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Ǥ Se sono sacrifici bisognerà farli, ma travisare la realtà per staccare la spina al non profit più vitale e alle reti civili più belle e proteggere i veri privilegi, i veri evasori e le vere lobby travestendo il tutto in battaglie civili, non è il caso. Si è riparlato di Ici (tra poco Imu) e Chiesa cattolica, in un dibattito nervoso, segno di una situazione ancora tesa. È necessario fare chiarezza e portare serenità. I termini della questione sono evidenti. La Chiesa cattolica gode dell’esenzione, come le altre confessioni e un’ampia sfera di organizzazioni ed enti “laici”, pubblici o privati, non commerciali e riconducibili al no profit, per le attività istituzionali. L’esenzione dall’Ici è riconosciuta solo per gli ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 immobili non commerciali. Per gli altri la Chiesa o gli enti religiosi proprietari sono assoggettati, come tutti, a tassazione. Nessun privilegio, come ha sottolineato lo stesso cardinale Angelo Bagnasco: “La normativa vigente è giusta, in quanto riconosce il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti no profit e, fra questi, degli enti ecclesiastici. Questo è il motivo che giustifica e, al tempo stesso, delimita la previsione di una norma di esenzione”. Sul piano tecnico le cose sono chiare. La Chiesa cattolica paga quello che c’è da pagare, non paga quello che è previsto, come tutti, e non gode di nessun privilegio. Atteniamoci dunque ai fatti, che sono uguali per tutti e parlano chiaro. Se ci sono stati abusi nell’interpretazione della legge, “casi concreti nei quali un tributo dovuto non è stato pagato, che l’abuso sia accertato e abbia fine”. E comunque – ha concluso il cardinale Bagnasco – “non vi sono da parte nostra preclusioni pregiudiziali circa eventuali approfondimenti volti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti, con riferimento a tutto il mondo dei soggetti no profit, oggetto dell’attuale esenzione”. Su questa solida base si possono fare due considerazioni. Prima di tutto evitiamo di buttarla in politica. In una situazione oggettivamente grave, sollevare polveroni giova solo a chi, alimentando risse ideologiche, vuole dimostrare di esistere o vuole sviare l’attenzione da altro. Certe letture preconcette e poco informate che si leggono sui quotidiani fanno solo sorridere perché è troppo facile dire che la Chiesa è ricca e buttare tutto nel calderone. Ecco, allora, il secondo punto, la richiesta cioè che la Chiesa dia un segnale. Sono del parere che nelle sedi opportune (e non dalla Littizzetto) ci siano i margini perché la Chiesa, ancora una volta, dimostri la sua buona volontà di contribuire al bene del Paese. Si tenga conto però delle numerose iniziative d’intervento per le famiglie e per tutti coloro che la crisi sta mettendo in difficoltà (esse sono scrupolosamente documentate e non solo quando sono messe in opera con fondi pubblici); del fatto che le porte delle Caritas, degli oratori e dei grest, delle associazioni, degli ospizi, delle sale della comunità, delle case-famiglia e di migliaia di opere e iniziative che animano da sempre la nostra vita sociale, culturale e civile, sono da sempre aperte per chi voglia toccare con mano e magari dare una mano. Forse di questo c’è bisogno: certo, di una rendicontazione puntuale e scrupolosa sui soldi, di un’attenzione precisa alle norme e non di “furbetti da sacrestia”, ma anche di non perdere quel bene di solidarietà e gratuità che nessuno Stato sarebbe capace di produrre e che qualcono oggi, per rivalsa o demagogia, vorrebbe tassare. ǡ Convegno a Roma. Immigrati e diritti di cittadinanza Coppini su Gardone. “Questioni legate alla sicurezza” ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ A Brescia la marcia nazionale. “Si può educare alla pace” Liliana Cosi. La bellezza costituisce l’uomo Brescia calcio. Avanti un altro: da Scienza a Calori Chiesa e Ici. Insinuazioni e zone d’ombra della legge Ǥ ǤǤ ° Ǥ ǡ Ǥ ǡ ǯ Ǥ Alla richiesta su quale fosse il più grande comandamento, Gesù rispose presentando il “comandamento della carità”, l’amore verso Dio e verso il prossimo (nel quale è incluso anche il corretto – e non disordinato – amore verso se st- essi). Sappiamo come San Paolo, dal canto suo, tesserà un poderoso inno alla carità. Passano i secoli, ma il fuoco della carità non viene meno. Tra coloro che l’hanno accolto e dif- fuso, pensiamo oggi (15 dicembre) a Santa Maria Crocifissa, al secolo Paola Di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità. Donna saggia e concreta, ha vissuto la carità specialmente verso i sofferenti, ma ha anche partecipato in modo misterioso alla passione di Gesù. Ha saputo unire operosità e mistica. In una sua lettera scriveva. “La santa carità, senza la quale tutte le altre virtù non hanno valore, non sia mai in te oziosa, ma sempre operati- va e compagna di tutte le tue azioni, di tutti i tuoi pensieri, di tutti i tuoi discorsi, indirizzando il tutto a puro fine di piacere a Dio”. Nella preparazione al Natale, perché non impegnarci pure noi in una carità “sempre operativa”? 81 81,&2 5()(5(17( 3(5 /$ 5($/,==$=,21( ( 0$187(1=,21( ', 7877, */, ,03,$17, (/(775,&, &2168/(1=$ 7(&1,&$ ( 352172 ,17(59(172 9LDOH ,WDOLD *XVVDJR%V 7HO )D[ 7HO FDODEULD#FDODEULDFHLFRP ZZZFDODEULDFHLFRP CEI CALABRIA Centro Elettro Impianti

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Bresciani buona gente. Il premio Bulloni 2011 è stato assegnato alla ghanese Theresa Amobea. Tra i premiati il bambino Lorenzo Mottironi, il prof. Beppe Mattei, due missionari e l’Associazione nazionale tumori. Riconoscimenti alla memoria per Martinazzoli e i vescovi Rinaldini e Mazzolari.

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Se sono sacrifici bisognerà farli, ma travisare la realtà per staccare la spina al non profit più vitale e alle reti civili più belle e proteggere i veri privilegi, i veri evasori e le vere lobby travestendo il tutto in battaglie civili, non è il caso. Si è riparlato di Ici (tra poco Imu) e Chiesa cattolica, in un dibattito nervoso, segno di una situazione ancora tesa. È necessario fare chiarezza e portare serenità. I termini della questione sono evidenti. La Chiesa cattolica gode dell’esenzione, come le altre confessioni e un’ampia sfera di organizzazioni ed enti “laici”, pubblici o privati, non commerciali e riconducibili al no profit, per le attività istituzionali. L’esenzione dall’Ici è riconosciuta solo per gli

immobili non commerciali. Per gli altri la Chiesa o gli enti religiosi proprietari sono assoggettati, come tutti, a tassazione. Nessun privilegio, come ha sottolineato lo stesso cardinale Angelo Bagnasco: “La normativa vigente è giusta, in quanto riconosce il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti no profit e, fra questi, degli enti ecclesiastici. Questo è il motivo che giustifica e, al tempo stesso, delimita la previsione di una norma di esenzione”. Sul piano tecnico le cose sono chiare. La Chiesa cattolica paga quello che c’è da pagare, non paga quello che è previsto, come tutti, e non gode di nessun privilegio. Atteniamoci dunque ai fatti, che sono uguali per tutti e parlano chiaro. Se ci sono stati abusi nell’interpretazione della legge, “casi concreti nei quali un tributo dovuto non è stato pagato, che l’abuso sia accertato e abbia fine”. E comunque – ha concluso il cardinale Bagnasco – “non vi

sono da parte nostra preclusioni pregiudiziali circa eventuali approfondimenti volti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti, con riferimento a tutto il mondo dei soggetti no profit, oggetto dell’attuale esenzione”. Su questa solida base si possono fare due considerazioni. Prima di tutto evitiamo di buttarla in politica. In una situazione oggettivamente grave, sollevare polveroni giova solo a chi, alimentando risse ideologiche, vuole dimostrare di esistere o vuole sviare l’attenzione da altro. Certe letture preconcette e poco informate che si leggono sui quotidiani fanno solo sorridere perché è troppo facile dire che la Chiesa è ricca e buttare tutto nel calderone. Ecco, allora, il secondo punto, la richiesta cioè che la Chiesa dia un segnale. Sono del parere che nelle sedi opportune (e non dalla Littizzetto) ci siano i margini perché la Chiesa, ancora una volta, dimostri la sua buona

volontà di contribuire al bene del Paese. Si tenga conto però delle numerose iniziative d’intervento per le famiglie e per tutti coloro che la crisi sta mettendo in difficoltà (esse sono scrupolosamente documentate e non solo quando sono messe in opera con fondi pubblici); del fatto che le porte delle Caritas, degli oratori e dei grest, delle associazioni, degli ospizi, delle sale della comunità, delle case-famiglia e di migliaia di opere e iniziative che animano da sempre la nostra vita sociale, culturale e civile, sono da sempre aperte per chi voglia toccare con mano e magari dare una mano. Forse di questo c’è bisogno: certo, di una rendicontazione puntuale e scrupolosa sui soldi, di un’attenzione precisa alle norme e non di “furbetti da sacrestia”, ma anche di non perdere quel bene di solidarietà e gratuità che nessuno Stato sarebbe capace di produrre e che qualcono oggi, per rivalsa o demagogia, vorrebbe tassare.

Convegno a Roma.Immigrati e diritti di cittadinanza

Coppini su Gardone. “Questioni legate alla sicurezza”

A Brescia la marcia nazionale. “Si può educare alla pace”

Liliana Cosi.La bellezzacostituisce l’uomo

Brescia calcio.Avanti un altro:da Scienza a Calori

Chiesa e Ici.Insinuazioni e zone d’ombra della legge

Alla richiesta su quale fosse il più grande comandamento, Gesù rispose presentando il “comandamento della carità”, l’amore verso Dio e verso il prossimo (nel quale è incluso anche il corretto – e non disordinato – amore verso se st-essi). Sappiamo come San Paolo, dal canto suo, tesserà un poderoso inno alla carità. Passano i secoli, ma il fuoco della carità non viene meno. Tra coloro che l’hanno accolto e dif-fuso, pensiamo oggi (15 dicembre) a Santa Maria Crocifissa,

al secolo Paola Di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità. Donna saggia e concreta, ha vissuto la carità specialmente

verso i sofferenti, ma ha anche partecipato in modo misterioso alla passione di Gesù. Ha saputo unire operosità e mistica. In una

sua lettera scriveva. “La santa carità, senza la quale tutte le altre virtù non hanno valore, non sia mai in te oziosa, ma sempre operati-

va e compagna di tutte le tue azioni, di tutti i tuoi pensieri, di tutti i tuoi discorsi, indirizzando il tutto a puro fine di piacere a Dio”.Nella preparazione al Natale, perché non impegnarci pure noi in una carità “sempre operativa”?

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uando nel 1951 l’Eca, l’Ente comunale assi-stenza, bandì il concor-so in memoria di Pietro Bulloni, primo prefetto

dopo la Liberazione e, poi, deputa-to alla Assemblea costituente, de-ceduto prematuramente nel 1950, la città era appena uscita dalla guerra, devastata dalle bombe (le ultime cadute il 2 marzo 1945). Ricostruirla dalle macerie per ridare alla città il volto caro ai bresciani è stato il primo impulso, ma l’impre-sa maggiore è stata la ricostruzione morale dalle ferite aperte dalle ulti-me, feroci rappresaglie dei nazifa-scisti incalzati dalla Resistenza. Il “Bulloni” poteva dare un importante contributo allo scopo.Il premio passò nelle mani del Co-mune dal 1953 e si propose di segna-lare, premiandoli, i cittadini merite-voli di encomio per gesti di bontà. In questo 2011 cade dunque il 60° anniversario di istituzione del pre-mio. A tanti anni dalla sua creazio-ne il “Bulloni” non ha perso attua-lità, adeguandosi via via a nuove modalità di espressione in una società molto diversa da quella in cui era maturato. Abbiamo conosciuto nei volti dei premiati esempi edificanti di soli-darietà e di spirito di sacrificio, di gratuità nel servizio reso ai biso-gnosi, di attenzione ai deboli, di soccorso ai poveri e abbiamo sen-tito ammirazione e sincera adesio-ne alle loro esperienze. Il premio non stimola gesti di eroi-smo e di sprezzo della propria vita in favore degli altri, ma raccoglie testimonianze più modeste, quali

si vedono – quando si vedono – in contesti usuali e non: secondo mo-duli che soltanto la carità può sug-gerire agli uomini di buona volon-tà. Alla ribalta giungono gli episo-di conosciuti, spesso occasional-mente, ma altri, ben più numerosi, si consumano nella intimità delle anime e delle famiglie. Non è un caso che il premio Bullo-ni abbia dato origine ad altri rico-noscimenti, nel ricordo di persone care o di eventi degni di ricordo, sollecitando e apprezzando ogni manifestazione tangibile di solida-rietà – e, quando occorra, di soc-corso, di condivisione, di vicinan-za – nel senso di prendersi cura dell’altro, chiunque sia. Si ripetono negli anni esempi mirabili di dedi-zione alla cura di bisogni, magari taciuti per pudore e perciò tanto più difficili da scoprire, ma tali da generare sconforto, rassegnazio-

ne, degrado, abbandono. La gam-ma delle nuove povertà – come usa chiamarle – è illimitata. Il miracolo della carità si realizza nei modi più disparati a seconda delle circostanze e dei bisogni, oltre che delle sensibilità. L’amo-re per il prossimo che la ispira è il comandamento che, per il cristia-no, non è meno grande dell’amore per Dio. Semmai nel tempo cam-bia l’identità del prossimo sì che è sempre attuale la domanda del dottore della legge che, nel rac-conto di Luca, interrogò Gesù per sapere che cosa dovesse fare per meritare la vita eterna e, alla rispo-sta di Gesù, chiese “E chi è il mio prossimo?” Domanda cruciale e fonte anche di scandalo, per chi immaginava (legittimamente) di ridurre il pros-simo al consanguineo o al concit-tadino o al proselito o al semplice osservante della legge. L’orizzonte cristiano va oltre que-sta cerchia, già di per sé ampia, per estendersi a una società sconfina-ta quale è una società multietnica. Sì che ritorna, più insistente che mai, la domanda: quale è il pros-simo da amare? Non è più soltan-to il connazionale o il fratello nel-

Sono sempre numerose le segnalazioni che arrivano all’attenzione della commisione comunale chiamata a decidere sull’assegnazione del Bulloni (nella foto una passata edizione) e degli altri riconoscimenti a questo associati. Sono storie che, in qualche modo sono emblematiche dei tempi cambiano e della trasformazione del concetto di bontà. Sempre più difficile, di anno in anno, per la commissione scegliere tra

tutte le segnalazioni pervenute. Tante sono meritorie, molte altre raccontano di come ciò che sino a qualche tempo fa era considerato ordinario con i cambiamenti in atto nella società abbia finito col diventare straordinario. Sono, poi, segnalazioni, che arrivano quasi esclusivamente dalla città, mentre l’intitolazione del premio alla figura di un prefetto dovrebbe far allargare gli orizzonti a tutto il Bresciano, terra, nonostante tutto, ancora segnata da tanta attenzione all’altro.

la fede, ma anche lo straniero, il diverso, in una parola l’altro. Non si tratta di spostare i confini della bontà che, per sua natura, non li conosce, ma di includere territo-ri umani finora inesplorati. Come nel caso della parabola del buon samaritano che si prende cura del-lo sconosciuto percosso e lasciato agonizzante sul ciglio della strada. Insomma – come osserva Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose – “chi è atten-to alla realtà può trovare ovunque esempi da imitare, ben al di là delle barriere, anche di quelle religiose, innalzate dagli uomini; addirittu-ra anche l’avversario odiato e di-sprezzato può insegnarci come si deve amare”. Il premio Pietro Bulloni ripropone ogni anno il valore prezioso di te-stimonianze – ognuna, a suo modo, esemplare – tese a rendere più giu-sta la nostra convivenza e incorag-gia gesti concreti, anche anonimi, di sollecitudine e di bontà in tempi, come questi, in cui i bisogni (nel senso ampio della parola) hanno superato ormai la soglia di guar-dia per una società che si ispiri al messaggio evangelico della equità e della giustizia.

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È fissata per le 18 di venerdì 16 dicembre la cerimonia per la consegna del premio Bulloni e degli altri riconoscimenti che nel corso degli anni sono andati a fare da corona a quello intitolato alla figura del primo Prefetto della Brescia liberata dal fascismo. Un appuntamento che chiama a raccolta l’intera città per rendere omaggio a concittadini e figure della provincia che si sono distinte per impegno personale e dedizione agli altri.

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i è svolto nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati il convegno“Immigrazione e diritti di cittadinanza”, un tema che ha assunto anco-

ra maggiore spessore dopo le recenti discussioni scaturite dalle afferma-zioni del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Base del convegno so-no stati i dati del Dossier annuale di Caritas e Fondazione Migrantes che certificano la presenza di stranieri in Italia e l’esistenza di una “questio-ne cittadinanza”. Ci sono contesti, quartieri e Comuni, infatti in cui la presenza straniera ha raggiunto pic-chi davvero significativi. Si tratta di una realtà migratoria che ha un’in-cidenza del 20% sulla popolazione, così come avviene in Comuni tra i 15 e i 25mila abitanti, quali Rovato, Lonigo (Vicenza), Castiglione delle Stiviere (Mantova). In altri Comuni più piccoli, tra i 5 e i 15mila abitanti, l’incidenza supera il 25%: si tratta di Baranzate (Milano), Verdellino (Ber-gamo), Porto Recanati (Macerata) e altri nella Lombardia, in Emilia Ro-magna, nella Toscana e perfino in Sicilia (Acate in provincia di Ragu-sa). Nel comune di Airole (Imperia), che ha meno di 500 abitanti, ogni 10 residenti tre sono stranieri.La dimensione quantitativa ha la sua importanza, tanto più quando ad essa si unisce quella qualitativa. Tra i circa 5 milioni di stranieri re-

lità di minori, come è stato ribadi-to nel corso del convegno, significa che questi nei due terzi dei casi sono nati in Italia, e la percentuale è anche più elevata se si considerano i bambi-ni della scuola d’infanzia (78,4%)”. E la nascita in Italia sarà la tendenza che caratterizzerà sempre più il futuro. In effetti, nel 2010 sono nati in Italia ol-tre 78mila figli da entrambi i genitori stranieri. “Le famiglie con almeno un componente straniero incidevano so-lo per il 3,1% nel 2001 – è stato puntua-lizzato nel convegno – e ora hanno su-perato l’8% (oltre 2 milioni di nuclei). Una crescente quota di queste famiglie

golari presenti in Italia, poco meno di un quinto è costituito dai mino-ri (993.238). A questo si aggiunge un’altra nota qualitativa non indif-ferente: circa 650mila sono nati in Italia. Trattandosi per la quasi tota-

Diritto al sussidio di disoccupazio-ne, alla formazione professionale e alla pensione una volta rientrati nel Paese d’origine: la nuova di-rettiva del Parlamento europeo, approvata il 12 dicembre, garanti-sce agli immigrati extracomunitari pari diritti dei cittadini dell’Ue. E introduce il permesso unico di sog-giorno lavoro e residenza, in modo tale da semplificare le procedure amministrative. In particolare, la

direttiva obbliga i Paesi dell’Unio-ne europea a rispondere a una ri-chiesta per un permesso unico en-tro 4 mesi. Gli Stati hanno due anni di tempo per adeguarsi a quanto deciso del Parlamento europeo. In via generale, ai lavoratori extraco-munitari va garantito lo stesso ac-cesso alla sicurezza sociale dei la-voratori europei, tra cui gli alloggi sociali, la formazione professiona-le, condizioni di lavoro decenti e

diritto alla rappresentanza sinda-cale. Tuttavia i governi nazionali potranno restringere l’accesso ai sostegni familiari e di disoccupa-zione ai lavoratori in possesso di un permesso valido per meno di sei mesi. Inoltre, i lavoratori ex-tracomunitari avranno il diritto di ricevere la pensione una volta ri-entrati nel proprio Paese alle stes-se condizioni e tassi dei cittadini dello Stato membro di residenza.

sono miste. Un’altra nota qualitativa, utile a interpretare le statistiche, è la constatazione che gli immigrati, se non costretti, non tendono, salvo ca-si particolari, a ritornare nei loro Pa-esi di origine, dove la situazione è ben peggiore di quella italiana. Il ritorno obbligato si è verificato per oltre 600 mila cittadini non comunitari, che nel corso del 2010 hanno visto scadere il loro permesso di soggiorno senza po-terlo più rinnovare: poiché un terzo di questi permessi era stato concesso per motivi familiari, in questo rimpa-trio fallimentare sono stati coinvolti anche molti minori.

Con le deleghe conferite dal Consiglio dei ministri, il ministero di Andrea Riccardi si arricchisce di competenze ‘pesanti’. Tali da configurare un dicastero centrale nello scacchiere dell’esecutivo Monti. Secondo fonti di agenzia, al ministero guidato dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio andranno le deleghe ai giovani, quelle alla famiglia, alle adozioni dei minori italiani e stranieri. Un pacchetto di competenze

che coniuga il lavoro per l’integrazione degli stranieri con quello per la coesione della società italiana intesa in senso lato. Ad Andrea Riccardi faranno capo anche le competenze sull’Osservatorio nazionale famiglia, quella sull’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza, la delega per le politiche contro la tossicodipendenza, quella al servizio civile, e quella contro la discriminazione religiosa,

razziale ed etnica. Fra i primi a complimentarsi con Riccardi la Conferenza nazionale enti per il servizio civile che, per bocca del suo presidente Primo Di Blasio, ha espresso la speranza che il Ministro possa ridisegnare un orizzonte di speranza e di certezza per il futuro di questo prezioso istituto della Repubblica italiana, molto apprezzato dai giovani ed esperienza di riferimento in ambito europeo.

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ell’atto di follia che ha insanguinato Firenze si parla in più pagine di questa edizione di “Voce”.

Quasi per una sorta di tragica coin-cidenza anche il Belgio più o meno nelle stesse ore in cui a Firenze un folle si accaniva su inermi senega-lesi ha vissuto una esperienza ana-loga. La città di Liegi è stata scossa il 13 dicembre da un attentato omicida di un folle che ha provocato la morte di sei persone (tra cui tre ragazzi e un bambino di due anni) e 125 feriti. La sera dell’attentato la comunità cattolica si è unita in preghiera nel-la chiesa di Saint-Barthélemy. “Una violenza cieca e inumana – ha detto il vescovo di Liegi, mons. Aloys Jou-sten – ha seminato morte e terrore nel cuore della nostra città. Quanta sofferenza inutile e inaccettabile. Al-le vittime, alle famiglie provate, al-la popolazione sotto choc, esprimo la mia vicinanza e il mio sostegno morale. Tutti hanno un posto nella preghiera dei cristiani della dioce-si. Vorrei anche ringraziare le for-ze dell’ordine e le autorità civili per il loro coraggio e il loro impegno”.Una drammatica testimonianza di quanto accaduto a Liegi è stata for-nita nei giorni scorsi da don Eric de Beukelaer, ex portavoce della Conferenza episcopale del Belgio e ora decano nella città di Liegi, che si trovava vicino alla zone del-la strage. “Non mi trovavo proprio sul posto ma a qualche isolato più in là – è la sua testimonianza –. Era una giornata piovosa e vento-sa a Liegi. Stavo condividendo un pranzo di lavoro con una persona, parlavamo, quando all’improvviso abbiamo visto la strada riempirsi di poliziotti. Dai tavoli vicini ho

derazioni dell’ex portavoce della Conferenza episcopale del Belgio – non abbiamo notizie in più rispetto a quelle che sono su tutti i giornali. È spesso la disperazione e il male di vivere a spingere a commette-re gesti insensati e a fare del male attorno a sé. Sono cose che sono già accadute e purtroppo potranno succedere ancora”. Non crede don Eric de Beukelaer, oggi decano nella città di Liegi a una matrice razzista della strage perpetrata. “Non si ha l’impressio-ne che ci siano ragioni razziste, – afferma al proposito – tanto più che l’autore della strage è di origi-ne araba e che le vittime sono di più religioni. Credo che sia il gesto di un disperato, di un folle”. Toccherà dunque agli inquirenti fare luce su questa storia e su co-me sia stato possibile che un cit-tadino, già per altro indagato per reati similari, abbia potuto mette-re insieme un arsenale in grado di seminare morte e terrore. In un Belgio ancora in preda allo shock e a uno stato d’animo che ricorda da vicino quello cono-sciuto dalla popolazione norve-gese dopo la carneficina sull’isola di Utoya e le bombe per le vie di Oslo, la comunità cristiana, come ricorda anche l’ex portavoce della locale Conferenza episcopale, sta interrogandosi. “Come cristiani – afferma il sacerdote – dobbiamo accompagnare nella preghiera la sofferenza provocata da simili av-venimenti. Non abbiamo risposte da dare che altri non hanno. Cre-do però che la peggiore reazione sarebbe quella di lasciarsi prende-re dalla paura, dall’emozione, dal temere gli eventi. Certo che c’è la paura, ma bisogna stringersi nella solidarietà”.

