Scintilla, Diciembre 2010

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista Supplemento a Teoria & Teoria & Prassi Prassi Dicembre 2010 Negli ultimi tre lustri Berlusconi ha incarnato il declino e il degrado irreversibile dell'imperialismo italiano. Negli avvenimenti attuali non va colto solo il suo tramonto politico, ma il fallimento storico dell'intera borghesia italiana, la sua incapacità di svolgere una funzione dirigente, l'impossibilità di trovare soluzioni su base parlamentare alla profonda crisi che investe sotto ogni aspetto la società. Ciò vale tanto per i “governi tecnici” o di “unità nazionale”, quanto per i risultati di nuove elezioni politiche, dal momento che tutti i partiti parlamentari si presentano come frazioni di un solo grande partito: quello delle classi sfruttatrici e parassitarie. Che sia così lo si vede nelle questioni decisive, come ad es. la questione della proprietà privata dei mezzi di produzione, o quella del debito “pubblico”, su cui i partiti borghesi, siano essi reazionari o riformisti, convergono. Essi sono i partiti di quel 10% che detiene più della metà della ricchezza nazionale, che è responsabile del marciume, della stagnazione, della decadenza tipici del capitale monopolistico finanziario, che non ha alcun interesse alla soluzione dei più importanti problemi sociali. Dobbiamo perciò continuare a lottare con impegno, denunciando la degenerazione del regime capitalista, chiamando alla lotta e all'unità la classe operaia, incitandola a rifiutarsi di seguire la borghesia e la piccola-borghesia, partecipando agli avvenimenti politici come classe indipendente, con i propri obiettivi immediati e storici, con i propri strumenti organizzativi. In Italia, la lotta contro l'offensiva capitalista, la reazione politica e le aggressioni imperialiste, potrà essere diretta e portata alle sua necessaria conclusione solo se il proletariato acquisirà una coscienza di classe rivoluzionaria e farà sua la parola d’ordine della conquista di un “Governo operaio e di tutti gli sfruttati”. Scintilla Per cacciare il governo Berlusconi e far pagare la crisi ai suoi responsabili «L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro»? Piuttosto sembra fondata su una montagna di titoli di Stato, da piazzare con sempre maggiori difficoltà: sono circa 250 miliardi, altrimenti salta il banco. Il finanziamento del debito “pubblico” ha forti ripercussioni politiche. Da mesi il governo del miliardario di Arcore è in fase agonica. Con i discorsi di Fini, che sanzionavano la spaccatura del «PdL» e annunciavano la nascita di «Futuro e Libertà», la crisi di governo si era di fatto aperta. Poi, è inziato il gioco delle mozioni contrapposte. Si doveva solo decidere quale doveva avere la precedenza in Parlamento. Ma la convocazione del vertice fra le più alte cariche dello Stato, promossa da Napolitano, ha sparigliato le carte. Ne è venuta fuori la decisione di rinviare il dibattito sulle mozioni al 14 dicembre, dopo l'approvazione della «legge di bilancio e di stabilità», per mettere al sicuro i titoli di Stato. Una manna per il vacillante governo Berlusconi, scosso dalle lotte operaie e studentesche, sommerso dagli scandali, dall'immondizia di Napoli, dai crolli di Pompei, dal dissesto idrogeologico di intere regioni, dalle rivelazioni di Wikileaks. Il silenzio sullo sciopero generale, fatto calare dai vertici CGIL sulla piazza del 27 novembre, è stata un’altra boccata di ossigeno. Berlusconi, in questo modo, guadagna tempo, cerca di salvarsi intensificando la sua vergognosa «campagna acquisti» e la repressione contro i movimenti di lotta. La mossa di Napolitano è l'ultimo episodio di una serie di interventi con i quali il Capo dello Stato cerca, da tempo, di accrescere il proprio ruolo di «stabilizzatore» (assai gradito agli USA) su qualsiasi problema che interessi la vita pubblica, per rassicurare la classe dominante sulla tenuta delle istituzioni ed apparire, agli occhi della parte più arretrata della popolazione, come un «salvatore provvidenziale». Cioè, tutto il contrario di una lotta di classe condotta con forza e decisione dagli operai e da tutti i lavoratori minacciati da una crisi che non si arresta. Per i riformisti sono gli interessi del capitale che devono essere salvaguardati al di sopra di tutto, specie in considerazione delle «turbolenze finanziarie» che minacciano l'UE. Un discorso che abbiamo sentito ripetere spesso in questi giorni, assieme al richiamo alla «responsabilità anche nei tempi a venire». Frase che che va interpretata come un avvertimento dei monopoli a considerare le elezioni l'ultima spiaggia, dal momento che si profilano nuovi diktat di Bruxelles sul debito, che andranno gestiti da governi con maggioranze più ampie, stabili e gradite ai mercati finanziari. Questa è la decantata democrazia borghese, ovvero una democrazia per i padroni, per ricchi, e una dittatura per le masse lavoratrici. Quello che nella situazione attuale ancora non si è espresso a pieno, è un grande movimento di classe e popolare che lotti per giorni e settimane con tenacia e determinazione per abbattere il governo Berlusconi e impedire la nascita di altri governi dei padroni che continuino a scaricare la crisi sulle nostre spalle. Le varie formazioni politiche opportuniste non hanno né la volontà, né la capacità di guidarlo. La chiave della situazione sta nelle mani della classe operaia. E’ la sua forza che deve essere messa in campo, travalicando l’ambito riformista. Spetta agli elementi migliori del proletariato, ai sinceri comunisti, la responsabilità di dirigere un movimento rivoluzionario per cacciare il governo reazionario e tracciare una prospettiva di rottura col sistema capitalistico in crisi. - segue a pag. 2 -

