Scintilla, febbraio 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Feb. 2012 - n. 26 1 euro Scintilla Urge la mobilitazione decisa e unitaria del proletariato Lavoro, art.18, contratti, pensioni, cassa integrazione, liberalizzazioni, diritti... Coesione sociale? Nello stato di ebollizione in cui si trova attualmente il nostro paese per l'aggravarsi della crisi, la lotta di classe non solo non si spegne, ma acquista forme ed aspetti sempre più inediti ed incisivi, aprendo sempre nuove contraddizioni. E proprio per questo, tutte le istituzioni della Repubblica, con in prima linea il Capo dello Stato, fanno quotidianamente appello alla «coesione sociale». Un sinonimo di quell'«unità sociale» che il pensiero conservatore di destra, in tutte le sue varianti, ha sempre invocato sia per esorcizzare le lotta proletarie e popolari, sia - e soprattutto - per combattere le ideologie del socialismo e del comunismo. Cento anni fa, Benedetto Croce, in un suo scritto, denunciava il concetto di «lotta di classe» come non solo «logicamente assurdo», ma «praticamente pernicioso, perché distruttivo della coscienza dell'unità sociale». Nulla di nuovo, dunque, da un secolo a questa parte. Ma c'è qualcosa che non capiscono tutti i conservatori e i reazionari, tutti gli odierni velleitari restauratori dell'«unità sociale», della «coesione sociale» e di quel «bene comune» tanto spesso invocato dalla CEI in perfetta sintonia con il governo Monti: la «mala gramigna» dell'ideologia proletaria, ieri socialista e oggi comunista, è, in realtà, un'erba viva e vitale che rinasce continuamente, che non è stata mai estirpata e mai lo sarà, perché si alimenta delle lotte quotidiane degli sfruttati e degli oppressi e, al tempo stesso, ne rappresenta - da Marx in poi - la teoria rivoluzionaria. Far cadere il governo dell’oligarchia con la lotta operaia e popolare!

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Feb. 2012 - n. 26

1 euro

Scintilla

Urge la mobilitazione decisa eunitaria del proletariato

Lavoro, art.18, contratti, pensioni, cassa integrazione, liberalizzazioni, diritti...

Coesione sociale?Nello stato di ebollizione in cui si trovaattualmente il nostro paese perl'aggravarsi della crisi, la lotta di classenon solo non si spegne, ma acquistaforme ed aspetti sempre più inediti edincisivi, aprendo sempre nuovecontraddizioni.E proprio per questo, tutte le istituzionidella Repubblica, con in prima linea ilCapo dello Stato, fannoquotidianamente appello alla «coesionesociale». Un sinonimo di quell'«unitàsociale» che il pensiero conservatore didestra, in tutte le sue varianti, hasempre invocato sia per esorcizzare lelotta proletarie e popolari, sia - esoprattutto - per combattere leideologie del socialismo e delcomunismo.Cento anni fa, Benedetto Croce, in unsuo scritto, denunciava il concetto di«lotta di classe» come non solo«logicamente assurdo», ma«praticamente pernicioso, perchédistruttivo della coscienza dell'unitàsociale». Nulla di nuovo, dunque, da un secolo aquesta parte. Ma c'è qualcosa che noncapiscono tutti i conservatori e ireazionari, tutti gli odierni velleitarirestauratori dell'«unità sociale», della«coesione sociale» e di quel «benecomune» tanto spesso invocato dallaCEI in perfetta sintonia con il governoMonti: la «mala gramigna»dell'ideologia proletaria, ieri socialistae oggi comunista, è, in realtà, un'erbaviva e vitale che rinascecontinuamente, che non è stata maiestirpata e mai lo sarà, perché sialimenta delle lotte quotidiane deglisfruttati e degli oppressi e, al tempostesso, ne rappresenta - da Marx in poi- la teoria rivoluzionaria.

Far cadere il governodell’oligarchia con la

lotta operaia e popolare!

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«Diversi governi capitalistici,nonostante l'esistenza diparlamenti «democratici»,sono controllati dalle grandibanche. I parlamentidichiarano che sono loro acontrollare i governi. Inrealtà, invece, avviene che lacomposizione dei governi èfissata in precedenza daimaggiori consorzi finanziari, iquali controllano anche

l'operato dei governi. Chi nonsa che in nessuna potenzacapitalistica può essereformato un gabinetto contro lavolontà dei maggiori magnatidella finanza? E' sufficienteuna piccolissima pressionefinanziaria perché i ministrivolino via dai loro posti comedei fuscelli. Questo è un veroe proprio controllo dellebanche sui governi,

nonostante l'apparentecontrollo dei parlamenti» (STALIN, Intervista con laprima delegazione operaiaamericana, 9 settembre1927).Lo scorso novembre, nel girodi pochi giorni, su pressionedella Banca Centrale Europeae dei banchieri di mezzaEuropa, i Presidenti delConsiglio e i ministri dei

governi Papandreu in Grecia eBerlusconi in Italia sono«volati via come fuscelli». Esono stati installati governicontrollati dal capitalefinanziario, con ministribanchieri. Lottiamo per conquistare ungoverno realmentedemocratico: quello deglioperai e degli altri lavoratorisfruttati.

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Il governo Monti,Confindustria, i partitiborghesi, i sindacaticollaborazionisti hannoimprovvisamente scoperto ildramma della disoccupazionegiovanile e del lavoro precario. Versano lacrime di coccodrillonei confronti della“generazione senza futuro”,come non fosse responsabilitàdella borghesia avercondannato un giovane su trealla disoccupazione.Come rimedio il governo ora

propone il cd. “contratto unicodi ingresso”. In sostanza unricatto: l’accesso al lavoro(quale?) per i giovaniavverrebbe in cambio di unperiodo di tre anni in cuipossono essere cacciati senzagiusta causa. In tal modo siaumenta il ricatto e si liquidal’art. 18 dello Statuto deilavoratori. Se il problema è l’occupazionegiovanile, perché è stataallungata l’età pensionabile?Perchè non si cancellano

subito le leggi sul precariato? Anche nel caso dell’art. 18sono gravissime leresponsabilità dei liberal-riformisti. Infatti, i progetti su cuigoverno, Confindustria ecomplici stanno cercando difar quadrare il cerchio, sonoquelli di Ichino, Boeri,Garibaldi, tutti targati PD. I vertici sindacali si dichiaranocontrari a parole allacancellazione dell’art. 18,chiedono che non ci siano

ultimatum, solo per cercare dievitare l’esplosone della rabbiaoperaia.Altro che discutere in modo“civile e ordinato”, comechiede la ministra “piagnona”. Facciamoci sentire! Ci vuole lalotta dura, unitaria deilavoratori contro l’attacco delcapitale e del suo governo“tecnico”. Nessuna derogaall’art. 18! I nostri diritti nonsono merce di scambio.Licenziamo Monti, Fornero e iloro tirapiedi.

Stalin sui governi controllati dalle banche

Nessuna deroga all’art . 18 Far saltare il tavolo delle controriforme

La multinazionale statunitense Alcoa hadeciso la chiusura dello stabilimento diproduzione di alluminio a Portovesme(Carbonia-Iglesias). Più di mille i licenziamenti tra fabbrica eindotto. Si porta così un nuovo attaccoall’occupazione in Sardegna, territoriomartoriato dalla crisi capitalista e dallepolitiche dello Stato borghese, dellemultinazionali, della NATO. Alcoa non ha nesssuna intenzione ditrattare, straccia impegni ed accordiottenuti dopo la forte mobilitazione deglioperai. I lavoratori e le RSU si preparano dunquea una dura mobilitazione per difenderel’occupazione, esigere il rispetto degliaccordi sottoscritti e impedire la chiusuradell’impianto.La lotta dell’Alcoa deve essereappoggiata da tutti i lavoratori. Benehanno fatto gli operai dell’Euroalluminiaa esprimersi subito in tal senso.

