Scintilla, aprile 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Aprile 2012 1 euro Scintilla Bersani e i cazzotti Bersani comincia a rendersi conto dello stato d'animo giustamente esasperato di quelle centinaia di migliaia di operai e di lavoratori che, con la riforma Monti- Fornero e con la pratica vanificazione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rischiano di essere licenziati senza tutele e di perdere il posto di lavoro senza speranza per il futuro. A Lisbona ha detto: «Io sono fermato per strada, e mi si chiede conto dell'azione di governo». Non se l'aspettava? E' il PD, e lui in prima persona, che ha votato in Parlamento il governo dei tecnici e dei professori, e che continua a dargli il suo appoggio in combutta col partito di Berlusconi e con quello di Casini. E’ il PD che, assieme al PDL e all’UDC, ha sostenuto la controriforma delle pensioni, che ha lavorato con i suoi “esperti” per trovare la forma più adatta allo svuotamento delle tutele previste dall’articolo 18. E’ il PD che, con la Lega Nord e le destre, sostiene il progetto dannoso, costoso e devastatore dell’ambiente noto come TAV. Non è il PD, ma sono i delegati di base FIOM, della CGIL, dei sindacati conflittuali, perfino della CISL e della UIL, che, assieme ai comunisti, stanno mobilitando i lavoratori in tutto il paese, raccogliendo ed estendendo la spinta venuta dagli scioperi spontanei e dalle manifestazioni combattive che si sono spinte fino all'occupazione di alcune fabbriche. Bene hanno fatto gli operai a portare le proteste e gli slogan sotto le sedi del PD, come è successo in alcune città, rimproverando a questo partito di aver preso posizione a fianco di un governo che sta facendo peggio di quello di Berlusconi. La crisi accelera il processo di radicalizzazione delle masse lavoratrici. Bersani è nei guai, balbetta e straparla. A Lisbona ha detto: «O politici e tecnici convincono insieme il paese, o sotto la pelle del paese ce n'è abbastanza e prendere a cazzotti politici e tecnici». Giustissimo. Bersani è il dirigente di un partito che sostiene lo sfruttamento capitalistico e i privilegi di classe. Per sviluppare la lotta contro il capitalismo le masse operaie devono mettere alle corde e mandare al tappeto questi dirigenti e il loro codazzo. per per mandarli mandarli tutti a tutti a casa! casa! La classe operaia è pronta

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Organo di espressione di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Aprile 2012

1 euro

ScintillaBersani

e i cazzottiBersani comincia a rendersi conto dellostato d'animo giustamente esasperato diquelle centinaia di migliaia di operai e dilavoratori che, con la riforma Monti-Fornero e con la pratica vanificazionedell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori,rischiano di essere licenziati senza tutele edi perdere il posto di lavoro senza speranzaper il futuro. A Lisbona ha detto: «Io sono fermato perstrada, e mi si chiede conto dell'azione digoverno». Non se l'aspettava? E' il PD, e lui in primapersona, che ha votato in Parlamento ilgoverno dei tecnici e dei professori, e checontinua a dargli il suo appoggio incombutta col partito di Berlusconi e conquello di Casini. E’ il PD che, assieme al PDL e all’UDC, hasostenuto la controriforma delle pensioni,che ha lavorato con i suoi “esperti” pertrovare la forma più adatta allo svuotamentodelle tutele previste dall’articolo 18.E’ il PD che, con la Lega Nord e le destre,sostiene il progetto dannoso, costoso edevastatore dell’ambiente noto come TAV.Non è il PD, ma sono i delegati di baseFIOM, della CGIL, dei sindacaticonflittuali, perfino della CISL e della UIL,che, assieme ai comunisti, stannomobilitando i lavoratori in tutto il paese,raccogliendo ed estendendo la spinta venutadagli scioperi spontanei e dallemanifestazioni combattive che si sonospinte fino all'occupazione di alcunefabbriche. Bene hanno fatto gli operai a portare leproteste e gli slogan sotto le sedi del PD,come è successo in alcune città,rimproverando a questo partito di aver presoposizione a fianco di un governo che stafacendo peggio di quello di Berlusconi.La crisi accelera il processo diradicalizzazione delle masse lavoratrici.Bersani è nei guai, balbetta e straparla. ALisbona ha detto: «O politici e tecniciconvincono insieme il paese, o sotto la pelledel paese ce n'è abbastanza e prendere acazzotti politici e tecnici». Giustissimo.Bersani è il dirigente di un partito chesostiene lo sfruttamento capitalistico e iprivilegi di classe. Per sviluppare la lottacontro il capitalismo le masse operaiedevono mettere alle corde e mandare altappeto questi dirigenti e il loro codazzo.

perpermandarlimandarli

tutti atutti acasa! casa!

La classeoperaia è

pronta

Scintilla

La controriforma del mercatodella forza-lavoro, con l’attaccoall’art. 18, ha dimostratoincontestabilmente il ruolopolitico del governo Monti.Ci troviamo di fronte ad ungoverno, espressione delcapitale finanziario, di carattereantioperaio, antidemocratico ereazionario, che porta avanti lastessa politica neoliberista delgoverno Berlusconi, con metodid’assalto e a forza di diktat edaccordi di fatto separati.II suo obiettivo è salvaguardaregli interessi dell’oligarchiaparassitaria, scaricando la crisicapitalistica interamente sullespalle della classe operaia edelle masse popolari.L’offensiva del capitale vaassumendo forme più acute. Ilgoverno Monti, con la decisionedella pratica vanificazionedell’art. 18 (da tempo richiestada UE, BCE e FMI), vuolefacilitare i licenziamenti dimassa nel contesto di unaprolungata crisi disovrapproduzione relativa,ridurre la copertura degliammortizzatori sociali,estendere il precariato. La “riforma” è contro la classeoperaia; serve ad aumentare losfruttamento, i ricatti, lediscriminazioni, impedire la suaorganizzazione di classesindacale e politica. La situazione attuale vede legravi responsabilità politichedei liberal-riformisti del PD,che ha permesso la nascita esostiene le manovre di ungoverno che sta realizzandoquello che Berlusconi non èriuscito a fare.Regista e puntellatore delgoverno Monti - e del suoprogetto antioperaio, è “Re”Giorgio Napolitano, massimogarante degli interessi delcapitale monopolistico nelnostro paese. Con la sua azionesta evidentemente aprendo lastrada al presidenzialismoautoritario. Un’operazione cheviene da lontano.

