Insieme nr. 1 dicembre 2008

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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INSIEMEPeriodico dellaParrocchia S. Maria Assuntain Brembate di Sopra

Anno I - N. 1 - Dicembre 2008

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Direttore:don Corinno Scotti

Direttore responsabile:Davide Agazzi

Editore:Parrocchia S.Maria Assunta,Brembate di Sopra

Stampa:Società Cooperativa GraficaBergamasca, Almenno S. Bartolomeo

Redazione:don Gustavo, don Faustino, Max, Luciano, Giuseppe, Luisa

Impaginazione edelaborazione foto:Max, Luciano, Giuseppe

Collaboratori:Stefano, Andrea, Cecilia, Africa ’73,Marco, Laura, gruppo “distributori”

E-mail:[email protected]

Sito web:www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE

DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

Sommario

3 Editoriale

5 Vita parrocchiale

18 Missioni

21 Attualità

30 Associazioni e gruppi

INSIEMEPeriodico dellaParrocchia S. Maria Assuntain Brembate di Sopra

Anno I - N. 1 - Dicembre 2008 Il contributo di una famigliadella Parrocchia,che ringraziamo vivamente,ci permette di distribuire,questo numero, ancora atutte le famiglie del paese.

Finora sono circa 550 le famiglieche hanno pagato l’abbonamento;altre che volessero sottoscrivere l’abbonamento,possono compilare il moduloche si trova alle porte della Chiesa.

Offerta annuale € 12,00.

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malattie per allungare la vita, eppure… si con-tinua a morire. C’è bisogno di ingegneri co-struttori che facciano case e ponti eppure pri-ma o poi le case cadono. C’è bisogno di genteche rende la vita più comoda, più facile… ep-pure si è sempre più insoddisfatti e tristi. Hovissuto tanti anni in un Paese dove mancava ilnecessario per vivere. Viviamo ora in un paese dove mancano le ragioni per vivere, e non soquale sia la più grande povertà.Ecco allora il Prete. Non per dirci che abbiamo bisogno di lui, del prete, ma perché lui ci dica che tutti abbiamo bisogno di Gesù! Ce lo dice con la sua vita semplice e gioiosa, con le sueparole che sono eco della Parola di Dio, con la sua misericordia che lo rende compagno dicammino discreto e forte. Ci dona il Signorecon i sacramenti, con il Pane del cammino che è l’Eucaristia; con il perdono di Dio che rinno-va ai cuori….Vi pare poco?Siamo alla vigilia del Natale. Ma cosa sarebbe il Natale senza il Sacerdote che ci fa incontrare con Gesù, nostra unica speranza, nostra salvez-za, nostra gioia?Dio ha bisogno degli uomini. Non è un modo di dire, ma è l’unico modo di agire del Signore.Ha bisogno di Maria, del suo sì perché Gesù il Figlio di Dio diventasse una creatura, fragile,piccola come ogni uomo, come ogni prete ap-punto, ma che ha in sé il potere stesso di Dio.Il modo di agire di Dio si chiama “Umiltà”,perché Lui, il Signore non si impone, non ob-bliga, ma è discreto come è discreto l’Amore.Con il rischio di confondere l’umiltà conl’inutilità, convincendoci che si può fare benis-simo a meno di Dio, di fare a meno del Natale, ridotto a biglietti colorati di auguri e alloscambio di tante cose inutili.

Ormai la notizia è ufficiale, ce l’ha co-municata il Vescovo: il nostro Ma-nuel Belli diventa Prete. Sarà consa-

crato il 22 giugno nella Cattedrale di Bergamo.Di questi tempi è un avvenimento tanto raroche non può che riempire di gioia, di stupore,oltre che di riconoscenza al Signore. Sono in-fatti passati più di 9 anni dall’ultimo Pretebrembatese, don Andrea Papini e chissà quanti

altri anni ancora ce ne vorranno per averne un altro, visto che non ci sono in seminario altriragazzi di Brembate.Manuel sarà consacrato diacono l’8 novembrenella Chiesa del Seminario e diventerà sacer-dote il 23 maggio nella Cattedrale di Bergamo.Il presbiterato infatti ha 3 gradi: prete-diacono-vescovo.Il diacono diventa “servitore” nella Chiesa e si impegna solennemente a servire, facendo della preghiera il cuore della sua vita con la recitadel breviario per tutta la comunità, promette di essere obbediente al Vescovo, di essere casto,rinunciando a formare una sua famiglia; e po-vero senza ambizioni se non quella di servire, appunto.Viviamo in un’epoca in cui sembra che si pos-sa fare a meno di Dio; eppure è un’epoca incui si ha disperatamente bisogno di Dio! Al-meno da noi ci sono tanti medici che curano le

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Dio voglia che don Manuel e ogni prete ci co-

munichino la nostalgia di Dio, della sua bontà, della sua umiltà: la nostalgia del Natale.

Sul nostro giornalino a suo tempo riserveremo molto spazio alla ordinazione sacerdotale ealla festa per il novello sacerdote. Ma, al di làdella festa, occorre che tutti facciamo un cam-mino di preparazione, di riflessione e di pre-ghiera.

È una straordinaria occasione che coinvolgenon solo la mamma Gigliola e il papà Ferruc-cio, ma l’intera comunità.

Per adesso non mi resta che dire a tutti: Buon

Natale fatto di gioia e serenità.don Corinno

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Oh Gesù,

a Betlemme Tu hai acceso una luce,

che illumina definitivamente il volto di Dio:

Dio è umile!

Mentre noi vogliamo essere grandi,

Tu, o Dio, ti fai piccolo;

mentre noi vogliamo essere i primi,

Tu, o Dio, ti metti all’ultimo posto;

mentre noi vogliamo dominare, Tu, o Dio, vieni per servire;

mentre noi cerchiamo gli onori e i privilegi,

Tu, o Dio, cerchi i piedi degli uomini

e li lavi e li baci amorevolmente.

Quanta differenza tra noi e te, o Signore!

O Gesù, mite e umile,

noi ci fermiamo sulla soglia di Betlemme

e sostiamo penosi e titubanti:

la montagna del nostro orgoglio

non entra nell’angusto spazio della tua grotta.

O Gesù, mite e umile,

toglici l’orgoglio dal cuore,

sgonfia le nostre presunzioni,

donaci la Tua umiltà

e scendendo dal piedistallo

incontreremo Te e i nostri fratelli;

e sarà Natale e sarà festa!

Amen! (Card. Angelo Comastri)La luce

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CALENDARIO PARROCCHIALE

DICEMBRE 20086 Sabato Ritiro adolescenti a Gromo S. Marino

16.30 inaugurazione mostra presepi del prof. Boselli (oratorio)7 Domenica Ritiro II media a Mezzoldo

11.15 presentazione bambini della Prima Comunione e celebrazione dei battesimi (chiesa)16.00 tombola (oratorio)

8 Lunedì Solennità Immacolata Concezione di Maria.7.30 S. Messa per gli iscritti all’Azione Cattolica (chiesa)

10 Mercoledì 20.45 incontro con don M. Epis (prof. di Teologia Fondamentale): La ragio-nevolezza della nostra fede (oratorio)

11 Giovedì 14.30 confessioni elementari (chiesa)16.00 confessioni medie (chiesa)

13 Sabato 20.30 concerto di Natale, diretto dal Maestro Fausto Dolci (chiesa)14 Domenica 11.15 presentazione Cresimandi (chiesa)15 Lunedì 20.30 confessioni vicariali per adolescenti e giovani (Presezzo)17 - 18 - 19 20.30 - 22.30 Ritiro spirituale in preparazione al Natale (oratorio)

Guiderà il ritiro don Battista Cadei, professore del nostro seminario.Negli stessi giorni, a Casa Serena alle 9.30: Ritiro aperto a tutticon esposizione del SS. Sacramento fino alle 12.00.

28 Domenica 10.00 Festa dei battesimi di tutti i bambini battezzati nell’anno.

31 Mercoledì 18.00 S. Messa di ringraziamento.

CONFESSIONI DI NATALE20 Sabato 9.30 Ospiti di Casa Serena.

20.30 - 22.00 per tutti in chiesa parrocchiale.21 Domenica 15.00 - 18.00. »22 Lunedì 8.30 - 12.00 / 15.00 - 18.00 »23 Martedì 8.30 - 12.00 / 15.00 - 18.00 »24 Mercoledì 8.30 - 12.00 / 15.00 - 19.00. »

GENNAIO 20091 Giovedì Giornata della pace.

17.00 - 18.00 Adorazione per la pace.4 Domenica Epifania.

16.00 tombola (oratorio)9 Venerdì 20.45 Inizio corso fidanzati.11 Domenica Giornata del Seminario diocesano.14 Mercoledì 20.45 incontro vicariale per catechisti aperto a tutti (oratorio)17 Sabato 14.30 incontro per genitori dei bambini di II elementare (oratorio)18 Domenica Ritiro al Museo Bernareggi per Comunicandi e genitori (1° gruppo)24 Sabato 14.30 incontro per genitori dei bambini di IV e V elementare (oratorio)27 Martedì 20.45 catechisti (oratorio)

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CATECHESI ADULTI

Mercoledì 8.30 in chiesa parrocchialeGiovedì 9.30 in Casa Serena

20.30 in oratorioVenerdì 15.00 in chiesa parrocchiale

ADORAZIONE

Il Santissimo Sacramento resta esposto perl’adorazione personale dalle 8.30 alle 17.00.Alle 17.30 vespri e benedizione, segue S.Messa.

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Pellegrinaggio

a Pietralba

È una bella tradizione quella di riservareun giorno della novena dell’Assunta a unpellegrinaggio a un santuario mariano.

Quest’anno siamo andati a Pietralba, inprovincia di Bolzano.

Un santuario bellissimo, reso ancor più af-fascinante dalla catena delle Dolomiti chelo avvolgono come in un grande abbraccio.

La storia è molto simile a quello molto più vicino a noi, il santuario della Cornamusa.

A cominciare dall’etimologia dei nomi. In-fatti “Cornamusa” vuol dire “roccia buca-ta”; Pietralba significa “pietra bianca” per-ché la statua del santuario è in pietra bianca appunto. Entrambe le statue rappresentanola Madonna Addolorata che regge Gesùmorto sulle braccia.

Inoltre all’origine di entrambi i santuarinon c’è un’apparizione, né un miracolo (si verificheranno in seguito).