Le «liberalizzazioni» che ilgoverno dell'eurocrateMario Monti ha varato inquesti giorni, insieme alprogressivo smantellamentodi quanto ancora resta dialcuni servizi pubblici,stanno suscitando una seriedi dure proteste e ribellioni.Questi provvedimenti, da unlato, colpiscono operai elavoratori, dall'altromettono diverse categoriesociali le une contro le altre,in un groviglio dicontraddizioni.Esaminiamo uno di questiprovvedimenti. Da molto tempo ormai, i piùavvertiti fra gli analisti edeconomisti borghesidenunciano il «nanismo»della maggior parte delleimprese capitalisticheitaliane come una dellefondamentali debolezze delcapitalismo del nostro paeserispetto ai suoi rivali

imperialisti europei emondiali. E che cosasuggerisce adesso, col suodecreto sulleliberalizzazioni, il governoMonti ai nostri giovanisenza lavoro e senza futuro?Li incoraggia a costituireminuscole impresecapitalistiche nella forma disocietà a responsabilitàlimitata (s.r.l.) con un eurodi capitale. Per effetto dellacrisi e delle crescentirestrizioni del creditobancario, quante di questeminuscole impreseandranno incontro - dopobreve tempo - al fallimento?Ma ciò che importa, perquesti «professori» insediatial governo da GiorgioNapolitano, è instillarenelle menti delle giovanigenerazioni che non esistealternativa al capitalismo,che bisogna «rimboccarsi lemaniche» (come dice

quotidianamente Bersani),diventare «padroncini»(come non ce ne fossero giàabbastanza!) e trovarelavoratori da assumere (edai quali estrarre plusvaloree profitto) per «competere»con piccoli e grandicapitalisti nella giungla del«libero mercato».Governo tecnico? Ilmessaggio «ideologico» cheesso lancia è il più chiaro diquanti ne abbiano mailanciato tutti i governi«politici« che l'hannopreceduto: esaltazionesfrenata della concorrenzacapitalista e del «liberomercato»! Dobbiamocontrastarlo con tutte lenostre forze: è un dovere ditutti i comunisti e deglioperai avanzati. L'avvenireè del socialismo, diun'economia pianificata,senza sfruttati e senzasfruttatori!

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Il prossimo 11 febbraio ci sarà aRoma la manifestazionenazionale della FIOM inrisposta all’accordo separatofirmato il 13 dicembre fra Fiat esindacati gialli, che ha esteso il“modello Pomigliano” agli 86mila lavoratori del gruppo. Questo accordo-truffa fa cartastraccia del CCNL e dei dirittiin fabbrica e mira a cancellarein fabbrica la presenza dellaFIOM e degli altri sindacatioperai. La FIAT si conferma labattistrada della reazione nelnostro paese. Federmeccanica ealtri padroni la seguono nellasua lucida strategia antioperaia.L’obiettivo è il più brutalesfruttamento della classeoperaia, lo spezzamento dellasua resistenza, la soppressionedi ogni livello di organizzazioneindipendente della classesfruttata. Il governo Monti, un governoantidemocratico installatodall’oligarchia finanziaria,copre la manovra antioperaia eprepara la polpetta avvelenatadel contratto unico, con cuicancellare l’articolo 18. I partiti riformisti appoggianoquesta politica, mentre i verticiCGIL continuano a chiedere“tavoli di confronto” epreparano altri cedimenti.Siamo di fronte ad un furibondoattacco alla classe operaia, incui non si vogliono “fareprigionieri”.La manifestazione dell’11/2 èdunque una giornata importantenon solo per gli operaimetalmeccanici, ma per tutta laclasse lavoratrice e le massepopolari. L’attacco agli operai Fiat èl’attacco a tutto il proletariato.Dobbiamo dare il massimocontributo affinché essa sia unagrande giornata di lotta unitaria,combattiva, intransigente.Questa manifestazione devediventare un’espressioneconcreta ed organizzata delfronte unico anticapitalista, conlo schieramento più ampio ditutte le forze che si rifiutano dipagare la crisi. E’ l’offensiva delcapitale a fare della questionedel fronte unico una questionecentrale, improrogabile e vitaleper il proletariato.

Spingiamo dunque la classeoperaia, gli altri lavoratori, idisoccupati, gli studenti, le loroorganizzazioni, ad unapartecipazione di massa,combattiva, caratterizzatadall’opposizione frontale aMarchionne e al governo Monti.L’importanza di questa giornatadi mobilitazione sta nel fattoche attraverso di essa la classeoperaia deve porsi alla testa ditutte le proteste e i movimenti dilotta che scuotono il paese,come forza dirigente.Un vigoroso passo in avanti inquesto senso è posssibile soloinfrangendo il quadroriformista.

La direzione FIOM, a partiredall’accomodamento sullapiattaforma contrattuale, stainvece sviluppando una lineasempre più arretrata, in sintoniacon i vertici della CGIL,dimostrandosi incapace diportare avanti un livello dimobilitazione adeguatoall’offensiva capitalista in atto. Uno dei punti debolidell’impostazione della FIOMsta anche nel modo di opporsialla cancellazione dellapresenza sindacale in fabbrica.La soluzione non verrà certo dairicorsi ai tribunali. Occorerendere gli accordi ingestibili infabbrica, occorre proclamare losciopero generale, occorre chela classe operaia faccia passi inavanti nella lotta e nel suolivello di organizzazione. L’attacco dell’oligarchiafinanziaria, nei suoi diversiaspetti, potrà essere respintosolo con la lotta sempre piùdecisa, accanita e di massadentro le fabbriche; solo con lacostruzione dell’unità d’azionedelle varie forze che esprimonola difesa intransigente degliinteressi di classe.E’ urgente la costruzione di

Comitati di fronte unico (disciopero, di agitazione, di lotta,etc.), comprendenti la massadegli operai, sindacalizzati enon, che vogliano portare lalotta fino in fondo.E’ necessario rompere glisteccati riformisti, separarsi unavolta per tutte dagli opportunistie dai nemici del fronte unico,svilupare l’opposizione diclasse dentro la FIOM e gli altrisindacati, per la ricostruzione diun vero sindacato di classe.La soluzione dei problemi dellaclasse operaia non è di naturasindacale, ma politica. Proseguiamo e rafforziamo lamobilitazione dopo l’11febbraio, estendiamola a tutto ilproletariato, legandola alla piùgenerale lotta contro il sistemadi sfruttamento capitalista. Con sempre più forza edeterminazione dobbiamoindicare l’alternativa per cuilottare: il governo degli operai edegli altri lavoratori sfruttati.Per avvicinare questa soluzionegli elementi migliori dellaclasse operaia devono unirsi aimarxisti-leninisti e portareavanti il processo di costruzionedel partito della classe operaia.

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Quello che ci è stato tolto con ilricatto e il tradimento dobbiamo

riprendercelo con la lotta e l’unità!

Sergio Marchionneguadagna fra compensi,azioni gratuite, stockoption, etc. circa 1.037volte il salario di unoperaio Fiat. Ha laresidenza in Svizzera,dove le tasse sonosensibilmente inferiori aquelle italiane. Ecco uno dei tantipescecani che devonopagare la crisi.

