Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

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009 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 6, numero 18 dal 18 al 24 maggio 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona 18 2 ECM Il Ministero ha annullato l’edizione 2009 del Forum Sanità Futura di Cernobbio. La Commissione ECM che aveva anti- cipato i contenuti della riforma riferisce che il nuovo sistema di educazione continua in medicina sarà presentato in un incontro ad hoc. EGITTO Sull’abbattimento di maiali, allevati e consumati quasi esclusivamente dalla minoranza cristiana copta, le autorità e- giziane hanno spiegato che il Paese ha eliminato i suoi maiali perché è l'uni- co nel quale i suini si cibano di rifiuti e di essere motivate dal fatto che il pae- se ha avuto il maggior numero di vitti- me per l'aviaria, 27. Costituita una commissione speciale per garantire as- sistenza agli allevatori. A/H1N1 L’Oie ha richiamato al rispetto di meto- di di abbattimento “umanitari” per mo- tivi di prevenzione sanitaria. Ricordan- do le indicazioni contenute nel Terre- strial Animal Health Code, l’Oie ha an- che ricordato che la decisione di pro- cedere all’abbattimento per la preven- zione della nuova influenza non è rac- comandata. OIE Il sottosegretario Francesca Martini e il direttore generale dell'organizzazione mondiale per la sanità animale (OIE) Bernard Vallat, hanno firmato un ac- cordo per la sorveglianza delle malattie animali e la sicurezza alimentare nei paesi dell'area mediterranea. Nascerà a Tunisi una nuova sede dell'OIE. I pro- grammi saranno attuati dal ministero per il tramite dell'IZS di Teramo. ONAOSI Lo Statuto della Fondazione Onaosi passa ai Ministeri vigilanti per l’appro- vazione definitiva. Questo passaggio concluderà tutto l’iter e a quel punto si potrà procedere con il regolamento e- lettorale. Lo comunica il Cda Onaosi. COBACT AN DC La DGSAFV ha scritto agli assessorati regionali alla sanità in merito alla poma- ta Cobactan DC prodotto da Virbac. L’informativa, non urgente, è dovuta al- la discordanza fra i tempi di attesa delle diciture riportate sulla scatola e sul fo- glietto illustrativo. IN ITALIA ABBIAMO TROPPI MEDICI VETERINARI, TROPPE STRUT- TURE VETERINARIE, TROPPI LAUREATI, TROPPE FACOLTÀ O COR- SI DI LAUREA, e di conseguenza troppi disoccupati, sottoccupati e tanti col- leghi cha vanno avanti a fatica. Per questo il mondo professionale si sta con- frontando con il mondo universitario: per trovare soluzioni condivise da pro- porre insieme ai ministeri competenti. Esistono però altri interessi privati, politi- ci ed istituzionali, ai quali tutto questo importa poco, interessi che non tengono conto della crescita del nostro paese, degli sprechi di denaro pubblico e tanto meno dei problemi della categoria veterinaria. Quando l'allora Ministro all'Uni- versità, Letizia Moratti, di fronte alle nostre rimostranze per la sua concessa autorizzazione al nuovo Corso di Laurea di Catanzaro, gentilmente ci rispose, era evidente il suo imbarazzo nel giustificarla con "esigenze" locali, vista la con- dizione numerica e territoriale della zootecnia in Calabria. Sarebbe stato me- glio parlare sinceramente di "interessi" locali. E quali potrebbero essere i reali "interessi" di chi da tempo sta spingendo o tramando perché a Roma si realiz- zi la 15 a Facoltà di Medicina Veterinaria? Possiamo capire quelli del Magnifico Rettore dell'Università La Sapienza, Luigi Frati, già da tempo criticato e conte- stato dagli studenti, ma quelli di chi nel mondo veterinario sta sostenendo que- sto folle progetto fregandosene totalmente delle esigenze e dei problemi della categoria? Quali sono? Chiudere la carriera professionale arrivando a Roma e sedersi in cattedra prima della pensione? Gelmini, per favore, fermali! Stanno rovinando l'Italia. GELMINI PENSACI TU, FERMALI! A PAGINA 3 MANAGEMENT: FERMIAMO LA SVENDITA A PAGINA 6 A PAGINA 12 A PAGINA 20 A PAGINA 27 A PAGINA 30 5 a EDIZIONE DEL PRONTUARIO SCIVAC RICKETTSIA FELIS NELLE PULCI COMPORTAMENTO DI AGGRESSIONE E DISENDOCRINIE IL FISCO TRASCINA IN CAUSA I SOCI SIVAR BREVI CHI È IL VETERINARIO DI CATRICALÀ? ORGANO DI INFORMAZIONE DELL ’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. la PR O FESSI O NE VETERINARIA Un danno d’immagine come solo la disinformazione e la de- magogia possono causare. Il servizio sulle liberalizzazioni andato in onda il 19 maggio scorso a Ballarò sulle liberalizzazioni, ha rispolverato la vecchia istruttoria sulle tariffe mini- me, avviata dalla vicenda di una col- lega di Torino. In studio, fra gli altri o- spiti il presidente dell’Agcm, Antonio Catricalà. Il titolo della trasmissione era: “Come vivere bene in tempi di crisi”. Il concetto era che, in tempi di crisi si vive bene col gratuito o col sottocosto, purché non si debba stare dalla parte di chi rinun- cia al prezzo. E naturalmente per Ballarò la rinuncia al prez- zo la dobbiamo fare noi. Se per l’Antitrust non valgono le ragioni deontologiche (il de- coro professionale, dice, è u- na scusa) e se la qualità non sta nella tariffa (sempre parole di Catricalà), al- lora ragioniamo sullo stesso terreno di gioco del Garante del Mercato e della Concorrenza. Facciamo un ra- gionamento puramente economico- imprenditoriale e chiediamo a Catri- calà per quale ragione la prestazione veterinaria libero professionale deve essere deprezzata sul mercato dei servizi professionali? Per quale ragio- ne deve subire la concorrenza sleale di chi ha le spalle coperte, nel pubbli- co o nel privato, per lavorare sottoco- sto? La tariffa professionale è lo stru- la PR OFESSI O NE VETERINARIA Cremona riferimento per i veterinari 550 i partecipanti al Congresso della SIVAR dell'8/9 maggio mento principe per stare sul mercato e per regolare l’offerta. La determina non solo la domanda, ma anche la somma degli investimenti assunti dal libero professionista in formazione u- niversitaria, aggiornamento scientifi- co e soprattutto degli investimenti strutturali e gestionali. Se seguissimo le indicazioni del Garante saremmo tutti dei pessimi imprenditori di noi stessi, alla Bocconi ci boccerebbero in economia e management senza darci una seconda possibilità. La de- magogia non si allei alla crisi: i veteri- nari stanno già lavorando a prezzi non remunerativi. Un’indagine condotta dal Gruppo di Prac- tice Management dell’Anmvi, pubblicata su questo numero, rivela che la veterinaria sta la- vorando con tariffe non remu- nerative. È questo il modo di vivere bene in tempi di crisi? In Conf- professioni stiamo facendo una dura battaglia per il sostegno al reddito del professionista. Al Ministero del Lavo- ro qualcuno si è accorto di noi. Avete presente gli 800 euro per i professio- nisti dell’Abruzzo? Avete presente i correttivi anti-crisi agli studi di setto- re? Oggi più di un tempo c’è la sen- sibilità politica per evitare le lenzuola- te in faccia. Vox populi dice che tutto è iniziato dopo che Catricalà si era la- mentato di aver pagato troppo caro il veterinario. Chi è il veterinario di Ca- tricalà? ANMVI 1999 DIECI ANNI AL SERVIZIO DEI MEDICI VETERINARI 2009 ANMVI

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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000099SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 6, numero 18 dal 18 al 24 maggio 2009Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB MilanoConcessionaria esclusiva per la pubblicità

E.V. srl - Cremona118822

ECMIl Ministero ha annullato l’edizione 2009del Forum Sanità Futura di Cernobbio.La Commissione ECM che aveva anti-cipato i contenuti della riforma riferisceche il nuovo sistema di educazionecontinua in medicina sarà presentato inun incontro ad hoc.

EGITTOSull’abbattimento di maiali, allevati econsumati quasi esclusivamente dallaminoranza cristiana copta, le autorità e-giziane hanno spiegato che il Paeseha eliminato i suoi maiali perché è l'uni-co nel quale i suini si cibano di rifiuti edi essere motivate dal fatto che il pae-se ha avuto il maggior numero di vitti-me per l'aviaria, 27. Costituita unacommissione speciale per garantire as-sistenza agli allevatori.

A/H1N1L’Oie ha richiamato al rispetto di meto-di di abbattimento “umanitari” per mo-tivi di prevenzione sanitaria. Ricordan-do le indicazioni contenute nel Terre-strial Animal Health Code, l’Oie ha an-che ricordato che la decisione di pro-cedere all’abbattimento per la preven-zione della nuova influenza non è rac-comandata.

OIEIl sottosegretario Francesca Martini e ildirettore generale dell'organizzazionemondiale per la sanità animale (OIE)Bernard Vallat, hanno firmato un ac-cordo per la sorveglianza delle malattieanimali e la sicurezza alimentare neipaesi dell'area mediterranea. Nasceràa Tunisi una nuova sede dell'OIE. I pro-grammi saranno attuati dal ministeroper il tramite dell'IZS di Teramo.

ONAOSILo Statuto della Fondazione Onaosipassa ai Ministeri vigilanti per l’appro-vazione definitiva. Questo passaggioconcluderà tutto l’iter e a quel punto sipotrà procedere con il regolamento e-lettorale. Lo comunica il Cda Onaosi.

COBACTAN DCLa DGSAFV ha scritto agli assessoratiregionali alla sanità in merito alla poma-ta Cobactan DC prodotto da Virbac.L’informativa, non urgente, è dovuta al-la discordanza fra i tempi di attesa dellediciture riportate sulla scatola e sul fo-glietto illustrativo.

IN ITALIA ABBIAMO TROPPI MEDICI VETERINARI, TROPPE STRUT-TURE VETERINARIE, TROPPI LAUREATI, TROPPE FACOLTÀ O COR-SI DI LAUREA, e di conseguenza troppi disoccupati, sottoccupati e tanti col-leghi cha vanno avanti a fatica. Per questo il mondo professionale si sta con-frontando con il mondo universitario: per trovare soluzioni condivise da pro-porre insieme ai ministeri competenti. Esistono però altri interessi privati, politi-ci ed istituzionali, ai quali tutto questo importa poco, interessi che non tengonoconto della crescita del nostro paese, degli sprechi di denaro pubblico e tantomeno dei problemi della categoria veterinaria. Quando l'allora Ministro all'Uni-versità, Letizia Moratti, di fronte alle nostre rimostranze per la sua concessaautorizzazione al nuovo Corso di Laurea di Catanzaro, gentilmente ci rispose,era evidente il suo imbarazzo nel giustificarla con "esigenze" locali, vista la con-dizione numerica e territoriale della zootecnia in Calabria. Sarebbe stato me-glio parlare sinceramente di "interessi" locali. E quali potrebbero essere i reali"interessi" di chi da tempo sta spingendo o tramando perché a Roma si realiz-zi la 15a Facoltà di Medicina Veterinaria? Possiamo capire quelli del MagnificoRettore dell'Università La Sapienza, Luigi Frati, già da tempo criticato e conte-stato dagli studenti, ma quelli di chi nel mondo veterinario sta sostenendo que-sto folle progetto fregandosene totalmente delle esigenze e dei problemi dellacategoria? Quali sono? Chiudere la carriera professionale arrivando a Roma esedersi in cattedra prima della pensione? Gelmini, per favore, fermali! Stannorovinando l'Italia.

GELMINI PENSACI TU, FERMALI!

A PAGINA 3

MANAGEMENT:FERMIAMO LA

SVENDITA

A PAGINA 6 A PAGINA 12 A PAGINA 20 A PAGINA 27 A PAGINA 30

5a EDIZIONE DEL PRONTUARIO

SCIVAC

RICKETTSIA FELIS

NELLE PULCI

COMPORTAMENTODI AGGRESSIONE E

DISENDOCRINIE

IL FISCO TRASCINA INCAUSA I SOCI

SIVAR

BREVI CHI È IL VETERINARIO DI CATRICALÀ?

ORGANO DI INFORMAZIONE

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

MEDICI VETERINARI ITALIANIA.N.M.V.I.

laPROFESSIONE VETERINARIA

Un danno d’immagine comesolo la disinformazione e la de-magogia possono causare. Ilservizio sulle liberalizzazioni andatoin onda il 19 maggio scorso a Ballaròsulle liberalizzazioni, ha rispolveratola vecchia istruttoria sulle tariffe mini-me, avviata dalla vicenda di una col-lega di Torino. In studio, fra gli altri o-spiti il presidente dell’Agcm, AntonioCatricalà. Il titolo della trasmissioneera: “Come vivere bene in tempi dicrisi”. Il concetto era che, in tempi dicrisi si vive bene col gratuito o colsottocosto, purché non si debbastare dalla parte di chi rinun-cia al prezzo. E naturalmenteper Ballarò la rinuncia al prez-zo la dobbiamo fare noi.Se per l’Antitrust non valgonole ragioni deontologiche (il de-coro professionale, dice, è u-na scusa) e se la qualità non sta nellatariffa (sempre parole di Catricalà), al-lora ragioniamo sullo stesso terrenodi gioco del Garante del Mercato edella Concorrenza. Facciamo un ra-gionamento puramente economico-imprenditoriale e chiediamo a Catri-calà per quale ragione la prestazioneveterinaria libero professionale deveessere deprezzata sul mercato deiservizi professionali? Per quale ragio-ne deve subire la concorrenza slealedi chi ha le spalle coperte, nel pubbli-co o nel privato, per lavorare sottoco-sto? La tariffa professionale è lo stru-

laPROFESSIONE VETERINARIA

Cremona riferimento peri veterinari550 i partecipanti al Congresso dellaSIVAR dell'8/9 maggio

mento principe per stare sul mercatoe per regolare l’offerta. La determinanon solo la domanda, ma anche lasomma degli investimenti assunti dallibero professionista in formazione u-niversitaria, aggiornamento scientifi-co e soprattutto degli investimentistrutturali e gestionali. Se seguissimole indicazioni del Garante saremmotutti dei pessimi imprenditori di noistessi, alla Bocconi ci boccerebberoin economia e management senzadarci una seconda possibilità. La de-magogia non si allei alla crisi: i veteri-nari stanno già lavorando a prezzi

non remunerativi. Un’indaginecondotta dal Gruppo di Prac-tice Management dell’Anmvi,pubblicata su questo numero,rivela che la veterinaria sta la-vorando con tariffe non remu-nerative. È questo il modo di

vivere bene in tempi di crisi? In Conf-professioni stiamo facendo una durabattaglia per il sostegno al reddito delprofessionista. Al Ministero del Lavo-ro qualcuno si è accorto di noi. Avetepresente gli 800 euro per i professio-nisti dell’Abruzzo? Avete presente icorrettivi anti-crisi agli studi di setto-re? Oggi più di un tempo c’è la sen-sibilità politica per evitare le lenzuola-te in faccia. Vox populi dice che tuttoè iniziato dopo che Catricalà si era la-mentato di aver pagato troppo caro ilveterinario. Chi è il veterinario di Ca-tricalà? ■

ANMVI 1999 DIECI ANNI AL SERVIZIO DEI MEDICI VETERINARI 2009 ANMVI

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L’8-9 Maggio 2009, come diconsueto e per l’undicesimaedizione, si è svolto a Palaz-zo Trecchi a Cremona l’an-nuale Congresso NazionaleMultisala SIVAR. L’appunta-

mento si presentava difficile in considerazio-ne della crisi del settore e per le difficili con-dizioni di lavoro dei veterinari.Il risultato è stato invece sorprendente: unnumero di iscritti tendente ad un ulteriore rial-zo rispetto agli anni precedenti, ma soprat-tutto la partecipazione di molti giovani chehanno dato un’ulteriore nota di entusiasmoall’evento.La collaudata formula “multisala” si è confer-mata vincente con un unico limite: l’offerta diargomenti e relatori è stata così numerosa edi alta qualità che si è dovuto spesso rinun-ciare a seguire relazioni che si svolgevano incontemporanea. Il Venerdì ha registrato co-me di consueto la maggior partecipazione,seguita da una leggerissima flessione al Sa-bato che ha comunque tenuto. Le sessionisono state tutte seguite con estremo interes-se e con sale spesso stracolme, dove è sta-to difficile talvolta poter entrare. L’anteprima del Giovedì 7 Maggio presso l’O-spedale veterinario dell’Università a Lodi -dove si è svolto il workshop sulla tecnica la-paroscopica - è stata seguita da 35 colleghiche hanno applaudito il Dr. Heinz Janowitz, ilquale ha presentato le sue esperienze ed haoperato su cinque casi in vivo. Janowitz è unpioniere dell’uso delle tecniche endoscopi-che nel bovino, in particolare nella risoluzio-ne della dislocazione dell’abomaso nel bovi-no adulto. Grazie alla disponibilità di alcunicolleghi buiatri liberi professionisti che hannoinviato diverse bovine con dislocazione e chesono state sottoposte ad abomasopessi me-diante laparoscopia, è stato possibile offrireun contatto diretto con la tecnica da partedei partecipanti. Gli argomenti sono poi statiripresi nel congresso con un’ampia disaminadelle possibilità di intervento, complicanze,confronto con le tecniche alternative, e futu-re evoluzioni possibili. Per quanto riguarda i temi congressuali delledue giornate successive, sono stati i più vari:da quello politico istituzionale inerente l’utiliz-zo del farmaco, al trasporto degli animali, il

post-partum nella bovina, l’esame clinico nelbovino, gli aggiornamenti sulle mastiti bovinee l’ulcera gastrica nei suini. La sessione sulmetabolismo della bovina da latte - sponso-rizzata dal gruppo Fatro - ha avuto un pub-blico di tutto rispetto a seguire con attenzio-ne gli interventi dei relatori. Ha aperto i lavoriil Prof. Morgante che ha introdotto nuoviconcetti sulla possibile attività endocrina deltessuto adiposo quale regolatore del meta-bolismo energetico nel periodo della “transi-tion cow”; non meno interesse ha suscitatol’intervento del Prof. Sciorsci incentrato sullostudio di alcuni test riferibili al metabolismobovino e la loro incidenza sui parametri ripro-duttivi. Il terzo relatore, il Dr. Gorrieri, ha bre-vemente, ma con grande efficacia, illustratol’utilizzo nella pratica buiatrica dell’AFMPSdurante il periodo di transizione. In chiusuragrande spazio dedicato alla discussione: inumerosi buiatri presenti hanno a lungo in-terrogato i relatori ricevendo sempre rispostepronte ed esaurienti. A seguire nel pomerig-gio la sessione Mastiti bovine: qualcosa dinuovo - sponsorizzata da Boehringer In-gelheim - ha presentato due interventi di no-tevole interesse per limitare al massimo ilproblema sanitario e le conseguenti perditeeconomiche negli allevamenti di bovine. IlProf Re ha ilustrato l’utilizzo di chemioterapi-ci per ridurre il rischio di infezioni della mam-mella, mentre la Dr.ssa Zadoks (Regno Uni-to) ha illustrato i trattamenti per la guarigionedelle bovine infette che possono essere mes-si in atto sia nel periodo dell’asciutta che inlattazione. In contemporanea nella sala Gal-leria gremita di veterinari è stato seguito coninteresse il Prof. Wolfgang Klee (Monaco), ilquale ha relazionato in merito all’esame clini-co dei bovini passando in rassegna alcunedelle più comuni patologie che colpisconoquesti animali nei diversi stadi della loro cre-scita. Gli interventi sono stati supportati dal-l’ausilio di numerosi video e foto di casi clinicistimolando così l’attenzione dei partecipanti.La sessione si è conclusa con le numerosedomande del pubblico presente in sala a cuiil relatore ha puntualmente risposto. Anche la sessione inerente i suini è stata ca-ratterizzata da una notevole partecipazionedi medici veterinari: quest’anno è stata pro-posta una giornata di approfondimento sul

