La Voce del Popolo 2011 40

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Todi: cattolici utili o necessari? Occhi puntati e reazioni nella politica dopo il seminario promosso a Todi gli scorsi 16 e 17 ottobre dal Forum delle persone e delle associazioni nel mondo del lavoro. Le voci bresciane di Tarantini, Onofri, Ghidoni, Groli e Rossini

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La Chiesa ha sempre considerato con attenzione la condizione dell’essere umano nella fase iniziale del suo sviluppo. Qui sono implicate considerazioni di carattere filosofico, antropologico, etico e anche giuridico. In altre parole, la questione riguarda l’identità e lo statuto dell’embrione umano. E nel momento in cui la Corte di giustizia dell’Unione europea, lo scorso 18 ottobre, ha stabilito che non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti, comporti inevitabilmente la distruzione dell’embrione tornano alla mente molte parole significative. Come si può ben comprendere, né la Sacra

Scrittura né la Tradizione cristiana più antica possono contenere trattazioni esplicite su questo tema. Ciononostante, Luca nel raccontare l’incontro di Maria, incinta per opera dello Spirito Santo, con la madre di Giovanni Battista, già al sesto mese di gravidanza, testimonia la presenza attiva, sebbene nascosta, dei due bambini: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo” (Lc 1,41). Sant’Ambrogio commenta: Elisabetta “percepì l’arrivo di Maria, lui (Giovanni) l’arrivo del Signore; la donna l’arrivo della donna, il bambino l’arrivo del bambino” . Anche in mancanza di espliciti insegnamenti sui primissimi giorni di vita del nascituro, è possibile trovare nella Sacra Scrittura preziose indicazioni che motivano sentimenti d’ammirazione e di riguardo nei confronti dell’uomo appena concepito, specialmente in chi si propone di studiare il mistero della

generazione umana. L’ammirazione nasce quando si pensa che Dio interviene direttamente nella creazione dell’anima di ogni nuovo essere umano. “L’amore di Dio – spiegava papa Benedetto – non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza (Gen 1,26)”. Questo amore sconfinato e quasi incomprensibile di Dio per l’uomo rivela fino a che punto la persona umana sia degna di essere amata in se stessa, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione – intelligenza, bellezza, salute, giovinezza, integrità e così via. In definitiva, la vita umana è sempre un bene, poiché “essa – anticipava Giovanni Paolo II – è nel mondo manifestazione di Dio, segno della sua presenza, orma della sua gloria” (Evangelium vitae 34). All’uomo,

infatti, è donata un’altissima dignità, che ha le sue radici nell’intimo legame che lo unisce al suo Creatore. Per questo il Magistero della Chiesa ha costantemente proclamato il carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine naturale. Questo giudizio morale vale già agli inizi della vita di un embrione, prima ancora che si sia impiantato nel seno materno, che lo custodirà e nutrirà per nove mesi fino al momento della nascita. La vita umana è sacra e inviolabile in ogni momento della sua esistenza, anche in quello iniziale che precede la nascita. L’origine della vita umana resta un mistero, anche se le conoscenze scientifiche progrediscono enormemente. Infatti, appena la ragione riesce a superare un limite ritenuto invalicabile, altri limiti fino allora sconosciuti la sfidano. L’uomo rimarrà sempre un enigma profondo e impenetrabile.

C’è chi punta il dito per evidenziare gli sbagli – veri o pre-sunti – del prossimo, magari per nascondere o minimiz-zare i propri. E c’è chi lo punta per indicare ciò che vera-mente vale, ciò che è necessario continuamente “tenere sott’occhio”. Un esempio famoso a livello artistico è of-ferto da Giovanni il Precursore del polittico di Isenheim, realizzato da Mathias Grünewald, che indica il Crocifisso al centro della composizione. Ma anche nel nostro Duomo

Nuovo possiamo trovare un dito proteso: è quello di San Gaudenzio (festa, insieme a San Filastrio, il 25 ottobre), la

cui statua è collocata a sinistra dell’altare maggiore. Mi pare una buona indicazione per la Giornata missionaria mondiale.

“La Chiesa esiste per evangelizzare” (Paolo VI) e in cosa consiste il lieto annuncio se non nell’indicare in Gesù Cristo, morto e risorto,

il Salvatore di tutti? A noi, credenti del terzo millennio, mostrare che in Gesù Cristo trova compimento ogni realtà, ogni desiderio di bene, ogni ricerca di verità. A noi agire in modo da testimoniare questo; a noi indicarlo con le nostre dita e con la nostra vita.

Corte d’appello.Il Palazzo si apreal territorio

Nigoline Bonomelli.Don Polana: “Dalla diversità, la ricchezza”

Famiglia e salute. Il concetto di genere frantuma la società

Fond. S.BenedettoNon è un Paeseper giovani

Lumezzane calcio.Colpito e affondato in Lega Pro

Caritas italiana.Un Paese semprepiù povero di diritti

NGa

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“La Chiil lieto ann

il Salvatore in Gesù Cristogni ricerca dindicarlo con

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robabilmente il passaggio più significativo dei lavori del Forum del mondo del lavoro tenuto a Todi il 16 e 17 ottobre è contenuto

nell’intervento con cui il card. Ange-lo Bagnasco ha aperto la due giorni della cittadina umbra. In un passaggio il presidente dei Vescovi italiani con fierezza ha rivendicato il ruolo dei cat-tolici nella costruzione dell’Italia del passato e di quella del futuro. A fronte di una situazione che, in questi ultimi anni, li ha visti nella infelice condizio-ne “degli ostaggi corteggiati a destra e degli invisibili tollerati a sinistra”, co-me ha scritto Ferruccio De Bortoli nel suo editoriale sul “Corriere della Se-ra” del 17 ottobre, il Cardinale ha sot-tolineato con forza il concetto che lo stesso De Bortoli metteva in apertura del suo articolo: “Il Paese ha bisogno dei cattolici”. La loro irrilevanza sulla scena pubblica, nella Seconda Repub-blica, non ha portato fortuna all’Italia e ha fatto rimpiangere, perfino ai cri-tici più accaniti, i tempi della Prima, dove essi avevano un posto centrale. Non si tratta, come molti sperava-no guardando a Todi, di ricostituire la vecchia Dc. L’incontro dei giorni scorsi è egualmente destinato ad ave-re delle precise ricadute sulla vicen-da politica nazionale, nella misura in cui getta le basi per un percorso che, attraverso un profondo rinnovamen-to culturale, dovrebbe mirare, come è avvenuto fin dai primordi dell’Unità, “a costruire l’anima dell’Italia prima ancora che l’Italia politica”, per usa-re l’espressione del card. Bagnasco. Perché è dall’anima, prima che dalla stabilità economica, che questi ultimi anni è progressivamente venuta me-no, che bisogna ripartire. “L’esperien-za insegna da sempre – sono ancora parole del card. Bagnasco – che, in ogni campo, non sono l’organizzazio-

ne efficiente o il coagulo di interessi materiali o ideologici che reggono gli urti della storia e degli egoismi di singoli o di parti, ma la consonanza delle anime e dei cuori, la verità e la forza degli ideali”. La posta in gioco è, dunque, altissima: “Se, in forza del relativismo gnoseologico e morale, venissero corrosi i valori che giustifi-cano l’impegno della vita, allora ver-rebbero meno anche le fondamenta e le forze che sostengono la convivenza sociale, ed edificano una nazione co-me comunità di vita e di destino”. È di questo recupero di tali fondamen-ta che il Paese ha bisogno, nella vita privata come in quella pubblica, e og-

gi non vi è nessuno, in un panorama culturale dominato da relativismo e individualismo, che possa rappresen-tare una istanza così impegnativa, se non i cattolici, come è stato ribadito dai 110 rappresentanti di tante sigle dell’associazionismo e del laicato cat-tolico, che si sono confrontati a Todi. Ma questo comporta per loro, innan-zitutto, un’enorme responsabilità nei confronti di ciò che li caratterizza, che è il primato dello spirituale. “Qua-lora si sbiadisse questo primato – ha ammonito ancora il Presidente della Cei – i cristiani sarebbero omologati alla cultura dominante e a interessi particolari”. Come forse è avvenuto, talvolta in questa infelice stagione. L’incontro di Todi, ben lungi dall’ave-re una funzione strategica, ha punta-to a recuperare l’intesa su questa ba-se valoriale ineludibile, nella consa-pevolezza che essa non si riduce a singoli punti programmatici, ma ab-braccia tutta l’ampiezza della per-sona umana e del bene comune. I partecipanti al forum di Todi hanno accolto questo messaggio e hanno la-sciato la città umbra con la coscienza che la prospettiva indicata dal card. Bagnasco si raggiunge camminando insieme. Anche la realtà bresciana, rappresentata a Todi da Noè Ghidoni, presidente regionale di Mcl e da Ales-sandro Azzi, presidente di Federcasse guarda con interesse alle prospettive indicate dal Forum. La riprova sta nelle riflessioni che lo stesso Ghido-ni, Roberto Rossini, presidente delle Acli provinciali, Graziano Tarantini, presidente della Fondazione San Be-nedetto, Giambattista Groli, sindaco di Castenedolo, e Francesco Onofri, candidato a sindaco di Brescia nel 2008, hanno affidato a queste pagine. La diversità delle loro esperienze trova sintesi nelle necessità di un condiviso impegno per la buona politica.

Todi potrebbe apparire ai più come l’ennesima iniziativa del mondo cattolico per ribadire concetti mille volte enunciati dall’episcopato e dalle singole associazioni. La novità sta forse nel fatto che è talmente logorato il contesto politico, sociale ed economico del Paese che da più parti ci si attende un segnale vero da quella parte “migliore” della società italiana, che sono i cattolici, e che anche in passato (nel secondo dopoguerra in

particolare) ha saputo coagulare le forze sane dell’Italia e portarla a essere un grande Paese. Come si è detto i cattolici non hanno mai smesso di esserci anche dopo la fine della Dc, nella società civile, nella politica e nel volontariato, ma il dopo Todi e la crisi di credibilità del sistema spingono “a rompere gli indugi” e a immaginare con creatività strade nuove. Nazionali? Forse. Locali, può darsi. Le idee si misureranno sul campo, insieme alla credibilità delle persone. (a.b)

È stato, come già ricordato, uno dei due bresciani presenti al forum di Todi a cui molti hanno guardato con interes-se, a partire dalla politica bloccata dal-velato timore che dalla cittadina um-bra nascesse un nuovo partito. Proprio alla politica Noè Ghidoni (nella foto) ri-serva i commenti più duri. “Ho sentito – sono le sue parole – analisi banali, au-tentiche sciocchezze sostenute da chi, evidentemente, non sapeva quali erano le ragioni e gli obiettivi del ritrovarsi di

tante associazioni a Todi”. Non voleva essere, ha rimarcato il presidente re-gionale di Mcl, e non è stato il forum una spallata al Governo, anche se non sono mancate le critiche impietose. La politica, secondo Ghidoni, ha dimo-strato ancora una volta di non gradire cattolici che ragionano e si confrotano su temi che vanno oltre l’ambito del-le parrocchie. Perché proprio questo sono state le giornate di Todi, un’oc-casione per il variegato mondo catto-

lico per convergere sul fatto che non è solo nella politica che deve esplicarsi la sua presenza. “C’è un mondo – sono ancora considerazioni di Ghidoni – in cui i cattolici possono operare per so-stenere chi poi decide di impegnarsi in politica”. Per questo è rimasto de-luso chi si attendeva il nuovo partito dei cattolici. A Todi si è incontrato un universo composito che prima ancora di chiederle ad altri ha dichiarato di vo-lersi assumere precise responsabilità

per far fronte a quella questione socia-le più volte richiamata anche dal card. Bagnasco. Quello di Todi, commenta ancora il presidente regionale di Mcl, è un punto di partenza per realizzare un luogo culturale e sociale di interlo-cuzione con la politica con la società. “Todi – ha concluso Ghidoni – è stato quel promettente grembo di futuro in-dicato anche dal card. Bagnasco nella sua prolusione al recente consiglio permanente della Cei”.

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È stato un seminario nazionale di studio quello che si è tenuto a Todi il 16 e 17 ottobre scorso (nelle foto), promosso dal Forum delle persone e delle associazioni d’ispirazione cattolica nel mondo del lavoro (Mcl, Confartigianato, Confcooperative, Cdo, Cisl, Acli, Coldiretti). Vi hanno partecipato anche esponenti di molte altre aggregazioni laicali cattoliche. I partecipanti al seminario si sono confrontati sui contenuti del manifesto “La buona politica per il bene comune” elaborato

nei mesi scorsi. Andrea Olivero, presidente delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore, ha affermato: “Siamo consapevoli della gravità del momento, che comporta un’assunzione ulteriore di responsabilità. Chi vuole guardarci con gli occhi del passato, sbaglia, e sottovaluta anche quanta ricchezza esiste nel nostro mondo, e quanta disponibilità ci sia a mettere a disposizione di tutti, non solo dei cattolici, un progetto comune”. Todi, dunque, è stato un primo

passo verso un progetto futuro della vita del Paese e il luogo dove i cattolici hanno ripreso a interrogarsi sulle forme da dare a questo impegno. In 110 si sono ritrovati nel convento di Montesanto. Ad aprire i lavori la prolusione del card. Angelo Bagnasco a cui hanno fatto seguito le tre sezioni dedicate a valori, economia e politica. Le conclusioni sono state affidate a Luigi Marino (foto a sinistra) e Carlo Costalli (a destra), presidenti di Confcooperative e di Mcl.

Roberto Rossini (nella foto), presi-dente delle Acli provinciali, non ha partecipato alle giornate di Todi. La sua associazione, però, è stata una di quelle che a livello nazionale si è spe-sa perché questo importante momen-to di confronto potesse finalmente realizzarsi.Quanto è emerso dalla cit-tadina umbra è probabilmente quello che i promotori del forum aspettava-no. “I partecipanti – afferma Rossini – si sono confrontati su un duplice

livello: il primo è stato quello della presa di coscienza per permettere alle associazioni del forum di orien-tarsi nella società civile e di assume-re scelte comuni. Il secondo è stato quello delle possibili modalità di una azione comune, da realizzarsi in un agone prepolitico”. Roberto Rossini, che in un documen-to aveva auspicato che da Todi potes-se nascere uno slancio verso il futu-ro, la manifestazione di una capacità

di aprirsi al dialogo con tutti in modo autentico aspetta ora di vedere i risul-tati del confronto messo in campo nei lavori del forum. “Quello che mi pare importante – ha ribadito – è il riusci-re a mettere in campo tutti insieme buone idee da portare nell’auspicato dialogo”. Buone idee che il mondo cattolico deve ritrovare per far fronte alle tante emergenze dell’oggi. Buone idee per tornare a dare a tanti strati della società italiana, giovani e lavo-

ratori su tutti, ragioni per una nuova speranza. Per questo Rossini aspetta di conoscere le conclusioni a cui sono giunti i partecipanti alle giornate di To-di. Non sa dire, il Presidente delle Acli bresciane, se potrà nascere in futuro un nuovo soggetto dei cattolici in poli-tica. “Quello che mi pare estremamen-te importante – è la sua conclusione – è che il variegato mondo dell’associazio-nismo cattolico abbia finalmente colto l’opportunità di un confronto serio”.

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i è concluso con il secondo convegno il percorso volu-to dall’Accademia cattolica di Brescia su un tema teso e difficile quello affronta-

to: con “Cristiani e mussulmani in Medio Oriente, il dialogo possibile”. Esperienze di studio e di vita si sono incrociate nella sala polifunzionale dell’Università cattolica. Mons. Ca-nobbio ha ricordato i tre verbi che hanno fatto da guida al percorso, co-noscere, capire, sperare. Speranza legata al dialogo e che trova fonda-mento nelle motivazioni che ispira-no il Corano e il Vangelo, l’obiettivo è quello di maturare la convinzione che sia possibile costruire una conviven-za civile e non conflittuale. Speranza respirata a pieni polmoni dai presenti grazie alla testimonianza di Cristiana Capitani, consacrata del Sermig, servi-zio missionario nato per sconfiggere la fame con opere di giustizia e di svilup-po. Ha raccontato di come, su richiesta del vescovo di Amman, mons. Saye-gh, il gruppo sia arrivato in Giordania per costruire uno spazio dedicato ai diversamente abili per far conoscere al popolo giordano un futuro per que-sti figli. Il Sermig ha così istituito una scuola che oggi conta cinque classi e che quotidianamente aiuta le famiglie ad uscire dall’isolamento e a dare un significato diverso al sentimento di vergogna che ancora oggi è presente in Medio Oriente in chi ha un figlio di-

do che non è presente in nessuna sua parte un’incitazione alla violenza, ma che essa è degli uomini che la trovano interpretando con la lente dell’odio le religioni, le culture, lo sport. Si può ri-partire allora dalla conoscenza reci-proca di ciò che accomuna, Allah, dice la Zadeh, è semplicemente il nome di Dio in arabo e i falsi dualismi non aiu-tano a costruire una società pacifica, il Corano invece aiuta ad entrare in que-sta armonia. Ed è in questa ottica che Francesco Zannini, professore presso il Pontificio istituto di studi arabi e isla-mistica ha iniziato il suo intervento re-citando il segno della croce in arabo e

sabile. Racconti e immagini che non hanno lasciato indifferente Shahra-zad Houshmand Zadeh, docente di teologia islamica presso la Pontificia università gregoriana, che introduce alla comprensione del Corano spiegan-

P. Fausto Tentorio (nella foto), 59 an-ni, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) è stato ucciso nei giorni scorsi nell’isola di Minda-nao (Filippine), mentre si prepara-va a partire dalla parrocchia di No-stra Signora del Perpetuo soccorso ad Arakan, in North Cotabato. Come ogni lunedì, aveva un incontro con i sacerdoti della diocesi nella casa del Vescovo. L’assassino si è avvicina-to a lui e lo ha ucciso con due colpi

alla testa, secondo quanto riportato dall’agenzia Asianews, la prima a lan-ciare la notizia. P. Tentorio, da 32 an-ni nelle Filippine, lavorava da tempo fra i gruppi tribali della diocesi, viven-do con loro. La sua evangelizzazione comprendeva anche l’impegno per ga-rantire sopravvivenza e diritti a que-ste popolazioni spesso derubate delle terre ed emarginate. P. Tentorio, nato a S. Maria di Rovagnate (Lecco), era entrato nel Pime dal Seminario della

diocesi di Milano. P. Fausto Tentorio è il terzo missionario del Pime ad es-sere ucciso nelle Filippine e nell’isola di Mindanao. Nel 1985 p. Tullio Fava-li è stato ucciso a Tulunan, nella dio-cesi di Kidapawan, da un gruppo di guardie private armate; nel 1992, p. Salvatore Carzedda, impegnato nel dialogo con i musulmani, è stato uc-ciso a Zamboanga. Nel 2007, p. Gian-carlo Bossi era stato invece rapito da un gruppo di fuoriusciti.

spiegando che la formula si conclude dicendo Dio è uno. Superata la visio-ne politica dell’islam ci si accorge che non è un monoblocco culturale come spesso i media tendono a rappresen-tare, ma una religione con la quale è possibile aprire un dialogo. Quando ci si accorge che l’altro è uno di noi allora crollano le barriere. È infine mons. Canobbio a prendere la paro-la per ringraziare l’Università cattoli-ca e la Fondazione Banca San Paolo di Brescia che hanno reso possibile una giornata di speranza per una cit-tà che sembra oggi frantumarsi tra le diverse culture e religioni.

Anche se ormai nessuno più ne parla, continua il dramma di quei profughi africani che, fuggiti dai Paesi di origine non sono riusciti a raggiungere le coste del Mediterraneo e oggi si trovano nelle mani di aguzzini in Sinai. Si tratta di eritrei da mesi prigionieri appunto nella regione egiziana. Nel mese scorso sono state torturate a morte quattro persone, sono a rischio 41 persone di cui sette donne. In un altro gruppo ci sono altre 43 persone di cui 11 donne

e 32 uomini”. La loro situazione è stata denunciata nei giorni scorsi da don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, che ricorda ancora una volta la disperazione degli eritrei, etiopi e somali ostaggio dei trafficanti in Egitto. “Sono centinaia gli altri profughi nel Sinai – ha affermato don Zerai –, non sappiamo quante persone hanno perso la vita perché non hanno i soldi per pagare il riscatto preteso dai predoni. Molti mi hanno riferito che hanno già pagato

fino a 15 mila dollari. 17 persone hanno già versato una media di 25 mila dollari e sono state rilasciate in territorio israeliano”. Don Zerai ha denunciato “l’inerzia degli Stati”, che permette a “criminali di arricchirsi, un giro di affari milionario”. “Perché l’Onu e l’Ue non si impegnano a fondo per stroncare questo traffico di esseri umani?”, si è chiesto, ricordando come esistano convenzioni contro la tratta di esseri umani inapplicate.

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rescia si appresta a vi-vivere le iniziative col-legare alla Giornata eu-ropea della giustizia ci-vile. Lo fa con una serie

di incontri che la Corte d’appello e il Tribunale di Brescia hanno voluto quest’anno aperti alla cittadinanza. Una sorta di “open day” della giusti-zia civile “voluti – afferma Graziana Campanato, dall’ottobre dello scorso anno presidente della Corte d’appello di Brescia – , per far conoscere ai cit-tadini le opportunità loro offerte per la tutela di diritti riconosciuti, ma an-che per evidenziare il rapporto della giustizia con il territorio e il contesto sociale di riferimento”. L’apertura al pubblico del Palazzo di giustizia (a fianco l’elenco degli incontri messi in calendario) ha anche l’obiettivo, sottolineato anche dalla Presidente della Corte d’appello di incidere posi-tivamente sull’atteggiamento di diffi-denza che sembra caratterizzare il cit-tadino ogni volta che deve avvicinare gli uffici giudiziari. Che la giustizia pa-ghi all’occhio del cittadino gli effetti deleteri della spettacolarizzazione di tanti processi è cosa nota anche alla presidente Campanato, “ma la giusti-zia civile – afferma – è altro rispetto ai processi penali” enfatizzati dai me-dia. Chi è chiamato ad amministrare questo settore della giustizia si con-fronta con situazioni proprie della vi-ta quotidiana dei cittadini, dalla riso-luzione di cause legate ai rapporti di vicinato a situazioni più serie come le adozioni o le crisi familiari che sfo-ciano nelle separazioni e nei divorzi. La giustizia civile si occupa anche di cause che riguardano il mondo del lavoro. Insomma, come al protago-nista del film “Un giorno in pretura” diretto da Steno nel 1953, ai magistra-ti del civile passa ogni giorno davanti agli occhi uno spaccato della società

mica che non accenna a regredire”. Raccontare ai bresciani tutti questi aspetti sconosciuti ai più è uno de-gli intenti del programma di incontri messo a punto dalla presidente Cam-panato. “Accettando il nostro invito – continua – i cittadini avranno anche modo di porre ai magistrati doman-de sul funzionamento della giustizia e sulle ragioni di alcune disfuzioni, ricevendo risposte chiare, diret-te, non mediate”. Troppo spesso, quando di parla di giustizia, lo si fa in modo fumoso, non presentando al cittadino i reali problemi di que-sto mondo. “Perché – si domanda la presidente della Corte d’appello – non viene mai affrontato il tema dell’organizzazione degli uffici, della possibilità di fare le sentenze in tem-pi ragionevoli?” Una corretta comu-nicazione sulla giustizia dovrebbe, per Graziana Campanato, mettere invece il cittadino nelle condizioni di comprendere le reali ragioni di alcune falle presenti nel sistema, di comprendere che la riorganizzazio-ne degli uffici non è una fissazione dei magistrati, ma una reale esigen-za; di comprendere che con i tagli alle risorse registrati nel corso degli anni sarà sempre più difficile dare risposte in tempi certi. Nonostante tutto, però, il tanto viturperato si-stema della giustizia civile italiana qualche risultato lo consegue anche a livello europeo, quanto meno per l’impegno delle persone che ope-rano in questo campo. La Giornata europea della giustizia darà modo di parlare di statistiche, di rapporti uf-ficiali che affermano che quello ita-liano è uno dei giudici più gravati in Europa per numero di cause soprat-tutto civili. “Ma è anche quello – af-ferma la Presidente citando studi e rapporti – che ha la resa più alta per numero di provvedimenti emessi”.

