Scintilla, dicembre 2011

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista In un recente comunicato scrivevamo: il movimento operaio con le sue lotte ha dato un importante contributo alla caduta di Berlusconi, ma non è stato determinante, a conferma del celebre motto di Marx: «Il proletariato o è rivoluzionario o non è». Le cause di questa situazione sono note. Conosciamo gli effetti della politica di divisione, di ricatto e di corruzione perpetrata dal governo reazionario e dai suoi complici per spezzare l’unità del movimento operaio. Conosciamo le responsabilità dei riformisti, che hanno scongiurato con ogni mezzo la spallata decisiva della classe operaia, preoccupati delle conseguenze. Il riformismo e il revisionismo in Italia hanno forti tradizioni, si presentano sotto molteplici forme, si tingono sempre più del lurido colore del nazionalismo e dello sciovinismo. Ciò indubbiamente è causa dei ritardi e delle difficoltà del fattore soggettivo della rivoluzione. Ma è sui limiti intrinseci del movimento comunista che dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Il principale fattore soggettivo della rivoluzione è il Partito comunista. Tale problema in Italia non potrà essere risolto finchè i sinceri comunisti, gli elementi migliori del proletariato, non si separeranno, apertamente, risolutamente e definitivamente dal riformismo e dall’opportunismo. Questa è la prima condizione per riaggregarsi, per tracciare una linea politica capace di contrapporsi alle correnti che collaborano con la borghesia, per contrastare la loro influenza nel movimento operaio. Chi a parole si dice comunista, ma non si decide a compiere questo passo, rimanendo unito ai Diliberto e ai Ferrero, ai Rizzo e ai Turigliatto, ai Bersani e ai Vendola, alle correnti economiciste e estremiste, rinnega la prima condizione per essere comunista: la rottura con gli opportunisti. Perpetua così l’illusione dell’unità con i traditori e i deviazionisti, in nome della quale si è finora impedito alla classe operaia di ricostruire il suo reparto di avanguardia, organizzato e cosciente. Scintilla - segue a pag. 2 - Passi da compiere [email protected] www.piattaformacomunista.com n. 24 - Dic. 2011 1 euro

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

In un recente comunicato scrivevamo: ilmovimento operaio con le sue lotte hadato un importante contributo alla cadutadi Berlusconi, ma non è statodeterminante, a conferma del celebremotto di Marx: «Il proletariato o èrivoluzionario o non è».Le cause di questa situazione sono note.Conosciamo gli effetti della politica didivisione, di ricatto e di corruzioneperpetrata dal governo reazionario e daisuoi complici per spezzare l’unità delmovimento operaio. Conosciamo leresponsabilità dei riformisti, che hannoscongiurato con ogni mezzo la spallatadecisiva della classe operaia, preoccupatidelle conseguenze. Il riformismo e il revisionismo in Italiahanno forti tradizioni, si presentano sottomolteplici forme, si tingono sempre piùdel lurido colore del nazionalismo e dellosciovinismo. Ciò indubbiamente è causadei ritardi e delle difficoltà del fattoresoggettivo della rivoluzione. Ma è sui limiti intrinseci del movimentocomunista che dobbiamo concentrare lanostra attenzione.Il principale fattore soggettivo dellarivoluzione è il Partito comunista. Taleproblema in Italia non potrà essererisolto finchè i sinceri comunisti, glielementi migliori del proletariato, non sisepareranno, apertamente, risolutamentee definitivamente dal riformismo edall’opportunismo. Questa è la prima condizione perriaggregarsi, per tracciare una lineapolitica capace di contrapporsi allecorrenti che collaborano con laborghesia, per contrastare la loroinfluenza nel movimento operaio. Chi a parole si dice comunista, ma non sidecide a compiere questo passo,rimanendo unito ai Diliberto e ai Ferrero,ai Rizzo e ai Turigliatto, ai Bersani e aiVendola, alle correnti economiciste eestremiste, rinnega la prima condizioneper essere comunista: la rottura con gliopportunisti. Perpetua così l’illusionedell’unità con i traditori e i deviazionisti,in nome della quale si è finora impeditoalla classe operaia di ricostruire il suoreparto di avanguardia, organizzato ecosciente.

Scintilla

- segue a pag. 2 -

Passi da compiere

[email protected] www.piattaformacomunista.com

n. 24 - Dic. 2011

1 euro

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Scintilla

Sia chiaro: non si tratta dellasorte di alcuni capi, la cuipolitica riscuote la nostraimplacabile critica. Si trattadella sorte di milioni di operai.Non sarà possibile risollevarla,non si potrà ritrovarel’indipendenza di classe, finchènon si spezzerà quella catenapolitica e ideologica che tieneavvinto il proletariato allaborghesia. Una catena che passaper le mani dei riformisti e deirevisionisti, e che in parecchi

vogliono conservare intatta. Adottando il metro degliinteressi e delle necessità dellalotta di classe rivoluzionaria,non è possibile nemmenogiustificare gli elementi della“diaspora” che stanno infinestra auspicando che “tuttisiano d’accordo”, lasciandocampo libero all’eclettismo e altrozkismo; neanche si puòapprovare chi perpetua ilsistema dei circoli locali ascapito dell’unità con il

proletariato rivoluzionariointernazionale. In realtà, chi si rifiuta dicompiere scelte precise, chiaspetta le calende greche,troverà sempre giustificazioniper la sua inazione, scaricandosulle spalle altrui le proprieresponsabilità.Eppure è lampante che senzacompiere passi avantinell’unificazione, sulla base delmarxismo-leninismo, unicostrumento capace di dare

coscienza alle potenzialità delproletariato, senza sviluppareun serio lavoro teorico-pratico,senza legarsi strettamente aglielementi avanzati della classe,non si potrà giocare un ruolonelle situazioni esplosive chel’acutizzarsi della crisicapitalistica crea, non si potràdar vita a un’organizzazionepreparatoria del Partito e tantomeno agevolare lo sviluppostorico. Dividersi per unirsi,questo è il passo da compiere.