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Il governo “tecnico” è unostrumento efficace in questafase per lo svolgimento degliinteressi del grande capitale,fuori dai compromessi e daitradizionali canali dimediazione politica e sindacale.L’aggressività delle suemanovre – volte a scaricare lacrisi sulle masse lavoratrici -determina un crescentemalcontento non solo da partedella classe operaia, ma anchedei piccoli agricoltori eallevatori, dei pescatori, degliautotrasportatori, dei piccolicommercianti, etc., che vedonomessa in pericolo la loro basemateriale di sussistenza eassistono al proprio continuodecadimento sociale. Di qui le forti proteste, che sisono sviluppate nel meridione -devastato dalle politicheborghesi - e si sono poi diffusein alte regioni. In alcuni casinelle manifestazioni si sonoaggiunti gli studenti medi euniversitari. Le rivendicazioni espresse sonoessenzialmente sul terrenofiscale (Iva, prezzo deicarburanti), dell’aiuto statale eregionale, dei debiti chestrangolano i lavoratori.Vediamo così il sorgere dimovimenti di massa, assaicompositi, alla cui testa si sonoposti in diverse occasionielementi reazionari e fascisti,che esprimono un’ideologia euna prassi politica in cui losfogo sterile delle proteste dellapiccola borghesia e di stratipopolari si unisce alla lorosmania di emergere qualispregiudicati avventurieri alsoldo di frazioni di borghesiamesse all’angolo dal grandecapitale.Gravi sono le responsabilità deiriformisti che hanno lasciatocampo libero a soggettireazionari, smobilitando eimmobilizzando il proletariato.La pericolosità del progetto checovano questi caporioni stanella contrapposizione deimovimenti di protestameridionali alle organizzazionidel movimento operaio, oggiduramente attaccate daicapitalisti ed abbandonate a sestesse dai riformisti e daivertici sindacali, checollaborano attivamente alle

politiche antioperaie (vedi adesempio la sconfitta deglioperai di Termini Imerese inSicilia). Dal canto loro, gli opportunistipuntano a tenere separata, senon a far scontrare, la classeoperaia con questi movimenti. I revisionisti vedono invecesolo complotti, manovre, manon vedono il movimento realedelle masse.Tutte queste posizioni fanno ilgioco dell’oligarchiafinanziaria e impediscono alproletariato di esercitare unruolo dirigente, di creare cioèun sistema di alleanze di classecontro il capitalismo e lo Statoborghese. Oggi la borghesia ha lanecessità di smantellare leorganizzazioni classiste, nonsolo per la capacità diresistenza che dimostrano neiconfronti delle aggressionicapitaliste, ma anche per ilponte che potrebbero creare, nelcorso di un acutizzazione delprocesso rivoluzionario, tral’organizzazione di massa deglioperai e quella degli altri stratisociali colpiti dalla crisi, e fraqueste basi sociali e il partitorivoluzionario.Allo stesso tempo, ha lanecessità di impedire con tutti imezzi una saldatura sul terrenoanticapitalista fra il movimentooperaio e i movimenti dellapiccola borghesia.I comunisti debbono valutareattentamente la situazione, le

forze in giocoe i loro movimenti,l’atteggiamento delle masse, ipossibili sviluppi, in modo daderivarne un precisoorientamento politico, unaprospettiva fondata e deicompiti conseguenti. Nella situazione attualeriteniamo importante nonlasciare in balia dei Lombardo,degli Zamparini, dei fascisti,dei mafiosi, dei rottamiberlusconiani – i movimenti dilotta piccolo borghesi che sisviluppano specie nel Sud. Il disastro del meridione haresponsabilità precise: la classedirigente nazionale e regionale,l’UE imperialista, i monopolicapitalistici e i suoi servi.L’intervento dei comunisti e deirivoluzionari, il loroinserimento nei varchi chequesti movimenti aprono deveperciò servire: a spingere allalotta la classe operaia sulla basedelle sue rivendicazioni; aricomprendere entro unapiattaforma di lottaanticapitalista le specificherivendicazioni dei settorisociali colpiti dal capitalemonopolista che sono sulla

linea degli interessi delproletariato; a denunciare larepressione e lacrminalizzazione della protestasociale; a cacciare a calci inculo i fascisti, gli infiltrati e ipersonaggi che hanno sempreconvissuto con il sistemacapitalista.Il fattore fondamentale chepermetterà di avanzare inquesto senso è la ridiscesa incampo, unitaria e combattiva,della classe operaia in difesadei propri interessi economici epolitici. Solo così si potrà attuare unaprecisa demarcazioneall’interno di questi movimenti,neutralizzando le componentireazionarie e facendo schierarein un largo fronte popolare - afianco della lasse operaia econtro il comune nemico – ampistrati della piccola borghesiaurbana e rurale, per scuotereancor più il potere dellaborghesia, accrescere le forzedel proletariato e aprire con lalotta la strada a un governodegli operai e degli altrilavoratori sfruttati che siincarichi di spezzare il dominiodei monopoli capitalistici.

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La ridiscesa in campo, combattiva e unitaria, della classeoperaia è il fattore fondamentale per non lasciare questimovimenti in mano agli Zamparini, ai Lombardo, ai fascisti e aimafiosi. Lottiamo per creare un fronte popolare rivoluzionario.

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Ha dell'incredibile la lunga storia,che si protrae dal 2005 e che vedeil premier Monti (in qualità dipresidente ed ex rettoredell'Università Bocconi diMilano) implicato in un evasionefiscale ai danni del comune diMilano, o per meglio dire ai dannidei proletari milanesi, che anchein tempi duri di crisi stannopagando sempre più tasse!Lo stabile oggetto delladiscussione è uno stabile perstudenti fuorisede ubicato in viaSpadolini 12/A.Il palazzo in questione ospita, conpiù di 330 camere, gli studentidell'università commerciale piùfamosa e ricca d'Italia. Da più disei anni però la Bocconi non pagal'Ici su questo immobile e ilComune di Milano non ci sta. Nel2008 il Comune ha presentato unprimo "avviso di accertamento"da 104mila euro, proseguendo asuon di cartelle esattoriali fino arichiedere una cifra di 600milaeuro. Secondo il presidente ed exrettore della Bocconi, l'edificiofarebbe parte degli immobiliadibiti a sede "con finalitàistituzionali, assistenziali,

previdenziali, sanitarie,didattiche, ricettive, culturali,ricreative e sportive", che sonoesonerati dal pagamento dell'Icisecondo l'articolo 7 comma 1della legge 504 del 1999, cheappunto dà regolamentazione alpagamento delle tasse agli entilocali (cioè ai cittadini, lavoratorie pensionati!).Ma qualsiasi persona onesta puòcomprendere che non è possibileconsiderare queste camere comericadenti nella legge 504: bastiinoltre tenere presente che ilcosto di dette camere non rientranelle salatissime rettedell'Università (che arrivano asfiorare i 10mila euro annui). Ci

troviamo qui di fronte ad unevidente attività a scopo di lucro. Si sappia inoltre che, la deroga alpagamento è già applicata allasede storica della Bocconi in viaSarfatti, ma il "buon" Montivorrebbe estenderla anche perquesto edificio. Insomma le belleparole di "stringere la cinghia"del Monti premier sono quantomai azzeccate, altrimenti comefarebbe a continuare a nonpagare? E' in atto dunque una evidenteforzatura della legge perassicurare privilegi ai soliti noti, ilche non ci meraviglia visto econsiderato che l'UniversitàBocconi è considerata (ed in

effetti lo è) l'università dei ricchi:dove vi accede solo chi ha allespalle una famiglia con solideentrate finanziarie. Non bastano ipagamenti delle rette calcolati inbase al reddito: le rette qui sonosempre e comunque molto salate.Capita che qualche studente difamiglia piccolo-borghese oproletaria ci finisca dentro, ma èmolto difficile che riesca acompletare il percorso di studi.Le rette in questa universitàpossono essere considerate comeun vero e proprio mutuo.E intanto il contenziosocontinua….vi terremo aggiornatisugli sviluppi.Corr. da Milano

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Quanti e quali sono i costi per iparassiti clericali che la classeoperaia e le masse popolaridevono sopportare? Eccoli, stimati per difetto.Insegnamento religione nellescuole: 1,5 miliardi,Otto per mille: 1 miliardo.Esenzione Ici-Imu: 500milioni.Contributi amm.ni locali allescuole cattoliche: 400 milioni,Contributi statali alle scuolecattoliche: 261 milioni.Altri contributi comunali: 257milioni.Contributi erogati dalle regioni:242 milioni.Contributi delle aziende privatecontrollate dallo Stato: 200milioni.Convenzioni pubbliche con lasanità cattolica: 167 milioni.Riduzione Irap: 150 milioni.Cambi destinazioni d’uso: 150

milioni.Esenzione Iva: 120 milioni.Fondi strutturali UE: 107milioni.Riduzione Ires: 100 milioniContributi comunali all’ediliziadi culto: 94 milioni.Fondo edifici di culto: 70milioni.Contributi erogati dalleprovince: 70 milioni.Otto per mille ripartito dalloStato: 66,3 milioni.Cinque per mille: 54,5 milioni.Erogazioni liberali: 54,5milioni.Contributi statali alle universitàcattoliche: 53,2 milioni.Altri contributi statali: 50milioni.Contributi regionali agli oratori:50 milioni.Contributi regionali per icappellani ospedalieri: 35milioni.

