Programma Del Corso Di Diritto Criminale Tomo 6 (03)

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- 03 - ;anLeslo d i azione l a corruzione. Laonrli. prr qitcsin tlltllrinn bisogner~bbe ire ps~firc ec~ssario \13 rrliluali 8 la plnrelitU M e illimc e la pluraliti rlrgli atti. I 1 1 qinesti~ oscillnuio:~.: 2;iiiaiao inaglio r?c!tecrni- riarci secondo la ragione uostra itnzicliP sr?cuctlo i: autoritk cliz trrlrini~io ilcostailti. E In ragione no- stra ci porta a studiare l a ca7:sl.c pe r cui si richiede ( o come. costituente o cose aggraveute) cliics;t2~ uozidizione della ~Bil'zbnlil'b, e': lcnoi~c. La causa a n oi serni~rn evidente non essere oggettiva ni a sog- gattizm. Se In legge clis f a divieto (le1 lenosinio foa- s puramente oggettiva, il ierpisito della nbitualitk iion avrebbe senso giixridico. Non saprebbe infatti cornprunclersi come la legge prnteggesso il diritto d i cliie tninoreilui e d i d u e famiglie, e po i Insciasse senza pz1oteziona il diritto d i u n solo minorenne e cl i una so18 famiglia, yuasichh p u r una giovinetta fosso un niente l'esser corrotta, e ; u n niente fosso per un padre il veclcre corrotta la figli%. Se il mo- vente della legge fosso stato uramente oggettivo non avrebbe posto Yahitudins come condizioi~e, er- e h 8 il diritto ddlu giovine o Colla famiglia snrebha g ih pu r troppo stato violato anche con un solo atto. Quando pertalilo la legge trova neIl'abitzuli;iac il criterio determinante ilelin punililiti4 illi soinlri*n chiaro ch e asso yrocecla pG r una contea?lilazionc purainente soggattizn. Essa protegge indistintameri- te tutti i niinorcniii dallc aggressioni di u n enone scnzn guardare se la pcrfitlit mnlizi:t di costui ah - bia mosso guerra alla pudicizia d i una sola o d i

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- 03 -;anLeslo d i az io n e l a corruzione. Laonrli. prr qitcsin t l l t l l r inn

bisogner~bbe ire ps~firc ec~ssario\13 rrliluali 8 la plnrelitU

M e illimc e la plurali t i rlrgli atti.

I11 qinesti~oscillnuio:~.: 2;iiiaiao inaglio r?c!tecrni-

riarci secondo la ragione uostra itnzicliP sr?cuctlo i:

autoritk cliz trrlrini~io ilcostailti. E In ragione no-

stra ci porta a studiare la ca7:sl.cper cui si richiede

( o come. costituente o c o s e aggraveute) cliics;t2~

uozidizione della ~Bil'zbnlil'b, e': l cnoi~c.La causa a

noi serni~rnevidente non essere oggettiva nia sog-

ga t t i zm . Se In legge clis fa divieto (le1 lenosinio foa-

se puramente oggettiva, il ierpisito della nbitualitk

iion avrebbe senso giixridico. Non saprebbe infatti

cornprunclersi come la legge prnteggesso il diritto

di cliie tninoreilui e di due famiglie, e po i Insciasse

senza pz1oteziona il diritto d i un solo minorenne e

cli una so18 famiglia, yuasichh pur una giovinetta

fosso un niente l'esser corrotta, e; un niente fossoper un padre il veclcre corrotta la figli%.Se il mo-

vente della legge fosso stato puramente oggettivo

non avrebbe posto Yahitudins come condizioi~e, er-

eh8 il diritto ddlu giovine o Colla famiglia snrebha

gih pur troppo stato violato anche con un solo atto.

Quando pertalilo la legge trova neIl'abitzuli;iac il

criterio determinante ilelin punililiti4 illi soinlri*n

chiaro che asso yrocecla pGr una contea?lilazionc

purainente soggattizn. Essa protegge indistintameri-

te tutti i niinorcniii dallc aggressioni di u n enone

scnzn guardare se la pcrfitlit mnlizi:t di costui ah-bia mosso guerra alla pudicizia di una sola o d i

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più ininoremii, e cosi alla oggettività (le1 diritto pri-

vato fa prevalere In oggettivith del costu~iie ubblico.

>la in questa contoinplazionc soggettiva la legge

non procoile con un criterio di rigore che senza

tliscriminnzione colpisca tutti coloro che possonoesser caduti a fare un atto rli lenocinio. Essa di-

stingue ci6 che pu ò dorivare da mornontitanea fra-

gilità, deferenza, amicizia, e Cire come un a ecce-

zioi~onella vita clell'iioiilo, da cib che procerle da

deliberato o sistoniatico consiglio; e cuopre di un

velo i).rimo fatto riserbariclo i suo i fulmini contro

il secondu. In una parola (diciamolo coi1 frase VOI-

gare rna esprimciito) ch i vuole impunito il lenone

non abitualo e punito soltanto l"abitudinario, nontrova elomcnto politico d" ncriminazioiic tranne nel

lciionc per tdest iero. Non si adotta questa formuln

poi. ~iicjstiuropeicli:': semhru. inelegante o poco giu-

ridica: rns il concetto è quello, cosi ~iella icetta-

zione cantile no1 Isnocinio, come in altri sitnili casi

dove si apprezza a carne ,zgqil,zvniite o come costi-

tuenta un inalefizio Itt conrlizione tlell'abitudiac.

Si permetta a noì di usare qucstn fwse, la quab

se non fosse spiaciuta ai legislatori avrebbe fursc:

risparmiato xnolte pratiche difficolti e forse znoltesentenze cha andarono a ritroso de l vero spirito c

della vera ragione della legge. E la ragione di pu-

nire il mestiero e niente altro che i1 mestiero (sen-

za per0 intendere con questa formula di esigere

una esclttsivitd) B a parer mio intuitiva. Nel punire

i l lcuociriio si conte~ilplacon obiettivo la morale

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- 05-/)?rbbfii>a il ~l l!b t i l ico ostz~nze: cluesto illea le clelln

morale pul~blica on si aggredisce per un atto sin-

golo e transitorio; ma pur troppo si aggredisce da

ci6 clie nei disegni del colpevole forma un siste-

ma per lui.

g. 2957.

Ci8 posto a me p r e che per dire di dcuno es-

ser e egli lenone per mestiero non sia necessario

mostrarlo girovago in cerca di parecchie vittime.Colui che tiene in su a casa anche una sola inan-

cipia questuaria speculanclo sul corpo di lei B le-

none per mestiero: egli non si b introniesso nel

turpe proxenetico per una contingenza eccezionale,

ma del proxenetico si è fatto un abito, una desti-

nazione nella su a vita, u n elemento di perenn e oc-

cupazione della su a attività. Ecco il concetto del

vero lenone ricondotto al prisco giure romano nel

quale benissimo si configura un' aggressione contro

la morale pubblica a causa del giornaliero mercato,

quantunque in tale mercato gli sia strumento unasola giovinetta bastevole a i bisogni ed a i fini suoi.

Io pcilso ilunrlue che sia un err or e richicdero

coine eleiliento dellcz al~i tual itci la pluralitk delle

vittime, ina credo altresi che sia non mcno erro-

neo contentarsi della plrrrdità degli ai t i conside-

rati nella semplice loro inaterialita. Credo che una,

pluralita di pevsofze sin scmpre necessaria, ma que-

ste pii1 persone io non tcngo nccessario ctic: dcb-I~nno ssere l(? piii vittirnc, e mi Insta ch c sinno i

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più forilicc,tori che p er ope ra tlel lenone hanno pro-

fittato anche dell' unica vittima. Concreterò il niio

pensiero per farlo più chiaro. Se nii fate la ip otesi

di un individuo che venduto a d un ricco signore

teng a i11 propria casa 1 ainnsia di questa anche rni-

riorenne, e f;~vorisca l libertinaggio di quel sig nore

anche pel corso (li un anno o d i due, io dico che

questo non B lenone abiludinavio; dico che il sixo

fatto per quanto riprovevole non aggredisce il co-

stume pubblico ;dico che non evvi elemento politicosufficiente per dichiararlo respoiisabile di del itto

tranne rispetto alla oggettività privata dove egli

fosse stata ancora il priino eccitatore della corru-

zione. Ma se invece mi presentate un individuo il

quale poste le ugna addosso ad una misera giovi-

netta so la tiene al comando suo per fornirla or a

a questo ed ora a quello, seconilo che a lui giova

o talenta, io penso che costui 6 un lenone di me-

stiero o abitusinario quantunque eserciti il turp e

abito sopra una sola femmina ; o dico che costui

offende la morale pubblica e che il suo fatto haelementi pii1 che bastevoli per essere procla mato

delittuoso. Ecco la soluzione che a me sembra do-

versi dare a questo arduo problema dell'abitudine,

sostituendo un concetto razionale alla gre tta foririula

degli alti O ilellc r i t f i~r?clio ha dato occasione a

tante discor(1ie.

Premessi questi cicccnrii su i criterii essenziali del

prcsente titolo di reato, vediamone o ra i criteriimisuratori per. passare dipoi alla contcmplnzione del

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- 107 -suo grado specialmente rispetto alla teorica della

cvmplicità e del conato. E incominciando dai cri-

terii misuratori desunti ilalla considerazione del dan-

no rnediato ripeter0 che fra i medesimi deve figu-

rare la venalitti. tutte le volte che In legge non ne

abbia fatto una condizione essenziale del malcfizio.

Consistendo il più o meno del danno mediato nella

sua maggiore o minore diCondibilitA; e questa di-

penclonclo ctalla più o meno probal~ ilc ipetizione del

fatto, comprende og nuno cluanto sin p i i facilr, n pre-

vedersi 13 ripetizione di un lenocinio comniesso pe r

vexialitii, e cosi assunto a specalnzione, ch e no n lo

sia u n lenocinio cornnlesso per amicizia o relazioni

personali verso dello iridividno al qualo si pro-

cacciato 1' oggetto dei suoi dcsiderii.

Serlipre in cjueato priino p unto di vista e partendo

ilal principio della mino rata potenza della difesa pri-

vaLa primeggia fra i criterii misuratori del titolo d i

corruzione di minorenni la qzialz'tupersonale, ossia

il rapporto intercedente tr a corruttore e corrotto.

I genituri, il marito, i tutori, gli istitutori che deb-

bono essere i guardiani clella pudicizia de i minori

alle cure loro niliilnti, i quali rirnpetlo alla ~nalva-

gitli dei loro naturaii protettori rimangono sonz:~

difesa, violano in uir znodo cosi nioralrnentc ripro-

vevole (1) c rosi politicamente erico colo so la saatitg

dell' ufXicio loro dli. meritare giiistamente la seve-

rità ilella legge. Tutti i legislatori sono dunqu e d'ac-

cori10 cori1n

scienza in questa aggrava nte desunta dalu~aggiordanno rriedinto, che non rncirita iiiscussionc.

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(i) La spwisle odiosilà di quesln forma d i proXeneliC0

condusse molli a pensare chc nel caso di I~n oc ini o ommesso

da genitori, mariti, od istilulori, alla sua politica imp utabil ith

no n fosse necessario estremo 1'abirudine. I n faccia al dirilto

cosiituito di Francia si pronunzi6 in tal senso la Corte di

Parigi il 7 agosto 18%7;ma la (:assazione col de cr et o de l 10

marzo 1848 slabili ch e anclic al lenoc inio d ei genilo ri oc-

corresse lo estremo ilella ahilualilh, come giS aveva la stessa

Corle deciso 1'11 seltem brc 1820 aR ìr e Hugeltl. Scmbra

perb che ln stesso Corte d i Crtssazione dive rsamente opinas se

nel decreto 21 febhraio.i840

affare H ie ly . La opinione ch eI'abitualith non fosse elemento ne cessario nel proxene lico

dei genilori (clio &ln s e i g n a t aveva elegantemente chia-

malo in fant ic id io naorale) si sostenne da C a r n o l c om -

rnentaire sur l 'article 334,11.4: la opinione che anch e per

costor o la punibiliti dipendesse dall'a bitudin c si propu gnò

invece virilmenle da C h a u v ea u thi.?orie du code p d ~ l a l

n.2791.Qnesta aggravante 6 giustamcntri riconosciuia do tut te

le leggi aotichc e moder ne e dalla pratica di tutti i paesi.

( l . 6, C. de speclaculis, novella 14: - e y s e r m e d i ta t io -

a e s speciinen. 588, m e d i t . 44 ) e si costituisce dalla autoriih

di fallo senza disculere I' autori\&d i diri l to : M o r n ar'li-

colo 9038. Si dispuld sc lale qualifica dovesse estendersi aigenitori connivcnli alle forniraiioni dei figli maschi, affer-

mandolo i11 e i s t e r pr inc ip ia ju r i s crim. tit. de ienoc . 8.2,

li!. , e negandolo C a r p z o v i o praclica quaest. 71, st. 40;

el j u r i sp rud . pars h., conalit . 20, def . 4. Si ammise anche

nella m ogl ie a ri gu ar do del mari Lo: M e n a g i u s a m o e n i t a -

fes jur. cio. ctip. 40. Nori s i d ia l inse ( e r~ucs to noi seni-

bra ragionevolissima ) Ira figlia nubile o vedova od anche

marilala; e neppure si distinse fra madre legittima e madr e

naturale: Me n o c h o de arBi6rariis C U S . 534, 12 . g. Nella.

pratica peraltro inronlrC tlissenso la prtriricdzionc degli isti-

tutori e precettori ai 6enitori, e quaniiinque si ritenesse ch e

~ n c h e er (lup\li il lenocinio fosse aggravalo si ravvisb inloro una qualifica rnmo oiliosti (li quella (lei genitori e dei

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marili :B C r l i C h i o praclicartrm conctusio~tum onclus. 40,

?L. i 3 - K o C li i~zslilzttiot~es . 355. Ciò dipcndc dal modo

di guardare la qucslionc: so llo il punto di vista so gg ~l ti vo

certamente più odioso il lenocinio dei genitori e marili per-

chi? violsiio un piii sacro dov ere; ma solio un pun to di vi-

sia oggeliivo pub d irsi più odioso il leriocinio (lei pre cettori,

pereli& ollrc i dirit li della do nna viola anche i dirilli dei

genitori o marili. Si è falta queslione se dovesse guardarsi

come lenone il marilo che ricrve prrzzo per dare quietanza

dell'adulterio commesso a suo danno. Ncssun dubb io clie la

opinion e volgare propenda a considerarlo come tale; ma giu-

ridic aui~ nle on piib dirsi altrelianto. C a r p z o v i o (qune-s l , 71, 11. 31 et 36) e S l r y i r i o (u su s nzodernus lib. 4,

l it . 8, a. 11 ) dislinsero Ira prezzo ricevuto avanli, ci prezzo

ricevuto dopo I' adullcrio, ravvisando (come B nalnrale) le-

riocinio nel primo caso e non nel secondo; e n e adducscro

a ragione clie se il marito può uccidere I' adultero molto

piii deve potere estorcere denaro da lui. Questa argomenta-

zione fu nornbrillula rlsl K e s s contmentariunz trd Constit.