La tragica fine di Francesco Pinna, il ragazzo di 20 anni di Trieste, morto lunedì mentre lavorava al montaggio del palco del concerto di Jovanotti, “ci addolora enormemente: era uno studente-lavoratore, con i suoi sogni e il suo progetto di vita che alimentava lavorando agli allestimenti di eventi pubblici come i concerti. La morte di un giovane è sempre una grande perdita che tocca da vicino il cuore di tutti”. Lo ha dichiarato don Nicolò Anselmi, responsabile

del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei. Davanti a fatti del genere, ha detto, “il primo sentimento è di stretta vicinanza e preghiera alla famiglia, ai suoi amici a coloro che gli volevano bene. Uno sguardo di fede ci aiuta a pensare che la vita non si ferma con la morte ma va oltre, nell’eternità di Dio”. Per don Anselmi “la morte di Francesco deve farci riflettere e pensare anche ai tanti giovani che si prodigano per costruirsi

un futuro solido. Il mondo degli adulti deve aiutarli a realizzare i loro progetti di vita ed evitare così che cadano nelle mani di mafie pronti a sfruttarli; i giovani sono un grande dono per la società, la loro generosità, la loro freschezza, genialità, serietà e sono semi di speranza”.Una tragedia come questa, costata la perdita di una giovanissima vita umana alla vigilia di un evento che doveva essere di gioia e di festa soprattutto per tanti suoi coetanei,

c’interroga e costringe a riflettere anche sulle gravi responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti dei giovani e del lavoro”. È quanto afferma invece don Giovanni Angeli, consulente ecclesiastico della Commissione diocesana per i problemi sociali e del lavoro di Trieste e “accompagnatore spirituale” delle Acli cittadine. La tragedia di Trieste mette ancora una volta in primo piano il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.

cominciato a sentire parole come ‘granate’, ‘spari’, ‘morti’, ‘feriti’. Nel cielo è apparso anche un eli-cottero. Sul mio cellulare trovo già alcuni messaggi di amici che cer-cavano di contattarmi per sapere se stavo bene. Volevo rassicurarli ma la rete era caduta”. Anche a qualche giorno di distan-za dal folle gesto omicida il sacer-dote belga non sa darsi una spie-gazione diversa da quella fornita dalle forze dell’ordine per quanto accaduto. “Purtroppo – sono le amare consi-

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Fiorello ha raccolto milioni di telespettatori. Come Sanremo. Come le partite della nazionale. Appunto. La televisione delle masse è quella e basta un buon giullare per attirare l’attenzione; anche con testi assolutamente mediocri, Benigni compreso. Senza dimenticare che negli stessi giorni in cui Fiorello imperava, l’Antitrust ha pubblicato un documento in cui contesta all’Auditel (la società che misura gli ascolti, governata da Rai e Mediaset) “l’errata attribuzione dei risultati della sua rilevazione anche alle famiglie italiane che non hanno un televisore”. Pratica “che ha avuto inizio nella prima metà dell’anno 2008 ed è ancora in corso”. “La produzione di dati di ascolto che sovrastimano la performance solo di alcuni canali (e in maggiore proporzione quella dei canali più seguiti) costituisce un comportamento abusivo”, perché produce “effetti di natura discriminatoria e pregiudizievole nei confronti” delle emittenti attive sul mercato. Con buona pace di tutti quelli che credono a quei numeri.Comunque Fiorello mi offre il pretesto per parlare d’altro.

Da alcune settimane c’è stato (come per altro annunciato anche in queste pagine) il cambio della guardia fra gli autori delle riflessioni che, in prima pagina, aprono ogni edizione di “Voce”. Don Diego Facchetti ha preso il posto di suor Francesca Bernacchia. Come ormai apprezzata consuetudine, però, gli scritti della dorotea da Cemmo, sono stati raccolti in un agile pubblicazione.“Sguardi”, questo il titolo dato alla raccolta, è disponibile

presso il Centro diocesano per le comunicazioni sociali di via Callegari, 6 a Brescia.La pubblicazione, in vendita a 1,5 euro, rappresenta un’ottima soluzione per chi è in cerca di qualcosa di significativo da donare in occasione dell’ormai imminente Natale. Perché, come scrive Paolo Ghezzi nella prefazione della pubblicazione, “gli scritti di Francesca Bernacchia – nati in un dialogo con la contemporaneità – volano

alto e si tuffano nel profondo, nel nucleo incandescente dell’esistere. La tensione mistica e lirica della scrittura di Francesca, della sua anima di figlia e sorella, rimanda alla poesia di Rilke, non a caso tra i tanti autori amati e citati (da Boccaccio a Sergej Bulgakov, da Dossetti a De André) in questo suo viaggio”. Poche parole, così come brevi sono le riflessioni che aprono ogni settimana “La Voce del Popolo” che invitano all’acquisto di “Sguardi”.

generazioni sono cresciute in un humus in cui il sesso era un tabù assoluto. E la pratica del sesso era “tollerabile” solo in funzione della procreazione. Il Concilio Vaticano II, sia pur timidamente, ha proposto una riflessione sul matrimonio e sull’amore coniugale proiettata in una dimensione più ampia della procreazione: “Il matrimonio non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli

esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità” (Gaudium et spes, n.50). Nei decenni successivi la Chiesa (intesa come popolo di Dio e non solo come gerarchia) ha avuto grosse difficoltà nel seguire e comprendere l’evoluzione dei costumi, dei modelli di vita e quindi dei comportamenti in tema di sessualità (e non solo). Oggi il piatto è rovesciato. Nel senso che la sessualità viene

Infatti nell’ultima puntata del suo spettacolo, il cantante siciliano ha preso spunto da un intervento (vero o presunto) dei dirigenti Rai che avrebbero proibito l’uso della parola profilattico per ricavarne, con l’aiuto di Jovanotti e dello stesso Benigni, un lungo spot a favore di quello che lui ha chiamato il “salva vita pischelli”. È l’uso di quella definizione “salva vita” che ha attirato la mia attenzione. Non tanto per la questione profilattico in sé, ma per la questione vita. Le vecchie

considerata un piacere a sé, in cui la procreazione rappresenta spesso un incidente di percorso o una scelta dettata dalle voglie personali. Infatti il tasso di natalità è così basso che, senza il contributo delle famiglie straniere, non riuscirebbe a saldare il conto con quello della mortalità.Ecco perché le polemiche sul profilattico si conducono in nome della difesa dalle malattie, ma in realtà sono prodotte da una cultura che vuole tenere sotto stretto controllo la procreazione. Intendiamoci, il problema delle malattie esiste e va considerato con serietà, soprattutto in contesti diversi dal nostro. Tuttavia è da ipocriti ignorare il problema di fondo cioè il fatto che la sessualità da tabù è diventata quasi una pratica sportiva. Un paio di domande: che cosa è l’amore? Che ruolo ha il corpo, cioè il sesso, rispetto all’amore? Domande che non possono cercare risposte da Fiorello o da “Porta a porta”, cioè dalla tv. Forse è ora di fare sul serio in tema di educazione (non solo di informazione) sessuale, per ridare senso a una parte molto importante del vissuto.

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on per mancanza di risor-se, non per problemi lega-ti al numero dei posti let-to, ma solo per questioni legate alla sicurezza…”.

Dal prossimo 23 dicembre nel presi-dio ospedaliero di Gardone Valtrom-pia chiude il punto nascita e non si potrà più partorire. Ma, dalla stessa data, le donne residenti in valle che lo desiderano potranno rivolgersi alla Sala Parto degli Spedali civili di Bre-scia, cui il presidio di Gardone afferi-sce con altri della provincia. Non so-lo: nel giro di 4/6 mesi nel nosocomio valtrumplino verranno implementati i servizi di assistenza del settore con l’obiettivo di aumentarne la qualità. E questo sia per il settore dell’ostetricia, con servizi ambulatoriali e posti letto per seguire le donne gravide per tutto il periodo della gravidanza, program-mazione di tagli cesarei e analgesie epidurali, che per quello della gineco-logia, con attività chirurgiche a bassa e media complessità e servizi ambula-toriali per più patologie e per donne di tutte le età. Tutto questo secondo un progetto di riorganizzazione dell’Uni-tà operativa di ostetricia e ginecolo-gia di Gardone avviato dall’azienda madre, l’Ospedaliera spedali civili. A tranquillizzare sul futuro dell’ospeda-le gardonese sono intervenuti merco-ledì 14 il direttore generale dell’azien-da, Cornelio Coppini e il direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia de-

zione di ridimensionare il presidio. Anzi , lo stesso verrà potenziato con più attività”. Tra le tante – notizia già anticipata, ma ora i soldi, 1,5 milioni di euro dati dalla Regione, sono già nel cassetto –, “la ristrutturazione del Pronto soccorso, i cui lavori si conclu-deranno nell’arco del 2012”. “Da in-dagini della commissione del Senato sulla sicurezza – ha spiegato Sartori citando più esempi – i punti nascita con meno di 500 parti all’anno hanno indici di mortalità maggiori”. E i nati a Gardone quest’anno non arrivano a 400 unità, mentre l’ospedale “madre”, il Civile, arriverà a 3.850 e prevede di

gli Spedali cIvili, il prof. Enrico Sarto-ri. “La chiusura del Punto Nascita – ha puntualizzato Coppini – avviene solo per garantire la massima sicurezza e per il decreto legislativo Fazio che lo impone. Non di certo per l’inten-

“Forum per domani” in collaborazio-ne con il Centro di iniziative di cultu-ra politica Alcide De Gasperi (nella foto) di Castegnato promuovere il convegno “Storia della Dc di Caste-gnato, vicende e protagonisti dal 1965 al 1995” con l’obiettivo di fare cultura testimoniando il passato e di non per-dere la memoria di fatti e personaggi che hanno modellato la storia collet-tiva della politica locale. L’idea nasce dal problema sempre aperto della rap-

presentatività della cultura cattolica in politica e dell’odierno dibattito su un rinnovato impegno dei cattolici per il bene comune, ma principalmente l’iniziativa prende spunto dalla fine della pubblicazione del libro a dispen-se mensili del sociologo castegnate-se Ezio Guerini dal titolo “Impegno civico & passione politica” dove, tra cronaca e memoria, con 350 pagine di testo, decine di fotografie e documen-ti, racconta le principali vicissitudini

della Dc locale richiamandole alla me-moria della gente con abbondanza di nomi, date, episodi, retroscena e com-menti. Portano la loro testimonianza Luciano Ciocchi, già componente del direttivo Dc e della segreteria pro-vinciale Cisl, e Giuseppe Danesi, già componente del direttivo Dc e asses-sore allo Sport del Comune di Caste-gnato. L’appuntamento è per lunedì 19 dicembre alle ore 20.45 al Centro civico di Castegnato in via Marconi 2.

È

tornare dal prossimo anno a 4.000. Ed ha riferito, Sartori, del “lavoro che hanno compiuto più commissioni pa-ritetiche che hanno coinvolto i vari Presidi” e di “un codificato percorso assistenziale che darà tempi e numeri utili per una assistenza 24 ore su 24”. I referenti del presidio per il progetto relativo a Gardone saranno Adriana Valcamonico per la parte ostetrica e Fabio Rampinelli per quella ginecolo-gica, mentre la responsabile del pro-getto è Maria Ongari, da molti anni attiva al nosocomio valtrumplino e che con altre cinque dottoresse con-durrà un organico tutto al femminile.

Dopo il “passaggio” della Santa più amata da tutti i bambini nella notte tra lunedì 12 e martedì 13 dicembre, a Coccaglio è atteso un secondo e speciale arrivo di Santa Lucia. Il magico transito è previsto infatti per questa domenica 18 dicembre quando, attorno alle 11.15, terminata la Santa Messa delle 10.30, nella centrale piazza Luca Marenzio succederà qualcosa di magico. Grazie all’iniziativa benefica promossa annualmente dai

volontari del Gruppo comunale “Mombelli” dell’Aido di Coccaglio e per la gioia dei più piccoli, la santa martire approderà nel centro storico del paese sopra un carretto carico di doni e dolciumi per tutti, mentre durante l’occasione e come nelle precedenti edizioni, tutti i bambini presenti saranno invitati a portare con generosità un giocattolo o un piccolo pensiero da destinare ai loro coetanei meno fortunati. Musica,

divertimento e intrattenimento faranno da cornice al lieto appuntamento, mentre i volontari sono già proiettati nell’organizzazione della seconda attesa iniziativa dicembrina: quella del grande cenone di fine anno. Come ormai consolidata e apprezzata tradizione, nella lunga notte di San Silvestro nella Casa della Solidarietà di via padre Marcolini, sarà imbandito il grande cenone “Aspettando il 2012”. Info: 030/7703920. (a.s.)

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al mese di ottobre, gra-zie a un accordo sigla-to il 29 settembre fra la Prefettura e il Comune di Brescia, è attivo il

progetto “Libera Tempo”, consi-stente nell’apertura continuata di alcuni uffici dei due enti durante la pausa pranzo, nella giornata del mercoledì, al fine di favorirne la fruizione da parte dell’utenza. Que-sta iniziativa di semplificazione, modernizzazione e razionalizzazio-ne della Pubblica amministrazione si è arricchita di un altro soggetto, Atf-Federfarma per 22 farmacie private e Farcom per le 12 pub-bliche della città, a che quelle in servizio di guardia farmaceutica, dal 4 novembre e nella medesima giornata, non chiudessero più i battenti nel periodo dell’intervallo per pranzo. Il 13 dicembre l’accor-do è stato sottoscritto anche da un altro importante soggetto, la Cisl. Alla firma apposta in Prefettura dal segretario generale Cisl Loren-zo Torri, erano presenti il vice pre-fetto vicario di Brescia Salvatore Renato Pasquariello e l’assessore ai Tempi e alla sussidiarietà del

Comune di Brescia Claudia Tauri-sano. “Abbiamo aderito all’inizia-tiva – nella duplice veste di utenti da un lato e di fornitori di servizi dall’altro – ha detto Lorenzo Torri – per agevolare i lavoratori a svol-gere alcune pratiche durante la pausa pranzo senza dover chiede-re dei permessi e per rendere loro maggior tempo libero da dedicare alla famiglia”. Gli uffici Cisl aperti, citandone solo alcuni, sono il Cen-tro assistenza fiscale, il patronato Inas, il Centro assistenza lavoro e famiglia Calf, i servizi ammini-strativi fiscali Saf, l’associazione consumatori Adiconsum, l’ufficio vertenze e molti altri. Salvatore Pasquariello ha ricordato alcune aree in cui vi è l’orario continua-to, quali ”la sicurezza del pubblico e l’anti-racketaggio, gli uffici dove poter cambiare nome e cognome”

e ha anticipato che da gennaio sa-ranno operativi quelli relativi alla depenalizzazione e patenti di gui-da. “Rimandando al sito del comu-ne l’elenco degli uffici aderenti al progetto – ha sottolineato Claudia Taurisano – è da segnalare come molto importante l’adesione del sindacato, che viene sempre più vissuto non già nella sua veste na-turale e originaria di tutore del la-voratore nelle vertenze, ma come fornitore di servizi che si avvici-nano sempre più alle esigenze dei cittadini. Per quanto ci riguarda – ha aggiunto la Taurisano – stiamo operando per incrementare sem-pre più i servizi online, il cui utiliz-zo è maggiormente sentito da una popolazione in continuo aumento, in quanto la facilità di accesso dal-la propria abitazione rimane inso-stituibile”.

Il Comune ha emesso un bando per l’assegnazione di tre alloggi con un canone di affitto agevolato, di durata triennale, rivolto a giovani coppie spo-sate. “L’iniziativa – spiega l’assessore Giorgio Maione – ha l’obiettivo di ri-avvicinare i giovani coniugi al centro storico e vuole essere modello per iniziative simili in futuro”. Gli apparta-menti sono composti da zona giorno, camera da letto, bagno e balconcino e si trovano in via Paitone n. 11. Per accedere è necessario che ognuno dei componenti abbia meno di 35 anni (complessivamente non devono supe-rare i 65), che risiedano da almeno 10 anni in Lombardia e che almeno uno abbia, sempre da 10 anni, la residen-za in città. Come requisito reddituale, è richiesto un Isee inferiore a 15mila euro. “Contribuiranno ad assegnare punteggio in graduatoria gli anni di residenza in città maggiori a 10, e la residenza attuale degli interessati o dei loro genitori nella Circoscrizione Centro – continua Maione – questo perché riteniamo importante mante-nere le famiglie vicine in un’ottica as-sistenziale reciproca”. Le singole uni-tà abitative sono di proprietà dell’Isti-tuto diocesano per il sostentamento del clero, che li ha dati in locazione al Comune, per il quale il costo di affitto è di 50 euro annui al mq, stesso cano-ne che l’amministrazione comunale imporrà ai vincitori del bando. Sono state identificate tre fasce reddituali per le quali sono previsti canoni di af-fitto diversi: coppie con Isee tra gli 8 e i 10mila euro pagheranno tra i 220-230 euro mensili (variabili in base alla me-

tratura); per i redditi tra i 10 e i 12 mila euro si calcola un affitto di circa 230-240 euro, mentre la fascia più alta, da 12 a 15mila euro, pagherà circa 240-250 euro. Le domande possono esse-re presentate fino al 19 gennaio 2012 presso l’ufficio Casa (piazzale Re-pubblica 1, lunedì-mercoledì 9-12.30, giovedì 9-12.30 e 14-16); il modulo è sul sito www.comune.brescia.it. Per info, 0302977409 o 0302977336. (a.g.)

“Premio Panzera: nella solidarietà all’anziano”. Con questo nome nasceva nel lontano 1990 su iniziativa dell’allora segretario generale della Fnp bresciana, Alcide Cattabriga, il riconoscimento che ogni anno viene assegnato a persone che si sono particolarmente distinte nel corso della loro vita associativa all’interno della Cisl per l’impegno profuso nel servizio e nella tutela dei diritti degli anziani. Il premio, dedicato alla memoria di Pietro

Panzera, fondatore nell’immediato dopoguerra della Libera Cisl, già dirigente del sindacato cislino dei tessili e dell’abbigliamento e, successivamente, impegnato nella segreteria della Federazione dei pensionati, vuole essere un giusto riconoscimento a chi, nel proprio territorio, ha saputo interpretare le istanze di una categoria che vede aumentare sempre di più la propria fragilità, se non altro anche in virtù della progressione d’età, e, nello stesso tempo, sa

porsi quotidianamente in ascolto e sa intercettare il bisogno di attenzione che l’anziano manifesta al di là della mera rivendicazione economica. Il tema della “Città fragile”, intesa come luogo di vita e di incontro nel quale si palesano sempre di più segnali preoccupanti di disagio e fragilità (e si badi bene non solo in virtù della perdurante crisi economica) è stato quest’anno scelto per il seminario che si avvarrà del contributo del sindaco di Brescia, Adriano

Paroli, del sociologo Diego Mesa, operatore della Caritas bresciana e di Urbano Gerola, presidente del Centro servizi per il volontariato di Brescia. Il programma prende avvio alle ore 9.30 con la S. Messa celebrata da mons. Serafino Corti presso la chiesa del Centro pastorale Paolo VI di via Gezio Calini, seguita, alle 10.30, dalla tavola rotonda coordinata dal segretario della Fnp, Alfonso Rossini, e dalla consegna degli attestati alle ore 12.

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Nella cornice dell’Automobile Club Brescia si è svolta, il 10 dicembre, la cerimonia di premiazione della 15ª edizione del Premio Castellotti, promosso da sempre ad opera della locale Scuderia Ferrari Club. Il Premio Castellotti nacque 16 anni fa da un’idea del presidente del Club, Luciano Dal Ben, al ritorno da una giornata a Maranello. All’idea iniziale seguì la scelta di dedicare il premio a Eugenio Castellotti, sfortunato quanto talentuoso pilota di Formula 1, scomparso a

soli 26 anni in un tragico incidente sul circuito di Modena, nel 1957. Il giovane pilota, tuttavia, non si distinse soltanto in Formula 1, ma legò la sua breve, seppur intensa, carriera anche ad altre corse, tra cui la bresciana Mille Miglia: nel 1956, vinse la storica corsa, al volante di una Ferrari, senza alcun compagno e in condizioni meteorologiche avverse. Sin dalla prima edizione del Premio, nel 1996, i piloti che hanno ricevuto il prestigioso e ambito riconoscimento si sono

distinti non soltanto per le loro doti di pilotaggio, ma anche e senza dubbio, per le loro doti umane, requisito fondamentale per ricevere il Castellotti; un premio che, per statuto, può essere ricevuto una sola volta nella vita. Ad essere premiati, due giovani promettenti piloti: Alberto Cerqui e Francesca Linossi. Coetanei, i due ragazzi diciannovenni sono amici, hanno frequentato lo stesso liceo e si conoscono da tempo. Alberto Cerqui vincitore del Campionato

italiano di Formula Azzurra è attualmente pilota ufficiale per la Bmw nella Serie Superstar: inoltre, ha partecipato al Campionato di Formula 3. Francesca Linossi ha ottenuto invece importanti vittorie al volante di vetture da turismo, come Ferrari e Lamborghini: la sua passione per le corse la deve a suo padre Luciano, anch’egli pilota, con il quale corre spesso in coppia. Ai due giovani, è stato consegnato il Castellotti, con l’augurio di un promettente futuro sportivo. (l.d.p.)

a Cooperativa sociale “La Mongolfiera”, in stretta collaborazione con i Ser-vizi sociali del Comune di Brescia, ha dato vita al

progetto “Fuori dal nido”, che consi-ste nel dare una soluzione abitativa e residenziale alternativa ai servizi strutturati esistenti, a soggetti con disabilità diversa da quella motoria, già inseriti in una Css, Comunità so-cio-sanitaria. La notizia non avreb-be la rilevanza che merita se non si trattasse di un immobile confiscato alla malavita e acquisito dall’Agen-zia nazionale beni confiscati ed as-segnato, per il suo utilizzo, al Comu-ne di Brescia. “Si tratta di un appar-tamento situato in via Crocifissa di Rosa 97 – ha spiegato il responsabile dell’Agenzia beni confiscati per Bre-scia Giuseppe Giuffrida di Libera, l’associazione che si fece promotri-ce della L. 109/96, istituita per dare ‘Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati’ alla malavita – confiscato nel 2009 a un malavitoso e che il Co-mune di Brescia ha dato in gestione alla Mongolfiera per ospitare quattro persone adulte di sesso maschile, in possesso di autonomie sufficienti per garantire la cura di sé”. Si tratta della prima assegnazione a Brescia a una cooperativa con fini sociali di un bene confiscato, ma, come ha ag-giunto successivamente l’esponente

di Libera, è uno dei 62 immobili di ti-po abitativo confiscati e già destinati sul territorio provinciale, cui se ne devono aggiungere altri 25 in attesa di destinazione, oltre agli immobili facenti capo a 28 aziende. Dopo la benedizione del provicario generale mons. Cesare Polvara, Nicolas, Ales-

sandro e Carlo, i primi tre ospiti della nuova struttura, ne hanno preso pos-sesso, mentre il quarto posto è con-siderato come ‘emergenza’ per dare risposte immediate e temporanee a situazioni problematiche. “Il taglio del nastro di questo appartamento rappresenta il termine di un percorso che abbiamo vissuto come sfida – ha detto il presidente della Mongolfiera Piero Bersi – sfida che abbiamo ac-cettato assieme al Comune e con il sostegno dei Lions Club Brescia Host e Brescia Capitolium, grazie ai quali abbiamo potuto arredare completa-mente l’appartamento e che hanno condiviso con noi i valori e i messag-gi di questo progetto”. “Non bastano leggi e intenzioni – ha detto il sindaco Adriano Paroli – ma serve lo spirito che ha animato chi ha realizzato il progetto per dare il senso di una città che non vuole dimenticare nessuno, perché Brescia è una città in grado di far crescere la grande umanità che, contrariamente a quanto talvolta si crede, è ben radicata nella sua gente. Ognuno ha messo un tassello al gran-de mosaico – ha chiosato Paroli – e questo è un onore per una città cui siamo fieri di appartenere”. “Quello che si è realizzato con questo proget-to – ha aggiunto l’assessore ai Servizi sociali Giorgio Maione – è un esem-pio virtuoso di come si può costruire un tipo di welfare con e per la città e la sua comunità”.

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o stampaggio della gom-ma, una forneria, una pasticceria (con il ricol-locamento sul mercato del lavoro di una madre,

di un figlio e di una figlia), una macelleria, un’attività di import-export. Sono queste alcune delle attività imprenditoriali bresciane che hanno visto la luce grazie a un aiuto concreto. A oggi, a poco più di un anno dall’avvio del pro-getto “Microcredito per Brescia: strumento di sviluppo locale”, so-no stati infatti finanziati otto pro-getti che hanno permesso a otto giovani aspiranti imprenditori di aprire un’attività. L’unico requisi-to richiesto è la capacità di avere delle idee, al resto pensa il Fondo per il microcredito.A Brescia la finanziaria PerMicro e l’associazione Atomi onlus han-no dato avvio alla costituzione di un Fondo per il microcredito per finanziare entro un massimo di 10mila euro idee di impresa inno-vative e sostenibili di soggetti non bancabili (ovvero che farebbero fatica a ricevere un mutuo o un finanziamento). L’iniziativa viene in soccorso dei giovani che, pur avendo capacità imprenditoriali, faticano ad accedere a dei prestiti in quanto privi di garanzie reali. È da sottolineare che non si danno

soldi a fondo perduto, ma il finan-ziamento è di tipo rotativo ovvero con il pagamento delle rate si fi-nanziano altri progetti. Il micro-credito, nato per finanziare attivi-tà economiche nei Paesi in via di

In caso di neve, ma anche di gelo, sono pronti a intervenire uomini e mezzi del “piano neve” predisposto dal Settore manutenzioni e viabilità dell’assessorato ai Lavori pubblici della Provincia. “Le strade di nostra competenza – spiega il presidente Daniele Molgora – costituiscono una rete di circa 2.000 km e interessano una superficie di quasi 14 milioni di mq. Basandoci anche sulle esperienze degli ultimi anni abbiamo predisposto un capillare piano di intervento con un

investimento di due milioni di euro”. “Sono pronti a intervenire – precisa Maria Teresa Vivaldini (nella foto), assessore ai lavori pubblici – circa 200 uomini e 150 mezzi, nostri e di ditte private a cui è stato appaltato il servizio, che possono far fronte alle varie situazioni con interventi rapidi, garantendo la massima sicurezza. Il territorio è distribuito su quattro centri operativi – bassa e alta Valle Camonica con Iseo e Franciacorta, basso e alto Garda, Valle Trompia con Valle Sabbia,

Gambara e tangenziale sud, bassa bresciana con Sp 19 – suddivisi in 20 zone”. Come avviene l’intervento? “Quando la temperatura si avvicina allo zero – spiega Giovan Maria Mazzoli, direttore del settore – i mezzi provvedono allo spargimento di prodotti antigelivi. Durante la notte, se la temperatura si abbassa ulteriormente, gli uomini escono e ripetono l’operazione più volte. In caso di nevicate gli addetti procedono a spargere sale misto a sabbia”. Il costo degli interventi è

variabile in base all’intensità delle precipitazioni ed è stimabile in 18 euro al km. A fine stagione bisogna però aggiungere circa un milione di euro per la sistemazione delle strade rovinate, da catene, sale e sabbia. Altro capitolo quello riguardante le gomme da neve. “Per quest’anno Brescia – conclude Molgora – ha deciso di limitare l’obbligo al consueto elenco di strade, evitando costi aggiuntivi agli automobilisti. Affronteremo il problema con calma”. (v.b.)