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

Supplemento aTeoria &Teoria &

PrassiPrassiDicembre

2010

Negli ultimi tre lustri Berlusconi haincarnato il declino e il degradoirreversibile dell'imperialismo italiano.Negli avvenimenti attuali non va colto soloil suo tramonto politico, ma il fallimentostorico dell'intera borghesia italiana, la suaincapacità di svolgere una funzionedirigente, l'impossibilità di trovare soluzionisu base parlamentare alla profonda crisiche investe sotto ogni aspetto la società. Ciò vale tanto per i “governi tecnici” o di“unità nazionale”, quanto per i risultati dinuove elezioni politiche, dal momento chetutti i partiti parlamentari si presentanocome frazioni di un solo grande partito:quello delle classi sfruttatrici e parassitarie. Che sia così lo si vede nelle questionidecisive, come ad es. la questione dellaproprietà privata dei mezzi di produzione, oquella del debito “pubblico”, su cui i partitiborghesi, siano essi reazionari o riformisti,convergono. Essi sono i partiti di quel 10% che detienepiù della metà della ricchezza nazionale,che è responsabile del marciume, dellastagnazione, della decadenza tipici delcapitale monopolistico finanziario, che nonha alcun interesse alla soluzione dei piùimportanti problemi sociali.Dobbiamo perciò continuare a lottare conimpegno, denunciando la degenerazione delregime capitalista, chiamando alla lotta eall'unità la classe operaia, incitandola arifiutarsi di seguire la borghesia e lapiccola-borghesia, partecipando agliavvenimenti politici come classeindipendente, con i propri obiettiviimmediati e storici, con i propri strumentiorganizzativi.In Italia, la lotta contro l'offensivacapitalista, la reazione politica e leaggressioni imperialiste, potrà esserediretta e portata alle sua necessariaconclusione solo se il proletariato acquisiràuna coscienza di classe rivoluzionaria efarà sua la parola d’ordine della conquistadi un “Governo operaio e di tutti glisfruttati”.

ScintillaPer cacciare il governo Berlusconi e far pagare la crisi ai suoi responsabili

«L'Italia è una repubblicademocratica fondata sullavoro»? Piuttosto sembrafondata su una montagna dititoli di Stato, da piazzare consempre maggiori difficoltà:sono circa 250 miliardi,altrimenti salta il banco. Il finanziamento del debito“pubblico” ha fortiripercussioni politiche. Da mesi il governo delmiliardario di Arcore è in faseagonica. Con i discorsi di Fini,che sanzionavano la spaccaturadel «PdL» e annunciavano lanascita di «Futuro e Libertà», lacrisi di governo si era di fattoaperta. Poi, è inziato il giocodelle mozioni contrapposte. Sidoveva solo decidere qualedoveva avere la precedenza inParlamento. Ma la convocazione del verticefra le più alte cariche delloStato, promossa da Napolitano,ha sparigliato le carte. Ne èvenuta fuori la decisione dirinviare il dibattito sullemozioni al 14 dicembre, dopol'approvazione della «legge dibilancio e di stabilità», permettere al sicuro i titoli di Stato.Una manna per il vacillantegoverno Berlusconi, scossodalle lotte operaie estudentesche, sommerso dagliscandali, dall'immondizia diNapoli, dai crolli di Pompei, daldissesto idrogeologico di intereregioni, dalle rivelazioni diWikileaks. Il silenzio sullosciopero generale, fatto calaredai vertici CGIL sulla piazza

del 27 novembre, è stataun’altra boccata di ossigeno.Berlusconi, in questo modo,guadagna tempo, cerca disalvarsi intensificando la suavergognosa «campagnaacquisti» e la repressionecontro i movimenti di lotta.La mossa di Napolitano èl'ultimo episodio di una serie diinterventi con i quali il Capodello Stato cerca, da tempo, diaccrescere il proprio ruolo di«stabilizzatore» (assai graditoagli USA) su qualsiasiproblema che interessi la vitapubblica, per rassicurare laclasse dominante sulla tenutadelle istituzioni ed apparire,agli occhi della parte piùarretrata della popolazione,come un «salvatoreprovvidenziale».Cioè, tutto il contrario di unalotta di classe condotta conforza e decisione dagli operai eda tutti i lavoratori minacciatida una crisi che non si arresta.Per i riformisti sono gliinteressi del capitale chedevono essere salvaguardati aldi sopra di tutto, specie inconsiderazione delle«turbolenze finanziarie» cheminacciano l'UE. Un discorsoche abbiamo sentito ripeterespesso in questi giorni, assiemeal richiamo alla «responsabilitàanche nei tempi a venire».Frase che che va interpretatacome un avvertimento dei

monopoli a considerare leelezioni l'ultima spiaggia, dalmomento che si profilano nuovidiktat di Bruxelles sul debito,che andranno gestiti da governicon maggioranze più ampie,stabili e gradite ai mercatifinanziari.Questa è la decantatademocrazia borghese, ovverouna democrazia per i padroni,per ricchi, e una dittatura per lemasse lavoratrici. Quello che nella situazioneattuale ancora non si è espressoa pieno, è un grandemovimento di classe e popolareche lotti per giorni e settimanecon tenacia e determinazioneper abbattere il governoBerlusconi e impedire lanascita di altri governi deipadroni che continuino ascaricare la crisi sulle nostrespalle. Le varie formazionipolitiche opportuniste nonhanno né la volontà, né lacapacità di guidarlo. La chiave della situazione stanelle mani della classe operaia.E’ la sua forza che deve esseremessa in campo, travalicandol’ambito riformista. Spetta aglielementi migliori delproletariato, ai sincericomunisti, la responsabilità didirigere un movimentorivoluzionario per cacciare ilgoverno reazionario e tracciareuna prospettiva di rottura colsistema capitalistico in crisi.- segue a pag. 2 -

