Scintilla gennaio 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista Nei prossimi mesi tutte le principali contraddizioni del capitalismo si acutizzeranno. Si rafforzerà l’aggressività dell’imperialismo. La borghesia porterà ancora più a fondo l’offensiva reazionaria alla classe operaia e alle masse popolari, scatenerà nuove guerre brigantesche per la spartizione del mondo. Cercherà con questi mezzi di uscire dalla crisi profonda che attanaglia il suo sistema. In queste condizioni matura una ripresa rivoluzionaria del proletariato e dei popoli oppressi. Il crescente impoverimento dei proletari, l’aumento dello sfruttamento e dell’oppressione, determineranno lo sviluppo degli scioperi, delle proteste, delle sollevazioni operaie e popolari. Stiamo entrando in un periodo di conflitti di classe aperti, caratterizzato dalla radicalizzazione delle masse che si vanno risvegliando politicamente. Ci rivolgiamo perciò alla classe operaia, ai lavoratori della città e della campagna, ai giovani e alle donne del popolo, affinché nel 2012 intensifichino la lotta per difendere in modo intransigente e unitario i propri interessi e diritti. Ci rivolgiamo alle organizzazioni politiche e sociali che vogliono farla finita con questo sistema morente, affinché si dispongano a battaglie di maggiore ampiezza ed asprezza, dando impulso alla solidarietà internazionalista. Ci rivolgiamo ai sinceri comunisti, agli operai avanzati, affinché rompano nettamente e definitivamente con l’opportunismo e si uniscano ai marxisti- leninisti per gettare le basi del Partito comunista del proletariato d’Italia. Questo sono i compiti dell’oggi. Senza indugi, avanti nella lotta nell’organizzazione e nell’unità di classe, per un mondo nuovo, socialista! Per un 2012 di lotta, di unità, di organizzazione! [email protected] www.piattaformacomunista.com Gen. 2012 - n. 25 1 euro Per il fronte unico di opposizione di classe al governo dei monopoli, per il governo degli operai Scintilla

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

Nei prossimi mesi tutte le principalicontraddizioni del capitalismo siacutizzeranno. Si rafforzeràl’aggressività dell’imperialismo. La borghesia porterà ancora più a fondol’offensiva reazionaria alla classe operaiae alle masse popolari, scatenerà nuoveguerre brigantesche per la spartizione delmondo. Cercherà con questi mezzi diuscire dalla crisi profonda che attanagliail suo sistema.In queste condizioni matura una ripresarivoluzionaria del proletariato e deipopoli oppressi. Il crescente impoverimento dei proletari,l’aumento dello sfruttamento edell’oppressione, determineranno losviluppo degli scioperi, delle proteste,delle sollevazioni operaie e popolari. Stiamo entrando in un periodo di conflittidi classe aperti, caratterizzato dallaradicalizzazione delle masse che si vannorisvegliando politicamente. Ci rivolgiamo perciò alla classe operaia,ai lavoratori della città e della campagna,ai giovani e alle donne del popolo,affinché nel 2012 intensifichino la lottaper difendere in modo intransigente eunitario i propri interessi e diritti. Ci rivolgiamo alle organizzazionipolitiche e sociali che vogliono farlafinita con questo sistema morente,affinché si dispongano a battaglie dimaggiore ampiezza ed asprezza, dandoimpulso alla solidarietà internazionalista.Ci rivolgiamo ai sinceri comunisti, aglioperai avanzati, affinché rompanonettamente e definitivamente conl’opportunismo e si uniscano ai marxisti-leninisti per gettare le basi del Partitocomunista del proletariato d’Italia.Questo sono i compiti dell’oggi. Senza indugi, avanti nella lottanell’organizzazione e nell’unità di classe,per un mondo nuovo, socialista!

Per un 2012 di lotta, di unità,

di organizzazione!

[email protected] www.piattaformacomunista.com

Gen. 2012 - n. 25

1 euro

Per il fronte unico diopposizione di classe al

governo dei monopoli, per il governo degli operai

Scintilla

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L’accordo separato firmato il 13dicembre a Torino fra Fiat esindacati gialli ha esteso il“modello Pomigliano” agli 86mila lavoratori del gruppo.Questo accordo capestrointensifica lo sfruttamento deglioperai, peggiora le condizioni dilavoro e liquida le libertàsindacali. Siamo di fronte a un attaccobrutale alle conquiste e ai dirittidella classe operaia, con il qualela Fiat cerca di rialzare i profittirovesciando interamente la crisisulle spalle degli sfruttati. Gli operai si vedono cancellareil Contratto nazionale di lavoroe tutti gli altri contratti ottenuticon dure lotte, si vedonolimitare pesantemente il dirittodi sciopero, ed inoltre si vedononegare la possibilità didifendere i propri interessiscegliendo di iscriversi alsindacato che vogliono edeleggendo i proprirappresentanti. La FIOM - che è il sindacatocon più iscritti e più consensonelle elezioni per le Rsu in Fiat- non potrà ricevere d’ora inavanti le quote deltesseramento, né avere delegati.Essi saranno nominati solo dalleorganizzazioni firmatariedell’accordo, e non eletti dallelavoratrici e dai lavoratori.E’ il padrone a stabilire che chisi oppone all’aumento dello

sfruttamento non ha più dirittoalle agibilità sindacali infabbrica. Gli altri padroni, quellirappresentati daFedermeccanica in testa, hannogià cominciato a seguire lastrada tracciata dalla Fiat. I capi di Fim, Uilm e degli altrisindacati corporativi hannofirmato l’intesa, senza averealcun mandato dai lavoratori.Assumono così fino in fondo ilruolo di complici dellamultinazionale ed avallano ilricatto antioperaio diMarchionne. In cambio avrannoprivilegi e una parte delplusvalore estorto agli operai. I vertici sindacali della CGILgettano olio sulle onde eparlano di modifiche alloStatuto dei lavoratori, bensapendo che con questo quadropolitico non potranno che esserepeggiorative. Da parte sua, il governo“tecnico” - espressionedell’oligarchia finanziaria - tacee acconsente di fronte dellacancellazione delle libertàsindacali garantite dalle stessaCostituzione nel più grandegruppo industriale del paese,così come se ne lava le manidella sorte di migliaia di operai(vedi Fincantieri). In tal modovuole indebolire e dividere laclasse operaia per introdurre ilicenziamenti facili e arbitrari.

Qui non è in discussione solo laFIOM e i sindacati di base. E’ in discussione la libertà deglioperai, dei lavoratori di avereuna propria organizzazioneindipendente, di scegliere ipropri rappresentanti, diesprimere le proprie opinioni, discioperare e lottare uniti permigliorare le condizioni dilavoro, per difendere i propriinteressi economici e politici,per conquistare una nuovasocietà. La Fiat è il battistradadell’offensiva reazionaria.Vuole portare gli operai neiquadri del fascismo aziendale. Ilsuo modello sarà utilizzato daicapitalisti e dal loro Stato perschiacciare la classe operaia,eliminare con la violenza tuttele conquiste ottenute in unsecolo di lotte. La questioneriguarda dunque l’interoproletariato e la risposta deveessere generale. Il torbidodisegno dei padroni non devepassare!Alla politica di divisionerispondiamo con l’unitàproletaria, facciamo saltare conla mobilitazione di massal’accordo-truffa del 13dicembre, difendiamo i nostridiritti e libertà, il diritto allavoro e al contratto nazionale.Rivendichiamo il blocco deilicenziamenti e delle chiusuredelle fabbriche, l’aumento del

20% di salari, il salario pieno esenza limiti temporali per icassintegrati, il reddito aidisoccupati. La FIOM e gli altri sindacatioperai esistono e rimarranno invita partendo dai luoghi dilavoro. Finchè rimarranno sulterreno della lotta di classe nonsaranno mai soppressi daipadroni e dai loro servi. Per lo sviluppo dellamobilitazione acquista oggiparticolare importanza lamanifestazione nazionale deglioperai metalmeccanici, indettadalla FIOM per l’11 febbraio aRoma. Dobbiamo attuare lamassima unità di azione dellaclasse operaia per realizzarequesta scadenza di lottagenerale, facendola precedere eseguire da assemblee e scioperidi fabbrica, sviluppando unaforte agitazione, raggruppandoattorno ai settori più combattividella classe operaia tutte le altrecategorie degli sfruttati. La manifestazione deve cioèdiventare cioè una formaconcreta del fronte unico dilotta della classe operaia nelleodierne condizioni del suosviluppo. Deve inoltre vedere lapartecipazione di un vastoschieramento di tutti coloro chenon sono disposti a sopportareche la crisi venga scaricata sulleloro spalle, che sono stufi delleimposizioni padronali e dellaburocrazia sindacale. Gli interessi della massa operaiaesigono l’unità di azione di tuttoil proletariato contro l’offensivacapitalista, la reazione politica ele minacce li di guerra, pongonoil problema della ricostruzionedi un vero sindacato di classe.Soprattutto richiedono diconcentrare i nostri sforzi sullafunzione del Partito comunista,strumento indispensabile perrisolvere il dilemma che losviluppo della crisi e della lottadi classe pone davanti a noi:dittatura dell’oligarchiafinanziaria o dittatura delproletariato?