10mila euro ciascuno) il Comune di Brescia (in particolare per i gio-vani con il sostegno dell’Assesso-rato guidato da Diego Ambrosi), le Acli, la Cisl, la Fondazione Co-munità Bresciana, il Banco di Bre-scia e la Fondazione Opera Caritas S. Martino. Una volta accettato, il progetto prevede, inoltre, l’ac-compagnamento nella stesura del piano e il monitoraggio e la con-sulenza all’avvio e allo sviluppo di impresa. Il finanziamento (mediamente 6.500/700 euro) ha anche una va-lenza sociale ed educativa. Il tas-so di interesse (attorno al 9,90% rispetto a un 15/16% che potrebbe richiedere – nella misura più ot-timistica – un istituto di credito) copre il lavoro di valutazione del progetto e responsabilizza la per-sona. La banca di appoggio è l’Ubi (filiale sei a Brescia). Non si finan-ziano imprese già esistenti o falli-te, ma si finanziano le idee: fra gli otto imprenditori aiutati ci sono anche quattro stranieri. Al proget-to si accede attraverso la rete dei partner dell’iniziativa. Gli aspetti positivi possono essere moltepli-ci, ma come ha sottolineato be-ne Enzo Torri è proprio la plura-lità dei soggetti coinvolti (sociali, economici e istituzionali) a fare da garanzia.

sviluppo, sta conoscendo ora un successi anche nei Paesi tradizio-nalmente più ricchi per combatte-re l’esclusione finanziaria. In Italia è stato costituito un apposito Co-mitato nazionale permanente per il microcredito proprio con il fine di promuovere questo innovativo strumento finanziario. Non si tratta neppure di un inter-vento spot: il plafond messo a di-sposizione è di 120mila euro, ma può essere incrementato specie se al progetto aderiscono altri enti o associazioni. Al momento aderi-scono (con un finanziamento di

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Aveva destato non poche perplessità la decisione delle Suore Dorotee di edificare una Scuola materna in una zona che, allora, agli inizi degli anni Sessanta, sembrava tanto isolata e lontana dal nucleo cittadino, al punto da non poter essere ancora raggiunta dai filobus urbani, ma da essere servita soltanto dai mezzi della linea Brescia-Gussago. Tuttavia le Suore ripongono grande fiducia in questa scelta: il progetto viene affidato all’Ing. Vittorio Montini e, nel 1964, la Scuola apre

i battenti nel cuore di questa vasta area di proprietà dell’Istituto, dove già esiste una Casa di riposo per suore anziane. Gli anni passano, le persone cambiano, ma la cogestione laico-religiosa resiste al tempo: lo “spirito” del Paolo VI sopravvive egregiamente e sembra riconsolidarsi con maggior vigore dopo il superamento delle difficoltà che, inevitabilmente, incontra sul suo cammino: si tramanda, quasi per un disegno superiore, con le stesse finalità e il medesimo senso

di abnegazione e di servizio in tutte le persone che si alternano nella gestione della Scuola. Le educatrici che dal 1987 lavorano in doppio organico nelle sei sezioni sono quasi tutte laiche. Il Paolo VI può avvalersi della presenza di due suore, la coordinatrice e una maestra, figure preziose, quali compagne di viaggio e consigliere dei laici con cui condividono la finalità di “aiutare i più piccoli” a crescere alla luce del principio evangelico della correzione fraterna.

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–er la presentazione del progetto “Tutti in campo per la vita” è stata scel-ta la ricorrenza di Santa Lucia, data particolar-

mente cara ai bambini bresciani, che per l’occasione attendono gio-chi e dolci in regalo. L’idea è dav-vero significativa se si pensa che i destinatari sono proprio i bambi-ni, i piccoli pazienti dell’Azienda ospedaliera “Mellino Mellini” di Chiari, che grazie alla generosità di aziende coordinate dalla coope-rativa il “Nucleo” e della banca Bcc di Pompiano e Franciacorta, senza dimenticare il contributo di sogget-ti privati, potranno usufruire di mi-gliori attrezzature di cura. Questo le idee espresse dal Direttore gene-rale dall’Azienda ospedaliera della Bassa nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana, nel-la quale ha ringraziato i donatori per la somma di 60mila euro devo-luta all’ospedale, che ha permesso l’acquisto di un ecografo e di un’in-cubatrice nuova, oltre all’aggior-namento tecnologico di quelle già esistenti. Ad essi, per completare la dotazione del reparto di pedia-tria, si aggiungono anche uno sta-diometro, cioè uno strumento per misurare la crescita dei neonati, e un tiralatte. Il progetto però non si esaurisce nel semplice acquisto di

attrezzature mediche: l’intervento di Claudio Vertua, presidente della cooperativa “Il Nucleo”, ha infatti sottolineato, l’obiettivo di conti-nuare la collaborazione con l’ospe-dale, specialmente in direzione di un sostegno psicologico ai bambini durante il periodo di cura. Anche la

Sabato 17 dicembre alle ore 15.30 nel salone del castello è in programma un’assemblea ordinaria dei soci sostenitori della Fondazione Castello di Padernello. “Sono sei anni che stiamo percorrendo insieme questo viaggio nella storia e nella cultura del nostro territorio. Pensiamo di festeggiare con voi questo momento, con chi ci ha seguito, sostenuto ed aiutato in questo sesto anno di attività” è il testo dell’invito all’assemblea

rivolto ai soci dal presidente della fondazione, Ignazio Parini, che relazionerà sui risultati dell’anno alla conclusione per proporre gli obbiettivi per l’anno prossimo. Ai soci il presidente farà ammirare in anteprima, i lavori di restauro della Sala Rossa, il progetto che ha caratterizzato il 2011. L’incontro si concluderà con la proiezione del cortometraggio La Merlagelso di Giacomo Andrico e Angelo Bonfadini e un conviviale aperitivo per lo scambio degli auguri.

Villa Mazzotti a Chiari il 17 e il 18 dicembre ospita “De gustando la qualità”, il primo Festival enogastronomico dei prodotti bresciani. I produttori d’eccellenza della provincia si riuniscono per offrire ai visitatori il meglio della produzione agroalimentare: animeranno Villa Mazzotti con banchi di assaggio e di vendita, workshop e laboratori del gusto. La scuola di cucina proporrà la lavorazione delle carni, dello zucchero e del cioccolato. L’evento

“De Gustando la Qualità”, primo festival enogastronomico dei prodotti bresciani, in programma in Villa Mazzotti sabato 17 dalle 17 alle 22 e domenica18 dicembre dalle 11 alle 22, è una rassegna di cultura e gusto promossa dall’assessorato all’Agricoltura della Provincia e dal Centro vitivinicolo provinciale di Brescia con il patrocinio del Comune di Chiari. La manifestazione è a ingresso libero con svariati appuntamenti, di cui alcuni a pagamento.

dott.ssa Romana Coccaglio, diret-tore sanitario dell’Azienda ospe-daliera ha voluto ringraziare sia la cooperativa “il Nucleo” sia la Bcc di Pompiano e Franciacorta per la massima espressione di generosi-tà dimostrata, richiamando l’atten-zione sulla maggiore efficacia degli apparecchi acquistati. Nelle parole conclusive, affidate nuovamente al dott. Danilo Gariboldi, uno sguardo rivolto al futuro: da una parte la vo-lontà di una sempre crescente col-laborazione con il territorio e, dal punto di vista della ricerca, l’auspi-cio di un progetto di collaborazio-ne che coinvolga l’Università degli studi di Brescia.

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o sportello Orientagio-vani gestito dalla Fon-dazione di partecipazio-ne “Comunità della pia-nura bresciana”, la re-

altà che riunisce 15 Comuni della Bassa occidentale per la gestione di alcuni servizi fondamentali, è stato recentemente oggetto di uno studio sulle modalità di funziona-mento. Al compimento del quinto anno di attività, lo sportello nato nel 2006 con l’intento di aiutare i ragazzi nel periodo della forma-zione e della crescita a orientarsi tra le diverse possibilità di forma-zione, necessitava di una verifica della propria efficacia rispetto alle finalità con le quali era nato, sen-za dimenticare l’adeguatezza delle risorse impiegate per sostenerlo. Lo studio ha pertanto consentito di mettere in luce alcuni dati par-ticolarmente significativi: il primo riguarda gli accessi totali, passati dai 951 del 2006 ai 1655 del 2010, con un incremento significativo a partire dal 2009. A fronte di un dato che può apparire positivo, segno di una buona presenza sul territorio, vanno però applicati alcuni criteri che modificano in parte il quadro generale e che hanno fatto scattare il campanello d’allarme in seno al Consiglio di amministrazione della Fondazione. Dal 2006 al 2010, infat-ti, i disoccupati che si rivolgono al servizio sono passati dal 35 al 60% del totale e soprattutto è aumentata l’età media di quanti accedono al-lo sportello: se cinque anni fa gli over 32 erano solamente il 26% del totale, ora hanno passato il 40%, divenendo di gran lunga la cate-goria più rappresentata. Il profilo dell’utente medio del servizio quin-di, rivela uno slittamento rispetto all’intenzione originale dell’Orien-

Fondazione non è attrezzato per rispondere a esigenze di questo ti-po. Per questo recentemente, sulla scorta dei risultati emersi, abbiamo molto discusso sull’Orientagiovani, istituendo una sotto-commissione incaricata di approfondire la que-stione. Il fatto è che, a fronte della mancanza di fondi e dei tagli ai tra-sferimenti agli enti locali, abbiamo un assoluto bisogno di razionaliz-zare le risorse. Il fatto che il servi-zio venga visto come una sorta di ufficio di collocamento territoriale da parte chi si rivolge a esso, non aiuta a gestire e indirizzare le risor-se, perciò ci stiamo confrontando su alcune modalità di gestione”. La situazione si presenta pertanto piuttosto intricata, in qualche mo-do emblema delle difficoltà che la nostra società si trova ad affronta-re e a cui riesce a rispondere con fatica sempre crescente. In questo caso la soluzione potrebbe essere rappresentata da un ritorno allo spirito originario. Continua infat-ti Soregaroli: “Originariamente ci rivolgevamo ai giovani dell’ultimo anno delle medie e dei primi del-le superiori, per dischiudere loro progetti che ne aiutassero la cre-scita e la formazione. Io credo che è a questo che dobbiamo tornare, attualmente stiamo ragionando su un ridimensionamento delle risor-se, per concentrarci però su proget-ti più mirati. Abbiamo constatato che finanziamenti a pioggia risul-tano dispersivi, meglio puntare su poche persone che siano motivate a obiettivi d’eccellenza”. In ogni caso la commissione nominata è al lavoro e per martedì 20 è previsto un nuovo consiglio di amministra-zione che, tra i punti all’ordine del giorno, affronterà anche quest’ar-gomento.

Al termine di un anno intenso e ricco di sfide la Pro Loco di Carpenedolo, presieduta da Mario Ferrari, traccia un bilancio del percorso intrapreso nel 2011. “Per il nostro sodalizio – afferma il numero uno del gruppo – l’anno su cui sta per calare il sipario è stato costituito sì da difficoltà, ma egualmente affrontato con coraggio per continuare l’opera di promozione iniziata sette fa con l’unico scopo di portare a Carpenedolo una ventata fresca di animazione in

una comunità generosa, ma anche per farsi conoscere all’interno e all’esterno con azioni mirate per creare una nuova immagine di relazioni intense, di coinvolgimento totale in modo che nessuno si sentisse escluso, ma attore della vita cittadina. Certo non è stato facile – continua Ferrari – perché i momenti di stanchezza, di tensione, ansia e preoccupazione ci sono stati, come è normale in un’associazione, ma tutto ciò non ha fermato quella forza interiore che ha animato e

anima i volontari della Pro Loco con la convinzione di fare il bene del proprio paese. È stata una dedizione esemplare, che ha meravigliato molti a partire dalle amministrazioni pubbliche e dai dirigenti delle Pro Loco italiane. Tanta fantasia, ricerca, forza operativa, ore di impegno sono state profuse per creare una nuova mentalità di aggregazione, socializzazione e per puntare alla riscoperta delle tradizioni”. Questo lavoro è stato realizzato “con la piena

collaborazione delle altre realtà istituzionali e associative non solo di Carpenedolo, ma anche di paesi limitrofi nel rispetto di ogni singola operatività al fine di trovare l’unione di sinergie anche per far fronte alle difficoltà di crisi del sistema dell’attuale società”. Il presidente Mario Ferrari, unitamente agli oltre 1000 soci del gruppo, porge alla popolazione “gli auguri più sentiti di buon Natale nell’attesa di ritrovarci ancora più impegnati nel nuovo anno”. (f.m.)

tagiovani: non più una carrellata di opportunità da presentare a un giovane in via di formazione, che certo comprendevano anche il la-voro senza ridursi semplicemente a questo, ma, complice il perdura-re e l’acuirsi della crisi economica, una sorta di agenzia di collocamen-to cui si rivolgono disoccupati di ogni età. “Il nostro sportello af-ferma commentando questi risulta-ti Andrea Soregaroli, assessore al-le Politiche sociali del Comune di Quinzano d’Oglio e componente del Consiglio di amministrazione della

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i vanno accendendo in Alta valle le stelle di Natale: da quella sopra il presepio sul Mella a Marcheno a quella col cappello alpino a S. Co-

lombano. Cominciando dal primo, sono 23 anni che viene curato dagli Amici del Presepio: sulla riva del fiu-me proprio sotto la parrocchiale, vi-sitabile con le costruzioni in mura-tura, ha un fascino particolare per il suo specchiarsi sulle acque del Mel-la. Quest’anno sono state coinvolti i ragazzi delle diverse classi di cate-chismo. Ad essi, divisi in gruppi, è affidato l’addobbo delle diverse co-struzioni, per accogliere il Bimbo Ge-sù la notte di Natale. Resta aperto ai visitatori fin dopo l’Epifania. Inoltre c’è il concorso dei presepi allestiti in famiglia: saranno premiati nel giorno dell’Epifania. Prologo sabato 17 il pre-sepio AlternAttivo dalle 21 all’oratorio seguito domenica 18 nella parrocchia-le alle 20 e 30 dal concerto della Cora-le S. Giorgio di Bovegno. Risalendo la

no al parroco don Giancarlo il Bimbo da mettere nel presepio in chiesa. Qui la sera di S. Stefano si conclude con un concerto di musiche per organo. A Bovegno spicca il doppio concor-so dei presepi: quelli fatti su tavola da esporre sugli altari della chiesa, e quelli realizzati in famiglia. La premia-zione avverrà nel pomeriggio dell’Epi-fania. Il giorno di S. Stefano alle 15 il tradizionale presepio vivente per le vie. Lo stesso avverrà a Lodrino con partenza alle 20 dalla parrocchiale di S.Vigilio: tutte le singole classi sco-lastiche del paese cureranno le ani-mazioni nelle 15 stazioni previste. Il giorno di S. Stefano il concerto in chiesa della banda S. Cecilia. Arriva-ti in cima alla valle, a S. Colombano, una cometa col cappello alpino dal-la vigilia dell’Immacolata brilla sulla capanna fatta di luci disegnata sulla facciata della cascina Petentè, in po-sizione dominante sul paese. Succede da oltre 20 anni: la realizzano i ragaz-zi dell’oratorio con gli amici. Da las-

valle a Tavernole la sera della vigilia, prima della S. Messa, all’oratorio ci sarà lo spettacolo curato da ragazzi, catechisti e genitori. Anche la piccola Pezzoro fa grande festa: si comincia sabato 17 coi mercatini dalle 9 alle 17. Poi l’originale iniziativa “La via del Presepe”. Ogni anno ci sarà un’opera pittorica sul Natale di diversi artisti, che via via abbelliranno le antiche vie del paese: si comincia con la “Nativi-tà” della saretina Morgana Taboni. Sarà presentata la sera della vigilia, quando anche Maria e Giuseppe coi pastori percorreranno le vie del pae-se fino alla chiesa dove presenteran-

È tornata a Sarezzo la mostra “Arte e Carità” promossa dall’associazione Don Bosco 3A e da Operazione Mato Grosso. Fino al 9 gennaio 2012 si possono ammirare in via Repubblica 211/a mobili in legno massello e originali oggetti d’artigianato in legno, pietra e vetro. “Si tratta di opere eseguite sulle Ande peruviane – dice uno dei volontari –, fatte dai giovani intagliatori e scultori peruviani della “Familia de Artesanos Don Bosco”. Questi giovani sono

scelti tra i più poveri della vaste parrocchie e vengono accolti per un periodo di cinque anni nella casa-scuola, educati al lavoro, all’arte e soprattutto all’amore verso la propria terra e la propria gente. Tutti i ragazzi, terminata la scuola ricevono una cassetta con gli attrezzi attraverso cui guadagnarsi onestamente il pane e scegliersi la propria vita”. La “Familia de Artesanos Don Bosco” è formata da giovani che si fermano sulla Sierra e che hanno deciso di condividere

l’insegnamento di padre Ugo, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, di non pensare solo a se stessi, ma di aiutare la gente più povera, sostenendo i bisogni dei rispettivi villaggi. Attualmente sono quasi 650 i giovani dislocati nelle 14 ‘Familias de Artesanos’. “Vorremmo davvero – aggiunge un volontario – che, attraverso questi mobili e oggetti, ci sia una speranza di vita più dignitosa per tanta povera gente. Per noi che li commercializziamo sono uno stimolo a dare un po’ del

nostro tempo mantenendo vivo lo spirito di gratuità che padre Ugo ha voluto trasmetterci con la sua vita accanto ai giovani e ai più poveri. Per chi li compera la certezza di aver compiuto un gesto ‘buono’ e di avere in casa propria un’opera d’arte”. La mostra rimane aperta fino al 9 gennaio: il venerdì e la settimana precedente il Natale (ore 15/19), il sabato (ore 9/12 e 15/19) e nei giorni festivi (15/19). La mostra rimane chiusa il 25 e il 31 dicembre. (a.a.)

Se ancora la neve non è arrivata a imbiancare la Valtrompia, ci pensa la musica di marca saretina a rende-re più natalizio questa prima parte di dicembre. Così hanno deciso di unire i rispettivi talenti la Filarmonica Santa Cecilia di Sarezzo, il cantautore Char-lie Cinelli e il jazzista Roberto Sogget-ti. L’unione di esperienze differenti che da sabato 10 dicembre è fruibile da tutti in un nuovo compact disc in-titolato “Sarès Nedàl”. Il cd raccoglie nove brani, tre dei quali sono stati ar-rangiati dal maestro Roberto Soggetti e altri tre dal maestro Francesco An-dreoli della banda di Ghedi, che ave-va già avuto una collaborazione con Charlie negli anni scorsi. Fra le trac-ce troviamo così brani tradizionali e riarrangiati come “La Mèla”, “La mò-nega”, “Paés” ai quali si aggiunge una

versione anglo-dialettale di “White Christmas” e due inediti: il primo è il brano che dà il titolo al cd (“Sarès Nedàl”), composto a quattro mani da Charlie Cinelli e Roberto Soggetti, una riflessione agrodolce sul signifi-cato del Natale in questi momenti di difficoltà; il secondo (“Natale”) è una pastorella del maestro Luigi Prandini composta nel 1927 e sulla quale Char-lie recita una poesia di Angelo Canos-si che s’intitola “La prima neve”. Il cd è in vendita nei negozi Stilnovo e po-trà essere richiesto alla Filarmonica Santa Cecilia di Sarezzo inviando una e-mail all’indirizzo [email protected] o telefonando allo 030.8982535. Il ricavato della vendita del cd andrà a sostegno delle numerose attività svolte dalla Filarmonica per favorire la diffusione della cultura musicale.

sù, accesi i fuochi, la notte di Natale, scendono pastori e armenti per le vie diretti verso la parrocchiale dedicata a S. Colombano. Qui, su iniziativa del-la associazione Saicome, dopo la Mes-sa delle 17 sarà già arrivato il calesse con i cavalli e Babbo Natale, scortato dagli zampognari, per distribuire dolci ad anziani e bambini. Si dirigerà poi verso le 22 verso Collio dove prima della messa di mezzanotte in Piazza Zanardelli continuerà a distribuire doni compreso panettone e vin-brulè.

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11 mesi dall’entrata in funzione del sistema porta a porta, la raccolta differenziata nel Comu-ne di Gardone Val Trom-

pia pare aver dato i primi frutti. Una raccolta differenziata che nel territo-rio gardonese cominciò a inizio anno, nel mese di gennaio, come prima fa-se di sperimentazione a cura del ge-store Asvt (Azienda servizi Valtrom-pia). “Dopo i primi fisiologici intoppi – spiega l’assessore ai Lavori e servi-zi pubblici Fausto Gamba – tutta la cittadinanza si è adattata alla novità, anzi abbiamo registrato grande sod-disfazione per la frequenza nei ritiri effettuati dagli operatori di Asvt. Una manovra certo facilitata dalla nostra gente, che ha saputo differenziare con estrema dovizia e dimostrando un alto grado di sensibilità verso l’am-biente”. Una manovra che a quasi 11 mesi dall’avvio ha portato a ridurre i rifiuti destinati ai cassonetti di color grigio (indifferenziata) di una percen-tuale pari al 13% di contro a una ridu-zione del 2% riscontrata nei comuni limitrofi che non praticano il “porta porta”. “Da questo confronto numeri-co – aggiunge l’assessore Gamba – si evince come il sistema adottato ab-bia fatto una notevole differenza, alla quale va ad aggiungersi una maggior attenzione da parte dei cittadini ver-so una sostanziale diminuzione della

quantità di rifiuti prodotti. Quello che preme oltremodo sottolineare è l’au-mento notevole della raccolta che ri-guarda il materiale plastico, voce che ha fatto registrare un +20%. Dall’altro lato abbiamo aumentato sul territo-rio il numero di cassonetti riservati alle frazioni organiche, registrando

Il periodo del Natale da alcuni anni a Brescia sa svelare con la forza della parola raccontata le tradizioni a esso legato, grazie alla rassegna “Natale nelle Pievi” ideata da Pietro Arrigo-ni. Un viaggio nei piccoli gioielli della cristianità che in Valtrompia è comin-ciato giovedì 8 dicembre. Venerdì 16 torna, dopo il successo della scorsa stagione “Da le sés a le dò – Da le dò a le dés (un ensòme de Nedàl en fer-

riera)”, spettacolo che già nel titolo-manifesto evoca il racconto di una giornata lavorativa trascorsa in fab-brica una passata vigilia di Natale e messa in scena nella chiesa di S. Filip-po Neri a Lumezzane Piatucco. Mer-coledì 21 dicembre spazio a “Natale è amore… senza confini”, alle ore 20.30 nella piccola chiesetta di S. Martino a Zanano, Sarezzo. Quindi, venerdì 23 dicembre nella Sala delle Colon-

ne a Bovezzo appuntamento con un altro spettacolo che ha visto la luce la scorsa edizione: “Chel Mòtom che el va gné a inciodàl…”, realizzazione scenica dedicata alla figura di padre Ottorino Marcolini, su testo scritto da Tonino Zana con la regia di Pie-tro Arrigoni, la presenza attoriale di Andrea Manni e l’accompagnamento musicale a cura del coro “Alte Cime” dell’Ana di Brescia.

Giovedì 15 dicembre alle 20.30, in Torre Avogadro a Lumezzane Pieve va in scena lo spettacolo “I musicanti di Bre…ma”, un allestimento di Progetti e Regie su testo di Anna Festa e con le musiche originali di Claudio Mandonico. Ideato e diretto dalla regista Sara Poli, è interpretato dalle Freaky Mermaids: Laura Mantovi (narratore), Stefania Maratti (flauto, mandolino), Ombretta Ghidini (chitarra) e Giorgia Poli (basso). C’era una volta… così iniziano

tutte le fiabe e così inizia anche la fiaba “I musicanti di Brema”, struttura narrativa di origine popolare, documentata in diverse culture in versioni differenti. La più nota tra esse è la codificazione ottocentesca ad opera dei fratelli Grimm ed è a questa che fa riferimento la narratrice Laura Mantovi, introducendo i nostri eroi: l’asino, il cane, il gatto, il gallo. Lo spettacolo, in questa data gratuito su prenotazione (333.6110522), è disponibile per le scuole.

Dal 19 dicembre i cittadini potranno esprimere il loro gradimento anche sui servizi erogati dagli sportelli comunali (oltreché, come già dal 2010, sui servizi erogati attraverso il sito www.comune.nave.bs.it ). Periodicamente e a rotazione, gli uffici comunali consegneranno ai loro utenti un codice, con il quale gli stessi, entro 48 ore, potranno esprimere, in forma anonima, il giudizio sul servizio ricevuto. Tali codici possono essere richiesti anche su iniziativa di ogni singolo

utente. Per rilevare il gradimento, il Comune (nella foto il sindaco Bertoli) mette a disposizione di tutti gli utenti un pc touch screen, nell’atrio all’ingresso della sede Municipale. Inoltre, nelle prossime settimane, con questo pc touch screen, sarà possibile navigare, gratuitamente e per tutti, nei siti “istituzionali” predeterminati dal Comune stesso. L’elaborazione grafica della “vela” informativa è opera di educatori e utenti della cooperativa Futura di Cortine.

anche qui un incremento nell’ordine dei 12 punti percentuali; rimaniamo, invece, in attesa di avere i dati uffi-ciali che riguardano la raccolta di ve-tro e carta. In conclusione – chiude Fausto Gamba – con questo sistema abbiamo diminuito il consumo di ri-fiuti solidi urbani, dal 2010 al 2011, di 100 grammi a persona, quantificabile in un risparmio quotidiano comples-sivo di 11 quintali”. Un progetto spe-rimentale che pare aver funzionato, anche nell’ottica futura che intende sviluppare Asvt, potendo in tal sen-so estenderlo ad altri Comuni della Valle che ad essa fanno riferimen-to per il servizio integrato di acqua, gas e rifiuti.

