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ISSN 1974-7152 Agenzia Giornalistica Italia Agfa-Gevaert Ansa Atex Barenschee Denex Systems Technology Didelme Sistemi EidosMedia Elettra Ferag Italia Fujifilm GMDE Goss International Interstrap Kodak Manroland Mima films Napp Systems Océ R.G. Recmi Segbert Sinedita Sitma SMB SchwedeMaschinenbau Sun Chemical Group Technotrans Telpress Tera Teufelberger TM News Tolerans Visita il nostro sito Internet: http://www.ediland.it Filo diretto Le aziende informano Numero 70 - Settembre 2011 Speciale WAN-IFRA Italia 2011 Produrre di più riducendo i costi, nuovi prodotti per i “nativi digitali” del XXI secolo, integrazione tra pubbli- cità tradizionale e multimediale: questi i temi della XIV Conferenza Internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa quotidiana italiana (Firenze, 9 e 10 giugno). a pagina 3 Stampa quotidiani in digitale alla Stroma (UK) Il più antico centro stampa digitale per quotidiani del mon- do investe su tecnologie Inkjet full color e su alleanze stra- tegiche con partner innovativi dell’industria editoriale, con un occhio al consolidamento del proprio business ed un al- tro alle Olimpiadi 2012 di Londra. a pagina 24 Il rinnovamento parte dagli USA Gli editori americani hanno sviluppato una nuova visione del business. Redazioni integrate, universal desk, paywall, nuovi sistemi redazionali e marketing sui social network sono gli strumenti per tornare a crescere nel mercato della comuni- cazione dopo la grande crisi del 2008-2009. a pagina 30 Nuovo AD per Atex Italia Federico Marturano, dopo le esperienze al vertice dell’Unio- ne Editoriale Spa e del ramo “digital” di Poligrafici Edito- riale, salta la barricata e da “cliente” diventa “fornitore”, in un momento di forti cambiamenti nell’area delle tecno- logie per la prestampa. a pagina 34 Quanto costa la “non qualità”? Il TecnoMeeting organizzato da Asig il 10 maggio scorso e dedicato a “Procedure, controlli e manutenzione in rappor- to ai costi di produzione”, è stata l’occasione per analizzare le “best practices” italiane per abbattere i costi industriali della “non qualità”. a pagina 36 Al via il 10° Color Quality Club di WAN-IFRA Il riconoscimento più prestigioso a livello mondiale che pre- mia la qualità di stampa a colori dei giornali si svolge ormai dal 1994, con l’obiettivo di promuovere nei giornali quoti- diani la cultura della qualità. a pagina 41 Il controllo del colore in stampa (parte II) Sul numero scorso abbiamo visto come effettuare il control- lo attraverso uno spettrofotometro ed un software di analisi sviluppato dal centro internazionale di ricerche di SunChe- mical; in questa seconda parte scopriamo come leggere e interpretare i dati elaborati dal software. a pagina 43 Le Rubriche Periodico mensile. Anno XVIII n. 70 - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma - Reg. Trib. Roma n. 21 del 27-01-2010 - Iscrizione ROC n. 4753 Filo diretto............................................................................................................... da pagina 47 TecnoMedia Periodico della ASIG - Associazione Stampatori Italiana Giornali - Tecnologie, Prodotti & Mercati editoriali

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Periodico dell'ASIG, Associazione Stampatori Italiana Giornali

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ISSN 1974-7152

Agenzia Giornalistica Italia

Agfa-Gevaert

Ansa

Atex

Barenschee

Denex Systems Technology

Didelme Sistemi

EidosMedia

Elettra

Ferag Italia

Fujifilm

GMDE

Goss International

Interstrap

Kodak

Manroland

Mima films

Napp Systems

Océ

R.G.

Recmi

Segbert

Sinedita

Sitma

SMB SchwedeMaschinenbau

Sun Chemical Group

Technotrans

Telpress

Tera

Teufelberger

TM News

Tolerans

Visita il nostro sito Internet:http://www.ediland.it

Filo direttoLe aziende informano

Numero 70 - Settembre 2011

Speciale WAN-IFRA Italia 2011Produrre di più riducendo i costi, nuovi prodotti per i “nativi digitali” del XXI secolo, integrazione tra pubbli-cità tradizionale e multimediale: questi i temi della XIV Conferenza Internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa quotidiana italiana (Firenze, 9 e 10 giugno).

a pagina 3

Stampa quotidiani in digitale alla Stroma (UK) Il più antico centro stampa digitale per quotidiani del mon-do investe su tecnologie Inkjet full color e su alleanze stra-tegiche con partner innovativi dell’industria editoriale, con un occhio al consolidamento del proprio business ed un al-tro alle Olimpiadi 2012 di Londra. a pagina 24

Il rinnovamento parte dagli USA Gli editori americani hanno sviluppato una nuova visione del business. Redazioni integrate, universal desk, paywall, nuovi sistemi redazionali e marketing sui social network sono gli strumenti per tornare a crescere nel mercato della comuni-cazione dopo la grande crisi del 2008-2009. a pagina 30

Nuovo AD per Atex ItaliaFederico Marturano, dopo le esperienze al vertice dell’Unio-ne Editoriale Spa e del ramo “digital” di Poligrafici Edito-riale, salta la barricata e da “cliente” diventa “fornitore”, in un momento di forti cambiamenti nell’area delle tecno-logie per la prestampa. a pagina 34

Quanto costa la “non qualità”?Il TecnoMeeting organizzato da Asig il 10 maggio scorso e dedicato a “Procedure, controlli e manutenzione in rappor-to ai costi di produzione”, è stata l’occasione per analizzare le “best practices” italiane per abbattere i costi industriali della “non qualità”. a pagina 36

Al via il 10° Color Quality Club di WAN-IFRA Il riconoscimento più prestigioso a livello mondiale che pre-mia la qualità di stampa a colori dei giornali si svolge ormai dal 1994, con l’obiettivo di promuovere nei giornali quoti-diani la cultura della qualità. a pagina 41

Il controllo del colore in stampa (parte II) Sul numero scorso abbiamo visto come effettuare il control-lo attraverso uno spettrofotometro ed un software di analisi sviluppato dal centro internazionale di ricerche di SunChe-mical; in questa seconda parte scopriamo come leggere e interpretare i dati elaborati dal software. a pagina 43

Le Rubriche

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TecnoMediaPeriodico della ASIG - Associazione Stampatori Italiana Giornali -

Tecnologie, Prodotti & Mercati editoriali

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Maggiore produttività con costi ridotti: è possibile applicare all’industria della stampa quotidiana i principi della “lean production” - produzione “snella” – sviluppati confrontando fra loro i sistemi occidentali e giapponesi, soprattutto il sistema produttivo della Toyota, nell’area della produzione automobilistica?

La prima giornata dei lavori di WAN-IFRA Italia, la conferenza internazionale per l’industria editoriale e della stampa quotidiana italiana, promossa da WAN-IFRA, la più importante as-sociazione mondiale del settore, dalla Fieg (Fe-derazione Italiana Editori Giornali) e dalla Asig (Associazione Stampatori di Giornali), ha cercato risposte nelle esperienze che stanno maturando nel nostro Paese, ed all’estero, per quanto riguar-da i principi della “produzione snella” applicati all’industria dei giornali.

Costruire innovandoIn apertura dei lavori molti applausi – ed un pò

di nostalgia da parte dei partecipanti con una più lunga esperienza “sul campo” – per la proiezione del filmato dedicato alla celebrazione dei 125 di nascita della linotype. Inventata nel 1886 da un tedesco immigrato a Baltimora, Ottmar Mergen-thaler, la linotype si diffuse rapidamente in tutto il mondo e permise ai giornali di diventare un mez-zo di comunicazione di massa: diventò possibile infatti creare righe di piombo da utilizzare come matrici per la stampa dei giornali semplicemente

digitando il testo su una tastiera, invece di dover inserire uno ad uno i caratteri nel telaio come avveniva in precedenza.

Il filmato, proposto in apertura dei lavori da Giulio dalla Chiesa, Presidente dell’Asig, ha un si-gnificato che va oltre l’aspetto “nostalgico”: questa invenzione, pur caduta ormai in disuso, è utile per ricordare come “nel mondo della comunicazione si costruisce innovando, sia per quanto riguarda i processi che i prodotti”. E l’“innovazione” è, da quattordici anni, il filo conduttore di WAN-IFRA Italia, che quest’anno è tornata a Firenze – la pri-ma edizione nel capoluogo toscano risale al 2004 – in un momento caratterizzato da mutamenti, forse, epocali.

Il digitale, come sottolineano Giulio dalla Chiesa e Fabrizio Carotti, Direttore generale della Fieg, integra il calo fisiologico della carta, che continua anche se con ritmo meno accentuato, e la pubblicità sul web affianca le entrate tradizionali derivanti da edicola e pubblicità stampata.

Negli Stati Uniti, già oggi oltre il 12% del fat-turato pubblicitario dei quotidiani deriva dalle edizioni digitali. La notizia “insegue” il lettore, cercando di carpire il suo tempo e la sua attenzio-ne: i due milioni di tablet previsti entro il 2013 e la sostituzione della tv a favore del computer, già avvenuta in due milioni di abitazioni statunitensi, sono dati significativi di cui anche gli editori di giornali devono tenere conto.

Per raggiungere i nuovi lettori della “Nintendo

WAN-IFRA Italia 2011:produrre di piùspendendo menoAlla XIV edizione di WAN-IFRA Italia, la Conferenza internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa quotidiana italiana, che si è svolta a Firenze il 9 e 10 giugno scorsi, tre sessioni di lavoro hanno focalizzato l’attenzione su metodi e tecnologie per produrre di più riducendo i costi, sui nuovi prodotti per i “nativi digitali” del XXI secolo e sulle opportunità per “integrare” il prodotto stampato tradizionale con i nuovi canali di comunicazione, all'interno di “pacchetti” multimediali da offrire agli inserzionisti pubblicitari. WAN-IFRA Italia 2011 è stata, come di consueto, un’occasione di confronto unica fra le esperienze italiane e quelle estere, ed un’opportunità di incontro per tutti i professionisti del settore.

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generation” occorrono, quasi certamente, nuovi giornalisti, e per questo è utile il confronto, pro-mosso da WAN-IFRA Italia, che metta in comune esperienze e soluzioni italiane ed estere.

Fabrizio Carotti, non ha mancato di evidenziare come, dopo il periodo “nero” costituito dal 2009, ci siano stati segnali di ripresa e nel 2010 i bilanci abbiano segnato un’inversione del margine opera-tivo lordo. E’ importante, hanno concluso Giulio dalla Chiesa e Carotti, tenere unita la filiera e porre grande attenzione alla qualità, all’innovazio-ne ed al controllo dei costi lungo tutto il processo produttivo, per consolidare le tendenze positive.

Maggiore produttività con costi ridotti: la “pro-duzione snella”Il Deputy Ceo di WAN-IFRA, Manfred Werfel,

ha riassunto il famoso studio del 1991 del MIT, Massachussets Institute of Technology, pubblicato quando il mercato dell’automobile degli Stati Uniti era sottoposto ad una micidiale concorrenza da parte delle aziende Giappponesi. Lo studio evi-denziava come, nelle fabbriche del Sol levante, rispetto a quelle occidentali, occorressero la metà delle ore di produzione, venissero fatti metà degli errori, gli stabilimenti occupassero metà delle aree e venissero sviluppati in metà tempo. L’industria

Nord Americana doveva trovare immediatamente soluzioni efficaci per avere una maggiore produt-tività con costi ridotti, e per questo venne studiato il sistema giapponese, e in particolare il sistema produttivo della Toyota, mettendolo a confronto con quello occidentale e studiando i processi di produzioni in 90 impianti di 15 diversi paesi. Il risultato fu quello chiamato “lean production”, o “produzione snella”, e all’interno di questa metodologia tecnologica e organizzativa furono fissati dieci principi basilari. Il primo è quello del processo di miglioramento continuo (tutto è migliorabile e chiunque lavora in azienda può contribuire al miglioramento) e della necessità di individuare le diverse cause degli sprechi.

Il secondo è la responsabilità del team, visto che i migliori risultati si ottengono in gruppo.

Segue il principio dell’immediata identi-ficazione dell’errore e la sua eliminazione: chiunque trovi un errore può segnalarlo e fer-mare l’intera linea produttiva. Importante è chiarire la causa per cui l’errore si è verificato. Il quarto principio si basa sullo sviluppo sincrono di prodotto e di processo, mentre il quinto riguar-da la consegna “just in time” e il sesto l’orienta-mento al cliente: occorre calarsi nella mente dei consumatori per capire come pensano e quali

Bella, polemica e innovativa

A WAN-IFRA Italia 2011 è arriva-to il caloroso benvenuto del Sin-daco di Firenze, Matteo Renzi, che si è detto particolarmente lieto della scelta della sede della Conferenza internazionale.“Firenze è una delle capitali mondiali della bellezza”- ha ricordato Renzi. La città, gli artisti che vi hanno lavorato ed il gusto dei cittadini a mantenere intatto nei secoli il patrimonio artistico ha reso Fi-renze una delle città più ricche di “bellezza” al mondo.“Poi, lo sapete, i fiorentini sono un popolo … polemico. Discutere, accapigliarci, liti-gare, è parte del nostro modo di essere.” Ma Firenze è anche una delle capitali dell’innovazione. Dalla Cupola del Brunelleschi alle meraviglie dell’arte figurativa, l’innovazione è legata indissolubilmente alla vita locale. In questa città è stata fondata, nel 1859,

La Nazione, che è anche una delle testate quotidiane italiane più antiche.Gli auguri a WAN-IFRA Italia 2011? “Di essere come Firenze: bella, innovativa, e anche un po’ polemica”.

Da sin.: Giulio dalla Chiesa, Presidente dell'Asig, che ha inaugurato i lavori della XIV Edizione di WAN-IFRA Italia, Fabrizio Carotti, Direttore generale della Fieg e Matteo Renzi, Sindaco di Firenze, che ha portato il caloroso benvenuto della città a tutti i partecipanti alla Conferenza internazionale

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Grazie Riccardo

Lo scorso 28 luglio è improvvisamente mancato Riccardo Beretta, per tutti “l’Avvo-cato”, Presidente di R.G e di Niber, cofondatore di Asig – Associazione Stampatori di Giornali – e dal Novembre 2002 all'Aprile 2007 Presidente di Asig Service, editore di TecnoMedia. Grande personalità dell’industria grafica e dei giornali quotidiani, “l’Avvocato” Beretta ha lasciato un ricordo indelebile anche per lo stile ed il tratto umano che riservava a tutti, amici, colleghi e concorrenti. Al figlio Roberto, che già da anni lo affiancava nelle responsabilità di vertice delle aziende del gruppo familiare, il Presidente di Asig Giulio dalla Chiesa ha indirizzato una lettera, che riproduciamo di seguito come un attestato di riconoscenza per quanto “l’Avvocato” Beretta ha fatto per l’Associazione Stampatori e per lo sviluppo di tutto il settore della stampa italia-na.

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soluzioni desiderano trovare nel prodotto.Il settimo principio raccomanda di attivare

subfornitori, inserendoli nella programmazione per far fronte alla fluttuazione della domanda, mentre l’ottavo riguarda la flessibilità produttiva nonostante l’automatizzazione.

Il nono principio raccomanda che il miglio-ramento dei mezzi di produzione sia raggiunto con piccole tappe, senza “salti” improvvisi. Il decimo principio celebra il lavoro standardizzato: lo standard è legge e vale sempre, anche se non è perfetto.

La “produzione snella” dovrebbe essere utile a tutte le industrie per aumentare la propria compe-titività: si tratta, a questo punto, come sottolineato Werfel a chiusura del suo intervento, di verificare l’applicabilità di questi dieci principi all’industria editoriale, che in alcuni casi soggiace a logiche differenti ma in altri è perfettamente adeguata ad utilizzare con vantaggio questi principi.

“Lean production”: il punto di vista dei fornitoriBernhard Harant della KBA, primo dei parte-

cipanti al panel di discussione sulla “produzione snella” che ha riunito i rappresentati delle prin-cipali aziende fornitrici di macchine per la stam-pa offset e digitale, concentra la sua attenzione sull’alta flessibilità e sulla serializzazione, che per-mettono risparmi su costi e tempi di produzione, e fornisce alcuni esempi degli impianti KBA in tutto il mondo, dove l’alta automatizzazione corrisponde

all’alta qualità di prodotto raggiunta.Secondo Bruno Trouvé, di HP, la tecnologia

inkjet è la carta vincente per mirare a una pro-duzione customizzata sulle esigenze dei singoli clienti: se oggi rappresenta soltanto una piccola parte della produzione, andrà maggiormente svi-luppata in futuro, in particolare per quanto riguar-da la possibilità offerta dalla geolocalizzazione, per personalizzare le copie e per un maggior uso del colore. La sinergia tra carta e web è ottimale, laddove il web nel lanciare le notizie agisce da teaser, rimandando a commenti e approfondimenti sulla carta stampata.

Georg Riescher di Manroland riferisce alcuni dettagli su miglioramenti produttivi che offrono un’ottima base per dare supporto ai propri clienti e per ridurre sia gli sprechi che le lamentele.

Per Andrea Mannoni di Kodak occorre concen-trarsi sulle aspettative degli utenti e avere ben chiaro che il cliente non è disponibile a pagare per gli sprechi aziendali: per essere efficace la produzione snella deve quindi diventare “invisi-bile”. E’ anche importante puntare su tecnologie “pulite”, quelle che limitano l’utilizzo di prodotti chimici ed altri consumabili inquinanti.

Giovanna Nuzzo, di Ocè si sofferma sulla ne-cessità che processo e prodotti vengano sviluppati insieme, sull’esempio della sua azienda che si occupa di stampa digitale dal 2001 con otto siti in tutto il mondo. Questo permette di sviluppare giornali decentrati basati sul concetto “distribuisci

Oltre 250 professionisti dell'industria editoriale e della stampa quotidiana hanno partecipato alla XIV Edizione di WAN-IFRA Italia, provenienti, oltre che dal nostro Paese, da Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Spagna, Svezia e Svizzera.

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e stampa” - piut-tosto che sul con-trario - producen-do in loco piccoli volumi di testate internazional i . Riducendo le tira-ture con la stampa digitale, c’è inol-tre il vantaggio di avere edizioni diverse nelle di-verse città, quindi di poter sfruttare diverse vendite dello stesso spa-zio pubblicitario. Océ ha anche in corso esperimenti relativi ai giorna-li personalizzati, confezionabile su portali online, che vengono conse-gnati dal servizio di Swiss Post.

Jean Segura di Goss International riferisce l’aumen-to del numero di edizioni targhet-tizzate; la tecno-logia contribuisce ai principi della produzione snella, ad esempio agendo sul registro del colore.

Tim Taylor, di Screen, concentra la sua attenzio-ne sulla consegna “just in time”: il digital printing consente il vantaggio di avere edizioni diversifica-te, ma queste non andranno a sostituire le larghe tirature offset, una posizione condivisa da tutti i partecipanti al panel di discussione, così come è stata ampiamente condivisa l’idea che il futuro del-

la carta stampata passi, anche, attraverso alleanze strategiche fra aziende della filiera che oggi svolgono ruoli diversi, come le reti di distribuzione e gli stam-patori che producono testate con bassi volumi di diffusione.

Il “libro bianco” sugli stabilimen-ti di stampa per quotidiani

Alberto Di Giovanni, Presi-dente dell’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” e Salvatore Curiale, Direttore dell’Asig,

hanno propo-sto i risulta-ti del Libro Bianco 2011, la prima edi-zione di una m a p p a t u r a tecnologica sistematica di tut t i g l i stabilimenti italiani dove si produco-no igiornali quot id ian i , realizzata in stretta colla-borazione fra le due autore-

voli organizzazioni italiane. Il Libro Bianco è stato accompagnato, come ormai consuetudine, dalla presentazione a WAN-IFRA Italia del Rapporto annuale dell’Osservatorio Tecnico, che contiene i dati più aggiornati dell’industria italiana dei giornali, disponibili entro il primo semestre dell’anno.

Di Giovanni, in particolare, ha lanciato un grido d’allarme: secondo uno studio australia-

Da sin.: Jean Segura (Goss International), Tim Taylor (Screen), Bruno Trouvé (HP), Georg Riescher (manroland), Giovanna Nuzzo (Océ), Andrea Mannoni (Kodak) e Bernhard Harant (Kba)

In alto: Silvio Broggi, Presidente Grafica Editoriale Printing, che ha portato ai partecipanti il benvenuto del quotidiano di Firenze La Nazione, Gruppo Poligrafici Editoriale, fondato nel 1859, pochi mesi dopo l'annessione del Granducato di Toscana al Regno d'Italia. Il quotidiano, la cui prima uscita data 13 luglio 1859, è il più antico del nostro Paese, dopo La Gazzetta di Parma, che risale alla metà del XVIII Secolo.A destra: Manfred Werfel, Deputy Ceo di WAN-IFRA, ha illustrato i principi della "Lean production" ed ha coordinato la tavola rotonda fra i fornitori di macchine per la stampa offset e digitale.