Passi da compiere - segue dalla prima

Il carattere di classe del“gabinetto tecnico” èampiamente dimostrato dallabiografia del capo del governo edei suoi membri: personaggilegati ai centri del potereimperialista, banchieri comePassera, rappresentanti deipadroni…alla faccia del conflittodi interessi! E’ palese il segnodella pesante ingerenza USA eNATO, oltre a quella delVaticano, nella vita politicaitaliana. Inquietante la nomina diun ammiraglio alla Difesa.Come ha detto il portavocedell’UE, conta il programma. E ilprogramma di questo governo èla lettera di Trichet e Draghi,altri tagli alle pensioni (mettendogiovani contro anziani perpeggiorare le condizioni dientrambi), privatizzazioni, tasseantipopolari, allo scopo di salvarei monopoli capitalistici, i veriresponsabili della crisieconomica. Il fatto che la FIAT abbia esteso ilmodello Pomigliano in tutti glistabilimenti appena insediatoMonti, la dice lunga su come icapitalisti si sentano favoriti daquesto governo.Le misure pubblicizzate sultaglio dei costi della politica emini-patrimoniale sono solofumo negli occhi delle massepopolari per conservare iprivilegi di quella minoranza cheopprime e sfrutta la maggioranza.Con il governo Monti non ci saràné crescita né equità, ma siaggraveranno la recessione e ilparassitismo, si approfondiràl’abisso sociale. Aumenterà ilnumero delle famiglie che nonarrivano alla fine del mese. La graduale liquidazione dellelibertà democratiche, così come il

commissariamento di UE-BCE-FMI, proseguiranno di pari passoalle guerre di rapina. Il governo impostodall’oligarchia finanziaria e sortosotto la tutela di “re Giorgio”Napolitano, ha l’appoggioplebiscitario di quasi tutti i partitidella borghesia e dei verticisindacali. Dopo anni di flirt, ineoliberisti e i social-liberistisono convolati a nozze persostenere gli interessi del grandecapitale. Fra di loro non vi sonocontraddizioni sulle questionifondamentali.Il governo Monti però non potràavere, per le sua natura e il suoprogramma di saccheggiosociale, il sostegno della classeoperaia, delle masse lavoratrici,dei giovani senza futuro.Lo scarso consenso di cui gode -costruito dai media di regime -svanirà quando le massevedranno le manovre che sarannoapprovate col pretesto dellariduzione del debito. La calmanon durerà a lungo, dall’attesa sipasserà alla protesta, ilmalcontento esploderà. Questo è il punto debole delgoverno “tecnico”, forte in

Parlamento ma fragile nei postidi lavoro e nelle piazze. Quidobbiamo insistere, sviluppandol’unità di azione degli operai, deilavoratori, dei giovani. Nel nuovo scenario politico èindispensabile riportare sul frontedi lotta le masse sfruttate. Avanti dunque con gli scioperi ele manifestazioni per il lavoro,per i nostri diritti democratici, peri contratti nazionali, per il salario,contro i tagli a pensioni e servizisociali, per difendere i nostriinteressi e il nostro futuro.Denunciamo i cedimenti e lesmobilitazioni, come la rinunciadella Camusso a manifestare il 3dicembre. Raccogliamo le nostre forze,difendiamoci col fronte unico dalbasso, moltiplichiamo lemobilitazioni, costruiamoComitati operai e popolari, perampliare la partecipazioneunitaria, per decidere dal basso,mettendo alle corde icollaborazionisti. Negli anni scorsi la capacità diresistenza della classe operaia edelle masse popolari, haimpeditoa Berlusconi diconsolidare un regime

reazionario. Ora dobbiamo mettere in crisi leimposizioni e gli equilibri politicidel capitale monopolisticofinanziario, impedire che ilgoverno Monti vada avanti nelsuo programma antioperaio. Nella lotta si deve sviluppare ildibattito per avere chiaro qual è ilgoverno di cui la maggioranzadella popolazione ha bisogno: ilgoverno degli operai e degli altrilavoratori sfruttati, che si basisulle organizzazioni della classe,che sia lo sbocco del fronte unicodi lotta del proletariato. Un governo forte, risoluto, cheespropri i monopoli capitalisti,requisisca le fortune dei parassiti,socializzi i principali mezzi diproduzione e di scambio,favorisca il controllo e lavigilanza della classe operaia,spezzi l’apparato oppressivoborghese assieme alle catenedello sfruttamento.Un governo che non abbiaaddentellati con le forze dellareazione e dell’imperialismo, masia espressione dell’egemonia delproletariato per battere laborghesia, per affrettare la suasconfitta definitiva.

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Scintilla

I metalmeccanici hannoapprovato a grande maggioranzal’ipotesi di CCNL presentatadalla direzione FIOM. Era unabuon documento? No, eraun’ipotesi dai contenuti arretrati,che riflette la linea conciliatricedella direzione riformista esocialdemocratica. L’aria che tirava si era capitanell’assemblea nazionale diCervia. I capi della FIOM hannodeciso la rinuncia alla lotta control’accordo del 28 giugno,l’accettazione della duratatriennale del CCNL, ilraffreddamento delle lotte durantele trattative, dando così un colpoalle capacità di lotta degli operai.Inoltre, la richiesta del 25% di Tfrin più per i precari espulsi,contraddice la precedenteimpostazione in difesadell’occupazione ed apre unpericoloso precedente. Non acaso, nei sindacati gialli si èparlato con soddisfazione di“disgelo”.Nei fatti la direzione della FIOMsi è accodata alla Camusso, haemarginato ed espulso gli operai e

p i ùcombattivi, haattaccato leRSU cheh a n n oe s p r e s s od i s s e n s osull’ipotesi dipiattaforma. Il voto dellamassa operaiaè stato certoun voto“obbliga to” ,frutto deirapporti diforza esistenti,fortemente avantaggio deipadroni. Ma in questa sceltascelta non leggiamo un segnale diresa a Confindustria e governipadronali. Tutt’altro.Con il loro voto, gli operai hannocomunque rivendicato la volontàdi avere il CCNL per unacategoria che produce laricchezza, ma vive una realtà fattadi bassi salari, ritmi di lavoroelevati, fatica, stress, danni allasalute, discriminazioni di genere,

