Scintilla maggio 2013

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Maggio 2013 n. 40 1 euro Scintilla Tradita la volontà popolare per proseguire la politica di austerità e salvare i corrotti Questo Primo Maggio vede il proletariato sottoposto a una brutale offensiva: licenziamenti e disoccupazione di massa, riduzione dei salari, liquidazione dei diritti conquistati dalla classe operaia, impoverimento di vasti strati di lavoratori. Siamo nel mezzo di una nuova recessione e non vi è alcun dato che indichi una nuova ascesa della produzione. Sono possibili altri crack finanziari e fiscali, un nuovo collasso dell’economia globale. Il periodo di instabilità può durare a lungo perchè la crisi economica procede e si sviluppa sul terreno dell'aggravamento della crisi generale del sistema capitalistico mondiale. La crisi non è il frutto delle “aberrazioni del neoliberismo” o degli “squilibri globali”. E’ l’espressione dell'insanabile contraddizione tra la proprietà privata capitalistica dei mezzi di produzione e il carattere sociale delle forze produttive. La rivolta delle moderne forze produttive contro i vecchi rapporti di produzione costituisce la base economica della rivoluzione sociale. Nel nostro programma vi sono rivendicazioni immediate che rivolgiamo alla classe operaia e alle masse popolari. Esse hanno un senso solo se legate alla questione centrale: l’abolizione della proprietà privata borghese, la sua trasformazione in proprietà collettiva. Ciò non solo è possibile, ma necessario ed urgente per uscire dalla barbarie attuale. Per conquistare una società regolata e pianificata è indispensabile il dominio politico del proletariato, che si SEGUE A PAG.2 Rilanciamo la lotta degli sfruttati e degli oppressi per un vero cambiamento!

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Maggio 2013 n. 40

1 euro

ScintillaTradita la volontà popolare per proseguire

la politica di austerità e salvare i corrotti

Questo Primo Maggio vede ilproletariato sottoposto a unabrutale offensiva: licenziamentie disoccupazione di massa,riduzione dei salari, liquidazionedei diritti conquistati dallaclasse operaia, impoverimentodi vasti strati di lavoratori. Siamo nel mezzo di una nuovarecessione e non vi è alcun datoche indichi una nuova ascesadella produzione. Sono possibili altri crackfinanziari e fiscali, un nuovocollasso dell’economia globale. Il periodo di instabilità puòdurare a lungo perchè la crisieconomica procede e si sviluppasul terreno dell'aggravamentodella crisi generale del sistemacapitalistico mondiale. La crisi non è il frutto delle“aberrazioni del neoliberismo” odegli “squilibri globali”. E’l’espressione dell'insanabilecontraddizione tra la proprietàprivata capitalistica dei mezzi diproduzione e il carattere socialedelle forze produttive. La rivolta delle moderne forzeproduttive contro i vecchirapporti di produzionecostituisce la base economicadella rivoluzione sociale. Nel nostro programma vi sonorivendicazioni immediate cherivolgiamo alla classe operaia ealle masse popolari. Esse hannoun senso solo se legate allaquestione centrale: l’abolizionedella proprietà privata borghese,la sua trasformazione inproprietà collettiva. Ciò non solo è possibile, manecessario ed urgente per usciredalla barbarie attuale.Per conquistare una societàregolata e pianificata èindispensabile il dominiopolitico del proletariato, che si

SEGUE A PAG.2

Rilanciamo la lotta degli sfruttati e deglioppressi per un vero cambiamento!

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2 maggio 2013

Letta-Napolitano, un governo reazionario da far cadere nelle fabbriche e nelle piazzeIn un quadro di profonda crisieconomica e politica Napolitanoè stato rieletto al Quirinale. Unfatto senza precedenti,espressione del declinodell’imperialismo italiano e delladisgregazione della democraziaborghese. L’implosione del PD - unapparato elettorale e di potere cheaiuta il capitalismo a portareavanti la sua offensiva, ignorandole aspirazioni popolari alcambiamento - è un aspetto diquesto processo. Che va avanticon la trasformazione reazionariadello Stato, la falsificazione delparlamentarismo, la soppressionedelle libertà della classe operaia. Dopo le faide che hanno bruciatoMarini e Prodi, serviva a tutti icosti sbloccare la situazione,eleggendo un presidente graditoai “mercati finanziari”, agli USA,all’UE e al Vaticano, aBerlusconi, per difendere lostatus quo e le rendite dei partitidella borghesia, per mandare aPalazzo Chigi un altro governoneoliberista. Un partito in disfacimento e unaclasse senza speranzenell’avvenire non potevano cheritrovarlo in “Re Giorgio”,espressione del conservatorismoe delle ricette UE-BCE-FMI.

Napolitano ha infranto la prassicostituzionale, condizionandol’incarico a Bersani alraggiungimento di numeri certiper la maggioranza di governo,accettando il secondo mandato evincolandolo alla formazione diun governo di larghe intese,minacciando di sciogliere lecamere se non si realizzavano le“larghe intese”.Sono mosse chiaramente diretteall’instaurazione di una “TerzaRepubblica” presidenzialista. Il programma che Napolitanogarantirà dal Quirinale è lapolitica di austerità e di guerra,l’Agenda Monti uscita sconfittadalle elezioni, il fiscal compact(più o meo rigido),l’intensificazione dell’offensivacapitalista e della repressione. Ora siamo al varo del governoLetta-Napolitano, un esecutivo alservizio del capitale finanziario,composto da liberisti e social-liberisti, affaristi cattolici,banchieri, guerrafondai e un po’di fumo agli occhi.Un’accozzaglia di malfattori e difascisti ha posto le sue condizioniper farlo nascere. Servirà perapprovare manovre antioperaie econtroriforme, per continuare ascaricare l’intero peso della crisicapitalistica sulle spalle dei

