Scintilla set 13

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Settembre 2013 n. 42 1 euro Scintilla Il fatto nuovo che ha caratterizzato gli ultimi mesi è lo slancio che ha preso la lotta delle masse in numerosi paesi: Turchia, Brasile, Cile, Sudafrica, Messico, Egitto, Tunisia..... le vaste mobilitazioni operaie e popolari che si sono susseguite in diversi punti del pianeta dimostrano che la borghesia ha serie difficoltà a gestire la situazione e non esita a passare alla repressione più dura. La prolungata e profonda crisi economica capitalistica - che s’intreccia e aggrava la crisi generale di un modo di produzione obsoleto - fornisce la base oggettiva dello sviluppo della lotta di classe. Nel suo acutizzarsi si manifesta sempre più l’esigenza di cambiamenti politici ed economici profondi e radicali. Finora, l’esplosione delle rivolte popolari ha coinvolto soprattutto i paesi dipendenti del Nordafrica, in cui avanzano processi di trasformazione politica che si scontrano con gli interessi dell’imperialismo, e quelli capitalistici emergenti, colpiti anch’essi dalla crisi economica. È la risposta che i lavoratori, la gioventù ed i popoli stanno offrendo alla negazione delle loro esigenze e aspirazioni, alle promesse incompiute, alla svendita delle risorse naturali, alla distruzione dell’ambiente, ai programmi che mirano a rafforzare il dominio del capitale monopolistico, al terrore antipopolare esercitato dalle oligarchie. I protagonisti delle sollevazioni sono giovani, spesso istruiti, politicamente attenti, esasperati dalla situazione economica e indignati per la corruzione delle élite dirigenti. In generale il conflitto sociale si fa più aspro ed esteso sia nei paesi che hanno beneficiato di una certa “crescita”, sia in quelli dove i diktat e le misure di austerità imposte (ad continua a pag. 2 Costruiamo il Comitato Nazionale di Unità Marxista- Leninista! (pag. 7) L’alternativa di governo che scaturirà dalla lotta delle masse sfruttate (pag. 6) Mobilitazione contro l’aggressione imperialista alla Siria (pag.12) La via di uscita dalla crisi e dal degrado sta nella azione unitaria ed energica del proletariato

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Settembre 2013 n. 42

1 euro

Scintilla

Il fatto nuovo che ha caratterizzatogli ultimi mesi è lo slancio che hapreso la lotta delle masse innumerosi paesi: Turchia, Brasile,Cile, Sudafrica, Messico, Egitto,Tunisia..... le vaste mobilitazionioperaie e popolari che si sonosusseguite in diversi punti delpianeta dimostrano che la borghesiaha serie difficoltà a gestire lasituazione e non esita a passare allarepressione più dura. La prolungata e profonda crisieconomica capitalistica - ches’intreccia e aggrava la crisi generaledi un modo di produzione obsoleto -fornisce la base oggettiva dellosviluppo della lotta di classe. Nel suoacutizzarsi si manifesta sempre piùl’esigenza di cambiamenti politici edeconomici profondi e radicali. Finora, l’esplosione delle rivoltepopolari ha coinvolto soprattutto ipaesi dipendenti del Nordafrica, incui avanzano processi ditrasformazione politica che siscontrano con gli interessidell’imperialismo, e quellicapitalistici emergenti, colpitianch’essi dalla crisi economica. È la risposta che i lavoratori, lagioventù ed i popoli stanno offrendoalla negazione delle loro esigenze easpirazioni, alle promesseincompiute, alla svendita dellerisorse naturali, alla distruzionedell’ambiente, ai programmi chemirano a rafforzare il dominio delcapitale monopolistico, al terroreantipopolare esercitato dalleoligarchie.I protagonisti delle sollevazioni sonogiovani, spesso istruiti,politicamente attenti, esasperati dallasituazione economica e indignati perla corruzione delle élite dirigenti. In generale il conflitto sociale si fapiù aspro ed esteso sia nei paesi chehanno beneficiato di una certa“crescita”, sia in quelli dove i diktate le misure di austerità imposte (ad

continua a pag. 2

Costruiamo ilComitatoNazionale diUnitàMarxista-Leninista!(pag. 7)

L’alternativadi governoche scaturiràdalla lottadelle masse sfruttate(pag. 6)

Mobilitazionecontrol’aggressioneimperialistaalla Siria(pag.12)

La via di uscita dalla crisi e dal degrado sta nellaazione unitaria ed energica del proletariato

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2 settembre 2013

Diamo lo sfratto agli abusivi di Palazzo ChigiDi mese in mese i ministri di ungoverno che segue le politicheantipopolari di UE-BCE-FMI,tenuto in piedi da uncondannato in via definitiva perfrode fiscale, promettono unaripresa dell'economia italiana. Nel primo semestre diquest'anno l'avevano promessaper il secondo semestre; adessola «crescita» viene spacciata peril 2014. Su quale fondamento? Su nessuno. Sono solo mosseper dare una parvenza dicredibilità a un governoributtante e frenare lasollevazione popolare. La realtà che vivono milioni dilavoratori italiani è quella diuna profonda recessione.Alla fine di quest'anno il PILcalerà circa del 2 % (il doppio diquello che era statopreventivato). Dal 2007 il PIL è cadutodell’8,6% e sono stati persi700.000 posti di lavoro, che nel2014 diventeranno 817.000.I disoccupati superano di granlunga i tre milioni. E i consumisono in caduta del 3%. La povertà relativa colpisce il15,8% della popolazione (9milioni e 563 mila persone) equella assoluta l’8% (4 milionie 814 mila persone).All’altro polo della societàcrescono rapidamente ipatrimoni dei grandi ricchi, illusso, lo spreco: il 10% dellapopolazione possiede oltre il50% della ricchezza. I capitalisono nascosti nei paradisifiscali. L’evasione fiscale è statastimata in 180 miliardi di euroannui. Il costo della corruzioneè di 60 miliardi l’anno. Ilparassitismo prospera.

I provvedimenti presi dalgoverno Letta-Amato perrilanciare l'occupazionegiovanile (in cambio di quantilicenziamenti di operai piùanziani?) servono a estendere ilprecariato e i sottosalari, sonomisure tampone chefavoriscono i padroni, ma nonrisolvono il problema di fondo:la debolezza del declinantecapitalismo italiano, la suascarsa capacità di investimentoe di assorbimento di nuovaforza-lavoro. Quanto ai problemi più urgenti,l'attuale governo di “larghefregature” è incapace dirisolverli se non ricorrendo allapolitica dei rinvii, della presaper i fondelli e del “fare male”. Il rinvio dell'aumento dell'IVA èun giro contabile, perchéfinanziato incrementando altretasse e imposte. La seconda rataImu rimane. Aumentano le tasselocali, arriva la Service Tax cheva ad aumentare il giàinsostenibile carico fiscale perla povera gente (i ricchievadono come e più di prima),mentre i salari sono in picchiata. Perfetta è la continuità delgoverno Letta-Alfano con igoverni Berlusconi e Monti chelo hanno preceduto nelsistematico ricorso ai tagli dellaspesa pubblica per fronteggiarel'emergenza economica efinanziaria: «Ci saranno nuovitagli, e non saranno indolori»,ha annunciato il ministroSaccomanni. I pubblicidipendenti se ne sono accorti...Così come c’è continuità nellapolitica di guerra e di servilismoverso UE e USA, evidenziatadalla farsa della “pausa di

riflessione” sugli F35 e delfinanziamento delle missioni diguerra all’estero. Nessuna politica a difesa dellavoro, nessuno sviluppodell’occupazione, nessuna verasoluzione del precariato,nessuna misura per far pagare laminoranza straricca, ma forteimpulso alle controriformepolitico-istituzionali perpreparare il passaggio alla“Repubblica piduista”. Nonostante la blindaturaimposta da Napolitano e dallaUE, le manovre dei liberal-riformisti, delle destre e deivertici sindacali, il coperchiosulla pentola non reggerà. Si preannuncia un autunnoriscaldato dalle battaglie che ilmovimento degli sfruttati edegli oppressi metterà in campoper la difesa del lavoro, deidiritti e delle esigenze vitalidella maggioranza della società. La sollevazione indipendentedella massa sfruttata perrompere lo stallo esistente, larottura aperta con le destre e ilPD, lo sviluppodell’opposizione classista epopolare per far cadere questogoverno antipopolare eantidemocratico con lo scioperogenerale politico, deveaccompagnarsi alla costruzionedi Consigli, commissioni,comitati operai e popolari. Alle forze comuniste, alla partemigliore del proletariato, spettaassumere decisamente ladirezione politica di questelotte, facendo comprendere amasse sempre più ampie dilavoratori e disoccupati che soloun Governo operaio e di tutti glisfruttati, può dare soluzionealla crisi profonda della societàitaliana.

es. da UE-BCE-FMI) hannoapprofondito le conseguenze dellacrisi e determinato un drammaticopeggioramento delle condizioni divita e delle aspettative popolari. Non è difficile prevedere che visaranno altri teatri di rivolta, specienei paesi che negli anni passatihanno avuto un boom economicoche ha coperto le profondecontraddizioni sociali esistenti.Con l’aumento della partecipazionedelle masse alla vita politica esociale, si amplia la base socialedella rivoluzione, che torna adessere una questione di attualità. Siamo all’inizio di un periodo diguerre e ondate rivoluzionarie che

cambieranno il volto del mondo. Laquestione di fondo è quale classedeve dirigere? con quali obiettivi? Per noi marxisti-leninisti le rispostesono chiare. Per vincere la classeoperaia deve svolge una funzionedirigente, di avanguardia di tutta lamassa oppressa e sfruttata perabbattere il giogo del capitale,prendere in mano il potere politicoed edificare il socialismo. Perciò la questionedell’organizzazione politica dellaclasse operaia per sconfiggere laborghesia è il compito all’ordine delgiorno. Un compito che si chiama Partitocomunista.

