Insieme nr. 18 aprile 2012

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Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno IV - N. 18 - Aprile 2012

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Bollettino parrocchiale - Parrocchia S. Maria Assunta - Brembate di Sopra

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Periodico della

Parrocchia S. Maria Assunta

in Brembate di Sopra

Anno IV - N. 18 - Aprile 2012

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Sommario

Come ricevere il giornalino parrocchiale

"Insieme"? Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati UNA SOLA VOLTA in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 12,00) è un'offerta.

NON E' OBBLIGATORIA per ricevere l'Insieme.

Tali offerte si raccolgono in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME" oppure in sacrestia.

E' inutile allegare all'offerta il nome e l'indirizzo (se sono già stati dati). E' un'offerta libera per sostene-sostenere le spese della stampa.

Direttore: don Corinno Scotti

Direttore responsabile: Davide Agazzi

Editore: Parrocchia S.Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa: Guerre Serigrafia Ghiaie di Bonate Sopra

Redazione: don Carlo, don Matteo, Max, Marco, Luca, Luisa, Chiara, Luciano, Giuseppe

Impaginazione ed elaborazione foto: Max, Luciano

Foto: Max

Collaboratori: don Corinno, Enzo, mons. Beschi, Diego, Cesare, Alessandra, don Bruno, p. Corrado, Chiara, Erika, Alison, Ester, Beatrice, Alberto, Ale, Nirmala, Sara, Alessandra, Davide, Michele, Marco, Luisa, Caritas

E-mail: [email protected]

Sito web: www.oratoriobrembatesopra.net

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

In copertina:

M. Beylbrouck: La Risurrezione. Stampa contenuta in un messale stampato a Venezia nel 1731 e conservato nel nostro archivio parrocchiale.

3 Editoriale 5 Vita parrocchiale 13 Ricordo di.. 21 La voce dell’Oratorio 25 Parliamo di scuola 27 Attualità 29 Associazioni e gruppi

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INSIEME

Editoriale

“Perché cercate

tra i morti colui

che è vivo?”

S pesso parlando della nostra chiesa par-rocchiale, dico a tutti con un certo en-tusiasmo la bellezza delle opere d’arte

in essa contenute. Alcune le riproduciamo an-che sul nostro giornalino. Ciò che commuove è che sono state volute e realizzate in tempi in cui le case di Brembate erano povere, quasi misere. Ma per il Signore tutto doveva essere bello. Dio lo merita. E così ci sono affreschi, tele, statue riguardanti soprattutto la Madre del Signore. Non poteva essere che così, visto che la nostra chiesa è dedicata alla Madonna As-sunta. Vi è una grande croce del settecento sopra l’altar maggiore e quadri raffiguranti la croci-fissione; vi sono le quattordici stazioni della Via Crucis… Ma c’è una cosa che sorprende: non c’è nessuna raffigurazione riguardante la Risurrezione. L’unica raffigurazione della Ri-surrezione è la stampa tolta da un messale del ‘700 conservato nell’archivio parrocchiale e riprodotta sulla copertina del giornalino. Eppu-re “se Cristo non fosse risorto, sarebbe vana la nostra fede e noi saremmo ancora nella morte”. I nostri antenati si fissavano soprattutto su Ge-sù in Croce. Era allora molto più vivo il senso del peccato e della salvezza operata da Gesù con la sua passione e la sua morte. Quelli era-no tempi duri e ognuno sapeva benissimo cos’era la Croce di Gesù e la propria. In Cristo crocefisso, trovavano il senso del vivere, del soffrire e del morire. La fede nel Risorto si manifestava nel culto al Santissimo Sacramento. Basta pensare alla centralità del tabernacolo, al prezioso “apparato” delle Quarant’ore, alla Confraterni-ta del Ss. Sacramento. La certezza della risur-rezione si manifestava anche nella devozione ai defunti. Pensiamo che cosa significava per i nostri vecchi la terza di novembre. Sembrano cose di chissà quali secoli del passato. Eppure molti le ricordano perché le hanno vissute. E noi oggi? Noi, uomini e donne emancipati,

ma così fragili; pieni di noi stessi, ma profon-damente insicuri, proprio a noi è affidata la grande, straordinaria (non trovo i termini giu-sti) notizia del Vangelo, cioè “Perché cercate tra i morti colui che è vivo: non è qui. È RI-SORTO!”. È risorto. La morte è vinta. Il pec-cato è tolto. La gioia esplode. Dobbiamo gri-darlo con la vita prima che con la parola. Cri-sto è vivo e noi con Lui. Il destino dell’uomo e della storia è cambiato. La vita acquista un nuovo significato: siamo fatti per la vita in pie-nezza. Questa è la nostra gioia e la nostra re-sponsabilità. Ma come si vede? Quale il segno di questa no-vità? È la nostra comunità! Sì,proprio così. Io ne vedo tanti di questi segni nella nostra par-rocchia: nelle famiglie che sono fedeli e felici, nelle persone che si fanno carico delle soffe-renze degli altri, in chi sa perdonare anche torti che sembrano più grandi delle nostre forze, in chi sa annunciare la speranza a coloro che l’hanno persa… Ma c’è una persona amica mia e di tutti che ha fatto propaganda al Signore Risorto: Giovanni Valsecchi. Giovanni era un uomo buono, di quelli che lasciano dentro la nostalgia della bontà. Ci ha dimostrato che la solidarietà, l’aiuto reciproco ci rende più sereni, più amici, anche perché lui, nel suo impegno era animato dalla fede nel Signore Risorto.

In questo numero del giornalino riserviamo alcune pagine a Giovanni, proprio per tener viva la sua memoria.

Buona Pasqua. d. Corinno

Risurrezione di Marko Ivan Rupnik, cappella Redemptoris Mater, in Vaticano)

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INSIEME

Editoriale

Non è una follia

l’annuncio dettato

dalla fede

Non è mai stato facile annunciare che Gesù, condannato e messo a morte mediante il sup-plizio della croce, dopo tre giorni è risorto ed è vivente per sempre. È follia più grande dello stesso annuncio della croce, perché la croce è opera degli uomini e perché croci e calvari sono stati presenti di generazione in genera-zione nella storia dell’umanità, mentre la risur-rezione non può essere che opera di Dio. Fol-lia, dunque: follia per chi non ha la fede, questo dono che fa aderire a Gesù, l’uomo di Nazaret mandato da Dio, fa sperare in lui, lo fa amare. La follia di questo annuncio emerge anche e soprattutto in questi giorni in cui tante altre guerre insanguinano la terra. Follia che emer-ge anche ogni volta che nella nostra personale vicenda siamo colpiti dalla morte, dalla soffe-renza, da situazioni cariche di non senso. Che cosa sperare nell’orizzonte dell’umanità? La grande tentazione è il cinismo e la repressione di quei sentimenti di speranza che stanno nel

profondo del cuore di ogni uomo! Si può an-cora cantare che Cristo è risorto e che, quindi, la morte è stata vinta? Che l’odio e la violen-za non sono l’ultima realtà? Sì, è possibile, e comunque nel cuore dei cri-stiani Risurrezione è parola forte, che sale dal profondo e vince ogni dubbio, ogni esitazio-ne, ogni evento che sembra contraddirla. Questa è la fede cristiana: esperienza della forza della risurrezione che è poi la forza di Dio, il Dio della vita e dell’amore. Risurrezione è paro-la incontenibile, e il cristiano sa che, come dice-va san Paolo, se Cristo non è risorto, allora i cri-stiani sono i più miserabili degli uomini, degni solo di essere compianti. Certamente ogni cri-stiano, vedendo la morte all’opera in mezzo agli uomini ed esperimentando la morte all’opera anche nel proprio corpo, soffre la contraddizio-ne, conosce il timore e a volte l’angoscia, por-tandone tutta la sofferenza. Ma proprio perché il suo Signore è risorto e vivente, egli si sente chiamato a diventare – come si diceva dei primi cristiani – “uno che non ha paura della morte”, uno che può giungere a chiamarla “sorella mor-te” perché in essa incontra Cristo, il Risorto che, a braccia aperte, è pronto ad accoglierlo anche sulla soglia degli inferi per condurlo alla vita eterna.

Enzo Bianchi

Pellegrinaggio Diocesano in Polonia 9 – 16 luglio 2012

Chi è intenzionato a partecipare al Pellegrinaggio diocesano in Polonia – terra di Maria è pre-gato di rivolgersi a Don Carlo (tel. 035.332392). Si sarebbe orientati per il pellegrinaggio in pullman che si svolge dal 9 al 16 luglio. La quota di partecipazione è di € 890,00 (supplemento camera singola € 240,00). Le iscrizioni vanno fatte, indicativamente, entro Pa-squa. Si può trovare il programma sul bollettino di febbraio, oppure sugli appositi depliant che si trovano in chiesa.

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INSIEME

Vita parrocchiale

APRILE

1 Domenica delle Palme e della Passione del Signore

XXVII Giornata mondiale della Gioventù. Ore 10.00: benedizione delle palme a Casa Serena e processione verso la chiesa. 5 Giovedì Santo.

