Insieme nr. 19 giugno 2012

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno IV - N. 19 - Giugno 2012

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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Periodico della

Parrocchia S. Maria Assunta

in Brembate di Sopra

Anno IV - N. 19 - Giugno 2012

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Sommario

Come ricevere il giornalino parrocchiale

"Insieme"?

Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati UNA SOLA VOLTA in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 12,00) è un'offerta. Tali offerte si raccolgono in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME" oppure in sacrestia.

E' inutile allegare all'offerta il nome e l'indirizzo (se sono già stati dati). E' un'offerta libera per sostene-re le spese della stampa.

Direttore: don Corinno Scotti

Direttore responsabile: Davide Agazzi

Editore: Parrocchia S.Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa: Guerre Serigrafia Ghiaie di Bonate Sopra

Redazione: don Carlo, don Matteo, Max, Marco, Luca, Luisa, Chiara, Luciano, Giuseppe

Impaginazione ed elaborazione foto: Max, Luciano

Foto: Max

Collaboratori: don Corinno, don Carlo, p. Corrado, d. Matteo, Viviana, Chiara, Cristina, Antonella, Gigi, Roberto,Luca, Erika, Tiziano, Beatrice, Gianluigi, Ester, Luisa, Marco, Carlo, Mons. Francesco Beschi, Silvia

E-mail: [email protected]

Sito web: www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

In copertina:

22 aprile: celebrazione delle Cresime.

La foto Mauro ritrae l’ulivo della pace, i raggi dello

Spirito Santo, il giardino fiorito, il muro che dà sicu-

rezza e forza.

3 Editoriale

4 Vita parrocchiale

25 La voce dell’Oratorio

29 Attualità

34 Associazioni e gruppi

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L’impegno

per la politica

V erso la fine di aprile, nella riunione

per preparare questo numero del gior-

nalino, ho chiesto a Marco, del grup-

po di redazione, di fare un’intervista al sindaco

che sarebbe stato eletto nelle consultazioni del

6 – 7 maggio, chiunque egli fosse. E che al

sindaco, scelto democraticamente dai cittadini,

avremmo dato il nostro sostegno e incoraggia-

mento.

È stato rieletto il sig. Diego Locatelli, cono-

sciuto e apprezzato per il suo lavoro di tanti

anni.

Io voglio semplicemente richiamare alcune

linee-guida, non tanto per lui (non tocca certo

a me dirgli come deve fare il sindaco!), ma per

noi e per il nostro modo di pensare la politica.

So bene che i giornali scrivono cose più sagge

delle mie e le scrivono in modo migliore, men-

tre io rischio di dire cose ovvie. Ovvie ma im-

portanti!

Eccole.

La parrocchia, la comunità cristiana ha molti

obiettivi in comune con la comunità civile. Il

primo è proprio il bene di tutti, con particolare

attenzione alle fasce più deboli della popola-

zione. Da qui una collaborazione cordiale e

sincera, pur nella consapevolezza della distin-

zione dei ruoli. È il caso di ricordare che i cri-

stiani devono far riferimento alla “dottrina so-

ciale della Chiesa” che da oltre un secolo cerca

di orientare la politica secondo lo spirito del

Vangelo.

Ricordo solo i titoli delle encicliche dei Papi:

la “Rerum novarum” degli ultimi anni

dell’ottocento (15 maggio 1891), quando ini-

ziava l’era industriale. E poi la “Pace in terris”

di Papa Giovanni XXIII, la “Populorum pro-

gressio” di Paolo VI, fino alla “Sollicitudo rei

socialis” di Giovanni Paolo II.

Ci sono espressioni di Paolo VI divenute fa-

mose: “La politica è la forma più alta della ca-

rità e del servizio” e “Gli uomini di oggi non

credono ai maestri, ma ai testimoni. Crederan-

no ai maestri solo se prima sono testimoni”.

È vero. C’è un senso di sfiducia nella politica;

è difficile vedere in essa e in chi la esercita “la

forma più alta della carità”. C’è rassegnazione:

“Tanto son tutti uguali” e non riusciamo a ve-

dere in essi dei testimoni che facciano loro

quello che chiedono a noi. Segno di tale sfidu-

cia è anche il fatto che nelle ultime elezioni a

Brembate hanno votato solo il 65% degli aven-

ti diritto, contro il 75% delle elezioni prece-

denti.

In Italia le elezioni si susseguono con ritmi

impressionanti. Sono a Brembate dall’ottobre

2002. Da allora sulla mia tessera elettorale ho

dodici timbri, tra elezioni politiche, ammini-

strative, referendum…

Da anni ormai la parola che più sentiamo ripe-

tere è “crisi”. Purtroppo non è solo una parola,

ma la realtà che è sotto gli occhi di tutti.

Ho vissuto molti anni nell’America del sud.

Ero là ai tempi delle dittature, dei

“desaparecidos” e c’era paura. Allora però si

sapeva contro chi lottare. I dittatori avevano un

nome e la Chiesa era l’unico luogo di speranza

e di libertà.

Oggi non è più così. I dittatori, coloro che fan-

no l’alto e il basso, sono le banche, le borse

internazionali, i titoli… e tutte quelle sigle, di

cui non sono neppure capace di pronunciare i

nomi. Ci riesce impossibile capire. Entra lo

sconforto, la rabbia, la delusione.

Leggiamo ogni giorno di fabbriche che chiu-

dono, e anche nel nostro paese conosciamo

persone che hanno perso il lavoro o sono in

cassa integrazione. E quanti giovani, che han-

no ottenuto un titolo di studio che li preparas-

sero alla vita, restano in casa perché non c’è

lavoro!

Tutto questo per dire ai nostri amministratori

appena eletti quanto sia gravoso il compito che

li aspetta. Un impegno che ha bisogno di un

supplemento di fiducia e di appoggio da parte

nostra. Ma anche delle nostre critiche, semmai

dimenticassero gli ideali che li hanno animati

quando si sono candidati, e i programmi che

hanno promesso in campagna elettorale.

E, perché no, i nostri amministratori hanno

bisogno anche della nostra preghiera. Che lo

Spirito Santo li illumini nelle loro decisioni, li

conforti nei momenti di scoraggiamento, li pu-

rifichi nelle loro intenzioni.

Con la speranza di continuare in una collabo-

razione cordiale che ha sempre caratterizzato i

rapporti Comune-Parrocchia porgiamo al sig.

sindaco, alla sua squadra e agli amici della mi-

noranza, gli auguri più sinceri. d. Corinno

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Trentacinque!

I l pomeriggio dell’11 giugno 1977 era illu-

minato da uno splendido sole e non c’era

una nuvola in cielo. Sembrava strano que-

sto cielo limpido dopo una settimana di tempo

più brutto che variabile, che aveva minacciato

per tutta la settimana precedente di voler rovi-

nare la festa che la comunità di Villa d’Adda

ci stava preparando (eravamo due i nuovi sa-

cerdoti). Credo, però, che nessun temporale

avrebbe potuto rovinare la gioia interiore che

provavo mentre in corteo ci stavamo dirigendo

dal salone della curia verso la cattedrale. Ad

accoglierci una folla numerosa di fedeli, pa-

renti e amici, che ci accompagnavano con la

loro preghiera e con la loro presenza.

Quello dell’ordinazione è sempre un momento

particolarmente emozionante: l’appello del

rettore del seminario cui ho risposto

“Eccomi!”; le parole che mons. Clemente

Gaddi (alla sua ultima ordinazione sacerdotale

come vescovo di Bergamo) ci ha rivolto par-

tendo dalle letture della festa di San Barnaba

apostolo che parlavano di un mandato che ci

veniva assegnato dallo Spirito Santo; la pro-

strazione per terra durante il canto delle litanie

dei santi; l’imposizione delle mani da parte del

vescovo e dei sacerdoti presenti; il momento in

cui sono stato rivestito della casula; l’unzione

delle mani con il sacro crisma; la presentazio-

ne della patena e del calice; l’abbraccio del

vescovo e del mio parroco… Sono momenti

incisi in modo indelebile nella mia mente. Ri-

cordo ancora con commozione il gesto che

mons. Gaddi fece quando, tornati in curia, è

passato a baciare le nostre mani.

Sono passati trentacinque anni, ma sembra

proprio l’altro ieri. Quell’11 giugno del 1977 è

iniziato un cammino che mi ha portato a in-

contrare tantissime persone che hanno inevita-

bilmente segnato la mia vita.

I miei primi passi di sacerdote li ho vissuti nel-

la mia comunità di Villa d’Adda. Sono stati

pochi giorni, ma di grande intensità. Ricordo

la trepidazione della mia prima messa concele-

brata, oltre che con don Giuseppe, ordinato

con me, con i sacerdoti che, fino a quel mo-

mento, avevano segnato la mia giovane vita.

Non posso non ricordare con tanto affetto Don

Giuseppe Rota, Don Giuseppe Angiolini, Don

Pietro Gervasoni. Don Adriano Bravi, ma so-

prattutto Don Angelo Bosio. È lui che mi ha

aiutato a individuare la mia vocazione e ad ac-

compagnarmi fino all’ordinazione sacerdotale

e anche dopo. Il suo ricordo mi porta sempre a

esprimere la mia gratitudine al Signore per a-

verlo messo sul mio cammino. Accanto a loro

tante suore che hanno pregato per me.

Quante suggestioni in quella giornata! Ricordo

ancora come l’emozione m’impedì di termina-

re la breve riflessione che avevo preparato.

Dopo l’esperienza estiva nelle parrocchie di

Carenno e di Dossena, a settembre finalmente

è arrivata la prima destinazione: Almenno San

Bartolomeo. Lì ho incominciato a conoscere

l’entusiasmo dei giovani e dei ragazzi che ho

cercato di accompagnare nel loro cammino di

fede e d’impegno per la comunità parrocchia-

le. Alcuni di loro, incontrati a distanza di tem-

po, ricordano ancora quei momenti come im-

portanti per la loro vita. Ho conosciuto

l’impegno sincero di tanti genitori che, con

fatica, cercavano di educare i loro figli sia in

ambito scolastico, sia religioso. Sono venuto a

contatto con la sofferenza di tanti ammalati e

anziani che visitavo per la co-

munione del primo venerdì del

mese. Ricordo ancora con tanto

affetto Don Gianmaria, il mio

primo parroco, che mi ha ac-

compagnato in quei primi passi.

Poi il trasferimento a Brembate

Sotto. Quanto mi è costato! Do-

po sette anni dovevo lasciare

tante persone amiche e ricomin-

ciare di nuovo. Anche a Brem-

bate l’esperienza dell’oratorio e

della scuola mi hanno ben pre-

sto “costretto” ad immergermi

nella nuova realtà. Nuovo par-

roco: Don Giannino, diverso dal

precedente, dal carattere un po’

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più spigoloso, che sono riuscito ad accettare

anche grazie all’altro curato. L’esperienza a

Brembate fu breve (solo quattro anni) ma in-

tensa. Anche in quella comunità continuo ad

aver contatti con quelli che sono stati i miei

ragazzi e che ora sono diventati adulti. Anche

in questo caso il distacco fu difficile.

Nell’ultima estate, per la prima volta in quattro

anni, eravamo riusciti a organizzare una setti-

mana indimenticabile con gli adolescenti. Pen-

savo che da lì in poi i rapporti con i ragazzi

potessero diventare più profondi. Ma all’inizio

del nuovo anno pastorale è arrivata la convo-

cazione inattesa del vicario generale, mons.

Paravisi. Obbedendo come ho sempre fatto, ho

accettato il trasferimento a un’altra parrocchia

con una responsabilità diversa.

A Clanezzo ho mosso i miei primi passi come

parroco. La comunità era piccola (poco più di

trecento anime), ma non per questo richiedeva

meno attenzione. Il dover decidere in prima

persona su tanti aspetti della vita di una comu-

nità mi ha abituato a consultarmi con la gente,

a chiedere il parere delle persone. È vero che

non sempre era facile arrivare alle dovute con-

clusioni, perché, come spesso capita in una

comunità, mi sono trovato diverse volte a do-

ver mediare posizioni differenti e a volte con-

trapposte. In particolare, di questa esperienza,

ricordo il contatto umano con tante realtà che

in una piccola comunità sembrerebbero limita-

te. Non è così, perché ogni persona è un mon-

do a sé e richiede un’attenzione personale. An-

che qui l’esperienza è durata solo quattro anni,

l’ultimo dei quali con l’aggiunta della respon-

sabilità anche della parrocchia di Strozza come

amministratore parrocchiale.

Mons. Amadei mi ha trasferito a Endenna. E

ho ricominciato da capo, con più persone da

seguire, con problemi diversi e soprattutto con

mentalità diverse. I primi tempi non furono

facili… anzi! Pian piano, però, le difficoltà si

smussarono e s’intraprese un percorso di fede,

con attenzione alle necessità della gente della

parrocchia e anche al vicariato, che sembrava

un organismo troppo lontano. Riassumere in

poche righe diciannove anni è un po’

un’impresa impossibile. Anche qui non posso

fare a meno di pensare alle persone. Mi ha

sempre impressionato un fatto: stando per tan-

to tempo in una parrocchia si vive l’esperienza

del battesimo di bambini che poi vedi crescere

e diventare adulti. Penso non ci sia modo mi-

gliore per fare l’esperienza del tempo che pas-

sa! Mi vengono in mente le tante persone che

ho accompagnato nei momenti finali della loro

esistenza; è un’esperienza che un prete non

riesce a passare sotto silenzio. Credo che il

modo più bello di descrivere la missione in

una parrocchia sia di fare riferimento ai tanti

volti delle tante persone. Come non pensare ai

bambini, ai giovani, agli adolescenti, ai colla-

boratori che si sono sempre impegnati a co-

struire insieme la vita della parrocchia? Certo!

Pensi anche a quante difficoltà hai dovuto af-

frontare, ma anche a quante soddisfazioni hai

provato! Ci sono stati sicuramente momenti di

sconforto perché le tante proposte elaborate

dal Consiglio pastorale sembravano non trova-

re corrispondenza nella gente. Ci sono stati,

però, anche momenti gioiosi, nei quali mi sono

sentito ripagato anche per le difficoltà affron-

tate.

Anche questa esperienza, come tutte, è arrivata

alla conclusione. E ne è iniziata un’altra, con

altre persone, con tanta voglia di essere utile a

qualcuno, ma soprattutto con il desiderio di

riuscire a comunicare a tutti quanto è bello vi-

vere la propria vita al servizio del Signore.

Prima di terminare vorrei citare un altro aspet-

to importantissimo della mia vita: quello della

scuola. È il fil rouge che ha attraversato tutta la

mia vita di prete. E devo dire che è il mondo

che più mi ha dato soddisfazioni (senza far tor-

to a nessuno, s’intende!) perché l’incontro con

i ragazzi mi ha sempre costretto a tenermi ag-

giornato sulla vita e sui suoi problemi, e il do-

ver trasmettere valori ai ragazzi mi ha aiutato

ad approfondire la mia fede per rendere credi-

bile a loro ciò che mi sono sempre sforzato di

comunicare da credente e da prete.