L’art. 138 della Costituzionepone dei limiti alle revisionicostituzionali, prevedendo cheil Parlamento si esprima su unalegge costituzionale con duevotazioni (due per il Senato edue per la Camera in manieraincrociata). Per la primavotazione non è richiesta alcunamaggioranza qualificata, per laseconda votazione è richiesta lamaggioranza assoluta o lamaggioranza dei 2/3 deicomponenti. Dunque, chi vuole stravolgerela Costituzione deve fare quelloche dice Boccia del PD:“Cambiamo l’art. 138, così lamodifica della Costituzione èpiù facile”. Questo è il disegno del governoLetta-Alfano, retto da PD ePDL, della UE, checontinuando i disegni eversividi Gelli e Berlusconi mira amodificare - entro i terminidettati da Napolitano (18 mesi)- la forma della Repubblica: daparlamentare a presidenziale. Questa svolta reazionariarisponde alle esigenze delcapitale finanziario, che punta acontrollare completamentel’apparato statale, aumentare lacapacità concorrenziale delladeclinante “Azienda Italia” ,accrescere il livello diintegrazione con il bloccoimperialista dell’UE epartecipare alle guerreimperialiste sotto l’egida dellaNATO. Contro questo progetto gliappelli servono a poco, serve lapiù decisa mobilitazione dimassa con alla testa gli operai!

Il grimaldellodell’art. 138

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Silvio Berlusconi, capitalista,quattro volte presidente delconsiglio, ex presidente delconsiglio europeo, senatore,capo del “Popolo delle Libertà”e della coalizione di destra, èstato condannato in viadefinitiva a 4 anni di reclusioneper frode fiscale.Una condanna blanda per ungrave crimine anti-sociale e chenon intacca i suoi colossalipatrimoni, mentre ai lavoratoriche non possono pagare tasse,multe e rate spesso vengonosequestrati il salario, l’auto, lacasa…La stampa borghese hao parlatdi “fine di un’epoca”. Ma chipensa che Berlusconi toglierà ildisturbo non ha capito un’accadella situazione italiana. Sonoventi anni che il boss di Arcorefa il bello ed il cattivo tempo,promette e minaccia, si atteggiaa vittima e ricatta, tiene sottoscacco avversari e alleati, inducealla prostituzione governi eparlamenti. Ciò grazie allaconnivenza e alla coperturaofferta da tutti i partiti politiciborghesi, incapaci di votareperfino una legge sul conflittod’interessi, disposti all’inciuciosulla c.d. “agibilità politica” diBerlusconi e sempre pronti adallearsi con il “Caimano”contro il movimento operaio ecomunista.Berlusconi non è un accidentedella storia. E’ il prodotto delparassitismo edell’imputridimento di unsistema agonizzante. E’ lamaschera grottesca del declino edel degrado dell’imperialismo

italiano. E’ la personificazionedi una classe al tramonto, cheper rimanere al potere devericorrere continuamente allacorruzione, alla frode, allaviolenza.La magistratura ha condannatoBerlusconi per un reato che laborghesia commettequotidianamente emassivamente. Ma solo la classeoperaia e le masse popolaripossono e devono condannarlosenza appello per la criminalepolitica di cui è stato per duedecenni il massimo esponente: ilneoliberismo, accompagnatodalle misure di austerità (cheassieme all’evasione fiscaleriducono e peggiorano i servizipubblici) e dalle missioni diguerra.La condanna di Berlusconidev’essere allo stesso tempoquella del governo Letta-Alfano, voluto da Napolitano,che è il prosecutore di talepolitica. Un governo di “larghefregature” mai votato dal popoloitaliano, illegittimo ed illegalepoiché per sopravviverenecessita dell’appoggio di undelinquente abituale che dettaordini ai suoi ministri e decide lepolitiche che causano ilpeggioramento sistematico dellecondizioni degli operai, deilavoratori, dei giovani, delledonne, che pagano tutte leconseguenze della crisicapitalistica.Il segretario del PD, Epifani, hadetto che “la sentenza deveessere rispettata”. Ma si è benguardato dal proferire una solaparola che mettesse a rischio le

sorti del governo. E magari avràanche la faccia tosta di venirci araccontare la favola della lottaall’evasione!Le forze politiche chegovernano assieme a Berlusconivogliono fare dell’Italia il regnodella frode, dell’inganno, dellosfacelo economico, politico,morale, dall’asservimentocriminoso.Vogliono far arricchire ancor piùun pugno di parassiti ai dannidella stragrande maggioranzadella popolazione. Vogliono farea pezzi la Costituzione e varareuna repubblica presidenzialistacon l’appoggio decisivo delpiduista Berlusconi.In tal modo preparano il terrenoa pesanti conseguenze e ulterioribeffe per le masse lavoratrici, aduna reazione ancor piùpericolosa, al più completosaccheggio sociale per favoriregli interessi dei monopolisti.Non possiamo e non dobbiamopermetterlo! La classe operia col suointervento deciso e indipendentepuò e deve spezzare il ricatto diBerlusconi e mettere alle corde iriformisti!Che la ripresa unitaria delle lottenelle fabbriche, nei servizi,nelle piazze, chiuda il ventennioberlusconiano e cacci via ilgoverno della frode e dellamiseria Letta-Alfano, facendocrescere la consapevolezza chesolo la rivoluzione socialista e lagiustizia proletaria, solo ungoverno operaio, porranno fine,una volta per tutte, ai crimini delcapitalismo e alla delinquenzadei politicanti borghesi.

La condanna del delinquente Berlusconi è la condanna dell’intero sistema politicoborghese e del governo di larghe intese

La repressione del movimentoNo Tav ha compiuto un salto diqualità con l’uso da parte dellamagistratura del reato di"attentato con finalitàterroristica e di eversione" neiconfronti di alcuni attivisti. L’obiettivo di questa operazioneè quello di aumentare l’attaccoal movimento rappresentandolocome “terrorista” per intimidirei suoi sostenitori e indirizzarel’opinione pubblica contro ilpopolo della Val Susa.Si tratta di una manovra delgoverno Letta-Alfano perlegittimare ogni violenza che loStato ritiene opportuna control’inarrestabile movimento diresistenza No Tav. Non è la prima volta che ciòaccade, ma nemmeno vasottovalutata la volontà deigruppi dominanti di schiacciarequesto movimento.Le accuse vanno rifiutate erigettate al mittente. Le provenon esistono o sono fabbricate.Terrorista non è chi lotta controlo spreco di denaro pubblico e ladevastazione del territorio, chirifiuta di subire scelte ingiuste edannose, ma chi demoliscescuole, ospedali e servizisociali, chi vuole imporre manumilitari gli interessi del grandecapitale, chi partecipa a guerredi rapina contro i popoli. Unità e solidarietà per dire bastaalla criminalizzazione delmovimento No Tav e allamilitarizzazione della Val Susa. Stop ai cantieri!

No allacriminalizzazionedel movimentoNo Tav!

3settembre 2013

Il teatrino delle“larghe intese” èagli sgoccioli?Di una cosasiamo certi:marionette epupari vannocacciati con lalotta di classedegli sfruttati edegli oppressi,non per mandarsu Renzi, ma perimporre unaalternativarivoluzionaria!

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Una questione di stringente attualitàsettembre 2013

La Fiat dopo aver appreso lemotivazioni con cui la Cortecostituzionale ha deciso che laFiom può rientrare in fabbrica, hafatto sapere che:“si riserva di valutare se e che inmisura il nuovo criterio dira ppresent a t i v i t à…. potràmodificare l’attuale assetto dellerelazioni sindacali e, in prospettiva,le sue strategie industriali inItalia”. In altre parole, come ha dettoMarchionne, la famiglia Agnelli stapensando di trasferire all’estero lasua sede legale, oltre aglistabilimenti. Non c’è da stupirsi. La Fiat hasempre fatto i bello e il cattivotempo, si è sempre comportatacome uno "stato sovrano" eall’interno dei suoi cancelli i dirittidei lavoratori, sono sempre statinegati, elusi, boicottati. In fabbrica vige il dispotismoaziendale. Si fa leva sulla crisi peraumentare i carichi di lavoro. Chinon ce la fa sta fuori. La legge fondamentale di questo“stato sovrano” si chiama massimoprofitto. L’altro Stato, quelloitaliano, ha sempre difeso esostenuto le scelte degli Agnelli, e liha aiutati con ogni mezzo. Lo ha fatto ieri e continua a farlooggi, perché Fiat è il battistradadella politica di austerità ecompetitività, dei licenziamenti, delpeggioramento delle condizioni divita e di lavoro degli operai, della

liquidazione, non sulla carta ma neifatti, di quel poco di welfare cheancora rimane. Ciò va negliinteressi dell’intera classedominante, tranne qualche dettagliodi “forma”, superabile nellasostanza. Sia chiaro, la decisione di trasferirela Fiat all’estero non deriva certodalla sentenza della Corte. Era statapresa da tempo, per non pagare letasse, per abbassare i salari, peravere una sede funzionale alleesigenze strategiche della Chrysler-Fiat in Europa. Le chiusure, ilridimensionamento produttivo, ledelocalizzazioni, i taglioccupazionali vanno infatti avantida decenni, pagati con ifinanziamenti pubblici. Ma per iltrasferimento della sede legaleserviva un appiglio: gli intollerabilidiritti dei lavoratori.La strategia Fiat e le parole diMarchionne chiariscono che perassicurare un futuro al nostro paese,per difendere il lavoro e leconquiste operaie, per nonprecipitare nel degrado e nel caos, ènecessario strappare i mezzi diproduzione dalle mani rapaci deicapitalisti. A distanza di quasi un secolo laquestione posta da Gramsci e daglioperai torinesi si ripropone in tuttala sua attualità: “progredire nellavia della rivoluzione fino allaespropriazione degli espropriatorie alla fondazione di uno Statocomunista” (L’Ordine Nuovo).