Ore 8.00: Liturgia delle Lodi Ore 9.30: Messa crismale in duomo a Berga-mo. Triduo Pasquale 5 Giovedì Santo Ore 16.30: in Chiesa S. Messa nella “Cena del Signore”. Sono invitati particolarmente i bam-bini di 3a elementare. Ore 20.30: “Messa nella Cena del Signore” in chiesa. Al termine inizierà l’adorazione euca-ristica che continuerà fino alle ore 24,00. 6 Venerdì Santo Ore 8.00: Liturgia delle Lodi. Ore 15.00: Liturgia della “Passione del Si-gnore”. Ore 20.30: Via Crucis per le vie del paese. (Itinerario: Colonia, Via Brembo, Via Rubini, Via San Fedele, Via Cesare Battisti, Chiesa parrocchiale). Giorno di digiuno e di astinenza. 7 Sabato Santo Ore 8.00: Liturgia delle Lodi. Ore 15.00: Omaggio floreale a Gesù morto e benedizione delle uova pasquali.

7 Sabato. Risurrezione del Signore. Ore 21.00: Veglia pasquale nella notte santa. 8 Domenica. Pasqua di Risurrezione. S. Messe secondo gli orari festivi. 9 Lunedì fra l’ottava di Pasqua S. Messe secondo gli orari festivi. 14 Sabato fra l’ottava di Pasqua Ore 16.30: Inizia la celebrazione della messa a Tresolzio. 15 Domenica II di Pasqua (o della Divina Misericordia) Festa del Perdono In mattinata: ritiro per i bambini della Prima Riconciliazione. Ore 15.00: Celebrazione della Prima Riconci-liazione. 19 Giovedì. 7° Anniversario dell’elezione di Papa Benedetto XVI. 21 Sabato. Ore 20.30: in chiesa parrocchiale incontro per i genitori i padrini e le madrine dei cresimandi. 22 Domenica III di Pasqua Ore 10.00: Celebrazione delle Cresime (1° gruppo). Sarà presente mons. Eugenio Arella-no, vescovo di Esmeraldas (Ecuador). LXXXVIII Giornata nazionale per l’Università Cattolica. 25 Mercoledì. Festa della Liberazione. 29 Domenica IV di Pasqua XLIX Giornata mondiale di Preghiera per le

CALENDARIO PARROCCHIALE CATECHESI ADULTI

Mercoledì 8.30 in chiesa parrocchiale

Giovedì 9.30 in Casa Serena

ADORAZIONE Il Santissimo Sacramento resta esposto ogni Venerdì dalle ore 8.30 alle 11.45 e dalle 16.45 alle 18.00 adorazione animata dalle Suore

18.00 S. Messa.

CATECHESI RAGAZZI (oratorio)

Martedì 14.50 IV primaria - II secondaria

Sabato 14.20 II-III primaria 15.50 IV primaria - II secondaria

Domenica 11.00 V primaria e II secondaria

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Vita parrocchiale

Vocazioni. Ore 16.00: Celebrazione dei battesimi.

MAGGIO 2 Mercoledì. Ore 20.30: Pellegrinaggio vica-riale alla Madonna del Castello di Ambivere. 6 Domenica V di Pasqua Ore 10.00: Celebrazione della Messa di Prima Comunione (1° Gruppo) Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica. 7 Lunedì. Pellegrinaggio a un santuario. 13 Domenica VI di Pasqua Ore 10.00: Celebrazione della Messa di Prima Comunione (2° Gruppo). 14 Lunedì. Pellegrinaggio a un santuario. 20 Domenica. Ascensione del Signore XLVI Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. 21 Lunedì. Pellegrinaggio a un santuario. 26 Domenica. Pentecoste Ore 10.00: Celebrazione delle Cresime (2° gruppo). 27 Lunedì. Pellegrinaggio a un santuario. 29 Mercoledì. Inizia il VII Incontro mondiale delle Famiglie che si svolge a Milano. Si con-clude Domenica 3 giugno con la presenza di Papa Benedetto XVI.

Confessioni pasquali Sabato 31 marzo Ore 14.30: ragazzi delle elementari Ore 16.00: ragazzi delle medie Lunedì 2 aprile Ore 20.30: Confessioni vicariali per gli a-dolescenti alla Marigolda. Martedì 3 aprile Ore 9.00: Confessioni a Casa Serena Ore 14.30: ragazzi delle elementari Ore 16.00: ragazzi delle medie Ore 20.30: Confessioni presso la chiesa delle cascine ad Almenno S.B. Mercoledì 4 aprile Ore 8.30 - 12.00 e 15.00 - 18.00: Confessio-ni in chiesa Giovedì 5 aprile Ore 14.30 - 16.00: Confessioni in chiesa Venerdì 6 aprile Ore 8.30 – 12.00: Confessioni in chiesa Sabato 7 aprile Ore 8.30 – 12.00 e 15.00 - 18.00: Confes-sioni in chiesa.

VII Incontro mondiale delle Famiglie Milano 30 maggio – 3 giugno 2012 In occasione dell’incontro mondiale delle famiglie, si sta organiz-zando un gruppo di famiglie della nostra comunità che desiderano partecipare all’Incontro nei due giorni conclusivi, quando a Milano sarà presente il Papa Benedetto XVI. Chi intende partecipare può iscriversi presso Don Matteo: tel. 035. 332385.

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INSIEME

Vita parrocchiale

Cronaca parrocchiale Settimana di San Giovanni Bosco

Da venerdì 27 gennaio fino a domenica 5 feb-braio si è svolta la settimana dell’oratorio in onore di San Giovanni Bosco, il santo dei gio-vani a cui il nostro oratorio è dedicato. I mo-menti di animazione sono stati molti e di vario genere. Ai momenti di animazione e di svago si sono affidate alcune serate all’insegna della gioia di vivere, cercando di stare insieme in amicizia, ragazzi e genitori. Un momento di riflessione particolarmente toccante è stato quello di venerdì 3 febbraio con l’incontro con i genitori di Giulia Gabrieli. Di quest’incontro si è già parlato sul precedente numero del bol-lettino parrocchiale. 2 febbraio. Festa della Presentazione del Signore.

La “Festa della Candelora”, com’è più cono-sciuta, si è celebrata in modo sobrio e raccolto. La messa è iniziata davanti all’altare della Ma-donna Assunta, dove sono state benedette le candele. La processione si è svolta lungo la navata della chiesa. Con la candela accesa si è ascoltata anche la Parola di Dio. 5 febbraio. Inaugurazione del Centro Sociale.

Domenica 5 febbraio è stato inaugurato il Cen-tro Sociale, ricavato nei locali di Piazza Gio-vanni Paolo II. Alla cerimonia sono intervenu-te diverse autorità sia del nostro paese che del-la provincia. Dopo la benedizione ai locali da parte di don Carlo, il sindaco, coadiuvato da due delle persone che usufruiranno della strut-tura, ha tagliato il nastro. All’interno dei locali sono stati poi pronunciati discorsi di circostan-za che hanno messo in risalto l’utilità del Cen-tro e soprattutto l’opportunità che con esso viene data a tante persone della comunità brembatese. 8-25 febbraio. Don Corinno in Ecuador.

Dall’8 al 25 febbraio don Corinno è andato in Ecuador per visitare la missione in cui ha ope-rato per anni, secondo il noto principio che “l’assassino torna sempre sul logo del delitto”. È proprio lui che ne scrive. “Nel nord dell’Ecuador c’è un villaggio che noi di Brem-bate conosciamo perché lì c’è una missione dove opera il nostro carissimo P. Nadi. Nelle sue lettere ci parla della situazione del narco-

traffico colombiano (Borbòn non è molto di-stante dalla Colombia) e ancor più dell’inquinamento dei grandi fiumi dovuto agli scavi che fanno sulle rive per estrarre l’oro, ri-versando in mare i rifiuti della “lavatura” dell’oro fatta con zinco e arsenico. Ho avuto modo di partecipare, con P. Nadi, a un’assemblea di Campesinos proprio per discu-tere su questi temi. Ma è stata una gioia incon-trare P. Nadi, sentire del suo lavoro e del suo entusiasmo. Mi ha portato in un villaggio, dove ha costruito una sala che serve per la catechesi dei ragazzi e riunioni della comunità. Ebbene, quel salone è anche nostro perché finanziato da noi in ricordo i Yara. Il suo nome e la sua prote-zione hanno superato i confini. Inutile dire che P. Nadi saluta e ringrazia tutti noi”. 11 febbraio. XX Giornata mondiale del malato.

Nella mattinata di sabato 11 febbraio, presso Casa Serena, sicuramente il luogo più adatto, si è svolta la celebrazione della messa, durante la quale è stato celebrato il rito dell’Unzione degli infermi, per tutti coloro che lo volevano. È un alto momento educativo, dal punto di vi-sta della fede, per dare il corretto significato a questo sacramento. Per troppo tempo, infatti, e ancora oggi per tante persone, questo sacra-mento è stato considerato il segno della morte imminente. La Chiesa vuole educare i cristiani a viverlo invece come il sacramento con cui l’infermo si affida al Signore, chiedendogli la guarigione e la grazia di vivere anche la soffe-renza come strada per la santità. I sacerdoti sono passati in tutti i reparti per gli ammalati che non hanno potuto recarsi in chiesa. 20 febbraio. Incontro vicariale dei Gruppi missionari a Gromlongo.

