Scintilla 66 - febbraio 2016

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Sviluppiamo la resistenza di classe Febbraio 2016 Numero 66 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Nelle ultime settimane c’è stato uno sviluppo delle lotte operaie che dall’Ilva all’Alcoa, dalla Piaggio a Gela, hanno coinvolto diverse categorie e sono state caratterizzate da forme di lotta più dure e crescente significato politico. Queste lotte si sviluppano sotto l’offensiva dei capitalisti e del governo Renzi, che con il perdurare della stagnazione e il calo dell’export, aumentano la pressione sui contratti, l’occupazione, i ritmi, gli orari, i salari... La risposta messa in campo dagli operai colpiti dalla brutale offensiva, dimostra un’accresciuta attività e volontà di lotta di settori proletari che non si lasciano opprimere, sfruttare e licenziare senza opporre resistenza. Sebbene le lotte hanno ancora un carattere difensivo vediamo un atteggiamento più determinato degli operai nei confronti di Renzi, del suo governo e del ”maggiore azionista di riferimento”, il PD. Gli sputi e gli insulti ricevuti a Genova dal suo segretario locale esprimono il rapporto che passa fra gli operai combattivi e questo partito neoliberista e corrotto. Di grande importanza anche alcuni tentativi di realizzazione, seppure solo sul piano sindacale, del fronte unico operaio, che dimostrano il tentativo delle avanguardie operaie di svincolarsi dai vincoli e dalle asfissianti pratiche riformiste e socialdemocratiche. Sono tutti segnali che annunciano un nuovo sviluppo della lotta di classe. L’esperienza ci dice che la radicalizzazione delle lotte è importante, ma di per sé non decisiva. Spesso anche le lotte più dure vengono rintuzzate se si rimane nelle logiche economiciste, se non si allarga la lotta e non si moltiplica la solidarietà di classe, se non viene abbracciata una prospettiva di rottura rivoluzionaria. E’ indispensabile avanzare nel processo di organizzazione politica di classe. Gli operai avanzati devono mettersi di fronte al problema dell’organizzazione politica indipendente e rivoluzionaria della classe operaia, perchè senza il Partito non è possibile aiutare lo sviluppo del movimento proletario ed elevare la sua coscienza di classe degli operai. Chiamiamo dunque i proletari avanzati e combattivi a stringere i contatti con i marxisti-leninisti per compiere effettivi passi in avanti sulla strada dell’unità e dell’organizzazione. alla politica antioperaia, reazionaria e di guerra

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Organo di Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

Transcript of Scintilla 66 - febbraio 2016

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaSviluppiamola resistenza di classe

Febbraio 2016 Numero 66 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Nelle ultime settimane c’è stato unosviluppo delle lotte operaie che dall’Ilvaall’Alcoa, dalla Piaggio a Gela, hannocoinvolto diverse categorie e sono statecaratterizzate da forme di lotta più dure ecrescente significato politico. Queste lotte si sviluppano sottol’offensiva dei capitalisti e del governoRenzi, che con il perdurare dellastagnazione e il calo dell’export,aumentano la pressione sui contratti,l’occupazione, i ritmi, gli orari, i salari... La risposta messa in campo dagli operaicolpiti dalla brutale offensiva, dimostraun’accresciuta attività e volontà di lottadi settori proletari che non si lascianoopprimere, sfruttare e licenziare senzaopporre resistenza. Sebbene le lotte hanno ancora uncarattere difensivo vediamo unatteggiamento più determinato deglioperai nei confronti di Renzi, del suogoverno e del ”maggiore azionista diriferimento”, il PD. Gli sputi e gli insultiricevuti a Genova dal suo segretariolocale esprimono il rapporto che passafra gli operai combattivi e questo partitoneoliberista e corrotto.Di grande importanza anche alcunitentativi di realizzazione, seppure solosul piano sindacale, del fronte unicooperaio, che dimostrano il tentativo delleavanguardie operaie di svincolarsi daivincoli e dalle asfissianti praticheriformiste e socialdemocratiche. Sono tutti segnali che annunciano unnuovo sviluppo della lotta di classe.L’esperienza ci dice che laradicalizzazione delle lotte è importante,ma di per sé non decisiva. Spesso anchele lotte più dure vengono rintuzzate se sirimane nelle logiche economiciste, senon si allarga la lotta e non si moltiplicala solidarietà di classe, se non vieneabbracciata una prospettiva di rotturarivoluzionaria. E’ indispensabile avanzare nel processodi organizzazione politica di classe. Glioperai avanzati devono mettersi di fronteal problema dell’organizzazione politicaindipendente e rivoluzionaria dellaclasse operaia, perchè senza il Partitonon è possibile aiutare lo sviluppo delmovimento proletario ed elevare la suacoscienza di classe degli operai.Chiamiamo dunque i proletari avanzati ecombattivi a stringere i contatti con imarxisti-leninisti per compiere effettivipassi in avanti sulla strada dell’unità edell’organizzazione.

alla politica antioperaia,reazionariae di guerra

NO alla controriforma costituzionale Via il governo Renzi!

2 Febbraio 2016

Nei primi 9 mesi del 2015 ilnumero di morti nel nostroPaese è salito di oltre il 10%. Subase annua sono circa 61 miladecessi in più rispetto al 2014.Un aumento abnorme, che ilgoverno renziano dell’Italia“che riparte” non chiarisce. Tacesu una catastrofe nazionale. Per trovare un’analogaimpennata della mortalità, sideve tornare agli anni della I edella II guerra mondiale. Ma in epoca di “pace” come sispiega un aumento dellamortalità di queste dimensioni?Il dato non è giustificabile conl’invecchiamento dellapopolazione, che spiega soltantouna parte dei decessi in più. Il “mistero” può essere spiegato

solo in un modo: lo spaventosoaumento dei decessi è la direttaconseguenza dei tagli alle spesesanitarie e sociali, ai salari e allepensioni, dell’impoverimentocrescente delle grandi masse. Nella sanità pubblica a forza ditagli lineari in 10 anni sono staticancellati negli ospedali circa60.000 posti letto e 25.000 postidi lavoro. Ciò ha prodotto l’allungamentodelle liste d’attesa, ilsovraffollamento dei prontosoccorso, la mancanza deimezzi e degli strumentinecessari (nemmeno i bisturitagliano più!), l’aumento deiticket sanitari, la riduzione deicontrolli nei posti di lavoro.A ciò va aggiunto che in Italia ci

