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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista n. 20 Mag/Giu 2011 1 euro Il capitalismo non è in grado di dare un reale slancio all’economia. Sul terreno politico la crisi si trasforma in strisciante liquidazione del parlamentarismo, in autoritarismo e reazione a tutto campo. L’offensiva antioperaia diviene sempre più brutale. Le potenze imperialiste, in primo luogo gli USA, cercano di mantenere le loro posizioni a forza di “piani di aggiustamento”, distruzione delle conquiste operaie e aggressioni “umanitarie”. Manovrano, minacciano, divengono sempre più aggressive, tanto sul piano esterno che su quello interno. In quattro anni di crisi la borghesia ha dimostrato di non voler applicare nessuna misura a beneficio dei lavoratori. Enormi quantità di denaro pubblico sono finite nelle casse dei monopoli, mentre le condizioni di vita e di lavoro delle masse sono peggiorate. Altri furiosi attacchi si preparano. In risposta a ciò l’ondata di protesta e di lotta cresce in tutto il mondo. Gli operai e gli altri lavoratori sfruttati si sollevano, occupano fabbriche e piazze, si mobilitano contro l’offensiva dei padroni, la politica reazionaria e guerrafondaia dei loro governi. I popoli oppressi non accettano più i diktat di un pugno di parassiti e di despoti che scaricano sulle loro spalle il peso della crisi e dei debiti. Le rivolte popolari dei paesi arabi annunciano un nuovo periodo di rivoluzioni e di guerre, con le sue forme particolari di lotta, di organizzazione. In Italia la crisi del capitalismo è profonda, ma riformisti e socialdemocratici, che non possono mettersi di fronte ai compiti autonomi del proletariato e nemmeno chiamare la classe operaia alla difesa fino in fondo dei suoi interessi, continuano a ingannare gli sfruttati con le illusioni costituzionali ed elettorali. Costoro predicano agli sfruttati la Scintilla (pag. 4) - segue a pag. 2 - Politica della passività e politica comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Via il governo della miseria e della guerra, via dalla Libia e dall’Afghanistan! (pag. 3)

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Foglio politico di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

n. 20Mag/Giu

20111 euro

Il capitalismo non è in grado di dare unreale slancio all’economia. Sul terrenopolitico la crisi si trasforma in striscianteliquidazione del parlamentarismo, inautoritarismo e reazione a tutto campo.L’offensiva antioperaia diviene sempre piùbrutale. Le potenze imperialiste, in primo luogo gliUSA, cercano di mantenere le loroposizioni a forza di “piani diaggiustamento”, distruzione delleconquiste operaie e aggressioni“umanitarie”. Manovrano, minacciano,divengono sempre più aggressive, tanto sulpiano esterno che su quello interno. In quattro anni di crisi la borghesia hadimostrato di non voler applicare nessunamisura a beneficio dei lavoratori. Enormiquantità di denaro pubblico sono finitenelle casse dei monopoli, mentre lecondizioni di vita e di lavoro delle massesono peggiorate. Altri furiosi attacchi sipreparano.In risposta a ciò l’ondata di protesta e dilotta cresce in tutto il mondo. Gli operai egli altri lavoratori sfruttati si sollevano,occupano fabbriche e piazze, si mobilitanocontro l’offensiva dei padroni, la politicareazionaria e guerrafondaia dei lorogoverni. I popoli oppressi non accettanopiù i diktat di un pugno di parassiti e didespoti che scaricano sulle loro spalle ilpeso della crisi e dei debiti. Le rivolte popolari dei paesi arabiannunciano un nuovo periodo dirivoluzioni e di guerre, con le sue formeparticolari di lotta, di organizzazione. In Italia la crisi del capitalismo èprofonda, ma riformisti esocialdemocratici, che non possonomettersi di fronte ai compiti autonomi delproletariato e nemmeno chiamare la classeoperaia alla difesa fino in fondo dei suoiinteressi, continuano a ingannare glisfruttati con le illusioni costituzionali edelettorali. Costoro predicano agli sfruttati la

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Politica della passività epolitica comunista

[email protected] www.piattaformacomunista.com

Via il governodella miseria e

della guerra, via dalla Libia e

dall’Afghanistan!(pag. 3)

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passività, l’attesa, i continuicedimenti, la subalternità alleforze neoliberiste e reazionarie.Questa politica è parteintegrante della collaborazionecon la borghesia che serve alsostegno del capitalismo in crisi,alla partecipazione al bottino diguerra, all’indebolimento e alladivisione della classe operaia. Dobbiamo opporre a questapolitica una lotta energica per

mettere un argine e preparare lariscossa. Il centro di questa lottasta nel dare impulsoall’organizzazione delle forze diclasse in un fronte unicoanticapitalista, basato su propriorganismi, come i Comitatioperai e popolari. Su questa base va costruito unampio fronte popolare, perstringere attorno alla classeoperaia, su un programma

rivoluzionario, classi e stratioppressi dall’oligarchiafinanziaria, forze politiche esociali militanti, progressiste. Con l’approssimarsi di tempesterivoluzionarie è fondamentaleelevare il proletariato allacoscienza dei suoi compiti. L’alternativa per cui dobbiamolottare è la conquista di ungoverno degli operai e degli altrilavoratori sfruttati che espropri

la feccia di parassiti, di corrotti,di mafiosi, che sta portando glionesti lavoratori alla miseria eda scannarsi fra loro.Sarà la lotta di classe a schiuderele porte di più elevatoordinamento socio-economico.Questa missione richiede larottura con l’opportunismo e laformazione del partito comunistadel proletariato, guidato daiprincipi marxisti-leninisti.

