Insieme nr. 8 marzo 2010

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno III - N. 8 - Marzo 2010

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta

in Brembate di Sopra

Anno III - N. 8 - Marzo 2010

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Direttore: don Corinno Scotti

Direttore responsabile: Davide Agazzi

Editore: Parrocchia S.Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa: Società Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bartolomeo

Redazione: don Faustino, Max, Marco, Luciano, Giuseppe, Luisa

Impaginazione ed elaborazione foto: Max, Luciano, Giuseppe

Foto: Max

Collaboratori: don Corinno, p.Corrado, Giorgio, don Gustavo, suor Maria Salvi, Fiorenza, Luisa, Rosanna, Paolo, Massimo, Angelo, Marco, Liliana gruppo “distributori”

E-mail: [email protected]

Sito web: www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

Come ricevere il giornalino parrocchiale

"Insieme"? Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati UNA SOLA VOLTA in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 12,00) è un'offerta.

NON E' OBBLIGATORIA per ricevere l'Insieme.

Tali offerte si raccolgono in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME".

E' inutile allegare all'offerta il nome e l'indirizzo (se sono già stati dati). E' un'offerta libera per sostene-re le spese della stampa.

Quest’anno siamo riusciti a pubblicare 6 numeri di “INSIEME”. Il costo alla parrocchia è di € 2,50 ogni copia e ci sono 650 abbonati. Chiediamo che continuiate la vostra collaborazione

3 Editoriale

6 Vita parrocchiale

17 Missioni

19 Attualità

29 Associazioni e gruppi

Sommario

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Editoriale

H o davanti a me una foto del Vescovo Roberto in preghiera nella nostra chiesa parrocchiale in occasione del-

le cresime di qualche anno fa. E’ una bellissi-ma foto che “parla” e che perciò mettiamo all’inizio di questo giornalino. Mons. Amadei era entrato in chiesa mezz’ora prima delle ce-lebrazioni, perché, confidava il suo segretario, il Vescovo era solito arrivare per tempo, per evitare che gli facessero accoglienze solenni, ma anche per riservarsi un tempo di preghiera in preparazione alla celebrazione. Il fotografo l’ha ripreso proprio in quel momento.

Quando riceverete questo giornalino, saranno passati quasi due mesi della sua morte. Ricor-diamo quei giorni con particolare intensità.

All’annuncio della sua morte, il 29 dicembre scorso, anche le campane della nostra chiesa hanno suonato a lutto e subito è cominciato un ininterrotto pellegrinaggio a pregare accanto alla sua salma, prima presso i preti del Sacro Cuore di Via Garibaldi e poi nella grande chiesa del Seminario. Anche diverse persone di Brembate hanno potuto visitare la salma. Guardavamo per l’ultima volta quel volto che in 18 anni era diventato familiare per tutti. O-gnuno, ne sono certo, più che pregare in suo suffragio, pregava perché ora Lui ci aiuti e non

ci faccia sentire troppo soli , nella certezza che adesso il Vescovo Roberto ha più che mai modo e tempo di ricordarsi di noi. Lui che, pochi giorni prima di morire aveva detto: ”Quando sarò lassù ci sarà l’incontro con il Padre e ognuno di voi sarà nel mio ricordo, nel mio cuore”.

In diverse case anche del nostro paese c’è la sua foto insieme ai malati che lui ha visitato e benedetto uno per uno, casa per casa, durante la visita pastorale.

Nella Bibbia il Signore dice: “Ricorda – non dimenticare….”. E’ un dovere ricordare, ancor più è un bisogno del cuore.

Durante i funerali nel Duomo di Bergamo, pieno fino all’inverosimile, mi veniva in mente l’episodio della morte del profeta Elia. Il suo discepolo Eliseo, profondamente commosso, ripeteva al suo maestro Elia: “Lasciami il tuo spirito”. Io, mentre ascoltavo il Vescovo Fran-cesco e il Cardinale Tettamanzi ma ripetevo dentro di me : “Vescovo Roberto lasciami il tuo Spirito”. Sì, quello Spirito che ha guidato la sua vita e lo ha reso appassionato e innamo-rato di Gesù, della sua morte e resurrezione. Sempre in ogni suo intervento partiva da lì e arrivava lì. Proprio per questo la gente lo se-guiva e tantissimi giovani sentivano di amare IN

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quel “Vecchio Prete” dal volto di un padre buono che rasserenava tutti. Era commovente vedere il Vescovo parlare a centinaia di giova-ni negli incontri della scuola di preghiera e vedere la partecipazione commossa dei ragazzi.

Anche a Brembate, lo ricordo bene, parlò dei giovani e ai giovani quando venne per la visita pastorale. In quell’occasione fece una bellissi-ma relazione sul tema: Educare, missione e responsabilità. Avevo preso appunti e anche adesso, quando parlo ai genitori dei ragazzi dei sacramenti, distribuisco un foglio con la rela-zione di quel suo intervento. C’è il cuore del padre, dell’educatore preoccupato di aprire un futuro luminoso ai figli, di mettere nel loro cuori dei valori, degli ideali grandi, altrimenti, diceva: “Li riempiamo di cose di cui loro stes-si non sanno cosa farne”.

E l’ideale che lui proponeva è uno solo Gesù Cristo! Terminò la serata con queste parole: “Il Signore ama i vostri figli come voi e più di voi. Parlate di Gesù ai vostri figli; ancor più parlate a Gesù dei vostri figli”

Monsignor Roberto era anche un uomo di grande cultura, studioso soprattutto di storia locale. Ciò lo rendeva realista nel leggere il presente e capace di vedere i segni del futuro e perciò di dare speranza.

A noi preti ripeteva: “Non illudetevi perché vedete che le chiese si riempiono. Non c’è più cultura cristiana. Il modo di pensare, il crite-rio di giudizio della gente del nostro tempo non si ispirano più al Vangelo. Insistete sui rapporti personali, state vicino alle persone disorientate, siate misericordiosi. Date a tutti la speranza cristiana, lavorate con i piccoli gruppi perché siano sale che si scioglie: non si vede ma dà sapore. Spendetevi per le fami-glie che sono fragili. Lavorate per una cultura cristiana e sostenete quanti hanno il compito di amministrare la cosa pubblica perché siano attenti e sensibili alle fasce di popolazione più deboli”.

Monsignor Roberto amava i poveri. Sempre attento ad individuare e a denunciare le cause che generano la povertà, ha incrementato la Caritas Diocesana e ha voluto che in ogni co-munità si costituisse la Caritas Parrocchiale, perché la carità diventi sempre più uno stile di vita per tutti i cristiani.

Aveva un cuore missionario. Durante il suo episcopato ha fatto 12 viaggi missionari. Quando lasciai la parrocchia di Paladina per

partire per l’Ecuador venne a darmi il “man-dato missionario” a nome della Chiesa. Poi venne a cena a Morengo, a casa delle mie so-relle, dove mi confidò cose molto personali e mi consegnò un suo assegno per i miei poveri.

Adesso il Vescovo Roberto è nella comunione piena con Dio e, ne sono certo, passerà il tempo ad aiutare la sua Chiesa di Bergamo e tutti noi.

La salma è stata deposta nella cripta del Duo-mo di Bergamo, dove ci sono le tombe dei vescovi. Chissà che presto possiamo recarci a fargli visita come parrocchia, per pregare sulla sua tomba. A continuazione riporto il suo testamento spi-rituale che è una stupenda pagina di fede e di umiltà.

Don Corinno

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Testamento spirituale del Vescovo Roberto Amadei « Unito a Gesù Cristo e nello Spirito

Santo ringrazio il Padre, datore di ogni bene, per le innumerevoli grazie con le

quali ha arricchito la mia esistenza: la vita, la fede, la vocazione sacerdotale, l’impegno in seminario, l’episcopato, i molteplici incontri pastorali. Affido all’infinita misericordia divi-na le mie numerose colpe, soprattutto quelle legate allo stupendo e tremendo incarico pasto-rale e alla guida della diocesi di Savona-Noli e di Bergamo.

Spero soltanto nella Sua indicibile bontà per-ché di mio non ho nulla, anzi ho molti peccati. Chiedo perdono a quanti sono stati scandaliz-zati dal mio comportamento o sono stati offesi dalle mie parole, dalla mia poca delicatezza nel tatto, dalla mia dimenticanza: pregherò per loro.

Ringrazio i moltissimi che mi hanno edificato ed aiutato. Ringrazio i miei fratelli per le atten-zioni verso di me, in particolare la sorella Ma-ria per la cura materna verso Mario; ringrazio i nipoti (specialmente Ferruccio) per il bene che mi hanno voluto e a tutti raccomando la vita

cristiana e per tutti prometto un ricordo presso il Signore.

Ringrazio i vescovi del mio sacerdozio e miei predecessori (mons. Piazzi, mons. Gaddi, mons. Oggioni e il mio successore Francesco) e Mons. Paravisi e Belotti, i carissimi colleghi e gli amati alunni del seminario, i confratelli nel sacerdozio che mi hanno accolto con pa-zienza ed edificati per la generosità. Grazie ai religiosi, alle religiose e agli Istituti secolari; grazie alle numerose persone che ho incontrato e che mi hanno regalato la loro amicizia. Gra-zie alla diocesi di Savona-Noli che, sia pure per breve tempo, ho amato e continuato a ri-cordare nella preghiera. Grazie alla stupenda diocesi bergamasca che mi ha generato alla fede, al sacerdozio, all’episcopato e che ho cercato di servire come presbitero e come vescovo. È molto di più quello che ho ricevuto da questi stupendi incontri rispetto al poco che ho dona-to. Chiedo a tutti i carissimi fedeli di portarmi nelle loro preghiere e di presentarmi alla mise-ricordia del Signore. Ho amato moltissimo i fratelli nella fede e figli nella guida pastorale: il Signore ricompensi tutti copiosamente, e, per parte mia, cercherò di supplire con la pre-ghiera il poco che ho dato e le molte deficien-ze. Sento di non dover perdonare nessuno perché da tutti ho ricevuto più di quanto meritassi. Sono contento di essere sacerdote e vescovo, anche se questo ufficio mi è costato molto e anche atterrito. Mi rammarico di non aver traf-ficato convenientemente le numeroso grazie che il Signore mi ha continuamente regalato.

Mi affido alla sua misericordia: ho le mani vuote, o Padre, e mi metto nelle tue mani pa-terne e, per i meriti di Gesù Cristo e l’opera di intercessione della Vergine Santissima e dei carissimi fratelli nella fede, spero di poterti ringraziare in eterno in unione con coloro che mi hanno già preceduto, soprattutto dei miei genitori, i miei predecessori e coloro che ho incontrato nel mio ministero.