Carol. n r t , ,129, a. 5, Vedasi anche D a m h o u d e r praxis

rsr. critn. cap. 92, e P o g g i elernettia jurisprudentiue cri-

mina l i ~ ib. 5, cnp, 6, g . 4L. Ciò che I3 notabile si I3 ch e i n -

signi dottori ( P u t t m a n n elemenla $. 675, not. e ) negano

potersi eslendere la pena del marilo lenone della propria

moglie alla moglie lenona del proprio marito qu antunq ue an -

clie quesla vogliano responsabile. Dci prslici per0 la qualirica

del lenocinio non si estendeva ai fratelli ed ai tulori: Pi i t-

tm;in n elemenln $. 675, nota f.

& facile poi riiitrncciare gli altri criterii d i ag -

g r a v i ~ esunti dal danno immediato, e consistenti

negli speciali effetti clannosi recati al minore cor-

rot.to, sin nella salute, sia nella conseguitane de-

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rnoralizzazione ; e sarebbe opera vaila il f;it-ne una

enutnerazione.

La teorica della complicità presenta in questa

materia una questione assai spinosa e combattuta.

Stando alle regole generali non saprebbe come eli-

minarsi la partecipazione addebitabile agl i istiga-

tori di colui che fu autore principale del delitto.Qui l'autore principale sarebbe il lenone, e del de-

litto di questo autore sarehl~e artecipe la persona

che tendendo allo sfogo della propria lil~id ine lo

guadagnò con denaro o coli Atri mezzi, e lo indus-

se all' opera malvagia. Tale sarebbe la conseguenza

dei principii fondamentali clella complicitk che de-

signano la prima causa morde del delitto in colui

che per proprio vantaggio eccitò I' au tore a com-

metterlo, e presentano i termini netti del mandato

a delinquere. Questi principii non offrono difficoltà

finchb si prende a guardare la ipotesi di un isti-gatore del lenone a1 lenocinio, che sia persona di-

versa (1) dall' uomo ai sensuali appetiti del qua le

serve il lenone : non evvi ragione di d ubitare in

simile fattispecie.

(1) I n lormirii N ir l a consi l . 151 per to t . - G m e z

i n E . 80 Thauri, 91. 74, vers. Itein ad& q t lod el innz Ills.

Ma il dubbio si eleva, (ed e gravissimo dubbio)quando colui che vorrebl~esiporre in acciisa come

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coinplice od istigtctore del lenone è quello s t e s~o

individuo la cui seas i i n l i l i ~si volle 8oillZisBre. Per

costui si sostierie la tesi che dcbl~tltioZacere lc re -gole geil3r;ili deHn corill~licith die salva la ipotesi

di un srxo fktto personale dic di jicr se stesso con-

figuri altro titolo criminoso, iloli possa a lu i ohiet-

tarsi alcr~neato sotto la for:uuln (li partecipazione

ne l lenocinio: f: ~uol l iaiitorevoli criulinalisti, fra i

qiisli noiniiierò E e Y t a. u l d , pioprignoiio questa

dottrina.

g. 230-1.

Intorrio a ta!e ~ i r ( > l h ~ 3eljtir inntcnzi tutto av-

vertire che il ~iec ies ima on E U ~ssere da noi stii-

diatu in quei giuristi od jn cluei giudicati che esa-

minano la ciilestione. pratica riiupctto ad uiio od

altro articolo del codice che li governa. Ripeto an-

che una vcjhti che noi coi~templinmol giure penale

nei prix~i t i s isifati che la scjcnza pronunzici per- 0s-

seclusnzn :ti supreriii prccctti della ragione, senza

xiimte deferirecla

ci6 ciicsin

piaciuto :ld uno odaltra legislatore. Le leggi penali positivo noi le stu-dia1110 coine termini di analogia ; noi vi ccrcliia.rizo

le coi'rispondenzc.! pratiche dei principii razionali j

tioi le risliettianio quanclo ci persuadono coine au-

toritzt Bi un clottort\, n12 non ctobtiiamo npprcilclere

da+llemedosiuc li: rnnssiule da prou~ulglz~sioine

sciailtific:t verila. OiO portsrebbc necessariilrnentis

n1l:t comliletu iieglzziono di una scieizza di giure pc-

m3e j irnpcrocc.lril ttcl ogni pie sospinto iiicuiltrandosi

codici d ~ etalzno sanzione a11 uim opinione e codici

che daixno sanzioiio alla opinione coiltraria non ~ * isarebt~e ii1 ~ c r i t ksmlul,a, Ilori vi sarchho piìi srien-

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- 112 -za penale. 11 problema pertanto della corupliclt8 de lfornicatore col lenone no11 può subire lo influsso di

ci6 che in una od altra giurisprudenza (1)siasi dettoper interpstrazione di una od altro modo di parlarepreferito dai respettivi legislatori. Noi dobl~iam0 sa-

minare in punto ns t~~at toe vi siano ragioni giuri-

diche o politiche le quali impongano a1 criiziinalisla

di negare potersi faro oggetto di punitiva scinzione

h complicità del fornicalore.

(1) Il Rcgio Procurotorr Di1 p i n t ~ n i ò oslcnrre. avanlila Cawaz i one la n o n punil i i l i l i de l fornicatoi'o neppure sotto

il titolo di coinplicits i n Icnacinio, fondandosi ancora sull'au-

tori!h di l f u y n r t d C Y o i l g l a n s . La contraria opinione

s'insegnb da R ti ii t e r (1l3niGd de droit critniite2, voi. 9 ,

pag. 67) e In Lcsi d i D u p i ti, che fu rciatia dalla Cassa-

zione a sezioni riuriitc alla qiialc egli calorosamcntc la pro-

poneva, si prese a cornhallcre da G a s l am d e con appo-

sita disserL3zione inscrita nel la R e u u e i o l o w s k k loln. 9,

p a g . 70. Ma Lutla I'argomcotaziorie di Gas t arn b i d e parlo

da l principio che ilovondo punirci la co rru zio n~diret l l r ,

quella ciob commessa clall' uoma lubrico con le sue propriearti per lo sfogo dei propri appetili, sarcbl~e ssurdo lasciare

impunita la corruzione kdireltrr, quella ci00 commessa persfogo dei propri appetiii co n la opera (l i u n infame mcdiii-

lore. Ora come egoun vrtle tali? argomento si riducc ad unamers petizione (li principio losiachb aaci l l i la prima propo-

sizione.Ladottrina tlrgli a n t i c h i crirninaliciic t i e proc.c{.l~:vnno

su l prcconcctto della put~ilii\i\$ssolntn (li cliialuirq~ieorni-

cazione non ha più vulorc qiiaritlo (come rncisirai ;it $. 148G )

la fornicazione non pih si novcra ira i reati. Qui d ~ i n q u e:

13 qucslione, e per t a l guisa I' argomenlo di Gins 13.m I) i d 1'si rilorce conlro di I i i i , tlivt~nrriduassurdo ch c u n f ~ t l olor?

punibile per sb slcsso ncll'aulor su o ci rerida liunib ilt i gc!rlo intervcnlo d i i in mriliaiorr. Gas a m b i d r fiiJclla rcl.

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torica designando come riprovevole la impunilh accorda ta ad

uomini luscririosi che fanno mestiere pe r un raninainento d i

volutlh di sedurre le giovinelte; e per tal v i s a i n d i r ~ l t n -

menle lende ari pro dur re la punizione della fornicazionesotlo

la nuova formula d i fornicerione abiludinurin. Ma i prin-

cipii prcvalsi nella scicnza e nella rnaggiar parte delle odiern e

legislazioni no n ammellono b n l a larglirzza d i rigore. Lo stu-

pro non violcnlo non si vuole più punire tranne qu ando cada

sopra giovinelte al disotto rli seilici anni o presso a poco.

Lo slupro della ragazza ch e versa Ira g l i anni scdici ecl i

ventnno scompagnato da seduzione slraordinoria, da riilto, o

da a l f r i modi in si: mcdccimi odiosi, piir no n si vuole punito.

N& a questa impunilh pu b portare u n a cieroga lo accidente

che lo stcsso individuo dopo avere stupralo una fanciulla d i

venti a n n i a In i consenziente ne slupri poscia una (;ecorida

od una terza d i similo eth, sarnprc senza modi criminosi. Lo

stupro qualificato dalla abitualiiti è u n conccllo nuovo ed inac-

ceitslile. È vcro che la C orlc ( li Parigi 94 aprilc 1841, 19

giucno i850 e Lione 31 maggio 1869 dissero cbc, l'art. 334

noi, era allririleiili pro prio dei lenoni, tua comune a t u l l i co-

loro die ecci tano aricho, direftarnuals J sfogo delle proprir3

libidini la corruzione ilci miaori. N3 sei giudicali concordi

della Corte di Casstizlonr. f ra j queli quel l i t i c1 87 aprilc, e

quello de l 1. O maggio l F 5 k pronunziati a camere riuilitc, fis-

sarono l a giurisl)rurienzo nel pii1 vPro senso cbe l'art. 33%

iion fosso rippliealiilc dove pon rra 1 intcrvenlo a l uri tcreo

niediatoreilcllacorruzione;co n l a dicbiara eioncp~ rd tabi li ta

dalla stpssa Corte Siiprcma il fti aprile e il 23 agosto 185%

e 10 gerinaio 1856 clie la colpa\iilith (li meiliatori: n o n ve -

nicsr! meno perchì: egli avesse avuto lo scopo del aoddisfa-

cimento dei propri sensi senza nessuna veduta veriale.

Questa negativa si volle (la taluno adagiaro so-pra una considerazione cmpirica guardando piil paiL

Yiir,. Vi. X

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- 14 -iicoIarxneiite il problema nel. punto di vista de1In

prostituzione. Si disse che quatldo ormai una gio-vinetta era in un a casa d i tolleranza, i cittadini cheu i accedevano non dovevano correr risciiiu di tro-

varsi irivoluti in uri processo criminale se per itv-

ventura la fernmiiia scelta da loro per i proprii pia-

ceri era stata indotta a prostituirsi pe r l opera col-

pevolc cli m lenone. La risultante di cjuesta argo-

~nentazioslee vera ; ma l'argomento pecca ilel so-

Asma di fialsa posiziorie. R on i: s temersi che l' url-

mo lubrico accedundo allo case (li tollerat~za ossttIrovtirsi esposto nrl un a nccusn d i cornplicitk in le-

~iocinio.GtC1 1 opera sua sopraggiunge a delitto or-

mai consumato. E poi bnstanu n ~n.lvarloe regole

geiierali della coml~licitb,non essendo egli sciente,

n&essendo cnzw dalosa del reato del quale si te-me renderlo partecipe. Non sono tali i terrnini ne i

quali si pone il problcmti. Questo suppone la ipotesi

di un uomo lubrico il quale delihcrataincntc alibia

(con o senza promossa di premio) indotto alcuno

a farsi Icnone, ed a trascinare una minorenne a

prestarsi dle iml~u r c ric voglie. In faccia a tali ipo-tesi le cui condizioili si s't~ppongono rovate in pro-.

cesso (l) ornprencle ognuno clic non si scioglie m a

si elude il problerna vencnrlo in campa con la igno-

ranza o con la buona fcjcle.

(j) Fu i n questo senso r t i c i sosleiiitori del la complicili

tlel farnicalora col Ienonc feccro fondarne1110alla loro lesi la

1. 38, S . 4, l de poen i s - . I , 8. 2, f i de exlt.aor. crlm. -I . unien C. da muliere qrri se proprii.~sereis - . unica

ri q t r i s eam cu jus lulela - . (i, C, :.d judrrris. I n lalc modo

di argomeniaziorie si procedo srmprc nr i preconcetto ch e il

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fornicalore sia slsl o egli la prima causa, il primo motore d i

tullo il male; ch e egli abbia per il primo sedotlo il lenone

;i far dii le non^, e indotlo cosliii a sellurre alla su a vo11a l a

fcrumina, Postisi su tale Lcrreno i soslcnitori della t e c i clella

complicith hann o polulo mortilizzare a t ~ I + i ~ l ooro, e segna-

lare come abuso intollerabile la i inpuni i i rtccorrlala a colui

tlle fuls prima causa de l rnalcfizio rinfaccialo al le non e, Ora

quando d a simile conrigurazione si vuol Iianrrcl un a regola

generale che involva nella pciia del lenone talt i coloro ckrr

kanuo profillalo dell' opera saa, vi B pa tenie equivoco,perchè si converle io r ~ g o l a a eccezione, e la rcgola con-

quistata merck tali argou~cnti i viene poi a spendere anche

ii i quei caci pi ù frequenti dovc gli argomenti non corroiio;

e cil3 (t sofi~t ico,ichiedendosi a11onore de l vero per lo meno

una disiinzionr. Ln ipotesi de l ricco clie al~usrindo el suo de -

naro,posli gli occhi adtlosso ad una giovinclta, li ? Isncidictro

u n lenone da lui prczzo!alo nmneh8 la sarlilcti al le voglie

sue, il ca w pii1 raro ed eccezionale. I l caso più frer~uenle

e quasi giornaliero 6 quella dcl lenone ciie ha so( lo In in ano

sua femmine g iA perdule lc cluali prwla ni ricliiedenti e piB

spesso le va offrcnilo a i giovan i vivaci, a i vecclii ccliliatarii,

ai viaggiatori siiloli di fresco nella citth, in t a l guisa ecci-tando nei rnetlesinii dcsidrrii (l i cose n o n orileriormenle esco-

gitate d a loro, e vendcndo ai medasimi come rara mercequrl-

le femmine clic sebbene n o n a n c o r a ventenni sono $ 5 perve-

nute all'ullima matricola dalla dissolutezza. Sul postulato che

il fornicaiorc dehba essere la prima cnuscc del Icriocinio (po.

slulato che C vero in un caso su cenlo) si erige lo cdifizio

della sua complicit2; e poscia oliennls sanzionc a l l a mass ima

che i\ f o r n i c a t o r ~ia insieriie col lenorio corresponsabile del

lenocinio si a p p l i c a questa sanziono o ~ l i llri novanlrinov(?

casi nei q u a l i il poslulalo è u n a cliirnerti. Cosi con artificiose

argomcn taziuiii si nascondc il seg reio perisiero, esi ricoriducc

l a giustizia pcnalc a p e r ~ r g u i t a r e l peccato.

