Insieme nr. 10 agosto 2010

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno III - N. 10 - Agosto 2010

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta

in Brembate di Sopra

Anno III - N. 10 - Agosto 2010

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Come ricevere il giornalino parrocchiale

"Insieme"? Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati UNA SOLA VOLTA in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 12,00) è un'offerta.

NON E' OBBLIGATORIA per ricevere l'Insieme.

Tali offerte si raccolgono in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME".

E' inutile allegare all'offerta il nome e l'indirizzo (se sono già stati dati). E' un'offerta libera per sostene-re le spese della stampa.

Quest’anno siamo riusciti a pubblicare 6 numeri di “INSIEME”. Il costo alla parrocchia è di € 2,50 ogni copia e ci sono 650 abbonati. Chiediamo che continuiate la vostra collaborazione

Direttore: don Corinno Scotti

Direttore responsabile: Davide Agazzi

Editore: Parrocchia S.Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa: Poligrafica Srl Dalmine

Redazione: don Faustino, don Gustavo, Max, Marco, Luciano, Giuseppe, Luisa

Impaginazione ed elaborazione foto: Max, Luciano, Giuseppe

Foto: Max

Collaboratori: d. Corinno, p. Corrado, Betty, Sr. Maria, Aldina, Liliana, Sr. Ornella, p. Nady, Luisa gruppo “distributori”

E-mail: [email protected]

Sito web: www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

Sommario

3 Editoriale

6 Vita parrocchiale

23 Missioni

27 Attualità

29 Associazioni e gruppi

In copertina: Bassorilievo in marmo scolpito. Altare maggiore della Chiesa parrocchiale. Autore ignoto, anno 1700 circa. Pag. 3 e 4 e ultima di copertina: affreschi sotto la volta della Chiesa parrocchiale anno 1700 circa. Le foto di pag. 15-17 sono di “Foto Mauro”. Le foto di pag. 12-14 sono di Al

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L a nostra Chiesa è un vero santuario ma-riano. Tutto ci parla della Madre del Signore. Oltre alle tele poste lungo la

navata, ci sono affreschi dietro il presbiterio e sotto la volta della Chiesa. E’ proprio su questi

affreschi, resi più luminosi dopo il restauro, che vorrei soffermarmi con voi e guardarli aiutati dalle bellissime fotografie scattate dall’amico collaboratore del giornalino Max Dousset. Lo facciamo non solo per cogliere il valore artistico, che pure è notevole, ma per-ché quelle pitture ci aiutino a contemplare il mistero e perciò a pregare. Del resto questo era anche il significato originario dei nostri Padri che hanno voluto che la nostra chiesa cantasse le lodi di Maria. Né l’archivio parrocchiale, né quello diocesano dicono nulla su tali affreschi, solo parlano genericamente di “affreschi della seconda metà del 18° secolo di scuola berga-masca”. Ma forse è bello che sia così, che i pittori siano anonimi: essi non volevano fare pubblicità a se stessi, ma alla Madre del Signore. Normalmente non guardiamo sotto la volta della Chiesa, anche perché ci risulta scomodo. Il primo affresco è collocato proprio sopra l’altare della Messa e ha per titolo : “Madonna che intercede presso Gesù fulminante”. Ritrae

Maria Assunta (è inginocchiata sopra le nuvo-le) e con le braccia aperte e lo sguardo rivolto a Gesù: è la posizione di colei che intercede, e prega suo figlio come ha fatto a Cana e come continua a fare ora che è nella gloria di Dio. Gesù è maestoso, con il braccio alzato, che impugna delle frecce dorate. E’ una rappresen-tazione rara, forse unica nell’iconografia ma-riana. Richiama le raffigurazione pagane di Giove, il re degli dei, che fulmina con le frecce gli uomini che non gli obbediscono. Spogliata degli aspetti mitologici, ecco la pre-ziosità dell’immagine: Maria in ginocchio in-tercede davanti al Figlio e lo prega perché non castighi gli uomini. “E’ vero - sembra dire Ma-ria - gli uomini sono cattivi, capaci di fare molto male, ti offendono, non ti obbediscono, ma sono figli miei, sono tuoi fratelli, rispar-miali, perdonali”. E’ una profonda catechesi per immagini. Il secondo affresco, sempre sotto la volta della Chiesa, rappresenta l’incoronazione di Maria. E’ il quinto mistero glorioso del rosa-rio.”Maria Incoronata regina degli angeli e dei santi”. Ecco allora la Santissima Trinità: il Padre, e il Figlio che mettono la corona d’oro sul capo di Maria, mentre lo Spirito Santo sot-to forma di colomba aleggia e rende luminosa la scena. Lei, Maria, è ancora e sempre in preghiera e forse sta cantando con il cuore il Magnificat; avvolta dalla luce della gloria di Dio. Il Papa Pio XII il 1 Novembre 1950 proclama-va solennemente che : “L’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena , fu assunta alla gloria celeste in corpo e anima. Paolo VI scriveva “la solennità del 15 agosto celebra la gloriosa assunzione di Maria al cielo: è questa la festa del suo destino di pie-nezza e di beatitudine … della sua perfetta configurazione a Cristo Risorto. E’ l‘avverarsi della speranza finale, perché è anche il destino di quanti Cristo ha fatto suoi fratelli, avendo con loro in comune la carne e il sangue.” Dunque l’Assunta è dono – privilegio non ri-servato in esclusiva a Maria, ma è di ogni di-scepolo del Signore. Siamo fatti per il cielo, nel nostro DNA c’è il paradiso! E ci diciamo con gioia e trepidazione che la vita non si esaurisce con il tempo che viviamo su questa terra che, per quanto lungo, non va più in la di una manciata d’anni. Siamo fatti per la vita in pienezza e per la comunione. Vita e comunione, due aspetti della stessa realtà. Nostro destino è stare nell’amore di Dio e nel-la comunione con le persone che amiamo. Co-

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me Maria, che essendo in Dio è con noi. Il terzo affresco sotto la volta della Chiesa ri-trae l’Assunta. Non faccio altri commenti, per-ché l’articolo che segue di Padre Corrado è un bellissimo commento alla missione di Maria che libera dal male. Voglio invece aggiungere una parola su quella rappresentazione dell’Assunta, che è collocata sotto l’altare maggiore. Non è un affresco ma un bassorilievo in marmo bianco di Carrara, di finissima fattura. Anche di quest’opera l’autore è anonimo, ma sicuramente è una per-sona che oltre ad essere un sommo artista era un innamorato di Maria. Maria è ancora con le braccia alzate verso il cielo, quasi a voler portare tutti noi con lei. Ma lascio che ognuno apprezzi quest’opera per-ché l’amico Max la mette in copertina del gior-nale.

Don Corinno

* * *

“Scaccia da noi ogni male”

N ell’inno Ave maris stella, risalente ai secoli VIII-IX, ancora oggi cantato nei vespri delle festività mariane, si

chiede a Maria: «Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni ma-le, chiedi per noi ogni bene». Ma… non è un tantino esagerato chiedere a Maria ciò che solo Dio può fare? Del resto, nella preghiera del Padre nostro è proprio a Dio che chiediamo «liberaci dal male». E allo-ra in che senso ci affidiamo alla Madre del Si-gnore affinché ci strappi dal male? Dando alla luce Colui che rinnova “tutto” l’uomo, Maria ha collaborato al riscatto dal male che corrompe l’umanità. E la sua colla-borazione continua oggi: Assunta in cielo, ella non si volge dall’altra parte quando siamo as-sediati dal male, ma si china sollecita perché nessuno vada perduto. Lo ricorda così il Con-cilio Vaticano II: «Con il suo materno amore Maria si prende cura dei fratelli del Figlio suo, che sono ancora pellegrini e posti tra tanti peri-coli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (Lumen gentium 62). L’affidarsi a Maria – noi brembatesi lo facciamo in modo speciale nella festività del 15 agosto – è dunque conforme al volere di Cristo. Nell’ora

del supremo combattimento in cui nasce l’umanità nuova, Gesù Crocifisso consegna i discepoli alla propria Madre. Perciò le genera-zioni cristiane non hanno dubitato di ricorrere a Maria, sicure di trovare rifugio e difesa nell’ora della prova e della lotta contro il male. Parlando di Maria che si prende cura dei nostri mali, si impone una riflessione sul termine “male”, passibile di svariate accezioni. Esisto-no diversi tipi di male: fisico, morale, spiritua-le, psicologico, personale, sociale, ecc. C’è un male che sta fuori di noi e un male che si anni-da dentro di noi, come sottolinea Gesù: «Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21). C’è un male che facciamo ad altri e un male che subiamo da altri. C’è un male insito nella condizione creaturale, cioè di esseri limitati, caduchi, mor-tali. C’è un male provocato dal nostro egoi-smo. C’è un male sopportato per generoso al-truismo, come accade nel sacrificarsi per il be-ne di altri. La molteplicità dei mali è da ricon-durre in qualche modo al “male” che, secondo la rivelazione biblica, è l’opposizione a Dio, sommo bene, vita, felicità. Il male, in fondo, è il peccato. Pensiamo alla conclusione del Pa-dre nostro, in cui supplichiamo Dio: «liberaci dal male», dove male sta per il Maligno, il ne-mico dell’uomo fatto a immagine di Dio.

Senza addentrarci in queste articolazioni è al-meno importante tenerle presenti quando par-liamo di affidamento a Maria contro il male e domandarci: quale male? Maria interviene contro il male che è la non accettazione del suo Figlio, ossia il peccato. Certo, possiamo chiederle di guarirci da una malattia, di soccor-rerci nella prova, di farci trovare lavoro, ecc., ma dobbiamo aver chiaro che Maria non è una

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“santona”. Il suo intervento ha per oggetto la nostra liberazione dal male che è la non comu-nione con il suo Figlio. Cosicché se, ai nostri occhi ella sembra non esaudirci perché ci la-scia nella sofferenza e nella malattia, dobbia-mo pensare che il suo intervento mira a dilata-re in noi la potenza del Figlio vincitore del Maligno. Quante volte una malattia può aiuta-re a riscoprire la fede, a purificarla? Per con-tro, altre volte la malattia mette in crisi la fede. In questi casi l’affidarsi a Maria è invocare, nell’aggressione del male fisico e dello smarri-mento, la forza per non lasciarsi dominare dal male dell’incredulità, della bestemmia, della ribellione a Dio. Ci affidiamo a Maria per affidarci meglio a Dio solo. Così l’invocazione dell’aiuto della Vergine

si innesta nella supplica “liberaci dal male” che rivolgiamo a Dio nel Padre nostro. Il ricorrere alla protezione di Maria non contrad-dice dunque la supplica a Cristo: nella Messa, dopo il Padre nostro, si chiede a Cristo: «Liberaci, Signore, da tutti i mali…»; né con-traddice il potere liberatore dello Spirito Santo, né l’intercessione dei Santi e della Chiesa. Maria non è una concorrente di Gesù, poiché la vittoria da lei riportata sul Maligno, origine e causa di ogni peccato, non è altro che l’espressione per-fettamente riuscita del trionfo di Cristo. L’Assunta in cielo in anima e corpo è la prima testimone della potenza della Pasqua di Gesù, che non lascia in preda del male quanti rinascono in lui alla vita divina.