Ringrazio il Sommo Pontefice per la fiducia dimostrata nei miei confronti, riconfermo la mia fedeltà alla Santa Chiesa e al Vicario di Cristo; offro la mia vita per l’amata e stupenda chiesa bergamasca. In Cristo e abbandonando-mi alle mani materne di Maria Santissima e dei Santi bergamaschi, in particolare della Beata Pierina Morosini e del Beato Luigi Palazzolo, dico grazie al Padre e a Lui affido la mia pove-ra esistenza».

+ Roberto Amadei

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“Fare” Pasqua

Rupnik – Risurrezione (Cappella della Nunziatura Apostolica, Parigi)

Questo numero del nostro giornalino esce in occasione della Pasqua. Il nostro P. Corrado ci aiuta a “fare Pasqua” per vive-re nella fede e nella gioia l’avvenimento più grande della nostra fede. Ogni anno ci vengono incontro le celebrazioni pa-squali, dischiudendoci il loro potere “primaverile” di rinascita. L’austerità della Quaresima, con le sue salutari potature, prepara il nostro spirito alla gem-mazione di un rinnovato entusiasmo. E ciò in ra-gione di Colui che ha vinto la morte!

Dopo la notte più oscura, quella del sepolcro, Cri-sto “rinasce” come sole senza tramonto. E attraver-sando anche le porte chiuse, tutto rischiara col suo vivo splendore! Così avvenne quando apparve agli Apostoli la sera di quello stesso giorno. Così otto giorni dopo, quando oltre alle porte chiuse varcò l’animo trincerato di Tommaso, aprendolo alla fe-de. Ed ancora, fu il suo calore a infiammare il cuo-re dei due di Emmaus, ormai gelato dalla perdita della speranza.

Il Risorto non ha bisogno che gli apriamo le porte, quasi fossimo noi a decidere l’ora di essere rag-giunti dalla sua luce e riscaldati dal suo calore. Egli non conosce ostacoli, ma rispetta le nostre cecità e resistenze.

Ecco allora il senso dell’annuale appello a “fare” Pasqua, ossia a dare al Risorto lo spazio che gli è dovuto. E’ un lavoro concreto il “fare” Pasqua: non bastano le buone intenzioni. Infatti non è facile il passaggio pasquale dal peccato alla grazia, né è scontato il progresso verso più profonde illumina-zioni spirituali. Abbiamo bisogno di riscoprire, Pasqua dopo Pasqua, la forza delle parole del Ri-sorto: al dubbioso Tommaso che vive in ciascuno di noi, Gesù ripete: «non essere più incredulo, ma credente!». Abbiamo bisogno di riascoltare, nelle oscurità della vita, la sicura parola di Cristo: «Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammi-na nelle tenebre».

Seguire il Signore nell’itinerario pasquale è rina-scere alla luce divina. Lo esprimiamo nella notte di Pasqua mediante l’accensione delle nostre lampade al cero pasquale. Nel segno della vivida fiamma che rischiara la notte scorgiamo il riflesso

dell’eterno splendore del Risorto che orienta i no-stri passi: davvero «alla sua luce vediamo la lu-ce!». E rinfreschiamo il nostro impegno a vivere da figli della luce.

La vita terrena del cristiano è racchiusa tra due sim-boli luminosi che evocano il fare Pasqua con Cristo. Il primo è la consegna di un cero acceso nel giorno del battesimo, insieme alla veste candida, che espri-me la chiamata a vivere di luce. Il secondo simbolo è la fiamma del cero pasquale nel rito delle esequie, segno del Risorto che ha sconfitto la morte; anche la preghiera del Requiem termina invocando dal Signo-re per i fedeli defunti: «splenda ad essi la luce perpe-tua».

La presenza di Cristo è sorgente inesauribile di luce! Possiamo però domandarci se ciò ha riscontro nelle nostre giornate. Sento che la luce della fede mi tra-scina oltre le ombre che mi impauriscono e mi para-lizzano, impedendomi di fare un passo in più? La fede è un dono da custodire, da difendere, da ali-mentare, da far fruttificare, da vivere ogni giorno. C’è il pericolo reale che non vivendo come si cre-de, si finisce per credere come si vive; ossia da testimoni di un’assenza anziché di una Presenza che ci illumina i pensieri, le parole e le opere. Ab-biamo dunque bisogno di “fare Pasqua” per vivere in modo credibile da uomini e donne di fede. In anni non lontani era normale che una madre o un padre chiedesse al figlio: «Hai fatto Pasqua?, Quando vai a far Pasqua?», indicando con tale e-spressione la confessione e la comunione eucaristi-ca. I tempi sono cambiati, forse anche i genitori… ma l’esperienza pasquale è rimasta identica. Sono i sacramenti infatti che, innestandoci in Cristo, ci permettono di passare oltre le nostre notti. Come può essere buona la Pasqua, senza che il vento del-la risurrezione ci attraversi l’animo?

Non siamo soli a fare Pasqua. Perciò ci aiutiamo gli uni gli altri, sostenendoci con il buon esempio. Ci accompagna la Madre del Signore: associata alla Passione del Figlio, è la prima a fare Pasqua con lui. L’Assunta è infatti «la donna vestita di sole!» (Ap 12,1). Con il vescovo Tonino Bello la invochiamo: «Santa Maria, donna del Sabato santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com’è tra le brume del venerdì e le attese della do-menica di Risurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. E’ il giorno della speranza, in cui si fa bu-cato dei lini intrisi di lacrime e di sangue, e li si asciuga al sole di primavera perché diventino tova-glie di altare… Ripetici, insomma, che non c’è cro-ce che non abbia le sue deposizioni. Non c’è ama-rezza umana che non si stemperi in sorriso. Non c’è peccato che non trovi redenzione. Non c’è se-polcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie più nere trascolo-rano negli abiti della gioia. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono già i motivi fe-stosi dell’alleluia pasquale».

P. Corrado Maggioni

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MARZO 2010 14 domenica – IV di Quaresima

ritiro 4a primaria 16 martedì

14.30 catechesi genitori scuola materna 19 venerdì

Solennità di S. Giuseppe (festa del papà) 20 sabato - 21 domenica

Convegno missionario diocesano - Parrocchia di Boccaleone (Bergamo) 20 sabato

14.30 incontro per genitori dei bambini di II primaria 21 domenica – V di Quaresima

pomeriggio di spiritualità per i catechisti del Vicariato

16.00 Celebrazione Battesimi 22 lunedì

Via Crucis dei gruppi missionari del Vicariato dalla chiesa di Mozzo 22 lunedì – 27 sabato

pellegrinaggio a Lourdes (Gruppo Alpini) 27 sabato

14.30 confessioni bambini primaria (chiesa)

16.00 confessioni ragazzi secondaria (chiesa) Settimana Santa

28 domenica - Domenica delle palme

Benedizione degli ulivi

9.45 processione da Casa Serena alla chiesa parrocchiale con i rami di olivo

10.00 S. Messa

29 lunedì

9.30 Confessioni per ospiti di Casa Serena

20.30 confessioni vicariali per adolescenti e giovani

30 martedì

14.30 confessioni bambini primaria (chiesa)

16.00 confessioni ragazzi secondaria (chiesa)

20.30 confessioni per adulti delle parrocchie di Albenza, Almenno San Bartolomeo e Bremba-te di Sopra (chiesa della Visitazione, località Cascine, Almenno S.Bartolomeo)

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CALENDARIO PARROCCHIALE CATECHESI ADULTI

Mercoledì 8.30 in chiesa parrocchiale

Giovedì 9.30 in Casa Serena 20.30 in oratorio

Venerdì 15.00 in chiesa parrocchiale ADORAZIONE Il Santissimo Sacramento resta esposto ogni Venerdì dalle ore 8.30 alle 17.30.

17.30 Vesperi - Benedizione eucaristica. - 18.00 S. Messa.

CATECHESI RAGAZZI Sabato 14.20 II-III elementare (oratorio) 15.50 IV elem. - II media (oratorio) 18.00 III media (oratorio)

Martedì 14.50 IV elem. - II media (oratorio)

Giovedì 14.30 Spazio compiti (oratorio)

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31 mercoledì

8.30 - 12.00 confessioni per tutti (chiesa)

15.00 - 18.00 confessioni per tutti (chiesa)

20.30 - 22.00 confessioni per tutti (chiesa)

APRILE 2010 1 Giovedì Santo

8.00 lodi (chiesa)

9.30 S. Messa crismale (Duomo, Città Alta) 14.30 - 16.00 confessioni per tutti (chiesa)

16.30 S. Messa in Cena Domini (Casa Serena). Bambini della Prima Comunione

20.30 S. Messa in Cena Domini (chiesa), a se-guire adorazione eucaristica fino alle 24.00 2 Venerdì Santo

8.00 lodi (chiesa)

9.00 - 12.00 confessioni per tutti (chiesa)

15.00 celebrazione della morte del Signore (chiesa)

16.30 - 19.00 confessioni per tutti (chiesa)

20.30 Via Crucis (per le vie del paese, con par-tenza dalla piazzetta di via Palestro - parco di Casa Serena - chiesa parrocchiale) 3 Sabato Santo

8.00 lodi (chiesa)

9.00 - 12.00 confessioni per tutti (chiesa)

15.00 omaggio floreale a Gesù morto e benedi-zione delle uova (chiesa)

16.00 - 19.00 confessioni per tutti (chiesa)

21.00 solenne Veglia Pasquale e celebrazione Battesimi (chiesa) 4 domenica - Pasqua del Signore 10 sabato

Ritiro bambini della prima Confessione 11 domenica – in albis

14.30 celebrazione della prima Confessione (Chiesa) 17 sabato 20.30 concerto del gruppo musicale “G.Donizetti” nella chiesa parrocchiale

18 domenica

16.00 Celebrazione dei Battesimi Pellegrinaggio parrocchiale a Torino (osten-sione della Sindone) 24 sabato

matrimonio Desirèe Cisana e Andrea Bersini 25 domenica

11.15 Celebrazione del “XXV” Aprile (chiesa parrocchiale) 30 venerdì

matrimonio Katrine Capelli e Claudio Albor-ghetti

MAGGIO 2010

Nel mese di maggio la S. Messa del lunedì sarà nei quartieri della parrocchia 1 sabato

14.30 confessioni e prove dei bambini della prima Comunione 2 domenica

9.00 S. Messa (Casa Serena)

10.30 celebrazione delle prime Comunioni (chiesa)

11.15 S. Messa (Casa Serena) 3 lunedì

20.30 pellegrinaggio parrocchiale mariano 22 sabato

ritiro dei Cresimandi 23 domenica

10.30 celebrazione delle Cresime (chiesa) 29 sabato

matrimonio Enrica Maj e Fabio Gulberti Quer-ciari 30 domenica

chiusura anno catechistico 31 lunedì

chiusura anno pastorale dei gruppi missionari

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Parrocchia S. Maria Assunta

Venerdì 26 febbraio Pace e giustizia nella Bibbia (prof. Maffeis don Alberto, Seminario di Bergamo)

Venerdì 5 marzo La verità nella carità. L’enciclica del papa (prof. Rocchetti Daniele, ACLI)

Venerdì 12 marzo I diritti umani: situazione e speranze (prof.ssa Gandolfi Stefania, Università di Bergamo)

Venerdì 19 marzo La Sindone: icona o reliquia? (prof. Provera don Ennio, Seminario di Bergamo)

Venerdì 26 marzo I poveri li avrete sempre con voi (Scotti don Corinno, parroco di Brembate di Sopra)

Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. (Is 53,8)

Piazza Vitt. Veneto 8 24030 Brembate di Sopra (BG)

Parrocchia S. Maria

OGNI VENERDI’

(dal 26 febbraio)

15.00 Via Crucis (chiesa)

16.30 Via Crucis per bambi-ni e ragazzi (oratorio)

19.00 S. Messa (oratorio)

19 . 45 c ena mag r a (oratorio, prenotazione al bar)

20.45 incontro (oratorio)

Tutti gli incontri si terranno in oratorio

Oratorio don Bosco Via B.Locatelli, 4

oratoriobrembatesopra.net

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Verbale della riunione del C.P.P. del 24.11.2009 Dopo una preghiera è iniziata la nostra riunio-ne che aveva come argomento le iniziative del-la Parrocchia e dell’Oratorio in preparazione del Santo Natale. La relazione di don Corinno è cominciata con la comunicazione delle dimissioni della Sig.na Chiara Ubiali motivate da suoi impegni perso-nali. Don Corinno chiede che si suggerisca un nominativo per la sostituzione.

