Scintilla dic 13

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Dicembre 2013 n. 44 1 euro Scintilla La situazione economica e politica impone ai comunisti, ai rivoluzionari, la massima unità e la massima audacia. Dobbiamo avanzare più rapidamente. Per farlo è necessario sviluppare le politiche di fronte unico e di fronte popolare, indispensabili per passare al contrattacco contro l’offensiva del capitale. Dobbiamo assumere decisamente, nella teoria e nella pratica, la questione dell’unità politica, programmatica e di azione della classe operaia e delle masse popolari interessate all’abbattimento della dittatura dei monopoli capitalistici. Senza lo sviluppo di queste politiche, la borghesia avrà sempre facile gioco, a causa dell’assenza di una reale opposizione politica e sociale e della funzione di sostegno al capitale finanziario svolta dai riformisti e dagli opportunisti. La fine degli sbandamenti, la costruzione di un valido argine alle continue rapine antipopolari, il passaggio su nuove e più avanzate posizioni, dipendono dalla realizzazione di una svolta unitaria e di massa, diretta dalla classe operaia, che è il fattore determinante della situazione. E’ dentro questo lavoro che avanzerà la lotta per la formazione di un forte e agguerrito Partito comunista, facendo progredire l’unità dei comunisti e degli elementi più combattivi del proletariato. Senza Partito rivoluzionario e indipendente del proletariato non vi potrà essere un potente movimento rivoluzionario delle masse; senza la lotta delle masse non esisterà un vero Partito comunista: questa è la dialettica della lotta di classe. Estendere e unificare le mobilitazioni per far pagare crisi e debito a chi li ha causati Pag. 6 Sbarrare la strada a fascismo e populismo con l’unità operaia e popolare “Quello che vogliamo di più è un governo in tuta blu!” Pag. 7 Come e a quali condizioni uscire dall’UE e dall’euro? Un dibattito aperto Pagg. 10-12 Risoluzione del XIX Plenum della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Dicembre 2013 n. 44

1 euro

Scintilla

La situazione economica epolitica impone ai comunisti, airivoluzionari, la massima unitàe la massima audacia. Dobbiamo avanzare piùrapidamente. Per farlo ènecessario sviluppare lepolitiche di fronte unico e difronte popolare, indispensabiliper passare al contrattaccocontro l’offensiva del capitale. Dobbiamo assumeredecisamente, nella teoria e nellapratica, la questione dell’unitàpolitica, programmatica e diazione della classe operaia edelle masse popolari interessateall’abbattimento della dittaturadei monopoli capitalistici.Senza lo sviluppo di questepolitiche, la borghesia avràsempre facile gioco, a causadell’assenza di una realeopposizione politica e sociale edella funzione di sostegno alcapitale finanziario svolta dairiformisti e dagli opportunisti. La fine degli sbandamenti, lacostruzione di un valido arginealle continue rapineantipopolari, il passaggio sunuove e più avanzate posizioni,dipendono dalla realizzazionedi una svolta unitaria e dimassa, diretta dalla classeoperaia, che è il fattoredeterminante della situazione.E’ dentro questo lavoro cheavanzerà la lotta per laformazione di un forte eagguerrito Partito comunista,facendo progredire l’unità deicomunisti e degli elementi piùcombattivi del proletariato. Senza Partito rivoluzionario eindipendente del proletariatonon vi potrà essere un potentemovimento rivoluzionario dellemasse; senza la lotta dellemasse non esisterà un veroPartito comunista: questa è ladialettica della lotta di classe.

Estendere e unificare le mobilitazioni per far pagare crisi e debito a chi li ha causati

Pag. 6

Sbarrare la stradaa fascismo e populismo con l’unità operaia e popolare

“Quello che vogliamo di più è un governo in tuta blu!”

Pag. 7

Come e a qualicondizioni uscire dall’UE e dall’euro?Un dibattitoaperto

Pagg. 10-12

Risoluzione delXIX Plenum dellaConferenzaInternazionale diPartiti eOrganizzazioniMarxisti-Leninisti

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2 dicembre 2013

La crisi economica continua amordere, la disoccupazioneaumenta, il degrado e la povertà(che oggi colpisce 9,2 milioni dipersone) si estendono. A ottobre la produzioneindustriale è scesa per la 25^volta di seguito. Proseguono lechiusure delle fabbriche e ilicenziamenti per i profitti di“lor signori”. Per chi rimane in produzione lasituazione è critica, fra aumentidei carichi di lavoro, degli orarie degli infortuni, riduzionisalariali sotto la minaccia di“esuberi” e delocalizzazioni.Ormai è chiaro che neanche il2014 vedrà una crescitaeconomica, nonostante lechiacchiere di Letta e soci sulla“ripresa a portata di mano". La decomposizione del sistemapolitico-istituzionale italiano vaavanti su questa base,manifestandosi con le faideinterne ai maggiori partitiborghesi e nel progettoneocentrista che avanza sottol’egida di Napolitano eBagnasco. La rissa si riflette all’interno diun governo di “larghe intese”(adesso più strette) illegittimoperchè mai votato dal popoloitaliano, debole ma pericoloso,che procede nella lineadell’austerità e dellecontroriforme.La Legge di stabilità è solol’ultimo episodio delsaccheggio sociale imposto dauna classe dominante dicorrotti, cialtroni e ladri. Più tasse per lavoratori epensionati (il prossimo anno sipagheranno 1,1 mld. di nuoveimposte), più tagli ai servizipubblici, altre privatizzazioni,nuovi regali a monopolifinanziari, manager famelici,ricchi evasori fiscali e criminaliesportatori di capitali. Ma per l’UE questo non èancora sufficiente e perciò

impone il rispetto ferreo delPatto di stabilità, un caposaldodell’oligarchia finanziaria checi sta strangolando. Dietro la demagogia della“riduzione del debito” lapolitica del governo è quella diaggravare la recessione,smantellare l’apparatoindustriale e svendere illpatrimonio pubblico, perconsentire alle multinazionali difare spesa a prezzi di saldonell’outlet italiano.Un altro esempio della lineaantioperaia è la riduzione degliammortizzatori sociali, delletutele e dei diritti dei lavoratori,della spesa sociale. Si punta a accelerare latransizione ai nuoviammortizzatori, nei quali ladiscrezionalità è minore,limitando progressivamente ilnumero di mesi per i quali glioperai possono riceverel’assegno. Non a caso nei bilancigovernativi la missione diguerra in Afghanistan costa piùdei cassintegrati!Mentre il paese frana e laSardegna affonda per preciseresponsabilità, la criccainstallata a Palazzo Chigi daNapolitano e UE, non prendenessuna misura per alleviare lecondizioni di lavoro e di vita deilavoratori e dei disoccupati, madifende gli esclusivi interessidei gruppi dominantidell’imperialismo italiano comeFiat, Eni, Telecom, protegge iprivilegi dei parassiti (è inarrivo un altro “scudo fiscale”).Lo fa dietro inganni colossalicome le detrazioni, ladiminuzione del debito,l’assunzione dei precari. Balle! Una volta risolto il rebus delladecadenza del delinquenteBerlusconi, il governocercherà di procedere versoquelle “riforme strutturali”(liquidazione CCNL,

restrizione spesa pubblica perricapitalizzare le banche, altreprivatizzazioni…) richieste daUE-BCE-FMI. Allo stesso tempo, Letta-Alfanoe i suoi sostenitori vanno avanticon la manomissione dellaCostituzione, la riduzione deiricorsi amministrativi, il varo diuna nuova legge elettorale perdare l’aspirina a un sistemaagonizzante.Sono vergognose leresponsabilità del PD, degliopportunisti e dei verticisindacali che in nome della“stabilità” e della “coesionesociale” servono gli interessi egli appetiti capitalistici, frenanole lotte o danno vita a scioperettiinutili che servono a dimostrareche i lavoratori non hannovoglia di lottare, isolano i settorioperai e popolari piùcombattivi, spostandosi conRenzi sempre più a destra. Ma hanno fatto male i loroconti. Si moltiplicano le proteste e lemobilitazioni di massa sudiversi terreni: lavoro, salario,casa, ambiente, lotta alleprivatizzazioni. Da Genova a Napoli, dalla ValSusa alI’Indesit, dagli operai,dai tranvieri, dalle donne, daigiovani, vengono gli esempi dicome si deve dare battaglia!All’interno di queste lotteregistriamo un più netto rifiutodelle logiche istituzionali eparlamentari, un’attitudine piùunitaria e solidale, contro lapolitica di divisione,demonizzazione e repressionedella protesta sociale portataavanti dal governo e dai suoisupporter politici e sindacali. La momentanea paralisi è statainfranta e si è aperta una nuovafase di mobilitazione.