Contributi cappellani FF.AA.,polizia, carceri: 26 milioni.Fondo pensioni clero: 22milioni.Servizio civile: 20 milioni.Spese straordinarie altre eventicattolici: 20 milioni.Legge “mancia”: 12,5 milioni. Contributi statali all’editoriacattolica: 12 milioni.Esenzioni comunali tariffarifiuti: 10 milioni.Tariffe postali agevolate: 7,5milioni.Contributi comunali per icappellani cimiteriali: 6 milioniPagamento acqua del Vaticano:4 milioni.Finanziamenti stataliall’associazionismo cattolico:3,7 milioni.“Grandi eventi”: 3,6 milioni.Edifici comunali concessi a enticattolici: 3 milioni.Benefici per le affissioni: 2

milioni.Benefici per gli oratori: 2,5milioni.Cerimonie di culto nelle amm.nipubbliche: 1,5 milioni.Sconti comunali per l’accesso azone a traffico limitato: 1milione.Riduzione canone TV: 370mila.Per un totale di oltre 6 miliardidi euro!E di fronte a questa colossalevergogna lo Stato italiano nonha trovato di meglio chemanganellare i giovani chehanno espresso la loroindignazione a Piazza S. Pietro!Diciamo basta ai privilegi delVaticano e della Chiesa! Sono queste le spese da tagliareassieme a quelle militari e aiprivilegi dei borghesi, non lepensioni e i salari! Separazionerigorosa fra Stato e Chiesa!

Il contenzioso su uno stabile che ospita gli studenti universitari in viaSpadolini: dal 2005 l'Università Bocconi non paga l'Ici

11 marzo 2012,manifestazionenazionale aMilano promossadal movimentoorganizzato “No debito-NoMonti”

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I cittadini lombardi che nonseguono la politica e non siinteressano dello spreco didenaro pubblico, sarannocontenti nel sapere che ognivolta che gli ottantaconsiglieri regionalilombardi si riuniscono, ilcosto per i cittadini è dioltre trecentomila euro: trasedute d’aula e riunionidelle otto commissioniconsiliari. Una cifraimpressionante, tenutoanche conto della crisieconomica mondialelasciata ad esclusivo caricodelle masse lavoratrici.A completare l 'opera, cipensa il trattamentoeconomico degli ottantaconsiglieri , suddiviso inquattro voci. Una indennitàdi funzione di 3.341,89 euronetti al mese a cui siaggiunge una diaria di2.277, altrettanto netti. Poic’è un “rimborso spese” peri trasporti che va da unminimo di 295,06 eurosempre mensili a unmassimo di 2.360,45; più unrimborso spese forfettarioper le «missioni nelterritorio regionale»: altri3.525,12 euro. Sembra unapresa in giro (ed in effetti loè) la regola che per ogniassenza ingiustificatadall’aula o dalle

commissioni vengonoscalati dallo stipendio diciascun consigliere 126 euroe 50 (briciole insomma!).Ma capita di frequente chemolti firmino il registrodelle presenze all’inizio

della seduta per poi farperdere le loro tracce. Brillano per le ripetuteassenze, l’assessoreregionale Stefano Maullu(solo 17 presenze,un’assenza ingiustificata e 6congedi), a seguire gli exassessori Massimo Ponzoni,indagato per bancarottafraudolenta per un buco di

600mila euro nellabancarotta dell’immobiliareIl Pellicano, e GiorgioPozzi, ex socio di Ponzoninella stessa società; e poil’ex "igienista dentale"Nicole Minetti, coinvoltanel caso Ruby (18 presenze,un’assenza ingiustificata e 5congedi). A completare laclassifica, i l governatorelombardo RobertoFormigoni con solo 16presenze, un’assenzaingiustificata e 7 congedi.Alla fine il risultato èdeludente se si tiene contoche ognuno degli ottantaconsiglieri regionalilombardi guadagna, in unsolo mese, da un minimo di8mila a un massimo di oltre11mila euro. Questi stipendisono veramente scandalosi(e c’è pure chi parla diequità!), tenendo anchepresente che molti tra iconsiglieri se neapprofittano nonpresenziando le sedute.Coloro i quali invece nonhanno ancora saputogiustificare le proprieassenze sono l’ex Pd FilippoPenati, indagato percorruzione e concussioneper la ristrutturazionedell’ex area Falck di SestoSan Giovanni, l’assessoreregionale Massimo Buscemi

del Pdl, e l’ex assessoreFranco Nicoli Cristiani,sempre Pdl, che dal 30novembre, si trovaaddirit tura in carcere,accusato di corruzione dallaprocura di Brescia.Insomma una bellacompagnia!Da tutto questo ne consegueil sempre più progressivoallontanamento deilavoratori (operai in testa)dal finto mondo dellapolitica "per bene". Laclasse operaia, ma anchequella impiegatizia e delterziario, si sta lentamenterendendo conto dell'impressionante divario chesempre più sta dividendo ilmondo del lavoro con quellolucroso della politica dipalazzo, ad esclusivoservizio del capitale.D’altronde sono queste leregole che permettono alsistema capitalista di restarein piedi, anche a l ivellolocale. Come nel resto dellapenisola, anche nella grandeMilano, si chiede a granvoce la costruzione di unserio Partito comunista, chesia strumento di lotta dellaclasse operaia, e verabandiera e guida per tutti ilavoratori sfruttati eoppressi. Corr. dalla Lombardia

Una vergognosa operazionepoliziesco-giudiziaria si èscatenata contro il movimentoNo TAV a due giorni da unamanifestazione indetta a Torino.26 arresti e altri 15 tra misure diobblighi e divieti di stampofascista, hanno colpitocompagni della Val Susa, diTorino, Trento, Milano,Bologna, Pistoia, Roma,Palermo, etc.Come è stato detto in unaconferenza stampa subito dopogli arresti, colpire il movimentoNo TAV è un disegno criminosopredisposto da tempo edorchestrato dalla banda politico-giudiziaria – da Palazzo Chigi aCaselli, da Fassino a Cota, finoall’insieme dei partiti e deisindacati complici - che a tutti i

costi vogliono la TAV, passandosopra il netto rifiuto del popoloValsusino, anche con l’illegale ei n c o s t i t u z i o n a l emilitarizzazione del territorio ele persecuzioni, pur diraggiungere il dannoso scopo.Ma il governo Monti e le lobbyaffaristiche hanno fatto male iloro conti, se pensano in questomodo di dividere e frenare imovimenti di protesta. Immediata è stata la risposta e lasolidarietà. A Bussoleno vi èstata una fiaccolata. A Roma èstato occupato il Ministero deiTrasporti da parte di studenti elavoratori che accusano questaistituzione di essere tra imaggiori responsabilidell’operazione repressiva neiconfronti del movimento No

TAV. A Torino il 28 gennaiohanno sfilato in diecimila.Altre iniziative di protesta sonopreviste nei possimi giorni, persventare l’ennesimo teoremagiudiziario contro i movimentidi opposizione sociale.Dappertutto deve crescere lasolidarietà agli attivisti No TAVcolpiti dalla repressione!Chiediano la liberazioneimmediata degli arrestati!Occorre ampliare il frontepolitico e di massa di chi sioppone alla devastante, inutile ecostosa linea Torino-Lione,legandolo agli altri movimentidi protesta che si sviluppano innel paese. Tutti questi rivoli dilotta devono confluire in unsolo torrente che spazzerà via ilgoverno Monti.

