Scintilla 67 - marzo 2016

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Un governo di predoni al servizio degli USA e del Vaticano Marzo 2016 Numero 67 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro La frenata dell’economia cinese, conseguenza del suo sviluppo capitalista, il calo della produzione industriale negli USA, la recessione di Russia e Brasile, la stagflazione in India, la discesa del prezzo del petrolio, i crolli di borsa, annunciano l’inizio di un’altra crisi di sovrapproduzione, che esprime le contraddizioni del sistema di sfruttamento. Questa nuova crisi scoppierà prima che i paesi imperialisti e capitalistici si siano ripresi dalle conseguenze della precedente crisi economica e sarà più grave della precedente per tre motivi. Primo, perché non potrà avere come negli anni passati un contrappeso nella crescita dell’economia cinese e di quelle dei “paesi emergenti” che affrontano maggiori difficoltà. Secondo, perché i livelli di indebitamento di molti paesi non permetteranno le operazioni di salvataggio statale di banche e monopoli effettuati in precedenza. Terzo, perché la crisi si svilupperà in un contesto di accresciuta rivalità fra potenze imperialiste e capitaliste, di maggiore aggressività sul terreno politico, commerciale, militare. Ciò significa che le sue conseguenze saranno più acute e vi saranno maggiori difficoltà da parte della borghesia per superarla. In Italia la situazione già difficile, a causa del declino imperialista e delle politiche seguite dai comitati di affari dei padroni, come quello di Renzi, diverrà drammatica. Vi saranno scossoni economici, politici e sociali. Le condizioni del moribondo sistema capitalista-imperialista si aggravano. Siamo in un periodo di approfondimento della crisi generale del capitalismo nel quale si inquadrano crisi cicliche sempre più ravvicinate e intrecciate fra di loro, un periodo di acutizzazione delle sue contraddizioni fondamentali, tali da generare nuove guerre imperialiste e acuti conflitti di classe. La formazione di un’avanguardia proletaria è la risposta urgente che i comunisti e gli elementi più avanzati della classe devono dare, unendosi sulla base del marxismo-leninismo e lottando senza tregua contro tutti gli opportunisti e i conciliatori che non vogliono che i proletari rivoluzionari si organizzino in Partito. Lotta e unità contro la guerra e le controriforme

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Organi di Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaUn governo di predonial serviziodegli USA edel Vaticano

Marzo 2016 Numero 67 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

La frenata dell’economia cinese,conseguenza del suo sviluppocapitalista, il calo della produzioneindustriale negli USA, la recessione diRussia e Brasile, la stagflazione in India,la discesa del prezzo del petrolio, i crollidi borsa, annunciano l’inizio di un’altracrisi di sovrapproduzione, che esprime lecontraddizioni del sistema disfruttamento. Questa nuova crisi scoppierà prima che ipaesi imperialisti e capitalistici si sianoripresi dalle conseguenze dellaprecedente crisi economica e sarà piùgrave della precedente per tre motivi. Primo, perché non potrà avere comenegli anni passati un contrappeso nellacrescita dell’economia cinese e di quelledei “paesi emergenti” che affrontanomaggiori difficoltà. Secondo, perché i livelli diindebitamento di molti paesi nonpermetteranno le operazioni disalvataggio statale di banche e monopolieffettuati in precedenza. Terzo, perché la crisi si svilupperà in uncontesto di accresciuta rivalità frapotenze imperialiste e capitaliste, dimaggiore aggressività sul terrenopolitico, commerciale, militare. Ciò significa che le sue conseguenzesaranno più acute e vi saranno maggioridifficoltà da parte della borghesia persuperarla. In Italia la situazione già difficile, acausa del declino imperialista e dellepolitiche seguite dai comitati di affari deipadroni, come quello di Renzi, diverràdrammatica. Vi saranno scossonieconomici, politici e sociali. Le condizioni del moribondo sistemacapitalista-imperialista si aggravano.Siamo in un periodo di approfondimentodella crisi generale del capitalismo nelquale si inquadrano crisi cicliche semprepiù ravvicinate e intrecciate fra di loro,un periodo di acutizzazione delle suecontraddizioni fondamentali, tali dagenerare nuove guerre imperialiste eacuti conflitti di classe. La formazione di un’avanguardiaproletaria è la risposta urgente che icomunisti e gli elementi più avanzatidella classe devono dare, unendosi sullabase del marxismo-leninismo e lottandosenza tregua contro tutti gli opportunistie i conciliatori che non vogliono che iproletari rivoluzionari si organizzino inPartito.

Lotta e unitàcontro la guerra e le controriforme

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Seppellire con le lotte e sotto una valanga di “NO” la riforma costituzionale di Renzi!

2 Marzo 2016

Renzi è riuscito a far approvaredal Parlamento la sua riformareazionaria dell’attualeCostituzione. Il precedentetentativo di riformare in sensoautoritario la Costituzioneitaliana fu quello compiuto daSilvio Berlusconi, uno degliuomini più ricchi d’Italia e delmondo, rappresentante di unaparte importante del mondocapitalistico e finanziarioitaliano. Proprietario di “ForzaItalia”, partito di maggioranzarelativa in Parlamento, eproprietario, attraversoMediaset, del più potente mezzodi informazione e didisinformazione, la televisione.Oggetto di numerose indaginigiudiziarie e di alcune condanne(anche se il cosiddetto “lodoSchifani” lo aveva messo alriparo da ogni azione giudiziariafinché fosse stato a capo delgoverno). Con la sua concezione delloStato come azienda, cercò digovernare l’Italia comel’amministratore delegato diun’impresa capitalistica,pensando di poter decidere tutto,una volta che fosse stato votatodal popolo e insediato algoverno.Il suo tentativo di riformaautoritaria, basato sulpremierato e sul rafforzamentodel potere esecutivo conindebolimento delle prerogativedel Parlamento, sottoposto nelgiugno 2006 a un referendumconfermativo popolare, fuclamorosamente bocciato: NO15.783.000 (il 61,29 %); SI9.970.000 (il 38,71 %).Renzi rappresenta un altrosettore di interessi capitalistici efinanziari, che hanno finanziatol’ascesa politica e governativadell’ex boy-scout democristianoper puntare anch’essi al

