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TecnoMedia Periodico mensile. Anno XIII n. 49 - Sped. in Abb. to Postale comma 20 lett. B art. 2 Legge 23/12/96 n. 662 Roma (Romanina) - Reg. Trib. Roma n. 357 del 11-08-2003 - Iscrizione ROC n. 4753 Periodico della ASIG - Associazione Stampatori Italiana Giornali - Tecnologie, Prodotti & Mercati editoriali ADN Kronos Adobe Systems Agenzia Giornalistica Italia Agfa-Gevaert Ansa APCom Telecom Media News Denex Systems Technology EidosMedia Elettra Ferag Italia Fujifilm G.M.D.E. GMG Goss International HiT Media & Publishing Idab-Wamac International Interstrap Kodak LinkService MAN Roland Mima films Müller Martini Napp Systems R.G. Recmi Segbert Sinedita SMB Schwede Maschinenbau Technotrans Telpress Tera Teufelberger Tolerans Unisys Italia Visita il nostro sito Internet: http://www.ediland.it FILO DIRETTO LE AZIENDE INFORMANO Numero 49 - giugno 2006 Ifra Italia 2006: gli scenari in Italia e in Europa La nona edizione della conferenza internazionale organizzata da Ifra, Fieg e Asig, svoltasi il 15 e 16 giugno presso il Royal Hotel Carlton di Bologna, ha affrontato i temi più attuali per l’industria dei quotidiani, in Italia e nei principali Paesi europei. Gli scenari industriali .............................................................. a pagina 4 Motori, sapori e...centri stampa ............................................ a pagina 8 Modelli e tecnologie per le redazioni multimediali ............ a pagina 10 Le proposte Fieg per il rilancio dell’editoria Le “Proposte per la competitività e lo sviluppo dell’editoria quotidiana”, presentate lo scorso 25 maggio, riassumono le proposte della Federa- zione Editori per assicurare, nello scenario della convergenza digitale, lo sviluppo del settore. a pagina 14 Manutenzione programmata al Messaggero Veneto Un data base contenente tutte le informazioni sugli impianti installati presso il quotidiano di Udine genera in automatico calendari e schede tecniche e coordina tutti gli interventi di manutenzione preventiva. a pagina 16 Nuove proposte per l’outsourcing Dal Gruppo ICTeam di Grassobbio, alle porte di Bergamo, arrivano alcune proposte innovative per gli editori di quotidiani. a pagina 20 L’organizzazione redazionale di E-Polis Per la nuova catena di quotidiani locali del gruppo che fa capo a Nicola Grauso è stata sviluppata una piattaforma all’insegna della massima flessibilità ed automazione di processo. a pagina 22 Cosa c’è oltre il full-color? La parola a... Proseguiamo le nostre interviste sul futuro dell’industria editoriale dei quotidiani dopo l’installazione e l’avvio delle nuove linee per la stampa dei quotidiani full color negli stabilimenti di quasi tutta l’Italia. Elio Sala e Carlo Caporizzi (GMDE)..................................... a pagina 25 Hans Peter Sutter e Hans Mauti (Müller Martini) .............. a pagina 27 Pubblicità sul Web: esperienze e prospettive E’ stata presentata a Milano una ricerca condotta da SDA Bocconi sulle potenzialità dell’email marketing come per l’acquisizione di nuovi clienti e per la fidelizzazione di quelli esistenti. a pagina 29 Lavoro & Sicurezza .................................................................... a pagina 33 MediaForm ................................................................................ a pagina 37 Le Rubriche

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Rivista dell'ASIG, Associazione Stampatori Italiana Giornali

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Technotrans

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Visita il nostro sito Internet:http://www.ediland.it

Filo direttole aziende inFormano

Numero 49 - giugno 2006

Ifra Italia 2006: gli scenari in Italia e in EuropaLa nona edizione della conferenza internazionale organizzata da Ifra, Fieg e Asig, svoltasi il 15 e 16 giugno presso il Royal Hotel Carlton di Bologna, ha affrontato i temi più attuali per l’industria dei quotidiani, in Italia e nei principali Paesi europei.

Gli scenari industriali .............................................................. a pagina 4Motori, sapori e...centri stampa ............................................ a pagina 8Modelli e tecnologie per le redazioni multimediali ............ a pagina 10

Le proposte Fieg per il rilancio dell’editoria Le “Proposte per la competitività e lo sviluppo dell’editoria quotidiana”, presentate lo scorso 25 maggio, riassumono le proposte della Federa-zione Editori per assicurare, nello scenario della convergenza digitale, lo sviluppo del settore.

a pagina 14

Manutenzione programmata al Messaggero VenetoUn data base contenente tutte le informazioni sugli impianti installati presso il quotidiano di Udine genera in automatico calendari e schede tecniche e coordina tutti gli interventi di manutenzione preventiva.

a pagina 16

Nuove proposte per l’outsourcingDal Gruppo ICTeam di Grassobbio, alle porte di Bergamo, arrivano alcune proposte innovative per gli editori di quotidiani.

a pagina 20

L’organizzazione redazionale di E-PolisPer la nuova catena di quotidiani locali del gruppo che fa capo a Nicola Grauso è stata sviluppata una piattaforma all’insegna della massima flessibilità ed automazione di processo.

a pagina 22

Cosa c’è oltre il full-color? La parola a... Proseguiamo le nostre interviste sul futuro dell’industria editoriale dei quotidiani dopo l’installazione e l’avvio delle nuove linee per la stampa dei quotidiani full color negli stabilimenti di quasi tutta l’Italia.

Elio Sala e Carlo Caporizzi (GMDE) ..................................... a pagina 25Hans Peter Sutter e Hans Mauti (Müller Martini) .............. a pagina 27

Pubblicità sul Web: esperienze e prospettiveE’ stata presentata a Milano una ricerca condotta da SDA Bocconi sulle potenzialità dell’email marketing come per l’acquisizione di nuovi clienti e per la fidelizzazione di quelli esistenti.

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Lavoro & Sicurezza .................................................................... a pagina 33

MediaForm ................................................................................ a pagina 37

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:Arkitex – la scelta professionale del flusso di lavoro per quotidiani.

Da quando fu introdotto sul mercato, centinaia di quotidiani in tutto il mondo hanno optato per la soluzione :Arkitex di Agfa. E centinaia di imprese seguiranno ancora il loro esempio.

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Associazione Stampatori Italiana Giornali

Via Sicilia 125, 00187 Romatel. 06 / 4883566 - fax 06 / 4883489

E-mail: [email protected]

Direttore editoriale Paolo Paloschi

Direttore responsabileLuca Michelli

hanno collaborato a questo numeroMarco Brogi, Salvatore Curiale,

Giulia Maria Leone, Antonietta Strada.Segreteria di Redazione

Elga Mauro

Registrazione del Tribunale di Roma n. 357 del 11-08-2003Iscrizione al Registro Operatori della Comunicazione n. 4753

© ASIG Service S.r.l. - 2006 - Tutti i diritti riservatiSede legale: via Ariosto 24, 00185 Roma

StampaSpedalgraf

Via dello Scalo Tiburtino 1 - 00159 Roma

Questo numero è stato chiusoin redazione il 30 giugno 2006

TecnoMedia è consultabile in Internet sulla banca dati Ediland (http://www.ediland.it/archive/psengine.asp)

L’editorialedi Paolo Paloschi

Il numero di TecnoMedia che avete fra le mani è quasi interamente dedicato alla IX edizione di Ifra Italia che si è svolta poche settimane fa a Bologna.

Non poteva essere altrimenti, perché alla conferenza internazionale promossa a Bologna dalla Federazione Editori, dall’Associazione Stampatori e dall’Ifra, si è parlato approfonditamente di tutti i temi che interessano oggi, e interesseranno nei prossimi anni, l’industria della comunicazione in Italia.

Qualificati relatori italiani e stranieri hanno fatto il punto sui nuovi format delle notizie, sugli sviluppi di Internet, sulle informazioni via telefono cellulare o video, sui nuovi terminali tipo TABLET-PC, che rendono possibile la lettura del giornale su supporto non cartaceo, l’E-INK.

Si è parlato di informazione on line, delle imprese e delle tecnologie che già oggi consentono di gestire dal

punto di vista redazionale e commerciale la diffusione delle notizie sui diversi canali multimediali.

Un argomento di grande interesse è stato quello delle nuove professionalità, che stanno progredendo anche in Europa, nell’ambito giornalistico e tecnico, in parallelo allo sviluppo delle multimedialità. Tema, questo, che associazioni come Asig e Ifra dovranno affrontare, esercitando un ruolo consulenziale, in particolare per la formazione e l’aggiornamento professionale.

Al nostro incontro annuale non poteva mancare la voce dei molti stampatori che hanno installato negli anni passati nuove rotative a colori per i quotidiani: sono state illustrate le soluzioni adottate e sono stati analizzati i primi dati industriali conseguenti all’applicazione sul full color delle tecnologie flexo e offset.

Nel corso di un’interessante tavola rotonda, animata dai principali stampatori italiani, è emerso che – dopo aver lavorato al miglioramento continuo della qualità – gli stampatori sono oggi alla ricerca di sbocchi commerciali sul mercato dei prodotti

“non quotidiani”, per saturare l’accresciuta capacità produttiva dei loro impianti.

Un’opinione diffusa è che, sul piano tecnico e qualitativo, sia ormai assicurata la competitività degli stampatori di quotidiani rispetto agli stampatori di prodotti “commerciali”, ma occorra ancora lavorare sul piano normativo – contrattuale.

Quasi duecento partecipanti - dirigenti tecnici, amministratori, imprenditori e fornitori - testimoniano, con la loro presenza attiva e interessata, l’importanza che si organizzino anche in Italia incontri di “addetti ai lavori” per discutere dei problemi tecnici dell’industria dell’informazione.

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L’informazione quotidianain Italia ed Europa: gli scenari industriali ad Ifra Italia 2006La città di Bologna ha ospitato dal 14 al 16 giugno la IX edizione di Ifra Italia, la Conferenza internazionale per l’industria della stampa quotidiana, promossa da Fieg, Asig ed Ifra. Al centro dei lavori del più importante appuntamento annuale per i professionisti dei giornali l’evoluzione degli scenari industriali e le linee di sviluppo più probabili all’interno delle redazioni giornalistiche nei gruppi editoriali e nelle più importanti agenzie di informazione.

Riflettori puntati sul capoluogo emiliano per l’annuale appuntamento di Ifra Italia 2006: dal 14 al 16 giugno il mondo dell’editoria dei giornali e della tecnologia ad esso correlata si è dato convegno nella gradevole cornice del Royal Hotel Carlton per discutere sull’”Informazione quotidiana in Italia e in Europa: scenari del futuro, processi industriali, contenuti e redazioni multimediali”.

Un programma denso, già dal titolo, che ha fatto di questa Ifra Italia 2006, giunta ormai alla nona edizione, un appuntamento di estremo interesse, e di assoluto spessore, tanto per la qualità dei relatori quanto per gli argomenti trattati.

La manifestazione, promossa come sempre da Ifra, la più importante organizzazione europea di ricerca e sviluppo tecnologico nella stampa dei giornali con sede a Darmstadt, in Germania, della Fieg, Federazione Italiana Editori di Giornali, e dall’Asig, l’Associa-zione Italiana Stampatori di Giornali, rappresentante ufficiale di Ifra in Italia, è stata preceduta da una serata inaugurale, mercoledì 14 giugno, offerta a tutti i par-tecipanti da Ferag, Flint Group, Goss International, Huber Group, Kodak, Mac Dermid Printing Solutions, Officine Meccaniche Giovanni Cerutti, Sun Chemical Group, Wifag. (A questa serata, ed alle visite agli sta-bilimenti di stampa associati alla Asig, Centro Stampa Poligrafici, Mediastampa, Niber e Sa.Bo., dedichiamo uno spazio a parte).

Come cambiano i giornali in EuropaIl saluto d’apertura è toccato al Presidente del-

l’Asig, Paolo Paloschi, che ha sottolineato come la scelta della sede di Bologna per l’edizione di que-st’anno abbia tenuto conto la centralità del capoluogo emiliano nell’ambito dell’industria editoriale. Fra città e provincia, ha detto fra l’altro Paloschi, operano sette centri stampa quotidiani, “che producono testate locali,

multiregionali, nazionali ed estere, utilizzando tutte le più moderne tecnologie di stampa disponibili, offset e flessografia. Bologna è anche la sede di uno dei più importanti gruppi editoriali nazionali, la Poligrafici Editoriale, editore del Giorno, della Nazione, del Resto del Carlino e di QN”. Ifra Italia 2006 si svolge, insom-ma, in una città che, con Milano e Roma, condivide il ruolo di “capitale” della stampa Italiana.

Manfred Werfel, Deputy Ceo dell’Ifra di Darmsta-dt, si è soffermato sul recentemente concluso (2005) progetto di full color per i giornali europei, che a suo parere ha catapultato l’industria dei media verso nuove tecniche e nuove attrezzature. Sempre meno, a parere di Werfel, è possibile parlare di stampa di giornali in senso stretto e sempre più è necessario pensare in termini d’editoria globale (multimedia crossing). In un mondo in cui si stanno affacciando prepotentemente nuovi media accanto a quelli tradizionali, e nel quale la presenza d’Internet e del telefono cellulare è previ-sta per i prossimi anni avere un’incidenza pesante, è assolutamente necessaria una ridefinizione del business nel quale si accetti che il re non sia più il contenuto, bensì il cliente. Alle redazioni si porrà solo il problema della scelta dei mezzi diversi con i quali comunicare informazione. Alla trasmissione di contenuti tramite supporto i-pod, alla cui tecnologia Apple si è accostata in modo significativo, già dal gennaio di quest’anno, producendo 42 milioni di esemplari, Werfel ha dedicato una riflessione, ricordando come vi si sia accostata, per curare e diffondere la propria immagine, anche il cancelliere tedesco Angela Merckel.

Offset e flexo per i giornali europeiIntroducendo i lavori della prima sessione, il

coordinatore Giulio Dalla Chiesa, vice Presidente dell’Asig, ha delineato i contorni del mercato italiano:

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circa i due terzi delle copie circolanti sono stampati in offset, un terzo in flexo; qualche editore utilizza sistemi misti per la produzione su scala nazionale. Man-fred Werfel ha individuato quattro settori che a suo giudizio caratterizzeranno i processi produttivi dei prossimi anni nel mercato europeo: la liquidazione degli ultimi residui arti-gianali con un passaggio più netto e marcato ad un approccio industriale e di automazione; la diffusio-ne capillare dei processi di controllo chiusi; l’ap-plicazione generalizzata degli standard; una forte tendenza alla riduzione della manodopera e dei costi. L’industria grafica si connota come un’industria conservativa nell’introduzione di processi automatici. Confrontando i coefficienti numerici dell’automazione nell’industria generale (103) con quella del settore industriale sicuramente più all’avanguardia in questo campo, e cioè quello automobilistico (114) si scopre che l’industria grafica si attesta su un modesto 90. Lo stesso controllo di qualità, quando è automatico, non sfugge all’intervento umano, nel tarare i controlli stessi e soprattutto nel decidere in quale momento del processo produttivo effettuarli. La spinta attuale è, sempre secondo Werfel, in direzione della semplificazione, tramite l’impiego di sistemi di controllo a circuito chiuso, mediante un uso accorto di CTP, ed introducendo sistemi di stampa offset senz’acqua e, dove richiesto dall’editore, sistemi di stampa flessografica. Notizie interessanti anche in ordine all’evoluzione degli standard. Un recente Report Ifra ha catalogato tutti gli standard mondiali, come lo standard colore CQ2 per l’Italia, e ha approntato anche per la ricerca strumenti ISO e DIN come l’importante ISO 12647-3 per la stampa flessografica.

La riduzione della manodopera e del costo del lavoro è uno degli obiettivi condivisi, soprattutto ove si considerino i minori introiti pubblicitari, la diminuzione delle tirature e la competizione con la stampa gratuita. Le soluzioni possono essere tecnolo-giche, ad esempio l’adozione di una rotativa 6/2 che, rispetto alla 6/3 con la diminuzione di una sola torre di stampa consente la diminuzione da sette a quattro addetti, il registro automatico di colore, e, sul piano del marketing, l’adozione di nuovi modelli di business: l’azienda pensata come un vero e proprio profit center, le joint-venture, come ci dimostra ad esempio l’ultima esperienza danese in cui due diretti concorrenti si sono fusi insieme, e l’outsourcing, come nel caso del gior-nale regionale canadese di Montreal che ha chiuso il proprio centro stampa per terziarizzare completamente la stampa del proprio quotidiano. Werfel ha anche insi-

stito sulla necessità di diffondere i sistemi di controllo a circuito chiuso, dalla redazione alla sala di spedizione, e di continuare sulla via della standardizzazione delle dimensioni e del formato dei giornali (in Svizzera, ad esempio, vi è sostanzialmente un formato unico, e questo aiuta ad avere un minor costo per copia) e nella determinazione del poligrafico come un vero e proprio manager ottimizzatore.

Ai nuovi progetti italiani si è dedicato invece Al-berto Borgarelli, direttore tecnico de Il Sole 24 Ore, che ha portato l’esperienza del proprio gruppo dive-nuto in pochi anni una vera e propria media company che gestisce oltre sei milioni di contatti la settimana. Oltre all’omonimo prestigioso quotidiano economico fondato nel 1865 con una tiratura di 344mila copie al giorno e 170mila abbonati, il gruppo possiede una pro-pria agenzia di stampa, una radio, un portale Internet e un’ampia gamma di prodotti offline. Dai quattro centri stampa utilizzati nel 1990 (Milano, Roma, Verona e Catania) si è passati, dopo quindici anni, ai dieci at-tuali (Milano, Udine, Verona, Benevento, Rende (Cs), Cagliari, Carsoli (Aq), Bologna, Roma e Catania). Progressivamente è venuta anche crescendo, laddove possibile, l’automazione del processo industriale, in-troducendo sistemi di cambio lastre semiautomatici, sistemi per “tracciare” il processo produttivo integrale, codici a barre per le bobine, serbatoi di inchiostro su celle di carico, impianti acqua pura a osmosi inversa, preset di inchiostrazione rotativa e CTP in sala rotativa. Per la retinatura il Sole 24 Ore ha deciso di affidarsi alla tecnologia Agfa Sublima per la stampa in alta definizione, all’interno di un flusso di lavoro dove l’automazione industriale è uno dei concetti guida più importanti.

Phil Dimes, Quality Assurance Manager del gruppo londinese Associated Newspapers, editore e stampato-re, fra gli altri, del giornale Daily Mail, ha raccontato come nelle politiche industriale del gruppo abbiano convissuto per un certo periodo la stampa offset e quel-la flexo. Poi la stampa flessografica ha preso il soprav-

Oltre 180 partecipanti hanno seguito i lavori della IX edizione di Ifra Italia, il principale appuntamento per i

professionisti italiana dell’industria dei quotidiani

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vento, e attraverso questa tecnologia passa oggi circa il 60 per cento del volume globale del gruppo. Il rac-conto della pro-gressiva scelta a favore della flexo è sostanzialmen-te la narrazione della predilezione per una tecnologia più semplificata rispetto alla offset, che non ha biso-gno di una ricon-versione e di un addestramento del personale, nella quale l’inchiostro si asciuga rapida-mente, che pro-duce basse scorie e, alle macchine, r ich iede meno energia. Nel 1992 il gruppo è passato dalle lastre giappo-nesi a quelle ame-ricane della Napp (oggi MacDermid) con supporto di metallo. Scenari macroeconomici come la riduzione del trasporto fer-roviario e l’incre-mento del trasporto su gomme nell’Inghilterra degli anni ’90 hanno determinato per il gruppo l’inevitabile adozione della stampa satellite decentrata. Oggi tutti gli stabilimenti del gruppo hanno un buon sistema di gestione del colore, un unico profilo cromatico che, combinato con le caratteristiche tecnologiche della flexo, consente una assoluta uniformità nella qualità di stampa. Alla costante ricerca di aggiornamento tec-nologico, in occasione della progettazione del nuovo stabilimento alle porte di Londra, il gruppo inglese ha deciso di investire nella linea flexo S4 sviluppata dal gruppo Cerutti di Casale Monferrato, una scelta decisa in direzione del “made in Italy” ancorata a considerazioni di carattere tecnico (cfr. TecnoMedia nr. 47, dicembre 2005).

Sergio Vitelli, responsabile del progetto full color di RCS, ha svolto un’attenta e documentata disanima fra i due sistemi di produzione, offset e flexo, che ha preso spunto dall’analisi dell’esperienza del Corriere della Sera, prodotto su un network misto di macchine a

prevalenza offset, tranne che nel polo di stampa bolo-gnese della Niber, dove il prodotto esce dalle rotative flexo S4 della Cerutti. Quattro aspetti sono stati presi in considerazione per tracciare questa comparazione: la facilità di utilizzo; il rendimento produttivo e gli scarti macchina; il processo di produzione lastre; i materiali di consumo e i relativi costi. In estrema sintesi, alcuni fattori giocano a favore della flexo, altri dell’offset, ed altri ancora, come gli strumenti di automazione dei processi industriali, in primis il cambio lastre automatico o semiautomatico, sono neutri, nel senso che vanno perfezionati sia sul fronte dell’offset che su quello della flexo. A vantaggio di quest’ultima ci sono sicuramente la maggiore semplicità del processo di inchiostrazione, la minore attività di manutenzione e minori scarti di avviamento: le tabelle evidenziano un range di 400/1000 copie per l’offset a fronte delle 300/600 della flexo. A vantaggio dell’offset c’è un procedimento di automazione nella produzione lastre tramite Ctp più veloce (l’equivalente Ctp per flexo è an-

Grazie, Carlo....

Un applauso caloroso e sincero ha aperto i lavori di Ifra Italia 2006: quello tributato dalla platea (oltre 180 persone) a Carlo Lombardi, quando il Presidente dell’Asig Paolo Pa-loschi lo ha chiamato sul palco per la consegna di una targa di ringraziamento, a nome di tutti gli associati, per i ventiquattro anni trascorsi alla guida dell’As-sociazione stampatori.

Tratteggiando i contorni di una carriera tanto ampia quanto importante, Paloschi ha ripercorso alcuni punti chiave dello sviluppo dell’editoria italiana, che hanno visto, fra i protagonisti di prima fila, Carlo Lombardi. Fra questi, l’introdu-zione dei sistemi editoriali nelle redazioni dei giornali italiani, a cavallo dei primi anni Ottan-ta, quando Carlo Lombardi, in stretta collaborazione con l’allora Presidente della Fieg Giovanni Giovannini, contribuì in misura determinante alla ste-

sura dello storico accordo sindacale che diede il via alla “rivoluzione informatica” con il convinto sostegno di tutte le componenti sociali dell’industria dei giornali. Anche Ifra si è unita nel ringraziamento a Carlo Lombardi per la sua preziosa collaborazione sul piano internazionale, come ha sottolineato Manfred Werfel, Deputy Ceo di Ifra, consegnandogli personalmente, a nome dell’organizzazione mondiale, una targa ricordo.

Da sinistra: Paolo Paloschi, Presidente Asig, Carlo Lombardi, Manfred Werfel, Deputy Ceo di Ifra

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cora in fase di ottimizzazione) e, secondo le esperienze condotte da RCS, una minore incidenza dei materiali di consumo e relativi costi. Per quanto concerne gli inchiostri neri abbiamo un tasso di 0,15 gr/mq per l’offset a fronte di un tasso di 0,28 gr/mq per la flexo, mentre il rapporto rimane quasi invariato per quanto riguarda gli inchiostri colore (0,31 gr/mq per l’offset, 0,51 gr/mq per la flexo). Pur parzialmente compensato dal divario dei costi accessori (22% per l’offset e solo 7% per la flexo) su questo versante l’offset dimostra un lieve vantaggio.

Economia dei processi industriali di stampaDopo la tradizionale “pausa caffè” offerta quest’an-

no dalla società Müller Martini, che è andata ad affian-care gli altri nove sponsor dell’evento di quest’anno, ringraziati tutti con particolare calore sia dai relatori che dai partecipanti, il programma si è focalizzato sull’”economia dei processi industriali”, con una ta-vola rotonda coordinata da Silvio Da Giau, direttore tecnico della Società Editrice Arena , alla quale hanno partecipato Domenico Ciancio de La Sicilia di Catania, Umberto Seregni Presidente della S.I.E.S., Riccardo Beretta e Paolo Polidori, rispettivamente Presidente di Sa.Bo. e Niber e Amministratore delegato di Me-diastampa. Da Giau ha chiesto quali fossero i processi più ragguardevoli avvenuti in un mercato che ha investito centinaia di milioni di Euro in tecnologia e quali fossero i principali problemi attualmente sul tappeto. Domenico Ciancio ha insistito con forza sul rispetto delle competenze nella catena del prodotto giornale e ha sottolineato la neces-sità del know-how di quanto viene prima e dopo rispetto alla mansione che ciascuno svolge. Sere-gni ha lamentato deadline sempre più strette. Se prima i giornali si consegnavano alle 5-5,30 ora, per problemi legati alla distribuzione, i giornali si consegnano alle 4. Le macchine per cui sono stati investiti milioni di Euro non possono lavorare solo 3-4 ore al giorno. Il problema principale, in ultima analisi, è come espandere le lavorazioni,

sviluppando un flusso organico di lavoro negli stabi-limenti. I giornali, secondo Seregni, stampano già in alta qualità e quindi il reperimento delle commesse, ad esempio gli stampati della grande distribuzione, può e deve diventare una strategia.