lavoratori sempre più poveri, perreprimere le lotte, mentreparassiti e mafiosi continuano asguazzare nel lusso. Quello guidato dall’ ”altro Letta”,un democristiano sponsorizzatoda Eni, Enel, Telecom, legato aTrilateral Commission e GruppoBilderberg, è l’ennesimo governovolto a perpetuare i privilegi diclasse e l’impunità deiresponsabili del degrado sociale,dello sfacelo economico,dell’oscurantismo. Il governo Letta-Napolitano traela sua legittimazione dall’alto, daimonopoli capitalistici chedominano l’economia, dallaBorsa, dalle istituzioniimperialiste come l’UE, dallesegreterie di partiti indissoluzione. Ma non rappresentala maggioranza della popolazioneche si è espressa contro la politicadi austerità e la corruzione. E’ dunque un governoantidemocratico ed antipopolare,dalle basi fragili e sconnesse. Chi pensa che la soluzioneimposta dall’oligarchia possadurare, che gli operai, idisoccupati, i giovani e le donnedel popolo si rassegnino, ha fattomale i suoi conti. Dobbiamo rilanciare subitol’iniziativa e la lotta dal basso,con l’unità di azione. Va realizzato il fronte unico dilotta contro le politiche diausterità, per far saltare il pattooligarchico e con esso il governoconservatore Letta-Napolitano,per un’alternativa di rottura conun sistema moribondo. Solo così potremo evitare unacaduta a destra di questo governo,

decisa da Berlusconi.Realizziamo vere giornate di lottaoperaia e popolare contro lareazione vecchia e nuova, lacriminale politica di austeritàdell’UE e le guerre della NATO,il patto neo-corporativo, perdifendere i nostri interessi politicied economici, per un verocambiamento sociale e politico.Gli operai, i lavoratori sfruttatidevono riprendere la fiducia in sestessi, nella loro enorme forza,abbandonando le illusioniparlamentari e i buffoni populistiche frenano e sviano le lotte.La soluzione della crisi passa perl’intervento decisivo delproletariato, nella concentrazioneattorno a questa forzarivoluzionaria decisiva che puòfar uscire il paese dalla rovina.Oggi c’è un passo urgente dacompiere: gli elementi piùavanzati e coscienti delproletariato debbono unirsi aimarxisti-leninisti per costruireinsieme il Partito comunista!

Primo Maggio proletarioIl 1° Maggio è la giornata dellasolidarietà proletariainternazionale, non dellecanzonette che i verticisindacali propinano pernascondere il suo significato. Organizziamo dovunque siapossibile manifestazioni incomune contro l’offensivacapitalista, la reazione politica ele minacce di guerra.Scendiamo in stradasventolando le bandiere rossecon la falce, il martello e lastella. Partecipiamo alle iniziative disolidarietà e di lotta operaia,come quella organizzata dallemogli degli operai Fiat di

Pomigliano per rimettere alcentro la questione operaia. Portiamo in tutte lemanifestazioni la protesta allapolitica di collaborazione diclasse portata avanti dairiformisti e dai burocrati delsindacato. Torniamo a fare delledimostrazioni del 1° Maggio unmomento che rafforzi leorganizzazioni di classe. Chiamiamo all’unità di azione,al fronte unico di lotta a difesadegli interessi vitali della classeoperaia e delle masse popolari,sotto la bandierad e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario.

- “La questione centrale”

avrà solo con la rivoluzionesocialista diretta dal Partitocomunista.Il governo che scaturirà dalrivolgimento storico, con ilquale il nuovo mondo affermail proprio diritto ad esistere,adotterà misure per intaccaredirettamente la proprietà privatacapitalista e soddisfare leesigenze del proletariato, perandare sempre più avanti finoalla liquidazione finale dellaproprietà privata, che perderàcosì il suo carattere di classe. La questione della proprietàtorna così ad essere la questione

centrale del movimento cheabolisce lo stato di cosepresente.Queste sono le elementari veritàda affermare nella lottaquotidiana, non le chiacchierecontro “questa Europa e questocapitalismo”. Una nuova e superioreorganizzazione della società,una gestione sociale dellaproduzione e del consumo nonsi possono affermare con unasocialdemocrazia rimessa anuovo. Per una vera alternativaci vuole il socialismo proletario,nulla di meno.

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Tutti a Roma il 18 maggio per manifestare con gli operai metalmeccanici

maggio 2013

La Fiom ha indetto per il 18maggio una manifestazionenazionale a Roma per chiedere ilblocco dei licenziamenti, uncambiamento delle politicheindustriali e la riconquista delcontratto. Il maggiore sindacato deimetalmeccanici ha spiegato chenon vuole solo una dimostrazionedei metalmeccanici, ma anche deigiovani, dei precari, di chi vuolecambiare lo stato delle cose. Qualeatteggiamento dobbiamo prenderedi fronte a questa manifestazione?Gli operai avanzati hanno più voltedenunciato le responsabilità deidirigenti Fiom, che nei mesi scorsisi sono sottratti al compito dimettersi alla testa del movimentodi opposizione al governo Monti ealle sue misure, come l’abolizionedell’art. 18, e sono rifluiti sulleposizioni capitolarde dei verticiCgil, coprendo a sinistra le sceltedei liberal-riformisti del PD allosfascio e dei social-liberisti di SEL.Nemmeno è possibile passare sottosilenzio la debolezza di alcuneparole d’ordine dellamanifestazione, di carattereneokeynesiano, così come i graviprovvedimenti disciplinari presi aidanni di combattivi militantisindacali di classe. La discussione nel movimentooperaio e sindacale su ciò è apertae va approfondita, mettendo allecorde la burocrazia sindacale efacendo venire a galla tutte lecontraddizioni dei dirigenti Fiom eCgil, che da un lato chiamano allamobilitazione e dall’altro voglionoriappacificarsi con i capicollaborazionisti di Cisl e Uil eavviano trattative a perdere.Questi comportamenti e pesantilimiti negativi non possono peròessere ostacoli insormontabili perl’attuazione del fronte unico dalbasso per la difesa di determinaterivendicazioni e interessieconomici e politici della classeoperaia. L'ampiezza e la profondità dellacrisi capitalistica, i licenziamenti dimassa (un milione di lavoratorihanno perso il posto di lavoro nel2012), la speculazione finanziariache smantella la produzione, ilmassacro sociale imposto dallaTroika UE-BCE-FMI, ci devonofar rilanciare la mobilitazione dimassa di tutti gli sfruttati e glioppressi, contro un pugno diparassiti e di cialtroni che stannoportando alla rovina il paese.

