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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista n. 23 Novembre 2011 1 euro Da mesi assistiamo all’allarme generalizzato delle istituzioni finanziarie internazionali, delle banche, degli industriali, dei governi e dei partiti borghesi. Ogni giorno si tengono riunioni ai massimi vertici, spaventati dalla possibilità di nuovi sconquassi nella finanza e dalla recessione economica. In poche settimane i piani di salvataggio, costati immensi sacrifici alla classe operaia e ai popoli, sono sorpassati dalla brutale realtà della crisi; immense quantità di denaro sono bruciate sull’altare dei mercati finanziari. La crisi del debito colpisce in maniera profonda i paesi imperialisti, così come i paesi dipendenti. Invece di trovare soluzioni si approfondisce. I contrasti fra briganti aumentano. L’UE va avanti (per quanto?) solo con il saccheggio sociale. Il capitalismo affonda nel pantano della sua crisi. Ciò lo porta ad una maggiore aggressività, all’uso della violenza per imporre misure antipopolari. Di fronte a questo scenario noi comunisti alziamo la bandiera del socialismo proletario come sola alternativa certa davanti allo sfacelo del decadente e corrotto sistema capitalista. Nel socialismo i mezzi di produzione, le banche, la terra, cesseranno di appartenere a un pugno di profittatori, ma saranno proprietà comune. Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarà abolito. La produzione e la distribuzione saranno pianificate nel modo più razionale possibile, avendo come fine il soddisfacimento dei bisogni materiali e culturali dei lavoratori e il rispetto della natura. I lavoratori stessi saranno gli artefici della nuova società. In questo modo, riplasmando il sistema generale dell’industria, dell’agricoltura, del commercio, sulla base della proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di Scintilla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (pag. 8) - segue a pag. 2 - Il socialismo, un’alternativa sicura [email protected] www.piattaformacomunista.com 94° anniversario dell’Ottobre Attualità della Rivoluzione Socialista (pag. 6)

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Organo di espressione di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

n. 23Novembre

20111 euro

Da mesi assistiamo all’allarmegeneralizzato delle istituzioni finanziarieinternazionali, delle banche, degliindustriali, dei governi e dei partitiborghesi. Ogni giorno si tengono riunioni aimassimi vertici, spaventati dallapossibilità di nuovi sconquassi nellafinanza e dalla recessione economica. In poche settimane i piani di salvataggio,costati immensi sacrifici alla classeoperaia e ai popoli, sono sorpassati dallabrutale realtà della crisi; immensequantità di denaro sono bruciatesull’altare dei mercati finanziari. La crisi del debito colpisce in manieraprofonda i paesi imperialisti, così come ipaesi dipendenti. Invece di trovaresoluzioni si approfondisce. I contrasti frabriganti aumentano. L’UE va avanti (perquanto?) solo con il saccheggio sociale.Il capitalismo affonda nel pantano dellasua crisi. Ciò lo porta ad una maggioreaggressività, all’uso della violenza perimporre misure antipopolari.Di fronte a questo scenario noi comunistialziamo la bandiera del socialismoproletario come sola alternativa certadavanti allo sfacelo del decadente ecorrotto sistema capitalista. Nel socialismo i mezzi di produzione, lebanche, la terra, cesseranno diappartenere a un pugno di profittatori, masaranno proprietà comune. Losfruttamento dell’uomo sull’uomo saràabolito. La produzione e la distribuzionesaranno pianificate nel modo piùrazionale possibile, avendo come fine ilsoddisfacimento dei bisogni materiali eculturali dei lavoratori e il rispetto dellanatura. I lavoratori stessi saranno gliartefici della nuova società.In questo modo, riplasmando il sistemagenerale dell’industria, dell’agricoltura,del commercio, sulla base della proprietàcollettiva dei mezzi di produzione e di

Scintilla

ConferenzaInternazionale di

Partiti eOrganizzazioni

Marxisti-Leninisti(pag. 8) - segue a pag. 2 -

Il socialismo,un’alternativa sicura

[email protected] www.piattaformacomunista.com

94° anniversariodell’Ottobre

Attualitàdella

RivoluzioneSocialista (pag. 6)

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scambio, potranno essere risoltile contraddizioni e gli errori difondo dell’attuale società.Caratteristica della nuovaorganizzazione sociale è di nonpotersi sviluppare gradualmenteall’interno della societàborghese, basata sulla proprietàprivata e sulla concorrenza. La sostituzione del capitalismocon il nuovo modo diproduzione è una necessitàstorica che si compie con larivoluzione sociale delproletariato, classe dominante edirigente della nuova società. Ciò è possibile solo sotto laguida di un partito comunistaforte della conoscenza delle

leggi di funzionamento e disviluppo della società, che poggila sua attività sulla classeoperaia e le masse lavoratrici,unendole, educandole edirigendole verso la conquistadel potere. Il socialismo è l’unica soluzionealla crisi generale delcapitalismo, è una grandeimpresa che vede comeprotagonisti milioni di donne edi uomini. Lo sfacelo delcapitalismo pone di nuovoall’ordine del giorno questaprospettiva. Allo stesso tempopone i sinceri comunisti difronte a una responsabilità che sichiama Partito.

