Viaggiando 49

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MENSILE - ANNO VI MARZO 2010 3,90 (Italia) n. 4 9 Tariffa ROC – POSTE ITALIANE SpA – Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n. 46) – Art. 1 C. 1 – DCB Milano VIAGGIANDO.TV SPECIALE NOZZE All’interno ITALIA IN TASCA 16 miniguide della Puglia MIAMI Una città un po’ pazza dove vivere come i Vip SLOW TRAVEL Scorazzandoper la Svizzera su un treno rosso NORMANDIA Vita di mare, tradizioni e gastronomia Doc CILE Paesaggi incredibili tra geyser e deserti

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Viaggiando numero 49 - marzo 2010

Transcript of Viaggiando 49

Page 1: Viaggiando 49

MENSILE - aNNo VIMaRZo 20103,90 (Italia) n. 49

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SPECIALE NOZZE

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della Puglia

MIAMIUna città un po’ pazza dove vivere come i VipSLOw trAVELScorazzandoper la Svizzera su un treno rosso

NOrMANDIAVita di mare, tradizioni e gastronomia Doc

CILEPaesaggi incredibili tra geyser e deserti

Page 2: Viaggiando 49

Cambiano le tendenze, cambia il modo di comunicare e spo-

starsi. Cambiano le forme ma rimane l’essenza o come dice

lo scrittore “la sua nostalgia”. Ed è quella che ci fa muovere

a ritroso, a cercare nei mutamenti il senso antico dei nostri

aneliti. È questo che accade ogni volta che ci si sente stretti

e si ha voglia di varcare i confini. Del proprio Paese, del pro-

prio mondo. Come è accaduto al nostro esperto in questo

numero. Un viaggio in Africa e una folgorazione.... ha capito

che non poteva più farne a meno. Ed è quello che accade

a tanti italiani che incontriamo in giro per il mondo, a chi

ama aprire la dispensa e trovarci dentro un pacco di riso

giapponese, il tè thailandese, una lattina di birra africana,

il barattolo di spezie o il burro spray comprato in America. E

allora ben venga il turismo senza più accezioni svilenti. Ben

vengano anche i viaggi organizzati, perché a volte insegna-

no molto di più dei viaggi fai da te. Se non altro quanto sia

difficile a volte condividere i propri sogni. Soprattutto se si

hanno solo 10 giorni per viverli appieno. In questo numero

abbiamo scelto per voi una bella manciata di questi da vive-

re da soli, con gli amici o in coppia. Specialmente se avete

intenzione di pronunciare il fatidico Sì. E ancora, voglio se-

gnalarvi il nostro Speciale Regioni. Dopo il Piemonte tocca

alla bella Puglia con ben 16 miniguide de l’Italia in tasca, da

staccare e conservare. Mese dopo mese porteremo a casa

vostra informazioni e curiosità sul nostro meraviglioso e

caro stivale... Buona lettura!

Tutto cambia...“Il turismo ha ucciso il viaggio come involucro, non come anima e ne ha accresciuto la nostalgia”

Stefano Malatesta, Il cammello battriano

Patrizia Bertolotti

«Anche chi ha un piccolo reddito

merita una grande vacanza». Con

questo slogan si chiude lo spot che

viene trasmesso da mesi sulle reti Rai,

voluto dal Ministero del Turismo per

pubblicizzare la nuova opportunità che

lo Stato offre, con uno stanziamento di

fondi pari a 5 milioni di euro, ai cittadini

meno abbienti per riuscire comunque

ad assicurarsi il meritato riposo in

una località di villeggiatura. Si tratta

dei buoni vacanze, simili per aspetto

e funzionamento ai buoni pasto, che

si presentano in due tagli, da 5 e da 20

euro, e dal 20 gennaio scorso possono

essere richiesti da tutti gli aventi diritto.