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La serata di WAN-IFRA Italia 2011:la Galleria degli Uffizi ed il Corridoio Vasariano

La tradizionale serata conviviale di WAN-IFRA Italia quest’anno ha offerto a tutti i partecipanti un programma di assoluta eccezione: una visita privata, e guidata, alle sale più importanti della Galleria degli Uffizi ed al Corridoio Vasariano, con una cena sulla terrazza di uno dei musei più importanti al mondo, affacciati su Piazza della Signoria.Gli oltre 250 partecipanti alla Conferenza internazionale hanno potuto ammirare da vicino, ed in assoluta tranquillità, alcuni dei capolavori custoditi alla Galleria, che ospita dipinti di Cimabue, Giotto, Leonardo, Botticelli, Raffaello, Michelangelo, Mantegna, Tiziano e Caravaggio, oltre ad autentici capolavori di altri autori stranieri quali Dürer, Rubens e Rembrandt.Di grande suggestione anche la passeggiata all’interno del Corridoio Vasariano, un percorso sopraelevato che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, passando per la Galleria degli Uffizi sopra il Ponte Vecchio, raramente accessibile al pubblico.La cena sulla terrazza degli Uffizi, che offre una delle vedute più suggestive sul Palazzo della Signoria, ha completato una serata che i partecipanti ricorderanno a lungo.

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no, tra il 2017 e il 2040 i quotidiani cartacei spariran-no, iniziando da-gli Stati Uniti e finendo con l’Afri-ca, e in Italia la data di scomparsa sarebbe il 2027. Guardando le ten-denze degli ultimi due anni, riflette ironicamente Di Giovanni, c’e’ il rischio che queste stime pecchino di ottimismo.

Ecco in breve il quadro della s i tuazione: 4 ,5 milioni e mezzo di copie è il dato di diffusione giornaliera, con un calo del 4,3% rispetto all’anno precedente; in quattro anni – dal 2006 al 2010 - si sono perse un milione di copie e rispetto al massimo stori-co del 1990 si è perso un terzo delle copie. Per quanto riguarda la pubblicità, nonostante una crescita complessiva nell’ultimo anno del 3,5 % la stampa quotidiana ancora perde, a vantaggio di web e tv. Negli ultimi dieci anni la stampa ha perso quote rispetto al to-tale della pubblicità: oggi la carta stampata vale meno del 30% del mercato complessivo contro il 41% del 2001, e i quotidiani sono al 18,4% contro quasi il 25% del 2001. I margini di redditività delle impre-se sono in calo: il margine operativo lordo (MOL) è sceso da poco meno di mezzo miliardo nel 2000 a circa 120 milioni nel 2010, passando in termi-ni percentuali dal 13% circa del fatturato a poco più del 4%. Se nell’ultimo anno il MOL è risalito, è stato solo per effetto delle ristrutturazioni e del calo nel prezzo della carta, che del resto ha già ripreso ad aumentare.

L’industria della stam-

pa è paradossal-mente in cr is i proprio mentre l’informazione è in fase di esplo-sione: i siti inter-net sono in prima fila nella crescita, mentre i tablet s p e r i m e n t a n o in continuazio-ne nuove strade. Ciò significa che i materiali sono ripubblicati onli-ne illegalmente, con quello che si può definire un vero e proprio “saccheggio”.

O c c o r r o n o quindi, da una parte, interventi legislativi per tutelare il diritto d’autore, dall’altra massicci investimenti per adattare i contenuti giornali-stici ai nuovi canali digitali.

Analizzando la capacità produttiva dei cen-tri stampa, si nota un’apparente eccedenza dell’offerta sulla domanda: in realtà una sola

linea produttiva potrebbe smaltire tutte le copie, ma per problemi di logistica legati ai tempi di distribu-zione occorre utilizzarne diverse.

Uno sguardo attento è stato dedicato al Contratto Nazionale di lavoro: l’85% della capacità produtti-va opera all’interno del contratto poligrafico dei quotidiani, mentre la per-centuale restante lo ap-plica parzialmente o per niente, a volte, addirit-tura, sostituendolo con il contratto grafico. Secondo l’appassionata analisi di Di Giovanni si tratta di un vero e proprio “dumping” contrattuale, che porta a 7000 Euro lordi in meno guadagnate dall’operaio che lavora nel centro di stampa autonomo rispet-to al collega inquadrato regolarmente.

Occorre ripensare glo-

Da sin.: Salvatore Curiale, Direttore Asig, e Alberto Di Giovanni, Presidente dell'Osservatorio Tecnico "Carlo Lombardi", che hanno presentato la prima edizione del "Libro Bianco" sull'industria dei giornali, la mappatura tecnologica completa dei centri stampa quotidiani italiani, ed i dati di settore contenuti nel Rapporto Annuale dell'Osservatorio.

Luigi Giacumbo, Direttore di sede de La Nazione di Firenze, ha introdotto e coordinato la tavola rotonda fra stampatori di giornali ed agenzie di distribuzione, un "faccia a faccia" sulle possibilità di rivedere in profondità alcuni aspetti logistici del settore.

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balmente alcuni aspetti dell’organizzazione del lavoro, adattandoli ai nuovi contesti econo-mici.

Stampa e distribu-zione: industria e logistica a confrontoFra le soluzioni da

adottare per sviluppare la produttività taglian-do i costi, a WAN-IFRA Italia 2011 si sono ap-profonditi i rapporti fra la stampa e la logistica industriale, in modo particolare il “Nodo” della distribuzione e i nuovi servizi che potrebbero nascere da un ripensamento generale dell’organizzazione del lavoro . A condurre la tavola rotonda fra stampatori e distributori è stato invitato Luigi Giacumbo, dirigente di primo piano de La Nazione di Firenze, del Gruppo Poli-grafici Editoriale, con ampia esperienza sia sul fronte della produzione che su quello della distribuzione, sia locale che nazionale.

Gabriella Giorgi, dell’agen-zia di distribuzione Giorgio Giorgi di Firenze, ha sostenuto, sulla base della sua esperienza professionale, che la strada del futuro sia quella che passa per l’aggregazione: ai primi sintomi della crisi l’agenzia decise di riorganizzare i propri servizi di trasporto e di logistica unendoli a quelli del maggiore concorrente.

Nonostante la difficoltà per le aziende, soprattutto quelle a conduzione familiare, di affrontare questo percorso, l’esperienza riportata è stata sicuramente positiva: un buon aumento del fatturato per entrambi gli operatori, rispetto ai risultati precedenti, che registravano un calo del 30% delle ven-dite e un’erosione di 6 milioni di fatturato negli ultimi anni.

Giacomo Gorjux, Amministratore de-legato della Sedit di Bari, ha sottolineato come sia antiquata la rete distributiva delle edicole italiane, su cui gli editori non hanno alcun controllo: non si sa quale contratto si applica, quanti addetti lavorano, con

quale efficienza, quante sono le copie vendute.

Se per i libri ci sono accordi di di-stribuzione a livello nazionale, questo non avviene per i giornali e quindi permane la difficoltà per i lettori di procurarsi comodamente la propria copia.

Gorjux ha concluso confrontando questa rete fuori controllo e la rete dei tabaccai che, pur in apparenza al-trettanto ingestibile, è stato invece in grado di incanalare al proprio interno il sistema di Lottomatica, con ottimi risultati. Forse non sarebbe impossibile inserire un sistema di codice a barre in ciascuna edicola per monitorare la

quantità e l’orario delle vendite, così come fatto da Lottomatica nelle tabaccherie.

Se il moderatore Luigi Giacum-bo ricorda che il problema risiede anche nel prodotto, in quanto un tempo ognuno distribuiva il pro-prio, mentre, successivamente, a causa della crisi, si è reso neces-sario pensare ad un‘aggregazione, Gianfranco Mele, direttore com-merciale dell’Unione Sarda, ha richiamato l’attenzione sul tema del contenimento dei costi e degli investimenti fatti per monitorare quante copie ha trasportato cia-

scuna macchina, dallo stampatore alle agen-zie di distribuzione, e dalle agenzie alle edi-cole. L’organizzazione distributiva sarda, infatti, è soggetta alla stagionalità, quindi le auto non sono in numero fisso, ma va-riano a seconda del numero di quotidiani da trasportare e dalla loro foliazione.

La proposta di ab-bonamento in edicola, settimanale o men-sile, dove l’abbona-to trova il suo nome stampato sul giornale, e su ciascun pacco è riportato l’elenco dei nomi, ha avuto un ot-timo riscontro: le rese

Dall'alto: Gabriella Giorgi (Agenzia Distribuzione Giorgio Giorgi), Giacomo Gorjux (Sedit), Gianfranco Mele (L'Unione Sarda), che hanno partecipato alla tavola rotonda su "stampa e distribuzione dei giornali"

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WAN-IFRA Italia 2011: produrre di più spendendo meno TecnoMedia

sono diminuite del 18%, si è creato un contatto giornaliero con il lettore e anche il numero delle vetture necessarie per il trasporto è diminuito.

Si è in questo modo fronteggiato positivamen-te l’effetto del rincaro del prezzo a 1,20 Euro per copia: dalla previsione di un calo dell’8 per cento si è invece registrato un calo contenuto al 4%.

Giampaolo Sala, Presi-dente di M-Dis di Milano, ribadisce l’importanza dei consorzi per ottimizzare la capacità produttiva, mentre Paolo Polidori, Amministratore delegato di Mediastampa-Monza-stampa, ricorda la neces-sità di continuare l’analisi iniziata dall’Osservatorio Tecnico anche all’interno delle Associazioni, per rispondere a domande sul numero degli addetti nei centri stampa.

Sottolinea inoltre come i tempi di produzione dei quotidiani si sono accor-ciati: se in passato si anda-va avanti a stampare fino alle 6 del mattino, se ora si conclude la stampa alle 4, già si verificano problemi nella distribuzione. Il pro-blema non è quindi delle rotativa ma degli orari di stampa.

Il caso riportato da Mele è, per Giampaolo Sala, molto significativo: in Sardegna i giornali arriva-no tutti insieme in edicola, per cui esiste un’effettiva concorrenza sul prodotto.

Giuseppe Orlando, ad di Press-Di di Milano, azienda che si occupa di abbonamenti oltre che di distribuzione, ed è leader nella grande distribuzio-ne, ricorda che il merito del precedente oratore è

quello di aver capito che la distribuzione, che per gli editori non era un’atti-vità rilevante, è invece un buon business oltremodo significativo, ed utile, per gli editori.

Ricorda come il mondo del trasporto dei quotidiani sia molto frammentato e ampiamente ottimizzabile, citando come esempio il fatto che, in Sicilia, la stes-sa edicola venga visitata da tre macchine nel corso della stessa notte.

Altro tema all’ordine del giorno è la resa certifi-cata. La maggior parte del-le copie viene macerata in loco, ma non tutte lo sono, creando così un assurdo spreco nel far viaggiare copie di quotidiani da di-struggere.

E’ stato un vero pec-cato, secondo Orlando, non aver informatizzato la filiera delle edicole, come è stato per le tabaccherie con Lottomatica, e non va-lorizzare la loro specifici-tà, che consiste nella pros-simità e nell’assortimento. E’ inoltre un’assurdità che si distribuiscano quotidiani solo nel 30% della grande distribuzione.

La sensazione , per quanti hanno seguito la prima giornata dei lavori di WAN-IFRA Italia, è che la “lean production” trovi applicazione in molte aree della filiera dei giornali, dove si moltiplicano le voci dei professionisti fa-vorevoli ad una revisione, anche profonda, dei me-todi tradizionali di lavoro seguiti negli anni passati, che ora necessitano di un adeguamento alla luce dei mutati scenari economici delle imprese che editano, stampano e distribuiscono i quotidiani.

Dall'alto: Paolo Polidori (Mediastampa-Monzastampa) Giampaolo Sala (M-Dis), Giuseppe Orlando (Press-Di) che hanno partecipato alla tavola rotonda su "stampa e distribuzione dei giornali"

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Quando si discute di nuove “generazioni digita-li”, di “Nintendo boys” e di un pubblico potenziale di lettori che passano gran parte del tempo che dedicano ai “media” letteralmente connessi ai social network, magari con qualche timida inva-sione di campo fra i programmi di intrattenimento televisivi, gli editori di quotidiani di tutto il mondo si domandino se e come sia possibile intercettare questo target di potenziali, e preziosi, “consuma-tori” di notizie.

Quando si cerca di capire il mix ideale di canali da proporre – stampa, web. iPad e smart-phone – la prima domanda che puntualmente ci si pone è: ma che cosa sta succedendo negli Stati Uniti, il mercato più moderno, e tumultuoso, che spesso anticipa di sei, dodici mesi quello che poi comincerà a vedersi anche in Europa?

Gli scenari internazionaliWAN-IFRA Italia 2011 ha cominciato la sessio-

ne di lavoro dedicata ai “nativi digitali” con alcune relazioni di scenari internazionali, e Statunitensi, tenute da Domenico Tudini, Vicepresidente di SportNetwork, concessionaria di pubblicità del Gruppo Amodei, reduce da un interessante tour di studio organizzato da WAN-IFRA presso alcuni degli editori cross media americani più avanzati nell’organizzazione del lavoro per produrre con-tenuti che sfruttino al meglio le potenzialità dei canali stampati e digitali, da Alberto Regazzo ed Elisabetta Taverna della società di consulenza Bain & Company, e da Sergio Vitelli, Segretario Asig.

Quest’ultimo si è soffermato su alcuni trend di fondo che stanno caratterizzando il panorama

editoriale internazionale. Secondo alcune fosche previsioni, l’area occidentale sarebbe la prima a vedere il pressochè definitivo tramonto della car-ta stampata, destinato, secondo alcuni profeti di sventura, a sparire nel corso dei prossimi decenni. Entro il 2050, sempre secondo alcune previsioni, lo scenario mondiale dovrebbe essere dominato dai media digitali.

Per il momento, si registra un calo delle copie di giornali venduti – dati relativi al 2009 – in Eu-ropa (-7%) negli Stati Uniti (-9%), una sostanziale stabilità in Australia ed una crescita in Africa.

Per quanto riguarda il settore dei quotidiani gratuiti, il mondo latino è leader: in particolare l’Italia e Spagna hanno, ciascuna, tre testate di grande diffusione.

Per quanto riguarda gli organici impiegati nel settore quotidiani, la situazione sta migliorando negli Stati Uniti, dove i tagli nel personale impie-gato nel settore dei quotodiani sono stati nel 2008 di 16.000 unità, nel 2009 di 9.000 unità e nel 2010 di “sole” 2.800 unità.

E’ evidente la rapida diffusione dei tablet a danno dei tradizionali notebook. Sono attualmente 18 milioni i tablet venduti in tutto il mondo, che saliranno rapidamente a 110 milioni - secondo al-cune previsioni - nel 2012, mentre dagli attuali 18 milioni di smartphone si passerà a 600 milioni.

Tra i sistemi operativi dei tablet - dati Gart-ner - domina Apple iOS (72%) seguito da Android (20%) e altri (8%), mentre negli smartphone le percentuali cambiano: Symbian (30%), Android (31%), Rim Blackberry (15%) Apple iOS (15%), altri (8%).

Per l’Italia, la stima dei tablet attivi è di 900.000

WAN-IFRA Italia 2011:Quali prodotti peri “nativi digitali”?Qualcuno la chiama “generazione Nintendo”, per altri sono i “nativi digitali”, in ogni caso parliamo dei giovani nati con il cellulare in tasca e il Web in casa. Gli editori cercano di capire quali prodotti stampati possano essere interessanti per loro, e quali strategie si possano adottare per intercettare i gusti e gli interessi di questo target di lettori, ai quali WAN-IFRA Italia ha dedicato una sessione di lavoro particolarmente ricca di spunti e sollecitazioni, a cavallo fra il prodotto stampato ed i nuovi siti di informazione on line.

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unità nel 2011, che arriveranno a 2 milioni a fine 2012, mentre gli smartphone, stimati a 22 milioni nel 2011, passeranno a 26 milioni nel 2012.

Sui nuovi canali è sempre più richiesta la personalizza-zione delle notizie. Sono già diverse le applicazioni, anche gratuite, come Flipboard, che registrano gli interessi degli utenti attingendo alla loro at-tività su Facebook e su Twitter e alle visite ai siti, proponendo poi un “giornale” personaliz-zato sui propri interessi. La possibilità di personalizzare il proprio quotidiano è presente nelle versioni online dei grandi giornali come Washington Post, New York Times e Gannet.

Nascono fenomeni come sto-rify.com, che estrae le tendenze emergenti nei social network trasformandole in “storie” e aiutando nella verifica della veridicità delle notizie.

Altra frontiera che si va aprendo è la “gamification” mirata a rendere “giocabi-le” la realtà, sull’esempio dei videogiochi e delle loro indubbie potenzialità posi-tive, ad esempio la sfida nel superare diverse dif-ficoltà con atteggiamento positivo.

La geolocalizzazione è un’altra sfida su cui si gioca la partita dell’infor-mazione: Google news è da poche settimane partito con Near You, mentre Groupon, il last minute degli sconti partito nel 2008 e ora in forte crescita, si prepara alla geolocalizzazione con il prossimo lancio di Grou-pon now.

Domenico Tudini, vicepresidente di SportNet-work – alla cui relazione dedichiamo un ulteriore approfondimento in altra parte di TecnoMedia – racconta di come i giornali statunitensi abbiano reagito alla crisi, che non è irreversibile.

E’ possibile puntare – con buona pace dei profeti di sventura - anche sull’aumento delle vendite in edicola (Washington Post e New York Time, sebbene in contrazione, non hanno più un

andamento unidirezionale verso il basso), sul sicuro aumento dei lettori digitali (oltre il +60%) e proporre anche abbonamenti alle e-edizioni, più per i tablet che per le versioni web, ad esempio offrendo ai lettori una settimana di abbonamento con accesso a tutti i contenuti.

E’ possibile aumentare i ricavi pubblicitari digitali, ad esempio tramite Groupon che valorizza la provenienza degli utenti, mentre si registra un ritorno degli annunci classifi-cati, che erano importanti nelle versioni cartacee e poi sono quasi scomparsi nelle edizioni digitali.

I maggiori giornali statuni-tensi hanno inoltre creato un “universal desk” centralizzato che è l’evoluzione della newsro-

om integrata, basata su un unico sistema di publi-shing, con un rinforzo della parte video, soprat-

tutto per quanto riguarda i contenuti locali, mirata a raccogliere impressioni e curiosità.

Nasce inoltre una nuova cultura che tiene conto del-le misurazioni consentite dai canali digitali, quindi del reale interesse delle persone, analizzando quali sono le notizie più viste e più commentate.

L’arma principale dei giornali rispetto all’ag-guerrita concorrenza da parte di operatori di altra estrazione resta quella di massimizzare tutto il po-tenziale redazionale per essere presenti su tutte le piattaforme, senza dupli-care personale e sforzi. Da una stessa società editrice,

in un sistema integrato di brand e tramite un si-stema integrato di publishing, possono derivare il giornale o il periodico nazionale, le edizioni locali, le edizioni internet, le edizioni per il mobile, la web radio e la web tv, e collegarsi anche le com-munities, i supplementi, i collaterali costituiti da Dvd, cd, libri, eventi.

In conclusione, l’importante è riuscire a mante-nere la propria identità e riconoscibilità, il proprio

Sergio Vitelli, Segretario Asig

Alberto Regazzo, director, Bain & Company

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giornalismo: un asset sicuro e tradizionale a cui non rinunciare.

Le strategie per conquistare i “nativi digitali”Alberto Regazzo ed Elisabetta Taverna di Bain

& Company completano l’approfondimento sugli scenari del settore all’estero e in Italia, soffer-mandosi sulle strategie per conquistare i “nativi digitali”.

Nella storia delle “content industries” ci sono

stati “shock” ricorrenti, rappresentati da discon-tinuità tecnologiche. Nella musica, per esempio, si è passati dal vinile ai CD e ora al nuovo consumo di musica scaricata dal web, eppure anche dopo l’avvento degli iPod e di i-Tunes non è sceso il consumo di musica, anzi è aumentato.

Con la “tempesta perfetta” dell’avvento del digitale certamente cambiano le modalità di fru-izione: i consumatori hanno sempre più controllo e dimostrano agnosticismo rispetto alle piatta-

Gli sponsor di WAN-IFRA Italia 2011

L'edizione 2011 di WAN-IFRA Italia ha offerto, come ormai consuetudine, a tutte le aziende fornitrici dell'industria editoriale l'opportunità di sponsorizzare la manifestazione. Una presenza, la loro, che contribuisce in modo determinante a qualificare la Conferenza internazionale come il punto di incontro annuale per tutti i professionisti del settore.WAN-IFRA Italia 2011 ringrazia le 19 aziende che hanno sostenuto la manifestazione:Agfa, Atex, EidosMedia, D-Share, Exelis, Ferag, Fujifilm, Gmde, Goss, HP, Kba, Kodak, manroland, Océ, Screen, SunChemical, Tecnavia, Telpress e TMNews.

Tecnavia (in alto) e Telpress (qui sopra) hanno utilizzato i loro "banchetti" per offrire ai partecipanti vere e proprie demo delle ultime novità proposte al mercato editoriale italiano, ed incontrare i clienti come si fa ad una fiera

D-Share ha offerto ai partecipanti un coffee break nella seconda giornata dei lavori

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forme di fruizione, mentre l’interattività prende il posto di un consumo passivo e c’è sempre più domanda di contenuti real-time e on demand. Si devono di conseguenza modificare gli equilibri dell’industria e trovare nuovi business models, tenendo conto soprattutto del fatto che non si può espandere all’infinito il tempo di fruizione degli utenti, anche ricorrendo al multitasking che ha comunque l’effetto di diminuire l’attenzione de-dicata, con conseguenze negative soprattutto per quanto riguarda la pubblicità.

