferenza, la solitudine e il silenzio, compagni degli ultimi an-ni. Anni in cui però spesso si scopre anche la generosità e la sensibilità di persone che hanno scelto un lavoro di grande spessore umano e sociale. Anche a loro il giardino è dedicato. Così come i fiori rinascono dopo il lungo inverno ora sembra che anche per la Fondazione Richiedei sembra giunto il periodo del rilancio, la rela-zione verrà presentata nelle prossime settimane al consiglio comunale, tut-tavia sembra che lo storico ente gus-saghese stia allontanando le nuvole che ne mettevano a rischio il futuro.

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ormai cominciato il con-to alla rovescia per l’in-vasione delle Penne ne-re di Lombardia ed Emi-lia Romagna a Palazzolo

sull’Oglio. Prenderà ufficialmente il via nel primo pomeriggio di venerdì 14 ottobre il raduno del 2° Raggrup-pamento degli alpini organizzato quest’anno dalla sezione Ana palazzo-lese per ricordare gli 85 anni di fonda-zione. 15mila sono le Penne nere at-tese in riva all’Oglio, in una cittadina parata a festa e che da settimane si sta preparando al caloroso abbraccio. Gli Alpini godono di grande simpatia a Palazzolo, non solo per la generosità

che li porta a essere sempre a dispo-sizione della comunità, ma anche per il tributo che hanno pagato alle pagine più tristi della storia nazionale. Quello del raduno del 2° Raggruppamento è per numero di partecipanti l’appun-

tamento più importante per le Penne nere, secondo soltanto all’adunata na-zionale. Quasi impossibile raccontare in poche righe il corposo programma messo a punto dalla sezione Ana di Palazzolo per questo atteso appun-tamento. Un occhio di riguardo, ac-canto alla sfilata per le vie cittadina prevista per l’intera mattinata di do-menica 16 ottobre, è stato dato alla riflessione sui compiti a cui è chia-mato oggi il corpo degli alpini. Se è vero, infatti, che con l’abolizione del-la leva obbligatoria anche il numero delle Penne nere ha conosciuto una riduzione, è altrettanto vero che gli alpini continuano a essere chiamati

a importanti missioni internaziona-li, missioni di pace che richiedono in molti casi anche un alto tributo uma-no. Si tratta di considerazioni emerse anche nel corso del convegno tenu-to nella serata dell’8 ottobre scorso al San Fedele. Andrea Margelletti, presidente del Centro studi interna-zionale, il generale Marcello Bella-cicco, già comandante della Brigata Julia e del regional command west della missione Isaf e del contigente italiano in Afghanistan, il colonnello Giovanni Coradello, comandante del 5° Alpini impegnato in Afghanistan con il suo reggimento hanno affron-tato il tema delle missioni di pace

degli alpini in Afghanistan, riattua-lizzando il senso di quella dedizione che da sempre segna l’attività degli alpini. La cittadinanza palazzolese, in attesa di salutare le Penne nere che arriveranno in riva all’Oglio, ha risposto con grande partecipazione alle iniziative culturali già inaugu-rate. Merito degli alpini palazzolesi guidati dal capogruppo Mario Simo-ni, che da settimane sono al lavoro per mettere a Palazzolo il vestito del-la festa, impavesandola con miglia-ia di tricolori che ricordano come il raduno del 2° Raggruppamento cada nell’anno che ha visto anche il 150° dell’Unità d’Italia.

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ire alpini a Palazzolo, co-me in qualsiasi altra par-te del Paese, è dire di una storia fatta di impegno, di dedizione e di sacrificio.

È dire anche di una presenza rassi-curante, capace di aiuto e di grande solidarietà. Per questi e per tanti altri motivi le Penne nere, a Palazzolo co-me altrove, sono benvolute. Così lo sforzo che la sezione Ana palazzole-se sta profondendo in queste ore che precedono l’avvio del Raduno del 2° Raggruppamento, che porterà in riva all’Oglio migliaia di alpini, è lo sforzo di tutta la comunità cittadina che, in occasione delle giornate del 15 e 16 ottobre, vuole mostrare il suo volto migliore. È lo sforzo della macchina comunale che, pur in una stagione di oggettive ristrettezze economiche, è al lavoro per fare Palazzolo più bella (asfaltature e risistemazioni di mar-ciapiedi e altro ancora erano comun-que in programma e il raduno degli alpini ha accelerato la realizzazione degli interventi); è l’impegno di tante realtà del tessuto cittadino che hanno

offerto il loro appoggio agli alpini per fare sì che le prossime giornate siano di grande festa.Gli alunni delle scuole elementari, a riprova del generale coinvolgimento della comunità, sono da mesi al la-voro per preparare al meglio un con-certo in onore delle Penne nere in programma nella serata di venerdì 13 ottobre al palazzetto dello sport del centro scolastico polivalente cit-tadino; volontari delle diverse asso-ciazioni cittadine garantiranno nei giorni del raduno l’apertura straor-dinaria dei monumenti palazzolesi più significativi. Da parte loro le Penne nere locali

sono ancora in febbrile attività per dare gli ultimi ritocchi ad una mac-china organizzativa che deve girare al meglio. Il programma elaborato per le giornate del raduno che porte-rà a Palazzolo alpini da tutta la Lom-bardia e dall’Emilia Romagna, è tal-mente denso di appuntamenti da non permettere il minimo intoppo. Molti degli appuntamenti programmati so-no già in corso, come la mostra sulla storia degli alpini allestita negli spazi espositivi di Palazzo Marzoli, e quel-la della gruppo di Protezione civile dell’Ana di Brescia realizzata al parco Metelli, tanti altri stanno per essere varati. La giornata di venerdì 14 otto-bre, anteprima la raduno vero e pro-prio, prevede così alle 14 l’omaggio a tutti i monumenti ai caduti presenti in Palazzolo e alla tomba del colon-nello Dante Belotti nel cimitero di Palosco. Alle 18.30, sempre presso il parco Metelli, è in programma la rievocazione delle condizioni di vita in un campo trincerato della prima guerra mondiale. Alle 19 prenderà il via da piazza Roma una fiaccolata

per il 150° dell’Unità d’Italia che si concluderà in piazzale Vittorio Vene-to con la deposizione di un omaggio floreale davanti alle lapidi che ricor-dano Garibaldi e Vittorio Emanuele II. In serata il già ricordato concerto degli alunni delle scuole elementari a cui prenderà parte anche il Coro alpino palazzolese. La mattinata di sabato 15, dopo l’alzabandiera del-le 9 in piazzale Giovanni XXIII, sarà interamente dedicata a riunioni dei responsabili delle diverse sezioni Ana presenti al raduno palazzoelse. Nella sala consiliare del Palazzo co-munale si riuniranno i presidenti se-zionali, a Palazzo Marzoli i referenti dei Centi studi, presso la sede Ana di via Sgrazzuti i coordinatori aib del 2° Raggruppamento e al San Fedele i responsabili dei gruppi sportivi. Alle 11 presso la sala civica del Comune si terrà l’incontro tra il Gruppo alpi-ni di Ginevra e quello di Palazzolo a suggello del 30° del gemellaggio. Dal pomeriggio, come si legge in questa pagina, il via alla grande festa del raduno.

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Prosegue sino al 23 ottobre presso l’Isola del Garda (nella foto) a San Felice del Benaco l’esposizione delle opere d’arte realizzate dai partecipanti il Simposio e dai docenti della Scuola Vantini, della Libera Accademia di Belle Arti Laba e dell’Accademia Santa Giulia tenuto nello scorso mese di settembre a Rezzato. Vengono dalla Spagna, dalla Polonia, dalla Toscana e dalla Basilicata, oltre che dalla provincia di Brescia e di Cremona, i 10 giovani scultori che dal 5

settembre al 15 settembre hanno dato vita a Rezzato, all’interno della Scuola delle arti e della formazione professionale Vantini, al Primo simposio internazionale di scultura in pietra di Botticino intitolato ad Angelo Zanelli. La manifestazione era stata pensata dagli organizzatori come corollario alle iniziative per i 100 anni dell’Altare della Patria, realizzato in marmo di Botticino e di Mazzano. Il simposio ha permesso di valorizzare la creatività giovanile applicata alla scultura del marmo.

Situata sulla sponda bresciana del Benaco, l’Isola del Garda è stata per secoli espressione del più alto misticismo (San Francesco vi aveva fondata una piccola comunità). Oggi deve il suo fascino alla straordinaria villa in stile neogotico veneziano, progettata dall’architetto Luigi Rovelli nei primi ’900; un’imponente costruzione armonica, ricca di particolari architettonici sorprendenti che qualche giorno ancora ospita le opere d’arte del Simposio Angelo Zanelli.

olta Mantovana par-la da oggi anche bre-sciano. All’interno del-la chiesa parrocchiale è collocata la seicente-

sca “Cappella della Beata Paola”, prezioso gioiello architettonico del XVII secolo. Un perfetto equilibrio di geometrie di oltre 200 metri qua-drati di superficie, fa da contorno a un’infinità di stucchi, originaria-mente arricchiti da numerosissime dorature, oggi quasi completamen-te compromesse dal cattivo stato di conservazione del manufatto. 42 angeli, due meravigliose statue e ben cinque tele, arricchiscono ul-teriormente questa magnifica cap-pella. Padre Agostino Panelli, nato a Bagolino, dopo gli studi nel Semi-nario dei Canonici Regolari, ha ri-coperto per 12 anni a Roma il ruolo di superiore della Casa Generalizia, per poi approdare in terra manto-vana nel 1998. Oggi, dopo oltre due anni di pia-nificazione, è riuscito, grazie alla creazione di un comitato alla cui

presidenza onoraria è stato nomi-nato il dott. Enzo Reni, a muovere i primi passi per il restauro della cappella. L’obiettivo è di terminare il lavoro per il 2014, in occasione del cinquecentenario della morte della Beata, e del bicentenario del trasporto della sua salma da Man-tova a Volta Mantovana. Per questo intervento, si è avval-so della collaborazione di un’équi-pe tutta bresciana, composta dall’arch. Massimo Depaoli (figlio dell’indimenticato e amato Gigi, bomber del Brescia calcio negli an-ni sessanta con 103 goal all’attivo), docente universitario e specialista

di fama internazionale negli ordi-ni architettonici, dell’ing. Andrea Panteghini, camuno di Bienno, specialista in verifiche di stabilità sismica in edifici antichi, e del bre-sciano Leonardo Gatti, restaurato-re specializzato in restauro di beni artistici e superfici architettoniche. Al loro fianco opera la prof.ssa Do-natella Martelli, studiosa e ricerca-trice storico-artistica, che ha rac-colto numerosi antichi documenti, utilissimi alla corretta realizzazione dei futuri lavori. Un’impresa impo-nente, data la complessità dell’in-tervento previsto, anche in termini economici. Lo scopo di questo pro-getto, finalizzato non solo al restau-ro e al risanamento della Cappella, ma anche alla realizzazione, attra-verso una futura pubblicazione, di uno strumento di lettura e analisi dell’identità storico-artistica e geo-grafica, sarà illustrato con foto e fil-mati sabato 22 ottobre, nella serata “Angeli in concerto”, presso la chie-sa parrocchiale, col fine di trovare finanziamenti e sponsorizzazioni.

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ata nel 1990 come socie-tà attiva nel campo del-la medicina del lavoro, negli anni la Smao è an-data ampliando la gam-

ma dei propri servizi come risposta a bisogni sempre nuovi. La società ha così adeguato le proprie risorse materiali e umane all’evolversi dei tempi, con lo scopo di fornire alla propria clientela un servizio sem-pre più qualificato. Negli anni Smao ha dato vita ad al-tro rami d’azienda. Nel 1997 è nata Smao sicurezza, una società che si occupa, appunto, di sicurezza, for-mazione e informazione. È del 2006, invece, la partecipazione alla crea-

zione di una nuova società, con se-de legale in Castiglione delle Stivie-re che svolge attivtà di poliambula-torio specialistico e medicina del lavoro nella provincia mantovana. Due anni dopo, Smao sicurezza, con la collaborazione di tecnici del set-

tore, ha dato vita alla società Acse che effettua controlli e consulenze su apparecchi a pressione, su calda-ie a vapore e attrezzature/insieme a pressione. Da ultimo è nata anche Smao consu-lenza, una srl che si occupa di tutte le problematiche che le aziende as-sistite (circa 4000) incontrano nella gestione quotidiana della sicurezza e della salute dei lavoratori nei luo-ghi di lavoro. Gli spazi realizzati in via Galvani 4 a San Zeno Naviglio per le attività legarte alla medicina del lavoro (attività che per altro ve-de i professionisto della Smao ope-rare presso le aziende) sono stati messi a disposizione di medici e

specialisti per un importante servi-zio al territorio. Numerose sono le specialità ospitate nei poliambulato-ri Smao: dalla cardiologia alla chiu-rurgia vascolare, dalla dermatologia alla fisiatria, dall’oculistica all’oste-tricia e ginecologia, dall’otorinola-ringoiatria alla psicologia. Presso i poliambulatori di San Ze-no operano poi anche alcuni pro-fessionisti in regime di completa autonomia. Si tratta di una logopedista, di un osteopata, di uno studio dentisticio e di un esperto in protesi acustiche. La possibilita di cure inalatorie con acqua sulfurea e di haloterapia, con l’attivazione della stanza del sale,

uno spazio in cui viene nebulizzato del cloruro di sodio micronizzato. Le persone, comodamente sedute, potranno inalare queste particelle di sale con effetti benefici sulle vie respiratorie. Si tratta di una terapia innovativa particolarmente indica-ta per una serie di patologie dell’ap-parato respiratorio. Ultima novità, in ordine di tempo è l’apertura nei poliambulatori di San Zeno e di Castiglione delle Stiviere di un centro benessere per idroco-lonterapia, grazie alla collaborazio-ne con la Gnali Bocia di Lumezzane, che ha ideato e messo in produzione “Wife-Lotus” un sistema di pulizia rettale con l’uso di acqua naturale.