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La manifestazione del 27novembre ha confermato che laclasse operaia e le masse popolarisi rifiutano di pagare la crisi, sioppongono ai disegnidell’oligarchia finanziaria e delgoverno.La richiesta di sciopero generale,gridata dalle fila operaie estudentesche, è però rimastainascoltata. La delusione è stataevidente. La linea riformista della direzioneCGIL si riconferma, come logicavuole. L’obiettivo, prima di Epifanie ora di Camusso, è il tavolo conConfindustria per ottenere la“riduzione del danno”, la politica

interclassista di tutte le forze“positive” del paese per la“riduzione delle diseguaglianze”. Se da un lato la crisi capitalista hamesso a nudo i limiti della politicadi collaborazione di classe sottoforma di concertazione e “dialogosociale”, dall’altro i capi riformistie socialdemocratici (dei sindacati edei partiti politici) stanno facendodi tutto per ritardare e bloccare losviluppo delle lotte, per impedireche esse assumano un carattereapertamente anticapitalista. E’ giunto invece il momento che ilmovimento di lotta faccia undeciso balzo in avanti. Le premesseper una radicalizzazione, per un

nuovo slancio rivoluzionario dellemasse esistono anche in Italia. Nella situazione attuale èindispensabile, prima che lasituazione si aggravi ancora,realizzare una grande azione dilotta unitaria per dare la spallatadecisiva ad un governoantioperaio, reazionario epericoloso come quello Berlusconi. A seconda se Berlusconi cadrà peril proprio peso, per manovre dipalazzo o per mano dei lavoratorisi apriranno prospettive diverse.Occorre dunque infrangere ogniostacolo della burocraziasindacale, per andare allo scioperogenerale, che va costruito

superando attendismi, logichesettarie o autoreferenziali, con tuttele forze e i movimenti di lotta.E’ necessaria la costruzione di unampio fronte unico anticapitalista,che riunisca nella lotta di classe,con le forme opportune, le massesindacalizzate e non, perrespingere l’offensiva del capitale.Di fronte alle “miserie” dellapolitica opportunista, al pantano incui i riformisti affogano lemobilitazioni operaie e popolari, èimprescindibile una validadirezione politica, che i comunistidebbono ricostruire legandosi nelmodo più profondo con le lotte incorso, per elevare la loro qualità.

Con ciò indichiamo lo sbocco delfronte unico di lotta: un radicalerivolgimento politico perrealizzare un’alternativa alregime capitalista, fonte di tutti imali della società e della natura,sistema anacronistico che vasostituito da un’organizzazionerazionale della società persoddisfare i bisogni materiali eculturali dei lavoratori, persalvaguardare l’ambiente.

Non si tratta dunque dell’ennesimaformula parlamentare, ma delpotere dei consigli, della rotturadell’apparato di oppressione sullegrandi masse lavoratrici,dell’espropriazione dell’oligarchiasfruttatrice all’interno di uncontesto, come quello italiano, incui l'unica rivoluzione necessariae possibile è quella socialista.Una strategia ed una tatticaadeguate a questo scopo possono

essere elaborate solo da un partitomarxista-leninista, che leghi inmaniera inscindibile la lottarivoluzionaria per un più elevatolivello di produzione sociale allalotta quotidiana per la difesa degliinteressi, dei diritti, delle libertàdei lavoratori. Ricostruire un partito diavanguardia in cui l’ideologia, ilprogramma e l'organizzazionesiano garanzia della capacità di

guidare una lotta rivoluzionaria èil compito prioritario che spetta inprimo luogo agli operai piùcoscienti, più preparati esperimentati, pronti ad accoglierefavorevolmente i suoi scopi, la suacentralizzazione e disciplina. A questi elementi della classeoperaia rinnoviamo l’invito asepararsi dagli opportunisti e acollegarsi al nostro lavoro.

segue dalla prima

GLI OPERAI E GLI STUDENTI LOTTANO, I RIFORMISTI FRENANOOCCORRE UN BALZO IN AVANTI DEL MOVIMENTO

E' sotto gli occhi di tutti che FIATvuole “tagliare l'Italia”, come haaffermato in ottobre Marchionne,portando il grosso deglistabilimenti nei paesi dipendenti -ove può sfruttare più intensamentegli operai - e il “cervello” negliUSA.Dopo aver ricevuto in un secolocentinaia di migliaia di miliardi insovvenzioni statali, regali a fondoperduto (es. l'Alfa Romeo),incentivi, dazi protettivi,commesse civili e militari,sovrapprofitti di guerra, cassaintegrazione a go-go, premi e“agevolazioni” fiscali – il tuttopagato dalla classe operaia e daglialtri lavoratori - ora gli Agnellidelocalizzano. Pretendono peròche gli operai rimanenti in Italiaaccettino il “modello Pomigliano”,che significa aumento dellosfruttamento, cancellazione delCCNL e dei diritti. E' evidente che di fronteall'inasprita concorrenza framonopoli capitalistici FIAT noncerca più un qualsiasi profitto, ma

il massimo profitto. C'è questalegge economica fondamentaledell'odierno capitalismo dietro lastrategia FIAT, dietro gli accordiseparati, la soppressione dellepause, dei permessi, il nuovosistema ergonomico, etc.Non siamo fra quei reazionari,come il presidente della CameraFini, che si rammaricano perchè ilcosmopolita Marchionne vuoletogliere alla FIAT la basenazionale. Nè fra quei riformistiche plaudono al sistemaneocorporativo.Per noi la sola risposta al ricatto diMarchionne è l’organizzazionedella lotta operaia per far saltarequesto piano, a cui leghiamo larivendicazione dell'espropriosenza indennizzo della FIAT. Esso, a ben vedere, non sarebbealtro che una forma di risarcimentodovuto. Ma solo un governo operaio,espressione del proletariatovittorioso, potrà compiere questascelta, abolendo la proprietàprivata dei mezzi di produzione.

Tagliare l’Italia oppure i padroni?