La risposta di classe e iltentativo di bloccarlaDi fronte al brutale attacco allapropria condizione e ai propridiritti, in questi giorni la classeoperaia sta dando una prima,

combattiva risposta. Decine dimigliaia di operai, delegati RSUcombattivi, sindacalisti classistidelle fabbriche e dei cantierihanno incrociato le bracciasenza attendere il “via libera”dalla burocrazia sindacale e –perlopiù - in modoindipendente. Si stannosvolgendo decine e decine discioperi, manifestazioni,occupazioni e blocchi in varieregioni italiane. Il fronte operaio si sta manmano allargando, e spesso aglioperai iscritti alla FIOM e aisindacati di base, si aggiungonogli operai degli altri sindacati onon sindacalizzati. Scatenandolo sciopero e le manifestazionidi strada questi settori delproletariato si sono posti allatesta del movimento di tutti glisfruttati.Grande è la disponibilità dellaclasse operaia alla lotta e ladeterminazione a portarla avantinel modo che le è proprio. Ma icapi riformisti e liberali delmovimento operaio si sonodimostrati ancora una voltaindegni di tanta generosità, ditanto coraggio.Bersani e soci, spaventati dallacrescente opposizione operaiaal governo Monti, cercano dibloccare le lotte spargendoillusioni sulle possibilità di“correttivi” alla controriformain un Parlamento asservito ai

monopoli e sordo alle necessitàdei lavoratori. I vertici confederali CGIL siaggrappano alla imbelle lineadel PD. Se a parole dicono divolere la difesa dell’art. 18,dall’altra, in concreto, sonodisponibili a cedere sulla suaintegrità e inderogabilità, nonsupportano a dovere le lotte diquesti giorni, ritardano lamobilitazione, rimandano allafine di maggio lo scioperogenerale, politicamente deboleperché non imperniato sulrifiuto dell’intera controriformae del governo che l’ha varata, eben si guardano dal portare laprotesta operaia sotto PalazzoChigi. Vorrebbero farcimuovere a giochi fatti: ai capidella CGIL interessa, più che lasorte degli operai, sostenere ilPD.Ancora una volta i riformisti e isocialdemocratici dimostrano laloro funzione di sostegnosociale della borghesia nella sualotta contro il proletariato. Lastessa controriforma delmercato della forza-lavoro el’attacco all’articolo 18 nonnascono dal nulla: sono ilrisultato di decenni di cedimentie arretramenti della classeoperaia, dovuti in primo luogoal tradimento dei dirigentiopportunisti e dei capi sindacali.Oggi, alla luce del vergognosoatteggiamento del PD si sta

consumando la frattura fra laclasse operaia, liberal-riformistie sindacalisti complici. Questo èun fatto significativo, ma perpoter avanzare sul terrenopolitico, è necessario superarela debolezza, la dispersione e laconfusione ideologica cheancora caratterizza gran partedel movimento operaio epopolare, a causa delle sconfittesubite, di anni di passività earretramenti. Questo è il nododa sciogliere nella lotta che ciattende.

Ci vuole il fronte unico di lottadel proletariatoPer opporsi in modo vincente alcapitale finanziario, per risalirela china, la classe operaia ha inprimo luogo la necessità dimettere in campo tutta la forzadi cui dispone. Solo così potràgettarsi nella lotta senzaquartiere contro gli sfruttatori eil loro governo in manieravincente, facendo pagare ilprezzo politico più alto alledestre, ai riformisti, ai verticisindacali collaborazionisti.Nella lotta va realizzato il fronteunico del proletariato, l’unità diazione dal basso degli operai ditutte le tendenze. Costruiamocomitati operai di sciopero, diagitazione, etc. su vasta base,per ampliare la partecipazionedelle masse alla lotta e far

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avanzare la linea di classe.Diamo vita ad assemblee didelegati eletti dalla base perportare avanti la battagliarompendo i legami con laburocrazia sindacale.Definiamo una piattaforma dilotta di tutte le forze che sirifiutano di pagare la crisi e idebiti del capitalismo,imperniata sulla difesaintransigente dei nostriinteressi, concentrandoci sualcuni obiettivi economici epolitici:Nessuna deroga o modifica

all’art. 18, che dev’essere estesoa tutti i lavoratori. Abolizionedell’art. 8 della Finanziaria.Nessun licenziamento deve

passare. Difendiamo con la lottail posto di lavoro, i nostri diritti,il CCNL. Basta sfruttamento,precariato e miseria.Vogliamo i salari aumentati, il

reddito ai disoccupati.Reintroduzione delle pensioni

di anzianità.Tassazione fortemente

progressiva su profitti, rendite,interessi, redditi, patrimoni.

