La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

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LA SCINTILLA Periodico degli studenti del Liceo Scinentifico Marconi Ottobre-Novembre 2012 Esclusiva intervista ai neo-ele rappresentan d’Istuto: i più intraprenden del Marconi. Pag. 3 Siamo finalmente riusci ad interceare l’onda anomala provocata dagli esuberan CAMILLAS e li abbiamo intervista per voi! Pag. 8 Esperienze di studio all’estero: Intercultura e i ragazzi che vi hanno partecipato. Pag. 11

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Il periodico bimensile degli studenti del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro.

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Page 1: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

LA SCINTILLA Periodico degli studenti del Liceo Scinentifico Marconi

Ottobre-Novembre 2012

Esclusiva intervista ai neo-eletti

rappresentanti d’Istituto: i più

intraprendenti del Marconi.

Pag. 3

Siamo finalmente riusciti ad intercettare

l’onda anomala provocata dagli esuberanti

CAMILLAS e li abbiamo intervistati per voi!

Pag. 8

Esperienze di studio all’estero: Intercultura

e i ragazzi che vi hanno partecipato.

Pag. 11

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Editoriale scintilla

1

Viviamo in una nuova epoca della corruzione.

Corruzione morale, corruzione etica, corruzione

monetaria. Al giorno d'oggi sono più difficili da

trovare le persone oneste che le monetine da un

euro della Città del Vaticano. Ci si chiede che fine

abbiano fatto il vero senso etico e morale. La

virtus dei viri boni romani, che li legava a un

sentimento di lealtà e fedeltà nei confronti della

propria patria.

Cicerone e compagnia bella si rivoltano nella

tomba assistendo al nostro teatrino (perché

altrimenti non può essere definito) politico

quotidiano, all'interno del quale i burattini

intascano, spendono e spandano denaro a spese

della stessa patria, senza farsi tanti scrupoli.

Arrivano persino a negare il tutto con una faccia

da santerelli innocenti (per non dire altro)

affermando che loro non ne sapevano niente e

che, soprattutto, non c'entrano niente. Quasi

come un ragazzino che davanti al rimprovero di

un insegnate a causa del mancato assolvimento

dei doveri scolastici annaspa sulle sue stesse

parole cercando futili scuse. Il vero problema però

è che la classe dirigente attuale non dovrebbe

essere comparata ad un mucchio di alunni poco

diligenti…Eppure, purtroppo, è inevitabile. E poi,

a proposito di scuola, dovrebbe essere superfluo

anche dire che è proprio quando scelgono di non

i n v e s t i r e

sull'istruzione e

la ricerca, che i

g o v e r n i

s b a g l i a n o

tremendamente.

Come quando

prendono in

considerazione

l'idea di tagliare

i l p r o g e t t o

Erasmus, uno

dei più riusciti

t r a q u e l l i

p r o m o s s i

dall'UE, che fa

c r e s c e r e

nell'individuo lo

s p i r i t o d i

solidarietà con gli altri paesi, il senso civico e

morale. Proprio quello di cui ci sarebbe bisogno.

Dunque risulta sempre più complicato credere che

dovrebbero essere proprio quelli che stanno al

potere a dare l'esempio. Ma che esempio?

Ah, certo, ora è tutto chiaro. Ci sono riusciti

eccome a dare il loro, di esempio, e a farlo seguire.

Oggi infatti la corruzione è penetrata fino al

profondo del nostro animo e forse addirittura

della nostra coscienza. Perché altrimenti

continueremmo ad autoingannarci sullo stato

delle cose, credendo che ancora vada tutto bene, e

che si possa in qualche modo rimediare, prima o

poi, quando sarà ora?

Giulia Galeazzi

Editoriale

“Tanto non serve a niente”, “Siete solo degli sfaticati che vogliono perdere un giorno di scuola!”. È da tempo

che mi sento ripetere questo tipo di frasi, non solo a metà Ottobre ma in occasione di qualsiasi manifestazione

ed ogni volta, oltre ad irritarmi profondamente, mi convinco sempre di più di quanto queste siano solo delle

enormi e gigantesche scuse. Sono le scuse degli incoerenti: coloro che si lamentano del malfunzionamento del

sistema Italia, della politica del magna magna, dei politici assenteisti, strapagati e corrotti e invocano un

Tranquilli, va tutto bene...

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PRIMO PIANO scintilla

2

cambiamento radicale ma che quando è ora di

alzarsi in piedi ed esprimere pubblicamente la

propria opinione, la sola cosa che sono in grado di

fare è criticare chi ha il coraggio di farlo.“Tanto non

serve a niente”, “Siete solo degli sfaticati che

vogliono perdere un giorno di scuola!”. È da tempo

che mi sento ripetere questo tipo di frasi, non solo a

metà Ottobre ma in occasione di qualsiasi

manifestazione ed ogni volta, oltre ad irritarmi

profondamente, mi convinco sempre di più di

quanto queste siano solo delle enormi e gigantesche

scuse. Sono le scuse degli incoerenti: coloro che si

lamentano del malfunzionamento del sistema

Italia, della politica del magna magna, dei politici

assenteisti, strapagati e corrotti e invocano un

cambiamento radicale ma che quando è ora di alzarsi

in piedi ed esprimere pubblicamente la propria

opinione, la sola cosa che sono in grado di fare è

criticare chi ha il coraggio di farlo. Rimanete pure con

la vostra convinzione e presunzione di chi crede a

priori che le azioni giuste siano solo ed

esclusivamente quelle che compie egli stesso e non

quelle che compiono gli altri. Se credete che non serva

a niente, sono terribilmente mortificato ma serve

eccome: ammesso e non concesso che la situazione

rimanga immutata, manifestare è il solo e unico modo

che abbiamo per esprimere il nostro dissenso a tutto

ciò che ci viene imposto dall’alto, da un governo che

avremmo dovuto scegliere noi, che ci dovrebbe

rappresentare e non costringere, comandare e

reprimere. “Tre quarti dei manifestanti non sanno

nemmeno per cosa manifestano!”. E voi invece, avete,

almeno una volta, cercato di capirlo? Oppure criticate

per principio chi manifesta, senza avere uno straccio

di opinione a riguardo? Mi auguro vivamente che ce

l’abbiate, perché questo è un Paese che ha bisogno di

tutto eccetto che di indifferenza. Noi che facciamo

parte di quel quarto che cerca di capire a fondo,

miriamo anche a fare informazione e a far si che i tre

quarti di ignoranza, si riducano sempre di più.

Tuttavia, le ragioni della nostra disapprovazione mi

paiono più che evidenti, anche a quei tre quarti dei

manifestanti che voi accusate: è impensabile ed

improponibile frequentare scuole fatiscenti ed

obsolete come quelle che ci ritroviamo nel Bel Paese,

martoriate dai tagli del governo e da una

partecipazione ed interesse degli studenti sempre più

in discesa. Tanto più è paradossale obbligare le scuole

ad adottare il registro elettronico, alzando quelli che

sono i costi di messa in opera e manutenzione, quando

i fondi a disposizione sono appena sufficienti a coprire

i costi attuali, per mezzo di un provvedimento

denominato “Spending Review”, la revisione della

spesa pubblica.