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on Gualtiero Pasini è sta-to nominato parroco di Odolo e sarà coordina-tore dell’unità pastorale della Conca d’Oro, com-

prendente le parrocchie di Bione Pieve, Bione San Faustino, Agnosine, Binzago, Preseglie e Gazzane. S’inse-dierà l’8 gennaio 2012. Dopo 10 anni a San Benedetto, cosa porta nel cuore?Sicuramente l’affetto di tutti coloro che si sono impegnati a fondo nelle attività mantenendo un filo rosso con il lavoro svolto da don Paolo Arrigo (fondatore della parrocchia, ndr): gli incontri di catechesi svolti settimanal-mente da settembre a maggio, il coro, il gruppo Caritas, il Centro di ascolto per i bisognosi e il patronato Cisl, la collaborazione con la circoscrizione e il centro sociale, attività che hanno permesso di raggiungere le persone che gravitano attorno al territorio. Si è creato un ottimo rapporto con i circa 800 stranieri del quartiere: i bambini

sabbini si unisce all’apertura verso il mondo testimoniato dal gemellag-gio con la diocesi malese di San. Ciò indica una volontà di tener fede alle proprie tradizioni mediando con le esigenze del presente.Come si presenta alla comunità?Il mio ruolo sarà quello di coordina-re l’unità pastorale pertanto partirò da ciò che è già stato creato dai miei predecessori e dai parroci dei singoli Comuni con l’intento di valorizzarne le attività. Non ho l’intenzione né la possibilità di sostituirmi a chi già la-vora: il mio compito sarà di mettere insieme le singole esperienze e, ap-punto, coordinarle e collegarle armo-niosamente al fine di aumentarne le potenzialità. Sarà necessario lavorare insieme e avere molta pazienza, sen-za pretendere di raggiungere risultati immediati, soprattutto in un territorio vasto che comprende circa 7000 abi-tanti ed esige quindi una conoscenza approfondita sia delle persone che del loro modo di approcciarsi alle attività.

islamici frequentano il doposcuola e il campo sportivo. Per quanto riguarda i più giovani, che ruolo ha svolto la catechesi?L’implosione demografica e lo spo-polamento giovanile rappresentano un punto critico di questo quartiere. I bambini, preadolescenti e adolescen-ti sono circa 50, e in qualche caso si fa fatica a riunirli in attività comuni per via delle differenze di età. Il grest è risultato essere un buon momento aggregativo e anche il gruppo sporti-vo riscuote successo. Che idea si è fatto del territorio?La laboriosità e l’operosità dei val-

Valorizzare gli anziani, attraverso la trasmissione orale dei ricordi alle giovani generazioni, è stato il punto di partenza di un singolare progetto avviato in Gavardo presso la Casa di riposo “Cenacolo Elisa Baldo” delle Umili Serve del Signore.Ne sono stati protagonisti gli anziani ospiti della struttura e i bambini della Scuola dell’infanzia “Ing. G. Quarena”.Una volta, i racconti degli adulti sulle loro esperienze di vita

caratterizzavano il passaggio da una generazione all’altra.Oggi si è persa la comunicazione intergenerazionale; sia i giovani che gli anziani vivonoin una dimensione di isolamento reciproco.Attraverso questo progetto educativo, due generazioni, distanti fra loro circa 80 anni, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su comuni momenti di vita. Sono stati infatti programmati tre incontri a tema: il primo

sull’esperienza scolastica, il secondo sui giochi e il terzo su canti e filastrocche.Per stimolare il ricordo e il confronto sono stati allestiti spazi con oggetti scolastici o giochi del passato e del presente; si sono costruite bamboline con le foglie del granoturco e sono state raccolte le filastrocche, memorizzate dagli anziani, che verranno cantate e mimate dai bambini nell’ultimo appuntamento. A ogni incontro è seguita

la rielaborazione personale dell’esperienza vissuta.La condivisione di questi momenti di dialogo e confronto ha fatto sentire, sia gli anziani che i bambini, protagonisti e portatoridi un patrimonio umano e culturale. Questa iniziativa è il frutto di anni di collaborazione tra l’educatrice e le maestre della Casa di riposo “Cenacolo Elisa Baldo” e della Scuola materna Quarena che in passato hanno realizzato altri progetti interattivi. (e.n.)

Il referendum non raggiunge il quo-rum. A Nuvolera la consultazione re-ferendaria sull’abrogazione della deli-bera del Consiglio comunale che san-civa il recesso dalla convenzione rela-tiva al “Parco delle Colline” è andata a vuoto. Alle urne, aperte nelle scuole elementari nella giornata di domenica 11, si sono recati solo 601 elettori, pari al 18,44% dei 3.259 aventi diritto. Una percentuale molto lontana dal quo-rum necessario del 50% più uno e an-che al di sotto del numero dei firma-tari, 1.010, che avevano sostenuto l’in-dizione della consultazione popolare. Il Comune aveva aderito al Plis “Par-co delle Colline” nel 2009 e l’adesio-ne è durata fino al 29 aprile del 2010, quando l’amministrazione ha deciso di recedere dalla convenzione sulla gestione associata tra Brescia, Bovez-

zo, Cellatica, Collebeato, Rodengo Sa-iano, Rezzato e Nuvolera. “Riteniamo di aver fatto la scelta giusta – spiega il sindaco Luciana Sgotti – perché nel Pgt abbiamo inserito sulla porzione di territorio vincoli di tutela ambientale che daranno migliori garanzie. Senza costi aggiuntivi e anzi risparmiando 11mila euro di quota associativa che potranno essere impiegati per diverse iniziative. E l’esito della consultazione ci dà la certezza che la scelta è con-divisa dalla maggioranza della popo-lazione”. A seguito della delibera era sorto il comitato “Salviamo il Parco delle Colline”, sostenuto dalle mino-ranze “Camminare Insieme” e “Civica Nuvolera”, che aveva raccolto firme “trasversali” unite dall’obiettivo di ri-pristinare l’adesione di Nuvolera al Parco delle Colline. (v.b.)

Quanto le esperienze precedenti potranno aiutarla in questo per-corso?I sette anni vissuti come assistente diocesano nell’Azione cattolica dei ragazzi sono stati un’occasione per-sonale di arricchimento che mi hanno insegnato a vivere nell’ottica di un re-spiro universale; inoltre, l’attività co-me vicario zonale che ho svolto per più di tre anni in 14 parrocchie bre-sciane è stata un buon tirocinio in vi-sta della prossima esperienza.

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omincia “così così” la sta-gione invernale 2011-2012: il lungo ponte di S. Ambro-gio, dal 7 all’11 dicembre, infatti, anziché trasfor-

marsi in una occasione di rilancio del turismo della neve bresciano, ha regi-strato molti mugugni, mortificazioni e preoccupazione tra gli operatori del settore. Non è nevicato e, peggio an-cora, per l’intero mese di novembre le temperature sono state al di sopra del-la media stagionale. E si è assistito al fenomeno della cosiddetta “inversio-ne termica”: più freddo negli strati più bassi dell’atmosfera e più caldo a ma-no a mano si sale verso la montagna. Impossibile produrre neve artificial-mente. Qualcuno ha messo nel calde-rone dell’insuccesso tutto il possibi-le: la mancanza di fidelizzazione del-la clientela, la crisi economica, i tagli agli investimenti, la paura del doma-ni. Ma la neve caduta in queste ore ha fatto diventare roventi i telefoni delle Società degli impianti di risalita. “Stia-mo rispondendo ininterrottamente al telefono – dicono a Borno – grazie a quei pochi centimetri di neve caduti dal cielo. Non riusciamo ancora ad aprire: ora siamo pronti a produrre

neve non appena le temperature ce lo consentiranno”. Sorriso a naso all’insu anche a Montecampione, do-ve il nuovo proprietario, Carlo Gerva-soni, ha fatto miracoli di generosità e di caparbietà. “Credo in questa avven-tura – ha detto Gervasoni – e voglio andare fino in fondo. Se apriremo per Natale garantisco a tutti i miei dipen-denti tutti gli stupendi pregressi che altri avrebbero dovuto corrispondere loro”. Gervasoni ha partecipato da so-lo alla cordata per rilevare gli impianti di Montecampione: gli serve anche un po’ di fortuna. Val Palot, per ora, è al palo, in attesa che qualcuno si faccia avanti ad acquistare la Società degli impianti di risalita. Eppure è un luogo nel quale molti hanno mosso i primi passi ed oggi è il regno incontrastato degli sci club. Chissà che il regalo di Natale non sia davvero sotto gli abeti imbiancati. Qualcosa si è mosso an-

che in Aprica, stazione storica che ri-chiama i bresciani che amano sciare tra gli abeti e fare shoppping sul corso principale. Ma anche qui la neve per ora è stata avara: le quote alte, dove di solito nevica presto, hanno bisogno di precipitazioni abbondanti. Mentre a Ponte di Legno-Tonale la stagione è di fatto partita grazie al ghiacciaio del Presena in ottime condizioni e a una decina di piste e impianti prepa-rati al Passo, grazie alle quote elevate e al sistema di produzione neve. I dati di Adamello Ski dicono che c’è stato un aumento del 1,5% delle presenze rispetto allo scorso ponte dell’Imma-colata, ma con un giorno in meno poi-ché il ponte della stagione 2010/2011 iniziava un giorno prima. 325 cannoni sono pronti a garantire, nel caso fos-se necessario, neve e piste aperte sui 100 km di piste del demanio sciabile del “Grande sogno”.

È consultabile dal 13 dicembre, www.parcoadamello.it, il nuovo si-to internet del Parco dell’Adamel-lo, completamente rinnovato nella grafica, nei contenuti e nei servi-zi offerti. Il sito, frutto della colla-borazione dello “staff” tecnico del Parco dell’Adamello con la rete di Valcamonica on line (Voli) e della Csc (Società cooperativa sociale), risulta dall’aggiornamento e riordi-no della precedente postazione che, già dall’anno 2001 era presente sul web. Il “restyling” si caratterizza per una nuova veste grafica e presen-ta una migliore organizzazione dei contenuti che ne rende più facile la consultazione. Il portale, veloce e di facile navigazione, è ricco di novità ed informazioni per essere il più pos-sibile vicino alle esigenze degli utenti e presto sarà disponibile anche con applicazioni per le ultime tecnologie, come ad esempio la versione mobile per “smartphone”. Oltre a numerose schede informative, ampio spazio è stato dato ai contenuti multimediali (gallerie fotografiche, immagini del territorio a 360 gradi). Il contenuto è stato poi completamente tradotto in inglese. Presto verrà anche imple-mentata una cartografia interattiva per l’individuazione geografica pun-tuale dei luoghi. Quest’ultima sarà condivisa con altri due importanti siti della Comunità montana: “Sapo-ri della Valcamonica”, (raggiungibile all’indirizzo http://www.saporidival-lecamonica.it) e Valcamonica Cultu-ra (htt://www.vallecamonicacultura.it). Tale sinergia vuole anche met-

tere in evidenza i tre grandi aspetti turistici di cui la vallata dell’Oglio si fregia: natura, cultura ed enogastro-nomia d’eccellenza. Questa impor-tante collaborazione darà luogo ad una condivisione delle informazioni, permettendo la possibilità di vivere il territorio del Parco dell’Adamello anche con i propri prodotti tipici e con gli aspetti e le iniziative cultura-li valligiane. (e.g.)

Il Centro Caritas Darfo e la comunità alloggio Anch’io organizzano, mercoledì 21 dicembre presso la sede della Caritas in via Scura 1, un’assemblea per tutti i soci, gli amici, i volontari e i simpatizzanti. Alle 19.30 c’è la Santa Messa presieduta dal pro vicario generale della diocesi, mons. Cesare Polvara. Segue un momento conviviale per lo scambio di auguri. La Caritas offre un servizio capillare sul

territorio. Nei mesi di ottobre e novembre ha portato avanti un progetto di prossimità e insegnamento della lingua italiana ai profughi delle Baite di Monte Campione. La Caritas, inoltre, propone l’adozione a distanza per due anni per i richiedenti asilo che, a seguito del diniego da parte della Commissione giudicante, hanno deciso di rientrare in patria. Con 30 euro al mese si possono sostenere nel loro Paese d’origine.

Promossa dall’amministrazione comunale di Edolo torna “EdoloTeatro”, la stagione teatrale che ospitata presso il Teatro “San Giovanni Bosco”. Anche quest’anno la programmazione propone spettacoli diversificati e sempre di alto livello. Giovedì 15 dicembre 2011, alle ore 20.30, Marco Baliani in “Terra promessa. Briganti e migranti”, di Marco Baliani, Felice Cappa e Maria Maglietta. “È un omaggio fatto –

ci ha raccontato Baliani – ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Ho voluto raccontare come è nato questo Paese negli anni successivi allo sbarco dei Mille. Siamo tra il 1860 e il 1865. Ho preso la storia di un brigante, chiamato Carmine Crocco, che è esemplificativa del disastro politico e sociale con cui si è fatta questa unificazione”. Per informazioni e per l’acquisto di biglietti è possibile contattare la Biblioteca di Edolo, dal lunedì al venerdì, al numero 0364.770177

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apprima il Distretto cultu-rale di Valle Camonica ha prodotto la rivista “Tam, tam”, poi più di recente ha messo a punto “Tam

tam, si gira”. È questo uno dei “pro-dotti” multimediali curati dal labora-torio di comunicazione per racconta-re il Distretto. Concepito come uno “speciale” televisivo che, trasmesso dall’emittente locale “Teleboario” ogni venerdì del mese e poi in repli-che programmate, apre un’ulteriore finestra sul mondo della cultura ca-muna. Interviste, approfondimenti, curiosità: grazie al coordinamento ed alla supervisione del regista Da-vide Bassanesi e del centro di pro-duzioni “Officine Video”, referente tecnico, la telecamera entra nel vivo dell’azione per raccontare non solo eventi e manifestazioni, ma anche professionalità, progetti ed idee che nascono, vivono e crescono sul ter-ritorio. Il programma riserva inoltre uno spazio dedicato alla creatività, con un occhio di riguardo per i gio-vani artisti locali. Sino ad oggi sono state prodotte sei puntate di “Tam, tam si gira” che sono tutte visibili “on-line” sul canale “Vimeo” e sulla pagina “Facebook” del Distretto culturale. In questi ultimi giorni è però giun-to l’annuncio che “Tam tam, si gira” ha vinto il premio nazionale del con-corso “La Pubblica Amministrazione

In vista delle imminenti festività natalizie, l’assessorato alla cultura del Comune di Esine augura a tutta la popolazione un “Buon Natale 2011” invitando a partecipare, venerdì 16 dicembre alle ore 20.30 presso la chiesa di Santa Maria Assunta, al concerto di pianoforte del maestro Leonardo Locatelli, il “pianista virtuoso”. Il programma di sala presenterà alcuni tra i pezzi più belli e difficili di tutta la letteratura pianistica, introdotti

autore per autore, per rendere questi capolavori interessanti anche per un pubblico non esperto. L’ingresso è gratuito con offerta libera pro Santa Maria, per l’illuminazione del sagrato e la sistemazione del prato. Il Comune di Esine organizza anche la manifestazione “Mercatini di Natale” domenica 18 dicembre lungo le vie del centro storico esinese dalle 10 alle 17. Per i bambini c’è la possibilità del tour a cavallo.

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L’Associazione “Cieli Vibranti” e il “Teatro delle Ali” di Breno presentano, venerdì 16 dicembre alle ore 18, per il ciclo “Incontri di Arte e Vita”, la conferenza ed esposizione del filosofo Salvatore Veca e dello scultore Pietro Coletta. Modera Arnoldo Mosca Mondadori, presidente del Conservatorio di Milano. L’incontro è a ingresso gratuito. Per informazioni è possibile contattare l’Accademia “Arte e Vita”, telefono 0364.321891

oppure [email protected]. Il “Teatro delle Ali” è il fiore all’occhiello dell’Accademia “Arte e Vita” di Breno, centro culturale di formazione artistica che opera con grande successo dal 2008. Il nuovissimo “Teatro Delle Ali”, così come l’Accademia stessa, è frutto della generosità della famiglia Zaleski. Il progetto culturale intende coniugare l’attività dell’Accademia “Arte e Vita” con proposte di alto livello.

e delle nuove tecnologie, i lavori tele-visivi hanno comunicato all’esterno le complesse dinamiche di un ente pubblico, mantenendo il dialogo col territorio e le sue manifestazioni. Non è la prima volta che il Distretto par-tecipa (e vince) al concorso gover-nativo: lo scorso anno era entrato in gara nella categoria “Video promo-zionale”, aggiudicandosi una menzio-ne speciale per il “cartoon” “Camuni” di Bruno Bozzetto. “Prossimamente il ministero della Funzione pubbli-ca – ci informa Eletta Flocchini, re-sponsabile per la comunicazione del Distretto – comunicherà alle ammi-nistrazioni vincitrici la data ufficiale della consegna del premio. Questa volta la soddisfazione per il ‘team’ di lavoro del Distretto sarà ancora più grande: a essere premiato sarà il la-voro di squadra del gruppo di Comu-nicazione, nato all’interno dell’istitu-zione valligiana”. La “P.A. che si vede” è un concorso instituito nel 2005, an-no in cui si candidarono alla rassegna 38 “prodotti” video. Con il tempo le partecipazioni si sono letteralmen-te moltiplicate ed i lavori iscritti nel 2011 sono risultati ben 261. Tra i cri-teri di valutazione della giuria sele-zionatrice figurano l’attenzione per la grafica, lo sforzo di semplificare il linguaggio istituzionale e soprattutto la capacità di utilizzare una pluralità di strumenti.

che si vede”, bandito a suo tempo dal ministero della Pubblica amministra-zione del Governo italiano. Si tratta di un riconoscimento per la categoria “notiziario istituzionale”. Come si di-ceva, i filmati sono uno dei numerosi prodotti del laboratorio multimedia-le, che s’è fatto carico di raccontare la “filosofia”, i progetti e le iniziative del Distretto. Realizzati da giovani e rivolti al “target” dei “social network”

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LA SCUOLA

Roberto Piumini - Alessandro MonestierIllustrazioni di Valentina Mai

La tosse di ZenoCod. 2707-7 – pp. 88, € 6,90

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La storia di AbramoCod. 2716-4 – pp. 48, € 5,50

Maria e Giuseppe

Cod. 2718-8 – pp. 48€ 5,50

Laura Owen Illustrazioni di Paul Korky

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Forza GretaCod. 2700-3 – pp. 96, € 6,90

Mini-GretaCod. 2706-5 – pp. 96, € 6,90

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LA SCUOLA

Nello sguardo di Zelda

Cod. 2710-2 – pp. 96€ 6,90

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on dicembre ha preso av-vio a Cologne anche la carrellata di manifesta-zioni in vista del Nata-le, che si concluderà in

prossimità dell’Epifania e ora nel vi-vo, eccone la testimonianza. Sabato 17 dicembre alle 15 nel Cinema tea-tro parrocchiale, la scuola materna Sant’Antonio propone il tradiziona-le spettacolo natalizio dei bambi-ni. Domenica 18 già dalla mattina in centro si respirerà aria di festa, con i volontari del soccorso in piaz-za (dalle 7.30 alle 12.30); mentre nel cortile del Centro culturale si potrà ammirare (fino all’8 gennaio) l’in-stallazione “9 mesi: immagini e pa-role” ideata dall’Associazione Offici-na delle Camelie. Alle 17.30 sotto al portico del Municipio si terrà l’estra-zione del numero fortunato della lotteria organizzata da “I negozi di Cologne” abbinato a un rinfresco e alle 20.45 in parrocchiale chiuderà il concerto della Corale Montorfano

paese con musiche natalizie e alla “fontana” sarà offerto panettone per tutti, nell’attesa di vivere la tra-dizionale veglia serale con alle 21.30 l’estrazione del biglietto vincente della lotteria seguito da rinfresco, Messa di mezzanotte e divertimento e animazione con vin brulè per tutti distribuito in piazza dall’Associazio-ne volontari del soccorso.I momenti di festa non si esauriran-no tuttavia col Natale e perdureran-no soprattutto le occasioni di visita ai presepi: dal 25 dicembre al 6 gen-naio si potrà infatti ammirare nel se-minterrato dell’oratorio femminile di via Castello, il minuzioso allesti-mento con personaggi in movimen-to dei volontari del Gvap (festivi 10-12 e 15-18, feriali 15-18), quello tradizionale presso l’asilo delle suo-re (tutti i pomeriggi), oppure quel-lo storico al Centro pastorale di via Facchetti (festivi 10-12 e 14.30-19, prefestivi 14.30-19 e feriali 15-18).Fino al 23 dicembre si potranno am-

insieme a quella San Pancrazio di Montichiari e alla Schola Cantorum San Zenone di Passirano.Mercoledì 21 alle 20.45 nel Cine-tea-tro spazio al saggio di danza “La re-gina delle nevi”; giovedì 22 alle 16.30 la Biblioteca presenta “Il Natale di Lisippa Libretti”: lettura teatrale con musica live per tutti i bambini e ve-nerdì 23 il Corpo musicale di Colo-gne propone il Concerto di Natale alle 20.45, sempre nel Cine-teatro parrocchiale. L’animazione raggiun-gerà però il suo apice nel giorno del-la vigilia, quando nel pomeriggio gli zampognari allieteranno le vie del

È possibile migliorare le proprie abitudini alimentari e contrastare uno stile di vita sedentario e dannoso per la salute, passando dalla semplice conoscenza di alcuni accorgimenti orientati a vivere in modo sano ed equilibrato? La salute passa prima di tutto dalla consapevolezza di alcune basilari regole e, su questo quesito, non hanno dubbi nel rispondere affermativamente gli organizzatori del ciclo di incontri “Stili di vita e salute” promossi dall’Associazione

“Sport e Vita”, in sinergia con amministrazione comunale, Croce Rossa e Associazione Anziani Cologne. Il primo incontro, intitolato “Passi di salute: l’attività fisica come medicina naturale nell’età adulta” si è tenuto martedì scorso 14 dicembre ed è stato incentrato sulla stimolante iniziativa dei “Gruppi di cammino” già avviati in via sperimentale l’anno scorso e già pronti, dopo il grande successo riscontrato, a ripetersi dal prossimo anno, come

proposta ed esperienza alternativa di salute psico-motoria aperta a tutti gli ultrasessantenni desiderosi di svolgere movimento in piacevole compagnia. Lunedì 19 dicembre, seguirà il secondo appuntamento, fissato alle 20.30 nel Centro civico culturale di Cologne. Tema della serata sarà “La salute nelle abitudini domestiche” che verterà sia sui suggerimenti da attuare “a tavola per una sana alimentazione”, che su “la ginnastica in poltrona: istruzioni per l’uso”. Durante la

presentazione interverranno alcuni esperti del settore, quali il referente Educazione alla salute dell’Asl di Chiari, Angelo Valli, la dietista Maria Villa, l’esperto in Scienze motorie e presidente dell’Associazione “Sport e Vita” Jacopo Inverardi e alcuni medici di medicina generale. Al termine dell’incontro, sarà offerta la possibilità di intervento da parte del pubblico, con domande o interventi specifici da rivolgere direttamente ai relatori. La partecipazione è libera. (a.s.)

Spunta una nuova farmacia a Caste-gnato, la seconda del paese. Varcata la soglia dei 7500 abitanti, il Comune franciacortino alle porte della città s’appresta a inaugurare la nuova strut-tura, sorta di recente al numero 1 di via Galileo Galilei (per ricevere mag-giori informazioni è possibile telefo-nare allo 030/2721861). Il taglio del nastro e l’ufficiale cerimonia d’inau-gurazione, cui è invitata a prender parte l’intera cittadinanza, è fissata alle 11 di questo sabato 17 dicembre, alla presenza di varie autorità.In rappresentanza del Comune di Ca-stegnato sarà presente il primo citta-dino Giuseppe Orizio, affiancato da Aurelio Bizioli, presidente della so-cietà “Castegnato Servizi srl” che si occuperà della gestione della nuova farmacia. La direzione della nuova far-

macia è stata invece affidata al dottor Diego Zorzetto.Terminata l’inaugurazione, sabato 17 dicembre a Castegnato si prosegui-rà a respirare aria di festa anche nel pomeriggio.Alle 15 nel Convento delle Suore è in programma infatti il tradizionale ap-puntamento musicale “Gli auguri al-le suore con gli zampognari”, mentre alle 16.30 seguirà nel Centro civico di via Marconi la consegna delle bor-se di studio e un rinfresco per tutti, prima del gran finale serale quando, alle 20.45 sempre nel Centro civi-co, andranno in scena gli “Auguri di Natale dall’Aido” con il concerto del complesso bandistico di Castegnato e poi domenica 18 alle 15 ancora melo-die natalizie insieme all’Associazione “Dodicinote”. (a.s.)

mirare anche i manufatti artigianali-artistici della mostra mercato “Una mano con le mani” in via Vittorio Emanuele 21, curata dal Gruppo Is-sanda e il cui ricavato sarà destinato ai missionari colognesi (dal lunedì al venerdì 9-11.30, sabato e domenica 9-11.30 e 16-19). Nella solennità dell’Epifania, l’Asso-ciazione arma aeronautica chiuderà infine le festività con un lieto convi-viale dalle 15 nei pressi del monu-mento “Caduti dell’aria”.

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In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te”.A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. (...)