Se il governo Monti non ritirala “riforma” deve cadere!Per organizzare la risposta è

necessaria la massima unità diclasse, battendo tutte leposizioni, siano essecollaborazioniste o radical-opportuniste, che vi sioppongono. La mobilitazione di massadev’essere il più possibilepartecipata e combattiva, devesvilupparsi decisa edininterrotta, nelle fabbriche enelle piazze, con tutte le formedi lotta proprie della classeoperaia, compresal’occupazione delle fabbriche.Di fronte al banditismo socialedel governo Monti (messo insella da Napolitano eappoggiato da Marchionne), edell’UE dei monopoli, nonfacciamoci fregare da qualcheemendamento “camomilla”.Utilizziamo tutte le occasioniper lottare a fondo e far crescerenelle masse la consapevolezzadelle cause dei problemi cheviviamo. Continuiamo esviluppiamo il più possibile lamobilitazione dal basso.Mettiamo all’angolo i dirigentidella CGIL esigendo laproclamazione immediata dellosciopero generale di tutte lecategorie con manifestazione a

Roma, portando in piazza tutticoloro che sono colpiti dallacrisi capitalistica.Organizziamo un 25 Aprile e unPrimo Maggio di lotta!Basta con le illusioni. “Ildialogo sociale” è una farsa e ilperiodo della concertazione èfinito. Lo ha detto lo stessoMonti, ma devono ancoracomprenderlo ampi settori dellaclasse operaia, perriorganizzarsi e agire come uncompatto blocco di classe.

Per un’uscita rivoluzionariadalla crisi capitalisticaDiventa ogni giorno piùevidente la necessità che ilmovimento operaio compia unsalto di qualità. La realtà dimostra che i mali delcapitalismo sono incurabili.Questo sistema non ha più nullada offrire alle masse lavoratrici,se non miseria, reazionepolitica, guerre di rapina. Se ilavoratori non riusciranno araccogliere le loro forze, perrispondere all’attacco e metterein discussione il dominioborghese, la situazione diverràancora più grave. Per questo diciamo che con la

lotta di massa occorre aprire lastrada ad un’alternativa dirottura rivoluzionaria,un’alternativa di potere operaioe popolare.Non siamo condannati alanguire in un sistema fallito.Non è vero che non esistealternativa. Un governo operaio che nascadalla lotta di classe deglisfruttati e degli oppressi, cheabbia l’appoggio dei loroorganismi di massa, può aprirela strada all’unica prospettivapositiva per i lavoratori: unasocietà in cui sia abolito losfruttamento, in cui laproduzione e la distribuzionesiano pianificate, in cui i mezzidi produzione e di scambiosiano in mano alla collettività,in cui il consumo sia gestitosocialmente, in cui il poterepolitico sia saldamente nellemani della classe operaia.Di qui la necessità di affrontarela questione del Partitorivoluzionario e indipendenteche nasca dal seno stesso dellaclasse operaia. Operai avanzati, sincericomunisti, non perdiamo altrotempo, organizziamoci!

Scintilla 3

I nodi vengono a l pett ineE' stata, dunque, varata la«riforma Monti-Fornero delmercato del lavoro», cioè lacontroriforma distruttiva di queltanto che ancora rimane, inItalia, delle conquiste deilavoratori e dello Stato sociale:una «riforma» che toglie letutele a chi le ha senza darenulla a chi non ce l'ha.

Gli operai e i lavoratori sono inlotta in tutto il paese per opporsidecisamente a questo brutaleattentato ai loro diritti. Monti vain Cina e in Giappone - comeprima era stato in Europa - perassicurare ai capitalisti e aifinanzieri di quei paesi cheadesso possono investire contranquillità i loro capitali in

Italia perché i nostri operaipossano essere sfruttati e poilicenziati senza difficoltà.E Bersani? Beffato e preso ingiro nell'incontro a quattroAlfano-Casini-Bersani-Monti(l'incontro fra «Qui-Quo-Qua ezio Paperone», come qualcunolo ha spiritosamente definito),nel quale gli fecero credere che«il governo si sarebbe speso pertrovare un buon accordo»,adesso cerca di salvare la facciainvocando l'azione correttivadel Parlamento. «O si cambia, oil Parlamento può chiudere» -ha detto. Non ha capito che chi«ha chiuso» veramente èproprio lui.La situazione è drammatica pergli operai, i disoccupati, igiovani precari; ma essa li metteormai di fronte a degliinterrogativi a cui non possono

più sfuggire. Possono avereancora fiducia nel Capo delloStato, nel Parlamento, neigoverni - politici e o «tecnici» -della borghesia che fanno sologli interessi dell'oligarchiafinanziaria, nei partiti politici«riformisti» che accettano solo«riforme» antioperaie?«Tutto è illusione fuorché ilpotere», ha detto una voltaLenin con la più dura chiarezza.I lavoratori cominciano, sia purlentamente, a capire che «cosìnon si può più andare avanti»,che il potere deve passare nelleloro mani strappandolo allaborghesia. E, perché ciò siapossibile, bisogna dare fiduciaai comunisti, unirsi ai comunistiche non hanno tradito la causarivoluzionaria, e ricostruire -insieme a loro - il Partitocomunista del proletariato.