rafforzamento dell’esecutivo e auna politica che dia sempre piùmano libera al capitale controgli interessi economici e socialifondamentali del proletariato edelle masse popolari.Renzi, e l’attuale governo da luipresieduto, ripetonocontinuamente che l’Italia èl’unico paese al mondo in cuiesiste il Bicameralismo perfetto.E’ falso. Nella maggior partedelle democrazie borghesi oggiesistenti (Stati Uniti, Canada,Messico, Brasile, India,Giappone, Australia e moltealtre) qualsiasi legge, per entrarein vigore, deve essere approvatada entrambe le Camere. Renzi e il suo governo mentonoperché vogliono introdurre unariforma dell’attuale Costituzioneche trasformi il bicameralismoin un monocameralismo di fattoche non ha eguali nella storiacostituzionale italiana. Il piano di Renzi, appoggiatodalla “P4” di Verdini, consiste inuna perversa combinazione, inun mix reazionario di unariforma costituzionale e di unalegge elettorale fortementemaggioritaria, l’Italicum.I contenuti di questacombinazione saranno, nellaCamera dei deputati quale unicaCamera effettivamentelegislativa, i seguenti:- premio di maggioranza (il 54% dei seggi al partito che vincele elezioni);- soglia di sbarramento (il 3% subase nazionale o il 20% inun’unica regione);- liste bloccate (i capilista nei100 collegi sono eletti senzapreferenze).Risultati: - i piccoli epiccolissimi partiti non sarannoneppure presenti nell’unicaCamera legislativa, a causa dellasoglia di sbarramento;- un gran numero diparlamentari non avrà alcunalegittimazione popolare perchéessi saranno nominati qualicapilista dai rispettivi partiti;- la maggioranza assoluta dellaCamera e, quindi, il Governo,saranno appannaggio del partitovincente (il più votato o ilvincitore del ballottaggio);- la funzione legislativaordinaria sarà tutta e sempre inmano al partito vincente, chedispone di 340 seggi sui 630

della Camera. Il Senato potràeccepire sulle leggi fatte dallaCamera, ma, in caso di contrastofra i due organi, vincerà semprela Camera;- il partito che ha vinto leelezioni avrà sempre il controllodelle Commissioni parlamentarie - se lo riterrà politicamenteopportuno - potrà ancheassegnarsele tutte; - poiché il nuovo Senato non dàla fiducia al governo,quest’ultimo potrà essereformato dal partito vincitore allaCamera senza necessità diparticolari accordi con altreforze politiche e potrà cadere,sul piano parlamentare, solo pereffetto di lotte intestine al partitovincitore;- per quanto riguarda le leggi direvisione costituzionale, lariforma Renzi non modifical’art. 138 della Costituzionevigente, e quelle leggi sarannoadottate a maggioranza assolutadelle due Camere. Ma allaCamera dei deputati il partitovincitore avrà sempre, secondola riforma Renzi, un numero divoti superiore alla maggioranzaassoluta, e potrà quindimodificare la Costituzione dasolo e a suo piacimento; amaggior ragione, se avrà piùdella maggioranza assolutaanche al Senato. Solo se allaCamera i voti favorevoli allemodifiche non raggiungessero i2/3 di 630 = 420, e al Senato i2/3 di 100 = 66, quellemodifiche dovrebberoobbligatoriamente esseresottoposte al referendumconfermativo del popoloitaliano. Dunque, passaggio dalbicameralismo perfettoall’autoritarismo perfetto,trasformazione dell’attualeRepubblica italiana a

democrazia borghese in unaRepubblica borghese autoritaria.Ma la legge di riforma renzianaè stata approvata dal Parlamentocon un numero di voti inferioreai due terzi. Quindi, come quella diBerlusconi, dovrà anch’essaessere sottoposta (art. 138 Cost.)a un referendum confermativopopolare. Per bocciarla, non è necessarionessun quorum. Basterà che ilnumero dei NO superisemplicemente il numero dei SI.Renzi ha legato le sue sortipolitiche alla confermareferendaria della sua riformacostituzionale. Ha più voltedichiarato pubblicamente: «Seperdo, vado a casa. E non solovado a casa, ma mi ritiro dallavita politica». Altre forzepolitiche borghesi, non menoreazionarie di lui, siappresteranno a prendere il suoposto, in assenza di un’ondata dilotta di classe rivoluzionaria. Per il proletariato e per la partepiù avanzata delle massepopolari la lotta dovrà quindicontinuare oltre il risultato delreferendum, a un livello più altoe più decisivo. Dunque per cominciare: FAREIL BIS DEL 2006! FormareComitati per il NO nei posti dilavoro e nel territorio! Dare vitaa una campagna ampia ecapillare per respingere con unavalanga referendaria di “NO” lacontroriforma costituzionale!Fare della sconfitta di Renzi laprecondizione perché, sotto laspinta rivoluzionaria di ungrande movimento proletario epopolare, si giunga a formare inItalia un GOVERNO OPERAIOnel quale il ruolo dirigente sianelle mani di forzecoerentemente econseguentemente comuniste.

Dopo l’articolo «No allacontroriforma costituzionale.Via il governo Renzi!»pubblicato nel n.65 di“Scintilla”, continuiamo lanostra campagna di denuncia edi chiarificazione sullequestioni istituzionali. In unprossimo numero di “Scintilla”pubblicheremo un terzoarticolo: «L’Italia ha bisognodi una Costituzionesocialista!».

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3Marzo 2016

Nello scorso gennaio gli operaidell’ILVA di Genova-Cornegliano hanno dato vita aquattro giorni di fortemobilitazione contro il Jobs Actche riduce l’ammontare deicontratti di solidarietà,vanificando l’Accordo diprogramma precedente, e pervere garanzie per il loro futuro. Sono stati quattro giorni di lottaforte e generosa, con sciopero,l’occupazione della fabbrica edel comune, la duracontestazione verso il PD, il suosegretario e il sindaco Doria. Una lotta che ha avuto ilsostegno di tutti gli operai. Unalotta, assieme ad altre comequelle di Alcoa, Piaggio, Eni diGela, etc., che ha dimostratocome anche nel nostro paese lemobilitazioni operaie stannorilanciandosi sulla base diforme di lotta più acute e dicrescente significato politico. La mobilitazione a Genova erastata sospesa allorché il risultatominimo chiesto dalla baseoperaia e recepito dalla FIOM,ossia la partecipazione politica