Gli editori tradizionali si trovano quindi a confrontarsi con i nuovi media, come competitor per raggiungere le loro stesse audience, che nel frattempo sono in profonda mutazione.

Quali sono i consigli agli editori tradizionali per raggiungere i nuovi consumatori digitali, in particolare i giovani abituati al mondo degli “user generated contents”?

Soprattutto puntare sui contenuti, sulle proprie competenze editoriali, di marketing e tecnolo-giche, e rafforzare la propria relazione con il

Un "Convitto" del XIV Secolo per WAN-IFRA Italia

Va bene parlare del presente, va bene immaginare il futuro "cross media", va bene discutere di web e di tablet, ma Fi-renze è anche passato, e di grande tradizione e qualità.WAN-IFRA Italia 2011 ha scelto come sede dei lavori il Convitto della Calza-Oltrarno Meeting Center, un centro di accoglienza ed ospitalità religiosa che risale alla metà del XIV secolo e che, attraverso successive modifiche, è diventato, oggi, una struttura congressuale di prim'ordine, con servizi di assoluta eccellenza. I partecipanti, oltre 250 professionisti dell'industria editoriale e della stampa, pro-venienti dall'Italia e da Paesi esteri, hanno apprezzato sia gli impianti della moderna sala congressi, sia l'accoglienza del chiostro medievale.

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consumatore. Secondo lo schema proposto da Bain, per generare traffico online si possono utilizzare, anche sovrapponendoli, l’accesso a contenuti e servizi, la con-nessione con le community, le transazioni commerciali, mentre per generare ricavi i business model sono l’ab-bonamento, le transaction fee, la pubblicità e il sup-porto indiretto al business tradizionale.

Bain ricorda anche che gli editori dispongono di vantaggi competitivi tra-sferibili dal business tradi-zionale, come reputazione e credibilità sui contenu-ti, sia di vantaggi ancora in fase di sviluppo, come competenze di marketing e tecnologiche specifiche per il nuovo mezzo, e l’instaurarsi di una nuova relazione con il consu-matore, ad esempio tramite blog, communities e social networks.

Aralynn McMane, executive director del pro-getto Young Readership Development di WAN-IFRA, Francia, ricorda che per rivolgersi alle nuove generazioni può essere utile diffondere la conoscenza della pubblicità nelle scuole, di-stribuendo materiale agli insegnanti e ottenendo dagli stessi “nativi digitali” idee cross-mediali da attuare. WAN-IFRA ha organizzato un con-corso destinato ai giovani lettori, che consisteva nel disegnare un messaggio pubblicitario per un servizio pubblico, allo scopo di aiutare i ragazzi a sviluppare interesse nei giornali e a comprendere il ruolo della pubblicità nella democratizzazione della nostra società.

Saranno anche da tenere in considerazione, per elaborare le proprie strategie, i risultati dello studio WAN-IFRA Youth Media DNA 2011, at-tualmente in corso, tra i consumatori dai 13 ai 24 anni, dove si analizza in che cosa si differenziano realmente i giornali nella mente dei giovani e in che modo l’età influisce sul bisogno di notizie e di informazioni che, bisogna ricordare, arrivano ai giovani sempre più spesso tramite gli smartphone rispetto che tramite la carta stampata.

Quali prodotti per i “nativi digitali”?Il Direttore generale della Fieg, Fabrizio Ca-

rotti, ha moderato una tavola rotonda dove alcuni dei nuovi protagonisti dell’informazione sui canali digitali si sono confrontati con i colleghi che ope-

rano sul web all’interno dei maggiori gruppi editoriali italiani, che ancora hanno il contro strategico delle proprie attività nella carta stampata quotidiana e pe-riodica.

Carotti non ha mancato di ricordare come la Fede-razione Editori segua molto da vicino l’evoluzione del mercato cross media, la cui portata globale, sia in termini di sviluppo di nuo-vi prodotti che per quanto riguarda le sfide organizza-tive interne ai gruppi edi-toriali, promette di essere uno degli argomenti centra-li nello sviluppo dell’edito-ria nei prossimi anni.

Paolo Madron, di Lette-ra43.it, ha sottolineato che

sono molti, e diversi, gli interessi del “popolo della rete”, che si appassiona anche di temi apparente-mente poco interessanti.

Per individuare tali interessi occorre superare il “gap” generazionale esistente, assumendo per-sonale molto giovane, non superiore ai 28-30 anni di età, e studiare il comportamento del pubblico dei “nativi digitali” in un mondo che risponde a logiche diverse, compresi quelli che in modo ec-cessivo ed esasperato hanno scambiato la realtà con la sua dimensione virtuale. Oltre alla necessità di lavorare sui contenuti, ha concluso Madron, occorre anche avere un buon ingegnere per la pro-gettazione del canale di pubblicazione, altrimenti ci si ritrova nella situazione equivalente ad avere un buon giornale ma non saperlo distribuire.

Peter Gomez de ilfattoquotidiano.it, già blogger e giornalista investigativo, rileva la necessità di individuare nel mondo del web quei personaggi importanti, e credibili, che però sfuggono al mon-do esterno, e constata come il web garantisca una memoria storica implacabile: tutto rimane scritto e non è possibile “cancellare” le notizie una volta pubblicate. Se ad esempio un politico annuncia il proposito di tagliare le imposte ma poi non realizza le sue proposte, il web è implacabile nel ricordare le sue false promesse.

Occorre anche sapere utilizzare il canale web: quando – secondo Gomez - Silvio Berlusconi man-da videomessaggi come se usasse la tv, commette un errore mediatico.

L’avventura de ilfattoquotidiano.it, che spera di raggiungere il break even il prossimo anno, è iniziata nel giugno 2010 e la testata è arrivata a

Elisabetta Taverna, partner, Bain & Company

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realizzare oggi 400.000 utenti unici al giorno; il 18% del traffico arriva dai social network, su cui ilfattoquotidiano.it ha molto puntato, fino ad arri-vare a “collezionare” 530.000 fan su Facebook.

Tutte le notizie sono commentabili, per cui oltre 300 blogger anche non giornalisti rendono vivo e interessante il sito.

Massimo Russo, della divisione digitale del Gruppo Editoriale L’Espresso, ricorda che ci sono 13 milioni di persone, ogni giorno, in rete, che non leggono giornali ma che si informano: occorre quindi garantire un’informazione permanente, con una copertura 24 ore su 24, fornendo le tessere di un puzzle come elementi per costruire il senso e gli scenari.

La rete è un “ecosistema” con regole e oppor-tunità diverse, dove l’unidirezionalità non è con-templata. E’ la credibilità dei personaggi, insieme ai contenuti, l’elemento che fa differenza, mentre un asset molto importante e in rapida crescita è rappresentato dai video.

Il multitasking è pure un elemento di cui tener conto: ad esempio mentre andava in onda in video l’ultima puntata di “Anno zero”, su twitter l’attività era frenetica, a testimonianza del fatto che mentre guarda la TV lo spettatore è attivo anche su inter-net, commentando in diretta le trasmissioni.

Patrizia Lucignani, responsabile dei contenuti digitali de La Nazione di Firenze, sottolinea come l’organizzazione in cui lavora preveda diversi portali per ogni testata del Gruppo. Esistono gal-lerie video e foto costituite con il materiale degli utenti, con possibilità di commenti che vengono riportati anche sulla carta per sviluppare sinergia tra stampa e web. Se, per esempio, ci sono state delle piogge particolarmente intense, i lettori sono invitati a mandare le proprie testimonianze: è anche questo un modo per fidelizzare il proprio pubblico. Per quanto riguarda i giovani è stata organizzata, recentemente, una gara musicale per i giovani talenti, a cui hanno partecipato 220 gruppi, con video e votazioni online.

Altra area fortemente presidiata è quella dei sondaggi. Uno di questi, dedicato alla pedonaliz-

zazione di alcunee aree, ha suscitato l’interesse di moltissimi utenti.

Massimo Sideri, giornalista del Corriere della Sera, tra i primi a scrivere online, ma che ancora non rinuncia a voler scrivere anche per la carta stampata, ha lamentato il fatto che, diversamente dagli altri Paesi in cui i giornali “chiudono” alle otto di sera, in Italia le testate abbiano l’abitudine di farlo a tarda notte, il che porta alla pubbli-cazione di notizie non controllate: appena esce un’agenzia viene pubblicata. Non si può condurre un’inchiesta in “real time” perché è un controsen-so: la sfida è quindi quella di conciliare la qualità con la tecnologia.

Raffaele Barberio, di key4biz.it, racconta del suo quotidiano online, che fornisce giornalmente 40 notizie, senza corrispondenza su carta stampa-ta. Si basa su di una piccolissima struttura compo-sta da 7 persone, con 11 siti portali collegati che includono web tv. Il target della comunicazione sono i “decisori”, e la comunicazione è strettamen-te business to business. E’ un prodotto costoso distribuito gratis e senza pubblicità, dato che con le 12.000 pagine viste, in linea con le scelte editoriali, non si raggiungono numeri interessanti per gli investitori.

I clienti, che sono anche competitor tra di loro, hanno a disposizione una struttura che effettua servizi giornalistici e che garantisce la redditività dell’iniziativa.

E’ l’attendibilità l’arma vincente per un’orga-nizzazione di questo tipo; ogni giorno viene inviata una mail a 20.000 persone, di cui si conoscono i gusti e le preferenze di consumo.

Barberio conclude con la raccomandazione di dare spazio e potere ai giovani, e con una constata-zione: non esiste un “popolo della rete”, un “popolo dei blogger”, ma si tratta della stessa gente che si trova nelle strade e nelle piazze.

Per tutti i partecipanti alla tavola rotonda, l’informazione in rete, per affermarsi, deve ancora conquistare una sua “credibilità, è certamente destinata ad espandersi, ma non porterà alla scomparsa della carta stampata.

Da sin.: Massimo Sideri, Il Corriere della Sera, co-autore del volume Banda Stretta, Patrizia Lucignani, Quotidiano.net, Peter Gomez, dir. resp. ilfattoquotidiano.it, Fabrizio Carotti, Dir. Gen. Fieg, Raffaele Barberio dir. resp. Key4Biz.it, Massimo Russo, dir.cont. e sviluppo prodotti, div. digital, Gruppo Editoriale L'Espresso, Paolo Madron, dir. resp. Lettera43

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Il “matrimonio” fra web e quotidiani porterà grandi soddisfazioni agli editori, visto il lento e costante declino delle quo-te dei giornali: a pensarla così è Michele Muzii, Pre-sidente della Federazione Concessionarie Pubblici-tà (FCP) coordinatore ed “animatore” della tavola rotonda fra le concessiona-rie del nostro Paese, che ha dominato la scena della ter-za, ed ultima, sessione dei lavori di WAN-IFRA Italia 2011, la Conferenza inter-nazionale per l’industria editoriale e della stampa italiana (Firenze, 9 e 10 giugno scorsi).

Muzii non ha mancato di osservare come i giova-ni tra i 20 e i 40 anni non leggono i giornali, anche perché questi si presentano ancora con gli stessi limiti di una scatola di ciocco-latini assortita: si devono comprare tutte le sezioni, ma sono poche quelle che interessano davvero il lettore. Il giornale su carta dovrebbe essere reso più appetibile, ad esempio attraverso l’uso ancora più massiccio del colore.

L’esame dei dati forniti da Assocomunicazione riguardo al numero di agenzie in Italia negli ulti-

mi anni è sconfortante: nel 1980 esistevano 27 agenzie a servizio completo, 11 agenzie minori e nessuno centro media, mentre nel 1990 trovavamo 22 agen-zie a servizio completo, 27 agenzie minori e 18 centri media, a cui si aggiun-geva la prima agenzia di Direct Marketing. I dati attuali riferiscono di una situazione che vede ancor più penalizzate le grandi agenzie a fronte di un’ec-cessiva frammentazione: 13 agenzie note e di grandi dimensioni, 56 agenzie mi-nori, 9 agenzie digitali, 16 di DM e 16 nuove agenzie dedicate agli eventi. Un panorama nel quale non è sempre agevole muoversi con successo.

Concessionarie a confrontoRaimondo Zanaboni, di

RCS , ha ricordato come il Corriere abbia inventa-to cinque o sei anni fa l’idea dello “sticker” – un fo-glietto autoadesivo incollato sulla prima pagina del

WAN-IFRA Italia 2011:La pubblicità fracarta stampata e web“Integrare e non sostituire”: i gruppi editoriali che pubblicano quotidiani e periodici si muovono su quest’asse strategico per lo sviluppo della comunicazione cross media. La carta stampata continua a garantire i fatturati necessari alle imprese, mentre i nuovi canali sono alla ricerca di equilibri economici che tengano conto, da un lato, degli investimenti pubblicitari, in crescita ma ancora modesti rispetto al prodotto quotidiano, e dall’altro della, tutto sommato, scarsa propensione del pubblico ad acquistare servizi di informazione on line. WAN-IFRA Italia 2011 ha dedicato l’ultima sessione dei lavori ad un confronto serrato sullo sviluppo della pubblicità sui media tradizionali e sui nuovi canali digitali.

Michele Muzii, Presidente FCP, che ha coordinato ed "animato" la tavola rotonda fra le concessionarie di pubblicità italiane

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giornale durante il ciclo di tiratura - ottenendo un grande successo, e ha invitato chiun-que abbia progetti innovativi a farsi avanti a propor-li, in quanto sono proprio questi la chiave per risol-vere i problemi del mercato.

Zanaboni ap-p a r t i e n e a l l a schiera di coloro che si sono stanca-ti di sentire trop-po spesso opinioni negative riguardo alla stampa. Pro-prio in questo periodo di crisi, e di trasformazione, possono nascere nuove opportunità. Per coglierle occorre studiare formati di pubblicità a maggiore impatto, che stimolino curiosità e sorpresa. Nei giornali, e soprattutto nei periodici tedeschi, si trovano esempi realizzati con molta fantasia e creatività pubblicitaria, ad esempio con l’utilizzo di pagine apribili. Un trend a cui prestare attenzione - sempre secondo Zanabo-ni – è quello dell’aumento degli investimenti “below the line”, che secondo la Federazione Relazioni Pub-bliche Italiane (FERPI) avranno un incremento dagli attuali 70 milioni a 80 milioni di euro. Per questo i quotidiani devono pre-disporre piattaforme utili a sviluppare progetti di questo tipo, e non soltanto piattaforme pubblicitarie. Gli editori hanno infatti grande credibilità e forte copertura mediatica, e co-stituiscono un ottimo stru-mento per fornire al cliente servizi legati ai suoi diretti interessi. Il Corriere, per esempio, ha predisposto un progetto che permette a IBM di incontrare le PMI, piccole medie imprese, ottenendo risultati concreti e un alto indice di soddisfazione.

Angelo Sajeva, di Mondadori, sposta l’attenzio-ne sui periodici, in particolare quelli specializzati

in moda e design, e racconta di come Mondadori sia riuscita a divulgare a un gran numero di lettori la Milano Fashion Week and Design sfruttando il marchio di Grazia. Sono state realizzate apposita-mente moltissime sfilate, sgretolando finalmente in questo modo il muro che separava la moda dalla

città di Milano e facendo sì che migliaia di persone in Galleria capissero final-mente il senso delle “setti-mane della moda”.

Su un totale di 18.500 aziende investitrici, 15.100 si rivolgono alla carta stampata e di queste 10.000 si affidano ai periodici: questo perché non solo il mondo della moda, ma anche le piccole e medie imprese apprezzano molto la pubblicità sui periodici, e tutto lascia pensare che continueranno a farlo.

Per quanto riguarda, in particolare, il settore della cosmesi, si è registrato un temporaneo aumento della pubblicità televisiva, perché gli scaffali erano pieni, come conseguenza

delle precedenti azioni di sell in, e serviva quindi una forte azione di sell out in cui la televisione è particolarmente forte. Una volta esaurito il fenomeno, prevede Sajeva, assisteremo alla con-seguente diminuzione della pubblicità cosmetica in televisione.

Jacob Mathew è il nuovo Presidente di WAN-IFRA

Dal 1° luglio Jacob Mathew è il nuovo Presidente di WAN-IFRA. Succede a Gavin O'Reilly, CEO di Inde-pendent News & Media, che era in carica dal 2005, ed ha guidato la fusione fra WAN ed IFRA.Jacob Mathew è Presidente, Executive Editor & Publisher del Malayala Manorama Group di Kerala, in India, editore di oltre 50 testate, di canali televisivi e radiofonici che trasmettono 24 ore su 24. Il quo-tidiano di punta del gruppo, il Malayala Manorama, ha una diffusione di 1,9 milioni di copie al giorno. Il sito internet collegato, Manoramaonline, è uno dei servizi di informazione on line di quotidiani più letti nel Paese.Jacob Mathew è il primo indiano a ricoprire la carica di Presidente di WAN-IFRA.

Raimondo Zanaboni, RCS Pubblicità

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In conclusione: non è consigliabi-le muovere guer-ra alle televisioni, ma piuttosto serve spiegare ai clien-ti che si tratta di mezzi diversi con finalità e moda-lità diverse, da sfruttare a secon-da delle proprie esigenze.

Massimo Ghe-dini, di A. Manzoni & C., sottolinea il grande sucesso dell’iPad, di cui nel giro di qual-che anno saranno in circolazione 3-4 milioni di pezzi, rendendolo un ottimo strumento di distribuzione rispetto alle sole 35.000 edicole esi-stenti.

Il 34% degli u tent i d i iPad sono donne con alto reddito, per cui le possibilità di vendita tramite questa piattafor-ma sono molto elevate, potenziate dal fatto che gli utilizzatori del tablet non pensa-no più nella logica del web “soltanto gratuito”.

Tra i vantaggi dell’iPad emergo-no il design, la ve-locità di fruizione con touch screen, l’alta definizione dei video, l’ampia disponibilità di ap-plicazioni, il fatto di essere sempre accesso e usabile in movimento, an-che in aereo. Non mancano i pun-ti critici: il costo elevato, il modo di sfogliare i giornali ancora “asettico”,

le tariffe rigide. Nonostante non siano ancora disponibili numeri certificati, sicu-ramente i settori della moda e del lusso hanno ap-prezzato la novità e hanno investito nella seconda edi-zione per iPad.

Giorgio Gras-s i , g i à i n H a -chette e ora nel Gruppo Hoerst, non comprende perché spesso si parli di un ritor-no sui periodici

degli investitori del mondo della cosmetica e della moda, visto che non se ne sono mai allontanati. In questi campi il prodotto va spie-gato e raccontato, quindi i periodici, soprattutto quelli del segmento alto, sono particolar-mente utili; il loro effetto avviene con un “lento rilascio” durante il tempo libero, quando si è più sensibili agli stimoli.

Grassi conclude parlando del recente acquisto, da parte del Gruppo Hoerst, di tutte le attività internazionali della francese Hachette nel mondo, che lo fa passare dal quarto al secondo gruppo negli Stati Uniti, e sbarcare in 18 nazioni europee, tra cui l’Italia, Paese strategico per la moda in quanto ha molti grandi clienti.

Maurizio Scanavino, di Publikompass, sottoli-nea come la situazione della pubblicità sui quoti-diani locali sia più favorevole rispetto a quella sui quotidiani nazionali: esistono infatti 30.000 clienti locali, con una redditività limitata ma comunque soddisfacente. Per quanto riguarda gli annunci, le necrologie sono molto più sentite al Sud piuttosto che al Nord.

Sono molte le potenzialità che si aprono nel web locale, un canale che sarebbe consigliabile poter estendere a livello nazionale. Un esempio è il lettore piemontese che legge le notizie locali del suo territorio anche se si trova altrove. Concessio-narie e i clienti istituzionali hanno quindi bisogno

Dall'alto: Angelo Sajeva, Mondadori Pubblicità, Giorgio Grassi, Hachette Rusconi Pubblicità , Massimo Ghedini, A. Manzoni & C., Maurizio Scanavino, Publikompass, Massimo Martellini, SportNetwork

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di una maggiore visibilità, che vada oltre a quella attuale a livello locale.

Massimo Martellini, di SportNetwork, afferma che il ruolo della concessionaria è quello di ana-lizzare il mercato e di guardare senza pregiudizi all’ingresso nel web come un’opportunità.

Dato che SportNetwork ha nel suo portafoglio sia quotidiani che periodici, Martellini rileva che con una periodicità giornaliera o settimanale non è possibile seguire gli aggiornamenti sportivi come ad esempio in tv, per cui la strategia più opportuna è quella di lasciare spazio a commenti e approfondimenti. La versione web permette di colmare, tramite l’inserimento di video, la lacuna dei quotidiani e dei settimanali, offrendo al pro-prio pubblico quello che la carta non può offrire: per questo i diversi settori merceologici si sono avvicinati tra loro.

Infine va analizzato il fenomeno Youtube, che rappresenta una “terra di nessuno” in cui non valgono i diritti sportivi, che invece i media sono costretti a pagare carissimi. Visto che Youtube

è una marea difficile da contenere, è piuttosto preferibile sfruttarla, così come vanno sfruttati i microeventi a livello locale coperti da internet e ripresi dalla stampa locale.

Sinergie in Italia ed all’esteroNell’affrontare il tema se il rapporto tra pub-

blicità su carta e digitale si configuri come una transizione o piuttosto come una sinergia, Nicola Pianon, managing director di Boston Consulting Group, ricorda come le concessionarie siano aggredite da nuovi competitor e come i compor-tamenti degli investitori pubblicitari e anche del pubblico siano in corso di trasformazione.