Le proteste degli studenti, la loro “guerriglia sociale”, hanno messo inchiaro il carattere di classe della controriforma Gelmini, che esprime gliappetiti e la volontà di Confindustria. L’obiettivo è lo smantellamento delsistema di istruzione pubblico attraverso il taglio selvaggio delle spese edei posti di lavoro, la promozione della scuola e dell’università private,la trasformazione della scuola in sovrastruttura del tutto funzionale aimeccanismi di accumulazione capitalistica.Questa grande lotta - costata attacchi polizieschi e centinaia di denunce- ha dunque un carattere oggettivamente anticapitalista, costituisce parteintegrante e qualificante della mobilitazione in corso per rifiutarci dipagare la crisi e i debiti del sistema borghese. Ciò però ancora non basta,bisogna fare un altro passo in avanti. La battaglia degli studenti e deilavoratori della scuola deve, ancora di più di quanto è stato finora, legarsicon quella della classe operaia. Uniti si vince!

La lotta al ddl Gelmini comeaspetto della lotta al capitale

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La Lega Nord per l’indipendenzadella Padania è un movimentopolitico egemonizzato dalla riccaborghesia settentrionale, chepresenta molteplici contraddizioni. Paladino del federalismo, senzaperò aver mai abbandonato lastrategia secessionista, portavocedei malumori antiromani ed allostesso tempo ben inserita neitempli dei poteri forti e nelPalazzo, favorevole alneoliberismo e ai dazi doganali,oggi il partito di Bossi, Maroni eCalderoli si delinea come elementodecisivo nel naufragante governoBerlusconi. La Lega Nord rappresentaprevalentemente gli interessi dellepiccole e medie industrie legate altreno tedesco, assai insofferentinella crisi e con un rapporto didipendenza e conflitto con imonopoli. La caratteristica diquesto movimento, organico asettori retrivi della borghesia, èquella di avere in alcune regioni ezone una base operaia e popolare,essendo stato capace di intercettareil malessere sociale, e per certiaspetti la necessità di unaorganizzazione, centralizzata e benradicata sul territorio, che usa unlinguaggio semplice per difendereinteressi corporativi.Siamo di fronte, insomma, allasituazione di un partito antioperaioche attrae nella propria orbita

settori della classe operaia. Comedimostrano recenti inchieste moltioperai FIOM, che resistonoall’offensiva capitalista e lottanoper i propri diritti, votano Lega.Possiamo ben dire che il successodella Lega è anch’esso frutto deltradimento revisionista eriformista, del vuoto politico in cuiè stata lasciata la classe operaia.La composizione sociale dellaLega, e del suoelettorato, fa sì cheessa sia una forzasuscettibile disubire lecontraddizioni ches c a t u r i s c o n odall’aggravamentodella crisieconomica e dallaresistenza operaia.Ricordiamo che neldicembre '94,sull’onda dellegrandi lotte contro i tagli allepensioni, Bossi fu costretto atogliere la fiducia al primo governoBerlusconi. Questa situazione, conle modifiche del caso, potrebberipetersi, per calcolo elettorale. Quale deve essere l’atteggiamentoe la politica dei comunisti neiconfronti degli operai che votano osimpatizzano per la Lega Nord? Icomunisti non possono certoconsiderare come definitivamentegiocata la partita con la base

leghista. Essa dipenderà dallosviluppo della lotta di classe.Occorre perciò evitareun’atteggiamento di ostilità o diseparazione nei confronti deglioperai influenzati dalla Lega. Nondobbiamo frapporre la loroconfusione politica e ideologicaalla necessità dello sviluppo delfronte unico di lotta delproletariato.

Dobbiamo quindi approfittare conabilità del malcontento dei settorioperai e popolari, delle lorocontraddizioni con la direzionedella Lega Nord, tenendo in contoil fatto che la situazione economicarende mobili queste basi edaccentua la lotta interna alla Lega.Nei confronti degli operai, e deglistrati popolari che votano Lega vacondotta un’opera di confronto,dichiarificazione, per non lasciarliabbandonati nelle mani dei capi

reazionari. Va messo in evidenza,nel modo più convincente, ilcarattere antioperaio della politicaleghista, gli interessi di cui essa èeffettivamente rappresentante, perdimostrare in maniera indiscutibileche Bossi e soci sono nemicigiurati della classe operaia, che iloro interessi sono inconciliabilicon quelli degli sfruttati. Dobbiamo chiarire che ilfederalismo porterà ai lavoratorialtri sacrifici e divisioni (es. gabbiesalariali), che la “Padania” el’ideologia nordista sonomistificazioni che servono a tenerelegati gli operai ai loro sfruttatori,che la politica leghista è la foglia difico dietro cui si nasconde unaforza borghese assai più propensa amettere le mani su banche, aziendee enti pubblici, intascando stipendimilionari, che a difendere lenecessità vitali dei lavoratori.Va dimostrato che gli interessidegli operai del nord, la loroavversità a uno stato borgheseoppressore e parassitario, non siconciliano con la dipendenza dailoro sfruttatori e manganellatori(Maroni), ma con la riunificazionerivoluzionaria dell’interoproletariato, del nord e del sud,nativo e migrante. La salvaguardia degli interessioperai si raggiunge lottando perl’unica “secessione” che conviene,quella dalla borghesia.