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Con lo scoppio della crisieconomica attuale la crescita deldebito italiano è accelerata, contassi annui di aumento del 4-5%.L’ulteriore crescita del debito èavvenuta perché lo Statoitaliano, al pari degli altri statiborghesi e della BCE, hasoccorso le istituzionifinanziarie indebitate fino alcollo e zeppe di titoli tossici, imonopoli capitalistici, offrendogaranzie sui depositi,aumentando la loro liquidità,r i c a p i t a l i z z a n d o l egratuitamente, fornendo aiutipubblici. Con il denaro ricevuto(sottratto alle spese sociali)banchieri e industrialiacquistano titoli di Stato emessiper sovvenzionare il maggioredebito pubblico e intascare cosìgli interessi che lo Stato devepagare. Gli interessi sono, inultima analisi, plusvalore estortodagli operai, di cui lo Stato siappropria per versarlo nellemani dell’oligarchia finanziaria.Dunque, non è vero che è laspesa sociale a far aumentare ildebito pubblico (assistenzasanitaria, pensioni, sussidi didisoccupazione sono in realtàsalario differito perché finanziatiin buona parte dai contributiprovenienti dai salari). Glisquilibri derivano dall’ingenteutilizzo di risorse necessarie persalvare i monopoli capitalisticidal crollo e al pagamento degliinteressi usurai. E non è neanchevero che il debito acceso daigoverni borghesi sia andato abeneficio della popolazione: èandato a beneficio esclusivo delcapitale.

Il debito pubblico italiano ècomposto all’83% (circa 1.580miliardi di euro) da titoli diStato. I possessori sono ingrande maggioranza (circal’87%) banche d’affari,assicurazioni, fondi pensioni ed’investimento, impresecapitalistiche. Più della metà deldebito è detenuto da grandiinvestitori finanziari stranieri -francesi, tedeschi, britannici,statunitensi, cinesi, etc. - cheimpiegano il capitale eccedentecon l’acquisto di titoli di Statoad alta remunerazione. Questi pescecani sono gli stessi

che effettuano le operazioni dispeculative sui mercati perrealizzare enormi plusvalenzecon il rialzo dello spread(differenziale di rendimento tra iBuoni del Tesoro Poliennali(BTP) italiani e i Bund tedeschi)e l’aumento di valore dei CreditDefault Swaps (strumentifinanziari che assicurano ancheil valore dei titoli di Stato). E’ dunque sbagliato parlare di“debito sovrano”; si tratta inrealtà di debito privatosocializzato, i cui interessivengono finanziati grazie allapolitica di tagli alla spesapubblica e delle pensioni, diaumenti delle tasse che gravanosui lavoratori. Siamo di fronte aun gigantesco trasferimento diricchezza dai salari alle rendite abreve termine dei vandalidell’alta finanza, attuato dallepolitiche governative e statali.

La crisi finanziaria acuitasi inquesti mesi, il ciclopico debitopubblico che strangola le massepopolari italiane ha prodottoconseguenze politiche dieccezionale gravità. L’Italiacapitalista è di fatto oggi unpaese commissariato dalla BCE,dall’UE e dal Fondo MonetarioInternazionale (FMI), cheimpongono i loro piani diaggiustamento strutturale. Ilgoverno tecnico installatodall’oligarchia finanziaria ha uncarattere profondamenteantidemocratico. La stessaclasse dominante che parla di“debito sovrano” vende aimercati finanziari la residuasovranità e indipendenzanazionale (ritenute “dogmatismie schematismi da superare”),con il sostegno attivo delle forzeliberal-riformiste e delle più altecariche dello Stato. Come accade negli altri paesi, idolorosi sacrifici imposti allaclasse operaia e alle massepopolari si stanno dimostrandoincapaci di un qualsiasi effettopositivo stabile e duraturo e diplacare gli attacchi“speculativi”. Nonostante tremanovre di mega-austeritàapprovate in cinque mesi (due diBerlusconi e una di Monti, perun totale di oltre 80 miliardi dieuro di sacrifici) lo spread è

rimasto oltre quota 500 punti,pari a un rendimento usuraio dicirca il 7% per i BTP,mantenendo l’Italia a rischio“default”. Il declassamento delrating italiano da A a BBB+determinerà l’ulteriore aumentodello spread e pertanto dei tassidi interesse.

La riduzione della montagna deldebito in teoria sarebbe possibilecon una durevole crescitaeconomica superiore al 2%. Mal’Italia dal 2000 a oggi non hamai raggiunto questo livello, edora il PIL è di nuovo negativo esi prevede che calerà ancora nelcorso del 2012. La diminuzionedella produzione industriale(attualmente di 20 punti sotto illivello pre-crisi), l’aumentodella disoccupazione,comportano l’aumento deldeficit di bilancio e del debito.In tali condizioni, il pagamentodei crescenti interessi èinsostenibile economicamente erovinoso sotto ogni aspetto pergli interessi della classe operaia.Il pagamento del debito da partedello Stato comporta enormiprivazioni per le masse, lostrangolamento dei lavoratori edelle prossime generazioni, losprofondamento in un declino eun degrado economico e socialeancor più profondi. Se andrà avanti la politica di“sacrifici senza fine per pagare ildebito” le condizioni di vita e dilavoro del proletariato e dellemasse lavoratrici peggiorerannodrammaticamente, mentrebanchieri, finanzieri especulatori con gli interessiintascati avranno ulterioricapitali per puntellare il casinò

mondiale, rafforzare i privilegidelle classi parassitarie e ilpotere di una minoranzafamelica, finanziare le missionidi guerra, devastare l’ambiente. Al ricatto della borghesia“pagate il debito o sarà ildisastro” rispondiamo che ilvero disastro per i lavoratori èproprio pagare il debito statale,prodotto dalle politiche disalvataggio dei monopolicapitalisti e delle loro istituzioni,da una classe dominante corrottae parassitaria che vi lucra sopra.

La classe operaia e le masselavoratrici sono di fronte ad uncircolo vizioso, che nell’attualesituazione bisogna spezzare conuna precisa rivendicazione: ilrifiuto di pagare gli interessi suldebito posseduto dalle banche edalle società finanziarie, daipadroni e dai ricchi, daiparassiti. Si tratta di una proposta politicarivolta alle masse sfruttate eoppresse, alle loroorganizzazioni, mirante aunificare e sviluppare la lorolotta contro l’oligarchiafinanziaria. Una proposta dirottura che necessita di esserelegata alla contestuale uscitadall'UE, dalla BCE e dall'euro,poiché sono queste istituzioni adimporre lo strozzinaggiorichiesto dal sistema imperialistamondiale, perché la crisieconomica è legata a doppio filoa quella dell’eurozona.(Dal documento “Il debitopubblico, nodo gordiano delcapitalismo da tagliare con unmovimento di massarivoluzionario”, scaricabile dalnostro sito web)

Una proposta di rottura sul debito pubblico7Scintilla

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Nel marzo scorso l’agenziaRasmussen – una dellemaggiori al mondo per isondaggi di opinione –pubblicò dei dati, secondo cuil’ 11% dei cittadinistatunitensi preferivano ilcomunismo al capitalismo.Questo significa che su unapopolazione di circa 312milioni, di persone, più di 34milioni pensano che ilcomunismo sia superiore alsistema in cui vivono.Un altro recente sondaggio diopinione condotto dal PewResearch Center indica che il31% dei cittadini negli USAha una visione positiva delsocialismo. Si tratta di 96milioni e 720.000 persone. Inalcuni settori dellapopolazione questapercentuale salesensibilmente. Tra i giovani

fra 18 e 29 anni il 49% haun’idea positiva delsocialismo. Fra gli afro-americani il 55% ha la stessaidea positive e addirittura il59% dei democratici haquesta concezione, secondol’agenzia di sondaggi.Messi in tal modo i datipotrebbero anche essere pocosignificativi. Ma se riflettiamo sul fatto chequeste statistiche sono statecondotte in un paese in cui icervelli sono lavati,centrifugati e asciugaticontinuamente, a causa delcontrollo capitalista deimedia, allora le coseprendono un aspetto diverso. Questi sondaggi cidimostrano che nonostantetutti gli sforzi della borghesiaun gran numero di personesono aperte all’idea del