• Il parroco ha incontrato le 10 famiglie pres-so le quali si raduneranno i gruppi di pre-ghiera durante l’Avvento.

• Un ritiro spirituale parrocchiale si terrà nei giorni 17 e 18 prossimi al mattino alle 9,30 a Casa Serena con la guida di don Corinno e la sera alle 20,30 con la guida di don Mar-co Perrucchini.

• Si invita a cominciare a pensare alle riunio-ni quaresimali in preparazione della Pasqua con i possibili temi che avranno come ri-flessione generale l’enciclica del Papa sulla questione sociale.

• Sono iniziati gli incontri zonali con i sacer-doti di Almenno San Bartolomeo,e si è sta-bilito che le confessioni comunitarie per il Santo Natale si terranno per le due parroc-chie nella chiesa delle Cascine, mentre le confessioni per gli adolescenti non si ter-ranno più solo a Presezzo, ma a Brembate e Presezzo.

• Don Gustavo comunica che il19/12 si terrà in Oratorio un recital natalizio dei ragazzi di 2° media. Ci auguriamo che don Manuel possa venire da Roma dove sta studiando per aiutarci nelle confessioni natalizie.

• Il presepe in chiesa sarà allestito dal Sig. Scarpellini, mentre quello sul sagrato dal Gruppo Alpini.

• Dopo Natale inizieranno gli incontri con i fidanzati in preparazione al matrimonio.

• Si è deciso inoltre che i ragazzi del catechi-smo, accompagnati da volontari del-l’AVULSS, visiteranno gli ospiti nostri par-rocchiani di Casa Serena portando loro una piccola strenna natalizia.

Dopo la descrizione di queste iniziative, si è iniziato a riflettere sulla lettera del Vescovo Francesco alle famiglie. Questa lettera sarà anche oggetto di riflessione per i 10 gruppi di

preghiera che si riuniranno nelle case in pre-parazione dell’Avvento. In questa lettera si parla della Chiesa come ca-sa, come storia e come corpo perché le fami-glie nella Chiesa si sentano a casa. Si è deciso di distribuire questa lettera a tutte le famiglie della parrocchia unendola al giornale INSIE-ME di prossima distribuzione, ed a depositarne copie in chiesa affinché chi non riceve il gior-nale possa prenderla. Con una preghiera di ringraziamento è termi-nata la nostra riunione.

il segretario Giorgio Silvani

* * * Verbale della riunione del C.P.P. del 16.02.2010 1. Dopo la preghiera iniziale, si dà il benvenuto alla sig. Panzeri Elisabetta, che sostituisce la sig.rina Ubiali Chiara. 2. Vengono poi illustrate da don Corinno le ini-ziative per la Quaresima:

• i venerdì di Quaresima con le date, gli orari, i temi, come da locandina; si comincia già da venerdì p.v. (19/02/2010), anche se non era stato calendarizzato, con la testimonianza di padre Giuseppe Cortinovis, successore di padre Gianni Maggioni in Malawi e che sta finendo di costruire la chiesetta per conto della nostra parrocchia, chiesetta intitolata appunto a p. Gianni;

• le via crucis (chiesa, Casa Serena, oratorio)

• le confessioni interparrocchiali presso la chie-sa della Cascine (con le parrocchie di Almen-no San Bartolomeo e di Albenza)

• la proposta dei sussidi diocesani e delle ACLI (messi a disposizione in chiesa)

• la via crucis vicariale dei gruppi missionari

• la via crucis parrocchiale del venerdì santo.

Don Corinno chiede suggerimenti sul percorso e sulla preparazione.

Alla fine il percorso scelto è il seguente: ritrovo e partenza sulla piazzetta di via Palestro (vicino al negozio di frutta), parco di Casa Serena, Chiesa.

I suggerimenti relativi a chi la deve preparare sono stati questi:

• i giovani

• i ragazzi delle medie

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• i gruppi parrocchiali

Alla fine s'è deciso che i seguenti gruppi prepa-rano ciascuno una stazione:

1. catechisti (referente: Delia Guerini)

2. gruppo missionario (referente: Fiorenza Ce-loria)

3. caritas (referente: Giovanna Cortinovis)

4. adolescenti (referente: Matteo Odoni)

5. gruppo famiglie (referente: Mirko Lombardi)

6. gruppi dei centri di ascolto (referente: don Corinno)

7. Azione Cattolica e Apostolato della Preghiera (referente: Luisa Baggi)

Per quanto riguarda i suggerimenti circa i temi, s'è concordato di individuare alcuni temi di at-tualità da declinare per ogni stazione. Don Gu-stavo è incaricato di sceglierne alcuni e di pro-porli a don Corinno. 3. Circa la questione della Messa a Tresolzio (762 abitanti, con 305 famiglie) il sabato pome-riggio, don Corinno riassume le valutazioni, in parte già emerse nel precedente CPP: ♦ rischio di una Messa come se fosse una co-

munità a parte

♦ don Faustino alle prese con la sorella Rita è sempre meno disponibile

♦ nelle parrocchie vicine ci sono preti che si metterebbero a disposizione, per esempio don Alfredo (Mapello), don Andrea (Valtrighe)

♦ Ponte S. Pietro (che pure è una parrocchia più piccola di Brembate Sopra) celebra tutti i sabati pomeriggio una Messa a Briolo (chiesa S. Michele)

♦ così pure Almenno San Bartolomeo Fatte le suddette considerazioni, si decide per una sperimentazione di 3 mesi (aprile, maggio, giugno), con una S.Messa alle 16.00 presso la chiesetta di S.Luca. Dell'iniziativa (con orari e motivazioni) si informeranno le famiglie del quartiere di Tresolzio con una lettera che redige-rà don Corinno. 4. Il piano pastorale diocesano ci propone due temi grossi: 1. le famiglie giovani (sposate da poco).Don

Corinno fa osservare che la composizione del gruppo fidanzati (quelli che fanno il corso in preparazione al matrimonio religioso) è anda-

ta cambiando nel corso degli anni. Sono sem-pre di più le coppie che da tempo convivono e che magari hanno già dei figli. Anche la qualità della partecipazione (passività) e la quantità sembra andare calando. L'obiettivo che ci dovremmo porre, dice don Corinno, è quello di scaldare il cuore di questi giovani e coinvolgerli in un cammino perchè quel so-gno che hanno in questo periodo non si spenga col tempo (e poi porti magari alla se-parazione), ma si rafforzi sempre di più nella vita di coppia.

Diverse le proposte emerse: • cammino proposto dopo il corso fidanzati

• coinvolgimento nei Centri di Ascolto della Parola

• coinvolgimento da parte dei catechisti

• richiesta alla diocesi di un referente per i gruppi famiglia della diocesi

La questione sembra essere però non tanto sul cosa fare, ma chi lo fa (non ci sono al momento persone disponibili). Dovremo riprendere que-sto tema in un prossimo consiglio e con il grup-po famiglie.

2. l'anno sacerdotale. Il modello proposto dal papa è il santo curato d'Ars. Un modello che è di altri tempi, ma i cui principi e valori sono tuttora validi. Que-sto ci fa capire che la figura del prete cambia nel tempo e nei luoghi. A Brembate Sopra, come sono chiamato a fare il prete? Sarà questa una domanda che sarà messa a tema nel prossimo incontro.

per il segretario don Gustavo

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Santa Geltrude Comensoli A un anno dalla canonizzazione di Ma-dre Geltrude Comensoli una suora ci parla di lei e ci illustra il suo carisma.

Il giorno 18 febbraio 2010 la nostra comu-nità ha festeggiato con le celebrazioni e la giornata Eucaristica Santa Geltrude Co-mensoli che Benedetto XVI il 26 aprile scorso ha proclamato Santa. Chi è santa Geltrude Comensoli? La si può definire un’anima eucaristica; tutta la sua vita è stata vissuta mettendo sempre al cen-tro della sua vita Gesù eucaristico. Questa donna è stata capace di lasciarsi plasmare dal suo Signore che la voleva tut-ta per Sé, Fin da bambina lei si sentiva attratta da una forza interiore, amava sostare a lungo in chiesa, in atteggiamento adorante e si sen-tiva sempre più attratta a ricevere Gesù. Nelle sue note intime lei scrive: “Non po-tendo più dal desiderio d’accostarmi al Santissimo Sacramento decisi di farlo se-gretamente, pensando che Gesù non ne

avrebbe avuto a male”. Questa fanciulla così trasportata da questo grande desiderio riesce a coinvolgere altre adolescenti attorno a sé. Lei, sempre fedele alla parola di Gesù dice: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stes-so prenda la sua croce e mi segua”. Infatti quando l’ora della prova bussa alla sua porta Lei la vive con fede e con abban-dono. L’uomo d’oggi sembra che Dio l’abbia re-legato nel profondo del suo cuore. Santa Geltrude ci insegna che “Se vogliamo sa-pere chi è Dio dobbiamo inginocchiarci ai piedi della Croce, dove apprendiamo la verità di Dio, cioè che Dio è amore”. Madre Geltrude si accorge di non meritare l’Amore di Dio e dice: “Mio Gesù quanto siete buono? Quante grazie mi andate prodigando!”. Questa donna, innamorata della Presenza eucaristica, ci invita ad un atteggiamento di contemplazione, di gratitudine, di interces-sione, di offerta e di domanda. Ci dona un esempio di come l’Eucaristia sia il centro e il culmine della vita di ogni cristiano, ci aiuta a metterci ai piedi di Ge-sù per saper cogliere il grande dono della Sua Presenza, a diventare testimoni del Suo amore e della Sua misericordia. Solo chi si mette in ascolto della sua Parola sa vedere nel pane spezzato la Presenza del Signore, e come i discepoli di Emmaus “Non ci ardeva il cuore quando Lui ci par-lava? Rimani con noi perché si fa sera”. Mettiamoci con gioia davanti a Lui e trove-remo le risposte alla nostra vita, e sull’esempio di Santa Geltrude facciamo nostro il suo motto

“Gesù amarti e farti amare”.