Al problema della mancanza della manodopera specializzata ha fatto riferimento in modo partico-lare Paolo Polidori. I giovani non amano lavorare di notte, nonostante richieste consistenti da parte dei centri stampa, né ha dato buoni risultati la politica di formazione aziendale rivolta all’Università e alle scuole superiori. La scelta di puntare in direzione di un’automazione sfrenata, ha commentato Polidori, comporta dei rischi, soprattutto nel packaging degli all’interno prodotto base. Secondo Riccardo Beretta, presidente dei centri stampa Sa.Bo. e Niber, che hanno accolto i partecipanti di Ifra Italia nella mattinata del

giovedì, il punto di maggior importanza nell’era del full color è quello di avere un flusso di lavoro controllato: dal registro dalla ricezione della pagina alla produzione della lastra, fino alla fase finale di impressione. Ben vengano, in questa prospettiva, i controlli automatici di recente introdotti in misura massiccia nelle macchine per la stampa offset. Sui sistemi di presetting si sono trovati tutti d’accordo, mentre più variegata è stata la posizione sui diversi formati introdotti dai quotidiani italiana con il full color. Le opinioni spaziano da chi, come Domenico Ciancio, trova che la diversità dei formati sia fonte di ricchezza nel panorama nazionale a chi, come Paolo Polidori, ha sottolineato come il problema posto dalla moltiplicazione dei formati non sia certamente dei giornalisti o dei direttori dei giornali, ma solo degli stampatori. Beretta ha ricordato il lungo periodo di regno del formato 58, tra il 1968 e il 1983, dal momento che le rotative stampavano solo questo e a tutti vendevano lo stesso formato. Seregni ha poi osservato che in pochi anni si è passato dai due standard Repubblica-Corriere ai sei attualmente presenti nel pa-norama italiano. Una sfida per tutti, editori, stampatori e fornitori, impegnati nello sviluppo di sistemi indu-striali dove sia possibile coniugare quotidianamente efficienza, economie di scala e qualità.

Sergio Vitelli, responsabile del progetto Full Color del Gruppo RCS

Alberto Borgarelli, direttore tecnico del Sole 24 ore.

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Motori, sapori e....centri stampa quotidiani

dell’Emilia Romagna

I motori, alla Lamborghini...

Dopo la crociera organizzata l’anno scorso nelle acque del golfo di Catania, Ifra Italia ripropone una serata inaugurale per creare la giusta “atmosfera” dell’evento più importante dell’industria italiana dei giornali.

“Motori e sapori dell’Emilia Romagna” ha por-tato tutti i partecipanti, e qualche gradito amico che ci ha fatto compagnia nell’occasione, ad esplorare alcune delle più apprezzate qualità della regione che ha ospitato la IX edizione di Ifra Italia. Grazie ad una massiccia partecipazione di sponsor dall’Italia e dall’estero, Ferag, Flint Group, Goss International, Huber Group, Kodak, Mac Dermid Printing Solutions, Officine Meccaniche Giovanni Cerutti, Sun Chemical Group, Wifag, i partecipanti hanno potuto visitare il centro di produzione della Lamborghini a Sant’Agata Bolognese, “esplorare” i migliori sapori dell’Emilia Romagna a Villa San Martino, una residenza nobiliare del XVI secolo sulle colline Bolognesi, e quindi visitare ben quattro centri stampa associati all’ Asig: Mediastampa, in occasione della serata inaugurale, Niber e Sa.Bo. nella mattinata di giovedì, e il Centro Stampa Poligrafici nella serata dello stesso giorno, dopo una cena di gala offerta da queste stesse aziende a tutti i partecipanti.

I sapori, a Villa San Martino...

Stampa offset a Mediastampa...

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Centro Stampa Poligrafici,

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Redazioni multimediali:modelli organizzativi e tecnologie per l’informazioneLa seconda giornata dei lavori di Ifra Italia 2006 è stata interamente dedicata all’evoluzione delle tecnologie e dei modelli organizzativi per le redazione dei gruppi editoriali, con una particolare attenzione alle prospettive ed alle opportunità derivanti dalla gestione di diversi mezzi di comunicazione interni ad un’unico gruppo.

La seconda giornata di Ifra Italia 2006 (16 giugno) ha focalizzato l’attenzione su alcuni dei temi più attuali che riguardano le redazioni dei quotidiani ed i servizi delle agenzie di stampa, il vero e proprio “sistema nervoso” dell’industria della comunicazione.

Il Direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti, ha coordinato i lavori della prima sessione, dedicati ad alcune tendenze internazionali destinate ad avere ricadute importanti anche per l’industria del nostro Paese.

Standard e piattaforme multimedialiMichael Steidl, direttore generale dell’organizza-

zione IPTC, ha tenuto una relazione su “Trasmissione dei notiziari di agenzia con formati IPTC: cosa cambia per le redazioni italiane?”

Steidl ha elencato i 3 standard sviluppati per i lanci di agenzia: il News ML 1, il NITF e il News Code. Il primo standard, News ML 1 (News Markup Language), serve per rintracciare le notizie in arrivo e per aggior-narle. Questo standard non è limitato da alcun mezzo di comunicazione specifico e contiene testi e/o foto e/o grafica. E’ una sorta di contenitore di metadati sui testi (argomenti, autori, località, ecc.) e, a sua volta, porta-tore di metadati per gestire il contenitore stesso. News ML 1 possiede caratteristiche che aiutano i redattori ad aggiornare la notizia. Lo standard genera un aggiorna-mento automatico che viene salvato con lo strumento di versioning in diverse redazioni e aggiornamenti, tutti disponibili nel “pacchetto” delle informazioni, dell’articolo. Lo “story package” consente l’accesso al contenuto correlato. Per esempio, al “ruolo” intervista è facilmente collegabile il background dell’intervistato, la foto e il contesto d’archivio. Il pacchetto di contenuto di struttura per pagine web (Structure content web page Package) è invece una sorta di strumento grafico per-

sonalizzabile, munito di barre laterali entro un layout configurabile dall’utente (tickerline) in grado di gestire anche altri formati-media integrati (ad esempio file di audio). L’estrema duttilità di questo standard consente ai metadati di essere instradati (routing) e di essere se-lezionati (selecting) anche per diversi tipi di contenuti che possono essere associati dall’utente.

Il secondo standard è il NITF, che può aggiungere metadati e porzioni di notizia in un testo per ampliarlo. Ad esempio serve per inserire il nome di un’azienda o fornire informazioni di background in un articolo (il sistema usato è un codice ISIN, il medesimo impiega-to per rintracciare un’azienda nei listini del mercato azionario). Si tratta di una sorta di Html valido per ogni tipo di media, utilizzabile non solo per le pagine web ma anche per la stampa.

Il terzo standard è l’IPTC code per i metadati. Se conveniamo che il concetto di standard presuppone l’accordo delle parti sul significato da attribuire ai termini, il codice IPTC serve per conferire univocità alla categorizzazione delle notizie, per identificarle e raggrupparle appunto in modo univoco. Si tratta di uno standard a 28 serie di codici identificativi che ge-stiscono a loro volta 1300 termini (non linguistici ma numerici, a otto cifre ciascuno) a tre livelli. Del primo livello fanno parte 17 argomenti (politica, economia, sport, ecc.), del secondo circa 350 voci e del terzo circa 900 voci (tra cui la fa da padrone lo sport con più di 600 occorrenze).

L’intervento successivo di Wim Decaluwé dell’Ifra di Darmstadt si è concentrato sulle esperienze statu-nitensi e australiane per guadagnare con le fotografie digitali. La ricetta – ascoltata ovviamente con notevole interesse da tutta la platea – prevede che un severo modello di marketing stia alla base, nell’utilizzo di foto digitali come di altri valori aggiunti nella stampa,

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di un successo (quantificato dal relatore tra i 1.000 e i 10.000 dollari statunitensi). Condizioni indispensa-bili: un buon sito web e una grande efficienza nella catena acquirente-intermediario-venditore. Soprattutto flessibilità nelle forme di pagamento. Se oggi le op-zioni riguardano sostanzialmente bonifici e carte di credito, do-mani sarà la vol-ta di pagamen-ti via telefono cellulare (MMS per pagare e per ricevere la mer-ce a bassa de-finizione e con servizi di Alert). Certo i prerequi-siti del successo stanno in una buona visibilità del sito, nella necessità di adottare lo standard IPTC, nell’accurata selezione delle foto “transeunti”, valide cioè solo per le occasioni contingenti, e delle foto a lunga durata (quelle cioè che saranno ancora valide tra dieci o quindici anni). Ultimo dettaglio: l’adozione del-lo standard EXIF header, sviluppato congiuntamente dai fabbricanti di macchine fotografiche digitali e di stampanti, per stampare, con buona qualità e diretta-mente a casa propria, le foto che si acquistano. Ed è proprio il sistema EXIF, ignorato, secondo il relatore, dalla maggior parte dei sistemi editoriali, che invece ha fatto guadagnare buone cifre negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda ad esempio al Chicago Tribune, al Washington Post e ad alcuni giornali locali neozelan-desi. Non si tratta certo di cifre in assoluto elevate. Ma all’interno di un budget ridotto possono aiutare sensibilmente.

Anne Granet, di Ifra Newsplex, ha concluso la prima sessione della mattinata, con un’intervento de-dicato alle redazioni del futuro, alle internazionali e al newsdesk come piattaforma organizzativa.

In moltissimi Paesi oggi si leggono giornali in misura sicuramente minore di quanto non si facesse cinquant’anni fa, e sicuramente in misura maggiore rispetto a quanto si leggeranno nei prossimi anni. Tutti i dati, e Anne Granet ha esibito statistiche preoccupanti su Giappone, Francia e Regno Unito, sottolineano come, probabilmente, nei prossimi cinque anni la Tv sarà superata, come fonte di informazioni, da Internet, e come appaia ormai irreversibile la tendenza dei giovani a leggere meno i giornali rispetto a quanto fanno le per-sone anziane preferendo, se mai, la stampa gratuita.

Come cambiare? Le soluzioni non sono molte: o dedicarsi ad altre attività, oppure riorganizzarsi, ascol-tando il consumatore e fornendogli ciò che chiede. E questo si ottiene attraverso la segmentazione e la mol-tiplicazione dell’offerta (stampa, video, online, mobile) cioè rivolgendosi a mezzi che “non sono concorrenti ma complementari”.

Secondo Anne Granet è necessario riorganizzare la prassi giornalistica nella direzione di una collabo-razione tra i media e di un vero e proprio co-sviluppo dei diversi canali di informazione. E’ ora di avere un giornalismo multi-skilled: forse qualche giornalista in meno, sicuramente professionisti in grado di garantire copertura alle notizie utilizzando i mezzi di comunica-zione fra loro complementari. La redazione deve cam-biare, ma non ci vorranno meno di 5-10 anni. Si tratta di

un problema di mentalità e non di bud-get, e la paro-la d’ordine è “formazione, formazione, e ancora for-mazione!” E

Da sinistra: Fabrizio Carotti, Direttore Generale di Fieg, coordina la prima sessione dei lavori di venerdì 16 giugno dove (sempre da sinistra) Michael Steidl, Managing Director del consorzio IPTC, Wim Decaluwé, Ifra consultant e Anne Granet di Ifra Newsplex hanno svolto interessanti relazioni sulle nuove opportunità per le redazioni dei giornali e delle agenzie di informazione.

Da sinistra: Manfred Werfel (Ifra), Roberto Antoniotti (Unisys Italia) Paolo Agus (Sinedita), Pasquale D’Innella Capano (Telpress), Franz Rossi (Tera), Lorenzo Ruben (Quark), Angelo Grampa (EidosMedia) e Paolo Motta (Adobe System Italia) alla tavola rotonda dedicata ai fornitori di sistemi editoriali e architetture di produzione.

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subito dopo l’altra parola d’ordine è “convergenza”: convergenza mediatica per riorganizzare e riposizio-nare l’azienda. La strada verso la convergenza sarà sicuramente graduale e non traumatica. Ma – avverte Anne Granet – attendiamoci resistenze culturali, umane e aziendali.

Soluzioni? Certo non la bacchetta magica, ma un serio tentativo per sviluppare progressivamente la integrazione e la convergenza mediatica.

E il progetto Newsplex di Ifra tenta appunto di ride-finire e riprogettare le redazioni del futuro attraverso il NewsDesk, un desk nel quale siano rappresentate tutte le figure professionali che non costituiscono solo il giornale, ma la media company nella sua globalità e nel suo insieme. Si tratta, in buona sostanza di sviluppare un’équipe interdisciplinare che gestisca tutti i processi editoriali, in grado di decidere sui contenuti, sulle scelte crossmedia e le relative sinergie.

Qualche azienda, nella realtà, a questo progetto ambizioso ha già messo mano, come il danese Nor-diyske Medier o la svizzera Edipress. Qualcun altro ci starebbe pensando, ma la strada del futuro, secondo Anne Granet, andrà in questa direzione.

I fornitori di sistemi editoriali sono pronti ?Dopo il tradizionale coffee break, offerto dalla

società Müller Martini, la mattinata è proseguita con una tavola rotonda, coordinata da Manfred Werfel, Deputy Ceo di Ifra, che ha coinvolto i più importanti fornitori di sistemi editoriali del mercato italiano, Ei-dosMedia, Sinedita, Telpress, Tera Digital Publishing, Unisys Italia, ed i fornitori di piattaforme standard Adobe System Italia e Quark France. Quali saranno le linee di tendenza dei prossimi anni nello sviluppo dei sistemi editoriali? Roberto Antoniotti, per Unisys Italia, ha evidenziato come, nel nostro Paese, più che le questioni tecnologiche siano da considerare i “paletti” imposti dai contratti nazionali di lavoro. Da un punto di vista più tecnico, il gap si pone tra onprint e online,

soprattutto nella necessità di avere dei “contenitori” di contenuti organizzati che gestiscano le categorizzazioni

degli stessi. Paolo Agus, di Sine-dita, ha individuato i problemi nella necessità, da parte dei giornali, di una maggiore co-pertura territoriale delle notizie, procedendo in direzione di un ampliamento delle pagine di informazione locale, investendo nello sviluppo di sistemi che consentano una formattazione veloce dei dati, e in strutture redazionali flessibili.

Pasquale D’Innella Capano, per Telpress, ha sottolineato il ruolo della propria azienda quale fornitore di infrastrutture di servizio e ha avanzato pre-

visioni in linea con l’analisi di Granet sul fatto che i sistemi di publishing tendano ad evolvere verso la valorizzazione della “personal information”, ovvero dell’invio di notizie mirate in funzione dei diversi target di lettori.

Per Tera Digital Publishing, Franz Rossi ha ricor-dato come molto sia stato fatto, ma come serva ancora l’integrazione tra cultura tecnologica e giornalistica, e come serva ancora il potenziamento dello strumento archivio, oltre ad un sensibile miglioramento della gestione del flusso notizie.

Sul tema della flessibilità ha insistito anche Laurent Ruben, di Quark France, osservando come i lettori, con l’avvento della free press, chiedano meno quantità di notizie ma all’interno di un’offerta più differenziata, e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di seguire gli standard; “la tecnologia è pronta” mentre molto meno lo è la mentalità.

Sui vincoli sindacali e di mentalità ha indugiato anche Angelo Grampa, di EidosMedia, che ha anche manifestato il suo ottimismo per la realizzazione di una convergenza tecnologica. Anche per lui il “contenitore” dove archiviare tutti i contenuti disponibili per ogni impiego mediatico è di fondamentale importanza e ha sottolineato come cresca la richiesta di strumenti di pianificazione automatizzati (Newsplanning, New-smanagement) dell’attività redazionale. La strada del multiple media, della praticabilità degli standard e dell’informazione come vera e propria filiera sono, a parere di Grampa, le vie maestre del futuro.

Paolo Motta, di Adobe System Italia, ha ricordato la storica vocazione multimediale di Adobe che si pone proprio come un fornitore di piattaforme per società editrici multiple media. Dal punto di vista dello standard ha ricordato come ormai il formato file PDF si sia affermato come un vero e proprio standard nel settore della stampa e come Flash sia stia rafforzando come punto di riferimento per l’industria dei giornali sul web.

I due coffee break di Ifra Italia 2006 sono stati offerti, quest’anno, dalla società Müller Martini.

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Come cambiano le agenzie di informazioneLe agenzie di informazione sono state, con i gior-

nali, le grandi protagoniste della seconda giornata dei lavori di Ifra Italia, che si è conclusa, per l’appunto, con una tavola rotonda a loro dedicata e coordinata, non a caso, da Pierluigi Visci, il condirettore de Il Resto del Carlino di Bologna in “rappresentanza”, per così dire, di un target di “clienti” particolarmente importante per tutte le agenzie.

Per Maria Rosaria Marra Bellizzi, direttore gene-rale dell’agenzia ADN Kronos, la figura di giornalista che da più parti si invoca già esiste, ma è ancora vincolata contrattualmente. Purtroppo, ha poi ag-giunto il direttore generale, in un’informazione che tende ad assumere sempre più il carattere di una vera e propria gara cronometrica, a rimetterci, spesso, è l’attendibilità e l’affidabilità delle notizie. All’epoca delle telescriventi, ha riflettuto, la capacità di fornire notizie era limitata.

Ora con Internet la potenzialità del numero di notizie reperibili in rete è praticamente infinita. Posto che i contenuti sono sempre il core business del lavoro delle agenzie, ben venga l’adozione del sistema IPTC da parte di tutte le agenzie italiane.

Paolo Ferrari, amministratore delegato APCom, ha sottolineato la “vocazione” multimediale dell’agenzia di Telecom, un’agenzia italiana con forte vocazione internazionale, al fianco di altri media televisivi come La7 e MTV, e in partnership con Associated Press, la storica agenzia americana nata nel 1846 con 242 sedi nel mondo, di cui APcom è, a tutti gli effetti, conces-sionaria italiana. APcom è molto impegnata nell’area tecnologica e intende sfruttare le possibilità offerte

dalla banda larga per offrire ai suoi clienti contenuti sempre più ricchi.

Per Ferrari è essenziale che gli editori ripensino il loro modello di business. Altra politica di fondamentale importanza è quella di trovare alleanze strategiche, ed

ha concluso af-fermando che la vera scom-messa non è la convergenza quanto, piutto-sto, come in-dustrializzare questo proces-so.

M i c h e l e Gatta, vicedi-rettore gene-rale dell’Ansa, ha t racciato una panora-

mica esaustiva della prima agenzia italiana. Ansa è ormai una media company a tutti gli effetti, leader nei processi di innovazione, una cooperativa storica che procura ai soci (i giornali) notizie al più basso costo possibile, ma che, nel contempo, fornisce informazione specializzata, multimediale e online, e internazionale. I dati parlano chiaro: oltre 2.500 notizie e più di 700 foto al giorno, 8 notiziari, 7 notiziari internazionali in lingua, partnership con 40 agenzie internazionali, servizi di videonews.

Tecnologicamente gli ultimi passaggi sono stati l’importante collegamento al satellite digitale MDS (Multicast Delivery System), lo sviluppo dei sistemi MNB (Multimedia News Browser, per la consultazione degli archivi proprietari Ansa) e MIDA (Multimedia Information Distributed Access, per consentire ai clienti di consultare gli archivi Ansa e di intercon-netterli con i propri) e, ovviamente, l’adozione dello standard IPTC.

Alessandro Pica, direttore generale di AGI, l’Agen-zia Giornalistica Italia - 105 giornalisti, 11 sedi in Italia e una a Bruxelles - ha sottolineato come la tecnologia sia determinante nello sviluppo dell’informazione, ma ha sottolineato con forza come i clienti non debbano rimanere in posizione passiva, anzi, al contrario, deb-bano chiedere per primi all’hi-tech soluzioni per mi-gliorare la loro capacità di produrre informazione. Pica ha anche sottolineato come il diaframma giornalistico e la centralità dei contenuti siano imprescindibili per una corretta impostazione del problema dell’informazione. Ci potranno essere anche sei milioni di blogger, ma, senza l’autorevolezza che deriva dall’avallo giornali-stico, “rischieranno di essere sei milioni di lettori di loro stessi”.

Da sinistra: Maria Rosaria Marra Bellizzi, Direttore generale ADN Kronos, Michele Gatta, Vice Direttore Generale Ansa, Pierluigi Visci, condirettore Il resto del Carlino, Alessandro Pica, Direttore Generale di AGI e Paolo Ferrari, Amministratore Delegato di APCom che hanno partecipato alla tavola rotonda dedicata alle agenzie di informazione.

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Le proposte degli editoriper lo sviluppo dell’industria dei quotidiani e dei periodiciLo scorso 5 giugno sono state presentate alla stampa le “Proposte per la competitività e lo sviluppo dell’editoria quotidiana” approvate dal Consiglio Federale della Fieg lo scorso 25 maggio. Il documento riassume le indicazioni degli editori per assicurare, nello scenario della convergenza digitale, lo sviluppo del settore.

Per avere imprese editrici economicamente sane e forti - presupposto per un’informazione libera - sono necessarie regole per tutelare la concorrenza, assicu-rare la non discriminazione tra le tecnologie e favorire l’accesso ai mercati. Il Consiglio Federale della Fieg ha approvato, lo scorso 25 maggio, un documento che riassume le indicazioni degli editori per assicurare, nello scenario della convergenza digitale, lo sviluppo del settore.

“La pluralità dell’informazione” - ha spiegato il Presidente della Fieg Boris Biancheri che, con il Direttore Generale Fabrizio Carotti, ha presentato il documento alla stampa italiana-”richiede che le aziende editoriali siano sane”. La trasformazione epocale che sta attraversando il settore, e l’evoluzione decisa verso imprese multimediali, hanno spinto gli editori a formulare proposte concrete a sostegno di questo sviluppo e della libera concorrenza come forza trainante del settore.

Nel documento - disponibile nella sua versione integrale presso il sito della Federazione, www.fieg.it - si sottolinea come siano egualmente importanti sia le misure di tipo strutturale che gli interventi contin-genti, questi ultimi per evitare che alcune situazioni di particolare delicatezza si aggravino fino a diventare insostenibili.

Misure strutturali

Per le misure strutturali gli editori sottolineano, prima di tutto, la necessità del rispetto assoluto dei limiti di affollamento pubblicitario e di nuove regole nel settore radiotelevisivo e della pubblicità. Bisogna includere le telepromozioni nel limite orario di affol-lamento, definire e delimitare in maniera puntuale il

Sic, rivedere procedure e sanzioni dell’Agcom per assicurare il rispetto delle regole, prevedere limiti antitrust nella raccolta pubblicitaria televisiva. E’ inoltre indispensabile disciplinare l’attività di inter-mediazione pubblicitaria, e contrastare la proposta di modifica della direttiva UE “Tv senza frontiere” che accentua gli squilibri esistenti sul mercato della pubblicità a favore delle televisioni.

In Italia, nel 2005, la televisione ha raccolto il 56% degli investimenti pubblicitari a fronte del 35,8% raccolto dalla stampa. Nella maggior parte degli Stati europei la televisione ha una quota di mercato inferiore al 50% e, fatta eccezione per la Spagna e il Belgio, la stampa è ovunque il primo veicolo pubblicitario.

Gli editori auspicano per il nostro Paese l’introdu-zione di norme asimmetriche nel mercato pubblicitario e della comunicazione pubblica, capaci di riequilibrare gli investimenti in favore della carta stampata.

Per vincoli asimmetrici si intendono, ad esempio, limiti più bassi all’affollamento pubblicitario orario; norme più severe sulle interruzioni pubblicitarie; la previsione di “fasce protette” in cui vietare le trasmis-sioni pubblicitarie; disposizioni che vietino le tele-promozioni condotte da presentatori o da personaggi aventi un ruolo preminente nei programmi o negli spazi immediatamente adiacenti. Si richiede inoltre il potenziamento della comunicazione pubblica e della pubblicità degli appalti pubblici.

Sempre nell’ambito degli interventi strutturali sarà indispensabile garantire la tutela della proprietà intellettuale dell’opera giornalistica con una rego-lamentazione delle rassegne stampa; disciplinare la responsabilità dei siti editoriali su Internet; rivedere il sistema di finanziamento dell’Agcom; liberalizzare l’accesso alle professioni; modificare la disciplina

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Le proposte degli editori per lo sviluppo delle imprese

della diffamazione a mezzo stampa. Sarà importante, sostengono sem-pre gli editori, pre-vedere aiuti agli investimenti per l’ammodernamen-to delle strutture, l’informatizzazio-ne della rete di vendita, la forma-zione dei riven-ditori. Infine, per favorire il proces-so di convergenza multimediale, si potrà applicare l’aliquota Iva del 4% ai giornali ce-duti per via elettronica e ai servizi di informazione forniti, con ogni mezzo anche elettronico, su reti te-lematiche, private o pubbliche, da Agenzie di stampa di carattere nazionale.

Misure contingenti

Il sostegno, e il corretto sviluppo, delle imprese editoriali passa anche attraverso alcune misure con-giunturali che gli editori indicano al Governo appena insediato per fare fronte ai problemi più urgenti.

La prima misura suggerita è la riduzione degli one-

Da sinistra: Fabrizio Carotti, Direttore Generale della Fieg, e Boris Biancheri, Presidente della Fieg, che hanno presentato alla stampa le “Proposte per la competitività e lo sviluppo dell’editoria

quotidiana e periodica “.

ri fiscali, del costo del lavoro e del costo delle materie prime, investimenti e finanziamenti agevolati.

In concreto si propone di escludere dal calcolo della base imponibile ai fini IRAP il costo del lavoro giornalistico e prevedere, per lo stesso, la piena ri-duzione dell’1%, e di introdurre il credito di imposta sulla carta e sugli investimenti.

La seconda misura contingente proposta all’atten-zione del Governo è quella di prorogare il fondo per interventi di sostegno a favore dei giornalisti dimissio-nari di imprese in crisi e sostenere finanziariamente il Fondo di previdenza per i lavoratori dei quotidiani.

Boris Biancheri Riconfermato alla guida della FIEG

Lo scorso 12 luglio l’Assemblea generale della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha rieletto presidente, per acclamazione, l’Ambasciatore Boris Biancheri.

Il Presidente Biancheri, nel ringraziare i rappresentanti delle imprese associate per avergli voluto rinnovare la loro fiducia, ha sottolineato “la difficile situazione dell’editoria, che si trova oggi di fronte alle sfide poste da una vasta trasformazione delle tecnologie e da mutamenti di abitudini del pubblico e dell’intera società”.