Da una parte cambia infatti il comportamento dei consumatori, sempre più connessi e con una crescente voglia di partecipare. La connessione avviene in tempo reale, utilizzando più piattafor-me, anche contemporaneamente, con il desiderio di essere idealmente sempre e ovunque online. I consumatori inoltre vogliono essere sempre più protagonisti dei media, in particolare sui social

Stampare difendendo l’ambiente: le proposte di manroland

I cambiamenti climatici sono una delle sfide più grandi per il genere umano, perché hanno un impatto globale sull’ambiente e possono cambiare la nostra vita per sempre. Alcuni di questi, come il surriscaldamento per effetto dell’emissione di note-voli quantità di CO2 nell’atmosfera, sono già una realtà. Il controllo, e la drastica riduzione, di emissioni nocive di anidride carbonica, sono una necessità reale.Manroland, uno dei leader mondiali nella fornitura di macchine per la stampa, in collaborazione con ClimatePartner, società specializzata nello sviluppo di soluzioni per la protezione ambientale, con sede a Monaco ed uffici in Italia, Grecia, Austria e Stati Uniti, ed oltre 750 clienti industriali in tutto il mondo, ha deciso di proporre a tutti gli stampatori una soluzione IT per il controllo delle emissioni in atmosfera di CO2, e per lo sviluppo di un ciclo di stampa industriale “climate-neutral”.Gli stabilimenti troveranno on line, all’indirizzo www.manro-land.com/com/en/company-partners-system-climatepartner.htm i moduli per la gestione delle emissioni di CO2, e per la protezione efficace dell’ambiente e del clima.Dopo aver inserito nel sistema on line IT i dati più rilevanti relativi alle emissioni, come l’energia, il calore, la flotta dei veicoli impiegati, etc.., i centri stampa ricevono le informa-zioni sulle reali tracce lasciate nell’atmosfera. Questo dato

è il punto di partenza per sviluppare una strategia globale di protezione ambientale e per sviluppare la generazione automatica di un calcolatore individuale di CO2, con il quale misurare, lungo tutto il flusso il lavoro, compresi i trasporti, le quantità delle emissioni. I volumi possono essere calcolati anche per la singola commessa.Una volta effettuate le misurazioni, i centri stampa possono adottare dei programmi specifici di protezione ambientale, ricevendo l’autorizzazione ad utilizzare il logo ClimatePart-ner “climate-neutral-printing” che certifica che il ciclo industriale di stampa è perfettamente compatibile con la difesa dell’ambiente naturale Ridurre le emissioni di CO2 significa non solo salvaguardare l’atmosfera e la natura, ma ridurre sensibilmente i costi industriali attraverso il puntuale monitoraggio dei materiali di consumo e dei fabbisogni energetici.

Il frontespizio della guida al "climate neutral printing", disponibile presso il sito di manroland

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network, e sono pronti a dare opinioni su prodotti e servizi, influenzando in questo modo le scelte di altri consumatori. Anche gli investitori pubblici-tari cambiano comportamento, ricercando nuove soluzioni di comunicazione: nascono strategie e progetti di comunicazione più integrati a livello multimediale, mentre gli investimenti si spostano verso i media digitali.

Le aziende investitrici ricercano soluzioni ad alto coinvolgimento del consumatore, aumentano gli investimenti below the line alla ricerca del rapporto diretto con il consumatore, e pretendono una maggiore misurabilità sul ritorno degli inve-stimenti in comunicazione.

Nascono nuovi competitor nel mercato dei media in tutte le aree di attività, incluso il campo della raccolta pubblicitaria; un esempio di succes-so è costituito da Groupon, il centro di acquisto collettivo che rappresenta l’azienda a maggior crescita nella storia di internet.

Le sinergie tra vecchi e nuovi media sono altrettanto importanti per gli editori e per le concessionarie, capaci di offrire audience e qua-lità su tutti i mezzi, sia al fine di rispondere alle richieste degli investitori che chiedono progetti di comunicazione integrata coerenti tra i vari media,

sia per rafforzare quei marchi editoriali che pos-siedono forti brand di cui è importante mantenere e rafforzare il valore, sia infine per difendere efficacemente la carta, grazie a un rapporto a due con il lettore prima sconosciuto.

Anche secondo Pianon la carta non scomparirà, quantomeno nel medio termine, mentre le sinergie tra vecchi e nuovi media diventeranno sempre più importanti per tutti gli attori del sistema.

Rosane Tremea, newspaper network editor e coordinator della RBS-Brazil Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile, racconta della sua esperienza a diretto contatto con i più giovani per conquistare i nuovi lettori digitali.

Con base nella zona di Porto Alegre, nel Sud del Paese, una regione con un forte gusto per la polemica e con il più alto tasso di alfabetizzazione del Brasile, il Gruppo Zero Hora si compone di 8 testate quotidiane, 20 tv, 26 radio e 92 siti web forti di 2 milioni di visitatori unici al mese.

240 giornalisti lavorano insieme in una reda-zione multimedia: per quanto riguarda l’online puntano sulle ultime notizie e sui supporti mul-timediali, mentre per quanto riguarda l‘offline offrono storie interpretative ed esclusive.

Zero Hora registra una crescita dell’editoria

Record di presenze a WAN-IFRA Italia 2011

WAN-IFRA Italia 2011, che si è svolta a Firenze nei giorni 9 e 10 giugno scorsi, ha riunito oltre 250 parte-cipanti, una presenza oltremodo qualificata che rappresenta anche il record assoluto per la manifestazio-ne internazionale, giunta quest'anno alla XIV Edizione.

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cartacea molto soddisfa-cente, pari al 20%, a fronte del calo di altri giornali concorrenti, fino al -43% di O Globo. Credendo nella carta stampata, Zero Hora ha investito recentemente 50 milioni di dollari in un nuovo impianto di stampa.

Il segreto del successo, riferisce Rosane Tremea, è quello essere molto locali e soprattutto di avere uno spirito giovane e di puntare molto sui giovani, pur senza perdere di vista gli altri let-tori: un terzo dei giornalisti ha infatto meno di 30 anni. Nel gruppo sono presenti 25 studenti di giornalismo con funzioni di supporto alla redazione.

La parola d’ordine più importante degli ultimi anni è stata: “non rinuncia-re a qualsiasi lettore, spe-cialmente quelli giovani”.

Sono moltissimi gli spunti per interessare i giovani di varie età: storie di persone che parlano di sport, anche estremi, e di musica alternativa, suggerimenti per entrare all’università, per trovare il primo lavoro, ma anche una sezione per invogliare alla lettura i più piccoli, con notizie confezionate apposta per loro, suggeri-menti per lo studio scola-stico, una sezione dedicata ai videogame, un club per bambini da 5 a 12 anni che offre sconti su spettacoli e regali.

Tramite diversi concor-si si stimolano i ragazzi a riflettere su che cosa serve alla propria città, su quello che preferiscono leggere sul giornale, sull’invenzio-ne che vorrebbero trova-re disponibile nel futuro. Vengono inoltre organizzati eventi e incontri, tra cui sono molto apprezzate le si-

mulazioni per di prove per entrare all’università, a cui hanno partecipato recente-mente 10.000 studenti.

Le conclusioni dei lavo-ri di WAN-IFRA Italia sono affidate ad Alberto Bor-garelli, direttore tecnico del Gruppo Il Sole 24 Ore, uno dei più attivi in Italia nell’editoria cross media, e Vice Presidente di Asig.

Fra gli spunti più inte-ressanti che riporteranno in azienda gli oltre 250 partecipanti alla Conferen-za internazionale promossa da WAN-IFRA, da Fieg e da Asig, Borgarelli ne richia-ma alcuni:

-la necessità di applica-re non solo alle macchine, ma anche alle persone, la filosofia dei miglioramenti continui, con piccoli step successivi, ricordati da Manfred Werfel nell’ambito della “produzione snella”;

-l’importanza di ridiscu-tere “le regole del gioco” e la nota positiva costituita dal rinnovo del contratto dei grafici, che introduce la flessibilità tempestiva, come ha ricordato, fra gli altri, il Presidente dell’Os-servatorio Tecnico Alberto Di Giovanni;

-l’importanza di ripen-sare l’offerta agli inser-zionisti di pubblicità, sulla base delle sinergie possibili tra media cartacei e elet-tronici;

-infine le evidenti ten-sioni, pur foriere di stimoli positivi, emerse tra stampa e logistica durante la tavola rotonda.

In conclusione, la carta stampata dimostra di re-agire bene alla crisi, ma occorre ripensare, insieme, ai contratti di lavoro, e a stabilire nuove alleanze per proseguire sulla strada di un positivo sviluppo.

Nicola Pianon, managing director, Boston Consulting Group

Rosane Tremea, newspaper network editor and coordinator, RBS-Brazil Zero Hora Editoria Jornalistica, Porto Alegre, Brasile

Alberto Borgarelli, Direttore Tecnico del Gruppo Il Sole 24 Ore e Vice Presidente dell'Asig, che ha concluso i lavori della XIV Edizione di WAN-IFRA Italia

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“Nel 2012, daremo il benvenuto a Londra e nel Regno Unito a milioni di persone, per una esperienza indimenticabile”. Il 27 luglio del 2012, con l’accensione della fiaccola, prenderanno il via le Olimpiadi, che si concluderanno il 12 agosto. Se-dici giornate di gare fra i migliori atleti del mondo, per le quali il Lon-don Organising Committee of the Olympic Games and Paralympic Games (LOCOG) prevede un bud-get complessivo di 2 miliardi di sterline, in parte coperto dal Co-mitato Olimpico Internazionale, in parte genera-to dalle vendite di biglietti, mer-chandasing e, più importante anco-ra, dal programma di sponsorship.

Londra è già di suo un crogiolo di razze e cul-ture diverse, e non ha certo bisogno dello sport per popolarsi di visitatori da ogni parte del mon-do, ma i Giochi Olimpici metteranno in moto una gigantesca macchina della comunicazione, con opportunità uniche, per gli editori internazionali,

di intercettare nella capitale inglese un pubblico di lettori cosmopolita e raccogliere pagine di pubblicità.

Per i quotidiani stampati, le Olimpiadi potreb-bero essere un’oc-casione unica per testare la stam-pa digitale, uti-lizzando nell’area Londinese l’unica tecnologia oggi esistente per pro-durre bassissime tirature con un rapporto costi/benefici ragione-vole.

A questa op-portunità sta già seriamente pen-sando il più anti-co centro stampa giornali in digita-le del mondo, la Stroma - centro di eccellenza di Océ - che ha sede a Heathrow, proprio

accanto all’aereoporto londinese che accoglierà i milioni di visitatori annunciati.

Stroma: dieci anni di esperienzaStroma è stata fondata da un gruppo di impren-

ditori con esperienza nell’area della stampa offset a foglio di grande qualità. “Nel 2001”- racconta

Quotidiani e stampa digitale:Stroma (Uk) investe nel futuro,aspettando le Olimpiadi 2012Il più antico centro stampa digitale per quotidiani del mondo, la Stroma di Heathrow (Uk), investe sul futuro puntando su tecnologie Inkjet full color e su alleanze strategiche con partner innovativi dell'industria editoriale, con un occhio al consolidamento del proprio business (oltre 7,5 milioni di copie di giornali stampate in digitale dal 2001 ad oggi) ed un altro alle Olimpiadi 2012 di Londra, un evento che potrebbe offrire una straordinaria opportunità per consolidare la tecnologia di stampa digitale dei giornali.

Steve Brown, Managing Director della Stroma, il più antico centro stampa digitale per quotidiani, e centro di eccellenza di Océ, che nel mese di luglio ha festeggiato i dieci anni di attività

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il managing director e co-fondatore Steve Brown-“dopo aver li-quidato gli asset analo-gici tradizionali, abbia-mo deciso di puntare sull’allora nuovissimo mercato della stampa digitale, rivolgendoci alla Océ”. Nel maggio di quell’anno, Stroma comincia, primo nel mondo, a stampare una testata estera per il mercato londinese, l’NZZ di Zurigo. Dopo dieci anni di attività, lo stabilimento ingle-se stampa fra 50 e 60 testate quotidiane al giorno, con una base di clienti valutata in 1400 giornali. La tiratura media, a prodotto, va dalle 5 alle 10 copie, con punte massime di 500 per le testate a mag-giore diffusione. “L’inven-duto è prossimo allo zero” osserva con soddisfazione Brown, che ha fra i propri clienti testate come il Wall Street Journal, il New York Times, China Daily e The Australian. “I prodotti che avviamo in produzione”- racconta White-“arrivano dal Nord America, dalla Scandinavia, dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Au-stralia”. Stroma produce su un ciclo di 24 ore su 24, con la massima concentrazione compresa fra le 19.00 e le 6.00 del mattino. Tutte le testate sono stampate su un’unità Océ JetStream 1000 che, pur facendo par-te della gamma al vertice dell’offerta di Océ, non è la più veloce. Gira a 75 metri al minuto – in full color - con larghezza bobina 52 cm, e utilizza carta con una grammatura variabile fra i 48,9 e i 55 grammi. “Una velocità più che sufficiente per i nostri clienti”- commenta Brown, che racconta di come un membro della Famiglia Reale Araba, dopo aver assistito alle nozze di Kate Middleton e del Principe William, volesse vedere come fosse

stata data copertura all’evento, e la Stroma ha stampato copie dei giornali e le ha consegnate a destinazione in aereoporto in meno di trenta minuti.

Alla produzione dei giornali lavorano quattro addetti in tutto. Da quando ha cominciato l’atti-vità, Stroma ha prodotto circa 7,5 milioni di copie di giornali in digitale, che corrispondono a circa il 25% del totale di 30 mi-lioni di copie stampate in tutto il mondo, a partire dal 2001, dal network di stabilimenti che, a Singapore, New York, Los An-geles e Sidney, oltre a Londra, utilizzano macchine Océ. Alla Stroma sono installate altre soluzioni di stampa digitale,

due VarioPrint 6200, una CS665Pro e una VarioStre-am 7650, tutte Océ, per la realizzazione di prodotti non quotidiani. Stroma ha una base di clienti impor-tanti anche nell’area com-merciale, dove offre servizi di stampa print-on-demand per cataloghi e libri che vanno dal bianco e nero di base fino ai volumi in altissima qualità full color. “Non abbiamo back-up delle stampanti”- spiega Brown, per la semplice ragione che in dieci anni di attività, dal 2001 ad oggi, sono stati persi solo tre giorni di lavoro per fermi macchina.

“Il colore è fondamen-tale per i giornali in ogni parte del mondo”- racconta White, e da questa conside-razione è nata la decisione di passare dalla prima mac-china da stampa in bianco e nero con tecnologia a toner,

non più competitiva per il mercato dei quotidiani, all’unità JetStream 1000 in full color. Una macchi-na, osserva divertito White, in grado di acconten-tare, per qualità, anche i lettori che viaggiano in classe premium sulla Quantas, e grazie al centro stampa di Heathrow possono avere in tempo utile per il decollo le copie del Sidney Morning Herald e dell’Australian. La nuova macchina, che fa parte

Dall' alto: Mark White, Manager - The people and foreign sales - Mirror Group; Andreas Qvist, co-fondatore di Newspaper Abroad, che hanno partecipato alle celebrazioni per i dieci anni di attività di Stroma

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di un piano di investimenti globali nell’ordine di 1,3 milioni di sterline, stampa bianco e volta su un’unica torre colore, e per questa ragione è, per dimensioni, la più piccola rotativa digitale dispo-nibile ad oggi sul mercato.

Nuovi modelli di business: Stroma e Newspaper AbroadA differenza di quello che avviene in altri

centri stampa digitali europei, “noi”- spiega Steve Brown-“siamo solo stampatori”. Naturalmente stampatori digitali, e quindi imprenditori abituati

a tenere in massima considerazione l’intera orga-nizzazione della “filiera” produttiva, a cominciare dalla distribuzione. “Gli editori che stampano da noi non distribuiscono direttamente attraverso Stroma”- spiega Brown, ma utilizzano servizi esterni che provvedono a recapitare le copie lad-dove servono.

Il piano di produzione, come avviene anche in altri centri stampa digitali, è “pilotato” dalla di-stribuzione, dal momento che la unità di stampa è in grado di alternare fra loro cicli di tiratura della medesima testata, che sono avviati in produzione

La carta fa crescere gli alberiNon è vero che la carta distrugge le foreste, non è vero che la stampa fa male all’ambiente. Anzi, per dirla tutta, è vero esattamente il contrario: la carta è uno dei pochi prodotti realmente sostenibili, e la stampa, che la utilizza, è un’industria che fa bene all’ambiente.Il 18 maggio scorso, in tutta Europa, è partita una mas-siccia campagna di comunicazione scientifica per sfatare, si spera, una volta per tutti, i pregiudizi ed i luoghi comuni più diffusi, figli di un’assoluta ignoranza in materia, che circondano l’industria della carta e la filiera industriale che la utilizza. Promossa da PrintPower Europe, un’orga-nizzazione con sede a Bruxelles, alla quale aderiscono sia associazioni di settori nazionali che singole imprese– in Italia, fra gli altri, Assocarta, Assografici, Fieg e Arnoldo Mondadori Editore –la campagna Two Sides, tradotta in italiano con “Il lato verde della carta”, ha l’obiettivo di spiegare, soprattutto ai target più giovani di lettori, che la filiera industriale che produce ed utilizza la carta contribuisce alla gestione sostenibili dell’ambiente, “fa il tifo per le foreste, e non le distrugge”.Comunicare con la carta è la cosa più naturale del mondo. Dal 1950 ad oggi l’area forestale in Europa è aumentata del 30%, generando l’88% del legno utilizzato per produr-re la carta. E’ proprio questo materiale che fa crescere sempre nuovi alberi, grazie alla sistematica piantumazione di nuove foreste.A livello mondiale, l’industria cartaria fa un utilizzo rela-tivamente ridotto del legname: solo l’11%, contro il 53% destinato alla produzione energetica e il 28% indirizzato alle segherie. Il 94% della carta che utilizziamo è prodotto in Europa, area nella quale, non a caso, le foreste si stanno ampliando, e ricoprono, al momento, il 44% del territorio complessivo. Una foresta ben gestita, utilizzata e ripiantata con criterio, assorbe più anidride carbonica di una foresta matura, composta da alberi più anziani. L’industria della carta contribuisce al contenimento delle emissioni di CO2, grazie alla gestione accorta del patrimonio boschivo, il “filtro” più naturale che esiste per rimuovere dall’atmosfera l’anidride carbonica in eccesso.

La carta non consuma energia quando viene usata per comunicare. Le aziende che la producono, per oltre la metà del fabbisogno energetico utilizzano fonti rinnova-bili. Le industrie cartarie in Europa sono il “motore” delle bioenergie.Un computer acceso, in sei minuti, assorbe 12,5 Wh di energia, quanti ne occorrono per produrre un foglio di carta in formato A4 che, per venire “letto”, non avrà più bisogno di alcun consumo.La carta è il materiale più riciclato d’Europa. Nel 2009, la percentuale di carta riciclata nel nostro Continente ha raggiunto il 72,2%, il valore più alto registrato nel mondo.In materia di riciclo, l’industria cartaria europea è leader mondiale. La carta ha “due lati”: uno fatto di luoghi comuni, ed uno di realtà positive per l’ambiente: chi utilizza la carta stampata, fa del bene alla natura, e aiuta le foreste a crescere.

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in funzione di dive devono essere re-capitati.La cosid-detta “drop distri-bution”, ovvero la distribuzione “a goccia”, quella che può fare ar-rivare allo stesso punto vendita più copie della te-stata in funzione dell’orario di com-mercializzazione e delle abitudini dei lettori, funziona anche alla Stro-ma.

Lo stampatore inglese ha anche annunciato, in oc-casione dei dieci anni di attività, un accordo strategi-co con Newspaper Abroad, una società scandinava che ha sviluppato un servizio di “rappresentanza” degli editori di giornali nei confronti dei fornitori di servizi a valore aggiunto loca-li. Se un editore, ponia-mo, Sudafricano, vuole essere presente sulla piazza di Londra con un numero di copie mirate – per quantità e distribuzione nei punti vendita – ai suoi lettori presenti nella capitale inglese, può stringere un accordo globale con Newspaper Abroad e chiedere a quella so-cietà di farsi carico degli accordi di stam-pa e distribuzione del prodotto stampato.

“Il contratto che proponiamo ai clienti”- spiega Andreas Qvi-st, co-fondatore della società scandinava-“è molto flessibile, e varia a seconda delle loro esigenze”.E’ possibile fornire all’editore il solo contatto con stampatore e distributore locale, così come è possibile arrivare a forme di accordo che prevedono, da parte di

Newspaper Abro-ad, l’assunzione del rischio sulle stesse attività di stampa e distribu-zione, con modelli di contratti “chiavi in mano” dove di fatto l’agente rap-presentante agisce come fosse quasi lo stesso editore. “Gli scandinavi sono ottimi lettori, e a Londra sono oltre 200.000” – racconta Qvist, su un totale di pre-senza nel Regno Unito attorno alle 250.000 persone. Un mercato molto interessante per avviare l’attività di “rappresentan-

za” delle maggiori testate scandinave in Inghil-terra, che a partire dall’accordo con Steve Brown

saranno interamente stampate dalla Stro-ma. Dal Nord Europa al resto del mondo il passo è stato breve, e la società, fondata nel 2006, rappresenta oggi circa una sessantina di testate, offrendo a tutte un’interfaccia interna-zionale completa verso i servizi di stampa e di distribuzione.