E infine, diciamo la verità: perché mai dovremmo

interessarci a combattere il disegno di legge Aprea,

che mira ad eliminare la rappresentanza studentesca

negli organi come i consigli d’istituto, inserendo al

loro interno dei privati, quando sembriamo essere

proprio noi studenti a volerlo, disinteressandoci della

figura (da sempre ambita e rispettata) del

Rappresentante d’Istituto? Se quest’anno sono state

presentate solamente due liste, non oso pensare a

quante ne verranno presentate l’anno prossimo, se

non poniamo un freno a questa caduta verso l’abisso

dell’apatia.

Tranquilli, va tutto bene.

Enrico Giunta

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Scuola scintilla

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ED ora… rapprEsEntatEci! Alfredo Naldi:

1. Ho sempre stimato la figura di

rappresentate d'istituto dal primo anno

che sono qui, è un compito che mi è

sempre piaciuto e vorrei provare ad

assolverlo al meglio.

3. I proggetti sono molti e a mio avviso

sono molto interessanti e divertenti, tra i

vari: gli incontri con personaggi

importanti nella nostra città e giornate a tema (ad

esempio il Nerday) dove credo che si possa rendere una

giornata di scuola monotona una giornata un po' diversa e

divertente.

4. Non sono uno di quelli che dice che siamo una

generazione di sfaticati anzi credo molto nella nostra

generazione e spero che in futuro cambieremo molte delle

cose che, secondo me, in italia non vanno bene.

Virginia Siliquini:

1. L'entusiasmo,la voglia di fare, di organizzare. Ogni anno

ci sono critiche e obiezioni su ciò che effettivamente i

rappresentanti d'istituto riescono a realizzare. Invece di

criticare ho pensato di mettermi in gioco in prima persona,

cercando di migliorare ciò che penso si possa migliorare.

2. Un po una rompiballe, ma comunque tanto determinata

3. Sono una persona con i piedi per terra e non mi piace promettere qualcosa di

non concreto. Sicuramente la settimana di autogestione è un grande progetto

che mi piacerebbe realizzare. Siamo giovani e pieni di talento, oltre a questo

bisogna essere anche affamati. Aprirsi a cose nuove che altri coetanei potrebbero

insegnarci. Altro grande progetto che mi sta a cuore è l'incontro con persone

esterne alla scuola, che hanno vissuto esperienze forti che potrebbero

influenzarci positivamente.

4. Vedo tante belle teste, ma poca voglia di fare valere le proprie opinioni.

Bisogna svegliarsi e capire che il futuro è in mano nostra. Senza timori.

Francesco Camilli

1. Ciò che mi ha spinto è stata la voglia di fare, la voglia

di essere più partecipe, di essere più consapevole ed entrare fino in fondo ai meccanismi della nostra scuola,

per poter risolvere problemi, o evidenziarne, nel caso ci siano. Mi rendo conto che rappresentare più di mille

studenti è una grossa responsabilità, tuttavia non sono spaventato da questa.

2. Io sono un ragazzo abbastanza impulsivo, purtroppo. Con il tempo ho imparato a controllare i miei

impulsi e il mio carattere frenetico, i miei comportamenti, e mi arrabbio poco facilmente. Sono un ragazzo

normale come tutti gli altri, almeno così mi ritengo io.

3. Tanto per cominciare vorremmo cominciare a distribuire le merende nelle classi, rendendo così possibile evitare di

avere una giungla di persone ammassate solo per prendere una merenda, e talvolta qualcuno nemmeno riesce a prenderla

in tempo. In secondo luogo vorremmo aumentare l’importanza dei tornei extrascolastici, e renderli aperti agli studenti, in

modo da rendere la scuola anche un luogo di svago. Vorremmo anche mettere una rete wi-fi nel bar, o in prossimità del

bar. Rendere più utilizzati gli schermi nella scuola, trasmettendo notizie, per diffondere informazione, che in Italia

manca… E poi ci sono le proposte consuete, quelle riguardanti cineforum, feste e simili...

4. I miei coetanei? Beh penso che abbiano tanto da dare, ma che non si impegnino abbastanza per darlo. Nel senso che

dovrebbero essere più partecipi dei processi scolastici, perché con il loro aiuto, c’è solamente da guguadagnarci.

Come ben sapete, si sono da poco tenute le consultazioni per l’elezione dei nuovi

rappresentanti degli studendi al consiglio d’Istituto per l’anno scolastico 2012/13,

che hanno visto trionfare la Lista 1 con ben tre seggi conquistati. Nonostante ciò la

Lista 2 esce da queste elezioni a testa alta, portandosi a casa un modesto ma

prezioso seggio. Auspichiamo che i nuovi rappresentanti riescano a mettere da

parte la rivalità giustamente emersa durante le presentazioni delle liste e

collaborino serenamente e produttivamente per tutta la durata della loro carica. In

attesa della prima assemblea d’Istituto (cineforum di Novembre), la Scintilla pone

loro alcune domande per conoscerli meglio:

1. Cosa ti ha spinto/a a candidarti come Rappresentante d'Istituto?

2. Descrivi brevemente il tuo carattere.

3. Quali progetti ed idee vorresti realizzare durante il tuo anno di

rappresentanza?

4. Qual è la tua opinione riguardo ai tuoi coetanei e ai giovani in generale?

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scuola scintilla

4

ED ora… rapprEsEntatEci! Joele Montagna:

1. La voglia di rendermi portavoce delle esigenze,

progetti, iniziative che si vengono a creare

all'interno dell'istituto e quella di mettermi in

gioco per operare a tal fine.

2. Propositivo e dinamico, socievole, sempre

pronto ad ascoltare ma esigente. Guardo in

faccia alla realtà senza fantasticare ma punto in

alto.

3. In primo luogo tutti quelli esposti nella lista, poi tutto ciò che

andrà storto o che viene richiesto si proverà a risolvere!

4. C'è un grosso potenziale in noi giovani, però per strane

alchimie non sempre questo potenziale si concretizza. spesso

pero siamo sviati dai vari problemi che ci circondano, ma

nonostante ciò ci credo lo stesso.

Francesco Camilli

1. Ciò che mi ha spinto è stata la voglia di fare, la voglia

di essere più partecipe, di essere più consapevole ed entrare fino in fondo ai meccanismi della nostra scuola,

per poter risolvere problemi, o evidenziarne, nel caso ci siano. Mi rendo conto che rappresentare più di mille

studenti è una grossa responsabilità, tuttavia non sono spaventato da questa.

2. Io sono un ragazzo abbastanza impulsivo, purtroppo. Con il tempo ho imparato a controllare i miei

impulsi e il mio carattere frenetico, i miei comportamenti, e mi arrabbio poco facilmente. Sono un ragazzo

normale come tutti gli altri, almeno così mi ritengo io.

3. Tanto per cominciare vorremmo cominciare a distribuire le merende nelle classi, rendendo così possibile evitare di

avere una giungla di persone ammassate solo per prendere una merenda, e talvolta qualcuno nemmeno riesce a prenderla

in tempo. In secondo luogo vorremmo aumentare l’importanza dei tornei extrascolastici, e renderli aperti agli studenti, in

modo da rendere la scuola anche un luogo di svago. Vorremmo anche mettere una rete wi-fi nel bar, o in prossimità del

bar. Rendere più utilizzati gli schermi nella scuola, trasmettendo notizie, per diffondere informazione, che in Italia

manca… E poi ci sono le proposte consuete, quelle riguardanti cineforum, feste e simili...

4. I miei coetanei? Beh penso che abbiano tanto da dare, ma che non si impegnino abbastanza per darlo. Nel senso che

dovrebbero essere più partecipi dei processi scolastici, perché con il loro aiuto, c’è solamente da guguadagnarci.