“L’autonomia, la libertà e il pluralismo della stampa – ha proseguito Biancheri – sono il cardine di una società democratica e la salute e l’economicità dell’intero comparto editoriale ne sono il presup-posto”.

“La Federazione – ha affermato il Presidente –, nel registrare con interesse l’attenzione del Ministro del lavoro, Cesare Damiano, ai problemi dell’editoria, manifesta allarme e preoccupazione per le recenti decisioni del Governo sulla riduzione delle provvidenze e per le affermazioni di alcuni suoi membri su prospettati interventi avversi al settore, come la sconcertante attribuzione della responsabilità a cari-co degli editori per la pubblicazione delle intercettazioni, mentre rimangono non affrontati gli annosi problemi di asimmetria del mercato pubblicitario e del rispetto delle sue regole”.

“La Fieg – ha concluso Biancheri – ha recentemente presentato il documento ‘Proposte per la competitività e lo sviluppo dell’editoria quotidiana e periodica’ e auspica che il Governo lo esamini in tempi brevi in modo costruttivo”.

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Eliminare gli imprevisti:il programma di manutenzionedel Messaggero VenetoDal primo di gennaio di quest’anno è entrata in funzione al Messaggero Veneto di Udine una nuova organizzazione di manutenzione degli impianti. Un data base ha immagazzinato tutte le informazioni sui componenti delle linee di produzione e, generando in automatico calendari e schede tecniche, coordina tutti gli interventi di manutenzione preventiva.

Come tutte le aziende, anche un’impresa editrice e stampatrice deve fare i conti con le economie di scala e con i problemi derivanti dalla manutenzione degli impianti, sia per quanto riguarda le componenti hard-ware che per quanto riguarda il software. L’industria dei giornali ha, se vogliamo, anche un problema in più: concentrando la fase finale di produzione in poche ore, e non potendo avere ritardi, il classico guasto in fase di avviamento e durante il ciclo di stampa è par-ticolarmente grave. Come attrezzarsi per organizzare correttamente la manutenzione nei prossimi anni ? Il Messaggero Veneto di Udine ha deciso di sviluppare un sistema di qualità globale applicato alla manutenzione degli impianti che applica all’industria editoriale con-cetti molto avanzati che trovano puntuale applicazione in altri rami industriali. TecnoMedia ne ha parlato con il direttore tecnico della testata, Franco Odorico, arrivato a ricoprire questo ruolo dopo una lunga esperienza maturata nella installazione di acciaierie Danieli in tutto il mondo.

Manutenzione americana ed europea

“Ci sono due vie tradizionali per la gestione della manutenzione”-spiega Franco Odorico-”una americana ed una tradizionalmente più europea”. Negli Stati Uniti il principio di solito applicato è quello di aspettare che il pezzo si rompa prima di sostituirlo. Il vantaggio di questa scelta sta nei risparmi di componentistica del magazzino e nello sfruttamento di tutto il ciclo vitale delle singole parti che compongono gli impianti. Il problema, per contro, è evidente: il pezzo si rompe sempre senza preavviso, e molto spesso durante la fase del ciclo produttivo, con le ricadute immaginabili deri-vanti dal fermo macchina per il tempo necessario alla riparazione. L’altro inconveniente di questo approccio deriva dalla considerazione che occorre sempre avere

in azienda il personale tecnico pronto ad intervenire. Considerando la diminuzione costante degli addetti che lavorano nelle imprese editrici e stampatrici di giornali e i problemi che derivano al ciclo industriale del quotidiano quando si devono fermare le rotative anche per poco tempo, la via americana alla manuten-zione sembra offrire più inconvenienti che vantaggi. In alcuni casi, agendo sui guasti, si può arrivare a costi nell’ordine del 5-6% sul valore del ciclo industriale.

In Europa, per contro, nota Odorico-”la manuten-zione tende ad essere di tipo preventivo”. Ovvero nel Vecchio Continente le aziende sono più propense ad accorciare la vita dei componenti sostituendoli prima che si rompano o si usurino al punto tale da non poter più essere utilizzabili. La prevenzione azzera di fatto gli inconvenienti che derivano dalla scelta di fare ma-nutenzione sui guasti, ma richiede una preparazione molto accurata per essere veramente efficace.

Il data base per la manutenzione

E proprio sulla scelta della manutenzione pre-ventiva si sono indirizzati i responsabili della testata friulana, pianificando l’organizzazione degli interventi con criteri di massima efficienza ed automazione, va-lorizzando le risorse presenti in azienda e sul territorio e riducendo quasi a zero il rischio di guasti durante il ciclo industriale.

Per prima cosa si è progettato un data base, su piat-taforma standard, in grado di memorizzare ed organiz-zare in maniera dinamica tutte le informazioni tecniche relative alle macchine in funzione nello stabilimento alle porte di Udine. Poi è stata fatta una ricerca a tap-peto, all’interno dei manuali di uso e manutenzione che accompagnavano tutte le installazioni, di tutte le informazioni utili ai fini della manutenzione. Schemi tecnici, “esplosi” degli ingranaggi, disegni meccanici,

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Eliminare gli imprevisti: il programma di manutenzione al Messaggero Veneto

informazioni relative al progres-sivo degrado delle parti in mo-vimento e dei materiali usurabi-li: tutto è stato inserito nel data base con l’obiettivo di arrivare a produrre delle “schede di ma-nutenzione” a scadenze fisse, generate dal computer sulla base delle informazioni inseri-te. “E’ stata in alcuni casi una vera e propria caccia al teso-ro”-racconta Odorico-”che ha coinvolto i fornitori”. Qualche volta i manuali erano vecchi rispetto alle implementazioni degli impianti, altre volte erano incompleti su alcune informa-zioni ritenute importanti ai fini del programma di manutenzio-ne, altre volte ancora sono stati chiesti, e ottenuti, dati statistici sui cicli reali di utilizzo di particolari componenti in movimento soggetti a usura.

Una mole di dati davvero considerevole è stata immagazzinata ed oggi è a disposizione del reparto di manutenzione, affidato al responsabile Andrea Colma-no e al suo vice Roberto Farmi, coinvolti attivamente in tutte le fasi di sviluppo del progetto.

La manutenzione in pratica

Il sistema del Messaggero Veneto genera automati-camente il calendario e le schede per la manutenzione di tutte le macchine installate, secondo le informazioni sui cicli di controllo e sostituzione raccolte nel data base. “La centralizzazione delle informazioni”-spie-

ga Odorico-”consente all’azienda di mantenere il controllo diretto di tutto il processo”. Ma il data base organizza, naturalmente, tutto il ciclo di manutenzio-ne tenendo conto anche delle risorse esterne presenti sul territorio. Udine non ha un numero di aziende di manutenzione pari a quello che sarebbe disponibile in una grande metropoli come Milano o Roma, e il ricorso all’outsourcing può portare progressivamente gli operatori esterni a una sorta di specializzazione su macchine grafiche utile a tutti. Il data base, oltre a gestire la tempistica degli interventi, offre anche al per-sonale che effettua il lavoro le informazioni necessarie all’intervento, sia attraverso descrizioni che fornendo, con le schede di manutenzione, anche i disegni tecnici delle parti di ricambio da sostituire o da ingrassare.

Tutta l’azienda è stata suddivisa in reparti pro-duttivi, e tutte le installazioni sono state censite nel data base. Dalla rotativa ...al citofono, nulla è stato tralasciato, e sono incluse anche le apparecchiature

presenti nelle redazioni esterne. Il software ge-stionale del sistema per la manutenzione preventiva gestisce tutto il processo: dalla pianificazione degli interventi alla reportistica finale, tenendo la con-tabilità degli interventi suddivisi per centri di costo. A titolo d’esempio, la rotativa Uniman 4/2 di Man Roland installata nel 1985 è stata inserita nel sistema in ogni sua componente. Il centro di elaborazione conosce nel dettaglio, poniamo, tutto

Franco Odorico, direttore tecnico del Messaggero Veneto di Udine

Da sinistra: Roberto Farmi e Andrea Colmano, rispettivamente vice responsabile e responsabile manutenzione del quotidiano di Udine

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lo schema meccanico e le componenti del cambia bobine automatico. Quando le informazioni relative alla macchina suggeriscono di ingrassare degli ingra-naggi o sostituire dei componenti, il software avvisa il responsabile offrendo automaticamente la scheda dell’intervento, i disegni meccanici e tutti i contatti con l’eventuale squadra di manutentori esterni. Contempo-raneamente, lo stesso sistema aggiorna le informazioni al centro di costo-manutenzione della rotativa ed al magazzino ricambi per, eventualmente ordinare l’ag-giornamento delle scorte. Tutto il software che gestisce lo stabilimento di Udine potrebbe essere impiegato per la gestione della manutenzione in un network di stabilimenti sparsi su tutto il territorio nazionale.

I responsabili della manutenzione preventiva pos-sono anche effettuare delle interrogazioni per sapere che cosa bisognerà fare in un certo periodo dell’anno, e poter quindi programmare con ancora maggior tran-quillità gli interventi.

Il software provvede, quando necessario, anche al collegamento diretto con l’azienda di manutenzione, che riceve on line l’ordine di lavoro e tutti i dettagli informativi per poterlo eseguire al meglio.

I primi bilanci del sistema di manutenzione

Sensibile riduzione delle chiamate notturne, con conseguente riduzione dei costi, risparmiate alcune ore, globalmente calcolate, di fermo macchina durante il ciclo di stampa del giornale, ottimizzazione dei rapporti con i servizi di outsourcing esterno: questi in sintesi i primi, e molto promettenti, risultati dopo i primi sei mesi di sperimentazione del sistema.

“Già oggi”-afferma Odorico-”sono stati risparmiati i grossi guai meccanici dei nostri impianti”, e questo

grazie al supporto del software che ricorda tutto, ma proprio tutto, quello che c’è da fare. I problemi, infatti, di solito nascono dalle piccoli omissioni o dimen-ticanze: mancata pulizia del filtro motore, mancata pulizia della fotocellula di controllo... e poi scoppiano i problemi in fase di produzione, e nessuno trova il bandolo della matassa.

Il sistema non solo ricorda quello che c’è da fare, ma memorizza anche tutti gli interventi effettuati. Finora il sistema ha immagazzinato duemila pezzi usu-rabili e sostituibili; quando sarà a regime un tempo più lungo di sperimentazione sarà possibile tarare meglio la tempistica degli interventi preventivi, verificando, statistiche alla mano, le dichiarazioni dei fornitori di impianti. Il sistema di memorizzazione degli inter-venti è particolarmente utile per la manutenzione su guasto (ogni tanto capitano ancora, nonostante tutto siamo sempre di fronte a delle macchine). Lo scopo della registrazione, in questo caso, è avere la sequen-za storica degli interventi in corso di funzionamento della macchina per valutare eventuali inconvenienti ricorrenti ed effettuare modifiche, quando possibile, d’accordo con il costruttore. Dal catalogo storico dei guasti possono venire anche informazioni utili alla sicurezza ed all’effettuazione di interventi di manu-tenzione correttiva.

Il sistema è stato avviato al primo gennaio di que-st’anno, ed al 31 dicembre sarà disponibile il conteggio delle ore di manutenzione del primo anno, sulla base del quale pianificare i budget per gli anni successivi con strumenti di gestione estremamente attendibili.

“Il grosso del lavoro”- conclude Odorico-”è stato la ripulitura del materiale cartaceo consultato per caricare le informazioni nel data base.” Occorre un investimento iniziale in persone e ore lavoro, ma poi è

Tariffe vantaggiose per i soci ASIG negli alberghi MONRIF

Grazie alla convenzione con la MONRIF, i soci dell’ASIG possono usufruire dei servizi offerti dalla prestigiosa catena alberghiera a prezzi convenzionati estremamente vantaggiosi:

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Eliminare gli imprevisti: il programma di manutenzione al Messaggero Veneto

Grafitalia e Converflex alla nuova Fiera di Milano

Le edizione 2006 di Grafitalia e Converflex, appena concluse, hanno mandato in archivio un’edizione da ricordare: 950 espositori da 34, con un aumento del 40% dall’estero, oltre 40.000 metri quadrati di superficie, una leggera crescita sul 2003, ma un risultato eccezionale se calato nel periodo di congiuntura economica non facile per l’Italia e per gli altri Paesi ad economia avanzata Grafitalia e Converflex 2006 non saranno ricordate solo per i dati e per il lusinghiero successo di pubblico e di attività, ma anche perché hanno inaugurato la nuova sede della Fiera di Milano, la più grande d’Europa. “Finalmente abbiamo una sede competitiva per le nostre rassegne grafiche europee”-ha detto Guido Corbella, l’Amministratore delegato di Centrexpo, la società che organizza Grafitalia e Converflex, nel corso dell’affollata conferenza stampa di apertura della manifestazione. Una sede, aggiungiamo noi, che ha fatto una magnifica figura, sia dal punto di vista logistico ed organizzativo, sia per quanto riguarda il “colpo d’occhio” della vela di cristallo che collega i padi-glioni della nuova sede e la suggestione delle nuove strutture architettoniche. Bello, non c’è che dire, ed anche funzionale.

L’apertura di Grafitalia e Converflex ha coinciso con la celebrazione del sessantesimo compleanno di Assografici, che ha festeggiato la ricorrenza il giorno precedente all’inaugurazione della rassegna grafica con una simpatica cerimonia - seguita da un concerto di musica operistica e da una cena di gala - che ha ricordato tutti i Presidenti dell’associazione dell’industria grafica che collabora, as-sieme ad Acimga e a Argi, alla realizzazione di Grafitalia e Converflex, “due rassegne”- ha ricordato ancora Corbella –“che hanno scandito la storia della nostra industria”.

Le rassegne milanesi hanno come mercato di riferimento quello dell’industria grafica, commerciale e del convertine, ed le aziende sono solite cogliere quest’occasione per celebrare, con i clienti, dei risultati particolarmente significativi.

NTG Digital ha celebrato presso il proprio stand la centesima unità del CtP xPose della Lüscher per il mercato delle arti grafiche, acqui-stata dalle Grafiche Porpora. “Precisione svizzera – la sede della società è a una trentina di chilometri da Zurigo – ed assistenza italiana: un binomio di successo”- ha detto nel corso della breve cerimonia Carlo Alberto di Noi a nome di NTG Digital. Un binomio, sembra, molto apprezzato anche dal mercato, visto che dalla vendita della centesima unità alla cerimonia di premiazione a Grafitalia di xPose ne sono state vendute altre dieci.

Pur non avendo i quotidiani come mercato di riferimento, la rassegna espositiva ha visto l’esordio di una nuova società di servizio destinata ai giornali.

Si chiama CrossField (con la “F” maiuscola) e richiama subito alla memoria la più antica, e blasonata, Crossfield (con la “f” minuscola”) protagonista a cavallo degli anni Ottanta della prima ondata di sistemi editoriali nei giornali di tutto il mondo.

La nuova società è stata fondata da Franco Chiavari, già responsabile tecnico della “vecchia” Crossfield e poi di G.M.D.E., che ha di recente deciso di avviare un’attività in proprio. La nuova struttura esordirà come agenzia per Graphokem-Vegra, un produttore di chimica per la sala stam-pa, che grazie ai contatti della nuova società punta ad entrare nel mercato dei giornali. A questo fornitore si aggiunge un rapporto di lavoro con DuPont per le prove colore Cromalin.

Carlo Alberto Di Noi, Presidente di NTG Digital (a sinistra) premia i titolari delle Grafiche Porpora che hanno acquistato

la centesima unità della xPose venduta in Italia

tutto ampiamente ripagato dalla flessibilità e dal grado di automazione e supporto gestionale che si ottiene per la manutenzione. L’auspicio è che se questi sistemi di programmazione per gli interventi di manutenzione preventiva prenderanno piede anche in altre aziende italiane, i fornitori potranno iniziare ad offrire pacchetti

di dati “caricabili” nel sistema per facilitare la gestione del magazzino di parti di ricambio e di tutte le opera-zioni di intervento preventivo. Si tratterebbe, anche in questo caso, di introdurre su vasta scala nell’industria dei giornali procedure e tecnologie già ampiamente in uso in altri settori industriali.

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Nuove proposte perl’outsourcing

L’outsourcing, ovvero l’affidamento a società esterne di funzioni aziendali o di interi comparti produttivi non è certo una novità per l’industria dei giornali, ma dal Gruppo ICTeam di Grassobbio, alle porte di Bergamo, arrivano alcune proposte innovative per gli editori di quotidiani.

L’affidamento a società esterne di funzioni azienda-li o interi comparti produttivi, come la stampa presso stabilimenti totalmente indipendenti rispetto all’editore della testata, non è certo una novità per l’industria dei giornali. L’outsourcing, questo il nome che indica sostanzialmente la gestione esterna di alcuni processi aziendali, è praticata da anni sia in Italia che in altri contesti industriali internazionali con ottimi risultati.

Dal Gruppo ICTeam di Grassobbio, alle porte di Bergamo, arriva un’esperienza nuova per il nostro settore, l’acquisizione di un contratto di outsourcing per il sistema editoriale e gli strumenti di office au-tomation in uso al quotidiano Il Cittadino di Lodi. Questa decisione, presa con il pieno consenso di tutte le parti coinvolte, ovvero l’editore, il fornitore del software editoriale, EidosMedia, e naturalmente ICTeam, comporta l’affidamento del sistema ad una società terza che non è nè il fornitore del sistema stesso nè un suo diretto concorrente, ma un’azienda specializzata in servizi informatici a valore aggiunto che opera nel settore dei giornali come in un qualsiasi altro comparto industriale. TecnoMedia ha incontrato Roberto Gualini, uno dei due Amministratori delegati del Gruppo ICTeam, insieme a Francesco Renne, per approfondire i dettagli di questa esperienza.

L’outsourcing come servizio

Il Gruppo ICTeam, con un’ottantina di addetti, è un’azienda specializzata nella progettazione e sviluppo di software su grossi clienti istituzionali del calibro di Vodafone, CartaSi e Rai. Partendo dalle esperienze positive effettuate a contatto con questi grandi gruppi, la società ha avviato una divisione prodotti dove sono stati sviluppati applicativi per il direct marketing su lar-ghi volumi e per il mercato della grande distribuzione. Più di recente, grazie ancora una volta ad esperienze maturate con un altro importante cliente, la Banca

d’Italia, è stato sviluppato un applicativo e-learning, per la formazione a distanza.

La divisione servizi di ICTeam, invece, ha im-boccato la strada della specializzazione nei servizi di outsourcing. “Per aziende che utilizzano sistemi complessi come supporto alle attività di core business”-spiega a TecnoMedia Roberto Gualini -”l’outsourcing ha enormi vantaggi dal punto di vista strategico”. Non occorrono investimenti in server aziendali, non occorre know-how specifico, non ci si deve preoccupare del-l’aggiornamento dei sistemi nè degli eventuali rapporti con fornitori terzi. Il sistema dell’affitto del software - e del relativo hardware - risolve di un colpo tutti i problemi.

La società che si prende in carico la gestione dei sistemi aziendali garantisce i server sempre aggiornati e tutte le competenze necessarie per l’ordinaria ammi-nistrazione del sistema, ventiquattro ore su ventiquattro per 365 giorni all’anno.

I “client sottili”

Quando si tratta di outsourcing, ICTeam, azien-da privata con una partecipazione di minoranza del Gruppo Sesaab, propone ai clienti di trasferire ma-terialmente tutti gli applicativi ed i server presso la propria sede specializzata di Grassobbio, alle porte di Bergamo, lasciando presso il cliente solo gli schermi video ed i “thin client”.

Questi ultimi, ovvero i “client sottili”, sono delle scatolette di piccole dimensioni che collegano gli utenti finali con i server e gli applicativi installati presso ICTeam, e sostituiscono in toto i “vecchi” personal computer.

Quando si accendono i thin client, si carica in automatico una sessione di lavoro, ovvero l’utente finale lavora a schermo come se avesse l’applicativo

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Nuove proposte per l’outsourcing

installato in azienda, salvo che tutto il software, sistemi specializzati e strumenti di office automa-tion, si trova materialmente a risiedere da un’altra parte.

Presso la sede del cliente-utente non ci sono più infrastrutture da gestire, la connet-tività è garantita da linee HDSL o, in casi più complessi, da fibra ottica. Quando serve, si utilizzano anche collegamenti wireless.

Il “cliente-tipo” ideale...

Il cliente ideale per questo modello di outsourcing è l’azienda media che va da poche decine a qualche centinaio di posti di lavoro, che non dispone di una grossa strut-tura informatica all’interno. ICTeam ne ha finora acquisito una quindicina. “Un nome di candidato ideale?” chiediamo, e subito arriva la risposta: Il Cittadino di Lodi. “E’ il primo, e finora è il solo, quotidiano che abbiamo acquisito” spiega Gualini.

Le dimensioni, e i problemi, lo fanno rientrare a tutti gli effetti nella casistica dei “clienti ottimali”. Il quotidiano lodigiano ha da poco mandato a regime (torneremo su questo argomento nei prossimi numeri della pubblicazione) una radicale ristrutturazione dei propri sistemi produttivi, installando Méthode di EidosMedia, che gestisce sia il prodotto cartaceo che l’uscita sul web. L’editore ha deciso di concentrarsi sul suo business, la raccolta di notizie e di pubblicità, affidando ben volentieri la gestione della struttura informatica ad una società specializzata.

Questa svolge i compiti di ordinaria amministrazio-ne, gestendo direttamente, e con personale qualificato, i rapporti con il fornitore, EidosMedia, pronto ad intervenire, laddove necessario, sia per manutenzione specialistica che per implementare le nuove release. IC

Team non ha, nè vuole avere, competenze specialisti-che nel sistema Méthode: “ciascuno deve fare il suo mestiere” insiste Gualini.

Il cliente-quotidiano ha dovuto essere affrontato con una particolare metodologia: all’inizio è stato necessario lavorare ad una riorganizzazione dell’in-frastruttura tecnologica, per esempio per portare le agenzie ad entrare direttamente a Grassobbio e non più a Lodi, ma poi anche l’azienda-quotidiano è rientrata nella normale routine, per quanto possa essere “norma-le” un giornale rispetto ad altri prodotti industriali.

Presso la sede di ICTeam risiedono il sistema edi-toriale EidosMedia, la gestione della contabilità, le agenzie, sempre di EidosMedia, e il software Exenia per la raccolta di pubblicità. Sempre in outsourcing è gestita tutta l’attività internet del sito LodiOnLine, de IlCittadino.it, tutti i sistemi office e tutta la messaggi-stica di posta elettronica del quotidiano. “Qualsiasi modello informatico”-conclude Gualini-”dopo alcuni anni diventa una sorta di archeologia a strati storici diversi”, ed uno dei vantaggi dell’oustourcing è quello di mettere a disposizione delle aziende una piattaforma sempre aggiornata per fare girare nelle migliori con-dizioni possibili i software che regola le attività del core business, in questo caso i sistemi editoriali e gli strumenti per la raccolta della pubblicità.

La società specializzate nella gestione di sistemi informatici dispone anche di strutture competenti e di un’organizzazione del lavoro che consente di presidiare i server con tecnici specializzati notte e giorno per tutto l’anno, garantendo quegli “interventi di urgenza” che per un quotidiano, posso rappresentare la differenza fra uscire in edicola o non uscire affatto in caso di blocco notturno del sistema editoriale, magari a pochi minuti dal tempo massimo limite per la chiusura di tutto il giornale.

Roberto Gualini, uno dei due Amministratori delegati del Gruppo ICTeam

Sulla destra dello schermo a cristalli liquidi, si vede il Thin Client, ovvero il “client sottile” che sostituisce a tutti gli effetti il tradizionale Pc.

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L’organizzazione redazionale nei quotidiani locali del gruppo E-PolisCompletiamo i nostri articoli dedicati ai nuovi quotidiani locali del Gruppo editoriale E-Polis di Nicola Grauso andando a visitare le redazioni. Dopo la pubblicità (vedi TecnoMedia nr. 48) è la volta dell’organizzazione del lavoro editoriale, per la quale è stata sviluppata una piattaforma all’insegna della massima flessibilità ed automazione di processo.

“Perché “il Sardegna”? Perché nasce da un’abi-tudine tutta sarda” - spiega il direttore responsabile Antonio Cipriani-”di chiedere il quotidiano in edicola abbreviandone il nome”. E così l’Unione Sarda di-venta l’Unione, la Nuova Sardegna diventa la Nuova, e il Giornale di Sardegna diventa Il Sardegna. Anzi, diventava, perché nel frattempo la testata ha cambiato nome, entrando a fare parte di una famiglia di mag-giori dimensioni: E-Polis, il nuovo gruppo editoriale dell’editore Nicola Grauso. Il Sardegna, ex Giornale di Sardegna, ha “tirato la volata” alle altre testate locali che hanno esordito nel Nord Est ai primi di quest’anno: il Padova, il Venezia, il Mestre, il Treviso, il Vicenza, il Verona, il Bergamo, il Brescia.

Giornali lanciati in città fortemente caratterizzate, identificate e, per questo, più facilmente raccontabili nella loro dimensione locale. Un solo stampatore di riferimento, il Gruppo Seregni, che provvede a gestire tutti i prodotti del network in diversi stabilimenti sul territorio nazionale, sia presso centri propri che tramite accordi con stampatori terzi, come nel caso del Centro Stampa di Grisignano di Zocco.