P. Corrado Maggioni

Ci è giunta dal Comune una notizia che, siamo certi, farà piacere a tutti, vista la devozione che abbiamo per il Papa scomparso da 4 an-ni: la piazza principale del nostro Paese sarà intitolata a:

GIOVANNI PAOLO II

Il nome completo è:

“PIAZZA GIOVANNI PAOLO II - KAROL JOSEF WOJTIA”

Siamo contenti e ringraziamo l’amministrazione comunale per questa sensibilità. Questo è dovuto anche al gemellaggio che da anni lega il nostro Co-mune alla Polonia. L’indirizzo del Comune non sarà però “Via Caproni” ma “Piazza Papa Giovanni Paolo II”. Il decreto della provincia è entrato in vigore a partire dal 1° giugno 2010. Adesso il nostro Paese ha 2 strade dedicate a due Papi molto amati: Papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ci mettiamo tutti sotto la loro protezione.

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Per i preti della mia parrocchia Nel numero scorso di “Insieme” abbiamo pub-blicato l’articolo di Padre Corrado che a con-clusione dell’anno Sacerdotale ci aiutava an-cora a riflettere sui preti e la loro missione nella Chiesa. Nel frattempo abbiamo ricevuto questa lettera da una signora indirizzata proprio ai “suoi sacerdoti”. La pubblichiamo volentieri. Dopo aver letto nel numero scorso di “Insieme” l’articolo sulla “figura del sacerdote oggi”, ho pensato anche io di scrivere “due righe” per esprimere il mio pensiero… A volte mi chiedo se si riflette sui problemi che i sacerdoti hanno al giorno d’oggi e su quanto amore hanno bisogno. In fondo tutti abbiamo bisogno di essere amati. Noi chiedia-mo loro tanto e loro sono sempre pronti ad of-frirci aiuto, ma noi offriamo loro conforto? Forse noi parrocchiani li vorremmo dei “superman” che facciano tutto ciò che secondo noi è giusto, che abbiano un carattere o una personalità che piaccia a noi. Ma io dico che anche i nostri mariti/le nostre mogli non sono perfetti/e…e non penso siano “l’esatto stampi-no” del robot che vorremmo…Direi, piuttosto, che anche tutte noi “pecorelle” dovremmo mi-gliorarci e contribuire a rendere migliore la comunità parrocchiale. Ognuno di noi dovreb-be guardarsi dentro un po’di più e riflettere su come è fatto per cercare di rendere meno diffi-cile la missione dei sacerdoti. Insomma, appor-tare anche il proprio contributo. Anche Gesù non ha scelto le dodici persone migliori della Palestina, eppure oggi la Chiesa c’è ancora e continua ad essere presente pur con i suoi “alti e bassi”. Così come una grande famiglia, così come ho detto, con i suoi “alti e bassi”. E tutti noi possiamo rispecchiarci benissimo in quei dodici uomini! Forse non ci rendiamo conto del grande dono che abbiamo: la presenza fra noi di sacerdoti che sono papà e guide. Nella mia vita ho visto passare tanti preti nella parrocchia di Brembate e ognuno di loro ha lasciato un’impronta a seconda della propria personalità. Ed è stato giusto così. Non mi è mai piaciuto dire: “Con quel sacerdote mi sono trovata bene, con l’altro peggio, ecc…” per-ché, prima di tutto ho sempre visto in “quell’uomo” un prete e poi perché di princi-

pio è una cosa che mi ha sempre dato fastidio. A mio parere, al massimo si potrebbe dire: “E si, a Don … piaceva di più fare questo, a Don … invece quest’altro…”, proprio perché giu-stamente erano persone differenti. Ci può esse-re una simpatia più per un “Don” piuttosto che per un altro perché in qualche modo rispecchia di più il carattere di ciascuno di noi e questo penso sia umano, ma nulla di più. Non ci deve essere una “condanna” vera e propria nei loro confronti. In fondo, anche tutti noi lasciamo la nostra impronta a seconda di come siamo … A mio avviso, è bello anche il solo vederli in giro per il paese in bici, a piedi, con borse o zainetti, ecc …, perché è come un sentirsi più sicuri perché loro ci sono … Io dico grazie ai preti della parrocchia di Brembate Sopra per il semplice fatto di essere sacerdoti, di essere presenti in mezzo a noi, per l’impegno e la disponibilità che danno in ogni situazione e per ogni singola esigenza dei pro-pri parrocchiani. Io non mi sento di chiedere loro ancora di più, per me fanno già tanto e va bene così… Piuttosto, sono io che mi scuso con loro per le mie mancanze di ogni genere … devo cercare di migliorarmi a favore della comunità. Infine grazie anche per l’amore che trasmetto-no e che ci insegnano a trasmettere agli altri e dico loro di continuare ad essere come sono, di non scoraggiarsi e di non mollare mai. … E grazie ovviamente a Gesù e alla cara Mamma del cielo per averceli donati. Che pos-sano aiutarli e proteggerli sempre! E così an-che noi che ne abbiamo tanto bisogno!

Betty

In questo periodo alcuni giovani del Paese si sono laureati in di-verse università. Saremmo contenti di pubblicare sul giornalino i loro nomi con una foto e la facoltà che hanno fre-quentato.

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NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA MADONNA

ASSUNTA

ore 20.00: S. ROSARIO ore 20.30: S. MESSA

Le sante messe

saranno celebrate nei seguenti quartieri:

2 AGOSTO Lunedì CASCINA PELLEGRINELLI

3 AGOSTO Martedì VIA MORATTI 4 AGOSTO Mercoledì VIA FONTANA (Santella) 5 AGOSTO Giovedì VIA RUBENS 6 AGOSTO Venerdì VIA VERGA 8 AGOSTO Domenica PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE ALLA MADONNA DELLA CORONA (VR) 9 AGOSTO Lunedì EDERA 2 10 AGOSTO Martedì VIA MALPENSATA 11 AGOSTO Mercoledì VISITA DEL VESCOVO: ore 16.00 Casa Serena ore 19.00 S. Messa in Parrocchia 12 AGOSTO Giovedì TRESOLZIO VIA S. ZENONE (Santella) 13 AGOSTO Venerdì SANTA MESSA PER GLI AMMALATI ore 18.00 in Parrocchia

15 AGOSTO Domenica SOLENNITÀ DELL’ASSUNTA

Ore 20.00 S. MESSA e processione con la statua della Madonna per le seguenti vie:

Papa Giovanni - XXV Aprile - Torre - don Gotti - Rampinelli - Sorte - Locatelli - IV Novembre - Parco Casa Serena - Parrocchia. Accompagnerà la processione la banda “G. Donizetti” di Brembate.

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale del 22 maggio 2010 Dopo la preghiera per invocare lo Spirito San-to sul nostro operato, è iniziata la riunione con la relazione di Don Corinno al termine dell’anno pastorale. Non vi sono stati particolari avvenimenti du-rante l’anno, ma il lavoro della parrocchia si è svolto con attenzione sui punti fermi su cui si regge la comunità. Questi punti, occorre ripeterlo, sono:

• la Preghiera

• l’Eucaristia

• la Parola

• la Carità.

Per quanto riguarda la preghiera, è aumentato il numero delle persone che ogni venerdì resta in adorazione. Per l’Eucaristia si nota un aumento di persone anche perché sono arrivate famiglie nuove. Per la Parola dobbiamo notare una non grande partecipazione alle catechesi, ma vi sono gruppi di persone che si riuniscono per l’ascolto e la meditazione nel periodo di Av-vento e durante la Quaresima. La Caritas parrocchiale vuole essere segno e mezzo per l’ unità tra noi ed aiuto a chi ne ha bisogno. L’essenza della Parrocchia è racchiusa in que-sti quattro punti. Vi sono diversi gruppi di volontariato che ope-rano facendo riferimento alla Parrocchia, ed altri che fanno riferimento alle azioni sociali del Comune. Prestando attenzione all’invito del Vescovo ad essere vicini alle famiglie giovani, vi è un Gruppo Famiglia che opera in questo senso. Per quanto riguarda la parte burocratica si rile-va che al 31/12 scorso la popolazione bremba-tese era di 7768 abitanti, di queste circa 600 fanno capo alla Parrocchia di Prezzate. Nello scorso anno vi sono state 81 nascite ed abbiamo avuto 89 defunti. Si sono celebrati nell’anno 18 matrimoni reli-giosi e 12 matrimoni civili. E’ stato somministrato il Battesimo a 66 bim-bi, e la differenza tra i nati ed i battezzati, pur-troppo, non è dovuta solo a bimbi nati in fami-glie di religione mussulmana,ma anche a qual-che famiglia brembatese di lasciare ai figli la

scelta di accostarsi a questo Sacramento quan-do saranno in maggiore età, tutto ciò in molti casi con li rammarico dei nonni e certamente di tutta la comunità. Le Prime Comunioni sono state 64 e le Cresi-me 76. Infine si fa presente che in paese risiedono 476 persone straniere con permesso di soggiorno. Tutti questi dati sono stati trasmessi in Curia. Come prospettiva principale si pone quella di approfondire la riflessione sui Catechisti Bat-tesimali. Già alcune persone avevano dato la disponibilità per questo compito, e si pensa di dare inizio subito dopo l’estate ad incontri di formazione onde potere iniziare ad operare a fine settembre. Il 4 giugno avranno inizio le giornate Eucari-stiche (SS. Quarant’ore) che saranno animate dalle reverende Suore e da Don Gustavo. Circa la Santa Messa prefestiva di Tresolzio si nota una buona partecipazione e si sta conside-rando se continuare la celebrazione anche nei mesi invernali, pur essendoci problemi circa il riscaldamento della chiesetta. Alcuni fanno notare che la Santa Messa di pri-ma Comunione non è molto raccolta a causa della grande presenza, oltre che dei genitori e dei padrini e madrine, anche da una folta pre-senza di parenti, per cui si suggerisce di divi-dere il gruppo dei comunicandi in due date di-stinte. Si studierà la cosa con la dovuta atten-zione e si prenderà una decisione. Una decisione presa con grande dispiacere dal-la commissione Caritas è quella di non effet-tuare il prossimo anno la scuola di italiano per stranieri. I motivi sono che molti si iscrivono e poi via via sempre meno frequentano. Lo scorso anno su 46 iscritti al corso siamo arrivati a 10 pre-senze nel pomeriggio e 6 nel corso serale. I-noltre vi erano 6 insegnanti, ma 4 non hanno dato la loro disponibilità a causa dei loro impe-gni per il futuro, e diventa difficile trovare altri insegnanti volontari. Don Gustavo ha comunicato che sono iniziati gli incontri di formazione per gli animatori e gli assistenti che opereranno al CRE. Gli iscrit-ti al CRE sono 378 e gli animatori 90. Il 14 giugno avrà inizio il campo scuola. Inol-tre Don Gustavo informa che la Parrocchia di Barzana ha chiesto di incontrarsi con i nostri formatori. Il 5 luglio inizierà anche il Baby Cre con i suoi 140 iscritti, e la cui direzione è affidata a Suor Maria direttrice della Scuola Materna. Un’altra notizia è quella che Suor Maria Salvi, dopo 13 anni di presenza a Brembate durante i