“Per noi della Stro-ma- sottolinea Brown-“l’accordo con New-spaper Abroad è stra-tegico”, soprattutto in vista delle Olimpiadi. L’azienda scandinava procura le testate, e il centro stampa le pro-duce in funzione della distribuzione. All’edi-tore non resta che fare i conti e vedere se que-

sto modello di business conviene.“Se una copia stampata in digitale costasse

il doppio rispetto alla medesima copia prodotta dall’offset, sarebbe già un ottimo affare”- sostie-

La "rotativa" per la stampa digitale dei giornali impiegata dalla Stroma, la JetStream 1000, stampa bianco e volta su un'unica torre colore. Non è l'unità più veloce fra quelle offerte da Océ, ma è la più piccola, per dimensioni, disponibile oggi sul mercato,

Stroma stampa abitualmente fra cinquanta e sessanta testate quotidiane, grazie ad accordi con editori del Nord America, dell'Europa, dell'Asia e del Pacifico che vogliono essere presenti nell'importante mercato inglese,

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ne Mark White, dirigente di The People and Fo-reign Sales, Mir-ror Group, che in occasione dell’in-contro londinese per il decennale di Stroma ha portato il “punto di vista” degli editori. Pur-troppo, costa qual-cosina in più. E allora? “Può esse-re comunque con-veniente”- spiega White, perché il costo finale, per l’editore, è sem-pre quello della copia recapitata nelle mani del lettore. Il Gruppo del Mirror vuole essere presente in molti mercati internazionali dove i lettori di lingua inglese, af-fezionati consumatori dell’informazione stampata, non sono in numero tale da giustificare le tirature minime della stampa offset. “Per questo motivo noi siamo acquirenti convinti di servizi di stampa digitale”, perché il ridottissimo numero di copie che si possono ottenere – anche solo una al giorno – a conti fatti, in determinati casi è vantaggioso.

Certamente, da parte degli editori inglesi come il Gruppo Mirror, ci sono precise richieste nei confronti sia degli stampatori che dei fornitori di macchine digitali, nel caso specifico Océ.

“E’ soprattutto il costo di distribuzione che ha cominciato a dare problemi importanti agli editori del Regno Unito”, racconta White.Incrementi at-torno al 75% a partire dall’11 settembre 2001, poi green tax, echology charge ed altre voci che, Paese per Paese, fanno crescere i costi di consegna delle copie ai lettori, hanno spinto il Gruppo Mirror verso le tecnologie digitali per essere presenti nei mercati al di fuori del Regno Unito. “Macchine come quelle della Océ”- dice White-“tagliano i costi della logistica.”

Ai fornitori di tecnologie si richiedono, per con-tro, tagli drastici nei costi della stampa di pagine full color. Sulle macchine attuali, e non importa da chi siano prodotte, più aumenta la copertura del colore, sia in termini di superficie che per quanto riguarda la “brillantezza” finale del prodotto, più aumentano i costi.

“Non è possibile fare un paragone con la copia stampata in offset”- osserva White-“perché le due tecnologie vanno valutate in termini globali di impatto sull’organizzazione del lavoro”. Qui è richiesto, e questa volta direttamente agli editori

ed agli stampa-tori, una grande immaginazione per trovare diver-se organizzazioni produttive. Per il momento, il Grup-po Mirror stam-pa in digitale una percentuale com-presa fra il 12 e il 15% del volume di tiratura distribui-to all’estero.

Giornali e Tablet/iPad editions

Ma non sareb-be più convenien-te andare diret-

tamente sulle edizioni tablet e iPad, lasciando perdere il prodotto stampato?

“No”, è la risposta di Mark White. Le edizioni elettroniche per i nuovi supporti mobili possono andare bene per alcune testate, per esempio, os-serva sempre White-“per i quotidiani economico-finanziari. Ma per altri prodotti, come i giornali di informazione generale e, sicuramente, la grande stampa sportiva, “l’impatto della pagina stampa-ta, con la grande fotografia a colori, è molto più efficace”. Per queste ragioni al Gruppo Mirror seguono con molta attenzione le opportunità of-ferte sui mercati internazionali dagli stampatori che utilizzano macchine digitali.

Che i tablet non saranno i killer del prodotto stampato è anche l’opinione di Andreas Qvist, di Newspaper Abroad, che nota come gli editori scan-dinavi, che pure hanno investito in questo nuovo canale di comunicazione, non stiano vedendo particolari ritorni economici. E il web? “E’ molto valido per i contenuti multimediali, i suoni e le immagini”- commenta Qvist –“ma resta sempre un canale fondamentalmente gratuito”.

Editori inglesi, nuovi professionisti dell’indu-stria dei servizi e stampatori digitali, come Stroma, concordano su un punto: le Olimpiadi di Londra del 2012, anche grazie alla loro collocazione in una del-le città più cosmopolite del mondo, sarà un test di grande importanza per tutta l’industria della stam-pa quotidiana. La scommessa sarà raggiungere i lettori nella grande metropoli inglese, a un costo di copia-portata in grado di creare impresa.

La tecnologia per la stampa digitale, con il concorso di tutti i protagonisti del mercato – edi-tori, stampatori e distributori - dovrà dimostrare di offrire un’opportunità competitiva nel mercato dell’informazione quotidiana.

Un folto gruppo di manager e giornalisti europei ha partecipato ai festeggiamenti per i dieci anni di attività di Stroma

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Trasformate la produzione di lastre da violet a green

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La crisi non è irreversibile, il declino non è ineluttabile: i grandi quotidiani metropolitani americani hanno deciso che è venuto il momento di ripensare in profondità l’organizzazione del lavoro, le piattaforme produttive e gli investimenti per adeguare i modelli produttivi alle opportuni-tà offerte dall’editoria “multicanale”, il sistema integrato di comunicazione per proporre 24 ore su 24 notizie, intrattenimento e servizi attraverso testate stampate, web, smartphone e, più di re-cente, tablet e iPad.

Lo scorso mese di maggio WAN-IFRA, l’asso-ciazione mondiale degli editori, ha organizzato un “viaggio di studio” sulla costa Est degli Stati Uniti per portare un gruppo di dirigenti europei ad incontrare i colleghi americani del Washington Post, New York Times, Wall Street Journal, USA Today ed altri gruppi editoriali che operano con network di testate locale o televisive, supportate da attività su internet.

“I nostri colleghi americani sono stati colpiti dalla crisi molto duramente”- racconta Domenico Tudini, Vice Presidente con responsabilità per il settore di attività multimediali di SportNetwork, la concessionaria del Gruppo Amodei, che ha par-tecipato all’iniziativa di WAN-IFRA. Le difficoltà stanno offrendo un’occasione unica per ripensare in profondità non solo ruoli, funzioni, organizza-zione del lavoro e tecnologie, ma tutto l’insieme del “mestiere editoriale”.

Le strategie per crescere“Gli americani”- racconta Tudini-“hanno veri-

ficato, confrontando i dati fra il primo trimestre del 2010 e quello del 2011, che le vendite in edicola dei prodotti stampati possono tornare ad aumen-tare, e che possono crescere i lettori digitali, gli abbonamenti alle e-editions, e i ricavi pubblicitari nel loro complesso”. Il Wall Street Journal, che a

marzo del 2010 vendeva 2.066.917 copie, esatta-mente un anno dopo, a marzo di quest’anno, era cresciuto dell’1,46%, USA Today, con 1.829.099 copie (marzo 2011) è cresciuto dello 0,14%. Il Wa-shington Post ha visto aumentare i propri lettori digitali del 30% nel confronto 2010/2011, il Boston Globe del 39% e il New York Times del 64%. Lo Houston Chronicle ha guadagnato, in dodici mesi, il 42% di abbonati alle E-Editions, e il 40% lo ha registrato il Washington Post.

Che cosa è successo? “Un cambiamento di mentalità”- spiega Tudini.

I grandi gruppi editoriali hanno deciso di cambiare rotta lungo tre direttrici principali: investimenti in nuove piattaforme tecnologiche per la comunicazione “integrata” fra i diversi canali di distribuzione delle notizie, una nuova organizzazione del lavoro, sia in redazione che all’interno dei dipartimenti funzionali, ed una nuova allocazione di risorse che ha investito le aziende nella loro globalità.

Dalle “redazioni integrate” all’“universal desk”Le grandi testate americane sono molto or-

gogliose del proprio stile di comunicazione. “Il giornalismo, negli Stati Uniti, è un concetto ab-bastanza astratto”- spiega Tudini. Di concreto, invece, c’è il “Wall Street Journal journalism, il Washington Post journalism, l’USA Today journali-sm”.Tutti questi “stili giornalistici” ben definiti, e riconosciuti dai lettori, si sono trovati uniti da una considerazione comune: nel momento in cui è pos-sibile diffondere notizie, contemporaneamente, su più canali, è pura follia pensare che a farlo siano redazioni “dedicate”. E’ la “mentalità” che deve cambiare. E negli Stati Uniti sta puntualmente cambiando. “Già da alcuni anni”- racconta Tudini-“il modello americano aveva elaborato il concetto di redazione integrata”, ovvero un metodo di

Dall’“Universal Desk” ai Social Network: l’America rinnova l’editoriaCon l'impatto dei nuovi canali multimediali sulle attività della stampa quotidiana, gli editori americani hanno sviluppato una nuova visione del business: redazioni integrate, universal desk, paywall, nuovi sistemi redazionali e marketing sui social network sono gli strumenti per tornare a crescere nel mercato della comunicazione dopo la grande crisi del 2008-2009.

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lavorare dove chi scriveva per il tradizionale prodotto stampato ha dovuto impa-rare anche a scrivere per il Web. La rete è partico-larmente competitiva per le “breaking news”, gli aggiornamenti in tempo reale: brevi, efficaci e facili da consultare. Ancora più sintetici devono essere i pezzi preparati per le piat-taforme mobili: gli smart-phone e l’iPad. L’approfon-dimento e la cronaca ricca di dettagli sono un genere più adatto alla carta stam-pata. I giornalisti lo sanno e si stanno rapidamente adeguando.

Il passo successivo, già in piena evoluzione presso alcune delle più importante testate nazionali, è l’“uni-versal desk”. La tradizio-nale figura del redattore si scompone in professio-nalità molto specifiche, e tutte rigorosamente “cross media”.In un “modello ideale”, da una parte del desk siedono i “content creators”, ovvero i responsabili dei contenuti, per le informazioni nazionali, locali, l’intrattenimento e i life style, gli esteri, le opinioni ed il giornali-smo di analisi e di investigazioni, dall’altra parte c’è il “presentation team”, con le nuove figure dei “design information architects”, i grafici, gli esperti di fotografia digitale, i tecnici video, ed i softwearisti specializzati nel web. In mezzo siedo-no le figure manageriali, il direttore responsabile, i vice, i capi settore, e gli specialisti dei singoli canali di comunicazione.

Il “desk universale” produce tutta l’informazio-ne del gruppo editoriale, dalle breaking news per gli smart phone alle pagine di cultura dei numeri domenicali dei giornali stampati. Il “desk univer-sale” è una sorta di “nuovo organismo” redaziona-le, dove le vecchie competenze si ricompongono nelle nuove figure professionali.

Questo modello di organizzazione del lavoro ideale, si “coniuga nella pratica quotidiana in modo diverso, a seconda del gruppo editoriale.” In comune, ancora una volta, c’è la progressiva ri-organizzazione dello spazio fisico della redazione, sempre più simile ad un’architettura concentrica – che a noi Europei ricorda le visioni medievali del mondo ultraterreno – dove al centro siedono i responsabili – coordinatori dei contenuti, e negli

anelli concentrici i vari ad-detti alla preparazione dei canali di comunicazione.

Il Wall Street Journal, il Washington Post, il New York Times e le altre gran-di testate metropolitane hanno già da tempo avviato grossi investimenti tecno-logici.

“Il nuovo sistema edi-toriale, non quello per il futuro prossimo ma quello per il presente”- sottolinea Tudini-“è una piattaforma integrata dove all’interno di un unico motore di in-dicizzazione di preparano e si smistano i contenuti da pubblicare nei diversi canali”.E’ ritenuta vincente la possibilità di lavorare ogni componente dell’in-formazione, dai testi alla grafica alle immagini fino ai video, all’interno di un unico ambiente operativo dove, naturalmente, inte-

grare on line i pacchetti software standard più diffusi, primo fra i quali è la suite di Adobe.

“In alcuni casi”- ricorda Tudini-“come WSJ, NYT e Washington Post, i nostri colleghi hanno un ciclo di lavoro 24 ore su 24, con gli staff redazio-nali e tecnici che si alternano giorno e notte.”

In ogni organizzazione del lavoro, e per ciascu-na soluzione tecnologica adottata, vale il principio fondamentale di evitare nel modo più assoluto le duplicazioni di funzioni.

Nuove risorse produttiveIn questo modo “diverso” di fare il giornale,

anzi, di fare il mestiere dell’editore, gli america-ni hanno favorito un grande ricambio di risorse produttive. “Le aree tradizionali della diffusione e dell’amministrazione sono state ridotte all’osso”, mentre ovunque sono stati potenziati i servizi di marketing verso i clienti.

I social network, integrati dal punto di vista tecnico nelle piattaforme produttive, sono i nuovi canali per agganciare i clienti-lettori e per antici-pare i contenuti di maggiore impatto che saranno disponibili sul giornale del giorno dopo.“Il Wa-shington Post li ha chiamati innovation editors”, ma la traduzione più corretta è “specialisti del web”. Sono le figure di raccordo fra i contenuti multimediali e i lettori collegati alla rete, il cui compito è favorire l’interazione fra i clienti ed i

Domenico Tudini, Vice Presidente di SportNetwork con responsabilità per l'attività multimediale del Gruppo Amodei

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canali distributivi disponibili, mantenendo l’iden-tità del “brand” la più forte possibile. Un marchio come USA Today, o come NYT o WSJ, rappresenta un valore aggiunto di forza straordinaria nella nuova dimensione della comunicazione, dove il lettore cerca sia la identificazione con lo stile gior-nalistico che la “garanzia” rispetto all’attendibilità di quello che legge.

Ciò vale, ed è un patrimonio di conoscenza ormai consolidato negli USA, sia per quanto riguarda le notizie di interesse nazionale ed in-ternazionale, che per quanto attiene alla cronaca locale.Le strade delle grandi metropoli americane sono sempre più spesso battute dai nuovi video-

giornalisti dotati di macchina fotografica HD con funzioni di telecamera, in grado di trasmettere la cronaca quasi in tempo reale attraverso le piat-taforme integrate, ma quello che fa la differenza è sempre il “marchietto” che compare sul video, garanzia di “stile” e di “qualità”. Questo vale non solo per la carta stampata, ma anche per le emit-tenti televisive, come la NBC e la MSNBC, visitate durante il viaggio di WAN-IFRA.

E l’editoria minore? “Sta seguendo la stessa strada”, commenta Tudini. Alcuni network di giornali locali, come il Journal Register, hanno vissuto una crisi molto violenta, ed hanno dovuto tagliare intere redazioni locali, concentrando le risorse produttive in pochi siti e creando nuove sinergie. Anche in queste realtà locali, come nei grandi giornali metropolitani, hanno comunicato a diffondersi dei nuovi strumenti per affiancare la redazione, come i blog tenuti o dai giornalisti o da alcuni lettori particolarmente capaci. Sono “canali” alternativi di notizie, spunti ed idee che interagiscono con gli strumenti più consolidati, ospitati all’interno dei sistemi editoriali, anche quando l’opinione dei blogger non rispecchia la linea del gruppo.

Paywall e Metric Driven CultureMa la nuova “multimedialità editoriale” si rie-

sce a vendere? “Sì”, risponde Tudini, anche se non esiste un modello unico di business consolidato, e gli editori si stanno muovendo ancora con un approccio sperimentale.

Due sono gli approcci più diffusi: il paywall e l’acquisto “uno per tutti”.Nel primo caso, l’edito-re – per esempio del WSJ o del NYT - decide di proporre gratuitamente alcune notizie sul web, e di richiedere il pagamento di un abbonamento per la consultazione completa.Tendenzialmente, a pa-gamento sono i servizi offerti su mobile e su iPad, mentre sul web gli editori sono più propensi ad offrire gratuitamente i contenuti. Per quasi tutte

le testate, vale comunque il principio di offrire un bouquet di possibilità a pagamento – paywall on line, iPad o smartphone – in capo al quale quando un lettore acquista una opportunità, ha accesso, gratuitamente, a tutte le altre. Il sistema sembra

WSJ, NYT e Washington Post: il concetto di "universal desk" ha cambiato in profondità anche l'architettura delle redazioni, sempre più simili a "sale di controllo" multimediali

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convincere anche gli inserzionisti, laddove si consideri che, secondo i dati della Newspapers Association of America, i ricavi da pubblicità, calcolati in milioni di dollari, sono passati dai 1216 del 2003 ai 2664 del 2006 fino ai 3042 dello scorso anno 2010.

Nel panorama editoriale sta anche prendendo piede la nuova Metric Driven Culture, l’analisi attenta delle “preferenze” dei lettori verso i contenuti offerti dai canali digitali. E’ una forma alternativa, e molto sofisticata, di interazione con i lettori. I software specializzati nella scansione delle utenze web seguono in tempo reale la con-sultazione delle notizie, e generano dei “trend re-port” che forniscono indicazioni molto importanti a quanti hanno la responsabilità di decidere che cosa, come e dove impaginare e pubblicare sul web e sulle piattaforme mobili.

Dagli Stati Uniti al Vecchio ContinenteCosa potremmo realisticamente adottare in

Italia rispetto alle nuove esperienze che si vanno consolidando negli Stati Uniti?

Il principio della “non duplicazione” delle attività giornalistiche e poligrafiche è acquisito da molti decenni nella nostra cultura industriale. “Se mai, oggi, si tratta di aggiornarlo in funzione di una nuova organizzazione del lavoro da portare all’interno delle aziende editrici.”

Per quanto riguarda le piattaforme produttive, l’integrazione multimediale è certamente il futuro anche nel nostro Paese. “E’ un elemento”- sotto-linea Tudini-“abilitante per la integrazione reda-zionale”. Semplifica la produzione multicanale, e offre spunti interessanti per la crescita professio-nale delle nuove leve di redattori.

“Anche nel nostro Paese”- conclude Tudini –“Dovremmo approfittare delle difficoltà per spingere in direzione dell’innovazione globale”, che significa, ancora una volta, nuovi modelli di organizzazione, nuovi prodotti e nuove tecnologie di supporto.

Stampa digitale e sostenibilità ambientale: Kodak guarda al futuro

Dal “capture al printing”, dalla fotografia analogica del ‘900 alla stampa digitale, investimenti coraggiosi in ricerca e sviluppo ed acquisizioni di società quali Horsell, Polychrome, NexPress, Creo, Encad e Scitex Digital Printing: “Kodak aveva davanti due strade: continuare a trarre il massimo dall’attività esistente senza investire, oppure reinvestire tutto ciò che ha guadagnato operando in un mercato ormai maturo.Noi abbiamo scelto la seconda opzione”. Philip Cullimore, Managing Director of Consumer and Com-mercial Business di Kodak EAMER, ha sintetizzato così il passato, il presente ed il futuro del colosso multinazionale delle tecnologie per la comunicazione digitale, che da anni ha avviato una radicale trasformazione tecnologica cominciando a raccogliere promettenti risultati sul piano economico ed industriale. I tre quarti del fatturato sono generati nel digitale, e il 70% ha origine da dodici prodotti leader di altrettanti segmenti di mercato.Kodak è oggi saldamente posizionata fra i primi tre fornitori mondiali di tecnologie desktop inkjet.E proprio il mercato delle applicazioni digitali alla stampa, dove in prospettiva alcune soluzioni potrebbero affiancare, quando non sostituire nel medio periodo, impianti analogici tradizionali, sia per il commerciale che per l’editoria, è uno dei settori sui quali Kodak punterà a crescere ancora.Parallelamente, è destinato a crescere l’impegno della società per soluzioni di caratterizzate dalla sostenibilità ambientale. “Kodak”- ha detto Cullimore, a conclusione dell’incontro con la stampa ospitato presso la sede italiana di Cinisello

Balsamo (Mi) lo scorso 6 luglio-“può aiutare gli stampatori a perseguire una maggiore sostenibilità ambientale con soluzioni e servizi che aumentino il livello di efficienza e limitino l’uso delle risorse”. Tra queste misure, naturalmente, la riduzione degli scarti, dei consumi di carta, inchiostro, chimici ed energia lungo tutto il ciclo produttivo.

Philip Cullimore, Kodak Regional Managing Director European, African & Middle Eastern Region

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TecnoMedia (TM)- Dopo una carriera impor-tante “dalla parte” degli editori, lei ha assunto la funzione di Amministratore delegato di Atex Italia. Che effetto le fa questo nuovo ruolo pro-fessionale?

Federico Marturano (FM)- E’ una situazione curiosa, ma non credo che, almeno dal punto di vista di Atex, sia una pura casualità.