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I padroni aumentano lo sfruttamento e liquidano i nostri diritti. Monti tace e acconsente. Scioperiamo uniti!Scendiamo in piazza a Roma l’11 febbraio!

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Il 27 gennaio molti sindacati dibase hanno indetto uno scioperogenerale con manifestazione aRoma contro la manovra delgoverno Monti, gli accordi del28 giugno e del 13 dicembre2011 e i diktat dell’UE. Si tratta di una scadenza daappoggiare, che segue lo

sciopero dei sindacaticonfederali e precede lamanifestazione nazionale dellaFIOM. La critica che abbiamo rivoltoalle tendenze radical-opportuniste presenti neisindacati di base, non ciimpedisce certo di chiamare i

lavoratori, gli studenti, tutti isettori sociali che si battonocontro le politiche del capitalefinanziario a partecipare aquesto passaggio di lotta.E’ urgente dar vita a piattaformeunificanti, sostenere obiettivicomuni, collegare le lotte incorso.

Guai ad aggiungere altredivisioni a quelle che laborghesia crea nel proletariato.Le alternatve sindacali vannodifese e valorizzate, non persepararle dall’insieme, ma perincidere sul resto delmovimento operaio, perfavorire l’unità di classe!

La manovra del governo“tecnico” è stata approvata daquasi tutti i partiti borghesi (laLega si è smarcata perrecuperare consensi). La suasostanza è: tagli alle pensioni ealle spese sociali, tasseantipopolari, spese per lemissioni di guerra.Nessuna misura per colpire iredditi milionari, l’enormeevasione fiscale, i grandipatrimoni. Solo fumo negliocchi per coprire la realtà edaccrescere i privilegi di unaminoranza insaziabile. Lacontinuità con la politicaneoliberista di Berlusconi ètotale.Ad essere colpiti ancora unavolta gli operai, i lavoratori, lapovera gente, Non allo scopo di“salvare l’Italia”, ma il capitalemonopolistico, responsabile ebeneficiario della crisieconomica e del debito. Si è trattato di un nuovogigantesco trasferimento diricchezza dai salari e dallepensioni ai profitti e alle renditeparassitarie dei vandali dell’altafinanza.Risolverà la crisi? Neanche persogno. Lo spread è già risalito aimassimi, la spesa per gliinteressi del debito lievita. Siaggraverà la recessione e laregressione economica, sociale,morale. Aumenteranno lefamiglie che non arrivano allafine del mese, mentre un pugnodi ladroni diverrà più ricco.Banche e padroni peròringraziano, mentre l’UEimperialista chiede di “fare dipiù”. Il secondo assaltoconsisterà nelle privatizzazioni enella distruzione dello Statutodei lavoratori, per introdurre la

libertà di licenziamento. Ci sarà la crescita? Sicuramentedello sfruttamento, dellaflessibilità, della precarietà edella povertà. Occorre dunqueprepararsi a lotte più aspre,tenendo presente due questioni. La prima, è il carattereantidemocratico e reazionario diquesto governo, imposto dallaBCE, dalla UE e del FMI, conl’avallo del monarca Napolitano.Si tratta di un’espressione dellacrisi profonda del regimepolitico borghese, che rinnega ilcostituzionalismo liberal-democratico e determina larealtà di un governo aggressivoe politicamente irresponsabile,di un Parlamento ridotto acamera di ratifica delle manovredell’esecutivo. Siamo di frontenon a una “parentesi”, ma ad unatappa preparatoria di passaggi esoluzioni ancor più reazionari(Berlusconi prepara un ritorno instile fascista, la Lega punta allasecessione), contro cui occorrelottare con forza da subito. La seconda, è che i partiti chesostengono il governo Monti,nascondendone il carattere diclasse, sono in realtà frazioni diun solo grande partito delcapitale. Questo significa da unlato che i lavoratori devononegare qualsiasi consensopolitico ed elettorale a questipartiti, come a quelli che hannoretto Berlusconi; dall’altro, cheche non esiste la possibilità diuna soluzione parlamentaredella crisi italiana. La soluzione deve essere vistacome risultato di una lotta dimassa rivoluzionaria. L’esigenza che poniamo èdunque quella di far intervenirenella lotta politica, come

protagonisti, il proletariato e isuoi alleati. Allora avanti con lamobilitazione risoluta, unitariae prolungata della classeoperaia, dei disoccupati, dellemasse lavoratrici, dei giovani,sostenendo preciserivendicazioni: blocco deilicenziamenti, imposta suiredditi fortemente progressiva;detassazione del salario operaio;recupero dell’evasione e dellefrodi fiscali; elevata tassazionedei capitali esportati, deiguadagni speculativi, deiprofitti, dei patrimoni;cancellazione di privilegi,stipendi e pensioni d’oro diparlamentari, amministratoriburocrati e manager; taglio dellespese militari; soppressione deicati”.privilegi e delle prebendedel Vaticano; abrogazione dellacontroriforma delle pensioni edell’art. 8 della Finanziaria,delle leggi sul precariato equelle ad personam.Dobbiamo impedire che ilcomitato d’affari dell’oligarchiafinanziaria si rafforzi e vadaavanti nel suo programmaantioperaio, che punta arealizzare quello che Berlusconinon è riuscito a fare.Proseguiamo dunque con gli

scioperi e le manifestazioni suiposti di lavoro, nelle piazze, perdifendere accanitamente i nostriinteressi.Facciamo delle prossimescadenze combattive giornatecontro i padroni e il lorogoverno. Organizziamoci inComitati operai e popolari, perampliare la partecipazione edecidere dal basso. Il governo Monti è stato messosu dalla stessa classe che hagettato il paese nel declino e ilavoratori nella miseria. Bastagoverni dei padroni e deibanchieri! Vogliamo un governorivoluzionario degli operai edegli altri lavoratori sfruttati,che sia lo sbocco del loro fronteunico di lotta, per spezzare ildominio del capitale finanziario.Guidare le lotte verso questoobiettivo significa formare unadirezione capace di lavoro e diiniziativa politica forte. Occorre creare un organismopolitico sano, robusto, in gradodi attrarre le forze genuine, disvilupparsi e di lottare, gettandole basi del Partito comunista delproletariato d’Italia. Questo è il partito che la classeoperaia ha il diritto di averedopo tanti sacrifici, tanteillusioni e sconfitte.

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FACCIAMO DELLO SCIOPERO DEL 27 GENNAIO UNA TAPPADELLA LOTTA CONTRO IL CAPITALE E PER LA RIORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI

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Monti e Fornero dicono che nonsi può sostenere il peso dipensioni che non hanno uncorrispettivo nella contribuzioneversata all’Inps. Perciò,sostengono che è necessariocommisurare l’ammontare dellapensione ai contributi versati dallavoratore. Questo ragionamentoè stato tradotto nell’ultimacontroriforma delle pensioni chevede una riduzione deitrattamenti e degli anni digodimento della pensione,colpendo pesantemente glioperai, le donne e i giovani herimarranno più a lungo senzalavoro.Ciò è lampante, tuttavia, hovoluto fare due calcoli per vederese hanno ragione.Per un lavoratore dipendente lacontribuzione previdenziale è

circa il 33 % della retribuzione.Quindi per un salario di 20.000euro lordi annui, la contribuzioneannua è di 6.600 euro. Dunque,un lavoratore con 40 anni dianzianità accumula, comemontante contributivo, almeno264.000 euro.Col sistema retributivo, in via diesaurimento, questo corrispondea una pensione lorda annua dicirca 15.000 euro. Se il lavoratoreha cominciato a lavorare a 25anni, avrà diritto a pensione a 65anni di età. Per riprendere tutto quello che èstato versato come contributi,questo lavoratore dovrà arrivaread una età di 83 anni. Cioè un’etàsuperiore all’aspettativa di vitaattuale che è di 81,4 anni.Questo se ci riferiamo agliimporti lordi di pensione, che