sono 10 milioni di personeescluse per motivi economicidalle cure sanitarie, chedovrebbero essere garantite egratuite. Il numero è destinato asalire a causa delle politichecriminali dell’UE, dell’aumentodella disoccupazione e dellamiseria. Tutto ciò si traduce inpiù morti nelle classi inferiori. I dati ci dicono che leconseguenze della crisicapitalistica e della politica diausterità sono paragonabili aquelle di una guerra. Una guerra non dichiarata, macombattuta ogni giorno dallaborghesia imperialista contro ilproletariato e le masse popolari.Una guerra che lascia sulterreno decine di migliaia di

vittime e che è l’altra facciadelle guerre di rapina condotteall’estero.“Dovete morire” è lo sloganattuato dalla classe dominante edai suoi governi nei confronti dimilioni di proletari. Le aridestatistiche ne registrano glieffetti.Bisogna che gli operaicomprendano che è ilcapitalismo a dover morireaffinchè essi vivano.Se c’è una guerra da fare èquella degli sfruttati contro glisfruttatori, per instaurare ladittatura proletaria e conquistareil socialismo e il comunismo. Per condurla ci vuole un fortePartito comunista m-l, che sia lostratega e la guida della lotta!

Le tragiche conseguenze dell’austerità

L’approvazione del Ddl Boschialla Camera e il conseguenteampliamento di fatto dellamaggioranza di governo alla P4di Verdini, sono stati i recentieventi politici che hanno messo inpiena luce la deriva reazionariadel governo Renzi. Le controriforme costituzionalicombinati con gli effettidell’Italicum (la legge-truffaelettorale) disegnano unaRepubblica autoritaria, un regimeautocratico funzionale agliinteressi dell’oligarchiafinanziaria, ai privilegi di unaminoranza di parassiti sociali. Per decenni la classe dominanteha boicottato la Costituzionedemocratico-borghese, ristretto idiritti del Parlamento (oggi l’80%delle leggi le fa il governo),limitato i diritti dei lavoratori. Oggi con il PD neoliberista diRenzi al potere tenta l’affondoper cambiare forma al governo eallo Stato borghese oppressivo esfruttatore, liquidando il modellorepubblicano precedente. In autunno ci sarà il referendum“confermativo”, che Renzi vuoletrasformare in un plebiscitoreazionario, per rafforzare ilpotere dell’ “uomo solo alcomando” e seguire le orme diMussolini. Perciò ha da tempo avviato unacampagna di menzogne eintossicazione basata su elementifalsi e demagogici, come quellodella fine della crisi. Suona iltrombone nazionalista mentre fail leccapiedi degli USA, del

Vaticano e di altre potenze.Chiaramente la posta in gioconon sono certo i risparmi di spesae il numero degli scansafaticheparlamentari (bastava metterli astipendio minimo e dimezzarne ilnumero!). L’obiettivo è ilriordinamento reazionario delloStato e della società borghese. Se passerà la controriformacostituzionale vi saranno graviconseguenze per la classe operaiae le grandi masse popolari. Con il presidenzialismo e ilrafforzamento del ruolodell’esecutivo, a scapito delParlamento, vedremo una rapidacancellazione dei residui diritti econquiste dei lavoratori, lademolizione dei servizi pubblici,la distruzione delleorganizzazioni di difesa dei nostriinteressi di classe, l’aumentodell’oppressione e dellosfruttamento, l’applicazionespietata del Jobs Act e dei diktatdell’UE imperialista, maggiorisoprusi padronali. Assieme all’aumento del poteredel governo ci sarà ilrafforzamento del “Partito unico”del blocco dominante contro laclasse operaia. Renzi non è invincibile, si può esi deve battere. Il suo credito è piùdeteriorato di quello delle banche. Noi comunisti esigiamo la libertàdi organizzazione, di riunione, disciopero dei lavoratori e nonl’inasprimento della dittatura deimonopoli capitalistici. Perciò diciamo NO alla modificadella Costituzione antifascista e

lottiamo per la caduta del bullettofiorentino, mai eletto dal popoloquale capo di governo. La vittoria nel referendum sullecontroriforme costituzionali e lasconfitta di Renzi potrannoaffermarsi solo come il risultatodi un processo di lotta nellefabbriche e nelle piazze, di unamobilitazione delle forze popolaricapeggiata dalla classe operaia. Lottando per le suerivendicazioni la classe operaia sideve mettere alla testa della lottaper impedire il rafforzamentodella dittatura antidemocraticadella borghesia, per cacciare ilmalgoverno di Renzi, gettando lepremesse di un governo deglioperai e degli altri lavoratorisfruttati. I capi socialdemocratici nonvogliono che gli operai siano allatesta della lotta contro la reazionepolitica. Puntano sugliintellettuali, sui burocratisindacali e sulla piccola borghesia

(i “cittadini”), perché temono chesi affermi la funzione decisiva edirettiva del proletariato. Non nevogliono sapere dellerivendicazioni urgenti deglioperai che danno un contenutoanticapitalista e rivoluzionarioalla lotta. Il loro obiettivo èl’ennesimo fallimentarecentrosinistra borghese. Incitiamo la classe operaia adifendere palmo a palmo leconquiste democratiche strappatein decenni di lotta accanita, aintensificare la lotta affinchésiano estese, a organizzare ilfronte unico per batterel’offensiva capitalista, la reazionepolitica e i pericoli di guerra, peraprire la strada all’alternativa dipotere: una Repubblica popolaree socialista, basata sui Consigli! NO alle controriforme e allaclasse borghese che le impone peri suoi interessi economici epolitici. Via il governoreazionario di Renzi!