Come concludere? Beh! Dicendo semplice-

mente che questi trentacinque anni sono stati

bellissimi, soprattutto per le tantissime persone

che ho incontrato. Dire che da loro ho ricevuto

molto più di quello che ho dato, può sembrare

una frase fatta e un modo di dire, ma è la sem-

plice verità.

Grazie, Signore, per avermi chiamato. Grazie

per avermi messo accanto genitori e familiari

meravigliosi. Grazie per i tanti sacerdoti, i reli-

giosi e le religiose che hai posto sul mio cam-

mino. Grazie per gli educatori che mi hanno

formato. Grazie per l’entusiasmo di chi ha vo-

luto collaborare con me.

Grazie, infine, per le persone che formano

questa comunità. Accanto a loro conto di in-

contrarti sempre, sia quando cerco di trasmet-

tere loro la tua Parola e amministrare i tuoi

sacramenti, sia quando parlando con loro ti

incontro nella loro vita. d. Carlo

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Intervista a

Padre Corrado

P adre Corrado celebra trent’anni della

sua ordinazione sacerdotale. Pur es-

sendosi allontanato da Brembate

quand’era poco più che un ragazzo, è sempre

stato legato al nostro paese, anche perché la

sua famiglia vive qui da sempre e lui vi ritor-

na volentieri ogni volta che i suoi molti impe-

gni glielo permettono.

A Padre Corrado abbiamo rivolto alcune do-

mande:

Padre, che cosa ricorda della sua infanzia a

Brembate?

La casa dove sono nato, in via Torre, e il corti-

letto con bellissima vista sul Brembo, che allo-

ra mi sembrava una grande piazza. Era una

casa sempre aperta, frequentata da tante perso-

ne; con noi vivevano anche la nonna materna e

due zie che, facendo le sarte, erano visitate o-

gni giorno da un via vai di gente. Ricordo i

visi e i nomi e i soprannomi dei vicini, nei vari

cortili intercomunicanti. All’asilo sono andato

malvolentieri nei primi tempi, con più entusia-

smo invece al passaggio nei “grandi”. Mi ri-

cordo suor Marina e suor Maria Ida, le filmine

(la storia di un piccolo martire africano

dell’Eucaristia di nome Mirco mi pare) proiet-

tate nel salone grande (in realtà era piccolo), la

cappellina con l’affresco di Maria a braccia

aperte tra gli angeli. Poi è venuta la scuola ele-

mentare, con aule alte e spaziose, con il mae-

stro Spena, severo ma bravo! Pensandoci, mi

vengono in mente volti e nomi di compagni e

compagne. Ci si conosceva tutti in paese. Le

giornate cominciavano per la maggior parte di

noi ragazzi con la Messa del-

le 8. L’appuntamento quoti-

diano in chiesa era normale,

come l’andare a scuola ogni

giorno. Poi la sosta dal Casali

(la cartoleria del paese si

chiamava col nome del pro-

prietario).

Ci dica ancora qualche par-

ticolare di allora

In estate c’era la Colonia: le

giornate erano piene di cose

semplici, serene e rasserenan-

ti. In inverno le slisaröle per il paese. Le sere

di maggio c’era la funzione mariana: Don Mo-

relli predicava dal pulpito a metà chiesa e, nei

banchi, gli uomini si giravano per ascoltarlo

(mi pareva strano quel voltare le spalle al Ta-

bernacolo, perché contraddiceva le indicazioni

ricevute su come si sta in chiesa); nel percorso

di andata e ritorno per la via laterale che co-

steggiava “gli orti”, l’attenzione era riservata a

balores e lüzertöle. Naturalmente ho fatto il

chierichetto, imparando a rispondere in latino

al prete. Portare il turibolo era cosa di presti-

gio! Il vino che avanzava nell’ampollina era il

nettare “proibito”. Tirare le corde delle campa-

ne era un gioco serio. Salire sul campanile se-

gnava un evento importante. Il pane si compra-

va dal Marcelo o alla Cooperativa delle Acli.

La carne dal Pustì. Il telefono non c’era. Anda-

re a Bergamo era un viaggio da programmare

per tempo. L’austerità era palpabile. Anche se

dai discorsi dei grandi sentivo che si stava be-

ne rispetto ai tempi della guerra.

Pensare ai miei primi 10 anni trascorsi a Brem-

bate significa contattare le radici di ciò che

sono adesso. E’ andare dove sono venuto al

mondo, dove ho aperto gli occhi alla luce, do-

ve il cuore ha iniziato a provare gioia e dolore,

dove ho cominciato ad imparare a stare al

mondo sapendo che non è per sempre, perché

si muore. Me l’aveva insegnato la morte di

mio padre quando non avevo ancora 4 anni.

Trent’anni fa è diventato prete monfortano.

Come è nata la sua vocazione?

La Provvidenza si è servita anzitutto della mia

famiglia. Sono l’ultimo di sette fratelli, di cui

uno missionario monfortano e una sorella suo-

ra. Mia madre era un donna di fede. Prima di

tutto veniva la fede, poi il resto. Non credo

che, a motivo dei figli piccoli, abbia mai perso

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la messa alla domenica. Il rosario si pregava

insieme ogni sera: i grandi piegavano il ginoc-

chio sulla sedia e io piccolo – richiamato

all’ordine – giocherellavo con la corona.

Quando sono nato, mio fratello Gianni era già

in seminario dai Monfortani, con in testa le

Missioni. Ho visto mia sorella lasciare la casa

per andare in convento. L’esempio di una vita

data al Signore per il bene altrui non mi è certo

mancata. Anzi, era vista con occhio di riguar-

do. E così a 10 anni sono entrato in seminario,

con in testa l’idea di farmi prete che si sarebbe

poi chiarita negli anni. Conoscevo due parroci,

Don Morelli e don Presti, e alcuni curati: don

Giacomo, don Franco, don Dino, don Egidio.

Il resto della mia vocazione è una storia che

attraversa l’adolescenza e la giovinezza. E’

stato decisivo per me l’anno di noviziato, dopo

il liceo: lì sono fiorite convinzioni nuove e ho

sentito che la mia vita potevo spenderla bene

come prete.

La devozione alla Madonna Assunta di

Brembate che ruolo ha avuto nella sua voca-

zione monfortana?

Un bel ruolo. Lo vedo meglio adesso, a distan-

za di vari anni, poiché i “lavori” della Madre

del Signore sono sempre discreti ma efficaci.

Lavora anche quando a noi non pare. Ecco un

piccolo esempio che può rispondere alla sua

domanda. Quando ero in prima media, per

un’influenza invernale che non passava, dal

Seminario mi consigliarono di trascorrere un

po’ di tempo a casa per guarire. L’avvicinarsi

del ritorno in Seminario rappresentava un di-

stacco che mi domandava coraggio. Mi chie-

devo se restare o partire. Ne parlai con mia

madre, che alla fine, vista la mia incertezza su

che cosa fare, mi disse: “Va in chiesa a dire tre

Ave Maria alla Madonna perché ti illumini”.

Mi sembrava una cosa troppo facile e non così

sicura per sciogliere i miei dubbi. Le recitai

con abbandono quelle tre Ave Maria. E funzio-

narono.

Che influenza ha avuto Padre Gianni nella

sua vita?

L’anno in cui Gianni è diventato prete, io sono

entrato in seminario. La sua appassionata atti-

vità in Africa ha interessato tutti in casa, coin-

volgendo ciascuno a modo suo. I suoi ritorni in

Italia erano pieni di racconti, di cose da ascol-

tare da parte mia e da chiedere. Ho trascorso

un mese con lui in Malawi quando avevo 20

anni: mi è servito vederlo all’opera, e rimasi

colpito dalla fatica ed insieme dalla gioia che

riempie la vita di un prete. La sua operosità mi

ha sempre interpellato, senza chiedermi di di-

ventarne una copia quanto invitandomi ad es-

sere generoso con Dio e con il prossimo. Devo

riconoscere che, per la mia vocazione e matu-

razione di prete, non sono stati meno impor-

tanti suor Valeria e gli altri fratelli e sorelle

sposati, compresi cognati e cognate. Aggiungo

oggi anche l’influenza dei nipoti, con le loro

famiglie. Il reciproco dare e ricevere qualcosa

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di sé è sempre di benefico influsso. Sono grato

a innumerevoli persone incontrate in questi 30

anni! Ho certamente più ricevuto che dato.

Che cosa ricorda della sua prima messa a

Brembate?

Quasi tutto. L’ingresso in paese la sera della

vigilia, con arrivo presso la storica via Torre,

dove c’era il Comune, con tanta emozione in

me e nei presenti, il Parroco, don Mansueto, il

Sindaco Ravasio, la processione per il paese

verso la chiesa: ricordo che varcando la porta

della chiesa baciai lo stipite destro di pietra,

intendendo in tal modo baciare l’intera comu-

nità parrocchiale. Poi il recital dei giovani

presso Casa Serena. Il 18 aprile la Messa so-

lenne. Era la II domenica di Pasqua, rischiarata

dal Vangelo dell’apparizione del Risorto a

Tommaso. Ricordo che nell’omelia, alzando lo

sguardo intravidi dei coscritti e mi venne natu-

rale rivolgermi ai giovani per ricordare loro la

fatica e la gioia di credere, invitandoli fraterna-

mente a non mettere da parte la fede troppo

sbrigativamente.

Da molti anni lei vive a Roma dove presta

servizio in Vaticano. Che cosa comporta ser-

vire il Papa?

Premetto che da giovane prete, mentre termi-

navo gli studi in liturgia a Roma, sono stato

due anni con gli studenti liceali monfortani.

Quindi ho trascorso tre anni a Rozzano, a Mi-

lano, vivendo un’esperienza molto particolare

a servizio di varie parrocchie, e poi due anni a

Ravenna nel ministero pastorale. La conclusio-

ne degli studi è coincisa con la richiesta, nel

1990, di prestare servizio alla Sede Apostolica.

Servire il Papa comporta recarmi ogni mattina

in ufficio, per occuparmi di studiare questioni

di materia liturgica e leggere carte che arriva-

no da tutto il mondo. Comporta fare le cose

con scienza e coscienza, pensando che dietro

le carte ci sono persone e comunità cristiane di

ogni parte del pianeta. Sento la mancanza del

ministero pastorale diretto tra la gente. Sono

impegnato anche dall’insegnamento che presto

in facoltà teologiche romane. Il resto del tem-

po lo dedico a conferenze e scritti.

Quali sono state le soddisfazioni più belle del

suo sacerdozio?

Mi sento bene quando avverto che, attraverso

la mia povertà, passa la ricchezza della Vita

che pacifica i cuori e li rianima. Le soddisfa-

zioni più belle le ho sperimentate ascoltando

confessioni e perdonando in nome di Dio. Aiu-

tare altri ad aprirsi a Cristo è una bella soddi-

sfazione. Servire il Pane della vita è una bella

soddisfazione, ogni volta che lo faccio. Una

soddisfazione grande, durata un anno intero, è

stata l’animazione della preghiera serale in

piazza san Pietro durante il Grande Giubileo.

Indimenticabile la serata con i pellegrini brem-

batesi l’8 dicembre 2000!

Insieme alle soddisfazioni non sono mancate le

difficoltà. E’ difficile far capire le proprie ra-

gioni e soprattutto… ascoltare quelle degli al-

tri, mettersi nei panni degli altri. Ma è affron-

tando le difficoltà che si impara a progredire.

La notte finisce sempre con l’aurora!

Colgo l’occasione di questa intervista per e-

sprimere gratitudine a tutti i brembatesi, a co-

minciare da Don Corinno. Mi affido alla vostra

preghiera e vi assicuro la mia. padre Corrado Maggioni

14 maggio 2012

Essere buono è dimenticare se stessi

per pensare agli altri.

Essere buono è perdonare sempre,

pensando che la debolezza umana

è più grande della cattiveria.

Essere buono è avere pietà della debolezza

altrui, pensando che noi non siamo diversi

dagli altri e che, nelle loro condizioni,

forse saremmo stati peggiori.

Essere buono è chiudere gli occhi

davanti all’ingratitudine.

Essere buono è dare

anche quando non si riceve,

sorridendo a chi non comprende

o non apprezza la nostra generosità.

Essere buono è sacrificarsi,

aggiungendo al peso delle nostre pene

di ogni giorno quello delle pene altrui.

Essere buono è tenere ben stretto

il proprio cuore, per riuscire a soffocare

le sofferenze e a sorridere costantemente.

Essere buono vuol dire accettare il fatto

poco simpatico che più doneremo più ci sa-

rà domandato.

Essere buono è acconsentire

a non avere più nulla riservato a se stessi,

tranne la gioia della coscienza pura.

Essere buono è riconoscere con semplicità

che é davvero buono è solo Dio

(Papa Giovanni XXIII)

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GIUGNO

3 Domenica. Santissima Trinità. Conclusione dell’anno catechistico.

Ore 11.15: Celebrazione dei battesimi.

A Milano: Conclusione del VII Incontro mondia-

le delle Famiglie con la presenza di Papa Bene-

detto XVI.

Giornate eucaristiche 7 Giovedì. Ore 7.45: Lodi e S. Messa con medi-

tazione, segue adorazione eucaristica.

Ore 10.30 – 11.30: Adorazione guidata dalle

Suore.

Ore 16.00: Adorazione per bambini e ragazzi.

Ore 20.30: S. Messa con meditazione per i ra-

gazzi della Cresima.

8 Venerdì. Ore 7.45: Lodi e S. Messa con medi-

tazione, segue adorazione eucaristica.

Ore 10.00: S. Messa con i ragazzi diversamente

abili.

Ore 10.30 – 11.30: Adorazione guidata dalle

Suore.

Ore 16.00: Adorazione per bambini e ragazzi.

Ore 20.30: S. Messa con meditazione per i ra-

gazzi della Cresima.

9 Sabato. Ore 7.45: Lodi e S. Messa con medita-

zione, segue adorazione eucaristica.

Ore 11.00: Celebrazione del matrimonio.

Ore 16.00: Adorazione per bambini e ragazzi.

Ore 18.00: S. Messa e benedizione eucaristica.

10 Domenica. Santissimo Corpo e Sangue di

Cristo.

Festa per il 30° di ordinazione sacerdotale di P.

Corrado.

Ore 15.00: Esposizione del Santissimo per

l’adorazione.

Ore 18.00: S. Messa e processione con il Santis-

simo. (Percorso: Chiesa, Via C. Battisti, Via D.

Chiesa, Via dei Giacinti, Via delle Rose, Rondò

Via IV Novembre, ingresso a Casa Serena da

Via Palestro, Chiesa). Alla processione sono

invitati i bambini della Prima Comunione con la

tunica. Accompagnerà la processione il Corpo

Musicale “G. Donizetti” del nostro paese. Ani-

merà le celebrazioni, la corale parrocchiale.

15 Venerdì. Sacratissimo Cuore di Gesù.

Giornata mondiale di santificazione sacerdotale.

16 Sabato. Cuore Immacolato della Beata Ver-

gine Maria.