diretta del governo alletrattative, era stato ottenuto.Tutti i lavoratori salariati sierano comunque dichiaratipronti a rilanciare la lotta conpiù forza e determinazione. Gli ultimi avvenimenti nonsono stati sicuramentefavorevoli agli operai:l’incontro al MISE svolto il 4febbraio si è concluso con laconferma da parte del governodella validità dell’Accordo diprogramma, legato però alpiano industriale dei nuovipadroni. Insomma niente direalmente positivo. Gli operai rischiano di rimanerecon un pugno di mosche inmano, mentre si accavallano lenotizie di interessamentiall’acquisizione (leggi svendita)dell’Azienda.A conferma della delicatezzadella situazione e dell’orizzontecupo che incombe sulla massadei lavoratori, con la vendita diIlva alle porte e l’assenza digaranzie concrete, i sindacatihanno indetto lo sciopero(riuscito) del 10 febbraio dei

lavoratori di tutti glistabilimenti del gruppo(Taranto, Racconigi, NoviLigure, Marghera, edell’indotto) per ilmantenimento dell’integrità delgruppo e degli attuali livellioccupazionali. Cornegliano non ha peròpartecipato allo sciopero: lamotivazione adottata è il pesodegli scioperi precedenti sullespalle dei lavoratori genovesi.Quale che sia il vero motivo, ladecisione assunta dalla FIOM ègrave in quanto rompe il frontedi lotta dei lavoratori. Compagni operai, la FIOM diceil vero quando afferma che “labattaglia è appena iniziata”. Mail punto è: in quale modo sivuole “fare assumere al governodecisioni coerenti con ladichiarazione della strategicitàdella produzione siderurgica inItalia, di cui l’ILVA è partefondamentale”? In che modo sipuò ottenere il “mantenimentodell’integrità del gruppo e degliattuali livelli occupazionali”? Forse lanciando da una partedichiarazioni sull’occupazionedelle fabbriche, e dall’altracontinuando ad alimentare lafiducia nei governi e nelleistituzioni borghesi, cherappresentano gli interessi delcapitale monopolistico? La strada giusta è un’altra:rafforzare la fiducia nella forzaoperaia, sviluppare il fronteunico di lotta degli sfruttati ditutti gli stabilimenti e dell’interaclasse operaia contro padroni,governo centrale e locale,rafforzare il sindacalismo diclasse e radicalizzare la

mobilitazione con le forme dilotta decise dalla base, nelleassemblee.Di fronte alla offensivacapitalista e alla politicareazionaria del governo, alladivisione voluta dai burocratisindacali, alla necessità delladifesa delle fabbriche, dellavoro e dei diritti èindispensabile abbandonare leresidue illusioni e speranze neirappresentanti ed istituzioniborghesi.Va rilanciata subito la vertenzadi tutto il gruppo ILVA edell’indotto, rivendicandolavoro e salario garantito al100% per tutti, ritiro degli“esuberi” e dei licenziamenti,sicurezza dell’occupazione e sullavoro. Diciamo NO allaprivatizzazione dell’ILVA!Spingiamo per una giornata dilotta nazionale di tutta la classesfruttata e oppressa perl’occupazione, i contrattinazionali, contro lasoppressione dei posti di lavoroe dei diritti!I comunisti, gli operai coscientie combattivi si organizzino ecostituiscano il nucleo dirigentedella lotta, strappandola dallemani dei collaborazionisti e deiriformisti, in tutte le fabbriche ei luoghi di lavoro, collegando laprospettiva rivoluzionaria allalotta quotidiana. Il caso ILVA èl’ennesima dimostrazione che leforze produttive richiedonoimperiosamente lasocializzazione dei mezzi diproduzione e un’organizzazionepianificata della produzionesociale.

ILVA: basta illusioni, avanti con lalotta di tutti gli operai!

Eleggere RLS combattivi Un altro aspetto su cui glielementi avanzati della classeoperaia sono chiamati a lavorareè quello della elezione deiRappresentanti dei Lavoratoriper la Sicurezza (RLS) neiluoghi di lavoro.Ricordiamo che questo non è unobbligo del datore di lavoro mauna facoltà dei lavoratori chepertanto va conquistata. Oggi questo spazio vieneutilizzato in modo mafioso eclientelare dai sindcaticollaborazionisti che utilizzanoquesto ruolo come spartizione diposti per mantenere e aumentareil loro potere all’interno dellafabbrica. Spesso designano alloro interno queste figureimpedendo libere elezioni in cuitutti siano elettori ed eleggibili.Ciò permette ai padroni dicontinuare a perseguire senzanessuna opposizione reale il lorovero interesse, il profitto, sullapelle dei lavoratori sfruttati esenza tutele.Ricordiamo che l’RLS svolgedei compiti importanti quali:essere consultato su tutto quello

che riguarda la sicurezza neiluoghi di lavoro, comprese levarie nomine; promuoverel’elaborazione, l’individuazionee l’attuazione delle misure diprevenzione; formulareosservazioni in occasione divisite e verifiche effettuate dalleautorità competenti; avanzareproposte in merito alla attività diprevenzione; fare ricorsoqualora ritenga non idonee oinsufficienti le misure diprevenzione e protezione dairischi in fabbrica e altrove.Perciò dobbiamo organizzarci elottare per elezioni dirette diRLS combattivi in ogni luogo dilavoro, con la formula tuttielettori - tutti eleggibili e lapossibile revoca dell’incarico daparte dei lavoratori stessi.E’ fondamentale inoltre lacostituzione di unCoordinamento Nazionale degliRLS eletti dai lavoratoriindipendentemente dalle centralisindacali, che non si limiti allaconduzione delle vertenzeaziendali ma investa anche ilterritorio e la popolazione.

