La Voce del Popolo 2011 24

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° ǡ Dzdz ǯ Ǥ Ǥ Ǥ I risultati dei referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi. Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo. Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio. Certo il disastro giapponese e le conseguenti decisioni in particolare di Germania e Svizzera sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto ǯ ȋȌ /$ 92&( '(/ 3232/2 significativo di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua. Per non parlare del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie, pur sbrigative e schematiche, come implica lo strumento, sono chiare e devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per “il pubblico”, cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia. Ci avviamo così al dato sostanziale in termini di indirizzi di fondo, cioè alle considerazioni più immediatamente politiche. Pur attesi, perché coerenti con il trend politico di questi mesi, i risultati hanno un peso significativo, perché accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è particolarmente importante, perché sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano assai aperti. Governare il cambiamento è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti, il vero punto debole del sistema italiano non è tanto dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta politica. È dunque il momento della creatività e, nello stesso tempo, della responsabilità. Questo doppio movimento o requisito vale innanzitutto di fronte ai vincoli sistemici sul deficit e l’indebitamento. Rispettando i vincoli è necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze, valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei pubblici apparati. Sono imprese complesse ma necessarie, cui mettere mano da subito, consapevoli che non possono essere risolte con slogan e strumentalizzazioni. I cittadini, come dimostrano le vicende anche elettorali di questa primavera, sono assai più vigili e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare messaggi chiari, diretti e trasversali. ǤǤ Ǥ Ǥ Ǥ Qui ci è forse chiesto uno dei capovolgimenti più radi- cali: tutto nel corpo è bellezza. Ogni parte è degna di attenzione. Così suggerisce la prima lettera di Paolo ai Corinzi (12,22): “Anzi quelle membra del corpo che sem- brano più deboli sono più necessarie”. Ogni membro – nella sua vitalità – rende lode all’esistenza. L’èros, forza incontenibile dell’essere vivente, è dono di natura; se il corpo vive, è sempre animato da questa energia. Pulsioni e sensazioni in verità sono l’espressione più semplice della vita. Anche il Vangelo ce lo racconta: una donna, probabilmente una prostituta, baciava i piedi a Gesù e glieli accarezzava coi capelli (Luca 7, 44-45). Gesto dei sensi, benché non sensuale. Gesto della carne, benché non spinto alla seduzione. Comunque gesto. Credo che ogni relazio- ne forte e profonda porti con sé una realtà fisica, corporea, carnale, inno alla vita. Referendum. La politica è stata colpita al “quorum” Cogozzo. Sorride Domenico Savio dentro l’oratorio Regione Lombardia. Premi per Brescia, terra di “ricicloni” Brescia, solo tre parole: ds, allenatore e stadio ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Intervista al vescovo Olmi. Dio oltre il tempo Gebhardt. Culture e religioni in cammino

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Missione possibile. Anche se giugno non è tempo di missioni popolari, Voce dedica un’inchiesta a questa straordinaria occasione di evangelizzazione. La testimonianza dei parroci bresciani e dei missionari. In settembre la missione giovanile del Seminario a Brescia Nord.

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I risultati dei referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi. Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo. Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio. Certo il disastro giapponese e le conseguenti decisioni in particolare di Germania e Svizzera sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto

significativo di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua. Per non parlare del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie, pur sbrigative e schematiche, come implica lo strumento, sono chiare e devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per “il pubblico”, cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia. Ci avviamo così al dato sostanziale in termini di indirizzi di fondo, cioè alle considerazioni più immediatamente politiche. Pur attesi, perché coerenti con il trend

politico di questi mesi, i risultati hanno un peso significativo, perché accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è particolarmente importante, perché sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano assai aperti. Governare il cambiamento è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti, il vero punto debole del sistema italiano non è tanto dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta politica.

È dunque il momento della creatività e, nello stesso tempo, della responsabilità. Questo doppio movimento o requisito vale innanzitutto di fronte ai vincoli sistemici sul deficit e l’indebitamento. Rispettando i vincoli è necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze, valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei pubblici apparati. Sono imprese complesse ma necessarie, cui mettere mano da subito, consapevoli che non possono essere risolte con slogan e strumentalizzazioni. I cittadini, come dimostrano le vicende anche elettorali di questa primavera, sono assai più vigili e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare messaggi chiari, diretti e trasversali.

Qui ci è forse chiesto uno dei capovolgimenti più radi-cali: tutto nel corpo è bellezza. Ogni parte è degna di attenzione. Così suggerisce la prima lettera di Paolo ai Corinzi (12,22): “Anzi quelle membra del corpo che sem-brano più deboli sono più necessarie”. Ogni membro – nella sua vitalità – rende lode all’esistenza.

L’èros, forza incontenibile dell’essere vivente, è dono di natura; se il corpo vive, è sempre animato da questa

energia. Pulsioni e sensazioni in verità sono l’espressione più semplice della vita. Anche il Vangelo ce lo racconta: una

donna, probabilmente una prostituta, baciava i piedi a Gesù e glieli accarezzava coi capelli (Luca 7, 44-45).

Gesto dei sensi, benché non sensuale. Gesto della carne, benché non spinto alla seduzione. Comunque gesto. Credo che ogni relazio-

ne forte e profonda porti con sé una realtà fisica, corporea, carnale, inno alla vita.

Referendum.La politica è statacolpita al “quorum”

Cogozzo. Sorride Domenico Sav io dentro l’oratorio

Regione Lombardia.Premi per Brescia, terra di “ricicloni”

Brescia, solo tre parole: ds, allenatore e stadio

Intervistaal vescovo Olmi.Dio oltre il tempo

Gebhardt.Culture e religioni in cammino

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iovanni Paolo II, come an-tidoto al secolarismo che invade l’Occidente, affer-mava: “Solo una nuova evangelizzazione può as-

sicurare la crescita di una fede limpi-da e profonda, … urge dovunque ri-fare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si ri-faccia il tessuto cristiano delle stes-se comunità ecclesiali che vivono in questi Paesi e in queste nazioni”. An-che Brescia è uno di quei Paesi dove la vita cristiana, un tempo fiorente, è messa a dura prova, e forse si sta ra-dicalmente trasformando dal conti-nuo diffondersi dell’indifferentismo, del secolarismo e dell’ateismo. Il benessere economico e il consumi-smo, ispirano e sostengono una vita vissuta “come se Dio non esistesse”. La sfida è tale che Benedetto XVI ha indicato la nuova evangelizzazione come tema del prossimo Sinodo. Da secoli la Chiesa ha visto nella ‘missio-ne popolare’ uno strumento valido per ravvivare la fede. Il Vescovo nel-la sua Lettera pastorale (2008-2009) scrive: “Le missioni popolari sono l’occasione per rinnovare l’annun-cio del Vangelo facendolo giungere a tutte le famiglie della parrocchia (…) dobbiamo trovare il modo perché la missione sia efficace. Obiettivo im-prescindibile è che vengano raggiun-te davvero tutte le persone e a tutte venga trasmesso l’invito a conoscere meglio Gesù Cristo e il Vangelo” (36) e sottolinea l’importanza che tutta la parrocchia sia mobilitata. Siamo convinti che la missione po-polare parrocchiale può contribuire a “costruire comunità ecclesiali ma-ture”, a condizione di tener conto di alcuni punti irrinunciabili: l’annuncio straordinario della Parola, dovere della Chiesa, un annuncio fatto dalla comunità cristiana a tutti, infatti: “Gli uomini del nostro tempo, chiedono ai credenti non solo di parlare di Ge-sù, ma di far vedere Gesù”(Benedetto XVI). Questa convinzione ci ha por-tato a privilegiare sempre, nella mis-sione popolare, la presenza di una comunità autentica formata da sa-cerdoti, consacrate e laici. Inoltre, essendo la missione una dimensione essenziale della Chiesa ne segue la necessità di passare dalla missione

Missione popolareda ripensare

‘episodio’ a un progetto organico che aiuti la parrocchia a entrare in ‘stato di missione’, per questo sono previsti i ritorni di missione. È quanto, come missionari Oblati di Maria Immacola-ta, abbiamo proposto nelle missioni a più di 150 parrocchie della diocesi. Valutare la missione non è facile, in-fatti è una grazia, ma ci sembra di poter dire che in quasi tutte le mis-sioni si è operato un rinnovamento tra i vicini e un tentativo di raggiun-gere tutti. La missione ha favorito una più chiara identità, un maggior senso di appartenenza alla comu-nità parrocchiale; l’esigenza di non restare imprigionati dalla pastorale ordinaria, ma di trasformarla in oc-casione missionaria. In tutte le par-rocchie dopo la missione, i centri di ascolto sono continuati come possi-bilità di dialogare attorno alla Parola di Dio, ma specialmente occasione

e dei movimenti, o gruppi ecclesiali.La missione integrata ha come obiet-tivo di far crescere la ‘qualità della vita’, sapendo che non c’è nulla di autenticamente umano che non sia già presente nel Vangelo. Per questo chiama tutti i cristiani maturi di un territorio, i ministeri presenti come i carismi, i movimenti, a operare, secondo la loro vocazione specifi-ca, una conversione missionaria nei confronti dell’uomo, e mettere in rete tutte le energie positive anche quelle laiche presenti nel territorio. La comunità cristiana locale è po-sta in stato di missione permanente, che significa una presenza capillare sul territorio capace di testimonia-re la fede con la vita, in un atteggia-mento di ricerca, accoglienza, dialo-go, annuncio, nei vari ambienti, con particolare attenzione alla gente che vive lontano dalla Chiesa, o che la frequenta occasionalmente o che ha ormai perso la fede. Per questo opera nei vari ambiti di vita e lavora per far sorgere nel territorio una “struttura missionaria integrata territoriale” (il Vescovo nell’ultima Lettera pastorale parla di “piccole comunità territoria-li”) atta a incontrare l’uomo, quello concreto e proporgli un cammino di ragionevole umanità. Non esiste mis-sione senza missionari. La missione integrata comporta la presenza e il coinvolgimento di tut-te le forze vive presenti sul territo-rio, ma in modo particolare neces-sita della partecipazione corale dei laici, senza i quali il Vangelo non può giungere nei contesti della vita quoti-diana, né penetrare quegli ambienti più fortemente segnati dal processo di secolarizzazione; solo attraverso i cristiani laici il Vangelo può raggiun-gere tutti. Una missione quindi che va e non aspetta, esce dal luogo sacro e cer-ca l’uomo là dove vive le gioie, le speranze ma anche ansie, dubbi e dolori. Questo nuovo progetto di missione che abbiamo iniziato a Castenedolo, ora lo stiamo vivendo, non senza fatica, nelle quattro par-rocchie di Gussago, e lo proporremo nelle prossime missioni. Il progetto garantisce la continuità e può es-sere di aiuto alla costituzione delle unità pastorali.

di incontrarsi per dare forza a quel-le relazioni che costituiscono la rete portante della vita. “Davanti a nuove sfide la carità tro-va sempre nuovi mezzi”, diceva il nostro fondatore Sant’Eugenio De Mazenod. Ripensare la missione po-polare oggi per noi Oblati che ope-riamo in diocesi, significa realizzare una ‘missione integrata’: un sogget-to comunitario e individuale che si comprende solo nella visione della ‘comunione’ cioè nel mistero della SS. Trinità, dove sussiste contempo-raneamente unità e distinzione. Alla base della missione integrata ci sta quindi la ‘spiritualità di comunione’ che purifica dalla tentazione di cede-re a competizioni e personalismi, o di costruire comunità parallele. La mag-gior difficoltà incontrata è la condi-visione reale e cordiale del progetto da parte degli operatori parrocchiali

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Le vie dell’evangelizzazione sono infi-nite. Anche quelle della missione non sono poche. Vogliamo qui ricordare innanzitutto le missioni organizzate negli anni Novanta dall’Azione catto-lica diocesana. La prima esperienza è nata dalla richiesta della parrocchia di Ronco di Gussago alla presidenza di organizzare una missione gestita da laici, con un progetto innovativo. Angela Mantovani, presidente fino al 1995, ci ha raccontato che la de-cisione non fu facile soprattutto nel-la ricerca dell’impostazione da dare all’iniziativa. Ci fu poi un lungo perio-do di preparazione. Più di 70 persone provenienti da varie parrocchie della diocesi, insieme con gli assistenti, si prepararono non solo sui contenuti della missione, ma anche sul piano relazionale. Poi ricevettero il mandato del Vescovo e si celebrò la parte finale della missione stessa. Si era alla fine del 1996. Nella scansione delle giorna-te insieme all’adorazione eucaristica e agli incontri spirituali ci furono serate dedicate al dibattito. E la visita alle fa-miglie. Due anni dopo l’esperienza fu ripetuta nella parrocchia di Folzano e poco dopo a Collebeato. In quel pe-riodo l’assistente dell’Ac era don Re-nato Musatti che ricorda le missioni

come “una delle esperienze più belle e più forti” del suo ministero. Le sue sottolineature riguardano la stretta collaborazione fra laici e sacerdoti e il forte ripensamento della fede nel confronto serrato fra i missionari e i fedeli. Abbiamo chiesto a don Renato e ad Angela come mai le missioni si sono fermate a Collebeato. La rispo-sta condivisa è stata che il successo dell’iniziativa era legato a un grande dispendio di energie che l’Associazio-ne non era in grado di sostenere con continuità.Nella nostra diocesi un’altra forma importante della missione. Da alcuni anni il Seminario maggiore si fa pro-motore della missione giovanile come esperienza di evangelizzazione con una finalità esplicitamente vocaziona-le. A Leno e a Gussago la missione è

stata celebrata a livello parrocchiale; a Salò nel 2009 e a Brescia nord (dal 15 al 25 settembre di quest’anno) è stata scelta la dimensione zonale. Sia per don Gianbattista Francesconi che ne è responsabile per il Seminario che per don Angelo Gelmini curato di Sa-lò che ha gestito quella del Garda, l’impegno zonale contribuisce a far vivere con maggiore intensità la co-munione ecclesiale. Anche in questi casi la celebrazione della missione è preceduta da una fase preparatoria di circa un anno. L’intento non è quello di portare i missionari nelle parroc-chie, ma di annunciare, celebrare e testimoniare la fede coinvolgendo i giovani con le realtà religiose, e anche civili, in un cammino di fede. Uno dei luoghi privilegiati è la scuola perché la massa giovanile si incontra lì. Don Francesconi evidenzia così il per-corso: favorire l’incontro con Cristo partendo dai 12 apostoli, che sono i missionari, per arrivare ai 72 discepo-li che sono gli impegnati e infine alla folla rappresentata dai lontani. Don Gelmini sottolinea che la tensione va oltre l’evento perché è necessario che ci sia continuità fra la missione e il vissuto quotidiano. Perché cresca-no cristiani adulti.

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referendum del 12 e 13 giugno scorso più che abrogativi sono stati “esplorativi”. Perché se è vero che con la vittoria dei sì sono state cancellate norma-

tive sulla privatizzazione dell’acqua, sul nucleare in Italia e sul legittimo impedimento, è altrettanto vero che l’esito della consultazione ha aperto la strada ad una attività di indagine all’interno del mondo della politica e della società italiana su cui pochi avrebbero scommesso. A meno di una settimana dal voto, infatti, sono rimasti in pochi (o per lo meno hanno poca visibilità mediatica) a interrogar-si sulle conseguenze del voto. È vero, in Italia l’acqua resterà pubblica (ma resta ancora da stabilire come mette-re mano a un sistema idrico che nel Paese “fa acqua”), il nucleare è stato ormai messo nel cassetto (lo ha con-fermato lo stesso Berlusconi a urne ancora aperte), il premier e i suoi mi-nistri non potranno più invocare il le-gittimo impedimento per sottrarsi ai

legge elettorale “porcellum” è torna-ta a utilizzare lo strumento referen-dario per farsi sentire. Si tratta di un dato che tutte le forze politiche han-no registrato (qualcuna magari più a malincuore di altre, ndr.), promet-tendo di tenerne conto per il futuro. Promesse da marinaio? Solo il tempo potrà dirlo. Per il momento i partiti e gli schieramenti sembrano interessa-ti a valutare le ricadute politiche del voto referendario. Qualcuno è forte-mente tentato di “mettere il cappello” sulla vittoria referendaria, anche se una sorta di pudore sembra dettare un minimo di prudenza. Altri, Pdl e Lega su tutti, fanno fatica ad ammet-tere che il raggiungimento del quorum prima e la vittoria schiacciante (ma non poteva essere diversamente) dei sì deve essere considerata una vera e propria sconfitta. Non solo perché gli elettori (e non soltanto quelli del centrosinistra) hanno bocciato leggi che con tenacia il centrodestra aveva approvato in Parlamento, ma anche

processi. Pochi, però, sono quelli che parlano di tutto questo. Sta prevalen-do, quasi con violenza, nel dibattito pubblico l’effetto domino che i re-ferendum hanno scatenato. Da una parte infatti c’è la presa di coscienza da parte della politica che “la piazza” non è più solo un luogo fisico e umano da indottrinare, da piegare a manife-stazioni di parte. La gente, con il vo-to referendario, ha ribadito la propria voglia di potere incidere nei processi decisionali, soprattutto su questioni che la toccano da vicino. “Defrauda-ta” della possibilità di poter scegliere i propri rappresentati dalla famosa

perché gli inviti di Bossi e Berlusconi a non andare alle urne, quando era più logico aspettarsi da loro una chiama-ta alle armi per difendere le norme in questione, sono stati disattesi anche da tanti elettori di centrodestra. Per questi motivi c’è attesa per quello che Bossi dirà domenica 19 dal palco di Pontida. Per molti l’appuntamento leghista potrebbe essere lo snodo decisivo per la vita del Governo. La politica ha insegnato infatti che se la vittoria ha tanti padri (forse troppi

stando ai proclami postreferendari), la sconfitta è sempre “figlia di n.n.”. Di certo è che quel consenso di cui go-deva il Premier sino a poche settima-ne fa non sembra più così granitico. Così come sembra giunta al termine la stagione della delega in bianco del-la gente alla politica. Gli elettori (non soltanto quelli che scendono in piazza a fianco dei comitati per qualcosa o contro qualcos’altro) hanno chiesto con i referendum di essere ascoltati e interpellati.

È stata celebrata in tutto il mondo il 12 giugno scorso la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, lanciata nel 2002 dall’Ilo (International labour organization – Organizzazione internazionale per il lavoro), per sensibilizzare e promuovere l’azione e l’impegno a favore dei diritti dei minori, troppo spesso vittime di sfruttamento. Il fenomeno riguarda anche l’Italia dove, secondo l’organizzazione Save the children, sarebbero 500mila

bambini a lavorare nel sommerso. Vittime di racket, malavita, reti internazionali dedite alla tratta di uomini e merci. Una piaga non limitata ai minori di origine straniera ma che in particolare nel sud Italia coinvolge anche numerosi piccoli connazionali. Per l’occasione l’organismo ha avanzato al governo la richiesta di “una precisa assunzione di responsabilità su questo problema, attraverso l’adozione di un piano d’azione per monitorare e combattere il

fenomeno, secondo quanto previsto dalle convenzioni internazionali in tema di sfruttamento del lavoro minorile”. L’associazione ha chiesto di “attivare presso ogni Prefettura Comitati di contrasto allo sfruttamento sul lavoro dei minori, e il potenziamento dei sistemi di protezione per le vittime e per i minori a rischio, garantendo un sostegno continuativo all’avvio di percorsi flessibili di reinserimento scolastico, di formazione e di lavoro”

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cappare dal proprio Paese in guerra, lasciarsi dietro le spalle fame, violenza, mor-te e disperazione e cercare un’alternativa all’incubo.

Questo spinge migliaia di somali ad affrontare i rischi del golfo di Aden, partendo su piccolissimi e instabi-li scafi, esponendosi al pericolo del mare, ai trafficanti, e a ogni abuso pur di andarsene. Lo Yemen è il punto di approdo. Molti non hanno denaro e forze per proseguire verso Paesi più ricchi e rimangono qui, almeno per un po’. Confortati dalla generosità di un Paese che riconosce loro il dirit-to di essere rifugiati. Oltre ai soma-li, sulle spiagge yemenite approdano ogni settimana persone dall’Etiopia e dall’Eritrea. Oggi però lo Yemen si sta trasformando in un nuovo incubo. Mi-gliaia di rifugiati e migranti si trovano intrappolati negli scontri tra governo e opposizione, alcuni sono riusciti a scappare dai quartieri di Sana’a sotto i colpi dell’artiglieria, rivivendo quel che speravano di aver lasciato alle spalle. Come se la violenza li inseguis-se, e le vie di uscita fossero chiuse. “Abbiamo trovato soluzioni per diver-se famiglie, in particolare quelle con maggiori difficoltà, come quelle con persone disabili. Non era possibile la-sciarle nei centri che sono stati lette-ralmente invasi dalle persone in fuga e quindi siamo riusciti a trasferirli in

abitazioni sicure, fuori dal caos” è la testimonianza da Sana’a di Valentina Pieretto, responsabile per le attività di protezione dei rifugiati e dei migranti di Intersos, l’organizzazione umanita-ria, fondata nel 1992 con il sostegno delle confederazioni sindacali italia-ne, che opera a favore delle popola-

Sta assumendo sempre più l’aspetto di un massacro di proporzioni inaudite la repressione del regime siriano contro i civili sospettati di sostenere i rivoltosi. È lungo l’elenco quotidiano delle vittime di un contrasto tra i fedeli del presidente Assad (nella foto) e gli oppositori che chiedono serie aperture democratiche. Nei giorni scorsi è giunta notizia di nuovi morti al confine con la Turchia, dove ormai si sono rifugiati

almeno 10mila siriani. Intanto, la risoluzione presentata dagli europei all’Onu per condannare le violenze del regime di Damasco è ancora arenata al Consiglio di Sicurezza per le resistenze di Russia e Cina che hanno minacciano il veto.Fonti internazionali hanno comunque confermato che non esisterebbe, al contrario di quanto sta avvenendo per la Libia, alcuna opzione militare contro il regime di Assad.

zioni in pericolo, vittime di calamità naturali e di conflitti armati. È ancora la responsabile di Intersos ha raccon-tare della drammatica situazione che sta vivendo lo Yemen. La capitale Sa-na’a è sotto pressione da molti mesi, gli scontri sono sempre più intensi. I posti di blocco aumentano, mancano la corrente elettrica, l’acqua e il car-burante. Molte ambasciate hanno chiuso i battenti, e nel Paese è rima-sto solo il personale essenziale delle organizzazioni internazionali e non governative. Questo rallenta molto la capacitàdi risposta all’emergen-za fornite da organizzazioni umani-tarie che, come Intersos, operano nello Yemen.

La rapida formazione di un nuovo governo, l’avvio del processo di riscrittura della costituzione e un maggiore impegno in politica internazionale, con riferimento agli accadimenti della vicina Siria e alle rivolte che stanno interessando l’intero mondo arabo: sono questi gli obiettivi di breve termine di Giustizia e sviluppo (Akp) il partito del primo ministro Tayyip Erdogan, confermato alla guida della Turchia dalle elezioni legislative dei giorni scorsi. Non avendo i numeri per apportare modifiche costituzionali senza il sostegno delle altre formazioni, Erdogan ha già detto di essere pronto a bussare alle porte del Partito popolare repubblicano (Chp, 26% dei voti e 135 seggi), principale partito di opposizione. Per la prima volta nella storia della Turchia moderna, un esponente della comunità cristiana siriaca è stato eletto deputato.

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In Libia è sempre serratissimo il confronto armato tra le truppe fedeli a Gheddafi e gli insorti. I combattimenti imperversano ormai da giorni a Zawiya, citta a 50 chilometri a ovest di Tripoli, e a Misurata, dove i ribelli sembrano controllare saldamente la città. Secondo alcuni osservatori internazionali i ribelli punterebbero a isolare Tripoli e fomentare la ribellione nella capitale. Quella in corso in Libia è anche guerra di propaganda: il portavoce del regime

ha informato che l’esercito libico ha eliminato “sacche” di resistenza a Zawiya. La notizia è stata immediatamente smentita dagli insorti. Dal canto suo la Nato ha ricordato che “sta adottando tutte le misure necessarie per proteggere i civili”. Secondo altre fonti le truppe di Gheddafi si sarebbero asserragliate nell’importante sito archeologico di Leptis Magna per sfuggire ai bombardamenti Nato e conservare gran parte delle proprie capacità offensive.

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Il nostro Centro audiovisivi ha realizzato un dvd (professionalmente ottimo) su “Roma Express 2011”, il viaggio a Roma che da qualche anno, la domenica delle Palme, i cresimandi bresciani compiono per incontrare il Papa. Il racconto delle due giornate che Fabrizio Gorni ha realizzato si avvale della testimonianza dei protagonisti. In risposta alla domanda “Se potessi parlare con il Papa che cosa gli diresti?”, i ragazzini hanno prodotto una serie di brontolii fra il perplesso e l’indecifrabile. Solo una ragazzina è stata molto decisa: “Gli chiederei l’amicizia su Facebook”. È una risposta che descrive il mondo delle nuove generazioni, un mondo in cui quelli che ancora parlano di cassette (audio e video, non della frutta) fanno parte della preistoria della comunicazione. Un mondo che certi adulti incominciano a scoprire con stupore, e un po’ di paura, per esempio accorgendosi che le correnti delle opinioni (e magari dei voti) sono sempre più legate alla Rete, intesa come ragnatela informativa formata da tutti i nuovi strumenti. Per cui appare vecchia anche la polemica

Alla cascina Cerreto, sulla strada per Milzanello, si è svolta una giornata dei Gas, il gruppo acquisti solidali, di cui è presidente Angelo Fredi. Il Gas è emanazione del circolo Acli di Manerbio e raccoglie numerose adesioni come s’è visto al Cerreto dove s’è discusso di argomenti attuali. Dalla necessità di far quadrare i bilanci delle famiglie, all’opportunità offerta da commercianti e produttori di accedere ad acquisti a costi calmierati per la gestione della casa

e dell’abbigliamento dei singoli componenti il nucleo familiare. Scarpe, pannelli solari, oggetti d’uso quotidiano in metalli e legno, alimenti di vario genere sono stati fatti conoscere da fornitori sensibili alle questioni del caro vita. Un’occasione per gli aderenti ai Gas – che sono per ora almeno 300 – per affrontare problemi della vita quotidiana. Il sodalizio ha sede presso il circolo Acli di via San Martino a Manerbio con uffici annessi al Patronato Acli.

Dopo il successo del mediometraggio “Il gallo di Ramperto” (Silvia Cascio e Vittorio Bedogna) nato in seno allo spazio Sp@cebook dell’oratorio di San Faustino nel 2010 e vincitore del primo premio all’International migration art festival di Milano nel 2011, quest’anno saranno presentati altri quattro cortometraggi esito dei laboratori audiovisivi tenuti da Silvia Cascio e Simone Agnetti presso gli spazi Sp@cebook. con quattro oratori cittadini. L’intento

è quello di “smontare il giocattolo” del cinema insieme ai bambini e ai ragazzi e con loro scrivere e realizzare un prodotto audiovisivo finito. Da questa attività sono nati quattro cortometraggi in bianco e nero ispirati ai generi del cinema delle origini; la comica “Le terribili canaglie” (Urago Mella), la commedia rosa “Intrighi e sentimenti” (Primo Maggio), il thriller “L’orfanotrofio” (di San Barnaba) e il western “Ritorno di fuoco” (Sant’Angela Merici).

avviene negli uffici, nelle pubbliche riunioni, nelle cene di famiglia o nelle feste tra amici: ipad, iphone, Blackberry, sms, email, conversazioni al cellulare con la mano davanti alla bocca (per la privacy!), reclamano l’attenzione generale. Uno squillo di cellulare non si nega nemmeno nei luoghi più riservati, chiese comprese.A parte la maleducazione dilagante, ne va di mezzo qualcosa di più. Uno studio fatto nel centro mondiale dell’industria hi-tech, la Silicon Valley californiana, ha

lanciato l’allarme: gli strumenti della comunicazione diminuiscono l’efficienza, con costi rilevanti. Lo studio compiuto dalla società di software Harmon.ie e dall’istituto demoscopico uSamp, con sede a Milpitas in California ha quantificato il danno economico in 10.800 dollari di perdite (medie) all’anno per ogni dipendente. Oltre la metà degli americani durante il lavoro sprecano almeno un’ora al giorno per le interruzioni. Mentre un tempo a ridurre la produttività erano le telefonate a casa o il

pro o contro Santoro. Ormai i salotti televisivi sono riservati a un pubblico che vuole essere convinto di quello che già pensa e sono frequentati da compagnie di giro legate ai vari conduttori. Basterebbe fare un elenco dei clienti di Santoro, di Vespa, di Floris, di Fazio, per rendersi conto che le eccezioni confermano la regola.Tutto questo a premessa di una riflessione che va oltre e riguarda l’invasività conclamata degli strumenti. Osservate quanto

gossip davanti alla macchinetta del caffè, ora il 60% del tempo perso è causato da lettura di email, internet, telefonini. Il vecchio gossip resiste, naturalmente, ma ha trovato nuovi e poderosi canali di comunicazione su Facebook, Twitter, Linkedin. Non c’è solo una perdita economica, perché subentra anche una mutazione delle reazioni umane: il 45% dei lavoratori studiati da Harmon.ie non riesce a concentrarsi per più di 15 minuti consecutivi, senza cadere nella trappola di un’interruzione. Secondo David Lavenda, il vicepresidente di Harmon.ie che ha coordinato la ricerca, “la questione non è più se stai lavorando o meno, ma se non rischi di perdere concentrazione ogni volta che qualcosa salta fuori dal tuo schermo”. William Powers, l’autore del celebre saggio “Il Blackberry di Amleto”, sta conducendo una campagna per convincerci a ridiventare i padroni di noi stessi: nel bombardamento di messaggi distraenti stiamo perdendo profondità, serenità, oltre che efficienza. Chi è d’accordo mi mandi un sms o una mail!