tema dell’ulcera gastrica nel suino. Dopo u-na lezione magistrale del Professor Scanzianiche ha affrontato gli aspetti legati alla eziopa-togenesi, si sono susseguiti una serie di rela-tori che hanno presentato gli aspetti praticidell’ulcera gastrica, sia per quanto riguardagli aspetti alimentari (Dr. Baricco) che gli a-spetti legati allo stress (Dr.ssa Rota Nodari).La giornata si è poi conclusa con relazioni i-nerenti casi clinici in allevamento con il con-tributo del Dr. Cerati e del collega spagnoloEnrique Marco Granell. La giornata congressuale di Sabato 9 Mag-gio è stata pregna di ulteriori argomenti di al-to contenuto scientifico. I temi presentatihanno spaziato dalla fertilità nella bovina -sessione sponsorizzata da Pfizer AnimalHealth, all’approccio laparoscopico in buia-tria, alle micoplasmosi bovine e malattie daartropodi sino alla valutazione dei parametriurinari e sindrome della vacca a terra. Nellamattinata il Prof. Roger Saltman (USA) ha te-nuto una relazione in merito alla gestione sa-nitaria dell’allevamento bovino da latte. Il re-latore ha introdotto il suo lavoro presentandola realtà americana da cui proviene ed hacontinuato mostrando quelli che sono i puntichiave di una corretta gestione. Di notevoleinteresse è stata l’idea di poter gestire l’a-sciutta organizzando dei gruppi che partori-ranno contemporaneamente, ciò consentealle bovine di evitare di subire lo stress cau-sato dalla continua immissione di nuovi ani-mali. Roger Saltman ha entusiasmato la nu-merosa platea presente coinvolgendola in u-na animata discussione alla fine di ognunadelle due sessioni, suscitando notevole inte-resse e sicuramente condizionando il mododi lavorare di ogni partecipante presente insala. Sempre nella mattinata di Sabato e con chiu-sura lavori in serata si è svolta la sessione Va-lutazione dei parametri urinari con i tre rela-tori francesi Pascal Lebreton, P.E. Radigue eRégis Rupert. Al mattino sono stati richiama-ti i concetti fondamentali che regolano la fi-siologia renale, sottolineando la centralità diquesto organo nel mantenimento dell'equili-brio acido-base. Dopo la pausa pranzo i re-latori hanno dimostrato come le alterazionidell'equilibrio minerale sostengano alcuneimportanti patologie individuali e di mandria.Le discussioni seguite alle presentazioni te-stimoniano come i colleghi abbiano colto nonsolo l'assoluta novità dell'argomento tratta-to, ma anche le implicazioni pratiche di que-sto tipo di indagine. Soprattutto ha riscossoun enorme interesse l’argomento trattato dalDr. Radigue (Lione) il quale ha tenuto unasessione sulla bovina a terra. In particolarmodo ha parlato di squilibri metabolici, so-prattutto dell’equilibrio minerale di Calcio,Magnesio, Fosforo, Potassio, e loro relazionicon altre situazioni quali il metabolismo delglucosio e dell’insulina. Sono argomenti “sto-rici”, ma il relatore ha portato diversi contri-buti originali e nuovi sull’argomento, sia nellaterapia del singolo soggetto che nella gestio-ne del problema di mandria. Questo grazieanche a nuovi ausili diagnostici, sia in labora-torio che con strumenti di agile uso anche incampo (“cow side”), quali ad esempio esamidelle urine e valutazioni ematologiche conquick test. Ad esempio nelle bovine a terra èmolto più frequente di quanto si possa pen-

sare uno stato di iperglicemia associato allaclassica ipocalcemia. La relazione introdutti-va è stata poi seguita da una serie di casi cli-nici ampiamente documentati che hanno di-mostrato l’utilità di prendere in considerazio-ne questi aspetti durante l’esame clinico incampo della bovina a terra.Aggiornamenti ed approfondimenti anchenella sessione dedicata ai bovini da carne.Argomento della sessione è stata la Micopla-smosi durante la quale è intervenuto il brillan-te relatore inglese Robin Nicholas (Regno U-nito) che ha abilmente affrontato la proble-matica illustrando l’attualità e l’importanzadei Micoplasmi nell’allevamento intensivo delbovino da carne. A corollario della prima re-lazione sono seguiti gli interventi del Dr. Ra-daelli e del Dr. Luini che hanno presentato u-

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 SIVAR Dalle Associazioni 3

Un congresso sempre piùinternazionaleVeterinari a Cremona da tutta l'Europa

Venerdì 8 maggio, la SIVAR ha avu-to il piacere di ospitare al suoCongresso Nazionale il Dr. Roma-

no Marabelli, Capo Dipartimento per laSanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizionee la Sicurezza degli Alimenti del Ministe-ro del Lavoro, della Salute e delle Politi-che Sociali, che ha portato ai partecipan-ti un saluto particolare ed un augurio dibuon lavoro in rappresentanza del Mini-stero. Intervenendo, nell’ambito dellasessione dell’esame clinico nel bovino,dopo un saluto ai numerosi veterinari insala ed i complimenti al Consiglio dellaSIVAR per l’ottimo lavoro svolto anchenell’allestimento di questo congresso, ilDr. Marabelli ha elogiato in particolare leattività di aggiornamento scientifico del-la Società rivolte sia ai veterinari delmondo della libera professione che dellasfera pubblica, auspicando una collabo-razione proficua e produttiva tra i duesettori in qualità di garanti e tutori dellasalute pubblica. Nella platea congres-suale il Direttore ha particolarmente ap-prezzato la presenza di neolaureati, aiquali ha rivolto un caloroso augurio disuccesso nel percorso della professioneveterinaria, invitandoli ad accostarsi adulteriori iniziative di aggiornamento peressere preparati e competenti nell’ap-proccio con le realtà allevatoriali. Il Dr.Marabelli ha sottolineato particolarmen-te gli aspetti di collaborazione tra Vetpubblici e privati: la moderna zootecniae, soprattutto, il concetto di sicurezza a-limentare “dal campo alla tavola” nonpossono vedere disgiunte le due compo-nenti sanitarie. Il controllo della BSE, del-la Blue tongue, dei moderni virus e dellezoonosi pretende un approccio globaleed integrato. Forse, hanno pensato moltiveterinari presenti, è venuto il momentodi “costruire” la biosicurezza con un col-legamento strutturato tra veterinario a-ziendale e veterinario ASL!

COSTRUIRE LABIOSICUREZZA

Una sala congressuale dell'11° Congresso Nazionale della Società Italiana Veterinariper Animali da Reddito. Nella foto di copertina: il presidente della Sivar,

Medardo Cammi, e il Capo Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, Nutrizione e Sicurezza Alimentare, Romano Marabelli.

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na ricerca di campo svolta in Italia e le meto-diche di campionamento e analisi del mate-riale patologico. Nel pomeriggio quattro rela-tori provenienti da ogni latitudine del nostroPaese e da diversi ambiti professionali (Mini-stero della Salute, Università ed IZS) hannocondiviso le loro conoscenze con un’attentaplatea sul tema “Malattie da artopodi”. Ma-lattie da artropi vuol dire avere da compren-dere non solo l’agente eziologico, ma ancheil suo insetto vettore, di cui ne devono esse-re esplorati ed analizzati tutti i meccanismi diriproduzione e sopravvivenza. Le malattie davettori esaminate - anaplasmosi, babesiosi eBlue Tongue - richiedono al Medico Veterina-rio nuove competenze e attenzioni, correlateall’ambiente, alla biosicurezza e all’impatto e-conomico di queste. Il Consiglio Direttivo SIVAR, la Segreteria ed irelatori intervenuti al congresso ringraziano iMedici Veterinari arrivati da tutta Italia per lasentita partecipazione, caratterizzata da unsincero desiderio di aggiornamento scientifi-co e confronto anche tra colleghi. Con lo stesso spirito la SIVAR dà appunta-mento a tutti i veterinari il 7-8 Maggio 2010,data della dodicesima edizione del suo con-gresso nazionale. ■

La Direzione Generale dellaSanità Animale e del Farma-co Veterinario sta lavorandomolto e ci riserverà prestomolte novità. La relazione diGaetana Ferri (foto), l’8 mag-

gio al Congresso della Sivar, è stata esaustivae ricca di anticipazioni. Ai veterinari che lavorano sugli animali dareddito, la dirigente ministeriale ha presenta-to un excursus della legislazione sul farmacoveterinario fino ai nostri giorni. La materia “èsempre stata molto complessa” ha dettoGaetana Ferri, che ha sottolineato come dapoco abbia conquistato autonomia normati-va rispetto al farmaco umano. La dirigente haribadito anche l’autonomia di impiego del far-maco veterinario ricordando l’importanza didisporre di specialità ad hoc e che hanno se-guito un percorso autorizzativo specifico perl’uso veterinario.Un punto fermo, che il medico veterinario de-ve tenere presente, è che la gestione del far-maco attiene ad obiettivi di sanità pubblica;questo vale anche per il libero professionistaper animali da compagnia, anch’egli a tutti glieffetti “operatore di sanità pubblica”, sebbe-ne il concetto “non sia ancora ben presente”,a causa di carenze nella consapevolezza delproprio ruolo che vanno imputate anche allaformazione universitaria. La legislazione del farmaco risente più diquella umana della globalizzazione, vale a di-re che l’impianto europeo si fa sentire anchenella difficoltà ad armonizzarsi con le diverserealtà economiche e zootecniche che con-traddistinguono i Paesi Membri; tuttavia undato peculiarmente nazionale sta nella distri-buzione, un aspetto che il legislatore europeonon ha armonizzato e che l’Italia ha normatoda sé.

IL FARMACO E L’AMBIENTEL’ampio quadro scientifico e culturale in cuisi inserisce il farmaco veterinario ricompren-de anche l’ambiente. “Ci sono farmaci impegnativi dal punto di vi-sta ambientale”, ha spiegato Gaetana Ferriche implicano delle responsabilità da partedel medico veterinario. L’invito è di conside-rare i riflessi sull’ambiente rispetto all’uso delfarmaco veterinario.

ANTIBIOTICO RESISTENZA“Sull’uso prudente degli antibiotici non si stafacendo molto”, ha detto la Ferri ricordandole esortazioni dell’Europa e dello stesso uffi-cio ministeriale a sostenere un percorso cul-turale fra gli addetti ai lavori. Il problema dell’antibiotico resistenza è unadelle priorità internazionali per la sanità ani-male e per la sanità pubblica. “Stampatevelonella testa”, ha aggiunto.

FARMACOVIGILANZA EFARMACOSORVEGLIANZA

“Si fa troppa confusione fra le due cose”. PerGaetana Ferri occorre un percorso di infor-mazione e di formazione per i medici veteri-nari pubblici e privati, perché il monitoraggiodei farmaci impiegati è ancora scarsamenteconsiderato. La farmacovigilanza “è importantissima eprofessionalizzante”. Il Ministero ha “bisogno di un contatto direttocon gli utilizzatori del farmaco sul campo eha bisogno delle segnalazioni perché la veraprova di efficacia di un farmaco è quella chesi fa sul campo”. Ricordando alla platea che sono previstesanzioni per la mancata segnalazione, Gae-tana Ferri ha ribadito il “carattere strategico”che la Direzione attribuisce alla vigilanza (ve-terinaria privata) e alla sorveglianza (veterina-ria pubblica) del farmaco veterinario (si vedaPv 2/2009). È in via di emanazione un decre-to che istituirà il Nucleo Nazionale di Farma-cosorveglianza.

FARMACI GENERICI“Ci stiamo occupando dei generici”, ha an-nunciato Gaetana Ferri. Sulla scia del sisma in Abruzzo e della con-giuntura economica, si è cominciato a ragio-nare sui costi dei farmaci. Nulla di definito an-

cora, ma le valutazioni sono in corso enient’affatto immediate, perché la questionedei farmaci veterinari equivalenti non è pernulla sovrapponibile a quella in umana. Nulladi deciso per ora.

IL REGOLAMENTO (CEE) 2377/90È in corso di modifica il Regolamento euro-peo che definisce una procedura comunita-ria per la determinazione dei limiti massimi diresidui di medicinali veterinari negli alimentidi origine animale. La rivisitazione, in corso a livello comunitario,è sfociata in una posizione comune che ha loscopo di ovviare alla scarsa disponibilità difarmaci causata dal Regolamento, il cui as-sunto è che la somministrazione di medicina-li veterinari ad animali destinati alla produzio-ne di alimenti può comportare la presenza diresidui negli alimenti. Malgrado una linea guida dell’Emea, alcunisettori non hanno farmaci.

MANGIMI MEDICATII mangimi medicati sono farmaci o alimenti?Anche in questo ambito, in Europa si sta ra-gionando su alcune possibili modifiche nor-mative per cercare di fare chiarezza. L’ap-profondimento è in corso anche presso laDGSAFV.

LE SCORTESul discusso articolo 81 per la gestione degliarmadietti farmaceutici in azienda zootecni-ca, Gaetana Ferri ha preannunciato alcunemodifiche. L’articolo, entro l’anno o i primi mesi delprossimo, sarà modificato accogliendo alcu-ni correttivi di “compromesso” richiesti dalsettore. Resterà fermo il principio dell’incom-patibilità, ma troverà una specifica definizio-ne per poi prevedere delle deroghe, fra que-ste la possibilità per il veterinario convenzio-nato di avere la responsabilità degli armadiet-ti nell’allevamento in cui non svolga attività diprofilassi; deroga anche per il veterinario di-pendente di un’azienda che potrà gestirel’armadietto nell’azienda in cui svolga attivitàprofessionale.

L’USO ESCLUSIVOÈ stato approvato dalla Conferenza StatoRegioni il decreto che disciplinerà l’utilizzoesclusivo del farmaco da parte del veteri-nario. Il provvedimento, “una sollecitazione nata quia Cremona e portata avanti con la categoria”,sarà in Gazzetta Ufficiale nel giro di tre mesial massimo (si veda al riguardo Pv 17/2009).

LA RICETTA ELETTRONICAFra le novità più importanti annunciate dalladirigente ministeriale c’è la ricetta elettronica.Quella che Gaetana Ferri definisce “la madredi tutte le battaglie” è una mezza rivoluzioneche semplificherà le attività di registrazione eche farà sparire la ricetta in triplice copia. Nascerà una banca dati informatizzata per latracciabilità dei farmaci veterinari, una piat-taforma telematica che sarà “la summa” ditutti i passaggi del farmaco e che offrirà “ilquadro completo di come viene gestito e dicome circola il farmaco veterinario”. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 20094 Dalle Associazioni SIVAR

Grandi novità per il farmacoveterinario Dalla Ue e dal Ministero imminenti modifiche normative.Sparirà la ricetta in triplice copia e sarà disciplinato l’uso esclusivo

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laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 20096 Practice Management Tariffe

di MARCO VIOTTIResponsabile practice management ANMVI

Dopo 4 anni abbiamo vo-luto esplorare nuova-mente la realtà delle ta-riffe praticate dai veteri-nari in Italia. Siamo unadelle poche professioni

che si muove in assenza di dati economici diriferimento, in Inghilterra ed in Francia, ad e-sempio, ci sono osservatori permanenti chemonitorano le principali prestazioni dei veteri-nari, divise per regione, anche per permettereai neocolleghi di orientarsi nella giungla della li-bera professione. Da noi no!

Come gruppo di practice management ab-biamo quindi ripetuto l’esperienza del 2005per vedere se e come erano cambiate le ta-riffe; questo studio non può essere una ricer-ca economica ma vuole essere una ricercasulla nostra realtà, c’è anche da dire che ilcampione raccolto per tutta la penisola, cir-ca 200 dati, è esiguo in funzione delle oltre7000 strutture censite dalla FNOVI e non per-mette grandi elaborazioni ma comunque l’o-mogeneità dei dati contenuti fa pensare cheanche allargando e stratificando l’esplorazio-ne non ci sarebbero grandi variazioni.Siamo la professione dei piccoli numeri, unavaccinazione compresa di Iva ed Enpav a32,9 euro porta un guadagno netto di meno

Fermiamo la svendita

MEDIA TARIFFE PER TIPOLOGIA DI STRUTTURA

Dati Media Media di visita Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di di visita festivo/notturno vaccino vacc.felv vacc rab. rx ecografia ster cn m ster cn f ster gt m ster gt f

Clinica € 30,8 € 55,5 € 35,2 € 41,3 € 35,9 € 39,3 € 65,6 € 181,8 € 262,8 € 91,8 € 150,0 Ospedale € 30,0 € 55,0 € 34,0 € 32,5 € 31,5 € 47,5 € 80,0 € 190,0 € 285,0 € 80,0 € 145,0 Ambulatorio € 28,2 € 58,1 € 32,6 € 35,0 € 32,7 € 37,6 € 63,9 € 158,2 € 239,4 € 86,5 € 126,5 Totale € 28,6 € 57,7 € 32,9 € 35,8 € 33,1 € 38,0 € 64,4 € 161,3 € 242,7 € 87,1 € 129,6

MEDIA TARIFFE PER REGIONE

Regione Media Media di visita Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di Media di di visita festivo/notturno vaccino vacc.felv vacc rab. rx ecografia ster cn m ster cn f ster gt m ster gt f