segue dalla prima

Lo sciopero generale del 6maggio, indetto dalla CGIL, èriuscito in tutte le regioni. L’adesione e la partecipazionealle manifestazioni è stata buona,malgrado le difficoltàeconomiche dei lavoratori,malgrado il silenzio dei media,malgrado la direzione delsindacato abbia convocato losciopero con grave ritardo, sucontenuti debolissimi, ed abbiafatto poco per la sua riuscita. La partecipazione operaia, inparticolare nelle grandi aziende, èparagonabile a quella delloscorso 28 gennaio. Moltefabbriche, specie quelle chehanno subito accordi separati,hanno scioperato oltre il 70%. Inalcune realtà (Pomigliano,Cassino) però la media è scesa.Evidentemente si pagano lecontraddizioni della FIOM, comequella manifestatasi alla Bertone. In diverse città i giovani hannodato vita ad azioni di protestaincisive, caratterizzando losciopero con una combattivitàche ha molto disturbato i

reazionari di tutte le risme. Accanto alla classe operaia sisono schierati settori sociali chehanno sviluppato movimenti elotte in questi ultimi tempi. L’aspetto più importante dellosciopero va visto nella capacità diresistenza e di lotta della classeoperaia e delle masse popolariche dopo tre anni di crisi hannodimostrato di nuovo la volontà difar pagare al capitale la sua crisi,di difendere i propri interessi. I tentativi di far passare lasfiducia e l’apatia, di separare isettori più combattivi dellaclasse dagli altri settori, sonofalliti. Sconfitta è stata anche la politicaradical-opportunista di chi si ètirato fuori dallo sciopero,incrementenado lo scissionismoche fa comodo ai nostri nemici. Lo sciopero del 6 maggiodimostra proprio quanto sianecessaria la cooperazione el’intesa fra gli operai che sioppongono all’offensiva dellaclasse capitalista, alla derivareazionaria e alla guerra.

Perciò dobbiamo riprendere esviluppare il percorso unitarioche si era avviato con lamanifestazione operaia del 16ottobre 2010.Dobbiamo continuare la lotta,estenderla con l’unità di azione ditutti gli sfruttati, in opposizione aivertici CISL e UIL che firmanoaccordi peggiorativi e a quelliCGIL che - seguendolinvoluzione moderata del PD -puntano a un nuovo “pattosociale” con gli industriali,accettando le deroghe ai CCNL.Allo stesso tempo dobbiamoessere consapevoli che il livellodi lotta finora espresso è arretratorispetto la gravità dellasituazione. Manca ancora larisposta adeguata alla portatadell’attacco capitalista, manca illegame con la questione crucialedella guerra in cui la borghesia hatrascinato l’Italia.Le responsabilità di ciò èprincipalmente dei riformisti,che con la loro politica illusoria efallimentare frenano e boicottanola lotta degli sfruttati,mantengono passive le masse perfavorire l’ imperialismo tricolore. Non si può andare avanti così.

Occorre un salto di qualità. Allaluce delle intenzioni dei padroni,che intendono proseguire a spronbattuto sulla strada tracciata daMarchione, è più che mainecessario lo sviluppo di una veraazione rivoluzionaria chescaturisca dalla lotta di classestessa, non scioperi puramentedimostrativi, proclamati conmesi di anticipo e realizzati con lepasseggiate per le vie del centro.Gli insegnamenti dello scioperogenerale dimostrano la necessitàche la classe operaia compiadecisi passi in avanti sul versantedella costruzione del fronte unicodi lotta, dello sviluppodell’opposizione sindacale diclasse e soprattutto della propriaorganizzazione politicaindipendente. Va aperta una fase nuova, perpassare alla controffensiva.Evidenziamo l’importanza dellacostruzione dal basso diorganismi quali i Comitati operai,di sciopero, etc., per sganciare ilavoratori dal riformismo, perampliare l’unità di azione e aprirela via ad un governo che sia losbocco del fronte unico di lottadella classe operaia.

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La borghesia italiana è entrata inguerra calpestando la sua stessaCostituzione. Per trovare i mezzieconomici necessariall’aggressione peggiora lecondizioni di vita e di lavoro delproletariato e delle massepopolari. Il costo stimato per difetto dellaguerra in Libia è di 700 milioni dieuro solo per i primi tre mesi. L'impiego di 12 aerei costa oltre45 milioni di euro al mese, mal’impegno è aumentato e la cifracrescerà. Poi c’è il costo deimissili: quelli da crociera idonei acolpire i bunker costano unmilione di euro ciascuno. Il gruppo navale incentrato sullaportarei Garibaldi costa ognigiorno di navigazione 350 milaeuro. Tenere cinque navi daguerra di fronte alle coste libichecosta più di 10 milioni di euro almese. Il costo di un’ora di volodei cacciabombardieri costa dai30 ai 60 mila euro. Il costo di unraid aero è di circa 300 mila euro. L’occupazione dell’Afghanistancosterà nell’anno in corso 820milioni di euro.Per finanziare la guerra illegale ilgoverno Berlusconi varerà nel

mese di giugno una primamanovra da 7 miliardi. E’ facileprevedere che troverà l’appoggiodel PD e della altre finteopposizioni borghesi, che sulla

questione della guerra sicompattano come un solo partito.Per gli operai, per i disoccupati,per i giovani, per i pensionati alminimo, per la sanità, per lascuola, non c’è un euro, ma perfare dell’Italia un arsenale alservizio degli USA, perpartecipare alle guerre di rapina sitrovano i miliardi!Per gli sfruttati le “missioniumanitarie” si traducono inmaggiori sacrifici e privazioni:riduzione dei salari, altri tagli

alle spese sociali e previdenziali,maggiore precarietà, aumentodelle tasse antipopolari. La guerra imperialista determinala soppressione graduale delle

libertà e dei diritti democratici,implica la militarizzazione dellavita sociale, favorisce le forzefasciste. Inoltre, la guerra e i fenomeni adessa collegati (come il razzismo)sono un diversivo di fronte almalcontento delle masse per lecrescenti difficoltà economiche. Questo significa che la guerra ègià arrivata a colpirci, che ilnemico è dentro casa: ilcapitalismo e i suoi governi.Dobbiamo gridare uniti “basta a

