Insieme nr. 17 febbraio 2012

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno IV - N. 17 - Febbraio 2012

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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Periodico della

Parrocchia S. Maria Assunta

in Brembate di Sopra

Anno IV - N. 17 - Febbraio 2012

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Sommario

3 Editoriale

5 Vita parrocchiale

19 La Voce dell’Oratorio

23 Missioni

24 Attualità\

30 Associazioni e gruppi

Come ricevereCome ricevereCome ricevereCome ricevere il giornalino parrocchialeil giornalino parrocchialeil giornalino parrocchialeil giornalino parrocchiale

"Insieme"Insieme"Insieme"Insieme"?"?"?"?

Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati UNA SOLA VOLTA in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 12,00) è un'offerta.

NON E' OBBLIGATORIA per ricevere l'Insieme.

Tali offerte si raccolgono in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME" oppure in sacrestia.

E' inutile allegare all'offerta il nome e l'indirizzo (se sono già stati dati). E' un'offerta libera per sostene-sostenere le spese della stampa.

Direttore: Direttore: Direttore: Direttore: don Corinno Scotti

Direttore responsabile:Direttore responsabile:Direttore responsabile:Direttore responsabile: Davide Agazzi

Editore:Editore:Editore:Editore: Parrocchia S.Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa:Stampa:Stampa:Stampa: Guerre Serigrafia Ghiaie di Bonate Sopra

RRRRedazione:edazione:edazione:edazione: don Carlo, don Matteo, Max, Marco, Luciano, Luca, Luisa

Impaginazione edImpaginazione edImpaginazione edImpaginazione ed elaborazione foto:elaborazione foto:elaborazione foto:elaborazione foto: Max, Luciano

Foto: Foto: Foto: Foto: Max

Collaboratori:Collaboratori:Collaboratori:Collaboratori: don Corinno, Luca, Sr. M. Laura Betti, Chiara, Elisa e Arianna, Paolo, Giulia, Fiorenza, Luisa, Alessandra, Gennaro

EEEE----mail:mail:mail:mail: [email protected]

Sito web:Sito web:Sito web:Sito web: www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

In copertina:

Chiesa parrocchiale: Gesù con accanto la Madonna Addolorata.

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INSIEME

Editoriale

Editoriale

QuaresimaQuaresimaQuaresimaQuaresima

LLLL a vita è stata sempre paragonata a un cammino. A volte facile, a volte diffici-le, sempre impegnativo. Ogni strada ha

necessariamente una meta.

Papa Giovanni usava un’altra immagine, quel-la del mare dove naviga la barca della nostra vita, con la certezza, lui diceva, che c’è un por-to dove ad attendere c’è il Signore e i nostri cari che ci sono andati avanti.

Nel cammino c’è bisogno di soste per fermarci a riprendere fiato: sono le feste di cui è marca-ta appunto la vita personale, familiare e della comunità.

Non è da molto che abbiamo celebrato la festa del Natale, ripromettendoci che la gioia e la speranza che la nascita di Gesù ci hanno dona-to, dovevano poi aiutarci a vivere il “tempo ordinario”, la quotidianità dei giorni feriali. È lì che si misura la nostra fedeltà al Signore e alla missione che Lui ci ha affidato. È nel quo-tidiano che cresciamo in sapienza e grazia. Ora inizia la QUARESIMAQUARESIMAQUARESIMAQUARESIMA, con il suo caratte-re di serietà, quasi di tristezza. Eppure Dio sa quanto bisogno abbiamo della Quaresima. Di un tempo, cioè, per rientrare in noi stessi e pensare al significato di ciò che stiamo facen-do e all’orizzonte verso cui camminiamo.

È sempre forte la tentazione di sconvolgere la gerarchia dei valori e magari di dare troppa importanza a cose secondarie, trascurando l’essenziale.

La Quaresima ci aiuta a mettere ordine e a ri-vedere come stiamo vivendo i rapporti con Dio, con i fratelli e con le cose. Ecco, dunque, il nostro impegno quaresimale:Ecco, dunque, il nostro impegno quaresimale:Ecco, dunque, il nostro impegno quaresimale:Ecco, dunque, il nostro impegno quaresimale: ♦ Mettere Dio al primo posto. Il cardinale

Martini parlava della “dimensione contem-plativa della vita”, vivere alla sua presenza, nella ricerca della sua volontà, nell’impegno di ritagliarci tempi per il si-lenzio, la preghiera, l’ascolto della sua Pa-rola.

♦ Ma il nostro amore a Dio si misura

sull’amore ai fratelli. “Non potete amare Dio che non vedete, se non amate i fratelli che vedete”. Allora la Quaresima è il tempo per verificare il nostro amore al prossimo, cominciando da quelli di casa nostra, dai colleghi di lavoro, dai compagni di scuola. Forse m’accorgerò che non so ringraziare, né valorizzare, né essere attento agli altri. Mi renderò conto anche che la crisi econo-mica tocca da vicino anche molte famiglie della nostra comunità e non possiamo resta-re indifferenti.

♦ Infine devo chiedermi il posto che occupa-

no le “cose” nella mia vita. E la tentazione è particolarmente forte; perché i soldi, il su-perfluo, le ambizioni mi catturano il cuore e non mi lasciano libero. E perciò sono sem-pre insoddisfatto e scontento. La crisi ha colpito tutti. La Caritas diocesana e parroc-chiale lo confermano. Ma è un’occasione perché il nostro modo di vivere diventi più sobrio e solidale.

La preghiera come apertura a Dio, la carità come attenzione ai fratelli, la sobrietà come libertà di fronte alle cose sono gli atteggiamen-ti, anzi, i doni della Quaresima.

Tra le varie iniziative di questo tempo, mi per-metto di raccomandare cordialmente gli “incontri del venerdì”. Pubblichiamo a parte le date e i temi per le nostre riflessioni.

Quest’anno abbiamo la fortuna di ospitare per-sone particolarmente qualificate e sensibili.

Si tratta del prof. Giangabriele Vertova, impe-gnato da sempre nel sociale e nella vita eccle-siale; della dott. sa Rosa Gelsomino, presiden-te provinciale delle ACLI; del dott. Ettore On-gis, insegnante e già direttore de “L’Eco di Bergamo” per undici anni; don Chino Pezzoli, un santo prete molto noto anche a Brembate, fondatore di comunità di recupero e autore di libri sulla famiglia. Non mi resta che augurare:

Buona Quaresima.Buona Quaresima.Buona Quaresima.Buona Quaresima.

d. Corinnod. Corinnod. Corinnod. Corinno

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INSIEME

Editoriale

È stato scritto che “solo i santi e i poeti posso-no parlare della Croce di Gesù”, ma anche del-la Croce degli uomini. Luca Bonati… non è un santo. Ma è un poeta, anzi, un poeta di casa nostra, perché è un brembatese DOC. Non è molto conosciuto, perché ha una modestia pari alla sua bravura. Eppure ha al suo attivo libri di poesie e ha vin-to concorsi nazionali. E come tutti i poeti dalla spiccata sensibilità di fede, non poteva non confrontarsi con la Cro-ce. Ha composto una bella Via Crucis di cui ripor-tiamo l’ultima stazione: “Gesù è deposto nel sepolcro”. (Ricordo anche che Luca è membro della reda-zione del nostro notiziario).

d. Corinnod. Corinnod. Corinnod. Corinno

* * * Cala il sole e si fa notte, si spalancano le porte sul Regno del buio. Cala il sipario ed il pubblico lascia la scena della morte in diretta.

Un corpo nudo esile e freddo penzola dalla Croce come macabro trofeo. Calano le quinte sul senso della vita che lascia spazio al nulla, alla morte, Dolore nello sguardo di povere donne che ha visto la Luce spegnersi nel sangue. Solo lacrime compassione, pietà, per un giusto che muore e una Madre nel dolore. Una nuda tomba scavata nella roccia accoglie le spoglie di un Dio morto. Una grossa pietra rotola sulla porta e finisce il sogno del Figlio dell'Uomo.

Luca Luca Luca Luca

VIA CRUCISVIA CRUCISVIA CRUCISVIA CRUCIS

INVITOINVITOINVITOINVITO

La redazione del giornalino “INSIEME”

invita tutti coloro che vogliono ricevere il periodico della nostra parrocchia

a continuare a sostenere le spese per la sua pubblicazione.

Si fa presente che senza il vostro sostegno non potremmo più andare in stampa.

Ogni copia ci viene a costare € 2,00.

Ringraziandovi rinnoviamo a tutti gli auguri di un sereno anno 2012.

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INSIEME

Vita parrocchiale

FEBBRAIOFEBBRAIOFEBBRAIOFEBBRAIO 5 Domenica5 Domenica5 Domenica5 Domenica V del Tempo OrdinarioV del Tempo OrdinarioV del Tempo OrdinarioV del Tempo Ordinario XXXIV Giornata nazionale per la vita. Ore 11.00: Benedizione e inaugurazione del Centro Sociale in Piazza Giovanni Paolo II. Ore 11,15: Celebrazione dei battesimi. 10 Venerdì.10 Venerdì.10 Venerdì.10 Venerdì. Ore 20.45: Corso per fidanzati in oratorio. 11 Sabato.11 Sabato.11 Sabato.11 Sabato. Beata Vergine Maria di Lourdes.Beata Vergine Maria di Lourdes.Beata Vergine Maria di Lourdes.Beata Vergine Maria di Lourdes. XX Giornata mondiale del malato. Ore 9.00: A Casa Serena: Unzione degli infer-mi per gli ospiti che lo desiderano. 12 Domenica12 Domenica12 Domenica12 Domenica VI del Tempo OrdinarioVI del Tempo OrdinarioVI del Tempo OrdinarioVI del Tempo Ordinario Ore 9.00-16.00: Ritiro spirituale presso il Pa-tronato San Vincenzo di Bergamo, per le cop-pie che partecipano al corso per fidanzati. 14 Martedì.14 Martedì.14 Martedì.14 Martedì. Ss. Cirillo, monaco e Metodio, vescovo, patroni d’Europa. 17 Venerdì.17 Venerdì.17 Venerdì.17 Venerdì. Ore 20.45: Corso per fidanzati in oratorio. 18 Sabato.18 Sabato.18 Sabato.18 Sabato. S. Geltrude Comensoli, vergine, fondatrice dell’Istituto delle Suore Sacramenti-ne. 19 Domenica19 Domenica19 Domenica19 Domenica VII del Tempo OrdinarioVII del Tempo OrdinarioVII del Tempo OrdinarioVII del Tempo Ordinario Ore 16.00: Celebrazione dei battesimi. 20 Lunedì.20 Lunedì.20 Lunedì.20 Lunedì. Ore 20.30: Incontro dei Gruppi missionari del vicariato. 22 Mercoledì delle Ceneri.22 Mercoledì delle Ceneri.22 Mercoledì delle Ceneri.22 Mercoledì delle Ceneri. Inizio della Quaresima; giorno di digiuno e di

astinenza dalla carne. 24 Venerdì.24 Venerdì.24 Venerdì.24 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne. Ore 20.45: Corso per fidanzati in oratorio. 26 Domenica26 Domenica26 Domenica26 Domenica I di QuaresimaI di QuaresimaI di QuaresimaI di Quaresima

MARZOMARZOMARZOMARZO 2 Venerdì.2 Venerdì.2 Venerdì.2 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne. Ore 20.45: Corso per fidanzati in oratorio. 4 Domenica4 Domenica4 Domenica4 Domenica II di QuaresimaII di QuaresimaII di QuaresimaII di Quaresima Ore 11,15: Celebrazione dei battesimi. 9 Venerdì.9 Venerdì.9 Venerdì.9 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne. Ore 20.45: Corso per fidanzati in oratorio. 11 Domenica11 Domenica11 Domenica11 Domenica III di QuaresimaIII di QuaresimaIII di QuaresimaIII di Quaresima 16 Venerdì.16 Venerdì.16 Venerdì.16 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne. 18 Domenica18 Domenica18 Domenica18 Domenica IV di QuaresimaIV di QuaresimaIV di QuaresimaIV di Quaresima Ore 16.00: Celebrazione dei battesimi. 19 Lunedì.19 Lunedì.19 Lunedì.19 Lunedì. S. Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria. 23 Venerdì.23 Venerdì.23 Venerdì.23 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne. 24 Sabato.24 Sabato.24 Sabato.24 Sabato. Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri. 25 Domenica25 Domenica25 Domenica25 Domenica V di QuaresimaV di QuaresimaV di QuaresimaV di Quaresima 26 Lunedì.26 Lunedì.26 Lunedì.26 Lunedì. Annunciazione del Signore. 30 Venerdì.30 Venerdì.30 Venerdì.30 Venerdì. Giorno di astinenza dalla carne.

CALENDARIO PARROCCHIALE

CATECHESI ADULTICATECHESI ADULTICATECHESI ADULTICATECHESI ADULTI

MercoledìMercoledìMercoledìMercoledì 8.308.308.308.30 in chiesa parrocchiale

GiovedìGiovedìGiovedìGiovedì 9.309.309.309.30 in Casa Serena

ADORAZIONEADORAZIONEADORAZIONEADORAZIONE Il Santissimo Sacramento resta esposto ogni VenerdìVenerdìVenerdìVenerdì dalle ore 8.30 alle 11.45 e dalle 16.45 alle 18.00 adorazione animata dalle Suore

18.0018.0018.0018.00 S. Messa.

CATECHESI RAGAZZI CATECHESI RAGAZZI CATECHESI RAGAZZI CATECHESI RAGAZZI (oratorio)(oratorio)(oratorio)(oratorio)

MartedìMartedìMartedìMartedì 14.5014.5014.5014.50 IV primaria - II secondaria

SabatoSabatoSabatoSabato 14.2014.2014.2014.20 II-III primaria 15.5015.5015.5015.50 IV primaria - II secondaria

DomenicaDomenicaDomenicaDomenica 11.00 11.00 11.00 11.00 V primaria e II secondaria

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INSIEME

Vita parrocchiale

APRILEAPRILEAPRILEAPRILE

1 Domenica 1 Domenica 1 Domenica 1 Domenica delle Palme e della Passione del delle Palme e della Passione del delle Palme e della Passione del delle Palme e della Passione del SignoreSignoreSignoreSignore

XXVII Giornata mondiale della Gioventù. Ore 10.00: benedizione delle palme a Casa Se-rena e processione verso la chiesa. 5 Giovedì Santo.5 Giovedì Santo.5 Giovedì Santo.5 Giovedì Santo.