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Si guardr; In cluestione sotto l'aspetto della rno-

ralitii soggettiva. Sotto il punto di vista morale H e l-

l o parifica il seduttore al lenone, e C h au r e au

sotto 1 istesso punto dì vista vi trova una irririiena8

diversiti, Euvellrz prova della oscillnzione del senso

morale nei giudizi com~arat ivi del vizio dello in -

definito cho noi riniplloveriarno n1 sisternn di R o s -s i ! A dimostrare 1: uguaglianza CIe23 briitturn mo-

rale si ij inaneggiatn I' nrgornr\ntu ch e il danno dellacorruzione B lo stesso nei di le C : L S ~ .Mtt C ~ U C S ~ O 121

falso modo di argomcntn~~e,er'cliC il giudizio della

conipnrnziono rwiurnlc noil iìipentle dal criterio aliiet-

tivo, ma G I R I criterio subiettivu. L' omicidio improy-

viso ed i1 prcxrleditato recano l' ìstesso claiiilo, ep-

pure nessuno giudiclisri ugualiiiaritc depravati anl-

bedar, i micidiali. T1 grado ttisggiors o minore d' im-

nioralitl nello agente hisagna giudicarlo subiettiva-

mente, o ciok calcolati i diversi moventi e Ic di-verse condizioni dcll' aniino dello agente stesso.

Ora in questa materia vi P. un pronunciato sul yua-

lo s i puh dire concorde la coscitiiiza uziiversale dei

popoli culti, voglio dire il prouunc~i~toelativo alla

donna che cado. Il iaondo distingue fra 13 donnache sacrifica la su& pudicizia sull' altare dell' ainore,

e la donna clie la sacrifica su.li' altare dell' avarizia ;

o mentre guarda la prima co n occhio di piett2 nou

ha che prezzo per la seconda. ECCO il giudizio mo-

rale rngion-~io ticamente su~,z ~le~c tonsidcrazicj-

nesubiettiva. Questo pruliixnciiaio irrecusabile

h

fluello che contl:lce per una strcl.ltissirna alialogia ad

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uguale giudizio rapporto al corrutlore. Chi corrompe

una fanciulla per conto ~ ~ ro p ri oerchk i suoi ap-

petiti Io spingono a ciO, e sicuramente immorale ;

pih imiilorale della donna da lui sedotta :ma la so-

cietà non lo parifica a quello esse re vile clie cor-

rompe un a fanciulla per conto di altri, mosso dalla

vile veduta di guad agn are denaro d alla lussu ria di

un ricco. Non discuter0 sulle ragioni di questo cri-

terio : ma t? 1112 fatto positivo che in tutti i delitti,

anzi in tutte le azioni turpi, la coscienza popolaregetta maggiore riprovazione su chi vi trascende per

interesse pecuniario. Il mandante e il mandatario

potranno essere giuridicamente posti alla pari nella

responsabilità ;ma tutti danno il nome di scellesatcr

a l nemico che ottenne col braccio a ltrui lo sfogo di

una feroce vendetta ; e danno il nome di scellerato

e per soprappiù d' infame al prezzolato sicario. La

differenza che la opiizioile pubblica fa tra il sedut-

tore ed il lenone, non Q c,lw uno svolgimento di

questo universale concetto, che fra tutte le umane

passioni tiene sovranamente a vile i' aviditB di de-naro. Si potrà clire ingiusto questo criterio, ma noli

potrà negarsi clie sia incarnato in tutte le coscien-

ze. Io credo pertanto che coloro i quali per soste-

nere la parificazione del seduttore col lenone nella

penalita aggrediscono il problema sotto il punto di

vista morale, scelgano una strada contraria all'as-

sunto loro.

$, 2997.

Mi è poi sembrato del tu tto falso l'argo me nto

che sotto altro aspetto si A voluto dcsunicre dalla

considerazione dc l rlanno. Si B detto che la parola np-

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- 18 -

yassionntn eccitata dal desiderio del seduttore eser-cita sull' aniino della ragazza un fascino maggiore

che non In fredda parola del lenone ; cosi si è vo-

luto trovare un danno e pericolo mapgiorz nel fatto

di qriello che nel fhtto di questo. Tale asserzione io

(;redo a ssolutan~e nte falsa. L' uomo sta sempre in

sospetto di ch i pnrln per proprio interesse ; e più

faciln~ente i persuade ai ragioilari di persona che

crede imparziale e sincera. Ci ò B nella natura uma-

rin: ed è questa la ragione per cui ogni giorno suirriercati si ve~loi~ooncludere dai sensali degli af-

f k i che le parti avevano tra di loro a lungo trat-

tato direttamente senza mai potersi accordare. La

ragazza diffida naturalmente dalle parole di chi es-

sa scorge interessato a trarla ai suoi fini ; ma una

falsa amica che la istighi al m:lle non le dA so-

spetto d'interesse, e riesce più facilmente allo in-

tento. Anche per questo lato vi P dunque differenza

fra i duo casi : anzi B questa la differenza che som-

rilinistrn una fortr: ragione politica per distinguere.

Nclln frorlc In giurisprudenza francese hct con molto1)uan senso tenuto conto di ciO. Finchè taluno si la-

sciò ingaiinnre (lalle parole di chi lo circuiva per

intraresse proprio iiuputi a sè stesso se vi credette :

ma quando intervicnt? un terzo in appareiiza im-

parzinlc sorgt? la frode criininosa, perchè lo ingan-

nato non aveva in faccia a quel terzo apparcnte-

Inente disintcrcssrit,~nessuna ragione cii sospettare.

Se 1 storia dt:lle seduzioni si potesse ritr arr e nei

suoi genuini colori io credo che darebbe questo ri-

silltat0 statistico : iuscita rarissima quando il sedut-

tore opero a solo ; riuscita frequentissima quando ilfu aiutato da un ai.ti!iciom nusilhrio. Vi

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- 119 .-

I. duiiquc i.un;,gic.fir.i. pericolo alla ~.~! l l ici~i : t1 ~ 1 i.eil1i

ed astriti rnncli (le1 leiiorie C I I ~ :on nei rosi d~etti

s lanr~i 7+1!0 ri~ii.-rore.

L' aryomelitu pii1 sottile rna strethrnexite giuri-

dico per cui si avvalora la tesi clellu non complicitH

dei forilicatore, emnaa dal confronto delle clnc Icggi

e dalla necessita di nrJn yurro i due ordini legisla-tivi in conlradizio~irjfra loro. Una B la legge ctiaregola ILS punibililit degli atti commessi pe r impulso(li ~ J I + O ~ Y ~ C Giljidilze, e questa legge è completa rielles1.10 previ8ioni. UII' altré~ la logge ch e regola la pu-

ail~iliti rgli atti coniiaessi p.ur servire alle libw

d.i,ti n l t r ~ t i .La legge clie contempla gli atti com-

mossi per servigio delle libirliiai rcltt9ui on può oslen-

dersi agli alti corninessi per libidine ~ ~ ~ o p r i a ,orno

la legge ch e ci~ntemplrtqrxcrsti ti.lti izon può esten-(lerci agli altri. L' ultimo fine delle due leggi potrA

essere iclenl,ico,m a i priiicipii motori (lei respettividivieti si,nr, sos!;aiizifilrneilte di8orrni. La legge checontempla e iluterniina gli at t i di libidine propria

che vogliono dirsi rlelittiìcjsi ì! cornpleta nella enu-mernziune dnlle sue specie. Se il fatto obiettato al-I' uomo impuro cade in una d i queste q~ e c i e p e rcsernpio è violenza carnale o stupro C ' ' ir1lpubei.e)

l' uomo lubriro ì., autore p~in cipa le el rel-it' V O ea-

to ; e, rovesciata la posizione, i1 lenone si rende suo

complice.Mn quando il Jlttto 11011 cad0 sotto nessuna(li qii.elle spcr*ir?,a lo,q$o elio regola gli atti c:orn-

messi per propria libidine 11a gi i riconosciuto o p o -clarnato la irnp~mil~ilititi quel fatto. Col punire tas-

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sativam ente lo stupro caduto sull'impu bere o ac-

compagnato da violenza e da certi modi di sedu -

zione, essa legge ha già detto per implicita neces-

sità clie dove mancano quella violenza, o quei modi,

o quella età, essa non vuole che sia punito l' autore

del fatto. Lo stupro della giovine di diciotto an ni

non qualificato da violenza o da gra ve seduzio ne

questa legge lo vuole impunito, e ne proibisce le

investigazioni. A quel fatto riconosciuto inlpunibile

clalla legge non può sopragg iungerela

punibilitAper l'accidente di un terzo clie vi si sia intromesso ,

senza portare la seconcla legge a contradire la prima.

I,a seconda legge ha alla sua volta regolato un

ordine diverso di fatti procedendo dall' odio contro

utin nializin diversa, ed e alla sua volta legge com-

pleta 11~11'ordine suo. Essa non ha procecluto per

l'aliorrirnento dei nioti libiciinosi, come av eva fatto

la prima : essa ha proceduto per aborr im e~ ito lella

iiequizia (lei lenoni i quali tanto più sono abom i-

nevoli in quanto non ngiscoi~oper un moto prepo-

tente di sensi rna per ffeddo calcolo; e tanto più

pericolosi in qunntocli& se la giovinetta può tene rsi

gunrditiga rirnpetto alle secluzioni dello amatore nel

quale essa vede un interesse a sedurla, non si terrh

ugualmente guardinga rimpetto ai perfidi consigli

di un terzo che apparentemente imparziale ( quandopiii specialmente non sia lenone notorio) le dà a

credere di consiglicirla ncl solo interesse el i lei. Que-

sta leggo non guarda chi corrompe un minorenne

Per conto proprio ; non guarda i corru ttori, ma gli

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ercitatori, facililatori, favoreggiatori della cor-

ruzione che altri voglia consumare. V i B duncli~e

diversitl't di obietto fra le due leggi, vi è distinta

enumerazione di specie; e non puo farsene un in-

sieme, trasportando la specie dell' un a nell' altr a

riove non sono, sotto il pretes to della partecipazione.

Ecco quella che a me par e la pii1 solida fra le a r-

go~n entazio ni on le quali si sostiene la tesi della

impunita del fornicatore, quantunque al fornicare

siagli stato mezzo Ia opera conosciuta d i un lenone.

A ques ti pensieri parve uriifurmarsi la Cassaziono

d i Francia nel giurlicato cleI 28 aprile 1842, e no

preseru incoraggiamciito i sostenitori della tesi fa-

vorevole al fornicatore. Ma gli op~ osi tori rovarono

alla loro voita appoggio in altro giudicato della Cas-

sazione cli Francia. clel 5 agosto 15.11, e più special-

mente sii1 giudicato enicsso a camere riunite i1 26

giugno 1838 sostennero che la giurispruilenza si eraflssah in cliiesto senso piU severo. In teoria non sa-

prei convinccrmi d i tale sistema: la faciliti con la

quale iri ogni fornicazione può intervenire qualche

intermediario, aprit~ ebbe 'adito ad una Lfinit8 d i

processi contro i fornicatori, che la legge ha per

rrinssima gencrnlc voluto cuoprire di un velo.

Bene è vt:ro pero che in Francia In regola della

partecipazione si modifica ilella applicazione praticap c r ~ h kquella Icgislnzionc richiedendo a punire il

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- 1% -pmxeneta 1 abitudine, si b detto che I'obitualitiì h-vey a concorrere anche nel complice. Con ciò si sono

hoderate le conseguenze di un sistema pericolo-

so (1) ed a mio parere antigiuridico: ma al tempo

stesso si B gettata la teorica in un campo dove ap-

parisce (2) sotto un certo aspetto ridicola. L' uomo

itilpuro non avrebb e altro da fa re s e non che niu-

ta r lenone ad ogni sua intrapresa venerea, e sa-

rebbe al coperto da ogni accusa di coniplicit& in

lenocinio, perchb lo difend erebb e la. mancanza di alli4tualità. Io so comprendere l'abitualità come estremo

del delitto in un autore principale ;ma non so farmi

una idea. netta di una complicità abituale.

( I ) È vano lusingarsi di trovare uniformith coslante nc118

giiirisprudenze penali, pcr lo influsso i n~so riib ile ei f ~ l t ipe -

ciali ch e signoreggiano il srns o rnorale fanno appa rire O

troppo mili o troppo dure qu~llemassime generali che si

vorrchbcro inflessibili. hla il fenomeno di questa flutluanza Bpiù s ~n si bi le ove il codice clie si dcve inlerpetrare lia pre-

dilclto il sislerna di definire i reali con l o materialil i anzichbcon i conc~ l t ideologici, dim rnti cando che il delitto no ns i co-

stituisce dal puro I ~ t t a a p rinci palm ~ntc lalle condizioni

del\ ' animo rlel giudicahilevenulo in urlo con la vola nti del

Icgislalore. Quanto più un codice si i, valuto rendere tassa-

tivo, credendo con cid ra gg iu ng ~r r l bene d'impedire I'ar-

bilrio, tanto più B dirricile clic uiia massima sarizionata in un

caso si riproduca in un caso diverso dove i l f;ilto materiale

apparisce idcnlico mentr e vi è smisurat a difformith nelle con -

dizioni morali. Si prenda u n rs r~mp io elle question i ch e sor-

gono nella presente materia. Una giovinelta di venti anni che

languisce nella miseria b corteggiata da un ricco giovane

che promelte farla sua sposa quando sia diveriuto libero dis-positore di s t . La madre d ~ l l a agazza annuisce: e come

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respingere la fortuna ehc Ilalte ;il\' nscio 1Mn 1 annuenzu)fu

spinta oltre i limiti dell' oneslo. Ecro la corruz ion~ i un a

giovine: la giovine è a l d i s o l l o d i anni t q en l i lno : la cor-

ruzione ì: stala f u t o r i t a : chi la favori eraila madre della

fanciulla, e potrh dirsi ancora clie inlervenne in lei la ve-

duta di Ettcro. Gli c l ~men i i ~ z t i l e r i n l i el maleficio tutti ri-

corrono a capello. Dovri dunque quella donna più debole

ciie malvagia ~ on dar ina rsi lla reclusione. E poichi: csislt!

una Icgge ch e pari fica i1 complice all' au tor e princip ale dovr h

solloporei puri! alla reclusione i l giovine amalor e, clie forse

procedevacori lini leali.La rovina el a infamia colpiranno du efariiiglic li dove poieva nascerne una nuova onorala e felicr.

Il srnso morale si ribella: ed ~ c c o lie per torsi da qursta

spina bisogna dire che 1 ahiludine csige plurali18 di v il li m ~ ;

bisogria dire chc rlsn si ammelte complicith ncll'amatore: bi.

sogna d ir qualclie cosa r:lic salvi la rr pug nan za della Irggt?

col seriso morale. Bla 311 indomane in faccla agli slcssi giu-

dici compariscono un vrcch io di sso liilo i:d una madre mcr-

can l r s s~ , d ecco clie qucllc massimo non sono pih buonc.