guerre di rapina e sacrifici!”. Sosteniamo le parole d’ordinedella cessazione immediata dellacriminale aggressione alla Libia eall’Afghanistan, dell’uscitadell’Italia dalla NATO e da ognialleanza guerrafondaia, dellachiusura delle basi USA. Lottiamo per cacciare dal potere iresponsabili della guerra, per farpagare crisi e debiti ai capitalisti,ai ricchi, ai parassiti.Rivendichiamo un’imposizionefortemente progressiva su redditi,patrimoni, profitti, interessi,rendite. Esigiamo il recuperodell’evasione e delle frodi fiscali,il blocco e sequestro dei capitalievasi, delle proprietà dei corrottie dei mafiosi, l’abolizione delloscudo fiscale. Non un euro aipadroni, ai banchieri, al Vaticano.Aumento di salari e pensioni.CIG al 100% e sussidio aidisoccupati.L’attacco alle condizioni di vita ela guerra sono due aspetti dellastessa politica imperialista. Sololo sviluppo della resistenzaoperaia e popolare potràsconfiggerla e gettare le premesseper una politica di pace e disolidarietà tra i popoli.

Siamo delegati ed operai dellaFIAT di Cassino e di altri posti dilavoro del basso Lazio, attivistipolitici e sindacali, convintisostenitori della vera democrazia.Dopo Pomigliano e Mirafiori,Marchionne si prepara a colpireanche alla FIAT di Cassino: perallora dovremo avere le ideemolto chiare, prepararci aresistere e a costruire il più ampiofronte di forze in risposta al PianoMarchionne!Siamo decisi a fare la nostra parteper sbarrare la strada algeneralizzato attacco ai diritti chegoverno e padronato stannomuovendo contro i lavoratori e ilpopolo in generale! L’a.d. FIATMarchionne con il sostegno e lacomplicità di Confindustria, delgoverno Berlusconi,dell’“opposizione” parlamentaree delle dirigenze sindacali“complici” di CISL, UIL, UGL eFISMIC sta sferrando un attaccosenza precedenti non solo contro

gli operai FIAT, ma contro tutti ilavoratori. Con un colpo solostanno cercando di smantellare loStatuto dei Lavoratori, il CCNL,l’art. 41 della Costituzione!Vogliono eliminare i sindacatinon asserviti ai voleri deipadroni!Dobbiamo proseguire laresistenza che prima aPomigliano e dopo a Mirafiori glioperai e le operaie FIAT e leorganizzazioni sindacali come laFIOM e i sindacati di base USB,CUB, SLAICOBAS, COBAShanno opposto al PianoMarchionne. I NO di Pomiglianoe Mirafiori hanno messo in motoun’altra Italia, fatta da lavoratori,studenti, precari, pensionati edisoccupati che si stannomobilitando per costruire una viad’uscita dalla crisi positiva,alternativa, diversa da quella cheprogettano Marchionne,Berlusconi e i caporionidell’industria e dell’alta finanza.

Per preparare la resistenza alPiano Marchionne, perraccogliere il testimone lasciatocidalla straordinarie giornate diPomigliano e Mirafiori, perimpedire l’estensione del PianoMarchionne anche a Cassino, percontribuire a rafforzare la lottaper un’altra Italia messa in motodalla sua parte migliore fatta dachi suda i soldi e da chi lotta permigliorare la propria situazione:costruiamo un’assemblea operaiae popolare da tenersi a Cassino incui discutere, confrontarci,organizzarci e decidere iniziativecomuniPer contatti:[email protected] adesioni: Lucio Ribaudo,operaio, FIOM FIAT Cassino(FR), Guglielmo Maddè, operaio,FIOM FIAT Cassino (FR), GigiFerraro, operaio, FIOM FIATCassino (FR), Aldo Zanni,operaio, FIOM FIAT Cassino(FR), Angelo De Siena, FIOM

FIAT Cassino (FR), Grazia DiGiorgio, FIOM FIAT Cassino(FR), Luca Di Lucci, FIOM FIATCassino (FR), Luigi Sorge,operaio, USB FIAT Cassino (FR),Diego D’Agostino, operaio USBFIAT Cassino (FR), DomenicoMazzieri, operaio FIOM SKFCassino (FR), Americo Celani,operaio FIOM Termopack 2000srl Ceprano (FR), Giuseppe DelleChiaie, operaio FIOMTermopack 2000 srl Ceprano(FR), Ruben Caloggi, operaioFIOM Termopack 2000 srlCeprano (FR), GiuseppeAntonelli, operaio, FLM CUBUNIFER Ceprano (FR), AldoBarone, cassaintegrato NexansLatina, Daniele Alessi,cassaintegrato Nexans Latina,Ivan Dal Col, operaio, FILCTEMCGIL Wyeth gruppo PfizerAprilia (LT), Paolo Iafrate,Comitato di Lotta per il LavoroFrosinone (FR), etc.

Via il governo della miseria e della guerra!

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Con uno spregevole tranello ilgoverno Berlusconi ha cercato diannullare i referendum sulnucleare e sull’acqua pubblica.Ha infatti presentatoemendamenti-truffa per evitare ilpronunciamento popolare. Quello sul nucleare, inparticolare, prevede un rinvio diun paio di anni ella realizzazionedelle centrali, non la lorodefinitiva abolizione. La mossa è stata dettata da duemotivi. In primo luogo, governo edENEL sanno bene che dopo ildisastro di Fukushima lamaggioranza del popolo italiano– nonostante le censure e ladisinformazione dei mediaborghesi - avrebbe confermato lavolontà già espressa nel 1987,abrogando la legge sulle centralinucleari. In secondo luogo, la massicciapartecipazione al referendum sulnucleare avrebbe contribuito al