3Febbraio 2016

Gli operai del petrolchimicoENI di Gela (Caltanisetta) edell’indotto sono scesi in lottaper la difesa del posto di lavoro.C’è stato lo sciopero generaledel gruppo, diventato a Gelasciopero generale cittadino.Sono stati organizzati presidi ebloccate le strade di accessoalla città.Gli operai si oppongonostrenuamente alla chiusuradella raffineria e protestanocontro la mancatariconversione in “greenrefinery”. Gli ammortizzatorisono esauriti, anche i lavoratoridegli appalti rischiano illicenziamento. Questo avviene mentrecontinua lo squallido “gioco frale parti”, fra il silenzio delgoverno e delle altre istituzioniborghesi, complici di ENI, e learroganti affermazioni delmonopolio petrolifero che parladi “impegni rispettati” mentre adistanza di oltre un anno gliaccordi sono rimasti lettera

morta. Anche il cosiddetto“governatore alternativo”Crocetta fa lo scaricabariledicendo che tutto dipende daRoma, eludendo le sueresponsabilità.Oggi i burocrati di CGIL-CISL-UIL esprimono rammarico eparlano di “inganno di stato”,criticando ENI e governo chehanno a più riprese proclamato“la vertenza Gela” ormairisolta. Ma, oltre a dispensare lesolite parole e illusioni, quandomai hanno organizzato una lottadecisa negli ultimi due anni? Camusso esprime“straordinaria preoccupazione”,il segretario provinciale dellaCGIL Ignazio Giudice siappella a Renzi…ma come sipuò aspettare qualcosa dipositivo da un governo cosìsfacciatamente antioperaio?La tensione sta crescendoperché gli operai e lapopolazione temono la fuga diENI, con la cessione dellequote della società Versalis.

A Gela come all’ILVA, all’exAlstom, etc. la classe operaiaviene colpita dai profittatori. Non si tratta di superficialità eincompetenza del Governo,come sostiene l’esponente diSEL Fundarò, ma di una precisastrategia seguita dai monopoli edal loro comitato di affarirenziano. Come nel caso di Gela i padronidopo aver spremuto ilavoratori, alla fine li caccianosenza pietà e vanno a caccia dicondizioni più favorevoli.La salvaguardia del lavoro

degli operai del petrolchimiconon può basarsi sulla fiducia inchi ha costantemente tradito gliinteressi operai, in nome diquelli del capitale, ma sullalotta di classe intransigentecontro il padrone e i suoirappresentanti. Basta con i licenziamenti per iprofitti! E’ ora di passareall’occupazione dellefabbriche! Sosteniamo la lottadi Gela e leghiamola a quelladegli altri stabilimenticostruendo un solo Fronteproletario contro il capitale!

ENI di Gela: operai ancora traditi

Riceviamo e pubblichiamoRESPINTI I LICENZIAMENTI ALLA PIAGGIO

La determinazione deilavoratori ha costretto la DNA aritirare i quattro licenziamentiche sarebbero stati la primaapplicazione in questa zonadella legge “ Fornero ”.La reazione immediata deilavoratori della cooperativa el’adesione dei lavoratori dellaCEVA hanno richiamatodavanti ai cancelli dellafabbrica le forze piùconsapevoli del mondo operaiopresenti sul territorio perrespingere l’applicazione dellalegge che ha abolito l’ART. 18per i licenziamenti economici“individuali”.La determinazione deilavoratori della DNA e dellaCEVA ad andare avanti aoltranza, il supporto dilavoratori e delegati PIAGGIO,che già avevano dichiaratosciopero per il martedì, losciopero dei lavoratori dellaSOLE, hanno costretto tutti ipartecipanti alle trattative astare sul punto e a rispettare lecondizioni poste dagli operaiper cessare lo sciopero:

stracciare le lettere dilicenziamento.Gli operai hanno vinto e ilicenziamenti sono stati ritiratinella serata di lunedì.Nonostante le loro leggi, ipadroni questa volta non sonopassati!Questa vicenda, che deve darcicoraggio ed essere diinsegnamento per le lottefuture, ci fa capire che:- le leggi, anche se approvate,possono essere contrastate erese inapplicabili con la lotta el’unità dei lavoratori- l’unità che siamo riusciti arealizzare tra i lavoratori DNA,CEVA, SOLE e PIAGGIO puòessere preziosa per lotterivendicative, e non solodifensive come questa, ediventare un punto diriferimento per molti lavoratoridi altre fabbriche.Con questa forza riprenderà neiprossimi giorni il confronto conla cooperativa DNA. Tra i vari punti dovrà essereaffrontato anche illicenziamento politico deldelegato DNA SandroGiacomelli, su cui i lavoratoririchiedono una soluzione.LAVORATORI E DELEGATIDNA, CEVA, SOLE, PIAGGIO

Uniti si vince!La lotta allo stress in fabbricaCorrispondenzaUna delle conseguenzedell’aumento dei ritmi e deicarichi di lavoro (v. Scintilla digennaio) è lo stress legatoall’attività lavorativa. Lo stresscausa problemi di salutementale e fisica e aumenta ilrischio di infortuni sul lavoro,che sono di nuovo in crescita. Le cause dello stress da lavorovanno ricercati nell’aumentodello sfruttamento, nellemodifiche che la concor renzacapitalistica ha determinatonelle aziende. I padroni per aumentare i loroprofitti impongono ritmipazzeschi, una maggioreflessibilità e una continuapressione sugli operai che nepagano le conseguenze. Le leggi borghesi non potrannomai risolvere i nostri problemi.La questione è comeapprofittare di alcunecontraddizioni per sviluppare lalotta e l’unità degli operai. In questo caso il D. Lgs. 81/08ci apre degli spazi di interventopoiché ha reso obbligatoria lavalutazione di tutte le tipologiedi rischio cui sono esposti ilavoratori, comprese quelle dastress. I padroni sono tenuti a

compilare il Documento diValutazione dei Rischi (DVR),che deve contenere, tra l’altro,la seguente informazioneobbligatoria: il rischio stresslavoro–correlato con i relativicriteri su cui si basa lavalutazione e le misure diprevenzione da adottare.Una superficiale o inadeguatavalutazione dei rischi e ildiffondersi di casi di stresslavoro–correlato espongono ipadroni a diverse sanzioni. Questo documento deve essereredatto con il Rappresentantedei Lavoratori per la Sicurezza(RLS). Se l’RLS non ritieneadeguato il DVR o non èconsultato deve inoltrarerichiesta al datore di lavoro, alResponsabile del ServizioPrevenzione e Protezione ed alMedico Competente. Se anchein questo caso le richieste sonodisattese può fare ricorso alServizio Prevenzione eSicurezza nei Luoghi di Lavorodella ASL, che deve intervenire.Gli RLS hanno diritto apartecipare al sopralluogo e adessere informati sull’esitodell’indagine. Operai, lo stress non è unproblema di tipo individuale,difendiamoci collettivamente!