L’ammontare che viene corrisposto

varia a seconda del reddito e del numero

di componenti del nucleo familiare e

può coprire dal 20 al 45 per cento della

spesa effettuata. I buoni possono

circolare esclusivamente in Italia e

sono utilizzabili solo fuori del proprio

comune di residenza entro il 30 giugno

2010. La procedura di prenotazione dei

tagliandi va avviata online attraverso la

compilazione dell’apposito modulo sul

sito buonivacanze.it. Secondo il ministro

Brambilla: «Grazie ai buoni vacanze

stimoleremo un giro d’affari che si

aggira intorno ai 170 milioni di euro per

le sole strutture ricettive».

PRIMO PIANOi buoni vacanze per risollevare il turismo in italia

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eDitoriale | viaggiando.tv

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GRANDI ITINERARI

30. Miami sulla spiaggia con i VipUna città un po’ pazza dove tutto è portato all’eccesso,

all’insegna del divertimento senza limiti

70. Bernina sul tetto d’EuropaUna ferrovia che ha fatto la storia, dichiarata nel 2008

Patrimonio dell’umanità dall’Unesco

40. Cile l’incanto del Norte GrandeLe meraviglie naturali della parte settentrionale

del Paese andino tra vulcani e laghi, geyser e deserti

76. Normandia mare, formaggi e sidro Una terra dove le tradizioni si legano al mare in un

connubio fatto di gastronomia e convivialità

50. Tamil Nadu verso l’albaUn lungo percorso in treno porta da Chennai

a Kanyakumari, in India, per vedere il sorgere del sole

86. Speciale NozzeAvete deciso di dire di Sì? Eccovi allora qualche

suggerimento per affrontare i preparativi in pieno relax

56. Windhoek dove i sogni rinasconoCarattere europeo e fascino africano nella giovane

capitale della Namibia. Un mix esplosivo e frizzante!

Speciale PugliaGira la rivista...

4 | VIAGGIANDO

SOMMARIO | MARZO 2010 | NUMERO 49

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MENSILE � ANNO VIMARZO 20103,90 n. 49

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SPECIALE NOZZE

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ITALIA

IN TASCA

16 m

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della Puglia

MIAMIUna città un po’ pazza dove vivere come i Vip NORMANDIAVita di mare, tradizioni e gastronomia Doc

WINDHOEKLa giovane capitale della Namibia si racconta...

CILEPaesaggi incredibili tra geyser e deserti

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26. V.I.P. Josefa IdemIl mondo visto dagli occhi dei

personaggi dell’arte e dello sport

8. NewsNotizie dal mondo

10. CuriositàFatti strani ma incredibilmente veri!

12. GiramondoNotte da in... cubo a Rotterdam!

14. Agenda & eventiArte, musica, cinema, folclore, fiere.

Idee e occasioni per viaggiare

112. Weekend EuropaTre giorni nelle più belle città d’Europa

116. Tendenze BenessereViaggi all’insegna del piacere nelle

più belle Spa d’Italia e del mondo

118. Libri & recensioniDa mettere in valigia per viaggiare

anche con la mente

114. Tendenze ViaggiNatura, avventura, storia,

archeologia, gusto, sport,

108. Weekend ItaliaUn itinerario nel Piceno tra dolci

colline e spiagge di sabbia fine

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SOMMARIO | MARZO 2010 | NUMERO 49

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Page 6: Viaggiando 49

MIAMIsulla spiaggia con i Vip

Una città sorprendente e un po’ pazza dove tutto è portato all’eccesso, all’insegna del divertimento senza limiti

testo di Luca Bergamin - foto di Giovanni Rivolta

REPORTAGE | AMERICA DEL NORD | MIAMI

30 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 31

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MIAMIsulla spiaggia con i Vip