Ora occorre lavorare persuperare i limiti del movimentodi resistenza alle politicheborghesi: la sua dispersione, lascarsa continuità,l’economicismo, la mancataunificazione su contenutianticapitalisti, l’assenza di unaprospettiva politica di rotturarivoluzionaria. La questione di fondo è chel’attacco borghese va avantiperché ancora non c’è una vera,forte e unita opposizione diclasse e sociale, a causa dellapolitica dei riformisti e degliopportunisti, che apre spazi alpopulismo e alle destre. Di qui la necessità di lavorareper sviluppare e unire inumerosi torrenti di lotta controil governo reazionario Letta-Alfano, chiamando amanifestare in ogni occasione,fino a provocarne la cadutanelle piazze e nelle fabbriche. Va dato impulso dal basso a unamaggiore partecipazioneunitaria alle lotte, agli scioperi,soprattutto rafforzando ilprotagonismo el’organizzazione delle masse,con la formazione di organismidi fronte unico proletario(Consigli, commissioni,comitati, coordinamenti,assemblee di delegati) e difronte popolare, sulla base delladifesa intransigente degliinteressi e delle aspirazionidella classe operaia. Tutta questa attività dev’esserevista in legame indissolubilecon la questione fondamentaledel potere politico: contro igoverni dei capitalisti, per ilGoverno degli operai e di tuttigli sfruttati (quel “governo intuta blu” rivendicato dai giovanioperai nei cortei), il solo chepuò salvarci dalla rovina.

Via il governo della miseria e delle svendite!

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Nel mese di dicembre laCamera voterà, in terza e ultimalettura, le modifiche dell’art.138 della Costituzionedemocratico-borghese, unanorma di garanzia che pone deilimiti alle revisionicostituzionali. L’obiettivo delle forze politichefavorevoli al Ddl del governoLetta-Alfano, che agiscono nelsilenzio dei principali mezzi dicomunicazione, è quello dimanomettere l’art. 138, istituireun “Comitato di saggi”controriformatori, per poiprocedere alla modifica dinumerosi articoli dellaCostituzione. In tal modo si punta a cambiarela forma dello Stato e delgoverno, passando a unaRepubblica presidenziale di tipoautoritario, antidemocratica,che affosserà definitivamente laResistenza, le sue conquiste, isuoi ideali. L’intento del governo Letta-Alfano, dei suoi sostenitori (PD,centristi, destre) e della LegaNord, è raggiungere unamaggioranza parlamentare chesuperi i 2/3, impedendo alpopolo italiano di esprimere lapropria voce con un

referendum, portando cosìavanti l’operazione nei tempidettati da Napolitano. Questo è il losco disegno che vaa continuare il piano eversivo diGelli e di Berlusconi. Undisegno portato avanti da ungoverno che ha nel suo Dnal’involuzione autoritaria, poichénato fuori e contro la volontàpopolare, impostodall’oligarchia finanziaria.La svolta reazionaria rispondeall’esigenza del grande capitaledi massimizzare i profitti, diaccrescere il suo dominiosull’intera società controllandocompletamente l’apparatostatale. E’ una svolta che ha le suepremesse nell’offensivapadronale volta a scaricare tuttele conseguenze della crisi sullespalle dei lavoratori, nellapolitica di austerità che cancellai diritti sociali, nei diktat UE-BCE-FMI, nella politica diguerra della NATO, nellecontinue ingerenze vaticane,nelle “larghe intese”antioperaie. Ruberie, lusso e privilegiinauditi per i parassiti,sfruttamento a sangue eoppressione per la classe

operaia e le masse popolari:ecco cosa sono oggi illiberalismo e il riformismoborghese!L’ANPI ha lanciato una letteraaperta ai cittadini e promossomanifestazioni locali il 24novembre contro le modifichedell’art. 138. E’ un passo, che giunge dopo lamanifestazione del 12 ottobresvolta sugli stessi temi, dacompiere. Assieme allachiarezza e alla denunciapolitica dei responsabili dellatrasformazione reazionariadello Stato e della società, servela più decisa mobilitazione diclasse e di massa. Tutti in piazza il 24 nov. e nellegiornate di dicembre in cui èprevisto il voto definitivo allaCamera per smascherare e farfallire il disegno dei golpisti inguanti bianchi.Difendiamo le conquiste, idiritti e le libertà democraticheconquistate dalla classe operaia,che la borghesia getta nellapolvere per far sopravvivere ilsuo sistema agonizzante. Rafforziamo l’opposizione diclasse e di massa al governoLetta-Alfano, rilanciamo lanecessità di formare un ampio

Fronte popolare, persconfiggere l’offensivareazionaria e aprire la strada allatrasformazione qualitativa dellasocietà, ad una vera democraziadei lavoratori, che si potràrealizzare solo con unaRepubblica socialista!

Nessuna modifica all’art. 138Battere nelle piazze il piano reazionario!

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Cari compagni, cari lettori,ci rivolgiamo ancora una voltaa voi, per chiedervi di sostenerela nostra stampa e la nostrapropaganda, a partiredall’abbonamento ordinario aScintilla e Teoria e Prassi - chesiamo costretti a portare a 20euro annui - sul conto correntepostale n. 001004989958intestato a Scintilla Onlus.Come potete immaginare,incontriamo difficoltà edostacoli di ogni tipo, a partiredalle disponibilità finanziarie.Ma non intendiamo mollare,perché siamo convinti dellafunzione insostituibile dellapubblicistica comunista. Il principio fondamentalegrazie al quale appare e sidiffonde la nostra stampa èl’autofinanziamento. Cibasiamo sulle nostre forze esull’apporto dei compagni cheaspirano e lottano per un

mondo migliore e diverso, peril socialismo e il comunismo.In questi anni, nonostante milleostacoli e difficoltà, siamoriusciti a proseguire econsolidare il nostro lavoro, asviluppare le posizionipolitiche e ideologiche, adessere presenti nelle piùimportanti manifestazioni dimassa, divenendo un piccoloma importante punto diriferimento ed orientamento pertanti compagni. Stiamo compiendo uno sforzo –anche economico – per dareimpulso all’unità dei marxisti-leninisti per la costruzione diun forte Partito comunista, cosìcome per mantenere esviluppare un solido legamecon il Movimento comunistainternazionale.Per pubblicare il giornale, ivolantini, i manifesti, perproseguire e sviluppare

ulteriormente il nostro lavororivoluzionario, per rilanciare lapolitica dei comunisti e metterein atto iniziative concrete, èindispensabile il vostrocontributo. Vi chiediamo dunque unaprecisa assunzione diresponsabilità: abbonatevi,sottoscrivete, donate nellamisura delle vostre possibilità,affinché i nostri strumenti dipropaganda e di iniziativapolitica siano sempre piùadeguati ai compiti che oggispettano ai comunisti.Versate il vostro contributo,anche piccolo, sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus, indicando lacausale!Sottoscrivere per ilrafforzamento della stampacomunista, sostenerla contro lemenzogne della stampaborghese, è un dovere per i

comunisti e gli operai avanzati,per tutti coloro che lottano per idiritti, gli interessi e la libertàdei lavoratori e dei popoli.Con il vostro aiuto porteremoavanti la lotta per il Partitocomunista!

Per l’autofinanziamento della stampa comunista

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Partigiani a Milano, aprile 1945

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Dopo l’evitabile tragedia diLampedusa numeroseorganizzazioni hanno alzato laloro voce esigendo dal governoLetta-Alfano interventiimmediati: abolizione dellalegge Bossi-Fini e dei CIE,permesso di soggiorno edocumenti di viaggio per imigranti, asilo politico per tuttele vittime delle guerre e dellepersecuzioni, legalizzazione eparità dei salari e dei diritti per ilavoratori migranti, struttureadeguate per l’accoglienza. Ma quale è stata la risposta?Asciugate le lacrime dicoccodrillo, non si parla più dimodificare le norme perl'immigrazione e l'asilo, néquelle sulla gestione deipermessi di soggiorno. Dal trattato di Schengen, a MareNostrum a Frontex la “nuovapolitica” sull’immigrazionetargata UE è fatta di una piùserrata chiusura delle frontiere,di maggiore controllo emilitarizzazione per respingere iflussi, di introudzione del reatodi clandestinità, di estensione deiluoghi di detenzione lager, dinegazione del diritto alla salute,di populismo e xenofobia. Il tutto coperto da una viscidademagogia umanitaria suisoccorsi, quando in realtà icontrolli più rigidi non farannoaltro che modificare,allungandole e rendendole piùpericolose, le rotte migratorie.Nessun problema: Eurosur, ilnuovo sistema di sorveglianza,permetterà di vedere in direttadal satellite come affondano lebarche piene di profughi….La contestazione subita daAlfano a Lampedusa si giustificap i e n a m e n t e :“Assassini...assassini, basta conla Bossi-Fini!”.Per i governi borghesi i migrantisono bravi e buoni finchéaffogano o stanno zitti a subiresfruttamento e negazione didiritti.