La S. Messa è stata celebrata sul piazzale,perché la Chiesa era insufficiente a conte-nere i numerosi pellegrini. Hanno concele-brato 5 sacerdoti e ha presieduto il nostro

parroco.

La corale parrocchiale diretta dal MaestroNatali ha animato la S. Messa, trasmessada una radio della provincia.

C’è stato poi il tempo per la preghiera per-sonale, sostando in silenzio nel Santuario o camminando con il S. Rosario in mezzoalla splendida pineta.

Si è davvero sentita la presenza e la tene-rezza di Maria a cui ognuno ha affidato leproprie intenzioni.

La sosta a Desenzano sul lungo lago diGarda ha reso il pellegrinaggio anche unabella gita.

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festa di s. luca

Anche quest’anno si sono svolte le celebra-zioni in onore di S. Luca, a cui è dedicata la Chiesetta di Tresolzio.Le giornate autunnali ancora belle e calde,hanno favorito la partecipazione di un buon numero di fedeli sia al Triduo di prepara-zione che alla processione con la statua del-la Madonna domenica 19 ottobre.S. Luca, cantore della misericordia di Dio,ci ha aiutati con brani tolti dal suo vangelo, a far crescere in noi sentimenti di miseri-cordia e di fraternità.Dio è presente quando noi siamo uniti nelsuo nome. Perciò anche le feste con tombo-le, rinfreschi, castagne servono a creare a-micizia e gioia.Alla processione, animata dalla banda “G.Donizetti” hanno partecipato anche il sin-daco e i consiglieri del nostro comune.

Lega ambiente

Una bella iniziativa di “Lega Ambiente” in collaborazione con i ragazzi di “Lavori in corso” è stataquella di mettere eleganti cartelli nel parco di Casa Serena, per illustrare il nome e le caratteristichedegli alberi del parco.Gli alberi sono molto belli e di specie diverse, alcuni ultracentenari.Plaudiamo all’iniziativa, che è stata molto apprezzata. Speriamo solo che i soliti ignoti non li distrug-gano….

Corso in preparazione al matrimonio

Si terrà, come ogni anno, da gennaio a marzo ogni venerdì a partire al 09 gennaio alle ore 20.45.Il corso prevede 8 incontri più un giorno intero di ritiro spirituale in una Casa da destinare.Animeranno il corso alcune coppie di sposi del gruppo famiglie.Le iscrizioni si ricevono in casa parrocchiale.

Accompagnamento spirituale e

consulenza canonica per persone “SEPARATE O DIVORZIATE”

La Diocesi di Bergamo con il gruppo “La Casa” organizza incontri di preghiera, riflessione e dialogo, in un clima di cordialità e solidarietà, per tenere luce e forza interiori che aiutino ad approfondire da-vanti a Dio le scelte presenti e i progetti futuri della propria esistenza e la partecipazione alla vita della Chiesa.Inoltre sono previsti colloqui di consulenza per verificare se vi siano motivi fondati per poter avviareuna causa matrimoniale di dichiarazione di nullità.Gli incontri si svolgono a Bergamo, un giovedì al mese presso la Comunità del Paradiso, in via Catta-neo 7, oppure a Baccanello di Calusco, un lunedì al mese presso il convento dei frati minori, in via S. Francesco 45.Ulteriori informazioni dal parroco.

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“ Vedere l’invisibile ”

È stata una serata di godimento spirituale e di vera catechesi quella di venerdì 3 otto-bre, quando don Ezio Bolis e la prof. Lisa Fracassetti ci hanno illustrato alcune tra le più belle opere d’arte conservate nella nostra Chiesa parrocchiale. Opere non solo da ammirare come in un museo, ma per aiutarci a pregare e a “commuoverci” a“muoverci dentro” per crescere nella fede e nell’amore a Gesù e a sua Madre.

Cominciando dall’affresco in alto sopra il presbiterio con Maria che mostra a noi suo Figlio Gesù. È un affresco del 15° secolo “strappato” da una parete della torre campa-naria e risalente alla primitiva Chiesa parrocchiale.

Sono poi state presentate alcune tele che illustrano episodi della vita di Maria, finoalla Crocifissione con la Madonna e S. Giovanni ai piedi della Croce.

È rimasto in tutti il desiderio di ringraziare e di approfondire ulteriormente i “tesori” giunti a noi come profonda eredità dei nostri antenati.

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Sposalizio di Maria e Giuseppe

Affresco del Baschenis della anticaChiesa di Brembate di Sopra.

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to io e il mio “collega” Luca Carcione per pa-garci le vacanze al mare. In verità, però, non è andata proprio così; grazie alla distribuzione di ben 130 cd siamo infatti riusciti a racimolareun guadagno di 450 Euro che abbiamo intera-

Il Cre 2008 è ormai finito da un pezzo; sicura-mente c’è chi sta già pensando all’orga-nizzazione del prossimo, mentre ricorda sorri-dendo ciò che è accaduto in quei giorni di po-chi mesi fa.

Divertimento, sole, risate, tornei, litigi e chiari-menti; insomma, quello del 2008 sembrerebbe essere stato un Cre che ha offerto la solita dose di allegria e spensieratezza al nostro paesino.L’effetto positivo che riecheggia più a lungoquest’anno non arriva ai bambini, agli anima-tori o ai genitori, ma a chi purtroppo il Cre non ha potuto farlo, a chi vede il caldo sole estivo soltanto da dietro una gelida finestra di ospe-dale e lotta con la sua malattia giorno dopogiorno.

Forse qualcuno di voi ricorderà il cd contenen-te l’Inno del Cre che ogni venerdì sera veniva venduto ai banchetti accanto al palco; proba-bilmente qualcuno avrà anche pensato che, ilricavato di quella vendita, l’avremmo utilizza-

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una canzone per il cre

e per chi al cre non È potuto andarci

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In verità, la storia dell’Inno è stata solo unescamotage; avremmo potuto ottenere lo stes-so risultato (anzi, forse anche qualcosa di più) vendendo patatine o braccialetti durante le se-rate di festa ma, avendo avuto la richiesta daparte dei coordinatori di scrivere una canzoneper il Cre, ci è sembrata l’idea più efficace per sfruttare al meglio questa rara opportunità.

Colgo quindi l’occasione per ringraziare inprimis tutte le persone che hanno acquistato ilcd; don Gustavo per l’infinita disponibilità eper averci supportato sia dal punto di vista or-ganizzativo che economico; tutti gli animatorie gli assistenti che hanno perso mattinate inte-re a masterizzare i cd e preparare le copertine; i coordinatori; la fondazione Faro per la fidu-cia che ha riposto in noi e tutto il Cre di Brem-bate Sopra.

Spero davvero che il nostro piccolissimo gesto possa in futuro essere d’esempio anche per igruppi musicali emergenti di Brembate perché, a volte, basta davvero poco per rendere real-mente importante una semplice canzone.

Stefano Scioscia – SenzaNome

mente devoluto alla Fondazione Faro, la quale si occupa della cura e dell’assistenza dei mala-ti di tumore in Italia; cosa importantissima èche la produzione dei cd è stata interamentecurata dagli animatori, dagli assistenti e da noi “SenzaNome”, autori dell’inno.

Detto questo, immagino che molti di voi pen-seranno che, effettivamente, non si tratta diuna cifra enorme e che probabilmente tuttoquesto non sia stato di grande aiuto per qualcu-no. Dal canto mio vi potrei assolutamente dare ragione: non si cambia il mondo con meno diun milione delle vecchie Lire e, con tutto quel-lo che costano le chemioterapie e le assistenze, probabilmente non avremo salvato delle vitené alleggerito il dolore dei malati; quello cheperò, a parer mio, è stato il risultato più impor-tante è che, presumibilmente per la prima volta nella storia del nostro Cre, dei ragazzi hannoavuto la voglia e l’impegno di andare oltre, diapprofittare della nostra fortuna e delle nostrestrutture per produrre qualcosa di concreta-mente utile per qualcuno. Grazie alla nostrainiziativa sono state infatti pagate diverse setti-mane di assistenza infermieristica ad un pa-ziente della Fondazione.

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Anche quest’anno è arrivato il periodo del C.R.E., un’attività organizzata dalla parrocchia.Durante il periodo estivo, al C.R.E. ci sono molte attività e giochi per noi ragazzi che ci diver-tiamo tanto, e passiamo le giornate tutti insieme per conoscerci meglio e stare in compagnia.Ogni anno il C.R.E. ci dà un personaggio nuovo e delle canzoni nuove.Quest’anno il personaggio è “SHRAKE”. Un orco tutto verde con delle orecchie arrotondate e lunghe.Ci sono tante cose da dire sul C.R.E., ma peccato che dura solo un mese.

Buon divertimento a tutti!S.M.

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di Sopra è certamente un grandissima benedi-zione e opportunità di crescita qualitativa delservizio ai nostri bambini. Ora offriamo loro tutta una serie di possibilità che certamente prima non avevano:

• classi confortevoli, ampie, luminose ed ac-coglienti, che permettono loro di vivere se-renamente i primi anni di vita.

• i bagni inseriti in ogni aula, • gli spogliatoi divisi dallo spazio classe,• molti arredi rinnovati o acquistati. • gli spazi a disposizione per le attività for-

mative,• il dormitorio spazioso ed accogliente, • il refettorio ampio e luminoso• la cucina, da sempre apprezzata per la sua

qualità, che abbiamo reso moderna e fun-zionale,

• infine gli spazi esterni che verranno prontientro fine anno e consentiranno ai nostribimbi di poter usufruire del giardino nellaprimavera-estate del 2009.

I primi giorni erano proprio i bambini che, gi-rando incuriositi tra le varie stanze come se

Carissimi,

credo che ciascuno di noi passando davanti

alla nuova scuola di Via IV Novembre ma-

terna abbia fatto qualche considerazione,

sia positiva che negativa ……. Questa nuo-

va struttura ha certamente suscitato senti-

menti diversi, forse entusiasmo nelle gene-

razioni più giovani, oppure nostalgia e per-

plessità in chi ormai conosceva ed era affe-

zionato alla struttura precedente di Via Ce-

sare Battisti..Certamente io e tutto lo staff (la Superiora sr. Maria Salvi, Andry, Maurizio, Fulvia, gli alpi-ni, le maestre e tanti altri …….) che ha lavora-to al progetto “nuova scuola materna” siamoestremamente orgogliosi di quanto realizzato,anche se consapevoli che, come tutte le cose,anche questa si sarebbe potuta far meglio,spendendo meno e in minor tempo. Ma tant’è; questo è quello che siamo riusciti a fare e viassicuro che l’impegno da parte di tutti non èmai mancato.A tre mesi dall’inizio dell’annoscolastico sono sicuro di poter affermare chela nuova struttura per la comunità di Brembate

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Nuova Scuola Materna

DIAMO QUALCHE NUMERO

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fossero alla ricerca di un grande tesoro, dimo-stravano e trasmettevano l’entusiasmo di esse-re i protagonisti di questa nuova avventura.Certamente tutti questi servizi/spazi hanno a-vuto il loro costo, e colgo l’occasione datamidal giornalino della Parrocchia per riepilogarea tutti l’ammontare della spesa sostenuta.