Per privare gli Agnelli di tutte leproprietà e cacciarli dall’Italiaassieme a Marchionnebisognerebbe forse indennizzarli? In realtà, gli operai e le massepopolari hanno già pagato centovolte la Fiat! E’ stato calcolato che dal 1979 al2012 Fiat ha ricevuto sette miliardie seicento milioni di euro difinanziamenti statali per tagliare147.000 posti di lavoro. Sono gliAgnelli a dover risarcire ilavoratori, così come lo devono lodevono fare i Riva, i Ligresti, iBerlusconi e gli altri esponenti dellarazza padrona!Ma chi può imporre ai padronimisure come questa (previstapersino da una Costituzione chedifende la proprietà privata)? Forseun governo come quello Letta-Alfano, imposto da UE, BCE eFMI, espressione dell’oligarchiafinanziaria, ciambella di

salvataggio dei partiti liberal-riformisti, centristi e di destra che loappoggiano? Un governo abusivoche con la scusa dell’Expo vuoleapplicare un nuovo regimeschiavistico per i giovani proletari,che nel decreto del “fare” smantellale tutele in materia di sicurezza dellavoro, che vuole modificare l’art.138 per spianare la strada alprogetto piduista di una repubblicapresidenziale autoritaria? Certamente no. Ci vuole ungoverno operaio e di tutti glisfruttati, che sorga dalla lotta stessadelle masse. Per imporlo come via di uscitarivoluzionaria dalla profonda crisiattuale del capitalismo i proletaridevono tornare ad essere classe,ricostruendo i propri strumenti eorganismi di lotta. Un Partito comunista che s’ispiri almarxismo-leninismo, anzitutto!

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La vergogna delle carceriProsegue la mobilitazionecontro le condizioni disumane ele barbarie del sistemapenitenziario italiano.Sovraffollamento cronico condetenuti ammassati in cellelager, condizioni igieniche estrutturali indecenti,speculazioni sui prezzi dellamercede, supersfruttamento deidetenuti “lavoranti”, trattamentiinumani di ogni sorta, forme ditortura psicofisica legalizzata,abusi di ogni genere…. siamodi fronte a una situazioneintollerabile, per la quale anchegli organismi internazionalihanno condannato l’Italia.E’ stata pertanto decisa daidetenuti una mobilitazionenazionale per il mese disettembre, che avrà inizio ilgiorno 10 e fine il giorno 30dello stesso mese, con sciopero

della fame e altre idonee formedi protesta.E’ doveroso protestare contro lasituazione vergognosa dellecarceri italiane, così come èindispensabile mobilitarsicontro la nuova inquisizioneche colpisce le lotte sociali (v.le infami accuse ai No Tav). Esigiamo l’abolizionedell’isolamento, dell’ergastolo,della differenziazione, deitrasferimenti punitivi, deglistrumenti di tortura fisica epsichica degni della peggiordittatura, l’abolizione dellalegge Cirielli. Sono necessari interventiconcreti che mirino al rispettodei diritti umani! Solidarietàcon i detenuti in lotta,sosteniamo le lororivendicazioni! Rompiamo ilmuro dell’indifferenza!

Divieto dei licenziamenti!Il caso della Firem èemblematico. L’aziendamodenese che produce resistenzeelettriche, di proprietà dellafamiglia Pedroni, approfittandodella chiusura estiva, hatrasportato macchinari emateriali in Polonia. Gli operai sono riusciti a sventarela manovra e aprire una vertenza.Casi simili si sono verificati direcente all'Hydronic lift di Pero ealla Dometic di Forlì.Il problema di fondo è quello deilicenziamenti per effettuaredelocalizzazioni, per motivifinanziari e speculativi, per igiochi di Borsa, senza altraragione che non sia l’aumento deiprofitti per i capitalisti.La classe operaia dev’essereprotetta da questi raggiri!Ci vuole il divieto per legge deilicenziamenti per motivifinanziari e speculativi; ci vuole

l’esproprio senza indennizzodelle aziende che operano questilicenziamenti, che chiudono,delocalizzano e inquinano. Questi obiettivi immediati nonpossono essere elusi e devonoessere messi al centro delle lottein corso, per rafforzare la lottacontro tutti i licenziamenti. Si fanno leggi e leggine per daremiliardi alle banche e ai padroni;perchè nessuno propone unamisura che impedisca checentinaia di migliaia di operaivadano alla fame, mentre unaminoranza di sfruttatori siarricchisce sempre più?La contraddizione va sollevatacon forza esigendo soluzioni!Chiaramente la lotta per la difesadel lavoro ha una sua concretaprospettiva di successo solo secombattuta all’interno della piùgenerale battaglia perl’abbattimento del capitalismo.

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(Corrispondenza dallaToscana)Le confederazioni sindacali dibase hanno proclamato per ilprossimo 18 ottobre losciopero generaleunitariamente. Questo èavvenuto dopo che la CUB hasollecitato una iniziativaunitaria dopo il varodell'ultima riforma in meritoalla rappresentanza sindacaledel 31 maggio 2013.Finalmente, dopo anni diiniziative separate, forse vieneripreso il discorso unitario.Purtroppo se facciamo unbilancio del percorso che finqui è stato fatto, non possiamoessere molto ottimisti.La nascita dei sindacati di baserisale, storicamente, al periododella contestazione deisindacati tradizionali chemantengono il patrimoniostorico di tessere, strutture,patrimonio, costruito indecenni di lotte dei lavoratori ma che ormai sono lontani dalrappresentarne gli interessi diclasse.Bisogna ricordare che dopo la"giornata dei bulloni" del 22settembre 1992 a Firenze doveil segretario della CGILTrentin fu cacciato dalle piazzee le proteste della base neigiorni successivi in varie città,

si era aperta la strada per lacostruzione di organizzazioninuove rispondenti alle istanzedi democrazia edeterminazione nel conflitto diclasse.Purtroppo è prevalsanuovamente la tendenza allaframmentazione lideristica cheha indebolito molto lepossibilità di successo dellelotte. Di questo Tiboni,Leonardi e Bernocchi portanola responsabilità: anzichèfavorire lo sviluppo di unpotente sindacato alternativo,hanno consentito il prevaleredi logiche concorrenziali, opeggio, antagoniste tipiche deiraggruppamenti per bande.Sono prevalse le tendenze alladifferenziazione politica doveera necessario costruire l'unitàindipendentemente dalleposizioni politiche: è prevalsal'invidia per il successo di ungruppo anzichè dell'altro.Bisogna superare questamentalità che non fa altro cheperpetuare il dominio deisindacati collaborazionisti evenduti.L'augurio è quindi che il 18ottobre sia l'inizio di una nuovastagione dove si lavori percostruire veramente unSINDACATO UNITARIO DICLASSE.

Sul prossimo sciopero generale

Sviluppare l’opposizione di classe in CGILMentre persiste la grave crisieconomica del capitalismo, lecui conseguenze sonointeramente riversate sullespalle dei lavoratori, la CGIL vaverso il congresso, sotto ladirezione opportunista diCamusso e Landini.In questo contesto èapprezzabile la decisione della“Rete 28 Aprile” di presentareun documento alternativo econtrapposto a quello dellamaggioranza, per una battagliacongressuale che sia legata allaripresa della mobilitazionecontro le politiche di austerità edi guerra.Sarà però necessario valutareattentamente l’analisi politica, ilcontenuto e le prospettive diquesto documento alternativo, ilmetodo stesso con cui verràcostruito. Non possiamo infatti sottacere iprofondi limiti e punti critici

dell’impostazione sin quiseguita dalla R28A, evidentianche nelle sue elaborazioni: - La mancanza di un chiaroriferimento alla classe operaiacome forza dirigente nelmovimento sindacale.- L’assenza di un bilanciocritico delle fallimentariesperienze di “sinistrasindacale” tutte rifluite eintegrate nell’apparato (unesempio di trasformismo chemette in luce l’egemonia deiriformisti moderati nelsindacato e la debolezza diquelli radicali).- L’assenza di un progettoorganico che veda nellefabbriche e nei quartieri operaiil centro di organizzazione delsindacalismo di classe, per cuitutto si riduce alla lottanell’apparato, dove prospera laburocrazia sindacale.- Di conseguenza, uno scarso

coinvolgimento dei delegati diposto di lavoro, nel quale siriflette il fatto che per la R28A ilcentro della vita sindacale non èil luogo di lavoro, il comitatodegli iscritti, la RSU, lestrutture territoriali di primolivello. Non c’è dubbio, l’elaborazionee il dibattito devono essereportati più a fondo. Per affermare la linea di classe enon cadere nel democraticismopiccolo borghese, vanno battutele posizioni di chi vorrebberaddrizzare le gambe ai cani,sostenendo la possibilità diriformare o correggere i verticisindacali e di “controbilanciarea sinistra” la deriva autoritarianel sindacato. La stessa democrazia sindacaleè un arma spuntata se si riduce alogiche parlamentari dimaggioranza e minoranzadentro l’apparato.