In una recente lettura trovo scritto che ogni peccato ha la sua radice nella nostalgia di Adamo per il Para-diso terrestre. Abbiamo sete di una vita piena, riuscita, soddisfacente, ma l’esperienza concreta ci mette di fronte al dramma della nostra aspi-razione frustrata. Sogniamo l’amore eterno, duraturo, ma l’esperienza ci dice che l’amore chiede intelligen-za, sforzo, sacrificio, dono di sé e gratuità. Anzi, a volte, il vero amore, come quello di Cristo è drammatico e il suo anelito chiede di passare per getsemani terreni e croci concrete. Cerchiamo un lavoro stabile che ci realizzi e soddisfi. Oggi la crisi ren-de sempre più precario l’impiego e i tempi per la stabilità lavorativa si allungano sempre più. Aspiriamo a

chiedere: come è possibile. Tutto diventa futuro. Non c’è niente che sia impossibile. Glielo dice l’ange-lo. Le taglia la strada, la scorciato-ia di pensare a un futuro limitato. Non sarai più quella di prima; non potrai più esserlo. Perché adesso sai cos’è il futuro di Dio. Sai quel-lo che potrebbe essere tuo. E se anche dicessi di no, continueresti a sapere. È silenzio assoluto, pesante e pro-fondo. Anche se non c’è esitazio-ne c’è spazio, c’è un momento che si legge seguendo le righe. Maria ascolta ed è già silenzio; e quando l’angelo smette di parlare c’è un attimo che è scritto anche se nes-suno potrà mai misurarlo. L’han-no percepito i grandi che hanno letto e meditato questo passo. È il microscopico istante di silen-zio che intercorre tra l’ultimo sof-fio che esce dalle labbra dell’an-gelo e quello che segna l’aprirsi di quelle di Maria. Lo misurano le tre parole di passaggio “allora Maria disse”, necessarie per tra-

scrivere quell’istante impercetti-bile nel quale Maria sa che tutto sta cambiando in lei e per lei. Lo immagina perché tenta di rispon-dere, balbetta parole che ha senti-to, che ha letto. Ma sa che sono le parole giuste, le intuisce come le più vere che non le sia mai capita-to di dire. E forse sorride. Rispon-de così a quell’inspiegabile “ralle-grati” che le dice l’angelo; incerta e confusa nella sicurezza che non è lei a saper fare le cose impossi-bile. Da questo momento il futuro non è più suo: è di Dio. E lo sarà fino alla fine della storia, per tutte le generazioni, come intuirà e di-rà più tardi. Perché da quel silen-zio assoluto nasce il futuro di Dio come qualcosa di possibile, come un punto di non ritorno nel quale è Dio a dire e a fare quello che non aveva mai detto e fatto prima. Lei assiste a questo farsi del futuro di Dio in quel silenzio e questo silen-zio diventa Parola proprio dentro di lei. Senza che lei ancora lo sen-ta. Ma è lì. Possibile.

ilenzio. Le righe del te-sto di Luca trascrivono l’indicibile. Sono l’im-magine del dialogo più profondo, privato e stu-

pendo che una creatura possa fa-re. Quello che emerge da questo fondo di silenzio sono sensazioni affidate a parole: rallegrati, dice l’angelo; turbamento, risponde Ma-ria; non temere, ancora l’angelo. Non c’è ancora la gioia sulle lab-bra di Maria; piuttosto il timore di non capire, di non saper misurare l’abisso che le si apre davanti in-sieme a quelle parole. Nemmeno la dimostrazione di verità affidata alla notizia che Elisabetta aspetta anche lei un figlio contro all’im-possibilità di essere madre. Ma lì c’è un uomo. Maria sa che anco-ra non è stata di un uomo, che il suo è un futuro da pensare non un presente da progettare. L’angelo le dice cosa sarà e non è quello che lei poteva pensare. Lei ha davanti solo il suo futuro; l’angelo le mette davanti il futuro di Dio. Le basta

una vita lunga, eterna, ma la malat-tia e la morte sono nell’orizzonte delle nostre esistenze e man mano passano gli anni questo orizzonte si avvicina. Desideriamo che le perso-ne care non ci lascino mai, ma la vi-ta concreta è fatta anche di addii e di lutti. Sembra un elenco dramma-tico e pessimistico ma è l’esperien-za della nostra vita e questo scarto tra l’anelito e il risultato non fa altro che ricordarci la precarietà dell’esi-stere; ecco allora che nasce la ten-tazione di acquistarsi un paradiso artificiale a poco prezzo: il diverti-mento sfrenato, il consumismo irra-gionevole, la chirurgia estetica per tornare indietro nel tempo, l’alcool, le droghe, il piacere. Tutto questo è il segno di una sete di pienezza

mai pienamente realizzata. La con-sapevolezza che il nostro peccato, ha la sua radice nella sete o nostal-gia del Paradiso ci può aiutare. Nel momento della tentazione possia-mo trasfigurare la sete in preghiera: “Signore, questa tentazione che sto vivendo, in realtà mi parla di Te, mi dice la nostalgia del Paradiso e allo-ra ti chiedo di venire nella mia vita per portarvi la gioia che manca con la tua presenza”. Ecco, la preghiera ci ha fatto toccare per un istante, un breve istante, la gioia: quella di non essere caduti nella trappola e di riconoscere, come dice il Santo di Assisi che Gesù è “il sommo be-ne, tutto il bene, ogni bene” e che il resto non basta a saziare tutta la nostra sete.

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a Leonessa vanta dei forti legami con la pace. Vuoi che fu proprio Paolo VI a istituire 45 anni fa la prima giornata mondiale, vuoi

perché fu sempre Paolo VI a fonda-re, 40 anni fa, la Caritas. L’edizione bresciana è, quindi, densa di signifi-cati. Il filo conduttore è il messaggio di Benedetto XVI (“Educare i giovani alla giustizia e alla pace”) che chiama in causa l’educazione, 20 anni dopo il documento dei Vescovi “Educare alla legalità”. La giornata del 31 dicembre (Pax Christi organizza nello stesso giorno un convegno sul disarmo al Mater divinae gratiae) prevede alcuni passaggi significativi che hanno inizio con la preghiera ecumenica e l’inter-vento di mons. Giancarlo Bregantini nel parcheggio dell’Iveco (alle 17.30). La marcia, dopo l’ascolto di Alfredo Bazoli (presidente di Mine action Italy) e di Zeggai Nighisti (coordina-trice regionale dell’Associazione don-ne eritree), prende il via alle 18.30. La prima tappa è al Camper emergenza, una realtà che offre aiuto concreto e sostegno ai senza tetto. Alle 19 nella basilica dei Santi Faustino e Giovita mons. Giovanni Giudici, presidente di

di volontariato sociale della Caritas che esprimono uno stile di vicinanza e prossimità. Nella misura in cui la pace richiede il martirio, alle 20.20 si vive un gesto simbolico in piazza Loggia con la deposizione dei fiori. Si proce-de poi in direzione Canton Mombello dove interverrà mons. Giuseppe Me-risi, presidente della Caritas italiana. Lydia Keklikian (Volontariato Carce-

Pax Christi, presenta il messaggio del Papa; al termine intervengono i giova-ni di Pax Christi e i giovani dell’anno

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re) si rivolgerà ai detenuti in inglese in arabo. Per testimoniare lo stato di difficoltà in cui vivono i penitenziari, i partecipanti saranno invitati a siste-marsi su teli tre metri per due, lo spa-zio equivalente di una cella occupata dai sei agli otto carcerati. Gli stessi detenuti hanno preparato un messag-gio per il popolo (si attendono 1000 persone da tutta Italia) della Marcia.

“È tempo di responsabilità e di rinnovato impegno”. Lo ribadisce la presidenza di Caritas italiana, riunita in questi giorni a Roma per rilanciare priorità e azioni condivise il mese scorso durante il 35° Convegno nazionale a Fiuggi con le 220 Caritas diocesane, che si è concluso con l’udienza del Papa per i 40 anni di Caritas italiana. “In questo tempo di crisi – ha sottolineato mons. Giuseppe Merisi (nella foto), presidente di Caritas italiana –

l’impegno educativo nella vita quotidiana delle Caritas ha e deve avere ancor più carattere prioritario, nell’indicazione di percorsi formativi, nella testimonianza di volontariato, nella lettura coraggiosa dei segni dei tempi”. Caritas mette in evidenza “grandi disagi e povertà crescenti, con sempre più famiglie impoverite, perdita di lavoro e meno fondi per il welfare, sia a livello centrale che locale”. Le nuove situazioni di

povertà, che si registrano anche nei Centri Caritas, coinvolgono pesantemente l’intero nucleo familiare, anche se le donne e le nuove generazioni, in particolare nel Sud del Paese, si trovano a pagare il prezzo più elevato. La presidenza ha perciò ribadito una “rinnovata attenzione ai giovani”, da “sostenere e accompagnare”, e “valorizzare e orientare con percorsi formativi, di volontariato e di servizio civile”.

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l tema era “Destinazione Para-diso 33”: il riferimento è quel-lo del 33° canto del Paradiso di Dante e lo scopo delle attività proposte era quello di giunge-

re, attraverso un cammino analogo a quello della vita, all’“amor che move il sole e l’altre stelle”. Gli ospiti sono giunti negli ambienti di via Razziche, trasformati nella Firenze del 1300. Dopo un momento di accoglienza con i seminaristi, che si sono dilet-tati nelle arti di strada, la festa è continuata nella vicina chiesa di San Bartolomeo dove il vescovo Luciano ha celebrato la Messa. Nell’omelia mons. Monari ha chiesto di voler be-ne al Seminario perché “se vogliamo che la nostra vita prenda lo stile e la forma di Gesù abbiamo bisogno della Parola e dello Spirito e il Seminario prepara dei ragazzi che annuncino la Parola e celebrino i sacramenti come dono dello Spirito. Se ci sono perso-ne così allora diventa possibile per i cristiani essere cristiani. Il cammino che i seminaristi fanno è tutt’altro che facile ma è indispensabile per la vita della Chiesa: o rinunciamo a es-sere cristiani o abbiamo bisogno di preti che ci annuncino la Parola e ci trasmettano il dono dello Spirito”. Dopo la celebrazione eucaristica il Vescovo si è recato nei nuovi am-bienti del Seminario di via Razziche e dopo una preghiera di benedizione ha tagliato il nastro inaugurando co-

nella selva oscura minacciato dalle fiere e si accorge che questo luogo infernale è la sua vita. I sette vizi ca-pitali personificati da alcune figure dell’inferno dantesco lo accusano di non essere un uomo giusto ed è Vir-gilio a indicargli la strada da segui-re per la redenzione. I ragazzi sono stati invitati, nel purgatorio, a espiare questi peccati mortali attraverso set-te giochi al termine dei quali hanno ricevuto una candela simbolo della luce della vita che man mano torna a risplendere. La giornata si è con-clusa nel paradiso con un momen-to di preghiera guidato dal rettore,

sì ufficialmente la sede. Per i ragazzi la mattinata è continuata con il pran-zo a cui è seguita una provocazione nella forma di un piccolo spettacolo: Dante Alighieri, che sta scrivendo i primi versi del suo poema, si ritrova

Domenica 18 dicembre alle 19.15, nella chiesa di San Pietro in Ca-stello a Brescia, si svolgerà il tra-dizionale concerto natalizio orga-nizzato dal Movimento ecclesiale carmelitano, quest’anno denomi-nato “Gloria a Dios”. Molte novità accompagnano que-sto evento, molto atteso e seguito dalla popolazione bresciana. La prima è che ad affiancare il Co-ro di San Luca, storicamente pro-

tagonista di questo concerto, c’è il Coro Madonna della Neve, che svolge abitualmente il proprio ser-vizio presso il Santuario omonimo di Adro, dimora dei padri carmeli-tani. La seconda è che i due cori, diretti da Rosa Tomasini (San Lu-ca) e Maria Sole Spatola (Madon-na della Neve), saranno integrati dall’eccellente Ensemble Sefarad, coordinato da Mauro Occhionero. L’Ensamble è costituito da apprez-

zati musicisti molto noti al pubbli-co bresciano, come Gino Zambelli alla fisarmonica, l’uruguagio Angel Galzerano al charango – la classi-ca chitarrina sudamericana –, Max Peri alle percussioni e lo stesso Mauro Occhionero alla chitarra. Un concerto “per coro misto e strumenti della tradizione latino americana”, come campeggia sul-la locandina, che costituisce una variante sul tema per due corali

molto conosciute e stimate in città e provincia, che si muovono però abitualmente nell’ambito della po-lifonia sacra. Così, anziché i carols di matrice anglosassone che abi-tualmente vengono presentati a Natale, la proposta di quest’anno declina verso uno stile sudameri-cano, che ben si addice anche al-la consueta finalità benefica che è abbinata al concerto.Le offerte raccolte saranno devo-

lute interamente alla Caritas di Brescia, che in questo periodo di crisi sta cercando in tutti i modi di far fronte alle difficoltà che colpi-scono fasce sempre più ampie di popolazione. Dopo il concerto, nei chiostri splendidamente addobbati, si po-trà festeggiare con vin brulé, the, cioccolata calda, pandoro e panet-tone, offerti a tutti dal Movimento ecclesiale carmelitano.

mons. Carlo Bresciani, sulle sette virtù: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, fede, speranza e cari-tà. Iniziative come quella di aprire le porte nella festa dell’Immacolata sono per il Seminario occasioni pre-ziose per conoscere i giovani della diocesi e per i giovani di conoscere il Seminario: una testimonianza di come i seminaristi trovino la gioia nell’incontro con Cristo e di come è bello rinnovare ogni giorno a Lui il proprio “Sì”. Per rimanere aggiornati sugli appuntamenti, www.seminario-brescia.it o su facebook attraverso la pagina “Vieni E Seguimi”.

L’Ufficio di pastorale per i migranti, in collaborazione con la Consulta diocesana delle aggregazioni Laicali, con il Servizio di pastorale universitaria, con l’Ufficio oratori, il Centro migranti, la Cooperativa Scalabrini Bonomelli, la Caritas, l’Ufficio missionario, la Commissione Giustizia e pace, e con gli Uffici pastorali per il dialogo interreligioso e per il dialogo ecumenico, per le Comunicazioni sociali, per la Pastorale sociale, per la Famiglia, per la Salute, per

la Pastorale della scuola, propone una risposta di preghiera al terribile omicidio xenofobo e alla tentata strage di altri fratelli del Senegal a Firenze. La cittadinanza è invitata alla Santa Messa presieduta dal vescovo Luciano in cattedrale sabato 17 dicembre alle ore 18.30.“Dopo Torino un’altra città storica, Firenze, è stata segnata da un grave fatto di violenza e discriminazione. Gli omicidi di due ambulanti senegalesi e il ferimento di altri tre da parte di un estremista psicolabile

poi suicida è un segnale gravissimo di una crescita di fenomeni di razzismo che sfociano nella violenza gratuita, purtroppo alimentata dalla facilità della concessione del porto d’armi e dal ritorno di estremismi culturali e politici”. Lo afferma mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, dopo i fatti di sangue di Firenze che hanno colpito la comunità senegalese. La Fondazione Migrantes si augura che il popolo senegalese “non

risponda alla violenza ricevuta con altra violenza, che rischierebbe di trasformare Firenze da città della pace a un luogo di conflittualità”. “Informazione, cultura, politica, l’associazionismo devono – conclude mons. Perego – costruire reti e alleanze educative per aiutare l’incontro, il rispetto della legalità, la mediazione di conflitti che nascono purtroppo anche dall’incapacità di curare l’incontro tra culture e storie diverse”. In Italia i senegalesi sono oltre 80mila (9000 in Toscana).

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lla presenza del vescovo Luciano Monari è stata inaugurata, sabato 10 dicembre nella sala par-rocchiale “San Giovanni

Bosco” di Gavardo, la Scuola di for-mazione all’impegno sociale e poli-tico (Sfisp). Si tratta di una iniziativa proposta dall’Ufficio di pastorale sociale della diocesi di Brescia, che dopo l’espe-rienza in città, sbarca adesso anche nella provincia. A Gavardo (ma an-che a Rovato, sempre nelle stesse da-te) sarà infatti replicato il percorso fruttuosamente portato a termine a Brescia nel biennio scorso.Nella sua relazione mons. Monari ha affrontato il tema del bene umano, sia individuale, sia sociale. “Il bene – ha osservato il Vescovo – è qualun-que esperienza che porta in sé ciò che l’uomo desidera”. Siccome l’uo-mo agisce per soddisfare i propri bi-sogni, lo scopo principale dell’attività diviene “capire le modalità secondo le quali occorre entrare in rapporto

con gli altri per scegliere cosa pro-durre per appagare tali bisogni”.Affinché ci sia il bene umano è “in-dispensabile la collaborazione tra gli individui”, perché “non ci sono azioni personali che non abbiano influsso sulla vita degli altri”. Il tutto si può realizzare se gli uomini sono “ope-ratori capaci e aggiornati, dotati di conoscenze pratiche, operosi, cre-ativi, simpatici, flessibili”. In sintesi: “persone ragionevoli e responsabili che scelgono di perseguire la strada del bene vero rispetto a quello ap-parente”.La scuola si rivolge a tutte le persone impegnate o disponibili a impegnar-si in attività sociali o politiche, di età

compresa tra i 18 e i 35 anni. Si richie-dono una partecipazione assidua e un coinvolgimento attivo. Il primo anno di corso introduce ai concetti fondamentali, riguardanti la politica, lo Stato, la democrazia e la dottrina sociale della Chiesa ed è orientato a dare una base cognitiva omogenea a tutti i partecipanti. Il secondo anno si propone di approfondire alcune tematiche specifiche della dottrina sociale della Chiesa: legalità, diritto al lavoro, famiglia.Per la zona Brescia Est, il primo anno di corso (otto incontri tra il 14 gen-naio e il 5 maggio) si terrà a Gavardo nella sala parrocchiale “San Giovanni Bosco”, il sabato mattina dalle 9.30 alle 12.30. Le iscrizione si effettuano on line sul sito internet www.diocesi.

Giovedì 15 dicembreOre 19 − Brescia −S. Messa in occasionedella festadi S. Maria Crocifissa di Rosa presso Casa Madre.

Venerdì 16 dicembreOre 16 − Brescia −S. Messa per il Consultorio familiare diocesanopresso il Centro pastoralePaolo V.

Ore 20.30 − Botticino Sera −Liturgia penitenzialeper i giovani della diocesi.

Sabato 17 dicembreOre 10 − Brescia −Ritiro spiritualeper impegnati nel socialee nel politicopresso il Centro PastoralePaolo VI.Ore 18.30 − Brescia −S. Messa in Cattedrale.

brescia.it/sfisp entro il 20 dicembre. La quota di partecipazione è di 50 euro. Tra i relatori che si alterneran-no nelle otto lezioni possiamo cita-re Fernanda Contri (vice presidente emerito della Corte costituzionale), Luigi Diotallevi (docente di Sociolo-gia all’Università di Roma Tre), padre Bartolomeo Sorge (direttore della ri-vista “Aggiornamenti sociali”) e don Luigi Ciotti (presidente di Libera).

Domenica 18 dicembreOre 10 − Brescia −Rito di dedicazione dell’altare presso la parrocchialedi Santa Maria della Vittoria.

Lunedì 19 dicembreOre 20 − Brescia −S. Messa per i volontaridel dormitoriodella S. Vincenzopresso l’ex oratorio della Cattedrale.

Il Cedoc (Centro di documentazione) ha portato a termine la catalogazione informatica su database di oltre 8.000 schede riguardanti, in particolare, il movimento cattolico bresciano dal 1848 al 1995. Tali schede – che riportano notizie pubblicate su alcuni periodici bresciani (tra i quali “La Provincia di Brescia”, “La Sentinella bresciana”, “Il Cittadino di Brescia” e “Il Popolo di Brescia”) – contengono data, fonte (o fonti) da cui sono state tratte le notizie, persone interessate all’avvenimento, descrizione dell’avvenimento stesso e numero di catalogazione. Tutti coloro che fossero interessati a consultare questo cospicuo materiale, in particolare sul movimento cattolico bresciano dal 1848 al 1995, si potranno recare presso gli uffici del Cedoc in via Marconi 15 a Concesio (telefono 030/2186114)

Martedì 20 dicembreOre 20.45 − Piamborno − Incontro con le associazioni di volontariato di Valle Camonica.

Mercoledì 21 dicembreOre 9 − Brescia − S. Messadi chiusura del 150° dell’Unità d’Italia in Cattedrale.Ore 20.30 − Brescia − Catechesi per i volontari del Camper emergenza pressoil Centro pastorale Paolo VI.

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i sveglio di colpo. È notte fonda, ma in casa sento rumori di gente che cammina. Con una certa dose di paura fac-

cio rumore, accendo luci, giro in ca-sa. Nessuno. Ma il rumore continua…viene dal presepio della mia chiesa. Mi pare di intuire: su quelle stradine di carta roccia tutti si sono messi in cammino. Siamo vicini al Natale. E forse perché il presepio è iscritto al concorso di Mcl, e quel furbo di pre-sidente lo ha intitolato “E si misero in cammino”. Rischio di non dormire più. Ma osservo bene. Sento i passi dei re Magi, anche se incartati nello scatolone. Già loro sono i cercatori di Dio, i primi a partire, i più lontani. Mi ricordano quel giovane del quartiere che chiede: “Ma come trovare Dio?” Domanda caduta nel silenzio di tutti. Sento il “camminare” degli angeli. Il Signore Dio ha consegnato proprio a loro un annuncio bellissimo. “Vi man-do mio Figlio. Vi darà la vita buona del vangelo”. Quanti “angeli” dovrei mettere nel mio presepio! Ma sono tutti nella mia memoria, nessuno ha fatto delle statuette con i loro volti. E poi sento il camminare di tante sta-tue, tantissime, migliaia. Perché sono

tanti i tipi di statue dei nostri presepi: dai pastorelli, alla donna col bucato in mano, il pescatore, il falegname, quello delle caldarroste… E mi viene da sorridere da solo pensando a Gesù che si mette a camminare sulle stradi-ne di gente normale, i posti così nor-mali. E mi fa felice che nel presepio della mia parrocchia abbiano messo il villaggio africano dove lavora padre Anselmo con i suoi ragazzi, le mam-me e la scuola che aiutiamo a costru-ire come parrocchia. Lo scorso anno ci avevano messo una gru. E i passi di Erode? Sembra impazzito. Chia-ma esperti, indovini, consiglieri. Ma il suo cammino non porta a nulla. Non vuole pensare. Salva il trono. E così lo perde. E i suoi soldati camminano invece con passo faticoso, stanno fa-cendo sforzi inumani per sollevare i

piedi. Quasi intuiscono che dovranno obbedire a un ordine assurdo di mor-te. Vorrebbero disobbedire. Come si fa a uccidere dei bambini? Ma nelle case del paesello del mio presepio c’è un silenzio strano. Con un dito spingo la porta di una casa: il papà e la mamma sono al tavolo in cucina con tanti fogli e continuano a scrive-re. Stanno cercando di far quadrare i conti di casa. La televisione continua a parlare della crisi economica, delle pensioni ridotte all’osso, l’Ici sulla ca-sa. Maria e Giuseppe capiscono… e da loro viene un sorriso, una lacrima e due preghiere: una per quei genitori perché non perdano la speranza e la fede che hanno sempre custodito con tenerezza. E poi per i cammini sociali, economici e politici che l’Italia dovrà percorrere. E mi vengono i nomi di tanti che camminano e camminano, invece di stare in poltrona davanti al-la tv e cercano di rendere più vivibile il nostro Paese. Volontari, catechisti, politici, imprenditori, insegnanti, sa-cerdoti… e tutti quelli che scoprirò nei presepi del nostro concorso. Nel cuore di Dio ci sono. Eccome. E ci in-vitano a seguirli. Ripetono anche a noi l’invito di Gesù ai tanti camminatori: “Vieni e seguimi”.

È in fase di preparazione l’Annuario diocesano edizione 2012. Eventuali segnalazioni e modifiche vanno comunicate per iscritto a: Redazione Annuariodiocesano 2012 via Trieste 13 – 25121 Brescia oppure via e-mail a:[email protected] termine ultimo è fissato pervenerdì 16 dicembre prossimo,ma è consigliabile non aspettaregli ultimi giorni per noncomplicare il lavoro redazionale.

La Cancelleria della Curia diocesana,a seguito dell’Ordinanza dell’ordinario diocesano,comunica i provvedimentidella settimana:

II sac. don Domenico Amidani, parroco della parrocchiadi Orzinuovi e Ovanengo,è stato nominatoparroco anche della parrocchia di Coniolo e coordinatore

dell’erigenda unità pastoraledelle parrocchie di Orzinuovi, Barco, Coniolo e Ovanengo.

Il sac. don Daniele Mombelli vice-cancelliere diocesano,è stato nominatodifensore del vincolopresso il Tribunaleecclesiastico diocesanoe promotore di giustizia,in sostituzionedi mons. Giulio Sembeni.

L’ufficio Vocazioni e tempi dello spirito ha pensato a una liturgia penitenziale per i giovani. Interviene il vescovo Monari sul tema della vita buona del Vangelo. Nel corso della serata saranno riproposti anche alcuni pensieri di Sant’Arcangelo Tadini. Quando? Venerdì 16 dicembre alle 20.30 presso la basilica di S. Maria Assunta a Botticino. I sacerdoti e i religiosi saranno disponibili per le confessioni. Per l’itinerario

annuale di discernimento vocazionale proposto al gruppo diocesano “Emmaus” composto da giovani maggiorenni che non escludono per la loro vita la vocazione sacerdotale, il secondo appuntamento è presso il Seminario in via Razziche 4, domenica 18 dicembre, dal pranzo previsto alle 12.30 fino alle 18, meditando il tema “A Betlemme, ‘casa del Pane’, il Verbo adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,1-20).

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’ultimo riconoscimento era arrivato il 4 novembre, giorno di San Carlo Borro-meo, patrono di Rovato. Il “Leone d’oro”, massimo

premio cittadino, consegnato dal vice-sindaco Angelo Bergomi “in segno di riconoscimento per l’impegno profu-so come Caritas Lodetto nei confron-ti delle persone bisognose e indigenti verso le quali ha indirizzato la propria azione portando loro soccorso ed aiu-to e per aver contribuito a diffondere la cultura e la pratica del volontariato sociale costituendo un insostituibile punto di aggregazione e organizza-zione di quanti con umanità, operano verso il prossimo.” Don Giuseppe Pez-zolla, 59 anni, scomparso pochi giorni fa in quella che era ormai diventata la “sua” Lodetto, nella frazione rovate-se lo ricordano così: parlare il giusto, scherzare quando serve, testimoniare sempre con l’esempio la propria fede. Quasi scontato che un atteggiamento del genere riuscisse a fare breccia nel cuore di una comunità molto unita e laboriosa come quella di Lodetto, da sempre incline ad apprezzare la cul-tura del “fare”, più di quella del “dire”. Anche in questo, però, don Giusep-pe sapeva tenere il punto: va bene il lavoro, l’esempio, le opere, ma sem-pre in un’ottica più alta, quella della Parola. Per questo, lo scorso giugno, alle celebrazioni per il 25esimo anni-versario dal sacerdozio, a festeggiar-

sei fratelli e finite le medie era andato a lavorare, per entrare subito dopo in Seminario a Belluno. Aveva dovuto la-sciare gli studi per problemi di salute, ma si era ripreso ed aveva celebrato la sua prima Messa pochi mesi dopo la morte del papà, il 14 giugno 1986, data dell’ordinazione a sacerdote av-venuta a Brescia. Don Pezzola era stato poi vicario cooperatore a Virle Treponti dal 1986 al 1990; parroco a Gerolanuova e Zurlengo fino al 2001, anno in cui ha assunto lo stesso in-carico a Lodetto. Responsabile della parrocchia di San Giovanni Battista e dell’adiacente oratorio di San Lu-

lo c’era davvero tutta la comunità lo-dettese, così come accaduto pochi mesi dopo con il decennale dall’ar-rivo nella parrocchia di San Giovan-ni Battista. Nato a Bagnolo Mella nel 1952, don Giuseppe era il secondo di

“Uno dei difetti della democrazia parlamentare, si dice, è che i gover-ni – soprattutto in vista delle elezioni – cercano di prendere non le misure giuste ma le misure popolari. Se è così, la democrazia non funzionerà bene fino a quando ciascuno di noi non riuscirà a distinguere e preferi-re ciò che è giusto per tutti a ciò che è bene per se stessi”. Questo è solo uno dei tanti passaggi significativi che il vescovo Monari ha offerto nel

tradizionale rito dei ceri e delle rose della festa dell’Immacolata. In questa occasione il Vescovo coglie l’occasio-ne per parlare ai politici e alla città. Monari ha esortato i presenti a “pren-dersi delle responsabilità”. “È grati-ficante avere a che fare con un bam-bino che si affida a noi senza paure; ma è ancora più bello avere davanti un ‘tu’ adulto che costruisce con noi un rapporto consapevole di fiducia e di fedeltà superando nell’amore tutte

le difficoltà e i sospetti. Dio vuole uo-mini così: non infanti irresponsabili ma adulti, quindi intelligenti, liberi e responsabili; che sanno scegliere il bene di tutti insieme al proprio, che sanno cercare insieme con umiltà le vie migliori per costruire una società degna dell’uomo”. Di fronte ai possi-bili errori dell’uomo (dati dalla liber-tà concessa da Dio all’uomo), Dio è sempre pronto a sanare: “Continuerà a redimere, sanare, purificare”.

igi, il sacerdote era una delle anime del piccolo borgo rovatese, non solo per quanto riguarda la vita pastorale ma anche per le attività di carattere sociale e culturale. Proprio il rifaci-mento della zona sportiva dell’orato-rio, era il vanto (positivo) di don Giu-seppe, che aveva sempre voluto testi-moniare il suo interesse fattivo per la vita della comunità lodettese dando il la a numerosi progetti di solidarietà, portati avanti attraverso il Consiglio economico parrocchiale e l’aiuto de-gli Alpini. C’erano tante penne nere, giovedì 8 novembre, a salutarlo per l’ultima volta.