I vertici sindacali sabotano il fronteunico di lotta operaiaNell’ultimo Comitato Centraledella FIOM, è stato reso notoche una decina di compagnioperai RSA di diversistabilimenti del gruppo FCA,che sono in prima fila nella lottacontro lo sfruttamento, sono arischio di procedimentodisciplinare nel sindacato. La FIOM ha infatti deciso diverificare se permangonoancora la condizioni della loroappartenenza alla CGIL. La“colpa” di questi operai sarebbela costituzione di uncoordinamento di base,composto da lavoratori edelegati appartenenti a diversesigle sindacali, per lottare uniticontro il “modelloMarchionne”, il Jobs Act delgoverno Renzi e conquistaremigliori rapporti di forza.La decisione dei dirigentiFIOM/CGIL è grave. Icompagni dell’area sindacalecui appartengono i delegatiRSA hanno lanciato un appellorivolto a Camusso e Landini perfarli recedere dall’azionedisciplinare: invitiamo tutti ilavoratori a firmarlo. Ma questo episodio non deveessere considerato ed affrontatosoltanto sotto l’aspetto dellasolidarietà, che purtroppo dataluni viene concepita solo infunzione di logicheparlamentaristiche diconservazione dei posti negliapparati sindacali.Il vero senso della questione èpolitico: gli operai e i delegatiavanzati vengono colpiti perchéhanno avuto il coraggio diricercare e realizzare l’unità dilotta dal basso con altrecomponenti sindacali di classe,sulla scia di esperienze simili(ad es., la rete di collegamentodei metalmeccanici SICobas/FIOM). I capi della sinistra borghesesindacale e politica possonoanche tollerare qualche delegatopiù radicale, purchè segua leloro ristrette logiche. Ma non tollerano il Fronteunico proletario. Sonoferocemente contrari ai tentatividi costruzione dell’unità di lottadella classe operaia contro laclasse degli sfruttatori, cosìcome sono nemici giurati deitentativi di riorganizzazione

politica indipendente delproletariato. I vertici FIOM e CGIL(composti in buona parte dasocialdemocratici di destra)ricercano l’alleanza con icollaborazionisti di CISL e UIL,con settori piccolo borghesi,con i liberal-riformisti di tutte lerisme, ma mettono i bastoni frale ruote alla creazione dell’unitàdi azione dal basso fra operai esindacalisti combattivi,ostacolano in ogni modo lacostruzione del Fronte unico dilotta operaia e dei suoiorganismi perché temono ilrisveglio della lotta di classe. E’ bene che tutti i lavoratorisappiano che la linea seguita daivertici sindacali fa arretrarecontinuamente la classe,alimenta le divisioni, punta amantenere gli operai dentro irecinti delle politiche e delleprospettive borghesi,assolvendo così una funzionecontrorivoluzionaria. Il rovescio della medaglia diquesta linea politica rovinosasono le posizioni, altrettantonocive, settarie e fautrici delladispersione del proletariato,portate avanti dallasocialdemocrazia di “sinistra”che è alla testa di gran parte delsindacalismo di base.

Quanto accaduto deve spronarei lavoratori, i delegaticombattivi – FIOM e di altrisindacati – tutte le realtà operaieche vogliono lottare contro lepolitiche capitaliste, a costruireil Fronte unico proletario, a dareimpulso all’unità delleopposizione sindacali di classe,

al raggruppamento della classeoperaia nella lotta comunecontro l’offensiva capitalista ela reazione politica, i pericolicrescenti di guerra imperialista.Tale fronte, che ovviamente nonsi esaurisce nell’ambitosindacale, deve avere comepunto di partenza unprogramma di difesaintransigente degli interessieconomici e politici delproletariato e fondarsi suorganismi espressi dalla massalavoratrice e disoccupata, stabilie permanenti (comitati operai epopolari, comitati di sciopero,coordinamenti, organismiintersindacali, e altre struttureche gli operai si daranno nellalotta concreta). Gli organismi di massa diFronte unico, di forte contenutopolitico e liberati dagliesponenti della “sinistra”borghese, politica e sindacale,devono essere intesi comeorgani di unità dal basso di tuttii lavoratori e gli sfruttati,mobilitati sia per lotte dicarattere immediato, sia perazioni politiche di portata piùgenerale contro la borghesia. Il Fronte unico esprime lavolontà operaia di mobilitaretutte le forze della massasfruttata e oppressa contro ilcapitale che minacciaquotidianamente il salario, illivello di vita, il posto di lavoro.E’ il mezzo migliore per batterel’offensiva padronale egovernativa, impedire lemanovre ai danni dei lavoratorisfruttati, sventare le divisioni

fomentate dai burocratisindacali (ecco perché è tantoavversato dai dirigenti dellasinistra borghese). Con il Fronte unico di lotta delproletariato è possibilecoalizzare la maggioranza delleforze della classe operaia e dellemasse oppresse, lottare controla dispersione e la divisione,aumentare la partecipazione allalotta, rafforzare e unire ilsindacalismo di classe,collegando la prospettivarivoluzionaria per la abolizionedel sistema capitalista-imperialista alle lottequotidiane.La realizzazione di un potenteFronte unico è la necessariapremessa della formazione diun vero Governo operaio e deglialtri lavoratori sfruttati, chefaccia gli interessi vitali delproletariato, dei lavoratori delbraccio e della mente, della cittàe della campagna, deciso asbaragliare la borghesia e leforze reazionarie.I comunisti, gli operai coscientie combattivi, si organizzino performare e sviluppare il Fronteunico di lotta proletaria contropadroni, governo e verticisindacali collaborazionisti,compiendo decisi passi avantinel processo di ricostruzione diun autentico e forte Partitocomunista, strumentoindispensabile per risolvere lequestioni poste dalla lotta diclasse e progredire nella lottaper l’emancipazione dellaclasse operaia.

Febbraio 20164

Per i proletari rivoluzionari celebrare il 21 gennaio significa separarsi definitivamente dai revisionisti e dagli opportunisti per unirsi e costruire un forte Partito comunista della classe operaia in Italia!

Dichiarazione del ComitatoNazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) inoccasione del 95° anniversariodella fondazione del P.C.d’I.