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Via il governo reazionario di Monti e Napolitano Via il governo reazionario di Monti e Napolitano (segue da pagina 2)

Scintilla4

Secondo una stima dellaCorte dei Conti, la pressionefiscale in Italia è stata nel2011 del 42,5 % del PILnazionale, e per il 2012 èprevisto un incremento del2,5 %. Totale: una pressionedel 45 %, un livello enorme.Ma, secondo un'analisi degliartigiani della Cgia diMestre, tenuto conto che ilnostro PIL include anche lacifra imputabileall'economia sommersa, ilprelievo reale sarà del54,5%: un vero recordstorico. E a pagare davvero saranno,come sempre, gli operai e glialtri salariati, visto che gliimprenditori nel nostropaese dichiarano diguadagnare meno deilavoratori dipendenti eseicentomila possessori dienormi portafogli finanziaridichiarano un fico secco.Contrariamente a quantosbandierato dai mass media,il governo Monti ha operatosulla fiscalità secondo unpreciso criterio di classe. Leimposte, infatti, sono stateaumentate ai lavoratorisalariati e diminuite alle

imprese. Così, mentrel’Irpef è sempre menoprogressiva (solo 5scaglioni), le imposteindirette (IVA, Imu, accisesulla benzina, sono semprepiù regressive. E i grand commis dello Statoitaliano? E i managers dellebanche e delle impresecapitalistiche? Secondoalcuni calcoli , l' importocomplessivo dei compensidell'amministratore delegatodella Fiat SergioMarchionne può arrivareoggi - compresi i bonusazionari - a 100 milioni dieuro, pari al salariocomplessivo di 2.600 operai.Questi signori faranno ancheloro qualche sacrificio, inquesti tempi di crisi? Macerto! Si prevede una…qualche riduzione dei loroenormi compensi. In Germania ci stanno giàpensando. Saranno stipulatidei patti, e, per esempio, idirigenti della BMV, lagrande casa automobilisticatedesca, non potrannoguadagnare più di 30 voltequanto guadagna un operaioaddetto alla catena di

montaggio. La disuguaglianzamoltiplicata per trenta, manon di più, segno che alcunisettori di borghesiacomprendono i rischi deltirare troppo la corda.«E' necessaria» - ha detto ilPresidente Napolitano in unasua recente esternazione -«una visione aperta allemodifiche e alle esigenze dirinnovamento ormaimature». Giureremmo chefra le «modifiche» cheauspicava c'è anche quellache mira a vanificarel'articolo 18.Ma noi lo prendiamo in

parola: sì, un «rinnovamentoè ormai maturo», quello checonsiste nello spazzar via ilsistema capitalistico, con ilsuo infame sfruttamento deilavoratori, con le sue semprepiù macroscopicheingiustizie sociali cherendono ogni giorno piùinvivibile la vita.Via Monti e il suo governodi professori e di banchieriimposti dall’oligarchiafinanziaria! E' necessario un governodegli operai e di tutti glisfruttati che apra la stradaalla rivoluzione proletaria eal socialismo!

La crisi e il peso che dobbiamo sopportare

Disoccupazione giovanile, piaga del capitalismoLa ricerca di un lavoro è undramma per milioni di giovani.I dati ISTAT sono sempre piùnegativi. La disoccupazione giovanile siattesta al 31%. E’ la cifra piùalta in Europa, dopo la Spagna.Nei primi 9 mesi del 2011,rispetto alla fascia di età tra i15 e i 29 anni, sono andatibruciati 80.000 posti di lavoro. Un’intera generazione vienelasciata nella miseria e nelladisperazione. Una generazioneper la quale la classe dirigente,compresi i partiti riformisti e ivertici sindacali, stapreparando nuove misure di

macelleria sociale: ladiminuzione delle garanzie,con lo svuotamentodell’articolo 18 e dei diritti,l’estensione del precariato edell’apprendistato - in cambiodel miraggio diun’occupazione - e un inauditopeggioramento dellecondizioni di vita e di lavoro. Non solo. Queste sanguisugheinsultano i giovani ad ognioccasione, offese che lelacrimucce di coccodrilla dellaministra Fornero non possonocerto lavare. Sappiamo bene che questaclasse politica e il sistema che

rappresenta nonpossono, nev o g l i o n o ,alleviare lac o n d i z i o n emiserevole dellagioventù. Chemirano asacrificare igiovani lavoratoriprecari, gli

studenti, i giovani disoccupatie alla ricerca diun’occupazione, sull’altare delprofitto per salvare il sistemacapitalista dalla crisi. La disoccupazione giovanile èuno degli aspetti più odiosi delsistema capitalista, un sistemache non può assicurare allenuove generazioni nient’altroche un futuro di inattivitàforzata e di maggiorsfruttamento per i pochi cheriescono a trovare un lavoro. Il capitalismo significa per igiovani la mancanza certa di unfuturo sicuro e degno di esserevissuto.Padroni e politicanti si illudonoperò se pensano che possonorealizzare facilmente e con lapace sociale i loro progetti. Da alcuni anni, a livellointernazionale, e anche nelnostro paese, i giovanidisoccupati vannomobilitandosi eorganizzandosi, sviluppanolotte sempre più decise contro

una società che non sa piùoffrire loro alcuna opportunità.Si uniscono con convinzionealla classe operaia e agli altrilavoratori, con i giovaniprecari, gli studenti, con isettori popolari colpiti dallacrisi e che resistono all’attaccodella oligarchia finanziaria. La lotta contro ladisoccupazione della“generazione senza futuro”, labattaglia per un lavoro sicuro edecente per tutti, devonocostituire punti essenziali diuna piattaforma di lottaeconomica e politica per ladifesa intransigente el’affermazione dei nostriinteressi di classe. Ciò però non basta. Essa deveessere consapevolmente unitaalla lotta generale contro ilsistema capitalista. Un sistemache ha fatto il suo tempo, cheva abbattuto e sostituito con unnuovo e superiore sistemasociale in marcia verso ilcomunismo.