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In Calabria per condividere gioie e speranze, ideali e aspirazioni di questa terra. Poco più di 12 ore tra Lamezia Terme e Serra San Bruno per dire la necessità di uno stile nuovo di presen-za nel sociale e nel politico. Celebra la Messa nell’area ex-Sir, da domenica sarà chiamata con il nome di Benedet-to XVI, auspicio di un cambiamento e di uno sviluppo che finora non c’è sta-to. Così il Papa ricorda che non man-cano, a Lamezia e in tutta la Calabria, difficoltà, problemi e preoccupazioni. E auspica la formazione, da parte dei cattolici, di “una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuo-vere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”. Parla di “terra sismi-ca” il Papa, non solo dal punto di vista geologico, “ma anche da un punto di

re. Come a dire che il nostro agire è risposta, anzi corrisposta. Ciò si-gnifica, in primo luogo, che quello che facciamo, nell’uno come nell’al-tro campo, non riguarda solo noi, ma tutta la comunità; e, in secondo luogo, che il nostro fare conosce la sua radice. Più semplicemente: non possiamo pensare che quello che facciamo sia qualcosa che riguar-da solo noi. La fede, come l’azione politica, sono azione comunitaria, finiscono per coinvolgere molti, non sono neutre, portano al miglio-ramento o al peggioramento della comunità, dell’insieme (sociale o ecclesiale) al quale apparteniamo. E la misura per capire il possibile miglioramento o peggioramento di quello che facciamo non dipende dal nostro giudizio ma dal principio al quale dobbiamo “rendere” conto. Quindi né una fede “fai da te”, né una politica “fai da te”: altrimen-ti gli obiettivi diventano brevi e il respiro corto. L’essere a posto o il sentirsi a posto non sono nell’oriz-zonte della risposta di Gesù perché

sono il ripiego su se stessi e hanno come criterio solo il nostro punto di vista. La risposta di Gesù chia-ma in causa la radice, l’origine, la pretesa dell’essere uomini e donne di fede e uomini e donne nel mon-do. Chiede di non accontentarsi di essere a posto con se stessi ma di guardare a quello che si riceve, a quello che genera il nostro essere comunità. La prospettiva dei fari-sei e la loro trappola stanno dal-la parte dell’essere a posto con se stessi; la risposta di Gesù va dalla parte dell’impossibilità di sentirsi a posto perché impone una prospet-tiva di dialogo e di risposta. E di restituzione. Come a dire: un cam-mino che non mette noi all’origine del nostro essere e del nostro fare, ma ci vede protagonisti insieme agli altri di un dovere che è quello di restituire vivendo quanto abbiamo ricevuto dall’origine. È riconosce-re innanzi tutto un dono ricevuto; è riconoscere poi la necessità del restituire come atto di responsabi-lità di uomini e di credenti.

estituire. Commentan-do questo brano di Van-gelo possiamo anche noi cadere nella trap-pola tesa a Gesù dai fa-

risei e dalla loro malizia. Possiamo arrenderci a estrapolare da queste righe (come è legittimo) qualche necessaria deduzione sul rappor-to tra fede e politica, tra Chiesa e Stato, tra credente e legge umana. Tutto giusto. Ma Gesù non ha vo-luto cadere in questa trappola. L’ha giudicata malizia. L’ha vista come un modo per uccidere la Verità. La sua risposta – che è servita nei se-coli per giudicare i rapporti tra fede e politica – è, in verità, il richiamo a un rigore che riguarda due campi nei quali ogni uomo vive. Non parla dei loro rapporto, ma del rapporto con chi li ha generati: la fede da Dio, le cose dal potere politico. Il resto è congettura dei commenta-tori. E un modo per cascare nella trappola dei farisei. Tutto sta in quel verbo: rendere, cioè restituire, cioè corrisponde-

vista strutturale, comportamentale e sociale”; “una terra, cioè, dove i pro-blemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la di-soccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata feri-sce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza”. Benedetto XVI eviden-zia la necessità di un lavoro pastorale moderno e organico che “impegni tut-te le forze cristiane”. Loda, il Papa, le iniziative della Chiesa locale come la scuola di dottrina sociale e incoraggia la nascita di una nuova generazione di laici che s’impegnino per il bene comune. Perché, spiega all’Angelus, “i problemi sociali più gravi di que-sto territorio e dell’intera Calabria, specialmente quelli del lavoro, della

gioventù e della tutela delle persone disabili” richiedono una “crescente at-tenzione da parte di tutti, in particola-re delle istituzioni”. Temi che il Papa affronta partendo dalle letture della liturgia domenicale, e in modo par-ticolare dalla parabola del banchet-to di nozze cui molti sono gli invitati. L’immagine del banchetto: la festa, la gioia di partecipare nell’abbondanza dei doni. La festa indica la volontà di “porre fine alla tristezza”, di “asciuga-re le lacrime su ogni volto”. Ma cosa accade: molti rifiutano di partecipare alla festa, anzi “mostrano di disprez-zare l’invito” del re. Di fronte a un Dio generoso, che ci offre amicizia, doni, gioia, noi spesso “mettiamo al primo posto le nostre preoccupazioni mate-riali, i nostri interessi”.

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiàni, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

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iovedì 27 ottobre ad As-sisi verrà rinnovato il solenne impegno per la pace da parte delle reli-gioni del mondo. L’inizia-

tiva è stata presa da Benedetto XVI, con la volontà di ricordare anzitutto lo storico meeting interreligioso per la pace celebratosi ad Assisi il 27 ot-tobre 1986, 25 anni fa, convocato da Giovanni Paolo II. Incontro poi repli-cato, in un momento particolarmen-te denso di tensioni internazionali, il 24 gennaio 2002. “Nel prossimo mese di ottobre – annunciava papa Ratzinger all’Angelus dell’1 genna-io, Giornata mondiale della pace – mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli espo-nenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uo-mini di buona volontà”. Quella del 27 ottobre sarà una Giornata di ri-flessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo e avrà come tema: “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Il tema del pel-legrinaggio sarà sottolineato anche dai gesti della giornata, con l’arrivo delle delegazioni e del Papa ad Assisi da Roma, in treno e poi col cammi-no da Santa Maria degli Angeli verso la basilica di San Francesco, dove si concluderà la giornata con la rinno-vazione solenne del comune impe-gno di pace.Il pellegrinaggio è luogo ideale dell’incontro. Si fa insieme la stra-da, ci si dirige insieme verso una meta. Ecco allora che la proposta di

I figli “sono una grande ricchezza” e “la vita fragile è sacra e merita l’attenzione della comunità intera”. Ad affermarlo è l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, che ha visitato la comunità dei nomadi sinti di Genova Bolzaneto nell’ambito della visita pastorale che sta compiendo nelle parrocchie del vicariato della Valpolcevera. Il porporato è stato accolto dai membri della comunità e dai volontari di Sant’Egidio che da

oltre 25 anni assistono i nomadi e operano per la loro integrazione nella società. Il card. Bagnasco ha ascoltato alcune testimonianze dei presenti, poi ha ringraziato i sinti per l’insegnamento della loro cultura. “Nella vostra comunità – ha detto il porporato – i figli sono una grande ricchezza e questo non è scontato. Oggi qui c’è un insegnamento che tutti dovremmo raccogliere ossia che, nonostante le difficoltà materiali, da voi i figli sono accolti come un grande

dono. Oggi talvolta, i figli, sono considerati un limite, un peso”. “Per voi – ha aggiunto il Cardinale – la vita in tutte le sue fasi è sacra e merita l’attenzione, non solo dei parenti stretti, ma della comunità intera anche se con grandi sacrifici. Questo è un altro valore che avete radicato ed è un grande messaggio per la cultura occidentale”. Il Cardinale ha ringraziato i nomadi per l’accoglienza che manifestano nei confronti della vita in tutte le sue fasi, dalla nascita fino alla

fine naturale. “Oggi infatti – ha proseguito il card. Bagnasco – non sempre la vita fragile, ferita, malata, che va verso il cielo, è considerata qualcosa di sacro che merita attenzione, cura e sacrificio da parte di tutti, non solo dei parenti, ma della comunità intera. I vostri – ha precisato – sono valori profondamente umani che noi a volte stiamo perdendo”. Nel campo di Bolzaneto, aperto nel 1988, vivono circa 140 sinti italiani di origine piemontese.

Sarà al Parco Nord di Milano, nell’area dell’aeroporto di Bresso (nella foto) l’incontro di Benedetto XVI con le famiglie di tutto il mondo che dal 30 maggio al 3 giugno si ri-troveranno nel capoluogo lombardo per il 7° Incontro mondiale delle fa-miglie dal titolo “La famiglia, il lavo-ro e la festa”. L’annuncio pone fine a settimane di incertezze in cui oltre a Bresso erano in ballo come possibile alternativa le aree di Rho che sareb-

bero dovute essere destinate a Expo 2015. “Ora occorre dotare la zona delle infrastrutture necessarie – ha spiegato il sindaco Giuliano Pisapia – il Comune si impegna a completare in tempo per l’evento la linea metro-politana 5 in corso di realizzazione da alcuni anni”. Intanto la macchi-na organizzativa di Famiglie 2012 è a pieno regime: “Mi piacerebbe che questo evento fosse caratterizzato da tre principi: trasparenza, sobrie-

tà ed ecosostenibilità – dice mons. De Scalzi – e che lasciasse un segno concreto alla città, come una casa di accoglienza per famiglie che hanno bisogno”. Mons. De Scalzi ha sotto-lineato che Family 2012 è un incon-tro aperto a tutti, non solo nelle due giornate di sabato 2 giugno e dome-nica 3 giugno, in cui sarà a Milano il Papa che presenzierà a Bresso alla festa delle testimonianze e presiede-rà la Messa della domenica.

con l’incubo del terrorismo – lasciò vedere con maggiore chiarezza l’im-portanza del cammino tracciato da Giovanni Paolo II, con un forte im-pegno comune dei leader religiosi contro la violenza e il terrorismo, per la giustizia, la solidarietà e la pace. Ciascuno dalla propria posizione, pronto tuttavia a condividere la ten-sione dell’altro. Tornare ad Assisi 25 anni dopo il primo incontro non vuol dire solo celebrare il passato. Piut-tosto il nuovo incontro porta con sé il desiderio di guardare al futuro. Per rilanciare il proposito di andare avanti, gli uomini e le donne di buo-na volontà, tutti insieme, a cammi-nare sulla via del dialogo e della fra-ternità, nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. Un cammino di pace, che ha un forte richiamo, an-zitutto, alla ricerca della verità e del bene e in fondo pone, una volta di più, la domanda su Dio che inquieta l’animo umano. Quella domanda che solo pochi giorni fa ancora Benedet-to XVI, durante il viaggio in Germa-nia, ha fortemente sottolineato, au-spicando che non venga mai meno. La pace è “dono di Dio” o, per dirla con un’altra espressione forte frutto dello Spirito di Assisi, “Pace è il no-me di Dio”. Ebbene, i leader religiosi che nella città del Santo della pace e cercatore di Dio per eccellenza, co-me fu Francesco, si mostrano insie-me pellegrini e cercatori loro stessi, richiamano a tutti il senso profondo della vita di ogni uomo e di ogni don-na di questo mondo che, nel dialogo e nell’incontro rispettoso, fraterno, condividono il cammino.

quest’anno raccoglie e rilancia quel-lo “Spirito di Assisi”, di incontro, sti-ma e rispetto reciproco, inaugurato 25 anni fa e successivamente tenu-to vivo da tanti meeting interreligio-si che insistono sulla possibilità di collaborazione e intesa soprattutto intorno al tema della pace. Non è un fatto scontato. Basti pen-sare che quando Giovanni Paolo II immaginò il primo incontro del 1986 dovette misurarsi con non poche resistenze, anche all’interno del-la Chiesa cattolica. Si disse che lo stesso Ratzinger, allora tra i primi collaboratori di papa Wojtyla, non fosse del tutto d’accordo con l’intu-izione del Papa. Tra i timori, quello della confusione e del sincretismo

religioso, poi ampiamente scacciati da come si svilupparono gli eventi. E l’incontro del 2002 – pochi mesi dopo la strage alle Torri Gemelle e in un clima di “conflitto di civiltà” e diffidenza soprattutto verso l’Islam,

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Il cammino della Chiesa diocesana verso la celebrazione del Sinodo sulle unità pastorali ha suggerito di porre all’attenzione per le Settimane teologico-pastorali la vita della prima comunità cristiana quale è narrata dagli Atti degli Apostoli (il Vangelo della Chiesa, come è chiamata l’opera lucana). Guidati dall’esperto, il biblista mons. Carlo Ghidelli, i sacerdoti si confronteranno con le vicende della Chiesa nascente per cogliere quelle sollecitazioni

che ci possono aiutare a prendere parte con entusiasmo e rinnovato impegno al cammino della nostra diocesi. Lo stile consueto prevede le lodi, la lectio, la celebrazione eucaristica e nel pomeriggio i lavori di gruppo; alla sera, prima dei vespri, l’adorazione eucaristica. Fra le relazioni di mons. Ghidelli: “I protagonisti della storia della salvezza: lo Spirito Santo, la Parola, la fede. Per una lettura unitaria degli Atti degli Apostoli”; “In principio era la predicazione

(Atti 2, 1-41)”; “Missionari a confronto (Atti 15)”; “L’identikit del pastore-missionario”. Alle Settimane partecipa il vescovo Monari. La prima è in programma all’Eremo di Bienno (nella foto) dal 23 al 28 ottobre, la seconda (sempre in Valle Camonica) dal 5 al 10 febbraio 2012. È necessario portare la Bibbia e i documenti del Concilio Vaticano II. Ogni presbitero deve portare con sé il camice per le concelebrazioni; la stola sarà fornita dalla casa.

Domenica 23 ottobreè in programma la Giornata missionaria mondiale.Alle 18.30 in Cattedrale il Vescovo presiede la Santa Messa con il sacramento della cresima degli adulti. La veglia missionaria, invece, si svolge sabato 29 ottobre in Cattedrale alle 20.30 con la consegna del crocifisso(in sostanza il mandato della Chiesa bresciana) ai missionari (laici e religiosi) che partonoper un servizio in missione.

’11 ottobre 2012 cade il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, senz’altro l’evento più im-portante per la Chiesa del

nostro tempo. Al di là dell’aspetto me-ramente celebrativo, è significativo cogliere i motivi che ne evidenziano l’importanza e il valore anche nell’at-tuale stagione ecclesiale. “In questo senso è sembrato opportuno – ha spiega don Antonio Lanzoni, diretto-re dell’Ufficio diocesano organismi di partecipazione – proporre un’ini-ziativa finalizzata alla ripresa dei testi conciliari, considerati come la fonte

privilegiata e imprescindibile per rac-cogliere e far propri gli insegnamenti del Concilio”. Ecco allora che è stato pensato a livello diocesano un bien-nio di studi, una sorta di “Scuola di Concilio” per utilizzare le parole del coordinatore don Antonio Lanzoni. “L’obiettivo del percorso – sottolinea don Lanzoni – vuole essere una risco-perta dell’attualità dell’insegnamen-to del Vaticano II, così da favorire la crescita di una ‘mentalità conciliare’ adatta a credenti consapevoli della propria vocazione nella Chiesa e nella società”. I destinatari sono i giovani e gli adulti interessati, in particolare gli

insegnanti di religione e quanti hanno già frequentato la Scuola di teologia per laici e l’Istituto superiore di scien-ze religiose. Nelle parole di Andrea Re, presidente diocesano dell’Ac l’ur-genza di “rimettere al centro l’impor-tanza del Concilio Vaticano II perché crediamo nell’attualità e nella profe-zia delle intuizioni che ne uscirono e che, a 50 anni dall’apertura dei lavori, appaiono spesso inattuate nelle no-stre comunità. L’esigenza di questo approfondimento è nata in particolare dal percorso che la nostra Chiesa lo-cale sta iniziando verso il Sinodo sulle unità pastorali e la loro costituzione”.

Il primo anno di approfondimento è dedicato alle costituzioni, il secondo ai decreti e alle dichiarazioni concilia-ri; per ogni documento sono previsti due momenti: una presentazione ge-nerale e una ripresa per valutarne la recezione. Vogliamo “offrire agli as-sociati di Ac e a tutti i laici – conclu-de Re – un’opportunità per conosce-re meglio i documenti su cui si fonda l’idea di un laico consapevole e adul-to dentro la Chiesa, un contributo per calarsi dentro la costruzione di questa nuova dimensione comunitaria con un vero stile sinodale, fatto di corre-sponsabilità, di apertura, di dialogo”.