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Fca Termoli: prove di fronte unico Alcune settimane fa è accadutoun episodio importante alla Fcadi Termoli. Un’assemblea dellaRSA FIOM sull’ennesimosabato comandato, esull’aumento sempre piùpesante dei ritmi e carichi dilavoro, si è trasformato in uncorteo interno alla fabbrica cheha coinvolto in modo spontaneocentinaia di lavoratrici elavoratori. Il corteo di protestaha raggiunto gli uffici delladirigenza.Da questo episodio occorretrarre diverse considerazioni:1) La conflittualità operaiasi sta rilanciando neglistabilimenti Fca. In particolareerano anni che non si vedevanocortei interni a Termoli e nellealtre fabbriche: segno evidenteche ampi settori di classeoperaia non ne possono più delclima di caserma, delle politichepadronali e dei loro governi evogliono lottare in maniera piùdura..2) La questionedell’aumento dei ritmi e dei

carichi di lavoro, dellosfruttamento operaio è unterreno di lotta importante e unnervo scoperto delle gerarchieaziendali. Negli ultimi mesi sisono svolti scioperi e proteste indiverse fabbriche (dalla SataFca di Melfi alla SEVEL diAtessa) con un alto livello diadesioni e il quasi totale arrestodelle linee di produzione.3) I lavoratori sfruttaticercano con diversi mezzi eforme di lotta di ribellarsi ad unlavoro che diventa sempre piùalienante, sempre più disumano,ai padroni che cercano dispremere ogni goccia di sudoreai proletari per aumentare i loroprofitti. 4) L’esperienza di Termolici dice che la tendenza al fronteunico dal basso si rafforza:centinaia di operaie e operai, diquesto o quel sindacato, o senzatessera, scendono uniti in lottaalla prima occasione,approfittando dell’assembleadella FIOM, ma senza fermarsiad essa. E’ un esempio che tutti

i lavoratori devono seguire efare proprio nella loro pratica dilotta. La strada intrapresa dagli operaidi Termoli (e nelle altresituazioni analoghe) è quellagiusta. Questa strada necessita diessere seguita e allargata con lacostruzione di organismi diunità proletaria perl’organizzazione e la lotta, conl’effettiva unità di azione dellecomponenti classiste dei

sindacati, con la solidarietà.Ma l’elemento che permetterà ilsalto di qualità sta nell’unità deicomunisti e dei militanti operaipiù combattivi e consapevoli,n e l l ’ o r g a n i z z a z i o n erivoluzionaria e indipendentedel proletariato, che permetteràdi uscire dagli angusti confinieconomicisti e sindacali e porredi nuovo il problema centrale:quello della lotta per il poterepolitico degli operai, perl’abolizione dello sfruttamento.

Marzo 20164

Da quasi due mesi, i facchinidella Bormioli di Fidenza(Parma) sono in lotta in difesadel salario e dell’occupazione,per migliorare le propriecondizioni di lavoro, perl’agibilità politica e sindacale.Tramite la famigerata e diffusapratica del cambio d'appalto,una parte di lavoratori, inprevalenza immigrati, è statalicenziata, il salario e i dirittidrasticamente tagliati. Con forza e determinazione ilavoratori sfruttati stanno dandovita a scioperi ad oltranza epicchetti, sfidando il padrone,le aggressioni e le azionirepressive della polizia. Fra i vari momenti dellamobilitazione ricordiamo che il30 gennaio si è svolta unamanifestazione organizzata dalS.I. Cobas: un migliaio dilavoratori provenienti da tuttaItalia hanno manifestato incorteo per le vie di Parma perdire no ai licenziamenti e allarepressione alla Bormioli.I manganelli delle forzedell’ordine (borghese) contro il

picchetto, i fermi di lavoratori emilitanti solidali, le azioni dicrumiraggio e di divisione delfronte operaio, attuate dalpadrone e dai sindacaticollaborazionisti che hannofirmato un accordo al ribasso,non sono riusciti a fermare lacoraggiosa mobilitazione. Icortei e il blocco delle sediproduttive vanno avanti. Una situazione analoga direpressione si è verificata aDesenzano, in occasione dellosciopero al Penny Market. E’ evidente l’esistenza di unpiano coordinato contro isindacati classisti e i lavoratoricombattivi.Esprimiamo la nostra pienasolidarietà di classe ai facchinidella Bormioli e al il S.I. Cobasche li organizza, agli attivistifermati e feriti e agli altrilavoratori in lotta!Condanniamo la politicapadronale e repressiva delleistituzioni borghesi contro ilavoratori in sciopero, l’azionee ruolo antioperaio dei sindacatifilo-padronali.

I fatti della Bormiolidimostrano da una parte che ipadroni sono pronti a tutto perdifendere i loro profitti;dall’altra che i lavoratori sonosempre più disposti a lotte duree prolungate per difendere iloro diritti, mettendo alle cordei sindacati collaborazionisti. Per rafforzare il movimento dilotta proletaria è indispensabileuna politica di fronte unico,unificando le varie vertenze ecostruendo organismi operaicomuni dal basso, sviluppandol’unità di tutte le forze e lecomponenti sindacali di classe.Soprattutto è fondamentale chele lotte rompano con l’orizzontee le prospettive borghesi, che laclasse operaia riconquisti lapropria indipendenza politica,ideologica e organizzativa,inserendo le proprie battagliedentro una prospettiva di classee di alternativa rivoluzionaria,volta all’abbattimento di unsistema irrazionale. Condizione per fare ciò è laformazione di un’avanguardiaproletaria.

La lotta dei facchini della Bormioli, un esempio per tutto il proletariato

Quali sono le correnti politicheche impediscono agli operaiavanzati di unirsi e formareun’avanguardia proletariarivoluzionaria? Sono gli opportunisti e iconciliatori di tutti tipi, iriformisti, i socialdemocratici- che oggi incollano i loro pezziper ragioni elettoralistiche - ei revisionisti di tutte letendenze, vecchie e nuove. La lotta contro queste correntiche rappresentano laborghesia e la piccolaborghesia dentro il movimentooperaio deve essere il compitoquotidiano di ogni comunista.Sarà da questa lotta politica eteorica che si forgeranno iquadri, base del futuro Partito.Senza battere l’opportunismo,la socialdemocrazia, etc., nonsi possono attrarre dalla partedel socialismo scientifico glioperai più avanzati, piùcombattivi, più dinamici. Per farlo è indispensabile che icomunisti (m-l) si uniscano esviluppino la loro propaganda.

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Ddl Cirinnà: le contorsioni del PD e il rapporto fra Stato borghese e chiesa

Il Ddl Cirinnà è passato,ampiamente emendato, alSenato con i voti determinantidei rottami berlusconiani,sancendo un ulteriorespostamento politico a destradel governo.