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Scintilla 5

Lottiamo in difesa dei bisogni immediati dei lavoratoriaprile 2012

Chiamiamo gli operai, idisoccupati. i lavoratori oppressi, igiovani e le donne del popolo aintensificare il livello delle lotte ela loro combattività, perrespingere l’offensiva reazionariadel capitalismo finanziario e dellesue istituzioni nazionali esovranazionali, per otteneremisure concrete e urgenti volte ae migliorare le condizioni dilavoro e di vita.Gli sfruttati non sono iresponsabili della crisi e dei debiticapitalisti e non devono pagarli.Che paghino i padroni, i ricchi, iparassiti! Per far ciò è necessario svilupparela più energica mobilitazione,rompendo gli argini posti dagliopportunisti e dalla burocraziasindacale, approfittando di ognioccasione per scatenare la lotta. Di fondamentale importanza è larealizzazione di un fronte unico dilotta che abbia come punto dipartenza un programma di difesaintransigente degli interessieconomici e politici delproletariato e si basi su organismiespressi dagli stessi lavoratori.Realizziamo l’unità nella lottacontro lo sfruttamento e lamiseria, i licenziamenti e ladisoccupazione, contro il sistemacapitalista, contro il poterepolitico della borghesia, perl’alternativa di potere operaio epopolare!

Ecco dunque le nostrerivendicazioni immediate che siscontrano frontalmente con larealtà politica ed economicaattuale, sulle quali chiamiamoall’unità e alla lotta.

Contro l’offensiva capitalista,per il miglioramento dellecondizioni di vita e di lavoro � Blocco dei licenziamenti,nessuno deve perdere il posto dilavoro, nessuno stabilimento deveessere chiuso, lavoro per tutti.� Nessuna modifica all’art.18, che dev’essere esteso a tutti ilavoratori. Abolizione dell’art. 8della Finanziaria e delle altre leggiche eludono lo Statuto deilavoratori. � Aumenti veri e certi di

salari e pensioni, completamentedetassati. Reintroduzione dellascala mobile per salari e pensioni.Difesa dei CCNL, senza deroghe. � CIG al 100% e senzalimiti temporali per tutti ilavoratori a spese dei padroni edello Stato in caso di sospensioneo riduzione della produzione.Separazione dell’assistenza dallaprevidenza nel bilancio INPS. � No ai tagli alle pensioni,alla sanità, all’istruzione, aiservizi sociali, agli enti locali.Abolizione del sistemacontributivo, ripristino delretributivo e delle pensioni dianzianità: 35 anni per gli operai. � Abolizione del precariatoin tutte le sue forme. Un lavororegolare e stabile per tutti.� Riduzione dell’orario dilavoro senza decurtazioni disalario, per l’occupazione.Reddito minimo garantito aidisoccupati.� No a lavoro nero esubappalti, sicurezza nei luoghi dilavoro, arresto per i padroni cheviolano le norme. Cancellazionedelle norme salva-padroni nellasicurezza sul lavoro � Colpire l’evasione e lefrodi fiscali, blocco e sequestrodei capitali evasi, delle proprietàdei corrotti, dei ladri, dei mafiosi;abolizione del segreto bancario ecommerciale; divieto dellaspeculazione edell’intermediazione finanziaria eparassitaria. � Tassazione fortementeprogressiva su profitti, rendite,interessi, redditi, patrimoni,consumi di lusso. Abolizionedello scudo fiscale. Restituzionefiscal drag. Maggiori detrazioni enetta diminuzione delle tasse perlavoratori dipendenti, pensionati,parasubordinati. � Riduzione delle tasse,specie sui carburanti, eagevolazioni per piccolicontadini, allevatori, artigiani,pescatori, piccoli esercenti. � Nessun finanziamentoagli industriali, ai banchieri, alVaticano, alle scuole e alla sanitàprivata. � Abolizione di stipendi,vitalizi e pensioni d'oro di

manager, parlamentari,amministratori. Divieto dicumulo. Riduzione del 50% delnumero dei parlamentari e degliamministratori pubblici.Abolizione auto blu.� Aumento della spesasociale per l'occupazione, lacultura e il riassetto del territorio.L’abrogazione dellacontroriforma Gelminidell’istruzione. No alleprivatizzazioni, alla TAV, agli F-35 e agli elicotteri dacombattimento. � Abbattimento delle tariffedi luce, acqua, gas, telefonia,trasporti, per operai, lavoratori,disoccupati, studenti, pensionati alminimo. Sanità e istruzionecompletamente gratuite.Abrogazione ticket.� Requisizione eassegnazione delle case sfittedegli enti ecclesiastici e di societàpubbliche e private ai senza casa eai senza lavoro, a prezzi popolari;blocco sfratti e mutui per lefamiglie in difficoltà.

Contro la reazione politica, perla difesa e l’estensione dei dirittie delle libertà dei lavoratori� Nessuna limitazione allalibertà di sciopero, di assemblea,di organizzazione, dimanifestazione, di stampa per ilavoratori. Cancellazione di tuttigli accordi separati e libertà dirappresentanza sindacale e di votonei luoghi di lavoro. I diritti e lelibertà dei lavoratori non sitoccano!� Divieto degli accordiseparati; su accordi e contrattidevono decidere i lavoratoriinteressati.� Basta con la repressione

antioperaia e i licenziamentipolitici.� Diritto di soggiorno per irichiedenti, regolarizzazione deilavoratori migranti, ritiro del“pacchetto sicurezza”, chiusuradefinitiva dei CEI, no airespingimenti e alle espulsioni.Stessi diritti per tutti.� Abrogazione del Codicefascista Rocco, delle leggiemergenziali e di quelle “adpersonam”.� Abrogazione della leggeelettorale, non per tornare al“Mattarellum”, ma per ilproporzionale puro e senzasbarramenti� Scioglimento delleorganizzazioni fasciste e chiusuradei loro covi; autodifesaproletaria.� Castigo per torturatori,assassini di stato e preti pedofili.� Libertà per gli attivistipolitici, sindacali e sociali, colpitidalla repressione perché hannolottato contro i governi borghesi ei loro provvedimenti antipopolari.