L’organizzazione redazionale

“Per il network”-racconta ancora Cipriani a Tecno-Media -”è stato sviluppato un modello organizzativo nuovo”, elaborato anche grazie alla sperimentazione effettuata con Il Giornale di Sardegna negli anni 2004 e 2005. Quella testata, alla quale ha fatto seguito la foliazione del Nord Sardegna (i due prodotti sono oggi noti, a livello locale, anche come il Sardegna rosso ed il Sardegna blu, dal colore della testata in prima pagina) era focalizzata sulla cronaca di una regione ben iden-tificata, ma l’esperienza della copertura locale delle informazioni è stata poi trasferita nel nuovo network

di testate E-Polis.Pochi livelli gerarchici, molta responsabilità affi-

data ai redattori, 84 giornalisti più una schiera nume-rosa di collaboratori locali, tutti di età media molto giovane e con “ottimi rapporti” nei confronti degli strumenti informatici più avanzati per la gestione delle informazioni, ed un sistema editoriale, GN3 di Tera Digital Publishing, dove è stata introdotta quanta più automazione possibile costituiscono i fondamenti del network editoriale E-Polis.

Foliazione fissa, per tutte le testate, a 56 pagine, salvo alcuni giorni, fra i quali il lunedì, quando si esce a 64 pagine; formato ridotto, timone pubblicitario con ingombri fissi e predefiniti, che arriva già completo dalla concessionaria di pubblicità PK (vedi TecnoMe-dia nr. 48, pagg 17-19) sono alcune delle caratteristiche salienti del network locale.

Testate ed edizioni locali

La piattaforma tecnologica di produzione, GN3 di Tera Digital Publishing, vede tutte le testate come se il prodotto fosse un unico grande giornale con ramificazioni cittadine. Ogni redazione produce una media di almeno 20 pagine locali, alla quali vanno ad aggiungersi quelle di economia, politica e sport nazionali ed internazionali che vengono sviluppate sulla base di notizie Ansa, Reuters ed APCom. Il desk centrale è a Cagliari. Di solito due pagine sono comuni a tutte le testate, dove poi le redazioni locali provvedono a sviluppare gli argomenti con un taglio tipicamente locale. Al lavoro dei giornalisti impiegati sul territorio si affiancano le rubriche di importanti, e noti, opinionisti di fama nazionale.

Al mattino, durante la riunione di redazione, viene determinato quali pagine locali diventeranno “naziona-

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L’organizzazione redazionale nei quotidiani del gruppo E-Polis

li”, ovvero comuni a tutte le testate. Il sistema editoriale “vede” e gestisce i prodotti territoriali come se fossero altrettante edizioni locali: in pratica ogni testata “vede” tutte e 56 (o 64) pagine, sia le proprie che quelle in comune. Ogni pagina può naturalmente ospi-tare pubblicità locali diverse (o un’unica campagna nazionale indifferenziata) ed ospitare diverse testatine, con numeri di telefono per i contatti locali. L’inserzionista può decidere se uscire ovunque o solo in alcuni mercati locali di particolare interesse.

Il flusso produttivo così organizzato nel sistema centrale consente il massimo di efficien-za e ricuperi produttivi in corso d’opera. Per esempio, quando una testata locale è in ritardo sui tempi di chiusura, i colleghi della redazione cagliaritana possono intervenire sul sistema e dare una mano a completare le pagine. Il principio applicato da Tera GN3, e voluto dall’editore Grauso, è che tutte le redazioni vedono tutto il flusso di lavoro di ciascuna testata. Questo consente di ri-solvere agevolmente i problemi di dimensionamento delle redazioni locali, oltre che, da un punto di vista più tecnico, di risolvere agevolmente l’architettura di backup.

Il sistema è basato su un’unica server farm, installa-ta a Cagliari, e i redattori delle sedi periferiche operano su client Citrix che consentono di lavorare come si faceva una volta con i “vecchi” terminali.

La configurazione, che ha richiesto un grosso studio di implementazione condotto da G.M.D.E., la società che distribuisce in esclusiva sul il mercato italiano GN3 di Tera, offre all’editore notevoli vantaggi sia in termini gestionali che in termini di risparmio sull’investimento, che diversamente avrebbe richiesto impegni molto più onerosi per ottenere un’architettura altrettanto “aperta” e flessibile. La tecnologia Citrix consente ai redattori di aprire una sessione in remoto lavorando come se il

sistema editoriale fosse materialmente installato sul proprio Pc.

Impaginazione ad alta automazione

L’editore ha deciso di sviluppare l’organizzazione redazionale in direzione della massima automazione possibile. Per l’impaginazione di tutte le testate locali si utilizzano rigorosamente book di pagine modello divise per tipologia (sport, cronaca locale, economia, etc..) sviluppate nell’ambito del progetto grafico di E-Polis. Salvo rarissime eccezioni, l’applicazione del modello alle pagine avviene in modo del tutto automatico, sotto la responsabilità diretta del redattore che si è visto assegnare il contenuto dopo la riunione di redazione. Lo stesso principio di automazione è applicato alla creazione degli infografici: “torte”, “grafici a barre”, tabelle ed altri elementi di comunicazione visiva sono, nel sistema, altrettanti oggetti a disposizione del

redattore che possono essere applicati al contenuto semplicemente trascinandoli in pagina.

Naturalmente alle spalle dell’automazione è stato sviluppato un complesso lavoro di formattazione di tutti i dettagli delle pagine.

E non solo, perché il principio base del sistema utilizzato da E-Polis, ovvero quello di vedere le testate locali come altrettante edizioni di un unico

prodotto nazionale, comporta la possibilità di correg-gere al volo una geometria di pagina applicando le nuove coordinate automaticamente a tutte le pagine

Antonio Cipriani, Direttore responsabile dei quotidiani locali del gruppo E-Polis di Nicola Grauso

La testata il Sardegna, nota a Cagliari anche come il Sardegna blu

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corrispondenti di tutte le testate locali. Queste modifiche del-

l’ultimora agiscono sia a livello di pagina globa-le che su singole parti. Modificare una colonna di testo riportato su più “edizioni”, ovvero testate cittadine, è affare di pochi secondi. Grazie all’ar-chitettura di GN3, questo lavoro può essere pilotato sia dalla sede locale che dal desk centrale situato a Cagliari.

Le riunioni di reda-zione, quando tutto il lavoro viene assegnato, si svolgono al novanta per cento a Cagliari, con tutti i redattori coinvolti collegati in audio conferenza, ma potrebbero, da un punto di vista tecnico, svolgersi ovunque ci sia una redazione di testata locale. Il desk centrale di Cagliari ha comunque, in questa organizzazione del lavoro ad alta automazione, un ruolo centrale, tant’è vero che tutti i redattori che lavorano presso i quotidiani del gruppo E-Polis hanno effettuato un mese di stage nel capoluogo sardo per impratichirsi sia del sistemi editoriale che, soprattutto, della “filosofia” editoriale che ispira la macchina organizzativa.

Dorsali tecnologiche

Tutta la connettività è garantita da linee HDSL in backup con i provider KPNQ West e Tiscali. I redattori possono anche collegarsi con schede UMTS della Vodafone per lavorare da Pc portatili come se fossero

in redazione, un’opportunità, questa, particolarmente apprezzata per la copertura di eventi sportivi diretta-mente dallo stadio.

Il sistema provvede automaticamente alla distilla-zione ed all’invio delle pagine in formato PDF ai centri stampa. Ogni notte si genera un traffico di documenti attorno ai 560 PDF con picchi oltre i 640 a notte per le foliazioni a 64 pagine. I documenti Acrobat sono tutti a colori, così come full color sono tutte le testate preparate dalle redazioni locali. Le cadute colore sulle rotative sono invece gestite direttamente dai centri stampa,

Gli sviluppi a breve del network di produzione prevedono l’implementazione di una seconda server farm che avrà il compito di assorbire parte del lavoro, finora concentrato su un unico centro di elaborazione dati. Molto più complesso e ambizioso si annuncia invece il progetto qualità colore, che sarà seguito da G.M.D.E. in prima persona.

L’ipotesi alla quale si sta pensando è quella di applicare i profili colore ICC e calibrare l’uscita dei PDF a partire dalla fase di rippaggio.

Anche questo, è un progetto di sviluppo che va nella direzione di valorizzare, da un punto di vista della qualità, il polo di stampa locale più vicino all’area di diffusione.

La redazione del quotidiano locale il Padova.

La redazione del quotidiano locale il Treviso

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Sistemi per la qualità: il futuro del mercato dopo l’avvio degli impianti full colorProseguiamo le nostre interviste sul futuro dell’industria editoriale dei quotidiani dopo l’installazione delle nuove linee per la stampa dei quotidiani full color. Questo volta tocca a Elio Sala e Carlo Caporizzi, rispettivamente Amministratore delegato ed Direttore Commerciale e marketing di G.M.D.E., società che commercializza soluzioni per la prestampa, offrire il proprio punto di vista sull’evoluzione del mercato italiano dei giornali dopo l’avvio delle linee di stampa full color negli stabilimenti di quasi tutta l’Italia.

TecnoMedia (TM) - I massicci investimenti in nuovi gruppi di stampa offset e flexo per l’impressione in quadricromia dei giornali ha fatto sentire effetti significativi anche nell’area delle tecnologie per la prestampa e, in particolare, per la fotoformatura ?

G.M.D.E. - Il full color è stato veramente molto importante anche per noi. In termini di installazioni, il full color nei quotidiani italiani è partito nel 2003, con la partenza delle prime linee nella seconda metà del 2004. Da allora è stato un crescendo continuo. Noi stiamo gestendo il picco più alto di attività dalla fondazione della G.M.D.E., che si concluderà nel mese di settembre. Abbiamo fatto in due anni il lavoro che di solito svolgiamo in sei anni. Le ultime installazioni si concluderanno nel 2007.

TM - In termini numerici che cosa ha significato l’avvento del full color?

G.M.D.E. - I numeri dei CtP, 2 B e workflow li comunicheremo nel prossimo futuro, ma l’elenco delle aziende è lungo: Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Giornale, La Gazzetta del Sud, la Sicilia, Seregni, Unione Sarda, La Stampa, La Gaz-zetta del Mezzogiorno, Il Corriere dello Sport, Libero e l’ultimo nato del Gruppo Grauso, E-Polis. Da qui a settembre dovremo ancora installare 35 unità e seguire da vicino la produzione di altre 15. Il colore è esploso ovunque.

TM - Dal punto di vista di un fornitore, che cosa sta cambiando con il full color nei giornali italiani?

G.M.D.E. - Cambiano essenzialmente i flussi di produzione, con una forte compattazione dei tempi. La riduzione dei formati ha introdotto alcuni problemi di

grande rilevanza per l’accoppiamento delle pagine su una lastra di maggiori dimensioni, oltre al raddoppio dei picchi di produzione, perchè la quadricromia in larga scala richiede un numero adeguato di lastre.

TM - Quali ricadute da un punto di vista più tecnico ?

G.M.D.E. - Dal nostro punto di vista si sono aperti i mercati per le linee di produzione delle lastre in grado di lavorare simultaneamente formati diversi su un’unica piattaforma. Per i CtP ed i sistemi 2B per la punzonatura e piega l’Italia è stato, ed è tuttora, un formidabile banco di prova per le soluzioni multifor-mato. Ancora una volta, come già avvenne molti anni fa per la teletrasmissione, gli editori e stampatori italiani sono al primo posto per quanto riguarda l’innovazione di processo totalmente automatizzato.

TM - Finita l’ondata di installazioni, è possibile prevedere un certo periodo di “stanca” del mercato e degli investimenti per la fotoformatura e, più in generale, per la prestampa?

G.M.D.E. - No, almeno non per noi. Al contrario di quanto si possa pensare, il completamento degli investimenti nel full color apre spazi straordinari per il controllo e la gestione della qualità. Il bianco e nero è molto più “tollerante” per gli occhi dei lettori, il colore invece non fa sconti. Il full color comporta una nuova visione della qualità, che passa attraverso il concetto di integrazione e dei sistemi di controllo a ciclo completo.

TM - Per dare qualità?G.M.D.E. - Sì, e soprattutto per mantenerla lungo

tutto il ciclo di produzione della stampa. Creare e mantenere nel tempo uno standard qualitativo alto e

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costante saranno le sfide dei prossimi anni per editori e stampatori. L’obiettivo, per fornitori e utenti, saranno le soluzioni stabili per il mondo dei quotidiani.

TM - Ma le soluzioni offerte finora non erano “stabili”?

G.M.D.E. - Quello che sta rapidamente cambiando sono le “dimensioni” dei problemi e la loro ramificazione in tutti i comparti azien-dali. Una cosa è stampare qualche pagina a colori, altra cosa è stampare tutto il giornale in quadricromia, senza significative alterazioni nel numero di organici ed utilizzando diversi centri stampa, quando non addirittura diverse tecnologie per l’impressione del prodotto. Noi ci stiamo già attrezzando, sia sul fronte delle macchine che per quanto riguarda una nuova organizzazione aziendale.

TM - Sul fronte delle macchine ? G.M.D.E. - Sì. Noi non produciamo

direttamente soluzioni, e per questo si può prendere il lusso di esaminare che cosa offre il merca-to, scegliere la soluzione migliore per ogni segmento ed offrirla all’utenza finale con il valore aggiunto del servizio di integrazione nel flusso produttivo. Alcuni anni fa abbiamo cominciato a proporre al mercato la tecnologia Agfa Sublima per la stampa dei giornali in alta definizione. Dopo il Dolomiten, Il Sole 24 e CSQ questo sistema sta guadagnando terreno. Abbiamo im-plementato le unità CtP Agfa con l’inovativa tecnologia Violet che è diventato lo standard nazionale e mondiale dei quotidiani che ci ha dato enormi soddisfazioni. Ora stiamo valutando la nuova frontiera del controllo e mantenimento della qualità, e stiamo selezionando nuove soluzioni che si integrano lungo tutto il flusso di lavoro. A grandi linee, puntiamo al controllo dinamico della qualità attraverso il monitoraggio della copertura e della distribuzione dei pigmenti in stampa, sistemi di correzione automatica che si integreranno con i flussi di lavoro in alta definizione per l’incisione diretta delle lastre. Ci riserviamo di approfondire l’argomento in un prosimo futuro.

TM - E per quanto riguarda la nuova organizza-zione aziendale ?

G.M.D.E. - Per il “dopo full color” G.M.D.E. sta riorganizzando le proprie strutture per offrire servizi a valore aggiunto lungo tutto il ciclo di vendita, dalla selezione dei prodotti all’installazione fino all’assisten-za al cliente. Per quest’ultima utilizzeremo un doppio livello di competenze al quale stiamo formando, e

specializzando, il nostro personale. Tutti avranno cono-scenze di base che copriranno tutto il flusso produttivo, ovvero avranno una visione a 360° dell’integrazione tecnologica nelle industrie editoriali e di stampa. A questa qualifica polifunzionale seguirà poi quella dello specialista di prodotto: ciascuno avrà delle specifiche conoscenze su tutti i prodotti delle nostre soluzioni.

Questo consentirà velocità ed efficienza ai nostri clienti su tutto il territorio nazionale. “Progettare”, “installare” e “assistere” sono le tre missioni aziendali della G.M.D.E. che si prepara alle nuove frontiere della gestione degli impianti full color. Abbiamo già rivisto la struttura di gestione delle chiamate non solamente dal punto di vista organizzativo ma anche tecnologico con la creazione di un numero unico per contattare il nostro centro 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.

Subito dopo l’estate andrà a regime il nuovo piano di formazione e training avanzato per tutto il personale della società che si concluderà entro la fine del 2007. Attraverso la conoscenza dei prodotti e della gestione dei processi puntiamo a formare dei tecnici che possano prevenire già nella fase dell’installazione gli eventuali problemi che possano verificarsi in seguito.

Il servizio tecnico della G.M.D.E. sarà sempre più un servizio ad alta integrazione, e siamo sicuri che i nostri clienti impareranno a distinguere fra i tecnici tradizionali intesi solo come riparatori dei guasti ed il nostro personale in grado di fornire reali soluzioni a problematiche ricorrenti, oltre naturalmente a riparare i guasti!

Da sinistra: Elio Sala, Amministratore Delegato e Carlo Caporizzi, Direttore Commerciale e Marketing di G.M.D.E.

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Automazione e flessibilità: il futuro delle sale spedizioni per i centri stampa multiprodottoL’introduzione del full color, la riduzione dei formati e gli investimenti in centri stampa multiprodotto, rappresentano opportunità di notevole interesse per i fornitori di sale di spedizione che puntano su soluzioni caratterizzate dall’automazione totale di processo e da una grande flessibilità, come spiegano in quest’intervista Hans Peter Sutter e Hans Mauti, rispettivamente Executive Vice President e Direttore della divisione sistemi di spedizione giornali di Müller Martini.

TecnoMedia (TM) - Full color, riduzione dei formati ed investimenti in direzione di centri stampa multi prodotto: l’evoluzione del mercato italiano lungo queste direttrici che cosa rappresenta per Müller Martini?

Müller Martini (MM) - Ottime opportunità. Le linee di sviluppo che lei ha riassunto si traducono, nella nostra esperienza quotidiana sul mercato italia-no, in una accentuata ricerca della riduzione dei costi del lavoro e dei costi industriali, ovvero maggiore flessibilità degli impianti e maggiore automazione del ciclo produttivo.

Questo è esattamente quello che offre al mercato dei giornali la Müller Martini.

TM - Automazione e flessibilità: potete spiegarvi meglio ?

MM- Le soluzioni che noi proponiamo hanno come obiettivo lo sviluppo di una sala stampa in gra-do di adattarsi ad ogni tipo di formato - quotidiano e a categorie diverse di prodotti stampati, dal giornale all’inserto semi commerciale o commerciale su carta patinata. In altre parole, le soluzioni Müller Martini offrono flessibilità.

L’introduzione, alcuni anni fa, anche sul mercato italiano delle nostre linee inseritrici con funzionamento disaccoppiato rispetto alla velocità della rotativa è stato un segnale inequivocabile verso l’offerta di soluzioni indirizzate all’automazione totale degli impianti.

I nostri clienti italiani, a Verona, Genova, Cagliari ed Erbusco (Brescia), tanto per fare alcuni esempi, hanno apprezzato la possibilità di automatizzare la sala stampa sviluppando, di fatto, due linee di lavorazione,

stampa e spedizione, in grado di lavorare con ritmi diversi, adattandosi reciprocamente in funzione del diverso prodotto lavorato.

TM - A proposito di lavorazione, quali sono stati i maggiori successi di Müller Martini sul mercato europeo ?

MM - Tutte le nostre soluzioni stanno andando molto bene. In particolare abbiamo visto una signi-ficativa crescita di interesse proprio per il sistema di inserimento come linea complementare di produzione rispetto alla rotativa. In mercati come quello italiano, l’avvento del full color ha portato ad una richiesta di maggiore velocità produttiva, ed ancora una volta la tecnologia del disaccoppiamento sta guadagnando consensi.

In altri Paesi europei gli editori stanno puntando con decisione verso linee di cucitura automatica a punto metallico on line e di taglio e rifilatura, oltre a sistemi per la gestione automatica della spedizione delle copie, fino all’invio del singolo prodotto ad un abbonato.

TM - Cucitura e rifinitura in linea ? Non abbiamo presente molti giornali che vadano in edicola rilegati a punto metallico...

MM - E’ vero, ma la cucitura a punto metallico è strategica per la rifinitura degli inserti. Molti nostri clienti europei sono convinti che la fidelizzazione dei lettori al prodotto quotidiano passi attraverso l’offerta di inserti tematici specializzati.

E questo prodotto beneficia in misura rilevante di tutte le tecnologie di impiego comune per la stampa di periodici in carta patinata, un settore, la cucitura

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e il rifilo in linea, nel quale Müller Martini è leader mondiale, e che ora sta prendendo piede anche presso gli editori di giornali, anche se non per il pro-dotto base. E non solo in Europa: per esempio sul mercato australia-no, gli editori hanno moltiplicato in misura esponenziale i supple-menti tematici, ormai quotidiani, che vanno a completare l’offerta di notizie del prodotto base. Tutti questi inserti sono a colori, sono rifi-lati con assoluta preci-sione, rilegati a punto metallico ed inseriti on line la sera stessa in cui il quotidiano esce dalla rotativa. Tutta l’auto-mazione è offerta da Müller Martini.

Non vogliamo dire che nel futuro gli editori di tutta Europa offriranno “pacchetti” di inserti tematici ai quali allegheranno il prodotto quotidiano di base, ma certamente l’espansione del mercato dei periodici specializzati per la casa, la famiglia, il tempo libero, la salute, gli animali domestici, le vacanze e via di seguito è oltremodo significativo ed importante. E va nella stessa direzione degli investimenti degli stampatori italiani che stanno puntando su layout industriali multi prodotto e ad alta automazione.

TM - Quando proponete delle soluzioni per la sala spedizione, integrate anche componenti sviluppate da terze parti ?

MM - Noi offriamo l’assoluta maggioranza delle componenti, diciamo così, offriamo il 95%.

Questo non per sfiducia nei confronti di altri pro-duttori, ma perché in questo modo possiamo garantire il 100% di efficienza, funzionalità ed affidabilità del-l’impianto. Abbiamo naturalmente una piccola percen-tuale di soluzioni integrate da altri fornitori, come ad esempio le reggiatrici, ma tutto il resto è sviluppato da Müller Martini.

Noi seguiamo da vicino l’evoluzione del mercato dei quotidiani, ed i nostri impianti vengono costante-mente aggiornati e migliorati sulla base dell’esperienza e delle nuove esigenze degli editori, come, per esempio, i cambi di formato. Upgrade, parti di ricambio, garanzie ed assistenza post vendita, una delle caratteristiche più

apprezzate nell’ambito della qualità Müller Martini, sono meglio assicurate se l’impianto è stato intera-mente sviluppato da noi.

TM - Che cosa intravedete nel futuro a medio termine ?

MM - Gli editori di tutto il mondo, a quanto pos-siamo vedere, sono impegnati nella diversificazione dell’offerta. L’obiettivo comune che ci sembra di cogliere è quello di aumentare le proprie capacità di “information carrier”, ovvero le opportunità per espandere il ruolo di veicoli di informazioni utili per i propri lettori. La moltiplicazione dei canali, nel caso nostro supplementi tematici e prodotti che integrano il quotidiano di base, sono straordinarie opportunità per i fornitori di sale spedizioni. Le soluzioni, come quelle di Müller Martini, che offrono automazione totale di processo in linea e flessibilità nel trattamento multi prodotto e multi formato possono essere il vero valore aggiunto per editori e centri stampa.

Per il resto, seguiamo giorno dopo giorno l’evo-luzione del mercato dei quotidiani in ogni parte del mondo, e siamo convinti che la nostra esperienza maturata a contatto con diverse realtà industriali possa trasformarsi in un proficuo confronto di idee con editori e stampatori alla ricerca costante di soluzioni, come le nostre, in grado di offrire un reale valore aggiunto sia in presenza di un’unica tipologia di prodotto, sia di fronte a un’ampia diversificazione di stampati.

Da sinistra: Hans Mauti, Direttore della divisione sistemi di spedizione giornali di Müller Martini, Hans Peter Sutter,

Executive Vice President della divisione sistemi di spedizione giornali di Müller Martini

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Investimenti pubblicitari sul Web: esperienze e prospettive

L’email marketing è uno strumento sempre più utilizzato per l’acquisizione di nuovi clienti e per la fidelizzazione di quelli esistenti. Se ne è parlato nel corso di un convegno organizzato a Milano da Business International, nel corso del quale è stata presentata una ricerca condotta da SDA Bocconi sulle potenzialità di questo strumento

Il sogno di eliminare gli “sprechi” dalla pub-blicità…

E’ rimasta famosa la frase del mercante di Phi-ladelphia Wanamaker, forse il primo ad utilizzare la pubblicità quando nel 1870 acquistò spazi sui giornali per promuovere i propri negozi. Così si lamentava Wanamaker: “Metà del denaro che spendo in pub-blicità è perso, ma il problema è che non so quale sia questa metà”.

L’autorevole rivista Economist ritiene che Wana-maker avesse centrato nel segno e riporta a sostegno questi dati: la spesa pubblicitaria in tutto il mondo è stimata secondo la società di ricerca WenithOptimedia a 428 miliardi di dollari di fatturato per quest’anno, ma la metà delle azioni pubblicitarie non raggiunge lo scopo secondo quanto affermato da Greg Stuart, presidente dell’Interactive Advertising Bureau.

Stuart ritiene infatti che gli investitori perdano, inviando messaggi all’audience sbagliata o a nessuna audience, 112 miliardi di dollari all’anno in America e 220 miliardi di dollari in tutto il mondo, quindi più della metà della spesa pubblicitaria complessiva.

… e di pagare solo per quello che si com-pra

Secondo l’Economist però questa famosa frase di Wanamaker non corrisponde più al vero con il dif-fondersi dell’advertising su internet, che ha segnato per la pubblicità il superamento della sua prima fase di infanzia, durato oltre cento anni.

Ecco la causa di questo importante cambia-mento: superato l’approccio per cui gli investitori pagano per il privilegio di “esporre” un’audience

teorica al loro messaggio, con internet si passa ora all’approccio secondo cui gli investitori pagano solo per le azioni reali e misurabili effettuate da parte dei consumatori, tra cui cliccare un un link, condividere un video, effettuare una telefonata (ad esempio con Skype, introdotto recentemente da E-bay), stampare un coupon o comprare un bene o un servizio. Si tratta quindi di qualcosa di molto concreto, riscontrabile immediatamente.

E’ inoltre evidente l’atteggiamento più attivo e partecipe del navigatore su internet anche riguardo alla pubblicità rispetto a quello di un telespettatore, spesso semiassopito oppure intento a fare zapping per evitare gli annunci commerciali.

L’email marketing vince per la sua misurabi-lità e la capacità di fidelizzazione

Uno degli strumenti più utili ad ottenere i risultati riferiti dall’Economist è l’email marketing, che per le sue caratteristiche riesce a mirare particolarmente a un target preciso e che possiede tutte le caratteristiche della misurabilità e della tracciabilità delle azioni compiute dai navigatori: le informazioni che ritornano agli investitori sono a volte più importanti dello stesso messaggio pubblicitario comunicato.

Per questo l’email marketing è uno degli strumenti maggiormente in crescita secondo le stime degli operatori del settore, insieme al posizionamento sui motori di ricerca e all’acquisto di parole chiave.