La manifestazione nazionale può edeve diventare un importantemomento per esprimere la volontàdi lotta di centinaia di migliaia disfruttati e rilanciare la centralitàdella classe operaia, per svilupparela solidarietà dei lavoratori e deglistrati popolari colpiti dalla stessapolitica al servizio esclusivodell’oligarchia finanziaria. Dunque il 18 maggio tutti in piazzacon gli operai che non sirassegnano, ma resistono e lottano,per respingere l’attacco e difenderei nostri interessi e diritti con la lottae l'unità di classe:

per il blocco dei licenziamenti e ildivieto di licenziare per motivifinanziari e speculativi;

esproprio senza indennizzo delleaziende che chiudono,delocalizzano e inquinano;

aumento dei salari, riduzionedell’orario e dei ritmi di lavoro,Cig al 100% senza limiti temporali

difesa intransigente delleconquiste e dei diritti deilavoratori, di veri Ccnl, ripristinodell’art.18;

per farla finita con la politica diausterità e di guerra;

per far ricadere le conseguenzedella crisi sulle spalle dei capitalistie dei ricchi!Da sei anni a pagare la crisi sonosolo gli operai e la povera gente.Miliardi di fondi pubblici sonoandati a banche e imprese chehanno provocato la crisi e siarricchiscono sempre più. Non nepossiamo più! Basta con i governi di “largheintese”, di “scopo”, “delpresidente”, che servono a portareavanti lo stesso programma diBerlusconi e Monti. Deve pagare chi non ha maipagato!I soldi ci sono e vanno presi daiprofitti, dalle rendite, dagliimmensi patrimoni dei parassiti edei corrotti, dall’evasione fiscale econtributiva, dalle spese militari,da quelle per il Vaticano.Rimettiamo al centro le nostreesigenze, non quelle dei “mercatifinanziari”. Rompiamo nettamentecon la politica di collaborazione edivisione di classe seguita dailiberal-riformisti e dagli altricomplici degli sfruttatori. Diciamono al “patto di fabbrica” chiesto daipadroni e appoggiato dai verticisindacali complici. I nostri interessi di proletari sonocontrapposti a quelli dei capitalisti!

“Non possiamo più aspettare”, èvero! Prepariamo alloraunitariamente la manifestazionenei luoghi di lavoro, nei territori,nelle scuole. Costruiamo nellefabbriche, tra i lavoratori, tra idisoccupati, nei quartieri,organismi di fronte unico(Consigli e Comitati), per lottareassieme e conquistare masse piùampie. Cominciamo da subito ascendere in piazza in ognioccasione, spezzando i freniriformisti ed esigendo lo scioperogenerale nazionale. Realizziamo l’unità sindacale diclasse nella lotta contro l’offensivapadronale e la reazione politica,sviluppando la democraziasindacale ed esigendo lariammissione nel sindacato deidelegati combattivi espulsi. Su queste basi va costruito unampio fronte popolare intorno allaclasse operaia, che unisca tutte lerealtà che resistono all’offensivapadronale. Di fronte alla decomposizione delsistema borghese la classe operaiae le masse lavoratrici poveredevono avanzare l’alternativa dipotere rivoluzionaria, lottando perun governo che prendaprovvedimenti spietati control’oligarchia finanziaria ed aprirecosì la strada al socialismo.Perciò è indispensabile assicurareal più presto alle lotte operaie epopolari una guida forte eautorevole. Qui sta la responsabilità deicomunisti e degli operai avanzatiche devono unirsi in Partitocomunista sotto le bandiere delmarxismo-leninismo. Altro che “partito del lavoro”laburista e socialdemocratico!

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Grave decisionedei vertici CgilIl 22 aprile il Comitato direttivodella Cgil ha dato un mandato inbianco alla segreteria perproseguire la trattativa conConfindustra sulle “regole didemocrazia e rappresentanza”,sulla base degli accordi raggiunticon Cisl e Uil.I vertici della Cgil hanno cosìaccettato il principio per cuicontro accordi firmati amaggioranza (la consultazione deilavoratori non è sancita) non sipuò scioperare, pena la perdita deldiritto di partecipare alle elezionidella Rsu. E' una decisione grave, che attaccail diritto di sciopero e favorisce ipadroni che pretendono accordiche non possano essere rimessi indiscussione dagli operai. Si continua così il percorso aritroso avviato con l’accordo del28 giugno 2011 con Cisl e Uil. Questa svolta a destra, che serve arendere più difficile la protestaoperaia contro gli accordi aperdere, avviene con l'accordo ditutte le componenti e le animedella burocrazia Cgil, da Camussoa Landini, da “La Cgil chevogliamo” a “Lavoro e società”. Solo l’area della Rete28Aprile si èopposta al vergognoso mandato.Di fronte alle decisioni dei verticisindacali diviene ancora piùimportante e urgente rilanciare lacostruzione di Comitati di fronteunico (di sciopero, di agitazione,di lotta, etc.) che vedano lapartecipazione della massa deilavoratori iscritti e non iscritti aisindacati.

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Si sta sviluppando una vera epropria campagna mediaticasulla necessità di un nuovopatto sociale.Di fronte all’aggravarsi dellacrisi economica, alla instabilitàpolitica, padroni e partitiborghesi rilascianodichiarazioni sempre piùallarmate e drammatiche. Squinzi, presidente diConfindustria, ha affermato che“tra poco ci sarà un’esplosionesociale”; e, di rimando,Vendola, di fronte allaeventualità che mezzo milionedi lavoratori espulsi rimarrannonei prossimi mesi senza cassaintegrazione, parla apertamentedi rischio di “una guerra civile”. E’ in questa situazione che gliindustriali nel loro Convegno diTorino del 12 e 13 aprile, hannolanciato il “patto di fabbrica”. Inpratica un nuovo patto socialefra imprenditori e operai(tramite le dirigenze sindacalicollaborazioniste) per farefronte comune contro la crisi ela indifferenza della classepolitica, e chiedere misureurgenti per il rilanciodell’economia.