Contro i pericoli di guerra, perla solidarietà internazionale conle lotte della classe operaia e deipopoli � Ritiro immediato di tuttele truppe all’estero; drasticariduzione delle spese militari afavore di quelle sociali e per idisoccupati. Via le basi USA eNATO dall’Italia. Fuori l’Italiadalla NATO e dall’UE. No alleingerenze e agli interventi militariimperialisti. Solidarietà eappoggio diretto e risoluto allelotte operaie e dei popoli control’imperialismo e le cricchereazionarie;

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Piattaforma Comunista (PC) èun’unione volontaria emilitante di comunisti chehanno la stessa concezione delmondo, condividono i principidel comunismo e assumono ilmarxismo-leninismo comeguida per l’azione. Compito principale di PC è faravanzare il processo dicostruzione del Partitocomunista del proletariatod’Italia, strumentoindispensabile per dirigere ilproletariato alla conquistarivoluzionaria del poterepolitico, all’instaurazione delladittatura del proletariato e allacostruzione del socialismo,prima fase della societàcomunista.PC concepisce il partito qualereparto di avanguardia,organizzato e cosciente, di unasola classe sociale: ilproletariato.

Per realizzare il suo compitoprincipale PC si pone da subitocome distaccamento delMovimento ComunistaInternazionale, la cui più altaespressione è attualmente laConferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML),applicando il principiod e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario. Possono essere membri di PCtutte le persone di almeno 16anni di età, che non vivanodello sfruttamento del lavoroaltrui, che accettino le premesseideologiche che guidano la suaattività, il Programma politico eil Regolamento, prendano parteattiva per realizzarli, lavorandoin una delle sue organizzazioni,portando avanti le decisioni eversando regolarmente le quotestabilite. Compagni, organizziamoci!

Come utilizzare la stampa comunistaUn aspetto fondamentaledell’infaticabile lavoro deicomunisti è quello dellapropaganda. Si pone quindi il problema dicome utilizzare la nostrastampa.In primo luogo, la stampacomunista va letta e studiataapprofonditamente perinformarsi ed educarsipoliticamente. In secondo luogo, va utilizzataper sviluppare i più vasticontatti fra le masse sfruttate eoppresse; un buon modo èquello di stampare la versionepdf di Scintilla e di veicolarla

così nei posti di lavoro, fra icompagni e gli amici, perraccogliere le loro opinioni estabilire legami diretti. In terzo luogo, va diffusa nelmodo più ampio ed agilepossibile per estendere il suoraggio di influenza. Ladiffusione, ovviamente, puòessere svolta anche tramiteemail. Ad esempio, comehanno fatto alcunisimpatizzanti, si può aprire unacasella di posta elettronica,inserire in rubrica più contattipossibili della località in cui sivive e lavora, così da diffondererapidamente nella zona tutte le

pubblicazioni (giornale,volantini, comunicati, etc.) chevengono prodotti a livellocentrale. In quarto luogo, la nostrastampa va adoperata perl’agitazione a voce, perprodurre manifesti e volantininelle fabbriche, nei luoghi dilavoro, nei quartieri, nellescuole, etc. In quinto luogo, ma non menoimportante, la stampa vautilizzata per cercare ilnecessario appoggioeconomico, abbonamenti esottoscrizioni, che vannoprontamente centralizzati. Questi aspetti del lavoro didiffusione non hanno uncarattere tecnico, ma svolgonodue funzioni complementari:quello dell’ampliamento delnostro contatto e della nostrainfluenza fra le masse, in primoluogo la classe operaia, e quellodella sistematica costruzionedell’impalcatura indispensabileper il lavoro rivoluzionario.

Un giornale comunista, infatti,non è solo un punto di partenzadella diffusione delle nostreidee, un educatore e unpropagandista collettivo, maanche uno strumento diorganizzazione. Perciò, non èsufficiente limitarsi al ruolo didiffusori: bisogna diveniremilitanti!

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Editore Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 5.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Lenin e il ruolo del giornale Attraverso il giornale e con ilgiornale si formeràun'organizzazione permanente,che si occuperà non soltanto dellavoro locale, ma anche dellavoro generale sistematico, cheinsegnerà ai suoi membri aseguire attentamente gliavvenimenti politici, a valutarnel'importanza e l'influenza suidiversi strati della popolazione,a elaborare quei metodi chepermettono al partitorivoluzionario di esercitare lasua influenza sugli stessiavvenimenti. Lo stesso compitotecnico di assicurare al giornaleun regolare rifornimento di

materiale e una regolarediffusione costringerà a creare.una rete di fiduciari locali delpartito unico, fiduciari chedovranno mantenersi in contattovivo gli uni con gli altri,dovranno conoscere lasituazione generale, abituarsi adeseguire regolarmente. una partedel lavoro per tutta la Russia, asaggiare le loro forzeorganizzando ora questa oraquell'azione rivoluzionaria.Questa rete di fiduciari saràl'ossatura dell'organizzazioneche precisamente ci occorre.(Lenin, “Da che cosacominciare?”)

I giorni 27, 28 e 29 aprile èprevista la celebrazione del IICongresso della GioventùComunista di Spagna (marxista-leninista). In queste giornateconcluderemo a Madrid un lavorodi dibattito, di emendamenti e diattività a tutti i livellidell'organizzazione che abbiamoda poco formato.