17 Domenica XI del Tempo Ordinario.

Festa degli anniversari di matrimonio.

Festa per il 35° di ordinazione sacerdotale di D.

Carlo.

Ore 16.00: Celebrazione dei battesimi.

18 Lunedì. S. Gregorio Barbarigo, vescovo, Pa-

trono secondario della Città e della Diocesi di

Bergamo.

24 Domenica. Natività di S. Giovanni Battista.

Giornata mondiale per la carità del Papa.

25 Lunedì. Inizia il Cre.

28 Giovedì. Ore 11.00: Celebrazione del matri-

monio.

29 Venerdì. Ss. Pietro e Paolo, apostoli.

Festa del Papa.

Ore 11.00: Celebrazione del matrimonio.

CALENDARIO PARROCCHIALE

CATECHESI ADULTI

Mercoledì 8.30 in chiesa parrocchiale

Giovedì 9.30 in Casa Serena

ADORAZIONE Il Santissimo Sacramento resta esposto ogni Venerdì

dalle ore 8.30 alle 11.45 e dalle 16.45 alle 18.00

adorazione animata dalle Suore

18.00 S. Messa.

CATECHESI RAGAZZI (oratorio)

Martedì 14.50 IV primaria - II secondaria

Sabato 14.20 II-III primaria

15.50 IV primaria - II secondaria

Domenica 11.00 V primaria e II secondaria

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LUGLIO

1 Domenica XIII del Tempo Ordinario

Ore 10.30: Celebrazione dei battesimi.

6 Venerdì. Ore 11.00: Celebrazione del matri-

monio.

8 Domenica XIV del Tempo Ordinario.

15 Domenica XV del Tempo Ordinario.

Ore 16.00: Celebrazione dei battesimi.

22 Domenica XVI del Tempo Ordinario.

23 Lunedì. S. Brigida, religiosa, patrona

d’Europa.

29 Domenica XVII del Tempo Ordinario.

AGOSTO 4 Sabato. Dal mezzogiorno di oggi e per tutta la

giornata di domani è possibile acquisire

l’Indulgenza plenaria del Perdono d’Assisi, ap-

plicabile anche ai defunti, alle solite condizioni:

visita alla chiesa, recita del Padre nostro e del

Credo, recita di una preghiera secondo

l’intenzione del Papa, essere confessati e comu-

nicati.

5 Domenica XVIII del Tempo Ordinario.

Ore 10.30: Celebrazione dei battesimi.

6 Lunedì. Trasfigurazione del Signore.

34° Anniversario della morte del servo di Dio

Papa Paolo VI.

* * *

Cronaca parrocchiale

18 marzo: Ritiro per i ragazzi di 5a elementare

e dei loro genitori a Pontida

19 marzo. S. Giuseppe: festa dei papà.

21 marzo. Incontro della Caritas parrocchiale.

26 marzo. Via Crucis vicariale con i gruppi mis-

sionari a Pontida.

1 aprile. Ritiro dei cresimandi a Fontanella di

Sotto il Monte. Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di

Sant’Egidio a Fontanella di Sotto il Monte, si è

svolto il ritiro dei cresimandi. La mattinata è stata

dedicata all’approfondimento del significato della

Cresima. Dopo la riflessione proposta da don Car-

lo, i ragazzi si sono riuniti in gruppo per riflettere e

rielaborare il senso del sacramento che stavano per

ricevere. Il pranzo e il primo pomeriggio sono pas-

sati nella gioia che solo un gruppo di ragazzi sa

ricreare. Verso le 15 sono arrivati i genitori. Loro

hanno ascoltato don Carlo e si sono confrontati su

come essere educatori credibili per i loro figli; i

ragazzi, invece, hanno preparato la Messa. Essendo

la Domenica delle Palme, la messa è iniziata nel

chiostro adiacente l’abbazia, dove sono stati bene-

detti i rami di ulivo. Raggiunta la chiesa in proces-

sione, la liturgia della messa ha avuto per protago-

nisti soprattutto i ragazzi: alcune ragazze si sono

inventate chierichette, altri hanno letto la passione,

altri hanno cantato. Un disguido ha allungato un

po’ la celebrazione: la sacrestana si era dimenticata

di mettere il vino nell’ampollina, e, come si sa,

senza vino non si può celebrare la messa. Trovato

il vino, la messa è continuata senza altri intoppi.

Sicuramente è stata una bella esperienza, sia per i

ragazzi, sia per i genitori.

Settimana Santa La Settimana Santa rappresenta il cuore dell’anno

liturgico. Per questo motivo si cerca aiutare i fedeli

a dare il giusto risalto alle celebrazioni, così che

possano vivere con devozione e con profonda par-

tecipazione questi momenti. La domenica delle

palme costituisce l’inizio. La benedizione dei rami

di ulivo si è svolta presso la Casa Serena alle 9,45.

Da lì si è raggiunta la chiesa in processione. La

seconda parte della messa, dopo l’inizio gioioso,

ha lasciato il posto al dramma della Passione di

Gesù, letta durante la messa.

Ampio spazio è stato dato al sacramento della Ri-

conciliazione. Sia a livello vicariale, che interpar-

rocchiale che nella nostra parrocchia, c’è stata la

possibilità di confessarsi con calma.

Il Giovedì Santo è iniziato con la preghiera delle

lodi. In mattinata, in cattedrale a Bergamo, si è

celebrata la messa crismale, durante la quale i sa-

cerdoti hanno rinnovato le loro promesse e sono

stati benedetti gli oli santi. In parrocchia si è cele-

brata una messa nel pomeriggio per i ragazzi a Ca-

sa Serena. La messa “nella Cena del Signore”, è

stata concelebrata dai sacerdoti con una discreta

presenza di persone. Durante la celebrazione ci

sono stati alcuni momenti particolarmente signifi-

cativi. Il rinnovamento delle promesse sacerdotali,

da parte dei sacerdoti concelebranti; il rinnovamen-

to dei voti da parte delle suore; la lavanda dei piedi

che quest’anno ha visto protagonisti alcuni alpini e

alcuni membri della protezione civile; la presenta-

zione degli oli santi. Al termine della messa il San-

tissimo è stato portato all’altare della reposizione.

Diverse persone si sono fermate per l’adorazione

eucaristica.

Anche il Venerdì Santo è iniziato con la preghiera

delle lodi. La celebrazione della Passione del Si-

gnore si è svolta alle ore 15. I momenti più signifi-

cativi sono stati: la lettura della Parola di Dio, con

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la proposta della Passione secondo Giovanni; la

grande Preghiera universale; l’Adorazione della

Croce e la Comunione. In serata si è svolta, invece,

la Via Crucis con la statua del Cristo morto, che si è

snodata per le vie del paese, partendo dalla colonia

e raggiungendo la chiesa dopo aver attraversato

varie vie. Anche questo è stato momento particolar-

mente sentito e vissuto con grande raccoglimento.

Il Sabato Santo è giorno di silenzio e di raccogli-

mento. Un bel momento è sempre quello

dell’omaggio dei fiori che vengono portati dai

bambini a Gesù. Durante questo bel momento sono

state benedette le uova di Pasqua, confezionate dai

bambini.

La solennità di Pasqua inizia la sera del sabato, con

la solenne Veglia pasquale, definita da S. Agosti-

no: “la madre di tutte le veglie”. Sul sagrato della

chiesa è stato benedetto il fuoco dal quale si è pre-

sa la fiamma per accendere il cero pasquale.

L’ingresso in chiesa è avvenuto al buio. Dalla

fiamma del cero sono state accese le candele dei

presenti e, infine, si sono accese le luci della chie-

sa. Il canto dell’annuncio pasquale ha preceduto la

liturgia della Parola. La Parola di Dio è il momento

più significativo dell’intera celebrazione. Al canto

del gloria sono suonate le campane, segno festoso

della Pasqua. Dopo l’omelia è iniziata la liturgia

battesimale, durante la quale è stato benedetto il

fonte battesimale. Il nostro battesimo è stato ricor-

dato con la rinnovazione delle promesse e con

l’aspersione con l’acqua benedetta. La liturgia eu-

caristica ha coronato la bella celebrazione.

La domenica di Pasqua è stata celebrata con la so-

lennità che spetta ai grandi momenti di una comu-

nità.

15 aprile. Benedizione della targa commemora-

tiva di Gianni Valsecchi. Dopo la messa delle ore 11.15, Don Corinno ha

benedetto il cippo con una targa commemorativa di

Gianni Valsecchi, posto fuori della sede degli alpi-

ni. È un modo concreto per mostrare la gratitudine

e la riconoscenza per un uomo che ha saputo dare

una testimonianza di solidarietà e di altruismo non

comuni.

15 aprile. Festa del perdono: celebrazione della

Prima Riconciliazione. Nel pomeriggio della Domenica II di Pasqua, de-

nominata anche “della divina misericordia”, si è

svolta la “Festa del Perdono” per 70 bambini della

2a elementare. Alcaini Alessia, Angioletti Ludovi-

ca, Angioli Beatrice, Arrigoni Mattia, Arrigoni

Riccardo, Belotti Riccardo, Boles Natasha Chiara,

Brioschi Lorenzo, Cantù Stella, Capitanio Luca,

Carissimi Luca, Cataldo Giorgia, Codognola Pa-

trick, Colombi Luigi, Cornali Giulia, Fadini Mi-

chele, Fagiani Nicola, Falsaperla Diletta, Farina

Giorgia, Fuselli Lisa, Garuffo Filippo, Giudici Eli-

sa, Gobbi Simone, La Viola Massimiliano, Leggeri

Gabriele, Locatelli Anna, Locatelli Federico, Maffi

Giulia, Magoni Alessia, Magoni Lorenzo, Mangili

Matteo, Mazzola Manuel, Messi Alessandro, Mila-

nese Noemi, Moretti Andrea, Moscheni Andrea,

Mushimarra Marta, Nappi Martina, Nasati Riccar-

do, Né Gianluca, Negroni Elisa, Pantaleoni Irene,

Pedrini Alessia, Pellegrinelli Monia, Pellegrinelli

Martina, Pellegrinelli Nadia, Personeni Margherita,

Previtali Stefania, Quarti Michela, Rimedio Denis,

Rocchetti Laura, Rocchi Mattia, Rota Samuele,

Rota Daniel, Rota Kevin, Rota Loris, Rota Noah

Daniel, Rota Patrick, Rottoli Giulia, Ruggeri Eleo-

nora, Seminada Davide, Shimi Karin, Tasca Nico-

lò, Testa Lucrezia, Trevisan Sofia, Valsecchi An-

gelica, Valsecchi Maurizio, Vecchio Cristian, Ver-

derio Greta, Zonca Helena.

La breve ma intensa celebrazione ha visto i bambi-

ni per la prima volta protagonisti. Accompagnati

dai loro genitori e parenti, si sono riuniti in chiesa

nel primo pomeriggio. Dopo l’ascolto della Parola

di Dio, e la riflessione che è servita come esame di

coscienza, i bambini si sono preparati al momento

“più temuto”. La loro trepidazione si è stemperata

soltanto quando, dopo essersi accostati personal-

mente al confessore, sono tornati al loro posto.

L’atmosfera gioiosa della celebrazione si è conclu-

sa con il bacio ai genitori e lo scambio della pace

con le persone presenti in chiesa. La festa è conti-

nuata in oratorio, dove era stato preparato un rin-

fresco per tutti.

20 aprile. Veglia di preghiera con i genitori, i

padrini e le madrine dei cresimandi.

22 aprile. Celebrazione delle Cresime. La giornata, piuttosto fredda, ha invece raccolto il

calore dei ragazzi di 2a media che si sono raccolti

in chiesa alle ore 10, per la celebrazione della mes-

sa, durante la quale hanno ricevuto la Cresima. La

concelebrazione è stata presieduta dal vescovo di

Esmeraldas, una città dell’Ecuador, mons. Eugenio

Arellano. I ragazzi si sono disposti in chiesa, ac-

compagnati dai padrini e dalle madrine. La gioiosa

celebrazione ha messo in risalto il grande dono che

lo Spirito Santo fa con la Cresima, rendendoci te-

stimoni attivi della nostra fede. I 58 ragazzi che

hanno ricevuto la Cresima sono: Arrigoni Beatrice,

Belotti Davide, Benedetti Nicholas, Bianchi Fran-

cesca, Bianchin Nicolò, Blasius Sara, Bolis Ales-

sandro, Bolis Elena, Borghesi Laura, Cannata Fe-

derico, Cantù Giada, Casati Filippo, Chiodi Ga-

briele, Cividini Alison, Consonni Chiara, Cordoni

Daniele, Di Profio Gabriele, Dolci Alessandra, Do-

nati Riccardo, Donghi Giovanni, Dousset Anna,

Fidanza Martina, Giacompolli Elena, Gnocchi Ot-

tavia, Iencarelli Chiara, Locatelli Alfio, Locatelli

Michela, Locatelli Andrea, Locatelli Andrea, Loca-

telli Arianna, Locatelli Nicola, Lombardi Enrico,

Ludovici Yuri, Maconi Michele, Mangili Nicholas,

Mazzoleni Arianna, Mazzoleni Giorgia, Mazzuc-

coni Nicola, Nappi Angela, Pedretti Alessandro,

Personeni Rebecca, Preda Andrea, Previtali Anna

Maria, Redaelli Elena, Repetto Andrea, Rocca

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Francesca, Rossi Samuele, Rota Daniele, Rota Ric-

cardo, Ruggeri Giovanni, Ruggiero Veronica, Salvi

Romina, Sangalli Giada, Serra Gianluigi, Serra

Beatrice, Solbiati Virginia, Tabarelli Sarah, Tarta-

relli Silvia.

È difficile vedere tanti ragazzi, solitamente vivaci,

prestare attenzione a quanto sta succedendo, quasi

timorosi di rompere la giusta atmosfera che si era

creata. Bisogna dire, onestamente, che durante la

celebrazione manifestano molta convinzione, che

purtroppo non sempre trova riscontro in seguito.

Ma fidiamoci dello Spirito Santo e lasciamo fare a

lui. Durante la sua omelia il vescovo ha più volte

ricordato ai ragazzi la bellezza della vita spesa per

il Signore e ha raccomandato anche ai genitori e

agli educatori di seguire i ragazzi con grande atten-

zione, perché nel nostro mondo il pericolo di intra-

prendere scelte sbagliate è sempre in agguato.

25 aprile. Celebrazione per la Festa della Libe-

razione. Alle ore 10.45 davanti al monumento si è dato ini-

zio alla commemorazione della Liberazione del

1945. Hanno preso la parola varie persone, rappre-

sentanti della società civile e dei gruppi. La cele-

brazione è poi continuata in chiesa, dopo si è pre-

gato per tutti i caduti per la libertà.

27 aprile. 50° di matrimonio dei coniugi Ines e

Giulio Gamba.

28 aprile. Convegno Diocesano della Caritas.