Ma si trasformano in pericolosisovversivi quando siorganizzano e lottano contro lostato di cose esistente. In Italiasono migliaia le denunce e gliepisodi di repressione, leespulsioni contro i migranti chesi ribellano e si organizzanocontro razzismo, minacce,soprusi e prigionia. I migranti servono - eccome! – atenere in piedi il sistema disfruttamento capitalistico, specienei settori non delocalizzabili. Ma solo se mantengonodeterminate caratteristiche:devono essere ricattabili colpermesso di soggiorno,espellibili in qualsiasi momento,disponibili a sopportare qualsiasicondizione di lavoro, invisibilisul piano sindacale e politico.Devono stare in silenzio quandoi padroni non li pagano, quandoimpongono orari illegali, quandoli minacciano.Contro questa realtà si impone lalotta e l’organizzazione incomune fra i lavoratori nativi emigranti, spezzando quelladivisione che fa tanto comodoalla borghesia e prendendo pienacoscienza delle cause delproblema migratorio:l’imperialismo e le sanguinariecricche locali ad esso legate, chegenerano oppressione,spoliazione, miseria, guerre diaggressione e di rapina,distruzione delle economielocali, persecuzioni, violenze,costringendo milioni di essereumani a fuggire dai loro paesi. Esigiamo l’abolizione dellaBossi-Fini e delle altre leggirazzziali! Chiusura immediatadei CIE! Stop alle espulsioni!Permesso di soggiorno edocumenti di viaggio per imigranti! Basta lavoro nero!Asilo politico per tutte le vittimedelle guerre e delle persecuzioni!Regolarizzazione, legalizzazionee parità di salari e diritti per imigranti, per rafforzare la lottadell’intero proletariato!

Dopo Lampedusa: si indurisce la politica razzista contro i migranti

4 dicembre 2013

E’ in distribuzione l’opuscolocon la versione integrale delrapporto tenuto il 2.8.1935 daG. Dimitrov al VII Congressod e l l ’ I n t e r n a z i o n a l ecomunista. Il testo è preceduto da unaprefazione a cura dellaConferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti. Invitiamo tutti i compagni arichiedere copie dell’opuscolo(in distribuzione al prezzo di 3euro + spese di spedizione)scrivendo a: [email protected]

Dalla Prefazione: “I risultati politici della attualecrisi economica capitalistadipenderanno dell’azione delleforze politiche e dalla lorocapacità di trarre vantaggiodalla situazione. Da una crisieconomica e da una guerramondiale scaturì la primaRivoluzione socialista, quelladell’Ottobre 1917 in Russia; mada un’altra grande crisieconomica sorse il fascismotedesco, capeggiato da AdolfHitler. Questo significa che la crisipuò contribuire allarivoluzione, se c'è una forzapolitica con influenza nellemasse e capacità di sviluppare i

movimenti tattici chepermettono di rovesciare igoverni borghesi e pro-imperialisti. La questione del PartitoComunista, come categoriastorica e forza dirigente,assieme al Fronte Popolare,che unisce e mobilita in un solosenso le riserve rivoluzionarie epatriottiche, per farla finita coldominio imperialista ed i suoigoverni lacchè, è un compito incui dobbiamo persisteredandovi urgente soluzione“.

Il rapporto di Dimitrov al VII Congresso dell’Internazionale comunista

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L'imperialismo italiano e i suoi strumenti operativiMentre in Parlamento infuria loscontro (in parte vero, in partefittizio) fra i vari partiti borghesisulla Legge di stabilità, con larelativa «guerra degliemendamenti», c'èun'istituzione della Repubblicache si occupa dei veri scenari diguerra (nel Mediterraneo, nelMedio Oriente, in Africa,dovunque il capitale industrialee finanziario italiano ha degliinteressi da difendere).E' il Consiglio Supremo diDifesa, previsto dall'art. 87della Costituzione, presiedutodal Presidente della Repubblicae disciplinato da alcune leggispeciali. Oltre al Capo dello Stato, nefanno parte il Presidente delConsiglio, i Ministri degliEsteri, dell'Interno, dellaDifesa, dell'Economia e delleFinanze, e il Capo di Statomaggiore della Difesa. Alle sueriunioni possono essereconvocati anche i Capi di StatoMaggiore delle quattro ForzeArmate (Esercito, Marina,Aeronautica, Arma deiCarabinieri), il presidente delConsiglio di Stato e vari espertiin campo economico,industriale e militare. Esso si è sempre caratterizzatocome l'organo meno conosciutodella Repubblica, concompetenze mai ben definite,

con poteri istruttorii econsultivi, ma anche partecipedell'indirizzo politico, in gradodi determinare le più importantiquestioni della sicurezzanazionale sul piano interno einternazionale, cercandotalvolta di imporle al governocon direttive politichevincolanti. Lo si è visto moltobene nella penultima riunionedel CSD, nella quale esso haposto come assolutamentenecessario ed indilazionabilel'acquisto e l'impiego degli F35.Il Consiglio Supremo di Difesaè stato riconvocato da GiorgioNapolitano il 6 novembrescorso (con la partecipazione diLetta, Bonino, Alfano, Mauro,Zanonato, e dell'ammiraglioMantelli, capo di StatoMaggiore della Difesa), mentreda molte settimane erano incorso proteste e lotte operaie epopolari contro la povertà e ladisoccupazione generate dalla

crisi, con scontri - anche duri -fra manifestanti e forze dipolizia.Il CSD ha esaminato i«principali scenari di crisi», ilquadro internazionale e gliimpegni derivanti dalle variemissioni militari e «umanitarie»dell'Italia all'estero,segnatamente in Afghanistan,anche in vista del decretoattuativo per il 2014. Nella nota diffusa al terminedella riunione si legge che ilConsiglio ha «confermato lanecessità e l'urgenza diprocedere con il massimoimpegno nel processo dirazionalizzazione dellostrumento militare».Dunque, nuove spese militari acarico del bilancio dello Statoper rafforzare la presenzadell'imperialismo italiano –incardinato nella NATO e nellaUE - nelle varie aree «sensibili»dove esso è impegnato, mentre

la crisi economica morde e iproletari non riescono più asoddisfare le loro più elementariesigenze di vita e di lavoro.Chiaramente, la “salvaguardiadell’ordine e della sicurezza”imperialista non si riferisce soloalle missioni all’estero. Nella Direttiva ministeriale2013 del Ministero della Difesaviene posta grande attenzionealla gestione della crisieconomica e al rispetto degliimpegni e ai vincoli assunti insede UE. Pertanto, “le ForzeArmate devono tenersi prontead assicurare quel supportotecnico e organizzativo cherisulta decisivo in caso diparticolari emergenzenazionali”. Nella Val di Susa hanno giàcapito di cosa si tratta. Proletari, lavoratori, giovani,sveglia, il nemico è in casanostra, si chiama borghesia.No alle spese militaridell'imperialismo italiano,stanziamenti immediati per idisoccupati, per le opereidrogeologiche! Ritiro di tutte letruppe dislocate all’estero e inItalia! Chiusura di tutte le basiUSA e NATO sul nostroterritorio! Fuori l'Italia dallaNATO e dall'Unione Europea,per una politica di pace e disostegno alle lotteantimperialiste.

CGIL: il sindacato di classe è un’altra cosaDopo i gravi cedimenti compiutidai vertici sindacali CGIL-CISL e UIL sulla controriformaFornero delle pensioni, sull’art.18, sulle regole dirappresentatività, sui contratti dicategoria e aziendali, numerosioperai e sindacalisti combattivihanno espresso l’esigenza di unainversione di rotta, di unapiattaforma sindacale di classesu cui riorganizzarsi e lottare. Ora, in vista del 17° CongressoCGIL, è stato presentato daidirigenti della Rete 28 Aprile.undocumento alternativo a quellodelle “larghe intese” diCamusso, Landini, Nicolosi, etc. La scelta è condivisibile, ma nonpossiamo sottacere i limiti e glierrori di impostazione propri diquesta area, che purtropporitroviamo nel documento. Salta agli occhi la mancanza diun chiaro riferimento alla classe

operaia come forza dirigente. Diqui l’assenza della prospettivadella ricostruzione di unsindacato di classe, cheorganizzi la lotta dei lavoratori edei disoccupati contro ilcapitalismo, per una societàsenza sfruttamento. Il documento è privo di unaseria analisi della crisicapitalistica. Le scelte di fondo,come quelle sull’appartenenzaalla UE e alla NATO, sonoconfuse, deboli. Non si parlachiaro, dicendo che bisognauscire da queste gabbieimperialiste. Vi sono delle rivendicazioniimmediate condivisibili. Ma dalpunto di vista strategico tuttoruota attorno al vecchioprogramma socialdemocratico ekeynesiano dell’interventopubblico. Sul piano della solidarietà

internazionale non si va oltre la“certezza del dirittointernazionale” borghese. Il difetto principale deldocumento alternativo sta nelfatto che non mira a costruireuna vera opposizione di classeorganizzata alla base delsindacato, che si unisca alle altreopposizioni che esistono fuoridalla CGIL per prendereiniziative e sviluppare le lotte. Non si profila nessunacaratteristica organizzativa,come strumento per una piùampia unità su basi classiste. Perciò, nonostante i buonipropositi, tutto si riduce allalotta nell’apparato, doveprospera la burocrazia sindacale. Il risultato di questa linea loabbiamo visto nelle ricorrenticrisi della “sinistra sindacale”,che spesso si è venduta o èrifluita nell’apparato. Su queste

fallimentari esperienze, perònon c’è traccia di bilanciocritico. Ancora una volta si cade nellaillusione di riformare ocorreggere la linea dei verticisindacali, di controbilanciare laderiva autoritaria nel sindacato.Ma il tempo degli equilibrismi èfinito. La verità è che nel CongressoCGIL non vi sono le condizioniminime per un confrontodemocratico. Il problemadunque non sono i numeri, ma icontenuti di classe.Se la questione di fondo è il tipo,il modello di sindacato, bisognaavere il coraggio di dire che civuole una struttura sindacale diclasse, contro tutte le forme diopportunismo. E’ su questi temiche bisogna discutere nelleassemblee dei lavoratori,andando ben oltre il Congesso!