In occasione del periodo di Avvento, Natale e Epifania, l’unità pastorale del Centro storico ha presentato, per la prima volta, tutte le iniziative organizzate dalle singole parrocchie e dalle chiese presenti nel territorio. Serve anche come occasione per valorizzare all’interno delle chiese opere d’arte a tema natalizio, presepi antichi o di artigianato. I visitatori hanno la possibilità di percorrere, attraverso la varietà dei linguaggi dell’arte, i temi del messaggio cristiano. Giovedì 15

dicembre il chiostro di S. Giovanni ospita alle 20.45 l’intervento di don Armando Matteo, docente di Teologia presso la Pontificia università urbaniana di Roma. Don Matteo interviene su “Una ‘nuova’ Chiesa per il XXI secolo?”: l’annuncio cristiano agli uomini e alle donne del nostro tempo. Nella chiesetta feriale di corso Matteotti, invece, don Renato Laffranchi tiene la catechesi su “Una luce nelle tenebre”. Sabato 17 dicembre alle 20.45 nella chiesa parrocchiale di

San Giovanni Evangelista (nella foto) è ospitato lo spettacolo “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”; la voce recitante è di Luciano Bertoli, all’organo Fabio Saleri e all’oboe Culcea Petru. Sempre sabato, alle 17, viene inaugurata la mostra “Il Carmine e dintorni” presso il chiostro di San Giovanni. Il quartiere Carmine è visto attraverso il plastico di Mario Pedrini, le opere pittoriche di Martino Dolci e significative fotografie d’epoca.

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elle scorse settimane ha preso vita la Fondazione Dominique Franchi on-lus, affidata alla Congre-ga da due genitori che

hanno voluto ricordare la loro bam-bina venendo in aiuto alle povertà minorili. È un segno di speranza in tempi difficili, che peraltro porta a sei il numero delle fondazioni amministrate dal misconosciuto sodalizio di via Mazzini.Uno dei misteri che aleggia sul-la Leonessa riguarda in effetti la fisionomia della Congrega del-la Carità Apostolica e dei suoi congregotti, il nome corrente dei Confratelli del più antico consor-zio caritativo cittadino. Se per co-noscerne bilanci e attività è suffi-ciente visitare il sito web, qui basti sapere che si tratta di uno dei più rilevanti enti benefici del Nord, operante tutt’oggi nelle province di Brescia e Mantova. Ma la nascita di una fondazione

mazione: in tutti i Paesi si registra una contrazione delle risorse per la cultura, la ricerca, l’assistenza sociale e sanitaria. Dove ci condur-rà? Di indovini sono pieni gli ango-li delle strade. Lo storico, per parte sua, annota che prima dello Stato unitario, scuole, ricoveri, ospeda-li, università erano in larga parte espressione dei corpi intermedi della società, che si facevano ca-rico – in tensione dialettica con il braccio del principe – di garantirne la conduzione e il finanziamento. Da un lato i bisogni permangono, mutano e si accrescono: i poveri, del resto, li avremo sempre con noi. Dall’altro, le formule conso-lidate invecchiano ed è arduo in-tuire come possano sprigionarsi opportunità nuove. Non bisogna, in questo momento, legittimare o favorire una fuga delle realtà pub-bliche dagli ambiti doverosamente assegnati dalla Costituzione, né si può immaginare di subire il cam-

non può limitarci alla cronaca di una buona notizia. A fronte di una lunga storia bresciana di carità, il tempo attuale non è meno ricco di opere e di sfide. È ancora il tempo della carità.Nella nostra società e nel settore dell’assistenza, in particolare, è in atto un cambio di paradigma in or-dine al ruolo dello Stato. È un’illu-sione pensare che ciò sia dovuto all’estemporaneità di una manovra economica o alla contingenza di questa o quella maggioranza po-litica, a Roma come a Brescia. Lo scenario è in tumultuosa trasfor-

biamento senza contrapporvi una fantasia operosa e responsabile, creativa e dunque feconda. Se vi è persino in Lombardia un certo statalismo da abbandonare defi-nitivamente per fare spazio a un sano e rinnovato protagonismo della società civile, lo Stato non può per questo sottrarsi ma deve pensare a misure premiali, incenti-vanti, liberanti. Del pari, ciascuno di noi deve tornare a realizzare il dono – o la vetusta beneficenza – come dovere e dunque virtù civi-ca. Sul versante delle istituzioni e quindi della risposta organizzata alle povertà, compito peculiare di una classe dirigente è la ricerca di soluzioni interessanti e adeguate. Ciò soprattutto a Brescia, in ragio-ne della sua tradizione. Altrimenti potremmo risvegliarci un giorno e non trovare più i nostri rassicuran-ti riferimenti.(* Presidente della Congrega della

Carità Apostolica)

Dicembre è il mese delle festività ed è tempo di particolare attenzione agli altri, anche in considerazione dell’attuale momento di crisi, che investe principalmente le famiglie più povere, molte volte segnate dalla precarietà del lavoro.La Congrega della Carità Apostolica ha promosso quest’anno l’iniziativa “Dona la fortuna e riaccendi la speranza”, attraverso la quale intende dare un aiuto concreto alle molte donne sole

con bambini che quotidianamente vengono accolte negli uffici di via Mazzini a Brescia. La proposta è rivolta sia ai privati che alle aziende che intendono sostituire o affiancare il classico regalo di Natale con un segno di solidarietà verso chi ha più bisogno. Scegliendo di acquistare i biglietti della lotteria di Natale è possibile, da un lato, aiutare le mamme sole della provincia di Brescia, dall’altro – grazie alla generosità del tour operator

Brevivet – vincere un viaggio a Istanbul (nella foto) di quattro giorni con visita guidata alla città e minicrociera sul Bosforo oppure un week-end a Barcellona.Alle aziende che compilino il modulo di adesione sul sito www.congrega.it sono messe a disposizione lettere solidali personalizzabili con nome e logo, da inviare a dipendenti, clienti e collaboratori, come pure cartoline virtuali personalizzabili per inviare gli auguri in formato elettronico.

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artiamo dai temi che toccherà nell’incontro: cos’è la bellezza per lei?Dovremmo scrivere un li-bro. È costitutiva dell’es-

sere umano. Normalmente tutti stan-no bene nel bello e stanno male nel brutto, dunque è qualcosa che fa par-te del nostro dna. Bisogna rivalutare questo aspetto, anche nella formazio-ne dei giovani. Non è collaterale ma è costitutivo della persona.Cos’è il corpo?Il corpo è l’espressione esterna della persona, di tutta la persona. Non è un pezzo di carne; è l’espressione stessa di tutta la persona: della sua psiche, della sua intelligenza, della sua ani-ma, della sua personalità. Quando ve-di una persona capisci dallo sguardo, dal modo con cui si comporta come la pensa. Vedi quanto la gestualità e il modo di porsi rivela le tue idee. È importante far capire ai giovani quan-to il corpo parla, anche quando si sta zitti. Il corpo è un amplificatore dei

nostri sentimenti, anche senza aver fatto scuola di balletto. Chi danza esalta questa cosa per esprimere al massimo tutti i personaggi. Il corpo esprime l’interiorità.Corpo, bellezza: dove sta la moda?La moda è brutta se resta moda, se diviene mezzo per esprimere degli aspetti particolari della persona o di qualcosa che abbia valore per la vita allora è importante. Se non è così re-sta vuota.Quale momento della sua vita di danzatrice è indimenticabile?Sono tanti i momenti. Possiamo di-re il debutto a 23 anni al Palazzo dei

congressi del Cremlino a Mosca. Ero talmente trasognata, talmente fuo-ri di me che non mi sono resa conto dell’importanza dell’evento: debutta-re così giovane, nel massimo teatro del mondo nel campo della danza nel ruolo più importante per una balleri-na. Potrei dire che ogni spettacolo è stato un momento indimenticabile.Mentre diventava famosa, ha in-contrato Dio.Sì, ed è stata una grazia. Ha dato spes-sore a tutto quello che facevo. All’ini-zio ho pensato che a Dio non interes-sasse la danza. Poi ho capito che a Dio interessa tutto dell’uomo, anche gli aspetti artistici. Non è il cosa ma il come che vale.Ha conosciuto Chiara Lubich.Soprattutto è stata lei che mi ha dato questa visione così ampia. Per lei im-portante è fare quello che Dio vuole, se ti ha dato dei talenti, ecco, fai quelli e vedrai che Dio è con te e riesci a con-tribuire alla società e all’edificazione di un mondo migliore facendo il tuo

lavoro. Tutto è sacro.Lei ha sdoganato la danza negli ambienti vaticani.È successo un paio di volte. È stata un’esperienza molto forte. Non è mai successo prima. Siamo stati i primi ad approdare; c’era Giovanni Paolo I che non aveva preclusioni.Dei molti personaggi interpretati quale le sta più a cuore?Quello del debutto: “Il lago dei cigni”, il cigno bianco e il cigno nero. Sono due caratteristiche totalmente op-poste e diverse tra loro in cui si può esprimere tutta la gamma di emozio-ni... Però anche negli ultimi spettacoli fatti con Stefanescu: la vita, la patetica o la natura. Grazie a Dio ho fatto per-sonaggi che mi sono sempre piaciuti.Nella danza non è più così...Guardi, l’ambiente della danza dipen-de dai danzatori. L’ambiente lo fanno i danzatori. Se i danzatori si vendono per un pugno di lenticchie, per un ti-tolo sul giornale, per una fotografia o per avere uno spettacolo è un pecca-

to. Non hanno abbastanza fiducia in loro stessi e si vendono, nel senso di fare delle cose di non valore. Dovreb-bero avere più stima di sé e fare solo quello che ha valore.Perché ha deciso insegnare ai ra-gazzi a danzare e venendo a scuo-la da lei si impara solo a danzare?Appena sono approdata al Bolshoi ho visto come si insegnava in quel Pae-se e ho pensato: se potessi insegnare quello che ho imparato a 21 anni ai giovani, sarebbe un’altra cosa. Vole-vo passare agli altri la mia esperien-za. È quello che un artista e un adulto dovrebbe fare. Nella mia scuola in-segniamo a danzare bene, ma a non fare della danza un dio. Al centro la persona: attraverso te con la danza facciamo un dono al pubblico. Non si adorano La Scala o il Bolshoi. Si deve cercare di dare al pubblico il massi-mo di sé. C’è chi per la danza diventa anoressico: no, no, no! Al centro sem-pre la persona. Spero imparino anche questo, oltre a essere bravi ballerini.

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l 2012 è l’anno delle conferme degli impegni e eventi cultu-rali. Il Grande ha presentato il proprio cartellone per i pri-mi sei mesi del 2012, nel quale

si annunciava la collaborazione con il “Festival pianistico internaziona-le” e ecco che prontamente arriva la presentazione della 49ª stagione del-la nota manifestazione musicale che si terrà tra Brescia e Bergamo dal 26 aprile al 13 giugno. Segnaliamo, per ovvi motivi, alcuni appuntamenti bre-sciani, rinviando al sito www.festival-pianistico.it per le date bergamasche. Quest’anno il cartellone del festival godrà di un’anteprima il 26 aprile con il concerto della Chicago Symphony Orchestra diretta dal maestro Ric-cardo Muti “idealmente preludio del-le celebrazioni per il cinquantenario − ha raccontato il direttore artistico Pier carlo Orizio ai microfoni di Radio Voce − a cui ci stiamo avvicinando a grandi passi”. Il fulcro tematico sarà Johannes Brahms. “Abbiamo scelto

lo Guaitoli, Benedetto Lupo e Yefim Bronfman. Non potevano mancare i due Concerti per pianoforte e or-chestra affidati alle mani di Rudolf Buchbinder in concerto il 20 mag-gio con la Filarmonica Arturo To-scanini diretta da Pier Carlo Orizio. Uto Ughi, protagonista assoluto del-la scorsa edizione, sarà affiancato da Giovanni Bellucci il 10 giugno in un programma dedicato alle tre Sonate per violino e pianoforte. Infine, otto anni dopo l’ultima partecipazione, tor-na al Festival la stella del violoncello Mischa Maisky che, accompagnato dalla figlia Lily al pianoforte, sarà im-pegnato nella Sonata op.38 martedì 12 giugno. “Io credo che la musica sia imprescindibile nella vita. Sono appena tornato da Mosca, − continua il direttore artistico − è una città che pulsa a ritmi musicali, con un livello straordinario di giovani che si impe-gnano nella musica. Mi piacerebbe che ci fosse questo stesso anelito mu-sicale. Durante l’assedio d Leningra-

uno dei maggiori compositori − rac-conta ancora Orizio − già conservato-re per i contemporanei, ma che ha del-le molteplici aperture progressiste”. Il programma ordinario comincerà il 2 maggio con la Janácek Philarmo-nic Orchestra diretta dal Brescia-no Riccardo Frizza, con Ray Chen solista violino nel Concerto op.77 di Brahams. Nel segno di Brahms anche i recital pianistici di Grigory Sokolov (4 maggio), e Yuja Wang (6 maggio). Il pianista russo suonerà le Variazio. Altre composizioni di Brahms per pianoforte solo costitu-iranno il nucleo dei concerti di Car-

In occasione delle festività natalizie si rinnova il tradizionale appuntamento al Museo diocesano con l’Opera Ospite. Quest’anno, grazie alla collaborazione con la Banca Monte dei Paschi di Siena sarà esposta la preziosa tavola raffigurante l’“Adorazione dei Magi” (nella foto) del pittore senese Stefano di Giovanni detto il Sassetta. L’inaugurazione dell’esposizione sarà sabato 17 alle 18 e visitabile poi negli ambienti del Museo diocesano.

do, nessun teatro è stato chiuso. La città moriva di fame eppure la gente andava a teatro”. C’è un mini-percorso dedicato a com-positori italiani contemporanei con alcune prime esecuzioni. Vi sono poi le serate di prestigio con Mahler Chamber Orchestra. Ritornerà Uto Ughi Progetto Giovani in cui gli stu-denti potranno partecipare alle prove aperte, agli incontri con gli artisti, al-le conferenze e ai concerti tematici. Info: festivalpianistico.it

Il 19 dicembre alle 20.45 il Teatro So-ciale di Brescia ospiterà la terza edi-zione del “Concerto per i bambini”, organizzato dall’Associazione Una Mano per i Bambini Onlus e patroci-nato dal Comune di Brescia, dall’As-sessorato alla Cultura e dalla Presi-denza del Consiglio comunale. Pro-tagonista della serata sarà l’Orchestra del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo diretta dal ma-estro Pier Carlo Orizio. Al pianoforte ci sarà il giovane talento bresciano Federico Colli, già vincitore del presti-gioso Premio Mozart di Salisburgo. La scelta del Teatro Sociale come nuova sede dell’iniziativa, che si sostituisce alla consueta cornice dell’Auditorium San Barnaba, permetterà di disporre di un’orchestra più numerosa e ospi-tare un maggior numero di persone in sala. “Abbiamo deciso di proporre un programma, per così dire, popolare,

ossia conosciuto da un pubblico va-sto – ha spiegato il maestro Orizio – ed eseguiremo perciò la sinfonia In-compiuta di Schubert e il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra di Schumann, perché in quest’occa-sione più del solito la musica deve diventare uno strumento universale per raggiungere chi vive lontano e ver-sa in condizioni disagiate”. I proventi dell’iniziativa, infatti, saranno intera-mente devoluti al finanziamento dei progetti portati avanti dall’Associa-zione Una Mano per i Bambini Onlus in Asia, in particolare nelle Filippine e in Myanmar. “Con le offerte ricevu-te grazie al concerto realizzato l’anno scorso – spiega Melania Gastaldi, pre-sidente dell’associazione – abbiamo ampliato la Clinica dei Bambini rea-lizzata nel 2010 in Myanmar costruen-do una nursery e una sala parto, nella quale proprio pochi giorni fa è nata la

prima bambina”. A Tondo, nelle Filip-pine, l’Associazione ha realizzato già nel 2008 la “Scuola della Gioia”, una scuola materna situata nelle vicinan-ze di una baraccopoli, frequentata da circa 60 bambini ai quali, oltre al progetto educativo, vengono offerti i pasti giornalieri e la cura sanitaria. Al termine del concerto, la Strada dei Vini e dei Sapori del Garda proporrà una degustazione di vini, mentre pa-nettoni e pandori saranno offerti da Dac spa. Per informazioni e prenota-zioni dei biglietti è possibile contat-tare l’Associazione Una Mano per i Bambini Onlus presso l’Istituto Ma-dri Canossiane, via San Martino del-la Battaglia, 13, a Brescia, al numero 3318218250, oppure inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]. Il costo di acquisto è su offerta, variabile in base alle posizioni scelte in teatro.

Come proteggere i più deboli, i bambini e i ragazzi, dai pericoli del web? La Fondazione Cocchetti propone due incontri per approfondire la conoscenza del mondo internet dal titolo “Navigare a vista - internet in sicurezza” il 13 e il 27 gennaio (20.30) a Cemmo. Un mini-corso per imparare a navigare meglio e in modo sicuro tenuto da Luciano Bettinelli. Iscrizioni (15 euro) entro mercoledì 11 gennaio e info: fondazionecocchetti.bs.it o 0364331284.

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le è quello più grassot-tello e un poco pelato, e nella vita si chiama Alessandro Besenti-ni; Franz è quello più

magro e con i capelli, lontano dal palcoscenico e dalla televisione è Francesco Villa. Saranno al Pala-Brescia sabato 17 dicembre alle 21 con lo spettacolo “Aria precaria”.Da oltre 15 anni lavorano in cop-pia e formano il duo “Ale e Franz”. I due artisti si sono conosciuti al Cta (centro teatro attivo), una scuola di recitazione a Milano e da lì hanno cominciato a frequentarsi.“Aria precaria”, titolo dello spetta-colo, è in tour dal 2009. 10 incontri, a volte scontri, altre volte attese. 10 fasi della vita, su cui ridere, sor-ridere, ma anche riflettere. Incon-tri paradossali in cui l’ordinaria vi-ta di ogni giorno è messa di fronte a uno specchio deformante che ne rivela tutte le contraddizioni. Due uomini, in alcuni casi amici, in al-tri nemici, ogni tanto sconosciuti, incrociano i loro destini sul ciglio di una strada, in un rumoroso ni-do d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo. Luoghi sospesi a mezz’aria fra il serio e il faceto; luoghi in cui l’aria che si respira è a volte dolce, altre volte salata, molto spesso preca-ria. Attraverso dei meccanismi di surreale comicità, i due uomini si mostrano nei loro aspetti più ridi-coli, nelle loro più assurde ostina-zioni, semplici contraddizioni; ma anche nelle umane fragilità, in cui ogni spettatore potrà riconoscer-si. Tutto questo all’interno di un bianco spazio astratto, una sorta di

precaria”. Ale e Franz sono noti al pubblico per le presenze in televi-sione nelle trasmissioni comiche che li hanno consacrati degli inizi, fino a ritagliarsi spazi propri con spettacoli come “Buona la prima”, che ha mostrato la grande capaci-tà dei due di improvvisare, e “Ale e Franz show”; nella carriera dei due anche prove al cinema. “Aria precaria” resta uno spetta-colo comico con un copione scrit-to dai due, sempre aperto all’ar-te dell’improvvisazione, aspetto che rende sempre un pizzico nuo-va ogni replica. La forza di Ale e Franz resta il feeling, il rapporto tra i due: “È difficile recitare un rapporto – ha confessato Franz – se non ce l’hai, non ce l’hai. Puoi far finta per un film, ma in 15 anni di lavoro...”.Prezzi da 22 a 35 euro (prevendite da 3 a 5 euro). Info. palabrescia.it

Il primo simposio internazionale di scultura “Angelo Zanelli” si è chiuso il 15 settembre a Rezzato alla Scuola delle arti e della formazione. Le sculture realizzate dai giovani artisti e dai docenti della Scuola Vantini e delle Accademie d’arte bresciane verranno esposte da sabato 17 dicembre (inaugurazione alle 11) fino a sabato 14 gennaio nel museo della città Santa Giulia, nella Sala dell’affresco. Espongono Agnieszka Mikolajczyk (Polonia) “Bio tech 5”; Alberto Rodolfi (Bedizzole);

“Tre facce della stessa medaglia”; Anna Ghilardi (Soncino) “New life”; Cristobal Delgado (Spagna) “Antagonismo”; Elena Gassi (Villa Carcina) “Sottili convergenze”; Josè Manuel Rodriguez Trigueros (Spagna) “Fragmentation”; Mariateresa Demma (Corleto Perticara - Pz) “Dal mare”; Marta Benedetti (Calci - Pi) “Come l’acqua lo ha lavorato”; Matteo Manelli (Desenzano) “Unità di misura di me stesso”, Pierluigi Dander (Ghedi) “Sisifo: il progresso umano”.

camminamento in bilico dal nien-te verso il tutto, uno spazio fra il concreto e l’assurdo che di volta in volta la luce trasformerà in un luogo diverso, un altrove dentro cui lasciarsi andare con l’immagi-nazione e abbandonarsi finalmen-te a una risata.“Il titolo è uno di quelli che si dan-no così − hanno raccontato i due − perché piacciono. Però allo stesso tempo si parla della vita, in chiave comica, ma finché siamo su questo pianeta respiriamo; a un certo mo-mento smettiamo e quindi l’aria è

Premio della Critica 2008 come miglior testo, lo spettacolo “Il ritorno” prende forma a partire da un lavoro di inchiesta promossa dal Teatro Donizetti e sviluppata dalla regista Veronica Cruciani che da sempre si dedica al rapporto tra tradizione orale e drammaturgia contemporanea, estendendo le sue indagini anche ai temi dell’immigrazione/emigrazione e della memoria collettiva recente.Al teatro Sociale martedì 20 e mercoledì 21 dicembre alle 20.30.

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utti conosciamo la sto-ria di San Francesco, la sua vita e i suoi miraco-li. Chiara Frugoni, che al santo umbro ha dedica-

to buona parte dei suoi studi, ha in-vece deciso di andare oltre le opere biografiche e le narrazioni storiche, proponendo nella sua ultima fatica letteraria le sue parole, i suoi scrit-ti e le sue lettere, analizzate in rap-porto all’intricata cornice storica e, soprattutto, alla luce dell’amicizia con Santa Chiara. “Storia di Chia-ra e Francesco”, edito da Einaudi, è infatti il racconto di due vite che si intrecciano prendendo la stessa di-rezione, un legame iniziato quando Francesco, nella chiesa di San Da-miano, udì il Signore chiedergli di ri-parare la sua casa. Poco dopo, nello stesso luogo, risiederanno Chiara e le sue monache. “In questo nuovo lavoro – spiega la prof.ssa Frugoni – mi sono sforzata di dimenticare le biografie che ave-

mento era considerato eversivo e metteva in crisi i valori imposti dalle regole del vivere comune”. France-sco, infatti, per prima cosa abolisce l’uso del denaro tra i suoi frati: tutti devono lavorare, ma come compen-so possono avere solo il cibo neces-sario alla sopravvivenza. “È evidente – sottolinea la prof.ssa Frugoni – che in questo modo una società fondata sulla moneta vede spezzarsi le pro-prie logiche interne”. Il frate di Assisi fu rivoluzionario anche per il modo in cui si comportava con i musulma-ni, tema impoverito dall’iconografia che ne ha accentuato il carattere di sfida: “Il celebre episodio della pro-va del fuoco tra Francesco e il sul-tano – precisa – in realtà non è mai avvenuto, perché nessuno dei due aveva intenzione di convertire l’al-tro. Francesco si reca dai musulma-ni con estremo rispetto, senza mai sentirsi superiore, e parla loro di Dio perché Cristo è morto per tutti, non con l’intento di prevaricare”. La

vo precedentemente scritto e ho cer-cato di privilegiare le testimonianze scritte, spesso difficili da compren-dere e interpretare, ma che mi hanno permesso di dar voce ai protagonisti della vicenda”. Scritti che hanno per-messo di comprendere chiaramente cosa Chiara e Francesco avessero in-tenzione di fare in una società come quella in cui vivevano, tormentata dai dissidi interni tra borghesia e nobil-tà e avvilita dalle crociate. “Chiara e Francesco – prosegue – si sono fat-ti carico dei problemi della società, elaborando un modello di vita nella scia del Vangelo, ma che in quel mo-

Il cielo è rotondo, la terra è quadrata. La “visione cinese del mondo” si scontra con ciò che insegna la geografia occidentale e con quel che quattro secoli fa andavano predicando Giulio Aleni e Matteo Ricci, missionari in oriente. Un volume, edito da Fondazione civiltà bresciana - Centro Giulio Aleni e Fondazione Matteo Ricci, a cura di Xiu Feng Huang e Gianfranco Cretti, ripercorre la storia de “La Cina nella cartografia da Tolomeo al XVII secolo”,

analizzando i mappamondi disegnati dai due gesuiti. “Si tratta del quarto volume dedicato dalla Fondazione alle opere di Aleni – spiega Cretti – e vuole offrire una panoramica dell’opera cartografica dei gesuiti in Cina”. “Matteo Ricci ha avuto il coraggio di mostrare all’Imperatore una mappa nella quale raffigurava lo stato cinese in un angolo, dove effettivamente si trova – prosegue Xiu Feng Huang – scatenandone l’ira”. Sebbene la cartografia cinese fosse più avanzata (in una mappa

del 1100 circa si può identificare una corretta indicazione dello stato cinese), era soverchiata da quella “visione del mondo” che imponeva di considerare la Cina al centro del planisfero, e di vederla come un insieme di quadrati concentrici, nel cui mezzo risiedeva l’imperatore. “Giulio Aleni, invece – continua – ha saputo integrare la concezione cinese con quella europea, rendendo accettabile la sua versione agli occhi dell’imperatore. Nella prefazione al suo mappamondo,

ha scritto che la terra è rotonda, ma la sua virtù è quadrata”. Nel volume ci sono più di 50 mappe a colori, 10 sono state tradotte per la prima volta in cinese moderno, italiano e inglese. Completano la pubblicazione contributi accademici, tra cui uno studio di Simonetta Conti dell’Università di Napoli sull’evoluzione della cartografia e un saggio di Michele Castelnovi dell’Università di Genova sull’impatto della cartografia gesuita nella cultura cinese. (a.g.)