1 maggio. Festa della primavera. La tradizionale “Festa di primavera” che tutti gli

anni si svolge il 1° maggio non poteva incontrare

clima peggiore. Se si escludono alcuni brevi squar-

ci di sereno, con qualche raggio di sole, il resto

della giornata è stato caratterizzato da “abbondanti

precipitazioni piovose”, come da qualche giorno,

purtroppo, ci avevano avvisato le varie previsioni

meteorologiche. La gente in giro per bancarelle,

nonostante il tempo, non è mancata, e questo ha,

almeno in parte, soddisfatto gli organizzatori.

Mese mariano. Celebrazione ai santuari. Un’altra bella iniziativa che da qualche anno si

realizza ogni venerdì del mese di maggio, è la visi-

ta ai tanti santuari che costellano i dintorni della

nostra parrocchia.

Mercoledì 2 maggio abbiamo partecipato al pelle-

grinaggio vicariale al Santuario della Madonna del

Castello ad Ambivere. Inutile dire che la adesione

delle persone è stata notevole sia sotto il profilo del

numero che, soprattutto, dal punto di vista della

partecipazione spirituale.

La prima meta dei pellegrinaggi parrocchiali di

quest’anno è stata il Santuario della Madonna del

Bosco, vicino a Longuelo. Ci siamo andati venerdì

4 maggio. Ci ha accolto il parroco mons. Vittorio

Bonati, che ci ha illustrato le caratteristiche e le

tradizioni del santuario. Dopo la recita del rosario

si è celebrata la messa.

Venerdì 11 maggio siamo invece stati nel Santua-

rio della Madonna di Lourdes di Rosciano

(Ponteranica). L’ambiente è senza dubbio affasci-

nante. L’ampio spazio a cielo aperto e circondato

dal verde, affianca la grotta con l’immagine della

Madonna e di Santa Bernadette.

Venerdì 18 maggio ci siamo allontanati un po’ di

più. Siamo andati al Santuario della Madonna della

Preghiera (più conosciuto come Madonna dei

Campi) di Stezzano. Il bel Santuario sorge proprio

in mezzo ai campi alla periferia di Stezzano e da

molto tempo è meta di numerosi pellegrinaggi.

L’ultimo in ordine di tempo sarà al Santuario di

San Mauro in quel di Bruntino. Ci andremo vener-

dì 25 maggio.

5 maggio. Inizio della celebrazione della S. Mes-

sa a Tresolzio.

6 e 12 maggio. Prime Comunioni. Dicono che la Festa della Prima Comunione sia la

più bella della vita. Sicuramente ci sono altri mo-

menti importanti e belli nella vita, ma quello della

Prima Comunione rimane in mente forse più degli

altri proprio per la cornice gioiosa che caratterizza

questa giornata. Già da qualche anno, per l’elevato

numero di bambini, la Prima Comunione viene

celebrata in due domeniche.

Il primo gruppo di 41 bambini ha celebrato la Mes-

sa di Prima Comunione domenica 6 maggio. I

bambini sono: Baraldi Gioele, Battaglia Sofia, Be-

nedetti Davide, Bettinelli Alessandro, Bianchin

Jacopo, Bolis Fabio, Bolis Maria Chiara, Borsati

Mattia, Brioschi Andrea, Butta Erika, Caccia Ja-

smin, Casati Fabio, Cisana Alessandro, Colpani

Gabriele, De Santis Luigi, Dolci Giulia Tina, Gan-

dolfi Martina, Gigliuto Jacopo, Locatelli Michael,

Losa Arianna, Lugiai Noa, Maggioni Alessandro,

Mazzoleni Lorenzo, Mazzoleni Martina, Mazzuc-

coni Matteo, Micheli Elisa, Micheli Giulia, Pace

Jacopo, Piazzoli Tommaso, Rimedio Sharon, Rossi

Federico, Rota Barbara, Rota Francesca, Rota Um-

berto, Saraiva Fernandez Filippo, Taiocchi Gaia,

Valsecchi Angelica, Venniro Marco, Viale Nicole,

Zanchi Stefano, Zucchelli Maurizio.

Domenica 12 maggio, invece, è stata la volta di

altri 33 bambini. Airaghi Simone, Armoir Gabrie-

le, Arrigoni Martino, Baderna, Elisa, Bertacchi

Asia, Burini Daniele, Caglioni Leonardo, Capelli

Luca, Carminati Stefano, Carrara Samuel, Cattaneo

Lucrezia, Colombi Giovanni, Colombo Aurora,

D'Adda Bruno, Foppolo Sara, Gamba Sara, Girotto

Francesca, Greselin Marco, Locatelli Daniel, Lo-

pez Caterina, Luongo Lorenzo, Maj Nicole, Man-

zoni Emanuele, Manzoni Luca, Micheletti Nicola,

Morani Federico, Nerbi Elisa, Peri Chiara, Previta-

li Mattia, Quarti Matteo, Saraiva Fernandez Marti-

na, Sizzi Andrea, Zucchelli Lisa.

All’oratorio è stata loro consegnata la croce, segno

dell’impegno dei bambini ad accettare la salvezza

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di Gesù e a seguire la sua strada. Accompagnati

dalla banda musicale hanno quindi raggiunto la

chiesa, portando in mano una calla che hanno de-

posto in un vaso appena arrivati in chiesa. Si sono

quindi disposti nei banchi davanti alla tavola im-

bandita preparata davanti a loro. La celebrazione è

stata semplice e intensa. I bambini, coinvolti anche

perché ben preparati, hanno vissuto i vari momenti

ben consapevoli del loro ruolo. Non è certo manca-

ta anche la freschezza della spontaneità che non

manca mai quando ci sono i bambini come prota-

gonisti. Ovviamente il momento più sentito è stato

quello della comunione. È bello però sottolineare

la spontaneità delle lettere che loro hanno scritto a

Gesù; alcune di queste lettere sono state lette da

Don Corinno prima della benedizione.

18 maggio. Funerali di Davide Battaglia Riportiamo l’ultima parte dell’omelia di P. Luigi

Ghezzi, dei padri di Somasca, ai funerali di Davi-

de.

“Cari amici, in un silenzio aperto alla parola di

Dio e riempito dalla preghiera noi possiamo anda-

re oltre la cronaca di una vita movimentata e pos-

siamo trovare una risposta al nostro trovarci qui

ad aspettare la salvezza del Signore, sapendo che

Dio sa scrivere dritto anche sulle righe storte degli

uomini.

In questo silenzio possiamo conservare il ricordo

di Davide bambino, ragazzo e giovane dolce, affa-

bile, affettuoso. E non per imporci una sua immagi-

ne in linea con i nostri desideri più che con la real-

tà dei fatti, o per tentare di camuffare una storia.

Ma perché cosi, era Davide, dolce, affabile, affet-

tuoso, capace di autocritica, quando era libero da

condizionamenti fisici o psicologici, quando era

veramente lui. Salvo poi a trasformarsi in un'altra

persona, irriconoscibile e intrattabile.

Caro Davide, alla preghiera della comunità di

Brembate si unisce quella dell'amico tuo. Dopo

tanti incontri per lui hai riservato le ultime ore

della tua vita, prima per impostare un nuovo pro-

gramma terapeutico, e poi nel malore e nella bre-

ve agonia, fino alla morte.

La giornata di venerdì scorso doveva concludersi

con un incontro con i familiari. L'incontro non c'è

stato e mai ci sarà in terra.

Nella sua bontà il Signore lo conservi all'ordine

del giorno al ritrovarci in cielo”.

20 maggio. Primo incontro di formazione per i

genitori dei bambini battezzati nel corso

dell’ultimo anno. Il progetto di proporre ai genitori dei bambini ap-

pena battezzati la possibilità di continuare un per-

corso di fede iniziato in occasione della prepara-

zione al battesimo, ha finalmente trovato

l’occasione per partire. Nel pomeriggio di domeni-

ca 20 maggio, i catechisti battesimali e don Carlo

hanno presentato ai genitori che hanno risposto

all’appello, un progetto di massima. I genitori sono

stati consultati in vista di una continuazione degli

incontri. La proposta è stata accolta con molto fa-

vore. Si tratta ora di darle continuità.

26 maggio. Veglia di Pentecoste.

27 maggio. Celebrazione delle Cresime. Domenica 27 maggio sono state cresimate da don

Battista Cadei, delegato dal vescovo di Bergamo,

le tre ragazze che non erano riuscite a spostare ciò

che le loro famiglie avevano già predisposto per

questa data prevista inizialmente come quella della

cresima. Le ragazze sono: Frescoso Paola, Tironi

Nicole e Venniro Lisa.

In memoria

del compianto

Gianni Valsecchi

i coscritti del 43

offrono alla missione

di Suor Nives

in Etiopia

€ 500,00.

Non fiori,

ma opere di bene!

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Sul notiziario di aprile è stato pubblicato il Rendiconto delle entrate e uscite parrocchiali relativo all’anno 2011. Errone-

amente non è stato indicato il disavanzo degli anni precedenti che per completezza intendiamo riportare per mostrare la

reale situazione finanziaria della Parrocchia.

Rendiconto Entrate anno 2011

Rendite finanziarie

Interessi su depositi bancari e postali € 225,82

Altre rendite/rimborsi € 37.173,00

Totale € 37.398,82

Offerte

Offerte domenicali e feriali € 73.333,79

Offerte celebrazioni Sacramenti, altro € 21.300,80

Offerte per candele € 25.818,01

Erogazioni libere € 80.050,50

Totale € 200.503,10

Contributi

Contributo dal Comune € 31.989,90

Contributi da Enti Diocesani € 8.006,00

Totale € 39.995,90

Attività pastorali

Attività Oratoriali € 260.951,42

Totale € 260.951,42

TOTALE ENTRATE € 538.849,24

Rendiconto Uscite anno 2011

Manutenzione ordinaria (fabbricati, mobili e impianti) € 6.817,40

Assicurazioni € 3.142,00

Imposte e tasse € 15.456,83

Remunerazioni e compensi professionali

Remunerazione Sacerdoti € 11.108,00

Remunerazione dipendenti € 21.430,72

Ritenute fiscali e previdenziali € 11.907,62

Rimborsi spese € 155,00

Servizi religiosi e collaboratori € 13.700,00

Ritenute d’acconto € 1.177,46

Totale € 59.478,80

Spese generali e amministrative:

Spese ordinarie di culto € 15.429,16

Spese acqua € 3.689,82

Spese ufficio e cancelleria € 1.375,66

Spese gestione locali € 1.930,29

Interessi bancari passivi € 17.428,37

Spese elettricità € 4.039,62

Spese gas € 12.617,68

Spese telefono € 363,00

Totale € 56.873,60

Attività Pastorali

Attività parrocchiali € 160,00

Attività oratoriali € 248.466,89

Attività caritative (Missioni, Terremotati, Seminario) € 17.400,00

Totale € 266.026,89

Tributi verso Curia (tasse decreti, rimborsi, ecc.) € 14.395,88

Manutenzione straordinaria (fabbricati, mobili, impianti) € 105.798,37

TOTALE USCITE € 527.989,77

Avanzo (utile) esercizio corrente € 10.859,47

Totale a pareggio € 538.849,24

Situazione negativa anno precedente € 872.672,71

Avanzo (utile) esercizio corrente € 10.859,47

SITUAZIONE ATTUALE NEGATIVA € 861.813,24

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Caro Gesù…

“Lasciate che i bambini vengano a me”. So-

no parole di Gesù, preziose come la vita

stessa. I bambini profumano di Dio perché

sono appena usciti dalle sue mani. E se è

vero che Gesù ama i bambini, è altrettanto

vero che i bambini amano Gesù. Se non ci

credete, leggete queste letterine che i bambi-

ni della Prima Comunione hanno scritto al

loro grande amico.

Grazie a voi genitori e alle catechiste. Siete

bravissimi!

Caro Gesù, ti voglio dire che se tu non eri qui,

io non sarei qui in terra, e mi perdoni per tutte

le volte che ho detto cose brutte ai miei genito-

ri e quando non li ascolto. Mi puoi aiutare a

essere più brava? Mi puoi aiutare ad aver vo-

glia di fare i compiti? Io non aspettavo poco la

mia Prima Comunione, ma la aspettavo da tan-

tissimo tempo e sarà un grande momento di fe-

sta. Non vedo l'ora che sia l'indomani per rice-

vere il tuo corpo. Almeno mi aiuterai a fare le

cose bene e con impegno ascoltando sempre i

miei genitori. Io e te sempre insieme daremo

pace e amore a chi non li ha. Gesù ti voglio

molto bene aiutami a fare la brava a scuola e a

catechismo, a non litigare per non farti arrab-

biare.

Caro Gesù, domani vorrei che non piovesse, e

mi aiutassi a non avere più paure alla mia Prima

Comunione e vorrei che andassi bene a scuola

in queste due materie scienze e geografia. Ti

ringrazio per la mia famiglia.

Caro Gesù, ti ringrazio per la vita e per la Prima

Comunione, domani tu verrai ad abitare nel mio

cuore spero che lo troverai buono, preparato,

felice ma soprattutto senza peccato e spero di

vivere questo giorno come il più bello della

mia vita.

Caro Gesù, grazie perché domani entrerai nel

mio cuore, grazie per avermi donato la vita,

grazie per il battesimo, grazie per la mia fami-

glia, grazie per darci la forza ed essere tuoi ami-

ci, grazie per la scuola, grazie per avermi dato

un cuore e d un cervello. Io credo in te e tua

madre. Quando ho visto un film in oratorio e ti

ho visto sulla croce, mi veniva tanta voglia di

piangere. Prego per la mia mamma, il mio pa-

pà, il mio nonno e la mia zia.

Caro Gesù, ti dico grazie che sei diventato pane

per entrare nel mio cuore, grazie perché sei

morto per noi, Gesù sei un vero maestro e ti

dico grazie ancora che mi perdoni quando alcu-

ne volte dico parolacce.

Caro Gesù, grazie perché mi aiuti sempre quan-

do te lo chiedo. Ti chiedo di non aiutare solo

me ma tutta la mia famiglia. Aiutami u prepara-

mi bene per riceverti nel mio cuore e a non di-

menticarti mai. Aiuta tutte le persone del mon-

do, anche chi non conosco.

Caro Gesù. grazie per avermi dato una famiglia,

grazie per la vita e averci dato un mondo bellis-

simo, grazie per averci fatto andare in gita.

Caro Gesù, domani per me è un giorno molto

importante, mi piacerebbe che fosse una giorna-

ta piena di sole da passare con Gesù e tutta la

mia famiglia. Aiutami a condividere con tutti

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questo giorno speciale. Grazie per avermi dato

due genitori, una sorella, per avermi dato una

bella vita, grazie per avere tutti e 4 i nonni sani

e vivi. Grazie Gesù perché tu sei l’unico a perdo-

nare anche i peccati più gravi e ci vuoi ancora

bene.

Caro Gesù, ti vorrei chiedere di farmi diventare

più buono e di dire meno volte le parolacce e

non dire più le bugie perché mia mamma e mio

papà si arrabbiano molto se dico le bugie molte

volte. Ti volevo ringraziare per avermi dato un

papà, una mamma, un fratello generoso, due

nonne gentilissime e due nonni spiritosi.