Il Congresso è caratterizzatodall'avanzamento del nostrolavoro di massa,fondamentalmente nel movimentostudentesco, e dallasistematizzazione delle nostreesperienze di direzione politica edall’approfondimento politico-ideologico della nostraorganizzazione, in lotta contro letendenze dissolutrici che attentanoall'organizzazione rivoluzionariadella gioventù. Vogliamo costruirel'organizzazione di lotta dellagioventù! Per noi, questo II Congresso siinquadra in un periodo nel qualel'oligarchia ha sferrato una guerradi classe contro i lavoratori e lagioventù. Perciò, i dibattiti delnostro Congresso hanno comeoggetto quello di essere utiliall'avanzamento delle forme dilotta e di organizzazione dellagioventù, per rispondere allaguerra scatenata dall’oligarchiafinanziaria e padronale contro ilpopolo.Questo Congresso ha due obiettivifondamentali: 1. Avanzare versol'organizzazione di lotta dellagioventù, orientata versol'intervento politico tra le masse.Tutti i nuclei della JCE (m-l)dovranno essere orientati verso illavoro tra le masse, garantendo la

necessaria centralizzazione el'iniziativa di ogni nucleo. 2. Avanzare nel nostro lavoro nelmovimento studentesco,dibattendo i cambiamenti operatinei centri di studio, gliavanzamenti nel seno di questomovimento ed i nostri compiti peril prossimo ciclo politico. Ora tocca sviluppare ampiamenteil dibattito del nostro Congresso,raccogliere le opinioni e levalutazioni dei settori più avanzatidella gioventù, nonché svilupparediverse attività per farci conoscere.Si apre un periodo favorevole allacrescita, legato alla lotta di classeche si sviluppa nella società eorientato al rovesciamento dellamonarchia e del capitalismo. La gioventù sta soffrendo un tassodi disoccupazione del 46%; il 20%dei giovani con contratto a tempodeterminato ha perso il lavoro; letasse universitarie hanno avutospettacolari impennate negli ultimianni; hanno alzato le barriere pera c c e d e r eall'educazionesuperiore; leofferte diimpiego pubblicosi sono ridotte azero; le strategied iprivatizzazionenei servizipubblici e

specialmente nell'Università(EU2015) si sono rafforzate, edanche i tagli nella scuola media, alLiceo e alla FP. Un panorama pernulla favorevole che esige la lotta.Ma non basta lottare: abbiamobisogno di strumenti, di attrezziche ci permettano di essere efficacinella lotta. La JCE (m-l) vuole essere uno diquesti strumenti. Perciò,incoraggiamo tutti i giovani checredono nella necessità dicambiare la società affinchè siuniscano al nostro dibattito;incoraggiamo gli attivisti giovanilioperai e studenteschi a prenderecontatti con noi, ed a tutti i giovania rafforzare la corrente dicambiamento che aspiriamo arappresentare. Per tutto ciò, il nostro II Congressosi pone come obiettivo che ilfuturo sia effettivamente nostro. Al lavoro!Comunicato della JCE(M.L)

Scintilla 7

E’ in preparazione il XXIIICampeggio Internazionaledella Gioventù Antifascista eAntimperialista, chequest’anno si svolgerà dal 4all’11 agosto a Caracas, inVenezuela. Nelle organizzazioni giovanilie studentesche di numerosipaesi si sta già sviluppando,con entusiasmo e dinamismo,il lavoro che porterà migliaia diragazze e ragazzi dei cinquecontinenti a incontrarsi, adiscutere, ad educarsi, adorganizzarsi nello spiritodell’internazionalismo, dellalotta allo sfruttamentocapitalista, alle guerrebrigantesche, al fascismo, alrazzismo.Sono state formate 14commissione di lavoro che

cureranno tutti gli aspetti dacui dipende il successodell’evento.Il Campeggio quest'annoassume caratteristicheparticolari, poiché si realizza inuna fase di acutizzazione dellacrisi capitalistica, che vedel’intensificazione della lotta diclasse. Sono proprio i giovani sfruttatie oppressi a sventolare lebandiere del socialismo, dellalibertà dei popoli oppressi edell'autodeterminazione, atrovarsi in prima fila nella lottacontro un sistema parassitario emoribondo. Senza dubbio il XXIIICampeggio darà un contributoimportante alle lotte che lagioventù proletaria e popolareportano avanti.

Questo importanteavvenimento segnerà una fasedi lotta politica e ideologicadella gioventù. L’obiettivo è chiaro: avanzaree rafforzare la lottarivoluzionaria, accendere ilfuoco della lotta, dellasperanza e diffonderloovunque.

Possono partecipare alcampeggio tutti i giovani dai15 ai 30 anni che voglionolottare contro il fascismo, ilrazzismo, l'imperialismo. Tutti coloro che sonointeressati a partecipare alCampeggio scrivano a:[email protected]

ConferenzaInternazionale

d i Part i t i eOrgan izzaz ion i

Marxis t i-Leninist iwww.c ipoml.org

Sul nostro sito web sono pubblicati i

documenti approvatidal XVII plenum

aprile 2012

XXIII Campeggio Internazionale dellaGioventù Antifascista e Antimperialista

V i va i l S e c on d o C on g r e s s o d e l l a G i o v e nt ù C o m u ni s t a d i S p a g na ( m a r x i s t a - l en i ni s t a )

Continua la mattanza di civili,donne e bambini inAfghanistan. Il prezzo umano,sociale ed economico di unaguerra voluta dall’imperialismoUSA è sempre più elevato. E leinfamie si moltiplicano. Dapprima i militari statunitensiche urinano sui cadaveri dialcuni afghani morti, poi il rogodel Corano nella base militaredi Bagram, quindi la strage dicivili a Kandahar.Non è follia. E’ il segno delladisperazione degli aggressoriimperialisti che hanno ormaicapito che questa guerra non lavinceranno mai. I loromercenari, esausti e sottopostiad attacchi della resistenza chesi moltiplicano e siintensificano, si abbandonanoad atrocità paragonabili a quellenaziste. Tutto ciò sta alimentando unsentimento di odio e rabbiaanche di quei settori dellapopolazione afghana che finoraerano stati neutrali o indifferentirispetto all’occupazione del loropaese. Per gli Stati Uniti e per i lorovassalli la situazione inAfghanistan si sta facendo digiorno in giorno più pesante. Lastoria ha più volte dimostratoche un’armata di occupazionenon può vincere una guerra“contro-insurrezionale” senzaconsenso popolare. Le difficoltàdella crisi economica e lacrescente contrarietàdell’opinione pubblica pesano. Perciò i dirigenti politici, comehanno trovato un pretesto peravviare la guerra, ora ne devonotrovare un altro per uscire dalginepraio salvando la faccia. Perfino il giornalistaguerrafondaio USA MichaelHastings è costretto adammettere: “Questa exitstrategy sta finendo perassomigliare al copione che