segue dalla prima

I padroni e il loro governo stannoscaricando tutta la crisi e i debitidel capitalismo sulle spalle dellaclasse operaia e delle massepopolari. Licenziamenti, aumentodello sfruttamento, cancellazionedei diritti, compresi quelli dimanifestazione e di sciopero: labrutale offensiva capitalistacostringe gli sfruttati allaresistenza più energica. La lottadegli operai Fiat e Fincantieri è unesempio importante, è la lotta ditutti i proletari.Non un passo indietro di fronteall’arroganza padronale.Basta licenziamenti. Il CCNL e idiritti non si toccano. Vogliamo veri aumenti salariali.Impedire tagli e chiusure difabbriche e cantierioccupandoli!Possiamo difendere i nostriinteressi e battere i pianireazionari col fronte unico dilotta del proletariato. Occorreuna vera lotta di massa. Nonlasciamoci paralizzare dagliinganni. Non lasciamoci dividereper stabilimento, rifiutiamo gliaccordi separati! Per salvare il lavoro, i diritti e ilpaese dalla rovina, è necessariol’intervento risoluto della classeoperaia. I comunisti chiedono lamobilitazione urgente di tutto ilproletariato. Basta promesse, bastaattendismo! E’ ora di farla finitacon questo governo dei padroni,delle banche, dei parassiti, conuna classe dirigente di corrotti e diinetti. Devono pagare i responsabili

della crisi, non le vittime.Diamo vita a una grande eininterrotta mobilitazione persconfiggere i piani padronali,mandare a casa Berlusconi eimpedire la sua sostituzione conqualsiasi altro governo chedifenda gli interessi deglisfruttatori. Gli operai a PalazzoChigi!Nella lotta prendiamo coscienzache i mali del capitalismo nonsono curabili. Il tempo delleillusioni e della concertazione èfinito, il moderatismo non servepiù a nulla. L’unica via di uscita dalla crisi delsistema di sfruttamento passa perla sua abolizione e l’edificazionedel socialismo, la società deilavoratori. Di qui la necessitàstorica di costruire il Partitocomunista del proletariatod’Italia.Rompiamo con gli opportunisti,organizziamoci!

Lo scorso 15 ottobre è stata unagrande giornata di lotta a livellointernazionale. In più di 900 cittàgiovani, disoccupati, lavoratori,donne sono scesi in piazza rifiutandodi pagare la crisi e i debiti,condannando i loro responsabili:l’oligarchia finanziaria e i governi alsuo servizio.“Siamo il 99%”, “Contro il capitale,rivolta sociale”, sono slogan chemostrano le motivazioni dellaprotesta che scuote il mondoborghese.In Italia c’è stata un’imponentedimostrazione di circa 300 milapersone, attaccata dal governoreazionario di Berlusconi.La gestione dell’ “ordine pubblico”in qusto caso è stata funzionale aprecisi obiettivi: occultare le ragionidella giornata di lotta, criminalizzarel’opposizione sociale, limitare lalibertà di manifestazione. Tutti i partiti borghesi, reazionari oriformisti, hanno condannato “imanifestanti violenti”,compattandosi a difesa dell’ordinecapitalista. Ma la realtà è stata sottogli occhi di tutti: palazzi del potereprotetti, manifestazione aggredita.Molto si potrebbe dire sui lati debolidi quella giornata, tra cui quelliespressi da un settore dei promotoriche ha accettato le imposizioni sulpercorso della manifestazione,nonchè sulle azioni irresponsabili digruppi anarcoidi. Senza dubbioquesto movimento esprime profondi

limiti ideologici e politici,soprattutto da parte di quelle forzeche cercano un’uscita dalla crisinell’ambito dell’istituzionalitàborghese.Mentre prosegue il dibattito ènecessario dire chiaro e tondo che ilvero responsabile della violenza,delle provocazioni e delladevastazione sociale è il governoreazionario di Berlusconi. Questo governo intende restareincollato alle sue poltroneintensificando il saccheggioantipopolare, attaccandofrontalmente il movimento operaio. La parte più retriva della borghesiaper fermare le proteste e la rivoltadegli sfruttati e degli oppressi vuoleapprovare misure di tipo fascista.Punta a liquidare gradualmente lalibertà di manifestazione, disciopero, di organizzazione, vuolecalpestare le conquiste frutto dellaResistenza.Il divieto di effettuare cortei a Roma,la repressione contro il movimentoNO TAV, la proposta di leggispeciali (che accomuna il leghistaMaroni e il questurino Di Pietro)sono esempi di misure reazionariegradite al capitale finanziario. Dobbiamo respingere il pianoliberticida con l’unità di azione dellaclasse operaia, per la difesaintransigente degli interessieconomici e politici del proletariato.Tutti uniti, a pugno chiuso, contro lareazione borghese!

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Volantino distribuito il 21.10 allo sciopero con manifestazione naz.le degli operai Fiat, Fincantieri e indotto

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I padroni hanno presentato il loro“manifesto per salvare l’Italia”.Le riforme che reclamano sonoben conosciute dalle masselavoratrici, poiché subite negliultimi trenta anni: allungamentodell’età lavorativa, tagli allepensioni, privatizzazioni eliberalizzazioni, sgravio di tasse econtributi per le imprese, utilizzodella spesa pubblica per rilanciarel’accumulazione. La differenza sta nel modo in cuiora i padroni vogliono attuarequesti punti: passando dallaconcertazione all’unilateralismo. Ciò che vogliono salvare, dietro lamaschera degli “interessigenerali”, sono i loro profitti eprivilegi. Altro che “discontinuità”! E’ laloro continuità che deve esseregarantita da qualsiasi governoborghese.Il solo fatto che questa congerie diprofittatori - ingrassati con lecommesse statali e di guerra, conl’evasione fiscale e contributiva,con l’esportazione illegale dicapitali, con il legame incestuosocol potere politico e il sostegno aipeggiori governi reazionari - sipresenti oggi come i “salvatori delpaese” deve riempire di sdegno ilcuore di ogni proletario. I capitalisti sono i primiresponsabili della crisi, deldeclino e del degrado attuale,della distruzione delle conquiste edei diritti dei lavoratori. Hanno

sempre agito assieme ai lororappresentanti politici, perassicurare i loro interessi, permettere lo Stato al loro esclusivoservizio. Oggi, dopo aver incrinato icontratti di lavoro e plauditoall’art. 8 della Finanziaria, che lidemolisce assieme agli altri dirittidei lavoratori, lanciano il loropiano di mega-austerità e reazionesfrenata.Alla nuova offensiva deicapitalisti è necessariocontrapporre la controffensiva ditutto il proletariato; al manifestodegli sfruttatori è necessariocontrapporre il manifesto deglisfruttati: rifiutiamoci di pagare lacrisi, i debiti e le guerre delcapitale, lottiamo uniti control’offensiva borghese, per unasocietà socialista che è sempre piùnecessaria e urgente! La conquista di una nuova societàè possibile, purchè sia l’opera diun ampio movimentorivoluzionario, diretto dalla classeoperaia. Solo così l’Italia uscirà daldegrado e declino, solo cosìrifiorirà.La classe operaia per vincere lebattaglie odierne e quella decisivacontro i padroni, per prenderenelle sue mani la direzione dellasocietà, ha bisogno del suo partitoindipendente e rivoluzionario. Staai migliori elementi delproletariato costruirlo!