Suor Maria Salvi

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Flash di vita parrocchiale

Natale alla Scuola Materna

Epifania: la processione dei Magi Festa dei Battesimi - 27 dicembre 2010

Gli adolescenti a Gandellino - 6,7,8

dicembre 2009

Natale alla Scuola Materna

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Scrivi una preghiera in cui chiedi a Dio Pa-dre di vivere secondo le “caratteristiche” dei ragazzi pastori che nella santa notte di Natale corsero alla grotta di Betlemme e trovarono Gesù Bambino… (Alessia) Caro Dio, io vorrei essere come quei ragazzi pastori, cioè buona, forte, furba, libera, grande e testimone della Tua presenza. Io ti voglio bene, ti prego stammi vicino nel cammino della vita e aiutami a scegliere la strada giusta.

(Andrea) Dio Padre, aiutaci a svolgere i nostri compiti con serietà e umiltà. Ad avere un cuore buono per amare noi stessi e donare amore agli altri, perché la nostra vita sia serena e soddisfatta già

nelle piccole cose. Amen.

(Arianna) Caro Dio, fa’ che il mio cuore sia buono e a-perto agli altri. Fa’ che io possa essere forte ed avere molta forza di volontà. Fa’ che io possa essere decisa e libera.

(Aziza) O Signore, aiutami a vegliare, ad annunziare la grande gioia e la luce. Che io sia un angelo custode degli altri. Che io veda la luce e il cammino che devo percorrere per annunciare la gloria e la Tua Parola. Grazie Signore per quello che mi hai dato. Amen.

(Beatrice) Dio Padre, aiutami ad essere buona con tutti, forte e più coraggiosa. Fa’ che i miei occhi brillino di gioia e diano serenità a chi mi sta vicino.

(Chiara) Caro Gesù, di grande da offrirti non ho come i Re Magi, ma voglio riservare per te il mio cuo-re e la mia amicizia, ma senza il tuo aiuto non ti posso dare niente perché i miei doni non sa-rebbero degni di te e quindi ti chiedo di farmi diventare buona come quei pastori che ti ado-rarono quella santa notte.

(Federico) Dio Padre, aiutami ad essere pronto quando Tu

mi chiamerai, aiutami a capire quando gli altri mi chiedono aiuto; fa’ che io possa crescere con un cuore buono.

(Giada) Grazie Signore per quello che mi hai dato, gra-zie Signore perché mi vuoi bene, grazie Signo-re che mi hai dato una famiglia che mi vuole bene, farò di tutto per migliorare. Amen.

(Greta) Signore, ti ringrazio di avermi dato una bella famiglia, di avermi dato dei buoni amici che mi aiuteranno a crescere e a diventare brava e buona come te, o Signore. Spero che anche tu mia aiuterai in questo lungo cammino che si-curamente vivrò con te, ogni momento della mia vita, Amen!

(Laura) Gesù, proteggimi dal mattino fino la sera. Io ti ringrazio per la famiglia che mi hai dato. Fammi crescere buona, educata e

capace di aiutare gli altri.

(Lorenzo) Gesù, insegnami ad essere più forte per aiutare i più deboli e dammi un cuore buono per fare sempre la tua volontà.

(Matteo) Gesù, dona un cuore buono ai cattivi per fare atti buoni e la tua volontà.

(Nicholas) Caro Dio Padre, fa’ che noi possiamo diventa-re come i ragazzi pastori, cioè forti, intelligen-ti, gentili, missionari, a disposizione, e “salvatori”. Amen.

(Nicola) Signore, fammi diventare un ragazzo pastore perché mi sarebbe piaciuto molto vivere l’esperienza di vedere la nascita del piccolo Gesù, come i pastori. Aiutami! Amen.

(Selene) Dio Padre, vorrei essere un pastore per vedere la nascita di Tuo Figlio Gesù, e vorrei avere un cuore grande grande per amare. Amen.

(Simone) Aiutami, Dio Padre, a comportarmi come i ra-gazzi pastori, ad essere buono, forte, ma so-prattutto essere libero. Amen.

Le preghiere dei ragazzi pastori

Gruppo 2000 x Uno… in Galilea

(classe quarta catechismo domenica)

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GIUDICI LORENZO di Marco Guido e di Ghepardi Marta nato il 21.11.2009 battezzato il 21.02.2010

Grazie, Signore, per averci donato Lorenzo. Ti chie-diamo di stargli sempre vicino, perché possa ogni giorno conoscere il tuo amore nelle persone che in-contrerà.

CARRARA ALESSANDRO di Luca e di Panza Daniela nato il 14.09.2009 battezzato il 21.02.2010

Signore Gesù, ti ringraziamo per averci donato Ales-sandro, fa’ che cresca forte nella fede e nell’amore e guidaci nel nostro compito di genitori affinché possa vivere in serenità e armonia seguendo i valori che tu ci hai insegnato. Noi ti preghiamo.

GARGANTINI CATERINA di Nicola e di Galli Alessandra nata il 25.10.2009 battezzata il 21.02.2010 Signore Dio Padre, ti ringrazia-mo per il dono della vita e per averci dato la possibilità di esse-

re genitori, ti affidiamo i nostri bimbi, in particolar modo la piccola Caterina che oggi riceve il sacramen-to del Battesimo. Accresci in me e a Nicola la fede, donaci la forza, la speranza e la pazienza per affrontare le fatiche e le gioie quotidiane.

DAMINELLI ALESSIA MARIA ANNA di Mosè e di Bonometti Monica nata il 31.08.2009 battezzata il 21.02.2010

Vogliamo essere dietro di Te per proteggerti, davanti a Te per aprirti la strada, accanto a Te per vincere sempre, dentro di Te per vivere in eterno. Vestita di nuova luce e animata dalla Santa Benedizio-ne, è bella più di sempre la nostra piccola Alessia Ma-ria Anna…! Con grande orgoglio e commozione alziamo gli occhi al cielo affidando a Lui le nostre preghiere ed i buoni propositi, affinché illumini il suo cammino nella gran-de strada della Vita e guidi noi che, passo dopo passo, la terremo per mano.

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BATTESIMI

PANSERI LAURA di Manuel e di Gnocchi Romina nata il 10.08.2009 battezzata il 06.12.2009

Signore, ci hai dato la gra-zia di essere figli e ora an-che genitori. Ti ringraziamo

per Laura. È il tuo dono dal cielo e l’affidiamo a Te perché possa crescere nella fede e nella serenità. Aiuta noi genitori in questo grande impegno accompagnandola passo dopo passo nel cam-mino della vita. Noi ti preghiamo.

BERIZZI MARCO di Mirko e di Sangalli Laura nato il 24.05.2009 battezzato il 06.12.2009

Signore, ti ringraziamo per il me-raviglioso dono che ci hai conces-so. Aiutaci a proteggere il nostro piccolo Marco e a farlo crescere

con animo ricco d’amore e di fede. Signore, il tuo dono rappresenta per noi la sfida più importante per la co-struzione di una famiglia sana e solida. Ci impegnere-mo ad essere genitori capaci di trasmettere i valori es-senziali in un mondo saturo di illusioni e superficialità. Noi ti preghiamo.

CORTINOVIS GIADA di Mirco e di Renzelo Roberta nata il 25.09.2009 battezzata il 20.12.2009

ASSOLARI ANGELA di Cesare e di Pianetti Merilin nata il 07.11.2009 battezzata il 27.12.2009

TIRONI MAURO di Massimo e di Brembilla Michela nato il 29.12.2009 battezzato il 30.12.2009 in ospedale

QUARTI AURORA VICTORIA di Vincenzo e di Fernandez Lisbet nata il 9.09.2009 battezzata il 21.02.2010 Grazie Signore per averi donato la nostra Aurora. Ora ci affidia-mo a te, perché cresca in salute,

con fede, amore e umiltà. Aiuta noi genitori nel compito di educatori, perché possiamo essere una guida attenta e premurosa, la luce del tuo amore illumini e guidi il cammino della sua vita. Noi ti preghiamo.

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Anagrafe

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MATRIMONI

NAVA EZIO con CAPITANIO CINZIA il 29 dicembre 2009

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FUNERALI

ARRIGONI ROSA di anni 80 morta il 6 dicembre 2009

NEGRONI LUIGI di anni 64 morto il 6 dicembre 2009

GALBIATI LUIGIA di anni 90 morta il 7 dicembre 2009

VITALI AGNESE di anni 92 morta il 11 dicembre 2009

CACCIA MARIO di anni 60 morto il 16 dicembre 2009

CALDARA PIERINA di anni 88 morta il 17 dicembre 2009

BAGGI ERNESTA di anni 91 morta il 18 dicembre 2009

MONTANI CARLOTTA di anni 93 morta il 23 dicembre 2009

BIZZONI CARLO di anni 76 morto il 24 dicembre 2009 TOGNI EMILIA di anni 86 morta il 28 dicembre 2009

CARRERA FRANCO di anni 89 morto il 29 dicembre 2009

SOAVE FERDINANDO di anni 82 morto il 5 gennaio 2010

TIRONI MAURO di 1 giorno morto il 30 dicembre 2009

GARIONI ENRICO di anni 81 morto il 6 gennaio 2010

PIROLA PIETRO di anni 88 morto il 25 gennaio 2010

CORTINOVIS TERESA LAURA di anni 91 morta il 26 gennaio 2010

BREMBILLA ANGIOLINA di anni 67 morta il 5 febbraio 2010

PIZZO ANTONIO di anni 70 morto il 10 febbraio 2010 ROTA VALERIA di anni 72 morta il 16 febbraio 2010 MURGIA MARIA MERCEDES morta il 18 febbraio 2010