Importo complessivo dei lavori appaltati:3.000.000 (oltre ad Iva 10%)

Importo complessivodei servizi legati all’appalto:

200.000 (oltre ad Iva 20%)

Pertanto, il totale della spesa preventivata am-montava approssimativamente ad Euro3.500.000.

Ad oggi non abbiamo ancora il conteggio pre-ciso delle varianti e degli imprevisti di cantie-re, anche se posso tranquillamente affermareche sono stati molto pochi (rispetto alle dimen-sioni del cantiere) e credo di quantificarli co-me segue:

Opere straordinaria commissionate:

⇒ Ampliamento discesa interrato, pere mura-tura aggiuntive, modifiche aule, modificheimpiantistica, definizione impianto antin-cendio e antintrusione, posa parquet nelleaule, …….

200.000 Euro circa

Imprevisti vari:

⇒ Integrazione impianto elettrico/idraulico25.000 Euro circa

Scomputo per opere non realizzate al pianoprimo:

130.000 Euro circa

Pertanto, credo di poter affermare che le va-rianti possano al massimo ammontare al 7%dell’importo preventivato e sono quasi inte-gralmente da attribuire a modifiche essenziali(pensate esclusivamente per adattare meglio ilprogetto alle esigenze dei bambini) del proget-to iniziale.Ad oggi il costo del progetto è stato quasi inte-gralmente sostenuto grazie all’intervento con-giunto della Parrocchia e del Comune, quindigraverà sull’ente scuola Materna (cioè l’Entemorale che da sempre cura la gestione dellascuola materna) solo in parte, per una cifra che si aggirerà intorno agli 800.000. A sua voltal’Ente coprirà tale spesa contraendo un mutuoche ripagherà nei prossimi anni con le rette econ i contributi dal Comune e dal Provvedito-rato agli Studi. In conclusione, vorrei ringraziare tutti quelli

che in questi anni intensi di progetti, ripensa-menti, modifiche ci hanno sostenuto aperta-mente o anche solo nella loro preghiera, spe-rando che non facciano mancare neanche infuturo il loro appoggio, ora che inizia il compi-to più difficile e stimolante: educare i bimbiche saranno il futuro del nostro paese.

Andrea Giacompolli

(Vicepresidente dell’Ente scuola Materna)

* * *Cari parrocchiani,

Allo scritto dell’amico Andrea, preparato aseguito della riunione del Consiglio per gliAffari Economici, aggiungo anch’io un vivissi-mo ringraziamento a tutti i volontari che han-no offerto tempo, competenza, passione e…nervosismi soprattutto per il trasloco e i piùsvariati servizi.Mi permetto anche di stendere la mano ai par-rocchiani.Mi sento molto piccolo e inadeguato di frontea quanto hanno fatto i parroci precedenti chehanno voluto, sostenuto, ampliato la ScuolaMaterna.A cominciare dal parroco mons. Ruggeri, chenel 1907 con il cav. Legler ha dato vitaall’asilo.E ogni parroco ha avuto l’appoggio e la colla-borazione di tutta la parrocchia.So quanto sia critica l’economia familiare inquesti tempi di crisi.Ne è prova anche il crescente numero di geni-tori che non riescono a pagare la retta.Per loro soprattutto, per chi fa fatica ad arri-vare a fine mese, vorrei che fosse proprio laParrocchia a farsene carico, magari attraver-so piccole donazioni, a me o direttamente alla scuola.Inoltre, ce lo ricorda Andrea si è provvedutoal rinnovo dell’arredo delle aule e si sta facen-do la Cappella che è il cuore di tutta la Scuola Materna.Queste spese non sono comprese nella struttu-ra, per questo chiedo ancora con semplicità un aiuto a chi ci vuol dare una mano.Di una cosa sono certo, io che ho sempre ti-more di spendere, i parrocchiani di Brembate sono sempre generosi e, il più delle volte, an-che anonimi!A tutti loro anticipo un grazie, grande come il vostro cuore che sa donare.

don Corinno

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sibilità di raggiungere il mio personalissimo obietti-vo. E allora bisogna allontanarlo, denigrarlo, o almassimo sopportarlo. Sembra che la massima delnostro tempo sia “Mi faccio da solo” “Non ho biso-gno di nessuno”, e contano solo le persone che lapensano esattamente come me.Se questo è il tipo di rapporto tra persone che co-munque condividono lo stesso territorio, lo stessolinguaggio, la stessa storia, gli stessi usi e costumi ma soprattutto la stessa fede, come pensiamo possa essere il rapporto con chi viene da un paese diver-so, con un’altra storia, con altri usi e costumi, con altri linguaggi?La cronaca ci dà risposte evidenti. E’ difficile chequesto modo di pensare ed il conseguente compor-tamento porti ad una con-vivenza anche solo civile.Anche l’atteggiamento opposto, il “buonismo” non porta a condivisione e integrazione; accettare qual-siasi cultura diversa dalla nostra acriticamente esenza un confronto sulle regole di un paese nonaiuta lo “straniero” ad integrarsi; al massimo lospinge ad emarginarsi e ghettizzarsi, a fondare unpiccolo Senegal, o Marocco ecc. in un paese chenon lo è, a sfruttarne le opportunità materiali manon a condividerne regole e cultura.Inoltre, l’aiutare solo materialmente chi ha bisogno è sicuramente molto importante, ma è anche, trop-po spesso, un modo per mettere a tacere la nostracoscienza, per non coinvolgerci in situazioni, que-ste si, che ci fanno paura, che ci richiedono un im-pegno di ascolto, com-prensione e con-divisione.Situazioni che, se prese in carico a livello relazio-nale, possono mettere in discussione le nostre cer-tezze e, in qualche modo, cambiarci.Ma, forse, è proprio questo tipo di relazione che èessenziale per poter conoscere “l’altro”, italiano ostraniero che sia e per potersi confrontare e stabili-re obiettivi comuni per il bene di tutti.Perché, come scriviamo sul volantino che vedete in molti luoghi di Brembate, “ la ricchezza individua-le e di un popolo non possiede confini.E’ fatta di segni, valori, suoni e parole. E di questaricchezza espressa e con-divisa ci nutriamo e cre-sciamo.”TUTTI.

Cecilia

Il nostropaese:

PICCOLOMONDO

Uno degli argomenti di attualità che ci coinvolge in questo periodo, è quello riguardante le personestraniere presenti sul territorio nazionale.Anche a Brembate Sopra, secondo l’elencodell’ufficio anagrafe aggiornato al 30 settembre2008, risultano presenti sul nostro territorio 415persone non italiane suddivise in 31 etnie di paesiextracomunitari e 11 di paesi comunitari. Le etniepiù numerose sono rappresentate da cittadini pro-venienti dal Senegal, seguiti dal Marocco, Roma-nia e dalla Siria. I minori sono, in totale, 99.

Prendendo atto di questi dati, possiamo dire che la nostra comunità non è stata ancora “invasa”daglistranieri e le persone presenti sono, per la maggior parte, contente di vivere qui anche per l’ac-coglienza dei brembatesi e le opportunità lavorati-ve offerte dal nostro territorio. Proprio per questo è forse opportuno fare alcune riflessioni per evitareche questa situazione possa modificarsi in sensonegativo.E’ importante riflettere sul tipo di rapporto e rela-zione che possiamo e dobbiamo instaurare con inostri concittadini non italiani. Come in tanti casi, quando si vogliono affrontare argomenti di questaimportanza e delicatezza, vale la pena ragionareprima di tutto su noi stessi e sul tipo di relazioneche instauriamo tra noi “italiani”.E’ vero che viviamo in una società individualista,dove ognuno cerca di massimizzare le opportunitàper raggiungere obiettivi personalissimi, senza te-ner conto delle istanze di altre persone e di obiettivi comuni. I rapporti sono basati più sulla diffidenzache la fiducia, più sulla paura che sulla partecipazio-ne; l’”altro” che non la pensa come me diventa ilnemico, la persona pericolosa che minaccia la pos-

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BOLIS DANIEL

di Omare di Brioschi Saragein

nato il 16.04.2008e battezzato

il 07.09.2008.

Signore proteggi Daniellungo il suo cammino di fede e fa’ che cresca nel rispettodella vita che tu gli hai donato, aiutaci ad essere genitoriresponsabili e fa’ che la nostra famiglia cresca con la pre-senza tangibile del tuo amore. Noi ti preghiamo.

QUARTERONI GAIA

di Franco e di Carioni Robertanata il 20.03.2008

e battezzata il 07.09.2008.

O Signore, ti ringraziamo con tutto il cuoreper aver donato nella nostra vita la nostrapiccola dolce bimba. Essere genitori è un

compito faticoso e ricco di preoccupazioni ma noi, con il tuo aiuto Signore, lo stiamo svolgendo al nostra meglio contanto amore e dedizione. Vedere questa piccola creaturasorridere a noi e alla vita, fare ogni giorno tanti piccoligrandi progressi e regalare affetto, è per tutti noi una gioia immensa, che ci ripaga di ogni sforzo. Ti chiediamo di pro-teggerla sempre, di vegliare su di lei, sulla sua salute e feli-cità, per una vita serena, nel nome di Dio e dell’amore per ogni suo figlio.

GRIMA SILVIA

di Domenico e di Corazza Serenanata il 01.06.2008

e battezzata il 21.09.2008.

Signore, proteggi Silvia, concedile dicrescere sana nel corpo e nello spirito eguidala affinché conduca una vita piena-

mente e profondamente cristiana.

CATTANEO IRENE

FRANCESCA

di Sergioe di Gandolfi Annanata il 23.08.2008

e battezzata il 19.10.2008.