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Impariamo dal 1943Il giornalista di RepubblicaMassimo Giannini si è fatto beffe diBerlusconi che, dopo ildeclassamento dell'Italia da partedelle agenzie di rating, ha parlato diun complotto di «circoli finanziarianglofoni» così come - haosservato ironicamente Giannini -Mussolini inveiva contro la«perfida Albione». Per quanto riguarda, poi, la tenutadell'attuale compagine governativa,il giornalista ha evocato il 25 luglio1943, chiedendosi, «in attesa di uninvisibile Dino Grandi», qualepotrà essere lo scenario di una nontroppo lontana fine del governoBerlusconi.Dino Grandi fu il gerarca che,presentando nella seduta del GranConsiglio del fascismo del 25luglio il suo ordine del giornoantimussoliniano, approvato dallamaggioranza di quei consiglieri incamicia nera, provocò sul pianocostituzionale la caduta del regime.Giannini però dimentica che, dopola folgorante vittoria dell'ArmataRossa a Stalingrado nel gennaio1943, furono i grandi scioperioperai del marzo 1943, guidatidalle organizzazioni clandestine delPartito Comunista d'Italia, chescossero e misero in crisi il regimefascista nel nostro paese.

Lo sciopero si estese per tutto ilmese di marzo in molte città, conuna partecipazione di decine dimigliaia di lavoratori. Molterivendicazioni di carattereeconomico, soprattutto quellerelative all'indennità di carovita,dovettero essere accolte a dentistretti dalle autorità fasciste. Ma lo sciopero ebbe anche, esoprattutto, un contenuto politico:«Esigiamo la cacciata di Mussolinidal potere!», era la parola d'ordineche i lavoratori accoglievano e perla quale si battevano con la piùgrande determinazione sotto laguida dei comunisti. Dobbiamo saper imparare da quellagrande esperienza. Oggi, per lacacciata di Berlusconi dal potere, èsulla forza e la combattività di noilavoratori, di noi operai, chedobbiamo contare, sulla nostracapacità di unirci e di compattarciin un unico fronte di lotta, basatosulle nostre forze e non sui tutt'altroche «invisibili» Montezemolo,Profumo e soci. Molto dipenderà dal modo in cuicadrà il boss di Arcore.Se sarà la classe operaia a sfrattarloda Palazzo Chigi si apriranno infattiprospettive ben diverse da quelledisegnate dal grande capitale esostenute dai riformisti.

Lettera di un’operaia Un’operaia della Fiat ha scritto unalettera che è stata appesa alla roulottedel Presidio organizzato alla porta n. 2di Mirafiori. Ecco il testo.

Cari colleghi,da circa un anno non siamo più “letute blu di mirafiori”, ma siamodiventati “gli invisibili”.Non ci sentono, non ci vedono. Maci siamo e respiriamo!I padroni e i signori che cigovernano ci hanno tolto tutto.L’unica cosa che non sono riuscitia portarci via è la dignità e diquella ne abbiamo da vendere(all’incontrario di loro).Siamo persone umane, uomini edonne come loro, con lo stessodiritto al lavoro e alla vita, consogni, progetti e speranze …Vorrei poter dare alle mie figlie lametà della metà di quello che

hanno i loro figli. E questobasterebbe a farmi sentire ricca;ma per colpa loro non me lo possopermettere nonostante i miei 33anni di duro lavoro.Il mese scorso ho fatto i conti, iomensilmente prendo oggi in euroquello che 33 anni fa prendevo inlire. E’ vergognoso!!!L’unica differenza che c’è tra noi eloro è che tra noi è che noi ciguardiamo allo specchio e non civergogniamo!Vi voglio dire un’ultima cosa,alziamo la testa e andiamo avanti,non abbiamo più niente da perdere.Riprendiamoci quello che ci spetta…colleghi … coraggio!!!Ce la dobbiamo fare …una operaiainvisibile, ma soprattutto mamma.P.s.: Marchionne sei la rovina e lavergogna del lavoro.

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Per un fronte popolare antimonopolistaLa bella e partecipata assembleadel 1° ottobre, ricca di contenuti edi proposte, pone le basi per lacostruzione di un fronte di lotta,composto da un ampio arco diforze politiche, sindacali, sociali,di movimenti, che si rifiutano dipagare la crisi, i debiti e le guerredella borghesia, e che sioppongono alla criminale politicadell’oligarchia finanziaria, deisuoi governi e dei suoi partiti.La gravità della crisi capitalista,le sue drammatiche conseguenzesociali, determinano la necessitàdi lottare nel modo più unitariopossibile, ci obbligano aformulare un programma dirottura con le politiche neo-liberiste e social-liberiste, con lostesso sistema capitalista che leproduce e le impone.Le rivendicazioni espressedall’assemblea, per non pagare ildebito verso le istituzionifinanziarie, per la difesaintransigente degli interessi e deii diritti dei lavoratori, per la finedella politica di guerra e dellespese militari, esprimono lacrescente determinazione dellemasse lavoratrici, contro ogniipotesi di “nuovo patto sociale”.E’ naturale che nel fronte politicoe sociale che si va costituendo vi

siano posizioni differenti, critichee proposte per superaredebolezze e limiti. In assembleaabbiamo diffuso un nostrocontributo in tal senso,evidenziando alcune questioni tracui quelle fondamentali delladirezione operaia e del partito.Ora la sfida da portare avanti èsviluppare l’unità d’azione su unprogramma chiaro, lavorare perconquistare i settori sociali chesubiscono l’offensivacapitalistica, impegnandoci amantenere l’unità sui puntifondamentali del programmaimmediato e dando vita alconflitto di classe che serve asostenerlo.La giornata di lotta del 15 ottobreè servita a marcare il rifiuto deidiktat monopolisti, a segnare ilritorno di grandi masse in piazza(in tutte le loro diverseespressioni), dei giovani “senzafuturo e senza paura”. Si trattaora di proseguire un’interrotta edecisa mobilitazione proletaria epopolare contro i piani reazionaridi Berlusconi e per impedirel’avvento di altri governi alservizio dell’oligarchia e dell’UEimperialista.In questo senso riteniamo difondamentale importanza la