Caro Gesù, vorrei che mi aiutassi a superare le

mie paure, le mie difficoltà. Aiutami a passare

bei momenti in famiglia e a non litigare più per

nessun motivo.

Caro Gesù, grazie perché domani faccio la Pri-ma Comunione, grazie per le catechiste, i preti,

per la Martina la mia migliore amica, per i pa-renti e perché tu vuoi bene a tutti. Quando po-trò, farò il chierichetto.

Caro Gesù, grazie per la famiglia che mi hai

dato che mi da molto amore. Aiuta anche i

bambini che non hanno i genitori, fa’ che trovi-

no qualcuno che li ami. In questo importante

giorno aiutami ad accoglierti bene nel mio cuo-

re e ad essere una bambina ubbidiente e genero-

sa con chi ha più bisogno di me.

Caro Gesù, non vedo l'ora di riceverti nel mio

cuore, spero di diventare più buona con i miei

fratelli. Ti ringrazio di avermi donato una fami-

glia numerosa come la mia, che mi vuole bene.

Accompagnami sempre nella vita.

Caro Gesù, sono pronto per ricevere il tuo cor-

po e ti sto desiderando tanto. Grazie che ci hai

dato l'amore per amore ogni persona. Un grazie

davvero speciale per te Gesù.

Caro Gesù, ti ringrazio per essere stato accanto

a me durante tutto questo cammino verso la

Comunione. Fa’ che tutti i malati guariscano,

che abbiano il cuore pieno di gioia, anzi che

tutti abbiamo il cuore pieno della tua gioia !!!

Caro Gesù, grazie di avermi dato una famiglia

bellissima, ti starò molto vicino, spero che ci sia

bello perché vorrei incontrarti con il sole. Tu

che sei lassù desidererei che mi salutassi delle

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persone importanti cioè Yara e il mio nonno

Eugenio e fa che le mie nonne e la mia famiglia

stiano sempre bene. Non vedo l'ora di riceverti,

ti voglio bene

Caro Gesù Grazie per esserti fatto pane per en-

trare nel nostro corpo, grazie che sei morto per

noi. Gesù fa che non mi stacchi date come il

tralcio attaccato al tronco. Grazie per un mondo

così bello. Grazie per la mamma per il papà e

per mia sorella, grazie per le nostre catechiste

che ci insegnano la parola di Dio. Mi impegne-

rò a non guardare tanta televisione.

Caro Gesù, Ti voglio molto bene e ti ringrazio

di perdonarmi i peccati, ma anche per tutto il

mangiare che ci dai, però alcune volte noi lo

buttiamo. Mi comporterò bene a casa e cerche-

rò di aiutare chi ha bisogno di qualcosa. Per me

domani sarà una giornata bellissima!

Caro Gesù, io ti chiedo un regalo molto grande

per il mio compagno Gabriele e ti chiedo di far-

lo guarire bene e presto. Ti chiedo di aiutarmi a

scuola a capire meglio la matematica e ti rin-

grazio di starmi sempre vicino, ti prego resta

sempre nel mio cuore.

Caro Gesù, io ti voglio ringraziare per tutta la

bontà che ci hai donato e per la mia famiglia

sana. Perdonami i peccati che ho commesso in

tutti i giorni. Io ti prego di guarire tutte le perso-

ne, sia i bravi, ma anche i bimbi o gli adulti un

po' più cattivi. Io e altri domani 6 maggio fac-

ciamo la Prima Comunione e io sono molto

contenta di farla perché con il tuo aiuto io po-

trò avere una vita allegra e gioiosa come ce

l'hai tu. Alla messa della domenica quando non

potevo ancora riceverti speravo tanto che un

giorno potevo farlo anch'io, era un desiderio

grande e infatti si è avverato. Anche altri bam-

bini che per motivi di famiglia non la possono

fare spero che tu entri comunque in loro. Gesù

io ti prego tanto. Anche un solo muro di matto-

ni non mi separerà mai da te.

Caro Gesù, grazie per tutto il cammino dove tu

mi hai accompagnato, anche se alcuni momenti

non sono stati facili. Sono orgoglioso ed emo-

zionato perché finalmente riceverò la Prima

Comunione e così inizieremo un nuovo cam-

mino insieme.

Caro Gesù, ti chiediamo in questo giorno di fe-

sta di mantenere sempre viva nel nostro cuore

la gioia di averti incontrato.

Caro Gesù, tu per me adesso sei un po' misterio-

so, so che ci sei, mi guardi e mi proteggi, so che

sei fatto di amore e perdono, so che ci aiuti nei

giorni buoni e nei giorni più difficili della no-

stra vita. Sono impaziente di crescere così potrò

capire meglio chi sei e cosa vorrai che io faccia

nella vita futura. Stai sempre vicino a me, ai

miei genitori, a tutte le persone del mondo.

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Caro Gesù, come tu hai fatto con l'Eucaristia,

insegnaci ad abbandonare il nostro egoismo, a

sacrificarci un po' per gli altri e a dimenticare la

parola "io" per lasciare spazio alla parola "noi".

A sapere che aiutando e donando la gioia agli

altri si può essere molto più felici.

Caro Gesù Ti ringrazio perché sei con me. Se io

sbaglio tu sei con me. Gesù mi fido di te, con-

ducimi dove tu vuoi.

Caro Gesù, sto per ricevere la Prima Comunio-

ne, sono molto contenta, emozionata, perché

nel mio cuore ci sari tu per sempre. Non è facile

essere una brava bambina me lo dice sempre la

mia mamma, soprattutto quando disobbedisco o

voglio fare quello che voglio io, ma ti prometto

che cercherò di farlo per la mia famiglia e per te

e per nostro Padre. Proteggi i miei cari, i biso-

gnosi, gli ammalati i poveri e le persone sole.

Aiutami quando ti cerco nelle preghiere.

Caro Gesù, grazie per tutte le cose belle che mi

dai: la mia famiglia, gli amici, la natura che è

intorno a me. Gesù non è mica facile essere bra-

vi come te !! Io cercherò di esserlo sempre per

tutta la mia vita. Sono contenta di prendere la

Prima Comunione, di sentirti più vicino e sono

sicura che tu mi prenderai per mano in ogni

momento. Caro Gesù ti aspetto domenica 13

Maggio, non vedo l'ora.

Caro Gesù, dopo la mia Prima Comunione sarò

la bambina più felice dell'universo e ti ringra-

zio per tutto ciò che hai fatto. La mia Comunio-

ne sarà il giorno più bello della mia vita, grazie,

grazi e, grazie! Ma non ho ancora finito di scri-

vere. La mia Comunione come sarà? Sarà bel-

lissima grazie a te, ti voglio bene e non ti lasce-

rò mai! Devo ancora finire di scrivere: ti ringra-

zio per la mia vita, sai che è una vita stupenda?

Sì, certo che lo sai, tu sai tutto, sai anche che ti

voglio un mare di bene. Sono ancora qua, tu mi

accompagnerai in qualsiasi

difficoltà, vero? Beh lo sco-

prirò molto presto perché mi

piace l'avventura e il diverti-

mento, comunque dove era-

vamo rimasti, a si adesso me

lo ricordo domani ci sarà la

mia Prima Comunione fa’

che sia una giornata meravi-

gliosa, comunque ti ringra-

zierò tutti i giorni, tutti i

mattini e tutte le sere. Grazie

Gesù ti voglio un mare di

bene.

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CRE 2012

Il Cre è un’esperienza che si inserisce nel

percorso educativo che l’Oratorio propone ai

giovani della comunità, primi tra tutti gli

adolescenti. Sì perché il Cre è innanzitutto per

loro: è un’occasione preziosa per sperimentare

ciò che Gesù insegna e che pone a fondamento

di una vita vissuta in pienezza, cioè la bellezza

della gratuità.

Solo proposto così il Cre diventa anche per i

più piccoli un’esperienza che lascia il segno:

quella di un ambiente – l’oratorio – che

attraverso dei volti precisi si è preso cura di

me.

Se il Cre riesce ad arrivare a segno, anche solo

in un adolescente – e quindi nei piccoli –

significa che ne è valsa la pena e il numeroso

dispendio di energie.

E perché tutto ciò si possa realizzare servono –

ancora una volta – adulti appassionati e

generosi, che mettono anch’essi a disposizione

di tutti tempo, passione, competenza e cuore.

Non esiste un altro modo di “fare oratorio”.

Dopo questa breve ma intensa introduzione

ecco il tema, gli obiettivi e alcune

informazioni sul Cre 2012.

Tema e obiettivi

Il tema è quello della “PAROLA”: un tema

davvero ampio, che viene tradotto poi in 5

obiettivi che hanno lo scopo di DARE

VALORE ALLE PAROLE, cioè di

riconoscere che le parole hanno peso e valore e

vanno quindi scelte con cura.

Il primo è USARE LE PAROLE PER DIRE

LA VERITÀ: con le parole posso raccontare

chi sono davvero oppure posso cercare di

nascondere qualcosa di me.

Il secondo è LE PAROLE PER

COMPRENDERE E CAPIRE: le parole giuste

al posto giusto… contro un “vocabolario”

talmente povero che rende piatto tutto ciò che

si vede e si vive

Il terzo è LE PAROLE BELLE E PULITE:

con le parole posso creare buone relazioni,

posso concedere e chiedere il perdono, posso

portare pace.

Il quarto è IL SILENZIO E L’ASCOLTO: si

anche questi due sono parte del mondo delle

parole, perché se non faccio silenzio in me e

non mi metto in ascolto non c’è posto per

nuove parole, nuove relazioni e amicizie.

Il quinto è IL DIALOGO E LA

COMUNICAZIONE: è proprio lo scopo della

parola, per rendere la nostra vita più ricca.

Informazioni

Dal 25 giugno al 20 luglio, dal lunedì al

venerdì, dalle 8.30 alle 17.

Solo il giorno della gita settimanale l’orario

varierà a seconda della destinazione.

Il Cre inizia e finisce in oratorio, anche se

utilizza lo spazio della colonia del comune.

Il Cre è proposto ai bambini e ragazzi dalla

prima elementare fatta alla terza media fatta.

Per i bambini che non hanno ancora iniziato la

scuola elementare c’è il Baby Cre, proposto

dall’Oratorio ma gestito direttamente dalla

Scuola Materna.

Per qualsiasi altra informazione rivolgersi a

don Matteo. don Matteo

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Il Consiglio

dell’Oratorio

Dato che l’oratorio è articolato su molte attivi-

tà, iniziative, appuntamenti, gruppi, spesso

l’attenzione di chi vi lavora – primo tra tutti

del direttore dell’oratorio – è assorbita dalle

“tante cose da fare” e dal calendario che non

lascia scampo e respiro.

Proprio perché l’oratorio è fatto di tante perso-

ne e di tante attività è necessaria la presenza e

il lavoro del Consiglio dell’Oratorio, affinché

ogni attività e ogni persona coinvolte condivi-

dano lo stesso progetto e percorrano la medesi-

ma strada.

Un oratorio pur ricco di persone e di iniziative

ma senza un progetto condiviso perderebbe la

sua principale caratteristica con il rischio quin-

di di perdere la sua identità, il suo scopo e il

suo senso.

Il primo compito del Consiglio dell’Oratorio è

proprio questo: un tempo di riflessione

sull’identità dell’Oratorio, individuandone la

radice, le caratteristiche e gli obiettivi.

Mi piace l’immagine dell’albero o della casa:

un albero senza radici ben salde e profonde

non può fare frutti buoni e duraturi; una casa

senza fondamenta solide non può essere un

luogo sicuro e accogliente.

Da qualche tempo, un gruppo di persone ha

iniziato questa avventura: sono persone molto

diverse tra loro, accomunate però dalla passio-

ne e dall’affetto per il nostro oratorio e per la

nostra comunità.

Lascio la parola a loro che in prima persona si

sono messi in gioco…

Il nostro oratorio è un’ importante risorsa di

vita cristiana, nel quale molteplici persone di

ogni età possono scambiare relazioni e vivere

momenti di vita quotidiana. Come ogni attività

umana anche l’Oratorio ha bisogno di

un’organizzazione e di un progetto unitario di

fondo da perseguire al fine di ottenere dei ri-

sultati che ne giustifichino l’esistenza ma che

soprattutto abbiano un obiettivo comune da

raggiungere.

Per questo motivo si è pensato di reintrodurre

il Consiglio dell’Oratorio che non è altro che

un gruppo di persone composte da don Matte-

o, giovani, famiglie ed adulti con diverse espe-

rienze di vita che, oggi come in passato, parte-

cipano o hanno partecipato a gruppi ed attivi-

tà che ruotano attorno alla comunità cristiana

di Brembate di Sopra.

Alla prima seduta del consiglio i partecipanti

si sono interrogati su quale progetto il nostro

Oratorio dovrebbe perseguire nei prossimi

anni e su cosa si voglia esso diventi. Dalla di-

scussione è emerso come obiettivo comune

quello di pensare all’Oratorio come una

GRANDE FAMIGLIA, che cresce anche e

soprattutto attraverso non poche difficoltà,

sconfitte oltre che soddisfazioni.

Perché grande famiglia? Perché la famiglia è

il luogo di incontro, di costruzione delle rela-

zioni e di condivisione. Come ogni famiglia

anche quella dell’Oratorio ha bisogno che tut-

ti i componenti partecipino attraverso il dialo-

go, alla condivisione e alle divergenze costrut-

tive, alla realizzazione umana di ogni proprio

componente in modo da riuscire a far sì che le

capacità e le attitudini donate da Dio ad ogni

membro della famiglia portino frutto per

“essere la fiamma viva per incendiare il mon-

do con l’amore di Dio” (Papa Giovanni Pao-

lo II).

Ora che sì è fissato questo grande obiettivo

comune, si dovrà lavorare con l’aiuto di tutti

perché è con ogni membro della GRANDE

FAMIGLIA che ognuno si realizza e raggiun-

ge il senso della propria vita cristiana, arri-

vando ad essere testimoni della vita di Cristo

nel nostro paese e nella nostra vita quotidiana.

Buon lavoro a tutti.

don Matteo e i membri del Consiglio dell’Oratorio

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Riflessioni sul corso per fidanzati

È tradizione che la Parrocchia organizzi o-

gni anno, da gennaio a marzo, un corso in

preparazione al matrimonio. Chi accompa-

gna i giovani in tale percorso sono alcune

coppie di sposi che lo fanno con un entusia-

smo ammirevole.

Ecco i nomi delle quattro coppie: Catia e

Matteo, Barbara e Mirco, Francesca e Cri-

stian, Viviana e Andrea.

A Viviana abbiamo chiesto una riflessione

sul corso.

Era da tempo che, insieme a Don Corinno e

ad altre tre coppie di amici, stavamo proget-

tando il corso in preparazione al matrimonio

ed ecco così arrivare venerdì 20 gennaio: si

comincia! Ogni volta la prima sera è ricca di

trepidazione, emozione, curiosità e voglia di

vedere finalmente i volti dei ragazzi che in-

contreremo tutte le settimane per circa due

mesi.