Signore, siamo diventati genitori per la seconda volta perché la prima è stata ed è un’esperienza importante, profonda…che ci ha cambiato la vita. Aiutaci a condurre i nostri figlilungo il tuo cammino, alla luce della fede in Te, non secondo le nostre aspettative o i nostri desideri ma assecondando le loro inclinazioni, rispettando la loro diversità, accettando il loro modo di essere, sostenendoli con quell’Amore di cui Tu sei la fonte. Noi ti preghiamo.

TIRONI GRETA

di Massimo e di Brembilla Michelanata il 02.02.2008

e battezzata il 21.09.2008.

Signore, dona a Greta la fede e guidala nel cammino della vita. Aiutaci ad educare no-stra figlia secondo i principi cristiani affin-ché possa essere una persona umile e sere-

na. Per questo noi ti preghiamo.

BATTESIMI

MARONGIU ELENA

di Emilianoe di Russo Barbaranata il 07.06.2008

e battezzata il 20.07.2008

Signore ti ringraziamo per questo magnifico dono che ci hai dato, e che è entrato a far parte della nostra fami-glia! Grazie Signore.

ULULATI GIORGIA CLAUDIA

di Mariano e di Algeri Barbaranata il 19.03.2008

e battezzata il 20.07.2008.

Grazie Signore per averci donato lanostra Giorgia. Ora ti chiediamo di

proteggerla e di aiutarci a crescerla nell’amore enella fede come tu ci hai insegnato. Per questo noi tipreghiamo.

MAZZOLENI

MELISSA MARTINA

di Flavio e di Cattaneo Robertanata il 02.04.2008

e battezzata il 20.07.2008.

O Signore, con gioia ti ringra-ziamo per averci donato Melissa. A te, o Padre, la riaf-filiamo oggi attraverso il Battesimo, perché tu possaaccompagnarla nel suo cammino di fede e affinché leipossa sempre ringraziarti per il grande e prezioso dono della vita. Per questo di preghiamo.

CAPELLI LUNA VANESSA

di Paolo e diNicole Felicité Kancova Senca

nata il 25.03.2008e battezzata il 20.07.2008.

In questo cammino di crescita di no-stra figlia Luna Vanessa chiediamo a

Dio ed a Maria Santissima Regina della Famiglia divoler accompagnare passo a passo nostra figlia e diaiutarci a trasmetterle i valori umani e cristiani fonda-mentali quali amore, rispetto ed umiltà. Che il tuo An-gelo Custode possa esserti da guida luminosa e da pro-tettore durante questo lungo ed intenso percorso che hai appena cominciato.

ROTA LUCREZIA SOFIA

di Davide e di Melchiorre Marilenanata il 19.04.2008

e battezzata il 07.09.2008.

Signore fa’ discendere su Lucrezia Sofia la tua bontà; fa’ di noi dei buoni educatoriaffinché sia testimone del tuo amore.

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Anagrafe

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SCUDELETTI LORENZO

di Giacomoe di Bono Stella Maria

nato il 23.07.2008e battezzato il 01.11.2008.

Per Lorenzo che oggi riceve ilsacramento del battesimo, fa’ che il Signore doni a lui e ai suoi genitori gioia e serenità. Preghiamo.

LOMBARDI GIULIA

di Mirco e di Battazza Barbaranata il 22.08.2008 e battezzata il 01.11.2008.

Dio Padre, ti ringraziamo per questa nuova vita: rendi-ci degni di lei ed aiutaci a trasmetterle i valori dellafede in Te. Rimani vicino a tutte le famiglie, specialmen-te a quelle di cui conosci le angosce e le difficoltà.Per questo ti preghiamo.

MATRIMONI

MAJ PABLO

con

POLIZZY SILVIA

il 13 settembre 2008.

CODOGNOLA MARCO

con

TROVINI CHIARA

il 4 ottobre 2008.

SCOTTI FAUSTO

con

ANGIOLI FEDERICA

il 6 ottobre 2008.

BATTESIMI

BIFFI GIORGIA

di Giuliano e di Zimbaloi Michelenata il 25.04.2008 e battezzata il 03.08.2008.

MELES ANDREA

di Claudio e di Pedali Patrizianato il 23.01.2008 e battezzato il 21.09.2008.

CROTTI GAIA

di Andrea e di Togni Francescanata il 08.05.2008 e battezzata il 21.09.2008.

SONZOGNI ALICE

di Carlo e di Cremonesi Nadianata il 07.04.2008 e battezzata il 21.09.2008.

CRAWFORD JOHN GEORGE

di Francio e di Giacometti Annanato il 05.07.2008 e battezzato il 05.10.2008.

QUARTI MIRKO

di Claudioe di Rubega Elenanato il 20.05.2008

e battezzato il 05.10.2008.

In questo giorno speciale,comincia per te Mirko un

nuovo cammino accanto al Signore, che ti accoglie comesuo figlio. Affinché tu possa con questo sacramento, cre-scere serenamente accompagnato dall’amore della tuafamiglia e dalla fede cristiana. E con la speranza che il tuo più grande pregio nella vita sia quello di avere un cuorebuono. Per questo noi ti preghiamo.

VALSECCHI MARCO

di Roberto e di Rota Sonianato il 23.06.2008 e battezzato il 05.10.2008.

BOBESCHI DAVIDE

di Enea e di Bernini Ornellanato il 04.07.2008 e battezzato il 05.10.2008.

MENONNA LUCA

di Carlo e di Caldarone Marinellanato il 13.12.2007 e battezzato il 05.10.2008.

SANA FEDERICO

di Ivan e di Locatelli Chiaranato il 26.07.2008 e battezzato il 01.11.2008.

BURINI ILARIA

di Albertoe di Manzinali Apollonia

nata il 19.06.2008e battezzata il 01.11.2008.

Signore, in questa giornata speciale,

affidiamo Ilaria nelle tue mani per ricevere il sacramento

del Battesimo; cancellando così il peccato originale e ini-

ziando il cammino della vita cristiana. Ti chiediamo inoltre

una grazia speciale: affidare la nostra piccola ad un ange-

lo che la custodisca, la protegga e l’accompagna nel cam-

mino della vita; pregando anche i nostri cari defunti di

vegliare anche su di lei illuminandole la strada da percor-

rere. Per questo noi ti preghiamo

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FUNERALI

MAZZOLA AMILCARE

di anni 67 - morto il 17.07.2008

BREMBILLA COSTANTINA

di anni 94 morta il6 agosto 2008

CROTTI GIUSEPPE

di anni 74morto il11 agosto 2008

MAESTRONI MARIA in Bonanomi

di anni 75morta il13 agosto 2008

GHERARDI PIETRO

di anni 88morto il25 agosto 2008

GOTTI TERESA Ved. Pessina

di anni 93morta il28 agosto 2008

SANTIS ALFONSO

di anni 84morto il16 settembre 2008

ROTA ATTILIO

di anni 74morto il03.09.2008

ROMANO GIUSEPPE

morto il27 settembre 2008

MAZZOLENI MARIA

di anni 83morta il2 ottobre 2008

BUZZETTI EDVIGE

di anni 95morta il4 ottobre 2008

FARINA RENATO

di anni 53morto il17.09.2008

GHEZZI VITTORIA

di anni 83morta il21.09.2008

CORTINOVIS EMILIA

di anni 88morta il13.10.2008

TORRI IVAN

di anni 63morto il20.10.2008

PAZZAGLIA ROBERTO

di anni 85morto il23.10.2008

SARDO ELENA

di anni 77 - morta il 25.10.2008

TRAINA GIOVANNA

di anni 82morta il30.10.2008

ROSSI LIDIA

di anni 53morta il04.11.2008

ZONCA PALMINA

di anni 83morta il07.11.2008

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eri intelligente, vivace, pronta, umile, saggia e di grandi sentimenti; nonostante gli anni era piace-vole parlare con te per la mentalità aperta e mo-derna con cui affrontavi i discorsi e i problemidella vita quotidiana.I recenti ricordi vanno agli ultimi anni in cui con le consorelle hai gestito l’asilo accogliendo ibambini di Malcontenta, poi alcuni anni da sola con suor Berenice e come due vere sorelle siete state esempio di amore e commovente sostegnoreciproco.Hai spesso dichiarato il tuo amore per Malcon-tenta, stavi bene con la gente del tuo paese equando potevi, partecipavi con piacere alla vitasociale; grande è stato il servizio che hai portato alla vita parrocchiale aiutando il parroco in Chie-sa e portando la Santa Comunione ai malati conla tua macchina che guidavi con particolare deci-sione.Hai poi accettato con umiltà il trasferimento aOriago e in seguito a Bergamo, chi veniva a farti visita era appagato per la felicità che leggeva nei tuoi occhi e tornava a casa con la pace e la sere-nità che trasmettevi.Sono le persone come te che più di ogni altracosa danno la certezza che la ricerca dell’amore e della fede in Dio sono delle mete possibili everi obiettivi della vita.Il Paradiso ti accoglierà per tutto il bene che hai fatto nella tua lunga vita e siamo sicuri che dalassù osserverai con la tua dolcezza e proteggerai con amore il tuo amato paese.Grazie suor Luigina.

Questa è la testimonianza delle persone che han-

no incontrato Sr. Luigina pressoché novantenne.

A Brembate di Sopra Sr. Luigina è giunta pocopiù che quarantenne, piena di vita, di energiafisica e spirituale, esuberante! Il ritratto è quello che ci è stato presentato sopra. Una donna“intelligente, vivace, pronta, umile, saggia e di

grandi sentimenti”, con una gran voglia di bene per tutti e di far conoscere a tutti la grandezza e la bellezza dell’amore del Signore.Così ha amato e servito, per sei anni, la popola-zione di Brembate, le giovani in particolare, che di lei conservano un ricordo bello e la certezzache con la sua vita Sr. Luigina ha trasmesso: “la

ricerca dell’amore e della fede in Dio sono del-

le mete possibili e veri obiettivi della vita”.

Per il suo passaggio tra noi, rendiamo grazie alSignore, che nel disegno della sua Provvidenzaha regalato a Brembate questa presenza di donna pienamente dedicata a Lui e a noi.A lei, che sicuramente dal cielo ci guarda e cisorride esprimiamo, con l’affetto che non vienemeno, la nostra riconoscenza viva, e la preghiera a continuare su tutti noi la sua benevolenza.