precariato per i giovani, turnimassacranti, autoritarismopadronale e in periodo di crisi unmare di CIG e licenziamenti.Il CCNL è stato negato daipadroni e dai loro servi ed ora sitratta di riconquistarlo.Questo sarà possibile solo con lamobilitazione dal basso, gliscioperi e la lotta più dura,intransigente e unitaria contro icapitalisti, per la difesa degliinteressi economici e politici di

classe, rifiutando ogni ulteriorecedimento e denunciando conforza le responsabilità delledirigenze conciliatrici.Nelle assemblee, in ognioccasione, va riaffermato il no ailicenziamenti e va ribadita (conmozioni, ordini del giorno, ecc.)la solidarietà di classe. Ciò è importante perchécostituisce un segnale non solo aipadroni e ai loro rappresentanti(incluse le direzioni sindacalicollaborazioniste), ma soprattuttoagli altri settori della classe chestanno resistendo.La vertenza contrattuale sarà tuttain salita. La disdetta degli accordida partev della FIAT fa capirequal è la volontà degli industriali. Solo con la lotta intransigente siporterà a casa un contratto degnodi questo nome. Occorre che gli operaimetalmeccanici affermino l’unitàdi lotta dal basso, assestando aforza di scioperi duri colpi aipadroni e al loro nuovo governodell’alta finanza. Non molliamo,organizziamoci per non fare piùpassi indietro.

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Dall’avvio della crisi nei settorimanifatturieri, nel 2008, le ore dicassa integrazione registrate sonostate poco meno di 3 miliardi e300 milioni. La cassaintegrazione ha significato unadecurtazione di circa 22 milaeuro pro-capite per icinquecentomila operai colpiti,per un totale di 11,4 miliardi dieuro di salari tagliati. Il crollo della produzioneindustriale a settembre e i datisulla cassa, prefigurano un 2012fatto di stagnazione edisoccupazione. Ciò farà sì che gli operai siimpoveriranno ancor più, e unaparte di loro cadrà nella miseria.Il taglio dei salari e dei posti dilavoro non è finito conBerlusconi. Nel programma delgoverno Monti non c’è nessunarisposta per i circa 190 tavoli dicrisi aperti. In compenso ci sononuovi assalti a salari, pensioni,diritti e più tasse per la poveragente.

Siamo stufi di fare sacrifici e dipagare per i capitalisti e iparassiti che hanno creato la crisie poi l’hanno scaricata suilavoratori. Sono loro gli arteficidella crisi e sono loro a doverlapagare! Esigiamo un’imposta sui redditifortemente progressiva, concompleta detassazione delsalario; il recupero dell’evasionee delle frodi fiscali; un’elevatatassazione sui capitali esportati,iguadagni speculativi, ipatrimoni; la cancellazione diprivilegi, stipendi e pensionid’oro di parlamentari,amministratori burocrati emanager; il taglio delle spesemilitari e delle prebende delVaticano; l’aumento del 20% disalari, stipendi e pensioni deilavoratori! Salario pieno e senzalimiti temporali per icassintegrati. Reddito aidisoccupati! I soldi ci sono evanno usati per le necessitàsociali, non per i monopoli.

La FIAT è sempre stata in Italia ilbattistrada della reazionepolitica. Per questo la decisionedi Marchionne di stracciare tutti icontratti dal 1° gennaio 2012 nondeve meravigliare, nè essereinterpretata come una questione“tecnica” conseguente all’uscitada Confindustria. Si tratta di una lucida strategiaantioperaia, di cui l’intesa-truffadi Pomigliano è stato il primopasso. Una strategia che avuto lacopertura politica di Berlusconiprima e di Monti poi.L’obiettivo è quello dicostringere la classe operaia alpiù brutale sfruttamento,spezzare la sua resistenza,toglierle libertà e diritti, creare infabbrica un clima di terrore perimporre un solo potere, quellodel padrone.Marchionne già si trova sulterreno del fascismo. La suapolitica di cancellazione delCCNL, sarà seguita da altripadroni interessati alla

soppressione di qualsiasi livellodi organizzazione indipendentedella classe sfruttata.Si tratta di una linea che si vuoleestendere a tutti i lavoratori, atutta la società.Appellarsi ad un Parlamentofilocapitalista e di “unitànazionale” non serve a nulla.Solo la classe operaia può dare larisposta che serve, rompendo glisteccati riformisti, guadagnandoalleanze preziose. Nostro compito è unire le massesfruttate e stringerle in un ampiofronte di lotta, per ribaltare lasituazione. Lo sciopero generale deimetalmeccanci del 16 dicembreè un passaggio importante per farsaltare il disegno padronale. Manon basta: occorre proseguire edestendere la mobilitazioneall’intero proletariato. Losviluppo dell’opposizione diclasse all’interno della FIOM edegli altri sindacati sarà elementofondamentale in questo senso.

Il contratto va riconquistato con la lotta

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Scintilla

Esiste oggi in Italia lo spazio per

un fronte popolare che riunisca le

forze politiche, sindacali, sociali,

studentesche, che si oppongono

ai diktat dell’oligarchiafinanziaria e ai suoi governi?

Noi diciamo di sì. Questo spazio

politico, nell’attuale situazione, è

perfino più ampio di prima.

Per poterlo occupare ed

affermare una prospettiva dirottura col sistema attuale, è

decisivo affrontare la questione

della debolezza, della dispersione

e dell’immaturità politica ed

ideologica della sinistra.

Finora c’è stata unità su alcunerivendicazioni, su questioni

particolari, ma non su obbiettivi

e questioni generali. In larga

parte ciò è dipeso dalla

subalternità al riformismo.

Eppure in ampi settori delmovimento operaio e popolare è

ben viva l’aspirazione all’unità.

Essa è in effetti la condizione

basiliare per la difesa dei nostri

interessi e diritti dall’offensiva

capitalista, per affermare nellalotta prospettive più avanzate.

Si tratta dunque di creare un

blocco, una coalizione di forze di

classe e popolari,

che resista e offra

u n ’ a l t e r n a t i v a

politica all’unità

delle forze borghesiche si sostanzia

n e l l ’ a p p o g g i o

bipartisan al

governo Monti.