I vertici CISL sono stati i primi,come sempre a dare il proprio Sial nuovo “patto fra i produttori”,mentre la Camusso ha già datouna prima apertura allaproposta.Il motivo di tanta apprensionenon è difficile da capire. Ipadroni sanno che il profondomalessere e la rabbia checovano sotto la cenere possonofar divampare in ogni momentol’incendio della rivolta operaia.Perciò rilanciano la favolaingannevole del “siamo tuttisulla stessa barca” cercando diprevenire il riaccendersi delloscontro di classe.La proposta di “patto sociale”non è certo una novità di oggi.Sappiamo bene come sonosempre andate le cose: aguadagnarci è stata sempre laborghesia, mentre la classeoperaia e le masse lavoratricihanno sempre visto peggiorarele loro condizioni di vita e dilavoro e si sono ritrovatesempre più deboli di fronte aipropri sfruttatori. Il “patto di fabbrica” serviràsoltanto a salvaguardare iprivilegi e i profitti della classe

sfruttatrice, adaumentare losfruttamento dellaclasse lavoratrice eda continuare ascaricare su di essa esulle masse popolarii costi e gli effettidella crisi causatadal capitalismo.Gli interessi dellaclasse operaia equelli dei capitalistisono interessiantagonisti einconciliabili. Perquesto la classeoperaia, e le altremasse lavoratricidevono rifiutare edopporsi con forza edunitariamente aquesta nuova,pericolosa, fregatura. Facciamo sentire con forza lanostra opposizione nellefabbriche, sui posti di lavoro,nelle assemblee e nelle piazze.Rilanciamo la mobilitazionenelle fabbriche costruendo ilfronte unico del proletariato eorganismi di lotta operai(consigli e comitati).

Lo slogan lanciato daConfindustria è “il tempo èscaduto”. Si, è scaduto il tempodella pace sociale e dellaconcertazione, il tempo dei pattisociali, è giunto il tempo delrilancio della lotta di classecontro gli sfruttatori e per unmondo nuovo, necessario epossibile: il socialismo!

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Ma quale “patto fra produttori”?magio 2013

Le cifre sono drammatiche e incostante aumento. Ilicenziamenti hanno assuntoormai carattere di massa esconvolgono la vita di milioni difamiglie lavoratrici (nel solo2012 un milione di lavoratori ha

perso il posto di lavoro, e ladisoccupazione si avvia asuperare la cifra di 3 milioni,soprattutto fra i giovani e ledonne). Al danno si aggiungeanche la beffa, visto che stannofinendo i soldi per finanziare la

CIG in deroga e ilministro Fornerodichiara che è difficiletrovare i fondi.I padroni licenzianoper delocalizzare lefabbriche nei paesidove la forza lavorocosta meno, alloscopo di aumentare ilsaggio di profitto. Un motivo ricorrentedell’aumento deilicenziamenti è quellos p e c u l a t i v o -finanziario: i padroninon investono più inattività industriale esmantellano laproduzione perchèpreferiscono i più lautie lucrosi profitti chegli vengono garantiticon i “giochetti diborsa”. Tra gli obiettivi dei

capitalisti c’è quello dimantenere un forte esercito diriserva per continuare a ricattaree sfruttare meglio la classeoperaia. Sono interessati soltantoal massimo profitto mediante losfruttamento, la rovina el’impoverimento delproletariato.La classe operaia resisteaccanitamente, con i mezzi a suadisposizione, a questa piagasociale generata dal capitalismo:tantissimi sono i casi di scioperi,manifestazioni, occupazionidegli stabilimenti, che leburocrazie sindacalimantengono divisi. Gli operaichiedono risposte certe edoccupazione, il rispetto degliaccordi. Sono stufi dellepromesse, dei continui rinvii,degli impegni rimangiati centovolte dai padroni e delleistituzioni borghesi. La manifestazione nazionale aRoma indetta per il prossimo 18maggio ha fra i suoi obiettiviquello del blocco deilicenziamenti. Tale importantequestione comincia ad esseremessa al centro delle lotte indiversi paesi.

Un prezioso esempio ci giungedalla Francia: qui, sull’ondadella pressione operaia è statopresentato un progetto di leggeda parte del Front de Gauche cheprevede il divieto deilicenziamenti determinati damotivi finanziari e speculativi. Anche nel nostro paese unobiettivo del genere potrebberafforzare la lotta generalecontro tutti i licenziamenti. Sifanno leggi e leggine per daremiliardi alle banche e ai padroni,perchè nessuno propone unamisura che impedisca checentinaia di migliaia di operaivadano alla fame?La contraddizione è sotto gliocchi di tutti e può costituire unproblema per le forze politicheborghesi e le direzioni sindacalicollaborazioniste.Allo stesso tempo va rilanciata lalotta per il ripristino dell’art. 18,argine importante per la difesadel posto di lavoro.Chiaramente la lotta per la difesadel lavoro ha una sua concretaprospettiva di successo solo secombattuta all’interno della piùgenerale battaglia perl’abbattimento del capitalismo.

Ci vuole il divieto dei licenziamenti di Borsa

Vieni fuori compagno!

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5maggio 2013

Ecco chi deve pagare la crisi!La tabella che pubblichiamo afianco indica i compensi ricevutinel 2012 da presidenti aamministratori delle 20 società amaggiore capitalizzazione nellaBorsa italiana. Questi sono i parassiti chevogliono scaricare la crisi suilavoratori mentre i loro conticorrenti alle Isole Cayman e alloIor si gonfiano sempre più. Sono loro i responsabili dellacrisi, sono loro a dover pagare! Esigiamo: - una tassazione fortementeprogressiva su profitti, rendite,interessi, redditi, patrimoni,consumi di lusso;- il recupero dell’evasione e dellefrodi fiscali, - il blocco e sequestro dei capitalievasi, delle proprietà dei corrotti,dei ladri, dei mafiosi, dei

guadagni speculativi; - la cancellazione di privilegi,stipendi e pensioni d’oro dicapitalisti, amministratori,manager e parlamentari; - la fine dei finanziamenti agliindustriali, ai banchieri, alVaticano, alle scuole e alla sanitàprivata, delle spese di guerra. I soldi ci sono, vanno presi daicapitalisti e da ricchi, vanno spesiper i lavoratori e i disoccupati!Chiamiamo gli operai, idisoccupati. i lavoratori oppressi,i giovani e le donne del popolo aintensificare il livello delle lotte ela loro combattività, per otteneremisure concrete e urgenti permigliorare le proprie condizionidi vita e respingere l’offensivareazionaria del capitalismofinanziario e delle sue istituzioninazionali e sovranazionali.