Abruzzo € 24,1 € 47,5 € 28,1 € 28,6 € 26,9 € 31,4 € 55,0 € 129,8 € 198,8 € 78,8 € 123,8 Alto Adige € 27,5 € 59,0 € 35,0 € 41,5 € 35,0 € 45,5 € 65,0 € 160,0 € 250,5 € 74,5 € 108,5 Calabria € 25,0 € 43,3 € 20,0 € 21,7 € 23,3 € 30,0 € 65,0 € 96,7 € 190,0 € 63,3 € 116,7 Campania € 22,0 € 42,5 € 19,8 € 22,5 € 20,2 € 34,0 € 57,5 € 120,0 € 206,0 € 94,0 € 132,0 Emilia Rom. € 31,0 € 62,8 € 34,3 € 37,4 € 34,6 € 40,6 € 68,5 € 180,4 € 267,3 € 83,6 € 133,6 Friuli € 29,4 € 66,2 € 30,7 € 31,4 € 30,7 € 32,5 € 65,0 € 146,7 € 192,5 € 89,3 € 125,7 Lazio € 28,9 € 61,0 € 35,4 € 40,8 € 36,5 € 43,9 € 62,3 € 186,1 € 275,3 € 90,5 € 143,4 Liguria € 33,8 € 80,0 € 40,8 € 41,5 € 40,8 € 44,5 € 82,5 € 207,5 € 301,3 € 125,0 € 147,5 Lombardia € 32,2 € 56,4 € 36,9 € 40,0 € 38,0 € 39,8 € 81,2 € 192,0 € 281,4 € 105,7 € 135,5 Marche € 27,5 € 60,2 € 30,7 € 34,6 € 32,0 € 30,9 € 52,7 € 152,3 € 211,5 € 74,5 € 113,9 Piemonte € 26,8 € 55,0 € 34,3 € 40,7 € 34,3 € 40,9 € 61,6 € 152,6 € 244,1 € 81,7 € 126,4 Puglia € 22,5 € 48,3 € 27,0 € 30,3 € 26,8 € 34,0 € 63,8 € 128,3 € 192,5 € 78,3 € 131,7 Sardegna € 25,0 € 50,0 € 36,0 € 30,0 € 35,0 € 150,0 € 230,0 € 80,0 € 130,0 Sicilia € 23,3 € 49,2 € 28,2 € 29,4 € 27,7 € 32,1 € 49,5 € 124,0 € 232,0 € 80,6 € 145,5 Toscana € 28,2 € 50,1 € 33,0 € 30,1 € 30,2 € 32,1 € 57,8 € 139,6 € 230,0 € 77,1 € 111,3 Trentino € 32,5 € 72,5 € 35,5 € 39,5 € 35,5 € 37,5 € 52,5 € 210,0 € 290,0 € 91,0 € 145,0 Umbria € 26,3 € 50,0 € 26,8 € 33,3 € 29,0 € 38,5 € 55,0 € 120,0 € 232,5 € 65,0 € 110,0 Veneto € 29,8 € 63,8 € 33,7 € 34,5 € 33,4 € 38,7 € 65,4 € 160,7 € 217,8 € 88,9 € 126,6 Totale € 28,6 € 57,7 € 32,9 € 35,8 € 33,1 € 38,0 € 64,4 € 161,3 € 242,7 € 87,1 € 129,6

del 50% della tariffa praticata, così come letariffe per le chirurgie di base riescono a ma-lapena a dare un esiguo guadagno in virtù digrandi sforzi e responsabilità nei confronti deinostri pazienti e dei nostri clienti.Il quadro che ne esce è poco confortante, eindica la professione sui piccoli animali comemarginale, quella su cui non si può contareper vivere; ed in effetti è così per molti di noi,che tentano di arrivare a fine mese con unminimo di attivo a bilancio ma non sufficientea ripagare anni di studi, sacrifici e investi-menti.I nostri problemi atavici (numero di veterinari,numero di facoltà e facilità ad entrare nelmondo professionale) sarebbero in parte su-

perati se prendessimo consapevolezza delvalore della nostra professione in ambito so-ciale e se osassimo farci pagare per quelloche siamo: dei MEDICI LAUREATI LIBERIPROFESSIONISTI. Se l’utenza trovasse unblocco compatto e non in svendita di profes-sionisti si adeguerebbe a pagare almeno un30-40% in più rispetto alle nostre attuali par-celle permettendoci una migliore qualità di e-rogazione di servizio nei loro confronti a fron-te della possibilità di reinvestire in tecnologiae risorse umane parte dei guadagni.In conclusione ricchi non lo diventeremo maifacendo i veterinari dei piccoli animali, mapotremmo sicuramente stare meglio.Il commento delle singole tabelle pubblicatediventa complesso in questa sede ma invitotutti i lettori ad una riflessione paragonandole proprie tariffe a quelle elaborate.Eventuali dubbi o chiarimenti possono esse-re inoltrati a [email protected]

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laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 20098 Attualità Indagine Assalco

Riprendiamo dall’indagineAssalco, presentata il 28aprile Bologna, la parteriguardante il settore ve-terinario. I dati raccoltisono di indubbio interes-

se per tutti i veterinari. ANMVI1 stima che la spesa per le visite veteri-narie per animali da compagnia nel 2008 in I-talia sia stata di circa 800 Mio Euro. Secondo l’associazione2, il numero dei mediciveterinari iscritti agli ordini professionali neiprossimi 10 anni raggiungerà le oltre 35.000unità. Si stima tuttavia che la crescita dellepossibilità occupazionali sarà del 3% e che il60% dei laureati troverà occupazione comemedico veterinario. Sul totale dei medici veterinari oggi in attività,ben oltre la metà si dedica all’esercizio privatodella professione nel settore degli animali dacompagnia.

PREVENZIONE: DATICONFORTANTI

Secondo ANMVI almeno l’85% dei pet vieneabitualmente sottoposto a cure mediche; iproprietari si rivolgono ad un veterinario per di-versi motivi: urgenze, prevenzione periodica,vaccinazione e, probabilmente anche graziead alcune iniziative di sensibilizzazione pro-mosse da aziende e associazioni del settore,è aumentata in loro la consapevolezza diquanto sia importante la salute dei pet e di chivive con loro.Ad esempio, da alcuni anni i possessori di a-nimali italiani possono usufruire di visite veteri-narie gratuite durante la Stagione della Pre-venzione, una iniziativa3 nata con lo scopo diprevenire numerose patologie nei pet attraver-so visite di controllo periodiche.La prevenzione veterinaria è di fondamentaleimportanza per la salute complessiva dell’ani-male. Cani, gatti e altri amici sono finalmenteconsiderati alla pari di un membro della fami-glia che necessita cure e visite, non solo in ca-so di emergenza, ma anche in un’ottica di pre-

venzione. Chi ha l’abitudine di portare periodicamente ilproprio pet dal veterinario per visite di control-lo, si mostra inoltre sempre più responsabilenon solo nei confronti del suo benessere maanche della salute pubblica in genere. Durante la Stagione della Prevenzione 2008 so-no risultati in buona salute il 68% degli animali.Tra gli oltre 10.000 pet visitati, è stata riscontra-ta una patologia in 3.200 animali e, tra questi,hanno subito iniziato la terapia in 2.400.

I FARMACI PER ANIMALIDA COMPAGNIA

La prevenzione risulta inoltre essere la sceltapiù economica in campo veterinario e soprat-tutto la più sicura per la salute del pet. Su que-sti temi: economicità e sicurezza, veterinari eAssociazioni del settore tentano da anni disensibilizzare maggiormente il consumatore.Così come per l’alimentazione, gli animali dacompagnia possono contare anche su farma-ci studiati appositamente per loro. Dai dati diffusi da AISA4 risulta che nel 2008 ilsettore dei farmaci per animali da compagniasia stabile (+0,6%), a differenza del mercatodei farmaci per animali da reddito (-5,1%). Difatto, grazie alle vendite di medicinali per cani,gatti, uccelli e altri piccoli pet, il mercato deifarmaci ha raggiunto quota 176 Mio Euro nel2008, contro 175 milioni nel 2007.

Vendite farmaci per animali da compa-gnia

Anno Mio Euro

2008 176,00

2007 175,00

+/- % + 0,6

Fonte: AISA

VETERINARI E PET CORNERDa alcuni anni si assiste a un dibattito nel set-tore veterinario sull’importanza o meno dellapresenza nella struttura veterinaria del pet cor-

ner, ovvero di una rivendita di prodotti per ani-mali direttamente all’interno o nei pressi dellostudio medico. Secondo alcuni, il medico veterinario che ha vi-sitato un animale e ha riscontrato in esso even-tuali anomalie (ad esempio nel caso di un sog-getto obeso o sovrappeso) può consigliare im-mediatamente l’alimento (o l’integratore o altroprodotto) più adatto, proporlo e venderlo diret-tamente; secondo altri la vendita non rientra trale mansioni di un medico, che mai si dovrebbeoccupare di attività commerciali. Alcuni sondaggi, recentemente condotti daAssalco e ANMVI tra i veterinari italiani, hannomostrato le differenti opinioni dei medici inter-vistati.In generale, pare che i problemi legati all’aper-tura di un’attività commerciale presso unastruttura veterinaria possano essere tra i piùvari e non solo legati a motivazioni deontologi-che. Ad esempio, nonostante la presenza di un petcorner presso una struttura veterinaria possaessere una valida opportunità, alcuni aspettinormativi condizionano spesso l’apertura e lagestione del pet corner, tanto che numerosiveterinari rinunciano presto al progetto.Per comprendere meglio la situazione, a di-stanza di qualche anno da una prima indaginecurata da ANMVI (datata 2005), sulla presen-za del pet corner presso gli studi dei mediciveterinari in Italia, nel 2007 è stato condottoun nuovo sondaggio che ha coinvolto oltre500 veterinari. L’obiettivo era capire meglioquale fosse la posizione della categoria suquesto servizio da proporre ai clienti/pazienti,scoprire criticità e identificare le caratteristicheideali di un pet corner di successo. Dei 512 che hanno risposto al sondaggio, 170medici (il 33,2%) hanno dichiarato di aver giàavviato una attività di pet corner, anche se diquesti il 5,5% lo ha attivato solo temporanea-mente. Il numero è significativo se si pensache nel 2005 la precedente indagine ANMVIindicava il 10,9% di strutture veterinarie dota-te di pet corner.

Hai attivato presso la tua struttura ilpet corner come attualmente regola-mentato?

Si 27,7%

No 66,8%

Si, ma temporaneamente 5,5%

Totale 100%

Fonte: ANMVI 2007

Se si, per quale motivo?

Servizio ai clienti Oltre 100%

Ritorno economico 64,8%

Ritorno favorevole di immagine professionale 32,4%

Altro: per completare eventuali terapie conprodotti dietetici; il veterinario, unica figura lau-reata gestisca in toto tutto ciò che è attinenteal benessere animale; diminuzione dello spre-co di farmaci a favore del cliente e dell’am-biente

Fonte: ANMVI 2007

La motivazione principale che ha spinto lestrutture ad aprire il pet corner è stata quelladi offrire un servizio al cliente. Il 64,8% lo hafatto anche per avere un ritorno economico eil 32,4% anche per un ritorno favorevole d’im-magine professionale.

Se no, o solo temporaneamente, per qua-le motivo?

Mancanza di spazio 33,3%

Problemi gestionali/contabili 45,6%

Problemi fiscali 30,4%

Ritorno sfavorevole di immagine professionale 29,8%

Scarso ritorno economico 23,4%

Fonte: ANMVI 2007

Ritieni che sia giusto consentire al veteri-nario in quanto operatore medico di svi-luppare un’attività come il pet corner?

Si 76,5 % (78% sulle risposte)

No 21,5%

Senza risposta 2,0%

Totale 100%

Fonte: ANMVI 2007

114 studi veterinari intervistati da ANMVI han-

Il settore veterinarioPrestazioni, farmaci, petfood, petcorner

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no dichiarato di non avere un pet corner permancanza di spazio; 156 si sono scoraggiatidavanti ai problemi gestionali e 104 davanti aproblemi fiscali. Sono 102 le strutture che, secondo i dati delsondaggio ANMVI, hanno manifestato disagiodavanti al rischio di un ritorno sfavorevole di im-magine professionale dovuto alla commistionefra ruolo medico e ruolo commerciale, 80 han-no indicato la mancanza di ritorno economicodipendente non dalle potenzialità, ma dalle ca-pacità commerciali di un medico veterinario.Chi ha attivato il pet corner risulta invece sod-disfatto della propria scelta. Il 76,5% degli in-tervistati ha risposto di ritenere giusto consen-tire ai veterinari di sviluppare tale attività.Alcuni commenti hanno inoltre chiarito cheservizio medico e commerciale non sono inconflitto, come ritengono alcuni colleghi, macomplementari per offrire una prestazionecompleta il cui scopo finale è il raggiungimen-to del benessere degli animali da compagnia. Tra i veterinari che sono contrari, il 41,8% (46veterinari) ritiene che il pet corner sia incom-patibile con l’etica professionale, il 52,7% (58)lo vede come una possibilità che può dar adi-to a cointeressenza, il 78,2% (86) come un’at-tività che svilisce l’immagine del professionistaverso il pubblico. Tra le risposte contrarie allo sviluppo di una at-tività commerciale (110, il 21,5%) da parte delveterinario, non sono mancati giudizi negativinei confronti del pet corner, definito “amora-le”, “scellerato” e così via.Quelli che hanno sottoscritto l’incompatibilitàsono quelli che si sono dimostrati, anche nellesuccessive risposte, i più fermamente contrariad ogni forma di vendita di prodotti.

Se hai risposto si, perché?

Per sviluppare potenzialità economiche- professionali 54,6%

Per migliorare il servizio alla clientela al paziente 75,5%

Per liberalizzare il settore 7,7%

Altro: molte volte i negozianti e i farmacisticambiano le ricette: assicura che al proprieta-rio venga consegnato il prodotto più idoneo;per essere punti di riferimento per ciò che ri-guarda salute e benessere dell’animale

Fonte: ANMVI 2007

Se hai risposto no, perché?

È incompatibile con l’etica professionale 41,8%

Può dar adito a cointeressenza 52,7%

Svilisce l’immagine del professionista verso il pubblico 78,2%

Altro: meglio cercare di far crescere la profes-sione negli aspetti di professione sanitaria;mancanza di cultura per gestire attività di petcorner; per non togliere lavoro ai negozi giàscarsi di questa zona; ottimi rapporti con far-macie e negozi del settore

Fonte: ANMVI 2007

Quasi la metà dei veterinari intervistati non ri-tiene che una attività di vendita di prodottipossa essere una soluzione alle difficoltà eco-nomiche (198, 41,6%); l’altra metà circa inve-ce pensa che “in parte” possa esserlo (216,45,3%). Il 13,1% è convinto che iniziative deltipo del pet corner possano essere determi-nanti per riequilibrare la redditività di una strut-tura veterinaria.

Pensi che lo sviluppo di un’attività di tipocommerciale affiancata a quella profes-sionale possa essere la soluzione per ledifficoltà economiche di molte struttureveterinarie?

Si 13,1%

No 41,6%

In parte 45,3%

Totale 100%

Fonte: ANMVI 2007

1 Associazione Nazionale Medici Veterinari Ita-liani Rif. Indagini Nomisma Etameta Research20052 Rif. Indagini Vet 2020-Analisi della professio-ne veterinaria in Italia: caratteristiche e prospet-tiveNomisma 2003, Strutture veterinarie privateper animali da compagnia Etameta Research20053 promossa da Hill’s , ANMVI e FNOVI - Fede-razione Nazionale Ordini Veterinari Italiani4 Associazione Italiana Imprese Salute Animale

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200910 Attualità Indagine Assalco

Fonte: Sondaggio Assalco 2009; Campione: 150 pet shop: possibilità di risposta multipla

QUALI PREVALGONO TRA LE MOTIVAZIONI DEL CONSUMATORE ALL’ACQUISTO DI PRODOTTI PET?

SONDAGGIO ASSALCO - PETSHOP

Anche nel 2009, tra gennaio e febbraio, Assalco ha condotto un sondaggiosu un campione di 150 negozianti del canale pet shop per verificarne l’e-sperienza sul campo a contatto col consumatore e testarne le impressioni

e percezioni sull’andamento del mercato per il prossimo futuro.Possiamo trarne alcune indicazioni interessanti che confermano fiducia nel setto-re e l’aspettativa di continuità per i trend rilevati in base ai dati di mercato degliultimi anni.In particolare, sono state poste 4 domande relative alle motivazioni d’acquisto delconsumatore, alle merceologie più promettenti sia nel segmento alimenti che nonfood, al tipo di supporto richiesto o auspicato da parte dei fornitori. La domandadi interesse per i veterinari è stata:

Quali prevalgono tra le motivazioni del consumatore all’acquisto di prodotti pet?In linea con l’evoluzione del rapporto uomo-animale in termini di speciale atten-zione al suo benessere ed alla sua salute, le principali motivazioni d’acquisto di-chiarate riguardano proprio o esplicitamente questo ambito, con un 45,3% di pre-ferenze, o la raccomandazione del veterinario, al 33%; anche in questo secondocaso la decisione d’acquisto è dunque basata su una preoccupazione per la cor-retta prevenzione, mantenimento o cura delle condizioni del proprio animale. Seguono poi ragioni legate alla percezione dei prodotti pet come ormai indispen-sabili 22,7%, a motivi di convenienza e praticità 11,3%, ed infine all’analogia con iconsumi umani 3,3%.

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di DEA BONELLOPresidente SCIVAC

Quest’anno la SCIVACcompie 25 anni. In que-sto quarto di secolo l’e-voluzione della medici-na veterinaria per ani-mali da compagnia è

stata dirompente, e a questo processo hapreso parte anche la nostra associazione conun ruolo di primo attore. Per festeggiare que-sta importante ricorrenza abbiamo pensato diproporre ai nostri iscritti un momento con-gressuale, quello di Rimini, ai massimi livelliinternazionali e la nuova edizione di uno stru-mento che tutti i colleghi hanno sempre mol-to apprezzato per la sua utilità e completez-za. È quindi con piacere ed orgoglio che pre-sento la 5a edizione del “Prontuario Terapeu-tico per Cane, Gatto ed Animali Esotici”, datempo ormai divenuto abituale strumento dilavoro di tanti Medici Veterinari Italiani.

900 PAGINE AGGIORNATEDopo cinque anni dall’ultima edizione, il la-voro di aggiornamento e di revisione è statoampio, profondo e radicale, a testimonianzadell’impegno di SCIVAC a tenere il passocon il tumultuoso avanzamento delle cono-scenze scientifiche. Sono stati aggiunti de-cine di nuovi principi attivi e la parte graficaè stata rivista per rendere più agevole la con-sultazione delle oltre 900 pagine che rendo-no il Prontuario un’opera unica nel panora-ma editoriale veterinario internazionale. Lacompletezza dell’opera è stata ulteriormenteperfezionata con l’introduzione di una nuovasezione riguardante la medicina comporta-mentale.

BUONA CONSULTAZIONEAncora una volta risulta più che doveroso e-sprimere un sentito ringraziamento al colle-ga Enrico Febbo per il grande e preciso la-voro di coordinamento editoriale e scientifi-co portato avanti fin dalla preparazione dellaprima edizione (1991) senza alcuna soluzio-ne di continuità e con immutato entusiasmoe rigore. Un pari ringraziamento va inoltre atutti quei colleghi che, coordinati da Enrico,hanno contribuito alla stesura dell’opera,mettendo a completa disposizione le loroprofonde conoscenze scientifiche e sot-traendo tempo ed energie al già oneroso la-voro clinico quotidiano. Nel mandare allestampe questa edizione del prontuario, SCI-VAC vuole augurare a tutti i colleghi una pro-ficua consultazione nell’ambito di un’attivitàprofessionale sempre più qualificata, pro-mettendo che fin da domani si comincerà alavorare per migliorare ed aggiornare ulte-riormente l’opera, nello spirito di una conti-nua attenzione verso le nuove esigenze delmondo veterinario. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200912 Editoria Novità

Apparecchiature Radiologiche

Sistemi digitali

Camere oscure

Pellicole RX

Elettromedicali

Assistenza tecnica

VIA ISONZO, 8 - 20095 CUSANO MIL. (MI)

Telefono: 02.66401060 - Fax: 02.66400884 - e-mail: [email protected]

di LUCARELLI M. & C.