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l Centro salesiano di studio “Paolo VI” ha iniziato sabato 8 ottobre 2011 il suo 31° anno di attività universitaria con alcune novità di rilievo. Fino al passa-

to anno accademico l’offerta cultura-le si articolava in quattro semestri di un biennio universitario orientato al conseguimento del baccalaureato in filosofia. Il 27 gennaio 2011 la Congre-gazione per l’educazione cattolica ha promulgato il Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di Filosofia, che ha portato a tre anni la durata degli stu-di, per la totalizzazione dei 180 crediti formativi necessari al conseguimento del titolo universitario di primo ciclo in filosofia. Il Centro salesiano “Pao-lo VI” di Nave dall’anno accademico 2011-2012 attiva così un Piano di studi triennale disciplinato dalla Facoltà di filosofia dell’Università pontificia sa-lesiana di Roma. Il percorso didattico, articolato in sei semestri, è orientato al conseguimento del titolo triennale di baccalaureato in filosofia. Coloro che ne entreranno in possesso, oltre ad usufruire del valore in sé del grado accademico conseguito (equivalen-te al Corso di laurea in filosofia per l’ordinamento universitario italiano), potranno eventualmente proseguire i loro studi filosofici di II ciclo sia pres-so le Università statali sia presso le facoltà pontificie di filosofia. L’impe-gno richiesto al Centro di studio per l’adeguamento alla nuova disciplina

raggiunto 559 giovani – salesiani e di altre congregazioni presenti nel-la diocesi – ha potuto constatare la necessità, l’urgenza e la fecondità di questa missione formativa e culturale. Il Centro di studio “Paolo VI” affron-ta questa nuova fase della sua storia nella certezza che il servizio alla for-mazione dei giovani e degli educato-ri costituisce un’autentica promessa per il futuro. Il Superiore dei Salesia-ni di Lombardia Emilia, don Claudio Silvano Cacioli, ha inaugurato una sala polifunzionale ricavata dalla ri-strutturazione di alcuni ambienti e realizzata per rispondere tanto alle

accademica è notevole, investendo la didattica, la formazione del personale docente, la dotazione degli ambienti e delle strutture, le risorse della biblio-teca. La comunità salesiana di Nave, che nel suo servizio universitario ha

Gesù indica il cammino delle beatitu-dini per realizzare la nostra felicità. Le meditazioni sulle beatitudini dal Vangelo di Matteo sono proposte da don Faustino Guerini all’interno del programma 2011-2012 del gruppo fa-miglie dell’Istituto Pro Familia. Nato dall’intuizione profetica di don Gio-vanni Battista Zuaboni (1880-1939), l’Istituto svolge un tipico servizio di evangelizzazione del matrimonio e di promozione dei valori umani. Dopo i

primi due incontri di ottobre, il pros-simo è in programma il 13 novembre (“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”); la struttura è la seguente: l’inizio è alle 15.30 con la preghiera, poi la propo-sta di riflessione e la condivisione; alle 18 il vespro. La sede degli incon-tri è presso l’Istituto in via della La-ma 61 a Brescia. Per informazioni, si può telefonare al numero 03046358 o consultare il sito www.profamilia.it.

L’Istituto Pro Familia offre anche ai fidanzati come tradizione un percor-so di fede, attraverso testimonianze di vita, momenti di ascolto e di ap-profondimento della Parola di Dio, incontri guidati da esperti, attività di confronto in gruppo e celebrazio-ni liturgiche. I corsi, che si tengono presso la sede dell’Istituto, sono in programma durante tutto l’anno: il prossimo appuntamento è per saba-to 22 ottobre alle 15.

finalità istituzionali del Centro quanto alle crescenti richieste di accoglienza per attività formative e di educazione alla fede soprattutto di parrocchie e oratori. La benedizione della sala ha offerto alla comunità un’occasione propizia per commemorare una be-nefattrice, Pierina Migliorati, che ha contribuito, con il lascito di una sua proprietà, all’edificazione della nuova struttura. Titolando la sala proprio a Pierina Migliorati, i salesiani di Nave intendono ricordare la sua luminosa testimonianza come ostetrica, per 35 anni, a Orzinuovi, Castel Mella e Re-medello.

Il 16 novembre parte (termina il 14 marzo 2012) il percorso formativo “Marcolini-Tovini” per la gestione responsabile di organizzazioni. Verranno approfondite le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica per uno sviluppo sostenibile.I sei incontri teorici si tengono tutti i mercoledì dalle ore 18 alle 20 presso il Centro pastorale Paolo VI in via Gezio Calini 30 a Brescia. Nello specifico si parla di: fonti rinnovabili, risparmio energetico, etica ambientale e

politica, finanziamenti e supporti per la ricerca e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Sono previste anche delle esperienze concrete: quattro visite guidate presso le aziende e le organizzazioni designate. Promosso dall’Ucid e dalla Sfisp, si rivolge a un massimo di 30 giovani. La quota di iscrizione è di 90 euro; la direzione della scuola è affidata al prof. Gianfranco Tosini. I relatori sono proprio Gianfranco Tosini, docente di economia internazionale presso

l’Università cattolica di Brescia, e don Gabriele Scalmana (nella foto), collaboratore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale. Per la partecipazione costituisce titolo preferenziale l’aver seguito il primo anno di “Imprenditorialità responsabile” o il biennio della Sfisp. L’iscrizione va effettuata entro il 31 ottobre 2011 via e-mail corredandola con il proprio curriculum vitae ai seguenti indirizzi: [email protected], [email protected].

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e beatitudini sono la via verso la gioia, verso la felicità”. Nella serata di apertura degli itinerari di spiritualità per i giovani il

vescovo Monari ha affrontato il te-ma delle beatitudini. Le beatitudini sono il “ritratto spirituale di Gesù” e ci ricordano che “il Regno di Dio è vicino e opera in mezzo a noi: i valo-ri delle beatitudini vanno contro le attese dell’uomo”. Nel mondo della finanza sono beati i ricchi, nel mon-do del successo valgono solo gli ap-plausi. Gesù, invece, ci dice “beati quelli che sono nel pianto, perché Dio è quello che asciuga le lacrime”. Monari ha anche sottolineato che “le beatitudini vanno lette con gli occhi e con il cuore” ma non si apprendono in maniera matematica come può ac-cadere, per esempio, con il teorema di Pitagora: “Le beatitudini una volta che sono state capite, non sono subi-to assimilate dal cuore; ecco perché dobbiamo tornare davanti al Signore con umiltà”. Durante la celebrazio-ne, nella quale è stata ricordata an-che attraverso due testimonianze la figura del beato Conforti (fondatore dei missionari saveriani e prossimo alla canonizzazione), i tanti giovani presenti hanno formulato delle pre-ghiere che sono state consegnate alle monache del Buon Pastore. Il Vesco-vo ha affidato il mandato agli anima-

tori e ai predicatori, consegnando un sussidio per la formazione dei giova-ni preparato dagli uffici nazionali di Pastorale giovanile e di pastorale vo-cazionale. L’invito finale è stato, inve-ce, rivolto ai giovani: “Desidero che conosciate la beatitudine di vivere secondo il Vangelo, perché la vostra

Mercoledì 19 ottobre, alle 20.30 presso il Centro pastorale Paolo VI, è in programma l’assemblea per gli animatori vocazionali. L’incontro “Ogni battezzato è pro-vocazione nella Chiesa” è tenuto dal vescovo Monari. Il Gruppo Emmaus, l’itinerario di discernimento vocazionale per giovani dai 18 anni che non escludono per la loro vita la vocazione sacerdotale, inizia domenica 23 ottobre presso il Seminario diocesano di via delle

Razziche 4 dalle 12.30 con il pranzo fino alle 18. Sono state fissate le settimane vocazionali “Signore, da chi andremo?” (Gv 6,68); a livello parrocchiale l’adorazione eucaristica; a livello zonale, la possibilità di incontri e testimonianze. Quando? La settimana dal 10 al 16 ottobre nella zona Alta Valle Camonica; la settimana dal 17 al 23 ottobre nella zona Media Valle Camonica; la settimana dal 24 al 30 ottobre nella zona Bassa Valle Camonica.

––

Domenica 6 novembre la diocesi festeggia la Giornata de “La Voce del Popolo”. Le parrocchie e le delegate sono invitate a contattare la nostra segreteria al numero 04044250 (interno 19 per prenotare in tempo le copie da distribuire e diffondere al termine delle Messe. La comunicazione diocesana passa anche da questo strumento importante che, insieme alla radio, al web, alle Sale della comunità e al Centro

audiovisivi, si sforza di portare la Buona Notizia sul territorio. In particolare, per le parrocchie interessate, c’è la possibilità di fissare, il sabato sera durante l’arco dell’anno, una messa presieduta da don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio diocesano e del Centro per le comunicazioni sociali. Anche per quest’anno per la Giornata del settimanale saranno predisposte una serie di iniziative di cui presto vi daremo notizia.

gioia sia piena, e perché ogni soffe-renza sia vinta e superata dall’amo-re. Il cammino della vostra vita oggi è il cammino con Dio”. Al termine è stata consegnata a tutti la lettera ai giovani scritta nel 1925 da Guido Ma-ria Conforti. Gli itinerari di spirituali-tà proseguono nelle varie zone nella seconda settimana di ogni mese; in città le meditazioni saranno tenute dal Vescovo nella Basilica delle gra-zie il secondo venerdì di ogni mese. Chi volesse ricevere avvisi, appunta-menti e informazioni sulle proposte di spiritualità, si può mandare un’e-mail con scritto “iscrizione” all’in-dirizzo [email protected].

Anche quest’anno la struttura formativa di Casa Foresti offre occasioni di riflessione e approfondimento sui vari ambiti della vita oratoriana. Per questo, su indicazione dell’assemblea del Centro oratori, è stato predisposto un calendario formativo quindicinale a partire da lunedì 17 ottobre alle ore 9.30 a Casa Foresti. Vengono proposti momenti di formazione specifica su temi di pastorale giovanile e animazione sociale, accompagnamento e aiuto nella soluzione dei problemi pastorali, la condivisione di proposte, iniziative e buone prassi. Il Centro oratori offre un supporto regolare e specialistico a coloro che già operano in oratorio con funzioni di direzione e coordinamento di settori specifici. L’iscrizione è gratuita. Al termine del percorso verrà consegnato un attestato di partecipazione.

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e del futuro del cristianesimo, affrontando temi e interrogativiche toccano la vita di credenti

e non credenti.

MK

T-2

011

32

;

Amanda ha sofferto, tutti sono

preoccupati. Attorno a lei e non

da oggi si è svolto un ampio gioco

mediatico, che dal piano giudiziario

e processuale ha trasferito la vicenda

sul piano spettacolare. Protagonista

è stata questa giovane donna

avvenente che ha destato attenzione

e curiosità e ha conquistato anche la

stima del cappellano frequentando

con assiduità la cappella del carcere.

Al momento dell’assoluzione

dall’accusa dell’omicidio, in base alla

quale era stata condannata in primo

grado, si sono concentrate tutte le

premure per facilitare il suo ritorno

in patria, a Seattle, dove si è fatta

festa, come si trattasse di una vittoria

sospirata finalmente raggiunta. In

ambito processuale, purtroppo, si

usano linguaggi da competizioni

sportive, parteggiando per l’una

o l’altra parte, quando dovrebbe

trattarsi di comune e doverosa,

seppure sofferta, ricerca della verità

e della responsabilità per rendere

giustizia alle vittime. Nel nostro

caso la vittima è stata Meredith

Kercher, una studentessa inglese,

che è stata sgozzata brutalmente.

La vicinanza piena di affetto con

gesti di protezione verso Amanda

come verso lo stralunato Raffaele è

legittima e rispettabile. Anche loro

sono in qualche modo vittime di una

carcerazione non dovuta secondo il

verdetto di appello, e magari vittime

anche di se stessi, essendosi cacciati

in tanti guai. Amanda, tra l’altro,

è stata condannata per calunnia

contro Patrick Lumumba, risultato

innocente. Ha già scontato la pena,

ma non ha fugato l’ombra di una

persona capace, in certe situazioni,

di comportarsi in maniera insincera

e senza scrupoli. In questa brutta e

tragica storia è difficile nominare la

parola innocenza. E anche la parola

giustizia. Il fatto certo è la morte di

Meredith, che abbiamo visto in una

foto, la prima volta che è apparsa

su giornali e teleschermi, dotata

di una maschera macabra tipica

della ricorrenza della festa pagana

Halloween. Per alcuni una festa

innocente, per molti solo da sballo.

Lei e la sua famiglia, le vere vittime,

sono rimaste male, molto male non

potendo sapere neppure chi fosse

stato l’assassino, considerato che

il ragazzo africano Rudy Guedé è

stato condannato per “concorso” in

omicidio. L’assoluzione di Raffaele

Sollecito e di Amanda Knox lascia

una scia d’interrogativi e di dubbi. Vi

sono state anche reazioni contrarie

al grido di “vergogna” verso la corte.

Questa ha certamente decretato

l’assoluzione secondo scienza

e coscienza, dopo aver assistito

a tutte le sedute e ascoltato le

arringhe dell’accusa, della difesa

e dei periti e dopo aver discusso

per 11 ore in camera di consiglio.

Nessun dubbio su ciò. Il dubbio

resta sulle procedure d’indagine

seguite fin dall’inizio, che avrebbero

dovuto condurre a più convincenti

conclusioni. La conseguenza che

da tutto ciò si trae è che la verità, in

ogni ambito di ricerca, non sempre

si appalesa facilmente soprattutto

quando sono presenti interessi

perché rimanga nascosta. La città di

Perugia è stata certamente anch’essa

vittima. Chi le addossa delle accuse

di essere una città a rischio per

i giovani dovrebbe riflettere che

questo è comune alle città dove c’è

un’alta concentrazione di gioventù

proveniente da ogni parte del

mondo, allegra e spensierata, al

limite della trasgressione. In queste

situazioni c’è sempre qualcuno

che se ne può approfittare. Di

questa tragedia si continuerà a

parlare essendo già annunciato il

terzo grado del processo, mentre

tutti vorrebbero dimenticare. Che

questa prolungata memoria, persino

ossessiva, serva almeno ad alzare il

livello d’impegno verso i giovani.

Nella visita recente alle catacombe di San Callisto mi ha

colpito l’insistenza della guida sulla giovane età di alcu-

ni martiri: invece di pensare a tutt’altro, hanno avuto il

coraggio di offrire la loro vita per la fede. Dalla storia di

San Daniele Comboni si apprende che già a 17 anni decide

“di consacrare tutta la sua vita all’apostolato dell’Africa

centrale”. Non sono pochi per una scelta radicale? Non

è meglio “coccolare” i nostri adolescenti, anziché stimo-

larli a scelte faticose e forse decisive? Indubbiamente non

siamo più ai tempi di Santa Cecilia o di San Daniele, ma il

Vangelo – anche se in nuova traduzione – non è forse sempre

lo stesso? E non invita ad andare, fare discepoli, battezzare,

insegnare ciò che Gesù ha comandato? Comboni ha mantenuto

fede all’impegno giovanile: ha “disegnato” un “Piano per la rigenera-

zione dell’Africa” ed ha cercato in tutti i modi, con l’aiuto del Signore,

di realizzarlo. Oggi non si richiede forse con urgenza anche un “Piano

per la rigenerazione dell’Europa”? Perché non darsi da fare per realiz-

zarlo, dai 17 anni in su, ma magari anche prima?

Profughi. La via difficile della convivenza

Parrocchia SS. TrinitàDa mezzo secolo a servizio degli uomini

Monari nelle zone.Unità pastorali:un passo necessario

Museo diocesano.Daverio: ci sono ancora gli artisti

Intervista a Zambelli

Capitano, mio capitano.