Seconda fatica letteraria per Aldo Un-gari, dopo il “Quadri e ladri” d’esordio di un paio di anni fa. Seconda fatica ancora una volta destinata ad aiutare i progetti Svi in Africa e America Lati-na. “Un prete di periferia” è il titolo del libro in cui racconta, seppure in gra-devole forma di romanzo le vicende del giovane don Luigi, che altri non è che quel mons. Fossati che a più ripre-se, dal pulpito del Duomo non esitò a condannare le brutalità dell’ideologia nazifascista. Nel lungo racconto di Al-do Ungari c’è proprio la ricostruzione di quel periodo storicp in cui si intrec-ciarono sentimenti di solidarietà e di odio profondo, di comprensione e di intolleranza.Le vicende umane e spirituali del gio-vane don Luigi narrate da Ungari so-no racchiuse negli anni del periodo

fascista, in cui la maggior parte delle famiglie viveva in condizioni di digni-tosissima povertà, nella quale trovava ampio spazio una generosità sincera per i più poveri.Anche nella sua fatica letteraria Aldo Ungari conferma le doti già messe in luce nel “Quadri e ladri” d’esordio: una grande fluidità narrativa e una profonda capacità di intrecciare fatti della vita quotidiana e profonde fra-gilità umane. Le vicende raccolte da Aldo Ungari in “Un prete di periferia” hanno anche il grande merito di aiuta-re il lettore a giungere al cuore di al-cune delle più belle pagine del catto-licesimo bresciano della prima metà del XX secolo. La vicenda umana di don Luigi è fortemente intrecciata a quella spirituale. “Un prete di perife-ria” è edito dalla Gam.

figura di Santa Chiara è altrettanto rivoluzionaria, ma è spesso rimasta in sordina e rappresentata soltanto all’ombra dell’amico. “Si tratta di una donna di grande intelligenza e capa-cità innovativa, che scrivendo una nuova regola per le monache permet-te loro di esercitare la meditazione o la cura dell’altro con uguale dignità, dispensandole inoltre dal silenzio e invitandole a parlare e predicare in un momento in cui per loro era inve-ce prevista solo la clausura”.

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C’è un’esposizione particolare al Museo de “Il Divino Infante” a Gardone Riviera (via dei colli 34) che dura fino al 15 gennaio: “I teatrini sacri - Il bambino nella teca”. Il soggetto dell’esposizione è una tipologia di bambinelli in cera posti in teche vetrate. In passato l’accorgimento di porre i simulacri di Gesù Bambino in questi speciali contenitori nasceva dall’esigenza di proteggere la loro delicatezza. La sottile crosta delle fattezze eseguite in cera con colatura a

stampo poteva frantumarsi negli spostamenti maldestri; inoltre gli abiti e i decori erano facili al deterioramento per l’esposizione alla luce e alla polvere. Si temeva anche la presenza dei topi che potevano nidificare tra gli abiti e gli addobbi. Le teche protettive hanno consentito ai manufatti di attraversare il tempo e consegnarsi alle mani di collezionisti privati che periodicamente e con generosità li espongono alla pubblica visione. Info: il-bambino-gesu.it.

nizialmente convinto che è sempre complicato mettere assieme ciò che tende all’in-finito e ciò che, invece, è ben delimitato, grazie alla mia

esperienza di vita sono arrivato al-la conclusione che spirito e corpo devono abitare assieme per dare origine a quello splendido impasto chiamato persona”. Con queste pa-role, lo scrittore Flavio Emer si è rivolto ai rappresentanti dei media bresciani presenti alla conferenza stampa di presentazione della nuo-va edizione del suo libro, “Il Corpo-nauta” e del progetto a esso legato. “Nel 1996 venne pubblicata una prima edizione del mio libro” ha proseguito Emer “tuttavia, esigen-ze editoriali mi costrinsero ad ope-rare dei tagli all’interno dell’opera; tagli, questi, che toglievano indub-biamente importanti sfumature a quanto volevo comunicare ai let-tori. Ho accolto quindi con grande gioia l’opportunità che mi è stata data di ri-pubblicare ‘Il Corponau-ta’, in edizione integrale, riveduta e corretta; considero dunque que-sta seconda edizione come un vero e proprio nuovo libro. All’interno di questo primo progetto editoria-le a opera delle Edizioni Arti, che

fanno capo alle Grafiche Artigia-nelli, si sono così incontrate due mie necessità e desideri: comple-tare finalmente il mio libro e, allo stesso tempo, fare qualcosa per i bambini e i ragazzi di Pacotì, in Brasile, che ho conosciuto anni fa. L’incontro con loro, aveva in-fatti fatto nascere in me una gran-de emozione e, allo stesso tempo, tanta voglia di fare qualcosa per questi giovani fratelli” ha conclu-so quindi l’autore. Grazie al ricavato della vendita di questa nuova edizione de “Il Cor-ponauta”, infatti, gli operatori e i volontari di Operazione Lieta, pro-gettano di costruire una biblioteca all’interno della grande casa pia-martina di Fortaleza, dove trova-no spazio ben tre istituti scolasti-ci, indirizzati a bambini e ragazzi della zona. Operazione Lieta è una Onlus nata nel 1983 per sostenere alcune iniziative messe in atto nel nord-est del Brasile e rivolte ai bambini più poveri. Cuore dell’ini-ziativa, che da lei prende nome, è la bresciana Lieta Valotti, trasferi-tasi a Fortaleza assieme ad altri vo-lontari, per assicurare ai più picco-li, una casa, il cibo, l’affetto di una famiglia e l’educazione scolastica:

il tutto anche grazie alla generosi-tà di quanti, dall’Italia e dal resto del mondo, scelgono di adottare a distanza uno o più bambini meno fortunati.“La scrittura limpida di Flavio ci trasmette un desiderio di vita e impartisce lezioni a tutti noi… In ognuno di noi, infatti, abita un corponauta con il suo corredo di sogni e sentimenti , ricordi e pro-getti…” scrive Massimo Tedeschi, caporedattore del “Corriere del-la Sera Brescia”, nella prefazione all’opera. Il libro di Flavio Emer è dunque acquistabile al prezzo di 11 euro, presso gli uffici di Operazione Lie-ta, in via Ferri a Brescia. In vista delle feste natalizie, un motivo in più per scegliere di regalare un li-bro è proprio la certezza di poter fare molto con un piccolo gesto.

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Come ormai accade per tutte le no-vità tecnologiche, con velocità espo-nenziale la tv 3D sta rimpiazzando i “vecchi” schermi led e lcd, il piccolo schermo del nostro salotto divente-rà tridimensionale. Superato il “det-taglio” del prezzo (un apparecchio 3D costa dai 500 ai 2000 euro), basta inforcare gli occhiali polarizzati (ma presto non serviranno nemmeno quel-li) per vedere film, sport e intratteni-mento con sensazioni tridimensiona-li. In questi giorni Sky sta lanciando questa tecnologia proponendo il cal-cio di Serie A in 3D. Fattore trainante di questo cambiamento è stata l’en-nesima ondata di film in 3D che ha

invaso le sale cinematografiche negli ultimi anni. È dagli anni Venti del se-colo scorso che il mondo del cinema sperimenta la visione tridimensionale per offrire al pubblico un’esperienza il più coinvolgente possibile. Durante il Novecento ci sono stati periodi in cui il 3D ha avuto un discreto succes-so, ma mai come adesso questa moda aveva conquistato il pubblico.Anche la tv vuole sfruttare questa tecnologia per potenziare e rinnova-re quell’aspetto che tanto le è caro, la sua caratteristica vincente: la forma. Per decenni in tv forma e contenuto hanno combattuto, fra uffici di produ-zione, studi di ripresa, palinsesti e dati

di ascolto. Contava di più il messaggio o il modo in cui veniva presentato? Una domanda paradossale, provoca-toria, ma non per il regno della tv, in cui l’immagine è padrona indiscussa.La guerra è finita, o probabilmente non è mai iniziata, il risultato è che il vincitore si è mangiato lo sconfitto e occupa anche il suo ruolo: ora la for-ma è il contenuto. Ciò non significa che la tv abbia esaurito temi e argo-menti. Il fatto è che questi non posso-no competere con la forza dell’imma-gine, a lungo andare diventano relati-vi, si devono confrontare con il modo in cui verranno esposti al pubblico, devono sottostare ad alcune leggi.

Per fare un esempio pensiamo ai te-legiornali degli anni Settanta e quelli attuali a cui siamo abituati: le notizie sono le stesse, ma il modo in cui ven-gono presentate al pubblico fa la dif-ferenza. Al fine dell’esposizione dei contenuti, è necessaria la musica du-rante il video-sommario? Ovviamen-te no, come non lo sono le grafiche computer sgargianti e lo sguardo del cronista che buca lo schermo. Ma se un telegiornale non avesse queste ca-ratteristiche non risulterebbe al passo coi tempi, attuale, “sul pezzo”.Così capita dai varietà ai talk-show, dai quiz allo sport, per non parlare del calcio, volutamente tenuto fuori

dalla categoria “sport”. La tv l’ha pre-so sotto la sua protezione e lo ha pla-smato per decenni. Ora il racconto di una partita di calcio ha risvolti epici, aggiunti alla realtà solamente dal mo-do in cui viene presentata: primissimi piani, inquadrature iperreali, super moviola in tempo reale, commento concitato. L’aggiunta del 3D modifi-cherà ulteriormente la realtà di una partita di calcio, dando la sensazione di trovarsi nel campo da gioco.Proprio dove non ci sarebbe nulla in più da dire la tv aggiunge carne al fuo-co, pompa gli ingredienti, chiama a gran voce il pubblico a tavola. Ma è so-lo fumo: l’arrosto è finito da un pezzo.

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Fabio Volo sa gestire con simpatica malizia la sua immagine da “talento qualunque”. Ancora pochi giorni fa, in un’intervista a “la Repubblica”, ha ribadito: “Non sono uno scritto-re, un attore, un cantante, almeno non in senso stretto. Sono un bat-titore libero che grazie alla propria intelligenza e furbizia ha fatto dei propri difetti un punto di forza”. Il basso profilo, apprezzabile di que-sti tempi, appare perfino eccessivo. Amplificando per iscritto magagne,

Venerdì 16 dicembre alle 20.45 si terrà a Paitone il concerto di Natale offerto alla dall’amministrazione comunale in collaborazione con la parrocchia. Verrà eseguito il “Cantico dei cantici” per soli, voci recitanti. Ensemble strumentale di Tommaso Ziliani. Oltre alla Corale Santa Giulia di Paitone canteranno il soprano Gloria Busi, il tenore Enea Butturini; voci recitanti di Elena Ferrari e Roberto Savoldi. Direttore Enzo Loda. Ingresso libero.

uella delle compilation è una delle ultime carte rimasta alla discografia per cercare di rianimare un mercato in deciso e

costante calo, nonostante la cresci-ta del fenomeno dei download. Il ca-so dell’ultima pubblicazione di Lucio Dalla è però diverso dal solito, trattan-dosi di una “raccolta”, intitolata “Que-sto è Amore”, contenente tre inediti, un duetto con Marco Mengoni e altri brani scelti dal suo repertorio “meno noto”, compreso tra il 1971 e il 2011. È un doppio cd che inonda per così dire di nuova luce un artista al qua-le bisogna sicuramente attribuire un ruolo fondamentale nel novero dei cantautori italiani. Un cantautore che ha sempre cercato di lavorare mante-nendo un’attenzione particolare al li-vello poetico e umano delle canzoni, con un approccio decisamente origi-nale e non serioso ma indubbiamen-te molto rilevante anche dal punto di vista sociale. Così è anche questa compilation, che è da apprezzare so-prattutto perché recupera brani con-siderati di secondo piano, che invece ad un attento ascolto rivelano tutta la loro qualità. Canzoni vecchie fino a quarant’anni ma che riascoltate oggi rivelano tutto il loro spessore. Lo stes-so autore così descrive questo disco:

“Ho riscoperto brani ‘minori’, tra vir-golette, ed è stata una sorpresa anche per me. Certe cose sentite oggi, oggi e non ieri − ha raccontato − mi sembra-no più importanti di brani che hanno avuto molto più successo. E ripropor-re di queste cose meno sentite ha un senso in un momento in cui le cose che si sentono sono tutte uguali. Fa-re una canzone oggi è molto diverso da come era anni fa. Oggi le canzoni le fa la moda. Ci sono cose in questa raccolta che sono più nuove oggi di quando sono state pubblicate, il pez-zo con Mengoni ne è un esempio”. E proprio “Meri Luis”, cantata con una delle voci italiane più prometten-ti come quella di Marco Mengoni, è uno dei pezzi forti di questo album. Una bella sorpresa è rappresentata dalle tre nuove canzoni che aprono la doppia raccolta: “La leggenda del prode Radamès (Mister Paganini)[If

you can’t sing it]”, “Anema e core” e “Anche se il tempo passa (Amore)”, che denotano una vena ancora fertile da parte di Lucio Dalla. Ma una certa sorpresa la destano tutte le altre can-zoni, alcune delle quali possono es-sere considerate assolutamente alla stregua dei pezzi migliori composti dal cantautore bolognese. Come “Il Coyote”, tratta da “Il giorno aveva cin-que teste”, album del 1973 che rivela quanto fosse avanti con i tempi Lucio Dalla. Album un po’ oscuro e ruvido ma assolutamente da recuperare, “Il giorno aveva cinque teste” si avvalse dell’aiuto nella scrittura dei testi del poeta Roberto Roversi. “Il Coyote” è tra i pezzi più pregiati di quel disco che costituisce un caposaldo nella produzione di Lucio Dalla. Bellissi-ma anche se tristemente malinconica è “Quale allegria”, composta da Dal-la in solitario nel 1977. Decisamente di alto livello è anche “Amore dispe-rato”, dall’album “Lucio” del 2003. In definitiva una raccolta affascinante che ribadisce quanto sia importante anche per le nuove generazioni l’ap-porto dato alla canzone italiana da Lu-cio Dalla, nato come musicista jazz e trasformatosi in cantautore di razza, tra l’altro dotato, cosa non scontata per un cantautore, di una vocalità di livello superiore.

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osservazioni e pensieri della vita quotidiana, Volo ha evidentemente imboccato la giusta autostrada del sentire comune: “Il giorno in più”, il suo romanzo del 2007 ora diventato film con la regia di Massimo Venier, è un bestseller da oltre un milione di copie vendute.Sembra però che i fans del libro sia-no rimasti un po’ delusi dal film. Una commedia vivace che, come spesso accade, regala le cose migliori nel-la prima parte. Protagonista, in un

ruolo non inedito per lui al cinema – analogo, ad esempio, quello inter-pretato in “Matrimoni e altri disastri” di Nina Di Majo –, è lo stesso Fabio Volo nei panni di Giacomo Pasetti, milanese rampante, single ed ego-centrico. La sua vita senza respon-sabilità e senza amicizie si svolge passando da una donna all’altra e sfruttando cinicamente le debolezze altrui. Anche Michela (Isabella Ra-gonese), la donna che Giacomo vede ogni mattina sul tram, diventa a sua

insaputa lo strumento di un raggiro che consente all’uomo di evitare in-combenze non gradite. Ma quando lei gli rivolge la parola si scivola ver-so il sentimento: salvo che Michela ha accettato un lavoro a New York e sta per lasciare per sempre l’Italia.Sfoderando un budget meno conte-nuto del solito, il film porta la sto-ria a spasso tra Milano e gli States, dove Giacomo insegue la donna che l’ha fatto (quasi) innamorare. Tra manuali d’amore e litigi poco im-

prevedibili, giochi del caso e lettere romantiche, il finale non arriva ina-spettato. Anche perché personaggi e storia subiscono un processo di progressiva semplificazione: la cat-tiveria del protagonista e il realismo disincantato della donna in carriera si stemperano velocemente. Intorno a loro ruota un gruppo di bravi com-primari. Su tutti Stefania Sandrelli e Lino Toffolo, tenera coppia di in-namorati maturi, e il vicino dandy Hassani Shapi.

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gni tanto torna la pole-mica sulla Chiesa che, pervicacemente, non pagherebbe l’Ici, procu-rando un danno di colos-

sali dimensioni all’erario. Anche nei giorni scorsi, con la scelta di Mario Monti di “fare cassa” tassando le pri-me case, la “vexata quaestio” è tor-nata a esplodere. In un tempo in cui tutti sono chiamati a fare sacrifici, è la tesi sostenuta da chi ritiene in-debita ogni esenzione nei confronti delle realtà ecclesiali, anche la Chie-sa faccia la sua parte e paghi l’Ici (oggi per altro diventata Imu) sul suo immenso patrimonio immobilia-re. Si tratta, ovviamente, di tesi stru-mentali, dal momento che, proprio alla luce delle legislazioni vigenti, la Chiesa non si sottrare certo ai suoi doveri nei confronti dello Stato. Go-de, al pari di tante altre realtà, di al-cune esenzioni previste dalla legge. “La questione – afferma GianMaria Seccamani, noto commercialista bresciano – è viziata da molte impre-cisioni. Nessuno, infatti si sogna di far pagare l’Ici sui luoghi di culto, gli oratori e le strutture destinate alla formazione del clero”. Se la polemi-ca, invece, è finalizzata a rimarcare il dovere del pagamento dell’Ici per quelle attività commerciali correla-te al mondo ecclesiastico è eviden-temente ideoligica, “dal momento – afferma il commercialista – la le-

gislazione vigente già prevede que-sto obbligo”. E anche se la normati-va (l’art.7 del decreto legislativo 504 del 1992) presenta una zona grigia come capita per molti altri provve-dimenti fiscali, non si tratta certo di un limite imputabile alla Chiesa. “Bastano alcuni semplici chiarimen-ti – afferma Gian Maria Seccamani – per meglio definirla”. Il commer-cialista bresciano è in sintonia con

il Presidente della Cei nell’affermare che eventuali trasgressioni alla nor-mativa, anche se compiute da real-tà ecclesiastiche vanno perseguite. Eppure la polemica rispolverata nei giorni scorsi spaventa chi non è ad-detto ai lavori. Facile immaginare che tanti parroci che non mastica-no la materia fiscale possano esse-re preoccupati dalla vicenda Ici. “Le zone d’ombra già ricordate possono,

In arrivo un nuovo Isee. Un emendamento alla manovra presentato dai due relatori (Pierpaolo Baretta del Pd e Maurizio Leo del Pdl) modifica l’articolo 5 sull’indicatore della situazione economica equivalente. La proposta è quella di tener conto delle famiglie numerose, ossia delle “quote di patrimonio e reddito dei diversi componenti della famiglia nonché dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo”. I risparmi saranno

destinati al ministero del Lavoro “per l’attuazione di politiche sociali e assistenziali”. Mario Monti (nella foto), nel frattempo, ha fatto parzialmente propria una proposta formulata qualche giorno fa dalle Acli nazionali in merito all’aumento della franchigia sulla prima casa per le famiglie con figli e con redditi bassi. La manovra in discussione prevede l’innalzamento di 50 euro per ogni figlio a carico (con un massimo di quattro) della citata franchigia di 200 euro.

Francesco Zanotti, presidente della Fisc, la federazione dei settimanali cattolici italiani, e otto direttori di quotidiani nazionali, tra cui anche quello di “Avvenire” Marco Tarqui-nio (nella foto), hanno preso carta e penna e hanno scritto al presiden-te del consiglio Mario Monti per “il-lustrargli” i rischi a cui andrebbero incontro un centinaio di testate se il governo dovesse perseverare nell’in-tenzione di dare im taglio drastico ai

contributi per l’editoria, “un soste-gno già erogato in misura modesta – si legge nella lettera – e incerta ne-gli importi, oltre che pesantemente differito nel tempo”. La cessazione dell’applicazione della legge n. 250, prevista all’articolo 29 della recente manovra economica, potrebbe pro-durre riflessi gravissimi sul plurali-smo dell’informazione e sulla stessa democrazia, considerato che cause-rà la fine delle pubblicazioni per l’in-

tero settore della stampa di partito, cooperativa e di idee, notoriamente penalizzato da forti disparità nell’ac-cesso al mercato pubblicitario. “Le saranno altrettanto note – è un altro passaggio della lettera – le conse-guenze occupazionali dell’entrata in vigore dell’articolo 29 del decreto e il contraccolpo economico per l’erario, in relazione agli oneri assistenziali che lo Stato dovrebbe accollarsi in seguito alla chiusura di molte decine

di testate e la conseguenza perdita di molte centinaia di posti di lavo-ro, per un volume di spesa persino superiore a quello che sarebbe ne-cessario per reintegrare il Fondo per l’editoria”. La lettera si chiude con la richiesta di un incontro urgentissi-mo per scongiurare l’apertura di una grave crisi occupazionale ed evita-re in extremis quello che i firmatari definiscono “un vulnus irreversibile alla libertà di stampa”.

effettivamente, mettere nelle amba-scie – sono altre considerazioni del-commercialista – chi non è esperto di materia fiscale e si trova a gestire strutture immobiliaro che potrebbe cadere o meno nel regime ici”. È il caso, per esempio, delle case per ferie. Al di là del loro nome, previ-sto per altro dalla legge, si tratta di strutture destinate all’ospitalità di precise categorie di persone. Non deve essere poi un’ospitalità aper-ta al pubblico. La casa per ferie così configurata non paga l’Ici. Non deve però essere aperta per tutto il corso dell’anno, deve praticare prezzi più bassi rispetto a quelli degli alber-ghi. “Tuttavia – afferma Seccamani – non sempre è così facile procede-re a una univoca interpretazione di casa per ferie. E ciò rende estremen-te difficile interpretare la normativa in tema di pagamento dell’Ici. Se la norma fosse più chiara, probabil-mente, esisterebbero minori spazi per un’interpretazione soggettiva della stessa normativa”.