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vrebbe sorriso il giova-ne Domenico Savio, co-me ha saputo fare nella sua breve vita. Un viso sorridente per la noti-

zia dell’intitolazione a lui riservata del nuovo oratorio di Cogozzo. “Già nelle vecchie sale adiacenti la chie-sa – dice il parroco don Paolo Lan-zi – avevamo una sala dedicata al Santo allievo di Giovanni Bosco, ora abbiamo voluto ricordarne la pre-senza nella struttura che andremo a inaugurare sabato 18 giugno, an-che con un quadretto che campeg-gia sulla parete d’ingresso a pian-terreno. Cogozzo non ha mai avuto un centro di aggregazione e siamo davvero contenti d’essere giunti a completare i lavori e donarne uno a tutta la comunità”.Il nuovo oratorio è stato ricavato all’interno di un vecchio fabbrica-to padronale del XVIII secolo e di una palazzina degli anni Sessanta ereditati entrambi dalla parrocchia sette anni fa per un lascito del si-gnor Francesco Spada. “L’incarico è stato affidato nel 2009 all’architet-to Roberto Romelli – prosegue don Lanzi – e nel 2010 abbiamo aperto il cantiere. Il tutto è stato seguito dal consiglio pastorale e da quello per gli affari economici. I lavori sono stati affidati all’impresa locale Cm di Claudio Malora e sono stati rispetta-ti i tempi di consegna. Abbiamo vo-

autotassandosi per cinque anni con un versamento minimo di 120 euro all’anno. Poi, siamo stati aiutati dal-la Regione con un prestito da resti-tuire entro 20 anni”. Un oratorio che è collegato all’area verde realizzata qualche anno fa dal Comune e data in concessione alla parrocchia per 30 anni. Un’area che comprende un campo da calcetto sintetico, una piastra utilizzabile sia per la pallavolo sia per la palla-canestro, un campo da beach vol-ley, un’ampia area giochi per i più piccoli e un chiosco con ombrelloni e numerosi posti a sedere. “Ora di-

luto affrontare questo investimento per l’utilità della struttura, con una cifra di poco inferiore al milione di euro. La cosa importante è che 250 famiglie di Cogozzo hanno aderito sin dall’inizio a una sottoscrizione,

Sabato 18 giugno sarà occasione di confronto tra culture diverse, con l’8ª edizione della Serata multietnica, pro-mossa dalla Comunità missionaria di Villaregia di Lonato. La Comunità di Villaregia nacque negli anni Settanta attorno alle figure di padre Luigi Pran-din e madre Luigia Corona. La prima sede fu aperta nel 1981 in Sardegna, dove le missionarie vivevano in un ap-partamento messo a disposizione da una famiglia amica di Quartu S. Elena,

mentre i missionari stavano in una ca-setta di Santo Sperate a 25 chilometri di distanza. Da allora è stata fatta mol-ta strada e oggi si possono contare ol-tre a diverse comunità in Italia anche quelle di Belo Horizonte e San Paolo in Brasile, poi Perù, Messico, Porto Rico, Mozambico e Costa d’Avorio. Le offerte raccolte sabato saranno destinate alla missione di Maputo, in Mozambico, nella cui periferia la Co-munità è presente dal gennaio 2009.

Qui il 70% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà assoluta, il 51% dei giovani tra i 14 e i 24 anni è analfabeta, il 58% della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari di base: acqua potabile, servizi igienici, assistenza sanitaria. Il 38% della po-polazione vive con meno di 1 dollaro al giorno. Due bambini su cinque sof-frono di malnutrizione. Per partecipa-re confermare allo 030.3133111 o via e-mail all’indirizzo [email protected].

sponiamo di un ampio piazzale e a pianterreno un bar, una stanza per i ragazzi, una dedicata ai pensiona-ti e una cucina. Inoltre, abbiamo ri-cavato anche una piccola cappella. Al primo piano c’è una stanza che verrà divisa in due con pareti mobi-li e destinata ad aula di catechismo, mentre al secondo piano abbiamo ri-cavato una sala conferenze che può contenere un centinaio di persone. Nella palazzina a fianco ci sono gli spogliatoi e al primo piano un’altra sala per le riunioni. Inoltre, tutto l’edificio è coperto da una rete wi-reless per il collegamento internet”.

Giovedì della scorsa settimana il vice-sindaco Fabio Rolfi ha guidato una visita all’Ortomercato insieme ad altri politici e amministratori.Rolfi ha dichiarato che scopo della visita era quello di “verificare come i prodotti venduti a Brescia siano assolutamente sicuri e controllati e possano dunque essere consumati in tranquillità da tutti gli utenti”. Una bella foto con i cetrioli (i famigerati cetrioli) in bocca voleva essere la prova provata della tutela della salute. Peccato

che sono bastate 48 ore per aprire una finestra su una realtà un po’ diversa. Infatti, sabato 11 giugno un giornalista pachistano, Husnain Saleem, ha denunciato la presenza di ciliegie e pomodori avariati in vendita allo stesso Ortomercato e ha presentato documenti fotografici comprovanti. Il presidente e il direttore dell’Ortomercato si sono affrettati a giustificarsi con distinguo che sul piano giuridico possono anche apparire ragionevoli (“A noi spetta

un controllo a campionatura, la responsabilità è sempre dei singoli”), ma che non regge a una seria valutazione di buon senso. La controprova deriva dal fatto che qualcuno ha aggiunto che “la merce guasta non necessariamente è pericolosa”. Perché per dimostrare questa affermazione le autorità, che si sono esercitate con i cetrioli, non si fanno fotografare mentre mettono in bocca i pomodori con la muffa o le ciliegie con il verme? (s.z.)

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l forum sulla mobilità, iniziati-va promossa dall’Unione euro-pea che si è svolta a Coimbra, storica sede universitaria nel cuore del Portogallo, è sinoni-

mo di novità anche per Brescia con la chiusura sperimentale del centro cittadino alle auto, già a partire da fine estate. L’anticipazione arriva dal vicesindaco Fabio Rolfi, a margine della missione estera. Il principale strumento attuativo è il progetto Civitas: una rete di discussione e di confronto tra le 59 più evolute città europee in campo di mobilità. Dopo il premio ricevuto come 2ª città del Progetto Civitas per il 2010, Brescia si presenta tra i partner più autore-voli dell’iniziativa. “Il vantaggio di Civitas – ha ribadi-to Rolfi – è duplice: da un lato è in grado di offrire una formazione per-manente e un dialogo essenziale per i tecnici che devono pensare e co-struire viabilità e mobilità cittadina; dall’altro mette Brescia fra i modelli studiati a livello europeo. L‘iniziati-va prevede un approccio integrato per promuovere un trasporto pub-blico a basso impatto ambientale con il supporto di progetti dimostra-

tivi che integrino aspetti tecnologici e politiche dei trasporti, evidenzian-do l’impatto su energia ed elementi del trasporto”.Le linee del programma sono sta-te messe in campo all’interno della nostra città, ha spiegato l’ingegner Giandomenico Gangi, anch’egli in-tervenuto a Coimbra per il Comune di Brescia. “La nostra città ha pra-ticamente sostituito tutti i mezzi a benzina o diesel con autobus a me-tano ed è tra le poche realtà a livel-lo europeo che stanno sperimentan-do con ottimi risultati il car e bike sharing. Le postazioni di Bicimia si stanno allargando verso i quartieri più periferici, dove saranno instal-late entro i prossimi mesi, 14 nuove postazioni. Gli indici di utilizzo rile-vano un sempre crescente apprezza-mento: i prelievi mensili rilevati tra aprile 2010 e marzo 2011 hanno se-

gnato il picco a ottobre con 16mila utilizzi e una media annua di 11.200 prelievi mensili, mentre gli abbonati oggi attivi sono oltre 4.000. A utiliz-zarla di più sono gli studenti (34%). Le donne sono in prevalenza rispet-to agli uomini, attestandosi sul 54%, mentre la fascia di età maggiormen-te interessata è quella tra i 20 e i 40 anni. Le postazioni più utilizzate so-no quelle di stazione, piazza Rovet-ta e San Faustino, in quest’ordine e con una netta prevalenza per la po-stazione installata in stazione, a con-ferma della possibilità di integrare i sistemi di trasporto anche all’inter-no della città. Non bisogna poi di-menticare – ha concluso l’ingegnere – il progetto legato all’auto elettrica che A2a e Renault stanno portando avanti e già oggi conta 17 centrali-ne di ricarica installate in città e 20 auto elettriche in funzione”.

Fobap onlus, Fondazione bresciana assistenza psicodisabili, costituita nel 1982 su iniziativa dell’Anffas, di cui riporta il marchio ed è il braccio operativo, con sede in città in via Mi-chelangelo 405, ha presentato il bilan-cio sociale 2010, ovvero il rapporto sul lavoro svolto nello scorso anno. “Con 16 servizi attivi, per 250 ospiti, 34 dei quali ne frequentano due, con 183 dipendenti e 204 volontari – ha detto la sua presidente Maria Villa Al-legri –– Fobap è il più importante ge-store di servizi rivolti a persone con disabilità intellettiva della provincia di Brescia. I servizi spaziano dall’am-bito socio-sanitario a quelli sanitario e socio-assistenziale – ha continuato Maria Villa Allegri – secondo gli stan-dard normativi dettati da Regione Lombardia, molto spesso superati nella loro attuazione. Lavoriamo in una logica inclusiva dei disabili che vengono ospitati, in forma residen-ziale o in day hospital, attraverso 23 progetti che spaziano in ogni ambito sociale, in modo da entrare in contat-to con l’esterno, portando i soggetti a raccordarsi e intavolando una relazio-ne per vivere la comunità”. “Per avere maggiore visibilità abbia-mo attivato il sito www.fobap.it – ha illustrato il direttore generale Filippo Perrini – sul quale, oltre a trovare ogni dettaglio sul bilancio sociale, vi è ogni indicazione per i familiari dei futuri ospiti, affinché possano conoscere a fondo la struttura e le sue caratteri-stiche. Ampia l’attività formativa per il personale dipendente, per un totale di 29 corsi, declinati in 2.673 ore per

una partecipazione di 395 unità, di cui molte esterne”. “Abbiamo potenziato i gruppi di partecipazione – ha spie-gato il responsabile tecnico Roberto Cavagnola – con la presenza attiva di disabili, familiari, operatori e volon-tari, così come abbiamo progettato e attivato il Centro per l’autismo, di imminente inaugurazione, quale in-vestimento nel fronteggiare i disturbi nell’età evolutiva”. (f.a.)

Esce questa settimana il numero 6 del freepress “La Voce di Brescia”. L’inchiesta del mese cerca di inquadrare la questione demografica della città, evidenziando un saldo in negativo e la necessità di favorire l’integrazione. Poi un quadro sui flussi migratori cittadini e sul lavoro, completato da un’intervista al sindaco Adriano Paroli sui progetti di rilancio che vedranno Brescia protagonista negli anni a venire. Una città già nel gotha

dell’eccellenza per i sistemi di trasporto pubblici, come risulta dall’approfondimento sul progetto Civitas, che ha riunito a Coimbra 59 città europee. Quindi il programma per l’estate cittadina, l’ipotesi di “brescianizzare” la Mille Miglia e nelle pagine dell’Economia il punto sulle nuove rotte civili all’aeroporto di Montichiari e un focus sull’appuntamento ottobrino di Brixia Expo. In chiusura parola a Gino Corioni e al futuro del Brescia Calcio.

All’interno di “Brescia. Menù per l’estate” realizzato dal Municipio cittadino e dalla Circoscrizione Centro è cominciato mercoledì “Il teatro fuori luogo. Barfly”, rassegna teatrale itinerante ideata da Teatro 19. Prossimo appuntamento venerdì 17 in via Gasparo da Salò (osteria Al Bianchi, trattoria Gasparo) con “Otto ovvero per il diritto alla rabbia”. Mercoledì 22 giugno è la volta dello spettacolo “Veneti Fair” in via delle Battaglie (bar Il crivello e bar Le battaglie), seguito il 24 in

contrada Pozzo dall’Olmo (trattoria Vecchia Praga e bar Da Franco) da “Assedio” della Compagnia Dammacco. mercoledì 29 via S. Faustino (bar La piazzetta) sarà palcoscenico per “Il disumano e disperato caso di Michele Beltrami”. Chiusura giovedì 30 giugno in via Fratelli Bandiera (osteria Croce Bianca) con “Bim Bum Bang”, commedia leggera sulla leggerezza delle armi di e con Elena Vanni. Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21.30. Info su www.duc-brescia.it.

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a Provincia di Brescia ha avviato una campagna di informazione e sensibiliz-zazione sulla possibilità, da parte dei cittadini, di

destinare il 5xmille delle imposte che già versano all’associazioni-smo piuttosto che ai Comuni, con lo scopo di sostenere attività di ca-rattere sociale. “L’analisi dei dati del passato ci ha imposto molte rifles-sioni sullo scarso utilizzo di questa opportunità da parte dei cittadini – ha detto il presidente del Consiglio provinciale Bruno Faustini – e rite-niamo che una maggiore conoscen-za dell’esistenza di questa legge, che non intacca in alcun modo quanto il contribuente già versa, sia molto importante per sostenere l’associa-zionismo, con particolare riguardo verso quello bresciano”. Poche, ma significative cifre al ri-guardo: negli anni 2010 e 2011 i sog-getti beneficiari del 5xmille a livel-lo nazionale sono, rispettivamente, 40.265 e 42.724, e hanno ricevuto contributi per circa 420 milioni di euro, provenienti da poco più di 15 milioni e mezzo di cittadini. “Nel-la nostra provincia – ha aggiunto Bruno Faustini – i beneficiari sono, stessi anni, 1.114 e 1.165, quando va-lutazioni realistiche fanno attestare tale cifra tra le 4.000 e le 5.000 uni-tà. Stimiamo che sia circa un terzo

il numero dei cittadini che destina-no il proprio 5xmille e riteniamo che i beneficiari non a conoscen-za di tale diritto siano ancor di più. Crediamo che, a fianco delle bene-merite associazioni nazionali che si promuovono sui più importanti media – ha aggiunto Faustini – vi

Si è tenuto giovedì 9 giugno a Palazzo San Paolo un dibattito sul tema “Do-ve va la scuola italiana? Le riforme in atto nel sistema scolastico italiano: quali prospettive per la formazione dei giovani?”.L’incontro è stato introdotto dal prof. Paolo Signoroni, docente del Liceo scientifico Calini, il quale ha sottoli-neato alcuni nodi problematici che riguardano la situazione attuale del-la nostra scuola (processi di ‘rifor-ma’ che la attraversano da molti an-ni, situazione dei docenti in servizio, questione del reclutamento, aspetta-tive di studenti e famiglie). È seguito l’intervento del prof. Mario Falanga, docente di Legislazione scolastica presso l’Università di Bolzano e auto-re del recente volume “La scuola pub-blica in Italia”, il quale ha dialogato con Raffaele Camisani, presidente di “Comunità e scuola”. Il prof. Falanga

ha toccato alcuni aspetti del dibatti-to in corso, soffermandosi sui recenti interventi legislativi, le prospettive fu-ture del secondo ciclo di istruzione e i compiti dei soggetti chiamati in causa: studenti, docenti, dirigenti, famiglie. Ha evidenziato come spesso preval-gano ragioni ‘extrapedagogiche’, più di carattere economico che di ampio respiro progettuale, auspicando un dibattito meno infuocato e ideologico su un tema che dovrebbe essere di al di sopra dei personalismi.Nel dibattito è intervenuto poi il prof. Luciano Corradini, sottolineando il tema del diritto-dovere all’istruzio-ne e auspicando una valorizzazione dell’autonomia scolastica.La riflessione sulla scuola si è collo-cata all’interno della serie di incontri tenutisi nei giorni precedenti a Palaz-zo San Paolo: un primo su “Autorità e libertà”, partendo dalla riflessione

sulla figura di Giuseppe Capograssi; l’altro sul tema del nucleare e delle fonti rinnovabili.L’iniziativa, aperta a tutti, degli “Incon-tri a Palazzo San Paolo” nasce all’in-terno dei percorsi promossi dall’Azio-ne cattolica bresciana per leggere i fenomeni tipici della nostra società alla luce dell’esperienza cristiana e sottolinearne le ricadute concrete nel-la quotidiana convivenza e le prospet-tive per il domani. In particolare, si intendono percorrere due filoni: uno più attento a temi di carattere socia-le e civile di rilevanza locale e uno di riscoperta di testimoni del Novecen-to bresciani. Gli incontri riprenderanno a settem-bre con una riflessione pubblica sul tema della casa a Brescia e prosegui-ranno a ottobre con un confronto a più voci sul tema “Quale futuro per Brescia città universitaria?”.

Si apre giovedì 16 giugno il ricco calendario di appuntamenti di “Luoghi in comune” che si tiene a Rezzato. Alla fondazione Pinac rimarrà aperta tutta l’estate la mostra “Nel ritmo del tempo”, mostra pittorica di lavori realizzati da bambini dal 1966 al 2010. Fino a domenica 19 giugno presso Casa Almici l’apertura ufficiale dell’estate con balli, spettacoli di burattini e gastronomia (info su www.ealmici.it). Sempre domenica 19 all’oratorio di Virle giornata

dedicata alla mostra del marmo e dell’antiquariato e dal 24 al 26 giugno la 20ª edizione di Cantavirle. Sabato 28, invece, grande appuntamento a Villa Fenaroli con il concerto di Roberto Vecchioni, seguito domenica 29 dall’esibizione di Raphael Gualazzi (info su www.cipiesse-bs.it). Venerdì 1 luglio all’ex cava Corna Rossa il tributo ai Pink Floyd alle ore 21.30. Per informazioni dettagliate consultare il sito web www.comune.rezzato.bs.it.

“Prossima fermata Castello” non si ferma e anche per sabato 18 e domenica 19 giugno ha in programma due eventi. Sabato, a partire dalle ore 21, “Tuttindanza”, realizzato con la collaborazione di Uisp Lombardia per coinvolgere tutto il pubblico di appassionati e curiosi sotto il segno del ballo, con l’esibizione dei migliori ballerini della città. Sul colle Cidneo continuerà a far la parte del leone il ballo anche nella giornata di domenica 19, quando alle ore 15

ritornerà, dopo il grande successo della prima stagione, “High School Dance 3”. Le aree più spaziose del Castello saranno allestite con attrezzature ginniche, piste da ballo e mini-palestre. Istruttori qualificati proporranno un iter amatoriale attraverso cui immergersi nelle più svariate discipline, anche per i più piccoli: latino-americano, danze caraibiche, hip hop. Saranno presenti anche postazioni di baby-boxe, yoga, ginnastica artistica e balli di gruppo.

sia ampio spazio per poter aiutare anche l’associazionismo bresciano. A tale scopo abbiamo inviato ai 206 Comuni della provincia di Brescia l’elenco delle associazioni di com-petenza territoriale – sono 176 quelli che hanno almeno una associazione iscritta all’albo onlus sul proprio ter-ritorio, ha specificato Faustini – co-sì come abbiamo chiesto all’Ordine dei Commercialisti di rendere edotti i rispettivi clienti di tale possibilità di erogazione”. Se non destinato, il 5xmille viene in-camerato dallo Stato. L’elenco bre-sciano delle associazioni no profit è consultabile sul sito www.provin-cia.brescia.it.

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Tra vicini di casa troppo spesso i rapporti si limitano a un semplice “buongiorno” detto in fretta e furia sul pianerottolo, in imbarazzo dentro l’ascensore; troppo spesso al “condominio” si associa solamente l’idea di estenuanti riunioni. Ma un condominio, un insieme di palazzi sono e possono significare anche e soprattutto un insieme di persone che condividono spazi comuni.La “Festa dei vicini”, che torna a Brescia venerdì 17 giugno dalle ore 18, vuole aiutare e promuovere

proprio la vicinanza intesa come primo momento di socializzazione. Dice il manifesto con il quale Aler Brescia presenta la “sua” manifestazione: “È l’occasione per restituire il sorriso ai nostri quartieri, per conoscere i nostri vicini, passare insieme un momento di convivialità”. Com’è noto, la festa in chiave bresciana è la versione cittadina dello European Neighbour’s Day. Quest’anno sono coinvolti il Comune e la Circoscrizione Centro, quartiere

storico che gravita intorno a via Federico Odorici. “Negli anni scorsi – ha ricordato il presidente Emidio Ettore Isacchini – l’avvenimento si è svolto in centinaia di città europee: noi vi partecipiamo da sei anni nella convinzione di fare opera positiva, sia per i quartieri coinvolti, sia per l’immagine della stessa Aler”. Ecco perché l’azienda si fa carico, da allora, dell’organizzazione, in collaborazione con residenti, enti e associazioni. Precisa a sua volta Lorella Sossi, direttore generale

Aler: “La proposta giunge ogni anno attraverso Federcasa e alla sua realizzazione operiamo convinti che sia un passaggio essenziale e per riappropriarsi di un rapporto diretto con molte persone che con noi condividono una normalità quotidiana”. Lanciata nel 1999, la manifestazione è stata estesa a livello europeo nel 2003 e negli ultimi anni ha riunito ogni volta 9 milioni di cittadini europei, oltre 1.000 Comuni (grazie ad Anci) e organismi sociali di 30 Paesi.

È tempo di delibere, in vista dell’estate, per la Giunta comuna-le cittadina. Così da Palazzo Loggia arrivano impegni pronti a diventare realtà sul fronte di sport, cultura, e associazionismo. “Una prima delibera – dice l’asses-sore alla Cultura Andrea Arcai – pre-vede lo stanziamento di 14.500 euro per venire incontro alle famiglie du-rante il periodo estivo. Già da tempo il Comune offre per giugno, luglio e settembre la possibilità di anda-re ai vari Cre e fare attività sporti-ve e corsi si approfondimento della lingua inglese. Noi provvediamo al

pagamento del corso per un perio-do che va da una a due settimane, realizzati con due istituti della cit-tà, coinvolgendo circa 100 bambini e impiegando rispettivamente 1.000 e 2.000 euro. Gli altri 11mila euro circa – continua l’assessore Arcai – vanno all’istituto Razzetti per la re-alizzazione di un Cre che riguarda 700 bambini. La seconda proposta, invece, prevede di destinare 60mila euro ad attività ludiche, visite a par-chi e musei e pratiche sportive che impegnano circa 6.000 bambini; fra queste anche la garanzia di tenere aperte le 12 strutture dei Cag pre-

senti in città”. Una serie di delibere che mettono al centro la famiglia, come sottolinea l’assessore Gior-gio Maione: “Abbiamo provveduto all’erogazione di 190mila euro per sostenere i nuclei familiari nume-rosi, completando il percorso fatto negli ultimi tre anni in accordo con il Forum delle associazioni delle fa-miglie. Tenuti da parte 10mila euro per gli avvenimenti sportivi, i rima-nenti 180mila euro saranno erogati alle famiglie numerose sottoforma di bonus con un bando che rimarrà aperto dall’1 al 30 settembre pros-simo (presso l’assessorato ai Servi-

zi sociali di piazza Repubblica). Per questo poche settimane fa abbiamo stipulato un accordo con Brescia Trasporti e pratichiamo sconti per i corsi di avviamento allo sport”. “So-no azioni non molto diffuse in Italia – dice il sindaco Adriano Paroli –, da noi fatte tenendo alta la quota Isee”. Da ultimo una delibera voluta dal vi-cesindaco Fabio Rolfi, con la possi-bilità di fare matrimoni in Castello, eletta a casa comunale. Saranno 800 gli euro di affitto per la cerimonia, a fronte di un investimento da 29mila euro, che renderà la sala operativa nella primavera 2012.