Questo processo di

unità politica delleforze che si

rifiutano di pagare

il debito “pubblico” e la crisi

capitalistica, può crescere a

condizione che si metta in

relazione diretta con la realtàdelle masse lavoratrici e favorisca

lo sviluppo della mobilitazione

contro il governo Monti e le

politiche capitalistche e di guerra

dell’UE e della NATO.

L’assemblea nazionale delloscorso 1° ottobre ha lanciato una

piattaforma in cinque punti.

Nonostante i suoi limiti, ha

avviato un percorso volto a creare

un movimento politico e sociale,

su un asse di opposizione frontaleal liberismo in tutte le sue

declinazioni.

Questo fronte comune può e deve

approfittare della situazione per

aprire un confronto pubblico su

temi di fondo e diventare un polo

di attrazione e di opposizione a

livello di massa, indipendente

dalle forze borghesi e riformiste,con una propria linea d’azione.

L’assemblea nazionale del 17

dicembre è chiamata a decidere

iniziative di mobilitazione

dall’ampio respiro, contro i diktat

di UE-BCE-FMI e la politica delloro governo “tecnico”.

Nostro obiettivo è, a partire dai

passi compiuti, lavorare per

ampliare ed elevare il livello

politico del movimento, per

trasformarlo in un vero frontepopolare di carattere

rivoluzionario, che abbia una

proiezione in differenti ambiti.

Ciò vuol dire lavorare per

radicarlo nella classe operaia e

negli strati popolari, tra i giovani,

assumendo le loro rivendicazionifondamentali, promuovendo la

formazione di Comitati operai e

popolari nei luoghi di lavoro e nei

caseggiati, sviluppando rapporti

di solidarietà internazionalista

(certo non sulle illusioni di nuovearee monetarie e alleanze

alternative alla UE). Su questa

base sarà più facile realizzare

un’unità stabile e aprire un

dibattito per affermare la

prospettiva di un’alternativa dirottura rivoluzionaria.

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La volontà del popolodev’essere rispettataLa manifestazione nazionale del26 novembre ha ribadito ladecisione, espressa dai 27milioni di SI’ al referendumpopolare del 12 e 13 giugno 2010:l’acqua non deve essereprivatizzata, deve essere pubblicae sottratta alla logica del profitto.E’ stata una vittoria contro ilneoliberismo che va difesa con lamobilitazione. Il governo Berlusconi e gli entilocali hanno cercato di ribaltare ilrisultato referendario. Lo stessoproposito coltiva ora il governoMonti, espressionedell’oligarchia finanziaria, cheproseguirà con la politicaneoliberista. Per calpestare la volontà popolaresi utilizzano i diktat di BCE-UE-FMI, che aprono la strada ad unanuova sventagliata diprivatizzazioni, volte a realizzare

enormi profitti sulle spalle dellemasse popolari, costrette a pagaredi più per avere sempre di meno,in termini di qualità e quantità. In tempi di crisi economicaqueste ricette aggravanoulteriormente le condizioni di vitadelle messe lavoratrici,spingendole verso la miseria. Ancora una volta si voglionoimmolare gli interessi e i dirittidelle masse lavoratrici sull’altaredei “mercati finanziari”.Dobbiamo resistere e opporcistrenuamente a questi disegni,avendo ben chiaro che ilproblema di fondo è ilcapitalismo, un sistemaparassitario e criminale, unsistema moribondo.Non fermiamoci, continuiamo erafforziamo la lotta contro imonopoli e i loro governi!Rafforziamo i Comitati popolari!

Dal 4 novembre è iniziatoufficialmente il commissariamentodell’Italia da parte di UE, BCE eFMI. Trovarsi sotto la tutela diquesti predoni - condizionedrammaticamente sperimentata dapaesi come la Grecia - significa peri lavoratori la demolizione violentadelle residue conquiste sociali, perassicurare profitti e rendite aimonopoli. Questa ulteriore limitazione disovranità si aggiunge a quella chesubiamo a causa dell’appartenenzaalla NATO e alla presenza delVaticano. Il commissariamento è ladimostrazione che la classedominante vende ai “mercatifinanziari” la sovranità del paese,rinnega l’autonomia el’indipendenza nazionale,

ammaina la bandiera dei “sacriprincipi” per un pugno di euro.Tutti i partiti borghesi accettano ilcommissariamento perché sonod’accordo nel rovesciare il pesodella crisi sulle spalle della classeoperaia, delle masse lavoratrici, deigiovani, perchè voglionocontinuare con le criminali politicheneoliberiste e di guerra. Così facendo si indeboliscono,perdono i loro legami con le masselavoratrici, dissanguate dalla crisi.Spetta alla classe operaia alzare labandiera della vera sovranità e dellavera indipendenza, control’imperialismo e per il socialismo.Solo così potremo uscire dalladecadenza e dal degrado, cacciandola borghesia dal potere, instaurandola dittatura proletaria e costruendoun nuovo ordinamento sociale.

No al commissariamentodi UE-BCE-FMI

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Finalmente Berlusconi si èdimesso. La sua caduta è statafonte di soddisfazione per tutticoloro che hanno resistito peranni alla sua politica diasservimento e di divisione, chehanno lottato coraggiosamenteper buttarlo giù. Un fattore fondamentale delladissoluzione del governoBerlusconi è stata la lotta dellaclasse operaia e delle massepopolari, dei giovani e delledonne, che si sono battuti persostenere i propri interessi ediritti, opponendosi alle misure ealle leggi varate dal governoreazionario, senza mai lasciarecampo libero alla compagine diaffaristi, di fascisti, di razzisti e dicialtroni al potere. Grazie alle mobilitazioni, agliscioperi, alle manifestazioni dipiazza, grazie alle lotte sviluppatein modo particolare dallo scoppiodella crisi capitalistica nel 2008ad oggi si è impedito ilconsolidamento di un regimereazionario, si è incrinato il suoblocco sociale di riferimento, si èfatto scendere ai minimi ilconsenso della maggioranza digoverno.Senza questo movimento deglisfruttati e degli oppressiBerlusconi sarebbe rimastoancora per lungo tempo algoverno, avrebbe portato atermine le sue controriforme e sisarebbe candidato alla presidenzadella Repubblica. Ma cosa ha rappresentatoBerlusconi in tutti questi anni?Berlusconi è stato la mascheragrottesca del declino e deldegrado del capitalismo italiano,l’espressione del neoliberismo,delle politiche di guerra,dell’anticomunismo viscerale.In diciassette anni di presenza e dipotere nella vita politica fatto delPaese il regno della frode,dell’inganno, dalla violenza, deldegrado morale e culturale,dall’asservimento criminoso.Ha fatto arricchire ancor più unpugno di parassiti sulle spalledella maggioranza dei lavoratori. Ha ha distrutto il futuro di unagenerazione, ha determinatol’ulteriore disuguaglianza fraNord e Sud.Ha incrementato il saccheggio