Questa è la storia della giuris~iruilen za enale come la dimo-

s t r a r ~ ~e raccoltc dri giudicali, e come a me l' hanno mo-

slrala quararil' ann i i li pa!ron:ito criminale. I lrgislalori nel

deltare lo formule ~ l ~ ioro clivicli nc! cavino opporluno co-siruiro. Si ilira clie tulto rjparan o le atteananli; rispoiido che

Ic allr riua nli ricin r ipar ano n ulla sc non per caso for tuilo,

finchS sorio indefinite, finclii: sono subordinale allr sorti del-

1' iirnti chc drstina i giu rali, e finclii: sona gli efletli lor o r i-

ilolti s q:lcl!c proporzioni miscrc clic iit alcune leggi n ostre

si vrggono. V i era piu lilosolia nell'art. 210 della Carolina,

e ni~llbnrl.116 ilella lvsge toscana del 1786, clic non se ne

trovi in t ~ i t i cottici mocicrni falli e da fare.

(2) La regola che a punire il sedu1,tore come complice

drl lenane sia n~ ce ss ar io rrluisilo l'aI1ilualil9 anclic nel c e -

diiltoro 113. un fnnd,~merilo rrrciisal~ile i ragione, ma urta

nello scog'iio che qu i rilevo, qucllo ci08 d i porgere allo im-

puro un F~cilcmrzzo d' impunita col mutdre ad ogni volta

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- 24 -lenone. Sempronio procurb la corruzion e d i Ire giovinelLedi-

7rCrsP; a servizio di Cajo, I' ullra (l i Mevi0, 1' altra d i

Sejo, ciascuno dei quali avevalo a ci6 Provocaio con doni e

promesse, Secondo \a predella regola noli PUb punirsi come

complice di Sempronio n6 Cajo, ne hlcvio, il & Srljo. In r~ucs to

senso si pronunzid anche più recenlemcnb la Goi'Le d i (:a%-

sazione di Francia nel giudicalo del 10 i i ov~ mbre 860, e

nello stesso senso decise la Cor te di Melz il 29 aprile i8G8.

La ragione irrecusabile di lale dol lrina sta in questo che se

si giudicasse allrimenli, la condizione del complice sarebbe

deleriore a quella dell' autore principale. Sembra pcrb cheallra volta siasi deciso il contrario per I'argom enlo che

l'art. 60 del codice Francese non richiede I' abitudine I? cn-

stil uire la complicith. Ma tal e argornenlo B fallace. L' art. GO

e qualunque altro che colpisca la complicit8 no n si occupa

di abitudine o non abiludine, pcrchi: gene rale ed applic abie

anche ai delilli clie non richiedono per estremo I'abiludine.

Ma la complicilti esige sem pre che i l fallo principrile a cui

si accede sia in s6 u n realo. Ora non essendo tale un al to

di Ienocinio unico, che tra e la colpevolczza polilica no n da

sè medesimo ma da altri falli distinti ai quali i1 complice d i

quello noil prese parle, e rcpìignanle che chi plirtccipb ad un

fallo in se non piinibile incorra una prna per cagione di al trifatti a i qnali non partecipd, e clie non avevano con que llo

ne connessione oniologica, n& onnes;ioiie idcologica, masol.

tanto un legame giuri dico esteriore e puramenle personale

all'aulora come lo ha la recidiva e la continuazione, indif-

ferenti al partecipe clie non sia ne recidivo, n6 continu alor e.

Vcilasi M o r i n a t l . 7568,7668, c t 8711. Quando I' abitudine

i: estr emo della punihilitii. (e-cosi a nch e nella usura ) bisogna

che 1 abitudirie slia ne1 rnppor l o inlercedente fra I' autore

pri ncipal e ed il Comp\ick?. A questo sistema di ragionament o

che dilegu a aff3lt0 1' apparente assurdo di una complicilh abi-

tuale non vi i! modo di rispondere, c sarebbe a mi o credere

ingiusto passarvi sopra. Ma rimane pcrd scmprc \a singola-r i fàpratica che col miitare lenone si guarenlisec la impunilh.

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Se Cajo venne s ripetul i congressi con la giovinclla da lui

corrolla, e incautamcnte la menb sempre nella casa di Scm-

proriia, egli per la d oll rin s franccsc B perduto . Semp roni :~ bo

a sipriul i a l l i impreslb la casa, (i lenona ahiliiale. Cajo 6 s u o

complice pcrchk partocirib iii quella ahilualiia. Cajo dun qu e

gliilli la ragazza una volta in casa (liScmpronis, una volla

in casa di 'i'rorlora, un' altra i n caqa di Seja, cd 6 sal\lo, No n

pub punirs i come auto re dirsl lo d i corruziorie, pe rchb non

vi cono lermini di punibililh sollo questa forina. Non com e

cuniplicc (li Senipr onia , (li 'reodor a, o cli Seja , perclib i f ~ i i i

dello impre slar la casa ess cndo unic i in ciasciina cli qiiclle

donne non sono i n st3 stessi guar dati co me leno cinii pun ibili.

,9 me pare che sia cosi. f3 perO da oss~:rvarr;i co me prov a

ulteriore dclla incostanza dclls giuricprudenzu che, malg rado

le tlt>cisioni rife riic sopra a 5. 299h nota, un giutlicato delli]

(:ostr+ d i Cassiiz ione del l 2 gennaio 1567 (11o r n ar t . 8370)

lrovblti punibililhnell 'abitudinndi corronlpercgiovinet te pe r

proprio sfogo ancorchh no n vi fosse intcrvenio di mediatore.

A1 conlrario V o is i n ( d ~a cornplicild pog. jb4 el 455)

sostiene clic 1' 41-1. 335 non I? fatlo per c h i corrompe diret-

lanic?lte Ic minori u sfogo proprio, e chc questo non pub

ctsser colpilo da pena lr ann e come complice 11~ 1rnone. DP I

reslo a siffatta compliciti non I? nccrssari o che il fornicnlore

abbia ind ividualmente dfisignato al lenone le ragazze da so-

durre : 1 o r i n art. 5750.

lk vero altresì clic poco sentiti i~t:Ilit 1)r ;~t ic ;~c)no

gli eirtstti di un a ocl altra ~ticissiiilarigurosa yreva-

lerite in questa materia, perclik io posso ripetere i11

proposito del leilociiiio ci6 ci13 gik dissi sul coiiio

de l duello griardato nello sta to di futro ( S . 2918)

clel rchtivu giure l ~ c n ~ l e .i pub scuzn esagerazione

affermare ch c giornaliuenle si cotnilir~ttoiln niiylinict

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di atti di lenocinio nel regno, e che non Se ne porta

;kd accusa forse neppure uno su diecimila. I1 mal

costume B sempre più potente della legge, ed è

prudente consiglio dei pubblici accusatori di lasciar

dormire una legge la quale se fosse applicata con

la debita vigilanza e rigore empirebbe la curia di

processi senza numero e le famiglie cli disturbi fa-

tali. Come ag ire ( a modo di esempio ) quando il

preteso complice del lenone fosse un coniugato?

Si porterebbe ad udienza uii processo di adulteriosenza la querela del coniu ge? Qui di nuovo si u r-

terebbe in un principio carditiale in materia di reati

di carne che preferisce la impunita ai disturbi delle

famiglie. E se si volesse rispettare questo riguardo

quando il complice del Icnone B conii~gato,si ver-

rebbe all'assurdo di punire i meno colpevo~ie cuo-

prire di un velo i piil colpevoli. Vi sono clclle san-

zioni le quali se si meditano da ch i ha capericilza

pratica della vita sociale e della vita forcnse, ap-

pariscono vergate per siriimet~ia li un codice ina

cori lo intendimento che nonsi

applichino traiinein casi estremi di tanto in tanto come promemoria

:ti cittadini, e su gente uol3zre; e dcstinatc a stst~trc

ne i codici come i fantocci ne i cuinpi sementati. Certo

e che mai non si vide nè niai si vedrà un conte ed

utia contessa processati per coi~iplicitA n lenocinio.

E dico che se un giorno tutti i pubWici Ministeri

e tutti gli agenti di polizia del Regrio il' Italia si

accordassero nei disegno di perseguitare n tut ta

oltranza i lenoni ed i loro pretesi coinplici, 0 di con-

durre % Y ~ G O ~ O S ~sservanza la legge contro i] ]e-

ncciiiio, di questa iegge si vedrebbe presto ~bro-llorre 1 almlizione.

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,l. c0nviiicei.e d i questo vero supponiamo cIic Ie

cltiestioni agitate nella giurispriide~iz,z rancese con

tan ta vicenda si risolvessero in Italia, nel senso più

severo, c dovessero arlattarsi 31 codice Toscano od

d Sardo. In primo luogo riinnne sempre la l~crple s-

sitii nella formu la del coclice Toscaiio f~lt.ot-i?~efur

cilitare la prostituzione: e rim ane la perplessità nellaformula de l codice Sardo ficz-ovilAeo faciliin?*e la cor-

ruzione. PITella lettera d i questi arlicoli niente avvi

che elimini i dubbi e che cozrti al lenone il caso

previsto dai medcsiini. Ognuno crede che la si col-

pisca soltanto chi coopera allo sfogo degli appetiti

al t rui ; ma ci6 si crede perchè e valuta intesa che

debba esser così, non gi8 percliè nella l e g o si de-

finisca il fatto in guisa da noli permettere di esten-

clerlo anche agli atti coiilmessi per soddisfncinicnto

clolln propri:l lib idine: e quantunclue io non abbia ac-

cettato similc interpretazione, ho ir~ostrato erò ch eanche la meclesima B piaciuta ad altri . L'art. 300

del codice Toscano adop era, e vero, In parola leno-

cinio, come inciso :ma In parola lenociliio non h col&

il definiente; bensi il definito: e la vera formula

definiente st a nello p arole clzi ngevolct la p ~ o s t i -

tz tz i07~ C O Y ~ * Z L Z ~ O ? ~ ~llqazii. il codice Saiodo ail' ar-

ticolo 421 iInn usa poi i leppure la parola lcilocinio

m a con locuzione gene rale prinisce chizrnqzre incizccc!

od c c c i l c ~ I F E C G ~ ? L " ~ ~ s o I ~ c ~? ~ ~ I Z O ? * Cli ~ 1 , 7 % F ~ ~ ? Z ~ Z L ~ Z O

?zeagecolch Za C O I * Y ? ! S ~ O ~ C .ra 6 i i~anifcsto lie age-

cola la corriizionc e iachlcc trllu I ~ * o . ~ l i t z / s i o n ~on

solo chi rirrsiil~tla ina :niiii~r~.nnr:L C~ i - c ? t i sP copia

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ad un altro quanto chi la eccita o In induce a pre-

starsi alle voglie proprie. Se si leggono quegli ar-

ticoli con la idea preconcetta che vi si debba tro-

vare descritto i]. enone, vi si troverh ci6 clie si cerca;

percliè è facile trovare ciò che si cerca in una dis-

posizione di legge quando si B prestabilito nell'ani-

mo ch e cid vi sia, ed io pure credo che in realt$

sia stata tal0 la "mente del legislatoro. Dia chi si

fdrn-ii alla lettera senza idea preconcetta puO be-

nissimo persuadersi ch e il legislatore ebbia in quelli

voluto punire anche coloro che mediante c1en:iro in-

tlucono la minorenne a prestarsi alle proprie voglie.

In faccia alla materialith delle parole non si può

negare che costui non abbia eccitato Za coi.rz~zione

allrzli. Cib non Q e non si è voluto dai due legis-

latori, perchb sarebbe assurdo che dove non si pu-

nisce lo stupro ottenuto mediante lusinghe si punisse

lo stupro (che è sempre un a corruzione) ottenuto

mediante denaro. Repugnante è agli occhi di ognuno

che si protegga la giovine ch e alacremente si ar-

rende alla vista dell'oro, mentre non si protegge

la giovine che esitante cede al fascino dell'amore.

Ma per sostenere ch e ciò non è tiisogna col ragio-

namento soverchiare la lettera di quelli articoli Iaquale parrebbe dire il contrario; e se questo co11-

trario fosso accolto in un giudicats (corne sarabbe

probabilmente accolto in un verdetto (1) se la que-

stione fosse pl'oposh ai giurati) la Cassazione po-trebbe forse annuììarlo per aver violato lo spirito

dell'art. 4-21,ma non per averne violato la. lettera,

Miglior senno nella definizione (quantunque severo

lielb pena) mostrd il codice Gregorianoche

al-I'art* 181 disse, it colpeuole d i l enoc in io 2 ppolito,

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senza studiursi ,z dcfinir.e i~ialr: c.iG che non nvev:i

t~isogiiocli esser clcfiiiito.

( i) Io n e vidi l o csrm pio a13 un a CorLe di Assise della

nostra Maremma. Tradotto un uomo come colpcvnle di vio-

lenza carnale esercitain sopra una do nna di trentacinqu c anni

il pubblico dibaltim enlo dilegu0 ogni oml~ rit lella violenza,

e rese inevitabile una risposta n~ ga ti va ulla ~[u eslio ne rin-

cipale. I1 Presiclenle nella sed uta ( a qu ant o egli mcclcsimo

disse a m e) d i salvare Io spese al fisco propose come que-

stione s upp l~r ilen tari a e I'accirsato fosse colpcvole di slu-

p ~ oer s e d i ~ z i o n e . a difesa fo lanto incsperla da tollerare

quella questione che cra i n conlratlizionc! ti1 trsto dcl codice

Toscano. I giurali risposero affermalivamente. E coci ebbe

sanzione un mostro giuridico, e s'inllissc una pena dove

mancar1ano tulti gli estr emi ricliiesti dalla legg e punitiva.13i-

sogna dire clie agiscono mollo pru den lcn~ cntc erli pubblici

IIinisleri (come clualcuno io rrc viili) i quali lianno per si-

stema di usarc dclla facolth della libera ricusa per escludere

lut t i i giurati più intelligenti e formarsi un collegio (l i rape.