Arriva la quinta edizione del Prontuario SCIVACPubblicata da EV l’edizione aggiornata al maggio 2009. Medicina del cane e del gatto Medicina degli animali esotici. Nuova sezione per la medicina comportamentale

Il lustro che separa questa edi-zione dalla precedente ha vistorapidissimi mutamenti ed evolu-

zioni nella farmacologia clinica deipiccoli animali. I principi che hannocostituito il punto di orientamentodella precedente edizione di que-sto Prontuario sono gli stessi adot-tati per questa quinta edizione, laquale ha però assunto per moltiversi più l’aspetto di un rifacimentoche non quello di una revisione,processo che ha comportato unanotevole dilatazione del gruppo dilavoro dei revisori. La struttura delProntuario non ha subito variazionie si è preferito mantenere la collau-data successione di sezioni; il let-tore apprezzerà l’introduzione del-la marcatura di ciascuna di essecon una banda colorata posta almargine destro della pagina, artifi-cio che funge da bussola di naviga-zione del volume.Notevole è stato l’incremento del-l’impegno delle aziende farmaceu-tiche nel settore degli animali da compa-gnia, che si è concretizzato nell’immis-sione in commercio di specialità medici-nali in numerosi settori terapeutici per iquali finora si era dovuto fare ricorso allespecialità per uso umano. Non possiamoche rallegrarci di ciò. Il Prontuario ha po-tuto ancora una volta vedere la luce gra-zie all’impegno e alla dedizione di tanticolleghi che troverete elencati nella pub-

UN MANUALE FRUIBILE E INDISPENSABILE

blicazione e che la SCIVAC ringrazia sen-za riserve. La SCIVAC ringrazia le Azien-de Farmaceutiche per la collaborazionee il sostegno economico mediante le in-serzioni pubblicitarie. In ultimo, ma nonmeno importante, il personale dellaPress Point di Abbiategrasso (Milano) èriuscito a risolvere in maniera superlati-va tutti gli infiniti problemi che una pro-duzione di questo tipo comporta.

Enrico Febbo

La 5a edizione, maggio 2009, del Pron-tuario Terapeutico Veterinario SCIVAC ècurata da: • Enrico Febbo Medico Veterinario,

Specialista in Malattie dei piccoli ani-mali, libero professionista.

• Aldo Vezzoni Medico Veterinario,Specialista in Clinica delle Malattie deipiccoli animali, Dipl. ECVS, libero pro-fessionista.

• Tommaso Furlanello Medico Veteri-nario, Dipl. ECVCP, libero professioni-sta (Medicina di Laboratorio).

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di LUIGI GRADONIDirigente di ricerca

Reparto di Malattie trasmesse da vettori esanità internazionale

Dipartimento di Malattie infettive, parassitariee immmunomediate

Istituto Superiore di Sanità

In Italia, come in tutti i Paesi sud-eu-ropei che si affacciano sul Mediter-raneo, la leishmaniosi è presentecome zoonosi in due forme endemi-che: viscerale, causata da Leishma-nia infantum, e cutanea sporadica,

causata da ceppi meno virulenti della stessaspecie. Con il termine “zoonosi” s’intende unamalattia la cui trasmissione non può avvenireda uomo a uomo, bensì da animale a uomo, inquesto caso tramite insetto vettore. Ciò signifi-ca che, nei pazienti affetti da leishmaniosi, lalocalizzazione del parassita non è idonea alsuo successivo passaggio al vettore.Il cane è il serbatoio comprovato della leishma-niosi da Leishmania infantum. In questo ani-male, l’infezione trasmessa dal vettore durantela stagione estivo-autunnale può decorrere inmaniera inosservata per mesi o anni. A diffe-renza dell’uomo, però, una percentuale eleva-ta di cani infetti (circa il 40 per cento) mostra u-

na progressione costante e inevitabile verso u-na grave malattia viscero-cutanea. Questa simanifesta inizialmente come leggero dimagra-mento e “svogliatezza” al gioco o al lavoro. Ilinfonodi s’ingrossano e può comparire febbre.Solo successivamente compaiono disturbi delpelo e della cute: il primo appare opaco, men-tre la pelle si copre di piccole squame simili aforfora sottile; possono inoltre apparire piccoleulcere alle estremità delle zampe e orecchie. Inquesta fase un cane è altamente infettante peri flebotomi vettori: il 70-100 per cento degli in-setti che lo pungono si infettano con Leishma-nia, diventando a loro volta infettanti in unasuccessiva puntura. Un cane con infezioneprogressiva non è più curabile in modo risoluti-vo: le terapie in uso possono solo migliorarnelo stato clinico e quindi la durata e qualità di vi-ta, mentre influiscono solo parzialmente sullasua natura di serbatoio dell’infezione. Nell’uomo la leishmaniosi viscerale è una gra-ve malattia cronica tendente ad aggravarsi neltempo. L’incubazione è tipicamente lunga (nel-l’ordine di svariati mesi) e l’esordio dei segni esintomi può avvenire in modo subdolo; in Italiapassa in genere circa un mese dall’esordio alladiagnosi di certezza. I primi segni sono palloreal viso, senso di debolezza e febbricola resi-stente ai comuni antibiotici, che può sparire

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La “ri-emergenza” della LeishmaniosiL’incidenza è in lenta e graduale ripresa dagli anni Ottanta. Cause non del tutto note e molteplici

per giorni per poi riapparire con puntate eleva-te. Un esame generale del sangue rivela ane-mia e riduzione di tutti gli elementi figurati (glo-buli rossi, bianchi e piastrine), con marcato rial-zo delle immunoglobuline. Alla palpazione lamilza è ingrossata. In Italia tutti i pazienti con

tale quadro clinico vengono, prima o poi, rico-verati in ospedale, dove sono loro garantite u-na diagnosi di certezza e una terapia rapida(circa 10 giorni), sicura ed efficace.La leishmaniosi cutanea umana è invece un’in-fezione benigna, che si manifesta con una le-sione persistente, resistente alle comuni po-mate antibiotico/cortisoniche, in genere singo-la e in parti scoperte del corpo, che può assu-mere l’aspetto di papula o nodulo rossastri op-pure di ulcera dai bordi ispessiti. La dimensio-ne può variare da pochi millimetri ad alcunicentimetri e può lasciare al viso fastidiose ci-catrici antiestetiche. La persistenza della ma-lattia porta invariabilmente il paziente dal der-matologo, che assicura diagnosi di certezza eterapia efficace. Dal punto di vista dell’anda-mento cronologico, in Italia entrambe le formedi leishmaniosi umana sono note come ende-miche fin dalla scoperta del parassita, nei primianni del ’900, e soggette a denuncia obbliga-toria dal 1937. Al momento è in atto una fasestorica di “ri-emergenza”: dopo il picco post-bellico, nelle decadi 1960-80 i casi di leishma-niosi viscerale erano ridotti ad alcune decine.Dalla fine degli anni ’80 è ripreso invece un au-mento lento e graduale della loro incidenza, fi-no a un nuovo picco superiore ai 200 casi (1/3dei quali in età pediatrica) registrato ai primi an-ni 2000. Facendo riferimento al rapporto - de-rivato da studi recenti - di un caso clinico su 50infezioni asintomatiche, si può stimare in circa10mila casi l’effettiva diffusione dell’infezionenell’uomo, che include per la maggior parteforme asintomatiche. Le cause della “ri-emer-genza” - anche se non del tutto note - sono disicuro molteplici, tra cui variazioni dell’immu-nità di popolazione al parassita, della diffusio-ne delle immunodeficienze (AIDS, trapiantid’organo, ecc), della distribuzione e densitàdegli insetti vettori e della distribuzione e tassodi infezione della leishmaniosi canina.Per quanto riguarda la distribuzione geograficadell’infezione, la leishmaniosi del cane - a cau-sa della sua suscettibilità al parassita - può es-sere un ottimo indicatore di trasmissione ende-mica. Le regioni più colpite sono quelle dellacosta tirrenica e del basso Adriatico e le isolemaggiori. Qui il tasso generale di infezione ca-nina è di norma superiore al 15 per cento (con“microfocolai” che superano il 40 per cento),mentre diminuisce nelle regioni centrali e inter-ne (5-14 per cento) e ancora più nel nord Italia

Nella foto, Michele Maroli e Luigi Gradoni (ISS), insieme a Marco Melosi - VicePresidente Anmvi con delega agli animali da compagnia - all’incontro “Leish-maniosi: proteggere il cane per proteggere l’uomo” organizzato da Intervet-

Schering-Plough a Roma il 21 aprile. Nel suo intervento, Melosi ha sottolineato l’impor-tanza di acquisire informazioni presso il medico veterinario e ricordato che “troppospesso la nostra categoria si trova di fronte casi in cui i proprietari si affidano a metodifai-da-te che, il più delle volte, si rilevano totalmente inefficaci nel prevenire la punturadel flebotomo, agente eziologico della malattia”. Melosi ha evidenziato al pubblico e aigiornalisti in sala l’importanza di utilizzare i presidi no-feeding, consigliabili nei cani sa-ni al fine di evitare l'infezione, nei cani già infetti, per evitare di amplificare l’infezione enei cani “viaggiatori” che, se condotti in una zona endemica e qui infettati, potrebberoportare la leishmaniosi anche in zone che ne sono attualmente indenni.

LA STRATEGIA “NO FEEDING”

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(2-4 per cento). Questa distribuzione era untempo “a macchia di leopardo”, con una seriedi focolai storici circoscritti, mentre attualmentesi distribuisce piuttosto uniformemente in tuttele aree costiere, collinari e pedemontane dellapenisola. Le uniche aree attualmente non en-demiche sono i centri urbani delle città medie egrandi, la pianura padana e i rilievi montuosi so-pra i 400-800 metri (secondo la latitudine).La casistica umana riflette questa situazione;ovviamente, più le zone endemiche sono den-samente popolate, più i casi sono numerosi.Così la Campania registra da sola il 33 per cen-to di tutti i casi, la Sicilia il 22 per cento e il La-zio il 13 per cento. Seguono la Sardegna, la Li-guria e la Toscana con il 3-5 per cento ciascu-na. Se si esclude la Puglia (5 per cento dei ca-si), la costa adriatica mostra invece un gradodi endemia notevolmente inferiore, con pochicasi annui registrati tra Molise, Abruzzo, Mar-che e Romagna. Un caso a parte è rappresen-tato dalle regioni del nord Italia: fino agli anni’90 queste erano considerate indenni da leish-maniosi e tutti i pazienti diagnosticati negli o-spedali del Nord erano considerati casi “d’im-portazione” (infezioni contratte nel Centro-Suddurante i mesi estivi di vacanza). In seguito (an-ni 1990-2000) è stata dimostrata per la primavolta la presenza di cani infetti e di insetti vet-tori anche in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombar-dia, Veneto e Trentino; di recente, poi, sonostati riportati da queste regioni anche i primicasi umani sicuramente autoctoni. Per quantoriguarda invece la forma cutanea, i dati sono lar-gamente sottostimati, essendo raro che i pa-zienti vengano ricoverati. La stima dell’ISS, ba-sata su studi campione, è di circa 600 casi an-nui, con una distribuzione geografica simile aquella della leishmaniosi viscerale e prevalenzemaggiori in Sicilia, Sardegna, Calabria e Abruz-zo. Risale al 2005 il primo caso di leishmaniosicutanea sicuramente autoctona in una regionedel Nord (Lombardia). (Sintesi della relazionepresentata all’incontro “Leishmaniosi: protegge-re il cane per proteggere l’uomo” organizzato daIntervet-Schering-Plough a Roma il 21 aprile) ■

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I DATI PER REGIONE

LIGURIAProvincia Città Prevalenza N. caniImperia, Savona tra Ceriale e Ventimiglia 22,1% - 26,0% - 30,3% 21.146Imperia, Savona Imperia 16,8% 881Genova - La Spezia Chiavari, Lavagna, 1,8% - 4,2% 15.000

Sestri Levante, RapalloLa Spezia 10%- 8%

MARCHEMacerata provincia 15,0% 113Ancona provincia 2,6% 264Pesaro Urbino provincia 17,8% 478Ascoli Piceno provincia 20,1% 1.119

TOSCANAFirenze Firenze e provincia 27,8% 823Livorno Isola d’Elba 22,2% 631Livorno Isola d’Elba 14,2% 405Livorno Isola d’Elba 19,1% 914Grosseto Argentario 24,0% 171Grosseto Suvereto, Campiglia 27,0% 77Grosseto Castiglione della Pescaia 15,1% 192Pisa Provincia (Pomarance, tra Cecina e Volterra) 38,9% 1.124Pistoia Pistoia 19,0% 289

UMBRIAPerugia Deruta 33,3% 21Perugia Perugia 14,8% 176

ABRUZZO / MOLISEPescara Provincia di Pescara 9,8% 1.642

(46 comuni), Montesilvano

LAZIORoma Olevano Romano 33,3% 90Roma 121 comuni 24,5% 34.895Latina 33 comuni 35,0%Rieti 73 comuni 34,5%Frosinone 91 comuni 23,9%Viterbo 60 comuni 30,5%

PUGLIAFoggia Gargano 14,4% 444Foggia Gargano 8,7% 137Foggia Gargano 10,2% 400Foggia Subappennino Dauno (Lucera) 6,9%Foggia Tavoliere 5,5%Bari, Taranto Bari, Ginosa 23,3% - 26,1% 845Bari, Taranto Gioia del Colle, altri comuni 18,8% 303

CAMPANIANapoli San Sebastiano al Vesuvio 29,6% 462Napoli San Giorgio a Cremano 9,0% 1.022Napoli Santa Anastasia 40,4% 326Napoli Pollena Trocchia 36,0% 241Napoli Massa di Somma 39,2% 186Napoli, Avellino, 60 comuni 21,0% 1.058Caserta, SalernoBenevento 28,3%

SICILIATutte 17,4% - 57,1% 9.184Palermo Palermo provincia 27,7% 985Palermo UsticaMessina Salina (Eolie) 31,3% 153Agrigento provincia 29,0% 259Agrigento Isola di Lampedusa 39,1% 87Messina Novara di Sicilia, Barcellona P.G., 56,1% 73

Terme Vigliatore, Rodì Milici.Catania Catania 44,9% 178Catania Sigonella 60,0% 50

SARDEGNASassari Sedini, Badesi, Castelsardo, Valledoria 15,4% 872Cagliari Soleminis 2,6% 38Cagliari Provincia 56,2%Oristano Provincia 49,8%Sassari Provincia 29,5%Nuoro Provincia 35,5%

CALABRIACosenza, Catanzaro, 38,9% 5.050Reggio Calabria

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di MICHELE MAROLIDirigente di ricerca

Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate

Istituto Superiore di Sanità

Il protozoo parassita Leishmaniasp. è trasmesso da un vettore bio-logico, il flebotomo, più noto comepappatacio. È un insetto ematofa-go (mangiatore di sangue) simile aun piccolo moscerino (2-3 mm), e

solo la femmina punge per procurasi il san-gue necessario alla maturazione delle uova.Proprio per questa esigenza trofica, il fleboto-mo può diventare vettore di leishmanie, se ilpasto avviene su un ospite affetto da leishma-niosi che presenti il parassita a livello del der-ma (come il cane, ma non l’uomo). La leishmania trova nell’intestino del fleboto-mo un ambiente ottimale per riprodursi e percambiare forma: dalla fase intracellulare privadi flagello (amastigote) si trasforma in una fa-se moltiplicativa extracellulare munita di fla-gello (promastigote). In occasione di un pasto successivo, il flebo-tomo può quindi trasmettere il parassita a unaltro ospite che, se recettivo, si ammala di lei-shmaniosi.

IL FLEBOTOMOI flebotomi sono gli unici insetti a trasmetterela malattia. Ai primi del ’900, quando si scoprìla leishmaniosi canina, furono accusati di tra-smetterla tutti gli “ectoparassiti” del cane, inparticolare pulci, zecche, zanzare e flebotomi.Oggi, in base alle evidenze di numerose ricer-che scientifiche di campo e di laboratorio, èdimostrato che in natura solo i flebotomi sonoi vettori biologici della leishmaniosi. Questi in-setti, comunque, non sono attivi tutto l’anno.Nelle zone temperate come l’Italia, i flebotomisono in grado di svilupparsi solo durante lastagione calda e gli adulti sono presenti damaggio ad ottobre, con picchi importanti didensità nel periodo tra luglio e settembre.Le loro abitudini sono tipiche: sono insettinotturni, attivi dal crepuscolo fino all’alba. Du-rante le ore diurne riposano in ambienti relati-vamente bui e umidi e, per evitare temperatu-re e umidità estreme, sanno infilarsi in qual-siasi spazio confinato. Non sono buoni vola-tori: le loro distanze di volo sono limitate a po-che centinaia di metri. Le femmine possonopungere una grande varietà di ospiti, inclusivari animali domestici non suscettibili all’infe-zione da leishmania (bestiame, pollame…).Questo loro comportamento trofico potrebbespiegare l’aumento della leishmaniosi caninain ambiente urbano, dove i flebotomi hanno a

disposizione solo un numero limitato di ospiti,tra i quali predomina proprio il cane. A causa del comportamento trofico dei pap-pataci (che non pungono solo l’uomo), delleloro piccole dimensioni e del loro volo silen-zioso (sono detti pappa-taci proprio perché“pappano in silenzio”), di solito l’uomo non siaccorge della loro presenza e di conseguen-za tende a ignorare anche il ruolo epidemio-logico di questi insetti come vettori della lei-shmaniosi, con grave compromissione deiprogrammi di lotta contro la malattia basatisulla partecipazione delle comunità. Non so-no infatti realizzabili misure di controllo orien-tate contro le larve (che sono terricole), poi-ché i loro focolai sono costituiti da una serieinnumerevole di ambienti difficili da localizzarein natura. La lotta è quindi possibile solo con-tro gli adulti. Le misure di controllo disponibilisono essenzialmente indirizzate a ridurre lapopolazione dei flebotomi attraverso l’impie-go di insetticidi ad azione residua o a limitareil contatto vettore-ospite mediante l’applica-zione topica di principi attivi ad effetto protet-tivo contro la puntura dei flebotomi.

QUALI AZIONI DI LOTTA?Purtroppo in Italia non sono possibili campa-gne di lotta mediante l’uso di insetticidi “resi-duali”, in quanto esistono limiti pratici e am-

bientali all’uso di tali prodotti. Per esempio, èimpensabile poter trattare tutti gli ambienti diriposo dei flebotomi: tali interventi andrebbe-ro ripetuti periodicamente e richiederebberopersonale altamente specializzato e attrezza-ture idonee. I limiti maggiori derivano però dalrapporto costo/beneficio di tali campagne dilotta, che comporterebbero tra l’altro il rischioche insorga resistenza agli insetticidi negli in-setti non bersaglio.

IL CANEPer prevenire la diffusione della leishmaniosi,bisogna quindi partire dal fatto che, in tutto ilmondo, il cane è il principale ospite-serbatoiodella forma viscerale zoonotica dovuta a Lei-shmania infantum. I maggiori sforzi nel con-trollo di tale patologia sono quindi concentratisullo sviluppo di un vaccino canino protettivo,attualmente non ancora disponibile. In atte-sa, la protezione del cane dalla puntura deiflebotomi vettori è un intervento prioritario, siaper proteggere il cane dalla leishmaniosi, siaper limitare la circolazione del parassita quan-do il cane è già infetto. A tale scopo, per pre-venire la puntura dei flebotomi, sono molto ef-ficaci specialità medicinali veterinarie per usotopico appartenenti alla categoria “biocidicontro gli ectoparassiti”. I loro principi attivisono principalmente due piretroidi sintetici,deltametrina e permetrina: il primo si applicatramite collare a lento rilascio, il secondo me-diante spot-on.