Nell’ambito del ciclo d’incontri “Oltre l’utopia percorsi di speranza” promosso dai Missionari comboniani e dal Centro missionario diocesano, giovedì 13 ottobre è stato ospite padre Kizito (nella foto) che ha portato un’efficace e toccante testimonianza sul tema dell’emarginazione. Missionario comboniano ha fondato, a Nairobi in Kenya, la comunità di Koinonia che accoglie i bambini di strada. Padre Kizito è stato

direttore di “Nigrizia” dal 1973 al 1975. Nel corso dell’incontro padre Kizito ha mostrato un breve video sull’attività degli operatori di strada a favore dei bambini di Nairobi. Bambini che vivono in situazioni di povertà estrema ai margini delle strade con un riparo fatto di cartoni e rifiuti. Padre Kizito dal 1993 si occupa di questi piccoli togliendoli dalla strada e proponendo loro un percorso di riabilitazione in comunità. “Bambini che non sono

considerati neanche persone – ha sottolineato padre Kizito – vivono per strada mangiando spazzatura questa è l’emarginazione più drammatica e assolutamente immeritata. Quando vengono reinseriti in famiglia o nelle comunità c’è un’esplosione di gioia e vitalità e si riscoprono persone umane”. Padre Kizito si è anche impegnato contro il genocidio del popolo dei Nuba nel sud del Sudan. Per secoli, questo popolo ha

dovuto difendersi dalla tratta degli schiavi e da numerose altre insidie. All’interno della società sudanese, ha ricordato il missionario comboniano, i Nuba vengono generalmente discriminati e considerati cittadini di seconda classe. Il prossimo incontro dedicato all’accoglienza del diverso sarà giovedì 10 novembre alle ore 20.30 presso la Casa Comboni interverrà Brunetto Salvarani direttore Cem Mondialità. (a.t.)

italiana. “Sì – afferma la presidente Campanato – ma uno spaccato estre-mamente più complesso di quello di 60 anni, perché sono la società stessa e le norme nazionali e sovranazionali che ne regolano la vita a essere mol-to più sofisticate del passato. Certo, non mancano poi, questioni più sem-plici che raccontano ancora la vita di tutti i giorni con i suoi problemi”. Ne-gli ultimi tempi, per esempio, anche chi amministra a Brescia la giustizia civile ha registrato un preoccupante aumento delle cause legate al lavoro, a ulteriore riprova di una crisi econo-

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Tafazzi è un personaggio partorito dalla mente degli autori di “Mai dire gol”, una trasmissione comico-satirica che ha avuto fortuna negli anni ’90. Lo interpretava Giacomo Poretti (il Giacomo del trio con Giovanni e Aldo). È diventato l’icona dei masochisti perché si divertiva (si fa per dire) a colpire gli organi genitali con una bottiglia. È l’icona perfetta della opposizione politica italiana di centrosinistra. È a questi Tafazzi che il signor B deve parte rilevante dei suoi successi. Infatti è stato il centrosinistra a permettere al signor B di sedere in Parlamento. La legge 361 del 1957 che regola la materia di compatibilità ed eleggibilità dei componenti delle Camere, al titolo 2, capo 2 recita esattamente: “Non sono eleggibili: coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica …”. Secondo

Si è conclusa il 16 ottobre, con grande soddisfazione di tutti i promotori, la Festa del pane 2011 organizzata dal Sindacato panificatori della provincia di Brescia con il contributo di Associazione artigiani e Banca di credito cooperativo di Pompiano e Franciacorta, patrocinata dagli assessorati alle Attività produttive di Comune e Provincia di Brescia, dall’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia e dalla Camera di commercio. Sei le giornate di

durata della manifestazione che ha visto come teatro piazza Paolo VI a Brescia; molti i bambini e i ragazzi che hanno potuto scoprire come si realizza il pane. 6300 sono gli euro raccolti grazie all’iniziativa “La realtà sa di pane”, proposta per promuovere il pane fresco, cotto la mattina e venduto in giornata, sano e genuino, come elemento fondamentale nell’alimentazione di giovani e adulti. Il ricavato è stato devoluto al Centro aiuti per l’Etiopia.

Caritas italiana, in occasione del 40° anniversario della sua fondazione a opera di Paolo VI, sta rileggendo il quarantennio trascorso attraverso un percorso di confronto e riflessione su temi e scelte pastorali articolato in 10 appuntamenti che avranno termine con il convegno delle Caritas diocesane in programma a Fiuggi dal 21 al 23 novembre sul tema “La Chiesa che educa servendo carità”. Per il 24 novembre nella basilica di San Pietro a Roma è prevista

una celebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo Bagnasco, a cui farà seguito, alle 12, l’udienza di Benedetto XVI. Anche Caritas diocesana Brescia sta organizzando la partecipazione a questo momento con la proposta di viaggio in pullman, con partenza da Brescia nella mattina del 23 novembre e rientro nella serata del giorno successivo. Per informazioni e per confermare la propria partecipazione: [email protected]; tel. 030.3757746 entro il 21 ottobre.

ma la commissione, con una maggioranza di centrosinistra, respinse tutti i ricorsi all’unanimità.Dal 1996 al 2001 ha governato il centrosinistra con divisioni interne che hanno generato quattro governi diversi, da Prodi che aveva vinto le elezioni al doppio D’Alema e infine ad Amato, per guadagnarsi la sconfitta nel 2001. Il signor B ha potuto riprendere il potere e governare secondo le sue esigenze personali perché l’impegno

principale del centrosinistra era sempre quello di litigare. Nel 2006, sia pure con pochi voti di scarto, Prodi ha rivinto e i suoi avversari interni l’hanno mandato a casa dopo due anni per restituire palazzo Chigi al signor B. Nella primavera scorsa il centrosinistra ha riportato vittorie significative nelle elezioni amministrative e nei referendum, facendo emergere nella popolazione una grande voglia di cambiamento. È servito

questa legge, essendo Berlusconi proprietario di un’azienda che è vincolata con lo Stato per la concessione di un bene pubblico importante come quello dell’etere, non può essere eletto parlamentare, ma nel 1994 la giunta per le elezioni a maggioranza di centrodestra, con il voto favorevole degli ex-comunisti di Occhetto, decise per la sua ammissione. Quando nel 1996 vinse il centrosinistra, un gruppo di intellettuali chiese il rispetto della legge,

a qualcosa? No. Il signor B una ne pensa e cento ne disfa, pensando agli affari suoi grazie anche al centrosinistra che continua a litigare su tutto. Tanto per continuare a farsi del male, come Tafazzi.Sono stupidi? Un po’ lo siamo tutti. Loro esagerano? Può darsi. Ma credo che la ragione dei litigi sia più profonda, vada oltre la stupidità dei singoli. È la stessa ragione che ha paralizzato il centrodestra (al di là delle responsabilità del signor B). È la mancanza di idee, di progetti, di proposte in grado di superare le ambizioni personali, le divisioni pretestuose, i litigi condominiali.Di questi tempi sembra che l’imputato numero una sia la legge elettorale. Se uno che l’ha scritta, l’on. ministro Calderoli, l’ha definita una porcata non deve essere una legge perfetta. Tuttavia chi pensa che il problema stia lì cerca una scorciatoia verso l’inevitabile ripetizione degli errori già fatti. Compreso quello di pensare di uscire dalla crisi economica lasciando inalterato il sistema che l’ha prodotta.

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ove manda il Padre Eter-no, va bene tutto”. Così don Antonio Polana, nuo-vo parroco della comuni-tà di San Martino di Nigo-

line Bonomelli che domenica 16 l’ha calorosamente accolto in un tripudio di fiori e benevolenza, ha commenta-to sorridente il suo percorso di vita, iniziato 57 anni fa nella parrocchia Sant’Alessandro in città, dove restò fino a sei anni, prima di trasferirsi in quella di Santo Spirito. È qui, sotto la guida del parroco don Giacomo Ven-der (al quale nel 1974 successe il mis-sionario del Brasile don Angelo Ba-ronio) e del curato don Carlo Pillon, ma anche di padre Luna dei Filippini, matura la vocazione religiosa. Primo-genito e con due sorelle, don Antonio procede con gli studi delle elementari a Urago, delle medie a Sant’Antonio e delle superiori nell’Istituto tecnico di via Oberdan, dove consegue la ma-turità e a 21 anni sceglie di entrare in Seminario: il 13 giugno 1981 a 27 anni è ordinato sacerdote dal vescovo Lu-igi Morstabilini, per mani delle quali fu anche cresimato. Dal primo incari-co di curato a Molinetto (1981-1989), seguì quello di curato a Cellatica (1989-1996) e di parroco in Valvesti-no (1996-2001), prima dell’esperienza più lunga (nove anni), dopo la nomi-na, nel 2001 dal vescovo Giulio San-guineti, di fidei donum in Venezuela. “Dopo due mesi di corso di spagnolo

anch’egli parroco di una comunità in-digena, trovammo un altro bresciano: don Adriano Salvadori”. Come ha ac-colto la missione? “L’ho accolta bene – ha commentato don Antonio –: Dio c’è e fa cose belle anche là (ho visto una ragazza decidere di farsi suora), nonostante sia una realtà densa di violenza (droga, alcolismo, omicidi, furti, prostituzione): è zona di cerca-tori d’oro e la povertà è più culturale che altro. Il lavoro in miniera offre alle persone valide possibilità, anche se tanto prendono, tanto spendono. La gente là vede il mondo in manie-ra tutta diversa: è meno presa dalle

– ha ricordato don Antonio –: partii alla volta della parrocchia Nuestra Senora de Lourdes in Eldorado nel marzo 2002, insieme a don Giannino Prandelli di Poncarale, col quale con-divisi tre anni, mentre a 67 km da noi,

L’Amministrazione comunale di Ome ha svelato l’identità del nuovo gestore del complesso delle Terme di Fran-ciacorta. Ad aggiudicarsi il bando è stata un’associazione temporanea d’impresa confluita nella società co-stituita col nome di Idrosalus Srl. Per ricostruire la storia dell’impianto si deve fare un salto indietro al Corpus Domini del 1886, quando, secondo la tradizione, si scorse una sorgente che scaturiva in mezzo all’erba nel prato

di fronte al Maglio. La straordinarie-tà del fatto impressionò gli abitanti che lo attribuirono a un evento mi-racoloso, e la voce si diffuse imme-diatamente. È necessario attendere i primi del secolo scorso per assistere alla crescita del turismo termale. La posizione strategica della struttura la rende in effetti unica, ecco che la chiusura delle Terme ha rappresenta-to una grave perdita economica e di prestigio per la comunità di Ome. La

priorità del Comune è stata quella di impegnarsi nella piena acquisizione della proprietà, che ha perfezionato nel maggio scorso con un impegno economico di ben 500mila euro, e a seguito di ciò è stato emesso a luglio un regolare bando di concorso per la gestione dell’impianto. La concessio-ne prevede un utilizzo per un periodo limitato (fino a dicembre 2013), in mo-do da tenerne sotto stretto controllo l’andamento e permetterne il rilancio.

strutture, ma anche poco propensa a formare famiglie stabili (molti convi-vono). Di certo è stata un’esperienza interessante e non mi è pesata: 9 anni sono volati, nella consapevolezza che il bene e il male sono dappertutto, che dalla diversità si può trarre arricchi-mento e io, grazie a Dio, ho sempre imparato. Dopo tre mandati, avrei potuto rinnovare l’impegno per altri tre, ma ho scelto di tornare: la dioce-si mi ha dato la grazia di questi anni e penso sia giusto rinnovare i ruoli (il testimone è passato a don Marco Ma-relli), nella speranza che anche altri si avvicinino a Dio”.

La crisi della politica come strumento di soluzione dei problemi posti dalla società a cominciare da quella parte che vive i maggiori disagi è ormai un dato di fatto, così come la difficoltà della classe dirigente a interpretarne i cambiamenti e le necessità, attenta più alla logica del potere e all’affermazione personale. Sono innumerevoli i segnali contro questa situazione. In molti credono ancora che la politica sia il necessario tessuto

connettivo della democrazia ma ora pretendono che sia una buona politica, ispirata adesso più che mai, a un profondo senso morale e al perseguimento del bene comune. In questa situazione l’impegno civile e la responsabilità di ognuno di noi diventa fondamentale perché la politica è un bene comune strumento nelle mani di ciascuno per agire e ricostruire. È su queste problematiche che il Centro iniziative di cultura politica

Alcide De Gasperi di Castegnato organizza lunedì 24 ottobre un incontro sul tema: “ La buona politica, i partiti e il Paese”. La serata avrà come ospite Angelo Rovati, già consigliere economico dell’allora presidente del consiglio Romano Prodi, presidente di Hopa e di Mittel Generale Investimenti Spa che verrà intervistato da Adalberto Migliorati. Tutti gli incontri si tengono al Centro civico di Castegnato al numero 2 di via Marconi alle ore 20.30.

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n classe le tematiche ambienta-li sono vincenti, in città il livel-lo della differenziata è ancora lontano dagli obiettivi. L’aula magna della scuola Kennedy in

via Santellone ha ospitato le premia-zioni di “Green School” per l’anno 2010-2011. “Questa ‘competizione’ tra le scuole – ha ricordato il vicario dell’Istituto comprensivo Marietta Santus – sezione del progetto Gre-en quiz, si propone di coinvolgere le scuole nell’adozione di ‘buone pra-tiche’ in materia ambientale, quali il ‘Progetto Leonardo’, la raccolta della carta al fine del suo riutilizzo, piutto-sto che quella dei tappi di plastica”. “A questa edizione hanno partecipato 70 classi e oltre 1.600 studenti della clas-si III e IV delle scuole primarie – ha detto il responsabile dell’Osservato-rio rifiuti di Aprica Saverio Zetera – e le due scuole vincitrici sono state la Kennedy stessa e la Franchi, entram-be premiate con una stampante ink jet. Una terza macchina, quale pre-mio speciale, è stata assegnata alla scuola Giovanni XXIII”. Il ‘Leonardo’ prevede il posizionamento nelle scuo-le di appositi contenitori ove deporre le cartucce esauste delle stampanti,

consumate sia a casa sia in ambien-te scolastico e i premi sono correlati alla quantità delle cartucce raccolte. “La prossima edizione del concorso – ha continuato Zetera – coinvolgerà le IV e V delle scuole primarie e le I e II delle secondarie di primo grado e si chiamerà ‘L’ambiente che ho in mente’. I giovani verranno stimolati a esprimersi attraverso le tecniche di comunicazione, dalla scrittura al disegno, dalla fotografia al video. Molto importante, forse ancor di più della raccolta differenziata – ha chio-sato Zetera – è la prevenzione della stessa, ovvero la riduzione dei rifiuti tramite l’acquisto dei prodotti privi di imballaggio, con distribuzione sfusa o alla spina”. “L’Amministrazione è mol-to attenta all’educazione ambientale nelle scuole – ha affermato l’asses-sore all’Ambiente Paola Vilardi – e il nostro impegno su questo fronte sarà

massimo, nonostante i tagli ai bilan-ci”. L’incontro con Saverio Zetera è stato occasione per fare il punto sul-la situazione cittadina della raccolta differenziata. “Per città delle dimen-sione quali la nostra e con il sistema a cassonetti come quello in essere a Brescia, l’obiettivo è il 50% e noi ci po-sizioniamo, ormai da un paio d’anni, attorno al 41% del conferito. Per incre-mentare sensibilmente questo dato – ha continuato Zetera – è necessario intraprendere nuove vie, quali quella del porta a porta e/o quella del casso-netto a calotta. Questo sistema, attivo a Borgosatollo, Capriano del Colle o Polaveno, consiste in cassonetti ad apertura con una chiave elettronica in dotazione alle famiglie, che possono conferire volumi di 15 litri per volta, incrementabili ove se ne presentasse-ro le necessità. Lì la differenziata ha superato la soglia del 70% dei rifiuti”.

L’Incontro mondiale delle famiglie di Milano costituisce senza dubbio un’occasione interessante per riflet-tere su due concetti fondamentali presenti nella famiglia: il lavoro e la festa. Queste due realtà saranno si-curamente esaminate, come dice Be-nedetto XVI “nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare”. Oggi sono molti gli inter-rogativi che vengono posti alla “fa-miglia”. Qual è la missione di due che si sposano? Che cosa significa essere protagonisti attivi nella Chiesa e nella società? Di fronte a queste domande non possiamo che sottolineare an-cora una volta il ruolo fondamentale dei laici mandati come “missionari” nel mondo circostante, ossia nella vita sociale, in mezzo alle dinamiche della vita. Il luogo della missione è la loro casa, è il loro lavoro, è il loro am-biente quotidiano. Ma se una famiglia sentisse che la propria missione non si esaurisce solamente tra le proprie quattro mura, che cosa può ancora re-alizzare al di fuori di se stessa? Nell’ot-tica del servizio e della vocazione alla fecondità della famiglia, l’apertura ad altre famiglie bisognose, l’accoglienza di bambini e adolescenti per un breve periodo o anche per sempre (affido e adozione), il sostegno pomeridiano a bambini in difficoltà scolastica o fa-miliare, rappresentano alcune espe-rienze di accoglienza che vanno nella direzione del servizio gratuito e della solidarietà concreta. Per dare la possi-

bilità a delle famiglie di accogliere dei bambini con l’esperienza dell’affido, il Coordinamento famiglie affidata-rie organizza un corso di formazione per le coppie o i singoli che vogliono prendere in affido dei bambini o dei ragazzi. Le date sono: giovedì 3 – 10 – 17 – 24 novembre (ore 20.30) pres-so Cascina Botà, via S. Zeno, 174 – Brescia. Per iscrizioni: 030/3531078 – 366/4763007. (m.m.)

È stato presentato nei giorni scorsi nell’area antistante a Brixia Expo - Fiera di Brescia, il veicolo della metropolitana di Brescia, realizzato da Ansaldo Breda - Gruppo Finmeccanica a propulsione elettrica e a guida completamente automatico. Un modello di metropolitana moderna e funzionale già sperimentata in città europee, come ad esempio a Copenaghen. Resterà in esposizione, sempre nell’area di Brixia Expo fino a domenica

23 ottobre. La presentazione è stata organizzata da Brixia Expo in occasione dell’apertura di Teknomotive Expo, la manifestazione italiana dedicata a materiali, tecnologie, componenti e subfornitura per l’industria dei trasporti, una kermesse aperta sino al 22 ottobre. Chi avrà l’opportunità di visitare la fiera, vedrà un simbolo, quello della metropolitana di Brescia, un tema di stretta attualità per il territorio bresciano, lombardo e

per i partecipanti a Teknomotive. La messa in funzione della rete metropolitana a Brescia è prevista per il primo gennaio 2013, la costruzione del veicolo ha visto impiegate le aziende del territorio che hanno fornito componenti importanti del treno: il Gruppo Lucchini per le tecnologie in movimento come le ruote, mentre la struttura della cassa è interamente in lega leggera, realizzata con la tecnologia dei “grandi estrusi”, forniti da

Metra Spa.Così la metropolitana in esposizione davanti alla Brixia Expo, rappresenta una vetrina nella vetrina per tutti quanti visiteranno Teknomotive. Dai grandi produttori di sistemi e componenti finiti per l’industria dei trasporti, ai produttori di veicoli per i settori automobilistico, trasporto collettivo, trasporto commerciale, ferroviario, navale, aeronautico, veicoli speciali, progettisti e designer.

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“Benessere” è il titolo di un percorso formativo espressivo ed esperienziale finalizzato al desiderio di “stare bene” con se stessi, con gli altri, nella vita. Forse pensiamo subito a ciò che ci piace, ma in realtà è in gioco qualcosa di più profondo, più durevole, e non facile da individuare e da coltivare. Per chi desidera esplorare la propria vita, in questa direzione, sono in programma quattro incontri nei venerdì di novembre: il 4, l’11, il

18 e il 25 novembre. Dove? Nella sala della Circoscrizione presso la Cascina Aurora di via Raffaello 167 a San Polo. Facilitano gli incontri Giovanni Brichetti, psicodrammatista formatore e bibliodrammatista, e Cristina Zaniboni, psicologa formatrice. La partecipazione, grazie all’impegno della Fondazione comunità bresciana e della fondazione Maria Enrica, è gratuita, ma a numero chiuso. Per iscriversi [email protected] oppure 3339529206.

iblioClick… San Polo si racconta” e “Biblio-TekCare al Villaggio Pre-alpino” sono le denomi-nazioni assegnate a due

progetti predisposti dal Comune di Brescia e attuati, con la cooperativa ‘Il Calabrone’, nelle biblioteche dei due quartieri, nell’ambito del più am-pio progetto biennale, co-finanziato dalla Fondazione Cariplo, che vuole le biblioteche non solo luogo di lettu-ra o di prelievo di libri, ma anche sede di coesione sociale, con particolare riguardo alla popolazione meno gio-vane. “I due progetti vedono il coin-volgimento dei giovani quali tutor nell’avvicinamento della popolazione anziana alle nuove tecnologie – ha il-lustrato l’assessore comunale alle Po-litiche giovanili Diego Ambrosi – pur se con destinatari che li diversificano. Se l’iniziativa di San Polo vuole avvi-cinare gli anziani alla tecnologia e a internet, al fine di raccoglierne, con-servarne e condividerne la memoria per renderla fruibile alla comunità, quella del Prealpino vuole avvicinare le badanti e le colf ai servizi culturali e informativi del Comune, onde age-volarne l’integrazione e il senso di ap-partenenza alla comunità”. “La chiave di lettura è comune a entrambi i pro-getti – ha spiegato il responsabile del settore Innovazione e servizi al citta-dino Nunzio Pisano – perché si tratta di raggiungere una platea trasversale

che non ha dimestichezza con i nuovi mezzi, pur con obiettivi specifici di-versificati in funzione dei soggetti cui sono rivolti. ‘BiblioClick’ è suddiviso in due azioni – ha proseguito Pisano – la prima consistente in un corso di al-fabetizzazione digitale per pensionati e anziani residenti nel quartiere che

intendano acquisire le conoscenze di base per l’uso della Rete e la seconda in un percorso formativo strutturato per far proprie le competenze nella raccolta delle storie di vita e nell’im-piego di una videocamera”. L’attività avverrà nella biblioteca ogni venerdì pomeriggio dal 28 ottobre al 24 feb-braio e il corso, gratuito, prevede un massimo di 14 iscritti. Qualora la ri-chiesta fosse superiore, sarà valutata la possibilità di avviare una seconda sessione del progetto. Iscrizioni pres-so la sede del corso, tel. 030.2305998. Anche “BiblioTekCare” – che si può leggere come estensione dell’acro-nimo “prendersi cura delle persone con la tecnologia tramite le bibliote-che” – prevede due azioni: il mede-simo corso di alfabetizzazione digi-tale, ma rivolto a badanti e colf e un percorso formativo per utilizzare gli strumenti online più diffusi, quali So-cial network e Skype. L’appuntamen-to nella biblioteca del Prealpino ogni giovedì pomeriggio dal 10 novembre al 2 febbraio e le iscrizioni, che han-no le stesse condizioni viste per San Polo, si effettuano presso la stessa, tel. 030.2005167. “Le biblioteche so-no collettori di esperienze e culture diverse – ha aggiunto il responsabi-le del settore biblioteche Ennio Fer-raglio – e questa è un’occasione per conoscerne la realtà, spesso lontana da quella diffusa nell’immaginario collettivo”.

Venerdì 21 ottobre alle ore 17.45 in via Forcello,1 angolo via Cremona, presso il negozio “Multimondo”, il prof. Arcangelo Di Vora, alla presenza dell’autore, presenterà e commenterà il romanzo “Un prete di periferia” di Aldo Ungari ricco di riferimenti alla zona sud della città e in particolare alla Volta. Il libro gode della prefazione di Anna Della Moretta e del prof. Giulio Colombi. Si può trovare nelle librerie e nelle edicole di città. Si può richiedere anche allo Svi (030.3367915).

La compagnia teatrale “I soliti ignoti” per festeggiare l’arrivo di don Gianluca Mangeri replica in due serate il musical “Se il tempo fosse un gambero”: una commedia musicale di Garinei e Giovannini, autori del celebre musical “Aggiungi un posto a tavola”. il doppio appuntamento è previsto per sabato 22 ottobre alle 20.30 e per domenica 23 ottobre alle 20.30. Dove? Presso il Teatro cinema Colonna di via Chiusure. L’ingresso è libero.

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partire dal 2012 gli uffici cittadini della Provincia subiranno una riorga-nizzazione che mira a eliminare le affittanze.

L’assessore al Patrimonio Giorgio Prandelli è lapidario nell’accantonare l’ipotesi di realizzare una sede unica: “In questo momento – spiega – l’idea non ha senso perché non si può pen-sare di investire cifre elevate in pro-getti troppo ambiziosi, che contribu-irebbero a svuotare il centro storico e a impoverire le attività limitrofe agli uffici”. Prandelli punta su “un inter-vento di buon senso, che mira a risol-

l’Assessore non esclude di poter au-mentare la quota di risparmio: “L’idea – conclude – è riuscire a trasferire i magazzini attualmente situati in via Dalmazia in un’ex area demaniale in via Volta, acquistata di recente dalla Provincia, portando il risparmio a un milione di euro”.