Montecitorio.Il grido d’allarme dell’editoria minore

lasia

Vanlo ste

insegnafede all’im

zione dell’Afdi realizzarlo.per la rigenerazarlo, dai 17 an7

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a provincia di Brescia è ric-ca di enti impegnati nella missione e nella coopera-zione internazionale. Da un veloce censimento re-

alizzato dal Centro missionario dio-cesano (Cmd) sono stati individuati oltre 200 gruppi impegnati secondo svariati modi nelle missioni. Per far colloquiare tra di loro tutti gli opera-tori missionari, il Cmd ha proposto un seminario di studio. Allo stesso tavolo si sono sedute le Ong brescia-ne (Medicus Mundi, Fondazione Si-pec, Fondazione Tovini, Scaip e Svi), gli istituti missionari (Comboniani, Saveriani, Suore mariste, Comunità di Villaregia e Missionari della Con-solata), una decina di gruppi, le asso-ciazioni parrocchiali e rappresentanti dei gruppi censiti dal Cmd. Ciascun ente ha raccontato la propria espe-rienza e si è cercato di far emergere punti di forza e debolezze dei gruppi per delineare minacce e opportunità dell’azione missionaria. A stimolare i

gendo come la logica del “buonismo filantropico e caritatevole non può essere più seguita”. Secondo l’espo-nente del Focsiv (la Federazione degli organismi di volontariato internazio-nale di ispirazione cattolica) il prin-cipale problema da affrontare è “l’im-mobilismo conservatore della nostra classe dirigente”. Occorre optare per una “azione che provi a modificare le tendenze culturali e le politiche globa-li che stanno attivamente imponendo il nuovo modello di sviluppo”. Per far ciò “bisogna convincersi che non stia-mo chiedendo sostegno per un’opera caritatevole, ma una riaffermazione dei diritti e della giustizia”. Secondo padre Albanese, oggi c’è bisogno di una “nuova evangelizzazione, così da poter illuminare un percorso umano caratterizzato da grandi contraddi-zioni: ricchezza e povertà, certezze e insicurezze, conquiste e sconfitte”. Nonostante il mondo attuale sia diver-so da quello dei tempi di Gesù Cristo “la missione – spiega padre Giulio,

lavori gli interventi di Sergio Marelli e padre Giulio Albanese. Entrambi i relatori si sono soffermati sulle sfide attuali delle missioni e sui necessari cambiamenti nell’azione, cambiamen-ti che vanno capiti e poi messi in pra-tica. “Con l’avvento della crisi multidi-mensionale il modello di crescita dei Paesi industrializzati è messo a duris-sima prova e dimostra l’insostenibili-tà dei suoi processi. Come ha detto il presidente della Banca mondiale non è più quindi possibile un approccio ai Paesi in via di sviluppo basato sul fate ciò che diciamo, ma non ciò che fac-ciamo”, ha osservato Marelli, aggiun-

missionario comboniano, giornalista e scrittore – non è arrivata al capoli-nea come vorrebbero i falsi profeti”. Bisogna però “trovare un nuovo modo di viverla, cercando di cogliere i segni dei tempi. La missione quindi non si può ridurre solo alla celebrazione dei sacramenti, ma deve impegnarsi nella promozione di beni spirituali e mora-li e di valori socio culturali”. La sfida consiste nel coniugare “spirito e vita, nel senso che la Parola deve entrare a pieno titolo nelle vicende umane”.

Giovedì 13 ottobreOre 17.45 - Breno - Visita e S. Messa per il 50° di presenza delle Suore serve del Sacro Cuore di Gesù e dei poveri (Messicane).

Sabato 15 ottobreOre 20 - Mompiano - Veglia degli sportivi presso la parrocchia di San Gaudenzio.

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordina-rio diocesano, comunica i provvedi-menti della settimana: Il sac. don Giuseppe Franzoni, già parroco delle parrocchie di Berzo De-mo e Monte Berzo è stato nominato parroco delle parrocchie di Cerveno e Losine. Il sac. padre Michele De Salvia, sca-labriniano, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di San

Domenica 16 ottobreOre 11 - Leno - Cresime e prime comunioni.Ore 16 - Nuvolento - Cresime.

Martedì 18 ottobreOre 16 - Brescia - Incontro e S. Messa presso il Seminario maggiore in via Razziche.

Mercoledì 19 ottobreOre 9.30 - Brescia -Consiglio presbiterale presso il Centro pastorale Paolo VI.Ore 20.30 - Brescia -Assemblea degli animatori vocazionali presso il Centro pastorale Paolo VI.

Martedì 18 ottobre, presso il Centro pastorale Paolo VI, riprendono gli ap-puntamenti dei familiari del clero. Il programma è il seguente: alle 9 l’ac-coglienza, alle 9.30 la preghiera. Se-guono la meditazione, l’adorazione, la preghiera personale e comunitaria e le confessioni. Alle 11.30 la Santa Messa prima del pranzo (alle 12.30).

Nel pomeriggio si possono condivide-re esperienze, difficoltà e suggerimen-ti prima del vespro. Gli appuntamenti sono in calendario ogni terzo martedì del mese: a marzo si terrà invece il 27 e a giugno il 12. Sono invitati a parte-cipare i genitori, i parenti, chi vive in casa con il sacerdote, ma anche chi collabora con lui.

Giovanni Battista – Stocchetta, in cit-tà. Il sac. don Franco Bertanza, già parroco delle parrocchie di Orzinuovi e Ovanengo, è stato nominato presbi-tero collaboratore delle parrocchie di Sant’Anna e Sant’Antonio di Padova in città e cappellano dell’Istituto cli-nico Sant’Anna in Brescia.Il sac. don Giuseppe Maccalli (della diocesi di Crema), già presbitero col-laboratore della parrocchia di Malon-no è stato nominato presbitero colla-boratore della parrocchia di Marone. Il sac. don Francesco Cucchi, già presbitero collaboratore della parroc-chia di San Bartolomeo in città, è sta-to destinato agli studi, a Roma, pres-so la Pontificia università gregoriana.

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na settimana per gli sportivi bresciani. Un appuntamento educa-tivo che da quest’an-no entra a pieno titolo

nel calendario pastorale dell’Uffi-cio oratori. La proposta è quella di mettere al centro dell’attenzione delle singole comunità l’impegno dei volontari, dei ragazzi, degli al-lenatori e dei dirigenti sportivi. La settimana indicata è questa e ha il suo culmine nell’appuntamento diocesano con il vescovo Luciano: la veglia degli sportivi in program-ma sabato 15 ottobre nella par-rocchia di San Gaudenzio a Mom-piano. Ogni parrocchia, però, può scegliere di collocare questa setti-mana in un altro periodo dell’anno. Durante le gare del Csi gli arbitri hanno consegnato la preghiera dello sportivo (“Grazie perché tu, Signore, sei il nostro allenatore e maestro e rimani con noi ogni giorno”) con l’invito alla veglia di preghiera. L’auspicio è quello che nei nostri oratori si possa organiz-zare una serata di approfondimen-to sui temi dello sport. Va ricorda-to che presso il Cob è disponibile gratuitamente il testo “Lo sport in

gioco” curato dagli oratori delle diocesi lombarde, uno strumento utile per allestire un momento di formazione per dirigenti e allenato-ri: lo sport, una questione di sfide. Fra le proposte, c’è anche la pro-iezione del film “Invictus” ispirato alla storia della Coppa del mondo di rugby del 1995; è una storia ve-ra che mostra come lo sport pos-sa essere strumento di inclusione in un contesto complesso come il Sudafrica del post apartheid. Una pellicola che risulta quanto mai attuale in un contesto come il no-stro dove negli oratori (insieme all’ambito scolastico) si verifica l’integrazione.Il programma della serata di sabato 15 ottobre nella parrocchia di San Gaudenzio prevede alle 20 l’inizio della veglia con una riflessione sui talenti e sulle tematiche dell’impe-gno e della fatica. Alle 21.15, pres-so l’oratorio di Mompiano, inizia la festa con il gruppo “Miss Brown & the Blues Assault” e con la pos-sibilità dello stand gastronomico. Alle 21.45 vengono consegnate le menzioni per i gruppi sportivi me-ritevoli per la correttezza e l’impe-gno educativo. Il Csi nel suo statu-

to punta molto sulla formazione e sulla preparazione di base. La pre-sidente del Csi provinciale, Amelia Morgano, ha individuato tre realtà: l’oratorio di Nuvolera per la squa-dra di calcio a 7 giocatori under 11; l’oratorio di Calcinato con la squa-dra di calcio a 7 giocatori under 14; la Polisportiva Castel Mella con la squadra di pallavolo under 14. Nel corso della serata viene premiata anche la Polisportiva bresciana no frontiere che offre un’opportuni-tà sportiva (nuoto, tiro con l’arco, atletica leggera, ma anche sci nor-dico, golf, ginnastica ritmica, ba-sket, bowling e calcio) a ragazzi, giovani e adulti con disabilità fisi-ca o intellettiva: attualmente i tes-serati sono un centinaio. Partecipa a Special Olympics, un program-ma internazionale di allenamento sportivo presente in 170 Paesi. Lo sport è educativo, ma molto dipen-de da chi lo guida. Con lo sport si sviluppano dei talenti che poi en-trano in gioco nella vita quotidia-na. Ecco allora che la settimana diventa un monito per capire, an-che all’interno dei nostri oratori, il valore altamente educativo del praticare lo sport.

Lunedì 24 ottobre, presso il Seminario diocesano di via delle Razziche 4, alle 15.30 viene inaugurato l’anno accademico dello studio teologico “Paolo VI”, affiliato alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale. La preghiera, il saluto del rettore (mons. Carlo Bresciani) e l’introduzione del prefetto agli studi (don Ovidio Vezzoli) precedono la relazione di don Mario Trebeschi su “Il clero bresciano e gli avvenimenti

dell’Unità d’Italia”. “L’apporto della Chiesa e dei credenti – ha scritto Benedetto XVI nel messaggio al presidente Napolitano per i 150 anni dell’Unità d’Italia – al processo di formazione e consolidamento dell’identità nazionale continua nell’età moderna e contemporanea”. Ai moti risorgimentali (la sede del Seminario diocesano dal 1806 al 1849 è presso il convento di San Pietro in Oliveto) parteciparono alcuni chierici; Tito Speri fu

ospitato in Seminario nel 1846-1847. Durante le Dieci Giornate di Brescia il Seminario divenne un punto di riferimento del comitato clandestino di insurrezione popolare e fu per questo saccheggiato dagli austriaci. Tornando al 24 ottobre, alle 18.30, invece, il vescovo Monari precede la Santa Messa. Per informazioni, telefonare al numero 03037121 o consultare il sito internet www.seminariobrescia.it.

Il monastero delle Carmelitane scalze di via Amba d’Oro si ritrova in preghiera per le missioni. Sabato 15 ottobre, solennità di Santa Teresa di Gesù (fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi; è stata proclamata santa nel 1622 ed è annoverata tra i dottori della Chiesa), alle 7 la Messa; alle 17.30 la celebrazione della Divina liturgia in rito bizantino-slavo è presieduta da padre Romano Scalfi (nella foto); partecipa il coro di Russia cristiana.

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a oltre un mese alunni e insegnanti varcano or-mai quotidianamente i cancelli di via Cappel-lazzi, sede della scuola

secondaria di primo grado e del liceo scientifico Bonsignori a Re-medello.Le attività didattiche e non sono entrate a pieno regime: le prime verifiche, le prime interrogazioni, i primi voti che vengono apposti sui libretti personali degli studenti. Sono anche riprese alcune attivi-tà extra-curriculari che concorro-no ad ampliare l’offerta formativa dell’istituto: dal potenziamento di lingua inglese (rivolto agli allievi della prima e seconda liceo per ap-profondire la conoscenza della ci-viltà anglosassone e potenziare la lingua) all’attività di giornalino (fi-nalizzato all’apprendimento delle tecniche di scrittura giornalistica e alla realizzazione di un giornale d’istituto); dal “Bonsignori music school” (lezioni di musica aperte anche agli esterni) al servizio di dopo scuola (sia per i più piccoli che per i più grandi). Inoltre, dopo la positiva espe-rienza degli scorsi anni, anche quest’anno hanno ripreso gli in-contri dell’Mgp, il Movimento gio-vanile piamartino. Di che cosa si tratta? Degli incontri in orario se-rale, guidati dal direttore p. Igor Fabiano Manzillo, in cui libera-mente i ragazzi del biennio e del triennio del liceo si incontrano, dibattono tematiche inerenti l’età che vivono tra gioie e dolori, si in-

aule scolastiche. Nei giorni scorsi, infatti, si sono conclusi i lavori, du-rati l’intera stagione, di rifacimen-to della facciata esterna del padi-glione che ospita le due scuole. Un intervento mirato al tetto, al sottotetto e ai canali di scolo delle acque pluviali, con anche l’instal-lazione di una nuova illuminazio-ne ben visibile dalla via centrale del paese.Da segnalare, infine, un’altra novi-tà particolarmente apprezzata da-gli studenti più dinamici. È stato portato infatto a termine l’ampliamento della parete di roc-cia, inaugurata lo scorso anno, e che verrà utilizzata durante le le-zioni di educazione fisica.

terrogano sulle questioni di fede, socializzano. Un modo, questo, per vivere in ma-niera più completa e condivisa il proprio percorso di crescita, sia umana che spirituale.In questo primo mese di anno sco-lastico non mancano poi le novità che si realizzano al di fuori delle

La scuola “Don Orione” è gestita dalla parrocchia di Botticino Sera che vede in questo impegno un aspetto dell’attenzione educativa che caratterizza ogni cristiano. Con la scuola propone alle famiglie la possibilità di vivere in maniera costruttiva il rapporto educativo, favorendo la vicinanza tra genitori, alunni ed insegnanti. L’obbiettivo è quello di aiutare i ragazzi a crescere con una personalità matura, sicura e capace nello stile di vita propriamente

cristiano. Per favorire questo è parte integrante del percorso l’attenzione alla persona con un supporto particolare e individuale per alcune necessità educative particolari. La scuola secondaria di primo grado (medie) si fonda su una tradizione forte e su una certa diffusione sul territorio anche fuori dai confini parrocchiali. Cinque anni fa la scuola ha fatto la scelta di iniziare la scuola primaria. La scuola primaria giunge quest’anno alla conclusione del suo primo

ciclo e, forte dello sforzo compiuto quest’anno potrà fare domanda di estensione della parità avendo realizzato l’adeguamento delle strutture necessarie per garantire la sicurezza degli ambienti secondo la normativa ministeriale esistente. Da alcuni anni la scuola “Don Orione” dell’unità parrocchiale di Botticino organizza occasioni di incontro per la comunità in orario serale, con l’obiettivo di favorire momenti di crescita umana e culturale.

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n attesa del 7° Incontro mondia-le delle famiglie di Milano 2012 Mcl Lombardia ha organizzato una percorso di appuntamenti nelle città lombarde, dopo Mila-

no e Monza è la volta di Brescia dove il 20 ottobre alle ore 17.30 nella chiesa di San Giorgio rifletteranno sul tema “La Festa: per la famiglia per il lavoro” autorevoli relatori. Iniziando mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, continuando con Francesco Belletti, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e Gianluigi Pet-tini, segretario generale Cisl Lombar-dia, concludendo con Noè Ghidoni, presidente Mcl Lombardia. Un tema attuale per un problema negato dal-la cultura della nostra società: ricor-diamo come Mcl alcuni anni or sono lanciò la campagna “La Domenica è festa” raccogliendo circa 400mila fir-me consegnate nelle mani del Presi-dente della Camera dei deputati ed indirizzate alla commissione affari costituzionale. Scrive Benedetto XVI nella lettera di convocazione dell’In-contro mondiale di Milano: “Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata ed attuata in fun-zione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasio-ne e di consumo, contribuiscono a di-sgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individua-listico.” La festa che delimita il lavoro e viceversa: c’è spazio per la famiglia? Prospettiva per la comunità? Futuro per la società? Se il consumismo ha avuto facilmen-te ragione della cultura contadina

e la diminuzione del profitto, forse questa ennesima crisi economica presenta un’occasione. Perché ora non ci si scontra più con il “non ser-ve”, ma con il “non posso acquista-re” che apre prospettive differenti al consumo, non più individuale, ma collettivo (la famiglia); alla pro-duzione per non servire più pochi col profitto, ma per fornire prodotti duraturi e utili. Ricondurre ad una prospettiva di condivisione l’am-bito economico permette di dare valore al lavoro come promozione personale e creazione solidale; e ri-salto ai suoi spazi liberi come cura degli affetti, accoglienza, parteci-pazione e costruzione della comu-nità: la festa.

del “non serve, non lo acquisto, non lo butto lo accantono” moltiplican-do gusti, tendenze, mode, pretese, stili di vita, egocentrismi in milioni di individui che dipendono dal mer-cato; se l’impresa spesso sceglie il paradosso di distruggere la merce perché la commercializzazione pro-vocherebbe una caduta dei prezzi

Anche quest’anno parte il Concorso presepi Mcl, una manifestazione ormai entrata nella tradizione bresciana. Con quella che sta per prendere il via, il concorso giunge al traguardo della 38ª edizione. Il tema scelto è “E si misero in cammino”. Come ogni anno, c’è spazio per tutti coloro che vogliono iscriversi: dalle famiglie, alle parrocchie, agli oratori, agli ospedali, alle case di riposo, alle scuole,

agli enti, ai gruppi, ai presepi viventi, ai negozi, alle aziende, alle mostre, alle rassegne e concorsi. Numerosi ogni anno i partecipanti da tutta la provincia e dintorni. Sono come sempre previsti riconoscimenti per tutti i partecipanti e premi per tutte le categorie. La manifestazione prevede anche altri eventi collegati (già sperimentati con successo nelle passate edizioni): Art’è Natale, le mostre di arte contemporanea

e Presepi in mostra, le installazioni di presepi in chiese vie e piazze cittadine e le esposizioni nella sala Piamarta di via San Faustino in Duomo Vecchio, dove, l’anno passato, gli oltre cento presepi esposti provenienti dall’Italia e dal mondo hanno accolto oltre 25mila visitatori. Le iscrizioni si possono anticipare contattando la segreteria Mcl allo 030/2807812 o all’indirizzo mail: [email protected].