DELTAMETRINA E PERMETRINAL’efficacia di deltametrina e permetrina in stu-di sperimentali di laboratorio è stata valutatasommando: 1. l’effetto protettivo, detto no-feeding, mi-

surato considerando i flebotomi che nonsono riusciti a compiere un pasto di san-gue sul cane trattato perché infastiditi, e

2. l’effetto letale dell’insetticida, consideran-do la mortalità degli insetti 24 ore dopoessersi posati sul cane trattato.

Per alcune formulazioni di questi piretroidi sin-tetici sono stati anche compiuti studi di cam-po che hanno dimostrato una riduzione del-l’incidenza di leishmaniosi canina e umananell’area di applicazione. (Sintesi della relazio-ne presentata all’incontro “Leishmaniosi: pro-teggere il cane per proteggere l’uomo” orga-nizzato da Intervet-Schering-Plough a Romail 21 aprile). ■

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I tre pilastri del contagioLa prevenzione e le speranze sono riposte nel cane

Il ciclo vitale della leishmania traflebotomo, cane e uomo

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di SABRINA GIUSSANIConsigliere Sisca

Riprendiamo la pubblica-zione di una serie di trat-tazioni sul comportamen-to di aggressione e le pa-tologie organiche nel ca-ne iniziata sul numero

scorso. Gli articoli sono tratti dalle rela-zioni di Sabrina Giussani al percorso for-mativo “Cani pericolosi: problematichedi sanità animale e pubblica. Aspetti le-gislativi, epidemiologici e clinici” (Cre-mona, 11-13 febbraio 2009, direzionescientifica: Aivemp-Sisca, in collabora-zione con la Regione Lombardia). Si rin-grazia la dottoressa Sabrina Giussani,Consigliere SISCA, Medico VeterinarioComportamentalista, Diplomato MedicoVeterinario Comportamentalista ENVF,Master in Etologia applicata e Benessereanimale.

LE INTERAZIONI NEURO-IMMUNOENDOCRINE

Il SNC è legato in modo inscindibile al siste-ma endocrino in modo diretto (ipotalamo, i-pofisi, Gh) ed indiretto (feed back negativo).Le regolazioni sono complesse ed una disfun-

zione che tocca uno dei sistemi porta inevita-bilmente all’alterazione dell’altro. La dopami-na riveste un ruolo di rilievo nella sintesi delfattore di rilascio della corticotropina (CRF) equindi nel rilascio di ormone adrenocortico-tropo (ACTH) e nella sintesi del cortisolo. Lanoradrenalina interviene nella regolazione del-la sintesi dell’ormone di rilascio della tireotro-pina (TSH) e quindi sulla secrezione degli or-moni tiroidei. Inoltre, l’ipotiroidismo spesso ri-duce la clearance del cortisolo. Viceversa, iglucocorticoidi inibiscono la secrezione di T-SH in risposta al rilascio di TRH, riducono laconversione di T4 a T3 e hanno effetti direttisulla tiroide stessa tanto che lo stress potreb-be ridurre ulteriormente la funzione di una ti-roide correttamente funzionante. L’asse tiroi-de - surrene influenza il comportamento a tut-ti i livelli (W. J. Dodds). Secondo P. Pageat lo stato ansioso cronico èin grado di modificare la secrezione tiroideacosì come la somministrazione di uno psico-tropo (soprattutto i farmaci che modificanol’attività delle catecolamine) è in grado di alte-rare la funzionalità della tiroide e del surrenedel cane.A causa dell’alterata secrezione degli ormoniprodotti dalla tiroide, dalla corteccia surrenalee degli ormoni sessuali è possibile evidenzia-re modificazioni del comportamento. L’ap-

prendimento e la capacità di immagazzinare iricordi possono essere compromessi (W.J.Dodds). Le alterazioni endocrine provocano la modifi-cazione dello stato reattivo: gli animali reagi-scono a stimoli di bassa soglia, sono estre-mamente sensibili alle variazioni dell’ambien-

te e mostrano alterazioni dei comportamentiprimari (alimentare, dipsico, sonno). Inoltre lerisposte emozionali appaiono difficilmente re-versibili e ne consegue una riduzione dellaplasticità comportamentale dell’individuo. Isintomi comportamentali si evidenziano mol-to tempo prima di quelli organici “classici” ri-feribili alle diverse disendocrinie.Nel cane alcune razze (soprattutto giganti) so-no più frequentemente colpite da ipotiroidi-smo e, qualora un individuo fosse affetto dauna malattia del comportamento, la sintoma-tologia così come noi la conosciamo potreb-be non essere mostrata nella sua completez-za (ad esempio un cane affetto da Ipersibilità- Iperattività con sintomi molto “soft”). Inoltre,è necessario sospettare la presenza di unapatologia endocrina quando la somministra-zione di uno psicofarmaco non modifica in al-cun modo la sintomatologia della malattia delcomportamento.

L’IPOTIROIDISMONella pratica clinica il comportamento di ag-gressione rappresenta nel cane un sintomonon patognomonico di un’affezione a caricodella tiroide. La frequenza di comparsa delsintomo appare abbastanza elevata. La pre-valenza dell’ipotiroidismo nella popolazionecanina non è nota ma si stima che in alcunerazze possa raggiungere il 40% (W. J.Dodds). Nel cane l’ipotiroidismo è in genereprimario, dovuto a tiroidite linfocitaria (proba-bilmente immunomediata), oppure ad atrofiafollicolare idiopatica e meno frequentementea neoplasie (adenomi). Raramente si presen-ta la possibilità di ipotiroidismo secondario i-pofisario, la cui causa più frequente è lo svi-luppo di neoplasie. Malformazioni ipofisarie evarie cause d’ipotiroidismo congenito sono a-neddotiche (M. Bernardini). Nell’essere uma-no l’ipotiroidismo comporta riduzione dellacapacità cognitiva, deficit di concentrazione,alterazione della memoria a corto termine, al-lucinazioni visive ed uditive. Paure, stati an-siosi e comportamenti di aggressione sonostati descritti nei pazienti affetti da ipotiroidi-smo. Per questo, la patologia è spesso con-fusa con i disordini legati al deficit dell’atten-zione/ iperattività, con psicosi e schizofrenia.L’ipotiroidismo nel cane è accompagnato dapatologie dell’umore o da uno stato depressi-vo a causa di una ipoattività noradrenergica.Gli ormoni tiroidei (T4) non solo modulano

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Il comportamento di aggressione e le disendocrinie

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l’attività della norepinefrina e della serotoninama anche la sensibilità dei recettori Beta - a-drenergici. Il turnover della serotonina all’in-terno del SNC è aumentato mentre la con-centrazione di questo neurotrasmettitore nel-la corteccia e la densità dei recettori 5 - HT2Asono diminuite (W. J. Dodds). Tutto ciò, in ca-so di alterazione, provoca una sintomatologiafobica o depressiva caratterizzata da profon-de alterazioni emozionali e cognitive. In gene-rale, i sintomi comportamentali sono più evi-denti quando l’animale è psicologicamente ofisiologicamente stressato. Poiché i livelli en-dogeni di glucocorticoidi inibiscono la produ-zione ed il rilascio degli ormoni tiroidei (cosìcome la conversione in forma attiva) non èsorprendente che in cani con funzionalità ti-roidea ottimale o borderline lo stress possaindurre un vero e proprio stato di ipotiroidi-smo che si manifesta inizialmente con sinto-mi comportamentali (W. J. Dodds).Numerosi pazienti affetti da ipotiroidismo nonsono obesi o apatici ma presentano una im-portante instabilità emozionale accompagna-ta dall’assenza di reazioni o da reazioni im-provvise (alterazione della vigilanza), modifica-zione dei comportamenti primari (ad esempioil sonno) ed alterazioni cognitive. L’ipertiroidi-smo è frequentemente associato ad eccitabi-lità e iperestesia mentre nell’ipotiroidismo nonè infrequente osservare la comparsa di fobieimprovvise (soprattutto ai rumori ed ai tempo-rali) che spesso presentano tra i sintomi ilcomportamento di aggressione (aggressioneda irritazione legata alla paura) di solito direttaverso proprietario o i propri simili.

L’IPERADRENOCORTICISMONella pratica clinica il comportamento di ag-gressione rappresenta nel cane un sintomonon patognomonico dell’aumentata concen-trazione ematica di cortisolo. L’iperadreno-corticismo si manifesta soprattutto nei canianziani. Le razze più soggette sono il PastoreTedesco, il Bassotto, il Barbone e numerositerrier (M. Bernardini). Questa patologia è le-gata ad un’eccessiva presenza di cortisolo acausa di patologie surrenaliche o ipofisarie.L’iperadrenocorticismo iatrogeno si può veri-ficare in seguito a prolungate terapie con cor-ticosteroidi. Le relazioni presenti tra le varia-zioni della secrezione dei differenti ormonisurrenalici durante le risposte emozionali, so-no state studiate per lungo tempo. Il cortisolotra questi ormoni è quello le cui interazionicon le patologie emozionali sono meglio co-nosciute. In caso di stress, aumenta la libera-zione di ACTH che provoca a sua volta unamaggiore concentrazione di cortisolo circo-lante. Questa risposta è da considerarsi adat-tativa poiché consente all’animale di rispon-

dere agli stressori interni ed esterni. Il cortiso-lo modula l’attività dei recettori metabotropiposti nel sistema limbico e, per questo, le di-sendocrinie surrenaliche sono frequentemen-te accompagnate da modificazioni compor-tamentali, emozionali e dell’umore. Nella Sin-drome di Cushing i segni comportamentalispesso precedono i sintomi classici: apatia,indifferenza, gemiti, iperattaccamento e com-portamenti aggressivi inspiegabili per l’entou-rage caratterizzano il quadro sintomatologicocomportamentale.L’aumento dell’appetito è un sintomo chepuò essere trascurato dal proprietario. Gene-ralmente, infatti, i proprietari associano la di-minuzione dell’appetito alla presenza di unamalattia mentre un buon appetito è segno diun cane in buona salute. Cani colpiti da ipe-radrenocorticismo possono rubare il cibo dal-la tavola e rompere il sacco dell’immondizia.Elemosinano continuamente e possono pre-sentare un comportamento di aggressionegerarchica per difendere la risorsa alimentaredal proprietario o dai propri simili. L’aumentocronico del tasso circolante di cortisolo ac-compagnato da perdita di adattabilità dellasecrezione comporta modificazioni dell’umo-re e severe alterazioni cognitive che portano,nel cane anziano, alla manifestazione del qua-dro clinico della Depressione da Involuzione.

GLI ORMONI SESSUALINella pratica clinica il comportamento di ag-gressione rappresenta nel cane un sintomonon patognomonico della fisiologica/modifi-cata secrezione degli ormoni sessuali (estra-diolo, testosterone, progesterone). Gli steroidisessuali possiedono recettori (citoplasmaticiper quanto riguarda il progesterone mentrequelli dell’estradiolo e del testosterone sononucleari) in zone differenti dell’encefalo. La lo-ro distribuzione sembra essere omogenea neimammiferi superiori (sistema limbico, amig-dala, ippocampo, corteccia cerebrale e cere-bellare, corpo calloso, talamo, formazione re-ticolata). I recettori progestinici sono maggior-mente presenti a livello dell’asse ipotalamo -ipofisario e nell’area postrema. I recettori del-l’estradiolo e del testosterone sono distribuitiin numerose zone anche se la concentrazio-ne maggiore è presente a livello dell’asse ipo-talamo - ipofisario. Numerosi studi hanno mo-strato che gli ormoni sessuali modulano lasensibilità dei recettori dopaminergici e sug-geriscono l’esistenza di un antagonismo tra igruppi ormonali sia per quanto riguarda gli ef-fetti comportamentali che le risposte emozio-nali e l’umore. L’estradiolo ed il testosteroneaumentano l’attività motoria volontaria (poi-ché incrementano la trasmissione dopaminer-gica) mentre il progesterone sembra avere

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l’effetto opposto. Gli steroidi sessuali, secon-do P. Pageat, modulano gli stati reattivi e con-tribuiscono alla nascita di alcune rispostecomportamentali. Le modificazioni fisiologi-che della secrezione degli ormoni sessualipossono essere alla base della nascita di unostato distimico nella femmina, soprattutto almomento dell’estro, e di un comportamentodi aggressione per irritazione e materna in oc-casione della presenza dei cuccioli o di ana-loghi affettivi (pseudociesi). In clinica impor-tanti alterazioni della funzione delle ghiandolesessuali provocano modificazioni dell’umoredi tipo distimico o depressivo. È stata più vol-te evidenziata un’associazione tra ormonisessuali e alcuni comportamenti, soprattuttoper i casi di aggressività (v. Box).Si ritiene che solo alcune categorie di com-portamenti aggressivi possano essere con-trollate dalla castrazione. Hopkins et al. han-no riportato che, per quanto riguarda i cani,solo l’aggressività tra maschi era notevol-mente ridotta (nel 60% dei casi) con questotipo d’intervento. Questo studio segnalaqualche effetto solo sull’aggressività da pau-ra, su quella territoriale e su quella tra ma-schi: l’aggressività sociale o da dominanza(gerarchica) nei confronti dei proprietari nonè particolarmente influenzata dalla castra-zione. In uno studio retrospettivo di casi lemarcature urinarie, le monte sessuali e i com-battimenti tra maschi sono risultati ridotti so-lo nel 50 - 60% dei cani maschi adulti, men-tre per il vagabondaggio la percentuale sali-va al 90% (N. H. Dodman). Gli effetti di que-sto trattamento non sempre sono immediati:in alcune occasioni per osservarli è necessa-rio attendere alcune settimane. I risultati te-rapeutici ottenuti con la castrazione sonostati messi in discussione da altri Autori. Sal-meri et al. hanno valutato gli effetti della go-nadecotomia in cani immaturi che non pre-sentavano sintomi di malattie comportamen-tali: essi si sono dimostrati più attivi ed ecci-tabili dei coetanei interi. Neilson et al. hannorealizzato un’indagine sugli effetti della ca-strazione su pazienti cui era stata diagnosti-

cata aggressività verso i familiari. L’Autore haevidenziato che, in seguito a questa opera-zione, solo un terzo dei soggetti era migliora-to, percentuale molto inferiore a quella ripor-tata negli altri studi sulla castrazione.In alcuni soggetti l’aumento fisiologico degli e-strogeni provoca un incremento delle intera-zioni aggressive tra femmine. L’ovariectomia èindicata per eliminare il comportamento di ag-gressione legato all’estro e alla pseudociesi,ma è assolutamente controindicata quando èpresente aggressività da dominanza (gerarchi-ca). In questi soggetti la sterilizzazione puòprovocare peggioramenti ulteriori (O’Farrel).Uno studio, che ha messo a confronto il com-portamento di 150 cagne prima dell’interven-to con quello degli stessi soggetti sei mesi do-po, ha evidenziato un significativo aumento diaggressioni da dominanza (gerarchica) verso imembri umani della famiglia. Questo effetto ètuttavia risultato più marcato nei soggetti dietà inferiore all’anno che avevano già in pre-cedenza manifestato tendenze aggressive delgenere: nel 50% di questi soggetti si è verifi-cato un aumento dei comportamenti aggres-sivi, nell’altro 50% invece questi si sono ri-dotti. Tutto ciò confrontato con il comporta-mento di un gruppo di controllo composto dafemmine intere, il 14% delle quali ha mostratoun aumento delle tendenze aggressive el’86% una diminuzione (N. H. Dodman). È op-portuno evidenziare che l’intervento di castra-zione ed ovariectomia sono inefficaci se nonaccompagnati da una adeguata terapia com-portamentale. Infatti, il comportamento, unavolta realizzato, modifica in modo permanentele emozioni, le motivazioni e l’arousal dell’indi-viduo. La componente cognitiva legata all’ap-prendimento permane anche dopo l’interven-to di asportazione delle gonadi. Sebbene Neil-son et al., abbia dimostrato non essere pre-sente alcuna correlazione tra l’età del cane, ladurata del problema al momento dell’opera-zione e la sua efficacia, è necessario realizza-re l’intervento quanto prima in modo che siaostacolata l’elaborazione cognitiva del com-portamento. ■

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Icani maschi (indipendentemente che siano interi o castrati) mostrano più frequente-mente problemi comportamentali, ed in particolare aggressività. Numerosi Autori(Borchelt, Fajò e Manteca, Guy et al, O’Farrel,. Overall, Sparagetti e Verga, Takeuchi

et al, Wells et Hepper e così via) hanno evidenziato che:• i cani maschi (indipendentemente che siano interi o castrati) mostrano più frequen-

temente problemi comportamentali ed in particolare aggressività;• le femmine sterilizzate sono più aggressive di quelle intere (mostrano più frequente-

mente un comportamento di aggressione da paura) soprattutto se l’intervento è rea-lizzato appositamente per diminuire tale comportamento indesiderato;

• i maschi interi sono più aggressivi di quelli castrati e delle femmine.