A tre anni dalla comparsa dellacrisi di sovraproduzione relativa,molti nodi vengono al pettine.L’Unione Europea (UE) si vasfaldando, il suo principalestrumento finanziario, l’Euro, è inbilico. Gli economisti borghesidicono che è colpa dellaspeculazione finanziaria,dell’eccessivo debito pubblico,della mancanza di “riformestrutturali”. Rimangono cioè allasuperficie del problema. L’UE è un progetto imperialista eneoliberista, voluto dalla borghesiadegli stati europei più potenti;un’istituzione dal carattereantioperaio, antipopolare edantidemocratico per favorire laconcentrazione e l’accentramentocapitalistico, accrescere i profittidei monopoli, garantire loromigliori posizioni nellaconcorrenza mondiale. L’UE è stata costruita sulle spalle

dei lavoratori e dei popoli delvecchio continente, è servita alivellare verso il basso condizionidi lavoro, salari, diritti, asmantellare i sistemi di protezionesociale, previdenziale e sanitariodei lavoratori, a liberalizzare eprivatizzare diversi settori.Attraverso le sue “direttive” si ècompiuta una vera e propriamacelleria sociale. La Commissione di Bruxelles èstata un potente fattore diristrutturazione economica,politica e sociale di larga parte delcontinente in nome degli interessistrategici delle potenzeimperialiste e dei monopoli. Haapprovato molte leggi, ma non hapotuto evitare quelle fondamentalidel capitalismo. A minare dalle fondamenta l’UE èinfatti la legge dell’ineguaglianzadello sviluppo economico epolitico, una legge assoluta del

capitalismo scoperta da Lenin. Se noi analizziamo l’azione diquesta legge nell’UE, vedremo chequesta istituzione capitalista nonha affatto portato all’uguaglianzaeconomica e politica fra gli stati. Al contrario lo sviluppo disugualetra le economie dei paesicapitalisti, gli squilibri ed i conflittipolitico-istituzionali dei vari statisi sono amplificati con la crisi. Glistati più deboli e indebitati, ifamosi PIGS (a cui va aggiuntal’Italia), hanno visto peggiorare laloro posizione nei confronti dipotenze più forti; si sono create duezone monetarie, una periferica edun nucleo del nord Europa, con alcentro la Germania.Questa legge portava Lenin allaconclusione secondo cui “gli StatiUniti d'Europa in regimecapitalistico sarebbero oimpossibili o reazionari”, ed astabilire che “è possibile il trionfo

del socialismo all'inizio in alcunipaesi o anche in un solo paesecapitalistico, presoseparatamente”. Lenin avevaperfettamente ragione. Si sta aprendo un periodo diviolente scosse economiche epolitiche, di conflitti di classeaperti, di azioni rivoluzionarie delproletariato e di controrivoluzioneborghese. La lotta contro l’U.E. el’imperialismo, per fare dell’Italiaun paese socialista è la lotta perconquistare una vera indipendenza,sovranità e libertà per i lavoratoried allo stesso tempo un contributoalle istanze di liberazione deipopoli del mondo. Una politica dipace, uno sviluppo indipendente,un futuro fatto di progresso e diuguaglianza economica e socialepotrà essere assicurato solo dalproletariato al potere, diretto dalsuo partito leninista.

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Si é tenuto a Roma, dal 20 al21 novembre, il Congresso«costitutivo» della«Federazione della Sinistra»,che ha sancito, di fatto, laliquidazione politico-organizzativa di RifondazioneComunista e del Partito deiComunisti Italiani (anche se laformale scomparsa di questedue formazioni politicheriformiste è rinviata perqualche tempo). Un'operazione truffaldinacompiuta dai gruppi dirigentidi quelle due formazioni permotivi puramenteopportunistici ed elettorali, inspregio di tutte le norme dellademocrazia interna di partito.Un vero e proprio colpo dimano, denunciato con forza damolti militanti di base dientrambi i partiti, che nonhanno mancato diesprimere la loroindignata protesta.P a r t i c o l a r m e n t esignificativa la lettera-documento dal titolo«Noi non ci stiamo!»,firmata da 40 iscritti aRifondazione di Firenze eprovincia (fra cui alcunisegretari di circolo) eindirizzata - prima dellosvolgimento dellop s e u d o - c o n g r e s s oromano - alla DirezioneNazionale e al SegretarioFerrero.Nel documento, che richiamatestualmente l'art. 10 delloStatuto del Prc («Loscioglimento del partito, lasua confluenza o unificazionein un una nuova soggettivitàpolitica, possono essere decisisolo dal congresso del partitocon la maggioranza dei dueterzi delle delegate e deidelegati»), si afferma: «La decisione di dare luogo adun nuovo soggetto politico, seanche formalmente nonprevede lo scioglimento delPrc, rappresenta una svoltarispetto alla linea politica delprecedente congresso erichiede la convocazione di uncongresso straordinario delPrc. Nello stesso modo, ladecisione di far aderired'ufficio gli iscritti del Prc alla

Federazione con iltesseramento 2010 non è dicompetenza degli organidirigenti; in ogni caso, ha lacaratteristica di un intollerabileatto di imperio». Coerentemente con questapremessa, i firmatari hannoscritto di «non sentirsi affattovincolati alla partecipazione ealle conclusioni di questocongresso» e non sono andati aRoma a partecipare alla«cerimonia» liquidatoriadell'Hotel Ergife. La Federazione della Sinistra sipresenta chiaramente come uncartello elettorale (giàsperimentato, del resto, inoccasione delle elezionieuropee e di quelle regionali)per racimolare quel tanto di

voti che possano permettere ilrientro in parlamento di ungruppo di dirigenti pronti adoffrire l'appoggio esterno (oaddirittura a partecipare) ad uneventuale nuovo governoborghese «di emergenza o disolidarietà nazionale», inseguito a dimissioni diBerlusconi o a una suasconfitta elettorale.Nella prospettiva di un «nuovocentrosinistra», il rapportodella Federazione con il PDsarà di pura subalternità, eancor più subalterna eminoritaria sarà la suaposizione di «dialogo» con«Sinistra e Libertà», che sitrascinerà facilmente arimorchio il nuovo «soggettopolitico» di Salvi, Ferrero,Diliberto e Patta.I militanti più onesti ecombattivi della Federazioneerano, il 16 ottobre, in piazza

con gli operai FIOM, a lottarecontro il governo e laConfindustria per la difesa delsalario e del posto di lavoro.Ma, sul piano sindacale, ilrapporto privilegiato dellaFederazione è con «Lavoro esolidarietà» (che è uno dei suoiquattro «promotori» e che èschierata con la maggioranzadella CGIL su posizionicompromissorie).Il documento politicoapprovato a Roma ripete lesolite, stanche formule dellasocialdemocrazia di sinistrasulla «trasformazione dellasocietà», il «superamento» delcapitalismo, il «socialismo delXXI secolo», ecc. La lineapolitica della Federazione dellaSinistra è interamente