Anche Brescia è scesa in piazza per celebrare la Giornata mondiale della povertà. La manifestazione si è concentrata nel pomeriggio di sabato 15 con gli interventi di don Fabio Corazzina e di Adriana Mostarda (vicepresidente del Centro servizi volontariato)e con il concerto musicale Village H. A fare da cornice alla serata non mancano spettacoli, improvvisazioni musicali e danze popolari dei gruppi Out

of Rags e Salterio. E come una necessaria scenografia fanno da sfondo a questo pomeriggio due mostre fotografiche allestite sempre in Largo Formentone: “I luoghi dell’emarginazione grave a Brescia” e “La povertà nel mondo”. Fra le iniziative previste, si ricorda anche una rassegna cinematografica: l’ultimo appuntamento è in programma venerdì 21 ottobre con la proiezione del film “Cuore sacro” di Ferzan Ozpetek:

raccontare in forme laiche il bisogno di spiritualità che si sente in questo momento in tutto il mondo e che spesso prende forme confuse di fanatismo, di esclusione dal contesto sociale, di speculazione politica.... Dove? Al Museo di scienze naturali in via Ozanam, 4 a Brescia; l’inizio è fissato per le 20. Al termine della proiezione è previsto un momento di condivisione con il critico cinematografico Massimo Morelli.

vere problemi economici riqualifican-do fabbricati che altrimenti sarebbero destinati alla rovina”. Si tratta di Pa-lazzo Martinengo Colleoni di Pianezza (Palazzo Bargnani) in corso Matteotti, sede del liceo artistico Olivieri, e Villa Paradiso, in via Ziziola, concessa nel 1985 in comodato trentennale all’Am-ministrazione penitenziaria. Edifici di proprietà della Provincia, che saranno destinati a ospitare gli uffici collocati in immobili in locazione in via Cefa-lonia, ai civici 50 e 70, e in via Fonta-ne 29. L’operazione di trasferimento seguirà le fasi di riqualificazione. Per Palazzo Martinengo la sede sarà libe-

rata a partire da settembre 2012, gra-zie allo spostamento del liceo Olivieri in una struttura in fase di completa-mento nel compendio scolastico Ab-ba-Tartaglia. La parte padronale non sarà adibita a uffici, mentre in ottobre inizieranno i lavori di adeguamento delle due ali della struttura. Nello stes-so mese, ma un anno dopo, vi saranno trasferiti gli uffici di via Fontane (tra i quali la Pubblica istruzione, i Servizi sociali, l’Urp, le biblioteche e l’archi-vio storico) e i settori patrimonio ed edilizia scolastica di via Cefalonia 70. Nel 2015, i rimanenti uffici del civico 70 (innovazione e controllo di gestio-

ne) traslocheranno in corso Matteotti. Più complesso il percorso che porterà alla trasformazione di Villa Paradiso nella nuova sede del settore lavoro. A partire da gennaio 2013 inizieranno gli interventi di restauro e ristruttura-zione del primo lotto, non occupato dall’Amministrazione penitenziaria. L’opera si protrarrà fino a dicembre e a gennaio 2014 avverrà il trasferi-mento di una prima parte di uffici. Nell’ottobre 2015, alla scadenza del contratto di comodato, inizieranno i lavori sul secondo lotto, disponibile per l’insediamento dei rimanenti set-tori nel dicembre 2016. Il riassetto farà risparmiare alle casse della Pro-vincia circa 780mila euro l’anno, ma

(Parte della quota sarà destinata al sostegno del lavoro di un missionario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo)

Per partecipare è necessario acquistareil “PASS INGRESSO” presso la sede della Compagnia delle Opere di Brescia

Quota di partecipazione Euro 60

ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE E CENA SOCIALE

GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2011- ORE 18.00

BRIXIA EXPO - FIERA DI BRESCIA VIA CAPRERA, 5 - BRESCIA

Ripartire da uomini

Conversano

Raffaele Bonanni Segretario Generale CISL

Giampaolo Dallara Presidente Dallara Automobili

Mario Mauro Europarlamentare

don Eugenio Nembrini Rettore Fondazione Sacro Cuore

Giuseppe Pasini Presidente Gruppo Feralpi

Saluto

Giuseppe Battagliola Presidente Compagnia delle Opere di Brescia

Conduce

Enrico Castelli Vice Direttore Rai Tg1

Segreteria (8.30-12.30 - 14.30-18.30)

Borgo Pietro Wührer, 123 - 25123 Brescia Tel. 0303366919 - Fax 0303366954 E-mail: [email protected]

ASSEMBLEA ANNUALE

DELL’ASSOCIAZIONE E

CENA SOCIALE

BRIXIA EXPO

FIERA DI BRESCIAFIERERFIERFIERFIERIEIERRI A DIDIA DIA DIA DIA DIA BBBBBRESRERESRERESRESRESSCCCCCCCIAIAAIAA

GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2011

ORE 18.00

per accedere alla sala staccare ed esibire

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Giovedì 20 ottobre, alle 21, nel salone del Castello di Padernello, Marino Ruzzenenti presenta il volume “L’autarchia verde, un volontario laboratorio della green economy” (ed. Jaka Book-Milano, 2011). Dell’argomento ne discute con l’autore Paride Saleri; introduce Ignazio Parini, presidente della Fondazione Castello di Padernello. Lotta agli sprechi, risparmio energetico, riciclaggio totale dei rifiuti, tutela del suolo naturalizzato e degli alberi, dieta

con poche proteine animali e pochi grassi, vestiti con tessuti naturali, energie rinnovabili (bioetanolo, gassogeno, idroelettrico, eolico, bioedilizia, fotovoltaico, solare termico, macchine solari, centrali solari termodinamiche), mobilità sostenibile, città a misura di bicicletta, insomma tutto l’armamentario di quella che oggi è chiamata pomposamente green economy lo ritroviamo in parte realizzato, in parte progettato nella seconda metà

degli anni Trenta, il periodo che il Regime definì “autarchia”. L’Italia, insomma, dovette far fronte alla necessità di rimodellare la propria economia e società facendo affidamento esclusivamente sulle proprie risorse, che, a parte un po’ di metano e di carbone, erano essenzialmente quelle dell’agricoltura e del sole, la stessa condizione che si prospetta oggi all’intero Pianeta con l’esaurimento del petrolio. Ingresso con offerta libera. (pio)

ono stati ultimati i lavori per riparare il tetto della parrocchiale e installare le campane restaurate alla sommità della torre cam-

panaria. Così il tempio, inagibile per buona parte dell’anno, è tornato alla normalità e la festa di San Flaviano s’è celebrata in condizioni di massima sicurezza nel rispetto della tradizione che rende onore al martire cristiano ogni seconda domenica d’ottobre. Nel tempio è stato esposto l’artistico reliquiario vitreo nel quale sono con-servati i resti del Santo Protettore, tra-sportati a Pralboino nel XVII secolo per interessamento del nobile Alfon-so Gambara, padre guardiano del con-vento di Santa Maria degli Angeli. In un’atmosfera di fede intensa si sono svolte le cerimonie religiose. I lavori sono stati eseguiti in pochi mesi con cura e solerzia da tre imprese del pae-se. Un oneroso impegno per la comu-nità che dopo Natale si era trovata, di punto in bianco, a dover provvedere alla messa in sicurezza del tetto della parrocchiale nel quale una indagine di esperti accertava lesioni gravi ad una trave, a rischio di crollo, mentre su una seconda erano rilevati visto-si segni di usura. Fu consigliato un sollecito intervento. “Ed è quel che abbiano fatto, affidandoci a imprese del nostro paese, puntuali e precise nell’assumersi i lavori indispensabili” commenta don Carlo Consolati, arci-

prete nella chiesa di Sant’andrea Apo-stolo. Ma con quale spesa? “Stiamo ti-rando le somme, ma sicuramente sarà intorno ai 600mila euro, con aggiunta dell’Iva”. Con quali disponibilità finan-ziarie coprirete i costi. “In proposito dovrà decidere il consiglio parroc-chiale economico e siamo fiduciosi

che provvedimenti legislativi ci pos-sano dare una mano”. Intanto è aperta la sottoscrizione tenuto conto che la parrocchia ha dovuto intervenire an-che per mettere in sicurezza la cella campanaria per un intervento di re-stauro e per il rifacimento del castel-lo per collocare una sesta campana in modo d’arricchire il concerto “am-messo che si riesca a trovare disponi-bilità di fondi”. La torre è datata 1804. Ora l’edificio non presenta più rischi di stabilità. Nel tempio, come avviene in concomitanza con le solennità im-portanti dell’anno, lo sfavillìo di luci dà risalto all’architettura della navata lunga 60 metri affiancata da due or-dini di quattro cappelle laterali entro arconi a tutto sesto. Il progetto è di Antonio Marchetti (1724-1791) men-tre l’altar maggiore, monumentale in marmo di Botticino, con fregi classici in bronzo dorato è opera di Rodolfo Vantini costruito nel 1843. Numerose sono le opere d’arte. Agli affreschi si sommano tele di: Moretto (“Ritratto del cardinale Umberto Gambara”), Girolamo Romanino (“Madonna col Bambino, i Santi Stefano, Lorenzo Marco”), Antonio Balestra (“Ultima cena”), Luigi Campini (Paola Gam-bara Costa”), Camillo Pellegrini (San Giovanni Battista”). Sono opere elen-cate nella piccola guida curata da Pa-olo Filippini, volontario che mette il suo tempo a disposizione per la cura della parrocchia.

Bando di un concorso per idee del Comune di Fiesse per realizzare il centro polifunzionale destinato a uffici, aula consiliare, sala giunta e archivio, auditorium per 90 posti, locali destinati a banca, ambulatorio per due medici di base; un Centro diurno per anziani. Gli elaborati, in busta anonima, devono pervenire al protocollo del Comune, entro le 12 di mercoledì 30 novembre. L’area si trova in località Madella nella quale sono già stati costruiti 10 alloggi dell’Aler per gli anziani.

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otenziare e garantire servi-zi continui per le famiglie e i minori: è l’obiettivo che si pone l’assessorato alla Pubblica istruzione che

anche per l’anno scolastico 2011/2012 ha programmato una vasta gamma di attività tradizionalmente definite di doposcuola, ma comprendente nume-rosi servizi. “Abbiamo investito molto in questo settore – afferma l’assesso-re Gianluca Imperadori – basti pen-sare agli oltre 300mila euro comples-sivi stanziati per i servizi di supporto scolastico realizzati in collaborazione con le parrocchie, enti fondamentali per la realtà monteclarense. Ciò è il segno che, anche di fronte a una crisi economica difficile e lunga, a Monti-chiari la famiglia rimane al centro di attenzione e sostegni”. Quanto al do-poscuola, come si diceva, tre sono i poli nei quali esso si sviluppa per un totale di 200 posti a disposizione: si parte con Centro, organizzato in colla-borazione con la parrocchia di Santa Maria Assunta e ospitato nel Centro giovanile, destinato agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado. Punto Studio ha luogo presso la parrocchia Maria Immacolata di

Borgosotto per i ragazzi della secon-daria di primo grado, mentre a No-vagli il servizio è denominato Punto Ragazzi e si svolge in collaborazione con la parrocchia di San Lorenzo per studenti delle primarie e secondarie di primo grado. I tre ambiti di dopo-scuola sono spazi dove gli studenti possono svolgere i compiti durante l’orario scolastico e nei quali studiare sotto la guida attenta di un educatore affiancato da un docente in grado di accompagnare i partecipanti nell’at-tività di esercitazione; un particolare ruolo lo svolgono le attività ludiche e ricreative nonché di aggregazione fondamentale per le varie fasce d’età. Istruzione, apprendimento, cultura e gioco sono, dunque, gli elementi che caratterizzano tali iniziative le quali, ogni anno, si ripetono con sempre maggior successo e un consenso cre-scente da parte di genitori e ragazzi.

“I doposcuola – conclude Imperadori – si collocano all’interno degli obiet-tivi in materia di prevenzione della dispersione scolastica e di stimolo a vivere la scuola come un momento importante, una risorsa e un terreno di emancipazione. Il nostro impegno, anche per gli anni futuri, non verrà mai meno sotto questo punto di vista: per questo ringrazio tutto il personale dei miei uffici per la solerzia e la gran-de disponibilità messe nel rendere possibili queste iniziative”. È proprio la collaborazione con le parrocchie a costituire un elemento importante anche e soprattutto in tempi di crisi come l’attuale: da anni la città di Mon-tichiari vede un connubio positivo ed efficace in tal senso e ciò per merito dell’attenzione con cui i sacerdoti mettono a disposizione spazi, tempo e personale (spesso volontario) al fi-ne di aiutare le persone in difficoltà.

Questo fine settimana è in program-ma la 21ª edizione della sagra del fun-go chiodino, organizzata dall’ammini-strazione comunale. Rispetto alle al-tre edizioni quest’anno la festa è stata anticipata di una settimana. C’è pur-troppo da prendere atto che, a causa della scarsità di piogge, i funghi chio-dini sono pochi. Tuttavia la manife-stazione, grazie alla pioggia di questa settimana, si farà. La sagra del fungo chiodino propone i primi appunta-menti venerdì 21. Alle 20, in piazza Pace, ci sarà l’apertura dello stand gastronomico. Inoltre sarà possibile partecipare ai giochi da tavolo (inizia-tiva curata dalla Polisportiva Dellese). Alle 20.45, alla Pieve della Formigola (nella foto), di Corticelle un concerto di musica “L’aura soave di Cremona”, con musiche di Vivaldi. a seguire, ca-stagnata e Vin brulé. Sabato 22, alle 14, apertura della mostra mercato. In esposizione funghi, castagne, zucche, vini, formaggi, salumi e prodotti tipici locali. Alle 18, in sala consiliare, la mo-stra micologica. Alle 20.30, al campo sportivo sarà di scena il “Trofeo Fun-go Chiodino”, torneo calcistico tra le tifoserie di Inter, Milan e Juventus. Al-le 20.45, alla Madonna della Spiga di Quinzanello, altro concerto di chitar-ra con il chitarrista Giulio Tampalini, mentre alle 21, al Centro culturale S. Giorgio verrà proposta la commedia dialettale “El prét nöf - Miracolo fi-nale”. Anche la domenica sarà ricca di appuntamenti. Si comincia alle 8, agli ambulatori comunali, dove sarà possibile misurare la pressione ar-teriosa, glicemia, colesterolo e trigli-

ceridi secondo il progetto“Il rischio cardiovascolare”. L’iniziativa è curata come sempre dalla Bassabresciana Soccorso. Dalle 9, nel cortile di Leo-nardo Tagliani, ci sarà l’esposizione di fisarmoniche. Tra le manifestazioni di domenica, la gara di aratura antica alle 9.30. L’inaugurazione della sagra è prevista alle 10 in piazza Roma. La giornata si concluderà alle 19.30 con i fuochi pirotecnici. (mtm)

È cominciato lunedì 17 ottobre, come da tradizione con la celebrazione della Messa al santuario della Stella (nella foto), l’anno sociale del gruppo “Casalinghe di Bagnolo”, guidato da circa 20 anni da Francesca Cominetti e formato da una trentina di associate a cui spesso si uniscono altre donne, ma spesso anche uomini, nelle varie iniziative. Dopo la celebrazione della Messa e prima del consueto momento conviviale, è stato

presentato il programma di massima delle iniziative, in cantiere per la nuova annata, e per il momento programmate fino a dicembre. Seguendo la tradizione, anche questo nuovo anno è caratterizzato da incontri che impegneranno i mesi autunnali e invernali, a cui, nella primavera, seguirà la “stagione delle visite guidate”, che avrà anche quest’anno un piccolo anticipo il 12 dicembre quando

le associate si ritroveranno per il pellegrinaggio che si svolgerà a Bobbio, in provincia di Piacenza, e dintorni. Il primo appuntamento degli incontri è fissato per mercoledì 26 ottobre, nella Sala Filanda di Palazzo Bertazzoli, e sarà dedicato alle terme di Sirmione e ai benefici che se ne possono avere alla salute. Seguirà poi il consueto ciclo di tre incontri con il professor Bonaglia che quest’anno si terranno nella

saletta delle Suore Canossiane di via Mazzini. Lunedì 7 novembre trattazione su “come eravamo e siamo dopo 50 anni di vita”, il successivo lunedì 14 “L’educazione: cosa è”. Ed infine il 21 nevembre “Cosa è l’insegnamento”. Il successivo lunedì 28 novembre il dottor Fabio Cogoli, sempre nella saletta delle Suore Canossiane di via Mazzini, parlerà di “Successioni e donazioni”.Per informazioni, 030 620160.

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a scelto di legare il momento del saluto a quello di una duplice ricorrenza, quasi av-vertendo la conclusio-

ne naturale di un’esperienza: don Franzo Bertanza, dopo 20 anni come parroco di Orzinuovi, ha lasciato la comunità proprio nel suo 50° anni-versario di sacerdozio. Dopo che tra settembre e ottobre si sono succe-dute numerose le occasioni di salu-to alla sua gente e alle diverse realtà operanti nella parrocchia, domenica scorsa, in occasione della festa della Madonna del Rosario, la stessa che l’aveva visto nel lontano 1991 fare il proprio ingresso nella comunità or-ceana, ha salutato tutti dopo la pro-cessione conclusasi in piazza Vitto-rio Emanuele II. Nel lungo intervallo tra le due ricorrenze i segni visibili

la zona IX. Quanto a don Franco, il suo futuro è ancora al servizio del prossimo: “Io d’ora in poi mi dedi-cherò all’assistenza spirituale degli ammalati della clinica S. Anna in

città, dove farò anche da presbitero collaboratore delle parrocchie vici-ne”. Umile e profondo come sempre, don Franco sintetizza i momenti più importanti dei suoi 20 anni a Orzi-

Tutti insieme per una giornata in cui celebrare i valori del volontariato e dell’altruismo. Sembra essere questo il leitmotiv che attraverserà tutta la giornata di domenica 23 ottobre, quando a Rudiano andrà in scena la “Festa della solidarietà”: organizzata dal Comune, la manifestazione vede la partecipazione di tutte le associazioni sportive, culturali e di volontariato operanti sul territorio. Ognuna di esse avrà a disposizione uno spazio

espositivo in piazza Martiri della libertà e nei giardini di palazzo Fenaroli, in modo da far cogliere alla cittadinanza la dimensione e l’azione di queste realtà. La giornata inizierà alle 9.45 con un corteo che partirà da piazza Martiri per giungere al piazzale Aido, dove verrà commemorato il trentesimo anniversario di fondazione dell’associazione. Alle 10.30 l’apertura ufficiale dell’evento, seguita alle 11 dalla Santa Messa nella chiesa

parrocchiale. Nel pomeriggio, dopo il pranzo solidale per le associazioni, sono in programma una serie di attività: dalla castagnata offerta dall’Avis e accompagnata dal gruppo Mingo Revival all’organizzazione di tornei e giochi per persone anziane e disabili. Per tutta la giornata inoltre sarà possibile effettuare una prova gratuita della pressione e della glicemia a cura del servizio infermieristico comunale.

nuovi in una mini-galleria di tre im-magini: “Rivedo chiaramente il volto di un bambino che sto battezzando e quello di una cieca che, prima di ricevere l’Ostia tra le mani la bacia dicendo il suo amore. Da ultimo la gioia di un ammalato dell’Hospice che, dopo una vita particolarmente travagliata, mi prende la mano di-cendo: “Grazie di avermi aiutato a morire nella pace del Signore”. E di certo anche il volto di don Franco non sbiadirà nella memoria dei fe-deli che lo hanno conosciuto.

della sua opera e del suo apostola-to, non solo nell’ambito religioso, ma anche in quello assistenziale e sociale, cogliendo da fine psicologo quale egli è, le necessità della gente: ecco quindi il Centro per la famiglia e la Fondazione “Enrico Nolli” che, durante il periodo della sua presi-denza, ha ampliato il ventaglio del-le persone aiutate, non limitandosi ai soli anziani ma andando incontro ad una molteplicità di situazioni pro-blematiche. Un’opera sintetizzata nell’ultimo numero di “Dialogo”, il giornale della comunità che ha rac-colto le diverse manifestazioni d’af-fetto ricevuto, sia dalle parrocchie in cui in precedenza aveva prestato servizio, sia dai sacerdoti e vescovi conosciuti e, infine, dalle realtà par-rocchiali e non solo, come l’Hospi-ce di cui è stato finora cappellano. “Lascio la parrocchia – ci racconta – perché arrivato alla mia età, do-po aver molto riflettuto e pregato, ritengo che debba essere un sacer-dote con molti anni davanti a sé a poter affrontare i cambiamenti che ci stanno di fronte. Quest’anno, in-fatti, si terrà il Sinodo che darà il via alla costituzione delle unità pastora-li ed è bene che la parrocchia abbia una guida nuova”. Il suo successore sarà don Domenico Amidani, parro-co di Lograto e vicario zonale del-

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n anno fa era un’idea. Ora è diventata real-tà significativa e con-creta: un altro esem-pio di quanto si può

realizzare in sinergia volontaria e generosa. Parliamo del “Giardino sensoriale e percorso terapeutico” al S. Giovanni di Bovegno, la Rsa con sede nell’ex Villa Conti ristrut-turata e messa a norma con spesa milionaria, prima in Valtrompia, nell’ultimo decennio e che ospita attualmente 64 anziani dei quali 14 in appartamenti protetti. È stato realizzato con mesi di lavoro fatto insieme da dipendenti e ammini-stratori dell’omonima Fondazione (presidente Monica Raza) che ne ha proprietà e gestione. Si è aggiunta la diretta contribuzione di amici: alla fine è costato meno di 7.000 euro. Una bella storia. C’era quest’area esterna al grande edificio comple-tamente inutilizzata ed incolta: è stata trasformata in una comoda

all’edificio. L’ospite si muove libera-mente, ricevendo stimolazioni dei sensi continue ma “soft” sul “per-corso terapeutico” segnalato con il colore rosso. Inizia col “Giardino sensoriale”: il suo ruscello col mo-vimento e fruscio dell’acqua che scorre fino al laghetto coi pesci ros-si; l’antica campana in ferro battuto originaria del vecchio Hospitale S. Giovanni sito a Piano, la grotta con la statua della Madonnina, la voliera dei canarini, il grande e comodo ga-zebo, fiori e verde, tutto in sintonia a stimolare ricordi di vita e memo-rie. Prosegue poi, sempre adegua-tamente protetto da strutture in le-gno, su tutta l’area posteriore del se-colare edificio, fino alla “Terrazza” luogo di attività ludico-progettuali e ritorna, sul fianco, in direzione del-la Cappella per raggiungere il Per-golato col glicine, luogo tradiziona-le di festa e chiacchiere con le sue comode panchine e tavoli davanti all’ingresso della Rsa che vicina in-

passeggiata ad anello che si svilup-pa su due piani usufruibile da tutti, ospiti ed esterni, all’aria aperta con una sua specifica valenza terapeu-tica per i “nonni”. Ed è stato anche scelto un fiore particolare a simbo-leggiarla: il “Non ti scordar di me”. Su questa “palestra” sono già partiti ben due progetti di recupero e sti-molo (il primo più spiccatamente psicosensoriale il secondo a valen-za prevalentemente fisioterapica), ideati e analiticamente rendicontati con valutazione sanitaria. In pratica il percorso si snoda in due anelli che si intersecano su tutta l’area esterna

Anche il piccolo abitato di Brione fa sentire la sua voce per un intervento che coinvolge gli istituti scolastici presenti sul suo territorio. Infatti, dall’ultimo consiglio comunale è uscito un parere unanime sul futuro amministrativo della scuola materna e delle elementari: non sarà più Sarezzo ad avere la direzione didattica dei due plessi siti in via Montini 12, bensì il Comune di Polaveno. “Punto fondamentale dell’accordo – dice il sindaco di brione Almiro Svanera – è che le

due strutture rimangano a Brione, con l’impegno e la volontà da parte della nostra amministrazione a trovare la soluzione formativa migliore rispetto alla fase in corso di studio sul fronte ’accorpamenti’, una fase che la Provincia sta mettendo a punti in questi mesi e alla quale ci rivolgiamo con assoluta apertura. Da parte nostra, dunque, l’intenzione a collaborare nel solco del ridimensionamento scolastico che sta avvenendo per via dei tagli alla spesa pubblica decisi a livello

nazionale”. Una comunione d’intenti che nel piccolo paese al limite tra Valtrompia e Franciacorta è emersa anche rispetto all’attuazione del piano di diritto allo studio 2011/2012, che deve regolare una popolazione studentesca di 63 allievi tra bambini (23 per l’asilo) e ragazzi (24 alle elementari e 16 alle medie). “Punto focale del piano – aggiunge il primo cittadino brionese – riguarda l’aspetto di gestione finanziaria, con la casella ‘entrate’ che segna +21.500 euro (12.500 di

retta per la mensa all’asilo, 7000 per il trasporto) a fronte, però, di uscite per 86.500 euro: 26mila euro per il servizio di scuolabus, 14mila euro per la manutenzione dell’ufficio scolastico, 17mila euro in spese per la mensa della scuola materna, 11mila euro per il personale e 750 euro per l’assegnazione delle borse di studio”. Dunque, un’unanimità istituzionale sia sul piano della gestione finanziaria sia su quella prettamente educativa, rivolta al bene dei suoi piccoli studenti.