Ore 8.00: Liturgia delle Lodi Ore 9.30: Messa crismale in duomo a Bergamo Ore 16.30: S. Messa nella “Cena del Signore” a Casa Serena. Sono invitati particolarmente i bambini di 3ª elementare. Ore 20.30: “Messa nella Cena del Signore” in

chiesa. Al termine inizierà l’adorazione eucari-stica che continuerà fino alle ore 24,00. 6 Venerdì Santo6 Venerdì Santo6 Venerdì Santo6 Venerdì Santo

Ore 8.00: Liturgia delle Lodi Ore 15.00: Liturgia della “Passione del Signo-re” Ore 20.30: Via Crucis per le vie del paese (Itinerario: ) 7 Sabato Santo7 Sabato Santo7 Sabato Santo7 Sabato Santo

Ore 8.00: Liturgia delle Lodi. 7 Sabato7 Sabato7 Sabato7 Sabato

Ore 21.00: Veglia pasquale nella notte santa

Venerdì di QuaresimaVenerdì di QuaresimaVenerdì di QuaresimaVenerdì di Quaresima Ore 15.00: Via Crucis in parrocchia. Ore 16.15: Via Crucis in oratorio Ore 17.00: Via Crucis in Casa Serena Ore 19.00: S. Messa Ore 19.45: Cena magra Ore 20.45: Incontro-conferenza (vedi pro-gramma riportato sotto).

Lavoro, famiglia, festaLavoro, famiglia, festaLavoro, famiglia, festaLavoro, famiglia, festa

24 febbraio24 febbraio24 febbraio24 febbraio Film 2 marzo2 marzo2 marzo2 marzo “Lavoro, famiglia nel progetto di Dio”“Lavoro, famiglia nel progetto di Dio”“Lavoro, famiglia nel progetto di Dio”“Lavoro, famiglia nel progetto di Dio” Prof. Gian Gabriele VertovaGian Gabriele VertovaGian Gabriele VertovaGian Gabriele Vertova, già docente di lettere del Liceo Sarpi. 9 marzo9 marzo9 marzo9 marzo “Il lavoro che cambia, il lavoro che manca”“Il lavoro che cambia, il lavoro che manca”“Il lavoro che cambia, il lavoro che manca”“Il lavoro che cambia, il lavoro che manca” Prof.ssa Rosa GelsominoRosa GelsominoRosa GelsominoRosa Gelsomino, Presidente provin-ciale ACLI. 16 marzo16 marzo16 marzo16 marzo “Non c’è famiglia senza festa”Non c’è famiglia senza festa”Non c’è famiglia senza festa”Non c’è famiglia senza festa” Prof. Ettore OngisEttore OngisEttore OngisEttore Ongis, già direttore dell’Eco di Bergamo 23 marzo23 marzo23 marzo23 marzo “La bussola dell’educatore: genitori al timone”“La bussola dell’educatore: genitori al timone”“La bussola dell’educatore: genitori al timone”“La bussola dell’educatore: genitori al timone” Don Chino PezzoliDon Chino PezzoliDon Chino PezzoliDon Chino Pezzoli, fondatore di comunità di recupero.

Confessioni pasqualiConfessioni pasqualiConfessioni pasqualiConfessioni pasquali Sabato 31 marzoSabato 31 marzoSabato 31 marzoSabato 31 marzo Ore 14.30: ragazzi delle elementari Ore 16.00: ragazzi delle medie Lunedì 2 aprileLunedì 2 aprileLunedì 2 aprileLunedì 2 aprile Ore 9.00: Confessioni a Casa Serena Ore 20.30: Confessioni vicariali per gli ado-lescenti Martedì 3 aprileMartedì 3 aprileMartedì 3 aprileMartedì 3 aprile Ore 14.30: ragazzi delle elementari Ore 16.00: ragazzi delle medie Ore 20.30: Confessioni presso la chiesa del-le cascine ad Almenno S.B. Mercoledì 4 aprileMercoledì 4 aprileMercoledì 4 aprileMercoledì 4 aprile Ore 8.30 - 12.00 e 15.00 - 18.00: Confessio-ni in chiesa Giovedì 5 aprileGiovedì 5 aprileGiovedì 5 aprileGiovedì 5 aprile Ore 14.30 - 16.00: Confessioni in chiesa Venerdì 6 aprileVenerdì 6 aprileVenerdì 6 aprileVenerdì 6 aprile Ore 8.30 – 12.00: Confessioni in chiesa Sabato 7 aprileSabato 7 aprileSabato 7 aprileSabato 7 aprile Ore 8.30 – 12.00 e 15.00 - 18.00: Confes-sioni in chiesa.

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INSIEME

Vita parrocchiale

Sono tempi difficili e sembra un paradosso “stendere la mano” per i più poveri. La crisi economica che stiamo attraversando non è certo indolore e obbliga un po’ tutti a stringere la cinghia. Nello stesso tempo diven-ta una preziosa possibilità per apprezzare quel-lo che abbiamo ed accogliere, ancora una vol-ta, l’invito a condividere con chi vive una si-tuazione di maggior disagio. Per questo non esistono confini e la capacità di guardare a 360° è un dono prezioso che si matura nella consapevolezza di appartenere alla grande fa-miglia della Chiesa. I poveri sono oltre oceano, in quei paesi che chiamiamo “terzo mondo”, abitano il nostro stesso quartiere in precarie situazioni di lavo-ro, salute, famiglia e sono arrivati da noi anche da terre martoriate dalla guerra oppure alla ri-cerca di un segmento di futuro. Sono “persone”, quell’“altro” che talvolta ci fa pau-ra e sembra venire a rubarci qualcosa di no-stro. Un tempo privilegiato quello della quaresima per recuperare nella dimensione della sobrietà la capacità di aprire il nostro cuore e le nostre case alla carità. Non si tratta di diventare più buoni, che non sarebbe male, ma di ritrovare nella consapevolezza della fede il dono della

carità condivisa come stile di vita e di Chiesa. In questo anno la nostra diocesi ricorda i 50 anni di cooperazione con alcune chiese sorelle che dal 1962 ha visto l’invio di sacerdoti dio-cesani alla Chiesa di Bolivia e , successiva-mente nel 1976 e nel 1999, in Costa d’Avorio e Cuba. Attorno a queste esperienze si sono

poi consolidati servizi ad altre sorelle che hanno toccato, qua e là, i continenti, com-presa la stessa Europa. Ai sacerdoti “fidei donum”, così sono definiti i preti diocesani inviati in missione, si sono aggiunti presto laici che, dapprima personalmente e poi su esplicito invio della nostra Chiesa hanno messo a dispo-sizione parte del loro tempo per un servizio alla missione. Per alcuni di loro tutto questo è diventata risposta ad una vocazione. Anche le religiose di alcune congregazioni hanno nel tempo affiancato la scelta della Diocesi. Nel corso degli anni il dialogo con queste Chiese, fraterno ed intenso, ci ha impegnato nella risposta ad alcuni bisogni fondamentali, nella realizzazione di strutture per la pastorale, l’istruzione, la sanità e l’aggregazione, ma so-prattutto nell’accompagnamento di comunità cristiane chiamate a misurarsi quotidianamente con la novità del Vangelo, il contesto sociale ed economico, le prospettive di futuro. Tutto questo va sotto il nome di “impegno missiona-rio” che la chiesa di Bergamo ha fatto suo ac-cogliendo l’invito del Concilio Vaticano II e l’esempio del Beato Giovanni XXIII. La missionarietà si è andata confrontando sem-pre di più con il cambiamento e l’autocoscienza della Chiesa che è maturata nel Concilio, con la realtà delle migrazioni e con il fenomeno della globalizzazione che ha investito il nord ed il sud del mondo. Il ritor-nello della “missione tra noi” è spesso diventa-to motivo di lamentazioni e di ulteriore chiusu-ra con il rischio di particolarismi ed esclusioni. Proprio la convinzione di accogliere la missio-narietà come dimensione essenziale della vita dei cristiani, delle comunità e della pastorale ci spinge a proporre un impegno caritativo che non si configuri nel sostegno di aree geografi-che, ma si prenda cura direttamente della per-sona ovunque vive rispetto alle dimensioni esi-stenziali del mangiare, vestire, andare a scuola e prendersi cura della salute.

Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana Quaresima Missionaria Diocesana duemiladodiciduemiladodiciduemiladodiciduemiladodiciduemiladodiciduemiladodiciduemiladodiciduemiladodici

Centro missionario, Caritas, Segretariato Migranti della Diocesi di BergamoCentro missionario, Caritas, Segretariato Migranti della Diocesi di BergamoCentro missionario, Caritas, Segretariato Migranti della Diocesi di BergamoCentro missionario, Caritas, Segretariato Migranti della Diocesi di Bergamo

Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!Vivere da fratelli!

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INSIEME

Vita parrocchiale

Il Centro Missionario (CMD), la Caritas ed il Segretariato Migranti (SM) propongono alle famiglie e alle comunità la “sportina” della solidarietà che, in distribuzione presso il CMD, sarà il segno di un’attenzione condivisa a situazioni di bisogno e precarietà che attra-versano le nostre parrocchie per raggiungere le realtà di missione dove la nostra diocesi si im-pegna da 50anni.

Ogni piccola rinuncia potrà diventare possibi-lità di sostegno a quelle realtà che ordinaria-mente si prendono cura dei più poveri, sia nel-la nostra Diocesi, come attraverso l’impegno dei missionari nelle missioni diocesane. Concretamente i progetti assumono il volto di alcuni oggetti “necessari” ed il versamento del corrispettivo nella “sportina” quaresimale cor-risponde alla possibilità di acquistarli in loco secondo le diverse esigenze.

• Gli ambiti proposti si potranno così declina-re:

• Cibo: pane, latte, olio, riso…

• Medicinali: vitamine, antipiretici, disinfet-tanti…

• Indumenti: magliette, pantaloni, scarpe

Ogni giorno sul sito del cmd (www.cmdbergamo.org) sarà possibile accom-pagnare il gesto di solidarietà con alcuni spunti di riflessione, testimonianze ed alcune storie concrete rispetto a tematiche legate alla mis-sionarietà, carità, mondialità, stili di vita…

Come donare:Come donare:Come donare:Come donare: CAUSALE: QUARESIMA 2012CAUSALE: QUARESIMA 2012CAUSALE: QUARESIMA 2012CAUSALE: QUARESIMA 2012 Centro Missionario Diocesano Centro Missionario Diocesano Centro Missionario Diocesano Centro Missionario Diocesano –––– Via Conventino, 8 Via Conventino, 8 Via Conventino, 8 Via Conventino, 8 –––– 24125 Bergamo24125 Bergamo24125 Bergamo24125 Bergamo DI PERSONADI PERSONADI PERSONADI PERSONA Recandosi presso il CMD: da lunedì a ve-Recandosi presso il CMD: da lunedì a ve-Recandosi presso il CMD: da lunedì a ve-Recandosi presso il CMD: da lunedì a ve-nerdì nerdì nerdì nerdì –––– 9.009.009.009.00----12.15/15.0012.15/15.0012.15/15.0012.15/15.00----17.3017.3017.3017.30 BONIFICO BANCARIOBONIFICO BANCARIOBONIFICO BANCARIOBONIFICO BANCARIO Banco di Brescia Banco di Brescia Banco di Brescia Banco di Brescia –––– Filiale di Via Camozzi, Filiale di Via Camozzi, Filiale di Via Camozzi, Filiale di Via Camozzi, 101 101 101 101 –––– 24121 Bergamo24121 Bergamo24121 Bergamo24121 Bergamo IBAN: IT41G 03500 11102 00000000 IBAN: IT41G 03500 11102 00000000 IBAN: IT41G 03500 11102 00000000 IBAN: IT41G 03500 11102 00000000 1400140014001400 Credito Bergamasco Credito Bergamasco Credito Bergamasco Credito Bergamasco –––– Filiale Malpensata Filiale Malpensata Filiale Malpensata Filiale Malpensata –––– 24126 Bergamo24126 Bergamo24126 Bergamo24126 Bergamo IBAN:IBAN:IBAN:IBAN: IT90K 03336 11105 00000000 6500IT90K 03336 11105 00000000 6500IT90K 03336 11105 00000000 6500IT90K 03336 11105 00000000 6500

VERSAMENTO su c/c POSTALE:VERSAMENTO su c/c POSTALE:VERSAMENTO su c/c POSTALE:VERSAMENTO su c/c POSTALE: N. 11757242N. 11757242N. 11757242N. 11757242 PER LE DETRAZIONI FISCALI CHIE-PER LE DETRAZIONI FISCALI CHIE-PER LE DETRAZIONI FISCALI CHIE-PER LE DETRAZIONI FISCALI CHIE-DERE INFORMAZIONI AL CMDDERE INFORMAZIONI AL CMDDERE INFORMAZIONI AL CMDDERE INFORMAZIONI AL CMD Oltre al nome della Parrocchia è importan-Oltre al nome della Parrocchia è importan-Oltre al nome della Parrocchia è importan-Oltre al nome della Parrocchia è importan-te aggiungere anche il paese esatto.te aggiungere anche il paese esatto.te aggiungere anche il paese esatto.te aggiungere anche il paese esatto.

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INSIEME

Vita parrocchiale

Cronaca parrocchialeCronaca parrocchialeCronaca parrocchialeCronaca parrocchiale 26 novembre: Anniversario della morte di Ya-26 novembre: Anniversario della morte di Ya-26 novembre: Anniversario della morte di Ya-26 novembre: Anniversario della morte di Ya-rararara

In occasione del 1° anniversario della morte di Yara, la nostra comunità ha voluto ricordare le tristi giornate che hanno emotivamente coin-volto tutti. In parrocchia sono stati due i mo-menti significativi: la messa del mattino, pre-ceduta dalla recita del rosario e dalla preghiera delle lodi, trasmessa anche da Radio Maria; la concelebrazione serale, presieduta da Don An-tonio Mazzi, che ha voluto essere presente per pregare insieme alla nostra gente. La chiesa era gremita da moltissime persone che, in un silenzio irreale, hanno voluto manifestare la loro viva partecipazione. Don Corinno, duran-te l’omelia ha voluto riproporre alla nostra at-

tenzione il clima di preghiera e di attesa di quelle giornate di un anno fa, per invitarci a non dimenticare. Yara è stato un “dono” che non possiamo lasciar cadere. Anche Don Maz-zi, al termine della messa ha incoraggiato la comunità a trasmettere ai giovani valori che non passano. Una sua affermazione ha colpito particolarmente: “L’assassino di Yara ha vinto il primo tempo; sta a noi vincere il secondo tempo della partita di Yara”. AvventoAvventoAvventoAvvento

Lunedì 21 novembre Lunedì 21 novembre Lunedì 21 novembre Lunedì 21 novembre si sono riunite le persone che si sono impegnate a guidare i gruppi di riflessione che si sono svolti nelle case durante le settimane di Avvento. È stata loro proposta una riflessione sul vangelo della domenica e alcuni spunti di attualizzazione per vivere me-glio il tempo liturgico in preparazione al Nata-le. 27 novembre, 4 e 11 dicembre.27 novembre, 4 e 11 dicembre.27 novembre, 4 e 11 dicembre.27 novembre, 4 e 11 dicembre.