delle casse pubbliche, rafforzatoil monopolio dei media. Ha avvelenato la società con lacorruzione, con il cultodell’individualismo sfrenato el’egoismo borghese, conl’arroganza padronale el’autoritarismo, con l’arrivismo edel qualunquismo, cone le offesealle donne e agli omosessuali.La pornocrazia berlusconiana èstato il sistema di selezione diun’intera classe dirigente, ilprevalere del criterio dellaservitù.Per voltare pagina, per cambiareveramente, non sono sufficienti ledimissioni di Berlusconi, se poirimangono in piedi tutti le leggi, iprovvedimenti, le misure che cihanno portato nella disastrosasituazione attuale. La fine politicadi Berlusconi deve significare laliquidazione della sua eredità. La“discontinuità” deve stare neicontenuti politici, economici,sociali, morali, culturali,altrimenti sarà un danno enorme eun’ulteriore beffa per le masselavoratrici.Esigiamo pertanto: * L’abolizione dell’art. 8 dellaFinanziaria e delle altre leggi cheeludono lo Statuto dei lavoratori.* Il ritiro dei provvedimenti sullepensioni e di quelli chestabiliscono tagli alla salute,all’istruzione, alla ricerca, aglienti locali.* L’abrogazione di tutte le leggisul “mercato del lavoro” (cioè sulprecariato e la flessibilità).* La cancellazione di tutti gliaccordi separati e la libertà dirappresentanza sindacale e divoto nei luoghi di lavoro.* La cancellazione delle normesalva-padroni nella sicurezza sullavoro.* L’abrogazione del “pacchettosicurezza”, della Bossi-Fini e lachiusura dei CIE.* Il ritiro delle truppe all’estero, ildrastico taglio alle spese militari,la cessazione della produzionedegli aerei da guerra F-35 edell’ampliamento della base USAa Vicenza.* L’abrogazione delle leggi edelle norme ad personam e larisoluzione definitiva delconflitto di interessi. * La cancellazione dello scudo

fiscale, dei condoni fiscali ededilizi, delle leggi che abolisconole tasse su successioni edonazioni.* L’abrogazione dellacontroriforma Gelminidell’istruzione.* L’abolizione dei finanziamentialle scuole private e dei privilegiper il Vaticano.* La cancellazione del Ddl sultestamento biologico.* Lo stop definitivo alla TAV e alPonte di Messina, alle discarichenei parchi.* L’abrogazione della leggedelega e dei decreti attuativi sulfederalismo fiscale. * La cancellazione della leggeBrunetta. * L’abrogazione della leggeelettorale, non per tornare al“Mattarellum”, ma per ilproporzionale puro e senzasbarramenti.* La punizione per tutti i delitti diStato e di corruzione commessisotto i suoi governi.* L’allontanamento dagli apparatistatali, amministrativi, dai media,di tutti i complici e i lacchè diBerlusconi.* L’amnistia per i militantipolitici, sindacali e sociali, colpitidalla repressione perché hannolottato contro i governiBerlusconi e i suoi provvedimentiantipopolari. Ci rivolgiamo a tutti gli organismidella classe operaia, delle massepopolari, a tutte le forzecomuniste, rivoluzionarie,realmente progressiste persostenere queste rivendicazioniimmediate ed urgenti.

Le forze politiche, sindacali,sociali, che rifiutano o eludonoqueste profonde esigenze, chenon le inseriscono nel loroprogramma politico, dimostranodi voler continuare con ilneoliberismo e il malaffare, conla mafia e la corruzione, con ilpeggioramento sistematico dellecondizioni dei lavoratori, deigiovani, delle donne. Dimostranodi voler passare un colpo dispugna sui peggiori governi,conservandone la sostanza,l’humus. Con ciò preparano ilterreno ad una reazione ancorapiù pericolosa (lo stessoBerlusconi ha detto che non siarrende), al dominio assolutodell’oligarchia finanziaria, al piùcompleto saccheggio sociale.Battiamoci per farla finita colberlusconismo mentreproseguiamo la lotta intransigenteper la difesa dei nostri interessieconomici e politici che sarannoattaccati dal governo Monti,imposto dall’oligarchiafinanziaria. Smascheriamo leforze borghesi che vogliono ilcontinuismo. Denunciamo laclasse sociale che ha messo alpotere Berlusconi e ora copre eperpetua i suoi misfatti. Berlusconi non è un incidentedella storia. E’ il prodotto delparassitismo e della putrefazionedel sistema borghese, un sistemamorente. Per evitare che si ripetano similitragedie dobbiamo estirpare unavolta per tutte la radice delfascismo, della reazione e delberlusconismo, dobbiamoestirpare il capitalismo.

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Su quali principi unirci?

Ci viene spesso chiesto su checosa i comunisti possono edevono unirsi. Noi rispondiamo: sulla base deiprincipi del comunismo. I principi non sono il programma,non sono la strategia, non sono laconcezione del mondo. Sono ipunti di partenza fondamentali.Questi principi per noi marxisti-leninisti sono:- La separazione netta edefinitiva, l’ostilità irriducibilenei confronti degli opportunisti edei riformisti, senza le quali nonsi potrà mai spezzare la catenacon la politica borghese.- La lotta per l’instaurazionedittatura del proletariato, per ilpotere dei consigli, degli organidella lotta rivoluzionaria dellemasse, contro la democrazia e ilparlamentarismo borghese.