AGGRESSIVITÀ NEI MASCHI E NELLE FEMMINE

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di MARIA GRAZIA MONZEGLIO

Un'analisi scientifica indi-pendente ha raccolto idati di due studi multi-centrici internazionaliche hanno confrontatol'efficacia di tre diverse

preparazioni intramammarie contenenti cefa-losporine per il trattamento della mastite cli-nica delle bovine da latte [cefalexina (primagenerazione) in associazione a kanamicina;cefquinome (quarta generazione) e cefope-razone (terza generazione)].I quarti mammari venivano valutati utilizzandotecniche batteriologiche standard prima deltrattamento e 16 e 25 giorni dopo il trattamen-to. Erano disponibili ulteriori dati sui singoli a-nimali e sugli allevamenti studiati, tra cui nu-mero di parti, razza, conta delle cellule soma-tiche individuali e di massa e tipo di allevamen-to. Dati sufficienti per l'analisi erano disponibiliin un totale di 491 casi provenienti da 192 al-levamenti di tre paesi (Regno Unito, Francia eGermania). I casi clinici avevano eziologia di-versa, essendo causati sia da patogeni conta-

giosi sia da patogeni ambientali. L'analisi univariata dimostrava che i quarti deidue gruppi di trattamento cefalexina + kana-micina e cefquinome non erano significativa-mente diversi l'uno dall'altro, ma entrambi a-vevano una probabilità significativamentemaggiore di essere liberi da patogeni dopo iltrattamento, rispetto ai quarti del gruppo cefo-perazone.Si effettuava un'analisi multivariata utilizzandomodelli a effetto random convenzionali. Si co-struivano due modelli: il primo incorporavasoltanto informazioni disponibili al veterinarioal momento del trattamento, il secondo inclu-

Mastite clinica: cefalosporineintramammarie a confrontoUno studio valuta i fattori individuali e di allevamento che influenzano l'esito di tre diversi trattamenti

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deva tutte le informazioni raccolte durante lostudio. Questi modelli indicavano che paese,temperatura rettale pre-trattamento (tempera-tura superiore alla norma associata a unamaggiore probabilità di quarti liberi da patoge-ni dopo il trattamento), conta di cellule soma-tiche individuali (conta maggiore associata auna minore probabilità di quarti liberi da pato-geni dopo il trattamento) e tipo di patogeno (i-solamento di Staphylococcus aureus associa-to a una minore probabilità di quarti liberi dapatogeni dopo il trattamento) erano utili fattoripredittivi dello stato "libero da patogeni". Nonlo erano invece il numero di parti, la conta dicellule somatiche del latte di massa e altri fat-tori legati al tipo di allevamento.L'importanza del paese di origine nell'analisidimostra la necessità di generare dati localinella valutazione dei regimi di trattamento. I-noltre, questi risultati suggeriscono che, con-cludono gli autori, i fattori importanti per pre-dire l'esito del trattamento della mastite clinicapossono essere diversi da quelli influenzanti laprobabilità di cura nel trattamento delle infe-zioni intramammarie subcliniche.*"Factors affecting cure when treating bovineclinical mastitis with cephalosporin-based in-tramammary preparations” Bradley AJ, GreenMJ. J. Dairy Sci. 2009. 92: 1941-1953. ■

Uno studio ha valutato la risposta fi-siologica e comportamentale deicapretti alla decornazione effettua-

ta con o senza anestesia locale. Si asse-gnavano a caso 56 animali a cinque grup-pi. Il gruppo anestesia/decornazione (AD,n = 12) veniva trattato con 2 ml di lidocai-na al 2% attorno a ciascun corno 20 minu-ti prima della decornazione, effettuata pertermocauterizzazione; i capretti del grup-po anestesia (A, n = 11) venivano trattaticome quelli del gruppo AD, ma non veni-vano decornati; il gruppo soluzione sali-na/decornazione (SD, n = 11) veniva trat-tato con 2 ml di soluzione salina e decor-nazione; il gruppo S (n = 11) veniva sotto-posto unicamente a una decornazione si-mulata; i capretti del gruppo controllo/de-cornazione (CD, n = 11) venivano decorna-ti senza alcun trattamento.Si determinavano la concentrazione dicortisolo e la frequenza cardiaca (HR) e re-spiratoria (RR) da 20 minuti prima fino a 4ore dopo la decornazione. Inoltre, si regi-stravano i movimenti e le vocalizzazionidurante la procedura.La decornazione causava un aumento a-cuto e significativo della concentrazionedi cortisolo e i valori rimanevano elevatiper due ore. La concentrazione di cortiso-lo era maggiore nei gruppi sottoposti a de-cornazione (P < 0,05), anche quando veni-va effettuata l'anestesia locale. HR e RRnon erano influenzate dal trattamento (P >0,05). La frequenza di movimenti (10,5 ±0,6, 10 ± 0,7, 12,8 ± 0,7 rispettivamente perAD, SD e CD) e vocalizzazioni (16,5 ± 1,2,16,5 ± 1,3, e 19,3 ± 1,3 rispettivamente perAD, SD e CD) erano maggiori nei caprettidecornati rispetto al gruppo S (5,6 ± 0,7 e8,7 ± 1,3 rispettivamente per movimenti evocalizzazioni; P < 0,05). Una maggiorepercentuale di capretti mostrava compor-tamenti di elevata intensità nei gruppi sot-toposti a decornazione (movimenti: 83%,72% e 100% e vocalizzazioni: 83%, 81% e100% rispettivamente per AD, SD e CD) ri-spetto al gruppo S (13% e 9%; P < 0,05). La decornazione per termocauterizzazio-ne, concludono gli autori, induce un au-mento acuto del cortisolo e accresce l'e-spressione di comportamenti indicativi distress e dolore. L'infiltrazione di lidocainaal 2% attorno a ciascun corno non inibivatali risposte. (M.G.M.)*“Physiological and behavioural altera-tions in disbudded goat kids with andwithout local anaesthesia” Lorenzo Alva-rez, Ricardo A. Nava, América Ramírez, E-dith Ramírez, Javier Gutiérrez. Appl AnimBehav Sci. Mar 2009; 117(3-4): 190-196.

DECORNAZIONE DEICAPRETTI CON E SENZA

ANESTESIA LOCALE

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Rickettsia felis è un batte-rio intracellulare obbliga-to con distribuzione co-smopolita appartenenteal gruppo della febbrebottonosa (spotted fever),

sospetto agente causale di una condizionepatologica umana assimilabile al tifo murino.

Uno studio ha valutato la presenza di questopatogeno nelle pulci prelevate da cani e gattidi diverse aree geografiche d’Italia. Si identi-ficavano due specie di pulci, Ctenocephali-des felis (80,3%) e Ctenocephalides canis(19,7%). Nel complesso, si esaminavano 320 pulci(257 C. felis e 63 C. canis) prelevate da 117

rea era estremamente variabile, dallo 0% al35,3%. Complessivamente, la prevalenza nelnord-est Italia (23,2%) era significativamentesuperiore a quella del sud-ovest Italia (7,1%)Lo studio, concludono gli autori, conferma lapresenza di R. felis nelle pulci del gatto e delcane (C. felis) in Italia, similmente ad altri pae-si europei. I risultati suggeriscono inoltre chenel nostro paese R. felis dovrebbe essereconsiderata nella diagnosi differenziale diqualsiasi forma di febbre spotted-like dell’uo-mo, soprattutto se il paziente è stato espo-sto a morso di pulce. (M.G.M.)

*“Occurrence of Rickettsia felis in dog andcat fleas (Ctenocephalides felis) from Italy”Capelli G, Montarsi F, Porcellato E, Maioli G,Furnari C, Rinaldi L, Oliva G, Otranto D. Pa-rasit Vectors. 2009 Apr 20; 2 Suppl 1:S8. ■

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Rickettsia felis nelle pulci di cane e gatto in ItaliaPositivo al patogeno più del dieci per cento delle Ctenocephalides feliscanine e feline esaminate

Il carcinoma mammario infiammatoriodel cane è un raro tumore localmenteaggressivo e altamente metastatico

che risponde poco al trattamento. Unostudio ha valutato retrospettivamente a-namnesi, segnalamento e segni clinici di12 cani affetti da questa neoplasia, con-frontando l'esito del trattamento chemio-terapico tradizionale con quello con pi-roxicam, valutando l'espressione Cox-2delle cellule neoplastiche e correlandotale espressione all'esito del trattamen-to. In tutte le neoplasie analizzate erapresente una forte espressione Cox-2. Intutti i soggetti trattati con piroxicam siotteneva un miglioramento delle condi-zioni cliniche e la stabilità della malattia,con tempo di sopravvivenza medio e me-diano libero da progressione della malat-tia pari rispettivamente a 171 e 183 gior-ni. Il tempo di sopravvivenza mediano di3 cani trattati con protocolli basati sulladoxorubicina era di 7 giorni, significati-vamente inferiore quindi a quello dei ca-ni trattati con piroxicam (mediana = 185giorni). Il piroxicam, concludono gli auto-ri, dovrebbe essere considerato come a-gente singolo per il trattamento dei canicon carcinoma mammario infiammato-rio.(M.G.M.)*“Inflammatory mammary carcinoma in12 dogs: Clinical features, cyclooxygena-se-2 expression, and response to piroxi-cam treatment” de M Souza CH, Toledo-Piza E, Amorin R, Barboza A, Tobias KM.Can Vet J. 2009 May; 50(5): 506-10.

RISPOSTA AL PIROXICAM

animali (73 cani e 44 gatti). Erano positive aR. felis 38 C. felis (11,9%), 13 prelevate dalgatto (17,6%) e 25 dal cane (10,2%). Nessu-na C. canis era positiva per il batterio. Le pul-ci del gatto mostravano una tendenza a unamaggiore positività rispetto alle pulci del ca-ne. La prevalenza di R. felis tra le diverse a-ree e all’interno delle province della stessa a-

Diversa localizzazione della fabella nel West Highland white terrier

Uno studio ha valutato se i cani dirazza West Highland white terrierpresentassero una significativa

variazione della posizione della fabella me-diale, rispetto ad altri cani di taglia piccola egrande. Venivano stabiliti i criteri per la nor-male localizzazione della fabella mediale nel-le radiografie caudocraniali. Tre esaminatorieffettuavano un'analisi retrospettiva di unaserie consecutiva di radiogrammi caudocra-niali bilaterali del ginocchio di 70 West High-land white terrier, 100 cani di taglia piccola e

100 di taglia grande di controllo. All'interno etra i gruppi si esaminava la localizzazione del-la fabella mediale e la presenza di patologiedel legamento crociato e di lussazione rotu-lea mediale. Si identificava una localizzazione anomaladella fabella mediale nel 70% dei West High-land white terrier, nel 9% dei cani di piccolataglia e nello 0% dei cani di grossa taglia.Nella vasta maggioranza dei cani affetti, la fa-bella era localizzata in sede mediodistale. Lapresenza di una concomitante patologia del

legamento crociato craniale o di lussazionerotulea mediale e del peso corporeo veniva-no esclusi quali fattori confondenti.I West Highland white terrier sembrano esserepredisposti, concludono gli autori, ed avereun'elevata prevalenza di una localizzazionemediodistale anomala della fabella mediale. Gliautori suggeriscono che questo reperto sia in-cidentale e che non dovrebbe essere confusocon una reale dislocazione patologica dell'os-so sesamoide del cavo popliteo. (M.G.M)

*“Variation in position of the medial fabella inWest Highland white terriers and other dogs”Störk CK, Petite AF, Norrie RA, Polton GA,Rayward RM. J Small Anim Pract. 2009 May;50 (5): 236-40. ■

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Itumori melanocitici sono impor-tanti nel cavallo, soprattutto neisoggetti a mantello grigio. Sotto-gruppi di tumori melanocitici del-l'uomo non descritti nel cavallo so-no i nevi melanocitici intradermici

comuni, i nevi blu cellulari e i nevi blu cellularicombinati. Uno studio descrive tumori cutanei simili aisopracitati nevi dell'uomo in 20 cavalli. Talineoplasie erano costituite da masse cutaneeindividuali presenti in cavalli maschi e femmi-ne di razze diverse. Tumori assimilabili ai nevimelanocitici intradermici comuni dell'uomoerano presenti in 12 cavalli di età compresatra 2 e 17 anni. Sette cavalli di età compresatra quattro e 15 anni sviluppavano lesioni cu-tanee simili ai nevi blu cellulari umani. Un tu-more assimilabile al nevo blu cellulare com-binato del'uomo veniva diagnosticato in uncavallo di 20 anni. Tutti i tumori davano luogo a masse simme-triche, espansive, ben demarcate, non ca-psulate. Le neoplasie assimilabili al nevo me-lanocitico intradermico comune erano com-poste da nidi di cellule neoplastiche tondeg-gianti o fusate spesso immerse in uno stro-ma mixomatoso. Le lesioni che assomiglia-vano ai nevi blu cellulari erano formate da fa-sci intradermici di cellule da ovoidali ad allun-gate separati da fibre collagene. Il tumore si-mile al nevo blu cellulare combinato assomi-

gliava al nevo blu cellulare umano associatoa un nevo melanocitico giunzionale comunesovrastante.In tutti i gruppi, le cellule neoplastiche conte-nevano quantità variabili di melanina ed era-no immunopositive per S100. Questi tumoricutanei equini differivano dalle neoplasie me-lanocitiche comunemente osservate nel ca-vallo per gli aspetti citomorfologici, la localiz-zazione casuale e la mancata maggiore fre-quenza nei cavalli grigi. La somiglianza diquesti tumori a tre sottogruppi distinti di neviumani accresce la complessità delle lesionicutanee melanocitiche proliferative del caval-lo. (M.G.M.)*“Equine skin tumours in 20 horses resem-bling three variants of human melanocyticnaevi” Schöniger S, Summers BA. Vet Der-matol. 2009 Apr 3. [Epub ahead of print] ■

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Tumori cutaneiequini simili a trevarietà di nevimelanocitici umaniIn venti cavalli, osservate lesioni assimilabili a nevi melanocitici comuni e blu cellulari

Uno studio ha confrontato le tecni-che di McMaster, di centrifugazio-ne e flottazione e di coltura larva-

le per l'identificazione delle uova dei cia-tostomi (piccoli strongili) nelle feci equi-ne. Si analizzavano i campioni fecali di101 cavalli. Nell'esperimento I, le feci fre-sche omogeneizzate dei singoli cavallivenivano sotto-cam-pionate a caso utiliz-zando ciascuna delletecniche per 10 repli-che. Nell'esperimentoII, i campioni fecali di43 cavalli che non era-no stati sottoposti atrattamento antielmin-tico venivano analiz-zati mediante tecnicadi McMaster, centrifu-gazione e flottazione ecoltura larvale. Nell'esperimento III, 57cavalli venivano trattati con un antielmin-tico dal proprietario e i campioni fecalivenivano analizzati come nell'esperi-mento II.Nell'esperimento I, l'utilizzo della tecni-ca di McMaster identificava il 72% delleuova ottenute con la tecnica di centrifu-gazione e flottazione in sottocampioniappaiati. Nell'esperimento II, la tecnica

CIATOSTOMI EQUINI: TRE TECNICHE DI IDENTIFICAZIONE FECALE

di McMaster otteneva l'81% delle uovaottenute mediante centrifugazione eflottazione. Dalle colture larvali indivi-duali si ottenevano soltanto ciatostomi.Nell'esperimento III, 24 campioni risulta-vano negativi a tutti i 3 test, 18 campionierano positivi solo alla coltura larvale e15 campioni erano positivi alla centrifu-

gazione flottazione(solo 5 dei quali ave-vano risultati positivicon la tecnica di Mc-Master). La tecnica dicentrifugazione-flot-tazione, concludonogli autori, era consi-stentemente superio-re alla tecnica di Mc-Master, soprattutto inpresenza di un bassonumero di uova fecali.

L'associazione tra centrifugazione-flot-tazione e coltura larvale fornisce proba-bilmente la maggior accuratezza per lavalutazione dell'efficacia degli antiel-mintici. (M.G.M.)*“Comparison of two fecal egg recoverytechniques and larval culture for cyatho-stomins in horses.” Bello TR, Allen TM. JAm Vet Med Assoc. 2009 May 1; 234(9):1161.

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di ANTONIO MANFREDI

Diciamolo con grande sin-cerità, se a Modica unbranco di cani vaganti nonavesse ucciso un bambi-no, la situazione randagi-smo della zona non avreb-

be mai fatto notizia e forse nessuno si sareb-be preoccupato di intervenire. Noi siamo ilpaese del dopo: del dopo le alluvioni, del do-po il terremoto, del dopo l'emergenza rifiuti,della diossina, dell'amianto, ecc. Non vi è maiprevenzione o controllo prima. Si intervienesempre quando il fatto è ormai accaduto e latragedia si è già consumata. Solo allora ci siaccorge del problema, si esprime indignazio-ne, scatta l'emergenza, si nomina una com-missione di inchiesta e si avviano le indaginiper determinare le responsabilità. Ma questodopo, quando i morti sono già stati pianti e idanni subiti. Poi, dopo, sempre dopo, passa-no un po' di giorni, forse qualche mese, e piùnessuno si ricorda di quanto accaduto e tuttoricomincia come prima. Siamo in Italia. AncheModica a breve sarà dimenticata. Sono più di10mila i comuni italiani e la maggior parte diquesti non ha risolto il problema del randagi-smo, spesso non lo ha mai neppure affronta-to. Sono anni che vengono denunciati i rischidi branchi di cani randagi, spesso rinselvati-chiti, e non solo nel meridione del paese. Ca-ni pericolosi per gli allevamenti, per la faunaselvatica, per l'uomo, ma per anni, nonostan-te la situazione di rischio fosse stata più voltesegnalata, le istituzioni responsabili del pro-blema (Comuni, Province, Regioni) non sonomai intervenute, per mancanza di soldi, persuperficialità o semplicemente per aspetti cul-turali e gestionali. Quanti dei 10mila comuni i-taliani sono in regola e quanti invece sonomessi anche peggio della situazione emersaa Modica? Rispetto agli altri 9999 comuni,Modica ha avuto la sfortuna di dover vivere unmomento tragico che giustamente è arrivatoin prima pagina di tutti i quotidiani e di tutti itelegiornali. È giusto che quanto accaduto siastato subito condannato, che siano partite in-chieste ed indagini anche giudiziarie e che ilMinistero si sia mosso in modo determinatoper capire quanto accaduto ed intervenire diconseguenza. Non dimentichiamo che, per laprima volta, abbiamo al Ministero un Sottose-gretario, Francesca Martini, che interpreta ilsuo ruolo con grande impegno e convinzio-ne. Per questo è intervenuta con grande de-cisione sulla situazione locale anche per farneun caso che possa servire da riferimento na-zionale, perché, non dimentichiamolo, la si-tuazione emersa a Modica non è certamentepeggiore di quella che inchieste serie eviden-zierebbero in migliaia di altri comuni italiani.L'emergenza di Modica è una emergenza na-zionale! Non vorremmo infatti che si andassea pensare che quanto accaduto in Sicilia pos-sa essere dipeso da una condizione partico-lare ed unica di questa zona. Quanto accadu-to a Modica potrebbe accadare in ogni mo-mento in tante altre parti del nostro paese. Anostro avviso è con questa chiarezza di anali-si che deve essere affrontato il problema per-ché altrimenti faremmo di Modica il capro e-spiatorio di una situazione inaccettabile ingran parte del nostro paese. La situazione

randagismo evidenziatasi all'Aquila subito do-po il terremoto ha rilevato enormi ritardi negliinterventi previsti dalle norme come, d'altraparte, l'inchiesta giudiziaria sul canile di Cre-mona, gestito da un'associazione animalista,evidenzia come possano essere ampie le re-sponsabilità e come il problema sia diffusonon solo nel meridione. Ritengo che il pianoprevisto dal Ministero esprima aspetti certa-mente importanti e non entro quindi nel meri-to se non per evidenziare che nella Unità o-perativa non sono stati previsti rappresentantidegli Ordini veterinari e del mondo veterinarioprivato che avrebbero potuto portare impor-tanti contributi qualificati, e la durata di tremesi che mi sembra piuttosto ottimista. Sonoanche certo che i veterinari dell'Asl si impe-gneranno con la massima serietà nel soste-nere questo piano perché, anche se oggi so-no messi "sotto accusa" per quanto accadu-to, e le inchieste in corso dovranno dimostra-re se effettivamente ci sono precise respon-sabilità, conoscendoli da tempo posso testi-moniare il loro impegno espresso negli annicon iniziative, anche di rilevanza nazionale:progetti di educazione nelle scuole e per iproprietari, sperimentazione della pet therapy,ecc. solo a dimostrazione della loro attenzio-ne e sensibilità ai problemi della salute e delbenessere animale e della salute pubblica.D'altra parte sono anche convinto che tutti iveterinari privati della zona saranno disponibilia sostenere il progetto del Ministero dando illoro contributo in rapporti di convenzione conla Asl. Solo il coinvolgimento delle struttureprivate potrà risolvere il problema del randa-gismo a livello nazionale. Da anni l'ANMVIpropone il progetto dei Leavet che, se appli-cato seriamente e diffusamente sul territorionazionale, avrebbe già risolto molti problemiriferiti al randagismo, da quello dell'anagrafea quello delle sterilizzazioni, solo per ricordarei due più evidenti. La cosa importante è che ilrapporto con le strutture private non sia disfruttamento o di richiesta di beneficenza. Peressere più chiari, la definizione di queste col-laborazioni in convenzione dovrà basarsi sutariffe, certamente riferite alle finalità ed alle e-sigenze, ma che rispettino anche la profes-sionalità tenendo correttamente conto del va-lore della prestazione oltre a quello dei costiche dovranno essere sostenuti. È inaccetta-bile da parte dei veterinari della Asl l'imposi-zione di tariffe da fame o la richiesta di pre-stazioni gratuite, sia pure in condizioni di e-mergenza.Le Asl, fra i tanti sprechi della sanità pubblica,devono essere in grado di riconoscere ai ve-terinari privati tariffe adeguate alle loro presta-zioni: è giusto, è corretto, è doveroso. Mispiegate perché un professionista privatodebba lavorare gratuitamente?Il terremoto in Abruzzo è stata una tragediaper tutti, anche per i veterinari. Nonostantequesto tutta la categoria si è prodigata da su-bito con il massimo impegno per la salute de-gli animali, salute pubblica, sicurezza alimen-tare, ecc. Giustamente questo deve essere ri-conosciuto a tutti, ma è anche doveroso ri-cordare una piccola differenza: i veterinari pri-vati oltre alla casa hanno perso anche l'am-bulatorio ed il lavoro. Rispettiamo almeno laloro professionalità riconoscendo loro, neirapporti in convenzione, tariffe dignitose. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 Randagismo Riflessioni 29

Modica, uncomune italianoL'emergenza randagismo di Modica èun'emergenza nazionale

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Tutti i professionisti socidevono partecipare allacausa contro il fisco quan-do questo accerta il mag-gior reddito di uno di lorosulla base dei ricavi della

società stessa. Si tratta infatti di un litiscon-sorzio necessario.