comprendono anche ciò che loStato si riprende cometassazione. In termini di redditonetto, lo stesso pensionato devevivere almeno fino a 90 anni.Se rifacciamo i calcoli riferendolial sistema misto, la pensione dellavoratore preso ad esempioammonterà a circa 12.000 eurolordi all’anno (60% dei 20.000 disalario). In questo caso, il lavoratore, perpoter cominciare a“guadagnarci”, con la suapensione, dovrà occupare almeno22 anni di vita dopo ilpensionamento. Per chi andrà inpensione a 65 anni, ciò vuol direche fino all’età di 87 anni siriprenderà solo quello che haversato. Siamo ben 6 anni oltrel’aspettativa di vita media. Seanche qui ragioniamo in termini

di reddito netto, il pensionato conil sistema misto prenderà circa700 euro al mese e per recuperareil capitale dovrà viverre fino a 94anni!Quando purtroppo, conl’applicazione integrale delsistema contributivo, la pensionenon sarà superiore al 40 %, lostesso lavoratore, per poterriprendere tutto il versato comecontributi, dovrà campare fino a100 anni!Monti, Fornero e chi li sostiene inParlamento sono dei bugiardispudorati, sono gli arraffatori deicontributi versati dagli operai edagli altri lavoratori sfruttati.La verità è che il sistemapensionistico non regge non percolpa dei lavoratori, ma per colpadelle pensioni dei borghesi(dirigenti pubblici e d’azienda,alti ufficiali, manager, giornalisti,docenti universitari, magistrati,parlamentari, ecc.), del clero,nonché a causa del meccanismodel cumulo di categorieprivilegiate.Rivendichiamo il sistemaretributivo per gli operai, perandare in pensione dopo 35 annidi lavoro e massimo 60 di età.Non un giorno in più, non uneuro in meno!

Stefano, precario di Roma

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In questi ultimi anni è in atto nelSulcis-Iglesiente un malesserediffuso, visibile anche da unagrande ripresa del flussomigratorio. Coi processi dideindustrializzazione in atto daanni nel territorio, si sono persie si stanno perdendo migliaia diposti di lavoro. Il Sulcis-Iglesiente è una zona dove ladisoccupazione è a livelliinsostenibili, con dei paesi doveun terzo della popolazioneattiva è disoccupata. Abbiamoun territorio con unadisoccupazione di massa e cherischia la desertificazioneindustriale. Siamo tuttidirettamente o indirettamentevittime della ulteriore crisi cheha investito pesantemente ilpolo industriale di Portovesme etutti i settori commercio,piccolo artigianato, turismo,

agricoltura. Alcuni dati: OtefalSail (la ex Ila) fabbrica dilaminati d’alluminio diPortovesme, 166 lavoratoridello stabilimento stannoaspettando un’asta. In caso difumata nera dell’asta, i 166lavoratori andranno incontro allicenziamento dal 1 gennaio.Gli operai Rockwool hannooccupato la galleria di VillaMarina a Monteponi Iglesias,hanno ricollocato tutti, loro no!! sono operai di sere B e sonoin 58 i dipendenti dell’exRockwool di Iglesias.Sono 80 gli operai attualmentein organico alla Sicmi diPortovesme. I lavoratori sono incassintegrazione da quasi 2anni.L’Euralluminia è fermanonostante tante promesse, sonocirca 700 (circa un migliaio con

l’indotto) i lavoratori cherischiano il posto di lavoro (eattualmente incassintegrazione). Per nonparlare poi di Carbosulcis,Portovesme SRL e Alcoa, cheper ora non hanno problemi mapotrebbero averne in unprossimo futuro.Oltre tutto ciò gli incidenti sullavoro nel Sulcis – Iglesientesono in aumento da 1080 a1182 tra il 2009 ed il 2010. Inostri giovani continuano ademigrare e il nostro territorioviene deturpato e messo arischio ambientale dalle basimilitari, dai radar, dal Galsiecc….L’attuale polo industriale diPortovesme non è e non puòessere il propulsore del futuroeconomico del territorio.Tuttavia nel breve e nel medio

periodo il polo è l’unica risorsacerta, di importanza vitale per lepopolazioni, da preservareattraverso interventi diconsolidamento efficenziale. Inuna situazione difficile comequesta per il territorio, credooccorra avviare una grossamobilitazione e una lottaunitaria dei lavoratori, dellefamiglie e delle organizzazionisindacali del territorio. Percercare di prospettare sviluppoe nel contempo lavoro e saluteper i cittadini del Sulcis –Iglesiente. Perchè peresperienza personale dico che lalotta paga, come ha pagatoquella grande e tenacissimalotta dei minatori dellaCarbosulcis 16-17 anni fa, doveil sottoscritto era tra iprotagonisti.Antonello Tiddia

Riceviamo e pubblichiamo

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Dopo il pogrom di Torino contro un campo rom, il 13 dicembre2011 un fascista legato a Casa Pound ha ucciso a Firenze dueimmigrati senegalesi e ne ha feriti altri tre a colpi di pistola.Probabilmente aveva dei complici. E c’è chi inneggia all’infameatto commesso.I crimini fascisti sono il frutto marcio del razzismo e dellaxenofobia sparsa a piene mani dai governi, dai sindaci guardiani,dei partiti borghesi, che hanno riempito il vuoto delle politichesociali con la politica securitaria. Con l’acutizzarsi della crisi i fascisti vengono utilizzati dalla classedominante per far sfogare il malcontento verso “chi sta sotto”,invece che verso “chi sta sopra”, per ostacolare e deviare la

ripresa del proletariato. Sono dunque pienamente funzionali aidisegni reazionari dei monopoli capitalistici, di cui costituisconouna banda d’assalto. Non facciamoci trovare impreparati. Sviluppiamo l’antifascismo militante come parte della piùgenerale lotta di classe degli sfruttati contro la borghesia e i suoiservi. Esigiamo la messa al bando del fascismo e del razzismo, lachiusura immediata dei covi neri! Abolizione della Bossi-Fini echiusura immediata dei CIE. Regolarizzazione dei lavoratoriimmigrati, contro le divisioni e le discriminazioni, per unire ilfronte di tutti gli sfruttati che non vogliono pagare la crisi. Di seguito un comunicato del CCAT.

LA “TOLLERANZA”CHE GENERA RAZZISMONell 'esprimere la pienasolidarietà alle famiglie eagli amici dei duesenegalesi uccisi, Samb eModou, e dei 3 gravementeferiti da mano fascista il 13dicembre a Firenze,vogliamo denunciare ilclima di odio e xenofobiache in questi anni ha subitouna notevole accelerazione.La strage di piazzaDalmazia rappresenta solola punta dell'iceberg di unpercorso ben definito di“caccia allo s traniero”i n i z i a t od a l l ’ a m m i n i s t r a z i o n efiorentina. L'isti tuzione del “repartoantidegrado” della PoliziaMunicipale è stata laconcretizzazione della

volontà di usare il pugno diferro contro chi danneggial'immagine della nostra cittàvetrina. Abbiamo assistito apestaggi ai danni deisenzatetto che dormivanoalla stazione, inseguimenti eviolenti arresti di venditoriambulanti per le vie delcentro, allo sgombero coattoda piazza bambini di Beslandel presidio dei rifugiatieritrei.Da mesi denunciamo e cisiamo mobilitati sulpericolo causatodall’apertura nella nostracittà di sedi fasciste comeCasapound e Casaggi,nonostante l’inerzia diparolai come Renzi & Co.che di fronte alla strage sibattono il petto e recitano ilmea culpa.Mentre ad essere colpiti

sono sempre e solo gliantifascisti.Si dovrebbero vergognare!I loschi figuri fascisti, comeappunto lo stragista Casseri,come lo stesso di Utoya eOslo che ha ammazzato ben80 giovani, o quelli diTorino contro il campo rom,si nutrono di odio razziale,antisemitismo eanticomunismo, inneggianoal ventennio e al fascismo,sono per la difesa dellarazza ariana e la purezzadell’Europa bianca ecristiana. Le loro sedi sono centricriminali, camuffate dacircoli culturali nei quali,partendo dalla musica,cercano di influenzare i piùgiovani per trasformarli inmilitanti della destrafascista.Ospitati anche nelle sedi del