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Tempo di bilanci

Carissimi amici, un anno è passato e con la pubblicazione del nostro bilancio, vogliamo ringraziare tutte quelle persone che, collaborando alle nostre iniziative, ci hanno permesso di sostenere i progetti dei nostri missionari e non solo. So che tutti gli anni rischiamo di ripeterci, ma i miei mi hanno insegnato a ringraziare sempre coloro che ci danno una mano e allora Grazie alle tante persone che con piccole e grandi of-ferte di soldi o di materiale, ci hanno dimostra-to la loro solidarietà e ai commercianti per l’adesione alla campagna natalizia del Centro Missionario Diocesano. Grazie agli Alpini e ai volontari che non mancano mai di darci una mano con le raccolte del ferro, al Coro dell’Oratorio che ci devolve le offerte che rice-ve per il servizio ai matrimoni. Grazie alle im-prese Roncelli, Edilsana, alla ditta GTI, al pun-to vendita di Ponte S. Pietro della Cooperativa Legler ai piccoli artigiani e al Comune che hanno contribuito all’aumento delle entrate per la raccolta ferro e metalli vari. Grazie alla dire-zione della Casa di Riposo per la disponibilità che sempre ci dà della Sala Stucchi per lo svolgimento delle Mostre Missionarie e a tutti coloro che ci offrono i loro manufatti per la mostra del Fai da Te. E, sperando di non aver dimenticato nessuno, un grazie di cuore ai no-stri missionari “inviati speciali” della nostra comunità a portare l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo, ai nostri sacerdoti, alle suore e ai gruppi parrocchiali che ci aiutano ad aprire la nostra comunità alla missione. Siamo ben consci che quello che facciamo è una goccia rispetto all’oceano di bisogni dell’umanità, ma riteniamo altresì che sia do-vere di ogni cristiano impegnarsi per il bene comune, partendo dalle piccole scelte di ogni giorno, vivendo con sobrietà e condividendo ciò che abbiamo e ciò che siamo. Tuttavia il nostro impegno non deve fermarsi solo all’aiuto economico ai missionari, ma deve avere la sua centralità nell’annunciare la gioia dell’incontro con Cristo a coloro che non lo conoscono o che l’hanno dimenticato, sia qui

nel nostro paese che nel mondo intero. E’ im-portante perciò una più intensa vita spirituale e la partecipazione a quei momenti di preghiera, proposti durante l’anno e alle messe per l’evangelizzazione dei popoli dell’ultimo vener-dì del mese. Come sempre ci scrivono i nostri missionari, la nostra preghiera è il carburante dal quale attingono per rafforzare la loro azione pastorale e solo con la preghiera possiamo chie-dere al Signore di donare nuove vocazioni sa-cerdotali e religiose alla nostra comunità e allo-ra grazie a tutti coloro che offrono le loro pre-ghiere e le loro sofferenze perché il Signore guidi il cammino dei suoi missionari e non fac-cia mai mancare operai per la sua “messe”. Concludendo invito tutti a partecipare in que-sta quaresima alle cene magre e agli incontri proposti alla comunità e se qualcuno volesse entrare attivamente nel nostro gruppo portando anche nuove idee saremo felici di accoglierlo. A presto.

per Gruppo missionario Africa 73 Fiorenza Attenzione: Ad aprile abbiamo in programma la mostra del Fai da Te e il mercatino delle occasioni, chi avesse oggetti da offrire ce li faccia avere per tempo. Grazie.

Tomba di Padre Gianni Maggioni

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Bilancio Anno 2009 Gruppo Africa ’73 Entrate

Saldo in cassa al 31-12-2008 € 5.571,50 Ricavato raccolte ferro-rame-alluminio € 8.837,20 Offerte NN € 3.350,00 Offerte da salvadanaio Oratorio € 215,00 “ da Simpatizzanti € 1.169,00 “ presso Mostra Missionaria € 250,00 “ da coro Oratorio per servizio a Matrimoni € 1.080,00 Ricavato cene magre di quaresima € 2.150,50 “ Banchetto Commercio Equo € 306,85 “ Vendita palme € 100,00 “ Mostra fai da te € 1.290,00 “ Iniziativa CMD/commercianti Aiuto x bambini € 600,00 “ Mostra Missionaria Dicembre € 3.696,00

Totale Entrate € 28.616,05 ============ Uscite

Contributo a Suor Ornella Rota Sperti € 3.000,00 “ a Suor Assunta Locatelli € 3.000,00 “ a Suor Federica Buffoni € 3.000,00 “ a Suor Nives Battaglia € 3.000,00 “ a Padre Leonardo Battaglia € 2.000,00 “ a Don Marco Perrucchini per Comunità Don Milani € 300,00 “ a Centro Missionario Diocesano pro Miss: Diocesane € 1.500,00 “ a “ “ “ pro Bambini/Ascom € 600,00 “ per Miss; Esmeraldas - Equador € 1.000,00 “ Associazione Amici di Pongo (Don Alberto) € 1.000,00 “ a Oratorio € 300,00 “ a Scuola Materna € 500,00 “ a Dario Imi per Mato Grosso – Perù € 500,00 Adozione seminarista Malawi € 900,00 “ a distanza € 720,00 Abbonamenti x Missionari a Foglio informativo C.M.D. € 100,00 Spedizione giornalino Insieme ai missionari e spese Postali € 120,10

Totale Uscite € 21.540,10 ============ Totale in cassa al 31-12-2009 € 7.075,95 ============

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Vocabolario:

Parole per la vita AVVENIRE: “Tempo, condizione, sorte che deve venire…”. Come sinonimo c’è Futuro, ma questa parola mi suona impersonale, legata al caso, a ciò che è sconosciuto e arcano ed evoca più apprensio-ne che attesa. Avvenire, invece, è una parola molto positiva e attiva, si dice infatti: pensare, all’Avvenire, costruirsi un Avvenire, preoccuparsi del pro-prio Avvenire, lavorare per l’Avvenire, sogna-re l’Avvenire, sperare in un Avvenire migliore. Avvenire perciò è una parola che rimanda ad azione, impegno, consapevolezza, sentimenti e atteggiamenti di speranza perché, si sa che l’Avvenire è qualcosa che si costruisce con l’OGGI, con il nostro presente e con il presen-te di tutti. Ci può essere anche la “paura dell’Avvenire, ma allora significa che si sta imboccando una strada sbagliata della vita: la paura blocca la capacità, la volontà e le attese, tarpa le ali alle possibilità e ai sogni. Mi sembra che oggi si usi e si abusi delle pre-visioni che sono o troppo ottimistiche o troppo pessimistiche, perciò siamo portati ad essere influenzati a seconda del nostro stato d’animo, dalle condizioni del momento e da chi o da quanti ce le propongono. Succede allora che per l’Avvenire ci sentiamo deresponsabilizzati, sfiduciati perché non scorgiamo “spazio di in-tervento” per il nostro apporto. In certe condi-zioni difficili e tristi della storia si è constatato come le costruzione dell’Avvenire sia stata la molla che ha fatto scattare un maggior impe-gno e una rinnovata fiducia nell’uomo e nella sua potenzialità per essere protagonisti del pro-prio Avvenire.

Due importanti fattori che contribuiscono a ben operare per la costruzione di Av-venire sono: 1) l’impegno educa-tivo verso le nuo-ve generazioni; 2) la capacità di leg-gere e interpretare la realtà.

1) Non è più così scontato che una generazione si fac-

cia carico dell’educazione dei giovani: in no-me di una pretesa libertà e autodeterminazione si evita di rafforzare ed eventualmente depura-re, cultura e tradizione e si preferisce abdicare in nome di una sterile neutralità. L’educazione non è più una trasmissione del sapere “verticale”, ma “orizzontale”: si apprende da-gli amici, dalla TV, ma così va persa la ric-chezza del passato, quella che, passata al va-glio dell’esperienza, meriterebbe di essere tra-mandata per diventare “tradizione”. 2) Il secondo fattore non è meno importante: è difficile orientarsi in questo mondo pieno di messaggi, dove sembra esistere solo ciò che viene presentato come notizia, in modo tale che ci abituiamo a una rappresentazione molto indotta della realtà (che fine fa tutto quello che per tanti motivi, non viene raccontato?). Sele-zionare cosa raccontare e cosa no è già fornire una interpretazione della realtà. La libertà di opinione è un valore se dettata da coscienza retta, formata, scevra da ideologismi e da ma-lafede. AVVENIRE è anche un giornale: “Quotidiano di ispirazione cattolica” con sottotitolo “per amare quelli che non credono”. La sua diffu-sione in Italia è molto “a macchia di leopardo” e ciò dipende dall’interesse che le chiese locali gli dedicano. Chi poi non lo conosce può pen-sare di trovarvi solo notizie della chiesa e pre-diche del Papa, ma quanto si sbaglia! Per co-minciare ci sono ben 4 editoriali, uno in 1ª pa-gine e 3 in 2ª su temi attuali, dell’Italia o del mondo: sono riflessioni, punti di vista di per-sonalità che non sono solo “giornalisti” ma esperti in varie materie “umane” e anche poeti cioè esperti nel saper tradurre in parole senti-menti e ragioni. Elenco in breve i titoli delle pagine? No, voglio lasciare a quell’unica persona che magari seguirà questo suggerimento, il piacere delle scoperta! Dico però che NON troverà: (per amore di carità le chiamo comunque noti-zie) non ci sono notizie tipo CHI-HA-DETTO-COSA-DI-CHI con relative risposte, smentite, repliche di false interpretazioni ecc.. Ci sono notizie italiane, dall’Europa, dal mon-do, pagine culturali, di spettacoli e di sport, naturalmente della vita della Chiesa e… anche buone notizie. Domenica 24 gennaio si è celebrata la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e riporto alcuni interventi.

Mons. Monari: “Una delle difficoltà a sentirsi INS

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partecipi in pienezza della vita della Chiesa sta proprio nell’immagine riduttiva che abbiamo della stessa. Siamo degli inguaribili provinciali e facciamo fatica a vedere le cose entro un o-rizzonte completo, cattolico (universale). Si può avere un senso forte di appartenenza alla Chiesa solo conoscendone la vita, gli sfor-zi, le fatiche, i successi e le difficoltà”. Cono-sciamo spesso invece solo le critiche che ven-gono mosse alla Chiesa dai “Media”.

Il Card. Tettamanzi ha incontrato al circolo della stampa tre direttori di giornale ai quali ha ricordato che occorre un patto comunicativo tra Chiesa e Media in cui la preoccupazione comune sia l’uomo e il rispetto per la persona. “I Media: una piazza, non un ring”.

Il Card. Bagnasco ha celebrato la S. Messa nella storica sede del Teatro delle Vittorie per i giornalisti RAI e ha pronunciato una omelia degna di registrazione (alla fine Pippo Baudo ha iniziato ad applaudire, seguito da alcuni al-

tri con un certo imbarazzo… si è reso conto tardi che non era a uno spettacolo!). Naturalmente anche il Papa ha scritto un suo messaggio “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: I nuovi media al servizio della parola”. Questa giornata è stata un’occasione per met-tere in luce il valore di letture alternative, co-me quella di AVVENIRE che oggi offrono una visone radicalmente alternativa dell’uomo, del mondo, della famiglia, della vita, delle re-lazioni affinché “Dio abbia diritto di cittadi-nanza in ogni epoca e, attraverso le nuove for-me di comunicazione, possa avanzare la Sua Parola lungo le vie delle città” ha detto il Papa. Aprire un giornale nuovo, non il solito, è sem-pre una difficoltà, è come entrare in un nuovo ambiente, occorre lo sforzo per orientarsi e capire, ma se offre di più ne vale la pena, no?