Il governo Renzi e le forzeche lo sostengono, in primoluogo il PD, hanno alzato persettimane un grande polveronesu questa legge che nonrappresenta nessuna alternativasociale e non attenuaminimamente le politicheantipopolari, la cancellazionedei diritti (vedi art. 18), che lostesso governo attua secondo ledirettive UE e le esigenze deicapitalisti.

La nube di polvere serve anascondere la drammaticarealtà economica e sociale, aproseguire sulla strada dellecontroriforme e dellademolizione delle conquiste deilavoratori (sulle quali il PD ètutto unito), compresi quelli chedovrebbero usufruire delle“novità” della legge Cirinnà.

Due esempi: con una manosi agita il diritto del conviventea sostenere nelle cure medicheil proprio partner e con l’altra sicontinua a tagliare la sanitàpubblica; con una mano siprevede la pensione direversibilità per il partnersuperstite e con l’altra sipropone di tagliarla per chi haperso il coniuge.

E’ evidente che Renzi famolta propaganda, ma nonsvolge nessun ruoloprogressista. La sua funzione dichierichetto è stata palese nellostralcio dal Ddl di tutto ciò chenon aveva la benedizionevescovile (come le adozioni el’equiparazione unioni-matrimonio).

Dietro le contorsioni sul DdlCirinnà non ci sono solo lebeghe interne al PD e l’alleanzacon le destre di Alfano eVerdini. C’è il rapporto fra loStato borghese e la Chiesa inItalia, i loro equilibri.

Il tema della famigliatradizionale è cruciale per legerarchie ecclesiastiche chetemono di perdere altrainfluenza ideologica e controllosulle classi subalterne epertanto sono costrette a una

lotta a oltranza, per concedere ilmeno possibile e recuperarequalche pecorella smarrita.

La Chiesa non ha più un suopartito organico di riferimento.Ma i fatti dimostrano che dentroogni partito borghese, sia digoverno, sia di opposizione, c’èuna forte componente cattolicache appoggia le posizioni piùretrive e blocca i provvedimentisgraditi alle gerarchieecclesiastiche, condizionando ildibattito parlamentare ericattando lo stesso governo.Anche le forze apparentementepiù liberali e radicali, come ilM5S, sono fortementeinfluenzate dalla Chiesa e nerimangono subordinate.

Mentre il Parlamentoborghese ha dato ampia provadella sua inarrestabiledecadenza, la terza camera (laCEI) continua a ingerire a tuttocampo.

Dopo aver organizzato emobilitato in senso reazionariole masse, con le migliaia diassociazioni che essa abbraccia(v. family day), Bagnasco harichiesto persino il voto segretosulla legge Cirinnà.

Questo mentre le forze laico-riformiste si limitavano amuovere minoranze socialiintellettuali (family gay),escludendo qualsiasi interventodella classe operaia su questoterreno, come su altri.

Ciò significa che non è ladecrescente rilevanza dellaChiesa e del Vaticano a esseredeterminante, ma la debolezzadella socialdemocrazia, deiriformisti e dei liberali laici.

Lo svuotamento del DdlCirinnà mette in luce il fatto chela corrotta borghesia italiana aforza di appoggiarsi sullastampella clericale perconservare il potere, si ètalmente infiacchita da nonriuscire nemmeno a recuperare,dopo decenni di attesa, lostorico ritardo in materia diunioni civili, convivenze eadozioni. La classe dominantepassa così da una capitolazioneall’altra nei confronti delVaticano e della Chiesa.

Noi comunisti difendiamogli interessi immediati delproletariato, così come i dirittidemocratici delle donne e delle

minoranze sociali. Vogliamoche tanto alle unionimatrimoniali, quanto alle libereunioni fra persone di sessodiverso, o dello stesso sesso,tutte basate sul reciproco amoree rispetto, debbono esserericonosciuti gli stessi diritti.Senza quelle diseguaglianze ediscriminazioni sociali,economiche e politiche che leforze conservatrici ereazionarie, prone ai disegnidelle gerarchie cattoliche,intendono perpetuare, e che leforze liberal-riformisteintendono solo mitigareprospettando “libertàindividuali” che nove volte sudieci sono le libertà deiborghesi e dei piccoli borghesi.L’uguaglianza, l’emancipazionesociale delle donne e degliuomini, non possono essererealizzate nel quadro delsistema capitalistico, in cui lelavoratrici e i lavoratori sonoschiacciati economicamente,politicamente, culturalmente.La liberazione dall’oppressionee dallo sfruttamento capitalista,l’abbattimento di tutte quellebarriere che ostacolano ealterano le capacità dellelavoratrici e dei lavoratori,impedendo la loro attivapartecipazione alla vita socialee alla produzione, potràavvenire integralmente in unasocietà nella quale sia abolita laproprietà privata dei mezzi diproduzione, riconosciuto egarantito il diritto al lavoro.

Cioè in una societàsocialista, in marcia verso ilcomunismo, la sola che saràcapace di risolveredefinitivamente anche l’annosa“questione romana”.

5Marzo 2016

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Le operaie, le braccianti, lelavoratrici dei servizi, lecasalinghe, sono state inquesti ultimi anni il bersagliopreferito delle politichecriminali dei governi borghesi.Licenziamenti, sottosalari,discriminazioni, allungamentodell’età pensionabile, tagli aiservizi sociali, boicottaggiodella L.194, violenze....laborghesia perpetua e aggravala condizione di sfruttamentoe oppressione della donna.Facciamo dell’ 8 Marzo unagiornata internazionale dilotta e unità per i diritti delledonne proletarie e degli stratipopolari! Manifestiamo,protestiamo e sviluppiamol’organizzazione delle donneper l’uguaglianza sociale!