In memoria didon Giuseppe Ferrari

Zogno 21-05-1933Bergamo 21-10-2006

Nella Chiesa dellaDorotina c’era moltacommozione alla Ve-glia missionaria vica-riale del 20 ottobreper fare memoria diun grande sacerdoteche aveva speso lavita per “annunciare a

tutti che Dio ci ama”.Alla veglia, presieduta da don Luigi Carminati, nipote di don Ferrari, c’erano 200 persone del-le parrocchie del nostro vicariato.Don Davide Rota, parroco di Mozzo e grandeamico in missione, ha presentato la figura e ilcuore di don Giuseppe, soprattutto il cuore!Coinvolto in situazioni drammatiche, rischian-do più di una volta il martirio, ha saputo amare tutti, soprattutto i perseguitati. Il suo segreto,ci ha confidato don Davide, era un amore ap-passionato al Signore Gesù, a cui dedicavalunghe ore notturne. Per questo ha contagiatodi gioia e di speranza. Un bravissimo lettore ha letto alcune lettere di don Giuseppe, tolte daun volume che poi è stato distribuito a tutti ipresenti. Lui stesso ha riassunto la sua vita con una bellissima frase: “Ho scelto come profes-

sione la santità, per compagni i poveri, come

bandiera la Croce”.

* * *Sr. Luigina GomiratoSacramentina

Testimonianza della gente di Malcontenta.

Superiora aBrembate di Sopra

negli anni1954/1960

L’espressione e ilsorriso del tuo volto è un ricordo che cidà serenità e pace,possiamo dire che

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Intervista aSuor Assunta Locatelli

In questo periodo estivo è tornata dal Congo,dove svolge la sua missione, la nostra compae-sana Suor Assunta Locatelli, prima della suapartenza, il gruppo missionario l’ha incontrata privatamente in quanto è difficile convincereSuor Assunta a parlare in pubblico. Non è abi-tuata a lavorare con le parole. Lei vive di gesti, di piccoli gesti, ed è schiva a raccontarli.Suor Assunta è una Suora delle Poverelle fon-

date a Bergamo nel 1869 dal Beato don LuigiMaria Palazzolo e missionaria in Africa damolti anni.“ C’è chi lavora in oro fino e chi in ghisa”,diceva il Fondatore chiedendo alle sue suoredi occuparsi dei più poveri ed abbandonati, eSuor Assunta ha raccolto l’invito: poche paro-le e tanti piccoli gesti per raccontare l’amorepreferenziale di Dio per i più poveri. Ecco co-sa ha risposto alle nostre domande.

Quest’anno festeggi i 40 anni di professione

religiosa, raccontaci brevemente cosa hai fat-

to in questi lunghi anni di servizio a Dio e ai

fratelli

Devo ringraziare il Signore per questi 40 annidi fedeltà. Lui mi ha scelto, mi ha guidato eaccompagnato per tutti i giorni di questa lunga

strada. Lui mi ha voluto religiosa consacratanelle suore delle Poverelle, Lui ha fatto nasce-re e crescere in me la vocazione religiosa emissionaria. Io ho sempre cercato di risponde-re a Lui, di seguire la sua strada, di cercare dicapire dove voleva portarmi e guidarmi. Devo dire grazie a tante persone, soprattutto i poveri che in questi anni ho incontrato; attraverso diloro si è reso visibile mano a mano il progetto che il Signore aveva per me.Il mio percorso religioso dopo la formazioneha avuto vari passaggi. Anzitutto a Roma alCollegio Propaganda Fidae, una istituzione che prepara seminaristi di tutto il mondo miglio-rando la loro preparazione religiosa e cultura-le. Un’esperienza splendida veramente a con-tatto con ogni angolo del mondo. Poi sono sta-ta mandata a Senigallia, nelle Marche con gliorfani e i ragazzi in difficoltà. Di seguito, sono andata in Francia ad occuparmi dei figli deinostri emigranti e di casi di bambini affidatidai servizi sociali.Tutto questo tempo è stato in realtà la prepara-zione alla Missione Ad Gentes per la Costad’Avorio. In quel paese mi sono occupata perdieci anni dei cosiddetti bambini decimini. Nel-la tradizione della cultura Agni, nel sud dellaCosta d’Avorio e verso il confine ghanese, esi-ste la credenza che il decimo figlio di una fami-glia sia portatore di spiriti cattivi, motivo per ilquale veniva e viene abbandonato, ancora neo-nato, a se stesso. Questi bambini vengono por-tati a noi suore che li cresciamo e cerchiamo di reintrodurli socialmente. Per fortuna oggi que-ste credenze stanno perdendo terreno.Poi, il Signore mi ha chiesto un nuovo passo,anche se è stato difficile per me lasciare la Co-sta d’Avorio per il Congo (ex Zaire), oggi Re-pubblica democratica del Congo dove sonotuttora.Vivo a Kinshasa, la capitale, con le giovaniragazze congolesi che si preparano alla vitareligiosa, cerco di stare con loro e insegnarequello spirito di semplicità e umiltà che vole-vano i nostri Fondatori.E’ un lavoro non facile e di responsabilità inuna cultura così profondamente diversa.E’ un lavoro complesso anche per la situazione del paese in cui vivo che non ha stabilità poli-tica ed economica e vedo i poveri aumentare di giorno in giorno.

In questi ultimi anni in Congo eri a contatto

con le ragazze del noviziato. Come spieghi il

fiorire di vocazioni in terra di missione e pa-

rimenti la quasi scomparsa delle stesse qui da

noi ?

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futuro della tua gente, quali le responsabilità

dell’occidente e dei politici locali in questa

situazione?

Si è una triste realtà che dobbiamo ammettere. La Repubblica Democratica del Congo è unodei paesi più ricchi al mondo e la gente nonriesce nemmeno a garantire un pasto ai propri figli. In questo paese ci sono tutte le materieprime, dal petrolio, ai metalli preziosi, eppurelo vedo cadere ogni giorno verso il baratro. Ilfranco congolese perde ogni giorno potere dicontrattazione e la crisi alimentare, che in Eu-ropa vediamo solo di riflesso, si fa in Congovera emergenza. Una famiglia che cinque anni fa poteva permettersi un sacco di farina di ma-nioca – il vero alimento che tiene in piedi ilCongo – oggi non ce la fa più.Si usa dire in Congo che la più grande povertà del paese è proprio la ricchezza del suo sotto-suolo. Una ricchezza che ha richiamato da de-cenni i grandi interessi particolaristici quelliche portano a sfruttare le potenzialità del paese e a fomentare le guerriglie tribali e di conqui-sta territoriale, soprattutto del Ruanda, a van-taggio di pochi e non della popolazione che civive.Un paese immenso e ricco ridotto alla miseriaassoluta. Un esempio: il Congo è attraversatoda grandi linee di corrente elettrica ad alta ten-sione che, grazie alla ricchezza d’acqua delpaese e ad alcune dighe, proprio qui è prodot-to. Tutta questa corrente elettrica, sin dai tempi di Mobuto, è venduta ai paese del sud

Il fiorire delle vocazioni in terra di missione ha le sue radici nel profondo senso della vita cri-stiana che viene inculcata fin da bambini. In-fatti la formazione cristiana inizia dai 5 anni e fino ai 10 anni “gli angeli”, così sono chiamati i gruppi di queste età, ricevono la formazionecristiana adatta alla loro età e secondo le mo-dalità tipiche della terra africana: catechesi,canti, danze, attività ludiche. Sono “gli angeli” che animano le liturgie, in particolare danzano durante alcuni momenti delle celebrazioni eu-caristiche: accompagnano la processioned’ingresso e quella offertoriale, il canto delKyrie, del Gloria, e del Sanctus. L’impegnoche viene chiesto a questi bambini è quello divivere da “angeli”, cioè cercare di testimoniare nella vita concreta la bontà.Dai 10 ai 15 anni entrano a far parte del grup-po detto: “Kisito-Anuarite”. Per capire meglio, Kisito è un martire ugandese, si è lasciato uc-cidere all’età di 12 anni pur di non rinnegare la propria fede. Anuarite è una martire religiosacongolese, uccisa dai ribelli all’età di 25 anni, per difendere la propria fede e la sua castità.Ai maschi viene presentata la vita di Kisito echiesto di seguirne l’esempio; alle femmineviene presentata la figura di Anuarite e chiesto di seguirne l’esempio. Dai 15 ai 25 anni i ragazzi fanno parte del grup-po “giovani della luce” il cui modello è GesùCristo.Ogni parrocchia si impegna nell’animazionevocazione, attraverso incontri di preghiera, ritiri spirituali, esercizi spirituali una volta l’anno.A differenza dell’Italia in Congo è facile entrare nelle scuole e i sacerdoti, le suore, i catechistipossono proporre e far vivere le diverse espe-rienze di formazione umana e spirituale proprio nella scuola durante le ore di lezione.Un altro elemento importante è la famiglia. InCongo le famiglie oltre ad essere molto numero-se, sono in genere molto religiose. Tutti i compo-nenti la famiglia partecipano alla vita della par-rocchia, i genitori sono molto attenti alla forma-zione religiosa dei figli e questo certamente faci-lita la ricerca vocazionale dei giovani.È difficile per me, assente dall’Italia da ormaida tanti anni, poter dire le motivazioni dellascomparsa delle vocazioni qui e in Europa ingenere. Penso di poter attribuire le cause delfenomeno ad una certa superficialitànell’impegno di una vita cristiana e alla dimi-nuzione del numero dei componenti il nucleofamiliare.

Il Congo è considerato un mendicante seduto

sopra un mucchio d’oro, come ti sembra il

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dell’Africa e la stragrande parte del Congo non ha energia elettrica. Anche a casa nostral’energia elettrica continua a interrompersi an-che 20 volte al giorno e l’acqua, in un paesericchissimo di fiumi e col grande fiume Con-go, non arriva. Ma ci si abitua.Le tre guerre degli anni novanta unitamentealle molte epidemie, tra cui ricordiamo per ilsangue offerto dalle suore della Congregazione quella del virus Ebola, hanno ridotto il paese a uno stato di grave prostrazione e a tutt’oggi sifatica a vedere una via di uscita. Di chi è la colpa? Certamente la ricchezza delCongo non è dei congolesi e non è per i congolesi.I paesi occidentali, attraverso grandi multina-zionali, sfruttano in un nuovo colonialismo lericchezza del paese: abbattono la seconda fore-sta equatoriale del mondo (a nord del paese),ottengono corrompendo nuove concessioniminerarie, armano i gruppi di ribelli al fine didistrarre l’attenzione dal loro saccheggio, mavi è grande colpa anche nella classe dirigentecongolese, (come denuncia la chiesa locale)che intasca tutti i soldi della corruzione e per-mette di impoverire il paese.Un esempio su tutti. Il Congo possiede i piùimportanti giacimenti al mondo di Coltan, unmetallo conduttore usato per l’elettronica diprecisione (ad esempio i nostri telefoni cellula-ri). Scavato nelle miniere della regione congo-lese del Kiwu, viene portato a spalle per tregiorni furtivamente in Ruanda e da lì parte per l’Europa. Ai poveri disgraziati a cui le multi-nazionali mettono sulle spalle 50, ben 50 kg di Coltan per tre giorni di cammino in foresta, sioffre una paga di 25 dollari americani. Quella stessa quantità, 50 kg, verrà venduta poi in Eu-ropa a oltre 500.000 dollari USA.Questo è il concreto sfruttamento.Dobbiamo stare attenti ai nostri consumi quoti-

diani perché il nostro vivere non diventi sfruttamento dei fratelli.