Pdl, come nel caso diCasaggi, che offre a loro –attraverso consigliericomunali e senatori - lanecessaria copertura anchefinanziaria, sono tolleratidallo stesso PD.Queste sedi devono esseremesse al bando e chiuse, lelacrime di coccodrillo delleisti tuzioni non servono aridare la vita a quei giovaniche sono venuti nel nostropaese con la speranza divivere meglio e tantomeno,chi come noi, ci siamobattuti e ci battiamo controfascismo e razzismo.Intensifichiamo lamobilitazione per lachiusura di tutti i covifascistiNeghiamo ai fascisti ildiritto di esistere!Coordinamento AntifascistaAntirazzista Toscano

Negli ultimi mesi abbiamo assistito adun’escalation della presenza militare inVal di Susa, contro l’inarrestabilemovimento No Tav. Una valle recintata,fortificata, gasificata, dichiarata perlegge “sito di interesse strategiconazionale”. Chiomonte non è un cantiere, è una basemilitare abusiva, è un esperimento direpressione di massa per realizzareopere che interessano i monopolicapitalistici, è una zona di guerra dove siesercitano truppe destinate alleavventure all’estero.Ogni giorno avvengono intimidazioni,soprusi, si impediscono le normaliattività dei cittadini, si commettonoabusi.I manifestanti sono aggrediti conlacrimogeni sparati ad alzo zero,pestaggi, identificazioni preventive, etc.In questa zona siamo di fronte a unaabolizione permanente dei diritti e dellelibertà democratiche.

La militarizzazione è una costante cheaccomuna la realtà della Val di Susa aquella delle grandi città, in cui dietrol’alibi della sicurezza, si va estendendoun mostruoso apparato di controllo e direpressione antipopolare.L’escalation della militarizzazioneincide pesantemente sul bilanciopubblico, ma per questo caso - come perquelli della Tav (90.000 euro al giornoper decenni!), delle missioni militari,della costruzione degli F35 - i soldi sitrovano sempre, saccheggiando le taschedei lavoratori.Tutti i partiti della borghesia e dellapiccola borghesia, così come sonod’accordo sul progetto Tav, costoso,inutile e devastatore del territorio, nonmuovono un dito contro la gravemilitarizzazione della Val Susa. Sta alla resistenza operaia e popolare,con i comunisti alla testa, denunciare espezzare questi piani.. Sulda’ e trivele fora d’le bale!

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Lombardia è sinonimo diindustria, terziario e servizisviluppati, che vanno di paripasso con i grandi guadagnidelle aziende che qui, neltempo, si sono stanziate e nellequali lavorano (sfruttati)centinaia di migliaia di persone.La qualità della vita sembraessere alta, anche se i lavoratori(o perlomeno la gran parte diessi) sembrano non accorgersidi tutto lo sgradevole contorno:vita frenetica, tasse sempre piùelevate e posto di lavoroincerto. Tutto questo unito conl’incremento vertiginoso delcosto dei servizi: a partire daiticket sanitari fino ad arrivare alcosto del biglietto per i mezzipubblici, aumentato propriosotto la giunta della “sinistra”borghese (PD/SEL) di Pisapia eco, che doveva essere dallaparte dei cittadini e invece,utilizzando lo spauracchio delbuco delle casse in rosso delcomune di Milano (adducendotutta la colpa alla passatagestione PDL di LetiziaMoratti) si fa beffe dellacittadinanza, ed alza il costo aivari servizi pubblici. Questo inpiena continuità con la politicadella precedenteamministrazione.I 32 milioni di euro per avviareil progetto Expo però la giuntacomunale non ha trovato moltedifficoltà a trovarli. I soldiguadagnati illecitamente dallagestione dell’ospedale SanRaffaele (ora in venditaall’asta) sono stati mangiatidalla cricca fascista e cattolicache, togliendoli all’ospedaleper migliorare le cure deidegenti e sviluppare la ricerca,sono serviti ad acquistare case,automobili, e yacht dei varisoggetti coinvolti, tra i qualianche don Verzè, il preteimprenditore, che (a detta sua)“stanco dei check-in inaeroporto”, ha acquistatoaddirittura un aereo! E con altriesempi potremmo continuare alungo.La cricca fascio-cattolica èmolto potente in Lombardia, edè parte viva ed integrante della“dittatura” del ciellinoFormigoni, Presidente dellaRegione Lombardia da ormaiqualche anno.In gran parte d’Italia quando siparla di Lombardia si pensa a

quella parte di popoloprivilegiata, ricca, con i piùelevati servizi ed abituata aduna vita agiata e moderna. Nonsi pensa invece a quale prezzoquesta vita viene “goduta” daisuoi cittadini. Ed è proprio da

qui che parte il nostro studio, ilnostro articolo, che dellamodernità capitalista e dalle suecatene vuole sbarazzarsi unavolta per tutte.L’attuale sistema capitalistico,oltre che porre le persone inuno stato di sudditanzapsicologica, le mantiene anchee soprattutto in uno stato quasivegetativo. Televisioni, radio,consumismo “regalato” comelibero godimento ai singoli,raggiunto sputando lacrime,sangue e sacrifici, mantengonol’attenzione delle personelontano dalla risoluzione deipropri problemi. Quando conqualcuno si affronta questaquestione la risposta è quasisempre: “sì le cose vanno così,ma cosa ci possiamo fare noi?”,come a dire: accettiamopassivamente questa vita disfruttamento dell’uomosull’uomo. Quante persone tornano a casadal lavoro ogni sera e trovano iltempo di giocare con i proprifigli? O sono sorridenti con lapropria moglie? Molto pochi. E

la ragione di questo è che ilavori che svolgiamoquotidianamente non lascianonessuno spazio a soddisfazionipersonali. Quanti poi, la sera,anziché guardare la televisione“di regime” rincoglionendosi

davanti ai reality show, trovanoil tempo di aprire un buon libro,in modo da non ammazzare lapropria mente e la propriaintelligenza? Sempre moltopochi. Il risultato di questo èuna completa disinformazionesu molti argomenti politici,sociologici o economici.Personalmente ho colleghi chenon sanno neanche cos’è il 25Aprile, o a quale partitoapparteneva Gramsci (ammessoche sappiano chi era Gramsci).Una cosa inconcepibile.Quando viene indetta unaqualsiasi manifestazione dipiazza o uno sciopero, hoaddirittura sentito dire“lasciamo che manifestino,tanto se ottengono qualcosa cene prenderemo i frutti anchenoi”. Sempre più inconcepibile!Fortunatamente, anche nella“ricca” Lombardia esistonopersone (compagni e non) che aquesto stato di cose cercano diribellarsi, rifiutando ogni logicadi potere e manifestandosinceramente e con vivapassione, il loro interesse a

voler cambiare questo marciomondo guidato dal capitale e avoler migliorare le propriecondizioni di classe.Purtroppo non tutti trovano lagiusta via, la giusta direzioneda seguire. Molti di loro sono“comunisti” a parole, ma nontutti trovano il coraggio o lagiusta mentalità percomprendere che soloall’interno di un unico forte eradicato partito marxista-leninista si potrà concretamente(e tutti uniti) raggiungerequalche obiettivo.Sono tanti che si perdono perstrada, seguendo i vari partitidella “sinistra” borghese. Altriinvece si fermano quando sitrovano di fronte all’effigie diStalin, credendo di aver trovatoun ennesimo pseudo gruppobrigatista di estrema sinistra.Anche qua la disinformazionedi regime ha fatto il suo corso:confondere il trotskismo,l’anarchismo, le azioni disingoli sparuti gruppi per nientecomunisti, con il marxismo-leninismo è una ennesimaconferma a quanto scritto sopra.La crisi mondiale, in piccolo lacrisi economica in Lombardia,dovrebbe svegliare animi ecoscienze dei soggetti proletaripiù avanzati. Chi ha perso illavoro, chi lavora da precario,chi prende 600 euro di pensioneal mese con la quale ci devepagare un affitto ed il mangiarequotidiano, ha il dovere moraledi alzare la testa.La soluzione a tutto questo èfacile ed è già scritta. Un primopasso è quello di studiare,leggere, informarsi. Un secondopasso è quello di garantire unimpegno concreto quotidianoper la realizzazione di unprogetto che vede un unico,forte e radicato partito marxistaleninista, guidato dalla partepiù avanzata e cosciente delproletariato. Terzo ed ultimopasso, è quello di non fermarsie non arrendersi mai! Ma unirsiconcretamente nel progettoavanzato da PiattaformaComunista per la costruzionedel Partito della classe operaiaper scalzare, una volta per tuttedal potere, la borghesiacapitalista e gli elementi piùreazionari e fascisti che oggi cigovernano.Corr. da Milano