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agna Park Manerbio è un progetto che do-vrebbe essere rea-lizzato dopo l’estate, superate le fasi della

burocrazia sulle autorizzazioni.Il nuovo insediamento immobiliare per attività logistiche a Manerbio si troverà a breve distanza dal casello dell’autostrada A21. La piattaforma occuperà una superficie complessi-va di 125mila metri quadrati, per tre edifici che inizialmente copriranno una superficie complessiva di 80mi-la metri quadrati. Lo studio di fattibilità del progetto è iniziato tre anni fa, prendendo in considerazione un’area di 250mila metri quadrati già acquistati dalla società che propone la realizzazio-ne. L’idea è nata in seguito a una ricerca di mercato messa in cam-po per studiare le potenzialità di sviluppo immobiliare del territorio della Bassa bresciana, in particola-re nella zona situata all’incrocio fra

colato Walcor, con l’intenzione di sviluppare una piattaforma di stoc-caggio e distribuzione a Cremona. Un impianto che prevede la costru-zione di magazzini a temperatura controllata. I lavori sono già iniziati nel mese di marzo e termineranno entro il prossimo dicembre. La so-cietà Walcor utilizzerà la struttura per effettuare la distribuzione dei suoi prodotti su tutto il territorio nazionale e all’estero, prevedendo di far lavorare all’interno degli stessi magazzini circa 150 persone.Il polo logistico di Manerbio è stato presentato alla Fiera internazionale di Milano nell’ambito della Eire-Ex-po Italia Real Estate. Il progetto si colloca nel centro dell’Italia del Nord ed è interessato al Corridoio 5, arteria a rete multi-modale che appartiene a uno dei più grandi assi ferroviari e autostradali che l’Unione Europea si è impegna-ta a realizzare per connettere la cit-tà di Lisbona in Portogallo a quella

l’autostrada A21 e la provinciale Sp 668 per Montichiari e Orzinuovi, tra Manerbio e Leno. Dall’analisi effettuata è emersa la potenzialità per lo sviluppo del ter-ritorio in strutture di logistica avan-zata con ampi spazi non ancora totalmente sfruttati, ma serviti da un’ottima viabilità costituita dalle tre importanti arterie stradali. L’iniziativa si deve alla partnership stretta fra Minervium Logistica Srl e la multinazionale Gazeley del grup-po Economic Zone Would (Ezw), che ha firmato pure un contratto di locazione con il produttore di cioc-

Novità importanti per il Comune di Leno. A breve verranno siglate le convenzioni per far partire due distinti Piani attuativi: uno, di valenza produttiva, gravita sulla strada vecchia che porta a Ghedi, di fronte al supermercato Lidl; l’altro, residenziale-culturale, fa riferimento a un’ampia area di circa 130mila metri quadrati nel cuore del paese, a poche decine di metri dalla parrocchiale e da piazza Cesare Battisti. Questo secondo piano ha come simbolo

e fulcro la maestosa Villa Badia, passata nelle mani di un unico proprietario: il Dominato Leonense, braccio culturale della Cassa Padana. “Fino a non molto tempo fa – sottolinea l’assessore a Urbanistica e territorio Luigi Braga –, Villa Badia aveva tre proprietari. L’amministrazione comunale è riuscita a favorire il passaggio dell’intero complesso nelle mani di un unico proprietario, che lo userà per manifestazioni culturali. Questa operazione ha consentito

alla comunità di Leno di entrare in possesso, naturalmente a costo zero, di spazi pubblici che noi riteniamo molto importanti, come ad esempio una parte del grande parco. Infatti, chi ha avuto occasione di entrare negli spazi di pertinenza di Villa Badia avrà certamente notato che, a nord e a sud della stradina che collega l’ingresso all’edificio, c’è un ampio parco. Con la firma della convenzione, che si farà entro la fine di giugno, la parte del

parco che si trova a nord della stradina diventerà di proprietà del Comune, quindi dei lenesi. Non solo – conclude Braga – sempre in virtù della convenzione che a breve andremo e sottoscrivere, la comunità di Leno diventerà proprietaria di alcune aree che si trovano a est di Villa Badia. Si tratta di alcune decine di migliaia di metri quadrati, che serviranno per realizzare aree verdi, parcheggi, una pista ciclabile e anche una nuova piazza”. (mtm)

Per celebrare il 40° anniversario di fondazione della locale sezione degli alpini e la loro costante pre-senza e volontariato sul territorio, è previsto per il fine settimana una tre giorni con ricco programma di appuntamenti. Si comincia venerdì 17 alle ore 20.30 con un raduno di moto d’epoca nel piazzale adiacente alla sede dell’as-sociazione, seguito da una sfilata per le vie del paese che, dopo un aperitivo in piazza Pavoni, si con-cluderà con una cena e una serata danzante. Nel tardo pomeriggio di sabato 18 verrà formato dagli alpini un corteo che, a partire dalle ore 18, deporrà dei fiori su tutti i monumenti del pa-ese; mentre domenica avranno luo-go le celebrazioni più importanti: a

partire dalle ore 8 del mattino si ter-rà l’ammassamento presso il piaz-zale della sezione, il quale alle 9.40, dopo l’alzabandiera, verrà intitolato agli alpini castrezzatesi mediante lo scoprimento di una targa. Successi-vamente ci si porterà davanti ai mo-numenti degli alpini e dei caduti, ai quali saranno resi gli onori militari con l’esecuzione del “silenzio” da parte della fanfara “Tridentina” e della banda di Pontoglio. Da lì, una volta compiuti i saluti di rito da par-te delle autorità civili, ci si recherà in chiesa per la Santa Messa. Per concludere la pranzo presso il ristorante “911” all’interno dell’au-todromo di Franciacorta. Alle ore 17 l’ammainabandiera, che conclu-derà così ufficialmente i tre giorni di festeggiamenti. (f.u.)

di Kiev in Ucraina. Nella cittadina milanese si sono potuti incontra-re tutta una serie di operatori spe-cializzati, che vanno dalle Property Companies alle imprese impegnate nella costruzione, dai grandi grup-pi industriali alle società deputate alla gestione dei servizi, dagli studi di progettazione a quelli che forni-scono servizi finanziari e molto al-tro ancora per la valorizzazione, lo sviluppo e la riqualificazione dei pa-trimoni immobiliari.

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e aule sono immense e spoglie, fatte per ospita-re moltissimi banchi, tut-ti uguali: fatti di legno, rigidi e scomodi, con un

buco in alto a destra dove infilare il calamaio. Su di essi stanno seduti gli alunni, tanti piccoli uccellini ne-rovestiti, mentre seguono attenti e compunti le parole che la maestra (l’unica) va scrivendo sulla lavagna. Il suono della campanella li farà schizzare via come uno stormo da un ramo, verso le proprie case e i lavori pomeridiani. Sono queste alcune istantanee che nella memoria collettiva caratteriz-zano l’immagine della scuola nei de-cenni passati, una scuola che ha se-gnato indelebilmente la storia delle nostre comunità. Per conservarne la testimonianza e soprattutto consegnarla alle ge-nerazioni future è stato realizzato a Villachiara un interessante e do-cumentatissimo volume intitolato

parte dall’anno 1820 per arrivare al giorno d’oggi: sfogliando le pagine del libro sarà così possibile render-si conto dei grandi cambiamenti che hanno interessato l’istituzione sco-lastica, riflesso di quei cambiamenti avvenuti nella società italiana. Non solo con i documenti, ma an-che grazie alle fotografie, oltre 60, che arricchiscono l’opera: le diver-sità nella foggia degli abiti e nelle acconciature, nella composizione delle classi e nell’età degli studenti scorreranno veloci davanti agli oc-chi dei lettori, fermate da un obiet-tivo davanti al quale hanno posato, seri e composti, generazioni di vil-laclarensi. Il libro, che è stato edito da La Com-pagnia della Stampa di Roccafran-ca, verrà presentato giovedì 16 giu-gno alle 20.30 nella piazza di Santa Chiara oppure, in caso di maltempo, presso la palestra comunale del pae-se. Insieme agli autori interverranno anche la dirigente dell’Ufficio sco-

“Dalla prima alla quinta”, che dà conto della storia delle scuole ele-mentari del paese della Bassa e del-le sue frazioni, da Villagana a Bom-pensiero alle Martinenghe. Nei mesi passati i tre autori (lo storico locale Paolo Zanoni, il dirigente scolastico Silvio Lamponi e l’insegnante Giu-seppe Riccardi) si sono destreggia-ti tra l’archivio comunale e vetusti registri scolastici, compilati con quell’elegante grafia di altri tempi da insegnanti ancora ben presenti alla memoria dei più anziani. Il frutto di tante fatiche è diventato un percorso attraverso gli anni, che

Un lungo periodo di servizio alla Chiesa che prosegue “fin quando il Signore lo vorrà”. È don Angelo Callegari ad affidarsi alla Provvidenza all’età di 94 anni, essendo nato a Manerbio nell’aprile del 1917; ordinato prete nel giugno 1941 è stato vicario cooperatore fino al 1973 a Gavardo per assumere la guida delle parrocchie di Verolavecchia e Monticelli d’Oglio fino al 1992 e a disposizione fin quando ha dovuto accettare l’ospitalità a

Gottolengo. Sono le motivazioni che accompagnano l’età avanzata anche di don Giuseppe Bettoni, originario di Passirano, dov’è nato nel 1936, ricevendo l’ordinazione nel giugno 1961; vicario cooperatore a Gottolengo fino al 1988, parroco a Prevalle fino al 2000, attualmente cappellano alla clinica Città di Brescia. Egli ha un ricordo particolare per gli anni passati a Gottolengo, da direttore dell’oratorio. “Occorre ancora una Chiesa che susciti

amore, disponibilità al servizio, all’altruismo, come facemmo proprio qui a Gottolengo dove annunciando la Parola di Dio abbiamo avviato il cammino neocatecumenale incoraggiati e stimolati dal parroco don Francesco Vergine e ancora vitale nella vita della comunità”. I due sacerdoti sono stati al centro della festa di domenica scorsa. Hanno concelebrato la Messa nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo col coordinamento del

parroco, don Arturo Balduzzi che ha letto il messaggio d’augurio di papa Benedetto XVI. Le musiche della liturgia a cura del coro diretto dall’organista Romano Manfredi con intermezzi di canti biblici eseguiti dal gruppo di chitarre. Fra il pubblico la signora Giuliana Pezzi, sindaco del paese con esponenti della comunità civica. Domenica prossima 19 giugno don Bettoni sarà festeggiato, alla Messa delle ore 10 a Passirano, suo paese natale. (f.pio.)

Una scultura all’ingresso dell’Isti-tuto “Pascal” per ricordare Ernesto Russo, diplomatosi due anni fa nella scuola e morto in un incidente stra-dale l’anno scorso. L’opera, prodotta in negativo, dipinta con colori uni-formi, si deve allo scultore Cesare Monaco, insegnante di modellato e materie plastiche, il quale ha assem-blato ferro, terracotta e legno in una struttura di gesso. L’iniziativa è nata grazie all’impegno e alla donazione di una famiglia che, volendo resta-re anonima, ha chiesto la collabo-razione della scuola, affinché fosse realizzato un progetto duraturo nel luogo dove Ernesto ha trascorso cinque anni con i suoi insegnanti e compagni di classe. Ernesto aveva una forte passione per la biciclet-ta, il computer, il tempo libero con

gli amici. Sono elementi presenti nell’opera d’arte, dove è inserito un albero che cresce, simbolo della vita e, centralmente, una corda spezza-ta, a indicare la tragicità del destino. Un’opera dalla forte dinamicità per la presenza di più strati sovrapposti (la corda dietro, il giovane in primo piano, l’albero che s’intreccia a ele-menti geometrici sfalsati), simbolo di quella vita dinamica che caratte-rizza l’età di Ernesto, ragazzo estro-verso, sempre pronto alla battuta. La scultura è stata inaugurata l’ulti-mo giorno di lezioni presenti i geni-tori del giovane, il corpo docenti e gli allievi, ai quali si devono la serie di disegni che abbelliscono le pare-ti, realizzate sotto la guida dell’inse-gnante delle materie attinenti l’arte e la letteratura. (f.pio.)

lastico provinciale Maria Rosa Rai-mondi e Luciano Corradini, profes-sore emerito di Pedagogia genera-le presso l’Università di Roma Tre.L’iniziativa è stata fortemente volu-ta dall’amministrazione comunale nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. A tal proposito il primo cittadino Elvio Bertoletti ha affermato: “In quest’anno 2011 di festeggiamenti per il nostro Paese abbiamo voluto ricordare anche la grandissima im-

portanza dell’istituzione scolastica italiana nell’unificazione di tutta la popolazione, necessaria tanto quan-to l’unificazione avvenuta a livello politico”. Già, perché è proprio su quei ban-chi di legno, rigidi e scomodi, tra quelle mani impiastricciate dall’in-chiostro che colava dalla penna e i grembiulini stazzonati che nascon-devano gambette secche e coriacee che è stata scritta, insieme, la storia d’Italia in tutti i suoi piccoli paesi.

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Il programma estivo di Muscoline si appresta a vivere una due giorni di degustazione tra sabato 25 e domenica 26 giugno nelle cantine della scuola “Marco Pedrali” in località Castrezzone, con “I saùr dè la canèa, rassegna di prodotti tipici locali a cura dell’associazione “El Castel”. Giovedì 30 giugno, invece, l’appuntamento mensile con il “Club del libro - Due chiacchiere tra i libri” presso la biblioteca civica, mentre sabato 2 luglio la Banda “Achille Bersanini” ha in programma un

concerto in località Castello, ai piedi della torre civica. Giovedì 18 agosto si aprirà con “Rockatorio” e l’esibizione di giovani band musicali la 10a Festa d’estate presso l’oratorio Pavanelli, aperta sino a domenica 21 agosto (in funzione stand gastronomico). Domenica 4 settembre biciclettata per tutti con partenza da piazza Roma, mentre l’11 sarà la volta della visita prevista alla Rocca d’Anfo (iscrizioni aperte presso la biblioteca).

orna a solcare le acque del Garda e dell’Iseo il “Palio delle Bisse”, pre-stigioso torneo di ‘voga alla veneta’ per asse-

gnare la “Bandiera del Lago 2011”. L’esordio sabato 18 alle ore 21 sul lungolago di Gardone Riviera.Mauro Bonfanti, presidente della Le-ga bisse del Garda ha sottolineato: “La 44ª edizione del nostro palio di-mostra la crescita del movimento di questa nostra nobile arte remiera e come, grazie alla passione di giova-ni vogatori, stia avvenendo l’auspi-cato cambio generazionale neces-sario a proseguire le sfide anche in futuro, per salvaguardare tradizioni secolari e promuovere valori legati all’ambiente”.Quest’anno al via 18 equipaggi, tre in più rispetto allo scorso anno in rap-presentanza dei rispettivi Comuni: Bardolino, Brenzone, Clusane, De-senzano, Garda, Gardone, Gargna-no, Iseo, Lazise, Limone, Malcesine, Peschiera, Salò, Toscolano, le new entry sebine di Monte Isola e Para-tico e il ritorno degli storici gruppi di Portese e Sirmione.Tutto ruota attorno alle bisse, tipica imbarcazione gardesana di antiche tradizioni. Risalgono all’epoca della Repubblica veneta – estesa fino al Garda fra il 1405 e il 1797 – e hanno il fondo piatto per scivolare meglio sull’acqua, sospinte da vogatori che remano in piedi, come i gondolieri

veneziani. A loro viene richiesta una tecnica del tutto particolare che uni-sce sincronismo, equilibrio e ritmo nei movimenti. La storia racconta che la prima regata ebbe luogo nel 1548 a Salò, dove il Palio si svolse per salutare l’arrivo del Provvedito-re Stefano Tiepolo. La tradizione è ripresa agli inizi del Novecento, ri-

pristinata fra il 1924 e il 1939 grazie a personaggi illustri come Gabriele d’Annunzio, quindi tornata dal 1967.Dopo la regata d’apertura di Gardo-ne Riviera, nella quale le prime tre bisse classificate lo scorso anno – Clusanina, detentrice della Bandie-ra del Lago, Ichtya di Peschiera e Bardolino – saranno le teste di serie delle tre batterie, il palio proseguirà in acque veronesi, il 25 a Garda e il 2 luglio a Peschiera. Gli equipaggi torneranno a incrociare i remi il 9 a Desenzano, il 16 a Gargnano e il 23 a Lazise. Il 30 il calendario prevede la trasferta a Iseo che la scorsa sta-gione ha ospitato la finale. La tap-pa di Bardolino, in programma il 6 agosto, precede il gran finale della Bandiera del Lago 2011 che, nella serata del 13, godrà del suggestivo scenario delle acque di Sirmione.Clusanina punta al prestigioso tris consecutivo, ma dovrà guardarsi dai colpi di remo di vecchi e nuovi equipaggi. E insieme a lei ai nastri di partenza il 18 giugno ci saranno Bar-dolino, Desenzano, Garda, Gardone, Gargnano, Iseo, Lazise, Peschiera, Malcesine, Salò, Sirmione, Limo-ne, Toscolano, Clusane, Brenzone, Monte Isola, Paratico e San Felice. Nove le regate in calendario, con la formula itinerante, spostandosi, ot-to delle quali in notturna con inizio alle 21. Formula privilegiata, che as-sicura atmosfere suggestive e larga partecipazione di pubblico.

Arriva un nuovo settore per il Museo della carta. Alla Sala della stampa, vera officina dello stampatore con torchi, presse, taglierini, s’affiancano quelle della fabbricazione della carta, ulteriore riconoscimento al lavoro svolto nella Valle delle cartiere. Dal 19 giugno al 30 settembre il museo è aperto tutti i giorni (10.30/18). L’intero percorso di visita è stato dotato di nuovi pannelli informativi, consultabili anche dai turisti di lingua inglese e tedesca.

È stato varato nelle acque care a Catullo, grazie alla collaborazione della Croce bianca di Brescia, del Gruppo dei volontari del Garda e dei Comuni di Sirmione e Soiano del lago, il mezzo che presterà soccorso sul Garda alle persone in difficoltà per tutto il periodo estivo. L’idroambulanza, potenziata recentemente con moderne attrezzature, sarà gestita dai Volontari del Garda nell’ambito dei soccorsi lacustri che sono coordinati dalla Guardia Costiera.

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al prossimo anno scola-stico l’istituto meneghini di Edolo avrà un corso in più. Si tratta dell’offerta formativa per il triennio,

che potrà affrontare il tema della “bioingegneria” all’interno del per-corso di formazione tecnica. È sta-ta ancora una volta l’idea geniale del preside Silvio Moratti, che ha sempre pensato allo studio finalizzato anche a un’occupazione, prima di pensare al futuro percorso accademico uni-versitario. “Ambiente e tecnologie che caratterizzano le costruzioni – dice il preside – sono una scommes-sa per tutti coloro che si occupano

Studi di Milano che ha messo a dispo-sizione il know-how del proprio corso di laurea (sede a Edolo all’Università della Montagna), il Collegio dei Geo-metri della provincia di Brescia, con la neonata sezione camuna, il corpo do-cente che si è fortemente impegnato nello strutturare il progetto, la realtà produttiva e imprenditoriale valligia-na. Il titolo scelto per il corso è mol-to significativo: “Nuove prospettive per un’edilizia di qualità”. Va detto che gli studenti potranno frequentar-lo, però, in orario extrascolastico, di-mostrando impegno e desiderio reale di acquisire competenze proprie del mondo professionale e tecnologico

degli adulti. Responsabile del corso è l’architetto Alessandro Ducoli di Darfo, che insegna all’istituto Mene-ghini e curerà nello specifico l’attivi-tà didattica, distribuita su 100 ore da svolgersi il sabato mattina. “Si parla di filosofia e tecnologia dell’abitare – afferma Ducoli – come elemento es-senziale per sviluppare competenza e sensibilità diverse e globali verso l’ambiente e il domani della civiltà delle costruzioni”. Ora gli studenti hanno tempo di ve-rificare il programma e rapportar-lo alle proprie esigenze scolastiche, soprattutto in funzione degli orari e degli spostamenti. Infatti, al Mene-

ghini di Edolo affluiscono numerosi giovani dalla Media e Alta Valcamo-nica e il sabato è il giorno del ritor-no a casa per molti. Ma il fascino del nuovo corso ha già attirato molti gio-vani, che hanno voluto approfondire i programmi. Tra essi figurano alcuni workshop pratici che i partecipanti al corso potranno sviluppare presso aziende del settore della biocompati-bilità, entrando nel cuore del mondo del lavoro, acquisendo competenze, ma anche facendosi conoscere. Ed è proprio in questo modo che il pre-side Moratti ha aiutato tanti suoi ra-gazzi a entrare nel mondo del lavoro a testa alta.

di aspetti costruttivi, impiantistici, industriali e artigianali”. Ecco come nasce quest’idea, che può diventare un viatico per il futuro professionale dei giovani. E per fare questo l’istitu-to Meneghini ha chiamato a raccolta diverse competenze: l’Università degli

Sabato 18 giugno alle ore 20.45 nella chiesa della Pieve di Pisogne il coro “La Pineta” presenta il suo nuovo cd di canti, registrato nella primavera di quest’anno. Si tratta di una importante realizzazione che consente di mettere a frutto ben 26 anni di canto corale: tanti sono infatti gli anni dalla nascita di questo coro, che ha raccolto voci dalla sponda bresciana e da quella bergamasca del Sebino. Il nuovo cd del coro “La Pineta” contiene due volumi musicali: il

primo contributo raccoglie i migliori prodotti registrati nella lunga storia di questa bella formazione corale, tratti da dischi in vinile, da audiocassette e da un primo cd di qualche anno fa. Il secondo volume è interamente nuovo: comprende 19 brani mai registrati prima dal coro, studiati a fondo per molti mesi, la cui registrazione usa due aule particolarmente idonee: la chiesa parrocchiale di Toline di Pisogne e la chiesa di S. Rocco a Gorzone di Darfo. Due mesi di registrazione

sono bastati a far capire al coro che si trovava sulla strada giusta e che le sue tante anime si fondono in un unico progetto musicale. Nel corso della sua lunga storia questo coro ha ricevuto molti consensi in Italia e all’estero, fra cui Paesi come Germania e Romania; ma la sua rinascita passa dalla “Cantata di Natale” dell’autunno 2009, registrata anche in dvd e proposta in numerosi appuntamenti. Questo ultimo cd raccoglie suoni e culture compositive diverse tra loro,

toccando tutti i quattro grandi temi che caratterizzano il canto popolare corale polifonico a voci maschili dell’Italia dei giorni nostri: il canto degli Alpini, il canto delle regioni italiane, il canto della tradizione popolare (per intenderci: delle feste sull’aia o all’osteria) e il canto proposto da compositori moderni che chiedono di attualizzare vecchie scritture musicali. Presentando il nuovo cd a Pisogne, il coro sceglierà alcuni brani da commentare ed eseguire per il suo pubblico. (d.a.)

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omenica 19 giugno la parrocchia di Breno fe-steggerà tre suoi figli che hanno raggiunto il 50° anno di ordinazio-

ne sacerdotale. Si tratta di padre Franco Foini, comboniano, di padre Bruno Ducoli, francescano dei frati minori e del diocesano don Valen-tino Tottoli. Il parroco mons. Franco Corbelli sta predisponendo tutto per la cerimonia che culminerà in una solenne conce-lebrazione. In dieci lustri di sacerdo-zio, forse il più provato (proprio co-me il famoso oro nel crogiolo) è stato don Valentino. Nato nel 1936, ordina-to nel 1961, fu vicario cooperatore a Malonno per due anni (dal 1961 al 1963); quindi cappellano all’ospedale di Breno per quasi trent’anni (1963-1992). Poi, finché la saluto glielo ha consentito, ha servito la parrocchia di Breno. Già sofferente dai tempi del Seminario, ha dovuto costantemente fare i conti con una malattia progres-siva che, nell’ultimo quinquennio, l’ha costretto sulla sedia a rotelle. Dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, che lo porta persino a ironizzare sulle sue disgrazie, ha avuto in dono rasse-gnazione, serenità e pazienza nono-stante tutto. Il sacramento dell’Ordine si può dire sia di casa presso la famiglia Tottoli, anche perché oltre a don Valentino ben tre suoi fratelli hanno scelto la medesima opzione di vita nei france-scani conventuali di Padova (Rober-to, Apollonio, Giovanbattista). Padre Franco, invece, (classe 1934)

ha studiato a Verona ed è stato ordina-to a Milano, nel 1961. Dal 1963 al 1969 ha fatto il missionario in Brasile, con-traendo una malattia tropicale di cui porta fastidiosi e pesanti segni ancor oggi. Tornato in Italia è stato impie-gato come promotore vocazionale a Roma, Verona e Brescia. Per 14 anni ha lavorato a Thiene come promotore missionario. Attualmente vive a Mila-no presso il centro “Ambrosoli” come coadiutore in questo istituto per la cu-

ra delle malattie tropicali dei missio-nari. Nel borgo natìo padre Franco è particolarmente ricordato per le sue spiccate doti oratorie, per il tratto cor-diale e per il culto dell’amicizia. Infine, padre Bruno Ducoli (al seco-lo Venanzio), classe 1935, è della “Ca’ Bianca”, sulla strada che da Breno sa-le verso l’abitato di Bienno. Entrato in noviziato quando ancora era gio-vanissimo, viene ordinato a Milano nel 1961. Dopo gli studi di Teologia a Roma e di Lettere e filosofia a Mila-no, insegna a Varese e a Saiano. Nel 1968 si trasferisce in Belgio per stu-diare Sociologia a Lovanio. Insegna a Bruxelles. Entra in contatto con gli italiani immigrati e fonda una scuola (Centro di azione italiano - Universi-tà operaia). Nel 1975 dà vita a quat-tro cooperative che danno lavoro ai giovani emigranti italiani attanagliati dalla crisi. La stessa attenzione Ducoli dedica agli immigrati spagnoli. Nel 1980 di-viene interlocutore privilegiato del governo belga per l’immigrazione. Nel 1993 fonda un’emittente radiofoc-nica, “Radio sì”. Poi, viene chiamato dal Consiglio d’Europa a Strasburgo per stendere progetti sull’intercultu-ralità. È nominato cavaliere dal presi-dente della Repubblica Carzo Azeglio Ciampi e da Alberto II, re del Belgio. Dal 2001 abita in riva al lago di Gar-da, a Gargnano, presso il suggestivo convento di San Tommaso, dove con-tinua il suo operato, favorendo con passione i progetti e le iniziative del Centro europeo di promozione inter-culturale.

L’area della Valgrigna è stata oggetto di un recente studio a cura degli studenti dell’istituto per geometri “Teresio Olivelli” di Darfo Boario Terme. Sotto la guida del docente Gianfranco Gregorini e dei colleghi Ravelli e Monopoli, gli allievi sono stati impegnati in un lungo lavoro di studio e progettazione denominato “Area di progetto valorizzazione multifunzionale dei comprensori pascolivi afferenti all’Area vasta Valgrigna, provincia di Brescia”. “Dopo la campagna di rilevamento,

effettuata nel corso di tutto il 2010, potendo contare su più uscite a cura delle classi quarte – spiega Gregorini – gli studenti delle quinte di quest’anno si sono dedicati alla stesura di nuove proposte di riqualificazione e adeguamento delle strutture esistenti. Si tratta di veri e propri piani operativi che comprendono disegni in “Autocad” comprensivi di planimetrie e sezioni, relazioni tecniche corredate di apparati fotografici, estratti cartografici e

bozze di preventivi che, seppur non definitivi, rendono comunque un’idea almeno sommaria dell’entità di spesa per ciascun intervento. I progetti sono stati quindi presentati ai compagni, ai professori e al preside, grazie all’utilizzo di alcune videoproiezioni in “Powerpoint” realizzate dagli stessi studenti. Sono state molte le idee avanzate – scrive il giornale on line dell’Ersaf ‘Grigna InForma’ – soprattutto in previsione di una sempre maggiore fruizione dell’ambiente montano

e alpestre da parte di turisti ed escursionisti. “I progetti realizzati dai ragazzi sono davvero molto concreti ed interessanti – conclude il professor Gregorini –, andando dai miglioramenti strutturali agli edifici preesistenti, all’introduzione di locali adibiti alla degustazione, alla ristorazione e alla vendita al dettaglio dei prodotti realizzati in loco”. Tra le strutture considerate vi sono le malghe di Roselletto e Stabil Fiorito, in Valcamonica e Mai e Campelli in Val Trompia.(e.g.)

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aranno tre giorni impor-tanti per la Valtrompia i prossimi 17, 18 e 19 giu-gno, quando sui monti che segnano la Valle bre-

sciana transiteranno i partecipanti al Gran Trail 3V, organizzato dalla società Trail Running Brescia per ricordare e commemorare ideatori e associazioni escursionistiche che si sono adoperati per realizzare e mantenere lo storico sentiero delle tre Valli. “Proprio nel 30° anniversa-rio dalla sua istituzione – spiega Mi-chele Mombelli, presidente del Trail Running Brescia –, abbiamo deciso

rathon’ lungo 43 chilometri (2.800 metri di dislivello) con partenza da Gardone Val Trompia. Per informazioni dettagliate su map-pe, percorsi e descrizioni dei luoghi è possibile visitare la pagina web http://sites.google.com/site/trail3v.