formazione di Comitati operai epopolari nelle fabbriche e neiterritori (ben altra cosa degliintergruppi locali), per affermareil protagonismo degli sfruttati eallargare il fronte di lotta, sullabase degli organismi di massa delproletariato.L’assemblea nazionale del 17dicembre farà un primo bilanciodel lavoro svolto e definirà leiniziative da sviluppare con ilcontributo di tutti. Il tempo delle illusioni è finito.La crisi si acutizza, la borghesiapassa al neoliberismo d’assalto.mostra il suo carattereantidemocratico e reazionario intutti i campi. Si rafforza ildominio dei monopoli finanziari.Al tempo stesso la resistenza

delle masse cresce a livellonazionale e internazionale.Nostro compito è lavorare per farconfluire tutti i torrenti di lottaimprimendo un contenutorivoluzionario all’azione dimassa, al fine di costruire irapporti di forza necessari aimporre le esigenze della classeoperaia e delle grandi masselavoratrici. Con ciò si aprirà la strada a ungoverno che sia l’espressione delloro fronte unico di lotta, che nons’inchini all’altare del profitto eai “sacri dogmi” delcostituzionalismo liberal-borghese: un governo operaio edegli altri lavoratori sfruttati.Questa è l’alternativa di rotturarivoluzionartia che indichiamo.

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Vertice dopo vertice, gli interventichiesti per “sostenere” i paesi piùesposti nella crisi del debito sonosempre più pesanti. Ma i sacrificichiesti ai lavoratori si rivelanoogni volta insufficienti perbloccare la diffusione della crisie. La nuova recessione aggrava iproblemi delle banche e della altreistituzioni capitaliste. Nell’UE il problema colpiscedirettamente gli interessi delcapitalismo monopolisticofrancese e tedesco. Perciò Merkele Sarkozy si arrogano il diritto diparlare come commissaristraordinari.

Nell’ultimo vertice sonogiunti a imporre unultimatum di tre giorni aBerlusconi e a dettareun'agenda di misurestraordinarie su pensioni(sebbene in Italia l’etàpensionabile è più altarispetto a Francia e

Germania!), libertà dilicenziamento, privatizzazioni... Si tratta di diktat contro leconquiste operaie, che come alsolito – vedi la lettera di Trichet eDraghi - l’agonizzante governoreazionario ha subito recepito. Dicerto non è mancatol’incoraggiamento dei massimivertici istituzionali, mentre iriformisti scalpitano per tornare algoverno ed applicare le stessemisure liberiste.Assieme all’ennesimo saccheggiosociale, emerge un fatto politico:l’Italia è un paese commissariato

dalle oligarchie degli Statifinanziariamente più forti. E’ noto che la repubblica borgheseitaliana, a causa dell’entrata nellaNATO e della presenza delVaticano, è uno Stato a sovranitàlimitata, con gravissimeinterferenze nella politica interna.Con l’adesione alla UEimperialista – voluta dalla grandeborghesia i propri interessi – si èdeterminata un’ulteriore cessionedi sovranità,ora che il piano“salva stati” ha reso evidente agliocchi di tutti. Vediamo che la classe dominantevende ai “mercati finanziari” lasovranità del paese, rinnegal’indipendenza nazionale (dopoaver ipocritamente celebrato ilRisorgimento), ammaina labandiera dei “principi nazionali” ,calpesta impunemente le libertàdemocratiche (garantite solo aicapitalisti). Si piega ai voleri

“partner” più forti pur di attaccarea fondo gli interessi dei lavoratori. Assieme alla lotta intransigenteper difendere questi interessi,spetta ai comunisti alzare labandiera della vera sovranità edella vera indipendenza control’imperialismo, sapendo che c’èsolo una forza che può trarre fuoriil paese dal baratro.Questa forza è la classe operaiache farà uscire il paese dalladecadenza rompendo il bloccodominante, conquistando il potereed elevandosi a classe nazionale,per costruire un nuovo e superioreordinamento sociale.A tal fine è necessario dar vita aun fronte unico di lotta delproletariato che affermi: Via Berlusconi! Devono pagare icapitalisti, i parassiti, i ricchi!Fuori l’Italia dalla UE e dallaNATO! Uscita dall’Euro! Ripudiodelle catene del debito!

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Il mondo vive un momentospeciale. I capitalisti voglionoscaricare tutti il peso della lorocrisi e dei loro debiti sulle masselavoratrici, sui giovani, cheassieme rappresentano lastragrande maggioranzadell’umanità. In tutti i continenti, e inparticolare nella vecchia Europa,si succedono imponentimanifestazioni. Il risveglio, la partecipazione el’effervescenza politica di massedi centinaia di miloni di uomini edi donne è la caratteristica delmomento storico che stiamovivendo. Mano a mano queste grandimasse prendono coscienza che èil capitalismo la causa delladisoccupazione, della povertà,della guerra, dei malidell’umanità. Si rendono contoche tutti i problemi, i tormenti, lamiseria di un intera generazionederivano dal fatto che questosistema è unicamente orientato aa garantire i profitti e i privilegidi un’infima porzione della

società: l’oligarchia finanziaria.E’ in questo scenario che igiovani operai, i disoccupati,precari, gli studenti, vannomobilitandosi e organizzandosi,assumendo la posizione diavanguardia nella lotta chescuote una società decadente,che non sa più offrire un futurodegno di questo nome alle nuovegenerazioni.La borghesia cerca di ostacolare,di criminalizzare questo grande