Nella storia del movimentooperaio del nostro paese lafondazione del P.C.d’I.avvenuta a Livorno 95 anni fa(21 gennaio 1921), hasignificato l’uscita dalla fase“primitiva” del suo sviluppo el’entrata in una nuova fase,nella quale l’obiettivo centraleera la preparazione ideale emateriale alla lottarivoluzionaria per la conquistadel potere, l’instaurazione delladittatura del proletariato e lacostruzione del socialismo.

Questo storico e inevitabilepassaggio fu possibile graziealla separazione della partemigliore del proletariato dalriformismo e dal massimalismo,cioè dall'opportunismo diallora, che difendeva gliinteressi della borghesia“meglio degli stessi borghesi”(Lenin), e all’adesione aiprincipi dell’Internazionalecomunista.

La borghesia e i suoi serviopportunisti hanno semprecondannato e denigrato“l’errore di Livorno”, lascissione che ha permesso lacostruzione del Partitocomunista. Hanno tentato conogni mezzo di ricucire lo storicoe insanabile strappo deicomunisti dalle diverse correntiopportuniste, riformiste,socialdemocratiche erevisioniste, di far rientrare ilmovimento comunista neglischemi del capitalismo e delloStato borghese, di decapitarlo esopprimerlo se non siarrendeva.

Il tentativo di chiuderedefinitivamente conl’esperienza e il patrimonio delcomunismo in Italia passa oggiper differenti progetti, tra cui:

- il progetto laburista esocialdemocratico che punta aformare un “nuovo soggetto”della sinistra borghese, che afianco del ceto politicoopportunista includa i militanti

che ancora si richiamano alcomunismo (sebbene interni apartiti e formazioni che nonhanno più nulla di comunista)per assorbire le loro energie emetterle al servizio di unapolitica di salvataggio delcapitalismo “dai suoi eccessi”;

- il progetto dei revisionistiche puntano a rilanciare il“togliattismo del XXI secolo”,giungendo ad usurpare il nomeglorioso del PCd’I, pur nonavendo nulla in comune con ilmarxismo e il leninismo,avendo da decenni gettato alleortiche gli interessifondamentali del proletariato,rigettato la rivoluzione, ladittatura del proletariato el’internazionalismo proletario.

I quadri dirigenti di entrambiquesti progetti chiamano icompagni sinceri a “dare uncontributo“, per rilanciare sulleloro spalle vecchi carrozzonielettoralisti e opportunisti il cuitraguardo non va oltre ilcentrosinistra borghese. Unapolitica che ha già portato ilmovimento operaio del nostropaese a seri arretramenti e gravisconfitte.

I loro obiettivi, all’apparenzadivergenti, sono di fattoidentici: affogare la politicarivoluzionaria nella politicariformista, frenare “gli eccessi”proletari in nome del“pragmatismo” piccoloborghese, annullarel’aspirazione al socialismo nellapiù meschina praticaeconomicista e parlamentarista,chiudere con il passato“infantile” della rivoluzione percollaborare con la classedominante, mescolare le cartefra proprietà socialista e“intervento pubblico”nell’economia capitalistica,rinnegare la gloriosa storia deicomunisti per sprofondare nelletamaio della borghesia.

In antitesi a questi progettisocialdemocratici e revisionisti,noi comunisti marxisti-leninistiaffermiamo che a distanza di 95anni dalla storica scissione diLivorno, la rottura politica,ideologica e organizzativa

aperta, netta e definitiva dalriformismo, dallasocialdemocrazia e dalrevisionismo, l'adozione delmarxismo-leninismo e del suometodo rivoluzionario,mantengono per intero il lorosignificato e la loro validità.

La fondazione del P.C.d'I.nel 1921 dimostra che finché sihanno nelle proprie file ir a p p r e s e n t a n t idell'opportunismo di destra e di“sinistra” non è possibile usciredalla debolezza, dallaconfusione e dalla dispersioneche caratterizza oggi ilmovimento operaio, non èpossibile dar vita a una coerente

politica di classe e non si puòseguire nessuna prospettiva ditrasformazione rivoluzionariadella società.

Dunque oggi come ieri losmascheramento, il distacco e laseparazione dei comunisti neiconfronti delle correnti borghesie piccolo borghesi esistentiall’interno del proletariatoitaliano, si presentano come unanecessità assoluta perriprendere la via della lottarivoluzionaria per il socialismoe il comunismo. Non solo: essisono indispensabili anche perportare avanti la lotta coerenteper la difesa delle stessecondizioni economiche eculturali oggi attaccate a fondodalle politiche dell’oligarchiafinanziaria.

Nella situazione italiana aquesta condizione, se ne devea c c o m p a g n a r eobbligatoriamente una seconda.

Stante l’attualeframmentazione delle forzecomuniste, la ripresa e lariorganizzazione devononecessariamente realizzarsidentro un processo unitario conle esperienze dei partiti,organizzazioni e gruppi che sisono mantenuti fedeli aiprincipi del marxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, e che da annilavorano per contribuire allaricostruzione in Italia di un fortePartito comunista ed alla lottaper una società socialista.

Il compito odierno è quelloche indicava con grandechiarezza Gramsci nel 1926:“Prima dividersi, ossia dividerel'ideologia rivoluzionaria dalleideologie borghesi(socialdemocrazia di ognigradazione); poi unirsi, ossiaunificare la classe operaiaintorno all'ideologiarivoluzionaria”.

La classe operaia ha bisognodell’unità dei sinceri comunisti,non dell’unità tra i marxisti-leninisti e i travisatori delmarxismo-leninismo, cioè gliopportunisti e i neorevisionisti.