raggiungimento del quorumanche per gli altri referendum,quelli per l’acqua pubblica (temaassai caro a Confindustria chevuol far profitti sui beni di primanecessità) e sul legittimoimpedimento, uno deiprovvedimenti che stannopermettendo a Berlusconi diinstaurare un regime reazionario. Non lasciamoci ingannare!L’intenzione del governo e deimonopoli del settore elettro-nucleare (legato a quello militare)è di impedire l’espressione dellavolontà popolare per riattivare ilpiano nucleare quando l'opinionepubblica sarà stata distratta conaltri temi.A giorni la Cassazione siesprimerà sul referendum.Indipendentemente da ciòdobbiamo mobilitarci almassimo, assieme a tutte le forzepolitiche, sociali, sindacali, aicomitati popolari, per andare avotare SI’ a tutti i referendum e

sconfiggere i piani del governo edei monopoli capitalisti.Il movimento operaio ecomunista deve giocare un ruoloimportante in questa battaglia einfliggere un colpo durissimo allabanda di magnaccia al potere. La vittoria nel referendumconsultivo in Sardegna (oltre il97% di contrari al nucleare), èstata un ottimo banco di prova,che premia il lavoro svolto daicompagni nell’isola. Attiviamoci in tutti i luoghi dilavoro per dare una lezione algoverno degli imbrogli e aicapitalisti. Spingiamo gliorganismi di massa a sostenere lacampagna per il SI.Raddoppiamo gli sforzi e leiniziative pubbliche, utilizziamotutti gli strumenti di propaganda(comizi, scritte e giornali murali,volantini, email, siti internet,facebook, sms, radio,passaparola, etc.), perraggiungere il quorum e vincere.

Sta ad ognuno di noipubblicizzare i referendum. Rai eMediaset non lo faranno mai. Per respingere veramente iprogetti del grande capitale,occorre che la battagliareferendaria non rimanga isolata,non sia concepita come unamobilitazione a se stante, privadi legame con la lotta per latrasformazione della società. La battaglia per usciredefinitivamente dal nucleare eimpedire la privatizzazionedell’acqua ha un contenuto diclasse. Lo dimostra il fatto chetutti i padroni, siano essi di destrao di “sinistra”, sono a favore.Essa inoltre ha una valenza cheva oltre i confini nazionali. Bisogna dunque svilupparlacome un aspetto della lotta control’imperialismo, per la conquistadi una nuova e superioreorganizzazione sociale dellavoro, in armonia con le leggidella natura. E’ il nostro futuro!

Andiamo a votare SI’ ai referendum del 12-13 giugno

Il voto delle amministrative èstato un test politico importante,perché interessava oltre 12milioni di elettori e perchéBerlusconi lo aveva caricato diun significato politico nazionale.Lo aveva presentatodichiaratamente come unreferendum sulla sua persona, elo ha perso (vedendo dimezzate, aMilano, le sue preferenze: 27.000rispetto alle 52.000 del 2006). Eha dovuto subire un secondoschiaffo, perché nella roccafortemilanese del berlusconismoLetizia Moratti è stata surclassataal primo turno dal candidato«progressista» Giuliano Pisapia,che ha saputo convogliare sullasua persona i voti del PD, di unaparte della borghesia moderatamilanese (la sua classe sociale!) edella «sinistra radicale»vendoliana. Gli italiani cominciano, dunque,a risvegliarsi dall'ubriacaturaberlusconiana. Il governo delmiliardario di Arcore risultasicuramente indebolito dall'esitodi questa consultazione;aumentano i contrasti del PdLcon la Lega di Bossi, che ha

confermato la sua presa neipiccoli e medi centri, ma -contrariamente alle previsioni -non sfonda nelle grandi città delNord. Alcuni commentatoriparlano anche di un «tonfo» delterzo polo, che ha ottenuto unrisultato assai povero e che potràoffrirsi probabilmente come«ruota di scorta» a Berlusconi. I liberal-riformisti del PD gridanovittoria, ma non hanno molto daesultare, perché (a parte Torino e

alcune città della Toscana) i loroconsensi diminuiscono e sonoinsidiati dal populismo delMovimento "Cinque Stelle" e, aNapoli, da quello di DeMagistris, che ha scavalcato alprimo turno il loro candidato.L'astensione è aumentata, il chedimostra che ampi strati proletarinon si riconoscono più nei partitiborghesi e piccolo-borghesi. Maciò che manca tuttora, sul pianopolitico, è un'egemonia reale

della classe operaia. Possiamo,tuttavia, affermare che l'esito diqueste elezioni crea, nelcomplesso, condizioni piùfavorevoli allo sviluppo dellalotta di classe in Italia.Condizioni più favorevoli allelotte della classe operaia per ladifesa del suo salario e delle suefondamentali condizioni di vitacontro le misure antiproletarie eantipopolari di Berlusconi, diTremonti, di Marchionne.Condizioni più favorevoli allavittoria del SI al referendum digiugno («Diciamo SI per dire NOal nucleare, alla privatizzazionedell'acqua, al legittimoimpedimento»!).Condizioni più favorevoli allaresistenza popolare contro letrasformazioni istituzionaliutrareazionarie progettate daBerlusconi. Condizioni più favorevoliall'azione dei comunisti persottrarre strati sempre piùnumerosi di proletari all'influenzaideologica e politica dellaborghesia e della piccola-borghesia e condurli su un terrenorivoluzionario.

Elezioni amministrative: due schiaffi a Berlusconi econdizioni più favorevoli per la ripresa della lotta di classe