Scintilla6

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Si è svolta il 17/12 la secondaassemblea nazionale delmovimento “No debito”, che orasi chiama anche “No Monti”. II documento conclusivodefinisce una serie di impegni:l’estensione dei comitati locali;l’avvio di una campagna perrivendicare il diritto alreferendum sulle politichedell’UE; l’appofondimentodella piattaforma delmovimento a partire dai 5 puntiiniziali; l’indizione di un “nodebito day”; la preparazione diuna manifestazione nazionale aMilano, la contestazione delvertice Monti-Sarkozy-Mekel,l’appoggio ai prossimi scioperie manifestazioni sindacali; lacostruzione di una iniziativa direspiro continentale contro lemisure di austerità.Sul piano politico, l’aspetto piùimportante dell’assemblea èstato la contrapposizioneesplicita con il PD, che sostieneil governo Monti e la “politicadell’equità” per pagare il debitoe gli interessi.Questo passaggio è importanteper sviluppare una realeopposizione di sinistra ai diktatdell’oligarchia finanziaria e allemisure di austerità. Ma non èancora sufficiente.Per costruire un blocco di forzesolido, occupare uno spazio

politico ed affermare unaprospettiva di rottura colsistema attuale, è decisivoaffrontare la questione delladebolezza, della divisione e deilimiti politici e ideologici delmovimento antagonista.Un esempio sono le illusorie epericolose proposte di creazionedi aree monetarie concorrentiall’euro, gestite con le borghesiedei PIIGS, o la prospettiva di un“governo della crisi”, con i capisocialdemocratici e riformisti. Non ci stancheremo mai diripeterlo: queste forzerappresentano un fondamentalesostegno sociale dellaborghesia, aiutano ilcapitalismo nella sua offensivaantioperaia. Perciò occorresmascherarle e liberare le massedalla loro influenza.Il processo di unità politica dellerealtà che si rifiutano di pagareil debito “pubblico” e la crisicapitalistica, può crescere acondizione che superi questolimite e si metta in relazionediretta con la realtà delle masselavoratrici, per favorire losviluppo della mobilitazionecontro il saccheggio sociale e lapolitica di guerra UE-NATO.Il movimento “No debito-NoMonti” può e deve approfittaredella situazione di appoggiobipartisan al governo “tecnico”

per diventare un polo diattrazione e di opposizione dimassa, con una propria linead’azione indipendente.Le potenzialità esistono. Persvilupparle occorre radicarsinella classe operaia e neglistrati popolari, tra i giovani,assumendo le lororivendicazioni fondamentali,così da realizzare un vero frontepopolare di carattererivoluzionario. Fronte, perché deve realizzarel’unione di tutte le forze chevogliono lottare per latrasformazione sociale.Popolare, perché deve stringereattorno alla classe operaia altreclassi e strati sociali vittimedell’oligarchia finanziaria.Rivoluzionario, perché la

gravità della crisi capitalista ciobbliga a formulare proposte dirottura immediata e a lungotermine con un sistema che hafatto il suo tempo. Su questa base sarà più facilerealizzare un’unità stabile, chesappia dar vita ad una forteopposizione alle politicheliberiste, elevare il livello dellalotta e di coscienza delle masseper sviluppare un’alternativa dirottura rivoluzionaria. A tal fine, un’osservazione:finchè si concepirà il socialismocome il passato (questo è statodetto nella relazione introduttivadell’assemblea), non saràpossibile conquistare un piùelevato ordinamento sociale edeconomico, non sarà possibileconquistare il futuro.

Il movimento “No debito”, sviluppi e limiti7Scintilla

Unificare le proteste per il diritto al trasporto, collegarle alle lotte contro il capitalismo!La vita del lavoratore pendolareè, per sua natura, non certoinvidiabile. Oggi, inoltre, latremenda crisi economica rendepiù pesante la situazione. Mentre l’a.d. delle ferrovieMoretti, ci inonda di pubblicitàdelle “Frecce Rosse” (e intantolicenzia i ferrovieri chedenunciano le stragi come quelladi Viareggio e le carenze nellasicurezza), le condizioni ditrasporto di centinaia di migliaiadi operai, lavoratori, studenti,che ogni giorno passano ore dellaloro vita sui treni, si fannoinsopportabili.Forti rincari delle tariffe,disservizi, tagli drastici allamanutenzione, servizi sempre

più scadenti, condizioni diviaggio da far invidia ai carribestiame. Non sono rari i casi, disvenimenti e malori. Spesso monta la rabbia e siassiste ad alterchi dei viaggiatorinei confronti del personaleviaggiante, ma la grandemaggioranza dei ferrovieri fa isalti mortali per offrire unviaggio dignitoso. Non di raro si vede qualchecapotreno fare “aggiustamenti”di fortuna. Certo, non è con laguerra fra sfruttati che sipotranno avere condizioni diviaggio più decenti.La via giusta è quella che ipendolari imboccano cercando diorganizzarsi attraverso raccolte

di firme, petizioni e denunce.Vengono anche costituiticomitati di pendolari compostida lavoratori e studenti. In alcuni casi si da vita a formedi protesta con blocchi, e altreiniziative per denunciare i tagli.Il limite di queste iniziative èquello della perdurante fiducianelle istituzioni borghesi, nel nonsaper concepirle come azionidirette contro il veroresponsabile di questo stato dicose: il capitalismo e il suo stato. Perciò i comunisti devono dare ilproprio contributo a questeproteste affermando che iltrasporto è un diritto che devecorrispondere ad adeguatistandard quantitativi e

qualitativi, e che deve esseregarantito gratuitamente allefamiglie proletarie.Devono inoltre cercare di farcapire l’insensatezza delladivisione fra cittadini-utenti elavoratori, sostenendo sempre,al contrario, la parola d’ordinedell’unità d’azione e di lotta fratutti gli sfruttati. E, soprattutto, i comunistidevono sforzarsi di farcomprendere alle larghe masselavoratrici come il diritto aviaggiare in maniera degna (cosìcome gli altri diritti) può essereottenuto veramente solo con lasocietà socialista, in cui itrasporti, saranno collettivizzati.Un simpatizzante pendolare

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Scintilla

La ricorrenza del 21 gennaio,anniversario della fondazionedel Partito comunista d’Italia -Sezone della III Internazionalecomunista - riveste unsiprincipalegnificato importanteper i comunisti e i rivoluzionari.Questo indelebile avvenimentosegna uno spartiacque nellevicende del movimento operaiodel nostro paese. Da allora in poila questione posta e da risolvereè stata quella della conquista delpotere politico per viarivoluzionaria.Il 21 gennaio non è solo unapagina della nostra storia; è altempo stesso un’indicazione diquello che deve essere il compitoprincipale di ogni comunista, diogni operaio avanzato, di ognigiovane rivoluzionario: romperecon l’opportunismo, farla finitacol revisionismo, conl’attesismo, unirsi sulla base delmarxismo-leninismo per formareil reparto di avanguardia delproletariato, capace di dirigere lemasse verso il socialismo e ilcomunismo.La storica esigenza del Partito,nelle attuali condizioni è sentita

in maniera ancora più pressante.Il fallimento del capitalismo èsotto i nostri occhi. Ma non èpossibile educare i proletarinello spirito della lottarivoluzionaria, non è possibileriorganizzare le file della classesfruttata, sviluppare le alleanzecon i settori colpiti dalcapitalismo e con i popolioppressi, senza un vero partitocomunista. Vale a dire restandosotto la direzione di partitisocialdemocratici e revisionisti,imbevuti di cretinismoparlamentare e senza alcunafiducia nella classe operaia e nelsocialismo.Invitiamo perciò i comunisti acelebrare uniti questoanniversario ponendo all’ordinedel giorno la questione delPartito, approfondendo ildibattito, stringendo legami. Che il 21 gennaio sia di stimoloper unirsi su validi principi(ricordiamo che il Pcd’I si formòsulla base di precise condizioniposte dall’Internazionalecomunista), che sia un’occasioneper compiere passi avanti sullastrada dell’unità dei comunisti.