Don Corinno a fianco del vescovo di Esmeraldas: mons. Eugenio Aurellano, con i sacerdoti

e i diaconi a cui ha predicato gli esercizi spirituali.

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Vita parrocchiale

22 febbraio. Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima.

La Quaresima è un tempo liturgico austero e solenne al tempo stesso. Alla pratica della pe-nitenza, si deve accompagnare la gioia per l’incontro con l’amore di Dio, che durante la Quaresima viene maggiormente posto alla no-stra attenzione dalla liturgia. Il mercoledì delle ceneri è giorno di digiuno e di astinenza pro-prio per rimarcare la necessità di temprare il corpo per essere forti nella tentazione che ogni giorno si presenta. In parrocchia, alle messe celebrate ai soliti ora-ri, se n’è aggiunta un’altra la sera, per dar mo-do a tutta la comunità di iniziare il tempo litur-gico con impegno e partecipazione. Tutte le messe sono state frequentate, segno che c’è stata la risposta positiva della gente. 24 febbraio. I venerdì di Quaresima

Durante la Quaresima ogni venerdì assume il volto dell’impegno parrocchiale. Al mattino si svolge l’adorazione eucaristica, fino a mezzo-giorno. Nel pomeriggio, alle 15 in chiesa e alle 17 a Casa Serena, si svolge il rito della Via Crucis. Di sera, all’oratorio, la parte più carat-teristica. Si inizia con la celebrazione della messa, alla quale fa seguito la “cena magra”. L’ultima parte è dedicata agli incontri di for-mazione. Nel primo incontro è stato proiettato il film: “The Blind Side”. Il film, molto appassionan-te, affronta il tema del ruolo della famiglia ver-so i figli, raccontando l’esperienza dell’adozione di un ragazzo. Nel secondo incontro è intervenuto il prof. Gian Gabriele Vertova che ci ha parlato della famiglia, del lavoro e della festa nella Parola di Dio. Nel terzo incontro abbiamo affrontato il tema del lavoro con la prof.ssa Rosa Gelsomino, presidente provinciale delle ACLI. Nel quarto è intervenuto il prof. Ettore Ongis, già direttore dell’Eco di Bergamo, che ci ha intrattenuto sul tema del rapporto tra famiglia e festa. Nel quinto è intervenuto Don Chino Pezzoli, sul tema dell’educazione dei figli. L’ultimo incontro è stato dedicato alla lettura del messaggio del Papa per la Quaresima.

28 febbraio. Incontro-ritiro per i bambini della Prima Comunione e i loro genitori.

Celana è un nome che per il passato era sinoni-mo di un grande collegio con 800 alunni che lì

studiavano e dormivano, e altrettanti vi giun-gevano dai paesi vicini. Tra loro anche il futu-ro Papa Giovanni. Noi abbiamo “scoperto” Celana il 28 febbraio perché c’è stata una giornata di ritiro spirituale dei bambini della Prima Comunione con i loro genitori. La struttura enorme ci faceva un po’ soggezione, ma poi ci siamo trovati benissimo. Anzi, la giornata è stata indimenticabile per tutti. I bambini con i loro catechisti sono stati con Don Matteo che li ha coinvolti nel comu-nicare loro che voler bene a Gesù rende felici e generosi. Don Corinno è stato con le mamme e i papà, chiedendo loro di riflettere “su quali valori vogliamo trasmettere ai figli e come tra-smetterli”, e poi “che posto occupa il Signore Gesù nella nostra vita”. Cose grosse. Eppure preziose, a giudicare dall’entusiasmo con cui hanno lavorato. Giornata bella, al punto che in molti è rimasta la voglia di ripeterla. Chissà! Un grazie all’amico sig. Ravasio che del Col-legio di Celana è il grande regista.

5 marzo. Riunione del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici.

Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Econo-mici si è riunito per l’approvazione del bilan-cio dell’anno 2011. Il bilancio viene presentato in un apposito articolo. Durante l’incontro vie-ne commemorato Giovanni Valsecchi, mem-bro del Consiglio recentemente scomparso. Si procede anche alla proposta di nomina della Sig.ra Annamaria Pirrone, che già da tempo si occupa della contabilità della Parrocchia. La nomina dovrà essere ratificata con apposito decreto vescovile.

11 marzo. Ritiro per i bambini di quarta elementare.

Durante il periodo quaresimale si svolgono gli incontri per i ragazzi dei vari gruppi di catechi-smo. Domenica 11 marzo si è svolto nell’oratorio di Locate, il primo di questi incontri che ha visto impegnati i ragazzi di quarta elementare. Ha partecipato un buon numero di ragazzi (la tota-lità, per i ragazzi che non hanno sacramenti da celebrare è un bel miraggio!). Il loro incontro li ha visti confrontarsi sul tema dell’amicizia con Gesù che diventa modello dell’amicizia tra di loro. Nel pomeriggio i genitori (anche qui non tutti) hanno partecipato ad una riflessione tenuta da Don Carlo sul loro ruolo di genitori-educatori.

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Vita parrocchiale

Bilancio parrocchiale 2011 Pubblichiamo il bilancio finale dell’anno 2011. Siamo convinti che sia un atto di particolare importanza verso la comunità per diversi motivi.

Anzitutto c’è il dovere della”trasparenza” nei confronti di chi si preoccupa anche dell’aspetto finanziario della parrocchia: i fedeli. Sapere come vengono spesi i soldi, che loro con generosità offrono, crea piena consapevolezza dell’importanza di sostene-re la propria comunità. Le spese sono au-mentate in tutte le realtà, e chi si trova a dover calcolare come gestire le risorse che si hanno (a volte in diminuzione, visti i tempi di crisi che si stanno vivendo), può immaginare che anche le spese dell’ordinaria gestione di una parrocchia sono aumentate allo stesso modo.

Un altro dovere è di indicare le priorità nell’utilizzo dei soldi della parrocchia: la carità, la pastorale, la liturgia. Spesso si pensa che le spese siano solo quelle della manutenzione delle strutture, cosa necessa-

ria e, quando si deve fare, anche molto di-spendiosa, che però non deve precludere l’ambito caritativo e pastorale.

Infine c’è il dovere della gratitudine verso tutti quelli che, nonostante le difficoltà ge-neralizzate che hanno investito un po’ tutte le famiglie, hanno continuato generosa-mente a offrire il proprio contributo, così da permettere alla comunità intera di conti-nuare con frutto la propria attività. Grazie a tutti, di cuore!

Cogliamo questa occasione per informare la comunità che, essendo venuto a mancare Giovanni Valsecchi, che era membro del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Eco-nomici, si è provveduto a nominare, in so-stituzione, la signora Annamaria Pirrone, che già da tempo si occupa della contabili-tà della Parrocchia.

Il grazie a Giovanni Valsecchi lo rivolgia-mo attraverso il Signore; ad Anna l’augurio di un buon lavoro nel Consiglio.

Don Corinno e il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici

Rendiconto Entrate anno 2011

Rendite finanziarie Interessi su depositi bancari e postali € 225,82 Altre rendite/rimborsi € 37.173,00 Totale € 37.398,82 Offerte Offerte domenicali e feriali € 73.333,79 Offerte celebrazioni Sacramenti, altro € 21.300,80 Offerte per candele € 25.818,01 Erogazioni libere € 80.050,50 Totale € 200.503,10 Contributi Contributo dal Comune € 31.989,90 Contributi da Enti Diocesani € 8.006,00 Totale € 39.995,90 Attività pastorali Attività Oratoriali € 260.951,42 Totale € 260.951,42 TOTALE ENTRATE € 538.849,24

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Vita parrocchiale

Rendiconto Uscite anno 2011

Manutenzione ordinaria (fabbricati, mobili e impianti) € 6.817,40 Assicurazioni € 3.142,00 Imposte e tasse € 15.456,83 Remunerazioni e compensi professionali Remunerazione Sacerdoti € 11.108,00 Remunerazione dipendenti € 21.430,72 Ritenute fiscali e previdenziali € 11.907,62 Rimborsi spese € 155,00 Servizi religiosi e collaboratori € 13.700,00 Ritenute d’acconto € 1.177,46 Totale € 59.478,80 Spese generali e amministrative: Spese ordinarie di culto € 15.429,16 Spese acqua € 3.689,82 Spese ufficio e cancelleria € 1.375,66 Spese gestione locali € 1.930,29 Interessi bancari passivi € 17.428,37 Spese elettricità € 4.039,62 Spese gas € 12.617,68 Spese telefono € 363,00 Totale € 56.873,60 Attività Pastorali Attività parrocchiali € 160,00 Attività oratoriali € 248.466,89 Attività caritative (Missioni, Terremotati, Seminario) € 17.400,00 Totale € 266.026,89 Tributi verso Curia (tasse decreti, rimborsi, ecc.) € 14.395,88 Manutenzione straordinaria (fabbricati, mobili, impianti) € 105.798,37 TOTALE USCITE € 527.989,77 Avanzo (utile) esercizio corrente € 10.859,47 Totale a pareggio € 538.849,24

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Vita parrocchiale

BATTESIMI

BERSINI MARTINA di Andrea e Cisana Desiré nata a Ponte San Pietro il 13.11.2011 battezzata il 04.03.2012

Padre Santo, fonte di vita eterna, benedici la nostra piccola Martina, aiutala a crescere nella fede, infondile forza e co-raggio per affrontare la vita, accompagnandola nel cammi-no della crescita morale e spirituale affinché possa diventare testimone del tuo amore. Amen.