In un recente Convegno organizzato a Milano da Business International si è discusso di “Email marketing nella strategia di direct marketing”. Uno studio della SDA Bocconi presentato al Convegno evidenzia come proprio l’email marketing sia

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per aziende che operano nel marketing online lo strumento più usato per fidelizzare i propri clienti (cfr. tavola 1).

Virtù e pericoli del “passaparola”

Lo studio SDA Bocconi invita anche a considerare la propensione dei naviga-tori sul web a scambiarsi opinioni e dati: il “pas-saparola”, che su internet assume il termine di “word of mouse” e costituisce un valido aiuto nelle iniziative in internet: è forte infatti il senso di “community” che si crea quando gli spunti forniti ai navigatori sono sufficientemente stimolanti. Il “Clue Train Manifesto” (www.cluetrain.com) è in questo illuminante: “Attraverso Internet, la gente sta scoprendo e inventando nuovi modi per condividere conoscenze importanti a velocità soprendente”.

Il passaparola va però considerato in tutti i suoi effetti, anche inaspettati: ad esempio la scelta di Amazon di favorire l’acquisizione di nuovi clienti proponendo loro tramite email personalizzate sconti particolari sull’acquisto di DVD, è stata tempo fa particolarmente penalizzante per la società: quando gli utenti “storici” già fidelizzati sono venuti a saperlo confrontandosi nei forum con chi aveva ricevuto il mailing con l’offerta, la società è stata costretta a fare marcia indietro e a scusarsi con gli utenti storici in rivolta, pronti ad abbandonare il servizio.

Anche nell’email marketing vale secondo lo stu-dio della SDA Bocconi la regola delle “cinque S”: sell (comprare), serve (offrire un vantaggio), speak (comunicare), save (risparmiare) e sizzle (divertire): ancora una volta, quindi, sembra utile applicare alla neweconomy con intelligenza i principi del marketing tradizionale.

“Imbuti” di diverse forme riescono a convo-gliare diversamente i consumatori

Al Convegno di Business International ha suscita-to particolare interesse quanto riportato da MAG, uno dei principali operatori nel marketing online.

La performance di una campagna di email marke-ting si può evidenziare graficamente secondo MAG in forma di un imbuto, che va dalla spedizione alla consegna, all’apertura della mail, alla lettura e infine all’esecuzione dell’azione richiesta da parte del con-

sumatore.Tale imbuto

può assumere però forme diverse se l’operazione non è stata opportu-namente studiata in tutti i suoi par-ticolari, portando a risultati diversi da quelli sperati. Gli errori posso-no essere di tipo diverso: scarsa capacità di iden-tificare e raggiun-gere il target de-siderato, oppure cattiva persuasio-ne, o ancora scarsa capacità di indurre il consumatore ad effettuare l’ope-razione richiesta

Tavola 1Acquisizione versus retention: l’utilizzo dei diversi strumenti del marketing online

Acquisiton RetentionSearch engine positioning 94% 6%Banner ads 91% 9%Referral/viral programs 85% 15%Affiliate programs / sponsorships 75% 25%Incentive programs 51% 49%E-Mail Marketing 37% 63%

Fonte: SDA Bocconi, tavola presentata al seminario di Business International“L’e-mail nalla strategia di direct marketing”, maggio 2006

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(conversione), sia che si tratti ad esempio di stampare un coupon, o di effettuare un’iscrizione, o di compiere un acquisto, etc. (cfr. tavole 2 e 3).

L’intramontabile regola di saper raggiungere il target

Secondo la società di ricerca Jupiter Research, la grande potenzialità non ancora sfruttata nell’email marketing è proprio quella di saper mirare diretta-mente al target nell’impostare una campagna di email marketing.

Lo studio “The ROI of Email Relevance: Impro-ving Campaign Results Through Targeting”, rivela che condurre un’analisi preliminare prima di impo-stare una campagna sul web può produrre risultati di nove volte superiori e profitti diciotto volte superiori rispetto a quanto si ottiene procedendo con una cam-pagna a vasto raggio.

Fino ad ora sono stati pochi operatori di marke-

ting in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di questo mezzo, realizzando campagne di marketing attentamente contestualizzate rispetto al target: il problema alla base è la mancanza di dati integrati relativi ai consumatori e la capacità di utilizzarli al meglio, dove siano presenti.

Secondo i dati emersi dalla ricerca di Jupiter, i consumatori che hanno effettuato acquisti immedia-tamente dopo aver ricevuto un’email hanno dichia-rato di averlo fatto nel 60% dei casi perché l’email si riferiva a prodotti che stavano già prendendo in considerazione. Si tratta quindi di saper sfruttare l’intramontabile regola di catturare un cliente con l’offerta giusta al momento giusto: è indispensabile quindi segmentare il database clienti per suddividerli in categorie omogenee per argomenti di interesse, e soprattutto fornire contenuti per loro utili e degni di nota.

E’ indispensabile naturalmente monitorare co-stantemente i risultati: non soltanto verificare quanti

ABB e DGVision presentano innovative soluzioni per i giornali quotidiani

Nel Convegno tenuto alle Stelline l’8 maggio, il giorno precedente l’apertura di Grafitalia, ABB e DGVision hanno presentato le loro innovative soluzioni per i giornali quotidiani inseme a Presstek, Esko, OMET, Gradual Software.

Un folto pubblico di specialisti presente all’incontro ha avuto modo di essere aggiornato sulle ultime novità in fatto di tecnologie e di prodotti su una varietà di argomenti presentati dalle diverse aziende: dalle nuove macchine DI, le macchine da stampa flexo a banda media e stretta, il software che aumenta l’automazione nei processi editoriali, passando per le soluzioni di pre-produzione packa-ging, ai workflow per la stampa dei quotidiani, alla stampa digitale wide format.

Di particolare interesse la presentazione di ABB con DGVision: ABB è conosciuta nel mondo della stampa come fornitore di sistemi automatici per il controllo delle rotative: ABB MPS Press Control è infatti installato in tutto il mondo e integrato con le rotative attualmente più utilizzate nel mondo della stampa: Wilfag, KBA, MAN Roland, etc.

Una delle novità presentata da ABB al Convegno è costituita dall’ulteriore allargamento dell’of-ferta, con l’implementazione di una suite di applicazioni software dedicate all’intero workflow: ABB Workflow, dalla pre-press al post-press. Si tratta di un sistema complementare all’impianto rotative, e non un’appendice accessoria: il processo di stampa costituisce infatti in questo nuovo modello un tassello fondamentale del processo produttivo, e necessita quindi di una forte integrazione con tutte le altri fasi produttive.

Sempre in questa nuova ottica, ABB propone non solo moduli di software dedicati al controllo di processi specifici (preparazione lastre, controllo parametri di stampa, monitoraggio movimentazioni bobine) ma anche moduli, deputati a migliorare la comunicazione dei dati tra ambiente editoriale e quello di stampa, e altri dedicati al monitoraggio e alla reportistica della varie attività di produzione.

Da segnalare l’efficacia degli ulteriori moduli software in grado di aiutare a migliorare la pianifica-zione dei vari processi produttivi, in termini di risorse, consumo dei materiali, necessità di utilizzo dei macchinari e loro configurazione, in tutto in un’ottica di multi-centri-stampa e multi-prodotto.

Un’altra novità che ha riscosso l’interesse dei partecipanti al seminario è stata quella di ABB Re-trofit Program, un sistema per ammodernare le rotative a costi limitati. Spesso non occorre introdurre nuove macchine da stampa, ma basta semplicemente rinnovare alcune parti delle rotative divenute obsolete, ma ancora in grado di poter garantire qualità e produttività per almeno i 5 anni successivi, al 30% circa del costo di un nuovo impianto, con raggiungimento di identici risultati

ABB Retrofit si propone di aggiornare e adeguare alcune parti della rotativa, rendendola più affi-dabile e performante, e la la mette nelle condizioni di facilitare “l’ampliamento” della stessa rotativa, a costi limitati; sistemi di pre-setting più aggiornati permettono inoltre il miglioramento degli avviamenti, la riduzione degli scarti ed una più alta qualità.

Sono diversi gli editori e gli stampatori di quotidiani che hanno già tratto vantaggio dal piano ABB Retrofit, introdotto da oltre un anno in Europa e negli Stati Uniti. Alcuni nomi: Dow Jones, Daily News negli Stati Uniti, Ouest France, Suedostschweitz e Le Novelliste in Europa. Di prossima implementa-zione anche un sistema appositamente studiato per La Stampa in Italia.

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consumatori aprono le email e quali parti ne leggono, ma anche quanti si cancellano, rivelando in questo modo un assoluto disinteresse ai contenuti ricevuti e decretando quindi il fallimento dell’operazione di email marketing.

Stime di crescita dell’email marketing in Italia e nel mondo

Secondo le stime di uno dei maggiori operatori italiani del settore, Kiwari, il mercato mondiale dei prodotti e dei servizi legati all’email marketing rag-giunge circa 200 milioni di euro. Il più grande mercato in Europa è quello della Gran Bretagna, pari al 15% di quello mondiale; seguono Francia e Germania, mentre le dimensioni del mercato italiano sono pari a un decimo circa di quello britannico.

Le stime di crescita prevedono un aumento di poco meno del 20% anno su anno; entro il 2009 il

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valore complessivo del mercato supererà quindi i 400 milioni di euro.

Uno sguardo sulla ripartizione degli investi-menti pubblicitari in Italia

Nielsen Media Research, in collaborazione con IAB Italia e Assointernet, rileva che nel 2005 la spe-sa online è stata pari a 137 milioni di euro con una crescita del 18% rispetto al 2004.

La crescita del totale mezzi classici (tv, stampa, radio, affissioni e cinema) è molto più bassa: +2,8%. La stima di crescita per il prossimo anno è del 30% circa, a esclusione del comparto dei motori di ricerca e dell’email marketing, che cresceranno presumibil-mente di più del 50%.

Le aziende che fanno comunicazione su internet sono secondo Nielsen Media Research 1.762, con un investimento medio di circa 78.000 euro.

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Il datore di lavoro come destinatario della normativa antinfortunistica

Chi è il datore di lavoro? Come lo definisce il legislatore e come lo si individua nella pratica?

Il principale destinatario della normativa antinfor-tunistica è il datore di lavoro.

Egli è il primo garante della salute del lavoratore, bene garantito dalla Costituzione (artt. 32, 41).

E’ soprattutto a questa figura che si rivolge il legislatore, riservandogli i più importanti obblighi in materia di sicurezza sul lavoro.

Tali compiti sono numerosi, di varia natura, arti-colati e complessi.

Ecco i principali obblighi che incombono su di lui: dopo aver scrupolosamente valutato i rischi presenti nell’ambiente di lavoro ed effettuato la redazione del documento di sicurezza, il datore di lavoro deve attuare tutte le misure di prevenzione imposte dalla legge e quelle consigliate dall’esperienza, adeguandole alla migliore tecnologia disponibile; quando prevista, deve far sottoporre i lavoratori alla sorveglianza sanitaria; deve affidare ogni compito a soggetti con idonea capacità professionale; deve formare e informare adeguatamente il proprio personale; deve controllare o far controllare che i lavoratori effettivamente osser-vino una condotta rispettosa dei principi di sicurezza; deve garantire la sicurezza del lavoratore quando questi svolge la propria normale attività lavorativa e anche quando si verifichino eventi non di routine come l’installazione di una macchina, il collaudo, la manutenzione, la compresenza di altre imprese, il verificarsi di situazioni di emergenza, eccetera; deve tutelare qualunque soggetto si trovi nell’ambiente di la-voro anche se non dipendente o se semplice visitatore; deve sempre essere aggiornato in materia di sicurezza e, ove non possegga la necessaria competenza, ha l’obbligo di avvalersi di esperti e tecnici idonei; non può mai invocare buona fede motivata dal non aver ricevuto prescrizione alcuna dell’organo di vigilanza; ha l’obbligo di controllare l’adeguatezza, nel tempo, delle macchine alle norme di sicurezza, ricordando

che la marcatura CE comporta una presunzione legale relativa di conformità (Il valore della marcatura CE e dei marchi, in Tecnomedia, n. 31, ottobre 2001).

Datore di lavoro: definizione

Tra le varie figure professionali cui la normativa an-tinfortunistica si rivolge, quella del datore, nonostante le apparenze, presenta i contorni meno definiti.

La legislazione degli anni ‘50, più che dare una completa definizione di tali varie figure, si limitava a individuare come destinatari dei precetti in essa contenuti i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti che, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, esercitano, dirigono e sovrintendono alle attività alle quali sono addetti lavoratori subordinati o ad essi equi-parati (artt. 4 dei D.Lvi 547/1955 e 303/1956).

Oggi una definizione compare nel D.Lvo 626/94 che, come modificato dal D.Lvo 242/1996, indica il datore di lavoro come «il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’organizzazione dell’impresa, ha la responsabilità dell’impresa stessa o dell’unità produttiva … in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa» (art. 2 lett. b). Va precisato che l’unità produttiva è «lo stabilimento o la struttura finalizzata alla produzione dei beni o servizi dotata di autonomia finanziaria o tecnico-funzionale» (art. 2 lett. i).

Come si può notare, la figura di datore di lavoro dipende dalla sussistenza di due requisiti, utilizzabili anche disgiuntamente: la titolarità del rapporto di la-voro con il dipendente e/o il riconoscimento in capo al soggetto della responsabilità dell’impresa o dell’unità produttiva.

La titolarità dei poteri decisionali e di spesa co-stituisce il parametro per determinare in concreto la sussistenza di tale responsabilità.

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Nelle imprese individuali il proprietario dell’im-presa è, di regola, il titolare del rapporto di lavoro con i dipendenti, detiene i poteri decisionali e di spesa ed è quindi facilmente individuabile come datore di lavoro: entrambi i requisiti sono presenti.

Nelle realtà più articolate si verifica la compresenza di un datore di lavoro “formale” titolare del rapporto di lavoro e di un datore di lavoro responsabile dell’im-presa in modo “sostanziale”. In questo caso, ai fini definitori in materia di sicurezza prevale sicuramente il secondo requisito e quindi occorre considerare datore di lavoro il soggetto in capo al quale viene riconosciuta la responsabilità dell’impresa o dell’unità produttiva.

La netta disgiunzione tra la figura di datore di la-voro intesa normalmente nella materia del diritto civile e quella del datore di lavoro configurata nella materia della sicurezza sul lavoro è stata resa più evidente dal D.Lvo 626/1994.

Infatti, la possibilità di considerare datore di lavoro non solo chi ha la responsabilità dell’intera azienda, ma anche chi ha la responsabilità di una sola unità produttiva di essa, fa sì che vi sia la probabilità che in una sola realtà lavorativa possano essere individuati più datori di lavoro. E datore di lavoro, in questo senso, può essere anche un dirigente.

A questo punto è importante sottolineare che occorre distinguere fra dirigente-datore di lavoro e dirigente delegato: il primo, a capo della singola unità produttiva è debitore di sicurezza in via originaria, primo garante della prevenzione, almeno all’interno della singola articolazione considerata; potrà delegare i propri compiti ma con i dovuti limiti e condizioni. Il dirigente delegato, invece, è titolare dei compiti delegatigli a titolo derivativo tramite l’istituto della delega, che è uno «strumento di traslazione di poteri, compiti e responsabilità cui l’originario titolare di una quota del debito prevenzionistico può legittima-mente ricorrere in presenza di particolari condizioni. …[La] cessione tra cedente - originario obbligato- e cessionario , nuovo debitore [comporta che] un uso errato della delega la rende inefficace ..., che vi è una quota non irrilevante di debito prevenzionistico non delegabile; che, infine, il delegante mantiene rispetto al delegato alcuni consistenti obblighi» (F. Basenghi, Ripartizione intersoggettiva degli obblighi prevenzio-nistici, in L.Galantino, La sicurezza del lavoro, Giuffrè, Milano, 1996, pag. 72; nello stesso senso, D. Rossano, Prevenzione, sanzioni e vigilanza per la sicurezza sul lavoro, ES, Napoli, 1997, pag. 100).

Il principio di effettività

Non mancano tuttavia difficoltà pratiche dovute a una tale coincidenza di posizioni: il dirigente titolare di illimitati poteri di decisione e di spesa è una figura spesso prettamente teorica e astratta. Nella pratica si possono osservare, invece, situazioni in cui il dirigente, anche se a capo di unità produttive, ha poteri deci-sionali e di spesa limitati in modo diverso a seconda

delle varie realtà. Vi è dunque il forte rischio di non riuscire a deter-

minare con certezza l’effettiva sussistenza ed entità del requisito “responsabilità dell’azienda o dell’unità produttiva”, in quanto è difficile individuare preven-tivamente con certezza il criterio di giudizio “poteri decisionali e di spesa” che determina tale responsabi-lità. Diventa labile il confine oltre il quale il dirigente sia da considerare datore di lavoro.

Molto verte, infatti, sull’interpretazione del requi-sito della titolarità del potere di gestione e di spesa: se esso viene interpretato estensivamente, un dirigente responsabile di unità produttiva che di fatto non ha pie-ni poteri potrebbe vedersi addossata la responsabilità datoriale in materia di sicurezza in modo da esonerare l’effettivo datore di lavoro; se, al contrario il requisito viene interpretato restrittivamente potrebbe vanificare la novità normativa introdotta dal D.Lvo 626/1994. Se-condo la dottrina più attenta a tale argomento, dunque, poiché l’indeterminatezza delle categorie di giudizio e la varietà dei casi concreti possono determinare in-certezza, occorre far ricorso al cosiddetto principio di effettività (F. Basenghi, op. cit., pag. 73-74).

L’effettività è il metro di giudizio da sempre utiliz-zato dalla giurisprudenza anche prima della comparsa di qualsiasi definizione legislativa. Il principio di effettività vuole che il metro di giudizio utilizzabile per individuare i destinatari delle norme antinfortuni-stiche sia non la formale qualifica attribuita al soggetto, ma le funzioni e i compiti in concreto esercitati. Per individuare gli obblighi, dunque, occorre ricorrere alla reale e concreta situazione di potere. Tale principio é coerente con quelli che regolano l’accertamento delle responsabilità di natura penale (vedasi, per tutte, Cass., Sez. Unite, sent. 9874, 10 ottobre 1992).

In virtù del principio della responsabilità personale in materia penale, in realtà, anche prima della definizione legislativa, proprio il principio di effetti-vità provocava l’eventuale separazione tra la figura di datore di lavoro ai fini della sicurezza e quella di datore di lavoro generalmente intesa.

Poiché, dunque, occorre andare oltre la verifica del-le qualifiche formali ed accertare piuttosto la concreta ripartizione dei compiti e le mansioni effettivamente svolte, è di grande importanza l’analisi delle regola-mentazioni interne riguardanti la ripartizione dei com-piti, ma è di altrettanto grande importanza il riscontro della situazione di fatto che si verifica in mancanza di regole interne scritte o addirittura in contrasto con queste ultime.

Il datore di lavoro nelle diverse realtà azien-dali

Come abbiamo visto, nelle aziende individuali il datore di lavoro è facilmente individuabile nel pro-prietario.

Con riferimento ad altre realtà aziendali, si ricorda che la responsabilità penale è esclusivamente personale

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La nuova normativa in materia di vibrazioni meccaniche

(art. 27 Cost.) e che perciò la qualifica di datore di lavo-ro in materia antinfortunistica deve far capo a singole persone fisiche e non a persone giuridiche.

Nelle società di persone tutti i soci amministratori sono destinatari delle norme antinfortunistiche: infatti, nella società semplice (art. 2251 c.c.) la responsabilità spetta solitamente a ciascuno dei soci disgiuntamente; nella società in nome collettivo (art. 2291 c.c.) è in capo a tutti soci una responsabilità solidale e illimitata; nella società in accomandita semplice (art. 2313 c.c.) la figura di datore di lavoro in materia di sicurezza è generalmente individuata nei soci accomandatari.

Nelle società di capitali il datore di lavoro è solitamente il legale rappresentante, ossia colui che rappresenta la società verso l’esterno (Cass. Pen., sez. III, 1/6/2001, n. 22326, in Ambiente e sicurezza sul lavoro, 2001, 10, 133): nella società per azioni (art. 2325 c.c.) il datore di lavoro è, a seconda dei casi, l’amministratore unico, l’amministratore delegato, il presidente del consiglio di amministrazione; nelle società in accomandita per azioni (art. 2462 c.c.) i soci accomandatari; nelle società a responsabilità limitata l’amministratore legale rappresentante.

Comunque per tutte le strutture imprenditoriali sopra citate l’atto costitutivo, lo statuto o altra norma interna di data certa possono ripartire in maniera di-versa specifica tamente ed effettivamente i compiti e i poteri, in modo da determinare responsabilità di altri soggetti che si aggiungono o si sostituiscono a quelle indicate precedentemente.

La maggioranza della dottrina sostiene che la normativa antinfortunistica si applica, come chiarisce altresì la Circ. 172/1996, anche ai datori di lavoro non imprenditori, per esempio lavoratori autonomi o liberi professionisti che abbiano anche solo un dipendente (F. Basenghi, op. cit., pagg. 85 ss.; D. Rossano, op. cit., pagg. 101 – 103).

L’art. 2 comma 1 lett. b stabilisce chi debba essere

considerato datore di lavoro nella Pubblica Ammini-strazione: il datore di lavoro è il dirigente al quale spet-tano i poteri di gestione, o il funzionario non dirigente solo se preposto ad ufficio con autonomia gestionale. L’attribuzione ai dirigenti delle responsabilità gestiona-li per l’attuazione degli obiettivi fissati avviene tramite il regolamento di organizzazione dell’ente stesso. La figura di datore di lavoro spetta, dunque, a quei diri-genti ai quali l’ente ha attribuito i poteri di gestione tramite il regolamento.

Responsabilità del datore di lavoro

Gli atti che violano un precetto contenuto in una norma giuridica costituiscono atti illeciti, che possono essere di tipo civile, amministrativo o penale.

Per capire a quale categoria del diritto l’atto illecito appartenga, occorre osservare il tipo di sanzione per esso previsto.

Il risarcimento del danno, infatti, è una delle sanzioni previste per gli illeciti civili; se, invece, la sanzione consiste nell’irrogazione di una sanzione pecuniaria, che qui è una vera e propria pena senza funzione risarcitoria, ma di scoraggiamento da com-portamenti lesivi di un interesse generale, si tratta di un atto illecito amministrativo. L’atto illecito penale viene definito reato: se per un determinato reato le pene previste sono quelle della reclusione o multa, il reato è un delitto; se le pene sono l’arresto o l’ammenda, il reato è una contravvenzione.

Il codice civile (art. 2043) prevede che chi cagiona ad altro soggetto un danno ingiusto con dolo o colpa ha l’obbligo di risarcirlo; se il fatto è imputabile a più persone, tutte sono obbligate in solido al risarcimento del danno e colui che ha risarcito ha regresso contro ciascuno degli altri nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall’entità delle con-

Kodak Graphic Communications Group Italia

Grafitalia 2006 ha offerto a Kodak l’occasione per presentare la nuova squadra del GCG (Graphic Communications Group) che opererà sul mercato italiano delle arti grafiche. Anche nel nostro Paese, l’obiettivo del colosso americano è quello di presentarsi con un’unica interfaccia per il mercato nazionale dopo molti mesi trascorsi in un complesso processo di riorganizzazione delle diverse aziende acquisite, fra le quali KPG e Creo, particolarmente importanti per il settore dei quotidiani. General manager e responsabile della struttura italiana è Gérard Cardinet; Flavio Corsini, già manager di riferimento di Creo, ha assunto il ruolo di direttore vendite per le lastre, i materiali di consumo e gli strumenti per la gestione dei flussi di lavoro. Paolo Gentilini è Marketing manager per tutta l’Italia, Mario Vergani, Gioacchino Guarra e Brando Bigazzi sono i responsabili, rispettivamente, delle vendite per l’area Nord Ovest, Nord Est e Centro Sud Italia.Daniele Cerretelli, dopo i successi raccolti alla KPG, è il nuovo responsabile nazionale di Kodak per il settore quotidiani, un mercato riconfermato di importanza strategica.

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seguenze; nel dubbio le singole colpe si presumono uguali (art. 2055 c.c.).

Dalla condotta del datore di lavoro irrispettoso delle norme antinfortunistiche scaturisce una responsabilità di tipo penale, civile o amministrativo.

Se si tratta di responsabilità penale, da tale condotta deriva una situazione di pericolo oppure addirittura un infortunio. Nel caso si determini una situazione di pericolo, il datore di lavoro può aver commesso un delitto colposo (se ha violato l’art. 451 c.p. – omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro), un delitto doloso (se ha violato l’art. 437 c.p. – rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro) oppure una contravvenzione (se ha violato una delle tante norme della legislazione antin-fortunistica: i vari decreti e leggi, in materia, prevedono solitamente come pena l’arresto o l’ammenda, quindi la possibilità di commettere contravvenzioni).

Nel caso, invece, la condotta del datore di lavoro abbia determinato un infortunio, si ha delitto colposo (per la violazione dell’art. 589 – omicidio colposo - oppure dell’art. 590 c.p. – lesioni personali colpose -). Tale delitto è eventualmente concorrente con uno (o più) dei reati realizzabili determinando una situazione di pericolo. Se, infatti, il datore di lavoro ha causato la rottura del braccio del lavoratore perché gli ha fatto utilizzare una macchina insicura, egli dovrà rispondere per aver commesso il delitto colposo di cui all’art. 590 c.p. e la contravvenzione di cui alla eventuale normativa riguardante la sicurezza delle macchine in quel determinato caso.

Una peculiarità riferibile al datore di lavoro è la “presunzione di capacità” o “inescusabilità assoluta dell’incapacità”: «a differenza di altri soggetti, il datore di lavoro non potrà invocare come esimente della sua responsabilità la scarsità della sua capacità o delle sue conoscenze in materia» (G. Lageard, Le malattie da lavoro nel diritto penale, Utet, Torino, 2000, pag. 28): in presenza di problemi tecnici complessi il datore di lavoro a soggetti dotati di opportuna professionalità.