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quali ha svolto un prezioso lavoro nella Scuola Materna quale direttrice, ed inoltre è stata di grande aiuto nell’animare le funzioni religiose in Parrocchia, ci lascerà perché trasferita nella comunità delle Suore Sacramentine di Stezza-no. Vogliamo salutare e festeggiare Suor Maria con i bambini ed i genitori della Scuola Mater-na, e ci accorderemo per la data. La Parrocchia farà dono a Suor Maria di una icona a ricordo della sua presenza tra noi. Per quanto riguarda la festa della nostra patro-na Santa Maria Assunta, si terrà come di con-sueto una novena di preparazione, nei quartieri del paese. Anche il Comune ha preparato un programma di festeggiamenti, ed in particolare organizzerà una notte bianca il 13 agosto. Si è deciso che per tutta quella notte la Chiesa Parrocchiale rimarrà aperta per offrire la possibilità di un momento di preghiera. Il giorno dell’Assunta poi, dopo la messa so-lenne delle 10, il Parroco offrirà un rinfresco con la presenza delle autorità civili ed i com-ponenti del CPP, questo in sostituzione del tra-dizionale pranzo dell’Assunta. E’ importante tenere presente che, come già annunciato, mercoledì 11 agosto il Vescovo

Francesco sarà alle ore 16 presso Casa Serena dove incontrerà gli ospiti, le autorità e gli ope-ratori. Dopo la visita ai reparti darà la sua be-nedizione nella Chiesa della casa. Alle 19 poi il Vescovo celebrerà la Santa Mes-sa in Parrocchia. La Madre Generale delle Suore Sacramentine ha comunicato a Don Corinno che la reliquia della Santa Gertrude Comensoli sarà in pelle-grinaggio nei paesi dove vi è la presenza delle Suore Sacramentine, invitandolo a proporre una data per la pellegrinazione nel nostro pae-se scegliendo una data tra il 10 gennaio ed il 20 giugno 2011. Noi proponiamo alla Madre Generale di sce-gliere tra il 12-13 marzo (prima di Quaresima) oppure il 19-20 marzo. Avremmo pensato questo programma per la visita: - il venerdì sera una conferenza tenuta da don Ezio Bolis, ed il sabato e la domenica la vene-razione della reliquia in Parrocchia ed a Casa Serena. La nostra riunione è terminata con un preghie-ra di ringraziamento.

Il Segretario Il Parroco

La redazione del periodico “INSIEME” augura a tutti serene vacanze

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Suor Maria ci lascia Suor Maria Salvi, direttrice della Scuola Ma-terna e Superiora della comunità religiosa, ci lascia. Da qualche tempo la notizia era nell’aria, fino a quando è giunta al parroco la lettera ufficiale della Madre Provinciale delle Sacramentine, comunicandomi che Suor Maria terminava il suo servizio a Brembate. Già era un’eccezione che una suora restasse tanto a lungo come superiora nella stessa co-munità, e perciò non potevamo insistere. “Partire è un po’ morire” dice un antico pro-verbio, e credo che così sia anche per Suor Maria, pur dietro ad un’apparente indifferenza.

Lasciare una comunità, lasciare persone che si erano conosciute e amate e con le quali si ave-vano condiviso gioie, speranze, sofferenze, progetti non è facile. Bisognerebbe non amare per non soffrire, lei poi che ha passato tutta la sua vita religiosa

con i bambini. Quante generazioni di bambini ha conosciuto, ha visto crescere, ha affidato al futuro con tre-pidazione di mamma. Sì, lei è stata “mamma” per tutti loro, che è molto più che “Madre” come la chiamavamo. I bambini, al termine dell’anno scolastico le hanno manifestato la loro riconoscenza e il loro affetto in un modo che solo loro sanno fare, ma anche le mamme e le maestre, le han-no detto grazie con gli occhi lucidi. La parrocchia la saluterà domenica 25 Luglio alla Messa delle 10.30. Le offriremo un piccolo segno della nostra profonda riconoscenza: una Icona con il volto di S. Geltrude, fondatrice delle Sacramentine, opera dell’artista Cosetta Arzuffi. Suor Maria andrà a Stezzano, al Santuario del-la Madonna dei Campi e farà servizio anche in Parrocchia.

Siamo certi che avrà modo di ricordarsi anche di noi davanti al Santissimo Sacramento, per-ché questo è il suo carisma e davanti alla Ma-donna nel Santuario di Stezzano. Grazie Suor Maria

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Una vita al servizio… Quando arrivai in questa comunità il 27-/8/1997 il parroco di allora, don Giacomo Pan-filo, mi fece questa domanda:”Con quali senti-menti ha lasciato la comunità di San Filastro in Villongo?”. Io gli risposi:” L’ho lasciata con un grande grazie al Signore perché insieme abbiamo condiviso un tratto della storia di fe-de, di comunità e di servizio”. Una delle letture della domenica 1/9/1997 era quella di San Giacomo apostolo che diceva:” Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dell’alto e discende dal Padre”; dissi che anch’io desideravo essere nelle mani di Dio per essere in mezzo a voi un dono e insieme vivere nella carità e diventare annunciatore di Cristo presso coloro che ci sono vicini e coloro che sono lontani. Oggi, ripensando ai tredici anni trascorsi con voi, devo dire che siete stati un dono grande per la mia crescita di fede e di condivisione. Questo dono l’ho vissuto in particolar modo nel mondo della scuola materna con i vostri figli; sono stati per me una riscoperta del sorri-so di Dio che mi parlava attraverso loro della semplicità, dei loro pianti all’inizio di un nuo-vo anno scolastico, ma soprattutto mi hanno fatto capire come l’amore di Dio viene riversa-to nei nostri cuori.

Certo, non sempre sarò stata un dono perfetto e per questo, se alcune volte ho offeso qualcu-no e non ho dato il meglio di me, vi chiedo scusa. Ringrazio il Signore per le persone con cui ho condiviso le gioie e le fatiche dell’esperienza scolastica, le persone con cui ho condiviso mo-menti di preghiera e di sofferenza, soprattutto nell’incontro con gli ammalati…la loro soffe-renza non sarà vana agli occhi del Signore. Ora sono stata chiamata ad un altro servizio e ciò che in questo periodo mi da la certezza del-la presenza del Signore nella mia vita sono le Sue parole:” Non sia turbato il vostro cuore, io sono con voi tutti i giorni”. Questa certezza della parola del Signore ve la lascio come im-pegno per viverlo ogni giorno della vostra vita, per divenire sempre più una comunità che si fonda sulla Parola e sull’Eucarestia, come di-ceva la mia fondatrice, Santa Geltrude Comen-soli “Eucarestia paradiso in terra”. Allora ogni giorno scopriremo che Dio sta cre-ando una cosa nuova, a noi la volontà di sco-prirla; e quando la nostra vita non ha punti di appoggio, quando di fronte agli interrogativi non riusciremo a dare risposte, pensiamo “ Non sia turbato il vostro cuore, Io sono con voi”. Un abbraccio a tutti, il mio ricordo sarà nella preghiera…

Suor Maria Salvi

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Dopo il primo grande pellegrinaggio in Terra-santa ed il successivo “Sulle orme di San Pao-lo” in Turchia, eccoci al nostro terzo grande appuntamento: la visita a “tutti quei luoghi che si trovano sul cammino del Popolo di Dio dell’Antica Alleanza” in particolare ai luoghi di Mosè, attraverso l’Egitto e la penisola del Sinai.

Nel nostro pellegrinaggio il tempo a disposi-zione non viene mai sciupato, anche perché siamo validamente assistiti in senso tecnico-organizzativo da Silvio, operatore dell’Agenzia Ovet, mentre turisticamente pos-siamo usufruire di guide locali competenti e preparate. Preziosa ci risulta inoltre la costante guida spirituale di Don Corinno che, come sempre, si dimostra anche un simpatico com-pagno di viaggio.

Il primo pomeriggio del nostro soggiorno in Egitto è dedicato ad una visita panoramica del-la capitale Il Cairo che si presenta davvero co-

me un’immensa megalopoli caotica con una popolazione complessiva che sfiora ormai i 18 milioni di abitanti. Il traffico scorre rumorosa-mente e a folle velocità… se non è fermo per ingorghi! Le macchine si accavallano come cavallette a qualsiasi ora del giorno e della notte su strade prive (o quasi!) di semafori. I fabbricati spuntano ovunque come funghi. Ciononostante Il Cairo esercita un suo fascino! Il giorno successivo (= 8 giugno) visitiamo le Piramidi di Giza, risalenti all’Antico Regno. Con questi monumenti si assicurarono fama eterna i faraoni Cheope, Chefren e Micerino. In prossimità della Sfinge è impossibile non rimanere ammaliati dall’imponenza di questa colossale ed enigmatica guardiana delle Pira-midi.. Interessantissima risulta pure la succes-siva visita al Museo Egizio, sosta obbligata per un turista. Con evidente emozione ammiriamo in particolare:

♦ la copia della famosa Stele di Rosetta che

Pellegrinaggio 7-14 giugno 2010

“Sulle orme di Mosè”

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consentì a Champollion di decifrare per la prima volta i geroglifici;

♦ il “Tesoro di Thuthankamon”, ossia tutto il materiale ritrovato nella tomba inviolata del giovane Faraone, morto a soli 18 anni.

Dalle Piramidi, dalla Sfinge e dai reperti del Museo Egizio traspare un forte anelito alla so-pravvivenza, all’immortalità, in definitiva ad un desiderio di salvezza a cui però solo la Ri-

velazione biblica darà risposta. Il 9 giugno (= 3° giorno) si parte per il Sinai, seguendo i “Sentieri dell’Esodo”, dopo una breve sosta alla Chiesa di San Sergio nel Quar-tiere Copto del Cairo. Si tratta di uno dei tanti siti dove la tradizione vuole che la Sacra Fami-glia sia passata nella sua Fuga in Egitto. Que-sto luogo diventerà idealmente il punto di par-tenza del nostro Esodo fino alla Città Santa di Gerusalemme. Superato rapidamente il Canale di Suez, trami-te il tunnel lungo 1640 m., ci ritroviamo sulla sponda occidentale della Penisola del Sinai, in continente asiatico. Stiamo di fatto seguendo la strada percorsa da Mosè. Costeggiamo il Mar Rosso, finchè deviamo a sinistra, inoltran-doci in pieno deserto verso imponenti massicci rocciosi multicolori. Sostiamo brevemente all’oasi che una tradizio-ne identifica con la Mara biblica, quindi prose-guiamo per il Monte Sinai. Poco dopo il tra-monto arriviamo nelle vicinanze del Monaste-ro di Santa Caterina. Sulla terrazza dell’albergo che ci ospita viene celebrata la S. Messa nella quale, come in tutte le successive Celebrazioni Eucaristiche del nostro pellegri-naggio, affidiamo al Signore la nostra Comu-nità parrocchiale con tutti i suoi bisogni spiri-tuali e materiali. Non dimentichiamo certa-mente i nostri cari defunti. Dopo la cena … tutti a nanna, almeno per qualche ora, perché nel cuore della notte parti-remo per la salita al Monte Sinai, detto anche “Gebel Musa” ossia “Monte di Mosè”. Alle ore 2,00, infatti, nel buio totale e quindi con