DE ANGELIS GRETA di Luigino e Meticci Cinzia nata a Ponte San Pietro il 21.07.2011 battezzata il 04.03.2012

Signore, fa’ che la luce della candela accesa dal cero pasquale, possa sempre guidare nella fede cristiana la nostra Greta ed illuminare i genitori, i padrini e la co-munità intera affinché la aiutino e la sorreggano co-stantemente nella crescita e nel cammino verso di Te.

CATTANEO NICOLE di Alan e Fenili Silvia nata a Bergamo il 14.08.2011 battezzata il 04.03.2012

Grazie, Gesù, per averci donato Nicole. Aiutaci ad im-parare a vivere quelli che sono i tuoi insegnamenti per poter essere di esempio per i nostri figli.

RAVASIO ELISA di Simone e Alce Romana nata a Bergamo il 21.09.2011 battezzata il 18.03.2012

Se un giorno della tua vita farai qualcosa di speciale, quel giorno diventerà indimenticabile. Cara Elisa, vivi la tua vita come un dono prezioso.

TOGNI DANIEL di Maurizio e Falgari Veronica nato a Ponte San Pietro il 09.11.2011 Battezzato

il 18.03.2012 Per il nostro Daniel e per tutti i bambini, perché con l’aiuto del Signore siano capaci di affrontare al meglio il mondo che li aspetta. Per i genitori e gli educatori perché con l’aiuto del Signore siano capaci di trasmet-tere a loro i giusti insegnamenti e i veri valori cristiani. Per questo noi ti preghiamo.

* * *

Anagrafe

Domeniche dei battesimi anno 2012

29 aprile ore 16.00

20 maggio ore 16.00

3 giugno ore 11.15

17 giugno ore 16.00

1 luglio ore 10.30

15 luglio ore 16.00

5 agosto ore 10.30

19 agosto ore 16.00

2 settembre ore 10.30

16 settembre ore 16.00

7 ottobre ore 11.15

21 ottobre ore 16.00

18 novembre ore 16.00

2 dicembre ore 11.15

23 dicembre ore 16.00

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Vita parrocchiale

DEFUNTIDEFUNTIDEFUNTIDEFUNTI

CARMINATI MARIA ved. Sana di anni 87 morta il 10 febbraio 2012. GALUPPO MODESTO di anni 91 morto il 12 febbraio 2012. SIZZI GIOVANNI di anni 76 morto il 15 febbraio 2012.

FRIGENI OLIVA ved. Sonzogni di anni 90 morta il 16 febbraio 2012. VALSECCHI GIOVANNI di anni 68 morto il 26 febbraio 2012.

DONGHI GIUSEPPE di anni 78 morto il 1 marzo 2012. SOFIATE GREGORIO di anni 75 morto il 3 marzo 2012. MASCHERETTI ROSINA ved. Natali di anni 91 morta il 6 marzo 2012.

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Ciao, caro Giovani, amico di tutti

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Ricordo di...

Caro papà, non abbiamo parole per esprimere il dolore che la tua perdita ha portato nei nostri cuori; invece non basterebbe un libro per raccontare la gioia, la passione e l’amore che tu hai sempre dato e in questi giorni abbia-mo capito che non è così solo per noi, ma per tutte quelle persone che ti sta-vano accanto perché tu avevi sempre un saluto per tutti. Dobbiamo essere contenti di avere avuto come marito, papà, nonno e amico una persona straordinaria come te. Ti vogliamo bene.

Le tue figlie e tua moglie

Giovanni,

l’Alpino amico di tutti Non so dire quante volte mi capita di avere piccoli o grandi problemi riguardanti la parrocchia e dire a me stesso: “devo parlar-ne a Giovanni”. Subito mi rendo conto che Giovanni non c’è più. Lo so, ne sono certo, è in Paradiso. Ma mi manca. E se manca a me, posso solo immaginare quanto manchi alla sua famiglia. Ma non solo. Manca a tantissime persone che a lui hanno sempre fatto riferimento e che ora si sentono smarrite quasi orfane. Il suo volto sereno, pronto a scherzare e a sdrammatizzare, dava fiducia, infondeva serenità. Chi fosse Giovanni per tutti l’abbiamo toc-cato con mano quel pomeriggio del 29 feb-braio quando la Chiesa parrocchiale s’è ri-empita all’inverosimile per i suoi funerali e anche il sagrato era affollato di gente com-mossa in un raccoglimento impressionante. C’erano i sindaci di Brembate di Sopra e di Almenno, il comandante dei carabinieri. C’erano soprattutto tantissime delegazioni di alpini con i gagliardetti e uomini della protezione civile con le loro tipiche casac-

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che. I giornali hanno parlato di 1.800 per-sone. Solo per i funerali di Yara a Brembate s’è vista tanta gente. Giovanni, l’alpino amico di tutti. Giovanni, l’uomo forte che ci sembrava impossibile potesse ammalarsi. Forte come le rocce di cui parla la preghiera dell’alpino. Sicuro come una grande quercia alla cui ombra ognuno poteva riposarsi. Tenero e sensibi-le. Come un uomo che non si vergogna di farsi vedere a piangere. Quante volte ho visto piangere lui e tanti volontari quando tornavano alla sera delusi dopo un altro giorno di inutili ricerche di Yara. L’immagine che più mi è rimasta im-pressa è quella di Giovanni che, subito do-po il ritrovamento di Yara, era andato in quel campo arido e duro, inginocchiato a pregare e piangeva. Giovanni voleva bene al Signore. Quando la tragedia di Yara si era conclusa ha orga-nizzato un pellegrinaggio a Fatima per pre-gare per i genitori della ragazza e per rin-graziare la Madonna. E a chi gli faceva no-tare che non c’era motivo di ringraziare, rispondeva: “Yara è in paradiso e ha fatto diventare tutti noi più buoni”. La signora Carla conserva una fotografia messa in cornice che ritrae Giovanni in ci-

ma al campanile per collocarvi la statua della Madonna Assunta dopo il restauro. È una foto bellissima. Sembra che Maria abbracci Giovanni. Lui non mancava mai alla messa domeni-cale insieme alla sua sposa. Poi, a gennaio, la malattia. Sembrava una influenza di sta-gione. Tale l’aveva giudicata il medico. Poi la bocca si riempì di piaghe e lui non riu-sciva più a mangiare. Quindi i ricoveri: in clinica a Ponte, alla Gavazzeni, di nuovo a Ponte, dopo che le figlie hanno chiamato il 118. Finalmente gli fanno tutte le analisi: Leucemia. Solo la parola ti mette i brividi. Da allora più nessuno l’ha potuto vedere. Solo la moglie e le figlie e i generi per po-che ore al giorno. Finché la sera del 26 feb-braio la notizia: Giovanni è andato in para-diso. Era il giorno e l’ora del ritrovamento di Yara. Il gigante e la bambina ormai riu-niti nell’abbraccio di Dio. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Un solo commento sulla bocca di tutti: “era un uomo buono”. Grazie Signore. Grazie Giovanni. “Sei an-dato avanti”. Anche per noi il paradiso a-desso è più vicino, perché ci sei tu e c’è Yara.

don Corinno

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IL VESCOVO DI BERGAMO

Bergamo, 29 febbraio 2012

A don Corinno Scotti, Parroco di Brembate Sopra.

Nella dolorosa circostanza della morte di Giovanni Valsecchi, desidero farmi parteci-

pe al lutto dei suoi cari, di tutta la comunità di Brembate Sopra, degli Alpini e del Corpo del-

la Protezione Civile.

La sua totale dedizione nelle settimane di ricerca della carissima Yara, rimangono una

testimonianza che supera i confini di coloro che lo hanno conosciuto e amato per raggiun-

gere e spronare ogni persona in direzione della generosità, della giustizia, della condivisio-

ne di ciò che ci unisce.

Per lui innalzo la preghiera di ringraziamento e suffragio. Per tutti voi e i suoi cari la

Benedizione del Signore.

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Associazione Nazionale Alpini

Sezione di Bergamo

Gruppo di Brembate di Sopra “Un pensiero per il nostro Capogruppo andato a-vanti, un amico e fratello”.