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Il nuovo patto di stabilitàdell’Unione Europea (UE),chiamato “Euro plus”, è statodeciso a marzo dal Consiglioeuropeo su proposta franco-tedesca, nel silenzio della politicaitaliana. L’ “Euro plus” prevede una curada strozzini per la riduzione deldebito pubblico e la concessionedi nuovi prestiti: adeguamentodei salari con la produttività (cioèdistruzione dei CCNL), piùflessibilità, abolizione diqualsiasi indicizzazioneautomatica dell’inflazione,liberalizzazione dei settori nonprotetti, nuove manovre sullepensioni per allungare l’età dipensionamento, rinegoziazionecon i creditori privati dei piani diristrutturazione del debito.Chiaramente nessuna misura afavore dell’occupazione e della

sicurezza sociale, parolescomparse dal vocabolario diBruxelles.Le massse lavoratrici, se l’Italiadovesse adottare a partire dal2012 queste misure neoliberistedi rientro dal debito, sitroverebbero di fonte a unamacelleria sociale di dimensionimai viste e protratta nel tempo. Ilche, con l’arrivo del federalismo,porterebbe alla rovina e allafrantumazione sociale, civile epolitica del Paese. Chiediamoci a cosa servel’appartenenza alla UE, qualinefaste conseguenze comporta. Questa istituzione imperialistapunta a salvare le grandi banche,impone la concorrenza selvaggiafra i lavoratori per il posto dilavoro, esige la privatizzazionedi ciò che resta dei sistemisociali. L’UE richiede la

sottomissione della classe operaiae dei popoli alle multinazionali,alle politiche imperialiste degliStati più forti. L’UE vuolributtare a mare i migranti chegiungono dall’Africa(costituiscono appena lo 0,01percento della popolazioneeuropea). L’UE non ha alcun disegno civilee sociale unitario: è solo un’areadi libero mercato utile aimonopoli capitalistici. Con la crisi economica mondialequeste caratteristiche si sonoaccentuate e si è rafforzato ildisegno dei poteri economici difar pagare tutta la crisi alla classeoperaia e alle masse popolari,liquidando le loro conquisteeconomiche e politiche.Con ciò sfumano anche le favoledella “solidarietà europea” inregime capitalista e dei benefici

derivanti dall’inclusione nell’UE,raccontate da decenni dai partitiborghesi. Le parole d’ordine che dobbiamosostenere sono quelle dell’uscitadall’UE e dall’Euro, della difesaintransigente delle conquistesociali, dei diritti dei lavoratori.L’uscita dalla UE è un passonecessario per rompere con lepolitiche neoliberiste, per farlafinita con i diktat dei monopoli,per rifiutarci di pagare la crisi e idebiti dei capitalisti e del lorostato oppressore. Il coordinamento e l’unità - suscala nazionale e internazionale -del movimento operaio su questoobiettivo rivoluzionario è ilrequisito per avanzare e vincere,senza lasciare nelle mani delledestre populiste parole d’ordineche sono in contrapposizione conl’oligarchia finanziaria.

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La disperazione politica della sinistra borgheseIl 13 aprile scorso l'illustre prof.Alberto Asor Rosa, ex esponentefallito dell'operaismosessantottino ed ex parlamentaredel PCI, ha messo a rumore ilmondo della politica italiana conun articolo pubblicato sul«Manifesto», dal titolo “Non c' èpiù tempo. Il collasso dellademocrazia”.Si è domandato «a che punto è ladissoluzione del sistemademocratico in Italia» dopo che«un gruppo affaristico-delinquenziale ha preso ilpotere»; e ha constatato che «imargini di consenso alla lobbyaffar i s t i co- de l inquenz ia leall'interno delle istituzioniparlamentari, invece di diminuirecome sarebbe lecito aspettarsi,aumentano».Con la scissione della destra diFini dal PdL «è stata fatta laprova di arrestare il degradodemocratico per la viaparlamentare, e si è visto che èfallita».E allora che fare?L'eccellentissimo sig. professorepensa forse - come pensiamo noicomunisti e come pensano tutti isinceri rivoluzionari - a un grandemovimento di lotta proletaria epopolare, a un grande Fronte

popolare rivoluzionario capace dicacciare Berlusconi e di dar vita aun governo operaio e di tutti glisfruttati?Assolutamente no. Col più totaledisprezzo per le masse tipico del«grande intellettuale» borghese,Asor Rosa afferma che gli«sembrerebbe incongrua (sic)una prova di forza dal basso, perla quale non esistono lecondizioni, o, ammesso cheesistano, porterebbe a esiticatastrofici» (anche unarivoluzione proletaria sarebbe,per lui, una catastrofe?).«Ciò cui io penso» - ha spiegato -«è, invece, una prova di forzache, con l'autorevolezza e leragioni inconfutabili chepromanano dalla difesa deicapisaldi irrinunciabili delsistema repubblicano, scendadall'alto, instaura quello che iodefinisco un normale «statod'emergenza», si avvale, più chedi manifestanti generosi, deiCarabinieri e della Polizia diStato, congela le Camere,sospende tutte le immunitàparlamentari, restituisce allamagistratura le sue possibilità ecapacità di azione, stabilisced'autorità nuove regole elettorali,rimuove, risolvendo per sempre il

conflitto d'interessi, le cause diaffermazione e di sopravvivenzadella lobby affaristico -delinquenziale».E' successo il finimondo. Ladestra berlusconiana - conGiuliano Ferrara in testa - hagridato al «golpe», il golpe della«cricca Scalfari». Il giorno dopo, la «Repubblica»di Scalfari - in un'intervistaconcessa a tamburo battente adAsor Rosa - si è subito dissociatadal «pensiero» del professore(«un uomo con la sua storia disinistra che invoca i generali») eha parlato di «sparata». Il «Manifesto» ha cercato dicorrere ai ripari con un pateticoarticolo di Norma Rangeri, che hapiagnucolato sull'«indegnacampagna di stampa che si stascatenando contro il nostrocollaboratore» e ha minimizzatotutto, definendo un «paradosso»,una «boutade» la sortita delprofessore.Una «boutade»? Si tratta di benaltro, come il più autorevolequotidiano della borghesiacapitalistica italiana non hamancato di rilevare: PierluigiBattista («Il Corriere della Sera»,15 aprile) ha colto il sensodell'intervento di Asor Rosa,

vedendovi «il sintomo di unsenso di impotenza paralizzantedella sinistra parlamentareborghese«, l'esito di una«frustrazione», di «una fiduciaormai prossima allo zero».Nella sua disperazione politica lasinistra borghese si sposta adestra, assume posizionipericolose, ingannando gli operaie facilitando la borghesiareazionaria nell'attuazione deisuoi piani. Compito dei comunisti èsmascherare senza pietà il ruolodei capi socialdemocratici eriformisti come agenti dellapolitica borghese e conquistaregli operai che gli volgono lespalle.Ritorneremo sulla questione dello«stato di emergenza» e suglistrumenti costituzionali chepotrebbero consentire alle forzeborghesi italiane la sua eventualeproclamazione contro dei motipopolari a carattererivoluzionario (non certo per imotivi addotti da Asor Rosa!). I proletari e i comunisti debbonoavere, su questi fondamentaliproblemi, le idee assolutamentechiare!