Una città sorprendente e un po’ pazza dove tutto è portato all’eccesso, all’insegna del divertimento senza limiti

testo di Luca Bergamin - foto di Giovanni Rivolta

REPORTAGE | AMERICA DEL NORD | MIAMI

30 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 31

Page 8: Viaggiando 49

Le meraviglie naturali della parte settentrionale del Paese andino tra vulcani e laghi, geyser e deserti a oltre 4.000 metri

testo e foto di Vittorio Giannella

L’incanto del Norte GrandeCILE

REPORTAGE | AMERICA DEL SUD | CILE

Page 9: Viaggiando 49

Le meraviglie naturali della parte settentrionale del Paese andino tra vulcani e laghi, geyser e deserti a oltre 4.000 metri

testo e foto di Vittorio Giannella

L’incanto del Norte GrandeCILE

REPORTAGE | AMERICA DEL SUD | CILE

Page 10: Viaggiando 49

Alla stazione di Egmore a Chennai, città dell’In-

dia del sud un tempo nota come Madras, nello

Stato del Tamil Nadu, sembra che nessuno sap-

pia come arrivare a Tiruvannamalai. Mettersi

in coda per acquistare un biglietto è un’ardua

impresa: gli indiani non amano fare la fila e

gli spintoni sono all’ordine del giorno. Se ci si

distrae solo un attimo, per osservare la grazia

con cui alcune donne con i loro sari colorati

trasportano grandi borse, ecco subito che qual-

cuno ti passa davanti. Qui vince la legge del più

furbo e l’unico modo per cavarsela è imparare

a muoversi come i locali. Così, una volta giunti

alla cassa, si scopre che è necessario prendere

il Puducherry Express diretto a Villupuram Jun-

ction, a un costo di 45 rupie, e poi salire su un

autobus. È presto e la luce non ha ancora illumi-

nato il cielo, sul treno donne e uomini si acco-

modano su vagoni separati. La carrozza è vuota,

c’è solo una ragazza intenta a leggere un libro,

ma quando il fischio annuncia la partenza tutti

i sedili sono occupati: non esistono scomparti-

menti riservati, ogni spazio è aperto, persino le

porte per scendere e salire. Il posto migliore è

quello accanto al finestrino, da qui sembra che

il treno segua il movimento del sorgere del sole.

A ogni stazione venditori ambulanti fanno il

loro ingresso sul vagone per vendere samosa,

fagottini ripieni con patate, cavolfiori e un mix

di spezie, chai, il tè locale, acqua contenuta in

minuscole confezioni di plastica quadrate, brac-

ciali e orecchini. Sembra di essere in un grande

mercato mobile: c’è chi vuole guardare la mer-

ce offerta, chi non ha ancora fatto colazione e

chiede il prezzo di un fagottino, chi, invece, si

consulta con il vicino sulla qualità dei prodotti,

mentre c’è chi ama la tranquillità e continua a

guardare fuori nell’attesa che il treno riprenda

il suo percorso. È impossibile rimanere indif-

ferenti a tutto ciò, gli indiani amano parlare e

ti coinvolgono in discorsi con mille domande

per soddisfare la loro curiosità sull’Europa e

sull’Italia. La complicità e la confidenza che si

instaurano con il vicino è immediata, non esiste

preoccupazione di offendere o di essere troppo

invadente, si va nella stessa direzione, quindi

tanto vale essere solidali e accettare l’offerta di

un bicchiere di tè da parte di una signora. Be-

vendolo ti senti al sicuro e ogni sorso allontana

la sensazione di solitudine.

Dopo tre ore Di treno e un’ora di autobus, fi-

nalmente si arriva a tiruvannamalai. Sarà per

la presenza del monte Arunachala, che con

la sua imponenza domina l’intero villaggio, o

per il Sri Ramana Maharishi Ashram, luogo de-

Tamil Nadu verso l’albaUn lungo percorso in treno porta da Chennai a Kanyakumari, per vedere il sorgere del sole. Tutto sotto la protezione di Shiva