Poco a poco l’auditorium dell’Istituto Paolo VI s’è riempito di facce giovani: i ragazzi che hanno partecipato al percorso 2010/2011 dell’Opera per l’educazione cristiana sul tema “Fede e giustizia”. I più meritevoli hanno ricevuto borse di studio, in una cerimonia aperta dal presidente Giuseppe Camadini con un messaggio sul valore di informazione ed educazione, ponendo attenzione sugli strumenti della modernità,

(internet, social-network e simili). Il cardinale Re, prefetto emerito della congregazione per i Vescovi, ha poi esortato i ragazzi a fare buon uso del dono della vita, evitando di banalizzarla e sottolineando che l’avvenire di ognuno va costruito con impegno negli anni della giovinezza. La giornata è stata allietata dall’intermezzo musicale dei giovani del conservatorio musicale Luca Marenzio di Brescia, tra cui il

giovane chitarrista Michele De Vincenti e il talento del violino Valerio Scarano, di soli sette anni. Infine, don Angelo Maffeis e l’avvocato Bonetti con l’ausilio del professor Eugenio De Caro hanno proclamato i vincitori (23 i giovani scelti) del premio in memoria di mons. Cavalleri, che tanto ha dato all’Oec. In ultimo, la consegna dei premi-ricerca e dei riconoscimenti agli istituti superiori che hanno preso parte al percorso. (e.bett.)

di istituire una gara che onorasse il lavoro compiuto nel 1981 da Sil-vano Cinelli, Tullio Cremonesi, Re-nato Floreancigh, Ettore Quaroni e 21 sodalizi escursionistici e alpini-stici bresciani. Il sentiero 3V, come le Alte Vie, ha anticipato di molto i tempi e già a ottobre ci siamo mossi con una ‘edizione zero’ per testare il percorso e fissare un tempo massi-mo di percorrenza per i partecipanti alla gara di Trail Running”.Con un tracciato ad anello che per-corre creste e crinali e abbraccia idealmente le tre valli bresciane (Valtrompia, Valcamonica, Valsab-

bia), il sentiero 3V compie il giro di boa più a nord al Passo Maniva, of-frendo paesaggi mozzafiato su laghi di Garda, Iseo, Idro e nelle giorna-te limpide Appennini, Monte Rosa, Bernina, Brenta e Adamello. “La gara – specifica Maurizio Angel-la, coordinatore del Gran Trail 3V – prenderà il via da piazza Loggia a Brescia, seguirà il 3V a esclusione di alcuni tratti giudicati pericolosi (Corna Blacca, Dosso Alto, Corni del Diavolo, Punta Almana), salirà cime come Sonclino, Ario, Dasdana, Colombine, Crestoso, Muffetto, Gu-gliemo e poi farà ritorno verso la cit-

tà, seguendo un itinerario antiorario che utilizzerà alcune varianti basse a seconda della categoria di percorso. Una prima possibilità è il “Gran Trail 3V”, sui 160 chilometri dell’intero tracciato con un dislivello positivo complessivo di 9.500 metri di disli-vello (tempo massimo 45 ore); quin-di i 90 chilometri del “Trail 3V” che, partendo da piazza Loggia va verso la Maddalena, prima di deviare su Conche, monte Sonclino, santuario di Sant’Emiliano, S. Maria del Giogo a Gardone, Vesalla, Sella dell’Oca, Campiani e arriva al traguardo del Villaggio Badia dopo 4.500 metri di dislivello positivo; infine, il percorso più breve denominato ‘3V Night Ma-

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Sbarca anche nella Valle del Mella il festival del paesaggio 2011 “Terre di Brescia”, che va in giro anche per la Valcamonica, la Valsabbia, la Franciacorta e le sponde del lago di Garda fino al prossimo 31 luglio. Nel frattempo sarà il convento di S. Maria degli Angeli a Gardone Val Trompia a far da cornice dal 16 al 19 giugno ad “Ambient Festival”, rassegna cinematografica a cura dell’associazione Detour: Home di Arthus-Bertrand il 16, Annozero il 17, Delivery il 18 e Of Forests

and Man il 19. Sabato 25, invece, spettacolo di Charlie Cinelli al parco Donatori di sangue. Sabato 2 luglio al Museo Il Forno di Tavernole inaugurazione (ore 17) della mostra pittorica “Valtrompia: il mito della montagna”. Domenica 10 luglio Sarezzo ancora protagonista con Paolo Rech al museo “I magli”. Domenica 17 luglio alle ore 14 Mascoulisse Quartet al Monte Guglielmo e giovedì 21 a Villa Glisenti concerto di Jang Senato. Info su http://92.243.22.53/wp/.

on l’apertura al pubblico della miniera Marzoli di Pezzaze nel 1999, l’Agen-zia parco minerario Alta Valtrompia è sempre sta-

ta ritenuta da tutti una grande risor-sa per lo sviluppo turistico della zo-na, ma a fine maggio è stata messa in liquidazione. Una decisione pre-sa all’unanimità dai soci: Comunità montana (30%), Comuni di Collio, Bovegno, Pezzaze (19,65% ciascu-no), Marmentino e Irma (quote mi-nori). Una decisione sofferta ma obbligata di fronte al debito accu-mulato e all’impossibilità di affron-tare un aumento di capitale. Con la volontà, però, di fare chiarezza e ri-partire su nuove basi. Questo il sen-so dell’incarico dato ai liquidatori Mauro Tognoli e Ivano Porteri, os-sia cercare di riaprire subito la mi-niera Marzoli, vera fonte di incassi ordinari negli 11 anni trascorsi. La miniera nel 2006 ha attirato in valle 20mila visitatori. Anche il vescovo Giulio Sanguineti vi passò un giorno straordinario (vedi foto accanto) en-trando col trenino giallo. Ancora a novembre di quest’anno un colosso come Gardaland l’ha scelta per gi-rarvi il film di lancio della sua nuo-va attrattiva Raptor. Si era aggiun-to con successo il trekking coi suoi ponti tibetani alla S. Alosio (Collio). Spiegava Mauro Tognoli, presidente da agosto 2010, che il Parco si trova

in una situazione anomala sul fronte dei conti. Da una parte il passivo di 1,9 milioni (1,250 verso banche con 1,050 per mutuo Iccrea e possibili-tà di estinzione con versamento di 300mila euro). Dall’altra l’attivo quo-te di valore nelle concessioni idroe-lettriche Morina e Marmentino (Ta-

vernole), che non è possibile aliena-re per un insieme di difficoltà ammi-nistrative; inoltre, possied immobili e vanta un credito di 300mila euro verso la società S. Silvestro (Gruppo Eva) residuo della operazione milio-naria che ha visto questa acquista-re la concessione idroelettrica Ba-vorgo (Collio); insieme era prevista una sponsorizzazione di 55mila euro per 12 anni. La società ha ottenuto tutte le autorizzazioni regionali per le attività in miniera fino al 2012. È inciampata sul Durc (Documento unico regolarità contributiva previ-denziale), la recente normativa che impedisce agli enti pagamenti a chi manca della relativa certificazione. Il Parco (spiegava Tognoli) aveva ad agosto 2010 oneri previdenziali pregressi, subito rateizzati ma che hanno impedito incassi. È chiaro nella sua analisi il presiden-te della Comunità montana Bruno Bettinsoli: “L’idea del Parco è valida. Il problema sta nella gestione ordi-naria in perdita costante. Le misure adottate ultimamente dalla Comu-nità (trasferimento uffici da Collio a S. Maria degli Angeli, contratto di servizio per gestione siti musea-li) avevano già portato benefici per 80mila euro. Situazione economica e vincoli legislativi per gli enti han-no bloccato tutta l’operazione. Ora si sta studiando come ripartire su basi diverse”.

Domenica 19 giugno Fans Club Damiano Cunego, Comune di Concesio, Circolo G.B. Montini Costorio e oratorio di S. Andrea organizzano la 4ª “Concesio in bici”, biciclettata con quota di iscrizione libera e fondi destinati a padre Erminio Osti (info su www.fraternititalia-togo.org). Ritrovo alle ore 15.30 in via Montini, partenza alle 16; alle 17 sosta e recupero del gruppo in via Campagnole prima di giungere intorno alle ore 18 al parco di via Galilei a S. Vigilio.

Sarà Gardone la sede del Campionato italiano disabili tiro a segno per società. Organizzata da Fispes (Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali) in collaborazione con la Polisportiva disabili Valcamonica, la gara è riservata alle specialità di pistola e carabina. L’appuntamento è per venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 giugno presso l’edificio del tiro a segno nazionale sito in via Artigiani 19 a Gardone. Maggiori informazioni su ww.fispes.it.

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romuovere una gestione sostenibile del nucleo an-tico da una parte, ma an-che individuare politiche urbanistiche di tutela e

valorizzazione del patrimonio edili-zio dall’altra. Ruota attorno a questi due poli l’ampio progetto denomina-to “Linee guida per la valorizzazio-ne del centro storico del Comune di Coccaglio” avanzato dal vicesindaco e architetto Ivano Massetti nell’ot-tica d’intraprendere un innovativo percorso di gestione del territorio e delle risorse tecnico-economiche, partendo dal “Piano del colore”, fi-no ad arrivare a un più ampio piano di riqualificazione e conservazione dell’esistente.Un intervento tanto complesso (a più tranche) quanto costoso (175mi-la euro), che il Comune potrà però affrontare con un valido sostegno, sia professionale sia finanziario: pochi giorni fa è giunta infatti una comunicazione nell’ambito della partecipazione al bando “Promuo-vere le metodologie innovative per la conservazione programmata” da parte della Fondazione Cariplo per sostenere al 50% l’opera, attraverso

un contributo di ben 80mila euro (la differenza di 95mila euro è già stata stanziata a bilancio).“Il nostro è stato riconosciuto come il miglior progetto presentato – ha sottolineato soddisfatto l’assesso-re Massetti – e potrebbe fungere da progetto pilota, avvalendosi di tecni-che sofisticatissime, di professioni-sti esperti e di docenti universitari”.La strategia d’intervento prevede una prima fase di rilievo con laser scanner 3D delle cortine edilizie del-le principali zone del centro, sui cui intonaci, coloriture e materiali ver-ranno applicate indagini conosciti-ve specifiche e d’approfondimento; in seguito ci saranno delle fasi di formazione e diffusione dei risulta-ti (con probabile esposizione delle varie tavole in Castello) e di censi-mento-schedatura informatizzata, consultabile e aggiornabile, dell’in-

tero patrimonio edificato del centro.“Il prima possibile predisporremo il disciplinare d’incarico – ha aggiunto Massetti –, mentre già a inizio set-tembre si prevede di partire con i primi rilievi laser scanner, che po-trebbero essere ultimati, tra acqui-sizione ed elaborazione dati, entro fine anno”.La redazione del piano di gestione e di conservazione programmata del centro storico, con la stesura del-le linee guida, è attesa invece per la fine di marzo 2012. Certamente anche la periferia avrà la sua parte, come ha specificato Massetti: “È stato avviato un procedimento per la redazione del Piano Cascine, in-dispensabile per fornire indicazioni sulle modalità di recupero di edifi-ci originariamente agricoli, in cam-pagna o nelle immediate vicinanze al centro”.

Domenica 12 giugno Zone ha festeg-giato il parroco don Lorenzo Peder-soli in occasione del 40º anniversario della sua consacrazione presbiterale. Don Lorenzo è nato il 3 novembre 1946 ed è stato ordinato prete il 12 giu-gno 1971. Domenica 13 giugno alle ore 10.30 ha celebrato la prima S. Messa a Montecchio, paese natale. La prima destinazione fu presso la parrocchia di S. Antonio di Padova, alla periferia della città. Per tre anni è stato vicario cooperatore impegnato in oratorio ol-tre che in chiesa e come insegnante di religione alla scuola media. Nel 1974 il vescovo Luigi Morstabilini lo inviò come parroco a Vissone Montecam-pione. Aveva 28 anni.Don Lorenzo ricorda quell’esperien-za con queste parole: “Era la mia pri-ma esperienza come parroco in un piccolo paese di montagna, ma con migliaia di turisti che frequentavano la stazione sciistica di Montecampio-ne. Furono anni intensi, a contatto con la gente che stimava il sacerdote e frequentava la chiesa accostando-si ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia. Nei momenti liberi an-davo a sciare, facevo passeggiate nei boschi alla ricerca di funghi, aiutavo qualche contadino per la fienagione. Ogni anno passavo in tutte le case per la benedizione. Quando qualcuno era seriamente ammalato mi chiamava-no per amministrare i sacramenti e per assistere i moribondi. Mi sentivo come un missionario, specie quando andavo nelle cascine, lontano dal cen-tro del paese, dove vivevano contadi-ni con mucche, pecore e capre”. Il 1°

febbraio 1987 mons. Bruno Foresti lo destinò parroco ad Angone di Darfo, dove rimase più di 16 anni provando, come ogni sacerdote, gioie e sofferen-ze, successi e insuccessi. Dal 2003 è parroco di Zone e lì continua la sua missione presbiterale, in buona sin-tonia con la popolazione. La festa è stata molto partecipata e don Loren-zo ha potuto misurare tutto l’affetto che gli riservano i suoi parrocchiani.

Esce questa settimana il numero 6 del freepress “La Voce della Franciacorta”. Il Primo piano del mese è dedicato al marketing territoriale, con approfondimenti sulle realtà che promuovono e il territorio franciacortino: fra queste uno sguardo al Festival del Franciacorta, che esce dai confini bresciani, portando prodotti e nome tra la Versilia e Capri. Nelle pagine del territorio troviamo l’iniziativa dei volontari presso la biblioteca di Castegnato e la storia del pittore

rovatese Beppe Bonetti, presente alla Biennale di Venezia. Ampio spazio per uno speciale su Cellatica con la “Settimana dello sportivo”, mentre sul Sebino è la Summer School iseana a tenere banco. Poi l’appuntamento con il festival “Ure de macc”, il focus di Economia sulla storia che riconosce la Franciacorta come zona di origine controllata e garantita e due racconti sportivi di promozione in B: Monticelli Brusati nel basket, il Cs Franciacorta nel calcio femminile.

Entra nel vivo la Festa patronale. Stasera (giovedì 16) alle 20.45 tutti in piazza ad ammirare “La bottega del caffè” di Goldoni del Nodo Teatro; domani (venerdì) l’appuntamento è alle 19.30 nel Quartiere Santi Gervasio e Protasio con la processione accompagnata dalla banda, Messa, rinfresco e animazione per tutti. Dalle 20 sotto il portico del municipio mostra d’arte e dalle 22, in piazza, concerto della Celtic Harp Orchestra. Sabato alle 10 nel parco comunale aprirà i

battenti il campo medioevale, dalle 15 bancarelle del gusto in centro, alle 16 spettacolo circense della compagnia Comicandò, alle 18 Messa e alle 20.45 concerto tributo a Fabrizio De André in piazza.Domenica dalle 9 in centro Mercatino dell’antiquariato, alle 11 Messa per i patroni, alle 15.30 corteo degli sbandieratori dall’oratorio, alle 16 trucca-bimbi e scultori di palloncini, e alle 21 gran finale della Corale Montorfano nel suo 50°. (a.s.)

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rescia vanta da anni un centro di eccellenza eu-ropeo per la cura delle patologie che colpiscono l’occhio. Si tratta dell’Il-

mo, l’Istituto laser di microchirurgia oculare, fondato dal prof. Roberto Pi-nelli, al suo rientro in Italia nel 1998, dopo un periodo di formazione negli Stati Uniti. È proprio il fondatore a spiegare cos’è Ilmo. “È un istituto di ricerca oftalmogica per lo studio, la messa a punto e l’ap-plicazione di soluzioni innovative sia nel campo delle patologie oculari, sia nel campo della soluzione di di-fetti visivi – afferma Roberto Pinelli –. È una clinica conosciuta a livello internazionale per la modernità delle opzioni terapeutiche, anche in ambiti tradizionalmente ritenuti non curabili, sempre all’insegna della non invasivi-tà delle procedure chirurgiche, la bi-lateralità dell’intervento (si interviene su entrambi gli occhi nel corso della medesima operazione), recupero visi-vo rapidissimo, la sicurezza delle tec-niche e l’efficacia dei risultati”.Quali patologie curate dal vostro Istituto?Tutte quelle che riguardano gli occhi. Tutte le diverse forme di retinopatia, il glaucoma, le uveiti, le infezioni ricor-renti, i traumi oculari, i calazio palpe-brali. Sarebbe impossibile elencarle tutte. Quelle che interessano i bam-bini, di tutte le età, genetiche o fun-

corneale trans epiteliale. La catarat-ta, sebbene noi non la consideriamo più una malattia, ma un’opportunità per tirare indietro le lancette dell’oro-logio di molti anni! Anche la funzione e forma delle palpebre possono esse-re curate con interventi di blefaropla-stica molto naturali.Quali sono le patologie che ri-scontrare con maggiore frequen-za nei vostri pazienti?Difficile dirlo. Essendo una clinica oftalmica vediamo pazienti diversi, da paesi diversi, che hanno proble-mi diversi. I nostri specialisti vitreo-retinici vedono molti ipovedenti af-

zionali. Il cheratocono, progressiva protuberanza della cornea (cono-for-me) che nel tempo porta il paziente ad una visione talmente distorta da non essere corretta con alcun mezzo. Noi proponiamo invece il Cross linking

“Il nostro obiettivo costante – af-ferma Roberto Pinelli – è mettere in condizione i pazienti di vedere al meglio delle loro potenzialità”. La P-Curve, ideata dall’Istituto, risolve la presbiopia (che interviene in tutti noi col passare degli anni) eliminando la necessità di indossare gli occhiali da lettura ma, anche, eliminando prece-denti difetti visivi (miopia, astigma-tismo, ipermetropia). “Con un solo intervento - prosegue - tolgo tutti gli

occhiali e le lenti a contatto”. Ilmo propone anche una modificazione del crosslinking corneale per chi è affetto da cheratocono, patologia de-generativa che portava buona parte dei pazienti al trapianto di cornea. “L’opzione made in Ilmo - afferma an-cora Pinelli - è transepiteliale: lascia intatto lo strato più esterno della cor-nea prima di illuminarla con gli ultra-violetti. Niente dolore, fortificazione della superficie corneale, possibilità

di ripetere il trattamento negli anni, niente più trapianto in buona parte dei casi”. L’Ilmo ha messo a punto anche la correzione dell’astigmati-smo misto,da sempre cruccio de-gli oculisti chirurghi, grazie ad una procedura di ablazione sequenziale del tessuto corneale tramite laser ad eccimeri che va a toccare in modo diverso i cilindri dell’astigmatismo. Tra le “eccellenze dell’Ilmo l’inseri-mento di lenti intraoculari per i di-

fetti visivi elevatissimi (anche +30 diottrie di miopia, solo per fare un esempio); la cataratta refrattiva anti-aging, intervento che risolve l’opacità del cristallino (cataratta) e anche i difetti visivi precedenti, che obbligavano il paziente alle lenti a contatto o occhiali per vedere bene da lontano (miopia, ipermetropia, astigmatismo) e probabilmente an-che all’occhialino da lettura per vi-cino (presbiopia).

fetti da retinopatie diverse. Stiamo facendo un ottimo lavoro con i pa-zienti diabetici. L’oculista pediatrico e gli ortottisti incontrano tanti bam-bini con problemi di occhio pigro, o che già portano un’occlusione (top-pa sull’occhio) i cui genitori voglio-no verificare quanto fatto fino a quel momento, vediamo tanti bambini purtroppo ipercorretti.I vostri interventi sono risolutivi?Se per risolutivi si intende che elimi-nano il difetto visivo, lo sono sempre. In alcuni casi è necessario un inter-vento di perfezionamento, ma il pa-ziente ne è informato.

Ilmo (Istituto laser microchirurgia oculare) è una struttura sanitaria privata, fondata a Brescia nel 1998 dal dottor Roberto Pinelli. Si tratta di una clinica specializzata nella diagnosi, lo studio e la soluzione dei difetti visivi e delle patologie oculari. L’istituto utilizza strumentazioni diagnostiche di ultima generazione e le tecniche di chirurgia refrattiva più all’avanguardia. Ilmo si occupa di ricerca nell’ambito della chirurgia della visione. I progetti di ricerca

sono coordinati in collaborazione con le principali società scientifiche. L’Istituto fondato da Pinelli è conosciuto per l’attività di ricerca negli ambiti più nuovi della chirurgia refrattiva, come la correzione della presbiopia e il trattamento del cheratocono. In oltre un decennio di attività l’Istituto ha eseguito, in regime ambulatoriale oltre 10mila interventi chirurgici. L’Istituto è autorizzato all’esercizio di struttura di ricovero a ciclo diurno dalla Regione Lombardia.

Il dottor Roberto Pinelli è il direttore scientifico dell’Istituto laser microchirurgia oculare (Ilmo). Nato a Brescia nel 1959, Roberto Pinelli si diploma in Pianoforte al Conservatorio di Brescia. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale degli Studi di Milano, dove si specializza in Oculistica. La sua formazione in Chirurgia refrattiva ha luogo negli Stati Uniti e presso il Gordon Binder Weiss Vision Institute del prof. Michael Gordon a San Diego

(California). Nel 1998 Roberto Pinelli torna in Italia per creare a Brescia un centro di eccellenza per la cura dell’occhio. Nasce così l’Istituto laser microchirurgia oculare che, grazie all’attività di ricerca e al rapido sviluppo, diviene in breve uno dei più noti centri d’Europa per la correzione dei difetti visivi e il trattamento delle patologie oculari. Nel 2008 l’Ilmo viene autorizzato dalla Regione Lombardia all’esercizio di struttura di ricovero a ciclo diurno.

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Si è svolta nelle scorse settimane la cerimonia di premiazione del concorso “Unitalia parole, gesti e ricordi che creano unità” promosso dalla Fidae di Brescia con il patrocinio dell’Ufficio scolastico provinciale, degli assessorati alla pubblica istruzione della Provincia e della città di Brescia, dell’Ufficio scuola diocesano e con l’adesione di Comunità e scuola. Il concorso si proponeva di invitare gli studenti della scuola

dell’obbligo statale e paritaria ad una riflessione sul tema dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Al concorso potevano partecipare classi delle scuole primarie con raccolte di pensieri, racconti, poesie e fiabe e produzioni grafiche. Le classi delle scuole secondarie di I grado, invece, potevano partecipare al concorsi con rassegne stampa commentate, raccolte di immagini significative o raffigurazioni simboliche

del tema scelto corredate, però, da un commento e con produzioni grafiche. La cerimonia di premiazione (nella foto) è stata ospitata negli spazi dell’auditorium Santa Giulia, alla presenza di un nutrito pubblico e dei rappresentanti delle istituzioni che hanno dato il loro sostegno al concorso Fidae per l’anno scolastico 2010/2011.Per la scuola primaria sono andati il 1° all’Istituto Canossiano di Via Diaz, il 2° alla Scuola S.

Maria della Pace, il 3° alla Scuola Maria Ausiliatrice di Cogno, il 4° all’Istituto S.Maria degli Angeli. Nella scuola secondaria di primo grado i vincitori sono stati: 1° premio Istituto S. Maria degli Angeli, 2° premio S. Maria della Pace, 3° premio Istituto S. Dorotea di Cemmo, 4° Istituto Audiofonetico di Mompiano. Nel corso della cerimonia è stato espresso ai partecipanti il grazie più sincero da parte degli organizzatori.

a settima edizione del concorso Fidae per l’an-no scolastico 2010/2011 proponeva questo tema: “Unitalia: parole, gesti

e ricordi che creano unità”, un te-ma che può sembrare scontato, ma che, in realtà, ha aiutato gli studenti sia delle scuole primarie che secon-darie di primo grado, a riflettere su un argomento che ha suscitato l’in-teresse e l’impegno di molti. Del re-sto questo era anche l’obiettivo di fondo che si proponeva la Federa-zione delle scuole cattoliche attra-verso la scelta di questa tematica perché ciò che conta è aiutare gli studenti a conoscere, a riflettere e a saper esprimere il proprio giudi-zio con intelligenza ed equilibrato senso critico sui vari argomenti che la scuola e la società propongono. I ragazzi sono stati davvero bravi sia nella scelta delle tecniche che han-no illustrato i loro lavori, come nei contenuti. C’è stato chi si è servito di strumenti più tradizionale come i cartelloni o i ritagli di giornali e chi

invece ha saputo realizzare dei dvd. L’impegno non è mancato da parte di nessuno, ma bisognava pur arrivare a fare una scelta tra i diversi concor-renti e ad assegnare una premiazio-ne. Questo passaggio non è stato fa-cile per la commissione giudicatrice che ha ripreso tra le mani più di una volta i vari elaborati per essere più veritiera nei suoi giudizi. Qualche giorno fa si è giunti alla tanto attesa premiazione che ha visto una mas-siccia presenza di giovani studenti, accompagnati dai loro docenti o dai loro genitori, riempire la bellissima sala dell’Auditorium S. Giulia. Nel corso della premiazione Maria Rosa

Raimondi, responsabile dell’Ufficio scolastico territoriale, ha infatti sot-tolineato come da sempre la scuo-la ha contribuito a far conoscere i vari momenti che hanno portato a costruire la nostra Patria e a mante-nerli vivi nella memoria di noi tutti. Inoltre ha aggiunto che non solo gli eventi storici sono stati importanti per giungere all’unità del nostro Pa-ese, ma anche la letteratura, l’arte, la religione, la lingua hanno contribuito a questo cammino ed ora tocca a noi farli nostri e continuare a mantenerli vivi per essere buoni cittadini. Pom-pilio Cesaretti che per lunghi anni ha lavorato, prima come maestro e poi come direttore didattico nella scuo-la elementare e che anche oggi con-tinua a interessarsi con grande pas-sione di problematiche scolastiche, ha saputo accattivarsi l’attenzione di tutti i presenti narrando alcuni sim-patici episodi personali che lo hanno visto protagonista nel periodo della seconda guerra mondiale. Ma per tut-ti il momento più atteso è stato quel-lo della consegna dei premi.