A cura di Luisa Si è uomo nella misura in cui si ha l’avvenire in mente (Talleyrand).

Avvenire pubblica ogni giovedì anche un in-serto per bambini, intitolato Popotus. Giornale di attualità per bambini. Altre testate per bambini e ragazzi le trovate qui sotto:

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Signorina Cecilia, ci parli della sua lunga vita. Sono nata a Brembate nel 1915 in questo paese dove oggi sorge il “Credito Bergamasco” e sono sempre vissuta qui.

In quel periodo gli abitanti erano forse 500 persone, tutti coltivatori a mezzadria perché i terreni erano dei Marchesi Terzi e Sommi.

Altre possibilità di lavoro non c’erano tranne, quando scendeva un’abbondante nevicata, gli uomini si recavano a Milano a spalare la neve.

Ho iniziato a lavorare alla Legler a maggio del 1928 avevo 12 anni e sei mesi. Sono stata for-tunata perché mi hanno assunta in un reparto in cui si preparava il campionario dei tessuti da distribuire ai venditori.

Ricordo un particolare molto significativo: il direttore nel confermare la mia assunzione mi disse: “presentati lunedì prossimo ma con le scarpe” (forse indossavo zoccoli o ciabatte).

Noi brembatesi eravamo una comunità molto chiusa e senza cultura.

Il cotonificio Legler iniziò la sua attività nella primavera del 1877.

Agli inizi del Novecento, la fabbrica era una grande realtà produttiva che impiegava 1600 operai di cui 485 uomini, 795 donne e 320 ra-gazzi fra i 12 e i 15 anni.

Verso il 1935-36 oltre alla Legler è sorta la “Caproni” (costruiva aerei) che ha dato lavoro ai giovani incentivandoli a specializzarsi nella meccanica, dietro un compenso fisso che per la famiglia era un toccasano.

Per il paese è iniziato uno scambio comunica-tivo e uno sviluppo economico.

Nel frattempo l’industria cotoniera lombarda e la Legler vissero un periodo molto positivo e la famiglia Legler dedicò molta attenzione ai problemi dei propri dipendenti.

All’interno dell’azienda fu istituito un asilo nido per ospitare i piccoli delle donne impie-gate nel lavoro, un asilo per i bambini più grandicelli (vedi Brembate), la Casa di Riposo per anziani a Ponte S. Pietro, lo Stadio di Pon-te S. Pietro e più avanti un’infermeria nello stabilimento con la presenza giornaliera del medico.

C’è una casa chiamata “cà della minestra” per-ché era il refettorio degli operai della Legler., i Signori Legler volevano trattare dignitosa-mente i loro operai.

Avevano messo a disposizione una grande cu-cina, i cuochi preparavano un piatto caldo di minestra e c’erano tavoli con panche su cui consumare il pranzo e una sala con il bar per il caffè e bibite.

Alcune famiglie indigenti del nostro paese ed anche dei paesi limitrofi si recavano con pen-tolini a prendere la minestra per sfamare i pro-pri figli. IN

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Piccole storie di casa nostra Nel nostro Paese ci sono persone cariche di anni e di saggezza, memorie viventi di un re-cente passato che pare tanto lontano. Nessun libro parla di queste “storie”, eppure sono preziose per noi di Brembate, perché ci aiutano a ricordare e a capire quello che ora sia-mo. Presentiamo le testimonianze della signorina Cecilia e della signora Cheti, raccolte dalla signora Rosanna rispettivamente zia e mamma.

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Lei era già una signora quando Brembate è diventato comune di Pon-te S. Pietro. Che cosa ricorda di que-sto fatto?

Brembate è diventato comune di Ponte nel 1928 ed è rimasto fino al 1948.

In quel periodo le Amministrazioni volevano eliminare i paesi piccoli per accorparli con i più grossi per diminuire le spese. Il nostro co-mune poteva sussistere da solo perché aveva incentivi dal cotonificio Legler in quanto sorto sul territorio “Gambulera” di Brembate, dalla “ Caproni “e da altre ditte ma, le leggi di allora ci hanno obbligato ad unirci.

Ai brembatesi non stava assolutamente bene questa situazione, noi dovevamo partecipare ai consigli comunali a Ponte ma ci sentivamo l’ultima ruota del carro.

Chi ci ha preparati a svolgere le pratiche per ottenere di nuovo la sede del Comune a Brem-bate è stato il Marchese Sommi Picenardi. Ci riuniva nella sua villa (ora Casa Serena), ci insegnava l’arte del consigliere comunale, ci preparava le proposte ben argomentate da por-tare in consiglio. E’ proprio grazie a Lui se siamo riusciti a riportare la sede comunale a Brembate Sopra nel 1948. Il primo sindaco eletto fu il Signor Sizzi Giuseppe.

La guerra ha portato anche a Brem-bate paure e morti. Come ricorda que-gli anni?

Ho sempre lavorato alla Legler e dopo gli anni quaranta anche da noi si sentiva odore di guer-ra e agli inizi del 1944 alla Legler venne ulti-mato un rifugio antiaereo per il personale di-pendente.

Durante il lavoro, quando suonava l’allarme, tutti si andava nel rifugio e si usciva all’avviso del cessato allarme, tutto questo poteva capita-re anche tre o quattro volte al giorno.

Ricordo quando bombardavano Milano, di sera si vedevano i bagliori rossi del fuoco e si sentivano i rumori ma, forse erano troppo lon-tani e quasi ci si era abituati.

Ho un ricordo indelebile dei bombardamenti a Ponte San Pietro:

• il 24 luglio 1944 alle 8,30 del mattino, otto

bombardieri colpiscono Ponte S. Pietro, zo-na “Giurati” quartiere attorno alla chiesa di S. Anna. Le vittime furono quattro.

• Il 20 ottobre 1944 alle ore 13,30 ventiquat-tro aerei bombardarono a tappeto la zona della Cooperativa Legler, la Stazione ferro-viaria e il Ricovero. Il ponte e la stazione, veri obiettivi dell’incursione, furono solo danneggiati. La Casa di Riposo per anziani fu quasi distrutta e le Suore che si rifugiaro-no in cappella, rimasero incolumi. Alcune ville dei Signori Legler danneggiate e in quella occasione ci furono 15 morti e 49 feriti.

• Sabato 4 novembre del 1944, ore 13,30 do-po quattro ore di preallarme, diciotto bom-bardieri sganciavano le loro bombe, colpen-do più il ponte stradale che ferroviario. In quel giorno nessun morto ma, il giorno suc-cessivo, mentre alcuni operai stavano recu-perando farina nei magazzini della Coope-rativa Legler, una bomba inesplosa provocò la morte di dieci persone di cui tre di Brem-bate: Arrigoni, Maestroni e Sangalli.

• Il primo gennaio 1945 al mattino dieci bombardieri colpiscono il ponte ferroviario e riescono ad interrompere la via per Lecco.

Di seguito ci furono altre incursioni, senza morti ma si è vissuta una vita di rifugio fino alla vigilia della liberazione, ultima incursione il 22 aprile 1945.

Le giornate incominciarono a trascorrere più serene, la gioia di vivere e di lavorare riesplose prepotente e l’operosità della nostra gente ha portato il paese ad un livello di attività indu-striali e di ricchezza ma, nella mia famiglia, mancava mio fratello morto in guerra a soli 26 anni.

* * *

Signora Cheti, anche lei ha attraver-sato tutto il secolo ventesimo. Vuole parlarci della sua vita?

Avevo 11 anni quando sono venuta ad abitare a Brembate ed era il 1928. Ho frequentato le scuole elementari a Strozza (solo la quarta) per stare vicina alla nonna che era vedova e con quattro figli emigrati.

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Il papà da Strozza era emigrato in America verso il 1910 quando ancora non aveva fami-glia, è tornato in Italia per sposarsi nel 1913 (aveva già acquistato la cascina Fontana di Brembate) per ripartire con la moglie e vi ri-mase fino al 1918, anno in cui si trasferì defi-nitivamente a Brembate per inserire il primo figlio alla scuola italiana.

Io sono nata nel 1917 nel Massachusetts vicino a Boston.

Papà lavorava in un istituto di sordomuti e la mamma accudiva tredici connazionali e nel frattempo aveva avuto tre figli, gli altri otto sono nati a Brembate.

Ho sempre abitato nella cascina “fontana” fino al mio matrimonio.

Svolgevo una vita molto semplice: accudivo la famiglia numerosa, frequentavo la chiesa, l’oratorio e la scuola di canto, quest’ultima mi riempiva di gioia e mi dava la possibilità di uscire di sera; per noi ragazze era un momento di svago.

Mi ero fatta parecchie amiche e con Cecilia mi accompagnavo di frequente al ritorno dal can-to e mi intrattenevo in piazza, lei abitava lì.

Suo fratello mi ha adocchiata, ci siamo fre-quentati e poi sposati il 30 dicembre 1939, so-no diventata mamma nel settembre 1940 e il 16 gennaio1941 vedova di guerra. Avevo solo 23 anni e mezzo.

Ero disoccupata, vivevo in famiglia con i suo-ceri e cognati e con una bambina da crescere.

Col tempo fui assunta alla mensa della “Caproni” in Brembate Sopra.

Durante quel periodo si sentivano i bombarda-

menti verso Milano e si vedeva il cielo arros-sato.

Di notte ci svegliava l’allarme, raccoglievamo le coperte, le tessere per acquistare il pane, la bambina piccola avvolta nella coperta e ci rifu-giavamo presso la cappella dei morti del Roc-colo, era una zona boschiva e ci sembrava di essere al riparo. Al mattino si ritornava al la-voro.

Tutto questo succedeva all’inizio poi, come in tutte le cose, ci eravamo abituati e al suono dell’allarme si rimaneva nelle nostre case.

Durante i bombardamenti su Ponte S. Pietro la “Caproni” si era trasferita a Stezzano ed io mi dovevo recare lì.

Capitava che, o nell’andata o nel ritorno suo-nasse l’allarme, se ero sul tram scendevo con gli altri e cercavo di scappare e ripararmi, op-pure, se verso sera, facevo ritorno a casa a pie-di.

Ho un ricordo vivo dei bombardamenti sulle acciaierie di Dalmine, credo nel luglio1944. Non ci fu nessun preallarme e si sentirono i sibili delle bombe che si sganciavano.

So solo che io e mia cognata, dietro insistenza di mia suocera, nel pomeriggio partimmo con la bici a vedere i danneggiamenti.

Arrivai alla parrocchiale di Dalmine vidi che stavano portando i feriti in chiesa, barelle in-sanguinate, gente che correva in preda al pani-co, alcuni morti riconosciuti venivano portati a casa loro, strade interrotte da detriti.

Mentre succedeva questo, altre invasioni di aerei.

A quel punto io e mia cognata ci siamo ripara-te sotto un gelso e quando ci fu silenzio tor-nammo a casa.