Noi non ci illudiamo sullapossibilità di conquista per via“statutaria” del sindacato. Ilnostro intento è quello di farechiarezza fra le masselavoratrici sulla lotta fra duelinee (quella collaborazionista equella di classe) esistenti nelsindacato, conquistarle adun'azione di classe, smascheraree combattere il ruolo deiburocrati e degli agenti delcapitalismo, unire leopposizioni sindacali operaieper aprire la strada ad unautentico sindacato di classe,che miri all'emancipazionepolitica e sociale degli sfruttati.Questo lavoro – che deve avereuna sua dimensione organizzatadentro la stessa CGIL - vacompreso all'interno diun'attività sistematica volta allaricostruzione di un autenticoPartito comunista, quale repartodi avanguardia del proletariato.

settembre 2013 5

E’ in corso di pubblicazione unopuscolo contenente il rapportotenuto il 2.8.1935 da Dimitrov alsettimo Congresso mondialedell’Internazionale comunista (inversione integrale). L’opucolo è aperto da unaprefazione a cura della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninistiche sottolinea la rilevanza el’attualità della politica di Frontepopolare nelle circostanze attuali.Invitiamo i compagni, gli organismi di lotta della classeoperaia e delle masse popolari, i sinceri democratici aprenotare le copie dell’opucolo (in vendita al prezzo di 3euro spese di spedizione) scrivendo alla redazione.

Inziativa editoraleIl rapporto di Dimitrov al VII Congresso dell’Internazionale comunista

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Tutte le classi sociali subalterneavvertono il degrado e ilprecipitare del Paese, sentono dinon poter più andare avanti così.Aspirano a un profondocambiamento, che è negato dallaclasse dominante.In questo contesto la questionedell’alternativa di governo perrisolvere le necessità vitali deilavoratori e dei disoccupati,assicurare un futuro degno diquesto nome alle giovanigenerazioni, far pagare la crisi eil debito a chi li ha causati, sipone con maggiore forzaall’interno del dibattito politicoe delle lotte operaie e popolari.La mancanza di questaalternativa di rottura con lepolitiche borghesi e riformiste,così come la mancanza di unitànella lotta del proletariato,favorisce la sfiducia e lapassività, avvantaggia isostenitori del “basso profilo”,fa passare soluzioni (o modellidi convivenza con la crisi) tutteinterne ai progetti capitalistici,indebolisce il nostro campo erafforza quello della borghesia. Allo stesso tempo questoprofondo limite porta adescludere dal dibattito questionifondamentali, come quella delpotere politico, provocaripercussioni negative sullastessa organizzazione deglisfruttati. Queste sono solo alcuneconseguenze della “perdita delfine”, uno dei prodotti delriformismo, che fa perdere divista gli interessi fondamentalidel proletariato e subordina tuttoai presunti vantaggi delmomento.Dovere dei comunisti è indicareuna soluzione politica cherimpiazzi le coalizioni borghesie riformiste, per sviluppare lapiù elevata attività politica esviluppare quella delle masseproletarie. Tale soluzioneassume un valore fondamentalenei periodi di profondainstabilità economica e politica,in cui la questione dellaalternativa di governo assumeun immediato valore pratico.

“Vogliamo un Governooperaio e di tutti glisfruttati!”La formula che noi marxisti-leninisti agitiamo per il

problema del governo in Italia èchiara: un Governo operaio e ditutti i lavoratori sfruttati, cheemerga dal movimentorivoluzionario delle massesfruttate e oppresse, che agisca eviva in stretto legame conquesto movimento reale. Un governo che rappresenti gliinteressi vitali del proletariato edei lavoratori della città e dellacampagna, della massaimpoverita e oppressa, che nons’inchini davanti ai “sacri”principi del capitalismo e ai“dogmi costituzionali”, che nonchieda “permesso” ai padroni ealle loro vestali liberali, ma siadeciso a sbaragliare l’oligarchiafinanziaria, la borghesia, le forzereazionarie interne e esterne, ifascisti, mettendoli nellacondizione di non nuocere. Un governo rivoluzionario cheadotti provvedimenti energicicontro gli sfruttatori e i parassiti,che espropri i monopolicapitalisti, socializzi i principalimezzi di produzione e discambio, ripudi il debito, escada UE, euro e NATO, abolisca iprivilegi borghesi e del clero,che favorisca e organizzi ilcontrollo della classe operaia,prendendo misure per demolirela macchina oppressivaborghese e dar ai lavoratori idiritti e le libertà che glispettano.Questo governo non può cheessere lo sbocco politico diun’ampia sollevazione di massaoperaia e popolare contro ildominio dell’oligarchiafinanziaria e dei suoi partiti, laconclusione del fronte unico dilotta del proletariato ed il puntodi partenza di lotte decisive perrivoluzionare il paese. Il suo programma? Portare finoin fondo la rottura con unsistema che ci riserva solomiseria e guerre, che sacrifical’uomo e la natura ai profitti, chemilitarizza la società, cioègovernare la transizione dalcapitalismo al socialismo, ilnuovo e superiore sistemasociale che farà rinascere ilPaese. Per farla finita col marciumeimperialista, per risolvere iproblemi essenziale della vitasociale e aprire la strada alsocialismo ci vuole dunque ungenuino governo rivoluzionario

che per la sua natura sicontrappone alle vecchieillusioni socialdemocratiche. Esso non potrà formarsi sullabase di soluzioni e formeparlamentari (non un "governodi sinistra o di centro-sinistra",non un "governo delle sinistre"),ma sugli organismi di lotta e dilavoro che sorgono dal basso(consigli di fabbrica e diquartiere, comitati di lotta,commissioni di controllo,strutture sindacali di classe,organismi dei disoccupati, etc.)per unire il proletariato comeforza rivoluzionaria intorno alquale creare un sistema dialleanze con gli strati e i settoripopolari che subisconol’offensiva del capitalefinanziario.

Necessità delle alleanzedi classeGli sviluppi dell’attuale,profonda crisi economicacapitalistica, le misurepredatorie adottate dallaborghesia, pongono all’ordinedel giorno la necessità dellarealizzazione di un ampioFronte popolare, un’alleanzastabile di forze e organismipolitici, sindacali, sociali, delmovimento operaio e popolare(semiproletari, piccolaborghesia urbana e rurale,insegnanti, studenti, donne deglistrati popolari, migranti, etc.).Questa prassi politica negliultimi anni si è rafforzata ed havisto dei primi tentativi dicostruzione di un blocco diopposizione popolare allepolitiche di austerità e di guerra,al liberismo e al capitalismo.Tentativi finora frenati e deviatidalle forze socialdemocratiche eopportuniste. La lotta per non dissipareenergie, potenzialità edesperienze preziose, perricercare e stringere alleanze diclasse, per costruire unacoalizione di forze popolariattorno alla classe operaia esotto la sua direzione, cheirrobustisca la mobilitazione ditutti le forze e i settori socialiscontenti, vittime dell’offensivaborghese nei suoi vari aspetti(lavoro, reddito, ambiente,militarizzazione, corruzione,etc.), è un aspetto fondamentaledel lavoro per aprire la via a

prospettive politiche piùavanzate, in cui si ponga inmodo rivoluzionario laquestione del governo e delpotere. In Italia questo problemaassume una particolarerilevanza, dato il peso e lafunzione che i gruppi intermedihanno nella realtà sociale, laloro attiva presenza in camposociale e politico.

Le premessedell’alternativa L’alternativa di governo cheponiamo è un’alternativa dipotere, in cui si realizzal’egemonia del proletariato,poiché la piccola e mediaborghesia, i ceti medi, i loropartiti, non sono in grado diadottare le misure necessarie perporre fine al poteredell’oligarchia finanziaria e allemanovre delle forze reazionarie.Il proletariato è la sola forzacapace di liquidare un passato eun presente di oppressione, disfruttamento e di crimini dellaborghesia, di dare un avvenire diautentica libertà per tutti coloroche lavorano. La prospettiva rivoluzionaria sisviluppa e si avvicina attraversotappe preparatorie - ad es. puòcrearsi una situazione che rendanecessario nell’interesse delproletariato un governo diFronte popolare dal caratterea n t i m o n o p o l i s t i c o ,antimperialista, antifascista -che accelerino ladecomposizione del potereborghese e creino condizioni piùfavorevoli per l’azione vigorosadelle masse proletarie. Dunquel’alternativa matura sulla basedell’inasprimento dello scontrodi classe, della tendenza arealizzare l’unità di lotta con laquale le masse sfruttate eoppresse difendono i propriinteressi economici e politici, laloro stessa esistenza, contro lavoracità insaziabile deicapitalisti che portano l’Italiaalla rovina. All’interno di questo processo ècompito dei comunisti far sì chel’alternativa di governorivoluzionaria divenga lacomponente più vitale della vitapolitica, da legare strettamentealle rivendicazioni parziali,come questione posta e darisolvere.

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L’alternativa di governo che scaturiràdalla lotta delle masse sfruttate

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Ai marxisti-leninisti, allaclasse operaia, alle masselavoratrici, alle donne e aigiovani degli strati popolari e atutte le forze autenticamenterivoluzionarie.