Rla quesia no n i: la prurlenza di rlii vuole la giusliz ia: 13 la

prudenza di chi tienc per sua divisa-

iwc a s i p e r u i r -letde, o pe r iagun~zo, l v i n c e r s e m p r e f u lodevol cosa ,

1It~urninino :~li'argoiiieiito clclh coiill)licilA e pro-

ccilianiu ol t re . ilccctlata In regola che vuol puriilo

come c*oiiq)l icc c1i leilociilio anclie colui a pro del

quale il S;~voreggic~torclcll:~corruzione si n d o l ~ c r b ,

so qiiesta r e g o l a si a l ~ p l i c x s s o lle leggi n o s t ~ e iori

vi sn~ehbc a g i u i i c per iioir rcnilcrln coii iui le ezinn-

dio al caso rlclln prostituzione. Quarido iiiic ipotesisi coittcrn;,Inno d t ~111 artirulo iinico sar-cbbc ni.bi-

V O L . VI. 9

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- 130 -trario prete nde re che le regole della com plicit& ttl-

cessero in una ipotesi mentre si vogliono far valere

nell'altra. Ed allora quella regola bisognerebbe che

IQsse ancora comune ad amhd le parti che profit-

tarono curnalmente della opera del lenone. Questa

logica necessità concatena insieme le due propo-

sizioni per modo in separab ile. Laonde le costituzio-

ni elettorali Sassoniclie ( cons t i t . 29) sentirono il

ltisogno (li letteralmente disporre non potersi 1x1-

nire coine complice di lencicinioIri.

lirostitutn cluan-tunque si fosse vnlsx ili lenoni per esercitare la sun ,

prostituzione. A1 ii loi ~~ eti tohe il minore è in tale

etA da avere piena i~cslionstthilikidegli atti siioi

(perdiè superiore agli anni dicintto) t! r e p ~ g n a n t e

che a lui si dia Ia patente d' nilrunith cluando il suo

compagno di piacere si punisce corne complice d i

lenocinio. Que sta palpabile contradiz ione diviene an-

che più sensibile in fitc(:it~al codice Sardo che con-

ienipla cliizcnque faciliti o fauo?*iscct In corruzione

di persone dclì'zino o dell 'allro sesso nlinovi d i alt)bi

wntu~zo.e il minore di anni ventuilo

èYuomo al

quale ?l servo a preghiera sila abbia condoi,to 1.1

prostituta, si dovrn egli corno complice rlliel pre-

Icso lenonc puriise costei che non cercò e fn cer-

cata, od anclie il giovinc ventenne ];L coi.ruziollc de l

clualc fi i VOI-ih? Nuove colltr.adizjuiii pcrl )]es-hitA in clilcsta dottrina.

l~in:il~iicntcmiiicssn la corrcspoilsn1)ilitii. ilcl li-

bci.tino col Icnoilc si ripi.ociuce il clultbio sullti, co-rnuiiic.nziotie dcllc aggravani.i l )o*sq) i ti de l le ioilr-

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- 31 -

Questi era iI padre del gioviiie ventenne, e fu il

padre stesso Jie gli ~mcacciòa prostituta; oppure

era la madre della ragazza ventenne c fu dessa che

la indusse a gettarsi in l~raccin ello ainatore. Quel

padre o questa inadre sono colpevoli di lenocinio

qualificato. Se la prostituta nel primo caso e lo ama-

tore nel secondo caso si ~ ~ o g l i o n oorresponsabili cli

lenociilio dovrà o no pesare sopra di loro h qua-

lifica personale del principale autore? In tale clue-

stione l' analogia col parricticlio e perfettissima, e sein tema di parricidio si scioglie sulle orme di R o s-

s i nel senso favorevole al coinplice, oppure sulle

orme di C a r n1 i g i a n i si scioglie nel senso a

lui sfavorevole, la soluzione deve essere identica in

tem a di leilocinio. &/Ia tu tt e qu este perpless ità m i

eonferm:tiio nello opinioni g ià sopra em esse ; cioè

che la nozione del lenocinio come delitto debba

ricostruirsi sopra eleriieiiti puram ente politici sot-

, traendola a quei ruderi che s~tpcrslitial naufragio

della signoria dell' ascetismo rimangono piir sempre

quc4s.i .izalzl~>siz gurgite casto a fhre capolino quae la iiell'oc~iesnogi~1i.epenale; e che il lenocinio

de l~ ba onsiderarsi come reato purameiite $e$-sonale

non comuliicabile al iornicatore ; che per principio

geilerale la scienza e leggi odierne proclamano non

doversi punire, e che non può divenire l~unibile er

la sola circostanza di essersi vìilso della mediazione

altrui a procurare lo sfogo dei propri appetiti.

Xon iilciio gravi sono i clu1jl)i che l~rcscritna s l~i-Ilos:: ~ l ln tc :# j c \li cluesio titolo j i ~ rdine alla tcol'ic.;~

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de l conalo. Non vi sono ser ie difficoitk filiche si puar-

da il fatto di chi abbia indotto ulla p~~ostitziwione.

Io penso clie di questa figura non possa farsi un de -

litto forinnle. Pe r dirlo consuiilsto l~is0gilei.h che

concorra lo et,ejz$o, vale n (lire che la giovinetta

scdottn siasi effcttivnrneizte prostituitn. L c blanclizie,

le arti per quanto insidiose e prolungate pcr indurla

a ciò, clrisndo furono rcnclute vane o clnlla virtìl

di lci o ilalla fo rtuna , non possono darci il delitto

1)crfetto. V i sarli nei cong iui teimlini u n tentativo, !a

punibilittt del quale clipcti(lcri~unicnmcntc dal de-

19erminnrc se in cjuclle art i c in (luci inodi ii~ sid ios i

concorse o no In iilonciiii necessaria a costi tuire lo

elemento materiale clol tcnin ti~ro criminoso, e i n

novantanove casi su ccilto dov si dirsi che l a noli

riuscita (1) fu conseguenza dcll:~ inidoneit& dei

mezzi adoperati.

(1) I Ja c i l i~~r n l ri scorge cliiale a n ~ p i o varco 3 psoc(~ssi

crim inal isi sctiiuclci conl o ar nme il ere Lroplio precipitoscirnciilc

la punibilili de l Lrnlritivo in r~iicslu ialr~sia.Ogni proposi-zione immcdistcimciilc re.jrila ditlla ones ta doni ia sarh 1111 lvn-

tslivo. V i i: il fcrino proposilo: vi i: la manifesiazione cnn

alli rslcrni: vi i: il principio tl i es~cuzionrt. I:i cib sarcbbe

inlollcrnbile ncllci pratica. B dunquc nci3cssitii porre iin ar-

ginr a c~ilrslolirrrnli; corivt~rtcniloliinsi i n i inn prrsiinzicno

11' idofteilà d i ?~ie:ai il fallo drlla nori riiisciiti.

Ma la diflicoltrl sorge qunudo si coiitciiil~la ' altra

figura;quella cioè della coi.~~uz.ione; l:% diflicoltiisi accresce per noi poichb abbiamo prestnbilito clip

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- :j2 -qui ileW,a iuteadersi (l i corruzione fisica c 11011 11 ìcorruziouc seinplice s i ~ o i * ~ c b .ui 1~isognn ontempla-

r e tre rnoiuenti diversi. Il primu motuicnlo ce lo

l~i'esei~t:inoutti gli atti coi clu;i.li il Icizonc tenta con-

durre la gioviiretfrr.al ~rnrtito iio : e qui situno chiari

ripztenclosi ci6 clie Iio detto d i copia, vnlc a dire

che iioii ;~I~l~inmollrv che un tentativo éventual-

mente puniljile coine tale. Il secondo iriomeiito U

quello in cu i la gioviinetta fkttasi per sua sa dalle malc

art i &;l leuone ci reca fra le braccia deIY uomo iin-puro che la ciesidera. 11 terzo moinento b quello iii

cu i l'uomo imp uro cowipie il sorldisfacimento de i

suc~i arnsli appetiti. Ora fra cpel secolillo e terzo

inomeiito pii6 intcrvci lire uii od,;~colo.PuD comiliuo-

w r s i a yici.5 l' UOQIO ~ I I J ~ U Y C )desistere dal ~ ~ c n s i c r o

di sacrificare li1 i ~ ~ n o c e n z z ,uUnmnc:~re ai sensi ln

]x?rsovera~iz., o clovo~si lirc eli lui i e l7n)~?nZlclZe

siile iclz!; possoilo so prnggiuiigere irilpeilirnenti strn -

nierk, Q per clutlluilclue di tali c:tusc ]:L gioviiiettn

-ripoi.tai*e inta tta al suo domicilio la propria pudicizin

senza clie sin svvcnutti. nessun a co ntaiuinazione delcorpo suo . 111 tale ipotcsi si clirB chc la opera dcl le-

none fu perfetta u che il suo maleilzio deve punirsi

coriic consuninto? Io nc (liiljito seriam ente. Tenu to

fermo il pi*ii~cil~ iulie qu i cto1)l)asicontemplare la sola

coiaruzioile isicn (seiiza tlella ilualc rluesto reato diver-

reblse per~~etrrttiileiitcormale) io troverei nella fatta

ipotesi piutloslo i tcriniili di uii Iciiocinio mnncntct

clic non (ti uii lenociilio coiìsuiliaio . La qucstioiic

~ i m c ~ n i ntl un cariliiie ilella teorica: tlefiiiirc ciob

se il lei~ocilii~ d1:Iit to ~ I I C I I C I ~ ~ Q Z G d ~ l i t t o 0 ~ -

U ? U ~ C 1). Xoil c.rcil» si l~ussa ustituirc tra i delitti

formali, perclik In lc'ggc vuol proteggere In pndici-

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zia da un a uiolazioiir: che non esnurism i tcr i i i i l~i

clelln sua prrniciosit:i sc non quando i. l;rcttiz:ct, cc1

anche perclii, facendo del lenociilio ui i delitto ~ O P

maic ~ni~el i l iulliniitnto il cnmlio deUc nccuuc coli-

tr o tl~oltiztli tropl~rrsllesso xiyeiuti iicl1,z vita m a

che sono piuttosto iniprudenze che veri reati, e vo-

gli0110 esscrc respinti P:ì le trtisgressioni [li polizia.

, I igore di tcrinini somnlinistrnre un l i l~ roosceno,o inosti3aroun:\ iiiipressioile oscena BCI un giovi-

netto, od usare osccni cliscorsi in presenza sua, ec-

cita In carruxione. Ad 0gnu110 di tnli atti dovrebbe

~ispontleroo i~izinilientod i un processo per cor-

ruzione di niiiiori sc cluesto reato fosse formale; ed

cigriuno (li tnli processi dovrebbe imincrgersi in una

inllngine intcnxioiinle scmprc ardua c pcricolosn.

D'altronde tritte lo leggi contciiil~orsneocoiitcm-

pla~~cloue i fatti ramo clollie (ti per sZ, stanti, det-

tnllclo spcciali sanzioni contro le rncciesirne o corno

delitti o coii~r: ,rnsgressioni, hmno nlustrnto (per

quziito a me pnrc) che n1 pii^ gvtivc cc1 odioso ti-

tolo (li corauzione di rkiinori non bastava la sala

?s iercotcn~iulitudi corj'onq~cr-e nn vi f?;icevamt t'In eflèttivit5 i1t:ll:t rorruzinrir! proctzrnla. Mi coiiferi i l~

il1 qucstn o~iinioiio l non aver rnni Y C ~ I L ~ O,ra 110i

che siasi ncppurrt ttintnto dalle yulilrlichr: accnsc d i

tradurre iii gi!xilizin uii iricIiviiliro cc>;no Ici~ono e1io.n quaiiilo si nwun in xiintin 121 prova i i i n t c ~ ~ i n l ~

dcllrn corruzione avrciii1t:i ti),

( I ) Piire rh c i pr:iiiri non rsilnsscro n riconp~cerc el IC-

nocinin un delitto malet in le insrgnnntlosi da t n t l i rlic non

si 11ctib3npp1ic:irc I n pr na n r d i nnr i a nisi secttlo ercc t i r ndu l -

Ict i i re i s t i r p ) i. ritv \isliiitlo roci iii cliioalo il solo monlcnti*

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ccnsumalivo (lei malciizio: A f f l i c t u c c o n ì i i e a l u r i o nd c o n -

s t i l , Neap . rubr . icn 43 - &lo o C li i 11s d e a r b i t r n r i i s

cn s . 535, a.4S - F a r i n a c C i ti s praxia quaesl . 144, n. 17

et 33 - a s cl i a l i u s de pa tr ia po tes ta le pr irs 2, ca p . 10,

11. 22 - t r y k i o disserlalionzrna vol. 2, diap. 7 de jure

Bl/ i~adi l inru i? t ap . 6, t& .61)- l a s e n c o t n i ~ i e ~ t t .n C. C. C .

a r t . i23- n p a u e l e m e n l n j tbris crinei?zalis l i b . 1, S. 86%- v i - zcln a t te lata l i la ?z tu n 1euoci )z i i T B UM e s t , C Z I ~ ~ ( S

soldicitatio»ern coittu miizisze est szcbsectctzcs. E ccrlamentt?

ci 6 si conforla in qu anto al testo rornano dalla l. i, 8. f i 1 1 .

fl". de elr;traord. crim. che i: chiarissima in cjueslo senso. Vc-

d a s i B r u n n e m a n n o a d d i c t a m l eg em e P l a t n e r d e e x -

Zrrtord. critn. pug. 195 e t seqq.: ed anzi (come avvcrli

lo A l b e r C o nel commentario a qucsto frammento ) del

riiedesimo i nostri dottori si servirono a sostenere come co-

mune dottrina che i romani punissero il conato sempre più

rnitrmenle del consumalo ilelitto: dottrina clie poscia mala-

mente si volle convertire nella proposizione contraria (la

C u,j 3 C i O fondatore dell' opposta scuola.