5dicembre 2013

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Sbarrare la strada a fascismo e populismocon l’unità operaia e popolareOggi nell’UE c’è una crisiprofonda, con milioni didisoccupati. Le misure che laTroika (UE-BCE-FMI)applicano contro i lavoratori e ipopoli sono brutali. Quandodiciamo che ci vogliono fartornare un secolo indietro è lapura verità.In questa situazione la lotta nonsi ferma, ma tende a svilupparsie a moltiplicarsi. Ci sonomobilitazioni quotidiane in tuttii settori sociali. La domanda che si pone è:quale forza riuscirà acapitalizzare politicamentequesta situazione? E’ possibile che siano icomunisti, i rivoluzionari, leforze della sinistra di classe. Unpartito marxista-leninista forte,con una buona capacità diintervento politico fra le masse,può volgere decisamente a suofavore questa situazione. Ma laverità è che ancora non c’èquesta forza e questa capacità. Certo, non stiamo certo con lemani in mano. Portiamo avantila nostra politica nella classeoperaia, nei sindacati, in tra igiovani, nei settori colpiti dallacrisi, dando impulso alla nostralinea, favorendo la formazionedi organismi di massa, l’unitàdei comunisti. Però siamoancora deboli e scontiamo graviritardi e limiti soggettivi, dicarattere storico.Se non saranno i comunisti adapprofittare della situazione, chilo farà? Molto probabilmente l’estremadestra. L’evoluzione politica nell’UEdimostra l’avanzata di partiti emovimenti neofascisti epopulisti aggressivi che sirivolgono direttamente allemasse popolari, presentandosicome forze “antisistema e anti-globalizzazione”. Questi partitinon solo vedono aprirsi spazigrazie alla crisi dei partititradizionali, sia della sinistra siadella destra borghese, ma fannoproprie posizioni dellasocialdemocrazia perintercettare il malcontento e ladelusione delle masse, il lorobisogno di “sicurezza” e di“certezze” profondamentescosso dalla crisi, promettendodemagogicamente lavoro eavvenire ai giovani.

Gli esempi di Marine Le Pen inFrancia, di Alba Dorata inGrecia, del movimento Jobbikin Ungheria, di Diritto eGiustizia in Polonia, del Partitodella Grande Romania, delFreiheitspartei in Austria, delPartito del Progresso inNorvegia, dei Veri finlandesi,dei Democratici Svedesi e peralcuni aspetti del grillismo inItalia, sono sotto gli occhi ditutti.Si tratta di una questione moltoseria, che non va sottovalutata eche ha conseguenze profondenon solo in Europa (bastavedere il caso del Tea Partynegli USA). E’ sbagliato vedere la crescita diqueste forze (che hanno cometratto unificantel’anticomunismo) scollegata daidisegni del capitalemonopolistico, che punta ascaricare tutto il peso della crisisulla classe operaia, a risolvere iproblemi dei “mercati” a spesedei popoli oppressi, a prepararenuove guerre di rapina. In particolare, il grande capitaleha per obiettivo quello didistruggere qualsiasi livello diorganizzazione indipendentedel proletariato, di disarticolaree indebolire il movimentooperaio e sindacale, di piegarlocompletamente ai propriinteressi e di reprimere i settoripiù combattivi che resistono,per applicare una aggressivapolitica salariale, dismantellamento delle conquistee dei diritti dei lavoratori, dirafforzamento del suo dominio.A tal fine si utilizzanomolteplici armi ideologiche epolitiche, tra le quali losciovinismo, la xenofobia,l’odio verso i migranti,l’europeismo alla Breivik, chesono parte integrantedell’offensiva capitalistica.Dunque, se in generale laborghesia non fa nulla contro imovimenti populisti e fascisti, isuoi settori più reazionari, ibanditi dell’alta finanza, liappoggiano, li finanziano, liaiutano. Questo aiuto vieneanche dai governi borghesi cheattuano misure sempre piùantipopolari e autoritarie,proseguono la politica di guerra,smantellano le libertàdemocratiche.

Quanto ai capi dellasocialdemocrazia edell’opportunismo, vediamobene la loro funzione: sostenerei piani del grande capitale,nascondere alle masse ilcarattere di classe delpopulismo e del fascismo,impedire la loro risposta controle crescenti misure reazionariedella borghesia, disarmarepoliticamente eideologicamente la classeoperaia, criminalizzare laprotesta sociale, perfinospiegare ai lavoratori che nontutti i mali vengono dalpopulismo, dal fascismo, dalrazzismo!L’ascesa di questi fenomeni, laloro aggressività , pongono ilproblema dell’unità politicadella classe operaia, del lavorodi fronte unico e di frontepopolare, dell’antifascismomilitante, come necessitàineludibili.Guardiamo al caso italiano. Nelnostro paese vi sono centinaiadi organizzazioni che sidefiniscono antifasciste, disinistra e perfino comuniste. Lanecessità dell’unità per lottarecontro il capitalismo e i suoigoverni, contro il fascismo, ilpopulismo, il razzismo èdiffusa. Però quando si poneconcretamente la questionesorgono i problemi. Tuttivogliono l’unità, ma poi tuttidicono “l’unità sono io”. Un secondo problema è ilcambiare continuamente lecarte in tavola da parte degliopportunisti, spesso per mire ditipo esclusivamenteelettoraliste, che contribuiscono

alla dispersione e alladisorganizzazione politica. Un terzo problema, che riguardaanche le forze più conseguenti,è il criterio del “tutto o niente” ela visione statica degli accordi.Non si comprende che a volte ènecessario collaborare estringere accordi, giungereall’unità di azione anche solo suquestioni parziali, anche solocon alcune forze, per sviluppareil lavoro unitario e permetterealleanze più vaste. Occorre comprendere che ilfronte non si costruisce in unsolo momento, in solo atto; ilfronte deve essere il prodotto diun processo di unificazionedelle classi interessate nellarivoluzione, dell’insieme delleorganizzazione popolari. La battaglia è solo all’inizio. Ilpericolo di destra, il fascismo eil populismo possono esserebattuti a condizione che laclasse operaia riprenda la viadella lotta, unisca le sue forzecontro l'offensiva del capitale edel fascismo, non si isoli daisuoi alleati.Ma per fare questo è necessariala guida di un combattivoPartito rivoluzionario, che abbiauna giusta linea politica esappia adattare i metodi dilavoro alla situazione concreta. La politica di alleanza, difronte, pone la questione delladirezione delle forze dellarivoluzione da parte del partitodel proletariato, presupponedunque l’esistenza eindipendenza del partito, chenon deve mai rinunciare ai suoiprincipi e ai suoi obiettivirivoluzionari.