TM- Perché?FM- Atex ha deciso di rafforzare e sviluppa-

re in tutto il mondo il rapporto di partnership con i clienti, e certamente un Amministratore che venga dall’altro “lato della barricata” può svolgere un ruolo molto importante, soprattutto in un mercato come quello italiano che, lo ricor-do, nel portafoglio internazionale di Atex pesa moltissimo.

L’Italia è al secondo posto, dopo gli Stati Uniti, in termini di quota di mercato editoriale.

TM- Quindi la sensazione di un fornitore or-mai diventato troppo “globale” per interessarsi anche alle richieste degli editori italiani non è corretta?

FD – Direi che assolutamente non ha fonda-

mento. In Italia Atex è presente con una struttura operativa dedicata all’editoria che impiega circa cento professionisti. A Milano abbiamo il quartier generale ed un centro di ricerca e sviluppo, e un altro centro di ricerca e sviluppo é a Napoli.

Come speso specifico di “business” il nostro Paese è secondo solo agli Stati Uniti. La tensione e l’attenzione della Corporate verso l’Italia resta-no ai massimi livelli.

TM-Quali soluzioni tecnologiche vi chiedono oggi gli editori italiani?

FM- Il mercato – direi non solo quello italiano – sta attraversando una fase di forte cambiamen-to, con una discontinuità tecnologica mai vista. I processi di “convergenza” verso l’editoria multi-canale sembrano trainati dalla volontà dei lettori più che spinti dall’editoria.

Ogni sei mesi si affacciano nuovi dispositivi per ricevere informazioni e servizi, che possono integrare con successo il prodotto quotidiano. L’utente vuole soluzioni sulle nuove piattaforme, e queste si devono sviluppare con tempi del tutto diversi rispetto a quelli del passato.

TM-Atex ha puntato, negli anni scorsi, ad una

Federico Marturano è il nuovoAmministratore delegato diAtex Italia

Atex Italia ha un nuovo Amministratore delegato: è Federico Marturano, che ha assunto ufficialmente l’incarico il giorno 9 giugno scorso, proprio in concomitanza con la quattordicesima edizione di WAN-IFRA Italia. Marturano, che subentra a Roberto Antoniotti, ha ricoperto in precedenza il ruolo di Amministratore delegato dell’Unione Editoriale Spa, società editrice dell’Unione Sarda di Cagliari, e di Amministratore del ramo “digital” della Poligrafici Editoriale, ruolo nel quale ha seguito con responsabilità manageriali dirette la nascita di Italia News, il consorzio costituito da cinque partner editoriali italiani – Gruppo Poligrafici Editoriale, Gruppo Sole 24 Ore, Il Secolo XIX, il Tempo e l’Unione Editoriale – per la raccolta della pubblicità nazionale on line. Federico Marturano, con la nuova carica in Atex, “salta la barricata” e passa dal ruolo di “cliente” a quello di “fornitore”, in un momento di forti cambiamenti nell'area delle tecnologie per la prestampa.

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Federico Marturano è il nuovo Amministratore delegato di Atex Italia TecnoMedia

politica di acquisizio-ni mirata ad integrare soluzioni specializ-zate per la gestione pubblicitaria e per lo sviluppo di siti web all’interno del prodot-to-base Hermes. Que-sta scelta strategica non sempre è stata apprezzata.

FM- Atex ha acqui-sito le “best practices” tecnologiche che ha trovato sul mercato per offrire ai propri clienti le soluzioni più avanzate per l’area dell’editoria classica, per la pubblicità e per il web.

Sono stati investi-menti molto impor-tanti, accompagnati dallo sviluppo della necessaria integrazio-ne tecnologica.

Sappiamo che ciò che ha percepito il cliente non sempre è stato di segno positivo, ma sappiamo anche molto bene che la decisione di sviluppare da zero nuovi applicativi non garantisce affatto, nel medio periodo, di avere la soluzione migliore. Noi cominciamo a vedere in questo periodo, in tutto il mondo, risultati molto incoraggianti sulla strada dell’integrazione dei prodotti.

Certamente è una strategia di medio/lungo periodo, che comporta un impegno molto forte di Atex nei confronti dei propri clienti, con una rinnovata disponibilità a creare “partnership tec-nologiche” per un mercato, l’editoria multicanale, che è ancora in fase di crescita e sviluppo.

TM- Anche in Italia?FM- L’editoria italiana, come nel resto del

mondo, si sta dando da fare per sviluppare mo-delli di business all’insegna dell’integrazione fra diversi canali di comunicazione.

Ma la “roadmap” delle intenzioni non sempre coincide con quella del mercato, e la crisi inter-nazionale del biennio passato non ha aiutato a sviluppare la nuova editoria.

TM- L’innovazione ha bisogno ancora di tempo?

FM- Credo proprio di sì. Atex sta accompa-gnando i propri clienti sulla strada della conver-genza, con una tempistica molto mirata, senza

forzature di sorta.TM-E a proposito

di futuro, possiamo aspettarci novità dal-la prossima edizione di IFRA Expo che si svolgerà a Vienna dal 10 al 12 ottobre pros-simi?

F M - At e x d a r à evidenza alla nuova roadmap di prodotto alla quale stiamo la-vorando.

Prevediamo un’in-tegrazione ancora più forte fra le componen-ti tecnologiche della nostra offerta, a sup-porto dello sviluppo della comunicazione multicanale, con in-terfacce utenti ancora più semplice da uti-lizzare.

Ai nostri clienti proporremo un servi-

zio ancora più focalizzato su proposte di partner-ship per sviluppare insieme la piattaforma tecno-logica più adatta ai loro modelli di business.

Federico Marturano, nuovo Amministratore delegato di Atex Italia.

TecnoMediaPeriodico della ASIG

Associazione Stampatori Italiana Giornali

Via Sicilia 125, 00187 Romatel. 06 / 4883566 - fax 06 / 4883489

E-mail: [email protected]

Comitato Editoriale Vincenzo Borgogna, Roberto Poli, Paolo Polidori

Direttore responsabileLuca Michelli

hanno collaborato a questo numeroSalvatore Curiale, Giulia Maria Leone

Segreteria di RedazioneElga Mauro

Registrazione del Tribunale di Roma n. 21 del 27-01-2010© ASIG Service S.r.l. - 2011 - Tutti i diritti riservati

Sede legale: via Ariosto 24, 00185 Roma

StampaSpedalgraf stampa srl - Via Cupra 23 - 00157 Roma

Questo numero è stato chiusoin redazione il 7 settembre 2011

TecnoMedia è consultabile in Internet http://www.ediland.it

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La sede non poteva essere più adatta: il centro stampa milanese del Gruppo Il Sole 24 Ore è lo stabile dove, nel 1988, è cominciata, su una Wifag a doppia larghezza, la produzione del quotidiano economico-finanziario italiano a colori. Il Sole è stata, da allora, una delle prime testate italiane a lavorare attivamente nelle procedure di controllo qualità della stampa in quadricromia. “Un’espe-rienza”- ha sottolineato il Direttore tecnico del gruppo, Alberto Borgarelli, introducendo il me-eting dell’Asig –“che si è tradotta in nuovi ricavi aggiuntivi per nuovi inserzionisti pubblicitari che hanno accolto con grande favore il colore di qualità nel grande formato delle pagine del giornale”.

Il 10 maggio scorso l’Associazione Stampatori ha proposto, proprio in questa sede, una rassegna di “best practices” italiane per creare procedure, controlli e cicli di manutenzione di qualità con l’obiettivo di abbattere i costi industriali creati da comportamenti poco attenti in quest’area.

Lo stabilimento come “casa nostra”La Stampa di Torino e lo stabilimento CSQ di

Erbusco (Bs) hanno da tempo avviato una serie di incontri periodici allo scopo di migliorare le prestazioni degli impianti di produzione. Le due società condividono le macchine rotative – sono tutte Wifag – e incrociare i report sulle anomalie riscontrate in produzione, così come consultarsi su possibili soluzioni e modifiche, o aiutarsi vicen-devolmente per i ricambi strategici e le scorte di-sponibili a magazzino sono procedure che possono risultare di grande utilità reciproca.

“Ma la cooperazione”- come sottolinea Antonio Ravazzani, Responsabile manutenzione Indu-striale dello stabilimento di Torino-“va al ben di là delle rotative”. Le due aziende confrontano periodicamente i costi/benefici dei materiali di consumo utilizzati in produzione, l’impatto sugli impianti in termini di eccessive usure, polvere e rendimento, lo smaltimento e il recupero in termini di impatto ambientale e, naturalmente, si confrontano le possibili alternative.

Il controllo, e la riduzione dei costi, passano non solo attraverso l’analisi congiunta dei report produttivi. In entrambe le culture industriali aziendali è ampiamente diffusa l’abitudine ad utilizzare software dedicati alla pianificazione ed al monitoraggio della produzione e degli interventi di manutenzione preventiva. Alla Stampa la so-stituzione dei materiali di consumo della rotativa avviene solo al raggiungimento della loro durata prevista, regolarmente monitorata dai sistemi di controllo. Pianificare i fabbisogni della gestione ordinaria si traduce nella possibilità di ottenere dai fornitori migliori condizioni di acquisto. Sem-pre a Torino si sono ottenuti significativi ritorni in termini di riduzione dei costi nella gestione con-trollata degli smaltimenti industriali. Grazie agli investimenti in macchine per la microfiltrazione della soluzione di bagnatura e il successivo utilizzo durante il ciclo produttivo, e grazie alla raccolta differenziata dei materiali derivanti dalla stampa dei giornali, è stato possibile ridurre annualmente le quantità delle soluzioni di bagnatura da 400 a 34 tonnellate.I costi di trasporto e smaltimento sono scesi da 65.000 a 5.500 Euro, con un ri-

Procedure, controlli e manutenzione per abbatterei costi della “non qualità”Lo stabilimento milanese del Gruppo Il Sole 24 Ore ha ospitato il TecnoMeeting Asig – Associazione Stampatori Italiani di Giornali - dedicato a “Procedure, controlli e manutenzione in rapporto ai costi di produzione”, un repertorio di “best practices” italiane per abbattere i costi industriali della “non qualità” nella stampa dei giornali. In primo piano gli accorgimenti adottati da alcuni leader del mercato nazionale della produzione in offset, La Stampa di Torino, il CSQ di Erbusco (Bs), RCS Quotidiani e, naturalmente, Il Sole 24 Ore. Un repertorio di suggerimenti utili a chiunque voglia adottare procedure industriali per abbattere costi derivanti da mancati controlli o cicli di manutenzione non idonei.

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Procedure, controlli e manutenzione per abbattere i costi della "non qualità" TecnoMedia

sparmio totale su tutte le voci attor-no ai 67.000 Euro all’anno.

Al CSQ di Er-busco (Bs) è in funzione ormai da anni il cosiddetto “cruscotto”, ov-vero una repor-tistica, basata su altrettanti sistemi di controllo indu-striali, in grado di fornire gior-nalmente l’anda-mento produttivo del centro stampa. Anche per loro, come ha sottoline-ato Alberto Giudi-ci, Responsabile Manutenzione Industriale CSQ, “la qualità deve diventare un’abitudine quoti-diana”, dove l’analisi attenta dei dati supporta comportamenti rigorosi durante tutto il ciclo produttivo.

Misurare significa conoscere, conoscere significa prevenire, prevenire vuol dire pianifi-care, pianificare significa ottimizzare e, quindi, risparmiare. Per la determinazione dello stato di funzionamento e di usura delle macchine in-dustriali, sono impiegate tecniche modernissime della termografia, dell’analisi delle vibrazioni e degli impulsi di shock, tre tecniche diagnostiche in grado di prevenire i fermi impianto, con la mancata produzione, e di ridurre al minimo il rischio incendio.

Anche il CSQ ha lavorato attivamente nell’area degli smaltimenti. Con l’introduzione dell’evapora-tore/concentratore, già dal 2007, è stato possibile ridurre di quasi il 95% (20 litri al giorno) sia i costi di smaltimento che quelli relativi al trasporto. Per il consumo di acqua e di additivo è a budget la soluzione de La Stampa.

L’attenzione ai costi, è il suggerimento finale, è una cultura aziendale e personale, e laddove possibile, è necessario comportarsi sempre come se lo stabilimento fosse “casa propria”.

Tracking e Sistemi di Gestione AmbientaleAllo stabilimento di Pessano (Mi) del Gruppo

RCS sono in via di sviluppo e consolidamento numerosi sistemi per il controllo in tempo reale della produzione: tracking della carta e controlli di laboratorio della stessa carta e degli inchiostri, per quanto riguarda il controllo delle materie prime, attività di monitoraggio sui consumi dei ricambi

e sulle attività di manutenzione, e monitoraggio e gestione remota dei prelievi gas e dei prelievi elettrici per quanto riguarda i consumi elettrici. A raccontare quanto il Gruppo sta facendo è Renato Gorla, Responsabile Produzioni Industriali di RCS Quotidiani, che non manca di sottolineare come tutte le attività di controllo della produzione ab-biano “numerose ricadute, e non solo in materia di taglio dei costi”.

Il tracking delle bobine di carta, a ciclo completo, una delle attività più moderne anche

a livello europeo, è diventato uno strumento di lavoro condiviso con le cartiere. I fornitori hanno

Da sin.: Alberto Borgarelli, Direttore Tecnico del Gruppo Il Sole 24 Ore, Luciano Romeo, Docente del Centro per l'Analisi dei Rischi e delle Patologie Psico-Sociali di Origine Lavorativa dell'Università di Verona

Antonio Ravazzani, Responsabile Manutenzione Industriale dello stabilimento La Stampa di Torino

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riconosciuto che i dati tracciati dal monitoraggio del ciclo produttivo sono corretti, e trasparenti, ed aggiustano mensilmente la grammatura fornita per ottimizzare i processi. “Non solo sconti”- è l’insegnamento tratto-“ma la ricerca costante di materiali di consumo che diano meno problemi possibile in fase di tiratura dei giornali”. E la grammatura è calcolata con assoluta esattezza, nel rapporto fra le tonnellate di carta e lo sviluppo delle bobine in metri quadrati: i fornitori hanno anche la visibilità dei codici di carta di IFRA.

Le procedure di puntuale monitoraggio nell’area dei consumi energetici consentono di scoprire le anomalie ed i consumi extra rispetto a quelli della gestio-ne corrente. Evitare che le “Bollette indu-striali” vadano fuori controllo significa re-alizzare significativi risparmi a fine anno sul conto economico energetico.Gli “avvi-si di manutenzione”, nell’area del monito-raggio della produ-zione, consentono di risalire all’origine dei problemi, anticipan-do eventuali dannosi “fermi macchina” e relativi fermi produ-zione con una ricaduta, in termini di benefici economici, anche nella gestione dei ricambi a

magazzino. Marco Graziani,

Responsabile dello stabilimento di Car-soli (Aq) del Grup-po Il Sole 24 Ore, ha tracciato le linee del sistema di gestione ambientale e certifi-cazione ISO 14001 del centro stampa abruz-zese. Per il giornale economico-finanziario, è il secondo polo pro-duttivo italiano, che serve la Toscana, le Marche, l’Umbria, il Lazio e il Molise, oltre all’Abruzzo. L’avvio della certificazione ri-sale al lontano 2000,

con implementazioni che abbracciano tutto il decennio, e la fase di ricertificazione ISO 14001 programmata per l’anno in corso. “Il controllo di qualità e la standardizzazione delle procedure”- sottolinea Graziani-“non è solo un fatto istituzio-nale, ma crea in azienda reali condizioni per il miglioramento del ciclo produttivo globale”, ed è la premessa per mantenere elevato il controllo sui processi industriali.

In particolare, il sistema di gestione ambientale (SGA) del centro stampa di Carsoli, ha consentito, fin dalla prima istituzione, di raggiungere obiettivi misurabili di notevole rilevanza. Nei riesami del 2005 e 2006, è diminuito del 30% l’inquinamento

atmosferico generato da emissioni diffuse di fumi di combustione generati dagli scarichi delle autocisterne, e grazie alla rimozione dei serbatoi interrati di gasolio, per effetto della conversione a metano della centrale termica, il rischio di contaminazione del sottosuolo è diminuito del 46%. Nei riesami del SGA del 2007 e 2008, grazie all’otti-mizzazione della ro-tativa, il refluo di la-vaggio CER 080308 è diminuito del 63%, percentuale arrivata, successivamente ad

Alberto Giudici, Responsabile Manutenzione Industriale del CSQ di Erbusco (Bs)

I lavori del TecnoMeeting Asig sono stati seguiti da un pubblico di tecnici altamente specializzati

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Procedure, controlli e manutenzione per abbattere i costi della "non qualità" TecnoMedia

ulteriori accorgimenti, fino all’89%.La frequenza di smaltimento dei rifiuti liquidi, grazie alle mi-gliorate prestazioni dei serbatoi fissi in dotazione attraverso la modifica delle tubazioni di collega-mento, è calata del 28%. Nel 2009 gli scarti della carta sono scesi del 30%, grazie ad una serie di interventi per migliorare il processo di gestione delle bobine in produzione.Nel 2010, le emissioni diffuse di Composti Organici Volatili sono diminu-ite del 26% grazie all’utilizzo di prodotti di pulizia a minor contenuto di COV. I COV-Composti Orga-nici Volatili. A seguito dell’adozione di una nuova tecnologia lastre, nel corso del riesame dell’SGA di quest’anno si è registrata una diminuzione del 90% del refluo delle sviluppatrici.

Un migliore ambiente di lavoro si è tradotto, nei conti di Carsoli, in risparmi considerevoli: 10.000 Euro in meno per i consumi di acqua di rete, 50.000 Euro in meno per l’energia elettrica, 40.000 Euro di tagli ai costi per lo smaltimento dei rifiuti e 120.000 Euro in meno per i consumi della carta.

I sistemi qualità – ha concluso Graziani- “de-vono diventare un modo diverso, e condiviso da tutti, per lavorare in azienda”.

Stress da lavoro correlato: una proposta meto-dologicaIl TecnoMeeting è stata anche l’occasione per

un aggiornamento sul tema dello stress da lavoro correlato. Il prof. Luciano Romeo, del Centro per l’Analisi dei Rischi e delle Patologie Psico-Sociali di Origine Lavorativa dell’Università di Verona,

ha presentato una proposta metodologica per la valutazione di questo fenomeno, argomento molto dibattuto, e molto delicato. “Lo stress”- ha spiega-to Romeo-“interessa quasi un lavoratore europeo su quattro”, e dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa fra il 50 e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta proprio allo stress. Nel 2002, il costo economico dello stress legato alle attività lavorative nei Paesi dell’Unione Europea era stato valutato in circa 20.000 milioni di Euro.

Con riferimento ai Decreti Legislativi 81/08 e 106/09 è stata illustrata una proposta metodologica molto articolata per la valutazione dello stress da lavoro correlato, per i dettagli della quale riman-diamo i lettori al nostro sito ediland.it ed al sito dell’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro) -INAIL (ispesl.it).

I TecnoMeeting Asig, come ha ricordato, in chiusura dell’incontro, Alberto Borgarelli, che ricopre anche la carica di VicePresidente dell’As-sociazione Stampatori, sono cominciati alcuni anni fa come incontri fra le parte – utenti e fornitori – per approfondire temi comuni. “Oggi sono di-ventati dei veri e propri incontri di sistema”. Le aziende, a prescindere dal ruolo, sono tutte su una “stessa barca” e condividono un unico destino: o navigano insieme o insieme affondano.

La “non qualità” genera costi per tutti, e le moderne procedure di tracking industriale devono rappresentare un impegno comune condiviso da tutto il settore della stampa dei giornali.

Renato Gorla, Responsabile Produzioni Industriali di RCS Quotidiani

In primo piano Marco Graziani, Responsabile del centro stampa di Carsoli (Aq) del Gruppo Il Sole 24 Ore, assistito dal collega Attilio Chiozza, durante la presentazione del Sistema di Gestione Ambientale.

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www.ifraexpo.com www.wan-ifra.org/vienna2011

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Media Publishing Trends Online, Mobile, Print – at IFRA Expo 2011

12 – 15 October 2011, Vienna, Reed Messe Wien

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Taking Publishing to the next Level.

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WAN-IFRA ha lanciato ufficialmente la 10a edi-zione dell’International Newspaper Color Quality Club, il riconoscimento più prestigioso a livello mondiale che premia la qualità di stampa a colori dei giornali.

L’obiettivo di questa iniziativa, che si svolge ogni due anni, ininterrottamente, dal 1994, è quella di aiutare i giornali a migliorare la qualità della ripro-duzione e della stampa in quadricromia, motivando, contemporaneamente, tutto il personale tecnico di produzione attraverso l’istituzione di questo ambito riconoscimento.

L’International Newspaper Color Quality Club (INCQC) è la sola iniziativa di queste genere che si svolge al mondo, ed è promossa da WAN-IFRA, l’organizzazione internazionale della stampa e dell’editoria quotidiana, che rappresenta oltre 18.000 testate, 15.000 siti on line ed oltre 3.000 aziende in più di 120 Paesi.

A supportarla, nel mondo, alcune fra le più prestigiose associazioni tecniche ed imprenditoriali nazionali, fra le quali la NAA, Newspaper Asso-ciation of America, Asociacion Tecnica de Diaros Latinoamericanos, Pampa, Pacific Area Newspaper Publishers’ Association e, in Italia, l’ASIG, Asso-ciazione Stampatori di Giornali.