testo e foto di Anna Volpicelli

dicato alla meditazione, ma qui ogni angolo è

intriso di spiritualità. Il villaggio è uno dei più

importanti centri dedicati a Shiva di tutta l’In-

dia, dove la divinità si manifesta sotto forma

di fuoco. Camminando per la lunga strada che

conduce all’Arunachaleswara temple, ci trovia-

mo al cospetto di una cerimonia religiosa. Carri

che trasportano statue di divinità indù e una

grande folla circondano un cumulo di legna che

brucia. I partecipanti raccontano che si tratta di

un rito di ringraziamento nei confronti di Shiva

che, con il suo potere, porta la luce nell’oscurità

e scaccia il male. È una manifestazione molto

sentita fra gli abitanti: donne, uomini, anziani

e bambini sono tutti coinvolti e assistono con

estrema devozione, anche se i più piccoli non

perdono occasione per correre e scherzare. Il

sadhu, il saggio indù, con indosso un doti, l’abi-

to tradizionale color arancione sporco di cene-

re, si preoccupa che nessuno si bruci e indica di

volta in volta chi deve aggiungere legna al fuo-

co o sistemarla. I grandi gopuram bianchi, torri

monolitiche, delineano il contorno del tempio

poco distante. Alla sinistra dell’ingresso prin-

cipale, un elefante appoggia la proboscide sul

capo di una donna in una sorta di benedizione.

Prima di entrare bisogna togliersi le scarpe, qui

si cammina a piedi nudi. Bramini, venditori di

fiori, bancarelle di souvenir e numerosi pellegri-

ni animano l’atmosfera del tempio. Per trovare

un po’ di quiete bisogna uscire e prendere il

sentiero che dall’ashram conduce a due picco-

li monasteri arroccati sul monte Arunachala. Il

primo che si incontra è Virupaksha, un gioiello

di quiete dove vige la regola del silenzio. In una

stanza, indiani e occidentali meditano davanti

all’immagine di Sri Ramana Maharishi, mistico

indiano, uno dei più celebri saggi del subconti-

nente che visse la sua vita ai piedi della mon-

tagna. Un attimo di raccoglimento e poi via per

Skandasramana, altro luogo sacro. Uno swami

è il custode di questo tempio: una figura sotti-

le e gracile con i capelli rasati dall’aria molto

serena, che ha il compito di far rispettare le

regole e di prendersi cura di ogni dettaglio che

riguarda il monastero. Dopo un illuminante

colloquio con il sant’uomo sul messaggio di

Maharishi, vale la pena di prendersi una pau-

sa e riflettere seduti su una panchina ai piedi

di un albero. Da qui si gode una meravigliosa

vista dell’intero villaggio e se ci si gira indietro,

la cima del monte sacro sembra molto vicina,

ma è solo apparenza. Per raggiungere la vetta

è necessario percorrere quattro ore e mezzo

di cammino. Chi non si lascia spaventare dalla

fatica e non vuole perdere il fascino spirituale

REPORTAGE | ASIA | INDIA

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Alla stazione di Egmore a Chennai, città dell’In-

dia del sud un tempo nota come Madras, nello

Stato del Tamil Nadu, sembra che nessuno sap-

pia come arrivare a Tiruvannamalai. Mettersi

in coda per acquistare un biglietto è un’ardua

impresa: gli indiani non amano fare la fila e

gli spintoni sono all’ordine del giorno. Se ci si

distrae solo un attimo, per osservare la grazia

con cui alcune donne con i loro sari colorati

trasportano grandi borse, ecco subito che qual-

cuno ti passa davanti. Qui vince la legge del più

furbo e l’unico modo per cavarsela è imparare

a muoversi come i locali. Così, una volta giunti

alla cassa, si scopre che è necessario prendere

il Puducherry Express diretto a Villupuram Jun-

ction, a un costo di 45 rupie, e poi salire su un

autobus. È presto e la luce non ha ancora illumi-

nato il cielo, sul treno donne e uomini si acco-

modano su vagoni separati. La carrozza è vuota,

c’è solo una ragazza intenta a leggere un libro,

ma quando il fischio annuncia la partenza tutti

i sedili sono occupati: non esistono scomparti-

menti riservati, ogni spazio è aperto, persino le

porte per scendere e salire. Il posto migliore è

quello accanto al finestrino, da qui sembra che

il treno segua il movimento del sorgere del sole.