- La proprietà dei mezzi diproduzione e di scambio nellemani dello Stato socialista.- L’impiego della coercizionedello Stato socialista nel periododi transizione.Tali principi irrinunciabili –assieme all’internazionalismoproletario - costituisconol’essenziale. I comunisti che liaccettano possono e devonoorganizzarsi e agire uniti, avendocome scopo la formazione delPartito, quale reparto diavanguardia, organizzato ecosciente del proletariato.E’ su tali questioni cheattendiamo una risposta chiaradai comunisti che guardano conattenzione al nostro lavoro, chevogliono costruire il Partitoindipendente e rivoluzionario delproletariato.

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Cari compagni ed amici,come sempre vi inviamoScintilla e Teoria & Prassi, inostri comunicati, i volantini, idocumenti della Cipoml, ecc. Oltre all’invio per e-mail epostale, mettiamo on-line questepubblicazioni per diffondere ilnostro punto di vista sugliavvenimenti più importanti, edanche per consentire aidisoccupati, agli studenti, aisettori proletari che non sipossono permetterel’abbonamento, la lettura dellenostre pubblicazioni.Questo non vuol diredimenticarsi che il principiofondamentale grazie al qualeappare e si diffonde la stampacomunista è l’autofinanziamento. Ciò implica la ricerca di unsostegno economico fra icompagni, i proletari, le massepopolari, senza il quale nonpotremo sopravvivere.Ci rivolgiamo dunque a voi perun obiettivo limitato, ma assaiimportante per lo sviluppo dellanostra attività militante:raccogliere 2500 euro perl’acquisto di una stampante.

Per raggiungere questa somma cirivolgiamo anzitutto a chiconosce il nostro lavoro, aiproletari avanzati, ai loroorganismi associativi, alle donnee ai giovani impegnati nelle lotte,agli antifascisti, agli intellettualiche hanno una coscienza critica,a tutti coloro che incontriamonelle battaglie quotidiane controlo sfruttamento e l’oppressionecapitalista. SOTTOSCRIVETE PER LASTAMPA COMUNISTA checorrisponde alle necessità e agliinteressi della classe operaia edelle masse popolari! SOSTENETELA perché divengasempre più forte!A B B O N A T E V I !Potere inviare un contributo :- versando sulla Postepay n.4023 6005 8700 9392 intestata aAldo Serafini;- tramite paypal (nella pagina“contatti” del sitowww.piattaformacomunista.comc’è l’apposito bottone).Inviate una email at e o r i a e p r a s s i @ y a h o o . i tindicando la causale delversamento..

Senza propagandarivoluzionaria non c’èmovimento rivoluzionarioAffrontare la questione delle

debolezze soggettive significaporsi non solo il problema delPartito, ma anche quello dellaclasse operaia, del suo livello dicombattività, di coscienza, diorganizzazione. Le masse proletarie sono in unafase di risveglio, dirianimazione, ma non sonoancora animate da volontàrivoluzionaria, né dal punto divista politico, né dal punto divista organizzativo. Laconfusione è ancora molta, edevono smaltire le gravisconfitte subite, ritrovandofiducia nella propria forza. Se fossero state su un terrenorivoluzionario, se fosserocoscienti della situazione, sisarebbero impegnate a fondoper spazzare via il governoreazionario di Berlusconi e perimpedire l’avvento di altrigoverni ugualmenteantipopolari, senza e contro lavolontà dei capi riformisti. Il superamento di questaarretratezza dipende dallosviluppo degli avvenimenti,dall’esperienza che le massestesse matureranno nella lotta. Ciò non deve far venire meno lenostre responsabilità, perché il

processo di sviluppo del Partitonon può essere concepitoseparatamente da quello dellaclasse, e viceversa. Se il movimento operaio rimanedistante dal comunismo e ilcomunismo rimane al marginedel movimento operaio,entrambi saranno deboli.Devono quindi collegarsi,unirsi nella maniera più stretta,per diventare una grande forza.A misura che riusciremo aspostare gli elementi avanzati egli strati decisivi della classeoperaia sul nostro cammino, eda misura che gli stessi operaiavanzati si porranno sul terrenodel Partito, si schiuderannopossibilità nuove.I marxisti-leninisti sidistinguono dagli altri gruppiperchè sono impegnati asviluppare l’unità degli operiavanzati in partito indipendentee rivoluzionario. Questo processo va avanti nellalotta, nel lavoro quotidiano, esarà tanto più rapido quanto piùgli elementi rivoluzionaricomprenderanno le necessitàche la situazione esige,rompendo con l’opportunismo,e riunendosi su una piattaformapiù solida ed elevata.

E’ uscito il numero speciale di Teoria & Prassi

“Due linee per la ricostruzionedel partito comunista”.

Richiedetelo alla redazione!

Page 7: Scintilla, dicembre 2011

Ampi stralciLa classe operaia d’Iran haelevato le sue lotte a un livellosuperiore negli ultimi anni. Cisono stati molteplici scioperi deilavoratori in differenti settoridell’industria. Lo sciopero piùrecente è avvenuto nella citta diMahshahr e si è prolungato pertre settimane. 6.500 operai delcomplesso petrolchimico dellacittà si sono uniti nello sciopero.Tra le loro rivendicazionifigurava la soppressione deisubappalti fra operai e impresa;la soppressione dei contratti atermine e la negoziazioneindividuale delle condizioni dilavoro, e la loro sostituzione concontratti stabili e lacontrattazione collettiva e direttacon la compagnia petrolchimica. Il regime della RepubblicaIslamica si è sforzato disopprimere e di spezzare losciopero. Le forze di sicurezzadel regime hanno arrestato trerappresentanti dei lavoratori insciopero, ma questi sono andatiavanti ugualmente.......Hanno rilasciato variedichiarazioni e informato i mezzidi comunicazione. Uncomunicato stampa diceva:“Siamo arrivati alla conclusioneche senza organizzazione ecoordinamento non possiamoottenere nessun miglioramento.