Anche l’intervenuta incapacità di intendere e di volere al momento dell’infortunio non rileva in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza, perché tale mancato rispetto aveva già determinato un reato permanente (Cass. Pen., sez. IV, 21/5/2002, n. 19616, in Ambiente e sicurezza sul lavoro, 2002, 10, 122).

La responsabilità del capo dell’impresa non viene meno neppure quando il lavoratore disattende i propri doveri in materia di sicurezza imposti dalla legislazione o dalla normativa interna aziendale, se tale comporta-mento è stato tollerato o colpevolmente ignorato.

Il datore di lavoro può essere esonerato dalla responsabilità penale esclusivamente in presenza di una delega valida (La delega aziendale in materia antinfortunistica,in Tecnomedia, n. 37, pag.26 e ss, aprile 2003) oppure quando sia riconosciuta la totale ed esclusiva colpa del lavoratore, da sola sufficiente a determinare l’incidente e, quindi, una condotta del tutto anomala, imprevedibile ed esorbitante dal pro-cesso lavorativo.

Responsabilità penale del datore di lavoro

Condotta

evento pericolo evento infortunio

delitto colposo (art. 589 o art. 590 c.p.)

eventualmente concorrente con

contravvenzione (legisl. antinf.)

delitto doloso (art. 437 c.p.)

delitto colposo (art. 451 c.p.)

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Fondimpresa, una risorsa per la formazione continua

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Il rilancio della competitività del sistema econo-mico è avvertita da tutti come la principale sfida cui il nostro paese deve far fronte nei prossimi anni.

Anche se i principali indicatori economici riman-dano da tempo dati poco lusinghieri e per certi versi sconfortanti (la bassa crescita, il ritardato sviluppo della produttività, la perdita di quote commerciali, i bassi tassi di occupazione, la stagnazione del reddito medio, solo per citare i principali), alcuni segnali di natura diversa fanno emergere insospettabili movi-menti di vitalità e di novità che prospettano un futuro non del tutto cupo.

Infatti, nonostante in Italia l’ingresso delle nuove generazioni nella vita adulta e nel mondo del lavoro sia sempre più ritardato e nonostante il ricambio ge-nerazionale sia lento e ancora poco fluido, il senso e il valore della formazione e della ricerca sono percepiti da settori ampi dell’economia e della popolazione come momenti fondamentali di “rigenerazione”, di maggiore qualificazione e di sviluppo.

È una sensibilità probabilmente determinata proprio dai fattori cui si faceva cenno prima, poiché la maggiore persistenza nel mondo del lavoro degli ultra-sessantenni e la scarsa presenza di leve giovani sul mercato del lavoro del futuro impongono, come egregiamente sottolinea l’ultimo rapporto Censis, “un aumento della qualità del capitale umano disponibile nei prossimi anni”.

I segni di vitalità in questo settore sono evidenti. Sul versante formativo sono aumentati di oltre un

terzo i laureati rispetto a quelli dell’anno precedente, così come sono cresciute sensibilmente le frequenze ai master universitari.

Sul versante della ricerca e dell’innovazione si registrano alcune eccellenze, poiché siamo ai primi posti in Europa per il numero di aziende che investono in ricerca e addirittura al settimo posto mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche.

Il tutto, nonostante la spesa pro capite in ricerca sia ancora fra le più basse in occidente.

È in questo quadro che si colloca l’attività di Fon-dimpresa e, più in generale, dei fondi paritetici. Un quadro ampio e allo stesso tempo difficile e articolato, perché è in fieri e perché è ancora vincolato a logiche antiche e scarsamente dinamiche.

La sua nascita non è stata né rapida, né priva di difficoltà.

Visto il contesto di partenza, questa criticità era prevedibile e, in parte, inevitabile,poiché accade sempre così quando si propongono modelli innovativi e attività originali.

Va anche detto, però, che l’insieme generato da vincoli normativi, ostacoli procedurali e da una dose massiccia di scetticismo da parte di parecchie istituzio-ni e di ampia parte del sistema economico, ha costretto Fondimpresa ad operare su un terreno scivoloso e infido, con modeste libertà operative.

Ebbene, nonostante ciò Fondimpresa in due anni ha saputo raggiungere assetti stabili e determinare regole equilibrate di corretta gestione improntata in primo luogo alla trasparenza.

È riuscita a porre le basi per dotarsi di un’organiz-zazione efficace e ben collegata ai territori.

Ha saputo proporre un modo diverso di fare for-mazione continua che, grazie ai principi della bilate-ralità, fortemente voluta e costantemente perseguita, si è concretizzato in un modello innovativo, capace di coniugare efficacia e controlli con progettualità mirate e capace di rispondere a pieno alle sollecitazioni e alla domanda determinata dalle imprese, dai settori e dai territori.

Il meccanismo su cui basa Fondimpresa è, per sua natura, innovativo: prevede, infatti, da parte di tutte le imprese che ne facciano richiesta, l’accantonamento del contributo dello 0,30% versato all’Inps in un conto formazione da utilizzare per compiere, quando l’azien-da - d’accordo con le componenti sindacali - lo ritiene opportuno e necessario, azioni di aggiornamento e di formazione per i propri dipendenti.

Si tratta di un’innovazione sostanziale e determi-

Il 23 marzo scorso, presso l’Auditorium di Roma, sono stati presentati i risultati dell’attività di avvio di Fondimpresa, il fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e dai sindacati CGIL; CISL e UIL. A seguire, riportiamo il testo dell’intervento di Benito Benedini, Presidente di Fondimpresa

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nante. Prima di essa la formazione dedicata ai lavo-ratori aveva sofferto di modalità di accesso difficili: procedure burocratiche, tempi lunghi, rendicontazioni macchinose. In molti casi, non esistendo garanzia di accesso, la formazione era addirittura preclusa alla maggior parte delle imprese.

Fondimpresa, invece, rende facile la formazione e la garantisce a tutti, grazie a meccanismi semplici, efficaci e accessibili. Basta che le imprese definiscano con le organizzazioni sindacali il programma formativo da realizzare e lo trasmettano a Fondimpresa, che approva in tempi brevissimi ed eroga direttamente all’impresa, prelevandolo dal suo conto formazione, il finanziamen-to per la realizzazione del programma condiviso.

Si tratta di un’innovazione importantissima, soprat-tutto se “letta” in maniera coordinata con altri fattori sensibili e determinanti, quali ad esempio la crescita del livello di scolarizzazione delle risorse umane presenti in azienda, una formazione “mirata” sui fabbisogni aziendali e legata ai processi di innovazione tecnolo-gica ed organizzativa interna.

Ma si tratta anche di un’innovazione ampiamente percepita dall’intero sistema economico italiano che ha risposto con prontezza e con interesse al progressivo richiamo di Fondimpresa, così come testimoniano i lunsinghieri risultati velocemente perseguiti.

I numeri sulle adesioni parlano chiaro: 46.000 imprese aderenti, oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori coinvolti. Un risultato difficile in condizioni normali, addirittura eccezionale, mi sia consentito di dirlo, considerando il clima di difficoltà e di scetticismo in

cui è maturato.Una lettura qualitativa rivela almeno due aspetti,

correlati fra loro, di importante valore: la capacità attrattiva di Fondimpresa e la sua efficacia relazionale e comunicativa.

Essa, infatti, ha costruito in tempi molto rapidi una credibilità forte relativamente all’innovatività del mo-dello proposto, rafforzandola attraverso un’esperienza comunicativa fitta e su una progressiva capacità di diffusione capillare del proprio messaggio.

Questa capacità comunicativa e persuasiva ha con-sentito a Fondimpresa di penetrare ben oltre l’ambito di riferimento “naturale”, quello costituito da imprese, per lo più di grandi dimensioni, abituate già ad acce-dere alla formazione continua. Le ha consentito di interessare, in maniera massiccia e progressivamente crescente, la piccola e la micro industria, che costi-tuiscono assieme, allo stato attuale, oltre l’80% delle aziende aderenti a Fondimpresa.

Tanto più appaiono significative queste indicazioni se si tiene conto dei numeri: 69 progetti finanziati, 6000 aziende coinvolte, 100.000 lavoratori interessati, 69 milioni di euro impegnati.

A fronte degli obiettivi posti all’inizio dello start up e fissati in 48 milioni di euro, 2000 aziende e 50.000 lavoratori.

È per questo che Fondimpresa risulta determinante per contribuire a far nascere e sostenere un circolo virtuoso sia all’interno dell’azienda che sul territorio, tra qualità delle risorse umane ed innovazione con-tinua, facendo leva su nuovi modelli di governance

Il presidente di Fondimpresa Benito Benedini

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Fondimpresa, una risorsa per la formazione continua

della formazione e mettendo in atto processi in grado di avvicinare in modo stabile e duraturo domanda e offerta.

Come si è detto all’inizio, il percorso compiuto fin qui è stato realizzato nonostante le condizioni generali non siano state particolarmente favorevoli.

Ad esse si è poi sommato un incerto quadro rego-lamentare, complicato anche da scelte e da decisioni politiche difficilmente implementabili sotto il profilo normativo, oltre che da decisioni in itinere che hanno rallentato il processo di sviluppo dei fondi.

Diseconomie e intoppi che neppure la disponi-bilità più volte dimostrata dal ministro Maroni, dal sottosegretario Viespoli e dalla competente direzione ministeriale ad affrontare i problemi più ingombranti e a sciogliere le criticità maggiori, ha consentito di risol-vere in tempi congrui relativamente alle necessità.

Se l’obiettivo di tutti questi nuovi processi è mi-gliorare il sistema della formazione continua nel nostro paese e colmare il divario che ancora ci separa dal resto d’Europa, è evidente che molto è stato fatto, ma molto di più deve ancora essere fatto.

Fondimpresa ha dimostrato che un sistema di formazione continua efficiente ed efficace è possibile ed è fondato sui principi e sui criteri della bilateralità, la quale favorisce una crescita della domanda e della percezione del valore della formazione.

È tuttavia necessario che la cultura del procedimen-to, tipica della pubblica amministrazione, che ancora guida e vincola il percorso dei fondi interprofessio-nali, sia sostituita da quella del risultato e da modelli organizzativi e sistemi di controllo snelli, efficaci e

realmente trasparenti. A questo fine non è da escludere la necessità di un

intervento legislativo che definisca un quadro normati-vo effettivamente funzionale agli obiettivi anzi detti.

D’altra parte è di fondamentale importanza che il livello di cooperazione fra le parti sociali e le isti-tuzioni nazionali e regionali compia, velocemente, un passo ulteriore verso il superamento di ostacoli e verso l’allargamento del dialogo, fuori da qualsivoglia antagonismo e contrapposizione.

È un livello di collaborazione fondamentale. Serve ad integrare e a diversificare la risposta for-

mativa alla domanda proveniente dai territori e dalle comunità.

Serve a individuare un assetto normativo flessibile in grado di soddisfare la varietà di necessità che si paventano: piccole imprese, filiere, aree territoriali. Serve a tutelare le fasce dei lavoratori più deboli, le quali debbono poter contare su politiche di sostegno promosse dai livelli istituzionali in grado di integrare le attività dei fondi.

I primi successi conseguiti da Fondimpresa pon-gono delle basi importanti per perseguire obiettivi di sistema più ambiziosi e più moderni.

È necessario, tuttavia, tenere sempre nel debito conto che si è trattato finora solo di un piccolo passo, per quanto importante e significativo, su un percorso da rivitalizzare continuamente, nella convinzione – questa sì un’acquisizione fondamentale – che nella bilateralità risieda il principio fondante per alimentare, positiva-mente, nel corso del tempo queste politiche.

Benito Benedini, Presidente Fondimpresa

Al termine del seminario si è svolto un dibattito sulle politiche della formazione continua. Da sinistra: il moderatore Antonio Calabrò, direttore di AP Com, il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei, e i segretari generali delle organizzazioni sindacali: Guglielmo Epifani (CGIL), Luigi Angeletti (UIL), Savino Pezzotta (CISL)

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Primi bilanci dell’attività di Fondimpresa

Quella che segue è una nota sintetica del Rapporto di valutazione intermedia della prima fase di attività di start up di Fondimpresa - 47 programmi P.I.S.T.E. di formazione continua, approvati in esito agli Avvisi pubblici n. 1 e 2 del 26 luglio 2004 e giunti a conclusione nel febbraio 2006. I dati conclusivi saranno disponibili al termine dello start up (2006)

Dimensione e caratteristiche dell’azione formativaIl finanziamento assegnato da Fondimpresa ai suddetti Programmi è di poco inferiore a 48 Milioni di

Euro, con 8.040 azioni formative per più di 2milioni di ore allievo erogate e oltre 5.000 imprese coinvolte in 94 province di tutte le regioni del Paese, esclusa la Val d’Aosta.

La gran parte degli interventi formativi realizzati è stata rivolta a obiettivi di adeguamento rispetto a requisiti normativi e al miglio-ramento delle capacità organizzative, attraverso lo sviluppo delle competenze individuali. Gli esiti della formazione svolta risultano

diffusamente positivi, come confermato anche dalle percezioni espresse dai beneficiari. Già con tali programmi Fondimpresa ha superato gli obiettivi fissati dalle parti per l’intera fase di start up.

Adeguatezza del sistema di formazione continuaSi è potuta osservare una buona capacità media di presidio, at-

traverso metodologie corrette e di qualità, di tutte le fasi tipiche del processo formativo, dalla rilevazione dei fabbisogni, alla verifica delle competenze individuali in ingresso, alla progettazione esecutiva fino alla valutazione finale delle azioni svolte, con particolare riferimento agli apprendimenti individuali.

Sviluppo del sistema di formazione continuaLo start up non si è limitato al semplice incremento delle risorse economiche destinate all’offerta di

formazione continua, ma ha avviato la definizione e il consolidamento di schemi di governo delle relazioni fra bisogno/domanda ed offerta differenti da quelli tipici della formazione finanziata, maggiormente vicini alle caratteristiche dei destinatari e particolarmente attenti ai processi di “integrazione” della formazione come opportunità di sviluppo. I progetti PISTE hanno dato nuovo impulso all’applicazione di pratiche bilaterali, aumentandone la propensione e favorendo la promozione del valore della formazione. In par-ticolare:- nelle aree già abituate alla bilateralità si sono sviluppate forme più avanzate di governo e si è manife-

stata nuova domanda;- nelle aree poco abituate all’applicazione di pratiche bilaterali, si è registrato una maggiore propensione

verso di esse e una responsabilizzazione maggiore degli attori coinvolti;

Nuovi modelli di governance e centralità della domandaDall’analisi emergono alcuni tratti distintivi particolarmente qualificanti:

- costituzione e consolidamento di una rete di attori nei diversi territori e nei diversi settori;- determinazione di modelli di governance della formazione innovativi rispetto a quelli della formazione

finanziata;- avvicinamento tra domanda e offerta di formazione continua, grazie ad un’estesa disponibilità dell’of-

ferta ad ascoltare e ad una maturazione della domanda, in taluni casi accompagnata da esplicitazione dei bisogni.

In generale, l’esperienza PISTE ha assolto una funzione di qualificazione della domanda e, al tempo stesso, di moltiplicazione della stessa, facendone emergere una rilevante quota inespressa.

Quali prospettiveAl di là degli aspetti significativi e qualificanti su evidenziati, dalla valutazione effettuata emergono

anche debolezze, criticità strutturali e potenzialità inespresse che richiedono scelte strategiche delle parti sociali e maggiore coordinamento con le istituzioni:• Labilateralitàfavorisceunacrescitadelladomandaedellapercezionedelvaloredellaformazione,

assicurando un miglioramento progressivo della qualità dei processi attuativi; va perciò sostenuta la diffusione della capacità di identificare i bisogni in senso più strategico e di esprimere la domanda.

• Lavarietàdellesituazionieconomiche,strutturaliesociali -piccole imprese,aree territoriali,filiere- esige che si disponga di strumenti operativi differenziati. A questo fine è necessario che l’assetto normativo di riferimento più “chiaro” e più “leggero” consenta le necessarie flessibilità.

• Lefascedeilavoratoripiùdebolidevonopoterfareaffidamentosurealipolitichedisostegnopromossedai livelli istituzionali, che integrino con iniziative e risorse la programmazione delle attività dei Fondi.

Michele Lignola, direttore generale di Fondimpresa

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Uno sguardo ai principali dati di produzione mette in evidenza la posizione dell’indiscussa numero 1 nel settore degli inserti in Sudafrica:• Caxton pubblica in tutto il paese oltre 90 quotidiani

gratuiti, con tirature singole comprese fra 7.600 e 59.720 copie.

• La tiratura globale di tutti questi giornali gra-tuiti si aggira sui 4 mi-lioni di copie al mese.

• Ogni mese oltre 40 milio-ni di inserti vengono inseriti nei vari giornali gratuiti, con una media di 10 inserti per giornale.

• In ogni giornale gratuito vengono inseriti al massimo 24 inserti, per cui il peso totale del giornale con inserti supera spesso il limite di un chilogrammo.

• Gli inserti singoli più spessi hanno un volume di 88 pagine.

Vengono stampati anche tre quotidiani

Degli oltre 90 giornali gratuiti, la metà viene stam-pata e confezionata nello stabilimento di Johannesburg, che impiega 300 persone. Nella più grande delle nove tipografie di giornali del gruppo Caxton si stampano anche il quotidiano «The Citizen» (tiratura 120.000 co-pie) di proprietà della casa editrice e, come commessa esterna, il quotidiano «The Sowetan» (tiratura 200.000 copie), oltre all’edizione per il Sudafrica del «Financial Times» (tiratura 10.000 copie), pubblicata sei volte alla settimana. Anche questi tre giornali contengono regolarmente degli inserti. Peraltro, oltre un quarto degli inserti viene pubblicato a Johannesburg, mentre il resto viene fornito da altre tipografie.

Tre SLS2000 e due SLS3000

Di fronte a questi immensi volumi d’inserti, l’azien-da che fa parte del gruppo CTP, deve fare pieno affida-

mento su inseritrici ad elevate prestazioni e di massima sicurezza. Dopo che lo stabilimento di Johannesburg ha lavorato per molti anni con sistemi di un altro co-struttore, due anni fa l’azienda ha deciso di affidare per la prima volta la produzione alla Müller Martini/

GMA ed ha installato tre sistemi SLS2000 (noti anche come PowerLiner), ciascuno dei quali è dotato di 14 mettifogli. Da feb-

braio di quest’anno sono in funzione anche due SLS3000,

che producono anch’esse offline, ognuna delle quali è dotata di 12 met-

tifogli e di due impilatori-girapila ad alte prestazioni PrintStack CN-80.

Il General Manager Peter Vos ricorda la fase di valutazione dei nuovi sistemi d’inserimento, nei quali Caxton ha investito a seguito della rapida crescita del settore inserti: «Sono stato tre giorni negli USA, ho visitato sia la GMA Academy ad Allentown, che numerose sale spedizione giornali, dopodichè ho det-to ai miei direttori: “Se vogliamo affrontare il futuro nel modo giusto, la scelta migliore è Müller Marti-ni/GMA”. Infatti, i sistemi SLS3000 sono i migliori sul mercato, in particolare per il confezionamento di numerosi inserti».

Peter Vos è molto soddisfatto non solo della velo-cità massima di 32.000 cicli/h, della grande affidabilità e dell’elevata semplicità di comando, ma in particolare del servizio post-vendita garantito dalla Thunderbolt Solutions, la rappresentanza locale della Müller Mar-tini: «Quando abbiamo un problema telefoniamo e in tempi brevissimi riceviamo il necessario supporto».

Uno sguardo ottimistico al futuro

È vero che l’attuale capacità d’inserimento è pro-babilmente sufficiente per i prossimi due/tre anni, ma Peter Vos non ha alcun dubbio: «Sulla base delle ottime

MÜLLER MARTINI S.p.AViale Rimembranze 50

20099 Sesto San Giovanni (MI)tel. 02 262371 - fax 02 2426851

Gli inserti sono l’attività principale di CaxtonDa due anni la Caxton di Johannesburg si affida ai sistemi d’inserimento Müller Martini/GMA. Oltre a tre SLS2000, da alcuni mesi due nuovi sistemi SLS3000 assicurano un inserimento rapido e affidabile degli inserti nei giornali.

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esperienze conseguite, anche la prossima volta decideremo a favore di sistemi Müller Mar-tini».

Peter Vos giudica eccellenti le prospettive future del mercato suda-fricano dei giornali e di conseguenza anche del settore inserti: «Grazie alla florida situazio-ne economica, soltanto negli ultimi 18 mesi il numero degli inserti ha registrato un incre-mento del 30%. A ciò si aggiunge il fatto che nel nostro paese esiste una nuova classe media che vanta eccellenti livelli di formazione, accede a ottimi posti di lavoro e sta diventando quindi un interessante target per la pubblicità. Per esempio, la nostra azienda è stata la prima casa editrice ad ope-

Con oltre 40 milioni di inserti ogni mese, Caxton è l’indiscussa numero 1 nel settore degli inserti in Sudafrica. Per questo l’azienda necessita di inseritrici

ad alte prestazioni e molto affidabili come quelle della serie SLS3000.

Caxton/CTP – una delle principali case editrici e tipografie in Sudafrica

Caxton/CTP è una delle principali case editrici e tipografie che produce libri, riviste, giornali e inserti. Il gruppo impiega circa 5.500 persone in tutto il Sudafrica.

La divisione giornali • stampa oltre 90 giornali gratuiti e quotidiani,• produce in otto province su nove,• possiede 50 uffici in tutto il paese,• impiega 1.200 persone,• stampa giornali in nove stabilimenti.

La divisione riviste • pubblica 15 testate,• copre i settori famiglia, donna, casa, lifestyle, intrattenimento, religione e fattorie,• impiega 300 persone,• stampa riviste a Johannesburg, Città del Capo e Durban.

www.caxton.co.za

rare a Soweto. Per la Township, abitata da cittadini di colore, oggi pubblichiamo ben undici giornali gratuiti e il potenziale di Soweto, che conta oltre un milione di abitanti, non è ancora esaurito».

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Dazhong News Group ordina una nuova rotativa Goss Universal 75

Il Dazhong News Group cinese, con sede nella provincia di Shandong, ha ordinato una rotativa Goss® Universal® 75 shaftless per potenziare la capacità e la qualità di stampa del principale quodi-tiano, il Dazhong Daily.

La nuova rotativa affiancherà la Goss Universal 70 già in funzione al Dazhong Daily Printing Center del gruppo editoriale cinese.

Il quotidiano Dazhong Daily è il portavoce dello Shandong Provincial Party ma il Gruppo pubblica anche altre testate e periodici, tra cui Qilu Evening News, Rural Dazhong Daily, Life Daily, Mid Shandong Morning News, Peninsu-lar City News, Economic Herald, City Sun, The Youth Journalist e Pioneer.

“Il Dazhong Daily è un quotidiano di vasto respiro della provincia di Shandong e in questi ultimi anni ci siamo dedicati al rafforzamento della nostra posizione con il lancio di alcuni giornali minori che coprono tutte le aree di interesse per i nostri lettori,” osserva il Sig. Ma del Dazhong News Group. “Questo ci ha permesso, come Gruppo, di diventare uno dei giornali del Provincial Party più importanti a livello nazionale. La nostra popolarità ha avuto come risultato un aumento della tiratura ed è per questo che abbiamo deciso di investi-re in nuove apparecchiature. Essendo sempre stati più che soddisfatti delle rotative Goss, sia Community che Universal, e dell’assistenza che riceviamo da Goss, abbiamo optato per il po-tenziamento del nostro impianto con l’ultimo modello della serie di rotative Universal.”

La Universal 75 è un sistema di stampa a doppio sviluppo circonferenziale e otto pagine con una capacità di stampa di

75mila copie l’ora, in grado di garantire la flessibilità e l’economia di una rotativa a singola larghezza, la produttività di una rotativa a doppia larghezza; per

questo la Universal 75 è adatta a varie applicazioni, compresi quotidiani, elen-chi e prodotti semicommerciali.

La nuova rotativa sarà configurata con quattro torri a quattro unità so-vrapposte, due piegatrici 2:3:3 e sei cambiabobine ed avrà una capacità massima di stampa di 24 pagine broa-dsheet: otto pagine full color e 16 spot color. La commessa include anche viti d’inchiostrazione motorizzate, controlli del registro circonferenziale e laterale e sistema di comando della rotativa Goss level 2.

Una volta installata, la nuova rota-tiva sarà adibita anche alla stampa del Qilu Evening News, che ha una tiratura di 1,2 milioni di copie nella provincia di

Shandong.“La rotativa Universal di cui disponia-

mo attualmente funziona benissimo,” conclude Ma. “Con l’aggiunta della Universal 75 potenzieremo il nostro impianto di produzione e avremo una capacità maggiore per l’ulteriore estensione del nostro porta-foglio di prodotti di stampa.”

Goss InternationalGreenbank Street - Preston

Lancashire PR1 7LA - EnglandTel: +44.1772.257571Fax: +44.1772.885698

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Méthode integra SAP R3 per la gestione pubblicitaria

EidosMedia ha integrato Méthode -la piattaforma di pubblicazione cross-media e di Knowledge Manage-ment - con il sistema pubblicitario SAP R3. Il risultato è un sistema integrato di gestione pubblicitaria in grado di gestire tutto il flusso produttivo riguardante la pubblicità classificata e tabellare, dalla prenotazione e vendita di spazi pubblicitari fino all’impagina-zione e alla fatturazione finale.

“Il modulo pubblicitario fornito da Méthode non include le funziona-lità proprie di un sistema di booking né di fatturazione,” ha spiegato Mi-chela Bertagnolli, Marketing Manager di EidosMedia, “ma è stato disegnato in modo da potersi facilmente interfacciare con sistemi gestionali esterni e quindi ricevere tutti i parametri di posizionamento inviati da tali sistemi.”