A ogni stazione venditori ambulanti fanno il

loro ingresso sul vagone per vendere samosa,

fagottini ripieni con patate, cavolfiori e un mix

di spezie, chai, il tè locale, acqua contenuta in

minuscole confezioni di plastica quadrate, brac-

ciali e orecchini. Sembra di essere in un grande

mercato mobile: c’è chi vuole guardare la mer-

ce offerta, chi non ha ancora fatto colazione e

chiede il prezzo di un fagottino, chi, invece, si

consulta con il vicino sulla qualità dei prodotti,

mentre c’è chi ama la tranquillità e continua a

guardare fuori nell’attesa che il treno riprenda

il suo percorso. È impossibile rimanere indif-

ferenti a tutto ciò, gli indiani amano parlare e

ti coinvolgono in discorsi con mille domande

per soddisfare la loro curiosità sull’Europa e

sull’Italia. La complicità e la confidenza che si

instaurano con il vicino è immediata, non esiste

preoccupazione di offendere o di essere troppo

invadente, si va nella stessa direzione, quindi

tanto vale essere solidali e accettare l’offerta di

un bicchiere di tè da parte di una signora. Be-

vendolo ti senti al sicuro e ogni sorso allontana

la sensazione di solitudine.

Dopo tre ore Di treno e un’ora di autobus, fi-

nalmente si arriva a tiruvannamalai. Sarà per

la presenza del monte Arunachala, che con

la sua imponenza domina l’intero villaggio, o

per il Sri Ramana Maharishi Ashram, luogo de-

Tamil Nadu verso l’albaUn lungo percorso in treno porta da Chennai a Kanyakumari, per vedere il sorgere del sole. Tutto sotto la protezione di Shiva

testo e foto di Anna Volpicelli

dicato alla meditazione, ma qui ogni angolo è

intriso di spiritualità. Il villaggio è uno dei più

importanti centri dedicati a Shiva di tutta l’In-

dia, dove la divinità si manifesta sotto forma

di fuoco. Camminando per la lunga strada che

conduce all’Arunachaleswara temple, ci trovia-

mo al cospetto di una cerimonia religiosa. Carri

che trasportano statue di divinità indù e una

grande folla circondano un cumulo di legna che

brucia. I partecipanti raccontano che si tratta di

un rito di ringraziamento nei confronti di Shiva

che, con il suo potere, porta la luce nell’oscurità

e scaccia il male. È una manifestazione molto

sentita fra gli abitanti: donne, uomini, anziani

e bambini sono tutti coinvolti e assistono con

estrema devozione, anche se i più piccoli non

perdono occasione per correre e scherzare. Il

sadhu, il saggio indù, con indosso un doti, l’abi-

to tradizionale color arancione sporco di cene-

re, si preoccupa che nessuno si bruci e indica di

volta in volta chi deve aggiungere legna al fuo-

co o sistemarla. I grandi gopuram bianchi, torri

monolitiche, delineano il contorno del tempio

poco distante. Alla sinistra dell’ingresso prin-

cipale, un elefante appoggia la proboscide sul

capo di una donna in una sorta di benedizione.