movimento sociale, reprime lemanifestazioni operaie epopolari, utlizza i suoi mezzi diinfomazione per seminaresfiducia, divisione, per chiamarealla delazione e avvelenare glianimi.Se può fare questo è ancheperchè nel movimento giovanilec’è molta confusione ideologicae debolezza politica. Esistonosettori che non vogliono sentireparlare di politica, anche se

subiscono quotidianamente leconseguenze della criminalepolitica borghese.E’ importante che le ragazze e iragazzi del popolo si organizzinoe sviluppino una vera coscienzarivoluzionaria. Questo processosi compie attraverso la lotta e lostudio del marxismo-leninismo,che è una guida per l’azionerivoluzionaria della gioventù. Essere giovani significa essererivoluzionari, significatrasformare il mondo, abbattendoil marcio sistema di sfruttamentocapitalista e aprendo la stradaalla nuova società. Si preparano nuovi assalti alcielo, come fu con la Comune diParigi e la Rivoluzioned’Ottobre. E’ ora che la gioventùprenda in mano il suo destino,perchè in questo sistema non haprospettive di lavoro stabile, dicrescita culturale, di felicità e diarmonia con la natura.E’ ora che i migliori figli delproletariato divengano comunistie sentano tutto l’orgoglio diesserlo!

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Il 7 novembre i comunisti, irivoluzionari, la classe operaia

ricordano e festeggianol’anniversario della gloriosaRivoluzione Socialista d’Ottobre. I professoroni revisionisti, icialtroni socialdemocratici,cercheranno come sempre direlegare questa data nel limbo diqualche convegno storico-nostalgico. Il loro intento è occultare laprofonda attualità dellarivoluzione bolscevica se non,

addirittura, di far scendere su diquesto gigantesco avvenimentoun silenzio tombale.Al contrario, i marxisti-leninistiritengono il 7 novembre una dataattuale e colma di preziosiinsegnamenti per la lotta odierna. In cosa consiste la sua attualità? Anzitutto bisogna dire che larivoluzione bolscevica non ha unavalenza relativa alla solaesperienza russa, non è stata ilprodotto di condizioni esclusivedella realtà dell’epoca. E’ stata invece la prova che èpossibile spezzare la catenaimperialista nei suoi anelli piùvulnerabili.La necessità della rivoluzionescaturisce dallo sviluppo delcapitalismo, dalle sue insanabilicontraddizioni.Noi viviamo nell’epocadell’imperialismo, epoca in cuitutto il sistema è già maturo per larivoluzione socialista. Nei 94 anni che ci separanodall’Ottobre sovietico lecontraddizioni fondamentali ed imali endemici del capitalismo sisono aggravati, mentre le forzerivoluzionarie della classe operaia

e dei popoli sono oggettivamentecresciute su scala internazionale.Di fronte alla distruzione delleforze produttive, alla miseria ealla fame dilagante nel pianeta, alparassitismo di un pugno dimagnaccia al potere, allademolizione delle conquistesociali, alle guerre di rapina e aldominio neolonialista,all’oppressione di interi popoli enazioni, alla distruzionedell’ambiente, all’oscurantismoculturale, alla degenerazionemorale, l’idea della rivoluzioneproletaria è di nuovo all’ordinedel giorno. Le sue ragioni sono più che maiattuali e le sue premesse materialisono completamente sviluppate.La realtà ci dice che le cose nonpotranno rimanere come sono,che la società deve essereprofondamente trasformata. Ilpassaggio al socialismo diventaun’esigenza sempre piùimpellente per le classi sfruttateed oppresse.Siamo entrati in un periodo digrandi battaglie del proletariato edei popoli, un periodo in cui lastoria accelera il passo.

Il dilemma che si porrà in manierasempre più stringente a miliardidi esseri umani sarà: dittaturadell’oligarchia finanziaria odittatura del proletariato?All’opposto delle tesirevisioniste, che hanno condottola classe proletaria a dolorosesconfitte, la rivoluzioneproletaria si conferma come lasola via di uscita dagli orrori delcapitalismo, capace di trascinarel’umanità fuori dalla preistoria.La grande Rivoluzione Socialistad’Ottobre ha dimostrato che laclasse operaia può prendere ilpotere e dirigere la società senza econtro la borghesia, ha dimostratoche un piccolo partito comunistapuò svolgere un ruolodeterminante.Soltanto tramite la rivoluzionesociale del proletariato, facendolafinita definitivamente con ilcapitalismo, è possibile laliberazione dallo sfruttamento edalla miseria, la costruzione dellanuova società. A 94 anni dall’Ottobre sovieticoquesto è l’esempio che i proletari,i giovani ribelli, devono farepropria e seguire.

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Gli sviluppi della crisi economicacapitalista e della lotta di classedel proletariato schiudono nuovee originali prospettive di lavoroper i comunisti e i rivoluzionari. Per poter approfittare dellasituazione ed avanzare ènecessario svolgere un’iniziativae un intervento politico di massadei comunisti. Ciò presupponel’unificazione delle forze –attraverso l’indipsensabilechiarificazione teorico-politica –perché la frammentazione nongiova ai proletari, anzi liindebolisce. L’unità dei comunisti si dimostrauna volta di più una questionevitale e irrinunciabile per dareimpulso e guidare la lottarivoluzionaria contro un sistemamorente.La nostra generazione dicomunisti ha una granderesponsabilità storica in questosenso. Ci rivolgiamo perciò a tuttele strutture organizzate, a tutti isingoli compagni, perché si superi

ogni forma di divisioneartificiosa, di polemica sterile,perché non ci possono e non cidevono essere tanti piccoli gruppicomunisti in Italia, non deveprevalere lo spirito di circolo, maquello di partito. Un partito chesia il reparto di avanguardia,organizzato e cosciente dellaclasse operaia, capace diconquistare tale riconoscimentograzie alla lotta ed al lavoroquotidiano.In particolare facciamo appello aisinceri comunisti – e ve ne sonotanti! – che ancora militano nelleformazioni revisioniste esocialdemocratiche.A loro diciamo: rifletteteattentamente sui problemi digrande rilevanza per il nostrofuturo. Acconsentirete a esserescherniti ancora dai vostridirigenti? Accetterete di essereancora ingannati sulla possibilitàdi pacifici avanzamenti nei limitidel capitalismo, sulla possibilitàdi trasformare lo stato borghese in