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Tra i principi fondanti della cooperazione si recita: “Lo scopo perseguito dai soci di una cooperativa risiede nella realizzazione di scambi a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle che troverebbero autonomamente sul mercato”. Un principio, quello enunciato tra i principi fondanti, che trova accoglienza anche in una vasta produzione normativa. È del 1998/2002 il Trattato e

regolamento Ce per gli aiuti statali a favore dell’occupazione; vengono classificate nuove categorie di lavoratori definiti “svantaggiati” a cui riservare politiche di supporto: giovani, migranti, minoranze etniche, disoccupati o soggetti con difficoltà di conciliazione vita-lavoro, persone sole con figli a carico, cinquantenni disoccupati, donne disoccupate, etc.. Il fondo Jeremie per la ricapitalizzazione delle

cooperative arriva a riconoscere tali categorie tra i requisiti che le cooperative di lavoro devono avere qualora intendano accedere al beneficio regionale. 2011/2013. Il documento di Programmazione integrata lavoro e formazione della Provincia di Brescia individua tre categorie su cui investire nel prossimo futuro: donne, giovani, immigrati; così anche molti altri enti a diverso livello istituzionale.

uarant’anni fa ho scoper-to una locuzione estranea al mio vocabolario. Il di-rettore dello Ial di via Ca-stellini mi chiama nel suo

studio e mi dice: “La Cisl mi chiede di aderire a un bando di formazione per l’inserimento lavorativo di lavo-ratori svantaggiati. Te la senti?”. E mi consegna la documentazione in cui si precisa che “il lavoratore svantaggiato è colui che è rimasto escluso dal mer-cato del lavoro per incidenti che l’han-no privato di alcune funzionalità con ricadute sullo stato psichico del sog-getto (stesso)”. Decidiamo di accetta-re. Obiettivo del corso: ridare tonicità alla vita degli allievi aiutandoli a sco-prire nuove attitudini da utilizzare per la vita e per il reinserimento al lavoro. Un’avventura di fraternità fantastica tra docenti e allievi, anche molto im-pegnativa. Sul primo obiettivo – toni-cità alla vita – il lavoro è riuscito bene. Problema finale: collocarli al lavoro! Con le normative vigenti riuscimmo a collocarne quattro. E gli altri? Non potevamo abbandonarli. Ci impe-gnammo per la costituzione di una cooperativa di lavoro che in 30 anni di vita ha dato occupazioni a più di 2000 persone; allo svantaggiato classico si sono aggiunte donne separate con fi-gli, madri di famiglia cui bastava un piccolo reddito da aggiungere al bi-lancio famigliare. Nelle gare d’appalto vinte nei Comuni si formalizzava l’im-pegno ad assumere persone indicate dall’amministrazione stessa “che dal-lo stato di assistiti potevano passare allo stato di autosufficienti”. Si sono assunti anche lavoratori provenienti

sidente nazionale dopo l’ultima fi-nanziaria – un trattamento che non è eccessivo definire odioso, perché punitivo e anche irrilevante in ter-mini di gettito complessivo”; tanto più che in questi anni di crisi l’unico settore, a livello nazionale, che ha visto crescere l’occupazione del 7% è proprio quello delle imprese coo-perative. Il Governo sta dando un contributo alla negazione di diritti elementari, qual è il diritto al lavoro, di tanti soggetti “ svantaggiati” che il sistema stesso va creando. Cosa dire ai responsabili di cooperative? Che ci manca legittimamente il fia-to! Ci resta solo di sfidare i tempi nuovi come la cooperazione ha fat-to in altri tempi difficili.

da Paesi esteri. Abbiamo fatto quel-lo che è nella natura di qualsiasi co-operativa: rispondere al bisogno di lavoro, facendo leva sulle qualità e capacità dei richiedenti. Alla luce di questo risulta incomprensibile che le politiche finanziarie del Governo “abbiano riservato alle imprese co-operative – ha detto il nostro Pre-

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uali idee di Chiesa sono maggiormente presenti nella cultura in cui vivia-mo? Quali collegamenti esistono (se esistono) fra

queste immagini e le indicazioni sulla Chiesa che emergono dai documenti del Concilio Vaticano II? Sono questi i due interrogativi sui quali si è riflettuto durante il Conve-gno “La Chiesa nel mondo”.Rispetto al primo quesito, il quale chiama in causa una riflessione di ordine sociologico sulle diverse im-magini della Chiesa nella cultura con-temporanea, il sociologo Diego Mesa ha rimarcato l’importanza della con-sapevolezza per cui “non tutti pensa-no alla Chiesa allo stesso modo né si sentono appartenenti alla Chiesa allo stesso modo”. Ci sono, infatti, cattoli-ci di diverso tipo: militanti, praticanti e non praticanti. Così pure, c’è chi si dichiara non cattolico ma simpatiz-zante per la Chiesa e chi, invece, si considera apertamente anti-clerica-

Che idea di Chiesaabbiamo?

carsi totalmente col mondo di cui fa parte. Mostrare in quali spazi di vita quotidiana questa immagine unitaria e bipolare della Chiesa si renda oggi visibile è stato l’intento delle due co-municazioni pomeridiane. La prima di don Renzo Bonetti sul tema “Chie-sa e famiglia”. La seconda di mons. Giancarlo Perego sul tema “Chiesa e immigrati”. Entrambi i relatori, pur nella diversità di contesti, hanno ma-nifestato la convinzione che la Chiesa debba ancora imparare a farsi vedere per ciò che di sé ha detto nel Concilio Vaticano II.

le. Dunque, tante sono le immagini di Chiesa quanti sono gli individui che le pensano dentro il quotidiano orizzon-te di senso tramite cui si rapportano ad essa. Altrettanto importante è, se-condo il sociologo, comprendere che i dati della sociologia non possono es-sere interpretati in maniera “neutra”. Piuttosto, l’interpretazione sociologi-ca dipende sempre dalla “visuale” con cui i dati vengono interpretati; visuale collegata a diverse idee del rapporto esistente fra società ed individui. Av-valendosi di un’ottica sociologica di tipo storico-comprendente, il relatore ha, infine, presentato alcune immagi-

ni di Chiesa dopo il Concilio Vatica-no II, collegandole in modo precipuo al rapporto instaurato dalla Chiesa cattolica con i media e ai modi con cui essa li impiega per ri-produrre e comunicare alla società immagini di quello che è e vuole essere. Rispetto ai modi con cui la Chiesa si dice nella contemporaneità, è possi-bile sostenere, in sede ecclesiologica, che essa si annunci in continuità con il Concilio Vaticano II? È questa la do-manda su cui si è soffermato don An-gelo Maffeis ragionando sul mistero della Chiesa nella sua relazione con il mondo alla luce dell’eredità di Lumen gentium e Gaudium et spes. Dopo aver fatto notare lo stretto rapporto che intreccia ecclesiologia e pastorale (l’una sempre bisognosa dell’altra), il relatore ha esordito ponendo in luce come, rispetto al Concilio di Trento e al Concilio Vaticano I, uno degli sfor-zi principali del Concilio Vaticano II è stato quello di offrire uno sguardo complessivo su ciò che la Chiesa pen-

sa di sé. “Qual è, quindi, l’immagine unitaria di Chiesa presente nel Con-cilio Vaticano II? Questa immagine unitaria è, secondo Maffeis, bi-polare. Lumen Gentium e Gaudium et Spes rappresentano i due poli di quest’uni-ca immagine di Chiesa. In Lumen Gentium, il dato fondamentale di ciò che la Chiesa annuncia di se stessa si pone a livello sacramentale e non a livello istituzionale/gerarchico. Per comprendere ciò che la Chiesa vuo-le essere, è necessario collegarla alla storia della salvezza nella quale Dio, in Cristo e per opera dello Spirito Santo, forma il suo popolo. In Gaudium et spes si presenta, invece, una Chiesa consapevole del fatto che il suo ruolo rispetto al mondo è quello di annun-ciare il Vangelo come “faro” che illu-mina le domande di senso dell’uomo contemporaneo. L’immagine di Chie-sa consegnata dal Vaticano II, in de-finitiva, è quella di una Chiesa che è del mondo, nel mondo, per il mondo, ma come realtà che non può identifi-

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opo le coreografie che spiazzano e che lasciano a bocca aperta di Shen Wei, al Teatro Grande mercoledì 12 ottobre, la

meraviglia arriva dal concerto di Vi-nicio Capossela, dalle immagini evo-cate, dalle storie raccontate dalla sua arte, dai sogni onirici ad occhi aperti che il cantautore è in grado di crea-re. Per la cronaca, già tutto esaurito.Venerdì 14 ottobre alle 21 il Teatro Grande di Brescia ospiterà la prima data, dopo la pausa, che dà il via al-la parte invernale del tour teatrale che già nelle tappe estive ha tocca-to porti, anfiteatri e luoghi del mito in tutta Italia. Tra questi l’anfiteatro del Vittoriale degli italiani, in terra bresciana, dove ha collezionato il tutto esaurito. “Marinai, profeti e balene”, titolo dell’ultimo doppio lavoro di inediti e della tournée, è uno dei dischi italia-ni di maggior successo di quest’anno: disco d’oro a due mesi dall’uscita, a

come già nelle tappe precedenti, le canzoni dell’ultimo album saranno intervallate da alcuni pezzi già vec-chi, ma che si inseriscono di diritto nel percorso come “Brucia Troia” o “Il cha cha della medusa”. La scenografia del tour fa da perfetta cornice allo spettacolo; ridotta all’os-so: che di volta in volta si tramuta in ventre della balena, veliero ottocen-tesco, abisso sottomarino, antro del Ciclope, calotta stellata o luogo im-maginario in cui si muovono gli in-cubi e i sogni dell’uomo a seconda se la canzone proposta è “Il grande Leviatano”, “Job”, “Le Pleiadi”, “Ca-lipso” o “Dimmi Tiresia”.Nella band spicca il musicista po-listrumentista bresciano, di Nave, Alessandro “Asso” Stefana (chitar-ra, banjo, baglama e armonio) che intervistato da Federica Alberti per “Comunità di Nave”, rivela: “Vinicio Capossela si avvicina molto alla can-zone d’autore tradizionale, anche se nei temi sta prendendo una via molto

poche migliaia da quello di platino, 11 settimane consecutive nella Top ten e neo vincitore della targa Tenco, quale miglior album del 2011. Opera sul fato, sul destino, sul mare come mitologia e scenario del folle volo umano verso “virtute e cono-scenza”, a metà tra uno spettacolo e un concerto: per dirla alla Vinicio “un viaggio”, un percorso musica-le che fa del tema del viaggio, della mitologia e della letteratura i rife-rimenti culturali cantati, musicati e ripercorre le rotte dell’album nei libri di mare, da Omero alla Bibbia, a Melville e a Conrad. Sicuramente,

Il centro culturale Il Chiostro, nella parrocchia di San Giovanni Evan-gelista, ha dato avvio a una collabo-razione artistica con l’Associazione culturale “Isola”, nella realizzazione di eventi musicali che spaziano dalla classica fino alla produzione cantau-torale italiana passando per musica sacra e canto lirico. Proprio nell’ambi-to di questo vasto orizzonte culturale è stata riproposta la seconda edizione della rassegna “Classica, ma non trop-po…”. Cinque concerti nella seconda metà di ottobre e agli inizi del mese

di novembre in cui la musica è attra-versata e gustata nelle sue molteplici variazioni stilistiche e strumentali. Sa-bato 15 ottobre ore 21 nel teatro San Giovanni “Il tango e la colonna sono-ra” con Accordion’s Duo (Luca Colan-tonio, nella foto, e Tommaso Arena); musiche di Piazzolla, Bacalov, Gallia-no, Rota, Morricone, Zimmer, Arlen. Domenica 16 ottobre alle 21 “Fis...ar-monie” concerto di fisarmonica con i partecipanti, musiche di Bach, Scar-latti, Couperin, Piazzolla, Angelis. Info e programma: sangiovanniev.it.

personale e unica”. Anche Asso ha pubblicato un album come solista nel 2007 dal titolo “Poste e telegra-fi” e nel 2012 dovrebbe uscire il suo nuovo album. Tornando a Capossela, il suo con-certo è l’occasione per sentire un aedo dei tempi moderni, con la pas-sione di quelli di un tempo, che, alla Capossela, “Canta la storia, come ci fosse stato, come se avesse visto... L’aedo incanta, e mentre tesse il te-sto, in sala sorse il pianto”.

Buon avvio per la nuova stagione liri-ca del Grande. La settimana scorsa il “Rigoletto” di Verdi, è andato in scena con un originale allestimento firmato dal regista Massimo Gasparon. Inso-lita ma efficace l’ambientazione dellavicenda: non nella Mantova rinasci-mentale, come vorrebbe la tradizio-ne, bensì in una Venezia senza tempo, tra opulenti festeggiamenti di Carne-vale e con rimandi visivi alla pittura del Veronese e del Tiepolo. Giovedì 20 ottobre e sabato 22 sarà già il momento del secondo spettaco-lo in cartellone: “I Puritani” di Bellini, con i cantanti Jessica Pratt e Gianluca Terranova nei ruoli principali, la dire-zione d’orchestra di Antonio Pirolli e la regia di Carmelo Rifici.Quest’anno, in misura maggiore ri-spetto al 2010, si coglie il segno del nuovo corso intrapreso dalla Fonda-zione del Teatro Grande e dal sovrin-

tendente Umberto Angelini. Non ha precedenti la bella iniziativa di tene-re aperto il Caffè al Ridotto del Tea-tro (con restauro delle decorazioni ottocentesche) per tutta la giornata, dalle 10 alle 20, nei fine settimana da venerdì a domenica. Altra novità è la parallela stagione di spettacoli, con concerti dedicati a diversi generi musicali, che si sta svolgendo in questi mesi autunnali. Per quanto riguarda la Stagione liri-ca, invece, si percorre una via all’in-segna della continuità col passato, con la conferma del maestro Umber-to Fanni alla direzione artistica e con la rinnovata appartenenza al Circuito lirico lombardo. A giudicare dal car-tellone e dall’esito del primo spetta-colo si tratta di una scelta qualitativa-mente competitiva, soprattutto in un periodo finanziariamente turbolento come l’attuale. Per tornare al “Rigo-

letto” inaugurale, un altro elemento distintivo è stata la scelta del regista di far indossare al gobbo buffone gli abiti di Pulcinella. Il Preludio orche-strale si è svolto a sipario aperto: lo spazio scenico in penombra era oc-cupato dal protagonista, interpre-tato dal baritono Ivan Inverardi, af-fermato cantante lirico bresciano, nell’atto di assumere l’aspetto della maschera napoletana. Traspariva in modo chiaro il dualismo drammati-co fra il Rigoletto uomo, personag-gio tragico e sofferente, e il Rigoletto buffone, cortigiano servile e spietato al tempo stesso. Nell’interpretazione di Inverardi, vocalmente pregevole, si sono distinti gli sfoghi più appassio-nati del furore o della gioia sinistra. Applausi anche per la fresca voce di Irina Dubrovskaya (Gilda) e per il tenore Piero Pretti (il Duca), molto sicuro nel suo ruolo.