Questo, secondo noi,richiede la drammaticasituazione attuale, caratterizzatadal perdurare della crisi edell’offensiva capitalista,dall’aggravarsi della reazionepolitica e dei tentativi didistruzione delle elementariconquiste democratiche deilavoratori, dalle minacce

5Febbraio 2016

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Un vademecum che non vale nullaDa alcuni mesi circola un“Vademecum del propagandistacomunista”, elaborato dalcoordinatore nazionale del“Partito Comunista”. Permancanza di spazio non locriticheremo per intero.Sorvoleremo dunquesull’apologia “della societàcomplessa”, trascureremo leamenità sulle “capacitàaccumulate dalla classesfruttatrice di nascondere allaclasse degli sfruttati i realirapporti sociali esistenti” estenderemo un velo pietososull’alleanza propugnata col“ceto medio produttivo” (checomprende gli “imprenditori”capitalistici), per concentrarcisull’essenziale. Nell'esposizione del programmaper la costruzione della nuovasocietà contenuto nelvademecum sono del tuttocarenti due "questioncelle" chedistinguono nettamente icomunisti dai revisionisti edagli opportunisti, cioè dai non-marxisti-leninisti. Parliamodella rivoluzione proletaria edella dittatura del proletariato. La prima è concepita come unproblema storico, non comeproblema posto e da risolvere.Della seconda non v’è traccianel vademecum. Eppure ogni buonpropagandista comunistadovrebbe spiegare agli sfruttatiche per trasformare il mondonon basta fare appello alla lotta

di classe. Ci vogliono larivoluzione sociale delproletariato e la dittatura delproletariato, le quali nonpossono certamente esseresostituite dalla “opposizioneforte e prolungata nel tempodegli sfruttati contro glisfruttatori” o da un vago“programma di trasformazioneeconomica e sociale che avvii latransizione ad una societàsocialista”.Marx, Engel, Lenin e Stalinhanno spiegato a chiare lettereche senza l’abbattimentoviolento della borghesia e ladittatura rivoluzionaria delproletariato è impossibilecostruire la nuova società. La dittatura del proletariato èindispensabile per sradicarecompletamente il capitalismo ele sue leggi economiche esociali, per edificare ilsocialismo e passare alcomunismo. Senza rivoluzione e senzadittatura del proletariato illimitato programma contenutonel vademecum non può cheesaurirsi nelle “riforme distruttura” socialdemocratiche oin quel “socialismo di mercato”che è il capitalismo travestito dasocialismo.Il vademecum fallisce dunquenel suo scopo principale: quellodi chiamare per nome le cose ediffonderne la conoscenza. Alcontrario, contribuisce adannebbiare la coscienza dei

proletari e dei giovanirivoluzionari. Le sue concezioni risentonodella permanenza delle vecchieidee sulla transizione pacifica alsocialismo, sulla “democraziaprogressiva” togliattiana, chesono state diffuse per decennidai revisionisti. Costoro si sonotalmente impantanati neipregiudizi piccolo borghesi chenon riescono più apropagandare apertamente lanecessità della rivoluzione edella dittatura del proletariato. Il proletariato non potràcompiere la sua missionestorica, non potrà seppellire lavecchia società che crolla, senon si sbarazzerà di questo tipodi posizioni che riconoscono lalotta delle classi solo entro ilimiti angusti dei rapportiborghesi.

Si tratta di una rottura da portareavanti apertamente e senzaequivoci, quale condizionepreliminare per la formazione diun partito indipendente delproletariato e di unaconseguente azionerivoluzionaria e di classe. Allo stesso tempo riteniamoimprescindibile lariappropriazione, da parte ditutti i sinceri comunisti e deglioperai avanzati, degli elementifondamentali della teoria e dellapratica rivoluzionaria marxista-leninista, quale guida perl’azione nella prospettiva delsocialismo e del comunismo. Senza questo lavoro, non sipotranno compiere nuovi passiavanti nell’unificazione deicomunisti nel nostro paese enon si potrà formare un Partitocomunista del proletariato.

Febbraio 20166

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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sempre più acute di guerraimperialista.

Attualmente siamo in unasituazione nella quale nessunarealtà comunista è abbastanzaforte per proclamarsi l’unicoreparto di avanguardia effettivodel proletariato italiano, perciòbisogna moltiplicare gli sforziper costruirlo.

Il Comitato Nazionale diUnità Marxista-Leninista(CONUML) è nato due anni faproprio per favorire esviluppare il processo diaggregazione ed unificazionedelle varie realtàautenticamente comuniste delnostro paese, sulla base dellalotta ideologica e politicacontro i partiti e le correntiborghesi e piccolo borghesipresenti all'interno delmovimento operaio e la

riaffermazione dei principi delmarxismo-leninismo.

E’ anche l’offensivaimperialista e capitalista che ciobbliga a rafforzare e ampliarel’unità d’azione e strategica deicomunisti e dei sinceririvoluzionari, a compiere passidecisi nella lotta e nell’unità perla ricostruzione di un fortePartito comunista, sicura guidadella lotta per abolire con larivoluzione il criminale sistemacapitalista ed edificare ilsocialismo.

Chiamiamo le forze sane delmovimento comunista, le realtàgenuinamente rivoluzionarie, imigliori figli del proletariato, imilitanti organizzati e quellidispersi, i giovani rivoluzionari,a stringere i contatti perrafforzare le fila del CONUMLe sviluppare insieme l’azionepolitica di classe e

rivoluzionaria. In questo modopotremo avanzarecollettivamente verso un forte ecombattivo Partito indipendentee rivoluzionario delproletariato.

Manifestiamo con lebandiere rosse al vento nel 95°anniversario della fondazionedel P.C.d’I, che mantiene perintero il suo significato, la suaimportanza e la sua validità!

Roma, 21 gennaio 2016.

COMITATO NAZIONALEDI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA

Partito ComunistaItaliano Marxista-Leninista

Piattaforma Comunista– per il Partito Comunistadel Proletariato d’Italia

SEGUE DA PAG. 5

Febbraio 2016

Dieci persone sono morte equindici sono rimaste feritenell’attentato suicida perpetratodallo Stato Islamico (SI) inPiazza Sultanahmet (Istanbul).Il nuovo massacro si sarebbepotuto prevenire se si fosse fattaluce su quelli di Reyhanli,Diyarbakir, Suruç e di Ankara,se fosse stata avviata una lottacontro ogni appoggio logistico,politico, ecc., dell’IS. Ma difronte a questa passività, ilgoverno ha arrestato alcunisospetti per darli in pasto aimedia, soltanto per rilasciarlisilenziosamente in seguito;ingannando l’opinione pubblicae fingendo di lottare control'organizzazione terroristicamediante arresti fasulli,imponendo ai media il silenziosugli attentati, nascondendotutte le prove che possono farluce sulla verità. Allo stessotempo il governo prosegue lasua politica estera di scontro,espansionista e settaria. Il governo, diretto da un PrimoMinistro che non reputaopportuno intervenire contro