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Si è appena concluso un anno durante il quale l’Associazione genitori scuole cattoliche si è ulteriormente rafforzata a livello nazionale ma anche provinciale bresciano. Le attività svolte sono proseguite estendendosi sul territorio diocesano: corsi formativi per genitori, iniziative di sensibilizzazione per le diverse comunità civili e religiose, progetti di solidarietà rivolti alle famiglie, servizi di assistenza e consulenza cofinanziati a servizio

degli alunni delle principali scuole cattoliche nel Bresciano, riunioni organizzative e di coordinamento sia a livello di singola scuola che provinciali e regionali. Tutto questo, e altro ancora, per confermare la necessità e l’urgenza di un’azione solidale, culturale ed anche politica sul fronte della carità intellettuale e pedagogica, in ambito educativo e scolastico, dove le famiglie ed i loro ragazzi sono più esposti e trascurati. In quest’ultimo senso si è senza

dubbio rafforzata la presenza dell’Agesc nel dibattito sia nazionale che regionale sulla mancata applicazione della legislazione nazionale relativa alla parità di trattamento economico e giuridico tra scuola pubblica statale e non statale. Si tratta effettivamente di un serio problema, di una priorità dell’agenda politica da sempre, come lo è in Italia in generale il welfare famigliare e la promozione della libertà di educazione nella

scuola. In questa prospettiva l’Agesc provinciale di Brescia ha appoggiato le iniziative promosse a livello regionale e nazionale, per denunciare la fatica delle famiglie con figli iscritti alle scuole paritarie cattoliche anche in provincia di Brescia a confermarsi in questa scelta. Su questo tema l’Agesc rimane attiva, in dialogo, in azione, come avvenuto con l’ultimo importantissimo Consiglio nazionale di Milano della scorsa settimana. (g.g.)

a scuola è finita per qua-si tutti gli studenti, salvo quelli impegnati negli esa-mi di Stato, e adesso si po-ne, alle famiglie, la grande

questione del “come fare”? Come fare a gestire soprattutto i bambini più pic-coli nelle case vuote da papà e mam-ma impegnati comunque a lavorare? Grande impegno per i nonni, quando ci sono. Una medaglia ai Centri ricre-ativi estivi (Cre) degli oratori, delle associazioni, dei Comuni... Insomma, un gran movimento. E questo gran movimento è un’altra occasione per riflettere sulle modalità di cura dei più piccoli, anche sulla necessità che vi sia una continuità con orientamen-ti, modi di fare e di pensare delle fa-miglie. In sostanza, quella che si dice continuità educativa. Non è questione da poco e rimanda una volta di più a una questione centrale dell’educazio-ne che è la condivisione. L’emergenza educativa di cui si continua a parlare è propriamente emergenza nel cogliere la responsabilità condivisa, nell’avver-tire la necessità di compartecipazio-

ne. Cosa c’entra tutto questo con la fine della scuola? C’entra perché, come ricordato prima, le esigenze pratiche di cura e accudimento dei più piccoli rendono evidente come non sia possibile cavarsela da soli, secondo l’ormai consolidata prassi individualista della società contem-

poi il Cre, poi i nonni, poi il Comu-ne, poi l’oratorio... –, a considerare ogni soggetto come individuo e col-locando ogni cosa in un quadro pre-valentemente utilitarista: tutto gira intorno al soggetto e ai suoi bisogni. Ad esempio: i genitori che lavorano hanno necessità di affidare per un certo numero di ore i minori ad altri adulti... e li lasciano ai Centri esti-vi. Questi finiscono per essere “sup-plenti”, come tanti altri soggetti che si danno da fare. Una volta si parla-va di comunità educante. Comunità capace di raccogliere – per tornare alla fine della scuola – il patrimonio che viene da un anno scolastico, di relazioni importanti tra persone – i ragazzi tra di loro, con gli adulti... – e continuare un percorso che cerca-va di non perdere il filo. Ecco, l’au-spicio per questa fine della scuola è che porti con sé un supplemento di riflessione. Di cose, di azioni, se ne fanno già davvero tante: riscoprire il senso, riflettere e trovare nuovi orientamenti, questa è la scommes-sa cui affidarsi.

poranea. Il problema è rendersene conto e fare un passo avanti, cioè crescere nella consapevolezza che le azioni di tanti potrebbero e do-vrebbero costruire un quadro comu-ne. Oggi si è più propensi a intende-re ogni azione singolarmente, come isolata in se stessa – prima la scuola,

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Si è concluso tra sorrisi e abbracci l’anno all’istituto paritario Euroscuola di Brescia. Nell’ultima giornata di lezione è stata organizzata la festa di chiusura, che ha visto protagonisti ragazzi e insegnanti. Come ormai di consueto, si sono svolte le premiazioni per l’elezione di Miss e Mister Euroscuola: a indossare la fascia Michela Gnutti della V Turismo e Alfio Cantù della V° B dell’Istituto tecnico per geometri (nella foto). Tra gli applausi dei

compagni diversi studenti sono stati premiati per l’impegno sportivo e lo studio. Le ragazze della IV Turismo hanno ricevuto il premio per aver partecipato alla Commissione Cultura del Comune di Brescia, grazie al supporto e alla guida della professoressa Mariacristina Cristini. Nel corso della cerimonia finale la direttrice Corinne Bellucci ha ringraziato lo staff dell’istituto Euroscuola, sottolineando l’impegno costante da parte di dirigenza e docenti

nel perseguimento degli obiettivi scolastici e umani. Il discorso di chiusura è spettato al coordinatore didattico, il professor Roberto Viani, il quale ha riportato alla memoria alcuni momenti importanti vissuti durante l’anno scolastico e ha messo in luce l’importanza della fatica che giorno dopo giorno ha ripagato gli sforzi e rivelato la forza del sapere andare avanti. A fine cerimonia partita di pallavolo ‘insegnanti contro alunni’, quindi il rinfresco per tutti.

uando la scuola diventa un vero e proprio labo-ratorio, allora assolve al compito decisivo di mettere le conoscenze al

servizio delle competenze per cre-are cittadini consapevoli. Questo il senso del progetto “Scuola 21”, che l’istituto saretino Primo Levi met-terà in campo nel nuovo anno sco-lastico. “Le direttive del Ministero sono di lavorare in cooperazione – dicono le professoresse Lucia Ros-si e Maria Puglia, coordinatrici del progetto –, fornendo strumenti agli studenti per conoscere il tessuto territoriale e risolvere i problemi che si presentano. Abbiamo già sti-pulato accordi con Comunità mon-tana, Asvt, Provincia e Regione, ol-tre a una già sperimentata collabo-razione con la cooperativa Cauto, con la quale abbiamo portato avan-ti proprio quest’anno un progetto sulla raccolta differenziata (‘Si può fare’). La Fondazione Cariplo ha emesso un bando con varie temati-che – continuano le due insegnanti – e noi siamo stati scelti per il pro-getto ambientale. Oggetto della ri-cerca sarà il fiume Mella, bene pre-zioso e troppo spesso dimenticato, tanto da essere diventato negli anni uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa”. Un progetto con cui la scuola esce dalla scuola per instaurare legami e gettare sguardi sul futuro, lavorando in équipe e mettendo in atto la va-

lenza etica dell’insegnante. “Scuola 21 – ricordano Rossi e Puglia – ri-chiama il XXI secolo nel quale sia-mo da poco entrati e nel nostro caso ha per titolo ‘Le acque della Bassa Valtrompia. Una realtà migliorabile’. Vogliamo valorizzare la qualità am-bientale dei territori, così abbiamo scelto una realtà vicina e monitora-bile per analizzare gli usi delle acque a livello industriale, le spese legate al suo utilizzo, gli adeguamenti nor-

mativi, il grado di sensibilizzazione delle industrie (certificazioni) e la loro virtuosità. Non mancheranno occasioni per conoscere la storia della Valtrompia: dove ha origine la sua formazione di stampo industria-le, perché è così fortemente abitata, con riflessioni antropologiche che entrano nel progetto”. Sostenuto da Cariplo con 25mila eu-ro (kit per l’analisi delle acque, foto-camere, lavagne multimediali, fon-di per gli spostamenti), il progetto è diluito su due anni e vi partecipe-ranno due classi seconde a indirizzo economico-marketing, avendo così il tempo necessario perché le cono-scenze si sedimentino. Creeremo anche un blog – concludono Lucia Rossi e Maria Puglia – e alla fine vor-remmo arrivare all’elaborazione di un’idea finale da parte dei ragazzi”.

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Il progetto di Scuola bottega artigiani di San Polo, nasce nel 1984 ad opera di un gruppo di artigiani per risponde-re alla domanda di famiglie e ragazzi in cerca di percorsi individualizzati, su misura delle loro aspirazioni. Nel contempo incontra l’esigenza di molti artigiani di dare, nel tempo, continui-tà al loro mestiere. La scuola propone corsi che rilasciano ai ragazzi la quali-fica professionale valida anche per la prosecuzione degli studi. L’attività di alternanza scuola-lavoro si concretiz-za soprattutto nel secondo/terzo anno quando l’allievo è impegnato presso le aziende artigiane per più ore annua-li. La Scuola ha avuto in questi ultimi anni una crescita notevole ed oggi conta più di 400 allievi nelle due sedi operative di Brescia e di Novagli di Montichiari suddivisi nei vari ambiti di intervento (area meccanica ed elet-trica a Brescia e area del commercio e meccanica a Novagli). Si formano carrozzieri, elettricisti, autoriparatori, addetti alle macchine utensili a con-trollo numerico, operatori commer-ciali addetti alle vendite, utilizzando laboratori modernamente attrezzati (quest’anno si sono già spesi 240mila per il loro potenziamento). Si propone anche il diploma quadrien-nale di terzo livello europeo di tecni-

co per l’automazione industriale ed è previsto per il prossimo anno forma-tivo 2011/2012 un quinto anno inte-grativo per l’acquisizione del diploma di maturità e l’accesso all’Università. L’attività della scuola bottega non si limita al solo aspetto professionale, vengono organizzati eventi volti a fa-re crescere la fiducia nelle proprie possibilità a tutti i giovani allievi. A breve verranno consegnati i diplomi quadriennali di tecnico per l’automa-zione industriale. In entrambe le se-di la scuola organizza corsi gratuiti, tramite “doti lavoro”, di formazione per adulti nell’area informatica, alfa-betizzazione lingua italiana, magazzi-niere, corsi di qualifica annuale per Ausiliario socio-assistenziale (Asa), riqualifica Asa in Operatore socio-sanitario (Oss) i prossimi corsi par-tiranno a settembre e già si stanno raccogliendo le iscrizioni. La Scuola bottega artigiani di San Polo ha ot-tenuto la Certificazione di qualità e l’accreditamento nel Sistema della formazione professionale regionale ancora nel 2005, è per ottemperare a quanto prescritto dal d.l. 231/2001ha adeguato il proprio modello organiz-zativo per garantire a tutta l’utenza la liceità trasparenza ed eticità dei propri comportamenti.

Una riforma complessiva del sistema degli insegnanti di sostegno, per migliorare i meccanismi ed eliminare le disfunzioni, in modo da renderlo ancora più inclusivo per gli alunni con disabilità e le loro famiglie. È la proposta contenuta nel rapporto “Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte”, formulata dall’Associazione Treellle, Caritas italiana e Fondazione Giovanni Agnelli. Il rapporto ripercorre 30 anni di esperienza italiana

d’integrazione, con dati ed elementi di confronto internazionale. Negli ultimi dieci anni – si legge nel volume - gli alunni con disabilità nella scuola italiana sono aumentati di circa il 45%, superando la soglia di 200mila nel 2009/10. I docenti di sostegno sono aumentati da 75mila nel 2002/3 a 95mila del 2010/11. Il numero di alunni per docente di sostegno è rimasto stabile, oscillando fra 1,9 e 2 a livello nazionale. Intenso è il ritmo di crescita degli alunni

stranieri con disabilità: 20% dal 2008/9 al 2009/10, rispetto al 7% dell’insieme degli alunni stranieri. “Nonostante l’impegno e la volontà di tanti operatori – ha detto Andrea Gavosto, direttore Fondazione Giovanni Agnelli – il sistema mostra preoccupanti debolezze e inerzie, che mettono a rischio di fallimento il percorso d’integrazione dei ragazzi”. Tra i motivi di preoccupazione la mobilità degli insegnanti di sostegno: il 40% degli allievi lo cambia una o più volte.

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“Che sei nei cieli: negli angeli e nei santi, e li illumini alla conoscenza, perché tu, Signore, sei luce; li infiam-mi all’amore, perché tu, Signore, sei amore; poni in loro la tua dimora e li riempi di beatitudine, perché tu, Signore, sei il sommo bene, eterno, dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene” (San Francesco d’Assisi).Due insegnamenti ci provengono dall’ampliamento che Francesco d’Assisi ha fatto della preghiera del Padre nostro: i cieli di Dio sono den-tro ciascuno di noi, allo stesso tem-po questa sua presenza è amore che ci illumina alla conoscenza. Santa Chiara, nella IV lettera ad Agnese di Praga, esplicita così lo stesso pen-siero: “A quel modo, dunque, che la

si traduce nel ‘comandamento di amore’ che Gesù ordina di osser-vare per essere suoi amici, cioè per imparare ad amare così come ama Dio. È entrare nella logica stessa di Dio-Trinità e lasciare che la fede si traduca in uno spiraglio di quell’amore dal quale si è stati toccati. Così il mondo si salva: per-ché l’amore di Dio riesce a tradur-si nell’azione dell’uomo attraverso la fede che costringe all’amore. Il mondo non si salva da solo perché la logica del mondo richiede prima di tutto la giustizia e la regolamen-tazione dei rapporti tra le persone; richiede la correttezza e la legali-tà. L’amore non è codificabile, non è legalizzabile e solo la follia del Figlio unigenito poteva concepi-re l’amore come comandamento, cioè come legge. Per trasformare l’interiorità dell’uomo sul modello dell’interiorità di Dio in una intimi-tà che cambia i rapporti tra le per-sone rendendoli amore necessa-rio. Utopia di Dio come salvezza del mondo: cambiarne la logica per dare

al mondo un’anima, per costringere il mondo a credere che l’amore sia possibile. Davanti al grande amore di Dio, al Figlio unigenito, alla sua legge paradossale il mondo non po-trà che credere o non credere. E qui è il discrimine e il giudizio. Perché l’amore di Dio, per quanto totale, as-soluto e infinito non può costringere a credere. Può essere il dramma di Dio, amore per essenza, ma credere, cioè piegarsi alla necessità di questo amore infinito non può avvenire per costrizione. Al paradosso dell’amo-re infinito risponde l’altro parados-so possibile: quello del rifiuto di que-sto amore. È il discrimine segnato davanti al quale è difficile cercare una spiegazione ulteriore. Ma è il di-scrimine della libertà che nemmeno Dio vuole infrangere. Il suo grande amore può continuare a parlare e a salvare, ma non può costringere ad ascoltare e a lasciarsi salvare.È scelta, amore e giudizio insieme. È paradosso che continua a interro-gare chi tenta di credere, chi vuole imparare a credere.

nfinitamente lontani, così co-me infinitamente lontana è la rigidezza del giudizio dalla sfumatura dell’amore. Ama-re è correre avanti, è spinge-

re generosamente verso qualcosa che non si conosce così come giu-dicare è frenare per trattenere, per inquadrare. Una composizione non è possibile, almeno a prima vista e, soprattutto, se si considera il giu-dizio frutto dell’azione di un altro. In questo brano di Vangelo Gesù di-ce chiaramente che Dio non opera nessun giudizio verso l’uomo, che il suo operato è un’azione d’amore, anzi di tanto amore. Quindi l’azione esterna all’uomo, quella che riguar-da Dio, sta dalla parte dell’amore, mentre quella interna all’uomo, la sua scelta, implica salvezza o con-danna e quindi giudizio. Il discri-mine di questa scelta è ‘credere al Figlio unigenito’, cioè rispondere all’amore di Dio con un amore in-completo ma orientato verso quel grande amore che è stato il dono del Figlio. Amore incompleto che

gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grem-bo, tu pure, seguendo le sue vestigia specialmente dell’umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Co-lui dal quale tu e tutte le creature so-no contenute, e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo”. Dio è dentro di noi come un tesoro prezio-so custodito nello scrigno: è “il som-mo bene eterno”. Non affanniamoci a cercarlo negli altri beni: Santa Chiara indica la via dell’umiltà e della povertà per “portarlo spiritualmente”. Chi non riconosce la Sua presenza in questo “cielo” cerca altri tesori e si affanna.

Il suo dio è l’avere, l’apparire, il pote-re, il piacere. L’uomo ha sete di cono-scere; lo fa con la scienza: ha posato i piedi sulla luna, scopre continuamen-te nuovi pianeti ma non è mai sazio. Oppure desidera conoscere il proprio destino indagando le stelle e i piane-ti e si sente rincuorato dalle bugie di chi è più astuto di lui. Il cielo di Dio è dentro non in alto. Dio non è lonta-no, è nel profondo. L’uomo pregando non sale al cielo ma discende dentro di sé per incontrare Dio, per scoprire come Sant’Agostino: “Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo”. La conoscenza se non è illuminata da Dio porta l’uomo a bran-colare. Se l’uomo smarrisce la strada che porta a Dio, perde anche quella che lo conduce a se stesso.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

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l Papa si è incontrato con gli zingari”. Uno scandalo? Ahi-mè, forse per più di qualcuno sì. Come fu uno “scandalo”, a suo tempo, la proclama-

zione di uno zingaro tra i beati. I mezzi d’informazione nel dare simili notizie, dovrebbero essere più cauti, prima di scandalizzare l’opinione pubblica. Non sta bene parlare di zingari. Si devono usare termini meno compromessi e me-no compromettenti: nomadi (suo-na bene, musicale), gitani (sa di romantico), oppure parlare solo di rom e sinti.Sì, perché la colpa degli zingari è di chiamarsi zingari. Così come la colpa dei baluba è di chiamarsi baluba. Quella dei beduini di chia-marsi beduini e quella degli zulù di chiamarsi zulù. Hanno un bel di-re i vocabolari che questi termini nell’accezione negativa sono ste-reotipi. Chi legge il vocabolario? E poi in questi casi interviene il “vocabolario fai da te” che ognu-no ha compilato e stampato nella propria testa, nel proprio immagi-nario, a proprio uso e consumo, con definizioni costruite sulla ba-se delle proprie “certezze”, dove le virgolette stanno qui a indicare che non di certezze si tratta, bensì di convinzioni, spesso errate, de-rivate altrettanto spesso dalle no-

notizia ha suscitato una certa sor-presa e ha ridestato in noi il ricor-do e il fastidio provato dall’incon-tro con gli zingari per strada, dove esibiscono lattanti e mocciosi per muovere a compassione la gente, o sorpresi ad armeggiare in chiesa dietro le cassette delle elemosine”. Dove “una certa sorpresa” la dice lunga sullo “scandalo” che deve aver provocato nell’estensore del-la nota l’elevazione di uno zingaro all’onore degli altari.Una soluzione ci sarebbe. Gli zin-gari, così come i baluba, i bedu-ini, gli zulù, dovrebbero sempli-cemente cambiare nome. Ancora ahimè, purtroppo. Se è possibile, e consentito dalla legge, al singo-lo individuo cambiare il proprio nome, non altrettanto è possibile agli interi popoli, ammesso che co-storo fossero disposti a tradire le proprie origini e la propria identità per sfatare gli stereotipi. Contro i quali non c’è nulla, o poco, da fare. Resistono e persistono nel tempo. Incrollabili. Duri a morire. Non re-sta che sperare... nel Papa. In gesti come quelli prima di Giovanni Pa-olo II (uno zingaro beato), ora di Benedetto XVI, che incontra e ac-coglie gli zingari in Vaticano. Chis-sà, forse qualcuno di noi si decide-rà ad aggiornare la voce “zingaro” nel proprio “vocabolario fai da te”.

stre insicurezze. Nel “vocabolario fai da te” la definizione di zinga-ro, equivale, nella migliore delle ipotesi, a quella che il vocabola-rio d’autore segnala come stereo-tipo: “Persona senza fissa dimora o dall’aspetto trasandato e spor-co”. Nella migliore delle ipotesi,

Domenica 26 maggio alle ore 10 a Milano in piazza Duomo si svolge-rà il rito di beatificazione di suor Enrichetta Alfieri, presieduto dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei San-ti. Maria Angela Domenica Alfieri, detta semplicemente Maria, è nata a Borgo Vercelli, piccolo paese po-co distante da Vercelli il 23 febbraio 1891. Il 20 dicembre 1911 entra tra le Suore della Carità di S.Giovanna Antida Thouret (presenti in diocesi a Brescia in via Torricella e a Sabbio Chiese) nel monastero S.Margherita di Vercelli, prendendo il nome di En-richetta. Dopo aver studiato a No-vara, insegna in un asilo infantile di Vercelli. Nel 1917, si ammala e gua-risce miracolosamente. Il 24 maggio 1923 è inviata al carcere di S.Vittore a Milano. Suor Enrichetta svolge così bene e con immenso amore il suo compito, che si merita il titolo di “Mamma e angelo di S.Vittore”. Durante la guerra aiuta gli ebrei e per questo viene arrestata, e passa alcune settimane in una cella buia e senza alcun servizio nei sottera-nei della prigione. La cella diventa pellegrinaggio di laici e religiosi che vogliono confortarla, ma ancora una volta è lei che conforta gli altri. Vie-ne liberata per essere fucilata, ma è salva per interessamento del car-dinale di Milano, il Beato Ildefon-

Il mandato per i ministri della comunione eucaristica sarà conferito dal vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, sabato 3 settembre alle ore 18.30 in Cattedrale. Questa data è definitiva e sostituisce la precedente del 17 settembre. Lo spostamento è dovuto alla celebrazione dell’inizio dell’Anno sinodale. Nel mese di giugno sono iniziati gli incontri di formazione per i ministri. In settimana si sono tenuti i primi al

Centro pastorale Paolo VI. Giovedì 16 giugno, venerdì 17 giugno e lunedì 20 giugno sono previsti gli incontri presso l’Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno; martedì 21, mercoledì 22 e giovedì 23 giugno presso l’oratorio di Fasano; venerdì 24, lunedì 27 e martedì 28 giugno presso il Centro giovanile di Chiari; mercoledì 22, giovedì 23 3 giovedì 30 giugno presso la Casa della carità di Verolavecchia. Tutti gli incontri iniziano alle ore 20.30.

perché in realtà nel “vocabolario fai da te” le definizioni-convinzioni sono più dure: “Nullafacente, ac-cattone, ladro, rapitore o sfrutta-tore di bambini”. Si cade chiunque negli stereotipi. Anche tra perso-naggi e ambienti che diresti i meno sospetti. Un sito molto frequenta-to, taciamo il nome per carità cri-stiana, nella biografia di Zeffirino (evidentemente compilata “a cal-do”), dopo aver osservato che “è il primo zingaro beato nella sto-ria della Chiesa, proclamato il 4 maggio 1997 da Giovanni Paolo II a Roma”, scrive testualmente: “La

so Schuster che scrive a Mussolini. Viene allora trasferita nella Casa provinciale di Brescia, dove scrive le “Memorie”, il diario di prigionia. È richiamata a S.Vittore, dove conti-nua il suo apostolato illuminando e riscaldando con l’amore di Dio l’uni-verso di umanità da lei incontrato. La mamma di S.Vittore muore il 23 novembre 1951.

Si sono conclusi con il mese di mag-gio i vari appuntamenti programma-ti dall’Istituto Pro Familia iniziati nel mese di ottobre 2010. L’attenzione dell’Istituto alla famiglia a 360 gradi, ha visto realizzati incontri di forma-zione per i suoi membri dell’Istituto, gli apostoli della famiglia (Adf) sotto la guida di mons. Gabriele Filippini, per il gruppo famiglie con la guida di don Faustino Guerini, per i giovani sposi con mons. Cesare Polvara e in-fine il gruppo delle vedove seguite da don Luigi Lussignoli. Ora gli appunta-menti che concludono l’intensa atti-vità svolta dall’Istituto sono due: l’as-semblea zonale che si è tenute saba-to 11 giugno e le assemblee generale e centrale che si terranno il 25 e 26 giugno a Brescia. L’assemblea zonale degli apostoli della famiglia è stata un momento importante dell’Istituto per

fare il punto della situazione e pro-grammare il futuro. Numerose le te-matiche sviluppate e approfondite in assemblea: dal sentirsi parte dell’Isti-tuto secondo il carisma del fondatore don Giovanni Battista Zuaboni, a cosa significa oggi essere “Pro Familia” e, fra i tanti campi di lavoro quali le prio-rità oggi a favore della famiglia e la valutazione dell’apertura missionaria verso il Togo. Per aiutare l’assemblea dagli apostoli a sviluppare meglio le tematiche sopra citate, mons Gabrie-le Filippini ha tenuto una riflessione sul tema: “La figura dell’apostolo della famiglia come delineata dalle Costitu-zioni”. L’attività estiva sarà caratteriz-zata dalla partecipazione ad almeno un corso di esercizi spirituali per toni-ficare la persona nella sua interezza, e di conseguenza nella famiglia nel suo complesso.

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Giovedì 23 giugno si celebra in città la festa del Corpus Domini, con la tradizionale processione che si svolgerà dalla chiesa di Sant’Afra verso la Cattedrale. Il tema dettato all’evento recita: “Signore, da chi andremo? L’eucaristia per la vita quotidiana”. Nella sua lettera sulla eucaristia il Vescovo scrive: “Come entra l’eucaristia nell’immenso sistema dell’esistenza umana? Entra perché l’eucaristia pone il dono di sé (pane spezzato e offerto) come suprema realizzazione della

persona umana e quindi induce a costruire e custodire una precisa, caratteristica scala di valori; a sua volta la scala di valori determina le scelte concrete e i concreti comportamenti”.Ecco il programma per la festa:alle ore 18 S. Messa nella chiesa di Sant’Afra presieduta dal vescovo mons. Luciano Monari; alle ore 19 seguirà l’adorazione eucaristica; alle ore 20 canto del Vespro solenne e quindi la processione verso la Cattedrale.

esù rispose loro: “Andate a riferire a Giovanni quel-lo che udite e vedete”(Mt 11,4) Questo è stato il mandato che abbiamo ri-

cevuto sabato sera in cattedrale alla veglia di Pentecoste organizzata dalla Cdal (Consulta diocesana delle aggre-gazioni laicali), che, come ogni anno si ritrova per vivere e pregare insieme la Pentecoste. È stata una veglia im-prontata sulla testimonianza. Dopo il saluto di mons. Gian Franco Mascher e la meditazione sul versetto del Van-gelo di Matteo guidata dal dott. Piero Sebastiano di Rinnovamento nello Spirito Santo, abbiamo ascoltato tre testimonianze diverse fra loro, ma con un unico filo conduttore: lodare Dio per le meraviglie che compie nelle creature che a Lui si affidano. Paolo e Donatella, del Cammino neocate-cumenale, ci hanno testimoniato la disponibilità all’accoglienza alla vita, essendo genitori di 10 figli. Matteo, di Comunione e liberazione, ci ha testi-moniato la conversione e la rinascita della sua vita dopo la perdita della sua mamma e infine Paolo del Centro volontari della sofferenza, malato di Sla, ci ha testimoniato la grandezza e la bellezza di un passaggio fondamen-tale nella sua vita “ero disperato e ho ricevuto il dono della fede”. E altre te-stimonianze, veri riverberi dello Spi-rito, sono state affisse sui pannelli in fondo alla Cattedrale come un invito

ad allargare la prospettiva. Cosa han-no in comune queste testimonianze? Perché mi hanno commosso e lascia-to nell’animo una fiduciosa attesa? Mi sono detta ancora quanto sia grande l’amore di Dio, quanto sia immenso il suo desiderio di vederci stare bene in questo mondo. Che i nostri occhi

troppo spesso non riescono a vedere quello che il Signore ci offre e ci do-na per realizzare la nostra vita. Co-me testimoniare al mondo la nostra gioia profonda dell’essere cristiani, come manifestare il legame che ci unisce a Dio? A volte sembra di non disporre del vocabolario per raccon-tare il mistero di un incontro che ha cambiato la vita o di non riuscire a sanare le ferite che non ci consento-no di riconoscere la presenza di Gesù sul nostro cammino. È la vita, vissu-ta con Dio al centro, che può aprire nuovi orizzonti alla vita. Alla veglia abbiamo avuto anche la possibilità di percepire nel profondo l’antidoto alla solitudine nell’affrontare la fatica del-la quotidianità: abbiamo gioito della preghiera fraterna partendo da strade diverse ed è lo Spirito Santo che, pur nella diversità ci rende accoglienti gli uni verso gli altri e ci porta all’unità di intenti: concorrere a edificare la Chiesa e rinnovare l’umanità. Insom-ma, l’esperienza di Pentecoste ci ha portato a vivere l’orizzonte degli At-ti degli Apostoli, a rinnovare sempre i legami come nelle prime comunità cristiane. Le nostre comunità cristia-ne e tutte le aggregazioni laicali ap-paiono come reti dell’ amore che Dio tesse nel mondo, quasi ad anticipare, come in un laboratorio e in continui-tà con l’opera mirabile degli ordini e delle congregazioni religiose, l’unità della famiglia umana.

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Dio oltre°

abato 18 giugno si celebra nella nostra diocesi la Gior-nata per la santificazione del clero. La ricorrenza sarà ricordata in modo solenne

con la celebrazione eucaristica che si farà alle ore 10 nella Basilica delle Grazie. La cerimonia sarà presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi, vescovo ausiliare emerito che per l’occasione farà memoria del 25° anniversario della sua ordinazione episcopale av-venuta il 18 maggio 1986.Nella circostanza abbiamo intervista-to mons. Olmi. Chiedendogli innan-zitutto di ripensare come è cambia-ta l’esperienza sacerdotale dal 1950, anno della sua ordinazione, ad oggi.“Quando sono diventato sacerdote era molto forte e diffuso il desiderio di dare un respiro nuovo al Paese uscito stremato dalla guerra e dal fa-scismo. Inoltre si sentiva il bisogno di rimettere in sesto una comunità diso-rientata, prestando grande attenzione ai giovani e alle famiglie. Nell’entra-re nel luogo privilegiato per un prete giovane, l’oratorio, mi accompagnava la passione educativa. Non per nulla il nostro modello di riferimento era San Giovanni Bosco”.Quale fu il suo impatto con la realtà?

Mella nei due anni successivi. Quindi vicerettore e insegnante in Seminario dal 1962 al 1970. Quando incominciò a cogliere i segni del cambiamento? “È stato il periodo del Concilio. Un momento esaltante perché tutti sentivamo il bisogno di metterci al passo con i tempi. Avver-tivamo che venivano avanti tempi complessi che esigevano da noi una adeguata preparazione. Il Concilio ci ha dato uno slancio pieno di speran-za mentre nasceva un mondo nuovo, percorso fra l’altro dalla contestazio-ne che turbava anche le nostre comu-nità e gli oratori. È stato bello vedere crescere uno spirito di novità che len-tamente diffondeva nelle parrocchie una nuova coscienza comunitaria. E il sacerdote non veniva più guarda-to dal basso in alto, ma considerato una guida, un compagno di viaggio. In quel periodo ho avuta la fortuna di fa-re l’educatore in Seminario dei chieri-ci che si preparavano al sacerdozio e ho condiviso con loro le prospettive di una rinnovata azione pastorale”.Poi è diventato parroco di Montichia-ri (1970) e dal 1980 anche vicario ge-nerale. Che ricordo ha di quegli anni? “Sono stati anni di rinnovamento. Ho collaborato con bravi sacerdoti alla introduzione dello spirito del Con-cilio. Per me sono stati anni di cre-scita e per la popolazione di nuove esperienze. Collaborai al Sinodo che mons. Luigi Morstabilini celebrò nel 1979 e in quelle circostanze nacque un rapporto più intenso con il Vesco-vo che poi mi nominò vicario gene-rale lasciandomi però in parrocchia fino al 1983. Con l’arrivo del nuovo vescovo mons. Bruno Foresti mi tra-sferii in città”.Nel 1986 è diventato Vescovo ausi-liare. Cosa ha significato per lei que-sto passaggio? “Il contatto con i sa-cerdoti è stato posto al centro delle mie attenzioni. Ma anche quello con la gente. Una delle mie preoccupa-zioni è sempre stata quella di incon-trare i consigli pastorali e con i laici per confrontarmi con loro sui tempi nuovi, anche in rapporto ai problemi creati dalla diminuzione del numero dei sacerdoti. Sono stato vicino ai sacerdoti per aiutarli a prendere co-scienza che il nuovo tutto sommato è provvidenziale perché il Signore non è mai superato nel tempo, ma è sem-pre attuale. Da questo punto di vista, alla mia veneranda età sento che la passione che ho avuto per i giovani è quella che mi ha aperto alla speranza per il futuro”.