Matteo Renzi si prepara a spartirsile spoglie del PD in tandem conl’altro chirichetto, Nichi Vendola.Uno da destra e l’altro da“sinistra”.Ma chi è Renzi, di quali interessi èportavoce il sindaco di Firenze? Elenchiamo di seguito alcuni suoifinanziatori per capirlo.L’ex banchiere della Bce LorenzoBini Smaghi, professore adHarvard.Il conte Gaddo della Gherardesca,esponente della nobiltà toscana eanimatore della “dolce vita”fiorentina.Il finanziere Serra, fondatore delfondo Algebris che ha sede nelparadiso fiscale delle IsoleCayman, presidente dellamunicipalizzata FirenzeParcheggi, consigliere del

Gabinetto Vieusseux e della Cassadi Risparmio di Firenze. il marchese Jacopo Mazzei,presidente dell'Ente Cassa diRisparmio.La marchesa Bona Frescobaldi. Guido Ghisolfi e la moglie IvanaTanzi, proprietari della societàchimica Mossi. La Isvafim spa di Napoli, unistituto per la valorizzazionefondiaria e immobiliare.Paolo Fresco, ex presidente Fiat,ex numero due della GeneralElectric. Simon Fiduciaria Spa, dellafamiglia di Franzo GrandeStevens, avvocato della famigliaAgnelli, presidente dellaFondazione San Paolo, consulentedella banca del Vaticano, lo IOR. La Cimis Srl di Sannazzaro, della

famiglia Fiorani. Giancarlo Lippi, manager delgruppo Targetti. La Karat Srl dei fratelli Bassilichi,imprenditori immobiliari einformatici legati al Monte deiPaschi di Siena. La Telit Communications di OoziCats, società israeliana.Carlo Micheli, consigliere dellaBanca Leonardo e figlio delfinanziere Francesco Micheli. La Key2 People Executive Search,una società che si occupa dilicenziamenti per conto dellegrandi imprese.L'avvocato Alberto Bianchi, cheguida la Fondazione "Big Bang". Il Cral del Comune di Napoli.L'ex presidente di ConfindustriaFirenze.La Bassilichi Spa, la Sweet life

Srl, gestore di un noto locale dellamovida fiorentina, Fabrizio Landi, AD di Esaote emembro del CdA di Cassa diRisparmio. Ernesto Calaprice, segretario delCdA di Terna. Mario Curia, presidente eamministratore delegato diMandragora e consigliere delegatodi Confindustria Firenze.L’imprenditore Giorgio Moretti,presidente di Quadrifoglio.Giovanna Folonari del CdA delMaggio Fiorentino 2.000. Vi è poi tutta una rete di altrifinanziatori nel campodell'imprenditoria. Conclusione: il “rottamatore”Matteo Renzi è al servizio direttoed esclusivo dell’oligarchiafinanziaria.

I finanziatori del “rottamatore” Renzi

L’impero immobiliare di Bergoglio Il quotidiano inglese “TheGuardian” ha svelato un vero eproprio impero immobiliarecontrollato dal Vaticanoattraverso società come la BritishGrolux Investment Ltd, di cuisono soci i banchieri cattoliciinglesi John Varley e RobinHerbert. Il capitale di questa società dicomodo è interamente controllatodalla Profima SA creata inSvizzera ed avente sede legalepresso la banca JP Morgan diNew York.La Profima appartiene alVaticano fin dagli anni '30, da

quando Mussolini versò alVaticano una somma equivalentea 65 milioni di euro, ai sensidell'articolo 1 della Convenzionefinanziaria, parte integrante deiPatti lateranensi, stipulata nel1929. Il Vaticano esportò in Svizzera ilcapitale ricevuto dal fascismo,costituì la Profima ed acquistòimmobili in vari Stati capitalisti.Ad oggi tale patrimonioimmobiliare ammonta a circa 650milioni di euro con prestigiosilocali e edifici nella Citylondinese come la sede dellagioielleria Bulgari o la sede della

banca di investimenti AltiumCapital, con blocchi diappartamenti in Francia eSvizzera. A ciò vanno aggiunti 100 milaimmobili posseduti in Italia, tracui 9 mila scuole, 26 mila

strutture ecclesiastiche e quasi 5mila strutture sanitarie. Questo è il Vaticano di Bergoglio,che predica povertà, umiltà e unavita migliore nell’ “altro mondo”,mentre le gerarchie ecclesiastichecampano di rendite e profitti.

:: non versare una quota delleimposte ai padroni, allo Stato o al Vaticano.Sostieni la stampa comunista!Sul Cud, 730 e modello unico firma nelriquadro “Sostegno del volontariato e delleorganizzazioni non lucrative di utilità sociale” e scrivi il codice fiscale 976 637 805 89di Scintilla Onlus