Prima di entrare bisogna togliersi le scarpe, qui

si cammina a piedi nudi. Bramini, venditori di

fiori, bancarelle di souvenir e numerosi pellegri-

ni animano l’atmosfera del tempio. Per trovare

un po’ di quiete bisogna uscire e prendere il

sentiero che dall’ashram conduce a due picco-

li monasteri arroccati sul monte Arunachala. Il

primo che si incontra è Virupaksha, un gioiello

di quiete dove vige la regola del silenzio. In una

stanza, indiani e occidentali meditano davanti

all’immagine di Sri Ramana Maharishi, mistico

indiano, uno dei più celebri saggi del subconti-

nente che visse la sua vita ai piedi della mon-

tagna. Un attimo di raccoglimento e poi via per

Skandasramana, altro luogo sacro. Uno swami

è il custode di questo tempio: una figura sotti-

le e gracile con i capelli rasati dall’aria molto

serena, che ha il compito di far rispettare le

regole e di prendersi cura di ogni dettaglio che

riguarda il monastero. Dopo un illuminante

colloquio con il sant’uomo sul messaggio di

Maharishi, vale la pena di prendersi una pau-

sa e riflettere seduti su una panchina ai piedi

di un albero. Da qui si gode una meravigliosa

vista dell’intero villaggio e se ci si gira indietro,

la cima del monte sacro sembra molto vicina,

ma è solo apparenza. Per raggiungere la vetta

è necessario percorrere quattro ore e mezzo

di cammino. Chi non si lascia spaventare dalla

fatica e non vuole perdere il fascino spirituale

REPORTAGE | ASIA | INDIA

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Page 12: Viaggiando 49

Windhoek dove i sogni rinascono

Carattere europeo e fascino africano, questa giovane capitale ha saputo miscelare le due culture trasformandole in una nuova forza. Quella di un’Africa che sa brillare di luce propria testo di Patrizia Bertolotti - foto di Francesco Garufi

REPORTAGE | AFRICA | NAMIBIA

Page 13: Viaggiando 49

Windhoek dove i sogni rinascono

Carattere europeo e fascino africano, questa giovane capitale ha saputo miscelare le due culture trasformandole in una nuova forza. Quella di un’Africa che sa brillare di luce propria testo di Patrizia Bertolotti - foto di Francesco Garufi

REPORTAGE | AFRICA | NAMIBIA

Page 14: Viaggiando 49

Bernina cent’anni sul tetto d’Europa

Una ferrovia che ha fatto la storia, dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un modo romantico per valicare le Alpi alla scoperta del cantone dei Grigioni

testo di Alberto Caspani

Un incantesimo, forse un sortilegio della misteriosa fata delle

nevi, che le locali leggende vogliono celata fra Chapütschöl

e Munt Pers. Non si spiegherebbe altrimenti il perché di un

paesaggio simile, improvvisamente capace di farsi cristallo

puro, né il sinistro nome delle montagne, Diavolezza. Alle

porte di St. Moritz, il leggendario trenino rosso del Bernina

invita ad affondare lo sguardo in cerca d’appigli. Fuori dal

finestrino, neanche un granello di polvere, nessuna orma

umana osa calcare il bianco manto che tutto inghiotte.

Alzando gli occhi, il blu del cielo è così intenso da apparire

semplicemente inscalfibile, quasi si fosse stati catturati in

una di quelle sfere magiche ove basta il capriccio di un bim-

bo per scatenare una bufera, o il sussurro di una madre per

assopire l’ineluttabilità del fato. Viaggiare sui vagoni pano-

ramici del Kleine Rote risveglia meraviglie d’altri tempi, di

un’età remota e fantastica, in cui il sogno sapeva scatenare

da un momento all’altro l’esuberanza poetica della realtà,

spingendo a scavalcare gli ostacoli più arditi sino al rag-

giungimento dei luoghi dell’impossibile.

A cent’Anni eSAtti dalla scommessa di un manipolo d’ar-

diti ingegneri svizzeri, la magia è ancora intatta. Fra tirano

e St. Moritz si snoda, infatti, uno dei tratti ferroviari più sce-

nografici al mondo, che nel 2008 è stato incluso, non a caso,

nel Patrimonio Unesco, comprendendo anche l’estensione

sino a thusis. Per 122 chilometri si alternano riserve natura-

li, città storiche e amene località di folclore elvetico, e se 55

gallerie o 165 ponti non sono sufficienti per mozzare il fiato,

di fronte alla tecnica di risalita “elicoidale” del leggendario

trenino rosso non resta che inchinarsi al prodigio: la sinuo-

sità della ferrovia nei pressi di Brusio, a scartamento ridot-

to e in assenza di cremagliera, è potenza allo stato puro. Fa

venire i brividi toccare quota 2.253 metri stando comoda-

mente seduti in una carrozza panoramica. Sono emozioni

che, nel migliore dei casi, si provano una sola volta nella

vita e fanno battere il cuore come al primo bacio. Eppure, la

Ferrovia Retica ha saputo trasformare questa conquista ti-

tanica in una favola giornaliera dalle immancabili tinte go-

tiche. I bimbi trepidano, con gli occhi sgranati sui boschi, gli

REPORTAGE | EUROPA | SVIZZERA

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Page 15: Viaggiando 49

Bernina cent’anni sul tetto d’Europa

Una ferrovia che ha fatto la storia, dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un modo romantico per valicare le Alpi alla scoperta del cantone dei Grigioni