La partecipazione all’INCQCLa partecipazione alla competizione è aperta

a tutti i giornali, indipendentemente dal tipo di processo di stampa utilizzato. Per l’edizione del 2012-2014 sono state selezionate quattro categorie di appartenenza: - stampa coldset-offset su carta da quotidiano- stampa heatset-offset o stampa UV su carta da

quotidiano- stampa heatset-offset o stampa UV su carta SC

o LWC- una categoria extra per i giornali stampati su

carta colorata o per testate che utilizzano tecno-logie di riproduzione diverse dall’offset, quali la flessografia o l’ink-jet.

E’ importante ricordare che le testate possono essere iscritte o direttamente dalla casa editrice o dai centri stampa che le producono. Ciascun quotidiano è considerato come un partecipante au-tonomo, ed una società o un centro stampa possono iscrivere più testate contemporaneamente

La competizione consiste nella riproduzione sulle pagine del quotidiano dei form test distribuiti da WAN-IFRA, che provvederà, successivamente all’invio delle copie, ad analizzare scientificamente la resa della stampa del colore, verificando se i pa-rametri stabiliti dal concorso sono stati rispettati.

La partecipazione alla gara può essere facil-mente integrata nella produzione quotidiana e nelle normali procedure seguite. Non c’è bisogno, in par-ticolare, di effettuare speciali cicli di avviamento e stampa delle form su carta, con un forte risparmio di costi rispetto a quanto avveniva in passato.

Non è solo una garaL’INCQC deve una parte del suo successo, e

della sua progressiva affermazione nel mercato mondiale dei giornali, al fatto di non essere solo ed esclusivamente una competizione fra staff tecnici internazionali.

La gara è anche un’occasione per verificare le proprie procedure e per migliorare la qualità della propria produzione.

International Newspaper ColorQuality Club 2012-2014:il certificato “mondiale” di qualitàWAN-IFRA ha lanciato la 10a edizione dell’International Newspaper Color Quality Club, il riconoscimento più prestigioso a livello mondiale che premia la qualità di stampa a colori dei giornali. L’obiettivo di questa iniziativa biennale, che si svolge dal 1994, è quello di aiutare i giornali a migliorare la qualità della riproduzione e della stampa. L'INCQC di WAN-IFRA è ufficialmente supportato da alcune fra le più importanti associazioni industriali e tecnico professionali che operano nei principali Paesi, quali la NAA, Newspaper Association of America, la Pampa, Pacific Area Newspaper Publishers’ Association e, in Italia, l’Asig, Associazione Stampatori di Giornali.

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L’opportunità non è da sottovalutare, dal mo-mento che, assieme ai necessari controlli tecnici nel corso della competizione, lo staff dell’associazione internazionale propone ad editore e centri stampa dei tutorial per arrivare a produrre la migliore qualità possibile. Nel mese di giugno si sono già svolti incontri che hanno avuto, come argomenti principali di approfondimento, le specifiche dello standard ISO,le aspettative dei cambi di questo standard nella nuova versione del 2012, la rassegna, in dettaglio, di tutti gli aspetti tecnici della gara, i metodi di valutazione dei test form di stampa e tutti gli accorgimenti e le soluzioni per valutare in anticipo il risultato finale che sarà prodotto.

I partecipanti, oltre alla soddisfazione di veder premiato, ai massimi livelli, lo sforzo dei team tecnici di produzione, ricavano altri benefici più tangibili. La dimostrazione della stampa effettuata in stabilimento secondo le più rigide norme inter-nazionali, la promozione di questa certificazione di qualità presso i lettori e, ancora più importante, verso gli inserzionisti pubblicitario, la motivazione di tutti i collaboratori e la loro indiscussa crescita professionale all’interno dell’azienda.

Annual Award e Star ClubI quotidiani la cui qualità di stampa ricadrà

all’interno dei parametri tecnici fissati dalle nor-me del concorso riceveranno, nel corso di una cerimonia pubblica, il prestigioso riconoscimento internazionale, che avrà durata biennale.

La scorsa edizione, quella del 2010-2012, ha visto 109 testate di tutto il mondo ricevere l’ambi-to premio, e fra queste sei erano giornali italiani (L’Arena, Il Giornale di Vicenza e BresciaOggi del gruppo Athesis, il Dolomiten di Bolzano, La Stampa di Torino ed il Sole 24 Ore). In occasione della cerimonia di premiazione, che si è svolta ad Amburgo in occasione di IFRA Expo lo scorso mese di ottobre, è stato anche istituito, per la prima volta, la speciale Star Club Members.Si tratta di un ri-conoscimento assegnato alle testate quotidiane che abbiano vinto, per almeno cinque volte, l’INCQC, indipendentemente dal numero di edizioni al qua-le abbiano partecipato. L’elenco dei giornali, non molti, per la verità, comprende, fra gli altri, il New York Times, il Blick svizzero, del gruppo Ringier, e l’italiano Dolomiten di Bolzano.

Anche l’edizione 2012-2014 prevede l’assegna-zione delle “stelle” delle qualità nel corso degli anni, ed anche in questo caso, a ricevere il premio, potranno essere sia gli editori che i centri stampa che hanno materialmente prodotto i giornali.

Per le informazioni di dettaglio sulla parteci-pazione, e per tutti i materiali relativi al concorso, rimandiamo al sito di WAN-IFRA, all’indirizzo www.colorqualityclub.org.

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Tramite la metodologia PQA – Print Quality Audit – proposta da SunChemical Group a tutti i clienti italiani, è possibile ottenere molte in-formazioni utili sulle condizioni qualitative dello stampato, e collegarle alla corretta conduzione della rotativa.

La PQA utilizza uno spettrofotometro ed un software specializzato nell’analisi della stampa dei giornali elaborato dal centro internazionale di ricerca del produttore di inchiostri. L’analisi è applicata dal servizio di assistenza tecnica Sun-Chemical Group in stretta collaborazione con lo staff tecnico dei centri stampa giornali.

I numeri della qualitàIl termine qualità dello stampato comprende

due famiglie di caratteristiche che, nonostante siano apparentemente indipendenti, sono spesso legate fra loro.

Normalmente si presuppone che la rotativa sia oggetto di manutenzione preventiva adeguata e che sia eseguita una calibrazione secondo uno standard, come la norma tecnica ISO 12647-3 le cui linee guida sono riportate nelle raccomanda-zioni IFRA. Nel corso delle tirature succede, in pratica, di allontanarsi dagli standard stabiliti, a volte senza rendersene conto. Si può allora ripete-re la calibrazione o cercare metodi che segnalino lo spostamento in corso.

Uno di questi metodi è il Print Quality Audit di Sun Chemical, presentato in dettaglio sul pre-cedente numero 69 di TecnoMedia.

- Le caratteristiche colorimetriche principali: densità ottica, dot gain, bilancio dei grigi, trap-ping, colorimetria e gamma colori, si misurano con un densitometro o, meglio, con un spettro-fotometro. - - Le caratteristiche colorimetriche secondarie, come il contrasto di stampa e l’errore di tinta, completano la serie.

- Le caratteristiche quali la resistenza allo sfregamento, la controstampa e il trapasso dell’in-chiostro stampato sono di natura meccanica, e ci definiscono le condizioni di pulizia della copia stampata e della rotativa.

L’obiettivo cui tendere è quello di copia pulita/rotativa pulita dall’inizio alla fine della tiratura.

Alcuni aspetti delle caratteristiche meccaniche sono legati a quelle colorimetriche, ma si possono determinare solo fuori linea, su stampati finiti o, preventivamente, su carte da stampare.

Le caratteristiche colorimetriche, invece, si possono mantenere sotto controllo nel corso della tiratura, e richiedono la presenza di strisce di controllo. La stessa calibrazione della rotativa richiede la stampa di una forma test fuori dalla produzione normale.

La densità otticaLa densità ottica è la misura numerica dello

spessore depositato sul foglio in corrispondenza della zona stampante. Si misura con un densitome-tro che calcola la quantità di luce colorata riflessa in rapporto alla quantità di luce che illumina il soggetto.

Il controllo del colore e la ripetitibilità dei risultati di stampa: capire i numeri (parte II)SunChemical Group propone un nuovo servizio per tenere costantemente sotto controllo i risultati della stampa a colori dei giornali, quando si utilizzano inchiostri certificati ISO. L’obiettivo di questa nuova metodologia – denominata PQA, Print Quality Audit- è duplice: controllare la qualità finale del prodotto stampato, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità, e ridurre gli sprechi durante il ciclo di lavorazione. Nella prima parte di questo articolo – pubblicata sul precedente numero 69 di TecnoMedia – abbiamo visto in dettaglio come effettuare il controllo attraverso uno spettrofotometro ed un software di analisi molto sofisticato sviluppato dal centro internazionale di ricerche di SunChemical. In questa seconda parte scopriamo come leggere e interpretare i dati elaborati dal software.

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Maggiore è lo spessore, maggiore è la densità ottica, ma non in modo indefinito. Superando un valore limite di spessore, al densità ottica non au-menta più; aumenta solo la quantità di inchiostro in rotativa e, conseguentemente, la richiesta di so-luzione di bagnatura. L’inchiostro emulsiona, non trasferisce più, sporca copie e rotativa (passaggi carta, volatilizzazione, trapasso, scarsa essiccazio-ne), provoca la sensazione di giornale bagnato e produce consumi inutili di materiali.

Gli standard raccomandano quindi un valore ottimale di densità ottica, che non pregiudichi la qualità dello stampato, sia facilmente raggiungi-bile e, se correttamente considerato anche in fase di prestampa, consenta di mantenere nella norma molte altre caratteristiche colorimetriche.

La densità ottica dipende anche dalla con-centrazione dell’inchiostro. Per questo motivo si richiede che l’inchiostro risponda alla norma ISO 2846-2.

L’allargamento del puntoL’allargamento del punto esprime l’aumento

delle dimensioni del punto rispetto a quelle teori-che. E’ inevitabile, e dipende dagli schiacciamenti e dalle pressioni cui l’inchiostro è sottoposto nei vari passaggi, dalla forma di stampa allo stam-pato.

Il densitometro rapporta la densità ottica effet-tiva del punto rispetto a quella teorica, e fornisce una percentuale di incremento. Si può costruire una curva, colore per colore, e può essere ade-guato alle specifiche necessità, perché è modifi-cabile in fase di prestampa. Ciò, naturalmente, a condizione che tutti gli altri elementi della catena siano in fase fra loro: l’assenza di emulsione, le pressioni in norma, gli altri materiali adatti allo scopo, e la densità ottica sia corretta. Anche la soluzione di bagnatura deve essere verificata.

L’allargamento del punto dipende anche dall’in-chiostro, se l’intensità non è sufficiente o se i valori di viscosità e tack non sono validi.

Bilanciamento dei grigiLa sovrapposizione dei tre colori primari

stampa produce un nero. E’ la sintesi sottrattiva grazie alla quale in stampa la sovrapposizione dei tre colori fondamentali consente di ottenere tutti i colori corrispondenti alla gamma prevista.

Il nero che si ottiene sovrapponendo i primari in tre quantità uguali non è neutro per una pro-prietà fisica dei pigmenti nota come “errore di tinta”. Variando adeguatamente le proporzioni si rende il nero neutro. Un tassello di nero neutro costituito dalla sovrapposizione dei primari può essere stampato in coincidenza con un tassello di inchiostro nero in modo da ottenere la stessa

percezione visiva (la stessa chiarezza, la L* del sistema CIELab che nel nero neutro è uguale su tutte le lunghezze d’onda del visibile). È un metodo molto semplice, efficace e diffuso per con-trollare, anche visivamente, l’equilibrio cromatico. Richiede piccole tacche normalmente inserite

fuori formato stampa.Ogni variazione voluta o provocata da difetto-

sità nell’intensità o nella tinta di qualche primario sposta la tinta della sovrapposizione verso una dominante colorata. Il grigio diventa rossastro, bluastro, verdastro.

In questo caso lo spettrofotometro misura di-rettamente la differenza di colore fra i due tasselli e rende visibile la direzione dello scostamento. Si potrebbe usare anche il densitometro, ma è più complesso perchè bisogna lavorare con tre nu-meri di difficile interpretazione. Il densitometro fornisce un valore numerico, mentre lo spettro-fotometro descrive il fenomeno in forma grafica molto immediata.

La difettosità che interviene può dipendere da un’errata colorimetria o intensità degli inchiostri, ma anche da qualche causa presente sul gruppo stampa di uno o due primari.

TrappingIl trapping esprime la capacità di un inchiostro

stampato per primo di accettare sopra di sé un secondo colore, come se questo fosse stampato sulla carta bianca. Il trapping è un fenomeno che si manifesta solo nella stampa a più colori, ed è molto variabile in funzione della sequenza dei colori, in particolare nella sovrapposizione di Cyan e Magenta.

Sul fenomeno incidono inchiostri non adeguata-mente bilanciati nei parametri di viscosità e tack

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Il controllo del colore e la ripetitibilità dei risultati di stampa (parte II) TecnoMedia

in funzione della sequenza di stampa. Il rapporto soluzione di bagnatura/inchiostro è importante, ma anche l’accuratezza del registro sui mezzi toni porta ad una falsa apparenza di trapping non ottimale.Il trapping si misura con il densitometro determinando le densità ottiche dei fondi pieni e delle sovrapposizioni.

ColorimetriaLa colorime-

tria si misura con lo spettrofotome-tro, ed è la di-sciplina che rap-presenta i colori come numeri (in modo imperfetto, ma comunque ri-petibile).

Le norme spe-cificano i valori numerici del co-lore (CIELab), le tolleranze e le mo-dalità di misura.

Quando non si raggiunge la co-lorimetria valida, bisogna verificare che gli inchiostri siano all’interno della specifica, la prestampa sia corretta e che la rotativa sia in ordine in tutti i suoi elementi. Possiamo attenderci difetti anche sulle caratteristiche densitometriche e spettrofotometriche di densità ottica, trapping, bilanciamento dei grigi e gamma colore.

Gamma coloriLa gamma colori è l’insieme dei colori che si

possono rappresentare su uno stampato. Se pen-siamo che il numero dei colori visibili dall’occhio è limitato in partenza, possiamo immaginare quanto

sia penalizzata la gamma colori sulla carta gior-nale. Si parte da molto lontano, comprendendo la qualità iniziale dell’immagine che non può essere migliorata dopo la sua cattura, i meccanismi della prestampa, le caratteristiche della macchina da stampa e poi, in modo molto evidente, la carta utilizzata per la tiratura. Tutto questo tenendo presente, è sempre necessario operare nel senso

della ripetitività del risultato, mi-surando con uno spettrofotometro piccoli tasselli di colori primari e secondari (sovrap-posizioni). Inchio-stri che limitano ulteriormente la gamma sfuggono, evidentemente, alla norma ISO 2846-2.

La “colorime-tria della carta” può variare in base ai lotti di produzione.Carte differenti hanno colore diverso.

Nel caso dei quotidiani, le principali carte rien-trano nelle specifiche stabilite dalle norme ISO 2846-2 e 12647-3, ma questo dato concorre in modo importante al risultato cromatico.

Dalla teoria alla praticaNella terza, ultima parte, di questo articolo,

dedicato alla metodologia PQA – Print Quality Audit – proposta da SunChemical Group a tutti i clienti italiani, vedremo come bisogna applicare in pratica i dati forniti dal software PQA nel corso della stampa dei giornali in rotativa.

Inchiostro ro sso stampato sul cyan

Inchiostro ro sso stampato sul supporto Inchiostro blu sta mpato sul supporto

Il sistema C.I.E. rappresenta tutti i colori in uno spazio a tre dimensioni

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Oggi più che mai, gli stampatori di tutto il mondo stanno prendendo decisioni in ambito finanziario valutando potenziali investimenti, cercando di superare la crisi economica e met-tere in luce il proprio business, preparandosi all’inversione di marcia dell’economia mondiale. Gli stampatori esaminano anche come ottenere un giro d’affari maggiore e allo stesso tempo ri-durre i costi quotidiani. Con tutti questi aspetti da affrontare, la pressione di lavorare “a basso impatto ambientale” non risulta essere al primo posto in agenda come in realtà dovrebbe. In ogni caso, affrontare il tema del rispetto ambientale va spesso di pari passo con quello della riduzio-ne dei costi e poiché in questo ambito ci sono sicuramente rilevanti opportunità di business, è importante che la materia rimanga per tutti una priorità.

Gli stampatori si trovano in una posizione tutt’altro che invidiabile, dovendo affrontare tali questioni economiche in ambiti che risultano am-bigui e confusi. Molti fornitori hanno introdotto soluzioni che aiutano gli stampatori a ridurre l’impatto ambientale del loro lavoro, rimane comunque una diffusa confusione su quale sia il miglior comportamento da attuare per il rispetto dell’ambiente.

Nel mondo della pre-stampa, e in partico-lare nell’ambito della produzione di lastre, gli stampatori possono ridurre al minimo l’impatto ambientale, diminuendo e a volte eliminando

la necessità di impiegare materie prime come acqua, energia e prodotti chimici, anche se per questi ultimi la situazione non è poi così chiara. Se gli stampatori devono prendere decisioni con-sapevoli e funzionali, è di vitale importanza che si basino su informazioni certe e documentate.

Terminologie – “il significato del termine”Senza trattamento chimico (processless o

no-process), sviluppo in macchina (on-press develop), senza agenti chimici (chemistry free), a ridotto consumo di prodotti chimici (reduced chemistry), senza bagno di sviluppo (developer-free), con trattamento chimico (processed). L’elenco dei termini utilizzato per descrivere le diverse tipologie di lastre è pressoché infinito, e ulteriormente ampliato dai vari termini utilizzati dai produttori per distinguere le diverse gamme di prodotti. Solo negli ultimi 4 o 5 anni è stata presentata una varietà di tecnologie, e di relativi nomi convenzionali, che è stata affiancata alle la-stre a “sviluppo tradizionale”. Più comunemente, possiamo decidere tra lastre senza trattamento (o no-process), senza agenti chimici (chemistry-free) e a sviluppo convenzionale. Ma cosa si-gnificano tutti questi termini? È tempo di chia-rirli una volta per tutte, così che gli stampatori possano fare scelte di business intelligenti che aggiungano valore al loro impegno nel rispetto dell’ambiente.

I due termini più chiari applicati alla produ-zione di lastre di diverso tipo sono “sviluppo tra-dizionale” e “senza trattamento” (processless):

• SviluppotradizionaleUna volta che la lastra è stata esposta, indi-pendentemente dalla tecnologia di esposizione utilizzata, essa viene trattata con agenti chi-mici in una sviluppatrice tradizionale.

• Senzatrattamentochimico(processlessoppu-

Cerchiamo di fare chiarezza nel nebuloso mondo delle lastredi Graham Leeson, direttore marketing e comunicazione, Graphic Systems Division FUJIFILM Europe

Via della Unione Europea, 4 - San Donato M.se - MI Tel. 02/89582.1 - Fax 02/89582914Responsabile commerciale: [email protected] tecnico: [email protected]

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re on-press-development) Dopo l’esposizione la lastra, viene montata direttamente sulla macchina da stampa, dove avviene la rimozione della emulsione non stampante, cosa che è stata sapientemente integrata nelle operazioni di start-up della macchina da stampa. In questo caso vi è la totale eliminazione della sviluppatrice, dei relativi processi chimici, dell’acqua e degli scarti derivanti dalla produzione della lastra. Anche utilizzando questo termine, si potrebbe evincere che lo “sviluppo” abbia ancora luogo sulla macchina da stampa. Comunque, la com-pleta rimozione del tradizionale procedimento di trattamento chimico giustifica la dicitura “senza trattamento” oltre a dare vantaggi reali e tangibili.

Nel mezzo di queste due tecnologie estreme, c’è una grande varietà di soluzioni per produrre lastre, con vantaggi e svantaggi, ed è qui più che da ogni altra parte che troviamo tanta con-fusione.

• Senzaagentichimici(chemistry-free)La maggior parte delle lastre di questa cate-goria, una volta esposte, sono “sviluppate” o “finite” utilizzando una “soluzione” o “agenti chimici” in una piccola e semplice “unità di sviluppo” o “unità di finitura”. Per una o due lastre di questa categoria, la soluzione utiliz-zata per “fissare” l’immagine è composta in gran parte da acqua, quindi in questo caso la dicitura “senza agenti chimici” è appropriata. Comunque, nella maggior parte dei casi, la soluzione deve essere accompagnata da un

MSDS (Material Safety Data Sheet – Scheda di sicurezza del materiale), documento legale obbligatorio per tutte le soluzioni e i mate-riali che necessitano di avvisi e di cautela nell’utilizzo.

Va ricordato inoltre che il tema della salva-guardia dell’ambiente non è responsabilità unica dei fornitori. Anche gli stampatori devono essere consapevoli che se investono in nuove tecnologie, dovranno accollarsi più responsabilità e dovranno essere in grado di supportare e giustificare ogni informazione che forniranno ai propri clienti.

Il fatto positivo, sempre relativamente al tema delle lastre “chemistry-free”, è che queste aiu-tano davvero gli stampatori a ridurre l’impatto ambientale, poiché la quantità di prodotti chimici che viene utilizzata è considerevolmente minore rispetto ai procedimenti tradizionali. Ragion per cui in questo settore si dovrebbe introdurre una nuova terminologia convenzionale più aderente alla realtà. Invece della fuorviante dicitura “che-mistry-free”, un termine come “low-chemistry” (a basso contenuto di prodotti chimici) sarebbe più appropriato.