No all’”Euro plus”. Uscire dalla UE imperialista!

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È ormai evidente che si è creata,di fatto, una vera e propria«diarchia» ai vertici dello Statoitaliano, un potere diviso a metàfra Berlusconi, nella sua veste diPresidente del Consiglio, eNapolitano nel suo «tripliceruolo» di Capo dello Stato, dipresidente del ConsiglioSuperiore della Magistratura, e dicapo delle Forze armate epresidente del ConsiglioSupremo di difesa.E' sotto gli occhi di tutti che ilPresidente della Repubblica staassicurando con ogni mezzo lasopravvivenza del «peggioregoverno della Repubblica», ilgoverno Berlusconi. Bastiricordare - fra le altre decisionidel Colle - il «prezioso» mese ditempo concesso, nel dicembre2010, da Napolitano a Berlusconiche permise a quest'ultimo diottenere la fiducia alla Cameracon la vergognosa compravenditadei cosiddetti «responsabili» e diuscire, così, vittorioso dall'intrigoparlamentare preparato contro dilui da Fini e dai partiti dellasinistra borghese. La Presidenza della Repubblicafa politica in proprio, comedimostrano le vicende dellaguerra libica. Napolitano è stato sin dall'iniziofavorevole al Consiglioprovvisorio cirenaico presieduto

da Jalil ed è stato uno dei primisostenitori dell'intervento armatodell'Italia in Libia, che ha definito«il naturale sviluppo» dellamissione votata dall'ONU

(creando in tal modo tensioni econtrasti fra il PdL e la Lega diBossi, e all'interno stessodell'opposizione). Napolitano ormai suggeriscepubblicamente al PD e ai verticiCGIL la politica che devonoseguire per apparire pienamenteaffidabili agli occhi dei padroni,degli USA e del Vaticano. Per chi - come noi - ragiona in

termini marxisti e rivoluzionari,appare del tutto naturale che laprima istituzione dellaRepubblica difenda nel modo piùcoerente e senza tentennamenti

gli interessi economici e politicidell'imperialismo italianonell'area mediterranea. Che poi tutto avvenga sotto lacopertura del cosiddetto«intervento umanitario» fa partedello sporco gioco, anche se levittime civili dei bombardamentiaerei e missilistici delle forzedella NATO rivelano ogni giornodi più quale sia la verità anche

agli occhi dei più sprovveduti.Perché i tanti pseudocomunistiche, nel nostro paese, da moltimesi si agitano per giungere ad«unificarsi« non cominciano adinterrogarsi su questifondamentali problemi? Perché non si decidono adichiarare apertamente alla classeoperaia e alle masse lavoratriciitaliane quale assetto istituzionaledovrà avere una Repubblicaitaliana uscita da una vittoriosarivoluzione proletaria? O intendono continuare ad esseregli eterni difensori del santoGraal, la «preziosa coppa» dellaCostituzione del 1948?Tanto per intenderci, e per restarenel tema di questo nostrocommento, nelle Costituzioni ditutti i paesi socialisti nati inEuropa dopo la rivoluzioned'Ottobre e la vittoria delle forzeantifasciste nella seconda guerramondiale, l'istituto del Presidentedella Repubblica era statospazzato via perché consideratoun anacronistico residuo diantichi poteri monarchici, incontrasto col principio dellasovranità popolare.Democrazia borghese edemocrazia proletaria sono fraloro incompatibili, checché nepensino i socialdemocratici didestra e di «sinistra».

Un compito di fondamentale importanzaLa condizione imprescindibileper svolgere un ruolo diavanguardia della classe operaiasta nel poter contare sucontingenti di proletari avanzati.Senza questi elementiun’organizzazione comunistanon può adempiere pienamente isuoi compiti di risveglio, diinfluenza e di direzione dellaclasse operaia e delle massepopolari.Questo significa che fra i nostriobiettivi prioritari c’è ilreclutamento degli operai piùcoscienti e combattivi, deigiovani rivoluzionari, degliintellettuali onesti e leali,disposti a mettere a disposizionedella causa del socialismoproletario le loro energie ecapacità.

Solo attraverso una crescita dellenostre fila potremo assicurare losvolgimento dei compiti che ciattendono. Aggregando forzemaggiori potremo assicurare unadimensione più vasta alla nostrattività, ampliare i nostri orizzonti,avere più capacità diorganizzazione nel seno delmovimento delle masse sfruttate. Viceversa, pur avendo una giusta

linea, ci vedremocostretti a unlavoro piùr i s t r e t t o ,continueremo amostrare limiti edeficienze a causadella limitatadisponibilità dimilitanti.Ci rivolgiamo

perciò agli operai eai compagni che sono giunti alpunto di rottura col riformismo ela socialdemocrazia, con lospontaneismo e l’economicismo,che comprendono la necessità diricostruire un vero partitocomunista e sono convinti dellanecessità della rivoluzionesociale del proletariato. A loro diciamo: non eludete le

vostre responsabilità, rafforzatel’organizzazione marxista-leninista per portare avanti susalde basi il processo diunificazione dei comunisti e laformazione del reparto diavanguardia della classe operaia.L’accumulazione di forzerivoluzionarie, il lororafforzamento organizzativo eideologico è un compitofondamentale dei comunisti. I compagni che ci seguonodevono sapere che lo poniamo alcentro del nostro lavoro. Lo svilupperemo con pazienza,chiamando all’impegno militantee criticando chi si rifugia nellocalismo o nelle “specificità”,chi sta in finestra, rinviando allecalende greche il problema dellaricostruzione del Partito.