l’ausilio di pile, inizia la sospirata salita. La notte è un incanto. Senza la Luna il cielo è un’impressionante cascata di stelle! Come Mo-sè ci si immerge nell’immenso, dove Dio parla al cuore. Inaspettatamente, dopo circa un’ora di cammino, spunta timidamente pure la Luna con la sua “prima falce”. Non ci può illumina-re il sentiero, ma ci fa compagnia. Verso le 4,00 affrontiamo la “Scalinata di Mo-sè”, ossia i 700 gradoni di granito che si con-cludono proprio alla cima del Monte Sinai. Lassù siamo ricompensati di ogni fatica per la vista stupenda su tutto il panorama circostante. Alle 5,45 appaiono i primi raggi solari. Velo-cemente la palla di fuoco sbuca dall’orizzonte. Le rocce continuano ad illuminarsi, a colorarsi e ad assumere forme ben precise. Non resta che lodare e ringraziare il Signore “specialmente per messer lo frate Sole… / Ellu è bellu e radiante cum grande splendore” (Cantico delle Creature). Non dimentichiamo certamente che proprio su questa vetta il Si-gnore parlò a Mosè e gli consegnò le Tavole della Legge, ossia i Dieci Comandamenti. Al-cuni istanti di preghiera in profondo raccogli-mento sono spontanei e doverosi. Inizia quindi la discesa, ormai in piena luce. Ci ritroviamo tutti, dopo circa tre ore, al Monaste-ro di Santa Caterina che visitiamo, sostando in particolare presso il Roveto che la tradizione indica come il Roveto Ardente di Mosè. Nel pomeriggio col traghetto ci spostiamo ad Aqaba, ormai in territorio giordano. Venerdì 11 giugno (siamo già al 5° giorno!) ci avviamo entusiasti, come sempre, verso il WADI RUM, uno stupendo tratto di deserto conosciuto come la “Valle della Luna” (per le sue strane conformazioni morfologiche) che si estende nella parte meridionale della Giorda-nia. Dal punto prefissato, partiamo con i fuori-strada (… un po’ scassati, in verità!) verso il cuore del deserto. Certi sobbalzi non sono molto divertenti, ma ci entusiasma il giro tra affascinanti montagne di cui possiamo pure ammirare le incisioni rupestri risalenti al 1000 a.C. su alcune pareti rocciose. In Occidente il

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WADI RUM è diventato famoso soprattutto per l’alto ufficiale britannico T. F. Laurence, meglio noto come Laurence d’Arabia. Si prosegue quindi per Petra che visiteremo il giorno successivo. Il sabato, infatti, sarà inte-ramente dedicato alla città rosa dei Nabatei scavata nella roccia e considerata la zona ar-cheologica più importante della Giordania. Il suo luogo più famoso è la lunga insenatura chiamata SIQ, al termine della quale “appare”, è il caso di dirlo, il KHASNEH (o “Tesoro del Faraone”) , la più bella delle elaborate rovine di Petra. “Petra è il più bel luogo della terra … non per le rovine, ma per i colori delle sue rocce… Non saprai cos’è Petra, a meno che tu ci ven-ga di persona” scrisse Laurence d’Arabia. Sia-mo quindi felici di poter godere “di persona” di tante meraviglie! Nel settimo giorno (= 13 giugno) due sono le nostre mete principali: il Monte Nebo e Betha-bara. Il Monte Nebo è proprio il luogo in cui Mosè vide la Terra Promessa, ma solo da lontano. Giosuè guiderà le ultime fasi dell’Esodo e rag-giungerà col suo popolo la Terra Promessa. Sul Monte Nebo, Mosè, invece, concluderà i suoi giorni terreni. Bethabara è invece il sito dove Giovanni Batti-sta predicava e battezzava i fedeli, tra cui an-che Gesù. Proprio a Bethabara, lungo le spon-de del Fiume Giordano, in profondo ed emo-zionante raccoglimento rinnoviamo le nostre Promesse battesimali ed il nostro Battesimo. Ormai non resta che entrare il territorio israe-liano e raggiungere Gerusalemme, meta con-clusiva del nostro pellegrinaggio. Quando essa finalmente ci appare ci viene spontaneo recita-re alcuni versi del Salmo 122, 1-2, laddove dice “Quale gioia quando mi dissero: Andre-mo alla casa del Signore. / E ora i nostri piedi

si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. Prima di entrare nella grande città, sostiamo però a Betlemme per una visita alla Basilica della Natività, nella cui grotta una stella d’argento e l’iscrizione “Hic de Maria Virgine Jesus Christus natus est”indicano il luogo del-la nascita di Gesù. Ci raccogliamo in preghiera e cantiamo con gioia l’inno di Alfonso Maria de’ Liguori “Tu scendi dalle stelle”. Il 14 giugno (8° ed ultimo giorno!) verso le 8,00 del mattino raggiungiamo la Basilica Del Santo Sepolcro, dove visitiamo sia la Cappella del Calvario sia l’Edicola del Santo Sepolcro, ossia il luogo della Tomba di Gesù. Sono due momenti di profondo raccoglimento. Quella tomba però è vuota, perché Cristo è veramente Risorto, come si legge nel Vangelo. La nostra vita deve quindi essere una Pasqua, ossia una “Risurrezione in Cristo, per Cristo, con Cristo”. La S. Messa concelebrata presso la chiesa dei Francescani da Don Corinno a da Fra Pasquale Rota è, infatti, quella della Risur-rezione. Prima di lasciare Gerusalemme, riusciamo a raggiungere il Monte degli Ulivi ed a sostare presso le Basiliche del Pater Noster e dell’Agonia oltre che a visitare il Giardino del Getsemani. Infine, sempre dal Piazzale del Monte degli Ulivi, godiamo per l’ultima volta di una visione panoramica di Gerusalemme, città che, illuminata dal sole mattutino, ci ap-pare in una splendida luce che tinge di colori rosati le sue maestose Mura. Si conclude così il nostro Pellegrinaggio, ma davanti a noi è aperto un nuovo cammino “Sulle orme di Gesù, alla Luce del suo Vange-lo”, per cui con gioia cantiamo al Signore: “Come splende, Signore Dio Nostro, il tuo no-me su tutta la Terra: la bellezza tua voglio can-tare / essa riempie i cieli immensi” (Salmo 8).

Aldina

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Di seguito vengono riportate, in forma anoni-ma e copiate senza correzione alcuna, le rispo-ste a un test di quattro domande poste ai ragaz-zi il 16 maggio 2010, giorno del ritiro in pre-parazione alla Cresima. Sono la quasi totalità delle risposte dei ragazzi “Mi sto aprendo al futuro. Quali sogni nutro nel cuore?” a) Io mi aspetto un futuro felice, sano e spero che il mondo diventi migliore. b) Sogno di avere una vita felice, di poter aiu-tare gli altri, nel mio piccolo spero che il Si-gnore mi aiuti a scegliere e a vivere nel giusto, spero in una vita accompagnata dalla gioia del Signore. c) Vorrei poter essere felice, avere un lavoro che mi piace e mi dia soddisfazioni, una fami-glia e delle persone che mi vogliano bene. d) Nel cuore il sogno di avere un futuro felice, gentile, di poter aiutare le persone che hanno

più bisogno, di avere una famiglia che mi vo-glia bene. e) Sogno di essere felice, di avere un domani sempre migliore, di riuscire ad aiutare il pros-simo, di amare e di non peccare. Di vivere nell’umiltà. f) Adottare un bambino a distanza. Aiutare gli altri. Diventare maestra di asilo nido. Andare ad abitare in Sardegna. g) Nel futuro voglio sposarmi ed essere una buona moglie e madre ed insegnare ai miei figli ciò che i miei genitori hanno insegnato a me: essere una buona cristiana ed essere una catechista. h) Sogno di cambiare il mondo e di renderlo migliore come meglio posso. i) Nel futuro io spero di avere una famiglia unita, che quando c’è qualche problema si di-scute, sogno di avere anche un bel lavoro. l) Di essere soddisfatta di ciò che ho, qualsiasi cosa. Di mettermi in gioco per raggiungere i miei obiettivi con l’aiuto delle persone che amo.

QUELLI DEL 97

Il 23 maggio 2010, Pentecoste, 76 ragazzi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione

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m) Di essere felice, riuscire ad amare, riuscire a perdonare, riuscire a voler bene, essere un bravo architetto. n) Sogno di vivere una vita felice, lunga e bel-la. Mi piacerebbe diventare un giocatore di rugby professionista, ma soprattutto seguire le orme di mio padre. “Quali paure provi pensando al domani?” a) C’è sempre la paura di andare a finire in certe cose brutte […] Oppure la paura di rima-nere incondizionatamente soli. b) Ho paura di non riuscire a realizzare i miei sogni e di perdere le persone a cui tengo di più, ho anche paura di essere condizionata da persone cattive che non vogliono il mio bene. c) Ho paura di non riuscire nei miei intenti, di fallire e di far soffrire qualcuno. d) Ho paura di non trovare nessuno come ma-rito, di non vedere il sorriso di quelle persone che aiuterò, di perdere Gesù. e) Ho paura di non essere accettata dalle mie amiche, di restare sola, di non piacere, di non essere amata, di essere tradita dalle mie amiche.

f) Ho paura di non riuscire a migliorare il mio domani, di non riuscire a realizzare i miei so-gni. Spero di non cadere nel peccato. g) Ho paura di non riuscire a raggiungere la felicità, vivere nella tristezza e dimenticarmi che Dio mi può aiutare. h)h) Io ho principalmente paura di essere inde-cisa della scelta fra bene e male; di cadere nel baratro del non sapere, dell’ignoranza. Di non riuscire a contrastarla. i) Ho paura di non essere accettata nel mio es-sere; ho paura di offendere un mio amico, pa-rente caro e non potere più conquistare la loro fiducia. l) Ho paura di ciò che mi succederà perché il futuro è una cosa strana. “Che cosa ha a che fare la Cresima con le mie paure e i miei sogni”?

a) Lo Spirito Santo che riceverò con la Cresi-ma mi può aiutare a non fare scelte sbagliate e a seguire la strada verso Dio. b) Secondo me con la Cresima diventiamo più grandi e quindi riuscirò a combattere le mie paure e a realizzare i miei sogni. c) Lo Spirito Santo che riceverò mi permetterà di non fare peccati gravi e mi illuminerà la strada. d) Secondo me la Cresima mi può aiutare ad affrontare le mie paure e a realizzare i miei sogni anche se comunque dipende da me lo sfruttare o no i doni che Dio ci concede gratui-tamente. e) Perché la Cresima è bella, perché si riceve lo Spirito Santo, ma ho paura perché penso di non riuscire ad aiutare il Signore. f) La Cresima dovrebbe riuscire a renderci più adulti, quindi più responsabili e penso che si possa maturare. g) La Cresima mi può aiutare a confidare in Dio per tutto ciò che ho bisogno. h) La Cresima è una cosa molto importante perché noi riceviamo il dono dello Spirito San-to e quindi Egli mi proteggerà per tutta la vita aiutandomi nelle mie difficoltà. i) La Cresima dona lo Spirito Santo che dona fortezza e ci aiuta ad essere abbastanza forti per non cedere alla tentazione del peccato, ci aiuta a sconfiggere le nostre paure e ci aiuta a non arrenderci mai per realizzare i nostri so-gni. l) Io penso che la Cresima serva molto perché è una riconfermazione e con questa si dice se ti interessa o meno la tua religione. Io penso che uno dopo aver fatto la Cresima, non deve smettere di andare a Messa o di non interessar-si più della sua religione. m) La Cresima, secondo me, mi aiuterà ad es-sere più saggia e ad affrontare la vita in modo migliore! Mi aiuta ad agire come Gesù. n) Credo che la Cresima sia la porta dell’inizio della vita adulta e dopo tutto i sogni e le paure sono riferite al futuro.