L’“occasione” offerta è quella della fra-na che è occorsa in località Croci di Pezzeda alcuni anni fa e per la quale la Comunità montana si è da subito impegnata. Il fatto riguarda la presen-tazione di una tecnica innovativa, so-litamente impiegata nel settore indu-striale, ovvero l’utilizzo del cosiddetto laser scanner 3D. Si tratta di uno stru-mento che consentirà di monitorare i fronti della frana nel caso Pezzeda a Collio e che verrà presentato giovedì 27 ottobre alle ore 16 presso la sede gardonese della Comunità montana in via Matteotti 327. “In quella data – spiega l’architetto Fabrizio Veronesi, responsabile del settore tecnico in Comunità montana – si terrà un con-vegno per spiegare la tecnica utilizza-ta dal laser scanner 3D. In sostanza parliamo di uno strumento elettroni-

co che ci fornisce le coordinate spa-ziali di una nuvola di punti apparte-nenti all’oggetto del rilievo. In questo modo possiamo stare comodamente seduti davanti al nostro computer e, con un semplice click sull’immagine dell’oggetto da rilevare, si potranno archiviare le coordinate spaziali dei punti che interessano, per procedere in tempo reale alla rappresentazione del rilievo”. Uno strumento che sarà al centro del convegno di giovedì 27 ottobre, al quale interverrà fra gli altri l’ingegnere Marco Bacciocchi di Co-devinte Italiana (distributore esclusi-vo e centro europeo di assistenza tec-nica laser scanner terrestri Optech) per le dimostrazioni tecniche. Le iscri-zioni vanno effettuate entro il 21 ot-tobre allo 030.8337404 o via e-mail a [email protected].

fonde tranquillità e sicurezza. L’an-ziano vi cammina senza assilli e nei vari e comodi punti di sosta ci sono su cartellonistica in legno citazioni, poesie, riflessioni sull’importanza dell’anziano. Il “percorso panora-mico” complessivo, segnalato in azzurro, tutto usufruibile in caroz-zella, di fatto affianca quello “rosso” su tratto più esterno. Benedetto dal parroco don Alberto Cinghia, è sta-to collaudato con grande festa di ospiti e familiari insieme.

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All’interno del 7° circuito di eventi sportivi “Valtrompia Sport”, l’associazione Promosport Valli Bresciane organizza per domenica 23 ottobre la 6° edizione del “Sentiero la Scalèta”, corsa podistica non competitiva in montagna. “Il ‘Sentiero la scàlèta’ – dice il presidente Promosport, Roberto Rizzini – è un percorso di 10 chilometri in un ambiente montano di media-bassa quota, partendo e arrivando nell’abitato di Magno di Gardone. Dopo un

anello all’interno del paese di circa 800 metri il percorso si snoda lungo un chilometro di strada asfaltata che conduce i concorrenti a una nuova situazione di terreno, dato che gli atleti dovranno affrontare un sentiero sterrato leggermentein salita (per circa 2 chilometri). Poi, arriva il tratto peculiare della manifestazione – prosegue Roberto Rizzini –, un passaggio di circa 200 metri in salita, una vera e propria scaletta lungo la

quale, data la difficoltà, si potrà avere un aiuto dalle corde fisse permanenti di cui il luogo è dotato; quindi ancora asfalto, passaggio in Caregno nei pressi della chiesetta degli Alpini, sentieri e strade sterrate in discesa e arrivo a Magno”. Per avere maggiori informazioni e potersi iscrivere è possibile telefonare ai numeri 030.8911665 oppure 030.8910589, in alternativa visitare il sito internet www.promosportvallibresciane.it.

A Villa Glisenti si può visitare la mostra “Collettiva 3” realizzata dagli Amici dell’Arte di Lumez-zane fino a domenica 23 ottobre. Sono esposte opere di pittura a olio, acquerello, pastello, matita, sculture e assemblaggi. Fra gli altri, espongono Oscar Amadini, Noris Ardesi, Francesco Valotti e Rosangela Zipponi.La mostra è aperta il sabato dalle 16 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20. L’ingres-so è libero.

ono chiare e puntuali le parole dei sindaci val-trumplini radunatisi lu-nedì mattina nella sala consiliare della Comunità

montana a Gardone Val Trompia. Chiare nell’esporre una condivisa posizione di contrarietà alla deci-sione della Regione di cancellare il punto nascite presso l’ospedale gardonese per accorparlo agli Spe-dali civili di Brescia e al presidio di Montichiari. “Vogliamo far sapere ai cittadini della Valle – ha detto il presidente della Comunità monta-na, Bruno Bettinsoli – che i sinda-

ci non se ne stanno con le mani in mano. Nell’incontro del 6 ottobre con il dottor Coppini, dirigente del presidio di Gardone, abbiamo ma-nifestato il nostro dissenso e nel-la consulta dei sindaci di venerdì scorso abbiamo redatto un docu-mento per manifestare quella che è una volontà e una necessità: far rimanere il punto nascite anche a Gardone”. Una lettera che martedì è stata inviata all’assessore regio-nale alla Sanità Luciano Bresciani e al presidente della Regione Ro-berto Formigoni per chiedere di sospendere la decisione presa e

avviare un confronto serio con le istituzioni locali. “La chiusura del reparto – ha aggiunto il sindaco di Gardone, Michele Gussago – pa-re frutto di due peccati originali: la subalternità dell’ospedale agli Spedali civili e il numero dei nati inferiore allo standard previsto. In questa situazione trasferiremmo tra le 400 e le 500 nascite: siamo sicuri che con questi numeri Bre-scia non avrà problemi?”. Tutti i sindaci hanno espresso pa-rere unanime sul metodo di co-municazione non consono, perché “convocati a un tavolo al quale era

già stato deciso tutto” e non in li-nea con quanto detto un anno e mezzo fa.“Allora – ha chiarito il sindaco di Sarezzo, Massimo Ottelli – abbia-mo avuto un incontro col dirigen-te Coppini e uno dei punti forti era proprio il mantenimento del pun-to nascita con l’inserimento di un pediatra per i casi difficili di par-to. Il presidio ospedaliero è fonda-mentale per una Valle lunga come la nostra, un nodo sensibile e non derogabile. Noi siamo determinati e non vogliamo che l’ospedale di Gardone muoia”.

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n un’epoca in cui le persone sono molto e sovente concen-trate su se stesse, la solitudine è quanto mai frequente, tanto più se si è anziani. Una solitu-

dine che può produrre un vuoto in-colmabile se presenta l’ombra di una malattia degenerativa come il morbo di Alzheimer sia su chi ne è affetto che sulla sua famiglia, sui suoi cari. Proprio per tendere una mano a que-ste famiglie o a chi, semplicemente, vuole saperne di più, la cooperativa La Cordata, in associazione con la cooperativa Esedra e con il patroci-nio della Comunità della Fondazione Bresciana, della Comunità montana di Valle Sabbia, della Rsa “Soggior-no Sereno Emilia ed Egidio Pasini” di Odolo, del Comune di Odolo e del Rotary Club Valle Sabbia, ha creato il progetto Caffè Alzheimer Valsabbia. L’iniziativa si propone di “offrire un aiuto concreto per tutti coloro che vivono direttamente e/o indiretta-mente le problematiche derivanti dal decadimento cognitivo. Infatti con la costituzione del Caffè Alzheimer si prevede un intervento congiunto a favore dei malati affetti da demen-za e di chi se ne prende cura”. Il pro-getto verrà introdotto in cinque in-contri informativi in diversi Comuni valsabbini tenuti da esperti del set-tore, durante i quali verrà presenta-ta l’iniziativa. Il primo si è svolto ad Agnosine giovedì 13 ottobre; segui-

tegia e soluzioni per la vita di tutti i giorni”. Terzo appuntamento presso l’auditorium di Sabbio Chiese giovedì 27 ottobre sempre alle ore 20.30 sul tema “Invecchiamento normale e pa-tologico: caratteristiche e strategie d’intervento”. Quarto incontro gio-vedì 3 novembre alle ore 20.30 pres-so la saletta conferenze di Vestone: “Decadimento cognitivo: cosa si può fare in fase preventiva e riabilitati-va”. Ultimo appuntamento giovedì 10 novembre alle ore 20.30 presso la nuova sede della casa di riposo Sog-giorno Sereno in via di inaugurazio-ne a Odolo sul tema “Invecchiamento normale o patologico?”. Questa ini-ziativa si aggiunge agli altri progetti in campo sociale della Cooperativa “La Cordata” di Roè Volciano, nata nel 1987 con lo scopo “sopperire ai bisogni del territorio della Valle Sab-bia occupandosi principalmente dei servizi rivolti alla persona, in parti-colare nell’area anziani e minori. La Cooperativa si ispira ai principi che sono alla base del movimento coo-perativo mondiale e in rapporto ad essi agisce. Questi principi sono: la mutualità, la solidarietà, la democra-ticità, l’impegno, l’equilibrio delle re-sponsabilità rispetto ai ruoli, lo spiri-to comunitario, il legame con il terri-torio, un equilibrato rapporto con lo Stato e le istituzioni pubbliche”. Per informazioni sui vari progetti www.lacordata.com.

Ottobre ricco di iniziative a Muscoline. Occasioni di cultura e di intrattenimento tra mostre, presentazioni di libri, gite, conferenze e concerti che animeranno le serate del paese adagiato sulle colline del Garda. Rimane aperta fino a domenica 30, presso la sala civica Don Milani del Centro polifunzionale, la mostra fotografica “Paesaggi, fotografie del lago di Garda”. La mostra, curata da Emanuela Micheli, propone in grandi pannelli gli scatti di Maurizio

Rovati, una originale visione a 360 gradi di scorci lacustri, resi ancora più affascinanti dalla tecnica usata, che riesce a svolgere davanti allo spettatore una visione che ad occhio nudo non si può cogliere, mostrando tutto il visibile in un unico colpo d’occhio e allargando il paesaggio a dimensioni inconsuete. La mostra, a ingresso libero, è visitabile il venerdì, il sabato e la domenica dalle 20 alle 23. Per il ciclo “L’agorà degli autori”, serie di incontri promossi dalla

Commissione Cultura e Biblioteca con lo scopo di far incontrare autori emergenti, promuovendo una conoscenza diretta con i potenziali lettori, venerdì 21, presso la sala civica, sarà presentato il volume “L’ultimo treno”, dell’autore bresciano Fortunato Bettini. È una storia che si intreccia tra il reale e la fantasia, una sorta di percorso di vita vissuta. L’Associazione Arcobaleno - Gruppo volontari Muscoline organizza per sabato 22 alle 15.30, presso la sala civica,

una conferenza su “L’anziano fragile e la propria famiglia: ruoli, vissuti e relazioni”. Relatore il dott. Mazzini dell’Istituto di ricovero e cura Fatebenefratelli di Brescia. Domenica 23 è in programma una visita al Vittoriale di Gardone Riviera. Informazioni e iscrizioni presso la biblioteca. Infine, sabato 29 con inizio alle 20.30, il coro Santa Maria Assunta festeggia il 25° di fondazione con una serata di musica presso il teatro Pavanelli. L’ingresso è libero.

rà giovedì 20 ottobre alle ore 20.30 a Preseglie presso l’auditorium l’incon-tro “L’assistenza del malato affetto da demenza nella vita quotidiana: stra-

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er essere maggiormente pronti nelle emergenze. I volontari del Garda, gli “Angeli azzurri” di Cu-nettone di Salò, si sono

dotati di un nuovo automezzo in-serito nella colonna mobile della Protezione civile provinciale. Si tratta di un autoarticolato do-tato di semirimorchio con pedane semovibili per la movimentazione specifica di container, tensostrut-ture di grandi dimensioni, trasporti viveri e alimentari, moduli abitativi e trasporto di acqua potabile con cisterne. Il progetto prende corpo dalla ne-cessità di disporre sul territorio del-la provincia di un mezzo utilizzabile per il traino di semirimorchi di vario genere e di garantire alla comunità un adeguato intervento logistico per la gestione delle emergenze, siano esse di carattere naturale o deter-minate da eventi particolari.Il mezzo è stato acquistato con il contributo della Fondazione del-la Comunità Bresciana. “Il Gruppo Volontari del Garda – spiega il pre-sidente Gianfranco Rodella – è pre-sente sul territorio da quasi 30 an-ni. Era il 1983 quando a Salò veniva dislocato un distaccamento perma-nente dei Vigili del fuoco. A esso si univano 12 giovani per for-mare il Gruppo volontari del Garda

che iniziò l’attività con due vecchi mezzi. Nel corso di questi anni il Gruppo si è specializzato con squa-dre polispecialistiche di pronto in-tervento per calamità. Al suo interno ha reparti specialisti-ci legati al Servizio sanitario, al Ser-vizio antincendio, al Servizio nauti-

A cavallo delle ultime due domeni-che di ottobre la comunità di Bediz-zole vivrà una settimana di incontri, veglie e momenti di festa. L’occasio-ne è data dalla ristrutturazione di al-cune opere: la canonica, che ospita un salone per le conferenze, l’ufficio parrocchiale, l’archivio e la bibliote-ca, e l’oratorio di via Rimembranze, che verrà inaugurato sabato 29 alla presenza del Vescovo. E proprio sulla passione che l’oratorio ispira, il parro-co, don Franco Dagani (nella foto con mons. Sanguineti), spiega: “Inaugura-re l’oratorio non è semplicemente be-nedire dei muri rifatti, entrare in aule più belle, avere a disposizione degli ambienti più moderni e confortevo-li. Inaugurare l’oratorio è farlo diven-tare il punto di riferimento della vita della comunità cristiana, è sentirlo proprio, è gestirlo in prima persona, è frequentarlo, è viverlo, è crescere

in esso, è rendersi conto che fa par-te della propria vita”. L’oratorio è co-munità e, insieme, amicizia e gioco. “Ma l’oratorio vive solo se ognuno fa un piccolo sforzo, se ognuno lo sente suo. Bedizzole ha bisogno di un ora-torio che sia il motore del paese, una casa dove tutti si sentano bene, che sia un ambiente dove si respira un’aria che fa bene”. Il programma di “Auguri oratorio” prevede domenica 23 alle 10 la Messa con benedizione dei ragazzi del catechismo e dei genitori, alle 15 i giochi in oratorio. Lunedì 24 alle 20.30 presso il teatro parrocchiale si svolge un incontro sull’oratorio; relatore don Marco Mori, direttore dell’ufficio ora-tori. Giovedì 27 alle 20.30 si tiene una veglia di preghiera nella parrocchiale. Sabato 29 l’incontro con Monari. Alle 16.30 benedirà la sezione primavera della Scuola materna Sacra Famiglia, alle 17 concelebrerà nella parrocchia-

le la Messa e a seguire benedirà gli ambienti ristrutturati dell’oratorio. La giornata si conclude con la serata musicale proposta, dalle 21, dal grup-po “Tre reason after flood”. Domeni-ca 30 ultimo atto con la Messa delle famiglie alle 10, a seguire lo spiedo in oratorio e il musical “Una Chiara Luce” dedicato alla figura di Chiara Luce Badano e presentato nella par-rocchiale dai giovani dell’oratorio di Manerbio. “L’inaugurazione dell’ora-torio – conclude don Franco – avviene all’inizio dell’Anno sinodale, all’inizio di un cammino che traccia un nuovo modo di fare pastorale. Bedizzole, Calvagese, Carzago e Mocasina costi-tuiranno una unità pastorale, un insie-me di parrocchie che pur conservan-do la loro identità metteranno insieme le loro forze e si daranno una mano per realizzare progetti e obiettivi co-muni. Con fiducia guardiamo avanti”.

Sabato 29 e domenica 30 ottobre si festeggia l’80° anniversario della Casa di riposo “Fondazione La Memoria”. Sabato 29 ottobre alle 15.30 c’è la Santa Messa solenne nella cappella di S. Nicola; alle 17 l’inaugurazione della mostra di pittori valsabbini “La memoria degli anziani”. Vengono esposti per l’occasione gli elaborati degli alunni delle classi IV e V della scuola parrocchiale San Giovanni Bosco. Alle ore 21, invece, il gruppo teatrale “Ossigeno Teatro”

manda in scena lo spettacolo “I Nostri Passi” presso il Teatro Salone Pio XI. Domenica 30 ottobre la possibilità del pranzo alle 12 a base di spiedo; dalle 14 partono i giochi e l’animazione che avrà come finalità una raccolta fondi per il finanziamento di un progetto (pet terapy) che consenta agli ospiti una relazione positiva con gli animali. Una giuria, infine, valuterà il miglior elaborato degli alunni. Per informazioni, telefonare al numero 036534261.

Sono aperte le iscrizioni alla Scuola di musica del Garda, progetto dell’Associazione culturale Mozart di Desenzano. L’offerta musicale della scuola è particolarmente ampia per poter offrire a tutti la possibilità di fare musica, tanto a chi si avvicina a uno strumento per la prima volta, quanto a chi desidera perfezionare le proprie capacità. Una offerta esclusiva di proposte e di percorsi – gruppi di musica d’insieme, concerti, “Music Camp” di approfondimento,

Orchestra giovanile – perché ciascuno, senza limiti di età, possa trovare la soluzione più idonea per il raggiungimento delle proprie aspirazioni. Proposte e percorsi che si trasformano in grande arricchimento personale perché si impara la collaborazione e l’ascolto reciproco e si condivide il grande piacere del fare musica con gli altri. Tutti gli insegnanti sono professionisti e i corsi strumentali sono proposti a vari livelli. Per info www.scuoladimusicadelgarda.it..

co e subacqueo, al Settore ricerca e soccorso, al Servizio di telesoccor-so e teleassistenza. I servizi di pre-venzione, formazione e istruzione garantiscono sempre un’elevata e qualificata operatività e sicurezza”.E per chi è interessato a prova-re l’esperienza del volontario può partecipare al “Corso di primo soccorso”. Nella sede di Cunettone di Salò, a partire dal 24 ottobre e fino al 19 dicembre, alle 20.30 di lunedì e mercoledì, medici, infermieri e istruttori regionali terranno 20 le-zioni teoriche e pratiche per un to-tale di 40 ore, affrontando aspetti legislativi, organizzativi e sanitari.

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Sabato 22 ottobre alle 21 presso la chiesa parrocchiale di Corti S. Antonio a Costa Volpino ci sarà l’atteso concerto inserito nel programma “Rassegna corale Altosebino”. Si tratta di un traguardo molto significativo raggiunto dal Coro “La Pineta” di Costa Volpino che con questo appuntamento tocca i 30 anni di organizzazione della tradizionale, prestigiosa e molto partecipata rassegna d’autunno. Questo appuntamento, nella storia del

coro, ha aiutato a scoprire nuove possibilità corali, fare esperienze musicali, interpretative, esecutive nel confronto sempre costruttivo con cori provenienti da ogni parte d’Italia. La Rassegna non è mai un concorso, bensì un’esposizione ragionata, ma anche emozionale, della bellezza del canto corale polifonico popolare italiano, tra cui spicca il “Canto per la montagna”. Ospite d’onore del trentennale è il Coro “Voci del bosco” di Giavera del Montello (Tv),

diretto dal maestro compositore Gianluca Valle. Si tratta di un coro che esegue principalmente il repertorio d’autore: nella serata di Costa Volpino verranno eseguiti brani di Marco Maiero (maestro di Valle) e dello stesso Gianluca Valle, considerato oggi uno degli autori emergenti e promettenti nel panorama corale italiano a voci virili. Il Coro La Pineta eseguirà uno dei brani più noti di Gianluca Valle: “Preghiera della sera”. L’ingresso è libero e gratuito.

a casa di riposo “Cav. Pao-lo Rivadossi” di via Milano, residenza socio-assisten-ziale riconosciuta e con-venzionata ufficialmente

dalla Regione Lombardia, è ormai in dirittura di arrivo dopo la profonda ri-strutturazione, iniziata il 26 settembre 2009. I lavori dovevano concludersi in circa due anni: ma già in questi giorni l’opera sta davanti agli occhi di tutti i bornesi, di quelli che ci hanno credu-to e di quelli che hanno pensato che l’opera non sarebbe stata terminata nei tempi contrattuali. Per compiere questo fondamentale passo, il Comu-ne di Borno aveva indetto una gara d’appalto che prevedeva un “project financing” di alto livello. La gara era stata vinta da un gruppo leader in Ita-lia nella gestione dei servizi alla per-sona, che costituì una new-co: “Rsa Borno Società di Progetto SpA”. Se-guendo anche le indicazioni del siste-ma di project financing, che costitu-isce un modello per il finanziamento e la realizzazione di opere pubbliche, Comune di Borno e Società aggiudi-cataria dell’appalto hanno dato vita al nuovo progetto del costo complessi-vo di 4 milioni di euro, dei quali 1,8 direttamente dal Comune di Borno. Nel frattempo, però, una delle socie-tà che doveva realizzare le opere edi-li, la Friuli Elettroimpianti Spa, è sta-ta dichiarata fallita nel gennaio 2011. Immediatamente a Borno si erano

diffusi i timori che l’opera si sarebbe arenata. Invece, la società aggiudi-cataria, dopo aver concordato con il curatore fallimentare la liberazione del cantiere, ha sostituito la società fallita con una nuova società che ha operato al meglio nei tempi e nei me-todi garantendo celerità e tempesti-

vità dei lavori, rispetto degli impegni contrattuali al punto che l’opera sarà completata nei tempi previsti: Natale 2011. Il costo dell’opera, nel frattem-po, è aumentato: ma la società aggiu-dicataria dei lavori si è impegnata a farvi fronte. In carico al Comune di Borno rimarranno dunque gli iniziali 1,8 milioni di euro. Nel corso dei la-vori di ampliamento e ristrutturazione della Rsa non si sono lamentati disagi per gli anziani ospiti, preoccupazione primaria degli amministratori comu-nali e dei parenti. Oggi i posti sono sa-liti già a 60, con la possibilità di avere anche qualche posto di sollievo. Nel-la nuova struttura è stato realizzato lo spazio per un centro di riabilitazione ambulatoriale territoriale. Ad oggi tut-ti i dipendenti, in media 50 persone, sono rimasti al loro posto di lavoro. Anche su questo l’Amministrazione comunale guidata da Antonella Ri-vadossi, che ha combattuto una bat-taglia contro lo scetticismo e spesso anche contro affermazioni gratuite, oggi può dire di avere combattuto una buona battaglia e di essere ormai sulla linea del traguardo. Tutto questo verrà illustrato ai bornesi in occasione di un Consiglio comunale, nella serata del 28 ottobre, presso la struttura rin-novata della Rsa. In quella occasione il Sindaco annuncerà la cerimonia di inaugurazione della struttura che sarà in ogni caso nella settimana che pre-cede il Natale 2011.

Nelle giornate del 20-22 ottobre si terrà a Borzonasca (Genova) il convegno internazionale organizzato dal Laboratorio di archeologia e storia ambientale dell’Università di Genova “Montagne incise. Pietre incise. Per una archeologia delle risorse delle montagne mediterranee”. Il Convegno è dedicato all’archeologia ambientale e rupestre nelle montagne dell’Europa. Tre interventi saranno dedicati alla Valle Camonica e all’arte rupestre.