Presentazione dei bambini e dei ragazzi che Presentazione dei bambini e dei ragazzi che Presentazione dei bambini e dei ragazzi che Presentazione dei bambini e dei ragazzi che riceveranno i sacramenti.riceveranno i sacramenti.riceveranno i sacramenti.riceveranno i sacramenti.

Domenica 27 novembre Domenica 27 novembre Domenica 27 novembre Domenica 27 novembre si è svolto presso l’Oratorio il ritiro dei bambini di 2a elementa-re, che quest’anno celebreranno la loro Prima Riconciliazione. La riflessione è stata guidata da Don Corinno. Al termine, durante la messa delle 11.15, sono stati presentati alla comunità. I 69 bambini, accompagnati dai loro catechisti, hanno chiesto la nostra preghiera di sostegno al loro impegno.

Domenica 4 dicembre Domenica 4 dicembre Domenica 4 dicembre Domenica 4 dicembre si sono incontrati all’oratorio i 60 bambini di 3a elementare, che a maggio riceveranno la Prima Comunione. L’incontro è iniziato con la riflessione propo-sta da Don Carlo ed è poi continuato nei grup-pi guidati dai catechisti. Anche loro sono stati presentati alla comunità durante la messa delle ore 11,15.

Domenica 11 dicembre, Domenica 11 dicembre, Domenica 11 dicembre, Domenica 11 dicembre, infine, si sono incon-trati i 59 ragazzi di 2a media che si stanno pre-parando per ricevere la Cresima. Anche a loro la riflessione è stata proposta da Don Carlo. Dopo il lavoro di gruppo si sono recati in chie-sa per la presentazione alla comunità durante la messa delle 11,15:

28 novembre.28 novembre.28 novembre.28 novembre. Incontro dei Gruppi Missionari del vicariato presso il nostro Oratorio.

3 dicembre.3 dicembre.3 dicembre.3 dicembre. Presentazione e mandato ai lettori Presentazione e mandato ai lettori Presentazione e mandato ai lettori Presentazione e mandato ai lettori e agli animatori della liturgia.e agli animatori della liturgia.e agli animatori della liturgia.e agli animatori della liturgia.

Sabato 3 dicembre, Sabato 3 dicembre, Sabato 3 dicembre, Sabato 3 dicembre, durante la messa vesperti-na, sono stati presentati alla comunità i lettori e gli animatori della liturgia. A loro è stato da-to il mandato perché svolgano con piena con-sapevolezza e con impegno questo prezioso servizio alla comunità.

7 dicembre.7 dicembre.7 dicembre.7 dicembre. Mandato ai ministri straordinari Mandato ai ministri straordinari Mandato ai ministri straordinari Mandato ai ministri straordinari dell’Eucaristia.dell’Eucaristia.dell’Eucaristia.dell’Eucaristia.

Durante la messa vespertina della vigilia dell’Immacolata, sono stati presentati alla co-munità i ministri straordinari dell’Eucaristia, che da cinque anni compiono un prezioso ser-vizio: quello di portare l’Eucaristia ai malati e agli infermi che non possono più uscire da ca-sa. È un conforto spirituale non indifferente per coloro cui il Signore chiede di partecipare con la propria sofferenza alla santificazione del mondo.

8 dicembre.8 dicembre.8 dicembre.8 dicembre. Rinnovo dell’adesione all’AzioRinnovo dell’adesione all’AzioRinnovo dell’adesione all’AzioRinnovo dell’adesione all’Azio----ne ne ne ne

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Vita parrocchiale

Cattolica.Cattolica.Cattolica.Cattolica.

Durante la messa delle ore 7,30 del giorno dell’Immacolata è stata rinnovata l’adesione all’Azione Cattolica da parte dei numerosi i-scritti al gruppo. Sembra un’associazione del passato. In realtà è ancora attuale l’impegno che viene loro chiesto di partecipare attiva-mente alla vita della comunità cristiana con la testimonianza di coerenza al vangelo e di fe-deltà alla Chiesa. 16 dicembre.16 dicembre.16 dicembre.16 dicembre. Cena della Polisportiva presso Cena della Polisportiva presso Cena della Polisportiva presso Cena della Polisportiva presso l’oratorio.l’oratorio.l’oratorio.l’oratorio. 18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre. Annuale “Festa del nono e del Annuale “Festa del nono e del Annuale “Festa del nono e del Annuale “Festa del nono e del neùt”.neùt”.neùt”.neùt”. 18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre. Santa Messa con i volontari della Santa Messa con i volontari della Santa Messa con i volontari della Santa Messa con i volontari della Croce Rossa.Croce Rossa.Croce Rossa.Croce Rossa. 18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre. Saggio natalizio dei bambini del-Saggio natalizio dei bambini del-Saggio natalizio dei bambini del-Saggio natalizio dei bambini del-la Scuola materna al palazzetto dello sport.la Scuola materna al palazzetto dello sport.la Scuola materna al palazzetto dello sport.la Scuola materna al palazzetto dello sport. 18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre.18 dicembre. Elevazione musicale dei giovani.Elevazione musicale dei giovani.Elevazione musicale dei giovani.Elevazione musicale dei giovani.

Nella serata della domenica che precede il Na-tale, il gruppo dei giovani del nostro oratorio ha proposto alla comunità un’elevazione musi-cale in preparazione alla festa natalizia. Sono stati proposti alcuni canti della tradizione po-polare insieme ad altri più strettamente liturgi-ci, accompagnati da testi di riflessione. L’atmosfera creata anche da alcune coreogra-fie con i bambini ha contribuito a realizzare un ambiente adatto alla meditazione sul gioioso mistero del Natale. 21 dicembre.21 dicembre.21 dicembre.21 dicembre. Scambio di auguri natalizi con i Scambio di auguri natalizi con i Scambio di auguri natalizi con i Scambio di auguri natalizi con i volontari.volontari.volontari.volontari. 22 e 23 dicembre.22 e 23 dicembre.22 e 23 dicembre.22 e 23 dicembre. Ritiro spirituale in oratorioRitiro spirituale in oratorioRitiro spirituale in oratorioRitiro spirituale in oratorio.

Per due sere la comunità si è data appuntamen-to in oratorio per preparare in modo più appro-fondito il Natale. Le due serate hanno avuto lo stesso svolgimento: dopo l’esposizione del Santissimo è stata proposta la meditazione. La prima sera Don Carlo ha presentato alcuni spunti di riflessione partendo da alcuni perso-naggi del racconto evangelico del Natale, sof-fermandosi, in particolare, sulla figura di San Giuseppe. La seconda sera Don Corinno ha commentato il racconto della Visita di Maria ad Elisabetta, approfondendo soprattutto l’inno di Maria: “L’anima mia magnifica il Signore”. È seguito un ampio momento di adorazione, con la possibilità di accostarsi al sacramento

della Riconciliazione. La recita della preghiera di Compieta e la benedizione eucaristica hanno concluso le due intense serate. 25 dicembre25 dicembre25 dicembre25 dicembre. Celebrazione del Natale.. Celebrazione del Natale.. Celebrazione del Natale.. Celebrazione del Natale.

Le giornate immediatamente precedenti il Na-tale sono state caratterizzate dalla celebrazione del sacramento della Riconciliazione: sono state numerose le persone che hanno approfit-tato dei momenti messi a disposizione per que-sto importante sacramento. Alle ore 21 di sabato 24 dicembre è stata cele-brata la Messa di Natale a Casa Serena, ac-compagnata dalla Corale di Briolo. Alla cele-brazione hanno partecipato numerosissime persone che hanno occupato, oltre al teatro do-ve era stato preparato l’altare, gran parte del salone d’ingresso e della chiesa. A mezzanotte è stata concelebrata la messa in chiesa. Anche in questa occasione la chiesa era gremita di gente. Allo scambio di auguri in chiesa ha fat-to seguito quello del gruppo degli alpini all’esterno, dove era stato preparato un tavolo con panettoni, pandori e l’immancabile vin brulé. La gioia della festa è continuata nelle messe del giorno di Natale e anche il lunedì successivo, festa di Santo Stefano. 26262626----28 dicembre; 328 dicembre; 328 dicembre; 328 dicembre; 3----5 gennaio.5 gennaio.5 gennaio.5 gennaio. Vacanze di lavo-Vacanze di lavo-Vacanze di lavo-Vacanze di lavo-ro dei giovani e degli adolescenti al Passo del-ro dei giovani e degli adolescenti al Passo del-ro dei giovani e degli adolescenti al Passo del-ro dei giovani e degli adolescenti al Passo del-la Presolana.la Presolana.la Presolana.la Presolana. 29 dicembre.29 dicembre.29 dicembre.29 dicembre. 2° Anniversario delle morte di 2° Anniversario delle morte di 2° Anniversario delle morte di 2° Anniversario delle morte di mons. Roberto Amadei, vescovo emerito di mons. Roberto Amadei, vescovo emerito di mons. Roberto Amadei, vescovo emerito di mons. Roberto Amadei, vescovo emerito di

Bergamo.Bergamo.Bergamo.Bergamo. 31 dicembre.31 dicembre.31 dicembre.31 dicembre. Messa di ringraziamento di fine Messa di ringraziamento di fine Messa di ringraziamento di fine Messa di ringraziamento di fine anno.anno.anno.anno. Nella cornice della messa festiva si è inserito il doveroso ringraziamento a Dio per quanto ha voluto donarci lungo l’anno che stava conclu-dendosi. In particolare, dopo la comunione, un canto di ringraziamento ha sostituito il tradi-

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zionale Te Deum. Qualcuno si è lamentato, ma, vista la poca dimestichezza con il canto gregoriano, si è preferito “andare sul sicuro” con un canto altrettanto decoroso; l’importante era esprimere al Signore la nostra gratitudine.

31 dicembre. 31 dicembre. 31 dicembre. 31 dicembre. Cenone di Capodanno in orato-Cenone di Capodanno in orato-Cenone di Capodanno in orato-Cenone di Capodanno in orato-rio.rio.rio.rio.

1 gennaio.1 gennaio.1 gennaio.1 gennaio. Giornata mondiale per la Pace.Giornata mondiale per la Pace.Giornata mondiale per la Pace.Giornata mondiale per la Pace. Per dare risalto alla preghiera per la pace, la nostra comunità si è riunita nel pomeriggio del primo giorno dell’anno per un’ora di adorazio-

ne eucaristica. Sono stati letti ampi brani del messaggio di Papa Benedetto XVI che ha vo-luto mettere l’accento sul mondo giovanile e sulla necessità di educare i giovani alla ricerca di un bene tanto prezioso come la pace. 6 gennaio.6 gennaio.6 gennaio.6 gennaio. Corteo dei Re Magi.Corteo dei Re Magi.Corteo dei Re Magi.Corteo dei Re Magi.

Una bella tradizione brembatese è la sfilata dei Magi in occasione dell’Epifania. Alle ore 14 i ragazzi si sono ritrovati in oratorio e si sono preparati vestendosi da pastori. Sono quindi partiti per raggiungere in corteo la chiesa, do-ve, ad attenderli, c’era la “Sacra Famiglia”, impersonata da una famiglia che si è offerta per questa rappresentazione. Al termine della celebrazione in chiesa, i festoso corteo ha rag-giunto Casa Serena per concludersi in oratorio. 7 gennaio.7 gennaio.7 gennaio.7 gennaio. Concerto della Banda musicale.Concerto della Banda musicale.Concerto della Banda musicale.Concerto della Banda musicale.

Alle ore 15 di sabato 7 gennaio è stato propo-sto un bel concerto nella nostra chiesa parroc-chiale. Sono stati tre i momenti. Nel primo la Corale San Zenone di Omate (una frazione di Agrate Brianza in provincia di Monza-Brianza), diretta da Federica Netti, ha propo-sto, con notevole bravura, alcuni brani classici insieme con altri più tipicamente natalizi. Nel secondo momento la Banda Donizetti del no-stro paese ha proposto due intensi brani. Nel terzo e ultimo momento la Corale e la Banda

hanno proposto, in modo coinvolgente, la Mis-sa Brevis, di Jacob De Haan, un compositore olandese contemporaneo. 8 gennaio.8 gennaio.8 gennaio.8 gennaio. Festa dei battesimi.Festa dei battesimi.Festa dei battesimi.Festa dei battesimi.

In occasione della Festa del Battesimo di Ge-sù, durante la messa delle 11.15, sono stati ce-lebrati i battesimi tre bambini. Alla messa, pe-rò, sono stati invitati tutti i genitori dei 62 bambini che sono stati battezzati nel corso dell’anno appena concluso. È stato un bel mo-mento di gioia e di festa. Non può che essere così quando i protagonisti sono i bambini. 15 gennaio. 15 gennaio. 15 gennaio. 15 gennaio. Giornata del Seminario.Giornata del Seminario.Giornata del Seminario.Giornata del Seminario.

Insieme con tutto il vicariato, anche la nostra comunità ha celebrato la Giornata del Semina-rio e delle Vocazioni. Durante le varie messe abbiamo ascoltato la fresca testimonianza di Stefano Lazzaroni, un chierico del nostro Se-minario. Nella giornata sono state raccolte of-ferte per i Seminario per un totale di € 2.215. 15 gennaio.15 gennaio.15 gennaio.15 gennaio. Ritiro spirituale dei Gruppi mis-Ritiro spirituale dei Gruppi mis-Ritiro spirituale dei Gruppi mis-Ritiro spirituale dei Gruppi mis-sionari del vicariato presso la Casa dei Ritiri di sionari del vicariato presso la Casa dei Ritiri di sionari del vicariato presso la Casa dei Ritiri di sionari del vicariato presso la Casa dei Ritiri di Botta di Sedrina.Botta di Sedrina.Botta di Sedrina.Botta di Sedrina. 18 gennaio.18 gennaio.18 gennaio.18 gennaio. Incontro dei Catechisti del vicaria-Incontro dei Catechisti del vicaria-Incontro dei Catechisti del vicaria-Incontro dei Catechisti del vicaria-to presso l’oratorio.to presso l’oratorio.to presso l’oratorio.to presso l’oratorio.