La profonda e prolungata crisieconomica del capitalismo, ladecomposizione del sistemaborghese – che oramai è sulviale del tramonto e quantoprima lo abbatteremo megliosarà per il genere umano - da cuiorigina un processo ditrasformazioni reazionarie alivello politico e istituzionale, ladittatura sempre più aperta eviolenta dell’oligarchiafinanziaria, l’offensivapadronale in fabbrica e fuori, lacorruzione dilagante, iltradimento da parte delriformismo, dellasocialdemocrazia e dei verticisindacali – riposizionatisiapertamente e sfacciatamente adifesa degli interessi dellasopravvivenza e sopraffazionedel capitalismo finanziario eindustriale nazionale emultinazionale - degli interessie delle aspirazioni operaie epopolari, spingono i comunistiall’unità. Essa è indispensabile peraccrescere i legami con ilmovimento operaio e popolare,accumulare forze ed esperienzenecessarie a dirigere le massesfruttate e oppresse verso la viadi uscita rivoluzionaria dalcapitalismo, che è un modo di

produzione morente che deveessere abbattuto e sostituito dalsocialismo, prima tappa delcomunismo. La lotta di classe si acutizza e laclasse operaia ha più che maibisogno di una adeguata guidaideologica, politica eorganizzativa, che orienti e diauna direzione alle sue lotte.Questa guida non può essereche la costruzione di un unico egrande Partito comunistamarxista-leninista, presente incampo con la sua battaglia diclasse e rivoluzionaria, visibile,riconoscibile dagli operai edalle masse lavoratrici. La costruzione di un grandePartito comunista di naturabolscevica ha la priorità rispettoa ogni altra questione politicaed è determinante per avanzaresulla via dell’Ottobre e delsocialismo. I marxisti-leninistihanno il compito di promuoveree portare avanti il processo dibolscevizzazione delproletariato italiano. Non soloin Italia, ma in tutti i paesi dellaTerra senza la presenza di unforte Partito bolscevico,costruito secondo le direttive diLenin e Stalin, non sarebbepossibile nessun’altrarivoluzione proletaria vittoriosacome quella del grande eglorioso Ottobre e, dunque,nessuna prospettiva concretaper il socialismo.Le alleanze di classe erivoluzionarie da costruiredevono essere finalizzate alla

conquista del socialismo nelnostro paese. Siamo coscientiche l’insediamento di ungoverno rivoluzionario per lacostruzione del socialismo puònascere solo dalla vittoriosarivoluzione socialista e dallaconquista del potere politico,economico e sociale da partedel proletariato. Ogni alleanzastrategica deve scaturire da talemetodo di lavoro e prospettiva eogni alleanza tattica non devemai offuscare o limitare quellastrategica.Purtroppo nel nostro paese,mentre le condizioni obiettivesono favorevoli allo sviluppodell’iniziativa e dell’interventocomunista, il fattore soggettivorimane debole. Le ragioni sononumerose. Fra di esse la pesanteeredità del revisionismo (inItalia agiva il maggiore partitorevisionista occidentale, cioè ilPCI, e ne sono ancora presenti isuoi frammenti), la debolezza

teorica e il permanere dipratiche erronee, il localismo, ilsettarismo, l’ultrasinistrismo,l’aristocrazia sindacale e altro.Bisogna dunque lavorare perridurre la forbice fra condizionioggettive e fattore soggettivo,poggiando su una base correttaed avanzando verso l’unità deicomunisti, verso un unicoPartito comunista delproletariato. Tale Partito comunistamarxista-leninista si forgiaall’interno di un processodeterminato dagli sviluppi dellalotta di classe sul pianonazionale e internazionale, manmano che si pongono all’ordinedel giorno le questionifondamentali. Prende forma neldibattito e nel lavoro in comunefra i comunisti e i migliorielementi del proletariato,attraverso una battaglia sulterreno teorico, politico e

7settembre 2013

Costruiamo il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista!

La libertà si ha solo con l’abolizione dello sfruttamentoIn un'Italia nella quale lalibertà dell'uomo è «garantita»da tutta una serie di diritti, imedia ci presentano, da moltimesi ormai, l'atroce statisticadei suicidi di lavoratori chehanno perduto il lavoro o dicittadini ridotti in miseria chehanno perduto la casa, e che sisono tolti la vita impiccandosiad un albero, sparandosi alcuore o dandosi fuoco perdisperazione.A noi comunisti è tornata allamemoria un'intervista che

Stalin rilasciò nel 1936. Algiornalista americano Howardche gli chiedeva come fossegarantita, nell'UnioneSovietica, la libertà dellapersona il compagno Stalinrispose così:«Noi abbiamo costruito questasocietà non per ledere lalibertà personale, ma perché lapersona umana si sentarealmente libera. L'abbiamocostruita nell'interesse di unaeffettiva libertà personale, diuna libertà senza virgolette.

Per me è difficile immaginarequale può essere la «libertàpersonale» di un disoccupatoche ha fame e non trova lavoro.La libertà effettiva si hasoltanto là dove è abolito losfruttamento, dove non c'èoppressione di una persona daparte di un'altra, dove non c'èdisoccupazione eaccattonaggio, dove l'uomonon trema al pensiero chedomani potrà perdere il lavoro,l'abitazione, il pane. Soltantoin tale società è possibile una

libertà personale, e qualsiasialtra libertà, effettiva e nonfittizia».Garanzia del posto di lavoro,diritto alla casa, alla pensione,alla salute per tutti i lavoratori:solo nel SOCIALISMO ciò puòdiventare realtà.Perciò diciamo «tremino purele classi dominanti davanti auna rivoluzione comunista. Iproletari non hanno nulla daperdere in essa, fuorché le lorocatene. E hanno un mondo daguadagnare».

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organizzativo, in cui sideterminano spostamenti eaggregazioni, si affermanoconcezioni e praticherispondenti ai compiti strategicie tattici che il proletariato deveaffrontare nella situazioneconcreta.Per avanzare su questa strada, ilPartito Comunista ItalianoMarxista-Leninista ePiattaforma Comunistadecidono di costituire ilComitato Nazionale di UnitàM a r x i s t a - L e n i n i s t a(CONUML).Esso si basa su alcuni principifondamentali del comunismo:

La natura di classe,rivoluzionaria e bolscevica delPartito, organizzato sulla basedi un rigoroso centralismodemocratico, con l’elettività ditutti gli organi dirigenti delPartito dall’alto al basso, con ilrendiconto periodicodell’attività degli organidirigenti, con la ferreadisciplina unica di Partito e lasottomissione della minoranzaalla maggioranza, con l’obbligoincondizionato di applicare ledecisioni degli organi superiorida parte degli organi inferiori edi tutti i membri del Partito, el’incompatibilità con l’esistenzadi frazioni.

Il riconoscimento delladittatura del proletariato, che èil contenuto essenziale dellarivoluzione proletaria.

L’affermazione della naturarivoluzionaria della conquistadel potere politico da parte delproletariato, e nella fase dicostruzione della società

socialista, l’abolizione dellaproprietà privata dei mezzi diproduzione e di scambio, la lorosocializzazione, la liquidazionedi ogni sfruttamento dell’uomosull’uomo, la pianificazioneeconomica e il controllooperaio, al fine di soddisfare lecrescenti esigenze materiali eculturali dell’intera società.

La condanna senza appellodel rovesciamento delladittatura del proletariato e dellarestaurazione del capitalismo,ad opera dei revisionisti, deitrotschisti e di tutti i nemici delsocialismo.

La lotta per la sconfittaideologica e politica delr e v i s i o n i s m o ,d e l l ’ o p p o r t u n i s m o ,dell’economicismo, delsocialdemocraticismo, delmovimentismo, del pacifismo edell’estremismo.

L’internazionalismoproletario.Il CONUML è composto dairappresentanti dei partiti e dellealtre organizzazioni di classe erivoluzionarie che sarannoammessi a farne parte. In unaprima fase il CONUML avràcome suoi compiti: a) creare un quadro stabile diconsultazione, scambio diesperienze e di informazioni trale organizzazioni marxiste-leniniste; b) realizzare l’unità d’azionedei marxisti-leninisti nellaclasse operaia e nelle masselavoratrici, tra i giovani e lemasse popolari, dando vita ainiziative e interventi unitariall’interno delle lotte politiche,sindacali e sociali, nellericorrenze del movimentocomunista ed operaio, a livello

nazionale e locale, sulla base dianalisi e proposte condivise.Nella situazione presenteriteniamo come compitourgente lo sviluppo di un’azionedi sostegno alle lotte operaie epopolari che si dirigono controle criminali politiche impostedal capitale finanziario, chelungi dal risolvere la crisi

economica sono dirette asalvaguardare i profitti e iprivilegi di una minoranza disfruttatori e di parassiti.Svilupperemo pertanto unamultiforme attività politica diunità e di lotta, di indispensabileazione comune degli operai edegli altri lavoratori sfruttaticontro la classe dei capitalisti ei loro governi borghesi eclericali, coopereremo alla loroorganizzazione e allo sviluppodella coscienza di classe, cisforzeremo di precisare lerivendicazioni economiche epolitiche parziali e complessivea favore degli operai, in strettaconnessione con gli scopi diquesta lotta: il passaggiorivoluzionario del potere nellemani del proletariato e deimezzi di produzione inproprietà sociale. Per quanto riguarda l’attivitàeditoriale e l’approfondimentodi problemi teorici e storicirelativi al movimento operaio ecomunista, al marxismo-leninismo e all'attualesituazione italiana einternazionale, il CONUMLriconoscendone l’importanza instretto rapporto con la prassirivoluzionaria e i compiti dilotta in campo ideologico epolitico darà vita a specificheiniziative in questo campo.I compiti del CONUML si