Venerdì 17 giugnoOre 20.30 – Bagnolo Mella –Meditazione per l’Oftal.

Sabato 18 giugnoOre 10 – Brescia – S. Messa nella giornata per la santificazone del clero e il 25° anniversario di episcopato di mons. Vigilio Mario Olmi alla Basilica delle Grazie.

Ore 16 - Cogozzo - S. Messa e inaugurazione dell’oratorio.

Domenica 19 giugnoOre 9.30 – Salò – Celebrazione per le cresime e le prime comunioni.Ore 18 – Ossimo Superiore –Celebrazione della S. Messa in occasione delle feste patronali.

Da lunedì 20 a giovedì 23 giugnoIl Vescovo partecipa agli esercizi spirituali.

“Pur operando in un contesto tor-mentato di ideologie radicalmente contrastanti nell’ambito sociale e po-litico, il prete sapeva di poter contare sull’amore dei genitori e sulla fiducia da parte dei giovani ed è così che ho incominciato il mio cammino”. Mons. Olmi fu vicario parrocchiale ad Al-fianello dal 1950 al 1960 e a Bagnolo

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a città mette al centro i bambini: sembra uno slogan, una frase ammic-cante per una campagna elettorale, invece è il rac-

conto della mattina del GrestInsie-me. Perché chi sarà presente potrà vedere Campo Marte, storico cam-po militare e oggi parco pubblico della città, diventare il punto di ri-trovo per oltre 2000 bambini, pro-venienti dai Grest e dai Cred della città: un colpo d’occhio che offre davvero l’impressione che, per una mattina, i bambini siano al centro delle attenzioni e dell’interesse dell’intera comunità cittadina.Il GrestInsieme è un appuntamento tradizionale per i Grest, che è sta-to vissuto già dagli anni Ottanta e novanta in varie zone della nostra diocesi e, dal 2005, puntualmente viene proposto nella città di Bre-scia: accompagnato, peraltro, da esperienze simili in Valle Camoni-ca, Valsabbia e in un paio di zone della Bassa.Si ripete anche quest’anno la mat-tina di martedì 21 giugno al parco di Campo Marte: saranno una ven-tina i Grest partecipanti, con i lo-

ro sacerdoti, educatori e circa 400 animatori che vivranno questa oc-casione di gioco e di festa, coinvolti dal tema del tempo, che quest’anno è il filo conduttore del grest “Batti-baleno, insegnaci a contare i nostri giorni”. Oltre ai Grest degli oratori cittadini saranno presenti anche i bambini dei Cred comunali, in un piacevole contesto di scambio e di amicizia.Il programma della mattinata pre-vede un’accoglienza musicale dal

vivo, con la band che ha compo-sto l’inno del Grest, un grande gio-co ambientato in contesto meteo-rologico, un piccola performance teatrale da parte della compagnia “Cà luogo d’arte” dal titolo “L’ine-vitabile sfida di Don Chisciotte e Sancio Panza”, i balli del Grest condotti dalla commissione Grest e dagli animatori di Santo Spirito e la conclusione, con la preghiera e i saluti di rito da parte delle auto-rità cittadine.

A Fano, non casualmente vicino ad Ancona sede del prossimo Congres-so eucaristico nazionale, la Cei ha promosso un Convegno dal signifi-cativo titolo: “Signore, da chi andre-mo? (Gv 6,68 ). Pellegrini cercatori di Dio”. L’Ufficio della pastorale dei Vescovi italiani ha inteso iniziare dal-le Marche quel percorso di avvicina-mento al Congresso passando innan-zitutto dall’incontro dei responsabi-li nazionali di pellegrinaggio e degli operatori, ai quali sono state propo-ste interessanti e coinvolgenti chiavi di lettura. Un profondo cammino culturale che, prima di tutto, ha manifestato l’atten-zione della Chiesa nazionale a tutto quanto gravita intorno all’accoglienza nei Santuari (nella foto accanto, Lo-reto), alla valorizzazione dei percor-si museali artistici e alle indicazioni operativo/pastorali per una autentica

vocazione dell’animazione e dell’ac-compagnamento verso i luoghi di culto. Al teologo Bruno Forte, che ha presentato la “Lettera ai cercatori di Dio”, sono seguiti significativi spunti di dialogo sulle ragioni del “cammi-no”, le motivazioni di percorsi possi-bili e le necessità di integrare gli im-pegni in questo segmento all’interno della pastorale ordinaria. Una visione iniziale sui dati statisti-ci del “viaggiare per fede”’ ha inteso cogliere le spinte di comprensione intorno a un fenomeno che sposta nel mondo oltre 300 milioni di per-sone all’anno su itinerari religiosi e religioso/culturali. Manifestazioni di una fede qualche volta non piena-mente matura che rischia, per dirla con lo storico Franco Cardini, che è intervenuto presentando le antiche e nuove vie di pellegrinaggio, di diven-tare un fenomeno new age e non la

ricerca di una esperienza che porta certamente verso ‘luoghi’ ma più propriamente verso un nuovo o un rinnovato cammino di fede. Da qui la necessità di creare le condizioni per favorire l’apertura del cuore del-le persone, perché diventi un’aper-tura all’amore a Dio e al prossimo. Al bresciano don Claudio Zanardini è stata affidata l’introduzione al di-battito sulle esperienze delle Opere diocesane. Una lettura apprezzata dai presenti non solo per le temati-che tecnico-organizzative presenta-te, ma anche e soprattutto per aver colto la necessità di meglio chiarire scopi e fini di tale impegno. Troppo spesso diocesi, comunità parrocchiali, movimenti ecclesiali o associazioni decidono un pelle-grinaggio che nasce come momento non inserito nella programmazione pastorale almeno annuale. Il rischio

insomma del fai da te, non tanto tec-nico ma pastorale, deve essere atten-tamente ponderato perché ogni espe-rienza abbia una ricaduta nella realtà concreta personale e comunitaria. È quanto cercherà di fare anche il Congresso eucaristico nazionale ed è quanto hanno testimoniato in questa fase preparatoria sia il vescovo di An-cona, mons. Edoardo Menichelli che il vescovo di Macerata mons. Claudio Giuliodori, concludendo la tre giorni di studio. Avvenimento fondamentale sarà mettere Cristo al centro dei per-corsi di Ancona capendolo e vivendo-lo in questo spirito. L’eucaristia come chiamata che avrà una risposta nel popolo che si raduna su questi temi e per questi temi: ricucire la distanza culturale tra la fede e la vita. In cam-mino verso Ancona dunque ma an-che in cammino per una riflessione sul vissuto quotidiano.

Voce Audiovisivi ha realizzato un dvd su “Roma express 2011”. L’esperienza dei cresimandi che nella domenica delle Palme, il 17 aprile, si sono recati a Roma per incontrare il Papa, accompagnati dal Vescovo che ha pregato con loro nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il dvd, voce e testi di Fabrizio Gorni, immagini di Joseph Corvino, è disponibile presso il Centro per le comunicazioni sociali (tel 03044250) e presso il Centro oratori (tel 0303722244).

Domenica 26 giugno, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, verrà celebrata laS. Messa con il sacramento della cresima degli adulti alle ore 18.30 nella chiesa di San Francesco di Paola. Nella stessa domenica Giornata per la carità del Papa, un’occasione preziosa per rinnovare i legami che uniscono le Chiese particolari al successore di Pietro, e che si concretizzano anche nel sostegno economico alle attività del suo ministero.

Lunedì 27 giugno mons. Gabriele Filippini, parroco dei SS. Nazaro e Celso, celebrerà nella omonima chiesa parrocchiale la S. Messa in onore di San Josemarìa Escrivà (nella foto) fondatore dell’Opus Dei. L’appuntamento è per le ore 18.30. Josemaría Escrivá è nato a Barbastro, in Spagna il 9 gennaio 1902 ed è morto a Roma il 26 giugno 1975. È stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 6 ottobre 2002.

Sabato 18 giugno presso il monastero dell’Immacolata delle suore Clarisse Cappuccine di Brescia (via Arimanno 17) si celebra una Divina liturgia in rito bizantino slavo. Bizantino si dice il rito che è derivato dalle usanze liturgiche già attestate ad Antiochia nel IV secolo, bizantino slavo è il rito in uso nella Chiesa patriarcale russa.Il rito sarà presieduto dal p. Romano Scalfi. Partecipa in coro di Russia cristiana. Alle 17 sono previsti i Vespri e alle 17.30 il rito.

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a politica ha bisogno di strumentalizzazioni? Do-manda retorica (No! È for-se il caso di specificarlo). Il politico ha bisogno di

strumentalizzazioni? Domanda inu-tile in un mondo individualista: il ri-sultato, che coincide con il successo personale, è la vittoria alle elezioni. Ma in politica si vince? È un invito alla moderazione e alla cautela nei festeggiamenti della vittoria, per-ché, se nello sport la fatica e il lavo-ro precedono il podio, nella politica lo seguono. Un lungo preambolo per invitare le istituzioni a occuparsi della questione degli immigrati, con una presa in consegna seria di que-sta risorsa che il baccano mediatico delle fazioni preferisce porre come problema invece che occasione di governo per il bene comune. La que-stione dell’immigrazione non avrà al-cuna soluzione e sarà sempre motivo di scontro finché verrà filtrata attra-verso le ideologie che impediscono di affrontare il tema per quello che è: una questione reale che interpella la politica nella compiutezza del ter-mine e in particolare per la responsa-bilità di progettare e organizzare una società e una comunità. Proprio una vera politica è del tutto mancata in questi anni, preferendo più redditizi e diversi ‘sfruttamenti’ del fenomeno immigratorio. Tutti sono responsabi-li della legalità: ci sono forse catego-rie di cittadini destinatari di doveri per i quali ne sono esentate altre? Questo vale per gli stranieri che non possono essere accolti senza il ne-cessario rispetto delle norme in vigo-

politiche o le associazioni mettono in atto e ribadisce che la questione immigrazione non troverà soluzio-ne finché sarà filtrata dalle ideolo-gie che impediscono di affrontare il tema per quello che è: una questione reale che interpella la politica nella compiutezza del termine. Come dice il Vescovo vale la pena di prendere atto della situazione per imparare a controllarla e dirigerla al meglio. Mcl coglie l’occasione per manifestare il proprio appoggio alla posizione della diocesi piena di re-alismo, equilibrio, ragionevolezza; come risalta nella lucida trattazio-ne della lettera del vescovo mons.Luciano Monari “Stranieri, ospiti, concittadini”.

re; e vale anche per tutti coloro che tollerano o sfruttano situazioni di pa-lese violazione delle regole, come ad esempio offrire lavoro o alloggi in ne-ro; ma vale allo stesso modo anche per le istituzioni tutte, quando sono tenute ad applicare pronunciamenti e sentenze. Ugualmente Mcl condan-na le strumentalizzazioni che le parti

Strasburgo mi emoziona sempre. Viva, intensa, mozzafiato. Perché la capitale dell’Alsazia è davvero la mia città ideale, per l’atmosfera giovane e cosmopolita, per la mentalità a misura d’uomo, per la superba Cattedrale, per i magnifici monumenti, per le vere piste ciclabili, per i bei negozi (un pochino carucci!). Non ho scritto “per il Parlamento”. Sorpresi!? Il fatto è che vedere il luogo simbolo dell’Unione europea sguarnito durante le discussioni dagli

europarlamentari (ne ho contati una ventina), per riempirsi solo al momento delle votazioni non è stato particolarmente esaltante. Ma torniamo a Strasburgo e al motivo per cui ero là, proprio nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ci tengo a sottolinearlo. Ebbene, ero tra i fortunati giovani di Mcl che, insieme ai rappresentanti del Movimento, nello scorso maggio hanno partecipato ad un multi-purpose travel, che mirava a favorire la socializzazione tra

i giovani di Mcl, in un contesto internazionalmente coinvolgente. Obiettivo pienamente dichiarato e centrato, direi. Dopo un “grazie” a tutti i miei fantastici compagni di viaggio, ecco il segno che questa esperienza mi ha lasciato: noi ragazzi possediamo enormi risorse interiori; non sprechiamole nella grigia omologazione provincial-padana, apriamoci all’Europa, e soprattutto non abbiamo paura di remare controcorrente. (Renato De Marco)

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n raggio di sole squar-cia la città e illumi-na una nuova per-la dell’attività della Congrega della Carità

Apostolica, della Fondazione Gae-tano Bonoris e della Cooperativa sociale Fraternità giovani onlus. La settimana scorsa è stato infatti inaugurato in città il centro semi-residenziale terapeutico per ado-lescenti “Raggio di sole - Gaetano Bonoris”.Il Centro – la cui sede è in via Bet-tinzoli 5, zona Lamarmora a Bre-scia Due – è una struttura terapeu-tica semiresidenziale che opera in collaborazione con il Servizio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Azienda ospe-daliera di Brescia. La struttura accoglie una quindi-cina di adolescenti tra i 12 e i 18 anni, i quali presentano disturbi psicopatologici: disturbi della per-sonalità, disturbi della condotta,

se di transizione da situazioni pro-tette a contesti di maggiore socia-lizzazione.L’intervento terapeutico viene de-finito da un progetto individualiz-zato realizzato da un’équipe multi-disciplinare. Il Centro ha quindi l’obiettivo di prevenire l’allontanamento del minore dalla famiglia e l’abban-dono dei progetti in corso, facili-tare il suo reinserimento nel terri-torio di appartenenza, sviluppare competenze relazionali concrete, accompagnando gli adolescenti nell’adempimento dei propri com-piti di sviluppo.La struttura opera esclusivamente in orari diurni: dal lunedì al vener-dì dalle 9 alle 17, e il sabato dalle 9 alle 15.Il Centro riprende idealmente gli scopi e gli obiettivi dell’istituto Bo-noris, attivo fino alla metà degli an-ni ’70 a Mompiano e distintosi per decenni nell’assistenza ai bambini

psicosi, sindromi affettive. La fun-zione principale del Centro “Raggio di sole - Gaetano Bonoris” – che si avvale di neuropsichiatra infan-tile, psicologo clinico, assistente sociale , educatore professionale ed infermiere – è porsi quale luo-go di mediazione tra l’adolescente e la sua realtà quotidiana: in esso si mira pertanto a promuovere nei minori processi di individuazione e di integrazione della realtà intrap-sichica e interpersonale, attraverso l’esperienza con un gruppo stabile di riferimento. Tale esperienza rappresenta la fa-

Venerdì 24 giugno alle ore 9.30 Fobap inaugurerà un nuovo centro riabilitativo per minori affetti da disturbo dello spettro autistico. Il Centro può ospitare fino a a 23 bambini con un’età compresa tra i 2 e i 16 anni e residenti nel territorio dell’Asl di Brescia. Il servizio, sviluppato in collaborazione con la Neuropsichiatria degli Spedali civili di Brescia, l’Asl e l’Ufficio scolastico provinciale, promuove un modello di presa in carico

che offre trattamenti educativi diretti,centrati sul soggetto con disabilità, e indiretti, orientati alle persone che vivono con il bambino e agli altri contesti significativi (scuola prioritariamente ma anche luoghi del tempo libero e dell’associazionismo).All’interno del Centro la Fondazione bresciana assistenza psicodisabili ha in progetto la costituzione di centro di formazione e ricerca in favore dei minori che sarà intitolato

alla memoria del conte Gaetano Bonoris. A regime, il Centro “Bonoris” perseguirà tre scopi principali: anzitutto promuoverà azioni incentrate sul sostegno psicologico alle famiglie dei bimbi; svilupperà, poi, attività di sensibilizzazione della comunità e di formazione di insegnanti, assistenti e professionisti in genere; realizzerà, infine, attività di ricerca sperimentale, con l’obiettivo di validare il lavoro svolto e diffonderne gli esiti.

più bisognosi, in particolare a quelli affetti dalle varie forme di disabi-lità psichica. Anche per questa ragione Frater-nità Giovani ha inteso intitolare il nuovo Centro semiresidenziale te-rapeutico per adolescenti alla me-moria di Gaetano Bonoris, nel se-gno di una continuità di interventi e di una costante attenzione ai gio-vani e ai più fragili tra loro.Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti mons. Gianfran-co Mascher, vicario generale della diocesi di Brescia, Mario Taccolini, presidente della Fondazione Conte Gaetano Bonoris e della Congrega della Carità Apostolica, Massimo Belandi, amministratore delegato di Fraternità Giovani Onlus, Car-melo Scarcella, direttore genera-le dell’Asl di Brescia e Alessan-dra Tiberti, primario del reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza degli Spedali Ci-vili di Brescia.

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na Messa prima di par-tire, per ricordarli tutti. In qualche modo, per portarli tutti con sé. A poche settimane dalla

partenza per Madrid, dove vivranno con intensità l’esperienza prima del gemellaggio con la diocesi di Oviedo e poi della Giornata mondiale della gioventù, i ragazzi del gruppo di Col-lebeato si ritroveranno per celebra-re una Messa in ricordo dei giovani della parrocchia scomparsi prema-turamente. È questo l’atto conclu-sivo di un percorso di preparazione durato qualche mese, per un gruppo che conta 25 ragazzi tutti intorno ai 18 anni: ad essi sono stati proposti, infatti, incontri di catechesi a caden-za mensile per approfondire i diversi aspetti che caratterizzano quest’ap-puntamento. È in realtà un gruppo piuttosto composito che ha fatto da collettore per persone provenienti anche da altre parrocchie. “Per que-sto motivo non è stato sempre facile incontrarsi e condividere i momenti di preparazione – afferma la respon-sabile del gruppo Michela Ballini – tuttavia credo che ora ci sia molto affiatamento e voglia di partire”. Af-

fiatamento creatosi anche grazie a iniziative che hanno messo in campo creatività e voglia di fare squadra, ol-tre a una buona dose di divertimento e allegria: per coprire parte dei costi del viaggio, infatti, i ragazzi si sono cimentati, oltre che nella vendita di torte e in piccoli lavoretti, anche nella preparazione della sangria, la tipica bevanda spagnola, che sarà messa in

vendita durante la festa dell’oratorio che si terrà questo fine settimana. È all’interno di questo appuntamento che tradizionalmente si fa memoria in una Messa dei ragazzi che se ne sono andati e quest’anno nuove moti-vazioni si aggiungono: perché la Gmg è in qualche modo anche la loro, che saranno presenti grazie alla preghie-ra e al ricordo di quanti partiranno.

Abbonamento speciale per i giovani tra i 16 e i 30 anni a prezzo speciale: ricevi il settimanale per cinque mesi a casa tua. Scopri ogni settimana i volti, le storie, le tappe del cammino dei ragazzi degli oratori bresciani verso la Gmg 2011. Per vedere il tuo gruppo, oratorio o zona pastorale sul nostro settimanale, scrivi a [email protected] e raccontaci come vi state preparando alla Gmg 2011.

Sabato 18 giugno alle 20.45 a Milano il Duomo si aprirà a tutti i giovani della Lombardia che parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù a Madrid per una veglia intitolata “Abbiamo visto il Signore”. Presieduta dal card. Dionigi Tettamanzi, insieme a tutti gli altri Vescovi lombardi, la serata si caratterizzerà per la riflessione sulla figura dell’apostolo Tommaso e la preghiera di invocazione dello Spirito Santo.

Mercoledì 29 giugno per i giovani di Provaglio d’Iseo è previsto il secondo degli incontri di preparazione alla Giornata mondiale della gioventù. Dopo la prima riunione di carattere più tecnico, questo secondo appuntamento sarà dedicato all’approfondimento del messaggio consegnato da papa Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo per quest’occasione. Ritrovo presso l’oratorio alle 20.30.

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na mostra e un con-vegno per dimostrare che un’etica mondia-le è possibile. Sabato scorso la parrocchia

di Santa Maria in Silva ha ospitato la mattinata di riflessione dedicata a “Culture e religioni in cammino”, promossa dalla Fondazione Guido Piccini in collaborazione con Edi-trice Queriniana e Centro saveria-no animazione missionaria (Csam). In rappresentanza della Fondazione Weltethos di Tubinga, il coordinato-re scientifico Günter Gebhardt ha dialogato con padre Rosino Gibel-lini, direttore letterario dell’Editrice Queriniana, e Lucrezia Pedrali, con-direttrice del Centro di educazione alla mondialità. La necessità di pensare a un’etica condivisa che oltrepassi le singole confessioni religiose è lo spunto da cui il teologo Hans Küng ha tratto il suo “Progetto per un’etica mondia-le”, pubblicato nel 1990, del quale

delle confessioni religiose presenti al convegno, che non hanno voluto far mancare la propria testimonian-za durante un momento di confron-to. In conclusione della mattinata, Lucrezia Pedrali si è soffermata sull’importanza della conoscenza delle diverse culture, “perché il ri-conoscimento è il primo passo da cui si genera il rispetto per l’alterità. Legittimare la differenza è possibile di fronte a un’etica comune, ma per fare ciò non è sufficiente trasmet-tere conoscenza, serve l’incontro e la relazione”.

la fondazione Weltethos si fa pro-motrice. Dal 28 agosto al 4 settem-bre 1993 si sono incontrati a Chica-go delegati di diverse religioni, per approvare un testo sull’etica mon-diale che potesse fungere da “cor-rispettivo etico” della Dichiarazio-ne universale dei diritti dell’uomo del 1948. 6500 donne e uomini di 125 religioni o tradizioni religiose mondiali si sono così uniti nell’ap-provazione di una “Dichiarazione per un’etica mondiale”, basata su quattro principi-guida: l’impegno per una cultura della nonviolenza e del rispetto di ogni vita; l’impegno

per una cultura della solidarietà e un giusto ordine economico; l’impe-gno per una cultura della tolleranza e per una vita vissuta veracemente; l’impegno per una cultura dell’egua-glianza e della condivisione fra don-ne e uomini. La riflessione di Küng parte dal presupposto che le reli-gioni, pur essendo diverse tra loro, assumono posizioni simili in me-rito al modello di comportamento tenuto nei confronti degli altri es-seri umani. “Esiste un parallelismo transcul-turale che permette di rintracciare aspetti comuni a tutte le confessio-ni – ha spiegato Gebhardt –, aspetti confermati dai tanti rappresentan-ti religiosi al summit convocato 18 anni fa nella capitale dell’Illinois e dalle cui conclusioni Küng trasse ulteriori spunti per la sua riflessio-ne. L’etica mondiale non è solo un appello formale ma si avvale di un contenuto, seppure elementare, e lo diffonde attraverso le attività

della Fondazione, che coopera con istituzioni religiose ma anche lai-che, come la scuola” – ha concluso Gebhardt. Tra le attività della Fondazione c’è anche la diffusione delle 12 tavole che costituiscono la mostra “Reli-gioni mondiali, pace mondiale, eti-ca mondiale”, tradotte in italiano dall’Editrice Queriniana e ospitata in questo periodo nella sala parroc-chiale di Santa Maria in Silva. “Tra Brescia e provincia vivono cir-ca 160mila immigrati, dei quali circa il 48% professano l’Islam, il 26% so-no ortodossi e solo il 10% cattolici”, precisa Anna Della Moretta, coordi-natrice del convegno, presentando l’intervento di padre Rosino Gibel-lini dedicato alla proposta di un’eti-ca condivisa che “si traduce in quat-tro passi elementari: comprendersi e conoscersi, giocare, fare festa, pregare e camminare insieme per costituire una rete”. Appello rac-colto dai numerosi rappresentanti

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rionfo di pianisti russi al Festival di Brescia e Bergamo. L’ultima set-timana della rassegna ha avuto come protago-

nisti Arcadi Volodos e Grigory So-kolov, due dei massimi concertisti oggi in attività. Volodos, nel recital di martedì scorso, ha accostato l’in-timismo dei “Momenti musicali” di Schubert e la spettacolarità estrema della Sonata in si minore di Liszt. Da alcuni anni questo eccellente pianista cerca di sottrarsi al luogo comune che lo vorrebbe considera-re soltanto come un supervirtuoso, ed ecco allora che anziché eseguire programmi interamente basati su tripli salti mortali, ama proporre an-che pagine molto semplici dal pun-to di vista tecnico, tali da richiedere in ogni caso un’interpretazione sot-tile e un’emozione profonda. Oggi Volodos è un concertista completo e può raggiungere vertici mirabili su entrambi i fronti.Anche Sokolov, nel concerto con-clusivo di domenica scorsa, ha scel-to la via di un’apparente polarità: Bach nella prima parte, Schumann nella seconda. Ma anziché risolversi in un aperto contrasto, questo bino-mio di compositori tedeschi, attra-verso la personale lettura del gran-de interprete, ha messo in luce le re-ciproche affinità elettive. Si trattava di un programma estremamente ge-

suoi momenti di poesia romantica, ma spesso apparentato a Bach per la predilezione di un fraseggio stac-cato o molto articolato, come pure per una dinamica a terrazze, con un “forte” scultoreo o un “piano” sot-tovoce, senza troppi effetti di cre-scendo o diminuendo. Pur con un programma così lungo e impegna-tivo, Sokolov ancora una volta ha incantato il pubblico del Grande e, proseguendo il suo slancio di gene-rosità, ha donato la bellezza di sei bis, con pagine di Couperin, Rame-au, Chopin e Brahms. Anche Volo-dos, giusto per restare in tema, non

neroso, comprendente dapprima il “Concerto italiano” e la “Ouverture francese” di Bach (quasi un’ora di musica), poi la poliedrica “Humore-ske” e i quatto rarissimi pezzi op. 32 di Schumann. Uno Schumann con i

Mettere in cartellone un concerto sinfonico diretto da Claudio Abbado (foto), è un investimento sicuro. Con questa iniziativa la neo-costituita Fon-dazione del Teatro Grande ha senza dubbio raggiungo l’obiettivo prefissa-to: dimostrare che il principale teatro di Brescia può ospitare manifestazio-ni in grado di richiamare spettatori provenienti non solo dal territorio provinciale ma anche da altre città. È raro che un membro dello star-system

della musica classica possa contare su un seguito di appassionati così nu-merosi e devoti: nel concerto di gio-vedì scorso, nonostante il programma del concerto di Abbado non fosse di per sé dei più spettacolari e nonostan-te il prezzo della poltrona di platea fosse superiore alla media dei concer-ti sinfonici e degli spettacoli d’opera, i biglietti sono andati letteralmente a ruba. Uno degli aspetti più positivi è che numerosi musicofili di Milano,

grazie all’eccezionale prestigio del direttore, hanno potuto scoprire per la prima volta la bellezza del nostro teatro. Dal punto di vista puramente artistico ci è parso che il concerto ab-bia mostrato due facce. Nella prima parte, quella dedicata a Mozart, a pre-scindere dalla bella prova dell’oboista Lucas Navarro, la lettura del maestro Abbado, nel suo olimpico equilibrio, nella sua meticolosa raffinatezza, ri-schiava quasi di sfiorare il manieri-

smo prosciugando quell’energia sot-terranea che dovrebbe essere l’arma segreta delle composizioni del perio-do classico-viennese. Al contrario, la Sinfonia Pastorale di Beethoven, spe-cialmente dal secondo movimento in poi, è stata resa dall’Orchestra Mozart e dal suo ispirato direttore con ma-gnifiche sonorità, intensa profondità e vividi contrasti. Per questa seconda parte il concerto è stato pienamente all’altezza delle aspettative. (m.b.)

si era risparmiato con i bis (cinque, a firma Liszt, Mompou, Villa Lobos, Vivaldi), ma il suo programma, a confronto di quello di Sokolov, ri-sultava più breve di una quarantina di minuti.Si conclude dunque nel segno di due eccelsi pianisti il 48° Festival di Brescia e Bergamo al cui succes-so hanno in ogni caso contribuito anche splendide serate orchestra-li, come quelle dirette da Daniel Harding e Iván Fischer. Per l’anno prossimo già si parla di un’edizio-ne dedicata alla musica di Johan-nes Brahms.