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“La Cresima mi rende testimone di Gesù e servitore della comunità. Come è possibile testimoniare Gesù oggi e quali servizi sono disposto a compiere in parrocchia?” a) Quello che legge in Chiesa, chierichetto, suonare in chiesa, fare il catechista e aiutare i malati. b) Testimoniare Gesù. Penso che si riesca a fare semplicemente dando “esempio della messa”. Se io vado a messa magari qualcuno che mi vuole bene è più invogliato a parteci-parvi e ad apprendere la parola di Dio. Riguar-do a quello che sono disposta a compiere non ne sono sicura. Sicuramente qualcosa di bene che può aiutare la Parrocchia. c) Partecipare alla messa, fare il catechista, fare l’assistente del CRE. d) Per testimoniare Gesù oggi, bisogna aiutare molto gli altri con il nome di Cristo. Potrò dare una mano alla comunità cristiana facendo l’animatrice in oratorio, fare la catechista e molte altre cose che aiutano gli altri ma soprat-tutto che aiutano me a crescere. e) Oggi è possibile testimoniare Gesù grazie alla preghiera e alla lettura del Vangelo. Sono disposta a fare del volontariato, aiutare i biso-gnosi e gli anziani che ne hanno bisogno, fare l’animatrice o l’assistente al CRE. f) Io potrei aiutare la Parrocchia facendo ama-re Dio ma non come prete o sacerdote, ma dal ragazzo che sono e dall’uomo che diventerò. g) Servire la messa. Fare l’aiutante catechista, andare a messa, fare l’animatore del CRE, fare la bambinaia ai bambini delle ragazze del cor-so di italiano. h) Penso che Gesù si possa testimoniare aiu-tando il prossimo, facendo sacrifici per rendere migliore la vita degli altri… Sono disposto ad aiutare chi ne ha bisogno e ad amare il prossi-mo. i) Gesù è presente in tutti i gesti buoni che fac-ciamo o riceviamo, poi si può far qualcosa di più come diventare donatore di sangue, opera-tore della Caritas e della Protezione Civile. l) Pregando ed aiutando le persone che hanno bisogno di aiuto, andando in chiesa, aiutando la comunità e diffondendo il Vangelo anche nella vita di tutti i giorni. Le risposte date dai ragazzi testimoniano la riflessione personale in conclusione al cammi-no di preparazione alla santa Cresima, svolto dal Settembre 2009 al Giugno 2010, (con un intervallo, nei primi mesi, da ottobre a dicem-bre, per le prove del musical da loro interpre-tato “Se fosse davvero Natale”).

I doni dello Spirito Santo trattati con enfasi particolare dai catechisti , sono stati riassunti nell’ intervento finale dal parroco Don Corin-no. Nella sua catechesi ha ricordato la “fatica” di essere adolescenti, di diventare adulti e, come tutti,” con la vita tra le mani” fonte di gioia ma anche di dolore: affidarsi allo Spirito San-to vuol dire avere la possibilità di migliorare il mondo, di vivere in comunione con Gesù, di discernere il bene dal male, di avere la busso-la che indicherà la via retta da seguire nel cammino della vita. La Cresima è un dono, è un segno d’amore, è un segno dell’amore di Dio , è luce, conforto, forza. Concetti ribaditi anche da don Maurizio, dele-gato dal Vescovo ad amministrare loro la Cre-sima, il quale ha aggiunto come oggi la vita dei giovani, dei nostri giovani, sia più ricca, a volte troppo, di cose, rispetto a quella dei ge-nitori e ancor più a quella dei nonni: ciò ri-schia di non dare valore ad altre cose, le più importanti ,quelle dello spirito. La Cresima è il primo atto da adulti, indica una strada da percorrere per contribuire a migliorare il mondo con l’impegno di una vita cristiana. “Non abbiate paura a scegliere il bene, ragaz-zi cari, fate il bene anche se a volte sembra non piace-re, perché fare bene è meglio”. La Cresima è un Segno, è un Segno visibile della grazia di Dio invisibile. Andate, dunque, ragazzi e tutta la Comunità è con voi.

Liliana, a nome di tutti i catechisti della Cresima

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Cambio di Parroci in Vicariato

Il nostro vicariato di Mapello-Ponte San Pietro, che comprende 22 parrocchie nei giorni scorsi ha salutato due parroci a cui il Vescovo Francesco ha dato altre destinazioni. Si tratta di sacerdoti che conosciamo molto bene e con i quali abbiamo collaborato con ami-cizia e fraternità. Sono :

Don Giulio Albani che da Locate è stato trasferito alla Parrocchia di Mozzo. Don Giulio per molti anni è stato responsabile della Caritas vicariale, anzi ne è stato il fondatore. Comunque don Giulio reste-rà nel nostro vicariato perché diventa parroco di Mozzo un paese molto più grande ed impe-gnativo. L’altro sacerdote è

Don Davide Rota che lascia Mozzo dopo 15 anni di servizio in parrocchia. Molti di Brembate lo conoscono e lo apprezzano. Un prete sempre disponibile che non dice mai di no anche quando ha tanti impegni in parrocchia e non solo. Ricordiamo le sue conferenze nei venerdì di quaresima, i ritiri per i gruppi missionari e per i gruppi famiglie, la collaborazione per i corsi in prepara-zione al matrimonio. Ci trasmetteva la sua passione per Gesù e per il Vangelo, ci indicava come è bello andare dietro al Maestro. Dopo l’incontro con Don Davide non si era più come prima. Con lui io ho condiviso il servizio missionario; lui in Bolivia, io in Equador, e spesso ci confrontiamo per chiederci se siamo fedeli ai poveri con cui abbiamo vissuto. Il Vescovo ha chiesto a Don Davide di farsi carico del Patronato S. Vincenzo, raccogliendo il carisma di Don Bepo il prete Santo che ha amato i giovani ed era considerato il “Don Bosco” della bergamasca. Grazie Don Giulio e Don Davide vi accompagniamo con la preghiera e con l’amicizia di sempre.

CORSO PER FIDANZATI IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

La parrocchia organizza anche quest’anno un corso per i fidanzati

che si preparano al matrimonio. Negli scorsi anni tale corso si realizzava nei primi mesi dell’anno da gennaio a

marzo, quest’anno viene anticipato in autunno e si terrà

Dall’ 8 ottobre al 3 dicembre 2010 presso l’oratorio dalle ore 20.45 alle ore 22.30

come le volte scorse saranno 8 incontri,

oltre a un ritiro spirituale a metà percorso di una giornata in una località da destinarsi.

CHIEDIAMO AGLI INTERESSATI

D’ISCRIVERSI AL PIU’ PRESTO DAL PARROCO.

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BATTESIMI ROSSI LEONARDO di Francesco e di Parasiliti Collasso Matilde nato il 06.01.2010 battezzato il 06.06.2010 VACANTE SHARON ANNA di Mirko e di Delle Donne Giulia nata il 06.02.2010 battezzata il 06.06.2010 DI-CIANO RICCARDO di Marco e di Cavalieri Sara nato il 09.03.2010 battezzato il 06.06.2010 CATTANEO GIORGIA di Manuel e di Marconi Barbara nata il 13.02.2010 battezzata il 06.06.2010 FARINA GABRIELE di Andrea e di Fioretti Fabiana nato il 30.09.2009 battezzato il 06.06.2010 FILIPPI BRIAN di Battista Ivan e di Rota Roberta nato il 04.10.2009 battezzato il 06.06.2010 MAZZEI MORGANA (LUCIA solo per la Chiesa) di Alfio e di Cappellotti Carmela nata il 04.11.2009 battezzata il 20.06.2010 GAMBA CARLO di Luca e di Ravasio Barbara nato il 09.11.2009 battezzato il 20.06.2010 MASCOLO VALENTINA VIOLA di Dario e di Fava Simona nata il 22.12.2009 battezzata il 20.06.2010

Anagrafe

CERESOLI BENEDETTA di Silvano e di Jeucarelli Patrizia nata il 06.02.2010 battezzata il 20.06.2010 CAGLIONI ANGELICA di Davide e di Carli Anna nata il 01.04.2010 battezzata il 20.06.2010

NEGRONI NICOLA di Lorenzo e di Salvi Silvia nato il 25.03.2010 battezzato il 04.07.2010 Signore, grazie per averci fatto il dono più grande, un figlio. Come genitori ti chiediamo la forza, la perseveranza, l’intelligenza di far crescere Nicola secondo i tuoi

insegnamenti. Per Nicola ti preghiamo di aiutarlo a crescere in salute, ma non secondario, fa che crescendo possa a sua volta portare la luce, che il Padre ha dona-to a lui nel battesimo, a chi ha lasciato affievolire la sua, in un mondo sempre più lontano dal tuo esempio. FAINI EDOARDO di Giovanni e di Donadello Elena nato il 24.04.2010 battezzato il 18.07.2010

RAVASIO FEDERICO di Darvin e di Messi Emanuela nato il 18.10.2009 battezzato il 18.07.2010 Signore ti ringrazia-mo per aver donato Federico alla nostra famiglia e ti chiedia-

mo per lui una vita piena di salute e di gioia. Ti chiedia-mo per noi genitori la forza e la capacità di saperlo educare con amore e di aiutarlo a diventare una perso-na forte e generosa. Ti preghiamo. BORSATTI LUCA e SARA di Sergio e di Sartorio Simona nati il 16.04.2010 battezzati il 18.07.2010

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MATRIMONI

QUERCIANI FABIO con GULBERTI ENRICA il 29 maggio 2010 CEREA ANDREA con FIORANI ANNA il 5 giugno 2010 TOSETTI GIAMPIETRO con ROTA MARIA LUISA il 12 giugno 2010 BETTINELLI ROBERTO con SPOTTI ELEONORA il 24 giugno 2010 RATTI GIANLUCA con NATALI ORIETTA il 25 giugno 2010 BELOTTI ALEX con ROTA NODARI MARIANNA l’8 luglio 2010

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VALOTA GRAZIELLA in MAGGIONI di anni 54 morta il 12 luglio 2010

Ciao mamma! Ti voglio tanto tanto tanto infinitamente tanto bene! Chiudo gli occhi… ti penso… e mi manchi troppo! Dicono che il tempo lenirà questo dolore ma so benissimo che quando parlerò di te mi tre-merà sempre la voce. Facevi lo stesso anche tu quando mi parlavi della tua mamma, persa come me a 30 anni… Ora non ho più la mia unica vera amica di sempre con la quale potevo condividere ogni gioia e ogni preoccupazione. Parlavamo tanto e sapevamo quasi tutto l’una dell’altra. Vorrei dirti tante cose… ma da dove inizio? Ti dico solo che ai miei figli racconterò sem-pre della tua allegria, della tua immensa di-sponibilità, della tua fede. Non dimenticherò mai le lunghe e divertenti chiacchierate con te e Marianna… troppo brevi però… Penserò io ora al tuo amato Giorgio con il quale trascorrevi gran parte della giornata… tra complicità e brontolii, ma pur sempre in-sieme! Accompagnerò io all’altare il tuo adorato Lu-ca, il tuo “bambino” di ormai 25 anni. Noi ci impegneremo a ritrovare la serenità, ma tu aiutaci da lassù!! Abbraccia finalmente la tua mamma e il tuo papà, conosci santa Maria Faustina, dai un bacio a tutti i nonni e ringrazia anticipata-mente per me lo zio Gianni… tu sai perché! Un caldo abbraccio e un grosso bacione che non ti ho più dati la tua bambina, la tua amica Marica Un consiglio a voi tutti: godetevi i vostri cari più che potete e “state pronti perché non sa-pete né il giorno né l’ora”.