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mpliamento e ade-guamento sono andati di pari passo durante l’impegnativo iter di restyling (durato qua-

si tre anni) da 2,5 milioni di euro della Fondazione Martinelli-Gra-nata-Piantoni che, nel corso del grande open day di domenica (16 ottobre), ha festeggiato con ospiti, parenti, volontari e simpatizzanti l’operatività ufficiale della rinno-vata struttura, oggi da 60 posti let-to (50 accreditati dalla Regione e 10 autorizzati).La festosa giornata si è aperta al-le 10 con le visite guidate agli effi-cientissimi reparti (rosso, verde e azzurro) da 20 posti ognuno, rior-ganizzati grazie alla creazione di un’ala ex novo da tre livelli: piano interrato con magazzini, lavande-ria, archivio e spogliatoi; piano ter-ra per cucina, dispensa, refettorio e locali di servizio e primo piano per camere degenza, soggiorni e sale pranzo.Alle 11 è seguita la Santa Messa all’aperto celebrata dal parroco don Agostino Plebani e allietata dalla Corale Montorfano nella pa-ce dell’arioso parco verde, per poi continuare, amalgamando la gioia degli ospiti con la generosità dei tanti volontari, via via fino a sera tra lieti momenti di convivialità e condivisione: aspetti nevralgici

possibile differenziazione terapi-ca, secondo patologie specifiche” - come ha precisato il presidente, Luciano Bissolotti.Fiore all’occhiello della Fonda-zione è inoltre la moderna cucina, non solo largamente ampliata, ma completamente riattrezzata e tra-sformata in un vero e proprio cen-tro cottura ora capace di sfornare 100 pasti al giorno, ma potenzial-mente in grado di prepararne oltre 300, nell’ipotesi d’attivare conven-zioni con scuole o altre strutture e favorire il progetto dell’ente come erogatore di servizi.Durante il cantiere lavori, aperto nell’autunno 2008 e chiuso a fine 2010 (l’autorizzazione normativa definitiva è dell’11 gennaio 2011), notevole attenzione è stata dedica-ta anche all’esterno, attraverso la predisposizione di un nuovo par-cheggio con entrata da via Marti-nelli e l’ultimazione del parco-giar-dino realizzato grazie al sostanzio-so sostegno (circa 70mila euro) del benefattore e ospite Ugo Beillard che, caso della vita, ha spento le sue 72 candeline proprio domenica 16. Il tutto in occasione della festa per l’inaugurazione-benedizione di quella che, dopo 26 anni di perma-nenza, si è trasformata ormai nella sua casa: Ugo è avvolto dall’affet-to di una famiglia allargata che lo segue e gli fa compagnia.

attorno ai quali da sempre ruota tutta la struttura. “L’obiettivo – ha puntualizzato il direttore della casa di riposo Ago-stino Capitanio – è quello di stimo-lare la gente ad appassionarsi a questa realtà e le nostre attività e interventi sono promossi in modo da favorire prima di tutto questo avvicinamento”.Basta pensare al successo del I corso di computer gratuito per adulti già pronto a ripetersi anche quest’anno (probabilmente da no-vembre per due giorni a settima-na); l’apertura dell’accogliente e indipendente spazio bar (in sosti-tuzione ai distributori automatici); la recente tinteggiatura-abbelli-mento della cappella con la cre-azione di un affresco della Sacra Famiglia; la completa ristruttura-zione della palestra di fisiotera-pia “prossima a divenire maggior-mente fruibile, in modo più allar-gato e adeguato, sotto un profilo più strettamente sanitario e con la

Il commercio equo e solidale, in Franciacorta, diventa grande. Domenica 23 ottobre, in via Castello, 19 a Rovato (esattamente di fronte alla parrocchia di Santa Maria Assunta) aprirà infatti la nuova sede della “Bottega dei popoli”, gestito da volontari legati all’associazionismo cattolico in collaborazione con la “Cooperativa Solidarietà” di Brescia. 170 metri quadrati di cibo, abbigliamento, artigianato, libri, monili, articoli regalo tutti caratterizzati da un

obiettivo chiaro: non soltanto la massimizzazione del profitto a ogni costo, ma anche la riflessione attorno allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali. I volontari hanno organizzato tre giorni di festa. Si parte venerdi 21 ottobre alle 21 Giorgio Cordini in concerto metterà in scena il suo ultimo lavoro, “I Fiori di Faber”. Prevista la presentazione dei progetti “Fiori e diritti“ e “Canzoni oltre le sbarre”, con la la collezione 2011 di “O’Press”. “Si

tratta – dice Nicola Brugnatelli, uno dei volontari rovatesi – di t-shirt a filiera equo-sociale serigrafate nel carcere di Marassi con i testi di De André, Battiato, Capossela”. Il concerto si terrà presso la sala del pianoforte nel municipio. Sabato 22 ottobre negozio aperto per tutta la giornata e inaugurazione alle 18 con momento conviviale e taglio del nastro. Domenica 23 ottobre negozio aperto per tutta la giornata e nel pomeriggio gonfiabili, clown e merenda. “Aprire uno spazio

del commercio equo e solidale nel cuore di Rovato – spiega Laura Trevisani – non significa semplicemente aprire un negozio. Vogliamo aprire uno spazio dove esporre il meglio del commercio equo-solidale, ricevere informazioni, fare circolare “buone pratiche” e organizzare anche eventi, degustazioni ed iniziative tese a far conoscere sempre di più il buon sapore della giustizia e dell’equità per tutti gli uomini e le donne della terra”. (Daniele Piacentini)

La casa di riposo di via Martinelli aveva già avuto una significativa ristrutturazione nel 1977 realizzando con contributo regionale un reparto protetto per non autosufficienti con 13 camere e 21 posti letto in una nuova ala. La casa di riposo, trasformata in fondazione, ha poi sviluppato il progetto per l’adeguamento della struttura agli standard previsti per l’accreditamento delle Residenze sanitarie assistenziali per animazione (Rsa) e per creare nuovi servizi residenziali e socio-assistenziali per gli anziani del paese. Adesso è arrivata la nuova ala che significa un ampliamento dell’offerta qualitativa per una realtà ben radicata sul territorio come dimostra la partecipazione della gente all’open day.

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Una città tricolore ha accolto nello scorso fine settimana i 20mila alpini della Lombardia e dell’Emilia Romagna arrivati a Palazzolo per il raduno del 2° Raggruppamento. L’imponente sfilata per le vie cittadine ha chiuso tre giorni di celebrazioni che, grazie all’attenta organizzazione della locale sezione Ana guidata da Mario Simoni, hanno coinvolto l’intera città. A dare simbolicamente il via al cammino degli alpini 85 colpi di mortaio (uno per ogni anno di vita della sezione

Ana palazzolese) e lo srotolamento di un enorme tricolore dalla cima della Torre del Popolo. Domenica 16 ottobre le Penne nere hanno sfilato tra due ali di folla festante, che ha tributato un commosso omaggio ai reduci dei fronti della Seconda guerra mondiale che hanno aperto il serpentone alpino. Numerose le bande e le fanfare che hanno accompagnato il cammino delle Penne nere, così come molti sono stati i sindaci che hanno voluto accompagnare a Palazzolo le loro

sezioni Ana. Molte le autorità presenti: accanto al sindaco di Palazzolo Alessandro Sala, il prefetto di Brescia Brassesco Pace e il presidente della Provincia Daniele Molgora. Al termine delle giornate di festa (da ricordare il concerto con 700 alunni delle scuole elementari cittadine e il convegno dell’8 ottobre sulle missioni che vedono le Penne nere impegnate in Afghanistan) è stato dato l’appuntamento al raduno del 2° Raggruppamento 2012 che si terrà a Sondrio.

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“In occasione del Giubileo del 2000, il Venerabile Giovanni Paolo II, all’inizio di un nuovo millennio dell’era cristiana, ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’im-pegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo “con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora”. Co-sì inizia il messaggio di Benedet-to XVI per la Giornata missionaria mondiale di domenica 23 ottobre. “Testimoni di Dio” è la proposta: “L’enfasi non è solo sul dovere di essere testimoni – spiega don Gian-ni Cesena, direttore nazionale di Missio –: senza una personale espe-rienza di fede e di preghiera, sen-za una ricezione grata della Buona Notizia e senza la disponibilità ad accogliere misericordia e perdono,

Dio e di entrare in rapporto di amore con gli altri. Per questo è importan-te sviluppare un corretto rapporto con se stessi. Ed è per questo che, a seconda di come ci si percepisce, si proietta e si costruisce l’esperien-za spirituale e quella sociale. Come a dire che se non siamo capaci di conoscerci non possiamo avere un corretto modo di conoscere Dio e gli altri e di conseguenza non pos-siamo nemmeno amarli. E amarci. Forse non capiamo bene quanto sia essenziale questo passaggio perché spesso crediamo di conoscerci e di amarci. Invece abbiamo un rapporto distorto con noi stessi, talvolta perfi-no patologico. E questo si specchia nel nostro amore per l’altro e per Dio. Paradossalmente il comandamento dell’amore per Dio e per gli altri è, prima di tutto, un richiamo alla cono-scenza e all’amore per se stessi come amore vero, non prigioniero dei bi-sogni e delle necessità, ma libero di diventare modo per incontrare Dio e il prossimo fino a giungere all’amore vero. Perché quello che è chiesto dal

comandamento grande che riassume la Legge e i Profeti non è di compati-re ma di condividere, cioè di uscire da noi stessi per incontrare Dio e gli altri che solo così diventano il nostro prossimo. Non possiamo acconten-tarci di stare sulla soglia e guardare, anche con uno sguardo di benevolen-za; non possiamo credere che l’amo-re richiesto sia soltanto sentimento e spinta momentanea. Quello che è ri-chiesto è un rapporto, una strada da percorrere insieme che ha come cri-terio e come misura la conoscenza di se stessi: questo ci impedisce di agire con Dio e con gli altri per solo dovere o chiedere più di quello che dovrem-mo. Questo è il criterio dell’amore richiesto dalla Legge e che dovreb-be segnare la vita spirituale e quella sociale. È molto di più del rispetto o della compassione. Ma non è anco-ra la testimonianza, l’amore assolu-to che contraddice l’amore di sé per diventare amore dell’altro. E questo nessuna legge potrà scriverlo; solo la scoperta di sé come dono di un Altro lo potrà fare. Trasformandoci.

ome se stessi. Arrischio un parallelismo che po-trebbe far capire più in profondità questo bra-no di Vangelo famoso e

molto commentato: il motto scritto sul tempio di Apollo a Delfi “Cono-sci te stesso”. Da questo principio il filosofo greco Socrate traeva l’origi-ne di tutta la sapienza tanto che ri-teneva che il conoscere fosse cono-scer-si. Ma alla base di questo brano del Vangelo ci sta, come necessaria e fondamentale, la stessa esigen-za: conoscere se stessi. Anzi, di più: amare se stessi. E questo è alla ba-se delle tre dimensioni con le quali si deve amare Dio (cuore, anima e mente) ma dice anche il modo e la misura con la quale amare gli altri, il prossimo. Conoscersi e amarsi sono la dimensione essenziale per capire cosa vuol dire amare Dio e il pros-simo. Non c’è altro modo. Al punto che ogni stortura nel rapporto con Dio e con gli altri nasce dal rappor-to sbagliato con se stessi. Conoscer-si e amarsi permette di ri-conoscere

non c’è testimonianza”. “Si è testi-moni sì, ma di Dio – continua don Cesena –. Il Dio riconosciuto nella figura di Gesù, segno della miseri-cordia da lui avvertita nell’indigna-zione per le fragilità, le miserie, le ingiustizie degli uomini, e distribu-ita a piene mani nelle strade e nei villaggi della sua terra fino al mo-mento supremo della Croce”. La te-stimonianza – aggiunge il direttore – è elemento fondante dell’identità del cristiano: battesimo, cresima ed eucaristia lo costituiscono capace di “annunciare la morte del Signo-re, proclamare la sua risurrezione, finché egli venga”. I missionari e le missionarie a loro volta non posso-no che essere e sentirsi testimoni di Dio tra i popoli e le culture, con-

frontandosi spesso con volti di Dio incarnati in altre e diverse espres-sioni religiose. Missio intende co-sì partecipare al cammino decen-nale della Chiesa in Italia sul te-ma dell’educazione: in ascolto del vero Maestro, tutti sono discepoli e tutti diventano testimoni. “Non ignorando chi nella Chiesa inqui-na la testimonianza con scandali ingiustificabili – conclude don Ce-sena – ricordiamo anche quanti in vari Paesi hanno versato il loro san-gue a causa della fede fino al mar-tirio. Mentre diamo sostegno alle Chiese di missione, non manche-remo di leggere nelle loro vicende la forza limpida della testimonian-za che esse ci restituiscono giorno per giorno”.

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

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l cristiano non può mai pensa-re che credere sia un fatto pri-vato”, perché “la fede implica una testimonianza e un impe-gno pubblici”. È quanto scrive

il Papa, nel motu proprio Porta fidei con cui indice l’Anno della fede, che si celebrerà dall’11 ottobre 2012 (50° anniversario dell’apertura del Conci-lio Vaticano II) al 24 novembre 2013. “La fede, proprio perché è atto della libertà – prosegue Benedetto XVI – esige anche la responsabilità sociale di ciò che si crede. La Chiesa nel gior-no della Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell’annunciare senza ti-more la propria fede ad ogni persona”. Anche ai non credenti, sottolinea il Papa: “Non possiamo dimenticare che nel nostro contesto culturale tante persone, pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esi-stenza e sul mondo”. “Ricerca”, que-sta, che “è un autentico preambolo della fede, perché muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio”, sulla base della “stessa ragione”. La scelta dell’ottobre 2012 – spiega il Papa – coincide con i 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica e con la convocazio-ne del Sinodo dei vescovi su “La nuo-va evangelizzazione per la trasmissio-

ne della fede cristiana”. Benedetto XVI ha invitato la Congregazione per la dottrina della fede a redigere una Nota “con cui offrire alla Chiesa e ai credenti alcune indicazioni per vivere l’Anno della fede nei modi più efficaci

A 50 anni dall’apertura del Concilio, la Chiesa indice un nuovo Anno della fede. Nel 1967 Paolo VI indisse l’Anno della fede il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, con l’esortazione apostolica Petrum et Paulum, nella ricorrenza del 19° centenario del martirio dei due apostoli. L’apertura fu fissata al 29 giugno dello stesso anno, la chiusura al 30 giugno del 1968. Una solenne concelebrazione in piazza San Pietro (erano presenti

24 dei nuovi cardinali, tra cui Karol Wojtyla, ai quali appena il giorno prima, mercoledì 28 giugno 1967, il Papa aveva imposto la berretta, e una delegazione inviata dal patriarca di Costantinopoli, Atenagora) diede allora avvio all’Anno della fede paolino. “Anno post-conciliare”, osservò Paolo VI all’omelia, “nel quale la Chiesa ripensa la sua ragion d’essere, ritrova la sua nativa energia, ricompone in ordinata dottrina il contenuto ed il senso

della Parola vivificante della rivelazione... Siamo convinti che questa nostra attestazione religiosa, questa nostra fede, concorre e vuole concorrere al benessere, alla fratellanza, alla pace di tutto il mondo, e sapete quanto il superamento giusto d’ogni presente conflitto sia nel nostro cuore e in quello di tutta la Chiesa”. Nei primi mesi del 1968, per i tipi della Rizzoli, uscì il libro “Parole sulla fede”, che raccoglieva tutti i discorsi di

Paolo VI sul tema. Lo speciale anno indetto da papa Montini si concluse domenica 30 giugno 1968, quinto anniversario della sua incoronazione, con la concelebrazione eucaristica in piazza San Pietro al termine della quale il Pontefice pronunciò in latino la solenne professione di fede, “Il Credo del popolo di Dio”, riprendendo la celebre formula della fede definita dal primo Concilio ecumenico, quello di Nicea dell’anno 325.

rie di interrogativi che provengono da una mutata mentalità che riduce l’am-bito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecno-logiche”. Ma la Chiesa “non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambe-due, anche se per vie diverse, tendo-no alla verità”. “Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare al-la fede come presupposto ovvio del vivere comune”, è la preoccupazione del Papa, mentre “questo presuppo-sto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato”. Se nel passato “era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accol-to nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone”. C’è una sicura busso-la. “Attraversare” la “porta della fede”, esordisce il Papa citando il libro degli Atti (14,27), “comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita”: di qui l’esigenza di “riscoprire il cammi-no della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia e il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo”.

e appropriati”. Siamo in una profonda crisi di fede. “Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno – afferma il Papa – è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha mai fine”. Di qui la centralità del Catechismo, “vero strumento a sostegno della fede, so-prattutto per quanti hanno a cuore la formazione dei cristiani, così determi-nante nel nostro contesto culturale”, in cui la fede “si trova ad essere sot-toposta più che nel passato a una se-

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saveriani hanno a San Cristo il loro Centro d’animazione missionaria e la loro casa, dal 1957. È un luogo vivo do-ve ci sono le redazioni delle

tre riviste della congregazione in Italia (Missionari saveriani, Mis-sione Oggi e Cem Mondialità), gli studi di “Videomission” e la “Li-breria dei popoli”. Tra il castello e Santa Giulia, a metà della ciot-tolata via Piamarta, i saveriani in-sieme ai loro collaboratori (dipen-denti e volontari) sono impegnati ogni giorno nel trovare le parole più adatte, i racconti più significa-tivi, le immagini più coinvolgenti per trasmettere l’importanza del-la missione, per sottolineare la necessità di portare anche oggi il Vangelo fino ai confini della terra, per parlare di mondialità, solida-rietà, giustizia e pace. La comuni-tà è composta da otto saveriani. Il rettore è padre Mario Menin, an-che direttore di “Missione Oggi”, l’amministratore è padre Marco Vigolo, padre Gianni Zampini è il direttore della libreria, alla guida di “Missionari saveriani” c’è padre Marcello Storgato, alla regia di “Vi-deomission” padre Fiorenzo Raf-faini, responsabile degli abbona-menti è padre Giuseppe Tanfoglio, della casa si occupa padre Roma-no Didoné, mentre padre Gesuino Piredda tiene i rapporti con amici

(10 numeri, 48 pagine, abbonamen-to 30 euro). “Missionari Saveriani” dal 1947 si rivolge alle famiglie e agli amici che desiderano cono-scere informazioni, testimonianze e proposte missionarie dei saveria-ni (11 numeri, otto pagine, abbona-mento 10 euro). “Cem Mondialità” è il mensile del Centro educazione alla mondialità dal 1967. Diretto dal prof. Brunetto Salvarani, la ri-vista diffonde nella scuola e nella società i valori della mondialità e dell’intercultura (10 numeri, 48 pa-gine, abbonamento 30 euro). “Vi-deomission” produce cd e dvd di

e benefattori. “Missione Oggi” dal 1903 è un mensile di informazione e formazione sulla missione come annuncio, dialogo e liberazione, con articoli di approfondimento e opinione da tutti i Paesi del mondo

Nativo della Bassa parmense, Gui-do Maria Conforti (1865-1931) ave-va sempre pensato di farsi missio-nario, ma per la malferma salute non riuscì a realizzare il suo sogno. Per questo concepì l’audace dise-gno di fondare una Congregazio-ne missionaria – i Saveriani –, che andasse fino agli estremi confini del mondo ad annunciare, con le parole e le opere di Gesù, l’amore di Dio per tutti i popoli. Questo au-

dace disegno svela il primo grande amore di Conforti, la missione ad gentes (ai popoli), che egli visse in maniera atipica, senza mai partire per le missioni, ma nella fedeltà alla Chiesa locale, il suo secondo grande amore, cui si donò, come prete diocesano e vescovo, fino alla morte. La Chiesa locale e la Chiesa universale sono i due orien-tamenti della vita di Conforti, i due grandi amori che egli tenne sem-

pre insieme, come complementari, anche quando sembravano esclu-dersi l’un l’altro. La grandezza del-la sua santità brilla soprattutto in questo intreccio fecondo tra par-ticolare e universale , che il fon-datore dei Saveriani contemplò fin da ragazzo nel Cristo crocifis-so, mandato da Dio in un contesto particolare, Israele, per la salvezza e la riconciliazione di tutti i popoli della terra. Conforti seppe coniu-

gare, e non solo mettere insieme, la cura per la propria diocesi con quella della missione universale. Ravenna, Parma e la Cina furono per lui un unico amore cui dedicò tutto se stesso senza togliere nulla né alla missione né alla cura del-la diocesi. Guido Maria Conforti aveva compreso, prima ancora che questo diventasse con il Concilio Vaticano II dottrina comune, che la missione della Chiesa era una sola,

sia che essa si svolgesse a Parma o in Cina. Aveva capito anche che dal fervore missionario della Chie-sa di Parma dipendeva il benessere della comunità cristiana in Cina e, viceversa, che dalla qualità della vita cristiana in Cina sarebbe ve-nuto uno stimolo per la fede della Chiesa in Italia. Era per lui chiaro che non si potevano separare le due dimensioni, locale e univer-sale, della Chiesa e della missione.

carattere missionario e religioso, oltre a ospitare un ricco archivio fotografico. Famosi sono i reporta-ge sulla Madonna di Medjugorje e le recenti produzioni sulla vita del fondatore, Guido Maria Conforti. Alla “Libreria dei popoli” potete trovare tutto il materiale che desi-derate. Gruppi missionari, parroc-chie, scuole e singoli cittadini sono i benvenuti. È possibile accedere direttamente all’ampio parcheggio interno, transitando per piazza Te-baldo Brusato, via Cattaneo (anche con varco chiuso), via Gambara e poi via Piamarta.

Il 23 ottobre prossimo, Giornata missionaria mondiale, diventeranno santi Guido Maria Conforti (nella foto, un acquerello di padre Angelo Costalonga), fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le missioni estere (Missionari saveriani); Luigi Guanella, fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e dell’Istituto Figlie di Santa Maria della Provvidenza; Bonifacia Rodrìguez de Castro, fondatrice della Congregazione delle Serve

di San Giuseppe. Il beato Luigi Guanella, nato a Fraciscio (So) il 19 dicembre 1842, nono di 13 fratelli, fu ordinato sacerdote a Como il 26 maggio 1866; morì il 24 ottobre 1915. Fu dichiarato Beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964. Bonifacia Rodríguez Castro (Salamanca 1837-1905) è una semplice lavorante che, nel mezzo della vita quotidiana, si apre al dono di Dio, facendolo crescere nel suo cuore con spirito autenticamente evangelico. Fedele alla chiamata

di Dio, si abbandona nelle sue braccia di Padre, lasciandosi forgiare secondo i tratti di Gesù, l’artigiano di Nazareth, che vive nascosto in compagnia dei genitori per la maggior parte della sua vita. Bonifacia fonda a Salamanca nella sua casa-laboratorio insieme ad altre sei ragazze dell’Associazione Giuseppina (fra le quali sua madre), la nuova comunità, il 10 gennaio del 1874, in un periodo molto critico per la vita politica spagnola.

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Giovedì 20 ottobreOre 16 – Brescia − Preghieraal Meeting diocesanodei chierichetti.Ore 17.30 − Brescia −Incontro sul tema“Famiglia, lavoro e festa” organizzato da Mclpresso la chiesadi S. Giorgio.

Anche quest’anno è stato predispo-sto un ricco calendario di incontri (la sede è presso il Centro pastora-le Paolo VI) per i sacerdoti dell’ul-timo triennio di ordinazione. Fra le proposte, si ricordano gli esercizi spirituali in programma nel genna-io 2012 da domenica 8 a venerdì 13 all’Eremo di Bienno. Il predicatore degli esercizi spirituali è don An-tonio Zani, docente di patristica.In aprile, invece, da giovedì 12 a giovedì 19 è in programma un pel-legrinaggio in Giordania guidato da mons. Mauro Orsatti, vicario episcopale per la vita consacrata. Si tratta di un’occasione per com-pletare l’itinerario biblico in Terra Santa per i molti che già hanno vi-sitato Israele e l’Egitto negli anni del Seminario. Il programma pre-

vede le visite a Tiberiade, Ajlun, Gerasa, Amman, Madaba, Mon-te Nebo (luogo tradizionale della morte di Mosè), Amman, Mache-ronte (fortezza erodiana), Kerak, Petra (l’anfiteatro romano, le ca-se tomba, il monastero bizantino), Wadi Rum (la “Valle della luna”, uno degli scenari desertici più af-fascinanti al mondo con le escur-sioni lungo le piste del deserto guidate dai beduini), Aqaba, Mar Morto e Gerusalemme.Nel penultimo giorno è prevista anche la sosta a Betania di Tran-sgiordania, il luogo del battesimo di Gesù.Per motivi organizzativi è meglio iscriversi entro fine ottobre a Cri-stina in Curia (0303722260) o a don Adriano Bianchi (3357523755).

Venerdì 21 ottobre Ore 14.30 – Brescia – S, Messae inaugurazionedel nuovo blocco ospedalierodella clinica S. Camillo.Ore 20.30 – S. Vigilio di Concesio – S. Messa per il centenariodella dedicazione.

Sabato 22 ottobre Ore 9.30 – Brescia –Consegna del PremiCuore Amico – Sala conferenzedi Cassa Padanadi via Valle Camonica.Ore 18.30 − Brescia − S. Messae inaugurazione dell’oratoriodi S. Polo storico.

Domenica 23 ottobre Ore 11 – Gussago − Santa Messa di apertura delle missioni popolari interparrocchiali.

Ore 16 − Chiari −Cresime e Prime Comunioni.

Lunedì 24 ottobre Ore 15.30 – Brescia – Inaugurazione dell’anno accademico dello Studio teologico Paolo VI presso il Seminario maggiore in via Razziche.