Promossa da Voce Sas andrà in scena dal 17 (apertura con Zanetti a Palazzolo) al 19 giugno la 2ª edizione del Festival di teatro dialettale bresciano “Ure de macc”. Il 18 giugno a Palazzolo si esibiranno la compagnia Scacciapensieri di Flero con “El Laureat”, la compagnia Il grappolo di Preseglie con “Mitomèc ‘na preà hura”, la compagnia La Pal di Urago d’Oglio con “La culpa del me garzù” e la compagnia Rapoceldone di Carpenedolo con “Dumà compese

j-agn”. Il 19 il festival si sposta nella Bassa, a Montichiari, dove andrà in scena la Festival. Tra Palazzolo e Montichiari la seconda edizione della manifestazione serata conclusiva dell’edizione 2011 con la partecipazione della compagnia Amici del cör del Villaggio Violinocon ‘Na morta o ‘na mata?, la compagnia ‘Na scarpa e ‘n sopel di Novagli di Montichiari, I gnari del borg di Pontevico con “Te recordet che le sere”, la compagnia Cafè di piöc di

Montichiari con la commedia “Més dopo més”, la compagnia El paes di Muscoline con “Quando ghè la salute” e la compagnia Rapoceldone di Carpenedolo con “Dumà compese j-agn”. Le pièce teatrali si svolgeranno in cortili e piazze del centro dei due comuni in contemporanea: una vetrina eccezionale al dialetto, alla sua espressione teatrale, di un teatro che parla di identità comuni. L’inizio degli spettacoli è alle 20.45 e alle 22. Ingresso gratuito. (m.t.)

de maccure

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usica, teatro, diver-timento. Il festival LeXgiornate d’Estate, promosso in sinergia dall’Amministrazione

comunale e dall’associazione France-sco Soldano per la direzione artisti-ca di Daniele Alberti, è un’innovativa rassegna che per 20 giorni, da venerdì 24 giugno a domenica 10 luglio, vesti-rà Pisogne di arte e cultura.L’orchestra Neue Philarmonie di Mo-naco e la celebre compagine di caba-ret musicale della Banda Osiris saran-no l’alfa e l’omega della manifestazio-ne e ne riassumono efficacemente lo spirito: far incontrare la nobile tradi-zione della musica d’arte con generi, stili e linguaggi diversi, per rinnovar-ne lo spirito e aprirne le porte a un pubblico più vasto ed eterogeneo.Il programma del festival sarà dedica-to agli strumenti musicali: protagoni-sti saranno gli archi con il giovane e affiatato Quartetto Anthos, i fiati con il sassofonista Gerardo Gozzi (in duo con Stefano Marzanni in una serata tra tango, musical e sperimentazio-ne), la voce con il Gruppo Corale “S. Giulia” di Paitone e il pianoforte con il duo Elvira Foti e Roberto Metro, impegnato in una serata a tutto Liszt nel bicentenario della nascita. Ma il festival non si limiterà ai concerti se-rali: nei fine settimana, le mattine di Pisogne ospiteranno l’appuntamen-

to con “Buongiornolago”, originale e sorprendente talk-show teatrale e musicale condotto da Andrea Faini con l’attore Filippo Garlanda e i pia-nisti Cyrille Lehn e Giovanni Colom-bo, improvvisatori e funamboli del-la tastiera. Un gioco di suggestioni letterarie e musicali, per raccontare

L’unione fa la forza. Un festival co-me LeXgiornate d’Estate non è solo l’occasione per ammirare da vici-no grandi artisti e giovani talenti, attori e musicisti, ma anche e so-prattutto un punto di incontro tra le migliori energie del territorio. La rassegna, dunque, sarà arricchita da importanti collaborazioni, che ne valorizzeranno la proposta, ra-dicandola nel contesto culturale di Pisogne, del Sebino e della Val-le Camonica.La prima alleanza è quella con i sa-pori e i profumi del territorio, gra-zie alla sinergia con Slow Food Val-le Camonica e con alcune cantine della Franciacorta, che animeran-no sfiziosi happy hour coniugando note e gusto con un omaggio alla qualità dei prodotti locali. Collabo-rerà con LeXgiornate d’Estate an-che l’Associazione nazionale amici

della liuteria italiana, che ogni an-no promuove a Pisogne il concor-so nazionale di liuteria, con un’in-vasione pacifica di violini, viole e violoncelli nelle strade e nelle piaz-ze del paese nella giornata dedica-ta agli strumenti ad arco, lunedì 4 luglio. Un’opportunità offerta al pubblico di vedere da vicino come nasce uno strumento, attraverso le diverse fasi di lavorazione che con-ducono alle perfette macchine da musica ammirate nelle sale da con-certo. Attori protagonisti del festi-val sono anche Slingofer e Camuna Idroelettrica, che sono in prima fila nel sostenere il Comune di Pisogne in un’iniziativa capace di coinvol-gere attivamente il tessuto sociale e produttivo, riscoprendo risorse e potenzialità culturali, turistiche ed economiche sempre più da va-lorizzare. (m.b.)

È in arrivo la 143ª stagione dell’associazione che proporrà,fra l’autunno e la primavera secondo tradizione, 14 serate musicali d’impianto cameristico e di grande varietà stilistica. Nell’attesa che il cartellone si completi ci sono già alcune anticipazioni tra le quali la serata inaugurale, già annunciata, che è fissata per il 13 ottobre. Sarà tematica: “Nel raggio di Gustav Mahler”, e il tema ricorrerà altre due volte nel corso della stagione.

Si sono conclusi i corsi propedeutici per strumenti ad arco organizzati dal conservatorio cittadino con l’intento di individuare i talenti di domani. I piccoli strumentisti, dai 6 ai 10 anni, al termine delle loro fatiche di freschi allievi, si sono esibiti nel salone Pietro da Cemmo proponendo un nutrito ensemble di violini e violoncelli, e ottenendo un calorosissimo successo.I corsi tenuti da Alessandra Farro, Davide Boccardi, Marzia Saottini e Chiara Dassenno,

tutti specialisti della didattica strumentale per giovanissimi, sono ormai alla fine del terzo anno di realizzazione: hanno riscosso grandi apprezzamenti e rappresentano sicuramente un fiore all’occhiello dell’Istituto di piazza Benedetti Michelangeli, eclettico e particolarmente sensibile alle esigenze del territorio.Per l’anno prossimo le proposte che si profilano sono ambiziose, in vista di un approccio alla musica serio ma nello stesso tempo divertente.

segreti e poesia degli strumenti mu-sicali. Il quadro sarà completato da due spettacoli originali, entrambi su testo di Andrea Faini, che verranno messi in scena nelle serate del 2 e del 9 luglio, l’esilarante “C’era una volta il jazz…” – passeggiata semiseria tra swing e note blu – e l’intrigante “All you need is love. Processo a Mozart e John Lennon”.Gli spettacoli avranno luogo negli spazi più suggestivi di Pisogne, dalla piazza centrale all’anfiteatro del par-co, dalla chiesa parrocchiale al lun-golago. Tutti gli appuntamenti saran-no a ingresso libero, per consentire proprio a tutti di entrare a far parte del magico universo de LeXgiornate.

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l campo di aviazione di Cividate Camuno (località “Pràda”) eb-be una sua precisa e importante funzione strategica nel quadro della Prima guerra mondiale

(fronte Ortles-Adamello), anche se l’arma aerea era allora ancora ai pri-mordi. Tra i molti aviatori che com-batterono eroicamente sono da ri-cordare gli assi Bartolomeo Cattaneo e Mario Stoppani. Recentemente, a Cividate, presso l’auditorium parroc-chiale, s’è celebrato un convegno sui “Pionieri dell’aviazione in Valcamo-nica”, con vari relatori e la partecipa-zione di due generali dell’Aviazione: Riccardo Ziliani e Alberto Minelli. Molti i relatori: Giovanni Giorgetti ed Enzo Francesca hanno ricordato il pioniere del volo camuno Bartolo-meo Cattaneo; Mario Caroli invece ha celebrato la memoria del pioniere camuno-sebino Mario Stoppani; Fran-co Ragni ha parlato del campo di vo-lo cividatese e della sua funzione nel quadro della Prima guerra mondiale

(il padre di Capo di Ponte, la madre di Vico di Edolo). Conseguì primo in Italia il brevetto di pilota. Abbandonò Vico per Milano, attratto dai motori. Conobbe il grande Bleriot, maestro di volo e divenne suo meccanico. A 20 anni ha già girato tutta Europa. Si cimenta nei principali concorsi aerei. Il successo è crescente. Partecipa nel 1911-’12 alla guerra di Libia. Nella Pri-ma guerra mondiale viene utilizzato come istruttore in varie scuole di pi-lotaggio. Muore in Brasile nel 1949. Mario Stoppani nasce a Lovere nel 1859. Aviatore, pilota, collaudatore e trasvolatore. Nella Prima guerra mon-diale fu assegnato alla 76ª squadriglia caccia e abbattè sei aerei nemici. Bat-té parecchi record mondiali. Ottenne una medaglia d’oro nel 1938 per un volo senza scalo di 7.000 chilometri. Riccio Vangelisti ha esibito numero-si documenti: uno relativo al volo del 1932 sulla vallata dell’Oglio, in pallo-ne, del famoso prof. Piccard. Dall’ae-roporto di Cividate si alzò in volo il

e del fronte dell’Ortles-Adamello; Wal-ter Belotti s’è occupato della difesa antiaerea nel quadro della “Guerra Bianca”; Riccio Vangelisti ha offerto “Premesse alla preparazione del cam-po di Cividate e notizie su un primo sorvolo della Valcamonica”; infine En-zo Francesca e Mario Massano han dedicato un po’ di spazio agli idrovo-lanti di Monte Colino. L’iniziativa e la presentazione sono state di Giancarlo Maculotti; le conclusioni le ha tratte Paolo Franco Comensoli; l’organizza-zione è di Giovanni Bonafini. Il pilota Cattaneo nacque a Grosio (Valtellina) il 30 gennaio 1883 da genitori camuni

Continua il sodalizio tra Anish Kapoor, artista di fama internazionale, e la galleria Massimo Minini che lo scorso anno ha portato le creazioni dello scultore indiano-britannico in città. Questa volta Kapoor espone a Milano in due sedi espositive d’impatto, la Fabbrica del Vapore e la Rotonda della Besana. “Dirty Corner” (nella foto a lato), realizzata con il supporto della Galleria Minini, Lisson Gallery e Galleria Continua, è un monumentale tubo in

acciaio lungo 60 metri, progettato appositamente per gli spazi della Fabbrica del Vapore. L’installazione, che invita il visitatore a entrare nella sua cavità e a farsi circondare dalle tenebre e da paure ancestrali, verrà gradualmente ricoperta dalla terra accatastata da nastri trasportatori. Nello spazio classico della Besana trova invece posto, “My Red Homeland” del 2003, un enorme contenitore circolare di cera rossa schiacciato da un braccio motorizzato, simbolo dell’eterno

divenire. Con questa esposizione, Massimo Minini si riconferma come uno dei più importanti galleristi italiani, capace di attrarre significativi artisti internazionali. Fino al 9 ottobre (Rotonda della Besana) e all’8 gennaio 2012 (Fabbrica del Vapore), il lunedì dalle 14.30 alle 19.30, da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30, giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30. Ingresso al prezzo di 6 euro per ciascuna sede, 10 euro per entrambe. (e.b.)

È stato presentato nei giorni scorsi, presso l’auditorium San Barnaba di Brescia, il volume “Sul senso religio-so” (Milano, Bur, 2009, euro 8,20), che raccoglie due scritti poco noti, entrambi del 1957, il primo di Giovan-ni Battista Montini (1897-1978), allo-ra arcivescovo di Milano, e il secondo di Luigi Giussani (1922-2005), fonda-tore di Comunione e Liberazione.Sono intervenuti Massimo Borghesi, autore dell’introduzione, e don Stefa-no Alberto, docente di Introduzione alla Teologia all’Università cattolica di Milano. In risposta alla vulgata che vuole in contrasto il futuro Paolo VI e don Giussani, il libro mostra, invece, l’af-finità ideale tra i due su un tema al-lora scottante. Di fronte al moderni-smo che proponeva il soggettivismo

religioso contro una Chiesa che sem-brava imporre una fede dogmatica, Montini propose per la Quaresima del 1957 una lettera pastorale che andava alla radice del problema. Cer-to che la fede senza senso religioso è destinata a soccombere, Montini sostiene che solo una fede che va in profondità può rispondere ai bisogni e alle domande dell’uomo e permet-tere un confronto con gli avversari, cioè il laicismo borghese e l’ateismo marxista.Sulla stessa linea Giussani, che for-mula nello stesso anno la prima ver-sione del suo libro più noto: “Il sen-so religioso”, appunto. Egli intuì che di fronte a risposte preconfezionate, anche la Chiesa deve ripartire dalla domanda fondamentale dell’uomo per dare nuove risposte. (l.r.)

capitano Trevenzoli che diede allo scienziato il primo saluto dell’Avia-zione italiana. Un’altra testimonianza del 1916 dà notizia della liquidazione ai proprietari delle aree del campo. Un’ulteriore nota tratta del primo at-terraggio (27 giugno 1916). Infine un elenco dettagliato del 1918 attesta come praticamente ogni casa, o villa cividatese avesse affittato a uffici e ufficiali della 113ª squadriglia e della 74ª sezione caccia stanze, o locali in ogni angolo del borgo.

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Per molti è lo zio del rock bresciano, sicuramente è un artista a tutto tondo che non smette mai di stupire. Stiamo parlando di Omar Pedrini, recentemente premiato con le “cuffie d’oro” come personaggio radiofonico emergente, grazie al suo programma “Contromano” andato in onda su Isoradio. 90 puntate attraverso le quali Omar ha compiuto insieme ai suoi ascoltatori un viaggio immaginario tra le bellezze

artistiche, letterarie e musicali del Belpaese. Nel frattempo il cantautore rock bresciano prosegue con il suo “Capanna dello zio Rock tour 2011”, nel corso del quale Omar e la sua band propongono anche brani tratti dai dischi solisti “Beatnik”, “Pane burro e medicine” e, ovviamente, tutte le migliori hits dei Timoria. “La Capanna dello zio Rock”, album celebrativo di 20 anni di carriera vissuta sempre in prima linea. (r.b.)

t’s only rock! Così pare voglia-no sostanzialmente affermare con questo loro nuovo “Wa-sting light” i Foo Fighters, la band nata da una costola dei

Nirvana, i padri del grunge travol-ti dalla scomparsa del leader Kurt Cobain. Il testimone da Cobain è passato a David Grohl, batterista dei Nirvana, che dopo lo sciogli-mento della band ha fondato i Foo Fighters, autori nel corso degli an-ni di alcuni dischi allineati alla tra-dizione del rock più puro. I Foo Fighters, protagonisti in Italia il 15 giugno all’“IdRho Festival” all’Are-na Fiera Rho (Mi), rendono al mas-simo proprio in concerto, dove ri-escono a sprigionare tutta la loro energia e la loro tecnica. Non che su disco non siano all’altezza, pe-rò il palco rimane, come del resto per tutte le autentiche rock band, l’ambiente naturale e il vero ban-co di prova. “Wasting light” esce a distanza di quattro anni dal lo-ro ultimo album di inediti, segno che il metabolismo della band non è dei più rapidi ma testimonianza anche di quanta cura e passione il gruppo metta nei loro lavori. L’al-bum conferma il sempre valido as-sioma che il “rock’n’roll can never

die”, come cantava il vecchio leo-ne Neil (Young). Un genere che at-tira sempre molti ascoltatori e che, soprattutto, è trasversale tra le di-verse generazioni. Forza, energia, carica, tutto questo si trova in que-ste canzoni, tra le quali appassio-na subito “Dear Rosemary”, terzo brano della raccolta, che vede co-me ospite quel Bob Mould che con i suoi Husker Du è da sempre un riferimento importante per Gro-hl. Ma scegliere tra le 11 tracce è impresa ardua, l’album è una cor-sa senza sosta nell’ottovolante del rock. Canzoni che in alcuni casi – ad esempio “White limo”, dall’intro devastante – sfiorano l’heavy, por-tando nel Dna il marchio indelebi-le del grunge. Un grunge che però ha definitivamente perso per stra-da alcune ruvidità francamente pe-santi. Ci troviamo così di fronte a un autentico disco rock, che in al-cuni casi diventa anche piuttosto morbido e che non perde di vista il power pop. Belle in questo senso “Rope”, che si fa notare per alcuni riff incisivi e per un approccio vo-cale molto piacevole e “Walk”, che chiude il disco. Un’altra conferma è la statura del leader della band, Da-vid Grohl, che si manifesta anche

in questo cd “capo carismatico” di uno dei gruppi oggi più importanti del pianeta, molto amato soprattut-to in Inghilterra. Merito della so-stanza del loro suono e non certo del desiderio di primeggiare, a dif-ferenza di altre band decisamente più trendy. In “Wasting light” non c’è nulla di fuori luogo, ogni tassel-lo è messo al punto giusto, grazie anche alle presenze in console di Butch Vig (già produttore dei Nir-vana) e di Krist Novoselic (bassista e ideatore dei Nirvana, ma non c’è bisogno di dirlo), anch’esse di so-stanza e non di pura facciata. Un disco che appassiona e coinvolge e che in qualche caso diverte, come nella bella “Back & forth”, che dà la cifra di quanto il rock “stars and stripes” abbia ancora da insegnare al mondo intero.

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I referendum del 12 e 13 giugno sono stati un evento importante per l’Ita-lia. Milioni di cittadini hanno detto la loro su quesiti di interesse collettivo, e le ripercussioni sociali e politiche di questa scelta si sentiranno a lun-go. I referendum del passato hanno sempre lasciato un segno nella vita dell’Italia: nel momento in cui i cit-tadini si uniscono in una forma di democrazia più o meno diretta, l’as-setto politico e culturale assume di conseguenza una forma che più si confà alle decisioni prese. Come tutti gli eventi che si inseriscono in modo straordinario nella vita di un Paese, travolgendolo dal basso fino alle sfe-

re direzionali, ci si sarebbe aspettati un notevole tam tam mediatico, che preparasse per tempo i cittadini alla data delle votazioni, formandoli sul significato del referendum. Così è stato. Ma c’è una sostanziale diffe-renza rispetto al passato: il primato dell’informazione questa volta non va alla televisione, ma al pianeta internet, e più in particolare ai so-cial forum, Facebook primo fra tut-ti. Migliaia di persone attraverso la Rete hanno raggiunto quella fascia di elettorato da tempo assente dalle urne, rendendo possibile un quorum che altrimenti, calcolando la scarsa partecipazione politica degli italiani

negli ultimi anni, non si sarebbe mai raggiunto.Il popolo di internet (ma forse a que-sto punto potremmo chiamarlo po-polo italiano), ha discusso per mesi le diverse posizioni in merito. La gen-te era pronta e aspettava il momento di dire la sua.La tv è entrata in gara al rush finale, a giochi fatti, una volta assodato che la questione era d’interesse naziona-le. Solo nell’ultima settimana prima delle votazioni i telespettatori hanno avuto informazioni in merito. Di fatto nel pomeriggio dello spoglio dei voti la Rai ha demandato la diretta al ter-zo canale: Rai Uno e Vespa, in primo

piano durante le recenti amministra-tive, erano troppo impegnati per oc-cuparsene. Tanto meglio. Pieno di risorse, invece, Enrico Mentana, che per un mese ha sostenuto l’Italia al voto con dirette efficaci e brillanti, confermando La7 un neo di bellezza nella tv italiana degli ultimi tempi. E Mediaset? Mediaset si è riconferma-ta, nel suo totale silenzio riguardo la scena politica, amministrativa e sociale italiana, una televisione da avanspettacolo, un ridicolo conte-nitore vuoto.La tv italiana ha snobbato un impor-tante referendum nazionale. Un erro-re volontario, se consideriamo che i

grandi eventi sono il suo pane quoti-diano: basti pensare alla ricorrenza del 150° dell’Unità d’Italia, occasio-ne in cui il piccolo schermo ha dato dimostrazione del suo straordinario potere di coesione sociale. Per diver-si mesi prima del 17 marzo in tv non si parlò di altro, e ancora oggi l’eco dell’evento ritorna in moltissime tra-smissioni. Sappiamo che l’80% degli italiani di-chiara di farsi un’idea sulla realtà istituzionale e politica attraverso il piccolo schermo. La tv doveva e po-teva occuparsi più a fondo del re-ferendum. Forse in questo caso ha avuto paura di fare per conto suo?

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a moda dei prequel, i film che riportano indietro le lancette dell’orologio del-le serie cinematografiche di maggior successo, ha

toccato anche i mutanti nati dal ge-nio creativo di Stan Lee, che insie-me a Jack Kirby creò nel 1963 per la Marvel Comics il fumetto “The X-Men”: uomini dalle doti sovrannatu-rali in lotta fra loro nel mondo con-temporaneo, divisi tra impegno per il bene e smania di distruzione. Negli anni Sessanta è ambientato anche il film diretto da Matthew Vaughn, che racconta l’inizio di una vicenda della quale gli appassionati conoscono già i protagonisti: il Professor X, alleato con quell’umanità che pure guarda ai mutanti con diffidenza e timore; e Magneto, che in nome dell’“orgoglio mutante” combatte una battaglia per togliere agli uomini il potere.Bryan Singer, regista nel 2000 e 2003 dei primi due “X-Men”, torna come produttore e autore della nuova av-ventura, che ha dalla sua il pregio di essere meno seriosa delle preceden-ti. Siamo infatti nell’epoca dell’ado-lescenza degli X-Men, con i suoi tur-bamenti ma anche le sventatezze; ed è divertente vedere i giovani mutan-ti che, per esibire l’un l’altro i propri superpoteri, quasi devastano la base

nella quale sono rinchiusi. Il film me-scola anche, con accorta leggerezza, la grande storia e le vicende degli eroi: immaginando che la crisi internazio-nale innescata in quegli anni dalla presenza di missili sovietici a Cuba abbia alle spalle i maneggi di un mu-tante supercattivo, Sebastian Shaw (un allegro Kevin Bacon), emulo dei tanti devastatori protagonisti dei film di James Bond.C’è infatti anche sapore di 007 prima maniera in questo film, che inizia con ritmo vivace sfoggiando una sfilata di location differenti. Chris Seagers, lo scenografo, ha creato oltre 80 set, tut-ti intonati all’epoca nei colori vivaci e nel design, e la troupe ha girato negli Stati Uniti e in Argentina, a Londra, in Svizzera e in Russia. Al centro del racconto è la nascita di una grande amicizia tra due giovani: Charles Xa-vier (James Mc Avoy) ed Erik Lehn-

sherr (Michael Fassbender), i futuri Professor X e Magneto. Charles ha scoperto le proprie doti telepatiche e coltiva l’idea di trovare e riunire i mutanti del mondo per addestrarli a usare nel modo migliore le loro doti. Erik, capace di piegare il metallo alla sua volontà, ha subito da bambino un terribile trauma in un lager nazista. La sua psicologia è più tormentata, divi-sa tra diffidenza insanabile, desiderio d’amore e una devastante volontà di potenza. I due radunano il primo nu-cleo degli X-Men destinati a confluire nella scuola per mutanti del Professor X. Combattono insieme la battaglia contro Sebastian Shaw: ma le loro strade sono condannate a separarsi.Il film ripropone le difficoltà dei per-sonaggi nel fare i conti con una diver-sità che li fa sentire inadeguati al mon-do. Lo fa però senza calcare troppo la mano, preoccupato soprattutto di creare un buon prodotto di intratteni-mento. Il risultato è al di sopra delle (non elevate) aspettative: i momenti di pausa sono rari, gli effetti speciali distribuiti con metodo; e i mutanti – dalla scintillante telepate di January Jones alla Raven in pelle blu di Jen-nifer Lawrence – non sono solo feno-meni da baraccone ma formano un accattivante mix di tipi psicologici (e psicopatici).

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L’assessorato provinciale all’Agricoltura manca da tempo della figura di un direttore a tempo pieno e questo, nonostante l’impegno e la dedizione dell’assessore Francesco Tomasoni e la professionalità di tanti dirigenti, sta diventando per l’agricoltura bresciana un limite tutt’altro che indifferente. A denunciarlo è Coldiretti Brescia con un comunicato stampa in cui il direttore Mauro Donda evidenzia la situazione di difficoltà. “L’assessorato sta diventando una

fonte di difficoltà – afferma Donda – L’assenza di un direttore si traduce in assenza di coordinamento e, spesso, nell’assunzione di iniziative in palese difformità rispetto alle restanti province della Lombardia, in barba alle indicazioni fornite dalla Regione”.“Sono sempre di più le questioni che impattano sulle imprese agricole – afferma ancora Donda e per questo è necessario avere negli uffici provinciali un valido riferimento ed una proficua collaborazione”.

La produzione di energia alternativa attraverso le biomasse rappresenta un’opportunità di crescita. Questo tema sarà oggetto del convegno “Il settore delle biomasse in Italia, risultati ed opportunità”, in programma presso la Camera di commercio di Brescia il prossimo 20 giugno. Sarà presente per le conclusioni l’on. Stefano Saglia, sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico. Per informazioni e iscrizioni: 0303725364.

i è tenuta nei giorni scorsi presso la sede della Regio-ne Lombardia a Milano, la presentazione del Dossier Comuni Ricicloni 2010.

Alla presenza del assessore regiona-le a Territorio e urbanistica Daniele Belotti, del presidente di Legambien-te Lombardia Damiano Di Simine e del presidente della Fondazione Le-gambiente Innovazione Andrea Pog-gio, sono stati illustrati i risultati del Dossier che tiene annualmente moni-torate le eccellenze nel campo della Raccolta differenziata in Lombardia (il dossier completo di Comuni Rici-cloni Lombardia si trova in www.le-gambiente.org ). Solo tre, fra tutte le esperienze attive nel settore in Lom-bardia, sono state chiamate a portare la loro testimonianza. Tra queste an-che Cogeme, la multi utility dell’Ovest bresciano, unica azienda pubblica in-vitata a Milano. Il suo presidente Gian-luca Delbarba, presente a Milano, ha così commentato l’evento: “Diversi

con l’altro, il livello di raccolta diffe-renziata raggiunta.”Delbarba ha poi ricordato come “dal 2008, l’impegno di Cogeme Gestioni è quello di affiancare e sostenere le Amministrazioni comunali che inten-dono applicare la Raccolta differen-ziata globale porta a porta, ovvero un modello efficiente di differenziazione del rifiuto, che consente di eliminare i cassonetti dalla strada, di aumen-tare la percentuale di raccolta diffe-renziata, consentendo il recupero dei materiali, riducendo l’impatto della produzione e dello smaltimento dei ri-fiuti sull’ambiente”. Paderno Francia-corta è stato premiato come “miglior Comune riciclone” della Lombardia fra le realtà sotto i 10mila abitanti. Il sindaco Antonio Vivenzi, presente a Milano per ritirare l’importante atte-stato, ha confermato che “il risultato straordinario ottenuto da Paderno, ma anche dagli altri Comuni, è giun-to grazie alla partecipazione dei nostri cittadini, che hanno colto l’importan-

sono i Comuni franciacortini della Bassa e dell’Ovest bresciano che, con la collaborazione di Cogeme, hanno raggiunto risultati straordinari nella Raccolta differenziata. Legambiente ha voluto pertanto che Cogeme rac-contasse direttamente, in occasio-ne della presentazione del Dossier 2010, la propria esperienza aziendale. Uno dei dati che sono balzati all’oc-chio degli osservatori, infatti, è stato proprio quello che i comuni serviti da Cogeme, e che hanno introdotto il servizio di Raccolta differenziata globale, sono quelli che hanno espo-nenzialmente aumentato, da un anno

Nei giorni scorsi, presso la sede di Apindustria di Brescia, si è tenuto il primo consiglio direttivo presieduto dal nuovo presidente Maurizio Casa-sco. È stata anche occasione per illu-strare le politiche della nuova presi-denza a favore della piccola e media impresa nel più ampio sistema delle rappresentanze economiche del Bre-sciano. Casasco ha evidenziato la ne-cessità di fare rete tra le diverse realtà della provincia, sottolineando, al pro-posito, il proficuo ruolo svolto dalla Camera di commercio. Presente al di-rettivo Francesco Bettoni, presiden-te dell’ente camerale bresciano, ha evidenziato l’importante ruolo svolta da Apindustria. Bettoni, in pieno ac-cordo con Casasco e l’intero direttivo dell’associazione, ha espresso il pro-prio apprezzamento per il momento

di confronto promosso dalla sigla di via Lippi, ha sottolineato la necessità che tutte le associazioni di catego-ria trovino la via del dialogo e della collaborazione sui grandi temi di in-teresse generale. “I tempi principali che costituiranno l’oggetto del rilan-cio dell’economia provinciale e che sono al centro delle riflessioni della Camera di commercio – ha ricorda-to ancora Bettoni – sono la moder-nizzazione della rete infrastrutturale, l’agevolazione nell’accesso al credito, la formazione professionale, il marke-ting territoriale come leva di sviluppo locale e innovazione tecnologica di processo e di prodotto”. Casasco ha ribadito che altri fronti su cui si impe-gnerà Apindustria saranno l’attenzio-ne e l’accesso al credito e l’internaliz-zazione delle imprese.

za della scelta di effettuare la raccolta differenziata. Inoltre questi risultati giungono anche grazie alla collabo-razione puntuale e concreta di Coge-me: una forte sintonia con l’azienda, che intendiamo mantenere e valoriz-zare. Cogeme è, e deve rimanere, un valore aggiunto per il territorio e per i nostri Comuni”. Travagliato, invece, si è aggiudicato la palma di miglior Comune riciclo-ne per le realtà territoriali con più di 10mila abitanti.