Ciao mamma!! 16 luglio 2010

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FUNERALI RENATA CARISSONI IN CAVAGNA di anni 54 morta il 29 maggio 2010

FUSELLI ANGELINA di anni 85 morta il 16 giugno 2010

AGAZZI ALESSANDRO di anni 70 morto il 26 giugno 2010 CORNELLI ELISABETTA ved. BREMBILLA di anni 85 morta il 3 luglio 2010

BONACINA ROSINA ved. MAGGIONI di anni 92 morta il 10 luglio 2010

CERESOLI GIUSEPPE di anni 73 morto il 11 luglio 2010

CANTÙ OTTAVIO di anni 95 morto il 15 luglio 2010

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Dal Monastero di clausura Di Azzano S. Paolo

In ricordo di Sr. M. Assunta Brioschi O. P.

Primogenita di cin-que fratelli, Maria, nasce il 18 dicembre 1921 a Brembate di Sopra che allora era un piccolo paese. La sua famiglia di semplici e laboriosi operai era compo-sta, oltre ai genitori, anche dagli zii pa-terni Berto e Misti-

ca, due oneste persone che hanno segnato positi-vamente la sua vita dal punto di vista umano e reli-gioso. La sua infanzia è simile a quella degli altri bimbi che vivono il periodo più bello della vita con sereno entusiasmo dividendo il loro tempo tra casa, chiesa, scuola e doposcuola dalle Suore. Sr. M. Assunta era - in senso buono - una nostal-gica del passato. Quanti bei ricordi dei tempi lon-tani! Anziana, riviveva ogni avvenimento, ogni festa o ricorrenza del paese nativo con gioia e rico-noscenza verso le persone che avevano segnato la sua vita; tutti ricordava con gratitudine e portava sempre tutti nella sua preghiera. Pur avendo frequentato la scuola, come privatista, oltre l’obbligo, scelse di imparare l’arte del cucito: le piaceva moltissimo e lavorò per alcuni anni in una fabbrica. All’età di 24 anni bussò all’Istituto delle Pie Madri della Nigrizia, ma non venne accolta perché ritenu-ta non idonea alla vita missionaria a causa di un soffio al cuore di una certa gravità. Non si perse d’animo; desiderosa di essere di aiuto ai fratelli, chiese e ottenne di essere assunta come infermiera all’Ospedale Maggiore di Bergamo. Lì maturò la sua vocazione contemplativa che realizzò all’età di 29 anni quando entrò nel nostro Monastero. La storia di “Un pellegrino russo” che Sr. M. As-sunta lesse e rilesse più e più volte, sembra aver ritmato anche il suo cammino spirituale: preghiera continua del Nome di Gesù (è solo un “caso” che sia morta proprio nel giorno in cui la Liturgia fa memoria di S. Bernardino da Siena, il santo del Nome di Gesù?), lettura della Sacra Scrittura e recita quotidiana dell’intero S. Rosario, l’hanno trasformata in donna di preghiera, amante del si-lenzio: spazio privilegiato dell’incontro con Dio. In costante comunione intima con il suo Signore e

sposo, della cui presenza era custode gelosa come dice il Libro di Tobia “ custodite il segreto del Re”, Sr. M. Assunta era particolarmente attenta ai bisogni della Chiesa, alla sua unità: “Ut unum sint “. Quanto le stava a cuore questo accorato appello di Gesù! Pregava per i Sacerdoti, per le persone che le confidavano pene e sofferenze, per le fa-miglie in particolare. Da autentica figlia di S. Domenico viveva la vita monastica come ricerca di unità fraterna e del bene comune, anche se la sua naturale riservatezza po-teva dare l’impressione di distacco e passività. A nessuno era seconda nell’osservanza regolare, specie del silenzio e dell’obbedienza: rasentava quasi lo scrupolo. Ogni piccola mancanza era per lei come un venir meno alla sua consacrazione e ne soffriva parecchio. Questa precisione l’ha dimostrata anche negli im-pegni quotidiani di lavoro e nel servizio alle sorel-le ammalate, talvolta molto più giovani di lei, sempre attenta, premurosa e silenziosa. Abilissima nel ricamo, con finezza di artista nel comporre con l’ago splendidi disegni, attribuiva a Dio i complimenti che riceveva perché, diceva: “Nulla è paragonabile alla meraviglia presente nel-la creazione”. Amante e contemplativa della natu-ra, sapeva riprodurre stupende sfumature di colori che lasciavano ammirati quanti vedevano il suo lavoro. Silenziosamente, giorno dopo giorno, Sr. M. As-sunta ha vissuto sessant’anni di vita monastica co-me dono della Provvidenza. Da monaca domeni-cana, all’ombra della B. Vergine Maria del Rosa-rio, ha compiuto il suo pellegrinaggio fedele ogni giorno al motto dell’Ordine “LAUDARE, BENE-DICERE, PREDICARE”, santificandosi nella pre-ghiera liturgica e personale, nel dono di sè senza riconoscimenti gratificanti, nella carità umile e nascosta, nel rendimento di grazie al Signore per il dono della vita, della fede, della vocazione religio-sa. Con le Sorelle con le quali ha condiviso il quo-tidiano cammino, sia nelle inevitabili prove e dif-ficoltà, ma anche nelle gioie della sequela Cristi, ha vissuto fino all’ultimo nella certezza e nella speranza proprie di chi crede fermamente alle parole di Gesù: “Non c’è amore più grande che donare la vita” (cfr.Gv.15,13) e “Venite bene-detti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mon-do” (Mt. 25,34). Cara, Sr. M. Assunta, grazie per la tua bella testi-monianza di vita contemplativa e claustrale. Ri-cordati di noi che ti abbiamo voluto tanto bene

Le tue Sorelle del Monastero

Domenicano del S. Rosario

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Dal Malawi con amore... 31 anni in Malawi per una donna che di anni ne ha 62, sono la metà della sua vita. Una vita donata con gioia e per amore per una popola-zione tra le più povere del mondo per annun-ciare l’amore di Dio e per dare dignità a ogni persona. Questa è la nostra Suor Ornella Rota Sperti, più abituata al silenzio e al servizio che a par-lare a a scrivere. Però l’abbiamo convinta e durante la sua vacanza a Brembate ha messo per scritto un po’ della sua vita.

La ringraziamo e con gioia e un po’ di nostal-gia le diciamo: coraggio, continua così, sii per noi esempio e stimolo alla nostra comunità! Nel lontano gennaio 1979 sono partita, per il Malawi, con altre due mie consorelle. Sr. M. Letizia e Sr. Caty. Insieme abbiamo affrontato varie situazioni belle e meno belle. Il nostro impegno costante era questo: donare a chi in-contravamo serenità e pace. Aiutate dai buoni suggerimenti del saggio Parroco Monfortano Padre Emilio Nozza, abbiamo incominciato il nostro lavoro per la gioventù. Subito abbiamo iniziato ad accogliere le ragazze dei villaggi per dare loro la possibilità di una formazione umana, cristiana, culturale - professionale. Col passar del tempo siamo arrivate ad ospita-re alla missione, non solo ragazze della nostra missione di Namwera, e villaggi vicini, ma ragazze che provenivano e che provengono tuttora da ogni angolo del Malawi, da zone anche molto lontane. La popolazione di Namwera è prevalentemente musulmana, ma finora non abbiamo mai avuto problemi ed anche nella nostra missione, cri-stiani e musulmani convivono serenamente in-sieme, nel rispetto reciproco. Pure nella nostra scuola accogliamo ragazze di varie religioni.

Oggi, al “villaggio della gioventù”, così è chiamata la nostra missione, sono presenti cir-ca 400 tra ragazzi, ragazze e bambini: ♦ 150 ragazze che frequentano la scuola supe-riore; ♦ 150 bambini che frequentano la scuola ma-terna; ♦ Circa 80 ragazzi e ragazze della scuola pri-maria (elementare e media). Con il passar del tempo, anche la gioventù del Malawi è cambiata. Ora è molto più difficile da seguire, ma l’amore per questi ragazzi e ragazze ci sostiene a continuare nel dono della nostra vita, seguendo l’esempio del nostro ma-estro Gesù che, per amore e con amore, ha da-to la sua vita per ogni uomo, per ciascuno di noi. Nel corso di questi anni, alla nostra missione, sono venute a mancare delle figure importanti: prima Sr. M. Letizia, superiora della comunità, e ultimamente Sr. Caty, superiora della nostra comunità e delegata per le missioni d’Africa. Ambedue hanno lasciato un grande vuoto nella nostra comunità, nella nostra missione. Ad es-sa hanno donato le loro energie più belle per il bene di tanta gioventù. Non posso fare a meno di citare i loro nomi perché con esse ho condiviso tantissimi anni di missione: 24 anni con Sr. M. Letizia e 30 anni con Sr. Caty. Insieme e con grande entusia-smo, pur con le inevitabili difficoltà che la vita missionaria comporta, abbiamo portato avanti questo bellissimo compito di aiutare a crescere giovani, adolescenti e bambini. Anche ora alla missione tutto continua nella semplicità e nella serenità come prima, e da lassù, sento che tutti e tre: P. Nozza, Sr. M. Letizia e Sr. Caty, ci guidano ancora, guidano la loro tanto amata missione, il loro “villaggio della gioventù”, le loro giovani, i ragazzi, le ragazze, i bambini. Il loro ricordo è sempre tanto vivo in tutti noi. Abbiamo avuto anche molte giovani che hanno scelto di condividere la nostra vita religiosa. Ora parecchie di loro sono impegnate nell’insegnamento nei vari gradi di scuola: su-periori, medie, elementari, materna e nella ca-techesi. Tra i ragazzi della missione, ci è stata riservata la grande gioia di vedere maturare, sotto la di-rezione di Padre Emilio Nozza e Sr. Caty, la vocazione sacerdotale, monfortana, di Tho-mas, un ragazzo cresciuto alla nostra missione. Attualmente, Padre Thomas Msusa, è Vescovo di Zomba. Di questa vocazione, così bella e così alta ne siamo molto riconoscenti al Signo-re. L’abbiamo accolta come segno di grande