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A distanza di due settimane dallastrombazzata operazione diAbbottabad sono parecchie lecose che non quadrano.Ricapitoliamole. Le primeimmagini diffuse si sono rivelatedei clamorosi falsi. I “videosenza audio” sono patacche, pergiunta identiche a quelle del2007. Il test del DNA non si sa dachi e con quali riscontri sia statoeffettuato a tempo di record (unfilm già visto dopo la grandemenzogna dell’11 settembre). Lafrettolosa inumazione in mare, unrito contrario alla tradizioneislamica, ha dimostrato la volontàdi impedire l’identificazione delcadavere e con esso delle provedell’inganno. Infine Obama si èrifiutato di rendere pubbliche lefoto dell’uomo ucciso, fidandonell’accettazione, da parte deiprincipali mass media, dellemistificazioni di Washington. Molte domande restano inevase.Se Bin Laden era disarmato,perché non è stato fattoprigioniero come gli yankeesdicevano di voler fare fino la seraprima? Come mai lo staff della CasaBianca dapprima ha affermato diaver seguito in direttal’operazione se poi si è scopertoun black out di oltre 20 minutiproprio durante l’irruzione?Perché Obama afferma che BinLaden è stato ucciso dalle forzespeciali, mentre i pakistanisostengono che è stato eliminatodalle guardie del corpo? Come mai l’uomo più ricercato almondo abitava da anni con moglie figli in una località a 100 km.dalla capitale, sede di importantistrutture militari pakistane? Gli USA dovrebbero inoltrespiegare come sia stato possibilevolare di nascosto, violando lospazio aereo del Pakistan, conben quattro elicotteri, di cui unocaduto; come abbiano potutocompiere un raid durato oltre 40minuti senza l'intervento dellapolizia o dell'esercito pakistano.Gli sviluppi forniranno ulteriorielementi, al momento l’interaoperazione sembra girata aHollywood. Si può ben dire che gli USA nonhanno eliminato l’ex leader di AlQaeda (probabilmente morto datempo), bensì un mito da loro

stessi creato, prima (confinanziamenti e armi) e dopo l’11settembre. Per gli USA, dunque, un trionfosenza prove e senza processo(“giustizia è fatta” ha dichiaratocinicamente il premio Nobel perla “pace”), senza gloria e senzapericoli (sono stati arrestati seibambini!), da consumate canaglieimperialiste quali sono. Al di là delle ipotesi, laliquidazione del mito Bin Laden

è sicuramente utile a rilanciare, invista delle prossime elezioni, lasbiadita immagine di unpresidente alle prese con unaperdurante crisi economica. Lecampagne mediatiche possonofar salire Obama di qualche puntonei sondaggi, ma non potrannorilanciare il PIL, diminuire ladisoccupazione e i debiti. Con lo sviluppo della crisi, moltidei sorrisi che abbiamo visto inquesti giorni si trasformeranno inlacrime. Sul piano internazionale,contrariamente a quantoaffermano alcuni strapagatipolitologi, la liquidazione di BinLaden non rappresenta l’epitaffiodella “Enduring Freedom”. Gli USA non si ritireranno daipaesi che occupano, nonsmantelleranno le centinaia dibasi militari che hanno all’estero. L’operazione condotta inPakistan va interpretata come unsegnale di maggiore aggressivitàda parte del declinanteimperialismo nordamericano. Il messaggio lanciato è chiaro: lasuperpotenza USA va fino infondo contro i suoi nemici, faquello che vuole e dove vuole,legalizzando l’uso della tortura e

dell’omicidio di stato. Inoltre, la paventata ripresa delterrorismo può rivelarsifunzionale alle manovre USA nelmondo arabo, contro lerivoluzioni democratico-popolari. La liquidazione del mito di BinLaden segna una fase diaccentuata offensiva imperialista,di ampliamento del fronte diguerra e di acutizzazione dellecontraddizioni della nostra epoca.

Ii gruppi più reazionari delcapitale monopolistico usano laguerra e il terrorismo comestrumento di gestione della crisi,contro le aspirazioni dei popoli. Il mondo non sarà migliore e piùsicuro. Sarà più instabile finchèsaranno al potere i banditiimperialisti. E’ la vecchia societàche vacilla, che si contorce nellasua agonia. Il grande dovere della classeoperaia è combatterla sul terrenopolitico e sociale, conquistare ilpotere politico e dissolvere unordinamento superato, peredificare la nuova società. Ciò potrà essere realizzato acondizione che il proletariatoesprima dal suo seno un partitoindipendente e rivoluzionario, ilpartito comunista. Allaformazione di questo centro didirezione chiamiamoincessantemente i proletari piùcoscienti e combattivi.

ScintillaScintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi. Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, RomaChiuso il 18.5.2011. Stamp. in prop.

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Scintilla

Ecuador: sconfitta

politica del

prepotente CorreaI risultati dei referendum del 9maggio confermano che Correaperde colpi. L’autoritario presidenteecuadoriano aveva proposto 10quesiti, tra cui il prolungamento deitermini di carcerazione preventiva,la limitazione delle misuresostitutive del carcere, loscioglimento del Consiglio dellaMagistratura (per sostituirlo consuoi fiduciari), misureantidemocratiche sulla libertà distampa. Lo scopo di Correa è controllare lagiustizia, coprire la corruzione eattentare alla libertà dimanifestazione del pensiero.L’intento si era già palesato neimesi scorsi con l’emanazione dileggi neoliberiste e lacriminalizzazione del compagnoMarcelo Rivera, presidente dellafederazione degli studenti. Il PCMLE, il Movimento popolaredemocratico (MPD) e il Pachakutik,si sono opposti ai referendum con loslogan “Questa volta no, signorprepotente”. Correa pensava di ottenere lepercentuali dei precedentireferendum: l’81% al referendumdel 2007 sull’Assembleacostituente, ed il 64% nel 2008 sullanuova Costituzione. Ma dalle urneè uscita una volontà diversa. La maggioranza della popolazione,il 53%, ha rigettato le proposte. Ben12 province hanno detto NOall’autoritarismo e alla corruzione.Correa e il suo clan, alladisperazione, cercano di ribaltare irisultati con irregolarità e dati falsi.Il MPD ha avviato un’azione legale. Politicamente l’obiettivo di Correaè naufragato, lo scontento popolarecresce e la lotta per un Ecuadornuovo e socialista va avanti.