Come ben sapete, si sono da poco tenute le consultazioni per l’elezione dei nuovi

rappresentanti degli studendi al consiglio d’Istituto per l’anno scolastico 2012/13,

che hanno visto trionfare la Lista 1 con ben tre seggi conquistati. Nonostante ciò la

Lista 2 esce da queste elezioni a testa alta, portandosi a casa un modesto ma

prezioso seggio. Auspichiamo che i nuovi rappresentanti riescano a mettere da

parte la rivalità giustamente emersa durante le presentazioni delle liste e

collaborino serenamente e produttivamente per tutta la durata della loro carica. In

attesa della prima assemblea d’Istituto (cineforum di Novembre), la Scintilla pone

loro alcune domande per conoscerli meglio:

1. Cosa ti ha spinto/a a candidarti come Rappresentante d'Istituto?

2. Descrivi brevemente il tuo carattere.

3. Quali progetti ed idee vorresti realizzare durante il tuo anno di

rappresentanza?

4. Qual è la tua opinione riguardo ai tuoi coetanei e ai giovani in generale?

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Preside Roberto Lisotti

Sono stati l'inizio di una avventura, con la

nostalgia di un periodo lungo e importante della mia vita ma

anche con la voglia di rimettermi in gioco e di fare bene il

mio nuovo lavoro e con un pizzico di ansia per le nuove

responsabilità.2. Le bravissime persone con cui ho lavorato

in questi anni e il contatto quotidiano con gli studenti

(soprattutto i ritardatari e i casinisti ;-)), il non dover fare

più l'orario è invece fonte di grande sollievo e soddisfazione!

3. Il Marconi è stato per me palestra di vita da studente, da

docente e da vice. La sua storia negli ultimi trent'anni è

stata segnata da presidi (Sani quand'ero studente poi

Ferretti e da ultimo Rossini) che hanno avuto una visione

della scuola democratica, moderna e aperta agli stimoli che

vengono dall'esterno. Sfruttate al massimo le opportunità

formative che il Marconi vi offre, ne avrete sicuramente un

riscontro positivo in futuro, qualunque scelta facciate alla

fine dei cinque anni. Poi, fuor di retorica...al Marconi si sta

bene!

4. Prima di tutto cinque anni da studente, poi diciasette

(sono arrivato l'anno che è nata la mia prima figlia che

quest'anno è arrivata in IV proprio al Marconi) da prof di cui

cinque da Vice. Sarei rimasto anche fino alla pensione se non

avessi vinto il concorso da dirigente scolastico, ma ci sono

momenti nella vita in cui bisogna mettersi in gioco e salire

sui treni che passano!

5. Ho tantissimi ricordi di episodi speciali ma voglio

ricordarne uno divertente: nel laboratorio di fisica tento una

rovesciata con una pallina di carta mentre la III H di allora

(nella classe c'è anche la figlia dell'allora preside Ferretti)

sta facendo non mi ricordo quali misure, il tentativo è

positivo ma mi si strappano indecentemente i pantaloni nel

sedere, risate generali e intervento della prof. Coltorti che mi

ricuce i pantaloni mentre mi chiudo in bagno in mutande.

6. Sono molto concentrato nella nuovo lavoro ma il Marconi è

sempre nel mio cuore, mi manca soprattutto il rapporto

quotidiano con gli studenti che in una scuola come la mia

attuale, che va dall'infanzia alle medie, è più sporadico e

forse meno incisivo.

7. Spero che abbiate apprezzato il mio lavoro e la mia

disponibilità nei vostri confronti (magari i più piccoli mi

hanno considerato un po' troppo burbero!) e la correttezza

che ho cercato di avere in ogni decisione che ho dovuto

prendere. Qualcuno di voi e di quelli che hanno ormai

concluso il percorso al

Marconi si ricorderà

(non faccio nomi ma

loro lo sanno) le

sgridate e le sedute

"psicoteraupetiche" in

vicepresidenza

8. “La Iole" c'era

quando ero studente e

siamo andati via nello

stesso anno, abbiamo

lavorato insieme per

anni anche in

momenti non facili, le

voglio davvero un

sacco di bene. Al di la'

del lavoro è un'amica

che mi porto sempre

nel cuore. L'augurio è

che si goda la

meritata pensione.

Non ho niente da

consigliarle: la Iole

affronta tutto "a muso duro" (cit. Pierangelo Bertoli) e non

ha bisogno di consigli!

9. Non sta a me giudicare il mio lavoro, sono gli altri che

devono valutarmi, io l'ho affronto con le stesse modalità con

cui ho lavorato al Marconi. I risultati si vedranno con il

tempo, per il momento mi piace quello che faccio e questo è

un buon inizio.

10. Alla mia altezza è impossibile ;-)! Sto scherzando

ovviamente! Con la Prof. Barletta (per me è Chiara) ho

condiviso ufficio, lavoro, momenti belli e brutti per cinque

anni. Chiesi io al preside Ferretti di averla al mio fianco in

vicepresidenza e non ho mai rimpianto la scelta. E' stata

perfetta nel suo lavoro sopperendo anche alle mie pecche

(per esempio alla mia cronica confusione fra carte varie e

cartelle nel pc) sarà, anzi è, una vice importante per il

Marconi, fidatevi di lei come, spero, vi siete fidati di me. Il

prof. Baiamonte (per me Mauro) è da poco al Marconi ma

siamo stati da subito sulla stessa lunghezza d'onda e da

subito messo in luce quelle doti che gli possono permettere di

essere da subito un ottimo "vice del vice" e di fare una bella

carriera. Prima di andarmene ho discusso con il vostro

preside Rossini (per me Riccardo o meglio Ric) la

Intervista La Scintilla intervista i due “grandi assenti” di questo anno scolastico: l’ormai preside

(altrove, purtroppo) Roberto Lisotti, fino all’anno scorso Vicepreside al Marconi e la

storica segretaria, ora in pensione, Iole Sanchioni. Di seguito le domande:

1. Come sono stati questi primi giorni senza il Marconi dopo tutto questo

tempo passato con noi?

2. Cosa vi manca di più e cosa invece siete felici di aver lasciato?

3. Un messaggio che desiderate lasciare ai lettori della Scintilla e a tutti gli

studenti del Marconi.

4. Quanti anni avete passato nella nostra amata scuola e quanti ne avreste

voluti passare?

5. Raccontateci qualche aneddoto o qualcosa di speciale che vi ricorda la

nostra scuola.

6. Sentite già la mancanza del Marconi e dei suoi studenti?

7. Che ricordo sperate di averci lasciato dopo tutto questo tempo passato

con noi?

8. Un consiglio o un augurio per l'altro simbolo del Marconi che insieme a

lei ha lasciato la nostra scuola.

9. Prof ora abbiamo saputo che è diventato preside in un'altra scuola.

Come sta andando questa nuova esperienza lontano dal Marconi ?

10. Cosa ne pensate dei vostri successori? Saranno alla vostra altezza?

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scuola scintilla

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Iole Sanchioni

1. Ragazzi, non ve

l’abbiate a male, ma

posso solo dire che

sto “BENE”; … è

come chiedere ad uno

di voi alla fine delle

lezioni (9 giugno) e

con la promozione in

tasca, “come stai?”.