Dal 25 al 28 ottobre il Vescovo partecipa alla Settimanateologico-pastorale di Bienno.

aschio+Femmina = Famiglia?” è il tema di-scusso durante il con-vegno svoltosi sabato 15 ottobre, organizza-

to dagli Uffici pastorali della Salute e della Famiglia della diocesi di Bre-scia, in collaborazione con numero-se associazioni cattoliche e non, allo scopo di affrontare in modo rigoro-so, grazie alla qualificata presenza del mons. Tony Anatrella, psicoterapeu-ta di fama mondiale, lo spinoso tema della cosiddetta “ideologia di gene-re”. Questa nacque negli anni Settan-ta presso la John Hopkins University, ad opera dello psicologo clinico John Money. Egli sostenne che la differenza sessuale, maschio e femmina, non è frutto della diversità biologica bensì di una “imposizione” (quasi un plagio) esercitata dalla società e dalla cultura dominante. Fondò il concetto di “ge-nere” (gender): ogni individuo umano può e deve scegliere a quale “genere” vuole appartenere. Le differenze lega-

con la sua finalità di amore unitivo e procreativo, proponendo modelli di amore “ondivago”, con comporta-menti sessuali biologicamente slegati dalla procreazione il tessuto sociale perde la ricchezza di rapporti umani e di relazioni significative e si modella su una nuova antropologia che ha al centro l’“io”. Sul piano politico e giu-ridico, si struttura la pretesa che ogni “desiderio” personale diventi “diritto” individuale. Clamorosamente smenti-ta dalla scienza (omosessuali non si nasce), l’ideologia di genere ha trova-to accoglienza e rapida diffusione nel mondo giuridico-politico, tanto da co-stituire l’agenda delle conferenze Onu di Pechino e de Il Cairo. Il Trattato di Lisbona ribadisce la condanna di di-scriminazioni legate all’orientamento sessuale ed esorta gli Stati Ue a dotar-si di leggi contro l’omofobia. Il gover-no australiano ha composto un nuovo passaporto per i propri cittadini, nel quale – accanto alla dicitura sesso – sono stampate tre possibilità: M, F, X,

te al sesso sono “accidenti” ininfluenti sulla personalità e sul comportamen-to sessuale che, anzi, deve essere li-beramente scelto. Di conseguenza, si rendeva necessario allargare le op-zioni possibili; così, accanto alle sto-riche categorie di genere “maschile/femminile”, si propongono ed affer-mano i ”nuovi generi”: omosessuale, bisessuale, transessuale, gay, queer (quest’ultimo contrassegna una scel-ta sempre modificabile di condotte sessuali). “L’ideologia di genere è co-me una bomba in grado di frantuma-re la società”, ha affermato il relatore Anatrella. Smantellando la famiglia,

cioè “indeterminato, a scelta, variabi-le”. In Olanda, Austria, Regno Unito in alcune scuole primarie si insegna ai bambini a “scegliere” la propria identi-tà sessuale, valutando il proprio istin-to, orientamento, simpatia e legami d’amicizia. E c’è già chi si spinge ol-tre: attendendo la scelta, è opportuno

bloccare farmacologicamente lo svi-luppo sessuale dell’adolescente, che verrà successivamente sostenuto con farmaci in linea con la scelta pratica-ta. Non è stato un convegno “contro qualcuno”; anzi ha voluto essere una testimonianza di speciale attenzione verso chi vive con intimo dolore e disagio la propria omosessualità. Al contempo ha voluto essere un grido d’allarme sociale: l’ideologia di genere non è una moda insignificante. Stra-volgendo l’idea di natura e di identità naturale, negando il concetto di fami-glia e di procreazione che la natura ci ha consegnato, possiede le condizio-ni per manipolare la nostra umanità e quella dei nostri figli e nipoti.

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Fede e libertà sembrereb-bero stridere fra loro nel sentire popolare – dice il coordinatore delle attivi-tà dell’Opera per l’educa-

zione cristiana, Eugenio De Caro –, ma sono proprio le Scritture a dirci che l’uomo nasce libero, come nel Vangelo di Giovanni quando si di-ce ‘La verità vi farà liberi’”. Attor-no a questi due concetti si sviluppa il 35° corso di studio e formazione promosso dall’Opera per l’educa-zione cristiana per l’anno scolastico 2011/2012. Un corso che prenderà il via il prossimo 27 novembre presso il Centro studi dell’Istituto Paolo VI a Concesio, con ospite d’eccezione il prof. Carmelo Vigna e il vescovo Luciano Monari sul tema “Quale li-bertà?”. Il primo di cinque appunta-menti rivolti agli alunni delle classi seconde degli istituti superiori bre-sciani, come sempre legati all’otte-nimento di 40 borse di studio da 800 euro ciascuna e un premio speciale (1.000 euro) intitolato alla memoria di mons. Giuseppe Cavalleri, già vi-cepresidente Oec. “Ogni incontro – spiega Eugenio De Caro – avrà una durata di circa tre ore e mezzo, du-rante le quali i ragazzi assisteranno a una lezione, prima di lavorare in piccoli gruppi e poi restituire in as-semblea plenaria una riflessione sul tema della giornata. Temi forti co-

me quello del secondo incontro su ‘Libertà e legame sociale’ con l’in-dagine della professoressa Adriana Apostoli sull’interrelazione con il diritto; oppure come il terzo dedica-to a ‘Libertà ed educazione’ con la collaborazione di Teletutto e alcuni resoconti dei relatori, che dalla cit-

Il primo appuntamento dell’Apostolato della preghiera è mercoledì 26 ottobre al Centro pastorale Paolo VI dalle 9.30 alle 17. Nella mattinata: ritiro con meditazione su Matteo 10, 1-15, in riferimento al tema pastorale diocesano, confessioni e S. Messa. Nel pomeriggio: Assemblea, con presentazione del programma annuale e condivisione. In conclusione: l’adorazione eucaristica e i vespri. L’incontro è aperto a tutti.

“Prima della festa di pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”. (Giovanni 13,1). L’Eremo dei Santi Pietro e Paolo ospita da lunedì 14 (ore 12) a venerdì 18 novembre (ore 17) un corso di ritiro spirituale per sacerdoti secolari. Predicherà don Giovanni Ciarcià sul tema “I segni e l’ora: il sacerdozio di Cristo nel Vangelo di Giovanni”. Per le iscrizioni, 3498359575.

tà porteranno testimonianze filma-te raccolte fra i giovani; all’Eremo di Bienno, invece, avremo modo di sentire vari pareri su ‘Libertà, fe-deltà e servizio’ da parte di religiosi (suore Clarisse), professionisti (me-dico nel reparto di rianimazione), volontari (Caritas) e famiglia (con-sulta della Cei)”. Un percorso che negli anni passati ha coinvolto circa 120 ragazzi per edizione provenienti da una ventina di istituti bresciani e che si concluderà con la prova finale del 10 marzo 2012. Per informazioni telefonare al numero 030.2186246, mandare un’e-mail a [email protected] o visita-re il sito www.oec.istitutopaolovi.it.

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano,comunica i provvedimentidella settimana:

Il sac. don Domenico Amidani, già parroco della parrocchiadi Lograto, è stato nominato parroco delle parrocchiedi Orzinuovi e Ovanengo.

Il sac. padre Michele De Salvia, scalabriniano,

“L’Ufficio catechistico diocesano ricorda che domenica, 23 ottobre, alle ore 16 nella chiesa di S. Angela Merici (nella foto, via Crispi 23, Brescia), avrà luogo la celebrazione delle cresime degli adulti. I cresimandi (iscritti presso l’Ufficio catechistico) dovranno presentarsi mezz’ora prima con il padrino/madrina e il certificato di ammissione compilato dal parroco”. Le cresime, quindi, non si tengono più come scritto in precedenza in Cattedrale.

è stato nominato direttore dell’Ufficio di pastorale per il dialogo inter-religioso.

Il diacono Roberto Lambertiè stato nominatoal servizio pastoraledella parrocchia di Chiesanuovae della Noce, in Città.

Il diacono Antonio Serraè stato nominatoper il servizio pastoraledella parrocchia di Urago d’Oglio.

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un tema estremamente attuale quello toccato dal convegno del 13 ot-tobre scorso promosso dalla Fondazione Cab,

Istituto di cultura Giovanni Folonari dal titolo “Cultura, ricerca e società: da Giuseppe Beretta all’intervento delle fondazioni”.A partire dal ricordo di un’eminen-te e significativa figura dell’impren-ditoria bresciana, infatti, l’incontro ha voluto sottolineare come i cam-biamenti della società italiana veri-ficatisi negli ultimi decenni abbiano messo in evidenza, al di là del segno e dell’importanza che episodica-mente ancora rivestono le iniziative di singoli personaggi, il ruolo strut-turale svolto dalle fondazioni in Ita-lia nel campo della cultura, della ri-cerca e del welfare, ad integrazione dell’intervento dello Stato. Nella tavola rotonda, che ha anima-to la seconda parte dell’evento, im-portanti esponenti del mondo della

to scenari futuri nei quali la sinergia tra istituzioni, siano esse pubbliche come private, sarà il cardine delle relazioni “per condividere risorse, obiettivi, mete prioritarie.”Pecorelli ha – dal canto suo – ri-marcato l’importanza del sostegno del privato all’ambito della ricerca in Italia, attraverso soprattutto una “condivisione di percorsi”, più che una corresponsione di mezzi.Entrambe le posizioni sono ripre-se anche da Mario Taccolini, che ha rilevato in esordio come “in tut-ti i Paesi occidentali si registri una contrazione delle risorse disponibi-li e di quelle destinate alla cultura, alla ricerca, all’assistenza sociale e sanitaria”. Interrogandosi sulle pro-spettive aperte da tale scenario, ha proseguito sottolineando come la classe dirigente debba interrogarsi senza remore su tali temi. Per Tac-colini le fondazioni rappresente-rebbero il luogo naturale nel quale esprimere un contributo più struttu-

cultura e delle istituzioni cittadine hanno così dibattuto sul tema “Cul-tura, ricerca e welfare: attualità e prospettive delle fondazioni”. Coor-dinati dal giornalista Massimo Muc-chetti, si sono confrontati Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Cini di Venezia, Francesco Lechi, consigliere della Fondazione Cab, Sergio Pecorelli, rettore dell’Univer-sità statale e Mario Taccolini, pre-sidente della Congrega della Carità Apostolica.Tutti concordi nel definire cultura e ricerca quali campi di azione privile-giati. Lechi e Bazoli hanno delinea-

rato alla comunità: “Non si tratta di legittimare una fuga delle istituzioni pubbliche dagli ambiti assegnati lo-ro dalla Costituzione, ma non si può neppure immaginare che il grande cambiamento in atto possa essere subìto senza contrapporvi una fan-tasia operosa e responsabile.”Duplice l’esortazione del relatore: anzitutto sarebbe necessario “de-porre gli individualismi e i campa-nilismi, alla ricerca di sinergie ma anche e soprattutto di progettualità alta, in grado di dialogare con tutta la città”. In secondo luogo, per Tac-colini va “superata la mera politica delle erogazioni – che spesso rap-presenta la sola aspettativa di chi si rivolge ad una fondazione – in fa-vore dell’assunzione di una logica di coordinamento degli sforzi per favo-rire quelle forme di cooperazione e di collaborazione che ancor oggi non si sviluppano spontaneamen-te ma che appaiono indispensabili per il futuro della nostra comunità.”

31 progetti a favore dei minori delle province di Brescia e Mantova per un totale complessivo di 434.500 euro. Queste le erogazioni disposte dalla Fondazione Conte Gaetano Bonoris, amministrata dalla Congrega della Carità Apostolica e rivolta a “sussidiare istituti, enti e organizzazioni delle province di Brescia e di Mantova in parti uguali, che abbiano per fine quello di prestare aiuto e protezione a minori e giovani bisognosi”. Riunitasi il 5 ottobre

scorso nella sede di via Mazzini 5 a Brescia, la Commissione erogatrice, composta da tre membri, dei quali uno delegato dal Vescovo di Brescia, uno dal Vescovo di Mantova e uno tra i discendenti del Bonoris, ha approvato progetti inerenti le più diverse aree: sostegno ai minori disabili e alle loro famiglie, inserimento e inclusione dei minori stranieri, attività di formazione e supporto nella gestionedella vita quotidiana.

Nel 2011, sotto l’Alto Patronatodel Presidente della Repubblica,la Fondazione ha celebratoil 150° anniversario della nascitadi Bonoris, promuovendo una serie di iniziative commemorative,tra le quali sei opere di solidarietà dedicate emblematicamentealla figura del conte.Per le due iniziative previstesul territorio di Mantovae le quattro su Brescia è stata stanziata la somma complessivadi 1,7 milioni di euro.

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a crisi economica e finan-ziaria che sta colpendo, in modo drammatico, tutto l’Occidente, secondo alcu-ni analisti, è più grave di

quella del 1929, sia per la sua ampiez-za internazionale sia per i suoi effetti nel futuro. In tale quadro problemati-co, la questione più impellente è quel-la inerente ai giovani, perché il peggio-ramento della situazione economica può compromettere le loro prospet-tive di inserimento nel mondo del la-voro e i loro progetti di vita. Come ha ricordato Benedetto XVI: “Il domani è anche l’oggi. Se i giovani di oggi non trovano prospettive nella loro vita, an-che il nostro oggi è sbagliato”. Proprio sulla frase del Santo Padre è stato in-centrato l’incontro della Fondazione San Benedetto. Il moderatore della ta-vola rotonda Graziano Tarantini pone l’accento sulla centralità della perso-na. Bisogna realizzare un nuovo pat-to sociale, fondato sulla sussidiarie-tà, sulla capacità di agire per gli altri,

Non è un Paese per giovani

dall’alto, ma devono essere i principa-li artefici del proprio destino. Solo in questo modo, sarà possibile costruire una “società aperta”, civile, capace di crescere, di garantire la libertà. Certo, l’uomo non è solo un “animale econo-mico”, dedito al denaro e agli affari, ma è un essere spirituale complesso. Perciò, prima di tutto, deve trovare se stesso, plasmare la propria vita nel bene, porre dei fini ultimi elevati. So-lo se riesce a crescere spiritualmente, quindi eticamente, può sperare di su-perare la crisi materiale, economica e finanziaria.

sulle qualità che non devono restare chiuse nel recinto dell’individualismo, ma che devono diventare lievito. A questo proposito, nella sua analisi, non è necessario rincorrere il mito del “nuovo” assoluto, del nuovismo sterile: è sbagliato identificare il nuo-vo con l’inedito. In realtà, noi non ab-biamo il vuoto alle nostre spalle, ma ci portiamo dietro un bagaglio di valori, di cultura, di principi, che costituisce il fondamento della nostra esistenza. Per Giulio Sapelli, le radici del decli-no occidentale stanno nei processi finanziari ed economici degli ultimi trent’anni. In questo periodo, ci sono

stati enormi spostamenti di ricchez-za dal lavoro al capitale e dal profitto capitalistico alle rendite finanziarie. Le conseguenze di tali fatti sono sta-te esiziali: addirittura sono stati messi in discussione l’unità giuridica degli Stati sovrani, la loro autonomia, i lo-ro principi democratici. L’egemonia di una certa logica finanziaria, di per sé cinica e sganciata dalla politica e dal senso del bene comune, causa un gra-ve declino dell’Occidente, che trova il suo momento più drammatico nella disoccupazione strutturale e nell’au-mento della povertà. A tale riguardo, secondo lui, oggi spesso la povertà diventa anche marginalità: la sempli-ce povertà ha una sua dignità, per cui una persona meno abbiente tende a superare le proprie difficoltà; ma la marginalità è quella condizione che esclude, fa sentire inutile. Il rischio è che si rafforzino modi di vivere indivi-dualistici, chiusi in se stessi, ripiegati sulle proprie angosce. Per Sapelli, si può uscire da tale situazione, cercan-

do nuovi percorsi: bisogna pensare a una “polifonia” di forme di proprietà, che superi la centralità assoluta del-lo Stato e che rivaluti organizzazioni di lavoro che partono dal basso, co-operative, forme nuove di iniziativa privata. Piero Ostellino, che si dichia-ra un autentico liberale, fa un’analisi storica dei mali occidentali. Dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa dell’Est ha chiuso i conti con il co-munismo, con il dirigismo statalista. Invece, nell’Europa dell’Ovest, in al-cune aree domina la cultura liberale, mentre in altre, in cui c’è l’Italia, sono rimasti residui di statalismo. Secondo lui, il nostro Paese ha problemi molto gravi, perché ha un passato legato alle corporazioni, che hanno creato reti di clientelismo, nepotismo, corruzione. Nell’analisi di Ostellino, la via mae-stra è quella del vero liberalismo, che pone al centro la libertà della perso-na: è fondamentale insistere sulla re-sponsabilità individuale. Soprattutto i giovani: non devono aspettare aiuti

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uisa, partiamo dal con-certo di solidarietà per la casa accoglienza del-le suore poverelle di Ca-priolo che si svolgerà

giovedì 27 ottobre al PalaBrescia, di cui sei madrina e presentatrice. E canterò. È già da qualche anno che ho abbracciato questa iniziativa be-nefica. Mi presto per chiamare degli artisti, amici o con i quali ho collabo-rato in varie occasioni come “Dome-nica In”, e li invito. Mi ha coinvolto Amilcare Turra, giudice dei bambini, insieme a suor Carla. Sono stata nel-la loro casa famiglia a Capriolo. Mi è piaciuta la situazione e ho deciso di far questo piccolo gesto.Invita i bresciani al concerto.È una bella manifestazione. C’è mo-do di stare insieme con cantanti che non devo nemmeno pregare per farli partecipare . Mi facevo sempre un po’ scudo, perché dovevo chiamare i can-tanti, invece sono tutti gentili. Da Rug-geri, a Gatto Panceri, Paola e Chiara, i

si vede la vera Luisa Corna?Nella musica. È sempre stato il mio lavoro sin da ragazzina. Facevo la mo-della solo per mantenermi a Milano, studiare canto e recitazione. Quando cantavo nei locali mi pagavan pochis-simo, come modella invece potevo mantenermi. Dopo i 30 anni è arrivata la televisione e la recitazione. Il mio lavoro, però, è la musica.Hai appena concluso il tour per promuovere il tuo nuovo album “Non si vive in silenzio”. È andata molto bene. Abbiamo fatto 35 date in giro per l’Italia; è stato an-che produttivo, nonstante si parlasse di una situazione economica difficile, con una bellissima accoglienza.Da metà novembre ti vedremo in un musical. Ci sveli qualcosa?Sì ,“Pirates” è un musical molto bello. Di solito in Italia si fanno remake di altri musical famosi. Questo è un pro-getto nuovo. È una sfida interessante, che ripercorre la saga dei pirati con una storia nuova che si rifà alla vicen-

Sonohra e negli anni precedenti Alba-no, i Ricchi e Poveri, Renga, i Mattia Bazar, tutti dicono “volentieri”. Sarà un bel momento da poter condividere insieme, divertirci e stare più vicini al-la comunità. La casa famiglia fa parte di Brescia. È una cosa vera. Quando vado a trovare i ragazzi e bambini, mi commuovo, perché mi dicono “guar-da questo l’abbiamo preso con i soldi dell’altro concerto...”; tocchi con ma-no. La cosa più bella è quando sono lo-ro i primi ad essere coinvolti. Saranno al concerto in prima fila. Di solito loro mi indicano quali cantanti invitare.Sei un’artista poliedrica. In quale

L’associazione “dèdalo ensemble” ha presentato la 17ª edizione di “Sulle ali del Novecento”, la rassegna di musica del Novecento e contemporanea. La strattura è quella cui siamo abituati: tranne l’appuntamento del 12 novembre, “In ricordo di Fiore” che si terrà al San Barnaba, sede dei concerti sarà il teatro Sancarlino, il sabato pomeriggio con ingresso libero e gratuito, e inizio alle 18. All’edizione datata 2011 hanno collaborato il “Gruppo musica insieme” di

Cremona e “Diabolus in musica” di Mantova, cui quest’anno si è unita l’associazione “New made ensemble” di Milano. Si comincia il 22 ottobre con “Bach Haus”, una produzione “dèdalo” (con il “Gruppo musica insieme”), diretta da Vittorio Parisi (nella foto). Si tratta di un piccolo Intermezzo di Michele Dall’Ongaro, in stile XVIII secolo (quando simili forme si usavano come riempitivi tra gli intervalli delle opere “serie”). L’Intermezzo, raccontino ambientato in casa

Bach, ha stimolato nell’ensemble un’attenzione particolare per il compositore tedesco che, a mo’ di fil rouge, ritroviamo in misura più o meno ampia in quasi tutti i concerti successivi. L’ultimo appuntamento è in calendario il 17 dicembre, è dedicato all’Unità d’Italia e si intitola Viva V.E.R.D.I. (il famoso acronimo Vittorio Emanuele Re d’Italia usato dai patrioti risorgimentali che in tal maniera potevano inneggiare al futuro nazionale). Info: www.dedaloensemble.it. (m.l.)

“I Puritani” di Bellini sono il secon-do titolo in cartellone, giovedì 20 ore 20.30 e sabato 22 ottobre ore 20.30, della stagione lirica del Grande. L’ul-tima opera del compositore siciliano, scritta durante il soggiorno parigino, offre la possibilità di osservare le con-taminazioni reciproche tra l’influsso francese e quello italiano sull’opera: da un lato Bellini, proprio nei “Puri-tani”, si apre a vie nuove. Nell’opera la storia d’amore tra Arturo e Elvira si svolge in Inghilterra nello scontro tra il partito dei Puritani e quello de-gli Stuart, dopo la decapitazione di re Carlo. Quello che si vedrà è un nuovo al-lestimento, che debutterà al Teatro Ponchielli di Cremona, che hanno permesso la fortuna della “Medea” di Cherubini prodotta dai teatri del Cir-

cuito lirico lombardo: alla direzione musicale dei “Puritani” vedremo quin-di ancora una volta Antonio Pirolli e la regia sarà affidata a Carmelo Rifici che avrà nuovamente occasione di esprimere le proprie abilità teatrali e drammaturgiche anche grazie alla col-laborazione con lo scenografo Guido Buganza. Il cast vocale prevede, per i ruoli maggiori, il soprano Jessica Pratt e il tenore Gianluca Terranova. Sono due interpreti che il pubblico del Grande ben conosce e che hanno di-mostrato notevoli capacità artistiche affinate di anno in anno anche grazie alle numerose prove sui palcosceni-ci del Circuito. Accanto a loro, negli altri ruoli principali, Ugo Guagliardo e Luciano Leoni. Biglietti a partire da 20 fino a 60 euro, con possibili riduzioni.

de vere dei pirati. Io sono Angelica. Altri progetti per il futuro?Per il momento è questo. La prima è il 15 novembre a Milano. Cosa elimineresti dalla carriera?Con il senno di poi, qualcosa certa-mente eliminerei; però alla fine le co-se che non hanno funzionato mi han-no permesso di capire e di affrontare poi situazioni con un nuovo spirito. Alla fine tutto sommato quello che non ci uccide ci fortifica. Anche dagli errori si può sempre imparare molto.

La corsa alla fama è ciò su cui si basano talent e reality. Cosa con-siglieresti a chi vuole entrare nel mondo dello spettacolo?Ci sono talent e talent, reality e reali-ty. Esci e sei già un personaggio. Nella musica si muove tutto attorno a questi talent. Dopo però si deve impostare il percorso, gavetta compresa. Nessuno regala niente.Brescia ti è rimasta nel cuore?La mia famiglia, la città e Palazzolo, in cui sono nata, sono il mio rifugio.

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Torna, come per molti altri teatri bresciani, anche la proposta della stagione teatrale la 15ª del Piccolo teatro Libero di Sanpolino, promossa dall’associazione “Amicicompliciamanti”. Otto gli spettacoli in cartellone. Si parte lunedì 7 novembre alle 20.45 con “Qui città di M” di Piero Colaprico con Arianna Scommegna (nella foto) un giallo ambientato a Milano. Lunedì 28 novembre alle 20.45 “Ella” di Herbert Achtenburg sarà proposta da Marco Sgrosso.