comunismo e del socialismo. Ciò può anche sorprendere,dato l’ininterrotta campagnaanticomunista, ma a benvedere sono le durecondizioni di vita imposte dalcapitalismo che spingonomolti sfruttati e moltioppressi ad aspirare adun’altra società, a guardarecon favore alla fine dellosfruttamento dell’uomo daparte dell’uomo, allasicurezza sociale, etc. Questeaspirazioni sonoinsopprimibili e crescerannoancor più nello scenariosempre più fosco della crisicapitalista.Il nostro scopo di comunistinon è certo quello divagheggiare un mondomigliore, ma quello di lottareper conquistarlo. Come? In primo luogo

sostenendo la lotta dellaclasse operaia e delle massepopolari per i propri interessi,unendosi al loro movimento,cooperando ai loro sforzi,sviluppando al loro interno lacoscienza di classe delproletariato. Le condizioni di questolavoro sono oggi piùfavorevoli di ieri. Abbasso dunque la passività,l’attendismo, l’opportunismoe il revisionismo. Viva ilmarxismo-leninismo! Edifichiamo un vero Partitocomunista che lotta per gliinteressi storici e immediatidella classe operaia! Questopartito sarà il partito dellastragrande maggioranza dellemasse sfruttate e oppresse, sesaprà difenderle e dirigerlefino in fondo nella loro lotta.

Troppo semplice e troppocomodo scaricare tutta la colpadel naufragio della CostaConcordia su un comandanteesibizionista, irresponsabile efellone, tipico esemplare di quelceto dirigente formatosi neiquadri “culturali” delberlusconismo. Vi sonoresponsabilità a monte, chevanno comprese e denunciate.Dagli interrogatori di Schettinoveniamo a sapere che lapericolosa pratica dell’“inchino”, era stata pianificata evoluta in tutto il mondo dallaCosta – società appartenente almonopolio statunitenseCarnival – per “ragionipubblicitarie”. I lunghi colloqui avvenuti dopol’impatto con lo scoglio fraSchettino e l’armatore sono stativolti a precise esigenze: evitarel’evacuazione della nave cheavrebbe danneggiatol’immagine della società edeterminato il pagamento dellapenalità ai passeggeri. In altreparole, mentre la nave colava apicco la prima preoccupazione,sono stati i bilanci della holdinge i dividendi degli azionisti. Per questo la catena di comandoche rispondeva agli interessidella multinazionale haritardato l’allarme e mentito alla

Capitaneria di Porto,facendo perdere tempoprezioso per i soccorsi. Addirittura, fino a pochiminuti primadell’affondamento èstato detto ai passeggeriche tutto era a posto,che potevano rientrarenelle loro cabine-sarcofago!L’irrefrenabile logicacapitalista non si èfermata nemmenodavanti al rischio didisastro ecologico. Quando è cominciatal’evacuazione, ilcriterio seguito è statoquello di classe:precedenza aglistraricchi (che magaripotevano pagarsi“l’optional”), poi gliufficiali, infine gli altri,fra cui bambini, donne,handicappati, nel caospiù totale.Le evidentir e s p o n s a b i l i t àdell’armatore risultano poi dallamancata applicazione dellenorme di sicurezza, dallamancata manutenzione, dallascarsa preparazione delpersonale, etc.Il naufragio della Costa

Concordia – una nave enorme,poco governabile in caso diincidente, pensata per abbassarei costi e imbarcare il più altonumero di viaggiatori paganti,con migliaia di marittimiprecari, retribuiti con salari dafame (si lavora per 3 euro l’ora

con turni massacranti) – mettein luce la logica del businnesscapitalista: profitto ad ognicosto contro l’essere umano e lanatura. Questo è il sistema che vaaffondato una volta per tutte.

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L’interesse delle masse alla vitapolitica si risveglia anche nelnostro paese. Conl’aggravamento e ilprolungamento della crisieconomica capitalistica imomenti di lotta, di protesta, dirivolta contro il capitalismo, isuoi governi e il suo Stato simoltiplicano. La questione dicome intervenire nellasituazione, di come unirsi perrispondere al neoliberismod’assalto dell’oligarchiafinanziaria, ai diktat dell’UE, dicosa fare per scuotere dallefondamenta una classe dirigentefallimentare e corrotta, èall’ordine del giorno.All’aggressione capitalista sipuò far fronte lottando,scioperando compatti, mettendoin piazza la nostra forza per direbasta alla politica dei sacrificiper i lavoratori e dei privilegi

per un pugno di parassiti.Dobbiamo forgiare l’unità diclasse su un programma didifesa intransigente dei nostriinteressi, per spezzare gli artiglidell’oligarchia finanziaria,impedire i licenziamenti dimassa, l’impoverimento deilavoratori, la liquidazione deidiritti conquistati.Ma questa volontà, questeaspirazioni, i mezzi attuali, sonosufficienti per respingerel’offensiva capitalista e risalirela china? Possiamo stabilire unamigliore e più avanzataposizione politica per la classeoperaia senza metterci di fronteal problema della debolezzapolitica e organizzativa delmovimento operaio, dellaconfusione e della dispersionedel movimento comunista? Noi abbiamo alle spalle unlungo periodo di egemonia delliberismo e di prevalenza delriformismo nel movimentooperaio. Un periodocaratterizzato da illusioni, lottepiù o meno pacifiche,cretinismo parlamentare. Loscoppio della crisi economica, ilsuo protrarsi, hanno fatto sì checapitalismo e i suoi partitipolitici rivelassero il loro verovolto. La lotta di classe deglisfruttati, in questa situazione, èdestinata a svilupparsi eaccentuarsi. Ciò pone ai migliori elementidel proletariato il compito dellariorganizzazione di tutto illavoro su basi differenti,rivoluzionarie, per non restaresotto la direzione e l’influenza

delle forze borghesi e piccolo-borghesi. Affinché le future azioni di lottanon siano episodiche, isolate,affinché la classe operaia possaadempiere ai suoi compitistorici è necessario disporre diun fattore consapevole eorganizzato, capace di unire glisforzi locali e separati in un solosforzo comune, capace didirigere il movimento dellemasse contro le fortificazionidel nostro nemico di classe, perconquistare il potere politico,edificare il socialismo edavanzare verso il comunismo. Senza un vero Partito comunistanon è infatti possibile educare iproletari nello spirito della lottarivoluzionaria, non è possibileriorganizzare le file della classesfruttata, né sviluppare lealleanze con classi e stratisociali colpiti dal capitalismomonopolista. Il proletariato ha bisogno piùche mai di un centro, di unadirezione politica e ideologica.L’imperativa necessità diformare il partito d’avanguardiadel proletariato è sempre piùevidente di fronte al tradimentorevisionista, allo spostamento adestra della socialdemocrazia edei riformisti, alla minacciafascista. Ma anche di fronte alrisveglio delle masse sfruttateed oppresse, che procede intutto il mondo.Siamo in ritardo sulla situazioneoggettiva. Possiamo recuperare,possiamo progredire nellagiusta direzione, purché sicomprenda che il Partito non

basta invocarlo: bisognacostruirlo. La formazione diun solido gruppo centrale chedia guida, spinta, direzione allavoro, lo sviluppo di nucleicomunisti nei centri produttivi,nei quartieri, negli organismi dimassa, la creazione dunque diun’organizzazione preparatoriadel partito strettamente legataalla classe operaia e MovimentoComunista Internazionale, sonocompiti dell’oggi. Non è necessario, nellacondizioni attuali, che questaimpalcatura del partitorivoluzionario sia molto ampia.Il punto decisivo è la suaqualità. E questa può essereottenuta solo basandosifermamente sul marxismo-leninismo e sul carattereproletario d’avanguardia deisuoi membri, che devono unirsisu una base militante perportare avanti il lavoro tra lemasse sfruttate e nelle loroorganizzazioni. Avanti per ilPartito, compagni, rompiamo ilghiaccio! Separiamociapertamente, completamente ed e f i n i t i v a m e n t edall’opportunismo, uniamocisui principi del comunismo.Che l’anniversario del 21gennaio sia di sprone acompiere passi avanti su questastrada!