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nche quest’anno il Telaio inaugura la sua stagione nella Casa circondaria-le di Canton Mombello, sabato 29 ottobre alle

15.30, con uno spettacolo riservato alle famiglie dei detenuti. La rappre-sentazione scelta è l’ultima produzio-ne realizzata dal Teatro Telaio, “Persi e ritrovati – storia di un bambino e di un pinguino”, uno spettacolo sul dialogo tra mondi diversi. Il perché dell’inaugurazione in carcere, lo spie-ga il direttore organizzativo del teatro Telaio, Maria Rauzi, ricordando che all’interno di un loro progetto lega-to alla genitorialità, nasceva – ormai cinque anni fa – una sincera e profi-cua collaborazione con l’associazione Carcere e territorio.È oramai provato – spiega Maria Rauzi –, che un carcerato che con-servi una buona relazione con la propria famiglia abbia una propen-sione alla recidiva decisamente in-feriore a quei detenuti che, per i più diversi motivi, non riescono a man-tenere un simile sano rapporto. Co-sa potevamo fare noi del Telaio? La scelta di inaugurare la nostra sta-gione all’interno dell’istituto, favo-rendo per tale via l’incontro di ge-nitori carcerati con i loro figli ci è sembrata l’idea più efficace”. È un progetto al quale oggi il Telaio tiene moltissimo così come tiene a solle-citare l’attenzione di tutti al rispetto della Carta Onu dei diritti dell’infan-zia che, tra i vari punti, mette in evi-denza l’importanza che il bambino mantenga il rapporto con i propri genitori anche se questi sono co-stretti a vivere in un luogo diverso dall’abitazione familiare. “Il Telaio – scrive il direttore artistico Ange-lo Pennacchio nell’introduzione al-la stagione – ritiene che organizzare teatro di qualità per i bambini e per le famiglie abbia una precisa finalità sociale ed educativa” ed è bello con-statare che a queste parole il Teatro Telaio faccia seguire i fatti, cosa non scontata, di questi tempi.La prima replica per tutte le altre famiglie sarà invece domenica 6 novembre presso il teatro S. Giulia al villaggio Prealpino lo spettacolo musicale “Toni Mannaro” del Teatro Minimo. Seguirà una prima parte della stagione dedicata soprattutto ai più piccoli, con rappresentazioni di fiabe e racconti classici o contem-poranei. Tra le novità di quest’anno Robinson & ManFriday, spettacolo in inglese, riservato al secondo ciclo

della scuola primaria e alla secon-daria inferiore: il teatro diventa così un interessante e divertente ausilio per la didattica della lingua stranie-ra. Prosegue, ed è particolarmen-te potenziato, il progetto Storie di classe che porterà alcuni spettaco-li direttamente nelle scuole che ne faranno richiesta. L’obiettivo è chia-ro: piuttosto che privare gli studenti di scuole con problemi di trasporto alunni dell’opportunità di incontrare “il teatro”, sarà quest’ultimo a recar-si da loro. Altra apprezzata novità è la realizzazione di un sito dedicato alla rassegna: http://storiestoriesto-rie.teatrotelaio.it, su cui possono es-sere consultati programmi, schede e condizioni di prenotazioni.I costi dei biglietti 2011/2012 resta-no invariati.

Il 5 ottobre Steve Jobs (nella foto) ha dato il definitivo addio alla sua Apple. Classe 1955, fondatore, amministratore delegato, volto e “deus ex machina” visionario di una delle più grandi multinazionali dell’hi-tech (quasi 50mila dipendenti sparsi per il mondo e un fatturato di oltre 65 miliardi di dollari). La morte di Jobs non è la semplice scomparsa di uno dei supermanager più importanti a livello planetario, per Apple segna la perdita di una parte di sé. I media rimbalzano la

notizia da giorni, gli analisti cercano di capire il futuro della Mela senza Steve, mentre continuano incessanti le commemorazioni e gli attestati di stima per un uomo che lascia una traccia indelebile nella storia moderna. La vita di Jobs è intrecciata con quella di Apple. Nel 1976, con Steve Wozniak, fonda la Apple Computer. Nel 1977 Jobs e Wozniak lanciano il primo personal computer per il grande mercato. Il 1984 è l’anno della svolta: il 24 gennaio Apple

produce un personal computer compatto e dotato di un nuovo sistema operativo a interfaccia grafica, l’Apple Macintosh. Dotato di icone, finestre e menu a tendina, il Mac è l’inizio della moderna informatica di largo consumo. Nel 1986 l’amministratore delegato, John Sculley, caccia i due fondatori e le strade di Jobs e la Apple si dividono. Steve decide di ricominciare: con la sua nuova compagnia, la NeXT Computer, acquista la Pixar dalla Lucas Films.

La Apple acquisisce la NeXT Computer di Jobs e nel 1997 Jobs è di nuovo l’amministratore delegato di Apple. Ci vuole qualche anno a Jobs per rimettere insieme i pezzi dell’azienda, ma nel 1999 la rinascita: l’iMac. E da allora saranno solo successi: MacBook, MacBook Pro, iPod, AppleTV, iPhone, iPad: ogni nuova idea di Jobs è un successo commerciale e una rivoluzione tecnologica. All’età di 56 anni, Steve ha perso l’ultima battaglia contro il cancro.

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a famiglia può essere una tentazione per il futuro e non un semplice istituto del passato da difendere. Nel volume “Amare anco-

ra” (Edizioni Messaggero Padova, 14 euro, 144 pagine) don Massimo Cami-sasca va controcorrente e racconta di come la famiglia, se pur in crisi, sia sempre attuale perché custodisce i va-lori profondi della vita di ogni uomo. Quali sono le difficoltà principali della famiglia di oggi?Scrivendo questo libro ho pensato alle centinaia di famiglie che incon-tro continuamente e da cui vengo sollecitato a riflettere sui problemi e sui drammi, sulle gioie e le scoperte della loro vita quotidiana. Non ho da-vanti a me solo problemi, ma anche dolori e fatiche affrontati, attraversati e vinti. È indubitabile che moltissime famiglie siano in crisi. Anche l’attuale crisi economica accresce le difficoltà. A causa di politiche familiari insuffi-cienti sono un problema quotidiano

speranza; l’adolescente che matura e cerca, pur tra mille errori e traversie, porta speranza; il giovane che vuole affermare la sua strada per contribu-ire alla crescita del mondo, porta spe-ranza. Sta a noi non uccidere la spe-ranza, aiutare questi cammini. Perché la famiglia, nonostante il contesto sociale difficile, non pas-serà mai di moda? I rapporti familiari sono la strada bel-lissima e talvolta complicata verso la vita. Sono radicati dentro il nostro es-sere, i nostri corpi, la nostra mente e il nostro spirito. Per questo ancora oggi ha senso parlare di famiglia. Le soffe-renze e i drammi delle divisioni ci par-lano di quanto la famiglia non sia un istituto del passato, ma una necessità del presente. Oggi si sono diffuse mo-dalità di rapporto tra le persone che aspirano a una permanenza nel tem-po, gareggiando con la realtà stessa della famiglia tradizionale. Ma queste nuove “forme” non ne possiedono le caratteristiche. La famiglia vive di una

trovare la prima casa, la cura dei figli e degli anziani, conciliare lavoro e ma-ternità, pensare all’asilo e alla scuola per i figli... Credo che una famiglia possa trovare la forza per affrontare e uscire da momenti di prova anzitut-to nella preghiera, specialmente se è preghiera di tutta la famiglia assieme; negli amici, quando sono una fonte fondamentale di crescita; in decisioni importanti che possono segnare tutta una vita: che cosa privilegiare, soldi, carriera? Quanto tempo dedicare alla crescita dei figli, quanto passarne as-sieme? Ogni famiglia porta una gran-de speranza: la vita che nasce porta

Il Festival di letteratura “Mangiastorie” si svolgerà a Gussago dal 17 al 25 ottobre coinvolgendo i bambini dai cinque ai 12 anni in incontri con l’autore, laboratori e spettacoli. La tematica scelta dalla direttrice artistica Cosetta Zanotti esplora la dimensione del sogno, declinata in aspetti come la nascita delle leggende popolari, l’ambizione artistica o sportiva, il desiderio di un’Italia unita. 14 autori dialogheranno con le

classi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie dell’Istituto comprensivo di Gussago; è previsto un momento formativo per le insegnanti (“Le difficoltà nella letto-scrittura”, giovedì 20 ottobre, a cura di Rossana Colli) e cinque appuntamenti aperti al pubblico. Si inizia lunedì 17 ottobre con Roberto Piumini, Pedro Aparicio Herrera, Andrea Marinzi e Antongionata Ferrari che parleranno di “Narrativa ragazzi: panorama e tendenze”. Il giorno seguente si discuterà del

“Leggere in famiglia”, con Laura Ogna, giovedì 20 Charlie Cinelli e Vittorio Nichilo uniranno musica e letteratura nello spettacolo dedicato a “La leggenda del Selvadég, il sapiente del bosco”. Concludono la rassegna l’appuntamento con Gek Tessaro, “Acquaria” e Maria Grazia Puzio con Domenico Simeone, che affronteranno il tema del disagio psichico ne “Il bambino sull’arcobaleno”. Orari, sedi e programma completo del Festival: mangiastorie.wordpress.com. (a.g.)

“Roberto Capucci e l ’antico. Omaggio alla Vittoria alata”. È il titolo della mostra che Comune di Brescia, Fondazione Giacomini Meo Fiorot-Musei Mazzucchelli, in collaborazione con le Fondazioni Roberto Capucci e Brescia Musei, propongono dal 19 novembre al Museo di Santa Giulia. Un incon-tro tra arte, archeologia e moda nel quale 31 “sculture in tessuto” vivranno all’interno del Museo cittadino iscritto dal giugno di quest’anno nella lista del patrimo-nio mondiale dell’Unesco, raccon-tando il processo creativo ispirato al mondo antico di uno dei maestri della moda e del made in Italy.“Un incontro tra antico e moderno – afferma Andrea Arcai, assesso-re alla Cultura del Comune di Bre-

scia − che si dipana nelle sezioni dell’Età Romana, Alto Medievale, nelle suggestive Domus dell’Orta-glia, nella Basilica longobarda di San Salvatore e nel Coro delle Mo-nache, trionfo rinascimentale, che rivitalizza i luoghi della cultura e propone il Museo in ambito inter-nazionale”.“Una mostra articolata in cinque sezioni − spiega Massimiliano Ca-pella, direttore dei Musei Mazzuc-chelli e ideatore del progetto – tra l’antico, gli ordini architettonici, le stagioni, gli elementi e l’omaggio alla Vittoria alata, dove sarà pro-tagonista l’inedito abito-scultura che Capucci ha voluto dedicare al celebre bronzo simbolo del Museo e della città”. Info: www.roberto-capuccielantico.com.

stabilità, di un impegno preso davanti a Dio o agli uomini, nel desiderio che il coniuge e i figli che eventualmente verranno possano trovare un luogo in cui essere accolti stabilmente e ama-ti. Ogni amore vuole essere per sem-pre e ogni figlio che nasce desidera trovare un padre e una madre che lo accompagnino verso la vita in modo duraturo. Le leggi degli Stati e le loro politiche non dovrebbero sminuire il valore fondamentale della famiglia, che è un bene per tutta la società.

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In seguito alla designazione dei consiglieri da parte degli enti e soggetti aventi diritto di nomina e a successiva riunione e delibera del Consiglio di Amministrazione della Fondazione è stato eletto Presidente della Fondazione Luigi Micheletti, l’on. Aldo Rebecchi; vice presidente il dott. Giuseppe Tampalini; direttore il dott. Pier Paolo Poggio. Il Consiglio ha nominato il sen. prof. Sandro Fontana, presidente onorario. Nel 1981 Gino Micheletti riusciva a

raggiungere il primo importante obiettivo nella sua appassionata attività di organizzatore di cultura. La biblioteca e l’archivio a cui aveva dato vita, con l’aiuto di pochi amici ed appassionati, si costituivano in Fondazione ottenendo l’anno successivo il riconoscimento giuridico della Regione Lombardia. Attenzione negli anni è stata sempre dimostrata verso il movimento operaio e della Resistenza. Il Musil è stato l’ultimo sogno lasciato dal fondatore che ha preso vita.

a Rotonda di piazza Paolo VI, prezioso scrigno di ar-te e storia, si arricchisce di nuove suggestioni de-dicate alla maternità per

eccellenza, quella di Maria. “Madre Maria” è infatti il titolo dell’esposi-zione di tema mariano dell’artista Giancarlo Gottardi accolta nella semplicità romanica del Duomo Vecchio, in un sottile gioco di corri-spondenze (non a caso è stata scelta la Rotonda, intitolata alla Vergine, nel mese di ottobre, dedicato alla Madonna) e di accostamenti croma-tici, dove la nuda pietra fa da sfondo alle intense raffigurazioni di Maria, rese fulgide dai tocchi di luce e dai fondi dorati. L’abbraccio tra Madre e Figlio è il te-ma principale che guida il visitatore tra le tele esposte nel deambulato-rio, tema che nella cripta raggiun-ge l’estrema astrazione per lasciare spazio alla forma immaginata dagli occhi dell’osservatore. Scrive mons. Giacomo Canobbio nell’introduzio-ne al catalogo della mostra: “Non incapacità del pittore a tratteggia-re il volto, ma eccedenza di questo rispetto alle possibilità espressive: apofatismo anche dell’immagine; questa, come le parole, allude sola-

mente al mistero e lascia così spa-zio a nuove possibilità espressive, tendenzialmente infinite, nessuna delle quali può pretendere di esse-re esaustiva… Quando si arriva a un certo stadio nel rapporto con il mistero, tace la lingua, si spegne la fantasia, si entra nella nube oscura che è più luminosa di ogni luce”. Il tema della Madonna con Bam-bino, sicuramente il più fortunato della storia dell’arte, è qui declina-to in forma moderna, ma la dolcez-za del volto della Vergine, velato di mestizia come già a presagire il sacrificio del Figlio, presuppone la conoscenza dei modelli sviluppati durante questi 2000 anni di cristia-nità, come la mitezza delle Madonne rinascimentali e la ricchezza delle icone bizantine. Come sottolineato dallo stesso Gottardi, il suo intervento non po-teva che entrare in punta di piedi, rispettando la sacralità di un luogo così pregnante di storia, cercando di trasmettere emozioni reali, nella ricerca di rendere visibile l’invisibi-le tramite la forma. Durante la se-rata dedicata a Maria Madre, mons. Federico Pellegrini ha spiegato i motivi e l’originalità della mostra, in un’epoca in cui il rapporto tra la

produzione artistica e la commit-tenza della Chiesa, tanto prolifico ed interdipendente nei secoli pre-cedenti, sembra giunto a un punto di irreparabile scollamento. “Maria Madre” si vuole configurare come un itinerario non semplicemente di contemplazione dell’opera stes-sa nella sue linee descrittive, auto-referenziale e fine a se stessa, ma come un mezzo di elevazione me-tafisica e nel contempo di valoriz-zazione del luogo sacro, reso come un grembo materno, capace di ge-nerare la bellezza della fede e della maternità di Maria. La mostra, rea-lizzata in collaborazione con l’Uffi-cio Beni culturali della Curia dio-cesana di Brescia, è visitabile fino al 16 ottobre dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 (esclusi lunedì e domeni-ca mattina).