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benedizione per la missione di Namwera e per tutta l’Africa. Durante il corso di questi anni anche la mia attività nell’ambito della missione ha subito delle variazioni. In un primo tempo mi sono resa disponibile ad insegnare alle ragazze il cucito. Ho iniziato con loro in una forma mol-to elementare perché queste ragazzine impa-rassero a tenere in mano l’ago, che non cono-scevano nemmeno. Piano piano, con pazienza e amore hanno imparato ad usare l’ago e l’uncinetto, raggiungendo buoni risultati e rea-lizzando bellissimi lavori di ricamo e di cucito. La gioia dei loro risultati le incoraggiava sem-pre più ad apprendere. Le ragazzine che desi-deravano imparare erano molte, circa un centi-naio, per cui ho dovuto creare dei turni giorna-lieri per dare a tutte la possibilità di accedere alla scuola di lavoro. In seguito ho lasciato questo impegno ad altri perché è sorta la necessità di aprire una scuola materna, che in quel luogo non esisteva. Mi sono dedicata quindi ai più piccoli. Dapprima con un esiguo numero di bambini che è andato via aumentando perchè le richieste erano sem-pre più numerose. Era tanto bello vedere arrivare alla missione quei frugoletti neri. Qui, almeno, potevano tro-vare qualche biscotto e un po’ di latte a cola-zione e il pranzo a mezzogiorno, realtà, che, a casa loro, non era e non è sempre assicurata. Molti di questi bambini, tornando a casa, la

sera, non trovano nulla da mangiare per cui dire scuola materna per loro significa anche assicurarsi un po’ di cibo. Le richieste per frequentare la scuola materna sono sempre molte. I bambini che in Malawi sono abituati a vivere sulla schiena della mamma, anche sino ai tre anni, trovano nella scuola materna, la gioia di imparare a stare con i loro coetanei, condivi-dendo momenti di gioco e di apprendimento. Li dovreste vedere quando alla fine dei tre anni di scuola materna prendono il loro diploma con tanto di cappello universitario, è per loro una grande gioia. Gradualmente abbiamo ampliato e costruito nuove aule, grazie anche al puntuale e sempre molto generoso contributo di molti brembatesi a cui va il grazie sentito di tutta la mia comuni-tà di Namwera. L’anno scorso abbiamo fatto parecchi lavori di ristrutturazione della scuola materna, abbiamo ingrandito il refettorio, rico-struito un’aula e vari servizi per ragazzi e ra-gazze. Attualmente nella scuola materna insegnano le nostre suore sacramentine del Malawi con al-cune insegnanti locali, laiche, tutte qualificate. Anche in Malawi, il governo esige una prepa-razione adeguata degli insegnanti nei vari ordi-ni di scuola. Sebbene siamo in Africa da que-sto punto di vista sono severi ed esigenti. Da alcuni anni ho lasciato pure questo compito che svolgevo con tanta passione e tanto amore

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per questi piccoli, che tanto amo, per dedicar-mi ad altro, pur mantenendo sempre un occhio vigile pure su questa realtà. Le necessità della comunità mi hanno indotto a occuparmi della missione in generale. Ogni giorno mi occupo dell’andamento dei vari set-tori della missione, ponendo la mia attenzione sul complesso delle attività. Provvedo ai vari gruppi esistenti sul territorio della missione perché tutto proceda con ordine e impegno. Delle circa 400 persone che sono presenti alla missione 230 rimangono giorno e notte. C’è poi il personale addetto ai vari servi-zi: chi è addetto alla cucina, chi all’orto, chi alla pulitura del grano, al riordino del territorio della missione che è abbastanza vasto, tutte persone queste da seguire e indirizzare quoti-dianamente ai vari lavori. Spesso sono fuori, in città, per provvedere alle necessità primarie della missione e della co-munità. Questo comporta intere giornate di viaggio perché le distanze dalla missione alla città sono molte. Per raggiungere la città più vicina: Blantyre, ci vogliono circa tre ore di macchina. Tutto questo però è tanto bello perché so di lavorare per il bene di tanti fratelli poveri. In-fatti quanto cerchiamo di fare insieme come comunità, mentre dona un po’ di felicità a tanti bimbi e ragazzi che non hanno nulla, anche noi riceviamo il centuplo in gioia, in serenità e pa-ce, solo per il fatto di poter donare. Mi sembra anche tanto bello poter dire, come persona singola, ma soprattutto come comuni-tà, che in questa missione, sentiamo di aver realizzato un grande desiderio che stava tanto a cuore alla nostra Fondatrice, Santa Geltrude Comensoli. Di questo dobbiamo sentirci felici, non solo noi che lavoriamo direttamente in terra di mis-sione, ma anche tutti voi di Brembate, che ci siete vicini, che sentite il problema di tanta gente che vive in povertà. Grazie, perchè siete presenti con la vostra offerta generosa, con la vostra preghiera e con tanto tanto affetto. An-

che voi offrite il sacrifico delle vostre fatiche per sfamare, per vestire, per istruire bimbi, ra-gazzi, ragazze della nostra missione che è an-che vostra. Anche voi, in questo modo vivete l’annuncio del Vangelo: “Qualunque cosa a-vete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”. “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito…” Gra-zie, grazie di cuore a tutti voi. Vi saluto e vi lascio con questo messaggio che sento importante per me e penso per ciascuno: l’importante nella vita non è ciò che si fa, ma ciò che si è. Tutti siamo chiamati ad essere un riflesso dell’amore di Dio, nella carità e nella semplicità del nostro quotidiano, ovun-que siamo, ovunque operiamo.

Sr. Ornella Rota Sperti

* * *

Padre Nady ci racconta… Carissimo don Corinno, pace e bene.

Ti invio due righe, approfittando della presen-za della dottora Mariella, che in questi giorni si trova qui a Borbòn per un corso con i re-sponsabili della salute, assieme a Rosanna, e che domani viaggia a Esmeraldas, per prepa-rarsi a rientrare mercoledì in Italia. Ormai sono 4 mesi che sono statto destinato in questa par-rocchia. I due mesi precedenti stavo sostituen-do il parroco di Tachina, che era rientrato a Pordenone per questioni di salute. Con il mio arrivo eravamo 4 sacerdoti (2 italiani, uno spa-gnolo e un africano del Malawi), ma dopo due mesi, il parroco (spagnolo) ha abbandonato la parrocchia perché non ce la faceva a resistere al caldo umido e al continuo rumore di giorno e di notte. Borbòn, in questi ultimi anni ha cambiato notevolmente. Ricordo che quando sono venuto per la prima volta nel ’90: c’era poco traffico e gli unici mezzi di trasporto era-no “las rancheras”. Adesso, con alcune strade “adoquinadas”, il traffico è aumentato: motoci-clette, auto nuove, corriere, camion per il tra-sporto del legname, biciclette. Traffico favori-to anche per la strada che va da Esmeraldas a San Lorenzo. Poi si è ingrandito molto, con nuovi quartieri, specialmente all’entrata del paese. Ciò che non è cambiato è la solita musi-ca a tutto volume di giorno e di notte, la confu-sione e diverse strade sporche ed infangate.

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Nel fondo continua ad essere “la piccola Rus-sia”. E’ aumentata purtroppo la violenza e il sicariato, che per alcuni è fonte di lavoro. Poi quasi tutte le notti ci sono delle moto che tra-sportano la droga ai clienti, circolano per le due uniche vie principali del paese, con i tubi di scarico rotti che producono un rumore as-sordante, che non lasciano dormire. La gente si lamenta, ma nessuno parla pubblicamente. La paura regna ovunque. Così pure l’insicurezza. Di notte nessuno cammina per le strade, tranne gli ubriachi. Anche se si fanno denunce alla polizia, questa non fa nulla: sembra che sia pagata per non fare nulla. Ciò fa capire come anche qui la mafia e la corruzione sono ormai diffuse, specialmente dicono, da quando sono arrivati i colombiani. La piantagione della “palmeras”si sviluppa continuamente: in tutte le parti si vedono queste palme africane, dove prima verdeggiava la foresta. Sembra che il governo abbia l’intenzione di favorire questa coltivazione da San Lorenzo fino a Tachina. Le grandi compagnie stanno comprando le ter-re e la gente è costretta ad andare nei villaggi principali a vivere o a trasferirsi nelle grandi città. Poi nel rio Santiago ci sono le “oreras” per l’estrazione dell’oro, che stanno inquinan-do l’acqua dei fiumi con gli acidi e distruggen-do la poca foresta rimasta. La gente, in certe zone, non può più bere l’acqua o lavarsi al fiu-me. Dove ci sono queste coltivazioni dell’oro, molti bambini hanno problemi di dermatite. Alcuni dicono che è la “maledizione dell’oro”, in quanto intere famiglie vanno alla ricerca dell’oro tutto il giorno per tutta la settimana. Perfino molte donne Cachi del rio Cachi, van-no a lavorare in queste “oreras”, abbandonan-do i figli in casa tutto il giorno. E l’altra novità in questa zona nord di Esmeraldas è la presen-za di quasi 400 uomini pagati dal governo, sparsi tra i fiumi le colline dei “manabas”, per cercare il petrolio. Si dice che forse, verso la fine dell’anno inizieranno a scavare i nuovi pozzi. Cosa succederà alla gente , proprietaria dei terreni dove c’è il petrolio? Tutto questo mi fa capire che ancora una volta, il gruppo afro, sta pagando le conseguenze di una politi-ca che non rispetta i diritti umani e l’ambiente, salvo se non si tratta de “los indigenas”. Che futuro avrà questa gente afrodiscendente? Mi è stato chiesto di accompagnare le 28 co-munità sparse sulla via che conduce a San Lo-renzo. Sono prevalentemente coloni o mana-bas, che hanno comprato un pezzo di terra per la coltivazione del cacao, riso, banane e per il bestiame. Ma con la presenza del parroco, i miei confratelli mi hanno nominato nuovo par-

roco. Così devo attendere anche tutto Borbòn, che secondo alcuni ha raggiunto circa 30.000 abitanti (ma mi sembra un numero eccessivo). Per il momento sto osservando l’andamento della parrocchia, organizzando il catechismo, accompagnando il gruppo Juan XXXIII, men-tre il fine settimana, vado nelle altre comunità a me affidate, per rientrare a celebrare a Borbòn di sera. Nei prossimi mesi incomincerò a visi-tare anche i quartieri, consapevole che “si fa ciò che si può”. Per il momento non ho ancora assistito e frequentato nessun corso di miraco-logia. Neppure ho il dono della bilocazione. Per tua conoscenza, ti faccio sapere che sto anch’io cercando di avere il titolo di proprietà del Centro culturale, che tu hai fatto domanda nel 1981 per la prima volta. Quanta acqua pas-sera ancora per il Santiago prima di averlo? Qui il tempo non è affatto oro…. Come Comboniani stiamo iniziando a riflettere sulla presenza in questa zona. In giugno avre-mo l’assemblea provinciale, dove discuteremo circa la proposta di lasciare o Borbòn o San Lorenzo per mancanza di personale. Noi che lavoriamo in questa zona, ci sembra che non si può più mantenere due strutture parrocchiali, quando non ci sono più le forze e quelle che ci sono, hanno alle spalle molte primavere… Lo Spirito Santo ci illumini. Se dovessimo rima-nere a Borbòn, certamente dovremo costruire una piccola casa, verso l’entrata del paese, per-ché ormai la nostra casa sta cadendo: essendo tutta di legno, per il tempo e per l’umidità, ora-mai va in pezzi e piove dentro da tutte le parti. Anche perché non riusciamo a dormire più di 3-4 notti alla settimana per il rumore delle mo-to e del traffico. Non crediamo sia un privile-gio ma una necessità. E tu come stai ? E don Faustino e don Gustavo, come stanno ? Saluta-meli tanto. Così pure il gruppo Africa ’73, rin-graziandolo per l’offerta che mi ha inviato. Con le offerte degli amici ci manteniamo e paghiamo le spese della parrocchia. Cerchiamo di coinvolgere le comunità a prendere coscien-za della situazione economica della parrocchia, affinché si preparino a collaborare generosa-mente con l’arrivo di un prossimo parroco dio-cesano. Ma ci vuole molta pazienza. Certi ar-gomenti sono difficili da interiorizzare. Però già ci sono piccoli segni di risposta e di gene-rosità da parte di poche comunità. La speranza non muore mai. Ti prego di pregare anche per me e per questa gente. Ne abbiamo bisogno. Salutami tanto tutti gli amici brembatesi. Un fuerte abrazo negro. Ciao.