strumento della classe operaia?Per quanto tempo permettereteche sia ritardato il processo diformazione di un autentico partitocomunista?Noi pensiamo che sia il momentodi difendere la nostra storia, ilnostro presente e futuro, dandotutti, subito, il nostro contributoper gettare le basi del partitocomunista della nostra epoca, chesappia riprendere in mano labandiera rossa, ridare speranzaalle masse proletarie e popolari egambe solide ad un percorso dicambiamento rivoluzionario.I mutamenti della situazioneoggettiva oggi favoriscono lacorrezione degli errori e l’unitàdei comunisti. Si aprono maggioriopportunità di lavoro.Nessuna esitazione, quindi,nessun arroccamento sulle proprieposizioni a difesa delle debolezzeesistenti. Gli aspetti particolari elocali non devono mai prevaleresu quelli collettivi e generali. Realizziamo incontri comunisti,

costruiamo un ambito di dibattitounitario, sgombriamo il terrenodalle deformazioni revisioniste,uniamoci sulle questionifondamentali, stabiliamo le basiteorico-politiche del partito di cuiabbiamo bisogno, avviamo unapratica comune nel lavoro tra lemasse, per avanzare nel processodi formazione del Partitocomunista del proletariatod’Italia. Questi sono i compitidell’oggi!

La necessità di un nuovo partito, il partito marxista-leninista!

“Nel periodo prerivoluzionario,nel periodo di sviluppo più omeno pacifico, quando i partitidella II Internazionale erano laforza dominante nel movimentooperaio e le forme parlamentaridi lotta erano considerate leprincipali, - in quellecondizioni il partito non aveva,né poteva avere, l'importanzaseria e decisiva che haacquistato in seguito, in unperiodo di grandi battaglierivoluzionarie. Difendendo la IIInternazionale dagli attacchicui é fatta segno, Kautsky diceche i partiti della IIInternazionale sono strumentidi pace e non di guerra, cheappunto per questo essi nonfurono in grado diintraprendere alcunché di seriodurante la guerra, nel periododelle azioni rivoluzionarie delproletariato. Questo éperfettamente vero. Ma chesignifica questo? Questosignifica che i partiti della IIInternazionale non sono attialla lotta rivoluzionaria delproletariato, che essi non sonodei partiti di lotta delproletariato, i quali conducano

gli operai alla conquista delpotere, ma un apparatoelettorale, adatto alle elezioniparlamentari e alla lottaparlamentare. Così si spiega,del resto, il fatto che, nelperiodo del prevalere degliopportunisti della III n t e r n a z i o n a l e ,l'organizzazione politicafondamentale del proletariatonon fosse il partito, ma ilgruppo parlamentare. E' notoche in quel periodo il partitoera, praticamente,un'appendice, un elemento alservizio del gruppoparlamentare. Non occorredimostrare che, in talicondizioni e sotto la guida di untal partito, non si poteva

nemmeno parlare dipreparazione del proletariatoalla rivoluzione.Si ebbe, tuttavia, un mutamentoradicale con l'aprirsi del nuovoperiodo. Il nuovo periodo équello dei conflitti di classeaperti, é il periodo delle azionirivoluzionarie del proletariato,il periodo della rivoluzioneproletaria, il periodo dellapreparazione immediata delleforze all'abbattimentodell'imperialismo, alla presa delpotere da parte del proletariato.Questo periodo pone di fronteal proletariato compiti nuovi: -la riorganizzazione di tutto illavoro del partito su una nuovabase, su una baserivoluzionaria, l'educazionedegli operai nello spirito dellalotta rivoluzionaria per ilpotere, la preparazione e lamobilitazione delle riserve,l'alleanza coi proletari dei paesivicini, la creazione di saldilegami con il movimento diliberazione delle colonie e deipaesi dipendenti, ecc. ecc.Pensare che questi nuovicompiti possano essere risolticon le forze dei vecchi partiti

socialdemocratici, educati nellepacifiche condizioni delparlamentarismo, significacondannarsi irrimediabilmentealla disperazione, a unasconfitta sicura. Restare,quando si hanno tali compitisulle spalle, sotto la direzionedei vecchi partiti, vuol direridursi a uno stato di disarmocompleto. Non occorredimostrare che il proletariatonon poteva rassegnarsi a talesituazione.Di qui la necessità di un nuovopartito, di un partitocombattivo, di un partitorivoluzionario, abbastanzaaudace per condurre i proletarialla lotta per il potere,abbastanza ricco di esperienzaper sapersi orientare nelleintricate condizioni di unasituazione rivoluzionaria, eabbastanza agile per evitareogni sorta di scogli subacqueisulla via che conduce alla meta.Senza un tale partito, non si puònemmeno pensare ad abbatterel'imperialismo, a conquistare ladittatura del proletariato.Questo nuovo partito é il partitodel leninismo.”

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Tratto da “Dei principii del leninismo” di G. Stalin

E’ uscito ilnumero speciale

di Teoria & Prassi“Due linee per laricostruzione del

partitocomunista”.

Richiedetelo alla redazione!