Ciascuno degli otto incontri ha portato il suo

carico di ricchezza, perché è stato sempre un

attendere qualcosa di importante e cercare in

tutti i modi di prepararsi e farsi trovare pron-

ti; e' stato bello vivere ogni incontro col desi-

derio di non sprecare nemmeno un attimo.

Sì, penso che il senso di queste serate per noi

sia stato il voler essere lì per condividere un

pezzo di strada

insieme a questi

ragazzi che hanno

deciso di darsi un

tempo per riflette-

re in modo specia-

le sul senso del

loro Amore e sul-

la direzione da

darsi per il futuro.

Quest'anno il gruppo era composto da 28 cop-

pie di fidanzati e durante lo snocciolarsi delle

serate si è costruito insieme un percorso dav-

vero interessante che ha mosso pensieri ed

emozioni diversi, soprattutto grazie alla pre-

senza dei nostri "relatori-provocatori". Con

Don Davide abbiamo potuto riflettere

sull'importanza del guardare alle nostre sto-

rie passate per capire che radici stiamo met-

tendo al nostro futuro; e nella giornata tra-

scorsa insieme abbiamo cercato di condivi-

dere l'ideale di progetto di famiglia a cui ten-

diamo. Abbiamo poi ascoltato la testimo-

nianza di due persone che hanno vissuto la

dolorosa esperienza della separazione per

provare a capire quali atteggiamenti, egoismi

e incomprensioni diventano spesso il teatro

di una capacità di amare che non è più in

grado di esprimersi. Infine con Don Alberto

abbiamo scoperto che celebrare l'amore di

un uomo e una donna con la forza del sacra-

mento, apre questo amore alla bellezza e alla

gioia piena perché consapevoli che non sare-

mo mai più soli.

Vorrei concludere semplicemente, riportan-

do quanto detto dal nostro Vescovo France-

sco durante la veglia di preghiera fatta pro-

prio insieme ai fidanzati della diocesi; lui in

quella serata ha più volte ringraziato tutti i

ragazzi presenti perché erano testimonianza

viva del fatto che niente è più importante per

l'uomo di questo: saper affidare la propria

vita all'amore di una persona, e contempora-

neamente sapersi prendere cura in modo to-

tale di un'altra persona, perché il matrimonio

non è altro che questo!

Allora a coloro che decideranno di sposarsi e

a coloro che sposi lo sono già auguriamo di

riuscire a scoprire ogni giorno la bellezza e

la forza di questo Amore totale che tutto

vince.

Viviana

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BATTESIMI

COLOMBO

ARIANNA

di Marco

e di Bossi Isabella

nata a

Ponte San Pietro

il 09.12.2011

battezzata

il 01.04.2012

“Signore, ti ringraziamo immensamente per averci do-

nato Arianna. Un figlio è il dono più prezioso che un

genitore possa ricevere. Per questo ti preghiamo di pro-

teggerla in ogni momento della sua vita e di aiutarci a

crescerla secondo gli insegnamenti della fede cristia-

na”.

D’EUGENIO

ADELE

di Daniele

e di Ghidini Giulia

nata ad

Alzano Lombardo

il 29.11.2011

battezzata

il 29.04.2012

Signore, siamo felici per la nascita delle nostre bambi-

ne. Ti chiediamo di esserci vicini nell'educazione alla

fede in Cristo e all'amore per la vita e il prossimo.

Oggi anche Adele è nel cuore di Dio e di questo noi

gioiamo.

BREMBILLA

MARIA

FRANCESCA

VITTORIA

di Andrea

e di Lorena Sana

nata a Bergamo

il 23.12.11

battezzata

il 29.04.12

Signore, per noi oggi è una gioia immensa presentarti

la nostra piccola Maria come tua figlia e nostra sorella

nella comunità Cristiana.

Ti ringraziamo per le tante le persone che ci hanno aiu-

tato nella preghiera e tu, Padre buono, le hai ascoltate

donandoci questo piccolo infinito miracolo.

Ti chiediamo di proteggerla, di farla crescere

nell’Amore e nella bontà e che lei possa condividere

questi sentimenti con tutti i nostri fratelli, soprattutto i

più bisognosi.

Veglia su noi genitori, padrino e madrina, perché sap-

piamo insegnarle valori Cristiani trasmettendole la fede

e tanta positività.

SCARPELLINI FILIPPO

di Dario

e di Falgari Lara

nato a Bergamo il 11.08.2011

battezzato il 29.04.2012

PAPINI ANDREA PIETRO

di Massimo

e di Liguori Antonella

nato a Ponte S. Pietro il 13.10.2011

battezzato il 12.05.2012

CAPELLI

LEONARD XAVIER

di Paolo

e di Kangoud Senga

Nicole Felicité

nato ad Alzano

Lombardo

il 10.10.2011

battezzato

il 13.05.2012

“Caro Angelo Custode di Leonard Xavier, a te affidia-

mo nostro figlio che si appresta a percorrere il cammi-

no della sua vita che lo porterà a viaggiare da un conti-

nente all’altro ed a confrontarsi con culture e abitudini

differenti.

A te chiediamo di proteggerlo ovunque ed in ogni mo-

mento da qualsiasi pericolo e malattia.

A te chiediamo di aiutarci a trasferirgli i valori univer-

sali quali compassione, carità ed uguaglianza.

Caro Angelo Custode di Leonard Xavier, invisibile ma

onnipresente, ti preghiamo di stare sempre accanto a

lui e di aiutare noi, che siamo i suoi genitori, a crescer-

lo correttamente giorno dopo giorno”.

CALVI GABRIELE

di Cristian

e di

Domenghini Giulia

nato a Brescia

il 14.01.2012

battezzato

il 20.05.2012

Ti ringraziamo, Signore,

per nostro figlio Gabrie-

le che ci hai donato e

affidato.

Fa’ che cresca nella fede ricevuta nel sacramento del

Battesimo.

Guidalo con la luce del tuo Spirito nelle grandi scelte

della vita, perché corrispondano al disegno del tuo a-

more, e aiuta noi genitori nel difficile compito di educa-

tori.

Per questo noi ti preghiamo.

Anagrafe

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PESSINA GAIA

di Pierluca

e di Belloli Elisa

nata a Bergamo il 05.10.11

battezzata il 20.05.12

Padre, ti ringraziamo per que-

sta figlia che ci hai donato ed

affidato, sentiamo la bellezza e

l’impegno di assecondarla a

crescere come persona libera e responsabile maturando

nella fede che noi, oggi, scegliamo per lei nel giorno del

Battesimo.

Guidala, con la luce del tuo Spirito affinché possa conosce-

re la vocazione alla quale viene chiamata e sia aperta alla

donazione e all’amore.

Concedi a noi di saperla aiutare. Noi ti preghiamo.

TURANI ALICE

di Stefano

e di

Tomaselli Natuscka

nata a Seriate

il 06.02.2012

battezzata il 20.05.12

Signore Dio ti ringra-

ziamo per questo

piccolo angelo che ci hai donato.

Ti chiediamo di sostenerci nell’educazione di Alice,

consapevoli che l’educazione non è una materia che si

impara a scuola, ma un’arte che si apprende ogni gior-

no e di aiutarci ad esserle di esempio, aiuto e sostegno

nella vita quotidiana.

Per i bimbi che oggi ricevono il Sacramento del Battesi-

mo fa che la tua benedizione rimanga sempre nei loro

cuori e che la loro vita sia piena di felicità e amore. Noi

ti preghiamo.

BRUMANA

MONICA

di Riccardo

e di Rota Sara

nata a Bergamo il

16.12.2011

battezzata

il 20.05.2012

Cara Monica, l’anima di mamma e papà magnifica il Signore e

il nostro spirito esulta in Dio nostro Salvatore, perché Egli ha guar-

dato la nostra bassezza, ma da ora in poi ci sentiremo beati per la

tua nascita e per l’amore che Dio ci ha dimostrato affidandoci te,

piccolo fiore delicato. Dio ha mostrato misericordia a noi e si è

ricordato del patto coi nostri padri: rendere il suo popolo più

numeroso delle stelle del firmamento. Perciò Dio, aiutaci a

far crescere Monica mediante la tua sapienza, il tuo perdono e la

tua misericordia.

MATRIMONI

COLLINELLI FABIO

con

PERICO SABRINA

05 maggio 2012

PAPINI MASSIMO

con

LIGUORI ANTONELLA

12 maggio 2012

Fuori parrocchia:

VANONCINI FILIPPO

con

BETTI SILVIA

14 aprile nel santuario di Prada a

Mapello

LEIDI LUCA MAURIZIO

con

CAPELLI MIRIAM

19 maggio a Scano al Brembo

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FUNERALI

SCANDELLA LUIGIA di anni 72

morta il 4 aprile 2011

FINASSI GIUSEPPE di anni 74

morto il 4 aprile 2012

CACCIA MARIA

in Benaglia di anni 82

morta il 5 aprile 2012

GANDINI ANGELA di anni 90

morta il 17 aprile 2012

ARIOLI ADRIANO di anni 82

morto il 27 aprile 2012

BREMBILLA

CAROLINA MITIS

in Farina di anni 54

morta il 29 aprile 2012

VANOGLIO MARIO di anni 65

morto il 1 maggio 2012

PREVITALI FLAMINIO

(MARINO)

di anni 81

morto il 4 maggio 2012

ORSOLIN VALERIA

ved. Salvi

di anni 81

morta il 5 maggio 2012

CORNA MARIA

in Longhi di anni 67

morta il 6 maggio 2012

BATTAGLIA DAVIDE di anni 29

morto l’11 maggio 2012

CODOGNOLA VITTORIO di anni 80

morto il 18 maggio 2012

BACIS ANGELO

di anni 83

morto il 22 maggio 2012

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Come parlare del nostro viaggio a Ro-

ma senza sentire i brividi, senza sen-

tire un sussulto al cuore, senza alzare

gli occhi al Cielo per “cercare” Dio,

mentre le labbra sussurrano un GRA-

ZIE che è colmo di emozione, gioia,

una gratitudine che capita di provare

solo poche volte nella vita...

Continuo a chiedermi cosa può esserci

di più grande del tesoro che il Signore

ci ha donato, che il Signore MI ha do-

nato. Non per merito, no, PER DONO

sono stata accolta in questo gruppo,

destinazione San Pietro!

Il Signore nella sua magnanimità ha

chiamato 36 persone, tutte diverse

fra loro, ognuna con la sua unicità,

nella sua individualità, e le ha rese una

persona sola, IN LUI, PER LUI, CON

LUI… Nessuno di noi meritava questo

DONO DEL SIGNORE, nessuno era

perfetto …(del resto nemmeno gli A-

postoli lo erano!).Siamo partiti ognuno

con i suoi spigoli, con le sue paure, con

le sue ansie ma ognuno SPECIALE ed

UNICO e soprattutto pieno di speran-

za e fiducia negli altri e in Dio...

Già alla partenza, saliti sul pullman,

qualcosa di speciale si è creato... ci

siamo guardati, ci siamo cercati, ci

siamo sentiti uniti...

Abbiamo parlato, pregato, cantato,

sognato, studiato sul quel pullman...

Ognuno di noi ha messo quel che di

suo aveva e lo ha con-diviso …

Non so descrivere quello che ho pro-

vato entrando nella Basilica di San Pietro, il martedì... non so... forse la

parola più adatta è INEBRIATA DAL-

LA GIOIA .

Quasi sospinta da mani invisibili sono

arrivata all’Altare della Cattedra, qua-

si con una voce che non mi appartene-

va ho cantato e pregato. Mi sentivo

sollevata da terra, mi sentivo avvolta

in un dolce tepore, mi sentivo uno sola

cosa con tutto e con tutti…

Nulla forse potrà eguagliare questa

esperienza, nulla di progettato

dall’uomo può donare la gioia di questo

dono offerto gratuitamente e ina-

spettatamente dal Signore…

Ma Dio è grande, Dio è buono e so-

prattutto Dio ha fantasia e voglia di

donare, quindi non resta altro che ri-

manere vigilante, la Grazia di Dio è in

ogni volto e in ogni istante... e sicura-

mente è nei volti di quei fantastici

amici che mi ha messo vicini, quasi co-

me fossero la mia nuova, grande, me-

ravigliosa famiglia…

GRAZIE A DIO, GRAZIE A LORO,

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE

HANNO PREGATO PER NOI…

GRAZIE!

Cristina

Siamo davanti all'Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro. La messa

delle 17 sta per cominciare e gli uomini della sicurezza ci invitano ad uscire, come

fanno con tutti i visitatori.. “Ma noi siamo il coro!” dice la nostra Antonella, un

poco stizzita. E a quel punto veniamo squadrati dalla testa ai piedi dallo staff,

incredulo, della Basilica. “Scusate” si giustificano “ma di solito quelli del coro so-

no vestiti in modo diverso...”. Dentro la Basilica erano tutti molto perplessi e dif-

fidenti nei confronti di questo eterogeneo gruppo di ragazzi e non, vestiti in

semplici jeans e camicia bianca.. Insomma, alla fine della messa il frate organista

che si alternava alla nostra Alessandra ha voluto lo spartito della nostra “Salve

Regina”, evidentemente sconosciuta in Vaticano.

In realtà eravamo proprio noi i più increduli davanti alla proposta, ricevuta qual-

che settimana prima di andare a cantare a San Pietro: nessuno se la sarebbe mai

aspettata. Noi la abbiamo interpretata come un segno, il segno che ESISTE un

Regista nella nostra vita che ci ha voluti premiare per la GIOIA e l'IMPEGNO

QUOTIDIANO con cui esprimiamo la nostra fede.

Il vento dello Spirito Santo ci ha spinti a Roma e il fuoco della fede in Cristo ci

anima ogni giorno e più che mai nella preghiera cantata.

Buona lettura

Chiara

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Brembate di Sopra, 04 maggio 2012

Scusate il ritardo.

Sto scendendo dalla montagna...

non mi è ancora passata la sbornia... mi sento come ubriaca... guardo

in giro ma senza guardare, senza vedere in chiarezza... sono ancora

abbagliata.

Sì, abbagliata dalla luce che c’era in quel gruppetto di persone con

le quali ho condiviso l’esperienza di cantare all’altare della Catte-

dra, in San Pietro, il 1 maggio 2012, primo anniversario della beati-

ficazione di Giovanni Paolo II, alla messa presieduta da un sacerdo-

te polacco e concelebrata dai nostri sacerdoti bergamaschi in Ro-

ma.

Continuo a ripercorrere come in un film tutti i momenti, le sensa-

zioni, gli sguardi, i volti, le parole, i canti, le preghiere, le frasi det-

te e ascoltate di questi due giorni... vissuti istante per istante...

quasi ad accarezzarli per rivivere con il cuore... e vedere ciò che

non ho visto... ed ascoltare quello che mi viene “suggerito” per ve-

dere nella “luce”.

Che dirti?

Non so per quale misterioso progetto siamo arrivati fin là.