Cosa chiedi ai tuoi compa-

esani?

Mi viene spontaneo suggeri-re due atteggiamenti:

- prima di tutto la pre-ghiera; come ha detto Gesùnon bisogna stancarsi dipregare. È attraverso la pre-ghiera che ci si fortifica, sidiventa capaci di accettarecome dono di Dio tutta lavita, così come si presenta

con i suoi aspetti belli, ma anche con leinevitabili difficoltà e fatiche;

- credere davvero al Vangelo ed impegnarsia viverlo. Non ci è chiesto di compiere atti eroici, ma semplicemente di testimoniareattraverso i piccoli gesti quotidiani che a-miamo il Signore e quanti ci vivono accan-to, prima i più vicini e poi anche i lontani. La testimonianza è poi sempre accompa-gnata anche dalla possibilità di parlare diGesù; non dobbiamo vergognarci di rac-contare ai nostri figli, nipoti quello che Ge-sù ci dice nel Vangelo.

E vorrei anche approfittare di questa occasione per ringraziare tutti quelli che si impegnano asostenere le missioni, con la preghiera e congesti di solidarietà.

Il Beato Palazzolo raccomandava “Non diremai basta”. Spero che il Signore mi dia questaforza di fronte al dilagare della povertà chediventa miseria. Spero di poter rimanere anco-ra a lungo vicino ai poveri e agli umili. Inquesti 40 anni sono stati i miei compagni diviaggio e li ho vissuti come strada sicura persentirmi sulla strada del Signore.

Grazie Suor Assunta, nonostante la tua timi-

dezza, il fervore con cui ci hai raccontato del-

la tua missione sta a dimostrare quanto l’hai

a cuore e la ricchezza di doni che il Signore ti

ha dato. A Lui e alla nostra patrona S. Maria

Assunta, di cui tu porti il nome, chiediamo di

continuare ad esserti di sostegno e conforto;

da parte nostra ti assicuriamo la nostra pre-

ghiera e la nostra solidarietà.

Buona missione!

Gruppo Africa 73

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1. Nei nostri tempi se penso all’amore non mi viene in mente nulla, non c’è carità nelmondo, sovrastano le guerre e l’odio

2. Oggi si fa tutto quanto per mostrarsi, perfarsi dire “bravo”, ma non lo si fa con ilcuore

3. È difficile perché ognuno pensa a se stesso e non è disposto a cambiare e a sacrificarsi per gli altri

4. La società pensa alla carità come una cosa futile oppure pensa di amare senza averealla base la fede e la speranza

5. La società ha perso il vero significato diquesta parola. Di persone caritatevoli ce ne sono davvero poche

6. Oggi non si fa niente per niente, tutto haun tornaconto. Non si dà solo per dare, ma solo per ricevere

7. Il mondo è egoista, pensa che sia inutileamare se non si guadagna qualcosa. Lasocietà è fondata sul profitto in ogni cam-po

8. L’amore viene ormai visto come qualcosadi scontato, superficiale, e gli uomini sicomportano come se tutto dovesse essereloro dovuto, senza tener conto delle emo-zioni e dei sentimenti degli altri.

9. Non si crede nella carità e forse nemmeno la si conosce, siamo troppo egoisti e ci pre-occupiamo solo di noi stessi. Di chi nonconosciamo non ce ne importa un granché

10. È difficile parlare d’amore perché le per-sone, a causa di quello che si sente nei te-legiornali, non riescono più a fidarsi delprossimo

Sicuramente qualche idea espressa è un po’ troppo radicale o pessimista, ma indica quale è il realepensiero di questi ragazzi. Io credo che su questipensieri bisognerà lavorare, per partiredall’esperienza personale, ma soprattutto per farconoscere che ancora oggi è possibile amare, e far-lo veramente con il cuore, al di là di tutto quelloche televisioni e giornali ci possono dire. San Pao-lo lo scriveva nella sua lettera ai Corinzi, Gesù Cri-sto ce l’ha ricordato nel Vangelo: verremo giudica-ti sull’amore. L’amore (o la carità, come ha scrittoanche il Papa nella sua enciclica) è il metro di giu-dizio di ogni cristiano che parte da questa certezza: Dio è amore.

Concludo queste poche righe con un’ultima consi-derazione. Ho chiesto ai miei ragazzi cosa vuoldire amare. Tra le risposte che mi hanno dato nesottolineo una: “amare vuol dire essere capaci diperdonare chi ci fa del male, nonostante tutto”. Èproprio vero, grazie per avercelo ricordato!

Marco

Parlando

di scuola …

Cari amici di Brembate, dopo una pausa abbastan-za lunga, eccomi ancora qui, sulle pagine del no-stro giornalino parrocchiale. Come sempre, voglio condividere con voi alcune tracce del mio lavoro a scuola, riportare esperienze significative che possa-no farci comprendere un po’ meglio la meraviglio-sa ricchezza del mondo giovanile. La breve rifles-sione che voglio fare oggi, parte da un famoso bra-no della prima lettera di san Paolo ai Corinzi, più conosciuto come l’inno alla carità. (cf. 1 Cor 13, 1-13). Io credo che tutti voi conosciate la bellezza el’importanza di queste parole di san Paolo. Ho vo-luto riprendere in classe con i miei ragazzi di quar-ta superiore queste righe del Nuovo Testamento,per riflettere insieme a loro sul vero significatodella parola “amore”. Mi sembra importante, inuna società come la nostra che banalizza tutto eche fa perdere di vista le cose che contano vera-mente, ricordarci cosa vuol dire amare per il cri-stiano e mettere in pratica il comandamentodell’amore che lo stesso Gesù Cristo ci ha lasciato. Dopo aver letto in classe il testo di san Paolo, hochiesto ai ragazzi cosa gli fosse piaciuto di più.Queste sono state alcune risposte:

1. Senza amore non si fa del bene ma si finge di farlo. L’amore è tutto ciò che c’è di più bello nella vita, ti rende gioioso, sorridente e soprattutto felice.

2. San Paolo ci crede veramente

3. Che l’amore è il motore della vita e la vita senza amore sarebbe triste

4. Anche san Paolo si rende conto chel’amore è il sentimento più importante,anche se è un uomo di fede. Tutti sappia-mo che il male è sbagliato, ma allora per-ché lo assecondiamo invece di combat-terlo?

5. L’amore non tiene conto del male ricevuto e non ha interesse

6. Il fatto che mette in risalto come sarebbe“oscura” la vita senza amore e le nostredoti non potrebbero essere messe in risalto e potremmo usarle in modo scorretto

7. Il fatto che l’amore, in qualsiasi forma sia, indipendentemente dalla persona a cui vie-ne rivolto, deve essere comunque amore

Ho fatto poi un’altra domanda. Ho chiesto quale è, secondo il loro punto di vista, oggi il rapporto fral’amore e la nostra società. Queste sono state alcu-ne risposte:

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Protagonisti…

Protagonismi

Si dice “Essere protagonisti” o “fare i protago-nisti”: è subito evidente che c’è molta differen-za fra i due modi di stare nel mondo.

Oggi, purtroppo, sembra che il secondo ruolovada più di moda, che prevalga cioè l’apparire, il far vedere l’imporsi all’attenzione: parafra-sando la famosa frase “Penso, dunque sono” si può dire “mi guardano, dunque sono”.

Tutti abbiamo bisogno di confrontarci con glialtri, non per competere, ma per “prendere lemisure” su noi stessi, per conoscerci, per capi-re e soprattutto porci delle domande.

Chi fa del protagonismo può non chiedersinulla per provocare una reazione che soddisfiil suo bisogno di riconoscimento, ma questo fa crescere la sua consapevolezza? E accresce ilvalore delle sue azioni in base a un criterio digiudizio che distingua il positivo dal negativo?

Il meeting di Rimini di quest’anno aveva come tema: “O protagonisti, o nessuno”.

Forte e provocatorio: qualcuno ha inteso quel“nessuno” forse come dispregiativo per le vite ordinarie, ma bastava leggere qualche resocon-to, ascoltare qualche intervista anche a visita-tori qualsiasi per capire che non è stato così.

Sono stati chiamati “protagonisti” non solocoloro che hanno portato la testimonianza diun percorso di vita, di un impegno, di una vita vissuta per una causa buona, ma anche i varirelatori che hanno contribuito alle riflessioni e ai dibattiti, o coloro che hanno aderito comevolontari per l’organizzazione (magari pulendo bagni) o come i partecipanti, convenuti pervedere, ascoltare, fare domande, ottenere ri-sposte.

Tutti costoro mossi dal desiderio di rispostealle esigenze del cuore, prendendosi molto sulserio, prendendo sul serio i perché della vita,per cercare di orientarla verso un fine buono.

Ecco i protagonisti!

Il card. Bagnasco, nel suo intervento, è andato oltre “la Storia è compito di ogni uomo, que-sto compito di ognuno è il primo affluente del-la storia universale!”.

La storia compito nostro? Ma la storia la fanno

i leaders, i grandi, famosi, i generali o i rivolu-zionari, gli scienziati o gli inventori e al massi-mo è per i più ambiziosi, quelli che sgomitano per entrare nella cerchia che conta, o quelli che lasciano una traccia.

Ecco invece la risposta cristiana: fare la Storia è compito di ognuno: nel cristianesimo nessu-no può essere… nessuno. Ce lo stiamo dimen-ticato!

Ripensando alle generazioni passate (padri enonni) al loro modo di vivere e di pensare,sembra che questo per loro fosse normale sen-za tante riflessioni: vivere era assolvere uncompito, impegnarsi alla costruzione di un be-ne comune, ancora più pressante probabilmen-te dopo le guerre, quando si ricominciava avivere, a lavorare, a costruire, spinti dalla ne-cessità di continuare la storia, la propria equella del proprio paese.