20 gennaio.20 gennaio.20 gennaio.20 gennaio. Inizio dell’Itinerario di prepara-Inizio dell’Itinerario di prepara-Inizio dell’Itinerario di prepara-Inizio dell’Itinerario di prepara-zione dal matrimonio (corso per fidanzati).zione dal matrimonio (corso per fidanzati).zione dal matrimonio (corso per fidanzati).zione dal matrimonio (corso per fidanzati).

21 gennaio.21 gennaio.21 gennaio.21 gennaio. Messa animata dalla Corale di Messa animata dalla Corale di Messa animata dalla Corale di Messa animata dalla Corale di Morengo.Morengo.Morengo.Morengo.

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Vita parrocchiale

Pellegrinaggio diocesano in Polonia

9-16 luglio 2012 Cari amici,

a distanza di alcuni mesi, desidero invitarvi al Pellegrinaggio diocesano che nel prossimo lu-glio si terrà in Polonia.

È un invito alimentato dal desiderio di condi-videre con voi personalmente e con le comuni-tà che intenderanno partecipare, un’esperienza intensa di fede, di ricerca, di vita, nel segno del viaggio e di un viaggio speciale. Coloro che l’hanno intrapreso, sanno che il Pellegrinaggio è un viaggio speciale, perché è soprattutto un viaggio interiore. Ci muoviamo di città in città, di chiesa in chiesa, non soltan-to con il corpo, con la testa, con il cuore, ma anche con lo spi-rito: quello che per alcuni è luogo interiore di ricerca e per altri è già sede dell’incontro e della relazione con Dio. Quest’anno la dimen-sione del Pellegrinaggio è mariana e ci farà da guida un innamorato di Maria come lo è stato Giovanni Paolo II.

Andiamo nella sua terra, a poca distanza dalla sua Beatificazione, per raggiungere quelle sor-

genti umane, culturali, storiche e spirituali che ne hanno fatto il Testimone che ab-biamo co-nosciuto.

Andiamo nella sua patria, che ci è diventata più familiare attraverso lui, per comprendere come una terra e una storia connotano la fede di una comunità e di chi vi appartiene. Andia-mo a visitare Maria, nel santuario, ormai fa-moso anche tra noi, della Madonna Nera, la Madonna di Czestochowa. Totus Tuus è il motto del Papa, riferito a Maria. Il nostro viag-gio potrà essere una riscoperta, attraverso la venerazione e l’affetto a Maria, la preghiera condivisa e la ricerca di una fede più autentica, la conoscenza maggiore del grande Papa, le giornate e i percorsi compiuti insieme, di come il rapporto con la Madre di Gesù, possa carat-terizzare la nostra espe-rienza cristiana.

È il mio terzo Pellegrinaggio diocesano: il ri-cordo di quelli vissuti spero sia invitante per coloro che li hanno condivisi, come lo è per me; la novità di questa proposta spero incontri anche il desiderio di altri che per la prima vol-ta si accingono a questa esperienza.

Vescovo di BergamoVescovo di BergamoVescovo di BergamoVescovo di Bergamo

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ProgrammaProgrammaProgrammaProgramma Bergamo | Villach | BratislavaBergamo | Villach | BratislavaBergamo | Villach | BratislavaBergamo | Villach | Bratislava 1° giorno | Ritrovo dei partecipanti e partenza con pullman riservato in direzione Tarvisio e il confine austriaco. Sosta a Villach nella regione della Carinzia per la celebrazione della santa messa. Pranzo in ristorante. Di seguito prose-guimento per Bratislava, capitale della Slovac-chia, situata sul fiume Danubio. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento. Bratislava | CracoviaBratislava | CracoviaBratislava | CracoviaBratislava | Cracovia 2° giorno | Colazione. Celebrazione della santa messa. Mattinata dedicata alla visita guidata di Bratislava: città interessante per il centro stori-co caratterizzato da un'architettura mista, in-fluenzata dalla presenza di diversi popoli tra cui, ungheresi, cechi e austriaci. Pranzo in ri-storante. Proseguimento del viaggio verso la frontiera polacca e Cracovia. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento. Cracovia | WielickzaCracovia | WielickzaCracovia | WielickzaCracovia | Wielickza 3° giorno | Pensione completa. Celebrazione della santa messa di apertura del pellegrinag-gio presieduta dal Vescovo. Possibile incontro con il Card. Stanislao Dziwisz segretario del beato Giovanni Paolo II. Mattinata dedicata alla visita della città. Il centro storico è stato riconosciuto dall'Unesco come uno dei dodici preziosi complessi architettonici del mondo: castello di Wawel (esterno), Cattedrale, uni-versità Jagellonica, piazza del mercato, chiesa di santa Maria. Nel pomeriggio visita al com-plesso delle miniere di sale di Wielickza. Sosta per la preghiera nella basilica della Misericor-dia presso il convento di suor Faustina Kowal-ska. Cracovia | Nova Uta | KalwariaKalwariaKalwariaKalwaria 4° giorno | Colazione. Santa messa nella chiesa di S. Massimiliano Kolbe a Nova Uta, nella periferia di Cracovia. Termine della visita del-la città e pranzo in ristorante. Nel pomeriggio trasferimento al santuario di Kalwaria Zebri-doska, luogo particolarmente amato dal beato Giovanni Paolo II. Celebrazione penitenziale, tempo disponibile alla riflessione e alla pre-ghiera. Cena e pernottamento in albergo. Wadowice | Auschwitz | CzestochowaWadowice | Auschwitz | CzestochowaWadowice | Auschwitz | CzestochowaWadowice | Auschwitz | Czestochowa 5° giorno | Colazione e partenza per Wadowi-ce. Celebrazione della santa messa nella chiesa di Wadowice dove è stato battezzato il beato Giovanni Paolo II. Visita al museo dedicato a Giovanni Paolo II. Pranzo in ristorante. Nel

pomeriggio sosta a Auschwitz, ex campo di concentramento nazista, luogo del sacrificio di S. Massimiliano Kolbe e di S. Teresa Benedet-ta della Croce (Edith Stein). Visita ai tristi luo-ghi che ricordano la più grande tragedia umana del secolo scorso. Riflessione e preghiera pro-posta dal Vescovo presso il campo di Birke-nau. In serata arrivo a Czestochowa. Cena e pernottamento in albergo. CzestochowaCzestochowaCzestochowaCzestochowa 6° giorno | Pensione completa. Rito di acco-glienza dei pellegrini. Celebrazione della santa messa presieduta dal Vescovo. Visita del san-tuario della Madonna Nera e dei suoi Musei (tesoro, la raccolta delle armi antiche). Czesto-chowa è uno dei più importanti centri di culto nell'intero mondo cristiano, le cui tradizioni di pellegrinaggio risalgono al Trecento. Nel po-meriggio via crucis a gruppi lungo le mura del santuario e tempo per la preghiera. Quindi in-contro con il Vescovo. Czestochowa | Olomuc | AustriaCzestochowa | Olomuc | AustriaCzestochowa | Olomuc | AustriaCzestochowa | Olomuc | Austria 7° giorno | Prima colazione e partenza per il confine polacco e la Repubblica Ceca e Olo-muc. Celebrazione dell’Angelus in cattedrale. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio celebra-zione della santa messa nel santuario di santa Maria dell’Unione a Velehrad, dove è sepolto San Metodio, voluto dal beato Giovanni Paolo II copatrono d’Europa. Proseguimento del vi-aggio verso l’Austria. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento. Heligenkreuz | Graz | BergamoHeligenkreuz | Graz | BergamoHeligenkreuz | Graz | BergamoHeligenkreuz | Graz | Bergamo 8° giorno | Prima colazione e partenza per l’abbazia di Heligenkreuz per la celebrazione della santa messa. Pranzo in ristorante a Graz. Nel pomeriggio rientro in Italia. Arrivo a Ber-gamo in serata.

Viaggio in pullman 9999----16 luglio 201216 luglio 201216 luglio 201216 luglio 2012 Quota di partecipazione € 890,00€ 890,00€ 890,00€ 890,00

Per informazioni rivolgersi al parroco. Iscrizioni entro il 30 aprile 2012.30 aprile 2012.30 aprile 2012.30 aprile 2012.

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Una sera con Giulia Ho conosciuto Giulia quasi per caso. In una fred-dissima sera di inizio febbraio, dopo una nevica-ta. Poche macchine per le strade, meno ancora le persone lungo oscuri marciapiedi ghiacciati già da ore. Un salto veloce in oratorio, giusto per una bevanda calda e salutare, se presente, qualche amico. Poi quella locandina, sparuti gruppi di persone che attraversano la sala e si dirigono ver-so l’auditorium. Vediamo di che si tratta. Si, c’è la testimonianza dei genitori di Giulia. Giulia era una ragazza che si è spenta in un giorno dell’ultimo agosto dopo una lunga malattia … …. Stop. Fermo un attimo. Riprendi dal principio. Hai sbagliato verbo e coniugazione. Non hai capi-to proprio niente. Si, perché sulle prime parrebbe una storia già vista, come tante altre. Toccante, autentica, che purtroppo non va a lieto fine. Ma quando dopo due ore finisce la testimonianza, saluti Giulia e lasci la sala accorgendoti che è proprio l’esatto contrario. O meglio, che ti ha aiutato a capire che è proprio l’esatto contrario. Ti ha aiutato, perché altrimenti, per conto tuo, non ci si resti mai arrivato. Giulia è una ragazza di quattordici anni, passata per la difficile prova della malattia, che non si arrende davanti ad alcun ostacolo nella sua testi-monianza di amore per la vita e per Colui che gliene ha fatto dono. Non si ferma, neanche da-vanti al dolore. Nemmeno davanti alla morte. Continua imperterrita, come nulla fosse accaduto. Al tavolo della sala ci sono i genitori. Con loro si alternano nella testimonianza amici, il regista del filmato, il religioso che ha accompagnato la fami-glia durante il cammino. Ma, mi sia permesso, sono figure di “secondo piano”. Attori importanti ma che sono sovrastati da due incombenti presen-ze. I due veri interpreti di questa esperienza di vita: Giulia e la Parola, che come sul Golgota, si fa di nuovo speranza e certezza di salvezza. Poi c’è anche il pubblico, che è venuto ad ascoltare ma che è lontano “anni luce”, “anni fede” rispetto ai due protagonisti. Non mi cimento nemmeno minimamente a rac-contare i tratti di quel toccante filmato in cui Giu-lia parla della sua vita, delle sue attese, della sua lucida fede. Penso che avrebbero dei seri proble-mi anche dei religiosi consacrati, la gente del me-stiere, insomma. Per la pochezza delle parole che si potrebbero usare, per il rispetto che impone quella testimonianza. Potresti anche ripetere per filo e per segno le sue parole, ma non sarebbe sufficiente. Perché un conto è raccontarle, un conto è viverle. Avverti immediatamente, dopo poche sue frasi, che ti confronti con qualcuno di vivo, di reale. Qui non si rimpiange una morta ma si ricorda cosa vuole dire vivere. Non si racconta qualcosa di passato: è Giulia che parla, nei filmati

realizzati durante la sua malattia. E’ lei che parla: le sue parole, le sue certezze. Non è una leggen-da, un mito. E’ una donna di quattordici anni che sa il fatto suo, da dove arriva e dove vuole anda-re. Ma che si muove in una dimensione vera, che fai fatica a percepire, che non riesci quasi ad im-maginare. Alzi lo sguardo e capisci che è una di-mensione diversa, un poco sopra le tue nebbie e tuoi dubbi. No, non quella del paradiso, di una vita futura, lontana, staccata dalla realtà. La tua stessa vita, nella quale è riuscita subito a sbroglia-re i tanti nodi che vengono al pettine e ha trovato realmente il Senso. Dipanata la matassa, fa scor-rere il suo filo disegnando una spirale costante-mente stagliata verso l’alto, senza arretramenti. Diritta verso il cielo per aggrappare quel Gancio. E’ toccante al riguardo la testimonianza del papà che, più di una volta, ha chiaramente percepito di non essere all’altezza di Giulia. Possiamo imma-ginare tutti che cosa mettano un papà o una mam-ma per assistere una giovane figlia nei momenti di una grave malattia che non lascia illusione al-cuna. La vita, il cuore, ogni istante. Ma, ci rac-conta, è Giulia che torna sui suoi passi per tende-re la mano ad aiutarli. Non vuole che si perdano per strada, che abbiano tentennamenti. Anche il pubblico avverte una forte sensazione di inade-guatezza, di pochezza. Un poco come essersi re-cati ad una festa senza aver cambiato l’abito di da lavoro …. Ed è bellissima l’affermazione di suor Roberta che, con una disarmante semplicità, nel confronto con questa ragazza si mette in crisi: anni di vocazione e servizio per vedersi così pic-coli di fronte alla sua incrollabile fede. La volontà assoluta di aprire le braccia ed affidarsi cieca-mente a Dio ed alla Sua Parola. Come un bambi-no che cerca il rassicurante abbraccio della mam-ma. La capacità di percepire che in quell’angusto e oscuro cammino deve riporre i suoi sogni e il suo futuro. In quella cruna dell’ago dove tutto sembra finire ma che è invece la chiave di volta della vita, la pietra miliare. Giulia, una Donna, ancorché appena ragazzina, che conserva innato quell’essere bambina necessario per poter varcare la soglia dell’Immenso. “Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai”. Non ho altre parole da aggiungere, se non il rife-rimento di due link, che raccomando a tutti ma soprattutto ai più giovani, che con internet e i suoi strumenti ci sanno davvero fare. In particolar modo il sito internet, dove sono riportati tra l’altro i nuovi appuntamenti con la sua testimo-nianza. Credetemi, cogliete l’occasione … uscite anche voi una sera con Giulia. http://www.congiulia.com/ http://www.facebook.com/notes/chiara-luce-badano/la-storia-di-giulia-gabrieli/262997207052784

Luca BonatiLuca BonatiLuca BonatiLuca Bonati

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Vita parrocchiale

BATTESIMI

BURINI LAURABURINI LAURABURINI LAURABURINI LAURA di Gionata e di Mezzacasa Roberta nata a Bergamo il 06.05.2011 battezzata il 04.12.2011 “Signore ti affidiamo nostra figlia Laura affin-ché sul tuo esempio

cresca in età, sapienza e grazia”.