Page 7: Scintilla, novembre 2011

Il regime poliziesco di Ben Alìha trascinato la Tunisia nellaspirale del debito, consegnandole sue ricchezze umane emateriali alla voracitàdell’oligarchia finanziariainternazionale.Tutte queste banche hannoemesso prestiti al «migliorallievo del FMI», secondo laformula usata dall’ex direttoredel FMI, perchè sapevano che ilregime di Ben Alì avrebbe fattopagare con la forza i debiti e gliinteressi al popolo tunisino. Il«miracolo tunisino» non è altroche il super sfruttamento deilavoratori delle città e dellecampagne, la privatizzazionedelle imprese pubbliche, ilsaccheggio delle risorse naturali,la disoccupazione di massa,soprattutto quella dei giovani, ela miseria per le masse.L’esecutore di questa politica, ilregime di Ben Alì, si è tra l’altrolargamente arricchito, facendoman bassa su una partedell’economia.Il meccanismo del debito è oggiuno strumento essenziale nellemani delle grandi potenzeimperialiste, dell’oligarchiafinanziaria, per far pagare ailavoratori e ai popoli del mondola crisi del sistema capitalistico,per rafforzare il loro dominioeconomico e politico.Cacciando Ben Ali, il popolotunisino non ha solamenterovesciato un dittatore, ma si èimpegnato in un processorivoluzionario, per uncambiamento di fondo del

regime politico, per lademocrazia, per la soddisfazionedelle sue immense esigenzesociali. Dalla Tunisia ha soffiatoun vento che ha sollevato unodopo l’altro i popoli delMaghreb, andando ben oltre.Le potenze imperialiste si sonviste obbligate ad abbandonare illoro vecchio alleato, ma nonvogliono che i loro interessisiano toccati. Vogliono soffocarela rivoluzione tunisina eagiscono di concerto con le forzedella controrivoluzione.Vogliono strangolare larivoluzione tunisina esigendo ilpagamento dei debiti contrattidal regime di Ben Alì eimponendone ancora di nuovi.Il popolo tunisino non devepagare questi debiti. Con le forzepolitiche e sociali di Tunisia chelottano per spingere il processorivoluzionario fino in fondo, noiesigiamo l’annullamento deldebito della Tunisia.Tunisi, luglio 2011

Questo documento, proposto dalComitato di coordinamento dellaConferenza Internazionale diPartiti e Organizzazioni marxisti-leninisti, è aperto allasottoscrizione di tutti i partiti, leorganizzazioni, le associazioni, isindacati, etc., che si riconoscononei suoi contenuti.In Italia è stato sottoscritto daPiattaforma Comunista, dalCollettivo Comunista Marxista-Leninista (Nuoro) e daLottadiunità Proletaria Osimo. LaLinea Rossa Genova hasottoscritto la petizione di massa,che a livello individuale è statafirmata da centinaia di operai elavoratori italiani e immigrati,studenti, donne, rappresentanti diforze politiche, sociali, sindacali,rivoluzionarie, progressiste,antimperialiste.I risultati elettoralidell’Assemblea Costituentetunisina, che hanno vistol’affermazione di forze liberal-islamiste, ci spingono arilanciare l’appello per sostenerela battaglia dei comunisti(PCOT) e dei rivoluzionari! Per adesioni inviare email a:[email protected]

Campagna internazionale

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi n. 22 Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 27.10.2011. Stamp. in prop.

Per contatti e contributi: [email protected]@yahoo.it

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Scintilla 7

La brutale agressione militarecontro la Libia, portata avanti daipaesi imperialisti, Francia,Inghilterra, USA, dalla NATOcon l’avallo dell’ONU, dopoaver distrutto il paese,massacrato decine di migliaia dipersone appartenenti allapopolazione civile, imposto ungoverno fantoccio, conclude lesue operazioni con l’assassiniodi Gheddafi. I marxisti-leninisti, la classeoperaia, i popoli e la gioventùche combattono per laliberazione sociale in tutti icontinenti rifiutano econdannano questo crimine.Le aspirazioni alla libertà e allademocrazia delle masselavoratrici e della gioventùlibica, che si sono espresse inimportanti manifestazioni infebbraio, sono state manipolatedai paesi imperialisti, dallareazione e dallasocialdemocrazia col propositodi impadronirsi completamentedel petrolio e delle altrericchezze. Sotto le bandieredella “democrazia e dellalibertà” hanno orchestratoun’offensiva mediatica che hapermesso di invadere per aria eper terra il territorio libico.Hanno transformato le giusterivendicazioni dei settoripopolari in una crociata persconfiggere il loro vecchioalleato. Hanno trionfato con laforza delle armi e imposto unregime accondiscendente ereazionario che provocheràmaggiori danni e sofferenze alle

masse lavoratrici e al popolo.Gli ultimi decenni della storiadella Libia sono stati segnatidall’ascesa del governo diGheddafi, che inizialmente hasollevato la difesa delle risorsenaturali e alzato la bandiera delpatriottismo; successivamentequeste posizioni hanno condottoall’instaurazione di un governodispotico che ha troncato lelibertà democratiche e negliultimi anni è giunto a patti con ipaesi imperialisti, specialmentequelli che oggi lo hannocombattuto e sconfitto. Questecondizioni dovevano essereaffrontate e risolte, in manierasovrana, dal popolo libico, senzala tutela e l’ingerenza dinessuno. Abbiamo sempre difeso ilprincipio di autodeterminazionedei popoli e lo riaffermiamo ora.Spetta ai lavoratori e al popololibico decidere il destino dellaLibia. Nulla giustifical’aggressione imperialista,l’assassinio di migliaia di esseriumani e quello del colonnelloGheddafi. Condanniamo questifatti mostruosi. Chiamiamo la classe operaia,tutti i lavoratori e i popoli, lagioventù a continuare la lotta perl’autodeterminazione dei popoli,per la liberazione nazionale esociale. Ottobre 2011Comitato di coordinamentodella ConferenzaInternazionale di Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML)