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I telespettatori più attenti vedono spesso apparire il seguente avverti-mento in numerosi programmi tele-visivi, dalle fiction alle trasmissioni d’intrattenimento: “Nel programma sono presenti inserimenti di prodot-ti con fini promozionali”: si tratta di una sorta di scappatoia diventata legge nel 2010 per aggirare il proble-ma della pubblicità occulta. Ovvero: possiamo vendere spazi pubblicitari non solo durante le interruzioni del programma, ma anche all’interno del programma stesso, basta scriverlo in piccolo ogni tanto. Una deriva in-credibile ma tuttavia accettabile, se si considera che ormai la tv è diven-

tata a tutti gli effetti un contenitore di pubblicità. Una giungla di con-tratti legali e illegali, accordi privati e sotterfugi, potere e sfruttamento. È un mondo complesso e pericolo-so, quello della tv. Dietro alla ribal-ta, sfavillante e rumorosa, ci sono sguardi silenziosi, progetti a lungo termine, calcoli.In uno scenario simile, leggere la sud-detta frase promozionale all’interno di “Ti lascio una canzone”, lo show dei bambini juke-box condotto da Antonella Clerici ogni sabato sera su Rai Uno, fa pensare molto. Ironizzan-do si potrebbe affermare che in que-sto caso i “prodotti con fini promozio-

nali” siano proprio gli stessi bambini, lanciati sul palcoscenico dai loro ge-nitori proprio come si butta la legna nel camino per ravvivare la serata. La tv, quasi come fosse un’esigente divi-nità primitiva, ha sempre bisogno di qualche sacrificio umano. Quei picco-li pargoli prodigiosi la fanno sentire più felice, più giovane, meno sola. E, come per magia (nera), anche chi è a casa davanti allo schermo prova le stesse sensazioni. “Ti lascio una can-zone” è un caso di tv per adulti fatta dai bambini. Un tempo erano i gran-di a vestirsi da animali o da pagliac-ci per fare divertire i piccoli. Ora la situazione si è ribaltata: ragazzini dai

sette ai 14 anni, vestiti come gli adul-ti, che cantano canzoni d’amore del secolo scorso e si atteggiano come fossero rockstar navigate. E non lo fanno dal teatro del quartiere in cui vivono, ma dal palcoscenico televisi-vo, un ambiente pieno di insidie, di inganni, il non-luogo per eccellenza, dove tutto è vero e finto allo stesso tempo. Chissà quali cambiamenti provoca la fama da palcoscenico in un bambino di sette anni.Ma c’è di più. Nel caso di questi “baby-talent” non si tratta solo di far sentire quanto si è bravi a presenta-re una canzone inedita e a cantarla, come accade per esempio con pro-

grammi come “Lo zecchino d’oro”. “Ti lascio una canzone” nasconde un irresistibile punto di forza per at-tirare il suo pubblico (davanti alla pubblicità, ricordiamolo sempre): è innanzitutto una sfilata di bei bam-bini, perfetti, puliti, eleganti, gentili, rispettosi. Si scatenano a comando e subito si spengono se l’atmosfera de-ve cambiare. Sono simpatici e amo-revoli, assortiti per tutti i gusti come i cioccolatini, si può perfino votare da casa qual è il migliore. Una pro-iezione televisivamente corretta di quei nipoti e figli che tutti vorrebbe-ro? Nel frattempo i bambini, quelli veri, ci guardano…

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Raggiunti gli 80 anni, Ermanno Ol-mi non ha abbandonato il suo mo-do limpido di guardare al presente. Al festival di Venezia si è ritrovato così a fianco di un autore più gio-vane, l’Emanuele Crialese di “Ter-raferma”, nel marcare l’importanza cruciale dell’incontro con l’altro, il clandestino, il disperato che met-te in discussione il nostro modo di vivere. Nel “Villaggio di cartone”, Olmi affronta l’argomento con un doppio passo: carica ogni immagi-

talia, paese di santi, naviga-tori, poeti e…festival canori. Anche in questo settore la nostra provincia è all’avan-guardia, confermandosi così

tra le più fertili in Italia dal punto di vista musicale, così che possia-mo a ragione parlare di Brescia come di una delle capitali dell’Ita-lia canora. Tra i molti e qualificati festival del-la nostra provincia il più titolato è senz’altro il Festival di Ghedi, giunto quest’anno alla 12ª edizio-ne. Un festival che si è sempre evi-denziato per l’alta qualità dei par-tecipanti e per la ricchezza degli ospiti, ma che quest’anno compie il definitivo salto di qualità, con una doppia serata conclusiva mol-to intrigante. La prima si svolgerà nella stori-ca sede della Sala della comuni-tà Gabbiano di Ghedi, venerdì 14 ottobre dalle ore 20.45. Una se-rata denominata “Speciale San-remo”, con la partecipazione di cinque artisti protagonisti delle ultime edizioni di Sanremo nella categoria dedicata ai giovani, che duetteranno con i 10 finalisti di quest’anno. Una scelta intelligen-te ed encomiabile, dedicata al re-cupero di musicisti che la frene-

sia dei tempi moderni rischia di dimenticare, nonostante la verde età e le notevoli doti. I cinque so-no: Serena Abrami, Laura Bono, Riccardo Maffoni, Tony Maiello e Jacopo Ratini. Serena Abrami è giunta quarta all’ultimo “Sanremo giovani”, con il brano “Lontano da tutto”, ma ri-sulta tra le promesse più interes-santi di oggi, grazie anche all’al-bum eponimo, e alle sue collabora-zioni con personaggi del calibro di Ivano Fossati, Max Gazzè, Ferruc-cio Spinetti e Niccolò Fabi. Laura Bono vinse “Sanremo Gio-vani” nel 2005, con il brano “Non credo nei miracoli” e può vanta-re un discreto successo nei Pae-si nordici. Riccardo Maffoni è il talento di Or-zinuovi, vincitore con “Sole negli occhi” di “Sanremo giovani” nel

2006 e ancora alla ricerca della definitiva consacrazione (e col-locazione) musicale, in bilico tra pop e rock. Tony Maiello, uscito dal talent show X-Factor 2008, è il vincitore di “Sanremo Nuova Generazione “ del 2010. Infine Jacopo Ratini, già vincitore dell’importante festival “Musicultura” di Recanati, è stato finalista di “Sanremo Nuova Gene-razione” del 2010. La seconda serata finale del con-corso si svolgerà la sera successi-va, sabato 15 ottobre sempre alle 20.45, questa volta al PalaBrescia di via Ziziola, con i 10 finalisti che si esibiranno dal vivo supportati da una qualificata band. Ecco l’elenco dei nomi, in rigoroso ordine alfabetico: Animarea, Pie-tro Gabriele, Holly, Chiara Iovine, Malena, Mamacita, Alice Nichele, Alessandro Orlando, Laura Scala-brini, Marco Tononi. Ospite della finalissima un autenti-co big della canzone nazionale non nuovo in territorio bresciano, Nek, che dopo la sua esibizione avrà il compito di incoronare il vincitore del Festival di Ghedi 2011. Il costo del biglietto nella serata finale al PalaBrescia è di 15 euro. Info: fe-stivaldighedi.it

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ne di una densa portata simbolica, mentre scarnifica la trama e i dialo-ghi senza troppo preoccuparsi de-gli eccessi di didascalismo. Più di tutto, conta che il messaggio arrivi forte e chiaro.È chiaro fin dall’inizio, con quel Crocefisso ammainato da un’impre-sa di traslochi, che la meditazione del regista – sorretta da apporti di Claudio Magris e del cardinal Gian-franco Ravasi – parte dalla visione di una radicale “crisi del sacro”. L’in-

tero film si svolge in una chiesa che ha cessato la sua funzione e viene smantellata. Arredi e quadri sono portati via, nella canonica rimane il parroco (Michael Lonsdale) che rifiuta di abbandonare l’edificio do-ve ha celebrato la Messa per tanti anni. Intorno a lui non solo il sacre-stano (Rutger Hauer), ma l’umanità intera pare pronta alla smobilitazio-ne: dall’esterno, dove la macchina da presa non si spinge, provengono soltanto fasci di luce minacciosi,

rumori di elicotteri, sirene e spari.Arriva anche un folto gruppo di clandestini, quelli che “là fuori” stanno cercando per rigettarli in-dietro. Nella chiesa si compone una piccola comunità. Non è idilliaca né pacificata, ma nella cura da rivolge-re ad essa l’anziano prete intravede – come scrive lo stesso regista – la possibilità di “una resurrezione in spirito nuovo della missione sacer-dotale”, sul cui senso aveva comin-ciato a interrogarsi. “Ha inizio un

tempo – aggiunge Olmi – in cui il mondo ha bisogno di uomini nuovi e giusti per smascherare l’ambiguità di tanto spreco di parole con l’og-gettività degli atti e dei comporta-menti”. Questo bisogno affiora, più o meno nitidamente, in molte pelli-cole italiane recenti. Olmi, nel suo film pur imperfetto, lo condensa in immagini di incantevole spessore: come quel fonte battesimale nel quale, al fuoco delle candele, i pel-legrini riscaldano l’acqua piovana.

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Linea Group Holding, la multi utilities della Lombardia sudorientale che vede Cogeme Spa di Rovato prima azionista, ha presentato i risultati delle proprie attività a favore delle provincie di Brescia, Cremona, Lodi e Pavia: uno sforzo costante per offrire ai cittadini servizi efficienti e di qualità. Il report di sostenibilità 2010, per il quinto anno consecutivo, descrive l’impegno della holding in ambito economico, ambientale e sociale per mostrare con

trasparenza la coerenza delle azioni rispetto ai principi affermati nella mission e nei valori di sostenibilità. L’approccio di quest’anno è totalmente rinnovato, e viene facilitato il riconoscimento delle attività e dei risultati raggiunti nei confronti dei diversi interlocutori del territorio con cui la società si confronta quotidianamente. I risultati del 2010 si confermano in linea con le importanti aspettative: particolarmente interessanti i dati di performance di customer

satisfaction che sono superiori agli standard nazionali e in miglioramento rispetto a quelli ottenuti l’anno precedente. Non solo Lgh si muove su molti business secondo dinamiche competitive, ma oggi rappresenta un rilevante soggetto economico, di occupazione ed anche di servizio che i cittadini riconoscono in quanto tale. Inoltre nel 2010 si segnala che Linea Più ha ricevuto il “Premio relazione con il Cliente cittadino 2010”.

onferenza stampa del Centro vitivinicolo pro-vinciale per illustrare l’andamento della ven-demmia nel Bresciano.

Ma non solo. Un incontro, quello tenuto presso la sede del Consor-zio nell’istituto agrario “Pastori”, per far conoscere un ente (parte-cipato da Provincia e Camera di commercio) che svolge un ruolo di supporto a un comparto partico-larmente importante per l’econo-mia bresciana com’è quello della viticoltura. Brescia, secondo i da-ti forniti dal Consorzio, dispone di 5000 ettari di vigneti, che ogni anno producono qualcosa come 40 milioni di bottiglie.Cosa que-sto significi in termini economici è facile capirlo.Il Consorzio, presieduto dall’as-sessore provinciale all’Agricoltura ,Gianfranco Tomasoni, svolge atti-vità di assistenza tecnica, ricerca e sperimentazione applicata. La

stampa il Centro vitivinicolo pro-vinciale, rappresentato dal pre-sidente Tomasoni e dal suo vice Mauro Tognoli, ha dato conto an-che dei risultati della vendemmia appena conclusa in larga parte dei vigneti del Bresciano.“La stagione vitivinicola - hanno affermato i tecnici del Centro - è stata caratterizzata da una serie di anomalie climatiche decisamente spiccate, che nel complesso han-no determinato una vendemmia di elevata qualità”. Sul piano quanti-tativo, invece, l’annata ha fatto re-gistrare una diminuzione, seppure contenuta, rispetto al passato.I dati trasmessi dai diversi consor-zi al Centro indicano per l’anno in corso una leggera diminuzione nel-la produzione. Unica eccezione, che va a com-pensare la riduzione complessiva, quella della Franciacorta che gra-zie a una vendemmia particolar-mente positiva, dovrebbe aumen-

maggior parte delle sue azioni, è stato ribadito nel corso della con-ferenza stampa, hanno ricadute di immediata utilità sulle tante aziende vitivinicole del territorio. Interfaccia tra le aziende e l’ente provinciale sono i cinque consor-zi vitivinicoli presenti sul territo-rio: quello di Franciacorta (il più importante per numero di aziende e per quantità di bottiglie prodot-te), quello del Garda Classico, il Capriano, il Lugana e, quello più piccolo ma non meno importante di Valle Camonica. Nel corso dell’incontro con la

Giornalisti italiani nelle filiere lombar-de con il press-tour di Confagricoltu-ra che ha portato gli ospiti in visita a “La Linea Verde” di Manerbio e “Villa” di Monticelli Brusati. “Sono aziende simbolo di un’eccellenza che resiste alla crisi con qualità e innovazione” commenta il presidente Upa, Fran-cesco Bettoni, che ha delegato i suoi dirigenti a guidare la comitiva. Prima tappa a Manerbio nello stabilimento La Linea Verde che col marchio “Dim-midiSi” commercializza i prodotti del-la quarta gamma collocandosi ai verti-ci del mercato dell’ortofrutta fresca e pronta al consumo e dei piatti pronti freschi. L’ha spiegato il presidente del gruppo, Giuseppe Battagliola al qua-le sono state rivolte molte domande sull’origine e lo sviluppo dell’impresa costituita con il fratello Domenico,

vice presidente, 20 anni fa. “La Linea Verde” nel 2010 ha superato 170 mi-lioni di fatturato, con mille dipendenti in sei siti produttivi (Lombardia, Cam-pania, Sardegna, Spagna). Seconda tappa, nel pomeriggio, in Franciacor-ta all’azienda Villa di Monticelli Bru-sati con visita all’azienda vitivinicola situata nel borgo che risale al XVI se-colo. L’azienda produce i grandi ecru e rossi d’immenso pregio. Il titolare Alessandro Bianchi ha accolto il grup-po di giornalisti affidando loro il mes-saggio di una terra, quella bresciana, nella quale operano imprenditori che hanno assimilato e messo in pratica l’antica filosofia degli agricoltori che, con immensa fatica, tanto sudore e volontà, hanno saputo far tesoro dei frutti che il Padreterno ha elar-gito all’umanità. (f.pio.)

tare del 15/20% la sua produzione destinata a sfiorare i 20 milioni di bottiglie. La produzione comples-siva nel Bresciano dovrebbe, in sostanza, far registare un aumen-to del 5% rispetto all’anno prece-dente. Un risultato di tutto rilievo che conferma Brescia ai vertici del settore vitivinicolo nazionale. Un primato a cui ha dato il proprio ap-porto anche il Centro vitivinicolo provinciale.