(t-) Allro B n dirsi dove la corruzione nzornls si equipari

alla fisiccl. Vcllasi 13 n o f ~ l 5 . 296%

h questa inin opinione sembra contraria la giu-

risprudenza francese. Pare clic in Francia quanclo

12 lenoila ha ttilllto fatto (1) da porre la femmina

li1 balia ilell'uonio altro non si cerchi, e si cuopra

il resto di un velo clicliinranclo ormai consumato il

lenoc,inio. I1 lenocinio si considera come esaurito in

quatzz'o a s6 clunnclo ha l~crsesre rnto 'azione crirni-

nosa fino a1 rnoniento di c1:zre all'uomo la signoria

clcl corlJo agognnto. In questo si trova lo cccnlo cliccosiitu isce il iiioi~.iciito .orisurnntivo dello cccitai iiciito

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alla corrilzione, ed in ci6 che avvenne o 1lon nvven-

ne dipoi noil si vede c:he un conseguente pii1 O mcn(>

grave delitto gii~ onsuinato. Su t d c p ~ 0 b l e l~ k i ~

molto irifiuisce nel l:~ oluzione pl-ctticn il linguaggio

n:lol~erato ilal Icgis lato re iielln clefinizione del ma-lefizio, Se si conteinpla nella deflilizioile chi eccita

(c ot i~ e el coclicc Toscniio) o chi pro150ca, av rh 19~1011

terrcno la tesi clie trova 13 consuii l~zio~ic:lcl leno-

cainio ncllo eccitaile o p,*ol;oca?v:ina allora (guar-

ilisi Lene a cib) si corre un passo l ~ i ì ~iinailzi clierion si vnolc, ~iuicliknon so10 si avrti il lenocinio

consunint,o ciuaiido In feniniiiia si rese pronta ai de-

siderii dell'uomo, nln lo si avrS eziarirlio nella isti-

gazione non accolta: io non vedo transazione pos-

sibilc; o il rcata consiste nello eccitave, o il reato con-

sistc ncl co ~ ~ o ??1 2 ~ s1 * c .o consiste nello eccitns-e des-

so 6 esaurito anche cluanclo e ccitnssi la ren ue nt e; se

c.onsiste nel co~~~~o : , t p e . t ~ zlccso noli i: conciixri:ito fili-

clih l:\ i1oiin:i. il inci~n t:~iiiinat:i, c a1 c eilti nrio l a leg-

gi? (>oiilci!it~la~ c , t l ~lcliiiii.ionc clzi S~rrl~tcel l f t p r o -

.clilusic,?lr (coilic nei cotiicc Sardo) o chi ~~$-oc?u*Cc]:L rurruxio~li~,1ovrcl)l~e iudicarsi cliversniiiel~tc;c

]:t ~ c ~ ~ s u I \ ~ ; L x ~ ~ ~ I c\o\rl'cl l ic a s p t we ~ 1 1tto c2rilale

: L V \ ~ \ ~ U ~ I ) .r ;~ l l f~~lli) ().sScrc 10 i n f l ~ ~ g oli una p-

l'ol:~ O di uli':i\tl'a i i ~ 111 ; \ r f i ~ & li ]pgg~!C;u:lr-

(lato l'ik1':ìIt O i l l)ìni i:'i:::i sc.icl~tific:Lliic~nfco pyo-

~K ' l l i lO :i. tl~hii~clYl1pcr In culls~lintixic;nc el l L 1 l l n ~

c,iilio 13 iii:itci.i:iliti rful i ' c.;irnaln :r,vveiluto, pcl?-

cllh l ' o l ) i c ' t t i \O d i c[iics',orc:~tonon p;irmi si debba

1 icc)ii\is:'uf'c il1 :!Ili.o ~ l i c cllti corriizioilc fisica.

(i ! (!!rriliiiirliii~ si I 11 nozioni! clic s i accrbti comc dctrr-nii:lniilt> !: i gutiiliililj clrl 1i)norinio ccr lo 6 pcrU chc sc il

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f;llti) imp iiia lo al giiiilicaliilr! no n ha avi110 u n'as iot le diretin

sullo eccilamcnlo o fon?cr~to ella corru zione o prostiliizione6 impossibile adattarvi la figura del Icnocinio. Di questa ve-rilh pare n on fosse persuaso quel piihblico lliniste ro ch e me-tliarile un siio appello prnvoci3 il giudicato tlclla Corte d iRrnnns clel 6 decc inl~re 865 rifcri lo da h o r i n arl. 8186.

Tril lavasi di un giovinc signorotlo, i l quale aveva provve-duto pcr farne don o a certe su e am iche abil i cc1 oggeil i diorn alo da tiri mercante, Ì~en iss imo cienl e dell ' iiso al qua leil giovinc clcslinava quegli oggetti. L' accusa tradus se que lmercanlc come colpevole di avcrc faci li ta lo la corruzione ola prostituzione; e non paga d i una prima scnlenza assolulo-ria, ne appelli3 alla Corle cli Rcnnes: ma ri'el~be la peggio.Ecco gli estremi a i quali rischia con dnrrc un a nozione Iroppovaga cd elaslica del Ienocinio posla in mano ad accusalorio troppo bigotti, o Iroppo zelaiili.

Ala s c ques to proljleina d ell' atte ntn to si coinbinacol r)ro!~lan!n ella coi~lplicitit,nuove dificolfi ci si

fa11110 innanzi. i i c c o t t ~ ~ t ce

duc regole fi-ancesi cheil lcilocinio si coilsuriii col solo porre la fernmin:~ nItalia clell' uoiiio, e clie questo possa punirsi comecomplicc del lonoite, clie dircmo del caso in cu i que-s t ' u u o ~ oper uno spoii tnnco pe nti me nt~ abbia poii.i:ip~:t tato In innoceiii:a clclla fhi~ciiilln Mcclitiamo suq~ics tnpcrtcsi. So il lciiocinio non b ancora consu-mato 1a suliixione h sciiiplicc; e cc la porge la dot-trina gulicrale clcl teiitati~o. ii rluanto tllì'uomo sa-

lu t ;~~~i ie i i t t ?t.clilyestivaiiieutc pentito abl~iamounteilfati~ro rimasto tnlc per voloatà dello agente e

l)cl.cii~ oil 11uuiI)ilc;nin iii quanto al lenone abbia-

riio nii tcnt+ni,ivo iiiinsto ialc per un fortuito indi-

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- 35 -penduiite dalla sua volontci:, cd il ieiioilc si devepunire: e sareino tranquilli si: rlircste hasi. >I n so

il lenocinio si lin come già co~zs?!vifito11~11xlonfemm ina fu posta in l~a li a leji'arnatora qu estc re -gole ci al~l~aticloiiano. bbiamo un p c ~itt?e!zto so-

pravve?zztto a delitto giri cojzszinzato: l quale potrh,essere un attenu ante clella pena se la legge cs pe s-sainento lo dichiara tale, ma non cancella la iinpti-

tazione del reato perfetto: dunque punirete clue-

st' uoilio che dopo aver cecliito ad un estro nlomcli-taneo coltivato i11 lui dalla lenona eWjc poi tantavirtù da resistere ai propri app etiti rluando l'og ge ttodi quelli si oEriva ilocile al loro soddisfacimento'?

Ciò mi pare che repugni al senso inorale. Diretcforse che questo reato lia un momcnto di consu-niazione per 1 alrtove 211.izcij1ctle, d un altro mo-niento di consuniazioi~epii1 lontniio per il conq~ lC

ce ? Questo B un controsenso giuriclico. Ecco una

nuova posizione della questione la quale sempre pii1

mi detcrmina nella opinione che il lenocinio ab bia

il suo momento consuniativo nello evcinto carnale.

Per citi chc nttieiic alli! degradanti iiiorali io nolivcggo alcuna specinlitA iiicritcvole rl i cssere segna-lata in quosto iiialefizio. Nulla di speciale nel Yap-porto della ubriachezz:~, iiil~ecillit,$ simili. Quanto

ilgli affetti noli pub t1i~ovnrvisil t ro in~ l~etorannel' illipeto della miseria. 13 in orciine alla minorith11u0 ricordarsi ctie i dottori (1)elevarono dubbio se

cluesta ilovcsse animeticrsi eomo sclisa nel Icnnci-

nio. 31% 8 i1ulil)io nacqiio (In ;ti::omcnti co:ji fyiyiblith c non incrit,.riio diwiis ionc.

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(1 ) T -1 e s 3 u r u s d c c i ~ i ~ ~ ~ e ~edenionl. decìs. iGi - n -

b n l l o resalulioneir cns. 13'1- a s C h ti 1 de palrirz pde -

stlcte pars 9: cap . IO, 2 , 22.

Eensì non posso ornettere una osservaziorie di

confronto. Se un ~01x0 om~uet teun ratto impro-

prio, non può per i all' onore ed alla rjuictc

delle famiglie essere perseguitato (S . 1999) trannca querela clei genitori. Di pii1 il nintrintoiiio succes-

sivo gli giova o per attenuare ocl aitco (secondo i

vari casi e legislazioni) per cancellare In su a colv.

Ma s e il rapitore fu aiuta to clall'opera di un lenono

il riguaidd o alle famiglie tnca, e lo si porsegriita s

pul~l~l icaione sotto il titolo d i co~ apli cedi leno-

cinio, e di pk;i il successivo inatrimonio non ha ef-

fetto giuridico a suo favore. Può egli ammettersiche in odio del lenone vengasi a tali conseguenze

contro il rapitore? Sia cjuesta una prova novella

della vcritii della dottrina dei delitti pedissequi chesola pub riparare a simili contradizioni.

La penallilk dcl lcnocinio nclIc antiche legisla-

zioni e l~ra tiche si elevò alle più alte proporaoni.

Si minacciò la infamia, In recisione delle orecchie,

e nei casi più gravi anche la morte (1). I coilici

conteniporanei si limitano generalmente ad iilflig-

gare ltx carcere al lenocinio semplice, riscrbnildo In

reclusione o casa d i forza o galera sccondo le dififerenti scale prslmli ai Iciiocinii rl~xilificatiyc r h%

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violazione di speciLlli dover i. (Jilniiilo il lenoile cna-

diiivi ad atti violenti gin ho :letto clie -questo reato

rimane assorbito nell'ciltru c iion occol.rc: cjrii ri-

pcteriie 13 coiiscgiienziaic c2cliti. pvii:i.

(1) In Grccia ri ma ne incer to se la pena dP1 IPnOnl IOSSe

rapitale come apliar irehhe da E s l i i n c o piiitlocto pPCU-

niaria come oliparirebhe ila P l u l a r C o, allegati amhedu e da

I l l e u r s i o l'hcriiis Al l ica p a g . 17. La Carolina all'art. 128

contmind contro i lenoni co l gnr i la infiimia, rimetl e~rd ascn equanto alla alire prne al g iure comiinc. C id clieile occasione

(li corrprp alla piwa capitale a quci giiirisli i quali suppo-

nevano clic lo Ioggi Romane ctl il d iril lo Cesareo infliggcs -

sero l a mnrti! ai Ir\ncirii, mn qu est o era un er ro re grav issi-

mo, come li o gia annolalo di sopra. TAC 10 dirnosira anche

I, c y s e r nrerlilaliones in Poitdeclrr.~ p cr. 588, ovcj insegna

che in Ronia non si puniva di morii> nrppiirc il lenocinio

clualilicaio. r, taccia di temc riti la opiriione contrar ia: B o e h-

iii e r o rrtedilri.tio)aes i18C. C. C. art. 122, .. 5,pag. 4.88. Ci6

rcntlelte flutluantc la penalilà dei lenoni in Grrmania, come

avverte \V a l c h i o i w l ~ ~ o d s c t i on co9tlroz1ersias jn r. c i v .

r i t p . 7, $. 16, p ~ i g . 95. I3 o m m e1 ( r aps od i ne obs e r o . 286)nr, avverte c he p14 rrlsponsi clr.lla facolth Lipsicanse gi i~ mm ai

si punì di pena cor por a l e il Irnociriio volgare, (1uello ciob

cndulo su fcmininc. g i i date a\ mc3relricio, ma si applicb sol.

innto In i'clcgazione lemporaria. L'arl. 423 della Caroliiia, c

1;) Coctit iizion c Eli>Ltortil(:Sassonica (pa1.s 4, col l s l i l . 39) nzi-

ri;icciavano la fustig~azioric ongiunta alla rclcgilziolle prrpe-

1113 Conti'O il Irnocinin q t l n~ i f i ca t o qilanilo fosse gl-,ltuilo,

no n facendo Dassag6io alla pena c:ipitale tra nn e qu an do il

nicdèsirno fosso ( lu~~stua~o; 1133 pe r P P O C C ~ ~ ~ Cquesta pe-

suprpmlt Si ricliicde ( rvi ilc nl rmc n~ e ilr unli s ottigliezza

umal1itaria)clic il lucro si fossr: rff,l~t ivam pril ~prcctlo: p 11 1 t-

m n n e~emel l tn 6 ~ . eri?» S. 681. Non i:a sorprendcrc c l l~ .

si punisse d i mortc i1 ìenocinio qii;l~ido i morte piinivasi

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l 'adulterio prrchk B una sentenza r iprti i ta da lul l i i prslici

l e t ~ o e q z ~ i o r diblloro : C s a V,P t a C O I I S . 1114, 11.8 - C o P-

t i a d a decis . 89, n. 9U -- R o v i l o i?& r a g ~ ~ ~ u t i c a ,ragna. 1,

png. 420, 12 . 6 - V i v i o Dec i s i ones dec i s . %l, 9 1 . 43, bia

tali pen e vcn ner o poi in clicsiietudine ncl\l:\ Gcrrnaiiia, e alla

fustigaz ione si soslit ui il carceri3, e alla poila cap ilale Pe r-

gastolo. Una Costituzione del Regno cT Napoli (acccnnnla da

bl e n o c h i o [le a r b i l r u r i i s c a s . 536,n. 6 ) minacciava alla

m a dr e l e nona d~ l l a iglia il [aglio dcl naso, iluando perb

avesse agi lo per fine di lucro. DIa s r rul~ra c li e in qur l

R r a m e 13 pena oiclinaria fosse la fustigazionc con mitra:

R o v i Lo p r a y m , 1, pag . 490, t z . 2. F a r i n a c c i o ( q u n e -

st. 144., 12. 20) riccirda esscrsi puniti i Icnoni col versar

loro piom bo liqucfalt o nella 1~occ;i l ie con Ic male prrsua.

sioni era stata strunicnto al delit to. Nella Spagna ailestano

C o r l i a i l a (c l ec i s . 89, 98 . 97 ) c P e g u c r a ( d e c i s . 15,

gz.13) essrri-! and ati in di ssi~ clur line supplizii co ntr o i le-

noni c punirsi co n la frusta c con It i imposizione dclla mi-

tra,a cu i si oggiurigcvaiio cinque an ni di rsil io sollt inlo quan-

(lo traltnvasi d i gen itor i. QuesLo r inc aro di pcna iion si ap-

plicava per6 :li mari t i l rnoni pc i qua l i (come ne avver l e

11a t 111c n e t S a n z da r e g i n a i n e regtzi V u l c ~ t t i u e rcp. 8 ,

92.19'1) unicamc ntc si turilava la forma dclla mitra dando le

quclla con(igur;~zionc, lic risponrlova a gli cff'etti procac ciatisi

rlal marito. Sinpolaro era 1'~rlil iodi 1,iulprarido (clir. Lro-

v;asi n i l l C C o r ,; s c li Co?.pllc j 1 t l . ì ~ G@l.~) l f l? lc i n t i l i q u i

c o l . 4096) t l o ~ c i punisco d i norl i3 la m ogl ie ~ 1 1 ~iasi pre-

st al a a1l':idiillr'rio p rr orcline drl mari to Iiicnlre 31 mari to

che ilicldu l 'ordin c e al druilo clic ne fru i non s 'impon e che

pcna pecuniaria. In Turcliia sec ondo T o r n a u w jdroit 11121-

snlr)tcc?& ig . 996) il lcnocinio cadulo s u vcnrre nefai lda o

in aclullerio si punisce co n se1llinln~:inqiie colpi d i baston e.