Domenica 26 febbraio scorso, dopo breve malattia, ci ha lasciato il nostro Capogruppo Valsecchi Gio-vanni per raggiungere il “Paradiso di Cantore”. La famiglia, il lavoro, gli Alpini, la nostra comuni-tà unitamente alla fede il Dio, sono stati i punti di riferimento della vita di Giovanni Valsecchi, cor-diale, sempre disponibile, conciliante. Se n’è anda-to in punta di piedi, senza dare disturbo, come del resto ha sempre fatto. È andato avanti dopo aver operato per dare al gruppo l’attuale forza. Sono, infatti, molti i lavori da lui eseguiti in collaborazio-ne con altri Alpini. Ricordiamo: ♦ La sistemazione di Via Fontana, che è stata ri-

portata alle origini con il suo acciottolato. Stes-so impegno e stesso lavoro per Via Indipenden-za e Via Torre.

♦ La costruzione del muro di sostegno della stra-da di Via Galilei e tanti altri interventi sul terri-torio locale.

Ricordiamo anche la collaborazione per quanto riguarda la ristrutturazione della nostra Chiesa Par-rocchiale, tra cui la collocazione della statua della Madonna Assunta sul campanile. La manutenzione interna della torre campanaria, la pulitura di tutto il sottotetto della nostra chiesa “Santa Maria Assun-ta”. Questi lavori l’hanno impegnato per parecchio tempo. Oltre che capogruppo degli Alpini, dal 2000 era il

responsabile del costituito Gruppo di Protezione Civile locale. Anche in questo incarico non si è mai risparmiato, sempre pronto per qualsiasi even-to. Lo ricordiamo soprattutto nella ricerca di Yara, protrattasi per tre lunghi mesi, durante i quali ha affrontato incurante i disagi causati dal maltempo. Una ricerca che l’ha impegnato dal primo mattino fino a tarda sera, con la ferma speranza di riportare Yara alla famiglia. Purtroppo non è andata così. Tutti sappiamo del suo grande dolore quando fu ritrovata per puro caso: un cruccio che si è portato con sé. Il nostro Gruppo Alpini lo ricorderà sempre come grande esempio di “alpinità”. Non sarà mai dimen-ticato, tante sono le persone che l’hanno conosciu-to e che hanno apprezzato la sua rettitudine. Mancherà agli occhi di tutti noi, ma resterà sempre nei nostri cuori.

Ciao, Giovanni. C. Combi

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Ricordo di...

Lo zio Gianni...

Lo zio Gianni ha vissuto la sua vita con sempli-cità, muro portante della sua famiglia e grande lavoratore, sapeva gioire e divertirsi nei mo-menti di festa e ritagliarsi spazi per la preghiera. Eppure, nonostante la sua semplicità, è stato un uomo che ha saputo fare la differenza; non ha lasciato che il tempo gli scorresse fra le ma-ni, non ha perso un attimo di tempo e si è sem-pre messo al servizio di chiunque abbia incon-

trato sul suo cammino che fosse bisognoso. Gianni ha saputo far fruttare i suoi talenti, ha dato da bere agli assetati e da mangiare agli affamati, ha soccorso i bisognosi, consolato gli afflitti, sempre pronto in prima linea e gratuita-mente a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno, soltanto per il piacere di farlo. Noi non comprendiamo il perché, ma forse, proprio perché era così prezioso, Gianni insie-

me a Yara, è entrato a far parte di questo disegno di Dio. Vogliamo quindi credere che, se il martirio di Yara è servito a riportare tante anime alla fede, il sacrifi-cio di Gianni serva come esempio per tutti noi, per-ché ci ha dimostrato che non serve essere dei super eroi per compiere grandi opere, ma basta avere un cuore grande, guidato da quell’Amore che è Dio.

Alessandra

Lo zio Gianni davanti alla Cattedrale di San-tiago di Compostela.

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Ricordo di...

Verona, 28.2.2012 Gentile Signora, cari famigliari tutti di Giovanni,

ho appreso della morte del vostro caro, così come avrei appreso della morte di un amico, benché ab-bia incontrato Giovanni una sola volta. È stata una notizia che mi ha colto di sorpresa, lascian-domi dentro un grande dispiacere. Ho conosciuto Giovanni, qui a Verona, durante la puntata di Agorà quando, con don Corinno si par-lava della piccola Yara. Mi era diventato caro, da subito, il vostro Giovanni. Per via di quella affinità che noi alpini abbiamo tra noi, quello spirito di corpo che ci viene dalla penna nera che portiamo sul cappello.

Ma Giovanni mi colpì per altre ragioni. Si intuiva che era un uomo tutto d’un pezzo, impastato di onestà e generosità senza misura. Un uomo d’altri tempi si sarebbe detto, quando per definire un uo-mo per bene bastava definirlo un galantuomo. Ec-co cos’era Giovanni, uno della specie dei galan-tuomini. Uomini essenziali, che nascondono die-tro la scorza del pudore, un’impareggiabile dose di umanità e di sensibilità sociale.

Siete stati fortunati ad averlo come sposo e come padre e questa fortuna amplifica ora il dolore per aver perso un simile tesoro. Se mai posso semina-re una goccia di consolazione sul vostro dolore, vorrei dirvi soltanto, che uomini come lui sono fatti per il paradiso. Non servono forzature, per crederlo. Ci sono morti sui quali bisogna inventarsi delle pietose bugie per addolcire il loro trapasso e ce ne sono altri, come Giovanni, nei quali la statura morale e umana si impongono per evidenza, facen-do sentire che per loro c’è solo il diritto alla ri-compensa. Ed è in paradiso che voglio pensare il vostro caro.

Una singolare coincidenza fa scadere la morte di Giovanni col giorno del ritrovamento della piccola Yara. Cosa non aveva fatto il vostro caro per tro-varla. E quanta passione di padre e di nonno ave-va mosso il suo cuore e il suo faticare. Ricordo nitidamente come me ne ha parlato. Ora l’ha ritro-vala la piccola Yara, ricomponendo in Dio quella tenerezza che i grandi hanno con i bambini. E vo-glio augurarmi che, loro due insieme, forti della pienezza di Dio, aiutino la vostra comunità a tro-vare finalmente giustizia e serenità. Così come possano benedire nel Signore la vostra casa e la vostra famiglia.

Vi abbraccio, con affetto fraterno e vi benedico.

Don Bruno Fasani Canonico del Duomo di Verona

e giornalista televisivo

Roma 27.2.2012 A Don Corinno SCOTTI Caro Don Corinno, anche se lontano mi sento vicino a te e alla comunità parrocchiale di Brembate che cristianamente saluta in questi giorni Giovanni Valsecchi, ringraziando il Si-gnore per i doni elargiti, in paese e fuori paese, tramite questo uomo buono che ha saputo fare della normalità della sua esistenza una straor-dinaria occasione di fraternità, prossimità, soli-darietà e amicizia. La Vergine Assunta in cielo lo accompagni a prendere il posto che il suo Fi-glio gli ha preparato nel regno della luce che non tramonta. Assicura la famiglia di Giovanni del mio ricordo. Un abbraccio fraterno.

Padre Corrado Maggioni

* * * Roma 26.2.2012

Al Signor Sindaco Diego LOCATELLI

Desidero farLe giungere, Signor Sindaco, e tra-mite Lei ai brembatesi, i sentimenti della mia fraterna vicinanza per la morte di Giovanni Valsecchi, un uomo buono, generoso, attento ai bisogni altrui, in breve una persona più pre-occupata degli altri che di sé. È stato un uomo che ha saputo incarnare ed esprimere, nella semplicità, ferialità e normali-tà, quegli alti valori che rendono davvero “umana” la nostra esistenza su questa terra. Un saluto fraterno.

Padre Corrado Maggioni

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La voce dell’Oratorio

Il tempo della Quaresima è agli sgoccioli, la domenica di Pasqua si avvicina. Sul tema della Resurrezione, cruciale per noi cristiani, sono state scritte pagine di dissertazioni teologiche, spesso di difficile lettura; ecco che allora capita di riconoscersi di più nel testo di una canzone, che per sua natura cattura la sensibilità di noi giovani certamente più di qualsiasi predica domenicale, per quanto il sacerdote di turno sia affabile. È questo il caso del celebre pezzo Dio è morto, firmato F. Guccini, in cui l’autore esprime tutto il suo risentimento verso una società che cade a pezzi, ma con sguardo speranzoso si appella alla riscoperta dell'evento cristiano per eccellenza, la Risurrezione di Gesù Cristo, appunto. La canzone inizia così: “Ho visto la gente della mia età andare via, lungo le strade che non portano mai a niente, cercare il sogno che conduce alla pazzia, nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già..” L'inizio è una fredda ma realistica constatazione di fatto: purtroppo molti giovani, meno fortunati di chi scrive, si ritrovano privi di ogni necessario punto di riferimento quando le famiglie di provenienza, pressate anche dalle condizioni sociali ed economiche in cui versa il nostro Paese, abbandonano il proprio ruolo educativo in un momento critico per la crescita del ragazzo, ovvero l'adolescenza, che per tanti coincide anche con l'abbandono dell'ambiente dell’oratorio. E allora per forza Dio è morto. Gesù, prima di morire, ci ha dato come ultimo suo dono lo Spirito Santo, affinché noi uomini ne fossimo per-vasi e facessimo così rivivere in noi stessi la Sua figura. Purtroppo Ge-sù non è presente fisicamente con noi, ma prima di salire al Cielo ci ha affidato il grandioso compito di essere suoi testimoni credibili. “È venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità: le fedi fatte di abitudini e paura, una politica che è solo far carriera..” L'at-tualità di questo messaggio è sconcertante: per essere testimoni credibili di Cristo, non possiamo attaccarci alla fede come palliativo per affrontare un contesto che ci soverchia e ci fa sentire pedine inanimate nelle mani di pochi, sporchi, giocatori, altrimenti la religio-ne si riduce veramente ad “oppio dei poveri”. Se nella concretezza di ogni giorno ci lasciassimo guidare dalla Sua Parola, probabilmente po-tremmo contribuire a minare un sistema che già sta dando i segni di un prossimo cedimento. Infine, un appello accorato: “Io penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge!”. Cari adulti, la nostra generazione si trova a fare i conti con un futu-ro che sembra dipingersi di nero.. Infondeteci il coraggio di cui ab-biamo bisogno per credere che è possibile far rivivere dentro di noi la Sua figura e riprenderci in mano il nostro avvenire. Solo allora po-tremo dire che finalmente Dio è risorto!