potenziali suicidi che siconoscono, come dovrebbecorrispondere a uno “stato didiritto”, si dedica a perseguitareun’insegnante, Ayse che hacercato di far sentire la sua vocenella televisione nazionalechiedendo “la fine degliassassinii, il riconoscimento diquello che sta accadendo e lapace”. Millecentoventottoprofessori, che hanno chiesto lapace e che venissero accolte lerivendicazioni del popolo curdoper una soluzione del conflitto euna pace stabile, sono divenutiimmediatamente un bersagliodei rappresentanti del governo atutti i livelli, guidati dalPresidente Erdogan. IlConsiglio superioredell'Istruzione ha già presoposizione sulla faccenda eavviato indagini. Il Presidente e il suo governovogliono che tutti i settori dellasocietà siano al carro dellareazione e non avanzinocritiche. Ma il governodovrebbe essere l'ultimo alamentarsi della situazione

perché questo governo, eparticolarmente il suoPresidente, hanno sviluppato lapolitica del “partito unico”favorendo la polarizzazionedella popolazione e latrasformazione dellapolarizzazione in conflitto. Non è la prima volta che lapopolazione della Turchia sitrova di fronte a questo tipo diattacchi: violazione di diritti,oppressione, violenza e minacceda parte dei suoi governanti. Leautorità affrontano unapopolazione che ha subito colpidi stato, massacri, che è stataabbandonata nelladisoccupazione e nella povertà,con leggi come la 1402, che èsopravvissuta al carcere e allatortura. Una volta di più diciamo allaclasse dominante che la suastrada porta alla rovina.Appoggiamo l’esigenza di direbasta agli assassinii e a favoredella pace, impersonificatadall’insegnante Ayse,appoggiamo l’appello dei

professori al governo e leinchieste obiettive deigiornalisti imprigionati. Non faremo un passo indietronella lotta per costruire un paesedemocratico di fronte allapolitica reazionaria,all’oppressione e alla violenzadei governanti. Chiamiamo tuttii lavoratori e le forzedemocratiche per abbatterequesto muro di terrore che èstato alzato e lottare per lademocrazia, i diritti e le libertà,per la pace in casa come nelresto del mondo. Gennaio 2016 Selma GÜRKAN, pres. delPartito del Lavoro (EMEP)di Turchia

Turchia: gli attentati continuano in tutto ilpaese e il presidente continua a minacciarechi si oppone al suo cammino

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Sugli attacchi terroristici in Burkina FasoDallo scorso 15 gennaio 2016, ilnostro paese deve affrontaredegli attacchi terroristici mortali.Il primo si è verificato a metàgiornata a Tin-Akoff e ha presodi mira un convoglio di poliziafacendo due morti secondo uncomunicato delle forze armatenazionali. Il secondo, si èverificato intorno alle 19, e si ètrattato di una serie di attacchiche hanno colpito l’hotelSplendide e il ristorante LeCappuccino. Questa mattina alleprime ore, mentre si pensava chequeste aggressioni fosseroterminate, si è appreso di altriattacchi ad un secondo hotelnella città di Ouagadougou. Ilbilancio provvisorio di questiattacchi è stimato essere dialmeno una ventina di morti emolti feriti. Questi attentati che, secondoalcuni media sarebbero statirivendicati dal ramo AlMourabitoun dell’AQMI,costituiscono i più gravi attacchiterroristici che il nostro paeseabbia mai subito. Essi si

verificano in un contestocaratterizzato, sul piano sub-regionale, dallo sviluppo delterrorismo nella regionedell’Africa occidentale. A livellonazionale, questi attacchi fannoseguito ad una serie di eventi tracui gli attentati terroristici diTambao, di Oursi e diSamorogouan nel 2015 e il colpodi Stato difensivo di stampofascista perpretato da GilbertDiendéré nel settembre 2015.Nell’ambito del procedimentogiudiziario contro gli autori diquesto colpo di Stato, siapprende che un mandatod’arresto internazionale è statoemesso dalla giustizia delBurkina Faso contro GuillaumeSoro, presidente dell’Assembleanazionale ivoriana sospettato diconnivenza con le forzeterroristiche. Per il Coordinamento dellaCCVC della Città diOuagadougou, questi attacchiderivano da un piano perdestabilizzare il nostro paese alfine di:

- far rimpiangere la partenza diBlaise Compaoré cacciatodall’insurrezione popolaredell’ottobre 2014 e presentatocome l’uomo indispensabile percontrastare le invasioni jihadistenel nostro paese;- legittimare e rinforzare lapresenza delle forze stranieresoprattutto americane e francesisul nostro territorio con ilpretesto della lotta contro ilterrorismo qui, anche se essi nonhanno ancora vinto il terrorismo,che affligge mortalmente, neiloro paesi;- soffocare la lotta del nostropopolo per la sua veraindipendenza, e annientare leconquiste preziosedell’insurrezione popolaredell’ottobre 2014 e dellaresistenza al putsch delsettembre 2015. In questo momento cruciale peril nostro popolo, ilcoordinamento della CCVCdella Città di Ouagadougou :- presenta le sue condoglianzealle famiglie delle vittime e

augura una pronta guarigione aiferiti;- condanna fermamente questiattacchi terroristici chesconvolgono tutta la vita sociale,economica e politica; - denuncia ed esige la partenzadelle forze stranierespecialmente statunitensi efrancesi presenti sul nostroterritorio, fonte di insicurezza edaggressione contro il nostroPopolo;- sostiene ed incoraggia glielementi delle FDS (Forze didifesa e di Sicurezza) mobilitateper affrontare questa barbarie;- chiama il popolo della città diOuagadougou a rimaneremobilitato e vigilante e dicontinuare ad organizzarsi inComitati di vigilanza e di difesadelle conquiste dellainsurrezione popolaredell’ottobre 2014 e dellaresistenza al putsch delsettembre 2015.Ouagadougou, gennaio 2016Coordinamento nazionale dilotta contro il carovita - CCVC