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Nello scorso numero di"Scintilla" abbiamo messo inrilievo gli elementi di vera epropria «decomposizione» chesta mostrando il sistemapolitico-istituzionale italianosotto i colpi di una crisieconomica e finanziaria digravità estrema, che nonaccenna a risolversi e che stagettando nella povertà e nelladisoccupazione milioni dioperai e di lavoratori.La parte più cosciente dellaclasse operaia sta reagendo concombattività e con coraggio allepolitiche reazionarie impostedalla dittatura dell'oligarchiafinanziaria che domina in Italiae in Europa. Ma negli strati piùarretrati delle masse popolariprevale ancora l'incertezza e lapaura del futuro.A due mesi dalle ultime elezioniè sotto gli occhi di tutti la farsadella democrazia borghese.Cresce, in una larga parte dellemasse oppresse e sfruttate, lasfiducia nello Stato dellaborghesia capitalistica, nelle sueistituzioni corrotte, nella suaodiata burocrazia. Ma per molti non è ancorachiara l'alternativa. E' possibile uno Stato diverso?E' possibile una democraziavera, che dia realmente il poterea chi lavora e ponga fine ad ognisfruttamento e ad ogni timore

per l'avvenire? Alla domanda dialternativa, che spesso ci vienerivolta, rispondiamo con leparole che Antonio Gramsciebbe a scrivere più di novantaanni fa, e che oggi sono ancorpiù attuali di ieri:«Noi siamo persuasi, dopo leesperienze rivoluzionarie dellaRussia, dell'Ungheria e dellaGermania, che lo Statosocialista non può incarnarsinelle istituzioni dello Statocapitalista, ma è una creazionefondamentalmente nuova perrispetto ad esse».«La formula «conquista delloStato» deve essere intesa inquesto senso: creazione di unnuovo tipo di Stato, generatodalla esperienza associativadella classe proletaria, esostituzione di esso allo Statodemocratico-parlamentare».«Il tipo di Stato proletario non èla falsa democrazia borghese,forma ipocrita delladominazione oligarchicafinanziaria, ma la democraziaproletaria che realizzerà lalibertà delle masse lavoratrici;non il parlamentarismo, mal'autogoverno delle masseattraverso i propri organielettivi; non la burocrazia dicarriera, ma organiamministrativi creati dallemasse stesse con lapartecipazione reale delle

m a s s eall'amministrazionedel paese e all'operasocialista dicostruzione. Laforma concreta delloStato proletario è ilpotere dei Consigli odi organizzazioniconsimili».«La dittatura delproletariato è la levadell'espropriazioneimmediata delcapitale e dellasoppressione deldiritto di proprietàsui mezzi diproduzione, chedevono esseretrasferiti in proprietàdella nazioneintera». «Aderire allaI n t e r n a z i o n a l ecomunista significa aderire allaconcezione dello Statosoviettista e ripudiare ogniresiduo della ideologiademocratica, anche nel senodella attuale organizzazione delmovimento socialista eoperaio». (A. Gramsci, L'Ordine Nuovo,maggio-luglio 1919).Sì, uno Stato di tipo nuovo èpossibile e necessario per usciredal declino e dal degrado in cuila borghesia ci sta trascinando,

per tirare fuori il paese dalvicolo cieco del capitalismo eavviarci verso un futuromigliore e diverso, in cui loscopo della produzione non saràpiù il maledetto profitto, ma ilbenessere delle masselavoratrici. La costruzione del Partitocomunista del proletariatod’Italia si presenta oggi come ilpiù valido contributo chepossiamo offrire per indirizzarciverso questa alternativarivoluzionaria.

Quale tipo di Stato vogliamo noi comunisti?

maggio 2013

Dopo cinque anni, la nuova basestatunitense imposta nell’area DalMolin, a Vicenza, sta per diventareoperativa. Sarà una base di guerracon le sue conseguenti distruttive,tanto nel territorio italiano quantoin altri paesi. Intanto, nonostante le proteste inSicilia vanno avanti i lavori perrealizzare il MUOS.E a Pisa si avvia il progetto delgrande hub militare che saràmesso a disposizione della NATOe della base USA di Camp Darby.Senza dubbio, il prossimo governobipartisan favorirà questi piani diguerra .

Va perciò rilanciato un grandemovimento di lotta per chiudere lebasi USA e NATO. Ecco le ragioniper cui le basi di morte e di terrorevanno smantellate: - sono basi di guerra in spregioall’art. 11 della Costituzione,impiegate regolarmente per lemissioni belliche in Afghanistan,Libia, Iraq, etc., per aggredire ipopoli che si ribellano al dominioimperialista:- sono basi pericolose perchèospitano ordigni nucleari,nonostante il popolo italiano abbiadetto no al nucleare;- sono un rischio costante per la

popolazione in quanto obiettivo diattacchi militari;- costano ai lavoratroi centinaia dimilioni di euro l’anno perchèl’Italia deve contribuire alle lorospese, tagliando quelle sociali;- sono un porto franco per militarie spie che organizzano crimini, inspregio al diritto internazionale(vedi il caso di Abu Omar);- sono fonte di pesante e continuoinquinamento ambientale;- dalle inchieste è emerso che sonocentri di organizzazione di attivitàterroristiche, stragi e traffico didroga.La crisi economica, politica esociale che scuote il mondo, e chesi aggrava di giorno in giorno,incrementa le tensioni e conducead una militarizzazione crescente. E’ evidente che le armi stoccatenelle basi e nei depositi non stannolì per arrugginire. Nei circoliimperialisti più reazionari si fastrada l'idea di un’uscita dalla crisiattraverso la guerra. Si elaboranopiani contro i lavoratori, i popoli,

le nazioni oppresse, e contro forzeimperialisti rivali.Esigiamo lo smantellamento dellebasi militari USA e NATO, ladistruzione delle armi nucleari!Ritiro delle forze di occupazione!Stop alle spese militari! Fuori dallaNATO, organizzazione militare diaggressione e terrore!

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Via le basi USA e NATO!

Page 7: Scintilla maggio 2013

maggio 2013

Lo scorso 14 aprile decine dimigliaia di manifestanti sonoscesi nelle strade di molte cittaspagnole con le per celebrarel’82° anniversario dellaRepubblica, contro lareazionaria, anacronistica,antipopolare e corrottamonarchia di Juan Carlos, erededi Franco, per una Spagnarepubblicana. E’ stato un grande successo cheapre nuove prospettive almovimento repubblicano e aicomunista che lo animano. Per la prima volti i principalimedia hanno dato notizia delledimostrazioni e delle numeroseattività culturali, informative,

artistiche, etc. che si sonosvolte. I manifestanti oltre ad esigere lafine della monarchia hannodenunciato la politica delgoverno, le privatizzazioni e losmantellamento dello statosociale, si sono pronunciati peril rifiuto di pagare il debitoillegale, ingiusto e illegittimoche conduce alla povertà e allarovina i lavoratori.La manifestazione di Madrid,come tutte le altre che si sonosvolte nelle principali cittàspagnole, hanno avuto undenominatore comune: l’unitàpopolare attorno allarivendicazione dellaRepubblica, la richiesta didimissioni del governo Rajoy,l’indignazione contro le suemisure antipopolari e la colleradi fronte alla corruzione dipoliticanti, padroni e regnanti.La drammatica situazione dicrisi in cui affonda Spagna nonpotrà essere risolta a un cambiodi governo, ma da un cambio disistema, dall’alternativarepubblicana, federale esocialista. Non si tratta diun’utopia, ma di una necessità!