Ringraziamo i compagni delCPA - FI Sud per la cenasociale e il concerto disottoscrizione che si sonosvolti il 29 aprile a Firenze. Un esempio da seguire, daripetere in altre città!

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Si è svolto l’11 maggio il decimosciopero generale in Grecia inquattordici mesi. L’adesione allosciopero, convocato dai duemaggiori sindacati della Grecia,l’Adedy e la Gsee, è statamassiccia. La protesta ha bloccato il paese.Decine di migliaia di lavoratorisono scesi in piazza contro lemisure di austerità e leprivatizzazione imposte daglistupratori dei popoli: FondoMonetario Internazionale (FMI),Unione Europea (UE) e BancaCentrale Europea (BCE). Misureprontamente adottate dal servilegoverno “socialista” per rispettareil “piano di salvataggio”. La polizia di Papandreou habrutalmente attaccato i dimostrantiad Atene, causando numerosi feriti.La borghesia vuole fermare le

proteste, ma non ci riuscirà.L’imposizione del “Memorandum”– giustificato per ridurre il deficitdi bilancio e il debito esterno -significa per i lavoratori grecil’eliminazione violenta delleconquiste e dei diritti conquistaticon dure lotte, l’intensificazionedello sfruttamento capitalista edella dipendenza del paese dalleistituzioni imperialiste.Gli effetti della crisi economicamondiale sono sempre piùdrammatici per le masse lavoratricigreche, a causa della sua inclusionenella UE e nell’euro, strumenti inmano alle potenze imperialiste.La bancarotta dell’economia grecasi accompagna ad una crescentefascistizzazione della vita sociale,per indebolire la resistenza deglisfruttati. La lotta delle masse lavoratrici

greche è un esempioper gli operai e ipopoli del mondo.Allo stesso tempo leproposte di lottalanciate dalMovimento per lariorganizzazione delPartito Comunista diGrecia (1918-1955)rivestono grandeimportanza. Come giustamente sostengono inostri compagni greci, di fronte all’occupazione di fatto del paese daparte della “troika” FMI, UE, BCE,è sbagliato parlare dirinegoziazione del debito, chesignifica solo nuovi prestiti usuraie ulteriori sacrifici per i lavoratori. La sola posizione coerentementecomunista e antimperialista, direttaa rafforzare il fronte di lotta, a

difendere in maniera instransigentegli interessi di classe a tutti i livelli,consiste nella negazione delriconoscimento del debito, nellasospensione unilaterale del suopagamento. Queste rivendicazionisono in connesione diretta conl’uscita della Grecia dall’UE,dall’euro e dal FMI. Ciò pone chiaramente la necessitàdell’unità del movimento di lotta edell’azione politica rivoluzionariacontro il sistema capitalistico.

Grecia: le fiamme della lotta di classe divampano contro la dominazione imperialista e il governo asservito

Il terremoto e il maremoto che sisono verificati lo scorso 11 marzoin Giappone, provocando unacatastrofe le cui conseguenzesono ancora ignote, dato che leautorità di quel paese mentono edoccultano dati significativi,pongono con maggiore acutezzail problema dell’energía nucleare,delle centrali che s’innalzano inmolti paesi del mondo. Un mesedopo l’inizio della catastrofe,esse ancora non sono state messesotto controllo e si continua ariversare in mare un’ingentequantità di particelle radioattive,che hanno già rovinato la vita dicentinaia di migliaia di esseriumani e la pesca in quelle coste,senza che ancora si sappia findove può arrivare la

contaminazione che vienetrasportata dalle acquedell’oceano.In questo mese di aprile si compieil 25° anniversario di Chernobyl.In una conferenza internazionaletenutasi a Kiev a questo riguardo,il governo dell’Ucrania ha diffusoun documento i cui dati nonnecessitano di commenti:secondo questo documento ilsuolo attorno a Chernobyl ècontaminato da cesio-137,stronzio-90 e plutonio 238, 239 e240; inoltre si informa dicontaminazione con americio-

241 fino all’anno 2056. A causadi ciò si afferma che «dentro i1.500 - 2.000 chilometri quadratinon si portà più vivere […]perchè vi sono isotopi radioattivicon un periodo di decadimento di24.000 anni…»Considerando che le fugheradioattive in Giappone sono, opossono essere, di gran lungasuperiori a quelle di Chernobyl,le conseguenze saranno anchemaggiori. Tutto ciò dimostra che,malgrado quello ci raccontanoregolarmente, non si puòsostenere, allo stato attuale, che

l’energia nucleare è totalmentecontrollabile, in piena sicurezza.Non può esserlo perchè losfruttamento delle centralinucleari, finanziate dagli Staticon fondi pubblici, è nelle manidi gruppi finanziari il cuiprincipale obiettivo risponde allaloro natura: incrementare semprepiù i profitti, lasciando lasicurezza in secondo piano; vale adire, i costi ai popoli, i benefici aipescecani capitalisti eimperialisti. Dobbiamo insistere, una volta dipiù, affinchè i governi siimpegnino nello sviluppo dienergie “pulite” como quellasolare, idroelettrica, eolica, peresempio, con precedenza suquella nucleare. Questo è unproblema che supera leimpostazioni ecologiste, poichèha uno sfondo politicod’importanza vitale per i popoli. I lavoratori, la gioventù, i popolidel mondo, dunque, devono faredella difesa e della conservazionedel pianeta una proposta integratacon forza negli obiettivi di lottaper la democrazia, per ilprogresso e la libertà.

Aprile 2011

Comitato di Coordinamentodella CIPOML

Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-LeninistiMarxisti-Leninisti

www.cipoml.orgwww.cipoml.org

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