Chiara

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La voce dell’Oratorio

Le prossime due pagine sono dedicate al coro di giovani dell'oratorio. Buona lettura! Eccoci qui. Siamo un gruppetto di giovani adolescenti e nel corso di questo breve articolo ci terremmo a raccontare le soddisfazioni dei nostri primi concerti canori, con particolare riferimento alla descri-zione del concerto tenutosi in Casa Serena lo scorso 26 febbraio, in occasione della settimana di festa per San Giovanni Bosco, a cui il nostro oratorio è dedicato. Fra i lettori, ci sarà sicuramente qualcu-no che già avrà fatto la nostra conoscenza al concerto natalizio che si era tenuto in chiesa parrocchiale lo scorso dicembre, un concerto che, a detta dei presenti, ha colpito molto per la gioiosità dei canti, ma è stato anche molto apprezzato per l'esecuzione musicale.

Dai commenti che ci sono giunti, il concerto di Don Bosco è stato an-cora più vivace e coinvolgente. In effetti ci siamo esibiti in generi diversi: oltre a canti ecclesiastici molto conosciuti, la nostra scaletta ha previsto canti cosiddetti “nazional-popolari”, tra i quali Samarcan-da, Bandiera Gialla e La canzone del Sole, per citare quelli che secon-do noi hanno riscosso più successo. Il pubblico del teatro di Casa Se-rena deve aver gradito molto le nostre scelte canore, perché in sva-riate occasioni abbiamo visto tanti simpatici “nonnini” battere le ma-ni e agitarsi sulle sedie a tempo di musica, alla faccia degli acciacchi dell'età!

L'esperienza di essere entrate a far parte del coro dell'oratorio ci sta dando tanta carica ed entusiasmo, che cerchiamo di trasmettere anche a chi ci ascolta quando ci esibiamo. Certamente, i concerti in cui ci siamo finora dilettati non avrebbero riscosso il successo che hanno avuto, se il gruppo del coro non fosse un insieme coeso, pur nella sua eterogeneità di voci e di stili.

Prova dopo prova, si sono venuti a creare, o si sono accresciuti laddo-ve già c'erano, rapporti di reciproca stima che, ad ogni incontro, di-ventano vere e proprie amicizie affiatate. L'obiettivo del gruppo non è mai stato quello di produrre un'esecuzione canora impeccabile, non siamo tanto presuntuosi. Semmai, l'elemento che fa da potente col-lante è il canto come espressione, giovane ed entusiastica, della fede che ci lega a Lui.

L'esperienza del coro finora ci ha sempre abbondantemente ricom-pensate per l'impegno dedicato; il concerto per gli anziani di Casa Serena ci ha particolarmente toccate, perché abbiamo avuto la per-cezione che chi ci ascoltava abbia dimenticato, almeno durante l'ora del concerto, le proprie sofferenze fisiche e morali, e grazie alla no-stra musica si sia rilassato o si sia addirittura sentito felice. Questo è stato in assoluto il risultato migliore che potevamo sperare. In attesa di prepararci per il prossimo concerto, ricordiamo che nuo-ve voci sono sempre ben accette. Coraggio, provate e vedrete quali piccoli grandi miracoli sapremo fare tutti insieme, noi e la nostra mu-sica!

Erika, Alison, Ester e Beatrice

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La voce dell’Oratorio

“La musica tra tutte le arti esalta l'armonia universale e suscita la fraternità dei sentimenti al di là di tutte le frontiere: essa per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni, esercita un potente influsso con il nuovo incanto. La musica è uno strumento di vera fraternità, aiutando a superare di-scriminazioni e frontiere”. Con questa frase di Papa Giovanni Paolo II potrebbe iniziare e conclu-dersi il nostro articolo, in quanto non ci sarebbero parole da aggiun-gere per descrivere le motivazioni che ci hanno spinto a costruire i no-stri concerti e le sensazioni che da essi sono scaturite. Vogliamo tuttavia soffermarci su alcune parole della citazione, “[la musica]… può far risuonare interiori armonie”. Questo pensiero riassume alla per-fezione quello che è l’obiettivo dei nostri spettacoli: noi non ricerchia-mo la perfezione, certo l’impegno è tanto e lo studio anche, ma non è quella la nostra meta. Noi vogliamo far sì che le nostre differenti per-sonalità si uniscano a formare un’unica voce che, leggera, si stac-chi dal palco per andare a sussurra-re nei cuori di chi ascolta le sensa-zioni e le emozioni che nascono in noi. Un ascoltatore attento e sensibile nota subito che questa voce è molto particolare; se fosse costituita da persone tutte uguali, della stessa età, con lo stesso lavoro, con le stesse idee, avrebbe un timbro ba-nale e noioso. Ciò che invece la ren-de squillante, chiara e vibrante è l’intrecciarsi delle nostre differen-ze. Forse all’inizio non è stato semplice amalgamare le diverse capacità, co-noscenze, attitudini, passioni e di

certo le controversie non sono man-cate. La meta spesso ci è sembrata troppo lontana e i mezzi inadeguati, ma prova dopo prova, abbiamo supe-rato ogni insicurezza. Il fattore determinante nel creare quest’armonia è senza dubbio l’umiltà con la quale ciascuno ricopre il proprio ruolo, i più giovani pren-dendo esempio dagli adulti e questi imparando a loro volta a rimettersi in gioco, ritrovando la spensieratez-za che spesso la frenesia di oggi sopprime; il clima sereno che così si crea permette ad ognuno di noi di superare ogni timidezza o ansia per contribuire alla buona riuscita dello spettacolo. E puntualmente, saliti sul palco, la pressione aumenta e la concentra-zione è al massimo ma un pezzo do-po l’altro la fine del concerto arriva in un attimo, lasciando così che tut-to l’impegno e la passione che da noi scaturiscono si trasformino in musi-ca. La nostra ricompensa, se così si può chiamare, è vedere i volti di chi ci ascolta illuminarsi e emozionarsi canzone dopo canzone, segno che i nostri sforzi non sono stati vani. Vogliamo ringraziare chi ha dato lo spunto per queste iniziative, chi ci ha sempre sostenuto, chi ci apprez-za ma soprattutto chi fa parte del gruppo, perché questa esperienza ci ha fatto sperimentare nuove emo-zioni, rendendoci sempre più consa-pevoli e orgogliosi delle nostre ca-pacità, spingendoci a porre i nostri obiettivi ogni volta un poco più di-stanti. Proprio per le sensazioni che questo percorso ci dona, concludiamo con un invito per tutti coloro a cui pia-cerebbe unirsi a noi: ogni piccola o grande capacità sarà coltivata e contribuirà a migliorare il nostro operato, quindi non siate timidi, vi aspettiamo!

Alberto, Ale, Nirmala, Sara

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La voce dell’Oratorio

Ed ora.. Alcuni ragazzi di seconda media ci raccontano come si stanno preparando alla Santa Pasqua insieme a Don Matteo.

Cari lettori, ci è stato chiesto di descrivere che cosa facciamo in questo tem-po di Quaresima qui, in oratorio. Ogni mercoledì mattina, alle 7.30 circa, ci ritroviamo nell'atrio dell'oratorio per passare qualche minuto insieme: si tratta di un momento di raccoglimento da pas-sare con alcuni dei nostri compagni di classe, prima di affrontare le ore scolastiche. Dopo l'accoglienza, entriamo in chiesina e qui recitiamo tutti in-sieme qualche preghiera, oltre a quella riportata sul retro del car-toncino che Don Matteo ci consegna e che riguarda ogni settimana un tema diverso. Si tratta di un momento breve, ma importante perché è uno spazio in cui poter riflettere insieme su alcuni a-spetti della nostra vita.

Dopodiché viene la parte più piacevole e divertente: la colazione! Infatti, dopo l'augurio di una buona giornata da parte di Don Matteo, ci spostiamo al bar dell'oratorio e ci sediamo a gruppetti ai tavolini, aspettando che le mamme volontarie, che aiutano il signor Adriano, ci portino latte o tè a nostra scelta, con la deliziosa ag-giunta del cacao (mmm...). Come ad un vero bar: serviti e riveriti! Seduti ai tavoli, possiamo parlare con i nostri compagni del pome-riggio scorso, delle verifiche del giorno, dei compiti difficili, di calcio (quello non manca mai!) e di tutto ciò che ci passa per la mente in quel momento. È un gran divertimento!