Dichiarazione diffusa il 21gennaio 2012, 91° anniversariodella costituzione del Partitocomunista d’Italia - Sezionedella III Internazionalecomunista

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Nel campo della propaganda sisvolge una lotta incessante frale classi sociali.Ogni classe sociale fapropaganda per affermare le sueconcezioni ed i suoi interessieconomici e politici.La propaganda si realizza indiverse forme. Per noi oggisignifica la produzione e ladiffusione di Scintilla, Teoria &Prassi, di volantini, manifesti,comunicati, striscioni, il sitoweb, la mailing list, etc., tuttimezzi per estendere il nostrocontatto con lo stratopoliticamente attivo della classeoperaia e più in generale con le

grandi masse sfruttate eoppresse.Con la nostra propagandaspingiamo alla lotta, all’unità,all’organizzazione della classeoperaia e delle masse popolari,dei giovani, diffondiamol’ideologia e la politica delproletariato.Una delle funzioni dellapropaganda comunista è losviluppo delle condizionisoggettive della rivoluzioneproletaria, la più importantedelle quali è la formazione delpartito comunista, quale repartodi avanguardia del proletariato.Il principio fondamentale grazie

al quale la propagandacomunista appare e si diffonde èl’autofinanziamento. Ci rivolgiamo dunque a voi perun obiettivo estremamenteimportante per lo sviluppo dellanostra attività nell’anno 2012:abbonatevi a Teoria & Prassi eScintilla!Sottoscrivete almeno 12 europer la propaganda comunistache corrisponde alle necessità eagli interessi della classeoperaia e delle masse popolari! Inviate il contributo versandosulla postepay indicata qui afianco. Forza compagni!

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi n. 23 Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 31.1.2012 Stamp. in prop.

Per contatti e contributi: [email protected]@yahoo.it

ABBONATEVI ALLA STAMPA COMUNISTA!

12 euro annuiVersamenti su Postepay4023 6005 8700 9392intestata a Aldo Serafini

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Grande successo dello scioperogenerale di 24 h. del 30 gennaioin Belgio, indetto da tutte leorganizzazoni sindacali perprotestare contro il pacchetto dimisure di mega-austerità decisedal governo Di Rupo. L’adesione dei lavoratorifiamminghi e valloni è statamassiccia. Forti adesioni nellesocietà pubbliche e private.Trasporti fermi, scuole chiuse.Il porto di Anversa paralizzato.Anche il vertice fra i capi dellaUE imperialista è stato colpitodalla protesta.L’ultimo sciopero generalerisaliva al 2005. A dicembredello scorso anno vi era statauna manifestazione nazionale euno sciopero parziale con forteadesione.Le principali rivendicazioniespresse nello sciopero sonolegate alla questione salariale,la lotta alla disoccupazione, ilsistema fiscale e l’attacco allepensioni deciso dal nuovogoverno, che lavora perapplicare le “raccomandazioni”dell’UE dei monopoli e della“regola d’oro” (leggi taglistrutturali) inserita nelleCostituzioni. Lo sciopero del 30 gennaio èun’ulteriore la dimostrazionedello sviluppo della lotta diclasse nell’UE.Gli operai e gli altri lavoratoribelgi hanno dimostrato dicapire la posta in gioco. La “tranche di austerità n. 1” èinfatti solo l’antipasto, pernuove e più dolorose misureche il governo belga prepara,stracciando accordi pre-esistenti e prendendo di mira,come al solito, i più poveri.Il 30 gennaio ha rappresentato

dunque solo l’inizio di unconflitto che nei prossimi mesivedremo svilupparsi. In tutta Europa la lotta di classeè destinata ad intensificarsisotto gli attacchi del capitale.La necessità di una ripostaunitaria e contundente si falargo fra le ampie massesfruttate.I lavoratori non tollerano più lacrescente ingiustizia e voglionodire “stop” al massacro sociale,alla disoccupazione, allacontinua messsa in discussionedei diritti.Il solo mezzo contro le sordeorecchie dei governantiborghesi è la lotta dura.Non c’è altra scelta. Il tempodelle illusioni, dellaconcertazione, della pacesociale, è alle nostre spalle.La questione che è di fronte almovimento operaio è quello diriorganizzarsi e di lottare perrispondere colpo su colpo alleaggressioni borghesi.La riuscita dello sciopero inBelgio infonde fiducia e forzaanche alle altre sezioni dellaclasse operaia nel VecchioContinente e nel mondo.Su diversi fronti il proletariatosta combattendo una stessabattaglia, che va portata avantifino in fondo.Non abbiamo scelta. O si vaavanti, contro la borghesia, peril passaggio del potere nellemani degli sfruttati, per la finedel disordine economico, delleguerre di rapina, perun’organizzazione razionaledella produzione e delladistribuzione. O si torna indietro, con laborghesia, il suo putrido potere,il marasma economico-sociale.

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S i a c c e n d e l os c o n t r o d i c l a s s e i n R o m a n i a Nel silenzio pressochè assolutodei media, sono andate avantiper due settimane in Romania lemanifestazioni e le proteste deimanifestanti che chiedono lostop a privatizzazioni e carovita,il castigo per i corrotti.Negli ultimi anni, seguendo idiktat del FMI, il governorumeno ha ridotto i salari e lepensioni, ha aumentato tasse etariffe dei servizi, ha tagliatol'assistenza sociale. La povertà èdilagata assieme all’ingiustiziasociale. L'aumento dell'IVA di 5punti aveva già scatenato unarivolta popolare nei mesi scorsi. A scatenare l’incendio sociale èora il congelamento dellepensioni, la drastica riduzionedei salari dei lavoratori delpubblico impiego, lacontroriforma del sistemasanitario che prevede laprivatizzazione di diversi settorie servizi. I lavoratori sono stufi dellebugie dei liberisti al potere. Pergiorni migliaia di persone sonoscese in piazza a Bucarest, e inaltre città come Cluj, Timisoara

e Iasi, per chiedere le dimissionidel primo ministro Boc, delpartito liberale, e del presidenteBasescu, accusati di essere iresponsabili del drasticoabbassamento del livello di vitae della diffusione della miserianel paese, causata dai tagli edalle cosiddette misure diausterità adottate dall’esecutivo.I manifestanti hanno gridatoslogan come “abbasso ildittatore” e “ladri”, chiedondole dimissioni del governo enuove elezioni. Di fronte alle proteste Boc hacercato di ricorrere ai ripariannunciando un parzialedietrofront in tema diprivatizzazioni nella sanità. Ilministro degli Esteri si èdimesso.Ma le proteste vanno avanti, consempre maggiore seguito.Accanto a un settore pacifista neè emerso un altro ben piùdeterminato e combattivo,composto per lo più da giovani,che si scontrano con lagendarmeria e le truppe specialiintervenute violentementecontro di loro.Dalla profonda crisi dellaRomania possono emergere duesoluzioni: una reazionaria, cheguarda al ritorno dellamonarchia; l’altrarivoluzionaria, con alla testa laclasse operaia, che ha dato neimesi scorsi vigorosi segnali diripresa e di lotta (vedi gliscioperi alla Dacia-Renault diPitesti, che hanno determinatoun aumento dei salari di oltre il20%) e che valutapositivamente le conquiste delsocialismo, specie dopo avervisto il drastico peggioramentoavvenuto con la restaurazionedel capitalismo, iniziata conCeausescu. Appoggiamo questa secondastrada, sostenendo lecomponenti più avanzate dellalotta e intessendo rapportiinternazionalisti.