Non so il motivo per cui siamo stati scelti (?) tra tanti gruppi

(soprattutto di cantori!) visto che siamo un piccolissimo gruppo di

preghiera che non conosce nemmeno la musica.

Non so cosa nascerà da questa esperienza, quali frutti, quali voca-

zioni, quali testimonianze, quali vite cambiate.

Non so cosa, non so come, non so perché...

Ma una cosa ho visto: questi giovani “trasfigurati”, queste persone

che, cantando, ascoltavano il cuore di chi avevano vicino che canta-

va...

Non riesco a dirvi parole...

Mi è venuto in mente il passo del Vangelo: “Con timore e gioia gran-

de”…..

Grazie per le vostre preghiere: ci hanno

sostenuto, fatto da scudo alla paura, era-

no i mattoni sui quali abbiamo appoggiato i

nostri piedi e non siamo... caduti...

Grazie per aver cantato con noi.

Vi abbracciamo tutti.

Antonella

I GIOVANI DI MARIA

ciò che conta è la centralità di Cristo a cui Maria ci guida

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Sono le 16 circa, da quasi un’ora siamo

all’interno della Basilica di San Pietro

nella città del Vaticano.

Ci guardiamo attorno ammirando la

grandiosità e la santità del luogo. Molti

di noi sono abbastanza tesi basta guar-

darci in faccia per capirlo. Ci avvicinia-

mo all’altare della cattedra, ove alle 17

si celebrerà la Santa Messa. Una cele-

brazione importante, perché oggi alla

Messa cantano i giovani di Maria.

Ancora qualche minuto di attesa, ci ac-

costiamo ad un altro altare a cui ora mi

sfugge la sua dedicazione, alcuni riman-

gono in piedi, i più si inginocchiano, altri

si siedono ai banchi. Una cosa in comu-

ne, tutti pregano ognuno secondo le

proprie intenzioni.

È ora, andiamo all’altare e prendiamo

posto nei banchi riservati ai cori, die-

tro l’organo. Siamo tesi, forse non tutti

o forse qualcuno non lo fa vedere. Pro-

viamo qualche attacco, ormai ci siamo,

manca poco.

Arrivano i sacerdoti nostri compaesani,

Don Alberto; Don Manuel e Padre Cor-

rado. Ci salutiamo e portiamo loro i sa-

luti delle nostre famiglie e della comu-

nità. Adesso e proprio ora, tutti al loro

posto, suona la campanella, ci alziamo

all’unisono l’organo inizia a suonare e i

giovani di Maria cantano come solo loro

sanno fare. La celebrazione è in latino

e anche se pochi di noi lo capiscono,

intuiscono e serbano nel cuore quelle

orazioni. Canto dopo canto la messa

scorre via, è sembrata un battito di

ciglia. Ci guardiamo e ci complimentia-

mo. Siamo stati grandi. Attendiamo

l’arrivo dei Sacerdoti e ci avviamo

all’uscita non prima di raccoglierci in

preghiera sulla tomba del Beato Gio-

vanni XXIII. Il Papa della nostra terra.

Giungiamo in piazza S. Pietro e ci in-

camminiamo verso il pullman. Salutiamo

Padre Corrado e diamo un breve pas-

saggio a Don Alberto e Don Manuel.

Salutiamo i Don e prendiamo la direzio-

ne nord. Siamo sulla via del ritorno,

stanchi ma felici, consapevolmente feli-

ci di aver avuto un’esperienza straordi-

naria. Grazie a chi ci ha dato la possibi-

lità di fare questa esperienza, grazie a

Don Fabio e a Suor Giuseppina eccel-

lenti guide spirituali e non. Grazie a

tutti i compagni di viaggio e di canto.

Grazie ai giovani di Maria. Il rammarico

è stato il fatto di non avere con noi

Don Matteo che aveva un impegno con i

ragazzi e si è fermato a Brembate e

questo gli fa onore e son sicuro che ci è

stato vicino con la preghiera. Concludo

alla mia maniera: “Che spettacolo!!”

Gigi

E' vero, parte tutto dalla gioia, una gioia grande, che si espande man mano che la

si condivide.... qui però c'e' anche lo zampino di qualcuno mi sa, qualcuno che sta

molto in alto.... che non si vede ma c'è. Cosa non ha significato per me vedere la

faccia dell' Antonella letteralmente illuminata dallo Spirito Santo.... quella si che

e' fede ragazzi.... e poi ovviamente tutto il gruppo, eravamo solari, emozionati ma

senza troppo far vedere, sereni e felici e convinti di avere probabilmente realiz-

zato un sogno....

Io credo di capire tante cose arrivato a questa età, ma stare in mezzo a voi gio-

vani e' sempre come la prima volta quando cominciai a frequentare l' oratorio in

modo attivo, eppure cosa sono? cosa faccio di speciale? Davvero senza di Lui non

sono niente... e' lui che mi guida e ci guida, colui che tutto può l' abbiamo visto in

mezzo a noi, era con noi. Tutti noi siamo certi di questo. Ora non dobbiamo ab-

bassare la guardia, a Roma abbiamo lasciato il cuore e lo abbiamo consacrato a

Dio. Siamo tornati a casa con un cuore nuovo, tutto da riempire di nuovo, scusate

il gioco di parole....

Ragazzi non so come ringraziarvi perché mi son sento ancora più carico, più for-

te. Le cose vere restano, sono autentiche non si possono copiare e nessuno ce le

può portare via, questa e' la nostra fede scolpita nella pietra. Grazie, so che non

basta.... per ora ho solo voglia di sognare ancora con voi e di condividere e testi-

moniare quanto più apprendo. Sono con voi ancora in viaggio in questo senso, l'

amore di Dio non ha fine e non ha confini.

Roberto

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MADRE MARIA

ACCOMPAGNA IL CANTO

COL TUO DOLCE SOSPIRO

PER SOSPINGERE NEL CIELO

LE NOSTRE PREGHIERE

FINO A SFIORARE LA CROCE

IN UNA MATERNA CAREZZA

SUL CRISTO CHE MUORE

PER DONARCI L’AMORE.

SANTA MARIA

SOSTIENI LE NOSTRE VOCI PERCHE’ SCORRANO IN CIELO

COME GOCCE DI RUGIADA

SU ESILI FILI D’ERBA, COME LACRIME DI LUCE

PER ACCENDERE SPERANZA

NEL BUIO DEL DOLORE

NEL CUORE DI CHI SOFFRE.

VERGINE MARIA

AIUTACI NELLA PREGHIERA

PERCHE LE NOSTRE VITE

SIANO LUMINOSE NOTE

DA SCRIVERE CON IL CANTO

SULLO SPARTITO DEL CIELO, COME GRANI DI ROSARIO

UNITI IN UNA CORONA

CHE ABBRACCIA LA CROCE

Luca

Il viaggio è stato molto bello per

me, e di questi due giorni credo con-

serverò un ricordo nel cuore per

tutta la vita... E' bello sapere che

quando sarò vecchio potrò raccon-

tarlo ai miei nipoti :-)

Per ora mi accontento di raccontarlo

ai miei nonni che non ci sono stati

mai, e a tutti i miei amici.

Tiziano

Essere stata a cantare a San Pietro,

è stata un emozione ed un'occasione

magnifica.

Questo, però non sarebbe stato lo

stesso, senza la compagnia di tutti i

componenti del coro.

Io non dimenticherò mai questa e-

sperienza.

Erika.

Finalmente il primo canto, il cuore

pulsa rapido e la voce quasi non ne

vuole sapere d'uscire, poi superata

l'emozione il canto prende corpo.

Tutto si avvolge intorno a noi, l'at-

mosfera è particolare, quasi da

sogno

Beatrice, Gianluigi ed Ester

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Vocabolario:

Parole per la vita

Legge: il complesso di tutte le leggi che

governano un popolo

: norma ferma imposta per determi-

nare i diritti e i doveri nei recipro-

ci rapporti umani o assunte spon-

taneamente come regola di com-

portamento

Che idea, la mia, di analizzare questa parola in

un momento in cui la sua evocazione provoca,

ad essere benevoli, un certo senso di fastidio.

Se abbinata poi alla sua derivata “legalità” la

nausea è assicurata.

“Dura lex, sed lex” (la legge è dura, ma è la

legge, dicevano i latini) ma, sapendo che non

l’hanno inventata i politici nostrani, pensiamo

che sia indispensabile, è e lo è stata per tutti i

popoli.

La Legge è ciò che contraddistingue un popolo

nel suo territorio insieme a lingua, religione e

costumi ed è ciò che permette di capire la sua

civiltà e la sua organizzazione.

Nel nostro mondo occidentale, oggi, la legge

non dipende più dalla volontà di un sovrano, di

un gruppo elitario o dal capriccio di un dittato-

re, ma è la conseguenza di necessità che si pre-

sentano nella vita di relazione e vanno regolate.

E’ ovvio perciò che spesso le leggi cambino,

che vengano aggiunte, rispondano (dovrebbero

rispondere) ai nuovi bisogni che interpellano i

governanti quando la società cambia, quando

all’interno della vita di un paese avvenimenti

e comportamenti producono conflitti, disagio

per qualche categoria e sorgono difficoltà a

dirimere situazioni nuove.

Legge e giustizia: binomio non scontato nella

sua realizzazione, quando i legislatori non si

preoccupano tanto del BENE COMUNE,

quanto di far prevalere interessi particolari,

ideologie, visioni della realtà che non rispon-

dono alla verità, ma a idee molto soggettive

sulla vita.

La Legge ha (dovrebbe avere) un suo senso,

un perché a cui rispondere senza nascondersi

dietro parole ridondanti, ma capace di interpel-

lare le coscienze degli uomini perché ricono-

scano in esse un BENE da conseguire.

Il Papa afferma che gli uomini dovrebbero im-

parare dall’agire di Dio come vivere nella loro

società: la Legge è un bene per l’uomo, ce lo

ha dimostrato Lui per primo. Ci ha dotato di

una coscienza come di una legge naturale in-

scritta nel nostro spirito, poi, per fare di un

gruppo di fuggiaschi ebrei un popolo, ha con-

segnato loro la Sua Legge: “Voi sarete il mio

popolo e io sarò il vostro Dio”. Non era un po-

polo prediletto per meriti, ma uno che è stato

“distinto” perché in quel popolo cominciasse a

realizzarsi il progetto per una vita buona da

diffondersi poi a tutti gli uomini.

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La Legge umana deve avere un senso, uno

scopo pensato, la Legge Divina contiene uno

Spirito che va compreso ed accolto affinché

non accada che si metta in antitesi con la liber-

tà. Mi faccio aiutare dalle parole del filosofo

Remi Brague pronunciate in un’intervista a

Palermo mentre partecipava ad un convegno

sulla questione della legge e della sua trasgres-

sione.

“… Il limite del bene e del male c’è anche se

Dio non esistesse. Personalmente penso che

la caratteristica del Bene sia l’obbedienza al-

la volontà di Dio e che dunque il male sia la

disobbedienza a Lui. Il Bene non è quello che

Dio vuole, bensì quello che Egli E’: tra Bene

e Dio vi è un rapporto di identità. Egli non

possiede il Bene, ma E’ il BENE. In questo

senso si comprende l’affermazione “Dio non

ci domanda niente: Egli non ci chiede qual-

cosa per far piacere a Lui, bensì per il nostro

bene. Non si interessa al suo proprio bene,

ma al nostro….

Ciò significa che Dio non ci impone regole

che riproducano altra cosa dal nostro stesso

bene. Non gli interessa fare di noi degli

schiavi obbedienti, non intende soddisfare il

suo orgoglio. L’obbiettivo di Dio è il bene

dell’uomo. Per questo sostengo e ripeto che

Egli non ci domanda niente. Invece attende

che si sviluppino in noi tutte le potenzialità

che, creandoci, Egli ci ha dato.

Dio aspetta che le proprietà di cui ampiamen-

te ha fornito l’uomo fruttifichino. Dio ha fat-

to l’uomo perché egli produca atti umani,

cioè atti di giustizia”.

Lo Spirito della Legge: quello che i Giudei

non avevano capito e per cui Gesù li aveva più

volte rimproverati: il loro era legalismo che è

ben diverso dalla legalità e dalla giustizia.

Poveri scribi e farisei!... ma anche poveri noi

se chi fa le leggi non pensa al BENE COMU-

NE e se chi è tenuto ad osservarle, umane o

divine, non si sente interpellato ad osservarle

… per il proprio bene!

La Legge non può essere interpretata soggetti-

vamente, può essere contestata e criticata ben

sapendo, però, che la legge umana non può

essere all’origine perfetta.

“Fatta la legge, trovato l’inganno” si cerca cioè

di aggirarla per il proprio interesse, tornaconto,

personalismo, ecc… Persino con la Legge Di-

vina ci permettiamo dei “distinguo”. Gesù ha

detto: “…ma io vi dico”, non per adattare al

tempo ciò che era scritto, ma per perfezionare

il modo di viverla. Il suo insegnamento e la

sua testimonianza hanno portato la novità del

“come” e del “perché” per far sì che l’adesione

alla legge fosse sinceramente consapevole e

accolta sia con la ragione che col cuore.

Pensiamo che alcune leggi siano ingiuste, può

essere l’abbiamo detto, ma è la VITA che deve

essere sinceramente integra. Lo scontento e il

mugugno oggi sono diffusi (soprattutto perché

toccano il tasto dolente del denaro) ed è facile

incolpare questo e quello, il potente e il ricco e

aspettare miglioramenti dagli stessi che mettia-

mo sotto accusa. I nostri errori sembrano insi-

gnificanti, ininfluenti, ma la società la formia-

mo tutti con il nostro vivere quotidiano, con le

nostre esigenze, con le modalità delle nostre

relazioni, con l’uso dei beni, con la mancanza

di rispetto fra di noi e con la natura. Spesso

anche le crisi sono per il nostro bene.

Non è animale più cattivo dell’uomo senza

legge.

Savonarola

L’onesto si può dividere in quattro parti: pru-

denza, giustizia,

fortezza d’animo e temperanza.

Cicerone

Luisa

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Incontro

con il Sindaco Pochi giorni dopo l’elezione del sindaco il no-

stro collaboratore Marco Giudici lo ha incon-

trato e gli ha rivolto delle domande riguardanti

il presente e il futuro del nostro Paese.

Grazie al signor sindaco per la sua disponibilità

e a Marco per il suo servizio.

Cosa prova ad essere stato rieletto

come sindaco? Naturalmente sono contento. Avevo qualche

dubbio sulla mia riconferma, non ero sicuro di

vincere queste elezioni, un po’ per la situazione

politica di questi mesi, un po’ anche per

l’astensionismo, che è stato elevato. Direi che

adesso sono coscientemente preoccupato per la

responsabilità importante che i cittadini hanno

voluto ancora affidarmi. Vado avanti con una

squadra collaudata nella maggior parte dei suoi

elementi, nel segno di una continuità politica e

pronto ad accettare con entusiasmo questa nuova

sfida.

Qual è stata l’esperienza più significativa del

suo precedente incarico?