Borbòn, 25 maggio 2010 P. Nady

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Vocabolario:

Parole per la vita IDEALE: che esiste solo nell'immaginazione ed è contrapposto a reale; e ancora: cosa o mo-do d'essere che ci sembri perfetto e a cui ten-diamo col nostro desiderio; idea alta, aspira-zione, tensione ideale, sogno. Ideale è un sostantivo tanto astratto che più astratto non si può e ha bisogno di un supporto verbale che lo coniughi e liberi tutta la poten-zialità che contiene, tanto da investire la vita. "Avere un ideale", "coltivare un ideale", "vivere per un ideale", "dare la vita per un ide-ale", "incarnare un ideale". Parole grosse, che sembrano anacronistiche. Mi sembra che oggi venga usato più come aggettivo: luogo ideale per..., lavoro ideale, donna o uomo ideale, casa ideale, etc. E tutto ciò intendendo un qualcosa di perfetto, ma irraggiungibile, immaginario appunto. Ho saltato l'ordine dell'alfabeto perché ho tro-vato una lettera indirizzata al quotidiano "Avvenire" su questa parola e mi sembra dica molto e bene sul suo significato, meglio di quanto potrei fare io. Se si arriva a ignorare la parola «ideale»

Caro direttore, negli ultimi giorni di scuola – insegno religione alle medie –, è successo un fatto che un po’ mi ha sorpreso e un po’ mi ha addolorato. Stavo svolgendo con i ragazzi un’attività che prevedeva delle do-mande. A un certo punto ho chiesto: «Annotate alcuni ideali nei quali credete veramente e che stanno al centro della vo-stra vita». I ragazzi hanno ribattuto: «Ma cos’è un ideale?». Mi è crollato il mondo addosso. Come si fa a ignorare una parola come questa? Ogni parola ci apre un orizzonte, è uno strumento che ci permette di comprendere un po’ di realtà. Ma ignorare il significato di 'ideale' che conseguenze può avere? Per-ché tanti studenti ne sono all’oscuro? Ri-flettendoci, mi sono convinto che tanti ra-gazzi non conoscono questa parola perché essa è sparita dall’orizzonte e dal vocabo-lario di noi adulti. Si viaggia a vista, le grandi costellazioni che aiutavano i 'naviganti' a solcare i mari non si vedono più. Forse l’eclissi di una parola come 'valori' evidenzia un’autocensura della mente sul mondo spirituale, sul ruolo che i

'significati' rivestono nella vita, su desideri alti e nobili. Insomma si vola basso e l’unica prospettiva di vita è quella materia-le. Abbiamo smarrito il cielo, il nostro sguardo si è abbassato, e si rinuncia a chie-dersi perché. Ma se le domande si spengo-no, cosa succede nella nostra vita? Non c’è il rischio di regredire in umanità? Saremo ancora persone autenticamente umane? Ignorare la parola 'ideale' toglie la possibi-lità di vivere consapevolmente con obiettivi alti. Mi suona triste una vita senza ideali, un vivere che diventa sopravvivere, senza più solcare mari ed oceani, ma barcamenando-si nella piscinetta di casa. Possiamo educare i giovani senza far loro intuire e sentire qualcosa oltre la semplice vita materiale, oltre il risultato immediato e sicuro? Senza veri ideali, dove si può anda-re, cosa si può costruire? Giro a tutti gli adulti la domanda rivolta ai miei studenti, così che possano reindirizzarla a figli e ni-poti, recuperando una parola che rischia di finire dimenticata in un angolo: in che idea-li credi veramente? Che ideali stanno al centro della tua vita?

don Alberto Tomasini - Cadignano di Verolanuova (Bs) Don Alberto si addolora per i suoi studenti (gli ideali non erano prerogativa dei giovani?), ma poi gira la domanda agli adulti. Già, cosa ne abbiamo fatto degli ideali? La realtà è un'altra cosa, si dice, si deve vivere con i piedi per terra: ora però teniamo non solo i piedi, ma anche lo sguardo per terra così che non solo siamo poveri di ideali, ma non li ve-diamo in nessun altro e soprattutto non ci ac-corgiamo della loro mancanza! E il mondo è più povero. "Un uomo senza ideale è come una nave senza timone" (Gandhi). "Attaccate il vostro carro a una stel-la!" (Emerson). "Una cosa è l'ideale, un altra vivere in confor-mità con l'ideale" (Gandhi). "Con il reale si vive, con l'ideale si esiste. Vo-lete sapere che differenza c'è? Gli animali vi-vono, solo l'uomo esiste" (V. Hugo). "Gli anni coprono di rughe la pelle: la rinuncia al proprio ideale copre di rughe l'anima" (D. Mac Arthur). "Gli ideali sono come gli astri: non si possono toccare con le mani, ma - come fanno i marinai in alto mare - si scelgono come guida" (K. Shuerz).

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Indesit

Quando riceverete questo giornalino, auguro di cuore che la vertenza delle Indesit si sia risolta positivamente. Era iniziata il 9 giugno, giorno in cui a 408 famiglie è stata recapitata la lette-ra per avvisarli che la ditta chiudeva. Così, im-provvisamente, senza preavvisi né spiegazioni. All’inizio quasi non si voleva credere, quasi fosse uno scherzo di cattivo gusto, poi delusio-ne, tristezza, rabbia.. Tanta rabbia, per la netta sensazione che le persone non contano, le fa-miglie che nel lavoro hanno un mezzo di sussi-stenza per loro e i figli …. s’arrangino. L’unica cosa che conta è il profitto e il guada-gno. Gli operai hanno cominciato subito a mobili-tarsi, occupando la fabbrica con turni portati avanti giorno e notte. Si sono rivolti ai parla-mentari; hanno fatto assemblee, hanno coin-volto i sindaci di Brembate e di Ponte S. Pietro oltre a una ventina di sindaci dei paesi di pro-venienza degli operai. C’è un grande striscione fuori dalla fabbrica che dice la volontà di resistere “Chi lotta può perdere – chi non lotta ha già perso”. Hanno

chiesto aiuto anche al Signore e hanno voluto che si celebrasse una S. Messa nel cortile della ditta. Hanno celebrato don Corinno, don Luigi parroco di Ponte e don Francesco dell’ufficio della pastorale sociale della diocesi. All’omelia don Corinno ha portato la solidarie-tà e la benedizione del Vescovo e ha aggiunto: “Siamo qui a pregare non perché il Signore risolva i nostri problemi, ma perché Lui ci in-dichi i passi da fare, ci aiuti e ci sostenga nella lotta, ci dia forza per non scoraggiarci. Ancor più perché il Signore ci tenga uniti, è nella no-stra unità che si rende presente, il Signore ci aiuti a non diventare cattivi…Dobbiamo pre-gare anche per ci fa del male; forse pur con tutti i loro soldi, sono poveri uomini ! Dobbiamo essere costruttori di solidarietà, per-ché questo è il sogno di Dio, che gli uomini si sentano fratelli perché figli amati dello stesso Padre Dio …”. E’ passato più di un mese da quella celebrazio-ne e non abbiamo idea di quanto tempo passe-rà ancora. Ciò che i sacerdoti e la comunità devono continuare a fare è pregare. Il Signore ascolta sempre. E poi riflettere con il consiglio pastorale e con il vicariato come rendere con-creta ed effettiva la solidarietà.

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Torneo Oratorio Si è disputato all’Oratorio di Brembate di Sopra dal 24 Maggio al 12 Aprile il 5° Tor-neo alla memoria di Luca Panseri (ragazzo morto tragicamente in un incidente strada-le). Torneo dove tutti gli anni partecipa anche l’Avis di Brembate di Sopra capitanata dall’attuale Presidente Giuseppe Previtali con una propria squadra e inoltre offre il trofeo Avis alla squadra vincitrice del torneo. Un’altra cosa che fa l’Avis è regalare a tutti i ragazzi che partecipano al C.R.E. (centro ricreativo estivo) i cappellini firmati Avis Brembate di Sopra.

L’Avis fa presente che con queste varie iniziative (squadra di calcetto a cinque, squa-dra femminile e maschile dell’oratorio, regali di abbigliamento e accessori) sono au-mentati i giovani che si iscrivono all’Avis.

Nella foto la squadra Avis.

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La partecipazione è gratuita, ma è necessaria l’iscrizione

per il pranzo e la gita!!!

COSTI

10 Agosto gita a Colico, Abbazia di Piona € 30,00

27 Agosto pranzo sociale € 20,00

ISCRIZIONI

Le iscrizioni si ricevono presso la Colonia al Brembo dal 2 al 6 AGOSTO

dalle ore 14,00 alle ore 17,00

TRASPORTO

È possibile usufruire del trasporto per recarsi in Colonia

Tel. 035.623360/70

Potrete divertirvi con:

♦ torneo di carte maschile/femminile

♦ tombolate

♦ piscina

♦ attività motoria

♦ laboratori creativi

♦ spazi informativi culturali

♦ gara di torte

♦ gita culturale

♦ pranzo finale con premiazioni

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ore 17.00 (meditazione) Ogni giorno della vita salvaci Signore.

ore 18.00 SANTA MESSA (don Marco)

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Informazioni parrocchiali Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 - ore 16,30 a Tresolzio.

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena) Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00. Estivo: ore 10,30 - 18,00.

Disponibilità per le Confessioni

Don Corinno: ogni venerdì 8.30 - 9.30 / 16.00 - 17.30 Don Gustavo: ogni sabato 8.30 - 9.30 Don Faustino: ogni sabato 16.30 - 18.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo. Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15 Terza domenica di ogni mese, ore 16.00

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle 20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima. Occorre prepararsi adeguatamente. Per questo la parrocchia organizza un corso di preparazione al matrimonio da ottobre a dicem-bre. È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia. Per le pratiche burocratiche ci si rivolge a don Faustino Rota (tel. 035.332.092) circa tre mesi prima del Matrimonio. In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Per la richiesta di certificati

Per ogni genere di certificazione, ci si rivolge a don Faustino Rota, via Indipendenza 2, possibilmente non durante i pasti.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097 e-mail: [email protected] Don Faustino Rota Tel. 035.332.092 - cell. 329.544.4774 Don Gustavo Bacuzzi Tel. 035.332.385 - cell. 348.084.1213 e-mail: [email protected]

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