Perché il secondo affluente della storia è quel-lo formato dalla storia dei popoli, perciò è im-portante che il fiume del nostro popolo scorrain un alveo comune, non si disperda in rivoliimproduttivi e aridi fatti di individualità, egoi-smi e in continua ricerca di “protagonismi”.

Essere protagonisti è anche guardare a “veriprotagonisti” del nostro tempo, quelli che pos-sono essere dei modelli e sono tanti, ma nonappaiono in TV, bisogna cercarli su canali al-ternativi e sono coloro che ci daranno speranza in un futuro che è da costruire, ma con noi.

Luisa

* * *Aforisma: Di nessun dono di Dio si fa tantosciupio come della mente, che è il più prezio-so. Quanti pascoli avvelenati per le letture, il cinema e la televisione!

(Don Alberione)

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saggi, spesso contraddittori o tra parole che poi vengono smentite dalla pratica.Dicevo del senso del dovere, ma non basta:“l’Educazione è casa del cuore” diceva donBosco per questo noi adulti dobbiamo riscopri-re la passione educativa che ci coinvolge inogni momento, in ogni periodo dell’età dei fi-gli.Ho trovato un commento alla lettera indirizza-ta dal Papa alla diocesi di Roma sul “compitourgente dell’educare” che sintetizza cinquepunti che spiegano cosa intenda il Papa.Educare è:

1. Presenza amorevole: esserci, esprime-re una vicinanza ricca di fiducia e a-morevolezza.

2. Si educa donandosi: mettersi in giocoin modo totale, facendosi dono perl’altro.

3. Non temere la sofferenza: cercando di eliminare ogni difficoltà ed esperienzadel dolore a sé e ai figli, si rischia di

Le notizie apparse sui giornali: In Inghilterra si è deciso di premiare con 200 sterline i genitori che: faranno vaccinare i figli, li faranno legge-re, insegneranno loro ad essere educati e amangiare cibi sani.In Francia queste cose non possono succedere!Siamo noi genitori che facciamo regali ai no-stri figli: a forza di sentir parlare di gratifica-zione (che sembra indispensabile per non farcrescere bambini complessati) abbiamo tuttiperso un po’ il senso del dovere?Nell’ultimo anno sono stati in molti a lanciare un allarme sull’emergenza educativa che vi-viamo e allora tutti a scagliarsi contro Tv,stampa, famiglia, scuola, tutta colpa del troppo benessere, del consumismo, anzi no troppa e-marginazione, anzi no, i tempi sono cambiatibisogna adeguarsi… sono necessarie delle re-gole o forse no… i giovani devono fare le loro esperienze ecc..È vero, il contesto non aiuta gli educatori, ma ci si deve rendere consapevoli che anche per iragazzi non è facile orientarsi tra mille mes-

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Un premio per fare i genitori

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produrre fragilità ed egoismo: la capa-cità di amare corrisponde alla capaci-tà di soffrire insieme.

4. Giusto equilibrio fra libertà e discipli-na: questi due atteggiamenti collabora-no insieme secondo un dosaggio diver-so secondo l’età.

5. Educazione ricca di autorevolezza:questa rende credibile l’eserciziodell’autorità e aiuta a scoprire chel’educatore non è un banditore di prin-cipi, ma un testimone dei valori procla-mati.

Concludeva dicendo che invece di incolpare igiovani di indifferenza e insofferenza o gli a-dulti perché non sono più capaci, è necessario trovare nuovo slancio e rinnovato entusiasmoper l’opera educativa in una “speranza affidabi-le” che nasce dalla fiducia in Dio e nella vita.Nessuna ricetta pronta dunque, solo un forterichiamo a dire “mi interessa, mi sta a cuore”.Due esempi mi hanno colpito, li condividoperché mi sembra che dicano moltosull’argomento e sono di due insegnanti, dueveri educatori!

Uno studente disse al suo insegnante di reli-gione che a lui non interessavano le domandeimpegnative sulla vita, ma chiedeva solo: sol-

di, moto, musica, ragazza, internet, amici….Il professore rispose tranquillo: non ti voglioprivare di nulla di ciò che desideri, voglio aiu-tarti a scoprire il loro vero grado di valore per dare pienezza alla tua vita!

Una mamma parla con l’insegnante della figlia e si mostra preoccupata perché non ascolta,contesta tutto quello che le si dice, si ribellaalle regole ecc..L’insegnante la tranquillizza: signora, sonosicuro che fino a questo momento, lei ha mes-so nel bagaglio che sua figlia porta sulle spalle tanti buoni insegnamenti; ora è il momento che sua figlia se lo tolga e se lo metta davanti: dob-biamo aiutarla a guardarci dentro e a ragionare su quello che si trova perché solo così potran-no diventare valori per sé stessa.

Come per tanti altri argomenti, non lasciamoci scoraggiare dai pessimisti o dai rinunciatari,ma armiamoci di strumenti che ci aiutino a de-cifrare la realtà oltre le notizie dei telegiornalie a educarci visto che (così dicono) questa o-perazione dura tutta la vita, anche se non cisono premi in palio.

L.

Autunno al parco di Casa Serena.

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Automobile?

Grande necessità… Grande problema

dire “Io esco”. Impugnando le chiavi dellamacchina.

Ma forse ci dimentichiamo che buona partedella vita di un adulto si viene a trovare pri-gioniera di quella stessa auto che da giovani si sognava di possedere, dimentichi per unistante del traffico che più o meno ogni gior-no paralizza le strade di paesi e città. Traffi-co che blocca persone che non arriverannomai in tempo a quell’appuntamento fissatoda giorni e giorni.

E’ così che l’uomo, innervosito da un’attesa dietro ad altre auto, che sembra non finiremai, diventa irritabile e scontroso, pronto ascattare (a volte, come tutti ben sappiamo,con aggressività) alla minima occasione.

Le automobili ormai riescono ad influenzare anche le decisioni stesse dell’individuo chefrequentemente stabilisce di non recarsi inun certo luogo, basandosi sul “calcolo deichilometri” (“No, al lago non ci andiamo, la strada è troppo lunga”) e di quanto tempodovrebbe impiegare per percorrerli a bordodel proprio veicolo (“No, un’ora e mezza diauto per andare al lago, proprio no”).

Al contrario, troppo spesso ci si affida adessa in ogni situazione, evitando sempre più di vivere l’esperienza di pedone, seppur perspostamenti minimi.

I nostri paesi vengono di conseguenza pla-smati e rimodellati in funzione di questa ne-cessità di potersi recare ovunque a bordo del mezzo ed è così che strade e superstrade in-vadono e ingrigiscono i più svariati ambienti.

Restano comunque i centri urbanil’indiscusso habitat della regina delle strade;

L’automobile sta vivendo da assoluta prota-gonista l’epoca moderna condizionandosempre più profondamente la vita dell’uomo. Non possiamo fingere di non accorgerci ditutto questo.

Nata come semplice mezzo di trasporto, èriuscita in breve tempo a rivoluzionare il no-stro sistema di vita, insinuandosi in definiti-va in ogni casa italiana.

La nostra Italia è un paese tra i più motoriz-zati in cui il numero di persone che entranoin possesso di un auto continua a crescere.

Questo è visto, da buona parte degli adole-scenti, anche come il passaggio dalla condi-zione di bambini, in tutto e per tutto dipen-denti dai genitori, a quella di adulti, con lamassima libertà di spostamento e di autono-mia che l’automobile sembra poter garantire. E’ ben diverso dover chiedere “Per favore,mi dai un passaggio a…”, piuttosto che poter

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città che rischiano ogni giorno di più di esse-re invase e rese invivibili da un eccessivonumero di tali veicoli.

Questo ambiente risulterà oltretutto paraliz-zato dall’inquinamento da essi derivante, con la diretta conseguenza che, per i poveri abi-tanti (si, esattamente tutti noi), tenderanno ad aumentare sempre più non soltanto lo stressdovuto al caos, ma anche malattie respirato-rie più o meno serie. Pensarci fa paura forse, ma è così che stanno le cose.

Ma purtroppo non sono solo gli adulti, citta-dini o guidatori che siano, a risentire di que-sto eccessivo utilizzo di automobili: anche ibambini si vedono costretti a restare chiusi in camera, minacciati da autoveicoli che spa-droneggiano in città così come in campagna. Non si può più giocare a “palla prigioniera” nel giardinetto sotto casa. E’ troppo pericolo-so. Fidarsi degli automobilisti è bene. Nonfidarsi è meglio.

Nel 2008 è questa la situazione: autovettureche intasano strade e parcheggi, vicoli privati o zone limitrofe ad ogni genere di edificiopubblico.

Miliardi di automobili per miliardi di auto-mobilisti; ed è così che l’auto diventa sempre

più anche uno status symbol, emblema delprogresso, certo, ma simbolo anche di un in-dividualismo sempre più accentuato in unasocietà in cui se non si possiede un veicolomotorizzato privato ma soprattutto di un cer-to tipo, non si è nessuno.

E, cosa ancor peggiore, società la nostra,all’interno della quale, in totale mancanza di un’auto, non ci si sente più in grado di farenulla.

La domanda sorge spontanea. Dove stiamoandando a finire? Meglio la comodità a tutti i costi a scapito dell’individuo, oppure am-mettere che le auto, ormai, stanno diventan-do veramente anche un problema?

Personalmente, potendo, tornerei volentierial buon vecchio cavallo-con-carretto. Vedere persone che liberamente si spostano a piediper le strade. Poter ascoltare il cinguettio dei passerotti (Ok, non esageriamo…)

Ma questo è solo un sogno. Una bellissimautopia. Chi rinuncerebbe volontariamentealla comodità dell’auto?! Siamo sinceri…Nessuno.

Laura Ravasio

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NON ABBIAMO LETTO PER VOI....Gianni e Antonella Astrei, Gli errori di mamma e papà. Guida

pratica per non sbagliare più, Ancora (€ 19,90)

Scrivere una guida pratica alla scoperta degli errori più comuni

commessi dai genitori, per imparare ad evitarli: questo l'obiettivo

di Gianni e Antonella Astrei, "genitori di lungo corso" che - gra-

zie al contributo determinante dei 4 figli - hanno preparato le 150

"voci" che compongono il testo, vivacizzato dalle illustrazioni di

Pierluigi Diano. Uno strumento che, proprio partendo dagli errori

dei genitori, può aiutare a metterli in discussione, a riscoprire la

bellezza della vita famigliare, delle tante piccole cose che la

riempiono, che la rendono unica, che danno il vero senso alla

nostra esistenza.