Un esempio tipico in questo ambito è la piattaforma SAP R3 che il gruppo editoriale belga IPM utilizza per gestire la pubblicità tabellare e classificata destinata ai propri quotidiani nazionali La Libre Belgigue, La Der-nière Heure/Les Sports e La Tribune de Bruxelles.

Il dipartimento pubblicitario riceve le prenotazioni dei clienti e inserisce data, dimensione e coordinate di posizionamento attraverso una maschera specifica fornita dal sistema SAP. Questi parametri sono poi utilizzati per generare un file di riserva pubblicitaria che entra nella base dati di Méthode. Le persone che lavorano all’impaginazione ritrovano le riserve pubbli-citarie in un listino di spazi pubblicitari, ‘candidati’ ad essere piazzati sulle pagine. Una semplice operazione di drag&drop permette loro di impaginare rapidamente e automaticamente le riserve.

Se il contenuto pubblicitario è già disponibile sotto forma di file in formato PDF, gli utenti ne vedono il contenuto direttamente nel listino pubblicitario e lo im-paginano immediatamente. Se invece il PDF della pub-blicità non è ancora disponibile nel database di Méthode, la riserva viene comunque posizionata in pagina: non appena il file PDF arriva nel sistema, l’impaginazione

EidosMedia S.r.l. Viale Legioni Romane, 43

20147 Milanotel. 02-30174.4 Fax: 02-30174.330

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del file viene fatta automaticamente dal sistema.Alcune delle pubblicità tabellari e classificate sono

prodotte internamente da personale del gruppo IPM. In questo caso lo strumento utilizzato per preparare i files pubblicitari è proprio Xsmile, l’applicazione di impa-ginazione interamente basata su XML di EidosMedia:

un’ulteriore conferma della potenza grafica dell’applicazione sviluppata da EidosMedia. Anche queste pub-blicità entrano nel flusso di lavoro sotto forma di files in formato PDF,

ciascuno associato alla propria riserva pubblicitaria, e vengono quindi impa-

ginate esattamente come le pubblicità prodotte esternamente.

L’implementazione realizzata da Ei-dosMedia per IPM è inoltre in grado di

gestire in modo semplice, rapido ed efficace la piccola pubblicità che i clienti privati possono decidere di in-serire e pagare al volo presentandosi direttamente negli uffici della concessionaria di pubblicità del gruppo. In questo caso gli addetti alla prenotazione inseriscono il testo dell’annuncio direttamente all’interno di un tem-plate XML di Xsmile. Le informazioni inserite vengono mandate al sistema SAP che restituisce al volo il costo dell’annuncio che il cliente provvede immediatamente a saldare. L’annuncio si va quindi ad aggiungere al file XML che contiene l’insieme degli annunci classificati e che verrà automaticamente impaginato in Xsmile.

A valle della pubblicazione, Méthode genera inoltre dei reports per verificare quante e quali pubblicità siano state pubblicate, in quali pagine, sezioni e posizioni.

“Il sistema permette di gestire tutto il flusso pubbli-citario di IPM, dall’annuncio personale di una bicicletta di seconda mano fino alle pubblicità multi-pagina aziendali,” ha precisato Michela Bertagnolli. “ Grazie a questa integrazione bidirezionale tra il sistema ge-stionale di pubblicità e il sistema editoriale, si elimina la possibilità di errori e si aumenta la produttività tanto nell’ambito della raccolta pubblicitaria quanto nell’am-bito editoriale”.

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L’Alsace, Mulhouse sceglie il sistema di spedizione Ferag

Un progetto da 25 milioni avviato nel 1998 preve-deva, oltre all’ampliamento della rotativa dei giornali da 22 a 40 gruppi stampanti, il completo rinnovamento dell’impianto di lavorazione successiva. Il moderno sistema Ferag ha sostituito nel novem-bre 2004 un antiquato concetto degli anni Ottanta. Da allora le testate editoriali L’Alsace e Le Pays, l’edizione del giornale eco-nomico Les Echos per le regioni orientali del paese, nonché numerosi

settimanali vengono prodotti su un MultiSertDrum con tecnica d’avvolgimento e di svolgimento MultiDisc, formazione dei pacchi MultiStack, legatura QuickStrap

e un sistema di trasporto PKT.

Determinante il valore ag-giunto

L’automazione del processo a costi d’esercizio e di manutenzione

contenuti, un efficiente impiego del personale, e la riduzione delle ore

di lavorazione notturna con tempi di passata brevi sono tra i requisiti essenziali richiesti al nuovo sistema. Inoltre dalla nuova soluzione il cliente si attende la possibilità di incrementare il fatturato con margini maggiorati. Le prestazioni supplementari generate nelle fasi della lavorazione successiva dovrebbero attirare nuove ordinazioni a prezzi interessanti. Perciò L’Alsace ha attribuito primaria importanza alle fa-vorevoli prospettive aperte per il futuro da un sistema della sala di spedizione. Avvalendosi delle opzioni della rifilatu-ra trilaterale, cucitura inline, indirizza-mento a getto d’inchiostro nel sistema di trasporto UTR, come pure dei nuovi modelli pubblicitari e commerciali come MemoStick, il cliente vede grandi possibilità di rafforzare ulterior-mente l’attrattiva dei mezzi stampati nel mercato. Inoltre con RollStream si è creata la base per adattare in modo

FERAG ITALIA S.p.A.Via Gallarate 184, 20151 Milano

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L’Alsace produce con un impianto di spedizione Ferag dell’ultima generazione. Le prospettive di ulteriori utilizzi e la redditività a lungo termine del sistema sono stati i principali criteri per la scelta della soluzione di Ferag.

L’Alsace è uno dei primi giornali prodotti in Francia che utilizzano in modo produttivo la sala spedizione con un MultiSertDrum

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flessibile ed economicamente vantaggioso alle esigenze del mercato le posizioni d’inseri-mento di prestampati, inserti e altri supporti pubblicitari. La concezione modulare con-sente di aumentare il numero possibile di inserti ampliando l’impianto con la semplice aggiunta di JetFeeder, e senza interventi diretti nel sistema d’inserimento.

In due lingue a 0,3 milioni di lettori

Il giornale L’Alsace, fon-dato nel 1944, è uscito fino a maggio 2002 in francese e in edizione bilingue (tedesco/francese). Oggi la parte in lingua tedesca viene inserita come prestampato ed è desti-nata al 4,7% dei lettori. I giornali L’Alsace e Le Pays, che complessivamente sono venduti in abbonamento per l’88%, realizzano una tiratura di oltre 126 000 copie durante la settimana e di oltre 140 000 copie nel fine settimana, raggiungendo circa 300 000 lettrici e lettori.

L’Alsace appartiene alla francese Société Française

RollStream consente l’ampliamento semplice e a costi vantaggiosi delle posizioni d’inserimento per prestampati, inserti e altri supporti pubblicitari.

d’édition de journaux et d’imprimés commerciaux. Oltre alle proprie testate, il Gruppo possiede quote nella editrice di riviste L’A.M.E., in Radio Europe 2, in stazioni televisive, nella casa di produzioni cinemato-grafiche Carmin Films, nel museo all’aperto Ecoparcs, come pure in un’azienda specializzata nella creazione di siti Internet.

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Adobe PDF Print EngineNuova potenza ai flussi di lavoro PDF di prossima generazione

Adobe Systems ItaliaCentro direzionale Colleoni - Pal. Taurus A3

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Per informazioni commerciali: 02-63.23.74.20www.adobe.it

[email protected]

Adobe® PDF Print Engine è una piattaforma di stampa al-l’avanguardia basata sulla stessa tecnologia PDF di Adobe Acro-bat® e Adobe Creative Suite. Il rendering nativo dei file PDF durante tutto il flusso di lavoro elimina la necessità di appiattire gli oggetti e permette di realizzare un flusso di lavoro completo, end-to-end, che si serve di una comune tecnologia per generare, visualizzare e stampare file PDF.

Adobe PDF Engine unisce i vantaggi di Adobe PDF per la definizione dei contenuti e lo standard JDF per la creazione di schede di lavoro e il controllo dei processi nel potenziamento di RIP e sistemi di flussi di lavoro. È disponibile in sistemi di stampa dei partner Adobe, migliora la coerenza dell’output durante tutto il flusso di lavoro e migliora la produttività e la resa globali.

Adobe trasforma il mondo della produzione tipografica

Più di 20 anni fa, Adobe dà la capacità di stampare contenuto graficamente ricco con Adobe PostScript®, e da quel momento inizia una vera e propria rivolu-zione nella produzione tipografica. In seguito, Adobe introduce il Portable Document Format (PDF), che aiuta a garantire che le intenzioni del grafico siano bene rappresentate dal fornitore di servizi di stampa e permette l’implementazione di cicli di lavoro automa-tici e trasparenti tra i grafici e i fornitori di servizi di

stampa. Ultimamente, i grafici e i fornitori di servizi di stampa possono produrre comunicazione stampata della massima qualità grazie a Adobe Creative Suite.

Adesso, Adobe consente un ul-teriore sviluppo nella prossima generazione di soluzioni per la produzione tipografica con l’in-troduzione di Adobe PDF Print Engine, che abilita flussi di lavoro basati sugli standard industriali PDF e JDF.

La potenza del PDF

Con sistemi di stampa basati su Adobe PDF Print Engine, un lavoro è definito e preservato in PDF nel-l’intero flusso. Perché il contenuto PDF rimane non convertito (o nativo) fino all’ultima fase di RIP, non viene eseguita nessuna conversione anticipata della grafica o degli effetti che contengono trasparenza, non viene eseguita nessuna conversione anticipata verso colori dipendenti da dispositivo, e nessuna applicazio-ne di passaggi dipendenti da dispositivo al PDF stesso prima della rasterizzazione definitiva. Come risultato, si possono vedere in anteprima le trasparenze native senza convertirle, eseguire correzioni dell’ultimo minuto negli archi PDF nativi – anche molto in là nel flusso, e creare delle prove a video con la certezza che siano consistenti con l’uscita in stampa.

JDF – Il contenitore del processo

Lo standard industriale Job Definition Format (JDF) automatizza i flussi di lavoro dal desktop fino alla produzione di stampe. JDF è come un foglio di lavoro elettronico che contiene le informazioni necessarie al processo: descrive l’intenzione per l’oggetto stampato incluse le caratteristiche della macchina di uscita, il tutto in un formato che è comune attraverso l’intero

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flusso di lavoro e che viaggia a fianco al contenuto in formato PDF. In sistemi di stampa abilitati da Adobe PDF Print Engine, PDF definisce il contenuto del la-voro, mentre JDF descrive le opzioni del lavoro quali la carta da usare, opzioni di rifinitura, informazioni sui

colori, le istruzioni per abbondanze e sull’imposizione. E, tramite il suo formato compagno, Job Messaging Format (JMF), JDF facilita la continua comunicazione tra i vari apparati in grado di usufruire di JDF.

Le più importanti funzioni e benefici di flussi di lavoro basati su PDF Print Engine

Coerenza e affidabilità migliorateMantenendo il contenuto PDF al suo livello massimo di astrazione, Adobe PDF Engine consente di creare

un flusso grafica-a-stampa più coerente, prevedibile e affidabile.- Fondamenta per un flusso di lavoro PDF nativi end-to-end e intelligente. Sincronizzando le capacità

grafiche e quelle di produzione.- Motore di rendering completo sel PDF nativo. Consente di avere delle anteprima a monitor più affidabili

e coerenti con l’uscita finale e evita quindi correzioni non necessarie e costose rielaborazioni.- Rappresentazione della trasparenza nativa senza conversione. Mantenere l’indipendenza da dispositivi

e la fedeltà all’esecutivo e al trapping nell’intero flusso di lavoro.- Rappresentazione controllata ICC e JDF in flussi n-color. Aumentare sia la accuratezza e la coerenza

delle bozze a colori che la qualità e l’affidabilità dell’uscita finale.- Trapping e imposizione guidate da JDF. Mantenere il contenuto slegato dal dispositivo di uscita fino alla

rappresentazione finale, consentendo modifiche dell’ultimo minuto al contenuto del lavoro e all’ intento di output.

- Aggiornamenti a nuove versioni PDF più veloci e più semplici. Mantenere sempre il livello paritario tra gli applicativi di creazione grafica e di produzione tipografica.

Produttività e prestazioni aumentateL’architettura di Adobe PDF Print Engine consente una rasterizzazione più veloce che, a ruota, implica

un aumento nella produttività.- Funzionalità di rendering altamente integrate. Aumentare le prestazioni e la produttività mentre si otti-

mizza la qualità dell’uscita.- Architettura scalabile. Realizzare miglioramenti nell’esecuzione con le capacità di elaborazione multi-

thread che scalano in sistemi con CPU multicore e CPU mulipli.

Un tipico flusso Adobe Print Engine

La parte del grafico1. Definire il lavoro

Il grafico crea gli elementi grafici, prepara il testo e pianifica il progetto. Il grafico e lo stampatore defini-

scono le specifiche per il lavoro, incluse le opzioni di finitura. Adobe Creative Suite genera archivi Adobe PDF usando la stessa tecnologia centrale che pilota i sistemi di output basati su Adobe PDF

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Engine. Questo consente quindi a grafici e stampatori di condividere una singola piattaforma PDF comune.

2. Preparazione e anteprimaAll’approvazione della grafica, il grafico o il re-

sponsabile di produzione prepara gli esecutivi e gli elementi definitivi e esporta il tutto nel format Adobe PDF. Adobe PDF Print Engine consente l’anteprima e le prove digitali usando lo stesso motore di rendering del RIP finale, il ché consente delle anteprime più precise dei lavori prima del loro invio.

3. Invio del lavoroUsando Adobe Acrobat Professional, il grafico o

il responsabile di produzione può creare un foglio di lavoro JDF che contiene specifiche quali la quantità, la tipologia di carta e instruzioni per la finitura per poi inviare il lavoro allo stampatore.

La parte del servizio di stampa4. Ricevere e vedere in anteprima

Il fornitore di servizi di presatampa riceve il lavoro inviato dal grafico o dal responsabile della produzione grafica e guarda in anteprima gli archivi PDF. Usando le capacità di anteprima rese disponibili da Adobe PDF Print Engine, l’operatore può vedere una accurata ante-prima degli archivi e identificare eventuali problemi in anticipo. Il fornitore si servizi di prestampa può anche controllare le speciche del JDF.

5. Pre-stampa e proveIl fornitore di servizi di pre-stampa prepara gli

archi per la stampa, per esempio creando delle istru-zioni per il trapping e l’imposizione. Con Adobe PDF Print Engine, questa fase del lavoro è drasticamente semplificata perché molte attività come la conversione del colore o l’esecuzione di trapping o imposizione da JDF vengono eseguite nel RIP stesso al momento della rasterizzazione. Le prove continuano ad essere accurate perché il software che genera le anteprime usa lo stesso motore di rendering del RIP.

6. RIPFinalmente, il fornitore di servizi di pre-stampa

rasterizza il lavoro per le lastre definitive o per la stampa digitale. Le soluzioni RIP e i front-end digitali che sono basati su Adobe PDF Print Engine consentono una rappresentazione più fedele della grafica originale eliminando qualsiasi tipo di conversione intermedia. Consentono inoltre una elaborazione più veloce e quindi un aumento di prestazioni.

Per concludere

Adobe Print Engine supporta una stampa più affi-dabile di grafiche creative complesse sotto scadenze ravvicinate, consentendo agli utenti di mantenere il vantaggio competitivo e aumentando quindi i profitti.

Il kit di sviluppo software (SDK) Adobe PDF Print Engine è disponibile per i partner OEM (Original Equipment Manufacturer: Produttore di apparecchia-tura originale) per costruire le soluzioni per flussi di lavoro di prossima generazione—RIP, strumenti di anteprima, applicativi di controllo delle bozze e sistemi per i flussi di lavoro.

Tra i partner Adobe che hanno dato il loro sup-porto a questa tecnologia di stampa che agevolerà i flussi di lavoro PDF di prossima generazione tro-viamo: Agfa Graphics, EFI, FUJIFILM Electronic Imaging, Heidelberger Druckmaschinen, HP, Kodak Graphic Communications Group, Morisawa & Co., Océ, RIPit, Dainippon Screen MFG Co., Xerox Corporation.

Per maggiori informazioni

Adobe PDF Print Engine: www.adobe.com/it/products/pdfprintengine/JDF: www.adobe.com/products/jdf/Adobe PDF: www.adobe.com/products/acrobat/adobepdf.html

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[email protected] Camillo Di Nardo +39 3356051733

Roberto Bedin +39 3385785957

Più qualità e meno inchiostri con inkOptimizer di gmg

Risparmiare fino al 25% d’inchiostro migliorando la qualità di stampa offset dei quotidiani ? E’ possi-bile grazie alla soluzione inkOptimizer della società tedesca gmg, presentata pochi mesi fa all’Ipex di Birmingham e ora disponibile anche agli stampatori italiani.

InkOptimizer fa parte di una suite di soluzioni software per migliorare la qualità di stampa stabiliz-zando l’impiego dei profili colore lungo tutto il flusso di lavoro.

ink Optimizer ha le sue radici nella tecnologia gmg Fi-leOut. Basandosi sul riconoscimen-to del colore che utilizza algoritmi specialmente adattati per l’industria dei giornali a partire da quelli sviluppati per la stampa in alta qualità a colori su carta patinata, inkOptimizer calcola in modo automatico la trasformazione del colore in modo da ridurre le quantità di pigmenti YCM ed ottimizzare la resa colorimetrica dell’origi-nale stampato su carta da quotidiano. I colori restano invariati sia al controllo dell’occhio umano che all’analisi spettrofotometrica, ma in fase di stampa viene impiegata una minore quantità di inchiostro, con sensibili risparmi, che possono arrivare fino al 25%, sui costi industriali.

Naturalmente, a seconda di dove viene stampato l’originale, ha senso effettuare la riduzione del colore

con intensità diverse. Gmg fornisce come standard un profilo con tre diversi livelli di riduzione, ma è possibile, a richiesta del cliente, sviluppare profili individuali che tengano conto di condizioni specifiche a livello di macchine di stampa e carte particolari.

Per garantire la massi-ma efficienza, è possibile predisporre più cartelle, de-nominate hotfolder, con re-

golazioni di trasformazione del colore diverse. In questo modo gmg inkOptimizer può

essere integrato facilmente in vari flussi di lavoro. La trasfor-

mazione del colore avviene in modo del tutto automatico, senza perdite di

tempo e mantenendo le caratteristiche di ciascuna lavorazione. Soltanto il se-

tup dell’immagine deve essere ottimizzato in base ai requisiti del cliente per la lavorazione specifica.

InkOptimizer supporta i formati dati più diversi e più comuni del settore. Una particolarità è data dal fatto che i file PDF sono utilizzati in modo nativo senza conversione del formato.

Oltre al risparmio d’inchiostro, si ottimizza il flusso di lavoro e si stabilizza l’intero processo di stampa. Riducendo le quantità d’inchiostro, l’essicca-zione e lo scorrimento della carta migliorano. Grazie alla stabilità del colore durante la stampa si riducono notevolmente anche le eventuali contestazioni relative alla stampa di pubblicità a colori sui quotidiani.

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Negli ultimi anni in Sudafrica la diffusione del giornale è aumentata in modo considerevole. Un tipico esempio dello strepitoso successo della stampa a Capo di Buona Spe-ranza è il quotidiano «Daily Sun» edito dal gruppo Media24. Pubblicato per la prima volta tre anni fa con una tiratura di 444.061 copie, oggi il foglio in formato Tabloid è diventato il giornale a maggior tiratura del Sudafrica.

Grande sfida logistica

Parallelamente al «Daily Sun», a Johannesburg viene stampato anche «Beeld», un altro quotidiano del gruppo Media24 con una tiratura di 101.425 copie. Entrambi i giornali escono in quattro edizioni per varie regioni del paese: si tratta dunque di una grande sfida logistica per le rotative e la sala spedizione. Inoltre le due testate si presentano regolarmente con diversi in-serti pubblicitari e il quotidiano in formato Broadsheet «Beeld» contiene anche molti prestampati redazionali (vedi riquadro).

Splitting con il nuovo sistema PTH

Dallo scorso anno quattro sistemi SLS3000 della Müller Martini/GMA assi-curano l’inserimento affidabile di prodotti semicommerciali e supplementi redazionali. La caratteristica particolare di questa soluzione per sala spedizione è che tre SLS3000 producono

online, mentre il quarto sistema previsto per far fronte a picchi di produ-zione lavora offline.

Per poter sfruttare l’al-ta velocità della rotativa

(70.000 copie/h), Media24 è uno dei primi produttori di gior-

nali al mondo ad impiegare il nuovo sistema Press To Hopper (PTH) della Müller Martini per la distribuzione dei prodotti suddivisa sui tre sistemi d’inserimento. Il trasportatore NewsGrip-A trasporta i giornali dalla rotativa alle tre stazioni di arrivo. Dalla stazione di arrivo e dai successivi nastri di alimentazio-ne i prodotti giungono in flusso a squame al rispettivo cassetto di alimentazione del sistema SLS3000.

MÜLLER MARTINI S.p.AViale Rimembranze 50

20099 Sesto San Giovanni (MI)tel. 02 262371 - fax 02 2426851

Con il sistema Press to Hopper si alimentano contemporaneamente tre SLS3000Per poter sfruttare l’alta velocità delle rotative, Media24 con sede a Johannesburg impiega il nuovo sistema Press To Hopper (PTH) della Müller Martini per la distribuzione dei prodotti suddivisa su tre sistemi d’inserimento SLS3000.

A valle di tutti i sistemi d’inserimento SLS3000, un impilatore-girapila NewsStack assicura un’efficiente formazione dei pacchi

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Se sono necessari tutti e tre i sistemi SLS3000, ogni sistema d’inserimento esegue un terzo della pro-duzione, oppure la metà se sono in funzione solo due sistemi. Grazie alla formazione delle pile nel cassetto di alimentazione del sistema SLS3000, fra la rotativa e il sistema d’inserimento si hanno solo variazioni minime della velocità senza sovrapproduzione o funzionamento a vuoto.

Preinserimento e ribobinatura

Il caricamento del sistema SLS3000 con prestampati e inserti pubblicitari, che vengono in parte cuciti nella rotativa, rifilati con la taglierina rotativa Exacto-N, preinseriti con due NewsLiner e quindi ribobinati su un polmone FlexiRoll, avviene sia mediante Streamfeeder, che in modo manuale. Dopo il processo d’inserimento, a valle dei quattro sistemi SLS3000 è installato un im-pilatore-girapila NewsStack che assicura un’efficiente formazione dei pacchi.

Per il direttore di produzione André Smit, i nuovi sistemi d’inserimento offrono alcuni vantaggi deter-

minanti: «Il sistema SLS3000 si distingue per la sua grande facilità d’utilizzo, l’alta flessibilità d’impiego ed è in grado di lavorare in modo efficiente anche prodotti molto sottili».

«Beeld» contiene molti prestampati redazionali

«Beeld» è l’unico quotidiano pubblicato in lingua afrikaans a Gauteng, Mpumalanga, Northern Province e KwaZulu-Natal. Il giornale esce sei volte alla settimana e oltre al prodotto principale contiene numerosi inserti redazionali:

• «Sport-Beeld» (inserto sportivo quotidiano), • «Sake-Beeld» (inserto economico quotidiano),• «PLUS», un inserto quotidiano Lifestyle con notiziari di musica, arte, film, televisione, moda, salute

e ristoranti, • «Naweek-Beeld» e «PLUS» escono il sabato con consigli per il fine settimana,• «Motor-Beeld» (con notizie settimanali su automobili e motociclette), • «Snuffelgids» esce ogni giorno con migliaia di piccoli annunci, • «Beroepskeuse/Career Moves» (inserto con offerte e domande d›impiego),• «Huisgids/Property Guide» (inserto dedicato alla casa e al giardinaggio che esce esclusivamente a

Pretoria),• «JIP» esce il lunedì (inserto per teenager).

Media24, il più grande gruppo editoriale del Sud Africa

Media24, un’affiliata al 100% dell’azienda multimediale Naspers, quotata alla borsa sudafricana e al Nasdaq di New York, è il più grande gruppo editoriale in Africa. Quest’ultimo pubblica non solo giornali, periodici e libri (di scuola), ma è anche proprietario di un’azienda Internet e di una propria società di organizzazione e distribuzione.

Il gruppo è proprietario di sei quotidiani («Beeld», «Die Burger», «Volksblad», «Son», «The Witness», «Daily Sun»), di un settimanale («Soccer Laduma»), di tre giornali della domenica («Rapport», «City Press», «Sunday Sun»), di un giornale di economia («Gauteng Business») e di 43 giornali gratuiti distri-buiti in tutto il paese.

In seguito al boom della diffusione di giornali e inserti, oggi lo stabilimento Media24 di Johanne-sburg, che impiega 150 persone, ha una capacità produttiva doppia di quella che aveva quando venne inaugurato sette anni fa.

La divisione periodici pubblica oltre 50 periodici in svariati settori. Gli innumerevoli siti Internet (notizie, motori, casa, salute, gastronomia) registrano oltre due milioni

di accessi al mese.

www.media24.com

I prestampati e gli inserti pubblicitari vengono preinseriti con due NewsLiner e

quindi ribobinati su polmoni FlexiRoll.

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Soluzione completa di Ferag per Eco Print Center

Nel nuovo centro di produzione di Lokeren ver-ranno tra l’altro stampati i quotidiani Het Laatste Nieuws e De Morgen. Le prime due linee, una delle quali è equipaggiata con MultiSertDrum, RollStream, DiscPool, MultiStack e Qui-ckStrap, sono in funzione da questa estate. L’ampliamento finale prevede, accanto alle quattro linee d’inserimento, due taglierine a tamburo.