ConferenzaInternaz ionale

d i P art it i eOrgan izzaz ioni

Marxist i -Leninist iwww.cipoml.org

Sul nostro sito web sono pubblicati i

documenti approvatidal XVII plenum

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Ampi stralciPer concludere il 2011 e inaccordo coi nostri Statuti edil nostro PianoQuinquennale 2009-2013 eil Piano di Lavoro Generale2011, si è realizzata consuccesso la VI ConferenzaNazionale Ordinaria delnostro Partito Comunista delMessico (marxista-leninista). Le organizzazioni delPartito, attraverso i loroDelegati e mediantepronunciamenti collettivi, sisono espresse e hanno presoposizione sulla Relazioneche il Comitato Centrale hapresentato alla Conferenza,approvandola all'unanimitànel generale e proponendoosservazioni, apporti ,emendamenti nelparticolare….È importante segnalare quialcune conclusioni,orientamenti e compiti:

1. Continuare a lanciare loslogan “Ora Per LaRivoluzione Proletaria!!”.Perché la maturazione dellecondizioni materiali per larivoluzione proletaria, acausa dell’approfondimentodella crisi generale delsistema capitalista-imperialista, esige diqualificare urgentemente lecondizioni soggettive perfarla trionfare. Apprendere dall'esperienzae dagli insegnamenti delMovimento ComunistaInternazionale especialmente dellaConferenza Internazionaledi Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti è undovere ed un obbligo delnostro Partito, dei suoimilitanti e simpatizzanti.

2. La situazione materiale ele necessità soggettive per il

trionfo della rivoluzioneproletaria, ci chiamano acostruire, fortificare econsolidare un PartitoComunista del Messico(marxista-leninista), forte enumeroso; formatoprincipalmente dacombattenti provenienti dalproletariato industrialestrategico, con crescenti econsolidate organizzazionidi masse proprie, con unmaggiore e miglioreradicamento tra le ampiemasse proletarie e popolaridisposte a sollevarsi per larivoluzione proletaria; conun consolidato sistema diagitazione e propaganda incui la nostra “AvanguardiaProletaria” sia il giornalepolitico proletario marxista-leninista-stalinista per tuttoil paese, l'impalcatura sullaquale si sviluppa non solotutta la nostra attività dipartito, ma anche dove leampie masse popolaripossano trovare gliorientamenti teorici e praticiadeguati per il trionfo dellatattica e della strategia dellarivoluzione proletaria edella dittatura rivoluzionariadel proletariato. Facciamocrescere al 1000 per cento lefile dello Stato maggiore delProletariato!! …

3. Continuare a costruire edessere esemplari combattentiper il Fronte unico di tutto ilpopolo, per la rivoluzioneproletaria ed il poteresovietico del proletariato edi popoli del Messico! Perché la lotta di classedurante il 2012, saràattraversata dallacongiuntura politica edelettorale per il ricambio dipersonaggi al governo delloStato borghese. In mezzo a questomovimento delle distinte

fazioni borghesi epiccolo borghesi,i l nostrop r i n c i p a l ecompito èmantenere labussola dellar i v o l u z i o n ep r o l e t a r i a ,sviluppare ilfronte unico atutti i livelli,sviluppare lefondamenta dalpotere sovietico,elevare le formedi lotta, diorganizzazione ele paroled ’ o r d i n e ;spingere alloscoppio dellosciopero politicogenerale ecombattere perl’instaurazione di ungoverno di operai econtadini poveri ed unaAssemblea NazionaleCostituente, che faccianostrada alla dittaturarivoluzionaria delproletariato e allacostruzione del socialismo edel comunismo. La nostra partecipazionenella congiuntura elettoraleè subordinata a questiobiettivi e compiti. Per tale motivo la nostraconsegna strategica “Ora PerLa Rivoluzione Proletaria!”può essere correttamenteaccompagnata da: “Né unvoto al PRI, né un voto alPAN”, “Mai più un governoneoliberista!!”….

4.- Altri compiti pratici chea livello nazionale edinternazionale la nostraConferenza ha segnalato, siriferiscono alla crescitadella CIPOML; al SeminarioProblemi della Rivoluzionein "America Latina"; al

Seminario di EconomiaMarxista; all'Incontro diSindacalisti dell'AmericaLatina e dei Caraibi; alCampeggio Internazionaledella Gioventù Antifascistae Antimperialista; allaConferenza Internazionaledelle Donne; allaConferenza Internazionaledei Popoli in Lotta; alCongresso Sociale verso unaNuova Costituente; alCoordinamento Nazionaledei Lavoratoridell'Educazione; al DialogoNazionale; al MovimentoNazionale per la SovranitàAlimentare ed Energetica ela Difesa dei Diritti deiLavoratori e le LibertàDemocratiche; al Foro dellaSinistra Proletaria; allaFederazione di lavoratori delDistretto Federale ed alconsolidamento del percorsoverso la Centrale Unitaria diLavoratori della Campagna edella Città, tra le altre cose. Con la VI ConferenzaNazionale, il nostro PartitoComunista del Messico(marxista-leninista), mostradavanti alle ampie massepopolari che i suoi compiti ela sua vita di partito sonoparte integrante della marciaper il trionfo dellarivoluzione proletaria, cheporterà giorni migliori alproletariato ed ai popoli delMessico e del mondo.

R isultati della VI Conferenza nazionale ordinaria del Partito Comunista del Messico (marxista-leninista)

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L’aggressione all’Afghanistan,voluta dall’imperialismo USAper controllare un’areastrategica, il gas, il petrolio e leloro vie di transito, nonché pergli interessi delle multinazionalidi diversi settori (bellico,minerario, delle costruzioni,etc.), dura ormai da più di diecianni. Ha provocato unamattanza di civili, ma anche un

alto numero di vittime fra letruppe di occupazione colpiteda una resistenza indomabile. In questo scenario, il governoitaliano, seguendo le direttiveNATO, invece di ridurre letruppe le aumenta. Ora sonoben 4210 i militari impiegati inuna missione di guerra ingiustae anticostituzionale. Nel 2011 il dispiegamento delletruppe, dei caccia, deglielicotteri, dei carri armati, deibombardamenti, delleesercitazioni, ha comportatouna spesa di circa 3 miliardi e800 milioni di euro. Leoperazioni tricolori inAfghanistan assorbiranno nel2012 più della metà delle spesepreviste per pagare le missioniall'estero.La casta politica italiana dal2002 a oggi ha sempreapprovato in modo bipartisan lespese per la guerra in

Afghanistan - camuffata da“missione di pace”. I soldi perle aggressioni imperialiste sisono sempre trovati, quelli per ilavoratori, i disoccupati, glistudenti, mai. Secondo il ministro-ammiraglioDi Paola, per il ritiro bisogneràattendere la fine del 2014.In realtà, il coinvolgimentoaumenterà, perché sta crescendol’intervento militare USA inAsia. C’è il pericolo di unattacco contro il vicino Iran,specialmente contro i suoiimpianti nucleari. La portaereiLincoln ha varcato lo stretto diOrmuz, accompagnata da unaflottiglia di unità da guerrafrancesi e britanniche,minacciando da vicino Teherane a supporto dell’Arabia Sauditae di Israele. Intanto l’UE hainasprito le sanzioni. Il GolfoPersico può incendiarsi da ungiorno all’altro, e questa volta il

conflitto sarà di dimensioniassai maggiori.Non c’è tempo da perdere. E’necessario rilanciare la lottacontro la guerra imperialista,per il ritiro immediato di tutte letruppe dall’estero, legandolastrettamente alla lotta control’offensiva capitalista e lemisure di austerità imposte ailavoratori.

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Esigiamo la loro libertàI Cinque eroi cubani - Gerardo Hernández, RamónLabañino, Fernando González, Antonio Guerrero eRené González - condannati e rinchiusi da 14 anninelle carceri statunitensi per aver difeso Cuba dalleazioni di gruppi terroristici

Ahmed Saadat, segretariogenerale del Fronte Popolareper la Liberazione dellaPalestina, imprigionatoillegalmente dal sionismo

Marcelo Rivera, dirigente dellaFederazione degli StudentiUniversitari dell’Ecuador,prigioniero politico del governoautoritario di Correa