Anche se con lo scioperootterremo alcune concessioni,queste non potranno esseemantenute senza la costruzionedell’organizzazione deilavoratori. Pertanto, abbiamoformato il Comitato di scioperocome primo passo e stiamocercando la solidarietà a livellonazionale e internazionale.Dobbiamo dire che il Comitatoha già creato una Cassa diresistenza per sostenere ilavoratori in sciopero”.Il Partito del Lavoro d’Iran(Toufan) plaude alla gloriosalotta degli operai di Mahshahr. IlPartito ha inviato il suo calorososaluto agli operai in sciopero. Il regime della RepubblicaIslamica ha creato durissimecondizioni economiche per glioperai e gli altri lavoratorid’Iran....Molti militanti operaisono stati incarcerati e torturati acausa dei loro sforzi di formarequesti sindacati. Nell’industria lafirma di contratti temporanei congli intermediari è una políticaadottata dai capitalisti edappoggiata dal regime dellaRepubblica Islamica perincrementare lo sfruttamento deilavoratori. Questa politicaproviene dalle ricette neo-liberiste della OMC(Organizzazione Mondiale delCommercio), dettate ai loromembri. Si tratta di un problemacomune ai diversi settoridell’industria......Il Partito del Lavoro d’Iran(Toufan) incoraggia fortementetutti i lavoratori ad esprimeresolidarietà con le lotte dei lorocompagni in altri settori dellaclasse operaia. Le rivendicazionidi un settore della classe operaiasono rivendicazioni comuni ditutti gli operai e degli altrilavoratori. Le conquiste ottenuteda un settore della classe opeaiasono conquiste per tutti gli altri.La vittoria finale per la classeoperaia sarà possibile attraversol’unità sotte le bandiere delPartito. Questa è la sola via perl’emancipazione della classeoperaia dalla schiavitù delcapitalismo.

Partito del Lavoro d’Iran(Toufan), [email protected]

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-LeninistiMarxisti-Leninisti

www.cipoml.orgwww.cipoml.org

Scintilla 7

Sul nostro sito web sono pubblicati i

documenti approvatidal XVII plenum

della Cipoml

La Segreteria dello StatoMaggiore Centrale delle FARC-EP nel comunicato del 5novembre del 2011 riconosce lamorte del suo ComandanteGenerale, il compagno AlfonsoCano.Il comunicato mette in risalto lastoria delle FARC como fontedell’integrità del combattenteconseguente Comandante Cano,storia che dà la forza di spiritoper accettare la caduta incombattimento del proprio capo.Lo Stato Maggiore sottolineal’intenzione di andare avantinella lotta guerrigliera epopolare, nella convinzionedella vittoria. La dichiarazione èun’inequivocabile smentita dellevoci che danno per finita la lottadella loro organizzazione e ditutto il movimento guerrigliero,ed una replica a coloro chepretendono di ottenere la paceseminando più tombe nel nostrosuolo guidato dal militarismo edalla politica di guerra propri delterrorismo di stato.In realtà, gli appelli allasmobilitazione della guerrigliasono falliti perchè non partonodalla realtà né da impegni certi dicambiamento strutturale, cheesige la grande maggioranzadella popolazione colombiana.

Qualsiasi soluzione politica deveasssumere quest’ottica, oppure èdestinata al fallimento. Inchiniamo le nostre bandieredavanti la tomba del compagnoComandante Alfonso Cano comericonoscimento alla sua duraturalotta contro l’imperialismo el’oligarchia e come segno dicondoglianza con la militanzafariana.In questi momenti di lutto, il piùgrande omaggio al ComandanteCano, ai Comandanti ManuelMarulanda, Raul Reyes, IvanRíos, e al Mono Jojoy, così comea tutti i militanti operai e popolaricaduti in combattimentocombate, è continuare a lottareper l’unità di azione insorgente epopolare per avanzare con vigoreverso la liberazione nazionale esociale.Le nostre bandiere rosse ecombattive sul sepolcro delcompagno Cano!Morte all’imperialismo eall’oligarchia!Combattendo uniti vinceremo!

Esercito Popolare diLiberazioneComando NazionalePartito Comunista diColombia (marxista-leninista)Comitato Centrale

Alfonso Cano cade incombattimento, la lotta continua

La lotta delle masse sfruttate eoppresse, dei giovani disoccupati,per il pane e la democrazia,contro l’imperialismo, i governi,le cricche militari e le forzeislamiche da esso appoggiati,continua in Egitto e in tutto ilNordafrica. La carneficina di Piazza Tahrir, èla più eloquente dimostrazioneche i regimi pro-occidentali nonsono stati liquidati, che leprofonde aspirazioni popolari perun cambiamento radicale sonostate tradite, che i diritti dellaclasse operaia continuano aessere negati. Ma dimostra anche che le massepopolari non hanno abbandonatola lotta e impareranno dal sangue

versato come condurre leprossime battaglie. Le forze islamiche, come iFretelli Musulmani, si stannosmascherando come complici delregime. Tengono a bada le massee frustrano le loro aspirazioni dicambiamento, temono che laripresa della sollevazionepopolare allontani la loro vittoriaelettorale e la possibilità discrivere una Costituzione basatasu principi religiosi.La lotta per la libertà, per toglieredi mezzo la giunta militare hascombinato però i loro piani.Appoggiamo le rivolte popolari.Il vero cambiamento verrà soloda un governo rivoluzionario!

Page 8: Scintilla, dicembre 2011

L’irrisolta crisi capitalistica rendesempre più aggressive le potenzeimperialiste e i monopolifinanziari, acutizzando i lorocontrasti. La politica di guerra è ormai unacostante dei rapportiinternazionali fra i brigantiimperialisti – che hanno interessidiversi e cercano di scaricare leloro perdite sui concorrenti - e ipopoli oppressi. La guerra è la prosecuzione dellapolitica con la forza militare; inesssa si esprimono gli interessidelle diverse classi sociali. Nonesiste guerra senza scopi politici,non esiste cioè guerra al di sopradelle classi sociali, al di fuori deiloro interessi. La guerra imperialista è laconseguenza della politica diaggressione, di saccheggiodell’imperialismo, del regimeborghese morente, che cerca in talmodo di trovare scampo alle sueintrinseche contraddizioni. Oggi sono numerosi i fronti diguerra aperti. Da dieci annil’Afghanistan è sottoposto a unabanditesca aggressione da partedegli USA e dei suoi vassalli. InIraq vi sono ancora truppeimperialiste, così come neiBalcani. La Libia è statabombardata fino a ieri perimpadronirsi delle sue risorse econtrollare un’area scossa dallerivolte popolari. In Africa si daimpulso a guerre civilireazionarie a tutto beneficio dellepotenze capitalistiche che sicontendono quei territori. Esistono poi altri e più pericolosi