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ualcuno dirà “Finalmen-te!” La presentazione del Brescia calcio è av-venuta mercoledì 12 ot-tobre da Carnevali, da

molti anni uno degli sponsor delle Rondinelle. L’occasione è stata an-che quella per presentazione della collezione Dirk Bikkembergs au-tunno/inverno 2011. Al di là della tempistica inoltrata, ma per un cantiere aperto qual era la squadra di Beppe Scienza, ci po-teva stare, l’occasione ha racconta-to di una squadra unita in un pro-getto e che sa giocare a calcio. Il campo fino ad ora l’ha dimostrato. Non conta la prima sconfitta. Con-ta il gruppo e il progetto. E questa squadra Brescia la conosce già, la ama e insieme sogna.“Ho rivisto la gara Padova-Brescia due volte – ha detto mister Scien-za alla ripresa degli allenamenti – e sono dispiaciuto perché abbiamo disputato proprio un ottimo match, salvo i sette minuti dopo l’1-1. È stata una grande partita per perso-nalità e voglia di condurre la gara. Abbiamo avuto il pallino della par-tita per tutti i 90 minuti. Quando si gioca male bisogna limitare i danni; quando invece si gioca bene biso-gna fare risultato”.La festa di mercoledì cade nella set-timana più lunga per capitan Zam-belli e compagni perché il Brescia

giocherà contro il Pescara in casa lunedì 17 alle 20.45 nel posticipo della decima giornata. Allo stadio Rigamonti torna Zeman, quello che aveva tanto affascinato Gino Corioni, tanto da spingerlo nel 2006 a esonerare Maran e sostituir-lo con il Boemo, perdendo, si dice, senza certezza matematica però, la qualificazione in Serie A. Trala-sciando il passato ormai lontano,

il presente racconta di una squadra il cui timone è in mano a Zeman e che ha segnato 20 gol in nove par-tite, ed è il miglior attacco della se-rie cadetta. Le Rondinelle dalla loro hanno una delle migliori difese del campionato. “Zeman è unico, inimitabile. I pre-supposti per vedere una bella gara ci sono tutti, ed il risultato sarà tut-to fuorché scontato. Non dovremo

La New Volley 2000 di Pisogne abbandona la serie B. “È certamente una delusione che coinvolge non solo la squadra, il team e i tifosi, ma tutta la nostra cittadina, poiché più volte ci siamo stretti intorno a questa ‘eccellenza’ pisognese che oggi è costretta a compiere scelte difficili non solo sul piano sportivo, ma anche su quello umano”. Così commenta Federico Rivadossi, assessore allo sport del Comune di Pisogne, alla notizia della rinuncia alla “B” da parte della prima squadra

di pallavolo. L’attività sportiva della pallavolo a Pisogne non si chiude. Proseguono l’attività la squadra che milita in Serie D e l’attività giovanile. “Del resto le ragioni di questa scelta sono inequivocabili. Il presidente Massoletti e tutto il consiglio direttivo hanno saputo coraggiosamente guardare con onestà e correttezza a una situazione economica che sarebbe divenuta insostenibile per le note ragioni” continua il comunicato dell’Assessore.

Insieme, assommano la bellezza di nove punti, mentre le capoliste ne hanno 11 a testa: mai da decenni si è registrato un avvio tanto sciagu-rato per le milanesi in Serie A. Per scendere così in basso bisogna forse tornare alla metà degli anni Settanta, quando Milan e Inter veleggiavano nel più completo anonimato all’ombra dello strapotere sabaudo della Juve di Trapattoni e del Torino di Radice. Ma oggi lo scenario è completamen-

te diverso: i due club rappresentano il gotha del nostro football, basti pen-sare ai 36 scudetti e le 10 Champions complessive, mentre il loro monte in-gaggi equivale praticamente a tutto il resto delle squadre di A messe insie-me. E poi anche a livello di pedigree, la caduta è tanto più rovinosa perché le due squadre hanno ancora sul petto i segni del loro recente glorioso pas-sato: l’Inter sulla maglietta ha ancora lo scudo del titolo mondiale (anche

se non potrà più difenderlo in dicem-bre), mentre il Milan ha lo scudetto della squadra campione d’Italia. Co-sa può essere successo, quindi, nel giro di così poco tempo? Intanto un certo logoramento societario, dovuto all’esigenza di abbassare sia il monte ingaggi, sia quello delle spese dell’in-tero apparato, con la solita grande ca-renza della mancanza di uno stadio di proprietà, valore aggiunto che l’altra grande tradizionale del nostro calcio,

la Juventus, è riuscita a colmare. A fronte di ciò, gli introiti sono sempre gli stessi, con un merchandising che non decolla e una fiscalità che pena-lizza il nostro campionato rispetto a Inghilterra e Spagna e che non ha più permesso l’arrivo dei grandi top pla-yer internazionali. Risalire la china? Alla fine succederà per entrambe: il tasso tecnico e gli investimenti lo im-pongono, ma per il futuro un occhio maggiore al vivaio. Per tutti.

avere nessun timore” ha concluso mister Beppe Scienza.E ci mancherebbe. Mercoledì la squadra si è presentata alla sua cit-tà, alla sua gente e ai suoi tifosi. Ci auguriamo che lunedì la squadra si presenti per quello che è, capace di creare gioco, chiudersi e ripartire.La rosa risicata, con alcuni infor-tuni, non può non presentare qual-che limite e la stanchezza non può non arrivare. L’operazione messa in campo dalla società per ora le dà ragione: i conti tornano, il monte in-gaggi ridimensionato (sono appar-si nei giorni scorsi sui giornali gli stipendi dei giocatori, dal più alto, Budel 300mila euro a stagione, ai più bassi come Kamal di 25mila eu-ro), gli abbonamenti sono aumen-tati e la serenità nello spogliatoio e nell’ambiente sembra tornata. Questo Brescia si è presentato uf-ficialmente a tutti, anche se tutti i bresciani lo conoscevano già. Ora resta che si presenti con grinta a tutti gli avversari...

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eal Futsal e Faggi di Eva da una parte, Oratorio Calcinato e Orzinuovi dall’altra. Sono loro le prime squadre del cal-

cio a cinque che tentano la fuga in Eccellenza, la massima categoria del pallone indoor. Nel gruppo A i ragaz-zi di Capriolo infliggono un pokeris-simo (5-1) agli Amatori Cf, mentre i valtrumplini dominano il festival del gol di Urago d’Oglio portando a casa l’intera posta in palio con un roboan-te 11-6. Giornata positiva anche per Caffè Danesi, che dopo il pareggio all’esordio vince di misura (2-1) su Yseo Calcio a 5. Tornano al sorriso anche Filippin Rettifiche e Vegeteam, sconfitte alla prima di campionato. Il riscatto è immediato: 4-1 al Valverde Giardini e 3-2 al Cologne. Nel girone B, come dicevamo, c’è grande sod-disfazione a Calcinato e Orzinuovi. I campioni provinciali in carica vin-cono 4-2 a Lograto, mentre i bassa-ioli fanno loro una sfida senza storia a Quinzano, dove il risultato finale è 5-0. Dietro alle capoliste si piazza Polpenazze, che ha la meglio su Bar La Corsina in una gara sconsigliata ai deboli di cuore, con i gardesani che la spuntano 6-5. Successi per Trava-gliato e Futsal Gavardo, che hanno vita facile contro Futsal Brescia e Maclodio (7-3 e 3-0). In Promozione partono forte Bar Cristal e Carrozze-ria Brevicar (prime a quota 6 nel gi-rone A), ma anche Dotti Costruzioni

Disputate anche quest’anno le Arbitriadi, svolte lo scorso 2 ottobre al centro sportivo Peppino Vismara di Milano. La competizione ha visto in campo i direttori di gara di pallavolo di tutte le province lombarde. Alle 8.30 i comitati partecipanti sono stati accolti dai padroni di casa: accreditamento, distribuzione magliette e colazione. Un’ora dopo il fischio d’inizio della manifestazione: nell’aria spirito di squadra, amicizia, amore per la pallavolo, ma anche sana

competizione. Al termine dei due gironi don Massimiliano Sabbadini, consulente ecclesiastico del Csi Milano, ha celebrato la S. Messa, prima del ritorno sotto rete delle 14.30, quando hanno avuto inizio le gare ad eliminazione diretta. Crema ha conquistato il gradino più alto del podio battendo Brescia in finale. Prima delle premiazioni uno dei momenti più attesi della giornata: la gara di torte, dove si è imposta Milano grazie alla golosissima torta al cioccolato a forma di fischietto.

e Sambe nel girone B. Diverso il di-scorso nel gruppo C, dove il Leno è primo in solitaria. Passiamo al calcio in rosa, dove il Pavone non ha avuto remore a mettere in mostra tutta la sua bellezza e dopo tre gare di cam-pionato guarda tutte dall’alto dei suoi nove punti. L’ultima dimostrazione di grandezza in Franciacorta, dove la capolista ha rifilato un eloquente

6-0 al Timoline Cortefranca. Il match clou del fine settimana del calcio in rosa, però, si giocava a Brescia, dove il Football Club Azzurri si è imposto 5-3 sul Sale. Entrambe le compagini figurano nel gruppo di inseguitori a quota sei, dove troviamo anche Nave e Castenedolo, reduci da due vittorie su S. Benedetto e Bovegno. Il Bovez-zo ottiene il suo primo successo sta-gionale (2-0 al fanalino di coda Gui-dizzolese), mentre Nuvolera si schio-da dallo 0 in classifica battendo 6-4 Lions. Nei gironi dell’open femminile ci sono già tre pretendenti al grande salto in Elite, tutte a punteggio pieno. Sono Rg S. Francesco (25 gol in tre gare), S. Angela Merici e Torricella.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Politica distratta e lontana dalla gente

Egr. direttore,dunque la legge lacrime e sangue è stata varata dal Governo. Un’altra stangata a chi vive con la pensione al minimo, alle famiglie numerose e altri ancora come noi invalidi civili che con qualche centinaia di euro al mese dovremmo vivere si può pensa-re come. Sono sette anni che Berlu-sconi ha promesso ai miei amici più giovani di aumentare il loro assegno, nessuno ha visto nulla. Com’è natu-rale i politici son tutti capaci a fare promesse, ma solo pochi a lavorare per il vero bene degli elettori. Qual-che mese fa Tremonti aveva detto: apriremo le borse e aiuteremo le fa-miglie numerose. Ma il Ministro però ha usato il verbo al futuro, come si è sempre fatto e quindi campa caval-lo... Così come nulla si fa in concreto per realizzare in più volte annunciato contenitmento dei costi della politica. Un primo passo concreto potrebbe essere quello di garantire ai parlamen-tari la diaria solo per i giorni effetti-vamente trascorsi in Parlamento. Un altro potrebbe essere l’approvazione di una legge che proibisca ai deputa-ti e senatori di essere anche sindaci o di aver qualche ruoli in Provincia o Regione. Questo per permettere loro di svolgere bene il mandato ricevuto dagli elettori. Io amo la politica e se le condizioni di salute me l’avesserop consentito mi sarebbe piaciuto impe-gnarmi in questo campo, avrei fatto il bene promesso ai miei elettori, mi sarei comportato con coerenza, non come avviene oggi. La mia speranza è che la politica riesca a ritrovare un minimo di motivazione ideale e, sul-

la scorta dei ripetuti appelli del presi-dente Napolitano, possa finalmente a farsi carico dei reali bisogni del Paese, smettendo di essere lo specchio delle vanità di tante persone che, nascon-dendosi dietro il mandato popolare, si dedicano a tutt’altro.

Domenico Marchesi

Le fantasie dello Spirito

Egr. direttore,ho letto in questi giorni, su uno dei nostri quotidiani bresciani, un arti-colo che mi ha lasciata perplessa. In una parrocchia della mia Zona si sta attuando una mobilitazione di popolo, si raccolgono firme da con-segnare al vescovo Luciano per con-vincerlo a non spostare il parroco in un’altra comunità. Leggendo queste righe non ho trovato le parole Ge-sù Cristo, servizio, Chiesa, risorse.Gesù Cristo: è lui “il tutto” non un pastore, o un vescovo, un catechi-sta, o un papa, e nemmeno un san-to. Se ci attacchiamo agli uomini più che a Lui non faremo molta strada. Servizio: è una parola in disuso nel-la Chiesa, si sente poco anche sulle labbra dei preti. Quasi c’è paura a pronunciarla, non si sa mai... qual-cuno può approfittarne! Oppure i fedeli possono decidere che non fa per loro e storcono il naso...il nume-ro di banchi vuoti spaventa. Chiesa: la Chiesa è universale, ci sono preti e laici fidei donum che attraversa-no il mondo, altri che vanno a Tori-no ...mentre qui si fa una campagna perché il parroco si sposta di otto chilometri! Ma il Maestro ha chiesto ai suoi di annunciarlo fino ai confini della terra! Paolo è stato testimone di Cristo facendo viaggi pericolosi

ed appassionati, ha fondato Chiese, ha mantenuto rapporti di fraternità con tutti. Con libertà però si muove-va e non metteva radici, la sua vita era una tenda di nomade. Annuncia-re Cristo era il “tutto” per lui. Risorse: ogni battezzato, ogni fede-le, ha un bagaglio con sé, gli è stato promesso dal Figlio, gli viene conse-gnato dal Padre: lo Spirito Santo. E lo Spirito Santo porta con sé i suoi doni. Tiriamoli fuori e non spaven-tiamoci. Apriamo il nostro zaino, le nostre sacrestie, le nostre ali. Non imprigioniamo le nostre risorse at-taccandoci alle persone o alle co-se. Tiriamo fuori i nostri talenti. In questi ultimi anni i nostri vescovi ci hanno fatto fare dei salti mortali con l’Icfr prima, e ora con la riflessione sulle unità pastorali. Proposte che sono sicuramente frutto della fan-tasia dello Spirito, che sa leggere e guidare la storia e le nostre sto-rie meglio di noi. Forse non tutti saremo daccordo sulle modalità di attuazione di questi “stravolgimen-ti”, ma dovremmo essere tutti dac-cordo che lo Spirito Santo non ha bisogno dei nostri consigli o firme per decidere cosa è meglio fare per il nostro bene. Lasciamolo libero di agire, lasciamo che scompigli i nostri piani, asse-condiamo la sua volontà. Non stec-chiamogli le ali, non rinchiudiamolo dietro le ante ammuffite dei nostri solai. Quando il nostro cuore piange per un distacco o una richiesta del Signore, facciamoci animo, se sa-remo generosi e fiduciosi nella sua opera sapiente vedremo cose gran-di, cose che supereranno le nostre aspettative!

Diomira Odolini

Le ragioni dei camionisti

Egr. direttore,molti credono che i camionisti siano una categoria di prepotenti e arrogan-ti che sulla strada si prendono libertà perché, con i loro mezzi, si sentono forti. Non è per niente vero, il camio-nista sa quali responsabilità compor-ta fare questo lavoro con le normative che si devono rispettare ma soprattut-to consapevoli della sicurezza nostra e degli altri sulle strade dove svolgia-mo il nostro lavoro. Certo che a volte coi nostri bestioni possiamo incutere paura o ci arrabbiamo perché qualcu-no davanti a noi magari per sbaglio ha commesso un errore di guida e ci co-stringe a brusche frenate o manovre per evitare incidenti, ma dovete sape-re che per noi é molto più difficile col peso che trasportiamo. Vorrei farvi riflettere sul fatto che tanti di questi ragazzi ogni settimana vivono sul pro-prio camion, lontano dalla famiglia: vivono insomma condizioni poco pia-cevoli con grande rischio personale. Il nostro lavoro di camionisti lo faccia-mo con orgoglio perché consapevoli del fatto che l’80 per cento dei nostri prodotti alimentari, industriali e tut-to ciò che è di consumo viene movi-mentato da noi camionisti. Noi sulle strade ci lavoriamo e siamo i primi a volere sempre più sicurezza per tutti e meno incidenti possibili per poter svolgere il nostro lavoro al meglio e potere ritornare dalle nostre famiglie, mi auguro che adesso magari ci con-sideriate meno prepotenti e arrogan-ti, ma semplicemente gente che fa il proprio lavoro. Tiziano Frisoni,

presidente Confartigianato trasporti Brescia

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