Il codicc Annnmilri (lib. 3, pnr l . 7, sect . 2 : A 11h a r e t C o d e

A):aarnilc lou?. 1 , pog. 321)) piinisce il Irrionc della moglie

con nov:ir\la colp i (li bauloiic; il i:oclicc Cl ~i n cs c d i v i s . 3,

o i p . 3, se;. la?) minaccia ot tanta colpi di I)a%tonc chi db

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nolo la mogl ie e sessanla a cliì dh a nolo 13 figlia. Le m-tictie Ordinanze di Francia punivano i Irnolii Con la frusla

pubblica ala gogna, susseguite dal\' esilio o dalla recl usione.

Singolare era la costumanza di Tolosa ricordala da J o u s s e

(Sus t i c c criminclte uol. 3, pag. 813) per la quale le lerione

prima di chiuderle nelle case d i detenzione si davano in

speltacolo al pubblico luffando lc per tr e volte cliiuse in un a

gahbia di ferro nelle acque dclla Garonna. N a r 6 e nel suo

libro intitolato Cuii osit ds jjtrdirinirca a pirg. 404 ricordo la

pena inflitta aParigi 1'11 luglio 4750 arl.una cerla Giovan?lra

Jloynon pubblica lenona . Coslei fu posla a cavallo sopra unasino con la faccia volta verso la coda e con un carlello

sopra le spalle dove era scrillo- Rzc)"ianapnbb l i ca . Ven-

iie frad ala all'uscirc della prigione dcl Grand Chatelet;

e quindi proccssionalmente con dolla a porla san Michele dov e

ricovctte la peur-de-lis (cioi! fti bollata) c quindi collocata

in una vellura e condotla fuori di Parigi in esecuzione del

bando. Osserva 'V a r L' e che q u ~ s t c anne ordi:iariamciite

uscivano d a una porta e ricntravorio da un'altra porta i11

Parigi, dove collocandosi sotto niciilito nome in altro qi iar-

ticre corilinuavano il loro nefando tralireo. Io osservo che la

Maynai~hbc quella pena per avere rapito e corro tto una

bambina di dieci a nni; lo chc in bccia alla scuola e leggimoderne portando assorbimento del rnc3zzo nel iine avrebbe

n68i SOtlOposlO colai ad una penti assai più severa. Nola

B a r h i e r, dal quale b eslratta qucl\a notizia, clie celle

crrlion n be~ttccowp iverti le petrple; ed 6 racilc il creder\o,

Queste punizioni errino sctindali.

Nul cliiuderc il prestmtc capitolo sc io volgo ad-

dietro lo sguardo su r/uanto Iio quivi rxcoltu, simile

a colui che si volge a l t o n d a ~ r i g l i o s a gz~atu;

dimamio a rne stesso q u a l sin la fosmuln scieiitific~

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- 43 -d a i n s e g n a ~ i el l ~ r es e n t eargomento, debbo con

dolore confessare che la forniula non è ancora tro-

vata. La esit:triza noti e soltanto nelle penalità (che

su queste B facile intendersi) ma bensì nella no-

zione; sì perchi-: è delicata la linea che distingue

nella presente m ateria i fatti politicariiente innocenti

dai fatti meritevoli di pe na ; e quelli incritevoli di

essere repressi come delitti da quelli che debbono

soltanto essere iiioderati dalla po!izia punitrice : si

pereli%si tvovano i r i ,ur.to costante le esigenze d el

buon costume con le necessitti imyoste dalla quietedelle famiglie, e si viaggia sempre fra il timore d i

lasciare senza pena un atto brutale, e il l~ericolodi

convertire in delitto un a giovanile imprudenza; fra

il timore di Irtsciare indifesa la gio ventù , ed il pericolo

di rovinare 12 fama e lo avv eni re con In pubb licith

ili un processo: si lrerclik la storitt delle relative le-

gislazioni e delle relativo giil~isprudenzenon pre-

scntn che fiuttuanze e contradizioni. Una e la no-

zione do1 lcilocinio del gi ure romano, un' altra quella

degli statuti e codici dei tempi di mezzo ; un' altra

b quella delle legislsxioni moderne. Fra queste io mi

sono liniitato a contemplarne tre sole (l) a Toscana

In Sariln e la Frunccsc per non aumentarilc le sinuo-

sitU del lrtterinto nel cjuale io doveva qui aggirar-

mi. Mn airchc: i11 clucsta. dosi liiiiitata contemplazio-

lzc nl~bitiiuo izcontr:~to divergenze so s~ ~n zia lis sim e.

Clio piii? Anche nella sola giurisprudenza di F ran -

cia al~ hian lo ncontrato u na fliittuailza da.smarrire

lo intcllctto. Sovrit ogni punto della mate ria at-

iu:ile sono anilati per oppostc vie i più em inen ti

scrittori, o por cli~orscvie i tribun:ili, correndosicon pcr'pctria viccndn agli estremi ol~psti.La de-

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licatezza dell' argomeiito, In lotta fra il principio mo-

rale e il priiicipio politico, la inilii;ta vari:lljilitil

d' ipotesi che offre questa i~i nte rin coinpletano le

difficoltk, e forse non lasciano se iiipre libero lo in-

telletto nella scelta delle cleduziorii scie iitificlie d i e

vogliolio essere proclniiiate, Io non esito a dire

clie fra tutte le speci;ilit;j, ciiiiiiilose la prcsente e

quella che piìi m i M p:~ruta spiiios:i ci1 ardua. Le

lcgislaziotii moderne 'hanno voluto far lloiLipn di pro-

tezione della casti ti^, piU clie li01 f;tcesscro Ic anti-che, per cluel nierlcsiino singolare iilipulso ch a spin-

se sempre i lcgislcttor~i peiisnrc clie con uila lcgge

si faccia diga a l tor rcntc . Rln quello che vi è cli

certo si i! che qualuncluc pensiero prevalga nel-

1 animo del legislatore, sia ilesso il morale ocl il 120-

litico, i cittadini lianno diritto di trovare nclln legge

chiaramente dettate lo rego!~della loro condotta e

noli giA con furriiule sibilliiic riiiipetto alle quali 1;~

storia della giuris:)ruclenza di un inczzo secolo lin

mostrato pur troppo conic 1 :~punibilitlì, o la inno-

cenza di un att o uinatio sia d ipcsa dal illese o

dall' anno nel quale l' autore del metlesimo fu inviato

a giudizio. Se d;il mio lavoro non potrii. ca~ ~,z i.si

rtìtro costrutto, questo :tlrneno ne t,rarioeilio pe r fer-

mo che ii presente reato lia tilttora bisogllo di ctu-

dio e cli più esatta circoscrizione.

(l ) Iilcnlii~lie ursl ioni si si ~ll cva rono ii f:~ccia311 i~r l .74de l (*odiccP~rmcrisc d al\' art. k3k di:\\' anti co codice Pie-

moiilcsi*, C 1iì come allrnvc sorse connillo di opiiiioni. Pub

vedersi il giudicato dclla Corle di Appcllo d i l)urriia ilcl 2maggio 4861 riferito ncll'Eco dei 'rribu)tlali ili qiiell'anno

a pug. 985, e il comnicnto clie Irggcsi coli in cslcc della

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- i:, -medesii~iaE noli puh essere diversarncnle e c ar i semp re cosi

Iinclii! i Irgisl alori si oslineraririo a ilarc ilcl pres enle rca to

un a definizione chc comprenda una srri c variahilc di casi

come ideniici menlrr ecisle fra loro smisurala differenza.

Non baqla diversitic:iro nclla pean; bisogna diversificare nella

troziotze, perchk la rliircrenza t r : ~ aso e caso non scniprc

conducc a punire p i i h o met20, ma conduce a do?~ersi t ton

~lovcrsi unire. Causa nrccssaria della inccrtczan di opinioni

e di giurispruclenzc?. fu ( a parpr mi o) lo sbaglio di aver vci-

Iiilo dare a questo rrato una sola nozione cliiudcnrlo gli oc-

ch i alla svariatczza tlt.lle ipotesi che polevano cadervi. Ci8

r h c non pt.iO lasciarsi im pun ito nci genitori pu ò convenirci,

clie rimanga lale negli estin9zei: cid clie tliiuantla repressione

se cade sopra una giovine di tredici anni potrS pii1 conve-

nientemenle cuoprirsi (li un ~ ( ~ 1 0e cade sopra giovine d i

cenli anni. Quesit? clifferenzinli son o cosi palpahili da far

meraviglia come mai tanti legislatori successivi a bbiano per-

sistito a chiudervi gli occhi nel crrca re i lim iti della puni-

bililà in questi fatti. Così lc leggi hann o posto i magistrati

riella necessità di farla da legislatori pcr obbedire ora alla

pubblica opinione, ed ora al senso niorale. La Corte di Par-

ma nella suindicata sentrnza fu trascinata dalla ~iefanda ru-

tali lli del caso che a lei presentavasi, e se nt i ribrez zo a la -sciarlo impunito. lla proclamando ch e rlucll'art. 373 colpivii

anche la corruzione f ~ t t n er conto proprio s i affrcttd a r in-

negnrcl le consegue nzr di siffalta massima clie avrebbe por-

talo dirit lo a punire di carcrrr la fornicacione anticipata di

du e lidanzali vrntcnni. Percid insegnava che sotto quell'ar-

ticolo non cadrtvano tiilto le fornicazioni o srduzioni (l i

giovani ma soltnnto le seduziotal deliberalo. In tal guisa in-

sinua ndo clic si stabilisse la irnpunibiliih per gli effetti del-

\''amore, r, la piinibilita per gli effetti della libidine. o non

tiego clic lalc. distinzione abhia uii fondo di verilh e giusli-

zia; non nego clic i Irgislalor i possano ulilizzarla. Ma dic o

clie la dislinzionc nclla Icgge rion vi è; e ctie lo introtlur-vela ì. opera tla Irgislatorc. Vcdasi anch e la nota a 5. f $78.

T 7 0 ~ .VI. 10

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senso piU sev ero e più repressivo. B Ou b 6 e espone CQrl

molla erudizione le nlimerose questioni alle q uali ha dat o

luogo la legga sudilclia. Nui nori crediamo d i farne srg o-

mr nt o cli stutlio, pcrclil? non amme ttia mo in faccia a i pr incipii

scientifici questa spccialit4 criminos a figlia di vedu le politi-

che. Se nel fiwe non vi t! rleli tto non pub t r s e n e un del i t to.

Se il fine Ii delitluoso non vi ii bisogno di fsirne una figura

psrlico\are,prrclik rie ntra nella sprcic a\la cjuale l o ricliiama

i l linr. La ulilit h 11i:lla creazioncl di rlucslo titolo con sist e tu tta

riel dar balia [l i perseguitare i giornalisti del parlito opposlo

al govrrrio. La scicrizd criminale sdegna d i sceridure dallapropria allti~zr i r r sibrvire (li stsii:nciito ai par titi polilici, o

i i l l t ~ ~ p t ~ ~ ~ l a . / . i ~ r i i ~ l ior%a. \n;ilogiii> osservazioni possono farsi

circa le ullocnziotai n1 popolo. Qui i codici conl(wporanei

(cuilice Fi3ancrse ari. 281 sul qualc i! a vtvl[~rsiB I a n c li e

~ l u f l t r i t o a e l i l d e ~ 1 1 9 . a 29: i l Tosrono art. 137, Sardo

art. 260) Iianrio preìo in corisiilr~r;izionr! pccialc il fai t o de i

ministri di un cullo cnlieabrisaiiclo del l oro min iste ro ab bia no

cccila lo il popolo coiilro i l governo. Coristando del pravo Cinc

qui si hanno i veri lrrmin i di delitlo consumalo in si! slessn,

e la sua sede Congrua S la presente. !la a mc parr elil ~e lit:

tali. rrat o dovesst~ ontrmplarsi sotto un pun lo di vista piit

gcnera lc; e ch c tlpl rr ato c osi ticfinilo dovesse farsi una ag-gravan te nellt! quali18 personali di chi t ennc la sediziosa s l-

locuzione. Atl ogni mtiilo prrb dovrel~t~ebss~rsih cn giiar-

dinglii nel definire questa forma di malefizio o nde nori con-

verlire in delillo Ic i~riprudenzr li una pr~ripitiliaparola o

gli sfoglii di un mal frrii;ilo ilolore. So no a rir11tli[arsis n r i 8

\t? osscrvaziorii di T li e z a r d dt, lo r e u i s i o , ~&t code p e ' ~ ~ i i l

e7b Belgiqtte; nella Reulce c1.iliqrle vol. 31 , por/. 455. Al-

\' 0ggetliv0 della pubblica lrantl i~illilà ovreb1,c refer irsi ali-

t?htl io inilcbito ritiillo d i s:icramenti per parte dei rilinistri

tlella religione quando potesse rlevarsi a delitto : lo ch e riolt

credo . Dovrebbe ritfilrirsi ai i Ir~ \ill i on lr o la pilbl,lit:fi Iran-

r(uilliià, pcrrhk simi lc rilìuto iion gia si punirc},hc per g ua-rcn1it-e ;li caltolici i sar ram cnii clic ilcsidcrano ma sol ianio

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- 31 -ppr evitara i disordini e le agitazioni c.lir siniili riIirili f r p -

([uenlcmente cagioniino. Na io non crcrlo C!IC (li cib possa

farsi iin dc~ litlo i: in alcun mo do occuparsene I' autori l i se-

colare. L'art. 268 tlel codice Sar do che punisce d i carcere

il sacerdote il qu:ilo indehitamente si rifiiili atl ainrninistrarc

isacram enli ed a preslare altro ullicio di suo minis!rro quan -

(.io ne venga richiesto, ha uri un ico p recederitc nell' a rl. I:J!),

5. 2 del coriice Portoghese del 1852 il q ual o prevecle simil i

rifiuti e li punisce col carcere da tre mesi a tre anni. Ma i

criminalisti portoghesi i F e r r a o tkeorin do direilo p e n ~ l

Portuyzuz COI. IL , pag. i 13 ) si scagliar ono energicamen Le

contro quella disposizione, e una ordinanza del 31 mar-

zo 1853privb 1' art. 139, S . 2 di ogni virtù esecutoria. An-

che nell' antica Francia esistevano delle consuetudini per lc

quali I aulori tiisecolar e procedeva coritro i parroclii che aves-

sero negato sepaltura ai lor o parrocchiani ; Sa i n t E d m( d i c t i o n t ~ a i r e dr: I B pkncilirt?, V I O C s d j ~ u l t ~ c r e )icorda pa.

recchi giullicati in queslo sens o. Ma una cir colare dcl 15

giugno 184.7 interdice ogni rev ivis cen z~ i quelle pratiche.