Mi sento ancora in

vacanza, poi, il

tempo dirà…

2. S icuramente

quello che mi manca

di più siete VOI, i

vostri schiamazzi, i

vostri sorrisi, i vostri

“ciao iole”; manca poi

il sentirsi parte di un gruppo (Presidenza, Docenti e tutto il

Personale) che cerca di dare il meglio e lavora per lo stesso

scopo: LA NOSTRA SCUOLA. Quello che invece sono felice

di aver lasciato è la fatica sostenuta per provare a dare il

meglio.

3. Alla Redazione di “Scintilla” faccio i complimenti e dico

continuate così. Agli studenti dico di mettercela tutta perché,

come ho già detto, le ore passate a scuola sono preziose: date

il meglio di voi e pretendete il meglio dagli altri; non

lasciatevi sfuggire niente che vi potrà essere utile nella vita.

4. Sono arrivata al Liceo “Marconi” il 19 maggio 1972 (ma ci

pensate, una vita fa) ero poco più che ventenne; la sede

centrale era in Viale della Repubblica, il Preside era il Prof.

Gerardo Sani, Gustavo Ferretti era, allora, prof. di storia e

filosofia; Riccardo Rossini era studente del corso A. Del

Preside Sani abbiamo tutti un immenso ricordo (ho ascoltato

sempre molto volentieri i racconti dei vostri genitori,

studenti di allora, quando “raccontano” il Preside Sani. I

presidi successivi…. Ferretti e Rossini (per me, con tutti i

docenti e il personale, una grande famiglia – una grande

casa). Nel settembre 1976 ci siamo trasferiti al Campus.

Sono passati più di quarant’anni e credo che possano

bastare: senza rimpianti, che portano tristezza, ma con tanti

ricordi che ti riempiono il cuore.

5. Gli aneddoti, tanti: con più di 1200 persone fra studenti,

insegnanti e personale ata, immaginate se non poteva

capitare qualcosa di buffo o di particolare quasi ogni giorno.

Ma voglio soffermarmi su qualcosa di speciale che viene

trattato quanto più possibile nel nostro Liceo e che manca

molto nel nostro Paese: LA LEGALITA’ (Ragazzi, non

perdetevi nessuna opportunità). Tra i docenti, l’entusiasmo

della prof. Paola Fraternale Meloni mi mancherà ma non

troppo, perché sul mio cellulare la trovo alla lettera PFM e

mi farò raccontare… ciao Paola.

6. Se è vero che la vita non è solo lavoro, e mi ritengo molto

fortunata di aver lavorato al Marconi, per il Marconi e

quindi per voi, ma è del tutto naturale che si chiuda questa

fase e “non voglio sentire la mancanza”, non voglio essere

triste (tanto, non vi dimentico). E poi, di voi, avrò notizie con

il passare del tempo: finirete il Liceo, farete le vostre scelte,

diventerete adulti e spero ancora di sentire, incontrandovi,

“ciao iole”. La mancanza e quindi, la tristezza, arriva solo

quando il mio pensiero va Matteo, Elisa, Filippo e,

purtroppo, tanti altri che potremo ricordare solo così, come

erano.

7. E’ proprio quello che vorrei sapere da voi.

8. Lo sapevate che anche Roberto Lisotti era studente del

Marconi? Corso B, quindi docente e poi Vice; era naturale

che anche lui vincesse il concorso da Preside (“formati al

Marconi e, se lo vuoi, diventi preside”). L’augurio al nuovo

Preside, come a tutti gli altri, è che i Governi la smettano di

fare penare così i dirigenti delle scuole pubbliche che con i

tagli alla spesa per l’istruzione tolgono loro ogni possibilità

di migliorarla e innovarla, di dare la loro impronta. AUGURI

al Preside Roberto Lisotti e buon lavoro. Auguri alla Vice di

oggi, Prof.ssa Chiara Barletta – ciao Chiara e buon lavoro

anche a te.

10. La scuola, per fortuna, non è un vecchio ammuffito ufficio

dove le pratiche possono rimanere ferme all’infinito e non

succede nulla o quasi (non dovrebbe essere così). Il personale

che opera nella scuola ha una grossa responsabilità e lo sa:

ecco perché sono convinta che tutti ci provano a dare il

meglio di se.

UN FORTE ABBRACCIO, VI VOGLIO BENE

Doppia! La Scintilla intervista i due “grandi assenti” di questo anno scolastico: l’ormai preside

(altrove, purtroppo) Roberto Lisotti, fino all’anno scorso Vicepreside al Marconi e la

storica segretaria, ora in pensione, Iole Sanchioni. Di seguito le domande:

1. Come sono stati questi primi giorni senza il Marconi dopo tutto questo

tempo passato con noi?

2. Cosa vi manca di più e cosa invece siete felici di aver lasciato?

3. Un messaggio che desiderate lasciare ai lettori della Scintilla e a tutti gli

studenti del Marconi.

4. Quanti anni avete passato nella nostra amata scuola e quanti ne avreste

voluti passare?

5. Raccontateci qualche aneddoto o qualcosa di speciale che vi ricorda la

nostra scuola.

6. Sentite già la mancanza del Marconi e dei suoi studenti?

7. Che ricordo sperate di averci lasciato dopo tutto questo tempo passato

con noi?

8. Un consiglio o un augurio per l'altro simbolo del Marconi che insieme a

lei ha lasciato la nostra scuola.

9. Prof ora abbiamo saputo che è diventato preside in un'altra scuola.

Come sta andando questa nuova esperienza lontano dal Marconi ?

10. Cosa ne pensate dei vostri successori? Saranno alla vostra altezza?

"successione" e ci siamo trovati in pieno accordo sulle sue scelte. Come c'è stata

continuità di intenti e modalità nel passare dei presidi (Sani,Ferretti, Rossini) così

c'è continuità nei vice (Rossini, Lisotti, Barletta).

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Sport scintilla

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L'estate scorsa avremo sicuramente visto tutti in

televisione disputare le Paralimpiadi, senza però

ritenerle tali da essere apprezzate quanto le

Olimpiadi. Le Paralimpiadi sono una competizione

per persone disabili che, come gli atleti

normodotati ,

hanno la voglia

e il coraggio di

g a r e g g i a r e

superando le

loro difficoltà e

m e t t e r s i

costantemente

in gioco. Il

t e r m i n e

Paralimpiadi

deriva dal

prefisso greco

“para” (che

significa “parallelo”) e il termine “Olimpico” (come

parallelo alle Olimpiadi) e nascono dopo la seconda

guerra mondiale nel 1960 disputandosi per la

prima volta a Roma, mentre quelle invernali nel

1976 in Svezia. Con il passare del tempo il numero

degli atleti, dapprima minimo, comincia ad essere

consistente e questa forma di sport diventa per gli

atleti un modo per riemergere dopo i brutti

incidenti che hanno causato loro grossi

handicap e per spogliarsi, a volte, anche delle

proprie vergogne. Nelle Paralimpiadi svoltesi

quest'estate a Londra un esempio significativo

vicino a noi è Alex Zanardi: egli fu un

personaggio di spicco nelle corse

automobilistiche, disputando sia nella

FormulaUno che nella CART, fino al

drammatico incidente del 15 settembre 2001,

che ha drasticamente cambiato il suo futuro.

Lo schianto aveva provocato l'istantanea

amputazione di entrambi gli arti

inferiori, uno (il sinistro) al di sopra del

ginocchio, l'altro (il destro) al di sotto,

con il pilota che stava praticamente per

morire dissanguato. In seguito venne caricato

sull'elicottero e condotto all'ospedale di Berlino,

dove rimase in coma farmacologico per circa due

settimane e dove gli venne rimosso

chirurgicamente il ginocchio sinistro,

irrimediabilmente compromesso.