Se ripenso ai cinque anni nei quali ho ammini-

strato la comunità di Brembate di Sopra, non

riesco a scegliere un’esperienza precisa. Forse la

cosa che mi ha colpito di più è stato il dialogo

diretto con le persone che ho incontrato e che

sono venute da me presentandomi anche questio-

ni di carattere personale. Ogni singolo incontro

mi ha aiutato a crescere come persona, prima

ancora che come sindaco.

C’è qualcosa che non è ancora riuscito a rea-

lizzare e che conta di fare con questo nuovo

mandato?

Complice la grave situazione di crisi che stiamo

tutti vivendo, sono rimaste incompiute alcune

realizzazioni importanti per la popolazione. Ora

sicuramente una cosa urgente per il nostro paese,

addirittura un impegno di carattere morale, è

quello che riguarda l’area handicap e anziani,

nelle quali dobbiamo migliorare i servizi offerti

alla popolazione. Dobbiamo dare risposte certe

con strutture e progetti concreti. Per quanto ri-

guarda l’area handicap, per esempio, migliorare

l’assistenzialità, mentre per quanto riguarda gli

anziani, riprendere con il progetto che prevede la

sistemazione della vecchia scuola materna.

Cosa pensa di fare concretamente per aiutare le

famiglie in difficoltà in questo periodo di crisi?

Come ho detto prima, la situazione di crisi che

stiamo vivendo è veramente difficile per tutti.

Tanto per fare un esempio, il comune, in sintonia

con la parrocchia e le associazioni presenti sul

territorio, ha offerto nei mesi scorsi un contribu-

to economico per aiutare circa 250 famiglie del

nostro paese a pagare le bollette e a far fronte ai

piccoli o grandi bisogni primari. Oltre a questo,

dentro un progetto regionale, si discuterà sul co-

siddetto “quoziente familiare” per offrire aiuti

fiscali ai nuclei familiari più bisognosi.

Come comune, inoltre, è prevista la realizzazio-

ne di alcuni appartamenti con canone di affitto

molto basso destinati a giovani coppie e per

quanto riguarda il lavoro mettiamo a disposizio-

ne alcune risorse per progetti di “borse lavoro”,

offrendo per esempio la possibilità di svolgere

per qualche mese un lavoro retribuito di utilità

sociale.

L’obiettivo primario è sicuramente quello del

lavoro e della casa e tante persone bussano alle

nostre porte per chiedere aiuto.

In questo periodo la Lega, il suo partito, sta

vivendo momenti complessi e difficili. Cosa

prova riguardo a questa situazione?

Ironia della sorte, il giorno dopo aver presentato

la nostra lista per le elezioni con il simbolo del

partito, è venuto fuori a livello nazionale quello

che poi conosciamo tutti. A mio parere il tradi-

mento che c’è stato non riguarda le idee, ma le

persone. Dobbiamo ritornare a fare una politica

mirata al territorio e alle persone. Chi ha sbaglia-

to e ha tradito deve pagare. Qui a Brembate sia-

mo sempre stati un gruppo Lega moderato ed

abbiamo sempre fatto politica rivolti a tutti i cit-

tadini, di qualsiasi colore politico siano.

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Quanto è cambiato il nostro paese in questi ul-

timi anni?

Il cambiamento maggiore è sicuramente avvenuto

a livello urbanistico. Il paese è cresciuto, è stato

realizzato un piano regolatore che non c’era e che

ha organizzato tutto il territorio. Insieme alla cre-

scita urbana sono aumentati anche i servizi, le

offerte, i parchi, le zone verdi.

Quanto c’è ancora da fare?

Il lavoro da fare è ancora tanto e noi siamo pron-

ti a farlo. Sicuramente una priorità per il nostro

paese è quella di organizzare meglio la viabilità.

Purtroppo Brembate è un paese “attraversato”

per raggiungere zone industriali e posti di lavoro

e questo fatto non facilita la creazione delle co-

siddette zone 30, oppure delle piste ciclabili. Bi-

sogna quindi prima di tutto risolvere questo pro-

blema per organizzare al meglio la viabilità in-

terna. Inoltre vanno migliorati anche i servizi

pubblici, per esempio prevedendo la possibilità

di un collegamento urbano con Bergamo che

attualmente manca.

Oltre a questo non vogliamo che Brembate di-

venti un paese dormitorio, ma che offra i servizi,

le attività e gli intrattenimenti per rendere la qua-

lità della vita sempre più buona.

La prossima sfida, quindi, sarà quella di mante-

nere il livello dei servizi attuali. Non sarà facile,

perché la crisi costringe tutti i comuni italiani

magari a fare scelte diverse dai programmi elet-

torali, ma io credo che sarà possibile vincere

questa sfida coinvolgendo le associazioni e i cit-

tadini, tutti uniti, come si fa in una famiglia.

Vuole dire qualcosa per ringraziare i suoi elet-

tori?

Semplicemente grazie per la fiducia che mi han-

no dato, che farò di tutto per ripagare. Abbiamo

lavorato sempre mettendoci a fianco e non da-

vanti ai cittadini. Andiamo avanti così!

Grazie sindaco per la disponibilità e per la piace-

vole chiacchierata che ho avuto modo di fare con

lei. Tanto per aggiungere alle sue parole solo due

brevi aforismi, Otto Von Bismarck, in

un’intervista, diceva che “la politica è la dottri-

na del possibile”, mentre nel Don Chisciotte del-

la Mancia si legge che “l’onestà è la miglior po-

litica”. Da quello che mi ha detto e dal come me

l’ha detto, mi sembra che anche lei, come me,

creda nella possibilità di fare una politica onesta.

Allora … buon lavoro! Marco

* * *

Gli alpini di Brembate di Sopra hanno

un nuovo capo gruppo

CARLO

FUMAGALLI

Un triste evento mi ha portato ad assumere

questo incarico.

Con un po’ di preoccupazione, però stimola-

to dalle prospettive di un lavoro di gruppo,

ho subito accettato.

Il gruppo che devo guidare, è degli Alpini, i

quali, tutti indistintamente, sanno esprimere

quei valori che fanno di questo corpo un e-

sempio di civiltà riconosciuto a livello uni-

versale.

Da questo punto di vista, il compito non è

per nulla problematico, semmai la gravosità

che sento è nel presentarmi come sostituto di

un Grande Alpino quale è stato Giovanni

Valsecchi.

Gli Alpini di Brembate Sopra non cambiano

la loro filosofia, sono stati e lo saranno, in

avanti, sempre al servizio della Comunità

Brembatese.

Comune, Parrocchia, Scuola e Associazioni,

potranno sempre contare sugli Alpini, da

parte mia e nostra, cercheremo di rispondere

al meglio.

Per questo incarico ho ricevuto dal presiden-

te della Sezioni Alpini di Bergamo un augu-

rio singolare: “Zaino in spalla e buon lavo-

ro”. Voglio girarlo a tutti i miei collaboratori

Alpini, siano essi componenti del Consiglio

e non.

I Brembatesi si aspettano molto. Noi faremo

di tutto per essere degni di tanta considera-

zione.

Un buon lavoro va anche al gruppo di Prote-

zione Civile ANA e al suo responsabile Gio-

vanni Sana. Capo Gruppo Alpini

Carlo Fumagalli

Brembate di Sopra 06 Maggio 2012

Page 33: Insieme nr. 19 giugno 2012

Le famiglie con il Papa

È un’occasione di crescita

Carissimi, nell'imminenza del VII Incontro

mondiale delle famiglie voglio rivolgermi a

ciascuno di Voi per richiamare ancora una vol-

ta il significato di questo straordinario evento

ecclesiale che ci coinvolge da vicino. Nel con-

testo sociale e culturale attuale, l'incontro

mondiale delle famiglie è per le nostre comu-

nità e per tutti noi un'occasione unica e prezio-

sa per riconoscere e rendere una chiara testi-

monianza del valore ecclesiale e sociale della

famiglia.

La famiglia è la via maestra alla comunione e

alla pace; è il primo, insostituibile «grembo

della fede» per ogni figlio. I cristiani, propo-

nendo la famiglia in tutta la sua bellezza, al di

là delle loro fragilità, intendono testimoniare

agli uomini e alle donne del nostro tempo,

qualunque sia la loro visione della vita, che

l'oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore

di ogni esperienza di amore si può realizzare.

La famiglia così concepita è un patrimonio

prezioso anche per l'intera società. La presenza

a Milano del Santo Padre, che egli ha voluto

personalmente rendere particolarmente prolun-

gata e intensa, è una chiara espressione di at-

tenzione e affetto per le nostre comunità cri-

stiane. Vi esorto ad accogliere Benedetto XVI

come il successore di Pietro, riscoprendo il

senso autentico del ministero del Papa nella

Chiesa di Dio: il Papa viene a noi per

«confermare la nostra fede» (cf. Lc, 22,32).

Questo è il suo ministero proprio.

E la crescita nella fede è il frutto che ci aspet-

tiamo dall'incontro festoso con il Santo Padre.

L'Incontro mondiale delle famiglie e la presen-

za a Milano di Papa Benedetto XVI mi sem-

brano per tanti motivi una grande occasione di

risveglio della fede e di crescita nell'apparte-

nenza ecclesiale per tutti i fedeli battezzati che

hanno un po' perso la strada di casa. Anche

grazie all'incontro mondiale delle famiglie

«stiamo tutti tornando a casa», come esortavo

nella mia prima lettera pastorale «A casa nella

Chiesa».

Tocca ora a ciascuno di noi manifestare la bel-

lezza e l'importanza di questo incontro tra fa-

miglie. Invitarle a partecipare all'Incontro

mondiale sia un'occasione di ringiovanimento

di tutta la Chiesa e delle stesse famiglie. Per

rispondere a questo grande dono di Benedetto

XVI è importante che ciascuno di noi interven-

ga di persona soprattutto partecipando alla ce-

lebrazione dell'Eucaristia del 3 giugno presso

l'aeroporto di Bresso, dove il Santo Padre con-

cluderà il VII Incontro Mondiale delle Fami-

glie.

Dal punto di vista operativo chiedo a tutte le

comunità cristiane della Diocesi che in tutte le

celebrazioni si esortino i fedeli a prendere par-

te agli eventi culminanti del VII Incontro mon-

diale delle famiglie e in particolare alla cele-

brazione eucaristica con il Santo Padre la do-

menica 3 giugno. Desidero che in questi giorni

si intensifichi la preghiera personale e comuni-

taria, soprattutto attraverso il Santo Rosario,

perché il VII Incontro Mondiale delle Famiglie

porti a tutte le famiglie frutti di speranza e di

carità; Voglio, infine, cogliere l'occasione di

questa mia lettera per ringraziare tutti coloro, e

so che sono numerosi, che sostengono perso-

nalmente l'Incontro mondiale e che, con intel-

ligenza e generosità, stanno rendendo possibile

la partecipazione di numerose famiglie alla

messa con il Papa. Con vivo affetto vi benedi-

co nel Signore. Francesco Beschi

Vescovo di Bergamo

Marko Ivan Rupnik: icona Santa Famiglia

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Il Centro Diurno

Integrato

Ci presentiamo per farci conoscere

a chi ancora non ci conosce…

Il Centro diurno integrato è un servizio del Co-

mune situato nella palazzina ovest nel cortile

della R.S.A aperto dal lunedì al venerdì (dalle

7.30 alle 17.30) rivolto a persone anziane del

territorio e limitrofi.

Il servizio fornisce assistenza medico-

assistenziale ma risponde anche al bisogno

dell’anziano di stare in compagnia trascorren-

do le proprie giornate in modo piacevole e sti-

molante.

Le persone che frequentano il C.D.I possono

scegliere se frequentare tutti i giorni o sola-

mente alcuni giorni in base alle esigenze pro-

prie e famigliari.

Il servizio mette a disposizione personale qua-

lificato fornendo un’assistenza a carattere inte-

grativo grazie alla presenza della dottoressa, di

un’infermiera, di una fisioterapista, di una

psicologa, di un educatore e di personale ausi-

liaro A.S.A.

Ogni ospite viene accolto cercando di conosce-

re la persona nella sua specificità e di com-

prenderne i bisogni . Per ogni ospite si compi-

la un piano di Assistenza integrativo che

l’équipe del centro aggiorna ogni 6 mesi moni-

torando la situazione complessiva di ognuno.

L’obiettivo è quello di mantenere le autonomie

residue della persona che viene seguita nelle

cure farmacologiche e nella cura dell’igiene

personale.

Inoltre il servizio socio-educativo del Centro

propone svariate attività sia per fornire stimoli

che per favorire le relazioni: laboratori manua-

li e di cucina; giardinaggio svolto nel giardi-

netto esterno adiacente al centro; giochi logici

e cognitivi; ginnastica dolce; lettura del gior-

nale; tombole e giochi di gruppo; momenti di

ascolto di musica dal vivo, ecc. Infine si orga-

nizzano, soprattutto nella bella stagione, uscite

sul territorio (passeggiate nel parco, passeggia-

ta al mercato)o importanti iniziative e esterne

come il soggiorno a Manerba del Garda o ge-

mellaggi con altri centri (come quello con il

Centro Diurno Integrato di Treviolo).

Naturalmente collaboriamo con la parrocchia

in particolare nella figura di Suor Giuseppina)

parrocchia molto attenta e disponibile a col-

laborare con il Centro garantendo quel soste-

gno spirituale di cui la persona anziana ha tan-

to bisogno.

La presenza della realtà del volontariato nella

struttura è una risorsa indispensabile come

supporto al servizio.

I volontari sono persone preziose ed accolte

sempre a braccia aperte, persone sensibili e

volenterose capaci di ascoltare e di stare con la

persona anziana condividendo alcuni momenti

di vita insieme.

Se siete

disposti a

regalare un

pochino del

vostro tem-

po i nostri

anziani ne

sarebbero

veramente

lieti perché

è attraverso

la relazione

con l’altro

che si co-

struisce un

senso e un

significato

alla vita

quotidiana.

Silvia

Page 35: Insieme nr. 19 giugno 2012

Informazioni parrocchiali

Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 -

ore 16,30 a Tresolzio (marzo-settembre).

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena)

Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00.

Estivo: ore 10,30 - 18,00.

Disponibilità per le Confessioni

Don Corinno: venerdì 8.30 - 9.30 / 15.00 - 17.30 - sabato 8.30 - 9.30

Don Carlo: ogni sabato 16.00 - 18.00

Don Matteo: ogni giovedì 16.00 - 17.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo

ministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo.

Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15

Terza domenica di ogni mese, ore 16.00

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle

20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini.

I catechisti battesimali incontreranno i genitori nelle loro case.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento

e di Quaresima.

Occorre prepararsi adeguatamente.

Per questo la parrocchia organizza un corso di preparazione al matrimonio da gennaio a marzo.

È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia.

In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della

sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci

si rivolga alla Curia vescovile.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097

e-mail: [email protected]

Don Matteo Bettazzoli Tel. 035.332.385

e-mail: [email protected]

Don Carlo Comi Tel. 035.332092 - cell. 340.6483352

E-mail: [email protected]

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