Quando in Danimarca fu elettonel 2011 un governosocialdemocratico in molti siaspettarono che avrebbe postofine alle controriformeneoliberiste. E invece haaumentato l’orario di lavoro eapprovato misure contro igiovani. La risposta deilavoratori è cresciuta ed oggisiamo di fronte a un fatto nuovo. Nel mese di aprile si sono svoltegrandi manifestazioni degliinsegnati che hanno scioperatocontro la proposta, avanzatadalle autorità municipali, di unaumento dell'orario di lavoro edella soppressione del contrattodi lavoro.Un aumento che non va certo abeneficio dell’educazione, madei tagli alla spesa pubblica, eche serve a preparare forza-lavoro che si abitui fin dallagiovane età a orari estenuanti,invece di fare sport e ricreazione.I sindacati hanno respinto il

piano, che è stato giudicato comeun modo per tagliare i costi eridurre la qualità del sistemaeducativo.Per risposta le autorità hannoordinato la serrata delle scuole,vecchia arma dei padroni orausata contro gli impiegatipubblici. Il piano è quello divarare una legge senza negoziati.Anche le unioni degli industrialie il “blocco blu” di destra hannosostenuto apertamente le misureneoliberiste del governo controgli insegnanti. Chiaramente gli insegnantihanno organizzato marce edimostrazioni, tra cui unadimostrazione nazionale difronte al parlamento, svolta l’11aprile, con lo slogan ‘Gliinsegnanti sono i primi, chisaranno i prossimi?', indicandoche questo è solo l’iniziodell'attacco neoliberista alsettore pubblico.Più di 100.000 lavoratori hanno

partecipato alla dimostrazione,una delle più grandi proteste dimassa contro il governo incarica, nonché una delle piùgrandi mai tenute in Danimarcadi fronte al Parlamento. Gli insegnanti hanno dato vita aduna lotta importante, creandoparecchi guai al governo. Lapopolarità dei socialdemocraticiè ora al minimo storico.La coraggiosa azione di massa

degli insegnanti avrà senzadubbio effetti positivi suglisviluppi della lotta di classe inDanimarca e in tutta l’UE. Il Partito fratello di Danimarca(APK) è parte attiva nella lotta,ed ha chiamato alla formazionedi un ampio movimentopopolare contro le riformeneoliberiste e per la creazione diun'alternativa popolare erivoluzionaria.

Spagna repubblicana!

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La morte di Margaret Thatcherha dato occasione alla stampa ditutto il mondo di ricordare ilgrande sciopero dei minatoriinglesi che nel 1984 scesero inlotta dopo l'annuncio, da partedel National Coal Bard (l'enteminerario britannico che gestivale miniere di carbonenazionalizzate), della chiusura ditutta una serie di pozzi, con laprevista riduzione dellaproduzione di 4 milioni ditonnellate di carbone e la perditadi 20 mila posti di lavoro. La lotta, durata per un annointero contro il governoconservatore guidato dallaThatcher, fu durissima. Aspriscontri con la polizia, arresti,processi, con un bilancio finaledi 10 morti e migliaia di feriti. Lo sciopero del 1984-85 finì conla sconfitta dei minatori, comequello del 1926 (che abbiamovoluto ricordare con il rapportodi Stalin al riguardo, pubblicatonell’inserto speciale allegato a"Scintilla" n. 38). In entrambe le situazioni, grandefu la solidarietà dei lavoratori ditutto il mondo nei confronti dei

minatori inglesi; ma, nell'unocome nell'altro caso, uno deifattori della vittoriaconservatrice fu l'opportunismoe il tradimento di uomini cheavevano responsabilità dirigenti. Nel 1926 furono i dirigentiopportunisti del ConsiglioGenerale delle Trade Unions chesi rifiutarono di accettare l'aiutoeconomico internazionalistaofferto dai minatori sovietici ailoro compagni britannici. Da documenti emersi nel 2010,si è appreso che nello scioperodegli anni '80 la Thatcher riuscìa convincere Gorbaciov (che eraallora il numero due deigovernanti revisionistidell'URSS) a bloccare unmilione di dollari donati daiminatori sovietici ai lorocompagni inglesi in lotta.Senza l’indipendenza completadalla borghesia e la rotturadefinitiva e completa con lapolitica di collaborazione diclasse seguita dai capirevisionisti, socialdemocratici eopportunisti, non si può lottarecon successo contro laborghesia.

Thatcher e Gorbaciov due campioni antioperai

Un’importante lotta contro le misure neoliberiste

Page 8: Scintilla maggio 2013

Nel mese di aprile si sonomoltiplicati gli allarmi sulleminacce della Corea del Nord aUSA e Giappone. In tal modo si è ribaltatacompletamente la realtà e si èribadito un concetto-chiave:nulla deve compromettere lasicurezza imperialista.La verità è che la Corea delNord (RPDC) vive da 60 annisotto minaccia di attacconucleare USA e perciò ha ildiritto di difendersi con i mezzinecessari da eventualiaggressioni. Di qui i testmissilistici che hannodeterminato il 7 marzo unanuova serie di sanzioni da partedel Consiglio di sicurezzaONU. La verità è che l’imperialismoUSA ha avviato nel mese dimarzo esercitazioni militari conil passaggio di bombardieri B-52 e B-2 Stealth armati dibombe nucleari (75 volte piùpotenti di quelle di Hiroshima)e caccia invisibili F-22 Raptorsulla regione, con lamobilitazione di oltre 200 milasoldati sudcoreani enordamericani, lapartecipazione della portaerei“George Washington” e altre 18navi da guerra.