Dato ormai per spacciato, Alex

incredibilmente si riprese. Fu

questo il momento che provocò un

radicale cambiamento nella sua

vita, quando dovette vivere con la

consapevolezza di aver perso

parte di sé. Le sue abitudini, le

sue passioni furono drasticamente

modificate e, con una gran forza di

volontà, riuscì ad affrontare

questo nuovo capitolo della sua

vita: per sé stesso, per la famiglia

e soprattutto per il figlio Niccolò

decise che non poteva scoraggiarsi e perciò si

rimise in gioco sperimentando una nuova

disciplina, l'Handbike. Questo nuovo sport gli

portò sin dall'inizio tante soddisfazioni: riuscì a

conquistarsi il primo posto nella Maratorna di

New York e in quella di Roma, fino alla conquista

dell'oro olimpico nell'ultima edizione delle

Paralimpiadi. Anche se è un contesto al di fuori

Alex Zanardi: "Sono un figo pazzesco!"

Lottare sempre, anche dopo le disavventure.

Page 9: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

musica scintilla

8

Finalmente ce l’abbiamo fatta! Dopo aver

vissuto lo Zoe Microfestival ed esserci

intrufolati un po’ qua un po’ la nei vari

concerti estivi della nostra regione, siamo

riusciti ad intercettare l’onda anomala

provocata dagli esuberanti Ruben e Zagor, meglio

conosciuti come Camillas e li abbiamo intervistati

per voi.

Partiamo dal principio. Come è nato il progetto

Camillas?

La nostra passione nasce per gioco. Inizialmente, dal

‘98/’99 eravamo un trio, gli Aereodinamics, ma nel

2004 ci siamo “parcheggiati”; in realtà, però, non ci

siamo mai fermati: infatti per partecipare al festival

“Pop Natale” a Fano, assieme ad altre band pesaresi

che suonavano pezzi natalizi, ci identificammo come

Camillas.

Cosa significa questo nome così particolare?

Diciamo che quello è un mistero che non sappiamo

nemmeno noi! Questo nome aveva per noi un suono

raffinato che allo stesso tempo risultava familiare,

come quando un tuo amico sta per attraversare una

strada mentre passa una macchina e gridi:

“Camillas”!

Come definireste il vostro genere (molte band

ormai cantano solo in inglese) e come lo

descrivereste a una persona che non vi ha mai

ascoltati?

Dunque noi… Giochiamo con i generi, siamo dei

gran “mangiatori” di musica, la mastichiamo e la

suoniamo sotto diversi tipi di forme: atletiche, di

paura, di emozione.

Cosa pensate riguardo all’odierna musica

commerciale e all’approccio che ha la stragrande

maggioranza dei giovanissimi ad essa?

Allora… il commerciale intanto, per noi, era quella

scuola che si faceva che durava tre anni… Ed era il

Branca! A parte gli scherzi, come concetto è difficile

da spiegare: certe dinamiche commerciali si possono

trovare in musica un po' più di “nicchia”, ma diverse

volte scopri anche qualcosa di veramente

interessante; quindi non è detto che un prodotto

poiché è commerciale va escluso o preso a priori.

Quando un musicista cerca di creare un nuovo pezzo

magari ispirandosi a determinati suoni di batteria o

chitarra di gruppi famosi allora non c’è nulla di

male. Un consiglio che possiamo dare è quello di

essere curiosi nella musica in generale e quello ti può

portare dovunque.

Quali sono le vostre influenze e i gruppi ai quali vi

ispirate?

dalla nostra realtà, dovremmo considerare Zanardi come un modello di grande forza di volontà e

determinazione. Oltre che un grande sportivo è anche un ottimo marito ma soprattutto un padre, come

riportano queste parole dedicate al figlio: «Mi auguro che mio figlio viva la vita con passione, che sia

curioso verso il mondo. E tutte le volte che incontrerà delle difficoltà che riesca ad affrontarle perché

sente il piacere di provarci a dispetto di qualsiasi cosa che possa essere considerato, sulle prime, un

ostacolo».

Lucia Franceschetti e Francesca Arceci

I Camillas

… Un po’ più da vicino!

Page 10: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

musica scintilla

9

Mah, ascoltando molta musica i nostri occhi luccicano di colori

diversi, nel senso che ci definiamo abbastanza sedimentati poiché

troviamo gusto nel giocare con tutti i generi: dalla ballata che ti

commuove fino al punk o alla techno.

Che rapporti avete con le altre band emergenti pesaresi? Ci sono

state delle collaborazioni?

Il rapporto con le altre band di Pesaro è squisito, stiamo vivendo un

periodo molto felice per la musica pesarese e ci piace. Per quanto

riguarda le collaborazioni abbiamo fatto i Camillas

HardCoreOrchestra, un concerto Hard Core dove al basso c’era

Andrea dei Soviet Soviet e alla batteria c’era Bart dei Cosmetic e

altre collaborazioni, soprattutto con amici, per la produzione del

nostro nuovo album “Costa Brava”.

Qual è la vostra canzone più significativa, alla quale siete più

legati o semplicemente della quale siete più soddisfatti?

Se proprio te ne devo dire una in particolare è la prima del nostro

primo CD: “Problemi”, una canzone dove dentro c’è tutto, sia

musicalmente, sia nelle atmosfere che nelle parole. C’è del gioco, l’ amore e la ballata. Mentre nella

“Canzone Del Pane” con un’aria dolce e malinconica, l’ascoltatore si identifica più in noi, la consideriamo

come la nostra piccola bambina. Un altro pezzo importante è “Mi Dai Fastidio”, dall’anima maleducata,

ottusa e non molto intelligente! Infine c’è “Bisonte”, ricco d’amore, che chiude il trio dei pezzi più

conosciuti, e visti su Youtube, completamente differenti gli uni dagli altri.

Qual è il concerto che più vi è rimasto impresso, in cui siete riusciti ad esprimervi al meglio?

Non ce n’è in assoluto uno migliore, fra Torino, Mestre, Milano diciamo che ce ne sono diversi belli.

Quando suoniamo l’importante è arrivare ovunque

per rovesciare addosso tutto, non importa se sei su

un palco piccolo o enorme.

Per finire, vorremmo concludere con un consiglio ai

ragazzi che vogliono iniziare a suonare, per conto

loro o con gli amici. A voi l’ultima parola!

Vediamo, un consiglio… Per prima cosa bisogna

metterci la faccia! Poi esercitarsi e provare, riprovare

e sperimentare, cambiando a vicenda gli strumenti: il

bassista alla batteria e viceversa, anche se non sai

Page 11: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Rubrica donne scintilla

10

come si suona quello strumento e… Non fermarsi!

Ringraziamo vivamente i Camillas per averci concesso un po' del loro tempo per questo incontro e per farli

felici vi assicuriamo: non ci fermeremo!!

Stefano M. Morelli

Fin dall'antichità la figura femminile è sempre stata

sottomessa a quella maschile: forse i motivi di questa

distinzione sono dovuti dalla costituzione fisica

degli uomini, superiori nella forza e questo ha

probabilmente determinato una generalizzazione

anche in ambito intellettuale. Per questo motivo

vengono affiancati alla donna stereotipi o aggettivi

discriminanti e l'immagine che trasmettono di sé

stesse, anche solo per annullare questi pregiudizi,

risulta volgare e inappropriata.