All'inizio del cammino pensavamo che ve-nissero in pochi, ma ci siamo subito dovuti ricredere: fin dal primo incontro eravamo davvero tanti: certo, più siamo, meglio è!

Noi pensiamo che quel che facciamo il mercoledì mattina non sia solamente un semplice momento di preghiera, ma un'occasione per ringraziare tutti insieme Gesù per i doni che ci fa ogni giorno e per trascorrere insieme ai nostri amici un attimo di raccoglimento prima di iniziare la giornata. Ci teniamo tanto a ringraziare il signor Adriano, che ci prepara sempre latte e tè, le mamme volontarie che lo aiutano e Don Mat-teo, che ci accoglie ogni settimana con gioia e ci prepara delle bel-le preghiere. E speriamo che qualcuno, leggendo questo riassunto del nostro cammino quaresimale, voglia provare a venire e ad unirsi con i suoi amici. Non se ne pentirà!

Alessandra, Davide e Michele

Si tratta di un momento bre-ve ma importante, perché

siamo tutti raccolti per pre-gare e scambiarci l’augurio di

una buona giornata

Già dal primo incontro eravamo in tanti: più sia-

mo, meglio è!

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Parliamo di scuola

Parlando

di scuola

C arissimi amici di Brembate, a partire da questo numero del nostro giorna-lino vogliamo proporre (o ri-

proporre) una piccola rubrica dedicata alla scuola. Tutti noi ne comprendiamo

l’importanza, non solo nei ricordi più o me-no sbiaditi di quando eravamo studenti, non solo ora che magari lo sono i nostri figli, ma anche in generale, perché siamo consapevoli che una buona società si realizza anche attra-verso una buona formazione. Chi, come me, ha la possibilità di lavorare all’interno del mondo della scuola, può capire tutte le ansie, le fatiche, le speranze e le gioie che girano intorno ai banchi e alle cattedre. Incontrare ogni giorno decine di ragazzi, condividere

con loro anche solo una parte di questo per-corso lungo e faticoso che stanno affrontan-do, è davvero stimolante. In queste poche righe che formeranno gli articoli di questa rubrica, vogliamo parlare di scuola incon-trandone gli attori principali. Usando la for-mula, ormai collaudata, dell’intervista, fare-mo parlare docenti, studenti, personale, geni-tori … insomma tutti coloro che, in diverso modo, hanno a che fare con la scuola. Nel prossimo numero del nostro giornalino inter-visteremo due docenti della nostra scuola media, figure storiche e di responsabilità all’interno dell’istituto. Mi farò consigliare da don Matteo nella scelta dei candidati. A tal proposito vorrei proporvi di aiutarmi nel-la formulazione delle domande che rivolgerò durante l’intervista. Se avete qualche richie-sta da fare, qualche dubbio da esprimere o, semplicemente, qualche curiosità da soddi-sfare e a cui vorreste avere risposta in questa intervista, scrivetemi pure una e-mail a que-sto indirizzo:

[email protected] . In questo modo l’intervista non sarà solo mia, ma soprattutto vostra. Per concludere queste poche righe introduttive, vorrei pro-porre alla vostra attenzione un testo che ci fa riflettere sulla quaresima appena passata e sulla nostra vita di tutti i giorni. Magari lo conoscete già, io ne parlerò sicuramente in classe con i miei ragazzi … aspettando le vostre e-mail.

Marco

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Parliamo di scuola

La passione delle pazienzeLa passione delle pazienzeLa passione delle pazienzeLa passione delle pazienze (di Madeleine Delbrêl)(di Madeleine Delbrêl)(di Madeleine Delbrêl)(di Madeleine Delbrêl)

La passione, la nostra passione, sì, noi l’attendiamo. Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo viverla con una certa grandezza. Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che ne scocchi l’ora. Come un ceppo nel fuoco, così noi sappiamo di dover essere consumati. Come un filo di lana tagliato dalle forbici, così dobbiamo essere separati. Come un giovane animale che viene sgozzato, così dobbiamo essere uccisi. La passione, noi l’attendiamo. Noi l’attendiamo, ed essa non viene. Vengono, invece, le pazienze. Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di ucciderci senza la nostra gloria. Fin dal mattino esse vengono davanti a noi: sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti, è l’autobus che passa affollato, il latte che trabocca, gli spazzacamini che vengono, i bambini che imbrogliano tutto. Sono gl’invitati che nostro marito porta in casa e quell’amico che, proprio lui, non viene; è il telefono che si scatena; quelli che noi amiamo e non ci amano più; è la voglia di tacere e il dover parlare, è la voglia di parlare e la necessità di tacere; è voler uscire quando si è chiusi è rimanere in casa quando bisogna uscire; è il marito al quale vorremmo appoggiarci e che diventa il più fragile dei bambini; è il disgusto della nostra parte quotidiana, è il desiderio febbrile di quanto non ci appartiene. Così vengono le nostre pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana, e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi. E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando – per dare la nostra vita – un’occasione che ne valga la pena. Perché abbiamo dimenticato che come ci sono rami che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura. Perché abbiamo dimenticato che se ci son fili di lana tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno per giorno si consumano sul dorso di quelli che l’indossano. Ogni riscatto è un martirio, ma non ogni martirio è sanguinoso: ce ne sono di sgranati da un capo all’altro della vita. È la passione delle pazienze.

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Attualità

Vocabolario:

Parole per la vita Indifferenza: condizione di chi manca di interesse o di partecipazione per qualcosa.

È molto concisa la definizione, ma le due parole “interesse e partecipazione” espri-mono tanti sentimenti, atteggiamenti, reazio-ni e modi di relazione.

A prima vista sembra così ovvio il significa-to di indifferenza per esempio quando tiria-mo diritto incontrando una scena di disagio; oppure quando diciamo a una persona che ci è proprio “indifferente”, magari compiacen-doci di non provare sentimenti negativi… siamo sicuri?

Che sentimento è l’INDIFFERENZA? Di-ciamo piuttosto che è un “non sentimento”.

Il prefisso IN della parola indica mancanza, perciò si può dire che è una incapacità di di-stinguere le differenze ed ecco allora perché incide così tanto sulla nostra vita.

Lo scrittore Erri de Luca, commentando pro-prio questo vocabolo, dice che uno dei verbi usato da Dio nella creazione è “dividere-distinguere”. Luce da tenebra, acque da ter-raferma, ciò che sta sopra, da ciò che sta sot-to, Adamo da Eva (maschio e femmina li

creò) perciò dice “La creazione procede per distinzione e chi non lo fa, inceppa il lavo-ro della creazione. L’indifferenza è un torto contro il creato, non contro la socie-tà”. Non sono totalmente d’accordo, li metterei almeno sullo stesso piano perché il creato e la società che l’uomo va a formare vanno di pari passo. Quando si dice “non mi interessa”, si dice no all’uomo, al suo

mondo e al progetto di Dio sul significato della vita.

L’indifferenza può essere verso le persone e le cose, ma non sono le une più o meno im-portanti perché i comportamenti sono sempre intrecciati e occorre essere vigili perché un sinonimo di indifferenza può anche essere “pigrizia”. L’indifferenza porta a rendere uniforme, piatto ciò che ci circonda, a non apprezzare le persone e ciò che fanno, a non essere interessati, a non saper distinguere e perciò a non compiere scelte consapevoli.

Da tempo la Chiesa richiama affinché i cri-stiani non si lascino dominare dal relativi-smo che tende a prevalere in tanti campi. Re-lativismo non è altro che disinteresse, man-canza di impegno nelle scelte non solo di cosa e come agire, ma di come pensare, co-me educarsi, a quali fonti, distinguere perciò male e bene. Quello che chiamiamo progresso compie tal-volta dei passaggi strani, dei balzi bruschi per poi accorgersi di avere esagerato e desi-

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INSIEME

Attualità

derare di tornare un po’ indietro per correg-gersi.

In un articolo intitolato “Il cammino a ritroso di tesi inumane” il professor C. Cardia scrive “ Il terreno di coltura di certe tesi prima im-pensabili è quello proprio del “nichi-lismo” (anarchia, rifiuto di norme stabilite) nel quale l’uomo si trova per caso a vivere e vive seguendo il caso, perdendo coscienza della propria umanità. In questo deserto non esiste verità alcuna, che ci parli e ci interroghi, da ricercarsi con fatica e gioia, diventi criterio di comportamento e renda gli uomini più solidali. Esistono solo opi-nioni, tante quante sono le persone, e ogni gerarchia di valore e giudizio è azzerata”.