KANERO CAMPOSKANERO CAMPOSKANERO CAMPOSKANERO CAMPOS ALEXANDRA KIARAALEXANDRA KIARAALEXANDRA KIARAALEXANDRA KIARA MILAGROSMILAGROSMILAGROSMILAGROS di Alexander e di Campos Ramos Katty nata a Lima (Perù) il 31.01.2007 battezzata il 04.12.2011

SANGALLI RAFAELSANGALLI RAFAELSANGALLI RAFAELSANGALLI RAFAEL di Michele e di Campos Ramos Katty nato a Bergamo il 16.03.2011 battezzato il 04.12.2011 “Per Rafael e Kiara che con il sa-cramento del battesimo entrano a far parte di questa comunità cristia-na; guidali, o Signore, nella fede e

nella tua parola.” “Per i familiari e gli amici di Katty, Michele, Rafael e Kiara: la vicinanza in questo giorno di festa si traduca nell’impegno di mostrare a ogni figlio la via dell’ascolto della Parola di Dio dentro la sua Chiesa”.

LOCATELLILOCATELLILOCATELLILOCATELLI MATTEOMATTEOMATTEOMATTEO di Cristian e di Gargantini Francesca nato a Bergamo il 03.08.2011 battezzato il 08.01.2012 “La benedizione del

Signore resti per sempre nel cuore del piccolo Matte-o, conservandolo puro come in questo giorno. Insieme con Matteo benedici tutta la nostra famiglia.” MINOTTI ALESSANDROMINOTTI ALESSANDROMINOTTI ALESSANDROMINOTTI ALESSANDRO di Cristian e di Rota Pamela nato a Merate (LC) il 29.07.2011 battezzato il 08.01.2012 “Che in questi momenti di crisi sociale ed economica noi tutti possiamo riscoprire ed insegnare i veri valori della vita come l’amore, la fede ed il rispetto per i pros-simo”.

PREDA GIORGIAPREDA GIORGIAPREDA GIORGIAPREDA GIORGIA di Marco e di Viganò Laura nata a Bergamo il 22.06.2011 battezzata il 08.01.2012 “Il 21 febbraio 2009 Ti abbiamo vo-luto come testimone del nostro amo-re... Il 22 giugno 2011 questo amore si è vestito di carne e ossa e noi le

abbiamo dato nome Giorgia. Oggi siamo ancora qui, nella Tua casa, a chiamarTi in causa...a chiederTi di accoglierla, a chiederTi di aiutarci... Essere genitori non significa solo generare, ma accudire, crescere, accompa-gnare... La coccoleremo per i suoi mal di pancia, la cul-leremo per non aver paura del buio, le porgeremo la mano nei suoi primi passi... le faremo sentire il profumo del mare, vedere la potenza della montagna e scoprire la meraviglia dell'arte... e poi le parleremo di Te, del Tuo mistero e della Tua forza, della Tua generosità e della Tua storia... Tu non lasciarci soli, abbracciaci come noi abbracciamo i nostri figli... Dacci il coraggio di dire dei “no” e di porgere loro la penna con cui noi oggi stiamo iniziando a scrivere la loro storia con Te!”.

ROTAROTAROTAROTA THOMAS ANDREATHOMAS ANDREATHOMAS ANDREATHOMAS ANDREA di Cristian e di Gargantini Marta nato a Alzano Lombardo il 22.04.2011 Battezzato il 15.01.2012

“Ti ringraziamo, Signore, per averci donato Thomas Andrea. Ti chiediamo di proteggerlo e di aiutarci a cre-scerlo nella fede e nell’amore, affinché possa vivere.

RODESCHINI BEATRICERODESCHINI BEATRICERODESCHINI BEATRICERODESCHINI BEATRICE di Franco e di Adamo Beatrice nata a Seriate il 13 settembre 2011 battezzata il 05.02.2012 Benedetto sei tu, Signore, per l’amore infinito che nutri per noi. Benedetto sei tu per la tenerezza di cui ci circondi, per la tua presenza

silenziosa e attenta. Benedetto se tu per questa figlia che ci hai donato e che è frutto del nostro amore. Rendici trasparenti alla tua presenza, insegnaci ad essere il sorri-so della tua bontà, perché sarà attraverso il nostro volto di genitori che la nostra bambina scoprirà il tuo volto di tenerezza e di amore. Signore, che sei l’Amore, ti rin-graziamo per tutto l’amore con cui avvolgi la nostra vita. E se sopraggiunge qualche preoccupazione nel nostro cuore, aiutaci a confidare in te e ad affidarti la nostra vita. Amen.

Anagrafe

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F U N E R A L I

TURANI MARIA ANGELA in Battaglia di anni 66 morta l’8 dicembre 2011 MAGNO GIUSEPPINA ved. Messi di anni 86 morta il 12 dicembre 2011

MAZZOLENI ANNA di anni 83 morta il 15 dicembre 2011

MANGILI ERCOLE di anni 72 morto il 20 dicembre 2011 LIGUORI CONCETTA ved. Russo di anni 90 morta il 20 dicembre 2011

GANDOLFI ANGELA ved. Maggioni di anni 97 morta il 22 dicembre 2011

CAROZZA PIETRO di anni 82 morto il 28 dicembre 2011

SUARDI NATALE di anni 69 morto il 28 dicembre 2011

ZAMBOTTO ROSA LUCIA ved. Locatelli di anni 76 morta il 29 dicembre 2011 PERICO LUIGI di anni 69 morto il 30 dicembre 2011 MASSERETTI GIANNA ved. Rotini di anni 75 morta il 4 gennaio 2012

UBIALI PALMIRA di anni 67 morta il 6 gennaio 2012

PENDEZINI MANILIA ved. Crippa di anni 94 morta il 7 gennaio 2012 BREMBILLA CECILIA di anni 96 morta il 9 gennaio 2012

ISACCHI FERNANDA in Menghini di anni 60 morta il 14 gennaio 2012

MAPELLI ROSA MARIA (detta Agnese) di anni 93 morta il 20 gennaio 2012 NAVA IMELDE (Elda) ved. Rota Geroli di anni 78 morta il 25 gennaio 2012

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CACCIA AGNESE di anni 81 morta il 25 gennaio 2012

ARGENTON MARIA in Galuppo di anni 91, morta il 30 gennaio 2012

LOZZA GEMMA ved. Maestroni di anni 97, morta il 31 gennaio 2012 RAVASIO LUIGIA, ved. Morlotti di anni 98, morta il 2 febbraio 2012

Ti ricordiamo forte, tenace, autorevole, arguta nel dialogare rendendoti tanto amata e ricerca-ta.

Sr. M. Cecilia diffondeva sempre intorno a sé serenità con il suo eloquente sorriso, il suo senso umoristico, che la rendevano disponibile allo scherzo ed alle battute…

Accurata, minuziosa, precisa, scrupolosa nell’adempimento di molti servizi, non si la-sciava dominare dai “mezzi moderni”, perché forte e salda come una roccia, ripeteva che le macchine rovinano tessuti ed indumenti! Così per molteplici anni ha avuto cura dei fratelli marianisti di Villa Chaminade, sentendosi ma-dre e sorella, forse più madre, quando con or-goglio lavava, aggiustava, stirava, piegava in maniera perfetta… e li correggeva… Era felice di fare bene quanto le era affidato, “condendolo” con tanto amore. E’ così che si sentiva nel quotidiano: missionaria di Maria! Diceva che in lei scorreva sangue marianista! Sprigionava tanta simpatia intorno a sé. Si pre-stava volentieri a cantare con la sua armoniosa voce canti popolari del suo paese, che le ricor-davano la sua giovinezza, la sua amata fami-glia e le sue fiere origini bergamasche. Ci av-volgeva e ci coinvolgeva con le sue note, tanto da unirci a lei fondendo le nostre voci alla sua che ci trainava e dirigeva!

Anche i giovani erano attratti verso di lei. Il Segreto? Un fortissimo amore e tanta umanità verso tutti!

“Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci a Lui cantate. Cantate al Signore un can-to nuovo.”

Queste parole del salmo si addicono a Sr. M. Cecilia il cui nome è già espressione di amore

Il 15 settembre 2011 è morta la nostra compaesana Suor Maria Cecilia Sana. Pubblichiamo la commemorazione fune-bre fatta dalla Madre provinciale delle Suore Marianiste, l’istituto al quale appar-teneva Sr. Cecilia.

Sr. M. Cecilia SANA Brembate di Sopra 06.12.1921 Ω Pallanza 15.09.2011 “Quale gioia quando mi disser o: Andr emo alla casa del Signor e” Sal 121 I GI USTI SONO NELLE MANI DI DI O

Carissima Sr. M. Cecilia,

sei arrivata alla meta; il lungo viaggio della vita terrena è concluso potendo dire “ho com-battuto la buona battaglia... ho conservato la fede; ora hai finito il tuo pellegrinaggio per “restare - rimanere” per sempre nella Casa del Padre accompagnata da Maria, Porta del cielo. Lì eri attesa per godere la pace ed essere inon-data di gioia senza fine.

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alla musica. Sì, la melodia le permetteva di esprimere il suo profondo spessore spirituale nella lode al Signore e nel ringraziamento. Le parole non erano sufficienti ad esprimere il giubilo del cuore, cuore che si apriva alla gio-ia, la grandezza straordinaria di appartenere e di amare il Signore.

Elevava un canto nuovo con la sua vita di do-nazione e di servizio incondizionato a Dio ed ai fratelli. Lei stessa nel 50° della professione religiosa si esprimeva con sentimenti di sola gratitudine: “Grazie o Signore per il dono della vita, dono che ho avuto modo di apprezzare fin da piccola dai miei genitori, tra i miei fratelli che ho visto arrivare uno dopo l’altro e a cui voglio molto bene e mi sento contraccambiata.

Grazie per il dono della vita religiosa mariani-sta. Tu hai esaudito il mio desiderio, coltivato per anni, di entrare in un Istituto, particolar-mente consacrato a Maria. E così hai inviato P. A lfonso Santorum, ardente e brioso missiona-rio di Maria, che mi ha aperto la strada per far parte della Congregazione delle Figlie di Ma-ria Immacolata. Tu, Signore, ben sai quanto amore portavo nel cuore per la Madonna Im-macolata!”.

Sr. M. Cecilia nell’arco della sua vita per più di trenta anni è stata animatrice di comunità, sempre pronta ad esercitare la sua maternità spirituale, avendo avuto come prima palestra la sua numerosa famiglia.

La sua storia iniziata a Brembate è stata segna-ta da un filo rosso, quello del Sì e dell’Eccomi costante e ripetuto quotidianamente, con la sequela del Signore e con l’adempimento della Sua volontà, che l’ha portata all’inizio in Fran-cia, a Sucy en Brie, per la sua formazione reli-giosa; dopo la prima professione ha raggiunto la Corsica, Ajaccio, esplicitando con generosi-tà ed entusiasmo le sue capacità a servizio del-le giovani che frequentavano la scuola.

Da Ajaccio, nel 1960 la vediamo con altre due Suore fondatrice e superiora della prima comu-nità italiana a Penna in Teverina, luogo campe-stre e rurale, posto nella verde Umbria. Questa fondazione rifletteva “le opere di campagna” tanto desiderate dalla nostra Fondatrice Ven. Madre Adele. Aggiungerei che era un’opera condivisa dalla nostra sr. M. Cecilia amante della natura, della semplicità e della povertà.

Sr. M. Cecilia si è rivelata provvidenza per il paese, bisognoso di una particolare attenzione materna, amorevole, amabile e forte allo stesso

tempo! Ha sempre ripetuto ricordando con gli occhi luminosi quegli anni: “Ho voluto bene a tutta la popolazione e ad ognuno in particola-re”.

Successivamente la vediamo, dopo il 1967, a Brusasco, sempre a contatto con i ragazzi “gli apostolini” collaborando con i nostri fratelli marianisti alla loro crescita fisica e spirituale.

Infine la ritroviamo a Pallanza dove ha trascor-so lunghissimi anni a servizio delle Sue Sorel-le, come Superiora, e dei fratelli marianisti con cui ha intessuto relazioni veramente fraterne. Così si è più volte espressa: “La collaborazio-ne con i fratelli mi ha fatto sperimentare lo spi-rito di famiglia, fatto di semplicità, disponibili-tà, fiducia e tanta fraternità, come l’hanno tra-smessa i fondatori”.

La sua fede semplice, ma salda ha consolidato il suo amore per il Signore e per quanti la cir-condavano, senza distruggere la sua indole forte, decisa ed autorevole. Anche negli ultimi anni della sua malattia, talvolta difficile da ge-stire, ha mantenuto la sua grinta e la sua perso-nalità vivace, perspicace e piena di humour”.

Grazie sr. Cecilia per quello che sei stata; gra-zie perché sei stata testimone vivente di una vera Figlia di Maria; grazie, o Signore, per a-vercela donata e per quanto hai operato in lei! Grazie alla famiglia tanto attenta e premurosa nei suoi confronti.

Un grazie speciale va a Sr. M. Lucia, alla Co-munità di Casa Nazaret, a tutte le sorelle per tutto l’amore e la pazienza, con cui hanno sem-pre circondato la cara Sorella nella malattia.

Sr. M. Cecilia in questi ultimi tempi pregava spesso con veemenza il Signore: “Gesù fammi morire, per favore prendimi!”. Il Signore ha accolto la sua ardente preghiera.

In Paradiso non mancherà di rallegrare tutta la corte Celeste e anche di “discutere” con il Pa-dre Eterno qualora ce ne fosse bisogno…

Il compianto amorevole che ora spezza le pa-role e vela di lacrime i nostri occhi, lascia il posto ad un melodioso Magnificat al Signore per il dono di Sr. M. Cecilia, che con la lam-pada accesa ha finalmente incontrato lo Sposo!

“Vieni serva fedele entra nella gioia del tuo padrone “ (Mt. 2).

Sr. M. Laura Betti Superiora Provinciale

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Dal dizionario: quaresima = “ nella liturgia cattolica, periodo di penitenza che comprende i quaranta giorni precedenti la Pasqua “. E subito dopo, fra i modi di dire: lungo come una quaresima = si dice di cosa o persona noiosa, prolissa”. Dopo la lettura di questa definizione, ti appare inevitabile associare la Quaresi-ma alla cenere in testa, al digiuno e ai vecchi “fioretti”, se ancora non hai ri-mosso questo dettaglio della tua infanzia. Ti consideri credente, ma fatichi tan-to a capire il senso dei prossimi quaranta giorni di penitenza e austerità: in con-fronto al periodo dell'Avvento, quelle che stanno per venire saranno settimane ben poco affascinanti, pensi.