Durante questi anni così travagliati non ho mai pensato di rifarmi una vita.

Ho sposato mio marito perché avevo visto in lui l’uomo che mi dava tanta sicurezza, l’ho perso, mi sono dedicata alla bambina che lui mi ha donato.

Nella mia vita ho avuto molta fede, ho sempre pregato tanto ed ora che ho quasi 93 anni sono felice per la scelta fatta.

a cura di Rosanna Brembilla

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Scossa di coscienza Sconvolto dagli effetti apocalittici del terremoto di Haiti, sono andato in cerca di informazioni per scoprire com’era la vita nell’isola, fino all’altro ieri. Ho appreso che l’ottanta per cento degli hai-tiani vive (viveva) con meno di un dollaro al gior-no. Che il novanta per cento abita (abitava) in ba-racche senza acqua potabile né elettricità. Che l’aspettativa di vita è (era) di 50 anni. Che un bambino su tre non raggiunge (raggiungeva) i 5 anni. E che, degli altri due, uno ha (aveva) la cer-tezza pressoché assoluta di essere venduto come schiavo. Se questa è (era) la vita, mi chiedo se sia poi tanto peggio la morte. Ma soprattutto mi chiedo perché la loro morte mi sconvolga tanto, mentre della lo-ro vita non mi è mai importato un granché. So bene che non possiamo dilaniarci per tutto il dolore del mondo e che persino i santi sono co-

stretti a selezionare i loro slanci di compassione. Eppure non posso fare a meno di riflettere sull’incongruenza di una situazione che – com-plice la potenza evocativa delle immagini – mi induce a piangere per un bambino sepolto sotto i detriti, senza pensare che si tratta dello stesso bambino affamato che aveva trascorso le ultime settimane a morire a rate su quella stessa strada. Così mi viene il sospetto che a straziarmi il cuo-re non sia la sofferenza degli haitiani, che esiste-va già prima, ma il timore che una catastrofe del genere possa un giorno colpire anche qui. Non la solidarietà rispetto alle condizioni allucinanti del loro vivere, ma la paura che possa toccare anche a me il loro morire.

Massimo Granellini (La Stampa 14.01.2010)

Domenica 31 gennaio in parrocchia sono stati raccolti 7.000 euro per il terremoto di Haiti. Davvero la genero-sità di tutti è stata grande. Il Signore benedice sempre la comunità che aiuta i poveri.

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“Onorate la gene-rosità di Battista Rota e continuate a portare avanti questa casa di ri-poso a favore de-gli anziani tenen-do salda la virtù della perseveran-za”. Così mons. Daniele Rota, Ca-nonico Onorario della Basilica Va-

ticana di San Pietro, si è rivolto agli Ammini-stratori di Brembate Sopra nel ricordare duran-te l’omelia il dono fatto mezzo secolo fa dal suo parente Battista all’intera comunità, trasfe-rendo la proprietà dell’attuale struttura della Casa di riposo di Brembate Sopra all’O.N.P.I. (Opera Nazionale Pensionati Italiani, istituita nel 1948 per prestare assistenza ai pensionati). “Mi ricordo quand’ero ragazzino che qui c’era una grande cascina, il palazzo signorile e un vastissimo parco, e Battista volle donare tutto questo perché diventasse bene comune, spe-cialmente per chi ne aveva bisogno. – Ha ri-cordato mons. Daniele Rota. – La vita ha biso-gno che ci siano questi gesti, che sono utili ed indispensabili quando l’esistenza di una perso-na varca una certa soglia”. Il sindaco Diego Locatelli ha ricordato che era nelle intenzioni dell’Amministrazione comu-nale ricordare il gesto generoso di Battista Ro-ta con un cippo e la ricorrenza del cinquantesi-mo dalla donazione è stato il giusto motivo:

“Noi oggi siamo gli eredi di questo dono e stiamo continuando l’assistenza e la cura delle persone alla ricerca del loro benessere. Accogliamo l’invito a continuare l’eredità ge-nerosa di Battista per il bene di tutte le persone anziane”. Giacomo Rota, sindaco dal 1992 al 2007, ha ricordato che la casa di riposo era commissariata e piano piano la risollevò, ini-ziando i vari interventi di riqualificazione e sistemazione – l’ultimo concluso alla fine di novembre – di tutta la struttura per poter dare un servizio efficiente agli anziani, tanto da ag-giudicarsi per ben due anni il premio qualità dalla regione Lombardia. “Noi l’abbiamo ereditata con la presenza di 330 anziani autosufficienti, ed oggi abbiamo 225 anziani per la maggior parte non autosuffi-cienti, con tutti i servizi e le cure necessarie

per un anziano che deve essere assistito 24 ore su 24”. Presenti anche i figli di Battista: Gianni, 79 anni, e Giacomo, 92 anni, assieme a tutti i ni-poti. Proprio un nipote, Giovanni, ha scoperto il cippo posto sulla sinistra della scalinata di en-trata alla Casa di riposo, sul quale è stato posto un medaglione raffigurante Battista Rota e sot-to la scritta: “A Battista Rota di Almè ideatore e donatore nell’anno 1959 della casa di riposo, quale esempio di generose e nobili virtù uma-ne”.

Angelo Monzani Brembate Sopra, 13 dicembre 2009 IN

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Inaugurato il cippo con l’effige del benefattore che mezzo secolo fa donò la struttura

oggi Casa di Riposo. “Onorate chi l’ha donata e continuate l’opera”,

ha detto mons. Daniele Rota

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INTERVISTA A … Cari amici di Brembate, in questo numero del nostro giornalino vi propongo un’intervista che ho avuto occasione di fare al dottor Rober-to Bolis, responsabile della casa di riposo Villa Serena. È stata proprio una piacevole ed arric-chente chiacchierata, che mi ha permesso di conoscere meglio questa realtà presente nel nostro paese. Oltre alle informazioni che ho ricevuto e che spero leggerete con interesse, il dottor Bolis mi ha trasmesso la passione che mette nel suo lavoro da molti anni. Io dico sempre ai ragazzi che incontro a scuola che è molto importante essere persone competenti e professionalmente preparate, ma è altrettanto fondamentale essere persone buone, che vivo-no con passione quello che fanno e che tra-smettono agli altri questa loro carica ed ener-gia, proprio perché tutti noi siamo persone e viviamo quotidianamente di incontri umani. Del resto anche il cristianesimo è nato da un incontro e da una passione … Da quanti anni lavora a Villa Serena? Sono già 30 anni che lavoro qui. Villa Serena è passata già da qualche tempo sotto la gestione del Comune di Brembate di Sopra ed io sto ricoprendo il ruolo di Responsabile del settore Casa di Riposo. Qual è stata la sua esperienza lavorativa precedente? Ho lavorato due anni presso un’azienda metal-meccanica di Ponte san Pietro, non ero impie-gato negli uffici come adesso ma ero nella pro-duzione, poi si è presentata l’opportunità di un lavoro nella casa di riposo e così è cominciata questa avventura. Quanti sono gli ospiti di Villa Serena? Quanto è lunga la lista di attesa per chi fa domanda di ingresso? Attualmente ci sono circa 220 anziani residenti (molti dei quali over 90 anni) e 20 nel centro diurno. Per quanto riguarda la lista di attesa abbiamo circa 400 domande da parte di perso-ne di Brembate e del territorio dell’Isola ber-gamasca. Quanti sono gli ospiti residenti di Bremba-te?

Sono circa il 20% del numero totale Come è cambiata l’utenza in questi anni? Prima degli anni ’80, quando Villa Serena si chiamava ONPI (Opera Nazionale Pensionati Italia) ed era statale, l’utenza era nella maggior parte composta da persone autosufficienti. Dal ’80 in poi la casa di riposo è passata in gestio-ne direttamente al Comune, gli ospiti allora presenti sono rimasti e piano piano sono di-ventati sempre meno autosufficienti. Negli an-ni 1992-1993 sono iniziati importanti lavori di ristrutturazione, che sono terminati nel 2004 nei reparti e nel 2005 nelle strutture interne. Oggi accogliamo solo ospiti che hanno biso-gno di una reale assistenza continua, mentre gli ospiti autosufficienti non possono più en-trare. Quindi sono cambiate anche le esigenze del personale? Esattamente. Il personale che a vario titolo la-vora in casa di riposo si è dovuto adeguare alla nuova realtà dell’utenza. Da personale cosid-detto “ausiliario” è diventato “ausiliario socio-assistenziale”. Ma al di là dei titoli, abbiamo personale qualificato e competente, c’è uno staff medico interno e molte figure professio-nali che lavorano per i nostri ospiti con passio-ne e grande professionalità. Qual è il rapporto che le famiglie mantengo-no con i loro parenti ricoverati? Devo dire che, per la maggior parte dei casi, i nostri ospiti sono seguiti dalle loro famiglie, mentre pochi sono quelli lasciati da soli. Le faccio un esempio che credo che risponda me-glio a questa domanda. A Natale circa 80 per-sone esterne sono venute qui da noi a mangiare con i loro parenti, mentre molti nostri ospiti sono usciti per passare il giorno di festa a casa con i loro cari. Come è il rapporto tra Villa Serena e la Parrocchia? È un ottimo rapporto. Per i nostri ospiti è mol-to importante il punto di riferimento della figu-ra del Parroco o della Suora. Prima c’era una piccola comunità di suore residenti in casa di riposo. Ora che questa presenza non c’è più i preti e le suore della nostra parrocchia conti-nuano a garantire una presenza. Tutti i giorni

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fanno il giro dei nostri ospiti e questo dà loro più serenità. Le camere dei nostri ospiti sono come le loro case e quindi è come se il parroco o la suora facessero visita nelle loro case, esat-tamente come fanno anche nelle nostre. Ci può descrivere una vostra “giornata ti-po”? Alla mattina dopo il risveglio c’è il momento dell’igiene personale. Poi viene servita la cola-zione e dopo c’è la possibilità, per chi vuole e per chi può, di partecipare alla santa messa. Nell’arco della mattinata c’è la ginnastica, in-tesa come risveglio muscolare, e numerose attività con programma settimanale. Poi c’è il pranzo, il riposo e, durante il pomeriggio, alcu-ne attività di animazione. Nel tardo pomerig-gio viene servita la cena e poi si va a letto. Gli ospiti che hanno bisogno di fare fisioterapia possono accedere a questo servizio durante tutta la giornata, sia di mattino che di pomerig-gio. Che rapporto ha Villa Serena con gli altri enti presenti sul nostro territorio, e in modo particolare con la scuola? Ci sono progetti che coinvolgono la scuola Materna e la scuola Primaria. Si tratta di far incontrare i nostri ospiti con i bambini perché attraverso le loro storie ed i loro ricordi possa-no insegnare qualcosa di bello e di importante, proprio come fanno i nonni con i loro nipotini. Inoltre una volta all’anno i nostri ospiti presen-tano alle scuole i loro laboratori e le loro atti-vità. Cosa è l’Alzheimer Cafè? Di cosa si occupa?