riformista. Di una rotturarivoluzionaria con lo Statoborghese, con la sua falsa eillusoria democraziaparlamentare, nessuna traccia.La rivoluzione proletaria èormai completamente al difuori dell'orizzonte politico diquesti rappresentanti dellapiccola borghesiaradicalizzata.Di fronte a un simile epilogo,grande è la delusione di moltioperai che non hanno perdutola coscienza della loroappartenenza di classe. Ma nonsi può vivere in eterno diillusioni: tutti gli operai e tutti isinceri comunisti debbonounirsi al di fuori delle varie«aggregazioni» che mettonoinsieme i «mille volti dellasinistra». C'è un solo partito daricostruire per la vittoria dellarivoluzione proletaria: il partitocomunista.

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Unitevi alla nostraattività politica

Riceviamo lettere con parole di apprezzamentoe contributi interessanti sul tema del partito,che molti proletari avanzati considerano, aragione, la questione cruciale. Spesso peròquesti contributi rimangono astratti, scollegatidalla questione dell'organizzazione. Come se ilpartito fosse un qualcosa di ideale.Quello che distingue i comunisti da qualsiasialtra corrente politica è il rapporto fra idee eazione. Noi mettiamo in pratica quello cheteorizziamo. Dunque una discussione fecondasi può sviluppare a condizione che vi sia unriscontro effettivo fra quello che diciamo equello che facciamo nella situazione concreta,per poter procedere. Chi ci interroga su questo o quel tema, chiavanza proposte, chi ci critica, deve impegnarsia cogliere il filo unitario della nostraimpostazione, l’insieme dei problemi su cui cisforziamo di dare una risposta, senza pensaredi farlo nella posizione del "lettore" o del"curioso", distante e separato dalla nostra vitae attività politica. Il collegamento materiale con l’organizzazionee la sua attività rappresenta l’unica strada perpotersi inserire nel percorso che abbiamoiniziato. In questo senso siamo pronti arispondere a tutto e a tutti, abolendo le distanzetra "proposte" e pratica concreta.Lo scopo, dichiarato, è dar vita a una comunemilitanza, una volta chiarite le questionifondamentali, per portare avanti in modoorganizzato la lotta per il partito.Ai compagni che dichiarano di concordare connoi sull’essenziale diciamo che questo accordonon può rimanere una “intesa ideale", tra ilsingolo e l'organizzazione. Se questo accordo èqualcosa di effettivo esso non può nemmenosignificare il voler “prendere parte” solo dopoaver dimostrato che disponiamo di una bella“casetta”. Di partiti prefabbricati ce ne sono inquantità, se è di questo che avete bisognorivolgetevi al piazzista di turno. Un interesse reale per noi deve tradursi in uncollegamento organico del singolo conl’organizzazione. Il che significa uscire dalladimensione individuale e far parte di un pianodi lavoro teorico-politico, verificarne insiemegli esiti. Senza questa partecipazione, nonpotremo assolvere nessuno dei compiti che cispettano.Abbiamo delle insufficienze, delle carenze?Non le risolveremo mai senza il contributo didiscussione, di militanza, di intervento nelproletariato, di rafforzamento su tutti i piani dellavoro per la ricostruzione del partito. Nonpotremo crescere indipendentemente da chi sirivolge a noi con interesse genuino.Insistiamo: l'organizzazione è fondamentaleper l'agire rivoluzionario, la coscienza da sola èinsufficiente a trasformare la realtà materiale.È questa attitudine che chiediamo a chicondivide la nostra piattaforma ideologica epolitica, la nostra concezione del mondo, perdivenire parte attiva nei compiti dell’ora.

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La classe operaia, i contadini, lagioventù ed i popoli indigenidell'Ecuador da anni sonoimpegnati nella battaglia control'imperialismo, specialmentel'imperialismo nordamericano, peril progresso sociale, per la loroemancipazione nazionale. In questa battaglia hanno potutosempre contare sull’impegnomilitante del Partito ComunistaMarxista Leninista dell'Ecuador,del MPD (Movimento PopolareDemocratico) e di tutte le forzesociali e sindacali che formano ilFronte Popolare. Queste forze che lottano per ilcambio rivoluzionario, control'imperialismo, per la democrazia,la rivoluzione ed il socialismo, sisono poste alla testa dei grandimovimenti popolari che si sonosviluppati nell'Ecuador, hannoaffrontato la repressione più dura e,se mai hanno oscillato nelsostenere le politiche e, a volte, glistessi governi, quando questiandavano nel senso degli interessie delle aspirazioni dei popolidell'Ecuador, hanno anchechiamato la classe operaia, lemasse popolari ed i popoli asollevarsi tutte le volte che i lorointeressi sono stati lesi. Tale è la politica che queste forzehanno seguito con spiritorivoluzionario, contribuendoall'elezione di R. Correa allaPresidenza della Repubblica,all'elaborazione dell'attualeCostituzione di carattereprogressista e antimperialista;incessantemente hanno combattutotutti i tentativi della reazione,sostenuta dall'imperialismo, peraccerchiare il potere politico e dareimpulso a politiche neoliberiste,come sempre ha fatto. L'inchiostro della Costituzione nonsi era però ancora asciugatoquando il presidente Correa ed isuoi alleati hanno cominciato adimporre tramite leggi e decreti unapolitica contraria allo spirito ed alcontenuto della stessaCostituzione.Immediatamente si è sviluppato unprocesso di lotte e di resistenze,che ha coinvolto differenti settoricolpiti dalle misure antipopolaridel presidente e del suo governo. Ovviamente, le forzerivoluzionarie non solo hannosostenuto, ma si sono anche messealla testa di quelle resistenze edhanno chiamato il presidente acambiare la sua politica, a

rispettare i suoi impegni e laCostituzione, a soddisfare lelegittime domande dei settorisociali duramente colpiti dallemisure di carattere neoliberistaimposte in maniera autoritaria, conpressioni, ricatti e con prepotenzada parte dello stesso presidente. La ribellione delle truppe dellapolizia e dell'esercito, il 30settembre, si iscrive in questocontesto di scontro sociale che sista estendendo ed approfondendotra il popolo, i settori popolari, gliinsegnanti, la gioventù, i popoliindigeni, il movimento sindacale ele forze organizzate dellarivoluzione, da un lato, ed il regimeche fa concessioni all'oligarchia eall’imperialismo, dall'altro.