Lo ha sancito la Cassazione che, con la sen-tenza n. 11466 del 18 maggio 2009, ha ac-colto il ricorso dell'Agenzia delle entrate cheaveva chiesto la nullità di un giudizio al qualeaveva partecipato soltanto uno dei professio-nisti di una società professionale.I fatti riguardano il singolo professionista-so-cio che subisce un accertamento del reddi-

to. Il Fisco innalza il reddito sulla base deimaggiori ricavi della società. Se il professio-nista-socio intende far ricorso, tutti i soci de-vono partecipare alla causa contro il fisco, in-tegrando il contradditorio, al fine di accertareche il maggior reddito attribuito dal Fisco siaeffettivamente riconducibile ai ricavi dello stu-dio. Le spese in giudizio sono invece intera-

mente compensate fra il professionista sog-getto all'accertamento e al Fisco.In materia tributaria, hanno scritto i giudici,l'unitarietà dell'accertamento e la conse-guente automatica imputazione dei redditidella società ai soci configura una ipotesi dilitisconsorzio, con la conseguenza che laproposizione di un ricorso da parte di uno deisoci comporta la necessità di integrare il con-tradditorio con il coinvolgimento degli altri so-ci, pena la nullità del giudizio. ■

Il Fisco trascina in causatutti i sociIl principio dell'unitarietà dell'accertamento entra nelle società professionali

I l programma per la determinazionedei ricavi ai fini degli studi di settore èin ritardo. A meno di un mese dalla

prima scadenza per il versamento delsaldo Unico, il programma con i corretti-vi anti-crisi non è puntuale. In ritardo an-che il decreto con i correttivi anti-crisidel Ministro dell'Economia Giulio Tre-monti. I tempi lunghi dipendono dalla ne-cessità di adeguare il programma infor-matico alla crisi economica, visto che hadovuto fare i conti con l'inserimento dinumerose voci di calcolo. Inoltre Gericofornirà un doppio risultato: la stima deiricavi in una situazione di normalità e lacorrezione per gli effetti della crisi. Altracomplicazione per gli informatici dell’A-genzia delle Entrate. Un nuovo incontrodella Commissione Esperti della Sosecon le rappresentanze di categoria per il-lustrare gli effetti della crisi è previsto aluglio. Sono due le date già fissate per laveterinaria che partecipa ai lavori dellaCommissione con il delegato Fnovi Giu-liano Lazzarini. Il ritardo pesa sui profes-sionisti che temono di mancare la sca-denza della prossima dichiarazione fi-scale e che, se così fosse, chiedono unaproroga. Comincia anche a farsi largo l'i-dea di chiedere uno slittamento dei ter-mini. Il ritardo potrebbe indurre anche anon adeguarsi proprio per la difficoltà divalutare gli effetti del programma sullapropria situazione.

TK22: ALLA SOSE A LUGLIO

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200930 Fisco Controlli e crisi

Page 31: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

Un commerciante di ani-mali è stato condannatoa nove mesi di carcereper aver impedito alleguardie zoofile dell'Enpadi fare un controllo nel

suo negozio di animali. "Ribadito il diritto delleGuardie Zoofile dell'Ente ad esercitare i lorocompiti di vigilanza al pari di qualsiasi altro ap-partenente agli organismi di controllo". La sentenza è stata emanata dalla quinta se-zione del tribunale di Milano in composizionemonocratica e presieduta dalla dottoressaGreco. La condanna a nove mesi di reclusioneè senza sospensione condizionale della penaa causa della recidiva. I fatti risalgono al 2007quando l'uomo aveva spinto fuori dal negoziole guardie zoofile tra insulti e minacce impe-dendo di esercitare i loro compiti di vigilanza econtrollo.

Le guardie avevano quindi sporto denuncia al-la Procura della Repubblica per resistenza, ol-taggio e minacce a pubblico ufficiale. La noti-zia della condanna è stata resa nota dall'Enpadella provincia di Milano che esprime soddisfa-zione per la sentenza e che ribadisce il ruolo ele funzioni di pubblica sicurezza delle guardiezoofile, alle dirette dipendenze del ministerodell'Interno.

Si legge sul sito dell'Enpa che, "in tal modo ilgiudice ha ribadito non solo il diritto delle Guar-die Zoofile dell'Enpa a esercitare i loro compitidi vigilanza negli esercizi commerciali che ven-dono animali, ma anche la loro tutela al pari diqualsiasi altro appartenente agli organismi dicontrollo". Le Guardie Zoofile Enpa operano con espres-so riconoscimento del D.P.R. 31/03/1979 per

Le guardie zoofile dell’Enpa sonoorgani di controllo a tutti gli effettiHanno la qualifica di Pubblici Ufficiali: carcere al negoziante che non le fa entrare

La Cassazione si è espressa sullaresponsabilità del proprietario peril danno cagionato da animali. Per-

ché il proprietario non sia consideratoresponsabile, oltre ad escludere il casofortuito, deve anche dimostrare il nessodi causalità tra il comportamento dell'a-nimale e il danno. In altre parole, prima difar leva sul carattere fortuito dell'acca-duto occorre stabilire, senza possibilitàdi dubbio, che il cane sia davvero la cau-sa del danno (in questo caso la cadutadella proprietaria medesima e di una per-sona). La Cassazione (sentenza 20 apri-le, n. 9350) ha stabilito: il proprietario o u-tente dell'animale, per sottrarsi alla re-sponsabilità è, sì, tenuto a fornire la pro-va del caso fortuito - che può consistereanche nella colpa del danneggiato - masolo dopo che sia stata dimostrata inmodo univoco la sussistenza del nessodi causalità tra il comportamento dell'a-nimale e il danno causato. La prova libe-ratoria da parte del danneggiante pre-suppone l'esistenza del nesso causale,cioè la prova, senza possibilità di dubbio,che il cane aveva cagionato la caduta."Ed è per l'appunto quest'ultima certez-za che - secondo l'insindacabile valuta-zione data dai giudici del merito - non èstata raggiunta nel caso all'esame".Inoltre, la valutazione delle emergenzeprobatorie riguardo alla condotta dell'a-nimale, causalmente riferibile all'evento,"è attività affidata in via esclusiva al giu-dice del merito, censurabile in Cassazio-ne solo quando nel ragionamento delgiudice di merito, quale risulta dalla sen-tenza, sia riscontrabile una obiettiva, de-ficiente esposizione dell'iter logico chelo ha condotto alla formazione del pro-prio convincimento". (fonte: altalex).

PROVARE IL NESSOCANE-DANNO

le attività di vigilanza, prevenzione e repressio-ne dei reati e violazioni alle norme che tutelanoil benessere di tutte le specie animali. Hannotutte decreto di Guardia Giurata rilasciato dalPrefetto o Questura, che le qualifica PubbliciUfficiali e gli attribuisce, nell'ambito specificodella tutela animali, le funzioni proprie della Po-lizia Giudiziaria, ossia le attività di prevenzionee repressione dei reati. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 Sentenze Legale 31�

Page 32: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

Due casi di rabbia silvestrenel giro di soli venti gior-ni sono stati riscontratisu altrettante volpi trova-te morte, a un passo dal-le case, nei comuni di

Gemona e Buja, rispettivamente in via San Pie-tro e nella frazione di San Floreano. Il pericolo

di contagio ha già fatto scattare nelle due a-ziende sanitarie competenti tutte le misure ne-cessarie al fine di garantire la sicurezza di ani-mali e persone, individuate in apposite ordi-nanze che i sindaci di Buja e Gemona hannoprovveduto a diffondere, avvisando la popola-zione del pericolo e della necessità di vaccina-re al più presto sia i cani e che i capi di bestia-

me della zona.In particolare, nell'ordinanza firmata dal diret-tore generale dell'Ass4 Medio Friuli, GiorgioRos, all'indomani dell'accertamento del casodi rabbia a carico della volpe trovata a Buja (sa-rebbe stato trovato morto anche un capriolo,ma non si ha l'esito delle analisi) si legge cheper 60 giorni dalla data dell'ordinanza «nei Co-

muni di Buja, Cassacco, Colloredo di MonteAlbano, Magnano in Riviera, Majano e TreppoGrande tutti i cani, anche se muniti di muse-ruola, non possono circolare se non condottial guinzaglio”.

VACCINAZIONEIl dirigente regionale veterinario Renato Coas-sin-Direttore Servizio Sicurezza alimentare, i-giene della nutrizione e sanità pubblica veteri-naria Regione Friuli Venezia Giulia- DirezioneCentrale Salute e P.S.-fa sapere che a partiredal 23 maggio viene effettuata una ulteriorecampagna di vaccinazione orale delle volpi,che si ripeterà a fine agosto e nella primaveradel 2010 e che interesserà tutto il territorio del-la provincia di Trieste e di Gorizia, nonché 50Comuni della provincia di Udine, compresiquelli di Buia e limitrofi. "Va sottolineato - diceCoassin - che questa iniziativa è l'unica possi-bilità che abbiamo per fermare l'epizoozia, co-me già avvenuto, del resto, per le precedenti(ultimo caso in regione nel 1995)".I possessori di cani dovranno segnalare imme-diatamente all'autorità comunale l'eventualefuga dei propri cani, ovvero il manifestarsi diqualsiasi sintomo che possa far sospettare l'i-nizio della malattia come il cambiamento di in-dole, la tendenza a mordere, il manifestarsi diparalisi e l'impossibilità della deglutizione». Nonsolo. In quegli stessi comuni, come detto, «èresa obbligatoria la vaccinazione antirabbicaper contagio dei cani, nonché dei bovini, bufa-lini, suini, ovini, caprini ed equidi che si trovanoesposti al rischio del contagio».

E IL GATTO?La possibilità che il cane venga a contattocon animali rabidi, specie la volpe, è molto piùfrequente rispetto al gatto, perché il primo lacerca per sua indole innata, mentre il secon-do no. Spiegano dalla Regione e dal Centrodi referenza nazionale per la rabbia dell'IZSdelle Venezie: "La profilassi della rabbia neglianimali domestici, storicamente, in Italia co-me all’estero, ha sempre rivolto l’attenzioneesclusivamente ai cani e agli erbivori più e-sposti al rischio (animali al pascolo). Non èmai stata ipotizzata o tanto meno realizzata,la vaccinazione obbligatoria dei gatti. La mo-tivazione risiede nel fatto che, diversamenteda quanto avviene per i cani, non esiste un’a-nagrafe felina che permetta l’identificazionedell’animale, che per sua natura conduce u-na vita meno domestica. La vaccinazionepreventiva nei selvatici (il cui animale bersa-glio è la volpe, e non altre specie comunquerecettive all’infezione) e nel cane ha comescopo principale quello di creare una barrieratra gli animali selvatici che presentano la ma-lattia e l’uomo. Quindi la vaccinazione dei gat-ti non rappresenta uno strumento di profilassiplausibile in primo luogo perché non applica-bile e poi perché non avrebbe una ricaduta ef-fettiva nel perseguire lo scopo di tutelare lasalute dell’uomo. Consigliarla su base volontaria non ha sensoanche per un discorso costi/benefici. Non cisono le motivazioni. Dai dati storici, anche trail ’77 e l’’84, quando la rabbia aveva un’inci-denza ben maggiore di quella attuale e an-nualmente venivano registrate tra i selvaticidalle 300 alle 400 positività, pochissimi sonostati i gatti colpiti." ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200932 Info Regioni F.V.G.

Rabbia sotto strettaosservazione in FriuliDal 23 maggio una nuova campagna di vaccinazione

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La Regione Emilia Romagnaha presentato il 21 maggio le“Linee guida per la lotta agliavvelenamenti degli animali”.Il provvedimento è stato ela-borato dalla Commissione

regionale per la lotta agli avvelenamenti: oltrealla Regione hanno partecipato alla discussio-ne il Corpo forestale dello stato, l’Istituto zoo-profilattico sperimentale, rappresentanti delleProvince, Ordine dei medici veterinari, associa-zioni animaliste, venatorie, di tartufai.“La delibera delle linee guida si muove all’inter-no delle competenze della Regione: non, dun-que, nell’ambito delle pene, che non sonocompetenza della Regione ma dello Stato. LaRegione punta a fare innanzitutto una mappa-tura, per far emergere un fenomeno che moltospesso è sommerso. C’è un richiamo forte alleForze dell’ordine, ai servizi veterinari locali e alCorpo forestale dello Stato per facilitare il rico-noscimento dei bocconi e le carcasse di ani-mali morti per avvelenamento.Saranno tabellati i luoghi in cui gli avvelena-menti sono maggiormente avvenuti, e soprat-tutto sarà fatta un’opera di formazione cultura-le: deve scattare una sorta di riprovazione so-ciale per chi compie questi atti che sono crimi-nali. Sono previsti anche corsi per la Polizia lo-cale, nella quale deve esser individuato unospeciale agente cui cittadini possono rivolgersiper tutte le tematiche che afferiscono agli ani-mali”, ha spiegato la vice presidente dellaCommissione Ambiente della Regione EmiliaRomagna Daniela Guerra, che ha poi “rilancia-to” su un altro tema d’attualità: “Adesso biso-gna creare le condizioni perché calino gli ab-bandoni, che rimangono ancora troppi”.

IN DETTAGLIOLe nuove linee guida, illustrate in dettaglio dalfunzionario della regione Emilia Romagna Giu-seppe Diegoli, definiscono un unico percorsooperativo sul territorio per la raccolta dei reper-ti, per l’identificazione e l’analisi di bocconi av-velenati o di animali deceduti per sospetto av-velenamento, e definisce i ruoli dei diversi sog-getti. La definizione di un’unica procedura ser-ve anche per un maggior coordinamento tra lerealtà deputate alla vigilanza (Corpo forestale,Polizie municipali e provinciali, Polizia di stato,Carabinieri, Guardia di finanza) e in definitiva peruna più efficace vigilanza del territorio. L’obietti-vo è quello di arrivare alla mappatura e al cen-simento degli avvelenamenti, dei prodotti tossi-ci utilizzati, delle modalità di esca adottate.Il Servizio veterinario delle Aziende Usl effettuauna prima valutazione dei casi di avvelenamen-to e tiene traccia delle segnalazioni; l’Istitutozooprofilattico sperimentale della Lombardia edell’Emilia-Romagna ha il compito delle analisidi laboratorio; il Corpo forestale è il terminaleultimo della procedura, per la raccolta di tutti idati che sono inseriti in un’unica scheda/mo-dulo per la segnalazione dei casi, allegata allelinee guida regionali. Punto di riferimento per icittadini, per qualsiasi segnalazione, è il veteri-nario di fiducia o il veterinario dell’Azienda Usl.Il provvedimento stabilisce inoltre che le areedove sono state ritrovate esche avvelenate sia-no segnalate con appositi cartelli e siano og-getto di bonifica.

CAMPAGNA INFORMATIVANel 2009 verrà realizzata una campagna regio-

nale per informare e sensibilizzare i cittadini, eper spiegare cosa fare e a chi bisogna rivolger-si nel caso di esche sospette o sospetto avve-lenamento di animali. Verranno inoltre pro-grammati percorsi didattici nelle scuole, per fa-vorire negli studenti la consapevolezza di unrapporto rispettoso nei confronti degli animali.Materiali informativi saranno destinati alle For-ze dell’Ordine e ai veterinari (pubblici e privati)

per fornire un quadro del fenomeno, anche ri-spetto ai rischi di salute pubblica e al benesse-re animale.

BOCCONI: VELENI E SANZIONII veleni sono in prevalenza pesticidi ed erbicidi:soprattutto carbammati (nel 2007 individuatinel 38% dei casi esaminati in Emilia-Roma-gna), che producono paralisi muscolari e mor-

te per insufficienza respiratoria. Altri pesticidisono composti da fosforati e clorurati e da me-taldeide, utilizzata in agricoltura e nel giardinag-gio. Le sanzioni per chi uccide prevedono an-che il carcere da tre a diciotto mesi, mentre ilmaltrattamento comporta la reclusione da tremesi a un anno o la multa da 3 a 15mila euro.Inoltre il codice penale punisce chi getta so-stanze tossiche nel suolo pubblico. ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 Emilia Romagna Info Regioni 33

Linee guida regionali controle esche avvelenateLa presentazione nella sede dell’amministrazione provinciale di Parma

Page 34: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

La Sardegna è la prima regio-ne italiana ad estendere atutti gli allevamenti ovini ilPiano di selezione geneticaper la resistenza alla scra-pie e alle altre malattie pro-

vocate da prioni. Con queste misure la po-polazione ovina aumenterà il livello di resi-

stenza alla malattia e si avrà una notevole ri-duzione dei focolai e degli animali abbattuti.

ARIETITutti gli arieti della Sardegna verranno sotto-posti ad un prelievo di sangue eseguito daiveterinari delle Asl e quelli con genotipo sen-sibile alla scrapie potranno essere utilizzati

per la monta solo nell'azienda fino al31/12/2011 e non potranno essere movimen-tati verso altri allevamenti. Gli arieti che portano caratteri di resistenzaalla scrapie potranno essere liberamentescambiati fra le aziende, scortati dalla docu-mentazione sanitaria certificata dal veterina-rio della Asl.

BDNI contrassegni identificativi degli animali con-trollati, insieme al loro genotipo, saranno re-gistrati nella Banca dati nazionale dell'ana-grafe zootecnica a cura del servizio veterina-rio o dall'organismo che è stato delegatodall'allevatore per la gestione dell'anagrafe.Gli arieti portatori del carattere genetico''Vrq'', considerato il più sfavorevole ai finidella selezione genetica, saranno macellatientro 30 giorni dall'emissione dell'esito di la-boratorio e prontamente indennizzati. Talecarattere genetico non è diffuso in Sarde-gna: statisticamente si calcola che sia pre-sente in un animale ogni 10 mila. La Sarde-gna, grazie ad un decreto dell'assessoredella Sanità Antonello Liori, pubblicato il 29aprile sul Buras, è la prima regione italianaad estendere a tutti gli allevamenti ovini ilPiano di selezione genetica per la resistenzaalla scrapie e alle altre malattie provocate daprioni.