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E’ compito dei comunistiavanzare proposte pratiche,indirizzi precisi di azione eorganizzazione della classeoperaia e delle masse popolari,per rafforzare la loro posizionepolitica.Oggi diventa sempre piùevidente l’esigenza dellaformazione del fronte unicoproletario, che si appoggi suproprie forme di organizzazionedal bassoUno dei punti chiave della suaattuazione sta nella formazionedi organismi operai, che sianouna riposta alla politica di

divisione e di passività degliapparati borghesi e riformisti,che servano ad allargare lapartecipazione alla lotta dellamassa degli sfruttati (siano essiiscritti o no ai sindacati), a darvita ad un’azione comunecontro l’offensiva reazionariadel capitalismo, per la difesa deipropri interessi, per conquiste erivendicazioni immediate, percompiti di natura politica, ecc. Tali organismi, la cuicostituzione è in partedeterminata da patti di unità diazione, di accordi e intese(anche parziali e temporanei fra

varie forze operaie), ed in parteè spontanea, sono a tutti glieffetti organi del fronte unico,da collegare fra di loro. I Comitati, solitamente di tipoelettivo, sorgono dalleassemblee e dalle riunioni in cuisi esprime la protesta e lavolontà di lotta dei proletari;questi organismi cheraccolgono vaste masse vannoben presto a dirigere leiniziative di lotta, gli scioperi,senza subordinarsi all’apparatosindacale riformista Possono essere anche di tipoterritoriale, cioè estesi a decinee centinaia di delegati di operaie lavoratori di una zona, di unacittà.I Comitati non debbono esserevisti in alternativa o insostituzione delleorganizzazioni operaie esistenti,le quali devono essereanch’esse parte integrante del

fronte unico anticapitalista.Per fare un esempio: se sicostituisce nella fabbrica unComitato di agitazione, di lottao di sciopero, non chiederemomai lo scioglimento della FIOMaziendale, del Cobas o dellaRSU, bensì il lorocoinvolgimento nella lotta. La situazione e lo stato d’animoche il capitalismo crea fra lemasse sfruttate, la resistenzadella classe operaia che vuoleagire unita, creano condizionimigliori per la riorganizzazionepolitica del proletariato. Dobbiamo promuovere esostenere la formazione diquesti organismi di lotta controil capitale, per la liberazionedegli operai, e prestare grandeattenzione al loro sviluppo. Tale lavoro deve esserenecessariamente combinato conla creazione di nuclei comunistinelle fabbriche e nel territorio.

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Con la presenza di circa 60delegati provenienti da Brasile,Colombia, Stati Uniti, Filippine,Guadalupe, Haiti, Martinica,Messico, Porto Rico, Ecuador,ed oltre 200 partecipanti dellaRepubblica Dominicana, si èsvolto nel mese di novembrel’VIII Incontro dei sindacalistilatino-americani e dei Caraibi. Il tema è stato “La crisi delsistema capitalista: livelli diunità, forme di organizzazione,alternative e la prospettiva dellaclasse operaia”. L’Incontro è stato caratterizzatodalla spirito fraterno e disolidarietà fra i delegati. Ciò hapermesso di sviluppare consuccesso e in profondità ildibattito su aspetti di vitaleimportanza per tutti coloro chesi battono in difesa dei propriinteressi di classe.

Nel corso dell’evento si sonoanalizzati i progressi e glisviluppi del sindacalismo diclasse, ritenendolo uno spaziofondamentale per i lavoratoriche lottano per il cambiamentoe contro lo sfruttamento a cuisono sottoposti. L’Incontro si è anche convertitoin una tribuna di denuncia deimali che soffrono i lavoratori e ipopoli del mondo comeconseguenza della crisi delsistema capitalista, un sistemarapace in cui si privilegiano gliinteressi a danno dellamaggioranza, in cui i ricchiaccumulano enormi ricchezzementre la classe operaia cheproduce queste ricchezze èspinta alla fame e alla miseria. Il dibattito ha ratificato unavolta di più che solo con la lottaorganizzata dei lavoratori e dei

popoli si potrà ottenere il verocambiamento di cui ha bisognola classe operaia. Uncambiamento che chiaramentenon potrà darsi nel quadro delcapitalismo e perciò ènecessario conquistare unasocietà diversa in cui sirealizzeranno le nostreaspirazioni. Ciò potrà soloessere la costruzione delsocialismo come sistemasociale più avanzato. I delegati presenti hanno presodegli impegni. 1) Di fronte al tradimento dellaburocrazia sindacale, occorredare maggiore impulso alsindacalismo di classe. 2) Occorre impegnarsi a fondoper la difesa dei diritti deilavoratori e sindacali. 3) E’ necessario condannarel’occupazione militare che

soffre il popolo di Haiti. 4) Bisogna appoggiare la lottadei popoli del Medio Orienteche cercano di conquistarediritti democratici e una societàpiù giusta. 5) Bisogna denunciare econdannare l’intervento dellaNATO nei paesi arabi volta adassicurarsi direttamente ilcontrollo del petrolio. 6) Occorre dare impulso alla piùampia unità dei lavoratori e deisettori sociali colpiti dalla crisidel sistema capitalista, conl’obiettivo della costruzione delsocialismo. Questi impegni sono statisottoscritti da tutte ledelegazioni dei paesipartecipanti e saranno senzadubbio messi in pratica. Viva il sindacalismo di classe,rafforziamolo anche in Italia!

La crisi capitalistica è lungidall’essere conclusa. Alcontrario, c’è la minacciadell’esplosione della crisi deldebito statale, particolarmenteall’interno dell’Unione Europea(UE).L’oligarchia finanziaria, imonopoli, hanno indebitato gliStati per salvare il sistemafinanziario, le banche e legrandi imprese. A questo scopo sono statiutilizzati migliaia di miliardi difondi sottratti alle spese sociali.Allo stesso tempo, sono statiabbassati i salari, ladisocccupazione è aumentata ,la miseria e la precarietàcolpiscono settori sempre piùampi delle masse. I mercati finanziari chespeculano sulla bancarotta degliStati, esigono più austerità,nuove privatizzazioni, nuovitagli ai diritti sociali. Per salvare l’euro, i dirigentidelle grandi potenze della UE,del Fondo MonetarioInternazionale (FMI) e dellaBanca Centrale Europea (BCE),hanno imposto un piano dimega-austerità, il «patto distabilità» che salva leistituzioni finanziarige e gettaancor più nella miseria e

nell’insicurezza i lavoratoridella città e della campagna, igiovani e le donne lavoratrici. Per imporre questa politica diregressione/repressione sociale,i governi, siano essi liberisti didestra, social-liberisti osocialdemocratici, rafforzano le

leggi liberticide, criminalizzanole proteste. Non esitano ariprendere gli argomenti razzistidei fascisti, i quali, a loro volta,sviluppano il populismo e lademagogia sociale. Nonostante queste politicheantioperaie, l’economiaristagna, ed i contrasti frapotenze imperialisteaumentano.L’UE - un accordo temporaneo

fra stati e monopoli capitalisticiper battere il socialismo ereggere la concorrenza USA -appare sempre più divisa eimpotente a fronteggiare lacrisi. Qual è il motivo reale del suofallimento?

E’ la legge dell’inegualesviluppo economico e politicodel capitalismo a rendere l’UEimpossibile o reazionaria.L’UE si spacca, adotta ilmodello a “più velocità”,affonda la “solidarietàreciproca”, in virtù dell’azionedi questa legge assoluta delcapitalismo, confermata dalcrescente divario fra leeconomie degli Stati membri.

D’altro canto, le potenzeimperialiste più forti, come laGermania e la Francia hannosfruttato questo fattore perrafforzare le loro posizioni. Un esempio: la bancarotta dellaGrecia era una realtà fin dal2006, e si è poi acuita con lacrisi mondiale. L’UE lo sapeva,ma non ha fatto nulla perché laborghesia tedesca e francese cispeculavano sopra.In regime capitalista non puòesistere cooperazione esolidarietà, ma solo laconcorrenza e le rapine peraccaparrarsi mercati, risorse,zone di influenza.Dalla legge dell’inegualesviluppo però deriva anche lapossibilità della vittoria delsocialismo all'inizio in alcunipaesi o anche in un solo paesecapitalistico, in cui la classeoperaia prende il potere.Questo deve essere il nostroobiettivo, non le illusorie epericolose unioni con laborghesia dei paesi più deboliper rivaleggiare con quella deipaesi più forti. La libera unione delle nazioni èpossibile solo nel socialismo,che servirà a raggruppare leforze del proletariato e deipopoli contro l’imperialismo.