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Come e a quali condizioni uscire dalla UE e dall’euro? Un dibattito apertoMentre aumentano le divisionieconomiche e politiche fra glistrati membri dell’UE, si ponesempre più all’ordine del giorno,all’interno del dibattito politico edelle lotte operaie e popolari, laquestione dell’uscita dallaasfissiante gabbia costruita dalcapitale monopolisticofinanziario. E’ il carattere stesso della UEimperialista (impossibile oreazionaria), la suairriformabilità e insostenibilità, lesue insanabili contraddizioniinterne, le dure ripercussionidella sua politica nella classeoperaia e nei popoli, il suocarattere profondamenteantidemocratico, a far sì checrescenti settori del movimentooperaio, sindacale, sociale,giovanile, si rendono conto che ìcosì non si può andare avanti. Quali sono oggi le ipotesi diuscita da Ue e euro che siaffacciano nel dibattito sultappeto? Quali le diverse opzionisu come “gestire” la rottura? Dalpunto di vista borghese e piccoloborghese due sono le ipotesiprincipali. La prima è quella dell’uscitavolontaria gestita dai governiborghesi. Fa appello all’art. 50trattato di Lisbona, secondo cuiogni Stato membro può decidere,conformemente alle proprienorme costituzionali, di recederedall’Unione. Si aprirebbe così unnegoziato volto a definire lemodalità del recesso cheverrebbe poi concluso a nomedell’Unione dal Consiglio, previaapprovazione del Parlamentoeuropeo.Questa ipotesi varrebbe sia nelcaso di recesso volontario dipaesi più forti per costituire ilsuper-euro, sia nel caso disganciamento (o espulsione perinfrazione o per default) di quellipiù deboli, come conseguenzadell’ insostenibilità economicadell’euro (o della creazione di unarea più ristretta nord-europea,attorno alla Germania). Il Trattato di Lisbona non dicenulla, invece, sulla possibilità diabbandonare soltanto l'Eurozona;dunque per uscire dall’eurobisogna uscire dalla UE (anchese la Merkel dice di no). La seconda ipotesi è quelladell’uscita coordinata degli statiperiferici (PIIGS) che si

alleerebbero con altri paesimediterranei, creando una nuovamoneta comune con valori dicambio “più adeguati alle propriepossibilità” e un’area economicadi libero scambio e cooperazione(simile all’Alba). Ciòincluderebbe lanazionalizzazione delle banchecentrali e di alcuni settori, comel’energetico, i trasporti, le Tlc. Da osservare che i promotori diquesta ipotesi parlano più diuscita dall’Unione monetaria(euro), che dalla UE. Ad es. ilmovimento Drachm greco(simile al M5S) punta allapromozione dell’alleanza deipaesi dell’Europa meridionale,con l’obiettivo dell’uscita dallamoneta unica per Grecia, Italia,Spagna, Portogallo, Cipro, dellacreazione di una zona di liberoscambio nel sud, stabilendopolitiche comuni in diversiambiti. Questa seconda ipotesi – cheviene avanzata con diversevarianti - è di caratteresocialdemocratico, ed esprimeinteressi di settori di piccolaborghesia radicale e di settori diborghesia di Stato che nonvogliono essere subalterni aGermania e Francia.

Ma quali sarebbero leconseguenze reali di questeipotesi? Per un paese imperialistadebole come l’Italia sarebbero:deprezzamento immediato dellavaluta con forte svalutazione,inflazione (più o meno alta),attacchi speculativi,abbassamento salari, bloccosistemi di pagamento, daziprotettivi, costi energetici,default debito pubblico,impossibilità finanziamenti, etc.A guadagnarci sarebbero settoridi industriali votati all’export, male conseguenze sociali per laclasse operaia e le massepopolari sarebbero drammatiche. In tali condizioni la borghesia

non potrebbe conservare nellastessa forma il suo dominio diclasse. Essendosi cacciata in unvicolo cieco, l’alternativa permantenersi al potere sarebbe ilfascismo. Per cui il vero problema da porsiè il seguente: a quali condizioni ilproletariato rivoluzionario puòdare il suo consenso all’uscitadella UE? Diciamo subito la nostra: acondizione che vi sia il passaggiodel potere al proletariato e aglistrati più poveri delle masselavoratrici che si schierano dallasua parte e la rottura completa ed

effettiva con tutti gli interessi delcapitale.Infatti, se la questione dell’uscitadalle istituzioni e dalle alleanzeimperialiste come l’UE venissediretta da settori di borghesia e/opiccola borghesia non vi sarebbealcun miglioramento dellasituazione della classe operaia.Al contrario, si scaricherebberosulle spalle e degli altri lavoratorisfruttati tutte le conseguenzedella crisi che ne deriverebbe.La questione della uscita dallaUE per un paese imperialistacome l’Italia, non può che esserelegata allo sviluppo della lotta diclasse, al processorivoluzionario. E deve essere

diretta dalla classe operaia, laclasse più rivoluzionaria dellasocietà, per produrre risultatipositivi.Solo un Governo operaio e deglialtri sfruttati può far uscirel’Italia dalla UE facendonepagare il prezzo alla borghesia.Solo un Governo di questo tipo,che nasca dal movimentorivoluzionario delle massesfruttate e oppresse, può adottaremisure energiche, come ilcontrollo della produzionesociale e della ripartizione deiprodotti, le nazionalizzazioni, ilripudio del debito, la confisca diproprietà immobiliari e terre, unaforte tassazione per i ricchi, etc.al fine di neutralizzare laspeculazione finanziaria. Soloquesto Governo può soddisfarecon misure rivoluzionarie ibisogni vitali dei proletari e ditutti gli sfruttati. Questo significa forse rinviare ilproblema alle calende greche?Significa che per porre laquestione dell’uscita dalla UEdobbiamo aspettare larivoluzione e il socialismo?Nemmeno per sogno! Noicomunisti, da sempre contrarialla costruzione imperialistadell’UE, combattiamo leposizioni revisioniste che neganoil sacrosanto dirittoall’autodeterminazione deipopoli, che non vedono che oggisi pone in modo acuto laquestione della sovranitàpopolare e nazionale, e nemmenocomprendono la necessità unalleggerimento delle condizionieconomiche dei lavoratori e deipopoli, rinviando tutto alsocialismo realizzato.

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continua a pag. 8

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Dichiarazione del Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista

Il 7 novembre i comunisti, irivoluzionari, la classe operaiadi tutto il mondo ricordano efesteggiano l’anniversario dellaimmortale RivoluzioneSocialista d’Ottobre.La borghesia e i loro portaborserevisionisti e socialdemocraticifaranno, come al solito, di tuttoper oscurare e infangare taledata, o cercheranno di alterarnecontenuto e lezioni, magaridedicandole qualcheinsignificante articolo oconvegno di tipo storico in cuila falsificazione e ladenigrazione sono l’aspettoprincipale.In quanto marxisti-leninisti,riteniamo all’opposto larivoluzione bolscevica unevento profondamente attuale ecolmo di preziosi insegnamentiper la lotta odierna delle classisfruttate ed oppresse.Nell’epoca dell’imperialismo incui viviamo, con lacontinuazione el’approfondimento della crisieconomica, le contraddizionifondamentali e i mali incurabilidel capitalismo si sonoaggravati, a tal punto che essopone oggi materialmente inpericolo la stessa sopravvivenzafisica delle masse proletarie.Sfruttamento, disoccupazione,precarietà dei rapporti di lavoro,fame, miseria, guerreimperialiste, reazione politica,devastazione ambientale: questisono i soli regali che

l’imperialismo può offrire allemasse lavoratrici del pianeta.In queste condizioni, le forzerivoluzionarie della classeoperaia e dei popoli sonooggettivamente cresciute suscala internazionale. Stiamoassistendo ad un importanterisveglio delle lotte e dellamobilitazione della classeoperaia e di vasti strati socialisu scala internazionale e nelnostro paese.I popoli oppressi si confrontanosempre più duramente conl’imperialismo.Tutto il sistema è maturo per larivoluzione sociale delproletariato, la cui idea oggitorna di nuovo all’ordine delgiorno. Non solo: la rivoluzioneproletaria ha dimostrato e sidimostra ancora oggi, alproletariato ed alle massepopolari, la sola via d’uscitadalla crisi generale delcapitalismo. “Terze vie” eprogetti riformistici assortitihanno dimostrato soltanto laloro fallacia e complicità con glisfruttatori.La rivoluzione socialista, pur seoggi non di immediata fattibilitànel nostro paese, costituiscel’unica prospettiva concreta, cuidobbiamo prepararci. Questo èil compito che devono assumerecon piena responsabilità leavanguardie del proletariato perfarla finita col dominio delcapitalismo e sulle sue rovineedificare un nuovo mondo,

libero dallo sfruttamento edall’oppressione capitalista.La rivoluzione delle classisfruttate non si costruisce peròdal nulla. La RivoluzioneSocialista d’Ottobre ha altresìdimostrato il ruolo determinantedel partito comunista, anche seinizialmente di piccoledimensioni, purché armato dellateoria marxista-leninista e benradicato nella classe operaia.Senza un forte partitod’avanguardia del proletariato,fondato sui principi delmarxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, la rivoluzione socialee la costruzione della societàsocialista sono impossibili.Nel nostro paese, in particolare,è però fortemente arretrato, afronte delle condizionioggettive, proprio il fattoresoggettivo della rivoluzione.Dobbiamo dunque risolvere, inprimo luogo, la questioneurgente ed improrogabiledell’unità dei comunisti e dellacostruzione di un grande partito.Occorre dunque sviluppare illavoro su questo frontefondamentale.La costituzione del ComitatoNazionale di Unità Marxista-Leninista, oggi ai primi passi, èun importante passaggio diquesto percorso. Il CONUMLpuò dare impulso alsuperamento dellaframmentazione esistente fra levere forze comuniste italiane e a

raggiungere un superiore livellodi unità organica dei comunistivolto alla formazione del partitorivoluzionario della classeoperaia, basato sui principi delcomunismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario.Esso si pone oggi come unostrumento cui tutte le realtàautenticamente comuniste, imigliori elementi delproletariato, i giovanirivoluzionari devono fareproprio e rafforzare, se voglionoveramente offrire il loro apportoalla costruzione di un grandePartito comunista.Oggi vi sono condizioniimportanti per avanzare conquesto proposito, perciòdobbiamo avanzare nell’unità enell’organizzazione.Questo è senza dubbio ilmiglior modo di ricordare efesteggiare l’anniversario dellaRivoluzione Socialistad’Ottobre.