In un caso almeno mi piacerebbe si potesse tornare un po’ indietro per rifare qualche passaggio. La mia generazione ha vissuto in gioventù una forte differenziazione-distinzione fra maschile e femminile sia cul-turale che di costume. Ad un certo punto, le spinte libertarie e paritarie hanno soffiato a più non posso e anche alle femminucce si sono aperte tante possibilità: hanno indossato i pantaloni, sciolto le trecce e tagliato i ca-pelli (hanno passato questa moda ai maschi) avuto uguali opportunità (?) libertà di uscire,

educazione uguale, insomma indifferenzia-zione totale fra generi. Hanno avuto la festa della donna e la possibilità di celebrarla e ora anche l’età pensionabile uguale agli uomi-ni… solo che … alla donna tocca ancora a-vere figli e … lavorare, accudire ai nipoti e ... lavorare, curare i nonni e … lavorare. La chiamano “pari opportunità”. È la vita mo-derna, va bene, mi rammarica solo il fatto che a questi cambiamenti non ci si è arrivati con bagaglio adeguato. A mio modesto pare-re non è possibile educare in modo uniforme le donne e gli uomini di domani visto che (checché ne diciamo) uomini e donne sono diversi, con ruoli diversi, perché sono inti-mamente DIFFERENTI-DISTINTI. Forse adesso qualcuno si sveglia e ci sono addirit-tura corsi per riscoprire il valore del GENE-RE. Come dire “DALL’INDIFFERENZA alla DISTINZIONE ”. Sei indifferente se sapendo il prezzo di tutte le cose, non conosci il valore di nessuna. (Frate Indovino)

Luisa

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Associazioni e gruppi

Progetto scolastico

“FACCIAMO FRUTTARE

LA FRUTTA”

Il progetto denominato “Facciamo fruttare la frutta” proposto in via sperimentale nell’anno scolastico 2010/2011 e continua-to nel corrente anno scolastico, è rivolto a tutti gli alunni della scuola primaria e se-condaria di 1° grado che usufruiscono del servizio mensa, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Brem-bate di Sopra, in sintonia con l’Assistente Sociale, i rappresentanti della società risto-ratrice Sodexo Italia S.p.A. ed i volontari del gruppo locale della Caritas. Si tratta della prima sperimentazione a Brembate di Sopra della Legge del Buon Samaritano (Legge n. 155 approvata il 16/07/2003 – Disciplina della distribuzio-ne dei prodotti alimentari a fini di soli-darietà sociale). Il progetto, che va ad integrare il servizio di distribuzione dei pacchi viveri già attivo sul territorio, si svolge grazie all’impegno dei volontari Caritas, i quali provvedono a distribuire alle famiglie assistite del territo-rio, banane, mele, arance, mandarini, pere, pesche, albicocche, distribuiti in circa 15 sacchetti alla settimana. Sostanzialmente la raccolta avviene con seguenti modalità:

La frutta non consumata dai bambini è rac-colta dai tavoli del refettorio a cura di alcu-ni alunni di classe quinta della scuola pri-maria nei giorni di lunedì, mercoledì e ve-nerdì ed è riposta in contenitori messi a di-sposizione della ditta ristoratrice. Contem-poraneamente gli alunni della scuola se-condaria ripongono la frutta non consuma-ta in un contenitore posto presso il refetto-rio dell’Oratorio. Il personale della società Sodexo provvede a raccogliere la frutta e portarla presso i magazzini della Casa di Riposo dove viene conservata in spazi ap-positi.

Il giovedì di ogni settimana, i volontari del-la Caritas, si recano presso la Casa di Ripo-so di Brembate di Sopra per ritirare la frut-ta e portarla all’Oratorio, dove normalmen-te vengono confezionati i pacchi viveri de-stinati alle famiglie assistite sul territorio di Brembate di Sopra. I volontari della Caritas si dichiarano sod-disfatti dei risultati ottenuti, sia rispetto alla preziosa collaborazione del personale della Sodexo, che si è sempre dimostrato dispo-nibile e puntuale, sia per l’apprezzamento espresso dalle famiglie assistite. Il progetto, sostenuto dai docenti, ha una forte valenza educativa sui nostri ragazzi.

Ecco l’opinione degli Insegnanti della scuola primaria:

“A seguito della presentazione dell’ini-ziativa all’interno delle classi, ad opera degli insegnanti, si è notato sin da subito un ancor più adeguato comportamento nel rispetto degli alimenti che venivano offerti nello spazio mensa.

In particolare, la frutta, se non consumata nel tempo mensa o successivamente nel do-po-mensa, veniva lasciata sul tavolo e non toccata.

I bambini si mostrano molto attenti anche al momento della raccolta, aspettando i compagni di classe quinta che passano per i tavoli e prelevano i frutti. Molto positiva è stata anche la responsabilità dimostrata da questi ultimi.

La valutazione del progetto è sicuramente positiva per gli obiettivi educativi prefissati”.

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Associazioni e gruppi

CARITAS PARROCCHIALE BREMBATE DI SOPRA

BILANCIO CARITAS 2011 Anche quest’anno, come nostro dovere, portiamo alla vostra conoscenza il nostro bilancio economico. Entrate Uscite Saldo 2010 178,69 Donazioni da singoli 7.381,43 Erogazione per Corno d’Africa 1.000,00 Erogazioni a singoli per pagamenti bollette, medicinali e varie 5.894,07 ----------------------------------------------- 7.560,12 6.894,07 SALDO AL 31.12.2011 666,05 Le cifre esposte dimostrano ancora una volta la grande generosità dei brembatesi. Da parte nostra abbiamo cercato di erogare questi fondi con oculatezza analizzando attentamente i reali fabbisogni.

Oltre alle cifre esposte, a dimostrazione della vostra generosità, occorre tenere presente la raccolta di generi alimentari che viene fatta durante le Sante Messe ogni prima domenica del mese.

Continua inoltre ogni giovedì pomeriggio il nostro incontro con persone e famiglie in difficoltà.

Durante questi incontri, oltre alla distribuzione di viveri ed indumenti per bambini, cerchiamo di ascoltare, consigliare, indirizzare ed aiutare chi ci espone le difficoltà ed i bisogni che di questi tempi continuano purtroppo ad aumentare.

Questi incontri rappresentano per noi un compito delicato, e ci interroghiamo spesso se riusciamo ad essere veramente utili, ma vi assicuriamo e soprattutto assicuriamo chi a noi si rivolge che noi ce la mettiamo tutta.

Quest’anno inoltre, con un accordo con la Amministrazione Comunale e con la coop. Sodexo che fornisce i pasti alle scuole, raccogliamo la frutta che non viene utilizzata durante i pasti e la destiniamo alle famiglie bisognose che a noi si rivolgono.

Questo è il bilancio delle nostre attività, ma ci teniamo a ribadire che noi siamo solo dei semplici operatori perché è tutta la comunità che deve farsi carico dei suoi poveri. Quindi un grazie a voi, alle associazioni parrocchiali ed in particolare al gruppo Africa ’73 con il quale si anima la Messa vespertina ogni ultimo venerdì del mese dedicata alle missioni ed ai poveri, convinti che se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. Questo per dire che senza il Signore rischiamo di limitarci ad un semplice fare.

Il Consiglio Caritas

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Informazioni parrocchiali Orari delle S. Messe

Feriali: ore 8,00 - 9,00 (in Casa Serena) - 18,00.

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 - ore 16,30 a Tresolzio (marzo-settembre).

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 (Casa Serena) Invernale: ore 10,00 - 11,15 - 18,00. Estivo: ore 10,30 - 18,00.

Disponibilità per le Confessioni

Don Corinno: venerdì 8.30 - 9.30 / 15.00 - 17.30 - sabato 16.00 - 17.30 Don Carlo: ogni sabato 16.00 - 18.00 Don Matteo: ogni giovedì 16.00 - 17.30

N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare mezz’ora prima delle S. Messe o subito dopo. Celebrazione del Battesimo

Prima domenica di ogni mese, ore 11.15 Terza domenica di ogni mese, ore 16.00

N.B. In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco. Il 2° Mercoledì di ogni mese alle 20.30 si terrà in Oratorio un incontro di preparazione per i genitori ed i padrini. I catechisti battesimali incontreranno i genitori nelle loro case.

Celebrazione del Matrimonio

Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima. Occorre prepararsi adeguatamente. Per questo la parrocchia organizza un corso di preparazione al matrimonio da gennaio a marzo. È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia. In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Tel. dei Sacerdoti: Don Corinno Scotti Tel. 035.620.103 - cell. 334.351.6097 e-mail: [email protected]

Don Matteo Bettazzoli Tel. 035.332.385 e-mail: [email protected]

Don Carlo Comi Tel. 035.332092 - cell. 340.6483352 E-mail: [email protected]

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Aναστασεως

(Anastaseos - Risurrezione)

Sussulta il colle del Golgota dove nella pietra di una fredda tomba giace la Parola. Luce accecante a squarciare le cupe tenebre che imprigionano il Verbo trafitto.

Si frantuma la lapide di morte, trapassata dal vento divino che alita vera vita. Profanato e poi distrutto dopo tre giorni il Sacro Tempio è stato ricostruito. Una colomba che reca l’ulivo si posa sull’arca da tempo in balia dell’oscuro diluvio.

Adempiuta è la promessa di concederci liberati, dal gioco del peccato, a una nuova vita. Anastaseos! Alba di luce a irradiare il mondo nella salvezza del Cristo risorto. Luca Bonati