basano sulle condizionioggettive oggi esistenti erispondono a una necessità:l’unificazione e lariorganizzazione dei comunisti,che si concretizzano in modoparticolare nel vivo delloscontro di classe, nellamobilitazione della classeoperaia e delle masse lavoratricie negli strati popolari, legando inostri scopi strategici alle lottequotidiane. Con la sua attività il CONUMLesprimerà, dunque,coscientemente la necessitàdell’unità e dell’organizzazionenella lotta del proletariato per laconquista rivoluzionaria delpotere politico e la costruzionedel socialismo. Ciò significache la nostra unità viene acostituirsi su una precisa base diclasse e rivoluzionaria e lanostra attività voltaall’abolizione dellosfruttamento dell’uomosull’uomo dovrà essere fusa conil movimento operaio epopolare che sorge dallecontraddizioni create dalcapitalismo. Il CONUML si misurerà conl’esigenza insopprimibiledell’unione dei comunisti in ununico e forte Partito comunistache sorga sulle granitiche basidel marxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario. Perciò lavorerà perchiarire e precisare le premesseideologiche, organizzative eprogrammatiche del futuroPartito unitario indipendente erivoluzionario del proletariato,spingendo alla rotturaideologica, politica eorganizzativa con i partiti e igruppi revisionisti eopportunisti e favorendol’aggregazione delle realtàcomuniste e degli elementiavanzati della classe operaia perfarlo crescere. Il CONUML che oggicostituiamo sarà composto dairappresentanti dei partiti e dellealtre organizzazioni di classe erivoluzionarie che voglionofarne parte aderendo allapresente dichiarazione,lavorando regolarmente al suointerno, attuando le suedeliberazioni e svolgendo

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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propaganda per il suo sviluppo.Il CONUML è aperto aldibattito e all’aggregazione dialtre forze marxiste-leniniste eallo sviluppo di un vero eproprio grande Partitocomunista marxista-leninistaorganizzato, a condizione che lerealtà organizzative che viaderiranno non abbiano nel loroprogramma posizioni contrarieo divergenti dalla baseideologica che ci siamo dati enon pratichino una politica incontrasto coi principi delmarxismo-leninismo. I singoli compagni comunistipotranno partecipare alCONUML per il tramite delleforze che ne faranno parte.Per quanto riguarda il metodo dilavoro esso si baserà sullacollegialità, sulla discussionerispettosa delle diverseposizioni, cercando diraggiungere l’unanimità e soloin ultima analisi applicando ilprincipio guida dellamaggioranza e della minoranza.Chi non si troverà d’accordo su

talune decisioni avrà il diritto dinon applicarle, poiché ilCONUML non èun’organizzazione politicaunica.In altre parole, i partiti e le altreorganizzazioni aderenti alCONUML sino alraggiungimento dell’unitàideologica e politica organicacontinueranno a mantenere lapropria indipendenza eautonomia, vincolandosiunicamente alle iniziative e alleazioni unitarie assunte edaccordandosi piena e reciprocasolidarietà.Il lavoro del CONUML servirà,nelle condizioni attuali, a dareulteriore impulso al processo diunità dei marxisti-leninisti ed asegnare in modo più incisivo lanostra presenza nelle lotte che sisviluppano nel nostro paese,sviluppando allo stesso tempoun rapporto più consistente ematuro con il movimentocomunista ed operaiointernazionale, in particolarecon la sua espressione piùelevata e coerente: la

Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti. Chiamiamo tutti i partiti, leorganizzazioni e i gruppimarxisti-leninisti, tutte le forzeautenticamente rivoluzionariealla più netta, completa edefinitiva rottura colrevisionismo e l’opportunismo,a farla finita con il settarismo eil localismo e a manifestare lavolontà di unirsi nel CONUMLper rafforzare il processo diunità dei comunisti e gettare le

basi di un solo, forte Partitocomunista marxista-leninista,strumento nelle mani delproletariato per la conquistadella società comunista!Settembre 2013

Partito Comunista ItalianoMarxista-Leninista

Piattaforma Comunista

Per contatti e informazioni:[email protected] [email protected]

Il rafforzamento di Piattaforma Comunista è indispensabile per avanzare sulla strada del Partito La costruzione di un autenticoPartito comunista, che siasaldamente basato sui principidel marxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, è per noi unaquestione che ha la precedenzasu tutte le altre. Di conseguenza, ci sforziamo didare il nostro contributo inquesta direzione, consci delledifficoltà esistenti, così comedell’irrinunciabilità edell’urgenza del traguardo. Nella nostra Dichiarazione diprincipio (Febbraio 2008)affermavamo, tra l’altro:“Piattaforma Comunistacontribuirà a chiarire,sviluppare e rendere sempre piùconcreti i prerequisiti ideologici,politici, programmatici eorganizzativi del futuro Partitocomunista”.In tal senso abbiamo finoralavorato con le nostre modesteforze, per spingere in avanti ilprocesso, conquistandoinfluenza, stima e rispetto nelmovimento comunista edoperaio.

In quest’ultimo anno abbiamorafforzato gli appelli all’unità deisinceri comunisti e dato vita ainiziative, dibattiti, riunioni, chehanno permesso di compiereimportanti passi in avanti e chesono forieri di ulteriori sviluppi. Siamo perfettamenteconsapevoli che una dellecondizioni per avanzareulteriormente su questa strada èil nostro rafforzamento. Negli ultimi attorno alla nostraesperienza di lotta, alla nostrapubblicistica, alla nostraorganizzazione, si è costituito unnucleo consolidato di militanti,di simpatizzanti e di lettori. Ciò però non è ancorasufficiente. La necessità di una più forte eautorevole direzionerivoluzionaria nello sviluppodella lotta di classe, che procedesotto i colpi della crisicapitalistica, impone a tutti i vericomunisti, agli operai avanzati,l’obbligo del risvegliodell’impegno e dell’azionepolitica effettiva. Vi è invece ancora una visione

angusta ed erronea della nostraorganizzazione che caratterizzaalcuni compagni. Piattaforma Comunista non puòessere vista come un “centro diopinione”, cui dare un semplicesostegno di massima e da cuiattingere analisi edocumentazione. La nostra “unione volontaria emilitante di comunisti che hannola stessa concezione del mondo,condividono i principi delcomunismo e assumono ilmarxismo-leninismo come guidaper l’azione” (dal Regolamento),è e vuole essere considerataun’organizzazione politica inlotta per la costruzione di unautentico Partito comunista nelnostro paese, quale reparto diavanguardia del proletariato.Essa ha bisogno non tanto e nonsolo di apprezzamenti e sostegniuna tantum, ma di forze vive edattive che si riuniscono al suointerno per sviluppare il lavoropolitico e rafforzare il processodi unità delle forze e deicompagni che sono su coerentiposizioni marxiste-leniniste, per

aiutare quella faticosa selezionein campo nazionale einternazionale attraverso la qualesi forma un forte e coeso gruppodirigente comunista.Lo diciamo senza presunzioneed ipocrisia, ma conconvinzione: più PiattaformaComunista crescerà, piùraccoglierà nelle sue file imigliori elementi delproletariato, più la capacità disviluppo del nostro movimento eil processo di costruzione di unautentico Partito della classeoperaia nel nostro paese sarannovelocizzati e facilitati.Per questo diciamo ai proletariavanzati e ai comunisti cheseguono con interesse il nostrolavoro: se non avete divergenzeideologiche e politiche diprincipio nei nostri riguardi, seritenete che PiattaformaComunista esprima le vostreposizioni fondamentali, se voleteveramente lottare per il Partito,la rivoluzione proletaria e ilsocialismo, allora rompete gliindugi e aderite alla nostraOrganizzazione!

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Risoluzione finale XVII Seminario di Quito

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A distanza di cinque annidall’esplosione dell'attuale crisieconomica del sistemacapitalista, i suoi effetticontinuano ad essere presentinei diversi paesi del pianeta,con maggiore o minore intensitànegli uni o negli altri.Il fatto più evidente di questasituazione, negli ultimi mesi, èla risposta data dai lavoratori,dalla gioventù e dai popoli allemisure economiche portateaventi dai governi e dagliorganismi finanziariinternazionali con il pretesosforzo di superare la crisi.Alla borghesia riesce semprepiù difficile scaricare la crisisulle spalle dei lavoratori,perché essi hanno una migliorecomprensione che la crisi deveessere pagata da chi l’hacausata.L’Europa è un vivo esempiodella vasta e intensamobilitazione sociale contro iprogrammi economicineoliberisti; la classe operaia ela gioventù giocano un ruoloimportante in questo processo.Ma non è l'unico luogo delpianeta in cui i governi di turnoe le classi dominanti sonol’obiettivo delle proteste: ilNordafrica, l’Asia e l’AmericaLatina sono anch’essi loscenario di importanti lotte. Ingenerale, possiamo affermareche il mondo intero è percorsodallo scontento verso lo statusquo e che la ricerca delcambiamento incoraggial'azione dei popoli. Nel nostro continente, dopo unperiodo di flessione della lottasociale prodottasiparticolarmente nei paesigovernati da regimi qualificatisicome "progressisti", assistiamoad un nuovo risveglio della lottadelle masse lavoratrici chetrascende le frontiere nazionalie sospinge alla lotta i popolifratelli.Combattono per salari dignitosi,per l’educazione, per la salute,per il pane, per la democrazia,per i diritti politici, in difesadella sovranità, delle risorsenaturali, contro la corruzione,infine… combattono per la vita,per libertà!In queste lotte convergono ipopoli dei paesi nei quali laborghesia apertamenteneoliberista è ancora al potere,così come di quelli diretti da