Eppure hai la costante percezione che Qualcosa ti attiri verso l'Alto, pensi che ciò che avviene intorno a te non sia affatto casuale, che dietro a tutte le cose ci sia una Ragione. Nel tuo vivere quotidiano, sperimenti continuamente la tua impotenza di fronte a tanti eventi che non puoi controllare.

Stai cercando il tuo modo di credere, sei giovane e, come tanti ragazzi, sei in un momento di crisi di fede: alcune faccende del Cristianesimo onestamente ti paiono illogiche e incomprensibili, ma sei anche consapevole della felicità che provi quando puoi contribuire a migliorare ciò che non va, hai ben presente il senso di gratitudine e del cuore in festa che hai quando compi una buona azio-ne. La figura di Gesù ti piace, ti affascina, e ti ispira nel tuo agire di ogni gior-no, ma quando ti chiedi perché credi, non sai cosa risponderti. Forse, non c'è bisogno di diventare matto nel cercare a tutti i costi una motivazione per cui dovresti considerarti un cristiano. La questione è che viviamo puntando sempre alla felicità, e tu trovi la felicità vera quando cerchi di seguire i Suoi insegna-menti. Forse, questo può bastare come motivazione per intraprendere un per-corso di fede più profondo.

Alla luce di queste riflessioni, anche il concetto di “fioretto” cessa di essere solo un lontano ricordo dell'infanzia e ritrova il suo vero valore. Paragoniamo il Cielo alla vetta di una montagna: hai mai provato a scalare le montagne senza allenamento? Pensi che chi scala gli ottomila non si alleni perché si sente ormai “grande”? Il Paradiso è il tuo orizzonte, ed è un po' più su di una montagna: non basta essere buoni, bisogna “allenarsi” per essere beati, nel senso di piena-mente felici e pervasi da una gioia senza fine.

Questa metafora per dire che se davvero Gesù rappresenta il modello che vuoi cercare di seguire, imparerai a rileggere i suoi Comandamenti non più come una dottrina da imparare, ma come tappe da superare per raggiungere il tra-guardo della felicità piena. Anche la Quaresima cesserà di essere per te un peri-odo lugubre, e diventerà l'occasione per entrare in empatia con Lui e ripercor-rere quello che Lui ha affrontato per noi, anche se in forma certamente più ri-dotta. Se seguirLo è ciò che ti rende felice, vedrai che fare qualche “fioretto” ti costerà meno fatica di quanto credi, e nei momenti di sconforto che verranno, pensa che per ogni piccolo sacrificio che fai, Lui ti restituirà il centuplo, e non solo nella Vita Eterna, ma già oggi, in termini di gioia.

Allora, per trovare la forza per iniziare questo “allenamento”, trascrivo un pen-siero di A. De Mello..

“Un discepolo arrivò da un paese molto lontano. Il maestro gli chiese: « Che cosa cerchi?».

«L'illuminazione».

«Hai il tesoro dentro di te, perché cerchi altrove?»

«Qual è il mio tesoro?».

«Quest'ansia di ricerca che è dentro di te».

In quel momento il discepolo fu illuminato.

Anni dopo soleva dire ai suoi amici: «Scoprite i vostri tesori e godetene».

Buona Quaresima! Chiara

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Il Gruppo Giovani dell’Oratorio Don Bosco organizza attività di animazione e di intrattenimento, ma anche molto di più!! Si tratta di un gruppo abbastanza eterogeneo: ne fanno parte ragazzi dai 13 anni in su, ma anche adulti, e tutti ci impegniamo per dare il massimo nelle varie iniziative. Ovviamente, ognuno di noi ha i suoi impegni e non tutti siamo sempre disponibili: gli ambiti sono molto vari e ciascuno ha il proprio. L’aspetto più bello, che ci rende un gruppo unito, sta proprio nel cercare di fare il possibile per aiutarci a vicenda e per raggiungere il nostro obiettivo: proporre pro-getti per riunire la comunità di Brembate non solo per divertirsi ma anche per riflet-tere. Infatti è già il secondo anno che ci riuniamo di giovedì, una volta ogni due set-timane, per recitare insieme il rosario nella cappella dell’Oratorio. E’ un momento per pregare, cantare e soffermarsi su passi tratti dal Vangelo e calati nella nostra vita quotidiana. Quest’anno abbiamo organizzato altre iniziative: il Concerto di Natale, che si è te-nuto nella nostra Chiesa Parrocchiale, e le animazioni alla domenica pomeriggio per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie. Il Concerto di Natale è stata un’esperienza davvero bella e coinvolgente. Il coro ha cantato con gioia alla nascita di Gesù e, tra un canto e l’altro, sono state lette le riflessioni che erano emerse durante i nostri incontri delle settimane prece-denti. Questo concerto è stato infatti frutto di un lungo lavoro di preparazione: in-nanzitutto ci siamo riuniti una volta a settimana per quattro volte consecutive per pregare e riflettere sui testi dei canti e sulla venuta di Gesù. In seguito, ovviamente, ci siamo dedicati anche alla parte pratica, quella musicale, con varie sessioni di pro-ve per preparare al meglio le canzoni. Abbiamo lavorato sodo, ma ci siamo anche divertiti molto! Alla fine il risultato è stato davvero strabiliante: in Chiesa l’atmosfera era calda e accogliente, il pubblico si è sentito da subito molto coinvolto, a tal punto che, nel bel mezzo di un canto, ha cominciato spontaneamente a battere le mani a ritmo. Po-tete immaginare che sorpresa è stata per noi e quanta soddisfazione abbiamo prova-to! Insomma, l’entusiasmo e l’impegno con cui abbiamo lavorato hanno portato otti-mi frutti. Ci è piaciuto tutto talmente tanto che abbiamo deciso di fare subito un altro spetta-colo musicale: questa volta però giocheremo in casa! Infatti il concerto si terrà la sera di domenica 5 febbraio in Oratorio. Non canteremo tuttavia solo canti liturgici, ma anche canzoni entrate nella storia della musica italiana e internazionale.

Lo spettacolo sarà la chiusura della settimana dell’Oratorio dedicata a Don Bosco.

Siamo tutti un po’ agitati perché si tratta di una grande responsabilità e speriamo di esserne all’altezza!

Un altro progetto che stiamo portando avanti ormai da novembre è quello di orga-nizzare, una domenica al mese, un pomeriggio di animazione per bambini e ragazzi.

E chissà che non possano diventare anche più frequenti!

Chi può dirlo…Certo, in questo caso, si invita calorosamente chiunque volesse par-tecipare a farsi avanti senza timore: c’è sempre bisogno di una mano.

E poi, più siamo, più ci divertiamo!

Per ora le animazioni sono state tre, con tre temi diversi: “Pirati dei Caraibi”, “Chi ha incastrato Babbo Natale?” e “Luna Park”.

Ogni domenica il divertimento è stato tanto, a ricompensa della fatica e del lavoro, e vedere lo stupore e la gioia sul volto dei bambini è stato sempre il regalo più bello.

Ogni venerdì sera, inoltre, in Oratorio si può giocare ad un simpatico quiz a premi dal titolo “Il Secchione”, con giochi e domande di cultura generale.

I vincitori si portano a casa premi davvero carini ma, come si dice, l’importante è partecipare, e in questo caso il divertimento sta tutto lì!

Insomma, nel nostro piccolo facciamo il possibile per rendere l’Oratorio un posto sempre più accogliente, dove stare bene e divertirsi tutti insieme, grandi e piccini, come una grande famiglia.

Speriamo che veniate a trovarci qualche volta, c’è davvero posto per tutti.

A presto! Elisa e Arianna

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Ore 17.00 si parteeeee… Con queste parole è iniziata la vacanza invernale del gruppo giovani dell’oratorio, destinazione Castione della Presolana. Ore 17.02 prima sosta. Qualcuno si è dimenticato qualcosa, ma una volta ripresa la marcia, la vacanza è cominciata davvero per tutti e l’entusiasmo è cresciuto come l’altitudine e ci ha accompagnato in tutti questi tre giorni insieme. Il gruppo era ben variegato e soprattutto molto unito, ma trascorrendo queste ore insieme ci siamo sentiti legati ancora di più diventando quasi come una famiglia allargata e; tra escursioni e arrampicate tra gli alberi, tra passeggiate nei boschi e cadute sulla neve, il tempo è volato lasciandoci un’esperienza a tutti gli effetti po-sitiva e un ricordo prezioso da custodire e perché no a cui affiancare presto il ricordo della prossima vacanza insieme.

Paolo

Come ho passato i tre giorni in va-canza sulla neve a Castione della Presolana con gl i “amici dell’oratorio”? Sono stati i giorni più belli e pieni di emozione di tutto l’inizio anno! Gli animatori e Don Matteo hanno organizzato ogni cosa alla perfezione, allo sco-po di farci diventare una grande squadra unita e compatta, che davanti ai vari osta-coli che ha incontrato non si è arresa e tenendosi per mano è riuscita a tirarsi in piedi. Un buon esempio potrebbe essere il ghiaccio, che ci ha messi alla prova: da un ragazzo che ha iniziato a scivolare, se n’è aggiunto un altro e così via finche, te-nendoci uniti come una grande catena, abbiamo formato un treno sul ghiaccio.. un vero e proprio “polar express”! Oppure quando siamo andati a fare una passeggiata e ci siamo imbattuti in stra-piombi, neve, ghiaccio e buchi, nella quale io personalmente avevo paura di af-frontare... ma con la sicurezza dei miei compagni ho superato la mia paura! Questa è stata la miglior gita che io abbia mai fatto con l'oratorio. Mi sono diverti-ta e mi dispiace se l'anno prossimo sarò alle superiori, ma spero vivamente che organizzeranno u'altra gita come questa in futuro anche per le superiori!

Giulia

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“Voglio costruire qualcosa da zero, e mi servono persone interessanti”.

È con queste parole che qualche mese fa la nostra new entry, don Matteo, ha arruolato un esercito (è un iperbole, gente: siamo solo in 11) di giovani di età compresa fra i tredici e i diciassette anni. Il suo progetto era (ed è) proporci un’idea, uno spunto, una “provocazione”, e tirare fuori dal nostro cervello il meglio del meglio che abbiamo da condividere, con noi e con l’Oratorio, oltre che con i nostri compaesani.

“Voglio che sia un’esperienza da condividere, non mi interessa il risultato: vo-glio che stiate insieme”. “Attimi: dedicato agli altri” nasce quindi come un’esperienza comune dove i giovani possono condividere punti di vista, gusti, passioni e interessi; è un’occasione dove socializzare è solo il primo passo, col-laborare è il secondo, divertirsi è il terzo, produrre insieme è il quarto, ma dove diventare amici è l’obiettivo. Stando insieme ab-biamo imparato a creare qualcosa di importante proprio dal niente, lo stiamo vedendo crescere pia-no piano (molto piano!), lo stiamo arricchendo sia in persone che in idee e, soprattutto, stiamo arric-chendo anche noi stessi. In generale, Attimi è un grande modo per divertirsi: siamo un gruppo molto unito ormai e settimana dopo settimana, al sabato se-ra, impariamo sempre qualcosa di più gli uni dagli altri. Finora il nostro lavoro consiste nel riflettere su un tema che ci interessa, magari tramite uno spunto fornito da un film o da una canzone; molte riflessioni emerse durante il percor-so rivelano un grande interesse dei più giovani verso l’amicizia, l’ambiente del CRE e dell’oratorio, mentre tra i più grandi c’è molta attenzione ai temi dell’attualità, dell’inquinamento, della scuola e delle responsabilità dei giovani nella società.

Per quanto mi riguarda, credo che Attimi sia un’esperienza molto singolare so-prattutto per il tessuto di cui è composto: c’è l’adulto che ci guida, senza il qua-le non riusciremmo a realizzare ciò che in fondo tutti desideriamo (ossia fare qualcosa di nostro con le nostre mani, da donare a qualcuno che lo possa ap-prezzare); ci sono i ragazzi che rendono sempre il clima allegro e giocoso; e per fortuna ci sono le ragazze che richiamano all’ordine certi giovani scapestra-ti gaudenti! Ciascuno di noi, a mio parere, è indispensabile non per quello che fa, ma per la sua presenza: i grandi sono la guida che i meno grandi (forse) vo-gliono imitare (ed è questa la grande responsabilità di un adolescente: dare il buon esempio).

I più giovani, invece, sono le radici dei grandi, sono il filo che ci tiene legati a terra nei momenti delle decisioni impor-tanti, nei momenti in cui tendiamo a “prendere il volo” verso mete ignote e sconosciute: sono loro che ci ricordano, ogni volta, che per diventare “grandi” tutti fanno lo stesso percorso.

Vedendo i ragazzini di tredici anni, non posso fare a meno di rivedere me stes-sa ed i miei amici, ora adolescenti nel pieno (o quasi) della giovinezza; non posso fare a meno di sentirmi uguale e diversa allo stesso tempo; non posso evitare di guardarmi indietro con un po’ di nostalgia, e poi di guardare avanti con curiosità, pensando a ciò che non so e a ciò che posso ancora fare; non pos-so, infine, evitare di ringraziare Qualcuno più grande di me, di Attimi, di tutti noi, che rende possibile una collaborazione così fruttuosa e un’amicizia così speciale. Se dovessi definire Attimi, lo definirei proprio come un dono: creato senza pretese, dato senza prezzo, dedicato senza chiedere.