Repubblica Dominicana

VIII incontro sindacale latino-americano e dei Caraibi

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Dopo nove anni, l'ultimosoldato americano ha lasciatol'Iraq. Si è così conclusa laSeconda Guerra del Golfo,l'infame invasione dell'Iraqpromossa il 20 marzo 2003 dauna coalizione imperialistaformata da Stati Unitid'America, Gran Bretagna,Polonia e Australia, col solitopretesto della lotta alterrorismo e della presuntaesistenza in territorio irachenodi inesistenti armi didistruzione di massa. L'Italia (Presidente delConsiglio Silvio Berlusconi)partecipò con forze armatedislocate - sotto guidabritannica - nel sud del paese,con base principale a Nassiriya,nel quadro della cosiddetta«Operazione Babilonia».Dopo pochi mesi dall'inizio delconflitto, il criminale di guerraGeorge W. Bush - a bordo diuna portaerei USA - dichiaròorgogliosamente concluse leoperazioni militari (la famosa«mission accomplished»). Masi trattava di un’altramenzogna. L'invasione andòavanti per lunghi anni, mentre«contro la guerra del petrolio»si svolgevano in ogni parte delmondo (Parigi, Oslo,Rotterdam, Roma, Tokyo,Mosca) e negli stessi Stati Uniti

imponenti manifestazioni diprotesta e di condanna, con lapartecipazione di centinaia dimigliaia di persone. Quella guerra è costata agliamericani 4.500 morti e agliiracheni oltre 100.000 mortisecondo le stime ufficiali (ma650.000 secondo uno studioapparso nell'ottobre 2006sull'autorevole rivista medicaThe Lancet), per non parlaredei milioni di iracheni che sonodovuti fuggire dalle loro casein seguito ai combattimenti diterra e ai massiccibombardamenti (al fosforo eall’uranio). Con la Seconda guerra delGolfo l'imperialismoamericano si è assicurato ilcontrollo degli importantigiacimenti petroliferi iracheni edi un'area strategica diimportanza decisiva nel MedioOriente.Ma non ha risolto nessunproblema economico, politico,sociale del popolo iracheno.Subito dopo la partenza delletruppe 12 attentati hannosconvolto Baghdadprovocando decine di morti eprefigurando una guerra civile.Continuano, nell'areamediorientale, le minacce delgoverno di Washington control'Iran e la Siria. E in Iraq,insieme ad istruttori militari econsiglieri americani USA, èrimasto anche un gruppo dimilitari italiani con funzioni diistruttori, il cui rientro non èprevisto prima del 2014. Le potenze capitalistepreparano altre guerre per laripartizione del mondo.Realizziamo il fronte unito ditutte le forze che sono contro lapolitica guerrafondaiadell’imperialismo. Esigiamo il ritiro immediatodelle truppe dall'Iraq,dall’Afghanistan e da tutti glialtri paesi ove sono presenti lesedicenti «missioni di pace».Lottiamo per denunciare eostacolare la guerraimperialista, per l’uscitadell’Italia dalla NATO e daqualsiasi alleanza bellicista,per la chiusura delle basi USAe la rottura dei trattati dicooperazione con Israele.Bisogna tagliare le spesemilitari, non le pensioni e lespese sociali!

ConferenzaInternaz ionale

d i P art it i eOrgan izzaz ioni

Marxist i -Leninist iwww.cipoml.org

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Sul nostro sito web sono pubblicati i

documenti approvatidal XVII plenum

S u g l i a v v e n i m e n t i i n K a z a k i s t a nLo sciopero dei lavoratoripetroliferi per legittimerivendicazioni è durato settemesi ed ha portato a uno scontroacuto con le autorità kazake, cheè sfociato il 16 dicembre 2011nelle strade della città diZhanaozen. Le autorità kazake hannoreagito alla protesta con l'uso ditruppe speciali, dei marines, conlo stato di emergenza e il bloccocompleto della città, compresoquello della luce e dellecomunicazioni, proprio comefece il governo russo durante leproteste dei minatori aMezhdurechensk. Secondo le informazioni adisposizione del PartitoComunista di tutta l’Unione(bolscevico), durante gli scontricon le forze di polizia e altretruppe del Kazakhstan, tra cuil'esercito nazionale, almeno 80persone sono state uccise e piùdi 800 persone sono rimasteferite.Il VKP (b) condanna l'azionedelle autorità kazake, che hannomosso guerra al popolo. Le azioni delle autorità kazakedimostrano chiaramente lanatura di classe dello Statoborghese, che non si fermadavanti a nessun reato al fine dimantenere il suo potere e i suoicapitali. Il governo guidato dalPresidente kazako Nazarbayevha avviato direttamente laguerra contro il suo popolo.Ciò porterà l'attuale governo delKazakistan ad essere seppellito,perché il potere che comincia laguerra contro il proprio popoloè condannato alla maledizione eal rifiuto da parte del popolo.Le autorità del Kazakistanhanno mostrato con larepressione dei lavoratoripetroliferi il loro caratterecriminale ed hanno confermatouna volta di più che lo slogandella "rinascita del Kazakistan"è un tradimento degli interessidei lavoratori.Il VKP (b) esprime solidarietà ai

lavoratori dell'industriapetrolifera, alla classe operaia eai lavoratori del Kazakistan.Il VKP (b) esprime il suo doloree le condoglianze a tutti icompagni e agli operai uccisinella lotta per l'emancipazionedella classe operaia.Il VKP (b) chiama tutti i partiticomunisti e operai ad esprimerela loro solidarietà con la lottadella classe operaia inKazakistan. Il VKP (b) invita tutte lepersone progressiste del mondo,tutte le persone di buonavolontà, a stigmatizzare ilregime al potere in Kazakistan ead esprimere solidarietà con lalotta della classe operaia inKazakistan. Invitiamo tutte le persone dibuona volontà ad esigere dailoro governi la rottura dellerelazioni diplomatiche con ilpotere criminale del Kazakistan,che ha ucciso il suo popolo.Invitiamo tutte le persone dibuona volontà di tutto il mondoa richiedere ai loro governi dicongelare i crediti al Kazakistane ai suoi governanti, a richiederela cancellazione degliinvestimenti, a imporre unembargo sul commercio e suiviaggi dei rappresentanti delpotere del Kazakistan. Il VKP (b) chiama tutte lepersone di buona volontà atenere manifestazioni presso leambasciate e i consolati delKazakistan e, dove non vi sono,presso l'Ambasciata russa, conle seguenti parole d’ordine:Solidarietà ai lavoratori delKazakistan!Condanniamo il potere che va inguerra contro il suo popolo!Chiediamo un tribunaleinternazionale per i governantiche fanno la guerra al propriopopolo.Il primo Segretario delComitato Centrale del VKP(b),compagno Lapin A.A.Il segretario del ComitatoCentrale del VKP(b), compagnaSmirnova Z.P.

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I membri dellaOrganizzazione per laCostruzione del PartitoComunista degli Operai diGermania (più sottodenominata Arbeit Zukunft)e il KPD / ML (Roten Stern)si sono fusi in una solaorganizzazione. Questo è il risultato di più ditre anni di continua, fraternae positiva collaborazionebasata sulla solidarietà esulla critica. All’interno delprocesso di unità, gli ultimiincontri comuni hannodimostrato che nonesistevano differenzesostanziali nelle concezioniideologiche e politiche delledue organizzazioni cheavrebbero potutogiustificare l'esistenza didue organizzazioni separatedavanti la classe operaia.Negli ultimi anni, la classeoperaia in Germania hadovuto affrontare l’attaccopiù duro della borghesiadominante, del capitale edello Stato dalla distruzione

del regime nazista. Citiamosolo l' “Agenda del 2010” eil rovesciamento di tutto ilpeso della attuale crisi dis o v r a p p r o d u z i o n eesclusivamente sulle spalledelle masse lavoratrici. Gli operai e gli altrilavoratori sono sulladifensiva in questa lotta esono continuamente costrettia resistere contro lamassiccia liquidazione delleloro conquiste e dirittisociali!La mancanza di una forteorganizzazione comunistabasata sugli insegnamentidel marxismo-leninismo,che si scontri in modoinconciliabile con gliinteressi del capitale, è unadebolezza decisiva, cheostacola il potere deilavoratori , non solo nellalotta difensiva contro questiattacchi. Arbeit Zukunft e ilKPD / ML hanno cercato permolti anni di costruire unadirezione comunista,essendo coscienti del fattoche non potevano soddisfarele esigenze attuali della lottadi classe.Perché non vi unitefinalmente! - Questa è larichiesta che gli operai, glialtri lavoratori , idisoccupati, i rivoluzionari ei progressisti, nonché imolteplici gruppi che siconsiderano comunisti, cihanno rivolto più volte. Con la loro fusione, ArbeitZukunft e i l KPD / MLvogliono contribuire asoddisfare quest’esigenzadella classe operaia. Lafusione migliorerà il nostrolavoro e irrobustirà le nostreforze.