Novembre 2013

COMITATO NAZIONALEDI UNITA’ MARXISTA-LENINISTAPartito Comunista ItalianoMarxista-LeninistaPiattaforma Comunista

Per contatti e informazioni:[email protected]@yahoo.it

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Noi sosteniamo l’inalienabilediritto dei popoli a uscire subitodall’UE, dall’euro e dalla NATO,con una duplice consapevolezza:a) rimanere ancora dentro questegabbie sarebbe ancora piùdevastante; b) per non finiredissanguati il processo di uscitanon può e non deve essere direttodalla borghesia. Perciò diciamo che l’uscita dalleistituzioni sovranazionali delcapitale finanziario, deve essere

collegato – anche se non in modomeccanico - all’uscitarivoluzionaria dalla crisicapitalista, alla formazione di unGoverno degli operai e degli altrilavoratori sfruttati (o di ungoverno di fronte unico), sortosulla base dei Consigli e deiComitati operai e popolari.Questa è la prospettivarivoluzionaria che agitiamo perfavorire lo sviluppo deglielementi di una crisi politica

rivoluzionaria, accelerare il suoprocesso di maturazione,all’interno della quale il bloccoantagonista degli operai e deiloro alleati, diretto dalproletariato e dalla suaavanguardia, possa giocare unruolo decisivo nella lotta per ilpotere.Un momento di sviluppo diquesta politica rivoluzionariasaranno le prossime elezionieuropee, che vanno trasformate

in un referendum contro UE eeuro, Fiscal compact e patto distabilità, politica di austerità e dicompetitività. Dobbiamo saper approfittaredell’euro-farsa elettorale persviluppare una campagna controla UE dei monopoli capitalisticied avanzare nella politica difronte con tutte le forze chesostengono una netta posizionedi rottura con questa istituzioneimperialista.

- segue da pag. 7 - Come e a quali condizioni uscire dalla UE e dall’euro?

La Rivoluzione Socialista d’Ottobre indica al proletariatoed alle masse popolari l’unica via per la propria salvezza

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Dal Congresso del PCIML esce rafforzata la linea di classe e rivoluzionaria

dicembre 2013

Si è svolto con successo il 16 e17 novembre, nell’isola diIschia, il III Congresso delPartito Comunista ItalianoMarxista-Leninista. La prima giornata è iniziata conl’insediamento dellapresidenza. E’ poi seguito ilrapporto politico del segretarioed il dibattito, con alternanzadegli interventi dei delegati delpartito e dei saluti delle altrerealtà comuniste nazionali einternazionali.Il giorno seguente si è svolta laseconda sessione delCongresso, riservata a delegati eiscritti, con la votazione sullarelazione politica, le tesicongressuali, la nomina dellecariche dirigenti del partito. etc.L’ampia relazione svolta dalcompagno Savio, che al terminedel Congresso è statoriconfermato segretarionazionale del PCIML, haesaminato, alla luce delmarxismo-leninismo, lasituazione economica e politicanazionale ed internazionale,denunciando le suedrammatiche conseguenze perle masse lavoratrici e i popolidel mondo, e tracciando la lineae il programma politico delPCIML.Il compagno ha sviluppato una

approfondita analisi dellaattuale crisi del capitalismo,delle condizioni disumane edelle contraddizioni cheinevitabilmente lo condurrannoalla morte per mano dellarivoluzione socialista, cheporterà alla costruzione dinuova società, libera dallosfruttamento e dallaoppressione capitalistica. Una parte importante dellarelazione ha riguardato laquestione dell’organizzazionedel PCIML, del suoinsediamento territoriale e dellacostituzione delle cellule. Egli si è inoltre intrattenutosulla lotta senza tregua dacombattere contro ilrevisionismo e tutte le altreforme di deviazione dalla teoriae dalla pratica rivoluzionaria delcomunismo elaborata da Marx,Engels, Lenin e Stalin.Dura è stata la condanna deifalsi comunisti, degliopportunisti, che pretendono dibloccare l’avanzata dei processirivoluzionari in tutto il mondo. Per quanto riguarda la questionedell’unità dei comunisti, ilcompagno Savio ha fattoespresso riferimento alComitato Nazionale di UnitàM a r x i s t a - L e n i n i s t a(CONUML), al suo sviluppo,

presentandolo come unpassaggio molto importante delprocesso di unità dei comunisti.Allo stesso tempo ha ancheribadito che il lavoro perl’unione di tutte le realtàmarxiste-leniniste per lacostruzione di un solo, fortePartito comunista va sviluppato,in questa fase, mantenendo lareciproca autonomia. Una concezione, quest’ultima,che merita di essere precisata eapprofondita in tutti i suoiaspetti, avendo come metafinale l’unità organica deicomunisti.Il Congresso si è concluso conuna cena sociale e un brindisialla rivoluzione proletaria, Di una cosa siamo certi: daquesto Congresso, che si èsvolto in un clima cordiale e

fraterno, è uscita rafforzata lalinea di classe e rivoluzionaria,marxista-leninista, delproletariato del nostro paese econ essa la collaborazione el’unità dei sinceri comunisti.Sul nostro sito sono presenti ilsaluto di Piattaforma Comunistae quello della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizazioni Marxisti-Leninisti, che hanno entrambiriscosso l’interesse e il plausodei delegati presenti.Invitiamo tutte leorganizzazioni comuniste e isingoli compagni a leggere isuddetti saluti e a rafforzare ilprocesso, in corso, di unità ditutti i sinceri comunisti,aderendo con convinzione evolontà operativa al CONUML.

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Social network o organizzazione politica?Parliamo dall’atteggiamentoche caratterizza alcunicompagni che, pur seguendo ilnostro lavoro con stima erispetto, o che addiritturacondividono i nostri principipolitico-ideologici e la nostralinea politica, ancora non sidecidono a compiere i passinecessari per aderire alla nostraorganizzazione. Chiaramente, ci rivolgiamo, conla massima franchezza, aisinceri comunisti, ai proletariavanzati, ai giovanirivoluzionari, e non agliappartenenti alle varie tendenzeborghesi e piccolo borghesi.Ci sono dei compagni,soprattutto fra i più giovani, checoncepiscono il loro esserecomunisti sviluppando analisistoriche e interminabili, masoprattutto sterili confronti, suisocial network e i forum. Passano il tempo a scambiarsi

notizie, documenti, magariaccusandosi reciprocamentedelle più svariate nefandezzeideologiche (“revisionista!”,“infiltrato!” “trotkista!”, ecc). Epoi … il vuoto, l’assenza discelte, di militanza. Questi compagni sembranoritenere che l’essere comunistisi limiti ad esprimere idee edopinioni, in qualche “circolo didiscussione”, alle più acerrimedispute accademiche, senzaprendere parte all’azionepolitica collettiva, tipicadell’organizzazione. Ancoranon comprendono che la praticarivoluzionaria, unita alla teoriascientifica, è il fattore chedistingue i comunisti e forgia laloro unità. Insomma, siamo di fronte aduna delle tante “tipologie dicompagni”, che purtroppofiniscono per fare la gioia dellaborghesia, sempre

accondiscente a sani scambi diidee, purchè non si trasforminoin attività pratica che metta indiscussione il suo dominio sullasocietà. Questi compagni non riesconoad andare fuori dalla loro“dimensione individuale”,eternamente critica verso tutto everso tutti. Possono avere millemotivazioni e scusanti. Maquali che siano, una sola è laconseguenza politica del lorocomportamento: la rinunciaall’attività politica dentroun’organizzazione che pure essidichiarano di apprezzare, e diconseguenza il non contribuireal suo rafforzamento eradicamento dentro ilmovimento operaio e popolare.Ciò è inaccettabile per ognirealtà comunista, che sidistingue dai seguaci delle variecorrenti borghesi perché si

assume sempre le proprieresponsabilità e fa sempreseguire alle parole i fatti.La realtà impone oggi a tutti isinceri comunisti di superarequesta fase infantile, didiventare protagonisti attividella lotta di classe.Per questo, all’operaio, alladonna proletaria, al giovanerivoluzionario, all’intellettualecomunista, che non hannodivergente ideologiche epolitiche di principio nei nostririguardi, che concordano con lenostre posizioni fondamentali evogliono lottare veramente peril Partito, la rivoluzioneproletaria e il socialismo,diciamo poche, chiare parole:rompete con gli indugi,prendete contatto e aderite allanostra Organizzazione perrafforzare la lotta volta allaformazione del Partitocomunista del proletariato!