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Da anni impegnata in progettazione e restauro di ambienti propri delle parrocchie, la Tecno Domus di via Aldo Moro 5 guidata da Danieli ha realizzato da pochi mesi una importante partnership con la Aircon di Paderno Franciacorta. Un’azienda specializzata nel restauro e risanamento di ambienti degradati. Con il coinvolgimento diretto dell’ingegnere Stefano Sacrato, prende parte all’accordo anche la Delta Phoenix di Maclodio, della quale Sacrato è

Technical manager dal 2001 e dal 2004 imprenditore dello spin-off “Divisione edilizia” che si occupa di sviluppo e commercializzazione di nuovi materiali a nano-legante per l’edilizia. Un’importante joint venture che incrocia le competenze per offrire il miglior servizio possibile al risanamento dei beni della Curia, con la Tecno Domus che si occupa della parte commerciale e la Aircon pronta a effettuare gli interventi. Soprattutto, una sinergia che ha

portato all’innovativa soluzione per l’annoso problema dell’umidità che affligge i luoghi sacri. “Personalmente – spiega l’ingegner Sacrato – sono stato impegnato nel risanamento di una chiesetta privata a Leno per proteggere le fondazioni da infiltrazioni future e stiamo approntando i lunghi lavori di restauro di una cappella della chiesa di S. Maria Assunta a Riva del Garda, mentre in luglio andrò in Brasile per lavorare alla cattedrale di San Salvador de Bahia”.

volte basta una piccola idea per cambiare radi-calmente le cose. Così è capitato che il giovane ingegnere Stefano Sa-

crato arrivasse a studiare i compo-sti degli intonaci e giungesse a per-fezionare il risultato finale: un pro-dotto per risolvere l’annoso proble-ma dell’umidità. Un progetto frutto di una proficua collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, dove si è laureato nell’anno 2000 in Ingegneria meccanica. E ora il con-cretizzarsi di una partnership siglata da pochi mesi tra lo studio associa-to Aircon di Paderno Franciacorta che rappresenta e la Tecno Domus di Brescia. “Nel corso del 2010 – di-ce l’ingegner Sacrato – ho incontrato il signor Danieli della Tecno Domus, azienda specializzata in progettazio-ne e restauri al servizio delle parroc-chie, e insieme abbiamo stretto un accordo che ci sta portando a lavo-rare in sinergia nei luoghi sacri della provincia di Brescia e non solo. Spes-so, durante i restauri di chiese, cap-pelle, basiliche si riscontrano gravi problemi che attengono alle infiltra-zioni d’acqua e possono precludere la stabilità dell’edificio. Un esempio è quello della chiesa di Longhena, costruita sopra l’alveo di un fiume e dotata nel tempo di una zoccolatura marmorea all’esterno, cosa che ha fatto diffondere l’umidità lungo tut-to il pavimento. Quello che facciamo insieme sono opere di risanamento

completo, mettendo ciascuno le pro-prie competenze professionali”.Il nuovo progetto emerge da uno stu-dio fatto in collaborazione con l’Uni-versità degli Studi di Brescia sulla chimica allumina, ossia una specie di intonaco capace di sfruttare le proprietà delle nanotecnologie e in grado di togliere al materiale la pos-sibilità di degradarsi. “Si tratta di un materiale che può essere paragonato al goratex – puntualizzano Sacrato e

Danieli –, ossia un materiale che fa traspirare pur essendo impermeabi-le all’acqua liquida, per un progetto che ha ricevuto anche il placet dalla Sovrintendenza per i beni culturali. L’intervento è totalmente reversibi-le, perché il materiale è un consoli-dante ed è antincendio. Nel prosie-guo del dottorato con l’università stiamo cercando il modo di render-lo anche antisismico. Tanto che a metà luglio faremo un test proprio in questo senso, con la presenza di illustri studiosi provenienti da tutto il mondo. Il tempo di decadimento dei prodotti risananti è maggiore. Con lo studio vogliamo presentare un progetto di risanamento globale, che prenda in considerazione varie tecnologie, semplicemente utilizzan-do materie prime che non si possono degradare”.

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Il Centro di formazione professio-nale Rodolfo Vantini, accreditato presso la Regione Lombardia sia per i servizi formativi che per i ser-vizi al lavoro, è il più antico Cfp del-la Regione essendo stato fondato nel 1839 proprio dall’arch. Rodol-fo Vantini per la formazione degli allora scalpellini. L’attività didattica della Scuola nel corso degli anni è stata notevol-mente incrementata; accanto al tradizionale corso d’insegnamento di disegno ornato e di scalpellino marmista sono stati istituiti corsi per garantire nuove opportunità di lavoro e formare personale qua-lificato. Al marmo si sono via via aggiunte altre attività in parallelo con lo sviluppo e la trasformazione produttiva del territorio. Il centro oggi realizza corsi nel campo della formazione di base, formazione per l’obbligo formativo, formazione superiore e permanen-te e formazione per soggetti appar-tenenti alle categorie svantaggiate, formazione extra-aziendale degli apprendisti, aggiornando e miglio-rando la qualità dei corsi per essere la Scuola delle imprese e garantire opportunità di lavoro a personale qualificato. Per l’anno 2011/2012 la

Scuola Vantini riproporrà un impor-tante percorso triennale di qualifi-ca rivolto agli allievi che terminano la terza media e che li porterà a di-ventare degli “operatori addetti alla lavorazione artistica del marmo”. Questo percorso triennale rappre-senta una proposta formativa unica in Lombardia ed è stata progettata in forte sinergia con le aziende del settore proprio per dare una con-creta opportunità di sbocco occu-pazionale agli allievi che si qualifi-cheranno. Il percorso formativo, di durata triennale, si articola in 30 ore al-la settimana, dal lunedì al venerdì dalle ore 7.45 alle ore 13.45 per un totale di 990 ore l’anno. Gli allievi, a partire dal secondo anno, svolge-ranno un periodo di stage aziendale durante il quale un tutor aziendale e uno scolastico seguiranno con attenzione il percorso di tirocinio formativo dello studente.Tra gli sbocchi occupazionali del percorso triennale qualificato si possono annoverare Laboratori di lavorazione e trasformazione di materiali in pietra (oltre 70 aziende solo nel territorio), aziende di de-sign industriale, aziende specializ-zate nell’artigianato artistico.

L’Accademia di Belle Arti SantaGiulia apre i propri spazi a tutti gli studenti, i genitori e i docenti che siano interessati ad esplorarne l’articolata offerta didattica e conoscerne le innumerevoli attività. Il 14 e 15 e 18 e 19 luglio si terrranno infatti le giornate dell’open day.Dalle ore 9.30 alle ore 17 gli studenti interessati potranno visitare i laboratori, osservare il lavoro degli studenti, essere guidati tra le opere più meritevoli dei

ragazzi che hanno concluso il loro percorso e che restano ora allestite negli ambienti dell’Istituto.Tra i corridoi e le aule dell’Accademia si potranno toccare con mano le creazioni delle nove scuole di grafica, scenografia, decorazione, pittura, scultura, restauro, didattica dell’arte, progettazione artistica per l’impresa e nuove tecnologie dell’arte. Il servizio di orientamento svolto nel corso di queste giornate rientra in quello che è stato definito dall’Accademia SantaGiulia

“Progetto Ponte Scuola”, ideato con l’obiettivo di promuovere una serie di attività formative propedeutiche e un incontro di tipo istituzionale tra gli studenti delle scuole superiori e il contesto accademico. Tale progetto intende offrire un’ancor più concreta opportunità di orientamento e di informazione, in modo da assolvere ad una funzione formativa quanto più possibile adeguata alle necessità delle singole scuole. Per partecipare è necessaria l’iscrizione wwwaccademiasantagiulia.it.

ESSENDO UN PRODOTTO INNOVATIVO

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ammi tre parole, “diretto-re sportivo”, “allenatore” e “stadio”. Altro che “so-le, cuore, amore” come recitava un tormentone

di qualche estate fa. Su queste tre paroline si baserà l’immediato fu-turo del Brescia che – come preve-dibile – resterà ancora nelle mani della famiglia Corioni (e chi altri-menti). Per il dopo Gianluca Nani è pronto il 58enne Andrea Iaconi, che verrà ufficializzato al massimo entro l’inizio della prossima settima-na. L’incontro in Saniplast c’è stato, l’accordo pure, manca solo che il dirigente abruzzese sciolga il con-tratto in essere con il Grosseto che – comunque – lo aveva esonerato a metà stagione. Capitolo allenatore: pare non ci sia fretta, anche se va ricordato che lu-nedì 11 luglio prossimo si partirà per il ritiro estivo di Temù. Anche qui il cerchio sembra stringersi al nome di Dario Marcolin, vice di Si-nisa Mihajlovic alla Fiorentina e al-lenatore in seconda proprio delle Rondinelle ai tempi di Mario Somma e Serse Cosmi. Un tecnico giovane per una società costruita sui giova-ni. Le tanto sperate cessioni di Dia-manti e Caracciolo (per fare cassa e liberarsi dei loro ingaggi stellari) non sono ancora avvenute. A dir la verità per l’Airone, dopo il rifiuto alla Dinamo di Kiev, solo il Bologna

si è timidamente fatto avanti, met-tendo sul piatto “appena” 4 milioni di euro. Troppo pochi per Corioni, che ne vuole almeno 5. Inoltre, la settimana prossima sarà decisiva per il futuro della bandiera Marco Zambelli. L’esterno di Gavardo è da più di un anno corteggiatissimo dal Parma del patron bresciano Ghirar-di, ma prima di decidere il diretto interessato vuole capire quali siano

i programmi biancoazzurri. Terzo punto, la questione stadio: Corioni ha inoltrato l’ennesima bordata al sindaco Adriano Paroli per trova-re una soluzione al vetusto “Mario Rigamonti”. A furia di tampinare, il numero uno di via Bazoli avrebbe ottenuto un confronto sull’ipotesi di avvicinare le curve al campo con l’installazione di ponteggi mobili sti-le Sant’Elia di Cagliari.

Dalla storica promozione sul campo al riconoscimento in Provincia. Una delegazione di squadra e società gardesana è stata premiata martedì scorso per il salto di categoria arrivato con la vittoria 2-1 sulla Pro Patria (1-1 all’andata). Il prossimo anno la compagine del presidente Giuseppe Pasini (foto a lato) militerà in Prima Divisione, la ex C1, insieme al Lumezzane. “Passati i festeggiamenti, la prossima settimana ci

incontreremo per costruire una squadra che rimanga in questa categoria”, ha annunciato il numero uno della Feralpi Salò. La società ha intenzione di confermare l’allenatore Claudio Rastelli. “È stato un grande – conclude Pasini – nel momento più difficile ha azzeccato tutte le mosse”. Per capitan Quarenghi (150 reti) la possibilità di continuare un altro anno da giocatore, altrimenti è pronta una poltrona da dirigente.

L’11ª edizione del Brixia Tour, in pro-gramma da mercoledì 20 a domeni-ca 24 luglio, sta raccogliendo ampio consenso da parte dei team più quo-tati al mondo. Hanno già ufficializza-to la propria presenza Lampre-Isd, Euskaltel-Euskadi, Movistar Team e Sky Procycling. Un vero e proprio attestato di stima nei confronti di pa-tron Giuseppe Bresciani, in attesa della conferma da parte di Garmin-Cervelo e Pro Team Astana. Protago-

nisti delle sfide che non mancheranno d’incendiare le cinque giornate di ga-ra saranno inoltre i portacolori delle principali squadre della categoria Pro-fessional. “ Inoltre – svela Bresciani –, l’intenzione del ct azzurro Paolo Bet-tini di schierare al via del Brixia Tour una selezione della squadra naziona-le, non può che renderci orgogliosi. Se confermata – conclude il patron della manifestazione – sarebbe una presenza importante a suggellare il

ruolo di rilievo che la nostra corsa ha saputo ritagliarsi negli anni all’interno del calendario internazionale”. Pun-zonatura e presentazione delle squa-dre si svolgeranno a Ponte di Legno, teatro anche della partenza della 1° tappa, che terminerà a Edolo. Secon-da giornata ricca di sorprese – in at-tesa del via libera da parte della città di Brescia – con due semitappe che potrebbero includere una cronome-tro individuale. Terza tappa a Preval-

le, mentre la quarta frazione di gara proporrà l’immancabile tappone Con-cesio-Passo Maniva, da sempre fiore all’occhiello della corsa bresciana. La conclusione del Brixia Tour po-trebbe riservare quest’anno una gros-sa sorpresa: il gran finale dovrebbe es-sere ospitato dalla suggestiva cornice di piazza Bra a Verona. Diretta sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5) e in streaming su radiovoce.it a partire dalle ore 15.55.

Infine, l’ultima iniziativa per cele-brare il Centenario di fondazione (amaro vista la retrocessione in B): è stato emesso un francobollo a ti-ratura limitata. Saranno 109mila i pezzi in vendita e l’emissione è af-fidata all’Azienda filatelica di Sta-to di San Marino. La stessa che ha creato i francobolli celebrativi per i cento anni di storia di Milan, Inter e Bologna.

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gni evento nazionale porta con sé una natura-le carica di entusiasmo e voglia di vincere. La quattro giorni vissuta a

Lignano Sabbiadoro (9-12 giugno) in occasione del 9° Gran premio di ginnastica artistica e del V Gran pre-mio di ginnastica ritmica, tuttavia, ha consentito al Centro sportivo italia-no di scrivere una delle pagine più belle della storia recente arancioblu. Circa duemila persone tra atleti, tec-nici e accompagnatori hanno parte-cipato all’evento, conclusosi con la grande festa delle premiazioni e la Messa celebrata da don Claudio Pa-ganini, partecipata nei numeri e nel sentimento. Sono andati a ruba pezzi di striscioni ciessini, manifesti e lo-candine dell’evento. In tanti hanno voluto portare a casa un ricordo di un’esperienza che ha lasciato il se-gno e che verrà ricordata a lungo da tutti coloro che vi hanno preso parte. 845 atleti hanno inseguito l’oro nella ginnastica artistica; 383 nella ritmica. Ospite d’onore al villaggio Ge.Tur. è stato Igor Cassina, l’ex campione olimpico oro ad Atene 2004, che ha dato il via alla manifestazione con un messaggio ai giovani “colleghi”: “Non tutti tra voi saliranno sul po-dio, ma voglio comunque esortarvi a dare sempre il massimo, a rispettare le giurie, gli avversari e a onorare i vostri e i loro sacrifici”. Il presiden-te nazionale Massimo Achini ha ce-lebrato l’evoluzione di un movimen-

Il Centro sportivo italiano continua ad espandere i suoi confini. La bandiera arancioblù sventola anche ad Haiti grazie al tecnico del Csi Milano Paolo Capozzi, che si è recato sull’isola caraibica insieme agli amici della fondazione “Francesca Rava” per allenare la squadra di bambini dell’orfanotrofio di Kanscoff, una struttura che ospita circa 800 bambini. Una selezione haitiana, infatti, parteciperà alle finali mondiali della Danone Nation Cup, in programma in

ottobre a Madrid. In vista di questo appuntamento prestigioso, il coach Capozzi tornerà ad Haiti il prossimo agosto per la seconda sessione di stage di allenamento. Questa iniziativa è solo il primo passo per la costituzione di una cellula ciessina nella Repubblica caraibica. Nei programmi oltreconfine del presidente nazionale Massimo Achini c’è l’intento di recarsi oltreoceano per stringere accordi utili a favorire la diffusione dei valori sportivi e umani.

to sportivo in crescita esponenziale: “È il coronamento di una stagione di rilancio nella quale il Csi ha fat-to una grande programmazione per dare lustro a questa straordinaria di-sciplina”. Le società pretendenti al tricolore sono arrivate in Friuli da 24 comitati provinciali. Brescia si è affermata come una delle realtà più prolifiche, come dimostra il ricco

medagliere, carico di 19 ori, 25 argen-ti e 23 bronzi che incoronano Liberty, Palazzolese, Leonessa, Planet Gym, Azzurra in Valle e Trenzanese come realtà di assoluto valore del panora-ma ginnico tricolore. Oltre ai succes-si ottenuti per meriti sportivi sono arrivati anche due riconoscimenti speciali. A Lignano Sabbiadoro, in-fatti, due bresciane hanno ricevuto il premio “Uno sport per la vita”, na-to per sottolineare l’impegno, la de-dizione e la passione di sportivi che hanno saputo distinguersi per le più svariate motivazioni. Il prestigioso trofeo è andato a Federica Picozzi, atleta dell’Asd Liberty e Patrizia Sal-vadori, allenatrice della Leonessa.

... e la festa continua!PRENOTA IL DVD DELLA PROMOZIONE tel. [email protected]

LEONESSAPROMOZIONE LEGA 2

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elle giornate estive da dedicare allo svago il Bresciano offre molte opportunità, a partire dalla scoperta di tre pre-

ziosi scrigni della pittura del Cin-quecento. Il viaggio lungo la “Via del Romanino”, uno dei maggiori pittori bresciani del Rinascimento, parte da Pisogne per poi fare tappa a Bienno e concludersi a Breno. Pisogne, loca-lità affacciata sul Sebino, è stata in passato un importante luogo di con-trollo dei traffici commerciali e delle vicende politiche, come testimonia la maestosa Torre del Vescovo, alta 32 metri, visitabile contattando la bi-blioteca (tel. 0364880856). Il vero te-soro è però la chiesa di Santa Maria della Neve, situata sulla strada verso la localià Fraine. La semplicità della facciata a capanna trae in inganno il visitatore che, non appena varcata la soglia, si trova di fronte a quella che il celebre storico dell’arte Giovanni Testori aveva definito “la Cappella Si-stina dei poveri”. Le pareti dell’unica navata presentano uno straordinario

ciclo della Vita di Cristo, opera del Ro-manino. Di grande impatto visivo è la grande “Crocifissione” posta in con-trofacciata, animata dal disordine dei soldati e dalla figura della Maddalena dal volto di contadina che abbraccia la croce. Questa grande forza narra-tiva si ritrova anche negli episodi di-pinti sulle pareti, come la splendida “Resurrezione” o la “Discesa al Lim-bo”, ricca di effetti luministici. Lo sti-le “anticlassico” del Romanino colpi-sce immediatamente per la grande tensione che anima i personaggi tutti tesi verso il dramma e l’inquietudine tipica di quegli anni movimentati dal-la Controriforma cattolica. La chiesa è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 18.Proseguendo a nord e inoltrandosi nella Valle Camonica, passando per Esine e Berzo, si raggiunge Bienno, altra tappa de la “Via del Romanino”. La pieve di Santa Maria Annunciata (aperta tutti i giorni dalle 8 alle 18) conserva infatti al suo interno tre pa-reti affrescate dal pittore bresciano raffiguranti “Lo sposalizio di Maria”,

“La presentazione al tempio” e una scena poco riconoscibile a causa del cattivo stato conservativo. Le due raf-figurazioni, tratte dai Vangeli apocri-fi, si svolgono in ardite architetture e mettono in scena un matrimonio di paese. Il pittore è artefice di dettagli quasi commoventi, come la ragazza vestita di bianco con un mazzo di fio-ri tra le mani e che guarda maliziosa-mente al di fuori della scena, come a cercare lo sguardo del visitatore. L’iti-nerario alla scoperta del Romanino si conclude a Breno, nella chiesa di Sant’Antonio (aperta dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 19). Sulle pareti del pre-sbiterio, l’artista bresciano dipinge al-cuni episodi tratti dal Libro di Danie-le. Le scene sono purtroppo danneg-giate dall’umidità e dall’incuria, ma fanno trasparire tutta la forza che contraddistingue i tre cicli pittorici camuni. Quelli che un tempo erano tre baluardi della fede cattolica con-tro la dilagante dottrina protestante, sono oggi testimonianza non solo del fervore artistico, ma di una pro-fonda indagine dell’animo umano.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Noi stamo dalla partedi papa Benedetto

Egr. direttore,i poster più provocatori sono quasi tutti per il papa. “Nazinger still per-secutes gays” (Nazinger perseguita ancora i gay), “Nazinger aggredisce i gay”, “L’inferno reale, il Vaticano Guantanamo mentale”, e poi… Pren-dere in giro il Papa è sempre stato fa-cile. Il Papa però non è solo. Egli sta difendendo con il semplice strumento della parola il valore della creazione, il significato stesso della natura. Non è coerente battersi per l’atomo, l’acqua, e considerare come un diritto l’aborto o l’esercizio pubblico dell’omosessua-lità. Nel primo caso si evoca un prin-cipio e nel secondo caso un altro. Ora il primo habitat dell’essere umano è il grembo materno e il primo ambien-te accogliente è la famiglia. Uomo e donna, poi c’è la libertà e poi ci sono i diritti. Non si possono certamente ob-bligare gli uomini ad avere una stessa idea ma certamente non è vero che il Papa o i credenti sono omofobi, arre-trati e non in linea con i Paesi evoluti. È vero piuttosto che si è creata ormai da tempo una frattura insanabile tra natura e libertà. È importante coglie-re la sproporzione. Mentre si organiz-za la sfilata, il Papa riceve 2000 rom parlando di reciproca integrazione. Mentre avviene il mitico concerto al Circo Massimo migliaia di giovani in tutta Italia ricevono il mandato per la Giornata mondiale della gioventù a Madrid. È vigilia di Pentecoste e i credenti vegliano per un mondo che verrà rinnovato. Per il resto siamo inchiodati dalle statistiche: una line-are e progressiva decadenza, su tutti i fronti, in Europa, in Italia soprattut-to. Alla manifestazione per le vie di

Roma si parla di ipocrisia di chi rifiu-ta i diversi e accetta gli scandali del Governo. Noi siamo con il Papa, non rifiutiamo i diversi, ci rifiutiamo sol-tanto di trasformare i diritti soggettivi in una verità per tutti. Non accettiamo gli scandali del Governo. L’uno e l’al-tro per noi sono decadenza. Gli omo-sessuali e i diversi, sono loro che si definiscono e si ostentano, meritano il rispetto che si deve ad ogni essere umano… ma non si può negare la na-tura. Sono due visioni delle cose e del mondo, irriducibili. Prendere in giro è facile. Liberi gli esseri umani di stare insieme come vogliono e di scegliere i valori che vogliono, liberi noi di non essere d’accordo. Liberi noi di pensa-re che la prima ecologia del mondo è la sessualità, che il mondo è progetto e che la salvezza è la chiave profonda di ogni cammino. Una cosa si è nota-ta, meno trasgressivi i carri, meno nu-merosi i partecipanti, contrariamen-te alle aspirazioni di chi organizza la questione non è destinata a crescere; purtroppo crescerà l’intolleranza da una parte, e noi siamo contro, e fortu-natamente qualcuno, insieme al Papa, terrà fede all’impegno di rispettare il significato profondo delle cose. Il Pa-pa non è solo. don Mario Neva

Spettacolo esemplaredei ragazzi a Flero

Egr. direttore,la sera del 30 maggio scorso ho assi-stito a Flero allo spettacolo “Le X gior-nate di Brescia”, messo in scena dalle classi di IV elementare per onorare il 150° anniversario dell’Unità d’Ita-lia. Vorrei segnalarlo per due motivi: in innanzitutto perché si è basato su

testi di ricerca storica e su documen-ti riportati in un libro dello scrittore bresciano Tom Gatti ricordato dalla “Voce” alcune settimane fa; e poi per il successo dell’evento. Nato in sor-dina, lo spettacolo ha poi coinvolto la banda musicale locale, il gruppo alpini, un buon numero di genitori, la direzioni didattica, il Comune, con un entusiasmo (e una pazienza) vera-mente encomiabili. Un elogio partico-lare va ai piccoli attori per la dizione chiara, forte: si sono veramente cala-ti nel ruolo loro affidato. In tal modo hanno potuto conoscere e vivere una pagina della nostra storia, che penso abbia contribuito a far crescere in lo-ro il senso dell’unità nazionale. Tutto questo è stato reso possibile dalla pro-fessionalità e dalla dedizione della Di-rigente scolastica e delle insegnanti.Dolores Bordali

L’Avis, un’associazione fondata sulla carità

Egr. direttore,ho scritto queste parole in modo un po’ particolare, perché rappresenta-no per me l’inizio, la riscoperta e la gioia per il percorso da poco intra-preso. Grazie a don Marino Cotali parroco e vicario uscente dell’alta Valle ho imparato quanto è impor-tante essere esempio e continuazio-ne nelle proprie vocazioni e con il gruppo Avis di Villa Carcina ho po-tuto fare del bene e capire cosa vuoi dire essere uniti, si ‘uniti come una cosa sola’. Se vuoi osservare i suoi comandamenti, si legge nel libro del Siracide, essi ti custodiranno, se hai fiducia in Lui, anche tu vivrai. Nel nostro vivere quotidiano, gli impe-gni e le circostanze occupano gran parte della nostra vita e del nostro

essere, tanto che poi il ‘se vuoi’ pas-sa in secondo piano o meglio anco-ra inosservato. Poi, a lungo andare, ci si accorge di quel senso di vuoto che ci accompagna, e che ci fa capi-re che manca qualcosa per ‘comple-tare il tutto’. Fare del bene in questo caso potrebbe esserci d’aiuto e così per cercare di riempire quel vuoto, si passa alle ultime pagine del gior-nale e mentre l’indice scorre veloce tra i nomi delle tante associazioni, la mente più posata le seleziona con cura. Ecco trovata; telefono, provo, mi sento importante, sì, mi piace. Ma con il passare del tempo, il ‘mi piace’ diventa un impegno, diventa un peso e se non c’è altro alla fine non mi piace più. La nostra vita è un percorso, è una continuazione, diceva don Marino a San Colomba-no, e camminando con la fede si può trovare la vera gioia e la vera pace. Camminare con un po’ più di fede, un po’ più di speranza, un po’ più di carità, che è sinonimo di umiltà. La carità è magnanima, ripete San Paolo è benigna, non è invidiosa e non si vanta la carità, non si gon-fia, non cerca il suo interesse, non tiene conto del male ricevuto, tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tut-to sopporta la carità. E poi? E poi ancora, all’infinito, “Dov’è carità è amore”, si canta, “li c’è Dio”.Grazie Dio, perché Tu per primo ci hai amato donandoci un esempio da seguire e da imitare. Lui è qui sem-pre presente e se noi ci accorgere-mo di Lui, sarà più facile. Grazie Avis, perché nel tuo cuore c’è l’amo-re di quell’ Uomo che ci tiene uniti e ci permette mediante una semplice trasfusione di essere dono, di esse-re vita e poi continuazione.Lettera firmata

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