E' chiaro che questo è soloun piccolo passonell’adempimento dei nostridoveri nella lotta di classe.Anche dopo la fusionepossiamo affrontare amalapena i compiti che deveaffrontare un vero partitocomunista. Entrambi, ArbeitZukunft e il KPD / ML, sonoconsapevoli che, al di fuoridelle loro e delle altreorganizzazioni, ci sonocompagni non organizzatiche simpatizzano per ilsocialismo e il comunismo,e che sono disorientati daimolti gruppi di sinistra. Ci auguriamo che attraversola nostra fusione si possainfondere maggiore fiducia aquesti compagni.E' altresì chiaro ai nostriocchi che dobbiamo lavorareassieme ad altreorganizzazioni che siconsiderano marxiste-leniniste. In tal modo, ciponiamo l'obiettivo non solodi diventare più forti,attraverso azioni concrete,ma particolarmente diunificarci.Noi non vogliamo unafusione senza principi. Ivecchi partiti comunisti hasubito una sconfitta storica,sia nei paesi ex socialistidove erano al potere, sia neipaesi capitalisti. Ci aspettiamo di lavorare infuturo per un’unità chetragga gli indispensabiliinsegnamenti da questofallimento - soprattutto dallasconfitta dei precedentitentativi di costruzione delsocialismo: nel campoideologico e teorico, nelprogramma politico e nelrapporto tra un PartitoComunista degli Operai e glioperai e gli altri lavoratori.

Noi ravvisiamo le radicidella sconfitta dei paesisocialisti nella perduranteesistenza di tratticapitalistici e nellarestaurazione, cosciente oincosciente, dei rapporticapitalistici e dellecorrispondenti strutture diclasse. Senza la critica dellacopertura ideologica, senzala messa in luce di questirapporti, senza la critica delrevisionismo, senza lachiarezza e l'autocritica, nonpotranno esserci nuoveesperienze di socialismo.Per noi, il chiarimento delpassato è la base per ilfuturo. Dobbiamo imparare, inmodo da non sbagliare dinuovo!Senza teoria rivoluzionarianon ci può esseremovimento rivoluzionario!Le parole di Lenin applicateoggi non significano altroche portare a compimentoquesto incarico.La nostra organizzazioneunita si chiama"Organizzazione per laCostruzione del PartitoComunista degli Operai diGermania / Arbeit Zukunft".Pensiamo che un nuovo,terzo nome avrebbe portatosolo più confusione. I due giornali continuerannoad esistere, ma con diversecaratteristiche. Il quotidianoArbeit Zukunft saràorientato a raggiungere ilmaggior numero dilavoratori, compresi quelliche finora non si sonoavvicinati al socialismo e alcomunismo. Roter Sterncontinuerà ad apparireprossimamente – e conmaggiore forza – qualeorgano teorico.

Comunicato congiunto dell'Organizzazione per la Costruzione del PartitoComunista degli Operai di Germania “Arbeit Zukunft” e del KPD/ML

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi n. 23 Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 31.12.2011 Stamp. in prop.

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Page 12: Scintilla gennaio 2012

Durante il 2011, i popoli arabidel nord Africa e del MedioOriente si sono sollevati unodopo l'altro. Non volevanoessere più essere sottoposti alleconseguenze dell'egemonia delcapitalismo monopolista, nèvotarsi alla disoccupazione ealla povertà, ed hanno respintola repressione delle dittatureautocratiche chesalvaguardavano questaegemonia. I regimi dispotici che sonodurati per 30 o 40 anni sonostati la principale ragione delladisorganizzazione delle masseoppresse e sono serviti daostacolo alla presa di coscienza.I popoli che si sono sollevatihanno ottenuto alcune vittorie,però non sono riusciti araccogliere i veri frutti dellaloro lotta, come per esempiorisucire a conquistere unproprio potere politico.Pertanto, le forze borghesireazionarie appoggiatedall'imperialismo occidentalehanno mantenuto o stannocercando di mantenere la loroegemonia, che è stata messa indiscussione, rafforzando le lorobasi con nuovi collaboratori.I popoli arabi che si sonosollevati, hanno compreso illoro potenziale e hannoassaporato alcune vittorie, leloro lotte non sono state ancoraschiacciate in nessuna parte,

eccetto la Libia. Malgrado ilbasso livello di coscienza e diorganizzazione, i popoli hannoportato avanti le lorosollevazioni con uno sforzo chemira a superare le debolezze, econtinuano ad opporsi agliattacchi delle forze reazionarieche si sono riorganizzatespecialmente attraversol'assistenza dell'islamismopolitico, che si è trasformato inuna forza moderata e filo-statunistense in quasi tutti ipaesi.Noi, partiti e organizzazionicomunisti e operai firmatarie diquesto documento, riuniti nelVI congresso del Partito delLavoro di Turchia, esprimiamoil nostro orgoglio e solidarietàcon le lotte di massa dei popoli,non solo dei paesi arabi del nordAfrica e del Medio Oriente, maanche dell'Europa, dalla Greciaalla Spagna, dell'AmericaLatina, dal Venezuelaall'Ecuador, per i diritti e lelibertà sociali e nazionali, cosìcome proclamiamo il nostroappoggio alla giusta lotta delpopolo palestinese control'imperialismo e il sionismo diIsraele.Nondimeno, siamo consapevolidel fatto che la nostra principaledebolezza è l'inadeguato livellodi coscienza e di organizzazionedei popoli del mondo, sia nelcorso delle sollevazioni che in

altri processi. Gli imperialisti e iloro complici approfittano diquesta debolezza nei loro sforzivolti a ripristinare le basidecadenti della loro egemoníaed a reprimere queste lottemediante la penetrazioneideologica e l'infiltrazione nellefile dei popoli che affermano divoler appoggiare,strumentalizzando le lotte per ipropri interessi ed eliminandonele caratterístiche popolari.L'imperialismo occidentale, chemantiene l'egemonia mondialenelle sue mani e cerca dirafforzare le sue posizioni incompetizione con le potenzeimperialiste in ascesa, nonsoltanto punta al rafforzamentodella sua egemonia nei paesitradizionalmente sottoposti allasua influenza reprimendo lelotte popolari, ma tenta anche distabilire la sua egemoniainfluenzando i popoli e le lorolotte, utilizzandoli come leve inpaesi come Siria e Iran, cheancora non sono statisoggiogati.Noi non appoggiamo i regimi diAssad e di Ahmadinejad.Tuttavia, sottolineiamo il fattoche quando le potenzeimperialiste intervengono conl'appoggio delle forzereazionarie della regione, comeTurchia e Arabia Saudita, innome dell'apoggio allacosiddetta “opposizione” inSiria e in Iran e sotto il pretestodella lotta per la “democrazia” e

la “repressione dei dittatori”,queste politiche non hannonulla a che vedere col dirittoall'autodeterminazione deipopoli e con le loro aspirazionidemocratiche e sociali. Noi ciopponiamo a tutti gli interventiimperialisti – sia economici, siapolitici e militari – qualsiasi siail loro motivo, che sianoauspicati dai loro servizievolicollaboratori oppure no, econdanniamo queste politicheche portano solo guerra,spargimento di sangue esofferenze.Facciamo appello ai popoli delmondo, specialmente ai popolidi Siria e d'Iran, a stare inguardia di fronte alle trappole eagli interventi imperialisti comequelli accaduti in Libia, adimostrare solidarietà con lelotte dei popoli della regione eda sostenere la lotta control'imperialismo e le forzereazionarie. Ankara, Dicembre 2011Partito Comunista d'Albania.Partito Comunista del Benin,Partito del Lavoro del Belgio,Nuovo Partito di Cipro, PartitoComunista Marxista Leninistadell'Ecuador, PartitoComunista di Spagna( m a r x i s t a - l e n i n i s t a ) ,Organizzazione per laRicostruzione del PartitoComunista di Grecia (1918-55),Partito Comunista degli Operaidi Tunisia, Partito del Lavoro diTurchia.

Con lo slogan “Contro l’imperialismo e la guerra, per il lavoro, la pace e la libertà” si è svolto con successo, nello scorso mesedi dicembre, il VI Congresso del Partito del Lavoro di Turchia (EMEP). Al Congresso è giunto il nostro saluto internazionalista.Nel corso dei lavori è stata approvata un’importante risoluzione che riproduciamo di seguito.

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