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A ogni compagno, a ogni proletarioavanzato un compito di lavoroPiù volte abbiamo argomentatoin queste paginesull’importanza delrafforzamento delle nostre fileattraverso il reclutamento deimigliori elementi delproletariato. Vi sono delle sfide da vincerenella fase attuale per poteravanzare nell’obiettivostrategico che motiva l’esistenzadella nostra organizzazionepolitica: la formazione di unPartito indipendente erivoluzionario della classeoperaia, imperniato sui principidel marxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario.Una di queste sfide consistenell’incrementare ed accelerareil nostro ritmo di crescita. Inaltre parole, conquistare nuovecompagne e compagni allenostre file. Non è difficile capire cheun’organizzazione comunista,anche se ha una giusta lineapolitica, senza la forza e ilegami sufficienti per tradurla inattività rivoluzionariaquotidiana e attrarre così dallaparte del comunismo dapprimal’avanguardia della classeoperaia e quindi le larghe massedi lavoratori, non potrà avanzare

nella sua missione storica. In questo momento diriciclaggio delle fallimentariopzioni socialdemocratiche,dentro le quali si vorrebberoinglobare onesti compagni perporli al carro della politicaborghese, ci proponiamodunque di reclutare e inquadrarenuovi compagni, da formareadeguatamente come quadricomunisti con una solidapreparazione teorica,indissolubilmente connessa allapratica rivoluzionaria. Il nostro appello però oggi non èrivolto solo a chi desideradiventare nostro militante. Intendiamo infatti sviluppareuna rete di rapporti con gliattivisti operai e popolari, con igiovani più combattivi, lucidi econsapevoli, che voglionorendersi utili alla causa dellarivoluzione e del socialismo. A questi compagni capaci epreparati, ma che ancora nonmettono a frutto al meglio leloro energie e capacità, cirivolgiamo proponendo unacollaborazione attiva, in diverseforme. Quali? E’ presto detto! Come corrispondenti dellanostra stampa e propaganda.Potete inviare lettere, articoli,comunicati, materiale utile per

la pubblicazione, sentendoviparte attiva e integrante dellaredazione di Scintilla, di Teoriae Prassi, del sito internet. Come diffusori. Potete farcircolare nel modo più ampiopossibile la nostra pubblicistica,riprodurla, affiggerla, inviarlaper email, inserirla sui sitiinternet, ricavarne volantini,manifesti, etc.) per svilupparelegami con le masse sfruttate eoppresse, a cominciare dalproprio luogo di lavoro, distudio, di vita. Come traduttori. Se conosceteabbastanza bene altre linguepotete aiutarci a tradurredocumenti e corrispondenze.Come grafici. Se siete in gradodi utilizzare programmi digrafica potete contribuireall’impaginazione di poster,opuscoli, brochure,collaborando con la redazionedel nostro giornale, del sitointernet, della newsletter. Come collaboratori tematici. Sesiete specialisti su un temapolitico, economico, sociale,sindacale, o se voleteapprofondirne uno, potetecollaborare con noi nelrealizzare inchieste o ricerche.Infine, ma è della massimaimportanza, potete dare uncontributo economico perrafforzare lo sviluppo dellanostra attività politica con unabbonamento o un versamentolibero sul conto corrente postale001004989958 intestato aScintilla Onlus.Compagne e compagni, bandoalla pigrizia eall’individualismo, passateall’azione e all’organizzazione!Prendete contatto con noi!

Marzo 20166

Einstein, le onde gravitazionali, la dialettica e il materialismoLo scorso 11 febbraio è statoannunciato che il 15 settembre2015 sono state rilevate, per laprima volta, le ondegravitazionali, la cui esistenzaAlbert Einstein aveva previstonella sua teoria della relatività. Come è stata accolta la notizia?I giornalisti strilloni della cartastampata e della televisionehanno esaltato il «genio» diEinstein. Gli uomini di scienza hannoreso omaggio alla suagrandezza di scienziato. A noi comunisti, materialistidialettici, preme ricordareanche che egli giunse allaformulazione della sua teoriadella relatività non solo in virtùdella sua grandezza discienziato, ma anche in seguitoa una profonda rielaborazioneautocritica del suo pensiero edella sua metodologia

scientifica, col passaggio da unagiovanile accettazionefilosofica del fenomenismo auna serrata critica di esso neglianni della maturità. Non soltanto la concezionedialettica einsteiniana dellarelatività del moto e dellasimultaneità gli permise lacostruzione della teoria dellarelatività speciale e dellarelatività generale (corroborateormai da una quantità di provesperimentali), ma, nel contrastofilosofico che - nella fisica delXX secolo - contrapposefenomenisti e materialisti,Einstein si schierò dalla partedel materialismo di Boltzmann,Planck, Schrödinger e DeBroglie, contro il fenomenismoe l'idealismo di Bohr, Jeans,Eddington e Heisenberg. Il materialismo dialettico è lanostra concezione del mondo!

Viva Stalin!63 anni fa, il 5 marzo 1953, ilcuore del compagno Stalin cessòdi battere. Più ci si allontana da quella data,più la limpidezza della sua figura,l'importanza del suo pensiero edella sua opera rivoluzionariarisaltano in tutta la lorograndezza.Stalin impersonifica la dittaturadel proletariato e la costruzionevittoriosa del socialismo. Per questo continua a esserericordato e celebrato dagliautentici comunisti, dai proletaricoscienti, dai giovanirivoluzionari.Per questo è odiato dallaborghesia e dai suoi servirevisionisti e opportunisti.Gli avvenimenti economici epolitici che sono sotto i nostriocchi dimostrano chel’emancipazione della classeoperaia e dei popoli si possonoraggiungere solo con larivoluzione, il potere proletarioe il socialismo, prima fase dellasocietà comunista.E' attualissima l’indicazionestaliniana secondo cui "oggi sideve parlare dell'esistenza dellecondizioni oggettive per larivoluzione in tutto il sistemadell'economia imperialistamondiale considerato come ununico assieme”. Questo perchèil sistema è complessivamentegià maturo per la rivoluzione.Stalin, con Marx, Engels e Lenin,è una guida teorica e politica delproletariato mondiale. I suoiinsegnamenti di lotta e di vitasono fondamentali per i compitidei comunisti, specie delle nuovegenerazioni. Studiamolo!