La riduzione dell’immagine femminile alle sue

caratteristiche ed attrattive sessuali interessa diversi

media. Quello che la televisione

rappresenta e rafforza ogni giorno

è un modello errato al quale tutti i

giovani si affidano: le ragazze,

infatti, prendono ad esempio le

donne che vedono in TV cercando

di d ive ntare co me loro ,

diminuendo così la loro autostima

e il rispetto verso sé stesse. Allo

stesso tempo i ragazzi e, ancora

peggio, i bambini identificano il

loro immaginario femminile in

q u e i t e r m i n i c o s t r u e n d o

un’immagine distorta di tutto il

genere. Come una volta la donna non si

faceva rispettare per nulla, ora è sbagliato

il suo approccio che la vede anteporre

all'intelligenza le sue doti fisiche: la

donna non è un oggetto e, per questo,

dovrebbe essere la prima a tutelare la propria

immagine per non farsi considerare tale.

Il vero problema è che troppo spesso vengono

mandati in onda programmi che abusano della

donna e del suo corpo e sono proprio questi ad

essere i più seguiti e che suscitano più interesse.

Sicuramente la televisione è uno dei luoghi di

produzione dei messaggi sociali e, al posto di

promuovere queste trasmissioni, dovrebbe

informare chiaramente che ci sono giovani donne

che studiano, che da grandi vogliono diventare

architetti o medici, bibliotecarie o funzionarie delle

istituzioni europee; giovani donne

che lavorano con successo e

professionalità in posti anche di

rilevo, ma di cui nessuno o quasi

parla. L’Italia, infatti, e lo

confermano le statistiche, è al

62esimo posto nel mondo per

rappresentanza femminile nelle

istituzioni ed è, ancora una volta,

ben lontana dagli standard della

maggior parte dei Paesi

scandinavi dove la presenza di

donne nelle istituzioni supera

abbondantemente il 30% e nel

Uomini e donne:

pari opportunità?

Page 12: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Rubrica Donne scintilla

11

caso della Svezia è addirittura al 47,3%.

Proprio in questi giorni si è svolto a Torino il convegno

"Mai più complici" nel quale Elsa Fornero, ministro del

Lavoro e delle Pari Oppurtunità, ha scatenato le critiche

di alcune donne furiose che portavano cartelli con

scritto "Una donna senza lavoro è una donna senza

libertà".

«Lei non vuole capire, non vuole partecipare ad un

dibattito democratico, lei cerca solo la platea». Dopo

queste accuse il ministro ha intrapreso un dibattito

faccia a faccia con alcune di loro, facendole intervenire

sul palco in modo da poterle comunicare direttamente i

loro problemi sul lavoro. Concluso l'incontro, in assenza di giornalisti, il loro colloquio è continuato e si è

concluso con sorrisi e strette di mano. Il ministro ha infine preso nota delle loro preoccupazioni all'interno

delle fabbriche ritenendo l'incontro positivo e costruttivo per entrambe le parti.

Questo intervento ha sottolineato quanto molte donne vogliano combattere per ottenere cariche che non

sempre hanno possibilità di assumere. Sebbene non tutte le donne vogliano impegnarsi con un lavoro è

certo che a tutte debba essere data l’opportunità di scegliere se farlo o meno. E se esse scelgono di lavorare

deve essere data loro l’opportunità di scegliere lavori che le ricompensino e con gli stessi diritti dei loro

colleghi uomini.

Lucia Franceschetti e Francesca Arceci

Dal 1955 l'associazione ONLUS "AFS Intercultura" gestita da migliaia di volontari che operano nel settore educativo e scolastico per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale organizza scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno quasi 1500 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo nel nostro paese

altrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita all'estero. Noi de "La Scintilla" volevamo saperne di più e così abbiamo deciso di parlare direttamente con i ragazzi che hanno vissuto in prima persona questa fantastica esperienza. Quest'anno infatti lo Zoe Microfestival ha avuto l'onore di avere tra i suoi partecipanti una delegazione di "Intercultura", che con uno stand (nella zona del palco cinema degli Orti Giuli) ha illustrato il proprio obiettivo, quello di far nascere nei giovani una consapevolezza nuova della propria e delle altrui culture e aiutare a ricercare ideali comuni per l'umanità del futuro. La Scintilla: "Come siete venuti a conoscenza dell'associazione "Intercultura"?" Sara, di Urbino, che ha trascorso un anno in Olanda e due mesi in Sudafrica, ci risponde: "Io l'ho saputo da

Cittadini

di mondo

Page 13: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

esperienze scintilla

12

mia sorella, che aveva già fatto questa esperienza." Giovanna, di Rieti, che ha trascorso un anno negli Stati Uniti, ci risponde: "Da noi sono venuti a scuola dei volontari del centro locale a sponsorizzare e ad esporre il progetto". La Scintilla: "Cos'è stato che vi ha spinto a intraprendere questa avventura?" Sara: "Come dice il cartellone che è là appeso (riferendosi all'esposizione dello stand) "Cerchiamo giovani disposti a rinunciare a tutte le loro certezze". È questo partire per un anno!" Francesco, di Riccione, che ha passato un anno in India, dice: "Rimettersi in gioco. Scappare. Provare."Giovanna: "L'idea dell'avventura in sé". La Scintilla: "Come avete preso la scelta dello Stato in cui andare? Vi siete buttati o avevate già le idee

chiare?" Sara: "Avevo messo paesi a caso, qualunque paese mi sarebbe andato bene" Gregorio, di Pesaro, che ha trascorso un anno in Costarica, dice: "Mi sono buttato." Francesco: "È stata una scelta in progressione, ho fatto la cosa più diversa che potessi provare." La Scintilla: "Qual è stata una delle cose che vi ha colpito di più? Che pensate che metta in risalto come la vita sia diversa da qui?" Tutti:" Miliardi di cose. Troppe. Sono difficili da raccontare, e non ce n'è una sola...Si tratta dell'esperienza in generale, di uno stile di vita diverso." Francesco: "Beh, una cosa bellissima è che quando andavo a casa del mio amico e lasciavo le ciabatte li fuori poi andavo in giro scalzo, senza niente ai piedi, e tornavo a casa. Il giorno dopo mi chiamavano loro per

dirmi "Hai lasciato le ciabatte qua", e io non mi ero neanche accorto di non averle. Un altra cosa straordinaria è che lì puoi mangiare qualsiasi cosa a qualsiasi ora del giorno, ovunque, soprattutto cose che non penseresti mai di poter mangiare per strada...Poi magari stai anche male, ma le mangi lo stesso. Addirittura in India con sole 50 rupie (0,50€) mi sono mangiato un piatto di Noodles enorme. Lì non ti puoi alzare dal tavolo di un ristorante avendo speso più di 2€. Per il mio compleanno ad esempio ho offerto la cena a tutti i miei amici in uno dei ristoranti migliori della città e avrò speso...massimo 10€!" La Scintilla: "Come vi siete trovati nella famiglia che vi ha ospitato?"