Mercoledì 19 alle 21 è stato inaugurata l’ottava edizione del Flabf, festival internazionale di cortometraggi al Cinema Nuovo Eden. Due i concorsi: “Brescia da girare”, promosso dall’assessorato al Turismo del Comune di Brescia, e “Immaginare l’impresa” promosso da Aib gruppo giovani imprenditori della provincia di Brescia. Giovedì 20 ottobre alle 21 il festival accompagnerà il pubblico in un viaggio di Paesi diversi con cortometraggi in arrivo dal

mondo. Venerdì 21 ottobre alle 21 cinema e teatro si incontrano: attori professionisti si sfidano in un’improvvisazione teatrale sul tema del cinema. Sabato 22 alle 16 saranno proiettati cortometraggi dedicati ai bambini. La sera alle 21 proiezione degli altri corti in concorso e premiazioi della giuria guidata da Luca Lucini e dall’attrice Camilla Filippi (nella foto). Domenica 23 serata di chiusura dedicata alla Germania per i 20 anni di legame tra Brescia e Darmstadt.

er il sesto anno torna l’ap-puntamento con “Lettera-tura & Letterature”, ciclo di conferenze dedicate al teatro, curate dalla Facol-

tà di scienze linguistiche e letteratu-re straniere dell’Università cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Ctb.Otto sono gli incontri programma-ti che, a partire dal 27 ottobre e per i successivi giovedì, avranno luogo nell’Aula magna G. Tovini della se-de di via Trieste alle 17. “Gli appun-tamenti – spiega la coordinatrice scientifica del progetto, la professo-ressa Lucia Mor – intendono fornire una chiave d’accesso alle opere che saranno proposte durante la stagione di prosa del Ctb, ma non parleranno direttamente della specifica messa in scena, quanto piuttosto del testo teatrale in sé.” Lo svolgimento delle conferenze prevede la presenza di un esperto, al quale sarà affidato il compito di avvicinare il pubblico al-la conoscenza dell’opera, coadiuvato da un attore che leggerà alcuni brani scelti. “L’intento – precisa la prof.ssa Mor – non è fare sfoggio di polverosa erudizione, ma al contrario rendere

cle, presentato da Maria Pia Pattoni e Laura Mantovi. Il 3 novembre è la volta di “Finale di partita” di Beckett, con Marisa Verna e Daniele Squassi-na; segue Franco Branciaroli (10/11) con l’introduzione a “Servo di sce-na” di Ronald Harwood. Concludo-no il mese di novembre Lucia Mor e Giorgio Lanza, con “I Masnadieri” di Schiller (17/11), Mariateresa Girardi e Sergio Mascherpa con “Il Bugiardo” e “I Rusteghi” di Goldoni (24/11). Lo stesso Mascherpa sarà inoltre impe-gnato con Laura Bignotti nella let-tura del dramma brechtiano “La re-sistibile ascesa di Arturo Ui” (1/12) e con Giuseppe Bernardelli in “Mer-cadet l’affarista” di Balzac (15/12); tra i due appuntamenti, mercoledì 7 Elena Raponi e Laura Mantovi si oc-cuperanno di “Elettra”, di Hugo van Hofmannsthal.La sinergia tra l’Università e il Ctb prosegue anche in un’altra iniziati-va, curata dal prof. Roberto Gazich, ovvero “Incontri nel foyer”, conver-sazioni che si terranno, appunto, nel foyer del Teatro Sociale tra gennaio e marzo, moderate da docenti dell’Uni-versità cattolica. Tutti gli incontri so-no a ingresso libero e gratuito.

accessibili testi che al primo impat-to possono spaventare chi ascolta”. Il programma prende spunto dalla stagione del Ctb: si comincia giove-dì 27 ottobre con “Antigone” di Sofo-

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i aspettavo di incontra-re un mostro, invece ho trovato una perso-na normale, che porta il peso delle sue scelte

e, in qualche momento, ho condivi-so la sua sofferenza”. Sono queste le parole con le quali Sabina Rossa ha sconvolto la platea del Sancarlino. Parole sorprendenti riferite all’uomo che all’alba del 24 gennaio 1979 parte-cipò all’omicidio di suo padre Guido. Un operaio, un padre di famiglia, un uomo onesto che si trovò, da solo, a denunciare un componente delle Bri-gate rosse sorpreso a volantinare nel-la fabbrica di Genova dove entrambi lavoravano. La Casa della memoria ha promosso un incontro per far co-noscere il libro “Il brigatista e l’opera-io”, scritto da Giovanni Bianconi, che ricostruisce i fatti relativi all’omicidio Rossa e a quegli anni di piombo. Pre-senti l’autore, la figlia e Sergio Coffe-rati, sindacalista e politico italiano.Invitato alla parola da Annachiara

Guido Rossa ha rappresentato il pun-to di rottura, dice Bianconi, venendo meno al tacito patto che vedeva tut-ti gli operai dalla stessa parte, fece quello che solo un uomo onesto, che crede nella democrazia e nelle istitu-zioni avrebbe fatto e lo portò fino in fondo da solo, i due delegati che con lui erano testimoni del fatto rifiuta-rono di denunciare. Un operaio che decide di rompere l’opacità di coloro che coprono con il silenzio costituiva per il gruppo sovversivo un pericolo. La paura delle denunce portò le Br ad agire contro Guido Rossa, azione che diventerà boomerang: le masse decideranno di prendere le distanze, di non coprire più. Il libro narra la vi-cenda per chi non c’era, cercando di riportare i fatti all’interno di una rico-struzione storica. Un report importan-te se si pensa che la violenza non ha mai abbandonato definitivamente il tessuto socio-politico italiano, anche fra gli intellettuali delle parti politiche, chi pensa che in fondo l’atto violen-

Valle il sindacalista racconta di co-me, in quegli anni, molti fossero sim-patizzanti delle Br pur senza esserne complici o fiancheggiatori, questo atteggiamento creava però un velo opaco che permetteva ai terroristi di agire nell’ombra. Erano persone co-muni, operai che difendevano i loro diritti, lo stesso Cofferati dichiara di non credere a un eccesso di zelo che avrebbe portato all’omicidio, ma a un errore commesso nel tentativo di capire se la strada dell’aggressione a chi denuncia potesse servire a costru-ire quella fetta di consenso che anco-ra mancava al movimento brigatista.

Venerdì 16 ottobre a Castenedolo si è svolta la presentazione del libro “Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano”, opera di Miguel Gotor. La serata, promossa dalla locale Associazione culturale “Aldo Moro” che fa capo al sindaco Gian Battista Groli, ha visto la presenza dell’autore, affiancato da Marco Follini, Paolo Corsini, Massimo Cacciari e Roberto Arlati, moderati dalla giornalista Annachiara

Valle si è svolta nel ricordo di Mino Martinazzoli. Miguel Gotor, professore e ricercatore di storia moderna alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino è autore di numerose opere: con il libro “Il Memoriale della Repubblica” (Einaudi, maggio 2011, 624 pp.) ha vinto la 35ª edizione del Premio Minturnae e si è fatto portatore di un importante contributo alla comprensione del caso Moro e della storia degli anni Settanta nel

nostro Paese. Nel saggio l’autore propone il Memoriale di Aldo Moro, da lui stesso scritto e riscritto a mano e poi, fotocopiato e battuto a macchina dai brigatisti; un memoriale che Aldo Moro produsse durante il suo rapimento per rispondere agli interrogatori delle Br e che è stato reso pubblico solo in parte, in tre distinti momenti, tra il 1978 e il 1990: Memoriale della Repubblica, perché ripercorre la storia d’Italia dal 1946 al 1978, dal punto di vista di un protagonista

d’eccezione come lo statista democristiano. “Quest’opera – ha detto l’autore – è frutto di circa sei anni di ricerche quotidiane ed è principalmente indirizzata alla piccola comunità degli studiosi di settore: per questo sono contento oggi di aver avuto la possibilità di farla conoscere ed apprezzare anche ad una comunità civile. Vorrei consigliarne la lettura perché potrà darvi realmente la possibilità di conoscere un pezzo di storia della nostra Italia”. (l.d.p.)

“Cosa ti manca per essere felice?” è l’ultimo libro (edito da Monda-dori, 192 pagine, 17 euro) di Si-mona Atzori, la ballerina e pittrice nata senza braccia già raccontata da Candido Cannavò in “E li chia-mano disabili”. Il filo conduttore del testo è una domanda espres-sa dall’autrice: “Perché ci identi-fichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guarda-re quello che c’è?”. La risposta è nella capacità di guardare avanti. “Se avessi avuto paura sarei an-data all’indietro, invece che avan-ti. Se mi fossi preoccupata, mi sa-rei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho imma-ginato. Adesso sono felice, smoda-tamente, spudoratamente felice.

Ed è una gioia raccontarla, que-sta mia felicità”. Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragi-le o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più ine-splorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ci ac-comuna tutti. “Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti – conclude Simona – vivremmo in un mondo di formiche”. Ha ragione Simona: spesso i limiti non sono reali, i li-miti sono solo negli occhi di chi ci guarda. E libri come questo ci aiu-tano a ricordarcelo.

to accorci la distanza dall’obiettivo trascurando gli effetti devastanti che ha sulle persone. L’esempio di Guido Rossa vive in Sabina che ha saputo conoscere e perdonare i protagoni-sti di quei giorni, ricordando oggi, che quando si chiudono le porte del car-cere si deve lavorare per restituire un essere migliore, per questo dopo aver parlato con Guagliardo, uno degli ag-gressori pentiti, ha scritto al giudice perché potesse ottenere la condizio-nale prevista.

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Si chiude domenica 23 ottobre la mostra personale di Ernesto Bonera nella Pieve di Urago Mella (via della Chiesa 136, Brescia). Orari di apertura da martedì e venerdì 16 - 19. Sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Sono solo alcune delle molte opere che l’autore ha realizzato finora. Bonera, medico ospedaliero, da autodidatta mescola la propria passione con l’arte dando respiro all’afflato

umano che sente ogni uomo. Un senso che spinge l’uomo a cercare, guardare e osservare per trovare il bello attorno. Le tavole proposte si dividono in tre sezioni diverse “Luoghi vissuti”, “Passi del tempo” e “Un possibile senso delle cose”.Titoli che raccolgono quadri evocativi che focalizzano l’attenzione su particolari e scorci che risaltano e raccontano mostrando ciò che nella normalità è sotto gli occhi.

in attuazione il progetto “Senti_menti libere”, pro-mosso dall’Associazio-ne ‘Libertà @ Progresso’ con la collaborazione di

compagnia Lyria e con il sostegno di un’ampia serie di istituzioni pubbli-che, che prevede una macroazione di sensibilizzazione sul tema dell’in-tegrazione fra realtà carceraria e so-cietà civile utilizzando come elemen-to principale lo stimolo culturale. Il progetto vede una prima esperienza di laboratorio creativo interdiscipli-nare rivolto a un gruppo di detenute della sezione femminile del Carcere di Verziano. “Questo progetto ha una valenza particolare – ha detto la diret-trice di Verziano Francesca Paola Lu-crezi – perché per la prima volta ver-ranno aperte le porte di Verziano al pubblico per assistere allo spettaco-lo finale, previsto per il 16 dicembre. La preparazione dei lavori sta dimo-strando che il carcere non deve esse-re un ‘non luogo’ dove trascorrere un ‘non tempo”. “Libertà @ (al) Progres-so’ è un luogo di incontro tra persone che vogliono dedicarsi alla crescita di un’area culturale nuova – ha det-to il suo presidente Enzo Bertelli – e quest’anno il tema è il rispetto della persona e del ruolo che essa ha nella

società. Su questo principio, spesso venuto meno – ha aggiunto Bertelli – si è basato l’intero progetto che coin-volge il Carcere di Verziano, per la cui realizzazione ringraziamo, assie-me alle istituzioni, le fondazioni che hanno sostenuto i costi, dell’ordine di 40mila euro”. Il laboratorio intensivo di danza, canto, dizione e arti visive è articolato in 16 incontri di tre ore cia-scuno, mentre il laboratorio fotografi-co prevede sei incontri di pari durata ognuno. Il percorso, per la direzione artistica di Giulia Gussago, evolverà in una dimostrazione aperta al pub-blico, oltre a un video documentario e un reportage fotografico realizzati dalle stesse detenute. “Verziano non vive il sovraffollamento di Canton Mombello – ha detto il coordinatore generale del progetto Angelo Piova-nelli – e questo ha reso possibile la sua realizzazione, che prevede l’utiliz-zo della palestra, alla cui ripavimen-tazione stiamo provvedendo anche grazie a una raccolta di fondi. Il lavo-ro vuol dare alle detenute la possibi-lità di essere protagoniste attraverso i propri sentimenti – ha continuato Piovanelli – e vogliamo consentire il recupero della propria autostima, di una nuova identità, quale volontà al cambiamento per darsi un nuovo

orizzonte per il ‘dopo’. Dopo lo spet-tacolo, in gennaio, vi sarà un conve-gno per richiamare l’attenzione delle istituzioni e della società civile su co-sa sia il carcere, quando inteso come luogo di risposta a una società verso cui si è mancato e di formazione di una nuova mentalità per affrontare l’apertura dei cancelli”. “Abbiamo voluto dare ‘origine’ all’arte – ha det-to Giulia Gussago – traendo ciò che c’è di creativo e vitale in un ambien-te dove creatività e vitalità non han-no spesso possibilità di espressione”. Per accedere allo spettacolo del 16 dicembre è necessario accreditarsi entro il 15 novembre compilando l’ap-posita scheda, che può essere scari-cata dalla pagina Fb di Libertà @ Pro-gresso o richiesta all’ufficio stampa, [email protected], cui deve essere successivamente reinviata.

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Per il 2011 l’autunno delle tv genera-liste si prospetta più freddo del pre-visto: a dirlo sono i numeri, in parti-colare i dati auditel, che dimostrano come i telespettatori italiani, fino a pochi anni fa ammucchiati davanti a un pugno di canali, oggi siano di-spersi fra tv satellitare, neonati ca-nali digitali e altre tecnologie d’in-trattenimento, come per esempio i social forum e le piattaforme video di internet. Sky festeggia in questi giorni il traguardo dei cinque milio-ni di abbonamenti; dall’altra parte della barricata, nella trincea del di-gitale le decine di canali tematici di Rai, Mediaset e La7 hanno offerto la

possibilità di bypassare le reti ammi-raglie e seguire altri programmi, o gli stessi a orari diversi. Tanti canali in più, insomma, ma come sempre se ne può guardare solo uno alla volta. Gli ascolti milionari delle trasmissio-ni di fine anni Novanta sono ormai una chimera. Si calcola che Rai Uno e Canale 5 abbiano perso quasi due milioni di spettatori solo rispetto al-lo scorso anno.In questo contesto “a basso consu-mo di utenti”, risulta quindi ancora più clamoroso il grande successo che sta riscuotendo la fiction di Rai Uno “Don Matteo 8”, vero e proprio caso televisivo del periodo. La me-

dia di ascolti dagli inizi di settembre si assesta intorno ai sette milioni di spettatori per puntata.Negli anni passati, le avventure – or-dinarie e no – del celebre prete di Gubbio, hanno sempre dimostrato di poter prevalere sulla concorren-za, ma quest’anno la vittoria è schiac-ciante. Su Canale 5, il diretto concor-rente “Io canto 3” (dei bambini mu-tanti in adulti abbiamo già parlato la scorsa settimana) porta a casa poco più di tre milioni di contatti.“Don Matteo” è un patrimonio tutto italiano presente dal 2000 sui nostri schermi, ovviamente fra alti e bassi: le prime edizioni non potevano conta-

re su una produzione di qualità, nono-stante le storie e i personaggi fossero comunque accattivanti. A riscuotere il successo iniziale fu sicuramente la presenza di Terence Hill, attore ama-to in Italia grazie alla sua trentenna-le carriera al fianco di Bud Spencer.Negli anni la produzione si è raffi-nata tra trionfi e flop, ottenendo un racconto più scorrevole e credibile. Ora tutti i personaggi sono ben stu-diati, vivono un buon equilibrio fra fiction e realtà, sono inseriti in un contesto familiare e molto diffuso in Italia, quello di una piccola cittadina di 30mila abitanti, e fanno i conti con i problemi di tutti i giorni. Il pubblico

ama immedesimarsi in queste storie ordinarie, stando al gioco del giallo da risolvere in ogni puntata. Il gene-re poliziesco era servito in principio per lanciare l’idea; ora, dopo sette fortunate edizioni, “Don Matteo 8” abbandona parzialmente il tono del giallo alla padre Brown per sconfi-nare in una commedia in cui si dà più spazio alle vite dei personaggi e al contesto propositivo in cui esse si sviluppano. È infatti questa la sua forza: saper raccontare l’Italia agli ita-liani, mostrando un “Belpaese” fatto di giustizia, legalità, carità e amicizia, valori che normalmente in tv hanno ben poco spazio.

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La musica pop e l’Olocausto, il rap-porto padri-figli e la caccia agli ex criminali nazisti. “This must be the place”, il film di Paolo Sorrentino applaudito a Cannes, annoda tema-tiche apparentemente inconciliabi-li. Riesce a cementarle con la forza di uno stile in crescente maturazio-ne, capace – soprattutto nella prima parte – di sorprendere con inqua-drature sempre inaspettate e dense. Corre certo il rischio del compia-cimento estetizzante, che produce

’intitola “Vitamia”ed è il nuovo disco di Gianmaria Testa, un artista autenti-co, capace di conquista-re consensi nella natia

Italia ma prima ancora in terra di Francia, notoriamente sensibile al fascino di certi nostri chansonnier. Dopo aver condiviso per molti anni la sua attività di capostazione con quella di cantautore, Gianmaria a un certo punto della sua vita ha de-ciso di trasformare in professione la sua grande passione. Sono usciti così negli scorsi anni diversi dischi di valore assoluto come “Extra mu-ros”, “Lampo“, “Il valzer di un gior-no”, che hanno creato attorno alla sua figura ampi consensi e stima da parte soprattutto del pubblico qua-lificato, italiano e non. Una fama che crediamo possa rafforzarsi do-po l’uscita di questo nuovo album e dopo il “Vitamia tour”, che debutte-rà al Teatro Curci di Barletta il 9 no-vembre per svilupparsi poi attraver-so varie città d’Italia e d’Europa, tra Austria, Svizzera, Germania e Fran-cia, con due serate nella prestigiosa L’Alhambra di Parigi. “Vitamia”, spin-to dal singolo “Nuovo”(in radio dal 29 settembre), arriva a cinque anni di distanza dall’uscita di “Da questa parte del mare”, disco vincitore della

Targa Tenco 2007. “Vitamia” contie-ne 11 tracce che rappresentano una riflessione personale e sociale lunga 50 anni, 18mila giorni (come recita il titolo di una delle canzoni dell’al-bum), un affresco sentimentale e umano che, come la vita, porta con sé diverse sfumature e diversi colori musicali. 11 canzoni che ribadisco-no l’eleganza e la classe del cantau-tore di Cuneo, paragonato nel corso degli anni alternativamente a Paolo Conte, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, ma che oggi finalmente ha saputo smarcarsi da questi riferi-menti fino a ritagliarsi un proprio spazio vitale, in bilico tra l’eredità della grande canzone d’autore ita-liana e gli slanci di contaminazione spesso richiamati dalle sue canzoni. E proprio per confermare la propria sempre più marcata personalità “Vi-tamia” può essere il disco che non ti

aspetti da Gianmaria Testa, un disco nel quale la veste musicale e il pia-cere di suonare assumono quasi un ruolo di protagonisti. Suonato tutto in diretta in studio in una settimana, si caratterizza per la presenza di un nucleo forte e compatto di musici-sti che da molto tempo collaborano con Gianmaria: Claudio Dadone al-le chitarre (autore anche di alcuni arrangiamenti e partecipante attivo al lavoro di pre-produzione artisti-ca insieme a Gianmaria Testa e Pa-ola Farinetti), Giancarlo Bianchetti sempre alle chitarre, Nicola Negrini al contrabbasso, Philippe Garcia al-la batteria e Roberto Cipelli al pia-noforte (autore dell’arrangiamento degli archi su “Lele”). A questo forte gruppo di base si unisce un limitato numero di ospiti, ma tutti d’eccezio-ne come Mario Brunello al violon-cello (che sul finale di “Lele” regala una meraviglia assoluta, un suono armeno che sa prendere allo stoma-co e incantare), Gianluca Petrella al trombone (una versione più “folle“ e immaginifica su “Cordiali saluti” e un’altra più melodica e intima su “Di niente, metà”), Luciano Biondini che sparpaglia la sua magistrale fisarmo-nica su ben tre canzoni e Carlo De Martini alla viola e al violino nel trio d’archi di “Lele”.

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qualche sequenza inutile: decisive nel racconto le canzoni di David Byrne, superflua la sua presenza. Il film vince però in gran parte la scommessa, grazie anche al talento inarrivabile di Sean Penn.L’attore si trasforma in Cheyenne, una rockstar cinquantenne che ha mantenuto l’anima di bambino. Fluenti capelli neri, volto trucca-to, rossetto sulle labbra, Cheyenne continua a interpretare fisicamente il ruolo di un tempo, anche se si è

ritirato dalle scene e abita a Dubli-no con la moglie – l’amabile Fran-ces McDormand – sprofondato in un’ironica malinconia. Il regista ci guida nel suo mondo: l’amicizia con una ragazza dal carattere spigoloso; la grande e fredda casa; la gentilez-za e l’apparente catatonia del pro-tagonista, rotta ogni tanto da bat-tute taglienti (la sceneggiatura è di Sorrentino e Umberto Contarello).Il panorama cambia quando Che-yenne apprende che il padre – con

cui non ha rapporti da anni – sta per morire. Parte per gli Stati Uniti, do-ve scopre l’ossessione del genitore: internato in un lager, per tutta la vita ha dato la caccia al nazista che l’ave-va umiliato, ora nascosto in qualche luogo sperduto degli States. Che-yenne prosegue la ricerca, con un viaggio tra i paesaggi americani che assimila l’eredità di molti predeces-sori, tra cui vanno citati almeno “Pa-ris, Texas” di Wenders e “Una storia vera” di Lynch; entrambi con Harry

Dean Stanton, che qui fa un’appari-zione. La storia un po’ si allenta, re-galando ancora immagini e incontri significativi. Fino a una conclusione forse discutibile per eccesso di am-bizione: il ricordo dello sterminio mal si accorda con le immagini e i monologhi platealmente sofisticati. Oltre la superficie, però, il cerchio si chiude sulla maturazione del prota-gonista, per la quale era necessario il viaggio a ritroso verso il simbolo più intollerabile del dolore.

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La cooperativa Tempo libero propone nell’ambito del programma Leonardo da Vinci – Mobilità (promosso dalla direzione generale educazione e cultura della Commissione europea per permettere di svolgere un’esperienza di tirocinio all’estero tramite l’inserimento temporaneo nella realtà lavorativa di un altro Paese il progetto Swan (Social work across nations). Grazie a questa iniziativa verranno erogate nel corso di due anni 100 borse di studio (50

per residenti in Lombardia e 50 per residenti in Puglia) a giovani che desiderano fare uno stage all’estero e che intendono lavorare nel settore sociale. Il progetto si rivolge a figure professionali che operano nel campo educativo/assistenziale. I requisiti per partecipare al progetto Swan sono i seguenti: essere maggiorenni (saranno privilegiate le candidature dei cittadini di età inferiore ai 26 anni); essere regolarmente residenti in Lombardia e Puglia (verrà data

priorità ai residenti nella provincia di Brescia e Bari); avere una discreta conoscenza della lingua inglese (o della lingua del Paese di destinazione); essere alla prima esperienza di mobilità attraverso Leonardo da Vinci; non essere studenti alla data di partenza dello stage (gennaio/marzo 2012). Per partecipare è necessario compilare l’application form disponibile sul sito della cooperativa Tempo Libero all’indirizzo www.cooptempolibero.it.

ono 8 milioni e 272mila le persone che vivono in povertà in Italia, pari al 13,8% della popolazione (nel 2010), per un totale di 2,73

milioni di famiglie povere. La povertà è in aumento: erano invece 7 milioni 810mila nel 2009, il 13,1%. Le donne e i giovani pagano il prezzo più alto. Sono anche aumentate del 19,8% le persone che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas, con un incremento degli italiani del 42,5%. Il 70% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto sono stranieri. I “nuovi pove-ri” sono aumentati del 13,8% in quat-tro anni e del 74% nel Mezzogiorno. Il 20% ha meno di 35 anni. In soli cin-que anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Tra questi il 76,1% non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Sono alcuni dati dell’11° Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Ita-lia, intitolato “Poveri di diritti”, pre-sentato nei giorni scorsi a Roma da

tari, economici, sanitari ecc.). Nel 2010, questo valore raggiunge la quota dell’81,9%. Caritas e Zancan puntano il dito anche su una nuova “emergenza abitativa”, aggravata dalle “scarse ri-sposte delle amministrazioni centrali e locali”: i problemi abitativi sono au-mentati del 23,6%. Secondo Caritas e Fondazione Zancan le risorse per far fronte al fenomeno ci sono, ma sono male investite: negli ultimi due anni, rileva il volume, la spesa assistenzia-le dei Comuni è aumentata del 4%, la spesa per la povertà dell’1,5% e quel-la per il disagio economico del 18%. Il perdurare della condizione di povertà di molte persone, dimostra però, se-condo i curatori del volume, “che le politiche fin qui attuate non sono riu-scite ad incidere sul fenomeno”. Ser-ve perciò un “cambiamento di rotta”. Le strade indicate sono: “Incrementa-re il rendimento della spesa sociale”, anche attraverso “la professionaliz-zazione dell’aiuto”; recuperare i cre-diti di solidarietà; investire in servizi

Caritas italiana e Fondazione Zancan, in occasione della Giornata mondia-le contro la povertà. Il Rapporto sot-tolinea la negazione del “diritto alla casa, al lavoro, alla famiglia, all’ali-mentazione, alla salute, all’educazio-ne, alla giustizia”. La crisi – viene ri-levato nel volume – ha prodotto “un notevole incremento dei fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero” e, nel corso degli ultimi quattro/cinque anni, “sono fortemente aumentate le situazioni di povertà materiale” incon-trate dalla Caritas: nel 2004, il 75% dei bisogni erano di carattere primario e strutturale (bisogni abitativi, alimen-

Brescia, come noto, continua a ri-sentire degli effetti negativi di una crisi economica che, nonostante le più rosee previsioni, non accenna ancora a mollare la presa. Il territo-rio a forte vocazione industriale sta tenacemente cercando tutte le mos-se per uscire dalla situazione di stallo in cui versa da troppo tempo, ma da solo non può farcela. Parte da questa constatazione la proposta lanciata da Apindustria di un confronto con il Governo per la richiesta di misure concrete per rispondere alla crisi. La richiesta dell’associazione presieduta da Maurizio Casasco sarà formalizza-ta all’Esecutivo sabato 22 ottobre nel corso del convegno “Dallo statuto dei lavoratori allo statuto dei lavori. Quali politiche per rispondere alla crisi?” a cui prenderanno parte il ministro del

Lavoro Maurizio Sacconi e il presiden-te nazionale di Confapi Paolo Galassi. Nel corso della mattinata, in program-ma nella sala convegni di Apindustria in via Lippi, 30 a Brescia i rappresen-tanti della rete delle piccole industrie, che rappresentano l’asse portante del sistema economico bresciano, chie-deranno all’Esecutivo misure certe per uscire da una crisi che dura da troppo tempo.Il convegno organizzato da Apindu-stria (che inizia alle 10) sarà anche occasione di confronto con il rappre-sentante del Governo per verificare la fattibilità dell’annunciato piano per il rilancio dell’economia nazionale ma che ancora non ha visto la luce e per il quale, sono parole del premier Ber-lusconi, non sarebbero disponibili grandi risorse (m.v.)

gli attuali 17/18 miliardi di euro oggi destinati a indennità di accompagna-mento e assegni al nucleo familiare”. Solo un terzo dei giovani riesce a mi-gliorare la propria condizione sociale rispetto a quella dei genitori; oltre la metà rimane ancorata al ceto socia-le da cui proviene; e una parte è co-stretta, cosa mai accaduta in passato, addirittura a scendere a un gradino di benessere inferiore a quello dei propri genitori.