Il mondo giovanile è sempre stato uno dei centri dell'interesse

di Vittorino Andreoli, nelle sue varie vesti di psichiatra, di os-

servatore del costume, di narratore abituato a scavare nei luo-

ghi oscuri della psiche e della nostra società. Molte volte è sta-

to chiamato ad affrontare il disagio di adolescenti bombardati

da stimoli e da modelli di comportamento contraddittori e ir-

raggiungibili, abbandonati a se stessi da adulti che li temono e

sono fin troppo preda delle loro stesse insicurezze per offrire

certezze ai giovani. In questo libro breve e intenso, Andreoli si

rivolge direttamente a un adolescente di oggi, e affronta le sue

inquietudini, le sue domande, la sua disperata esigenza di dare

un senso alla vita.

In questo libro, Vittorino Andreoli si rivolge alla famiglia nel

suo complesso, l'organismo fondamentale all'interno del qua-

le si pongono le basi di un sereno sviluppo personale o da cui

possono trarre origine conflitti, lacerazioni e traumi destinati

a segnare intere esistenze. Il tono scelto da Andreoli non è

quello del saggio specialistico: questa lettera comunica pen-

sieri e sentimenti rivolti alla sensibilità di ciascun membro

della famiglia. Ognuno è chiamato a mettersi in gioco, a esa-

minare i propri atteggiamenti e giudizi e le loro conseguenze

sugli altri familiari, a riflettere con serenità sulle dinamiche e

sui valori che, in modo esplicito o implicito, caratterizzano

ogni famiglia.

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Iniziamo con questo numero, una breve seriedi articoli per presentare la figura di san Pao-lo. Benedetto XVI ha infatti inaugurato que-st'anno le celebrazioni per ricordare il bimille-nario della nascita dell'Apostolo delle Genti.E' un'occasione preziosa per conoscere meglio la sua persona e i suoi scritti. La riflessionesulle sue lettere e sulla sua vita non potrà che giovare a tutti i cristiani e alla vita di ogni co-munità.

Paolo lo conosciamo soprattutto per i suoiscritti. Eppure Paolo non è nato per fare loscrittore. Nella sua formazione (era un giudeoosservante e discepolo di rabbini) aveva sicu-ramente imparato a leggere i testi sacri e aspiegarli, ma non a scriverne commenti. Daparte sua, egli faceva addirittura fatica a impu-gnare la penna: «Vedete con che grossi carat-teri vi scrivo, di mia mano» (Gal 6,11). Perquanto ne sappiamo, ha iniziato a produrrescritti (dettandoli) soltanto in età avanzata, acirca cinquant’anni, quasi venti da quando era

diventato cristiano; e non perché improvvisa-mente avesse sentito questa vocazione: lui in-fatti era ben consapevole di essere chiamato da Dio a evangelizzare i pagani, non a diventareautore di lettere dal carattere teologico. Paolousa questo mezzo di comunicazione come stru-mento del suo lavoro apostolico, per rendersipresente nelle comunità dove ritiene necessa-rio – e a volte urgente – far arrivare il suo pen-siero, per indicare le soluzioni a problemi con-creti di varia natura, per insegnare, motivare,correggere, rimproverare, consolare, incorag-giare, ecc. I suoi sono di fatto i primi scritti in assoluto della letteratura cristiana, che signifi-cativamente inizia proprio con il genere lette-rario più colloquiale che esiste, quello episto-lare, piuttosto che quello del trattato.

Nei suoi scritti si avverte tra l'altro una buona conoscenza dell’arte del ben parlare – che ve-niva insegnata nelle scuole greche – con il fre-quente uso delle figure e degli espedienti reto-rici (la metafora, l’allegoria, la metonimia,l’iperbole, l’ironia...); proprio per il loro inten-to principale di voler persuadere i destinataririguardo a verità dottrinali e a comportamentida tenere, e il fatto di essere destinate a essere lette ad alta voce nell’assemblea, le lettere pa-oline si avvicinano per molti versi al discorsoorale, che allora veniva preparato seguendo leprecise regole della retorica antica.

Anzi, il suo stile e il suo linguaggio rispecchia-no l’immediatezza e la vivacità della linguaparlata, che evita ricercatezze e saccenterie per far valere piuttosto la forza dell’argomen-tazione in grado di parlare all’intelligenza. Po-tremmo applicare al suo modo di scrivere ciò che Paolo stesso dichiara in una sua lettera ri-guardo al suo modo di parlare: «Quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mi-stero di Dio con l’eccellenza della parola odella sapienza [...]. La mia parola e la mia pre-dicazione non si basarono su discorsi persuasi-vi di sapienza, ma sulla manifestazione delloSpirito e della sua potenza, perché la vostrafede non fosse fondata sulla sapienza umana,ma sulla potenza di Dio» (1Cor 2,1.4-5). Seegli per umiltà si definisce «profano nell’artedel parlare» (2Cor 11,6), tuttavia non mancano brani del suo epistolario che raggiungono alti

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Sulle orme di Paolo

San Paolo Fuori le Mura.

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scambiate tra le varie comunità (cfr. Col 4,16;Gal 1,1) e raccolte insieme. L’autore della se-conda Lettera di Pietro le menziona dandoquindi per scontato che la comunità a cui si ri-volge già le conosca e le abbia raccolte; metten-do in guardia da una loro falsa interpretazione,implicitamente riconosce loro un grande valore, anche perché in qualche modo le paragona ad-dirittura alle Scritture ebraiche: «La magnani-mità del Signore nostro giudicatela come sal-vezza, come anche il nostro carissimo fratelloPaolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gliè stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli in-stabili le travisano, al pari delle altre Scritture,per loro propria rovina» (2Pt 3,15-16).

Da alcuni accenni che troviamo nelle sue lette-re, veniamo a sapere anche che la raccolta innostro possesso non è completa: Paolo ha scrit-to altre lettere che purtroppo sono andate perse(cfr. 1Cor 5,9; 2Cor 2,4; 7,8; Col 4,16). La fis-sazione nel canone (cioè l'insieme dei libri checompongono la Bibbia ritenuti ispirati) la si a-vrà soltanto alla fine del IV secolo con il Conci-lio di Ippona (393) e quello di Cartagine (397), dove si nominano quattordici lettere, essendostata inclusa anche quella agli Ebrei. Riguardoal canone attuale della Bibbia, va ricordato che

la successione delle lettere paoline così come le troviamo nel Nuovo Testamento non seguel’ordine cronologico, ma quello basato sullaloro lunghezza: si comincia quindi dalla piùestesa (Romani) per finire con la più corta(Filemone). Se si fosse seguita la classificazio-ne temporale, avremmo avuto questa sequenza: 1Ts (scritta nel 50), 1Cor, 2Cor, Fil, Fm, Gal e Rm, scritta probabilmente nel 58 d.C.

don Gustavo

livelli letterari e perfino poetici (cfr. l’innoall’amore di Dio di Rm 8,31-39 o quelloall’amore cristiano di 1Cor 13).

Nel Nuovo Testamento ben tredici lettere sono attribuite a Paolo. Un caso a parte è la Letteraagli Ebrei, in passato attribuita a Paolo: in real-tà non si nominano né mittente né destinatari;inoltre più che una lettera ha le caratteristichedi un’omelia. Di queste tredici, per ragioni sti-listiche e teologiche, soltanto sette vengonoattribuite con certezza a lui, e perciò sono dette "protopaoline": prima lettera ai Tessalonicesi,prima e seconda lettera ai Corinzi, quella aiFilippesi, a Filemone, ai Galati e ai Romani.Le restanti lettere vengono attribuite con diver-so grado di incertezza a discepoli posteriori,secondo il diffuso fenomeno della pseudepi-grafia (l’attribuire cioè lo scritto a un perso-naggio famoso, non con l’intenzione di pro-durre un falso, bensì per rendergli omaggio):sono le "deuteropaoline" ai Colossesi, agli Efe-sini, la seconda lettera ai Tessalonicesi, le due lettere a Timoteo e quella a Tito. Fare questadistinzione non significa fare una discrimina-zione tra le lettere circa la loro ispirazione e la loro canonicità.

Sappiamo che ben presto queste lettere vennero

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San Paolo in Piazza San Pietro.

Caravaggio: La conversione di San Paolo.

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La Redazione, i Collaboratori e il Gruppo distributori

augurano un sereno e lietoNatale 2008 e feliceAnno Nuovo 2009

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...“NATUM VIDETE”...I Presepi di Raffaele Boselli

alias Pisello

Oratorio San Giovanni Bosco - Via Locatelli, 4

dal 6 dicembre 2008 all’11 gennaio 2009

Inaugurazione: sabato 6 dicembre ore 16.30

Orari di apertura: da lunedì a venerdì 15.00 /19.00

sabato, domenica e festivi 10.00/12.00 e dalle 15.00/19.00

con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura,della Biblioteca Comunale “Mario Testa”

del Comune di Brembate di Sopra

Oratorio San Giovanni Bosco Brembate di Sopra

Benny & C. Design srlVia Venezia, 2/aMozzowww.bennydesign.com

via Monte Grappa, 14 - tel. 035 494266824040 Ghiaie di Bonate Sopra (Bg)

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Informazioni parrocchiali

Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste:Invernale: ore 18,00 - Estivo: ore 18,30

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena)Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00.Estivo: ore 10,30 - 18,30.

Disponibilità per le Confessioni

Don Corinno: ogni venerdì 8.30 - 9.30Don Gustavo: ogni sabato 8.30 - 9.30Don Faustino: ogni sabato 16.30 - 18.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questoministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo.

Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15Terza domenica di ogni mese, ore 16.00 (estivo ore 17.00)

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle

20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima.Occorre prepararsi adeguatamente.

Per questo la parrocchia organizza due corsi di preparazione: uno in autunno e uno in inverno. (È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia).Per le pratiche burocratiche ci si rivolge a don Faustino Rota (tel. 035.332.092) circa tre mesi prima del Matrimonio.In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia dellasposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Per la richiesta di certificati

Per ogni genere di certificazione, ci si rivolge a don Faustino Rota, via Indipendenza 2,possibilmente non durante i pasti.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097 e-mail: [email protected]

Don Faustino Rota Tel. 035.332.092 - cell. 329.544.4774

Don Gustavo Bacuzzi Tel. 035.332.385 - cell. 348.084.1213 e-mail: [email protected]

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