Prove a supportoAlcune prove a supporto sono state pubblicate

dal consulente indipendente J Zarwan Partners, sottolineando il gran numero di lastre descritte come “chemistry-free” che invece utilizzano maggiori quantità di prodotti chimici rispetto a lastre classificate come soluzioni “reduced-chemistry” o “low-chemistry” (a ridotto consumo di prodotti chimici). John Zarwan ha pubblicato il suo rapporto nel tentativo di aiutare gli stam-

Graham Leeson è il direttore marketing e comunicazione della Divisione Sistemi Grafici di FUJIFILM Europe, e sovrintende tutte le attività di comunicazione in Europa e nel Regno Unito.

Graham è entrato a far parte dell’industria della stampa più di dieci anni fa come direttore marketing per la divisione grafica di Fujifilm nel Regno Unito, ha gestito successiva-mente le comunicazioni interne ed esterne per la compagnia, passando dal settore delle macchine pre-stampa, alle tecnologie di stampa offset, digitale e ink-jet.

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patori a fare scelte più consapevoli per l’acqui-sto delle lastre, oltre a voler portare un po’ di chiarezza in questo ambito spesso confuso. Il rapporto analizza le quattro aree principali in cui le lastre hanno i maggiori effetti sull’ambiente – l’utilizzo di agenti chimici, di energia, di acqua e la produzione di scarti; comparando i diversi impatti ambientali ai diversi tipi di lastre, così come le risorse utilizzate dalle varie lastre nelle singole categorie. Se non gli avete ancora dato un’occhiata, sarebbe una lettura opportuna e i grafici esplicativi rendono semplice visualizzare dove è possibile risparmiare (http://www.johnzar-wan.com/pubs/ ). I risultati vi sorprenderanno, in termini di riduzione dei costi e dell’utilizzo di prodotti chimici.

John ha detto: “Mentre le considerazioni in materia di ambiente sono solo uno dei fattori che determinano la scelta di una lastra piuttosto che un’altra, è importante essere informati e consa-pevoli delle differenze e delle quantità di agenti chimici utilizzati e di scarti prodotti. Anche se il risultato non sarà il cambiamento delle lastre utilizzate abitualmente, lo stampatore conoscerà ogni processo e potrà così migliorarsi. È impor-tante ricordare che teoricamente tutte le lastre con i giusti processi danno buoni risultati, non c’è una sola soluzione adatta a tutti gli stampatori. Le lastre hanno caratteristiche di stampa diverse, diverse capacità di tiratura e non sono adatte ad ogni tipo di lavoro.”

Da dove cominciare?Idealmente, il passo successivo dovrebbe es-

sere la realizzazione di un’analisi approfondita di tutte le diverse lastre e delle relative soluzioni di sviluppo, da cima a fondo, ed è sicuramente

questo che si prospetta in futuro. Nel frattempo, fornitori, stampatori e l’industria in generale, hanno il dovere di essere chiari e di informarsi su ciò che sta accadendo.

Un esempioBrillia PRO-VN è la lastra di Fujifilm proget-

tata per semplificare il processo di pre-stampa, in quanto utilizza meno chimica, richiede meno manutenzione delle unità di finitura e produce meno rifiuti rispetto alle lastre con sviluppo tradizionale. Inoltre, la rigenerazione normal-mente richiesta per il controllo del pH o della conducibilità dello sviluppo non è più necessaria, in quanto il bagno di sviluppo viene mantenuto stabile attraverso un quotidiano “top-up” di qualche millilitro di acqua pura. Brillia PRO-VN consente agli stampatori di giornali di ridurre drasticamente l’uso della chimica.

Utilizzando la tecnologia di ‘polimerizzazione ad alta sensibilità’ di Fujifilm, Brillia PRO-VN consente agli stampatori di giornali di raggiun-gere gli stessi livelli di produttività ottenuti con le lastre CTP violet convenzionali. Inoltre, Brillia PRO-VN beneficia della tecnologia di granitura brevettata MultiGrain di Fujifilm che garantisce ottimo equilibrio acqua/inchiostro, e semplicità di utilizzo.

La lastra Brillia PRO-VN è parte di una più ampia strategia volta a introdurre prodotti che hanno un minore impatto ambientale, ed inoltre sottolinea l’impegno di Fujifilm per la sosteni-bilità ambientale. In particolare, l’introduzione di Brillia PRO-VN significa che Fujifilm offre ora una delle più vaste gamme di soluzioni per la produzione di lastre (basso consumo e senza chimica) dedicata ad aiutare gli stampatori a ridurre il loro impatto ambientale.

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Ormai da diversi anni il gruppo transalpino Le Figaro fornisce gli elenchi del palinsesto te-levisivo e i relativi articoli di approfondimento a oltre trentacinque giornali regionali francesi. Ogni giorno i team di lavoro di TV Mag della sede di Parigi, preparano dalle due alle quattro pagine di contenuto televisivo. La versione in PDF, opportunamente adattata e rivestita con l'identità grafica del giornale destinatario, viene quindi inviata a ciascun cliente.

"La preparazione di pagine dedicate per cia-scuno dei nostri clienti è un servizio che dà un importante valore aggiunto al contenuto, ma che richiedeva uno sforzo non indifferente e in gran parte manuale” spiega Laurent Torrez, project manager. “Il team redazionale utilizzava un siste-ma di impaginazione basato su Quark Xpress, che non permetteva una preview accurata delle pagi-ne candidate alla pubblicazione. Dopo un'attenta analisi dei potenziali benefici, abbiamo deciso di introdurre Méthode nel ciclo produttivo".

Il Gruppo Le Figaro utilizza dal 2006 l’innova-tiva piattaforma di EidosMedia per la produzione del quotidiano e, a partire dallo scorso anno, ha esteso l'impiego di Méthode alla produzione del supplemento TV Magazine che viene distribuito in sei milioni di copie attraverso diversi giornali regionali in tutta la Francia.

“L’esperienza acquisita nel corso degli anni derivante dall’utilizzo del sistema”, ricorda Laurent Torres, “ci aveva fatto intravedere che Méthode sarebbe stato lo strumento ideale anche per la produzione delle pagine di TV Magazine, grazie soprattutto alle funzionalità offerte per la gestione ‘multi-edition’. Méthode", continua il project manager de Le Figaro, “ci avrebbe permesso di guidare il processo produttivo e allo stesso tempo avrebbe offerto ai nostri clienti una maggior flessibilità nella scelta dei contenuti".

Il processo produttivo ha inizio con la prepa-razione di una “master edition”, contenente gli elenchi dei palinsesti TV (importati in Méthode tramite un feed XML) e i relativi articoli di ap-profondimento a cura dello staff redazionale.

Alla “master edition” vengono quindi appli-cati gli stylesheet, le geometrie e i template per generare ciascuno dei 35 set di pagine persona-lizzate.

Questo processo produttivo è completamente automatico: con il risparmio di tempo e risorse che ne deriva, l’editore è in grado di offrire nel servizio offerto ai propri clienti un più elevato livello di personalizzazione.

“I Clienti sono oggi in grado di selezionare dall’insieme complessivo degli articoli dispo-nibili, quelli che vorranno far apparire sulle pagine del proprio giornale”, spiega Gérard Perrier General Manager EidosMedia France. “L’aggiunta o la rimozione degli articoli richiede una semplice operazione di drag & drop. Inoltre lo staff redazionale ha a disposizione una fun-zione di “preview” che permette di verificare il risultato finale della pubblicazione. Nel giro di pochi minuti, siamo in grado di creare una sele-zione personalizzata di contenuti perfettamente adattati all'identità grafica di ciascuno dei nostri clienti".

“L’approccio Content-sharing (condivisione del contenuto)” afferma inoltre Gérard Perrier

Le Figaro TV Magazine ottimizza la produzione e la distribuzione delle pagine grazie a Méthode

EidosMedia Spa Viale Legioni Romane, 43 20147 Milanotel. 02-30174.4 Fax: 02-30174.330 [email protected]

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“rappresenta per gli editori un eccellente sistema per ridurre i costi di produzione e aumentare i servizi offerti ai propri lettori. Le funzionalità di editing offerte da Méthode permettono ai gior-nali di trarre benefici dalla strategia di 'content sharing’ mantenendo al tempo stesso le proprie linee grafiche editoriali”.

Le funzionalità di Méthode legate al ‘content-sharing’ sono state sfruttate anche in due progetti recentemente completati in Germania dai gruppi editoriali WAZ e NordWest Zeitung.

A proposito de Le FigaroCon una tiratura media di 320.000 copie

(2008), Le Figaro interpreta la tradizione di ec-cellenza del giornalismo francese. Nel corso dei suoi 180 anni di attività il giornale ha avuto il privilegio di ospitare alcuni scrittori che hanno fatto la storia della letteratura francese, quali Zola, Dumas, Mauriac e Peyrefitte.

Il giornale parigino, che nel 1826 aveva ini-ziato con la modesta pubblicazione di quattro pagine giornaliere, ha conquistato rapidamente il rango di giornale dei primati. Le Figaro, infatti, si è sempre distinto per la capacità di anticipa-re i tempi, sperimentando e introducendo tra i primi, a partire dal 1880, le moderne tecniche in campo editoriale; nel 1905 ha pubblicato il primo supplemento letterario; nel 1906 ha intro-dotto le illustrazioni. Nel 1942 ha sospeso le sue pubblicazioni, con il chiaro intento di non tradire la fiducia dei propri lettori, riprendendole poi subito dopo la Liberazione.

Durante gli anni ottanta, Le Figaro ha lanciato con successo diversi supplementi settimanali: Figaro Magazine, seguito da Figaro Madame,

Figaro économie, indirizzato ai lettori della business community, Figaroscope (supplemento legato al mondo delle arti), Figaro Patrimoine e TV Magazine che, con le sue 6.200.000 copie è la guida TV più diffusa in Europa.

Più recentemente Le Figaro ha aggiunto una serie di portali Web e distribuisce i propri con-tenuti - immagini e testi- attraverso una vasto numero di canali di pubblicazione che fanno de Le Figaro uno dei più importanti Media Internet Group francesi.

A proposito di EidosMediaEidosMedia produce Méthode, uno strumento

in grado di combinare in un unico prodotto le funzionalità di uno strumento di editing per la redazione insieme con quelle di pubblicazione in tempo reale di contenuti su tutti i canali con-figurati nel sistema (carta, WEB, tablet, smart-phone, sms).

Utilizzato dai più importanti gruppi editoriali e Media Group a livello mondiale, Méthode è una piattaforma che offre inoltre funzionalità di knowledge resource management e di workflow management interamente configurabili.

La piattaforma è basata su standard di merca-to quali XML, CSS and SVG, su tecnologia object-oriented distribuita e su un’architettura multi-tier. Méthode mette a disposizione in un’unica applicazione uno “workspace” ergonomico in cui i team di lavoro virtuali sono in grado di creare contenuti ad alto valore aggiunto, avvalendosi di tutte le fonti di dati a cui possono avere accesso, e di distribuire il contenuto su tutti i canali di pubblicazione configurati.

www.eidosmedia.com

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Helsingborgs Dagblad utilizza Atex Adverti-sing per standardizzare la modalità operativa su tutti i suoi prodotti e questo consente di miglio-rare l’efficienza e la produttività, mantenendo la flessibilità necessaria atta a soddisfare le sempre più mutevoli tendenze di mercato. Oggi la rea-lizzazione degli annunci e delle pagine risulta fortemente ottimizzata, in quanto il numero delle fasi operative in precedenza necessarie si è no-tevolmente ridotto.

“Abbiamo scelto Atex perché, attraverso la sua soluzione innovativa, siamo sicuri di poter contare su una divisione advertising all’avanguardia” ha dichiarato Anders Nilsson, System/Product ion Manager di Helsingborgs Dagblad. “Con Atex sentiamo di avere la giusta tecnologia che ci per-metterà di cogliere nuove opportunità di business evitando investimenti in nuovi sistemi. Inoltre l’implementazione è avvenuta nei tempi previsti e il go-live si è svolto senza problemi”.

Helsingborgs Dagblad utilizza anche Atex analytics, sistema di reporting dinamico multi-dimensionale, che fornisce la completa visibilità dell’andamento del business pubblicitario, facen-do in modo che il giornale possa monitorare con precisione l’attività degli agenti e dei clienti. Tali

informazioni permettono di identificare le aree di maggiore investimento e favorire una migliore distribuzione delle risorse.

“Siamo molto soddisfatti per aver implementato con successo il nostro sistema presso Helsingborgs Dagblad” ha dichiarato Jonas Bringle, Managing Director di Atex Scandinavia. “A partire da ora l’obiettivo è quello di affiancare il nostro cliente aiutandolo a migliorare il suo business”.

Helsingborgs Dagblad va in produzione con Atex AdvertisingHelsingborgs Dagblad, uno dei più grandi giornali in Svezia, ha scelto la soluzione Atex Advertising per gestire tutti i suoi giornali e le sue riviste. Con la soluzione Atex, Helsingborgs Dagblad ha ora un unico sistema per la gestione end-to-end della pubblicità: dall’immissione degli ordini alla fatturazione, al reporting, sia per stampa che per il digitale.

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Atex Global Media S.p.A.Via B. Crespi, 57 - 20159 MilanoTel: 02 36658.1 Fax: 02 36658.555www.atex.com

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Fujifilm Italia ha annunciato di aver raggiunto eccellenti risultati a seguito dell’accordo distri-butivo siglato un anno fa con Organizzazione Stampa. L’azienda di Parma, storico e affermato punto di riferimento in Italia per il comparto delle arti grafiche, ha intrapreso negli ultimi anni un processo di rinnovamento che l’ha portata ad ampliare il proprio raggio d’azione e ad adottare una politica di distribuzione multi brand che nel 2010 ha visto l’aggiunta di Fujifilm all’interno del suo portfolio.

Elio Ramponi, Graphic Systems Business Domain Manager di Fujifilm Italia, commenta: “Abbiamo deciso di ampliare la nostra rete di vendita con l’inserimento di Organizzazione Stampa in virtù della sua consolidata esperienza nel mercato del printing. Inoltre, la presenza capillare sul territorio e il forte radicamento che

Organizzazione Stampa vanta presso gli stampa-tori italiani, sono stati i driver fondamentali di questa scelta.”

Organizzazione Stampa distribuisce oggi l’in-tera gamma di prodotti Fujifilm, dalle soluzioni di prestampa a quelle wide format. Grazie ad un magazzino estremamente fornito presso la sede di Parma e ad una struttura commerciale che abbraccia l’intera penisola, l’azienda è in grado di essere vicina alle esigenze dei clienti, a cui offre un qualificato servizio di assistenza tecnica.

“La qualità dei prodotti FUJIFILM è indiscu-tibile e i nostri clienti lo riconoscono. Nell’arco di un anno abbiamo raggiunto brillanti risultati, soprattutto nella vendita e installazione dei siste-mi di prestampa. Inoltre, abbiamo instaurato un ottimo rapporto con Fujifilm, che riteniamo un fornitore affidabile,” commenta Sara Mazzani, Amministratore di Organizzazione Stampa.

“La partnership con Organizzazione Stampa si e’ rivelata una mossa vincente, che si è tradotta nel rafforzamento della nostra rete commerciale e in un significativo incremento delle vendite. La riconoscibilità di Organizzazione Stampa come dealer competente e dal forte network, unita all’eccellenza del brand Fujifilm, hanno dato vita ad un connubio di successo che, sono fiducioso, condurrà al raggiungimento di ulteriori e impor-tanti traguardi”, conclude Elio Ramponi.

Fujifilm festeggia un anno di successi e crescita insieme ad Organizzazione Stampa

Via della Unione Europea, 4 - San Donato M.se - MI Tel. 02/89582.1 - Fax 02/89582914Responsabile commerciale: [email protected] tecnico: [email protected]

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Una piegatrice “tuttofare” per la gestione simul-tanea di abbonati, piccoli pacchi e diverse edizioni: è la soluzione sviluppata da SITMA per i centri stampa giornali che si trovano a gestire commesse fra loro molto diverse, spesso con-centrate in picchi orari mol-to ristretti.

La nuova piegatrice pro-posta da SITMA, leader mondiale per le linee di con-fezionamento con piegatura e indirizzatura, permette la spedizione in tempo reale di abbonati e piccoli pacchi di quotidiani con una o più edizioni. Tutto “a portata di mano” con un investimen-to facilmente accessibile anche ai centri stampa di minori dimensioni.

La piegatrice “tuttofare” ha una capacità produttiva di 15.000 copie/ora, è facile da mandare a registro, affi-dabile e poco ingombrante.

Tutti i particolari tecnici sono stati sviluppati secondo la “filosofia” di SITMA, che punta su macchinari semplici e robusti. Il cassetto di cari-

SITMA presentala piegatrice “tuttofare”

co, in posizione ergonomica, facilita le operazioni di alimentazione, e la piega a coltello assicura una piegatura perfetta. Dopo la piega, un inkjet con inchiostro a base d’acqua, consente la stampa dell’indirizzo o di qualsiasi altro messaggio. La tecnologia inkjet, consente anche la produzione degli abbonati relativi all’edizione in stampa e di quant’altri prodotti sono da avviare in distribuzione attraverso i normali sistemi di trasporto.

Mentre lo stacker impila le copie dei quotidiani, il posafasciette provvede a stampare il sovrapacco che contiene tutte le informazioni utili alla conse-gna, oltre al bollettino postale. Il pacco, cellophana-to e legato automaticamente, può essere avviato alla ribalta, dove sarà riconosciuto e smistato in modo automatico alla bocca di uscita destinata.

La linea “tuttofare” richiede una sola persona

in produzione, addetta all’alimentazione dell’unità ed in grado, se necessario, di provvedere anche alle altre necessità del ciclo di lavoro.

SITMA MACHINERY S.p.aVia Vignolese 191041057 – Spilamberto (Mo)Tel.: +39059780311Fax.: [email protected]

La piegatrice SITMA FF975 con inkjet e stacker

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Scegliete la tecnologia, il fornitore e il partnerin grado di offrirvi un futuro sicuro.

Con un ampio portfolio di sistemi di stampa che evolvendo offre nuoveopportunità, la nostra tecnologia risponde costantemente alle vostre esigenze, manmano che cambiano e si sviluppano. Potendo contare sul solido appoggio di ungigante dell’industria mondiale, con un investimento a lungo termine nella stampa,siamo in grado di fornirvi gli strumenti con cui affrontare le sfide del futuro.

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S-5000 - TecnoMedia(IT)-Uniliner-A4_-v1 10/03/2011 17:43 Page 1

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ISSN 1974-7152

Agenzia Giornalistica Italia

Agfa-Gevaert

Ansa

Atex

Barenschee

Denex Systems Technology

Didelme Sistemi

EidosMedia

Elettra

Ferag Italia

Fujifilm

GMDE

Goss International

Interstrap

Kodak

Manroland

Mima films

Napp Systems

Océ

R.G.

Recmi

Segbert

Sinedita

Sitma

SMB SchwedeMaschinenbau

Sun Chemical Group

Technotrans

Telpress

Tera

Teufelberger

TM News

Tolerans

Visita il nostro sito Internet:http://www.ediland.it

Filo direttoLe aziende informano

Numero 70 - Settembre 2011

Speciale WAN-IFRA Italia 2011Produrre di più riducendo i costi, nuovi prodotti per i “nativi digitali” del XXI secolo, integrazione tra pubbli-cità tradizionale e multimediale: questi i temi della XIV Conferenza Internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa quotidiana italiana (Firenze, 9 e 10 giugno).

a pagina 3

Stampa quotidiani in digitale alla Stroma (UK) Il più antico centro stampa digitale per quotidiani del mon-do investe su tecnologie Inkjet full color e su alleanze stra-tegiche con partner innovativi dell’industria editoriale, con un occhio al consolidamento del proprio business ed un al-tro alle Olimpiadi 2012 di Londra. a pagina 24

Il rinnovamento parte dagli USA Gli editori americani hanno sviluppato una nuova visione del business. Redazioni integrate, universal desk, paywall, nuovi sistemi redazionali e marketing sui social network sono gli strumenti per tornare a crescere nel mercato della comuni-cazione dopo la grande crisi del 2008-2009. a pagina 30

Nuovo AD per Atex ItaliaFederico Marturano, dopo le esperienze al vertice dell’Unio-ne Editoriale Spa e del ramo “digital” di Poligrafici Edito-riale, salta la barricata e da “cliente” diventa “fornitore”, in un momento di forti cambiamenti nell’area delle tecno-logie per la prestampa. a pagina 34

Quanto costa la “non qualità”?Il TecnoMeeting organizzato da Asig il 10 maggio scorso e dedicato a “Procedure, controlli e manutenzione in rappor-to ai costi di produzione”, è stata l’occasione per analizzare le “best practices” italiane per abbattere i costi industriali della “non qualità”. a pagina 36

Al via il 10° Color Quality Club di WAN-IFRA Il riconoscimento più prestigioso a livello mondiale che pre-mia la qualità di stampa a colori dei giornali si svolge ormai dal 1994, con l’obiettivo di promuovere nei giornali quoti-diani la cultura della qualità. a pagina 41

Il controllo del colore in stampa (parte II) Sul numero scorso abbiamo visto come effettuare il control-lo attraverso uno spettrofotometro ed un software di analisi sviluppato dal centro internazionale di ricerche di SunChe-mical; in questa seconda parte scopriamo come leggere e interpretare i dati elaborati dal software. a pagina 43

Le Rubriche

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Filo diretto ...............................................................................................................da pagina 47

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