Il cuore dell’impianto è il deviatore multiplo che consente di sfruttare al massimo le capacità del-l’impianto anche in condizioni di produzione va-riabili. Quando le quattro rotative Cortina entreran-no in funzione, sarà assicurata la libera assegna-zione dei prodotti stampati di ogni uscita della pie-gatrice alle quat-tro linee Ferag. Inoltre è richie-sto, in vista del processo d’inse-rimento on-line alla velocità di 80 000 copie/h, di poter distribuire le produzioni su due linee d’inse-rimento.

Tampone temporaneo e deposito intermedio duraturo

I quattro MultiSertDrum, ciascuno con una stazio-ne MultiDisc e un RollStream munito al momento di due

JetFeeder, consentono la lavora-zione di tre prestampati e inserti

in un’unica passata. Un DiscPool per linea può essere utilizzato come tampone temporaneo e per

il deposito intermedio dei prestam-pati. Il cliente ritiene essenziale di

FERAG ITALIA S.p.A.Via Gallarate 184, 20151 Milano

Tel. 02.38002770 - Fax 02.38006710Sito Internet: www.ferag.com

L’Eco Print Center, appartenente al gruppo belga De Persgroep, a partire dall’estate 2007 produrrà giornali e semicommerciali con un completo sistema Ferag con tecnica d’inserimento e di taglio in rotativa.

Se all’Eco Print Center il sistema Ferag è orientato in prima linea al processo d’inserimento on-line, il DiscPool consente pure il discaccoppiamento temporaneo della rotativa dalla sala

spedizione.

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poter consegnare rapidamente e senza ritardi i giornali durante la produzione notturna. Al contempo si richiede un sistema semplice e di rapida reazione che consenta una manipolazione spedita dei prestampati. Perciò

Il deviatore multiplo permetto lo sfruttamento ottimale delle acapacità anche in condizioni di produzione variabili.

all’Eco Print Center è stata presa in considerazione un’unica soluzione, che pur essendo in prima linea orientata al processo d’inserimento on-line, permettesse pure, con un sistema tampone, il disaccoppia-mento temporaneo della rotativa dalla sala di spedizione.

Utilizzi supplementari per una maggiore creazione di valore

L’Eco Print Center, come filiale al 100% di NV Aurex, appartiene a De Persgroep. Se finora sono state prodotte esclusivamente testate del proprio gruppo, in futuro si utilizzeranno i moderni impianti di produzione di Lokeren per acquisire ordinazioni dal mercato interno ed estero. Wim Maes, direttore tecnico, evidenzia le possibilità che si aprono con la tecnica modulare Ferag. «Il concetto di Ferag ci consente di rispondere alle crescenti esigenze del mercato con prestazioni pro-gressivamente più complete. A tempo debito potremo ampliare i

nostri impianti equipaggiandoli con StreamStitch e con l’incollatrice di cartoline, generando in tal modo ulte-riori possibilità d’utilizzo all’esterno e incrementando ulteriormente la creazione di valore all’interno.»

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Kodak celebra il decimo anniversario della tecnologia termica CTP

Il primo sistema CTP a tecnologia termica è stato venduto da Kodak nel 1996. Questo importante avve-nimento ha dato inizio ad una rapida trasformazione delle tecniche di preparazione della stampa, che ha contribuito a ridurre tempi e costi e a migliorare la qualità del prodotto stampato in tutto il mondo. Nel 2006 si celebra il 10° anniversario della tecnologia termica CTP inventata da Kodak, azienda che continua a mantenere la leadership del settore anche grazie alla continua innovazio-ne delle proprie soluzioni CTP.

L’origine della rivoluzione della tecnologia termica CTP risale alla Drupa 1995, dove Kodak presentò il primo sistema termico CTP, co-stituito dalla lastra termica KODAK DIRECT IMAGE e dal sistema CTP CREO Thermal 3244. Il nuovo sistema era il risultato dell’appassionato lavoro di due inventori, Neil Haley e Dan Gelbart, che ancora oggi lavorano per Kodak.

I beta test della tecnologia termica CTP iniziarono alla fine del 1995; la commercializzazione cominciò a metà del 1996, quando l’esclusivo laser da 10.000 dpi della tecnologia SQUARESPOT consentì di pro-durre lastre con risoluzione da 2.400 dpi. Nei dieci anni successivi la tecnologia si è evoluta, crescendo in velocità e precisione, riducendo l’ingombro fisico delle macchine e diffondendosi non solo tra i centri stampa di grandi dimensioni, ma anche tra quelli medio-piccoli.

“Negli ultimi dieci anni, la tecnologia CTP ha cam-biato i presupposti dell’industria della stampa,” afferma Frank Romano, professore emerito del Rochester In-stitute of Technology, School of Print Media. “Ricordo il giorno del 1995 in cui fu presentato il primo sistema CTP termico. Il pubblico lo accolse con un po’ di scet-ticismo, ma nel giro di pochi anni le cose cambiarono e la tecnologia termica iniziò ad essere considerata la più idonea per ridurre i costi, incrementare la produt-tività e produrre un livello di qualità costante. Oggi

la tecnologia CTP è la colonna portante dell’industria della stampa; ha generato flussi di lavoro che hanno permesso di raggiungere la completa digitalizzazione della prestampa e di creare sistemi totalmente automa-tizzati. Quanti cambiamenti ci sono stati in soli dieci anni, grazie alla tecnologia CTP!”

“L’invenzione della tecnologia termica CTP si inserisce nell’elenco delle grandi innovazioni della

storia di Kodak e costituisce la base della comunicazione grafica attuale,” dichiara Jeff Hayzlett, Chief Marke-ting Officer, Kodak Graphic Com-munications Group. “La tecnologia termica CTP offre ogni giorno valore aggiunto a migliaia di clienti Kodak,

ma è anche un invito alla generazione contemporanea di scienziati e ricerca-

tori Kodak a non dimenticare quello che la capacità di innovazione può fare per i

nostri clienti e per la nostra società.”A partire dall’invenzione della tecnologia termica

CTP, Kodak ha sempre lavorato in stretta collaborazio-ne con i suoi clienti per offrire soluzioni complete di lastre, sistemi CTP e sistemi per il flusso di lavoro. La tecnologia termica CTP di Kodak copre tutti i tipi di applicazioni, dai sistemi CTP KODAK TRENDSET-TER, KODAK MAGNUS 4 e 8 pagine e VLF per la stampa commerciale al sistema CTP termico KODAK TRENDSETTER NEWS per la stampa dei giornali e al sistema CTP flessografico KODAK THERMOFLEX per il packaging. L’innovativo sistema CTP MAGNUS VLF è controllato dalla tecnologia di imaging SQUA-RESPOT di terza generazione, precorrendo il futuro in termini di velocità, stabilità dei processi e fedeltà dell’immagine ed adattandosi perfettamente anche alle applicazioni più complesse, come la retinatura KODAK STACCATO.

Tra le lastre ricordiamo la KODAK ELECTRA, pri-ma lastra termica senza preriscaldamento, la KODAK SWORD, prima lastra termica senza preriscaldamento né termoindurimento, la KODAK THERMALNEWS,

Kodak Polychrome Graphics, a subsidiary of Kodak

Via del Pratignone 38/40 50041 Calenzano (FI)

tel. 800 862180 - fax 800 861281http://www.kodak.com

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prima lastra termica per i quotidiani e la KODAK THERMAL DIRECT, che ralizza concretamente la tecnologia non process. Oltre alle lastre termiche, le lastre digitali Kodak offrono un’ampia scelta di tecnologie a laser viola per la stampa commerciale e dei giornali.

I primi utilizzatori della tecnologia termica CTP ne ricordano gli esordi e i notevoli miglioramenti che questa ha apportato alle loro aziende.

“La tecnologia termica CTP ha migliorato la redditività del processo di stampa,” dichiara Tom Frankowski, Vicepresidente Senior della divisione Manufacturing di Quad/Graphics. “In particolare, ha fornito valore alla nostra azienda incrementando la velocità e la qualità della stampa. Ci ha aiutato poi a ridurre i tempi di lavorazione eliminando i ritardi tipici del procedimento fotomeccanico di prestampa e, fat-tore ancora più importante, ci ha permesso di adottare strumenti e concetti più avanzati come la tecnologia CLC (Closed Loop Color), grazie alla precisione e alla fedeltà di riproduzione. La tecnologia CTP ha anche migliorato i sistemi di controllo del colore di Quad; possiamo quindi sfruttare la nostra piattaforma di stampa sempre al massimo delle sue capacità. Na-turalmente, i vantaggi della tecnologia CTP non sono ancora finiti.”

“La tecnologia termica CTP è senza dubbio uno degli sviluppi più significativi dell’ultima generazione.

Ha cambiato radicalmente - e in meglio - il nostro modo di lavorare,” afferma Laura Gale, che ha supervisionato l’installazione del sistema termico CTP per il beta test presso Rand McNally. Gale è attualmente Vice-presidente di Content Management and Publishing, presso la United Stationers a Des Plaines, Illinois. “La rapidissima penetrazione nel mercato della tecnologia CTP ne dimostra chiaramente l’importanza.”

“A Drupa 1995 mio padre ed io assistemmo alla prima presentazione della tecnologia termica CTP. Si trattava di una svolta decisiva rispetto alle precedenti tecniche di esposizione delle lastre

digitali,” dichiara Eric C. Webber, Presidente e Chief Executive Officer di Cohber Press, un centro stampa da $17 milioni, con sede a Rochester, N.Y. “Dal 1996 al 2000 Cohber ha raddoppiato le sue dimensioni, principalmente grazie allo sviluppo e alla commercializzazione dei sistemi termici CTP che ci hanno consentito di perseguire una nuova e più aggressiva strategia di crescita aziendale.”

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La società giapponese Kobe Shimbun ordina una nuova Goss Newsliner 90 a doppia larghezza

L’azienda editrice giapponese, Kobe Shimbun Co, ha ordinato a Goss Internatio-nal una nuova rotativa Goss® Newsliner® 90 a doppia larghezza, in grado di potenzia-re l’attività produttiva ed aumentare l’uso del colore nella stampa dei quotidiani pub-blicata dalla azienda giapponese. La nuova rotativa sarà installata presso il centro stampa di Kobe, ed entrerà in produzione entro la metà ottobre.

Sachiya Ishii, direttore esecutivo della Kobe Shimbun, commenta: “Conosciamo benissimo la tecnologia Goss e nel nostro centro di produzione di Seishin usiamo una rotativa Goss MetrolinerTM e torri Goss

Newsliner rispettivamente dal 1989 e dal 2000. La facilità di funzionamento e di manuten-zione, unitamente alla nostra dimestichezza con la rotativa, sono stati i fattori principali di cui abbiamo tenuto conto nel decidere il potenziamento.

Un vantaggio molto impor-tante era anche la velocità della nuova rotativa Newsliner, che può

produrre 90mila copie l’ora senza compromettere la qualità di stampa. Grazie alle elevate prestazioni e alla

massima flessibilità della rotativa, potremo offrire ai nostri clienti una maggiore qua-lità del prodotto.”

La nuova Newsliner della Kobe Shimbun andrà ad aggiungersi ad altre sei rotative Goss in fun-zione nello stabilimento di Seishin. Il sistema di stampa includerà due torri a quattro unità sovrapposte, due torri a due unità so-vrapposte, una piegatrice e quattro sbobinatori e potrà stampare 32 pagine con 16 pagine in quadricromia. “La nostra rotativa attuale stampa 75mila copie l’ora, ma la nuova rotativa sarà del 20 per cento più ve-loce,” aggiunge Sachiya Ishii. “Avremo anche l’ul-

Goss InternationalGreenbank Street - Preston

Lancashire PR1 7LA - EnglandTel: +44.1772.257571Fax: +44.1772.885698

[email protected]

La nuova rotativa sarà installata nello stabilimento di Kobe

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teriore vantaggio dell’inchiostrazione digitale Goss DigiRailTM che ci permetterà di sfruttare al massimo i dati preimpostati per ridurre al minimo gli scarti.”

Kobe Shimbun

Fondata nel 1898, la Kobe Shimbun ha la sua sede centrale a Kobe, nel distretto di Hyogo, ad ovest di Osaka. La sua produzione include le edizioni del mattino e della sera della sua testata principale, Kobe Shimbun, con una tiratura complessiva di circa

820mila copie, un quotidiano sportivo con una tiratura di circa 150mila copie e altre testate.

Seiji Kato, Representative Director di Goss International, conclude: “La rotativa Newsliner 90 è stata sviluppata per massima produttività totale, senza andare a scapito della qualità di stampa o della durevolezza. Ogni componente della rotativa è stato progettato per una produzione ad alta velocità, per-mettendo a società editrici come la Kobe Shimbun di ottenere un rapido rendimento dell’investimento in nuove rotative.”

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IDAB WAMAC International ABrappresentante esclusivo per l’Italia:

R.G. srlVia Carducci 26 - 20123 Milano

tel. 02875634 fax 0286453028email: [email protected]

Harmsworth Quays sceglie i sistemi per sala spedizione di Idab Wamac

Harmsworth Quays Printing Limited è una azienda affiliata della Associated Newspapers e stampa The Daily Mail, The Mail on Sunday, Evening Standard e Metro e molte altre testa-te. Il volume previsto della produzione giornaliera del nuovo centro stampa, si aggira intorno al milione di copie al giorno.

La HQP utilizza la tecnologia di stampa flexo che, per la natura stessa del processo, ne-cessita di una maggiore accuratezza nel trattamento

dei prodotti stampati, da parte dei macchinari di confezionamento, a causa delle superfici più secche

e scivolose, rispetto alla stampa offset. Per questo motivo, la HQP, tre anni fa, ha deciso di adottare i sistemi per sala spedizio-ne forniti da Idab Wamac, nel proprio stabilimento di Surrey Quays, vicino Londra. Dal confronto con le soluzioni proposte da

altri fornitori, la scelta è ricaduta ancora una volta sulla tecnologia dei sistemi per sala spedizione di Idab Wamac.

Il Convogliatore a pinze di Idab Wamac utilizza un sistema particolare in grado di prelevare ogni singola copia in modo facile e sicuro a qualsiasi velocità di produzione. Prelevando le copie singolarmente, viene garantito un alto grado di sicurezza e flessibilità in uscita sulle linee di confezionamento, grazie ai siste-mi di sgancio controllati, si ottiene di conseguenza un miglior flusso d’ingresso agli stackers, ottenendo un’alta produttività ed un eccellente qualità dei pacchi.L’ordine relativo alla sala spedizione Idab Wamac consiste in:- 4 sistemi convogliatori per singola copia PCC

903, costituiti da una serie di pinze, ciascuna delle quali preleva le singole copie in modo sicuro ad alta velocità. Le pinze sono ampie e prelevano le copie in modo delicato così da garantire l’alta qualità del colore durante la produzione.

- 12 sistemi per le linee di confezionamento. Ogni sistema consiste in uno Stacker ad alta velocità TS 800, con espulsore rotante, per ottenere una miglior

Harmsworth Quays Printing Limited continua ad espandere la propria attività commerciale con la costruzione di un nuovo centro stampa a Dicot, nei pressi di Oxford. La tecnologia del sistema per sala spedizione sarà fornita da Idab Wamac del gruppo Heidelberger Druckmachinen AG e da Janus Technologies, rappresentante di vendita IIdab Wamac nel Regno Unito.

Mr Martin Hunt, Project Manager, HQL e Mr Paul Moon, Operations Manager, IDAB WAMAC Ltd davanti allo Stacker TS 800.

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qualità dei pacchi, i quali passano successivamente in una macchina, che inserendo sotto gli stessi un’apposita carta da pacchi, li protegge prima di effettuare la legatura.

- 4 sistemi trasportatori che collegano le linee di confezionamento ad un totale di 4 pallettizzatori. Tutti i pacchi sono inviati ai centri di distribuzione sui pallettes.Il centro stampa di Didcot sarà pronto verso la metà

del prossimo anno e la HQL avrà a disposizione uno stabilimento “allo stato dell’arte”, che permetterà di andare incontro alle richieste dei suoi clienti.

John Bird, Managing Director, di HQP, ha dichia-

rato: “La soluzione offerta da Idab Wamac ha ampia-mente dimostrato di poter massimizzare l’intero flusso di produzione della sala spedizione nei nostri centri stampa delle Docklands. Per questo, siamo sicuri che il sistema fornito da Idab Wamac sarà in grado di gestire al meglio le nostre esigenze di produzione anche nel nuovo centro di Didcot”.

U.C. Edberg, managing director di Idab Wamac, ha commentato:.“Siamo orgogliosi di poter soddisfare le precise richieste espresse dall’azienda Harmsworth Quays Printed e, grazie alla collaborazione instaurata con HQP, siamo riusciti a migliorare i nostri sistemi di spedizione”.

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MÜLLER MARTINI S.p.AViale Rimembranze 50

20099 Sesto San Giovanni (MI)tel. 02 262371 - fax 02 2426851

Semplice e veloce: etichettatura in sala spedizione giornali

L’apparecchio per l’etichettatura è flessibile e di piccole dimensioni; può, pertanto, essere collegato ad un trasportatore di giornali a scelta. Si appronta per il funzionamento in breve tempo, e passa fino a 90.000 etichette l’ora dal nastro di supporto ai prodotti princi-pali, o ai prestampati.

Forme e formati dei più differenziati

Si utilizzano etichette autoadesive nei più diversi formati ed, a tal fine, è pos-

sibile selezionare autonomamente la forma esterna dell’adesivo.

Grazie a questa caratteristica di flessibilità, l’im-patto pubblicitario ottenibile con le sole etichette si rivela di maggior portata. L’etichetta diventa elemento

pubblicitario a sé stante, che riesce ad attirare in maniera considerevole l’attenzione del lettore. Messaggi importanti ar-rivano, così, al lettore in

maniera diretta.Le etichette possono essere

staccate dal giornale con faci-lità e senza che si producano strappi. Non restano residui di sostanze adesive sulla carta del giornale.

Facile integrazione in sala spedizione giornali

Questo apparecchio, de-cisamente interessante dal punto di vista economico, può essere integrato con facilità in sala spedizione: necessita di pochissimo spazio e viene collegato e sincronizzato di-rettamente ai trasportatori a pinze. Può essere posizionato sul prelievo da rotativa, sul-le stazioni di alimentazione NewsLiner-A e sui traspor-tatori in uscita di un sistema

Con il nuovo sistema di etichettatura di Müller Martini, le etichette autoadesive possono essere incollate sui quotidiani con un minimo dispendio di tempo e denaro e con la massima garanzia di affidabilità. Si creano in questo modo nuove possibilità in campo pubblicitario, a condizioni economiche interessanti.

Semplice, presto pronto ed affidabile: il nuovo sistema di etichettatura di Müller Martini

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d’inserimento. Secondo necessità può essere inserito o disinserito con un processo sequenziale.

L’alimentazione delle etichette autoadesive avvie-ne mediante un nastro di supporto con piega a zig-zag. Il nastro di supporto stesso viene smaltito in maniera semplice, pulita e continuativa mediante un sistema di taglio integrato. L’uso di etichette autoadesive fa sì che l’apparecchio per l’etichettatura non si sporchi di colla.

Facile gestione

L’operatività del sistema di etichettatura è molto semplice: le produzioni possono essere preparate e

caricate in memoria mediante un menu di gestione con caratteristiche mirate all’operatore. In caso di commesse ripetute, le produzioni precedenti possono essere richiamate facilmente. La correttezza dell’ap-plicazione delle etichette viene garantita dal controllo elettronico. Un cambio di formato si realizza in tre minuti.

Il sistema permette, in questo modo, un minimo dispendio di tempo e denaro per quanto riguarda la preparazione della produzione, l’operatività e la manutenzione. E’ un sistema notevolmente conve-niente, in grado di convincere con i suoi minimi costi di gestione.

Le etichette autoadesive sono multifunzionali e costituiscono un grosso segnale d’attrazione pubblicitaria sui giornali.

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Il Corriere Dello Sport investe nella tecnologia Goss Universal 45 per i suoi impianti italiani

Il Corriere Dello Sport, la nota società editrice di quotidiani sportivi italiani, è in procinto di installare una rotativa Goss Universal 45 nel suo stabilimento di Benevento e potenzierà la capacità colore di quattro rotative Universal già in servizio a Bologna e Monza. L’installazione sarà strutturata in due fasi e verrà portata a termine quest’anno.

Il quotidiano italiano ha scelto una rotativa Uni-versal con albero virtuale, con 530 mm di cut off e una

velocità di stampa di 45.000 copie all’ora, che sarà realizzata con otto torri a quat-tro unità sovrappo-ste, due torri a due unità sovrapposte e 12 incollatori. Gli incollatori saranno

installati a 90 gra-di rispetto alla rotativa per ottimizzare al massimo gli spazi disponibili nello stabilimento di Bene-vento.

Il Corriere Dello Sport ritiene che l’installazione della rotativa Univer-salpotenzierà la capacità di paginazione e di stampa a colori, dando inoltre la flessibilità necessaria per aumentare la tiratura e fare fronte alla crescente do-manda di pubblicità a colori. Per passata esperienza, il Corriere Dello Sport sa anche di avere in Goss International un fornitore di macchinari eccezionali che è in grado di portare a termine questo im-portante progetto entro i tempi stabiliti.

Claudio Minerva, responsabile per la gamma di prodotti Goss per giornali in Italia, spiega: “Il Corriere Dello Sport apprezza il fatto che Goss accompagna i propri clienti attraverso ogni stadio

Goss InternationalGreenbank Street - Preston

Lancashire PR1 7LA - EnglandTel: +44.1772.257571Fax: +44.1772.885698

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La rotativa Goss Universal 45

Una nuova rotativa Universal 45 per lo stabilimento di Benevento. Estensioni a torre e unità aggiuntive per le rotative Universal di Bologna e Monza. Nuove apparecchiature mirate a potenziare la capacità di colore

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del processo, per garantire che ogni particolare, dal-l’architettura della sala stampa fino alla scelta degli impianti periferici, sia conforme alla specificazione e ai tempi stabiliti.”

Il Corriere Dello Sport aggiungerà anche 12 unità di stampa a ciascuna delle quattro rotative Universal 45 shaftless, due a Bologna e due a Monza, di cui dispone già.

L’installazione della nuova rotativa e l’upgrade degli impianti sono un’indicazione della direzione strategica del Corriere Dello Sport verso il poten-

ziamento del colore e della capacità di stampa. A risultato dell’installazione delle rotative Universal rispettivamente sette e cinque anni fa, il Corriere Dello Sport ha ottenuto un’elevata qualità di stampa, accompagnata dall’ottimo servizio fornito dall’orga-nizzazione Goss International.

“Questo progetto,” conclude Claudio Minerva, “riflette bene la versatilità di Goss International nel-l’andare incontro alle esigenze individuali di ogni cliente, non solo attraverso i nuovi macchinari, ma an-che ottimizzando al massimo investimenti passati.”

Lo stabilimento Mediastampa di Bologna, dove le due rotative Universal 45 attualmente installate verranno potenziate per incrementare la capacità di stampa e l’utilizzo del colore.

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Méthode entra in produzione al Secolo XIX e a Radio XIX

Il Secolo XIX, uno dei giornali regionali italiani di maggiore spicco, ha dato il via alla messa in produzione del sistema di pubblicazione multi-canale Méthode di EidosMedia. La fase iniziale del progetto ha visto realizzarsi la messa in opera dell’edizione quotidiana principale, oltre ad un servizio di notizie-flash inviato via SMS a utenti di telefonia mobile che sottoscrivono l’opzione.

La seconda fase vedrà l’aggiunta di sei supplementi regionali con-tenenti notizie e pubblicità locali, seguita dall’integrazione dell’edizione Web, con le annesse attività di blogging e podcasting.

“Si tratta di un’installazione multi-edi-zione,” ha spiegato Paolo Vollono, Principal EidosMedia. “I supplementi regionali saranno prodotti in 6 redazioni remote, ma la pianificazione delle edi-zioni sarà fatta in modo centralizzato con una piena condivisione di contenuti editoriali e di accesso alle fonti informative.”

Oltre ai 120 giornalisti del quotidiano, il sistema Méthode è utilizzato anche dalla redazione della rete radiofonica del Secolo, Radio XIX, lanciata un paio di mesi fa. Méthode fornisce allo staff radiofonico

EidosMedia S.r.l. Viale Legioni Romane, 43

20147 Milanotel. 02-30174.4 Fax: 02-30174.330

[email protected]

l’accesso alle agenzie e ad altre risorse nonché una piattaforma completa per preparare la scaletta dei programmi.

Il nuovo sistema gestisce anche il flusso pub-blicitario, potenziato e migliorato grazie all’uso di Méthode AdFlow, un portale online che fornisce tutti

gli strumenti necessari all’invio, validazione e ricezione dei conte-nuti pubblicitari in formato PDF, una semplice connessione Internet permette alle agenzie di inviare i

materiali pubblicitari e di ricevere immediata notifica della conformità

del file inviato.

“Il sistema Méthode ha portato ad un miglioramento sostanziale in termini di produttività, efficienza e precisione,” ha affermato Fabio Viviani, Direttore IT de Il Secolo XIX. “La completa integra-zione tra il processo pubblicitario e quello editoriale – compresi i contributi dei collaboratori esterni – ci ha consentito di organizzarci meglio e quindi di velociz-zare l’intero processo produttivo. I nostri giornalisti apprezzano in particolare il fatto di poter selezionare le foto per i propri articoli e di avere un’anteprima esatta di come gli articoli saranno impaginati”.

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Innovation for Businesswww.gossinternational.com

…alla base della nostra attività

Innovazione

Leadership tecnologicarisultante in vantaggi unici

Soluzioni innovativemirate a creare vantaggiconcreti per i clienti

Ingegnositàrisultante in prodottid’avanguardia

InnovFPS_Technomedia_IT_9326_v1 26/6/06 13:15 Page 1

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IfraExpo 2006The annual event of the newspaper industry

9 to 12 October 2006Amsterdam, The Netherlands

www.ifraexpo.com