focolai che si vannoconfigurando. Stati Uniti, Gran Bretagna eIsraele, col supporto della NATO,si stanno preparando ad aggredirela Siria e a colpire l’Iran perneutralizzare i suoi impiantinucleari. Da qui può scatenarsi unconflitto più vasto. Allo stesso tempo, il Caucasorimane una polveriera. Nel Mardella Cina, dove passa il 40% delcommercio mondiale e sono statiscoperti importanti giacimenti diidrocarburi, aumentano letensioni. La decisione di Obamadi installare una base permanentedi marines in Australia (“Gli USAsono qui per restare” ha detto ilpremio Nobel per la pace) èindicativa dei preparativi diguerra in corso in Asia. Tutti i paesi imperialisti ecapitalisti stanno riarmando. Non dobbiamo vedere questiconflitti in modo separato l’unodall’altro. In realtà è impossibileisolare i focolai di crisi, icontrasti. Essi sono espressionedelle mene e delle rivalitàimperialiste, fanno parte dellalotta per una nuova ripartizionedel mondo, per le fonti di materiaprima, le risorse energetiche, perle vie di trasporto e gli sbocchicommerciali. Nella crisi, attraverso questiconflitti, si ridefiniscono irapporti di forza tra le potenzeimperialiste. Oggi l’egemonia USA è in crisi,l’UE perde colpi, Israele è piùisolata. Avanzano e si rafforzanoaltre potenze capitalisteconcorrenti che voglionomodificare gli equilibri esistenti,rompere la dipendenza dagliimperialismi più forti, assicurarsii loro mercati, etc.La guerra è un fenomenoinvitabile del capitalismo. Lasoluzione delle contraddizioniattraverso un nuovo conflittoimperialista mondiale non puòdunque essere scartata. Il capitalismo sta ponendo dinuovo l’umanità di fronte alpericolo gravissimo di un nuovoconflitto generalizzato e di lungadurata, combattuto con armidall'enorme potere distruttivo.Esistono numerosi fattori chespingono in tal senso, fra cui la

distruzione di capitale necessariaper far ripartire l’accumulazionecapitalista. In questo contesto, il declinanteimperialismo italiano partecipapienamente e da lunghi anni alleaggressioni imperialiste, facendoda trampolino di lancio nelleaggresioni nel Mediterraneo e neiBalcani, fino al Golfo. La recente nomina a ministrodella Difesa di un ammiragliopresidente del Comitato Militaredella NATO, che è stato dislocatoin Afghanistan e che daSegretario generale della Difesafirmò nel 2002 l'intesa con gliUSA per la costruzione deicacciabombardieri d'attacco F-35, la dice lunga sulla naturaguerrafondaia del governo Montie sulla concordanza fracentrosinistra e centrodestra sullemisioni di guerra.Le ragioni per opporci nel modopiù deciso a questa politica sonoevidenti.La guerra significa per ilavoratori sacrifici e privazioni,tagli alle spese sociali, alla sanità,alla scuola, alle pensioni,aumento delle tasse per finanziarele spese militari (23 mld. annuipiù i costi per gli F-35 e lemissioni all’estero); significarestrizione dei diritti e dellelibertà democratiche, maggioridifficoltà per la loro lotta. Laguerre di rapina rinfocolano ilnazionalismo e favoriscono leforze reazionarie e fasciste che sisentono a loro agio nel clima“patriottico”.Purtroppo, come si è visto nelleguerra contro la Libia, il livello dimobilitazione e coscienza dellemasse lavoratrici sulla questionedella guerra è molto arretratorispetto la gravità dellasituazione. Il movimento operaio è rimastopassivo, a causa del ruolo deiriformisti e dei socialdemocratici,schierati a fianco della borghesia.Anche fra le forze di “sinistra” sivanno diffondendo posizioniscioviniste, a sostegno degli“interessi nazionali”. Questeforze borghesi e piccolo-borghesi, nel migliore dei casi,non vanno oltre i lamenti sull’art.11 della Costituzione.Quello che differenzia i comunisti

dai pacifisti è da un lato lacomprensione del carattere diclasse delle guerre, delle lorocause obiettive, dell'inscindibilelegame delle guerre con la lotta diclasse all'interno di ciascun paese.Dall'altro lato consapevolezzache per eliminare le guerrebisogna distruggerel'imperialismo che, a causa dellasua natura rapace ed oppressiva,non potrà mai rinunciare allapolitica bellicista, di aggressione.All’interno del movimentooperaio e popolare è importantefar capire che non ci si puòdifendere efficacementedall’offensiva capitalista se non sicontrasta la politica di guerradell’imperialismo. Guerra internae guerra esterna sono due faccedella stessa politica borghese.Battiamoci dunque perdenunciare e ostacolare la guerraimperialista, per il ritiro delletruppe da tutti i fronti di guerra,per l’uscita dell’Italia dallaNATO e da qualsiasi alleanzabellicista, per la chiusura dellebasi USA, la rottura dei trattati dicooperazione con Israele, per lacacciata dei governi guerrafondai.Gridiamo uniti “Basta guerre dirapina e sacrifici! No alle spesemilitari, sì a quelle sociali! Ildenaro pubblico sia utilizzato peri bisogni delle masse popolari!”. Sosteniamo la legittimaresistenza dei popoli alle forzeoccupanti e alle aggressioniimperialiste, per la liberazione deiterritori occupati, per lademocrazia popolare, lapunizione dei crimini di guerradell’imperialismo. Lottiamo colfronte unico dal basso per unapolitica di pace e di solidiaretàcon i popoli in lotta per la loroliberazione nazionale e sociale.

Mobilitiamoci contro i pericoli di guerra

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi n. 22 Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 29.11.2011. Stamp. in prop.

Per contatti e contributi: [email protected]@yahoo.it

SOTTOSCRIVI PER LA STAMPA COMUNISTA!Versamenti su Postepay4023 6005 8700 9392intestata a Aldo Serafini

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