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Grecia, le lezioni dello sciopero generale del 4 febbraioChi pensava che la lotta diclasse in Grecia si fossesmorzata dopo il vergognosotradimento del referendumcommesso da Tsipras e i suoi, siè dovuto ricredere. Lo scorso 4 febbraio si è svoltoil terzo sciopero generale inmeno di un anno, indetto daidue principali sindacati, GSEEe ADEDY e appoggiato dalPAME. L’obiettivo dello sciopero era ilritiro della “Legge ghigliottina”imposta dall’UE e pronta peressere emanata dal governo diSyriza-Anel, che sta applicandole stesse politiche di austeritàche fino a poco fa rigettava aparole. Con questa legge si tagliano dinuovo le pensioni – già ridotte11 volte dal 2010, con unaperdita del 40% - si riduce la

spesa sanitaria e aumentano icontributi dei lavoratori per unostato sociale ormai inesistente. Lo sciopero è stato preceduto dadecine di mobilitazioni, tra lequali dobbiamo ricordare quelladegli agricoltori, che con i lorotrattori hanno bloccato centinaiadi strade e punti nevralgici,quelle dei marinai e deiferrovieri.L’adesione allo sciopero è stataalta ed ha visto una grandepartecipazione alledimostrazioni di piazza nellediverse città. Ad Atene diversi cortei si sonodiretti verso il centro della città,dove si sono svolti scontri conla polizia che ha mostrato unatteggiamento violentementerepressivo. Sono lontani i tempi in cuiTsipras si faceva bello con le

“nuove regole“ per le truppeantisommossa… Lo sciopero generale del 4febbraio ha segnato unimportante avanzamento nellaripresa della lotta contro lapolitica di austerità che ilgoverno di Syriza-Anel vuoleapplicare. E’ la risposta operaia e popolareai diktat della Troika e ai

vergognosi tradimenti deiriformisti. Ora si tratta di continuare aunire e sviluppare la resistenza,di organizzare azioni di massaancora più incisive, su paroled’ordine di classe erivoluzionarie, come quelle chei nostri compagni marxisti-leninisti di Grecia stannolanciando da tempo.

7Marzo 2016

Lotta alla repressione antioperaia nella UENella UE si è scatenato unattacco multiforme al diritto disciopero e conseguentemente aldiritto dei lavoratori didifendere con la lotta i propriinteressi. I casi più eclatanti sono statiquelli degli operai Goodyear inFrancia e dell’Airbus inSpagna.Ogni operaio deve sentirsicolpito dalla sentenza senzaprecedenti decretata dalla cortedi Amiens lo scorso 12 gennaio,che ha condannato otto operaiGoodyear a due anni diprigione per il solo motivo diaver lottato per salvare i posti di

lavoro distrutti dal monopoliodella gomma. In Spagna sono stati processatialtri otto sindacalisti dellafabbrica Airbus di Getafe, chenel 2010 avevano preso parteallo sciopero generale perprotestare contro il piano delgoverno di cambiare le leggi sullavoro. La dimostrazione erastata attaccata dalla polizia ediversi lavoratori rimaseroferiti. Le accuse contro gli ottoerano false e sono stati assolti.Ma il tentativo di incarcerarlicon leggi dell’epoca delfascista Franco mette in luce lavolontà della borghesia di

intimorire l’intera classeoperaia.Questi attacchi – che hannoricevuto una decisa risposta daparte del movimento operaio esindacale - non sono isolati.Vediamo il ruolo delle direttiveUE per spezzare gli scioperi, lacontinua restrizione per legge ocon accordi (firmati dasindacati complici) dei dirittiche hanno i sindacati perproclamare scioperi,l’ampliamento degli ambiti diapplicazione delle leggiantisciopero, l’utilizzo dieventi, come in Italia l’Expo eil Giubileo, per limitare

ulteriormente questo diritto efavorire i padroni. Respingiamo le vergognoseazioni repressive contro glioperai e tutte le misureantisciopero. Dimostriamo lanostra solidarietà e appoggio diclasse con gli operai spagnoli efrancesi colpiti dalla giustiziaborghese. No alla criminalizzazione deidiritti dei lavoratori! Giù lemani dal diritto di sciopero e diorganizzazione! No ailicenziamenti politici e per iprofitti! E’ necessario difenderei nostri diritti praticandolicollettivamente, in massa!

Il Parlamento francese hadeciso a grande maggioranza diprolungare lo stato diemergenza fino al 26 maggio2016. Assieme alle destre,hanno votato a favore lamaggior parte dei deputatisocial-liberisti, dei radicali di“sinistra” e alcuni ecologisti,che hanno dimostrato il lorocarattere nazionalista ereazionario. Il numero dei dissidenti però ècresciuto rispetto la precedentevotazione. Questo è

chiaramente è un riflesso dellemobilitazioni sindacali e socialiche si sono sviluppate. Nellaclasse operaia e fra gli stratipopolari è infatti cresciutal'opposizione alle misureemergenziali. Lo stato di emergenza non haalcuna efficacia nei confrontidel terrorismo, che è provocatoanzitutto dalla politica diguerra e di rapinadell’imperialismo. Serve invece a impediremanifestazioni, a incrementare

le perquisizioni e gli arrestiabusivi, a far lievitare il clima direpressione, favorendo le forzedi destra e i fascisti.Come affermano i compagni delPCOF, “non si può«proteggere» la popolazioneliquidando le libertàdemocratiche”.Noi sosteniamo la lotta chestanno conducendo assieme allealtre forze rivoluzionarie edemocratiche francesi per larimozione dello stato diemergenza, che rischia

addirittura di esserecostituzionalizzato, el’annullamento della decadenzadella nazionalità.La borghesia europea e i capidelle forze socialdemocratichesi stanno spostando sempre piùnel campo della reazione e dellarepressione antioperaia eantipopolare, nel campo dellaguerra imperialista.Questa tendenza ci impone losviluppo di una politica difronte popolare antifascista eantimperialista.

Rimuovere lo stato di emergenza in Francia!

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Marzo 2016

Assassinio Regeni: esigiamo verità e giustizia

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NO all’intervento imperialista in Libia!Con il pretesto della lotta all’Isis,si prepara un nuovo interventoarmato per dividere e depredarela Libia fra i briganti imperialistinordamericani, italiani, francesie inglesi, che hanno già avviatomissioni belliche nell’area. Il Consiglio Supremo di Difesaha predisposto le operazionimilitari dell’ex potenza colonialeitaliana che vuole a tutti costimettere le mani sullaTripolitania, dove ci sono i suoimaggiori interessi petroliferi e ilgasdotto Greenstream.Renzi segue le orme di Giolitti edi Mussolini mentre tutta l’areadella Siria e dell’Iraq è zona diguerra, mentre la Turchiacontinua a fare strage di curdi epunta a occupare un corridoiostrategico in Siria, mentrel’Arabia saudita invia i suoicacciabombardieri nella base diIncirlik, in vista di un’ampiaoffensiva militare che mira alladivisione di questo paese. Intanto la flotta NATO vieneschierata nel Mar Egeo perrespingere l'esodo dei migranti