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10 dicembre 2013

Nella Metà del Mondo, in unambiente di solidarietà fracompagni e diinternazionalismo, i membridella Conferenza Internazionaledi Partiti e OrganizzazioniMarxista-Leninisti (CIPOML),si sono riuniti per dibattere econdividere analisi edesperienze. Siamo arrivati aconclusioni che contribuirannoal compimento del ruolo storicodei marxisti-leninisti, deirivoluzionari, dei combattentiantimperialisti e antifascisti,della classe operaia, dei popolioppressi e della gioventù.

Sulla situazioneinternazionale

Si acutizzano lec o n t r a d d i z i o n ifondamentali della nostraepoca

La crisi economicainternazionale che si manifestain alcuni paesi, particolarmentein Europa Occidentale, e ilrallentamento economico inaltri paesi, mettono chiaramentein luce l’acutizzazione dellecontraddizioni fondamentali:quella fra il capitale e lavoro, traimperialismo ed i paesi enazioni oppresse, tra potenze emonopoli imperialisti. È unacrisi ciclica che si sviluppa sulterreno dall'aggravamento dellacrisi generale del capitalismo,iniziata un secolo fa. In questo contesto siapprofondisce anche la lottaideologica e politica tra irivoluzionari proletari checombattono per il socialismo, ela reazione, il liberalismo el'opportunismo che difendono ilcapitalismo e l'imperialismo. I paesi imperialisti capeggianola frenata dell'economia, inprimo luogo gli Stati Uniti, che

hanno una crescita industrialevicina a zero. In Giappone siproduce un nuovo caloproduttivo. Diversi paesidell'Unione Europea affrontanouna recessione che colpiscemaggiormente Grecia, Spagna,Portogallo, Italia, Irlanda eminaccia Francia, Belgio edaltri paesi. Gli stessi economistiborghesi affermano che in talipaesi ci vorranno molti anni pertornare ai livelli precedenti il2008 ed iniziare il processo diripresa. Le cosidette “locomotive” delcapitalismo, Cina, India,Russia, si trovano in unprocesso di decelerazioneeconomica; tale situazione siaggrava in Brasile che rallentain maniera marcata. I paesidipendenti dell'America Latina,dell’Africa e dell’Asia soffronol'impatto della crisi in modo piùlieve, a causa degli alti prezzi dimaterie prime, risorse naturali eprodotti agricoli, e registranouna crescita con marcatidislivelli. I gruppi monopolisti, i paesiimperialisti e le borghesienazionali, i loro governi,scaricano il peso della crisi sullemasse lavoratrici, i popoli e lagioventù. In tutti i paesi delmondo vediamol'intensificazione dellosfruttamento della classeoperaia col pretestodell'aumento dellacompetitività. In Europaproseguono i licenziamenti dimassa dei lavoratori, lariduzione dei salari attraverso iricatti, l'aumento dellaprecarietà occupazionale e dellaflessibilità lavorativa sottodifferenti forme, ma sempre innome del massimo profittomonopolista. I migranti di tutto il mondo sonovittime di questa politica, e

inoltre devono affrontare ladiscriminazione, la xenofobia, ilrazzismo; sono additati comenemici dei lavoratori nativi ecolpevolizzati per l’aumentodella disoccupazione; sonoforza-lavoro a prezzi stracciatiche viene utilizzata daicapitalisti per una maggioreaccumulazione. Nelle campagne peggiorano lecondizioni di vita e di lavorocome conseguenza dellapolitica di prezzi e dei trattati dilibero commercio, che vannofavore dei monopolidell'industria agroalimentare.Gli affari nell'agricoltura vannodi pari passo con la crescentemonopolizzazione della terra,degli allevamenti e dellaintermediazione che si reggonosul super-sfruttamento deilavoratori della terra e sulladipendenza imperialistaimposta alla maggioranza deipaesi. La gioventù è colpita dallarestrizione dell'educazionepubblica, dalla trasformazionedelle scuole in produttrici diforza-lavoro a basso costo alservizio del capitale; masseenormi di giovani, tra cui quellicon elevati livelli di istruzione,vanno ad ingrossare le file dieserciti di milioni didisoccupati.Mentre i grandi monopolifinanziari ed industrialicontinuano ad esseresovvenzionati dai fondipubblici, diminuiscono e sitagliano drasticamente le spesesociali, specie quelle destinatealla salute pubblica,all’educazione, alla casa, alla

previdenza sociale, etc.; siaumenta l’età pensionabile e inalcuni paesi si è giunti alladecisione di diminuire i salaried allungare la giornatalavorativa. La crisi è di tale portata chel'imperialismo e i suoi governiattuano politiche sempre piùbrutali, aggressive, sfruttatrici erepressive contro le masselavoratrici e popolari.

Le politiche del capitaledivengono più autoritarie erepressive

Parallelamente alla crisieconomica procede la crisipolitica della borghesia, che siesprime all’interno delleistituzioni e nelladelegittimazione della politicain generale, della democraziaborghese e dei partiti politici inparticolare. Una manifestazione di questarealtà è l'elevata astensione chesi registra nelle elezioni in moltipaesi, la perdita di fiducia neitradizionali partiti politici dellaborghesia, compresi quelliriformisti e socialdemocratici.Questa situazione si manifestain vari paesi nella delusione enel dissenso delle masse, nellaricerca di soluzioni di ricambiospesso gestite da opzioniborghesi in nome della sinistra,del "socialismo democratico",del "socialismo del XXIsecolo". Si da anche spazio anuove forze reazionarie, inalcuni casi fasciste,fondamentaliste e populiste che

Risoluzione del XIX Plenum della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti

continua a pag. 11

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con la loro demagogia sipresentano come alternativa dicambiamento per i popoli. Alla perdita di credibilità delleistituzioni borghesi nazionali, siaggiunge il discredito degliorganismi internazionali delcapitalismo e dellaglobalizzazione, come il FMI,la OMC, la NATO, l'UE,l’ONU, etc. Le ampie masse non riesconoancora a distinguere pienamentei partiti che rappresentano i lorointeressi reali. Ciò si deve,principalmente, all'influenzadelle idee reazionarie,all'offensiva ideologicadell'imperialismo e dellaborghesia affinché esse perdanointeresse nella lotta per il poteree facciano propriol'antipartitismo, attraverso ilquale i gruppi dominanticontinuano nella manipolazionedelle masse e del potere; maanche alla presenza e all'attivitàdelle differenti manifestazionidell'opportunismo e delrevisionismo, e purtroppo, alladebolezza e ai limiti dellasinistra rivoluzionaria. Altra manifestazione di taletendenza è l’involuzione deigoverni cosiddetti progressisti,specie in America Latina, i qualihanno espresso i loro limitiideologici e politici e nellacondizione di amministratoridella crisi adottano misure checolpiscono i popoli,criminalizzando la protestasociale. In alcuni casi utilizzanoil nome della sinistra, dellarivoluzione, del socialismo, perportare avanti il loro progetto dimodernizzazione capitalista. In generale, assistiamo ad unprocesso di crescenteautoritarismo, allo sviluppo delterrorismo di Statonell'esercizio del potere

borghese, alla negazione dellasovranità nazionale e del dirittodi autodeterminazione deipopoli, alla restrizione dellelibertà pubbliche edemocratiche, allacriminalizzazione della lottasociale e popolare, allasoppressione graduale dei dirittie delle libertà dei popoliconquistate con decenni di lotte.

Si fa più acuta la contesaper una nuova ripartizionedel mondo

L'incapacità dell'imperialismodi risolvere la sua crisi,nonostante gli enormi sacrificiimposti alle masse lavoratrici edei popoli, lo costringono atrovare altre forme di soluzione.Una di queste è la preparazionedi nuove guerre imperialiste,l'aumento significativo deibilanci per le spese militari,l’invio di truppe di occupazionein paesi ricchi di risorse naturalie posizionati in zonegeostrategiche, qualiAfghanistan, Iraq, Libano,Congo, Mali, etc., che soffrononuove aggressioni militari. Tale situazione si manifestaparticolarmente in Africa, uncontinente con grandi risorsenaturali ed agricole, chel'imperialismo utilizza per ilperfezionamento dellatecnologia e per cercare una viadi uscita dalla sua crisi, e nelMedio Oriente, per il controllo esfruttamento delle risorseenergetiche. In queste regionidel mondo sono evidenti lecontraddizioni e le rivalità trapotenze e monopoli imperialisti.Si va esprimendo la tendenza aduna maggiore polarizzazione tragli Stati Uniti e l'UnioneEuropea da un lato e la Cinadall’altro; la Russia si inseriscenella contesa per i propri