Questa escalation qualitativadella minaccia a cui èsottoposta la sovranità dellaCorea del Nord ha provocatol’annullamento dell’armistiziodel 1953 fra le due Coree e fattosalire alle stelle la tensione. La politica di crescente ostilitàseguita dalla Casa Biancaesprime il tentativo delladeclinante superpotenzaamaricana di mantenere lasupremazia globale e il dominiosui popoli. Serve ad aumentareil potenziale militare nellaregione asiatica, che nei piani diObama è divenuta “prioritaria”,ad approfittare della situazioneper rafforzare l’accerchiamentostrategico della Cina capitalista,che da parte sua sta riarmando,e mantenere il Giapponenell’orbita dell’imperialismo astelle strisce. Compito della classe operaia edei popoli, degli antimperialistie degli amanti della pace, è oggiquello di sollevarsi perscongiurare una nuova guerravoluta dall’imperialismo, permantenere la pace e cacciare igoverni guerrafondai, aprendola strada al socialismo. Giù lemani dalla Corea! Yankee gohome! Fuori dalla NATO, via lebasi USA!

In un processo elettorale assaicombattuto i lavoratori ed ilpopolo del Venezuela hannoscelto democraticamente NicolasMaduro come Presidente dellaRepubblica. L'imperialismonordamericano ed i suoi alleatieuropei hanno appoggiato uncandidato rappresentantedell'oligarchia e dei suoi interessie hanno subito una sconfitta nelleurne. Ora, strumentalizzando ilpiccolo margine di vantaggio,pretendono di ignorareviolentemente la volontàpopolare creando tumulti eperpetuando atti di provocazioneche minacciano di sfociare nellaviolenza reazionaria. E’ chiaroche il popolo del Venezuela stadifendendo le sue conquistesociali, la sovranità ed il diritto discegliere la sua strada. I partiti facenti parte dellaCIPOML si pronunciano asostegno della classe operaia, deicontadini, degli intellettualiconseguenti, dei rivoluzionari,

del popolo del Venezuela e delnostro partito fratello, il PartitoComunista Marxista Leninistadel Venezuela (PCMLV) chelottano per la costruzione di unasocietà più giusta, sotto lebandiere del socialismoscientifico, e che in questimomenti di grande tensionerespingono valorosamente laminaccia di una nuovaaggressione imperialista. Già nel 2002 l'azione cospirativadegli Stati Uniti, della Spagna e dialtre espressioni mondiali eregionali dell'imperialismoordirono un piano per abbattere ilgoverno di Chavez, cogliendo unvantaggio momentaneo, che fusventato grazie all’energicaazione del popolo rivoluzionariomobilitato nelle strade e allaposizione di settori patriotici delleforze armate che riuscirono aneutralizzare l'aggressioneborghese. Siamo fermi sostenitori dellalibera determinazione dei popoli,

del loro diritto a darsi il governoche desiderano, senza l'interventodei paesi imperialisti. Abbiamoben chiaro che nell'attuale fase disviluppo del capitalismo i paesiimperialisti lottano per una nuovaripartizione del mondo eassalgono i paesi dipendenti,specialmente quelli chepossiedono ricchezze naturali.Sappiamo che questo può esserefermato solo con l'organizzazionepopolare, con l'unità deirivoluzionari e dei patrioti, con lalotta conseguente che miri allaconquista del potere da parte dellaclasse operaia. La CIPOML chiama irivoluzionari, i patrioti, gliinternazionalisti a sostenerel’approfondimento del processorivoluzionario venezuelano,dando impulso a una campagnainternazionale di solidarietà colpopolo del Venezuela e di rifiutodelle minacce di intervento chel'imperialismo sta preparando.No all'ingerenza imperialista!

Con l'appoggio dei rivoluzionaridi tutto il mondo il Venezuela nonsarà un'altra Libia, né un'altraSiria! Aprile 2013COMITATO DICOORDINAMENTO DELLAC O N F E R E N Z AINTERNAZIONALE DIPARTITI EDO R G A N I Z Z A Z I O N IM A R X I S T I - L E N I N I S T I(CIPOML)

8 maggio 2013

www.cipoml.info

Comunicato della CIPOML a sostegno della lottadel popolo del Venezuela contro le minacce di unanuova ingerenza imperialista

Dacca, strage per il profittoE’ per ora di trecento operaie eoperai tessili, fra cui moltiminorenni, il bilancio dellevittime nel crollo annunciatodel Rana Plaza di Dacca, unpalazzo-fabbrica in cui siproduceva per le aziendemultinazionali del settore. Fra queste anche società italiane(Benetton) che hannodelocalizzato per andare apagare salari da un dollaro algiorno, per sei giorni disfruttamento bestiale asettimana.Il giorno precedente il crollo nelpalazzo erano apparse vistosecrepe, segnalate anche dallapolizia. Ma i padroni non hanno volutosentire ragioni: l’estrazione diplusvalore doveva andare avantia tutti i costi, senza interruzioni. Non è stata una sciagura, ma uncrimine del capitalismo!Ecco il vero volto di un sistemainfame e disumano, ecco ilprezzo che gli operai pagano acausa della maledetta proprietàprivata capitalistica e della setedi profitti di un modo di

produzione che deve essereabolita una volta per tutte con lalotta rivoluzionaria delproletariato. Non è la prima strage chesuccede in Bangladesh.Ricordiamo che qualche mese fapiù di centoventi operai eranostati uccisi in un incendioscoppiato in una fabbrica diindumenti.Dopo la strage nelle strade delBangladesh è esplosa laprotesta. In migliaia sono scesiin piazza con le bandiere rosse.Il governo trema, dice chesaranno aperte inchieste e siaccorge solo ora che l‘edificioera fuori norma. La solitaipocrisia borghese.Ma i nomi dei responsabilimateriali e morali sono noti e imanifestanti gridano “vogliamola pena di morte per i proprietaridelle fabbriche!”.Ci uniamo al cordoglio e allagiusta rabbia dei lavoratori delBangladesh. Anche dal sangueoperaio di Dacca si svilupperàla ripresa del movimentooperaio e comunista.

Venti di guerra in Corea