testo di Alberto Caspani

Un incantesimo, forse un sortilegio della misteriosa fata delle

nevi, che le locali leggende vogliono celata fra Chapütschöl

e Munt Pers. Non si spiegherebbe altrimenti il perché di un

paesaggio simile, improvvisamente capace di farsi cristallo

puro, né il sinistro nome delle montagne, Diavolezza. Alle

porte di St. Moritz, il leggendario trenino rosso del Bernina

invita ad affondare lo sguardo in cerca d’appigli. Fuori dal

finestrino, neanche un granello di polvere, nessuna orma

umana osa calcare il bianco manto che tutto inghiotte.

Alzando gli occhi, il blu del cielo è così intenso da apparire

semplicemente inscalfibile, quasi si fosse stati catturati in

una di quelle sfere magiche ove basta il capriccio di un bim-

bo per scatenare una bufera, o il sussurro di una madre per

assopire l’ineluttabilità del fato. Viaggiare sui vagoni pano-

ramici del Kleine Rote risveglia meraviglie d’altri tempi, di

un’età remota e fantastica, in cui il sogno sapeva scatenare

da un momento all’altro l’esuberanza poetica della realtà,

spingendo a scavalcare gli ostacoli più arditi sino al rag-

giungimento dei luoghi dell’impossibile.

A cent’Anni eSAtti dalla scommessa di un manipolo d’ar-

diti ingegneri svizzeri, la magia è ancora intatta. Fra tirano

e St. Moritz si snoda, infatti, uno dei tratti ferroviari più sce-

nografici al mondo, che nel 2008 è stato incluso, non a caso,

nel Patrimonio Unesco, comprendendo anche l’estensione

sino a thusis. Per 122 chilometri si alternano riserve natura-

li, città storiche e amene località di folclore elvetico, e se 55

gallerie o 165 ponti non sono sufficienti per mozzare il fiato,

di fronte alla tecnica di risalita “elicoidale” del leggendario

trenino rosso non resta che inchinarsi al prodigio: la sinuo-

sità della ferrovia nei pressi di Brusio, a scartamento ridot-

to e in assenza di cremagliera, è potenza allo stato puro. Fa

venire i brividi toccare quota 2.253 metri stando comoda-

mente seduti in una carrozza panoramica. Sono emozioni

che, nel migliore dei casi, si provano una sola volta nella

vita e fanno battere il cuore come al primo bacio. Eppure, la

Ferrovia Retica ha saputo trasformare questa conquista ti-

tanica in una favola giornaliera dalle immancabili tinte go-

tiche. I bimbi trepidano, con gli occhi sgranati sui boschi, gli

REPORTAGE | EUROPA | SVIZZERA

70 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 71

Page 16: Viaggiando 49

La strada è molto ripida, ho decisamente sottovalutato la

cosa. Sono molto accaldato, sebbene il sole basso del lun-

go tramonto sull’Atlantico e una lieve brezza rinfreschino

l’aria. Il cuore batte forte e non ho più fiato. Il pesante zai-

no che porto sulle spalle non facilita certo la situazione.