che scappano da fame e guerre eper pattugliare acque sempre piùagitate da tensioni internazionali. Nel sud-est ucraino gli accordi diMinsk traballano. La NATO e laRussia rafforzano i loro apparatimilitari. In uno scenario che vedemoltiplicarsi le rivalità e i frontidi guerra, la banda di parassitidel governo Renzi, nonostante lechiacchiere per tener buoni ilavoratori, invia ingenti truppe emezzi bellici in Iraq,Afghanistan, Libia, etc.,aumenta le spese militari e fà ilvassallo degli USA perpartecipare alla spartizione delbottino imperialista. Operai, lavoratori, disoccupati,basta passività, bastaattendismo! Non facciamoci illusioni.Nessuno può pensare dicavarsela con la guerra chedilaga nel Mediterraneo, inUcraina, in Medio Oriente, inAfghanistan, in Africa... La guerra verrà pagata comesempre da noi sfruttati, con il

taglio delle spese sociali, con lariduzione del salario, con lavergogna e la fame, conmaggiore repressione. Per lunghi anni ci hannomassacrato in nome dellapolitica dei sacrifici. Ora ipadroni e il loro governo civogliono portare alla rovina innome della continuazione diquesta politica con altri mezzi: laguerra di rapina imperialista.Gli operai, i lavoratori nondevono assumersi la minimaresponsabilità della politica diguerra e di terrore che grava perintero sulle classi dominanti. Per questo dobbiamo levare lanostra voce di protesta contro le

nuove aggressioni e l’escalationmilitare che rischiano di sfociarein un nuovo conflitto mondiale. Diamo vita a una forteopposizione operaia e popolarealla guerra imperialista. Il 12 marzo manifestiamo unitiper la pace, il lavoro e la libertà.Organizziamoci e costruiamo alpiù presto un fronteantimperialista e antifascista peril ritiro di tutte le truppe inviateall’estero, per dire basta allespese militari, per cacciare ilgoverno della guerra e dellareazione, per uscire dalla NATOe buttare e mare le basi USA, perdemolire il sistema che generainevitabilmente le guerre!

Un mese fa Giulio Regeniveniva sequestrato e ucciso alCairo. Giulio era un giovane disinistra, amante della pace edella libertà dei popoli, solidalecol movimento operaio esindacale indipendente inEgitto. Nel suo ultimo articolo mettevain luce la ripresa degli scioperi edenunciava la politicaautoritaria e repressiva delregime di Al Sisi. Stava dallaparte degli operai, checché nedicano i complottisti. Giulio è stato sequestrato nelquinto anniversario della rivoltadi Piazza Tahir, mentre era inatto un piano di repressionedelle proteste popolari contro ilregime. Poi è stato barbaramentetorturato per stappargli i nomidei suoi contatti nei sindacatiindipendenti e quindi ucciso.Per le sue idee, perché voleva lalibertà del popolo egiziano,perché dava fastidio al regimedi Al Sisi. Chi sono i responsabili diquesto infame crimine politico?Tutto indica che esecutori sonostati gli sgherri – apparati di

sicurezza (Mukhabarat),ausiliari o squadroni della morte- al servizio del macellaio excapo delle forze armate filo-USA che nel 2013 depose conun colpo di Stato il presidenteislamista Morsi. Le riprove stanno nella logistica“specializzata” della sparizione,nel tipo di torture inflitte (giàsubite da altri attivisti egiziani),nel ritrovamento del cadavere diGiulio vicino a una casermatristemente nota. Stanno neinumerosi depistaggi, tantoinfami quanto criminali, messiin atto delle autorità egizianeper smentire il coinvolgimentodi un regime che nega persinol’evidenza (vedi i casi dei turistimessicani e l’abbattimento deljet russo), così da non perdere lacredibilità internazionale e leentrate del turismo.L’assassinio di Giulio è legatoalla politica di spietatarepressione della protestasociale che la dittatura delregime di Al Sisi porta avanticol sostegno delle potenzeimperialiste, fra cui l’Italia.Dopo le stragi del 2013, le“sparizioni” degli oppositorisono aumentate.

Su questo terrore di Stato,contraltare del terrorismojihadista, si regge la “stabilità”egiziana decantata da Renzi,che si era detto orgogliosodell’amicizia con Al Sisi.L’ipocrisia e la connivenzadimostrate dal governoimperialista italiano sullavicenda sono state lampanti.Dapprima ha chiuso entrambigli occhi sulla violazione deidiritti umani in Egitto, e solo inseguito del ritrovamento delcorpo di Giulio ha cercato disalvare la faccia con la richiestadi “fare chiarezza”. Ma conambiguità e cinismo, così danon compromettere i profittidell’ENI e dei capitalisti italianiin Egitto, l’export di armi usateper la repressione e l’alleanzacon Al Sisi, essenziale perl’imminente aggressionemilitare in Libia. Renzi ha fatto la manfrinaall’assemblea del PD solo percoprire le responsabilità del suogoverno che non ha denunciatoil regime egiziano, non ha fattonulla di serio per metterlo spalleal muro e far venire a galla laverità sull’assassinio di Giulio. Ciò la dice lunga sul

vassallaggio agli USA, airegimi più feroci e ai padroni,così come sulla sua doppiamorale e doppia verità. Ieri conle stragi di Stato e atlantiche,oggi col segreto di Stato sulrapimento di Abu Omar e lacalata di braghe sull’assassiniodi Giulio Regeni. Altro che la“dignità del paese” sventolatada Gentiloni!Continuiamo ad esigere pienaverità e giustizia per ilmostruoso assassinio di GiulioRegeni; il castigo deiresponsabili delle torturedell’assassinio a tutti i livelli; larottura delle relazionidiplomatiche, militari ecommerciali con l’Egitto e contutti gli Stati terroristi. Non dimentichiamo GiulioRegeni, il suo sacrificio! Estendiamo la nostra protestacontro il criminale regimeegiziano e il governoimperialista italiano, contro lapolitica reazionaria, antioperaiae di guerra, contro l’interventomilitare in preparazione in Libiae la concessione delle basimilitari agli USA, per l’uscitadalla NATO. E a sostegno dellalotta degli operai egiziani!

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)