Libia: verso un’altra campagna di guerra Il 22 marzo scorso SidneyBlumenthal, consulente dellaFondazione Clinton, scriveva aHillary Clinton, attualeSegretario di Stato USA che, afine febbraio del 2011, alcunifunzionari del Dgse (il serviziosegreto francese) avevano avutouna serie di incontri riservaticon il leader del NationalLibyan Council Mustafà Jalil,nel corso dei quali erano statipresi accordi perché il nuovogoverno libico favorisse leaziende e gli interessi nazionalifrancesi, soprattutto per quantoriguarda l'industria petrolifera. «La Francia - scrivevaBlumenthal - porta avanti unprogramma per spingere ilnuovo governo a riservare il 35per cento dei contrattipetroliferi ad aziende francesi,in particolare la Total». Eaggiungeva che Jalil sarebbestato pronto a favorire aziendefrancesi, inglesi e statunitensi,mentre invece era ostile all'ENIe al governo italiano.La Francia di Hollande el'Inghilterra di Cameronvogliono dunque assicurarsi unabuona fetta del petrolio libico,ai danni dell'industriapetrolifera italiana. Ma, per farquesto, debbono avere nonsoltanto il consenso del governolibico, ma il pieno controllo delterritorio, una parte del quale èormai occupata dall'Isis intornoalla roccaforte di Sirte.Nella prima metà di gennaiol'obbiettivo che la Franciaimperialista di Hollande si eradata (dopo aver ottenutol'applicazione dell'art. 42.7 delTrattato dell'Unione Europea

sulla cosiddetta "solidarietà" incaso di aggressione) era moltochiaro: bombardare subito. Etutto era pronto: aerei daricognizione, aerei dabombardamento, aerei darifornimento in volo, elicotteri,droni, forze speciali in territoriolibico per guidare i missili e lebombe a guida laser sugliobbiettivi prescelti. Il governoimperialista di Cameron, che haanch'esso deciso di partecipareai bombardamenti, aveva giàofferto alla Francia la base dellaRaf di Akrotiri a Cipro. Ma il governo imperialistaitaliano è intervenuto aimassimi livelli per sventarel'azione immediata, col pretestoche il «governo di unitànazionale» libico patrocinatodal mediatore ONU Kobler, nonera ancora pronto; tuttavia,Renzi e i suoi ministri degliEsteri e della Difesa hannoaffermato che anche l'Italia erapronta all'azione militare control'Isis, se fosse stata richiesta dalgoverno fantoccio libico. Dopo il colpo ricevuto nel 2011,l'imperialismo italiano non puòrinunciare al petrolio della Libiae ai profitti dell'ENI e, perragioni geo-strategiche diinfluenza nel Mediterraneo, nonpuò permettere che l'azionecontro l'Isis sia compiuta aguida anglo-francese. Perciòspinge per un intervento piùampio, con la NATO e la UE. Ma l'area del conflitto nonsarebbe certo limitata all'altrariva del Mediterraneo. I bombardamenti dovrebberoavere per obbiettivo anche iterritori occupati dallo Stato

islamico in Siria: Raqqa inprimo luogo (che avrebbeanche un significato simbolico,perché lì sono stati progettati gliattentati di Parigi e di Beirut equello contro l'aereo russo nelSinai) e poi di nuovo l’Iraq, chedovrebbe essere la battagliadecisiva per le forze di terra,comprese quelle USA. Non a caso l’armatabrancaleone di Renzi, Pinotti eGentiloni ha preso la sciaguratadecisione di inviare i soldati aMosul, una volta che avràmesso le mani sulle commessemilionarie della diga. Guerra eaffari, si sa, vanno a braccetto.La nuova aggressioneimperialista in Libia si farà? Lepremesse ci sono tutte. Laformazione del nuovo governolibico diretto da Fayez Al Sarrajè stata accolta dai vari governiimperialisti (compreso quello diRenzi) come il segnale datempo atteso. Ma la situazione si èmomentaneamente complicataperché il Parlamento di Tobrukha negato la fiducia al nuovo

governo di “riconciliazione”.Intanto il fanatismo jihadista halanciato nuove gravissimeminaccie, annunciando di volercolpire Roma e Napoli. Eccol’altra faccia degli interventiimperialisti.La guerra avanza, ma adifferenza degli anni delVietnam non esiste più nelnostro paese un ampiomovimento di lotta alla guerraimperialista. Questo movimento è daricostruire al più prestoattraverso l’unità delle forzecoerentemente antimperialiste eantifasciste, per il ritiro di tuttele truppe inviate all’estero, perdire basta alle spese militari, perl’uscita dalla NATO e dall’UEguerrafondaie e antipopolari, lacacciata delle basi USA. Le manifestazioni dello scorso16 gennaio, sia pure con i lorolimiti, hanno infranto il clima dipassività e creato una premessache va sviluppata senza indugiper dare vita una forteopposizione popolare allaguerra imperialista.

8 Febbraio 2016

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Con il popolo tunisino in lotta per il lavoro, la dignità e la libertà Cinque anni dopo lasollevazione popolare che haportato alla cacciata di Ben Alì,i giovani di Kasserine e di altrecittà della Tunisia sono scesi instrada di nuovo per i loro dirittieconomici e sociali,protestando in manieraveemente contro il governoneoliberista. La morte del disoccupato RidhaYahiaoui, fulminato mentrerivendicava il diritto al lavoro,ha messo drammaticamente inluce che le esigenze vitali dellegrandi masse non sono state

finora soddisfatte dai governiborghesi che si sono succedutiin questi anni. I giovani disoccupati, ilavoratori, le donne, chiedonolavoro, dignità, piena libertà dimanifestazione, di espressione,di organizzazione. Le misure di emergenza, decisedall'attuale governo tunisino,servono solo a mascherare ilsuo fallimento, a criminalizzaree a frenare la protesta sociale. La principale emergenza inTunisia è quella economica esociale per soddisfare le

necessità e i diritti economici esociali delle classi e degli stratisociali sfruttati e oppressi, pereliminare le profondedifferenze regionali, perspingere avanti le conquistedemocratiche strappate aprezzo di grandi sacrifici. Lo spettacolo offerto dai partitipolitici al potere, impantanatinelle loro dispute e proni difronte ai diktat del FMI cheapprofondiscono la dipendenzadella Tunisia dall’imperialismo,ha solo rafforzato la collera deidiseredati e ampliato il raggio

del loro movimento, che ora siestende a numerose città eregioni del paese.E’ della massima importanzasviluppare nel nostro paese lasolidarietà con la lotta delpopolo tunisino e la condannadegli imbroglioni e dei corrottiche governano il paese.L’appoggio internazionalistadella classe operaia è l’antidotopiù efficace contro il tentativoislamista di approfittare dellasituazione per avanzare. Viva la rivoluzione tunisina!Viva il Fronte Popolare!