Page 14: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

poesia scintilla

13

Sara: "Questo dipende da famiglia a famiglia. In Olanda mi hanno accolto come una figlia, anche perchè loro non avevano figli. Quando invece sono andata in Sudafrica non ero figlia della mia famiglia, ma ero figlia della comunità. Io stavo in una ex-township, dove non c'erano porte, era una specie di baracca, e vedevo tutto il villaggio che entrava e usciva di casa mia. Se a qualcuno ad esempio serviva lo zucchero veniva lì e tranquillamente apriva uno sportello e lo prendeva. Come facevo anche io quando mi serviva qualcosa." Gregorio: "Io ero il dodicesimo ad essere ospitato dalla mia famiglia e quindi erano abituati. Mi hanno adottato come figlio vero e proprio, mi sentivo a casa" La Scintilla: "Avete mai avuto nostalgia di casa, della famiglia e degli amici?" Tutti: Non più di tanto. Non ci pensi. Alla fine vivi lì e hai li la tua famiglia e i tuoi amici."Francesco: "Diventa quella la tua vita. Sei come un bambino che deve di nuovo imparare tutto daccapo." La Scintilla: "Cosa direste ad una persona che vorrebbe partire, gli consigliereste questa esperienza?" Sara: Certamente si, se ognuno lo facesse vivremmo in un mondo completamente diverso. Apre verso nuove culture, alla tolleranza, non esisterebbero più pregiudizi, discriminazioni, stereotipi." Francesco: "Nessuno si stupirebbe se io andassi in giro scalzo, o con un turbante in testa."Giovanna: "Perlomeno non daresti un giudizio affrettato. Prima rifletteresti sul perchè quella persona va in giro scalza, o fa quella determinata cosa." La Scintilla: "Che differenze avete notato nel sistema scolastico? È stato difficile inserirsi nella nuova scuola?" Aurora, che ha trascorso un anno in Costa Rica, dice: È stato difficile soprattutto abituarsi a una scuola totalmente diversa, devi utilizzare un metodo diverso. Anche il rapporto con gli insegnanti non è lo

stesso: in Italia c'è un senso di autorità e del rispetto molto più alto, l'idea del professore che sta sopra. In Costarica invece col professore io ci andavo al ristorante." Francesco: "Anche in India è così, io il mio insegnante lo vedevo anche come guru. Un mio professore che era bramino mi ha insegnato molte delle cose che so sulla cultura sapenziale indiana."Giovanna: "Anche in America c'è un legame alunno-professore molto più confidenziale. Se hai un problema anche al di fuori dalla scuola ti viene da andare a parlare con professore". La Scintilla: "Cosa c'è di diverso nell'organizzazione della società rispetto al nostro paese e nel come le persone vivono insieme?" Francesco: "In India sono tutti sempre felici. Ci possono essere meno soldi, ci possono essere più

soldi, ma spesso e volentieri le persone più povere sono quella più felici delle altre." Sara: "Anche in Sudafrica era così." Gregorio e Aurora: "In Costarica l'organizzazione è l'ultimo dei problemi, dai un appuntamento alle 4 e arrivi alle 6 e mezzo e nessuno dice niente. E sono tutti

felici". Giovanna: "Negli Stati Uniti è tutto il contrario, loro spaccano il minuto!" La Scintilla: "Vi è mai capitato di annoiarvi?" Francesco: "Si certo, ma è normale, è come quando sei a casa. Non è un viaggio, è la tua vita. Come ti annoi in Italia ti puoi annoiare all'estero". Aurora: "Però è bello perché anche annoiarsi serve anche un po' a riflettere, ad avere il tempo di considerare tutto quello che hai fatto". La Scintilla: "Il voto complessivo che dareste a questa esperienza, da 1 a 10?" Tutti: "10, ci sta tutto".

Giulia Galeazzi

(Articolo ripreso dal “Gazzettino dello Zoe” del 14/07/12 a cura de La Scintilla, ndr)

Page 15: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Opinioni scintilla

14

«Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una

teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su

un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la

mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere

che la teiera è troppo piccola per essere rivelata

persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io

dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere

smentita, dubitarne sarebbe un'intollerabile

presunzione da parte della ragione umana, si

penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se

però l'esistenza di una tale teiera venisse affermata

in libri antichi, insegnata ogni domenica come la

sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a

scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza

diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il

dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età

illuminata o dell'Inquisitore in un tempo

antecedente.» In questo articolo

commissionatogli, ma mai

pubbl i ca to da l magazin e

"Illustrated", Bertrand Russell si

oppone al fatto che tocchi allo

scettico confutare le affermazioni

delle religioni, mentre ovviamente

la logica suggerirebbe il contrario:

è infatti il credente che è tenuto a

dimostrare la veridicità di ciò che

afferma, non compito dello

scettico doverla smentire.

D'altronde fin dall'antichità il

conflitto tra fede e ragione ha

caratterizzato intere epoche

storiche. Già dal IV secolo A.C.

Euclide, il più grande

matematico e geometra del

mondo antico, autore degli

"Element i" ( l 'opera più

importante considerata un pilastro della geometria

moderna, secondo libro più letto e studiato al

mondo dopo la bibbia) sentenzia che "Ciò che è

affermato senza prova, può essere negato senza

prova." Il vero problema in questa disputa

millenaria è stato che la Chiesa (in particolare quella

cattolica) ha assunto un potere sempre crescente,

approfittando della diffusa ignoranza della

popolazione e ha utilizzato questa sua influenza per

indirizzare il pensiero a proprio vantaggio,

arrivando persino ad opporsi (qualora se lo trovasse

di fronte) ad un libero pensatore che si rifiutava di

adattare o abiurare le proprie tesi. Ovviamente il

termine "opporsi" in questo caso è usato a

sproposito: la santa inquisizione per 500 anni ha

fatto strage e torturato oltre che i liberi pensatori,

"streghe", "eretici", "pagani", sentendosi in diritto di

p o t e r / d o v e r m a n t e n e r e

l'egemonia del pensiero cristiano,

senza timore di arrivare ad

uccidere. Ora mi chiedo quale Dio

godrebbe di tale fanatismo, ma

non a caso i secoli in cui la Chiesa

ha detenuto un potere temporale,

sono ricordati nella storia come i

"secoli bui" e solo con l'avvento

dell'illuminismo ci fu una spinta

di innovazione e apertura al

confronto che la Chiesa non riuscì

ad arginare. Molto significativa da

questo punto di vista è

l'affermazione del John Locke "I

papisti non devono godere del

Is there a god?

Bertrand Russell

Page 16: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Giovani scintilla

15

beneficio della tolleranza, perché, dove hanno il

potere, si ritengono obbligati a negare la tolleranza

agli altri". Il filosofo empirista inglese con il termine

papisti intende i cattolici in generale e attacca

piuttosto duramente la Chiesa Cattolica, colpevole

secondo lui di esigere rispetto senza poi portarne nei

confronti delle altre religioni, ma soprattutto

colpevole secondo Locke di voler imporre la propria

fede attraverso uno stato confessionale, ipotesi che

nel 1685 (anno di pubblicazione dell'opera "A letter

concerning toleration") in Inghilterra non era così

lontana dall'avverarsi. Purtroppo anche ai nostri

tempi la chiesa pur avendo ridimensionato la sua

figura in campo politico, riveste ancora un ruolo

talmente autoritario da riuscire, almeno in Italia, a

far valere la propria opinione pretendendo a volte

che lo stato condanni un certo tipo di

comportamento o azione, perché moralmente

sbagliato secondo loro. Eppure l'espressione coniata

da Charles de Montalembert e ripresa da Cavour

"libera Chiesa in libero Stato" riassume in modo

chiaro come uno stato laico non dovrebbe subire

l'influenza spirituale di una confessione religiosa; è

triste dover ammettere che tante cose non sono

cambiate nel corso dei secoli e mentre la civiltà e il

progresso avanzano sempre più, c'è ancora chi

ascolta un papa che è contrario all'utilizzo dei

metodi contraccettivi in africa dove ogni anno il

numero delle vittime è altissimo e boccia tutte le

ricerche in ambito scientifico sulle cellule staminali,

dimostrando da questo punto di vista una chiusura

mentale spaventosa e preoccupante. Per concludere

mi affido alle parole del matematico, fisico e

cosmologo Stephen Hawking che afferma

perentoriamente: "C'è una fondamentale differenza

tra la religione, che è basata sull'autorità, e la scienza,

che è basata su osservazione e ragionamento. E la

scienza vincerà perché funziona."