abbiamo già visto in Iraq.Lasceremo il paese. Terremouna piccola presenza di truppe edroni. E resteremo a guardare.Tutto questo mentre la guerracivile in Afghanistancontinuerà: solo a un livello piùbasso”.Qual è dunque la realtàdell’Afghanistan? Dopo undici anni di guerra ilpaese è devastato, leinfrastrutture distrutte. Lasituazione economica e socialeè peggiorata drammaticamentedall’inizio dell’occupazione. Ilregime corrotto che è al potere èormai contestato da ampi settoridella popolazione. La guerra el’occupazione sono la causadella violazione continua deidiritti umani, hanno aggravatola condizioni di vita delle donneafgane e sono un ostacolo allalotta per la loro emancipazione. Con Obama la guerra si è estesaal Pakistan. L’intera regione èdestabilizzata a causa delle miredelle potenze imperialisteoccidentali, principalmente gliUSA, che vogliono posizionarsiin questa area strategica,impossessarsi delle sue risorse,controllare le vie di transitodegli idrocarburi, installare basimilitari per scontrarsi domanicon la Cina capitalista. E l’Italia?Con i governi Berlusconi, Prodie Monti, sotto la presidenzaCiampi e Napolitano.l’imperialismo italiano hapartecipato in pieno a questaguerra, calpestando laCostituzione. Negli anni harafforzato il suo dispositivomilitare e il suo vassallaggio neiconfronti degli USA. L’esercitoitaliano partecipa attivamentealle operazioni militari con4.200 soldati, carri armati,caccia-bombardieri, etc.causando vittime civili ericevendo, come le altre forze

occupanti, i colpi dellaresistenza: 50 morti fino amarzo di quest’anno. Le spese di guerra sono andatecrescendo costantemente. Nel2011 sono costate ai lavoratoriitaliani oltre 650 milioni dieuro. Esse contribuiscono apeggiorare la situazione delpopolo afghano, ma anche lasituazione della classe operaia edelle masse popolari italiane,specie in una situazione di crisieconomica come quella attuale,in cui le risorse devono esseremesse a disposizione deilavoratori, dei disoccupati, deigiovani.Noi comunisti abbiamodenunciato in questi annil’interventismo e il bellicismoimperialista fatti passare per“interventi umanitari”.Abbiamo denunciato lostravolgimento dellaCostituzione e la farsa deldibattito parlamentare suicrediti di guerra. Abbiamosempre sostenuto l’uscitadell’Italia dalla NATO,strumento militare al serviziodegli interessi e della politicaegemonica degli USA.Sappiamo che nonostante le

menzogne diffuse dai media, lastragrande maggioranzadell’opinione pubblica èfavorevole al ritiro delle truppespedite all’estero. Ma a causadella politica di guerra seguitadai riformisti e della reticenzadegli opportunisti questaposizione ha avuto difficoltà adesprimersi politicamente. Oggi, assieme a tutte le forzeamanti della pace e della libertàdobbiamo rifiutarci di sostenerela continuazione di questaguerra ingiusta, avviata sotto ilpretesto degli attentati dell’11settembre e della “lotta alterrorismo”, così come l’avviodi altre aggressioni, come quelleche si preparano contro la Siriae l’Iran. La situazione imponedi lavorare per rilanciare unmovimento di massa.Esigiamo il ritiro immediato didi tutte le truppe inviate inAfghanistan e negli altri teatridi guerra. Basta con la politica bellicistadella borghesia. Rifiutiamoci dipagare la crisi, i debiti e leguerre del capitale. Fuori dalla NATO e dalla UE! Afianco dei popoli che resistono elottano contro l’imperialismo!

Scintilla8

Esigiamo il ritiro delle truppedall’Afghanistan. Ora!

aprile 2012

L’UE imperialista attacca il diritto di scioperoIl 28 marzo la CommissioneEuropea ha varato - sulla base diun documento redatto anni fada Mario Monti - un testo cheattacca il diritto di sciopero.La giustificazione escogitatastavolta dagli oligarchi diBruxelles la dice lunga: i diritti deilavoratori vanno armonizzati conquelli della libertà delle imprese

capitaliste. Secondo costoro losciopero dunque dovrebbe andarenella stessa direzione degliinteressi dei padroni!In tal modo si smaschera una voltadi più la pretesa “neutralità” delleistituzioni europee, che sono alservizio esclusivo del capitale. Perfino la burocrazia della Cgil hadovuto affermare che ciò

“prefigura una inaccettabile eindebita ingerenza” all’internodell’irriducibile contrasto diinteressi fra lavoro e capitale.La pericolosità di tale testo non vasottovalutata. La classe operaia e ilavoratori in questi anni hanno giàvisto restringersi e limitare i lorodiritti democratici, conquistati aprezzo di dure lotte. Con il

procedere della crisi gli intentireazionari di padroni e banchierisi fanno più chiari.Vogliono licenziare in massasenza che gli operai possanoreagire come si deve. Non c’è dubbio. Il miglior mododi difendere il diritto di sciopero èquello di scioperare uniti, è quello di uscire dall’UE imperialista!