cosiddetti governi"progressisti." Sia in questi,come in quei governi, al di làdelle evidenti differenzeesistenti, e che non possiamoperdere di vista, vi sono moltiaspetti coincidenti.Risulta arduo fare differenza,per esempio, tra la “Legge diSicurezza Cittadina”colombiana e la sua omologaecuadoriana o con le modificheal “Codice Integrale Penale” diquesto stesso paese checolpiscono la protesta sociale;in poco o in nulla sidifferenziano le “riforme dellavoro” di evidente contenutoneoliberista applicate inMessico con quelle esistenti inBrasile, oppure le cosiddette“leggi antiterrorismo” che siattuano in Argentina, in Perù,etc.Tanto i governi "progressisti",quanto quelli neoliberisti,puntano sull'estrattivismo(saccheggio delle risorsenaturali) quale via “di sviluppo,progresso e benessere”, ma,come insegna la storia, questa èla strada per il consolidamentodella dipendenza straniera,dell’impoverimento dei popoli edell'irrimediabile devastazionedella natura.Tali governi concordano anchenell’impulso a riformegiuridiche ed istituzionali voltea dinamizzare l'istituzionalitàborghese, necessaria ai nuoviprocessi di accumulazionecapitalista, orientate, inoltre, alcontrollo sociale e allacriminalizzazione delle protestepopolari.Da concezioni politiche diverse,ma non inconciliabili fra loro, lefazioni borghesi a cospetto diquesti governi concorrono aiprocessi di modernizzazione delcapitalismo, attraverso i qualiaspirano a determinaremaggiori livelli diaccumulazione per le oligarchienative e agevolazioni perpartecipare al mercatocapitalista mondiale.I cambiamenti che si svolgonoin America Latina ed i Caraibinon sono altra cosa dallosviluppo del capitalismo stesso;in alcuni casi sono unsuperamento del neoliberismo,ma in nessun modo sono unanegazione del sistemaimperante, poiché noncolpiscono la proprietà privata

dei mezzi di produzione, noncolpiscono il dominio dibanchieri, padroni e proprietariterrieri, non rompono con ladipendenza straniera.L’aspetto pericoloso di taleprocesso è che vi sono governicome quello di Rafael Correa inEcuador, di Dilma Rousseff inBrasile, che agiscono in nomedi presunti svolgimentirivoluzionari, mostrandoatteggiamenti antimperialisti eperfino a nome del socialismo.Ve ne sono anche altri cheagiscono sotto l'etichetta diregimi nazionali e popolari,come quelli di CristinaFernandez in Argentina o diDanilo Medina nellaRepubblica Dominicana.I cosiddetti governi progressististanno provocando un gravedanno alla coscienza deilavoratori, della gioventù e deipopoli. La notevole azionesociale e materiale el'abbondante ed efficientepropaganda governativa hannocreato l’apparenza – all’internodei rispettivi paesi ed a livellointernazionale - che si stianoproducendo in realtà processi dicambiamento strutturale.Tuttavia la realtà è un'altra: iloro programmi economici epolitici non fanno altro cheriaffermare le classi dominantial potere e la dipendenzastraniera.La modernizzazione in atto va afavore dei capitali stranieri,siano essi statunitensi, europei oasiatici, e ciò ha fattodell'America Latina ed i Caraibiuno scenario di intensa contesainterimperialista nell’ambitoeconomico e in quello politico.Si evidenzia la crescitaaccelerata nella regione degliinvestimenti cinesi e la perditadi spazi dell'imperialismonordamericano, il che non lorende meno pericoloso per ipopoli.Le organizzazioni partecipantial XVII SeminarioInternazionale Problemi dellaRivoluzione in America Latinacoincidono sulla necessità diaffrontare apertamente e conaltrettanta energia i governineoliberisti e i cosiddettigoverni "progressisti", perchégli uni e gli altri rappresentanointeressi economici e politicidella borghesia e del capitalefinanziario imperialista.

Chiamiamo i lavoratori, lagioventù ed i popoli in generalea serrare le file di fronte allecorrenti ideologico-politichepretestuosamente di sinistra,rivoluzionarie o progressisteche manipolano la coscienza e ildesiderio di cambiamentoesistente nei popoli ed agisconocontro il movimento popolareorganizzato e le forze cherappresentano autenticheposizioni di sinistrarivoluzionaria.Solidarizziamo coi popoli chescelgono la via della lotta perfar ascoltare la loro voce econquistare le lororivendicazioni; incoraggiamo ipopoli - e particolarmente igiovani - della Turchia, delBrasile, del Cile, dell’Egitto chenelle piazze, con iniziativa edenergia, hanno ottenutosignificative vittorie.Siamo vicini al popoloecuadoriano che affronta ungoverno demagogico chericorre alla repressione e allapaura per impedire che loscontento sociale prenda laforma della lotta aperta econtinua. Respingiamo lacriminalizzazione della protestasociale imperante, edesprimiamo solidarietà conMery Zamora, Clever Jimenez,i 7 di Cotopaxi, i 12 studentidella scuola Centrale Tecnica egli oltre 200 dirigenti ed attivistisociali che affrontano processipenali con l'accusa di“sabotaggio e terrorismo”.Incoraggiamo il popolovenezuelano che lotta perimpedire che la destra el'imperialismo rovescino ilprocesso politico inaugurato daHugo Chávez, al tempo stessoche incoraggiamo l'esigenza diadottare misure radicali perportare in avanti il processo.La nostra stella polare è ilsocialismo! Lottiamo per unvero processo rivoluzionario,perciòci appoggiamo sull'unitàdei lavoratori, dei contadini,della gioventù, delle donne, deipopolioriginari e sulla tradizionelibertaria dei popolilatinoamericani.Indirizziamo le nostre energiecontro la dominazione stranierae contro lo sfruttamento delleclassi dominanti creole, perché

continua a pag.11.

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settembre 2013

(Ampi stralci)Il regime della RepubblicaIslamica ha commesso un altrocrimine. Afshin Osanlou,sindacalista e prigioniero politiconel carcere tristemente famoso diRajaei Shahr è caduto vittima delregime dell'Iran nel giugno 2013.Il regime capitalista dellaRepubblica Islamica haannunciato la sua morte il 22giugno, parlando di un attacco dicuore. I membri della famiglia di Afshined i suoi compagni di prigionehanno detto che Afshin non avevaprecedenti problemi cardiaci e leinfermiere dell'ospedale hannoaffermato che era morto benprima che le forze di sicurezzadella Repubblica Islamica loportassero all'ospedale. Quelloche è chiaro è che Afshin ha perso

la vita negli artigli sanguinantidella Repubblica Islamica. Ilregime dell'Iran è direttamenteresponsabile della morte diAfshin Osanlou.Adshin Osanlou aveva 42 anni,era autista di autobus, licenziatodall’azienda Teherán Vahed,l'impresa di trasporto pubblicodella capitale. E’ stato ancheautista di camion, e membro delcomitato fondatore del Sindacatodegli Autisti di Camion. Arrestatonel 2009 a Teheran dai servizisegreti della Repubblica Islamicaper la sua attività sindacale, èstato portato nella prigione diEvin.Nella prigione, Afshin è statosottoposto a dura tortura fisica ementale ed accusato falsamentedi cospirazione ed azione controla "sicurezza nazionale". Il

regime dell'Iran, lo hacondannato a 5 anni di prigione.Afshin è stato trasferito cellaprigione Rajaei Shahr dopo 3anni, quando stava finendo discontare la sua condanna.....Decine di operai organizzati sonoarrestati, torturati ed imprigionatinelle segrete del regime dellaRepubblica Islamica. La lorocolpa è quella di cercare diformare organizzazioni operaieindipendenti, per difendere idiritti dei lavoratori, per lottareper migliori salari e per lasicurezza sul lavoro e i contratticollettivi, per un'assicurazionesulla salute. La loro colpa è quelladi lottare contro il regimecapitalista della RepubblicaIslamica e di non piegarsi davantialle pressioni e alle minacce di unregime corrotto, nel quale leautorità sono notoriamentecoinvolte in casi di ruberie

milionarie....ll regime capitalista dellaRepubblica Islamica ha pauradell'organizzazione dei lavoratoriin organizzazioni indipendenti. Ilregime islamico vedi avvicinarsila fine del suo potere parassitarioman mano che la classe operaiaed il popolo si uniscono. Perquesto motivo sta tentando disoffocare qualsiasi tentativo dicreare sindacati indipendenti edemocratici, arrestando eaccusando i militanti operai conl’accusa di cospirazione contro la"sicurezza nazionale". Ma la lottaper la formazione di sindacatioperai ha una lunga storia in Iran,e l’arresto e l’incarceramentodegli attivisti con l'intervento delregime dello Shah e dellaRepubblica Islamica, non sonostati mai capaci di fermare questalotta. Intensificando la lottacontro la Repubblica Islamica, ilavoratori imporranno le lororivendicazioni al regime...Vergogna e ripudio del regimedella Repubblica Islamicadell'Iran!Libertà immediata e senzacondizioni per tutti i militantioperai!Viva la lotta dei lavoratoriiraniani!Viva il Socialismo!

Partito del Lavoro d'Iran(Toufan)

Seminario Quito - segue da pag. 10

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Iran: condanniamo il regime islamico per i suoi crimini contro la classe operaia

solo mettendo fine alla lorooppressione conquisteremo lalibertà.Questo è il nostro impegno.