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“Il comparto agricolo è senz’altro pronto a dare il suo contributo per il risanamento dei conti pubblici, ma non possiamo fare a meno di sottolineare come l’agricoltura sia l’unico settore produttivo che viene totalmente escluso dalle norme del decreto “salva Italia” utili a favorire lo sviluppo”, così il vicepresidente di Confagricoltura Lombardia Renato Giavazzi (nella foto) ha commentato il provvedimento assunto dal

governo Monti e attualmente in fase di approvazione da parte del Parlamento.“Questa situazione è evidentemente punitiva per le aziende agricole, anche alla luce del fatto che le norme relative all’Imu, la rivalutazione dei redditi catastali e la nuova tassazione dei fabbricati rurali comporteranno necessariamente un forte aggravio dell’imposizione fiscale a carico di strutture produttive che, per loro stessa natura, sono caratterizzate da

un patrimonio immobiliare di una certa consistenza” ha poi proseguito Renato Giavazzi.“Le simulazioni effettuate dai nostri uffici dimostrano che anche per aziende di medie dimensioni gli importi dovuti al fisco potranno crescere di svariate migliaia di euro, con incrementi percentuali rispetto alla situazione attuale che potranno raggiungere in certi casi addirittura il 400 %”.“È evidente – ha concluso il

vicepresidente – che questa situazione determinerebbe una ricaduta pesantissima sui bilanci di queste aziende, mettendo a serio rischio la sopravvivenza di molte di esse. Per questo riteniamo doveroso che il governo Monti provveda a rettificare le norme in oggetto, introducendo delle opportune modifiche che tengano in adeguata considerazione le specifiche caratteristiche ed esigenze delle aziende che operano nel comparto agricolo”.

radizionale incontro di fi-ne anno in Aib tra i verti-ci dell’associazione di via Cefalonia e la stampa bre-sciana per un bilancio del

2011 prossimo a essere consegnato agli archivi. Le prime battute del pre-sidente Giancarlo Dallera, nonostan-te i buoni propositi, sono andate alla politica. Poche parole, ma trancianti. “L’attuale situazione – ha affermato il Presidente Aib – è il frutto dell’inade-guatezza di politiche passate”. Politi-che, ha rimarcato Dallera, insensibili al ruolo di grillo parlante che il mondo industriale ha svolto più volte anche in un passato recente. Non ha man-cato, il Presidente degli industriali bresciani, di sottolinare con preoc-cupazione la recessione alle porte. “Una recessione – ha sottolineato – prevista dagli studi di Confindustria, che ha preso il via già nella seconda metà di questo 2011 e che non mol-lerà la presa anche per tutto l’anno prossimo”. Quel che più preoccupa Aib e l’intero mondo dell’industria bresciana è che quella in corso è una crisi sistemica, “che – ha evidenziato Dallera – determina la sfiducia negli operatori, deprime i consumi, colpi-sce le imprese”. È un circolo vizioso, quello rimarcato dal Presidente Aib, che da tempo ha indotto le banche a un irrigidimento, a una stretta al cre-dito all’impresa. Un accesso al credi-to che non solo si è fatto più imper-vio, ma anche molto più costoso. “Il trend in corso – è stato il passaggio successivo della disamina di Giancar-

scia è stato pesante: le esportazioni sono calate del 10% rispetto al 2008, è aumentata a dismisura la sofferenza bancaria. Dati che mettono una vol-ta di più in evidenza alcune urgenze a cui deve rispondere in prima battuta la politica, anche se in questa stagione è rappresentata da un tecnico come Mario Monti, autore, secondo Dalle-ra, di una manovra che si è totalmente dimenticata dello sviluppo, “un deficit da colmare in tempi brevissimi.”. Con altrattanta rapidità serve mettere ma-no al tema del credito (“la banche, in ultima battuta le uniche beneficiarie della finanziaria in discussione” ha affermato il presidente Aib) e a una revisione strutturale del mercato del lavoro. Gli istituti di credito, destinati

a trarre sicuri vantaggi da alcune mi-sure della manovra Monti, dovranno aprire a un maggior credito alle im-prese mentre sul fronte del lavoro sarà necessario, pur salvaguardan-do i diritti dei lavoratori, insistere sul tema della flessibilità, “perché – ha affermato Dallera – il riferimento a meccanismi di regolamentazione del mercato del lavoro vecchi di almeno tre decenni così come non consento-no di punire chi non fa il suo dovere, allo stesso modo non consentono di premiare il merito”. Un’azienda mes-sa nelle possibilità di valorizzare chi merita o di andare a incidere su chi non fa il suo dovere non avrebbe, se-condo Dallera, problemi ad aumenta-re i contratti a tempo indeterminato.

lo Dallera – lascia prevedere un ulte-riore inasprimento anche per i mesi a venire”. A pagare il prezzo di questa situazione sono le imprese. Sono ba-stati solo due dati al Presidente degli industriali bresciani per “certifcare” questo stato di sofferenza: il numero dei fallimenti del 2011 raddoppiati ri-spetto a quello dello scorso anno) e l’esplosione delle ore della cassa in-tegrazione straordinaria (“che sono la premessa per altre ristrutturazioni aziendali, con la conseguente creazio-ne di nuovi disoccupati” ha afferma-to Dallera). Con sano pragmatismo bresciano, però, il Presidente non si è lasciato sopraffare dallo sconforto e anche in una stagione di evidenti diffi-coltà è riuscito a mettere nel mirino di Aib alcuni segnali moderatamente incoraggianti. “Rispetto alla crisi co-nosciuta nel 2008 – ha affermato al proposito Dallera – ci sono piccoli indicatori a cui guardare con speran-za: la ripresa americana e lo sviluppo asiatico”, realtà che per un’economia essenzialmente manifatturiera e vo-tata all’export come quella bresciana non sono di poco conto. Certo resta-no i risultati di un anno che per Bre-

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vanti un altro. Contra-riamente a quanto pro-fessato da Gino Corio-ni e dal suo vice Luca Saleri, alla fine è arri-

vato un altro esonero pre-natalizio. L’anno scorso toccò a Iachini non arrivare a mangiare il panettone, in settimana è accaduto a un altro Bep-pe: mister Scienza. Dopo 13 partite senza vittorie e la zona retrocessio-ne a due punti, il patron delle Rondi-nelle non ce l’ha fatta trasformando il dogma “Scienza non si tocca”, in “Scienza esonerato”. Al suo posto è arrivato in piena corsa Alessandro Calori che in meno di quattro gior-ni ha dovuto preparare la trasferta di Livorno in programma in anti-cipo questo venerdì alle 20.45. La domanda sorge spontanea: perché tutta questa fretta visto che dopo la gara del Picchi c’è quasi un me-se di sosta con la relativa apertura del mercato? E dalla risposta del presidentissimo si scoprono i co-siddetti altarini. “Avrei dovuto so-stituirlo già tre o quattro partite fa ma ero sicuro che avesse in mano la squadra. Come fai a conferma-re un tecnico per una sola partita? Chiedendo ad alcuni giocatori, poi, la sensazione era quella che anche il gruppo chiedesse un cambiamen-to”. E allora torniamo ancora indie-tro riaprendo il libro della contrad-dizione. Ma il gruppo non era tutto

con l’allenatore unito e compatto? Forse ci siamo persi l’ennesimo passaggio, ma i conti non tornano comunque. Proprio l’attaccamento dello spogliatoio a mister Scienza era il caposaldo della sua iniziale riconferma in panchina. Che sia stata l’ennesima uscita di Corioni per non dare troppa responsabilità a questi ragazzi che vanno piazzati sul mercato? “D’altronde – aggiun-

ge – non si possono cambiare tutti i giocatori, nemmeno il presidente se una squadra va male. Ci dispiace che a pagare sia stato Scienza”. Ve-niamo al nuovo che avanza, ossia ad Alessandro Calori che torna dopo la parentesi da giocatore tra il 2000 e il 2002. Ha avuto anche la benedizione di Carletto Mazzone ma il curricu-lum al momento agita ulteriormente la piazza che, sull’ennesimo dietro-

Ultime due gare dell’anno per il Basket Brescia che saluterà il 2011 in maniera trionfale. Dalla storica promozione in Lega 2 (il secondo torneo nazionale), al primo posto in classifica dopo 11 giornate assieme a Reggio Emilia. La vetta della classifica è frutto di otto vittorie e due sole sconfitte. Il tutto nonostante i problemi finanziari dovuti alla dipartita della famiglia Franchini a inizio stagione e al problema del palazzetto. La Centrale del

Latte, però, vuole ancora stupire e chiudere l’anno solare con altre due vittorie. Appuntamento, quindi, domenica 18 a Imola (ore 18,15) e al San Filippo nel turno infrasettimanale di giovedì 22 (ore 20,30) contro Piacenza. Entrambe le gare verranno seguite in diretta da Radio Voce Fm 88.3-88.5 e in streaming su radiovoce.it con la cronaca integrale curata da Alberto Banzola. Per inviare sms durante la diretta: 338.3636104

Lo hanno chiamato tavolo della pace, ma forse chi lo ha indetto avrebbe vo-luto già fare rapidamente marcia in-dietro (almeno sul nome). In questi giorni quindi il calcio nostrano, asse-diato da veleni continui da Calciopoli in avanti (ma anche prima non è che il clima fosse idilliaco), prova a gettarsi tutto alle spalle, per ripartire in un cli-ma più urbano e costruttivo. Questo almeno nelle intenzioni del presidente del Coni, Gianni Petrucci (nella foto),

che ha convocato questa sorta di stati generali del pallone in questi giorni. L’assise nasce, però, sotto una luce strana, perché ad esempio vengono convocati alcuni presidenti di società di Serie A, mentre ad altri non è stato pensato, scatenando quindi imman-cabili sospetti e gelosie. Ma l’aspetto più inquietante è che alcuni pensano che questo tavolo possa togliere o ri-assegnare il famoso scudetto conteso, quello del 2006, che dopo lo scanda-

lo fu un po’ troppo frettolosamente assegnato all’Inter a scapito di una Juventus che ora, anche alla luce di nuove intercettazioni, lo rivorrebbero indietro. Difficile, però, che questa sia l’occasione per togliere o assegnare scudetti, anche perché altrimenti si scatenerebbero nuovi polveroni che farebbero precipitare ulteriormente la situazione anziché tentare di risol-verla. Intanto Petrucci ha già ribadito in tutte le sedi che sarà “un incontro

per riportare serenità al mondo del calcio”. Oltre ad Agnelli e Moratti ci sono stati altri presidenti di serie A, come De Laurentis, Galliani (ammini-stratore del Milan), i Della Valle. Il pro-blema è che molte società pensano di sedersi al tavolo per “incassare” qual-cosa, non per fare un passo indietro sul fronte della distensione pallona-ra; che esca una sorta di “pace arma-ta”? Rimanderebbe soltanto tensioni e polemiche alla prossima occasione.

front della società, ha programmato per l’8 gennaio un sit-in di protesta in piazza Loggia. Quattro esoneri in corso e una promozione: era il 2010 e fu storica per il Portogruaro che salì dalla C1 alla serie B. Ha firma-to un contratto fino a giugno con possibilità di riconferma in caso di qualcosa di più di una salvezza. “Corioni fa il presidente e io l’alle-natore – ci tiene subito a precisare nella conferenza di presentazione – tutti i giocatori con me partiranno alla pari. Giocherà chi sta bene”. Sul modulo conferma di prediligere il 4-3-1-2 (lo stesso del suo predeces-sore) e aggiunge: “Non sarò un ser-gente di ferro, anche perché questa squadra ha notevoli potenzialità. Si tratta solo di tirarle di nuovo fuori come a inizio stagione. Dovrò fare un gran lavoro soprattutto dal punto di vista mentale”. E allora in bocca al lupo mister Calori e attenzione a quanto pronosticato da Corioni: “Le auguro 10 anni su questa panchina”. Anche il suo destino, dunque, è già segnato.

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stata una tre giorni ric-chissima quella vissuta ad Assisi per il meeting prenatalizio, ultimo ap-puntamento nazionale

del 2011. Nella città francescana so-no arrivati esponenti di comitati pro-vinciali e regionali di tutto lo Stiva-le, per un appuntamento unico reso ancor più importante dalle prossime elezioni primaverili che apriranno il nuovo quadriennio. A tal proposito il presidente Massimo Achini è stato chiaro sul futuro del Csi, che non ha nessuna intenzione di vivere di rendi-ta: “Per vincere la sfida che ci atten-de deve scendere in campo il Csi mi-gliore di tutti i tempi”. Il numero uno dell’associazione non ha usato mezzi termini, lanciando messaggi forti e chiedendo impegni concreti dai co-mitati più piccoli fino alla presidenza nazionale. “Servono rigore e crescita, nuovi candidati con l’inserimento di giovani e donne, alleanze forti sul ter-ritorio, ma anche e soprattutto un so-lido programma. Il Csi sta vivendo un momento di crescita importante, ma si deve fare ancora di più. Dobbiamo essere scuola di formazione umana per contribuire al rinnovamento del-le persone e della società, operando negli stadi, nelle piazze e nel mondo mettendo in campo i valori senza veli, maschere e retoriche. Nella società è cambiato il valore delle cose che con-tano. Di qui la sfida: mettere al loro posto le cose importanti”. Nel borgo

Una Santa Messa per riflettere sull’anno che volge al termine e proiettarsi al futuro con uno spirito rinnovato; un rinfresco per augurare buon Natale agli amici nel segno dell’allegria. Il copione si ripete piacevolmente ogni anno nel mondo di arbitri, giudici e animatori del Polisportivo, che dopo le fatiche vissute sui campi da gioco possono godersi un momento di meritato riposo e di festa, che avrà inizio domenica alla parrocchia Beato Luigi Palazzolo in via Botta 26.

L’appuntamento con la celebrazione eucaristica è per le 10.30, poi tutti alla cascina Foret per un aperitivo offerto dal comitato arancioblu. Si chiude così un’annata importante per le giacchette nere, che hanno visto crescere la loro squadra nel segno della formazione. Bilancio positivo anche per gli animatori, tra i fautori principali del successo del Polisportivo, lo scrigno verde del Csi Brescia, dove si vive in prima linea la missione dell’associazione: educare attraverso lo sport.

umbro hanno sfilato personaggi di ca-libro alleati del Csi. Alex Zanardi è sta-to incoronato con il premio Fair play Mecenate. Sul podio, con lui, Damia-no Tommasi e Igor Cassina. Presen-za importante anche quella di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione allenatori. L’ex allenatore del Bologna si è detto pronto a sostenere un’alle-anza educativa e formativa per una

crescita sportiva e umana dei tecnici e, di conseguenza, dei giovani calcia-tori. Tra le grandi alleanze quella con gli oratori, certificata dal responsabi-le ecclesiastico del Csi Brescia don Marco Mori, che ha presentato H1O, happening degli oratori in programma dal 6 al 9 settembre a Brescia e Ber-gamo. “Giocare è educare”, ha riba-dito il sacerdote, ricordando l’obiet-tivo ciessino: una società sportiva in ogni parrocchia italiana. Lo sguardo dell’associazione, tuttavia, si estende anche oltre i confini nazionali. È par-tita infatti la campagna di solidarietà in favore di Haiti, che prevede l’aper-tura entro la fine del 2012 di un centro sportivo nell’isola caraibica.

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Guardare con speranzaal futuro di Kiremba

Egr. direttore, è ancora fresco il dolore e lo shock provato in questi giorni dai tanti bre-sciani che hanno seguito le terribili vicende del nostro ospedale di Kirem-ba. Un giorno, forse, si saprà se questa sanguinosa aggressione sia avvenu-ta per iniziativa di singoli criminali, che ci sono dappertutto, o se non ci sia stato qualcosa di più organizzato e premeditato.Purtroppo il Burundi in questi anni è stato segnato da violenze, distruzioni e atrocità tali da dissanguare l’intera nazione e portare alla popolazione più povera e indifesa sofferenze indicibili. Non ci sarebbe da meravigliarsi, quin-di, se la prima istintiva reazione fos-se quella di pensare di abbandonare tutto: troppo pericoloso e troppa in-gratitudine.Ma, come moglie di un medico che recentemente ha avuto occasione di passare alcune settimane a Kirem-ba per visitare e operare centinaia di ammalati, altrimenti abbandonati a se stessi, vorrei portare un piccolo contributo di conforto rendendo nota una lettera, scritta in francese (pub-blicata in italiano di seguito), ricevuta da noi in questi giorni, da parte di una ragazza di 19 anni del Burundi, che, da completamente cieca che era, operata di trapianto di cornea solo 10 giorni prima dell’attentato, ha incomincia-to a vedere.Anche colà c’è chi sa esprimere grati-tudine e solidarietà, le quali possono da sole ripagare a dovizia e confor-tare quanti in tutti questi anni hanno donato tante energie (e alcuni anche la vita) per fare di questo centro ospe-daliero un gioiello sanitario ormai in-

sostituibile e ineguagliabile per la po-polazione locale.Penso che sarebbe molto bello se pubblicarla sul settimanale diocesa-no, per dare ai bresciani e a tutti i col-laboratori della Missione, segnati nel profondo da questa terribile esperien-za, un momento di conforto, di spe-ranza e di fiducia nel futuro di questo ospedale proprio tutto bresciano fin dall’origine. Dal martirio, ecco la nuova “linfa”, co-me ci hanno detto i nostri sacerdoti e il Vescovo in questi giorni. Le invio anche alcune significative fotografie, scattate nell’ultima missio-ne del mese di novembre, nell’ipotesi che ritenesse opportuno pubblicarne qualcuna. Molto cordialmente. Lettera firmata

Gent. dottore, ora sto bene, riesco a leggere, a scri-vere e posso pure utilizzare internet. Le scrivo per dirle della terribile situa-zione del Burundi dove tutti i giorni si uccide e non passa notte senza che venga assassinato un uomo. La situa-zione è grave e noi abbiamo paura, perché c’è insicurezza. Non riesco a capire come si possano uccidere persone che sono venute ad aiutarci! Sono molto triste e fino ad ora non ri-esco a capire perché hanno assassina-to Francesco e suor Lucrezia. Non ho altro da dire: che Dio li guardi dal pa-radiso. Francesco mi ha aiutato tanto affinché potessi vedere e solo pochi giorni prima della tragedia eravamo tutti insieme a Kiremba: avevo rac-contato a Francesco della situazio-ne dei miei occhi operati perché po-tesse riferirvela per mail. Agli amici bresciani. Una notte, poi, mi hanno telefonato per dirmi che era stato uc-ciso. Nei giorni successivi sono pas-

sata in tribunale e ho visto i volti dei due ragazzi che hanno ucciso: erano davvero come due selvaggi e sono stati incarcerati per tutta la vita, ma per me non è una grande punizione, per qualcuno che ha ucciso chi aiuta. Vorrei esprimere le mie condoglianze a tutti gli italiani e ringraziare ancora per l’aiuto ricevuto; io non dimenti-cherò mai e che Dio benedica tutti gli italiani, perché sono di cuore buono

Belyse Mumporeze

La vita a Kiremba fiorirà

Egr. direttore,era domenica, il giorno del Signore. Nel paese delle mille colline, nella ca-sa dove abitano le Ancelle della carità. Un corpo steso a terra, una suora col-pita a morte, immersa in una pozza di sangue. E, poco dopo, ancora morte, violenza, dolore, lacrime: cade a terra, dissanguato, il volontario Francesco, suor Carla viene ferita gravemente. La terra rossa d’Africa si tinge del sangue rosso dei martiri. Quando si uccide chi ha dedicato la maggior parte del-la propria vita ai bisognosi, facendo-si povero tra i poveri, facendosi voce e speranza dei poveri, si cerca di uc-cidere la speranza di un popolo. Un popolo semplice, povero, che soffre, che mangia da troppo tempo la pol-vere della terra e la polvere da sparo. Suor Lucrezia era molto più che una semplcie religiosa che annunciava il Vangelo in terra d’Africa. Era una don-na che viveva il Vangelo, lo incarnava nella sua vita. Era testimone e semi-natrice del Regno di Dio. Francesco era un missionario laico. Ci sono per-sone che incomodano. Forse perché. in una società edonista e individuali-sta, lasciano tutto e partono. Per se-

minare, nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel nome della sua pas-sione, morte e resurrezione per tutti, nel nome della sua opzione preferen-ziale per i poveri, gli oppressi, gli or-fani, le vedove, per chi soffre. Gente incomoda, che scuote, che sceglie di vivere e lavorare coi poveri, che de-nuncia chi si arricchisce attraverso le ingiustizie, che soffre con chi sof-fre, spera con chi spera, prega, con-divide, ama. Ci ha lasciato suor Lu-crezia, insieme a Francesco; hanno lasciato la loro gente, i loro familiari, le amate consorelle senza che nessu-no fosse preparato; come potremmo essere preparati a comprendere tanto odio, tanta violenza? Sappiamo solo che degli esseri umano, tanto amati e magari, chissà, tanto serviti, abbia-no così violentemente posto fine al-la vita di due angeli in terra d’Africa. Maledetta sia la violenza, che divora la vita. Ma non ci lasceremo vincere dal pessimismo. Il martirio, talvolta, entra nella storia della salvezza. Gli apostoli e migliaia di fedeli delle pri-me generazioni furono trucidati dai leoni e dai gladiatori. Lungo i secoli la prigione, la tortura, le esecuzioni e le discriminazioni, sino alle recenti stra-gi naziste e comuniste e ancora oggi, troppo spesso, nelle assurde violenze di carattere religioso, il cammino del Vangelo fino agli estremi confini della terra è stato ed è accompagnato dal sangue dei martiri. Che però, noi lo crediamo, genera nuova linfa vitale. Celebriamo dunque la loro nascita al Cielo non con la tristezza, tanto me-no con l’odio, ma con una speranza rinnovata perché sappiamo, con Ter-tulliano, che il sangue dei martiri è se-mente per la Chiesa. Suor Lucrezia e Francesco non sono stati uccisi, sono stati seminati. La speranza non è vin-

ta, la carità non termina, la morte non ha vinto. Il dolore genera rinnovato impegno, l’incertezza lascia spazio al coraggio, il sogno non finisce, il canto non si spegne. La missione bresciana a Kiremba continuerà, continueremo a sognare il sogno di Dio. Un sogno esigente, che contempla anche dolo-re, sacrificio, rinuncia, consegna to-tale del corpo e dell’anima all’Amore, fino all’estremo. Ma sappiamo che il nome di Dio è santificato in coloro che muoiono difendendo la vita e l’amore. Suor Lucrezia e Francesco hanno reso santo quel luogo. La mor-te non ha l’ultima parola. La vita, a Ki-remba, fiorirà.

Mario Sberna

Le carte scopertedi Cameron

Egr. direttore,finalmente si gioca a carte scoperte, Cameron con il suo sorriso all’inglese ha detto di no al salvataggio dell’euro e si è ritirato nella sua isola, apparen-temente isolato. Pensa di giocare la partita assieme ai suoi amici sosteni-tori, gli speculatori della finanza inter-nazionale, in Usa e Gran Bretagna, per affossare l’euro e con esso l’Europa. In questo gioco sarà determinante, in Europa, il cavallo di Troia, il di-rettorio dei Goldman’s Boys nella Bce, in Italia, in Grecia ecc. Gli in-glesi non hanno mai amato l’Europa. Per secoli hanno dominato il mondo. Con le loro navi, la Compagnia delle Indie e con i corsari, entrambi al ser-vizio della monarchia, hanno razzia-to merci e materie prime dei popoli sottomessi. Famosi furono i corsari inglesi (sir) Francis Drake ed Henry Morgan che, rispettivamente, sul fi-nire dei secoli XVI e XVII, assaltava-

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

no i porti spagnoli nelle Americhe e attaccavano i galeoni carichi di oro ed argento diretti verso la Spagna.Per secoli gli inglesi hanno sempre giocato a dividere e dominare gli europei, sono entrati nella Unione europea solo per interesse, si sono rifiutati di entrare nell’eurozona per tenersi la loro sterlina. Quando alla fine del 2008, l’Unione europea volle discutere della rifor-ma del settore bancario e finanziario proponendo più trasparenza e limita-zione, gli inglesi si opposero. In prati-ca, nelle intenzioni dell’Ue, si trattava di stabilire un controllo sulle attività degli hedge riducendone la capacità di indebitamento (e quindi la portata delle operazioni speculative). Oggi si capisce bene il rifiuto di Ca-meron quando dice: “Noi non voglia-mo aderire all’euro, siamo contenti di esserne fuori, come lo siamo di non fare parte della zona Schengen. Noi non vogliamo rinunciare alla no-stra sovranità. Noi vogliamo i nostri tassi di interesse, la nostra politica monetaria”. I motivi del rifiuto di Cameron, che obbedisce agli interessi e alle strate-gie inconfessabili delle lobby finan-ziarie internazionali il cui centro è sempre la City, li ha confermati qual-che giorno fa il Financial Times. Il segmento degli hedge funds versato, negli ultimi 10 anni, nelle casse del partito conservatore britannico am-monta a circa 14,3 milioni di sterline. Più di metà della cifra è stata sbor-sata nel biennio 2009-2010, in coin-cidenza con la campagna elettorale e la successiva sconfitta del Labour. Negli ultimi 10 anni, il numero uno di Red Kite Michael Farmer e i suoi colleghi di Man Group Lord Fink e di Cqs Michael Hintze hanno sborsa-

to da soli qualcosa come 7,7 milioni di sterline in attività di sostegno e finanziamento al partito di David Cameron. Nonostante ciò oggi gli inglesi e gli americani se la passano peggio di noi europei. La follia poi e che, per uscire dal-la crisi terminale del Sistema, certi ambienti neocon americani e ingle-si, che sono 1% contro il 99%, hanno elaborato quella che qualcuno ha de-finito “chaos géostratégique” e “ l’ère psychopolitique”. Per creare le condizioni e le ragioni per scatenare nuove e devastanti guerre, dopo la Libia, la Siria e l’Iran. Per poi coinvolgere Russia e Cina. Di fronte a questo nuovo scenario geopolitico l’Europa deve scegliere: essere trascinata nella follia di una probabile guerra termonucleare vo-luta dal blocco atlantista (Usa e Gran Bretagna) o trovare il coraggio di cre-are nuovi equilibri geopolitici e sce-gliere il proprio alleato a Est, verso la Russia, verso il Pacifico. Tenendo conto che l’esplosione del Sistema sta solo aspettando il deto-natore!

Luciano Buonocore

Insieme per la lampadadi San Francesco

Egr. direttore,sono nato nel 1939 e nel 2014 taglie-rò, a Dio piacendo, il traguardo dei 75 anni. Si tratta di una tappa impor-tante che merita di essere ricordata in modo adeguato. Il 1939 è anche l’anno in cui si scelse San Francesco come patrono d’Italia. Una importan-te coincindenza. Per questo motivo ho pensato di lanciare ai coscritti

bresciani una proposta: perché non raccogliere, per il 2014, l’olio per la lampada perenne della chiesa di San Francesco a Brescia? Mi pare un ot-timo modo per ricordare il 75° com-pleanno. Affido questa proposta al-le pagine del settimanale diocesano, con la speranza di trovare altri nati nel 1939 disponibili a condividere l’iniziativa. Allego, per questo, il mio recapito telefonico (030/9460578).

Claudio Molinari

In merito alla chiusuradel reparto di ostetricia di Gardone V.T.

Egr. direttore,dopo ripetute notizie false e ten-denziose, è giunto il momento di dar voce al sentire degli ostetri-ci/che del Presidio ospedaliero di Gardone V.T.In particolare facciamo riferimento all’articolo “Gardone V.T. l’ospedale non può che migliorare” pubblica-to dal Giornale di Brescia il giorno 4/12/2011. Nell’articolo in questione, in cui il consigliere regionale della Lega Nord (nonché membro della com-missione della salute del Pirellone) Pierluigi Toscani, esprime il pro-prio parere, si legge anche “da an-ni il punto nascita di Gardone Val Trompia raggiunge a mala pena i 300 parti annui”.Questo dato non rispecchia la real-tà. È vero che le nascite a Gardone V.T. hanno subito un calo, ma que-sto calo non è altro che lo specchio dell’andamento demografico del nostro territorio nazionale.Il numero dei parti annui nel nostro Presidio ospedaliero non è mai sce-

so sotto i 460 (per citare solo alcu-ni numeri nel 2004 si registravano 687 nascite, nel 2010 i nati sono stati 467).Le falsità pubblicate su numerosi articoli rappresentano una mancan-za di rispetto nei nostri confronti. Siamo professionisti della salute che fino ad ora hanno agito con di-gnità e operato con professionalità e serietà, garantendo condizioni di sicurezza in sala parto e in repar-to. Ringraziamo tutte le coppie che hanno scelto il nostro punto nascita per essere sostenute e assistite nei momenti più belli della loro vita.Il loro apprezzamento e la loro fi-ducia ci hanno dato coraggio per affrontare i numerosi momenti di difficoltà, e, in parte alleviato, il dolore e la delusione che stiamo vivendo. Ringraziamo i mezzi di comunica-zione che hanno dato voce in ma-niera corretta alla situazione of-frendo punti di vista e dati oggetti-vi, raccontando disagi e potenziali-tà di un mondo che è ben più ricco di quanto si possa vedere da fuori. La vita che nasce, un figlio è così! Il personale ostetrico del Presi-dio ospedaliero di Gardone V.T.

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