Correa, ricorrendo allaprovocazione e alle menzogne ingrande scala, ha qualificato questaribellione come tentativo di colpodi stato. In nessun momento si è trattato diquesto, di abbattere il governo, c’èstata invece un’enormemanipolazione, a livello nazionaleed internazionale, da parte diCorrea e dei suoi alleati. In questa manovra, uno degliobiettivi è la criminalizzazione diogni tipo di protesta sociale epolitica, specialmente quandoproviene dai settori della sinistrarivoluzionaria. Oggigiorno, la repressione sifocalizza contro dirigenti diorganizzazioni popolari, disindacati studenteschi, diprofessori e indigeni come MeryZamora, William Pazmiño, DavidTenesaca; Marlon Santi, GaloMindiola, Luordes Tiban, cheCorrea intende mettere a tacere. Però Correa si sbaglia se pensa dipoter imbavagliare il movimentooperaio e popolare, leorganizzazioni indigene, le forzepolitiche e sociali che non hannomai smesso di lottare per ilprogresso sociale, la democrazia,la sovranità nazionale. La CIPOML e i suoi partiti edorganizzazioni qui presenti 1. Esprimono solidarietà colPCMLE, il MPD e tutte le forze

sindacali, sociali e politiche chelottano per la democrazia,l'emancipazione sociale enazionale nell'Ecuador. 2. Condannano fermamentel’ondata repressiva scatenata dalpresidente Correa e dal suo regimecontro quelle stesse forze che sonosempre state nel campo popolare,contro la reazione e l'imperialismo. 3. Esigono la libertà immediata deimilitanti popolari imprigionati e lafine delle persecuzioni, inparticolare esigono la libertà delcompagno Marcelo Rivera,presidente della Federazione degliStudenti Universitari Ecuadoriani(FEUE), condannato a tre anni diprigione con l’accusacompletamente illegale di

"terrorismo", il quale ha realizzatouno sciopero della fame a difesasua e della libertà diorganizzazione e dimanifestazione. Si tratta di unflagrante caso di repressionepolitica, con un'accusa del tuttofalsa, di sottomissione del poteregiudiziario alle direttive di quelloesecutivo, alla prepotenza eall’autoritarismo del presidenteRafael Correa. 4. Chiamano i lavoratori, i popolidei nostri paesi ed a livellointernazionale, le organizzazioni didifesa delle libertà democratiche edi solidarietà con le lotte deipopoli, specialmente con i popolidell'America Latina, a smascheraree denunciare le manipolazioni e lemanovre del governo di Correa, adesprimere la propria solidarietà conle forze che lottano in Ecuador perl'emancipazione sociale enazionale. 5. Si impegnano ad ampliare lasolidarietà con le lotteantimperialiste dei popolidell'America Latina. 6. Si impegnano a sviluppare unacampagna di informazione, difronte alla disinformazione, perchiarire i veri avvenimenti che sisono verificati in Ecuador. Novembre 2010Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML)

ScintillaScintillaOrgano di espressione

di Piattaforma ComunistaSupplemento al n. 21 di Teoria & Prassi.

Reg. Trib. CT n. 14/2003.

Dir. resp. E. Massimino.

Edizione digitale chiusa il 4.12.2010 Per contatti e contributi,

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Risoluzione di appoggio al PCMLE ed alle forze rivoluzionarie dell'Ecuador

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Si è svolto con successo, inottobre, il II Congresso del PartitoComunista di Spagna (marxista-leninista). Dopo aver svolto ilbilancio di quattro anni di lavoro,in cui il partito è cresciuto, speciefra la gioventù, sono stati definiti icompiti che si presentano aicomunisti spagnoli nel prossimoperiodo.Il Partito ha deciso di dedicare lesue forze a rafforzare i legami dimassa, per organizzare la rispostadel proletariato, ampliando edelevando l’intervento politico.La necessità di sviluppare unproficuo lavoro di mobilitazionedelle masse lavoratrici si è tradottanella politica di Unità Popolare.La questione dibattuta è statal’intensificazione del lavoro dimassa, nella classe operaia, fra ilavoratori migranti, i giovani, nelmovimento repubblicano, negliorganismi di massa,nell’organizzazione pratica dellelotte operaie e sociali.Il PCE(m-l) ha stabilito una chiaralinea di lotta per superare il regimemonarchico che si incarna nellaparola d’ordine della RepubblicaPopolare e Federativa. Importante la determinazione disviluppare la solidarietà con iprocessi di emancipazione deipopoli, i cui rappresentanti eranopresenti al Congresso. Piattaforma Comunista ha portatoil suo saluto internazionalista.