Giulia

Ci ritroviamo ogni sabato sera in orato-rio e condividiamo sogni, idee e passio-ni

Sul primo numero, che pro-babilmente uscirà il prossi-mo mese, parleremo di un film che abbiamo visto in-sieme e sul quale abbiamo discusso

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Carissimi amici, come consuetudine, all’inizio dell’anno, qui di seguito vi diamo il resoconto di quanto il nostro gruppo ha realizzato con le proprie attività. Nel 2011, la cifra che abbiamo potuto disporre a favore dei progetti di evangelizzazione e promozione umana dei nostri missionari è stata notevo-le e per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro ci hanno sostenuti con le loro offerte, la loro partecipazione alle varie iniziative, i loro manufatti per la mostra mis-sionaria, la collaborazione alle raccolte, (in particolare gli alpini, le imprese che ci prestano i camioncini e le varie ditte e artigiani che ci donano il materiale di recupero che il nostro Giaco-

mo, con pazienza, seleziona e suddivide per poter ricavare di più e il cui lavoro purtroppo hanno apprezzato anche i ladri che in più occasioni ci hanno rubato rame e ottone). Ringraziamo anche i nostri sacerdoti, le suore e i gruppi par-rocchiali: catechisti, coro dell’Oratorio, Caritas, gruppo liturgico, che ci aiutano a rendere la nostra comunità sempre più missionaria e quanti offrono le loro preghiere e la loro sofferenza perché il Signore guidi il cammino dei suoi missiona-ri, ai quali va il nostro grazie più grande per quanto fanno anche a nome della nostra comunità che li ha inviati. Purtrop-po, dobbiamo constatare che il gruppo sta invecchiando, il prossimo anno festeggeremo i 40 anni di attività e le forze vanno via via diminuendo; a fine anno ci ha lasciati, per tornare alla casa del Padre, il nostro amico Luigi Perico che per tanti anni è stato parte attiva dei banchetti e delle mostre missionarie e se non ci sarà qualche forza giovane che ci metta le braccia e il cuore, dovremo lasciar perdere le raccolte del ferro. Perciò ci appelliamo a tutti e soprattutto a parenti e amici dei nostri missionari perché entrino a far parte del Gruppo missionario, non serve professionalità ma solo solida-rietà e amore per il prossimo e il desiderio che, attraverso i nostri missionari, la Parola e l’amore di Dio vengano fatti conoscere a tutte le genti. Nel frattempo, vi invitiamo alle cene magre di Quaresima il cui scopo, già lo sapete è triplice: di convivialità e incontro, di carità, in quanto il ricavato della libera offerta va alle iniziative caritative dei missionari, di formazione attraverso gli incontri che seguiranno la cena il cui programma troverete illustrato in un articolo a parte e negli avvisi parrocchiali. Vi aspettiamo.

Fiorenza – Gruppo Missionario Africa 73

Bilancio En t rat e e Uscit e anno 2011 Entrate

Saldo in cassa al 31-12-2010 € 7.873,05 Ricavato raccolte ferro-rame-alluminio € 6.016,50 Offerte NN “ € 11.217,00 Offerte gruppo alpini € 600,00 Offerte da salvadanaio Oratorio € 162,00 “ da Simpatizzanti € 2.160,00 “ presso Mostra Missionaria con sottoscrizione € 230,00 “ da coro Oratorio per servizio a Matrimoni € 470,00 Ricavato cene magre di quaresima € 1.850,00 “ Vendita palme € 100,00 “ banchetto commercio equo ottobre € 204,00 “ Iniziativa CMD/commercianti Aiuto x bambini € 675,00 “ Mostra Missionaria Dicembre € 2.990,00 Totale Entrate € 34.547,55 ============ Uscite

Contributo a Suor Ornella Rota Sperti € 4.000,00 “ a Suor Assunta Locatelli € 4.000,00 “ a Suor Federica Buffoni € 4.000,00 “ a Suor Nives Battaglia € 4.000,00 “ a Padre Leonardo Battaglia € 4.000,00 “ a suor Eleonora Rota Sperti € 1.000,00 “ ad Associazione Amici di Pongo € 1.000,00 “ a Padre Cortinovis – Malawi € 1.500,00 “ a Centro Missionario Diocesano pro Miss: Diocesane € 2.000,00 “ a “ “ “ pro Bambini/Ascom € 675,00 “ per Miss; Esmeraldas - Equador € 1.000,00 “ a Caritas x Corno africa e urgenze € 1.500,00 “ a Oratorio € 500,00 “ a Opera Ritiri Botta € 200,00 Adozione seminarista Malawi € 900,00 “ a distanza € 720,00 Abbonamenti x Missionari a Foglio informativo C.M.D. € 100,00 Spese x raccolta € 60,00 Spedizione giornalino Insieme ai missionari e spese Postali € 123,30 Totale Uscite € 31.278,30 ============ Totale in cassa al 31-12-2011 € 3.269,25 ============ Ad inizio gennaio abbiamo provveduto ad inviare a tre dei nostri missionari € 1.000,00 ciascuno Grazie di cuore anche da parte loro.

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Generazione: produzione di un essere vivente da esseri della stessa natura; per estensione significa anche il com-plesso di discendenti che, rispetto al capostipite comune, si trovano alla stessa distanza (tempo), hanno cioè lo stesso grado di discendenza.

E’ sul secondo significato che vorrei soffer-marmi, perché è quello che ha più implica-zioni sul nostro “continuare la vita”.

Nella Bibbia, le generazioni sono nominate in termini di Benedizione da parte di Dio, di promessa di un’alleanza perenne, a patto che si riconoscano e seguano la via tracciata dai Padri: Abramo, Isacco, Giacobbe.

Questo patto dà origine a una stirpe, cioè a una generazione: ciò significa che il singolo non è sufficiente a se stesso, esiste dentro la trama di una comunità. Il rapporto tra gene-razioni non è scontato, non avviene in modo naturale col passare del tempo: esso è co-struito con la vita che ci ha preceduto, accol-to nel presente e proiettato nel futuro. Eredi-tiamo crediti e debiti, che ci piaccia o no e … che cosa lasceremo?

Oggi si parla di patto tra generazioni, ma, a causa della crisi in atto, quasi esclusivamente in termini economici: servirà a ricordarci che abbiamo dei doveri e delle responsabilità re-ciproci per quanto riguarda anche tutto il re-sto che non sia solo l’economia?

Le difficoltà di rapporti generazionali sono

state diverse nel tempo: c’è stato il tempo della subordinazione passiva e della trasmis-sione rigida, poi quella della colpevolezza e del desiderio di capire, giudicare e l’impegno per cambiare; poi quello della ribellione, del rifiuto di tutto ciò che veniva dal passato e, dopo ancora, purtroppo, la fase della rasse-gnazione e dell’indivi-dualismo: temo sia il tempo della mia generazione.

C’è un libro dello psicologo F. Stoppa “La restituzione. Perché si è rotto il patto tra le generazioni”: in cui l’autore spiega perché oggi si è inceppato il meccanismo di trasmis-sione della memoria, dei saperi, dell’esperienza.

“A bloccare tutti è la paura, da un lato di a-vere un futuro, dall’altro di perderlo in una società ossessionata dal benessere e dalla costante ricerca della propria autoimmuniz-zazione da traumi e conflitti… iperprotettivi e garantisti a tutela degli inalienabili diritti dei figli (li chiama bambini “grado-zero-di-dolore)” e mette in guardia i giovani “non disattivate il link (porta virtuale) con la sto-ria, galleggiando in una condizione di solita-ria sospensione!”.

E’ vero che oggi tra le generazioni c’è meno conflittualità, ma non significa che sia me-glio: gli adulti sono troppo impegnati per il loro benessere per il loro lavoro e il profitto e hanno abdicato al ruolo di guida.

Fatto il “mea culpa”, possiamo dire a nostra debole difesa che l’accelerazione e la molti-plicazione del NUOVO avvenuta nel nostro tempo, ci ha spazzato e non abbiamo saputo raccogliere la sfida.

“Ogni generazione innova rispetto alla pre-cedente, ma lo fa in un processo che è anche accoglimento del passato: l’atto di trasmis-sione del sapere è fondativo.

Il problema sorge quando l’uomo non accet-ta di essere l’insieme di passato e di futuro e vive solo nel presente … Generazione vuol dire cooperazione per il bene collettivo che diventa anche il bene del singolo”. (S. Nato-li, filosofo).

Per fortuna il Papa e i Vescovi non si sono stancati né arresi di fronte alla deriva in cui la società nel suo complesso si è lasciata tra-scinare. Continuamente richiamano, con

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messaggi rivolti a varie categorie e in diverse occasioni, a un impegno per una rivoluzione culturale ed educativa perché “… se si tra-smettono ideali bacati, cioè guasti dal di den-tro, se si induce a inseguire miraggi scintil-lanti e illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà e si DEPO-TENZIANO le energie del rinnovamento generazionale” (Card. Bagnasco).

In generale se ascoltiamo i mass-media, cosa ci trasmettono? Ci assale un senso di scon-forto, di rabbia impotente, di rassegnazione e ci sentiamo in balia di avvenimenti senza speranza. Dovremmo almeno imparare a leg-gere tutta la realtà aiutati da media seri, che non diffondono solo pessimismi e sospetti, ma offrono letture propositive, esempi di im-pegno, valori da coltivare e da trasmettere.

Non siamo solo ciò che mangiamo (dove l’ho sentita?) ma diventiamo ciò che leggia-mo, guardiamo e sentiamo.

Leggevo un articolo in cui si riconosceva la positività del rapporto fra vecchio e nuovo dei ROMANI: un rapporto molto consapevo-le, conservatore del “costume avito”, ma a-perto a inserire le riforme necessarie in un progetto che tenesse conto del patrimonio ideale della civiltà. Abbiamo noi, popolo/i del 3° millennio, un progetto ideale? Un pa-trimonio da trasmettere?

La speranza viene dai giovani che non si ras-segnano, per questo il Papa si rivolge molto a loro.

La lettera sotto riportata è un’iniezione di fiducia e di speranza.

Luisa

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Lettere al direttore Domenica 8 gennaio 2012 Il direttore risponde di Marco Tarquinio

Per un anno di «maggiore età» Caro direttore, ho 17 anni… e se penso all’anno nuovo, penso alla crisi. Strano aver 17 anni e dover pensare per associazione di idee istantanee alla crisi. Ma ci tartassano. Ci inghiottono nella paura di qualsiasi sogno possibile. Siamo i disgraziati, ultimi di un oceano di generazioni che ha con-sumato la parte migliore e che ci ha riservato il privilegio di un piatto di briciole apparente-mente ben condito (fin che dura). Ma io non ci sto. E, se penso al 2012, mi viene in mente la faccia inquieta eppure rassicurante di que-gli indignados per bene che si battono davvero per un po’ di pace e per il lavoro, e che hanno alzato gli occhi dallo squallore di questa ric-chezza che va in polvere e ti fa tenere basso il capo. Che questo possa essere l’anno della maggiore età, per me che ho solo 17 anni, e anche per tutte le persone di cuore e di pensie-ro che però vivono come schegge di folle soli-tarie... Prendiamoci insieme la responsabilità di co-struire la felicità. Lo dovete a noi giovani, an-cor più che a voi stessi. Questo mondo lo avete preso in prestito dai nostri sogni. Grazie direttore... La testata del tuo giornale – Avvenire – è già una quotidiana ricarica di speranza. E noi ragazzi siamo già avvenire…

Alessandra, Trapani

M i piace davvero tanto, cara Alessandra, che tu – pensando, scrivendo, crescendo – metta insieme re-sponsabilità e felicità, testa e cuore. Mi piace che per te sia una gran bella cosa dire a qualcuno (magari indignato) che è 'per bene'. È proprio così. Abbiamo bisogno di gente per bene, di gente che è per il bene. E mi piace che tu ti senta a casa tua sotto la nostra impegnativa testata. Voglio dirti che noi di Avvenire cercheremo di fare al meglio ciò che da custodi di questo spazio di informazione possiamo fare: nutrire la tua consapevolezza di giovane donna e, almeno qui, fare stare comoda la tua bellissima e incomoda speranza di diciassettenne.

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E d u c a r e n e l l a s oc i e t à c on t em p or a n ea Educare: la gioia, la fatica, lo spasimo di ogni educatore. Mai come in questi tempi si pubblicano libri per insegnare come occorre educare. Ognuno propone le sue ricette… Ma, grazie a Dio, ci sono persone appassionate che con umiltà e competenza professionale, oltre che genitoriale, suggeriscono criteri edu-cativi preziosi. Tra queste persone c’è il prof. Gennaro Espo-sito, nostro concittadino, che da sempre riflette e invita a riflettere, per guardare con fiducia alle nuove generazioni. Lo ringraziamo per questo suo scritto. In questo breve contributo si cercherà riflettere sul concetto di educazione e sul ruolo che può svolgere la famiglia nella società contempora-nea.

La parola Educazione deriva dal latino educa-re, forma intensiva di "educere", con cui si intendeva dire "tirar fuori, allevare"..

Col termine Educazione si fa riferimento all' insieme dei processi rivolto a favorire e orien-tare la crescita della persona verso l'autonomi-a, la responsabilità personale e la completa socializzazione.

In realtà Educare non è solo accompagnare ma anche formare a una visione del mondo.

Dobbiamo però chiederci: nella società con-temporanea, verso quale visione del mondo si orientano i giovani?

E in particolare, quali sono i valori che sono proposti come importanti?

Un'analisi improntata sul realismo permette di accorgersi che nel mondo dei consumi e della società dell'effimero, in cui siamo immersi, le cose più importanti sembrano essere ben di-verse da quella di permettere l'affermazione di una vera identità nei giovani.

In primis gli adulti sembrano orientare i loro impegni e le loro azioni alla acquisizione di oggetti, di posizioni materiali e per questo si è disposti a fare molti sacrifici, impegnarsi, la-vorare di più, investire gran parte del proprio tempo e quindi della propria vita, togliendoli alla relazione con i propri figli, con i propri affetti più cari.

Si trasmette ai giovani, senza rendersene con-to, che l'acquisizione di una serie di oggetti, ad esempio la moto o l'ultimo modello di cellula-ri, e l'attenzione verso alcuni temi come il cal-cio, le mode, etc, possono esaurire pienamente la dimensione dell'orientamento valoriale.

Cosa sono i valori, le cose per cui vale vera-mente vivere? Valore significa ciò che vale, ciò che è prezioso.

I giovani non seguono i valori trasmessi dagli adulti? Ma non è vero! Essi stanno seguendo proprio ciò che la società sta presentando loro come importante: il danaro, il successo, l'ap-parenza....

Dobbiamo prendere atto che il problema prin-cipale dell'adolescenza è quello della defini-zione della propria identità.

In realtà l'identità è il problema dominante nell'uomo e nella donna indipendentemente dall'età.

Se non tutti gli adulti lo ricono-scono è solo perché si sono ar-resi alla quotidianità e all'accet-tazione acritica del mondo, per-ché hanno rinunciato ai loro so-gni. Chi sono e chi voglio essere è la questione esistenziale princi-pale di ogni essere umano. La famiglia allora, oggi come in passato, costituisce un ambito relazionale e affettivo formida-bile per aiutare i figli in questa crescita, costruzione e ricono-scimento della propria identità. Nessun ambito relazionale può

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sostituire validamente la famiglia in questo compito di cura e protezione dei figli. L'esperienza di genitore, chi ha la fortuna di viverla può prenderne atto, permette di speri-mentare una dimensione di amore sicuramente unica: "amare l'altro senza condizioni, così come è, senza necessità di avere qualcosa in cambio, un amore assoluto". Amare gratuitamente e più di se stessi è un'e-sperienza formidabile e chi è genitore può sperimentarlo quotidianamente.