Quito, 19 luglio 2013

Partito ComunistaRivoluzionario di ArgentinaPartito ComunistaRivoluzionario - BrasileUnione della Gioventù Ribelle- BrasileMovimento per la Difesa deiDiritti del Popolo - ColombiaFondazione Scuola di Pace -ColombiaGioventù DemocraticaPopolare - ColombiaCollettivo Sindacale e ClassistaGuillermo Marín - ColombiaPartito Comunista di Colombia(marxista-leninista)Organizzazione Comunistadegli Operai - Stati UnitiFronte Democratico Nazionale- FilippineLega Internazionale dei Popoliin Lotta - America LatinaPartito Comunista del Messico(marxista-leninista)Fronte Popolare Rivoluzionariodel MessicoPartito Comunista Peruviano(marxista-leninista)Partito Marxista Leninista delPerùBlocco Popolare - PerùUnione di Donne Solidali -PerùComitato Nazionale di

Riorientamento eRicostituzione del SindacatoUnico dei Lavoratoridell'Educazione del PerùFronte Democratica Popolaredel PerùPartito Proletario del PerùCoordinamento Caraibico eLatinoamericano di Porto RicoPartito Comunista MarxistaLeninista dell'EcuadorMovimento PopolareDemocratico - EcuadorGioventù Rivoluzionariadell'EcuadorConfederazione Ecuadorianadelle Donne per ilCambiamentoFronte Ampio - RepubblicaDominicanaPartito Comunista del Lavorodella Repubblica DominicanaRete di Garanzie Legali -Repubblica DominicanaPartito Comunista (bolscevico)di RussiaPartito Comunista (bolscevico)di UcrainaMovimento Gayones -VenezuelaCorrente dei GiovaniAntifascisti ed Antimperialisti -VenezuelaCorrente Sindacale MarxistaLeninista - VenezuelaMovimento di Educazione perl'Emancipazione - VenezuelaMovimento di Donne Ana Soto- VenezuelaPartito Comunista MarxistaLeninista del Venezuela

Verso lo Sciopero nazionaleColombia si è svolto consuccesso lo sciopero contadinodel 19 agosto, diretto contro ilgoverno guerrafondaio ereazionario di Santos. A distanza di giorni continuanole manifestazioni a Caldas,Valle del Cauca. Nariño, Huila,Antioquia, Boyacá y nel nord diSantander, così come lemobilitazioni dei minatori,degli insegnanti, etc.I protagonisti della lottaesigono dal governo uncambiamento di rotta non solonelle politiche economiche, maanche riguardo il trattamento diguerra che viene riservato almovimento contadino epopolare.Le denunce hanno evidenziatole molteplici minacce, gliarresti, le montature e leesecuzioni extragiudiziali allequali sono permanentementesottoposti i dirigenti

appartenenti alle organizzazionicontadine e popolari.Per il suo contenuto e la suaportata lo sciopero del 19agosto ha rappresentato unaesortazione agli operai, aicontadini e a tutti i settoripopolari ad elevare la lotta perla pace con la giustizia sociale,potenziando la battaglia per unavera apertura democratica, econ essa la lotta per una riformaagraria autenticamentedemocratica che raccolga leaspirazioni delle masselavoratrici della campagna.Ora è in programma unIncontro Operaio e Popolareper preparare lo Scioperonazionale. In questa attività stannosvolgendo un importante ruoloil Partito Comunista diColombia (marxista-leninista) ei combattenti rivoluzionaridell’EPL.

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In Egitto due forzecontrorivoluzionarie – l’esercitofilo-Usa di Al-Sisi e i Fratellimusulmani che appoggiano illiberista Morsi, sostenuti daQatar e Turchia - sono entrate inurto frontale dopo il colpo diStato “democratico” di luglio.Il feroce massacro del 14 agostoe dei giorni seguenti – in cui lamaggior parte delle vittimesono stati migliaia dimanifestanti abbattuti mentreerano a mani nude - esprimel’acutizzazione della lotta per ilpotere fra settori borghesi legatial grande capitale, così come lecontraddizioni fra potenzeimperialiste e capitaliste.Il macellaio Al-Sisi, l’uomoforte addestrato e pagato dalPentagono, complice delsionismo, ha mostrato la veranatura del regime che vuoleinstaurare con il sangue e ilterrore: una feroce dittaturamilitare alla Mubarak. Nessuna illusione può esserecoltivata sulla casta dei militari,che difendono gli interessipolitici, economici e strategicidella grande borghesia egiziana,e dei suoi padrini imperialisti.

In nessun caso l’esercito puòessere il rappresentante degliinteressi e delle aspirazioniespresse nelle grandimobilitazioni popolari chehanno portato alla caduta diMubarak e di Morsi. Le cancellerie dei paesiimperialisti e capitalisti - chehanno sostenuto il colpo di statomilitare di luglio – hanno“deplorato” il bagno di sangue. Ma per USA e UE quello checonta è l’imposizione e laconservazione dell’ordineimperialista in un paese chiave,posizionato in una regionevitale e strategica per i lororapaci interessi: il petrolio,l’accesso privilegiato al canaledi Suez, il sostegno aIsraele.…costi quel che costi, econ l’intento di riprodurre loscenario egiziano in altri paesiin crisi politica profonda, comela Tunisia e scatenarel’aggressione militare in Siria. Il proletariato e le massepopolari egiziane, le forze disinistra e democratiche, nondevono lasciarsi intrappolarenella lotta fra cricchereazionarie, ma unirsi e

organizzarsi per portare avantila lotta, fino a rovesciarleentrambe a conclusione di unarivoluzione autenticamentepopolare.La repressione, lo stato diemergenza, la violazione deidiritti democratici, produrrannole condizioni per conflitti piùvasti e acuti. In Egitto, come altrove, saràdeterminante il ruolo giocatodal proletariato e dalla sua

avanguardia rivoluzionaria, perunire, organizzare, mobilitare legrandi masse e assicurare losviluppo delle rivoluzionidemocratiche.Solidarietà col popolo egizianoe gli altri popoli in lotta controla reazione, per la democrazia,la libertà, la sovranità e un verocambiamento sociale! Né l’esercito, né le forzereazionarie potranno fermare laloro marcia!

12 settembre 2013

Dopo mesi di minacce eprovocazioni un gruppo dipotenze imperialiste, capeggiatedagli Stati Uniti del “premioNobel per la pace” BarackObama, si prepara a scatenareun’aggressione contro la Siria. In vista dell’attacco si ripete ilconcerto mediatico visto altrevolte all’opera (ad es. nella guerraalla Libia), per intossicarel’opinione pubblica e giustificarel’atto banditesco.Il pretesto, ancora una volta, sonole “armi di distruzione di massa”(lo stesso dell’Iraq).Chi pretende di castigare Assad,provocando migliaia di vittimeinnocenti e destabilizzando laregione, sono quegli stessibriganti degli arsenali atomici edel napalm, delle atrocità e delletorture in tutto il mondo. L’opzione militare giunge dopouna sporca e devastante guerracivile, fomentata dalle potenzeimperialiste e dalle petro-tiranniedel Golfo. Con la forza delle armi ora sivuole imporre un governoaccondiscendente e reazionarioche provocherà maggiori danni esofferenze alle masse lavoratrici eal popolo siriano, schiacciare o

controllare i processirivoluzionari in atto nella regione.La destabilizzazione el’aggressione alla Siria sonotappe di avvicinamento allaguerra contro l’Iran e fannocomodo al sionismo israeliano,che occupa i territori palestinesi eil Golan siriano.Allo stesso tempo, siintensificano le contraddizioni frale principali potenze imperialistein una regione cruciale. La Siria è il luogo di scontro fra lepotenze occidentali, cheforaggiano da anni mercenari,terroristi e sostengono ilConsiglio Nazionale Siriano,mentre Russia e Cina appoggianoe armano il regime di Assad. Tutti questi briganti non siadoperano certo per la “pace e lademocrazia”, ma per tutelare iloro interessi strategici nellaregione, rapinare le risorsenaturali, controllare le vie ditrasporto, espandere le zone diinfluenza, disporre di basimilitari... La guerra che conducono lepotenze imperialiste e i monopoliin Medio Oriente, è una guerrareazionaria, imperialista, disaccheggio dei paesi dipendenti,

di oppressione sociale enazionale, di asfissia deimovimenti rivoluzionari. La classe operaia e le massepopolari devono respingerel’intervento in Siria sottoqualsiasi pretesto o copertura,poiché rappresenta un gravepericolo per il popolo siriano, peri popoli della regione e la pacemondiale. E’ il popolo siriano che deverisolvere il conflitto interno edecidere il suo futuro, senzaingerenze e aggressioni esterne.Diciamo NO all’interventoimperialista, che è l’altra facciadella feroce offensiva capitalistaper far pagare la crisi ailavoratori.Esigiamo il ritiro delle forze

armate imperialiste dalla regionee di Israele dai territori occupati. Manifestiamo contro la guerra eogni coinvolgimento italiano,mobilitiamoci contro il governoLetta-Alfano che “esprimecomprensione” per l’aggressionee mette a disposizione il territorioitaliano per la guerra. Impediamola prosecuzione di una politicacriminale che ha già condotto aidisastri in Afghanistan, in Iraq, ilLibia, nei Balcani, etc.Esigiamo l’uscita dalla NATO edalla UE imperialiste, la chiusuradelle basi militari USA, il ritirodelle truppe inviate all’estero.Non un euro per la guerra! Solidarietà con il popolo siriano,contro l’imperialismo e lareazione.

No all’aggressione imperialista alla Siria!

Condanniamo il colpo di stato e i massacri compiuti dall’esercitoegiziano col sostegno imperialista. La classe operaia e il popoloegiziano non hanno nulla da guadagnare appoggiando l’esercitoo gli islamisti.

Il popolo egiziano spezzerà la tenaglia reazionaria