I Pubblici iilinisteri Italiani presero sul serio l' art. 268 del

codice Sardo, e rnolti furo no i processi eccilati i n base a l

meclesimo: ma io non vidi mai proferire una sentenza di

condanna. Quella disposizione infalti contraria ad ogni sen-

so giuridico, e reyiugrnando anc he al senso m orale dei gi u-

dicanti li ha portati e li porterh costantemente ad assolvcre.

Come la chiesa non pud sindacare un ufficiale laico che ri-

fiuti l'ufficio suo a chi ne lo implori, cosi l'autorith seco-

lare noli può chieder conto ai sacerdoti del perchè neghino

od accordino i sacramenli. Amministrarli o negarli l! nelle

Plicollh conferite d3 C:risto esc:lusivanente al cle ro ; e qu es to

non n e devo risp on der e clic a Dio, alla propria coscienza, o

tiilto a1 piu ai s uoi sup eriori ccclesirislici. Coslring ere con la

rninaccia della pena u n sacerd ote ad ammi nistrare qua lun -

qiie sacriamenlo clir? rgli creda dovero di coscienza sua ri-

fintare ì, un a vera lirannide, che pone ili;sacerrlote fra ilfb i-vio clella prigiortc c clcl Iraclimerito del proprio dovere; B

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- 11s -( I ) Ctii interitlrsse la formula della pzibbl icn trnngl~il l i ih

i n 11n stlnso niciteriale nc troverebbe un caso npg li slrcpiti

nollibrtii ctir. rrr tamc nte sonn un distiirho alla quielc d ~ g l i

;iliitan\i di una ritlii. Bla il co nc ~ tt o ella. p re s~ n te lasse non

si ispira alla vrtliita di prolrqqr re 1;i quicte. fisica dei ci113-

ilini ai quali spirrrr 1:i molestia tlili rum ori avversi al so nno

cc1 ai srr ii siiidi. Nplla prilscnte classe si pr ot cp gr la quielt!

~nornle ompromessr, per uri subiianco sospelto di comllnia

ptlricolo. Gli slr ty it i delle cit lh sono conseguenza in ~v it ab il s

ilelle metlesimr; ond c disse O r a z i o, si le r)zclui.$slrepitus-

1 1 1 1 ~ roltirurn, si cflzrpo~ln liiedit, Ft? ren tin r~m r e jzcbeho.Vi sorio perb degli s ircp iii cliit iinilando fuo ri tlrli' us o iItslla

vita cii1:idina vogliono rlssrre moilerati. J1ii I: csagrrato nep-

~ ~ r i rvnslire di e?cvarn 3 drl i l l i simili fntli. I mrdcsinii non

prissono r s w e chc /rtisgrc!ssioni di polizia , e soll o qiicsta

forii ia In cnnlravvrnzione si ~ e f c s r~n Fr;incia anche al la-

tiq;ito dtli c ani (11o r n ar t . 8582) C so~.gi:icr regole spe-

rsi:ili in p roposil o (114 psriecSip:inli :BI o r n nrb. 8062. PiSi

;iniiie il rnncptto tlclla prr;clntP cl:iss~,s;ir rbhe lo ~ p n r g i -

qiienlo d i hlcr. no \~ cll a llnrrrinlrii-i ilcl pnpnlo, qiionil o peri,

qiriiio nlalizi osameri tc invrrit: iis O diEilsf1. I l ('3rtIinal Cosca con

tlt!crelo del 9 scltt.mlire 140'3 f t ~rrogare in Bologna la ( le-

rapitaz ione per co t~ s t o r l i t tn . >la un rclalu i n grn er r so l ioqiiecla formula non è passiliila slaliilii ~lo prrchi: I:i indole

i i t 3 varia sostanzialinenle sccondo il clivrrso Iinc pikr cu i si

fccr lo spa rgim ento malizio so di false novelle. P11h nori ?a-

srrc? che un a f r o d e : pui, non rsstlrt: chi: una di ffa tr~ an~ ioa e;

piib salire al litoln di perdrtcllione qu;iotlo s ia inleso u pro-

miiovcri! un rivolgirnrnto politico; qunnilo :ihtiia pr r l ìne i\

athniplico etb citanien todel popolo scrrza vrriut~ d i sticchcggi

o (ìi rivoluzioni, il titmullo susci\alo pppspntpri iri si: sicsso

il nirrlrriale dt!llii violenza pubbl ica d ~ l l ; ~qua le sa rh s ta lo

i l l i n1rzi.o la frilsa novcll ;~, onie poteva i ~ s ~ O i b l ol prczzol:i-

Incnto (li uom ini o$ altro mezzo qualunqiie purcbi: ri~lsciii)

allo scopo; e st! IlOn riuscito iIu;\iil~ln~luedoneo sa1.b un

te~kiaiivo li piibblica violenza. liilorno allo spavgim enlo citi-

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l o ~ oli f ~ l s e olizi r! L; uiciia nrl 1859 una nionoqi,afia (li

R o u 11Be t l~ l la i iale t r o l a~ i n i .s irai io nrlla Revue r t i l i -

qus r o l . 33, png. 378. Queslo 1aioi.o prPstlnta cornplela la

sloria de l d~nlitrodi false iiolizie in Francia. E s ~ ou creato

ccd$ cctri la l e g y tli ~l9 noveinbre 1816 leggtndi occasionr,

e transitoria de\tala a\ salo fine d i frenare le vor.i,di misure

reirive atlr ibu iie alla resiaura zionr peiB [?nere iri allar me i

Francesi. La natura di legge occusioriale la portd preslo iri

climenticanzn. Xa la rivnluzionr del lSi8 avrndo proclamalo

li1 sov rani l$ 11cl popo lo, a riome d i qiicsl:~ si disllu la 1~g: )r

rlel 27 luglio 1859 che con una gr ri i%~l i l i II un o indr~finiloda far paura purii severamen te qiiesto nuo vo diblitlo di spnn-

dimen lo di false noiizir. E così 3 1101ne ella liberla polilic'i

d iiiccppì, la 1ibi:rth civile nrlln comunicazionr dci prnsirrn.

Fenomeno ordinario e cosianti? ijcl quale abbiamo rccenli

pro ve ancbrb in Italia clit? la l i l,r*rib civile rion E rriai larito

c.nriculcata appo un popolo i1uanio;nei licrioili nei quali escosi

csalta all' am ore dcllol ibcrth polil iche. LibrbrL2 in piazza:sc.liia-

v i t u i n casa. Posci a uii de cre lo dr:l 17 febbra io 1852 tenl0 di

meglio definirc i cariitleri di queclo tlclilto contro la pacc

pubblica conservando la pena eclrndil~ilea mille franchi tìi

multa ed un aniio d i carcpre. hla con infelice successo, per-

chi: Iirclsto si vide che la Icgge dcl 1852 avcva dcfiniioni ei ~t e: on aveva clefinito se lo ~[largimerlto unibilc fossi!

clucllo f a i to per v ia d i s l n o t p ~ d ririclie pcr via di letler-8

o s c r i t l i ; non ar cm dclinilo 3 qual nutne7.o di p e r s o n e do-

vesse contu nicarsi la falsa notizia 1 1 c I r trovarvi lo cslremo della

~ t z l 6b l i ca ; i one .Nnn dcl ini seb a puhbl icazionc dovcva o no esscr

fatta a p r c ~ v o i i t e : non defirii se dor esse punirsi anclie colui

clie I' avesse ripi'oilolta a 6~0it i .1 cde rredcndo\a vera: no n

tlelii~i e clovcsse punirsi sollanlo qi i~ n doo spargimento era

~ i o c i v o : on dcfiiii se il danno t(lrnulo dalla diviilgaziorie (10-

V O V ~ S S C ~daniio pttbbli1.5 o l~asltissc 'appren sione di u n

danno pt'izxilo. IJ3 I ~ L ~ ~ PI ' ; I I IC~~SCawiò (uito qucsio nrl bujo;

f1 1 : ~giurisprutlcnz:~ l~\~e LIt~ic~r:c~s~ar.i;irric~~~occuparsi (li dc-cirl rrr ad tiria a11 uiia tali qilnslioni ; le decise tialuralrtictite

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( S E G U E ) SEZI ONE S E C O N D A

La parola t ra?~q~~ ib l i t bolio il 11ililtO (li vista in-

teriorc esprimo uno stato ru:iIc doll'nnirtlo consi-

stente nella assonz:i cli ogni ooi~l:~ioziove ioleni n

che lo agiti sp~:cialmci~l,eier ira, ]v+i' dolore o Iicr

timore. Sotto il punto (li -vista cstcriorc (1) espriine

quel corr.i~poiid(riitr:tctato dc l eoqin c*c)nsictciitcnella,

assonzii. tli ~~inviiuenfitinordinail iil~petrrosi cun-

vulsi. Quniido tali st:tt.i si contcrnpl:zito in uri narnero

indefinito cli ci t la~fi i~il )o~~sibi l inct i ten tutti, si usa

la formula trnncluilliti~~ir~l)ljlicn,izei thtt i pc i quali

si desta noll' aiiimo di 1,111 numero inrlefinito di cit-

teadirliuii conciiarncillu cti :lffctti dcilorot7i o trcpidnnli

pei quali110

conseqilc lo agitarsi ii i una nioltitiidini!si dicniic, nffrinsi~iilella p?rhhJicn i1*(enrj7rillilri.

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i ina coazionr, una violeiina morale ronlraria alla sirssa l i -

iierlh d i coscienza proclamata da i governi civi l i . Se il rifiulofu accompagnalo da insulti, corilumrlic o violenze per parte

de l parroco, sorgilrb l a iigura del delillo comune secondo l a

tialura de i fatti. E se possono esservi speciali ragioni relalivc!al riliulo d i srpoltura quesle appellano a circoslanze ecce-zionali, deilc quali ilirb n 1 4 a classe dei r ~ a l i otttro la 921b-

blica salute. Ma prrscirideiido da ogni altra figura criminosa

clhe rlmrrga ilal fatlo, il solo rilìuto de i sacramenti non puD

cssrrc n e delitto n 6 trasgressione, percli8 il polere laico n o n

113compclcnzir a giudictire se quel rifiuto f u o no doveroso.

La tranquilliti P il fìne della consociazione unla-

na ; il fine de l iilagistero penale. L'autoritA so-

ciale che tutela i nostri diritti produce la siczweazn

d i tutti : ma questo B poco se tutti non hanno ezian-

clio la coscienza di essere sicuri, perche la opiniorze

dellu siczcj-osuu P , indispensal~ile a1 libero e coni-

plcto svolgiiuento delle um ane attività. Ogni delitto

rninora piii o meno secondo le varie sue condizioniIn opinione della sicurezza in un numero indefinito

(li cittadini, e possibilmente in tu tti ; e questo b il

lato politico di ogni malefizio. In tal senso tutti i

malcfizi possono dirsi offensivi d a puhhlica tra n-

quillità. Ma quancto gu nrd as i in loro la offesa alla

pribMica tranquilliti pel fine di sceverarnc alcuni e1)orli sotto una classe speciale che tr ag ga il suo

ilorno da questo prominente oggettivo, non si con-

sidera soltanto lo effetto comune a tu tt i i rea t i dieccitnra nei consocinti un senso di dolore per lo

ncc ltd~ to, d un senso di timore svegliato dalla pre-visinrlc di una prolinl~ile *ipc/i:ione di quel fatto :

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rjuecrc~non eli- cl:~nno ??tediato.Pe r costruire una

cl:is.de speciale s u ciuell'oggettivo bisogna d i e la

comtnozionc indcfiriitcr tlcgli animi e il consecutivo

agi tars i clelle moltitudini proceda dalle condizioni

intrinseche al fatto me~lesirilo, n quanto ne sorg a

i1 sentiiilento di proprio pericolo nt ~l le ossibili con-

rcgucn ze clel fatto stesso, indipendentem ente d a ogni

previsione clel suo futu ro rinnu ovam ento. Allora que-

sta corn~iiozione ndefinita delle moltituclini rappre-

senta un vero clanno in~f i zedinto lerivante da quelinalefizio : dann o clie soverchianclo n ella s ua politica

importanza il danno immed iato che il colpevole vo-

l r ~ aecare o reco ad tin deterrniuato individuo, o

:icl una determinata fjriiiglia, esige che portisi il

fatto in una classe speciale ; e il reato che pei fini

tlcllo agente avrebl~e ppartenuto ai delitti naturali

faccia passaggio nei delitti sociali : sicchè il danno

immediato recato a inolti e la sua diretta diffon-

clibilith determ ini la nozione e le m isu re del ma-

lefizio a preferenza del dann o immed iato che si ar-

recb o vo1t:va ar re ca rs i da l colpevole con la Iesionedcl diritto pnrticolare.

Qriesto effcito di una straordinaria commozione

ilell:~ liloltituiiine pub avvenire come conseguenza

cccciden,tale ilcl rnnlefizio: ma ciò non deve consi-

derarsi corne ragione bastante per tram uta rne In

classe. Non pub considerarsi a tal fine ; erchè non

un e fi t l o costante do1 resto, rila u n evento ec-

cezional» i: straordinario. Non deve consirlerarsi a

la1 fltii: ; percliit b uii evento che rion ~iot,cvcapre-siiiriersi preverlrito clallo ;~.gcnfe.

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I,a iiccisiune di una persona nella quale si vol-

gono gli affetti di tutti i cittadini commessa di pieno

giorno in una popolosa citth, sars occasione di mo-

viniento straoi.clinario, ecciter3 un compianto u ~i iver -

sale, un rapido accorrere di tutti, un clesertare delle

case c delle officine, uno acclamare per dolore o per

fremito di sdegno avverso l' autore del fittto ; pro-

rlurrh in una parola una dimostrazione ed un vero

tumulto l)opolarc: ma rluesta contingenza non lo fa-

rR. mutare di classe. Lo stesso dicssi di un furto

coiiimesso in u n teatro, in una chiesa, in un tribu-

nale, in un mercato, dove una gran folla di popolo

radunata siasi repentinamente commossa a quel fur-

to, e nc sia conseguito un vero disordine pubblico.

Tali circostanze potranno nei co ng r~ ii asi gua rdar si

come aggravanti del fatto reo, come rag ione d i au -

iiiento nella sua cjuantith natu rale, ma non varrannoa mutare il titolo clel rntilefizio percllb non escono

dalla sfera delle accidcritnlit8 nzof*ali del reato. Atale effetto bisogna clie la commozione d i un nu-

inero indefinito di cittadini sia una conseguenza or-

dinaria e costante della indole stessa del fatto ; e

Aglia di un senso di pcricolo proprio destato in cia-

scuno, o della coscienza che il fatto abbia aggredito

tal cosa a cu i ciascuiio sente di avere come membro

di quella consociazionc un diritto. Per questa prinia

idea si circoscrivoiio i reati da noverarsi nella. classe

che prendiamo actesso cid csai.ilinare.