Page 8: Scintilla, novembre 2011

Si è svolta con successo a Madridla riunione plenaria dellaConferenza Internazionale diPartiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)......il plenum ha registratol’incapacità del capitale dirisolvere la crisi mondiale con idiversi mezzi che ha impiegatofinora. La disoccupazione e lamiseria colpiscono milioni dilavoratori, particolarmente igiovani e le donne, tanto nelleprincipali economie imperialistequanto nei paesi dipendenti. Iprogrammi e le politicheneoliberisti non risolvono le grandidifficoltà del sistema e tanto menola situazione della classe operaia edei popoli. Nuovi settori delle masselavoratrici e popolari si uniscononella lotta per i loro diritti: giovani,disoccupati, impiegati pubblici,migranti, difendono le conquisteacquisite attraverso decenni dibattaglie, sperimentano nuoveforme di lotta e di unità,apprendono preziose lezioni cheelevano il livello di coscienza diampie masse e si pongono obiettividi maggiore rilevanza contro ilcapitalismo; nei settori avanzati siprospettano gli obiettivi delsocialismo.L’idea che il peso della crisi devericadere sulla classe che l’haprovocata e non sulle sue vittime ègià un obiettivo ampiamentecondiviso, perfino un grido dilotta.... ....Particolare importanza haassunto la lotta dei popoli arabi. Ilavoratori, la gioventù e le donnehanno demolito, conmanifestazioni combattive e dimassa, odiose tirannie alleatedell’imperialismo, come èaccaduto in Tunisia e in Egitto;hanno acceso la miccia per azionirisolute delle masse lavoratrici inaltri paesi della regione comeBarhen, Yemen, Giordania,Marocco, Algeria…....Condanniamo decisamentel’intervento militare imperialista(di Francia, Gran Bretagna, degliUSA e della NATO) perpetratocontro la Libia, che ha comportatola devastazione del paese e ilmassacro di oltre 50.000 civili.......I paesi imperialisti, capeggiatidagli USA, pretendono di replicarel’aggressione militare in Siria e dalì puntare sull’Iran. Ancora unavolta approfittano delle giuste

aspirazioni e della lotta deilavoratori e della gioventù chevogliono conquistare lademocrazia e la libertà. Ilavoratori, i popoli e la gioventù,così come i rivoluzionari e icomunisti rifiutano questesciagurate intenzioni.Proclamiamo il diritto allaautodeterminazione dei popoli. Ildestino della Siria deve esseredeciso dai lavoratori e dallagioventù siriana. La guerra imperialista che devastal’Afghanistan, l’Irak e la Libia,sebbene provoca enormi atrocità esofferenze ai popoli, si statrasformando in un pantano per leforze militari occupanti chericevono seri colpi, inflittidall’eroica resistenza.Condanniamo l’aggressionemilitare imperialista e appoggiamofermamente la lotta control’occupazione.Difendiamo il dirittoall’autodeterminazione del popolopalestinese, la sua eroica lottacontro l’imperialismo e il sionismocosì come il suo diritto ad esserericonosciuto quale Stato dalleNazioni Unite.

Il cappio del debito estero continuaa gravare sullo sviluppo dei paesidipendenti e sulla situazione dellemasse lavoratrici. Enormi quantitàdi debito colpiscono ora gli stessiUSA, che recentemente hannosuperato il tetto imposto dalla lorolegislazione. Questa impossibilitàdi pagare è statamomentaneamente risolta conl’ampliamento “legale” dei limiti,a prezzo del taglio dei salari, dellepensioni, della salute edell’educazione, così come deglialtri servizi pubblici; tali misure siritorcono contro i capitalisti poichè

proiettano la recessionesu scala internazionale.In Grecia si pretende dirisolvere la bancarottaobbligando i lavoratoria pagare un vergognosodebito estero che crescea dismisura, sotto laveste degli aiuti. E’ undebito estero ingiusto eillegittimo, che non èstato contratto dailavoratori ed è statopagato molte volte. Perquesta ragione a tutte le latitudini ilavoratori, i popoli e i rivoluzionarilanciano con vigore la parolad’ordine di non pagare il debito. ....Lo sviluppo della lotta deilavoratori e dei popoli, laresistenza contro le conseguenzedella crisi, le rivendicazioni dilibertà e di democrazia che sisviluppano a diversi livelli in tutti ipaesi, metteno in luce ilprotagonismo e il ruolo dirigentedella classe operaia, esprimendo intutta la sua crudezza lacontraddizione fra capitale elavoro.......La perdita di prestigio delleistituzioni borghesi e delleburocrazie sindicali, e soprattuttola lotta della classe operaia, stannocontribuendo a smascherare la veranatura della democrazia borghese edegli organismi capitalisti, cosìcome dei suoi servi, gliopportunisti e i revisionisti.......Ai rivoluzionari proletari spettadi giocare un ruolo più dinamico:denunciare la naturadell’oppressione e dellosfruttamento, chiarire l’essenza diclasse dei conflitti, il ruolotraditore della burocraziasindacale, dell’aristocraziaoperaia, l’azione diversivadell’opportunismo e, soprattutto,contendere la direzionedell’organizzazione e delle lottedelle masse lavoratrici e dellagioventù. In questo processo è indispensabiledare impulso al sindicalismo diclasse, all’unità del movimentooperaio e sindacale, all’unitànell’azione e nelle proposteprogrammatiche. A partire dallaclasse operaia, dalle sue lotte,dobbiamo lavorare per l’unità delmovimento popolare, perl’aggregazione delle massecontadine, della gioventù, deipopoli e delle nazionalitàoppresse....

....Le condizioni per la lottarivoluzionaria dei lavoratori e deipopoli sono favorevoli e domanisaranno migliori. La situazioneattuale rende più evidente lanecessità della rivoluzione socialee gli importanti avvenimentisociali e politici dimostrano lapossibilità di organizzarla....Riaffermando l’internazionalismoproletario esprimiamo la nostrasolidarietà combattiva ai lavoratorie ai popoli che lottano in tutto ilmondo.Proletari di tutti i paesi, unitevi! Ottobre 2011Partito Comunista d’AlbaniaPartito Comunista Rivoluzionario(Brasile)Partito Comunista RivoluzionarioVoltaico (Burkina Faso)Partito Comunista degli Operai diDanimarcaPartito Comunista del Lavorodella Repubblica Domenicana Partito Comunista MarxistaLeninista dell’EcuadorPartito Comunista degli Operai diFranciaOrganizzazione per la costruzionedi un Partito Comunista degliOperai di GermaniaOrganizzazione per laricostruzione del PartitoComunista di Grecia (1918-1955)Partito del Lavoro dell’Iran(Toufan) Piattaforma Comunista (Italia)Via Democratica (Marocco) Partito Comunista del Messico(marxista-leninista) Partito Comunista di Spagna(marxista-leninista) Partito Comunista degli Operai diTunisiaPartito Comunista Rivoluzionariodi Turchia Partito Comunista MarxistaLeninista del Venezuela

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

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XVII Plenum - Risoluzione generale (ampi stralci)