VERSO IL 2012Il piano, varato nel 2004, era obbligatorio perle sole greggi iscritte al libro genealogico; nelnuovo gli assessorati della Sanità e dell'Agri-coltura hanno esteso l'applicazione a tutto ilparco ovini dell'isola. L'esperienza maturatain questi anni con la collaborazione dell'Isti-tuto Zooprofilattico Sperimentale della Sar-degna e dell'Istituto Zootecnico Caseariodella Sardegna (Agenzia Agris) ha dimostra-to l'assenza di ripercussioni negative dellascrapie e delle altre malattie provocate daprioni sulle produzioni zootecniche. Negli al-levamenti di nuova adesione l'applicazionedel Piano di selezione genetica sarà gradua-le e prevede l'analisi del genotipo di tutti gliarieti al fine di individuare i capi che non po-tranno più essere utilizzati come riproduttoria partire dalla stagione di monta 2012.

CERTIFICAZIONICon queste misure, dal punto di vista com-merciale, i prodotti lattiero-caseari regionalipotranno avvalersi delle stesse certificazionisanitarie prodotte dagli altri Stati facilitandoin tal modo l'export. ■

In corso la selezione genetica degliovini per la resistenza alla scrapieLa Sardegna sta accelerando sull’attuazione del piano regionale

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200934 Info Regioni Sardegna

Page 35: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

Un quinto dei rettili e circaun quarto degli anfibid’Europa sono in perico-lo - è quanto emerge dainuovi studi realizzati dal-l’UICN (Unione interna-

zionale per la conservazione della natura) surichiesta della Commissione europea. Gli studi, presentati in occasione della Gior-nata mondiale della biodiversità (22 maggio),costituiscono le prime Liste Rosse Europeerelative agli anfibi ed ai rettili e rivelano allar-manti tendenze demografiche delle specie inquestione. Oltre la metà di tutti gli anfibi eu-ropei (59%) e il 42% dei rettili sono in diminu-zione, il che significa che gli anfibi e i rettili delcontinente europeo sono minacciati in misu-ra di gran lunga superiore rispetto ai mammi-feri e agli uccelli. Per il 23% degli anfibi e il21% dei rettili la situazione è infatti talmentegrave da doverli annoverare tra le specie mi-nacciate della Lista Rossa Europea. Fra lecause principali del fenomeno ricordiamo ladistruzione, ad opera dell’uomo, degli habi-tat naturali delle specie in pericolo nonché icambiamenti climatici, l’inquinamento e lapresenza di specie invasive. “Nella giornata mondiale della biodiversità,questa è una scoperta preoccupante” - hadichiarato Stavros Dimas, commissario eu-ropeo per l’ambiente. - “Malgrado la rigo-rosa legislazione destinata a tutelare i no-stri habitat e la maggior parte delle specieinteressate, infatti, quasi un quarto deglianfibi europei è attualmente a rischio di e-stinzione”.

ANFIBI E RETTILIIn Europa vivono 151 specie di rettili e 85specie di anfibi, molte delle quali non esisto-no in nessun’altra parte del mondo. Sei spe-cie di rettili, fra cui la lucertola a pois (Gallo-tia intermedia) e la lucertola delle Eolie (Po-darcis raffonei) sono state classificate comespecie gravemente minacciate di estinzione,il che significa che sono confrontate ad unrischio elevatissimo di estinzione nell’am-biente naturale. Fra gli anfibi - un gruppo cheinclude rane, rospi, salamandre e tritoni -

due specie sono state classificate come gra-vemente minacciate di estinzione: la rana diRodi (Pelophylax cerigensis) ed il MontsenyBrook Newt (Calotriton arnoldi), unico trito-ne endemico della Spagna. Altre cinquespecie, fra cui l’ululone dal ventre giallo ap-penninico (Bombina pachypus), sono mi-nacciate di estinzione mentre undici sonoconsiderate vulnerabili.

La situazione degli anfibi e dei rettili è ancorapiù grave di quella di altri gruppi di specie: il15% dei mammiferi e il 13% degli uccelli so-no minacciati.

CONTESTO L’Unione europea si è impegnata ad arresta-re la perdita di biodiversità entro il 2010 e amettere in atto un Piano di azione europeo

sulla biodiversità per tradurre in realtà tale im-pegno. Le Liste Rosse Europee, elaboratedall’UICN, costituiscono un quadro di classi-ficazione delle specie in base al loro rischiodi estinzione. Le specie minacciate sonoquelle classificate come gravemente minac-ciate di estinzione, minacciate di estinzione evulnerabili. La Lista Rossa Europea è disponibile al se-guente indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/redlistLa pagina della Commissione sulla natura e labiodiversità è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm L’ufficio regionale dell’UICN per l’Europa è di-sponibile su: www.iucn.org/europe ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 Giornata mondiale Europa 35

Biodiversità: anfibi e rettili d’Europa in pericolo La Red List preoccupa la Commissione Ue

★★

★★★★★★

Page 36: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

Report diffama la zootecnia

Nella puntata di Report del 17 052009 Milena Gabanelli ha detto:"negli allevamenti si usano or-

moni a go go". Questa è diffamazione. Lesue parole hanno un peso enorme potreb-bero condizionare il mercato senza nessunrispetto per coloro che nella zootecnia lavo-rano investendo i sacrifici di più generazio-ni. I giornalisti di report Riccardi e Buono neldocumentario hanno detto che la zootecniaè responsabile del 18% delle emissioni digas serra ed è un errore grave, anche que-sto da diffamazione, che mette il cliente insoggezione a comprare prodotti di origine

animale perché sono causa del riscalda-mento globale. È falso: il metano emessodagli animali entra in un ciclo di conversio-ne in CO2 e assorbimento, che dura 10 an-ni, e non è una perturbazione aggiuntiva. Ecome referente citano lo scienziato Pachau-ri! Ma quale scienziato dei miei stivali! Pa-chauri è un economista e si è sempre occu-pato di petrolio, è stato amministratore de-legato della Indian Oil company e ministrodel petrolio indiano!Milena Gabanelli ha detto che 1-2 miliardi dipersone sono sottonutrite nel mondo, men-tre i cereali prodotti per la zootecnia li po-trebbero sfamare. Ma il problema della fa-me nel mondo non è dovuto alla zootecnia,è un’accusa inaccettabile, senza fonda-mento! I giornalisti di report Riccardi e Buo-

no nel documentario hanno intervistato unmedico vegetariano esperto in ricettine ve-getariane. Il montatore sapendo perfetta-mente l'impatto delle immagini mentre parlaha fatto scorrere delle immagini di obesi,come se chi mangiasse carne diventasse o-beso. Ma se la carne, c'è in tutte le diete i-pocaloriche, e a chi ha avuto l'infarto dannoil petto di pollo! Ai malati gravi con deficit immunitari som-ministrano gli omogeneizzati di carne per-ché sono il miglior alimento del mondo ingrado di riparare tessuti danneggiati e sti-molare il sistema immunitario. La carne nonha colesterolo, ci sono vegetariani obesiche mangiano patatine fritte, formaggi fusi,paioli di pasta, melanzane sott’olio che han-no le stesse patologie.

Non è accettabile in un servizio pubblicoche si accusi la carne di chi sa quali malat-tie creando allarmismo e facendo del vero eproprio terrorismo informativo intervistandoun’esperta di alimentazione vegetale. I giornalisti di report Riccardi e Buono neldocumentario fanno vedere una cartina del-la pianura padana con le zone più inquinatedai pesticidi e dicono che sono quelle con ilcarico zootecnico più alto: FALSO! Tra lezone più inquinate ci sono anche le risaiedella Lomellina con carico zootecnico nullo.Cosa c'entrano gli animali con i pesticidi?Come se per il riso, il mays da polenta, il fru-mento, il pomodoro, non si usassero i pe-sticidi.Verso la fine del servizio intervistano deiconsumatori che dicono che la carne bio èbuona mentre l'altra appena si cuoce si riti-ra. Ma BASTA con questi stereotipi degli an-ni ’60. Della carne gonfiata dagli ormoni,basta! Su ogni partita di manzi macellati sifanno le analisi alle ghiandole del bartoliniper vedere eventuali anomalie da ormoni, ea campione si fanno esami sui tessuti perresidui ormonali o di antibiotici. Mi piacereb-be sfidare gli intervistati a riconoscere lacarne bio già cucinata senza saper qual è.Non sono contro il biologico, è una nicchia,se cresce bene. Però dire che i sistemi peruna agricoltura con pochi impatti ambientalisono quelli biologici e mi fate l'esempio diun pollo allevato in 120 gg, è una cosa dav-vero ridicola! 120 gg cioè un pollo che perfare la stessa quantità di carne mangia 4-5volte di più del pollo industriale, ma cosa ri-solve???Il costo alla stalla è di 7,5 € a pollo cioè 4-5volte l'altro, consuma di più e poi è allevatoall'aperto dove la pollina viene dilavata adogni pioggia.Inoltre il biologico pone seri problemi di be-nessere animale, perché la mortalità nelleprime fasi è come in natura cioè il doppio oil triplo rispetto alla zootecnia industriale, glianimali malati non si possono curare, (ho vi-sto delle scrofe in un allevamento biologicoricoperte di rogna) inoltre nel biologico c’è ilrischio di malattie trasmissibili all’uomo(zoonosi) come leptospirosi, salmonella, tri-chinella, cisticercosi-idatidiosi, che potreb-bero essere anche molto pericolose. Mastate scherzando? Ma vergognatevi! Gli allevatori sono vittime del mercato maanche dei media che ci lanciano accusesenza alcun fondamento scientifico e senzacontraddittorio. E questo in un servizio pubblico pagato an-che da noi è inaccettabile. E noi siamo stufi di pagare sempre sulla no-stra pelle la disinformazione dei media sullazootecnia dalla BSE, all'aviaria, all'influenzasuina, al riscaldamento globale di originezootecnica.

Dott. Claudio Costa

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200936 Lettere al Direttore @

“La cosa peggiore negli interventichirurgici è lasciare qualcosa in sospeso”

Sergio Marchionne

Page 37: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

La 24ª edizione di Eurocarne,il Salone internazionale del-le tecnologie per la lavora-zione, conservazione, refri-gerazione e distribuzionedelle carni, si è aperta con

gli “stati generali della carne, modelli interna-zionali a confronto». Alla presenza del Mini-stro per le Politiche agricole, Luca Zaia, ilpresidente di Veronafiere Ettore Riello, ha ri-cordato il valore del comparto per l’Italia,con i suoi 60 miliardi di euro, di cui 24 alla so-la voce export.

UN DDL SULL’ETICHETTATURAZaia difende le produzioni di casa nostra. «Ilmese prossimo presenteremo un disegno dilegge sull’etichettatura delle carni», ha preci-sato, «visto che non esiste ancora alcun ob-bligo di tracciabilità completa, mentre ritengoche questo possa dare il giusto valore alla fi-liera italiana». Necessario, per Zaia, anche ilsostegno alle carni avicole italiane «perché èfondamentale acquistare italiano, sinonimo digaranzia, qualità e sicurezza alimentare».

IL SETTOREIl settore della carne, come ha rilevato Ales-sandro Mastrantonio, giornalista del Sole 24Ore, «sconta qualche difficoltà: la qualità c’è,il mercato fatica a pagare, influenze ed epi-demie condizionano i flussi commerciali».Eppure, nonostante questa zavorra, «il 2008è stato positivo per il settore delle macchinee delle tecnologie per la lavorazione dellacarne», ha sostenuto Emilia Arosio, presiden-te di Assofoodtec e di Eurocarne 2009. «Sul2009 siamo più cauti», ha proseguito, «manel complesso lo consideriamo positivo».Certo la carne deve fare i conti con alcuni fat-tori chiave: la sicurezza alimentare e la salu-brità del prodotto. Macellai e grande distribu-zione dovranno fare la loro parte, comunque,per vincere una certa visione demonizzatadella carne, «inaccettabile e peraltro non cor-rispondente alla verità», ha spiegato MaurizioArosio di Federmacellai-Confcommercio, co-sì come non corrisponde a verità la mancan-za di controlli. «La carne», ha dichiarato Clau-dio Truzzi di Metro, «è uno dei prodotti piùcontrollati in assoluto».E fra pollo, bovino e suino «la carne del futu-ro sarà sempre più avicola», ha assicurato Al-do Muraro, presidente di Una, l’Unione na-zionale avicoltori. Si vedrà, certo, ma RenzoFossato (presidente di Uniceb) e Ugo Sassi(presidente Gran Suino Padano) non hannodubbi: l’importante è che sia controllata ecertificata. E l’etichettatura potrebbe essereuna soluzione vincente per i produttori e peril consumatore.

TENDENZELa carne di vacca, normalmente utilizzata perla preparazione di hamburger, si sta rilancian-do, in conseguenza della stretta economica,sotto altre forme. A partire dalla tagliata o dalroast beef.L’utilizzo della carne di vacca è senza dubbiopiù diffuso all’estero che in Italia. Sia sottoforma di hamburger, prodotto che nella tradi-zione italica della dieta mediterranea non hamai conquistato pienamente il consumatoredi casa nostra, nonostante la diffusione dei

fast-food (peraltro sempre frequentatissimi,anche per il rapporto qualità/prezzo). Ma lacarne di vacca adulta è apprezzata anche nelpiatto, come tagliata o appunto roast beef,soprattutto utilizzando il posteriore dell’ani-male. I consumi, dicono dall’Osservatorio diEurocarne, sono destinati ad aumentare. ■

A Veronafiere gli statigenerali della carneBasta con la demonizzazione di questo alimento. Il riscatto è nell’etichettatura

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 2009 Dalle Aziende 37▲

Page 38: Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 18

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Chiuso in stampa il 18 maggio 2009

laVETERINARIAPROFESSIONE

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana

laPROFESSIONE VETERINARIA 18 | 200938 Calendario attività Dal 29 maggio al 4 ottobre

2. Il linfoma intraoculare nel gatto:

a è sempre un tumoreprimario

b è sempre un tumoresecondario/metastatico

c può essere un tumoresia primario sia secon-dario

1. I cani asintomatici che presentano un linfomaepatosplenico senza interessamento linfonodaleperiferico sono così stadiati:

a stadio IIIa

b stadio Vb

c stadio IVa

d stadio IIIb

e stadio Va

QUIZ 1Risposta corretta: c)

Il linfoma nel cane: nuoviapprocci diagnostici e

terapeutici, Seminario SIMIV,Cremona giugno 2005

QUIZ 2Risposta corretta: b)

Dal caso clinico alla diagnosiistopatologica, Giornata

S.O.V.I., Cremona Aprile 2005

SOLUZIONI

Edizioni Veterinarie E.V. srl

Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

29 - 31 MAGCONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SCIVAC 62° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC - Palacongressi della Riviera di Rimini, Rimini -

Via della Fiera, 52 - ECM: VEN: 4 Crediti - SAB: 4 Crediti - DOM: 3 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti -Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC ENDOSCOPIA DELL’APPARATO GASTROENTERICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 209 - 10 GIU Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508

E-mail: [email protected] SCIVAC ENDOSCOPIA APPLICATA ALLE MALATTIE RESPIRATORIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20

11 - 12 GIU Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 -E-mail: [email protected]

12 - 14 GIU CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ASVAC CORSO REGIONALE DI ECOGRAFIA - Sassari - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: MonicaBorghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

12 - 14 GIUCORSO FSA IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC FSA - CORSO DI PREPARAZIONE AL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO E DI ALTRE PATOLOGIE

SCHELETRICHE EREDITARIE DEL CANE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Perinformazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

CORSO ANMVI IN COLLABORAZIONE CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL 13 - 14 GIU CON ORDINE MED. VET. BOLOGNA LAVORO - Novotel Bologna San Lazzaro - via Villanova n. 31 - Villanova di Castenaso (BO) ) - ECM: 9 Crediti -

Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: [email protected] SCIVAC IN COLLABORAZIONE IL GATTO UN PAZIENTE CHE SI NASCONDE, ASPETTI CLINICI E NUOVE OPPORTUNITÀ - Hotel Melià, Milano

14 GIU CON BOEHRINGER INGELHEIM Via Masaccio, 19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

18 - 20 GIU CORSO SCIVAC CORSO DI CITOLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto AccreditamentoUltimi posti disponibili Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

21 GIUINCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO DELLA MALATTIA CARDIOVA-

SCOLARE - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC -Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

24 - 27 GIUITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona

Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVACTel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

29 - 30 GIUCORSO SCIVAC CORSO AVANZATO INTENSIVO - TECNICHE DI ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA (TIVA) - Centro

Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti -Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

8 - 11 LUGITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: IV PARTE - PRINCIPI DI NEUROTERAPIA MEDICA E CHIRURGICA

Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

13 SET INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA LA VISITA CLINICA E LA MEDICINA COMPORTAMENTALE - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni:Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

20 SETINCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA - ECM: Richiesto Accreditamento -

Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail:[email protected]

20 SET INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni: MonicaBorghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

22 - 25 SETITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 2° IT. ANESTESIA: III PARTE - ANESTESIA NELLE SPECIALITÀ - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via

Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

25 SET SEMINARIO SIVE NEUROLOGIA - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto AccreditamentoPer informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

25 - 27 SET CORSO SCIVAC SICILIA - CORSO REGIONALE DI DERMATOLOGIA - Ragusa - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni:Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

26 SET CORSO SIVE NEUROLOGIA - Select Breeders Services Italia - San Daniele Po (CR) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

26 - 27 SETINCONTRO SIONCOV CHEMIOTERAPIA - Centro Studi SCIVAC - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento -

Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail:[email protected]

26 - 27 SETINCONTRO SICARV / SIARMUV QUALI LIMITI PER L’ANESTESIA DI UN PAZIENTE CARDIOPATICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via

Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. SpecialisticheSCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: [email protected]

26 - 27 SETCORSO SCIVAC CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA RADIOLOGICA - Atahotel Quark, Via Lampedusa 11/A Milano - ECM:

Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

27 SETINCONTRO SINUV INCONTRO SINUV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento -

Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail:[email protected]

27 SET INCONTRO REGIONALE SCIVAC DIAGNOSI E PREVENZIONE DELLA FIP - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni: Monica BorghisaniTRENTINO ALTO ADIGE Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

27 SETINCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA CRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - ECM:

Richiesto Accreditamento- Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

30 SET ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 2° IT. CARDIOLOGIA: I PARTE - FISIOPATOLOGIA CARDIOVASCOLARE E APPROCCIO CLINICO - Centro

2 OTT Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti -Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

3 - 4 OTTSEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE DAY-HOSPITAL, DEGENZA E TERAPIA INTENSIVA NEL PAZIENTE FELINO: QUANDO L’OSPEDALIZZAZIONECON SIMEF E SINUV È UNA NECESSITÀ - Crowne Plaza, Via Po 197 - Padova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola

Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

4 OTT INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC LIGURIA IL CONIGLIO DA COMPAGNIA - “Sala Quadrivium” Genova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni:Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: [email protected]

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