Arturo Agostinelli

Erasmus è una nuova città, nuovi amici, una nuova vita.

Erasmus è cavarsela da soli, è l'aiuto di un tedesco appena

conosciuto, è dover parlare un'altra lingua - almeno - oltre

all'italiano. Erasmus è diventare matto per compilare il

Learning Agreement, è tanta burocrazia con la speranza di

poter dire un giorno: "sì, ne è valsa la pena!".

Sono in Portogallo da poco più di un mese: sono solo all'inizio

di quest'esperienza ma forse qualcosa l'ho già capita e

proverò a trasmettervela. Atterro a Lisbona in una calda

serata di fine agosto. So che qualcosa di nuovo sta iniziando,

un'altra pagina della mia vita verrà scritta. Ma non me ne

rendo ancora conto. Vado in ostello, il giorno seguente inizio

a cercare una casa, un'odissea per molti studenti Erasmus.

salviamo l’Erasmus

Page 17: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Giovani scintilla

16

Poi le prime conoscenze, le prime feste, le prime

difficoltà con una lingua tremendamente

complessa seppur vicina all'italiano. L'inglese

risolve però la gran parte dei problemi, non

temete. Il Portogallo non è la Svezia, è risaputo.

La mia università portoghese risulta però

comunque più organizzata dell'Università di

Bologna. Anche il metodo d'apprendimento è

differente: classi poco numerose, rapporto

studente-professore, compiti per casa. Penso per

un attimo di essere tornato al liceo. Ma è solo un

sogno dal quale mi sveglio quando, al secondo

giorno di lezione, mi ritrovo a fare una

p r e s e n t a z i o n e s u l l a

condizione delle coppie

omosessuali in Italia;

davanti a me, una classe

attenta, silenziosa. Inizio a

parlare, la voce mi trema,

poi si schiarisce. Di cose da

dire ne ho tante, provo a

essere il più imparziale

possibile ma non credo di

riuscirci dato l'argomento

che devo trattare. Alla fine

sembrano tutti soddisfatti. Torno al posto,

sorridendo sotto i baffi, che non ho. Devo dirlo: le

giornate non scorrono in maniera diametralmente

opposta a quelle trascorse per due anni a Bologna.

Corsi, pranzi frugali, il riordinare gli appunti ogni

tanto, spesa proletaria, birre della buona notte. Le

stesse cose. Il tutto però è elevato al quadrato,

forse al cubo. Sarà forse che si respira un'aria

internazionale, e non solo all'interno

dell'università, sarà dover prendere la metro

invece che la bici per andare a lezione.

Sicuramente c'è dell'altro, qualcosa di complesso

da spiegare a parole, che vi auguro di provare

sulla vostra pelle, di viverlo in prima persona.

Perché ve lo porterete dietro tutta la vita.

Erasmus è tante cose, alcune bellissime, altre

meno. Non è certo tutto rose e fiori. Come ogni

esperienza lontano da casa dopotutto. In poco più

di un mese sono riuscito a infortunarmi giocando a

basket con dei compagni di università (e le colline

di Lisbona non sono simpatiche da scalare in

stampelle!), sono stato buttato fuori di casa in

seguito a una torbida storia. Ora dormo su un

divano a casa di un'amica sperando che quando

leggerete questo pezzo avrò di nuovo un tetto

sopra la testa. Queste e tante altre storie provo a

raccontarle sul mio blog,

forse più un diario di

viaggio. Pensavo di non

aver mai avuto la costanza

di farlo e invece l'ho trovato

tremendamente naturale e

divertente. Mi piace l'idea

d i raz iona l i zzare e

c o n d i v i d e r e a l c u n e

esperienze, e farlo per

iscritto è forse la cosa

migliore. Sarebbe giusto

spendere qualche parola in favore del progetto

Erasmus che compie 25 anni quest'anno. Ma non

lo farò. Penso che dalle righe qui sopra già si possa

capire che chi solo ha pensato di abolirlo non

sappia di cosa stia parlando. Perché quando sei in

Erasmus rimani quel che sei, rimani italiano,

pesarese nel mio caso, ma in più diventi

qualcos'altro. E penso che tutti dovrebbero avere

la possibilità di diventare quel qualcos'altro. Per

questo dico, e continuerò a dire, giù le mani

dall'Erasmus!

Filippo Galeazzi

filippogaleazzi.wordpress.com

Page 18: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

Fisica scintilla

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Problema del mese di

OTTOBRE Una piattaforma di massa M è posta su un piano

orizzontale privo di attrito. Due blocchi di massa 4M

e M sono posti sulla piattaforma. Per entrambi i

blocchi, il coefficiente di attrito statico con la

piattaforma è uguale a 0,16 e il coefficiente di attrito

dinamico è pari a 0,10. I blocchi sono collegati da una

fune leggera attraverso una puleggia di massa

trascurabile, attirata da una forza orizzontale F. Se

l'accelerazione della piattaforma è 0,2 g, trovare il

valore di F e l'accelerazione di ciascun blocco.

Fisica, che

passione! Il dipartimento di fisica e matematica, in

collaborazione con La Scintilla, proporrà

periodicamente agli studenti del Liceo alcuni

problemi di fisica: Chiunque potrà cimentarsi a

trovare la soluzione per vincere il premio in palio. La

soluzione dovrà pervenire entro la scadenza prevista

nel dipartimento di fisica dove ci sarà un’apposita

cassetta.

A cura del Prof. Aziz Khaleghi

REGOLAMENTO

1. La commissione valutatrice è

composta dai professori:

Khaleghi Aziz, Baiamonte

Mauro, Campana Michela,

Della Michelina Loris,

Lorenzi Cinzia, Tempesta

Manuela.

2. Nell'assegnazione del premio

è insindacabile il giudizio

della commissione;

3. La soluzione e il nome del

vincitore saranno pubblicati

sul sito della scuola;

4. Il premio consiste in un libro;

5. Uno studente non può

vincere più di una volta nel

corso dello stesso anno

scolastico.

Consegna entro il 22 Novembre

Page 19: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

scuola scintilla

18

Page 20: La Scintilla Ottobre-Novembre 2012

pErioDico Di attualita’, cultura,

INTERESSE GIOVANILE

GIORNALE DEGLI

STUDENTI DEL LICEO

SCIENTIFICO

REDAZIONE CENTRALE: Giulia Galeazzi Andrea Gasperini REDATTORI: Francesca Arceci Lucia Franceschetti

Enrico Giunta Arturo Agostinelli Stefano M. Morelli OPINIONI: Filippo Galeazzi CORRETTORE DI BOZZE: Giulia Galeazzi

IMPAGINAZIONE: Enrico Giunta

Pagina facebook: La Scintilla