Come funziona? È un punto di incontro rivolto alle persone affette da questa malattia e alle loro famiglie. Un giorno alla settimana, general-mente il giovedì pomeriggio, ci si incontra per fare dei gruppi di aiuto con personale specializzato e qualificato, per aiutare a for-mare e a confrontarsi con chi vive nella stessa situazione. È un servizio gratuito ed è stato chia-mato “Cafè” perché le stanze dove si svolgono questi incontri vengono arredate proprio come se fossero un bar. Chi usufruisce

di questo spazio, quindi, può sentirsi a proprio agio bevendo una tazza di caffé o di the, gio-cando a carte o leggendo il giornale, proprio come si fa in un qualsiasi bar. Come verranno utilizzati i locali della ex scuola materna? Il progetto è quello di ricavare 30 posti di resi-denza assistenziale per i malati di Alzheimer ed altri 30 posti per ospiti post ospedalieri o per ospiti per così dire “classici”, come quelli che abbiamo ora. Il progetto è stato fatto e quest’anno dovrebbero partire i lavori. Qual è la cosa che ricorda con maggiore af-fetto di questi suoi anni a Villa Serena? Non c’è un fatto particolare, ma mi vengono in mente tanti piccoli episodi di “umanità”. Per esempio ricordo con gioia e commozione quando un nostro ospite che ha particolari pro-blemi o difficoltà riesce a comunicare e poi anche a fare un sorriso, questa è proprio una delle cose più belle. Oppure quando capita che alcuni nostri ospiti che apparentemente sem-brano non capire ciò che succede intorno a lo-ro, invece riescono a comunicare, il loro affet-to e la loro gratitudine. Grazie dottor Bolis per il suo tempo e per la sua disponibilità. All’inizio della nostra chiac-chierata mi ha detto che non è uno di tante pa-role, ma io ora voglio ringraziarla per quelle che ci ha detto e, soprattutto, per quello che abbiamo potuto leggere o perlomeno intuire tra le righe. Alcuni lavori, come il suo, vanno ben oltre la sola professione, ma necessitano di un cuore. Grazie per averci aperto il suo.

Marco

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Non abbiamo

letto per voi… Recensione del libro “Lungo Una Vita 2 - Non solo Poesie -” di Pietro Barrilà

Sul retro copertina del primo libro di Pietro Barrilà “Lungo una Vita - Poesie -” Armando Siciliano Editore, è scritto: “Come navigare nel mare della vita, assapo-rando il bello e sopportando il male inevitabi-le?”. “Guardando su, in alto, ma anche giù, in basso, con gli occhi del poeta: -… negli orti lo splendore del verde ed in alto l’azzurro e la luce non l’ombre”. Seguono poche note biografiche. Pietro Barrilà (San Pier Niceto 1915-Brescia 1993), maestro elementare, ha vissuto a Divie-

to (Villafranca Tirrena) attraversando la vita in poesia. Nel secondo libro di Pietro Barrilà appena pubblicato “Lungo una vita 2, Non solo Poe-sie”, stesso editore, le parole di commento sul retro copertina dicono: “Scorra placido il Piave e lasci che le genti del Nord scendano a frotte lungo la nostra bella Penisola per godere della nostra amicizia….” E prosegue: “L’autore onora la vita con il lavoro e insegue il suo sogno scrivendo”. Da quanto detto, anche se in breve, emerge una figura. Un maestro impegnato nella sua professione, che rincorre il sogno. Di Pietro restano tante pagine, …aveva quel “vizio”, come qualcuno ha definito quel desi-derio imprescindibile di scrivere. Pietro scriveva a penna o batteva sui tasti della sua Olivetti per ore, rileggeva e cancellava e poi ricominciava, e ora aggiustava una parola, ora cercava il sinonimo di un’altra, ora consul-tava un testo. E il tempo volava. Aveva cominciato da ragazzino, per smettere due giorni prima di morire.

Catechista Liliana Barrilà

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BILANCIO CARITAS 2009 Un altro anno è passato, ed è bello terminate le celebrazioni Natalizie partecipate inten-samente, e finiti i rumori spesso esagerati di fine anno,fermarsi e riflettere. E’ bello riflettere seduti a tavolino,e con il solo rumore dei bimbi intenti a giocare con giochi nuovi, e con il profumo della solita sobria cucina, fare il nostro bilancio famiglia-re. Dopo avere sfogliato l’agenda dell’anno appena trascorso,sistemate le bollette pagate, ordinati i necessari documenti, si accende il computer sul file bilancio caritas. Qui sono raccolti tutti i nostri bilanci a partire da quello molto scarno del 2003 che inizia ad agosto con una dotazione iniziale di don Corinno, fino a quello di fine 2009. La cosa interessante da vedere non sono tanto i fogli con i bilanci finali di ogni anno, ma i fogli dei movimenti dove sono indicate tutte le donazioni ricevute e fatte a sostegno delle persone in stato di bisogno, e di questi tempi vediamo nomi a noi famigliari.

Si nota un costante aumento delle donazioni, segno della sensibilità e generosità della nostra gente, ed un conseguente aumento degli aiuti ai più bisognosi. Del resto con molta fatica cerchiamo come Caritas Parrocchiale, di attuare quanto ci ha suggerito il compianto Vescovo Roberto,e cioè: - leggere ed ascoltare il proprio territorio per comprenderne i problemi. - educare alla carità in sintonia con le altre meritevoli associazioni presenti in Parrocchia. - curare la formazione spirituale degli operatori. - favorire momenti di condivisione. - cercare di accogliere il dialogo e la collaborazione con le istituzioni civili. Ecco che quest’anno sul computer accanto al bilancio Caritas appare l’icona “ Gestione fondi del Comune”. Abbiamo infatti iniziato una stretta collaborazione con i Servizi Sociali del comune ben rappresentati dalle assistenti sociali Sig.ra Sabina e Sig.ra Cinzia che desideriamo ringraziare per la loro competenza, disponibilità e gentilezza. Questa collaborazione ci consente di evitare che alcuni ricevano un doppio aiuto, ed altri magari più bisognosi ne ri-mangano esclusi. Inoltre riusciamo a coordinare meglio gli aiuti che non sono soltanto economici, ma che riguardano anche aspetti burocratici ed a volte anche strettamente personali. Continua poi l’iniziativa di raccolta viveri ogni prima domenica del mese, e notiamo anche in questo caso un continuo aumento di donazioni. Inoltre ogni giovedì pomeriggio in oratorio incontriamo le famiglie in stato di bisogno per cercare di aiutarle nelle loro necessità. Il Consiglio Caritas Parrocchiale ringrazia anche le altre associazioni parrocchiali, ed in particolare il Gruppo Africa 73 che ci è sempre di sostegno nelle nostre iniziative. Sono anni che la nostra associazione in comunione con il Gruppo Africa 73 anima la messa vespertina di ogni ultimo venerdì del mese dedicata ai missionari ed ai poveri, convinti che “ se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”. Questo per dirci che senza il Signore rischiamo di limitarci ad un semplice fare. Un grazie particolare a don Gustavo ed agli addetti dell’oratorio per la disponibilità della sala per i nostri incontri con le persone che si rivolgono a noi. Grazie poi a tutti i parrocchiani che ci sostengono con la preghiera e con le opere. Noi del Consiglio Siamo solo degli operatori, ma la vera Caritas sono tutti i cittadini che ci sono vicini e ci aiutano in un compito che è gratificante. BILANCIO ECONOMICO Entrate Uscite Saldo anno precedente € 1.284,62 Erogazioni a singoli e famiglie € 14.016,00 Consegnati anonimamente al Parroco € 3.800,00 Erogazioni per Donazioni da singoli € 8.360,00 eventi straordinari(Abruzzo) € 8.188,00 Raccolte per eventi straordinari € 9.056,00 Prestiti per urgenze € 150,00 Contributi da aziende o banche € 0,00 Imposte € 15,00 Rimborsi prestiti € 250,00 Interessi € 5,12 ----------------- ----------------- TOTALE ENTRATE € 22.755,74 TOTALE USCITE € 22.369,00 SALDO € 386,74 A questo va aggiunto quanto gestiamo con i fondi del Comune, e precisamente: Accrediti del Comune € 4.000,00 Donazioni concordate con le Assistenti Soc. per pagamenti bollette acqua, luce e gas € 2.360,03 SALDO € 1.639,97

Giorgio a nome del Consiglio Caritas

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Vendita arance a favore dell’A.I.R.C. Domenica 31 gennaio 2010

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Sabato 12 e domenica 13 dicembre molte persone hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa “Una torta per la ricerca” organizzata dalla sezione di Bergamo della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) per raccogliere fondi da donare alla Tele-thon, l’annuale raccolta per finanziare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche. Oltre 280 torte hanno permesso di raccogliere 3285,50 euro (compresi 210 euro offerti da chi non ha potuto preparare un dolce, ma ha voluto lo stesso contribuire). Inoltre sono stati confezionati divanetti porta-fazzoletti che abbiamo offerto in cambio di 10 euro; così che abbiamo potuto aggiungere altri 400 euro alla somma raccolta. Il totale è stato perciò di 3.685,50 euro che sono stati devoluti alla Telethon. Un ringraziamento sentito ad Alma e a tutte le persone di Brembate di Sopra che ogni anno collaborano alla buona riuscita di questa iniziativa, regalando un proprio dolce.

Grazie di cuori a tutti! Arrivederci all’anno prossimo.

La bontà è l’unico investimento che non fallisce mai (H.D.Thoreau)

“Una torta per la ricerca”

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Informazioni parrocchiali Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: Invernale: ore 18,00 - Estivo: ore 18,30

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena) Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00. Estivo: ore 10,30 - 18,30.

Disponibilità per le Confessioni Don Corinno: ogni venerdì 8.30 - 9.30 / 16.00 - 17.30 Don Gustavo: ogni sabato 8.30 - 9.30 Don Faustino: ogni sabato 16.30 - 18.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo. Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15 Terza domenica di ogni mese, ore 16.00 (estivo ore 17.00)

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle 20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima. Occorre prepararsi adeguatamente. Per questo la parrocchia organizza un corso di preparazione al matrimonio da gennaio. (E a mar-zo è possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia). Per le pratiche burocratiche ci si rivolge a don Faustino Rota (tel. 035.332.092) circa tre mesi prima del Matrimonio. In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Per la richiesta di certificati

Per ogni genere di certificazione, ci si rivolge a don Faustino Rota, via Indipendenza 2, possibilmente non durante i pasti.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097 e-mail: [email protected] Don Faustino Rota Tel. 035.332.092 - cell. 329.544.4774 Don Gustavo Bacuzzi Tel. 035.332.385 - cell. 348.084.1213 e-mail: [email protected]

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Croce del Settecento sull’altare maggiore della nostra chiesa