interessi, mentre si lanciano iBRICS come un nuovo bloccoper il dominio planetario. In Siria si sviluppa un conflittopolitico militare che coinvolgel’intera popolazione, sfociato inuna guerra civile reazionariache è il pretesto per l'interventoimperialista e sionista. Il pesodell'opinione pubblicainternazionale, gli interessi divari paesi imperialisti, ladenuncia di settori democraticie anche di alcuni governi epersonalità, tra l’altro, hannomomentaneamente fermatol’intervento. Gli USA sonoriusciti ad aggregare soloFrancia, Israele, Arabia Sauditae Turchia in questa guerra diaggressione. Da rilevare che intale conflitto l'imperialismoinglese non ha appoggiatoquello statunitense, sebbene siada decenni un suo alleatoincondizionato. Allo stesso tempo, si èdimostrato un ruolo più attivo alivello diplomatico e militaredella Russia, che nei fatti èdivenuta, assieme agli USA,arbitro del conflitto siriano,relegando in un angolo i popolie i lavoratori che dovrannosottomettersi ai disegni dellepotenze straniere. Il principio diautodeterminazione dei popoli ècosì, una volta di più, irriso ecalpestato dai paesi imperialisti. La crisi economica, il super-sfruttamento delle masselavoratrici, così come la politicadi guerra e di saccheggioimperialista, accrescono laforzata e massiccia emigrazionedi milioni di esseri umani chefuggono dai loro paesi persfuggire alla guerra, allaviolenza, alla miseria, cercandoun futuro migliore. In questotentativo si trovano davanti afrontiere chiuse, e in migliaiamuoiono nelle traversate;quando riescono ad arrivare allaloro meta divengono oggetto

dell’oppressione e dellosfruttamento più crudeli, sonoperseguitati e maltrattati daquelle stesse potenzeimperialiste che sono la causadella rovina dei loro paesi. Gli avvenimenti in Siria e altrieventi in Africa, in Asia e nelMedio Oriente, nonchél'espansione dell'economiacinese, stanno acutizzando lecontraddizioni interimperialiste.La Cina sta guadagnandoterreno con un'aggressivapolitica di esportazione dicapitali, con investimentiimportanti nei paesi dipendenti,con il possesso dei titoli deltesoro statunitense, e si ètrasformata nel principalecreditore degli USA; inoltre, stalavorando per potenziare il suoapparato militare. Non è casuale che gli Stati Unitihanno dato priorità alla regioneasiatica quale area strategicanella quale concentrare la forzamilitare per mantenere la loroposizione di supremazia.

La risposta dei lavoratori,dei popoli e della gioventùcresce in manierasignificativa

In tutti i paesi, imperialisti edipendenti, l’imperialismo e laborghesia scaricano il peso dellacrisi sulle spalle dei lavoratori,dei popoli, dei giovani, Ma essi non si mantengonopassivi, stanno sviluppando laloro lotta e la loroorganizzazione. In questo sensospiccano i continui edimportanti movimenti di lottadella classe operaia e dellagioventù in Turchia, Brasile,Egitto, Tunisia, Cina,Bangladesh, Colombia, Cile,Portogallo, Grecia, Italia eSpagna, tra gli altri. Vanno inoltre incluseespressioni antisistema di ampi

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settori della gioventù e deglistrati intermedi, a diverselatitudini, che si sommano allalotta dei lavoratori, battaglie chespesso sono andate oltre lerivendicazioni economiche. Si tratta di gigantesche ondatedelle masse che negli ultimimesi si sono accelerate e che siesprimono control’establishment, e che,malgrado non abbiano sempreun indirizzo rivoluzionario,aprono la prospettiva di unanuova situazione,incoraggiando le forzeprogressiste e rivoluzionarie. Indefinitiva, in tutti i paesi ipopoli manifestano ilmalcontento, protestano ecercano una strada che liconduca alla soluzione dei lorogravi problemi. Un’importante lotta deilavoratori, dei popoli e dellagioventù contro le dittature e latirannia si manifesta nel NordAfrica e nel Medio Oriente; inTunisia e in Egitto la lotta diresistenza contro l'imperialismoe la reazione si sviluppanonostante tutti i mezzi chevengono utilizzati per cercare direprimere queste lotte e deviarledalla loro rotta rivoluzionaria.Espressioni di questo processoreazionario sono l'utilizzo deifondamentalisti islamici, cosìcome i colpi di Stato e gliinterventi militari diretti. La CIPOML è parte integrantedei lavoratori e dei popoli chelottano per i propri diritti, per laloro liberazione sociale enazionale. Compiamo il nostrodovere di stare laddove sisviluppano queste battaglie e leappoggiamo affinché siincamminino verso il loroobiettivo finale. In modoparticolare sosteniamo la lottache sta portando avanti ilpopolo di Tunisia, il nostroPartito fratello e il FrontePopolare per conquistare gliobiettivi della rivoluzione ed ilpotere popolare.

I compiti dei comunistinella situazione attuale

Nelle acque agitate della lotta diclasse spetta a noi realizzarepolitiche e compiti che dianorisposta alle seguenti domande:quale è la forza sociale in gradodi sconfiggere l'imperialismo, la

borghesia e la reazione? chideve dirigere le grandi e piccoleondate di lotta? quale è lasocietà di cui i lavoratori hannobisogno per sostituire questosistema agonizzante? Per offrire una risposta a questiinterrogativi è imprescindibileconsolidare, sviluppare ecostruire il Partito comunistacome partito di avanguardiadella classe operaia, che siinserisca profondamente epermanentemente nel crogiolodella lotta delle masse, in tutti icasi, siano esse lotte organizzateo spontanee; dobbiamo lavorareper unificarle e dirigerle versola rivoluzione sociale. Ci proponiamo di rafforzare lamobilitazione el'organizzazione delle massesfruttate ed oppresse in ogniterreno, utilizzando tutte leforme di lotta e diorganizzazione checorrispondono alle situazioniconcrete. È di fondamentale importanzadare impulso all'unità dellaclasse operaia e dei contadinipoveri, di tutti i settori oppressidal capitalismo e da altre formepre-capitaliste di sfruttamento,sotto la direzione della classeoperaia e del suo Partito.Sottolineiamo la necessità dicompiere ogni sforzo perchiarire la questione del Frontepopolare, così come per portareavanti il lavoro per la suacostruzione nelle condizioni

reali. Va posta un’attenzione specialeal lavoro tra la gioventù cheirrompe vigorosamente nellalotta sociale e politica, al fine diassicurarle un indirizzorivoluzionario; e a quello tra ledonne lavoratrici e degli stratipopolari, che costituiscono piùdella metà del genere umano esoffrono gli effetti dei

licenziamenti, della precarietà,etc., mostrando grandipotenzialità rivoluzionarie. Nel dibattito svolto sul lavorotra le donne lavoratrici e deisettori popolari si è evidenziatala necessità di costruire unampio movimento di donne,democratico, antimperialista,rivoluzionario, con propriobiettivi. In questo momento i nostrisforzi sono diretti a organizzaree rafforzare Fronti popolaricome strumento necessario perunire e mobilitare le ampiemasse contro i pianidell'imperialismo e dellareazione. Fronti e coalizioni chesi plasmano su un'unitàprogrammatica basata sulladifesa degli interessi dellaclasse operaia, dei lavoratori edei popoli. Le lezioni del marxismo-leninismo, la pratica dei nostriPartiti insegnano che bisognacondurre una lotta senzaquartiere contro tuttemanifestazioni di settarismo, dideviazioni di destra o di sinistra,mantenendo la fermezza neiprincipi e la flessibilità nellatattica. Per portarte a termine questicompiti è imprescindibile lalotta ideologica e politica control'imperialismo, contro laborghesia, così come contro leposizioni e le pratichecollaborazioniste, conciliatrici,che colpiscono i lavoratori e ipopoli, tipiche del revisionismo,dell'opportunismo, delriformismo e di altre correntiche confondono e devianol'obiettivo della rivoluzionesociale e delle rivoluzioni

democratico popolari. Dobbiamo organizzare unagrande offensiva sul significatodella sinistra, della rivoluzionesociale, del socialismo e delcomunismo; dobbiamodiffondere nel modo più ampiole proposte che lanciamo comecomunisti nelle differenti realtà,mettendole a confronto con ciòche il capitalismo ed i suoirappresentanti riservano per ilavoratori, specialmente oggiche pretendono di annullare unsecolo di conquiste sociali edemocratiche. Nel 2014 la CIPOML compirà20 anni da quando ha lanciato lasua dichiarazione al mondo,assumendo l’impegno diforgiare l'unità del Movimentocomunista internazionale, dicontribuire decisamente a far sìche il marxismo-leninismo sitrasformi nella forza materialedei lavoratori e dei popoli persconfiggere l'imperialismo, ilcapitalismo ed instaurare ilsocialismo ed il comunismocome una società di completalibertà e benessere per ilavoratori e i popoli.La CIPOML sta compiendo ilsuo ruolo in modo determinato,con importanti risultati, chetuttavia sono ancorainsufficienti. Oggi riaffermiamola nostra responsabilitàrivoluzionaria impegnandoci aconsolidarla e ed ampliarla, perassicurare una direzioneinternazionalista erivoluzionaria alle lotte dellaclasse operaia, delle massepopolari e dei popoli oppressidel mondo.

Ecuador, ottobre 2013

Viva la Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti!segue da pag. 11