Certo i genitori sono chiamati alla responsabi-lità di accompagnare i figli alla crescita, alla piena espressione della loro identità e questo può comportare delle fatiche. Essere amati fin dalla nascita come individuo unico e sentire questo amore, è sia il dono e sia l'aiuto maggiore che un genitore può offri-re al figlio. È un'esperienza che permetterà di essere forte in tutte le fasi e le prove che la vita gli chiede-rà. Nessuno è un'isola e nessuno si costruisce da solo, in questo sta un elemento importante del-la meravigliosa crescita umana. Anche per questo l'educazione dei bambini non è solo un compito dei loro genitori ma dell'intera comunità e tutti sono chiamati alla protezione dei minori e a permettere le miglio-ri condizioni per la crescita dei bambini. Dice un antico proverbio africano che "per edu-care un bambino ci vuole un intero villaggio". Quasi a significare che non è qualcosa di così semplice e le capacità e gli strumenti necessari non sono disponibili tutti in una sola famiglia ma sono distribuiti in un intero villaggio.

Aver figli nel passato era l'augurio più grande che si poteva fare, lo stesso Dio nell'Antico Testamento, quando suggella il suo patto con i patriarchi annuncia loro come massimo dono una lunga progenie. Attraverso quali processi i giovani costruisco-no la loro identità e l'autostima di sé? La formazione della propria identità ha biso-gno di tempi interiori, propri della maturazio-ne ma anche di incontri, di riconoscimento dall'altro, di rispecchiamento. Abbiamo bisogno degli altri per capire chi sia-mo veramente, e abbiamo bisogno di essere amati (senza condizioni) per essere a nostra volta capaci di amare. La storia personale di ognuno di noi determina la visione che ci costruiamo della società. Nel-la comunità e nella condivisione, io scopro che l'altro è simile a me e riesco a riequilibrare in modo sano il rapporto con le persone e con gli oggetti. Se l'egoismo fosse stato il vero motore della storia dell'uomo, se la dominante genetica fos-se stata la tutela di sé invece della solidarietà, probabilmente ci saremmo estinti. Se non ci fosse qualcosa di intimo, spirituale e genetico, che fin dalle soglie della storia dell'uomo, dall'antichità, non avesse portato l'uomo alla solidarietà, alla protezione verso l'altro, non avremmo avuto mamme che si sa-crificano per i loro figli, giovani che invece di mettersi in salvo si battevano per il loro villag-gio, per difenderlo da pericoli e avversità, na-turali o umane che fossero, padri che invece di cibarsi da soli del loro raccolto o delle toro prede pensavano di nutrire il loro villaggio. Le civiltà che nella storia hanno preferito il dominio e l'egoismo allo scambio e alla solida-rietà si sono estinte, le altre si sono trasformate e si sono incorporate è così hanno potuto af-frontare le trasformazioni della storia. Penso che ancora oggi, se in questa crisi glo-bale non sviluppiamo solidarietà e partecipa-zione, in modo che le nazioni possano soste-nersi una con l'altra, non ne usciremo; se pen-siamo di risolvere i problemi cercando di do-minare altri popoli in una concorrenza spietata non troveremo soluzioni. Ogni civiltà del mondo ha qualcosa da inse-gnare alle altre e da ogni civiltà del mondo abbiamo qualcosa da imparare, e un mondo di civiltà solidali tra loro e non in conflitto è il regalo maggiore che possiamo offrire alle nuo-ve generazioni.

Gennaro Esposito

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R iflessioni sull ’Economia

Sono momenti difficili. Quante volte nell’ultimo decennio ci siamo sentiti ripetere queste parole. Dall’undici settembre 2001 con alterne periodicità, si sono manifestati diversi momenti di tensione e squilibrio. E quando qualcosa non quadra si evoca immediatamente il concetto di difficoltà estrema, dimenticando-si che l’intero percorso della storia è costellato da questi momenti. Semplicemente perdiamo il senso della memoria e della storia, limitando lo spettro visivo a pochissimi gradi. La diffi-coltà presente è sempre la più pesante. In questi ultimi mesi la morsa della crisi eco-nomica ha attanagliato l’intero pianeta e nubi oscure si assembrano sul futuro, anche il più immediato. La situazione è certamente seria e non deve essere sottovalutata, ma nello stesso tempo dobbiamo guardarci alle spalle osserva-re anche i più recenti trascorsi. Mi limito ad esaminare il periodo legato alla mia anagrafe. Il nostro paese, dopo la crescita del dopoguer-ra, ha conosciuto un periodo molto complicato negli anni ‘70 e inizio anni ‘80. Da un punto di vista economico una recessione aveva posto fine al periodo delle vacche grasse. Il ricordo più vivo è quello della crisi energetica, con le limitazioni ai consumi, le targhe alterne e poi le domeniche senza traffico in giro con la bici-clettina per le strade silenziose. Nel frattempo iniziava la crescita del debito pubblico, che è continuata poi ininterrottamente fini ai nostri giorni. Ma insieme c’erano inflazione altissima come febbre da cavallo, tensioni sociali, lotte di classe, terrorismo, contrapposizione ideolo-gica tra blocco comunista ed occidente. Poco da divertirsi, insomma. Ma l’implacabile dilu-ente del tempo ha sbiadito queste situazioni dai forti toni e colori, annacquandoli nella va-cua memoria delle coscienze. Sono momenti difficili.., ma fino ad oggi si è viaggiato con un’auto a persona, benzina a gogò, e stili (o modelli) di vita francamente un poco sopra le righe. Certo, bel discorso, direte.. Ma quando la que-stione è dei pochi spiccioli che ti restano in tasca non si scherza. Anche l’America è arri-vata sull’orlo del baratro: restavano giusto un paio di giorni e non c’era più un dollaro da spendere. Qui va tutto in bancarotta e siamo finiti! Provo di nuovo a scavare nel recente passato e cerco di rammentarmi gli inizi degli anni ’90. Forse qualcuno allora non s’era reso

conto di nulla, tutto felice e contento perché i titoli di stato rendevano quasi il venti percento e in poco tempo si raddoppiava il capitale, mentre invece adesso tra spese e bolli arrivi forse a non perderci. Ma il nostro Paese aveva seriamente rischiato, come si dice, di “chiudere bottega” e “portare i libri in tribuna-le”, perché non c’erano soldi per pagare a fine mese gli stipendi dei dipendenti pubblici. Ma il miraggio del 20 percento illudeva. Poi lacrime e sangue per venirne fuori in qualche modo e, con periodiche cadenze, puntelli qua e là per tenere in piedi la baracca.

Adesso siamo di nuovo nella stessa situazione e la cosa è grave perché errare è umano, ma perseverare è diabolico. Una società seria e civile fa memoria dei fatti e della storia e ne trae insegnamento per il futuro. Una massa di stolti, finito l’urgano, procede invece come se nulla fosse successo e pone inevitabilmente le premesse per il rinnovarsi in futuro dell’elemento negativo, anche in forma più grave. E’ la perenne storia della cicala e della formica, del mondo reale e di Pinocchio, Luci-gnolo e del paese dei balocchi. La fregatura sta nel fatto che comunque chi gestisce il business del parco divertimenti cade in piedi, mentre tutti gli altri la pagano, più o meno indistinta-mente. La crisi non è come la settima piaga d’Egitto, l’angelo della morte, che colpisce chirurgicamente e metodicamente il primoge-nito dei cattivi. E’ piuttosto come la peste o il veleno: non guarda in faccia a nessuno (salvo chi ovviamente può permettersi il costosissimo antidoto).

Ma al di la di questo bel pontificare, la doman-da che talvolta mi viene posta è: “adesso cosa fare?” Piuttosto che: “come investire senza rischi?”. Oppure: “perdo quello che perdo ma vendo e porto a casa quello che resta?”. Maga-ri avessi la risposta: probabilmente avrei addi-rittura anticipato il tutto e potrei bearmi senza alcuna preoccupazione. Non intendo però con-tinuare questo scritto con particolari tecnici riguardo a rating, solvibilità degli emittenti, ambiti di applicazione dei fondo interbancario di garanzia o quanto altro. Prima di tutto per-ché ognuno ha la sua taglia, le sue aspettative, il suo “orizzonte temporale”, i suoi bisogni (primari e non). In secondo luogo perché ci sono esperti ben più deputati di me a pronun-ciarsi in merito e, cosa più importante, perché non è il nocciolo del problema.

Voglio ritornare al concetto di coscienza e di civiltà, perché a mio parere sono la massa na-scosta sotto la punta dell’iceberg dell’attuale

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crisi mondiale, il vero e proprio punto critico. Si preoccupano tutti (e a ragione) di come sal-vare i propri spiccioli, di come crearsi un teso-retto per il domani, di un salvagente per le fu-ture avversità. Chiariamo subito un concetto: non mi diverte l’idea che si perdano posti di lavoro, che la vita di sempre più persone si po-sizioni vicino alla soglia di povertà. Non inten-do minimizzare queste gravi preoccupazioni, ma noto ogni giorno come la stessa intensità, rilevanza ed importanza non venga riconosciu-ta anche per il vero tema di fondo: “per chi? Per cosa?”. Proprio perché la situazione è seria e si deve intervenire a puntellare la casa co-struita sulla sabbia è il caso di cercare di met-tere anche qualche fondamenta. Perché se que-sta volta “tiene”, senza alcuna nuova accortez-za, la prossima volta potrebbe essere quella fatale. La questione è globale e non limitata ad un mercato o ad un paese, ma soprattutto più che economica è di contenuto “etico”, “morale”, “sociale”. Dobbiamo preoccuparci di salvare il salvabile, ma anche per che uomini e che società lo fac-ciamo. L’impressione, quasi certezza, è che nessuno (salvo rare eccezioni) abbia una visio-ne lungimirante e cerchi di vedere oltre la pun-ta del proprio naso. Saranno botte da orbi, la-crime e sangue. Come negli anni ’90 con la cura Carli (la cui importanza non è mai stata pienamente compresa) e più avanti con il sa-lasso di Amato. Adesso il bastone è in mani sovranazionali (anche perché hanno capito da tempo che qui da noi non c’è soggetto alcuno in grado, non dico di bastonare, ma nemmeno di reggere un bastone di comando o una stam-pella per non cadere). Il problema tecnico/monetario ed economico può trovare una solu-zione in ambiti più ampi del nostro orticello e probabilmente la faremo franca un’altra volta. Ma anche nella dimensione del villaggio glo-bale fatico a cogliere qualcosa oltre l’aspetto puramente materiale. La vita è una faticosa irta scalata verso la vetta di una montagna, da af-frontare con passione, amore, attenzione e for-za. Ma guardiamoci dentro, seriamente, e pian-tiamola di giocare ad illuderci, ad ingannarci: facciamo festa come se fossimo sulla cima dell’Everest mentre invece abbiamo perso la presa sulla corda e stiamo precipitando in un abissale strapiombo. Quale è il concetto di idea e di mondo che ab-biamo e per il quale vale la pena di fare tutto questo? Per una società che offre a un laureato, dopo diciotto anni di studio, un contratto di lavoro a tempo determinato (magari!) per qual-

che mesi a ottocento Euro e intanto regala va-gonate di soldi a chi partecipa per mezz’ora a quiz demenziali o si chiude per sei mesi in un stanza a fare bella mostra della sua “ignoranza”? Per un sistema che piglia a calci in culo valori, tradizioni, arte e cultura per ele-vare ai cieli empirei qualche essere capace di dare quattro calci ad un pallone? Per una co-munità tutto “tele balocchi” e “video cicale”, piglia e arraffa intanto che puoi? Per un mondo di “fumati la vita (e non solo quella)” intanto che puoi, tanto poi domani ci penserai? Per una vita che abbia come presupposto fonda-mentale l’essere coscienti di vivere e gustare quel breve scorrere di anni o piuttosto il consu-mare e lasciarsi consumare dagli eventi? Per un mondo che sale in barca e si fa trasportare in balia delle onde o che prende il timone e dirige la prua dove porta il cuore? Salviamo il salvabile e poi cosa facciamo? Possiamo provare a rimettere tutto di nuovo in mano a figure patinate ma evanescenti, a con-trabbandieri di illusioni, a mercenari dell’inganno, ad avidi cercatori di tesori. Quanto potrà durare l’infernale macchina per fabbricare soldi, non importa se reali o virtua-li? Lasciamo passare la tempesta e poi, via di nuovo, da capo, con questo delirante gioco. Che futuro ha una società che esprime valori economici reali (terra e sudore, produzione, industria,..) che paiono nanetti rispetto alla possente mole di giganti virtuali fatti di deriva-ti, opzioni e strumenti finanziari similari? Qua-le civiltà può sopravvivere se non riesce a per-cepire il concetto di “sostenibilità”, sia in ter-mini materiali che etici? Non trovo persona capace di convincermi che dietro questa manovra (e probabilmente anche nella contromanovra degli altri), con tutti i tira e molla che si preannunciano, con i fumosi e vaghi contorni e la ancor più incerta sostanza, ci sia un progetto di uomo, di civiltà. Ci trovo ancora le solite logiche provinciali, da paesel-lo, di difesa del proprio giardinetto ma gran poca speranza e ampiezza di visione. Stanno lavorando per noi, dicono, si stanno mettendo la tuta da lavoro. Poi un bel secchio di pittura ed un pennello e, voilà, il gioco è fatto. Sono tornati i pittori, c’è da dare una nuova rinfre-scata a fetidi sepolcri imbiancati. Rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a lavorare, ma non per loro, per noi. Non per i soldi, ma per l’uomo. Proviamo a cercare di immaginare che ci sia una differenza tra le pa-role “Valuta” e “Valore”. Alla fine, è vero: …”sono momenti difficili”..

Luca Bonati

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Inf ormazioni par rocchiali Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 - ore 16,30 a Tresolzio (marzo-settembre).

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena) Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00. Estivo: ore 10,30 - 18,00.

Disponibilità per le Confessioni

Don Corinno: venerdì 8.30 - 9.30 / 15.00 - 17.30 - sabato 16.00 - 17.30 Don Carlo: ogni sabato 17.00 - 18.00 Don Matteo: ogni giovedì 16.00 - 17.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo. Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15 Terza domenica di ogni mese, ore 16.00

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle 20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini. I catechisti battesimali incontreranno i genitori nelle loro case.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima. Occorre prepararsi adeguatamente. Per questo la parrocchia organizza un corso di preparazione al matrimonio da gennaio a marzo. È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia. In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097 e-mail: [email protected]

Don Matteo Bettazzoli Tel. 035.332.385 e-mail: [email protected]

Don Carlo Comi Tel. 035.332092 - cell. 340.6483352 E-mail: [email protected]

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