Ma non mi importa, tolgo la vareuse, la casacca tipica dei

marinai bretoni e normanni, e proseguo lentamente lungo

il cammino chiamato La sente aux matelots. La mia meta

è la cappella di Notre Dame du Salut, ripercorro le trac-

ce di una tradizione che si perpetua da secoli, quella di

chiedere la protezione prima di andare per mare e di rin-

graziare per essere tornati sani e salvi a casa dopo mesi

di navigazione. Sì, perché il mare qui dà lavoro, ma molto

spesso inghiotte i più sfortunati. I marinai di Fécamp lo

sanno bene, moltissime sono le storie di naufragi e pochi

sono ancora vivi per poterle raccontare. La mia “scalata”

non è dovuta a un atto di fede, ma soltanto al piacere di

scavare in una cultura a me cara. Amo il mare e gli dedico

gran parte della mia vita, e questo mi è sembrato un modo

splendido per rendere omaggio a chi il mare lo vive ancor

più di me. Notre Dame du Salut si trova sulla cima della

falesia che sovrasta Fécamp, nota come Cap Fagnet più o

meno dall’anno Mille. Da qui si gode uno dei tramonti più

belli che la verde Normandia ha da offrire. Arrivato in cima

mi avvicino al cantastorie, al suo fianco una folla di perso-

ne che ascolta storie di navi, di marinai, di tempeste e di

onde enormi in religioso silenzio. I bambini sono incantati,

e anche il bimbo che è in me resta lì, a bocca aperta, ad am-

Normandiatra marinai, formaggio e sidro

Una terra dove le tradizioni si legano al mare in un indissolubile connubio fatto di gastronomia e convivialità

testo e foto di Peppe D’Urso

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REPORTAGE | EUROPA | FRANCIA

Page 17: Viaggiando 49

La strada è molto ripida, ho decisamente sottovalutato la

cosa. Sono molto accaldato, sebbene il sole basso del lun-

go tramonto sull’Atlantico e una lieve brezza rinfreschino

l’aria. Il cuore batte forte e non ho più fiato. Il pesante zai-

no che porto sulle spalle non facilita certo la situazione.

Ma non mi importa, tolgo la vareuse, la casacca tipica dei

marinai bretoni e normanni, e proseguo lentamente lungo

il cammino chiamato La sente aux matelots. La mia meta

è la cappella di Notre Dame du Salut, ripercorro le trac-

ce di una tradizione che si perpetua da secoli, quella di

chiedere la protezione prima di andare per mare e di rin-

graziare per essere tornati sani e salvi a casa dopo mesi

di navigazione. Sì, perché il mare qui dà lavoro, ma molto

spesso inghiotte i più sfortunati. I marinai di Fécamp lo

sanno bene, moltissime sono le storie di naufragi e pochi

sono ancora vivi per poterle raccontare. La mia “scalata”

non è dovuta a un atto di fede, ma soltanto al piacere di

scavare in una cultura a me cara. Amo il mare e gli dedico

gran parte della mia vita, e questo mi è sembrato un modo

splendido per rendere omaggio a chi il mare lo vive ancor

più di me. Notre Dame du Salut si trova sulla cima della

falesia che sovrasta Fécamp, nota come Cap Fagnet più o

meno dall’anno Mille. Da qui si gode uno dei tramonti più

belli che la verde Normandia ha da offrire. Arrivato in cima

mi avvicino al cantastorie, al suo fianco una folla di perso-

ne che ascolta storie di navi, di marinai, di tempeste e di

onde enormi in religioso silenzio. I bambini sono incantati,

e anche il bimbo che è in me resta lì, a bocca aperta, ad am-

Normandiatra marinai, formaggio e sidro

Una terra dove le tradizioni si legano al mare in un indissolubile connubio fatto di gastronomia e convivialità

testo e foto di Peppe D’Urso

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REPORTAGE | EUROPA | FRANCIA

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MatrimoniDA FAVOLA

I luoghi più magici e di charme dove coronare il proprio sogno d’amore. Le nuove tendenze e tante idee per rendere indimenticabile il giorno del Sì

86 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 87

SPECIALE | NOZZE

Page 19: Viaggiando 49

MatrimoniDA FAVOLA

I luoghi più magici e di charme dove coronare il proprio sogno d’amore. Le nuove tendenze e tante idee per rendere indimenticabile il giorno del Sì

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PUGLIA d’amare

All’in

tern

o

ITALIA

IN TASCA

16 m

inig

uide

della Puglia

SPECIALE REGIONI