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imo Diana, classe 1978, dopo l’esperienza in svizzera al Bellinzona ha deciso di ritornare nella sua terra in Le-

ga Pro con il Lumezzane. Nella sua lunga e ricca carriera ha calcato i più importanti campi della serie A e d’Europa, collezionando 10 presen-ze nella vecchia Coppa Uefa e 13 gettoni, impreziositi da un gol, con la Nazionale. In questi anni hai calcato palco-scenici importanti. A 33 anni hai deciso di tornare a Brescia e di provare l’esperienza della Lega-Pro: cosa ti ha spinto ad accetta-re questa nuova avventura? Cosa mi ha spinto? Sicuramente il progetto del Lumezzane e della so-cietà valgobbina. Avevo varie offerte e se avessi aspettato qualche gior-no avrei avuto una sistemazione in Serie B. Lumezzane mi ha fatto una proposta concreta e fin da subito il ds Nember è stato chiaro. La socie-tà rossoblu vuole fare e stupire e il fatto di lavorare puntando molto sui giovani mi ha colpito parecchio. La Lega Pro è un campionato nuovo e tutto da scoprire, quali sono state le sensazioni che hai avuto in queste prime partite?Quest’inizio di campionato è stato una piacevole sorpresa perché ho trovato squadre interessanti, Lume compreso, ricche di ottimi elemen-

ti. Alla fine che si parli di Lega Pro o Serie A il calcio è sempre calcio e la passione che si mette è sempre la stessa. Da questo punto di vista non ho trovato differenze con la massima serie; da un punto di vista tecnico la Prima Divisione è un campionato più fisico e agonistico rispetto alla A, do-ve le squadre contano molto di più sulla tecnica.Vestire la maglia rossoblù è stato

un modo per riavvicinarti a Fle-ro. Quanto ha contato il fattore “casa” sulla tua decisione?Principalmente ho deciso di venire a Lumezzane perché il progetto e le ambizioni della società sono accat-tivanti e interessanti. Poi devo am-mettere che anche la possibilità di avvicinarmi a casa ha condizionato la mia scelta. Certe sensazioni si pos-sono respirare e vivere solo a casa!

Un premio a coronamento di una stagione da “sogno”. È questo il motivo che ha spinto l’Aiac (Associazione italiana allenatori calcio) di Brescia ad assegnare la “Panchina d’oro” 2010/11 a Nazzarena Grilli, allenatrice del Brescia Calcio femminile che milita nel campionato di serie A.Il Gruppo provinciale di Brescia dell’Associazione italiana allenatori di calcio, ha consegnato il riconoscimento sabato 15 ottobre nell’aula del

Consiglio della Provincia di Brescia sita in Palazzo Broletto. Per la Grilli dopo un solo anno sulla panchina del Brescia un meritatissimo premio, non solo per la splendida stagione disputata dalle sue ragazze, ma anche per la costanza di risultati e traguardi raggiunti negli ultimi anni dalla trainer di Città di Castello. A lei vanno i complimenti di tutto lo staff del Brescia femminile, dalle ragazze ai magazzinieri e nostro.

Il Brescia ha subito uno stop in cam-pionato contro il Pescara di Zeman, dimostrando i propri limiti e allo stes-so tempo la propria forza in ciò che è venuto a mancare. Una lezione che fa crescere; una le-zione che può essere educativa per un gruppo di giovani, tanto i bravi gio-catori quanto l’allenatore, che pagano forse l’inesperienza, forse la stanchez-za, forse la doccia fredda di situazioni che capita non girino proprio come

avevi pensato e avevi preparato. Una forza in più questa squadra ce l’ha: i tifosi la amano. La gente, sempre più numerosa allo stadio, tifa le rondinel-le anche quando sono sotto di tre gol. Forza in più, che forse da tempo non si vedeva attorno alla V bianca.Tornando al calcio, la notizia del rein-tegro di Cordova (nella foto) non può che fare piacere; due piedi di qualità in più a centrocampo; non propria-mente il reparto più bisognoso, ma

ben venga. La sconfitta riporta con i piedi per terra il Brescia, quello che mostrava il miglior calcio, ma che deve imparare quanto l’essere belli a volte generi degli obblighi: se non sei bello, non vinci. Fuori dal campo nel frattempo continua l’operazione simpatia. Mercoledì 19 presentazio-ne dell’abbigliamento sportivo al Bre-scia calcio store di Erbusco, mentre la sera presenza di alcuni giocatori alla cena di Pontoglio con il Brescia club

del paese. Sabato Zambelli e company dovranno affrontare il Grosseto fuori casa; avversario scomodo che dà il via ad una serie di sfide fondamentali: se-guiranno in pochi giorni Reggina, Ve-rona e Sampdoria il 5 novembre. Sul fronte recuperi la situazione è tutt’al-tro che rosea; Zoboli potrebbe avere bisogno di un intervento; Magli fuori ancora per diverse settimane, Martina Rini e Scaglia ancora in fase di recu-pero. Ma tutto aiuta a crescere.

Qual è stato il tuo impatto con la Valtrompia e soprattutto con la Valgobbia?La Valgobbia è grande e con la Val-trompia ha un grande potenziale per avere una grande squadra di calcio. Mi trovo molto bene e spero con tutto il cuore che i lumezzane-si si possano avvicinare sempre di più alla squadra e per permettere ciò dovremo impegnarci tantissimo sul campo.In poco tempo sei diventato, in-sieme gli altri “senatori” Gaspa-retto, Malagò e Antonelli, l’uomo spogliatoio e la domenica scendi in campo a fianco di molti giova-ni. C’è qualcuno che può ambire a palcoscenici molto importanti?I giovani della nostra squadra sono tutti di ottimo livello e se i ragazzi so-no bravi a sfruttare questa occasio-ne possono davvero puntare in alto. Lumezzane è un’ottima palestra per i giovani e lo dimostrano i numero-di osservatori che ogni domenica ci vengono a visionare.

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opo quattro giornate di campionato dell’open a 7 i numeri parlano. Partia-mo da Brescia e dintorni, dove Roncadelle fa parla-

re di sé su due fronti, quello dell’Ora-torio 04 che domina il girone B a pun-teggio pieno e quello dei cugini che dividono la vetta della classifica del girone A con la Badia. Il girone C è il più affollato nei quartieri alti. Dietro al travolgente Orologio Cafè Gussago (12 punti in 4 gare) ci sono S. Zeno e Torricella appaiate a 9, ma attenzione alla Corticellese, che ha già riposato e potrebbe aggregarsi al treno promo-zione. Nel girone D la squadra bal-zata agli onori delle cronache è Due Effe Liquori e Bevande, prima a pun-teggio pieno grazie al suo impressio-nante potenziale offensivo, con una media di quasi nove gol a partita. Sul lago di Garda Hotel Splendid Mayer e Mondo Giochi S. Felice dominano i rispettivi gironi con il massimo dei punti. Diverso il discorso sulle spon-de del sebino, dove complici i turni di riposo e un maggiore equilibrio c’è solo una capolista a punteggio pie-no in quattro gironi. È Sorredi Mura, che non ha nulla da invidiare a Due Effe Liquori e Bevande alla voce gol fatti: 35. In Valsabbia lo sprint inizia-le fa ben sperare Aurora B e Tignale. La banda del 12 in Valtrompia è com-posta da Gl Costruzioni, Intrepida A e Real Valle, che hanno mandato un chiaro messaggio alle rivali. Stesso

Basta un respiro per gonfiare il palloncino rosso della speranza. È questo lo slogan della campagna mondiale promossa da Save the children, entrata nel vivo anche in Italia lo scorso 4 ottobre. Il Centro sportivo italiano è in prima linea a livello nazionale per la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi con lo scopo di contrastare la mortalità infantile nei paesi in via di sviluppo, dove ogni anno muoiono quasi 8 milioni di bambini che non possono accedere a quelle che in

Europa sono considerate banali cure mediche. Nei soli 90 minuti di una partita di calcio 1.500 piccole vite si spengono. Il prossimo fine settimana su alcuni campi delle categorie giovanili bresciane i direttori di gara scenderanno in campo con un palloncino rosso e leggeranno il messaggio relativo alla campagna denominata “Save me”.Chiunque può accendere un palloncino rosso virtuale inviando un sms al 45509. Il costo è di 2 euro, ma il suo valore è immenso.

discorso in Valverde, con Piazzetta Caminetti e Stufe che vuole tornare in Elite e Jack Tar che le lancia la sfi-da in ambito zonale. Chiudiamo con la Bassa. Nella parte occidentale At-letico Farfengo è l’unica compagine imbattuta del quintetto al comando del girone A, mentre nel gruppo B Berlingo ha una lunghezza di vantag-gio su 18th Team, che ha una partita

in meno. Più a est Ponte S. Marco da una parte, Gambara e Calcio dall’altra sognano già ad occhi aperti. Voltiamo pagina e passiamo al calcio femminile. Il Pavone non sbaglia un colpo e chiude il suo primo mese di campionato con la lode grazie al po-ker di vittorie e a un attacco deva-stante (25 gol fatti). Stessa situazione nel girone A della categoria inferiore, dove Rg S. Francesco guarda tutte dall’alto centrando la quarta vittoria consecutiva. Il girone B è il più equili-brato, con Pompiano e Pontevichese che approfittano del passo falso di S. Angela Merici per balzare al comando a quota 10. Torricella e Brozzo, intan-to, allungano nel gruppo C.

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La fiducia della genteè sotto attacco

Egr. direttore, è passata un’altra settimana, altri set-te giorni caratterizzati da una crisi so-ciale, economica e politica. In questo Paese non c’è più fiducia e a perder-la, gradualmente, sono un po’ tutti. Il problema maggiore che a diminuire non è solo la fiducia nelle persone ma soprattutto nel futuro. “Il Paese non cresce, perché brucia il futuro dei giovani”, ha detto recentemente il go-vernatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, auspicando “riforme struttu-rali”. Ma dalla classe politica, tutta, non arriva nessuna risposta concre-ta, l’unica eccezione è rappresentata dal costante e accorato appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ribadisce insistente-mente la necessità di investire sui gio-vani e di “ridare dignità alla politica”.Intanto i giovani, studenti in parti-colare, scendono in piazza per pro-testare, la gran parte in modo pacifi-co contro i tagli e le “classi-pollaio”. La maggioranza e il Governo litigano sull’ennesimo condono e sulla nomi-na del successore di Draghi, mentre si ventila l’ipotesi del partito “Forza Gnocca”. Certo, la soluzione miglio-re sarebbe un Governo di “salvezza” nazionale, che cambi la legge eletto-rale e ci porti velocemente alle urne... ma questa classe politica ha paura di perdere la “poltrona”. Mentre nel Pa-ese accade tutto questo, sulle strade continuano a morire decine di per-sone senza che nessuno faccia nulla di concreto. Quello della sicurezza stradale continua ad essere un grave problema per una società che si vuole definire “civile”. Suggerirei agli amici parlamentari ed ai media di occupar-

si anche di questo, e non solo delle “intercettazioni”. Mi piace ricordare, in chiusura, alcune delle frasi più si-gnificative che Steve Jobs, fondatore di Apple recentemente scomparso, ha pronunciato nel suo discorso del 2005 all’Università di Stanford. “Il vo-stro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun al-tro. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra vo-ce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che co-sa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario”.

Carmelo Lentino

L’impudenza della politicanon ha limiti

Egr. direttore,ci sembrava che bastasse entrare nel palazzo reale e dire “non ti è lecito te-nere la moglie di tuo fratello, ma l’im-pudenza della nostra classe politica non ha limiti: subito si sono schierati a dire che il monito del card. Bagnasco non era rivolto al Capo del Governo. È vero: non era rivolto solo a lui, ma a tutta una casta che fa del mercimo-nio e della corruzione la propria ragio-ne di esistere. Per evitare successivi equivoci, chiediamo alla nostra gerar-chia ecclesiastica, qualora intendesse pronunciarsi sul livello etico e morale dei nostri governanti, di fare nomi e cognomi, ed anche appellativi, per-ché noi, maggioranza, siamo con lo-ro. Che dire poi della ministra Gelmi-ni.? L’ignoranza è stata grave, poiché la domanda non era nel questionario per l’ abilitazione alla professione for-mulato dalla commissione di esame calabrese, ma ancor più censurabile

cercare di scaricare sui propri colla-boratori l’imprecisione. Ora da più parti si leva il commento che i Vesco-vi intendono far rinascere il partito cattolico, una democrazia cristiana modello terzo millennio; questo mi farebbe piacere, ma non affidiamoci ai personaggi nati e cresciuti in questa atmosfera politica, e per fare nomi di-rei: Casini, Fini, Formigoni, Giovanar-di, Buttiglione, Alfano...& company, sempre pronti a ricordare agli altri i doveri etici e morali; solo per inciso: le elezioni si vincono con le promes-se ai poveri e con i soldi dei ricchi; poi eletti, ai primi, per giustificare le inadempienze, si invocano cause esterne e di forza maggiore, mentre i secondi pretendono ed ottengono di essere ricompensati per il loro appog-gio, e quando non bastano più appalti ed agevolazioni fiscali ci si rimette al condono. Non crogiolamoci, dunque, nell’ idea o nella speranza di una rina-scita di cattolici in politica, già li cono-sciamo tutti, ma facciamo nascere un nuovo gruppo di credenti disponibili al buon governo per i cittadini . Il tem-po l’ abbiamo, cerchiamo di dedicarci al fare e non al disquisire.

Giovanni Gozzini

Un’ora di adorazione

Egr. direttore,dopo l’ultima prolusione del card. Ba-gnasco si è riaccesa la riflessione sul ruolo dei cattolici in politica. Le ricet-te sono tante come chi le propone ma, nessuna di quelle che ho avuto modo di leggere, tocca il primo e fondamen-tale tassello per una vera unità. La propongo io: “Insieme, simpatizzanti di destra di sinistra di centro, una vol-ta alla settimana, per un’ora di adora-zione in ginocchio davanti al crocifis-

so”. Questa ricetta è infallibile! Bene comune, servizio, accoglienza, rispet-to, impegno diverrebbero espressioni vive e concrete. È in fondo la ricetta che la Beata madre Teresa (le sue suo-re tre ore al giorno) ha messo in atto per tutta la vita con risultati eccezio-nali! Meditiamoci sopra.

Mauro Mazzoldi

Ancora sul Meeting

Egr. direttore,mi permetta qualche riga di commen-to per completare il dibattito inne-scato da un corsivo apparso sul Suo giornale. Sotto attacco il Meeting per l’amicizia tra i popoli, evento cultura-le che si svolge a Rimini dal 1980. La critica nasce da una persona che evi-dentemente non conosce il Meeting, a differenza delle chiarificazioni di un laico e di un parroco bresciano che hanno invece gettato luce sulla por-tata dell’evento, in tutta la sua vitali-tà ed originalità. Il tema con cui con-frontarsi era: “E l’esistenza diventa un’immensa certezza” . Ho 25 anni e, in tutta franchezza, non ritengo faci-le trovarmi in luoghi nei quali sia con-sentito porsi con intelligenza doman-de del tipo: Cos’è l’esistenza? Cos’è la certezza? E, ancora più in profondità: “Chi è colui che fonda questa certez-za?” Il Meeting ha il coraggio di por-re domande che scuotono l’Io. Non si tratta di risposte figlie di “Io entusia-sti” o di sentimentalismi. Don Stefa-no Alberto e Fabrice Hadjadj, due re-latori che ho seguito con particolare interesse, non rientrano certo nella categoria di euforici sentimentalisti. “Ciò che soffoca la vita non è la cer-tezza: è il dubbio” ha detto Hadjadj nel corso del suo intervento. E non c’è bisogno di scomodare Artistotele

per ricordare che il dubbio è ciò che incatena e la certezza ciò che libera, fino ad arrivare alla recente encicli-ca Spe salvi di Benedetto XVI: “Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il pre-sente”. E questo non esclude affatto l’irrequietezza del cuore, il peccato e il tradimento. Anche il dubbio se questo è occasione di domanda, di paragone serio e profondo con la propria vita. Diventa invece disperazione se non parte da una certezza ben radicata.Il mese d’agosto non è stato solo la crisi dei mercati finanziari ed il val-zer delle manovre governative. Ciò che di grande è emerso al Meeting e alla Giornata mondiale della gioven-tù ha reso evidente come sia possi-bile ripartire da un’ipotesi positiva sulla vita, da una speranza nel futuro incastonata in una certezza presente. Non mi interessa questionare se tra gli 800mila visitatori del Meeting e tra i 2 milioni di giovani accorsi a Madrid ci sono troppi sentimentalisti, inte-gralisti ed ingenui. Ognuno conduce un cammino di fede personale e non è utile mettere su un’ipotetica bilan-cia di valori un giovane che frequen-ta un centro sociale e un oratorio. Il desiderio di felicità è lo stesso, il problema sta nell’ incontrare dei veri Maestri. Qualcuno da poter seguire che non censuri o banalizzi le doman-de che un giovane si pone. E allora la sfida non si pone ogni due anni in occasione delle Gmg o a fine agosto ma ogni giorno nella quotidianità. Sul lavoro, con gli amici e nella famiglia. Nel tentativo di non perdere quello che di grande abbiamo vissuto que-sta estate e di continuare il lavoro a cui ha richiamato Benedetto XVI: “I vostri amici vorranno sapere che co-sa è cambiato in voi dopo essere sta-

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

ti in questa nobile città con il Papa”.Alessio Mariotti

La morale cattolica

Egr. direttore,l’idea che molti cristiani si fanno della morale cattolica è poco entusiasman-te, non ci vedono che divieti, coman-di e precetti. Appare autoritaria, in ri-tardo sul tempo che stiamo vivendo, mortificatrice della libertà, diffidente e sospettosa dei sentimenti umani. In altre parole: nemica della felicità. Ma la morale cattolica è proprio questa? Sicuramente no. La morale non è un elenco di divieti, di peccati, ma è la morale della felicità, naturalmente se teniamo conto della nostra complessa realtà, del valore che diamo al senso e al fine di questa nostra esistenza terre-na. Se si riflettesse seriamente, si capi-rebbe che la morale è un dono, fonte di illuminazione, sicuro riferimento dell’agire umano perché si fonda sul Vangelo, il quale insegna il senso au-tentico della vita, i valori che danno significato e orientamento al nostro vivere. Gesù Cristo, incarnandosi, ci ha rivelato il pensiero di Dio Padre, perciò il vero credente non può vive-re come se Gesù non ci avesse detto niente e non avesse fatto niente per noi. P. Claudel esprime lo stesso con-cetto, dicendo: “Noi amiamo certa-mente Gesù Cristo, ma non amiamo la morale; ma la causa è perché non crediamo a quello che Gesù Cristo ha detto e a quello che ha fatto, soprat-tutto la sua passione, morte e risurre-zione, centro della nostra fede”. Dun-que, la morale è per la felicità perché l’uomo è stato creato per essere feli-ce. È nota l’affermazione di B. Pascal: “Tutti gli uomini cercano di essere felici:, però, per riuscirvi è necessa-

rio che siano sapienti; se la felicità è la pienezza di umanità, è necessario conoscere la strada che conduce alla pienezza di umanità”. Gesù Cristo è la pienezza di umanità perché è l’Uo-mo-Dio. E dove il soprannaturale si fa conoscere? Nel mistero di Gesù Cri-sto. È la soprannatura stessa che si fa incontro a noi per rivelarci la natura umana. Così dice la Gaudium et spes al n. 22 : “Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova luce il mistero dell’uomo,... rivelando il mistero del Padre e del Suo Amore svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione”. Allo-ra, il centro catalizzatore è Gesù Cri-sto, è questa duplicità di vero Dio e di vero uomo; è questa unità di natura e di soprannatura che svela completa-mente all’uomo la natura umana. Ma chi è l’uomo? Chi sono io? Qual è il fi-ne della mia esistenza? Il punto di par-tenza è Gesù Cristo, ossia Colui che ha avuto coscienza di essere Figlio di Dio. Il credente, guardando a Gesù Cristo, conoscendo il suo compito, la sua vocazione, conosce la strada che conduce alla pienezza di umanità, che corrisponde all’autentica felicità.

Gianfranco Bertoglio

Ritrovato entusiasmo

Egr. direttore,volevo esprimere la mia esperienza per la mia partecipazione al Movimen-to della Lega Nord, essendo partecipe dell’elezione del Segretario provin-ciale. Confesso che erano anni che non avvertivo l’entusiasmo di molti militanti di uomini e donne e soprat-tutto di molti giovani in una assise politica. La mia esperienza in campo politico parte dal socialismo italiano e drammaticamente l’esperienza si è

interrotta dallo scioglimento del mio partito nel 1994. Ho poi girovagato onestamente e correttamente dan-do una mano ad alcuni amici e ami-che. Ma non riuscendo a trovare più quell’entusiasmo e voglia di fare che ho trovato nel movimento Lega Nord. Tornando alla mia testimonianza del Congresso di domenica 2 ottobre, vi confido che ho notato una partecipa-zione democratica, rispettosa, cordia-le e sincera di molti interventi che mi sono molto piaciuti per la loro sponta-neità e immediatezza, ma soprattutto per la loro passione, legati all’amore del proprio territorio e ai suoi proble-mi. La cosa che mi ha colpito di più è che dichiaravano la loro preferenza per il candidato prescelto senza tan-ti giri di parole. E concludevano, con spirito democratico, che chiunque fosse stato più votato, sarebbe stato il Segretario di tutti. Questa per me era musica di un vero movimento at-tento ai problemi e rispettoso della battaglia che un congresso deve ave-re. Così alla fine è avvenuto. I due candidati avversari alla fine si sono ripromessi di lavorare insieme per il bene di tutti i rappresentanti del movimento e soprattutto nelle isti-tuzioni in cui molte donne e molti uomini ci rappresentano onorevol-mente in molti organismi nelle no-stre molte città. Posso testimoniare che ho assistito ad un democratico Congresso, in cui ho percepito una battaglia di grande rispetto all’assise congressuale. Mi ha fatto piacere poi che l’on. Roberto Maroni, sia venuto personalmente a congratularsi per il buon lavoro svolto da parte del nuo-vo segretario Fabio Rolfi, che sarà, e ne sono convinto, il Segretario del fare e di tutti.

Celso Vassalini

La Lega e la democrazia

Egr. direttore,confesso che sono rimasto a dir po-co sorpreso della lettura del novello leghista Celso Vassalini pubblicata sul vostro sito (riportata qui a fianco, ndr.). Entusiasta del congresso della Lega Nord per la maturità democra-tica dimostrata? Con tutta evidenza il sig. Vassalini non legge la cronaca politica. Giacché è a tutti noto che da Varese al Veneto è in corso una opera-zione purga per chi non la pensa come Bossi. Ma elemento che più deve col-pire è il sapere che non c’è una vera democrazia nella Lega. Infatti se una persona si iscrive alla Lega, non può votare. Solo una ristretta cerchia di iscritti chiamati “militanti” possono votare, selezionati secondo mecca-nismi ignoti. In democrazia in realtà dovrebbe funzionare il principio una testa un voto. Nella Lega no. Quindi un consiglio andrebbe dato alla Lega anziché entusiasmarsi del nulla: de-mocratizzate il movimento dall’inter-no. Questo mi auguro davvero. Chi vuole essere strumento di democrazia deve praticarla al proprio interno, dif-ficile ma sempre più indispensabile.

Emilio Del Bono

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