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Nel recente vertice di Lisbona,sotto la maschera sorridente diObama e di Medvedev, di Sarkozye di Rasmussen, di Zapatero, diBerlusconi e della Merkel, sotto leipocrite parole di ritiratadall'Afghanistan, la NATO hacompiuto un ulteriore passo avantinella sua strategia di guerra e diterrore.Il peggioramento ed ilprolungamento della crisi delsistema capitalista, la conseguenteacutizzazione delle contraddizionitra le potenze imperialiste per imercati, le risorse naturali, le sferedi influenza, il controllo finanziario(come abbiamo visto nel recentesummit del G-20), pongononell'agenda della NATO i piani diguerra e la militarizzazione dellasocietà; inoltre la NATO imponeuna più marcata e continuainterferenza negli affari interni deipaesi che sono subordinatiall'egemonia statunitense epianifica interventi armati contro imovimenti di liberazione nazionalee di emancipazione sociale dellaclasse operaia.Nella riunione di Lisbona, la NATOha proclamato la sua intenzione diintervenire ovunque sianominacciati gli interessi dei suoimembri. Ciò evidenzia una politicaimperialista aggressiva all'esterno,ma queste parole significano ancheuna politica repressiva all'internodei paesi della NATO, che va asviluppare un ruolo più attivocontro tutti i movimenti sociali,sindacali, politici etc. che

minacciano gli interessi delle classidominanti. Come ha affermato alcuni mesi faBrezinski, il co-fondatore dellaCommissione Trilaterale, "per laprima volta in tutta la storia umana,l'umanità si è politicamentesvegliata - questa è una realtàcompletamente nuova - non è statocosì durante la maggior parte dellastoria umana". Questo fattorappresenta un gran pericolo per laborghesia ed una grandeopportunità per la classe operaia edi popoli oppressi.La NATO è un'organizzazione diaggressione su scala mondiale, èuna gigantesca macchina perinterventi imperialisti, percontrollare in ogni modo i popoli, eper perpetuare la supremazia degliStati Uniti e la sopravvivenza delsistema di sfruttamento.Nella sua intenzione di accerchiarela Russia (celata fra i falsi abbraccitra banditi imperialisti), diminacciare Iran, Cina, Corea delNord, di appoggiare la politicaterroristica di Israele, di mantenerei paesi europei sotto il controllostatunitense e di estendere la suapresenza in altre regioni, la NATOè contemporaneamente un giogopolitico ed un peso economico cheoggi più che mai i popoli devonorespingere.Pertanto, i partiti e leorganizzazioni della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti,assieme a tutte le forzerivoluzionarie, anti-imperialiste,progressiste, agli amanti della pace,

a coloro che lottano per la libertàdei popoli, gridano "nonpagheremo la vostra crisi, nonpagheremo le vostre guerre!”- Rivendichiamo la fine delle spesemilitari. Il denaro deve essereutilizzato per le necessità vitali deilavoratori, dei disoccupati, deigiovani.- Rivendichiamo la chiusura di tuttele basi militari imperialiste, per unmondo libero dalle armi didistruzione contro i popoli.- Rivendichiamo il ritiro immediatodelle truppe militaridall'Afghanistan e dagli altri paesioccupati, ed appoggiamo laresistenza dei popoli oppressidall'imperialismo.- Rivendichiamo lo smantellamentodella NATO, organizzazioneaggressiva di guerra e di terroreantipopolare.Fuori la NATO dai nostri paesi,fuori i nostri paesi dalla NATO!

Contro l’interventismo della NATO

Il XVI Plenum della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti(CIPOML) si è tenuto nel mese dinovembre in Venezuela, in unclima di fraternità e solidarietàrivoluzionaria.Al centro del dibattito gli sviluppidella crisi capitalistica, le sueconseguenze sul piano politico, leesperienze di lotta compiute neivari paesi e i compiti deicomunisti.La questione centrale che stadavanti ai marxisti-leninisti neivari paesi è senza dubbio quella diapprofondire i legami con la classeoperaia e le masse oppresse dallaborghesia.

A tal proposito sono stati elaboratie approvati all’unanimitàdocumenti e risoluzioni, e deciseinziative per portare la lotta

politica e teorica all’altezzarichiesta dall’intensificazione delloscontro di classe. I lavori hanno dimostrato ancora

Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti

Il XVI Plenum traccia i compiti della lotta contro il capitalismo, per il socialismo

visita il sitohttp://www.cipoml.org

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-LeninistiMarxisti-Leninisti

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internazionale che abbia il compitodi organizzare le forze proletarieper l’assalto rivoluzionario control’imperialismo e i suoi governi. La CIPOML sta offrendo uncontributo permanente di analisi,di orientamento e di guida sullegrandi questioni di attualità: illavoro nel movimento operaio esindacale, nella gioventù e neisettori che possono essereincorporati nella lottarivoluzionaria; la costruzione delfronte unico di lotta anticapitalistae del fronte unito antimperialista;il rafforzamento dei partitiesistenti e la formazione di nuovipartiti della classe operaia neipaesi ove ancora non esistono; lalotta a tutte le correnti revisionistee opportuniste, per la difesa e losviluppo del marxismo-leninismo. La realtà attuale impone diinnalzare il livello del lavorodentro le masse sfuttate edoppresse, di costruire un potentemovimento rivoluzionario dimassa, nel quale la classe operaiagiochi il ruolo di dirigente politicoe organizzativo.E’ altresì obbligo dei comunisti,del proletariato rivoluzionario,sviluppare la lotta ideologica inopposizione al capitalismo, peraffermare la vigenza delsocialismo, unica soluzione allasituazione in cui versano le classilavoratrici.La crisi economica e ladecomposizione dell’imperialismodimostrano la necessità diavanzare nel processo diorganizzazione della rivoluzionesociale del proletariato, peredificare la società dei lavoratori,il socialismo. Questa è la responsabilità storicache hanno riaffermato i partiti e leorganizzazioni marxisti-leninisti,stringendo con più forza i lorolegami.A questo lavoro PiattaformaComunista, che lotta e opera comecomponente del movimentocomunista ed operaiointernazionale, aderendo allaCIPOML, continuerà ad offrire ilsuo contributo, promuovendol’internazionalismo proletario, alungo calpestato dai revisionisti. Sul nostro sito webwww.piattaformacomunista.comverranno pubblicati i piùimportanti documenti approvatidal XVI Plenum. Invitiamo icompagni a leggerli.